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Legislatura X - Atto ispettivo ogg. n. 7151

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Oggetto:
Testo presentato:
7151 - Interpellanza circa questioni e procedure riguardanti un impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti con successiva raffinazione del biogas a biometano nel comune di Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Sassi

Testo:

Interpellanza a risposta orale in Aula

 

 

visti

 

  • la Procedura di VIA relativa all’“Impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti con successiva raffinazione del biogas a biometano in comune di Reggio Emilia (RE)”, proponente Iren Ambiente S.p.A., Prot. n. PG/2018/207889 del 23 marzo 2018, fascicolo n. 10/2018 (VIA), con cui l’Autorità competente Regione Emilia-Romagna - Servizio Valutazione Impatto e Promozione Sostenibilità Ambientale, ai sensi dell’art. 13 della Legge Regionale 18 maggio 1999, n. 9 e dell’art. 27 bis del D.Lgs. n. 152 del 2006 sta effettuando il procedimento per l’eventuale rilascio del Provvedimento autorizzatorio unico regionale ai sensi dell’art 27 bis del D.Lgs n. 152  del 2006 che comprende il provvedimento di Valutazione d’impatto Ambientale (VIA) e gli altri atti di assenso tra cui l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) relativi al progetto di un “Impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti con successiva raffinazione del biogas a biometano” da realizzarsi nel comune di Reggio Emilia, ubicato in Località Gavassa, via Caduti del Muro di Berlino S.P. n. 113 con proponente: Iren Ambiente Spa;
  • la legge regionale 20 aprile 2018, vigente dal 5 maggio 2018, n. 4 recante “Disciplina della valutazione dell’impatto ambientale dei progetti”, in particolare l’art. 17 “Partecipazione”;
  • il decreto ministeriale 29 gennaio 2007 recante “Emanazione di linee guida per l'individuazione e l'utilizzazione delle migliori tecniche disponibili in materia di gestione dei rifiuti, per le attività elencate nell'allegato I del D.Lgs. 18 febbraio 2005, n. 59”;
  • l’interrogazione a risposta scritta oggetto n. 6502/2018 e la relativa risposta protocollo AL/2018/37207 del 13/06/2018 dell’Assessore regionale alla “Difesa del Suolo e della Costa, Protezione Civile, Politiche Ambientali e della Montagna”;

 

premesso che

 

  • il suddetto progetto, oggi sottoposto a procedura di V.I.A., riguarderebbe la realizzazione di un impianto di trattamento della frazione organica da raccolta differenziata (FORSU), per il recupero di materia con produzione finale di ammendante compostato, un fertilizzante impiegabile anche in agricoltura tradizionale e biologica ai sensi dell’allegato Il del D.Lgs. 75/2010 e s.m.i., inoltre, l’impianto sarebbe dotato di una sezione di digestione anaerobica per la produzione di biogas e successiva purificazione a biometano;
  • il progetto, proposto dalla società Iren Ambiente S.p.A., prevedrebbe la realizzazione di un impianto di trattamento della frazione organica derivata dalla raccolta differenziata tramite digestione anaerobica di 100.000 tonnellate/anno di FORSU, con successiva raffinazione di biogas in biometano, e produzione di compost mediante un processo ossidativo, quindi aerobico, utilizzando 67.000 tonnellate/anno di rifiuto lignocellulosico;
  • tra i possibili principali impatti ambientali derivanti dall’impianto in progetto il Proponente ha individuato le emissioni in atmosfera, le emissioni di rumore e il traffico veicolare;
  • l’impianto in progetto sarebbe costituito dalle seguenti sezioni di trattamento: Sezione di ricezione, Sezione di pretrattamento, Sezione di digestione anaerobica, Sezione di biossidazione accelerata, Sezione di maturazione e raffinazione, Sezione di stoccaggio ammendante compostato misto, Sezione di trattamento aria e Sezione di valorizzazione biogas;
  • più nel dettaglio l’impianto avrebbe il seguente schema: i rifiuti in ingresso (FORSU) sarebbero conferiti in una apposita zona di stoccaggio in cemento armato fuori terra, ricavata nel capannone predisposto, attraverso uno scarico dall’alto, confinate con pavimentazione impermeabile e servita dall’impianto di depurazione delle arie esauste del capannone, sarebbe presente un’area di alimentazione alla sezione di digestione anaerobica, dove la miscela costituita da FORSU pretrattata e strutturante di ricircolo proveniente dalle fasi di raffinazione (eventualmente triturato) verrebbe inviata al digestore, nell’area di digestione anaerobica avverrebbe la degradazione della sostanza organica e la produzione di biogas, in particolare l’area di conversione energetica, comprenderebbe il collettamento, i trattamenti di deumidificazione e l’eventuale desolforazione ed upgrading per la produzione di biometano e la connessione alla rete nazionale SNAM del gas naturale, la sezione di compostaggio aerobico sarebbe composta da un’area di miscelazione, un’area di biossidazione, un’area di vagliatura intermedia, un’area di maturazione, un’area di vagliatura finale e un’area di stoccaggio compost, sarebbero presenti 3 biofiltri per il trattamento dell’aria aspirata dai capannoni e dell’aria di lavaggio delle celle, dei locali tecnici che ospiteranno l’impiantistica ausiliaria al processo e delle vasche di gestione del percolato e vasche di prima pioggia;
  • il rifiuto lignocellulosico (verde) dovrebbe avere provenienza per il 100% dal bacino di Reggio Emilia e provincia mentre la Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU), dovrebbe avere le seguenti provenienze: circa 30.000 tonnellate/anno dal Bacino di Reggio Emilia, circa 35.000 tonnellate/anno dal Bacino di Parma, circa 15.000 tonnellate/anno dal Bacino di Piacenza e circa 25.000 tonnellate /anno da altri bacini;
  • per mantenere le condizioni di temperatura del processo di digestione anaerobica (circa 50-55 gradi centigradi, in quanto i microorganismi termofili necessitano di temperature non inferiori ai 45 gradi centigradi) verrebbe installato un impianto di riscaldamento a servizio dei digestori e per l’alimentazione di tutte le utenze individuate verrebbe utilizzata acqua riscaldata con l’energia di cascame del generatore, il calore necessario sarebbe fornito con una caldaia alimentata a metano della potenza di 1 MWt, il progetto proposto comporterebbe, inoltre, l’installazione di un impianto cogenerativo alimentato dal biogas prodotto dagli stessi digestori, la componente termica recuperata dall’impianto in assetto cogenerativo (e corrispondente a circa 9.470 MWh/anno) sarebbe completamente adoperata per il riscaldamento dei digestori, e dovrebbe garantire, ad esclusione dei periodi di manutenzione e preriscaldo in fase di avvio (il cui contributo termico sarebbe garantito con la caldaia ausiliaria alimentata a gas metano), la copertura delle necessità termiche dell’impianto;
  • il principale consumo energetico connesso all’esercizio dell’impianto in progetto deriverebbe dall’utilizzo di energia elettrica (fabbisogno elettrico totale stimato in 14.016.613 kWh/anno di cui il 57% garantiti dall’impianto di cogenerazione da 1 MWe alimentato a biogas la cui produzione elettrica risulterebbe totalmente autoconsumata) mentre il recupero energetico in termini di produzione di energia elettrica e termica sarebbe ottenuto mediante l’impiego di un gruppo elettrogeno a combustione interna;

 

considerato che

 

  • in aggiunta al materiale in ingresso all’impianto e, quindi, al traffico stradale da esso generato, poiché, come confermato dallo stesso proponente, i rifiuti in ingresso sono tutti conferiti tramite trasporto su gomma, vanno considerati i materiali movimentati in uscita, infatti, il processo di trattamento dell’impianto in oggetto originerebbe principalmente scarti relativi ai sovvalli dei pretrattamenti (circa 14.000 tonnellate/anno) - CER 191212 (da avviare a smaltimento), scarti derivanti dalla raffinazione del compost (circa 12.000 tonnellate/anno) - CER 191212 (da avviare a smaltimento), e in ultimo, materiali ferrosi inviati a recupero (circa 1.000 tonnellate/anno) - CER 191202 oltreché l’ammendante compostato, definito “misto”, per 52.350 tonnellate/anno, materiali tutti da gestire separatamente e che genererebbero ulteriore, notevole, traffico stradale in uscito dall’impianto, con relativo inquinamento atmosferico, inquinamento da rumore, impatto sulla mobilità locale;
  • il proponente non avrebbe stimato precisamente le emissioni dei mezzi di trasporto delle biomasse, movimentate su gomma e, inoltre, non avrebbe inquadrato tale emissioni nel Piano aria vigente e futuro, lacuna che, considerando il numero dei mezzi in questione dell’ordine delle due centinaia al giorno, rischia di inficiare del tutto la valutazione di impatto ambientale;
  • la Produzione totale di biogas attesa è di 15.975.000 metri cubi/anno, di questi la Quota di biogas inviata a cogenerazione (cioè bruciata sul posto) sarebbe di 3.664.000 metri cubi/anno, quindi, la Quota di biogas in ingresso all’impianto di upgrading del biogas sarebbe di 11.790.000 metri cubi normali/anno e, infine, la produzione finale di biometano attesa sarebbe di 11.790.000 metri cubi normali/anno (1 Nm³ = 1,0549 Sm³);
  • per il controllo dei biofiltri all’emissione e le relative concentrazioni di Unità di odore non esisterebbero, allo stato attuale, limiti di riferimento per la Regione Emilia-Romagna;
  • la taglia dell’impianto è chiaramente dettata dalla volontà del proponente, del tutto lecita ma non necessariamente coincidente con il pubblico interesse, di realizzare notevoli economie di scala servendosi di una taglia dell’impianto quanto più grande possibile, massimizzando così i profitti, ma ovviamente ciò impone ai rifiuti in ingresso, che possono arrivare anche dalla provincia di Piacenza, una maggiore percorrenza e, quindi, un maggior inquinamento prodotto dagli automezzi dedicati al loro trasporto, che poteva essere diminuito realizzando per esempio tre impianti di taglia inferiore, in posizioni decentrate e baricentrica l’uno rispetto all’altro, e sostanzialmente su base provinciale, infatti, come osservato nella sopra citata risposta AL/2018/37207 del 13/06/2018, “il procedimento di VIA, nell’esaminare tutti gli impatti ambientali derivati, può motivatamente determinare quantitativi inferiori a quelli richiesti”;
  • nella valutazione economica dell’investimento, legato al progetto, giocano un ruolo fondamentale le incentivazioni e facilitazioni pubbliche di cui potrebbe godere il proponente e il loro ammontare rientra valutazione strategica dell’impianto infulenzando i tempi di ammortamento dell’investimento e, di fatto vincolando la durata dell’impianto a una determinata tecnologia e scelta impiantistica;
  • l’introduzione della Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) nell’ambito della VIA, proposta tre anni fa nel collegato ambientale colma un’evidente lacuna della normativa più volte evidenziata negli ultimi dieci anni da istituzioni scientifiche nazionali (ISS, Ispra) e dalla stessa Commissione europea;
  • la specifica trattazione degli impatti sulla salute nella VIA è necessaria, basandosi su specifiche conoscenze teoriche inerenti i potenziali inquinanti (proprietà chimiche, fisiche, tossicologiche) e le popolazioni esposte (stili di vita, vulnerabilità ecc.) per identificare e quantificare l’eventuale deterioramento della qualità ambientale e le sue connessioni con l’esposizione umana e quindi determinare gli eventuali esiti sanitari attesi;
  • nel quadro di riferimento ambientale del progetto si calcolano come emissioni da portare in detrazione, a quelle dell’impianto futuro, quelle di installazioni già chiuse da anni, violando in tal modo gli stessi criteri del computo emissivo stabilite dalla Regione Emilia-Romagna;
  • sul BURERT n. 207 dell’11 luglio 2018 è stato pubblicato l’Avviso del progetto, per cui decorre da tale data il termine di sessanta giorni entro cui chiunque può presentare in forma scritta proprie osservazioni;

 

Interpella la Giunta regionale e l’assessore competente per sapere

 

  1. in particolare di quali finanziamenti ed incentivazioni pubbliche potrà godere l’impianto una volta ultimato e, in generale, quale sia il quadro economico del progetto, se la Regione valutata la taglia dell’impianto e le problematiche ambientali ad esso connesse (vista anche la presenza di un cogeneratore), sia in termini di emissioni in atmosfera, anche di tipo odorigene, sia in termini di emissioni derivanti dal traffico per il trasporto in ingresso ed in uscita, non consideri necessario, anche in assenza del Decreto ministeriale recante le apposite linee guida, sospendere la procedura di impatto ambientale nella loro attesa, oppure, proporre al proponente di predisporre volontariamente il relativo elaborato di Valutazione di Impatto Sanitario complessiva, se non consideri già da ora opportuno segnalare al proponente come scelta più compatibile ambientalmente la suddivisione dell’impianto in più impianti di taglia inferiore, su base provinciale, in adesione al principio di un trattamento locale dei rifiuti e secondo i requisiti di autosufficienza e prossimità, principio già ampiamente fatto proprio, anche dalla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del trattamento dei rifiuti, se non consideri opportuno affidare ad ARPAE come proprio soggetto tecnico, operante per conto della Regione, l’avviamento di un approfondimento che possa motivatamente portare ad serie di prescrizioni a carico del proponente quali: la creazione di una rete pubblica di monitoraggio e controllo delle emissioni in atmosfera e degli odori in dispersione al servizio dell’impianto; un vincolo che impegni innanzi tutto il proponente a non ampliare, in futuro, le dimensioni già notevoli dell’impianto (si parla già oggi di processare ulteriori 50 mila tonnellate/anno di FORSU portando il totale a 150 mila tonnellate); concordare una quota significativa delle risorse finanziarie provenienti dagli utili di impresa, derivanti dalla gestione dell’impianto, per investirla interamente in opere di mitigazione ambientale a tutela del territorio e delle sue comunità locali; l’istituire una commissione permanente per il controllo del corretto funzionamento dell’impianto, nel rispetto delle normative vigenti ma anche via, via, delle migliori pratiche attuabili al momento, commissione costituita con gli enti locali interessati ma aperta anche ai rappresentanti delle organizzazioni dei cittadini attive nella tutela ambientale del territorio e nella difesa della salute pubblica, affiancata da esperti del settore; l’adozione di veicoli e di una logistica per il trasporto dei rifiuti in ingresso e dei rifiuti e prodotti in uscita, quanto meno impattante possibile (veicoli a metano, euro 6, riutilizzo dello stesso mezzo sia in entrata che in uscita), se non ritenga utile prevedere la valutazione del più ampio ventaglio possibile di opzioni a partire dall’opzione zero in su, se non ritenga irricevibile una proposta progettuale che non sia correttamente inquadrata dal punto di vista del Piano aria vigente e futuro, se sia già stata decisa l’istruttoria pubblica sul progetto e come si articolerà in concreto o se si intenda articolare la partecipazione in altro modo.

 

 

Il Consigliere

(Gian Luca Sassi)

 

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