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Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 732

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, in relazione al Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, volte a rivedere gli attuali standard, valutare la possibilità di un progetto pilota di ospedale unico a sedi distaccate e tutelare la presenza dei punti nascita anche al di sotto dello standard nazionale, specie nelle aree montane. (10 06 15) A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi

Testo:

 

RISOLUZIONE

 

L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna

 

PREMESSO CHE

 

Il piano di riorganizzazione predisposto dal Ministero nel 2010 e approvato dalla Conferenza Stato–Regioni ha individuato parametri ritenuti validi per tutti e tra questi il numero di 500 parti all’anno come standard minimo di sicurezza per mantenere aperti i punti nascita;

 

Il Regolamento ministeriale “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” del 5 agosto 2014 fissa il bacino di utenza ottimale per avere un punto nascite tra gli 80.000 e i 150.000 abitanti;

 

Buona parte dei punti nascita situati in zone montane difficilmente possono rientrare negli standard di sicurezza stabiliti dalle sopracitate normative;

 

 

CONSIDERATO CHE

 

Nell’incontro promosso dall’Intergruppo Parlamentare per lo sviluppo della montagna tenutosi a Trento nel febbraio scorso si è evidenziato che:

 

  • Lo standard dei 500 parti, in particolari condizioni, puo’ essere superato senza ridurre i livelli di sicurezza. Austria, Germania e Svizzera, sulla base degli stessi indirizzi internazionali a cui è sottoposto anche il nostro Paese, hanno fatto scelte diverse, più flessibili, più ragionevoli e più attente alle esigenze dei cittadini;
  • Gli standard riguardano un mix tra costo, organizzazione, responsabilità professionale e sicurezza in ospedale, ma non tengono minimamente conto dei rischi correlati all’imprevedibilità degli eventi prima dell’accesso ai punti nascita. STEN e STAM a 60/80 km dal punto nascita e in territori di montagna con precarie condizioni di viabilità suscitano molte perplessità e inoltre appare chiaro che la comunità scientifica italiana che ha costruito gli standard ha posto in particolare l’accento sulla questione delle responsabilità penali e civili degli operatori e sulla materia contrattuale;
  • Da diversi parlamentari è stata fatta richiesta di istituire un tavolo di lavoro tra Ministero e Regioni al fine di rivedere gli standard fissati dei 500 parti l’anno, necessari alla sopravvivenza dei punti nascita, nei comuni montani e nelle zone interne, laddove vi siano oggettive condizioni di disagio territoriale, purché siano raggiunti obiettivi di qualità ed efficacia e si sono registrate aperture al dialogo in questo senso;

 

EVIDENZIATO CHE

 

  • L'accreditamento dei punti nascita andrebbe fatto sulla base dei requisiti più ampi e che comprendano gli aspetti territoriali, i livelli professionali, strutturali e tecnologici e non avere come discrimine essenziale il solo riferimento numerico dei parti annui;

 

  • La presenza di servizi essenziali e di qualità, in particolare nel settore sanitario, è cruciale per impedire lo spopolamento della montagna che in altre Regioni, inseguendo logiche centralistiche, è già avvenuto in maniera massiccia;

 

SOTTOLINEATO CHE

 

  • I servizi sanitari nella nostra Regione hanno buoni standard di sicurezza anche nei piccoli centri;
  • Lo scopo non è quello di derogare gli standard, ma di fare in modo che le buone esperienze presenti in Italia e nella Regione Emilia-Romagna possano essere valorizzate in un contesto che tenga conto delle differenze, anche orografiche, presenti nel nostro Paese;
  • L’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna ha incontrato nei giorni scorsi il sottosegretario alla salute, Vito De Filippo, per chiedere di avviare un progetto pilota nazionale sul tema “nascere in montagna”, per rivedere gli standard fissati dei 500 parti/anno purchè siano raggiunti gli obiettivi di qualità ed efficacia;

 

IMPEGNA LA GIUNTA

 

  • Ad aprire un dialogo con enti locali e realtà territoriali in vista della discussione e approvazione del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, per far sì che si giunga a decisioni condivise;

 

  • A sostenere l’avvio di un tavolo di discussione con il Governo per studiare e rivedere gli attuali standard valutando la possibilità di un progetto pilota di ospedale unico a sedi distaccate, il quale, grazie a mobilità del personale e flessibilità organizzativa e formativa, possa garantire il parto e l’attività ginecologico-ostetrica vicino alle famiglie;

 

  • A sostenere presso il Ministero della Sanità la proposta di sperimentare presso gli ospedali della nostra Regione situati in zona montana, come ad esempio l’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo ne’ Monti (RE), tale progetto pilota per il mantenimento in sicurezza dei punti nascita anche al di sotto dello standard nazionale dei 500 parti/anno e capace di coniugare le esigenze di sicurezza in ospedale con quelle legate alle condizioni orografiche.

 

I Consiglieri

Yuri Torri

Igor Taruffi

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