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Legislatura X - Atto ispettivo ogg. n. 8438

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Oggetto:
Testo presentato:
8438 - Interpellanza circa questioni e problematiche riguardanti la comunità di daini presenti nella pineta di Classe ed i relativi piani di controllo e prelievo. A firma della Consigliera: Gibertoni

Testo:

Interpellanza a risposta orale in Aula

 

visti

 

  • la delibera di Giunta regionale n. 1425, del 3 settembre 2018, recante “Approvazione del piano di prelievo del daino in selezione nei territori delle Province di Parma e Ravenna – Stagione venatoria 2018 - 2019. Integrazione del piano di prelievo del daino in selezione di cui alla deliberazione n. 1274/2018” con cui, tra l’altro, si approvava il piano di prelievo del daino in selezione nei territori di Parma e Ravenna per la stagione venatoria 2018-2019;
  • la delibera di Giunta regionale n. 748, del 13 maggio 2019, recante “Approvazione di un protocollo d’intesa tra la Regione Emilia-Romagna e l’ISPRA per il prelievo in caccia di selezione delle specie capriolo e daino” con cui, tra l’altro, si approvava uno schema di “Protocollo di Intesa per il prelievo in caccia di selezione delle specie capriolo e daino”, tra la Regione Emilia-Romagna ed ISPRA, finalizzato alla definizione delle modalità operative di attuazione, dei metodi di censimento delle popolazioni interessate, della elaborazione dei dati e della predisposizione dei piani annuali di prelievo selettivo;
  • la legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8, recante “Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria” così come modificata e integrata, dalla legge regionale 26 febbraio 2016, n. 1, recante “Modifiche alla legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8 “Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell'attività venatoria” in attuazione della legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni sulla Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni” e della legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. Abrogazione della legge regionale 6 marzo 2007, n.3 “Disciplina dell’esercizio delle deroghe previste dalla direttiva 2009/147/CE"”, in particolare, l’art. 3 che attribuisce alla Regione la competenza all’esercizio di funzioni di programmazione e pianificazione ed individua, quali strumenti delle medesime, la Carta regionale delle vocazioni faunistiche del territorio, il Piano faunistico-venatorio regionale ed i piani, i programmi ed i regolamenti di gestione faunistica delle aree protette di cui alla L.R. n. 6/2005, in particolare, l’art. 16 “Controllo delle specie di fauna selvatica” che al comma 3 prevede: “Il controllo sulla fauna selvatica viene praticato di norma mediante l'utilizzo di metodi ecologici. Qualora l'ISPRA verifichi l'inefficacia dei predetti metodi, la Regione può attivare piani di controllo attuati dalle Province e dalla Città metropolitana di Bologna, ai sensi dell'art. 40 della legge regionale n. 13 del 2015. A tal fine la Regione individua le specie oggetto dei controlli e determina il numero massimo dei prelievi tecnici consentiti nonché le modalità di autorizzazione ed effettuazione degli stessi, attuative delle disposizioni dell'art. 19, comma 2, della legge statale. I prelievi e gli abbattimenti devono avvenire sotto la diretta responsabilità delle Province e della Città metropolitana di Bologna ed essere attuati dai soggetti indicati dall'art. 19, comma 2, della legge statale o da operatori all'uopo espressamente autorizzati, selezionati attraverso appositi corsi di preparazione alla gestione faunistica, direttamente coordinati dal personale di vigilanza delle Province e della Città metropolitana di Bologna.”; l’art. 16 bis “Destinazione della fauna selvatica catturata o abbattuta” che al comma 1 prevede: “La scelta della destinazione degli animali catturati o abbattuti nell'ambito del controllo delle specie di fauna selvatica di cui al comma 2 dell'art. 19 della legge statale spetta alla Regione.”;
  • la legge regionale 30 luglio 2015, n. 13, recante “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni” che disciplina e ripartisce le funzioni amministrative tra Regione, Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni nel quadro delle disposizioni della legge 7 aprile 2014 n. 56 ed, in particolare, l’art. 40, che individua le funzioni della Regione, delle Province e della Città metropolitana di Bologna in materia di protezione della fauna selvatica ed esercizio dell’attività venatoria, stabilendo, fra l’altro, che la Regione esercita le funzioni di programmazione e pianificazione nonché tutte le funzioni amministrative in applicazione della normativa comunitaria, statale e regionale, con esclusione delle attività di vigilanza, di applicazione delle sanzioni amministrative e l’introito dei relativi proventi e le attività collegate all’attuazione dei piani di controllo della fauna selvatica, che restano confermati alle Province e alla Città metropolitana di Bologna;
  • il Regolamento Regionale del 27 maggio 2008, n. 1 recante “Regolamento per la gestione degli ungulati in Emilia-Romagna” e, in particolare, l’art. 11 che, al comma 2, prevede che sui piani di abbattimento venga acquisito il parere dell’ISPRA, anche attraverso appositi protocolli di intesa e, al comma 4, che l’Amministrazione competente approva i piani di prelievo degli ungulati, articolati per distretti ed istituti, verificandone la conformità alle indicazioni contenute nei propri strumenti di pianificazione;
  • il “Piano faunistico-venatorio regionale dell’Emilia-Romagna 2018-2023” di cui alla deliberazione dell’assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna n. 179, del 6 novembre 2018, in cui al punto 1.3.1.4 MACROAREA 4 – DELTA DEL PO Parco regionale Delta del Po, nella sezione “Controllo ungulati”, si può leggere: “Ravenna: daino potenzialmente cacciabile, di fatto impossibile per tensione sociale. Presenza diffusa di sistemi di dissuasione, ma la maggior parte dei danni avviene in pineta; l’esiguità complessiva dei danni è insufficiente a giustificare l’attivazione di un piano di controllo.
  • le “Linee Guida per la gestione degli ungulati – Cervidi e Bovidi” redatte da ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nel settembre 2013;

 

premesso che

 

  • secondo quanto comunicato pubblicamente, dall’Associazione CLAMA Ravenna Onlus, riguardo ai daini della pineta di Classe di Ravenna, dopo gli eventi del 2015, sono ricominciati ad apparire, sulla stampa locale, articoli allarmistici sulla presenza massiccia di daini e si paventava di nuovo la necessità di quella che sarebbe, sostanzialmente ed a tutti gli effetti considerato che si tratta di animali totalmente inermi, una carneficina, infatti, il 22 marzo scorso un articolo, del Resto del Carlino, informerebbe che una “mandria” di 14 daini avrebbe invaso la Strada Statale n. 16 “Adriatica”;
  • l’articolo proseguiva dando conto di altri “incidenti” non meglio specificati verificatisi prima di questo e poi così proseguiva: “A fine mese verrà svolto un nuovo censimento per valutare di quanto è cresciuta la famiglia dei daini. Nel 2016 di questi animali ne vennero censiti tra i 230 e i 250. Un anno fa ci fu un nuovo censimento, ma il risultato non venne reso noto. Questa specie è ormai presente nella pineta di Classe, nell’area della cosiddetta Immobiliare Roma, dove si trova l’Ortazzino, nelle campagne di Lido di Classe e nella zona di Mirabilandia. Che il numero sia cresciuto lo testimoniano le disposizioni della Regione che ora prevede di abbattere 90 esemplari rispetto ai 67 di alcuni anni fa. Il fatto è che l’Ambito territoriale di caccia (Atc) non ha nessuna intenzione di ripetere l’esperienza del 2014-2015 con gli scontri con gli animalisti. L’Atc ha quindi scritto in Regione spiegando che l’unica possibilità per abbattere i daini è legata alla redazione di un piano di controllo dove chi è chiamato ad attuarlo divenga incaricato di ‘pubblico servizio’, accompagnato quindi da un rappresentante delle forze dell’ordine, dove i capi abbattuti restano di proprietà dello Stato. Chi interviene per impedire questa attività incorre nel reato penale di ‘interruzione di pubblico servizio”;

 

considerato che

 

  • ancora una volta sul nostro territorio regionale, anziché attuare i metodi alternativi ed incruenti, previsti e resi possibili dalla legge, per la tutela degli animali selvatici, le istituzioni preferiscono, di fatto, sostenere una pratica, quella della caccia, che ormai sembra non conoscere più paletti temporali e spaziali e che non risolve problemi, ma anzi li alimenta;
  • non sembra corretto che ad operazioni di censimento possano contribuire soggetti che sono anche parte in causa;

 

evidenziato che

 

  • è la pressione antropica crescente sulle specie animali e sui loro habitat a creare problemi che soggettivamente vengono addossati poi, appunto, su questi ultimi e nel corso degli anni, da parte di animalisti ed ambientalisti, si sono sommate denunce ed avvertimenti, inascoltati, su una situazione che degenerando, inevitabilmente, sarebbe sfuggita di mano, tanto da autorizzare il dubbio che il vero fine a cui si volesse giungere fosse proprio questo;
  • negli anni c’è stata anche la disponibilità, mai utilizzata benché ampiamente e ripetutamente reiterata, da parte di soggetti privati di custodire, appunto su suoli privati e confinati adeguatamente e con ogni garanzia, gli eventuali capi che venissero considerati in soprannumero.

 

Interpella la Giunta regionale e l’assessore competente

per sapere:

 

  • quale sia lo stato di fatto, da tutti i punti di vista e secondo i principali parametri ecologici, della comunità di daini presente nell’area della Pineta di Classe e nei suoi dintorni, in particolare, se corrisponda al vero che si voglia effettuare un Piano di prelievo in questo ambito e con quali modalità specifiche ed usufruendo di quali soggetti, se siano stati messi in opera metodi ecologici di contenimento adeguati e verificabili, in particolare, nel caso di posa di recinzioni quanti metri siano stati posati ed in quali zone ed in quali date e siano state esplorate modalità alternative di controllo della popolazione di daini, anche con misure indirette, quanti capi siano stati abbattuti fino ad ora, in base a quale atto autorizzativo e con quali modalità e da parte di quale soggetto, infine quali siano gli intendimenti futuri della Giunta della Regione Emilia-Romagna e degli altri enti ed istituzioni coinvolte in merito.

 

 

Il Consigliere

(Giulia Gibertoni)

 

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