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Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 9098

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi al fine di convincere il Governo a emendare la plastic tax togliendola dalla manovra economica, per scongiurare una profonda crisi in un settore industriale la cui storia, in buona parte, è stata scritta dal nostro paese, e nella nostra regione, come nelle Province di Piacenza e Ferrara dove si trova un centro di ricerca sulle materie plastiche all'avanguardia a livello internazionale. (07 11 19) A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Callori, Facci

Testo:

RISOLUZIONE ex articolo 104 Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna.

 

L'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna

 

premesso che:

 

la tassa sulla plastica che il governo ha previsto nella manovra economica (DPEF 2020) rischia di mettere in ginocchio un settore del nostro territorio particolarmente importante sia economicamente che a livello occupazionale, poiché potrebbe spingere le aziende che vi operano alla delocalizzazione in altri stati:

 

è quanto emerge anche dalle testimonianze, riportate dalla stampa locale, di importanti dirigenti di aziende coinvolte e di Confindustria, in un settore come quello della “Packanging valley” che solo a piacenza conta circa mille addetti e mezzo miliardo di euro di fatturato;

 

è quanto segnalano inoltre unitariamente anche dalle principali associazioni sindacali del settore;

 

la tassa si tradurrebbe, secondo alcuni calcoli degli operatori, in circa un milione di euro in più ogni mille tonnellate di prodotto che, ad esempio per il Gruppo Gualapack (450 dipendenti) comporterebbe una incidenza di 15 milioni di euro su un fatturato di 200 milioni per lo più di prodotto che va all’estero;

 

se infatti i lavorati fossero solo per il mercato nazionale la plastic tax si potrebbe scaricare sul consumatore finale, ma essendo per lo più destinati all’estero l’effetto sarebbe la perdita di competitività sul mercato;

 

l’unica alternativa sarebbe dunque delocalizzare gli stabilimenti in stati che non prevedono tale ulteriore ‘gabella’, e dove inoltre l’energia si paga già molto meno;

 

gli addetti del settore, inoltre, puntano il dito sulla campagna mediatica ingiustamente scatenatasi sui prodotti di materie plastiche;

 

una cosa è lavorare per un’economia circolare, la salvaguardia dell’ambiente e prodotti biodegradabili scelte che, peraltro, richiedono ricerca e nuovi costi in aziende che devono quindi ovviamente poter lavorare ed investire in tali obbiettivi;

 

la plastica oggi si fa con pochissima materia prima, pochissima energia elettrica e pochissimo consumo di suolo, con il più contenuto consumo di Co2, quindi da questi punti di vista è la materia più ecologica, il problema semmai è il recupero e l’educazione al recupero;

 

un sacchetto di carta richiede il 50% in più di acqua, con la carta al posto della plastica occorrerebbero altre tre foreste amazzoniche;

 

inoltre, gli imballaggi alimentari in plastica, che rappresentano solo il 2,5% dei rifiuti totali, garantiscono una conservazione dei prodotti senza paragone, quindi con una riduzione senza eguali negli sprechi alimentari, dove maggiori sprechi si traducono in maggiore produzione e di conseguenza maggiori consumi ambientali;

 

l’applicazione della plastic tax quindi porterebbe solo ad una pesante ricaduta sui lavoratori del settore e nessun beneficio all’ambiente.

 

Impegna la Regione

 

ad attivarsi al fine di convincere il Governo a emendare la plastic tax togliendola dalla manovra economica, per scongiurare una profonda crisi in un settore industriale la cui storia, in buona parte, è stata scritta dal nostro paese, e nella nostra regione, come nelle provincie di Piacenza e Ferrara dove si trova un centro di ricerca sulle materie plastiche all’avanguardia a livello internazionale;

 

eventualmente piuttosto, di cercare con le aziende interessate nuovi investimenti per una ricerca destinata ad una economia circolare, una maggiore educazione al recupero, nuove soluzioni di prodotti biodegradabili o riconversioni industriali.

 

 

I consiglieri

Giancarlo Tagliaferri

Fabio Callori

Michele Facci

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