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Legislatura X- Atto di indirizzo politico ogg. n. 914

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per chiedere alla Giunta la sospensione delle nuove richieste di concessioni minerarie e la revoca, in base al principio di precauzione, delle concessioni minerarie attive. (08 07 15) A firma del Consigliere: Alleva

Testo:

RISOLUZIONE

 

L’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

PREMESSO CHE

 

  • decarbonizzazione e sviluppo energie rinnovabili come fonte primaria di energia, lo sviluppo di reti intelligenti devono essere alla base del modello di riconversione energetica sostenibile;
  • La direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 insiste sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili; tale direttiva individua per l’Italia, in particolare, entro il 2020: a) un obiettivo complessivo (Overall target) che consiste nel soddisfare con energia da Fonti Energetiche Rinnovabili il 17% dei consumi finali lordi di energia; b) un obiettivo settoriale che consiste nel soddisfare con energia da FER il 10% dei consumi complessivi per i trasporti.
  • Il Piano d’Azione Nazionale per le energie rinnovabili (PAN), elaborato nel 2010, recepisce gli obiettivi definiti dalla direttiva 2009/28/CE e ne individua due ulteriori settoriali (uno per il settore Elettrico, uno per il settore Termico); nel PAN sono inoltre indicate le traiettorie previste per il raggiungimento degli obiettivi e le principali politiche da attuare a tale fine.

 

VALUTATO CHE

 

  • Il decreto-legge N°133/2014 “Sblocca Italia”, apre la strada a concessioni per nuove trivellazioni per la ricerca di gas e petrolio in tutto il territorio, in quanto agli articoli 37 e 38 prevede che i vecchi titoli possano essere convertiti in titoli concessori unici e stabilisce che i procedimenti amministrativi già avviati, ma non ancora conclusi, possano concludersi con il rilascio dei nuovi titoli.
  • Il successivo decreto attuativo del MISE, pubblicato in GU in data 6 maggio 2015, prevede che le società petrolifere possano chiedere al Ministero anche il rilascio dei titoli concessori unici. Questa previsione è di dubbia legittimità, in quanto l’art. 38 comma 1 bis dello Sblocca Italia stabilisce chiaramente che le nuove attività di ricerca e di coltivazione degli idrocarburi possano essere esercitate, sulla base del nuovo «titolo concessorio unico», solo previa adozione di “un piano delle aree in cui sono consentite le attività”.

 

CONSIDERATO INOLTRE CHE

 

  • In fase di consultazione transfrontaliera da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, ai fini della procedura VAS del Piano e programma quadro di ricerca e produzione degli idrocarburi in Adriatico della Repubblica di Croazia, (prot. N PG/2015/0140017 del 05/03/2015), la Regione Emilia-Romagna, individuando nel piano elementi di contrasto con le norme ambientali, mette in rilievo le particolari fragilità dei fondali marini del nostro territorio.
  • Nel piano croato in particolare sussistono elementi di ambiguità sul metodo e le tecniche di perforazione ed estrazione, mettendo in serio pericolo le acque del Mare Adriatico, poiché sono possibili fuoriuscite di liquidi e gas, oltre a fare riferimento a possibili pericoli che rimangono però indeterminati e di natura vaga.
  • Alle intenzioni del piano croato la Regione Emilia Romagna oppone appunto osservazioni, elencando il rischio di subsidenza della costa per la quale la Regione Emilia Romagna ha investito in progetti per la sua mitigazione attraverso il programma GIZC (gestione integrata della zona costiera), il pericolo di sismicità indotta in un territorio come il nostro particolarmente provato dagli eventi sismici, sottolineando inoltre che la natura e le caratteristiche del Mare Adriatico e del fondale marino, che ha poca profondità e correnti circolari cicloniche (antiorarie) renderebbero critica la situazione nel caso di disastro ambientale.
  • Oltre a quanto già esposto, non risulta stimato il possibile impatto ambientale in atmosfera rispetto alle emissioni di gas tossici e di gas serra, considerato che i venti predominanti hanno direzione est-ovest e non risulta la valutazione della presenza di ordigni bellici.

 

DATO ATTO CHE

 

  • Lo Stato italiano ha recepito la Direttiva 2008/56/CE “Marine Strategy” che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per il buono stato dell’ambiente Marino con il D. Lgs. 190/2010 e che stessa direttiva dovrà essere recepita dalla Repubblica Croata.
  • Le estrazioni e le perforazioni si ripercuotono sicuramente sulle attività di pesca e sulla vocazione turistica della nostra Regione, che unisce zone di pregio ambientale e città storiche e dal significativo patrimonio artistico, a fronte di uno scarso prelievo di idrocarburi, non sicuramente sufficiente all’autonomia energetica del paese.
  • Le amministrazioni locali costiere, hanno posto in campo interventi per il mantenimento dei parametri europei di buono stato dell’ambiente marino e per la riqualificazione ambientale investendo ingenti risorse, come ad esempio il PSBO del Comune di Rimini e le azioni a favore del Porto del Comune di Ravenna.

 

TENUTO CONTO CHE

 

  • Proteste e ricorsi a vie legali sono giunti da numerosissimi cittadini, riuniti in varie associazioni del nostro territorio.
  • L’Emilia-Romagna con i suoi depositi di gas e con le diverse concessioni minerarie attive risulta il serbatoio energetico dell’Italia, in un contesto che vede impegnato il Governo, con il decreto “Sblocca Italia”, ad accelerare i progetti di ricerca ed estrazione idrocarburi eliminando le autorizzazioni regionali.
  • Il tentativo quindi di accentramento nazionale delle scelte in materia ambientale riduce il diritto di chi vive un territorio di scegliere in modo partecipato come tutelare questo “bene comune”.
  • I disastri climatici, economici, politici e sociali provocati dal consumo di combustibili fossili, ora in rapido esaurimento, possono essere mitigati e arrestati con la diffusione di politiche locali di risparmio, di utilizzo di fonti di energia rinnovabile, di stili di consumo eco-sostenibili”

 

CHIEDE ALLA GIUNTA

 

  • La sospensione delle nuove richieste di concessioni minerarie messa in atto dopo il sisma del 2012.
  • La revoca, in base al principio di precauzione, delle concessioni minerarie attive che ricadono su zone a medio e alto rischio sismico nonché le trivellazioni costiere, nel Delta e in altre aree di interesse paesaggistico che degradano l’ambiente e possono compromettere anche l’offerta turistica.

 

Bologna 8/7/2015

Il Consigliere

Prof. Avv. Piergiovanni Alleva

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