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14.
SEDUTA DI MARTEDÌ 26 OTTOBRE 2010
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
Indice
Comunicazioni
PRESIDENTE (Richetti)
Risoluzioni oggetti 589 - 599 - 603 - 654 - 655 - 660 - 661 - 662 (da 73 a 80)
(Annuncio)
Interrogazioni oggetti 578 - 579 - 580 - 581 - 582 - 583 - 586 - 587 - 590 - 591 - 592 - 593 - 594 - 595 - 596 - 598 - 600 - 601 - 602 - 604 - 605 - 606 - 607 - 608 - 611 - 612 - 613 - 615 - 617 - 618 - 619 - 620 - 621 - 623 - 624 - 626 - 628 - 629 - 630 - 631 - 632 - 633 - 634 - 635 - 636 - 637 - 638 - 639 - 640 - 641 - 642 - 643 - 644 - 646 - 647 - 648 - 649 - 650 - 656 - 657 - 658 - 659 (da 389 a 450)
(Annuncio)
Interpellanze oggetti 577 - 588 - 609 - 616 - 645 - 653 (da 37 a 42)
(Annuncio)
Risposte scritte ad interrogazioni oggetti 314 - 316 - 327 - 330 - 370 - 374 - 375 - 405 - 431 - 432 - 434 - 435 - 438 - 448 - 453 - 460 - 461 - 462 - 467 - 481 - 487 - 488 - 523 - 525 - 542 - 546 (198 - 200 - 208 - 211 - 241 - 245 - 246 - 268 - 285 - 286 - 288 - 289 - 292 - 298 - 301 - 307 - 308 - 309 - 311 - 322 - 327 - 328 - 354 - 356 - 372 - 376)
(Annuncio)
Interrogazione oggetto 583 (394)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
PERI, assessore
Interrogazione oggetto 649 (445)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NOÈ (UDC)
PERI, assessore
Interrogazione oggetto 648 (444)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
MEO (SEL - Verdi)
FREDA, assessore
OGGETTO 209
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2009» (5)
(Relazione, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 209/1 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione) (9)
(Ordine del giorno oggetto 209/2 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (10)
PRESIDENTE (Richetti)
PARIANI, relatrice
LOMBARDI (PDL)
NOÈ (UDC)
POLLASTRI (PDL)
MANFREDINI (Lega Nord)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 614
Delibera: «Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2011. Bilancio pluriennale per gli esercizi finanziari 2011-2013.» (23)
(Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
MAZZOTTI, relatore
NOÈ (UDC)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MEO (SEL - Verdi)
OGGETTO 441
Relazione della Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali sul monitoraggio della legge regionale n. 16 del 2008 per le attività comunitarie, internazionali ed interregionali ai sensi dell'art. 22 della L.R. 16/08 (Proposta dei consiglieri Lombardi, Filippi e Luciano Vecchi)
(Discussione)
OGGETTO 625
Relazione della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 22 della L.R. n. 16 del 28 luglio 2008, recante “Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli artt. 12, 13 e 25 dello Statuto regionale”
(Discussione)
PRESIDENTE (Richetti)
LOMBARDI (PDL)
SALIERA, vicepresidente della Giunta
VECCHI Luciano (PD)
Mozione oggetto 652 (8)
(Annuncio)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazione elettronica
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Risoluzioni, interrogazioni, interpellanze e mozione annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 9,43
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la quattordicesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa e nomino scrutatori i consiglieri Mori, Pollastri e Vecchi Luciano.
Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute
- antimeridiana del 7 ottobre 2010 (n. 12)
- pomeridiana del 7 ottobre 2010 (n. 13)
inviati ai consiglieri unitamente all'avviso di convocazione di questa tornata.
Se non vi sono osservazioni, i processi verbali s'intendono approvati.
(Sono approvati)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico all'Assemblea che ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno dell'Assemblea sono giustificate le assenze del presidente Errani e del consigliere Grillini.
Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Bianchi, Lusenti e Muzzarelli e il consigliere Cevenini.
Comunicazioni
PRESIDENTE (Richetti): Comunicazione prescritta dall'art. 68 del Regolamento interno.
Nel periodo trascorso dall'ultima tornata delle sedute assembleari sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
565 - Progetto di legge d'iniziativa della consigliera Barbati: "Disposizioni in materia di incompatibilità alle cariche di Presidente, di Consigliere regionale e di Assessore della Regione Emilia-Romagna" (07 10 10).
585 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Pollastri: "Riduzione del numero degli Assessori - Modifica allo Statuto regionale" (12 10 10).
597 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Monari, Barbati, Defranceschi, Manfredini, Naldi, Noè, Sconciaforni, Villani, Costi, Donini, Marani, Meo, Montani, Mori, Moriconi e Pariani: “Istituzione della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini” (12 10 10).
627 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Filippi: "Test tossicologico per i consiglieri regionali e i componenti della Giunta della Regione Emilia-Romagna" (20 10 10).
È stato presentato il seguente progetto di regolamento:
584 - Progetto di Regolamento d'iniziativa del consigliere Pollastri: "Comunicazioni all'Aula da parte dei Consiglieri regionali - Modifica al Regolamento interno dell'Assemblea legislativa" (12 10 10).
Comunicazione ai sensi dell’art. 68, comma 1, lett. i):
La Giunta regionale ha comunicato di aver adottato la deliberazione n. 1406/2010, attraverso la quale ha deciso di proporre ricorso alla Corte Costituzionale per la questione di legittimità costituzionale del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito in legge, con modificazioni dell’art. 1, comma 1, della legge 30/7/2010, n. 122, con specifico riferimento agli articoli:
-art. 5, comma 1;
-art. 6, commi 12, in particolare ultimo periodo, e 20;
-art. 9, commi 1; 2-bis; 4; 21 e 28;
-art. 14, comma 9;
-art. 15, comma 6-quater;
-art. 49, commi 4-bis; 4-ter e 4-quater;
per violazione degli artt. 3, 97, 117, 118 e 119 della Costituzione.
Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 30/09/2010 al 20/10/2010
Numero: 212 del 30/09/2010
Azienda USL di Ferrara - Nomina Direttore Generale.
Numero: 213 del 30/09/2010
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Nomina Direttore Generale.
Numero: 214 del 30/09/2010
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara – Nomina Direttore Generale.
Numero: 216 del 30/09/2010
Modifica della composizione del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda per il Diritto agli Studi Superiori, ai sensi della L.R. 15/07, art. 20 c. 3.
Numero: 217 del 30/09/2010
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma – Nomina del Direttore Generale.
Numero: 218 del 30/09/2010
Costituzione del Consiglio di Amministrazione dell’IPAB “Casa di Riposo Pietro Zangheri” di Forli’ (FC).
Numero: 221 del 01/10/2010
Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia – Nomina del Direttore Generale.
Numero: 222 del 05/10/2010
Azienda USL di Reggio Emilia – Nomina del Direttore Generale.
Annuncio di risoluzioni, interrogazioni, interpellanze
e risposte scritte ad interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti): Comunico che sono pervenuti alla Presidenza i sottonotati documenti:
Risoluzioni
589 - Risoluzione proposta dai consiglieri Aimi e Bartolini per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla tutela della sicurezza alimentare anche prevenendo e reprimendo le relative frodi. (73)
599 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia circa le azioni da porre in essere contro il vincolo della registrazione dell'identità relativo all'accesso in Internet e per favorire lo sviluppo della rete Wi-Fi. (74)
603 - Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Bernardini, Corradi e Cavalli circa le azioni da porre in essere per evitare il ripetersi di episodi criminali fondati sul fondamentalismo religioso e che violino i diritti fondamentali delle persone, con particolare attenzione alla tutela delle donne. (75)
Interrogazioni
578 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa la realizzazione dell'opera denominata "Via Emilia Bis". (389)
579 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa emissioni relative all'azienda Undesa Italia srl ed i conseguenti controlli. (390)
580 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per contrastare la diffusione della vespa cinese del castagno. (391)
581 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa l'integrazione sociale degli stranieri posta in essere nel Comune di Novi (MO), con particolare riferimento all'omicidio di una donna pachistana avvenuto in data 3 ottobre 2010. (392)
582 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa le modalità di svolgimento del servizio relativo all'effettuazione di risonanze magnetiche presso l'Ausl di Imola. (393)
583 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta immediata in Aula, circa l'applicazione della normativa statale che ha introdotto la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). (394)
586 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa infiltrazioni di acqua piovana nell'ambulatorio di cardiologia del nuovo padiglione "Scardini" dell'Ospedale di Mirandola (MO). (395)
587 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il rispetto delle linee guida regionali relative alla prevenzione, al contrasto ed al consumo/abuso di sostanze psicotrope. (396)
590 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori dell'azienda Cedacri (PR). (397)
591 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa l'azienda di ristorazione "Serenissima ristorazione". (398)
592 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la proposta di acquisizione da parte del Servizio Sanitario Regionale del Centro specialistico di Montecatone, sito nel Comune di Imola (BO). (399)
593 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per contrastare l'uso di sostanze stupefacenti e di alcool da parte dei giovani, anche presso i circoli privati. (400)
594 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa lo svolgimento di una procedura selettiva interna per la copertura di una posizione della qualifica dirigenziale unica nell'organico del personale dell'Assemblea legislativa. (401)
595 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la realizzazione del Tecnopolo di Parma, ed i soggetti coinvolti nel relativo progetto. (402)
596 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa operazioni di demolizione, a mezzo di mine, della parete rocciosa di arenaria pregiata di Montovolo, sita in località Serretti di Campolo di Grizzana Morandi (BO). (403)
598 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la cartellonistica presente nei padiglioni dell'Ospedale Sant'Orsola Malpighi di Bologna. (404)
600 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa la gestione di Hera, con particolare riferimento ad alienazioni di quote. (405)
601 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa lo svolgimento dei servizi effettuati da parte di Hera e le relative problematiche. (406)
602 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa l'Azienda Promec della Camera di Commercio di Modena, ed i relativi finanziamenti regionali. (407)
604 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la valorizzazione e la tutela delle professionalità esistenti presso gli uffici piacentini di Snam Rete Gas SpA. (408)
605 - Interrogazione dei consiglieri Favia e Defranceschi, a risposta scritta, circa la produzione di energia elettrica tramite pale eoliche ed il Progetto di Gestione Integrata Zone Costiere. (409)
606 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le procedure relative alla reiterazione della Verifica di Impatto Ambientale, con particolare riferimento al progetto del Polo energie rinnovabili di Russi (RA). (410)
607 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la soppressione del servizio di medicina legale, necessario per le certificazioni mediche, presso il Poliambulatorio di Pievepelago (MO). (411)
608 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa i tempi relativi al trasferimento di uffici dell'ASL di Piacenza nel nuovo edificio in Largo Anguissola. (412)
611 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa il festival, organizzato dal Comune di Piacenza, denominato "I giorni di Pulcheria". (413)
612 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa modificazioni, da parte del Comune di San Lazzaro (BO), del Regolamento Comunale in materia di "attività di spettacolo viaggiante". (414)
613 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa notizie relative alla chiusura del Poliambulatorio Pilastro a Bologna. (415)
615 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la distribuzione di medicinali presso la farmacia dell'Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna. (416)
617 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa il trasporto pubblico tra Castel S. Pietro - Medicina ed Imola (BO), con particolare riferimento alle esigenze degli alunni che frequentano istituti nella stessa ubicati. (417)
618 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa criticità nel servizio di trasporto pubblico degli studenti organizzato dalla TEP S.p.a. di Parma. (418)
619 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la sanzione contestata dall'Autorità per l'energia ad Hera S.p.a. per violazione delle norme a tutela dei consumatori. (419)
620 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le informazioni fornite dai Consultori sugli aiuti offerti da centri di aiuto alla vita e di volontariato a coloro che decidono di non sottoporsi all'aborto, con particolare riferimento ad un caso verificatosi a Modena. (420)
621 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'applicazione della normativa riguardante il contributo di concessione relativo alla costruzione degli immobili. (421)
623 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la realizzazione delle strutture per il commiato previste dalla L.R. n. 19/2004. (422)
624 - Interrogazione dei consiglieri Bazzoni e Leoni, a risposta scritta, circa l'affidamento di servizi pubblici ad Hera Spa ed i relativi incrementi tariffari. (423)
626 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa il contrasto alla diffusione del cormorano nel territorio regionale. (424)
628 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa l'aumento del numero di pediatri di base operanti nei vari ambiti territoriali. (425)
629 - Interrogazione del consigliere Mandini, a risposta scritta, circa il futuro del personale, operante tramite contratti atipici, relativo alla Regione Emilia-Romagna. (426)
630 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le moschee ed i luoghi di culto musulmani, denominati "musalla", presenti in Emilia-Romagna. (427)
631 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa l'affissione, sulla facciata dell'Assemblea legislativa, di una fotografia di Sakineh Ashtiani. (428)
632 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa gli interventi di bonifica relativi al torrente Lavino (BO). (429)
633 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa lo svolgimento, le procedure e le risorse relative al "Master in gestione dell'innovazione tecnologica negli enti e nelle aziende pubbliche" promosso dalla Regione Emilia-Romagna. (430)
634 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la destinazione di un fondo per il sostentamento della casa gestita a Bologna dal MIT (Movimento Italiano Transessuali), al fine di sostenere la lotta contro la tratta di esseri umani a scopi sessuali. (431)
635 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la disciplina relativa alla maturazione del diritto al TFR (Trattamento di Fine Rapporto) durante i periodi trascorsi da lavoratori collocati in cassa integrazione in deroga. (432)
636 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta scritta, circa le procedure poste in essere dalla Società ERVET in relazione al 6° Censimento generale dell'agricoltura. (433)
637 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa problematiche, sollevate dalla Presidenza dell'Ordine degli Ingegneri di Modena, in ordine all'applicazione della legge regionale antisismica. (434)
638 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa le procedure attuate dalla società Ervet per il reclutamento di Coordinatori Intercomunali del Censimento. (435)
639 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la gratuità dei depositi di biciclette vicini alle stazioni ferroviarie, in relazione all'incentivazione di tale mezzo di trasporto. (436)
640 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, circa la situazione e le prospettive relative al porto di Goro (FE), anche dal punto di vista della sicurezza dei lavoratori ivi operanti. (437)
641 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa la gestione, anche dal punto di vista finanziario ed economico, delle Aziende di trasporto pubblico locale, con particolare riferimento alla TEP di Parma. (438)
642 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa gli interventi necessari per mettere in sicurezza il torrente Riglio, nel Comune di Caorso (PC). (439)
643 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la messa in sicurezza della Strada provinciale n. 75, con particolare riferimento ad una frana nel Comune di Monte San Pietro (BO). (440)
644 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la situazione idrogeologica del Torrente Setta, nei comuni di Monzuno e di Marzabotto (BO). (441)
646 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa l'attribuzione delle funzioni specialistiche di sorveglianza sanitaria effettuata dall'AUSL di Bologna. (442)
647 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la situazione occupazionale degli esattori della Società Autobrennero. (443)
648 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta immediata in Aula, circa lo smantellamento dell'ex centrale nucleare di Caorso (PC) ed il contrasto alla costruzione di nuove sul territorio regionale. (444)
649 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta immediata in Aula, circa l'applicazione dell'ICI in relazione agli strumenti urbanistici ed alle varie tipologie di aree. (445)
650 - Interrogazione del consigliere Corradi, a risposta scritta, circa i posti vacanti e le procedure concorsuali relative all'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. (446)
Interpellanze
577 - Interpellanza del consigliere Filippi circa la ricerca nel campo delle terapie contro il cancro, con particolare attenzione al metodo Di Bella. (37)
588 - Interpellanza del consigliere Filippi circa la regolamentazione dell'attività venatoria a seguito della modifica dei confini del Parco Nazionale Tosco-Emiliano. (38)
609 - Interpellanza del consigliere Filippi circa il ripristino della sicurezza della Strada Provinciale Casina-Albinea, in Provincia di Reggio Emilia. (39)
616 - Interpellanza del consigliere Bartolini circa notizie relative alla distribuzione, agli alunni di scuole di Mercato Saraceno (FC), di materiale pubblicitario e non didattico riconducibile ad una parte politica. (40)
645 - Interpellanza del consigliere Filippi circa i procedimenti amministrativi e giurisdizionali riguardanti la Cooperativa agricola Terremerse di Bagnacavallo (RA). (41)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
314 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per prevenire gli atti vandalici nelle stazioni ferroviarie. (198)
316 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa il controllo della qualità delle bonifiche eseguite da Italia Zuccheri nelle aree dismesse degli zuccherifici. (200)
327 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la presenza di coperture di capannoni industriali, realizzate in composti di cemento-amianto, in via dell'Artigiano nel Comune di San Lazzaro di Savena (BO). (208)
330 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la situazione relativa al contrasto della diffusione delle nutrie nel territorio regionale. (211)
370 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la funzionalità del sistema di bigliettazione "Mi muovo" e delle relative macchine obliteratrici. (241)
374 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa il progetto "Mi Muovo in Bici" della Regione Emilia-Romagna. (245)
375 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa procedimenti giurisdizionali relativi ad ex componenti della Giunta comunale ed al Sindaco del Comune di Bomporto (MO). (246)
405 - Interrogazione del consigliere Villani, a risposta a scritta, circa le linee guida relative alla privatizzazione di Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. (268)
431 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa la partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Expo di Shanghai 2010, con particolare riferimento ai relativi costi. (285)
432 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la situazione relativa al Consiglio comunale di Imola. (286)
434 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa i finanziamenti regionali relativi a Piacenza Expo. (288)
435 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa il "digital divide", con particolare riferimento alla Provincia di Piacenza. (289)
438 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Expo 2010 di Shanghai. (292)
448 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la situazione relativa al Consiglio comunale di Imola. (298)
453 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa un incendio sviluppatosi in data 8 agosto 2010 in via De Gasperi a Borgotaro (PR). (301)
460 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la trasformazione di licenze precedentemente relative al noleggio con conducente per trasporto merci. (307)
461 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la liceità dell'utilizzazione, nel territorio regionale, di licenze di trasporto NCC acquisite in altre Regioni. (308)
462 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa la tutela dei lavoratori del gruppo "La Perla" di Bologna. (309)
467 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la partecipazione della Regione all'Expo 2010 di Shanghai, con particolare riferimento al materiale audio, video e cartaceo in dotazione al padiglione regionale. (311)
481 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la situazione relativa al Nuovo Circondario Imolese. (322)
487 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa la tutela delle dipendenti dello stabilimento "Simona Confezioni" di San Piero in Bagno (FC) nell'ambito della ristrutturazione dell'azienda La Perla. (327)
488 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa l'installazione di siti di stoccaggio di scorie radioattive nel territorio regionale. (328)
523 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa le procedure relative a modifiche riguardanti lo Statuto del Nuovo Circondario Imolese. (354)
525 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la situazione relativa al Nuovo Circondario Imolese e le modificazioni del suo Statuto. (356)
542 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa la mancata previsione del recesso dei singoli Comuni nello Statuto del Nuovo Circondario Imolese. (372)
546 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, in merito all'omicidio della donna Snhez Begh, avvenuto a Novi (MO) e di cui è imputato il marito. (376)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata
PRESIDENTE (Richetti): Iniziamo i lavori di questa tornata prendendo in esame il seguente oggetto:
583 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta immediata in Aula, circa l'applicazione della normativa statale che ha introdotto la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). (394)
Risponde per la Giunta l'assessore Peri.
Prego, consigliere Filippi.
FILIPPI: Il decreto legge 78/2010 sulla manovra economica, decreto importante poichè riguarda l'economia del Paese, convertito nella legge 122, prevede, tra l'altro, l'introduzione della cosiddetta SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). La SCIA, come è stato detto dal Ministero per la Semplificazione, conferma l'applicazione all'edilizia della segnalazione di certificato di inizio attività e sostituisce la DIA.
La differenza principale fra le due certificazioni consiste nella possibilità di inizio immediato dei lavori previa presentazione in Comune della SCIA. Ad esempio, nel caso di incendi, frequenti in questa stagione...
(interruzioni)
Sì, d'inverno, visto che i muratori non sanno più lavorare, capita spesso che alcuni tetti prendano fuoco, almeno io a Tele Reggio lo vedo tutte le settimane...
(interruzioni)
Mi spiace.
... presentando la DIA occorrono trenta giorni per la ristrutturazione, mentre con la SCIA è sufficiente darne comunicazione al Comune e i lavori possono immediatamente iniziare.
Pare che questa Regione, come al solito, abbia presentato un ricorso alla Corte Costituzionale. Io chiedo se la Regione Emilia-Romagna sia intenzionata ad applicare la normativa statale, che è volta a semplificare la precedente procedura, e in che modo sia intenzionata ad applicarla.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola all'assessore Peri per la risposta.
PERI, assessore: Premetto, perché poi lascerò la risposta scritta, quindi il consigliere potrà nel merito comprendere di più e in modo dettagliato qual è la posizione della Regione, che intanto c'è un primo punto che è all'oggetto del ricorso che la Regione Emilia-Romagna ha prodotto insieme ad altre Regioni, e cioè non è che la Regione Emilia-Romagna deve decidere se applicare o meno la SCIA, perché la SCIA è un provvedimento contenuto in un decreto legge del Governo, poi convertito, e quindi è legge dello Stato, quindi immediatamente applicabile. Non è previsto il coinvolgimento della Regione, tanto è vero che le Regioni non sono state per nulla consultate o sentite in merito a questo tipo di provvedimento, ciò confliggendo con l'impianto costituzionale che prevede per la materia in oggetto una responsabilità concorrente delle Regioni con lo Stato e questo primo aspetto non è stato assolutamente previsto dalla normativa statale.
La SCIA è una procedura vigente che sta provocando una serie molto complessa di problemi, che derivano esattamente da come è scritta, dalla norma che va a modificare, cioè l'art. 19 della legge 241 del 1990, e che se da una parte, come dice una nota interpretativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è sostitutiva della DIA e applicabile alla materia edilizia, dall'altra provoca una serie infinita di problemi perché questo tipo di normativa confligge esattamente con gli stessi articoli della legge 241 del 1990.
Non lo stiamo sostenendo noi come Regione, ovviamente, ma noi stiamo fotografando ciò che ci arriva come ritorno da parte non solo delle amministrazioni comunali ma anche del sistema delle imprese, delle categorie professionali, cioè di tutti quei soggetti che sono chiamati in causa nell'applicazione della SCIA. Cito come esempio più eclatante: tutti gli ordini professionali, di ogni ordine e grado, regionali e nazionali, hanno rappresentato una difficile applicabilità della SCIA. Ciò nonostante noi siamo per tenere, e lo comunico al consigliere, una doppia attività. La prima: l'immediata modifica della legislazione regionale tesa a rendere praticabili e attuabili le norme e i principi contenuti nella modifica della legge 241 con la SCIA, quindi la modifica della legge regionale 31. Contemporaneamente pende il ricorso alla Corte Costituzionale, che farà il suo iter e approderà ai suoi esiti. Nelle more della modifica della legge 31, per rendere appunto praticabile e utilizzabile uno strumento di presunta semplificazione come quello proposto, consigliamo, ma non può che essere un consiglio, una prudenza nell'applicazione perché in molti casi, e già si sta verificando esattamente questo, sta aumentando il livello di contenzioso, e cioè nel momento in cui si va all'applicazione immediata e burocratica della SCIA e si riscontrano nei giorni successivi, cioè nei 60 giorni previsti dalla stessa norma, delle incongruenze, è evidente che la soluzione del problema non è più nelle sedi amministrative istituzionali, ma diventa la sede della Magistratura quella che può risolvere il problemi.
Non solo, ma siccome si tratta sostanzialmente di una autocertificazione del soggetto proponente, il quale si avvale di professionisti abilitati, sui professionisti abilitati pende la giurisprudenza penale e non più quella civile e quindi a maggior ragione di fatto è già innescata una sostanziale prudenza da parte degli stessi ordini, perché prima di firmare un provvedimento di SCIA ovviamente c'è una grande attenzione.
I problemi sono molti altri, nell'articolato della risposta vengono evidenziati. Abbiamo appena tenuto un incontro con le amministrazioni locali e le amministrazioni provinciali dove, lo dico perché il consigliere Filippi è molto attento alla composizione politica della Regione, indipendentemente dalle amministrazioni di centrodestra o di centrosinistra, ci hanno rappresentato in quella sede, in quell'incontro che c'è stato la settimana scorsa una serie molto alta di problematiche e hanno chiesto alla Regione una mano per riuscire a dare interpretazioni. La risposta, e chiudo, è quella che dicevo all'inizio: la Regione in questo caso non può decidere se applicare o meno la SCIA, la SCIA è vigente. Noi abbiamo deciso di mettere mano alla modifica della legge 31 per rendere quella legislazione nazionale di fatto applicabile, cosa che adesso non è.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri.
Consigliere Filippi, le rimangono quattro minuti per la replica.
FILIPPI: A me risulta che la maggioranza delle Regioni italiane, tra cui il Veneto e la Lombardia, abbiano già applicato la SCIA senza trovare tutte le complicazioni che lei, assessore, ha enunciato. Non vedo dove stiano le difficoltà, visto che il Comune ha 60 giorni di tempo per bloccare i lavori con una semplice comunicazione e credo che chiunque - tecnico o proprietario -, quando vede arrivare il vigile che gli notifica il blocco del cantiere, lo blocchi immediatamente senza sollevare problemi, poi se ne discuterà. Quindi, non vedo dove stanno tutti questi problemi che, come al solito, la Regione Emilia-Romagna solleva.
Mi spiace contraddirla, ma sono stati proprio i tecnici e gli ordini professionali che, favorevolissimi all'applicazione della SCIA, mi hanno esposto le loro lamentele verso questo, dicendo che questa sinistra dell'Emilia-Romagna ha sempre una politica antigovernativa.
Sono i tecnici che mi hanno detto che questa Regione prima ha bloccato tutto con il Piano Casa, perché di fatto ha bloccato la legge nazionale, ed ora fa la stessa cosa con la SCIA, questa Regione mette sempre il bastone nel motore della semplificazione e della sburocratizzazione.
Avevate già predisposto tutto, il logo, la modulistica, infatti io l'ho stampata da internet, tutto era pronto, poi è stato fermato. Spero che non siano stati gli avvocati della Regione a suggerirvi di bloccare questo provvedimento di semplificazione, perché questo, come tutti quelli che semplificano la burocrazia e sveltiscono le pratiche, va a favore e non contro i cittadini. Questa Regione, quando si tratta di semplificare, blocca sempre ogni cosa. A parole dice una cosa, nella concretezza dei fatti, nella realtà ne fa un'altra, vedi il Piano Casa, ed ora la SCIA.
Quindi, assessore, non sono assolutamente soddisfatto della sua risposta.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 583, prendiamo in esame il seguente oggetto:
649 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta immediata in Aula, circa l'applicazione dell'ICI in relazione agli strumenti urbanistici ed alle varie tipologie di aree. (445)
Risponde sempre per la Giunta l'assessore Peri.
Prego, consigliera Noè.
NOÈ: Con questa interrogazione vorrei fare chiarezza per capire se alcuni terreni è giusto che siano considerati imponibili ai fini ICI, oppure no.
La mia domanda nasce dal presupposto che la legge istitutiva dell'ICI, così come pure anche la legge 248, definita come decreto Bersani, stabilisce che un'area è da considerare imponibile ai fini Ici se effettivamente rientra nello strumento urbanistico adottato dal Comune, cioè se rientra nel PSC. Ci sono però leggi successive, assessore, che, lei sa, definiscono invece assolutamente questa attribuzione come un'attribuzione di potenziale edificabilità e nella nostra legge 20, infatti, si dice che un terreno è imponibile ai fini ICI se e solo se quel terreno da PSC rientra in un'area POC.
Allora, purtroppo questo non avviene, perché in comuni del Bolognese e in comuni extra Bolognese molti di questi terreni, che precedentemente erano agricoli, oggi sono imponibili ai fini ICI.
Credo che sia opportuno cercare, da parte della Regione, di fare chiarezza perché si è generata una situazione che è riconducibile alla volontà dei Comuni. Anche la stessa Provincia di Bologna, nella persona del suo vicepresidente, ha mandato una lettera a tutti i sindaci dei Comuni della provincia per dire: “Le aree non sono imponibili ai fini ICI se non sono ricomprese in una definizione di POC”.
Allora, chiedo a questa Regione se effettivamente c'è la disponibilità, perché so che già a suo tempo era stata sollecitata in questo senso e aveva approvato anche un atto di indirizzo per sollecitare la Giunta ad attivarsi al ministero delle Finanze affinché le aree utilizzabili, cioè le aree censite non venissero considerate edificabili ai soli fini fiscali. Vorrei capire se questo atto ha prodotto delle informazioni utili per dare un'interpretazione autentica sul territorio regionale, ma soprattutto vorrei capire anche una cosa, assessore: se c'è eventualmente la disponibilità da parte di questa Regione, dal momento che prima di diventare edificabili certi terreni passano anni, anni e anni, cioè prima della trasformazione dal PSC al POC, capire se eventualmente vogliamo trovare anche una soluzione intermedia nei nostri atti di indirizzo, una soluzione intermedia che sia quella di individuare dei coefficienti di riduzione del valore delle aree in una misura inferiore, ovviamente, quindi rispetto a quella attuale, e prevedere eventualmente che tutto ciò che oggi i contribuenti pagano su delle aree potenzialmente edificabili, qualora non rientrino nel POC, se questi fondi, se queste cifre, se queste somme possono essere loro restituite.
Quindi vorrei sapere se effettivamente vi risulta che ci sia questa confusione e questa contraddizione normativa e quali sono i Comuni che stanno procedendo in questa direzione, quindi che contributo possiamo dare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
La parola all'assessore Peri.
PERI, assessore: Anche qui rinvio poi al testo scritto, in modo tale che ci sia l'articolato delle spiegazioni.
La Regione ha assunto un provvedimento che è assolutamente dirimente e l'ha fatto modificando la legge 20 con la legge 6. Cito testualmente: “Non attribuisce” - l'inserimento, eccetera - “nel PSC in nessun caso potestà edificatoria alle aree, né conferisce alle stesse una potenzialità edificatoria subordinata questa al POC”. Cioè non abbiamo praticamente più bisogno di nessuna interpretazione perché la legge 6 precisa, se ancora ce ne fosse stato bisogno, ulteriormente ciò che era già abbastanza esplicitato nella legge 20 del 2000.
Qual è il problema? Che è intervenuta una norma statale, cioè c'è una predisposizione del ministero delle Finanze che attribuisce a quelle aree, in modo diciamo così interpretativo e ai soli fini fiscali, ed è qui che si ingenera poi, diciamo così, una dubbia interpretazione a proposito di quello che dicevo prima al consigliere Filippi, cioè magari nelle buone intenzioni c'è quella di semplificare, in realtà si complica la vita a tutti quanti perché per noi la cosa è estremamente chiara: il PSC è uno strumento di pianificazione strategica e definisce, diciamo così, un perimetro largo della programmazione comunale in quel caso, solo il POC attribuisce potestà edificatoria e quindi valenza ai fini dell'applicazione dell'ICI.
Già adesso i Comuni sono tenuti in via prudenziale ad applicare delle norme, diciamo così, in riduzione rispetto alla doppia responsabilità ai fini fiscali o ai fini della tassa comunale, in quella via di mezzo i Comuni devono prudenzialmente, da una parte per non incorrere in un danno erariale chiesto dal ministero dello Finanze, dall'altra per applicare la legge regionale, applicare il massimo della riduzione possibile, finanche nessuna da un certo punto di vista, quindi per noi la cosa è chiarissima e nel lavoro, diciamo così, anche di consulenza che facciamo come Regione questa è l'indicazione. Non è un caso che la Provincia di Bologna abbia fatto quella circolare, l'ha fatta sull'indicazione specifica della Regione e quindi la Regione è attiva da quel punto di vista.
È chiaro che ci sarebbe bisogno di un provvedimento nazionale per fare chiarezza sotto questo profilo e noi abbiamo sottoscritto recentemente, in data 12 ottobre 2010, un'intesa con tutte le Regioni del nord, in un incontro che c'è stato a Genova, dove abbiamo condiviso un testo minimale da sottoporre al Parlamento direttamente, con iniziativa di legge delle Regioni, quindi senza fare tutto il giro previsto dalle normative parlamentari, per proporre al Parlamento una modifica legislativa nazionale che metta chiarezza in modo assolutamente tombale anche a questa questione, oltre ad un'altra che è quella del contenzioso che si viene a verificare sull'edilizia contrattata o sull'urbanistica contrattata.
Quindi, l'iniziativa c'è, la confermiamo; confermiamo che ad applicazione della norma regionale non c'è nessun dubbio interpretativo, applicando semplicemente la norma regionale il Comune che vuole tutelarsi da un punto di vista del presunto danno erariale non può che applicare il minimo e tutte le riduzioni possibili in attesa che ci sia, ovviamente, un provvedimento nazionale che non spetta alla Regione Emilia-Romagna, ma spetta al Parlamento come direttiva verso il ministero delle Finanze.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri.
La parola alla consigliera Noè per la replica.
NOÈ: Assessore, però, di fatto, fra i Comuni, che oggi hanno bisogno di fare cassa, nessuno sta applicando delle aliquote ridotte nella valorizzazione della base imponibile ai fini ICI...
(interruzione dell'assessore Peri)
Scusi?
PERI: Non possiamo imporglielo.
NOÈ: No, capisco che non possiamo imporglielo, però non possiamo prescindere da una realtà, dove qui, a fronte di una potenziale e...
(interruzioni)
...cioè io capisco che ai fini fiscali la legge dice se rientra lì è imponibile ai fini fiscali, noi diciamo che quando rientra lì diventa edificabile. Uno parla di fiscalità e l'altro parla di edificabilità, però poi in mezzo ci sta il cittadino che anche se è solo potenzialità paga alla stessa stregua di quando costruirà la stessa tassa. Qui noi stiamo creando una disparità di trattamento tra chi sogna e a chi un sogno diventa realtà.
(interruzioni)
Certo. Allora, io mi permetto semplicemente di dare questo suggerimento. Mi fa piacere che il 12 ottobre sia stato siglato intanto un accordo con le altre Regioni, però mi sembra un paradosso che in questa nazione e quindi, conseguentemente, in questa regione, ci sia qualcuno che abbia fatto una bandiera per non far pagare l'ICI sulla prima casa al cento per cento e poi noi andiamo a far pagare l'ICI su chi un terreno ce l'ha potenzialmente, potenzialmente edificabile.
Allora, qui bisogna che o è l'una o è l'altra e io chiedo comunque anche a voi che avete ancora potestà di indirizzo, quantomeno nell'ambito degli atti di indirizzo e di coordinamento della legge 20, di provare a fare delle ulteriori precisazioni. Raccomandando a livello normativo soprattutto che laddove il terreno è ancora in PSC necessariamente le aliquote non possano essere le massime, non è accettabile. Non è accettabile soprattutto perché il trasferimento, la trasformazione da terreno edificabile, da PSC a POC vede il passare di molti anni e generalmente in un'area che diventa PSC e poi viene trasformata in POC cosa ci sarà? Il 25% dei terreni che diventa edificabile? Il 30? Il 40? Di sicuro non tutti. E allora per quelli che hanno pagato impropriamente l'ICI è giusto? O è giusto prevederne almeno la restituzione verso queste persone che hanno vissuto di un'imponibilità solo ai fini di un sogno di un'imponibilità!
Ecco, io non posso dire che sono scontenta della sua risposta; sono scontenta di questa ingiustizia che a livello governativo stiamo subendo: no all'ICI prima casa, sì a un sogno di imponibilità. No, è inaccettabile!
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Abbiamo esaurito l'oggetto 649, prendiamo ora in esame l'oggetto:
648 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta immediata in Aula, circa lo smantellamento dell'ex centrale nucleare di Caorso (PC) ed il contrasto alla costruzione di nuove sul territorio regionale. (444)
Prego, consigliera Meo.
MEO: La preoccupazione che credo attraversi molti, anzi moltissimi cittadini in Emilia-Romagna, nasce da una serie di dichiarazioni a volte estemporanee. Abbiamo letto dichiarazioni di ogni tipo, che individuano o suggeriscono siti per ospitare futuri impianti nucleari sul nostro territorio, che poi siano rigidamente nei confini dell'Emilia-Romagna o appena di là dal Po secondo me cambia poco dal punto di vista ambientale e di sicurezza, o forse anche più in generale di economia legata a questa ipotesi, sulla quale ci sarebbe veramente molto da dire per capire fino in fondo se le nuove centrali nucleari sono uno sviluppo futuro auspicabile per il nostro Paese, oppure una spesa veramente gigantesca che arricchirà pochi come al solito.
In particolare, però, visto che fra le cose che si sentono e fra le cose che risultano essere più vere qualcosa riguarda anche la nostra regione, noi vorremmo sapere, appunto, a parte le estemporanee dichiarazioni di qualche esponente del Governo che sono state riportate dalla stampa: noi sappiamo che Sogin, la società pubblica che ha iniziato l'iter per individuare i siti delle future centrali nucleari previste dall'accordo con la Francia, ha iniziato questo iter ma si è ben guardata dal dare alcuna indicazione in merito. Quindi, da una parte ci sono dichiarazioni estemporanee, dall'altra però c'è un silenzio che ci preoccupa.
Secondo una mappa dei siti adatti ad ospitare una centrale nucleare secondo i criteri richiesti dall'Agenzia internazionale dell'energia atomica e pubblicata di recente da “Il Sole 24 Ore”, vi sarebbe un'area in provincia di Piacenza, oltre ad altre idonee lungo il corso del Po, anche se non appunto in territorio dell'Emilia-Romagna (vedi Viadana).
Ciò che noi riteniamo oggi importante è che i cittadini siano messi nelle condizioni di conoscere almeno, visto il tema, un tema che ha attraversato anche con un referendum il nostro Paese e quindi con un'informazione veramente molto puntuale a tutti i cittadini, oggi invece tutto questo si muove in assenza totale di informazioni corrette. Dichiarazioni smentite, però intanto nessuno capisce bene cosa sta andando avanti.
Ma c'è un altro tema che ci interessa molto, che è quello di capire a che punto è lo stato di avanzamento, e in questo senso lo chiediamo all'assessore competente, delle procedure di smantellamento dell'ex centrale nucleare di Caorso, in provincia di Piacenza, e quanti e quali sono i quantitativi di scorie radioattive stoccati attualmente presso il medesimo sito.
Inoltre, chiediamo di sapere quali interventi intende assumere la Giunta regionale per impedire definitivamente l'installazione di centrali nucleari sul territorio emiliano-romagnolo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Per la risposta ha la parola l'assessore Freda.
FREDA, assessore: Io condivido con la consigliera Meo la preoccupazione per uno stato di incertezza, ma soprattutto di confusione. In effetti, secondo quanto previsto dall'art. 27, comma 3, del decreto legge 31 del 2010 la proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, con ordine di priorità basato sulle caratteristiche tecniche e socio-ambientali dovrebbe essere - e cito direttamente l'articolo del decreto - “tempestivamente pubblicata sul sito internet di Sogin S.p.A., la quale ne dà contestualmente avviso della pubblicazione almeno su cinque quotidiani a diffusione nazionale”. Tutto questo, chiaramente, non è avvenuto, ma ciò non ha impedito ad alcuni esponenti anche di spicco del Governo (e faccio riferimento in particolare al viceministro Castelli) di esprimere delle posizioni e, diciamo, delle previsioni rispetto alla collocazione di una nuova centrale nucleare proprio a Caorso, che in effetti lasciano, perlomeno suscitano, qualche perplessità, anche e soprattutto perché per lo smantellamento della centrale di Caorso sono già stati preventivati circa 450 milioni di euro e in effetti lo smantellamento è tuttora in corso e do qualche dato di dettaglio. Lo stato di avanzamento delle procedure di smantellamento accelerato dell'ex centrale nucleare di Caorso è stato autorizzato dal ministero dell'Industria il 4 agosto 2000 ed è il seguente: è stato decontaminato il circuito primario nel febbraio del 2008; smantellato l'edificio torri RHR a maggio del 2008; tutto il combustibile irraggiato è stato allontanato dal sito nel giugno del 2010; in corso è lo smantellamento dei componenti dell'edificio turbina e si prevede un completamento nel 2011; in corso lo smantellamento dei componenti dell'edificio off gas e si prevede che questo sia completato proprio in ottobre del 2010; è in corso il trattamento e il condizionamento all'estero di rifiuti radioattivi pregressi e si prevede di completare questo nel 2013.
La situazione dei rifiuti radioattivi invece sul sito di Caorso è la seguente: tutto il combustibile esaurito, la cui attività era pari a circa il 99% della radioattività sul sito, è stato trasferito all'estero e tuttavia restano all'interno di depositi ben 8.279 fusti radioattivi a media e bassa attività.
Per quello che invece riguarda la posizione della Regione Emilia-Romagna rispetto al ritorno al nucleare, come già è stato ripetuto diverse volte, io mi permetto di riprendere quella che è stata la posizione del presidente Errani nella relazione programmatica all'Assemblea e cito testualmente: “Confermiamo senza alcun dubbio la nostra posizione: non siamo e non saremo favorevoli all'installazione di una centrale nucleare a Caorso, useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione perché ciò non avvenga. Siamo per la ricerca, anche per la ricerca nucleare, non siamo per il nucleare di terza generazione che, come hanno dimostrato ormai dal punto di vista scientifico tantissimi eccellenti centri internazionali, ha un costo di produzione per chilowattora più alto rispetto agli stessi combustibili fossili, se si considera anche, come credo inevitabile, lo smaltimento delle scorie”.
Pertanto la Giunta regionale ritiene che il Governo debba far concludere senza indugi e ritardi lo smantellamento completo del reattore, anche in considerazione del lavoro già fatto e dell'impegno di spesa già sostenuto da tutti, e ritirare definitivamente la licenza di esercizio alla centrale di Caorso.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Freda.
La parola alla consigliera Meo per la replica.
MEO: Ringrazio molto l'assessore per la chiarezza con la quale ha presentato questa situazione. Sono certa che la vicenda sarà seguita, immagino, dalla Regione con particolare attenzione in tutti i suoi passaggi. I numeri che però lei ha presentato in questa occasione mi fanno riflettere ancora di più sul futuro della questione nucleare, cioè se a tutt'oggi, a fronte anche di uno smantellamento che è iniziato in tempi regolari e che è costato veramente moltissimo, i fusti depositati sono ancora così tanti, con tutta la potenziale pericolosità del caso, questo ci dovrebbe veramente fare riflettere fino in fondo. Anche perché questo materiale viene poi smantellato e spostato in altro sito e molti confondono la disponibilità di avere luoghi di stoccaggio con la risoluzione delle scorie. Un luogo di stoccaggio è esclusivamente un altro luogo in cui questo materiale viene depositato e non rappresenta una sicurezza assoluta per i cittadini, mi permetto di dire a livello mondiale, perché poi io abito molto vicino alla provincia di Piacenza, però il tema è l'Emilia-Romagna, va bene, ma è veramente un tema molto vasto, se la fanno a Viadana secondo me è lo stesso.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Abbiamo esaurito l'oggetto 648 e con esso tutte le interrogazioni a risposta immediata.
Passiamo allo svolgimento dell'ordine del giorno, come avete in convocazione.
OGGETTO 209
Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2009» (5) (Relazione, discussione e approvazione)
(Ordine del giorno oggetto 209/1 - Presentazione, dichiarazioni di voto e reiezione) (9)
(Ordine del giorno oggetto 209/2 - Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione) (10)
PRESIDENTE (Richetti): Il testo è stato licenziato dalla Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali nella seduta del 19 ottobre 2010.
Si compone di 12 articoli.
La relatrice è la consigliera Anna Pariani.
Ricordo che questo oggetto sarà affrontato con i tempi contingentati quindi mezz'ora per il relatore; non è stato individuato relatore di minoranza; 45 minuti per la Giunta; 90 minuti per il Partito democratico; 51 minuti per il gruppo PdL - Popolo della Libertà; 30 minuti per il gruppo Lega Nord; 30 minuti per l'Italia dei Valori; 24 minuti per il Movimento 5 Stelle; 24 minuti per la Federazione della Sinistra; 24 minuti per Sinistra Ecologia e Libertà - Idee verdi e 21 minuti per il gruppo UDC - Unione di Centro.
Conclusa la trattazione dell'oggetto 209 si passerà all'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno.
La parola per la relazione alla consigliera Pariani.
PARIANI, relatrice: Presidente e colleghi, credo sia utile iniziare la relazione leggendo le ultime frasi della sintesi della relazione della Corte dei Conti sul bilancio consuntivo, che così recita: “Sulla base degli elementi di valutazione acquisiti, la Sezione ritiene che si debba affermare, anche per l'esercizio 2009” - anche per l'esercizio 2009, quindi in continuità - “la positività della gestione economico-finanziaria del bilancio, che ha permesso, pur in un quadro nazionale di finanza pubblica alquanto complesso e non privo di elementi di grave criticità” - e sottolineo che questo è un elemento di giudizio che va oltre il bilancio della Regione Emilia-Romagna - “il rispetto di bilancio nei diversi momenti della previsione, dell'assestamento e del consuntivo; il rispetto del patto di stabilità e il contenuto indebitamento, al di sotto del limite di legge. Ancora va positivamente confermata l'assenza di criticità per quanto riguarda le operazioni di finanza derivata”. Quindi un bilancio sostanzialmente sano, un processo di costruzione della finanza regionale controllato in ogni sua fase.
“Nonostante le generali preoccupazioni che i primi provvedimenti in materia di federalismo fiscale suscitano diffusamente nel livello di governo regionale, la complessiva solidità dell'impostazione contabile e finanziaria della Regione Emilia-Romagna permette di affrontare le difficoltà future da una posizione sufficientemente salda”. Quindi la Regione Emilia-Romagna può iniziare il percorso di discussione attorno al federalismo fiscale, che pure ha elementi di forte criticità, come sottolinea la Corte dei Conti, partendo da una posizione solida.
L'esercizio finanziario 2009 si è chiuso con un avanzo netto di euro 1.846.000.000.
Nel 2009 sono state accertate entrate per 13.199 milioni di euro, il 62,22% delle previsioni definitive; si sono avute riscossioni per 10.242 milioni euro, pari al 77,60% degli accertamenti e il 48,28% delle previsioni.
Nel 2009 il totale degli impegni è stato di 16.797 milioni, il 63% delle previsioni definitive, di cui 14.180 milioni già pagati, pari all'84,42% delle somme impegnate. Quindi un percorso segnato da un'attività effettiva rilevante.
Quanto alla situazione di cassa, al 31/12 si registra una liquidità pari a circa 500 milioni, in crescita rispetto all’esercizio precedente.
Per quanto riguarda il conto generale del patrimonio per l’esercizio 2009, occorre rilevare l’aumento dei beni mobili ed immobili che passano a 398 milioni da 355, la diminuzione dei mutui e prestiti, quindi la riduzione dell'indebitamento (da 1.027 a 971 milioni), l’aumento delle partecipazioni azionarie, l’aumento del fondo cassa, la diminuzione dei residui passivi perenti. Per contro vi è un aumento dei residui passivi e la diminuzione dei residui attivi.
L’anno 2009 è stato decisivo per l’attuazione degli obiettivi di mandato, che vedono la loro realizzazione sulla base dei programmi delle politiche di settore che sono riportate nella relazione tecnica di accompagno.
Tutto ciò è stato ottenuto senza aumentare nel 2009 la pressione fiscale e senza introdurre ticket per la sanità, mantenendo inalterato l’elevato livello qualitativo dei servizi, ed anzi intervenendo a supporto delle diverse emergenze generate dalla crisi economica. Quindi anche una capacità reattiva con il bilancio 2009 di fronte alle mutate condizioni e senza aumento della pressione fiscale.
Occorre sottolineare sul versante delle entrate la maggior incertezza prodotta da misure di carattere nazionale, incertezza che, come leggevo prima, è stata sottolineata anche dalla Corte dei Conti, come l’introduzione della cedolare del 10% su redditi da straordinari e produttività, che ha ridotto l’addizionale IRPEF regionale, producendo minori risorse destinate ad istruzione, servizi sociali, edilizia sanitaria e protezione civile.
Si sottolinea anche che i maggiori vincoli e la riduzione dei trasferimenti statali, associati al blocco della autonomia finanziaria della Regione, hanno irrigidito il bilancio regionale, già gravato da minori entrate sulla compartecipazione all’accisa della benzina e dalla contrazione dei consumi che ha avuto una ricaduta nelle entrate sulla accisa gasolio e sulla compartecipazione IVA.
Sul versante delle spese le incertezze sui trasferimenti statali hanno comportato una difficoltà di impegno su alcuni settori decisivi anche per il rilancio economico, come gli interventi per lo sviluppo economico e per lo sviluppo del territorio. L'effetto depressivo dell'azione nazionale si è risentito fortemente anche nel nostro territorio.
Ciò nonostante, a livello globale, il rapporto fra impegni e stanziamenti definitivi è pari al 72,19%, in linea con il 2008, e ulteriormente incrementato il già elevato rapporto tra pagamenti e impegni: dal 91,74% al 93,81%.
Anche per il 2009 è stato pienamente rispettato l’equilibrio di bilancio sia in sede di previsione, sia di assestamento e di conto consuntivo, essendo rimasto il totale degli impegni di spesa autorizzati sempre entro il tetto massimo previsto dalle norme.
È inoltre stato conseguito, anche per il 2009, il pieno rispetto dei vincoli sanciti dal patto di stabilità interno. Tale patto, mutato, appunto, nel 2009 rispetto alle condizioni dell'anno precedente, impone alle Regioni a statuto ordinario la riduzione dello 0,6% della spesa finale 2008 per il 2009, sia in termini di competenza, sia di cassa, escluse le spese correnti ed in conto capitale per la sanità e le spese per la concessione di crediti. Non sono computate nella base di calcolo le spese in conto capitale per interventi cofinanziati UE e sono escluse le maggiori spese correnti relative agli ammortizzatori in deroga.
L’esito del bilancio 2009 ha portato a contenere le spese sia in termini di pagamenti effettuati, con un margine di 102 milioni di euro circa, che di impegni assunti, il cui margine ammonta a 36,45 milioni di euro.
In questo modo nel 2010 siamo in grado di riconoscere, ed è proprio di questi giorni la definitiva indicazione, pagamenti all’interno del Patto regionale da parte di 24 Comuni e 6 Province per un totale di 92 milioni di euro, migliorando questo dato rispetto a quanto abbiamo concesso nel 2009.
La Regione Emilia-Romagna sta anche definendo un proprio intervento legislativo per il patto di stabilità territoriale, perseguendo un unico obiettivo di finanza pubblica assieme a Province e Comuni del territorio regionale.
Continuiamo a chiedere al Governo un allentamento del patto di stabilità per gli investimenti relativi ai Comuni virtuosi, che consentirebbe di attivare interventi e pagamenti immediati per diverse centinaia di milioni di euro sul territorio regionale da parte degli enti locali e consentirebbe un po' di ossigeno al sistema delle nostre imprese così fortemente penalizzate dal patto di stabilità interno, questione che non viene mai sufficientemente sottolineata, cioè il patto di stabilità non penalizza gli enti locali e la finanza pubblica, penalizza le imprese.
Possiamo dire, quindi, che la Regione Emilia-Romagna sta facendo la propria parte, per il risanamento della finanza pubblica assieme al sistema delle Autonomie Locali, mentre invece, sul fronte della finanza nazionale, il debito pubblico continua a crescere, nonostante la riduzione delle quote riguardante nel complesso Regioni, Province e Comuni.
Nel 2009 e 2010 è avanzata la discussione sull’attuazione dell’art. 119 della Costituzione (il federalismo fiscale) anche in virtù dell’approvazione della relativa legge delega e di alcuni dei regolamenti attuativi nel corso del 2009, ma non è migliorata la certezza relativa alle entrate che dovranno sostenere il sistema dei servizi delle prestazioni erogate dalla Regione e dalle Autonomie Locali.
Al contrario, la progressiva riduzione dei trasferimenti statali e il mancato rispetto delle erogazioni già determinate per IRAP, IRPEF e compartecipazione IVA nei tempi previsti, mettono in difficoltà, in modo ingiustificato, la liquidità delle casse regionali.
La progressiva riduzione dei trasferimenti e delle entrate proprie nel 2009, che prosegue nel 2010, fino all’azzeramento dei trasferimenti relativi alle deleghe delle Bassanini, già deciso nella manovra di luglio per il 2011 e 2012, porterà a discutere di una base economica del federalismo fiscale decisamente al ribasso, che penalizzerà soprattutto le regioni, come la nostra, ricche di servizi.
Nel 2009 il bilancio della Regione è stato fortemente segnato dalle iniziative messe in atto contro la crisi economica e cioè il “Patto per attraversare la crisi” siglato in aprile, che ha previsto 520 milioni di euro per lavoratori e imprese, 1 miliardo per l’accordo con le banche finalizzato al credito alle aziende, 420 milioni di euro trasferiti alle Aziende sanitarie per accorciare i tempi di pagamento alle imprese, 155 milioni di euro per ricerca e innovazione, 144 milioni di euro per le politiche attive del lavoro verso occupati e disoccupati, 6 milioni di euro per aiuti alle famiglie in difficoltà, assieme all’esenzione del ticket per disoccupati e cassintegrati. Quindi un volume rilevantissimo di risorse messe a disposizione della società regionale nel suo complesso per non arretrare di fronte alla crisi economica.
È stato implementato il Fondo regionale per la non autosufficienza di ulteriori 5 milioni di euro, per un totale di 416 milioni di euro, cioè una cifra superiore già nel 2009 all’intero fondo nazionale, pari a 400 milioni di euro.
Le spese complessive per il comparto socio-sanitario ammontano all’85% delle risorse correnti del bilancio regionale.
Il “Piano socio-sanitario” approvato all’inizio del 2008 individua nel livello distrettuale la sede della governance integrata fra Regione ed enti locali.
Dal 2006 al 2008 gli indici di crescita della spesa sanitaria in Emilia-Romagna, definita con il “Patto per la salute 2007/2009”, risultano più elevati della media nazionale, ma sono il frutto della crescita della popolazione regionale, superiore a quella nazionale, e di un crescente saldo attivo nella mobilità sanitaria, che dà conto anche della qualità della nostra sanità nel panorama nazionale, come riconosciuto dallo stesso ministro Fazio.
Nel corso del 2009, con il Fondo sociale per gli investimenti, la Regione Emilia-Romagna ha finanziato 159 progetti di strutture sociali da destinare ad anziani, disabili, minori abbandonati, alloggi di prima accoglienza e per vittime di violenza ed abuso. A ciò si aggiungono spese per minori, famiglie ed infanzia superiori ai 35 milioni di euro ed i programmi per il contrasto alla povertà e l’inclusione sociale. Tali interventi, assieme al Fondo regionale per la non autosufficienza, collocano la Regione Emilia-Romagna ai primi posti sul sistema di welfare nazionale.
Per quel che riguarda l’indebitamento della Regione, si conferma anche per il 2009 il rispetto, con ampio margine, del limite fissato dalla legge con un onere di 157,34 milioni di euro, cioè -44,13% sul 2008. Inoltre non è stato necessario ricorrere a nuovi mutui.
L'indebitamento della Regione Emilia-Romagna è interamente dovuto al ripianamento dei disavanzi pregressi nella sanità e ha continuato, come già ho riportato, a ridursi anche nell’esercizio 2009. La riduzione del debito si conferma, quindi, come una costante della politica finanziaria regionale.
L’Emilia-Romagna aveva in forza, al 31.12.2009, 2.995 dipendenti, di cui 162 part-time. Rispetto alla forza presente al 31 dicembre dell’anno precedente il numero complessivo dei dipendenti si è incrementato di 58 unità, mentre i dirigenti si sono ridotti di cinque unità e hanno ripreso a crescere i rapporti a tempo determinato, ma se si fa riferimento alla popolazione residente al 1° gennaio 2010, secondo il dato fornito dall’Ufficio statistico regionale, rileviamo che il rapporto è di un dipendente ogni 1.468 abitanti, che è uno dei più bassi a livello nazionale.
La spesa per il personale nell’anno 2009, in termini di pagamenti, ammonta complessivamente a 139,82 milioni di euro, un valore superiore del 5,35% rispetto al 2008. Tale incremento è causato, è diciamo generato dalla norma introdotta dalla L. R. 17/08, che ha consentito di accedere a 106 risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro, generando una spesa per l’esercizio 2009 di 2,5 milioni di euro aggiuntiva, ma con benefici a ricaduta negli anni successivi.
Nel 2009 è proseguita una decisa azione di semplificazione del quadro istituzionale, già avviata nel 2008 con le disposizioni di principio in materia di riduzione del numero e dei compensi degli amministratori di società partecipate dalla Regione.
Nel 2009 si è attuata la riduzione a 4 del numero delle Comunità montane e si è definito il superamento delle Agenzie d'ambito territoriale ottimale (L.R. 10/08) e i compiti relativi a queste due entità sono stati assorbiti da Unioni dei Comuni da un lato, Province e Regione dall'altro.
Si è poi proseguita l’azione con il riordino dei Servizi tecnici di bacino e la creazione del Servizio Unico dell’Area Romagnola.
Altro elemento di rilievo è stata la riduzione da 18 a 9 dei Consorzi di Bonifica, con l’istituzione dei nuovi organismi nel corso del 2010.
Tale azione, oltre a costituire un elemento essenziale di semplificazione istituzionale, è destinata a produrre una azione permanente di riduzione dei costi generali di funzionamento di Regione ed enti territoriali, che è un elemento di competitività del nostro sistema territoriale ed economico.
Il conto consuntivo 2009, come dicevo, è stato esaminato dalla Corte dei Conti attraverso una collaborazione fattiva ormai attiva da anni e il giudizio, insomma, che ho letto in premessa e che non occorre ripetere, dà conto della stabilità, della riduzione costante dell'indebitamento, della capacità della Regione Emilia-Romagna di affrontare anche gli incerti mari del futuro del federalismo fiscale.
Ritengo, quindi, doveroso proporre all’Assemblea legislativa, sulla base del parere favorevole ripreso dal presidente della prima Commissione del 19 ottobre scorso, di approvare il progetto di legge relativo al rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2009, richiamando il miglioramento dei parametri fondamentali del bilancio ed in particolare dell’efficienza della spesa, pur di fronte all’irrigidimento complessivo delle entrate regionali.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Pariani.
È aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: L'esame del rendiconto ha, come noto, la funzione di far maturare un giudizio sulla gestione contabile della Regione basato su dati ormai consolidati, ma non di meno può anche illustrare in maniera più evidente le scelte politiche fatte dalla Regione tramite i suoi vari strumenti di politica economica.
Il rendiconto sull'esercizio finanziario 2009 ha però un'ulteriore valenza legata al particolare momento congiunturale che stiamo vivendo, alla previsione di ingenti tagli ai trasferimenti ed alla introduzione del federalismo fiscale. Uno sguardo attento a una situazione ormai consolidata può essere quindi molto utile per impostare strategie future, anche in relazione al bilancio 2011.
Ecco perché il mio intervento sul rendiconto 2009 non verterà semplicemente, in maniera formale, sull'analisi degli scostamenti tra programmato e consolidato, o tra gli stanziamenti, gli impegni ed i pagamenti, né sul rispetto puntuale dei vari parametri previsti dal patto di stabilità, ma cercherà di osservare gli aridi numeri da una prospettiva diversa dal solito, più originale e, a mio avviso, più utile. Del resto, la tradizionale osservazione dei bilanci secondo i criteri classici non ha impedito al debito dell'Asl di Forlì, accumulato proprio nel biennio 2008-2009, di lievitare dagli 8,5 milioni, come si pensava, ai quasi 60 milioni di euro, andando ad incidere in maniera determinante sul complessivo debito della sanità regionale.
Inoltre, siamo tutti consapevoli di vivere in una regione avanzata, dove i principi fondamentali che devono informare un bilancio pubblico sono certamente rispettati e quindi apparirebbe un esercizio inutile basare l'analisi sulla ricerca di comportamenti anomali o contro la legge, ed allo stesso modo sarebbe capzioso e facilmente superabile ogni addebito legato a critiche formali su adempimenti impossibili da rispettare pienamente in una qualsiasi amministrazione pubblica governata da qualsiasi schieramento politico. Alcuni dati poi lascerebbero spazio ad una totale opinabilità. Ad esempio, il merito di aver migliorato il dato relativo agli indicatori di capacità di entrata della Regione potrebbe attribuirsi alle migliorate capacità delle strutture regionali, ma anche alla stringente politica del Governo, che ha obbligato la Regione ad una maggiore attenzione ai tempi delle proprie entrate non potendo più contare su gestioni larghe, ma dovendosi invece confrontare con gestioni più rigorose.
Dico questo anche per inquadrare nel modo giusto la relazione della Corte dei Conti e calmare i facili entusiasmi di coloro che vogliono vedere in quell'atto un riconoscimento al merito delle politiche economiche di questa Regione. La Corte svolge un mero esame di legittimità contabile e si limita a dire che la Regione Emilia-Romagna nel 2009 ha svolto in maniera diligente il proprio compitino, fermandosi a riconoscere una patente di correttezza formale alla finanza regionale.
L'analisi che vorrei condurre sul rendiconto 2009 avrebbe invece l'ambizione, partendo appunto da dati consolidati ed inconfutabili, di proporre una diversa ipotesi di bilancio regionale, valida in astratto per quell'esercizio, ma utile per impostare il futuro. In primo luogo una visione di contesto. Leggendo il rendiconto 2009, si scopre un bilancio solido, anzi per alcuni aspetti, come illustrerò in seguito, troppo solido, che qualcuno non mancherà di rimpiangere pensando a ciò che ci aspetta. In realtà però, proprio nel 2009 la nostra Regione, in virtù della nota crisi internazionale, ha dovuto subire un calo del proprio Pil pari al 4,6%, mentre per il 2010 è previsto un aumento dello 0,9% e per il 2011 dell'1,5%. Quindi non fasciamoci la testa prima del tempo perché se con una riduzione del Pil regionale di oltre il 4% abbiamo fatto quei numeri, con le pur limitate previsioni di crescita indicate potremo cavarcela anche in un contesto di minori trasferimenti statali.
A questo punto alcuni elementi di riflessione che emergono dall'esame del rendiconto. Il primo: che nel 2009 il patto di stabilità sia stato rispettato con un ampissimo margine positivo è un fatto da leggere esclusivamente in positivo o si può prestare anche ad altre valutazioni? La situazione internazionale, non Tremonti, impone un rigoroso rispetto del patto di stabilità, ma un eccesso di prudenza può colpevolmente soffocare la crescita in questa regione per colpa proprio del governo regionale.
In realtà il margine positivo con cui è stato rispettato il patto di stabilità in termini di competenza è stato di quasi 136 milioni di euro, salvo poi distribuire circa 33 milioni di euro agli enti locali, come i 92 milioni di euro recentemente elargiti. Considerando poi che il patto di stabilità funziona stabilendo un limite massimo di spese finali operando sia per l'aspetto competenza, quindi per il momento dell'impegno di spesa, e sia anche in termini di cassa, da questo punto di vista il margine è stato inferiore, e cioè 36 milioni di euro.
In termini pratici, però, questi due margini indicano comunque una potenziale maggiore capacità di spesa in termini di impegni e pagamenti, che la Regione poteva utilizzare rimanendo nei limiti del patto di stabilità.
La Regione Lombardia, per esempio, ha rispettato il patto di stabilità 2009 con un margine di 10.000 euro in termini di competenza e 18.000 euro in termini di cassa, trasferendo anch'essa circa 40.000 milioni del suo patto di stabilità non sfruttato agli enti locali e dando, a mio avviso, prova di una migliore capacità di monitoraggio in tempo reale che, come si vede, permette una maggiore capacità di erogazione di somme dal proprio bilancio.
Secondo elemento. Il dato che attiene alla nostra capacità di indebitamento, che a fronte di una soglia legale superiore ai 308 milioni di euro prevede un ammontare di rate di ammortamento dei mutui contratti per spese di investimento pari a 71 milioni di euro, è un parametro di chiara virtù oppure è un elemento che stride con le pressanti richieste di misure anticicliche, che spesso abbiamo sentito fare in quest'Aula dalla maggioranza rivolgendosi al Governo Berlusconi? È noto che il ricorso all'indebitamento è consentito per le sole spese di investimento e che anch'esse rientrano nel conteggio del patto di stabilità, e quindi occorre tener conto che il complesso delle spese finali non poteva comunque sforare il tetto fissato dal patto di stabilità, ma è certamente vero che un'ulteriore quota era utilizzabile.
Se il presidente Errani avesse ritenuto che in questa fase fossero utili ingenti investimenti pubblici, questa Regione avrebbe avuto la possibilità di farli, invece di mirare scolasticamente ad avere un bel voto dagli osservatori internazionali. Il suo rating forse sarebbe calato, ma non è scontato questo dato, e la Giunta Errani forse sarebbe apparsa meno virtuosa dello Stato italiano o di altre Regioni, ma avrebbe offerto più ossigeno all'economia emiliano-romagnola e magari contribuito a combattere con più efficacia la piaga della disoccupazione, che purtroppo colpisce anche nella nostra regione.
Con una ulteriore considerazione: mentre per lo Stato il giudizio degli analisti internazionali è fondamentale per evitare speculazioni e la crisi del nostro ingente debito pubblico, per la Regione è solo un vezzo che incide marginalmente sui propri tassi passivi, ma non avendo Bot da collocare ben potremmo, all'interno del patto di stabilità, rischiare di più.
Anche nel 2009 poi, seppure ci siamo dovuti scordare i risultati del 2007 e del 2008, l'avanzo di amministrazione, depurato delle economie vincolate e dei residui perenti, ammonta alla bella cifra di 520 milioni di euro, che ci danno una sufficiente tranquillità anche pensando ai tagli del futuro.
Un altro elemento di riflessione che si ricava dal rendiconto è dato dall'osservanza degli stanziamenti iniziali e degli impegni effettivamente realizzati in alcune aree di intervento. Gli impegni di spesa danno conto di quanta parte della spesa programmata si è tradotta in effettiva assunzione di obbligazioni giuridiche da parte della Regione e quindi in concreta possibilità di realizzare gli interventi. Pur concedendo tutte le eccezioni e le specificità dei vari casi particolari, non si può non notare che mentre in alcuni settori, come ad esempio la sanità, le somme stanziate devono poi essere effettivamente disponibili nel periodo, tanto che di fatto nell'area di intervento 5 “Tutela della salute e solidarietà sociale” la percentuale di impegno su quanto stanziato è del 92%, in altri settori, guarda caso proprio quelli dove oggi si teme che i necessari tagli del Governo possano creare sconquassi, per ragioni obiettive che non imputo a nessuna incapacità le percentuali tra stanziato ed impegnato sono sotto il 50%. Mi spiego meglio.
Nell'area di intervento 3 “Interventi per lo sviluppo economico” dei 616 milioni di euro stanziati nel preventivo 2009 sono stati impegnati solo 301. Il trend è poi confermato dalla rilevazione che nel 2007 sono stati stanziati 443 milioni, di cui impegnati solo 187; nel 2008 ne sono stati stanziati 605, impegnati solo 294.
Non voglio in questa sede stigmatizzare il dato formale di questo scostamento, ma quello sostanziale: a mio avviso i numeri ci dicono che in questa area, dato che spesso si tratta di progetti che devono essere pensati, realizzati e rendicontati, le somme effettivamente necessarie sono meno di quelle stanziate. Se così è, mi chiedo: un taglio del 50% in quel settore, stanziando in previsione 2009 300 milioni di euro avrebbe prodotto un taglio dei contributi alle imprese del 50% o avrebbe lasciato immutata la situazione, visto che in realtà sono stati impegnati solo 300 milioni dei 600 stanziati? Del resto ai beneficiari finali non interessa quanto stanziato, ma quanto effettivamente è necessario e quindi impegnato.
Entrando più nel dettaglio, sempre partendo dal passato per guardare al futuro, le risultanze 2009 dimostrano come la ripetizione automatica dei medesimi capitoli di spesa, sempre uguali a se stessi, ha fatto forse il suo tempo, rendendosi necessaria una maggiore flessibilità degli stessi anche a parità di saldi totali, proprio in base alla reale capacità di impegno delle somme preventivate. Ad esempio, se alcuni settori riescono ad impegnare più celermente le somme stanziate, potrebbero aumentare quei capitoli anche a discapito di altri, ugualmente importanti, ma con minori capacità di impegno. L'esercizio 2009, infatti, dimostra, ad esempio, come il settore turismo abbia saputo impegnare il 79,5% delle risorse stanziate, mentre il settore commercio addirittura l'87,5%, mentre altri settori con capitoli ben più corposi hanno impegnato solo il 41% delle somme stanziate. Quindi, continuare a caricare capitoli poi sottoutilizzati, sfavorendone altri più dinamici, appare sempre più miope.
Sia chiaro che non auspico un'economia di crisi e sono perfettamente consapevole che certamente nel più ci sta anche il meno, ma vorrei ragionare sul fatto se sia possibile o no, in presenza di una oggettiva necessità di ridurre le spese della pubblica amministrazione, impostare un bilancio pubblico più rigoroso nel senso di una corrispondenza più stretta tra stanziamenti ed impegni e conseguentemente, per il futuro, pur in presenza di minori trasferimenti, non aggiungere catastrofismo regionale alle obiettive difficoltà del momento. Una volta usciti da questa situazione di difficoltà si potrà tranquillamente riprendere il normale andamento, magari con qualche accorgimento positivo che proprio la crisi ci ha obbligato a sperimentare.
L'esame del rendiconto 2009, rapportato con le annualità precedenti, certifica poi anche un costante aumento della spesa sanitaria in Emilia-Romagna: dal 2007 al 2009 è aumentata di 310 milioni di euro, pari all'8,56%, mentre in Italia nello stesso periodo il dato è del 7%.
Gioverà ricordare che, come sempre capita, anche nell'esercizio 2009, in fase di assestamento, le entrate sono aumentate di 1.112 milioni di euro, consentendo quindi un'ampia libertà di manovra alla Regione e non è irragionevole pensare che questo trend proseguirà anche in futuro, soprattutto in previsione di una ripresa della crescita del Pil.
Sempre partendo dal rendiconto 2009, emerge che gli interventi cofinanziati dalla Regione e correlati a finanziamenti europei escono dal patto di stabilità e quindi diventa particolarmente importante intercettare questi flussi di finanziamento non solo per ottenere risorse europee, ma anche per poter spendere più liberamente quelle regionali.
L'ammontare delle partecipazioni societarie al 31 dicembre 2009, pari a complessivi 77,29 milioni di euro, dovrà essere rivisto alla luce dell'effettiva strategicità delle medesime, in base alle nuove indicazioni legislative e andrebbe meglio disciplinato anche il potere di controllo della Regione attraverso le deleghe trasmesse agli enti locali sulle società di gestione dei servizi pubblici.
In tema di partecipate poi non posso non segnalare in questa sede le preoccupazioni, peraltro da tempo inascoltate, della Corte dei Conti in merito alla situazione di Seaf, per ciò che riguarda l'aeroporto di Forlì e la segnalazione, sempre proveniente dalla Corte dei Conti, in merito all'acquisizione di azioni di Bologna Fiere SpA, a causa della difficile situazione economica e della serrata concorrenza in questo campo. Parole della Corte dei Conti.
Indicazioni sufficientemente tranquille emergono invece in tema di utilizzo dei prodotti finanziari derivati. L'unica operazione di finanza derivata della Regione è quella collegata al famoso mutuo trentennale di 516 milioni di euro per il disavanzo della sanità, contratto nel 2002 e non presenta particolari motivi di preoccupazione.
Anche un leggero aumento delle spese del personale evidenziatosi nel 2009 deve essere inserito in una strategia virtuosa di riduzione del medesimo, anche se proprio alcune di queste operazioni sono state censurate pure a livello sindacale per l'eccessivo favore dimostrato nei confronti di alcuni dirigenti della Regione.
Nel 2009 l'indice del rapporto tra spesa di personale e spesa corrente è stato pari al 9,3%, valore questo inferiore sia alla misura indicata nella bozza del Dpcm previsto dall'art. 76, comma 6, del decreto legge 112 del 2008, che dallo stesso indice del 2008.
In conclusione, quindi, un rendiconto tecnicamente corretto e in linea con le normative, per alcuni aspetti anche virtuoso, ma che denota ampi spazi di manovra che la Regione fino ad oggi si è voluta tenere per meglio corrispondere alle sue esigenze politiche. In futuro questo non sarà più possibile, perché il rigore imposto dalla realtà dei fatti, dalle aspettative dei cittadini e dai vincoli internazionali imporrà una sempre maggiore attenzione alle vere esigenze dei cittadini e delle imprese ed una sempre minore possibilità per il bilancio regionale di contenere capitoli indirizzati al mero consenso politico od alla protezione di rendite di posizione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Noi oggi siamo chiamati ad approvare il rendiconto 2009, un rendiconto che ovviamente si basa su un previsionale e su un assestato sul quale ci siamo già profondamente pronunciati, oserei dire proprio in una fase previsionale di assestamento dove considerazioni anche di carattere politico erano opportune, in funzione anche di come indirizzare la scelta di spesa da parte dell'ente Regione.
Oggi noi siamo chiamati invece ad approvare un rendiconto che mi offre l'opportunità, come me la offrì in passato lo scorso mese di luglio un'altra circostanza analoga, per dichiarare una difficoltà che secondo me è palese affinché questo momento non si traduca solamente in un'occasione di verifica contabile, perché bene o male noi con questa riflessione che cosa stiamo facendo? Verifichiamo quali scostamenti ci sono stati rispetto alle previsioni che erano state formulate a suo tempo ed effettivamente capire finanziariamente che cosa che era stato stanziato, che cosa è stato impegnato e quindi che cosa era stato pagato.
Quindi, praticamente questo è un momento in cui noi ci ritroviamo a fare delle riflessioni guardando indietro. Sarà molto importante invece, credo, il 3 novembre, quando avremo un po' tutti l'opportunità di essere coinvolti in una fase riflessiva dove potremo contribuire alla redazione di un bilancio previsionale senza ratificare, senza essere soggetti, tra virgolette, un po' più passivi come è avvenuto in passato, ma un'occasione per essere un po' più attivi.
Allora, obiettivamente, anche in questa occasione confesso che questo strumento che mi è stato sottoposto è uno strumento che mi ha permesso solamente di guardare indietro, di fare un po' il punto di quanto è successo nel 2009, di analizzare gli scostamenti che ci sono stati, però obiettivamente vorrei avere anche l'opportunità in questo contesto di avere modo di riflettere insieme a voi...
(brusio in aula)
PRESIDENTE (Richetti): Scusate, colleghi, possiamo abbassare un po' il brusio? Perché diventa complicato seguire gli interventi.
Prego, consigliera Noè.
NOÈ: Voi sapete che questo è un documento che la Giunta approva il 30 giugno dell'anno successivo e quindi è un documento che noi oggi siamo chiamati ad approvare, però siamo bene o male alla fine di ottobre, vi confesso che a me sarebbe piaciuto avere uno strumento tra le mani che mi avesse consentito non solo di fare delle riflessioni a ritroso, ma di poter fare anche delle riflessioni future, visto che da qui a breve avremo modo anche di approvare il bilancio preventivo.
Quindi, io dalla lettura di questi dati denuncio un deficit, denuncio anche una sorta di incapacità di comunicare a noi consiglieri, e lasciatemi dire anche a un eventuale lettore interessato, le informazioni per comprendere meglio come si è evoluta e quale può essere l'ottica prospettica della nostra spesa regionale.
Capisco che sto facendo una considerazione forse anche abbastanza scontata, perché se penso al fatto che il punto di partenza della discussione del federalismo fiscale doveva essere l'approvazione dei principi fondamentali che avrebbe consentito di armonizzare i bilanci pubblici per un eventuale raffronto e, bene o male, questa discussione è stata posticipata addirittura in coda rispetto a tutti gli altri decreti, la dice lunga su come sia difficile trovare un linguaggio comune tra i diversi bilanci degli enti locali e delle stesse Regioni. E allora, vista la difficoltà di condurre dei confronti affidabili tra i costi delle diverse Regioni, credo che noi dobbiamo fare qualunque sforzo per cercare di superare una fase di burocrazia affinché questo momento sia sempre più una fase anche comunicativa fra di noi.
Io probabilmente avrei bisogno anche di comprendere dalle modalità con cui questo bilancio viene redatto se si può creare una sorta di cerniera fra il consuntivo e il previsionale. Io se volete oggi vengo in questa sede per dire se effettivamente lo scostamento che c'è stato rispetto al preventivato è uno scostamento che ha inciso considerevolmente, perché qualora ci fossero stati degli scostamenti notevoli è giusto avere questa sede e in sede di approvazione poterlo denunciare, però per me è paradossale che non ci sia una cerniera fra il consuntivo, oggi che è il 25-26 di ottobre, rispetto al previsionale che andremo a formulare di qui a pochi giorni. Cioè mi dispiace che non ci siano le considerazioni per fare riflessioni di questo tipo e invece penso che il momento dell'approvazione di questo rendiconto sarebbe ottimale per farlo, anche perché abbiamo i dati a consuntivo del 2009, abbiamo già un 2010 che è in via di consolidamento anche perché c'è già stato l'assestamento del previsionale, c'è la proposta di bilancio previsionale del 2011, ecco, mi dispiace che manchi questo momento. Per cui anche il 3 novembre tutti noi faremo delle proposte, ma sarebbe stato opportuno, perché no?, avere anche degli strumenti, così come mi si danno dei dati rispetto al triennio passato, avere anche una sorta di valutazione sul previsionale 2010-2011.
Allora, io dico un primo spunto di riflessione a questo proposito potrebbe essere a pagina 37, dove si fa un confronto storico di quella che è la spesa pro capite del 2009. Secondo me questa spesa che viene spacchettata fra quelle che sono le spese correnti di amministrazione generale, spese correnti operative, spese di investimento in capitale, spese di investimento in annualità, spese in rimborso prestiti, si potrebbe secondo me, ripeto, ampliare l'informativa, per esempio proporre le stime sul 2010 e sul 2011. Vorrei capire, per esempio, qual è il dato di spesa pro capite per alcune funzioni specifiche della Regione: sulla sanità, sul welfare, sugli incentivi alle imprese. Ecco, l'unica informazione che invece mi viene data sotto con un asterisco è che tra le spese correnti operative è compreso anche il servizio sanitario che incide per 1.754 euro pro capite.
Insomma, è ancora difficile analizzare un bilancio in queste condizioni e, ripeto, se vogliamo farlo con questa impostazione possiamo continuare, io però non sono soddisfatta; io vorrei, ripeto, che alla fine del mese di ottobre questo bilancio, questi esperti, questa struttura, l'ho denunciato nei mesi scorsi, mi mettesse nelle condizioni di comprendere meglio, proprio perché a giorni andrò a discutere sul preventivato, di capire anche quali sono i dati sul 2010 e sul 2011.
Non ho voglia di fare oggi delle considerazioni di carattere politico, le ho già fatte nei due appuntamenti precedenti, io nuovamente utilizzo questa sede per essere messa nelle condizioni di comprendere, di leggere meglio un bilancio e, ripeto, questo è un appuntamento che non si deve limitare solamente ad un raffronto con il passato, ma per il periodo in cui avviene ci deve dare anche delle informazioni utili per poter discutere in modo fondato, su dieci dodicesimi, su quanto sta avvenendo nel 2010. Io chiedo questo, chiedo di poter lavorare in migliori condizioni.
Dobbiamo tutti razionalizzare la spesa? E quindi evitare consulenze esterne, razionalizzare al meglio quello che è l'apporto che ci danno i nostri uffici e le nostre strutture? Per piacere, metteteci nelle condizioni di capire meglio come supportare la Giunta!
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: Diventa difficile intervenire dopo l'autorevole collega Lombardi, che ha fatto un intervento di grande spessore, ma volevo fare brevemente alcune considerazioni, anche alla luce del dibattito che vi è stato nella commissione competente e anche alla luce della relazione della relatrice, la collega Pariani, che ha fatto in commissione e in Aula.
L'oggetto oggi in discussione rappresenta un compendio della gestione contabile della Regione, con dei punti positivi, ma anche con dei punti negativi, assessore, come ho già sottolineato in sede di commissione.
La dipendenza, e si legge dagli atti, molto stretta del bilancio regionale dai trasferimenti statali è oggetto, mi sembra di capire, di una lamentela alla quale si agganciano e si imputano le motivazioni di incertezza e di ritardo su certe partite contabili, ma vorrei sottolineare che a livello nazionale le forze politiche del centrosinistra esprimono forti dubbi sul discorso del federalismo fiscale, che invece in prospettiva ci darebbe tempi più certi e maggiore autonomia contabile.
Ovviamente il rovescio della medaglia, vicepresidente, è l'autonomia e la capacità poi di gestirle queste risorse e qui interviene il dibattito e le posizioni politiche differenti sull'uso e l'utilizzazione delle risorse stesse, problemi emersi in questa Regione sulla gestione soprattutto della sanità, l'abbiamo visto negli esercizi delle varie Asl che la Regione deve continuamente poi sanare e ripianare. Ciò impose, da una ricerca storica, anni fa, io non ero in quest'Aula però risulta da una verifica fatta, un aumento di Irpef e Irap, parlo dell'anno 2007.
Quindi, da questo documento sembra emergere, a mio avviso, che si faccia un po' il gioco delle tre tavolette, cioè ci si lamenta con il Governo centrale, governato appunto dal Popolo della Libertà e dalla Lega per trasferimenti scarsi e in ritardo, ma dall'altro nel dibattito politico si teme l'arrivo di un federalismo che possa, e questo è il timore, incidere sull'equilibrio finanziario della Regione.
Sul versante delle entrate, e qui devo dare atto, perché bisogna essere obiettivi nella lettura dei numeri, c'è uno sforzo positivo, credo di averlo già detto in commissione, sull'opera del recupero crediti, l'avevo sottolineato, anche se i residui da incassare sono ancora molto alti rispetto a quanto accertato. Come evidenziavo prima, sul totale delle entrate l'incidenza dei tributi propri non è preponderante, cioè siamo percentualmente al 42%, segno che quel cammino federalistico a cui accennavo prima è ancora lungo e va perseguito.
Analizzando nel dettaglio le entrate tributarie, si vede che più o meno tutte hanno un valore di legge, qui quindi sul discorso dell'equilibrio già citato dal collega Lombardi, quelle su cui la Regione ha possibilità di giocare come leva autonomamente, ossia Irpef e Irap, hanno un peso preponderante. In particolare l'Irap, che da sola copre quasi il 34%, è un'imposta che colpisce le aziende e quindi la sua ampiezza in un certo senso può frenare, in questa forbice di applicazione, o favorire lo sviluppo delle imprese.
In un momento come questo la Regione dovrebbe, a mio sommesso parere, abbassare l'Irap, ripeto: abbassare l'Irap, riducendola ulteriormente per dare un incentivo alle imprese, soprattutto quelle in difficoltà. A questo proposito non è un caso che la voce più consistente dei residui attivi da riscuotere risulta essere l'Irap, assessore. È un fardello che molte imprese in questa fase fanno fatica a sostenere.
Per quanto riguarda poi i residui, la quota non riscossa è ancora troppo alta. Tra i residui attivi spiccano poi, ma l'avevo già evidenziato in sede di commissione consiliare, i crediti inesigibili, una cifra relativamente cospicua, soprattutto se si tiene conto che potrebbe essere utilizzata in altri settori. Ciò che spiace è che queste risorse siano mancate anche a causa di lentezze, di presunte inefficienze.
Per quanto riguarda il patto di stabilità, e vado alla conclusione, c'è sempre questo ritornello di lamentela sui tagli, ma poi alla fine il patto viene mantenuto, segno che vi sono dei rami secchi, delle sacche di spreco, presidente, da potare, da tagliare.
Meno male, e qui è una considerazione personale, dico meno male che lo Stato ha messo dei paletti per contenere gli sprechi, soprattutto si parla di regioni del Sud - ahimè! -, però questo va detto.
Una nota finale sulle spese. Anche in questo caso i residui hanno un valore importante, segno delle lentezze nei pagamenti.
Ho presentato un atto ispettivo all'amministrazione regionale nel settore della sanità perché non vengono rispettati i pagamenti ai fornitori da parte delle ASL, soprattutto in tempi ragionevolmente certi.
È notizia di questi giorni, apparsa sul Sole 24 Ore, che l'Europa ha emanato una direttiva, una circolare per richiamare le amministrazioni ad un rispetto dei tempi nei pagamenti.
Anche se queste risorse provengono dallo Stato e dall'Unione Europea, queste lentezze sono ascrivibili a meccanismi difficoltosi, di accertazione, di certificazione, e resta necessario velocizzarne i tempi di pagamento, soprattutto per gli artigiani e per le imprese del settore.
Si potrebbe far ricorso al meccanismo dell'anticipo di spesa per quanto riguarda i trasferimenti, ma soprattutto rivedere e intervenire sulle norme di rendicontazione, di certificazione per renderle più snelle.
Un'ultima, ma non ultima per importanza, segnalazione, che tutti i colleghi puntualmente hanno avuto modo di verificare e su questo penso presenterò un ordine del giorno, è la questione toccata in maniera chiara, esaustiva, dal collega Lombardi sulle partecipate, che sono, assessore, come segnalato dalla Corte dei Conti, un cartellino giallo per la Giunta regionale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Pollastri.
Ha chiesto d'intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente.
Oggi la Giunta regionale sottopone al vaglio dell'Assemblea legislativa il rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2009, considerandolo uno dei tanti adempimenti formali dovuti, dato che nella sostanza le iniziative importanti ed i punti critici legati al bilancio sono, nei fatti, sempre tenuti ben lontani dal dibattito dell'Assemblea.
Mi riferisco innanzi tutto ai 92 milioni di euro, corrispondenti a quote cedute ad alcuni enti locali per il superamento del patto di stabilità, che abbiamo appreso con un comunicato stampa. Nessuna iniziativa o riga di comunicazione è stata data dalla Giunta in merito a tale operazione.
A nome di tutto il gruppo della Lega Nord, pur condividendo la volontà di aiutare le amministrazioni locali, esprimo una forte critica per questa modalità e assoluta mancanza di trasparenza.
Chiedo alla vicepresidente di fare chiarezza sugli atti e sui procedimenti che sono stati attuati e chiedo inoltre garanzie sull'opportunità della Regione di cedere quote al momento in cui lei stessa e gli assessori non perdono occasione per denunciare mancati o ritardi trasferimenti statali, con la conseguente mancanza di liquidità per i necessari adempimenti.
Insomma, su questa manovra da oltre 92 milioni di euro, credo che la Giunta debba qualche spiegazione in più, ossia: perché si verifica questa disponibilità di saldo finanziario?
Risulta infatti che altre regioni, con performance finanziarie ed economiche anche migliori per quanto riguarda la capacità d'impegno di spesa, non abbiano cifre simili da destinare in aiuto agli enti locali.
Perché sono slittati i tempi rispetto alle previsioni ed alle modalità del decreto legge 5 del 2009? Perché sono stati aiutati 24 comuni, sei province per l'intero importo e non altri? Perché non sono stati coinvolti i rispettivi sindaci e presidenti? Perché non sono chiari gli incentivi e le sanzioni per chi raggiunge gli obiettivi del patto?
Chiedo alla Giunta quale effettiva competenza in materia di bilancio lascia all'Assemblea legislativa, visto che è la Giunta a decidere sempre tutto e all'insaputa di chi dovrebbe quanto meno esprimersi al proposito.
La Giunta è poi latitante anche per quanto riguarda un altro aspetto legato a questo argomento e che invece è fondamentale per esprimere un giudizio politico anche sul rendiconto, e cioè i tempi di pagamento ai fornitori.
Si dice che l'obiettivo della Regione è quello di arrivare ai 200 giorni. C'è da piangere se si considera che la media dell'Unione Europea è di appena 63 giorni, che dovranno essere abbassati a 30 giorni.
Al momento i dati che si leggono sono che l'Emilia-Romagna, ad esempio l'ASL, fa attendere fino a 20 mesi per i pagamenti di fornitori e manutenzione alle imprese, con valori medi di 259 giorni.
Sul rendiconto si è poi espressa la Corte dei Conti con cui si apprende, sempre da un comunicato stampa, che la Regione Emilia-Romagna si è appena convenzionata, forse per fare bella figura in altre sedi, poiché è evidente che poco o nulla si ascoltano i richiami e i suggerimenti che ogni anno la Corte ci scrive. Mi spiego. Sono anni che la Corte esprime dei richiami alla Regione in merito alla partecipazione a società in perdita o comunque infruttuose per l'assetto finanziario, vedi SEAF di Forlì e Bologna Fiere, ma la Giunta prosegue imperterrita.
Sull'aumento dei costi per il personale, idem; sul reclutamento del personale delle società pubbliche la Regione ha rassicurato la Corte dei Conti, ma se si legge la relazione molte sono le ombre in merito alla procedura con cui le società partecipate a finanziarie della Regione assumono il personale e, soprattutto, mettono inquietudine le complessive risorse destinate a società come ERVET, 30 addetti, di cui 10 dirigenti; CUP 2000, che ha appena ricevuto un ennesimo finanziamento di 190 mila euro per il progetto travel planner, dopo i 17,4 milioni di euro per il programma operativo CUP 2010.
Sui vari enti, che nel rendiconto risultano finanziati, si aprono ulteriori infinite voragini finanziate dal 2009: l'ARPA finanziata per 66 milioni di euro; ERGO, finanziata per 61 milioni di euro; fondazioni finanziate per 11 milioni e 200 mila euro, di cui 5 milioni e mezzo alla sola Fondazione Toscanini. Continuiamo comunque qui ad erogare soldi.
Briciole si fa per dire, ma ben 2 milioni e quattrocentomila euro, ad associazioni e partecipate varie.
Siamo contrari ad un bilancio, per così dire, sbilanciato sulla spesa corrente, in continuo aumento, piuttosto che sugli investimenti: 3.461 euro pro capite.
I tempi dell'assistenzialismo sono ormai trascorsi e occorre attrezzarsi diversamente se si vuole valorizzare la spesa pubblica.
L'assistenzialismo può anche migliorare le condizioni di alcune persone in alcune società o fondazioni, ma sarebbe invece più lungimirante per tutti migliorare le capacità produttive, tecnologiche e imprenditoriali.
Quanto alla decantata attenzione rivolta alle politiche del sociale, di cui si parla tanto, sarebbe interessante analizzare quanti finanziamenti vanno a buon fine e aiutano le persone ad aiutarsi e quanti invece vanno a fondo perduto per incentivare o non fare nulla e aspettare gli aiuti pubblici agli extracomunitari di passaggio, che non dimostrano alcuna intenzione d'integrarsi, rifiutando persino la cittadinanza italiana.
Per quanto riguarda la sanità emiliano-romagnola, ci sono stati recentemente illustrati i bilanci delle varie ASL che dimostrano quanta strada ci sia ancora da fare per un reale controllo ed una doverosa razionalizzazione delle spese.
Altro aspetto fondamentale è quello delle piccole e medie imprese, che sono il vero motore trainante dell'economia e che spesso sono considerate esclusivamente utili per fare cassa e poco considerate per il valore aggiunto della nostra economia.
Anziché decantare l'ingente avanzo di bilancio, chiedo perché non siano stati messi in atto meccanismi virtuosi per premiare e incentivare maggiormente quelle piccole imprese che quotidianamente creano opportunità di scambi di lavoro e di crescita.
La proposta di ridurre o eliminare l'IRAP, per le imprese medio-piccole che stanno attraversando crisi grazie alle banche, potrebbe rivelarsi una ricetta positiva e un segno di premialità per le imprese che operano correttamente sul mercato. Potrebbe essere un approccio corretto piuttosto che quello sanzionatorio che solitamente la Regione propone, come anche si è visto nel progetto di legge sull'edilizia che è in procinto di arrivare in aula per l'approvazione.
Oggi è più che mai necessario spendere meglio le risorse collettive che si stanno gradualmente riducendo, attraverso un settore pubblico più leggero, un patto di stabilità territoriale chiaro che tenga conto delle differenziazioni territoriali e di una nuova impostazione maggiormente in linea con lo spirito federalista che la Lega Nord ha sempre portato avanti con la battaglia politica del movimento.
Per le ragioni qui esposte e coerentemente con il voto negativo espresso a suo tempo dal mio movimento in sede di bilancio preventivo, esprimo a nome del gruppo il voto contrario a questo rendiconto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, do la parola alla vicepresidente Saliera.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Buongiorno a tutti.
Ci sono state molte osservazioni nel merito e quindi immagino che ci sia stato un buon lavoro sia di commissione, di verifica, all'interno del materiale consegnato.
Voglio soffermarmi solo brevissimamente su alcune questioni, anche perché la relatrice è stata molto puntuale ed è andata al di là dei dati puramente contabili, ricordando le diverse azioni che sono state compiute, quelle come da programma e da bilancio di previsione, quindi non solo i dati contabili ma anche le azioni per far capire meglio e ricordare a noi tutti che dietro alle cifre ci stanno azioni, servizi e investimenti.
Semplicemente sugli aspetti in particolare che riguardano, perché ho capito che è uno degli aspetti che preoccupa l'Assemblea, i pagamenti, quindi c'è un tema, sì, di entrata di risorse, che complessivamente, come viene detto nella relazione e anche dalla Corte dei Conti, le entrate sono sempre più rigide e tendenzialmente inferiori.
Stiamo parlando del passato, poi il collegamento con il futuro avremo occasione di farlo nella prima discussione sulle linee per il bilancio 2011 che faremo il prossimo 3 novembre, ma sulla parte della cassa in termini di pagamenti i nostri fornitori vengono liquidati nell'ambito puntualmente dei 90 giorni.
Sul versante “sanità” abbiamo cercato di attivare tutti i meccanismi per ridurre i tempi dei pagamenti, ma alcuni tempi sono incomprimibili rispetto alle risorse in entrata, ovvero rispetto ai trasferimenti da parte dello Stato.
Su altre questioni, le partecipazioni che sono state più volte richiamate, ho avuto modo di dire anche in commissione, in particolare sulla SEAF c'è un lavoro in corso, che ovviamente non è definito e determinato solo dalla Regione, ma sono diversi i soggetti e diverse anche le possibilità di poter agire. Oggi siamo in una situazione in cui si può cominciare in effetti ad agire e quindi a proseguire con il progetto che si era individuato.
Nell'ambito di Bologna Fiere credo che sia noto a tutti quanto le fiere per la realtà bolognese siano importanti e quindi l'azione e la presenza qualificante della Regione ed il lavoro che la Regione porterà all'interno del sistema fiere, nel rapporto fra Bologna in un contesto più ampio, penso che potrà dare una soluzione operativa di miglioramento, quindi anche di ricaduta nel sistema di sviluppo delle nostre imprese.
Noi abbiamo un tema forte, che è quello di incassare con tempi veramente lunghi. L'altra parte è sulla spesa, soprattutto quella che riguarda opere che si rivolgono soprattutto verso altre istituzioni pubbliche, ci sono procedure un po' complicanti. Certe volte sono procedure complicanti non solo dal punto di vista della burocrazia, certe volte proprio perché si tratta di operare. Mi riferisco, ad esempio, ad alcuni comuni: la posizione magari di un terreno, la procedura espropriativa e via via, cito questo, ma possono essere tanti i motivi per cui rallentano la spesa.
Così come a rallentare la spesa sono i termini del patto di stabilità.
Quindi, in particolare rispetto a istituzioni quali i comuni, dire che dovranno pagare entro 60 giorni, diciamo che è un po' in contrasto sicuramente con il patto di stabilità nazionale. Per cui se si apprezza l'indicazione europea, bisognerà anche a livello italiano essere conseguenti per creare le condizioni, in particolare nelle opere che riguardano investimenti e sviluppo scegliere strade diverse. Perché abbiamo visto che il mettere a disposizione 92 milioni della nostra giacenza media, che si aggira sui 300 milioni, e complessivamente per il nostro bilancio è una giacenza prudenziale, ma non certo eccessiva, come massimo siamo nell'ordine dei 300 milioni, mettere a disposizione degli enti locali i 92 milioni, come abbiamo fatto 15 giorni fa, vuol dire che dopo 15 giorni gli enti, a una verifica che ho fatto ieri, hanno già liquidato più del 50% alle aziende. Quindi vuol dire che si è creata immediatamente la possibilità di pagare imprese e aziende e non mi pare che oltre a mantenere un livello di pagamento nostro, entro i 90 giorni, dei nostri fornitori, dare la possibilità ai comuni e alle istituzioni di poter pagare e non trattenere ciò che hanno in pancia, magari lì da diverso tempo, forse anni, sia un aspetto assolutamente positivo.
Nel presentare il consuntivo in commissione non ho lamentato mancanze eccessive di trasferimenti, certe volte ho l'impressione che in questa Assemblea si richiami una lamentela e una piangeria anche quando non viene fatta. La lasciamo, non una piangeria, ma lasciamo la discussione e quindi la considerazione della situazione in cui noi oggi siamo, nel 2010, con un programma di legislatura, un piano di legislatura strategico partendo dal 2010, la manovra estiva, da lì faremo le considerazioni non in termini di piangeria, ma assolutamente oggettiva e in termini di potenzialità di federalismo.
Quindi, praticare esattamente ciò che prevede la legge 42 sul federalismo. Andremo a vedere e ad esaminare qual è la potenzialità vera, reale dei prossimi anni. Quindi, partendo da una situazione solida di bilancio, come la Corte dei Conti dice, che ci aiuta e dovrebbe dare quindi a tutta l'Assemblea una consapevolezza e una tranquillità. Non ci sono tante regioni in Italia che possono dire questo, non ci sono tante regioni in Italia che possono dire che fanno l'assestamento nei tempi, a metà anno, e possono fare una valutazione politica dell'anno; non ci sono tante regioni che approvano il consuntivo o il rendiconto in questa stagione; non ci sono tante regioni che approvano il bilancio entro l'anno, entro dicembre. Questi sono livelli che dovrebbero creare una condizione di lavoro all'Assemblea legislativa normale e non anomala, ma nel sistema Italia è quasi un'anomalia.
Ma questo dà la possibilità a noi di lavorare con serenità nell'anno e avere tutti i dati sulla parte precedente dell'anno stesso, dà la possibilità al sistema istituzioni, al sistema imprese di avere dei dati e una base per poter programmare, quindi regge il sistema regionale.
Quindi la discussione andrà avanti, non sul consuntivo, ovviamente, che si chiude qui, ma su tutti gli altri aspetti che questa mattina sono stati sottolineati e il 3 novembre sarà l'occasione per affrontarli.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, vicepresidente Saliera.
Abbiamo concluso la discussione generale. Iniziamo l'esame dell'articolato.
Articolo 1.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 1.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 1 è approvato.
Articolo 2.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 2.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 2 è approvato.
Articolo 3.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 3.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 3 è approvato.
Articolo 4.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 4.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 4 è approvato.
Articolo 5.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 5.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 5 è approvato.
Articolo 6.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 6.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 6 è approvato.
Articolo 7.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 7.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 7 è approvato.
Articolo 8.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 8.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 8 è approvato.
Articolo 9.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 9.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 9 è approvato.
Articolo 10.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 10.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 10 è approvato.
Articolo 11.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 11.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 11 è approvato.
Articolo 12.
Discussione generale, dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, l'art. 12.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'art. 12 è approvato.
Sono stati presentati due ordini del giorno: uno a firma del consigliere Pollastri, che avete già tra il materiale che è stato distribuito, e un altro su proposta della consigliera Pariani, che è in corso di distribuzione.
Poiché è prevista la dichiarazione di voto unica finale su tutto l'articolato e sugli ordini del giorno che sono stati presentati, collegati all'articolato, ci diamo il tempo in cinque minuti che prendiate visione ovviamente dell'ordine del giorno che è stato presentato, altrimenti rischiamo di fare una discussione dove manca un elemento.
Per cui sospendiamo cinque minuti senza abbandonare l'aula, il tempo di avere il materiale... Ma vedo che si è prenotato il consigliere Pollastri, per cui do la parola al consigliere.
POLLASTRI: Chiedevo, scusi, presidente, se l'altro ordine del giorno della collega era stato presentato dopo la chiusura della discussione generale, visto che non è stato distribuito.
PRESIDENTE (Richetti): Consigliere, non l'avrei ammesso se non fosse stato presentato in tempo utile.
La collega l'ha presentato, mancava solo il tempo tecnico di fare le fotocopie e farvelo avere, visto che vi dovete esprimere su questo ordine del giorno.
A questo punto è stato distribuito, per cui apriamo le dichiarazioni di voto congiunte sui due ordini del giorno e sul progetto di legge.
Ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Leggerò al volo l'ordine del giorno della collega Pariani.
Intanto mi esprimo per quanto riguarda il progetto di legge, ovviamente il nostro gruppo voterà in maniera contraria, però anche in questa sede ci terrei a motivare la nostra contrarietà non semplicemente rispetto ad un banale esame formale del rendiconto, né in base ad un minuetto che normalmente si ripete in queste aule, per cui certamente l'opposizione non può votare in maniera favorevole al rendiconto della Regione, ma con delle motivazioni che abbiamo approfondito con l'esame di questo rendiconto.
Le motivazioni sono essenzialmente queste. Fra l'altro mi sono sentito anche più libero nel formulare alcune critiche d'impostazione generale, visto che l'assessore oggi in carica non è lo stesso responsabile del bilancio 2009.
A noi risulta di tutta evidenza che quel bilancio oggi, ad un esame più attento anche con gli approfondimenti che tutti siamo in grado di fare rispetto, ad esempio, al patto di stabilità e ad altri parametri richiesti, è un rendiconto che, come lei ci diceva, certamente è più virtuoso che in molte altre regioni sia per il metodo che per i tempi con cui viene redatto, ma proprio per questo noi qui siamo a valutare questo atto.
Quindi, se siamo più celeri che altre regioni, ci fa piacere; deriva forse anche da una cultura diffusa che c'è in questa Regione, patrimonio di tutti e non solamente di qualcuno, ma nel merito della questione notiamo come la Regione, per esempio, mentre sul livello nazionale invoca investimenti anticiclici, qui è molto contratta rispetto a questo tipo d'investimenti e l'abbiamo visto proprio dal bilancio 2009. Il patto di stabilità, lei ricordava, certamente è un fatto positivo che oggi siamo in grado, allora d'impegnare 30 milioni di euro, oggi 92 milioni di euro per gli enti locali, però ci dobbiamo interrogare se una Regione come la Lombardia, per esempio, riesce ad avere un monitoraggio sul rispetto del patto di stabilità molto più stringente, che consente di utilizzare queste risorse in corso d'opera e non, come si dice in gergo, “a babbo morto”.
Quindi, questi aspetti ci inducono a dire che non si tratta semplicemente di un bilancio tecnicamente corretto, ma la nostra critica muove rispetto all'impostazione generale.
Lei richiamava, giustamente, io le do atto: in alcuni interventi in commissione non ha fatto il solito pianto greco rispetto alle risorse, eccetera, però noi siamo stati abituati in questi anni a questa piangeria, come lei richiamava.
Questa piangeria è stata fatta quando, secondo noi, non ce n'erano i presupposti, perché anche qui tutte le volte, anche oggi è emerso, le relazioni della maggioranza sono divise in due parti: la prima, disastro generale per come il Governo si comporta, il patto di stabilità, i limiti, quindi questa è la premessa; poi si dice: però noi diamo più investimenti, siamo riusciti a dare risposte a tutti, i servizi sono migliorati, addirittura rispettiamo il patto di stabilità, questo patto di stabilità che ci opprime lo rispettiamo in maniera virtuosa per 100 e passa milioni di euro, per cui li mettiamo a disposizione degli altri, paghiamo entro 60 mesi. Allora, se c'è tutta questa pressione prima si dovrebbe vedere in qualche modo, fino ad oggi non ce ne siamo accorti. Vedremo se in futuro effettivamente queste ristrettezze in qualche modo ci colpiranno.
Ecco perché rispetto al progetto di legge del rendiconto 2009 il nostro voto sarà sicuramente negativo.
Rispetto all'ordine del giorno del collega Pollastri, credo che il nostro voto sarà favorevole, perché si riferisce a dei contenimenti di spesa, peraltro indicati dalla Corte dei Conti. Mi fermo qui perché non sono riuscito, mentre parlavo, a leggere l'ordine del giorno della collega e quindi il nostro voto sarà l'esito di una lettura per quanto frettolosa di questo atto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha chiesto di parlare la consigliera Pariani. Ne ha facoltà.
PARIANI: Intervengo per presentare l'ordine del giorno, presidente?
PRESIDENTE (Richetti): In dichiarazione di voto congiunta sull'ordine del giorno e il dispositivo.
Prego.
PARIANI: Voglio sottolineare che avevamo indicato già in commissione la presentazione di un ordine del giorno collegato alla discussione del bilancio consuntivo ma relativo al tema del patto di stabilità poiché, come già in relazione ho indicato, questa questione del patto di stabilità mette in forte fibrillazione tutta la finanza locale e rappresenta un vincolo che penalizza fortemente l'azione degli enti locali sul territorio, in particolare penalizza il nostro sistema delle imprese.
L'indicazione di presentazione di un ordine del giorno, forse l'ennesimo su questo argomento, nasce anche dal fatto che il Parlamento e quindi anche la maggioranza di Governo nazionale, già nel 2009 hanno approvato un ordine del giorno presentato dal gruppo alla Camera del Partito Democratico che chiedeva una riformulazione delle indicazioni relative al patto di stabilità interno, in particolare su alcuni argomenti che venivano ad incidere sulla possibilità di effettuare pagamenti da parte degli enti, in particolare sui residui passivi, cioè su opere già realizzate.
E si conta nella nostra Regione, come già indicavo nella relazione di bilancio, sul fatto che questa realtà regionale, diciamo come bilancio consolidato della Regione e degli Enti locali, ha circa un miliardo di euro che potrebbero essere immediatamente erogati in pagamenti o messi in cantiere su piccole opere pubbliche sul territorio, tra l'altro opere pubbliche indispensabili (parliamo di edilizia scolastica, parliamo di risanamento ambientale), cioè quelli che sono gli interventi legati alle opere pubbliche degli enti locali e che darebbero ossigeno ad un comparto dell'edilizia che è fortemente penalizzato da questa crisi nella parte che riguarda l'edilizia privata.
Quindi chiediamo a tutti di farsi carico di questo problema, e lo chiediamo non a caso relativamente alla discussione del bilancio consuntivo, perché la discussione sul bilancio consuntivo dimostra che questa Regione può fare di più rispetto a questo e che gli enti locali possono fare di più e che il contributo che questa Regione, il sistema degli enti locali della Regione Emilia-Romagna hanno dato al risanamento dei conti pubblici è lontano anni luce al contributo di segno opposto che invece in questo momento la spesa centrale, diciamo così, sta dando e che non è altrettanto sotto controllo come la spesa regionale.
Io poi credo che dobbiamo sottolineare ancora una volta come naturalmente siano molte le questioni su cui ancora migliorare, intervenire, razionalizzare. Certamente c'è anche un tema, consigliera Noè, di verifica puntuale e precisa degli interventi previsti nel bilancio previsionale rispetto al consuntivo e probabilmente la forma con cui è scritto, lo dico anche come relatore, non è quella che ci consente meglio di fare questo tipo di comparazione al bilancio, anche se i dati ci sono tutti, capitolo per capitolo, voce per voce.
Naturalmente, diciamo, la semplificazione comporta anche la semplificazione nella lettura dei dati, su questo concordiamo.
Per cui credo che sarebbe utile e necessario per tutta la politica regionale, al di là della maggioranza che governa questa Regione, prendere atto del danno che la forma di questo patto di stabilità comporta non per le casse degli enti locali, ma per le imprese del nostro territorio e di quanto questo patto di stabilità non sia la misura, la formula che consenta di risolvere i problemi del bilancio dello Stato. Quindi chiediamo di cambiarlo, di dare l'opportunità di fare investimenti e opere pubbliche sul territorio e di controllare semmai di più la spesa centrale rispetto a quella locale.
Dal punto di vista invece della risoluzione presentata dal consigliere Pollastri, riteniamo che le questioni poste dalla vicepresidente Saliera in termini di controllo e verifica delle partecipazioni dicano di più in termini generali rispetto a quello che dice questa risoluzione, che si limita a cogliere un punto molto puntuale della relazione della Corte dei Conti, neanche assumendo pienamente tutto ciò che la relazione della Corte dei Conti dice in termini di partecipazioni dell'Ente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Pariani.
Ha chiesto d'intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Desidero informare che rispetto a questo ordine del giorno, in rappresentanza del gruppo UDC, voterò favorevolmente.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Esprimiamo il voto favorevole ad entrambi gli ordini del giorno; in particolare, in riferimento all'ordine del giorno del consigliere Pollastri, chiediamo venga aggiunta la nostra firma in calce, con l'accordo del consigliere proponente.
Spendo in dichiarazione di voto due parole in merito al tema partecipazioni. Al 31 dicembre 2009 la Regione vantava, come patrimonio immobiliare, una consistenza di 77 milioni di euro e azioni o quote di capitale in società a cui partecipiamo in diversa misura.
Mi fermo in particolare, presidente, rivolgendomi in questo caso direttamente a lei che è il garante di questa Assemblea, all'aumento di capitale che abbiamo sottoscritto per circa 7 milioni di euro di Bologna Fiere.
A maggio, dopo l'insediamento, ho fatto una richiesta ex art. 30 dello Statuto di accesso agli atti per visionare il piano industriale di Bologna Fiere. Noi Regione siamo tra gli azionisti più importanti, ci mettiamo milioni e milioni di euro e lavoriamo in conto e per nome dei cittadini emiliano-romagnoli.
Vorrei capire come sia possibile che la nostra Regione e, in particolare, il settore dell'Amministrazione preposto non abbia in mano il piano industriale di Bologna Fiere e come sia possibile, fatti salvi i vincoli di segretezza a cui noi consiglieri dobbiamo attenerci, che un consigliere regionale dell'Emilia-Romagna non possa visionare il piano industriale di Bologna Fiere.
Ci vengono chiesti dei soldi e noi dobbiamo votare su questi aumenti di capitale e io non so per cosa voto, per cosa andrò a votare. Non è possibile che il ruolo dei consiglieri venga così svilito!
Chiedo a lei, presidente, visto che, come possiamo vedere, nel bilancio della Regione incidono un bel po' le nostre partecipazioni, che venga salvaguardato il ruolo ispettivo dei consiglieri e che questi vengano - ripeto, fatti salvi i vincoli di segretezza - messi nelle condizioni di svolgere il loro mandato al meglio.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Non ho altri iscritti ad intervenire, pertanto dichiaro chiusa la dichiarazione di voto congiunta su ordini del giorno e progetto di legge.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 209/1, a firma dei consiglieri Pollastri e Favia.
(È respinto a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'ordine del giorno è respinto.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno oggetto 209/2, a firma dei consiglieri Monari, Pariani, Mandini, Naldi e Donini.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'ordine del giorno è approvato.
Si proceda ora alla votazione dell'intero testo di legge, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
Procedutosi alla votazione e alla verifica della regolarità della stessa da parte dei segretari e degli scrutatori, il presidente comunica il seguente risultato:
Presenti
44
Assenti
6
Favorevoli
27
Contrari
17
Astenuti
--
PRESIDENTE (Richetti): Proclamo approvata la legge riguardante "Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2009".
OGGETTO 614
Delibera: «Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2011. Bilancio pluriennale per gli esercizi finanziari 2011-2013.» (23) (Relazione, discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 127 del 6 ottobre 2010.
La Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 19 ottobre 2010 con la seguente votazione: favorevoli 37; contrari nessuno; astenuti 3.
Ha la parola il consigliere Mazzotti, per svolgere la relazione.
MAZZOTTI, relatore: Do lettura della relazione tecnica che accompagna il bilancio del 2011, che è stato approvato dall'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa.
Il bilancio del 2011 segna un punto di svolta. La complessità della situazione economica e finanziaria ha, infatti, richiesto un impegno straordinario nell'analisi delle attività dell'Assemblea legislativa ai fini di un efficace contenimento della spesa. L'analisi e l'ottimizzazione delle singole attività e funzioni hanno consentito di specializzare e migliorare l'efficienza della spesa e ottenere un consistente risparmio intaccando solo marginalmente servizi e attività erogate.
Se guardiamo ai valori complessivi, gli stanziamenti passano dai 39,74 milioni di euro del 2010 ai 38,72 iniziali del 2011, con una riduzione del 2,6% pari a oltre 1 milione di euro. Il confronto con i dati dell'assestato 2009 e 2010 è ancora più significativo, in quanto il calo ammonta, rispettivamente, al 5,2% (- 2,14 milioni di euro) e al 5,5% (- 2,27 milioni di euro).
L'esame delle singole "funzioni" di bilancio evidenzia con maggiore precisione alcune scelte fondamentali.
Il risparmio più consistente in valore assoluto (- 1,16 milioni di euro, cioè il 5,5%) si realizza nella funzione "Attività degli organi assembleari', che ha al proprio interno la spesa per indennità e finanziamenti ai gruppi assembleari. Siamo già di fronte ad una consistente riduzione, operata nel quadro delle norme vigenti. I valori potranno ulteriormente mutare a seguito del dibattito assembleare in corso sulle proposte in elaborazione in tema di indennità e vitalizi. Diminuiscono fortemente anche le spese per la funzione "Informazione" (- 190 mila euro, - 14,8%) e per la funzione "Comunicazione, documentazione, relazioni esterne e internazionali" (- 463 mila euro, - 22,9%).
Rimane di fatto stabile a 8,7 milioni di euro la spesa per il personale, le collaborazioni e le consulenze, con una marcata riduzione di collaborazioni e consulenze (dai 617.000 euro del 2009, ai 330.000 euro del 2010, ai 240.000 euro del 2011), compensata dal crescente utilizzo di personale interno anche su funzioni di elevata specializzazione. Questo risultato è stato reso possibile grazie alla ridefinizione della struttura organizzativa dell'Assemblea, che ha privilegiato l'utilizzo di personale dipendente per invertire la tendenza all'incremento della spesa per incarichi e consulenze, diminuite del 41% nel corso del 2010 sul 2009 e che diminuiranno di un ulteriore 27% nel 2011 sul 2010.
La sola funzione in crescita (oltre al fondo di riserva, dimensionato a livelli superiori per far fronte alla possibile acquisizione di nuove funzioni in materia di garanzia dei diritti dei cittadini da parte dell'Assemblea) è quella della cosiddetta "logistica" (+ 11,9%, 588.000 euro). L'investimento avviene con un duplice obiettivo: garantire adeguati spazi ai gruppi assembleari, migliorare la qualità degli spazi destinati a servizi al pubblico (biblioteca, videoteca, Centro Europe Direct, Centro "Alberto Manzi") e accelerare l'informatizzazione delle procedure, per operare sempre più in modalità funzionale.
Se analizziamo l'evoluzione dei bilanci dell'Assemblea dal 2005 ad oggi (confrontando quindi i valori previsionali del 2005 con quelli del 2011) possiamo rilevare come nel periodo si registri un decremento complessivo dello 0,14% in valore nominale, mentre il tasso d'inflazione nel periodo è pari a circa l'11% (dato stimato). Anche il confronto con il 2006 è positivo.
Il raffronto con le spese correnti risultanti dall'assestamento dell'anno 2010 presenta una variazione in diminuzione di 2.276.321,38, pari al -5,55% e del 2,56% in raffronto con la previsione 2010.
Le spese previste per l'esercizio finanziario 2011, sulle quali sono rappresentate le attività svolte dalle diverse strutture deIl'Assemblea legislativa, sono state riclassificate come previsto già dal bilancio 2008, e sono articolate rispetto alla strutturazione organizzativa della Direzione generale.
Passo velocemente a illustrare alcuni punti delle voci di entrata e di spesa.
Per quello che riguarda le entrate, è stimata un'entrata complessiva di 35.541.364 euro, dei quali 188.536 euro sono derivanti dall'istituzione di un apposito capitolo denominato "Entrate per contributi obbligatori assessori regionali nominati".
Per quanto riguarda le entrate proprie, sono state individuate complessivamente in 1.071.352 euro in diminuzione, rispetto al 2010, del 22,74%. Sono voci molto tecniche, come quelle sugli interessi sulle giacenze di cassa depositate presso la Tesoreria della difesa civica. Poi ci sono altre voci più significative come, ad esempio, le convenzioni per la difesa civica presso i comuni e le province sprovvisti di difensore civico (30 mila euro). La previsione tiene conto delle convenzioni attualmente in essere, dell'ipotesi di stipulare convenzioni con almeno metà delle province dell'Emilia-Romagna nel 2011 e con la previsione per il 2013 che lo strumento della convenzione sia superato dall'effettività di nove Difensori territoriali presenti nelle Province, quindi è un percorso che abbiamo messo in campo.
Rimborsi ed introiti diversi, contributi obbligatori e facoltativi ai consiglieri regionali, entrate derivanti da progetti vari.
Per quello che riguarda invece la parte della spesa, per quello che riguarda la prima funzione "Supporto al processo legislativo", possiamo notare in questa voce una flessione di 19.000 euro in relazione agli importi assegnati per l'anno 2010. In questa funzione 1 ci riferiamo a iniziative di comunicazione e pubblicazioni monografiche di settore; sviluppo di attività di analisi, studio e ricerca; servizio di deregistrazione dei resoconti.
Mentre, per quello che riguarda la funzione 2, cioè quella riferita agli organi assembleari, che è la voce che riguarda in particolare le spese relative all'indennità di carica e di funzione, troviamo una voce che è sostanzialmente invariata, perché è in coerenza, appunto, come dicevo prima, con la normativa vigente e stante il blocco delle indennità parlamentari stabilito con la "Finanziaria" 2008 (art. 1, comma 375). Il raffronto con l'anno 2010 su questa voce evidenzia una diminuzione dovuta al numero inferiore di Presidenti di Gruppo della IX legislatura e la conseguente minor spesa per le indennità di funzione. I rimborsi spese per la partecipazione alle riunioni istituzionali tengono conto della variazione in diminuzione dell'importo forfetario, già approvata dalla Camera dei Deputati, e cioè la diminuzione di 500 euro mensili dell'analoga voce di spesa alla quale sono commisurati nella misura del 65% del nostro riferimento regionale.
Lo stanziamento per l'indennità di fine mandato tiene conto della spesa ipotizzabile per la possibile richiesta dell'anticipo dell'80% dell'indennità maturata da parte dei soli consiglieri riconfermati nella IX legislatura e che ancora non ne hanno usufruito.
Per quello che riguarda gli assegni vitalizi, lo stanziamento proposto tiene conto degli impegni derivanti dagli assegni in essere e di quelli che avranno decorrenza nel corso del 2011 e, in parte, dei potenziali titolari di assegni (spesa finanziata al 50%), sulla base di una indennità di carica prevista senza adeguamenti, quindi con la voce attuale.
Restano confermati gli importi deliberati per i contributi ai gruppi nel 2010, quindi già con il taglio di cui prima parlavo, mentre c'è una riduzione nello stanziamento, alla voce "Compensi per i revisori dei gruppi", perché si è proceduto alla scelta della riduzione di numero del collegio, che passa da cinque componenti a tre componenti.
Per quello che riguarda le spese per il personale assegnato alle strutture speciali dell'Assemblea legislativa, gli stanziamenti riportano i valori dei budget definiti dall'Ufficio di Presidenza per l'anno 2010 ad inizio legislatura.
È ricompreso, tra le voci di spesa, lo stanziamento relativo al Servizio Informazione, già individuata quale struttura speciale nel corso del 2008. Il raffronto con l'anno precedente non risulta significativo perché l'assestato 2010 tiene conto delle modifiche intervenute a seguito della fine legislatura, della riattribuzione delle quote parte di budget non utilizzate al termine dell'esercizio 2009, accertate dal conto consuntivo, e degli eventuali trasferimenti di fondi richiesti dai Presidenti dei Gruppi, a valere sui contributi ai Gruppi stessi.
Sulle spese di rappresentanza, c'è un contenimento del 15,8%: sto parlando dell'Ufficio di presidenza, le presidenze delle commissioni e la presidenza dell'Assemblea legislativa. Lo stanziamento passa da 190 mila euro a 160 mila euro, mentre, per quello che riguarda la funzione 4, che è quella relativa al CO.RE.COM., in questa voce sono raggruppate, con una diminuzione rispetto alla previsione del 17,5 e all'assestato del 16,34, tutte le voci di funzionamento di questa struttura.
La spesa che proponiamo ridotta è possibile a seguito di una ottimizzazione progressiva, una concentrazione delle attività sulle principali funzioni (in particolare quelle di conciliazione, di definizione delle controversie e del monitoraggio).
Per quello che riguarda la funzione 5, cioè l'Informazione, lo stanziamento è di 1.100.000 euro, ed è dedicato principalmente alle iniziative rivolte all'acquisizione delle informazioni (rassegna stampa e convenzioni con le agenzie di stampa), alle spese per le iniziative di informazione radiotelevisiva (trasmissioni tv e radio, service esterno). Anche per questa funzione, le esigenze di contenimento della spesa hanno suggerito una consistente riduzione, alla quale c'è l'impegno dell'Ufficio di presidenza di corrispondere una riprogettazione e una profonda revisione dei prodotti erogati.
La sesta funzione, quella della "Comunicazione, Documentazione, Relazioni esterne e internazionali", vede una riduzione del 22,91%.
Le voci di spesa di questa funzione sono, in particolare, le iniziative culturali, le pubblicazioni, le manifestazioni; la comunicazione sociale pubblica e istituzionale; la documentazione per gli uffici; la biblioteca; la videoteca; la progettazione e le attività in campo europeo (Attività Antenna Europe direct, seminario Istituto Spinelli-Ventotene, Meeting gioventù europea, ecc.); sviluppo di forme di democrazia partecipata e di cittadinanza attiva; sviluppo della cultura dei diritti umani; convenzioni con associazioni, fondazioni, istituzioni.
Per quello che riguarda la settima funzione, cioè quella delle "Risorse Umane", lo stanziamento 2011 relativo agli stipendi ed oneri del personale è sostanzialmente invariato, con significative differenze nella ripartizione delle voci fra i diversi capitoli di spesa.
Sono stati infatti fortemente ridotti gli importi, come dicevo all'inizio, per gli incarichi, che vengono ridotti del 27,3%, da 330.000 euro a 240.000 euro, dopo la forte riduzione già effettuata nel 2010. Si riducono anche le spese per i tirocini e l'alternanza scuola-lavoro e la spesa per la formazione, a seguito delle disposizioni della L. 122/2010 che è in vigore, una parte della quale è ancora oggetto di interpretazioni.
È in crescita la spesa per il personale dipendente, in quanto negli ultimi mesi del 2010 si compie il processo avviato nell'ultimo triennio di investimento sulle risorse professionali interne in sostituzione del precariato e delle consulenze.
PRESIDENTE (Richetti): Consigliere Mazzotti, se può andare verso le conclusioni...
Prego.
MAZZOTTI: Posso interrompere qui.
Rimane la Funzione Logistica, che vede, purtroppo, un incremento di spesa dell'11,95% e sono le voci attinenti alle strutture, ai fitti, alla vigilanza, alle pulizie, agli arredi, alle manutenzioni ed il sistema informatico, che è una voce che incrementa dell'11,95%, per la quale c'è l'impegno dell'Ufficio di presidenza di verificare, insieme alla Giunta, un'ulteriore ipotesi di razionalizzazione. Ma questa è una spesa obbligatoria, come sono spese obbligatorie quelle altre.
Complessivamente dunque questo è il quadro del bilancio che andiamo a proporre, che ha verificato l'Ufficio di presidenza ed è in linea con gli orientamenti che il presidente dell'Assemblea legislativa ha annunciato all'atto del suo insediamento.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mazzotti.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Ho ascoltato la relazione che ha fatto il collega in merito all'illustrazione di questa legge, che è una legge che, vorrei dire, ci riguarda particolarmente perché è il bilancio di previsione della nostra Assemblea legislativa.
Personalmente apprezzo l'atteggiamento che c'è stato nel cercare di razionalizzare al meglio tutte le voci che riguardano appunto il funzionamento di questa Assemblea, così come in commissione mi sono permessa di votare con astensione rispetto alla discussione che si era attivata verso l'argomento, e la mia astensione era motivata principalmente su quelli che erano alcuni aspetti logistici.
Infatti il collega prima diceva che su alcune voci che riguardano in particolare i fitti passivi, questa Assemblea legislativa ha riscontrato un aumento di costi che va oltre l'11%.
Io sono andata a fare una verifica di come questa voce sui fitti passivi si manifesta, e devo prendere atto di qualche cosa che non mi risulta molto logico, colleghi, perché l'Assemblea legislativa è titolare di quattro contratti di locazione, due dei quali sono iniziati nel 2005, con valenza fino al 31/12 di quest'anno, che riguardano soprattutto le sedi dove c'è il CO.RE.COM., gli archivi del magazzino, la biblioteca, eccetera; poi ce n'è un altro che è iniziato il 1° dicembre 2007 fino al 30/11/2013, che accoglie il Servizio di Gestione e Sviluppo, che arriva intorno ai 350 mila euro. La cosa che a me un po' ha sorpreso, ripeto, se non altro perché il terzo piano è un piano dove ci sono tante situazioni, quindi ho modo anche di verificare un po' da vicino alcuni spostamenti, effettivamente il Servizio di Gestione e Sviluppo, cioè tutta l'area informatica è stata trasferita altrove per ospitare il gruppo dell'Italia dei Valori. E questo spostamento del Servizio Gestione e Sviluppo, che oggi si ritrova ad operare al di fuori, in Viale Aldo Moro 64, per un totale di 400 metri, comporta un esborso di oltre 150 mila euro all'anno per questi 400 metri.
Allora, se io penso un attimo alla nostra torre e penso che bene o male al piano ammezzato, al primo piano, al secondo piano, al terzo piano ci siamo noi, vedo anche che al quarto, al quinto, al sesto e al settimo piano, noi siamo solamente nel lato Est, mi risulta difficile pensare che anche in funzione della grande torre che oggi è stata attivata e quindi ospita uffici della Regione, non ci sia stato lo sforzo di cercare di restituire o alcuni pezzi del piano, ripeto, del quarto, del quinto, del sesto e del settimo, o addirittura di trovare qualche cosa in casa nostra. Stiamo parlando di 400 metri, 400 metri che oggi ospitano la funzione informatica e che ci costano più di 150 mila euro all'anno.
Allora, ripeto, non voglio fare della polemica perché rispetto a questo bilancio mi pongo favorevolmente e la mia astensione era legata solamente a questo aspetto di chiarimento sul tema dei fitti passivi, però credo che anche questa Giunta nei nostri confronti, che sino ad ora non è che ci abbia dato più di tanto, forse nei confronti di alcuni piani poteva ottimizzare, o, dopo l'ingresso di questa torre, trovare 400 metri da darci, perché tutti voi siete al corrente di alcune sale per assemblea, ma che 400 metri - 400 metri! - oggi ce ne dobbiamo fare carico per la bellezza di 150 mila euro! Non voglio nemmeno stare a discutere se siano di mercato o meno, io comunque qui ho una distinta e credo ci dovrebbe far riflettere. Credo che dovrebbe vedere da parte della Giunta stessa una disponibilità magari a restituire alcune metrature che oggi occupa anche qui in casa nostra.
Questa è una riflessione che io faccio e che comunque sottopongo alla vostra attenzione, poi per il resto apprezzo lo sforzo che è stato fatto per razionalizzare al meglio tutte le voci.
Questo secondo me non ha visto uno sforzo analogo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Noi abbiamo dato un'occhiata a questo bilancio di previsione. Ovviamente, non essendoci stato nessuno di noi negli anni passati, abbiamo fatto un'analisi un po' sommaria non conoscendo le ratio che hanno portato alle voci di spesa precedenti.
Sicuramente nel globale ci saremmo aspettati che, considerando le riduzioni che sono un po' d'obbligo in base alla finanziaria e considerando anche il clima politico e il clima socio economico, ci fosse stato un po' più di coraggio.
Fin da subito ci siamo accorti di punti sui quali noi abbiamo già sollecitato con azioni legislative questa Assemblea e la Giunta, punti sui quali si poteva sicuramente avere più coraggio e spero che ci sia occasione di averlo nel corso dell'anno. E ovviamente sto parlando delle spese per le indennità di carica di noi consiglieri, in cui abbiamo già parlato di una possibilità di ridurre questi costi di 2 milioni di euro e anche sui rimborsi spese, che sono attualmente forfetari, facendoli diventare comprovabili o da comprovare con delle ricevute, probabilmente ci sono dei margini di risparmio.
Idem quello che è stato un po' un tema caldo dell'anno, quello dei vitalizi. Anche qui riteniamo che la loro abolizione in base ai nostri calcoli porterebbe ad un risparmio immediato di oltre 2 milioni di euro.
Queste sono spese coraggiose che potevamo fare.
Ho colto con piacere un calo anche interessante delle spese di rappresentanza della presidenza e delle cariche connesse, che rimane comunque, secondo noi, alto a 160 mila euro.
Ho colto con un certo stupore, ma questo mi riservo di approfondirlo, il taglio completo di una rivista di comunicazione dell'Assemblea legislativa che mi risulta essere stata inaugurata solamente 4 anni fa e che evidentemente non ha dato i frutti che l'Assemblea precedente, quando l'ha istituita, si immaginava.
Però noto che, a fronte di questo taglio di 100 mila euro da una parte, dall'altra parte aumenta di 50 mila euro l'acquisizione di spazi su periodici locali, e qui ho qualche perplessità sul grado di comunicazione capillare che si riesca a fare perché, e faccio solo un esempio, la Provincia di Bologna non ha un organo di comunicazione; il Comune di Bologna non ha un organo di comunicazione; quindi, spero che questa comunicazione non venga fatta in comuni assolutamente rispettabili, ma in cui il grado di comunicazione e di informazione di quello che avviene all'interno dell'Assemblea non sarebbe comunque sufficiente.
E altri 45 mila euro in termini di comunicazione li ritroviamo nelle spese di pubblicazione bandi di gara e pubblica utilità e qui sicuramente c'è da approfondire perché dobbiamo pubblicare di più.
In tempi di magra come sono questi, in tempi in cui i tagli sono doverosi, io mi aspettavo, e sicuramente lo solleciteremo, che si ritornasse un po' anche alla funzione essenziale dell'Assemblea legislativa che, come dice il nome, è fare delle leggi ed è sicuramente quello di favorire l'attività del Consiglio.
E allora tutte quelle che sono questi voci di relazioni esterne, progetti europei, iniziative culturali che, pur come ha detto il consigliere Mazzotti, sono state oggetto di un taglio, io credo che vadano approfondite e sarà nostro compito sicuramente che vadano anche qui cercati dei margini di lavoro per operare dei tagli per tornare a quello che è il valore essenziale di questa Assemblea.
Ripeto, non sono attività sulle quali siamo contrari, sarebbe bellissimo poterle fare tutte, di poterne fare probabilmente anche il doppio, è solo un invito al ritorno all'essenzialità di questa Assemblea.
Sicuramente c'è un taglio del 27% sugli studi e le consulenze, che rimangono però secondo me ancora molto alte, perché parliamo di 240 mila euro. Però d'altra parte vedo che, a fronte di questo 27% di calo, mi aumenta del 50% l'attività di analisi, studio e ricerca. E anche questa credo che andrebbe motivata un po' meglio e anche questa credo che dovrà essere oggetto di analisi.
Un punto importante anche dal punto di vista quantitativo, perché parliamo di 654 mila euro, sono le spese informatiche, che crescono notevolmente, è anche spiegato, perché è arrivato il momento di rinnovare le licenze. Noi l'abbiamo già fatto, anzi, io l'ho fatto personalmente in commissione, un invito a valutare velocemente, come stanno facendo tanti altri comuni, anche a maggioranza PD della Regione, di passare veramente a dei programmi, a delle soluzioni informatiche libere, gratuite, e che non ci si può raccontare che hanno dei requisiti di sicurezza o di capacità inferiori a quelli attualmente a pagamento, perché sono in uso e sperimentati ormai da anni.
Il totale delle spese quindi mi diminuisce di un milione di euro. È un taglio che corrisponde alla fine ad un 2,6%. Francamente in questi mesi ho letto tanti articoli di giornali, di una propaganda di tagli di costi che inseguiva un po' quelli che sono non solo gli umori della gente, ma anche di tante istanze che stiamo portando. E rispetto a questa propaganda, a questi titoloni in cui si parlava di scuri e di forbici, francamente mi aspettavo decisamente più coraggio e mi aspettavo dei risultati.
Conto che questi risultati ci siano col contributo di tutti, di tutti i gruppi consiliari, perché oggi quello che mi è arrivato sulla scrivania è francamente qualcosa di un po' misero rispetto al coraggio che si doveva avere.
Si potrebbe dire tranquillamente che ad oggi la montagna ha partorito un topolino, speriamo in meglio nel futuro.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Defranceschi.
Sono convinto che condividerà con me che l'Ufficio di Presidenza è tenuto a rispettare le leggi di questa Regione, a dare copertura a ciò che le leggi prevedono sia per quanto riguarda le indennità che i vitalizi, che fino a quando non sono cambiate l'Ufficio di Presidenza dovrà fare dei bilanci che danno copertura a ciò che le leggi della Regione prevedono.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Poche cose, per esprimere un apprezzamento al lavoro fatto dall'Ufficio di presidenza nel predisporre appunto questa proposta di bilancio di previsione.
Anche qui noi rispettiamo, secondo me, doverosamente, alcune norme previste dal nostro ordinamento, che indicano nel mese di ottobre il termine entro il quale l'Assemblea deve dotarsi del proprio strumento di bilancio di previsione, per concorrere poi complessivamente alla gestione complessa e articolata della spesa della Regione.
Volevo semplicemente ribadire due, tre cose, avendo ascoltato con attenzione le considerazioni del collega Defranceschi, rassicurandolo che comprendo e condivido lo spirito alla base del quale lui sollecita un ulteriore salto di qualità nella nostra capacità di razionalizzare, anche attraverso riduzione, i costi della nostra Assemblea.
Credo che di questo ci stiamo occupando come forze politiche e gruppi organizzati. Già, lo ribadiva il presidente dell'Assemblea, bisogna attendere l'iter di alcune proposte di legge presentate e già definite come iter nelle commissioni competenti. Sono stati nominati i relatori, vediamo appunto di procedere e di ampliare il dibattito.
Alcune considerazioni però vorrei qui cogliere l'occasione per farle. Io ritengo che ci sia un margine di compressione ancora ulteriore di alcuni costi, alcuni sono stati elencati dal consigliere Defranceschi e io lo condivido.
Io vorrei che noi, attraverso anche una discussione fra noi, franca e il più possibile approfondita, e legata anche a un po' di lavoro in più di studio e di riflessione, condividessimo alcuni principi che secondo me sono di ordine istituzionale e democratico. La dico così per essere chiara. Ci sono una serie di costi che io ritengo incomprimibili perché sono i costi della democrazia e della garanzia dell'autonomia e dell'efficacia, da questo punto di vista, del ruolo dell'Assemblea legislativa.
Ricordo che abbiamo uno Statuto regionale che ci ha impegnato, ha impegnato i nostri predecessori a lungo in settima legislatura dove il tema del riequilibrio fra i poteri derivanti dall'elezione diretta del presidente della Giunta regionale fosse in qualche maniera impostato - il riequilibrio - e stabilito in modo tale da dare all'Assemblea una serie di competenze in forma anche esclusiva.
La potestà legislativa è dell'Assemblea legislativa; il tema del controllo, guardo verso i banchi di Marco Lombardi perché insieme ci occupiamo, per esempio, di uno degli aspetti del controllo partecipando al gruppo nazionale di lavoro sul tema delle valutazioni delle politiche pubbliche, è un tema che presuppone, per esempio, ne potrei citare altri, una serie di impegni che devono essere anche impegni onerosi per certi versi, perché sono quelli che ci consentono di essere all'altezza del compito anche di valutatori delle nostre iniziative, delle scelte che qui in Assemblea si fanno.
Il tema di fatto dell'indirizzo presuppone una capacità di individuare, che non è semplicemente l'attività ispettiva che ognuno di noi fa sulla base della segnalazione che attraverso la partecipazione positiva di ognuno di noi alla vita politica delle comunità politiche di cui è espressione e comunità territoriale vengono stimolate.
C'è anche un lavoro di analisi e di ricognizione dei bisogni di una società che noi tutti insieme avremmo ancora la presunzione di rappresentare nella sua interezza, che presuppongono l'attivazione, la gestione e il supporto ad una serie di servizi che devono essere in capo all'Assemblea e non delegati ai gruppi e alle strutture speciali, ma in capo all'Assemblea come garanzia per tutti che quel lavoro è un lavoro a forte impronta, la dico così, istituzionale. Perché questo è il tema.
Se noi facciamo la tara agli aspetti comuni, che sono il dovere di rispettare il ruolo istituzionale di un Parlamento che, come dico a volte, ancora ha un potenziale da esprimere che è quello della prossimità appunto ai cittadini, e di farlo in modo oggettivo, in forma istituzionalmente corretta, se non ci leghiamo in qualche maniera a questo concetto, che secondo me è fondamentale culturalmente, è difficile che riusciamo ad intenderci.
Faccio un esempio. Il consigliere Defranceschi giustamente ha valutato come motivo di richiesta d'informazioni, perché ho apprezzato anche il tono che è stato utilizzato, l'incremento della spesa per il centro studi.
Colgo l'occasione, visto che tra le tante cose questa è stata sottolineata, per esprimere un apprezzamento alla base di questa scelta.
Il centro studi è un servizio dell'Assemblea, messo a disposizione di tutti i consiglieri, che, nella propria attività di legislatori e nell'iter dei vari oggetti in commissione, sentono il bisogno di avere una ricerca, di avere un approfondimento, di avere in qualche maniera appunto un supporto tecnico, operativo, certificato come oggettivo per procedere nella propria attività.
Tutte le assemblee legislative regionali hanno in varie forme luoghi, apparati, che in qualche modo sostengono l'attività legislativa dei consiglieri regionali. Alcune di queste realtà sono estremamente costose, perché sono fondazioni, sono veri e propri istituti che vengono finanziati dall'Assemblea. Questa Assemblea da anni ha attivato una progettualità che ha dato dei frutti, che è partita dall'idea di istituire con le risorse proprie in termini di personale un centro studi, e di alimentare la nostra capacità di essere in grado di offrire supporto informato attraverso la straordinaria ricchezza di mondi accademici che abbiamo distribuiti per tutto il territorio regionale.
Questa è una Regione che ha una sede universitaria in ogni capoluogo di provincia e quindi attraverso una relazione fatta di convenzioni fatte di documenti, di incroci condivisi, in qualche modo si utilizza positivamente questa ricchezza di territorio.
Questo ci consente, per esempio, e questo è un auspicio che io colgo l'occasione per formulare, d'intervenire anche con qualche progetto concreto a supportare la ricerca nel nostro territorio regionale attraverso l'elaborazione di progetti che presuppongano, per esempio, nel rapporto col mondo accademico, l'uso degli assegni per ricerca. Questa è una mia opinione.
Colgo l'occasione per segnalare che non riterrei sprecati denari di tutti a sostenere la ricerca negli ambiti che noi affrontiamo con la nostra attività legislativa per recuperare competenze che difficilmente possiamo assumere qui in forma stabile per ovvie ragioni che non sto qui a dire, ma che presuppongono un aggiornamento costante su molti ambiti anche delle discipline giuridiche che sono figlie di un'innovazione del pensiero.
Cito un esempio per tutti, perché lo affronteremo anche poi tra gli oggetti che abbiamo all'ordine del giorno: tutta la questione del diritto comunitario ci ha permesso in questa Regione di acquisire degli elementi importanti d'innovazione, che poi si sono riprodotti in testi di legge, nel nostro Regolamento, grazie all'apporto, nel nostro legislativo, che ci è stato dato con la convenzione con il Centro interdipartimentale per esempio dell'Università di Bologna, che attraverso il lavoro di tanti studenti che venivano qui a fare i master, le formazioni, le varie forme che sono appunto previste, ci ha permesso, anche noi, di innovarci in un ambito per il quale le competenze vanno create.
Sono tantissime, ripeto, le discipline sulle quali ci serve questo tipo di impegno, che è un impegno comune. Questo per definire meglio quel profilo di autonomia che l'Assemblea deve avere rispetto alla Giunta.
Allora chiudo, perché non voglio farla lunga, esprimendo un apprezzamento perché con il quadro normativo in essere l'Ufficio di presidenza ci ha proposto un bilancio dove io non mi sento di minimizzare il valore di quella riduzione dei costi.
E poi sta a tutti noi partecipare ad una discussione che io, ripeto, ribadisco deve essere una discussione ricca anche dei temi di contesto: qual è il ruolo delle istituzioni, qual è il ruolo del Parlamento, quali sono le funzioni che dobbiamo garantire e che ci porti appunto a modificare le norme e le leggi per ridurre ulteriormente costi che tutti abbiamo deciso e condiviso necessario rivedere in questo periodo di devastazione di carattere economico, e non solo, che affligge anche il nostro territorio regionale.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto d'intervenire la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Molto velocemente, presidente, per dire che il bilancio di previsione che andiamo adesso a sottoporre all'approvazione dell'Assemblea e che riguarda l'esercizio 2011 è chiaramente caratterizzato dall'essere un bilancio che costituisce il primo passo di un cambiamento di rotta iniziato con la IX legislatura. Un cambiamento di rotta nella direzione del contenimento delle spese.
Questo contenimento, io su questo vorrei spendere una parola, non è causato e non deve essere causato soltanto dalla gravità della situazione economica e finanziaria del nostro Paese, e di rimbalzo anche magari nella nostra Regione del bilancio degli enti locali, ma deve essere veramente un segnale forte che noi vogliamo dare come Regione Emilia-Romagna in una direzione nuova, che ci avvicini, ci riavvicini e ci saldi con le richieste e con le istanze dei cittadini e delle forze sociali per arrivare ad una maggiore efficienza e adeguatezza del processo politico.
Questo lo dico perché credo che questo processo debba fare parte di un patrimonio da spendere al di là dei numeri, e credo che questo vada fatto con la convinzione di essere una Regione in grado di esprimere posizioni avanzate da questo punto di vista e anche quindi indipendentemente da quello che fanno le regioni vicine.
Noi dobbiamo guardare al nostro e dobbiamo dare in questo senso un segnale molto forte, di cui oggi possiamo parlare come inizio di un percorso, ma sulla cui conclusione veramente dobbiamo spendere molto del nostro per arrivare ad un adeguamento che sia deciso, condiviso, diffuso e spendibile.
Voglio ricordare che 50, 60 anni fa alcuni costi della politica, rispetto a quelli di oggi, erano infinitamente più bassi e tutto questo non faceva scandalo.
Esistono dei costi incomprimibili, ma esiste anche probabilmente la necessità di rivedere tanto di quello che si è fatto in questi anni, indipendentemente, lo ripeto, dalla difficile situazione economica che attraversa il nostro Paese.
Però in particolar modo, per quello che riguarda la situazione complessiva del nostro bilancio, lo stanziamento iniziale del 2011 si era affrontato con le spese risultanti dall'assestato degli anni 2009 e 2010. Vede una diminuzione rispettivamente del 5,2%, quindi nel 2009, nel 2010 quindi del 5,5%, che è un dato secondo noi significativo e che dimostra appunto che uno sforzo si è iniziato a fare per il contenimento della spesa. Ed in questo senso ci sono alcune voci che ritengo importante sottolineare.
La prima è la definizione della struttura organizzativa dell'Assemblea, che ha privilegiato l'utilizzo di personale dipendente per invertire la tendenza all'incremento della spesa per incarichi e consulenze. Da questo punto di vista si ottiene un risultato importante, perché le spese per consulenze e per incarichi diminuiscono nel bilancio di previsione di 240 mila euro, rispetto ai 617 mila euro del 2009 e ai 330 mila del 2010. E questo ritengo sia uno sforzo molto importante e significativo anche perché, contestualmente, la spesa per il personale fisso rimane sostanzialmente invariata.
La seconda considerazione è una diversa impostazione su tutta l'area della comunicazione e della documentazione, delle relazioni esterne ed internazionali. Qui abbiamo una decurtazione di circa 463 mila euro di spese di rappresentanza, una decurtazione quindi importante e anche coraggiosa.
La quarta riduzione, seppure in termini assoluti la più rilevante, è quella relativa all'attività degli organi assembleari, in particolare le spese per le indennità dei consiglieri e i finanziamenti ai gruppi assembleari. Per questa voce si è previsto un risparmio di 1 milione e 600 mila euro circa, pari al 5,5% in meno rispetto al 2010.
La quinta voce, che è l'unica che registra un aumento significativo delle spese di quasi 600 mila euro, è quella relativa alla funzione logistica, di cui le uscite derivano principalmente dall'aggiornamento del sistema informatico dell'Assemblea e dei fitti passivi relativi ai locali a disposizione. Credo che su questo capitolo si possa sicuramente in un futuro continuare a ragionare, come si è fatto, con un grande senso di responsabilità, cercando tutte le soluzioni possibili per comprimere anche questa spesa.
Si tratta quindi di uno sforzo, ripeto, consistente, che comporta alla fine del 2011 un risparmio di oltre 1 milione di euro; uno sforzo che dovrà essere comunque proseguito ed approfondito con condivisione, con un lavoro comune e con l'approvazione nei prossimi mesi anche delle iniziative legislative, appunto, di cui accennava il presidente, che consentiranno nel prossimo futuro di presentare questo bilancio assolutamente più ridotto anche nelle sue voci più significative, tipo quelle delle indennità dei consiglieri.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Non ho altri iscritti a parlare, pertanto dichiaro chiusa la discussione generale.
Apriamo la fase delle dichiarazioni di voto. Non ho iscritti a parlare, chiudiamo le dichiarazioni di voto.
Si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 614.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L'Assemblea approva.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Volevo rettificare il mio voto, che è favorevole al bilancio. Chiedo scusa.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, provvediamo per il verbale.
OGGETTO 441
Relazione della Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali sul monitoraggio della legge regionale n. 16 del 2008 per le attività comunitarie, internazionali ed interregionali ai sensi dell'art. 22 della L.R. 16/08 (Proposta dei consiglieri Lombardi, Filippi e Luciano Vecchi) (Discussione)
OGGETTO 625
Relazione della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 22 della L.R. n. 16 del 28 luglio 2008, recante "Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione del diritto comunitario, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli artt. 12, 13 e 25 dello Statuto regionale" (Discussione)
PRESIDENTE (Richetti): Sull'oggetto 441 ha chiesto di parlare il consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.
LOMBARDI: Questo è un incombente che deriva dalla legge regionale 16/2008 e ampiamente sviluppato in commissione. E da lì difatti è emersa una formale relazione rispetto al monitoraggio di questa legge.
Tengo a sottolineare che siamo proprio nell'applicazione pratica di quello che anche prima veniva ricordato, cioè di un'attenta valutazione delle nostre politiche legislative. In questo caso la legge sulle attività comunitarie e internazionali.
Per brevità, adesso, visto che forse riusciamo a stare nei tempi della sessione antimeridiana, riassumerò alcuni elementi che sono già ampiamente sviscerati all'interno della relazione scritta.
Intanto, come è noto a tutti, la prima sessione comunitaria dell'Assemblea legislativa si è svolta nel mese di luglio 2009 ed ha consentito ai consiglieri di formulare indirizzi alla Giunta regionale per la partecipazione alla formazione e all'attuazione delle norme europee nelle materie di competenza regionale nell'anno di riferimento, secondo un modello allora unico in Italia e ora imitato in altre regioni, tant'è vero che ancora oggi siamo fra le regioni più avanzate per questo tipo di monitoraggio.
Uno degli argomenti su cui si è fermata la nostra analisi è stato quello relativo al principio di sussidiarietà, al rispetto del principio di sussidiarietà, perché è esattamente uno di quei monitoraggi che ci chiede l'Europa proprio per valutare che le politiche europee siano conformi al principio di sussidiarietà non solo verticale, ma anche orizzontale.
Poi noi abbiamo anche partecipato in questi anni, seppure, ovviamente, con impegno diverso, perché all'inizio si trattava di un'attività veramente sperimentale, oggi siamo un po' più a regime rispetto a questo, alla fase ascendente. In passato questa nostra partecipazione si è svolta in particolar modo nell'ambito della cooperazione interistituzionale, e in particolare sono cinque gli atti presi in esame dalle competenti commissioni consiliari per la formulazione del parere alla prima commissione e nell'ambito della partecipazione alle procedure di consultazione del comitato delle regioni.
Qui si tratta di prendere in esame, appunto, gli atti dell'Unione Europea e intervenire con dei nostri pareri.
In passato non abbiamo mai dato con atti formali pareri nostri rispetto a questi provvedimenti di legge, mentre tengo a sottolineare, questo non è oggetto della relazione, ma già in questa legislatura, e oggi proprio abbiamo una riunione della Commissione Bilancio per questo, siamo già nell'ambito di pareri formali, indicazioni formali al Governo italiano per poi contribuire a costituire la posizione italiana nell'ambito dell'Unione Europea.
Colgo questa occasione per dire che anche in questo caso si tratta di un'azione originale dell'Assemblea. Cioè noi non siamo in questo subalterni rispetto alla Giunta, che difatti, come si vede, produce una propria relazione e anche dal punto di vista delle indicazioni al Governo produce indicazioni proprie, non legate alle nostre. Quindi noi in questo abbiamo un'attività particolarmente originale e particolarmente importante.
Corretti sono stati i rapporti con la Giunta nell'applicazione di questa legge, perché si tratta di una collaborazione che ci deve essere proprio come scambio di informazioni fra la Giunta e l'Assemblea, e di questo sicuramente la relazione ne dà atto.
Tra l'altro ringrazio in questa sede il presidente Richetti, perché su richiesta di un consigliere della Commissione Bilancio abbiamo anche consentito un ampliamento della conoscibilità dell'Assemblea rispetto agli atti provenienti dall'Unione Europea. Questo ci consentirà poi d'intervenire in maniera più puntuale nella nostra attività.
L'attività di rilievo internazionale della Regione invece si è svolta fra il 2009 e il 2010 rispetto a quattro intese stipulate con altrettanti enti territoriali interni di altri stati.
La relazione si intrattiene sui rapporti interregionali, che ha visto la legge regionale ratificare un'intesa fra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Marche riguardante l'attuazione della legge 3 agosto 2009 n. 117, cioè il distacco dei 7 comuni.
Questo per sommi capi è quanto contenuto nella relazione. E, al di là adesso della velocità dell'illustrazione, tengo con particolare piacere a ricordare che è un elemento importante per l'attività di questa Assemblea.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Lombardi.
Ha la parola la vicepresidente Saliera per la relazione della Giunta, di cui all'oggetto 625.
SALIERA, vicepresidente della Giunta: Anche la Giunta regionale presenta all'Assemblea legislativa una relazione sullo stato di attuazione della legge stessa.
La Giunta regionale ha predisposto la presente relazione per dar conto della partecipazione della Regione alla formazione e all'attuazione del diritto comunitario delle attività di rilievo internazionali della Regione e dei rapporti interregionali.
La partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione ed attuazione del diritto comunitario ha reso necessario nel tempo un rapporto di costante coordinamento e stretta collaborazione tra Giunta regionale ed Assemblea legislativa, che è stato formalizzato di recente nell'Intesa del marzo scorso tra l'Assemblea legislativa e la Giunta regionale per la definizione delle modalità attuative, al fine di favorire lo scambio reciproco di informazioni in relazione alle iniziative, agli atti, alle informazioni relative alla partecipazione della Regione alla formazione e all'attuazione degli atti dell'Unione Europea, nonché alle attività di rilievo internazionale della Regione.
La Giunta e l'Assemblea hanno costituito un gruppo di lavoro tra Giunta regionale e Assemblea legislativa per la fase ascendente, cioè di formazione del diritto comunitario e un gruppo di lavoro interdirezionale della Giunta regionale per la fase discendente, cioè di attuazione del diritto comunitario.
In base all'art. 5 della legge 16/2008, annualmente l'Assemblea legislativa si riunisce in sessione comunitaria per l'esame congiunto del programma legislativo e di lavoro annuale della Commissione europea, della relazione sullo stato di conformità dell'ordinamento regionale all'ordinamento comunitario e del rapporto conoscitivo predisposto dalla Giunta regionale.
La prima sessione comunitaria ha preso avvio in seguito alla deliberazione del 2009, la n. 613 della Giunta regionale, con la quale questa ha approvato la propria relazione per la sessione comunitaria, la prima com'è già stato appena detto.
Sulla base della relazione approvata dalla Giunta regionale, acquisiti i pareri delle commissioni permanenti dell'Assemblea legislativa, si è pervenuti alla risoluzione contenente indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto comunitario, sessione comunitaria 2009, che fu approvata dall'Assemblea nella seduta del 21 luglio 2009.
È opportuno sottolineare che in quella sede l'Assemblea legislativa ha altresì fornito indicazioni per il recepimento, con legge comunitaria regionale, della direttiva 2006, n. 123, relativa ai servizi del mercato interno.
Anche per la sessione comunitaria 2010 si è seguito il medesimo iter, che ha preso avvio dal programma legislativo e di lavoro dalla Commissione europea, reso disponibile soltanto alla fine del marzo 2010, quindi con circa 6 mesi di ritardo rispetto alla scadenza autunnale, ed è per questo che si è avviata con ritardo la sessione comunitaria anche in questa Assemblea legislativa.
La Giunta regionale ha perciò trasmesso all'Assemblea legislativa il rapporto conoscitivo e la relazione sullo stato di conformità con delibera 1031 del 19 luglio 2010.
In tale sede la Giunta regionale, sulla base delle segnalazioni pervenute dai settori, ha indicato, con riferimento alla fase ascendente, gli atti comunitari in corso di formazione, che essa ha reputato d'interesse per la Regione Emilia-Romagna, ai fini di un loro monitoraggio e di una fattiva partecipazione alla loro elaborazione ed ha elencato con riferimento alla fase discendente le direttive comunitarie di possibile interesse regionale che potranno essere oggetto di recepimento con legge comunitaria regionale o con un altro strumento.
Nelle scorse settimane il rapporto conoscitivo è stato oggetto di esame da parte della prima commissione dell'Assemblea legislativa in sede referente e delle altre commissioni in sede consultiva e, in base agli indirizzi formulati da questa Assemblea il 7 ottobre scorso, la Giunta procederà nel merito rispetto agli indirizzi che voi avete definito.
All'esito della sessione comunitaria 2009, la Regione Emilia-Romagna ha approvato la legge regionale 4/2010, che costituisce appunto la prima legge comunitaria della Regione Emilia-Romagna.
Per assolvere agli obblighi di adeguamento del proprio ordinamento, la direttiva 2006/123, relativa ai servizi del mercato interno, si è provveduto a riesaminare tutta la disciplina vigente in materia di attività di servizi e ad effettuare un monitoraggio dettagliato dei regimi di autorizzazione dei requisiti previsti per l'esercizio di tale attività, al fine, in primo luogo, di eliminare quei requisiti di accesso vietati dalla stessa direttiva CEE, quale, ad esempio, il requisito della residenza.
In secondo luogo, conservare nel proprio ordinamento soltanto quei regimi di autorizzazione e quei requisiti di accesso che risultino non discriminatori, giustificati da motivi di interesse generale, ad esclusione in questi casi i sistemi di accesso al mercato sono stati liberalizzati attraverso la previsione della dichiarazione di inizio attività ad effetto immediato, differito a 30 giorni.
La Regione Emilia-Romagna pubblica annualmente il cosiddetto "Euro rapporto" sulle attività dell'amministrazione regionale di partecipazione, gestione e attuazione di programmi, progetti ed azioni sostenute dai finanziamenti dell'Unione Europea ove è illustrato il loro stato di avanzamento e i principali risultati in termini di realizzazione.
Inoltre, promuove e favorisce la collaborazione con regioni europee ed extra europee, che coinvolgono i diversi settori dell'amministrazione regionale, stimolando il confronto e lo scambio di buone prassi nell'ambito delle politiche comunitarie, la partecipazione a programmi comunitari, l'attivazione di progetti nei settori della cultura, delle politiche sociali, economiche, del territorio, della formazione, le politiche giovanili e dell'agricoltura.
La Regione Emilia-Romagna, inoltre, sviluppa e incentiva la collaborazione fra enti locali emiliano-romagnoli ed enti locali stranieri tra le diverse Camere di Commercio, tra i diversi sistemi scolastici, tra le diverse associazioni di categoria.
Con delibera 2455/2008, la Giunta ha adottato il Piano triennale delle attività di rilievo internazionale della Regione Emilia-Romagna per il periodo 2009-2011.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, vicepresidente Saliera.
Ha chiesto d'intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Se riesce a contenere l'intervento nei quattro minuti che rimangono alla conclusione della seduta, le do la parola.
Prego, consigliere.
VECCHI Luciano: Sì, grazie, presidente. Con il presidente Lombardi e il collega Filippi siamo cofirmatari del primo dei due documenti in oggetto, che è in totale sintonia con quello presentato dalla Giunta.
Dal punto di vista politico si tratta di un'attività di grande rilevanza, prevista dalla legge 16/2008, per la quale siamo all'inizio di un percorso che dovrà essere una parte importante dell'attività d'indirizzo e di monitoraggio che l'Assemblea legislativa svolge nei confronti della Giunta.
Nella sessione comunitaria che abbiamo svolto qualche settimana fa, abbiamo avuto modo di sottolineare come sia di fondamentale importanza il monitoraggio e l'intervento sia sulla fase ascendente che sulla fase discendente del diritto dell'Unione Europea.
Nello stesso modo le attività di rilievo internazionale - soprattutto quando sono orientate, come sempre è il caso nella nostra Regione, allo sviluppo della cooperazione, sono importanti strumenti di promozione economica, sociale, culturale ed istituzionale di sviluppo del partenariato, di scambio di buone pratiche - sono uno dei pilastri fondamentali dell'azione della Regione stessa.
Penso quindi si tratti di un'opera importante, che prevede sia scadenze periodiche come quella che affrontiamo oggi, ma richiede anche un costante lavoro di informazione, di monitoraggio, di discussione sugli orientamenti da assumere, che va svolto in sede di commissione e, quando necessario, in plenaria.
L'art. 20 della legge prevede la realizzazione di una sessione annuale sulle relazioni internazionali. Credo da questo punto di vista che quando l'Assemblea, d'accordo con la Giunta, lo riterrà opportuno si potrà andare ad un approfondimento di questi temi, che non sono un “lusso”, ma sono invece parte essenziale dell'iniziativa istituzionale, politica e programmatica che la nostra Regione svolge.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Vecchi.
Gli argomenti sono conclusi, non essendo prevista sulle due relazioni alcuna votazione finale.
Non ho altri iscritti a parlare, per cui dichiaro svolti ed esauriti gli oggetti 441 e 625.
Annuncio di mozione, interpellanza, risoluzioni e interrogazioni
PRESIDENTE (Richetti): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
652 - Mozione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta regionale ad avviare la costituzione di parte civile della Regione nel procedimento penale (n. 9273/07) scaturito dall'inchiesta sugli abusi concernenti un'area naturalistica protetta in località Sanguineda (BO). (8)
653 - Interpellanza del consigliere Bartolini in merito all'apertura nel Comune di Galeata (FC) di un centro di ritrovo culturale islamico. (42)
654 - Risoluzione proposta dalla consigliera Barbati per impegnare la Giunta a sostenere con finanziamenti gli Istituti della Memoria dell'Emilia-Romagna, a fronte del taglio di 58 milioni annui ai fondi del Ministero dei Beni Culturali. (76)
655 - Risoluzione proposta dal consigliere Cavalli per impegnare la Giunta ad attivarsi per dismettere definitivamente - nei tempi previsti - la centrale nucleare di Caorso. (77)
656 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la situazione dell'industria dell'imbottito nell'area del forlivese e in tutto il territorio della regione. (447)
657 - Interrogazione dei consiglieri Favia e Defranceschi, a risposta scritta, per sapere se la Giunta non ritenga necessario emanare disposizioni più stringenti per le centrali a biomasse, avvantaggiando quelle di piccole dimensioni e obbligando a costruire e siglare accordi di filiera. (448)
658 - Interrogazione dei consiglieri Favia e Defranceschi, a risposta scritta, per sapere se per superare il digital divide il piano regionale preveda un lavoro di raccolta di segnalazione di cittadini e aziende sul modello di quello adottato a Reggio Emilia. (449)
659 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa l'installazione dell'applicativo Skype sulle postazioni informatiche degli uffici della Regione. (450)
660 - Risoluzione proposta dai consiglieri Vecchi Luciano, Donini, Sconciaforni, Naldi, Barbati, Lombardi, Richetti, Defranceschi, Manfredini, Monari, Mazzotti, Fiammenghi, Montanari, Mumolo, Piva, Casadei, Marani, Moriconi, Montani, Alessandrini, Ferrari, Zoffoli, Mori, Pagani, Aimi, Pariani, Bazzoni, Meo, Villani, Costi e Noè per invitare la Giunta, nel rispetto delle prerogative istituzionali, a intervenire verso il Regno del Marocco per chiedere il rispetto dei diritti umani nei territori del Sahara Occidentale e per le popolazioni Saharawi e a continuare la solidarietà nei confronti dei profughi. (78)
661 - Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Casadei, Mazzotti, Fiammenghi, Alessandrini, Pariani, Monari, Mumolo, Bonaccini, Zoffoli, Pagani e Piva per invitare la Giunta a sostenere in sede di confronto con Trenitalia le istanze dei pendolari emiliano-romagnoli e a far rispettare il contratto di servizio. (79)
662 - Risoluzione proposta dai consiglieri Bignami, Aimi, Bartolini, Bazzoni, Filippi, Leoni, Lombardi, Malaguti, Pollastri, Vecchi Alberto e Villani per invitare la Giunta a proporre all'Assemblea legislativa di modificare la propria delibera 4 marzo 2008, n. 156 prevedendo un'autodichiarazione di scadente qualità energetica per ottemperare agli obblighi di cui alla parte I punti 5.5 e 5.6 della delibera. (80)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
Chiudiamo qui la nostra seduta antimeridiana. I nostri lavori riprenderanno alle ore 15.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 12,58
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Giustificati:
- hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI e il consigliere Franco GRILLINI;
- hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il consigliere Maurizio CEVENINI e gli assessori Patrizio BIANCHI, Carlo LUSENTI e Gian Carlo MUZZARELLI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta:
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Alfredo PERI, Simonetta SALIERA.
Votazione elettronica
OGGETTO 209 “Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: «Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2009»” (5)
Presenti: 44
Favorevoli: 27
Tiziano ALESSANDRINI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 17
Enrico AIMI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Andrea DEFRANCESCHI, Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI, Alberto VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI.
Astenuti: 0
Assenti: 6
Liana BARBATI, Galeazzo BIGNAMI, Maurizio CEVENINI (g), Vasco ERRANI (m), Franco GRILLINI (m), Matteo RIVA.
IL PRESIDENTE
IL SEGRETARIO
Richetti
Corradi
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