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15.
SEDUTA DI MARTEDÌ 26 OTTOBRE 2010
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
INDI DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
INDI DEL VICEPRESIDENTE AIMI
Indice
Interpellanza oggetto 194 (12)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
PERI, assessore
Interpellanza oggetto 334 (19)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
NALDI (SEL - Verdi)
PERI, assessore
Saluto ai cittadini di Caorso
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 505
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Costi, Casadei, Montanari, Montani, Piva, Ferrari, Alessandrini, Carini, Pagani, Zoffoli, Mori, Mumolo, Moriconi, Mazzotti, Marani e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla realizzazione della Riforma Federalista dello Stato tramite il coinvolgimento delle Istituzioni locali ed al ripristino delle fonti di finanziamento relative alla montagna (59)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
FERRARI (PD)
OGGETTO 137
Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta regionale ad introdurre il divieto di procedere a macellazioni rituali che non siano precedute dallo stordimento degli animali (19)
(Rinvio dell'argomento in commissione)
PRESIDENTE (Richetti)
DONINI (Fed. della Sinistra)
CORRADI (Lega Nord)
Iscrizione di nuovo argomento all'ordine del giorno
PRESIDENTE (Richetti)
DONINI (Fed. della Sinistra)
CAVALLI (Lega Nord)
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Richetti)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 142
Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi e Favia per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla dismissione di ogni sito legato ad attività nucleari sul territorio regionale e ad attuare un programma energetico che valorizzi l'efficienza ed il risparmio energetico (23)
(Discussione e ritiro)
OGGETTO 556
Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Moriconi, Garbi, Piva, Mumolo, Monari, Ferrari, Zoffoli, Marani, Montanari, Montani, Carini, Pariani, Mazzotti, Casadei, Costi, Cevenini, Luciano Vecchi, Barbati, Meo, Sconciaforni e Donini per impegnare la Giunta a dichiarare l'indisponibilità della Regione Emilia-Romagna all'installazione di una centrale nucleare sul territorio regionale e per incentivare la ricerca e le azioni a supporto di energie alternative e rinnovabili ed il risparmio energetico (69)
(Discussione e approvazione)
OGGETTO 655
Risoluzione proposta dal consigliere Cavalli per impegnare la Giunta ad attivarsi per dismettere definitivamente - nei tempi previsti - la centrale nucleare di Caorso (77)
(Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Richetti)
MORI (PD)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
CAVALLI (Lega Nord)
FILIPPI (PDL)
MANDINI (Italia dei Valori)
MEO (SEL - Verdi)
DONINI (Fed. della Sinistra)
PRESIDENTE (Mandini)
CARINI (PD)
VECCHI Alberto (PDL)
POLLASTRI (PDL)
FREDA, assessore
BONACCINI (PD)
NALDI (SEL - Verdi)
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini)
DONINI (Fed. della Sinistra)
OGGETTO 660
Risoluzione proposta dai consiglieri Vecchi Luciano, Donini, Sconciaforni, Naldi, Barbati, Lombardi, Richetti, Defranceschi, Manfredini, Monari, Mazzotti, Fiammenghi, Montanari, Mumolo, Piva, Casadei, Marani, Moriconi, Montani, Alessandrini, Ferrari, Zoffoli, Mori, Pagani, Aimi, Pariani, Bazzoni, Meo, Villani, Costi e Noè per invitare la Giunta, nel rispetto delle prerogative istituzionali, a intervenire verso il Regno del Marocco per chiedere il rispetto dei diritti umani nei territori del Sahara Occidentale e per le popolazioni Saharawi e a continuare la solidarietà nei confronti dei profughi (78)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
DONINI (Fed. della Sinistra)
VECCHI Luciano (PD)
MANFREDINI (Lega Nord)
Iscrizione di nuovo argomento all'ordine del giorno e inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini)
OGGETTO 652
Mozione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta regionale ad avviare la costituzione di parte civile della Regione nel procedimento penale (n. 9273/07) scaturito dall'inchiesta sugli abusi concernenti un'area naturalistica protetta in località Sanguineda (BO) (8)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
OGGETTO 599
Risoluzione proposta dal consigliere Favia circa le azioni da porre in essere contro il vincolo della registrazione dell'identità relativo all'accesso in Internet e per favorire lo sviluppo della rete Wi-Fi (74)
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 143
Risoluzione proposta dai consiglieri Favia e Defranceschi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni contrarie alla costruzione, a Russi (RA), di una centrale a biomasse ricercando inoltre progetti alternativi e compatibili con la crescita sostenibile del territorio (24)
(Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Aimi)
FAVIA (Mov. 5 Stelle)
MEO (SEL - Verdi)
MANDINI (Italia dei Valori)
MAZZOTTI (PD)
DONINI (Fed. della Sinistra)
MANFREDINI (Lega Nord)
NOÈ (UDC)
Risoluzioni oggetti 666 - 673 (81 - 82)
(Annuncio)
Interrogazioni oggetti 667 - 668 - 669 - 670 - 671 - 672 (da 451 a 456)
(Annuncio)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Risoluzioni e interrogazioni annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 15,22
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la quindicesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa e nomino scrutatori i consiglieri Moriconi, Pollastri e Vecchi Luciano.
Risultano assenti, ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente Errani e il consigliere Grillini.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna gli assessori Lusenti e Mezzetti ed il consigliere Cevenini.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti): Iniziamo i lavori di questa tornata prendendo in esame il seguente oggetto:
194 - Interpellanza del consigliere Filippi sul porto fluviale di Boretto (RE) (12)
Per la Giunta risponde l'assessore Peri.
Prego, consigliere Filippi.
FILIPPI: Stiamo parlando del porto sul fiume Po che la Regione Emilia-Romagna ha finanziato all'Arni, Azienda regionale navigazione interna, che da qualche mese non esiste più. Questo finanziamento è costato alla Regione circa 10 milioni di euro, di cui 6 per la realizzazione dell'opera e altri 4 o 5 per le opere connesse al porto.
L'infrastruttura è stata inaugurata esattamente il 12 maggio del 2006, cioè oltre quattro anni fa, ma pare che a questo porto non abbia approdato alcun mezzo natante, nessuna nave. Quindi il fine dell'interpellanza è capire i motivi per cui questo porto, a quattro anni dall'inaugurazione, è inattivo, se la Regione intenda intraprendere iniziative che coinvolgano le attività produttive per attivare tale importante infrastruttura, anche incentivando il trasporto, avere conferma dei costi dell'infrastruttura e se è vero che il presidente dell'Arni avrebbe definito inutile il porto di Boretto. Mi sembra strano, lo leggo qui nell'interpellanza. La ringrazio, assessore.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola all'assessore Peri.
PERI, assessore: Quello che ha dichiarato il presidente dell'Arni siccome è scritto nell'interpellanza non vuol dire che sia vero, quindi se l'interpellanza l'ha scritta lei...
(interruzione del consigliere Filippi)
...non è che sia una fonte particolarmente attendibile o neutra, ecco. Questo mi permetterà di dubitarne. In ogni caso il presidente dell'Arni non c'è più e quindi...
Come è noto noi abbiamo conferito l'attività di navigazione interna all'Aipo, processo che si è ormai sostanzialmente concluso. Devo dire che non so se è la terza o la quarta volta che rispondo sul tema, magari non a lei...
(interruzioni)
...del porto di Boretto. Al di là del problema dei costi, che sono di un paio di milioni inferiori a quelli che lei citava, ma questo penso che dal suo punto di vista faccia poca differenza, in ogni caso i lavori sono costati 8 milioni complessivamente, di cui 6 per i lavori, aggiudicati in due volte perché la prima volta l'impresa se ne è andata. Io poi la relazione gliela lascio in modo tale che la prossima interpellana sia, diciamo così, più precisa nei numeri e nelle definizioni.
Il punto è uno solo, cioè lì è stata realizzata un'infrastruttura non dall'Arni e la Regione non ha dato i soldi all'Arni, l'Arni è stata la stazione appaltante che ha realizzato l'opera, ma quello stava dentro ad una programmazione nazionale prima, interregionale dopo, quindi condivisa da tutte le Regioni che poi hanno, diciamo così, partecipato al percorso di innovazione istituzionale creando Aipo.
Il punto qual è? Che la possibilità per chi opera nel settore delle merci di rendere competitiva la navigazione sul Po, sull'asta principale del Po, non sui canali espressamente dedicati alla navigazione, ma sull'asta principale del Po, è che fino ad oggi quel sistema di navigazione, cioè di trasporto merci, non è assolutamente competitivo con altri sistemi. Non lo è da un punto di vista dei costi, cioè del costo per tonnellata trasportata, non lo è per il periodo di tempo dell'anno nel quale è possibile utilizzare l'asta navigabile per attività di trasporto merci. Come è noto anche negli ultimi anni, pigliamo l'ultimo decennio in modo tale da ricomprendere anche la fase nella quale si è decisa la realizzazione della banchina di Boretto, in quel periodo è noto che eventi meteo climatici hanno, diciamo così, spesso e volentieri reso l'asta navigabile non utilizzabile per periodi molto lunghi. Mediamente abbiamo un'asta che è navigabile per poco più di, diciamo così, metà anno, duecento giorni quando va benissimo, e oltretutto non prefissabili perché il periodo nel quale l'asta è effettivamente navigabile non dipende dai lavori che doveva fare qualcuno e non ha fatto o dalla capacità di mantenere navigabile un fiume che per secca o per piena non è, diciamo così, programmabile in tempi industriali, non in tempi di governo del territorio. Tanto è vero, e le ricordo che la Regione aveva impegnato risorse per concorrere e sostenere, diciamo così, l'abbattimento del costo unitario per favorire ovviamente l'attività imprenditoriale, perché non è il nostro mestiere quello di fare girare delle navi, il nostro mestiere è di creare le infrastrutture per consentire agli operatori di fare girare le navi e ovviamente non può essere imputato alla Regione il fatto che non ci sia traffico sul Po, quando una volta che lo rendi navigabile nei periodi possibili e le realizzi le infrastrutture, dopodiché ci deve essere qualcuno che le navi le compra, le gestisce e le utilizza per le finalità dette.
Allora, qui c'è un problema strutturale evidentemente, non riguarda solo l'Emilia-Romagna, riguarda tutti quelli che guardano a questa attività, ripeto, a parte i canali navigabili che invece hanno una loro staticità, stabilità di gestione. Da questo punto di vista noi non ci siamo fermati, continuiamo a mantenere forte l'attenzione e l'impegno a rendere il più possibile competitivo quel tipo di trasporto, ci sarebbe bisogno anche di qualche intervento, diciamo così, d'aiuto nazionale, ad esempio nel campo del plurimodale, che riguarda sia il combinato gomma-ferro, ma che può riguardare a maggior ragione il combinato gomma-ferro-acqua. Se ci fosse la disponibilità a lavorare per incentivi o defiscalizzazioni ovviamente questo aiuterebbe molto, cosa che fino ad ora è stata più volte annunciata ma mai praticata.
Quindi, questo è il quadro della situazione, che trova poi nella copia della risposta all'interpellanza anche tutta l'articolazione dei costi e delle procedure seguite.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Filippi per la replica.
FILIPPI: La mia interpellanza, assessore, è precisa, riporto anche la data 12 maggio 2006, data dell'inaugurazione del porto. Giornali, televisioni, grande festa per l'occasione, sono passati quattro anni e mezzo e l'opera è una cattedrale nel deserto, addirittura "Striscia la notizia" è venuta a Boretto, chiamata da una lista civica, ha fatto le dovute riprese, e Legambiente ha definito la vostra opera un ecomostro. Io direi che non è un fiore all'occhiello per la Regione Emilia-Romagna, perché costruire un'opera che costa 8 milioni di euro, 16 miliardi di vecchie lire, soldi dei contribuenti, senza riuscire a fare partire l'opera è segno di incapacità, la dimostrazione che la Giunta non riesce a portare a termine i progetti. Poi lei, assessore, accusa lo Stato perché lo Stato ha condiviso il progetto. Lo Stato ha dato i soldi alla Regione, è la Regione che ha scelto di fare il porto a Boretto anziché a Brescello o a Guastalla. È una scelta politica della Regione e si è dimostrata, a distanza di anni, una scelta politica sbagliata.
La sostanza è che la nostra Regione trent'anni fa ha istituito l'Arni (Agenzia regionale navigazione interna), questa agenzia doveva rendere navigabile il Po; questa agenzia, che è stata un luogo per politici trombati, dopo trent'anni è fallita, il Po è rimasto fermo a trent'anni fa. Questa Regione non è riuscita a fare niente, ha fatto questo porto e non riesce neanche a sfruttarlo. Quindi, questo è un segno di incapacità della Giunta Errani.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 194, prendiamo in esame il seguente oggetto:
334 - Interpellanza del consigliere Naldi circa i rincari delle tariffe relative al trasporto ferroviario regionale (19)
Per la Giunta risponde sempre l'assessore Peri.
Prego, consigliere Naldi.
NALDI: La ragione per la quale ho deciso di confermare questa mia interpellanza non prescinde però da risposte scritte che ho già avuto modo di vedere, nel senso che vorrei dire all'assessore Peri che naturalmente sono d'accordo che la politica regionale dei trasporti è pesantemente condizionata non più soltanto da una minaccia, ma dalla realtà dei tagli del Governo in questo settore e quindi mi rendo anche conto che il problema che io sollevo assume una scala un po' diversa da quella nella quale era stato sollevato.
Sono anche d'accordo sul fatto che le condizioni dei treni dei pendolari non sono sempre disastrose come vengono dipinte, anche se i problemi ci sono stati, e sono anche d'accordo sul fatto che in linea di massima è aumentata l'offerta con la riserva che lei stesso fa notare dei problemi ancora esistenti sul sistema ferroviario metropolitano di Bologna.
Detto questo, perché ho confermato la mia interpellanza? Perché intanto è motivata dal fatto che comunque le tariffe in Emilia-Romagna non sono, lo dico in modo leggero, fra le più basse al centro nord e in particolar modo però volevo segnalare quella che a mio parere è stata una cosa non giusta e sulla quale aspetto ancora una risposta e cioè che aumentare i prezzi del trasporto, degli abbonamenti e anche le tariffe per una fascia di chi fa più di cento chilometri, aumentarla molto di più degli altri, non mi sembra una cosa giusta e il fatto che non abbia dei grandi effetti pratici sostanziali a mio parere conferma il fatto che non è una cosa giusta, perché se da questa scelta che non è giusta, ma, delle due è un po' discriminatoria, non ne deriva neanche un introito significativo, corre il rischio di rimanere soltanto una scelta poco giusta e nient'altro.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
La parola all'assessore Peri per la risposta.
PERI, assessore: Capisco che quando ovviamente si va accanto al tema delle tariffe, diciamo, la questione è sempre molto delicata, soprattutto quando siamo costretti a fare queste operazioni lavorando un po' in controtendenza e in isolamento rispetto a responsabilità che non sono completamente nostre.
Segnalo che nel corso del 2009 le tariffe non le abbiamo assolutamente toccate, nemmeno riferite all'inflazione programmata, ben lontana da quella di settore. Abbiamo approcciato il tema cercando di non fare un aumento lineare, come sta facendo il Governo in termini di tagli, abbiamo guardato alla sostanza. Allora, gli abbonamenti annuali per studenti sono aumentati in media dell'1,16%, gli abbonamenti annuali ordinari dell'1,22%, gli abbonamenti mensili del 3,69%. Anche prendendo quello più alto, e, ripeto, mettendo assieme una progressione di due anni e mezzo, siamo abbondantemente sotto l'inflazione programmata.
Abbiamo ulteriormente avuto un'attenzione alle fasce, cioè quanti abbonati ci sono nelle fasce chilometriche, da quelle più corte a quelle più lunghe, in modo da incidere il meno possibile dove c'è la maggior concentrazione di utenti. Questa è stata un'altra preoccupazione. E quindi su tutte le fasce che coprono grosso modo il 90% degli abbonati c'è un'incidenza degli aumenti che sta nella media che dicevo prima.
La cosa che il consigliere ci segnala, che comunque va guardata con attenzione, sono le fasce chilometriche più lunghe. Ecco, qui però io inviterei ad avere una valutazione complessiva, perché a quegli utenti noi offriamo sia la possibilità dell'abbonamento regionale, ma essendo i chilometri molti spesso e volentieri in quella dimensione territoriale c'è il maggior utilizzo anche di classi di treno superiori, cioè sono i maggiori utilizzatori di Intercity e Eurostar City che si sommano ai treni regionali.
Occorre dire che su Intercity ed Eurostar City, che non sono nel contratto della Regione, ma noi garantiamo l'accesso dei pendolari anche su quei treni con un contributo della Regione, la Regione spende per ogni singolo abbonato 540 euro a persona, a testa, l'abbonato ne spende 110. Cioè stiamo facendo un'operazione dove da una parte è vero che c'è un'incidenza dell'aumento dell'abbonamento - sono poi alla fine 60 euro all'anno di aumento dell'abbonamento per quella tratta - ma in cambio stiamo fornendo, in cambio o come complemento del servizio, un numero di treni maggiore ad un prezzo molto, molto più basso, perché per due terzi sta nella contribuzione della Regione. È chiaro, l'aumento rimane, però se lo guardiamo dentro a quel contesto lì, significa cercare di sostenere lo sforzo di chi si rivolge al mezzo ferroviario pure in una fase molto complicata.
Aggiungo l'ulteriore elemento, ma poi quest'Assemblea ne discuterà anche a ridosso del bilancio della Regione, noi oggi facciamo queste operazioni sapendo che dovremo reggere rispetto ad una manovra del Governo che ci taglia pro quota, come Regione Emilia-Romagna, sui servizi ferroviari sul 2011 70 milioni, sul 2012 quasi 80 milioni di euro. Cioè se non ci attrezziamo per cercare non dico di superare quella cosa, che è insuperabile in quelle condizioni, ma per cercare di governare questa fase molto complicata (poi il bilancio della Regione dirà come gestirla), noi saremmo oggi nelle condizioni di dover programmare i treni del 2011 con un meno "x" per cento di servizi.
Allora, è evidente che noi che stavano continuando ad aumentare i servizi, negli ultimi tre anni abbiamo aumentato del 15% i servizi ferroviari cercando di tenere il più basso possibile i costi, la Regione Emilia-Romagna è quella che paga meno a livello nazionale l'acquisto dei servizi perché abbiamo fatto la gara, ma è evidente che da una parte ci obbligano magari per qualche anno, come è successo negli anni passati, a non adeguare le tariffe all'inflazione, poi ti tolgono la possibilità di avere contributi per avere servizi, contemporaneamente ci tolgono i finanziamenti per acquistare treni, è complicato tenere insieme, diciamo così, il quadro.
Allora, noi in quella strada, ovviamente, dobbiamo starci, cioè governare queste diverse compatibilità, quella è una delle leve (stiamo parlando di quella tariffaria) che abbiamo usato, almeno questo è il mio giudizio, al minimo vitale, cioè per non dover fare poi manovre tutte in una volta, perché voglio ricordare che l'inflazione di settore è di gran lunga più alta di quella programmata. Quindi, con questa manovra che abbiamo alle spalle abbiamo semplicemente recuperato in minima parte il pregresso, adesso dovremo fare ben altre manovre non tariffarie, ma di bilancio, per cercare di gestire una situazione che altrimenti rischia di portarci fuori strada.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Peri.
La parola al consigliere Naldi per la replica.
NALDI: Volevo dire all'assessore che condivido le sue preoccupazioni riguardo alle conseguenze delle politiche nazionali nella nostra realtà e sono d'accordo che dovremo farne oggetto di discussione approfondita per vedere cosa fare.
Così come avevo già detto, ero d'accordo con molte altre considerazioni che erano state fatte. Mi permetta di rimanere della mia opinione rispetto a questa parte che ho voluto precisare di nuovo, riguardo al fatto che un aumento molto più alto per una parte sola, molto limitata, di utenti sulle distanze più lunghe, essendo anche, per sua stessa dichiarazione, non molto rilevante dal punto di vista economico, dal punto di vista delle entrate, mi pare che varrebbe la pena che fosse ripensata, e io la inviterei a ripensarla appena questo sarà possibile.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Naldi.
Abbiamo esaurito le interpellanze in quanto gli oggetti 232 e 292 sono rinviati alla prossima tornata assembleare.
Passiamo all'esame degli atti di indirizzo.
Saluto ai cittadini di Caorso
PRESIDENTE (Richetti): Saluto a nome dell'Assemblea i cittadini di Caorso che stanno seguendo i nostri lavori in maniera attenta e composta. Li saluto e li ringrazio.
OGGETTO 505
Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Costi, Casadei, Montanari, Montani, Piva, Ferrari, Alessandrini, Carini, Pagani, Zoffoli, Mori, Mumolo, Moriconi, Mazzotti, Marani e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla realizzazione della Riforma Federalista dello Stato tramite il coinvolgimento delle Istituzioni locali ed al ripristino delle fonti di finanziamento relative alla montagna (59) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Ferrari. Ne ha facoltà.
FERRARI: Questa risoluzione che abbiamo presentato si sposa con lo scenario di crisi di questi ultimi tempi che ha riguardato e riguarda tutti i Paesi dell'Europa. In Italia il Governo nazionale ha adottato interventi anche molto pesanti (si pensi al tema della scuola, agli interventi per quello che attiene ai servizi in genere e alla sanità in particolare) che non stanno aiutando i territori. Interventi che hanno portato gli enti locali tutti a una difficoltà che credo sia ben nota a ciascuno di noi. In modo particolare gli enti più deboli, come sono i Comuni di montagna e le Comunità montane, che già da tempo sopportano, soffrono difficoltà importanti per le carenze, le difficoltà nei servizi e nelle infrastrutture, con questi ulteriori tagli che si profilano in questa finanziaria, rischiano di non essere in grado neanche di chiudere i bilanci, con un conseguente funzionamento sempre più precario e sempre più difficile.
Se si aggiunge che l'azzeramento dell'ordinario fondo per la montagna è arrivato nel momento in cui eravamo ancora in attesa dell'attribuzione del fondo 2009, questo, ovviamente, non potrà che peggiorare la situazione e, parlando del nostro territorio, della nostra regione, dove il territorio montano riveste una parte molto significativa, il 40-41% del territorio emiliano-romagnolo con 118 comuni e oltre 420.000 abitanti, questi effetti certamente si faranno sentire con una forza ancora maggiore nei prossimi mesi e nel prossimo anno.
Per contro la Regione, in questi anni, a cominciare in modo particolare dal Progetto Appennino del 2002, e con gli investimenti significativi che sono stati garantiti fra il 2005 e il 2008, ha finanziato investimenti per un importo medio annuo del valore di 100 milioni di euro. A questi poi vanno aggiunti altri 19 milioni di euro che sono serviti per integrare le risorse, molto poche, anzi minime e misere, di soli 7 milioni che lo Stato ha messo sul Fondo nazionale per la montagna.
Anche per il triennio 2009-2011 sono stati previsti annualmente interventi dell'ordine di 95 milioni di euro, mentre, come è noto a tutti i colleghi consiglieri, in un tempo molto recente la Regione ha finanziato con 9 milioni di euro 19 nuovi accordi quadro, che hanno interessato la difesa del suolo, la riqualificazione urbana, la valorizzazione del patrimonio e il sostegno alle imprese.
Cosa chiediamo? Chiediamo che, così come è stato fatto anche recentemente, la vicepresidente Saliera è già intervenuta in data 3 settembre con una lettera al ministro Fitto, si sollecitino interventi e finanziamenti e rifinanziamenti di quelle attività fondamentali affinché la montagna possa continuare ad avere un futuro. Che la montagna funzioni e riparta non è solo nell'interesse di chi in montagna vive ma dell'intera collettività. Vorrei ricordare a questo proposito che il recente censimento, sesto censimento che è uscito sullo stato del territorio, indica che la nostra regione è la regione con il maggior dissesto, l'unica consolazione è che non siamo i soli, ma purtroppo siamo in buona compagnia con tante altre regioni, a cominciare da quelle più vicine a noi per andare avanti con la Calabria, ad esempio, ed altre ancora.
Quindi, quello che chiediamo è che la Giunta intervenga sul Governo e che attraverso la Conferenza Stato-Regioni vengano prese misure adeguate, giuste, doverose dal punto di vista finanziario ed economico per sostenere la difesa e per rilanciare la montagna, territorio fragile ma importante e che va tutelato, dove le persone, le imprese e il territorio, proprio perché hanno numeri che sono minori rispetto alle città, alle zone pedemontane, alle zone della bassa, hanno certamente necessità di un'attenzione particolare e dedicata. Attenzione che in questa regione, pur in un momento di difficoltà, si sta portando con uno dei provvedimenti più significativi, con l'istituzione della delega specifica affidata alla vicepresidente Simonetta Saliera.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Ferrari.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 505, a firma dei consiglieri Monari, Costi, Casadei, Montanari, Montani, Piva, Ferrari, Alessandrini, Carini, Pagani, Zoffoli, Mori, Mumolo, Moriconi, Mazzotti, Marani e Luciano Vecchi.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
OGGETTO 137
Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta regionale ad introdurre il divieto di procedere a macellazioni rituali che non siano precedute dallo stordimento degli animali (19) (Rinvio dell'argomento in commissione)
PRESIDENTE (Richetti): Documento presentato in data 16 giugno 2010.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Non vedo il collega Corradi presente in Aula, ma era, non so dal punto di vista procedurale come eventualmente risolvere la questione per la mancanza del presentatore. Io proporrei al consigliere Corradi, da presidente della quarta commissione, avendo in regione un servizio veterinario che ha seguito anche specificatamente questa questione e questa problematica, di rinviare un'eventuale discussione su questo oggetto a un'altra seduta dell'Assemblea, perché nel frattempo potremmo fare un approfondimento in commissione chiedendo al servizio veterinario una relazione da affrontare attraverso l'attività della commissione.
Vedo adesso il consigliere Corradi, è una proposta che mi sento di avanzare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi. Ne ha facoltà.
CORRADI: Accolgo favorevolmente la proposta della consigliere Donini, presidente della Commissione Sanità, e apprezzo il fatto che ritenga opportuno approfondire il tema e l'argomento, che credo abbia una rilevanza e vada ad impattare anche sulla sensibilità di molti cittadini della nostra regione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Corradi.
C'è una proposta di rinvio in commissione fatta dalla presidente Donini, sulla quale è possibile un intervento a favore, acquisirei come intervento a favore quello del consigliere Corradi che si è appena espresso in questo senso. Raccolgo invece eventuali prenotazioni per intervento contrario alla proposta della presidente Donini.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di rinvio in commissione.
(È accolta all'unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): La proposta è accolta all'unanimità, per cui si intende rinviato in commissione l'argomento di cui alla risoluzione oggetto 137.
Iscrizione di nuovo argomento all'ordine del giorno
PRESIDENTE (Richetti): Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Senza volere entrare nel merito, ma confidando in un'accoglienza favorevole da parte dell'Assemblea, vengo a chiedere un'inversione di ordine dei lavori, successiva alla votazione sull'iscrizione che è stata richiesta stamattina, di una risoluzione che è stata sottoscritta da tutti i gruppi consiliari e che riguarda un aggiornamento della nostra riflessione sulla vicenda del nostro impegno a fianco della causa del popolo Saharawi. Lo dico perché poi, se viene accolta favorevolmente, avremo occasione di entrare nel merito per giustificare l'urgenza di questo passaggio, perché stanno avvenendo in queste ore cose, quindi siamo in tempo reale, che presuppongono, visto che abbiamo l'Aula convocata, l'occasione per noi di fare qualcosa di utile.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
La consigliera Donini fa riferimento all'oggetto 660, risoluzione proposta dai consiglieri Vecchi Luciano, Donini, Sconciaforni, Naldi, Barbati, Lombardi, Richetti e moltissimi altri colleghi, per invitare la Giunta, nel rispetto delle prerogative istituzionali, ad intervenire verso il Regno del Marocco per chiedere il rispetto dei diritti umani nei territori del Sahara occidentale per le popolazioni Saharawi e a continuare la solidarietà nei confronti dei profughi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: In rispetto anche alle persone che sono venute da Caorso, vorrei che l'argomentazione della centrale nucleare di Caorso venisse affrontata immediatamente e non bypassata per ritardare, visto che queste persone devono anche far ritorno a Caorso.
Mi dispiace, consigliera Donini, ma credo che, per rispetto anche del pubblico, l'argomentazione della centrale nucleare di Caorso sia un argomento che abbiamo tutti a cuore.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Consigliere Cavalli, procediamo con ordine. Lei ha già fatto un intervento contrario all'iscrizione. Adesso procediamo alla votazione sull'iscrizione di questo oggetto all'ordine dei lavori.
Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'iscrizione all'ordine del giorno della risoluzione oggetto 660.
(È accolta a maggioranza)
PRESIDENTE (Richetti): L'oggetto è iscritto.
Ora poniamo in votazione la richiesta d'inversione dell'ordine dei lavori in riferimento a questo oggetto.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Ritiro la richiesta d'inversione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Abbiamo solo iscritto l'oggetto, la consigliera Donini ha ritirato la richiesta d'inversione dell'ordine dei lavori.
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Richetti): Chiamo l'oggetto 599, risoluzione proposta dal consigliere Favia circa le azioni da porre in essere contro il vincolo della registrazione delle identità relativo all'accesso in internet e per favorire lo sviluppo della rete wi-fi.
È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Solo per chiedere l'inversione dell'ordine dei lavori e per affrontare immediatamente le risoluzioni su Caorso, collegate al nucleare, se è possibile.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Quindi sospendiamo la trattazione dell'oggetto 599, il consigliere Favia ha proposto un'inversione, quella di anticipare le risoluzioni collegate al tema di Caorso.
Possono intervenire soltanto un consigliere a favore e uno contrario.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'inversione dell'ordine dei lavori per discutere gli oggetti 142, 556 e 655.
(È accolta all'unanimità)
PRESIDENTE (Richetti): La proposta è approvata all'unanimità, per cui passiamo a trattare le risoluzioni oggetti 142, 556 e 655.
OGGETTO 142
Risoluzione proposta dai consiglieri Defranceschi e Favia per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla dismissione di ogni sito legato ad attività nucleari sul territorio regionale e ad attuare un programma energetico che valorizzi l'efficienza ed il risparmio energetico (23) (Discussione e ritiro)
OGGETTO 556
Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Moriconi, Garbi, Piva, Mumolo, Monari, Ferrari, Zoffoli, Marani, Montanari, Montani, Carini, Pariani, Mazzotti, Casadei, Costi, Cevenini, Luciano Vecchi, Barbati, Meo, Sconciaforni e Donini per impegnare la Giunta a dichiarare l'indisponibilità della Regione Emilia-Romagna all'installazione di una centrale nucleare sul territorio regionale e per incentivare la ricerca e le azioni a supporto di energie alternative e rinnovabili ed il risparmio energetico (69) (Discussione e approvazione)
OGGETTO 655
Risoluzione proposta dal consigliere Cavalli per impegnare la Giunta ad attivarsi per dismettere definitivamente - nei tempi previsti - la centrale nucleare di Caorso (77) (Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Richetti): Apriamo la discussione generale su tutti e tre gli oggetti.
Ha chiesto di parlare la consigliera Mori. Ne ha facoltà.
MORI: Grazie, presidente. Gentili colleghe e colleghi e gentile pubblico presente, la risoluzione in oggetto tratta un argomento delicato e di sicuro interesse generale, un argomento che la maggioranza, per la serietà dei contenuti e il segno che ha lasciato nella storia dell'umanità, pensa che meriti tutta la nostra attenzione, lucidità ed onestà intellettuale.
L'energia nucleare è stata sicuramente una grande scoperta e un tentativo ancora attuale di ricercare modalità di produzione, uso e massima efficienza in campo energetico, ma ricordo a me stessa che dal processo di fissione nucleare una minima quantità d'uranio consente di produrre un'elevata quantità di energia, ma, al contempo, viene emessa una radioattività ad alta intensità, tanto che gli oggetti e i metalli esposti diventano essi stessi radioattivi, ossia scorie da stoccare per migliaia di anni, fin quando non decade il livello di radioattività. Il grado di radioattività non consente quindi all'uomo di avvicinarsi alle scorie, e al momento la scienza non è in grado di distruggerle e di accelerare il periodo di decadimento.
Da ciò, quindi, derivano i principali e insuperabili svantaggi dell'uso del nucleare e in breve sintesi cercherò di elencarli. Le drammatiche conseguenze in caso di incidente: l'epilogo di Chernobyl ha causato conseguenze globali e ancora oggi non si conosce il reale impatto del nucleare sulla salute, tant'è vero che nelle vicinanze della nuovissima centrale di Amburgo recenti studi hanno rilevato una frequenza di leucemia nei bambini da 0 a 5 anni tre volte superiore alla media con questo tipo di tecnologia.
Nessun Paese al mondo è giunto a una soluzione definitiva di stoccaggio, in Italia nel 2003 addirittura si fermò in protesta un'intera regione italiana per impedire la realizzazione di un deposito geologico di scorie.
La produzione di armi nucleari resta un grande handicap. Non si può negare, infatti, che un legame tecnologico tra la produzione civile di energia nucleare e l'industria bellica sia assai forte. Dal 2004 e fino ad oggi gli Stati Uniti e gli altri paesi occidentali hanno fatto grande pressione sull'Iran per impedire la costruzione di una centrale nucleare civile proprio per il timore che questi impianti fossero utilizzati anche per finalità belliche, pertanto il legame tra le due attività esiste, è presente, ed è il risvolto più angosciante di questa energia per l'umanità.
Il costo reale del nucleare. Il nucleare comporta costi elevatissimi fin dalla realizzazione degli impianti, vanno poi ad aggiungersi i costi militari per garantire la sicurezza dagli attentati terroristici e i costi per smantellare la centrale nucleare al termine della sua attività. Tutti questi costi non sono sostenibili da un'industria privata, lo Stato infatti deve necessariamente intervenire a copertura delle spese, aumentando tasse e imposte ai contribuenti nell'eventualità di una costruzione.
In breve, il basso costo previsto ed enfatizzato dell'energia in bolletta dovrà essere necessariamente compensato dall'aggravio fiscale in termini di imposte. Secondo l'Ufficio federale di statistica americano il nucleare è addirittura l'energia più costosa: si parla di 101,82 centesimi di dollaro il costo di un chilowatt da fonte nucleare, contro i 99,45 dell'eolico, 98,23 del carbone, 82,72 del gas naturale.
Lo stesso presidente Obama ha approvato una garanzia pubblica per un finanziamento di 8,3 milioni di dollari a favore di un'impresa privata per la costruzione in Georgia di due reattori nucleari, ci si può chiedere dunque, se il nucleare fosse conveniente, come mai per ripartire con la costruzione di nuove centrali negli Stati Uniti, ove da anni non se ne costruiscono, è richiesto un sostegno pubblico così consistente.
Va anche detto che se prendiamo altri studi internazionali, oltre a quello dell'Agenzia per l'energia nucleare dell'Ocse, l'unico citato dal Governo italiano e da Enel Edf, come ad esempio gli studi della Commissione Europea, della Camera dei Lord britannico o dal Mit, si scopre che il costo medio dell'energia prodotta sarà di circa il 20% più alto di quello pubblicizzato.
C'è poi un tema molto delicato, che è quello della localizzazione degli impianti nucleari. Le comunità locali sono restie ad accettare un deposito di scorie o una centrale nucleare vicino casa, quindi qualsiasi scelta irromperà nella vita quotidiana delle persone come una presenza funesta, generatrice di tensioni sociali profonde.
Premesso tutto questo, è facile trarne la conseguente ferma opposizione alle dichiarate ed ancora sospese proposte governative di attivazione di nuove centrali nucleari, ignorando la volontà del popolo italiano di dismissione di questo tipo di energia sancito dal referendum dell'87. Tale volontà, cioè di dismissione, perseguita fino ad oggi ha di fatto anche deprofessionalizzato un intero sistema, interrotto qualunque attività di ricerca che nel nostro Paese ha puntato su altre forme di energia più sostenibile da tutti i punti di vista circa quelli che ho espresso.
Il Governo Berlusconi, dunque, investe in una politica di annunci sul nucleare, datati in termini di innovatività, senza dire la verità sulle nuove centrali ed è questo un punto molto importante: la verità sui costi e sul problema irrisolto delle scorie e soprattutto tutto questo avviene senza adottare un Piano energetico nazionale, elaborato con il coinvolgimento delle Regioni, per la definizione del reale fabbisogno energetico e della reale possibilità di risparmio energetico da svilupparsi utilizzando le fonti rinnovabili e naturali.
La nostra Regione si è dotata invece di un Piano energetico regionale puntando sull'autosufficienza, sulla trasformazione a metano delle sue centrali, sulle energie rinnovabili, sull'efficienza, sul risparmio energetico e quindi sulla sicurezza, sull'affidabilità, sulla compatibilità ambientale del sistema energetico, senza pregiudizi ideologici, ma responsabilizzandosi nella promozione di un sistema diffuso di piccoli impianti a biomasse, solare, termico e fotovoltaico, biogas e geotermia.
Le azioni messe in campo hanno impegnato risorse economiche importanti: 140 milioni di euro nel triennio 2007-2009, raggiungendo gli obiettivi di piano prefissati su tutte le fonti rinnovabili.
Desta poi scandalo, per quanto riguarda la politica del Governo, che prima ancora che la lista dei siti di stoccaggio della Sogin, la società pubblica del nucleare, sia definita e chiarita, diversi esponenti locali del PdL si siano già dichiarati a favore di questa o quella ubicazione. A mio avviso chi si permette di candidare spazi naturalistici di grande pregio nel nostro Appennino a stoccaggio di scorie radioattive dimostra di non avere a cuore la sicurezza dei propri concittadini e la qualità dell'ambiente. A questo punto sorge il legittimo sospetto che il PdL in modo ideologico voglia destinare alle regioni meno amiche anche il peso delle future centrali. Ciò lo si dice in quanto questo sospetto è diventato quasi una certezza quando il viceministro Castelli ha ricandidato Caorso quale sede padana di una delle nuove centrali entro quattro anni, fomentando in questo modo le mai sopite preoccupazioni di quella comunità e trovandosi contro persino i suoi compagni di partito a livello locale.
Va detto basta una volta per tutte al dibattito surreale, che vede le stesse forze al Governo essere pro e contro contemporaneamente e il Governo nazionale capace solo di promettere favolosi incentivi a quei comuni che si candidassero ad ospitare gli impianti. La salute e la sicurezza dei cittadini non si compra.
Per i motivi che ho esposto, la risoluzione che presentiamo impegna la Giunta ad affermare presso la Conferenza Stato-Regioni ed in ogni altra sede la totale indisponibilità, sull'onda dell'intervento dell'assessore Freda di questa mattina, dell'Emilia-Romagna ad ospitare una centrale nucleare all'interno del suo territorio; impegna la Giunta a terminare il lavoro svolto per monitorare lo smantellamento della centrale di Caorso; a sollecitare l'adozione di un Piano energetico nazionale, elaborato con il coinvolgimento delle Regioni, che promuova la ricerca scientifica sul campo di tutte le energie alternative e che valorizzi l'energia solare quale eccellenza italiana, sia per produzione che consumo, dando così una risposta ai temi energetici ed occupazionali per ricercatori e lavoratori.
In sintesi, la nostra ambizione deve essere quella di un ambiente sicuro e pulito per noi ed i nostri cittadini, come monito "historia magistra vitae".
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Mori.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Grazie, presidente, chiedo scusa per la postura, non le darò le spalle, ma sono qua nel primo banco e mi dispiace dare le spalle ai colleghi consiglieri.
(il consigliere Favia svolge il suo intervento rivolto, per quanto possibile,
verso il pubblico presente)
FILIPPI: Adesso le dai a me le spalle.
FAVIA: Gliele davo comunque anche prima, consigliere Filippi, poi parliamo di nucleare è meglio che non mi guardi.
FILIPPI: Lei non capisce.
FAVIA: Prendo spunto dall'intervento della collega, consigliera Mori, anche noi siamo molto attenti alla produzione di energia pulita, sicura e vorremmo sentire questi discorsi anche quando si parla di biomasse, turbogas e inceneritori.
La risoluzione approvata dall'Assemblea legislativa il 16 dicembre 2009 va nella giusta direzione e vede il Movimento 5 Stelle concorde, condividiamo le linee guida. Pensiamo però che di fronte all'attacco delle lobby pro nucleare e delle loro propaggini politiche queste parole non bastino più. Servono atti di indirizzo chiari e decisi, la nostra Regione deve contrastare i deliri nucleari con cui ci stanno bombardando attraverso tv, giornali e attraverso i mass media.
Vengo a un tema politico che mi è appena stato posto: ci sono due risoluzioni, noi come Movimento 5 Stelle abbiamo presentato questa risoluzione a maggio, è rimasta in calendario fino ad oggi e poi è stata abbinata alla risoluzione del PD e noi siamo contenti di quest'ultima. Siamo tutti contro il nucleare, è vero, parlo ai colleghi del PD, ma anche ai colleghi di Sinistra Ecologia e Libertà, dei Verdi, di Rifondazione, del PdCI, dell'IdV, però c'è qualcosa che non ci piace nella vostra risoluzione e non essendo distruttivi, proponiamo un emendamento e se l'emendamento verrà accettato ritireremo la nostra risoluzione e ci impegniamo a votare quella da voi sottoscritta. È il riferimento al nucleare di quarta generazione che non ci piace. Si parla della ricerca e, nelle conclusioni, si chiede di finanziare la ricerca sul nucleare di quarta generazione.
Signori, il nucleare di quarta generazione è una cosa che oggi non c'è, non esiste, e non c'è una pubblicazione scientifica, anche di quelle più ottimiste, che può affermare che prima di trent'anni una centrale nucleare di quarta generazione sia pronta. Noi abbiamo bisogno di risposte oggi, non di investire in ricerca, e sappiamo quanto c'è bisogno di ricerca in Italia e quante poche sono le risorse di investire nella ricerca sul nucleare, anche se di quarta generazione, ammesso che siano plausibili tutti i teoremi sul nucleare di quarta generazione. Quindi noi, presidente, alla conclusione del mio intervento, presenteremo un emendamento. Con la formuletta "ricerca sul nucleare di quarta generazione" non si fa altro che ingannare i cittadini.
Ribaltiamo la questione: abbiamo tecnologie già sperimentate, concrete, che si possono migliorare per ridurre i consumi e gli sprechi di energia, per migliorare ancora di più l'utilizzo delle fonti rinnovabili che non derivano da combustibile fossile, perché se no torniamo alle biomasse e siamo da capo, anche come produzione di CO2 e di elementi altamente inquinanti.
Detto questo, non si può non ricordare nel presentare questa risoluzione come il Governo italiano, non tenendo conto di un referendum nel 1987, che ha bocciato l'opzione nucleare, stia riprendendo il proprio programma di sviluppo di tale fonte energetica. Ciò viene attuato senza assicurare una reale sostenibilità economica dell'operazione, che quindi ricadrebbe in gran parte sui finanziamenti pubblici, cioè i soldi dei cittadini.
Altro che risparmio, qui si fa il gioco delle tre carte: da una parte ci viene detto che noi pagheremo meno l'energia, che avremo una bolletta più bassa, però dall'altra ci prendono i soldi delle nostre tasse per finanziare il nucleare, quindi che gioco è? Dov'è la convenienza dei cittadini e delle imprese? Noi a questo gioco delle tre carte che non porterà ricchezza alle piccole e medie imprese, ma la porterà solo a qualche maestranza francese o ai grandi gruppi vicini appunto a un'industria che vuole fortemente il nucleare, noi diciamo no.
Non viene data risposta alcuna su come risolvere il problema dello smaltimento e stoccaggio delle scorie, questione che rimane ancora irrisolta, a distanza di un quarto di secolo, anche per le centrali nucleari presenti sul territorio della regione Emilia-Romagna, e non vorremmo certo - mi perdoni consigliere - affidarci ai consigli del collega Filippi, che non avrebbe problema ad ospitare le scorie sull'Appennino reggiano.
I partiti coprono il mancato rispetto della volontà popolare contro l'energia nucleare con la foglia di fico, e chiedo scusa se non sarò carino, di Umberto Veronesi, eletto al Senato con il Partito democratico, che giura sulla sicurezza del nucleare, così come prima giurava su quella degli inceneritori, impianti questi ultimi che la legge classifica come insalubri di prima classe.
Veronesi, vorrei ricordare, e questo, signori, è un dato di fatto che desidero portare all'attenzione di tutta l'Aula, poi ognuno farà le sue valutazioni, il signor Veronesi ha una fondazione finanziata da Enel SpA, che ha interessi nel nucleare, così come da Veolia, che costruisce inceneritori. È un ottimo oncologo, ma negli Stati Uniti d'America questo si chiamerebbe conflitto d'interesse.
Forse, allora, sarebbe meglio ascoltare altri eminenti studiosi, come il premio Nobel per l'economia, lo statunitense Joseph Stiglitz, che stronca nucleare in primis dal punto di vista economico. Stiglitz afferma che, e l'ha fatto nel 2009, l'energia nucleare non rappresenta un'opzione energetica sostenibile in primo luogo dal punto di vista della sostenibilità economica, il contrario di quello che ci raccontano, e aggiungo una notizia di questi giorni, sempre per i miei colleghi a cui do le spalle: è di questi giorni la notizia che la quota di energia mondiale prodotta da fonti rinnovabili ha superato la quota di energia mondiale prodotta dal nucleare e si è mangiato il divario, il delta, in pochissimo tempo. Quindi, signori, il futuro non è nel nucleare, ma sono proprio le energie rinnovabili, noi stiamo andando nel passato con il nucleare.
Colleghi, è importante riaffermare il contenuto sostanziale della risoluzione approvata da questa Assemblea nello scorso mandato, il 16 dicembre 2009, ma serve una posizione senza se e senza ma, perché alle nostre popolazioni ai nostri cittadini che un giorno ci chiederanno conto di queste scelte, e sappiamo i problemi che ci siamo trovati in questi anni in merito alla centrale di Caorso, che vorranno delle spiegazioni, servono parole chiare.
Con la nostra risoluzione ribadiamo il totale disaccordo e l'indisponibilità della Regione Emilia-Romagna all'installazione e attivazione di centrali nucleari sul territorio regionale o alla riattivazione della centrale nucleare di Caorso. Al tempo stesso chiediamo di attuare un programma energetico per la regione Emilia-Romagna che metta al primo punto l'efficienza e il risparmio energetico delle utenze private e di quelle produttive, arrivando a risparmi e riduzioni dei consumi dal 30 al 60% ed è su questo che chiediamo che si concentri la ricerca ed in secondo luogo lo sviluppo di filiere energetiche esclusivamente prodotte da fonti rinnovabili: solare, eolico, geotermico, sperimentazione del moto ondoso, idroelettrico e altre.
Inoltre, chiediamo di attivarsi presso le istituzioni competenti affinché si provveda alla totale dismissione di ogni sito legato ad attività nucleari nella regione Emilia-Romagna. Proprio con un'interrogazione del collega Defranceschi abbiamo portato alla luce come a Bologna esista ancora un reattore nucleare, seppur fermo, ma ufficialmente non dismesso, a Montecuccolino. Quindi chiediamo di denuclearizzare completamente la regione Emilia-Romagna.
Non lasciamo spazio alle chimere di un fantomatico nucleare di quarta generazione, che non esiste e vuole dar fiato alle trombe di partiti che oggi io chiamo su questo tema radioattivi: Lega e PdL, che sono al governo, e UdC .
Se anche il PD vuole assecondare la sua parte favorevole, ricordo che Veronesi è un senatore del PD e se si vogliono accodare anche IdV, Vendoliani, Verdi, Rifondazione, si accomodino e si contaminino pure.
Noi dobbiamo dire un no chiaro e secco al nucleare, anche alla ricerca sul nucleare, perché questa regione, a quanto dice, vuole andare in un'altra direzione.
Grazie per l'attenzione, con i consiglieri viva la democrazia referendaria, viva le energie rinnovabili.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
Vi pregherei di ridurre il numero di riunioni che si stanno tenendo contemporaneamente in quest'Aula e di prestare attenzione al dibattito.
Prego, consigliere Cavalli.
CAVALLI: Saluto i miei compaesani di Caorso, anche se non sono della mia area politica ma li saluto lo stesso molto volentieri.
Facciamo un po' di storia per rinfrescare la memoria di tutti. Il 5 luglio 1969 viene votata all'unanimità la realizzazione della centrale nucleare di Caorso, voto unanime, e lì è già il primo compromesso storico che viene fatto in Italia per la centrale nucleare di Caorso, perché l'amministrazione non era certamente di centrodestra, ma era guidata da un'amministrazione di sinistra. Successivamente, negli anni successivi vengono promosse realizzazioni di varie entità e sempre con l'amministrazione di sinistra, non ci si è oppsti alla realizzazione di un centro di stoccaggio e quant'altro. Quindi credo che bisogna essere anche onesti fino in fondo quando si parla di nucleare, Caorso ha già dato tantissimo.
Oggi si discutono due risoluzioni, quella del consigliere Favia e soprattutto quella del gruppo del PD, che mi ha tirato per la giacca, essendo io di Caorso. Nel giorno dell'insediamento ho detto che ero contrario al nucleare - apriti o cielo! - l'altro giorno, mi spiace, il mio collega, definendomi un big della Lega, ha evidenziato che io sono contrario mentre il viceministro Castelli ha dichiarato di essere a favore del nucleare.
Credo che all'interno della Lega ci siano diverse visioni sul nucleare, è un segno secondo me di democrazia, è il raggiungimento politico di una maturazione che abbiamo raggiunto in questi anni. Nulla toglie che c'è una forte componente a favore del nucleare all'interno della Lega Nord, ma ce n'è una altrettanto forte che è contraria. Io nasco politicamente come leghista e come leghista mi pongo subito nelle mie origini contro il nucleare per tanti motivi. La dimostrazione sono i sei emendamenti alle deliberazioni che sono stati proposti in Consiglio comunale, dove ho votato contro la realizzazione di altre centrali nucleari ed a turbogas, perché a Caorso, come diceva stamattina giustamente la consigliera Meo, giacciono ancora 8.279 fusti quasi a cielo aperto, quindi credo che Caorso abbia già dato, stia dando e darà ancora moltissimo in questi anni.
Credo che quando si accusi la Lega di essere divisa sulla questione del nucleare, si dica soltanto che ci sono visioni completamente diverse e chiedo, soprattutto ai colleghi del PD, se si è contrari al nucleare quando si è all'opposizione e a favore quando si è al Governo.
Credo fortemente in questa mia risoluzione e non voterò la risoluzione del PD, perché io sono contrario per Caorso alla ricerca. Dico "no" ad un centro di ricerca per Caorso, no a una centrale di quarta generazione, no grazie a un deposito di scorie nucleari, e mi spiace soprattutto, cari colleghi, che nel 2003, quando venne scelto Scanzano Jonico, il sindaco di allora (vedo che qua ci sono degli ex amministratori) diede sostegno morale al sindaco di Scanzano Jonico perché era stato scelto Scanzano Jonico, definito il posto più sicuro in assoluto per ricovero di scorie nucleari. Quindi credo soprattutto che bisogna essere un po' coerenti.
Cari colleghi, quando si parla di nucleare non bisogna fare molta demagogia, giustamente, la consigliera Mori sottolineava che il nucleare ha dei costi elevati, mentre ho tre studi, consigliera Mori, e se vuole glieli faccio vedere, in cui si dice che il nucleare è il più conveniente. Non voglio scendere nei dettagli, se il nucleare è costoso o fa risparmiare, se è sicuro o non è sicuro, tant'è che avete scelto, il Governo ha scelto, un parlamentare, il senatore Veronesi. Credo che non sia un leghista, anzi, non fa parte del Governo, è stato eletto nelle file del PD, e credo fortemente che tutti dobbiamo fare una riflessione.
Perché, vede, consigliera Mori, a proposito della leucemia e richiama vari problemi, noi a Caorso chiediamo un registro dei tumori (infatti ho fatto un'interrogazione alla Giunta regionale) perché vogliamo avere dei dati certi. Soprattutto noi non vogliamo metterci sul piatto sicurezza, non sicurezza, perché, guardi, io ho qualche volantino a casa dove al cinema Fox i miei colleghi di Caorso sanno quando venivano fatte, quando ancora io non ero nato, delle convention dove c'erano i favorevoli e i contrari come adesso: ci sono ingegneri che sono favore e ingegneri che sono contrari.
Mi è capitato personalmente, quindici giorni fa, di affrontare il tema del nucleare in un'assemblea dei militanti della Lega di Caorso: alcuni erano a favore, tra questi c'è proprio un ingegnere nucleare di 28 anni, un militante della Lega fortemente a favore del nucleare, mentre noi siamo contrari. In democrazia credo fortemente che si debba scegliere i punti: Caorso ha già dato, darà fino al 2019, alla fine del decommission, quindi credo che anche il Governo ne dovrà trarre le sue conclusioni.
Non possiamo permetterci di iniziare un percorso dove non sappiamo dove andrà a finire, perché non abbiamo uno stoccaggio dei rifiuti, non è stato ancora definito, e le barre che sono state spedite grazie alle varie amministrazioni, fra qualche anno ritorneranno. Non possiamo permetterci una politica industriale nucleare dove non vi sia né capo né coda.
Come Lega, Lega dell'Emilia, penso di parlare a nome dei miei colleghi, non accettiamo, senza un progetto serio da parte del Governo, che non inizia dalla a alla zeta, dalla realizzazione del sito fino alla dismissione. E qua, cari miei signori, non vedo ancora definito nessun sito: si parla di Caorso, di Viadana, di Casale Monferrato, di tanti siti, però uno specifico non è ancora stato definito.
Ultima cosa così, per quelli del PD che adorano tanto Obama: proprio stamattina è giunta la notizia che Obama aprirà la centrale più grossa al mondo di nucleare, quindi credo che a volte bisogna anche essere un po' premonitori.
Noi siamo contrari, e, guardate, non mi sento in difficoltà per il fatto che all'interno della Lega ci siano visioni completamente differenti, perché tutte le volte che vengo tirato per la giacchetta la mia posizione rimane uguale.
Vedete, in campagna elettorale era molto facile, soprattutto nelle colline piacentine, dove diversi dipendenti Enel, mi chiedevano "ma perché tu che abiti a Caorso sei contrario al nucleare?" Me lo chiedevano, assessore Freda, e io rispondevo spiegando le motivazioni e molti mi dicevano "ti diamo la preferenza perché sei una persona coerente". Dal '99 ho sempre detto che sono contrario al nucleare, qua ho gli atti, e in futuro sarò sempre contrario al nucleare. Se il mio partito a livello romano voterà per il nucleare...
(interruzioni)
Credo fortemente che la pluralità e la democrazia all'interno di un movimento sia fondamentale. Noi siamo un partito democratico, a casa degli altri...
(interruzioni)
Molto.
PRESIDENTE (Richetti): Siete pregati di non interloquire.
Le rimangono cinquanta secondi, consigliere Cavalli.
CAVALLI: Ribadisco la posizione personale e del gruppo che per Caorso abbiamo già dato, stiamo dando e quindi, grazie, il nucleare a Caorso no.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di parlare il consigliere Filippi. Ne ha facoltà.
FILIPPI: Credo che, sentiti gli interventi dei colleghi, da un punto di vista politico abbia fatto più danni il leader del Movimento 5 Stelle con un drammatico incidente automobilistico, che la centrale nucleare di Caorso a Piacenza in vent'anni di funzionamento.
Non si può sempre essere contrari in modo pregiudiziale a tutto, Einstein diceva che è più facile rompere un atomo che un pregiudizio. Einstein, persona, credo, molto più intelligente della media, si è posto un quesito, lo dico ai signori di Piacenza, e ha detto voglio capire come Dio ha creato il mondo. Dopo anni di studio ha tirato fuori una formuletta che è la nota teoria della relatività: energia uguale a massa per la velocità della luce al quadrato. Questa formuletta ha rivoluzionato la fisica, è nata la fisica moderna. In molti hanno cercato di dimostrare la non veridicità di questa formula, ma evidentemente non ci sono riusciti. Un italiano, tra l'altro di origini piacentine, perché suo padre era di Piacenza, che si chiamava Enrico Fermi, per vent'anni...
VOCE: Di Caorso.
FILIPPI: Di Caorso, era di Caorso, quindi avete un legame.
Per vent'anni (altra persona abbastanza intelligente, premo Nobel per la fisica) studia la formulina di Einstein l'energia uguale alla massa per la velocità della luce al quadrato, quindi più la massa è pesante, più c'è energia. Prova tante sostanze, tanti metalli, tante materie che sono in natura e scopre che l'uranio è più pesante degli altri. In laboratorio riesce ad inventare, e per questo riceve il premio Nobel, siamo negli anni '40, una fissione controllata. Partono da allora i primi studi sul nucleare, sono passati settant'anni. Si è scoperto che guarda caso il nucleare sviluppa più energia di un milione di grammi di petrolio o di carbone, non è cosa da poco, cioè un grammo di una sostanza rende un milione di volte in più rispetto ad un'altra sostanza. Purtroppo qualcuno, perché vi sono sempre gli esseri malefici, ha pensato di utilizzare questa scoperta in modo dannoso, perché Chernobyl era una centrale atomica di guerra, non di pace. È come se io volessi andare in autostrada con un carro armato, ci posso andare, ma appena esco dall'autostrada non riesco a transitare da nessuna parte. La centrale di Chernobyl era una centrale nucleare di guerra, russi, sbagliando, l'hanno voluta trasformare in una centrale di pace ed è successo quello che tutti sappiamo, ma sono passati trent'anni. Io che non sono un incosciente, nell'86 ero da poco sposato e avevo la mia bimba piccola, si diceva che il nucleare colpisce soprattutto i bambini piccoli, quindi dovevo andare al referendum, ma io ho votato secondo coscienza e guardando avanti, non come i grillini che guardano alle prossime elezioni perché loro devono prendere dei voti, io non ho problemi, io sono qui, posso non esserci la prossima legislatura, i cittadini facciano quello che vogliono, io esprimo il mio giudizio obiettivo, guardo avanti. E per guardare avanti oggi come oggi, che è il 26 maggio 2010...
(interruzioni)
Ottobre. Non abbiamo...
(interruzioni)
Non abbiamo al momento altre formule matematiche, tecniche e pratiche per sviluppare energia come il nucleare. Ha un bel dal dire la nostra collega del PD che il nucleare costa 100,01 e invece l'energia, che so io, quale abbia detto, 99,36, ma come mai in Francia e in tutta Europa l'energia costa il 30% in meno? Come mai tutti producono energia nucleare e noi siamo l'unico Paese in Europa che non la produce? O noi siamo più intelligenti e io vorrei che qualcuno me lo dimostrasse, oppure siamo rimasti indietro per una cultura vetero comunista che ci portiamo ancora dietro. Non ci sono altre soluzioni, al di là della cortina delle Alpi abbiamo quindici reattori nucleari che portano l'energia anche in Italia, allora, ci raccontiamo delle bugie? Sapete che una centrale nucleare produce in un anno tre metri cubi di scorie? Sapete che questa stanza qui è cento metri per otto, sono ottocento metri cubi grosso modo per cent'anni raccoglie le scorie una stanza come questa? Cioè non cerchiamo di creare sempre dei problemi dove non ci sono perché la gente le cose non le sa. Io chiedo di agire con coscienza e con scienza, oggi abbiamo queste forme di energia e purtroppo il vento e il sole non ci sono tutti i giorni, a parte che chi ha le pale vicino a casa diventa pazzo dal rumore, oggi il sole non c'è, ma noi dobbiamo illuminare ugualmente le fabbriche, le aziende e anche le stanze, e allora è facile dire di no, come fanno i grillini, però bisogna trovare qualcosa di meglio. Le energie ci sono, Einstein ha dimostrato che in un chilogrammo di vetro ci sono 25 miliardi di chilowattora, cioè c'è un'energia sufficiente per fare funzionare una città come Bologna per tre anni, il problema è togliere l'energia dalla materia.
Un individuo mangia una mela, il suo corpo funziona per un giorno, cammina, parla, respira, si muove, risponde al telefonino con una mela, quindi il nostro motore, che non va a petrolio, fortunatamente, funziona con altre energie, il problema è trovare un'altra forma di energia. Noi oggi dobbiamo ringraziare Albert Einstein, Enrico Fermi ed altri studiosi che hanno e stanno lavorando in questa direzione se domani ci sarà un'energia più importante, pare che ci siano dei nuovi studi, ben venga, ma per noi l'energia è fondamentale, non possiamo fare a meno di energia. Se nel mondo ci sono 450 reattori nucleari funzionanti e Obama di sinistra sta costruendo, diceva Cavalli, il più grande reattore del mondo qualcosa vorrà dire: o sono tutti imbecilli o qualcosa c'è, e bisogna prenderne coscienza.
Il problema è questo: le nostre aziende a produrre una piastrella spendono il 30% in più rispetto agli altri paesi, le aziende spendono dei 50-100 mila euro ogni bolletta elettrica; se risparmiassimo il 30% sarebbero 5 o 6 stipendi in più. Il fotovoltaico non dà lavoro, darebbe lavoro l'idroelettrico, ma questa regione, che è talmente indietro, non vuole neanche fare l'idroelettrico, perché abbiamo a Vetto, comune in confine tra Parma e Reggio Emilia, una diga naturale, si tratterebbe solo di tirare su un muro in terra alto 40 metri, produrre energia idroelettrica per 30.000 persone che sarebbe pressoché gratuita, abbiamo una Regione che non va nemmeno d'accordo con i suoi esponenti politici, non è neanche in grado di raccogliere l'energia pulita di una diga. Siamo indietro e dell'energia ne abbiamo bisogno, più andiamo avanti più il bisogno aumenta.
Quindi, al di là delle frottole, al di là di votare uno o l'altro, io sono a favore perché oggi non vedo alternative, poi se ci saranno alternative sarò il primo a dire "ho sbagliato", ma oggi purtroppo non ne vedo, al di là delle bugie dei grillini, della loro demagogia, e del loro accaparrarsi voti, ma ci sono cose più importanti, e il fatto stesso che il più grande oncologo italiano, Veronesi, che dobbiamo ringraziare perché è uno dei migliori medici nel mondo e dobbiamo ringraziarlo, usi il nucleare per le sue operazioni mediche, per la chirurgia, credo che nessuno di voi, quando in caso di malattia il medico ordinasse una radiazione perché forse è l'unico modo per eliminare il tumore...
PRESIDENTE (Richetti): Consigliere Filippi, ha esaurito il tempo a sua disposizione. La prego di concludere il suo intervento.
FILIPPI: ...si tiri indietro. Allora, cerchiamo di essere obiettivi, cerchiamo di vedere le cose una spanna al di là del naso e cerchiamo di essere una volta tanto un po' lungimiranti.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Consigliere Favia, lei ha chiesto la parola, ma è già intervenuto.
FAVIA: Per fatto personale, presidente.
PRESIDENTE (Richetti): Guardate, se noi introduciamo l'elemento che tutte le volte che si cita criticamente una forza politica è fatto personale raddoppiamo e triplichiamo i tempi del dibattito. Non mi pare, posso essere stato distratto, che nell'intervento del consigliere Filippi, seppur critico finché vogliamo, ci fossero riferimenti lesivi della sua persona, per cui le chiederei in sede di dichiarazione di voto, dove potrà esprimersi sull'atteggiamento che terrà sugli oggetti, anche di replicare perché altrimenti davvero apriamo una prassi per me difficile da gestire.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Qui stiamo assistendo alla rievocazione di una storia che da un lato riguarda Caorso, una storia che riguarda il nucleare nei vari paesi e stiamo guardando un po' indietro. Credo che da questo punto di vista dobbiamo guardare avanti, guardare avanti significa guardare quei paesi che hanno nel passato affrontato il problema del nucleare e che oggi stanno prendendo altri tipi di strade, questo al di là degli ingegneri o non ingegneri delle parti di chi ha più elementi tecnici o meno elementi tecnici. Di fatto, in Europa, il nucleare si sta abbandonando e credo ci sia un perché.
Io parlo a nome di un partito che si può permettere qui di esprimersi oggi a livello nazionale, perciò non ho bisogno di fare i localismi del partito regionale rispetto a quello comunale o rispetto a quello provinciale. Il nostro partito, l'Italia dei Valori, è stato impegnato in prima persona recentemente a raccogliere le firme sul referendum contro il nucleare, perciò questo, voglio dire, ci salva dai localismi da questo punto di vista. E ci salva anche da, permettetemi di definire, una dissociazione molecolare e politica che la Lega in questo momento e in questa sala esprime, perché dire no a Caorso per dire sì a una politica nazionale che va indirizzata verso il nucleare credo che dissociazione molecolare e politica sia il minimo che si possa definire questo atteggiamento.
Allora, qui se ci deve essere un senso di responsabilità deve essere ampio, deve essere su una politica energetica che riguarda tutto il Paese e che non riguarda le singole frazioni, perché se in passato anche a Caorso, alla luce di quegli elementi che c'erano in quel momento, aveva fatto una scelta condivisa, ripeto, non è giustificativa del fatto che adesso bisogna poter cambiare posizione. Cioè, ripeto, dobbiamo guardare il futuro e guardare avanti.
Allora, il futuro, come diceva che mi ha preceduto negli interventi, è sulle energie rinnovabili, questo è il futuro sul quale dobbiamo investire e sappiamo benissimo che se investiamo quelle cifre che si sono paventate sulle centrali nucleari italiane, i 10-15 miliardi di euro, mettiamo in moto un meccanismo virtuoso e molto più veloce, tra le altre cose, che attiva produzione di energia rinnovabile pulita e che attiva anche posti di lavoro, perché chi dice qua che le energie rinnovabili non attivano posti di lavoro dice una bugia, perché se è solo in questo momento che si sta fortunatamente correndo velocemente sull'installazione dei pannelli fotovoltaici, perché ci sono i contributi interessanti da poter attivare, tutti quei tetti che si stanno riempendo di pannelli qualcuno li sta montando e qualcuno li ha prodotti, perciò questo vuol dire economia, vuol dire lavoro, vuol dire occupazione e questo è quello sul quale dobbiamo investire. Anche perché abbiamo il discorso, questo sì, di contenimento delle emissioni in atmosfera della CO2 che dobbiamo raggiungere rispetto ai parametri europei entro un certo numero di anni, perciò per tanti aspetti, per tante logiche dobbiamo incentivare questo tipo di energia. Per ciò non facciamo battaglie di retroguardia.
Ringrazio anche chi ha dato qui lezioni di fisica, però la fisica e la ricerca non sono che uno strumento, se una materia può andare bene per curare un tumore, altrettanto possiamo dire per quello che riguarda le dispersioni che questi tipi di produzione derivati da centrali nucleari lasciano sul territorio là dove poi la salute viene invece intaccata dalle emissioni e non si spacci Chernobyl pro guerra - pro pace, comunque un reattore nucleare era, al di là dei fini che aveva e nel momento in cui è esploso ha fatto morti e continuerà a farli per tanti anni, al di là che l'energia andasse in rete o andasse in bombe atomiche...
FILIPPI: Non può esplodere una torre nucleare.
MANDINI: Questo è un dato di fatto.
Per ciò quella nazione, quei territori pagheranno ancora le conseguenze per tanto tempo e forse le pagheranno anche dei territori più vicini a noi e faccio riferimento alla regione Friuli e al territorio della montagna dove, ricordiamoci, sono arrivate anche qui le conseguenze di quell'infausto avvenimento. Perciò da questo punto di vista direi che avendo raccolto appunto le firme contro il referendum siamo pienamente titolati a dire no a qualunque tipo di nucleare e posso garantire che la stragrande, non voglio dire tutti, la stragrande maggioranza di quei giovani che hanno firmato questo referendum non sono sicuramente dei vetero comunisti perché hanno un'età anagrafica che già gli impedisce di essere nati comunisti da questo punto di vista.
Perciò non confondiamo la fisica con la politica, non confondiamo gli slogan con la realtà. La realtà è che dobbiamo guardare avanti e dobbiamo impegnarci per quelle che sono le energie rinnovabili.
Perciò l'Italia dei Valori appoggia l'emendamento presentato dai consiglieri Favia e Defranceschi a modifica dell'oggetto 556 e con questa modificazione esprime il voto a favore già adesso.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di parlare la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Io sono molto contenta quando si parla tanto di nucleare, c'è chi ne parlava tanto tempo fa, chi ci arriva in corso d'opera, chi se ne convince per motivazioni diverse, ma tutto questo ha un valore per me positivo. Anche cambiare idea ha un valore positivo quando le motivazioni di fondo sono motivazioni, queste sì, che guardano lontano, perché, colleghi, il rischio di demagogia in questa discussione c'è davvero, secondo me demagogia è far credere che oggi l'Europa punta al nucleare. Oggi l'Europa non sta puntando al nucleare: dove c'è continua a funzionare, altrove si attrezzano diversamente e poi magari vediamo anche perché. Demagogia è anche far credere che sicuramente in Italia nei prossimi dieci anni saranno realizzate un tot di centrali nucleari. Perché demagogia? Perché tutto questo costa una quantità di denaro assolutamente incommensurabile. Sicuramente molto ne occorrerà, molti saranno spesi, molti li stiamo spendendo adesso, soldi dei cittadini, del resto ne abbiamo spesi tanti anche per progettare il ponte sullo stretto di Messina, per fare studi straordinari, centinaia di milioni di euro per un'opera che non si farà probabilmente e questa è anche una demagogia che intorno al nucleare oggi circola: si fanno progetti a lunghissima scadenza, ma in realtà oggi si spende molto denaro per cose che forse non saranno realizzate mai.
Perché c'è una difficoltà oggettiva: trovare un'area disponibile nel nostro Paese non è mica una cosa semplice. Sicuramente l'Emilia-Romagna ha già espresso, stamattina l'assessore Freda l'ha confermato, una propria indisponibilità complessiva, ma mi sembra che anche il governatore della Regione Veneto ha detto io sono favorevole al nucleare però sicuramente a casa mia non c'è un luogo adatto dove farlo. E così via via credo ovunque dove si parlerà forse un domani, al di là delle boutade dei vari esponenti di governo di piazzare una centrale piuttosto che un'altra, credo che al di là delle provenienze politiche, al di là di queste cose qui, il sentimento popolare sarà un sentimento di fortissima preoccupazione. E non funzionerà nemmeno cercare di piazzare queste opere nel sud dell'Italia, pattumiera di tutte le scorie del nord, perché anche a Scanzano sarà anche stato il luogo più idoneo d'Italia ad ospitare le scorie, ma la rivolta dell'Italia fu decisa, fu forte, scesero veramente da tutta la penisola per dire no anche in quel posto che fino a pochi giorni prima non sapevamo nemmeno che esisteva. Perché oggi questo è: cercare di ritornare indietro su una decisione fatta, digerita e a suo tempo condivisa dalla maggioranza degli italiani, che fu quella del referendum. Questa è la verità. La demagogia oggi è parlarne.
A suo tempo (io c'ero, ahimé, ho i capelli bianchi sotto questa accurata tinta), a suo tempo si disse che la centrale, mi ricordo, diciamo le posizioni a favore del nucleare ai tempi del referendum, la centrale di Chernobyl esplose perché, si sa, erano russi, non era poi così sicura quella tecnologia, me la ricordo questa discussione. Da altre parti non può succedere, però io ricordo anche qualche intervento del presidente Berlusconi con l'amico Putin che diceva "condividiamo le nuove tecnologie sul nucleare, lanciamoci insieme su questa strada". Allora mi devo preoccupare ancora oggi.
Quindi non c'è un luogo adatto per questo in Italia. Del resto i luoghi adatti sono o il Po, dove io vedrei dell'altro, e credo molti di noi, cose belle, positive, oppure le coste, però, perché sapete naturalmente che il nucleare ha bisogno dell'acqua e le coste in Italia da sempre servono a sviluppare altri generi di economia diffusi sul territorio.
Certo, io credo che più di tutto il problema delle scorie sia quello che ci ha veramente sciolto i dubbi di questa discussione, perché, guardate, è vero che si stocca, non è vero che non sono tonnellate, è vero che non occupano piazze d'armi, ma sono scorie pericolose per le quali nessun paese al mondo, nessuna tecnologia ha trovato una soluzione. E la soluzione di nasconderle non è una soluzione, quella è semplicemente stoccare, risolvere, è un'altra cosa. Se la tecnologia va avanti, se le nuove costruzioni vanno avanti, le scorie aumentano, è Caorso che ce lo dimostra, dove a distanza di tanti anni, e con le cifre impressionanti spese fino adesso che l'assessore ci ha illustrato questa mattina, ancora esistono i fusti.
Per cui il consigliere ci diceva che Caorso ha già dato. Bene, io credo che tutti i cittadini d'Italia abbiano già dato e si sono già espressi da questo punto di vista e quindi veramente porta fuori strada voler riportare la discussione ad un punto antico.
Ci sono dei punti nuovi sulle rinnovabili che vanno sviluppati, non è vero che il solare piuttosto che altre cose non portano posti di lavoro. Non è vero, non è assolutamente vero, si tratta di lavoro di tipo diverso, si tratta di lavoro distribuito in maniera diversa, si tratta della creazione di una serie di opportunità diversa da immaginare su queste cose. Soltanto le grandi opere, la mega centrale, la mega diga o cose di questo genere.
Del resto questo modello, quello del mega, è quello che paghiamo, è quello a cui eravamo abituati, ma è quello che paghiamo adesso, che ci ha portato da molte parti in crisi senza precedenti per il nostro paese, per cui o siamo in grado di rideclinare l'intera economia del nostro paese, della nostra Regione, anche alla luce delle nuove opportunità sulle energie rinnovabili, oppure avremo più difficoltà ad uscire dalla crisi.
Per il resto ho poco altro da dire, mi appassiona poco il dibattito, c'eri tu, non c'ero io, io c'ero sempre, ma questo mi appassiona veramente poco. Quello che mi interessa è guardare avanti, però io vorrei guardare avanti con gli occhi sani.
Quando il consigliere Filippi dice "io con mio figlio piccolino guardavo avanti ai tempi di Chernobyl", io con i bambini ho un'esperienza diversa e ospito tutte le estate dei bambini che vengono da Chernobyl, sono bambini nati adesso, di 7, 8 anni, che ancora oggi hanno bisogno di venire in Italia per riuscire a mangiare, a bere, a decontaminarsi almeno per un mese all'anno, perché altrimenti la loro vita sarebbe segnata da problemi alla tiroide che non gli consentirebbe di fare una crescita sana.
Per me guardare avanti è guardare ai nostri figli, ma anche a questi altri bambini e veramente questa discussione è ora di chiuderla.
L'Emilia-Romagna ha dichiarato la propria indisponibilità, la porti avanti fino in fondo, ma andiamo anche oltre. È l'Italia che insieme deve dire una volta per tutte no al nucleare, l'avrebbe già detto, ma evidentemente con questo Governo c'è la necessità di ripeterlo.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto d'intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Devo ammettere che prima di ascoltare l'intervento del collega Filippi, che spero che non faccia un fatto personale delle cose che sto per dire, avevo le idee un po' più chiare rispetto alle cose che avrei detto e sicuramente la capacità di confondermi un po' gliela riconosco al consigliere Filippi.
Dirò alcune cose su un tema che mi sta a cuore e del quale mi piace dibattere, affrontando i diversi punti di vista, anche quelli relativi al bisogno di diffondere un po' di più di cultura scientifica in questo paese, non perché io ne sia una grande portatrice, ma solo e semplicemente perché per mia fortuna ho una formazione di questo tipo, per cui continuo a interrogarmi utilizzando lo strumento dell'indagine scientifica, e possibilmente coltivando il dubbio, che porta bene, ogni tanto, in un paese in cui di certezze ce ne sono sempre demagogicamente fatte ingoiare molto.
Il dubbio che vuol dire se non altro, l'abbiamo discusso in molte sedi, sospendere un attimo il giudizio per senso di responsabilità e se vogliamo la scelta, e ragionare anche in termini di principio di precauzione, che non vale per la comunità alla quale faccio riferimento, che non vale solo per i luoghi in cui vivo, ma che va estesa possibilmente all'intera umanità e qui sono d'accordo con le considerazioni, e non solo su quelle, fatte appunto adesso dalla consigliera Meo.
Questa Regione ha affrontato il tema del nucleare non sfuggendo alla discussione anche di merito, anche attraverso interessanti confronti tra appartenenti delle stesse maggioranze dai tempi in cui abbiamo elaborato il Piano Energetico Regionale - ripeto: Piano Energetico Regionale - ,con un'asserzione precisa del dovere di una scelta, in un paese in cui manca, fra le mille mancanze, anche una politica energetica e si va a scocca, confidando in una ignoranza, ahimè, che viene diffusa come strumento per gestire il consenso su questi spot e slogan.
Quando abbiamo discusso il Piano Energetico Regionale chi c'era allora si ricorda vivacissime discussioni in commissione consiliare; alcuni colleghi consiglieri che non cito perché non vorrei citarli impropriamente, in maniera trasversale si sono confrontati con l'allora assessorato e nel Piano Energetico Regionale abbiamo scelto di esprimere con chiarezza il concetto di non ricorrere più, di non pensare neanche di ricorrere ad un'ipotesi di nucleare, qualunque sia la generazione, e poi farò un passaggio su questa storia delle generazioni, del nucleare, ma d'investire su altro, che sono queste cose che stiamo cercando di fare, cercando di confrontarci per farle al meglio. Poi avremo, nel corso di questa seduta l'occasione anche di confrontarci utilmente, secondo me, su altri temi che riguardano le politiche energetiche, la coerenza tra queste e quanto appunto riteniamo di fare per attuare al meglio il Piano Energetico Regionale.
Quando l'attuale Governo ha iniziato a recuperare il discorso sul nucleare, la nostra Regione non si è limitata a dire "no, qui mai", ma ha fatto l'impugnativa in Corte Costituzionale, che non è una scelta così, che si fa solo per una questione di carattere strumentale, la si fa nel merito. E ha fatto un'impugnativa su quelle previsioni della finanziaria che non solo, questo per dire la debolezza dell'idea nella mente di chi l'ha pensata e l'ha decisa, poi non mi dilungo perché poi sembra di coltivare la logica del sospetto e del complotto in una idea un po' giallistica della politica, ma, ahimè, la realtà a volte supera la fantasia, c'è tutto il tema del perché il nucleare, con che tipo di accordo, perché chi produce la tecnologia per la Francia, che non vuole più investire nel nucleare, ha intenzione di piazzare su altri mercati quei prodotti e quelle produzioni e noi pronti con il cappello in mano, anzi, chi guida in questo momento il paese è pronto con il cappello in mano, ahimè, un po troppo di fronte ad alcuni poteri forti.
Detto questo, ripeto, l'impugnativa in Corte Costituzionale perché effettivamente il Governo non solo la pensa, ma decide di inserire in una norma della finanziaria del 2008, che è l'oggetto peraltro dell'iniziativa dell'Italia dei Valori, un articolo con il quale si avoca a sé, a livello centrale, il compito insindacabile di decidere il come e il dove sulla testa della volontà, dei doveri, del diritto di cittadinanza delle comunità locali.
Questo per dire quanto è debole questa idea, perché non solo la pensi e poi dici "devo dotarmi di strumenti violenti d'imposizione, perché altrimenti non passa". Lo diceva Gabriella Meo prima nel suo intervento. Queste sono evidenze.
La Regione ha fatto l'impugnativa. Non solo, ha approvato - e l'ha citata il collega Favia - successivamente una serie di strumenti d'indirizzo; si è attivata in discussioni in più di un'occasione, attraverso gli strumenti anche ispettivi (question time, interpellanze, interrogazioni) di molti gruppi consiliari, anche di maggioranza, anche il nostro, si è arrivati a questa risoluzione del settembre scorso, citata dal collega Favia, che è già indirizzo, non è che ti dai un indirizzo ogni tre mesi, però va bene. Vogliamo riaggiornare la riflessione? Riaggiorniamo la riflessione e sono anche contenta che ci sia l'occasione di ridiscutere di questo tema in questa sala, però vorrei assolutamente che fosse chiaro che non è che siamo improvvisamente colti dal bisogno di parlare di questo tema perché qualcuno ci sollecita. Sulla questione nucleare, non in Emilia-Romagna, ma nucleare in genere, qui c'è una discussione aperta, franca, approfondita, che dura da anni e che abbiamo affrontato con senso di responsabilità.
Cosa dire di alcune considerazioni che qui sono state fatte? Una sola, poi affronto il tema della proposta Favia, ma prima tra le mille sollecitazioni che mi sono arrivate dall'intervento del collega Cavalli, ma soprattutto del collega Filippi, il cui pensiero ci è noto, perché in tutte queste discussioni Filippi è stato sempre presente, sempre molto attivo in questi anni, c'è una cosa che io vorrei ribadire, perché non la sopporto più. Io non sopporto più quando si tratta di fare facili comparazioni tra alcune scelte, o alcune condizioni in cui noi versiamo in questo nostro paese, l'Italia, in raffronto a scelte che in altri paesi sono state fatte.
Per me il nucleare è sbagliato, punto, quindi la voglio chiarire questa questione netta.
Ma torniamo alla comparazione che viene brandita demagogicamente come una clava, che è il confronto su quanto è avvenuto negli anni in cui noi con il referendum abbiamo scelto di non farlo e gli anni in cui invece i paesi oltralpe hanno investito in questa tecnologia, che si chiamano Germania e che si chiamano, appunto, Francia.
Allora, se uno avesse un minimo, qui lo dico, guardate, per partigianeria, e lo dico facendo un appello, avesse un minimo d'informazione di base, di cultura generale, che non bisogna essere degli esperti e tecnici di storia geologica del nostro paese, e lo dico da geologa, queste sciocchezze non solo non le direbbe, ma forse potrebbe condizionare le scelte di chi ha potere decisionale per cui alcune cretinate in un paese, che è il paese a maggior rischio idrogeologico d'Europa, è uno dei paesi, analogamente al Giappone, con il maggior rischio sismico e vulcanico per colpa di qualcuno?, no, per colpa della storia e dell'evoluzione di una storia che dura da milioni di anni, per colpa del fatto che abbiamo il continente africano che spinge contro la placca euroasiatica e noi siamo un margine, perché il nostro paese, che piaccia o meno, è formato dalle Alpi e dagli Appennini, due catene montuose che sono ancora in via di elevazione, vivaddio, e questo fenomeno dura da 40 milioni di anni e io ritengo che potrà durare ancora molto oltre a noi. Un po' di umiltà nel riconoscere questo dato, che è un dato oggettivo. Queste faglie nelle grandi pianure alluvionali, in quiete sismica del Nord Europa non lo fai in Italia. Ripeto, anche volendo, che io non vorrei, non lo fa neanche in Italia, non lo puoi fare in Italia.
È così l'idea del ponte sullo stretto, e le grandi opere, è il problema che abbiamo sul tema dei trasporti, è un problema vero. Io vorrei discutere, al di là delle questioni biologiche con un po' più di consapevolezza.
È chiaro che per noi è difficile progettare una ferrovia, perché la ferrovia passa in tutta la zona montana. Per noi è difficile avere un'idea omogenea degli interventi sul territorio che in questa Regione è attraversato dalla catena appenninica da Piacenza fino all'Appennino tosco-romagnolo, con problematiche specifiche.
L'unica pianura del nostro paese è la Pianura Padana e qui il tema, oppure alcune pianure costiere, tipo quella della Basilicata, Scanzano Ionico, che sono destinate ad altro, sono gli unici luoghi in cui noi possiamo investire per una produzione agricola di qualità, in cui possiamo progettare un'economia sostenibile, che parla, questo sì, alle nuove generazioni e possiamo dire mille altre cose.
Io sarei, colleghi, per sostenere la richiesta che ci fanno i colleghi grillini, invitandoli però appunto a considerare il fatto, ripeto, io con umiltà, ci metto del mio e faccio il possibile e invito anche altri a farlo, che non siamo all'anno zero su questo tema, ma contribuiamo l'uno con l'altro, contribuendo all'elaborazione l'uno dell'altro per migliorare...
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
PRESIDENTE (Mandini): Consigliera Donini, la prego di avviarsi alla conclusione.
DONINI: ... ma non ci sono meriti, vicepresidente, e appunto chiudo.
Per cui sono d'accordo, anche perché, signori, io sono per il nucleare di prima generazione, che impropriamente viene chiamato nucleare di quarta generazione. È un modo giornalistico e sbagliato, anche qui ingannevole, di porre la questione.
Sapete cos'è? È la fusione nucleare, è quella che io vorrei utilizzare a piene mani, perché è quella che otteniamo utilizzando il solare e il termico solare; è il sole, è quella delle stelle. Io sono per questo nucleare e vorrei che ci fosse la capacità, chissà se nella disponibilità dell'essere umano, di arrivare ad essere capaci di produrre in sicurezza quel che avviene in maniera naturale e spontanea nelle stelle.
È naturale la fusione e la messa insieme difficile a ottenerla, difficile a gestirla; è totalmente innaturale e sbagliata la tecnologia che parte dalla rottura e dalla fissione.
Lo dice una donna di sinistra, le divisioni e le sessioni sono innaturali, ahimè!
La cosa più naturale sarebbe l'unione, chissà come mai è la cosa più difficile da fare.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto d'intervenire il consigliere Carini. Ne ha facoltà.
CARINI: Anch'io porgo i saluti ai concittadini di Caorso che hanno avuto la pazienza e la forza di arrivare fino qui per ascoltare questo dibattito, perché questo dibattito è tornato di stringente attualità. Non è tornato di attualità perché l'hanno chiesto i cittadini di Caorso e nemmeno perché l'hanno chiesto i cittadini emiliano-romagnoli. È tornato di attualità perché qualcun altro ha deciso di dimenticarsi di tutta la strada fin qui passata, fin qui già intrapresa. Una strada che ha una storia, di cui sono stati ricordati i passaggi importanti nell'aula, ma ha una strada che oggi ci obbliga a riconfermare o meno alcune decisioni importanti. Da qui ne è uscito un atteggiamento quasi curioso dell'aula.
Siamo in presenza di tre documenti, sostanzialmente tre documenti che dicono tutti e tre no al nucleare. Tutti e tre dicono no all'accettazione supina dell'identificazione di siti per lo stoccaggio nel territorio. Tutti e tre esprimono forte contrarietà tanto alla reinstallazione delle vecchie tecnologie, quanto all'installazione di nuove tecnologie.
Perché allora questa differenza? Ve lo dico cercando di mettere qualche elemento del dibattito anche territoriale che si è sviluppato nel territorio di Piacenza, perché credo che serva. Serva a cogliere gli umori, ma serva anche a capire come si è andata sedimentando una cultura di opposizione nel territorio a questa ipotesi.
Cominciamo col dire quello che è già stato detto e lo ripeto, quindi per brevità vado succintamente.
Questa è una Regione che un piano energetico se l'è già dato, ma a fronte di un piano energetico nazionale che ancora non c'è. Questa è una Regione che attende di capire per quale motivo oggi si vada, questo sì, in modo non dibattuto, non approfondito e quindi da qui demagogico, verso una scelta che era già stata negata ed era stata negata in epoche lontane, da un referendum nazionale nell'87, da una scelta di risoluzione di questa stessa aula, che rappresenta i cittadini emiliano-romagnoli nel 2009, quindi anche molto recentemente.
Poiché si parla di un territorio contadino, qual è la storia di Piacenza, da contadino verrebbe da pensare: perché dobbiamo comprare nuovamente cose vecchie, a cui già avevamo detto di no; perché le dobbiamo comprare senza ancora sapere a cosa serviranno, dato che non c'è un piano energetico? Perché le dobbiamo comprare senza sapere dove andiamo a finire, visto che non c'è un piano industriale, perché le dobbiamo comprare a prescindere da tutto e da tutti?
In questi giorni mentre tutti qui ci affanniamo a ribadire il nostro no, il sottosegretario Castelli ha rilasciato un'intervista importante, estremamente pubblica, l'ha rilasciata in televisione, dove con grande franchezza ci ha detto che a suo parere entro 4 anni la centrale di Caorso deve essere riattivata. Ci ha anche detto il perché: per farne un grande uso di questa energia, soprattutto verso la Lombardia.
Naturalmente, contemporaneamente i parlamentari e comunque le forze politiche del territorio di Piacenza, anche quelle del centrodestra, si affannano a ribadire che tutto questo non può avvenire prima che vengano definiti con chiarezza i siti per lo stoccaggio e prima che venga detto con chiarezza se Caorso si presta ad essere ancora adeguata a questa installazione. Ciò nonostante, Castelli ha detto che si farà lì.
È vero che il sindaco di Caorso ha detto sul giornale locale, che si tratta di parole false, che si tratta di elementi volti solo a generare confusione, poiché non si conoscono ancora tutte quelle pre condizioni che vi sto dicendo.
Al di là del fatto che qui siamo in presenza, forse, di una smentita interistituzionale, che andrebbe per lo meno approfondita, cominciamo col dire che, e in questo riconosco alcune congruità e alcune coerenze, se veramente tutti siamo convinti che sul territorio di Piacenza e sul territorio dell'Emilia-Romagna non accettiamo queste installazioni, siamo finalmente tutti convinti per una volta che nella nostra autonomia, nella nostra dignità di scelta dei territori non accettiamo ordini romani neanche quando Roma è invasa dai lombardi.
Direi poi che alcune sfumature, alcune differenziazioni fanno merito e onore a chi le pronuncia, di questo io do pubblico riconoscimento, ma mi lascia tuttavia molto perplesso il ricorso all'ipotesi di un referendum locale perché, e questa è l'unica parte su cui mi sento di non convenire, ma una parte sostanziale, con il documento presentato dal collega Cavalli, è quello che dice che i cittadini interessati si esprimeranno.
Come è evidente nelle ragioni di chi mi ha preceduto e anche in questi brevi tratti che sto rilasciando, i cittadini interessati per una materia come questa si sono già espressi da un lato, i cittadini italiani e i cittadini emiliano-romagnoli attraverso l'aula, ma soprattutto la storia ci insegna che questo non è un problema che possa essere circoscritto ad un territorio comunale, forse neanche provinciale, forse nemmeno nazionale, addirittura forse nemmeno continentale.
È chiaro che la nostra giurisdizione, la nostra possibilità di intervento agisce su un territorio più delimitato e quindi sul territorio della nostra Regione e quindi per questo noi ci riferiamo a quello, però leggendo con più dettaglio, con maggior analisi nei documenti vari che il sindaco di Caorso, attraverso delle sue interviste, ha rilasciato, mi viene il dubbio che ci possa essere anche un problema di cultura politica specifica, che io pongo all'aula come elemento di riflessione, citando le parole del sindaco, che in un'intervista ad una rivista proprio del comune stesso di Caorso, qui ho la fonte poi naturalmente, dice, alla domanda: "Sindaco, ma lei come lo vede il futuro di Caorso in relazione al problema nucleare?", lui risponde: "Il problema del nucleare anziché subito va gestito, anziché un danno va fatto diventare un'opportunità e noi abbiamo sempre lavorato in questo senso. Pensi che alla fine sono arrivati a Caorso circa 16 milioni di euro, risorse importanti per poter aiutare concretamente i nostri concittadini, abbattendo la pressione fiscale dal 53%, che avevamo ereditato, al 23%, a consuntivo. Anche oggi Caorso ha una pressione fiscale pro capite bassa e al tempo stesso riusciamo a fare opere pubbliche per portare migliorie al paese e alle sue frazioni. Abbiamo anche aumentato in quantità e migliorato in qualità i servizi alla persona."
Ora, perché parlo di cultura politica? Perché non vorrei, e su questo invito tutti ad una profonda riflessione, che ci fosse anche soltanto lontanamente un'ipotesi per la quale quelli che sono dei principi ribaditi con così tanta forza da tutti, possono essere anche momentaneamente accantonati in virtù del fatto che riceveremo delle risorse economiche.
Noi siamo di quella specie che non riesce a monetizzare la salute, che riguardi i cittadini, che riguardi l'ambiente, che riguardi le scelte del territorio, dalla forma più piccola a quella più grande perché è lì che ci si misura, nel rispetto delle volontà popolari quando vengono espresse, e noi, ripeto, abbiamo avuto un referendum nazionale e abbiamo scelto già con questa Regione, ma anche nel rispetto delle forme di economie locali, che dicono a gran voce su tutti i giornali, penso all'agricoltura a noi tanto cara, che sarebbe un disastro l'attivazione nuovamente di una centrale nucleare nei nostri territori.
Dico anche che in questo caso occorrerebbe per davvero fare sistema e fare sistema arrivando a dire per davvero ed in modo definitivo che questa è una regione all'avanguardia perché fa scelte all'avanguardia, la scelta della ricerca verso le fonti rinnovabili è una scelta estremamente avanzata. Mi stupiscono le parole di chi dice che questo ci rende retrogradi, quasi, com'è stato detto, a contraddire tutte le scelte più avanzate dei paesi più avanzati del nostro continente.
Per cui, proviamo per una volta a dire un no senza se e senza ma, come si suol dire, e ribadiamo quindi, alla presenza di alcuni testimoni, la nostra volontà di sempre, nel non consentire, nel rendersi totalmente indisponibili a questa scelta retrograda.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Carini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Vecchi Alberto. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Io la penso invece in maniera diametralmente opposta a tutta una serie di interventi che sono appena stati fatti.
Innanzi tutto parto dalla fine, quando ho sentito dire nell'ultimo intervento che non c'è un piano energetico nazionale. Probabilmente uno non legge i giornali o non sente la televisione, oppure rimpiange quegli anni meravigliosi in cui era Ministro Pecoraro Scanio, che tanto lustro hanno dato all'Italia, con politiche energetiche interessantissime. Io invece non rimpiango Pecoraro Scanio.
La politica energetica c'è, è una politica energetica chiara, è una politica energetica che entro il 2030 si ripromette di portare all'Italia l'efficienza energetica, con il 25% di crescita delle fonti rinnovabili, implementando la ricerca con il 25% recuperato dal nucleare e con il 50% che è l'utilizzo delle fonti attualmente in essere in Italia. Su questo argomento abbiamo fatto convegni con il commissario dell'ENEA, con il sottosegretario Saia, in questi mesi. Non scordiamoci che l'Italia oggi è un Paese che per una serie di scelte storiche ha l'energia che proviene dall'estero, siamo legati a due paesi come la Libia e come la Russia, che dal mio punto di vista non sono il massimo di tranquillità, soprattutto la Libia da un momento all'altro può chiudere i rubinetti, oppure ci chiede qualche milione di euro in più per farsi pagare il pizzo, come ha fatto ripetutamente. Probabilmente queste cose voi le sapete ma non le dite, allora è il caso di dirle e di affrontarle in maniera seria.
Quindi il piano energetico c'è, non è che non c'è, andare a dire questo vuol dire disconoscere tutti gli incontri fatti dal Governo e dall'ENEA in Francia, negli Stati Uniti, con tutti i nostri tecnici, in Europa, dove abbiamo già avviato contratti e contatti con un Paese come il Belgio, che sta attivando oggi una delle più importanti centrali nucleari che verranno fatte in Europa.
Ma c'è un punto, su tutti gli interventi fatti prima, che non ha avuto risposta. Oggi le nostre aziende entrano sul mercato pagando il 30% di più l'energia, quindi vuol dire meno posti di lavoro, quindi vuol dire sapere scegliere un paese e futuro diverso.
Allora mi dovete spiegare, perché nessuno l'ha detto: qual è la vostra proposta per risolvere il problema di carenza energetica del nostro Paese? Perché tutti hanno parlato ma nessuno ha proposto soluzioni, solo un intervento bellissimo su "il sole e le stelle", affascinante questo intervento, mi sono scritto la battuta "il sole e le stelle", quindi noi andiamo a parlare agli italiani, raccontiamo loro che con il sole e le stelle noi risolviamo il problema energetico dell'Italia. Veramente, mi sembra di vivere in un altro mondo!
Sono stato in Danimarca, c'è un ponte fantastico, meraviglioso, che attraversa il mare del Nord e arriva in Svezia. Noi stiamo qui a contestare se fare o no il ponte di Messina, che è un decimo di distanza del ponte che collega la Danimarca alla Svezia. Noi siamo effettivamente un Paese strano da questo punto di vista, tutta Europa progredisce, ma noi abbiamo, chiaramente, perché siamo particolari, la sindrome del Nimby, "Not in my back yard", "Non nel mio cortile". Io voglio avere tutti i benefici, io voglio avere tutti i vantaggi, basta che non li fai da me, per il resto mi va bene. Perché il tema vero è questo che c'è in Italia: io voglio avere tutti i vantaggi del mondo, basta però che non li fai da me, per il resto mi va bene. Le aziende pagano il 30% in più? Devono essere competitive con gli altri? Ma allora facciano una politica per incrementare l'energia e risposta è...
(interruzioni)
..."No, qua no, la fai poi da un'altra parte".
Io credo che abbiamo in Italia una serie di iniziative contro tutte le opere di interesse pubblico, che, purtroppo questo è vero, incidono sui territori dove vengono realizzate. Quindi diciamo: No, alle centrali nucleari, No alle discariche, No ai termovalorizzatori, No ai grandi assi viari; pensiamo solo alla TAV e cosa siamo riusciti a fare, guardiamo solo i paesi confinanti ogni volta che abbiamo un traforo in comune, la Francia e la Svizzera sono celeri a realizzare le loro opere e noi siamo sempre indietro anni rispetto a loro perché nel nostro territorio c'è sempre qualcuno che non le vuole fare.
Vediamo come in Francia, per la scelta dell'ultima centrale nucleare, che è in parte ENEL, c'è stato un bando di gara tra sei comuni francesi che volevano quella centrale nucleare e alla fine tra i sei comuni ha vinto uno e ha preso la centrale nucleare, avete capito ... in Francia addirittura hanno fatto a gara per chi la voleva!!
Però a noi queste cose non interessano, noi abbiamo il sole e le stelle!
Qui continuiamo a parlare della Germania e delle sue fonti rinnovabili, forse ci si scorda che la Germania ha, sì, importanti fonti rinnovabili e un importante sviluppo in questo settore, ma ha anche le centrali nucleari fino a prova contraria.
Allora è chiaro che bisogna andare in quella direzione, perché non c'è solo il sole e le stelle, ma servono anche le centrali nucleari.
Guardate nel golfo del Messico, a che distanza noi stiamo oggi cercando il petrolio, chilometri, perché, una volta arrivati nel fondo del mare siamo andati sotto altri chilometri e alla fine avete visto cosa è successo.
È chiaro che non si può andare avanti tanti anni con il petrolio, questo ormai è assodato, da questo punto di vista ci vuole una scelta seria, una scelta consapevole. Ormai qui diventa difficile programmare l'approvvigionamento di energia fra 20-30 anni.
L'ultima dichiarazione è del vicepresidente dell'ANCI: "in Italia non si riesce a posare un mattone". Noi paghiamo i danni di un ambientalismo militante, ostile per principio a qualsiasi iniziativa, anche quella delle fonti rinnovabili, perché, attenzione, quando noi chiediamo di fare un impianto eolico, o quando parliamo del fotovoltaico nascono i comitati anche contro l'eolico e anche contro il fotovoltaico.
Allora queste cose dobbiamo tenerle un attimo in considerazione e provare anche un po' a superare questo individualismo localistico, per cui ognuno vorrebbe i servizi, però non è disposto ad ospitare questi servizi.
Io credo anche, dal mio punto di vista, che quando si ha responsabilità di Governo non si può sempre fare l'opposizione di Governo e cercare di avere dei vantaggi per tutti i provvedimenti che traggono un vantaggio elettorale mentre sui provvedimenti scomodi, fare delle mozioni contro il Governo, mi riferisco agli amici della Lega.
Quindi, voglio essere chiaro: questa opposizione di Governo, questo giochino, a me non va bene. Se si è al Governo si ha responsabilità di Governo tutti insieme, si attuano delle scelte e su queste scelte si va avanti, anche perché la politica energetica c'è, è una politica per la prima volta seria, e noi abbiamo assolutamente bisogno come Paese, come Nazione, di recuperare quel gap di anni e anni di penalizzazione dovuta a quella sciagurata scelta sul nucleare, che lo ha bloccato quando eravamo il Paese in Europa più progredito, con i migliori ingegneri e tecnici riconosciuti in tutta Europa, che sono dovuti andare via dall'Italia per andare a lavorare. Avevamo le migliori persone, le migliori teste da questo punto di vista.
Per quanto detto, non sono assolutamente d'accordo con queste risoluzioni; lo dico in Aula anche all'amico Cavalli della Lega, che sono contrario anche alla sua, non l'avrei mai presentata, perché chi è Governo è Governo sempre, non solo quando fa comodo.
Quindi, il PdL voterà contro tutte queste risoluzioni, e alla sinistra dico che spero solo che col vostro sole e le vostre stelle riusciate a risolvere i problemi energetici dell'Italia.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Vecchi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Pollastri. Ne ha facoltà.
POLLASTRI: La mia posizione è stata esplicitata, a differenza di tanti altri colleghi dei vari gruppi politici, prima del voto delle regionali, presidente, allorquando, non so se in altre province e in altre circoscrizioni elettorali, fu fatto girare un questionario con una domanda molto secca, molto chiara: come dicono le Scritture che il tuo sì sia sì, che il tuo no sia no, il resto vien dal maligno! E io dissi sì al ritorno del nucleare. Perché? Perché questa politica del Governo è una politica, come ha detto il collega Vecchi in maniera molto esaustiva ed autorevole, chiara, che dovrà riportare e rilanciare un'economia che soffre una differenza rispetto agli altri paesi, pesantissima.
Detto questo, quindi chiarita in premessa la mia posizione, che peraltro avevo evidenziato a pochi giorni dal voto anche a costo di perdere preferenze, essendo probabilmente una posizione impopolare, è opportuno ed indispensabile ricordare alcune cose.
Primo. Come i colleghi sanno, il collega Carini la cui posizione è diametralmente diversa dalla mia, ma molto chiara, prima è indispensabile concludere, per quanto riguarda Caorso, il processo di dismissione, di "decommissioning" che è in atto, e che per tanti anni, assessore, latitava, come lei ben sa.
C'è stato un periodo in cui la sinistra governava contemporaneamente - al Governo nazionale, al governo regionale, al governo provinciale e al governo del Comune di Caorso - e ci fu una fase di assoluto immobilismo sotto questo profilo, fino a quando il governo di centrodestra, anche per un'opera del deputato locale, on. Tommaso Foti, molto incisiva, ha impresso un'accelerazione su questo processo che speriamo, auspico, si concluda anche prima del previsto. Quindi questo è il primo punto vero della questione.
La seconda questione è che deve essere definita una carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il parco tecnologico e, come lei sa, il deposito nazionale. E questo passaggio rappresenta l'avvio e non la conclusione della procedura da seguire. Secondo passaggio.
Terzo punto, che, e nessuno in quest'aula ha ricordato, compete e competerà poi all'operatore presentare per la realizzazione della centrale l'istanza necessaria per avere poi la certificazione e quindi la localizzazione dell'impianto che andrà poi costruito.
Quindi, al di là del confronto sui vantaggi e gli svantaggi che ognuno valuta, ogni forza politica tiene e mantiene la propria posizione sul tema, volevo precisare e lasciare agli atti dell'aula, presidente, queste tre precise considerazioni.
Voglio poi citare un altro passaggio che in quest'aula non è stato esplicitato, non è emerso, ma che è giusto che anche i colleghi che magari non conoscono la storia e le vicende di Caorso, sappiamo, cioè il caso di Ignitor. Ignitor non è un caso da archiviare e accantonare, perché più volte l'autorevolissimo, illustrissimo prof. Coppi aveva esposto, come anche i cittadini sanno, un progetto che avrebbe consentito di recuperare l'ex centrale di Caorso a fini scientifici, con un grande progetto innovativo che sicuramente in tanti ci avrebbero invidiato e che sarebbe stata una grande occasione per i nostri ricercatori, i nostri ingegneri, i nostri cervelli, come diceva bene il collega Vecchi nel suo intervento.
Allora, perché poi qualcuno se lo dimentica, la sinistra nicchiò, non disse no a questa proposta, ma non rispose e quindi questo progetto fu accantonato dalle nostre istituzioni.
Oggi è chiaro che la polemica è forte, assessore, è evidente in quanto è fonte anche di pesante polemica politica perché il Governo sta portando avanti questo piano per il rilancio del nucleare in Italia.
Bisogna poi rilevare, io ho partecipato a diversi dibattiti all'associazione industriali e in altre sedi, non sono un tecnico, un esperto, che l'energia alternativa qui richiamata da esponenti della lista Grillo, da esponenti della sinistra, che peraltro è comunque anche incentivata dal Governo centrale e da altri governi di altri paesi dell'Europa, non è in contrasto con il nucleare, nulla ha a che vedere, perché sia in Francia che in Germania vi sono sia centrali nucleari, ma vi sono anche efficienti sistemi di energie alternative. Questo è il punto. Non si devono mettere in concorrenza queste due questioni.
Per fare chiarezza, infine, la nostra posizione è sempre stata lineare. Prima deve finire la fase, la procedura del decommissioning a Caorso e una volta bonificato il sito ci sarà quella valutazione di cui dicevo al punto in premessa del mio intervento.
Quindi, nessuna pregiudiziale sulla presenza di una centrale di un sito di stoccaggio. Piacenza ha già dato, ha dato per quattro decenni e ha avuto sia la centrale che il sito di stoccaggio.
La scelta dove eventualmente costruire una nuova centrale, ribadisco in conclusione, spetterà all'investitore che realizzerà in futuro le centrali previste dal Governo.
Quindi, in questo caso vi sono in questo confronto, in questo dibattito, delle posizioni che ancora è prematuro definire definitive perché queste procedure che ho citato sono ancora in fieri e sono ancora là a venire.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Pollastri.
Non ho nessun altro intervento, pertanto do la parola all'assessore Freda per la conclusione del dibattito.
FREDA, assessore: Io sarò brevissima perché molto è già stato detto, però penso che sia un tema da affrontare in modo serio e come qualcuno ricordava con onestà intellettuale, con verità anche rispetto ai costi e agli impatti.
La Giunta regionale si è già ripetutamente espressa rispetto alla contrarietà, alla nettissima contrarietà sul ritorno al nucleare e tuttavia mi corre l'obbligo di fare alcune precisazioni proprio per quello che ho sentito in quest'aula oggi.
In particolare al consigliere Cavalli, che peraltro ha presentato una risoluzione a firma singola, solo la sua, non quella dei suoi colleghi di gruppo in quest'aula...
CAVALLI: Quando voteranno vedrà!
FREDA:... è un rilievo che faccio oggettivo, che il vice ministro Castelli non solo ha una posizione diversa rispetto alla sua, ed è rilevante che comunque occupi un ruolo così importante all'interno del Governo, ma addirittura ha proposto entro quattro anni di riattivare la centrale. Entro quattro anni, inconsapevole forse della previsione di 450 milioni di euro per dismetterla, e anche forse inconsapevole del fatto che, a differenza da quanto affermato dal sindaco Callori, che ritiene che sul suo territorio siano rimasti solo qualche fusto, ce ne sono ben 8.279!
L'altra precisazione che assolutamente penso sia necessaria, e in questo mi rivolgo anche al consigliere Pollastri, e che risulta particolarmente in contrasto con la richiesta di un referendum locale peraltro, che non può essere condivisibile per tutte le motivazioni che sono già state ricordate in quest'aula, è che il Governo di cui entrambi i consiglieri sono qui rappresentanti e lì rappresentati da un lato con il decreto legge del 15 febbraio 2010, che peraltro è stato approvato e promulgato senza il parere della conferenza unificata, che peraltro è previsto invece dall'art. 25 della legge 99/2009, questo decreto prevede all'art. 11, comma 6, che nel caso in cui non si raggiunga l'intesa con la Regione che deve ospitare la centrale, si possa comunque procedere con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. Addirittura in deroga ai piani energetico-ambientali delle regioni interessate.
Allora, a fronte di questo, che è scritto, nero su bianco, e lei consigliere Pollastri ha dimenticato di citare questa parte, ha citato tutta quella che è la procedura, però ha scordato di dire che cosa succede se i territori dicono di no.
Allora, se i territori dicono di no si procede ugualmente, quindi in barba al referendum, addirittura una consultazione assolutamente al di fuori di questa impostazione che è stata data in un provvedimento che non solo dice "torniamo al nucleare", in contrasto con quello che più volte è stato ricordato, il referendum dell''87, ma anche rispetto alla volontà dei territori.
In questo senso ritengo che la proposta di un referendum, per tutte le motivazioni già ricordate, anche inaccettabile per la ristrettezza, visto che sarebbe limitato alla popolazione locale, ma sia anche improponibile perché il decreto del Governo va in tutt'altra direzione e non lo prevede.
Con questo chiudo ribadendo con forza l'impegno della Regione a contrastare con tutti gli strumenti a disposizione il ritorno al nucleare a cominciare da Caorso.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Freda.
Sulla risoluzione oggetto 556 sono stati presentati due emendamenti a firma Favia e Defranceschi.
Discussione generale sugli emendamenti presentati. Non ho interventi, passiamo alle dichiarazioni di voto sui due emendamenti.
Non ho prenotazioni per dichiarazione di voto sugli emendamenti, passiamo alle dichiarazioni di voto finali e congiunte su tutta quella che è la discussione delle varie risoluzioni presentate. Le ricordo: risoluzione oggetto 142, a firma dei consiglieri Defranceschi e Favia; risoluzione oggetto 556, a firma dei consiglieri Mori, Moriconi, Garbi, Piva, Mumolo, Monari, Ferrari, Zoffoli, Marani, Montanari, Montani, Carini, Pariani, Mazzotti, Casadei, Costi, Cevenini, Luciano Vecchi, Barbati, Meo, Sconciaforni e Donini; risoluzione 655, a firma del consigliere Cavalli.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Innanzi tutto ci tengo, mi dispiace che sia assente, quindi sarò molto breve a rispondere a ciò che ha dichiarato il consigliere Filippi, che da oggi in poi chiamerò "l'alchimista".
Volevo semplicemente ricordargli anche la teoria dell'intelligenza razionale.
E sempre in merito al nostro intervento, non ha risposto sulle scorie, dove pensa il consigliere Filippi di mettere le scorie, non c'è un piano dello stoccaggio definitivo.
C'è un gruppo su Facebook e molto simpaticamente la satira propone di mettere le scorie a casa del consigliere Filippi, ha già 500 aderenti su Facebook, ma penso comunque che le sue teorie secondo lui le scorie di una centrale stiano in quest'aula non sono praticabili, quindi la ritengo una soluzione impraticabile.
E in Francia, c'è il problema scorie.
Per quanto riguarda ciò che ha dichiarato il consigliere Vecchi. Consigliere, innanzitutto già che era in Danimarca, se avesse fatto un giro anche in Norvegia si sarebbe accorto di come fanno l'energia in quei paesi. Ma la differenza tra noi e la Danimarca non sono i comitati ambientalisti, i grillini, i talebani dell'ambientalismo che non contano nulla in Italia. Forse la differenza è che nella classifica della lotta alla corruzione la Danimarca è al primo posto, noi siamo al 67° posto e in questi giorni ci ha scavalcato il Ruanda. Forse è per questo motivo che non è il caso di fare un'opera come il ponte sullo Stretto, che è un contesto completamente diverso da quello del mare del Nord.
E non bisogna mischiare ceci e fagioli, qui stiamo parlando di nucleare.
Su inceneritori e centrali, lei consigliere si lamenta delle proteste dei cittadini, ma dobbiamo uscire da questa logica del centralismo industriale, dobbiamo pensare all'energia, ai rifiuti, andare verso un'epoca di transizione, un'economia di scala più ristretta, dovremo riscoprire economie che abbiamo abbandonato per questa idea del centralismo industriale che ci sta distruggendo sotto ogni punto di vista.
Come facciamo a far costare di meno la bolletta? Innanzi tutto, ad esempio, togliamo i CIP6, quei soldi che voi ci rubate dalle nostre bollette per finanziare gli inceneritori, che dovrebbero andare proprio a finanziare le energie rinnovabili.
E poi vediamo se c'è un vero mercato dell'energia in Italia, o se c'è un oligopolio, un cartello.
E poi, quando si parlava "noi importiamo l'energia dalla Francia", anche qui i dati, signori, vanno elaborati. Il grosso dell'energia che noi importiamo dalla Francia per le centrali nucleari, lo importiamo di notte, perché le centrali nucleari vanno a ciclo continuo, quindi producono energia anche di notte, quando non ce n'è bisogno. Cosa succede? È una legge del mercato, la mettono sulla piazza ad un prezzo vicino allo zero, quindi noi la compriamo, perché non ci costa praticamente nulla, e la usiamo per stoccare altra energia, pompiamo acqua in superficie per le centrali idroelettriche. Quindi, anche questi sono dati alterati, alterati perché non si sa analizzare il mercato.
Per quanto riguarda l'accusa di demagogia, devo dire che di demagogia dai partiti ne sento tanta. Noi ci siamo presi un impegno, in campagna elettorale, di progetti chiari e precisi, di posizioni chiare e le stiamo portando avanti.
Una è il no al nucleare, punto. Non è demagogia, non è per inseguire voti, sappiamo anche andare contro corrente, abbiamo liste civiche che si battono per delle battaglie anche a livello comunale, anche quando sono impopolari e semplicemente andiamo avanti per la nostra strada, con dei progetti condivisi prima della campagna elettorale.
Un'ultimissima cosa, chiediamoci: ma c'è bisogno di energia, di nuova energia in questo paese?
Allora, non Giovanni Favia, non i grillini, ma il gestore della rete in un'audizione parlamentare del 2002 ha dichiarato che al picco delle richieste, in Italia, c'è una richiesta di 57 gigawatt e ha dichiarato, inoltre, che abbiamo installati in Italia 75 gigawatt. Allora, forse, c'è un problema di rete, di efficientamento, di gestione, di distribuzione, non c'è bisogno di energia in Italia, c'è bisogno forse di rifare la rete, di ripensarla e di pensare anche in funzione della solarizzazione fotovoltaica dei tetti, una rete che permetta al cittadino veramente di diventare distributore e consumatore, non più pensata, come dicevo prima, sul centralismo industriale, ma su tanti piccoli centri di produzione.
Ultima cosa. Alla maggioranza, non sia mai che mi perdo un appunto alla maggioranza. Ho sentito parole che mi piacciono molto, ho sentito parlare di tutela dell'agricoltura di qualità, ho sentito dire che non si può monetizzare la salute e sono d'accordo, però il fervore che c'è sul tema del nucleare lo voglio anche sugli altri temi, lo voglio anche quando andremo a discutere la centrale di Russi, il friggitore di Bondeno. La qualità della nostra agricoltura deve essere al primo posto e anche la salute dei cittadini che vivono in quei comuni. Non può, visto che c'è un Governo a favore del nucleare, questa foga valere solo quando parliamo di nucleare.
Chiudo dicendo che siamo disposti a ritirare la nostra risoluzione nel caso in cui verrà votato l'emendamento, lo dico già subito alla presidenza.
L'ultima chicca dalla mia lingua biforcuta, non vorrei che la motivazione sul perché il Governo ha così tanto interesse a fare queste centrali, non vorrei che fosse che la Francia ha comprato il nostro debito, sta comprando in maniera ingente il nostro debito e, quindi, siamo un po' legati a stretto giro, c'è stato un cambio di favori tra noi e la Francia.
Visto che ho la lingua biforcuta spero di sbagliarmi e di essere semplicemente in malafede, e che questa mia illazione sia completamente infondata.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Vecchi Alberto. Ne ha facoltà.
VECCHI Alberto: Faccio la dichiarazione di voto a nome del Popolo della Libertà.
Noi siamo contrari nel dubbio a tutte e tre le risoluzioni, così di problemi non ce ne sono.
Due cose importanti, due risposte importanti.
Il collega Favia probabilmente è poco attento, non ho detto che noi acquistiamo solo energia dalla Francia, perché acquistiamo in parte dalla Francia. Ho detto invece che siamo dipendenti dal gas russo e dal gas libico. Probabilmente era poco attento, molto attento a guardare il computer, ma poco alle parole dei consiglieri in aula.
FAVIA: Parlavo di Filippi, consigliere.
VECCHI Alberto: Basta, tanto c'è l'intervento, uno se lo legge e dopo dice se era o non era attento.
Per quanto riguarda invece il deficit energetico, rimango stravolto per un motivo molto semplice. Anche nelle vostre dichiarazioni di voto non c'è nessuna risposta su quale soluzione proponete per risolvere il deficit energetico dell'Italia. Anzi, ho sentito dire proprio pochi minuti fa da Favia che non esistono problemi di costo dell'energia in Italia, non esistono problemi di approvvigionamento energetico, che sono tutte balle, non è vero niente perché noi abbiamo energia sufficiente. Questo è stato detto in quest'Aula e sarà poi importante far divulgare tutto questo esternamente, non solo al mondo industriale, ma anche agli artigiani, così andiamo a spiegare a queste persone chi vota certe mozioni e cosa vota. Perché non è che lo dico io del deficit energetico, l'alto costo dell'energia è un dato di fatto.
Poi sarà anche importante, quando si parla di agricoltura di qualità, perché prima ho sentito parlare della nostra grande agricoltura di qualità, e oltre al sole e alle stelle c'era anche l'agricoltura di qualità, quando poi andiamo a parlare delle centrali a biomasse o del fotovoltaico, tutto effettuato a terra all'interno di terreni agricoli, allora lì vediamo cosa voterà il PD... se vogliono fare queste centrali o vogliono invece agricoltura di qualità. Se il PD è coerente, faccia una legge per fermare le centrali a biomasse e il fotovoltaico a terra.
Su questo ha ragione Favia, bisogna essere sempre coerenti.
Voglio dire che non posso condividere delle scelte che per l'ennesima volta vanno contro un Governo che ha fatto un piano energetico in un Paese dove questo piano energetico mancava da anni.
Oggi in quest'Aula ho sentito dire dai "grillini", che noi il ponte sullo stretto di Messina non lo facciamo non perché non lo condividiamo, ma perché siccome siamo un paese corrotto allora ci sono le bustarelle nel ponte, quindi non lo facciamo. Ma è fantascienza questa!
In Danimarca c'è un ponte, che è 10 volte quello che noi vogliamo fare sullo stretto, che la collega con la Svezia e qui non lo facciamo perché potrebbe esserci corruzione, non perché noi siamo contrari al ponte, ma perché potrebbe esserci corruzione.
Ma in questo modo come facciamo a gestire e a governare un Paese? Stiamo scherzando o diciamo sul serio!
Se c'è qualcuno corrotto si prende e se ha preso delle bustarelle andrà in galera, il tema è questo.
Per tutto quanto detto siamo contrari a tutte e tre le risoluzioni.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Vecchi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Rispondo subito all'assessore Freda. La firma unica non vuol dire che i miei colleghi non siano d'accordo con il sottoscritto, vorrei anche precisarle che visto che è un argomento molto caro al sottoscritto, essendo di Caorso, me ne sono occupato come argomento. È un principio di territorialità.
Volevo anche dire che se leggeva attentamente la risoluzione che ho presentato, chiedevo che il Governo facesse un passo indietro rispetto al decreto che ha emanato. Credo che sia opportuno attivarsi per sedersi - regione, comune e provincia - qualora fosse indicato il comune di Caorso.
Deve quindi essere consapevole, assessore, che lei probabilmente è abituata con il suo leader politico Antonio Di Pietro, ma noi siamo abituati invece a dialogare fra di noi molto diversamente. Sì, probabilmente l'intelligenza politica che ha Umberto Bossi da voi non esiste, mi spiace. Mi spiace dirlo, ma siete proprio un partito di bassa lega, non della Lega Nord come la nostra.
(interruzioni)
Credo che noi abbiamo delle idee e portiamo avanti dei nostri obiettivi.
Vede, collega, non è il fatto che se noi siamo al Governo dobbiamo subire supinamente tutte le decisioni che cadono dal Governo. Noi abbiamo una dignità e giustamente noi sul territorio facciamo valere le nostre esigenze.
Credo che se la Lega Nord a Caorso ha una posizione, se a Piacenza ha una posizione, se in Emilia-Romagna ha una posizione, chiederemo un resoconto ai nostri big di territorio per dire che noi siamo contrari a questo emendamento per la centrale nucleare a Caorso e in Emilia-Romagna.
Visto che, giustamente come ha detto anche la consigliera Meo, mi spiace citare due volte il governatore Zaia, che è a favore del nucleare, ma non in Veneto.
Bisogna essere anche consapevoli che noi siamo contro il nucleare, personalmente soprattutto a Caorso e in Emilia-Romagna e i miei colleghi sono dalla mia parte. Se le dispiace, mi spiace.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bonaccini. Ne ha facoltà.
BONACCINI: Io penso che la discussione di oggi sia molto importante per due ragioni. La prima perché permette quanto meno di fare definitiva chiarezza sulle posizioni delle singole forze politiche dentro a quest'aula e dunque in Regione Emilia-Romagna. Perché fino ad oggi un po' di margine, di ambiguità si era tenuta.
La seconda, ci permette di poter spazzare via da questa parte, nel centrosinistra, le accuse.
Il consigliere Vecchi ha tirato fuori Nimby: mi regala un rigore a porta vuota. E gli spiegherò perché tra poco ricordandogli le dichiarazioni, pochi mesi fa, di ogni candidato alla presidenza nelle 13 regioni in cui si votava del centrodestra. Gliele ricordo e vediamo se esce da qui convinto forse su quel punto che la sindrome Nimby ha colpito loro, non noi.
Lo dico perché parlando del Partito Democratico devono essere chiare due cose. La prima, noi non siamo per la politica del no a prescindere, la TAV è passata da queste parti e noi che governiamo e governiamo parecchi territori avevamo detto che la TAV doveva passare. Dunque, anche quell'esempio è sbagliato.
Noi non siamo però nemmeno per la politica di Nimby perché come abbiamo chiarito nel dibattito l'ultima seduta del Consiglio regionale noi non siamo per le centrali nucleari a Caorso, a Bologna, a Cesena, in Emilia-Romagna, in tutto il paese. Noi non siamo proprio d'accordo, non perché si sia contrari al nucleare in quanto fa prendere voti o ne fa perdere, ma perché ci pare che un paese come il nostro, in ritardo da tutti i punti di vista, anche se fosse a favore, a partire dal tema delle tecnologie e della produzione di tecnologie nel paese, noi siamo convinti che invece la strada che va imboccata, come hanno detto tanti qui dentro, sia proprio quella che va nel versante opposto. Come peraltro, e lo ricordava la consigliera Donini e anche la consigliera Meo, sta facendo più o meno tutta l'Europa. Anzi, io invito i consiglieri di centrodestra a elencare pubblicamente quante sono le centrali, utilizzando la terza generazione attuale, che si stanno costruendo in questo continente, laddove in Finlandia ce n'è un esempio che è già stato credo interrotto due o tre volte per i costi troppo elevati e perché ci si rende conto che probabilmente qui sta una delle ragioni che spesso non vengono citate. L'eventuale proposta di centrali nucleari, anche quando fossero pronte, cioè tra parecchi anni, oltre ad avere tecnologie superate sarebbero, per gli studi che ormai fanno quasi tutti, diseconomiche, dunque non ci sarebbe nemmeno, la volessimo prendere da quel punto di vista, un risparmio dal punto di vista economico.
Noi siamo forza di Governo e per questo diciamo di no alle centrali nucleari, punto.
Prendiamo anche l'emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle, perché il problema appunto che stiamo discutendo oggi qui di quale politica vogliamo fare non è quella delle generazioni del nucleare, è quella di voltare pagina e investire decisamente sul tema della cosiddetta green economy. Lo so che dire questo fa sorridere qualcuno. Ricordo però due questioni. Mi si dovrebbe spiegare, a proposito di occupazione, senza un piano di nuove politiche industriali dov'è che in questa Regione e nel paese recupereremo i posti di lavoro perduti, visto che questo lo dicono tutti, anche Tremonti. Questa crisi economica per la prima volta nel dopoguerra non farà recuperare i posti di lavoro dove sono stati persi. Nella green economy, lo ricordo, in questa Regione, in quel comparto lì, siamo credo l'unica Regione italiana che da pochi mesi ha dentro un assessorato una delega che si richiama a quelle due paroline. Perché la Regione Emilia-Romagna ci crede e sono circa 2 mila le imprese nate negli ultimi anni che stanno dando da lavorare ad alcune migliaia di persone. Sono tutti nuovi posti di lavoro.
A me fa piacere che la Regione Emilia-Romagna, con i suoi 140 milioni di euro nell'ultimo triennio, sia stata, in percentuale rispetto al bilancio, la Regione italiana, se non di più, una tra le prime due per investimenti nel campo di tutto quello che ha a che fare appunto, e brevità taglio, con la cosiddetta green economy.
Certo, se si è impegnati per mesi e tutta l'estate a parlare di lodo Alfano, capisco che si fa fatica a parlare d'altro.
E allora, siccome non voglio accusare chi è a favore del nucleare da un punto di vista ideologico, perché ha il diritto di esprimerlo, mi si dovrebbe spiegare come si fa, ed è qui che io dico a Cavalli che ci sta la grande difficoltà della Lega di aiutarci a capire cosa pensano, non per il senso di responsabilità della sua decisione e quella del suo gruppo, che apprezzo, perché non lo pone da un punto di vista ideologico, non ne avrebbe bisogno visto che governa il paese, ma c'è un punto per me imprescindibile. Non si può parlare qui, la Lega in quest'aula, e apprezzo, e lo ricordano come noi, di decommissioning, perché c'è un impegno a Caorso in primo luogo con i cittadini di quel comune che mi pare si aspettino parole di verità e chiare, ma con tutto il territorio di questa Regione, il decommissioning scadrebbe nel 2019.
E come fa la Lega a dire questo in quest'aula, e apprezziamo, e un importante loro esponente di Governo come Castelli dire: fra quattro anni, che se la matematica non mi mette in contraddizione, 2010 o 2011 più 4 fa 2015 o 2014; come si fa a dire questo e a non trovarci lì un elemento drammatico di ambiguità.
Allora, noi siamo proprio convinti che la battaglia da fare sia quella d'investire nell'altra direzione, come diceva l'assessore Freda e come richiamò il presidente Errani nella relazione d'insediamento di questa Assemblea legislativa.
Noi lì possiamo creare un ambiente più pulito, fare dell'ambiente per la prima volta un'occasione di grande nuova occasione di crescita di sviluppo economico, perché noi siamo per lo sviluppo e la crescita per avere qualcosa da redistribuire a chi ha meno.
Per finire, voglio dire che questo tema di Nimby, lo dico in conclusione, è curioso.
Formigoni, Bernini, Zaia, Cota, sto a quelli che vivono nel nord, così ci capiamo, dissero tutti: siamo d'accordo con il nucleare che vuole il Governo, ma non fatelo nella mia regione.
Chiedo scusa, se nessuna regione lo vuole dove lo fa il Governo?
Allora bisognerebbe essere coerenti e dire, consigliere Vecchi, io apprezzo la sua schiettezza, allora dovrebbe dire siamo talmente contro la sindrome Nimby che nel centrodestra troppi quando si tratta di affrontare il voto hanno paura di perdere voti e dunque mi auguro che a partire da casa mia, cioè la sua, si sia un po' più coerenti con sé stessi, perché i presidenti eletti nel nord di importanti regioni, e che essendo eletti dai cittadini hanno tutto il mio rispetto perché rappresentano tutti coloro che abitano lì, anche chi non li ha eletti, dovrebbero spiegare come fanno a fare il piano del governo nel momento in cui Castelli e Lombardo dicono vada a farlo a Caorso, guarda caso, perché è in Emilia-Romagna...
BARTOLINI: Obama, il vostro Obama ha deciso e lo fa.
BONACCINI: ... stiamo parlando di tutt'altro, stiamo al merito.
Allora, rifateci l'elenco dei paesi europei in cui si stanno facendo le centrali con questa generazione...
(interruzioni)
PRESIDENTE (Mandini): Rispettiamo chi interviene. Grazie.
BONACCINI: Ultima cosa. Apprezziamo che il Movimento 5 Stelle abbia deciso, chiedendoci ovviamente una modifica, che accettiamo volentieri, alla risoluzione, di votare con noi. Mi interessa, e non lo voglio usare propagandisticamente, perché allora se così è, cioè sulle questioni davvero di merito si possono trovare ogni tanto occasioni di convergenza, come è accaduto negli ultimi due consigli su questioni non marginali, stiamo parlando del futuro delle nostre comunità e di questioni come l'ambiente, che per noi sempre più deve essere al centro delle politiche dei nostri territori. Beh, dico allora che non è vero, come ogni tanto sento dire, PD uguale "PD - L", perché su questo se avesse vinto la Bernini non l'avrebbe fatto, per come lo enunciava, perché aveva detto che lo si faceva a casa d'altri, ma il Governo avrebbe potuto dire lì lo si fa perché vince il centrodestra.
Quindi io non voglio convincerli solo per questa votazione che il PD non è uguale a "PD - L", ma voglio dirgli che nell'apprezzare la posizione che hanno deciso insieme a noi di prendere su questo argomento, non è così scontato che non si possa prendersi anche responsabilità quando si governa e se si governa e si fanno passare le proprie posizioni, forse la storia può cambiare perché a Caorso grazie al centrosinistra e all'Emilia-Romagna la centrale non ci tornerà, state tranquilli.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bonaccini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi. Ne ha facoltà.
NALDI: Vorrei dire al consigliere Filippi, che purtroppo non è qui presente, e anche a Vecchi, che non si può condividere l'innocente entusiasmo per la scienza proprio dei primi 60 anni del secolo scorso perché nel frattempo sono successe molte cose che hanno indotto principi di precauzione e qualcosa d'altro.
Soltanto agli inizi degli anni '60 in campagna si mettevano molto spesso nelle case dei serbatoi di amianto che adesso nessuno di noi sarebbe più disponibile a mettere nelle proprie case. Abbiamo scoperto dopo quale devastazione ha comportato l'utilizzo dell'amianto e di molte altre sostanze che all'inizio erano state considerate miracolose.
Nel giornalino dei giovani, giovanissimi comunisti c'era Atomino, credo che nessuno sarebbe più disponibile oggi a fare un giornalino con Atomino, perché effettivamente la crescita della cultura di massa ci consente d'avere anche degli strumenti di riflessione critica sulla scienza, in particolar modo sulla necessità del principio di precauzione.
Io fra l'altro nella scelta di Veronesi di essere il presidente del Comitato per il nucleare, trovo semplicemente questa ambiguità. Veronesi è libero di fare le scelte che ritiene più opportune, nelle quali crede, però penso che sia scorretto utilizzare una credibilità scientifica acquisita in un campo come quello della medicina e spenderla in un settore sul quale Veronesi credo che abbia delle competenze più o meno come le mie.
Quindi, non mi pare che questa sia un'operazione molto corretta.
Voglio dire che, nel caso del nucleare, oltre ad un principio di precauzione, c'è un principio di realtà dei rischi che sono presenti, in particolar modo per quanto riguarda il tema delle scorie, che è un tema di rischi e di costi enormi per contenerli.
Quindi, nel caso del nucleare, il rapporto costi e benefici quando si vanno a considerare tutti questi aspetti, è un rapporto molto problematico, tenendo conto che, come ci ricorda il prof. Balzani, una delle competenze più alte in materia, che il nucleare avrebbe circa 25 anni, non di più, di scorte di uranio a disposizione.
Quindi, voglio dire che essendo d'accordo con diverse considerazioni che ha fatto, per esempio, il consigliere Favia, su un punto mi differenzio dal consigliere Favia, che a mio parere non è vero che noi possiamo dichiararci soddisfatti delle condizioni di produzione energetica attuali perché sono sufficienti, perché noi abbiamo bisogno invece di modificare quel mix di produzione energetica ed è anche per questo, fra l'altro, che noi siamo impegnati nella raccolta di firme attorno ad un progetto di legge popolare per le energie alternative che devono gradualmente, il più in fretta possibile, sostituire le fonti di produzioni energetiche derivanti dal fossile.
Detto questo, annuncio che anche da parte del nostro gruppo siamo d'accordo di accogliere l'emendamento del Movimento 5 Stelle al nostro documento.
Vorrei dire questo, che siamo d'accordo perché non è in discussione la ricerca in astratto, o anche più in concreto la possibilità di ricerca sull'energia nucleare di quarta generazione; è che non vorremmo distrarre risorse dalle vere priorità.
La crisi ci impone delle priorità e anche delle scelte compatibili nei tempi per soddisfare l'esigenza di produzione energetica e di riconversione energetica, quindi noi vorremmo che le priorità fossero ben fissate nel solare, nel fotovoltaico, nell'eolico e nelle altre fonti di produzioni pulite.
Poi vorrei dire con estrema nettezza che noi siamo contrari al nucleare a Caorso, siamo contrari al nucleare in Emilia-Romagna, siamo contrari al nucleare in Italia e siamo contrari anche al nucleare in Albania, dove probabilmente Zaia, Cota, Formigoni e la Bernini vorrebbero collocare gli impianti nucleari che non vogliono fare nelle loro regioni, perché riteniamo che non sia questa la soluzione per soddisfare i bisogni dell'industria, dei cittadini. C'è un problema di risparmio energetico, ma c'è anche un problema di sostituire le fonti inquinanti con fonti pulite, sulle quali ci sembra che noi dobbiamo sviluppare in Emilia-Romagna esperienze pilota per cercare anche di acquisire vantaggi tecnologici, produttivi e sociali.
Quindi, per questa ragione confermo il nostro voto positivo a favore sia dell'emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle, che del nostro documento che reca anche le nostre firme.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Non ho altre prenotazioni per dichiarazione di voto. Allora, procediamo con la votazione della risoluzione oggetto 142 a firma dei consiglieri Defranceschi e Favia.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Se non è possibile invertire i due oggetti, ritiro anticipatamente la mia risoluzione prendendo per buona la dichiarazione di voto del consigliere Bonaccini.
PRESIDENTE (Mandini): Il consigliere Bonaccini ha fatto dichiarazione che venivano recepiti gli emendamenti alla risoluzione oggetto 556, ma non essendo tra i firmatari della risoluzione chiedo alla consigliera Mori, come prima firmataria, se è d'accordo.
La parola alla consigliera Mori.
MORI: Certamente, presidente, siamo d'accordo come da approvazione dell'emendamento e quindi prendiamo atto del conseguente ritiro da parte del consigliere Favia.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Mori.
La risoluzione oggetto 142 è ritirata.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma dei consiglieri Favia e Defranceschi, alla risoluzione oggetto 556.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 2, a firma dei consiglieri Favia e Defranceschi, alla risoluzione oggetto 556.
(È approvato a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L'emendamento è approvato.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 556, a firma dei consiglieri Mori, Moriconi, Garbi, Piva, Mumolo, Monari, Ferrari, Zoffoli, Marani, Montanari, Montani, Carini, Pariani, Mazzotti, Casadei, Costi, Cevenini, Luciano Vecchi, Barbati, Meo, Sconciaforni e Donini, così come emendata.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 655 a firma del consigliere Cavalli.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è respinta.
Salutiamo i cittadini che hanno precedentemente seguito il dibattito.
Grazie e buona sera.
Inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini): È pervenuta la proposta di anticipare la risoluzione oggetto 660, presentata dai consiglieri Luciano Vecchi, Donini, Sconciaforni, Naldi, Barbati, Lombardi, Richetti, Defranceschi, Manfredini, Monari, Mazzotti, Fiammenghi, Montanari, Mumolo, Piva, Casadei, Marani, Moriconi, Montani, Alessandrini, Ferrari, Zoffoli, Mori, Pagani, Aimi, Pariani, Bazzoni, Meo, Villani, Costi e Noè sulle popolazioni Saharawi del Sahara occidentale.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Per reiterare la richiesta di inversione di ordine dei lavori che avevo avanzato precedentemente e poi ritirato su richiesta del consigliere Cavalli.
A questo punto chiedo che venga messo al voto l'oggetto che precedentemente è stato iscritto e che è, come ha citato lei, la risoluzione oggetto 660 sulla vicenda Saharawi.Per cui chiedo che l'aula voti l'inversione dell'ordine dei lavori.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Donini.
Quello che avevamo appena detto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la suddetta richiesta d'inversione dell'ordine dei lavori.
(È approvata all'unanimità)
PRESIDENTE (Mandini): La richiesta è accolta.
OGGETTO 660
Risoluzione proposta dai consiglieri Vecchi Luciano, Donini, Sconciaforni, Naldi, Barbati, Lombardi, Richetti, Defranceschi, Manfredini, Monari, Mazzotti, Fiammenghi, Montanari, Mumolo, Piva, Casadei, Marani, Moriconi, Montani, Alessandrini, Ferrari, Zoffoli, Mori, Pagani, Aimi, Pariani, Bazzoni, Meo, Villani, Costi e Noè per invitare la Giunta, nel rispetto delle prerogative istituzionali, a intervenire verso il Regno del Marocco per chiedere il rispetto dei diritti umani nei territori del Sahara Occidentale e per le popolazioni Saharawi e a continuare la solidarietà nei confronti dei profughi (78) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): Apriamo il dibattito.
Ha chiesto la parola il consigliere Defranceschi. Prego.
DEFRANCESCHI: No, mi scusi, intervengo sull'inversione che avevo già chiesto stamattina; la facciamo dopo questo argomento?
PRESIDENTE (Mandini): Teniamo presente la sua richiesta.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: In questa sala i tanti consiglieri che hanno maturato alcune legislature alle spalle, ma presumo è noto anche ai nuovi consiglieri il sostegno, reiterato in continuazione, attraverso appunto mozioni che sono state di regola approvate all'unanimità dell'Aula, a fianco della causa appunto del popolo Saharawi, diciamo è cosa nota.
Perché oggi la necessità di rilanciare una nuova iniziativa? Per due ragioni. Primo perché siamo all'inizio di una nuova legislatura e riteniamo che sia utile e importante raccogliere quella serie di iniziative che nel corso degli anni, appunto, si sono elaborate e in qualche maniera gestite insieme.
La seconda è perché siamo nella cronaca e dobbiamo dare una risposta, approfittando del fatto che l'Aula è convocata, ad un appello che ci viene rivolto. Ho appena visto, perché mi è arrivata una e-mail, che pochi minuti fa il Consiglio comunale di Modena all'unanimità ha osservato un minuto di silenzio appunto attorno alla vicenda di una morte che ci rende sgomenti. È la morte di un ragazzo di quattordici anni. È morto nella notte tra sabato e domenica, era all'interno di un camion che cercava di superare un assedio, quello dell'esercito marocchino, attorno a un campo, a un accampamento nel quale si sono per protesta rifugiate - le stime parlano anche di svariate migliaia di persone - cittadini civili Saharawi, per protestare contro gli abusi e contro l'orrore di questa occupazione repressiva e violenta che subiscono da anni nei territori del Sahara occidentale. L'esercito marocchino, per impedire che questo camion carico di derrate alimentari, di acqua, di medicinali, potesse passare per portare conforto a queste persone ha sparato ad altezza uomo e ha ucciso, ripeto, un bambino, un ragazzo di 14 anni.
Questa è, come dire, la centralità del fatto di cronaca, attorno a questa centralità c'è tutto il caso, voglio dire, di questo annoso tema, di questa evidente ingiustizia nella quale, appunto, si vive nel mondo, compresi altri scenari. Su questo l'Emilia-Romagna si è sempre posta unanimemente, quindi rendo, come dire, appunto, onore alla disponibilità dei tanti colleghi anche dell'opposizione che hanno da sempre lavorato. Ricordo che in ottava legislatura ha funzionato, pur non essendo previsto dal nostro Regolamento, una sorta di intergruppo, diciamo, un luogo di confronto trasversale, animato da rappresentanti di tutti i gruppi consiliari, che su questo tema hanno elaborato, si sono confrontati.
È un tema nel quale, come dire, il solco ce lo traccia la posizione assunta dall'ONU, per cui è un tema che riguarda prese di posizione delle istituzioni del diritto internazionale, l'ONU ha stabilito il diritto all'autodeterminazione del popolo Saharawi, non ripercorro qui le tappe di una vicenda che è nota e poi lascio eventualmente appunto ad altri colleghi il compito di intervenire a completare l'intervento con alcune informazioni più di dettaglio, io ci tenevo a spiegare le ragioni del perché noi qui oggi riproponiamo questa risoluzione.
Dico un'altra cosa. Chiedo che venga approvata, è stata sottoscritta da tutti i rappresentanti di tutti i gruppi consiliari, diventa un impegno forte quando è approvata all'unanimità, che venga inoltrata alle autorità marocchine e che l'Assemblea legislativa sia impegnata con le proprie strutture, con il proprio Ufficio stampa, come in passato è stato, per mantenere alto il livello di informazione. Cito, per esempio, il caso di Aminatou Haidar, un'attivista dei diritti umani, dei diritti civili, cittadina Saharawi che è stata più volte incarcerata, è stata più volte vittima della violenza da parte delle truppe di occupazione, è stata anche insignita della candidatura al premio Sacharov, è cittadina onoraria di Napoli, è passata in Emilia-Romagna e ha incontrato molti di noi. Nell'occasione in cui a lei era impedito di rientrare nel Sahara occidentale e lei ha attivato uno sciopero della fame, ha avuto problemi di salute, si è creata una iniziativa condivisa, una mobilitazione forte, l'Assemblea legislativa ha fatto conferenze stampa, iniziative, ha costretto i giornali a parlarne, il TG3, i giornali locali, proprio perché si è costruita dal basso una rete.
Credo che questo sia servito a creare un condizionamento, perché non dico sia risolto il caso di Aminatou, nel senso che il suo caso personale è risolto, la sua missione, ahimè, non è finita, sulla questione che affrontiamo oggi - 12.000 persone assediate da un esercito che spara e che spara ai bambini - non possiamo che essere preoccupati, lì c'è il rischio oggettivo che possa anche degenerare la situazione.
Quali sono gli strumenti della democrazia, quelli del diritto internazionale? Quelli, come dire, di fare gli osservatori, di osservare quello che avviene, di assumere un ruolo e una responsabilità come istituzioni, di parlarne, di farne parlare i media, di sviluppare nell'opinione pubblica un senso comune che in qualche maniera aiuti ad impedire che lì prosegua la violenza, prosegua, purtroppo, il rischio o si cada nel rischio di violazioni ancora più gravi dei diritti umani e dei diritti civili.
Questa è la ragione per la quale oggi vi proponiamo, ci proponiamo vicendevolmente, dal momento che l'abbiamo sottoscritta tutti, di impegnarci con l'approvazione di questo documento.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Vecchi Luciano. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Credo che noi oggi compiamo un atto politicamente molto importante, lo ricordava la consigliera Donini, e vorrei sottolineare un elemento che è di grandissima rilevanza: noi non rispondiamo soltanto a un fatto di cronaca, comunque gravissimo, ma siamo probabilmente all'inizio di una fase nuova della vicenda del popolo Saharawi che sta manifestando, con migliaia di persone, semplicemente riunendosi e accampandosi alle porte di El Aaiun, in una zona desertica. Entriamo in una nuova fase perché c'è una mobilitazione forte dei Saharawi che vivono nei territori occupati marocchini in dimensioni che non avevamo visto da molti anni.
Compiamo un atto politico importante perché, vedete, la vicenda Saharawi - un piccolo popolo, un popolo il cui movimento politico rappresentativo, il Fronte Polisario, ha fatto da quasi vent'anni una scelta di non violenza, di cessare la lotta armata - riesce ad avere udienza a livello internazionale non soltanto per ciò che fanno quelle popolazioni, ma anche grazie al fatto che in tante parti del mondo (e in Italia questa azione è più rilevante e all'avanguardia, grazie al fatto che migliaia di associazioni, di cittadini, di istituzioni locali e regionali tengono costantemente aperta la luce su quella vicenda) ci si impegna in un aiuto anche materiale, ci si impegna in un'azione di difesa dei diritti umani, ci si impegna a fare in modo che sia premiato chi fa la scelta della non violenza per cercare di affermare i propri diritti, che sono sanciti da risoluzioni delle Nazioni Unite.
È per questo che la vicenda Saharawi è per noi particolarmente rilevante, oltre appunto ai dati oggettivi della situazione in sé. Riguarda poi evidentemente, se vogliamo vederla dal punto di vista geopolitico, il futuro dei rapporti di una parte importante dell'insieme mediterraneo, a cui l'Italia e anche la nostra Regione è fortemente legata ed è fortemente interessata.
Quindi noi votiamo oggi una risoluzione in cui ribadiamo e chiediamo anche alla Giunta regionale, così come già accaduto in passato, oltre che alle strutture dell'Assemblea, di farsi carico nei confronti dell'opinione pubblica, ma anche nei confronti delle autorità, le nostre autorità nazionali e quelle marocchine, rappresentate anche in questa città, di un parere, spero unanime, di questa Assemblea e largamente condiviso nel nostro territorio: sono inaccettabili le violazioni dei diritti umani ed è inaccettabile opposti alla ricerca di una soluzione negoziale alla questione Saharawi che è, credo, l'unica strada per poter affrontare positivamente la crisi del Sahara occidentale.
Da quando è stata fatta la scelta dal parte del Fronte Polisario di cessare la lotta armata (siamo nel 1992), vi è stata una pletora di iniziative, condotte normalmente sotto l'egida delle Nazioni Unite, per cercare di definire un cammino comune, una via comune tra le parti (Repubblica araba Saharawi democratica e Regno del Marocco) per affrontare e risolvere il tema. Da questo punto di vista, i vari governi marocchini si sono sempre opposti, hanno sempre sabotato questo percorso, che vuole garantire che siano i Saharawi stessi, nelle forme democratiche, a decidere quale sarà il loro destino, a decidere quale sarà lo statuto del diritto all'autodeterminazione del loro popolo. A noi non interessa in quali forme questo avverrà, lo sceglieranno loro, sarà frutto di un negoziato sotto l'egida dell'ONU tra le parti, ma a noi interessa che sia affermato il diritto internazionale e che siano affermati i diritti delle persone.
Quindi credo che se quest'Aula, così come già accaduto in altre circostanze, darà unanimemente il proprio sostegno a questa risoluzione compirà un gesto politico rilevante e forse più rilevante di quello di quello che compiamo quando interveniamo su altre vicende internazionali, perché anche da quello che faremo noi dipenderà il futuro di una questione importante non solo per le centinaia di migliaia di Saharawi, per i milioni di marocchini, ma per l'insieme del mondo euro-mediterraneo a cui apparteniamo e in cui vogliamo essere protagonisti.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Vecchi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Con l'intergruppo in passato è stato fatto molto, ma non basta, occorre fare molto di più, perché quello che il popolo Saharawi continua a subire è una vera e propria barbarie, non degna delle regole previste dal diritto internazionale.
Ritengo necessario che l'intero Parlamento europeo prenda una posizione ferma, chiara e definitiva verso il Marocco, nel rispetto della Carta costituzionale delle Nazioni Unite che sancisce il diritto del referendum per l'autodeterminazione dei popoli.
Il Marocco non può continuare la sua politica di colonialismo e repressione verso il popolo Saharawi, quella è la loro patria. Si tratta di un popolo che ha tutti i diritti all'autodeterminazione e a vivere dignitosamente nella propria terra.
Nonostante il Parlamento europeo abbia preso posizione affinché il popolo Saharawi potesse liberamente esprimersi, adducendo vari pretesti, il Marocco continua a rimanere inadempiente rispetto alle risoluzioni delle Nazioni Unite.
Il popolo Saharawi è ormai ridotto in condizioni precarie, in alcuni casi è minacciata la stessa sopravvivenza fisica dei suoi componenti. Un popolo che ha a lungo lottato con profughi e in cui i profughi non possono continuare a vivere nei campi d'accoglienza, bensì devono poter tornare ad abitare nella loro legittima terra.
Basta con le belle parole che di continuo sento dire in occasione dei vari convegni. Se si vuole veramente mettere fine a questa vicenda, ci vuole più coraggio, ci vuole più impegno e più coerenza, come diciamo noi a Modena bisogna scendere dal pero.
È necessario, quindi, inviare un chiaro segnale di carattere politico e diplomatico al Marocco, anche da parte e soprattutto dell'Unione Europea, mettendo in campo tutti gli strumenti di persuasione affinché il Marocco faccia un passo indietro e consenta in modo democratico la celebrazione del referendum. Se così non fosse l'Unione Europea esprima la verità, dica a questo popolo che non siamo interessati a condurre questa battaglia di libertà.
Voglio ricordare, e non deve essere mai dimenticato, un fatto importantissimo e rilevante, che il popolo Saharawi ha da sempre cercato la sua autodeterminazione attraverso la via pacifica, non ha mai pensato di intraprendere una via terroristica. Questo è un fatto di straordinaria importanza in un mondo che è infiammato da crisi territoriali di natura religiosa e di potere.
I fatti successi ieri mattina, l'uccisione di quel ragazzo Saharawi, è un fatto intollerabile, che non deve passare così come un incidente di percorso. Tutti dobbiamo fare di più per non spingere quel popolo pacifico tra le braccia insanguinate del fanatismo.
Mettere la parola fine a questo processo di colonizzazione rappresenterebbe un forte impulso anche per tutti quei popoli africani e degli altri continenti che attendono da tempo di vedere realizzate le proprie legittime aspirazioni all'indipendenza.
Ben venga questa risoluzione, la voteremo veramente con grande piacere.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Manfredini.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 660, a firma dei consiglieri Vecchi Luciano, Donini, Sconciaforni, Naldi, Barbati, Lombardi, Richetti, Defranceschi, Manfredini, Monari, Mazzotti, Fiammenghi, Montanari, Mumolo, Piva, Casadei, Marani, Moriconi, Montani, Alessandrini, Ferrari, Zoffoli, Mori, Pagani, Aimi, Pariani, Bazzoni, Meo, Villani, Costi e Noè.
(È approvata all'unanimità)
PRESIDENTE (Mandini): La risoluzione è approvata.
Iscrizione di nuovo argomento all'ordine del giorno
e inversione dell'ordine dei lavori
PRESIDENTE (Mandini): È stata presentata una richiesta di iscrizione e poi di inversione dell'ordine dei lavori per discutere la mozione oggetto 652, proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta regionale ad avviare la costituzione di parte civile della Regione nel procedimento penale scaturito dall'inchiesta sugli abusi concernenti un'area naturalistica protetta in località Sanguineda.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'iscrizione della mozione oggetto 652.
(È accolta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L'oggetto 652 è iscritto all'ordine del giorno.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'inversione dell'ordine dei lavori.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Mandini): Chiedo aiuto agli scrutatori.
(interruzioni)
Stiamo votando l'inversione, poiché l'esito è incerto, ripetiamo la votazione.
Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta d'inversione dell'ordine dei lavori.
(È accolta a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): L'inversione dell'ordine dei lavori è approvata, per cui trattiamo subito l'argomento.
OGGETTO 652
Mozione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta regionale ad avviare la costituzione di parte civile della Regione nel procedimento penale (n. 9273/07) scaturito dall'inchiesta sugli abusi concernenti un'area naturalistica protetta in località Sanguineda (BO) (8) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Mandini): È aperto il dibattito generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Defranceschi. Ne ha facoltà.
DEFRANCESCHI: Ho chiesto questa urgenza per un motivo molto tecnico, nel senso che il processo di cui si parla e in cui io appunto chiedevo la costituzione di parte civile da parte della Regione Emilia-Romagna si svolge il 17 novembre e quindi è ovvio che ci vogliono i tempi tecnici perché questo avvenga.
Molto brevemente si tratta di un processo in cui ritengo che la Regione si debba tutelare, in quanto le violazioni in oggetto da parte da parte di un dipendente del Comune di Vergato riguardano un sito di interesse comunitario, che come è noto è sotto la tutela della Regione, e di una oasi provinciale, quindi siamo nel pieno delle nostre competenze.
Ho chiesto anche che al riguardo si interagisca con la Provincia e con il Comune perché anche loro si costituiscano parte civile, come probabilmente faranno anche alcune associazioni ambientaliste.
Purtroppo in questa zona da molti anni si sono realizzate delle costruzioni abusive, che vanno dalla semplice capanna alla villa con piscina, sono state concesse delle DIA e delle concessioni edilizie assolutamente illegali, come certificato dal pm Scandellari, che parla addirittura di un disegno criminoso messo in atto dai soggetti che sono coinvolti. Sono stati applicati dei condoni edilizi che erano inammissibili, ci sono certificati di abitabilità fasulli, finti imprenditori agricoli, tutto riportato nella richiesta di rinvio a giudizio.
Credo, quindi, che la Regione debba tutelarsi nei confronti di questi atti, perché c'è un problema d'immagine, quindi di gestione e di tutela delle zone protette e anche un problema economico perché parliamo di oneri di urbanizzazione non incassati e anche di eventuali ricorsi che si possono fare, in quanto ormai è abitudine anche da parte delle associazioni ambientaliste su queste tematiche fare dei ricorsi alla Corte Europea. Recentemente, per quanto riguarda il sito di interesse comunitario di IS ARENAS in Sardegna, varie associazioni ambientaliste hanno fatto ricorso alla Corte Europea per gli stessi identici motivi e hanno vinto questo ricorso e l'Italia è stata condannata a pagare.
Credo che in quest'ottica e nel quadro molto grave complessivo, la Regione si debba tutelare, debba tutelare il suo patrimonio e quindi mi sembra doveroso per noi che la Giunta si costituisca parte civile a tutela dell'immagine e del suo territorio.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
La parola al sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Bertelli.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Non è la prima volta in queste ultime sedute dell'Assemblea legislativa che si invita la Giunta a costituirsi parte civile nei confronti di diversi procedimenti, l'abbiamo già fatto, credo, la volta scorsa su una vicenda molto triste e dolorosa, come quella dell'omicidio modenese. Penso che le motivazioni che sono state proposte qui valgano, naturalmente, l'interesse di questa Regione e della Giunta ad intervenire e verificare presso le amministrazioni locali, quindi Comune e Provincia, il loro atteggiamento, nei confronti della vicenda qui richiamata.
Naturalmente, si fa presente che tutte le volte che la Giunta si trova di fronte ad attività criminosa di questo tipo o a ricorsi proposti dai privati nei confronti della Regione è necessaria la costituzione di parte civile della Regione, e ciò comporta un incremento delle spese legali.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, sottosegretario Bertelli.
Se nessun consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, la mozione oggetto 652, a firma del consigliere Defranceschi.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Mandini): La mozione è approvata.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE AIMI
OGGETTO 599
Risoluzione proposta dal consigliere Favia circa le azioni da porre in essere contro il vincolo della registrazione dell'identità relativo all'accesso in Internet e per favorire lo sviluppo della rete Wi-Fi (74) (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Aimi): È aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Da cinque anni una legge che tutti definiscono dannosa ed antistorica blocca lo sviluppo della rete senza fili, il Wi-Fi, in Italia. Questa norma, prevista come provvisoria dal cosiddetto decreto Pisanu del 2005, è già stata rinnovata tre volte, di anno in anno, inserendo la proroga della scadenza nel decreto "Mille proroghe" di fine anno.
L'Italia resta l'unico Paese occidentale in cui se il proprietario di un bar o di un ristorante vuole offrire ai propri clienti una connessione senza fili ad internet, deve prima richiedere una speciale licenza al questore, poi procedere all'identificazione previa esibizione di un documento, infine conservare su un apposito registro, cartaceo ovviamente, tutti i dati relativi all'attività di navigazione. Il risultato è che in Italia è quasi impossibile navigare in internet in mobilità e abbiamo un quarto, un quinto degli hotspot, i punti di connessione, rispetto ad altri paesi europei.
Anche se a parole, a partire dallo stesso Pisanu, tutti sono d'accordo che si tratta di una norma inutile e che non ha più nessuna ragione d'essere ai fini della prevenzione antiterroristica (per quello nacque), e che preclude la nascita e lo sviluppo di un settore economico nuovo: si pensi all'esperienza di FON in Spagna.
Nella sua abolizione sembra di trovarsi davanti a un muro di gomma, viene quindi il sospetto - e sottolineo il sospetto - che siano gli attuali gestori telefonici, con Telecom in testa, ad avere convenienza al perdurare di questa situazione in cui per navigare fuori casa si debbono usare le conosciute e costose chiavette sim dei telefoni cellulari.
In sostanza, questo è il contenuto della risoluzione, chiedo quindi il voto favorevole all'Assemblea affinché si mandi un messaggio molto chiaro al Parlamento, c'è una proposta di legge trasversale che tende ad escludere dal "Mille proroghe" il decreto Pisanu, e sarebbe importante che la nostra Assemblea, che è attenta a questi temi, mandi un segnale molto chiaro a Roma.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare, nemmeno per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 599, a firma del consigliere Favia.
(È approvata a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è approvata.
OGGETTO 143
Risoluzione proposta dai consiglieri Favia e Defranceschi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni contrarie alla costruzione, a Russi (RA), di una centrale a biomasse ricercando inoltre progetti alternativi e compatibili con la crescita sostenibile del territorio (24) (Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Aimi): Apriamo la discussione generale.
Nessuno chiede di intervenire, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Favia. Ne ha facoltà.
FAVIA: Vorrei intervenire nel dibattito generale, che ha chiuso molto velocemente, aspettavo di vedere se ci fossero altri interventi, visto che sono il proponente, perché non volevo giocarmi l'intervento nel dibattito generale.
Questa risoluzione è per noi molto, molto importante. Il presidente della Regione Vasco Errani, nel suo discorso introduttivo, ha richiamato temi condivisibili come lo stop al consumo del territorio, la tutela del suolo e dell'agricoltura emiliano-romagnola, la lotta all'inquinamento nella Pianura padana e la valorizzazione di sistemi di riciclo e compostaggio. Oggi abbiamo trovato delle convergenze in quest'Aula, ecco, penso che quello delle biomasse sia uno dei temi più spinosi, che ci vede fortemente contrapposti alle politiche della Giunta e della maggioranza.
Andiamo tutti verso Europa 2020, andiamo tutti quindi verso una società che non è più una società della combustione. Quello che dobbiamo capire, e ahimé questo mercato viene alterato dal mercato dei certificati verdi, che quello che noi non dobbiamo più toccare è ciclo del carbonio. Purtroppo le biomasse vengono inserite nel campo della green economy, delle energie pulite, rinnovabili, verdi, perché si pensa che la CO2 assorbita dalla pianta è la stessa che poi viene rilasciata in atmosfera. C'è da dire però che questo processo irreversibile - la combustione - crea delle alterazioni dalle quali poi non si riesce più a tornare indietro, che producono sostanze potenzialmente cancerogene e c'è da dire, anche, che queste centrali non coprono i bisogni occupazionali, sono semplicemente una foglia di fico, da un punto di vista del lavoro, se andiamo a vedere effettivamente gli occupati che ci sono.
Venendo al punto, può essere condivisibile la costruzione di piccole centrali energetiche a biomassa e/o di gestori anerobici esclusivamente quando questi siti siano alimentati a filiera corta, esclusivamente locali, attraverso accordi costruiti preventivamente. Qui a Russi siamo davanti a una centrale che non brucerà biomasse del luogo, questo deve essere chiaro, l'ha detto anche l'assessore provinciale di Ferrara...
MAZZOTTI: No, di Forlì!
FAVIA: Di Ravenna.
(interruzioni)
Le mie informazioni, consigliere Mazzotti, sono di una testimonianza dell'assessore di Ravenna, ma potrei sbagliarmi. Forlì. Non cambia la sostanza. Ci sono state delle dichiarazioni pubbliche di amministratori che hanno sostenuto che il legname non sarà prodotto in loco, non sarà, come si diceva all'inizio, nella sfera dei 70 chilometri della famosa filiera corta. Sappiamo adesso poi dell'accordo del ministro Galan con la Coldiretti, che ha un po' fregato anche questo concetto di filiera corta.
A noi non interessano le beghe normative, ci interessa la sostanza: siamo o non siamo per le biomasse a filiera corta, per le biomasse del territorio? Siamo o non siamo per un'agricoltura di qualità? Cosa vuol dire essere per un'agricoltura di qualità? Vuol dire valorizzare le produzioni tipiche, le produzioni del territorio. Se noi andiamo a produrre delle coltivazioni a basso valore aggiunto, piante che devono essere bruciate, slegate dalle tradizioni del territorio, che servizio facciamo alla nostra agricoltura?
Quindi, noi non possiamo che non essere d'accordo con la centrale di Russi, che forse è un po' la centrale simbolo in questa regione, quella su cui è più forte anche la contestazione dei cittadini. Un percorso che non ha visto la partecipazione, si stanno facendo delle iniziative,anzi si sono fatte delle leggi in questa Assemblea per la partecipazione, ma in un progetto così importante non diamo la parola ai cittadini. Anche questo è un elemento che ci fa vedere con sfavore la centrale di Russi. C'è un sito, da un punto di vista artistico, culturale, molto importante vicino alla centrale, quindi quella centrale creerebbe comunque un danno da questo punto di vista.
Sono molti i punti che ci lasciano perplessi, pensiamo, ad esempio, anche ai camion. I Comuni di altre province non sono stati coinvolti nella Conferenza dei servizi, però l'impatto sarà molto forte per la viabilità.
Allora, noi diciamo che andiamo a fare energia pulita, però se poi facciamo un bilancio complessivo, anche energetico, siamo in passivo. Pensiamo all'energia che serve per fare crescere la pianta, i trattori, pensiamo ai camion che devono trasportare il prodotto, pensiamo addirittura se poi, come si farà a Bondeno, probabilmente l'olio arriverà dalla Malesia, qual è l'impatto ambientale di queste centrali che vivono solo grazie ai contributi pubblici, contributi pubblici che dovrebbero andare ad altri tipi di energie veramente rinnovabili, veramente pulite.
Dobbiamo uscire, dobbiamo riuscire a fare un salto di qualità, guardare avanti ed uscire da questa idea della combustione come unico modo per produrre energia. Non è questo. Siamo davanti a una situazione drammatica per la nostra agricoltura e questi contributi vanno a sbilanciare il mercato, a influenzare il mercato degli affitti agrari, svilendo anche la figura dell'agricoltore.
Allora, io purtroppo quando mi trovo davanti ad appalti già dati o da dare, vedo veramente che c'è difficoltà a parlare. Mi rendo conto che quando si parla con la maggioranza e ci sono di mezzo degli appalti o delle promesse fatte è difficile riuscire veramente a discutere di politica e veniamo accusati tante volte di non fare politica e di accusare l'Assemblea di non farla, ma noi vorremmo proprio riportare la politica, la logica e il ragionamento, l'elaborazione dei dati in questa Assemblea.
Spero di trovare sponda in chi non è direttamente coinvolto in questo progetto, quindi non voglio tirar per la giacchetta nessuno, però spero di trovar sponda in Sinistra Ecologia e Libertà, nei Verdi, nell'Italia dei Valori, in Rifondazione, nel Partito dei Comunisti italiani che in altri territori sono contrari a queste centrali.
Allora, penso che ci sia bisogno di un lavoro politico, perché, purtroppo, l'accordo che fu fatto per la riconversione del settore bieticolo-saccarifero, voluto dalla precedente amministrazione, è stato un accordo, a mio avviso, con sicuramente dei lati positivi, un'idea dietro, ma un accordo che, alla luce delle politiche europee che dobbiamo fare e alla luce anche del nuovo mandato, non è più praticabile, non è più percorribile.
Quindi, noi speriamo prima di tutto che il dibattito politico possa tornare in quest'Aula, siamo ancora in tempo per fermare questo progetto, non entro nei tecnicismi, nei cavilli, negli errori che sono stati fatti nel percorso da un punto di vista tecnico-legale, penso però che non possiamo, se vogliamo difendere questa regione e il suo territorio, non possiamo permettere che questi inceneritori mascherati, che potranno bruciare anche rifiuti, perché poi il business che c'è dietro sarà quello - andiamo a vedere chi c'è nella joint venture per costruire questa centrale - non possiamo permettere di ospitare, dobbiamo dichiarare la nostra regione indisponibile a questo tipo di smaltimento di rifiuti, di biomasse e di impianti.
La direzione deve essere assolutamente un'altra, prima di tutto, ovviamente, per un piano energetico che funzioni e che guardi all'Europa. Dobbiamo veramente lavorare, come si sta facendo, cercando di migliorare e di fare di più, rispetto al risparmio energetico, perché, ricordiamoci, che le tecnologie alzano l'efficienza, e noi abbiamo dei livelli di spreco inaccettabili da un punto di vista energetico e della dissipazione e l'energia risparmiata è energia guadagnata. Io lo ripeterò come un mantra.
Possiamo ancora fare tanto in quella direzione lì, dobbiamo avere oggi il coraggio di mettere in discussione anche questo tipo di opere con delle promesse già fatte, perché le bocce sono ancora ferme, dobbiamo ancora dare la valutazione di impatto ambientale e spero vivamente che questa Assemblea mandi un messaggio chiaro alla Giunta.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Favia.
Ha chiesto di parlare la consigliera Meo. Ne ha facoltà.
MEO: Il mio partito è sempre stato fortemente critico nei confronti di questo impianto e di altri simili. Già nella scorsa legislatura ci siamo occupati del progetto di polo energetico di Russi depositando interrogazioni, a partire dalla prima che è stata il 19 febbraio 2007, presentando anche osservazioni nel merito al progetto in procedura di valutazione di impatto ambientale ed intervenendo in Aula nella sede di approvazione del Piano energetico regionale.
Non solo di Russi ci siamo occupati, ma di tutti i progetti che derivano dagli accordi di conversione degli ex zuccherifici che furono firmati tra il ministro delle Politiche agricole e gli enti locali e quindi Russi senz'altro, ma anche San Pietro in Casale, Finale Emilia, Forlimpopoli, Ostellato, in conseguenza, appunto, delle scelte effettuate dall'Unione Europea relativamente alla riforma dell'organizzazione comune del mercato dello zucchero e di questo ci siamo occupati con un'ulteriore interrogazione il 13 novembre 2007.
Anche all'inizio di questa legislatura il progetto di Russi è stato oggetto di una mia interrogazione, il 9 giugno 2010, nel merito della valutazione di impatto ambientale che, occorre ricordarlo, non è ancora conclusa e a cui abbiamo presentato ulteriori osservazioni pochi giorni fa.
Abbiamo ribadito i tre capisaldi su cui la Regione dovrà vigilare affinché le centrali siano effettivamente compatibili dal punto di vista ambientale e del bilancio energetico, e quindi secondo noi la Regione deve comunque vincolare l'approvazione dei progetti di riconversione al recupero totale del calore tramite sistemi di cogenerazione e trigenerazione.
Come affermato nel Piano energetico regionale, le biomasse devono necessariamente avere una provenienza locale, mentre dagli accordi che abbiamo visto riportati in questi anni si può prevedere che, come accade in altri impianti della regione, si faccia ricorso anche a biomasse di origine addirittura estera.
Ferreo poi deve essere il rispetto da parte degli impianti dei limiti di emissione di inquinanti e di CO2, così come previsti dai piani provinciali di risanamento della qualità dell'aria.
Tenendo fermi questi punti dobbiamo rilevare un difetto di metodo che ha falsato l'intero percorso, vale a dire il mancato coinvolgimento delle comunità locali. Solo a Russi e solo grazie ai comitati che hanno intrapreso una lunga e dura campagna contro la realizzazione dell'impianto c'è stato un dibattito vero.
L'effetto però di questa impostazione dall'alto è stato che i soggetti che dovrebbero fornire la biomassa, cioè gli agricoltori, nella stragrande maggioranza si sono opposti: Coldiretti e CIA Russi, idem a Forlimpopoli e la Coldiretti a Finale Emilia. Ciò rappresenta un grave pericolo, perché se verrà a mancare l'accordo della produzione agricola locale, come si teme, dato che appunto non si sono fatti contratti di fornitura da parte degli agricoltori, per approvvigionarsi i proprietari delle centrali non potranno che rivolgersi all'estero, con gli effetti che ben conosciamo in termini di aumento dei trasporti e di emissioni inquinanti.
Come già abbiamo sostenuto in passato, la soluzione ideale che consentirebbe di superare gli errori, garantendo un reale approvvigionamento della produzione locale, sono impianti molto più piccoli e costruiti attraverso progetti di tipo locale, anche attraverso la creazione di eventuali consorzi di agricoltori.
Ecco perché morale della favola, come al solito, gli unici a fare un buon affare saranno i produttori di energia, che incasseranno le quote destinate dall'Unione Europea alla riconversione degli impianti e gli incentivi pubblici derivati dai certificati verdi.
Per questo noi comunque voteremo a favore dell'ordine del giorno presentato dal gruppo Movimento 5 Stelle.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Meo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini. Ne ha facoltà.
MANDINI: Rispetto alla questione della centrale di Russi qui molte cose sono già state dette, in termini anche precisi dal punto di vista delle problematiche tecniche.
Noi non siamo pregiudizialmente contro alle centrali a biomasse, che possiamo ritenere una componente con un suo ruolo dentro al panorama delle varie fonti energetiche di cui abbiamo bisogno, però qui c'è un ma. Qui c'è un ma che riguarda un po' quello che è stato detto: le dimensioni dell'impianto, la localizzazione dell'impianto, la situazione e il contesto ambientale dove questo impianto dovrebbe essere realizzato e ci sono insieme ai ma delle certezze. Certamente i comitati dei cittadini, i residenti, le associazioni degli agricoltori non sono state prima di tutto coinvolte nelle fasi iniziali e in secondo luogo non vedono sicuramente questo intervento in modo favorevole.
C'è un'altra certezza, che non è un ma, che è il discorso che faceva prima il consigliere Favia sulla filiera corta: da quel che risulta, e ormai non credo siano opinioni, ma sono ormai parole scritte nero su bianco, l'approvvigionamento arriverà in buona parte dall'estero. Ci sono delle procedure che lasciano perlomeno perplessità sui percorsi che si sono attivati, ci sono dei dati riportati all'interno della documentazione che gli imprenditori hanno depositato che per errore materiale o meno lasciano altrettante perplessità.
Perciò è un meccanismo di argomentazioni per le quali ci sembra oggi di vedere un film, o comunque un film se non uguale simile, che è successo con la centrale di Bando di Argenta (prima si citava a proposito o a sproposito Ferrara), dove sono successe tutta una serie di avvenimenti, a partire dal tipo di legname che si bruciava, dal fatto che dovevano essere piantate le famose piopparelle attorno alla centrale, poi di fatto non fu piantato nulla anche perché se gli agricoltori non hanno un tornaconto di natura economica non capisco chi glielo faccia fare a piantare queste benedette piopparelle, senza considerare che l'incidenza dell'energia sui trasporti e sul consumo dell'acqua per fare questi tipi di allevamento degli impianti sono sempre un consumo di energia. Perciò i ma sono tanti e le certezze che forse si stia andando nella direzione sbagliata sono molte.
Oggi è in essere la procedura della Conferenza dei servizi. Bene, lì la Regione è presente con i propri tecnici dell'assessorato competente, ci auguriamo e speriamo che la Regione faccia la propria parte nell'individuare tutte le criticità che ci sono in questo tipo di impianto e che queste criticità facciano emergere la non compatibilità di questo impianto con il sito in cui viene realizzato.
Certo che c'è un problema di dare risposte, c'è un problema di dare risposte agli imprenditori, che giustamente fanno il loro mestiere, c'è un problema di dare risposte ai cittadini, c'è un problema di dare risposte agli agricoltori, c'è un problema di dare risposte a un territorio. Questa è una partita che è già durata abbastanza, credo che comunque, al di là di Russi, è un metodo che dobbiamo cercare tutti di contribuire a cambiare perché ovviamente c'è un problema di riconversione, è stato detto prima, ci sono degli accordi fatti, però bisogna che anche gli enti pubblici, e in questo caso non solo la Regione ma anche gli enti locali, la Provincia e via dicendo, chi è competente in questi campi dia delle risposte in tempi brevi, perché con queste partite prolungate per lungo tempo si corre il rischio che alla fine sembrano più un prorogare le cose per stancare i cittadini e questo non è giusto.
Perciò noi appoggiamo la risoluzione presentata dai consigliere Favia e Defranceschi e voteremo a favore.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mandini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzotti. Ne ha facoltà.
MAZZOTTI: Penso che attorno a questa risoluzione vada evitato di riportare in questa sede una discussione che è stata fatta ed è in corso già da qualche anno nel territorio ravennate e in particolare nel comune di Russi. Una discussione rispetto alla quale l'atteggiamento che abbiamo tenuto è sempre stato un atteggiamento di grande attenzione e grande considerazione delle proposte che sono state messe in campo e anche con un profilo, che io definisco di governo, rispetto ai temi che abbiamo avuto di fronte.
Non c'è stato da parte nostra, mai in questa fase e su questo tema della riconversione dello zuccherificio di Russi, nessun approccio ideologico, come vedo ancora una volta riproposto in questa discussione da parte della risoluzione di Favia. Perché nessun approccio ideologico? Perché il tema non era se eravamo o siamo a favore o contro un impianto, il problema era se quell'impianto di riconversione dello zuccherificio corrispondeva o meno da una parte alle leggi che sono uscite e sono state emanate e dall'altra parte se quell'impianto, una volta espletate tutte le procedure, era un impianto che era a regola d'arte, realizzato a regola d'arte e che aveva tutte le condizioni di ordine tecnologico, in ordine di tutela della salute e in ordine energetico. Bene, siamo esattamente in questa fase. È in corso la valutazione di impatto ambientale che la stessa società ha richiesto autonomamente. Valutazione di impatto ambientale, partecipata, nella quale sono intervenuti i soggetti coinvolti nella discussione, compresi anche i comuni limitrofi. Poi se è successo che le loro richieste non sono state accolte in maniera formale, c'è chi se ne è fatto carico dal punto di vista sostanziale, perché le osservazioni di tutti i comuni sono agli atti della valutazione di impatto ambientale. Questa valutazione di impatto ambientale, che è in atto, ha già nel corso di questo tempo fatto sì che su questo progetto ci fossero via via delle modificazioni, dei cambiamenti, un'interlocuzione tecnica vera.
Questo cosa testimonia? Testimonia che le procedure che sono in atto sono procedure corrette, sono procedure trasparenti, e sono le procedure rispetto alle quali la politica deve guardare non con spirito di prevaricazione, come si propone con questa risoluzione, ma deve guardare con, appunto, il compito che le è proprio, cioè quello di indirizzare, quello di controllare che le cose vengano fatte nel giusto modo.
Ora, la procedura è in atto, ripeto, a quella procedura noi ci atteniamo. Non c'è una precondizione, un essere a favore prima o a favore dopo. C'è una condizione effettiva che è quella che si sta sviluppando. Questo è il primo punto.
Per cui anche nel dispositivo della risoluzione, dove si dice: "Impegna la Giunta regionale in sede di valutazione di impatto ambientale ed in linea con il programma di mandato ad opporsi al progetto della centrale" mi pare che sia un'operazione già di per sé non accettabile, non condivisibile. Non si può dire a priori di essere contro un qualcosa che si sta esaminando e si sta valutando.
Poi, nel merito: 1) il Piano energetico dice chiaramente che (noi abbiamo deciso in quest'Aula, abbiamo fatto un piano discusso in tutta la regione), per quello che riguarda le fonti rinnovabili biomasse, fotovoltaico, eolico e geotermia, dobbiamo puntare ad ottenere una produzione aggiuntiva di 400 megawatt. L'impianto, dunque, che andiamo ad esaminare ha una giustificazione dal punto di vista energetico, la produzione di biomasse rientra nel piano energetico regionale. Questo lo dico anche a quelli che, ho sentito nella discussione, hanno votato quel piano regionale, perché l'abbiamo votato in maggioranza questo strumento. Per cui non si può prima dire io accetto questo tipo di realizzazione di impianti e poi faccio un distinguo quando siamo di fronte a un progetto che ha caratteristiche di questo tipo.
Poi, l'impianto consente di mettere a disposizione degli agricoltori un'alternativa alla coltura della barbabietola da zucchero. Ora, noi, ricordo a tutti, che avevamo oltre 7.000 ettari di terreno, di territorio di questa regione, che erano adibiti alla coltura della barbabietola. C'è un problema di riconversione? Sì, uno può dire sono d'accordo o meno, questo tipo di soluzione è una soluzione che è stata, è stato ricordato anche prima, recentemente, come dire, messa in batteria, in filiera, anche a livello nazionale da parte di una importante associazione agricola come la Coldiretti; uno può dire che questa è una produzione che non c'entra, io penso che in ogni caso questa possa essere una soluzione anche per quello che riguarda il reddito dell'agricoltura.
Poi si parla del fatto che il tipo di impianti a biomasse di questa natura hanno un effetto impattante. Penso che gli impianti abbiano un effetto impattante comunque. Qui non vorrei fare il gioco delle citazioni, perché non mi piace il balletto delle citazioni dove uno arriva con un foglio che dice "lo studio A dice che queste sostanze producono questo effetto, lo studio B invece le nega", che se andiamo avanti così succede che chi ha più soldi paga lo studio migliore e alla fine vincono sempre i ricchi rispetto ai poveracci che poi devono respirare l'aria. Io vado con quello che prevedono le normative e le leggi nazionali, con quello che anche molti, anzi, moltissimi esperti e soprattutto i controlli pubblici dicono, gli impianti a biomasse e quell'impianto a biomasse di Russi è compatibile con il Piano della qualità dell'aria della Provincia di Ravenna, rispetto all'impianto precedente, perché voglio ricordare a chi non lo sa, chi non è del territorio, che c'era prima uno zuccherificio che per anni ha inquinato il fiume Lamone che attraversa tutto quel territorio, uno zuccherificio fortemente impattante, con un traffico di camion assolutamente spropositato e superiore rispetto a quello che si andrà a realizzare, vicino al Palazzo di San Giacomo, che è il palazzo per il quale tutti ci auguriamo e lavoriamo che venga restaurato e consegnato alla comunità di Russi come bene culturale a disposizione.
Quindi, il tema va posto in questi termini: non c'è un incremento rispetto a prima, il Piano della qualità dell'aria della Provincia di Ravenna ci dice, e lì c'è, è fatto, è fatto con dovizia di studi tecnici e approvato dall'istituzione che è chiamato ad approvarlo, cioè la Provincia, ci dice che in questo caso siamo in una situazione migliorativa rispetto a quella precedente.
Per quello che riguarda l'approvvigionamento. È evidente che il sistema è preferibile pensare a delle centrali piccole, che funzionano col legame del territorio, eccetera. Ora, su questo tema da dove viene il pioppeto che viene utilizzato. Su questo tema c'è un impegno sottoscritto sui 70 chilometri. Ora, qui c'è una discussione se questi 70 chilometri devono essere i 70 chilometri nel raggio di distanza da dove proviene la materia prima o se i 70 chilometri sono relativi alla sede dell'azienda che produrrà la stessa. Penso che la questione stia in poco spazio, insomma: noi dobbiamo seguire la procedura. Allora, è più favorevole che ci sia una partecipazione diretta, come ci sarà e come c'è in parte già, da parte del sistema locale. È evidente che se la normativa prevede queste distanze si stia su questa normativa e si indichi questo elemento come una delle condizioni nella stessa valutazione di impatto ambientale. Molte sono le prescrizioni che nella VIA vengono indicate, compresa la trasparenza dei dati, l'informazione dei cittadini, il rapporto su quello che succede. Credo che sia sbagliatissimo, come si sta facendo anche in questa sede, ancora considerare questo spauracchio dell'inceneritore, che viene trasformato in un inceneritore un impianto di produzione di energia. Penso che su questo, come dire...
PRESIDENTE (Aimi): Consigliere Mazzotti, le rimane un solo minuto.
MAZZOTTI: Sto già finendo.
È uno spauracchio che viene portato, secondo me e secondo noi, in maniera sbagliata.
Poi c'è l'elemento della riconversione. Lì c'era un'azienda, si riconverte, ci sono dei lavoratori che tornano a lavorare, c'è una situazione produttiva che torna ad essere fruibile, ci sono degli impianti di produzione di energia altra che si fanno, io non capisco le posizioni ideologiche su questi aspetti così importanti.
Quindi io sono contrario assolutamente a queste cose qua.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Mazzotti.
È rimasto nei dieci minuti a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Siamo in sede di dichiarazione di voto o di discussione generale? Mi risulta discussione generale.
PRESIDENTE (Aimi): Avevo chiamato le dichiarazioni di voto. Avevo chiesto precedentemente chi voleva iscriversi in discussione generale, nessuno ha chiesto di intervenire.
DONINI: Quindi siamo già in sede di dichiarazione di voto.
PRESIDENTE (Aimi): Siamo già in sede di dichiarazione di voto.
DONINI: Scusi, ma ho perso qualche battuta.
Mi collego ad alcune considerazioni fatte dall'ultimo intervento del consigliere Mazzotti perché vorrei andare rapidamente, dal momento che scorre il tempo e quindi mi autocensuro, ad un richiamo, appunto, ad essere conseguenti a una serie di scelte che abbiamo condiviso negli anni.
Voglio anch'io recuperare la discussione che abbiamo svolto quando abbiamo affrontato il tema del Piano energetico regionale, sorrido perché in questa seduta è stato richiamato molto, a quando si è pensato in che modo ribaltare l'approccio al tema dell'energia attraverso una diversa idea, che non erano più le grandi centrali alimentate con il combustibile fossile, ma il cambiamento verso le rinnovabili, verso un sistema di piccole centrali. Su queste, per queste avevamo effettivamente anche considerato appunto le centrali a biomasse, questo è verissimo, ma il Piano energetico, se lo andate a vedere, effettivamente indica, pur essendo un piano e in quanto tale non uno strumento di per sé normativo nel dettaglio, però dà una filosofia e parla appunto di piccole centrali.
Nel frattempo, mentre c'era quella discussione, abbiamo affrontato nel nostro territorio regionale i pesanti effetti della crisi saccarifera, detta così, prodotta, se permettete, da una miope - e sono buona - politica del ministero allora dell'Agricoltura italiano a guida del ministro Alemanno. Cito per ricordare appunto quella vicenda. E ci siamo trovati in Emilia-Romagna a subire un impatto forte, è verissima questa ricostruzione fatta dal consigliere Mazzotti, e in quel momento lì si è cercato di coniugare il tema forte della riconversione di quegli stabilimenti, il tema e l'impegno a dar delle risposte sia per quello che attiene alla riconversione delle produzioni, che per l'emergenza occupazionale che questa crisi aveva prodotto, appunto, abbinando in qualche maniera le due riflessioni.
Credo che sia doveroso che questa Regione in questo momento e in questa fase in cui si parla di Russi, è stato inaugurato Bondeno, si parla di Finale Emilia, abbiamo Forlimpopoli, in cui, guardate, qui prima commentavo, è stato citato, adesso io non voglio tirare in causa un collega assessore provinciale della Provincia di Forlì, ma che qualche dubbio sta venendo anche in chi gestisce queste scelte sui territori a dimensione provinciale, che è vero, credo che sia utile fare il punto e fare la riflessione proprio per ricondurre quel tipo di scelte che ha il valore che dicevo prima, di dare le risposte ai principi e alle indicazioni contenute nel Piano energetico regionale.
Perché, guardate, non è che 70 chilometri o 72 fanno differenza, ma fa differenza se è l'Emilia-Romagna o l'Indonesia, cioè la dico così, perché è di questo che stiamo parlando. Direi che c'è un allarme delle nostre popolazioni, delle nostre comunità locali, che noi, secondo me, dobbiamo continuare a considerare nella relazione. È chiaro che ci sono le responsabilità di chi poi deve in qualche maniera produrre la scelta. Credo che sia utile la sollecitazione di attraversare questa fase, per Russi, e questa è una lamentazione, è un rilievo che faccio anche ai colleghi della lista 5 Stelle, voglio dire, che è quello di, come dire, troppo parcellizzare una questione che andrebbe affrontata, io preferirei affrontarla attraverso, per esempio, una discussione e un'informativa in commissione, per vedere di verificare, parlando non specificatamente di un caso Russi, ma parlando, come dire, appunto, più in generale della questione che riguarda la trasformazione degli zuccherifici in questa regione che sono vari, di fare il punto della situazione. Anch'io ritengo che sia utile. Chiedere che ci sia in questa fase di Conferenza dei servizi un tentativo di richiamare anche la filosofia del Piano energetico regionale, perché queste sono le occasioni per indicare correttamente alcune prescrizioni maggiori e in questo modo garantire una maggior coerenza con le scelte che si affermano e quelle che di fatto poi si realizzano in progetti concreti sul territorio.
Guardate che il nesso e la relazione tra mezzi e fini è esattamente quello che ci, come dire, in qualche maniera dà credibilità, quindi io continuo a difendere la scelta degli impianti a biomasse, proprio come l'ho difesa nel piano. Guardate che la prima interrogazione su Finale il mio gruppo l'ha presentata nel 2008 e io ho avuto la risposta, anche esaustiva dell'assessore Freda pochi giorni fa a un'interrogazione a risposta scritta perché ero preoccupata delle modalità con le quali si è fatta la bonifica e come erano state appaltate da parte di Italia Zuccheri le opere di bonifica su alcuni di questi siti. Bondeno era uno, l'altro, appunto, Finale Emilia. Quindi, non è vero che della questione ci si disinteressa, non ci si occupa e si è in qualche maniera passivi e supini di fronte a scelte che ormai, come dire, in qualche maniera non mettiamo più in discussione.
Credo che sia utile valutare, in questo caso come in altri, la qualità delle nostre scelte, per cui, lo dico perché l'ho detto al collega Favia in un'altra occasione, pur avendo preferito arrivare a una presa di posizione dell'Aula attraverso un percorso di formazione e informazione reciproca, attraverso un'istruttoria anche più dettagliata che riguarda più casi che non la vicenda di Russi attraverso una discussione pubblica un po' più articolata, perché questo vorrei, anch'io dichiaro, ripeto, facendo una valutazione di prevalenze, che voterò, come molti altri consiglieri hanno qui dichiarato, il testo di questa risoluzione.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Brevissimamente.
Noi non siamo contro le biomasse, ma siamo contro una centrale vicino a Palazzo San Giacomo, un sito di interesse storico-culturale. Non si può negare che l'impianto provochi un grande impatto ambientale, senza contare poi l'emissione della CO2 e senza contare l'eccessivo traffico. Se dovesse essere realizzato, pare vi sarà un aumento giornaliero di oltre 150 mezzi pesanti, inoltre manca l'accordo con le associazioni agricole, cioè quelle associazioni che rappresentano gli agricoltori, ed è per noi la mancanza più grave.
Noi pensiamo che questi elementi siano sufficienti per sostenere questa risoluzione.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliere Manfredini.
Ha chiesto di parlare la consigliera Noè, che non vedo in aula.
Se il consigliere Bignami mi usa la gentilezza di richiamarla perché è appena uscita. Grazie.
Vediamo di fare uno strappo al Regolamento, altrimenti devo passare alla votazione.
La consigliera Noè è rientrata.
Prego, consigliera Noè.
NOÈ: Grazie, presidente, scusi il ritardo.
Sul tema di questa centrale a biomasse, facendo una premessa che non c'è nessuna contrarietà sulla tipologia della centrale, per l'amor di Dio, soprattutto se questa tipologia potesse essere gestita con una filiera corta, ahimè, mi sembra di comprendere che questo progetto, questo percorso filiera corta non sia assolutamente garantito: Quello che mi stupisce è che sono convinta che ci sia anche una Conferenza dei servizi che per certi aspetti garantirà che ci sia un rispetto delle norme e quindi a questo proposito, siccome mi sembra di capire che non ci siano elementi sufficienti per garantire sia da una parte che dall'altra, a questo riguardo preferisco esprimere un giudizio di astensione.
PRESIDENTE (Aimi): Grazie, consigliera Noè.
Se nessun altro consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 143, a firma dei consiglieri Favia e Defranceschi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Aimi): Questo è un bel dilemma.
Chiedo cortesemente agli scrutatori un parere.
(interruzioni)
Allora ripetiamo il voto.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 143, a firma dei consiglieri Favia e Defranceschi.
(È respinta a maggioranza)
PRESIDENTE (Aimi): La risoluzione è respinta.
Sono le ore 19,26. Siccome non riusciremmo comunque a concludere l'ordine del giorno perché sono previsti 10 minuti per intervento, toglierei la seduta.
I consiglieri saranno convocati a domicilio per il giorno 3 novembre.
Buon rientro a casa e buona serata a tutti.
Annuncio di risoluzioni e interrogazioni
PRESIDENTE (Aimi): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
666 - Risoluzione proposta dai consiglieri Ferrari, Monari, Bonaccini, Moriconi, Pagani, Zoffoli, Alessandrini, Mori, Carini, Casadei, Costi, Garbi, Fiammenghi, Mazzotti e Montani per chiedere alla Giunta di prevedere un censimento a livello regionale delle persone affette dal morbo di Alzheimer e a rafforzare le attività di diagnosi, cura e assistenza alle persone affette dal morbo. (81)
667 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la raccolta degli oli vegetali esausti. (451)
668 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la delocalizzazione della Coop Costruzioni scrl dallo stabilimento di via del Traghetto a Bologna, essendo stata classificata come industria insalubre. (452)
669 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la ditta Sintexcal situata a Bologna e classificata come industria insalubre di prima classe. (453)
670 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, in ordine alla sostituzione delle tradizionali lampadine ad incandescenza con le lampadine ad alta efficienza energetica. (454)
671 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la necessità che la Giunta emani una circolare in materia di vendita di latte crudo. (455)
672 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la sostituzione della illuminazione tradizionale con impianti a bassa tensione che utilizzino tecnologia LED, negli uffici regionali e nella pubblica illuminazione. (456)
673 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia per impegnare la Giunta ad attivarsi, in un processo che veda coinvolte tutte le Regioni, per una gestione più evoluta dei rifiuti e affinché, nel caso dei rifiuti campani, il Governo sospenda le azioni di forza e ricerchi la partecipazione dei cittadini. (82)
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 19,27
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI e il consigliere Franco GRILLINI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il consigliere Maurizio CEVENINI e gli assessori Carlo LUSENTI e Massimo MEZZETTI.
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Thomas CASADEI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Daniela MONTANI, Roberta MORI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Gian Carlo MUZZARELLI, Alfredo PERI, Simonetta SALIERA.
I PRESIDENTI
IL SEGRETARIO
Aimi - Mandini - Richetti
Corradi
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