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130.
SEDUTA DI LUNEDÌ 3 GIUGNO 2013
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
INDI DELLA PRESIDENTE COSTI
Indice
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OGGETTO 4022
Interrogazione del consigliere Bazzoni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i tempi ed i criteri riguardanti lo stanziamento di fondi aggiuntivi relativamente alle frane ed ai casi di dissesto idrogeologico con particolare riferimento all'Appennino parmense.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Mandini)
BAZZONI (PDL)
GAZZOLO, assessore
BAZZONI (PDL)
OGGETTO 4045
Interrogazione del consigliere Defranceschi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la assunzione a carico del bilancio della Regione Emilia-Romagna di spese connesse agli interventi relativi alla situazione di emergenza causata dal sisma, come quelle riguardanti la manutenzione di attrezzature utilizzate nei campi tendati ed il carburante.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Mandini)
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
GAZZOLO, assessore
DEFRANCESCHI (Mov. 5 Stelle)
OGGETTO 4047
Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le procedure riguardanti la costituzione del "tavolo permanente di confronto con le imprese produttrici di autoveicoli di trasporto pubblico", e la situazione relativa al parco autobus in Emilia-Romagna.
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Mandini)
NALDI (SEL - Verdi)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
NALDI (SEL - Verdi)
OGGETTO 4048
Interrogazione dei consiglieri Corradi, Cavalli, Bernardini e Manfredini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'adesione della Regione Emilia-Romagna ad organismi associativi interregionali transnazionali, con particolare riferimento alle procedure ed alle risorse riguardanti la Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d'Europa (CRPM).
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Mandini)
BERNARDINI (Lega Nord)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
BERNARDINI (Lega Nord)
PRESIDENTE (Mandini)
SESSIONE COMUNITARIA
OGGETTO 3808
Relazione per la sessione comunitaria dell'Assemblea legislativa per l'anno 2013, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.
(Discussione e conclusioni)
OGGETTO 3988
Risoluzione proposta dal Presidente Lombardi su mandato della I Commissione: Sessione europea 2013. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea.
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi)
LOMBARDI, relatore
VECCHI Luciano (PD)
BAZZONI (PDL)
CORRADI (Lega Nord)
SCONCIAFORNI (Fed. della Sinistra)
MANDINI (Italia dei Valori)
GRILLINI (Misto)
NALDI (SEL - Verdi)
ERRANI, presidente della Giunta
PRESIDENTE (Costi)
TAJANI, vicepresidente della Commissione europea
PRESIDENTE (Costi)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Emendamento all'oggetto 3988
Comunicazioni prescritte dall'art. 68 del Regolamento interno
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANDINI
La seduta ha inizio alle ore 9,36
PRESIDENTE (Mandini): Dichiaro aperta la centotrentesima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute
- antimeridiana del 21 maggio 2013 (n. 128)
- pomeridiana del 21 maggio 2013 (n. 129)
inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.
Se non vi sono osservazioni, i processi verbali si intendono approvati.
(Sono approvati)
PRESIDENTE (Mandini): Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Mori, Noè e Riva e gli assessori Bianchi, all'estero per missione istituzionale, Bortolazzi, Freda e Saliera.
Sono state inviate a tutti i consiglieri, le comunicazioni previste all'articolo 68 del Regolamento interno, perciò le do per lette.
(Le comunicazioni prescritte dall'articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula
PRESIDENTE (Mandini): Diamo inizio ai nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in Aula.
Chiamo il primo oggetto:
4022 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i tempi ed i criteri riguardanti lo stanziamento di fondi aggiuntivi relativamente alle frane ed ai casi di dissesto idrogeologico con particolare riferimento all'Appennino parmense.
Risponde per la Giunta l’assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Bazzoni per illustrare la sua interrogazione. Prego.
BAZZONI: Grazie, presidente. La ragione di quest’interrogazione a risposta immediata sta nell'urgenza di destinare i fondi per le opere di primaria emergenza nei territori colpiti dai dissesti franosi questa primavera.
Il Presidente Errani ha annunciato questi fondi nel corso della sua ultima visita nell'Appennino parmense il 21 maggio scorso. Da allora però non si ha notizia dello stanziamento definitivo di questi 6 milioni di euro della Regione aggiuntivi rispetto alla prima tranche di finanziamenti statali di 14 milioni di euro.
Il problema della disastrosa situazione del dissesto idrogeologico, che si è acuito nell’Appennino emiliano-romagnolo, è che bisogna fare presto sia per ripristinare la normalità sia perché, purtroppo, il maltempo in questa eccezionale primavera, la più piovosa da duecento anni, continua ad imperversare, non dando tregua e costringendo ad essere molto rapidi per prevenire ulteriori disagi.
Interroghiamo per sapere quando saranno stanziati con esattezza i fondi aggiuntivi regionali e con quali criteri, e se vi siano particolari difficoltà. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bazzoni.
La parola l'assessore Gazzolo per la risposta.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 9 maggio ultimo scorso, ha accolto la richiesta del Presidente Errani di dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza delle eccezionali avversità atmosferiche che hanno investito il territorio regionale nei mesi di marzo e aprile, per una durata di 90 giorni, con un primo sostegno finanziario di 14 milioni di euro per attuare gli interventi necessari al superamento dell'emergenza.
Le modalità di attuazione degli interventi sono state definite nell'ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile, la n. 83, emanata il 27 maggio scorso, che dispone la predisposizione del piano degli interventi prioritari sull'intero territorio regionale da sottoporre all'approvazione del Prefetto Gabrielli entro 20 giorni dall'emanazione dell'ordinanza.
La Regione, pur avendo già finanziato nella prima fase di emergenza alcune decine di interventi in somma urgenza finalizzati al ripristino dei servizi essenziali e della viabilità per un ammontare di circa 3 milioni 100 mila euro, a fronte di una stima dei danni di oltre 171 milioni di euro, ha ritenuto di provvedere ad un concorso finanziario di ulteriori 6 milioni di euro in sede di predisposizione della proposta di legge relativa all'assestamento al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2013, considerato che la stessa ordinanza prevede la possibilità del concorso finanziario delle amministrazioni statale, regionali e degli enti locali.
Alla luce di tale possibilità, ho ritenuto opportuno inviare una richiesta al Ministro Orlando di concorrere con fondi del Ministero dell'Ambiente ad una parte degli interventi indispensabili ad evitare ulteriori danni indiretti economici e sociali, in considerazione anche del fatto che lo stesso Ministro, nella recente visita alle aree colpite nel parmense, ha prospettato il possibile stanziamento di ulteriori 10 milioni di euro.
Faccio presente, inoltre, che sono stati recentemente resi disponibili 8 milioni 800 mila euro previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo all'emergenza alluvionale del novembre 2012, per interventi sui territori colpiti dell'Appennino emiliano e della costa.
Per individuare gli interventi di somma urgenza, che quindi fanno riferimento allo stanziamento dei primi 14 milioni di euro, ai 6 milioni di euro che verranno destinati in fase di assestamento di bilancio e, ovviamente, alle risorse aggiuntive, nell'attesa che venga decretato un ulteriore provvedimento ad hoc per l'emergenza, l'articolo 1 della citata ordinanza n. 83 definisce le tipologie degli interventi ammessi al finanziamento, che sono fondamentalmente riconducibili a: interventi nella prima fase di emergenza per assicurare il ricovero delle popolazioni colpite, attività di somma urgenza per la messa in sicurezza delle aree interessate dagli eventi calamitosi, interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o maggior danno a persone e cose.
Il lavoro dei tavoli tecnici provinciali, che sono stati istituiti per la definizione del programma, terminerà il 4 giugno, mentre il prossimo 10 giugno è previsto un incontro istituzionale con le province al fine di condividere i contenuti del piano degli interventi.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Bazzoni per la replica. Ha cinque minuti, consigliere.
BAZZONI: Grazie, presidente. Mi dichiaro non soddisfatto della risposta dell'assessore, perché credo che i soldi debbano essere destinati subito e non in sede di assestamento. È importante non lasciare da soli a lungo i cittadini che hanno perso casa e lavoro, perché questo è il problema, a seguito di questo disastro ambientale.
Mi riservo, invece, un ulteriore approfondimento di valutazione sui criteri di distribuzione. Non posso, comunque, non evidenziare - come ho già fatto nella dichiarazione rilasciata alla stampa - che la Regione, in un primo momento, ha fatto una figura discutibile nell'impeto di dimostrarsi immediatamente efficiente nell'aiutare i territori colpiti. Mi riferisco alla delibera di Giunta regionale che ha stanziato 800 mila euro a favore delle opere dei consorzi di bonifica in montagna, che è stata spacciata come contributo straordinario, mentre solo nell'anno 2012, con identica delibera, venivano stanziati più di 900 mila euro per lo stesso motivo.
Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bazzoni.
Passiamo all'interrogazione successiva:
4045 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la assunzione a carico del bilancio della Regione Emilia-Romagna di spese connesse agli interventi relativi alla situazione di emergenza causata dal sisma, come quelle riguardanti la manutenzione di attrezzature utilizzate nei campi tendati ed il carburante.
Risponde per la Giunta l'assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Defranceschi per illustrare la sua interrogazione.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Un'interrogazione per capire come possiamo intervenire a livello di vigili del fuoco, un corpo che, al pari di altri sta subendo, da anni ormai (si parla di un taglio del 35 per cento negli ultimi 10 anni), un taglio di risorse che, ovviamente, non colpisce solo loro, ma che evidentemente si sta acuendo a seguito del terremoto.
Tante piccole cose che rendono difficile lavorare, a partire dalla difficoltà anche semplicemente a reperire il carburante in provincia di Modena, dove - da un certo punto di vista, giustamente - un fornitore ha smesso di rifornire la caserma di Modena, presso la quale vanta un credito di 130 mila euro, fino ad arrivare alla difficoltà proprio nella manutenzione e nella revisione dei mezzi, che sono indispensabili per svolgere il loro lavoro.
Da ultimo, anche se può sembrare un dettaglio, anche perché la cifra è talmente misera che è quasi ridicolo parlarne, servirebbero 3700 euro per riparare il materiale occorrente per fare un campo tendato d'emergenza che può ospitare fino a 300 addetti. Questi soldi non si trovano, di qui la preoccupazione che i vigili del fuoco ci hanno espresso, dichiarando che, nel caso di una ulteriore emergenza nella nostra regione o in altre, queste tende sarebbero inutilizzabili e non si riuscirebbe a fare un campo tendato.
Pur capendo che non si tratta di una competenza della Regione, è tuttavia evidente che i compiti di Protezione Civile sono affidati a noi, quindi credo che dobbiamo, in qualche modo, senza nasconderci dietro le responsabilità del Governo centrale, farci carico di alcune spese, quantomeno per avere un servizio minimamente efficiente che possa dare delle garanzie anche in considerazione dell'importante ruolo che da sempre svolgono i vigili del fuoco, che credo abbiano ampiamente dimostrato durante l'emergenza del terremoto. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
La parola all'assessore Gazzolo per la risposta.
GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente.
Consigliere Defranceschi, la Giunta regionale è ampiamente a conoscenza delle difficoltà in cui versa il Corpo nazionale dei vigili del fuoco nell'ambito del reperimento delle risorse finanziarie necessarie alla manutenzione dei mezzi e delle attrezzature impiegate nelle attività istituzionali, che restano comunque, come lei ha detto, di stretta competenza statale.
La cancellazione poi, fino dall'anno 2008, del fondo regionale di Protezione Civile, collegata all'applicazione della cosiddetta legge Bassanini che ha operato nel trasferimento di diverse funzioni statali verso le amministrazioni locali, ha ulteriormente ridotto le possibilità di intervento finanziario della Regione Emilia-Romagna per il potenziamento dei mezzi e delle attrezzature del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Nonostante le criticità finanziarie esposte, la Regione, fin dall'anno 2000, ha sottoscritto specifiche convenzioni quadro quinquennali con il Ministero dell'Interno, Dipartimento vigili del fuoco, mediante le quali, compatibilmente con le risorse finanziarie di anno in anno disponibili, mantiene attivo, per mezzo di dettagliati programmi operativi annuali, un finanziamento per l'implementazione e il potenziamento delle attività di soccorso alla popolazione che il Corpo nazionale dei vigili del fuoco svolge sul territorio regionale, ad esempio il soccorso acquatico lungo la costa adriatica, il soccorso mediante l'impiego dei mezzi aerei, il supporto per la campagna antincendio boschivo, di competenza regionale, acquisto e successiva consegna in comodato d'uso di mezzi ed attrezzature per il potenziamento dell'operatività dei distaccamenti permanenti e volontari.
Nell'ambito dell'emergenza sisma Emilia 2012, l'attività di collaborazione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è disciplinata da diverse ordinanze del Presidente della Regione Emilia-Romagna in qualità di Commissario delegato ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo n. 74.
L'attività di collaborazione viene finanziariamente riconosciuta, nel periodo dal 10 al 31 agosto, nella misura di 360 euro al giorno, da intendersi come somma onnicomprensiva del costo giornaliero per unità di personale e per il relativo impiego degli automezzi, delle attrezzature e della relativa manutenzione straordinaria, quindi 300 euro al giorno uomo/giorno, più 60 euro al giorno per mezzi, attrezzature e relative spese di manutenzione e gestione, ivi compreso il carburante.
Le risorse complessive rese disponibili e autorizzate dalle specifiche ordinanze commissariali per lo svolgimento delle attività dei vigili del fuoco e i relativi oneri ammontano complessivamente ad oltre 10.661.760 euro. Il direttore dell'Agenzia regionale di Protezione Civile, su disposizione del commissario delegato, con propria determinazione n. 234 dell'11 aprile 2013, ha disposto a favore del Ministero dell'Interno, Dipartimento vigili del fuoco, la liquidazione della somma di 5.330.880 euro a titolo di acconto pari al 50 per cento della somma complessivamente autorizzata dalle ordinanze commissariali al 31 marzo 2013.
È in fase istruttoria la verifica delle rendicontazioni presentate dalla Direzione regionale dei vigili del fuoco che è previsto si concluda con il pagamento del saldo entro i prossimi 15 giorni.
In ogni caso, la Giunta regionale, tenendo ben presente i significativi rischi presenti sul territorio, l'imprescindibile necessità di mantenere la piena efficacia operativa del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ha già sollecitato il Governo, e continuerà a farlo, affinché siano messe a disposizione dal Ministero dell'Interno, Dipartimento vigili del fuoco, le risorse finanziarie necessarie anche al potenziamento ed al ricondizionamento dei mezzi e delle attrezzature utilizzate nelle varie emergenze.
In proposito, si segnala che, per quanto attiene al materiale assistenziale utilizzato dal Ministero dell'Interno, capi e tende dei vigili del fuoco, il Dipartimento nazionale di Protezione Civile ha già rimborsato l'importo di circa 4 milioni di euro, ed è in istruttoria un ulteriore rimborso di 4 milioni 500 mila euro, con il quale si dovrebbe completare il saldo della spesa richiesta per questo materiale. Tale ultimo importo fa parte della spesa di oltre 26 milioni 500 mila euro in lavorazione presso gli uffici del Dipartimento nazionale, già trasferita al Ministero dell'Interno per oltre 17 milioni, che ricomprende anche il costo del carburante. Con tale ulteriore rimborso saranno soddisfatte tutte le richieste pervenute dal Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile relativamente all’emergenza in argomento.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, assessore Gazzolo.
La parola al consigliere Defranceschi per la replica. Ha quattro minuti, consigliere.
DEFRANCESCHI: Grazie, presidente. Prendo atto della risposta globale piuttosto esaustiva, ma resta sempre l’amarezza nelle sue parole, che voglio sperare sia anche la sua, a causa del fatto che, a distanza di oltre un anno, stiamo parlando di istruttoria, stiamo parlando di "in lavorazione", tutti progetti per il futuro, come peraltro abbiamo sentito nella relazione della settimana scorsa.
Credo che resti comunque ai limiti della decenza il fatto che, a distanza di un anno, forse tra 15 giorni verranno pagati, per il 50 per cento, gli straordinari ai vigili del fuoco.
Spero che queste istruttorie, queste lavorazioni, per quanto riguarda i mezzi e le attrezzature, abbiano un decorso più veloce, perché stiamo parlando di corpi che lavorano in emergenza. È evidente che, pur facendo i dovuti scongiuri affinché non se ne verifichino, si potrebbero verificare ulteriori emergenze, venendosi così a trovare i vigili del fuoco impreparati, circostanza che rappresenterebbe un grosso problema.
Pertanto, la invito - e sono certo che lo farà - a seguire con molta attenzione e a sollecitare ulteriormente, visto che adesso abbiamo un Governo, affinché le istruttorie vadano a buon fine molto più velocemente di quanto non sia accaduto finora. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Defranceschi.
Passiamo all'interrogazione successiva:
4047 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le procedure riguardanti la costituzione del "tavolo permanente di confronto con le imprese produttrici di autoveicoli di trasporto pubblico", e la situazione relativa al parco autobus in Emilia-Romagna.
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Naldi per illustrare la sua interrogazione.
NALDI: Grazie, presidente. Una ventina di giorni fa, per l'esattezza l'8 maggio, le organizzazioni sindacali di categoria hanno sottoscritto con Finmeccanica un accordo relativo alla Menarini, col quale Finmeccanica, sostanzialmente, rinuncia a mettere sul mercato l'azienda, sebbene non si sappia per quanto tempo, e per regolare il personale con mobilità volontaria.
Il pregio di tale accordo consiste nell’evitare dei licenziamenti e nel dare un po' di tempo per riorganizzare e ripensare la situazione dell'azienda.
È in questo contesto che, a mio parere, assume maggiore rilevanza quanto si è convenuto di fare, a seguito di un confronto svoltosi nel Comune di Bologna, cioè chiedere alla Regione di attivare un tavolo permanente di confronto con le aziende del settore. Ora, le aziende del settore emiliano-romagnole non sono tante, non so se ce n'è qualcuna minore, sicuramente la Menarini è l'azienda più significativa del settore. A dire la verità, la Menarini è l'ultima azienda rimasta in Italia in grado di produrre autobus.
Questo tavolo di settore dovrebbe servire per un confronto sulla mobilità sostenibile, confronto dal quale dovrebbe risultare una convergenza fra l'Amministrazione locale, in questo caso la Regione, e le aziende in grado di accompagnare un processo di innovazione. Le politiche industriali (dove le fanno) si fanno così in tutto il mondo. A mio avviso, è un'occasione straordinaria.
Pertanto, mi è sembrato utile interrogare per sapere a che punto sono i lavori per la costituzione di questo tavolo; per sapere quanti autobus circolano in Emilia-Romagna e l’età degli stessi, dal momento che l'Italia è a rischio di infrazione per la vecchiezza del parco autobus. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
La parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente.
In relazione all’interrogazione inerente alla vetustà del parco autobus dell'Emilia-Romagna, si rileva che la Regione, per il quinquennio 2008-2012, ha a disposizione oltre 30 milioni di euro, allo stato attuale in fase di liquidazione finale, provenienti dal Ministero dei Trasporti per la sostituzione di almeno 150 autobus e filobus con nuovi mezzi a basso impatto ambientale.
Per quanto riguarda l'installazione di filtri antiparticolato sugli autobus, la Regione aveva erogato due distinti finanziamenti: nel 2002, con delibera di Giunta regionale n. 2739, ha impegnato 1 milione 932 mila euro, consentendo l'installazione di 296 filtri antiparticolato; nel 2006, nell'ambito degli accordi di programma sulla qualità dell'aria, con cui è stato aggiornato il piano 2005-2006, con la delibera n. 554 che ha definito i criteri, e con la delibera n. 167 che ha disciplinato l'assegnazione, ha impegnato oltre 3 milioni 100 mila euro, di cui 2 milioni 200 mila erogati per l'installazione di 382 filtri antiparticolato.
Nel 2009, a conclusione di queste due fasi, le aziende di trasporto pubblico locale hanno proceduto all'installazione di 678 filtri.
La Regione, nel 2012, ha iniziato l'iter, con delibera n. 204 del 2012, per mettere a disposizione delle aziende pubbliche del trasporto pubblico locale ulteriori risorse provenienti dal Ministero dell'Ambiente, oltre 9 milioni di euro, relative ad un programma di finanziamento per il miglioramento della qualità dell'aria attraverso l’ammodernamento del trasporto pubblico locale.
Si prevede che, a partire dal 2013, anche grazie ad un cofinanziamento del 50 per cento delle aziende per un investimento totale di oltre 19 milioni di euro, si potranno acquistare 61 autobus e 1 filobus.
Per quanto riguarda l’assegnazione del contributo, in accordo con il Settore Ambiente della Regione, si sono individuati i seguenti parametri di riparto: popolazione esposta a livelli superiori del livello limite per il PM10 nel territorio comunale, percorrenze totali dei mezzi destinati al trasporto pubblico locale nei bacini regionali, numero di mezzi circolanti in ciascun bacino aggiornato al 2012.
Sono previste, inoltre, ulteriori risorse provenienti dal Ministero dell'Ambiente per circa 3 milioni 500 mila euro di contributo regionale per l'acquisto di ulteriori autobus urbani ecologici.
L'età media del parco autobus e filobus risulta essere, al dicembre del 2012, 11,71 anni. Inoltre, la percentuale di autobus con una media superiore o uguale a 15 anni è in forte aumento, dal 26,4 al 33,7 per cento del 2012, in quanto, vista la scarsità delle risorse, risulta sempre più difficile per le aziende procedere alla loro sostituzione. Quello della scarsità delle risorse è il problema che ovviamente impedisce di aggiornare in tempi più ravvicinati il parco mezzi.
Per quanto riguarda la parte del quesito che concerne il numero di autobus di cui si dovrebbe dotare la Regione per sostituire i mezzi più vecchi e inquinanti, si stima che si dovrebbero sostituire circa autobus 300 autobus all'anno, circa il 10 per cento del parco circolante, il che consentirebbe di fare calare ulteriormente l'età media dei mezzi circolanti.
Per quanto concerne le risorse provenienti dal Ministero dell'Ambiente, pari a 9 milioni di euro, si informa che le gare sono in corso di aggiudicazione. Alle stessa ha partecipato, ovviamente anche la BredaMenarinibus.
Si informa, inoltre, che vi sono stati già diversi tavoli di incontro tra la Regione, i vertici delle aziende esercenti il trasporto pubblico locale e i sindacati, dato il costante interesse da parte della Regione a tenere monitorata la situazione, ed anche al fine di rispondere all'esigenza manifestata nell'interrogazione, ossia di fare tutto quanto è possibile fare in una Regione come questa dove è presente, con le difficoltà che sono state illustrate, forse l'unica azienda ormai rimasta a livello nazionale che produce mezzi per il trasporto pubblico locale, che è interesse anche della Regione che continui a produrre.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Naldi per la replica. Ha tre minuti, consigliere.
NALDI: Grazie, presidente.
Ringrazio il sottosegretario Bertelli per i dati che mi ha fornito, di cui cercherò di fare tesoro. Lei ha confermato che anche in questa Regione vi è una situazione molto problematica, che è fuori dagli indirizzi dell'Unione europea e che richiederebbe, anche per la particolarità delle nostre città, una fortissima innovazione. Servirebbe un piano trasporti nazionale, che non c'è, circostanza della quale ci rendiamo conto.
Io credo che, comunque, noi dobbiamo definire, per quanto ci riguarda, e su questo punto mi dispiace doverglielo dire, ma la sua risposta è stata un po' evasiva, un piano dei trasporti che solleciti fortemente un piano nazionale dei trasporti, dobbiamo fare la nostra parte. Con un piano dei trasporti noi possiamo fare politica industriale, e possiamo salvare le nostre imprese, facendo ciò che facciamo, dottor Bertelli, in molti altri casi, sopperendo, almeno in termini di elaborazione, alle mancanze e alle carenze dello Stato nazionale. Noi dobbiamo fare una politica dei trasporti nella nostra Regione che sia una politica industriale, se vogliamo salvare quest'azienda, come probabilmente altre aziende. In questo caso, però, siccome si tratta di un'azienda che non lavora per un mercato indifferenziato, ma lavora per un mercato pubblico, qual è quello delle commesse pubbliche degli autobus, è chiaro che quanto possiamo fare qui in termini di politica dei trasporti, ovvero in tema di politica industriale, è decisivo.
Mi permetto quindi di insistere molto affinché venga rapidamente costituito questo tavolo di confronto, dal quale in effetti possono nascere le condizioni sia per definire ulteriormente degli obiettivi e degli indirizzi in termini di trasporto locale, sia per consentire alle nostre imprese di essere pronte prima delle altre per potere conquistare queste possibilità. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Naldi.
Siamo all'ultima interrogazione:
4048 - Interrogazione dei consiglieri Corradi, Cavalli, Bernardini e Manfredini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'adesione della Regione Emilia-Romagna ad organismi associativi interregionali transnazionali, con particolare riferimento alle procedure ed alle risorse riguardanti la Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d'Europa (CRPM).
Risponde per la Giunta il sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Bernardini per illustrare la sua interrogazione.
BERNARDINI: Grazie, presidente.
La nostra interrogazione verte sulla legge regionale n. 25 del 1997 con cui la Regione Emilia-Romagna ha disciplinato l’adesione ad organismi associativi interregionali transnazionali denominati "Comunità di lavoro Alpe Adria", "Centro delle Regioni euro-mediterranee per l'ambiente", "Rete delle aree delle città metropolitane - Metrex", "Conferenza delle Regioni periferiche marittime d’Europa".
Un’interrogazione che cerca di fare luce sugli iter partecipativi e contributivi della nostra Regione a questi organismi. In particolare si evince che dal ’97 abbiamo richiesto ed ottenuto di partecipare alla CRPM, Conferenza delle Regioni periferiche marittime d'Europa, a cui è seguita, in ordine temporale, nel 2010 un recesso, deliberato dalla Giunta regionale, dalla stessa Conferenza delle Regioni periferiche marittime d'Europa. Tale recesso è stato motivato con il richiamo all'articolo 64 dello statuto regionale che, al comma 4, prevede che l'Assemblea legislativa sia informata preventivamente ed in modo adeguato sul contenuto degli atti costitutivi, degli statuti e degli eventuali patti parasociali, nonché riguardo alle eventuali loro modifiche.
Visto che la Regione, non si sa perché, nel 2010 ha proceduto al recesso, salvo cambiare opinione nel 2013, riprende la partecipazione e con essa il versamento delle quote associative che erano indicate in una somma pari a 50 mila euro all'anno, chiediamo a quanto ammontano gli esborsi effettuati sia nel periodo antecedente il recesso sia in quello successivo, per confrontare un’eventuale modifica delle quote contributive.
Chiediamo inoltre perché non vi sia stato un passaggio preventivo dall'Assemblea legislativa, e se ci sono casi analoghi, oltre a questo elencato nell'interrogazione, in cui la Giunta abbia assunto decisioni in ambiti che riteniamo, proprio ai sensi delle norme richiamate dalla stessa Regione nell'atto di recesso, essere di competenza dell'Assemblea legislativa. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bernardini.
La parola al sottosegretario Bertelli per la risposta.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente.
Per quanto riguarda il primo quesito si conferma che il sunto fatto dall’interrogante sul contenuto delle delibere n. 863 del 2010 e n. 335 del 2013 è corretto.
Per quanto riguarda il secondo quesito, nei 14 esercizi finanziari, dal 1997 al 2010 compreso, per i quali la Regione ha regolarmente versato le quote di iscrizione di competenza, è stata versata una somma corrispondente ad euro 528.519,68.
Per rispondere al terzo quesito, è in corso la liquidazione della quota del 2013 pari a 52.404 euro. Le quote del 2011 e del 2012 non sono invece dovute, in quanto successive a regolare richiesta di recesso entro il primo semestre del 2010. Le quote degli anni successivi al presente saranno liquidate dopo la loro determinazione, tenendo presente che noi abbiamo chiesto alla CRPM di valutare una riduzione dei contributi delle Regioni associate.
Per quanto riguarda il quarto quesito, nel 2010 l'Amministrazione regionale, nel generale sforzo di contenimento della spesa, che è stata ovviamente annunciata all'Assemblea legislativa in fase di bilancio, interruppe una serie di attività che si erano rivelate utili negli anni passati, ma che, in una scala di priorità, nella nuova situazione finanziaria difficile nella quale ancora ci troviamo, furono al memento cancellate. Dietro ripetute sollecitazioni da parte dell’Associazione - ma dico anche delle altre Regioni italiane aderenti - alla CRPM che vedono nella nostra Regione un punto di riferimento in questo contesto, la questione è stata riconsiderata, e si è deciso di ritenere temporaneamente sospesa la partecipazione alla rete. Una nuova valutazione, avvenuta nel corso del 2012, ha fatto rilevare, come indicato nella citata delibera, l’accresciuto ruolo della CRPM in relazione alla prossima programmazione della cooperazione territoriale europea, dei programmi operativi di cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, soprattutto per l'attività di messa in rete a favore delle diverse realtà regionali europee. Tale ruolo accresce la possibilità per le realtà aderenti di cogliere tutte le opportunità anche di finanziamento che tali programmi offrono. Alla luce di tale considerazione e della sollecitazioni pervenute sia dall'ambito europeo sia dall'ambito nazionale da parte delle altre Regioni, si è valutato conveniente per l'Amministrazione riprendere la propria partecipazione alla Conferenza.
Per quanto riguarda i punti 5) e 6) dell’interrogazione, con riferimento alla procedura adottata per il recesso dalla CRPM, si ritiene che la corretta interpretazione della norma è nel senso che la competenza per l’adozione del provvedimento in oggetto sia in capo alla Giunta regionale, previo esperimento dell’apposita informativa all'Assemblea legislativa, ex articolo 64 dello Statuto regionale, sull’intenzione dell'esecutivo. Ciò è stato valutato anche rispetto alla competenza in capo al Presidente della Giunta regionale dell'esercizio del diritto di socio.
Per quanto concerne la revoca del recesso, essendo ancora in vigore la l.r. n. 25 del ’97 di autorizzazione alla partecipazione, si è provveduto a comunicare preventivamente all'Assemblea con lettera (protocollo PG 2013 n. 0074573) l'intenzione della Giunta di revocare il proprio precedente atto, confermando il mantenimento della qualità di associato.
Per quanto riguarda il punto 7) dell’interrogazione, la CRPM, come già detto, ha due funzioni principali: la partecipazione alla fase consultiva di molti atti dell'Unione europea e la costruzione di partenariati nell'ambito delle iniziative conseguenti i programmi europei. La CRPM è una delle reti di Regioni europee attive a Bruxelles da più tempo, dal 1973, a cui partecipano attualmente circa 160 Regioni provenienti da 28 Paesi. Grazie ad una costante rappresentanza di alto profilo in seno all'Unione europea, la CRPM è tra le reti più accreditate presso le Istituzioni europee. In particolare, la rete svolge azioni volte ad assicurare che i bisogni e gli interessi dei suoi membri siano presi in considerazione in tutte le politiche europee ad alto impatto territoriale. A tal fine, la CRPM opera attraverso Gruppi di Lavoro e Commissioni geografiche, fornisce informazioni tempestive relative ai documenti dell'Unione europea, predispone documenti di analisi delle politiche europee, funge da catalizzatore per elaborare posizioni comuni dei suoi membri con lo scopo di influenzare dette politiche.
La partecipazione alla rete consente alla Regione Emilia-Romagna di posizionarsi efficacemente sui temi fondamentali per la nostra Regione, quale la prossima programmazione finanziaria 2014-2020, in particolare negoziati sulla politica di coesione, la costruzione della Macroregione Adriatico-Ionica, la gestione integrata delle zone costiere delle aree marittime, oltreché su temi più generali della Politica Marittima Integrata e della "Blue growth". Ad esempio, è anche grazie all'impegno di CRPM, ed all’attivo coinvolgimento di Regioni quali l’Emilia-Romagna che si è assicurato che le Regioni dell'Obiettivo Competitività e Occupazione ricevano l'adeguata quota di finanziamento europeo anche nella prossima programmazione dei fondi strutturali 2014-2020.
Sempre in seno agli attuali negoziati relativi al prossimo quadro finanziario pluriennale, la Regione ha partecipato ad incontri con Commissari europei, Direttori Generali della Commissione europea, Parlamentari dell'Unione europea organizzati in seno al Gruppo di lavoro occupazione e formazione al fine di influenzare i negoziati. Ancora, l’importante esperienza del progetto MAREMED, nel quale la Regione Emilia-Romagna ha rivestito il ruolo di coordinatore del gruppo di lavoro sulla GIZC, è stata recentemente illustrata in Parlamento europeo, grazie all'impegno della CRPM su queste tematiche. Stessa cosa per la "Carta di Bologna" promossa dalla Regione e siglata congiuntamente da molte altre amministrazioni costiere il 21 marzo a Bruxelles, nell'ambito dell’evento dedicato a MAREMED. Più recentemente la CRPM ha attivato un Gruppo di Lavoro relativo alla costituzione della Macroregione Adriatico-Ionica, a cui la Regione Emilia-Romagna partecipa in vista dell'elaborazione della Strategia e Piano d'azione nell’area prevista per il 2014.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, sottosegretario Bertelli.
La parola al consigliere Bernardini.
BERNARDINI: Grazie, presidente. Verificheremo la preventiva comunicazione all'Assemblea legislativa che lei ha richiamato nella sua risposta. Ci premeva avere i dati relativi ai contributi versati dalla Regione Emilia-Romagna nelle partecipazioni passate e presenti.
Sicuramente, anche alla luce degli obiettivi elencati in risposta di CRPM, il fatto di vedere che abbiamo mancato per due anni, con conseguente blackout partecipativo, è da leggere in chiave politica e non solo, come ha fatto lei, in chiave tecnica. Delle due l’una: o non ci credevamo allora, ritenendola una spesa superflua perché avevamo problemi contingenti di bilancio, e quindi abbiamo deciso, visto che potevamo tranquillamente non farne parte, e penso che abbiate fatto delle valutazioni in tal senso, ed avete deciso giustamente di recedere; oppure mi chiedo perché oggi decidiamo, forse per pressione da parte delle altre Regioni, forse per tanti altri motivi, di parteciparvi nuovamente, quando il bilancio odierno è ancora più magro di quello di due, tre anni fa. Credo, cioè, che le motivazioni economiche che avevano portato al recesso allora siano le medesime di oggi.
L'unica nota positiva che leggo nella sua risposta è il continuo richiamo allo studio e all’elaborazione di proposte riguardanti macroregioni a livello europeo, ossia il fatto che la Regione Emilia-Romagna, anche in modo indiretto, partecipi allo studio e all’approfondimento di altre realtà macroregionali in ambito europeo, che oggi sono la punta di diamante del programma della Lega Nord, in quanto crediamo fermamente che il nuovo equilibrio europeo debba partire non più dagli Stati nazionali, ma dalla valorizzazione e creazione di macroregioni europee, come quelle che, in qualche modo, ha elencato lei, sottosegretario, nella sua risposta. Grazie.
PRESIDENTE (Mandini): Grazie, consigliere Bernardini.
Come da accordi assunti in sede di Conferenza dei Presidenti dei gruppi e come da convocazione, sospendiamo la seduta.
I nostri lavori riprenderanno alle ore 11,00 con la sessione comunitaria.
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 10,18, è ripresa alle ore 11,33)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE COSTI
SESSIONE COMUNITARIA
OGGETTO 3808
Relazione per la sessione comunitaria dell'Assemblea legislativa per l'anno 2013, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.
(Discussione e conclusioni)
OGGETTO 3988
Risoluzione proposta dal Presidente Lombardi su mandato della I Commissione: Sessione europea 2013. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea. (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Costi): La seduta è ripresa.
Apriamo i lavori della sessione comunitaria 2013.
A nome di tutta l'Assemblea legislativa rivolgo un caloroso benvenuto al Vicepresidente della Commissione europea, onorevole Antonio Tajani, che ha accettato il nostro invito e che chiuderà, nella maniera più autorevole possibile, la nostra sessione comunitaria.
Rivolgo un ringraziamento alle autorità civili e militari presenti e un doveroso ringraziamento anche al Presidente Lombardi ed ai componenti della I Commissione, alle Commissioni di merito, alla Giunta che, attivamente e fattivamente nel rapporto con la Commissione, ha supportato questo processo, un ringraziamento al gruppo di lavoro Giunta-Assemblea, e a tutti i servizi regionali che hanno contribuito allo sviluppo di un lavoro così importante.
Ormai alla quinta esperienza, la Sessione europea dell'Assemblea legislativa è diventata in questi anni un punto di riferimento della programmazione delle attività della Regione Emilia-Romagna volte, da un lato, ad incidere sulle decisioni europee partecipando attivamente alla definizione delle politiche e delle strategie generali, e dall'altro, a garantire il costante adeguamento del nostro ordinamento alle normative dell'Unione europea.
È motivo di grande soddisfazione per noi il fatto che, su un tema complesso e importante come la partecipazione ai processi decisionali europei, l'Assemblea abbia assunto un ruolo centrale, che ogni anno le nostre attività si arricchiscano di nuovi temi.
L'esserci dotati di procedure e meccanismi che funzionano ci consente adesso di fare nuovi passi in avanti. La qualità delle attività è migliorata costantemente, e non è riduttivo affermare che l'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna si pone in questo contesto quasi come un unicum a livello nazionale.
L'approfondimento di temi essenziali per la definizione delle nostre politiche regionali e la costante attività di analisi delle strategie e delle iniziative dell'Unione europea ci ha fatto adottare una nuova prospettiva anche nel nostro lavoro quotidiano sul territorio, dimostrando l'importanza di una partecipazione qualificata e costante a questi processi.
L'Assemblea, in quanto organo rappresentativo, può svolgere un ruolo centrale di coinvolgimento ma anche di informazione e di comunicazione all'esterno di cosa possiamo fare per rendere concreto e utile il legame con l'Unione europea.
È evidente che quanto sinora fatto non sarebbe stato possibile senza la collaborazione e il coordinamento con la Giunta regionale, a livello tecnico e politico, che rappresenta l'asse portante delle nostre attività, e grazie al quale ciascuno dei due organi, nel rispetto del proprio ruolo, collabora alla definizione delle posizioni della nostra Regione sull'Europa e sulle sue politiche e a sostenerle nelle varie sedi istituzionali.
La nostra sfida, come Assemblea, è far emergere il nostro ruolo di Parlamento regionale eletto dai cittadini, per contribuire a superare l'idea, che si fa sempre più strada, di un'Europa solo "burocratica", lontana dai veri problemi e ancora più grave, quasi impermeabile ad essi, ponendoci come un "intermediario" in grado di veicolare bisogni e istanze attraverso processi e meccanismi oggettivamente e inevitabilmente complessi.
Possiamo davvero dare un utile contributo al superamento di quello che chiamiamo "deficit democratico" dell'Unione europea e dell'idea di inaccessibilità di questo mondo per il cittadino.
Noi siamo qui proprio per svolgere pienamente il nostro ruolo di Parlamento regionale pur nella consapevolezza che ancora molto c'è da fare anche come Regione. Guardiamo, quindi, con grande attenzione alla collaborazione tra i diversi livelli parlamentari e ci impegniamo a rafforzare il legame con il Parlamento europeo, soprattutto attraverso una interlocuzione ancora più sistematica con i parlamentari europei del nostro collegio e non solo.
Un'ultima riflessione riguarda la recente approvazione della legge n. 234 del 2012 che, entrata in vigore all'inizio di quest'anno, regola la partecipazione dell'Italia ai processi decisionali dell'Unione europea, stabilendo la "cornice" giuridica anche per la partecipazione delle Regioni alla formazione e attuazione della normativa e delle politiche europee.
La legge introduce novità importanti e ha l'ambizione di creare un quadro comune e coerente entro il quale ciascun attore istituzionale, nel rispetto del suo ruolo e dei propri limiti, collabori con gli altri a raggiungere l'obiettivo finale di dotare il nostro Paese di un sistema efficace e trasparente di partecipazione ai processi decisionali europei. Per ottenere questo risultato, però, al di là dell'impegno dei singoli, è essenziale dare attuazione a tutte le disposizioni e mettere in piedi gli strumenti per fare finalmente "partire l'intera macchina".
Per concludere, in un momento di profonda crisi come quello che stiamo vivendo, che rischia di incidere in modo irreversibile sulla coesione sociale e sullo stesso progetto di Unione europea, la partecipazione ai processi democratici europei deve potere esercitare un ascendente fattivo affinché l'Europa sia percepita in modo diverso, non come vincolo da subire, ma come opportunità da saper e dover cogliere. Non è più una scelta, ma un obbligo.
Noi vogliamo un'Europa dei popoli e dei diritti. Vogliamo un'Europa che promuova una società democratica aperta e solidale, forte dei valori comuni, dell’identità e della cittadinanza europea. Vogliamo un'Europa che valorizzi le Regioni e i suoi enti territoriali.
Si tratta certo di una sfida difficile da affrontare con tutti i mezzi a nostra disposizione, con l'entusiasmo e con la giusta consapevolezza della posta in gioco.
Ringrazio il Presidente Errani per il prezioso supporto. Ringrazio ancora - e non solo formalmente - il Vicepresidente della Commissione, onorevole Tajani, perché è per noi un grande onore poter concludere questa discussione con il suo intervento.
(Applausi)
PRESIDENTE (Costi): Comunico che è pervenuto un emendamento, a firma del consigliere Lombardi e del consigliere Luciano Vecchi, all'oggetto 3988, la risoluzione che voteremo al termine della sessione comunitaria.
Do la parola al consigliere Marco Lombardi, presidente della I Commissione assembleare "Bilancio, Affari generali ed istituzionali", relatore per la sessione europea. Prego.
LOMBARDI, relatore: Signora Presidente, Vicepresidente Tajani, gentili ospiti, colleghi consiglieri. Con la sessione europea che ci accingiamo a celebrare, possiamo tranquillamente affermare che l'Emilia-Romagna, per ciò che attiene alla sua partecipazione alla formazione e all'attuazione del diritto e delle politiche europee, esce dalla fase pionieristica ed entra in quella della maturità, e si presenta nel panorama nazionale ed europeo con un modello originale e all'avanguardia che si è dimostrato funzionante e utile per i cittadini e le realtà economiche e sociali di questa Regione e che potrebbe diventarlo per l'intero Paese.
È bene ricordare che la sessione europea e le attività che vi danno seguito costituiscono un formidabile strumento per l'Assemblea legislativa teso a consolidare e recuperare un forte collegamento con la società civile che, oltre a rigenerare un'immagine positiva della politica, mira anche al tangibile risultato di contribuire a far valere le giuste ragioni del territorio emiliano-romagnolo in sede europea.
La nostra legge regionale n. 16 del 2008 prevede che la sessione costituisca il fulcro dell'azione regionale, tesa ad incidere, sia nella fase ascendente che in quella discendente, attraverso un atto di indirizzo dell'Assemblea legislativa che riprende la relazione della I Commissione contenente tutte le osservazioni provenienti dalle varie commissioni di merito, in relazione al programma di lavoro annuale della Commissione europea, alla relazione sullo stato di conformità dell'ordinamento regionale all'ordinamento UE e al rapporto conoscitivo per la sessione europea dell'Assemblea legislativa predisposti ogni anno dalla Giunta regionale.
In questo senso, fondamentale resta il forte raccordo tra Assemblea legislativa e Giunta regionale che, già a partire dalla sessione, è garantito a livello politico e tecnico, e consente di definire posizioni condivise che impegnano la Regione nel suo complesso e indirizzano le successive attività di negoziato proprie della Giunta regionale.
A tal proposito, ricordo che, a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 234 del 2012, saremo anche chiamati a modificare la nostra legge regionale n. 16, cogliendo l'occasione per adeguarne l'impianto alle novità del Trattato di Lisbona e della nuova legge di procedura nazionale, confermando gli istituti che funzionano e valutando la possibilità, sulla base dell'esperienza maturata in questi anni di attività, di inserire anche nuovi strumenti e meccanismi in grado di farci fare un ulteriore importante passo in avanti sia sul piano della collaborazione interna tra Giunta regionale e Assemblea legislativa, sia sul piano dei rapporti esterni con il Governo e il Parlamento, le altre Regioni italiane ed europee e con le istituzioni dell'Unione europea.
Vista la solennità della seduta odierna, mi sembra quanto mai opportuno ricordare, dentro e fuori quest'Aula, che la nostra Regione ha regolarmente formulato e trasmesso al Governo osservazioni sugli atti europei individuati annualmente nel corso delle varie sessioni, e che il rapporto di collaborazione avviato con le Camere del Parlamento nazionale ha consentito, soprattutto negli ultimi due anni, che le nostre osservazioni su diciotto provvedimenti legislativi europei siano state riprese negli atti parlamentari trasmessi alla istituzione dell'Unione europea, che hanno indirizzato i negoziati del Governo italiano.
E poi anche bene ricordare che, dopo Lisbona, le funzioni e le prerogative del Parlamento europeo sono radicalmente mutate, passando da un ruolo semplicemente consultivo ad un ruolo di colegislatore effettivo e dotato di forti prerogative di intervento sui processi decisionali che portano all’adozione degli atti europei e che, quindi, il dialogo istituzionale che abbiamo con lungimiranza da tempo avviato con i parlamentari europei del nostro collegio assume oggi una valenza assai costruttiva ed utile, nella prospettiva di coltivare e sviluppare un collegamento sempre più diretto e attivo con il Parlamento europeo.
Come Assemblea legislativa già da qualche anno, con spirito assolutamente bipartisan abbiamo preferito passare dal lamento postumo e quindi inutile, conseguente a comunicazioni, direttive o regolamenti europei apparentemente calati dall’alto, all’impegno orientato ad una partecipazione attiva alla costruzione del diritto e delle politiche europee che tenti di indirizzarle anche verso le esigenze dei nostri cittadini e delle nostre imprese. Anche quest’anno, quindi, sul solco di quanto già fatto nel 2012 e con l’obiettivo di consentire la massima partecipazione, abbiamo voluto proseguire nel lavoro di coinvolgimento nella procedura del più alto numero possibile di colleghi consiglieri, degli stakeholder regionali, ma anche dei semplici cittadini interessati.
Nel primo caso abbiamo leggermente modificato la nostra fase istruttoria, limitandone le formalità ad un'unica seduta di commissione per l’illustrazione e il voto sulle eventuali osservazioni di competenza, per privilegiare specifici momenti di approfondimento su due temi centrali e trasversali che abbiamo individuato nella prossima politica di coesione e politica agricola comune, visto che assieme impegneranno circa il 70 per cento dell’intero bilancio dell’Unione europea. L’innovazione procedurale introdotta ha dato ottimi frutti, perché sono certo di interpretare il pensiero di tutti i colleghi dicendo che i contributi dell’onorevole Caronna sulla politica di coesione per il periodo 2014-2020 e del presidente De Castro sulla nuova politica agricola comune sono stati illuminanti per capire meglio le dinamiche europee in atto, di cui dovremo necessariamente tenere conto, le novità istituzionali introdotte dal Trattato di Lisbona che ci riguardano più direttamente e le questioni di merito su cui saremo chiamati ad esprimerci in seguito al dipanarsi delle iniziative del programma di lavoro della Commissione europea.
Nel secondo caso, oltre alla tradizionale udienza conoscitiva con i portatori di interessi, abbiamo anche svolto singoli incontri con chiunque abbia richiesto un confronto, ponendo così le basi per proficui rapporti di collaborazione futura.
Secondo la nostra procedura la sessione europea, ed in particolare l’esame del programma di lavoro della Commissione, costituisce il filtro politico che consente l’individuazione delle iniziative dell’Unione europea di interesse per la Regione e la formulazione di indirizzi generali alla Giunta per la partecipazione alla formazione e attuazione del diritto e delle politiche europee e, allo stesso tempo, rappresenta per l’Assemblea legislativa uno strumento utile per organizzare la collaborazione e il raccordo con il Parlamento nazionale nell’ambito del controllo sul rispetto del principio di sussidiarietà e del dialogo politico con le altre assemblee regionali, nazionali ed europee. Per garantire la massima circolazione delle informazioni, essenziale a consentire il raccordo e la collaborazione tra vari "attori", gli esiti della sessione europea sono quindi inviati al Senato, alla Camera, al Governo, al Parlamento europeo con la trasmissione ai Parlamentari europei, al Comitato delle Regioni, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e alla Conferenza delle Assemblee legislative regionali ed europee. Oggi, appunto, in una fase più matura e consapevole, mi sento di ringraziare le varie Commissioni di merito, la Giunta e il gruppo di lavoro Giunta - Assemblea e tutti i diversi servizi dell’Assemblea e della Giunta regionale che hanno supportato i nostri lavori, per il proficuo lavoro svolto che certamente, ancor più che in passato, ha permesso di approfondire i temi ipotizzati dal programma di lavoro della Commissione europea di quest’anno, consentendo di dare indirizzi precisi alla Giunta per le future attività e individuando argomenti di sicuro interesse generale su cui concentrare la nostra azione via via che i relativi atti verranno a maturazione.
Come ho detto, tutto il percorso che ci ha portato alla sessione di oggi è stato informato anche all’esigenza di comunicare all’esterno il nostro lavoro e ciò non per un banale desiderio di pubblicità bensì per una doverosa esigenza di dare conto di un’attività importante che poniamo al servizio della nostra comunità regionale e con la quale vorremmo tentare di ridare dignità all’attività politica oggi attaccata da più parti e non sempre a torto. Non secondario è stato, inoltre, l’intento di ricostruire quel rapporto con l’Europa messo a dura prova dalla crisi, dalle politiche di rigore imposte agli Stati membri e dall’idea assai diffusa tra i cittadini che l’Unione europea con le sue politiche economiche e finanziarie stia privilegiando gli interessi di alcuni paesi a discapito di altri. Ecco perché la presenza dell’Onorevole Tajani, Vicepresidente della Commissione europea, che ringrazio ancora per la sua disponibilità, è perfettamente funzionale a tutte le valenze che abbiamo voluto collegare a questa seduta solenne ed inoltre ci permette di rendergli merito per l’opera svolta in sede UE nel reperimento e nello stanziamento dei fondi europei a disposizione per la ricostruzione post-terremoto. Per ciò che attiene specificatamente alla fase ascendente, i lavori delle Commissioni assembleari circa le possibili iniziative dell’Unione europea di interesse per la Regione e i relativi approfondimenti, hanno evidenziato alcuni temi di particolare rilievo. La politica di coesione e i fondi strutturali, con particolare attenzione al fondo sociale europeo e la nuova politica agricola comune per il periodo di programmazione 2014-2020, le politiche europee a sostegno della formazione, occupazione, ricerca e innovazione, ma anche inclusione sociale, il turismo, le concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative, l’ambiente, la pesca, la parità di genere.
Per quanto riguarda la fase discendente della relazione sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento comunitario per l’anno 2012, emerge un’intensa attività di attuazione di atti normativi e di indirizzo emanati dall’Unione europea. Con riferimento alla fase discendente, a seguito del monitoraggio sul recepimento della direttiva 2006/123 del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai servizi del mercato interno, sono state segnalate quali priorità di intervento l’estensione dell’istituto della SCIA all’apertura dei pubblici esercizi non soggetti a pianificazione comunale, il superamento del divieto di svolgimento di attività accessorie in località indipendenti da parte delle agenzie di viaggio, il superamento espresso del regime autorizzatorio in materia fieristica. È stata evidenziata anche la necessità di continuare a monitorare il processo di recepimento statale e, nel frattempo, ad effettuare tutte le verifiche necessarie a garantire il successivo rapido adeguamento dell’ordinamento regionale delle seguenti direttive: 31/2010, 75/2010, 24/2011, 27/2011.
In conclusione, i miei ringraziamenti di rito, ma non scontati, per il lavoro svolto vanno come al solito a tutto lo staff tecnico dell’Assemblea e della prima Commissione ed al Vicepresidente Luciano Vecchi per la preziosa collaborazione, inoltre quest’anno devo dare atto con estremo piacere di una partecipazione consapevole e fattiva di tutti i colleghi Commissari delle altre Commissioni, che si è trasformata in una istruttoria ricca di contributi e di spunti concreti da offrire al Governo, per il tramite della Giunta, e direttamente al Parlamento. Proprio per la piena consapevolezza raggiunta e per il contributo offerto è emersa dai lavori l’esigenza di promuovere maggiormente all’esterno la nostra attività ed i risultati raggiunti. Questo non per un inutile autocompiacimento, ma per dare conto ai nostri cittadini di un lavoro serio, teso ad offrire alla società civile una concreta possibilità di incidere, nostro tramite, alla costruzione del diritto europeo. In tal modo, studiando nuove ed efficaci forme di comunicazione e di divulgazione del nostro operato, anche attraverso la Sessione europea ed il suo seguito durante l'anno, porteremo un importante contributo alla possibilità di ricucire il distacco tra i cittadini e la politica ed agevoleremo il superamento della pericolosa e purtroppo crescente avversione verso un'Europa immaginata solo germanocentrica, burocratica e legata ai poteri finanziari.
Noi non vogliamo che alcune pur giustificate perplessità sul futuro dell’Europa prendano piede diffondendosi pericolosamente nella nostra società ed il modo migliore per contrastare tale tendenza è senz'altro quello di dimostrare nei fatti, come stiamo facendo, che se partecipiamo in maniera consapevole alla formazione delle regole europee l’Europa è sempre meno matrigna e sempre più un formidabile strumento di integrazione fra i popoli, di inclusione sociale e di sviluppo economico.
(Applausi)
PRESIDENTE (Costi): Grazie, Presidente Lombardi per il lavoro che ha svolto fino a oggi e che ha presentato anche in quest’Aula.
Adesso passo la parola ai rappresentanti dei gruppi assembleari. Ricordo che interverrà un consigliere per gruppo e ognuno avrà a disposizione sette minuti, compresa anche la dichiarazione di voto rispetto alla risoluzione che poi voteremo alla fine. Solitamente lascio sempre un po’ correre, ma oggi abbiamo il tempo molto contingentato e quindi chiedo ai colleghi di aiutarmi e stare tutti all’interno dei sette minuti, anche con la dichiarazione di voto.
Ha chiesto di parlare il consigliere Luciano Vecchi per il Partito Democratico. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Signora Presidente, mi permetta innanzitutto di ringraziare lei e il Presidente Lombardi per aver organizzato in maniera solenne anche quest’anno la sessione europea della nostra Assemblea legislativa, ma anche per avere garantito nel corso dei mesi passati un eccellente lavoro dell’insieme delle Commissioni assembleari sulle tematiche delle politiche dell’Unione europea.
Signor Vicepresidente della Commissione europea, la voglio ringraziare anche a nome dei colleghi del gruppo del Partito Democratico per aver voluto partecipare ai nostri lavori ma anche per l’impegno che sta profondendo nell’ambito della Commissione per promuovere un approccio di maggiore efficacia delle istituzioni europee, in maniera particolare per lo sviluppo di quelle politiche industriali così indispensabili per il futuro dei nostri paesi ma anche così osteggiate da una parte del Consiglio europeo. Abbiamo condiviso in passato, pur appartenendo a gruppi parlamentari diversi, una comune esperienza nel Parlamento europeo nella quale abbiamo appreso come sia sempre più necessario promuovere innovazione e rafforzamento nelle politiche comuni.
Il Presidente Lombardi nella sua eccellente ed esaustiva relazione ha dato conto delle posizioni che abbiamo maturato sui principali aspetti della legislazione europea in divenire, fondate su un attento esame del programma legislativo annuale della Commissione europea, su un confronto aperto con gli stakeholders, o per meglio dire delle parti interessate della società regionale e su un lavoro importante di tutte le Commissioni assembleari. Essendo quelle considerazioni ampiamente condivise vorrei concentrarmi su alcuni aspetti politici, anche perché siamo alla vigilia di un’importante scadenza come quella rappresentata dal Consiglio europeo dei prossimi 27 e 28 giugno che si tiene nel cuore della drammatica crisi politica, economica e sociale che sta attraversando ormai da alcuni anni tutta l’Europa e che non risparmia nemmeno le regioni più forti del nostro Continente.
Vogliamo dire anche da questa sede che crediamo indispensabile che tale scadenza dedicata al futuro dell’unione economica e monetaria non sia solo un passaggio di uno stanco percorso burocratico. Serve invece un risultato pieno e molto concreto, la prova che l’Unione europea stavolta fa sul serio e sul serio prende i problemi reali di milioni di cittadini europei, a cominciare dai giovani senza lavoro. Sosteniamo l’iniziativa del Governo italiano per mettere al centro del Consiglio europeo quindi il tema dell’occupazione giovanile a cui anche dall’Emilia-Romagna guardiamo con aspettative di interesse avendo noi un’importante esperienza di politiche di formazione, di mercato del lavoro, innovazione, che ci possono permettere di contribuire attivamente anche al perseguimento degli obiettivi europei.
L’Europa non può avere un futuro se non dà speranza a chi questo futuro deve costruirlo e abitarlo. Servono questa volta misure concrete facili da spiegare e immediate da verificare che facciano la differenza subito nel breve periodo. Ad esempio, bisogna identificare gli strumenti per attuare al più presto la youth guarantee per i giovani degli Stati membri. Bisogna inoltre riconoscere spazi di azione nelle finanze pubbliche nazionali affinché gli Stati membri possano investire risorse adeguate nelle politiche attive del lavoro, nella riduzione delle tasse sul lavoro e nella creazione di nuova occupazione. Bisogna poi favorire la mobilità dei giovani in un vero e proprio mercato del lavoro europeo. Le decisioni europee dovranno essere la cornice entro cui coordinare misure nazionali contro la disoccupazione.
Sosteniamo inoltre l’importanza dell’economia reale e della competitività dell’industria europea, piccole e medie imprese in testa, come fattore essenziale per la crescita economica e la posizione dell’Europa nel sistema globale. Sosteniamo quindi l’obiettivo lanciato dalla Commissione europea attraverso lei, Vicepresidente Tajani, di portare il contributo dell’industria manifatturiera europea al PIL dall’attuale 16 per cento al 20 per cento entro il 2020. Serve unità nel campo della moneta, delle strutture finanziarie e delle politiche economiche volte al lavoro e allo sviluppo. Tutto questo però sappiamo che non basta o, quantomeno, non basta se non inquadrato nella cornice del grande storico obiettivo di una maggiore integrazione politica e di una vera legittimazione democratica. Pensiamo sia giunto il momento di riprendere quello slancio federalista che si ponga l’obiettivo della costruzione degli Stati Uniti d’Europa. È oggi questa la condizione, ambiziosa ma realista, per costruire il futuro del nostro Continente e sulla base della consapevolezza che il futuro della nostra regione e di tutta l’Italia sono strettamente legate all’evolversi di un’Unione europea a cui crediamo ma che così com’è non ci piace per nulla. Guardiamo con preoccupazione al degrado di una parte della discussione pubblica sull’Europa sia in Italia che in altri paesi che è sempre più imbevuta di populismo e di ripiegamento nazionale, entrambi deleteri e pericolosi per il futuro stesso della democrazia nelle nostre società. Ma sappiamo che la risposta non sta solo in un pur decisivo richiamo alle ragioni fondative del processo di integrazione europea (pace, democrazia, diritti e sviluppo) ma anche in un’azione seria di partecipazione volta alla costruzione di risposte condivise e a una profonda riforma delle istituzioni e delle politiche. Quando anche nella nostra Assemblea ragioniamo sulle politiche e sulla legislazione europea, non guardiamo solo ai pur fondamentali interessi legati all’accesso alla risorse e alle opportunità comunitarie, che qui abbiamo usato meglio che altrove. Ci muoviamo anche nella convinzione che il ruolo dell’Unione debba essere quello di accompagnare il Paese, i territori e i popoli europei ad essere più forti nell’affrontare le sfide del mondo moderno e globale e non quello di essere, come talvolta è accaduto, il cavallo di troia degli aspetti più deteriori della globalizzazione liberista.
Con questa sessione intendiamo quindi compiere un salto di qualità ulteriore nel nostro lavoro su tutto quanto riguarda l’Unione europea sia sugli aspetti generali sia sulla capacità di intervenire efficacemente nella formazione del diritto dell’Unione. Lo facciamo consapevoli nei limiti oggettivi che ha una singola regione e ancor di più una singola Assemblea legislativa, ma ci muoviamo anche con l’orgoglio di una regione che ha saputo dotarsi già da qualche anno di strumenti tra i più avanzati in Italia e in Europa e che ora, con le iniziative che ha ricordato il relatore, cerca di coinvolgere l’intera società regionale in un’azione di dibattito e di proposta. In tale quadro, anche per quanto riguarda la definizione e la realizzazione della nuova fase di programmazione dei fondi strutturali europei 2014 - 2020 vogliamo un processo inclusivo di enti locali, organizzazioni economiche-sociali, enti culturali e imprese, il che è garanzia dello stesso successo dell’efficacia degli interventi comunitari. Sosteniamo - lo dico in conclusione - con forza la posizione del Parlamento europeo che cerca di contrastare la riduzione delle risorse finanziarie a disposizione dell’Unione. Come sottolineiamo anche nella proposta di risoluzione, le risorse per le politiche di coesione per la politica agricola comune, per la ricerca e l’innovazione devono poter essere programmate anche a livello regionale in maniera coerente con gli obiettivi di Europa 2020, con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile di una maggiore equità sociale e dell’innovazione. Sono questi obiettivi ambiziosi ma necessari per svolgere pienamente il nostro ruolo per costruire un futuro di maggiore giustizia e benessere per i nostri cittadini. Il gruppo del Partito Democratico, così faccio anche la dichiarazione di voto, voterà quindi convintamente a favore della proposta di risoluzione che concluderà questa sessione.
(Applausi)
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Vecchi Luciano.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bazzoni Gianguido per il Popolo della Libertà. Ne ha facoltà.
BAZZONI: Grazie, presidente. Signora Presidente, Vicepresidente Tajani, gentili ospiti e colleghi Consiglieri, trattando del contributo della nostra Regione alla formazione del diritto europeo attraverso la sessione europea che stiamo svolgendo, vorrei preliminarmente rammentare che le istituzioni europee hanno iniziato a prendere in considerazione le articolazioni interne degli Stati membri a livello sovranazionale con il Trattato di Maastricht che recepì le molteplici pressioni a favore di una maggiore strutturazione dell’interazione tra le assemblee politiche regionali e quelle europee attraverso la configurazione a livello di diritto primario di alcuni istituti che sarebbero stati approfonditi nei successivi trattati. In seguito, il Trattato di Lisbona tratta di numerose riflessioni che a partire dalla Dichiarazione di Laeken nel 2001 e passando per la convenzione si sono sviluppate intorno al ruolo delle autonomie, ha costituito il secondo momento significativo di questo percorso. In particolare, tale ultimo trattato, la forza e la divisione territoriale dell’Unione europea facendo riferimento esplicito al principio dell’autonomia introducendo l’obiettivo della coesione territoriale e inserendola a dimensione regionale e locale nel rispetto del principio di sussidiarietà. Con queste previsioni il Trattato di Lisbona introduce per la prima volta nel diritto primario sovranazionale un espresso riconoscimento del ruolo delle assemblee legislative regionali, presenti tra l’altro in soli otto Stati membri negli affari europei e noi, come Assemblea emiliano-romagnola, anche quest’anno ci muoviamo in tale solco.
Il contesto istituzionale è quello della governance multilivello, cioè il modo attraverso cui l’Unione europea incide sugli assetti di interesse rilevanti per i soggetti che la compongono, stabilendo priorità tra gli stessi privilegiandone alcuni, differendo la tutela degli altri. A partire dalla ridefinizione del ruolo dello Stato, della politica, tradizionalmente intesa come processi di governo della società, il concetto di governance viene anche descritto come un sistema e un meccanismo di gestione di una vasta gamma di conflitti in cui gli attori giungono a decisioni vincolanti capaci di soddisfare tutte le parti attraverso la negoziazione e la deliberazione comune, fase ascendente dei processi decisionali e la cooperazione nell’attuazione delle decisioni prese, fase discendente. Le riflessioni intorno i profili giuridici dei rapporti tra Regioni, Stato e Unione europea non si possono però astrarre dal contesto storico, socio-economico ed istituzionale in cui sono inseriti. Questa considerazione introduce quindi al concetto di una consapevolezza degli enti politici autonomi comprese le regioni, rispetto al loro ruolo, e intendo parlare di classe politica, funzionale ma pure elettori, che devono sempre più comprendere di essere attori del processo di costruzione dello spazio politico europeo e non solo meri destinatari passivi di tale processo. Certamente le modalità di partecipazione saranno differenti da quelle previste sul piano degli ordinamenti interni e si tradurranno nella tempestiva e corretta trasposizione della normativa in ambito regionale quale esercizio peculiare della funzione legislativa nell’ordinamento multilivello europeo, nella partecipazione attiva ai processi decisionali sovranazionali secondo le forme previste dal diritto sovranazionale primario e derivato attraverso la prospettazione delle esigenze delle comunità di riferimento.
A questo serve la nostra sessione europea, così come designata dalle norme della legge regionale 16/2008 e anche io con piacere rivendico i risultati raggiunti in questa regione grazie al lavoro di raccordo della Prima Commissione in temi di apporto fattivo e negoziato del Governo italiano in sede europea. Nel merito varie questioni ci hanno visti protagonisti e ciò ci induce anche quest’anno ad analizzare con cura il programma di lavoro della Commissione in modo da poter preventivamente individuare gli argomenti di interesse regionale su cui attivare la nostra attenzione onde poter formalizzare nei tempi previsti le nostre osservazioni. Certamente va implementata l’opera di diffusione pubblica del nostro processo partecipativo soprattutto alla cosiddetta fase ascendente, perché nel panorama odierno, dove ampia e pregnante è l’influenza del diritto europeo sulle nostre attività quotidiane, informare i cittadini, le imprese e le associazioni del fatto che tramite noi possono incidere sulle norme che regoleranno le loro attività significa dare loro una formidabile occasione per ottenere una produzione normativa che non penalizzi inutilmente i loro legittimi interessi. Attraverso tale processo diamo un ruolo istituzionale forte alla Regione, riavviciniamo l’Europa ai cittadini e contribuiamo a dare dignità alla politica. Voteremo pertanto la risoluzione proposta. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Bazzoni.
Ha chiesto di parlare il consigliere Corradi per la Lega Nord. Ne ha facoltà.
CORRADI: Grazie, presidente. Anche io ringrazio il Presidente della Prima Commissione per l’importante attività svolta, ed altresì la funzione di motore nei confronti di tutte le altre Commissioni di questa Assemblea, per affrontare il tema oggetto della risoluzione che discutiamo oggi in questa sessione. Credo che anche quest’anno sia stato un lavoro importante, un lavoro proficuo, un lavoro che ogni anno cresce in intensità e soprattutto nell’approfondimento dei temi trattati nella cosiddetta sessione comunitaria, alla quale riconosciamo, come Lega Nord, una notevole importanza, anche perché siamo fortemente convinti che si un’occasione utile, direi anche unica per questa Regione, per partecipare in modo non sporadico ma come momento di sintesi ad un percorso destinato a protrarsi nel tempo, rispetto a quella che è l’attività di formazione della normativa comunitaria. L’attività svolta ha consentito anche di dialogare e trovare dei punti di contatto perché, pur rimanendo sicuramente differenze rispetto a quelli che possono essere i contenuti della normativa stessa, sicuramente condividiamo il percorso e il metodo per affrontare e partecipare alla legislazione comunitaria come Regione Emilia-Romagna, ed è anche per questo che preannuncio fin d’ora un voto convintamente favorevole al testo della risoluzione.
Riteniamo che sia un momento importante e fondamentale, in quanto siamo anche ahimè convinti che le istituzioni europee continuino ancora oggi, malgrado il percorso di riforma, a nostro giudizio troppo tiepido, ad essere permeate del difetto originario di un deficit democratico, che vede tuttora il ruolo del Parlamento europeo non pienamente valorizzato, e, non me ne voglia il Vicepresidente della Commissione, a fronte di un ruolo della Commissione assolutamente preponderante, anche nell’aspetto normativo e regolamentare. Noi vorremmo un Parlamento europeo con maggiori poteri, fortemente rappresentativo dei popoli d’Europa, capace di decidere e di incidere, mentre oggi assistiamo ad una Commissione che, come dicevo, malgrado il tenue percorso di modifica delle istituzioni europee, mantiene un ruolo assolutamente preminente ed egemone nel quadro delle istituzioni comunitarie, elemento questo che a nostro giudizio è fonte di critica. Riteniamo comunque positivo il lavoro svolto dalla Regione e riteniamo positivo che vi sia questa volontà di aprire e di far partecipare in fase sia ascendente sia discendente le realtà regionali, condividiamo appieno e non riteniamo sia semplicemente una scelta di stile, ma riteniamo e vogliamo credere che sia una scelta convinta, il fatto che questa risoluzione che oggi ci accingiamo a votare venga trasmessa alla Conferenza delle Assemblee legislative regionali europee, perché riconosciamo in quest’ente, oggi con funzioni meramente consultive, di confronto e di scambio di opinioni e di idee, un embrione importante, che anche la stessa Europea dovrebbero valorizzare il più possibile perché è oggi il cuore pulsante di quella futura Europa che noi auspichiamo, un’Europa sicuramente federale e che sicuramente attribuisce alle regioni, quindi alle entità politiche che compongono oggi i vari stati nazionali, un ruolo importante. Ci auguriamo che le istituzioni europee provvedano a valorizzare il ruolo della Conferenza, non più espressione di pochi Stati europei che hanno riconosciuto potestà legislativa alle loro regioni, ma ci auguriamo che l’Europa si faccia tramite di un’iniziativa per sollecitare gli Stati membri affinché nei propri ordinamenti si possa superare l’attuale situazione che oggi vede un numero purtroppo minoritario di Stati europei capaci di esprimere e avere il coraggio di affidare alle regioni che compongono questi Stati, diversamente chiamate - uso questo termine perché siamo in Italia e comprendiamo di cosa stiamo parlando - anche ruoli legislativi come avviene oggi in alcuni Stati ma purtroppo nella minoranza del numero di Stati che compongono l’Europa. Tornando al merito di questa relazione, noi sosteniamo e votiamo convintamente anche la parte in cui si evidenzia come vi sono criticità per esempio nel settore del turismo, che per noi, come Regione Emilia-Romagna, è un settore chiave e importante, perché le nuove allocazioni di risorse da parte dell’Europa temiamo vadano un po’ a penalizzare questa nostra realtà, ed in generale la realtà italiana, e più ampiamente la realtà degli Stati del cosiddetto sud Europa, la parte mediterranea, che hanno nel turismo un elemento forte e chiave che però viene penalizzato da quella che si prospetta essere la nuova redistribuzione delle risorse europee. Sottolineiamo e approviamo convintamente la parte di questa relazione laddove si fa presente la richiesta direttamente alle istituzioni europee di dare maggior elasticità alle regioni nella gestione per esempio dei fondi europei di sviluppo regionale oppure del fondo sociale europeo. Condividiamo anche la richiesta di incrementare le risorse su questi fondi, ma siamo consapevoli che in questo momento anche per l’Europa il tema delle risorse è un tema decisivo, come lo è per gli Stati, per le Regioni e per gli enti locali di questa Nazione, tuttavia credo che sia possibile per l’Europa fare uno sforzo finalizzato a recepire quantomeno la richiesta di maggiore elasticità nell’utilizzo delle risorse, che non vuol dire minore attenzione e responsabilità ma vuol dire anzi maggiore attenzione e responsabilità nell’investire le regioni del compito di poter usare con flessibilità le risorse, anche eventualmente swicciando sui vari piani di utilizzo che vengono proposti all’Europa, proprio perché occorre, a maggior ragione in questa fase di risorse ahimè non sufficienti, poter utilizzare al meglio quelle che rimangono in disponibilità dell’Europa e delle regioni.
Credo altresì che sia opportuno per la nostra regione, che oggi si impegni formalmente l’Europa a un’attenzione forte rispetto ai temi che nella risoluzione evidenziamo, proprio perché alcuni aspetti della legislazione europea sono da un lato percepiti dai nostri cittadini, e di questo me ne rammarico, come una legislazione eccessivamente invasiva, e dall’altro assistiamo ad un dicotomia un po’ schizofrenica per cui una gran parte della nostra società percepisce oggi l’Europa come una realtà che non è in grado fino in fondo di normare temi importanti come quello della finanza internazionale, come quello dei comportamenti delle banche, quindi esistono delle grandi macroaree di interesse dei nostri cittadini che oggi non vedono l’Europa impegnata in modo pervicace e penetrante a porre una normativa che sia capace di dare risposte in termini di trasparenza ai cittadini europei, e dall’altro lato abbiamo cittadini della nostra regione, ed in generale dell’Europa, che hanno un approccio critico rispetto ad alcuni percorsi normativi europei percepiti come eccessivamente burocratici e come elementi un po’ cavillosi a danno delle realtà imprenditoriali anche della nostra regione. Abbiamo chiesto, come Lega Nord, ed è stato accettata, l’attenzione ai percorsi europei di quella che sarà la prossima riforma del pacchetto igiene perché le nostre imprese agroalimentari, così importanti per questa regione, hanno in passato scontato difficoltà e anche grossi costi per adeguarsi a quelle che erano le richieste europee in questo campo, spesso e volentieri calibrate e strutturate su macroindustrie agroalimentari del nord Europa e poco attente a quelle che erano invece le esigenze dei piccoli produttori locali, che entravano in conflitto con le normative europee loro malgrado e questo credo che sia un elemento su cui occorra fare attenzione e sul quale è necessità di questa Regione e dell’Europa avere particolare sensibilità. Vado a chiudere sottolineando un altro aspetto che ci porta a votare convintamente questa risoluzione, che credo sia anche un momento importante perché ha consentito, su un tema così importante come l’Europa, a questa Assemblea di trovare un’ampia e condivisa unità di intenti. Non capita spesso, è normale che ci si divida nel merito, però quando si affrontano temi di metodo credo che vada dato atto a tutte le Commissioni, alla Presidenza dell’Assemblea e al Presidente della Prima Commissione di aver messo in piedi un meccanismo che ha consentito di superare in gran parte le divisioni politiche che caratterizzano un organo politico com’è l’Assemblea legislativa, dimostrando la capacità di fare sintesi su temi importanti che interessano tutti i cittadini di questa comunità regionale.
Mi fa piacere inoltre trovare in questa relazione un elemento di critica, ma da intendersi come stimolo anche rispetto al nostro Governo nazionale, laddove si fa presente come in questa Regione, che vede per orografia gran parte del territorio caratterizzato da aree montane, riscontrare ahimè che ad oggi purtroppo nell’attuale Governo non vi sono sufficienti elementi di valorizzazione della montagna, ed in un certo senso si fa un appello all’Europa perché possa intervenire anche in questa direzione arrivando finalmente a valorizzare come priorità i territori montani, che in questa regione sono gran parte del territorio, che ahimè vengono un po’ dimenticati dall’attuale Governo. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Corradi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sconciaforni per La Federazione della Sinistra. Ne ha facoltà.
SCONCIAFORNI: Grazie, presidente. Anche io approfitto, sebbene poco sia il tempo, di questa sessione, perché considero molto importante la discussione che, pur in maniera embrionale, vista anche la limitatezza dei tempi, stiamo qui conducendo, perché considero questa discussione vitale per il nostro Paese, quindi figuriamoci per la nostra Regione, per avanzare alcune riflessioni politiche, perché è ovvio che non stiamo evidentemente facendo discussioni di tipo ragionieristico o tecnico ma stiamo parlando di quale indirizzo politico vogliamo dare all’Unione europea e quindi evidentemente a ricaduta qual è l’indirizzo politico che vogliamo assumere nel nostro Paese e nella nostra regione, perché noi - abbiamo anche contribuito alla stesura della risoluzione definitiva - ci riconosciamo evidentemente complessivamente, pur con qualche ombra, in quelli che sono gli intenti che qui l’Assemblea legislativa in quella risoluzione si dà rispetto a ciò che l’Unione europea su alcune cose dovrebbe fare, quindi prima di tutto la preoccupazione che non ci siano diminuzioni negli stanziamenti per le politiche di coesione, come sono state richiamate anche nelle introduzioni che mi hanno anticipato, perché per noi sono fondamentali e quindi che queste politiche siano adeguatamente finanziate è un presupposto fondamentale perché questi principi di coesione poi diventino realtà, così come siamo evidentemente d’accordo sul ruolo che gli enti locali, e quindi le Regioni, devono avere nella formulazione di queste politiche tenendo conto delle specificità dei territori. Però c’è un elemento che rischia di vanificare le migliori intenzioni, che pure qui ci stiamo dando nella nostra discussione e nella risoluzione che stiamo approvando, e il rischio è che tipo di Unione europea vogliamo costruire, che tipo di Europa vogliamo costruire e quando dico che tipo intendo dire quali sono le politiche economiche e sociali che questa Unione europea si vuole e si deve dare, perché rifuggo assolutamente da quei discorsi vecchi e nuovi fatti di populismo, di vecchio e nuovo nazionalismo, di vecchio e nuovo secessionismo, che pure sentiamo emergere anche nel nostro Paese, per non parlare poi del resto d’Europa, anche come risposta sbagliata alla crisi pesantissima che sta investendo tutta l’Europa, quindi non solo l’Italia.
La risposta migliore a queste fughe populiste, secessioniste e nazionaliste è continuare ad andare avanti con queste politiche che abbiamo soprannominato nel loro complesso di austerity? Continua a essere questa l’idea dominante delle politiche portate avanti dall’Unione europea? È questo il modo col quale ancora si pensa di uscire dalla crisi devastante che non vede ancora oggi la sua fine nel nostro Paese e in quelli dell’Unione europea? Perché noi parliamo bene e di chiedere all’Unione europea di non lesinare fondi per la coesione sociale, ma col Fiscal compact che è stato approvato in sede di Unione europea e che è stato ratificato da numerosi Paesi, tra cui il nostro, questa cosa delle buone intenzioni di continuare a finanziare la politica di coesione sociale entra in palese contraddizione fino a venirne completamente annullata? Non c’è bisogno che spieghi il Fiscal compact, ma significa concretamente una mannaia che cadrà sul nostro Paese. Il vincolo di pareggio di bilancio che ci siamo dati avrà delle influenze o no - io penso di sì, e anche molto negative - rispetto alle pur positive intenzioni che qui stiamo esprimendo?
Quello che dico è che se non cambiamo l’impostazione di fondo economica, sociale e quindi politica, che l’Unione europea si è data in questi anni, queste rischiano di essere solo buone intenzioni. È evidente a tutti che si è riaperta una discussione nel nostro Paese e a livello europeo. La Germania qui è stata richiamata il capostipite di queste politiche di rigore così negativo, ma voglio ricordare che dietro la Germania non ho sentito particolari opposizioni da altri Governi e da altri Paesi dell’Unione europea, a partire dal nostro, e in questi giorni, resisi conto ormai tutti di quelle che sono le devastanti conseguenze sociali - una fra tutte la disoccupazione giovanile che in Italia è del 40 per cento e nel resto d’Europa di media poco meno, ma ci sono Paesi che arrivano al 50 - di certe politiche dominanti nell’Unione europea tutti a parole stanno dicendo di dover rivedere e si torna a parlare di crescita. Come diamo seguito a queste parole e a queste intenzioni, che altrimenti rischiano di rimanere buoni auspici? Perché quando sento parlare di occupazione continuo a sentire le stesse ricette, cioè diminuire la tassazione e aumentare la flessibilità. Sono le stesse ricette che da dieci anni noi ci sentiamo dire per rilanciare l’occupazione e siamo arrivati al punto che la disoccupazione giovanile in Italia è del 40 per cento e la media europea del 35 per cento. Quindi evidentemente queste due salvifiche ricette che ancora oggi continuiamo a sollecitare come minimo non funzionano e forse evidentemente bisogna fare altri discorsi che parlano di diminuzione dell’orario di lavoro a parità di salario, che parlano di stabilizzazione e di più diritti. Forse bisogna esplorare con un po’ di coraggio terreni che peraltro nuovi non sono perché sono terreni che già da tanto tempo tanti soggetti stanno dicendo essere la via d’uscita dalla crisi che viviamo.
Le nostre imprese hanno detto che avrebbero la possibilità di lavorare ma non hanno i soldi e che le banche non danno soldi. Questo richiama a un problema devastante della nostra Europa in cui abbiamo un sistema finanziario totalmente autonomo, libero di poter fare quello che vuole, finanziato lautamente dalla Banca Centrale Europea con centinaia e centinaia di miliardi di euro, destinati in teoria allo sviluppo e a finanziare famiglie e imprese ma che non vedono mai uno sbocco positivo ma rimangono nelle tasche delle banche e dei banchieri che li lasciano depositati nei conti correnti della Banca Centrale Europea per avere la certezza almeno di quel minimo reddito.
Bisognerà allora rivedere questo sistema finanziario che evidentemente così com’è impostato non sta portando da nessuna parte. Evidentemente le nostre migliori intenzioni, e anche le nostre migliori azioni, che questa Regione e questo Consiglio hanno indubbiamente messo in atto e in campo, rischiano di non vedere pratica attuazione, anzi, se non si rivede e quindi se i Governi centrali, a partire dal nostro, in Europa non vanno lì per rimettere in discussione le politiche dell’Unione europea così come le abbiamo viste dominare in questi anni, ossia le politiche dell’austerity, dei tagli, dei rigori. Questi tipi di politiche, con tutti gli strumenti che sono stati messi in campo per attuarle nei prossimi anni, dal Fiscal compact ai pareggi di bilancio, se non si rivedono rischiamo di rimanere nelle buone intenzioni e rischiamo il prossimo anno di dover commentare dati economici e sociali ancora più drammatici di quelli che stiamo commentando oggi. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Sconciaforni.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mandini per L’Italia dei Valori. Ne ha facoltà.
MANDINI: Grazie, presidente. Grazie al Vicepresidente Tajani e grazie al Presidente Errani, grazie per questa occasione perché siamo una regione che sicuramente crede nell’Europa, crede nei valori dell’Europa, della Corte costituzionale europea e nell’opportunità che l’Europa dà. Siamo una regione che ha avuto molte occasioni di scambio e incontri con altre realtà europee e ci siamo trovati in questi incontri in sintonia con Lander tedeschi piuttosto che con regioni francesi e con altre comunità di questa grande Europa. Queste grandi opportunità che la nostra regione è riuscita a utilizzare rispetto ai progetti, finanziamenti e programmi europei oggi evidentemente in un contesto di crisi difficile sia economica che sociale sia del mondo del lavoro, necessitano secondo noi di alcune revisioni. Occorre focalizzare meglio quelle che possono essere le risorse che, partendo da una visione diversa di quello che potrà essere in futuro, la sostenibilità dell’Europa nel contesto sia interno che internazionale, bisognerebbe mettere a frutto e valorizzare. Prima il collega Sconciaforni diceva di un diverso modo di cominciare a ragionare in termini di politica economica e finanziaria. Credo che ci siano delle ragioni in questa osservazione, e che sia comprensibile un appello che viene da una regione che in termini occupazionali, di prodotti e di ricchezza ha dato tanto, non solo al nostro Paese ma all’Europa intera. Cito una realtà che conosciamo benissimo, che è stata colpita dal terremoto e l’Europa ci è venuta incontro con un prezioso aiuto. Dobbiamo riconoscere che anche in quel caso c’è stata una sensibilità verso la nostra regione. Però nella situazione economica e finanziaria che c’è una necessità di cambiamento della linea di questo rigore eccessivo credo che ormai sia un patrimonio condiviso ancora non di tutti ma sicuramente da parte di quei Paesi mediterranei che più di altri in questi anni hanno subito una situazione, anche per proprie colpe - non lo dobbiamo negare - pesante che si sta sempre più appesantendo e che magari è l’occasione per porre dei punti di riflessione a un sistema monetario che non dico essere germano-centrico ma sicuramente una certa impostazione ha condizionato la politica economica dell’Europa da parte della Germania. Dico questo perché sicuramente saranno sempre più importanti le risorse che l’Europa nei propri programmi metterà a disposizione degli Stati membri e per ricaduta nella Regione Emilia-Romagna, che subisce i tagli dei trasferimenti del Governo al bilancio della regione. Voglio concludere citando quello che è un atto ufficiale del nostro Consiglio regionale, e nella fattispecie della Terza Commissione, quando abbiamo esaminato la relazione sull’ordinamento comunitario per il 2012 e abbiamo fatto alcune valutazioni. Non le voglio leggere sicuramente tutte però accenno su un tema che mi sembra di grande attualità, ossia quello dell’ambiente, che la nostra regione ha pagato in termini pesantissimi. La situazione idrogeologica della nostra regione è conosciuta e nonostante gli sforzi che si fanno sicuramente ancora tanto bisogna fare, però vi sono state situazioni catastrofiche anche in altri Paesi europei, quindi evidentemente il tema dell’ambiente inteso come risanamento, investimento, manutenzione dei territori; opportunità che possono dare grandi opportunità sia in termini di sviluppo sia occupazionali sia di risorse evidenziato nel documento della Terza Commissione di questo Consiglio condividendo uno degli obiettivi della Comunità europea con la revisione della strategia tematica sull’inquinamento atmosferico e la legislazione correlata, la revisione della politica della legislazione in materia di rifiuti e il quadro complessivo della valutazione ambientale, climatica ed energetica ai fini dell’estrazione sicura degli idrocarburi non convenzionali; tutte tematiche di grande importanza e attualità. Questi sono temi che hanno valenza europea che abbiamo esaminato e rispetto a questi la Commissione ha fatto un discorso credo molto pragmatico, quello che serve oggi sono le risorse. Anche noi condividiamo questi obiettivi però l’Europa deve dare risorse perché lo Stato sull’ambiente dal 2010 non ne dà più o le dà in modo sicuramente insufficiente. Quindi in questo quadro, nella previsione dei fondi strutturali 2014 - 2020 un invito, Vicepresidente, affinché nell’Europa si possa veramente considerare il settore dell’ambiente come ho detto prima una grande opportunità, nel senso della prevenzione, un settore importante e strategico per questa Europa e ovviamente anche per la nostra Regione, perché è vero che dobbiamo aumentare l’industria manifatturiera ma dobbiamo fare tante altre cose. Prima si citava anche l’importanza del turismo, una delle nostre priorità è l’ambiente e credo che sia anche una priorità dell’Europa e auguro e auspico che in questo senso si acquisisca la necessaria sensibilità. Concludo preannunciando il voto favorevole alla risoluzione. Grazie.
(Applausi)
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Mandini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Grillini per il Gruppo Misto. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. Volevo unirmi come preoccupazione agli interventi che mi hanno preceduto perché ciò che salta agli occhi in questa fase politica per quanto riguarda il nostro Continente è senza dubbio una spinta molto forte antieuropeista. Il lavoro che facciamo è quello di discutere nelle Commissioni e nel rapporto con l’Europa per dare un contributo a far sì che l’Europa esista veramente e che diventi quello che tutti a parole diciamo, ossia un grande paese unico. Il sogno è quello degli Stati Uniti d’Europa. Siamo ben lontani da questo sogno, come tutti sanno, e oltre che essere ben lontani perché dobbiamo lottare contro gli egoismi nazionali, i particolarismi, uno in particolare, che tutti conoscono e che è il più forte di tutti, dobbiamo lottare contro spinte fortissime, con venature, come dicevano i colleghi, populiste e di estrema destra. C’è qualcosa anche nell’estrema sinistra ma soprattutto di estrema destra. C’è un riemergere dei fascismi e addirittura di movimenti neonazisti che a me preoccupano moltissimo. Addirittura abbiamo paesi come l’Ungheria che hanno calpestato con una Costituzione a mio avviso davvero inquietante i diritti delle minoranze, di libertà, della stampa, e su questo c’è il silenzio. Vorrei sentire da lei, Onorevole Tajani, una parola precisa perché Orban è iscritto a una delle famiglie politiche europee, non a quella a cui mi riconosco, cioè in questo momento quella liberale, e non mi pare che ci siano state politiche di contrasto. Qui non parliamo di alcuni movimenti ma di un intero Stato che ha calpestato la libertà dei cittadini. Lei sa che abbiamo polemizzato tante volte sulla questione dei diritti delle nuove famiglie, delle persone omosessuali, del matrimonio tra le persone dello stesso sesso, e nella Costituzione ungherese si definisce famiglia solo quella tra un uomo e una donna dove ci siano dei figli e tutto il resto non è famiglia, anche quella in cui vi sono solo un uomo e una donna regolarmente sposati. Questa involuzione drammatica a mio parere non è sufficientemente combattuta e anche qui da noi abbiamo spinte antieuropeiste che non sono sufficientemente combattute sul piano politico e culturale ma soprattutto con politiche adeguate.
I colleghi dicevano che le politiche economico-finanziarie finora se non vogliamo dire che sono fallite dobbiamo prendere atto che almeno non hanno funzionato e pare che anche il partito della signora Merkel si stia rendendo conto che andando avanti di questo passo rischiamo un fallimento clamoroso della stessa unità europea. Le politiche di rigore hanno prodotto disoccupazione e riduzione di reddito. Si dice che le persone non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese ma le persone non hanno i soldi per fare la spesa, e quando si parla di economia si parla della possibilità delle persone di avere una capacità di spesa. Esiste un’economia che si espande quando la domanda interna è forte. Se la domanda interna cade, cade tutto. È sotto gli occhi di tutti e non c’è bisogno di fare analisi raffinate. Anche la politica di tenere alto il valore dell’euro è stata una politica sbagliata perché il suo valore è sproporzionato rispetto al suo effettivo peso. Il Presidente della BCE ormai ha ridotto quasi a zero il tasso ma questo non basta perché in realtà, come dicono i colleghi, la liquidità non è a disposizione delle persone e soprattutto delle imprese. Tutto questo ormai è noto e quindi perché non si cambia? Perché stiamo aspettando le elezioni tedesche. Il Giappone ha un debito pubblico doppio del nostro e credo che insieme agli Stati Uniti sia il primo debito pubblico nel mondo e leggevo che la Apple ha aumentato del 20 per cento i suoi prodotti per recuperare la politica di stampa moneta. Il Primo Ministro Abe, che tra l’altro non si trasferisce nella cancelleria perché ha paura dei fantasmi - nota curiosa - e forse il fantasma vero è quello di un rigorismo monetario che è fallito dappertutto, sta rilanciando la sua economia. Io non dico che dobbiamo abbandonare le politiche di rigore per arrivare allo stesso debito pubblico del Giappone, perché il problema dell’Italia è quello di abbattere il proprio debito pubblico perché non ha le risorse per investire - anche le Regioni adesso non hanno le risorse da investire e senza le risorse da investire uno Stato, una Regione, le istituzioni in genere non possono dare il loro contributo al rilancio dell’economia - ma certo è che dovremmo cambiare subito e non aspettare le elezioni tedesche, perché anche Letta obiettivamente le sta aspettando. Qualcuno si lamenta che Letta non stia facendo un granché - lo dice anche il Sindaco di Firenze - però tutti stiamo aspettando quello che succederà in Germania.
Faccio l’esempio del digital divide. Noi siamo intervenuti, c’è un riferimento nel lavoro che abbiamo fatto e l’Italia corre il rischio di un digital divide europeo. Mentre tutti quanti stanno investendo sulla banda larga noi siamo quasi fermi su questo terreno. Vi è il 52 per cento di famiglie collegate a banda larga contro il 68 per cento della media europea.
La questione dei diritti è un altro terreno, Onorevole Tajani, su cui spesso siamo stati su posizioni opposte. Non esiste sviluppo, benessere e ripresa economica se non si garantiscono i diritti delle persone. Questo vale anche per la politica di integrazione delle persone immigrate. Ieri abbiamo visto tutti le bellissime manifestazioni dei sindaci che hanno dato la cittadinanza onoraria ai bambini nati in Italia ed era impressionante vedere questi bambini che cantavano l’inno di Italia, che parlavano perfettamente l’italiano e credo che sia veramente terribile in Italia, come nel resto d’Europa, non dare subito la cittadinanza a questi bambini. Vi è anche l’aspetto dei diritti delle nuove famiglie, che vanno riconosciute. Il Parlamento europeo ha votato decine di risoluzioni che andavano in questa direzione e l’Italia è ancora ferma al palo. Lo dico con forza perché la mancanza dei diritti e la non omogeneizzazione in Europa sul terreno dei diritti è uno dei fattori di freno economico e allo sviluppo. Senza libertà personale e senza riconoscere dignità alle persone non c’è sviluppo, anche economico, e soprattutto non ci sono benessere e coesione sociale. Da questo punto di vista sarebbe bene che finalmente facessimo una discussione e trovassimo dei punti d’intesa in avanti ovviamente anche su questi terreni fondamentali.
(Applausi)
PRESIDENTE (Costi): Grazie consigliere Grillini.
Ha chiesto di parlare il consigliere Naldi per Sinistra Ecologia e Libertà - Idee Verdi. Ne ha facoltà.
NALDI: Grazie, presidente. Siamo di fronte, come tutti riconosciamo, da molti anni purtroppo a un fenomeno molto complesso, e non per questo con le ragioni meno chiare, che chiamiamo crisi globale, anche se questo non è del tutto vero, e siamo di fronte a mutamenti dello scenario economico mondiale avvenuto negli ultimi 25 - 30 anni fra globalizzazione finanziaria e, come si diceva un tempo, nuova divisione internazionale del lavoro. In questa situazione continuo a ritenere che gli Stati Uniti d’Europa siano l’unica soluzione auspicabile possibile ma per essere all’altezza di quello che rimane per il momento un sogno, l’Europa dovrebbe appropriarsi di tutte le prerogative politiche, della sovranità della politica sull’economia e sulla finanza, quella per intenderci, per usare un esempio concreto, che è stata tipica dei grandi Stati-nazione nel Novecento. D’altra parte ancora adesso gli Stati che riescono ad essere sovrani sono gli Stati che ragionano ancora in questa maniera con esperienze anche molto diverse l’una dall’altra ma gli Stati Uniti e la Cina sono gli Stati che riescono ad avere quote di sovranità sull’economia e sulla finanza. Questa è la dimensione politica indispensabile per cercare di dare risposta finalmente alla drammatica crisi sociale, alla disperazione che attanaglia ormai una quota insopportabile di persone in tutta Europa, ai rischi di involuzione democratica, che sono stati richiamati anche da chi mi ha preceduto, di cui purtroppo vi sono troppi segni inquietanti. Dopo sei anni di crisi dovremmo cercare di dirci qualcosa di più preciso. La crisi che stiamo vivendo in questo momento in Europa non è la figlia della crisi della bolla finanziaria scoppiata negli USA nel 2007 - lo è stato per un breve periodo - ma è figlia delle misure di austerity che le classi dirigenti dell’Europa hanno voluto consapevolmente prendere, misure di austerity, tagli allo stato sociale, tagli ai diritti dei lavoratori, misure prese in coerenza e totale continuità con la cultura e la prassi neoliberista degli ultimi vent’anni. Queste ricette continuano a essere tuttora egemoni nel quadro europeo. Il Governo Monti le ha teorizzate e praticate con estrema durezza. Tutti i Paesi del sud dell’Europa le hanno applicate o comunque dovute applicare e tutto questo ha prodotto in Italia la situazione che conosciamo, che è stata richiamata anche dai colleghi che mi hanno preceduto. Vi è il 38 - 40 per cento di disoccupazione giovanile, c’è un’indagine della CGIL pubblicata sabato che dice che se tutto andrà bene raggiungeremo il PIL del 2007 tra 13 anni e il tasso di occupazione del 2007 lo potremo raggiungere tra 64 anni, che è come dire parlare di niente, perché cosa potrà succedere da qui a 64 anni non lo sa nessuno. Siamo in questa situazione, Spagna, Grecia, Francia e Portogallo non sono certamente messi meglio e vi sono altri Paesi che stanno entrando pericolosamente in questa situazione. In questo quadro la risoluzione che viene proposta al Consiglio, che è frutto di un lavoro molto ampio, è sicuramente condivisibile in quanto avanza anche con molto buonsenso, di chi conosce da vicino una serie di problemi, molte proposte ragionevoli e necessarie per contrastare la recessione. Io spero e auspico che possa essere un contributo efficace ma quello che non vedo ancora è una coerenza nazionale che dovrebbe essere estremamente forte per poter esercitare un ruolo rilevante a livello di Unione europea, perché se le cose sono quelle che ho cercato di dire, se per esempio è vero, e nessuno l’ha potuto contestare perché sono dati della Banca d’Italia, che negli ultimi vent’anni 120 miliardi di ricchezza sono passati dal lavoro alla rendita finanziaria, questo ha determinato una pesantissima caduta della capacità di consumo in questo Paese determinando poi la crisi e la depressione nella quale siamo totalmente immersi e questo a sua volta ha generato ancora disoccupazione, precarietà del lavoro giovanile sempre più evidente. In questo quadro del quale magari tutti condividiamo la drammaticità, però, stiamo discutendo se eliminare l’IMU alle ville da 400 metri quadri, stiamo discutendo se le misure della Fornero per caso non fossero troppo rigide in materia del mercato del lavoro, se per consentire a qualcuno di andare a lavorare non sia il caso di togliere le causali dei contratti a termine anche passati i primi dodici mesi, per cui stiamo di nuovo discutendo di come riprodurre i meccanismi che ci hanno portato esattamente in questa situazione. Per questo dico che le politiche liberiste sono ancora egemoni anche nel nostro contesto nazionale. Quindi mi rendo conto che siamo molto uniti e a volte anche sorprendentemente uniti anche tra esperienze politiche e culture diverse nel denunciare i pericoli di questa situazione, la drammaticità di questa situazione, però mi pare che sulla qualità delle scelte, sulla tempestività e la priorità delle scelte, per uscire da questa situazione, invece ancora non ci siamo e secondo me è anche giusto che non possiamo ritrovarci tutti quanti uniti nelle scelte perché alle spalle abbiamo storie diverse e io non credo che coloro i quali hanno prodotto i guasti di questo Paese e di questa Europa possano essere anche coloro i quali portano questa Europa fuori dalla crisi.
PRESIDENTE (Costi): Grazie, consigliere Naldi.
Non ci sono più interventi, per cui do la parola al Presidente della Giunta regionale Vasco Errani.
ERRANI, presidente della Giunta: Grazie, presidente. Gentili ospiti, autorità, grazie Vicepresidente Tajani per la sua presenza e per il lavoro che lei ha fatto insieme anche ai parlamentari del collegio in relazione al terremoto che ci ha consentito di raggiungere un risultato che, come sa, abbiamo giudicato molto positivo.
Considerando i tempi vorrei fare tre considerazioni.
La prima è una considerazione che riguarda noi. Ringraziando Lombardi, la Commissione e tutta l’Assemblea credo che possiamo essere soddisfatti del dato politico che emergeva dalla relazione del Presidente Lombardi, che io condivido pienamente, vale a dire del buon lavoro realizzato, della buona collaborazione tra Giunta e Assemblea e soprattutto di un percorso originale, Vicepresidente Tajani, nel panorama italiano, che ha consentito e ci consentirà sempre di più di valorizzare a un tempo il territorio un’esperienza territoriale ma anche un coinvolgimento reale dei protagonisti nelle politiche dell’Unione europea, che certamente rappresenta un problema oggi a livello continentale e che allo stesso tempo riesca via via a proporre un metodo nuovo non solo per quello che riguarda il rapporto tra Regioni e Unione europea ma in quella triangolazione che è decisiva e che nel nostro Paese deve fare dei passi avanti tra enti locali e Regioni, Governo e Unione europea. Da questo punto di vista ci attende credo una sfida importante. Il semestre è presieduto dall’Italia e, anche facendo tesoro di questa esperienza, e anche magari, Vicepresidente Tajani, con il contributo della Commissione europea, se lo riterrà, potrebbe diventare un riferimento e un esempio di come è possibile costruire politiche di partecipazione reale alla costruzione della politica europea. Noi, com’è stato detto da diversi colleghi, questo lavoro lo consideriamo importante e consideriamo che possa avere ulteriori sviluppi, e quindi siamo pronti a partecipare a questo lavoro, anche a essere coinvolti, se la Commissione lo riterrà, in un lavoro di coinvolgimento più ampio in relazione anche ad altre esperienze regionali e territoriali di altri Paesi. Noi siamo in diversi network di regioni e reti europee, forse si potrebbe cominciare a fare un bilancio di queste reti per capire qual è il salto di qualità che possiamo fare anche per dare al comitato delle regioni quel ruolo che i nuovi trattati individuano ma che pure ancora stenta, a mio parere, a esprimersi appieno. Dunque, se noi prendessimo un concetto di sussidiarietà e di esperienze virtuose nei diversi Paesi dell’Europa, potremmo dal basso costruire una sorta di autoriforma delle politiche dello stesso comitato delle regioni. Ringrazio ancora il consigliere Lombardi, e che questa unità di intenti non è un fatto scontato e non è nemmeno, com’è stato detto da tutti i colleghi, un minimo comune denominatore pari a zero, e anzi è il contrario. Nel momento in cui abbiamo trovato questa unità di intenti abbiamo cominciato a realizzare politiche di coinvolgimento concrete che rappresentano un riferimento importante.
La seconda considerazione riguarda l’Europa. Io credo che noi siamo di fronte oggettivamente a una svolta, che bisogna interpretare. Questa svolta a mio parere è data da due elementi fondamentali. Il primo è che l’esperienza di questi anni ci dimostra che gli strumenti su cui l’Europa ha investito a fronte della crisi del progetto europeo (Olanda e Francia i referendum) non sono adeguati rispetto ai cambiamenti globali. Penso che la BCE sta facendo qualcosa di importante ma certamente le politiche finanziarie europee richiederebbero un salto di qualità. Questo riguarda il secondo tema. Noi nell’incrocio crisi sociale - crisi economica siamo di fronte a una tensione, per usare un eufemismo, della questione e della qualità democratica del progetto europeo. Lo hanno detto diversi colleghi che ci sono dei rischi reali, peraltro non solo nei Paesi che sono più investiti dalla crisi, come i paesi mediterranei. Basta guardare a quello che accade in Inghilterra, nel nord Europa, dove queste forme di populismo, di neonazionalismo - non so come definirle - stanno prendendo piede. Allora per me c’è una priorità, che è certamente quella di costruire subito una via di uscita da questa crisi. Il Consiglio europeo di giugno è un passaggio importante ma bisogna porsi il problema, a mio parere, di risolvere quella che a me appare una contraddizione, che è la strategia Europa 2020, che condivido pienamente, e le politiche finanziarie ed economiche che l’Europa sta realizzando. Qui c’è una contraddizione a mio parere, su cui bisogna riuscire a fare un salto, per poi avviare un processo di riforme istituzionali europeo partendo dal ruolo fondamentale del Parlamento europeo che sia in grado di farci fare un passo in avanti verso gli Stati Uniti d’Europa, ma non si fa senza i popoli questo percorso.
Quindi c’è bisogno di dare dei segnali concreti, che è la terza considerazione. Io ritengo che sia assolutamente indispensabile costruire una politica europea che metta fuori dai criteri attualmente stretti del rigore economico una politica strutturale di investimenti per la nuova Europa, cioè per quello che anche lei, Vicepresidente, ha giustamente, e io sono d’accordissimo su questo punto, richiamato recentemente relativa alla politica industriale, le politiche di filiera, nei settori strategici del futuro che riguardano, a proposito di manifattura, le nanotecnologie, le scienze delle vita dove complessivamente in Europa siamo in ritardo e ancora di più siamo in ritardo in Italia. Noi siamo la seconda manifattura europea ma non è che con la nuova divisione internazionale del lavoro, che non è una cosa vecchia, ma è la divisione internazionale del lavoro...
(interruzione del consigliere Naldi)
Nel senso che l’ideologia delle volte ci annebbia. Allora una parte della produzione della manifattura italiana non sarà nei prossimi cinque - dieci anni riproducibile. O noi facciamo un passo indietro o ci avviamo a costruire una nuova manifattura in relazione ai fattori trainanti della crescita e dello sviluppo nel mondo, che sono questi che sto dicendo. Faccio un piccolo esempio. Quello che noi stiamo facendo sul terremoto con le risorse per la ricerca e innovazione nel biomedicale e non semplicemente per mettere su i capannoni non è solo un fatto per tenere qui le imprese multinazionali, come lei ben sa, me è uno degli elementi strategici per costruire un futuro al biomedicale che sia in grado di guardare a dieci anni. Uno dei problemi di questo Paese è che noi guardiamo sempre le agenzie alla mattina e al pomeriggio e il respiro oltre il giorno è fatica ad averlo. Tuttavia questo è il problema di fondo, e in questo ci sono e ci sarebbero delle politiche. Io esprimo la mia solidarietà per i Paesi che sono stati coinvolti dall’alluvione in questi giorni e in queste ore, ma per esempio un piano europeo sull’assetto idrogeologico è indispensabile perché nessuno Stato oggi riesce a far da sé, soprattutto con i vincoli che ci sono. Se vanno questi investimenti immediatamente a debito, è chiaro che c’è una contraddizione nei termini. L’Italia deve giustamente ridurre il debito ma se questi investimenti vanno a debito siamo fermi e intanto il Paese frana e siamo sempre alla ricerca di risorse per riparare e non per prevenire. Sono degli esempi che voglio completare con il tema dei fondi strutturali. Innanzitutto vorrei dire - mi sia consentito questo elemento - che condivido la posizione del Parlamento europeo in relazione al tema del bilancio e delle risorse a disposizione dei fondi strutturali, che sono determinanti, che sono risorse fondamentali dei prossimi anni per questo Paese. Noi, come ha sottolineato, dando i dati, il Ministro Trigilia, nell’incontro proprio con il Commissario Hahn, sapete che siamo una regione leader nell’uso dei fondi, siamo ben oltre gli obiettivi, è una tradizione, continua questa tradizione positiva, ci vogliono risorse, bisogna evitare una centralizzazione ma non è che non veda i limiti delle esperienze regionali, che ci sono e sono significativi. Ma la soluzione non può essere una centralizzazione a monte. Dobbiamo condividere un quadro strategico di investimenti onde evitare che ci siano investimenti dispersivi, dare ruolo alle regioni e alle autonomie locali e costruire un meccanismo automatico in caso di non adempimento che ci eviti di perdere le risorse perché, lo ripeto sempre, i dati di utilizzo in alcune aree di questo Paese sono inadeguate ma guardate che gli obiettivi delle risorse comunitarie dei Ministeri non sono certo meglio. Per essere obiettivi, è qui che l’Italia, la Repubblica con tutte le sue istituzioni, deve fare un passo in avanti per affermare una credibilità a livello europeo, per superare alcuni vincoli che ci sono nelle norme, che secondo me richiedono più flessibilità, ma è il territorio che costruisce una politica nazionale che sia in grado di dare crescita.
Ringrazio ancora lei, Vicepresidente Tajani, questa Presidenza e tutta l’Assemblea per il lavoro fatto.
(Applausi)
PRESIDENTE (Costi): Grazie, presidente Errani.
Faccio un’inversione dell’ordine dei lavori, nel senso che do immediatamente la parola per le conclusioni all’Onorevole Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea, e poi voteremo la risoluzione.
TAJANI, vicepresidente della Commissione europea: Grazie, presidente. Gentile Presidente del Consiglio regionale, caro Presidente della Regione Emilia-Romagna, signori Consiglieri, signori Deputati europei, gentili ospiti, signore e signori, ci troviamo di fronte a un bivio e questo è emerso chiaramente anche nel corso di questo interessante dibattito che forse valeva la pena che tanti cittadini italiani ascoltassero dato il livello di contenuti che sono emersi nel corso degli interventi dei Consiglieri e del Presidente della Regione, un bivio dove dobbiamo scegliere se volere più o meno Europa, perché oggi ci troviamo come in mezzo a un guado e le risposte che l’Europa ha dato e cerca di dare a mio giudizio non sono più in grado di garantire a mezzo miliardo di persone la possibilità di essere competitive a livello globale. Oggi noi ci troviamo in una situazione cambiata rispetto a qualche decina di anni fa, in un mondo dove sono le macroregioni a competere tra di loro, macroregioni che sono - lo ricordava qualcuno nel corso del suo intervento - la Cina, la Russia e gli Stati Uniti, in cui i Governi hanno poteri decisionali in moltissimi settori, fermo restando le economie che gli stati membri e le regioni hanno. Però se vogliamo competere noi non possiamo rimanere dove siamo.
Non credo che sia una buona soluzione quella di tornare indietro da dove siamo partiti perché se pensiamo a come vivevano i nostri genitori o noi, quelli con i capelli grigi, quando si è cominciata a costruire questa Europa, la situazione era ben differente. Viviamo comunque nel bene e nel male in una realtà di pace, nell’unica area del mondo dove non esiste la pena di morte, dove possiamo circolare senza frontiere in molte parti con un’unica moneta, quindi escludo nell’interesse dei cittadini che si possa tornare indietro trovando dei benefici, da nessun punto di vista, né politico né economico né finanziario. La soluzione non è negli egoismi degli Stati membri, perché si può essere buoni cittadini italiani e buoni cittadini europei, non è che una cosa esclude l’altra, buoni cittadini tedeschi e buoni cittadini europei. Siamo tutti cittadini europei, come emerge anche dal frontespizio dei nostri passaporti, però dobbiamo andare avanti per quanto riguarda la politica istituzionale, le scelte. Gli Stati Uniti d’Europa, certo, sono un obiettivo ma non è un qualcosa che possiamo raggiungere domani, perché ad esempio gli americani ci hanno messo più di un secolo per diventare gli Stati Uniti d’America e hanno poi concluso il loro percorso difendendo e tutelando i diritti di tutti i cittadini. Ricordiamo la lotta anche per la parità che è stata combattuta e a tal proposito ricordiamo figure come Martin Luther King. Gli Stati Uniti hanno faticato molto per raggiungere gli obiettivi che sono poi diventati obiettivi consolidati, noi però abbiamo bisogno di fare dei passi in avanti.
Per entrare nel merito, penso che una vera moneta unica, che è uno strumento e non un obiettivo al servizio dei cittadini e dell’economia, non possa essere governata da una banca che ha dei poteri limitati. Certo, la Banca Centrale Europea sta facendo bene il suo lavoro con la guida di Draghi perché è una Banca Centrale Europea che guarda molto all’economia reale e alla crescita. L’abbassamento dei tassi di interesse mi è sembrata una cosa positiva per la nostra economia, per l’accesso al credito delle imprese, ma aggiungo un’osservazione, che è la mia posizione - voglio essere partecipe di un dibattito politico e non voglio fare un intervento formale che rischierebbe di essere poco produttivo - cioè che la Banca Centrale deve valutare se la sua moneta è troppo forte o troppo debole per l’export o per sostenere le proprie imprese. Avere una Banca Centrale che assomigli sempre più o alla Federal Reserve o alla Banca Centrale giapponese o cinese è un passo in avanti non per considerare poco importante l’azione a favore della stabilità contro l’inflazione, che oggi è chiamata soprattutto a fare la Banca Centrale Europea, ma si tratta di compiere un passo in avanti nell’interesse di una costruzione europea, come io ritengo che si debba, avendo ormai noi già una politica estera europea, arrivare a una politica di difesa comune europea. Io non credo che sia utile spendere tanti miliardi come facciamo noi per avere dei duplicati o dei copioni quando non sono più previste, anche a livello strategico, guerre tra europei, fortunatamente. Noi abbiamo in tutta Europa forze armate e forze di polizia che fanno tutte le stesse cose. Ricordiamo quando in operazioni di pace mezzi corazzati europei non riuscivano a cooperare tra di loro perché i sistemi informatici erano completamente diversi. Forse con una politica della difesa comune per azioni contro la pirateria, per missioni di pace forse sarebbe più opportuno avere un sistema di difesa comune europeo o di sicurezza europeo che farebbe risparmiare miliardi e miliardi di euro ai singoli paesi ottimizzando le spese, avendo gli stessi servizi, avendo uno strumento di politica estera europea che permetterebbe di risparmiare e investire diversamente queste cifre. Questo significa avere più Europa, come bisogna avere un’unione bancaria.
È emerso anche nel corso di questo dibattito il grande tema delle banche. La proposta di unione bancaria della Commissione europea che si inizia con i documenti sulla trasparenza bancaria ha come obiettivo non quello di potenziare le banche ma quello di mettere le banche al servizio dell’economia reale. È un errore, a mio giudizio, quando si chiede liquidità per le imprese, che le banche poi ottengano fondi dalla Banca Centrale Europea e poi quei soldi servono per acquistare titoli di Stato e non per sostenere l’economia reale. La Commissione europea ha fatto anche una proposta ambiziosa per quanto riguarda la tassazione delle transazioni finanziarie. Ci può essere un dibattito ma il principio è comunque sacrosanto e giusto. Qualcuno può essere favorevole a trovare prima un accordo globale o meno, però la Commissione europea da questo punto di vista è andata avanti.
Serve più Europa in tutte le nostre scelte, serve però che anche gli Stati membri siano capaci di rinunciare ai loro egoismi e cedere quote di sovranità nell’interesse dei cittadini, che poi sono quelli ai quali siamo chiamati a rispondere. Questo quindi è per quanto riguarda l’aspetto istituzionale e credo che ai cittadini si debba anche dare la possibilità di avere un Parlamento che abbia più poteri. Meno male che con il Trattato di Lisbona il Parlamento ha ottenuto più poteri in tema di bilancio ma anche per altre questioni. Serve eleggere direttamente il Presidente della Commissione europea e il trattato ha fatto anche lì un passo in avanti e deve essere oggi nominato in base ai risultati delle elezioni europee. Questo è l’aspetto istituzionale non secondario.
Poi c’è l’altro grande tema dell’economia. Questa Europa ha vissuto per molti anni giocando la sua sfida sulla finanza, ma un’economia basata sulla finanza mette in circolazione denaro, anche grandi quote di denaro, non ne produce altre e spesso ad avvantaggiarsene sono quelli che già di denaro ne hanno tanto. Ma non crea benessere e lo abbiamo visto. Un’economia basata invece sul mercato interno, sull’industria e sull’impresa produce benessere e questo benessere deve essere distribuito tra i cittadini. Sono poi le regole dell’economia sociale di mercato, che è la stella polare della politica economica europea, così come stabilisce il trattato, quindi un mercato che permetta di fare politica sociale. L’obiettivo non è il mercato, non è l’impresa ma il cittadino. Però l’errore commesso ci ha portato a trascurare questo tipo di scelta perché - non credo che la finanza sia da demonizzare, come non sono da demonizzare i servizi - la finanza e i servizi devono essere al servizio dell’economia reale. Questo è il cambiamento che l’Europa deve fare. Qualche segnale certamente c’è stato. Il Presidente Errani ha ricordato la strategia Europa 2020, che ha certamente impresso un cambiamento nella politica europea, ma come ben sapete tutti quanti voi, che siete politici esperti, l’inversione di tendenza avviene dopo delle decisioni politiche ma poi serve tempo per trasformare la decisione in quotidianità. Certamente la scelta di darci un obiettivo, come ha ricordato il consigliere Vecchi nel corso del suo intervento, e lo ringrazio, del 20 per cento del prodotto interno lordo dell’Unione europea frutto del manifatturiero entro la fine del 2020 è una scelta che va in questa direzione ed è una scelta di cambiamento forte. Quando la Commissione europea ha approvato piani di sostegno per il settore dell’auto, per il settore delle costruzioni, l’11 giugno presenterò alla Commissione il piano d’azione per l’acciaio, quando abbiamo approvato la strategia per la reindustrializzazione dell’Unione europea puntando - condivido quello che dice il Presidente - sulla qualità - non possiamo più competere sulla quantità con la Cina, India e Russia perché il mondo è cambiato - quando individuiamo alcuni settori particolari dove l’Europa può, attraverso un’attività di innovazione e di ricerca, continuare a essere all’avanguardia, quindi continuare a costruire occupazione e lavoro, l’industria alla quale pensiamo non è certamente l’industria del carbone del 1800 o quella del petrolio del 1900 ma è un’industria più moderna, la green economy, puntiamo all’alta tecnologia e parlavamo delle tecnologie chiave abilitanti per la quale il distretto di Mirandola è uno degli esempi e non a caso abbiamo inserito nel gruppo di alto livello proprio i rappresentanti del distretto di Mirandola perché siamo convinti che è un fronte sul quale bisogna fare più politica industriale. Per troppi anni i risultati della nostra ricerca sono stati utilizzati da cinesi e giapponesi a sostegno delle loro industrie contro le industrie europee.
La politica industriale ha bisogno di innovazione e ricerca, fatti concreti. Abbiamo aumentato gli investimenti nelle prospettive finanziarie 2014 - 2020 per innovazione e ricerca applicata all’industria. Eravamo a 54 miliardi e siamo arrivati a 80 - mi auguro che il Parlamento possa continuare a sostenere la posizione della Commissione - finalizzati a ricerca, innovazione attraverso anche il sistema dei cluster. Questa regione certamente ne ha che sono all’avanguardia e questo sistema può permettere di far collaborare l’università con l’industria e le imprese evitando anche la fuga di cervelli che abbiamo tra i giovani ricercatori universitari che non possono continuare a essere pagati quattro soldi conclusa la fase della ricerca e poi sono costretti ad emigrare in altre parti del mondo mentre se la ricerca fosse finalizzata alla politica industriale attraverso i cluster, noi non soltanto non perderemmo i cervelli migliori ma avremmo una ricerca e un’industria più forte e avremmo anche personaggi di alta qualità ad operare a casa nostra.
La politica industriale deve vederci certamente garantiti anche da una politica commerciale, che non può essere naif, e a tale proposito condivido per esempio la scelta del Commissario De Gucht sulla questione dell’azione antidumping per i pannelli solari cinesi. Le leggi devono essere uguali per tutti e le stesse regole che esistono qua devono esistere là. Questo non significa essere protezionisti, tutt’altro, ma significa far rispettare regole e tutelare le nostre imprese. Io ho presentato due proposte di regolamento proprio per tutelare sia la salute dei cittadini sia le imprese sia per impegnarci fortemente contro la contraffazione che impongono, se il Parlamento le approverà, e gli Stati membri approveranno, la tracciabilità di tutti i prodotti realizzati fuori dall’Unione europea e dentro l’Unione europea e per essere commercializzati devono avere un indice di tracciabilità, che non è soltanto il "made in" ma è qualcosa che va a tutela anche della salute dei cittadini. Ecco, una politica di mercato interno di tutela della salute già portata a livello europeo, quindi un passo in avanti, come deve essere un passo in avanti la lotta contro la contraffazione, che è il grande affare del secolo. Il volume d’affari è pari a quello del traffico di stupefacenti. Noi abbiamo un mercato interno europeo che deve essere meglio tutelato perché la contraffazione non soltanto danneggia le imprese, quindi fa perdere posto di lavoro a chi lavora in queste imprese, ma, com’è noto, gli organizzatori del mercato della contraffazione sono i signori della criminalità organizzata, siano essi italiani, cinesi o russi. Comunque si tratta di un grande business criminale che dobbiamo contrastare, e lo stiamo facendo anche a livello europeo, con una politica di maggior coordinamento delle dogane, di maggiore controllo sul mercato interno, perché così difendiamo anche i nostri lavoratori.
Per quanto riguarda le imprese voglio soffermarmi su due cose. Senza impresa non c’è occupazione e senza realizzazione di una strategia di economia reale non potremo affrontare neanche il problema della disoccupazione giovanile. È vero che l’Unione europea ha individuato sei miliardi nelle prossime prospettive finanziarie, è vero che bisogna cominciare a riflettere anche su una maggiore interpretazione non burocratica del Patto di stabilità, per quanto riguarda per esempio l’utilizzo di fondi regionali, quelli non utilizzati. Il Commissario Hahn parlava l’altro giorno di 31 miliardi di euro delle attuali prospettive finanziarie non utilizzate perché quando si perdono i fondi europei si perde anche il cofinanziamento nazionale. Forse questi soldi potrebbero essere utilizzati per un’azione di contrasto della disoccupazione giovanile. Bisogna parlarne come possono essere utilizzati forse con maggiore flessibilità. È una mia idea che trova consenso, ma non è una decisione, però discutiamone, anche il fondo sociale o i fondi regionali per sostenere l’assunzione di giovani in cerca del primo lavoro. La riduzione della pressione fiscale sulle imprese che assumono sarà forse una ricetta, come ricordava qualcuno, non nuova, però non ne sono emerse poi tante altre, e l’utilizzo dei fondi europei potrebbe andare anche in questa direzione.
L’altro tema per cercare occupazione è quello dello sviluppo di uno spirito imprenditoriale e anche con un cambio di formazione. Penso al sistema duale tedesco o austriaco che comunque ha creato più possibilità di lavoro. L’aspetto formativo, soprattutto negli ultimi due anni di scuola superiore, deve essere anche più concentrato a far fare delle esperienze nelle imprese ai giovani, perché nei paesi dove c’è questo sistema più giovani vanno a lavorare nelle imprese e più giovani diventano imprenditori. Imprenditore non significa fare l’Agnelli o il Pirelli ma può anche significare aprire un negozio con due o con un dipendente o avviare una piccola cooperativa. Stiamo lavorando anche su quello e sul tema delle mutue con relatore l’Onorevole Berlinguer - ci siamo incontrati l’altro giorno per poter fare in modo che la Commissione europea presenti anche un testo legislativo per dar vita alle mutue - e questo è un altro tema importante. Inoltre c’è il grande tema dell’accesso al credito per le imprese. Abbiamo fortunatamente la direttiva sul ritardo dei pagamenti - è stato un parto lungo e doloroso - ma dal primo gennaio di quest’anno in Italia esiste una direttiva che impone a tutte le amministrazioni pubbliche di pagare entro trenta giorni o sessanta per quanto riguarda la sanità e alcuni appalti particolari le imprese. Poi c’è il grande tema del pregresso. C’è stata qualche resistenza certamente, ma ho voluto togliere la foglia di fico ad alcuni burocrati di Roma per cui era l’Europa che impediva il pagamento dei debiti pregressi. Non è l’Europa che impedisce il pagamento dei debiti pregressi e non possiamo sacrificare a norme della contabilità di Stato l’economia reale. Si possono pagare rispettando alcune regole e si può pagare tutto entro la fine del 2014, prima che entri in vigore il Fiscal compact. Il tema dell’accesso al credito è un tema fondamentale, siamo riusciti anche per quanto riguarda Basilea 3 a decidere di non applicare le norme di Basilea 3 alle piccole medie imprese per accesso a crediti fino a 1 milione 500 mila euro. Questo significa che abbiamo cercato di facilitare l’accesso al credito alle piccole e medie imprese ed è quello che cercheremo di fare anche con la Banca europea degli investimenti e con la Banca Centrale Europea, fermo restando il problema del collo di bottiglia delle banche nazionali. Cercheremo di garantire anche attraverso il pacchetto COSME delle prossime prospettive finanziarie, l’accesso al credito per le piccole e medie imprese per quanto riguarda la competitività al di fuori dei soldi per l’innovazione. Questi solo per la competitività per le piccole e medie imprese, accesso al venture capital, che è uno strumento poco utilizzato in Europa ma che dovrebbe essere utilizzato di più, e per la prima volta - rispondo alle sollecitazioni di qualche oratore - c’è un finanziamento diretto per le imprese che operano nel settore del turismo. Per la prima volta un bilancio comunitario parla di turismo, e questo è un altro messaggio che noi abbiamo cercato di dare.
Nel corso del dibattito si è parlato del Consiglio europeo passato, quello dedicato all’energia, e del prossimo dedicato all’occupazione giovanile. Io credo che ci sia una convergenza generale su questo e fa bene il Governo italiano a insistere. Serve certamente una cura da cavallo subito ma poi serve una politica industriale e una politica delle imprese che possa permettere ai giovani di difendere anche il lavoro che si può costruire con un intervento d’urto. Il tema più importante però sarà quello del Consiglio europeo del febbraio 2014, dedicato alla politica industriale. È lì che dovrà nascere il contraltare al Fiscal compact. Dobbiamo avere la forza di far nascere un Industrial compact. È vero che bisogna risanare i conti pubblici e bisogna fare i compiti a casa, ma i sacrifici se non sono accompagnati da un’azione forte per la crescita non solo sono inutili ma anche dannosi per l’economia. Stiamo lavorando per questo e ho convinto i Ministri dell’Industria a preparare anche un documento a sostegno di questa scelta. Mi auguro che poi gli Stati membri accettino le proposte che vengono dai Ministri dell’Industria, però la politica è anche un qualche cosa che si costruisce. Dobbiamo avere la forza anche di attuare queste decisioni e vincere la sfida nel dibattito politico nell’interesse dei cittadini. Se non ci sarà questo Industrial compact difficilmente potremo bilanciare le strategie di politica di bilancio. Questo è l’obiettivo che mi sono prefissato, ne ho già parlato l’altro giorno al Consiglio competitività, nell’incontro informale nella cena precedente che ho organizzato con tutti i Ministri dell’Industria e c’è coesione da questo punto di vista. Inoltre nell’incontro formale che c’è stato si è trovata una sintonia almeno da parte dei responsabili dell’economia reale.
Concludo ricordando, visto che do grande importanza alle Assemblee regionali, non soltanto perché sono assemblee legislative, che con questa Assemblea regionale e questo Governo regionale ho avuto la possibilità di collaborare purtroppo molto in occasione del terremoto, oltre al lavoro che abbiamo condotto tutti quanti insieme, i risultati si ottengono se c’è un’azione corale come emerge anche dal documento che state per approvare, oltre al finanziamento dei 670 milioni di euro - è il più grande finanziamento che l’Unione europea abbia dato in occasione di calamità naturali - abbiamo mantenuto tutte le promesse che abbiamo sottoscritto davanti al Presidente Errani in occasione della visita che ho effettuato nelle zone colpite dal terremoto anche con il Commissario Hahn. Abbiamo portato a Bologna la Conferenza di alto livello dedicata alle piccole e medie imprese per il rilancio dell’imprenditorialità con tutti gli ambasciatori delle piccole e medie imprese dell’Unione europea.
La Regione Emilia-Romagna è diventata regione pilota nell’innovazione industriale, è stata scelta dalla Commissione come una delle sei regioni modello per realizzare progetti dimostratori nel campo dell’innovazione accanto a Lussemburgo, Irlanda del Nord, Isole Canarie, Paesi Baschi e Upper Austria. La vostra regione è stata scelta come modello per modernizzare le industrie manifatturiere tradizionali. Era un po’ quello che diceva il Presidente Errani per garantire competitività. Nel biennio 2013-2014 l’Emilia-Romagna riceverà specifico supporto tecnico in particolare nelle attività di progettazione fornite dal neonato centro europeo per l’innovazione dei servizi. Sull’esempio dei cluster vi ho detto che stiamo lavorando. Il cluster di Mirandola già è inserito in tutte le azioni comunitarie e a Modena si è svolta una riunione dei cluster europei come avevamo promesso. Per quanto riguarda il turismo, come il Presidente sa, subito dopo il terremoto ho scritto, essendo anche responsabile della politica turistica europea, a tutti i Ministri del Turismo dell’Unione e a tutti i Ministri dei Paesi da dove provengono i flussi turistici più importanti nell’Emilia-Romagna per descrivere quella che era la situazione post-terremoto, che non era questa una regione devastata, che si poteva senza alcun pericolo trascorrere le vacanze estive e invernali e le risposte sono state positive. Anche per quanto riguarda il tema delle costruzioni, avevo preso impegno con il Presidente Errani di avviare una strategia su questo e abbiamo inviato dopo gli incontri che ci sono stati anche sul territorio un rapporto che contiene una serie di raccomandazioni per la riconversione dei capannoni industriali verso gli standard europei. Per questo continueremo a lavorare anche utilizzando i prossimi fondi.
Ritengo di grande importanza, e concludo veramente, l’accordo con la Cassa Depositi e Prestiti per un finanziamento di 600 milioni per l’industria. Mi pare che sia questo il percorso da seguire. Ecco quindi un’Europa in cammino, che non può rimanere in mezzo al guado pena il rischio di essere travolta, ma è un’Europa che deve costruire un’economia più europea in grado di risolvere i problemi dei nostri cittadini. Il primo grande scontro sarà quello sul tema della disoccupazione giovanile. È il nostro impegno prioritario, serve anche da questo punto di vista più Europa, serve fornire più opportunità ai nostri giovani, per quanto mi riguarda, anche forte delle osservazioni che sono venute oggi, vi ringrazio ancora, e ringrazio lei, gentile Presidente, per l’opportunità che mi ha dato di poter innanzitutto ascoltare e rispondere nel corso di questo dibattito, e ringrazio ancora una volta il Presidente Errani e tutti coloro i quali hanno avuto la bontà di ascoltarmi ma anche soprattutto tutti coloro i quali in nome dei gruppi politici mi hanno offerto idee, proposte, critiche e suggerimenti perché credo che la costruzione dell’Europa avvenga anche attraverso iniziative come quella che oggi si è svolta qui a Bologna. Vi ringrazio.
(Applausi)
PRESIDENTE (Costi): Grazie, Vicepresidente Tajani. È vero, oggi ha dedicato una parte del suo tempo importante, ha concluso in modo sostanziale e non formale, e di questo la ringrazio. Noi, come Assemblea, posso assicurarle che continueremo a lavorare perché vogliamo più Europa ma l’Europa che in questa Assemblea è emersa, quindi l’Europa dei cittadini e delle cittadine; per questo credo che sia sempre più importante che anche questa Assemblea abbia rapporti diretti con le istituzioni europee e con le loro rappresentanze. Stiamo discutendo in questo periodo anche una maggior presenza negli organismi di rappresentanza europea dei rappresentanti delle Assemblee e questo lavoro lo stiamo facendo a livello nazionale con i Presidenti delle Assemblee insieme ai Presidenti delle Giunte. C’è anche un tema di processo di costruzione delle politiche europee dal basso che richiamava prima anche il Presidente Errani. Informo l’Assemblea che proprio in questi giorni sono stata contattata per vedere di organizzare una conferenza in Emilia-Romagna delle Assemblee elettive delle regioni europee gemellate con noi. Questo potrebbe essere un altro momento importante - ho appena ricevuto questa informazione - vedremo se riusciremo, ma questi modi per costruire un’Europa come quella che pensiamo noi che sia effettivamente solidale, del lavoro, più giusta, dell’istruzione e della salute e di un ambiente sano, credo che avrà in questa Assemblea un attore molto attento e anche un vero motore per cui ringrazio ancora moltissimo il Presidente Lombardi perché grande merito, insieme a tutti gli altri Consiglieri, è stato suo.
A questo punto terminiamo la sessione comunitaria con la votazione. Abbiamo in primo luogo la risoluzione 3988. Ricordo che è stato presentato un emendamento a firma dei consiglieri Lombardi e Luciano Vecchi, che sono estensori di questo emendamento. Gli scrutatori sono i consiglieri Paruolo, Grillini e Manfredini.
Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma dei consiglieri Lombardi e Luciano Vecchi.
(È approvato all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): L’emendamento 1 è approvato.
Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione 3988, così come emendata.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Costi): La risoluzione è approvata all'unanimità. Faremo avere la risoluzione a tutti, l’abbiamo già consegnata anche ai nostri ospiti questa mattina. Ringrazio ancora il Vicepresidente Tajani per questo piacere di averlo avuto con noi oggi. Grazie mille e grazie a tutti.
La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 13,49
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Giampaolo LAVAGETTO, Andrea LEONI, Marco LOMBARDI, Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Rita MORICONI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Andrea POLLASTRI, Roberto SCONCIAFORNI, Luciana SERRI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Vasco ERRANI;
il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Paola GAZZOLO, Carlo LUSENTI, Teresa MARZOCCHI, Maurizio MELUCCI, Massimo MEZZETTI, Gian Carlo MUZZARELLI e Tiberio RABBONI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI, Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Simonetta SALIERA e i consiglieri Roberta MORI, Silvia NOÈ e Matteo RIVA.
Ha partecipato alla seduta il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani; sono inoltre presenti i Parlamentari europei Sergio Berlato, Antonio Cancian, Vittorio Prodi, Salvatore Caronna; l'Ambasciatore d'Italia a San Marino Barbara Bregato; i Senatori Sergio Lo Giudice, Stefano Vaccari; il Deputato Maino Marchi; il Viceprefetto Andrea Gambassi; il Comandante della Legione provinciale Carabinieri di Bologna Alfonso Manzo; il Comandante Legione Carabinieri Emilia-Romagna Antonio Paparella; il Presidente della Provincia di Reggio Emilia e Membro Titolare Comitato delle Regioni Sonia Masini; il Membro supplente del Comitato delle Regioni per l'Emilia-Romagna Alvaro Ancisi; il Presidente UNCEM Emilia-Romagna Giovanni Battista Pasini; il Presidente del Consiglio comunale di Bologna Simona Lembi; il Presidente del Consiglio Comunale di Ferrara Francesco Colaiacovo e il Delegato dal Rettore dell'Università di Bologna Paolo Pombeni.
Emendamento
OGGETTO 3988
Risoluzione proposta dal Presidente Lombardi su mandato della I Commissione: Sessione europea 2013. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea.
Emendamento 1, a firma dei consiglieri Lombardi e Luciano Vecchi:
«A pagina 9, nel capitolo "Con riferimento al metodo di lavoro della Regione Emilia-Romagna in merito alla partecipazione al processo decisionale dell'Unione Europea", dopo il capoverso i), aggiungere un nuovo capoverso:
"i bis) si impegna a definire e sostenere processi inclusivi di concertazione ex-ante, tra Giunta, Assemblea legislativa e il sistema degli Enti locali, utilizzando le sedi di concertazione istituzionale e interloquendo con le rappresentanze degli Enti Locali, favorendo, ove possibile, tutte le forme di concertazione - quali gli accordi di programma - in grado di valorizzare ruolo ed esperienze maturate dagli Enti Locali del territorio regionale"»
(Approvato)
Comunicazioni prescritte dall'articolo 68 del Regolamento interno
«Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
3997 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Mandini: "Integrazioni alla legge regionale 21 agosto 1997, n. 29 (Norme e provvedimenti per favorire le opportunità di vita autonoma e l'integrazione sociale delle persone disabili)" (21 05 13).
4008 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Malaguti, Defranceschi, Paruolo, Barbati e Favia: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8 (Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria)" (21 05 13).
4018 - Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Costi, Aimi, Mandini, Corradi, Meo, Bartolini e Mazzotti: "Riduzione del numero degli assessori - Modifica all'articolo 45 della legge regionale 31 marzo 2005, n. 13 (Statuto della Regione Emilia-Romagna)" (23 05 13).
4036 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Semplificazione della disciplina edilizia" (delibera di Giunta n. 675 del 27 05 13).
4037 - Progetto di legge d'iniziativa del consigliere Bartolini: "Modifica alla legge regionale 17 febbraio 2005, n. 5 (Norme a tutela del benessere animale)" (28 05 13).
È stato presentato il seguente progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’art. 121 della Costituzione:
4007 - Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, d'iniziativa dei consiglieri Grillini, Barbati, Malaguti, Corradi, Casadei, Naldi, Donini, Sconciaforni, Defranceschi, Monari, Bonaccini, Alessandrini, Carini, Aimi, Bazzoni e Montanari: "Integrazioni al decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259 (Codice delle comunicazioni elettroniche" (21 05 13).
Sono pervenuti i sottonotati documenti:
Petizione
4028 - Petizione popolare circa la pet therapy (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 80 del 22 05 13).
Risoluzioni
4010 - Risoluzione proposta dal consigliere Bazzoni per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, affinchè sia possibile effettuare l'intero ciclo di cure termali anche in due diversi periodi temporali presso la stazione termale prescelta (documento in data 22 05 13).
4013 - Risoluzione proposta dal consigliere Manfredini per impegnare la Giunta ad attivarsi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri sollecitando, a seguito di quanto avvenuto in data 21 maggio 2013 durante una iniziativa del Comune di Milano a favore dello jus soli, una censura del comportamento tenuto dal Ministro Kyenge (documento in data 22 05 13).
4023 - Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta a ritirare l'impegno della Regione Emilia-Romagna dal Progetto People Mover, destinando i fondi stanziati per tale progetto al completamento della linea di Servizio Ferroviario Metropolitano Poggio Rusco-San Ruffillo, con particolare attenzione alla realizzazione di un trasporto stazione-aeroporto efficiente ed economico (documento in data 27 05 13).
Interrogazioni
4011 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per consentire il pagamento delle imprese fornitrici di dispositivi medici alle AUSL, con particolare riferimento alle imprese del distretto biomedicale di Mirandola (MO), colpito dal sisma.
4012 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa le azioni da attuare per prevenire e risarcire i danni causati dalla fauna predatrice nei confronti degli allevatori, con particolare riferimento alla diffusione dei lupi.
4014 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa l'applicazione dell'IMU ad aree comprese nei Piani Strutturali Comunali indipendentemente dall'adozione del Piano Operativo Comunale od in mancanza dello stesso.
4015 - Interrogazione del consigliere Lavagetto, a risposta scritta, circa la situazione relativa al Centro Termale "Il Baistrocchi" di Salsomaggiore Terme.
4016 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la situazione riguardante l'impresa F.lli Baraldi, con sede a San Prospero di Modena.
4017 - Interrogazione del consigliere Lavagetto, a risposta scritta, in merito al rischio che la scuola superiore "Paciolo", situata nel comune di Fidenza, perda il suo corso per geometri a causa del non raggiungimento del numero minimo di iscritti per il prossimo anno scolastico 2013-2014.
4019 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa studi regionali volti a censire, analizzare e comparare le forme di affidamento del servizio idrico integrato previste dalla disciplina comunitaria.
4020 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa i disagi per gli utenti della linea ferroviaria Bologna-Porretta Terme.
4021 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le azioni della Giunta, nei confronti del Governo e del Parlamento ed attraverso gli ambiti istituzionali preposti al confronto con le Regioni, conseguenti all'approvazione della risoluzione assembleare oggetto n. 2584, riguardante la contrarietà all'acquisto dei caccia bombardieri F35.
4022 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, di attualità a risposta immediata in Aula, circa i tempi ed i criteri riguardanti lo stanziamento di fondi aggiuntivi relativamente alle frane ed ai casi di dissesto idrogeologico presenti nell'Appennino parmense.
4024 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa procedure e richieste di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, con particolare riferimento alle zone colpite da eventi sismici.
4025 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa concorsi ed incarichi per psicologi e psicoterapeuti relativi all'AUSL di Modena.
4026 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la situazione di dissesto idrogeologico riguardante la frana presente nella Frazione Borra, nel Comune di Lama Mocogno (MO).
4032 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa la regolamentazione della pubblicità presso medici, operatori sanitari e farmacisti, con particolare riferimento all'attività svolta dagli informatori scientifici.
4034 - Interrogazione del consigliere Sconciaforni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per tutelare i passeggeri ed i pendolari che utilizzano la tratta ferroviaria Bologna-Parma, con particolare riferimento al treno regionale 6251.
4035 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per istituire un apposito fondo per le emergenze destinato a finanziare gli interventi dei Vigili del Fuoco in caso di calamità, e per procedere al pagamento integrale degli straordinari dagli stessi effettuati a seguito degli eventi sismici.
4039 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa procedure relative alla vendita di beni demaniali ed alla costruzione di nuovi immobili nel Comune di Cervia, con particolare riferimento alla tutela del territorio e del paesaggio.
4040 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'EXPO 2015.
4041 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per incrementare la disponibilità di treni ad Alta Velocità tra la stazione di Parma e Roma.
4042 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa l'introduzione di una moneta complementare in Emilia-Romagna, al fine di fornire alle imprese regionali uno strumento per affrontare la crisi economica.
4043 - Interrogazione del consigliere Lavagetto, a risposta scritta, in merito al Centro Termale "Il Baistrocchi" di Salsomaggiore Terme.
4044 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa la revisione dei parametri riguardanti i vincoli sulle dimensioni strutturali e le caratteristiche tecniche dei ricoveri per i cani.
4045 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa la assunzione a carico del bilancio della Regione Emilia-Romagna di spese connesse agli interventi relativi alla situazione di emergenza causata dal sisma, come quelle riguardanti la manutenzione di attrezzature utilizzate nei campi tendati ed il carburante.
4046 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa la sostituzione dei titoli di viaggio relativi al trasporto pubblico locale nella Provincia di Modena.
4047 - Interrogazione del consigliere Naldi, di attualità a risposta immediata in Aula, circa le procedure riguardanti la costituzione del "tavolo permanente di confronto con le imprese produttrici di autoveicoli di trasporto pubblico", e la situazione relativa al parco autobus in Emilia-Romagna.
4048 - Interrogazione dei consiglieri Corradi, Cavalli, Bernardini e Manfredini, di attualità a risposta immediata in Aula, circa l'adesione della Regione Emilia-Romagna ad organismi associativi interregionali transnazionali, con particolare riferimento alle procedure ed alle risorse riguardanti la Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d'Europa (CRPM).
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:
3719 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa la previsione di specifiche disposizioni regolamentari circa le attrezzature utilizzabili nei mercati ambulanti, al fine di tutelare la sicurezza degli operatori e dei cittadini.
3720 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa i lavori, la tempistica e le procedure riguardanti il restauro della Villa Sampieri-Talon di Casalecchio di Reno.
3723 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa i lavori da svolgere per riaprire la strada che porta al Lago Santo, in località Tagliole, nel Comune di Pievepelago (MO).
3726 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la chiusura del tratto di strada che collega Madonna dei Fornelli a Montefredente nel Comune di San Benedetto Val di Sambro (BO), ed i relativi lavori di ripristino.
3727 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa la situazione, a seguito degli eventi sismici, del plesso scolastico di Mezzolara, nel Comune di Budrio (BO).
3728 - Interrogazione del consigliere Pollastri, a risposta scritta, circa la realizzazione della Centrale unica del 118 per AVEN Emilia-Nord.
3740 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa le conseguenze, nel territorio piacentino, delle nevicate verificatesi nel mese di marzo 2013.
3741 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa la liberalizzazione dell'utilizzo delle acque termali di Porretta Terme.
3744 - Interrogazione del consigliere Leoni, a risposta scritta, circa le azioni da attuare a tutela del territorio dell'Appennino modenese, con particolare riferimento ai movimenti franosi aggravati dal maltempo.
3745 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa la tutela dei territori colpiti dalle eccezionali nevicate del febbraio 2012, con particolare riferimento alla situazione riguardante la Provincia di Rimini.
3751 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa le azioni da porre in essere per attuare una campagna informativa-formativa rivolta alle istituzioni scolastiche circa la conoscenza delle corrette manovre di disostruzione pediatrica da corpo estraneo e connessa rianimazione.
3752 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa il Piano Provinciale Gestione Rifiuti di Bologna, con particolare riferimento alla situazione relativa a Castel Maggiore.
3753 - Interrogazione dei consiglieri Manfredini, Bernardini, Cavalli e Corradi, a risposta scritta, circa le richieste proposte alla Giunta regionale dal Comune di Pennabilli circa l'istituzione del Parco naturale interregionale Sasso Simone e Simoncello.
3759 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa il riassorbimento, attraverso l'AUSL di Bologna, del personale delle Officine Rizzoli.
3760 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la liberalizzazione delle acque termali nel Comune di Porretta Terme.
3767 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa la riorganizzazione di Equitalia, con particolare riferimento all'aumento degli interessi di mora.
3769 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.
3775 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa gli incentivi riguardanti la rimozione di eternit ed amianto dagli edifici pubblici e privati, e la relativa diffusione nel territorio regionale.
3781 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, in merito alle azioni che intende intraprendere la Giunta in materia di emissioni prodotte dagli impianti domestici alimentati a biomasse legnose.
3796 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, in merito al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti e, in particolare, sull'inceneritore sito alle porte della città di Parma.
3797 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, in merito alle modalità di pagamento del canone per l'occupazioe di bene demaniale, con particolare riferimento agli atti di concessione rilasciati dal Servizio Tecnico Bacino del Po di Volano.
3821 - Interrogazione del consigliere Bartolini, a risposta scritta, circa la percentuale di retta deducibile ai fini della dichiarazione dei redditi dei parenti che fanno fronte alle spese di ricovero di anziani.
3825 - Interrogazione del consigliere Cavalli, a risposta scritta, circa la riorganizzazione del personale delle AUSL, con particolare riferimento alle assunzioni a tempo determinato, al precariato, ai contratti atipici ed alla tutela dei livelli occupazionali.
3850 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa l'utilizzazione del mais contaminato da aflatossine.
3853 - Interrogazione del consigliere Lombardi, a risposta scritta, circa l'uscita del Comune di Riccione dall'accordo di programma per il Trasporto Rapido di Costa.
3854 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa l'estensione del divieto di fumo anche nei confronti delle "sigarette elettroniche" e le azioni da attuare per prevenirne e contrastarne gli effetti negativi.
3855 - Interrogazione della consigliera Donini, a risposta scritta, circa la situazione relativa al CIE di Modena, e le azioni da attuare per consentire ai Consiglieri/e regionali l'accesso a tali strutture.
3856 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa le procedure relative all'attribuzione dell'assegno di cura per persone con gravissime disabilità.
3862 - Interrogazione dei consiglieri Pollastri, Carini e Cavalli, a risposta scritta, circa la salvaguardia del settore tessile nella Valtidone-Valluretta (PC), con particolare riferimento alla tutela dei relativi lavoratori.
3864 - Interrogazione del consigliere Alberto Vecchi, a risposta scritta, circa i lavori riguardanti la bretella stradale Marano-Silla.
3867 - Interrogazione del consigliere Defranceschi, a risposta scritta, circa l' individuazione del territorio cui applicare la tariffa urbana del trasporto pubblico locale, con particolare riferimento al Comune di Casalecchio di Reno (BO).
3868 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa il contrasto all'evasione fiscale, le somme recuperate in tale attività e la loro destinazione alla ricostruzione delle zone colpite dal sisma.
3874 - Interrogazione della consigliera Noè, a risposta scritta, circa le azioni da attuare per contrastare la diffusione del lavoro nero, grigio e del caporalato.
3882 - Interrogazione del consigliere Bernardini, a risposta scritta, circa la messa in sicurezza di parti dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.
3884 - Interrogazione del consigliere Filippi, a risposta scritta, circa la promozione e la valorizzazione, in ambito regionale della figura di Giuseppe Verdi e dei luoghi verdiani, e la ripartizione dei relativi contributi.
3899 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure conseguenti alla deliberazione regionale n. 1281/2011 in materia di incentivazioni riguardanti il patrimonio edilizio.
3917 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le indicazioni contenute nel "Portale Salute" dell'Emilia-Romagna.
3952 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa le azioni da attuare per dare corso alle richieste di iscrizione alla prima classe del Liceo Bertolucci di Parma.
Comunicazione ai sensi dell’art. 68, lettera f) del Regolamento interno
Si comunica che la Commissione assembleare "Territorio, Ambiente, Mobilità", nella seduta del 30 maggio 2013, ha esaminato la petizione ogg. n.
3426 - "Petizione popolare circa la situazione della tratta ferroviaria Porretta Terme - Bologna (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 147 del 28 11 12)," formulando una apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.
Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti dal 16/05/2013 al 28/05/2013:
DPGR n. 86 del 21/05/2013
L.R. 11/2010, art. 5, comma 3, sostituzione di alcuni dei componenti della Consulta Regionale del Settore edile e delle costruzioni.»
(Comunicazione n. 57 prescritta dall'art. 68 del Regolamento interno - prot. 23419/2013)
I PRESIDENTI
IL SEGRETARIO
Costi - Mandini
Corradi
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