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7.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 3 MARZO 2015

 

(POMERIDIANA)

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è raggiungibile dalla Ricerca oggetti

 

OGGETTO 75

Interpellanza circa il fallimento della Cooperativa Di Vittorio di Fidenza ed i contributi alla stessa erogati dalla Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Foti, Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

GUALMINI, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 7

Interpellanza circa le azioni da attuare per modificare la convenzione, stipulata tra le Regioni Emilia-Romagna e Liguria, al fine di consentire il rilascio supplementare di acqua dall'invaso del Brugneto. A firma dei Consiglieri: Foti, Rancan

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

GAZZOLO, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 91

Interpellanza circa le iniziative da intraprendere per garantire, nell'ambito dell'amministrazione regionale, la parità nelle condizioni di accesso al supporto tecnico, legislativo e amministrativo, con particolare riferimento al comportamento del relativo personale ed alla tutela delle minoranze. A firma del Consigliere: Bignami

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

BIGNAMI (FI)

PETITTI, assessore

BIGNAMI (FI)

 

Interpellanza oggetto 8 - Rinvio

Interpellanza oggetto 85 - Ritiro

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 163

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di antimafia. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani, Sensoli, Sassi, Piccinini

(Conclusioni, dichiarazioni di voto e reiezione)

OGGETTO 165

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di rispetto della legalità e sulle azioni di prevenzione e trasparenza necessarie per combattere le infiltrazioni di stampo mafioso sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Conclusioni, dichiarazioni di voto e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

MEZZETTI, assessore

GIBERTONI (M5S)

DELMONTE (LN)

MUMOLO (PD)

TARUFFI (SEL)

RAINIERI (LN)

BERTANI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

 

OGGETTO 9

Risoluzione circa le azioni da attuare a favore del collegamento ferroviario Piacenza-Milano-Piacenza al fine di risolvere le problematiche esistenti, con particolare riferimento anche all'apertura dell'Expo 2015. A firma dei Consiglieri: Foti, Rancan

(Discussione e reiezione)

OGGETTO 175

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, presso il Governo e le società concessionarie del servizio pubblico ferroviario affinché, in relazione al potenziamento della tratta Milano-Roma connesso all'EXPO 2015, siano previste fermate di treni speciali a Modena, Parma e Piacenza. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Bargi, Fabbri, Delmonte, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e approvazione)

OGGETTO 269

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il dialogo con Trenitalia al fine di ottenere la fermata dei convogli ETR Frecciarossa e Frecciabianca presso le stazioni di Modena, Parma e Piacenza e a procedere nel confronto con le imprese ferroviarie regionali e con la Regione Lombardia per implementare la tratta ferroviaria Piacenza-Milano-Piacenza, in vista di EXPO 2015. A firma dei Consiglieri: Molinari, Rontini, Rossi Nadia, Pruccoli, Bagnari, Montalti, Lori, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Paruolo, Iotti, Poli, Boschini, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri

(Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

BERTANI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALVANO (PD)

RANCAN (LN)

MOLINARI (PD)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Rainieri)

BONACCINI, presidente della Giunta

RANCAN (LN)

MOLINARI (PD)

FOTI (FdI)

BERTANI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

SASSI (M5S)

 

OGGETTO 27

Risoluzione per impegnare la Giunta ad effettuare, di concerto con gli Enti locali e gli Organi di Polizia, una ricognizione dei luoghi di culto o aggregazione riconducibili alla religione islamica, sospendere ogni tipo di sostegno economico e patrocinio alle relative organizzazioni e associazioni, subordinando le autorizzazioni di natura urbanistica riguardanti tali soggetti al rispetto ed alla tutela dei principi di libertà di espressione e di pensiero. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

BARGI (LN)

IOTTI (PD)

SENSOLI (M5S)

BARGI (LN)

ZAPPATERRA (PD)

SENSOLI (M5S)

AIMI (FI)

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 219

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere azioni volte ad ottenere il riconoscimento dello stato di calamità naturale a seguito del maltempo del febbraio 2015, riconoscere ai soggetti colpiti il risarcimento dei danni subiti dalla sospensione di servizi, verificare l'operato delle società che li erogano coinvolgendo i consumatori, prevenendo inoltre situazioni di emergenza e di dissesto idrogeologico. A firma dei Consiglieri: Montalti, Iotti, Gibertoni, Taruffi, Rontini, Marchetti Francesca, Prodi, Poli, Boschini, Molinari, Zoffoli, Serri, Lori, Mumolo, Rossi Nadia, Pruccoli, Zappaterra, Soncini, Calvano, Ravaioli, Torri, Bagnari, Mori

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MONTALTI (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

MARCHETTI Daniele (LN)

POMPIGNOLI (LN)

BAGNARI (PD)

PRODI (PD)

TARUFFI (SEL)

ROSSI Nadia (PD)

FOTI (FdI)

GAZZOLO, assessore

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Saliera)

CALVANO (PD)

AIMI (FI)

CALVANO (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 205

Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti volti all'azzeramento dei premi di produzione per i ruoli dirigenziali, assegnandoli comunque tenendo conto delle difficoltà economiche gravanti sui cittadini e destinando i conseguenti risparmi di spesa al sostegno, in ambito sanitario, dei soggetti meno abbienti. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi, Piccinini, Bertani

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

TARUFFI (SEL)

CALVANO (PD)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 201

Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti in ordine alla pesca nelle acque interne, con particolare riferimento alla specie Cyprinus carpio ed al contrasto da attuare nei confronti dei pescatori di frodo. A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra, Fabbri, Pettazzoni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Saliera)

ZAPPATERRA (PD)

FABBRI (LN)

PRESIDENTE (Saliera)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 163 - 165 - 9 - 175 - 269 - 27 - 205

Emendamenti agli oggetti 165 - 205 - 201

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,24

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la settima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Giustifico per l’assenza il consigliere Gianni Bessi, hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta odierna il consigliere Piergiovanni Alleva e gli assessori Patrizio Bianchi e Andrea Corsini.

Mi è stato chiesto, quindi chiedo anche ai Consiglieri se sono d’accordo, dall’assessore Gualmini, perché ha un impegno a Roma e quindi deve assentarsi dall’Aula, di mettere al primo posto l’interpellanza oggetto 75.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 75

Interpellanza circa il fallimento della Cooperativa Di Vittorio di Fidenza ed i contributi alla stessa erogati dalla Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Foti, Rainieri

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponde l’assessore Gualmini.

La parola al consigliere Foti per la presentazione dell’oggetto. Ricordo che ha otto minuti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, Presidente. La vicenda è una vicenda che indubbiamente ha fatto scalpore nell’ambito della provincia di Parma anche per la rilevanza che aveva assunto la Cooperativa Di Vittorio in termini di costruzioni, una cooperativa nata nel 1970 e che ha avuto una significativa presenza nell’ambito dell’economia parmigiana, soprattutto dell’economia fidentina. Ovviamente noi ci troviamo oggi in una situazione particolarmente difficile perché, come è noto, la cooperativa in questione ha presentato la richiesta di concordato preventivo, abbiamo anche la posizione di numerosi soci della cooperativa stessa che si trovano in situazioni oggi difficili perché non è dato neanche di capire se alla fine oggi siano proprietari o meno dell’immobile che avevano concorso a realizzare attraverso la loro partecipazione alla cooperativa, indipendentemente dalle responsabilità politiche e amministrative che ci sono e che non sono sicuramente oggi oggetto di un interesse da parte di chi sta interrogando, perché ovviamente sono deferite ad altre autorità che, competenti per materia, dovranno valutare se vi sono state delle distrazioni di fondi o meno, così come viene ipotizzato nella relazione del commissario giudiziale. Appare abbastanza evidente di sapere dalla Giunta qual è innanzitutto la posizione della Giunta rispetto a questa vicenda, ma soprattutto capire se la Regione, come mi risulta, abbia erogato, e a quanto ammontino, dei contributi alla Cooperativa Di Vittorio, a quali interventi questi contributi siano riferiti e soprattutto quali siano le quote di rimborsi su finanziamento agevolato dovute dalla Cooperativa Di Vittorio alla Regione. In questo senso chiedo anche di sapere se la Regione ha in animo di assumere delle iniziative specifiche sotto il profilo legale per tutelare i suoi interessi.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Risponde l’assessore Gualmini. Ne ha facoltà.

 

GUALMINI, assessore: Grazie, Presidente. Rispondo molto volentieri all’interpellanza e ai quesiti posti dal consigliere Foti, quindi le illustro il quadro generale della situazione che riguarda il fallimento della Cooperativa Di Vittorio, i passaggi già compiuti dalla Regione Emilia-Romagna e ovviamente le direzioni future di azione. Cooperativa Di Vittorio gestisce un patrimonio estremamente significativo di 485 alloggi in proprietà indivisa, oggi totalmente ipotecato. 271 di questi alloggi sono localizzati nel comune di Fidenza e gli altri distribuiti in altri comuni quali Parma, Salsomaggiore, Noceto, Fontanellato, Fontevivo e Fornovo. Questo patrimonio genera un introito annuo da canoni calcolato in una cifra che va da 1,6 a 1,8 milioni di euro. Il 29 dicembre scorso, quindi del 2014, il Tribunale di Parma ha dichiarato il fallimento della Cooperativa Di Vittorio con una sentenza depositata il 2 gennaio di quest’anno avendo riscontrato una situazione debitoria di 67 milioni di euro contro un attivo patrimoniale che ammonta invece a 4 milioni 200 mila euro. Nella sentenza viene fissata l’udienza del 15 aprile prossimo, che è il momento oserei dire dirimente perché avremo la relazione dei due curatori fallimentari, per l’esame dello stato passivo. Entro un mese prima dell’udienza i creditori devono presentare ricorso per ammissione al passivo. Nel disporre l’esercizio provvisorio per novanta giorni, affidato a due curatori fallimentari, che sono i dottori Ragone e Capretti, il Tribunale ha incaricato gli stessi di depositare entro la scadenza una relazione sulla convenienza o meno per i creditori riguardo la prosecuzione, anche temporanea, dell’esercizio di impresa.

Cosa ha concesso la Regione Emilia-Romagna? Complessivamente alla Cooperativa Di Vittorio sono stati erogati finanziamenti pari a 11.659.122,64 euro, di cui una somma pari a 8.787.802,26 euro è stata concessa per contributi in conto capitale, di cui un anticipo pari a 1.802.324,33 euro a titolo di anticipazione che l’operatore deve restituire alla Regione a partire dal trentesimo anno dall’ultimazione dell’intervento, e poi una somma per conto interessi pari a 2.871.320,38 euro concessa per l’accensione di mutui agevolati. I finanziamenti erano destinati alla realizzazione di alloggi in locazione o a godimento permanente. La normativa regionale, come lei sa, e in particolare gli articoli 12 e 14, primo comma, della legge regionale 24/2001 sulle politiche abitative, prevede che in caso di cessazione o di cambiamento di attività da parte del soggetto proprietario gli alloggi debbano essere devoluti ai comuni sul cui territorio sono ubicati. Inoltre è previsto che gli immobili i cui alloggi sono destinati alla locazione o godimento permanente possano anche essere venduti nella loro interezza. Gli acquirenti sono tenuti al rispetto ovviamente di tutti i vincoli e degli impegni assunti dagli operatori beneficiari dei finanziamenti regionali, pertanto evidenziamo come allo stato attuale non vi sono modifiche nei rapporti in essere con la Regione se il patrimonio vincolato viene mantenuto nel ramo di continuità della società o comunque mantiene la cosa più importante, cioè la propria destinazione alla locazione o godimento permanente. La prosecuzione dell’esercizio di impresa da parte di un altro soggetto rappresenta per questa Regione l’ipotesi che tutela maggiormente gli interessi coinvolti. Questa decisione compete ovviamente ai curatori fallimentari nominati dal tribunale e in caso contrario, e cioè in caso di alienazione del patrimonio della Cooperativa Di Vittorio, senza più il vincolo originario di destinazione, è evidente che la Regione dovrà valutare l’esigibilità di tutti i contributi concessi in conto capitale.

Parallelamente all’iter procedurale legato al fallimento, la Regione ha avviato un percorso di confronto con le istituzioni locali per individuare alcune soluzioni analizzando la situazione e le ricadute sul territorio, compreso il rischio - a noi sta più a cuore - di disperdere un patrimonio abitativo che oggi ospita quasi cinquecento famiglie, le quali sono anche creditrici nei confronti della cooperativa fallita di circa 12 milioni 500 mila euro di prestito sociale, difficilmente recuperabile. Il prestito sociale è rappresentato dalle anticipazioni dei soci assegnatari della cooperativa che hanno permesso insieme al contributo regionale di realizzare gli interventi ovviamente abbassando al minimo gli oneri finanziari. Si è dato mandato agli uffici regionali competenti di valutare tutte le possibili soluzioni di questa complessa vicenda all’interno del quadro normativo e stiamo anche valutando la possibilità e la necessità di istituire con i comuni un collegio legale a difesa degli enti coinvolti per concordare con i curatori un percorso che dia continuità all’esercizio della gestione della proprietà indivisa senza nessun coinvolgimento nella società Polis Spa, che è la società controllata dalla Di Vittorio, essa stessa dichiarata, in maniera contestuale, fallita e senza nessun coinvolgimento nelle iniziative imprenditoriali da quest’ultima intraprese. In conclusione, la Regione è a conoscenza di questa vicenda, le entità dei contributi sono state precisate e le assicuro, consigliere Foti, che, essendo il diritto all’abitare un diritto tra i fondamentali dei cittadini, perché se manca la casa non si può progettare di fare crescere i figli, non si può progettare la propria vita futura, non si possono costruire delle relazioni o decidere addirittura di stare da soli, avendo comunque la certezza di tornarci ogni sera, si figuri se la Regione Emilia-Romagna non ha a cuore l’abitazione e i rischi delle cinquecento famiglie. È chiaro che se viene a mancare il diritto all’abitazione, tutto il resto viene a cadere, ed è esattamente l’esito che vogliamo in tutti i modi evitare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gualmini.

La parola al consigliere Foti. Ha cinque minuti a disposizione.

 

FOTI: Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore per la risposta dettaglia che è stata resa. Come lei converrà, la situazione è particolarmente difficile sia per il fallimento della cooperativa sia soprattutto per i numeri che caratterizzano questo fallimento, perché francamente anche in considerazione dei contributi messi a disposizione dalla Regione, i dati di bilancio fatti lasciano quantomeno perplessi. Lasciano molto perplessi anche in considerazione delle finalità che aveva questa cooperativa, perché la finalità vera era quella di poter mettere a disposizione degli alloggi per le persone. Oggi ci troviamo nella situazione abbastanza anomala per la quale queste persone non hanno certezza del domani quanto all’abitare e hanno una buona certezza quanto all’oggi dei 12,5 milioni di euro di prestiti che hanno dato alla cooperativa come prestito sociale e che praticamente sono evaporati, perché questa è la situazione. Quanto all’ipotesi, Assessore, relativa al fatto del subentro degli enti locali, a me pare - ci sono state anche delle riunioni in merito - che gli enti locali abbiano delle enormi difficoltà circa la possibilità di un subentro, difficoltà sia di ordine economico per far fronte al subentro sia anche sotto il profilo della legislazione vigente, soprattutto al patto di stabilità. Anche se avessero le risorse, potrebbero avere dei problemi per fare fronte. Va benissimo il collegio legale che la Regione si è dichiarata disponibile a mettere a disposizione, però a mio avviso è una situazione che per certi versi è drammatica, soprattutto perché non vedo delle grandi possibilità che vi siano soggetti terzi a proseguire l’attività di impresa, nel caso di specie, e mi auguro francamente che la situazione sia tenuta adeguatamente monitorata, nel senso che è una di quelle situazioni che fanno gridare allo scandalo, perché tutti sanno parlare dei costi della politica ma questi sono i costi della mala politica, perché quando nei consigli di amministrazione delle società cooperative si mandano tutti gli amici degli amici, che possibilmente votino soltanto e non si preoccupino di sapere cosa votano, questi sono i risultati concreti.

Lei prima faceva riferimento, Assessore, a Polis Spa e penso che Polis Spa sia una delle concause fondamentali della situazione in cui è precipitata la Di Vittorio. Dicevo che alla luce di tutta questa situazione, mi auguro che la Regione non solo tenga monitorato ma sia effettivamente di supporto agli enti per trovare una soluzione che non vanifichi i contributi che la Regione ha dato, perché quando pensiamo a 11,5 milioni di contributi in conto capitale e 2 milioni 800 mila euro di conto a interesse, con una sola operazione abbiamo bruciato i risparmi dei costi della politica di questa e anche della prossima legislatura, per dare un’idea di cosa significa la mala amministrazione di alcune società cooperative.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

 

OGGETTO 7

Interpellanza circa le azioni da attuare per modificare la convenzione, stipulata tra le Regioni Emilia-Romagna e Liguria, al fine di consentire il rilascio supplementare di acqua dall'invaso del Brugneto. A firma dei Consiglieri: Foti, Rancan

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Risponde l’assessore Gazzolo.

Do la parola al consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, Presidente. L’assessore Gazzolo conosce quantomeno bene come me, ma probabilmente anche di più, il problema. Devo dire che questa convenzione a latere rispetto alla convenzione originaria per il momento ha prodotto pochi effetti perché era in via sperimentale e un anno ha funzionato e l’anno dopo non ce n’è stato bisogno, quindi non è che abbiamo dei dati estremamente convincenti in un senso o nell’altro. Premesso che comunque ritengo opportuno che la Regione si attivi per una delle due concessioni, quella idroelettrica, rispetto al Brugneto, che è scaduta, se non sbaglio, nel 2014, mentre l’altra, quella idropotabile, se non erro, dovrebbe scadere nel 2024, mi preme soltanto fare un appello per una considerazione, cioè che anche in questo disciplinare aggiuntivo, in questa convenzione, seppur in via sperimentale, ogni e qualsiasi attività di rilascio è lasciata in ultima analisi a Genova e alla società Mediterranea Acque, perché in definitiva è questa società che decide se il rilascio viene fatto o no indipendentemente dalle richieste.

L’istanza che mi permettevo di rivolgere era se per il futuro non valeva la pena, pur in una fase sperimentale dove quindi non abbiamo dei dati oggettivi e certi, di valutare l’opportunità che quantomeno non vi fosse esclusivamente da parte di un soggetto interessato la decisione ma questa potesse vedere una compartecipazione del territorio piacentino rappresentato da chi meglio crede la Regione, a seconda dei casi il Consorzio di bonifica, la Regione stessa, l’Assessorato all’Ambiente o chi meglio si intendeva coinvolgere, perché allo stato mi pare che questo disciplinare integrativo sia leggermente sbilanciato verso Genova a fronte di un disciplinare in vigore da tanti anni che sicuramente è sbilanciato verso Genova.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Risponde l’assessore Gazzolo. Ne ha facoltà.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, Presidente. Cercherò di sottolineare alcuni passaggi aggiuntivi rispetto all’interpellanza, che ho già fatto avere ai Consiglieri, a maggior ragione dopo le premesse sin qui fatte anche dal consigliere Foti, perché lo considero un tema di grande importanza per il territorio piacentino ma anche su cui si è esercitato e si sta esercitando un’azione della Regione significativa. Parto ovviamente dal precisare che la concessione dell’invaso del Brugneto include l’impegno a rilasciare defluire in alveo 2,5 milioni di metri cubi di acqua nel periodo dal 16 maggio al 15 settembre di ogni anno; infatti il disciplinare di concessione, e in particolare il disciplinare suppletivo, approvato con decreto interministeriale negli anni Novanta, il 15 ottobre 1990, in ragione delle riconosciute ricadute della diga del Brugneto sull’andamento delle portate del fiume Trebbia, di cui il torrente Brugneto è affluente, impone condizioni di esercizio della diga per la tutela dei diritti pregressi delle utenze irrigue piacentine.

I cambiamenti climatici e i maggiori utilizzi hanno però modificato negli anni, dal 1990 ad oggi, la disponibilità della risorsa del bacino del Trebbia causando criticità per l’irrigazione delle colture agricole della valle, tanto che nel 2012, anno particolarmente siccitoso, è stato raggiunto un primo accordo tra Regione Emilia-Romagna e Regione Liguria per un rilascio straordinario di un milione di metri cubi. Si è trattato di un momento che io ho definito storico che ha segnato l’apertura di un dialogo, proseguito nei mesi successivi, fino alla sottoscrizione, il 12 luglio 2013, di un’intesa volontaria tra le due regioni e società Mediterranea Acque Spa, accordo volontario che prevede il rilascio nel periodo estivo di un maggiore volume d’acqua di 1,5 milioni di metri cubi per rispondere alle esigenze dell’agricoltura e del territorio piacentino salvaguardando ovviamente l’ecosistema fluviale del Trebbia.

L’intesa prevede altresì che il volume effettivamente rilasciato tenga conto dell’eventuale deficit di piovosità con conseguente aumento delle esigenze irrigue ma nella salvaguardia in via prioritaria delle scorte necessarie a garantire le esigenze idropotabili del territorio ligure. Il maggior rilascio avviene su richiesta della Regione Emilia-Romagna con l’indicazione della portata di deflusso e del periodo di irrigazione. L’espressione quindi sino a 1,5 milioni di metri cubi deriva appunto da una valutazione delle conseguenze degli eventi climatici che - capite bene - non possono essere definiti a priori. Infatti è tanto vero che nel corso del 2013 è stato rilasciato il volume aggiuntivo di 1,5 milioni di metri cubi, secondo le richieste avanzate da questa Regione, su indicazione del Consorzio di bonifica di Piacenza, mentre nell’anno 2014 le condizioni climatiche particolarmente piovose hanno consentito al Consorzio di poter completare la stagione irrigua senza la necessità di ricorrere alla quota aggiuntiva, come si evince dalla stessa nota del Consorzio del 22 gennaio 2015.

Qual è il valore pieno dell’intesa? Ha ragione il consigliere Foti quando dice che non basta semplicemente definire in una convenzione volontaria gli elementi di aumento, seppur importanti, di rilascio aggiuntivo delle portate del Brugneto. Il valore dell’intesa risiede nella sperimentazione temporanea tesa a individuare le corrette modalità per una gestione ambientalmente sostenibile del bacino del fiume Trebbia. La sperimentazione, che si avvale di tre modelli, sviluppati rispettivamente da Mediterranea delle Acque, ARPA SIMC (servizio idro-meteo-clima), e Consorzio di bonifica, che attraverso la valutazione dei processi idrologici e idraulici, nonché dei fabbisogni idropotabili e irrigui, permetteranno di definire congiuntamente le modalità di gestione sostenibile della risorsa idrica. Le attività di sperimentazione, per quanto di competenza della Regione, come disposto anche dalla delibera di Giunta regionale 1085/2014, sono coordinate dalla cabina di regia del fiume Trebbia, integrata da una figura di alta professionalità sia in tema di modellistica idraulica sia nel settore dell’irrigazione e della difesa idrogeologica, proposto dal Consorzio di bonifica. Solo il completamento della sperimentazione e i relativi risultati finali, che dovranno tenere conto del mancato rilascio aggiuntivo nel 2014, daranno risposte in merito ai corretti quantitativi da erogare e alle modalità ottimali con cui effettuare tali rilasci al fine di armonizzarli al meglio con le effettive esigenze del territorio piacentino. Relativamente all’opportunità di prevedere modifiche al disciplinare di concessione, non posso che sottolineare che la risorsa invasata dalla diga del Brugneto è prelevata per garantire l’approvvigionamento idropotabile di Genova e secondariamente sfruttando il salto all’interno delle condotte acquedottistiche per la produzione di energia idroelettrica. La concessione di derivazione ha scadenza nel 2024 per l’uso idropotabile mentre per quanto attiene l’uso idroelettrico secondario la scadenza era prevista per il 2014, sono stati pertanto già presi contatti con la Regione Liguria in merito alle procedure per il rinnovo dell’uso idroelettrico che, trattandosi di concessione interregionale, sarà effettuato attraverso uno specifico accordo interregionale, come previsto dallo stesso secondo comma dell’articolo 89 del decreto legislativo 112/98. È opportuno evidenziare che la concessione di derivazione dal torrente Brugneto, pur prevedendo un utilizzo plurimo della risorsa, con scadenze concessorie differenziate, tara i quantitativi prelevati e le modalità di esercizio all’uso potabile, pertanto modifiche sostanziali al disciplinare di concessione potranno essere considerate in sede di rinnovo di tale uso o eventualmente anteriormente alla scadenza qualora tale derivazione risulti in contrasto con il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi di qualità e dell’equilibrio del bilancio idrico, come previsto dall’articolo 95 del decreto legislativo 152/2006. Queste tematiche e la ricerca di soluzioni che assicurino le esigenze multiple di tutto il bacino sono inoltre oggetto di approfondimento nell’ambito del processo di partecipazione in corso relativo al contratto di fiume Trebbia, un percorso che coinvolge tutto il territorio del bacino interregionale (amministrazioni, enti e soggetti interessati) con l’obiettivo condiviso di giungere, e questo per me è il punto premiante, a una gestione integrata e interregionale dell’intera asta del fiume.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Foti. Ha quattro minuti.

 

FOTI: Grazie, Presidente. Ringrazio l’Assessore per la sua dettagliata risposta e analisi. Come lei sa, la situazione nell’area in questione dipende dalle stagioni. Giustamente nel 2014 non c’è stata una particolare necessità d’acqua e ricorderà l’assessore Gazzolo che due anni prima invece eravamo in totale emergenza, soprattutto perché, essendovi la questione del deflusso minimo vitale per quanto riguarda le acque del fiume Trebbia, vi era un’impossibilità di captazione delle acque da parte del mondo agricolo che obiettivamente in quella zona rappresenta una parte significativa del prodotto interno lordo dell’intera provincia di Piacenza. Io mi permetto di rivolgere all’assessore Gazzolo due raccomandazioni: la prima è in relazione alla parte di convenzione scaduta, quella del 2014, relativa all’uso idroelettrico, perché ovviamente è una parte del disciplinare cui bisogna mettere mano perché diversamente continuiamo in un regime di prorogatio che non avrebbe senso continuare a perpetuare, mentre la seconda è che, fermo restando il significativo risultato ottenuto in questo accordo volontario tra le parti, si veda comunque, finita la fase di sperimentazione, di realizzare anche un rapporto paritario tra le parti interessate perché, come il caso dimostra, attualmente, se dovessimo applicare alla lettera ciò che dice l’accordo volontario, l’ultima e definitiva parola in merito l’ha Mediterranea Acque Spa, che è la delegata del Comune di Genova a decidere o meno del rilascio. Penso che in un accordo tra le parti difficilmente si delega a una sola delle parti di decidere anche per l’altra. Ben venga la fase di sperimentazione che può servire anche ad affinare e a migliorare i rapporti che in passato sono stati anche molto tesi tra le parti in campo, poi si arrivi anche a una parità effettiva tra i soggetti istituzionali coinvolti al fine di poter dare garanzie paritarie al territorio piacentino come a quello genovese.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

 

OGGETTO 91

Interpellanza circa le iniziative da intraprendere per garantire, nell'ambito dell'amministrazione regionale, la parità nelle condizioni di accesso al supporto tecnico, legislativo e amministrativo, con particolare riferimento al comportamento del relativo personale ed alla tutela delle minoranze. A firma del Consigliere: Bignami.

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Consigliere Bignami, prego.

Risponde l’assessore Petitti. Le ricordo che ha otto minuti a disposizione.

 

BIGNAMI: Grazie, Presidente. Questa interpellanza è specificamente rivolta alla Giunta proprio perché, diversamente da ciò che faccio di consueto, ovvero presentare interrogazioni a risposta scritta e accessi agli atti per verificare le documentazioni immediatamente disponibili agli uffici, ho ritenuto giusto sottoporre sottoforma di interpellanza un tema di natura politica alla Giunta. Diversamente da quello che magari si può pensare, quando ci fu la prima seduta o, meglio, quando il Presidente Bonaccini illustrò il proprio programma di mandato chi parla intervenne sottolineando una serie di aspetti non a caso ma perché quegli aspetti erano evidentemente funzionali alla definizione di alcuni aspetti che a mio giudizio erano abbastanza centrali. Uno di questi - non parlerò del PSR, della tutela della montagna o di altro - era l’equidistanza che le strutture tecniche e amministrative devono complessivamente e genericamente avere nei confronti dell’azione delle opposizioni e soprattutto del ruolo istituzionale che le minoranze operano e ricoprono all’interno dell’Aula e dei lavori evidentemente dell’Assemblea legislativa. Questo non è, come dissi in quella sede, uno svago personale, ma vi è l’articolo 31 dello Statuto, alla lettera g), che parla di tutela delle minoranze, che, come ebbi a dire in quella occasione, non era da intendersi come le minoranze rom, sinti o quant’altro ma era questa sparuta minoranza presente in Aula. Mi sarebbe piaciuto presentare quell’interpellanza e dopo uno o due mesi ritirarla, invece purtroppo l’abbiamo dovuta mantenere non perché tutti i settori e tutte le direzioni abbiano un comportamento non congruo, perché sarebbe profondamente sbagliato da parte mia, ma perché ve ne sono alcune, tra cui la sua, Assessore, che non dimostrano quell’equilibrio e quell’equidistanza che invece sarebbe necessario ricoprissero. La cosa un po’ ci innervosisce perché vediamo che in alcuni contesti l’interlocutore non è la Giunta ma il funzionario, che si trincera dietro a un’apparente burocrazia per poi scaricare le scelte, di cui davanti all’opinione pubblica rispondiamo noi, a livello politico. È un modo abile ma che noi non accettiamo. L’interpellanza, che si conclude con una domanda ben precisa, in realtà è un sollecito ed è un sollecito finalizzato a far sì che tutte le direzioni, tutti i settori, tutti i funzionari e tutti i dirigenti non guardino se uno è di maggioranza o se uno è di minoranza ma guardino al ruolo istituzionale e che non sia così lo dimostra il fatto che c’è anche un’interpellanza, perché avrei potuto impiegare meglio quei venti-trenta minuti che ho speso per redigerla se il problema non esistesse. Per dirla tutta, nello scorso mandato, non vi fu fino a un certo punto questo atteggiamento che invece stiamo riscontrando, pertanto ascolterò con interesse la risposta dell’assessore Petitti, però sia chiaro che la mia è più un’evidenziazione e un sollecito funzionale alla creazione di questo clima di imparzialità che, detto per inciso, se non ricordo male, oltre l’articolo 31 dello Statuto, sarebbe blandamente anche ricordato dall’articolo 97 della nostra Costituzione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

Risponde l’assessore Petitti. Ne ha facoltà.

 

PETITTI, assessore: Grazie, Presidente. Lei, consigliere Bignami, ha rivolto alla Giunta alcuni interrogativi chiedendoci quali iniziative intendiamo intraprendere, come veniva ricordato all’inizio anche dalla Presidente, per tutelare i diritti delle minoranze, per garanzie a maggioranza e opposizione, parità nelle condizioni di accesso al supporto tecnico, legislativo e amministrativo, e anche per, perché questo si dice nell’interpellanza, allontanare quei funzionari e dirigenti di un servizio, come lei ha precisato anche ora, del servizio affari istituzionali e legislativi, che secondo lei, ponendo in essere un’azione di natura politica che spetterebbe diversamente alla Giunta, agendo a supporto ovviamente di quest’ultima, lederebbero il principio di imparzialità della pubblica amministrazione sancito dall’articolo 97 della Costituzione.

Credo che in via del tutto preliminare sia importante sottolineare che la Giunta ritiene che le proposte elaborate dai tecnici siano coerenti con le norme di riferimento e dunque legittime, ma voglio anche sottolineare che con riguardo proprio all’orientamento di questa Giunta regionale si ritiene opportuno precisare fin d’ora che noi intendiamo agire nel pieno rispetto degli equilibri tra maggioranza e opposizione assicurando tutela alle minoranze, parità di accesso al supporto tecnico, legislativo e amministrativo e tutto ciò ovviamente in conformità di quello che è l’assetto organizzativo della Regione. Tale assetto, ed è importante ricordarlo, prevede che la Giunta si avvalga di quelle strutture tecniche di riferimento così come l’Assemblea legislativa. Sul tema del rapporto tra attività politica di competenza della Giunta e attività tecnica di competenza di dirigenti e funzionari incardinati nelle strutture regionali, si sottolinea che agli organi politici compete assumere le decisioni sulle scelte da compiere e sui percorsi da intraprendere, invece sappiamo che alle strutture tecniche, in particolare ai dirigenti, compete solo quella di formulare le proposte che poi vengono legittimamente presentate e sono percorribili in coerenza e nel rispetto degli indirizzi che esprimiamo.

Lei però ha fatto riferimento con riguardo anche a un citato progetto di legge di fusione dei comuni di Granaglione e Porretta Terme, che viene richiamato esplicitamente nella sua interpellanza. Io credo che sia opportuno anche precisare questo iter, perché noi dopo aver scritto ai sindaci il 14 gennaio 2015, dopo averli incontrati il 21 gennaio 2015 e dopo aver acquisito il loro assenso scritto il giorno successivo, il 22 gennaio, alla ripresa del progetto di fusione che si era interrotto a causa dello scioglimento anticipato dell’Assemblea legislativa, la Giunta ha ritenuto di dare corso alla speciale procedura prevista dalla legge regionale, all’articolo 13 bis della legge regionale n. 24/96, approvando la delibera n. 52 il 26 gennaio scorso. Con tale delibera la Giunta ha l’intento di non pregiudicare quello che è il completamento del percorso di fusione dei due comuni, che era già stato avviato nella precedente legislatura, e ha offerto ai comuni stessi la possibilità di evitare la definitiva decadenza dell’originario progetto di legge di fusione ricollocandolo in quella che è la medesima sede in cui si trovava al momento dello scioglimento dell’Assemblea, ovvero nella Commissione I, così come è stato presentato la scorsa settimana. Anche qui ci tengo a sottolineare che avendo riscontrato l’intenzione di entrambi i comuni interpellati a non abbandonare questa prospettiva della fusione, abbiamo voluto preservare in capo ad essi l’opportunità di avvalersi di questo iter legislativo di fusione abbreviato e semplificato agendo nel loro interesse, ferma restando la possibilità che questa speciale procedura, se non riuscisse a svilupparsi nei tempi previsti dalla legge, possa permettere anche di azzerare il percorso e avviare in seguito un nuovo iter legislativo ordinario. Inoltre si precisa che le amministrazioni comunali interessate hanno la facoltà - questo è stato sottolineato ai sindaci e ricordato in Commissione - di perfezionare e integrare l’analisi di fattibilità a suo tempo presentata durante tutto il proseguimento dell’iter assembleare, così come possono eventualmente decidere di interrompere questo iter. Ecco perché la Giunta, nel rispetto della legge regionale, ha tutelato con quell’atto, a cui lei fa riferimento nella sua interpellanza, l’autonoma iniziativa delle amministrazioni comunali, che, se vorranno, potranno rinunciare a questa procedura accelerata optando per il percorso legislativo ordinario di fusione. Proprio per questa ragione crediamo che non ci siano le condizioni per porre quelle questioni politiche che lei ha sottolineato rispetto a tutto l’iter legislativo che è stato presentato da questa Giunta in Commissione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Petitti.

La parola al consigliere Bignami. Ha quattro minuti.

 

BIGNAMI: Grazie, Presidente. Dispiace che lei abbia tratto solo l’ultima parte, perché l’appello che avevo svolto in Aula, e che ribadisco, è che ci sia un controllo su tutto. Tuttavia, Assessore, mi dispiace anche perché lei si sarebbe risparmiata una brutta figura se ieri avesse mandato un funzionario in Commissione, perché ieri in Commissione i due sindaci sono venuti e hanno detto esattamente l’opposto di quello che lei ha detto adesso. Lei non c’era, perché sicuramente aveva altro da fare. Nella lettera, se lei la legge, e non so se l’ha letta...

 

(interruzione dell’assessore Petitti)

 

Tre questioni che ieri è venuta in Commissione e ha detto che a queste condizioni non vanno avanti. Nella delibera c’è scritto che c’è un sì sostanziale quando invece hanno detto no, a meno che non si sciolgano quei tre temi. Lo abbiamo detto ieri in Commissione. Assessore, non me la prendo con lei, perché la brutta figura la fa lei ma gliel’hanno fatta fare i funzionari, perché esattamente ciò che in quell’interpellanza ho presentato è accaduto ieri. I sindaci sono dell’idea di intraprendere, non di proseguire, il percorso a patto che vengano realizzate queste tre condizioni. A dimostrazione che a noi va bene abbiamo presentato emendamenti, abbiamo cercato una condivisione, ma questo è un altro tema. Ieri sono venuti a dirlo in Commissione e non c’era nessuno del suo settore, il che è grave. Non dico che doveva esserci lei, ma non c’era nessuno a prendere nota di ciò che era stato detto, e questa è una mancanza di attenzione non tanto nei confronti della Commissione, perché tanto ci siamo abituati, perché altrimenti non avrei posto quel tema, ma nei suoi confronti, perché l’hanno fuorviata. Potrei anche fare un po’ di polemica ma non ne ho voglia, e dico che bisogna fare attenzione a governare bene questi funzionari perché vi portano fuori strada. Noi ci siamo abituati, e abbiamo gli strumenti per rientrare in carreggiata, voi giustamente, dal vostro punto di vista, vi fidate ma ventiquattro ore fa nella sala qui a fianco due sindaci hanno detto l’opposto di quello che lei ha detto. Rifletta, Assessore. Non può scuotere la testa perché non c’era e il verbale non è redatto. Non voglio buttarla in polemica sterile, cosa che potrei fare, perché il suo atteggiamento invita anche a dire di peggio, ma non lo voglio fare. L’invito è di essere attenti a ciò che i funzionari fanno perché succedono queste cose. C’erano altri commissari ieri quando l’hanno sentito, e non hanno detto sì i sindaci, ma altro. Non è destra o sinistra ma è un fatto, e qui mi fermo, perché il problema è quello dell’apparato non politico.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bignami.

 

Interpellanza oggetto 8 - Rinvio

Interpellanza oggetto 85 - Ritiro

 

PRESIDENTE (Saliera): L’interpellanza 8 viene rinviata per assenza giustificata dell’assessore Corsini e la 85 è ritirata, quindi possiamo proseguire con l’ordine del giorno.

 

OGGETTO 163

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di antimafia. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani, Sensoli, Sassi, Piccinini

(Conclusioni, dichiarazioni di voto e reiezione)

 

OGGETTO 165

Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di rispetto della legalità e sulle azioni di prevenzione e trasparenza necessarie per combattere le infiltrazioni di stampo mafioso sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Conclusioni, dichiarazioni di voto e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Eravamo alla conclusione del dibattito generale. Aveva chiesto di parlare l’assessore Mezzetti. Ne ha facoltà.

 

MEZZETTI, assessore: Grazie Presidente. Grazie Consiglieri. Non esprimerò un parere di Giunta rispetto alla proposta di istituzione di una commissione di inchiesta, perché non spetta alla Giunta ma è una competenza dell’Assemblea. È l’Assemblea che discute ed è giusto che decida l’Assemblea nel merito. Avrei detto al consigliere Sassi, il quale ha profuso molte parole nel corso del dibattito ma forse non è interessato alle conclusioni, che probabilmente non mettiamo paura alle mafie con le nostre ricerche, i nostri studi e i nostri provvedimenti ma non credo neppure che metteremo paura alle mafie con una commissione di inchiesta della Regione, che tra l’altro non ha alcuna competenza, come è stato ricordato da diversi Consiglieri di maggioranza e opposizione, perché ho sentito attentamente l’intervento del consigliere Foti, che su questo ha detto parole chiare. Sapete quando si mettono paura le mafie? Le mafie si mettono paura quando colpiamo i loro interessi, in particolare quando colpiamo i loro interessi economici, oppure quando c’è un intervento di carattere giudiziario. Io ritengo, per esperienza, che si mettano ancora più paura dell’intervento giudiziario quando si colpiscono i loro interessi economici, e non a caso Pio La Torre fu ucciso perché nella sua iniziativa politico-istituzionale fu l’ideatore della famosa legge La Torre che colpisce i mafiosi confiscando loro i beni, le loro proprietà e quindi le loro economie e sottraendoli alla loro potestà. Il consigliere Sassi ci chiedeva dove eravamo negli anni scorsi; io non so dove fosse lui nel 2008 ma nel 2008 in quest’Aula si bloccò un finanziamento della Regione su un’area della nostra regione, che era oggetto di un tentativo di speculazione edilizia, la Regione non investì più 15 milioni di euro che avrebbero fatto da foglia di fico per un investimento speculativo di carattere edilizio di grandi proporzioni, che faceva riferimento a una holding societaria che a sua volta faceva riferimento a società fiduciarie con sedi bancarie all’estero, società fiduciarie di cui non era chiara l’origine. In quest’Aula qualcuno pose con chiarezza il tema di fare luce sull’origine di quelle società fiduciarie, altrimenti la Regione non avrebbe dovuto procedere con l’investimento di 15 milioni, e quell’investimento fu bloccato perché dietro una di quelle società fiduciarie c’era una banca con sede all’estero - a San Marino - che un anno dopo fu decapitata in tutti i suoi vertici perché tutti quanti arrestati per l’indagine Delta da parte della Procura di Forlì per presunto riciclaggio di denaro sporco proveniente dalla ‘ndrangheta. Quel Consigliere regionale si vide recapitati i tre proiettili nella busta qui in Consiglio regionale, quindi qualcuno di noi negli anni passati non stava con le mani in mano, consigliere Sassi, ma si è mosso, ha agito, fortunatamente insieme ad altri.

Sono più di trecento gli amministratori che anche in questa regione, e non solo, hanno ricevuto minacce solo in questo ultimo anno e mezzo-due anni, quindi vuol dire che c’è un impegno. Io l’ho sempre detto e lo continuo a ribadire che non c’è stato da parte di pezzi dell’amministrazione, ma non solo, e anche pezzi dell’apparato, anche pezzi di quell’apparato dello Stato che oggi ci rimprovera e ci richiama a un impegno collettivo che ognuno faccia la sua parte, perché vorrei ricordare che in questa regione - l’ho già fatto ieri e lo ripeto - la Direzione Investigativa Antimafia è stata istituita soltanto agli inizi del 2012 su pressione di questa Regione e su pressione di gruppi parlamentari di maggioranza di questa regione perché fino ad allora lo Stato ignorava il fatto, anzi spesso lo ha negato, che in questa regione ci fosse una presenza di mafie organizzate.

Potrei ricordare episodi che risalgono alla fine degli anni Novanta in cui prefetti, quindi emanazioni dello Stato, di questa regione negavano e irridevano a chi denunciava la presenza e l’infiltrazione mafiosa. Potrei ricordare - l’ho già fatto - che soltanto pochissimi anni fa l’allora prefetto di Parma negò e attaccò frontalmente e verbalmente Roberto Saviano che si era permesso di dire che nel parmense c’era una presenza dei casalesi e dei camorristi, quel prefetto attaccò frontalmente Saviano salvo due settimane dopo vedere l’arresto sul suo territorio di diciotto boss legati ai clan camorristi dei casalesi. C’è una responsabilità di tutti; c’è chi ha fatto la sua parte, chi ne ha fatta meno, ma questa Regione sicuramente sì, anche se si può fare sempre di più e sempre meglio, per quello che è nella sfera delle sue competenze che, ribadisco ancora una volta, non sono né giudiziarie né inquirenti, pertanto non abbiamo nessun potere giudiziario né inquirente neppure se istituissimo una commissione antimafia, che se vogliamo che si istituisca con competenze giudiziarie e inquirenti deve passare attraverso una norma legislativa dello Stato, quindi richiamerei eventualmente i vostri, perché avete pattuglie numerose anche in Parlamento, a muoversi eventualmente con un’iniziativa parlamentare affinché le regioni possano anche dotarsi di questo tipo di poteri, che oggi non hanno.

Come Regione, dal 1998 in poi, noi abbiamo più volte prodotto anche studi e ricerche che raccontano molto di più di quello che racconta l’inchiesta Aemilia, perché l’inchiesta Aemilia, che ha avuto e ha giustamente una forte rilevanza mediatica, ci racconta un parziale spaccato di un parziale territorio di questa regione. Vi dico che c’è molto di più di quello che ci dice l’inchiesta Aemilia, e quel di più lo raccontiamo dal 1998 ma molti hanno fatto finta di non vedere o hanno sottovalutato, e quando dico “molti” non parlo soltanto di questa regione o di queste amministrazioni locali ma parlo in primo luogo di pezzi dello Stato, che sono arrivati molto tardi. La presenza di un personaggio che si chiama Grande Aracri a Reggio Emilia, che aveva costruito una rete di ‘ndranghetisti, a Reggio Emilia il 18 gennaio 2008 fu detta in pieno Consiglio comunale da Enzo Ciconte, chiamato dal Consiglio comunale di Reggio Emilia a relazionare in seduta straordinaria sui temi della presenza ‘ndranghetista a Reggio Emilia. La DIA si istituisce quattro anni dopo nel nostro territorio.

Consigliera Gibertoni, lei nel suo intervento ha detto prima che è rimasta perplessa, e ho visto che l’ha twittato, rispetto alle mie dichiarazioni sulle opinioni dei magistrati.

 

(interruzione della consigliera Gibertoni)

 

Anche a suo nome. Comunque l’ha detto in Aula. Non sulle opinioni dei magistrati ma su una particolare opinione. Se su un atto come una relazione della Direzione Nazionale Antimafia si parla per due pagine e mezzo, si costruisce e si delinea una fotografia, che, se è vera, è assolutamente inquietante, di un rapporto organico e massiccio tra apparati politici e istituzionali ad alto livello di questa regione e la mafia che ha portato, se non all’occupazione militare del territorio, alla corruzione delle menti dei cittadini emiliano-romagnoli - cito testualmente - se questo corrispondesse al vero io, noi, lei, consigliera Gibertoni, ci dovremmo sentire tutti quanti chiamati in causa, nessuno escluso, perché una volta entrati in quest’Aula non è che c’è chi è casta e chi cittadino ma siamo tutti espressione politica ai massimi livelli. Se fosse vero che l’espressione politica e istituzionale ai massimi livelli è compromessa e collusa tanto da definire l’Emilia-Romagna terra di mafia, credo che dovremmo preoccuparci seriamente, ma ritengo anche che chi dice e scrive una cosa di questo tipo credo che abbia il dovere, e noi avremmo il dovere di pretendere, di avere indicazioni circostanziate, perché questo è il compito di un’autorità giudiziaria. Quando dico di non dire opinioni ma fatti concreti, mi aspetto, perché siccome non accetto di essere confuso nella massa di un apparato istituzionale di alto livello compromesso con la mafia, di sapere nomi e cognomi perché non accetto di essere confuso tra questi. Allora vado a leggere l’inchiesta Aemilia, come l’ha letta il consigliere Foti, dal quale ho sentito anche parole condivisibili. L’inchiesta Aemilia chi l’ha letta sa che sono 1.377 pagine e il libro pubblicato da Repubblica è solo un estratto. In queste 1.377 pagine il capitolo politico e comunicazione va da pagina 937 a pagina 976, 39 pagine, in cui vengono citati solo quattro personaggi politici, due in maniera tangente (vengono solo accennati e citati ma non vengono indicati come compromessi ma si suppone che abbiano relazioni e rapporti da tempo) e su due si concentra l’attenzione, che sono personaggi - mi sia consentito, senza mancanza di rispetto - di secondo, terzo o quarto livello dell’apparato politico-istituzionale di questa regione.

Non critico le opinioni di tutti i magistrati, perché invece faccio mie le parole del Procuratore aggiunto della DDA di Catanzaro Vincenzo Luberto, che ha contribuito alla scrittura anche lui dell’inchiesta Aemilia, che dice "non amo i toni roboanti in questi casi; prima capiamo i fatti, aspettiamo che vengano portate a compimento inchieste e processi e quindi parlare di questo fenomeno delle menti corrotte non mi pare francamente sia adeguato rispetto al fenomeno che dobbiamo imparare a conoscere da punti di vista differenti. Starei attento a parlare di terra di mafia e terra di ‘ndrangheta". Lo dice il Procuratore aggiunto della DDA di Catanzaro Vincenzo Luberto. "Noi dovremmo cominciare a misurare i problemi in maniera utile - dice lui - e concreta, più che sparare su gestioni con condotte ansiogene che non servono a nessuno". Queste sono parole di Luberto che faccio mie. Sono le parole di un magistrato impegnato nell’inchiesta Aemilia. Stessi concetti con altre parole li ha espressi due giorni fa Cantone quando ha detto che starebbe attento a parlare genericamente di Emilia-Romagna come terra di mafia. È stato detto che cosa abbiamo fatto, il consigliere Sassi è più esperto di me in conoscenze informatiche vedendo il suo curriculum, quindi forse meglio di me e più rapidamente di me può avere accesso anche nelle pagine del portale “Legalità” della Regione e nel leggere il resoconto che però comunque il consigliere Mumolo già per ampi cenni richiamava. Ieri noi abbiamo presentato un pacchetto di proposte - non ci sto a tornare sopra - che porteremo in Aula, saranno oggetto di discussione insieme a quelle di altri gruppi consiliari in Commissione e in Aula, mi pare di capire che molta parte delle proposte che abbiamo approvato in Giunta regionale - altre ne porteremo nelle prossime settimane - fanno parte delle proposte presentate dai gruppi consiliari, quindi non capisco perché se le presentiamo noi sono fumo e gocce d’acqua in mezzo al mare ma se le propone il Movimento 5 Stelle invece sono una consistente azione antimafiosa. Mi riferisco alla proposta di legge di modifica della 3/2011, osservatorio regionale, rafforzamento dei rapporti, consulta regionale sulla legalità e la prevenzione del crimine organizzato, noi abbiamo aggiunto anche altre cose, come l’estensione dei criteri applicati sui criteri del terremoto, sugli appalti e sui parametri da applicare dalle aziende coinvolte negli appalti su tutto il territorio regionale, abbiamo proposto, come viene avanzato da più parti, il ridimensionamento secco di tutte le stazioni appaltanti, passando a una stazione appaltante per ogni unione dei comuni, che è il punto di riferimento istituzionale oggi unico che è rimasto in vita dopo l’esaurimento delle Province, quindi passare a circa 50 stazioni appaltanti sul territorio regionale, basti pensare che oggi nel Modenese sono 140 le stazioni appaltanti. Quindi misure concrete che stanno, certo, nell'ambito delle nostre competenze, che, certo, sicuramente non colpiscono e non mettono in galera chi può essere sospettato di essere mafioso, ma cercano di fare, come si dice nelle politiche socio-sanitarie, riduzione del danno, perché non abbiamo la pretesa o la presunzione, come qualcun altro ha, che noi sconfiggeremo le mafie, ma noi dobbiamo avere un compito: stingere al massimo le maglie che impediscano la penetrazione e poi il consolidamento e il radicamento sul territorio delle economie mafiose. Questo lo possiamo fare con gli strumenti a nostra disposizione.

Se poi pensate che ce ne debbano essere altri che oggi la legge non ci dà, fate tutti quanti le vostre iniziative parlamentari e magari si trovi l'accordo tra tutte le forze parlamentari perché da Roma ci arrivino gli strumenti per poter fare altri tipi di iniziative.

Oggi noi usiamo gli strumenti a nostra disposizione. Gli strumenti sono quelli che noi stiamo adottando, sono quelli che stiamo mettendo in campo: cerchiamo di ridurre al massimo, di stringere al massimo le maglie. Un riconoscimento l'abbiamo già avuto dalle forze sindacali così come dalle forze imprenditoriali sane di questo territorio che ci dicono che ci stiamo muovendo nella direzione giusta.

Io spero che su questo smettiamo di fare delle ideologie e della propaganda, ma cerchiamo davvero tutti quanti insieme di trovare il filo della concretezza degli atti reali, pratici, da mettere in campo, perché forse noi con questo non faremo paura, non faremo paura neanche con le Commissioni antimafia e d'inchiesta, ma sicuramente con le chiacchiere non faremo paura. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Mezzetti.

È stato presentato un emendamento sostitutivo all'oggetto 165 a firma di Fabio Rainieri. È aperta la discussione generale sull'emendamento.

Se non c'è nessun iscritto a parlare, procediamo con le dichiarazioni di voto sull'oggetto 163, sull'oggetto 165 e il relativo emendamento.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Parto dall'emendamento proposto dalla Lega e presentato dal consigliere Fabio Rainieri, che votiamo a favore, ci sembra assolutamente accoglibile.

Tornando invece alle due risoluzioni abbinate, certamente le votiamo a favore. Prevedo, e secondo me sarà così, che se continua in questo modo in cui c'è poca chiarezza di visione, in cui si continua a giocare sulla difensiva e sull'emergenza, dall'XI legislatura ci sarà una commissione permanente antimafia, cioè secondo me ci sarà una settima commissione che si occuperà di antimafia e chi ci sarà dirà che il Movimento 5 Stelle la proponeva già anni fa, così come l'Osservatorio regionale noi lo proponevamo già nel 2011 e poi adesso qualcosa si farà, però, come ho detto l'altra volta, abbiamo perso quattro anni.

In Piemonte il centrosinistra ha approvato effettivamente una commissione d'inchiesta antimafia su stimolo del Movimento 5 Stelle, quindi non capisco come mai ci confrontiamo con le altre Regioni soltanto in alcuni casi e in altri invece diciamo che gli stimoli non vanno accolti, gli atti a volte sono divisivi, altre volte non lo sono e via dicendo.

Visto che la commissione d'inchiesta sull'ambiente non è uno strumento adatto perché c’è già la terza commissione e nello stesso tempo abbiamo avuto due anni con nove eventi imprevisti in cui abbiamo giocato d'emergenza e non abbiamo saputo né prevedere, né prevenire, né mettere a posto quando era ora e visto che la commissione d'inchiesta sull'antimafia non si può accettare e non si capisce esattamente il motivo, vorrei chiedere: a quale commissione d'inchiesta, se dovessimo mai proporne una, voi voterete a favore? A me piace molto l'idea del consigliere Foti, quindi io vi anticipo già che proporremo insieme, spero, a Foti, o a partire da un suo atto, una commissione d'inchiesta sui rapporti con le cooperative. Spero che su questo almeno voterete a favore così ne sapremo tutti un po' di più. Spero che anche il centrodestra sia con noi in questo, ma per avere solo delle nozioni in più, per avere dei quadri più completi.

Detto questo, ci sarebbe piaciuto fare come l'altra volta quando abbiamo dato atto formalmente che eravamo insieme su obiettivi comuni che davano la priorità alla tutela della legalità, alla tutela della sicurezza, all'idea di non mettere più soltanto dei cerotti su cose che non si sono sapute prevedere. Non posso che ripetere anche quello che ci siamo detti prima, c'è stata sicuramente una grandissima sottovalutazione. Se ci dite che non si parla di infiltrazione, allora non parliamo più neanche di prevenzione perché non c'è più niente da prevenire. Mi viene da chiedere per quale motivo si rifiutano strumenti nuovi. Perché le persone che lavorerebbero in questa commissione d'inchiesta non sarebbero nomine politiche, perché vengono da fuori? Insomma, a me sembra, considerando che il costo è praticamente pari a zero, effettivamente pretestuoso. Comunque invito la maggioranza a ripensarci, eventualmente a proporre qualcosa di analogo, di altrettanto convincente per noi, lo speriamo e ribadisco certamente il nostro voto convintamente a favore.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Oltre che dichiarare ovviamente il mio voto favorevole alle due richieste di istituzione delle Commissioni e all'emendamento proposto dal collega Rainieri, faccio una domanda di cui forse so già la risposta in realtà, ma forse non mi interessa nemmeno tanto. La domanda è: perché la consulta regionale va bene e la commissione d'inchiesta no? Perché quello che ha proposto e che leggiamo oggi sui giornali il presidente Bonaccini, quindi una consulta di nomina regionale per combattere le mafie, va bene e invece la commissione no, è un ente inutile, completamente inutile? Forse perché c'è la minoranza all'interno, forse perché diamo fastidio. La consulta invece risolverà tutti i problemi, pare, perché dall'articolo che è uscito oggi su tutti i giornali pare che la consulta sia la soluzione di tutti i mali. Io lo spero onestamente, spero che la Giunta sappia nominare dei membri della consulta che sappiano risolvere tutti i problemi, che propongano all'Assemblea delle nuove leggi, delle modifiche di legge che possano portare ad una maggiore sicurezza di tutela dal punto di vista delle infiltrazioni o del radicamento, chiamiamolo come vogliamo, mafioso, me lo auguro davvero che sia così. Io credo che in realtà scappare da una commissione sia scappare dalle opposizioni, che forse sarebbero una forma di controllo un po' più elevata rispetto a quelle di enti nominati. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mumolo. Ne ha facoltà.

 

MUMOLO: Grazie, presidente. Prendo pochissimi minuti, però qualcosina rispetto a quello che abbiamo fatto la devo riprendere, perché ho ascoltato degli interventi, e il dibattito è stato come sempre molto utile, ho ascoltato punti di vista diversi, però forse qualcosa bisogna ricordarla in quest'Aula.

Come ha già detto qualcun altro, noi ci possiamo occupare, rispetto a questo tema, di cultura della legalità e di prevenzione, non abbiamo altri poteri, ahimè, non ce li abbiamo e bisogna che ce ne rendiamo ben conto. E che cosa abbiamo fatto rispetto a cultura della legalità e prevenzione? Noi la scorsa legislatura abbiamo fatto tre leggi: una legge che è la legge n. 3, di cui abbiamo parlato molto in quest'Aula, una legge per il contrasto alle mafie nel settore del trasporto e del facchinaggio e una legge per il contrasto alle mafie nel settore degli appalti pubblici e privati. Non sono libri scritti, a parte il fatto che io do ai libri una grandissima importanza e forse qualcun altro anche prima di me sicuramente molto più importante e più degno di me come Antonino Caponnetto, che ha detto più volte che la mafia ha più paura delle scuole che dei giudici perché prospera nell'ignoranza, quindi fare cultura della legalità è il primo passo, il vero passo che si può fare, che possiamo fare tutti insieme per sconfiggere le mafie, forse anche perché proprio ieri qualcun altro che magari se ne occupa un po' più di me, sicuramente con più cognizione di me, ha detto che le mafie non possono essere sconfitte solamente dalle forze dell'ordine e dalla magistratura, ma le dobbiamo combattere tutti insieme, ognuno mettendoci del suo, e io penso che rispetto a quello che possiamo fare noi, poi tutto è criticabile, qualcosina l'abbiamo anche fatta.

Rispetto ovviamente tutte quante le opinioni, ma vorrei ricordare che la legge n. 3, che per qualcuno è aria fritta, e, per carità, è un'opinione anche questa, è stata considerata da un ufficio, che non è un ufficio che si trova in Emilia-Romagna, ma è un ufficio dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, è stata ritenuta, fra tutte le leggi regionali italiane, una buona prassi, l'unica buona prassi per il contrasto alla criminalità organizzata. Può essere aria fritta anche questa, può essere che le mafie non abbiano alcuna paura di quello che facciamo noi, questo può essere, però posso assicurare che non c'è stata nessuna sottovalutazione perché altrimenti quelle tre leggi non le avremmo fatte. Non c'è stata nessuna sottovalutazione e certamente insieme dobbiamo fare ancora di più e ci sono dei provvedimenti che sono già stati annunciati.

Dopodiché le battutine, se vogliamo lavorare seriamente su questo tema in quest'Aula, io le eviterei, ma le eviterei per rispetto di tutti, perché se dobbiamo fare le battutine sulla mafia e sulle paure della mafia in relazione alla nostra attività, allora vorrei dire che quindi la mafia non ha paura dei nostri libri e delle nostre leggi e invece dovrebbe avere paura di quello che è stato sottoscritto da chi ha parlato prima di me, dal Movimento 5 Stelle, in una proposta di legge, l'unica proposta di legge, e il Movimento 5 Stelle c'era anche nell'altra legislatura, l'unica proposta di legge che è stata fatta e depositata, che prevede delle cose che sono l'osservatorio, la consulta e la conferenza. Sono queste tre le proposte e quindi la mafia dovrebbe scappare terrorizzata da questa regione evidentemente perché fino adesso non abbiamo fatto nulla, ma davanti a queste tre proposte dovrebbe ovviamente decidere di emigrare magari oltremare.

 

(interruzione)

 

Collega, le battute siamo capaci tutti a farle, il problema non è questo.

Per me invece quelle tre proposte sono importanti perché è un passettino in più, sono tutti passi che possiamo fare insieme, perché è importante l'osservatorio, anche se la legge n. 3 prevedeva già il coordinamento tra i vari osservatori provinciali che ci sono e sono stati costituiti, perché con la legge n. 3, come si ricordava, abbiamo fatto 78 accordi con enti locali, che qualcosina hanno prodotto evidentemente; poi ci sono stati tanti progetti che sono stati finanziati, dalla videosorveglianza alla formazione della polizia municipale dei singoli comuni, che magari adesso hanno qualche strumento in più per individuare comportamenti sospetti sul territorio; ci sono, come ricordavo, tantissimi ragazzi che sono venuti a conoscenza di questo problema. Può essere ininfluente? Secondo me no.

E poi ci sono delle altre cose che noi oggettivamente dobbiamo fare e mi sarebbe piaciuto ascoltare anche delle proposte concrete. Noi abbiamo indicato delle strade, ad esempio la questione relativa ai beni confiscati. Le mafie controllano il territorio nel momento in cui quel bene che viene sequestrato e confiscato non diventa un bene che viene utilizzato da cooperative, associazioni come Libera o dai comuni. Se lo Stato, se noi riusciamo a fare in modo che quel bene venga immediatamente, nel più breve tempo possibile, restituito alla collettività, questa è la vittoria dello Stato, questa è la vittoria evidente dello Stato nei confronti della mafia perché lo Stato e i comuni e le istituzioni si riappropriano del territorio. Forse dobbiamo occuparci di più di questo tema difficile, complicato. Esiste una legge nazionale anche in questo caso, certo, per la gestione delle imprese esiste una legge nazionale, esiste un albo da dove si devono tirare fuori le persone che vanno a gestire le imprese. Sono dei manager quelle persone? Forse no, sono avvocati, sono commercialisti, bisogna avere un titolo per essere iscritti in quell'albo. Forse dobbiamo occuparci di quello e fare in modo che se non vengono fuori da quell'albo i manager che servono a gestire delle imprese che impiegano lavoratori che perderebbero il posto altrimenti, che rischiano di perdere il posto quando il bene viene confiscato e rischiano di non vedere l'utilità di quella confisca almeno dal punto di vista personale, forse di quello dobbiamo occuparci e fare in modo che invece quelle imprese siano gestite da persone che sono più competenti per fare in modo che quell'impresa non solo continui a vivere... perché sono pochissime, se poi le andiamo a vedere, le imprese confiscate che servono da "lavanderie", che quindi possono vivere solamente se c'è un afflusso di denaro sporco, invece sono tantissime le imprese che potrebbero vivere ugualmente e ne abbiamo anche vicino a Bologna di imprese confiscate. Allora concentriamoci su questo, sulle cose che si possono fare, insieme troviamo la possibilità, la maniera di incidere su questi temi, questa potrebbe essere una cosa produttiva, e, ripeto, sugli obiettivi dovremmo essere tutti d'accordo.

Sulla questione relativa alla commissione ho sentito dire: "avete paura della commissione perché magari ci sono persone che vengono da fuori". Scusate, ma le Commissioni speciali d'inchiesta sono formate da consiglieri, ci siamo noi, non ci sono persone che vengono da fuori, di chi dovremmo avere paura? Sono formate da consiglieri e lavorano all'interno dell'Assemblea legislativa. Nessun singolo consigliere ha poteri inferiori di quelli che avrebbe questa commissione speciale d'inchiesta. E poi sulla questione relativa alle minoranze ho sentito dire: "avete paura perché ci sono le minoranze". Ma guardate che la composizione della commissione speciale d'inchiesta e la composizione delle altre Commissioni è simile, anche nelle Commissioni ci sono le minoranze e su questo abbiamo lavorato insieme. Si dice che se un emendamento arriva dal Movimento 5 Stelle non l'accettiamo. Invece l'abbiamo accettato. Se avessimo potuto lavorare insieme con la Lega anche nella scorsa legislatura l'avremmo fatto, ma la Lega ha presentato gli emendamenti l'ultimo giorno in Aula e non negli otto mesi di lavoro nelle Commissioni, e abbiamo fatto il doppio di riunioni in I Commissione, il doppio, d'accordo anche con la Lega, che ha accettato.

Finisco dicendo che per questi motivi noi riteniamo molto più produttivo continuare a lavorare tutti insieme e portare avanti le nostre proposte e le proposte di quest'Aula per il contrasto alle mafie rispetto ad una commissione che oggettivamente in questo momento non ci darebbe nulla in più, anzi, forse ci rallenterebbe il lavoro che abbiamo intenzione di fare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Mumolo.

Chiedo di rispettare i tempi, i cinque minuti, e di rispettare il regolamento che ci siamo dati.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Intervengo per sottolineare come il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà si senta pienamente rappresentato dalle parole dell'intervento dell'assessore Mezzetti, che crediamo sia stato ampio, esaustivo e puntale nella definizione di quello che è il problema che stiamo trattando con queste risoluzioni. Io voglio solo aggiungere due aspetti. Il primo è che non esiste un anno zero, non esiste mai un anno zero ed è buona norma, quando si fa parte di un'istituzione, quando si rappresenta un'istituzione, non pensarsi come i primi o come i pionieri, perché non è così, non è mai così, nel bene e nel male, quindi bisogna avere anche l'umiltà di verificare il lavoro che è stato fatto, di cercare di capire quello che è stato fatto e ovviamente contribuire a migliorarlo, cosa che è sempre possibile. Questa credo che sia una buona norma per tutti noi e per tutte le forze politiche che sono qui rappresentate.

Poi penso che sia opportuno distinguere tra l'attività politico-amministrativa concreta che si fa attraverso l'emanazione di leggi, di provvedimenti amministrativi, e l'attività più legata a forme di propaganda o di clamore pubblico, perché qualcuno mi dovrebbe spiegare concretamente, visto che il tema è molto serio, molto delicato e molto importante, quali risultati potrebbe dare una commissione d'inchiesta considerata la mancanza di poteri inquirenti che questa avrebbe, considerati gli strumenti normativi concreti e reali che abbiamo, perché siamo un'Assemblea legislativa regionale, non siamo il Parlamento nazionale, questo è bene ricordarcelo, e quindi dobbiamo e possiamo agire nei limiti delle competenze che ci sono affidate a livello regionale.

È opportuno, quindi, concentrarci sull'appropriatezza degli strumenti che si mettono in campo e da questo punto di vista credo che faremmo bene a concentrarci su come, ad esempio, concretamente, ribadisco, ridurre o comunque eliminare il ribasso d'asta per quanto riguarda gli appalti pubblici o, ad esempio, su come concretamente potremmo adottare una legge contro il consumo di suolo. Lo dico perché spesso capita che le imprese che vengono sequestrate o vengono confiscate o comunque hanno intrecci con la malavita organizzata agiscono su quell'ambito e su quel settore, cioè sull'edilizia. Credo, quindi, che l'attività di contrasto alla criminalità organizzata non si faccia declamando una commissione d'inchiesta, ma si faccia quotidianamente, giornalmente, con l'attività ordinaria, e la lotta alla criminalità deve essere la stella polare che deve guidare tutte le leggi che qua dentro vengono approvate e tutti i provvedimenti che vengono adottati dalla Giunta. Credo che sia questo quello che dobbiamo chiedere alla Giunta e credo che sia questo quello in cui dobbiamo sentirci impegnati.

Il fatto che il presidente di questa Giunta abbia affidato una delega precisa sulla legalità è un segnale positivo, incoraggiante e credo che il lavoro di tutti quanti debba essere quello di stimolare e vigilare anche sull'attività di quell'assessorato, che è, dal nostro punto di vista, strategico.

In ultimo, penso che fra di noi alcune cose siano irricevibili, lo dico alla consigliera Gibertoni con la quale spesso condivido anche alcune posizioni. Non si può dire che chi vota contro una proposta di una commissione d'inchiesta favorisce o contribuisce a far calare il silenzio su alcune cose, questo è irricevibile perché è ai limiti della correttezza, perché credo che qua dentro, e l'assessore Mezzetti l'ha ricordato, l'impegno che stiamo profondendo e che dovremo profondere su questo versante sia al di sopra e al di fuori di ogni discussione. È stato fatto e bisognerà fare sicuramente molto, però non esiste qualcuno che può dire a qualcun altro che se non vota una proposta contribuisce a far calare il silenzio e in qualche modo può essere ritenuto in collusione con la criminalità, questo è irricevibile. Anche perché la proposta concretamente, siccome a me piace stare sul pezzo amministrativo e non sugli elementi di propaganda, non aggiunge assolutamente nulla a quello che è il lavoro che noi possiamo fare, quindi uscire da qua...

 

(interruzione della consigliera Gibertoni)

 

Io non ho interrotto nessuno, presidente. Dicevo che uscire da qua e urlare che qualcuno ha votato contro la commissione d'inchiesta forse può dare anche un po' di visibilità, ma nella lotta reale e concreta alla criminalità organizzata non porta nulla. Quindi io invito a stare sul pezzo, sugli elementi legislativi e amministrativi che abbiamo di fronte e a fare la lotta concreta contro le infiltrazioni criminali con gli strumenti che la Costituzione ci assegna e che questa Regione deve portare avanti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Mi asterrò sull'emendamento che ho proposto perché mi sembra più corretto dare la possibilità all'Assemblea di vedere come vuole votare. Per rispondere al candidato alla segreteria del partito PD emiliano Mumolo, dovrebbe ricordarsi che siamo qui in Regione Emilia-Romagna a fare i consiglieri anche per legiferare e quindi il consigliere si è dimenticato di dire che una commissione d'inchiesta, alla fine del lavoro... l'ho detto prima, magari era disattento o stava facendo già il suo progetto, magari per sfiduciare Coffrini, sindaco di Brescello, che è stato molto vicino alla questione "Aemilia" sulla mafia, quindi io mi auguro che lui il primo atto che farà da segretario del PD sarà quello di sfiduciare Coffrini. Però dicevo che vorrei ricordare al collega Mumolo che noi abbiamo il dovere di legiferare, di fare delle leggi per la popolazione dell'Emilia-Romagna. Quello che diceva sia lei che il consigliere Taruffi è che avete fatto tante belle cose in questi anni, ma visto quello che è successo qualche settimana fa, che è salito alla cronaca come Operazione "Aemilia", con 170 e rotti indagati, mi sembra che quello che avete fatto finora non sia servito a molto, per cui forse una commissione d'inchiesta che ha la possibilità, alla fine, di legiferare e di fare una legge molto più pressante rispetto a quello che è stato fatto magari servirebbe. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

Chiede di intervenire il consigliere Bertani, ma il suo gruppo ha già parlato. Chiede di intervenire per dichiarare il suo voto in difformità.

 

BERTANI: Voto contro l'emendamento della Lega perché secondo me dobbiamo mantenere il punto solo sull'antimafia e quindi non vale la pena allargare gli argomenti.

Prendo l'occasione per dire che secondo me fare una commissione d'inchiesta antimafia non vuol dire che tutto quello che è stato fino adesso è inutile. Ci stiamo spostando su questo argomento, sembra che noi la proponiamo per dire: siccome non avete fatto niente fino adesso, facciamo la commissione che risolverà tutto. No, l'argomento non è questo. La proponiamo per dare uno strumento in più anche ai consiglieri per poter operare e per fare il proprio lavoro. Votare contro, Taruffi, non vuol dire che voi volete l'omertà e volete il silenzio sulla mafia. La Gibertoni, mi permetto di difenderla, diceva che tutti gli strumenti sono utili per non far passare sotto silenzio questo problema e quindi anche una piccola briciola, come può essere la commissione d'inchiesta antimafia all'interno della nostra Assemblea, può essere utile a combattere questo silenzio, invece voi ci venite a dire che è inutile. Va bene, ne prendiamo atto, sarà inutile, ma secondo me anche questo, pur piccolo, è uno strumento che non va contro quello che state facendo o che avete fatto, è aggiuntivo e secondo noi dà un piccolo più. Se voi volete toglierci anche questo piccolo più, toglietecelo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Non ci sono altri iscritti...

 

MARCHETTI Daniele: Chiedo la votazione elettronica.

 

PRESIDENTE (Saliera): Si proceda alla votazione dell'oggetto 163, a firma dei consiglieri Gibertoni, Bertani, Sensoli, Sassi, Piccinini, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

46

Assenti

 

4

Votanti

 

45

Favorevoli

 

17

Contrari

 

28

Astenuti

 

--

 

L'oggetto 163 è respinto.

Si proceda alla votazione dell'emendamento 1, all'oggetto 165, a firma del consigliere Rainieri, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

47

Assenti

 

3

Votanti

 

46

Favorevoli

 

15

Contrari

 

30

Astenuti

 

1

 

L'emendamento 1 è respinto.

Si proceda alla votazione dell'oggetto 165, a firma dei consiglieri Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

46

Assenti

 

4

Votanti

 

45

Favorevoli

 

17

Contrari

 

28

Astenuti

 

--

 

L'oggetto 165 è respinto.

 

OGGETTO 9

Risoluzione circa le azioni da attuare a favore del collegamento ferroviario Piacenza-Milano-Piacenza al fine di risolvere le problematiche esistenti, con particolare riferimento anche all'apertura dell'Expo 2015. A firma dei Consiglieri: Foti, Rancan

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 175

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, presso il Governo e le società concessionarie del servizio pubblico ferroviario affinché, in relazione al potenziamento della tratta Milano-Roma connesso all'EXPO 2015, siano previste fermate di treni speciali a Modena, Parma e Piacenza. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Bargi, Fabbri, Delmonte, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 269

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il dialogo con Trenitalia al fine di ottenere la fermata dei convogli ETR Frecciarossa e Frecciabianca presso le stazioni di Modena, Parma e Piacenza e a procedere nel confronto con le imprese ferroviarie regionali e con la Regione Lombardia per implementare la tratta ferroviaria Piacenza-Milano-Piacenza, in vista di EXPO 2015. A firma dei Consiglieri: Molinari, Rontini, Rossi Nadia, Pruccoli, Bagnari, Montalti, Lori, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Paruolo, Iotti, Poli, Boschini, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Prima di aprire il dibattito sulla risoluzione oggetto 9 a cui sono collegate le risoluzioni oggetto 175 e oggetto 269, ricordo che sono nominati scrutatori i consiglieri Marchetti Francesca, Serri e Sensoli.

È aperto il dibattito generale.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente, però volevo intervenire per un richiamo al regolamento, perché noi nella conferenza dei capigruppo abbiamo stabilito quali fossero le risoluzioni da discutere, abbiamo stabilito in quell'occasione quali risoluzioni accorpare perché per materia avevano un'affinità, ma ci ritroviamo oggi un ordine del giorno che viene stravolto dalla presentazione continua di risoluzioni che alterano anche quello, lo sa bene il capogruppo del Partito Democratico, che era il criterio che ci siamo dati, e cioè una risoluzione per gruppo salvo il caso in cui, come nella seduta precedente, non si era potuta discutere, ad esempio, la risoluzione a firma mia e del collega Rancan.

Io penso che indipendentemente dalle prassi, che non costituiscono comunque una fonte del diritto, se la conferenza dei capigruppo ha un senso, ha un senso nel momento in cui stabilisce un ordine del giorno e quello è l'ordine del giorno, diversamente apriamo un pollaio dove chiunque a questo punto è autorizzato ad intervenire su tutte le risoluzioni degli altri.

Mi pare effettivamente che sotto il profilo regolamentare vi sia qualcosa che non funziona e sarei grato se si volesse chiarire questa questione. Diversamente faccio appello ai colleghi della Giunta per il Regolamento perché pongano questa questione che francamente stravolge quello che è l'ordinario ordine dei lavori del Consiglio regionale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

È una prassi consolidata e comunque l'articolo 109 del Regolamento interno dell’Assemblea recita: "Il presidente può disporre a suo insindacabile giudizio che le risoluzioni e le interpellanze relative ad argomenti identici o strettamente connessi siano abbinate e svolte contemporaneamente".

 

FOTI: Scusi, signor presidente, il regolamento l'abbiamo letto e forse anche capito, il ragionamento è del tutto differente. Noi abbiamo fatto una conferenza dei capigruppo nella quale ci siamo dati un modus operandi per quanto riguarda le risoluzioni, a tal punto che siamo stati convocati per domani nella conferenza dei capigruppo per programmare le risoluzioni della prossima seduta, quindi siamo in una situazione del tutto differente. A me delle prassi consolidate non interessa niente perché, fra le fonti del diritto, gli usi e i costumi non sono prassi consolidate, sono altra cosa, ma sono l'ultima delle fonti, prima vengono gli statuti e i regolamenti.

Sul caso e nel caso di specie noi avevamo stabilito addirittura l'accorpamento della risoluzione della Lega proprio perché la Lega ha detto: vogliamo avvalerci di questa norma regolamentare; e la risoluzione, allora, ad esempio, del PD non era neanche stata presentata. Allora non si capisce che cosa si faccia alla conferenza dei capigruppo se poi la mattina tutti presentano risoluzioni sulle risoluzioni degli altri, che alterano ovviamente quella che è la distribuzione di una risoluzione per gruppo. Tant'è vero che il PD, avendo più di dieci consiglieri, abbiamo convenuto che avesse due risoluzioni ogni volta, invece al termine di questa seduta avrà discusso cinque o sei risoluzioni. Mi pare che non sia questo lo spirito della norma.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti, però le rimarco che è una prassi consolidata, acclarata anche dalla Corte costituzionale, quindi la prassi seguita è corretta. Ribadisco, domani nella conferenza dei capigruppo la questione può assolutamente essere sollevata.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intervengo sempre sul regolamento anch'io e ringrazio il consigliere Foti perché questo dubbio era venuto anche a noi, perché il regolamento prevede che durante l'Assemblea si possano presentare ordini del giorno, si possano presentare risoluzioni, ma riguardo a comunicazioni di cui all'articolo 53, comma 2 e 76. È ovvio che si possano accorpare le discussioni, ma non è previsto che vengano presentate altre risoluzioni che non erano state presentate prima. Noi abbiamo presentato, come altri, la nostra risoluzione un mese fa, abbiamo atteso che venisse messa all'ordine del giorno e verrà discussa. Questa prassi consolidata evidentemente è da discutere, non siamo d'accordo neanche noi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ribadisco al consigliere Bertani quello che ho detto al consigliere Foti, la conferenza dei capigruppo credo che sia il luogo più indicato per discutere di quella che è la situazione di cui voi state parlando adesso.

Ha chiesto di parlare il consigliere Calvano. Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, presidente. Intervengo per riprendere le sue parole, presidente, per dire che ne discuteremo chiaramente nella conferenza dei capigruppo, mi sembra che la discussione non vada fatta qui su questo punto. Noi abbiamo recuperato, come prassi e come elemento di fonte, per fare questo tipo di operazione, quello che lei, presidente, ha citato agli altri gruppi.

Mi permetto di dire, ma poi ne discuteremo, ripeto, domani, che questa è un'opportunità che viene data a tutti per quanto riguarda le risoluzioni degli uni e degli altri, quindi non è che lo fa il PD e non lo possono fare gli altri, ma tutti possono fare esattamente la stessa cosa per quanto ci riguarda. Non piace questa prassi, piace un emendamento complessivo a tutte le risoluzioni? Non cambia il senso, siamo allo stesso punto perché nessuno mi può vietare su una risoluzione di proporre emendamenti...

 

(interruzione del consigliere Bertani)

 

Possiamo presentare gli emendamenti, Bertani. Se non li accetti è un conto, ma gli emendamenti si possono votare. Cioè, voi non accettate gli emendamenti degli altri? In questo senso dicevi? Comunque domani ne discuteremo in conferenza dei capigruppo e decideremo il da farsi.

Certo è che appare strano che nel momento in cui - lo dico anche per rispetto della democrazia - su una determinata vicenda noi abbiamo un'opinione, la portiamo in Aula e gruppi diversi dal nostro hanno un'opinione diversa e su quell'argomento vogliono esprimere in modo democratico la loro opinione, questo non gli venga concesso.

Noi su questo in conferenza dei capigruppo ribadiremo che c'è l'opportunità di fare questa operazione, se poi gli altri gruppi non sono d'accordo decideremo lì come comportarci.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie consigliere Calvano.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Presidente e colleghi, io sono firmatario di due risoluzioni che sono state accorpate, una insieme al collega Foti, che poi magari entrerà nei dettagli della sua. Questo è per dire che condivido in toto la battaglia portata avanti, oltre che per i treni di Expo, anche per quanto riguarda la situazione di disagio nella quale si trovano i treni di Piacenza in questo momento e da parecchi anni, per la quale servirebbe una trasformazione concreta di tutte quelle che sono le attività di collegamento tra Piacenza e Milano visto il grandissimo numero di utenti studenti e lavoratori che tutti i giorni si portano da Piacenza verso la capitale lombarda.

Entrerei più nel dettaglio invece rispetto alla risoluzione presentata dalla Lega per quanto riguarda il collegamento con Expo. Noi siamo di fronte ad un evento unico, un evento che sarà di portata mondiale e che molto probabilmente accadrà solo una volta nella vita di tutti i consiglieri che sono presenti qua in Aula oggi.

Molti consiglieri che siedono qua, in questi banchi, in campagna elettorale hanno giustamente sventolato un collegamento migliore tra Piacenza e Milano. Oltretutto vedo che, riprendendo la nostra risoluzione dove si parla di Piacenza, Parma e Modena, anche la maggioranza ha presentato una risoluzione proprio questa mattina per cercare di convergere su questa idea. Questo è buono, nel senso che se un'idea è valida, vi ringraziamo per aver preso la nostra idea, delle nostre proposte sicuramente non siamo gelosi.

Dicevo che avremo un evento agroalimentare di portata mondiale a pochi chilometri dalle nostre città e ovviamente l'agroalimentare è uno dei cardini della nostra economia, uno dei cardini dell'economia di queste province, perciò noi chiediamo, con questa risoluzione, che i treni speciali, quindi i 25 treni speciali per Expo, si possano fermare anche a Modena, Parma e Piacenza perché ci sentiamo comunque parte di una regione che può essere cardine anche per il flusso da Expo e chiediamo anche che queste province possano avere e possano essere partecipi dell'indotto proveniente dalla manifestazione.

So che ci sarà un incontro giovedì tra il presidente Bonaccini e il presidente Maroni su questo tema. Io il presidente Maroni mi sono permesso di disturbarlo questa mattina e quindi posso anche anticipare qualcosa della sua posizione. Ovviamente Maroni non ha obiezioni sul collegamento con la Lombardia, mi ha spiegato però che ci sono dei problemi...

 

BONACCINI: Perché non paghiamo noi.

 

RANCAN: No, no, aspetti, aspetti. Ha detto che per quanto riguarda la parte lombarda vedrà cosa poter fare perché Trenord ha partecipato al 50 per cento, per quanto riguarda invece la parte della Regione viene chiesto comunque che possa esserci un intervento anche da parte dell'amministrazione regionale presso il Governo per poter magari far pressione anche a RFI per eventualmente aiutare la Regione nelle parti di finanziamenti che possono essere date. Questo spero che possa avvenire, comunque da parte di Maroni ci sarà sicuramente collaborazione, spero che anche da parte vostra ci possa essere.

Quello che vorrei dire è che siccome un economista piacentino ha detto che "il treno di Expo a Piacenza non si fermerà", speriamo che il treno a Piacenza si fermi sia in senso figurato che in senso letterale. So che l'assessore è stato a Piacenza per annunciare un treno, un treno che sembra più un trenino, il treno di Topolino, nel senso che secondo noi un treno non basta, nel senso che oltre a questo treno bisognerebbe cercare di intensificare, come noi abbiamo richiesto in questa risoluzione, altre fermate presso la nostra città.

C'è stato anche un impegno assunto dalle province di Parma e Piacenza che si sono trovate ad un incontro, al quale io ero presente con il consigliere Rainieri e il consigliere Molinari, c'è stato un impegno assunto dalle due province, dai sindaci delle rispettive città e dai presidenti delle province con i presidenti delle rispettive Confindustrie per cercare di trovare un punto comune su questa questione.

Comunque la nostra risoluzione è molto chiara. Vedo che è stata condivisa anche dalla maggioranza, quindi mi auguro che possa essere portata a termine un'attività per risolvere questo problema facendo sì che anche Piacenza, Parma e Modena abbiano la possibilità di sbarcare presso la capitale lombarda per Expo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Grazie, presidente. Per quanto riguarda il discorso regolamentare mi appello alla presidenza.

Questa risoluzione arriva da lontano, arriva dal lavoro fatto dai singoli territori. Io sono di Piacenza e quindi ho seguito anche in altri ruoli il lavoro fatto dalle amministrazioni locali, dagli interlocutori delle categorie economiche. Si è arrivati alla nuova amministrazione e si è arrivati ovviamente all'inaugurazione praticamente imminente di Expo. In questo io ho seguito e devo apprezzare e ringraziare il lavoro del presidente e anche dell'assessore Donini perché immediatamente hanno colto al volo quelle che erano le sollecitazioni, purtroppo devo dire rimaste bloccate per diversi mesi se non da un annetto, che arrivavano dal territorio. La Regione Emilia-Romagna è intervenuta prontamente con la messa a disposizione di risorse fresche, e in tempi in cui purtroppo sembrano prevalere le parole rispetto agli impegni reali, mettendo a disposizione un treno, che non è un trenino, è un treno nuovo ed è un ottimo servizio. Ovviamente poi tutto è migliorabile nella vita, però credo che la soddisfazione non sia solo della politica. A Piacenza, nel rispetto dei ruoli, è arrivata la soddisfazione anche da parte delle categorie imprenditoriali.

Però ovviamente questo discorso è più vasto e in questo caso penso che anche la risoluzione proposta dal PD e da SEL sia una risoluzione che va nella direzione di lavorare tutti insieme, non va assolutamente in scontro con quelle che sono le risoluzioni proposte dalla minoranza, però raccoglie quello che fu un po' anche l'impegno che ci siamo dati a Parma di fronte alla associazione imprenditoriale, di fronte ai due sindaci della città, di fronte ai due presidenti delle province, in cui tutti insieme si lavora, ed oggi stiamo parlando di Expo, per raggiungere un obiettivo.

La Regione Emilia-Romagna ha fatto la sua parte, ora si spostano i tavoli, i tavoli diventano altri due. Il primo è quello di Trenitalia e qui discutiamo raccogliendo anche gli stimoli da parte dei nostri territori, che convergano anche logicamente con quanto è stato raccolto dalla minoranza, aggiungendo la necessità di ragionare sulle fermate principali, ma anche su tutto il sistema emiliano-romagnolo, perché comunque noi siamo abituati a non essere gelosi, quindi riteniamo che sia importante valorizzare il collegamento di Piacenza, io sono piacentino. Ci sta però che su questa tratta vada bene anche il ragionamento di Parma, il ragionamento di Modena, comunque nel rispetto anche dello snodo e del ruolo fondamentale di Reggio e delle scelte fatte nel passato per quanto riguarda l'organizzazione anche della linea veloce.

In più c'è l'altro tavolo importante e mi fa piacere che i due presidenti abbiano preso contatto. Dico questo anche da un impegno nato a Parma. Cercheremo di affrontare tutta questa questione cercando di liberarci da ogni pezza che ci possa chiudere gli occhi che nasce generalmente da un'interpretazione politica dei problemi. Abbiamo visto la prima reazione di Maroni che chiede 25 milioni al Governo. Diciamo che ad oggi noi abbiamo messo dei soldi, abbiamo messo quasi 900 mila euro di bilancio regionale. La prima richiesta, oltre all'implementazione, è stata soprattutto quella del cambio di materiale rotabile, su cui noi chiediamo e chiederemo insieme, ripeto, senza polemica, anche alla Regione Lombardia di fare un proprio passo, perché oggi stiamo parlando di treni per Expo e non stiamo, questo sarà un discorso che dovremo affrontare insieme, parlando della soluzione del problema, io dico ben più grave, del pendolarismo e di conseguenza della frequenza, della qualità dei treni, che è altra cosa, perché mentre Expo si fermerà ad ottobre, quel problema andrà avanti e tutti insieme secondo me dovremo lavorare, dopo due mesi dall'insediamento, per cercare, al di là delle polemiche e delle risoluzioni, di trovare magari anche soluzioni concrete.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

Ha chiesto la parola il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Premesso che le chiedo di rivolgere agli uffici la richiesta di fare avere tutto l'elenco delle prassi consolidate delle varie legislature, perché diversamente non saprebbero i nuovi consiglieri come potersi comportare evidentemente, e così almeno vedremo se sono codificate o sono estemporaneità pittoresche, io mi rivolgo al consigliere Molinari per fare una considerazione e anche al Presidente.

Noi abbiamo una situazione che è una situazione duplice. Expo è ormai alle porte, è una vicenda che riguarda un'emergenza, quella dei collegamenti, perché tra i tanti impegni che si sono assunti ci si è dimenticati che il mezzo ferroviario, forse e soprattutto per i visitatori di Expo, sia stranieri, che saranno la minoranza, sia italiani, può essere un mezzo utile per raggiungere i capoluoghi quantomeno della regione. Noi abbiamo una linea ad Alta velocità o Alta capacità che è già consolidata, ha avuto anche un'implementazione rispetto all'inizio quando è entrato in funzione Italo e debbo dire che vi sono delle zone e delle città che sotto questo profilo sono servite in modo eccellente. Vi sono delle città che invece vivono una situazione... Signor presidente, mi permetto di leggere, non a mia firma ma a firma di Giangiacomo Schiavi, che è il vicedirettore del Corriere della Sera, quanto segue: "c'è una linea ferrovia in ritardo di cinquant'anni nella Milano dell'Expo e nell'Italia dell'Alta velocità, una linea a tasso zero di soddisfazione, secondo Altroconsumo, giudicata dalla BBC il 'peggio del peggio del Belpaese su rotaia', dove i pendolari chiedono (invano) di attenuare i disagi che la politica finge di non sentire. È una linea lombarda che sconfina in Emilia, collega Milano alla Padania, Lodi, Piacenza, Parma e ogni vagone porta i segni del tempo. Ruggine, finestrini, porte, tutto fa dire ai passeggeri che si viaggia come nel secolo scorso e le carrozze, stipate in certe ore all'inverosimile, le chiamano ancora 'carri bestiame'". Non vado avanti, ma è un articolo, che sicuramente può recuperare nella rassegna stampa regionale, che è abbastanza illuminante sullo stato dei rapporti che vi sono oggi sotto il profilo dei collegamenti ferroviari tra due regioni che sono contigue perché dove finisce la Lombardia inizia l'Emilia. Addirittura, è cosa nota, in Emilia-Romagna e in Lombardia il ponte sul Po di Piacenza è metà assegnato al Compartimento ANAS di Milano e per metà, nella gestione, al Compartimento ANAS di Bologna, tanto per dire quanto vi è un collegamento diretto tra le due regioni.

Se noi guardiamo i due temi, Expo necessita ovviamente di un provvedimento d'urgenza. Debbo dire, assessore Donini, che la proposta che è emersa è una proposta che personalmente mi vede molto dubbioso, soprattutto perché quando il primo treno aggiuntivo regionale arriva in stazione a Milano alle 9.50, se va bene vuol dire che arriva a Expo alle 11.30 o 12.00, ma essendo veloce negli altri collegamenti. Aggiungo, mi permetto di fare questa considerazione, che quanto ai pendolari penso che ve ne siano pochi, neppure gli avvocati di chiara fama si possono permettere di arrivare in tribunale verso le 11.00 di mattina. Quindi sotto il profilo di raccogliere l'appello che è stato lanciato, poi chi si accontenta gode, ma devo dire che, guardando tutti gli orari, mi pare che sia un qualcosa in più, e, come tale, sempre ben accetto, ma serve molto di più a stazioni minori, e parlo, tanto per essere chiaro, di quella di Fidenza, di quella di Fiorenzuola; per le città capoluogo francamente è un'aggiunta sicuramente gradita, ma non risolutiva. Io penso, quindi, che sia giusto che le due Regioni, ma per esse, sotto il profilo del collegamento per Expo, il Governo, si facciano carico delle spese relative ad un servizio aggiuntivo e straordinario.

Dopodiché vi è una seconda parte del discorso, presidente Bonaccini, che riguarda più segnatamente, io riterrei, la vicenda dei pendolari. Sotto questo profilo le debbo dire che, indubbiamente per una questione geografica, non peraltro, la città di Piacenza è quella che ha il numero di pendolari maggiore di tutta la regione verso Milano, ha qualcosa come 9-10 mila pendolari che giornalmente si rivolgono all'area del milanese, ovviamente perché in quell'area vi sono occasioni di lavoro che il nostro territorio non consente di avere. Mi permetto di dire che far viaggiare, nell'anno di grazia 2015, dei treni forse messi in servizio nel 1965, ma qualcuno anche prima, non mi pare degno né di uno Stato moderno, né di uno Stato che si vuole ammodernare.

Sotto questo profilo, quindi, al di là del significato di tutte le risoluzioni, io penso che vi sia un unico filo che le lega, che è quello che necessariamente io auspico, non soltanto giovedì, come mi è parso di avere letto su un quotidiano locale, ma anche oltre giovedì, si possa innanzitutto instaurare un rapporto con la Regione Lombardia che sia efficiente sotto il profilo delle reciproche responsabilità, perché è vero che i treni vanno verso la Lombardia, ma è vero anche che portano in Lombardia persone che vanno a contribuire al prodotto interno lordo della Lombardia con il loro lavoro e con le loro spese; in secondo luogo, che si faccia carico allo Stato di una situazione che non è più ulteriormente tollerabile, perché effettivamente io ho preso spesso il treno da Piacenza verso Parma e raramente da Piacenza verso Milano, ma le rare volte che l'ho preso ho visto la differenza, una differenza enorme, come numero di corse, come concentrazione di corse, e anche questo ha un suo significato perché potete capire che avere solo tre treni tra le 6.58 e le 7.40 porta ad una situazione che è veramente deficitaria sotto il profilo di un trasporto ferroviario degno di questo nome.

Mi auguro, quindi, che le tre risoluzioni siano tutte e tre accolte dall'Assemblea, con l'unica precisazione, presidente Bonaccini, che chiaramente qui nessuno può pensare oggi, al 3 di marzo, di poter fare miracoli, penso però che, prendendo spunto da Expo, si possa cercare finalmente di mettere sul tavolo una volta per tutte anche un collegamento ferroviario, in particolar modo quello Piacenza-Milano, che è fortemente critico e criticabile nella sua effettuazione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Le ricordo, e accetto la sua richiesta, per domani, alla conferenza dei capigruppo, abbiamo già dato mandato agli uffici di preparare quello che ha richiesto.

Ha chiesto di intervenire il presidente Bonaccini. Ne ha facoltà.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente. Non sarei intervenuto, ma vorrei precisare il tema del rapporto con la Regione Lombardia. Io ringrazio l'assessore Donini per la determinazione e la caparbietà che ci ha messo, nel senso che dal 26 gennaio, quando ho presentato qui il programma e la Giunta, in venti giorni, abbiamo chiuso l'accordo e presa la decisione, come Giunta, di mettere circa 900 mila euro nostri senza chiedere niente al Governo, per dare una soddisfazione che mi pare sia stata colta dal territorio piacentino: treni nuovi, belli, con 270 posti di capienza, veloci, che provano, su Parma e su Piacenza, a dare un'ulteriore opportunità, peraltro ad una tratta che in ogni caso, tra treni regionali e Frecciabianca, verso Milano è la più servita dell'Emilia-Romagna. Quindi quella scelta l'abbiamo fatta. Fatta in tempi miracolosi per la politica e le istituzioni.

Io credo che le cose che avete detto tutti siano giuste: serviva un potenziamento.

Andremo a Piacenza con la Giunta venerdì, nell’ambito dei tour che facciamo sui territori. La prossima settimana, il 10, verremo a presentare il programma dell'Expo che, come Emilia-Romagna, abbiamo ereditato e in parte aggiunto e condiviso. È una grande opportunità che ci auguriamo serva al Paese, serva alla Lombardia, serva all'Emilia-Romagna. Sarebbe una sfida che serve a tutti in termini di promozione dell'immagine dell'Italia nel mondo, se ce la faranno a farla risultare come un'Esposizione universale positiva. Lo sarà, credo, anche per l'indotto. Adesso dico una cosa su cui mi voglio documentare perché si fa presto a sparare cifre, ma mi pare che siamo, dopo Trento e Bolzano - cioè le due province autonome - la regione che sta crescendo di più in termini occupazionali, se ho letto bene alcuni titoli dell'ISTAT. In ogni caso credo che ognuno di voi stia registrando come alcune imprese stiano tornando ad assumere dopo tanto tempo.

Io penso che l'Expo - l'ho già detto quando ho presentato il programma - sia una formidabile occasione di promozione dei nostri prodotti visto il titolo e la vocazione che abbiamo nel campo agroalimentare e visto che siamo la regione con più prodotti IGP e DOP e che il cibo è il titolo principale. D'altra parte è una grande occasione di promozione turistica per l'Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini e ci auguriamo possa aiutare l'economia di questo territorio indipendentemente dall'appartenenza politica di ognuno di noi. Quell'intervento, a risorse date, secondo me è il massimo che potevamo fare. Non risolve i problemi del mondo, ma credo che sia un intervento che sarà non solo apprezzato, ma che darà anche qualche soddisfazione.

Detto questo, io ho già parlato al telefono con il Presidente della Lombardia, Roberto Maroni, qualche settimana fa. Dovevamo vederci giovedì scorso, ma per colpa mia, per altri impegni, sono arrivato in ritardo e abbiamo dovuto rimandare l'incontro, che faremo giovedì, dopodomani, quando saremo ricevuti dal Presidente Mattarella. Ho parlato con l'assessore Garavaglia all'ultima conferenza Stato-Regioni perché gli ho voluto rappresentare la questione. Lui ha chiamato Maroni davanti a me, proprio perché non è che qualcuno debba prendersi i meriti e altri i fischi se ce la facciamo a dare una soddisfazione, una soluzione.

Noi gli abbiamo posto, ad esempio, il tema che - al di là di risorse aggiuntive da mettere - c'è il problema della sostituzione di alcuni treni che sono, come veniva descritto dal consigliere Foti, un po' dei 'carri bestiame'. Vediamo la Regione Lombardia cosa potrà fare, mi auguro che ci potremo dare una mano. Il rapporto è stato, nelle prime interlocuzioni, non solo cordiale, ma proprio di merito sul problema.

Dopodiché c'è un tema più generale di rapporto e di scambio, che riguarda soprattutto il pendolarismo a Piacenza. Anche questo non è un problema politico, perché c'è stato un periodo, nemmeno breve, in cui la Regione Lombardia, il Governo del paese, la città di Parma e la provincia di Piacenza erano governate dallo stesso colore politico. Ma non mi permetterei mai di lanciare la polemica verso chi governava e non è riuscito a risolvere la questione, qui c'è un problema che dobbiamo provare a risolvere tutti insieme. Se la gara del ferro andrà a buon fine, avremo un'opportunità che è quella che tutti i treni regionali dell'Emilia-Romagna nel giro di qualche anno potranno essere sostituiti con treni nuovi, carrozze nuove. Ma anche questo non risolve tutti i problemi, perché la questione attiene alla qualità del servizio.

Poi c'è una valutazione da fare tutti insieme sulla bontà della tratta e della frequenza dei treni, dove in alcuni casi potrebbero essere aumentati, in altri ridotti, ma questa sarà una discussione che, a partire dall'assessore, dovremo fare con i territori e con l'Assemblea legislativa. Ma certamente offrire un servizio che ti propone, per chi vuole utilizzarlo, carrozze nuove.

A proposito di carrozze vecchie e un po' fatiscenti, credo che sarebbe un bel salto di qualità, posto che io spero che vada tutto a buon fine, perché quello è davvero, a mio parere, un progetto industriale, quando si parla di politiche industriali di questo paese. Avremmo un'offerta di qualità agli utenti e, allo stesso tempo, lavoro per imprese che devono costruire nuove carrozze. Insomma, si tiene una questione che attiene ad un tema di investimenti, produzione, posti di lavoro e dall'altra ad un tema di offerta di servizi e qualità degli stessi. Lì c'è un tema, però, che riguarda anche l'azienda Trenord.

Giovedì vediamo con il presidente Maroni di affrontare il tema di Expo, poi nell'interlocuzione, che non si fermerà a giovedì ma andrà avanti nei prossimi mesi, proviamo a vedere se insieme le due Regioni possono trovare un accomodamento facendo ognuno la sua parte dal punto di vista di carrozze che siano più funzionali. Ne abbiamo parlato a lungo con Donini ieri l'altro.

Poi, ma anche questa questione me la devo studiare, penso - e ne ragioneremo a Piacenza venerdì - che ci sia un tema che riguarda anche le stesse tratte sul pendolarismo: dove si fermano, con quale frequenza. Però volevo rassicurarvi che c'è tutta la disponibilità a provare a lavorare e a provare a lavorare insieme.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, presidente Bonaccini.

Sono finiti gli interventi in discussione generale, iniziamo gli interventi in dichiarazione di voto. Può intervenire un consigliere per gruppo.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Rancan. Ne ha facoltà.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Annuncio il voto favorevole per le prime due risoluzioni per quanto riguarda il consigliere Foti e il consigliere Rancan e il gruppo della Lega e annuncio anche il voto favorevole alla risoluzione presentata dai gruppi di maggioranza perché il fatto della collaborazione crediamo che sia valido e speriamo che ci sia anche da parte della maggioranza, a questo punto, una condivisione di questo punto per cercare di portare avanti insieme questo tema e per portare a casa un risultato per il nostro territorio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Molinari. Ne ha facoltà.

 

MOLINARI: Grazie, presidente. Raccolgo quanto detto da Rancan. Proprio anche per sottolineare l'importanza del lavorare insieme, voteremo, quindi, a favore della mozione presentata dalla Lega Nord. Portiamo avanti, quindi, da oggi in avanti, il discorso insieme cercando soprattutto di risolvere il problema. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Molinari.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Essendo il primo proponente, non potevo, presidente Bonaccini, presentarla prima del 29 di dicembre, a differenza della vostra che data 3 marzo, però io le voto tutte e tre perché non faccio un problema di calendario ma di sostanza e ritengo che se un voto unanime del Consiglio può servire anche rispetto alla Regione Lombardia per dimostrare che c'è una volontà ben precisa di risolvere un problema, ma di risolverlo in due, non di doverlo risolvere soltanto una persona, penso che sia gradito a tutti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie al consigliere Foti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Intanto, visto che abbiamo parlato di Expo in toni di "magnifiche sorti e progressive", io vorrei ricordare che Expo si porta dietro anche dei problemi e, come hanno avuto modo di dichiarare i nostri colleghi della Regione Lombardia del Movimento 5 Stelle, Expo rischia di essere, oltre che la vetrina dell'eccellenza alimentare, anche una vetrina dell'"eccellenza" politica italiana: corruzione, infiltrazioni mafiose e sperpero di risorse pubbliche; quindi ci sembra che questa richiesta di maggiori tratte ferroviarie, ad esclusione di quella di Foti che poi preciserò, sia un po' troppo inclinata verso il lato Expo. Parlavamo anche di lavoro, ma ricordiamo anche i bandi di lavoro gratuito per andare a lavorare all'Expo e farsi un'esperienza. Quindi quando parliamo di Expo citiamole tutte le cose. Perciò su questa risoluzione noi ci asteniamo, mentre voteremo convintamente a favore di quella di Foti perché parla di un intervento strutturale su un problema che riconosciamo e noi siamo a favore del trasporto ferroviario sempre, quindi voteremo convintamente quella di Foti.

Sul metodo di fotocopiare le risoluzioni vorrei suggerire ai colleghi della Lega, ma anche delle altre opposizioni, di scrivere in fondo alle vostre risoluzioni "licenza Creative Commons di tipo 3" o simile, non ricordo bene, con cui si autorizza la copia, la diffusione e la modifica di un'opera citandone la fonte. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie consigliere Bertani.

Abbiamo concluso le dichiarazioni di voto, ora passiamo al voto.

La parola al consigliere Daniele Marchetti.

 

MARCHETTI Daniele: Sono a richiedere la votazione elettronica.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 9, a firma dei consiglieri Foti, Rancan, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

44

Assenti

 

6

Favorevoli

 

17

Contrari

 

27

Astenuti

 

--

 

La risoluzione è respinta.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 175, a firma dei consiglieri Rancan, Rainieri, Bargi, Fabbri, Delmonte, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

45

Assenti

 

5

Favorevoli

 

38

Contrari

 

1

Astenuti

 

6

 

La risoluzione è approvata.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 269, a firma dei consiglieri Molinari, Rontini, Rossi Nadia, Pruccoli, Bagnari, Montalti, Lori, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Paruolo, Iotti, Poli, Boschini, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Si conclude il voto, però, prima di dare il risultato del voto, passo la parola al consigliere Sassi.

 

SASSI: Grazie, presidente. Vorrei chiedere una rettifica sul voto sull'oggetto 175, dove ho errato, volevo astenermi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

Comunico l’esito della votazione dell’oggetto 269:

 

Presenti

 

46

Assenti

 

4

Favorevoli

 

41

Contrari

 

--

Astenuti

 

5

 

La risoluzione è approvata.

 

OGGETTO 27

Risoluzione per impegnare la Giunta ad effettuare, di concerto con gli Enti locali e gli Organi di Polizia, una ricognizione dei luoghi di culto o aggregazione riconducibili alla religione islamica, sospendere ogni tipo di sostegno economico e patrocinio alle relative organizzazioni e associazioni, subordinando le autorizzazioni di natura urbanistica riguardanti tali soggetti al rispetto ed alla tutela dei principi di libertà di espressione e di pensiero. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): È aperta la discussione generale.

Chiede di intervenire il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Ci sentiamo un po' messi da parte dall'Aula perché in questo caso non si è applicata la regola della prassi generale dello scopiazzare la risoluzione della minoranza, allora, insomma, siamo un po' delusi da questa prassi che va ad intermittenza. Perdonatemi questa digressione, però sono uno di quelli che detesta certi tipi di prassi, quindi spero che avremo modo e avrete modo di parlarne nella conferenza dei capigruppo e anche di veder finire certi atteggiamenti in Aula.

Per venire all'oggetto, questa è una risoluzione che arriva tardivamente rispetto a quello che è l'evento che ha scatenato il nostro intervento nell'impegnare la Giunta, cioè gli attacchi a Charlie Hebdo a Parigi, dovuti ed attribuiti all'ISIS e ai terroristi islamici. Noi chiediamo - l'abbiamo fatto già nel precedente Consiglio con un'altra risoluzione che era più incentrata sul territorio emiliano-romagnolo - chiediamo di portare l'attenzione sui temi del terrorismo di matrice islamica che stanno avvenendo nel territorio dell'Unione europea. Abbiamo visto anche di recente l'attentato a Copenaghen, al quale sono seguite anche minacce al suolo italiano. Io riporto anche un caso che è successo proprio tra ieri e oggi, cioè la comparsa di una scritta a Sassuolo, nella mia città, inneggiante all'ISIS, su cui anche il sindaco, che non è di certo del nostro colore politico, diceva che non è il caso di minimizzare. Sassuolo in questi giorni è una città un po' sfortunata, abbiamo appreso dal vicepresidente Gualmini che il comune è in dissesto durante la puntata de La Gabbia e oggi apprendiamo che ci sono queste scritte sui muri, guarda caso su un palazzo dove sono stati destinati alcuni di quei definiti profughi, ma che noi tendiamo sempre a chiamare clandestini, recuperati dall'Operazione Mare Nostrum, proprio su quel palazzo compare questa scritta.

Veniamo sempre accusati di voler generare una sorta di terrore nelle persone, ma vi posso assicurare che è la gente che ha una certa paura riguardo a quelle che sono minacce, a quello che è il proliferare in questi anni di cosiddetti centri culturali, dei quali chiediamo, appunto, una ricognizione proprio perché i centri cultuali islamici spesso e volentieri - l'abbiamo detto anche l'altra volta, infatti la risoluzione è un po' ripetitiva rispetto a quella dell'altra volta, ma ci ritorniamo su questi argomenti perché vediamo una certa sordità da parte dell'amministrazione regionale, tant'è che non è quasi presente nessuno in Aula - non sono centri culturali di associazioni, ma sono in realtà vere e proprie moschee nascoste nel garage, nascoste nella bottega, nascoste in spazi che non sono assolutamente adatti, né previsti per la preghiera, spesso sono anche in luoghi dove ci sono abitazioni e creano problemi con il vicinato. Tant'è che basta chiedere - ricordo il caso di Castelfranco Emilia che si sta ancora portando avanti in questi giorni - basta chiedere a qualcuno se vuole la moschea vicino a casa o il centro culturale islamico vicino a casa e avete la risposta.

Nel nostro distretto avevamo una moschea proprio a Sassuolo e tante volte abbiamo detto agli altri sindaci, quando eravamo noi in maggioranza, ai sindaci del Partito Democratico, visto che è un problema distrettuale, visto che vogliamo fare l'unione, visto che vogliamo una città distretto, di fare in modo che questo problema venisse magari affrontato anche dagli altri sindaci e dagli altri comuni visto che fanno tutti parte del nostro distretto, e la risposta dei sindaci del PD è sempre stata un secco no, cioè: ve la sbrigate voi a Sassuolo, il problema ve lo ribaltiamo su di voi e ve lo tenete voi. Quindi evidentemente non è un problema sentito solamente dalla Lega Nord, è un problema che gli amministratori locali si trovano ad affrontare.

Noi chiediamo una ricognizione di questi luoghi, chiediamo che venga fatta chiarezza sulle attività che si svolgono lì dentro e su quello che viene professato, perché ci sono stati anche tanti casi di Imam fermati, arrestati addirittura, perché inneggiavano ad atti di terrorismo all'interno di queste strutture. Abbiamo visto anche il caso di Roma di recente. Inoltre abbiamo avvisi anche dall'Europol che ci dice che sul territorio europeo ci sono circa 5 mila jihadisti pronti a colpire e che loro stessi non hanno la capacità di riuscire a prevedere quando e dove possono avvenire altri attentati. Quindi a fronte di queste notizie, che non dà la Lega, le danno delle istituzioni apposite a garantire la sicurezza, è ovvio che i cittadini chiedono una maggiore attenzione su un tema come questo che è molto forte, molto sentito. Noi siamo ancora di nuovo a riproporvelo per porlo all'attenzione degli organi di governo territoriali.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Iotti. Ne ha facoltà.

 

IOTTI: Grazie, Presidente. Questa proposta di risoluzione, come detto, fa il paio con quella già affrontata nella precedente Assemblea.

Intanto occorre ribadire assolutamente la ferma condanna dell'attentato che ha coinvolto la sede del giornale francese. Credo che questo sia realmente di matrice terroristica e lì va ricondotto, così come credo non vadano minimizzati in nessun modo tutti quei segnali che possono essere raccolti sul territorio. Non conosco nel dettaglio quanto accaduto a Sassuolo, ma credo che una scritta sul muro di per sé non sia automaticamente frutto di un'azione terroristica, forse è anche qualche bravata, che però segnala una situazione assolutamente da condannare.

Del tema ne abbiamo già parlato. Per quello che riguarda il richiamo della risoluzione, credo che la presenza di associazioni culturali o ricreative non sia unicamente, forse lo sono in alcuni casi, un modo per aggirare il problema. La presenza delle associazioni culturali richiama esplicitamente una norma di legge per cui, ad esempio, tra le finalità delle associazioni culturali ricreative esiste anche quella religiosa e spesso, e questo vorrei che fosse chiaro, non esiste solo un problema di confessione di religione islamica, ma esiste anche la presenza di molte altre confessioni.

Tanto per fare un riferimento, voglio citare quella che è stata una presa di posizione del Consiglio delle Chiese cristiane, ripresa anche in una recente riunione, un'iniziativa pubblica fatta a Parma. Il Consiglio delle Chiese cristiane, quindi credo rappresentativo anche, come si dice, della gente, della società, che è composto dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa avventista, dalla Chiesa metodista e dalle due confessioni ortodosse di lingua greca e rumena, richiama, in merito al tema reale, cioè quello delle sedi dove professare la fede religiosa, quanto segue: "la collocazione della moschea è necessaria per consentire ai cittadini e agli immigrati di fede musulmana di poter compiere in pace e con dignità gli adempimenti richiesti dalla loro fede. Questa è un'azione che deve in maniera netta battere l'azione di intolleranza riaffermando il diritto e la giustizia affinché tutti i credenti musulmani possano ritenersi cittadini a pieno titolo e continuino il loro percorso di integrazione sociale e di dialogo. Questo richiamando la Costituzione, dove tutti i cittadini hanno pari dignità sociale senza distinzione di sesso, di lingua e di religione" quindi si invitano tutte le istituzioni a "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini". Questo dice il Consiglio delle Chiese cristiane. Questo non perché ci deve essere confusione, ma perché è l'affermare di un pluralismo religioso che pone tutte le confessioni di fronte alla difesa di questo diritto fondamentale, un diritto che riguarda non solo il momento della preghiera, ma la concretezza della vita personale e familiare dei cittadini.

Ora, di fronte a questo, ma né per polemica, né altro, noi dobbiamo abituarci a ragionare sul fatto che tutto quello che va contro le leggi diventa un pericolo, come è accaduto in atti delittuosi, e va combattuto e su questo credo non ci siano divisioni, ma è altrettanto vero che la presenza di sedi di culto... - e voglio ricordare che non ci sono solo le confessioni richiamate o quella musulmana, ma nei giorni di festa, la domenica, tutti sul territorio vediamo la presenza molto diffusa di confessioni varie che professano un credo per loro fondamentale e anche per quella che è la propria esistenza culturale, - e non per questo si può pensare che l'uso di una sala pubblica o di una sala anche privata possa costituire un elemento di valutazione urbanistica. Questo perché è evidente che c'è un impatto relativo a quella funzione, ma è altrettanto vero che la materia urbanistica non può disciplinare una differenza sul credo religioso. Su questo esistono anche prese di posizione non solo della Corte costituzionale, ma anche del Consiglio di Stato, che pongono tra i compiti degli enti territoriali, in materia urbanistica, di provvedere a che sia consentito a tutte le confessioni religiose di poter liberamente esercitare il culto, anche individuando aree idonee ad accogliere i rispettivi fedeli.

Su questo e sul diritto di culto io credo che dobbiamo fare un passo in avanti per fermare tutto quello che può effettivamente essere un fatto negativo. Sollecitare, cioè, ogni forma di controllo e di prevenzione credo che sia assolutamente condivisibile per contrastare tutto quello che va contro il senso civico, ma introdurre una logica di intralci e lacci legislativi, in questo caso palesemente anche incostituzionali, potrebbe portare e comportare problemi e rischi che rallentano i processi di integrazione e creano le condizioni per far prevalere, questo sì, integralismi pericolosi. Allora, ripeto, non è un appello al buonismo o alla tolleranza, è la consapevolezza che laddove queste situazioni sono controllate, sono poste all'interno di una comunità locale che riconosce anche questi diritti, credo che non facciamo cosa negativa. Anzi, il favorire questi processi di integrazione credo che sia l'unica strada reale oggi per pensare che il terrorismo non sbarchi anche dalle nostre parti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Iotti.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Vorrei evidenziare, in parte l'ha già fatto il consigliere Iotti, le forti incongruenze riportate da questa risoluzione presentata dai colleghi della Lega. Oltre agli elementi di incostituzionalità già evidenziati da diverse sentenze della Corte costituzionale, nelle considerazioni iniziali si parla della regione Emilia-Romagna come paladina di libertà di stampa, pensiero e espressione, così come si chiede di tutelare i principi fondamentali di libertà di espressione e di pensiero.

Vorrei ricordare ai colleghi che la nostra Costituzione prevede la libertà e l'uguaglianza tra tutte le professioni religiose e che, ancor prima dell'articolo 8, l'articolo 3 riconosce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali, mentre la risoluzione presentata dalla Lega ha degli elementi pregiudiziali molto forti. Sicuramente sospendere ogni tipo di finanziamento, contributo e patrocinio alle associazioni solo perché islamiche, subordinandole a dei sopralluoghi che hanno tutto il sapore di ronde, non è conciliabile con gli articoli e gli assunti sopra citati. Associare la parola "Islam" alla parola "terrorismo" è altrettanto socialmente pericoloso e può solo alimentare la cultura del sospetto e le tensioni sociali che ne derivano.

La nostra è diventata una società multietnica e solo una politica di integrazione e di conoscenza reciproca, che non si attua certo con le perquisizioni e con le privazioni, può creare i presupposti affinché si possano emarginare i fenomeni di violenza e intolleranza. Chiunque conosca un minimo di storia sa molto bene che la religione è solo un pretesto e mai la vera causa dei conflitti, che nascono, praticamente la totalità delle volte, da motivi economico-finanziari o politici. Non è la causa la religione islamica oggi per gli attentati terroristici, come non lo fu in passato la religione cristiana per le Crociate, andando molto indietro nel tempo. E puntare il dito contro le persecuzioni dei nostri connazionali all'estero diventa contraddittorio se noi all'interno del nostro paese siamo i primi a voler applicare delle norme discriminatorie.

Chiaramente noi sosterremo ogni iniziativa che vorrà realmente combattere i fenomeni legati al terrorismo e non crediamo che sia quella proposta la strada giusta. Crediamo che piuttosto che reprimere e impedire la libertà di culto, si debba invece lavorare in modo tale che questa libertà venga esercitata nel rispetto delle reciproche culture e nella condanna e lotta comune a ogni forma di terrorismo e violenza di qualunque matrice. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie consigliera Sensoli.

Non ho più nessuno iscritto a parlare, pertanto passo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bargi. Ne ha facoltà.

 

BARGI: Grazie, presidente. Chiedo subito il voto elettronico, presidente.

Venendo al tema, per non accostare le parole "terrorismo" e "Islam" potremmo chiamarlo "terrorismo di matrice medio-orientale con elementi di religione islamica", non so, chiamiamolo come preferisce. Sono d'accordo che il discorso non si lega totalmente alla religione e infatti non facciamo un discorso di religione, però, se mi permettete, tutta quella che è l'immigrazione proveniente da paesi di matrice islamica, oggi come oggi, con la situazione che sta degenerando tra quella che è l'ISIS, ma che sono anche le varie organizzazioni terroristiche (abbiamo avuto Al Qaeda fino a poco tempo fa, che probabilmente ancora ha nuclei attivi), ovviamente costituisce una forma di pericolo per l'incolumità dei cittadini. Se noi vogliamo in qualche modo far finta che questo non sia un problema, che avere magari dei nuclei che potrebbero essere cellule dormienti di questi fenomeni terroristici qui, sul nostro territorio... Prendiamo atto che, siccome si parla di religione, non possiamo assolutamente andare neanche a vedere quello che succede in quei posti, a capire come sono disposti sul territorio, dove sono presenti, censirli e cercare di porre attenzione a quello che accade in questi luoghi di ritrovo, ma se non lo facciamo è ovvio che lasciamo una lacuna in un servizio per la sicurezza del cittadino che non va comunque a contrastare con l'attività religiosa.

Però vorrei essere chiaro, non è che se tu hai la sede dell'associazione dove fai attività religiosa... e ce ne sono tante altre e infatti non siamo qui a dire nulla su quello che è magari il tempio buddista o su quello che è un ritrovo evangelico, però non hanno strutture magari utilizzate prima come scantinati o roba del genere che poi vengono riconvertiti in vere e proprie moschee. Noi abbiamo avuto - so che porto sempre il caso nostro, ma d'altronde l'ho vissuto in prima persona - abbiamo avuto il caso di un garage utilizzato di fatto come moschea e il TAR e il Consiglio di Stato hanno dato ragione al comune di Sassuolo, non è che ha vinto la comunità islamica, hanno ricorso e hanno perso.

Inoltre parliamo sempre di una religione che non ha stabilito accordi con lo Stato italiano, quindi di fatto non abbiamo nessun patto, nessun accordo con questa religione e quindi ovviamente va tenuta in considerazione magari più di altre proprio per quella che è la sua natura un po' borderline.

In più è evidente che per quanto riguarda il fenomeno dell'integrazione, un conto è dire: "bene, chi viene nel nostro paese accoglie quella che è la nostra cultura, quella che è la nostra identità e la rispetta", un conto è dire: "tu vivi nel nostro paese e ti porti dietro tutto quello che è il tuo bagaglio culturale e lo stabilisci qui". Ne abbiamo parlato più volte del fenomeno dei palazzoni di periferia creati apposta. Non per tornare sempre sulla mia città, ma era diventata famosa a livello nazionale per il quartiere Braida creato ad hoc perché si voleva portare manovalanza a basso costo e poi ci siamo ritrovati ad avere un quartiere totalmente fuori controllo. È uno di questi esempi. Questo si collega di più, forse, ai fenomeni di immigrazione in generale che non direttamente al terrorismo islamico, però è evidente che se questo fenomeno lo affronti segregando e relegando tutti quelli che sono islamici intorno ad un baricentro, non fai altro che andare a far sì che in questo gruppo... Certo, c'è tanta gente che viene qui magari proprio per fuggire dalla guerra o perché vuole andare verso un paese occidentale per garantirsi un futuro diverso e migliore di quello che può avere nel suo paese, però in mezzo non sai mai chi ci può finire ed è quello che accade. Quindi noi chiediamo semplicemente controlli in più, come ad esempio quello sulle fonti di finanziamento privato a questi tipi di associazioni, visti anche i casi che piano piano vengono fuori, che non ci sembrano delle restrizioni dal punto di vista religioso, ma dei controlli proprio dal punto di vista della sicurezza.

Il nostro voto alla risoluzione è chiaramente a favore.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Anticipo il voto contrario del Partito Democratico al di là delle precisazioni attualmente fatte dal consigliere Bargi sul fatto che i controlli ci debbano essere, su questo noi concordiamo, ma non c'è dubbio che l'impostazione di questa risoluzione sia velata da aspetti discriminatori che non possiamo condividere. A parte un elemento tecnico relativo al permesso a costruire, credo di averlo detto anche l'altra volta, il permesso a costruire non può essere lo strumento attraverso il quale si controllano i luoghi di culto. Il permesso a costruire, la concessioni edilizia la rilasciano i comuni. Io credo che, anche nel rispetto delle competenze, ci sia un modo per affrontare la questione come si deve.

Dopodiché noi siamo un paese democratico, liberale. Il diritto a professare la religione preferita è un diritto costituzionale, lo diceva il consigliere Iotti prima, e credo che non possiamo neanche essere noi, e un po' trapela questo dalla risoluzione proposta dalla Lega, a decidere quali sono le religioni buone e quelle cattive, quelle che vanno bene e quelle che non vanno bene. La libertà sta proprio in un concetto che prescinde dal fatto che siamo noi i primi a discriminare.

Comprendo, credetemi, comprendo davvero le difficoltà dei sindaci e degli amministratori locali che hanno comunità straniere importanti sul territorio, quando si tratta di portare a sintesi interessi che sono anche contrapposti tra la comunità italiana, che comincia ad avere molti problemi in questa fase di crisi, e gli stranieri, e che sia difficile, con le poche risorse a disposizione, rispondere alle esigenze di tutti quando si tratta di assegnazione di alloggi o di prestazioni agevolate. La difficoltà la conosco perché vengo da un comune che su questo ha fatto scelte anche molto dure sull'assegnazione degli alloggi. Due anni possono essere pochi, si può allungare il termine, questo lo capisco. Però davvero impedire, o tentare di impedire, o far passare il messaggio che il problema si risolve limitando l'apertura di luoghi religiosi, che tra l'altro le comunità finanziano con le loro risorse, credo che non possa che far aumentare l'odio che faticosamente stiamo cercando di combattere attraverso le politiche di integrazione.

Siamo in una regione nella quale gli italiani, gli emiliano-romagnoli, e gli stranieri storicamente lavorano fianco a fianco e gli stranieri hanno contribuito a far crescere il PIL di questa regione. Abbiamo vissuto un terremoto drammatico dove i lavoratori delle aziende, italiani e stranieri, hanno lavorato fianco a fianco per rimettersi in piedi dopo le scosse, abbiamo avuto dei morti stranieri nelle aziende durante il terremoto. Io credo che in questa regione non possiamo permetterci di fare una riflessione come quella avanzata dalla risoluzione della Lega sui luoghi di culto.

Stiamo recuperando le chiese danneggiate dal terremoto con soldi pubblici perché giustamente le riteniamo un patrimonio storico e culturale identitario da valorizzare, allora come possiamo pensare di risolvere un problema come quello della relazione con gli stranieri se non riconosciamo i loro luoghi identitari, a maggior ragione se se li finanziano da soli? Certo, i controlli ci devono essere, come la legalità deve essere una delle nostre priorità, ma io penso che non sia attraverso questa risoluzione che si può evitare di far crescere l'odio e non sia attraverso il messaggio che passa da questa risoluzione che possiamo affrontare i temi del terrorismo e le politiche di integrazione, che sono, io penso, la vera chiave per non far crescere l'odio e per vivere serenamente in comunità diverse, con religioni diverse, senza che ci siano problemi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Zappaterra.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sensoli. Ne ha facoltà.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Chiaramente anche noi non neghiamo che ci sia necessità di effettuare controlli o che comunque ci sia una problematica legata alle concessioni dei luoghi, questo è innegabile, vanno rispettate le norme a trecentosessanta gradi, ma naturalmente questa per noi non è la strada giusta, quindi dichiaro il nostro voto contrario.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente. Comunico il voto favorevole del gruppo di Forza Italia per una serie di ragioni che sono a mio modo di vedere abbastanza ovvie per quello che si sta verificando e ciò che sta accadendo oggi non solo in Italia ma anche all'estero, e mi riferisco agli attentati, mi riferisco alla presenza di un Islam che non è più in gran parte un Islam moderato, ma che è diventato e ha assunto posizioni assolutamente integraliste.

Io credo che si debba sgomberare il campo da un grande equivoco. Noi siamo abituati a considerare la presenza di questi luoghi di culto come qualche cosa da concedere in maniera assoluta, ma dobbiamo fare una distinzione, che secondo me è opportuna, tra quelli che sono i luoghi di culto, i cosiddetti musalla, che sono luoghi di preghiera dove ci si può incontrare per vivere momenti di comunità e anche di comunità religiosa che nell'Islam sono previsti, e le moschee. La moschea è, infatti, non un luogo primariamente di culto, è un luogo di aggregazione soprattutto politica, di aggregazione sociale, è sede - qualcuno dovrebbe anche cominciare a domandarsi il perché - di tribunale coranico; nella moschea ci sono i corsi di preparazione, è sede, quindi, anche di scuola coranica molto spesso per i minori.

Io credo che noi dobbiamo a questo punto, quindi, fare grande attenzione a quello che andiamo facendo, perché sentivo dire dall'esponente del Partito Democratico che tutte le religioni sono uguali, che non ce n'è una migliore e una peggiore, però mi pare che oggi nel califfato, che è qualche cosa di nuovo nel panorama storico e politico, sta veramente avvenendo qualcosa di nuovo e noi una differenza la possiamo notare, cioè oggi il califfato è un'entità territoriale che ha una propria milizia, una propria polizia, una propria amministrazione, batte moneta, ha un'economia, c'è un'organizzazione statuale. Io credo che anche in quest'Aula voi tutti sappiate che è stato anche emanato un codice penale simile a quello che prende origine ovviamente dalla sharia, dove, ad esempio, se vieni colto al volante in stato di ebbrezza meriti cinquanta frustate, le donne non possono guidare le autovetture, l'adulterio viene punito in molti casi con la crocifissione.

Insomma, siamo di fronte a situazioni che io credo debbano essere prese in considerazione e siccome questi casi non sono isolati perché ciò che sta avvenendo in Africa e in tante altre parti del mondo segnala una recrudescenza di questi episodi, dobbiamo anche in Italia fare attenzione e porre delle regole. Recentemente l'Austria lo ha fatto, lo ha fatto in che modo? Innanzitutto nelle moschee ha stabilito per legge che si debba pronunciare il sermone in lingua tedesca. Non vedo perché non possa avvenire la stessa cosa anche qui in Italia. Abbiamo poi un altro aspetto che riguarda il finanziamento, il tanto criticato finanziamento. Siccome ci sono "Stati canaglia" che molto spesso finanziano la creazione di questi centri religiosi, io credo che sia necessario avere una trasparenza sulla provenienza delle somme di denaro. Sappiamo che, ad esempio, la Turchia ha finanziato sessanta Imam, la Turchia non è ovviamente uno "Stato canaglia", la stessa cosa l'ha fatta l'Arabia Saudita, ma noi non possiamo avere la certezza che questi Imam si siano tutti prontamente prodigati a seguire i principi del nostro ordinamento.

Io non so che cosa si pensi, ad esempio, della mutilazione femminile, della condizione della donna, che nell'Islam ha una particolare attenzione in negativo, e poi ancora sui principi di accettazione della libertà e della democrazia. Noi dobbiamo fare in modo che questi aspetti vengano preservati e per farlo dobbiamo porre delle regole, delle regole molto forti e molto attente. Lo Stato e la nostra legge devono prevalere sicuramente su quelli che sono, ad esempio, i principi della sharia e dobbiamo fare attenzione a chi viene a predicare in Italia perché noi non possiamo più permetterci di avere Imam improvvisati e soprattutto moschee che si realizzano magari negli scantinati o nei garage, perché questo può portare solamente a delle conseguenze negative, come abbiamo visto, ad esempio, avvenire nella provincia di Modena, dove sono state assunte delle determinazioni anche gravissime, che hanno portato addirittura alla morte di ragazze, di donne che non si attenevano a quelli che erano i precetti dell'Islam.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Aimi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Comunico il voto contrario del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà alla risoluzione. Intervengo un po' con fatica, devo dire, perché penso che ogni tanto sarebbe anche utile ricordare a noi stessi che bisognerebbe operare distinzioni nel reiterare continuamente elementi di propaganda, di confusione, di demagogia, di populismo, insomma, elementi che non aiutano a risolvere né a comprendere una situazione complicata come quella in cui viviamo o quella in cui siamo chiamati ad agire e per quanto ci riguarda anche a legiferare. Credo che la politica renderà un servizio a questo paese quando comincerà a misurarsi con la complessità della realtà con un po' più di serietà, un po' più di attenzione, un po' più di volontà di capire che il mondo non è bianco o nero. Non ci si può ridurre a rendere una realtà complessa in poche righe, in poche parole, perché questo non aiuta nessuno. Lo dico adesso e l'ho detto prima. Leggendo i commenti che sono stati postati sui social-network, dopo la discussione sulla richiesta di commissione antimafia, dal Movimento 5 Stelle, viene veramente da chiedersi quando in questo paese si cesserà di smettere di fare populismo e demagogia allo stato puro e si comincerà nuovamente ad avere rispetto per le istituzioni e rispetto per noi stessi e per chi rappresentiamo anche...

 

(interruzione della consigliera Gibertoni)

 

lo dico con amarezza perché veramente penso che questo paese non ne possa più di semplici mistificazioni, di argomentazioni semplicistiche e banali per realtà che non sono né semplici, né banali. La realtà è complessa, comprenderla richiede uno sforzo, risolvere i problemi richiede uno sforzo di comprensione, di studio, di approfondimento, tutti elementi che la politica sembra dimenticare in favore di vuoti slogan e di parole che, sì, colpiscono certamente la pancia dei cittadini, ma non aiutano a risolvere nulla, sia che si parli di temi così delicati come l'immigrazione, sia che si parli di commissione antimafia, perché, e lo dico alla consigliera Gibertoni, è facile scrivere su Facebook: "guardate qua quello che fa il PD e quello che fa SEL" senza spiegare nulla, senza spiegare qual è la realtà, che cosa è stato un dibattito e quali sono le posizioni espresse. Andando avanti così questo paese non va da nessuna parte. O ci siamo insieme e facciamo uno sforzo di comprensione rispetto alla realtà, oppure possiamo urlare finché ci pare ma i problemi ci travolgeranno e travolgeranno tutti, anche quelli che urlano e sbraitano.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 27, a firma dei consiglieri Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

46

Assenti

 

4

Favorevoli

 

12

Contrari

 

34

Astenuti

 

--

 

La risoluzione è respinta.

 

OGGETTO 219

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere azioni volte ad ottenere il riconoscimento dello stato di calamità naturale a seguito del maltempo del febbraio 2015, riconoscere ai soggetti colpiti il risarcimento dei danni subiti dalla sospensione di servizi, verificare l'operato delle società che li erogano coinvolgendo i consumatori, prevenendo inoltre situazioni di emergenza e di dissesto idrogeologico. A firma dei Consiglieri: Montalti, Iotti, Gibertoni, Taruffi, Rontini, Marchetti Francesca, Prodi, Poli, Boschini, Molinari, Zoffoli, Serri, Lori, Mumolo, Rossi Nadia, Pruccoli, Zappaterra, Soncini, Calvano, Ravaioli, Torri, Bagnari, Mori

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperto il dibattito generale.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Montalti. Ne ha facoltà.

 

MONTALTI: Grazie, presidente. La vicenda è nota, in data 5 e 6 febbraio si sono abbattute, su diverse zone della nostra Regione, copiose precipitazioni, di carattere nevoso nella zona emiliana e piovoso in Romagna e nel Ferrarese. La violenza di tali precipitazioni per intensità e quantità ha fatto sì che interi paesi e frazioni delle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini e vasta parte del Ferrarese, si allagassero a causa della rottura degli argini e delle esondazioni sia dei corsi d'acqua sia della rete di bonifica e dei canali.

I 114 millimetri di pioggia registrati nelle zone del Rubicone, Pisciatello e Rigossa, i 100 millimetri registrati a Cesena e nel Lughese e Faentino, gli 80 millimetri di Forlì, solo per fare alcuni esempi, dimostrano come, secondo i primi dati forniti dalla Protezione civile, il mese di febbraio 2015 risulti essere uno dei più piovosi negli ultimi decenni, con un’eccezionalità evidente della situazione, in quanto gli apporti si riferiscono a soli due giorni.

Ci troviamo dunque di fronte ad un evento che può essere definito estremo, con allagamenti diffusi e conseguenti, numerosi ed ingenti danni agli edifici pubblici e privati e alle infrastrutture. Le piogge che si sono abbattute sul territorio nelle zone collinari e montane hanno inoltre rimesso in movimento molte delle frane esistenti e avviato nuovi fronti franosi, rendendo diverse strade non percorribili e creando situazioni di insicurezza per la popolazione.

Anche lungo tutta la costa, interessando le aree litoranee di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, è stata registrata una violentissima mareggiata, si sono osservate onde superiori ai quattro metri ed elevatissime altezze del livello del mare. La mareggiata ha comportato una tracimazione delle acque e allagamenti diffusi, spingendosi in alcuni casi, come a Cesenatico, fino a 200 metri nell'interno. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un evento che, secondo i dati forniti, può essere definito anomalo, e che ha causato ingenti danni sia agli edifici pubblici e privati, sia alle strutture turistiche e recettive, a pochi mesi - ricordiamolo - dall'avvio della stagione turistica.

Mentre la Romagna e la provincia di Ferrara lottavano contro la violenza delle acque, l’Emilia - la zona appenninica, ma anche parte della pianura - veniva interessata da intense nevicate. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un fenomeno eccezionale per la quantità delle precipitazioni nevose, in relazione al lasso temporale e per la caratteristica della neve. A seguito di tali precipitazioni, circa 300 linee della media e dell'alta tensione hanno subito danni, determinando l'interruzione prolungata della fornitura di energia elettrica per circa 200 mila utenze, lasciando senza energia, anche per periodi prolungati, circa 500 mila cittadini in tutta la Regione, 70 mila nella sola provincia di Reggio Emilia.

È evidente che i piani di emergenza messi in atto dai soggetti gestori si sono rivelati insufficienti. Dimostrazione ne è stata, come già è stato detto, la diffusa interruzione del servizio, che ha avuto ripercussioni anche sul riscaldamento e sull’erogazione del servizio idrico.

Un'aggravante di tale situazione è stata la mancata chiarezza in merito alle informazioni sul ripristino del servizio da parte delle società verso i cittadini e, ancor più grave, la mancanza di chiare informazioni nei confronti di molti sindaci, elemento che in alcuni casi ha rappresentato di per sé un'emergenza.

Il nostro sistema di Protezione civile regionale ha, ancora una volta, reagito prontamente e con grande efficienza. La cabina di regia regionale ha mantenuto il coordinamento, e a fianco dei sindaci si sono mobilitate 270 squadre di Protezione civile, con più di mille volontari.

La Regione si è attivata sin da subito collaborando con i comuni, i sindaci e tutti gli enti ed i soggetti pubblici e privati coinvolti, per intervenire a tutela e protezione delle popolazioni e dei territori colpiti.

Dobbiamo anche ricordare come, nelle giornate immediatamente successive all'emergenza, la Giunta abbia prontamente stanziato 5 milioni di euro per sostenere i primi interventi realizzati nei territori.

Il bilancio dei danni è ingentissimo. La prima ricognizione realizzata dà atto di circa 180 milioni di euro di danni per il comparto pubblico e 90 milioni di euro per quello privato e produttivo. Duecentosettanta milioni di euro per i quali è già stata inviata al Governo richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza.

Dall'analisi dei fatti siamo partiti per tracciare le proposte contenute nella risoluzione che presentiamo oggi, risoluzione - lo voglio dire - positivamente condivisa anche dai colleghi di SEL e del Movimento 5 Stelle, Taruffi e Gibertoni. Abbiamo bisogno, in questa fase, di dare una risposta rapida e chiara in merito ai danni subiti dal sistema pubblico e dai privati, e soprattutto in merito alle risorse disponibili per gli interventi.

Chiediamo pertanto alla Giunta di presidiare con grande attenzione il percorso avviato, affinché il Governo riconosca rapidamente lo stato di emergenza, e soprattutto affinché vengano stanziate le risorse adeguate per coprire il 100 per cento dei danni subiti. In questo senso, bisogna anche lavorare allo scopo di far riconoscere la richiesta di sblocco del patto di stabilità per i comuni coinvolti nell'emergenza.

L'emergenza ha messo in luce criticità che raramente si erano manifestate in maniera così diffusa e persistente. Penso in particolare al blackout che ha interessato una larga fetta della popolazione regionale. Sappiamo che l'assessore Gazzolo ha già convocato un tavolo di confronto con le società multiservizi, le province, ANCI e le associazioni dei consumatori. Ci sembra che questa iniziativa vada nella direzione giusta. L'obiettivo deve essere quello di individuare una soluzione al problema dell'equità dei rimborsi che gli enti gestori devono corrispondere. È fondamentale, però, in un'ottica di prevenzione, avviare con le multiutility un tavolo di confronto per verificare l'operato nei giorni dell'emergenza, ma soprattutto per concordare un piano di manutenzione e di investimenti sul sistema delle reti regionali, a partire dai punti critici più a rischio.

Abbiamo detto che la rete di Protezione civile regionale ha risposto prontamente all'emergenza. Abbiamo però anche rilevato come nelle fasi critiche sia fondamentale che tutti i soggetti che operano sul territorio regionale, comprese le società multiservizi, rispondano prontamente comunicando e collaborando con le istituzioni. Per questo chiediamo alla Giunta di promuovere, con il coinvolgimento della Protezione civile regionale e dei sindaci, un protocollo d'intesa con i gestori, per definire tutti quegli aspetti fondamentali nelle fasi di emergenza, come le modalità di intervento e comunicazione, la dotazione di personale, l'ammodernamento delle reti e il potenziamento dei sistemi di controllo.

L'emergenza ha poi messo in luce ancora una volta la fragilità del nostro territorio. Secondo i dati dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del CNR, nel 2014, in Emilia-Romagna sono state ventotto le località colpite da importanti fenomeni franosi e da alluvioni, che hanno causato anche danni diretti alla popolazione. È evidente quindi come il nostro territorio e la popolazione siano sempre più esposti a fenomeni climatici di natura eccezionale per quantità e intensità, ma che si manifestano in maniera sempre più frequente anche a causa del processo di cambiamento climatico.

Di fronte a queste evidenze ci sono due strade da percorrere. Da un lato rafforzare sempre di più il sistema di Protezione civile regionale, continuando a dotarlo di strumenti e risorse adeguate, investendo in tecnologie e puntando anche sulla rete del volontariato e sulla formazione e l’educazione. Sappiamo che la Giunta ha ben chiara questa priorità, e siamo certi che il percorso verrà consolidato.

Ma il tema che riteniamo centrale è quello della prevenzione. La fragilità del nostro territorio non è un elemento da dare per acquisito, è un aspetto da affrontare con forza e tenacia, avviando una seria politica di prevenzione del dissesto idrogeologico, di messa in sicurezza e tutela del territorio.

Il programma di legislatura è chiaro. C'è l'impegno del Presidente della Giunta a garantire l'attuazione di programmi pluriennali di manutenzione e tutela rivolti al sistema idrografico e al sistema costiero, lavorando anche ad una proposta di legge di riforma del sistema di difesa del suolo che definisca i ruoli del coordinamento tra tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti.

Con questa risoluzione noi chiediamo di avviare sin da subito l'iter per la realizzazione di un piano di investimenti quinquennale, con risorse da destinarsi a partire dal bilancio 2015, che abbia come obiettivo il contrasto del dissesto idrogeologico e la prevenzione dei rischi derivanti dai fenomeni climatici. Il piano dovrà prendere in considerazione le specificità territoriali con azioni dedicate sia alla situazione delle aree montane e piano-collinari, sia alla costa. Contemporaneamente si dovrà lavorare ad una più ampia strategia regionale di contrasto del mutamento climatico, che anticipi il percorso nazionale e definisca le politiche regionali di resilienza e prevenzione.

Nel piano del Governo "Italia Sicura", il programma dedicato alle politiche di contrasto del dissesto, viene sostenuto che 1 euro speso in prevenzione fa risparmiare sino a 100 euro in danni.

Siamo l'Emilia-Romagna, dobbiamo avere l'ambizione di dimostrare nei fatti questa affermazione. La terra e il nostro territorio rappresentano da sempre la nostra ricchezza e bellezza. Proteggiamoli investendo in prevenzione, in tutela e sicurezza. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Montalti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Neanche a farlo apposta, proprio ieri sera ho partecipato ad un incontro pubblico promosso da un gruppo di cittadini di Monterenzio, in provincia di Bologna, nel corso del quale si è parlato – appunto – dei disagi dovuti al maltempo, in particolar modo, essendo una zona dell'Appennino, di quelli riguardanti la nevicata avvenuta la notte tra il 5 e il 6 febbraio. Dalla discussione è emerso che nella zona appenninica non si può andare in crisi per 50 centimetri di neve, asciutta o bagnata che sia.

Non è possibile, infatti, che nel 2015 alcune famiglie siano state isolate cinque, sei giorni, senza elettricità, spesso anche senza acqua, con bambini e anziani magari ammalati. Ci sono stati dei problemi evidenti di comunicazione tra i soggetti gestori e i cittadini. Infatti, quando i cittadini chiamavano i soggetti gestori ricevevano delle informazioni alquanto fumose. Vi sono state difficoltà di comunicazione anche tra i soggetti gestori e gli amministratori. Infatti spesso gli stessi sindaci facevano fatica ad avere informazioni utili. Ma vi sono stati tanti problemi di comunicazione anche tra i cittadini e le amministrazioni comunali, tanto è vero che i cittadini di alcune fazioni isolate per cinque, sei giorni - il caso di cui sopra - non hanno ricevuto informazioni, sebbene le pattuglie della polizia municipale passassero da quelle zone. Né sono state date informazioni sulle misure messe in campo dalle amministrazioni comunali per alleviare i problemi dovuti alla mancata erogazione di energia elettrica.

È un dato di fatto che ci sono stati alcuni problemi, e questo sicuramente non si può negare.

Nel testo si fa riferimento anche alla Commissione del 16 febbraio, che è stato un incontro importante, nel corso del quale i soggetti gestori hanno avuto modo di esporre le loro relazioni. Terna, ad esempio, ha sollevato un problema - che peraltro ha parzialmente smentito alla fine - di coordinamento tra i diversi gestori, che avrebbe rallentato i tempi di intervento. Enel ha sollevato il problema della manutenzione preventiva degli alberi "fuori fascia". Sono tutti problemi da risolvere che, come dicevo, non si possono nascondere.

Pertanto, va bene il tavolo convocato dalla Regione - lo chiedevamo fin dall'inizio, quindi non posso certamente dire di essere contrario -, cui parteciperanno Enel, province, Città Metropolitana, ANCI, al quale saranno invitate anche le associazioni dei consumatori, per far sì che la Regione assuma finalmente il ruolo di soggetto capofila di un intervento coordinato. Come dicevo, è proprio ciò che chiedevamo.

Condividiamo anche le richieste di questo documento. Presidiare il percorso di riconoscimento dello stato di emergenza in Emilia-Romagna; garantire un risarcimento anche ai comuni piccoli - questo è fondamentale -; lo sblocco del patto di stabilità; promuovere un percorso conciliativo coinvolgendo anche le associazioni dei consumatori; promuovere, con il coinvolgimento del sistema di Protezione Civile regionale e i sindaci, un protocollo di intesa con le società multiservizi; istituire procedure condivise di allerta e attivazione di interventi coordinati.

Sono tutte richieste condivisibili, come un piano di investimenti quinquennale, con risorse da destinarsi sin dal prossimo bilancio, con particolare attenzione - parlo almeno per la mia zona, qui in provincia di Bologna - alle aree di montagna, visto che i residenti di quei luoghi attendono da anni, e ormai sono abituati a tante parole che, troppo spesso, non vengono mantenute.

Vorrei fare una sola domanda a chi ha scritto questa risoluzione. Noto che mancano le associazioni di categoria: è una svista o non sono state coinvolte volutamente? Perché secondo me potrebbero dare un contributo fondamentale, visto che rappresentano il mondo produttivo e commerciale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pompignoli. Ne ha facoltà.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Premetto che ovviamente sarò più breve rispetto al collega Marchetti, che ha già illustrato la situazione e la condivisione rispetto a questa risoluzione.

A mio avviso, mancano alcune risposte che devono, invece, essere date. Da un lato, se è stato stimato un danno di circa 180 milioni di euro, con i 5 milioni di euro che cosa si è fatto? Come si sono spesi? Dove si sono spesi? Quali criteri sono stati utilizzati per la ripartizione dei danni alle città coinvolte?

In secondo luogo, non si capisce a che punto sia il percorso per il riconoscimento dello stato di calamità. Non vorremmo trovarci nella stessa condizione del 2012. Lo spiegavo in un intervento sul giornale - al quale lei, assessore, mi ha risposto - per cui, ad oggi, dopo tre anni, non è stato ancora riconosciuto alcun risarcimento per la famosa nevicata del febbraio del 2012. Se questo è il percorso che i cittadini devono aspettarsi prima di un eventuale risarcimento del danno, è ovvio che tre anni - e ad oggi ancora non so se siano stati corrisposti i risarcimenti - sono sicuramente invasivi per quelle attività che stanno comunque spendendo soldi per risollevarsi. Non si capisce, altresì, che cosa viene risarcito, se solo opere pubbliche o opere private.

Da questo punto di vista, questa risoluzione è quindi altamente lacunosa. È ovvio che noi voteremo a favore di questa risoluzione, ma con tutti gli interrogativi del caso, a cui attendiamo risposta. Peraltro, proprio su questi interrogativi ho presentato un'interrogazione, rispetto alla quale non ho ancora ricevuto alcuna risposta da parte dell’assessore. Chiedo di rispondere oggi a questi interrogativi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Pompignoli.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bagnari. Ne ha facoltà.

 

BAGNARI: Grazie, presidente.

Gli eventi che hanno caratterizzato questo mese di febbraio hanno messo a dura prova il nostro territorio regionale, come credo ormai sia evidente, un territorio caratterizzato da notevole fragilità non solo per l'occupazione eccessiva dell'uomo, cioè per l’eccessiva cementificazione e antropizzazione, ma nelle zone di montagna e di collina anche per il motivo opposto a volte, cioè per la scarsa presenza dell'uomo e delle cure che questi può arrecare al territorio quando lo vive, lo lavora e se ne prende cura.

Tale quadro, sommato agli eventi meteorologici che si sono succeduti in rapida sequenza nei primi giorni di febbraio, ha portato ad indebolire i territori collinari e montani, accentuando movimenti franosi già in essere, ma provocando anche eventi assolutamente inattesi, come quello accaduto a Casola Valsenio, in provincia di Ravenna, nella mattinata di mercoledì 25 febbraio, con il distacco di una frana di dimensioni enormi (150 metri per 50). Una situazione che, nelle ore successive, ha visto anche altri movimenti franosi in quel territorio, smottamenti e abbassamenti delle strade, costringendo alla chiusura al traffico di numerose strade, con una frana che nel territorio di Riolo Terme ha messo a rischio addirittura la condotta principale del gas per la fornitura di tutta la vallata, da Riolo Terme fino a Palazzuolo.

Tornando all'evento più importante di Casola, va sottolineato che la frana che si è verificata all'improvviso è stata importante non solo per la sua ampiezza, ma anche per il fatto che ha colpito e distrutto il campo sportivo del paese sul Senio, che fino a poche ore prima era occupato da ragazzi che si stavano allenando. Sicuramente il primo pensiero deve andare alla scampata tragedia, però rimane il fatto che quella comunità ha perso un importante punto di aggregazione, che proprio per le caratteristiche del territorio collinare non sarà facile trovare in altro luogo.

Per questo motivo voglio ringraziare il presidente Bonaccini per la sensibilità dimostrata su questo tema, affatto secondario, manifestando l'impegno della nostra Regione, per quanto possibile, ad aiutare quella comunità, anche da questo punto di vista, tenendo presente il fatto che, già nelle giornate del 5 e 6 febbraio, questa zona - quella di Casola Valsenio e dei comuni limitrofi - è stata interessata da forti disagi dal punto di vista tecnico, e qui torniamo all'oggetto della risoluzione presentata dalla collega Montalti.

Quest'ultimo drammatico evento, cui ho fatto riferimento, ha fatto riemergere l’attivismo, il senso di solidarietà, l'attaccamento al territorio dei cittadini e delle associazioni, immediatamente impegnati in una gara di solidarietà per aiutare questo Comune, ma anche per assicurare il presidio della zona colpita dalla frana, allo scopo di garantire la sicurezza e l'incolumità delle persone.

È evidente, però, che questo non può bastare. Servono impegni ed interventi non episodici da parte dei gestori dei servizi ed anche - ovviamente - da parte delle istituzioni, in una logica di messa in sicurezza complessiva del territorio collinare e montano, che - ricordiamolo - oltre ad essere abitato e caratterizzato dalla presenza di attività produttive, è anche uno dei gioielli paesaggistici della nostra Regione, che merita un rilancio dal punto di vista turistico e della valorizzazione del territorio, nonché dal punto di vista sociale.

Proprio per questi motivi, acquisiscono ancora maggior valore, alla luce di quanto accaduto, gli impegni contenuti nel programma di mandato presentato dal presidente Bonaccini a questa Assemblea il 26 gennaio, nel quale si prevede di garantire l'attuazione di programmi pluriennali di manutenzione sia del reticolo idrografico sia del sistema costiero, arrivando ad un piano decennale per la sicurezza del territorio regionale.

Sempre a proposito del territorio ravennate, nel quale si sono verificati gli eventi che ho ricordato, per ragioni di sintesi non mi dilungherò, ma voglio anche ricordare gli eventi che hanno colpito la costa, tutta la costa della Romagna, ma vanno ricordate anche alcune situazioni drammatiche che hanno colpito la costa ravennate, con ingenti danni alle attività economiche, oltreché l'impegno e la voglia di fare messi in campo immediatamente da quei territori.

Vanno ricordati anche i problemi idraulici che hanno interessato in maniera pesante tutta la pianura dell'entroterra, con danni ingenti a strutture pubbliche e private, ed anche qui con problemi alla rete dei servizi. Ricordo, infatti, che in alcune zone della pianura ravennate vi sono stati disagi sulle linee telefoniche fino a qualche giorno fa.

Tuttavia, per il Ravennate, a proposito di opere che consentiranno, una volta realizzate, di mettere in sicurezza il territorio dal punto di vista della prevenzione, anche se questa volta i fiumi non sono stati interessati nella stessa maniera allarmante con cui è stata interessata per esempio la rete scolante, voglio ricordare la necessità di completare, per esempio, le casse di espansione del fiume Senio, parzialmente realizzate in territorio di Riolo Terme. Tutto il nostro territorio si augura che siamo all'ultimo miglio per queste opere, che davvero possono rappresentare una valvola di sicurezza importante per un ampio territorio, soprattutto in pianura.

È ovvio che ho parlato del territorio che conosco meglio, quello ravennate, ma so benissimo che situazioni come questa caratterizzano l'intero territorio regionale. Sono fermamente convinto che, alla luce di ciò che si è verificato, sia ormai chiaro che la manutenzione e la salvaguardia del territorio sono priorità ineludibili, che dovranno essere al centro dell'attenzione della nostra Regione, per motivi di doverosa tutela della sicurezza, ma anche perché la cura del territorio può diventare fattore di sviluppo economico e di occupazione.

Ho parlato di interventi da programmare, di previsioni, ma ora, in chiusura, voglio riferirmi a fatti concreti, a quanto messo in campo senza indugi dalla Giunta regionale, sia dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista dell'impegno e della presenza nei momenti drammatici che abbiamo vissuto in queste ultime settimane. Per questo va ricordata la velocità con cui la Giunta - lo diceva bene la collega Montalti - la mattina del 9 febbraio ha stanziato 5 milioni di euro per interventi di somma urgenza, dopo gli eventi del 5 e 6 febbraio, ma va sottolineata anche la rapidità con cui, grazie al coordinamento delle province e all'impegno dei sindaci, si è riusciti nell'arco di poco più di una settimana a completare la ricognizione dei danni, pubblici e privati, necessaria per presentare al Governo la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza.

Voglio altresì ricordare - e ringraziarli per questo - la tempestività con cui il presidente Bonaccini e l'assessore Gazzolo hanno seguito gli avvenimenti che si sono succeduti, senza fare mai mancare non solo il collegamento e lo scambio di informazioni con le comunità e con i sindaci e gli organismi tecnici di Protezione civile, ma garantendo, assieme ad altri membri della Giunta, anche la propria presenza fisica in tempi rapidissimi. In un'epoca in cui spesso si accusa la politica di essere distante dai cittadini, abbiamo avuto dimostrazione concreta della volontà di questa Amministrazione regionale di essere invece vicina ai cittadini, fisicamente e con i fatti.

Voglio inoltre ricordare la messa in campo di elementi di innovazione nel monitoraggio del territorio, grazie alla collaborazione con l'Università di Bologna, mi riferisco al sorvolo con il drone e alle analisi fatte proprio in occasione della frana di Casola Valsenio.

Le nostre comunità, come sempre, si sono rimboccate le maniche e sono pronte a ripartire, ma non possiamo pensare che ce la facciano da sole. Proprio per questo è importante sentire la presenza e l'impegno concreto delle istituzioni sia nella fase dell'emergenza, ma anche in quella della prevenzione e cura del territorio.

È il solo modo per garantire speranza e futuro ad una Regione, a territori e persone, che siamo orgogliosi di rappresentare e che meritano davvero il meglio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bagnari.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Prodi. Ne ha facoltà.

 

PRODI: Grazie, presidente.

Innanzitutto ringrazio la collega Montalti per avere sapientemente ottenuto nel testo di questa risoluzione una sintesi di tutti i temi.

Io mi limiterò ad esprimere un punto di vista prevalentemente legato al territorio emiliano, e reggiano in particolare, dove, relativamente ai giorni difficili vissuti da molti comuni, durante ed a seguito della nevicata del 5 e 6 febbraio, possiamo concludere che la grandissima parte del disagio non è stata causata da problemi di mobilità, peraltro risolti in tempi e con modalità analoghi a quelli messi in campo negli anni passati - nonostante i tagli, aggiungerei -, ma dal vasto e perdurante guasto di linee Enel che ha relegato una porzione enorme di popolazione a condizioni di vita preindustriali, senza luce e riscaldamento ed, in alcuni casi, anche acqua, e per diversi giorni. Stiamo parlando di anziani, bambini, persone con problemi di salute, ed anche di persone e famiglie che hanno visto impotenti deteriorarsi le risorse materiali e sociali, nella frustrazione del blackout elettrico ed informativo.

È questo, infatti, il dato più rilevante: attorno ad una presa di responsabilità completa da parte delle istituzioni, comuni, province e prefettura, che hanno assicurato il loro controllo ed appoggio alla popolazione con un'azione di coordinamento ed informazioni costanti ed una pronta reazione della Regione, come abbiamo sentito da tutti gli altri colleghi, che ha messo in campo forze e competenze, abbiamo invece assistito ad una gestione dell'emergenza da parte di Enel non adatta alla situazione ed al suo ruolo. Enel infatti non ha garantito il servizio ai propri utenti, né assicurato un'interfaccia con le istituzioni all'altezza della situazione, forzando amministratori a ricorrere al numero verde, arrivando quindi a tavoli di coordinamento con dati intempestivi, parziali ed incompleti, impedendo così di avere un quadro preciso delle zone scollegate dalla rete, se non attraverso segnalazioni raccolte anche dai comuni.

Comuni e province, con il supporto della Ragione, hanno quindi supplito al vuoto di informazioni del gestore, rimanendo l'unico punto di riferimento per i cittadini. Di questo siamo loro grati, avendo rappresentato al meglio ruolo e responsabilità.

Enel è stata quindi una delle parti sentite in audizione presso la Commissione III, dove però nella relazione ha restituito, a nostro avviso, un quadro non sufficientemente aderente alla gravità della situazione generatasi, anche se, d'altro canto, notiamo che la delegazione di alti dirigenti inviati in audizione può essere già di per sé una presa di coscienza dell'importanza che questo caso ha meritato e meriterà.

La risoluzione in oggetto ha quindi una grande importanza, ed è per questo che auspichiamo vivamente sia approvata da tutti i consiglieri e all'unanimità, perché volta a sostenere i sindaci, i cittadini e le imprese nell'ottenere risarcimenti e risposte eque e rapide rispetto agli ingenti danni subiti, ed anche a promuovere azioni di miglioramento in relazione a procedure e strutture per limitare conseguenze in altri eventuali e simili scenari, e creare dunque comunità effettivamente resilienti.

Rimane inoltre una costatazione sulla gestione dei servizi pubblici strategici ad opera di soggetti privati qualora si presentino criticità il cui impatto sia così esteso da richiedere misure e procedure straordinarie. Questa risoluzione può contribuire ad affermare il principio che deve essere comunque mantenuta qualità ed etica nella gestione, assicurando la piena collaborazione con le istituzioni, nel rispetto delle loro autorità e funzioni, nell'esclusivo interesse della sicurezza dei cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Prodi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Come abbiamo avuto modo di approfondire in Commissione con i vertici di Enel, Terna, Hera e Iren, in quei giorni (i primi di febbraio), siamo stati di fronte ad una situazione di emergenza molto significativa, soprattutto per quanto riguarda gli eventi atmosferici che hanno colpito la costa e i fenomeni atmosferici che hanno interessato quella zona della Regione.

Per quanto riguarda l'Appennino modenese, reggiano e bolognese, ci siamo trovati di fronte ad una situazione con caratteristiche diverse, che sicuramente sono da ricondurre ad una situazione più consona a quello che è il periodo e il territorio della nostra Regione. Sicuramente bisogna lavorare molto dal punto di vista degli interventi che i soggetti in questione devono fare per garantire la manutenzione degli impianti e delle strutture.

Nella risoluzione che oggi andiamo a proporre credo ci sia un passaggio importante, che va sottolineato con forza, per quanto riguarda quella parte del territorio regionale. Mi riferisco all’impegno che si chiede alla Giunta per ridistribuire le risorse che eventualmente arriveranno da questa richiesta di emergenza anche ai territori e ai comuni sotto i cinquemila abitanti, che, come prevede la delibera dell'Autorità per l’energia elettrica e il gas, non avrebbero diritto al rimborso automatico in bolletta. Tale situazione colpisce in particolar modo le imprese di quei territori, peraltro stiamo parlando di territori di montagna, dove - lo sappiamo - le condizioni per fare impresa sono più difficili che altrove, a maggior ragione in un momento di crisi. Pertanto, il tentativo di andare a correggere in qualche modo quella che, a nostro avviso, è un'impostazione non corretta dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas è un passaggio importante, proprio per garantire a tutti i comuni e a tutte le zone colpite dal blackout la possibilità di vedere almeno in parte riconosciuti i disagi e i problemi che si sono verificati in quei giorni.

L’impegno è volto anche a vedere riconosciuto il 100 per cento dei danni subiti. Forse purtroppo non si tratterà di cifre molto significative, ma credo che sia comunque importante affermare il principio secondo il quale i cittadini, come le imprese, che hanno subito dei danni devono potere vedersi riconosciuto, almeno in parte, il proprio disagio. E, come dicevo, credo che questo passaggio della risoluzione sia molto importante, perché dà una direzione chiara all'impegno che chiediamo alla Giunta.

Ovviamente, verificheremo come questa risoluzione verrà attuata, ma pensiamo sia molto importante e positivo che questa Assemblea voti, con il più ampio consenso possibile, questa risoluzione, proprio per dare alla Giunta il segno che ha un mandato ampio da parte di tutte le forze politiche di questa Assemblea. Ma soprattutto per dare un segno ai cittadini e alle imprese che vivono ed operano nei territori di montagna - sugli Appennini - che l'Assemblea regionale conosce e sa valutare l'impegno, e le relative difficoltà, che chi fa impresa deve profondere quotidianamente per tenere aperte le proprie attività. Il segno è quindi importante anche da questo punto di vista. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Nadia Rossi. Ne ha facoltà.

 

ROSSI Nadia: Grazie, presidente.

Il quadro delle difficoltà del nostro territorio a seguito degli eventi verificatisi nelle giornate intorno al 6 febbraio è stato ampiamente descritto dagli interventi precedenti. Tuttavia, ci tenevo a precisare alcuni aspetti. È chiaro che i nostri amministratori si sono trovati a fare fronte a situazioni di emergenza, a partire dagli smottamenti che spesso hanno precluso le principali vie di comunicazione, fondamentali anche per il semplice raggiungimento dei servizi primari.

L'assessore Gazzolo, con la sua intera struttura, sta lavorando sodo, così come hanno fatto in quei giorni, per dare risposte immediate agli amministratori in difficoltà, e per questo la ringrazio.

Credo, però, sia anche opportuno, se non prioritario, affrontare il tema dell’erosione della costa. Qualche giorno fa, ho letto un'uscita del presidente del consiglio nazionale dei geologi, il quale afferma che una risorsa preziosa qual è la nostra costa si sta consumando a vista d'occhio. Sulla costa emiliano-romagnola che, da Cattolica alla foce del Po, costituisce una fascia continua per 130 chilometri, larga da poche decine di metri fino a qualche chilometro, in alcune zone urbanizzata in modo abbastanza importante, sono presenti forti fenomeni di erosione costiera e di subsidenza. In tal senso, credo che occorra intervenire con la massima urgenza e sollecitudine prima di tutto, ovviamente, per la tutela del territorio, ma anche per l'economia, considerato che a breve inizierà la stagione turistica, che ovviamente non può essere compromessa. Tutti i cittadini del territorio stanno reagendo con quella forza che da sempre ha contraddistinto il nostro popolo, il popolo emiliano-romagnolo, rimboccandosi le maniche e preparandosi ad una stagione che, senza dubbio, con l'impegno della Regione e la sua vicinanza, e con l’impegno dello Stato non sarà assolutamente compromessa.

Per quanto riguarda la costa, occorre però investire, e semmai programmare anche uno studio adeguato per ottenere un sistema coordinato e condiviso per una difesa omogenea. Proprio ieri vi è stato un convegno, a distanza di un anno dal crollo di una porzione della Rupe di San Leo, al quale erano presenti il ministro Galletti, il presidente Bonaccini e l'assessore Gazzolo. Devo dire che ho apprezzato l'intervento del nostro presidente, il quale conferma, ancora una volta, la volontà di iniziare a fare ciò che probabilmente nessun altro in questo Paese ha mai fatto, cioè investire in prevenzione piuttosto che rincorre le emergenze.

Come dicevo prima, abbiamo apprezzato l’azione della Giunta che non solo è stata presente sul territorio durante quelle giornate, nei luoghi maggiormente colpiti, ma ha deciso di destinare inizialmente una somma di 2 milioni 500 mila euro, e di raddoppiarla immediatamente. Peraltro, ho appena letto un comunicato secondo il quale almeno 3 dei 5 milioni sono già stati destinati proprio per risanare le situazioni più difficili. Abbiamo apprezzato soprattutto la volontà, così come esplicitato nel programma di mandato, di disporre di importanti somme per la prevenzione, quindi per la tutela del territorio. Ho altrettanto apprezzato l'intervento del ministro Galletti, il quale ha affermato che le tante leggi volte alla tutela del territorio spesso ingessano il sistema ottenendo l'esatto contrario. Ho ascoltato, giustamente e in modo puntuale, pronunciata anche dal ministro la parola semplificazione, che credo sia già di per sé uno strumento utile a tutti.

Con questa risoluzione, per noi molto importante, teniamo ad impegnare la Giunta proprio perché così possiamo dare risposte immediate alle esigenze più importanti dei territori. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Nadia Rossi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente.

Per l'economia dei lavori, dato che eravamo stati sollecitati ad intervenire possibilmente in modo rapido, ma poi ho visto che tutti i gruppi intervengono, ed alcuni, soprattutto di maggioranza, in modo massiccio, allora è giusto rappresentare anche l'opinione del mio gruppo.

Assessore, io penso che questa sia una mozione indubbiamente articolata, che impegna la Giunta sotto tanti profili, però, vi sono almeno due aspetti che non vengono affrontati. Il primo è un monitoraggio di quel benedetto accordo tra il Ministero dell'Ambiente e la Regione Emilia-Romagna per quanto riguarda l'assetto idrogeologico. Perché lei sa bene - meglio di me - che ormai è un accordo abbastanza maturo, direi piuttosto che siamo in fase avanzata di applicazione di quell'accordo. Pertanto, è giusto continuare a sollecitare la prevenzione sotto il profilo dell'assetto idrogeologico, ma non bisogna dimenticare tutta una serie di programmi e di iniziative che prima o poi dovrebbero andare in appalto e a conclusione dei lavori.

In secondo luogo, a mio avviso, occorrerebbe individuare una scaletta di priorità. Per esempio, per quanto riguarda la città di Cesena, uno degli elementi che sono stati sollevati, poi non so se risponda o meno al vero, è un certo allagamento della città stessa, dovuto all’esondazione di un rio, per il quale non è stata realizzata una cassa di espansione, con una richiesta di finanziamento che ormai risale al 2007. Sarebbe dunque opportuno che, nell'ambito - diciamo pure - della prevenzione, vi fosse anche un monitoraggio di quelle sono le priorità effettive, perché tutte saranno urgenti, ma ve ne saranno alcune evidentemente più urgenti di altre. Diversamente, in questi cinque anni, rischiamo di ripeterci almeno ogni sei mesi, perché più o meno ogni sei mesi si verifica una qualche emergenza.

Per quanto riguarda invece l'emergenza della neve, anch’essa argomento della risoluzione, voglio dire che, pur non avendo partecipato ai lavori della Commissione, ho letto la documentazione che in quella sede è stata presentata. Ebbene, il tutto mi pare alquanto sconcertante, perché alla fine i gestori del servizio hanno tentato di minimizzare quello che è stato l'impatto, che invece vi è stato ed è stato notevole, con ragionamenti di medie. Indubbiamente, se noi prendiamo le medie, quei dati saranno esatti, ma ciò non rileva che se scorporiamo le varie situazioni, ci accorgiamo di anomalie molto forti e pesanti, rispetto alle quali peraltro non viene garantito alcun rimborso. Sotto questo profilo, sarebbe dunque auspicabile, al di fuori di quella che è la contrattualistica tipo, un accordo tra la Regione e i gestori del servizio, per far sì che quelle che loro chiamano "carte dei servizi" non rimangano dei fogli di carta. Perché tutti si vantano di fornire all'utente una carta dei servizi, poi, quando succede qualcosa, andiamo a verificare che quelle carte dei servizi altro non sono se non un insieme di parole molto ben scritte, ma che non danno alcuna tutela. Pertanto, se devono rappresentare solo uno stemma in più che qualcuno si mette alla giacca, lasciamole pure, ma sotto il profilo della funzionalità sono molto spesso pari a zero, se non sottozero. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Non vi sono altri iscritti a parlare.

Per il parere della Giunta, ha facoltà di intervenire l’assessore Gazzolo. Prego.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente.

Rapidamente perché credo che dagli interventi emerga la necessità di fare sintesi, senza ovviamente abbassare la priorità su una risoluzione che condivido in tutte le sue parti. Ho voluto intervenire solo per dare alcune rapide risposte, perché sono state poste delle domande e mi sembra doveroso rispondere.

La prima. Mi fa piacere comunicare all'Assemblea quanto la consigliera Rossi ha già sottolineato, ossia che oggi abbiamo dato conto dell'impegno…

 

(brusio in Aula)

 

Se non è di interesse dell'Assemblea, mi fermo e ne discutiamo in un altro momento… Dicevo che abbiamo dato conto, rapidamente e sinteticamente, in un comunicato stampa, che riporta anche una scheda allegata, dell'impegno dei primi 3 milioni di euro destinati alla copertura degli interventi in somma urgenza. Chiaramente i primi 3 milioni partono dalla Romagna, che ha avuto l’ingressione marina e la tracimazione di canali, torrenti e fiumi, per l'impossibilità di apporto dell'acqua a mare. Troverete il dettaglio già nel comunicato, ma lo troverete anche sul sito dell'Agenzia regionale di Protezione civile.

Passo passo daremo conto anche dell’ulteriore programmazione, che sta avvenendo d'intesa fra servizi regionali - il servizio tecnico di bacino per le parti di sua competenza, in particolare sul versante costa, reticolo idrografico e versanti di frana -, comuni e province, per definire le priorità in somma urgenza. Come dicevo, ve ne daremo conto passo passo.

Inoltre, mi fa piacere dirvi che, con riferimento al riconoscimento dello stato di emergenza nazionale, il percorso è avviato. Nei giorni 23 e 24 febbraio sono stati effettuati dei sopralluoghi congiunti con i tecnici del Dipartimento di Protezione civile che, come sapete, secondo le norme vigenti sono deputati all'istruttoria per il Governo. Ci aspettiamo, quindi, che nei prossimi giorni il prefetto Gabrielli consegni al Governo gli esiti di questa puntuale istruttoria.

Mi fa piacere, inoltre, precisare che le associazioni di categoria sono state coinvolte dalle province nella prima ricognizione dei danni, e che invece, come sapete, perché lo prevede la legge, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, potrà partire la ricognizione puntuale, nell'ambito della quale saranno puntualmente coinvolte tutte le associazioni.

Per quanto riguarda i danni della neve, le imprese sono a loro volta coinvolte dai risarcimenti, anche rispetto alla fornitura di energia elettrica, secondo quanto definito dalla delibera dell'Authority e dagli esiti degli incontri che partiranno già dalla giornata di domani.

Pertanto, da questo punto di vista la Giunta è impegnata. Certo, non è scontato che troveremo risposta a tutti i punti della risoluzione. È scontato, invece, che chiederemo e lavoreremo per ottenere risposta. Come sapete, al momento, con riferimento ai danni a privati e imprese, non vi è stata risposta rispetto a nessuna emergenza accaduta nell'intero nostro Paese, e sono tante quelle che si ripetono quotidianamente. Noi lo chiederemo, lo stiamo chiedendo, e su questo opereremo.

L’ampia discussione di oggi ha toccato anche i temi del "nevone", quindi la ricognizione, di cui chiedeva conto il consigliere Foti - a che punto siamo con la ricognizione? - dell'attuale accordo triennale sottoscritto il 3 novembre 2010, d'intesa tra Regione e Ministero dell'Ambiente. È stato chiesto a che punto siamo con i risarcimenti del "nevone", quanto tempo è passato, perché, a quanto ammontano le risorse che verranno assegnate, i criteri. Ebbene, io farei una proposta: siccome l'impegno della Giunta, preso in audizione, è di ritornare in Commissione a fare il punto sui risultati ottenuti … peraltro mi piace informare i consiglieri - non l’ho fatto e me ne scuso - che nella ricognizione per la richiesta dello stato di emergenza stiamo segnalando anche tutti gli aggravamenti che si stanno manifestando a seguito dello scioglimento della neve. Da questo punto di vista, Casola è uno degli esempi più gravi, ma ovviamente non è il solo. Proprio in queste ore, il Presidente sta spedendo una nota. Proporrei - dicevo - di fare un passaggio puntuale e dettagliato in Commissione, sia per riferire su ciò che sta avvenendo con riferimento all'emergenza, sia più complessivamente sullo stato dell'attività in essere, in ordinario e in emergenza, in modo tale che, oltre alle risposte alle interrogazioni scritte, a cui risponderò… è chiaro che in questo momento la priorità della Giunta, la mia, è evidentemente di guardare alla risposta emergenziale, per costruire le condizioni affinché trovino soluzione puntuale tutti i punti della risoluzione. Se non ho risposto all’interrogazione, lo farò. Ma credo di avere anticipato, anche con il comunicato, esattamente il buon risultato ottenuto con l'Europa, proprio per avviare, d’intesa con le colleghe Costi e Caselli, esattamente anche la parte di risarcimento ai privati, non semplice, non facile, perché come sapete passa attraverso il regime degli aiuti di Stato, e tanta parte del nostro Paese si è ritrovata a vedersi negato il risarcimento proprio perché non ottemperante il dettato europeo sugli aiuti di Stato.

Come dicevo, la Giunta c'è, è impegnata su quei punti, daremo conto passo passo non solo dell’attività in essere, ma anche dei risultati ottenuti. Penso che, per il quadro generale, forse sia più utile fare un passaggio in Commissione, perché è evidente che ormai l'accordo in essere con il Governo siglato nel 2010 sta andando a conclusione, quindi vorrei darne il dettaglio dei contenuti, così come penso sia importante il punto finale della risoluzione, che poi troverà declinazione nel bilancio regionale, dove io penso ci sia un punto fondamentale. Se vogliamo davvero segnare una risposta lungimirante, è evidente che nella lungimiranza hanno pieno titolo le parole prevenzione e manutenzione.

Ebbene, credo sia questo il senso pieno della risoluzione, su cui la Giunta è impegnata nell'intero suo mandato. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 219, a firma dei consiglieri Montalti, Iotti, Gibertoni, Taruffi, Rontini, Marchetti Francesca, Prodi, Poli, Boschini, Molinari, Zoffoli, Serri, Lori, Mumolo, Rossi Nadia, Pruccoli, Zappaterra, Soncini, Calvano, Ravaioli, Torri, Bagnari e Mori.

 

(È approvata all'unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione oggetto 219 è approvata.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Saliera): Sull’ordine dei lavori, ha chiesto di intervenire il consigliere Calvano.

Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Chiedo 5 minuti di sospensione per una breve riunione dei Capigruppo, per fare un aggiornamento sull'ordine del giorno e decidere sul prosieguo dei lavori. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

Ha chiesto la parola il consigliere Aimi. Ne ha facoltà.

 

AIMI: Grazie, presidente.

Intervengo per avanzare una proposta alternativa, che credo si possa conciliare con quella del capogruppo Calvano, cioè votare le due risoluzioni, quella del Movimento 5 Stelle e quella del Partito Democratico, se l’Assemblea è d’accordo. Non so se ci saranno le discussioni, ma mi pare di aver capito, avendo sentito alcuni capigruppo, che non ci sono problemi, quindi fare le due votazioni, e alla fine convocare la Conferenza dei Capigruppo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Aimi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Calvano. Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Riuniamo la Conferenza dei Capigruppo al volo, c'è una proposta, partiremo molto rapidamente da quella proposta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Sospendiamo dunque i nostri lavori per una brevissima riunione dei capigruppo. La seduta è sospesa.

 

(La seduta, sospesa alle ore 19,16, è ripresa alle ore 19,23)

 

PRESIDENTE (Saliera): La seduta è ripresa.

Colleghi, la Conferenza dei Capigruppo e l’Ufficio di Presidenza hanno stabilito di procedere con la trattazione della risoluzione opggetto 205 e della risoluzione oggetto 201. Le altre tre saranno discusse nella prossima riunione dell'Assemblea, convocata il 10 marzo con ordine invertito.

 

OGGETTO 205

Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti volti all'azzeramento dei premi di produzione per i ruoli dirigenziali, assegnandoli comunque tenendo conto delle difficoltà economiche gravanti sui cittadini e destinando i conseguenti risparmi di spesa al sostegno, in ambito sanitario, dei soggetti meno abbienti. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi, Piccinini, Bertani.

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Passiamo alla risoluzione 205, che impegna la Giunta ad assumere provvedimenti volti all'azzeramento dei premi di produzione per i ruoli dirigenziali, assegnandoli comunque tenendo conto delle difficoltà economiche gravanti sui cittadini e destinando i conseguenti risparmi di spesa al sostegno, in ambito sanitario, dei soggetti meno abbienti. A firma dei consiglieri Gibertoni, Sensoli, Sassi, Piccinini, Bertani.

Come stabilito, si procederà alle dichiarazioni di voto, senza discussione generale.

Comunico che è stato presentato un emendamento alla risoluzione 205, a firma del consigliere Daniele Marchetti. In sede di dichiarazione di voto, i consiglieri potranno quindi esprimersi sia sulla risoluzione sia sull'emendamento alla stessa presentato.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Certamente noi voteremo a favore. L’idea ci sembra molto coerente, nel momento in cui in Regione Emilia-Romagna si cominciano ad approvare dei progetti di tagli, dando un esempio in parte virtuoso, anche se si potrebbe fare di più. Siamo convinti che bonus che vengono attribuiti a pioggia nella misura massima possibile, nella risoluzione facciamo l’esempio in particolare di quei 17 dirigenti che di fatto ricevono un'integrazione allo stipendio di 20 mila euro all’anno. Sarebbe stato un gesto responsabile, al di là dei contratti in essere, da parte della Regione, magari da parte degli stessi dirigenti, fare un ragionamento che tenga presente il quadro complessivo, e non una legge che probabilmente è stata fatta prima che la crisi si radicasse e diventasse una congiuntura che ormai sembra essere qui per restare.

Noi pensiamo che azzerare i premi, o ridurli sensibilmente, sia possibile a partire da un invito rivolto a chi ha nominato questi dirigenti ad autoridursi il premio. Fino ad oggi questo invito non è arrivato. Abbiamo invece assistito a casi che vanno nella direzione opposta.

Ebbene, ho proposto un tema rispetto al quale credo che molti colleghi siano sensibili. Non abbiamo tempo, ma eravamo anche disponibili ad accogliere e valutare eventuali emendamenti. Abbiamo ascoltato le dichiarazioni del presidente Bonaccini, che si diceva in linea con questa nostra proposta. Credo che sia arrivato il momento di passare dalle dichiarazioni ai fatti.

Colleghi, tenete presente che in altre regioni, a prescindere dal colore politico, sono stati effettivamente non attribuiti i bonus, quindi sono stati fatti dei ragionamenti a volte anche coraggiosi, molto coerenti, ed alcuni presidenti di regione non hanno firmato gli atti relativi ai premi dei vertici delle aziende sanitarie, non sembra che sia successo il finimondo, anzi l’iniziativa è stata accolta con buonsenso, come esempio di coraggio, semplicemente come un esempio.

Concludo ribadendo il nostro voto a favore di questo documento, che spero veda l'unità dell'Assemblea. Ricordo solo che, mentre discutiamo di premi, nella nostra sanità regionale pubblica il turn-over resta bloccato, e la mancanza di operatori sanitari, come le liste di attesa, resta acuta e cronica. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Daniele Marchetti. Ne ha facoltà.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Condividiamo la risoluzione presentata dal gruppo del Movimento 5 Stelle, perché si tratta di una battaglia cara anche a noi della Lega Nord. Abbiamo soltanto presentato un emendamento per chiarire le modalità con cui verrebbero assegnati in futuro i premi di produzione, dicendo sostanzialmente che le valutazioni dovranno essere effettuate su un numero limitato di figure professionali, basandosi sulle capacità dimostrate e sui risultati ottenuti. Questo è il nostro obiettivo, pertanto condividiamo pienamente il documento presentato, rispetto al quale chiaramente voteremo a favore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Poiché qualche giorno fa in Commissione ho detto con chiarezza che il tema degli stipendi e dei bonus dei dirigenti sanitari non era un tabù e che, come stiamo affrontando la limitazione e la riduzione di altri costi, avremmo dovuto affrontare anche questa, abbiamo appreso con soddisfazione la decisione della Giunta, annunciata questa mattina dal sottosegretario, che va proprio in questa direzione. L'altro giorno in Commissione, però, ho detto che il tema non è un tabù, ma va affrontato senza demagogia e populismo. Un conto è chiedere la riduzione, che è giusta, altro è chiedere l'azzeramento, che sinceramente trovo non congruo e non corretto.

Avevo chiesto ai colleghi del Movimento 5 Stelle di potere riscrivere questa risoluzione congiuntamente, o quantomeno di poter intervenire con degli emendamenti. I tempi non ce lo consentono, quindi annuncio il voto di astensione del gruppo Sinistra Ecologia e Libertà, proprio perché siamo persone che stanno sul pezzo, come ho detto in Commissione, senza tabù, ma senza demagogia e populismo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Calvano. Ne ha facoltà.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Come annunciato nella risposta al question time da parte del sottosegretario Rossi, questa Giunta sta dimostrando, soprattutto in questo avvio di legislatura, di non avere certamente bisogno di risoluzioni per prendere a cuore il tema della sobrietà nell'atteggiamento da parte di tutti, anche nel rapporto che si deve avere rispetto ai dirigenti. Da questo punto di vista, sfrutto la dichiarazione di voto per esprimere la totale approvazione da parte del Partito Democratico del provvedimento che la Giunta e l'assessorato alla sanità hanno messo in campo sulla questione inerente i direttori generali, che verrà poi estesa ai direttori sanitari ed amministrativi.

Mi pare che la proposta del Movimento 5 Stelle vada oltre quest'aspetto, purtroppo non tiene conto dell'impostazione legislativa su questo tema. Lo sanno molto bene tutti coloro che sono stati sindaci e che hanno avuto dei dirigenti all'interno dei propri comuni. La loro retribuzione è composta da due parti, da una parte fissa e da una parte variabile. In passato, questa parte variabile non esisteva perché, prima degli anni Duemila, nella pubblica amministrazione esisteva un altro sistema: si prendeva uno stipendio in più in base agli anni di permanenza, cioè il proprio stipendio aumentava di volta in volta con l'anzianità. Sennonché, le diverse riforme che sono venute avanti nella pubblica amministrazione hanno comportato il fatto che una parte dello stipendio sia variabile, ossia viene erogata in funzione di quelli che sono gli obiettivi raggiunti.

Ha ragione il collega Taruffi, su questo tema si sarebbe potuto fare una discussione molto più approfondita, per arrivare ad un documento condiviso, che non fosse espressione solo di un atteggiamento più che altro di carattere demagogico, arrivando invece a costruire uno strumento che sarebbe stato davvero utile, a mio avviso, per la Giunta e per la struttura.

Pertanto, riteniamo che non ci siano assolutamente le condizioni per approvare questo documento. Ci sono invece le condizioni perché la Giunta possa proseguire nel percorso intrapreso, rispetto al quale ha la piena fiducia del Partito Democratico, e che credo possa rappresentare un segnale per tutti. In questo senso, l'Emilia Romagna sta dimostrando di essere un esempio, anche con la discussione fatta ieri in Commissione, per molte altre regioni. Credo che continueremo ad esserlo. Se riuscissimo ad evitare strumentalizzazioni ed atteggiamenti che, come in questo caso, vanno oltre quelle che sono le previsioni di legge, sarebbe più utile e costruttivo per tutti. Ovviamente, il voto del gruppo del Partito Democratico sarà contrario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Calvano.

Consigliera Gibertoni, chiedo il suo consenso prima di mettere in votazione l'emendamento a firma del consigliere Daniele Marchetti.

 

(la consigliera Gibertoni acconsente e chiede la votazione mediante sistema elettronico)

 

Ricevuto il consenso da parte della consigliera Gibertoni, si proceda alla votazione dell'emendamento 1, a firma del consigliere Daniele Marchetti, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

44

Assenti

 

6

Votanti

 

43

Favorevoli

 

15

Contrari

 

26

Astenuti

 

2

 

L'emendamento è respinto.

Si proceda quindi alla votazione della risoluzione, oggetto 205, a firma dei consiglieri Gibertoni, Sensoli, Sassi, Piccinini, Bertani, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

44

Assenti

 

6

Votanti

 

43

Favorevoli

 

15

Contrari

 

26

Astenuti

 

2

 

La risoluzione è respinta.

 

OGGETTO 201

Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti in ordine alla pesca nelle acque interne, con particolare riferimento alla specie Cyprinus carpio ed al contrasto da attuare nei confronti dei pescatori di frodo. A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra, Fabbri, Pettazzoni

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Come stabilito, proseguiamo con l’oggetto 201: Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti in ordine alla pesca nelle acque interne, con particolare riferimento alla specie Cyprinus carpio ed al contrasto da attuare nei confronti dei pescatori di frodo, a firma dei consiglieri Calvano, Zappaterra, Fabbri, Pettazzoni.

Comunico che è stato presentato un emendamento a firma dei consiglieri Molinari e Zappaterra. In sede di dichiarazione di voto, i consiglieri potranno quindi esprimersi sia sulla risoluzione sia sull'emendamento alla stessa presentato.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Zappaterra. Ne ha facoltà.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Non è mia intenzione appesantire una seduta che è stata assolutamente interessante ed approfondita, quindi preannuncio il voto favorevole del Partito Democratico. In quanto firmataria della risoluzione, credo anche di potere dire che l'emendamento proposto dal consigliere Molinari sia assolutamente recepibile, perché nel testo originario abbiamo fatto riferimento solo al carpfishing, mentre sarebbe stato utile integrare facendo riferimento a qualunque tipo di pesca sportiva.

La risoluzione è stata sottoscritta anche dal gruppo della Lega Nord. Credo di non dovermi dilungare sul fenomeno. L'obiettivo è arginare la pesca di frodo. Tenuto conto che attualmente le forze dell'ordine competenti non hanno gli strumenti adeguati, è necessario modificare la legge regionale n. 11, per potere contrastare un fenomeno che sta davvero impoverendo i nostri territori. In altri Paesi, per esempio in Romania, per combattere quelli che vengono definiti “i predoni dei fiumi” hanno addirittura utilizzato l'esercito. Adesso ci troviamo molti pescatori dell'Est ad invadere i nostri canali. Abbiamo bisogno di strumenti efficaci per contrastare questo fenomeno, che sta davvero depauperando la fauna ittica dei nostri corsi d’acqua e sta mettendo in serio rischio la pesca sportiva.

Abbiamo avuto un incontro importante con l'assessorato competente, che si è dichiarato disponibile a fare un percorso di valutazione della normativa, quindi credo che approvare la risoluzione oggi ci consenta di far partire al più presto il percorso per dare una risposta ai pescatori e non solo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Zappaterra.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Fabbri. Ne ha facoltà.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Mi associo alle riflessioni della collega Zappaterra e preannuncio il voto favorevole all'emendamento che è stato presentato quest’oggi. Speriamo che l'assessorato accolga questa risoluzione, in modo tale che, nel tempo più breve possibile, si possa cambiare la legge regionale, come si diceva poc'anzi, e che questo fenomeno di bracconaggio di matrice rumena sia fermato, risolvendo così un problema che, per quanto riguarda principalmente la provincia di Ferrara, ma non solo, è molto grande. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Fabbri.

Non vi sono altri iscritti a parlare. Metto in votazione, per alzata di mano, l'emendamento 1, a firma dei consiglieri Molinari e Zappaterra.

 

(È approvato all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): L'emendamento è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 201, a firma dei consiglieri Calvano, Zappaterra, Fabbri, Pettazzoni.

 

(È approvata all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La risoluzione è approvata.

L'Assemblea è convocata martedì 10 marzo, dalle ore 9.30 alle 13.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 19,41

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Patrizio BIANCHI e Andrea CORSINI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA e Gianni BESSI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 163 "Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di antimafia. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani, Sensoli, Sassi, Piccinini"

(Reiezione)

 

Presenti: 46

 

Favorevoli: 17

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 28

Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 4

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 165 "Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di rispetto della legalità e sulle azioni di prevenzione e trasparenza necessarie per combattere le infiltrazioni di stampo mafioso sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli"

 

Votazione emendamento 1, a firma del consigliere Rainieri - respinto

 

Presenti: 47

 

Favorevoli: 15

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 30

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 3

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Ottavia SONCINI.

 

Votazione richiesta commissione d’inchiesta oggetto 165

(Reiezione)

 

Presenti:46

 

Favorevoli: 17

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 28

Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 4

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Nadia ROSSI, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 9 "Risoluzione circa le azioni da attuare a favore del collegamento ferroviario Piacenza-Milano-Piacenza al fine di risolvere le problematiche esistenti, con particolare riferimento anche all'apertura dell'Expo 2015.A firma dei Consiglieri: Foti, Rancan"

(Reiezione)

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 17

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 27

Mirco BAGNARI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Assenti: 6

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Paola GAZZOLO, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 175 "Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni, presso il Governo e le società concessionarie del servizio pubblico ferroviario affinché, in relazione al potenziamento della tratta Milano-Roma connesso all'EXPO 2015, siano previste fermate di treni speciali a Modena, Parma e Piacenza. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Bargi, Fabbri, Delmonte, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli"

(Approvazione)

 

Presenti: 45

 

Favorevoli: 38

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 7

Andrea BERTANI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Assenti: 5

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Francesca MARCHETTI, Silvia PRODI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 269 "Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il dialogo con Trenitalia al fine di ottenere la fermata di convogli ETR Frecciarossa e Frecciabianca presso le stazioni di Modena, Parma e Piacenza e a procedere nel confronto con le imprese ferroviarie regionali e con la Regione Lombardia per implementare la tratta ferroviaria Piacenza-Milano-Piacenza, in vista di EXPO 2015. A firma dei Consiglieri: Molinari, Rontini, Rossi Nadia, Pruccoli, Bagnari, Montalti, Lori, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Paruolo, Iotti, Poli, Boschini, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri"

(Approvazione)

 

Presenti: 46

 

Favorevoli: 41

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 5

Andrea BERTANI, Giulia GIBERTONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Assenti: 4

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Silvia PRODI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 27 "Risoluzione per impegnare la Giunta ad effettuare, di concerto con gli Enti locali e gli Organi di Polizia, una ricognizione dei luoghi di culto o aggregazione riconducibili alla religione islamica, sospendere ogni tipo di sostegno economico e patrocinio alle relative organizzazioni e associazioni, subordinando le autorizzazioni di natura urbanistica riguardanti tali soggetti al rispetto ed alla tutela dei principi di libertà di espressione e di pensiero. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli"

(Reiezione)

 

Presenti: 46

 

Favorevoli: 12

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN.

 

Contrari: 34

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Assenti: 4

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Andrea ROSSI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 205 "Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti volti all'azzeramento dei premi di produzione per i ruoli dirigenziali, assegnandoli comunque tenendo conto delle difficoltà economiche gravanti sui cittadini e destinando i conseguenti risparmi di spesa al sostegno, in ambito sanitario, dei soggetti meno abbienti. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi, Piccinini, Bertani"

 

Votazione emendamento 1 a firma consigliere Daniele Marchetti - respinto

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 15

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 26

Mirco BAGNARI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 6

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Massimiliano POMPIGNOLI, Manuela RONTINI.

 

Votazione risoluzione oggetto 205 - reiezione

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 15

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 26

Mirco BAGNARI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Alessandro CARDINALI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 2

Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Simonetta SALIERA.

 

Assenti: 6

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Massimiliano POMPIGNOLI, Manuela RONTINI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 165 "Richiesta di istituzione di una commissione speciale d'inchiesta, ai sensi dell'art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa e dell'art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna, in materia di rispetto della legalità e sulle azioni di prevenzione e trasparenza necessarie per combattere le infiltrazioni di stampo mafioso sul territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli"

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Rainieri:

«Sostituire la parte relativa alla richiesta (dopo l’inciso Chiedono) con la seguente:

"di istituire una commissione speciale d’inchiesta, ai sensi dell’art. 60, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea Legislativa e dell’art. 40, comma 1, dello Statuto della Regione Emilia-Romagna sul rispetto della legalità, sulle azioni di prevenzione e trasparenza necessarie a combattere infiltrazioni di stampo mafioso di qualsiasi genere sul territorio regionale e sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale".»

(Respinto)

 

OGGETTO 205 "Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti volti all'azzeramento dei premi di produzione per i ruoli dirigenziali, assegnandoli comunque tenendo conto delle difficoltà economiche gravanti sui cittadini e destinando i conseguenti risparmi di spesa al sostegno, in ambito sanitario, dei soggetti meno abbienti. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Sensoli, Sassi, Piccinini, Bertani"

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Daniele Marchetti:

«Nel dispositivo della Risoluzione, dopo le parole "sulla base di valutazioni", inserire "effettuate su un numero limitato di figure professionali basandosi sulle capacità dimostrate e ai risultati ottenuti,"»

(Respinto)

 

OGGETTO 201 "Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti in ordine alla pesca nelle acque interne, con particolare riferimento alla specie Cyprinus carpio ed al contrasto da attuare nei confronti dei pescatori di frodo. A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra, Fabbri, Pettazzoni"

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Molinari e Zappaterra:

«Modifica del punto "a consentire l’opportunità e l’esigenza, nell’ambito della proposta della commissione tecnica, di consentire la reimmissione dell’animale in acqua limitatamente all’attività di Carpfishing;"

modifica in

"di consentire la reimmissione dell’animale in acqua in relazione a qualsiasi azione di pesca sportiva".»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

259 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto riguardante la cassa di espansione del Rio Marano (FC). A firma del Consigliere: Foti

260 - Interrogazione a risposta scritta circa la trasformazione dell'Ospedale Nefetti di Santa Sofia in casa della salute (FC). A firma del Consigliere: Foti

261 - Interrogazione a risposta scritta circa la conclusione dei lavori di restauro e miglioramento riguardanti il Ponte sul Po che collega Viadana a Boretto. A firma del Consigliere: Foti

263 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione economica del Comune di Sassuolo. A firma del Consigliere: Bargi

264 - Interrogazione a risposta scritta circa incarichi riguardanti dipendenti dell'AUSL di Modena e l'Azienda Ospedaliera Sant'Orsola. A firma del Consigliere: Bignami

265 - Interrogazione a risposta scritta circa avvisi di mobilità esterna e posizioni dirigenziali "professional" riguardanti la Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Foti

271 - Interrogazione a risposta scritta circa l'interpretazione di disposizioni riguardanti la normativa edilizia, con particolare riferimento alla Scia. A firma del Consigliere: Bignami

272 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per valorizzare e sponsorizzare la ricorrenza del novecentenario della morte di Matilde di Canossa. A firma dei Consiglieri: Serri, Calvano, Prodi, Cardinali, Mori, Caliandro, Marchetti Francesca, Rontini, Lori, Sabattini, Zappaterra, Boschini, Poli, Mumolo, Iotti, Soncini, Molinari

273 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa all'ENAIP Forlì-Cesena, operante nell'ambito della formazione professionale. A firma del Consigliere: Pompignoli

274 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per salvaguardare l'acquacoltura nella Sacca di Goro. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Calvano

 

Interpellanza

 

262 - Interpellanza circa casi di furti di imbarcazioni e di pesca di frodo riguardanti il tratto emiliano del Po. A firma del Consigliere: Foti

 

Risoluzioni

 

267 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad un processo partecipato con le Conferenze territoriali sociali e sanitarie per declinare sul piano locale le direttive regionali. A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Zoffoli, Zappaterra, Bagnari, Marchetti Francesca, Boschini, Iotti, Prodi, Cardinali, Montalti, Ravaioli, Rossi Nadia, Rontini, Sabattini, Serri, Bessi

268 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo al fine di ottenere una proroga alla soppressione della sezione distaccata del Tar di Parma, per approfondire l'economicità dell'operazione. A firma dei Consiglieri: Lori, Cardinali, Molinari, Soncini, Calvano, Prodi, Iotti, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri

269 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il dialogo con Trenitalia al fine di ottenere la fermata dei convogli ETR Frecciarossa e Frecciabianca presso le stazioni di Modena, Parma e Piacenza e a procedere nel confronto con le imprese ferroviarie regionali e con la Regione Lombardia per implementare la tratta ferroviaria Piacenza-Milano-Piacenza, in vista di EXPO 2015. A firma dei Consiglieri: Molinari, Rontini, Rossi Nadia, Pruccoli, Bagnari, Montalti, Lori, Zoffoli, Ravaioli, Cardinali, Paruolo, Iotti, Poli, Boschini, Taruffi, Torri, Sabattini, Serri

(Comunicazione n. 3 prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno - prot. NP/2015/0000497 del 04/03/2015)

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

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