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59.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 2 FEBBRAIO 2016

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 1691

Interpellanza circa le iniziative da attuare nei confronti del gestore della linea ferroviaria Porrettana al fine di porre rimedio ai disservizi che continuano a colpire l'utenza, ed in particolare i pendolari. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI (SEL)

DONINI, assessore

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 1701

Interpellanza circa le azioni da porre in essere, anche presso il Governo, per tutelare gli azionisti e gli obbligazionisti colpiti dalla crisi della Cassa di Risparmio di Ferrara. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

PETITTI, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 1720

Interpellanza circa il laicismo attuato nelle scuole pubbliche e le iniziative da adottare, nelle stesse, per difendere i simboli e le tradizioni cristiani. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Marchetti Daniele, Bargi, Delmonte, Pompignoli, Fabbri, Rancan, Liverani, Pettazzoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

RAINIERI (LN)

BIANCHI, assessore

RAINIERI (LN)

 

Interpellanze oggetti 1660 e 1712

(Rinvio)

PRESIDENTE (Saliera)

 

OGGETTO 1755

Interpellanza riguardo alle modalità adottate per le elezioni di rinnovo del CdA del Consorzio di bonifica di Piacenza e alle iniziative che si intendono assumere al riguardo. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

CASELLI, assessore

PRESIDENTE (Soncini)

FOTI (FdI)

 

Interpellanza oggetto 1759

(Rinvio)

PRESIDENTE (Soncini)

 

OGGETTO 1785

Interpellanza circa le azioni da attuare per porre all'ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni la situazione riguardante l'abbattimento delle barriere architettoniche, ed in particolare il rifinanziamento del relativo Fondo speciale. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

FOTI (FdI)

DONINI, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 1830

Interpellanza circa interventi normativi, riguardanti l'IMU relativa ai capannoni delle piccole imprese e di quelle artigiane, finalizzati ad alleggerire il carico fiscale gravante sulle attività produttive. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Soncini)

GIBERTONI (M5S)

PETITTI, assessore

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 1807

Delibera: «Proroga del Programma triennale per l'orientamento dei consumi e l'educazione alimentare approvato con deliberazione dell'Assemblea legislativa n. 140 del 24 settembre 2013.» (Proposta della Giunta regionale in data 14 dicembre 2015, n. 2093) (58)

(Continuazione discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

DELMONTE (LN)

LORI (PD)

FOTI (FdI)

BERTANI (M5S)

LORI (PD)

BERTANI (M5S)

CASELLI, assessore

BERTANI (M5S)

LORI (PD)

TORRI (SEL)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Soncini)

PARUOLO (PD)

 

OGGETTO 1982

Delibera: «Programma regionale in materia di spettacolo (L.R. 13/99) - Finalità, obiettivi, azioni prioritarie e indirizzi di attuazione per il triennio 2016-2018.» (Proposta della Giunta regionale in data 18 gennaio 2016, n. 34) (59)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

IOTTI (PD)

GIBERTONI (M5S)

FOTI (FdI)

TORRI (SEL)

RAVAIOLI (PD)

MEZZETTI, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 1999

Delibera: «Programmazione degli interventi per la promozione di attività culturali (L.R. n. 37/1994). Obiettivi e azioni prioritarie per il triennio 2016-2018.» (Proposta della Giunta regionale in data 18 gennaio 2016, n. 37) (60)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

FOTI (FdI)

PARUOLO (PD)

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 1797

Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Programma speciale d’area “Azioni a sostegno dell’insediamento dell’Agenzia per la sicurezza alimentare di Parma”. Modifica della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 19 del 7 ottobre 2010 di approvazione dell’accordo del programma speciale d’area.» (Proposta della Giunta regionale in data 14 dicembre 2015, n. 2057) (61)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Soncini)

IOTTI (PD)

BERTANI (M5S)

RAINIERI (LN)

RAINIERI (LN)

CARDINALI (PD)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 1797

Emendamenti oggetti 1807 - 1982 - 1999

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 15,12

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la cinquantanovesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Gualmini.

 

Svolgimento di interpellanze

 

OGGETTO 1691

Interpellanza circa le iniziative da attuare nei confronti del gestore della linea ferroviaria Porrettana al fine di porre rimedio ai disservizi che continuano a colpire l’utenza, ed in particolare i pendolari. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo con l’interpellanza oggetto 1691.

Risponde l’assessore Donini.

Do la parola al consigliere Taruffi. Prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Questa interpellanza, depositata qualche tempo fa, faceva il riepilogo dei disservizi e dei problemi che hanno riguardato la linea Porrettana nei mesi di novembre e dicembre. Purtroppo ci sono stati, e ci sono, problemi anche in questi giorni, ieri e oggi. Insomma, la vicenda è nota e non è la prima volta che la solleviamo in quest’Aula. L’assessore Donini ha risposto a numerose interrogazioni anche non presentate in Aula. Il punto è importante come lo è in generale il trasporto pubblico, e quello ferroviario in particolar modo.

Come abbiamo scritto, riteniamo opportuno che la Regione valuti l’opportunità di intervenire presso il gestore del servizio perché effettivamente, al di là dei numeri che pure vengono forniti specificamente rispetto alla linea Porrettana e che danno un quadro d’insieme apparentemente non problematico, in realtà sappiamo che, specie sulle corse più frequentate, cioè quelle della mattina e della sera, molto spesso si verificano problemi di vario tipo e natura.

Quindi, questa ulteriore nostra interpellanza serve a sollevare nuovamente il problema. Soprattutto, visto che nel frattempo abbiamo avuto modo di confrontarci con l’assessore e sappiamo, come abbiamo letto sui giornali, che sono in arrivo interventi che possono essere molto importanti per il trasporto ferroviario di tutta la Regione e in particolar modo per quella linea.

Cogliamo questa occasione per chiedere all’assessore, al di là dell’interpellanza specifica, nuove assicurazioni rispetto ai nuovi treni e più in generale agli interventi previsti per la linea ferroviaria Porrettana.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Do la parola all’assessore Donini, che ha otto minuti per rispondere.

 

DONINI, assessore: Ringrazio il consigliere Taruffi perché, con grande stile, si è fatto la domanda e si è dato la risposta. Effettivamente, al di là della questione più formale, lei sa quanto me, consigliere Taruffi, che i problemi sulla linea Porrettana derivano da varie situazioni precise.

La prima riguarda sicuramente la classica vetustà del materiale rotabile, che incide sia sulle condizioni di comfort di viaggio - penso per esempio alla difficoltà con cui vengono rese efficaci alcune manutenzioni -, sia sulla puntualità e affidabilità di alcuni treni. Inoltre, essendo una linea a binario unico, alcuni incroci, soprattutto con le linee nazionali, rendono più cruente le soppressioni di alcuni treni.

Noi ci siamo fatti carico di non accontentarci delle statistiche, come lei giustamente ci ha sempre richiamato dall’inizio di questo mandato. Del resto, è vero che la linea Porrettana ad oggi è una se non la linea tra le più performanti del servizio regionale, con un tasso di puntualità del 95,1 per cento, che peraltro nel 2015 è aumentato del 2 per cento, ed è anche vero che le soppressioni in quest’ultimo anno sono diminuite, ma comunque riguardano sempre un numero significativo di treni, in particolare negli orari di massima frequenza dei pendolari.

Pertanto, abbiamo attivato un piano di potenziamento sulla linea Porrettana che all’incirca cuba 20 milioni di euro e che dovrebbe assicurare - quindi le confermo quello che lei in parte ha già anticipato - che, entro marzo 2016, entreranno in azione due treni nuovi sulla linea Porrettana, gli ETR350 e gli Stadler; fatto che abbiamo già presentato al Comitato dei Sindaci dei Comuni interessati, nonché alla stampa.

Inoltre, sono previsti, a carico di RFI, nel 2017, i lavori per la riattivazione del binario di scambio a Vergato, in modo da consentire una maggiore affidabilità della linea anche rispetto agli incroci, come si diceva prima.

Oltre a questo, metteremo in campo una serie di investimenti per quello che riguarda la riqualificazione delle stazioni, per le quali abbiamo già stanziato alcuni milioni di euro, fra cui risorse destinate alle stazioni sulla linea Porrettana e ovviamente ci aspettiamo che questo piano di azione, con materiale rotabile nuovo, già dal 2016, il binario di scambio a Vergato nel 2017, congiuntamente alla riqualificazione di alcune stazioni, rendano questa linea non solo tra le più puntuali ed affidabili del servizio ferroviario regionale, ma vadano anche ad incidere laddove la soppressione del treno fa più male, ossia negli orari di massima frequenza dei pendolari.

Dico anche che è stato da noi valutato, con Trenitalia e TPER, anche un piano di manutenzioni straordinarie che avevano e hanno consentito, nel mese di gennaio, la riduzione di alcuni disagi per quello che riguarda il riscaldamento delle carrozze e che, da marzo, cominceremo ad occuparci del piano di manutenzione per l’aria condizionata nelle carrozze, per evitare che nella prossima estate si riproducano i disagi che nel 2015 sono stati avvertiti anche in quella linea.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Donini.

Do la parola al consigliere Taruffi per la replica. Prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore Donini per le risposte e, visto che non l’ho fatto in Commissione, anche per la trasparenza con la quale sta portando avanti il proprio lavoro. Mi riferisco alle anticipazioni rispetto al PRIT e alla discussione che lo riguarderà, per cui apprezziamo la modalità.

Per quanto riguarda il merito, è positivo il fatto che vengano confermati questi interventi sulla linea in questione. Effettivamente c’è un certo scarto tra i dati numerici statistici e la percezione di chi tutti i giorni prende il treno e utilizza quella ferrovia; anche oggi infatti ci sono dei pendolari che segnalano disservizi, treni fermi eccetera.

Quindi, effettivamente, la necessità di intervenire c’è, al di là delle statistiche. Ben vengano gli interventi e soprattutto è importante la sistemazione del binario di scambio a Vergato che è un altro elemento che produce problemi sulla linea. Bene quindi i nuovi treni, i due Stadler e il piano di manutenzione.

So che posso apparire un pochino monotematico quando si parla di quella linea, però, visto che spesso ci capita di trattare i temi della montagna - e lo faremo anche più diffusamente -, va da sé che le infrastrutture, in particolar modo quelle su ferro, siano fondamentali per garantire la possibilità, a chi vive in quel territorio e magari non vi trova lavoro, di poter raggiungere la città e altri luoghi di lavoro, in tempi ragionevoli e certi. Quindi, l’insistenza con la quale stiamo su questo argomento deriva anche da questa valutazione.

Insomma, bene le parole, bene gli impegni; adesso aspettiamo di verificare i miglioramenti che sicuramente deriveranno da questi interventi nel tempo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

 

OGGETTO 1701

Interpellanza circa le azioni da porre in essere, anche presso il Governo, per tutelare gli azionisti e gli obbligazionisti colpiti dalla crisi della Cassa di Risparmio di Ferrara. A firma del Consigliere: Foti.

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 1701.

Risponde l’assessore Petitti.

Do la parola al consigliere Foti. Prego.

 

FOTI: Rinuncio all’illustrazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Do la parola all’assessore Petitti.

 

PETITTI, assessore. Grazie, presidente.

Abbiamo già avuto modo in questa sede, in risposta ad una precedente interrogazione presentata dal consigliere Fabbri, nel dicembre scorso, di chiarire le ragioni che, da un punto di vista puramente giuridico, in qualche modo ci limitano e sollevano questioni che non ci mettono in condizioni di sottolineare quella che può essere l’incostituzionalità del decreto legislativo 183, per una carenza di titolarità proprio nell’intervento dei procedimenti legislativi che riguardano la disciplina della risoluzione delle crisi bancarie.

Come abbiamo sottolineato in più occasioni, siamo pienamente consapevoli della profonda e dolorosa incidenza di effetti economici che si sono avuti sulla collettività, in modo particolare quella ferrarese, proprio per effetto di queste disposizioni.

Per queste ragioni, la Giunta regionale malgrado, la limitatezza di prerogative legislative in materia, si è più volte espressa con la massima convinzione che serva dare solidarietà nei confronti dei cittadini penalizzati.

Abbiamo dato anche il nostro supporto alle iniziative messe in campo dal Governo per promuovere e verificare la correttezza dell’operato delle autorità preposte alla vigilanza bancaria e di tutti i soggetti deputati al collocamento dei prodotti finanziari azzerati presso la clientela.

A riprova di questi sforzi voglio sottolineare la recente approvazione dell’articolo 3 della legge regionale che ci ha permesso, proprio all’interno del bilancio di previsione del 2016, di dare una autorizzazione di spesa di importo pari a 200.000 euro, con lo scopo di fornire un sostegno diretto ai cittadini che sono stati interessati da queste crisi bancarie, attraverso dei contributi.

Abbiamo più volte sottolineato che, tra l’altro, è stata un’azione realizzata in accordo con tutte le forze politiche di questa Assemblea, con le forze di maggioranza e di minoranza, per dare un sostegno e un contributo per l’assistenza legale alle persone che abbiano contratti e obbligazioni subordinate e che sono quindi state danneggiate.

Siamo perfettamente consapevoli di questo disagio e ci siamo anche attivati - anche questo voglio sottolinearlo in modo molto chiaro - in senso solidaristico, anche in accordo con l’azione che stanno portando avanti il Governo e il Ministero dell’economia e finanze.

Si è voluto contribuire quindi, da questo punto di vista, all’interno di questi margini che riguardano le competenze legislative che prevedono dei limiti da parte della Regione, a sostenere con tutti gli strumenti possibili la causa che riguarda la perdita subita da queste persone, anche attraverso una previsione che va ad aggiungersi - perché questo è il lavoro che abbiamo svolto in questi mesi - alle norme istitutive del fondo di solidarietà per la salvaguardia degli investitori introdotte dal Governo, proprio all’interno della legge di stabilità.

Questo è il percorso. Questa è l’azione messa in campo da dicembre ad oggi e in merito abbiamo avuto modo, in più occasioni, di sottolineare le scelte e le azioni svolte.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Petitti.

La parola al consigliere Foti. Prego.

 

FOTI: Ringrazio l’assessore Petitti per la sua risposta. In realtà, come converrà l’assessore, non ho chiesto che la Regione intervenisse in ordine alla costituzionalità del decreto perché mi è sufficientemente noto il fatto che sia impossibilitata a farlo. Diverso è invece che la Regione rappresenti, o rappresentasse, al Governo, atteso che la mia interrogazione è del 26 novembre, la inopportunità della conversione in legge del decreto, quanto meno per quanto riguardava la parte relativa alla Cassa di risparmio di Ferrara.

È ovvio che sotto questo profilo quanto io chiedo è superato dai fatti, essendomi noto che il decreto legge viene convertito in legge entro sessanta giorni, oppure decade. Essendo questa interpellanza del 26 novembre, è ovvio che è stato nel frattempo convertito in legge.

Sotto il profilo dell’attualità del tema, tuttavia, mi permetto, assessore, se non faccio perdere tempo a quest’Aula - ma al massimo io posso parlare un quarto d’ora; altri invece preferiscono un quarto d’ora di astinenza -, di dire che la vera opposizione va fatta, a mio avviso, da parte della Regione non solo e non tanto rispetto al quadro legislativo che si è venuto evolvendo. Rispetto a quello, infatti, penso che la borsa abbia già risposto in modo talmente negativo da far comprendere a chicchessia che la strada più sbagliata che questo Governo poteva seguire l’ha seguita. Quindi, la richiesta che veniva fatta di modificare il decreto legge, nell’interpellanza che qui viene trattata, era non solo legittima ma dovuta.

Ciò che penso la Regione possa e debba fare, nell’ambito del suo ruolo istituzionale, non è solo garantire con un po’ di soldi l’assistenza legale, ma di richiedere invece al Governo che si faccia finalmente luce sull’ispezione di Bankitalia del 2009.

Dico questo perché, quando nel 2009, venne fatta l’ispezione da Bankitalia, non vennero rilevati elementi tali da suggerire ai risparmiatori una posizione diversa da quella che avevano assunto fino allora, e cioè di confidare nell’Istituto di credito.

Vede, nel 2010, Bankitalia e Consob, assessore, hanno acconsentito e avallato l’aumento di capitale che si è perfezionato poi nel 2011, ossia 150 milioni di euro, più di un terzo dei quali sottoscritti da piccoli risparmiatori. È questo che dovrebbe venire finalmente in luce, se vogliamo che ogni tre mesi non si ripresenti il caso di una banca popolare piuttosto che di un’altra che presenta improvvisamente conti in rosso e l’unico modo per farvi fronte è quello di chiedere ai risparmiatori di fare un sacrificio.

Noi abbiamo una situazione nel sistema bancario che dovrebbe essere ormai da qualche anno a regime, avevamo anche avuto, parlando delle casse di risparmio, con l’introduzione della legge Amato, una fondamentale separazione della gestione delle banche dalle fondazioni, e poi abbiamo scoperto che molte fondazioni sono socie in modo rilevante delle casse, dalle quali invece si diceva dovevano essere totalmente indipendenti e scorporate.

Queste commistioni hanno un unico risultato: a pagare sono i risparmiatori e soprattutto coloro i quali credono più di tutti nel territorio. Del resto, se vi è un’interlocuzione con la Regione, non avviene perché questa è una banca, ma perché è una banca territoriale. Il sistema delle banche territoriali, in tutte le regioni, rappresenta uno dei polmoni più efficaci ed efficienti per l’economia dei piccoli e medi imprenditori, siano essi agricoli, siano essi artigiani, siano essi industriali.

Non le sarà sconosciuto che vi sono problemi anche sulle piccole banche popolari, molte delle quali oggi hanno operato una restrizione del credito quasi in termini ultimativi, dopo che per anni avevano lasciato una gestione del credito che aveva dato ampio respiro agli investitori. Ebbene, sarebbe indubbiamente opportuno intervenire sulla crisi che ha investito anche alcuni istituti minori delle banche popolari, che - torno a ripetere - sono, come è noto, le banche del territorio, ovvero le banche nelle quali vi è una democrazia elettiva dei vertici perché, come lei sa, nelle banche popolari ogni socio non vale in ragione del numero delle azioni, ma vale un voto come socio, che io penso sia una delle forme più moderne di democrazia del sistema bancario. E noi, invece, vediamo che, anziché avere un fondato rispetto per la struttura delle banche popolari e, quindi, cercare di intervenire su queste banche anche per correggere eventuali errori di impostazione, nella logica di globalizzazione del sistema bancario si stanno cercando fusioni da parte dei grandi istituti di credito. E abbiamo visto cosa ne è uscito: l’esplosione degli affidamenti senza garanzie.

La globalizzazione e le fusioni tra le casse di risparmio si è visto i risultati che hanno prodotto. Ci manca solo che questo Governo vada avanti nel mettere le mani sulle banche popolari e finalmente si giungerà alla distruzione completa del sistema bancario. E l’unica istituzione che era stata adibita indipendente dal Governo perché esercitasse per tempo i controlli che le competevano, vale a dire la Banca d’Italia, è assolutamente venuta meno al proprio compito. Evidentemente, era gestita da ciechi, muti e sordi, perché non vedevano, non sentivano e mai hanno parlato di talune situazioni.

Ma ci sarà un motivo per cui le banche oggi, nel loro complesso, hanno in pancia crediti deteriorati che rappresentano esattamente dieci volte tanto quella che era la stima che era stata fatta sui crediti deteriorati. E non mi si dica che è solo la crisi del 2008. C’è stato un gioco di scatole cinesi, anche al fine di non pagare imposte, che ha portato all’attuale situazione.

Queste sono le ragioni per cui mi permetto di dire all’assessore e al presidente Bonaccini che, pur non avendo la possibilità la Regione di intervenire direttamente sui provvedimenti al nostro esame, è doveroso un impegno da parte della Regione affinché rappresenti al Governo come soprattutto in Emilia-Romagna la presenza contestuale di un valido sistema di casse di risparmio e di un efficiente sistema di banche popolari sia molto più utile delle fusioni dei grandi istituti di credito, per i quali, come è noto, si socializzano le perdite, nel senso che vengono accollate a tutti i risparmiatori, e ormai neanche più si privatizzano gli utili in quanto di utili ce ne sono sempre meno.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

 

OGGETTO 1720

Interpellanza circa il laicismo attuato nelle scuole pubbliche e le iniziative da adottare, nelle stesse, per difendere i simboli e le tradizioni cristiani. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Marchetti Daniele, Bargi, Delmonte, Pompignoli, Fabbri, Rancan, Liverani, Pettazzoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 1720.

Risponde l’assessore Bianchi.

La parola al consigliere Rainieri per illustrare l’interpellanza in oggetto. Ha otto minuti complessivi a disposizione. Prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Rinuncio all’illustrazione. Preferisco ascoltare direttamente la risposta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

La parola all’assessore Bianchi per la risposta. Ha otto minuti a disposizione. Prego.

 

BIANCHI, assessore: Gentili consiglieri, innanzitutto è opportuno ricordare che le norme generali a cui devono attenersi tutte le scuole, siano esse statali che paritarie, sono stabilite dallo Stato per garantire a tutti i cittadini pari opportunità di accesso all’istruzione e a un servizio di qualità. Anche la gestione del personale scolastico rientra fra le competenze dello Stato e l’ordinamento scolastico, nel contesto dei princìpi sanciti dalla Costituzione italiana, tutela la libertà di insegnamento ed è centrato sull’autonomia funzionale delle scuole.

Occorre, inoltre, ricordare che il Ministero dell’istruzione, attraverso diversi documenti e indicazioni, che poi le consegnerò, consigliere, nell’affrontare la più ampia tematica dell’integrazione scolastica dei ragazzi stranieri, ha più volte posto l’accento sull’educazione interculturale quale modello che, attraverso il confronto e il dialogo, permetta a tutti non solo il conoscimento reciproco, ma anche il conoscimento della propria identità.

L’educazione interculturale che, attraverso il confronto con le altre culture, deve affrontare questioni, quali le convinzioni religiose, i ruoli familiari e le differenze di genere, presuppone come indispensabile la conoscenza e la trasmissione delle proprie tradizioni e memorie nazionali, così da permettere anche la costruzione di una cittadinanza vincolata ai valori fondanti della tradizione nazionale.

Si allega, infine, alla presente una nota dell’Ufficio scolastico.

Che cosa abbiamo fatto al riguardo, consigliere? Abbiamo attivato un gruppo di lavoro in Regione, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale nella persona del dottor Versari, e abbiamo ragionato anche con il Ministero a livello nazionale. A sua volta, il dottor Versari ha inviato a tutte le scuole una sua circolare dettagliata, essendo lui il superiore gerarchico dei prèsidi e degli insegnanti, e ha richiamato il tema già riportato in tutti gli interventi del Ministero.

Rispetto a questo le ribadisco quanto detto (le leggo l’ultima frase della circolare inviata dal dottor Versari, dopo il nostro incontro, ai dirigenti): "Trattandosi di aspetti che toccano gli orientamenti religiosi e le sensibilità individuali, occorrerà esercitare delicatezza e prudenza, evitando il determinarsi di situazioni conflittuali e, al contempo, realizzando ogni possibile azione deflattiva. Il contesto scolastico richiede, infatti, per sua natura un clima di serenità, che va quanto più possibile preservato per creare le condizioni atte a svolgere il difficile compito educativo di istruzione e formazione".

Rispondendo, quindi, alla sua interpellanza, in primo luogo mi preme sottolineare che abbiamo ribadito più volte che la gestione della scuola è materia specifica e più volte insistita di competenza dello Stato, tramite l’Ufficio scolastico regionale. Avvertendo noi la responsabilità non soltanto di una interculturalità in entrata, ma anche nostra - dentro la tradizione ci siamo anche noi -, abbiamo attivato questo gruppo di lavoro per mantenere un monitoraggio continuo sulle scuole. Il dottor Versari, che ringrazio ancora una volta, è sempre molto attento a verificare che non si creino condizioni conflittuali, né tantomeno quelle che lui chiama deflattive, ossia il venir meno di una capacità educativa anche da parte di tutti i nostri insegnanti.

Questa è la risposta. Le consegno tutto il materiale che abbiamo richiesto al Ministero, che a sua volta sta agendo su tutto il territorio nazionale anche sulla base di una nostra spinta.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Bianchi.

La parola al consigliere Rainieri per la replica. Ha otto minuti a disposizione. Prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Non vorrei urtare la sensibilità e portare via tempo al consigliere Taruffi nei suoi prossimi interventi, come diceva questa mattina, addentrandomi su questioni che non interessano a nessuno, secondo la sua logica, però mi corre l’obbligo di ribadire un concetto all’assessore, che ringrazio per la risposta, con i contenuti della quale però non mi trovo completamente d’accordo. La sensibilità degli alunni non si urta eventualmente facendo valere le nostre tradizioni. Quando si impedisce di realizzare un presepio o, come si diceva questa mattina, di mettere un segnale della culturale di un certo paese, credo che questo atteggiamento vada nella direzione non di aiutare bensì di ostacolare l’integrazione e la cultura del bambino.

Mi fermo qui. Non vado oltre. Leggerò i testi che lei gentilmente mi consegnerà. Tuttavia, mi dichiaro assolutamente insoddisfatto della sua risposta e confermo di essere contrario al modello di integrazione che si sta portando avanti nelle scuole italiane oggi, dal momento che sta creando più danni che benefici per le nostre future generazioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Rainieri.

 

Interpellanze oggetti 1660 e 1712

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Saliera): Avviso che le risposte all’oggetto 1660 e all’oggetto 1712 sono rinviate alla prossima seduta, in quanto l’assessore Gazzolo ha giustificato la sua assenza.

 

OGGETTO 1755

Interpellanza riguardo alle modalità adottate per le elezioni di rinnovo del CdA del Consorzio di bonifica di Piacenza e alle iniziative che si intendono assumere al riguardo. A firma del Consigliere: Foti.

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 1755.

Risponde l’assessore Caselli.

La parola al consigliere Foti per illustrare l’interpellanza in oggetto. Prego.

 

FOTI: Rinuncio all’illustrazione, presidente. Non voglio far perdere tempo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all’assessore Caselli per la risposta. Prego.

 

CASELLI, assessore: Grazie, presidente.

Nella sua interpellanza il consigliere Foti ha svolto un’ampia, articolata e assai puntuale disamina delle vicende afferenti alle elezioni indette dal Consorzio di bonifica di Piacenza per il rinnovo del relativo Consiglio di amministrazione, analizzando i meccanismi procedurali alla luce delle disposizioni legislative e statutarie che ne regolano lo svolgimento.

In esito alla disamina, il consigliere è giunto alla conclusione che si siano realizzate presunte gravi irregolarità, tali da inficiare l’esito del procedimento elettorale e da richiedere l’attivazione dei delicati meccanismi d’azione in via sostitutiva da parte della Giunta regionale. Ha, pertanto, richiesto se la Giunta stessa, in particolare avvalendosi di quanto disposto dall’articolo 20, comma 2, della legge regionale n. 42/1984, intendesse disporre della nomina di un commissario ad acta per l’adozione del provvedimento di rinvio delle elezioni consortili, al fine di garantire la correttezza della procedura e adottare gli adempimenti correttivi necessari a portare a conclusione l’intero procedimento in conformità alle vigenti disposizioni.

A parere di questa Giunta, la richiesta da lei avanzata non può essere condivisa, non già per differenti orientamenti in ipotesi anche politici, ma per stringenti ragioni di ordine giuridico. Deve, infatti, darsi atto, come del resto esplicitamente riportato nella delibera n. 2/2016, adottata dal Comitato amministrativo del Consorzio di Piacenza, che il procedimento elettorale si è regolarmente svolto nelle giornate del 13 e 14 dicembre 2015 e che nei tempi previsti non è pervenuto alcun reclamo avverso alle operazioni di voto.

In adempimento a quanto previsto dall’articolo 21, comma 2, dello Statuto consortile, con la stessa deliberazione n. 2 del 7 gennaio 2016 il Comitato amministrativo ha, pertanto, ritualmente proceduto alla proclamazione degli eletti, dandone poi formale comunicazione alla Regione tramite una PEC il 7 gennaio 2016.

Come ben si evince dagli articoli 8 e seguenti dello Statuto del Consorzio di bonifica di Piacenza e dai vari provvedimenti attuativi adottati, il procedimento elettorale di cui trattasi rientra nella piena responsabilità degli organi consortili, che nel caso di specie risultano aver operato nel rispetto delle procedure previste dalle vigenti disposizioni legislative e statutarie.

Quale ulteriore elemento ricostruttivo della vicenda e del contesto di riferimento a supporto della posizione assunta da questa Giunta rispetto alla vicenda in questione, deve altresì essere richiamata l’ordinanza del 10 dicembre 2015 con cui il TAR di Parma ha deciso sul ricorso presentato contro la Regione Emilia-Romagna e contro il Consorzio di bonifica di Piacenza per l’annullamento di deliberazioni consortili relative all’elezione dei componenti del Consiglio di amministrazione. Il TAR ha rigettato la richiesta di sospensiva delle consultazioni elettorali per il rinnovo degli organi consortili ritenendo che, a un primo sommario esame, non sussistesse il fumus boni iuris e, dunque, considerando infondate, almeno in quella fase di giudizio, le ragioni di doglianza prospettate.

Venendo al punto focale della sua interpellanza lei, consigliere, invoca l’esercizio dei poteri sostitutivi previsti dall’articolo 20, comma 2, della legge regionale n. 42/1984, chiedendo se la Giunta regionale intenda intervenire nei confronti degli organi del Consorzio, al fine di riformare gli atti da questi adottati, a suo parere illegittimamente, nell’ambito del procedimento elettorale. Tale richiesta non può essere accolta in quanto i presupposti dell’intervento non sono rinvenibili nel caso in esame.

La Giunta, in virtù dell’articolo 20 della legge n. 42/1984, dispone sia di poteri sostitutivi, che comprendono anche il compimento degli atti dovuti dagli organi del Consorzio rispetto ai quali siano inadempienti sulla base dell’articolo 20, comma 1, sia del potere di scioglimento degli organi a fronte di eventuali irregolarità non sanabili. Può, altresì, procedere alla nomina di un commissario per il tempo strettamente necessario o, comunque, non superiore a un anno, con l’obbligo di convocare l’assemblea dei consorziati per la ricostituzione degli organi, consorziati rappresentati nel periodo commissariale da una Consulta, sempre nominata dalla Giunta regionale in base all’articolo 20, commi 2 e 3.

Nel caso di ispecie, tuttavia, non si ritengono sussistenti né i presupposti per l’intervento individuati dal citato comma 1 né quelli di cui ai successivi commi 2 e 3 dell’articolo 20. A quanto risulta a questa Giunta, infatti, gli organi consortili hanno adottato tutti gli atti che la procedura prevede e hanno regolarmente presidiato il procedimento elettorale, comunicandone ritualmente gli esiti alla Regione. Di fronte a passaggi procedurali non compiutamente disciplinati, hanno compiuto scelte amministrative per portare a termine la procedura.

Non pare, dunque, a questa Giunta di dover intervenire per rettificare il contenuto di tali atti, che non corrisponde a un’inerzia né tantomeno integra i presupposti di gravi irregolarità non sanabili.

È, peraltro, di tutta evidenza che la scelta di intervenire in via sostitutiva presenta profili di particolare delicatezza, perché l’esercizio di poteri che comportano la sostituzione di organi di un ente come a quelli di un altro ordinariamente competente nell’adempimento di un determinato atto, ovvero che comportino una norma da parte dei primi di organi straordinari dell’ente sostituito, concorre a limitare l’autonomia dell’ente nei cui confronti opera la sostituzione. Pertanto, l’intervento in via sostitutiva per il compimento di atti o attività obbligatorie, nel caso di inerzia e inadempimento da parte dell’ente competente, troverà giustificazione nell’esigenza di salvaguardare interessi unitari che risulterebbero compromessi dall’inerzia o dall’inadempimento medesimo, e non risulta essere questo il caso.

Fermo quanto sopra, in prospettiva ben possono avanzarsi proposte della Regione rispetto al sistema delle bonifiche attraverso, ad esempio, la revisione degli atti posti a presidio dell’organizzazione degli enti medesimi, a iniziare dallo schema tipo di Statuto adottato a suo tempo con la delibera di Giunta regionale n. 1032/2010. Tale percorso andrà, comunque, condotto nell’ottica di una valorizzazione dei Consorzi di bonifica, che questa Giunta ritiene rappresentino un valore indiscutibile per il Governo e, non di meno, per la sicurezza del territorio. Muovendo, dunque, dal valore primario e irrinunciabile di tali enti, snodi cruciali sul territorio, anche in termini di sicurezza, ne potrà essere rafforzato il ruolo e potranno essere resi più efficaci i meccanismi di rappresentanza.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Caselli.

La parola al consigliere Foti per la replica. Prego.

 

FOTI: Scusi, presidente. Io non ho pensato di chiedere l’abbinamento con la richiesta della Commissione d’inchiesta presentata dai consiglieri del Movimento 5 Stelle e anche da me sottoscritta. In quel caso, avremmo svolto una discussione unica.

In ogni caso, assessore, devo fare un paio di precisazioni, almeno in ordine alle date. Diversamente, questo consesso potrebbe pensare che stiamo parlando di circostanze abbastanza anomale. Se qualcuno chiede, ovviamente, l’intervento della Regione al 12 dicembre, al 6 dicembre o al 4 dicembre (io, a dire il vero, l’ho chiesto il 7 dicembre) e le elezioni si svolgono il 13 dicembre, la domanda, nella risposta, è superata dai fatti.

Assessore, nella lunga e articolata disamina - che, probabilmente, anche i suoi uffici hanno mal istruito - lei ha fatto una serie di considerazioni. La prima considerazione che mi permetto di esprimere è la seguente: un organo, in assenza di una legge regionale, di uno Statuto, non può decidere autonomamente quali regole applicare. Nell’esegesi delle fonti del diritto ci hanno insegnato che si dovrebbe avere rispetto delle fonti stesse. Io ho provato a pensarci. La legge regionale ha un carattere sovraordinato rispetto agli Statuti. Al di sotto degli Statuti non ci sono le opinioni del Consorzio di bonifica, ma gli usi e le consuetudini.

Probabilmente, ai fini giuristi che hanno predisposto la risposta che lei ha letto, è sfuggito quanto previsto dall’articolo 18, comma 7, dello Statuto del Consorzio di bonifica di Piacenza, che stabilisce quanto segue: "Per quanto non previsto dal presente articolo valgono, in quanto applicabili, le norme per l’elezione degli organi delle Amministrazioni comunali". Che cosa significa questo? Significa esattamente quello che il professor De Fina, l’avvocato dei Consorzi, ha sostenuto nel parere che io cito, ma che evidentemente i funzionari della Regione non hanno letto (mi auguro che non lo abbiano letto; diversamente, dovrei dedurre che non lo hanno capito), allorquando ritiene questa l’unica strada per fare ciò che giuridicamente si può fare. Nel silenzio delle norme, si applicano le norme di legge generali. Questo è il principio dell’ordinamento.

Tutto questo è vero ed è errato quanto hanno scritto i fini dicitori che, poi, dovranno anche giudicare - lo dico per la sua memoria, assessore - alcuni atti in cui vi ci sono aspetti che non tornano. Si è detto che nessuno ha contestato la procedura di queste elezioni. Mi scusi, assessore. Un conto è il reclamo che si presenta, quando le elezioni vengono svolte, non sul procedimento elettorale, ma sulle modalità di votazione seguite. Questa è la funzione del reclamo. Altro conto è il ricorso al TAR. Mi permetto di fare una considerazione (non so se sia stato scritto testualmente): tutto ha detto il TAR, meno che fosse infondato. La differenza tra un’ordinanza del TAR nel merito e un’ordinanza del TAR sulla sospensiva è che la sospensiva prevede l’esistenza del fumus boni iuris, cioè del danno grave e irreparabile. Il TAR, ovviamente, sostiene che, in questo caso, non vi sia alcun danno grave e irreparabile. Tutt’al più, qualora dovesse ritenere sbagliata la procedura seguita, si ripeterà la consultazione elettorale. Quindi, un conto è l’assenza - non l’infondatezza - del fumus boni iuris e un conto è l’infondatezza, che il TAR non può proclamare in questa occasione. Il TAR, nella sua ordinanza (non è una sentenza), fa il seguente richiamo: "sulla base della documentazione presentata dal Consorzio".

Mi permetto di dirle, assessore, che vi è anche un ricorso gerarchico che lei dovrebbe conoscere. Il ricorso gerarchico è previsto specificatamente dalla legge sui Consorzi di bonifica. In realtà, viene chiamato "ricorso in opposizione". Le delibere che si contestano in questa interpellanza sono le stesse delibere impugnate nel ricorso in opposizione. Qual è la differenza, assessore Caselli? Il ricorso in opposizione non può essere valutato da un giudice terzo, ma viene valutato dallo stesso organo che ha adottato gli atti (nella fattispecie, il Consorzio di bonifica). Essendo previsto il ricorso in Appello e dato che l’Appello è di competenza della Regione (come recita l’articolo 20 della legge regionale sui Consorzi di bonifica), sarà la Regione - mi auguro non sulle linee del Consorzio di bonifica - a mobilitare i suoi uffici regionali per verificare, non sotto il profilo politico, bensì sotto il profilo giuridico la fondatezza o meno di quel ricorso in opposizione.

Dunque, vi è un ricorso in opposizione e vi è un ricorso al TAR, il che significa - per una ragione che non consente contraddizione - che, evidentemente, contestazioni ve ne sono state. Certo, non ce ne potevano essere sul voto. Sa perché non ce ne potevano essere sul voto? Perché, avendo fatto fuori la Commissione che doveva giudicare la presentazione delle liste, la Commissione che ha fatto fuori la lista avversa era composta interamente da candidati dell’unica lista che è stata presentata. Io non so se lei sia consapevole del fatto che non si è mai visto, neanche nei Paesi privi di uno Stato di diritto, un candidato che giudica nel merito dell’ammissibilità della lista altrui. Si rende conto del mostro giuridico presente qui dentro o no?

È vero che la norma non può pensare al fatto che si verifichi una situazione di questo tipo, ma lei sa benissimo, assessore Caselli, come lo so io e come lo sa persino...

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere Foti, mi scusi...

 

FOTI: Concludo.

L’ultimo dei consiglieri comunali sa perfettamente che non può giudicare un atto che lo riguarda, perché esiste ancora la norma che si chiama obbligo di astensione.

Io mi auguro, assessore Caselli, che lei, quantomeno per evitare un’ulteriore interrogazione, eviti che le Province nominino - come vogliono fare oggi - persino i revisori dei conti, non avendo più la competenza dal 1° gennaio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

 

Interpellanza oggetto 1759

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’oggetto 1759 è rinviato alla prossima tornata, a causa dell’assenza dell’assessore Costi.

 

OGGETTO 1785

Interpellanza circa le azioni da attuare per porre all’ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni la situazione riguardante l’abbattimento delle barriere architettoniche, ed in particolare il rifinanziamento del relativo Fondo speciale. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 1785.

Risponde l’assessore Donini.

La parola al consigliere Foti per l’illustrazione dell’interpellanza. Prego.

 

FOTI: Signor presidente, come sempre, rinuncio all’illustrazione.

Vorrei intervenire, invece, sull’oggetto 1759. Onde evitare che abbia una stagionatura consolidata, essendo previsto dal Regolamento che in Aula si dovrebbero discutere solo le interpellanze per le quali, essendo stata comunicata la risposta, l’interrogante ne chiede la discussione, se mi inviate la risposta, io evito di discuterla in Aula e la considero conclusa.

 

PRESIDENTE (Soncini): Va bene, ne prendiamo nota.

Rinuncia, dunque, all’illustrazione dell’oggetto 1785.

La parola all’assessore Donini per la risposta. Prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Con riferimento all’interpellanza di cui all’oggetto, si precisa che il fabbisogno di 34.197.000 euro per 7.824 domande è a carico - come sostiene l’interpellante - del Fondo nazionale, di cui alla legge 13/1989. Il fabbisogno a carico del bilancio regionale relativo al Fondo regionale, di cui all’articolo 56 della legge regionale 24/2001, invece, è di 2.056.000 euro per 468 domande.

Per quanto riguarda la legge 13/1989, recentemente - questo è quello che mi sento di riferire al consigliere Foti - la Regione Emilia-Romagna ha inviato una nota, a firma della vicepresidente della Giunta, Elisabetta Gualmini, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, evidenziando lo stato di grave disagio dei disabili che da anni attendono di vedere soddisfatte le proprie domande di contributo e l’impossibilità, da parte della Regione, di sostenere economicamente il fabbisogno che si è negli anni accumulato. Nella nota si è chiesto al Ministero di prendere in considerazione il rifinanziamento del Fondo nazionale da parte del bilancio statale.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Donini.

La parola al consigliere Foti per la replica. Prego.

 

FOTI: Io approfitto della presenza del presidente della Regione, che è anche presidente della Conferenza Stato-Regioni...

 

(interruzioni del presidente Bonaccini)

 

Mi permetta, presidente. È una questione importante, invece. Non se ne abbia a male. Non è un titolo di demerito. È un titolo di merito, secondo me, essere il presidente della Conferenza Stato-Regioni, anche perché ha avuto illustri predecessori come Formigoni.

Io mi permetto di far presente al presidente Bonaccini che quasi tutti i Governi se ne sono fregati della legge 13/1989. Vi era un fondo statale effettivamente importante per eliminare le barriere architettoniche. A un certo punto, è diventato di moda azzerare quel fondo portando tutte le croci sulle Regioni. Questa modalità, secondo me, non è molto corretta, neanche sotto il profilo istituzionale. La Regione può stanziare nell’ambito di un bilancio che ha un margine di manovra limitato. Anziché continuare battaglie antipatiche su chi è più tutore dei portatori di handicap e chi partecipa a più marce per favorirli, basterebbe che il Governo decidesse di rifinanziare, come una volta, questo fondo.

Questa volta mi rivolgo al presidente Bonaccini nella sua veste di presidente della Regione Emilia-Romagna. Lei stesso sa bene di essere stato investito del caso - nel cui ambito ha risposto - di Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara. Signor presidente, lei molto correttamente ha detto: "Il fabbisogno nel 2015 supera i 34 milioni di euro per quasi 8.000 domande e la Regione da sola non è in grado di fare tutto". Io prendo atto della nota che è stata inviata al Ministro Delrio. Mi pare che sia una nota opportuna di sollecitazione. Mi auguro che il Governo - qualsiasi Governo, indipendentemente dalla propria bandierina politica - si ricordi che questo non era un fondo per lo spettacolo, ma un fondo per persone che hanno difficoltà oggettive a muoversi per raggiungere uffici e altri luoghi. Mi auguro, altresì, che vengano sistemate le abitazioni. Molti di questi interventi sono fatti all’interno delle abitazioni per dotarle di un elevatore in grado di portare la carrozzella nell’ascensore o nel montacarichi.

Io penso che sia una finalità nobile. Mi auguro soltanto di ottenere migliori risultati di quelli che non ho ottenuto negli anni precedenti in altra sede, che non era quella della Regione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

 

OGGETTO 1830

Interpellanza circa interventi normativi, riguardanti l’IMU relativa ai capannoni delle piccole imprese e di quelle artigiane, finalizzati ad alleggerire il carico fiscale gravante sulle attività produttive. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 1830.

Risponde l’assessore Petitti.

La parola alla consigliera Gibertoni per l’illustrazione dell’interpellanza in oggetto. Prego.

 

GIBERTONI: Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni, a partire dal responsabile del Consorzio Roveri, il quale ci ha spiegato in che modo sono partiti loro, ossia come un Consorzio di associati composto soltanto da artigiani, nato ormai diversi decenni fa. Sollevavano una questione che per noi è interessante. Mi riferisco alla volontà della Giunta di valorizzare e di mantenere l’occupazione, di valorizzare le attività dei piccoli imprenditori e degli artigiani, quindi le nostre attività locali e artigianali che qui hanno le loro radici, che qui hanno la loro storia e che, quindi, sostengono l’identità e si legano alla storia e all’identità della stessa regione Emilia-Romagna, tanto che molto spesso è proprio questo il tessuto che viene richiamato a regolari scadenze - spesso elettorali - come un’eccellenza che ha fatto grande la regione e che continua, in qualche modo, ad essere considerato (sempre di più soltanto a parole) un elemento cardine della nostra produzione. Mi riferisco alle piccole attività produttive o micro attività produttive e al tessuto artigiano di cui siamo così tanto orgogliosi a parole.

Nella nostra interpellanza chiediamo che si passi, invece, a fatti più sostanziali e che ci si interroghi sul motivo per cui l’IMU viene ancora richiesta a capannoni appartenenti a piccoli imprenditori o ad artigiani che non hanno, molto spesso, la possibilità di pagare tassazioni ulteriori, che si trovano in gravi difficoltà economiche e che vengono, invece, appesantiti da un ulteriore carico fiscale su attività produttive spesso in uno stato di quasi pre-chiusura.

Vorrei prima ascoltare la risposta dell’assessore Petitti e, successivamente, fare qualche rilievo ulteriore. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Gibertoni.

La parola all’assessore Petitti per la risposta. Prego.

 

PETITTI, assessore: Come viene evidenziato nell’interpellanza della consigliera Gibertoni, ci troviamo di fronte - con l’IMU - a un tributo istituito con legge statale. Credo che questo aspetto vada sottolineato con riferimento ai fabbricati di categoria catastale D, che prevedono anche una riserva, a favore dello Stato, del gettito derivante dall’applicazione dell’aliquota standard.

Ai Comuni - come lei sa - è riservato il gettito derivante dalla maggiorazione dell’aliquota base, una maggiorazione che può essere, ovviamente, anche deliberata, ma nei limiti massimi di tre punti. Dico questo per chiarire il contesto nel quale ci muoviamo. Sappiamo che si tratta di un tributo erariale istituito con legge dello Stato e da questa disciplinato. Per questo motivo, anche la Regione, da un punto di vista di interventi normativi, è estremamente limitata.

Credo sia importante ricordare che qualsiasi intervento statale che comporti, comunque, una riduzione anche del gettito di competenza dei Comuni, necessita di un’adeguata copertura delle risorse, anche nel rideterminare i criteri stessi dell’accatastamento dei fabbricati di categoria D. Inoltre, abbiamo la necessità di ricalcolare, in questo senso, la rendita dei valori degli impianti, che si prevede possa riguardare un contributo di 155 milioni di euro, proprio a copertura della presumibile perdita derivante da questo riaccatastamento dei fabbricati.

È sicuramente una questione di carattere fiscale di grande interesse - lo ricordava anche lei - per tutte le attività e per tutte le realtà produttive della nostra Regione, non soltanto ovviamente della nostra Regione.

Possiamo ovviamente sottolineare che il tema della riduzione della pressione fiscale per le imprese rappresenta una delle nostre priorità politiche come Giunta. Tra l’altro, sulla questione dei capannoni e sulla loro ricostruzione la Regione ha incentivato una serie di azioni.

È chiaro che questa incongruenza rischia di rimanere tale fino a quando non riusciremo a superarla definitivamente con una riforma fiscale del Paese che chiaramente riguarda complessivamente il tema della pressione fiscale.

Per questo credo che i margini dentro i quali ci muoviamo sono evidenti da questo quadro normativo illustrato.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Petitti.

La parola alla consigliera Gibertoni. Ha cinque minuti. Prego.

 

GIBERTONI: Apprezzo le buone intenzioni.

Certo, chiedevamo un atto un po’ più forte. Mi auguro che questa sia una linea che trovi presto, in sede di Conferenza Stato-Regioni, un intervento forte della Regione Emilia-Romagna che dovrebbe farsi grande di questa sua storia, neanche troppo lontana nel tempo, che ha e che conosce molto bene e su cui ha costruito molto spesso anche i suoi successi politici rispetto ad altre Regioni che la conoscono meno bene e non l’hanno vissuta nello stesso modo. Propongo, quindi, di portare in Conferenza Stato-Regioni un intervento fattivo.

Come ci ricordano diversi studi - io ne ho uno qui, ma è uno tra decine possibili, uno studio della CNA del 2013 - l’IMU sta uccidendo le piccole imprese. In questo studio si fanno alcuni casi. L’IMU sugli immobili strumentali delle imprese sta distruggendo la piccola impresa. Si riporta l’esempio di un capannone industriale di valore catastale sotto il milione di euro con un’imposta comunale che però è raddoppiata e arriva quasi a 12.000 euro. Segna, quindi, un incremento quasi del doppio rispetto all’incremento percentuale.

Sullo stesso immobile gli aumenti diversificati su vari capoluoghi di regione effettivamente trovano incrementi maggiori al nord, molto maggiori al nord, quasi il 154 per cento in più rispetto alle regioni del sud.

Esempi di piccoli laboratori artigiani, invece, di valori catastali molto inferiori, diciamo di un quinto rispetto a quello citato prima, hanno anche questi, però, un incremento molto alto che in alcune regioni del nord tocca il 166 per cento di incremento aggiuntivo.

Abbiamo visto che dal 2011, quindi l’ultimo anno in cui, come ricordiamo nell’interpellanza, è stata pagata l’ICI, fino all’anno scorso l’incremento del carico fiscale ha portato a un prelievo quasi raddoppiato e in molti casi triplicato rispetto all’ICI. Ricordiamo anche che il capannone non è considerabile in nessun modo uno status symbol per l’imprenditore che vi lavora o una dimostrazione esemplificativa di un proprio bene materiale che lo garantisca dalla crisi. È un bene strumentale, quindi, che serve per lavorare e quindi produrre valore aggiunto, valore ulteriore, creare a sua volta posti di lavoro. Quello che viene spesso ricordato dai banchi della Giunta è che superfici e cubature non sono più un segno visibile di una condizione economica agiata, ma sono uno spazio molto spesso destinato ad essere desertificato, in cui ci troveremo presto ad avere nei nostri capoluoghi di provincia distese di capannoni inutilizzati a fronte di ulteriori edificazioni, ulteriore consumo di suolo. Credo, quindi, che anche in questo senso, quindi in connessione con l’attenzione maggiore rispetto alla pianificazione urbanistica, oltre agli interventi sulle attività produttive, si debba intervenire con maggiore decisione in Conferenza Stato-Regioni.

Insisterei chiedendo all’assessore e alla Giunta, senza ricordare una cosa che certamente sappiamo, che la legge che interviene è nazionale e che la tassazione non viene decisa qui, in questo caso. Tuttavia, si ricordi che qui non si è soltanto portavoce del Governo centrale dello stesso colore, ma si è portavoce di un territorio che questo chiede e lo chiede in questo momento con particolare disperazione e sempre più spesso con rassegnazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Gibertoni.

Abbiamo concluso lo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 1807

Delibera: «Proroga del Programma triennale per l'orientamento dei consumi e l'educazione alimentare approvato con deliberazione dell'Assemblea legislativa n. 140 del 24 settembre 2013.» (Proposta della Giunta regionale in data 14 dicembre 2015, n. 2093) (58)

(Continuazione discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Torniamo all’ordine del giorno.

Eravamo all’oggetto 1807 "Proposta recante: ‘Proroga del Programma triennale per l’orientamento dei consumi e l’educazione alimentare approvato con deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 140 del 24 settembre 2013’ (delibera di Giunta n. 2093 del 14 12 15)"

Nella seduta antimeridiana si è aperta la discussione generale.

Sul provvedimento sono intervenuti i consiglieri Lori e Bertani.

Proseguiamo con la discussione generale.

Ha chiesto la parola il consigliere Delmonte. Ne ha facoltà.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Molto brevemente volevo manifestare alcune nostre opinioni su questo programma che oggi andiamo a prorogare per un altro anno. Leggo dagli emendamenti del Movimento 5 Stelle che si pensa a una proroga di sei mesi anziché di un anno per poi poterci rimettere mano.

Forse era giusto metterci mano già oggi, perché effettivamente questa proposta di proroga, che è stata motivata con la scusa del riassetto istituzionale e quindi con l’abolizione delle Province, con la parziale eliminazione delle Province, in realtà forse cela un’incapacità di questa Amministrazione a rispondere in tempi brevi a dei cambiamenti che ci sono stati nei settori agricoli, industriali e commerciali riguardanti l’alimentazione. In realtà avremmo gradito anche noi poter collaborare alla stesura di un nuovo programma o comunque di un aggiornamento dello stesso.

Invece, arriviamo fondamentalmente con un testo blindato per urgenza della proroga. Auspico, però, che alla fine di quest’anno o di questi sei mesi, nel caso fossero approvati degli emendamenti del Movimento 5 Stelle, ci possa essere una discussione prolifica in Commissione per cercare di aggiornare tutti insieme un programma che è sicuramente importante e che però ormai paga il passare del tempo.

Ad esempio, vedo che all’interno non si parla assolutamente di una conoscenza della lettura delle etichette, che è un argomento che, invece, in altre Regioni, è stato portato avanti nelle scuole, per la provenienza, per gli allergeni e per tutto quello che riguarda l’educazione alimentare che parte dalla lettura dell’etichetta in fase di acquisto del prodotto. Non si parla di dieta equilibrata, dei protocolli di filiera, ad esempio, e soprattutto c’è una grossa enfatizzazione del biologico. Attenzione, però, perché le nostre più grandi eccellenze emiliano-romagnole, penso soprattutto a quelle emiliane, non sono bio. Parlo del Parmigiano Reggiano, del Prosciutto di Parma, del Lambrusco. Non sono esclusivamente bio, non sono per forza bio, però meritano un’attenzione tanto quanto quelle biologiche. Quindi, da questo punto di vista credo che il protocollo ne debba tenere conto. Per noi cambia poco se sono sei mesi o un anno. Cambia l’approccio. Ci deve essere un approccio più collaborativo per cercare di aggiornare questo testo.

In merito a questo chiedo alla consigliera Lori, visto che so che l’ha gestita lei in questa fase, quali saranno i nuovi criteri per la ripartizione delle risorse. Attenzione, se aboliamo tutto il paragrafo 3 aboliamo sì la parte delle Province, ma aboliamo anche tutti i criteri di ripartizione delle risorse.

Per l’anno 2016 quali saranno i nuovi criteri? Quali si considereranno? Resteranno attivi nei fatti pur non essendo nel testo oppure no?

Da questo punto di vista credo che sia una panoramica importante da capire perché sono fondi che dobbiamo cercare di capire come destinare e in che percentuale, visto che erano esplicitate delle percentuali all’interno al protocollo.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Delmonte.

Ha chiesto la parola la consigliera Lori. Ne ha facoltà.

 

LORI: Brevemente per rispondere alle sollecitazioni…

 

PRESIDENTE (Soncini): Mi scusi, consigliera. Ha esaurito il suo tempo questa mattina. Quindi, può intervenire dopo sugli emendamenti, eventualmente.

 

LORI: Va bene.

 

PRESIDENTE (Soncini): Siamo in discussione sulle linee generali.

Ha chiesto la parola il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Solo poche osservazioni per dire alcune cose. La prima, mi pare che un po’ tutti gli assessorati per i programmi che sono scaduti o in scadenza abbiano la tendenza a richiedere la proroga anziché presentare i programmi pluriennali. Non mi pare una modalità operativa delle migliori, perché mentre questa modalità operativa - e nessuno si è permesso di discuterla - aveva senso nei primi sei mesi di consiliatura, allorquando la macchina regionale non era entrata ancora pienamente in funzione, il fatto di chiedere delle proroghe su programmi anche abbastanza delicati, di un anno, come ad esempio, nel caso di specie, mi dà tanto l’idea di voler proseguire sulla strada, attraverso una delega, di un organo, cioè l’Assemblea legislativa, che in realtà è decaduto, perché, come è noto, si sta operando sulla base degli indirizzi forniti da un organo che anche nella sua composizione personale, non solo politica, non è più lo stesso dell’altra volta.

Detto questo, è ovvio che vi sarebbero alcune importanti domande da fare almeno all’assessore assente in ordine a quelle che potrebbero essere le linee di indirizzo future. Perché dico questo? Perché, tanto per essere chiari, sulla materia vi sono state anche delle linee guida emanate dal MIUR, l’ex Ministero della scuola, oggi dell’istruzione e dell’università, che erano però dirette e finalizzate unicamente agli obiettivi di Expo 2015.

Sotto questo profilo sarebbe interessante, invece, capire quali sono, al di là della richiesta di proroga, le idee che la Giunta avrebbe in animo ad esempio rispetto a quella che dovrebbe essere un’iniziativa che parte dalla presa d’atto dei nuovi stili di vita.

Attenzione, tutti sono capaci di dire - io non sono il più adatto a parlarne - che bisogna cercare di impegnarci nel migliore dei modi per eliminare il sovrappeso, ma dopo queste affermazioni di principio possiamo dire quali reali iniziative si vogliono introdurre, mi permetto di dirlo, soprattutto non sulle persone di una certa età, ma sui giovani, atteso che, ad esempio, uno dei problemi che hanno gli Stati Uniti d’America è quello dell’obesità dei minori? Rispetto a queste domande, tanto per essere chiari, che cosa si intende fare visto che io non penso che si possa vietare di andare al McDonald’s piuttosto che al Burger King? Però, avere un’idea di come si intende intervenire è importante, perché tutta una serie di tendenze ormai diffuse nella nostra società possono essere controbilanciate da una azione che più che educativa è innanzitutto informativa a mio avviso.

Sotto questo profilo mi pare proprio che molte delle scelte che anche alcuni genitori compiono è quella di ignorare alcuni aspetti fondamentali di un corretto rapporto con l’alimentazione dei propri figli.

Aggiungo una considerazione. Non basta soltanto pensare che a questo debba provvedere il sistema scolastico. Il sistema scolastico può provvedere nell’ambito delle mense, con una dieta equilibrata, una dieta pensata, però, presidente, a volte capitano anche delle cose strane perché i bambini non sono ancora usciti da scuola che già vengono portati nei negozi di patatine fritte cotte al momento. Non so, quindi, se l’attività che noi compiamo per cercare di dare una dieta equilibrata nel mondo della scuola abbia poi anche un seguito fuori dal mondo della scuola.

Infine, vi è una situazione che io penso sia importante ed è quella della celiachia, perché noi ci siamo accorti e dobbiamo prendere atto che sempre più vi sono cibi richiesti per i celiaci. Sotto questo profilo molto spesso anche una mancata individuazione attraverso un’attività di prevenzione delle allergie a questo o a quel prodotto porta a delle conseguenze gravi quando non mortali.

Penso, quindi, che il programma sia indubbiamente di educazione alimentare, ma attiene strettamente anche a quelle che sono le competenze del settore sanitario. Lo dico perché la competenza per materia di questo programma è affidata all’assessore all’agricoltura. Lo dico per questo motivo. A mio avviso, occorrerebbe quantomeno che nelle future linee guida si cerchi la maggior convergenza possibile tra quelli che sono alcuni aspetti; io non mitizzo il biologico, non lo mitizzo. Sarà importante, però non lo mitizzo perché in alcuni casi ha dato degli ottimi risultati, in altri casi non dà i risultati sperati, mentre valuto molto di più l’aspetto sanitario di una dieta che sia sì equilibrata, ma sia anche molto spesso personalizzata, perché non tutti i minori necessitano delle stesse proteine nella stessa quantità e non tutti necessitano o possono mangiare abitualmente gli stessi cibi precotti che vengono serviti nelle mense scolastiche. Difatti, anche sotto questo profilo dobbiamo ricordare che siamo passati da una gestione delle cucine, nella maggior parte delle mense scolastiche, che era fatta tramite personale interno, a una gestione che oggi, invece, è fatta dai grandi gruppi della distribuzione e della ristorazione attraverso cibi che, in realtà, sono precotti.

Penso che più di una proroga di un anno serva invece un’analisi, che io non vedo o meglio non ho visto, stretta del bilancio di quella che è stata la linea guida che oggi si intende prorogare per un anno, perché soltanto avendo i risultati della prima azione si può capire come rapportarsi per il futuro.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Siamo in discussione generale. Sono previsti dieci minuti per consigliere.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. Sullo spunto del consigliere Foti che ha richiamato sicuramente degli aspetti interessanti, volevo ricordare che effettivamente questo programma nasce con l’obiettivo più che altro di una promozione. Si parla di DOP, di IGP, di fattorie, di produttori e l’aspetto educativo-sanitario, in realtà, è appena appena accennato.

Si parla di DOP, IGP e fattorie e ricordo ancora che non si parla di pesca, che è un settore importante. Quindi, sicuramente, andrebbe fatta un’integrazione importante con i programmi sanitari, quindi quello che riguarda il moto, il movimento, lo sport e quello che riguarda poi i consumi dei cibi come, ad esempio, il consumo di carne.

Fino a qualche settimana fa avevamo in elenco, fra le risoluzioni da discutere, proprio il tema del consumo di carne con i dati dello IARC, che suggerisce di ridurre drasticamente a tutti il consumo di carne, soprattutto di carni rosse. Il programma sicuramente andrebbe aggiornato, come andrebbe aggiornato anche l’impatto che i vari tipi di consumo hanno. Per esempio, la FAO ci dice che la produzione di carne, e soprattutto di carne rossa, incide per il 18 per cento dei gas serra a livello mondiale. Quindi, sicuramente, tutti questi elementi andrebbero ricompresi e riconsiderati all’interno del programma.

Prorogarlo per un anno vuol dire lasciare questi temi ancora nel loro limbo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Non ho altri iscritti in discussione generale.

Dichiaro chiusa la discussione generale.

Apro la discussione generale sugli emendamenti. Dieci minuti per ciascun consigliere. Gli emendamenti sono tre e sono a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli e Gibertoni.

Ha chiesto la parola la consigliera Lori. Ne ha facoltà.

 

LORI: Approfitto di questo spazio per fornire alcune integrazioni e precisazioni. Sono venuti fuori tanti temi. Sulla questione del riparto dei fondi potrà eventualmente dire meglio l’assessore Caselli. È chiaro che la materia andava normata perché in questa fase la competenza dalle Province passa alla Regione. Come questi 40.000 euro, perché di questo stiamo parlando, almeno per il momento, saranno redistribuiti tra le Province potremo vederlo in seguito, ma siccome la scelta è stata di prorogare un programma che scadeva il 31 dicembre 2015, senza interrompere un’attività programmata che si stava realizzando, immagino che si proseguiranno le attività avviate e, contestualmente, si individuerà un percorso di ridefinizione del nuovo programma. Mi sembra una scelta abbastanza normale e di buonsenso, se questo può essere un aspetto degno di nota.

Con riferimento al tema del biologico, se si va a leggere il programma, è piuttosto evidente che il programma triennale non promuove esclusivamente il biologico, ma dedica proprio una parte, che ha persino un suo titolo, alla promozione delle produzioni regolamentate, e in questo ambito si parla anche delle produzioni tipiche locali, così come si parla della promozione della conoscenza per una consapevole alimentazione. Certo, sono d’accordo con il consigliere Delmonte rispetto al fatto che la lettura e la conoscenza delle etichette possa rappresentare una progettualità da sviluppare, ma certamente questo aspetto non è escluso dal programma di cui oggi proponiamo la proroga di un anno sulla scorta della delibera di Giunta regionale.

Anche il tema degli stili di vita è toccato da questo programma. Ci sono alcuni riferimenti a un’analisi che risale al 2012, che è giusto l’anno che ha preceduto la definizione del programma triennale. Quindi, anche questo è un tema che sicuramente è degno di nota, di approfondimenti e magari anche di progettualità meglio declinate, ma è già, anch’esso, ricompreso all’interno del programma.

Sono d’accordissimo con il collega Foti sul tema della sanità. Ricordo solo, come accennato in apertura del mio intervento, che la legge regionale 29/2002 prevede la costituzione di tavoli provinciali in cui siano rappresentati anche i professionisti che fanno capo ai servizi di igiene degli alimenti e sanità pubblica. Questo è quello che si è fatto finora ed evidenzia - credo - un’attenzione importante al tema della sanità e della corretta alimentazione. Tant’è che di questi tavoli fanno parte anche i nutrizionisti e i dietisti, che sono poi i professionisti che certificano i menù nella refezione scolastica, per esempio. E qui mi ricollego a quello che diceva il collega Bertani: il tema delle carni rosse. Non credo sia certo che debba essere un programma regionale a dover entrare nel merito di tale tematica, dal momento che esistono già sul tema della refezione delle competenze specifiche che attengono di più all’ambito sanitario e che certificano l’equilibrio di questi menù.

Accolgo, quindi, con estremo piacere tutti gli spunti di ragionamento ma, siccome gli spunti sono tanti, credo che questo confermi la necessità che vi sia un momento di riflessione proprio per pensare insieme alla programmazione futura. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Lori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Intervengo solo in ordine alla problematica della ripartizione delle risorse. Nel programma, al punto 3, si parla di criteri per la ripartizione delle risorse, attraverso cui si stabilisce che vengono suddivisi il 40 per cento in misura fissa in base alla popolazione scolastica e via elencando. Ebbene, cassando questo paragrafo saltano i criteri di ripartizione e, quindi, salta conseguentemente la metodologia da seguire.

Non si comprende all’interno della delibera come verranno ripartire queste risorse, che fra l’altro sono molto esigue e si concentrano purtroppo - questo è il limite del programma - solo su tre strumenti: le fattorie, le fattorie didattiche e le fattorie aperte. Quindi, su un programma con linee-guida molto ampie, che dovrebbero anche essere aggiornate, gli strumenti in realtà sono pochi dal punto di vista operativo e dal punto di vista delle risorse economiche. Quindi, sicuramente occorrerebbe metterci mano, e in fretta. Ribadisco, inoltre, che mancano i criteri di ripartizione. Suppongo ci sarà una delibera successiva.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Non ho altri iscritti a parlare. Quindi, dichiaro chiuso il dibattito generale.

La parola all’assessore Caselli. Ne ha facoltà.

 

 

CASELLI, assessore: Non avevo in programma di intervenire, ma il dibattito è stato stimolante.

Voglio rassicurare tutti gli intervenuti che in realtà non abbiamo un punto di vista diverso su questa vicenda. In realtà, il ragionamento che stiamo cercando di fare è quello di unificare le varie attività sull’educazione alimentare che vengono promosse dalla Regione, perché è stato giustamente osservato che questo è un pezzo che è in capo all’agricoltura, ma poi ci sono parti che vengono svolte dall’assessorato alla sanità che ha un suo programma di educazione all’alimentazione e che riguarda molto di più le fasce a rischio, l’obesità e via elencando. Inoltre, ci sono norme ben specifiche che ci impongono di individuare percorsi paralleli. Cito come esempio davvero rilevante il programma "Frutta nelle scuole", che adesso diventerà "Frutta e latte nelle scuole". Quel programma è derivato da una norma comunitaria, per cui annualmente viene operato un riparto, che poi va in Conferenza delle Regioni (dovrà essere approvato giovedì in Conferenza delle Regioni). Quindi, non appena quel programma verrà approvato, ogni Regione saprà a quanto ammonta la quota che le viene attribuita. Però, poi c’è una gara nazionale, quindi noi possiamo muoverci solo quando sappiamo chi ha vinto la gara nazionale di fornitura della frutta. Quindi, quella è una parte integrante del nostro programma…

 

VOCE: L’abbiamo già approvato giovedì scorso.

 

CASELLI: Ecco, è stato approvato giovedì scorso il programma di educazione ai consumi. A noi ancora non è arrivato il riparto regionale.

Il punto è che quello diventa una parte sostanzialmente integrante di un progetto di educazione al consumo, che però non può e temo non potrà mai stare in questo percorso, anche se è completamente compatibile e assolutamente relativo a questo percorso. Peraltro, come Regione abbiamo formulato numerose osservazioni in quel caso. Ad esempio, una cosa che di fatto non gradivamo è un uso consistente della quarta gamma, cioè la roba già pronta, cosa che non è di per sé educativa, nel senso che i bimbi non imparano neanche a maneggiare la frutta e la verdura, e inoltre tende a far crescere i costi. Pertanto, abbiamo anche avanzato tutta una serie di osservazioni e stiamo collaborando con i colleghi della scuola e della sanità per fare in modo che il programma "Frutta nelle scuole" non diventi un qualcosa per cui arrivano delle derrate nelle scuole che vengono semplicemente distribuite, ma ci sia qualcuno che vada a spiegare che cosa significa, perché una carota va mangiata, perché una mela ha senso mangiarla più spesso che un hamburger e via dicendo. Questo è lo schema su cui stiamo lavorando.

Naturalmente è un lavoro che potrebbe anche essere affinato mettendo assieme i vari strumenti, nel limite però - lo ribadisco - di questi steccati che un po’ tendono a esserci, dal momento che le risorse hanno diversa provenienza, il che ci costringe a seguire iter normativi un po’ differenziati.

Sulla parte della pesca, quest’anno parte il FEAMP, al cui interno c’è la possibilità di presentare dei progetti, per cui intendiamo integrare.

Sulla proroga, infine, vorrei rassicurare tutti che anche a me non piacciono le proroghe. In questo caso, però, non avevamo molte alternative, perché con la legge di riordino abbiamo bisogno di organizzare correttamente il meccanismo, affinché si arrivi su tutti i territori in una maniera adeguata. Basti pensare che le stesse fattorie didattiche in Emilia-Romagna sono ben trecento. È un caso abbastanza incredibile. Quindi, abbiamo una grande offerta. E abbiamo anche una pubblicazione che tutti gli anni dà conto anche del lavoro che si è svolto. C’è un lavoro di rendiconto notevole. Pertanto, da questo punto di vista quest’anno occorre necessariamente una proroga per mettere a regime la macchina e anche per pensare al nuovo programma, in quanto livelli maggiori di integrazione sono auspicati anche da noi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Caselli.

Dichiaro aperte le dichiarazioni di voto congiunte. Cinque minuti per Gruppo.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Ringrazio l’assessore per le spiegazioni che ci ha fornito, che in parte ci tranquillizzano e in altra parte meno. Infatti, le abbiamo già spiegato che, a nostro avviso, non è giustificata una proroga così lunga, ragion per cui noi voteremo contro.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare la consigliera Lori. Ne ha facoltà.

 

LORI: Spiace la posizione espressa dal consigliere Bertani perché, a seguito della disamina degli emendamenti e anche del dibattito generale che si è sviluppata in Aula, abbiamo ripercorso i tratti della discussione che abbiamo già fatto in Commissione, dove il Movimento 5 Stelle aveva assunto un atteggiamento diverso.

Noi ribadiamo la nostra posizione rispetto alla necessità e all’opportunità soprattutto che quest’anno di proroga possa essere utilizzato al meglio per ridefinire la futura programmazione triennale e cogliamo quanto ha appena riferito l’assessore Caselli in merito alla piena condivisione di intenti e alla disponibilità a recepire una serie di spunti, compresi quelli che sono sottolineati nell’emendamento del collega Bertani. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Lori

Ha chiesto di parlare il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole anche del Gruppo di Sinistra Ecologia Libertà a questo provvedimento, a seguito di quanto emerso dai lavori in Commissione e dal dibattito odierno, per ultimo, ma solo in ordine di tempo, l’intervento dell’assessore Caselli, che riteniamo di estrema importanza.

Condividiamo nel merito il programma, che comunque necessita di aggiornamenti, che verranno affrontati in questo anno di proroga, in particolare l’educazione alla corretta alimentazione, la promozione del consumo critico e consapevole e la conoscenza di prodotti e produzioni tipiche. Sono punti essenziali, tanto più in una regione come la nostra che si vanta, giustamente, di avere un alto numero di DOP, IGP e riconoscimenti di questa natura.

A fronte di questi elementi e dell’impegno assunto in Commissione di approfondire, nel corso dell’anno, elementi che fanno parte di questo programma, con valutazioni sui risultati e sugli sviluppi che può avere, ci sentiamo di votare a favore con tranquillità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Torri.

Non ho altri iscritti in dichiarazione di voto. Pertanto, la dichiaro chiusa.

Nomino scrutatori i consiglieri Ravaioli, Mumolo e Bertani.

Iniziamo con la votazione dell’emendamento 1, che insiste sull’oggetto 1807, a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli e Gibertoni.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è respinto.

Emendamento 2 a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli e Gibertoni.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 2 è respinto.

Emendamento 3 a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli e Gibertoni.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 3.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 3 è respinto.

Si proceda alla votazione, per alzata di mano, del partito di deliberazione di cui all'oggetto 1807.

 

(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti, approva il partito di deliberazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): L'Assemblea approva.

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Soncini): Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo sull’ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Nella seduta antimeridiana avevamo già votato in Aula l’inserimento all’ordine del giorno, quindi con una procedura di urgenza, previamente concordata all’interno dell’Ufficio di Presidenza, degli oggetti 1999 e 1982; dopodiché, erano stati posti al termine degli atti amministrativi nell’ipotesi di riuscire ad affrontarli entro oggi, per i motivi che sono già illustrati nella richiesta e che avevo presentato per iscritto, che sono sostanzialmente legati al fatto che l’assessorato alla cultura ha bisogno dell’approvazione di questi due provvedimenti per poter avviare e indire un bando che interessa una parte importante del mondo della cultura, in relazione sia alla legge n. 13 che alla legge n. 37, che sono le due leggi coinvolte dai due provvedimenti. A questo punto, però, visto il protrarsi dei lavori dell’Assemblea, mi vedo costretto a chiedere l’anticipazione dei due punti all’ordine del giorno in modo immediato e, quindi, chiedo formalmente che venga invertito il punto per metterlo in testa ai lavori e procedere, quindi, ad affrontare questi due ordini del giorno, perché altrimenti rischiamo di non avere i tempi per poterli approvare entro la giornata.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Paruolo.

Sono ammessi a parlare, come da Regolamento, un consigliere a favore e uno contro la richiesta di inversione dell’oggetto 1982. Non ho richieste di intervento.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La richiesta è accolta.

Passiamo adesso alla richiesta di inversione dell’oggetto 1999. Sono ammessi a parlare un consigliere a favore e uno contro. Non ho richieste di intervento.

Metto in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): La richiesta è accolta.

 

OGGETTO 1982

Delibera: «Programma regionale in materia di spettacolo (L.R. 13/99) - Finalità, obiettivi, azioni prioritarie e indirizzi di attuazione per il triennio 2016-2018.» (Proposta della Giunta regionale in data 18 gennaio 2016, n. 34) (59)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Procediamo prima con l’esame dell’oggetto 1982: Proposta recante "Programma regionale in materia di spettacolo. Finalità, obiettivi, azioni prioritarie e indirizzi di attuazione per il triennio 2016-2018", proposta all’Assemblea legislativa.

La Commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità ha espresso parere favorevole nella seduta del 28 gennaio 2016 con la seguente votazione: 30 voti a favore, 1 contrario, 9 astenuti.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole

Apro il dibattito generale sull’oggetto 1982.

Ha chiesto di parlare il consigliere Iotti. Ne ha facoltà.

 

IOTTI: Grazie, presidente. La legge 13/1999 in questi anni ha rappresentato un importante strumento per tutto il mondo dello spettacolo, proprio perché la norma stessa aveva una finalità non solo di promozione ma anche e soprattutto di valorizzazione e razionalizzazione del settore dello spettacolo, articolato in progetti triennali, proprio con una programmazione come quella che oggi andiamo ad aggiornare.

Questi obiettivi negli anni hanno fatto i conti con un’evoluzione piuttosto articolata del contesto complessivo dello spettacolo. Personalmente intendo concentrarmi in particolare sullo spettacolo dal vivo, in quanto assume un particolare rilievo proprio nella nostra regione.

In Commissione abbiamo affrontato l’evoluzione che si è sviluppata nell’ultimo triennio 2012-2014, programmazione poi prorogata nel 2015, con una situazione effettivamente di difficoltà del settore, con un’offerta in calo. Sicuramente l’influenza della crisi aveva fatto sentire i suoi effetti.

I dati relativi al primo semestre 2015 testimoniano, invece, un’inversione di tendenza. Si registra un aumento degli ingressi, un aumento delle spese e soprattutto un volume d’affari complessivo sicuramente positivo. Gli spettacoli dal vivo aumentano dell’8 per cento circa, sia come date che come spesa.

Il contesto regionale - richiamo questo particolare aspetto, anche se ne abbiamo parlato diffusamente in Commissione - è un sistema assolutamente di grande rilievo: 370 sedi di spettacolo - e non sono poche in una regione come la nostra -, di cui 251 a programmazione continuativa, quindi luoghi che sono in grado durante tutto l’arco dell’anno di offrire un’offerta sicuramente importante; ben 95 teatri storici; un ente lirico; il Teatro comunale di Bologna o, per meglio dire, Fondazione lirico-sinfonica; sei teatri di tradizione; il Teatro Regio di Parma; il Teatro municipale di Piacenza; i teatri di Reggio Emilia; il Teatro comunale di Modena; il Teatro "Dante Alighieri" di Ravenna; il Teatro comunale di Ferrara. Un’articolazione territoriale di grandissima importanza. Tra questi va citato anche il Teatro Farnese di Parma, che nel 2018 avrà quattrocento anni di vita, e sono pochi a livello mondiale a vantare questa presenza. Il Teatro Farnese, seppur saltuariamente, viene tuttora utilizzato per spettacoli.

Questo è un quadro che vede l’Emilia-Romagna sicuramente al centro della situazione nazionale. Le grandi tournée dei grandi artisti fanno tappa nella nostra regione e c’è una grandissima abitudine e una grandissima frequentazione dei cittadini emiliano-romagnoli a frequentare luoghi di spettacolo, siano essi teatri pubblici o di altra natura.

Che cosa significa lo spettacolo? Significa grande attrazione sul turismo e possibilità concreta di valorizzare le città d’arte, entrambe condizioni per cui la promozione del territorio e l’integrazione di proposte e produzioni, siano esse pubbliche o private, rappresenta uno dei grandi temi. L’integrazione di risorse e le competenze di più soggetti credo che sia uno degli obiettivi assolutamente condivisibili che sono contenuti nella proposta.

Non mi dilungo adesso sulle questioni che ultimamente hanno riguardato in generale il mondo dello spettacolo, quali le modifiche al Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), il riordino territoriale. Le Province, che prima avevano un ruolo importantissimo, in quanto destinatarie degli accordi, dovranno rivedere la loro funzionalità sul territorio.

Da questo punto di vista, bisogna notare che il cambio di interessi e di generi, soprattutto nelle nuove generazioni, sta portando a modifiche di rilievo. A questo proposito, riprendo un tema già affrontato in Commissione. Il bonus cultura, introdotto dal Governo nazionale per i giovani neo-diciottenni, credo sia uno strumento di grandissima importanza. Abbiamo bisogno di aumentare il pubblico, ed è uno degli obiettivi. Credo che la proposta del Governo debba essere articolata, orientata, ma soprattutto organizzata e coordinata per implementare gli effetti a livello locale. È un impegno che, credo, potrà trovare spazio anche nella programmazione futura e nei bandi che dovranno trovare, poi, seguito alla proposta odierna.

In particolare, gli obiettivi contenuti nel testo sono assolutamente condivisibili. Ne richiamo alcuni. Favorire i luoghi di produzione e circuitare sempre di più gli ambiti di intrattenimento: questo è un tema che riguarda tutti i centri di produzione, soprattutto quelli regionali, che implicano anche un diverso rapporto con la presenza al di fuori dei confini regionali, quindi anche nazionali. Su questo tema si è già fatto qualcosa in passato, ma si dovrà incrementare ancora di più. Oggi, sempre di più, la possibilità di ottimizzare i costi di sostenibilità di un sistema culturale fa i conti con questi elementi.

Penso all’attrattività sul territorio, al turismo, da intendersi come un sistema complesso. La multidisciplinarità, elemento contenuto nel programma, credo rappresenti la grande questione su cui concentrare le iniziative in tema di spettacolo, proprio perché questo è un tema che deve coinvolgere trasversalmente più soggetti, non solo più settori.

Vi è, poi, il tema del rapporto pubblico-privato. La grande presenza di enti e di realtà pubbliche in questa regione fa i conti con una presenza altrettanto forte, soprattutto nei numeri, di promotori locali che hanno sede nella nostra regione e che hanno da sempre reso l’Emilia-Romagna un luogo di grandi eventi e di grandi spettacoli, soprattutto per il pubblico più giovane (e non solo, direi). Questo è un tema di grandissimo rilievo, proprio perché tutti sono interessati ad andare verso una direzione che possa vedere un riconoscimento pieno, quindi una piena integrazione di queste articolazioni.

Da questo punto di vista, l’annunciata futura legge sulla musica potrà affrontare meglio questo passaggio. Bisogna capire come si sta evolvendo l’intero sistema di produzione. Credo anche che si possa andare, soprattutto nel mondo privato, verso una forma di riconoscimento dei soggetti che maggiormente e da più tempo sono presenti sul territorio. Io azzardo l’ipotesi di una sorta di accreditamento per coloro che hanno a che fare con le strutture pubbliche e che ricevono, comunque, finanziamenti. Credo che questo sia il modo migliore per evitare, anche in questo settore, ogni rischio possibile di infiltrazioni.

Una necessità che emerge è senz’altro quella di avere garanzie di programmazione nel lungo periodo, il che significa anche avere la capacità di fare promozione, regolare i rapporti e pensare che questa sia davvero la strada per organizzare tutte le risorse possibili, che in questi anni gli enti locali hanno visto calare proprio per la capacità di spesa, per mettere a punto questo sistema.

Come ho detto all’inizio, nella nostra regione si stima la presenza di oltre 7.000 occupati nel settore dello spettacolo. Credo siano molti di più con l’indotto e anche con il numero elevato di occupazioni temporanee dettate dalla natura dello spettacolo, che di per sé riguarda eventi singoli. Il luogo comune secondo cui con la musica non si mangia credo vada invertito dicendo che tante persone, invece, beneficiano del settore dello spettacolo e della musica e che è assolutamente di grandissima importanza strategica investire in questo settore, come la Regione sta facendo.

Da questo punto di vista, più la convergenza sarà maggiore e più potremo andare verso un sistema sempre più connesso e caratterizzato da una maggiore capacità di offerta. Ho citato all’inizio - e chiudo con questa considerazione - gli accordi che in precedenza venivano stipulati con le Province: credo che tali accordi debbano riguardare comunque i territori e che si debba, anche su questo passaggio, pensare a come le forme di riorganizzazione (penso alle Unioni di Comuni o, comunque, a territori omogenei) possano garantire la tenuta di un sistema che prima faceva rete attorno ad un meccanismo che sui territori provinciali veniva coordinato e tenuto assieme. Le condizioni ci sono tutte. Credo si debba andare avanti con questa programmazione, perché i risultati ci sono stati.

Termino con una considerazione in merito agli emendamenti presentati dal collega Foti. Li avete ricevuti tutti, quindi non vado oltre. L’abrogazione di ciò che viene proposto metterebbe questo piano in una situazione di difficile applicazione, proprio perché è competenza della Giunta stabilire le priorità e, successivamente, in coerenza con quelle, definire i criteri di valutazione. Non vedo quale altro soggetto...

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, la invito a concludere.

 

IOTTI: Ho terminato.

In questo modo, abbiamo parlato anche degli emendamenti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Iotti.

Sono stati presentati due emendamenti, che insistono sull’oggetto 1982, entrambi a firma del consigliere Foti.

In questo momento, però, siamo in discussione sulle linee generali. Successivamente, apriremo la discussione generale sugli emendamenti.

Ha chiesto di parlare la consigliera Gibertoni. Ne ha facoltà.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Abbiamo già sollevato in Commissione grosse perplessità rispetto alla macchinosità e alla metodologia un po’ impositiva che ha visto arrivare in Commissione atti che i consiglieri non avevano avuto il tempo di leggere, visto che gli oggetti 1982 e 1999, di cui parliamo adesso, sono stati approvati dalla Giunta il 18 e immediatamente direzionati verso una Commissione. Rispetto ai dieci giorni previsti dal Regolamento, sono stati consegnati in fretta e furia ai consiglieri. Quindi, non è stato possibile neppure leggerli.

Ci siamo posti il problema se, effettivamente, ci fosse un’urgenza. Ricordo che, in sede di Commissione, il presidente della Commissione V - se ricordo bene - non sembrava particolarmente convinto dell’urgenza, o meglio, si rimetteva al giudizio della Giunta, come a dire: "Ce l’hanno chiesto e noi abbiamo accettato di inserirlo in Commissione". Ci siamo sentiti irrilevanti in quella Commissione, trovandoci a discutere o ad approvare - il Movimento 5 Stelle si è astenuto - un atto che non si era potuto leggere.

Anche in questo momento, pur avendoli letti, ci sembra che i due provvedimenti non abbiano la benché minima ragione di urgenza. Ammesso che ci fosse fretta di far partire e di far approvare i bandi per i due ambiti di intervento previsti (quelli che sono stati ricordati, lo spettacolo e lo sviluppo delle attività culturali), questa urgenza avrebbe dovuto sentire la Giunta prima ancora della Commissione V e avrebbe dovuto sentire l’assessorato competente, provando ad agire per tempo con l’attenzione che meritano le importanti materie di cui si occupano questi due provvedimenti.

Ci sembra che non abbiano una ragione d’urgenza anche per un altro ordine di motivi. Non ci sono elementi di novità e di originalità in questi due atti e non ci sembra si tratti neppure di un intervento programmatorio. Infatti, in questi due testi abbondano espressioni che rimandano sempre a concetti di continuità, di prosecuzione, di mantenimento. Nel programma dello spettacolo si parla di linee di finanziamento usate in passato, del quadro delle loro articolazioni, della descrizione della spesa passata. Con poche righe, alla fine della sezione dedicata al contesto di riferimento, si parla di risorse regionali, disponibili soltanto, però, per il 2016, limitatamente alle spese correnti: 11.595.000 euro per le spese correnti. Per le spese di investimento, invece, ci si penserà o nel 2016 o negli anni a venire. Si tratta di risorse che, quindi, saranno orientate verso finalità tanto condivisibili quanto ovvie e quanto non correlate in alcun modo a un riscontro dei risultati derivanti dalle precedenti programmazioni.

Manca il raccordo fra le finalità ovvie previste e quanto è stato fatto finora. Manca il raccordo con altri ambiti di intervento, che, giustamente, lo stesso programma sullo spettacolo richiama come ambiti decisivi. È il caso, per limitarci a qualche esempio, dell’obiettivo di - cito - "favorire la durata delle produzioni promuovendone le riprese e gli sbocchi nell’industria culturale, anche grazie alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali".

Si parla della riduzione drammatica del numero di operatori di questo settore, però non ci sono rapporti né indicazioni sulle relazioni con il sistema dell’educazione e della formazione nel campo dello spettacolo, non ci sono indicazioni rispetto alle prospettive occupazionali, non ci sono indicazioni rispetto agli specifici bisogni di formazione, ai servizi connessi al tema dello spettacolo, come se l’attività artistica e i sistemi di educazione e formazione, da una parte, e quello del lavoro, dall’altra, fossero indipendenti e a compartimenti stagni.

Alcuni ambiti dello spettacolo incontrano da tempo un crescente interesse in settori pubblici che sono spesso distanti, però, dal mondo delle rassegne, dei festival, dei circuiti di produzione. È il caso della danza e, in misura minore, con sue peculiarità, del teatro oppure della partecipazione a cori. Si può parlare, oggi, della progressiva diffusione di una pratica artistica o di una pratica nell’ambito dello spettacolo, così come nei decenni passati si prendeva in esame, con la stessa importanza, la diffusione della pratica sportiva. La partecipazione ad attività formative per giovanissimi, ragazzi o adulti, nel campo della danza o delle attività espressive corporee o del canto è sempre più ampia e rappresenta un naturale veicolo verso forme di fruizione più consapevoli e abituali, ma non troviamo nel programma attenzione al rapporto con la didattica, anche amatoriale, eventualmente, delle arti dello spettacolo. Così come non troviamo attenzione al ruolo che altre grandi politiche regionali possono svolgere in favore di una maggiore partecipazione ad eventi o spettacoli, quindi di una maggiore diffusione.

Com’è possibile, quindi, pensare che la società regionale, che le nostre comunità, le nostre infrastrutture siano orientate verso una fruizione libera, facile e accessibile, consapevoli delle occasioni di spettacolo? Questo è possibile, certamente, ma è assente in questo provvedimento, nel quale non si parla del tema e del ruolo del sistema pubblico che, ad esempio, nei trasporti si potrebbe esercitare per favorire partecipazioni a rassegne e festival. Non troviamo una parola sul ruolo che la Regione può esercitare per costruire misure a tutela e sviluppo dell’occupazione, sempre in questo campo. Non ci sono nuovi ragionamenti o indicazioni sulle relazioni fra lo spettacolo (in particolare stagioni teatrali, rassegne, festival, promozione del turismo rispetto a rassegne teatrali e festival) e la qualificazione dell’offerta turistica.

Che cosa troviamo? Troviamo tante indicazioni sul permanere di politiche che sono, ormai, passate e sul riconoscimento dei costi elevati per le produzioni liriche, ed è vero, ma non si prosegue il ragionamento rispetto al rapporto con l’articolazione delle risorse. Si continua a parlare di alcuni ambiti di intervento prioritari (la lirica, ed è vero, la musica antica e, in altri ambiti, il circo contemporaneo), ma cosa fa scegliere questi ambiti rispetto ad altri? Quanto incide l’investimento sulla lirica? Che proporzione intercorre fra le risorse destinate a rassegne o stagioni operistiche e quelle per la musica colta contemporanea? Il Novecento, nel programma, appare soprattutto ricondotto a jazz, rock e popular music. Soltanto in un caso si parla di musica elettronica.

L’attenzione che il programma dichiara per la musica antica e barocca è senza dubbio meritoria, però anche abituale e ricorrente e non è suffragata da un’analisi dei cartelloni della programmazione di eventi e concerti, analisi dalla quale, forse, emergerebbe anche l’evidenza di altre zone d’ombra o di silenzio negli ascolti e nelle esecuzioni. Lo stesso analogo ragionamento vale per il circo contemporaneo, che è un ambito di intervento ormai consolidato e abituale nella nostra regione.

La riedizione di quanto si è fatto ieri e l’usato garantito non è sinonimo di buona salute né della programmazione regionale né dello spettacolo. Perché andiamo avanti in questo modo? Quali risultati abbiamo ottenuto? Questo non è dato saperlo.

Concludo ricordando che, rispetto al concetto di urgenza, già la presidente Saliera ha inviato una lettera in cui invitava - credo - i presidenti delle Commissioni a farsi garanti della possibilità, per i consiglieri, di lavorare seriamente e di avere gli atti per tempo per poterli leggere e discutere in Assemblea. Noi ci saremmo conformati a quella lettera, riconoscendo il ruolo della Presidenza del Consiglio. Ci sembra, invece, che non sia ancora stata recepita nel modo che meritava. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Gibertoni.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Signor presidente, l’assessore Mezzetti non ha avuto un trattamento di ostruzione da parte nostra. Mi auguro, stante la ristrettezza dei tempi con cui abbiamo analizzato le due delibere, che possa presentarsi in Commissione, prima dell’adozione dei bandi, per sviluppare un discorso un po’ più vasto.

In merito alla delibera, debbo evidenziare soltanto due aspetti. In primo luogo, mi riferisco a ciò che è contenuto a pagina 7. A pagina 7 si rappresenta, giustamente, una situazione che, a mio avviso, come faceva notare il consigliere Iotti, è caratterizzata da aspetti di entusiasmo in parte contraddetti dai dati. Si afferma che nel 2014 sono stati raggiunti risultati del tutto soddisfacenti, parlando del 10 per cento delle recite e dell’8,5 per cento dei biglietti venduti a livello nazionale.

Assessore, come lei sa, ho chiesto - e lei, gentilmente, me li ha fatti inviare immediatamente - i dati dell’Osservatorio, che, però, si fermano al 2013. Debbo dire che la nostra regione, in realtà, non è sopra la media nazionale per quanto riguarda la spesa media per biglietto e non è sopra la media nazionale per quanto riguarda gli spettatori medi per spettacolo. Debbo dire che, tutto sommato, sia sotto il profilo del numero di rappresentazioni sia sotto il profilo del numero degli spettatori, i dati sono in calo. Nel 2009 le rappresentazioni erano 16.945 e nel 2013 sono state 14.920. Gli spettatori in Emilia-Romagna nel 2009 erano oltre 3 milioni (esattamente 3.055.000) e nel 2013 erano 2.859.871. Dico questo per sottolineare che a maggior ragione si giustificano interventi in un settore che io ritengo importante sotto il profilo non soltanto dell’offerta turistica, ma anche dell’offerta interna agli abitanti dell’Emilia-Romagna. In alcune situazioni, i fruitori principali dei nostri spettacoli sono sicuramente i cittadini emiliano-romagnoli piuttosto che i turisti. Certo, nei teatri d’arte c’è una componente, soprattutto per quanto riguarda la lirica, che ha anche una sua ricaduta sotto il profilo del turismo. Tuttavia, in molti teatri sperimentali e nei teatri dedicati ai più giovani, ad esempio, ritengo che per una grossa fetta gli spettatori siano "stanziali", ossia emiliano-romagnoli.

Quanto alla delibera e ai due emendamenti cui prima faceva riferimento il collega Iotti, debbo dire che su un emendamento io mi sono basato - non so se sbagliando o meno nella comprensione della lettera dell’articolo - sull’articolo 5 della legge regionale 13/1999. Perché dico questo? Quando si afferma che la Giunta stabilirà annualmente le priorità per la concessione dei contributi, tenendo conto delle azioni e degli obiettivi prioritari di cui ai punti 1 e 2, si afferma, in realtà, una cosa che la lettera della legge non stabilisce. In base alla lettera della legge, l’Assemblea regionale approva il programma pluriennale. Il programma pluriennale prevede in particolare - cito la lettera a) - "le finalità generali e le priorità tra le diverse tipologie di intervento".

Può essere che io abbia inteso male. Nel caso, me ne scuso. Sarà l’assessore, se vorrà, o il consigliere Iotti in sede di replica, a chiarire la questione. Io mi sono limitato a presentare un emendamento né più e né meno in linea con la lettera della legge regionale che disciplina la materia. A maggior ragione, il secondo emendamento - lo dico per il consigliere Iotti - è scritto in un modo che può portare a ritenere che si abroghi l’intero periodo.

In realtà, laddove a pagina 29 si legge "in coerenza con le priorità stabilite annualmente, la Giunta definirà i criteri di valutazione tenendo conto anche degli indirizzi sopra esposti", io mi permetto di dire che forse sarebbe molto più in linea anche con la finalità di questa delibera se rimanesse in piedi soltanto il periodo "La Giunta definirà i criteri di valutazione tenendo conto degli indirizzi sopraesposti". Lo dico al di là che si accetti o meno l’emendamento, perché diversamente l’approvazione di un Piano non ha assolutamente senso se poi, una volta dati gli indirizzi, questi vengono discrezionalmente rispettati o disattesi dalla Giunta. È vero che gli indirizzi non sono delle colonne d’Ercole, però è altrettanto vero che non sono neanche un puro esercizio accademico che questo consesso deve compiere.

Ritengo, quindi, che ci voglia un principio di equilibrio e se vi sono delle situazioni nuove che si rappresentano, e ciò può essere possibile, sia ben chiaro, assessore, è opportuno quantomeno che si informi in qualche modo l’Assemblea, se non altro perché a legislazione vigente il programma pluriennale è approvato dall’Assemblea e gli indirizzi li dà l’Assemblea.

Queste sono le osservazioni che mi permetto di fare sotto il profilo strettamente politico-istituzionale. Torno a ripetere che se vi sarà la possibilità di poter approfondire in Commissione un po’ tutto il discorso, anche cercando di poter sfruttare un margine temporale superiore a quello che gli eventi oggi ci lasciano, sarà mia cura prendere nota di quanto l’assessore ci riferirà e ovviamente trarne anche le debite e logiche conseguenze. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Torri. Ne ha facoltà.

 

TORRI: Grazie, presidente. Da quanto è emerso negli interventi che mi hanno preceduto a vario titolo credo siano chiari due elementi. Da un lato il ruolo che la cultura gioca nel sistema regionale, un ruolo che è concreto, anche di vivacità e di capacità economica di produzione e di sviluppo del lavoro; un lavoro che appunto deve essere tenuto in massima considerazione in quanto sia per il suo aspetto più freddamente produttivo, sia appunto perché fattore di crescita per l’intera comunità regionale e dall’altro i fattori di crisi economica che ormai sono una costante per quello che riguarda il sistema regionale e nazionale. A fronte di questi due elementi i numeri che ha ripercorso il collega Iotti nel suo intervento, e che non è il caso di andare a riprendere, dimostrano una vivacità del nostro sistema, una buona capacità culturale, una buona capacità di reggere di fronte a condizioni avverse che hanno portato enti anche più importanti del nostro a non riuscire a consolidare gli impegni già presi.

Questo è un primo tratto che credo vada sottolineato come merito, non tanto per festeggiare o lodare in eccesso certe azioni, ma perché comunque crediamo che non sia un elemento scontato.

Da questo punto di vista la centralità della cultura era uno dei temi che dentro l’alleanza di centrosinistra il nostro partito Sinistra Ecologia Libertà aveva portato come elemento qualificante, proprio per dimostrare che la cultura, al pari di altri elementi, poteva essere non soltanto un fattore di immagine, ma un fattore di crescita sia lavorativa sia morale della Regione. Vedere che questo impegno tra il 2015 e il 2016 si consolida e, dov’è possibile, aumenta è motivo di soddisfazione ed è un elemento, per quanto ci riguarda, anche chiaramente programmatico, al di là dei tempi dedicati in Commissione a questa tematica.

Riconoscendo questo elemento programmatico esprimiamo, quindi, un giudizio positivo sugli atti che vengono portati oggi alla discussione dell’Assemblea. Il consolidamento e la crescita sono gli elementi principali del quadro generale che ci faranno esprimere positivamente su questi elementi, su questi atti. L’attenzione alla diffusione degli spettacoli e alla diffusione delle iniziative che si andranno a sostenere, quindi un legame con il territorio che viene accentuato e che dovrà essere sempre più valorizzato negli anni prossimi anche in ragione di come si è modificato il sistema, è un altro elemento di attenzione che cogliamo positivamente nelle proposte della Giunta, così come l’attenzione al circo contemporaneo come elemento distintivo rispetto a forme circensi che utilizzano gli animali in maniera non positiva e non condivisibile. Sono tutti elementi, dal contesto generale ad alcuni tratti particolari che ho ritenuto di sottolineare, che ci fanno condividere in pieno gli atti che vengono presentati oggi, sostenerli e votarli positivamente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Torri.

Ha chiesto di parlare la consigliera Ravaioli. Ne ha facoltà.

 

RAVAIOLI: Grazie, presidente. Anche se formalmente la discussione dei due oggetti, 1982 e 1999, non è congiunta, ne approfitto per qualche riflessione anche sulla legge 37 del 1994, quindi l’altro programma che oggi siamo chiamati ad approvare. Entrambi questi programmi sottolineano come davvero tra gli obiettivi principali che la Regione Emilia-Romagna intende perseguire ci sia la valorizzazione in senso ampio del nostro sistema culturale come elemento determinante e fondamentale dell’identità culturale assolutamente radicato nella storia civile del nostro territorio, come elementi di crescita individuale, di coesione sociale, ma anche e soprattutto come fattori strategici di sviluppo del nostro territorio in una realtà, come quella emiliano-romagnola, che è caratterizzata da un’offerta culturale estremamente articolata e dinamica sia sul piano strutturale, ma anche dal punto di vista delle iniziative delle manifestazioni e delle attività che vengono promosse, numerosissime, da soggetti e da organismi pubblici e privati.

La Regione in questi anni, anche per far fronte alle difficoltà di tipo finanziario, ha attivato dei percorsi di maggior concertazione tra i soggetti impegnati nel terreno delle politiche culturali, con lo scopo di individuare delle strategie e delle finalità comuni su cui concentrare gli sforzi per naturalmente avere risposte più efficaci per un utilizzo più produttivo e misurato delle risorse. Attraverso la legge 37 ha permesso da un lato il consolidamento di iniziative sostenute per la loro rilevanza e dall’altro ha permesso anche, con un’attenzione costante e non scontata alla creatività giovanile e alle espressioni artistiche della contemporaneità, l’emergere di nuove sperimentazioni secondo quel ruolo di incubatore di startup di nuove progettualità che la legge 37 ha storicamente rivestito e continua a rivestire in modo da consentire ai soggetti promotori anche di percorsi nuovi di strutturarsi maturando quei requisiti di solidità economico-finanziaria richiesti per poter accedere ai convenzionamenti legati alla legge 13 dello spettacolo che, anche dal punto di vista occupazionale, ha rappresentato per il mondo della cultura un punto di riferimento imprescindibile in questi anni.

Oggi grazie alla lungimiranza messa in atto sul versante delle scelte di bilancio dalla Regione Emilia-Romagna, che hanno visto aumentare considerevolmente le risorse destinate alla cultura, l’Emilia-Romagna riesce a dare delle risposte adeguate a quella che è la richiesta propositiva di sistema culturale del nostro territorio ed è pronta anche ad affrontare la sfida costituita dal nuovo scenario configurato dal complesso processo di riordino istituzionale in atto che, nel superamento del modello consolidato negli anni di concertazione tra Regioni e Province, vede nell’ambito culturale una nuova centralità della Regione la quale, esercitando funzioni di programmazione e gestione dei Piani di intervento, andrà a svolgere un ruolo più incisivo e più diretto.

In particolare, il Piano relativo alla legge 37 si pone l’obiettivo di valorizzare le esperienze realizzate e le competenze acquisite dai diversi soggetti pubblici e privati, favorendo la collaborazione tra di essi e privilegiando azioni che vedano una progettualità sviluppata in un’ottica di rete e di aggregazione, anche in funzione di una proiezione e di una circuitazione internazionale degli interventi.

Al centro della programmazione c’è poi il tema dell’innovazione dei contenuti. Questo per dare una risposta anche a chi sostiene che, in realtà, l’innovazione non sia un elemento qualificante di questi programmi, affinché i vari linguaggi della creatività e della cultura riescano a toccare anche tematiche cruciali sotto il profilo sociale, stimolando la partecipazione e il senso civico della comunità, dalla cultura della legalità a quella dell’inclusione, a quella della coesione sociale e dell’integrazione; cultura, quindi, come elemento determinante per l’identità e per il dialogo anche nella riscoperta delle tradizioni locali emiliano-romagnole, ma anche nella riscoperta delle tradizioni che sono relative alle altre culture fortemente presenti sul nostro territorio. Poi cultura come elemento di sviluppo di imprese culturali e creative in una logica integrata con le politiche regionali di altri settori proprio per generare un valore aggiunto di crescita sociale ed economica.

Da ultimo, il Piano si pone come scopo quello di favorire un maggiore equilibrio territoriale degli interventi per garantire una diffusione più omogenea sul piano quali-quantitativo, valorizzando quelle che sono le esperienze più strutturate e contemporaneamente avendo un occhio di riguardo per quelle più svantaggiate, anche nel rispetto delle specificità e delle vocazioni dei territori.

Quindi, ci sono una serie articolata di interventi su spesa corrente come su spesa di investimento. Quest’anno oltre 3,5 milioni di euro sono stati previsti per il 2016 sulla legge 37 che andranno a fare in modo che tanti soggetti del mondo della cultura possano godere di questi contributi che sono stati lungamente attesi, lo sono tuttora e quindi credo che anche questa attesa giustifichi in qualche modo i tempi un po’ veloci con cui abbiamo dovuto esaminare questi provvedimenti che sicuramente rappresentano una boccata d’ossigeno importantissima per tutto il sistema culturale della nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Ravaioli.

Siamo in discussione generale. Non ho altri iscritti a parlare.

Do la parola, in chiusura di dibattito generale, all’assessore Massimo Mezzetti. Prego.

 

MEZZETTI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio i consiglieri. Riprendo solo poche cose. Io ho avuto già modo con alcuni di voi di scusarmi per quella che è stata chiamata l’urgenza con la quale abbiamo tentato di accelerare i tempi di approvazione di queste due delibere. Come Giunta abbiamo operato adeguandoci ai tempi dati dall'attività amministrativa: queste due delibere non possono che essere approvate in Giunta successivamente all’approvazione del bilancio che, come tutti voi sapete, è avvenuto prima di Natale e quindi abbiamo lavorato sulle delibere dopo la pausa delle festività.

Purtroppo questo dei tempi è un problema che, come settore cultura, ci troviamo da tanti anni a questa parte ad affrontare. Anche io mi permetto, soltanto per un attimo, di parlare in modo congiunto delle due leggi. Le due leggi intervengono sul sostegno da una parte allo spettacolo dal vivo e dall’altra ad una massa consistente e significativa di azioni, interventi e iniziative culturali sul territorio. Il problema di discrasia temporale nasce dal fatto che le iniziative, che tutti voi avete ben presenti e che riguardano sia lo spettacolo dal vivo che altre iniziative culturali sul territorio della nostra Regione, si svolgono a partire dal 1° gennaio in poi e noi possiamo intervenire con contributi a loro sostegno soltanto per quelle che hanno luogo successivamente alla pubblicazione dei bandi. Quindi, ogni anno, noi rischiamo che tutti i soggetti che svolgono la loro attività nel primo mese dell’anno o, se prolunghiamo l'uscita dei bandi, anche in febbraio e più avanti ancora, vengano esclusi dalla possibilità del sostegno pubblico della Regione.

Questa è un’ingiustizia nei confronti di chi svolge un’attività nella prima parte dell’anno e rischia di trovarsi puntualmente escluso dalla possibilità di ricevere un contributo pubblico. Quindi, prima riusciamo a intervenire, prima riusciamo, approvando le delibere, a realizzare i bandi e più soggetti possiamo sostenere. Ecco spiegato il perché dell’urgenza nel discutere e approvare queste delibere. Noi purtroppo ci troviamo in questa discrasia temporale. Noi dovremmo riuscire addirittura, per poter intervenire su soggetti che svolgono dal primo dell’anno le loro iniziative, a portare questo tipo di materia in discussione addirittura a dicembre, ma non possiamo farlo perché il bilancio viene approvato intorno al 22 dicembre ogni anno. Ecco il problema che abbiamo ogni anno, irrisolto, che si ripropone anche dalle precedenti legislature.

L’accelerazione - che poi accelerazione di fatto non è - è dovuta a questo tipo di ragioni, più che altro per rispetto nei confronti degli interlocutori esterni, dei soggetti che si rivolgono a noi per un sostegno alle loro attività.

Mi verrebbe da dire, consigliera Gibertoni, che da una parte ha rilevato l’impossibilità di poter leggere degli atti nei tempi dovuti e dall’altra poi dice che non rappresentano nessun elemento di novità e quindi, visto che non c’è nessuna novità, non c’era bisogno neanche di leggerli gli atti.

 

GIBERTONI: Io per rispetto li ho letti, però.

 

MEZZETTI: No, ma giustamente.

Io invece ritengo che qualche novità, qualche cosa ci sia. È vero che l’impianto sostanzialmente non è modificato, ma non lo è, lo dico con estrema sincerità, perché l’impianto della legge 13, la legge sullo spettacolo, è un impianto largamente riconosciuto in tutte le sedi nazionali come il più avanzato sullo spettacolo dal vivo in Italia. Fra l’altro molti soggetti operatori del mondo dello spettacolo dal vivo chiedono allo Stato di fare una legge che possa in qualche modo mutuare la legislazione regionale dell’Emilia-Romagna, che si è via via affinata negli anni e che ha trovato un equilibrio.

Abbiamo fatto a metà del mese un incontro con tutti i soggetti e gli operatori dello spettacolo dal vivo che in qualche modo possono rientrare all’interno dei requisiti della legge 13. Li abbiamo incontrati alla terza torre. C’erano in sala cinquecento persone e tutti sono andati via soddisfatti

Come tutte le leggi che facciamo, almeno per quello che riguarda il mio settore, costruiamo un iter partecipato con tutti i soggetti e gli operatori che operano in questo campo in modo tale da arrivare alla fase conclusiva di stesura di una delibera o di una legge sapendo che questa è già ampiamente condivisa dagli operatori del settore.

Qualche novità c’è. È stato menzionato il circo contemporaneo. Non è vero che ce lo trasciniamo da tanto tempo. È stato esteso e ampliato il nostro intervento in questo campo con la delibera del 2015. Prima non c’era perché l’Italia, non solo la Regione Emilia-Romagna, su questo terreno è molto indietro rispetto, ad esempio, alla Francia in cui c’è una ricca esperienza sul tema del circo contemporaneo. Qualcuno ci ha chiesto degli animali, dello sfruttamento degli animali. Il circo contemporaneo in ambito teatrale o di spettacolo dal vivo non fa uso di animali, non ci sono animali. È un’altra tipologia di offerta circense che ha una sua particolarità e originalità che si svolge nei locali teatrali.

C’è tutto un ambito di altre materie collegate alla promozione culturale: ad esempio occorrerebbe favorire il trasporto pubblico per far in modo che le persone possano raggiungere i luoghi di spettacoli dal vivo più lontani, ma non possono riguardare questa delibera e questo intervento normativo. Dovremmo rafforzare il rapporto, ad esempio, fra l’assessorato ai trasporti e l’assessorato alla cultura, attraverso forme di convenzioni, di protocollo, ma nel merito di questo provvedimento specifico non credo proprio che possano esistere.

Abbiamo introdotto un altro aspetto che c’è anche in questo nuovo Piano triennale e va nella direzione dell’impegno che ci siamo assunti nell’aumentare le risorse del bilancio della cultura: tutte le risorse che noi mettiamo nel bilancio della cultura devono essere volte anche ad una stabilizzazione occupazionale di chi lavora in questo campo e possibilmente anche a un aumento dell’occupazione.

Noi, infatti, introduciamo criteri premiali per quei soggetti i quali o stabilizzano l’occupazione - noi sappiamo che nel campo della cultura e della creatività l’occupazione precaria è largamente diffusa - o addirittura fanno nuove assunzioni nelle loro imprese di spettacolo dal vivo.

Vengo agli emendamenti proposti dal consigliere Foti. Del primo francamente non ho capito la ragione dell’abrogazione, consigliere Foti, se ho capito le prime due righe che recano: "La Giunta regionale stabilirà annualmente le priorità…".

Il termine dell’annualità che stabiliamo è dovuto al fatto che, come avete visto, in tutti i piani triennali - questa è periodicamente materia di contenzioso con la Corte dei conti, che vorrebbe addirittura mettere in discussione la legittimità dei piani triennali - non si possono impegnare i bilanci degli anni successivi con un piano triennale. Abbiamo sempre trovato, insieme a loro, la soluzione di dire che i piani triennali valgono sul bilancio dell’anno corrente, compatibilmente con le disponibilità di bilancio per gli anni successivi. È in questa chiave che dobbiamo poi stabilire anche annualmente, e dobbiamo scriverlo, le forme e le priorità per la concessione dei contributi.

Invece per il secondo emendamento, le spiego subito la ragione per cui sono contrario; probabilmente è un tema di fraintendimento fra noi. È ovvio che si basa sugli indirizzi, ma gli stessi intervengono sulla valutazione qualitativa dei progetti. Poi c’è tutta un’altra parte, ossia la valutazione quantitativa di parametri, che rappresenta il grosso, e quindi anche quelli vanno tenuti nel conto.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Mezzetti.

Chiudo il dibattito generale.

Apro la discussione generale sugli emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Con le precisazioni dell’assessore, li ritiro.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Il consigliere Foti ha ritirato entrambi gli emendamenti.

Apro le dichiarazioni di voto. Non ho nessun iscritto in dichiarazione di voto.

Metto in votazione, per alzata di mano, il partito di deliberazione di cui all’oggetto 1982.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 1999

Delibera: «Programmazione degli interventi per la promozione di attività culturali (L.R. n. 37/1994). Obiettivi e azioni prioritarie per il triennio 2016-2018.» (Proposta della Giunta regionale in data 18 gennaio 2016, n. 37) (60)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 1999, proposta recante "Programma degli interventi per la promozione di attività culturali. Obiettivi e azioni prioritarie per il triennio 2016-2018. Proposta all’Assemblea legislativa".

La Commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità ha espresso parere favorevole nella seduta del 28 gennaio 2016 con la seguente votazione: 30 voti a favore, 1 contrario, 9 astenuti.

Il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Vi comunico che sull’oggetto 1999 insistono due emendamenti a firma del consigliere Foti.

Apro il dibattito generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Soltanto per chiarire, in modo tale che in sede di replica posso sapere cosa se ne pensa, il contenuto dei due emendamenti. Il primo è a pagina 11: sopra il punto 5.1, si parla di "Favorire la partecipazione e la diffusione di un approccio culturale e creativo nelle imprese culturali". Mi sfugge francamente quale possa essere l’approccio culturale. Mentre capisco quello creativo, ma in un’impresa culturale l’approccio culturale mi diventa difficile da capire.

L’altro è a pagina 12: al punto 5.4, nel primo periodo che reca: "Valorizzare, anche in collaborazione con soggetti pubblici e privati, la produzione culturale emiliano-romagnola e quella di altre culture presenti nella nostra Regione". Nella pagina prima, dove si dice "gli obiettivi che deve perseguire la legge, agli articoli 5 e 6", si ripete lo stesso pensiero ma vi è prima "fortemente presenti nella nostra Regione". Allora, o sono presenti nella nostra Regione da tutte e due le parti, o no, visto che gli articoli evocati sono esattamente gli stessi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Se nessuno chiede di intervenire in dibattito generale, apro la discussione generale sugli emendamenti. Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro la dichiarazione di voto congiunta.

Ha chiesto di parlare il consigliere Paruolo. Ne ha facoltà.

 

PARUOLO: Presidente, stavo parlando un attimo con l’assessore Mezzetti perché stavamo valutando le due proposte emendative del consigliere Foti. La prima mi sembra una precisazione accoglibile, perché sistema un refuso probabilmente presente nel provvedimento.

Per la seconda, se abbiamo qualche secondo, vorremmo consentire all’assessore una valutazione e poi ci esprimeremo.

Ovviamente il Gruppo del Partito Democratico voterà a favore del provvedimento.

 

MEZZETTI: Io toglierei il "fortemente" da tutte e due, in realtà. Invece di integrare “fortemente” all’altro, li toglierei tutti e due.

 

PARUOLO: Abbiamo in diretta una proposta. Se il consigliere Foti, intervenendo magari dopo di me, accettasse di riformulare gli emendamenti come suggerito dall’assessore, il Gruppo del Partito Democratico potrebbe votare a favore di entrambi gli emendamenti.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere Foti, ci può formalizzare la sua decisione al microfono?

 

FOTI: A pagina 11, laddove vi è "Favorire…"…

 

PRESIDENTE (Soncini): Stiamo parlando del secondo emendamento, mi pare.

 

FOTI: Quello relativo a "Fortemente".

 

PRESIDENTE (Soncini): Esatto.

 

FOTI: Purtroppo presidente, se devo formularlo a voce, devo farlo in senso sostitutivo. Quindi, a pagina 11: "Favorire il recupero e la valorizzazione sia della cultura popolare, della storia e delle tradizioni locali emiliano-romagnole, sia di altre culture fortemente presenti nella Regione Emilia-Romagna", si propone l’abrogazione di "fortemente".

Quindi, la sostituzione è, anziché a pagina 12, a pagina 11, alla riga sempre quinta del paragrafo 5, dopo le parole "altre culture", abrogare "fortemente". Questo è il senso dell’emendamento, come sostituito.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Non so se è chiaro. Per tutti i consiglieri siamo a pagina 11, alla prima riga che reca: "Favorire il recupero e la valorizzazione sia della cultura popolare, della storia e delle tradizioni locali emiliano-romagnole, sia di altre culture fortemente presenti nella nostra Regione", si propone l’abrogazione della parola "fortemente".

Apro le dichiarazioni di voto. Nessuno chiede di intervenire in dichiarazioni di voto.

Prima di procedere al voto, sostituisco il consigliere Bertani con il consigliere Sassi nelle funzioni di scrutatore.

 

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 1 è approvato.

L’emendamento 2 è superato dalla nuova formulazione: «A pagina 11, quinta riga del paragrafo 5.1 dopo le parole "altre culture" abrogare "fortemente".»

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2 (nuova formulazione).

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’emendamento 2 (nuova formulazione) è approvato.

Metto in votazione, per alzata di mano, il partito di deliberazione di cui all’oggetto 1999, così come emendato.

 

(È approvato a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Soncini): L’Assemblea approva.

 

OGGETTO 1797

Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Programma speciale d’area “Azioni a sostegno dell’insediamento dell’Agenzia per la sicurezza alimentare di Parma”. Modifica della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 19 del 7 ottobre 2010 di approvazione dell’accordo del programma speciale d’area.» (Proposta della Giunta regionale in data 14 dicembre 2015, n. 2057) (61)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Passiamo all’oggetto 1797, proposta recante: "Legge regionale 19 agosto 1996, n. 30. Programma speciale d’area ‘Azione a sostegno dell’insediamento dell’Agenzia per la sicurezza alimentare di Parma’. Modifica della deliberazione dell’Assemblea regionale n. 19 del e ottobre 2010 di approvazione dell’accordo del programma speciale d’area. Proposta all’Assemblea legislativa regionale".

La Commissione "Bilancio Affari generali ed istituzionali" ha espresso parere favorevole nella seduta del 26 gennaio 2016 con la seguente votazione: 32 voti a favore, nessun contrario, nessun astenuto.

Apro la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il consigliere Iotti. Ne ha facoltà.

 

IOTTI: Grazie, presidente faccio subito una premessa a scanso di equivoci. Questa è una delibera assolutamente doverosa ed è importante quello che la Regione fa, soprattutto perché questo programma era stato impostato molti anni fa e poi ha avuto un esito particolarmente difficile. In questo modo, andiamo comunque a riconoscere risorse pubbliche a vantaggio di Parma e dei suoi cittadini.

Apro una piccola parentesi, perché è bene ricordare come siamo arrivati qua. Tutto il programma, in particolare quello che riguarda il tema di modifica, cioè l’intervento sul Padiglione Nervi, era in gestione ad una società, denominata Stu Pasubio. Questa società, nel 2012, per detta del Collegio dei Revisori, non era stato in grado di presentare il bilancio. Non aveva dati e la verifica patrimoniale era assolutamente impossibile da fare, ma gli ultimi dati davano 74 milioni di euro di indebitamento, più 15-20 che poi sono stati trovati.

Questa era una situazione prefallimentare, ereditata dall’Amministrazione di centrodestra Vignali che, a quel punto, arrivò là dicendo semplicemente che l’idea del Comune che faceva l’immobiliarista e si finanziava con la vendita di appartamenti era miseramente fallita.

Con l’arrivo della Giunta Cinque Stelle, si procedette di corsa alla cessione della quota pubblica, cioè del 52 per cento, con un’operazione che tendeva a ridurre il debito, ma che si tramutò in una perdita patrimoniale, perché un patrimonio di parte pubblica, valutato almeno 37,5 milioni, venne ceduto ai privati per 381.159 euro, quindi poco più dell’1 per cento del valore.

Tutto questo è avvenuto con un intervento che ha visto 32 milioni per l’acquisizione delle aree, incarichi per oltre 2 milioni di euro e un piano che prevedeva, in una zona sicuramente da riqualificare e che ancora adesso merita questo intervento, che i conti sarebbero tornati vendendo a 4.000 euro a metro quadro. Questa è stata la storia di questo intervento.

Per la vendita di cui dicevo, a un certo punto, nella cessione delle quote, la Giunta Pizzarotti si accorse, forse tardi, che l’obiettivo di perseguire il mantenimento delle finalità pubbliche veniva totalmente a mancare perché, avendo ceduto completamente a un privato, questo diventava un problema. Ricordo che la finalità pubblica era legata alla realizzazione di una Casa della Cultura, alloggi di edilizia residenziale sociale e un parcheggio pubblico.

Oggi chiudiamo questo pacchetto e ripeto che secondo me sono poche le Regioni che responsabilmente riconoscono ad un’Amministrazione locale quello che, nonostante questo passato, è stato fatto. Noi riconosciamo i 2 milioni che erano previsti dal piano iniziale e che dovevano andare a contribuire alla realizzazione della Casa della Cultura, allora prevista in 10 milioni.

Oggi interveniamo su un immobile, denominato appunto Padiglione Nervi, solamente perché porta il nome e la firma di un prestigioso architetto, Pier Luigi Nervi, forse ingegnere, ma preferirei, data la sua qualità storica, definirlo architetto, anche per affinità mia.

Ad ogni modo, il problema è che il capannone in sé non ha particolare rilevanza, ma credo che a questo punto dobbiamo stare molto attenti a come verrà utilizzato. È un capannone di cui, in tutti i dati ufficiali, non si trovano nemmeno le dimensioni, ma misura poco meno di 2.000 metri quadrati.

L’assessore Alinovi della Giunta Cinque Stelle scrive oggi sul giornale che aggiungerà altri 2.250.000 euro. Arriviamo a 4 milioni di euro e in questo momento, con tutte le priorità che ci sono, sicuramente è un investimento importante per la città, per la quale stavolta non ci devono essere sprechi di alcun tipo.

A tutt’oggi questo padiglione ha un uso cosiddetto temporaneo, ma non esiste nessuna categoria urbanistica di questo tipo. C’è un misterioso gestore, che dovrebbe essere l’ordine degli architetti tramite un’associazione, ma non si sa. Inoltre, c’è un tema legato alla cultura, all’agroalimentare, all’ospitalità e alla convegnistica che è tutto da verificare.

Ripeto, la città ha bisogno sicuramente di riqualificazione. In passato abbiamo assistito davvero allo spreco e al buttare soldi pubblici. Credo che stavolta dobbiamo porre tantissima attenzione, perché la finalità non può essere quella dell’uso attuale di un luogo più o meno aperto al pubblico, o di una situazione dove viene offerto pubblico spettacolo. Credo che l’intervento con queste risorse, di questi tempi, meriti qualcosa di più. Aspettiamo il progetto.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Iotti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Non ho capito dal consigliere Iotti se vota a favore o meno, dopo tutto quello che ha detto.

 

(interruzioni)

 

Va bene. Allora era uno scanso di equivoci molto retorico.

Noi ovviamente voteremo a favore. Non vengo a fare il difensore del Comune di Parma, che si difende da solo, però alcune inesattezze vanno corrette. Non è che la dichiarazione dell’assessore Alinovi di oggi dica che investe 2 milioni di euro. La delibera è del dicembre 2012 e c’è un piano finanziario che prevede 2 milioni dalla Regione e oltre 2 milioni dal Comune.

Questo viene anche dalla Conferenza di servizi che si è fatta e da una storia che purtroppo è quella che ha detto anche Iotti, di quella cosa scellerata, di quella azienda immobiliare che, fra le varie cose, ha rischiato di mandare in dissesto il Comune di Parma. Questa dismissione proviene già dalla gestione commissariale. Non è stata una scelta che si è ritrovata il Comune di Parma.

Altra cosa che va sottolineata è il percorso partecipativo che è stato fatto per arrivare a questa scelta. Quindi, anche qui c’è stato un coinvolgimento dell’Ordine degli architetti e della cittadinanza, per decidere che cosa fare di questa parte della città. Quindi, qui c’è l’intenzione di andare a riqualificare un comparto che altrimenti sarebbe perso e morto.

A questo punto, votiamo favorevolmente come abbiamo già annunciato anche in Commissione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Grazie, presidente. Intervengo solo per ricordare al consigliere Bertani che non erano 2 milioni, come Pizzarotti aveva promesso. Pizzarotti avrebbe dovuto metterne 8 per questa operazione.

La Regione ha fatto il suo dovere, come ho detto in Commissione. Mai e poi mai dirò di no a un finanziamento che dalla Regione arriva sul territorio, ma ricordo che questo progetto rimarrà zoppo. Capisco la volontà, da parte dell’Amministrazione regionale, di aiutare il sindaco Pizzarotti per gli accordi che andranno a fare sulle elezioni della città, però non si devono neanche raccontare le balle da parte dei Cinque Stelle che dovrebbero sapere quello che succede in quella città, visto che la governano.

Si dice che lui avrebbe dovuto mettere, o metterà, 2.200.000 euro - tanto per far vedere che è più bravo della Regione nel mettere 200.000 euro in più della Regione - però ne mancano altri 6, perché l’obiettivo era quello dei 10 milioni, per chiudere l’operazione Stu Pasubio.

La colpa si può dare alla passata Amministrazione. Non me ne frega niente. Io non c’ero, quindi per me potete dare le colpe a chiunque. Rimane il fatto che il progetto rimarrà bloccato in una situazione e non si sa lì che cosa si farà. Ha detto che vuol fare degli uffici, ma non si sa per che cosa. Quindi, rimarrà una struttura lontana dagli iniziali progetti. Rimarrà incompiuta, perché dei 10 milioni che servivano per fare l’operazione, se ne sono trovati 4 e ne mancano altri 6.

Quindi, ho la vaga sensazione che anche questo rimarrà un altro spot elettorale del buon Pizzarotti, che alla fine cercherà una casa comune nella parte della sinistra, per trovare altre vie di fuga dove continuare la sua carriera politica. Mi auguro che non sarà più in amministrazione, perché di danni ne ha fatti più che a sufficienza.

Ribadisco che i soldi che arrivano dalla Regione vanno comunque tenuti e ringraziamo la Regione per aver mantenuto la parola data; un po’ meno il Comune di Parma che in questa operazione ha grandi responsabilità.

Quella parte della città ancora oggi è degradata. È una delle zone dove ci sono maggiori rischi, viste le frequentazioni e i fatti che vi accadono tutti i giorni, e ha bisogno al più presto di una ristrutturazione, che in questo caso non arriverà. Mi auguro che la Regione verifichi e tenga monitorato il progetto, altrimenti questi sarebbero 2 milioni di euro buttati via, che non serviranno a nulla e non faranno altro che continuare ad essere uno spreco di denaro pubblico nei confronti dei cittadini di Parma.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rainieri.

Nessuno chiede di intervenire in discussione generale.

Apro le dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Rainieri. Ne ha facoltà.

 

RAINIERI: Intervengo semplicemente per dire che voteremo a favore, perché non si rinviano mai i soldi che vengono dati sul territorio, anche se siamo contrari all’utilizzo degli stessi.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Rainieri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.

 

CARDINALI: Come Gruppo PD ribadiamo, come abbiamo fatto in Commissione, il nostro voto favorevole. Ringraziamo per l’impegno che la Regione ha voluto mantenere e facciamo un’analisi per la città che meritava quell’intervento. Vogliamo che l’intervento sia fatto in quell’area e che si tenga anche conto del miglioramento dall’area complessiva.

Per questo prendiamo atto molto volentieri dell’investimento e della serietà con cui la nostra Regione ha tenuto fede all’impegno, pertanto votiamo a favore.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Cardinali.

Non ho altri iscritti in dichiarazione di voto.

È stata chiesta la votazione elettronica.

Si proceda alla votazione del partito di deliberazione, oggetto 1797, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.

 

(Si procede alla votazione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

39

Assenti

11

Votanti

38

Favorevoli

38

Contrari

--

Astenuti

--

 

L'Assemblea approva.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,58

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI e le consigliere Lia MONTALTI e Silvia PICCININI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 1797 “Delibera: «L.R. 19 agosto 1996, n. 30. Programma speciale d’area “Azioni a sostegno dell’insediamento dell’Agenzia per la sicurezza alimentare di Parma”. Modifica della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 19 del 7 ottobre 2010 di approvazione dell’accordo del programma speciale d’area.» (Proposta della Giunta regionale in data 14 dicembre 2015, n. 2057) (61)”

 

Presenti: 39

 

Favorevoli: 38

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Roberto POLI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Ottavia SONCINI.

 

Assenti: 11

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Giulia GIBERTONI, Lia MONTALTI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 1807 “Delibera: «Proroga del Programma triennale per l'orientamento dei consumi e l'educazione alimentare approvato con deliberazione dell'Assemblea legislativa n. 140 del 24 settembre 2013.» (Proposta della Giunta regionale in data 14 dicembre 2015, n. 2093) (58)”

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli, Gibertoni:

«Nelle premesse, sostituire il periodo:

"Ritenuto pertanto di sottoporre, per le ragioni sopra richiamate, all’Assemblea Legislativa la proroga del "Programma per l'orientamento dei consumi e l'educazione alimentare 2013-2015", approvato con deliberazione assembleare n. 140 del 24 settembre 2013, per l’annualità 2016, con espressa esclusione del paragrafo 3 "Funzioni delle Province e criteri per la ripartizione delle risorse";"

con il seguente:

"Ritenuto pertanto di sottoporre, per le ragioni sopra richiamate, all’Assemblea Legislativa la proroga del "Programma per l'orientamento dei consumi e l'educazione alimentare 2013-2015", approvato con deliberazione assembleare n. 140 del 24 settembre 2013, per l’annualità 2016, fino al 30 giugno 2016, con espressa esclusione del paragrafo 3 "Funzioni delle Province e criteri per la ripartizione delle risorse";"»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli, Gibertoni:

«Dopo il settimo capoverso aggiungere il testo seguente:

"Nelle premesse, sostituire il periodo:

"Ritenuto necessario predisporre un nuovo programma triennale per l'orientamento dei consumi e l'educazione alimentare ai sensi della legge regionale n. 29 del 2002, tenendo conto della verifica dell’andamento e dei risultati ottenuti sulla base del programma triennale 2013-2015, affrontando altresì i temi dell'educazione ai consumi quotidiani, le iniziative da svolgere rispetto agli agenti di acquisto, a partire dalle famiglie, le problematiche dei prodotti alimentari come rifiuto, il rapporto con le attività di pesca e dei prodotti ittici, prevedendo inoltre il quadro delle risorse disponibili e delle linee di finanziamento e precisando le forme di interazione con le azioni di enti locali soggetti associazionistici, gruppi di cittadini etc.";"»

(Respinto)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Bertani, Sensoli, Gibertoni:

«Nel disposto deliberativo, al punto 1), le parole "per l’annualità 2016" sono sostituite da "fino al 30 giugno 2016"»

(Respinto)

 

OGGETTO 1982 “Delibera: «Programma regionale in materia di spettacolo (L.R. 13/99) - Finalità, obiettivi, azioni prioritarie e indirizzi di attuazione per il triennio 2016-2018.» (Proposta della Giunta regionale in data 18 gennaio 2016, n. 34) (59)”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«A pagina 29, il primo periodo è abrogato»

(Ritirato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«A pagina 29, riga 26, le parole "in coerenza con le priorità stabilite annualmente" sono abrogate. Nel medesimo periodo la parola "anche" è abrogato»

(Ritirato)

 

OGGETTO 1999 “Delibera: «Programmazione degli interventi per la promozione di attività culturali (L.R. n. 37/1994). Obiettivi e azioni prioritarie per il triennio 2016-2018.» (Proposta della Giunta regionale in data 18 gennaio 2016, n. 37) (60)”

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Foti:

«A pagina 11, quindicesima riga, le parole "cultura e" sono abrogate»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Foti:

«A pagina 12, quinta riga del paragrafo 5.4.1 - Obiettivi specifici, dopo le parole "altre culture" integrare "fortemente"»

(Precluso)

 

Emendamento 2 (nuova formulazione), a firma del consigliere Foti:

«A pagina 11, quinta riga del paragrafo 5.1, dopo le parole "altre culture" abrogare "fortemente"»

(Approvato)

 

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

2052 - Interrogazione a risposta scritta circa i ritardi nei pagamenti della quota regionale ai tirocinanti iscritti al programma Garanzia Giovani e le azioni da attuare per risolvere tali problematiche. A firma del Consigliere: Bignami

2054 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per evitare la sospensione della fornitura di energia elettrica nei Moduli Abitativi Provvisori (MAP) nei quali vivono ancora cittadini colpiti dal sisma, e che verrebbero privati dell'illuminazione e del riscaldamento. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri

2056 - Interrogazione a risposta scritta circa azioni da attuare per informare gli Enti locali circa la diffusione delle ludopatie nei rispettivi territori e sostenere le spese legali conseguenti alla riduzione degli orari delle sale da gioco. A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini

2057 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare circa l'attuazione del piano nazionale sull'amianto, e per adottare il programma regionale relativo all'assistenza sanitaria dei lavoratori esposti a tale sostanza. A firma della Consigliera: Gibertoni

2058 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la dismissione produttiva ed il recupero ambientale di zuccherifici, con particolare riferimento alla situazione esistente a Russi (RA). A firma del Consigliere: Bertani

2059 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti gare per l'affidamento di servizi di ristorazione scolastica, con particolare riferimento all'indicazione della provenienza delle derrate alimentari. A firma del Consigliere: Bignami

2060 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure, i progetti ed i finanziamenti riguardanti, a seguito del sisma, gli Ospedali di Carpi e di Mirandola. A firma della Consigliera: Gibertoni

2062 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori delle aree di servizio e degli autogrill presenti nel precedente tracciato della Variante di Valico. A firma del Consigliere: Taruffi

2063 - Interrogazione a risposta scritta circa i tempi, le modalità, le categorie ed i rimborsi riguardanti gli abbonamenti agevolati relativi al trasporto pubblico locale, con particolare riferimento a Start Romagna S.p.A. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sassi, Sensoli, Gibertoni, Piccinini

2064 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la disponibilità, nelle emoteche del centro regionale, delle riserve di sangue di gruppo zero. A firma della Consigliera: Zappaterra

2065 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la realizzazione del progetto “Passante Nord” di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2066 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per contrastare il bracconaggio nelle acque pubbliche e private e per promuovere i corsi di formazione di nuove guardie ittiche. A firma dei Consiglieri: Rontini, Zappaterra, Calvano, Bessi, Sabattini, Caliandro

2067 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per giungere ad una preventiva ed efficace programmazione dei servizi di trasporto pubblico locale, con particolare riferimento alla situazione riguardante Rimini ed il Trasporto Rapido Costiero (TRC). A firma della Consigliera: Sensoli

2068 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la tutela dei lavoratori e dell’occupazione relativi allo stabilimento Kemet di Sasso Marconi. A firma del Consigliere: Taruffi

2069 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da attuare per l’immediata erogazione a 71 Istituti Professionali dei fondi agli stessi spettanti. A firma del Consigliere: Foti

2070 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attuazione del progetto formativo "W L'amore", realizzato dalla Regione Emilia-Romagna, durante l'anno scolastico in corso ed in quelli successivi. A firma del Consigliere: Torri

2071 - Interrogazione a risposta scritta circa il ricovero, presso una struttura residenziale socio-riabilitativa di Budrio, di un soggetto con precedenti penali. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Marchetti Daniele

2072 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della azienda Castelfrigo srl di Castelnuovo Rangone. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi

2073 - Interrogazione a risposta scritta circa i disagi per l'utenza riguardanti il treno AV 9500 e le azioni da attuare per risolvere l'isolamento ferroviario della città di Ravenna. A firma dei Consiglieri: Sassi, Bertani

2077 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e questioni riguardanti, in ambito sanitario, il complesso dell’organizzazione di emergenza territoriale dell’Area Metropolitana Bolognese. A firma del Consigliere: Bignami

2078 - Interrogazione a risposta scritta circa i parcheggi destinati alle biciclette nelle stazioni ferroviarie e degli autobus sul territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

2080 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori della azienda Open.Co e di cooperative operanti nel settore della filiera del legno. A firma del Consigliere: Torri

2081 - Interrogazione a risposta scritta circa la delega delle funzioni e delle attività precedentemente svolte, a livello provinciale, dai centri di documentazione (CEDOC). A firma della Consigliera: Gibertoni

2082 - Interrogazione a risposta scritta circa l'installazione, nelle scuole per l'infanzia e nelle case di riposo, di telecamere a circuito chiuso per lo svolgimento di funzioni di vigilanza e di prevenzione a tutela dei minori e degli anziani ospitati. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

 

Interpellanza

 

2053 - Interpellanza circa l'applicazione delle disposizioni normative riguardanti l'occupazione abusiva di immobili di proprietà pubblica e privata, con particolare riferimento alle azioni spettanti ai Comuni ed agli enti gestori degli alloggi. A firma del Consigliere: Foti

 

Risoluzioni

 

2055 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad informare, tramite le AUSL ed in tema di ludopatie, i Sindaci circa i dati relativi al gioco compulsivo rilevati nei rispettivi territori, ed a sostenere i Comuni che limitino gli orari delle sale da gioco prevedendo contributi riguardanti le spese legali connesse ai conseguenti ricorsi amministrativi o affidando la difesa legale di detti Enti, tramite apposita convenzione, alla Regione Emilia-Romagna. (29 01 16) A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini

2061 - Risoluzione per invitare la Giunta a porre in essere azioni volte sia alla prevenzione dei danni causati dai lupi sia alla salvaguardia del patrimonio di biodiversità rappresentato da tale specie, approvare procedure semplificate che ridefiniscano i conseguenti risarcimenti, sollecitando inoltre il Ministero dell'Ambiente a rivedere il piano d’azione nazionale per la conservazione di detta specie. (01 02 16) A firma dei Consiglieri: Cardinali, Molinari, Campedelli, Rontini, Lori, Marchetti Francesca, Poli, Serri, Zoffoli

2074 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad inserire la figura del clownterapista nel Repertorio regionale delle qualifiche, considerato che diversi studi hanno dimostrato che la presenza di un clown dottore può ridurre l’ansia dei degenti, a partire dai più piccoli. (02 02 16) A firma dei Consiglieri: Montalti, Serri, Molinari, Zoffoli, Tarasconi, Campedelli, Bagnari, Iotti, Cardinali, Rontini, Zappaterra, Pruccoli, Paruolo, Mumolo, Calvano, Sabattini, Marchetti Francesca

2075 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intensificare le azioni di opposizione alla proposta di liberalizzazione, favorendo il coordinamento delle diverse iniziative già intraprese dalla Regione, dal Ministero, dai Parlamentari Europei, dalle rappresentanze dei produttori e dai consorzi ai fini di tutelare il carattere locale e la peculiarità del vitigno Lambrusco. (02 02 16) A firma dei Consiglieri: Serri, Delmonte, Torri, Foti, Bertani, Bagnari, Lori, Cardinali, Caliandro, Poli, Rontini, Soncini, Boschini, Mori, Bignami, Campedelli, Taruffi, Bessi, Iotti, Calvano, Paruolo, Pompignoli, Prodi, Mumolo, Sensoli, Sassi, Tarasconi, Marchetti Francesca, Gibertoni, Sabattini, Ravaioli, Pruccoli

2076 - Risoluzione per esprimere l’auspicio che l’esposizione del crocifisso e comunque di argomenti di tale valore simbolico vengano trattati con delicatezza e capacità di ascolto reciproco collocandoli nel quadro di una legislazione attenta a promuovere la crescita della comunità civile. (02 02 16) A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano, Boschini, Soncini, Rontini, Marchetti Francesca, Lori, Mori, Paruolo, Poli, Bagnari, Ravaioli, Cardinali, Iotti, Bessi, Sabattini, Campedelli, Serri, Zoffoli

(Comunicazione n. 24 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2016/299 del 03/02/2016)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

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