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74.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 3 MAGGIO 2016

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2594

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione e le procedure riguardanti la cessione del ramo alberghiero di Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

CORSINI, assessore

FOTI (FdI)

 

OGGETTO 2589

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la posizione della Regione Emilia-Romagna in merito alla situazione delle Fiere di Reggio Emilia, con particolare riferimento alla riorganizzazione dei Quartieri fieristici regionali ed al prolungamento del palinsesto fieristico. A firma del Consigliere: Delmonte

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

DELMONTE (LN)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

DELMONTE (LN)

 

OGGETTO 2592

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'affidamento di servizi di raccolta dei rifiuti solidi urbani tramite gare al massimo ribasso e la tutela dei lavoratori del settore e della cittadinanza. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

TARUFFI (SEL)

GAZZOLO, assessore

TARUFFI (SEL)

 

OGGETTO 2593

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per individuare criteri e linee di indirizzo regionali riguardanti la scelta di aree extraurbane da utilizzare per lo svolgimento di spettacoli non impattanti sul verde pubblico. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

GIBERTONI (M5S)

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta

GIBERTONI (M5S)

 

OGGETTO 2585

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli strumenti predisposti dalla Regione per contrastare e prevenire le patologie correlate al gioco d'azzardo e quelli a disposizione dei Comuni per attuare le relative azioni. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Prodi, Bagnari, Campedelli, Mumolo, Rossi Nadia, Serri, Caliandro, Poli, Soncini, Montalti, Ravaioli, Calvano

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Saliera)

ZAPPATERRA (PD)

VENTURI, assessore

ZAPPATERRA (PD)

 

OGGETTO 1923

Delibera: «Decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR).» (Proposta della Giunta regionale in data 8 gennaio 2016, n. 1) (67)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno 1923/1/2/3/4 oggetti 2603 - 2604 - 2605 - 2606 - Presentazione)

(Risoluzione oggetto 2600 - Presentazione)

PRESIDENTE (Saliera)

BERTANI (M5S)

FOTI (FdI)

IOTTI (PD)

SABATTINI, relatore della Commissione

BARGI, relatore di minoranza

PICCININI (M5S)

BERTANI (M5S)

SASSI (M5S)

PRESIDENTE (Saliera)

FOTI (FdI)

IOTTI (PD)

FOTI (FdI)

PRESIDENTE (Soncini)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 9,50

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la sessantaquattresima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute:

 

- antimeridiana del 12 aprile 2016 (n. 72);

- pomeridiana del 12 aprile 2016 (n. 73);

 

inviati ai consiglieri unitamente all’avviso di convocazione di questa tornata.

Se non ci sono osservazioni, i processi verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

PRESIDENTE (Saliera): Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Mezzetti e la consigliera Sensoli.

Le restanti informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in Aula

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 2594

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione e le procedure riguardanti la cessione del ramo alberghiero di Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo con l’oggetto 2594: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione e le procedure riguardanti la cessione del ramo alberghiero di Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA, a firma del consigliere Foti.

Risponde l’assessore Corsini.

Prego, consigliere Foti, a lei l’illustrazione.

 

FOTI: Molto brevemente, assessore. In più occasioni ci siamo occupati dell’argomento Accentour come società, che gestisce gli alberghi Porro e Valentini, e in più occasioni la Regione ha dato assicurazioni che la società stava operando secondo criteri di correttezza, tant’è vero che in un recente incontro, al quale è intervenuto anche il presidente Bonaccini, testualmente è stato detto che “la società ha ridato vita alle storiche strutture alberghiere Porro e Valentini e, grazie ai numerosi accordi con tour operator italiani e stranieri, riesce a convogliare su Salsomaggiore un numero crescente di ospiti, provenienti anche dalle economie emergenti come Cina, Corea e Russia, confermando un trend di crescita nella richiesta di ospitalità, ma anche programmando accordi futuri con realtà operanti in tutto il mondo”. Mi limito a sottolineare che il corteo del 1° maggio si è aperto con i dipendenti dell’Accentour che manifestavano che non avevano ricevuto il dovuto in termini di stipendi e soprattutto che non sono stati minimamente rispettati gli accordi sindacali sottoscritti la settimana scorsa.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all’assessore Corsini, che ha tre minuti. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente. In primo luogo, mi preme rilevare che, allo stato della sottoscrizione del contratto di affitto, la società non risultava né risulta tuttora essere coinvolta in procedure che determinassero legittimamente incompatibilità con questo affidamento.

A tal proposito, come mera annotazione, occorre anche rilevare, come da lei scritto, che l’amministratrice della società risulta la signora M.A. e non il signore S.L. e in tal senso non è nota alcuna norma che impedisca a un coniuge di partecipare alla vita economica per il solo fatto che il coniuge stesso risulti essere stato amministratore di società coinvolte in non meglio precisate e identificate procedure fallimentari.

Fatta questa premessa, si ribadisce che non risultavano e non risultano tuttora né alla società Terme di Salsomaggiore e Tabiano né ai soci ragioni che potessero legittimamente imporre di non affittare il ramo alla predetta società.

Mi corre poi l’obbligo di precisare che non risultano agli atti dichiarazioni trionfalistiche né di questa Giunta né degli amministratori delle Terme, a maggior ragione considerando che detti amministratori hanno deliberato, insieme ai soci, di presentare domanda di concordato liquidatorio al Tribunale di Parma.

Resta vero, tuttavia, che rispetto alla situazione emersa al momento dell’insediamento degli amministratori e poi ancora meglio precisata nei mesi successivi a seguito dei numerosi approfondimenti e ancora rispetto ai tentativi fatti dai precedenti amministratori che si sono nel tempo susseguiti, tentativi di cessione tutti andati deserti, il fatto che per la prima volta si sia riusciti non soltanto ad avere una reale contezza della situazione, ma ancor di più ad affittare tutti i rami è stato di certo un progresso e un passo in avanti rispetto alla condizione precedente.

Si dimentica, inoltre, di precisare che non vi è stato soltanto l’affitto del ramo d’azienda degli alberghi, che è oggetto di cronache quotidiane e che condividiamo alla luce degli eventi recenti aver dato non esito soddisfacente, ma vi è stato anche, per la prima volta in questi mesi, una presa di coscienza e una successiva assunzioni di responsabilità onerosa da parte di numerosi imprenditori locali che, costituendosi in consorzio, non solo hanno consentito di mantenere viva l’attività termale ma, investendo capitali privati, un consorzio con capitale interamente versato, hanno consentito – come è noto – di ipotizzare futuri sviluppi del comparto termale di Salsomaggiore e Tabiano.

Questo aspetto, sempre omesso anche dagli organi di stampa, è un obiettivo raggiunto per la prima volta in decenni, oltre al fatto che lo stesso obiettivo consente oggi all’intera cittadinanza dei due comuni di pensare con un certo ottimismo al futuro occupazionale per il settore termale. Va da sé che ben altri sarebbero stati, ovviamente, gli scenari se questo obiettivo non fosse stato raggiunto.

Rispetto alle richiamate procedure di evidenza pubblica, si precisa che esse sono state, per quanto non obbligatorie, in modo formale esperite dai precedenti amministratori delle Terme senza successo e in modo informale esperite anche da questi amministratori attraverso numerosi incontri pubblici finalizzati a recuperare manifestazioni di interesse per tutti i rami aziendali della società Terme, dando risalto alle intenzioni della società con numerosi articoli di giornali in cui il presidente della società termale rappresentava la ricerca di soggetti interessati all’acquisto o all’affitto di tutti i rami aziendali.

Si precisa, inoltre, che per quanto riguarda il ramo alberghi l’unica offerta che prevedesse un affitto attivo anche nel caso del solo Hotel Porro e che, quindi, consentisse all’affitto di rimanere attivo anche nel caso di risoluzione dell’Hotel Valentini è stata formulata da Accentour. A tal proposito, si ricorda che l’Hotel Porro era stato formalmente chiuso e non più utilizzato da luglio 2014, spostando tutta l’attività residuale sull’Hotel Valentini, immobile – come è noto – oggetto di leasing, ora risolto e quindi non più disponibile per l’esercizio dell’attività alberghiera. Di conseguenza, è evidente che il mercato, in più occasioni e in diverse modalità, non ha manifestato purtroppo un interesse concreto per detto hotel. Allo stato attuale, in presenza quindi di una iniziativa sicuramente non pari alle attese auspicate, l’Hotel Porro è stato riattivato e la società, pur nelle difficoltà che sta palesando, è intervenuta con gli investimenti necessari a riaprire, seppure parzialmente, l’hotel e a renderlo operativo.

Per quanto riguarda i canoni di affitto da corrispondere da parte di Accentour alla società Terme, si precisa che è stata pagata la rata di canoni scadenti il 30 marzo e che ci è stato comunicato anche l’avvenuto bonifico, con valuta i primi di maggio, per la rata scadente a fine aprile.

 

PRESIDENTE (Saliera): Assessore Corsini, la prego di avviarsi a conclusione.

 

CORSINI: La risposta purtroppo è piuttosto articolata.

 

PRESIDENTE (Saliera): Capisco, ma avete tre minuti a disposizione, come da Regolamento.

 

CORSINI: Si ricorda, inoltre, che nel frattempo…

 

PRESIDENTE (Saliera): Può consegnare la nota, che verrà trasmessa al consigliere Foti.

 

CORSINI: Va bene. A questo punto mi fermo qui.

 

FOTI: Se non sento la risposta, non riesco a replicare.

 

CORSINI: Comunque, l’argomento era molto approfondito e necessitava di una serie di considerazioni, che non possono essere risolte in tre minuti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Continui, allora.

 

CORSINI: Vado alle conclusioni.

Per quanto concerne, invece, le rivendicazioni sindacali, ricordo che siamo nell’ambito di una procedura concorsuale, quindi è il Tribunale l’unico organo attualmente competente a definire ogni attività di natura straordinaria.

La società Terme si è attivata per ricercare soluzioni alternative che potessero generare una maggiore soddisfazione per i lavoratori, iniziative che ad oggi sembrano di non facile soluzione, posto che l’eventuale interesse degli operatori del settore sembra ricadere specificatamente solo sull’Hotel Valentini che – come è noto – non è disponibile dalla società. Naturalmente, qualora si dovessero verificare manifestazioni di interesse concrete la società Terme sarà impegnata a proporle agli organi della procedura. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Corsini.

Prego, consigliere Foti, ha quattro minuti a disposizione.

 

FOTI: Io non metto in dubbio che il responsabile di questa vicenda tenti di dare un insieme di informazioni per cercare di uscirne bene, ma purtroppo – mi permetto di dirglielo – prossimamente riceverà un’interrogazione rivolta all’intera società STS, così iniziamo a sollevare anche la seconda questione di una malagestione che è nei fatti.

Assessore, capisco che si debbano riaprire gli alberghi ma, come lei mi insegna, bisogna accertare prima la solidità economica dei soggetti che si vanno a individuare. Nel caso di specie, credo si sia agito imitando il gioco delle scatole cinesi: quando qualcuno non si può intestare una società la intesta generalmente a un familiare. Ma non è quello il problema. La questione, semmai, è quella di aver definito, come è stato fatto, e l’ho citato prima tra virgolette, una società come la salvatrice della patria il 19 febbraio, alla presenza del presidente Bonaccini, del sindaco di Salsomaggiore, che come Comune è azionista di maggioranza delle Terme, del sottosegretario De Micheli e di un imprenditore, che poi se ne è andato da quel tavolo e ha venduto la quota di STS perché indignato di quanto sta succedendo. Devo forse andare avanti? Penso, invece, che sarebbe meglio e opportuno che la Regione iniziasse a verificare alcune incompatibilità societarie che si sono realizzate in questi mesi e delle quali prossimamente avrete contezza.

Sul caso di Accentour, continuo a ribadire che abbiamo ribadito in più occasioni che sarebbe finita male, tant’è che sono state presentate ben sette interrogazioni da quando è stato dato questo affidamento, e invero sta finendo davvero male. Questo è il problema.

Si dice che l’individuazione è stata fatta con evidenza pubblica. Ma quale evidenza pubblica? Ma da quando in qua un imprenditore deve comprare la Gazzetta di Parma per sapere se è libero un albergo o meno? Forse a mia insaputa la Gazzetta di Parma è diventata la Gazzetta Ufficiale? Gli avvisi pubblici hanno il carattere della pubblicità. Si fissano le regole del gioco e in tal senso ci si orienta.

Aggiungo solo una considerazione. Addirittura è previsto, come lei sa perfettamente, che coloro i quali hanno affittato i due rami d’azienda hanno trenta mesi per presentare un’offerta irrevocabile di acquisto perfino degli immobili. Ma se voi legate un’offerta irrevocabile di acquisto a una procedura di questo tipo, non vi accertate prima che vi sia la solidità economica per provvedere in tal senso?

È bellissimo, e concludo, che oggi la sinistra venga a dire che del problema sindacale si deve interessare il curatore. È veramente il massimo. La prossima volta mandiamo fuori anche dal corteo del 1° maggio quei lavoratori, perché effettivamente hanno sbagliato luogo. Del resto, è noto l’adagio: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Passiamo all’oggetto 2585. Non vedo in Aula la prima firmataria, la consigliera Zappaterra, per cui proporrei di procedere con l’esame dell’interrogazione successiva.

 

OGGETTO 2589

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la posizione della Regione Emilia-Romagna in merito alla situazione delle Fiere di Reggio Emilia, con particolare riferimento alla riorganizzazione dei Quartieri fieristici regionali ed al prolungamento del palinsesto fieristico. A firma del Consigliere: Delmonte

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Passiamo all’oggetto 2589: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la posizione della Regione Emilia-Romagna in merito alla situazione delle Fiere di Reggio Emilia, con particolare riferimento alla riorganizzazione dei Quartieri fieristici regionali ed al prolungamento del palinsesto fieristico, a firma del consigliere Delmonte.

Risponde il sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Delmonte. Ha sei minuti a disposizione. Prego.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. La questione oggetto della nostra interrogazione a risposta immediata riguarda le Fiere di Reggio Emilia, che si trovano a un bivio importante. In realtà, la storia forse è nota ai più, ma sicuramente è nota al sottosegretario Andrea Rossi, se non altro per competenza territoriale, ragion per cui non intendo ripercorrerla, limitandomi a porre l’accento esclusivamente sui punti più importanti.

In primo luogo, non posso non richiamare l’evento che ha generato tutti i problemi per le Fiere di Reggio Emilia, vale a dire la fusione con la società immobiliare Sofiser, e anche un debito totale di 27,7 milioni di euro, totalmente prodotto da detta società immobiliare, che ovviamente ha portato le Fiere di Reggio al fallimento.

Ricordo che la mission delle Fiere di Reggio Emilia, individuata dalla nuova società nata dalla fusione, era “la valorizzazione del territorio – cito testualmente – e delle attività umane”. Le Fiere di Reggio Emilia, per chi non la conoscesse, è una fiera piccola territorialmente, soprattutto a livello di struttura, ma ha una grande particolarità, ovvero quella di essere l’unica in regione idonea ad accoglie fiere di animali di grossa taglia, e cito a titolo esemplificativo il Salone del cavallo, la Fiera dei bovini da latte, nonché altre caratteristiche fiere che rappresentano il cuore pulsante della nostra economia, soprattutto quella agricola.

L’anno scorso abbiamo assistito alla prima fuga di fiere. Il Salone del cavallo americano, che era una fiera tra le più importanti del nostro comparto fieristico, ha abbandonato la nostra regione, appunto perché non esiste un altro polo fieristico idoneo in regione Emilia-Romagna per accogliere animali di quella taglia, e si è spostata a Cremona.

Ora siamo a un bivio importante, perché in questi giorni gli organizzatori devono decidere il futuro delle proprie fiera e, quindi, devono capire se i propri eventi potranno, il prossimo anno, essere di nuovo, come loro auspicano, a Reggio Emilia, oppure dovranno prevedere una nuova dislocazione, che con tutta probabilità non sarà in regione Emilia-Romagna.

Ricordo che i dati Unioncamere registrano un calo di 60.000 presenze a livello alberghiero a Reggio Emilia tra il 2014 e il 2015, nonostante ci sia stato l’Expo, che comunque ha dato un minimo di incremento. Inoltre, a partire dal 1° gennaio 2017, qualora le fiere dovessero chiudere, si stima una perdita di altri 120.000 visitatori all’anno, senza poi pensare all’indotto che occupa i lavoratori che si dedicano a montare e smontare le strutture fieristiche, un settore lavorativo che è certamente importante anche dal punto di vista dell’afflusso alberghiero.

Non dimentichiamo che le Fiere di Reggio Emilia distano circa 300 metri dalla Stazione Mediopadana, una posizione che tecnicamente sarebbe molto strategica. Infatti, durante l’approvazione della fusione tra Sofiser e Siper, che ha portato alla nascita di Fiere di Reggio Emilia, l’assessore ai progetti speciali di Reggio Emilia aveva dichiarato: “Prendono così consistenza il rilancio e l’innovazione del polo fieristico reggiano. Ecco che le Fiere di Reggio Emilia possono ambire a diventare le fiere expo mediopadane di nuova generazione, centrate sulle competenze distintive di educazione, meccatronica, agroalimentare, energie rinnovabili e servizi”. Direi che è stata un’estrema unzione, perché da qui le Fiere di Reggio Emilia non si sono più risollevate.

In conclusione, alla luce del corto periodo di tempo che manca prima che gli organizzatori decidano cosa fare delle proprie fiere per il 2017, chiediamo che la Regione dia una mano al comparto fieristico imponendosi e chiedendo almeno una proroga per quanto riguarda l’anno 2017 delle attività fieristiche. Non chiediamo, dunque, un intervento strutturale e progettuale sul comparto, ma chiediamo semplicemente che il calendario fieristico, come è stato fatto per il 2016, venga rinnovato anche per il 2017. Inoltre, visto che in questo periodo la Regione sta affrontando il tema del comparto fieristico regionale in generale, puntando anche alla ricapitalizzazione futura di Bologna Fiere, chiediamo quali sono le intenzioni della Regione e confidiamo che possano essere di massima tutela del comparto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Delmonte.

La parola al sottosegretario Andrea Rossi. Prego.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Conoscendo, per affinità territoriale, la vicenda fieristica di Reggio Emilia, prima di dare risposte ai quesiti posti dal consigliere Delmonte nella sua interrogazione, credo sia opportuno fissare tre paletti di principio anche dal punto di vista normativo per quanto riguarda il rapporto che gli Enti e le Istituzioni devono avere rispetto a questi soggetti e i vincoli esistenti di finanza pubblica.

Innanzitutto, come voi ben sapete, la Regione Emilia-Romagna non è socia di Reggio Emilia Fiere Srl.

Inoltre, è giusto portare alla conoscenza dell’Assemblea che, stando agli atti depositati presso il Registro delle imprese, risulta che la società in argomento sia in concordato preventivo dal 12 giugno 2014 e sia stata formalizzata l’apertura della liquidazione il 27 aprile 2015. Quindi, attualmente gli organi sociali sono decaduti e la gestione fa capo ad un commissario giudiziale, a cui è stato affiancato un liquidatore.

Infine, il terzo elemento che è opportuno far presente è che sussistono vincoli di finanza pubblica, soprattutto derivanti dal decreto-legge n. 78/2010, con particolare riferimento al comma 19 dell’articolo 6, decreto poi convertito nella legge n. 122/2010, e che la giurisprudenza ha sintetizzato nel principio di “divieto di soccorso finanziario”, con abbandono della logica del salvataggio a tutti i costi di strutture che versino in condizioni di irrimediabile dissesto.

A questa conclusione, come ben sa anche il consigliere Delmonte, erano già pervenuti anche le Istituzioni locali reggiane quando il 29.10.2012 deliberarono di avanzare una richiesta di ammissione alla procedura di concordato preventivo. Ciò non è recuperabile nemmeno nel processo di integrazione e rilancio delle fiere partecipate dalla Regione.

Per arrivare rapidamente alla domanda finale che lei pone, in questo momento noi abbiamo quattro partecipazioni, da un punto di vista fieristico, nelle fiere di Parma, Piacenza, Bologna e Rimini. Come abbiamo già evidenziato, ci troviamo all’interno del percorso di un progetto di legge che si sta discutendo, rispetto alla ricapitalizzazione della Fiera di Bologna, in questo momento, in Commissioni consiliari. Prima di tutto, a nostro parere, bisogna sostenere queste attività fieristiche e fare in modo che tali attività possano costruire sinergie positive. Quindi, ovviamente, nessuna preclusione, se vi è da parte di questi poli fieristici anche la possibilità di sostenere e accompagnare altre realtà presenti sul territorio emiliano-romagnolo, tra le quali le fiere di Reggio. Fiere che ovviamente versano in una situazione economica difficoltosa, ma che − come lei ha riconosciuto − hanno eccellenze in alcuni campi specifici e in target di riferimento da un punto di vista commerciale, in particolar modo per quanto riguarda Reggio Emilia, soprattutto nel campo degli animali.

Non faremo mancare il nostro supporto se c’è una volontà da parte delle diverse fiere presenti in regione e anche la volontà di sostenere un processo, un percorso di valorizzazione di alcune esperienze, quindi di alcune eccellenze – come appena ribadito − all’interno del territorio reggiano. Chiaramente, prima di tutto, dovremmo avvalerci del rapporto con i quattro nostri soggetti − Bologna, Parma, Rimini e Piacenza − per poter, con loro, valutare in che modo supportare e sopportare questo tipo di impegno rispetto alle fiere di Reggio Emilia.

 

PRESIDENTE (Saliera): Ringrazio il sottosegretario Andrea Rossi.

La parola al consigliere Delmonte. Ha poco più di un minuto.

 

DELMONTE: Grazie, presidente. Intanto, non posso che dichiararmi insoddisfatto della risposta, non tanto per il contenuto quanto per ciò che manca al suo interno.

Una forza politica di maggioranza, soprattutto sul territorio di Reggio Emilia, dovrà prendere una posizione netta e dire che il calendario fieristico va tutelato. Nella risposta ho sentito parlare solo del comparto fieristico a livello immobiliare, societario, finanziario, i concordati, la liquidazione, ma la mia domanda riguardava il calendario. Per almeno per un altro anno, visto che nei prossimi giorni gli organizzatori – quindi, chi investe i propri soldi − dovranno decidere se fare la propria fiera a Reggio Emilia o a Cremona, mi interessa che ci sia una posizione politica, in questo senso, che cerchi di prolungare il calendario e che cerchi in tutti i modi di far restare le fiere a Reggio Emilia nel 2017, con tutto il loro indotto. Questo non è stato detto e non verrà detto.

La stessa decisione che ha avuto una politica reggiana nel fondere due società, una sana e una in debito assoluto, non c’è stata, invece, nel prendere posizione a tutela dei lavoratori reggiani e a tutela degli albergatori, soprattutto, che perderanno fior fior di quattrini nel 2017.

Ne prendiamo atto e ci riteniamo assolutamente insoddisfatti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Delmonte.

 

OGGETTO 2592

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l’affidamento di servizi di raccolta dei rifiuti solidi urbani tramite gare al massimo ribasso e la tutela dei lavoratori del settore e della cittadinanza. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 2592: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa l’affidamento di servizi di raccolta dei rifiuti solidi urbani tramite gare al massimo ribasso e la tutela dei lavoratori del settore della cittadinanza, a firma del consigliere Taruffi, a cui do la parola.

Risponderà l’assessore Gazzolo.

Consigliere Taruffi, ha sei minuti a disposizione.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. L’interrogazione verte su ciò che si è determinato nei giorni scorsi in particolar modo nel Comune di Ravenna (e non solo) in merito alla raccolta dei rifiuti in quel territorio. Non è la prima volta, in realtà, che ci occupiamo delle conseguenze di un certo tipo di affidamento e di subappalti. Ricordiamo che qualche mese fa abbiamo presentato un’identica interrogazione. In quel caso, verteva su Reggio Emilia, IREN. In questo caso, siamo a Ravenna, Hera.

Il problema è più generale. Questa modalità, in virtù della quale vengono affidati i servizi prevedendo un determinato punteggio anche per l’offerta economica più vantaggiosa, il cosiddetto “ribasso d’asta”, produce concretamente, nella realtà, le conseguenze che abbiamo visto, conseguenze che, in questo caso, per quanto riguarda il Comune di Ravenna, sono particolarmente negative e chiamano in causa l’insieme delle Istituzioni che operano sulla materia, a partire dalle realtà amministrative locali fino ad arrivare alla Regione.

A breve, discuteremo il Piano di gestione dei rifiuti. Credo sia quanto mai opportuno fare chiarezza anche su questi aspetti cercando di intervenire ed evitando il riprodursi di situazioni che, in base alla storia della nostra regione, sono assolutamente intollerabili. Il caos che si è determinato a Ravenna in questi giorni è assolutamente intollerabile.

Chiediamo alla Giunta − come abbiamo già fatto in altre occasioni – quali sono le azioni che intende mettere in campo per prevenire ed evitare queste conseguenze. Limitatamente alle competenze della Regione, non possiamo far finta di niente e non possiamo girarci dall’altra parte.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

La parola all’assessore Gazzolo, che ha tre minuti a disposizione.

 

GAZZOLO, assessore: Grazie, presidente. Consigliere, la situazione di Ravenna è oggettivamente censurabile e, inoltre, evidenzia la necessità − peraltro ben presente − di fare massima attenzione al tema dei sub-affidamenti da parte del concessionario del servizio pubblico e di disciplinare i limiti e le condizioni in modo da evitare il riproporsi di tali situazioni.

Detto questo, entro rapidamente nel merito del quesito posto dall’interrogante. Parto dal tema legato al “no” al ribasso dei prezzi negli appalti. Innanzitutto, va evidenziato che dal 19 aprile scorso è in vigore il nuovo codice per la disciplina dei contratti di appalto e di concessione, il decreto legislativo n. 50/2016, che costituisce la normativa vincolante per le procedure che si avvieranno a partire da tale data. Tale decreto, che costituisce attuazione delle nuove direttive europee in materia di appalti e concessioni e che disciplina materie quasi completamente di competenza legislativa esclusiva statale, oltre ad esprimere una preferenza per l’utilizzo del criterio di selezione delle offerte, basato sull’offerta economicamente più vantaggiosa, e ad ammettere il criterio del minor prezzo solo in limitati casi, prevede specifiche che dovrebbero consentire alle stazioni appaltanti una verifica efficace delle informazioni fornite dagli offerenti.

La Regione e tutte le stazioni appaltanti dovranno, quindi, innanzitutto dare attuazione alle prospettive aperte da tale decreto e alle linee guida che fornirà l’ANAC, l’Autorità nazionale anticorruzione, a cui la nuova normativa affida notevoli poteri di regolazione, oltre che di controllo. A riguardo, l’ANAC alcuni giorni fa ha pubblicato un primo documento, ancora sottoposto a consultazione, quindi non definitivo, contenente le linee guida in materia di calcolo dell’offerta economicamente più vantaggiosa. La Regione prenderà, quindi, in considerazione quali potranno essere i propri margini di intervento ulteriore per la disciplina della materia in questione e, comunque, potrà far leva sui propri rapporti con ATERSIR affinché, attraverso i contratti di servizio stipulati tra l’Agenzia e i gestori, sia attuato un controllo rigoroso delle condizioni che questi devono rispettare nell’affidamento e nella gestione dei propri appalti.

In tale contesto di azione si colloca già il protocollo regionale che il 22 aprile scorso ATERSIR, in qualità di soggetto titolare delle procedure di affidamento dei servizi pubblici ambientali, ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, relativo al servizio di gestione dei rifiuti urbani. Esso, oltre a prevedere che nelle procedure di gara per l’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani sia utilizzato il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, in linea con il nuovo codice, trattandosi in questo caso di contratto di concessione come disciplinato dalla parte terza del codice, escludendo il criterio del prezzo più basso, e che la componente economica dell’offerta abbia un’incidenza minoritaria al fine di valorizzare la qualità delle offerte stesse, prevede, fra l’altro, che negli atti di gara devono essere previsti specifici limiti quantitativi relativamente alle attività che il gestore del servizio può appaltare a terzi, un sistema di controllo da parte di ATERSIR e un coinvolgimento dei sindacati.

In caso di sub-affidamento, il concessionario del servizio deve prevedere l’applicazione integrale delle disposizioni relative ai trattamenti economici e normativi previsti dal contratto collettivo nazionale di settore sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale, come chiedeva il consigliere.

Il gestore può avvalersi anche delle cooperative sociali di tipo B, nel rispetto dei limiti quantitativi previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento, e sono istituiti specifici tavoli di monitoraggio a livello locale e regionale per verificare il rispetto di quanto previsto dal protocollo.

 

PRESIDENTE (Saliera): Assessore, ha superato di un minuto il tempo a sua disposizione.

 

GAZZOLO: Ho finito.

La Regione assicura, comunque, l’esercizio della propria funzione di vigilanza relativamente al servizio di gestione dei rifiuti urbani, come previsto dalla legge regionale n. 23/2011, nell’ambito della quale, quindi, porrà particolare attenzione ai temi posti dall’interrogazione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Gazzolo.

La parola al consigliere Taruffi, che ha tre minuti a disposizione.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. La risposta dell’assessore evidenzia un’attenzione che va nella direzione giusta anche se, evidentemente, quello che succede nella realtà supera anche questa nostra attenzione. Dobbiamo prendere atto del fatto che qualcosa non funziona nella gestione complessiva. Questo non è il primo caso, ma sicuramente è quello più evidente e più significativo del malfunzionamento di queste procedure. Dopo ne discuterò in maniera più approfondita. In questo momento, mi limito a dire che casi come questo dimostrano che, laddove sia possibile procedere con l’affidamento in house, si hanno sempre garanzie maggiori rispetto a sistemi di raccolta che, spesso e volentieri, lasciano più di un dubbio rispetto alle finalità ultime di chi organizza il servizio e del gestore. In questo caso Hera, lo ribadisco, e qualche mese fa IREN, ossia i due soggetti che in questa regione hanno più controllo del territorio, nel senso che gestiscono gran parte della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in tutta la regione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

 

OGGETTO 2593

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per individuare criteri e linee di indirizzo regionali riguardanti la scelta di aree extraurbane da utilizzare per lo svolgimento di spettacoli non impattanti sul verde pubblico. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 2593: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa le azioni da porre in essere per individuare criteri e linee di indirizzo regionali riguardanti la scelta di aree extraurbane da utilizzare per lo svolgimento di spettacoli non impattanti sul verde pubblico, a firma della consigliera Gibertoni.

Risponde il sottosegretario Andrea Rossi.

Consigliera Gibertoni, a lei la parola. Ha sei minuti a disposizione.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Rinuncio all’esposizione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

Sottosegretario Andrea Rossi, ha tre minuti a disposizione.

 

ROSSI Andrea, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Gentile consigliera, pur non conoscendo i suoi gusti musicali, posso dire − e può riconoscere con me − che sicuramente Vasco Rossi è uno dei pochi artisti ad essere riuscito a legare fortemente il suo nome alla sua terra di provenienza, l’Emilia-Romagna, incardinandone alcuni valori distintivi, come l’amore per il rock, il senso di libertà, un vitale anticonformismo e lo spirito di intraprendenza.

La scelta, quindi, di realizzare un concerto per i quarant’anni di lunga e inarrestabile carriera sono un motivo di lustro, di pregio e di orgoglio non solo per la città di Modena, ma per l’intero territorio regionale. Il Sindaco Muzzarelli ha abbracciato con entusiasmo − come lei ben sa − questa proposta e sarà lieto di ospitare questo grande artista nella città che lo ha visto protagonista indiscusso della musica italiana per decenni.

Non rientra nella nostra idea di protagonismo dei territori (i quali, secondo noi, lo devono avere). Abbiamo costruito in questi mesi di Governo un ruolo attivo nella Regione Emilia-Romagna nel decidere i luoghi di svolgimento e le modalità di organizzazione di grandi eventi. Tanto più se essi sono organizzati − come lei ben sa − da soggetti terzi e sono concepiti secondo logiche sia di mercato sia di altro genere, come nel caso in cui vi sia un profondo legame affettivo che lega (come in questo caso) un cantante alla sua terra d’origine. Un evento che, al momento, trova la sua localizzazione nel centro cittadino e i protagonisti di questo evento diventano proprio gli attori della città nella sua interezza.

Tuttavia, proprio questi grandi eventi, tra i quali lei, giustamente, cita il concerto di Ligabue e il brand che Campovolo ha portato alla ribalta non solo a livello nazionale, sono una grande opportunità di promozione e rilancio dell’immagine del nostro territorio. Accanto a quelle che oggi sono la Motor Valley, la Food Valley e la Wellness Valley, non abbiamo mai nascosto la nostra volontà di tracciare una Via Emilia del rock, che accosti sempre più il nostro territorio ai grandi artisti e cantautori che sono nati, cresciuti e accolti lungo la Via Emilia, e che ci hanno regalato un patrimonio musicale dal valore inestimabile. Una “via del rock” pronta a raccogliere le sfide che la strategicità geografica della nostra collocazione in termini di infrastrutture e bacini di utenza la stessa regione può offrire.

Sono queste, anche, le idee alla base di un progetto tanto affascinante quanto discusso, come quello dell’Arena del Campovolo, che sono sicuro che lei consigliera appoggerà, dato che lei stessa rilancia, quest’idea da adibire un’area a grandi manifestazioni d’interesse regionale e nazionale, area con spazi polivalenti, progettate appositamente per la musica e lo spettacolo, dotate di elementi minimi indispensabili per la realizzazione di tali grandi eventi. A differenza di chi, devo dire, nel suo stesso Movimento, invece, ha sempre avversato, in ogni occasione, gli appuntamenti che hanno visto un notevole afflusso di pubblico al Campovolo, con evidente difficoltà a gioire dei grandi risultati positivi portati da queste iniziative, e senza comprendere fino in fondo il valore del progetto di qualificazione dell’Arena del Campovolo che mira a renderlo un brand riconoscibile in tutta Italia.

In conclusione, come si evidenzia da ciò che ho dichiarato, siamo e saremo al fianco del Comune di Modena, che – ne siamo certi − saprà individuare l’area ottimale e la formula meno impattante sull’ambiente nella location di questo grande evento.

Inoltre, se saremo chiamati in causa come Regione, non faremo mancare il nostro sostegno, così come in tutte le situazioni in cui il nome dell’Emilia è associato a un nome di successo come quello di Vasco.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, sottosegretario Andrea Rossi.

La parola alla consigliera Gibertoni, che ha sei minuti a disposizione.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Il mio era un tentativo di riaprire un minimo di dibattito in merito al concerto preannunciato per luglio dell’anno prossimo a Modena per i quarant’anni della carriera di Vasco Rossi, dibattito che è stato strangolato sul nascere a Modena, purtroppo, e che è stato volutamente − credo − spostato dal suo centro primario.

Vede, sottosegretario, dall’esordio della sua risposta mi è sembrata chiara la volontà di eludere il discorso tra due persone presenti all’interno di un’Istituzione. È bello essere fan, ma dobbiamo lasciarlo fare ai fan. Credo che le Amministrazioni si debbano, in questo momento, prendere la responsabilità di parlare come Amministrazioni, almeno in orario d’ufficio, e poi essere fan quando è il momento di esserlo. C’è un tempo per ogni cosa.

Gusti musicali o critica musicale, in questo momento, non rappresentano il centro della nostra interrogazione. La risposta la riteniamo insoddisfacente.

Non abbiamo particolari contestazioni da muovere alla scelta di una location o di un’altra. Certo è che vorremmo che anche a Modena le Amministrazioni parlassero come tali. Abbiamo, invece, letto sui giornali risposte del tipo: “Ebbene, qualunque cosa succederà, l’erba ricrescerà”, una frase che non andrebbe bene neppure per una canzone punk particolarmente rozza e grezza.

L’Amministrazione dovrebbe svolgere il proprio ruolo e rinunciare all’organizzazione vera. Sostiene di aver delegato l’organizzazione a terzi e che ci sono logiche di mercato, dimenticando che stiamo parlando dell’organizzazione di un evento privato, quindi di un evento a pagamento su suolo pubblico, quindi su suolo di proprietà pubblica, di proprietà collettiva. Va bene, ma che cosa ne sarà del suolo pubblico all’indomani di tali eventi? Campovolo l’ho citato non perché siamo contrari a una via del rock, ma perché non basta dirlo con toni da critico musicale in erba. Vogliamo − lo chiediamo in modo specifico in questa interrogazione − che all’indomani tali eventi, che tutti vediamo con grande gioia e per i quali siamo pronti a gioire, non debbano ricadere (lo abbiamo scritto esplicitamente nell’interrogazione, ma non abbiamo ricevuto risposta, sottosegretario) sulle spalle della collettività.

Parlo in modo esplicito di quel tappeto di rifiuti ritrovato all’indomani di Campovolo 2011, nonostante gli organizzatori si fossero espressi in merito.

Noi chiediamo quello che si chiede a un’Amministrazione. Altrimenti, d’ora in poi, candidiamo degli impresari alle campagne elettorali del PD, candidiamo tutti gli impresari, diventiamo tutti organizzatori di concerti e sono tutti più contenti. Però, poi, chi si prende la responsabilità amara di fare anche l’amministratore? Se facessimo tutti gli organizzatori dei concerti di Vasco Rossi, sarebbe bello, però non ci sarebbe spazio per tutti. Bisogna che qualcuno accetti di fare l’amministratore e che si faccia carico delle competenze della Regione. Non diciamo soltanto che non vogliamo lasciare solo il Comune di Modena (che è quello che sto chiedendo io), perché il Comune di Modena credo non abbia capito cosa sono centocinquantamila persone: sono quasi tutti i cittadini di Modena raccolti in un parco, che non ha mai ospitato alcun concerto, in una sera soltanto. Lo sappiamo gestire? Lo sappiamo organizzare? Se sì, saremo in prima fila ad applaudire, non soltanto il concerto, ma anche l’Amministrazione.

La Regione cosa fa per non lasciare da solo il Comune? L’anno scorso non avete saputo gestire neanche “Una Notte Rosa”. I treni sono una competenza regionale. Prevediamo dei treni supplementari? Queste persone, queste centocinquantamila persone annunciate, vanno accompagnate, bisogna prendersene cura e vanno riportate a casa. C’è la Protezione civile, che è un’altra competenza della Regione, ma sono volontari. Anche di questo ce ne facciamo carico o diciamo soltanto che siamo tutti impresari e siamo tutti fan? Ci sono già delle persone che lo fanno a pieno titolo e bisogna farglielo fare con la leggerezza che meritano, quindi godersi uno spettacolo senza preoccupazioni di sicurezza, di poter essere tutelati quella sera, di poter godere di uno spettacolo eccezionale che ci vedrà in prima fila ad applaudire, senza retro pensieri o senza addirittura dover concludere alla fine, l’indomani, che l’Amministrazione è distratta a fare il fan e ha dimenticato di fare l’Amministrazione. Quindi, bene la Via Emilia e il rock, ma non facciamolo da critici musicali, bensì da Amministrazione.

Ecco perché non ho avuto alcuna risposta a quello che ho chiesto, se non, banalmente, un “Benissimo, siamo contentissimi”. Ci direte più avanti chi pagherà per la pulizia del parco? Se sarà l’Amministrazione, se saranno gli organizzatori, se saremo noi cittadini, visto che il concerto è un’occasione splendida, ma resta un concerto a pagamento, un concerto privato. Vorremo sapere quali saranno i passi effettivamente per non lasciare da solo il Comune di Modena e affinché le Amministrazioni si facciano effettivamente carico di tutto, visto che vogliamo andare avanti e organizzarlo al meglio per tutti, anche perché resti un precedente importante e di pregio, qualcosa, come abbiamo scritto nell’interrogazione noi per primi, che possa magari contribuire anche a spostare l’attenzione e ad arricchire la città di Modena, oltre che come terra dei motori e dell’enogastronomia, anche rispetto ad altri ambiti.

Ognuno, però, faccia la sua parte. Se facciamo tutti la stessa parte e facciamo tutti gli organizzatori, gli impresari o i cantanti, c’è un grande vuoto ancora da colmare e da riempire.

Mi auguro che la Regione se ne renda conto prima del 1° luglio dell’anno prossimo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Gibertoni.

 

OGGETTO 2585

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli strumenti predisposti dalla Regione per contrastare e prevenire le patologie correlate al gioco d’azzardo e quelli a disposizione dei Comuni per attuare le relative azioni. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Prodi, Bagnari, Campedelli, Mumolo, Rossi Nadia, Serri, Caliandro, Poli, Soncini, Montalti, Ravaioli, Calvano

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Procediamo con l’oggetto 2585: Interrogazione di attualità a risposta immediata circa gli strumenti predisposti dalla Regione per contrastare e prevenire le patologie correlate al gioco d’azzardo e quelli a disposizione dei Comuni per attuare le relative azioni, a firma dei consiglieri Zappaterra, Rontini, Prodi, Bagnari, Campedelli, Mumolo, Rossi Nadia, Serri Caliandro, Poli, Soncini, Montalti, Ravaioli, Calvano.

Risponderà l’assessore Venturi.

La parola alla consigliera Zappaterra, prima firmataria. Prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Insieme a molti altri colleghi, abbiamo ritenuto di proporre questo question time oggi, tenuto conto che per il 7 maggio prossimo è stato indetto l’evento Slotmob nazionale come giornata durante la quale, in trenta città italiane, ci sarà una mobilitazione importante, proprio per portare all’attenzione pubblica la questione dell’aumento del fenomeno del gioco d’azzardo e della diffusione delle patologie correlate che ne conseguono.

È un fenomeno in crescita ed è giusto che ci sia su questo una sensibilizzazione importante. Abbiamo ritenuto di cogliere l’occasione di questa importante mobilitazione, un po’ per ripercorrere e per premettere le importanti scelte fatte da questa Regione, ma anche per dare importanti informazioni ai nostri Comuni su come attuare le leggi regionali.

Come ricordavo nel question time, già nel 2013 questa Regione ha legiferato sulle norme per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, oltre che sulle problematiche e le patologie correlate, predisponendo misure di prevenzione del rischio da realizzarsi attraverso iniziative di sensibilizzazione, di educazione e di informazione e attraverso numerosi interventi rivolti ed esercenti, operatori dei servizi pubblici, della Polizia locale, ovviamente collaborando con le Istituzioni locali, le Forze dell’ordine, il volontariato e il terzo settore.

Dopo la legge n. 13, con le disposizioni collegate alla Finanziaria del 2015, addirittura abbiamo rafforzato la normativa, implementandola e inserendo in quella legge le misure di prevenzione e gli strumenti urbanistici ed edilizi, proprio per contenere il fenomeno. Abbiamo, con il bilancio preventivo del 2016, previsto la cifra di 150.000 euro per finanziare le azioni previste dalla legge n. 13, in particolare per le azioni di promozione e sostegno degli esercenti che dismettono l’attività.

Il question time è proprio finalizzato, tutto ciò premesso, a capire quali strumenti la Regione abbia messo in campo dal punto di vista operativo, in conseguenza delle leggi premesse prima – per “misure operative” intendo le iniziative di contrasto e di prevenzione alle patologie correlate al gioco d’azzardo – e quali siano anche gli strumenti veri e le facoltà conferite ai Comuni per poter attuare direttamente, nel loro territorio, di diretta competenza, nel modo più incisivo ed efficace possibile, proprio quelle azioni di prevenzione, di contrasto e di contenimento che venivano prese a riferimento nella normativa.

Vengo all’ultima domanda. Considerato che nel bilancio preventivo abbiamo inserito i 150.000 euro nel Fondo collegato al bilancio, secondo quali tempi e secondo quali modalità la Giunta ritiene potranno essere disponibili quelle risorse? Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Zappaterra.

La parola all’assessore Venturi. Prego.

 

VENTURI, assessore: La legge n. 5 del 2013 e il Piano integrato conseguente, dell’anno successivo, sono nati su proposta dell’Assemblea legislativa, con l’obiettivo di contrastare un fenomeno in drammatico aumento: la ludopatia.

A livello regionale – per citare qualche dato – il gioco illegale comporta una spesa media pro capite di oltre 1.800 euro a testa all’anno tra i soli individui maggiorenni. Il consumo di gioco d’azzardo, in rapporto al PIL, vede al primo posto Rimini con il 6 per cento, passando al 5,62 per cento di Reggio Emilia, al 5 per cento di Modena, Parma e Ferrara. Solo Forlì, Cesena, Bologna e Ravenna si attestano sotto il 4,50 per cento, cifra comunque importante.

Si tratta di indicatori significativi per misurare l’indebitamento patologico e il rischio di usura che deriva da questa propensione al gioco. In Emilia-Romagna il sistema di cura è costituito da circa quaranta punti di accoglienza e trattamento, afferenti ai servizi dipendenze patologiche e i soggetti del terzo settore accreditati.

Esiste anche una struttura residenziale dedicata esclusivamente al trattamento breve residenziale di giocatori (Progetto Pluto) del territorio della USL di Reggio e gestita dalla ONLUS Papa Giovanni XXIII. Nell’anno 2015 i servizi hanno trattato circa 1.300 pazienti con dipendenza da gioco d’azzardo patologico. Sono stati realizzati e previsti corsi di formazione obbligatori per i gestori dei locali dedicati al gioco. Al 31 dicembre sono stati realizzati quarantadue corsi, che hanno coinvolto ottocento gestori.

In data 23 marzo di quest’anno si è insediato ufficialmente l’Osservatorio regionale sul fenomeno del GAP (Gioco d’Azzardo Patologico) di cui fanno parte esperti in materia di politiche per la salute mentale, le dipendenze patologiche, politiche sociali per la sicurezza e la Polizia locale, nonché rappresentanti degli Enti locali suggeriti da Legautonomie e ANCI e dall’Ufficio scolastico regionale.

Per i prossimi mesi sono programmate attività formative regionali e territoriali rivolte al personale degli sportelli sociali e del servizio sociale professionale dei centri per le famiglie, operanti nei Comuni.

La gestione del marchio “Slot Free Emilia-Romagna” è stata compiutamente delegata ai Comuni attraverso una modifica dell’articolo 7 della legge n. 5/2013, che prevede che sia il Comune dove ha sede l’esercizio commerciale a rilasciare il marchio e a istituire un pubblico elenco degli esercizi in possesso di tale marchio.

Per il 2016 abbiamo curato la prima ristampa delle vetrofanie (tremila copie del marchio “Slot Free Emilia-Romagna”) che vengono inviate, su richiesta, ai Comuni. Diversi Comuni hanno organizzato momenti di sensibilizzazione pubblica sul GAP con la consegna contestuale delle vetrofanie e il coinvolgimento delle associazioni Giocatori Anonimi e GAM-ANON e dei familiari di giocatori, con le quali la Regione ha firmato un protocollo di collaborazione.

I proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie, previste dall’articolo 6 della legge n. 5/2013, in caso di inosservanza delle disposizioni per l’allestimento delle sale, sono destinati al finanziamento dei Piani di zona in ambito distrettuale.

L’articolo 4 della legge n. 2/2015 ha consentito un più rigoroso controllo da parte delle Amministrazione comunali per il rilascio delle licenze per l’apertura delle sale da gioco, in particolare sui processi di nuova costruzione e sul recupero.

La successiva legge regionale n. 22/2015 ha previsto che la Regione realizzi funzione di assistenza tecnica, giuridica, consulenziale e progettuale nei confronti degli Enti locali.

Entro l’estate del 2016 è prevista l’approvazione del nuovo Testo Unico sulla legalità, che prevede interventi per la prevenzione dell’usura connessa al GAP in collaborazione con i Centri antiusura e preclude la possibilità di concedere il patrocinio ad eventi che pubblicizzino il gioco d’azzardo. La tematica è anche oggetto dell’emendamento approvato nel 2015 al bilancio regionale di previsione 2016, che consente di destinare 150.000 euro per le azioni di promozione e sostegno degli esercenti e va nella direzione di assistere coloro che, pur rinunciando a una fonte di sicuro introito economico, decidono di promuovere la cultura no-Slot. Tali risorse costituiranno un fondo che viene erogato ai Comuni. A tal fine la Regione intende avviare, entro l’estate, un bando di concorso cui potranno partecipare Comuni, per agevolare l’azione degli esercenti Slot Free. In particolare, è prevista la concessione di incentivi a favore di titolari di attività che rimuovano gli impianti di slot machine e/o videolottery attraverso un contributo a titolo di credito d’imposta da far valere come compensazione dei tributi comunali quali TARI, TASI e IMU.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Venturi.

Do la parola alla consigliera Zappaterra, che ha due minuti.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente. Credo di potermi ritenere soddisfatta della risposta data dall’assessorato, perché le iniziative operative messe in campo da parte della Regione sono assolutamente significative. Io ritengo che sia l’Osservatorio che le attività formative, in prospettiva, potranno essere importanti fonti per l’analisi del fenomeno e anche per il monitoraggio dell’efficacia degli strumenti che mettiamo in campo. Ovviamente le attività formative sono indispensabili per il personale che, su questo, deve attuare la nostra normativa.

Ho maggiore chiarezza anche rispetto alle competenze che sono demandate ai Comuni. Credo sia un segnale importante rendere il fondo disponibile entro l’estate e attraverso il bando avremo modo di divulgare questa informazione. Se poi l’assessore ha la possibilità di darci un testo scritto, la risposta scritta, in modo che possiamo rendere pubblico ai Comuni dei nostri territori questa tempistica, credo che potranno anche loro avere modo di programmare le loro attività. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Zappaterra.

 

OGGETTO 1923

Delibera: «Decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR).» (Proposta della Giunta regionale in data 8 gennaio 2016, n. 1) (67)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno 1923/1/2/3/4 oggetti 2603 - 2604 - 2605 - 2606 - Presentazione)

(Risoluzione oggetto 2600 - Presentazione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo i nostri lavori con l’ordine del giorno.

Il primo argomento è un atto amministrativo, oggetto 1923: Proposta recante “Proposta all’Assemblea legislativa di decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR)” (Delibera di Giunta n. 1 del 08/01/16).

La Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità ha espresso parere favorevole nella seduta del 26 aprile 2016 apportando modifiche al testo (emendamenti e correzione di errori materiali), con la seguente votazione: 30 voti a favore, nessun contrario, 3 astenuti e due Gruppi non hanno partecipato al voto.

La proposta in oggetto è così composta: delibera di Giunta n. 1 del 2016; Allegato 1 Controdeduzioni alle osservazioni (emendate); Allegato 2: Quadro conoscitivo, Quadro conoscitivo-Aggiornamento dati, Relazione generale (emendata), Norme tecniche di attuazione (emendate), Rapporto ambientale, Studio di incidenza, Parere motivato di VAS, Dichiarazione di sintesi.

Il relatore della Commissione, consigliere Luca Sabattini, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Stefano Bargi, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Prima di procedere, vorrei nominare gli scrutatori: Lori, Nadia Rossi e Piccinini.

Su questo argomento è pervenuta una proposta di questione pregiudiziale a norma dell’articolo 74, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa, a firma Bertani (Movimento 5 Stelle), a cui do la parola per l’illustrazione. Ha tre minuti.

Poi ci sarà un intervento a favore e un intervento contro, di tre minuti ciascuno. Poi si procederà alla votazione per alzata di mano.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente. La questione è semplice e l’abbiamo già ribadita più e più volte. Non si tratta di recepire le osservazioni ricevute, ma questo piano è un nuovo piano. È stato presentato un nuovo piano. Quando si presenta un nuovo piano, questo piano va sottoposto e risottoposto per sessanta giorni alle osservazioni di Enti e organismi pubblici, di associazioni economiche e sociali e quelle istituite a tutela degli interessi…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Chiederei all’aula di fare un po’ di silenzio. Grazie.

 

BERTANI: Questo è un nuovo piano e quindi va risottoposto all’osservazione dei cittadini e degli Enti pubblici. Quindi, oggi, secondo noi, non va discusso, perché è stato così fortemente modificato e snaturato che è un altro oggetto rispetto a quello che ha subito osservazioni. Interviene su così tanti territori, modificando i flussi e modificando gli impianti, che i cittadini e gli Enti pubblici devono avere la possibilità di ripresentare le osservazioni.

Faccio una breve memoria. Quando parlammo di legge regionale, la relatrice di maggioranza, nel suo intervento, disse: “Gli obiettivi regionali della legge identificano i risultati che il sistema regionale dovrà ottenere entro il 2020 e che verranno recepiti anche nel nuovo Piano dei rifiuti. È un percorso che si inserisce e che la nostra Regione proseguirà nei prossimi anni anche attraverso il nuovo Piano dei rifiuti”.

Quando approvammo la legge regionale era implicito che si sarebbe fatto un nuovo piano e quel nuovo piano va sottoposto ai cittadini, anche perché quel piano del 2014, già forzatamente fu applicato, come questo del resto, che è stato pubblicato l’8 gennaio. Poi accade quello che è successo a Coriano, dove arrivano i rifiuti di San Marino.

Noi proponiamo che il Piano venga ripubblicato e sottoposto ai cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Passiamo alla prenotazione per un intervento a favore e uno contro.

Si è prenotato il consigliere Foti. Prego.

 

FOTI: Signora presidente, già in Commissione da parte mia vi è stata la sollevazione di questo problema. È evidente che l’Aula, così come la Commissione, respingerà la richiesta del consigliere Bertani. Mi pare, però, un problema di coerenza politico-amministrativa riproporre la questione; una questione che, una volta superata, non ha impedito di andare all’esame del Piano. A tal proposito, desidero ringraziare il relatore che, con somma pazienza, ha dedicato più sedute alla spiegazione delle osservazioni che erano pervenute.

Adesso, però, siamo in una fase un po’ particolare. Signora presidente, oggi voterete un piano che non è quello a suo tempo pubblicato. È vero che sono state apportate alcune modifiche allo stesso dovute all’introduzione della legge sui rifiuti, per cui trattasi di un adeguamento normale e dovuto, ma è altrettanto vero che sono state introdotte scelte differenti che avrebbero suggerito una ripubblicazione del piano, dando la possibilità a tutti i soggetti che sullo stesso non si sono pronunciati o non hanno inteso pronunciarsi, nella piena convinzione di aver già assolto alle loro funzioni, ovvero non intervenire perché non interessati, di esprimere eventualmente le proprie considerazioni al riguardo. Escludere da un procedimento, che ovviamente è di partecipazione, in quanto ognuno di noi sa perfettamente che la Pubblica Amministrazione non è affatto obbligata a recepirle, impedisce a chi interessato di offrire una collaborazione positiva, così come la giurisprudenza costantemente afferma, nel processo amministrativo intrapreso.

A me pare, quindi, che sia inopportuno oggi esaminare uno strumento che non è paragonabile a quello adottato in precedenza, dal momento che sono cambiati i capitoli e le pagine. Insieme al collega Sassi, persona sicuramente molto più esperta di me in ambito informatico, abbiamo cercato di raffigurare un quadro di comparazione tra il piano inizialmente adottato e quello oggi al nostro esame per capire le differenze, ma vi assicuro che è stato impossibile. Ebbene, se questo confronto è stato impossibile per un consigliere, che pure ha tutti gli strumenti a disposizione, figuriamoci per un cittadino.

Io non metto in dubbio che vi fosse la necessità di chiudere questo piano, faccio semplicemente presente che, da quando è stata approvata la legge sui rifiuti, vi era tutto il tempo per adeguare il piano alla legge sui rifiuti, aprire la fase dei sessanta giorni dedicata alla presentazione di eventuali osservazioni e portarlo in Consiglio. Non si è voluto procedere in questo modo, e bene ha fatto il collega Bertani a porre una questione di metodo e, contestualmente, di merito. A mio avviso, si applica erroneamente la legge regionale di riferimento, ma non voglio prolungarmi oltre, considerato che ai verbali e agli atti della Commissione sono riportate chiaramente le mie riserve. Aggiungo soltanto che, essendo questo un atto amministrativo e non una legge, un vizio di questo tipo può essere facilmente oggetto di censura da parte degli organi di giurisdizione amministrativa, se e in quanto investiti della questione.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Iotti. Ne ha facoltà.

 

IOTTI: Grazie, presidente. Una clausola di questione pregiudiziale richiama riferimenti a parametri che possiamo giudicare non in termini politici del giudizio, ma in quanto a riferimenti precedenti. E la giurisprudenza in materia – ed esistono varie sentenze del Consiglio di Stato – porta sempre alla conclusione che non sussiste l’obbligo di riadozione – e ricordo a tutti che la riadozione significherebbe l’annullamento e la revoca dell’intero apparato di osservazioni presentate e depositate, quindi una cancellazione totale di quello che è stato fatto – e, quindi, di ripubblicazione, qualora non abbiano determinato un mutamento sostanziale ed essenziale del suo contenuto. La sentenza n. 437/1998 va in questa direzione, come anche la sentenza n. 486/2012, che recita testualmente: “Costituiscono un mero apporto dei privati – le osservazioni presentate – nel procedimento di formazione dello strumento medesimo, con conseguente assenza di un obbligo puntuale di motivazione, oltre a quella invincibile dai criteri desunti dalla relazione illustrativa del piano stesso”.

Ma ce ne sono altre di sentenze emesse in materia, e le cito rapidamente. La sentenza n. 498/2003 parla, appunto, della ripubblicazione, che “non è richiesta anche se il piano risulti modificato a causa dell’accoglimento di osservazioni e/o di modifiche introdotte da approvazione di leggi regionali”, ed è il nostro caso.

La sentenza n. 437/1998 sancisce lo stesso principio: “Non abbiano determinato un mutamento essenziale del contenuto, traducendosi – e questa è la clausola – in un nuovo progetto di piano”. L’iter in questo provvedimento è stato richiamato allorché la riadozione implichi ex novo la ripubblicazione dell’intero corpo cartografico o normativo, cosa che in questo caso non è stata fatta, se non per il recepimento di osservazioni e di leggi.

La sentenza n. 845/2013 ribadisce lo stesso criterio. Una sentenza più recente, la sentenza n. 1241/2014 del Consiglio di Stato stabilisce che non esistono obblighi, se non in caso di stravolgimento del piano e che, in ogni caso, l’osservazione proposta dal privato avviene con atto modificato, che non determina alcun obbligo.

Cito anche, proprio perché sono stati tirati in ballo interessi legittimi o altro – parliamo del Piano dei rifiuti dove, a differenza del Piano urbanistico, ad esempio, è chiaro che gli interessi diretti dei privati sono di altra natura –, una sentenza del 2010 sempre del Consiglio di Stato, che recita come segue: “La mancata partecipazione al predetto procedimento non rappresenta acquiescenza e non determina alcuna preclusione quanto alla futura eventuale impugnazione dello strumento di piano”.

Ancora, le osservazioni formulate dai privati “in alcun caso possono valere come funzione impugnatoria – questa è la sentenza n. 1123/1984 – ma sono meramente collaborative, talché la loro relazione non deve essere sorretta da una motivazione specifica ed è giustificata dal richiamo al contrasto degli interessi generali perseguiti dal Piano”.

Credo che le modifiche al Piano oggi prodotte dalle osservazioni siano migliorative e tengano conto di tutto quel corpus che gli stessi che hanno presentato osservazioni hanno apportato come motivazioni.

Alla luce di queste considerazioni, dichiaro che il giudizio sulla questione pregiudiziale è contrario.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Iotti.

Come da Regolamento, sono intervenuti un consigliere a favore e uno contro, per cui adesso si passa alla votazione.

Metto in votazione, per alzata di mano, la questione pregiudiziale.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Saliera): La questione pregiudiziale è respinta.

Si procede in primo luogo con la relazione della Commissione, quindi do la parola al consigliere Luca Sabattini per l’illustrazione, e poi con la relazione di minoranza, che verrà illustrata dal consigliere Stefano Bargi. Avete ciascuno venti minuti a disposizione.

Prego, consigliere Sabattini.

 

SABATTINI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Gentili colleghi, il piano che ci accingiamo ad approvare oggi rappresenta il primo Piano regionale di gestione dei rifiuti. Sapete, infatti, che dopo quasi vent’anni di pianificazione provinciale, che ha garantito al territorio regionale il dotarsi di un completo, moderno ed efficiente sistema di gestione dei rifiuti, considerata l’evoluzione non solo normativa avvenutasi in materia di gestione dei rifiuti, occorreva uniformare e integrare i princìpi e le azioni da attuarsi all’interno dell’Ambito territoriale ottimale, coincidente con l’intero territorio regionale, al fine di garantire razionalizzazione gestionale e maggiore flessibilità operativa, in un’ottica di area vasta.

La tanto invocata semplificazione amministrativa deve significare razionalizzazione, e ciò in questo settore ha portato da nove ATO a uno, da nove piani a uno solo. Lo ripeto, perché forse quello che per noi è un passaggio scontato fuori dai palazzi non è stato percepito. Questo significa razionalizzare un intero sistema, uno sforzo di semplificazione e chiarezza che è stato cominciato da chi ci ha preceduto. Siamo, quindi, al termine di un lungo percorso, iniziato nel 2012 con l’approvazione dell’atto di indirizzo, nel 2013 con il documento preliminare, nel 2014 con l’adozione del piano e, infine, con l’approvazione da parte della Giunta della proposta all’Assemblea legislativa. Questo è, infatti, un articolato percorso di approvazione dei piani che prevede l’articolo 25 della legge n. 20/2000.

Sull’iter di approvazione del piano, in applicazione della legge n. 20, in Commissione abbiamo discusso a lungo e abbiamo cominciato in maniera scoppiettante anche questa mattina. Le interpretazioni su questo aspetto sono diverse, ed era chiaro sarebbero rimaste tali sin dall’inizio della nostra discussione, punti di vista legittimi, concretamente argomentati dalle minoranze e altrettanto correttamente argomentati dalla maggioranza e, anche in modo eccellente, questa mattina dal consigliere Iotti, che ringrazio, con il supporto anche di una valutazione tecnica e giuridica, più volte espressa, che sostiene la non necessità di procedere a una ripubblicazione.

Ma questa idea della ripubblicazione o meno non diventa più vera se la si ripete tante e tante volte su ogni tema di merito affrontato, e penso ovviamente alle numerose e impegnative discussioni che abbiamo tenuto in Commissione. In questo modo diventa naturale pensare che la questione di metodo, continuamente sollevata, sia un paravento per non affrontare un confronto politico su soluzioni pratiche e di merito diverse, perché un piano ambizioso e complesso, come è questo, deve fornire soluzioni concrete, che vanno al di là dei 140 caratteri utili a confezionare gli slogan da social network. Servono soluzioni e idee su come tali si traducono concretamente per i cittadini emiliano-romagnoli, per le nostre imprese e per gli Enti locali.

Vorrei, inoltre, evidenziare le ben undici sedute di Commissione, oltre all’udienza conoscitiva, dove abbiamo affrontato tutte le parti del piano. In assenza di precedenti che potessero aiutarci a trovare una strada migliore, ci siamo inventati un metodo per affrontare la discussione. E colgo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi per aver accettato una proposta impegnativa di classificazione di oltre le mille osservazioni in tredici macro-argomenti, che sicuramente ha dilatato i tempi, ha complicato la vita alla Segreteria della III Commissione, che ringrazio per il lavoro e il supporto che ci ha fornito, ma che ha dato al Consiglio i tempi per compiere un’analisi approfondita. E a questo si aggiunge, ovviamente, un ringraziamento alla presidente Rontini e all’assessore Gazzolo per averci accordato tutto questo tempo necessario alla discussione.

Veniamo agli obiettivi. Vorrei innanzitutto evidenziare quelli che possono essere definiti gli obiettivi fondamentali del piano, recepiti anche dalla legge n. 16: la riduzione pro capite dei rifiuti dal 20 al 25 per cento; il raggiungimento del 73 per cento di raccolta differenziata; la percentuale di riciclaggio al 70 per cento di carta, metalli, plastica, legno, organico; l’autosufficienza per lo smaltimento dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi dell’Ambito regionale mediante l’utilizzo ottimale degli impianti esistenti; la minimizzazione dello smaltimento dei rifiuti in discarica e, quindi, la riduzione del numero delle discariche presenti sul territorio regionale.

Il perseguimento di questi obiettivi ha fatto sì che il Piano regionale dei rifiuti risultasse pienamente conforme al diritto comunitario, anche a seguito della verifica della Direzione generale Ambiente della Commissione europea. Dovrebbe essere, tale riconoscimento, al di là delle divisioni politiche, un motivo d’orgoglio per tutti.

Prima di iniziare ad affrontare i temi principali del Piano, ci tengo a evidenziare come questo progetto non nasca dal nulla. Oggi ci troviamo a confrontarci su una pianificazione regionale di gestione dei rifiuti di questo tipo grazie soprattutto alle decisioni strategiche che sono state prese in passato e che ci consentono oggi di non doverci preoccupare di un’emergenza presente.

La scelta di andare verso l’industrializzazione della gestione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti ha permesso di collocare la nostra regione tra le migliori d’Italia, oltre a non danneggiare i nostri territori e i nostri concittadini, come purtroppo è successo in altre parti e in altre regioni d’Italia. L’industrializzazione in questo ambito è un valore, che ha portato efficienza, investimenti e sicurezza.

Ma con questo piano dobbiamo procedere con ancor più forza su questa strada, per migliorarla in un’ottica di targetizzazione del servizio sempre maggiore, al fine del raggiungimento degli obiettivi individuati, tenendo insieme tutela ambientale e sostenibilità economica.

Abbiamo visto gli obiettivi, ambiziosi e ben oltre i limiti fissati dalle normative vigenti in corso di definizione a livello comunitario. Sul tema della prevenzione e del riciclaggio, la ricetta individuata a livello comunitario, che noi abbiamo addirittura anticipato a livello nazionale, è chiara: l’economia circolare. Occorre, cioè, introdurre innovazioni che, nello spostare l’attenzione dalla fase di fine vita dei prodotti destinati a produrre rifiuti all’intero ciclo di vita dei beni, si intersechino in un panorama di politiche industriali efficaci, supportate da leggi e da sistemi di regolazione lungimiranti, in grado di rendere economicamente vantaggioso questo nuovo approccio. Per tale motivo, la nostra Regione ha agito per tempo al fine di accelerare questa transizione e sfruttare le opportunità commerciali e occupazionali che offre.

La prevenzione è, quindi, la sfida del futuro e rappresenta uno dei temi su cui occorrerà investire nei prossimi anni, promovendo interventi atti al contenimento della produzione alla fonte. Ciò significa, da un lato, trovare le soluzioni per ampliare la durata di vita dei prodotti e incentivare i processi di produzione con meno sprechi e incentivare la riprogettazione dei prodotti rendendoli interamente recuperabili a fine vita e, dall’altro, orientare le scelte dei consumatori verso prodotti e servizi che generano meno rifiuti. Tutti questi aspetti di prevenzione sono contenuti nel piano.

Nell’ambito dell’azione di prevenzione, grandissima rilevanza assumono quelle collegate alla diffusione nel territorio regionale di un sistema capillare di tariffazione puntuale. L’introduzione della tariffa puntuale è l’azione che ha il peso maggiore per il raggiungimento di tanti obiettivi del piano. Infatti, essa consente di assicurare e garantire elevate percentuali di raccolta differenziata, ma anche elevati standard qualitativi della stessa, al fine di poter effettivamente realizzare a livello regionale la cosiddetta industrializzazione del riciclaggio.

In tale contesto, al fine di promuovere il nuovo e innovativo modello di sviluppo prefigurato, grande importanza assume la definizione di accordi di filiera volontari con i vari portatori di interesse. Gli accordi individuati dal piano in particolare intendono sostenere lo sviluppo di processi atti a prevenire la produzione dei rifiuti e a favorire l’industrializzazione dell’attività di recupero, a valorizzare le specializzazioni produttive dei territori e a creare le filiere locali del recupero.

Come è già stato evidenziato, il piano si pone obiettivi di raccolta differenziata anche in questo caso superiore a quelli definiti dalla norma nazionale, che indica la percentuale del 65 per cento, ma ricordiamoci che la raccolta differenziata non è il fine delle politiche, bensì lo strumento irrinunciabile e necessario per centrare la strategia generale del piano, ridurre i quantitativi di rifiuti avviati a smaltimento e favorire, appunto, il recupero.

Storicamente in questa regione sono stati fatti ingenti investimenti per migliorare le percentuali di raccolta differenziata e tali investimenti hanno consentito di raggiungere e superare in diversi territori le percentuali di RD previste dalla normativa. È evidente, quindi, come il piano, in linea con tale politica e con quanto definito dalla legge n. 16, punti decisamente su tale fase e punti a livelli di RD che non sono assolutamente conciliabili con un’impiantistica – penso ai trattamenti meccanico-biologici e ai trattamenti meccanici – che opera, invece, sulla frazione residuale dei rifiuti urbani e che, invece, può essere e presentare grande efficacia solo in territori con basse percentuali di RD, e da qui la scelta di eliminare progressivamente questi impianti.

Entrando nel merito di quanto previsto sulla raccolta differenziata, innanzitutto occorre premettere che, per definire le strategie atte al raggiungimento dell’obiettivo, nel piano è stata effettuata una suddivisione del territorio regionale in aree omogenee, incrociando fattori fisico-geografici con fattori legati alla presenza umana nella gestione dei rifiuti. In base a detti criteri, i comuni della Regione Emilia-Romagna sono stati divisi in tre aree omogenee: montagna, pianura e capoluoghi, costa. Ad ogni area omogenea è stato assegnato un obiettivo specifico, definito tenendo conto della situazione di riferimento al 2013 e del contributo che ciascun contesto poteva fornire al raggiungimento dei risultati a livello regionale.

Arriviamo all’ultima fase del ciclo di gestione dei rifiuti, ovvero quella legata alla gestione dei rifiuti urbani indifferenziati e residui attraverso le due modalità previste dalla gerarchia comunitaria: il recupero di energia e lo smaltimento attraverso il conferimento in discarica.

Oggi la nostra regione conferisce in discarica l’11 per cento dei rifiuti indifferenziati, con una media nazionale che si aggira attorno al 40 per cento. Con questo Piano, al 2020 la nostra regione si attesterà su un 5 per cento, con una riduzione rispetto al dato del 2011 di oltre l’80 per cento.

È evidente che l’attuazione di politiche di riduzione della produzione e di incremento quali-quantitativo della raccolta differenziata e del riciclaggio determinerà la riduzione dei rifiuti mandati a smaltimento e, conseguentemente, una progressiva diminuzione del fabbisogno di impianti di trattamento e smaltimento, ed è quello ciò che vogliamo.

Il piano prevede una sostanziale razionalizzazione e riduzione di tale impiantistica, nel rispetto di due dei suoi princìpi fondanti: progressiva chiusura delle discariche e autosufficienza della gestione dei rifiuti urbani e speciali prodotti sul solo territorio regionale.

L’autosufficienza territoriale dello smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, oltre a essere prevista dalla normativa europea, è anche un valore della programmazione regionale, che considera all’interno dei propri confini l’interezza della produzione dei rifiuti e, quindi, dei relativi fabbisogni di smaltimento, una scelta responsabile, dovuta e – aggiungo – anche etica.

I problemi o le necessità, a maggior ragione su una materia così delicata, si affrontano senza scorciatoie. Chi ha responsabilità di governo non può cadere nella sindrome del NIMBY, che accompagna spesso questa discussione. Cedere a queste tentazioni non farebbe onore alla storia del nostro territorio.

Non occorre, quindi, realizzare nuovi impianti, men che meno impianti non coerenti con i livelli di RD già raggiunti a livello regionale. Occorre solo ottimizzare i flussi verso un’impiantistica già presente, che è sufficiente a garantire una gestione dei rifiuti in assoluta sicurezza.

In coerenza con questi princìpi, sono stati sottoscritti anche accordi specifici territoriali che hanno consentito di tener conto delle peculiarità locali e delle istanze delle popolazioni residenti nei territori adiacenti agli impianti, in una logica di responsabilità, solidarietà e rispetto delle decisioni assunte su scala locale. Gli accordi sottoscritti, oltre a essere richiamati all’interno della relazione del piano, vedono anche un effettivo recepimento nella definizione dei flussi di rifiuti urbani verso gli impianti di termovalorizzazione.

Infine, come è stato più volte ribadito, occorre sottolineare che il Piano regionale dei rifiuti non è uno strumento rigido, ma dinamico, pensato per essere reattivo rispetto alle eventuali necessità che si dovessero manifestare nel corso degli anni a venire. Il conseguimento degli ambiziosi obiettivi previsti dal piano necessita, quindi, di un’attenta fase di monitoraggio, che deve necessariamente integrare le valutazioni ambientali con quelle economiche, al fine di valutare le ricadute su tutto il territorio regionale. A tal proposito, in Commissione Ambiente è stato approvato un emendamento specifico, volto a istituire un osservatorio dei costi con la funzione di integrare, monitorare e analizzare le informazioni di tipo territoriale, tecnico e infrastrutturale, collegandole agli impatti economici e alle conseguenti ricadute tariffare dell’utenza, sia domestica che non domestica. Il monitoraggio annuale e intermedio al 2017 giocheranno un ruolo determinante per l’esito del Piano regionale dei rifiuti.

Sarà necessario mettere in atto tutte le energie e anche le risorse necessarie per conseguire gli obiettivi di piano e garantire, da un lato, un elevato livello della qualità della vita dei nostri cittadini e, al contempo, creare nuovi posti di lavoro attraverso i necessari investimenti in green economy e in green industry, due facce della stessa medaglia in grado di garantire l’opportunità per economia e imprese.

Consentitemi, in chiusura, di formulare alcuni ringraziamenti. Al mio Gruppo per la fiducia e in particolare ai membri della Commissione Ambiente e Territorio per il supporto e i tanti stimoli che avete dato in questa lunga discussione. Ai colleghi di maggioranza di SEL, i quali, su una discussione su un tema tanto sensibile, affrontata in un periodo quanto mai complicato, non hanno mai fatto mancare il confronto leale, confermando il valore di questa maggioranza di centrosinistra nella nostra regione. Al relatore di minoranza, consigliere Bargi, e ai colleghi di minoranza che hanno partecipato alla discussione di merito.

Ho chiesto alle strutture tecniche di mandarmi i nomi di chi aveva partecipato alla costruzione del Piano ma, trattandosi di oltre trentacinque persone, evito di citarli uno a uno e li ringrazio in modo cumulativo. Un grazie va ai tecnici di ARPAE e ATERSIR e a tutto il servizio rifiuti dell’assessorato, ottimi professionisti che oggi vedono concluso un lavoro complesso e corposo, che per alcuni è cominciato nel 2011, per la disponibilità e il supporto che in questi mesi non mi hanno mai fatto mancare.

L’ultimo ringraziamento va all’assessore, che con pazienza ha guidato, insieme a me, questa discussione e ha anche avuto la pazienza di insegnarmi un tema sul quale sicuramente non ero un esperto, ma su cui ne so decisamente di più oggi.

Anche in considerazione del grande lavoro che c’è dietro il Piano oggi in discussione, invito tutti voi, colleghe e colleghi consiglieri, al netto delle diverse appartenenze politiche, a cogliere il senso più profondo delle scelte che abbiamo già compiuto in quest’Aula con l’approvazione della legge sull’economia circolare e che siamo chiamati oggi a compiere.

Con la legge n. 16 abbiamo tracciato la strada, con questo Piano iniziamo a percorrerla. Questo è il Piano che governerà, con responsabilità, senza approcci ideologici, consapevole del punto di partenza, la transizione – certo, non facile – da economia lineare a economia circolare, transizione che non sarà conclusa neanche nel 2020, ma che a quella data deve aver fatto importanti passi avanti.

Abbiamo indicato con chiarezza gli obiettivi, adesso spetta a tutti noi, cittadini, imprese e Istituzioni a tutti i livelli, renderli realtà.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Sabattini.

La parola al relatore di minoranza, consigliere Stefano Bargi, che ha venti minuti a disposizione. Prego.

 

BARGI, relatore di minoranza: Grazie, presidente. Non sono un tipo particolarmente formale, a volte dimentico anche di formulare i dovuti ringraziamenti, ma in questo caso ci tengo a ringraziare in particolare il collega Sabattini per il rapporto mantenuto durante questo lunghissimo percorso che ci ha visto, fin dall’inizio dell’anno, impegnati nella III Commissione. Malgrado le posizioni sicuramente molto diverse e lo scontro a volte anche aspro, i rapporti sono sempre rimasti buoni durante tutto il percorso di analisi delle osservazioni e delle relative controdeduzioni. Quindi, ci tenevo a formulare questo particolare ringraziamento.

Venendo, invece, al tema in oggetto, vorrei precisare alcuni passaggi. Siamo già entrati nel vivo della questione più dolente, quella della ripubblicazione o meno del piano, ma vorrei prenderla un pochino più larga partendo proprio dalla nostra posizione, visto che il collega Sabattini la citava in chiusura del suo intervento, in ordine alla legge n. 16. L’anno scorso ci siamo trovati a votare questa legge sull’economia circolare, legge a cui ricordo la nostra parte politica presentò un pacchetto di oltre venti emendamenti, giudicati allora dal presidente Bonaccini – oggi il presidente non è presente, ma è sufficiente andare a riprendere i resoconti per verificarlo – in maniera negativa, perché non aveva capito la posizione della Lega Nord. Noi avevamo presentato una serie di modifiche a una legge che, a nostro avviso, così come era stata redatta, rimaneva una legge bandiera, un mero simbolo per mostrare al resto d’Italia che l’Emilia-Romagna, prima fra tutte le regioni, si muoveva verso una determinata direzione, ma che in realtà mancava del contenuto più sostanzioso, più forte.

Ebbene, in quell’occasione tra i vari emendamenti presentati alcuni non riguardavano direttamente la legge n. 16, ma ricadevano su altri aspetti normativi della nostra Regione sempre in materia di rifiuti. Apro e chiudo una breve parentesi. Sto facendo questo discorso per far capire che noi entriamo nel merito delle questioni, e ci tengo a ribadirlo perché più volte in Commissione ci è stato rimproverato che discutiamo sul metodo e sul sistema di approvazione, ma non sul merito. Questo, colleghi, è merito. E poi verrò anche a tutto quello che è stato il percorso e alle difficoltà enormi soprattutto per chi si trova all’opposizione ad affrontare un piano di questa natura. Entrando quindi nel merito, una questione per noi fondamentale è la separazione nelle gare d’appalto per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti dei due bandi.

Avanziamo con forza questa richiesta in quanto nel nostro sistema regionale si è ormai incancrenito questo modello, il modello emiliano per la gestione dei rifiuti – una volta c’era il modello emiliano per il sistema cooperativo, adesso c’è il modello emiliano per la gestione dei rifiuti –, che vede questa struttura un po’ solida, un po’ difficile da scardinare che a livello locale, mi dicono gli amministratori, si scontra con l’idea di sviluppare l’economia circolare, che per poter essere sfruttata al meglio come buona pratica necessita di una raccolta differenziata che renda le frazioni più pure possibile. Tuttavia, la stessa tendenza verso la raccolta porta a porta spesso viene contrastata dai gestori stessi a causa degli alti costi di gestione, tanto da invitare gli amministratori stessi a prestare massima attenzione a questa delicata tematica perché rischiano che i cittadini di punto in bianco smettano di pagare. Succede anche questo.

Tutto questo indubbiamente continuerà a esistere, almeno fino a quando non riusciremo a scardinare un modello che una certa parte politica ha sicuramente voluto, questione che ho tirato fuori anche in Commissione e che, comunque, era già emersa nella cronaca modenese di qualche anno fa. Lo ricordo bene perché allora ero consigliere comunale, e rammento anche diversi screzi con il gestore. E qui arrivo al secondo emendamento che avevamo proposto, che comunque rientrerebbe nella logica dei rifiuti, quindi con l’intermediario ATERSIR, che comunque vedeva sui giornali della cronaca modenese l’allora segretario provinciale del Partito Democratico, tal Davide Baruffi, con l’allora sindaco di Modena, tal Giorgio Pighi, in contrasto sulle nomine di chi doveva entrare a far parte del consiglio di amministrazione di Hera. Si generò un contrasto talmente aspro che un partito solito lavare i panni sporchi al suo interno, come il PD, non gradì affatto, dal momento che, come dicevo, assurse addirittura agli onori della cronaca modenese. Fu necessario l’intervento dell’allora segretario regionale, oggi presidente della Regione, Stefano Bonaccini, per cercare di sedare gli animi. Insomma, la cronaca di quei giorni vide una pagina che noi giudicammo allora e ribadisco oggi particolarmente bruttina – uso un eufemismo – della gestione politica anche della questione rifiuti e di un modello che si è andato a instaurare e che oggi è difficile scardinare. Questo per noi era il primo passaggio.

Una seconda questione riguarda il controllo su ATERSIR da parte dei Comuni. L’avevamo chiesto allora e lo ribadiamo adesso: ATERSIR non deve essere un’agenzia che decide per conto dei Comuni, ma deve essere un’agenzia che agisce in base alle esigenze dei Comuni. Le difficoltà che a volte incontrano gli amministratori a interloquire con questa agenzia sono un chiaro sintomo di questo modello sempre più incancrenito, di una gestione sempre più lontana dai bisogni del territorio. Quindi, negli anni ci troviamo in primis le tariffe che aumentano, e tutti voi lo sapete avendo sicuramente contatti con tutte le Amministrazioni locali, conoscete le lamentele dei cittadini, vedete le bollette con i vostri stessi occhi. Eppure, i servizi a volte sono piuttosto scadenti. Ricordo che, allora, a Sassuolo dicevo che eravamo passati dalla spazzatura delle strade ai mezzi che soffiano aria e che, a mio avviso, si limitano esclusivamente a sollevare un gran polverone. Io non capisco come si possa pensare di togliere la polvere dalle strade utilizzando un soffio d’aria. In questo modo si ottiene l’unico risultato di sollevare la polvere da una parte per farla ricadere da un’altra. Addirittura era il PD, allora all’opposizione, che si lamentava, e molto, di questa gestione. Faccio un piccolo inciso. Quindi, di fronte a questa situazione ci troviamo con tariffe che aumentano – parlo chiaramente dalla parte dei cittadini – e servizi che forse non sono più quelli di una volta.

Perché faccio questo inciso su impianti e gestione in materia di rifiuti? Semplicemente perché nel merito non ho personalmente le competenze e le capacità di scendere sui flussi e sulle parti più tecniche e statistiche del piano. Quindi, mi limito a svolgere il mio ruolo di politico, che deve essere quello di dare un indirizzo a questa Amministrazione, e a nostro avviso l’indirizzo dovrebbe essere quello che tracciavamo lo scorso anno con gli emendamenti sulla legge n. 16.

Una terza questione riguarda i sottoprodotti, questione che abbiamo richiamato anche in occasione della visita qui da noi dell’europarlamentare Bonafè. Ci era stato detto che in realtà una lista non si poteva fare. Benissimo, però potevamo spingerci fino al limite possibile, potevamo sollecitare per andare anche oltre, se necessario, l’Unione europea e il nostro Governo, ma facciamolo, mettiamolo nel Piano. E alcune osservazioni di quel tipo sono state respinte o, comunque, giudicate non accoglibili, perché si rimandava ad altri strumenti, perché non era quello il contesto. Tuttavia, se quello è il Piano – e questo è un giudizio puramente politico di merito –, a nostro avviso si sarebbe dovuto inserire anche questo tipo di richiesta. Insomma, sono diverse le questioni di merito che, a nostro avviso, non hanno trovato accoglimento all’interno di questo Piano.

Restando sempre al ruolo politico e non al ruolo tecnico, che non ci compete – non credo che siamo stati eletti per questo, anche perché non ne avremmo le competenze, di conseguenza ci sarebbe qualche difficoltà in Aula a stilare un piano ex novo –, emerge la prima difficoltà sul metodo. Come ci saremmo dovuti comportare per valutare tutte queste proposte che ho ribadito fino ad ora e che l’anno scorso abbiamo cercato di inserire nel contesto della legge n. 16? Semplicemente, avremmo dovuto formulare delle osservazioni. Non avremmo avuto altre possibilità. Considerato che il Piano che avremmo dovuto votare è stato adottato nel 2014 e che aveva già terminato l’iter che prevedeva la pubblicazione e, di conseguenza, il deposito delle osservazioni, per noi era impossibile ad oggi depositare le nostre osservazioni. Ricordo anche il caos che si era generato nell’udienza conoscitiva, dove alcuni degli intervenuti avevano portato alcune proposte all’attenzione della Commissione e altri, invece, continuavano a chiedere se si potevano ancora formulare le osservazioni. Insomma, si era creato un po’ di caos anche per questo. Insomma, siamo di fronte a una situazione un po’ anomala.

Quando l’anno scorso – lo dico per l’ultima volta, cosicché in teoria non dovrebbe essere più tirato fuori l’argomento, e certamente ne saranno contenti i colleghi, anche perché credo di aver messo a dura prova la loro pazienza – chiedevamo di approvare prima il piano e poi la legge – forse eravamo uno dei pochissimi Gruppi a chiederlo, mi sembra di ricordare che anche il Movimento 5 Stelle preferiva che venisse prima approvata la legge, se non ricordo male, sicuramente da parte del consigliere Taruffi e di SEL c’era –, e questo per una ragione ben precisa. E qual era questa ragione? Avevamo un Piano che era stato adottato nel 2014 e lasciato lì a macerare, e non se ne capivano le ragioni. Ebbene, io resto fondamentalmente convinto che, se il Piano fosse stato tirato fuori, fossero state apportate anche modifiche più o meno sostanziali e fosse stato ripubblicato, accogliendo più o meno le osservazioni che sono arrivate, facendo così tutto l’iter, e in contemporanea fosse stato sviluppato il progetto di legge, ad oggi avremmo già approvato il Piano e la legge. Invece, si è optato di andare in fretta e furia con una legge, a nostro avviso bandiera, nella quale si va a toccare un aspetto fondamentale del Piano, quello costituito dagli obiettivi, alzando l’asticella. Ricordo che quella fu una critica che muovemmo allora e che torniamo a muovere anche oggi: rispetto al Piano adottato avete alzato gli obiettivi di qualche punto percentuale; già erano ambiziosi quelli del Piano adottato, con questo li rendiamo ancora più ambiziosi. Naturalmente, ho cercato di capirne le ragioni, capire cos’era cambiato tecnicamente: forse si vuole puntare più in alto e sbandierare obiettivi più ambiziosi per poterci dire che siamo i più bravi, oppure vi è un’analisi in corso relativamente al raggiungimento degli obiettivi e si appalesa la possibilità di puntare più in alto? Non ho mai ricevuto una risposta che fosse chiara e limpida, se non quella di rassicurarmi che sapevate di puntare in alto e che ci credete fermamente. A me sta anche bene. Tuttavia, non era affatto necessario fissare degli obiettivi in una legge, non foss’altro perché adesso ci si aspetta giustamente che vengano raggiunti, altrimenti qualcuno poi dovrà assumersene la responsabilità, ma si potevano indicare in un piano. No, avete preferito innalzare questi obiettivi adoperando uno strumento che forse non era quello più adeguato. Ma proprio per questo, allora, sarebbe stato più opportuno sviluppare prima il Piano e creare poi lo strumento normativo per raggiungere gli obiettivi in esso indicati.

Questa è stata quella parte di percorso che ci ha impedito materialmente di depositare una qualunque osservazione. Come ho già detto in Commissione, non credo di dover scendere a proporre emendamenti diretti al Piano, perché così si rischierebbe di apportare modifiche che poi dovrebbero essere inserite anche in legge. Insomma, è chiaro che il lavoro tecnico sul Piano non possiamo compierlo noi. Era un’idea, era un principio politico quello che volevamo portare, però non ci è stata concessa questa possibilità, dal momento che non si è proceduto alla ripubblicazione del Piano.

Che cosa ha comportato, quindi, questo iter? Che si è sviluppata questa situazione in cui dal 2014 andiamo al 2016 e al 2016 arriviamo con questa proposta di Piano della Giunta, con tutte le sue soluzioni in merito alle osservazioni, quindi accogliendone alcune e respingendone altre, che ci riportava all’analisi della nuova proposta di Piano, quella che poi è stata consegnata ai consiglieri. Infatti, siamo andati noi a ripescare quella vecchia rispetto alla proposta di Piano che giustamente è stata prima definita dai colleghi del Movimento 5 Stelle il nuovo piano. E quando abbiamo potuto analizzare le osservazioni e il loro intersecarsi con questo nuovo Piano, a volte ci siamo trovati di fronte a dei veri e propri paradossi, perché alcune osservazioni avanzavano proposte su aspetti che magari nel nuovo Piano erano già stati modificati, più o meno accogliendo alcune osservazioni. Quindi, era normale, immagino, chiedersi: esattamente che cosa stiamo valutando? Come facciamo a dire se un’osservazione è respinta o parzialmente accolta, visto che il Piano intanto è già stato modificato? Capite bene che, a questo punto, non aveva più senso procedere neanche all’analisi stessa delle osservazioni, che comunque abbiamo voluto ugualmente compiere cercando di esprimere il nostro giudizio su ognuna di esse e, di conseguenza, sulle controdeduzioni proposte dalla Giunta, in quanto ci sembrava corretto nei confronti di chi le ha depositate, nei confronti della nostra cittadinanza, anche per non far morire lo strumento partecipativo. Del resto, se riduciamo tutto a una discussione politica, senza poi entrare nel merito delle osservazioni, chiaramente queste proposte perdono di significato, indipendentemente dal fatto che esse siano vincolanti o meno.

Quel lavoro, quindi, che a nostro avviso avrebbe dovuto compiere l’Assemblea legislativa, essendo di sua competenza, l’ha svolto la Giunta, preparandoci il “pacchettone”. Tant’è che bene o male la maggioranza, senza aggiungere tante parole, ha votato tutto, punto e basta. Che il lavoro sia stato ultimato a livello di maggioranza ci può fare anche piacere, però resta il fatto che noi non abbiamo potuto partecipare a questa fase. Abbiamo potuto solo ragionare sulle osservazioni, peraltro depositate da altri.

A seguito di tutto questo percorso così caotico e così complicato, siamo giunti alla conclusione che il piano dovesse essere ripubblicato. E prima il consigliere Iotti, nel suo intervento sulla questione pregiudiziale, ha citato alcune sentenza del TAR, ma se volete io posso citarne anche altre…

 

IOTTI: Del Consiglio di Stato.

 

BARGI: Consiglio di Stato, TAR e via dicendo. Comunque, tutte queste sentenze ribadiscono il concetto che su questo genere di strumenti (piani territoriali, piani regolatori e via elencando), qualora vengano introdotti interventi che ne stravolgono il contenuto, bisogna procedere alla ripubblicazione. Bene, ci è stato detto che qui non si sta stravolgendo niente. Scusate, che cosa intendete per stravolgere un piano che parla di rifiuti, che si parli di caprette? Se parla di rifiuti, parlerà sempre di rifiuti. Però, se noi cambiamo gli obiettivi, anche se per adeguare il piano alla legge, intanto li abbiamo cambiati, compiendo una scelta che non è assolutamente da premiare, perché avremmo voluto avere gli obiettivi sul piano e non sulla legge. Quindi, se volete, è anche un giudizio più politico che altro, ma chiaramente lo mettiamo in campo.

È stata anche modificata l’impiantistica, e mi riferisco al discorso, più volte citato, della discarica di Carpineti. In una prima versione dovevano rimanere attivi fino al 2020 gli impianti di Imola e Ravenna – così almeno ricordo – e poi si è optato per l’impianto di Carpi, che invece avrebbe dovuto essere chiuso. Cronaca di allora: AIMAG, la società che gestisce gli impianti di Carpi e della bassa modenese, interveniva sui giornali locali lamentando che era vostra intenzione chiudere tutti gli impianti e ribadendo che avrebbe avanzato proposte in tal senso per cercare di continuare a mantenere aperti quegli impianti. Questo giusto per ricordare qual era la visione che ci ha portato il piano adottato nel 2014 e quella che, invece, deriva dallo stravolgimento che ha comportato l’introduzione del nuovo piano.

Abbiamo riscontrato anche un atteggiamento diverso nei confronti degli inceneritori, oltreché su varie altre questioni, tant’è che in udienza conoscitiva le associazioni più ambientaliste sono intervenute sottolineando che con questo piano avete compiuto un passo indietro rispetto alla legge n. 16/2015 (la legge sull’economia circolare). Questo lo ribadisco giusto per citare un altro parere non nostro.

Capite bene che la veste del piano è stata chiaramente modificata, e mi chiedo: è nostro giudizio politico giudicare questi cambiamenti, questi stravolgimenti? A mio avviso, sì. Anzi, aggiungo e ribadisco che il piano doveva essere ripreso e ripubblicato, consentendoci in questo modo di depositare le nostre osservazioni e, di conseguenza, di affrontare una discussione politica nel merito delle proposte presentate e, analogamente, consentendo anche agli stessi cittadini di tornare a esporsi sulla materia.

Abbiamo anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica, ponendo una domanda ben precisa. Ovviamente, abbiamo subito scartato l’ipotesi di presentare un ricorso al TAR, in quanto essendo in Italia avrebbe significato diversi anni di attesa prima di vedere una sentenza, che indubbiamente poi sarebbe stata oggetto di ricorso innanzi al Consiglio di Stato. Ho già avuto esperienze in passato e so che sono piuttosto lunghe le tempistiche. Abbiamo voluto evitare di arrivare a fine mandato e ritirare fuori questo argomento, che magari sarebbe stato rimpallato a chi verrà dopo di noi. Pertanto, ci siamo rivolti a un soggetto terzo, ovvero la Procura della repubblica, affinché si esprimesse in merito al contenzioso tra la nostra posizione e quella dell’Amministrazione regionale sulla questione cardine della ripubblicazione, ovvero il leso diritto o meno dei cittadini a partecipare al piano. A nostro avviso, sarebbe stato opportuno ripubblicare il piano e dare la possibilità di esprimersi tanto ai cittadini quanto alle forze politiche e a chiunque avesse voluto intervenire, se non altro perché la lunga attesa a cui è stato sottoposto questo piano, lasciato a macerare perché nel frattempo si doveva mandare avanti la legge bandiera n. 16, ha allungato talmente tanto i tempi che ad oggi probabilmente quel piano non è neanche più attuale. Quindi, era plausibile la volontà di intervenire per modificarlo, a prescindere dal contenuto di merito, su cui noi abbiamo una posizione e qualcun altro un’altra, come è legittimo che sia, però a nostro avviso sarebbe stato necessario rifare il passaggio dell’adozione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bargi.

Comunico che è pervenuta la risoluzione oggetto 2600 per impegnare la Giunta a continuare, nell’ambito del Piano regionale di gestione dei rifiuti, il percorso di ottimizzazione della gestione del servizio, che deve essere improntato a princìpi di economicità, di industrializzazione del servizio e di rispetto per l’ambiente, a firma dei consiglieri Sabattini, Zappaterra, Prodi, Iotti, Montalti, Molinari, Poli, Paruolo, Cardinali, Ravaioli, Zoffoli, Bessi, Francesca Marchetti, Lori, Nadia Rossi, Calvano, Rontini, Boschini, Soncini, Pruccoli, Caliandro, Serri, Mori, Campedelli, Tarasconi, Bagnari.

Apro la discussione generale. Ricordo che ciascun consigliere ha venti minuti a disposizione. Ho già in nota i consiglieri Piccinini, a cui adesso cedo la parola, Bertani e Sassi.

Desidero ribadire che la discussione generale verte sia sul punto all’ordine del giorno che sulla risoluzione.

Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente. In verità faccio fatica ad associarmi ai ringraziamenti sia alla Giunta che ai funzionari che hanno seguito questo lavoro, perché purtroppo è stata offerta una scarsa collaborazione soprattutto nel fornirci il testo di raffronto fra il vecchio testo e il nuovo testo del Piano regionale dei rifiuti. Anche quando, tramite accesso agli atti, ho chiesto che almeno mi venissero consegnate le bozze sulle quali hanno lavorato i collaboratori, con le eventuali revisioni, l’atteggiamento è stato lo stesso, tant’è che anche queste non mi sono state fornite. Quindi, appare evidente l’intento di metterci in difficoltà, con l’obiettivo di non sollevare la questione che fosse un piano completamente nuovo. Non ce ne dovevamo accorgere, ma ce ne siamo accorti.

A questo punto, farei un passo indietro. Nel corso delle undici sedute di Commissione non ho sentito, purtroppo, nessuno del Partito Democratico prendere posizione per quanto riguarda il piano delle bonifiche. Io partirei dal decreto legislativo n. 152/2006, articolo 199, comma 6, il quale stabilisce esattamente che costituiscono parte integrante del Piano regionale dei rifiuti i piani per la bonifica delle aree inquinate, che devono prevedere una serie di requisiti. Questo significa che il piano delle bonifiche è parte integrante, a complemento del Piano dei rifiuti. Non significa solo − come avete scritto nella delibera di Giunta, in cui deliberate gli indirizzi per l’elaborazione del piano delle bonifiche − che questo debba essere soggetto solamente alla legge regionale n. 20/2000, articolo 25, ma significa che il piano delle bonifiche è complementare (è scritto in italiano), è parte integrante del Piano dei rifiuti, esattamente come fa la Regione Toscana, la quale ha deliberato il Piano dei rifiuti e delle bonifiche (PRB), nel cui ambito tratta il piano delle bonifiche come tema centrale all’interno del Piano dei rifiuti. Eppure, noi siamo una delle pochissime Regioni che non ha ancora adottato questo piano. L’unico e ultimo esemplare sopravvissuto risale al 1995. Dopodiché, il nulla. La questione è tutt’altro che inattuale.

Siccome questo tema io l’ho sollevato più volte in quest’Aula ed è quantomeno opportuno ripresentarlo oggi e far presente alla Giunta quello che succede nel mondo reale, ho preso un mese di rassegna stampa (da fine febbraio a marzo). Vorrei far presente all’assessore quello che succede. Il 23 febbraio a Correggio trovano una discarica abusiva di batterie esauste. Un denunciato. Castel San Pietro Terme, discarica abusiva di rifiuti speciali: 200.000 tonnellate in un’area dichiarata “non idonea”. 29 febbraio 2016. Santa Giuliana (Rimini), sigilli alla discarica di rifiuti speciali pericolosi: numerosi contenitori abbandonati di olio esausto, apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse, imballaggi di ogni genere. Inoltre, all’AUSL è stata segnalata la possibile presenza di amianto nella copertura dello stabile. 10 marzo 2016, traffico di rifiuti pericolosi: smantellato il racket dei rifiuti speciali. Le aree destinate allo stoccaggio dell’amianto sono state individuate nella zona di Coriano, lungo il fiume Marano, lungo il fiume Marecchia, Santarcangelo, lungo il fiume Uso e all’ingresso di Cattolica. Calendasco e Rottofreno: un centinaio di pneumatici fra i rifiuti. 22 marzo 2016. Inquinamento Cavo Lama: liquami scaricati nella notte. 30 marzo 2016. Nafta nel Bevano: violazioni ambientali, aperto fascicolo. 30 marzo 2016.

Ritengo che il tema sia prioritario. Avrei voluto che questo piano delle bonifiche fosse presentato insieme al Piano dei rifiuti, ma ciò non è avvenuto. Nella programmazione della Giunta era stato previsto che il piano delle bonifiche, almeno il preliminare, sarebbe dovuto uscire a dicembre 2015. Ancora non si è visto nulla. Dall’altra parte vediamo, purtroppo, e io lo vedo perché si trova a quindici chilometri da casa mia, in che modo viene gestita la questione della discarica Razzaboni. Vi continuate a rimpallare le responsabilità, queste questioni sono affrontate ancora in maniera emergenziale e questa Giunta non interviene. Addirittura, sollevate la questione di responsabilità alla Corte costituzionale. Ancora una volta non avete una pianificazione su questo tema. Non esiste alcuna pianificazione, e alla fine vediamo i risultati. La multa sulla discarica Razzaboni la pagheremo noi. Si è avverato tutto ciò che abbiamo detto esattamente un anno fa, quando vi chiedevamo di mettere i soldi per bonificare. L’Unione europea vi ha detto che le giustificazioni addotte non sono sostenibili. Lo Stato ha già pagato 40 milioni di multa a forfait e 38,9 − se non sbaglio − per la prima multa semestrale, pagherà anche la seconda e adesso si sta rivalendo sulle Regioni. 800.000 euro a carico di questa Regione, ed è solo la prima multa, che pagheremo noi, assessore, mentre lei ci rassicurava e ci diceva che era tutto a posto, che nessuna multa sarebbe arrivata e che la discarica era stata messa in sicurezza permanente. Balla. Non era vero. Ve lo abbiamo detto un anno fa. Si è avverato esattamente tutto quello che abbiamo detto. Voi non siete voluti intervenire.

Purtroppo, non è solo una questione di piano. Non avete neanche l’anagrafe dei siti da bonificare. Siamo ancora più indietro rispetto al piano. Come tutti sappiamo, l’anagrafe è lo strumento principe per la redazione di questo piano previsto dall’articolo 251 del decreto legislativo del Testo Unico ambientale. Anche in questo caso, ho dovuto fare diversi accessi agli atti per capire come mai non state istituendo questa anagrafe. Ci avete detto che era un problema delle Province per l’implementazione dello strumento. Poi ci avete detto che l’avreste fatta all’indomani della legge di riordino, la legge n. 13, ma non è stata fatta. Era luglio. Siamo a maggio. È passato quasi un anno e noi non abbiamo ancora un’anagrafe, non sappiamo ancora quali siano le situazioni critiche di questa regione.

L’elenco che le ho fatto prima riguarda episodi che accadono realmente. Non abbiamo un controllo, una gestione, una pianificazione su queste cose. Secondo me, questo aspetto è molto grave.

Tutto questo per dire che il Piano dei rifiuti già parte monco, perché manca del piano delle bonifiche. Già partiamo male. A nostro avviso, c’è una violazione della normativa nazionale. Per questo motivo, noi abbiamo previsto, anche attraverso un emendamento, perlomeno che il piano delle bonifiche venga redatto e adottato almeno entro sessanta giorni dall’adozione del Piano. È uno strumento importante, non si può far finta che non serva. Le conseguenze, altrimenti, sono quelle della discarica Razzaboni, che paghiamo noi in termini economici e in termini di salute. Coloro che dovrebbero gestire tutto questo, quindi i direttori generali, vengono subito ricollocati e viene loro trovato subito un posto in ARPA, mentre noi dobbiamo subire danni economici. Inoltre, è a rischio la tutela dei cittadini.

Questo vuole essere l’ennesimo sollecito ad adottare questo piano. Almeno l’anagrafe. Almeno quella. Io penso che non sia una cosa difficile. Il catasto di ARPA lo hanno pubblicato dopo diversi solleciti, ma non c’era neanche quello. Credo sia quantomeno opportuno procedere con celerità. Questo piano delle bonifiche doveva essere realizzato insieme al Piano dei rifiuti.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Bertani. Ne ha facoltà.

 

BERTANI: Grazie, presidente. A margine della manifestazione di Ecomondo, in un’intervista, Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, affermava (riferendosi alla nostra legge sui rifiuti): “Fare tutta questa differenziata comporta maggiori costi in termini di personale, mezzi e movimentazione, oltre che disagio per i cittadini. Pertanto, aumentano i costi. Le municipalizzate fanno qualcosa con la vendita dei materiali, ma poi devono aumentare le bollette. Oltre il 70 per cento, la raccolta differenziata non conviene. Bisogna destinare quella rimanente parte alla valorizzazione energetica e − concludeva − bisogna bruciare”.

Io rivolgo i miei complimenti a Davide Tabarelli, perché oggi ha vinto lui. Questo Piano rifiuti fa quello che lui auspicava. Questo Piano rifiuti è il tradimento della legge sui rifiuti che avete approvato l’anno scorso. Uno dei primi obiettivi della legge (articolo 1, comma 2) è minimizzare il quantitativo di rifiuto urbano non inviato a riciclaggio, con l’obiettivo di raggiungere un quantitativo annuo pro capite inferiore a 150 chilogrammi per abitante. Nonostante l’emendamento del consigliere Taruffi, al quale bisogna riconoscere di esserci arrivato, i 150 chili sono stati scritti all’ultimo minuto, in dirittura d’arrivo nel Piano rifiuti, perché non erano proprio previsti. Questo, che è il criterio centrale della legge sui rifiuti, rimane relegato dopo l’incenerimento. Forse è un lapsus freudiano. L’incenerimento è più importante della riduzione del rifiuto non riciclato.

Vengono traditi anche i consiglieri di maggioranza che in quest’Aula, all’approvazione della legge rifiuti, dichiaravano: “Ravaioli: ‘In questa fase delicata di transizione dalla gestione basata sullo smaltimento con discariche e inceneritori destinati a un ruolo residuale fino alla progressiva dismissione’. Taruffi: ‘L’obiettivo è quello di ridurre la presenza di discariche in questa regione e di ridurre progressivamente anche la presenza di inceneritori’; Prodi: ‘Per ottimizzare il sistema e portarlo allo spegnimento progressivo di impianti di incenerimento’”.

È un tradimento anche per quei cittadini ai quali il presidente Bonaccini ha promesso – lo ha dichiarato in questa sede, ma anche sui giornali – di spegnere gli inceneritori, di spegnere “qualche” inceneritore. Sono stati traditi anche i cittadini di Forlì e di Coriano che – lo ribadisco − non hanno potuto presentare osservazioni, visto che avete cambiato loro le carte in tavola. A Forlì, ad esempio, è stata bruciata la promessa di una progressiva riduzione...

 

VOCE: A Parma.

 

BERTANI: A Parma ci arriviamo.

A Forlì è stata bruciata la promessa della progressiva chiusura dell’inceneritore se aumentava la raccolta differenziata in provincia. Adesso hanno la magra consolazione che farete bruciare solo i rifiuti urbani, ma se diventano bravi l’inceneritore rimane. A Coriano, ad esempio, si ritrovano i rifiuti di San Marino, però hanno la magra consolazione di poter smaltire le emergenze nazionali.

Ricordiamo la genesi di questo Piano rifiuti. Il Piano nasce con l’assessore all’ambiente Sabrina Freda, la quale aveva fatto sapere che avrebbe superato le discariche e gli inceneritori e che avrebbe voluto riconvertire gli attuali centri di smaltimento in poli di recupero rifiuti. Sappiamo com’è andata a finire: le fu revocata la delega con Errani, il quale si premurò di scrivere alle Multiutility di non preoccuparsi perché gli investimenti industriali andavano ammortizzati.

Siamo passati, quindi, da un assessore che parlava di chiusura di inceneritori ad Errani, che parlava di mantenimento e chiusura man mano che si realizzava l’ammortamento (quindi, ben lontano nel tempo), a Bonaccini che sostiene che ne chiudiamo “qualcuno”, mentre scopriamo in questo Piano che, invece, non chiudiamo nulla.

Il problema, purtroppo, è che per scrivere questo Piano rifiuti sono stati traditi − come dicevo − gli obiettivi della legge e si è partiti dal fondo. La graduatoria europea sui rifiuti parte dalla riduzione, non parte dal fondo, dagli impianti di smaltimento, mentre qui voi – il collega Sabattini lo ha ribadito − pensate all’industrializzazione del ciclo. Questa industrializzazione ci porta e ci porterà ancora a legarci mani e piedi a un modello che sarà impossibile dismettere. Noi non facciamo dell’inceneritore un tabù, un totem da abbattere. Lo abbiamo detto anche nella legge sui rifiuti: non si possono spegnere tutti domani. Il problema è che voi non li spegnerete nemmeno domani, ma fra vent’anni, probabilmente. L’inceneritore, legandoci mani e piedi...

 

(interruzione del presidente Bonaccini)

 

Presidente, mi impappino già da solo. Se lei mi parla sotto, faccio fatica. Grazie.

L’inceneritore ha fame di rifiuti e, una volta che diventa struttura, ha bisogno di essere alimentato. Quindi, non riusciamo a implementare fino in fondo il meccanismo di riduzione a monte.

Il divieto tout court di conferire i rifiuti in discarica non è un obiettivo; anzi, rischia di portare il risultato opposto. Basta guardare i sette Paesi europei che si definiscono già a “discariche zero”: hanno registrato un netto incremento dei rifiuti mandati a incenerimento ben maggiore dell’incremento della raccolta differenziata. In Danimarca al crescere dei rifiuti inceneriti c’è un vero e proprio boom della produzione dei rifiuti: +37 per cento. Idem in Germania, Olanda, Austria e Norvegia.

Vietare le discariche e basta – è questo il problema − non significa una maggiore prevenzione e riduzione; anzi, rischiamo di fare il contrario. Se dal 2009 al 2013 il ricorso alle discariche è calato, solo la metà di questo flusso non inviato a discariche è andato a riciclo, o compostaggio o preparazione per il riutilizzo. Il resto è andato a incenerimento. Se ci concentriamo solo su questo, continuiamo a mandare a incenerimento. L’incenerimento − voi lo dimenticate − è una tecnologia che genera a sua volta rifiuti: le ceneri volanti, le scorie, i metalli. Il 30 per cento di quello che viene incenerito è ancora rifiuto. Hanno un’altra denominazione, ma devono finire in discarica.

A questo punto, come non citare i fantasiosi grafici dei flussi. Guarda caso, dopo l’incenerimento, ci sono due frecce − scorie e ceneri − che non finiscono da nessuna parte. Non finiscono in discarica. Finiscono nel foglio bianco. Questa, secondo me, è una mancanza. Oppure finiscono nel Matrix, ma noi non siamo d’accordo.

Basta mettere a confronto due esperienze: Copenaghen e Treviso. Treviso, Contarina: 85 per cento di differenziata, 350 chili di rifiuti pro capite (totali, non indifferenziato). Copenaghen, che si dichiara “zero rifiuti” in discarica, ha 425 chili di rifiuto pro capite e un riciclo bloccato al 33 per cento. Se non ci concentriamo sulle azioni di prevenzione e pensiamo solo a chiudere le discariche e a mantenere quell’infrastruttura industriale non arriviamo da nessuna parte.

Ovviamente − lo ribadisco − domani non si possono spegnere tutti gli inceneritori. Tuttavia, si poteva creare un modello misto in cui il pretrattamento, quindi il conferimento di rifiuto secco in discarica, e le fabbriche dei materiali potevano e dovevano avere un ruolo, mentre si poteva puntare già − e vi erano proposte in tal senso − al 2020 alla chiusura di tre/quattro inceneritori, con un modello misto più flessibile, meno ingordo di rifiuti e, quindi, più incentrato sulla riduzione a monte.

Ci sono diversi approcci per la riduzione dei rifiuti. C’è l’approccio “rifiuti zero” (Zero Waste Europe), che propone un decalogo, che io apprezzo molto ed è applicato in diversi Comuni d’Italia, partendo da Capannori, che fa da traino in Italia. Ci sono anche altri approcci. Penso allo studio di Waste End, che io non apprezzo molto perché ancora fa molto riferimento al recupero energetico. Anche loro, che parlano di incenerimento di CSS, pongono serissimi dubbi sul fatto di legarsi a un modello basato sulla sovraccapacità degli inceneritori. Noi siamo in sovraccapacità di inceneritori e ci leghiamo a questa sovraccapacità. Questo, del resto, è il modello renziano, quello degli inceneritori che rappresentano un asset strategico, e noi ci accodiamo. A voi questi dubbi, invece, non sono venuti. A voi è bastato fare lo studio LCA che, però, ha considerato solo l’impiantistica e non il valore residuo dei rifiuti che vengono inceneriti o recuperati. Lì c’è un impatto che non viene considerato.

È stata simpatica la sessione di discussione sull’LCA. Fra le righe, l’esperto ci ha detto che se ci sarà un po’ di ripresa gli obiettivi che ci siamo posti − fatto così il Piano − ce li scordiamo. A parte questo, oltre all’LCA (questo manca nel Piano), andava pesato anche l’impatto sanitario ambientale delle popolazioni colpite. Ogni tipo di impianto e di impiantistica comporta un rischio. Per fare questa scelta politica, questi elementi servono. Fra l’altro, riguardo all’LCA, qualcuno ha detto: “Si rileva, inoltre, che l’analisi di LCA ha valutato solo una parte del ciclo di gestione del rifiuto. Sarebbe stato interessante verificare gli impatti anche rispetto a diverse modalità di gestione dei rifiuti”. Hanno detto ancora: “Il confronto fra i segnali proposti e la strategia assunta nel piano di recupero misto di materia ed energia risulta leggermente − ma io dico più di ‘leggermente’ – peggiorativa, in termini di impatti ambientali, rispetto al piano adottato”. Questo non lo dico io. Lo dice la VAS.

Altro aspetto filosofico. Voi parlate di industrializzazione. A nostro parere, non dobbiamo puntare all’industrializzazione. Altro aspetto: voi vi mettete sempre – ecco l’industrializzazione − nell’ottica del gestore e pensate sempre ai costi dei rifiuti come “euro per tonnellata” e mai come “euro per abitante”. Anche questo non aiuta la riduzione del rifiuto, perché vi ponete sempre un limite economico sulla raccolta differenziata che non esiste. Ve lo abbiamo proposto in Commissione e ve lo riproponiamo oggi (ve lo hanno proposto in tanti): quel limite del 70 per cento di Tabarelli è dovuto al fatto che voi continuate a ragionare sul costo per tonnellata. Dovete cominciare a ragionare − come stabilisce anche la legge − sul costo per abitante. Anche in questo caso, però, la legge viene disattesa.

Parliamo di Parma. A Parma non lo hanno spento perché non lo possono spegnere loro, ma in tre anni hanno raggiunto gli obiettivi del Piano con quattro anni di anticipo. Tutto questo mette in evidenza che anche gli altri Comuni capoluogo, ai quali siamo andati a regalare il 50 per cento del fondo (che non doveva essere il 50 per cento, ma un terzo), se eliminano i cassonetti stradali e vanno verso il porta a porta a tariffazione puntuale, ci possono arrivare. Se riescono i capoluoghi, ci arrivano anche gli altri ambiti, così come li avete suddivisi.

Bisogna anche fare attenzione a come calcoliamo la raccolta differenziata. Anche in questo caso, facciamo i furbi. Aumentando il vegetale e le altre frazioni e assimilati, aumentiamo la raccolta differenziata, anche se, in realtà, c’è un esempio che vorrei richiamare: a Cavriago, il comune del consigliere Sassi, hanno 1.200 chili a testa. Perché? Perché all’interno c’è un mucchio di verde e un mucchio di assimilato, ma in realtà sono fra quelli che producono più rifiuto non recuperabile.

Fra l’altro, altra stortura, per come è stato deciso di destinare il fondo, alcuni Comuni, come Modena, con il fondo B non pagano niente di più; vengono solo vincolati 300.000 euro da dare al gestore per migliorare la raccolta differenziata. La parte premiale, in questo modo, sparisce.

Dovete spiegare anche in che modo volete ridurre la tariffa a monte. Nel Piano citate continuamente i sistemi equivalenti, cioè volete continuare a usare i cassonetti, magari con sopra una inutile e costosa calotta (vedi esperimento fallito a San Mauro Pascoli), quando gli studi – e non solo; anche in questo caso cito Waste End – sostengono che il pay as you through corrisponde alla riduzione totale dei rifiuti. Quindi, chi inquina paga. La tariffa puntuale funziona solo se è abbinata a un porta a porta spinto. Se fate la tariffa puntuale su un cassonetto, non funziona, non arriveremo agli obiettivi prefissati. Anche in questo caso tentiamo di emendarvela, pur sapendo di non riuscirci.

Lo stesso discorso vale per i costi sulla tariffa puntuale e il porta a porta. Se progettati in maniera adeguata su aree territoriali significative, non ci sono maggiori costi, mentre voi fate capire che i costi sono maggiori. L’unico metodo per ottenere una buona raccolta differenziata è il porta a porta con tariffa puntuale, e devono viaggiare insieme. Invece, guarda caso, nella legge vi era scritto: “Obiettivo riciclaggio di materia al 70 per cento di tutti i rifiuti urbani”. Invece, nel Piano, magicamente, ci accorgiamo che il 70 per cento è riferito solo a sette frazioni, e qui si svela l’arcano che avevamo contestato in sede di approvazione della legge, quando dicevamo che il 70 per cento era troppo vicino al 73 per cento di raccolta differenziata. Adesso il mistero è risolto. Era solo un giochino semantico. Bastava scrivere nel Piano che il 70 per cento è riferito solo a sette frazioni, non a tutti i rifiuti.

In sostanza, noi gli emendamenti li abbiamo proposti, ma il Piano è inemendabile, perché dietro c’è una filosofia per noi troppo distante. Bisogna modificare ed emendare la filosofia di base. Si tratta di una visione miope che pensa agli impianti come priorità e non alla riduzione all’inizio. Sareste voi da emendare, ma anche noi, ovviamente; spetterà ai cittadini farlo la prossima volta, i quali prenderanno coscienza della storia da ora in avanti.

Noi, comunque, oggi le nostre proposte le portiamo. Riportiamo un ordine del giorno sul decommissioning degli inceneritori. L’Assemblea precedente alla nostra aveva avuto il coraggio, almeno, di presentare una risoluzione volta al raggiungimento del decommissioning. Il Piano prevede una riduzione, ma se noi ci leghiamo solo a quelli, quella riduzione non riusciamo ad ottenerla. Presentiamo anche un ordine del giorno per il monitoraggio sanitario. All’interno del Piano manca il monitoraggio sanitario. Il monitoraggio sanitario serve per compiere scelte politiche. Gli impianti hanno impatti sanitari: li ha la discarica, li ha l’inceneritore e li ha il TMB. Vanno messi uno di fianco all’altro e vanno valutati. Qui, invece, noi abbiamo valutato solo le emissioni di CO2. Non basta.

Presentiamo un ordine del giorno sul sostegno alla separazione fra chi raccoglie e chi smaltisce. Quello che succede a Ravenna e quello che succede in tutta l’Emilia-Romagna sulla non effettività degli obiettivi che ci siamo dati è dovuto al fatto che non spingiamo verso la separazione fra interessi contrapposti. Chi raccoglie non può pensare a smaltire il meno possibile. È un conflitto di termini. I territori che vogliono arrivare alla gestione in house della raccolta devono poterci arrivare, e noi chiediamo che vengano sostenuti. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Bertani.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente. Siamo arrivati, finalmente, alla “vera” approvazione del Piano. Finora, approvazioni non ce ne sono state. Mi riferisco a qualche termine improprio utilizzato dal relatore di maggioranza durante il suo discorso. Non ci sono state approvazioni, ma solo adozioni. Io mi stavo chiedendo come mai un atto amministrativo sia stato trattato prima di una proposta di legge. In seguito, scopriremo che, magari, ci si aspettava qualcosa di più dal punto di vista degli emendamenti. Noi, invece, non siamo intenzionati a produrre emendamenti “di bandiera”, ma siamo entrati nel merito. I pochi emendamenti che abbiamo presentato entrano nel merito, come abbiamo sempre fatto e continueremo a fare in futuro.

Nonostante non ci piacesse la versione adottata del Piano, la nostra collaborazione non è mancata nel momento in cui vi è stata la possibilità di produrre cambiamenti migliorativi e nel momento in cui ci siamo resi conto, ovviamente, che questo Piano non era un testo unico, ma era già un secondo piano, un piano di gestione dell’incenerimento più che della gestione dei rifiuti. Nonostante questo, abbiamo continuato a discutere e a fare confronti in Commissione. Non ci siamo mai sottratti, fino al momento in cui abbiamo capito che questo piano era − come ha poc’anzi precisato il mio collega Bertani − inemendabile, perché non vi era intenzione di avere la nostra collaborazione, ma piuttosto la nostra complicità nell’approvazione, cosa che non ci sarà. Ovviamente, noi questo piano non lo voteremo, lo dico chiaramente. Si tratta di un piano “invotabile” dal punto di vista della politica del Movimento 5 Stelle. Non per questo, non tenteremo − come abbiamo fatto − di proporre modifiche migliorative, secondo noi, e di buonsenso, entrando nel merito.

Come è stato detto all’inizio (non solo da noi; anzi, all’inizio noi non lo abbiamo detto, ma ci siamo arrivati dopo aver verificato i testi), questo Piano è da ripubblicare per dare modo a chi era interessato alle modifiche avvenute, non derivanti dalle osservazioni, ma derivanti da intenzioni politiche della Giunta, di poter esprimere la propria opinione e, in questo modo, di poter partecipare alla discussione, cosa che non è avvenuta, come è stato già precisato in alcuni interventi precedenti.

Ci siamo resi conto che questo testo era assolutamente difforme dall’originale quando abbiamo tentato − come ha accennato poco fa il collega Foti − di incrociare i testi originali con la proposta della Giunta, con le osservazioni. Questo incrocio, sicuramente impegnativo, ha evidenziato che questo testo era assolutamente nuovo, un testo che doveva essere sottoposto a chi aveva interesse ad intervenire e che nella versione precedente, magari, non era stato chiamato in causa.

Quindi, vi è stato un tradimento − come ha detto anche il mio collega – rispetto a un iter che voi stessi avete scelto. Avete scelto un iter che, poi, avete disatteso perché, magari, vi erano passaggi che facevano comodo, come quello accennato dal mio collega Bertani, che salta all’occhio. Mi riferisco al fatto che tra uno Stato estero e la Regione Emilia-Romagna non ci fosse alcun accordo per incenerire rifiuti in quel di Rimini, ma solo per seppellirli. Dopo l’approvazione di questa delibera, quei rifiuti dallo Stato estero della Repubblica di San Marino sono finiti nell’inceneritore senza alcun accordo reale, a meno che non si sia fatto nel frattempo per sistemare le cose. Di fatto, siccome una parte del piano è entrata in vigore trenta giorni dopo l’approvazione della delibera di Giunta, sostanzialmente da febbraio, più o meno, i rifiuti da San Marino stavano andando già nell’inceneritore e non in discarica, nonostante non ci fosse alcun accordo. Stiamo parlando di uno Stato estero. Capisco che parlano romagnolo, ma sempre di Stato estero si tratta.

Sorvolo sulle promesse disattese della suddetta Repubblica sulla volontà di fare una migliore raccolta differenziata, perché non l’hanno mai fatta...

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Un po’ di silenzio in Aula.

 

SASSI: Per quanto riguarda il tentativo di migliorare questo piano producendo emendamenti, come avete notato, non ne abbiamo presentati mille, ma una ventina, solo quelli che abbiamo ritenuto opportuni e che entrano nel merito delle questioni che ci interessano. Sarebbero stati molti di più, ma ci siamo resi conto che sarebbe stata un’operazione quasi inutile perché erano già passati in Commissione.

Vi sono momenti in cui il testo del Piano rifiuti è assolutamente complicato, pesante e difficile. Per presentare gli emendamenti bisogna fare attenzione. Ricordo l’intervento del relatore di maggioranza in Commissione. Bisogna fare attenzione, perché non sappiamo che tipo di risultati potrebbero comportare le modifiche su un piano così complesso. Mi piace notare che, nel frattempo, si è presa dimestichezza con il piano, tant’è che, il giorno dopo la votazione degli emendamenti in Commissione, era già pronto il CD contenente il Piano emendato. Nella notte è stata apportata una modifica a un piano così complesso, con tutti gli emendamenti presentati, ovviamente esclusi i nostri.

Si tratta di un piano che, come ha precisato il mio collega, punta all’impiantistica. Il mio collega è stato buono. Il Piano punta all’incenerimento in modo pesante, punta a non spostare lo status quo, a non disturbare il manovratore. Le Multiutility devono, comunque, garantirsi una loro capacità di lavoro; si cerca di fare il loro interesse, ossia quello di fare business, e di dare dividendi ai soci, soci che sono anche pubblici. E qui torniamo al conflitto di interesse, in quest’Aula esplicitato già altre volte. Esiste un conflitto d’interesse che nessuno vuole toccare o discutere sul fatto che non è possibile mettere in discussione un metodo di questo tipo se siamo legati mani e piedi, amministratori compresi, sennò perdono un flusso di cassa che serve per tenere in piedi i servizi locali, visto il Patto di stabilità. È un gatto che si morde la coda. Io non capisco come riusciremo mai, un domani, a essere virtuosi se resteremo strettamente legati a quell’impiantistica, a quella modalità.

Io so che posso cambiare il gestore dell’elettricità, il gestore della telefonia, quello del gas, ma mi è impossibile cambiare il gestore dei rifiuti perché esiste un monopolio. Quindi, dobbiamo rimanere lì legati mani e piedi a Multiutility private che, nella maggior parte dei casi, hanno una struttura, un’impiantistica di loro proprietà (non di proprietà pubblica). Se un domani volessimo dare la possibilità a un nuovo gestore di farsi carico di questi servizi, non ci sarebbe alcuna possibilità di farlo, perché avremmo già strutturato tutto in modo da far andare avanti altri vent’anni questi gestori. Con Parma, probabilmente, anche per più tempo (è nuovo, è ancora lustro, c’è ancora la cera sopra), che − ricordo − è di competenza provinciale. Ricordo che, per le opere compensative che dovevano essere realizzate, la deroga a IREN è stata rilasciata dalla Provincia (che non è il Movimento 5 Stelle). Oltre ad andare in tribunale, non si può fare più di tanto. Non possiamo incatenarci davanti ai cancelli. Si opera tutte le volte che si può e si va sulla stampa tutte le volte che lo si vuole contrastare, come è stato fatto, visto che Parma ha “affamato” l’inceneritore. Parma “città”, non certo Parma “Provincia”. Noi in Provincia non ci siamo e nemmeno negli altri Comuni.

Le nostre intenzioni sono chiare. Abbiamo presentato un ordine del giorno, come diceva il collega Bertani, nuovamente in questa occasione. La prima volta fu presentato per l’approvazione della legge n. 16. Mi riferisco all’ordine del giorno per il decommissioning degli inceneritori.

Noi non abbiamo mai affermato che avremmo spento gli inceneritori il giorno dopo. Bisogna legare lo spegnimento alla vetustà, al raggiungimento degli obiettivi della legge n. 16, obiettivi sfidanti. Si è parlato più volte dell’economia circolare. L’economia circolare, però, è boicottata dal piano stesso. Là non ci arrivi con otto inceneritori in regione. Dopo l’approvazione della legge n. 16, anche il presidente Bonaccini sembrava concorde sul fatto che andassero spenti gli inceneritori: “Li spegneremo tutti; chiuderemo gli inceneritori; potremo spegnere gli inceneritori; spegneremo qualche inceneritore”, per poi arrivare al piano e non spegnerne nemmeno uno. Forse Ravenna (sottolineo “forse”; lo vedremo); Piacenza dirotta su Parma, ma forse no...

 

(interruzione del consigliere Foti)

 

È tutto in divenire. Va benissimo. La discussione è in atto. Va bene.

Visto che si parla di infrastrutture e di possibilità di lavoro, ricordo che un vecchio studio − ormai scritto su pergamena, visto il tempo trascorso da quando è stato svolto − parla di occupazione, smaltimento, recupero, quindi riciclaggio, con un rapporto di uno a venticinque, mediamente. C’è chi dice anche di più. Uno a venticinque vuol dire venticinque posti di lavoro in più nel campo del riciclaggio per ogni posto nello smaltimento. Questo aspetto va tenuto in considerazione.

Io non entro nel discorso della procedura adottata per l’approvazione del Piano. Come ho detto all’inizio, una procedura, un metodo va identificato. Se sia giusto o sbagliato, spetta a qualcun altro stabilirlo. Di sicuro, se si adotta una procedura, va portata avanti in modo coerente. A nostro parere, questo non è stato fatto, proprio perché, secondo noi, andava ripubblicato.

Io ho sentito dire in alcuni interventi che il nostro Piano non danneggia i territori, una cosa che non si può affermare e nei confronti della quale mancano evidenze. Non si può affermare una cosa simile dal momento che non abbiamo un’anagrafe dei siti inquinati, quindi non sappiamo quanto siamo inquinati. Non abbiamo un piano delle bonifiche, come ha precisato la mia collega Piccinini. Come facciamo a dire che va tutto bene? Perché non abbiamo i rifiuti per strada? Quelli basta incenerirli. Quanto siamo inquinati, però, non lo sappiamo.

L’inceneritore non è una tecnologia innovativa. Lo facevano i contadini, un tempo, bruciando le foglie secche. Lo si fa ancora, in qualche caso. È la stessa tecnologia, solo che lo hanno messo dentro una stanza con un camino. Abbiamo migliorato i camini? Non so fino a che punto. Di sicuro, a questo punto, noi non possiamo fare molto per migliorare il Piano e per fare in modo che ci sia un cambio di tendenza, un cambio di rotta. L’unica cosa che possiamo fare è dire “no” agli inceneritori con una semplice protesta civile. Niente di che.

 

(I consiglieri del gruppo Movimento 5 Stelle mostrano cartelloni di protesta sugli inceneritori)

 

PRESIDENTE (Saliera): Mi dispiace, dovete uscire. Uscite. O la ripiegate o uscite immediatamente.

La seduta è sospesa fino a quando non ci saranno le condizioni per riprendere.

Prego gli uscieri di accompagnare i consiglieri fuori. Anche i consiglieri questori.

 

(La seduta, sospesa alle ore 12,19, è ripresa alle ore 12,25)

 

PRESIDENTE (Saliera): Riprendiamo i lavori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Grazie, presidente. Mi permetto solo di richiamare la sua attenzione su un fatto: lei non ha espulso nessuno dall’Aula. È giusto che l’Aula lo sappia. Quindi, se qualcuno è assente, lo è per sua scelta.

 

PRESIDENTE (Saliera): La ringrazio per la precisazione.

Ha chiesto di parlare il consigliere Iotti. Ne ha facoltà.

 

IOTTI: Grazie, presidente. Personalmente non sono per nulla sorpreso, né stordito da nulla di quanto è accaduto in quest’aula. Sono gli stessi atteggiamenti che in un territorio come Parma abbiamo visto molti anni fa. Quindi, in assenza di contenuti e di motivazioni, credo che siano questi gli esiti della discussione.

Voglio solo richiamare gli effettivi contenuti di questo Piano, perché credo che al di là delle motivazioni e di com’è scritto, ai cittadini interessi capire effettivamente oggi di cosa stiamo discutendo. Noi stiamo discutendo di un piano che poche Regioni hanno assunto in queste dimensioni e che ci porta dieci anni prima, a superare abbondantemente quelli che sono gli obiettivi dell’Unione europea che in materia di rifiuti, in alcuni contesti nazionali, sono assolutamente all’avanguardia a livello mondiale.

Il Piano – ed è uno dei temi che sono stati posti – ricalca esattamente i contenuti della legge, tant’è che poi, evidentemente, non ci può essere piano che può contrastare quelli che sono i contenuti normativi di una legge regionale. Gli obiettivi pongono un 25 per cento di riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata al 73 per cento, un riciclo al 70 e il conferimento in discarica al 5 per cento. Credo che questi siano gli unici veri elementi su cui si vuole aprire la discussione. Poi se si vuole cercare la virgola, se si vuole motivare nel merito, si può sempre fare, ma noi oggi siamo chiamati a una sfida. È il Piano a portarci in questa direzione. Siamo in grado di pensare ad un piano che, da qui al 2020, si pone questi obiettivi.

Credo si possa essere favorevoli o contrari, ma questo è il tema. Oggi in Emilia-Romagna siamo al 58 per cento di raccolta differenziata. Nel 2015 avremo dei dati, li vedremo, ma questi sono quelli oggettivi. Abbiamo alcune Province, tra cui quella di Parma, che voglio citare perché provengo da lì, che sono al 69 per cento.

Noi non siamo in una situazione in Emilia-Romagna, qual è quella descritta, dove la materia rifiuti è fuori gestione. Tutt’altro. Ci sono delle situazioni che, invece, ci pongono tutti gli elementi per andare al completamento di questo piano. Questi risultati in Emilia-Romagna, e lo dico a chi in questo momento è assente – non espulso, ma volutamente assente – sono possibili oggi perché dieci anni fa in questa Regione molti Comuni hanno iniziato quello che allora sembrava impossibile da fare, cioè una raccolta porta a porta della parte organica e la separazione delle varie frazione di rifiuto. Questo quando il Movimento 5 Stelle nemmeno esisteva. Questo è l’obiettivo che deve concretizzarsi con il Piano.

Dal 2010 siamo in riduzione di produzione rifiuti, certamente per effetto della crisi, ma è altrettanto vero che, come produzione di rifiuti, e parliamo di riduzione della materia indifferenziata, pesa fortemente anche l’azione degli Enti locali che in questa direzione stanno andando. Qualcuno ha detto che sui territori Sindaci e cittadini sono scontenti della raccolta differenziata spinta.

Io vengo da un Comune…

 

(interruzione del consigliere Bargi)

 

Sto parlando del mio.

 

(interruzione del consigliere Bargi)

 

Vengo al tema. Consigliere Bargi, sui gestori, fai due conti e vai a valutare quanto ormai incide, sull’intero sistema dei costi, la parte di raccolta rispetto allo smaltimento. Poi ti dai la risposta da solo.

Dall’altra parte, invece, e lo dico e lo ripeto, vengo da un Comune che raggiunge l’84 per cento di raccolta differenziata, non solo i cittadini ci credono, ma effettivamente il servizio e l’obiettivo civile di raggiungimento di una comunità è assolutamente condiviso. Quello che meno viene condiviso è il sistema dei costi, e ci arriverò successivamente anche in termini tariffari.

Il Piano ha un altro obiettivo ed è questa la trasformazione della misurazione. Noi partiremo da quelli che un tempo erano gli obiettivi di raccolta differenziata, dove c’è anche qualche Amministrazione locale (vedi Parma) che fa una battaglia politica, ovvero quella di raggiungere obiettivi di raccolta differenziata facendo pagare i cittadini. Noi ci trasferiremo in un obiettivo, invece, di raccolta pro capite sull’indifferenziato: 150 kg – dovremmo arrivare a 100-135 kg per abitante – sono l’obiettivo che ci poniamo. Si sposta completamente l’obiettivo non solo, come qualcuno dice, di incenerire, ma di ridurre effettivamente la produzione del rifiuto.

Il Piano parte da una configurazione molto precisa. Se raggiungiamo questi obiettivi, rimangono delle materie da trattare e da sistemare in tutto il sistema (la filiera dell’economia circolare) per il quale servono impianti.

Cito il caso di Parma. Cari colleghi del Movimento 5 Stelle, l’Amministrazione di Parma non è che non ha spento il forno, lo ha aperto e autorizzato, quando in campagna elettorale era stato promesso che questo non sarebbe mai stato fatto. A chi diceva che quell’impianto ormai aveva un iter definito veniva negato tutto in maniera clamorosa. L’attuale sindaco diceva ai cittadini, che oggi stanno comprendendo questa falsità, che l’impianto inceneritore in fase di costruzione doveva essere smontato e venduto in Cina e i rifiuti trasportati, via treno, in Olanda. Questa è l’ideologia che sta dietro i rifiuti. Questa è la base di partenza. Quindi, lezioni non ne prendiamo da nessuno.

Tra l’altro, il sindaco di Parma non poteva nemmeno fare questo, perché non è suo l’impianto, ma è naturalmente del soggetto che l’ha costruito, almeno fino a quando non viene restituito nel pagamento della tariffa. Non siamo in questa condizione. Anzi, oggi – è una delle innovazioni del Piano – siamo nella condizione di passare da un sistema dove avevamo nove ATO e dove ogni Provincia doveva fare per sé ad un sistema regionale. Oggi nel Piano cerchiamo di articolare questa situazione per ambiti di conferimento. Credo che questa sia una soluzione ottimale, almeno in questa fase transitoria, per cercare di gestire effettivamente, sul territorio, la necessità di aree più vaste.

Noi non siamo – l’ho detto in altre circostanze, anche nei Consigli comunali – i tifosi degli impianti di incenerimento o di trattamento. Non è una situazione per la quale si fa il tifo per un qualcosa o si fanno i fans dell’opposto. Siamo per il governo reale di una problematica, che è quella dei rifiuti. Credo sia un obiettivo e sia un grande risultato che in questa regione non ci siano i rifiuti per strada. Questo non è un fatto scontato, ma è dovuto alla buona amministrazione locale. Tutto questo credo che debba dirci solo una cosa, in realtà. Noi andiamo ad un piano realistico molto ambizioso, nel senso che non sarà facile raggiungere questi risultati.

Tanto per essere concreti, il Piano pone degli obiettivi per aree omogenee. Le aree di pianura stanno andando velocemente verso il risultato. Tanti Comuni superano l’80 per cento. Noi abbiamo, però, una situazione che sui capoluoghi sarà la vera sfida per raggiungere questi risultati. Lì dobbiamo lavorare. Il piano, ma la legge ancora prima, prevede il Fondo di incentivazione. Molti Comuni si stanno rendendo conto della efficacia anche nella risposta dei cittadini per i Comuni virtuosi, che deve dare anche le risorse per andare nella stessa direzione di smaltimento.

Ho tenuto alla fine la questione delle tariffe e dei costi. Io non credo che sia una partita irrilevante. I cittadini credono nel buon risultato, ma credono anche a una politica tariffaria che li metta nelle condizioni di capire che chi fa un sacrificio, anche in termini di tariffa, deve essere premiato in qualche modo.

Sono convinto che questo sia un piano che nell’evoluzione decennale dovrà arrivare a una tariffa omogenea su tutto il territorio regionale. Noi dobbiamo arrivare a questo perché i cittadini che sono all’84 per cento in questi anni hanno pagato di più, gli altri cittadini hanno pagato meno, ma nell’equilibrio di un sistema regionale dobbiamo dare credibilità a questo sistema. Non c’è altro da fare. Questo passa attraverso un piano regionale che sia spalmato omogeneamente, dove pian piano anche i costi di smaltimento si avvicinano uguali per tutti i territori e attraverso il fatto che gli obiettivi, che anche tramite la raccolta puntuale devono portare al 73 per cento di raccolta differenziata, devono poi vedere una traduzione reale sui territori.

La tariffa puntuale è un obiettivo importante. Auspico che la Giunta possa lavorare in questa direzione. Dobbiamo creare le condizioni, per ogni Comune, per rendere fattibile questo passaggio, per far sì che non diventi un ulteriore costo. Su questo dobbiamo investire, dobbiamo fare anche un lavoro politico. Questo è l’obiettivo che ci può permettere di arrivare a destinazione.

Dopodiché, se nel 2020 o comunque nei prossimi anni raggiungeremo questi risultati, sfido chiunque a dimostrare come nella Regione Emilia-Romagna, in materia di rifiuti, ci sia qualcosa da imparare da altre Regioni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Iotti.

Ha chiesto di parlare il consigliere Foti. Ne ha facoltà.

 

FOTI: Signor presidente, penso che l’atto deliberativo che oggi voi approverete è comunque un atto deliberativo che merita una discussione nel merito, con l’attenzione che è stata prestata anche in Commissione almeno da parte di molti dei commissari dell’opposizione.

Se noi negassimo che c’è stato un confronto, che c’è stato il relatore di maggioranza come quello di minoranza, ma in questo caso devo dire che il relatore Sabattini con noi ha individuato un percorso di esame di questo piano, noi negheremmo la verità dei fatti.

Personalmente ritengo che se dobbiamo fare la campagna elettorale in questa sede basta che ci mettiamo d’accordo. Io penso che le campagne elettorali si facciano al di fuori delle sedi istituzionali. Certo, dovremmo non avere la presidente del Co.Re.Com. che pretende anche di mettere le mutande all’Assemblea, perché questo mi sembra eccessivo sotto tutti i profili. Fare un comunicato o un resoconto di quest’Assemblea senza indicare il nome e il cognome degli intervenuti mi sembra qualcosa che neppure la Russia sovietica aveva mai pensato di adottare come sistema di normalizzazione.

Ciò detto, vado subito al punto e vengo al perché della nostra opposizione. Innanzitutto questo è stato un piano travagliato, e me ne darete atto. È stato un piano sul quale ci ha lasciato le penne un assessore. Il presidente della Regione di allora avocò a sé la delega sui rifiuti. Quando si è arrivati all’adozione di quel Piano rifiuti si è arrivati nella convinzione che la legislatura andasse al termine naturale, perché era febbraio del 2013.

In realtà, le cose poi sono profondamente cambiate perché voi sapete perfettamente che c’è stata di mezzo la vicenda della condanna del presidente Errani. Vorrei rilevare, però, molto apertamente, che non può essere preso questo come alibi per i ritardi di percorso che ci sono stati rispetto alla delibera oggi in esame.

Sotto questo profilo, voglio essere chiaro. Il collega Iotti, nella sua dichiarazione di voto contraria alla pregiudiziale, ha citato le sentenze del Consiglio di Stato, peraltro a tutti note. Il problema è un altro. Non si può non ritenere che questo piano sia stato fortemente modificato rispetto al piano che è stato adottato a febbraio del 2014.

Vi dirò pure un’altra cosa, e la dico ringraziando gli uffici per la pazienza che hanno avuto anche nel subire le reprimende che hanno subito, soprattutto da parte mia. Faccio presente che in cinquantaquattro volte si parla di piano approvato nelle controdeduzioni quando, invece, si doveva parlare di piano adottato. Si parla di piano approvato perché ormai in questo percorso amministrativo di piano nessuno ci ha più capito nulla.

Voglio essere molto chiaro. Le osservazioni, collega Iotti, non sono sicuramente né una Bibbia, né altro, però è vero che se si chiede la partecipazione delle persone bisogna chiederla in modo tale che le stesse persone partecipino se e in quanto hanno un interesse legittimo da rappresentare. Se si cambiano le discariche in corso d’opera, è difficile che la popolazione di un territorio possa far pervenire una sua osservazione.

Non voglio tirarla molto lunga perché i disegni li ho già fatti vedere tutti, ma basta verificare, senza fare manifesti, il piano adottato il 3 febbraio 2014 e quello in esame per verificare com’è cambiato. Parlo per tabulas, non parlo per slogan.

Siamo al rabberciamento di una situazione che ha visto intervenire una legge, quella di ottobre, quando in realtà, secondo legge, il percorso di questo piano doveva essere concluso ben prima dell’approvazione di quella stessa legge. Visto che è stato citato in più occasioni e sono state citate in più occasioni le norme di legge da cui promana, l’articolo 25, comma 5, della legge n. 20 del 2000, che è quella che si applica nel caso di approvazioni del piano in ispecie, recita testualmente: “L’Assemblea legislativa, entro i successivi novanta giorni, decide sulle osservazioni ed approva il piano”. Questo è un piano – non perché lo dico io, ma perché lo dice la stessa legge – che il 18 agosto 2014 doveva essere approvato. Poi non discutiamo sulla perentorietà o meno dei termini, perché, se giochiamo su questo, allora non ce la caviamo più.

Siamo in una sede istituzionale, ma anche in una sede politica. È stata fatta una scelta politica ben chiara, cioè quella di far precedere la legge di riforma dall’approvazione del piano. Questa scelta ha finito per buttare a mare il 70 per cento delle osservazioni presentate dai cittadini. Si dice che non è stato modificato nella sostanza. Andate a vedere, però, cos’era previsto in termini di raccolta differenziata nel piano, quanto è stato inserito nella legge e quanto il piano ha dovuto riadattarsi alla legge, e vi renderete conto che i passaggi sono stati fatti tutti nel senso di modificare sostanzialmente quel piano. Si dice, poi, che cosa si può fare. Eviterò di ingolfare qualsiasi Procura della Repubblica con un esposto inutile. Mi limito a dire, però, che sul piano politico – perché questa è la valutazione politica che si deve fare – la maggioranza si assume la responsabilità del percorso che ha scelto e penso, legittimamente, che l’opposizione abbia il diritto-dovere di criticare il percorso, in questa sede e all’esterno, con la civiltà della contrapposizione delle idee, che è propria di un sistema politico democratico.

Mi permetto di dire che non so se alla fine del percorso di questo piano, soprattutto con l’introduzione della tariffa puntuale, che mi pare, consigliere Iotti, sia come la bella Cecilia, che tutti la vogliono e nessuno la piglia, perché qui se andiamo a vedere quando entra in vigore la tariffa puntuale ci rendiamo conto che stiamo parlando di un’ipotesi futura. Una certezza c’è, e dobbiamo essere chiari su questo: i cittadini pagheranno il costo di questo piano, come lo pagheranno le imprese.

Io non faccio le battaglie per chiudere gli inceneritori, ne' si devono chiudere gli impianti di termovalorizzazione. Tra l’altro, noi stiamo usando un linguaggio antico nei confronti di impianti in funzione, molti dei quali hanno delle strutture perfettamente moderne. Se un impianto non è obsoleto e c’è necessità che quell’impianto continui a funzionare, non riesco a capire perché si debba pensare a un sistema che faccia viaggiare su camion i rifiuti per portarli ad un altro impianto, solo per dire che ne abbiamo chiuso uno in più. Ogni allusione all’impianto di termovalorizzazione del Comune di Piacenza è puramente voluto. Ho fatto quest’allusione sapendo benissimo che, essendoci il prossimo anno le elezioni comunali a Piacenza, sarebbe stato facilissimo dire che ci batteremo per la chiusura dell’impianto.

Vorrei ricordare che quell’impianto venne progettato e ideato da una Giunta di centrosinistra e appaltato e inaugurato da una Giunta di centrodestra. Scusatemi, ma le risposte a certi temi vanno date al di là delle parti politiche. Abbiamo avuto una città che per dieci anni ha portato i rifiuti in tutta Italia, con dei costi altissimi e con la probabilità elevata che quei camion di rifiuti non siano finiti a regolare destinazione.

Sono perfettamente d’accordo sulla necessità di incrementare la raccolta differenziata. Attenzione, però, perché oggi abbiamo dei grossi problemi. Mentre i Comuni capoluogo e i Comuni che hanno una massa critica di abitanti abbastanza elevata possono permettersi ogni tipo di raccolta differenziata, non dimenticate che nel nostro Appennino e nella nostra montagna, se andiamo a spaccare il capello in quattro, rischiamo che una parte di rifiuti sia bruciata prima di essere smaltita. Sappiamo tutti quello che succede. Sappiamo tutti che non possiamo pensare di prendere delle aziende che si sono insediate in montagna - e che, quindi, rappresentano un presidio di presenza per quelle comunità - e applicare delle regole che alle aziende che sono insediate nei Comuni capoluogo vicini all’autostrada fanno sicuramente difetto, ma non più di tanto e che nell’altro caso, invece, rischiano di portare alla chiusura delle imprese medesime.

Assessore Gazzolo, le voglio dare atto di aver pervicacemente sostenuto questo piano, nonostante le critiche dell’audizione. In audizione, infatti, questo piano è stato fortemente criticato sia dalla parte “industriale” sia dalla parte ambientalista. Non arrivo alla sua conclusione, perché dovrei dirle, se non è apologia: “Molti nemici, molto onore”. Non voglio riservarle questo epitaffio. Mi limito soltanto a dire che ciò che deve rilevare di questo piano – faccio una critica politica – è il fatto che indubbiamente non abbia soddisfatto al primo impatto. Penso che ci voglia molta attenzione sotto il profilo politico e istituzionale a monitorare, con molta attenzione, questo piano, perché se si verificheranno delle distorsioni o degli elementi che suggeriscono interventi alternativi a quelli proposti, non bisogna avere paura di adottarli. Qui nessuno nasce capoclasse, parliamoci chiaro, nessuno ha la verità in tasca e non ce l’hanno neppure i tanti che parlano di ambiente e che confinano con il nostro Paese. Quante volte ci siamo sentiti dire che basta andare in Germania per imparare? La raccolta del vetro in Germania è completamente diversa da quella italiana. Pensate che in Germania distinguono anche il colore della bottiglia del vetro. Non mi pare, però, che alla fine siano molto più avanti di noi, perché la madre della furbizia è la sorella minore dell’intelligenza. Tutti fanno vedere quanto sono bravi e quanto sono capaci, ma quando si va a grattare il fondo ci si rende conto di quante furbizie ci siano nelle capacità altrui.

Non mi stupisco se facciamo una raccolta differenziata non troppo sofisticata. Anzi, io consiglio che sia la più semplice possibile, perché per partire occorre che la gente non abbia “la barriera architettonica” di riportarsi il “rudo” in casa. Sapete benissimo che la gestione dell’umido, a fronte di un’abitudine tradizionale, ormai di anni, di buttare tutto nel cassonetto, porta psicologicamente indietro le persone. Ci vuole molta attenzione e anche molta promozione. I cosiddetti sacchetti per la raccolta dell’umido, laddove sono offerti dalle aziende della raccolta differenziata hanno sicuramente un impatto diverso dal dover il cittadino sistematicamente andarsi a comprare quei sacchetti. È molto meglio fatturarli a loro carico, caricarli sulla bolletta. Diversamente, quando si rimane senza, si è portati a usare la busta che si ha in casa o si utilizza, alla meno peggio, qualcosa per portare giù il rifiuto, che poi magari si spacca e si rovescia tutto sulle scale. Oramai nessuno è più disposto a toccare un rifiuto se non ha i guanti. State tranquilli che nessuno piega la schiera diversamente. Tutti i condomini ormai hanno la donna delle pulizie e quindi, magari, il rifiuto si lascia in terra fino a quando non arriva lei. Poi, se qualcuno scivola e si spacca una gamba, non gliene frega niente a nessuno. Andiamo avanti così. Sto facendo esempi di vita vissuta.

Personalmente ritengo, invece, che si debba avere molta attenzione anche a quest’aspetto che definirei, malamente, didattico. Non dimenticate che la stessa raccolta deve essere effettuata anche nei quartieri dove risiede una popolazione straniera che, spesso e volentieri, è prevalente sulla popolazione italiana. Dato che ho il difetto di andare a vedere tutto, non vi citerò quanto disse l’assessore del Comune di Bologna in sede di audizione quando, forse, volendo metterla un po’ in caciara, disse semplicemente che dopo avere tradotto le istruzioni in quattro o cinque lingue non sa più cosa fare. Penso che ci voglia molta pazienza anche in questo senso per cercare di far capire che quella è una scelta da cui non si torna indietro. Se diventa un modello di vita, la gente alla fine si abitua. Se le Amministrazioni fanno gli stop and go, state tranquilli che non c’è piano che tenga. Possiamo scrivere tutto quello che vogliamo, ma non otterremo alcun obiettivo.

Rilevo solo un’ultima cosa sull’impatto economico di questo piano. È una di quelle cose che non sono state chiarite né nei confronti dei cittadini, né nei confronti delle imprese. È anche uno di quegli elementi che già mancava nella relazione tecnica alla legge regionale approvata lo scorso anno. Anche sotto questo profilo bisogna essere chiari, non si può far credere che qualsiasi pasto sia gratis, perché non è così. Questo piano non è gratis. Questo è un piano che comporterà un aumento dei costi, cui probabilmente farà da contraltare un miglioramento della situazione ambientale, laddove verrà applicato. Non pensiamo di dover dire alla gente di stare tranquilla perché non ci sarà alcun aumento di costo. Se andate a prendere le osservazioni che hanno fatto tutti i gestori del servizio, vi accorgerete che hanno sistematicamente sostenuto che con questa iniziativa, piuttosto che con quest’altra, vi sarà un aumento dei costi.

Sotto questo profilo mi permetto di chiedere che vi sia anche un monitoraggio rispetto alle tariffe di oggi e alle tariffe che nei prossimi anni si andranno a sviluppare e ad applicare. Dico questo non perché la tariffa deve essere un totem, che rimane immodificato nel tempo, ma perché è giusto che si verifichi anche se dietro l’aumento della tariffa vi sia stato poi quel miglioramento delle condizioni ambientali così come prospettate o meno, cioè se vi sia un rapporto causa-effetto.

Al di fuori di questo, è evidente che le correzioni vanno inserite tutte e fino in fondo. Mi sono permesso di dire che questo è un piano che, a mio avviso, andava ripubblicato, perché il piano adottato dalla Giunta regionale il 3 febbraio 2014 è, e lo ripeto, profondamente diverso da quello sottoposto oggi all’approvazione della Assemblea, sia per quanto riguarda le soluzioni impiantistiche prospettate, che per quanto riguarda le metodologie di calcolo contenute.

Vi sono, quindi, a mio avviso, quelle variazioni sostanziali all’interno dei contenuti obbligatori del piano così come dettati dal decreto legislativo n. 152/2006, segnatamente all’articolo 199, commi 2 e 3. È per questo motivo che, collega Iotti, le sentenze citate trovano un limite oggettivo e ad excludendum in termini applicativi, perché il dispositivo di quelle sentenze è molto chiaro sul punto: non devono essere prodotti degli elementi tali da snaturare il piano.

Consiglierei di verificare bene quelle sentenze, che sono riferite soprattutto all’ambito e nell’ambito di osservazioni accolte laddove si stabilisce che l’approvazione di quelle osservazioni accolte snaturano o meno il piano. Sono osservazioni prodotte da terzi. Qui non vi è stata neanche un’osservazione prodotta dalla Giunta. Vi è stato un testo diverso presentato dalla Giunta, che è cosa profondamente diversa da quanto la giurisprudenza sul punto insegna.

Non mi sono mai attaccato ad un’osservazione per dire che questa è un’osservazione che deve essere approvata, a prescindere dal fatto che se noi andiamo a leggere il contenuto delle disposizioni della normativa regionale, che questa Assemblea si è data nel 2000, vi è scritto chiaramente che l’Assemblea legislativa decide sulle osservazioni. Quando si assume una decisione, è evidente che, anche per sommi capi, devono essere fornite delle giustificazioni a riguardo.

Diversamente, la natura dell’atto rimane carente sotto il profilo della legittimità dello stesso.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

PRESIDENTE (Soncini): Sono le ore 13. Sono iscritti a parlare i consiglieri Rontini, Zoffoli, Taruffi e Rainieri in dibattito generale. Propongo di riaggiornarci alla seduta pomeridiana. Successivamente allo svolgimento delle interpellanze, riapriremo il dibattito generale.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Massimo MEZZETTI e la consigliera Raffaella SENSOLI.

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

2541 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Norme per il contrasto, la prevenzione e il trattamento del gioco d'azzardo patologico, "No slot"". (20 04 16) A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini, Gibertoni, Sassi, Sensoli

2549 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifica alla legge regionale 02 settembre 1991, n.24 (disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel territorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale)”. (21 04 16) A firma del Consigliere: Rancan

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

2512 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le criticità ed i ritardi causati dalla distribuzione a giorni alterni della posta. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani

2514 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l'obiezione di coscienza relativa all'interruzione volontaria della gravidanza. A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Prodi, Sabattini, Ravaioli, Marchetti Francesca, Mumolo, Bagnari

2515 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti indennità di occupazione relative ad un immobile, sito a Porretta, di proprietà della Città Metropolitana di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2516 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti agevolazioni a rifugiati e richiedenti asilo, con particolare riferimento alla situazione esistente a Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

2517 - Interrogazione a risposta scritta circa la chiusura di distretti sanitari e uffici CUP nella Provincia di Modena. A firma del Consigliere: Bargi

2518 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l'attuazione del programma "Scuole belle". A firma del Consigliere: Bignami

2519 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per attuare l'accordo sulla distribuzione dei medicinali delle ASL da parte delle Farmacie. A firma del Consigliere: Foti

2520 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione, da parte della Regione Emilia-Romagna, dell'applicazione dei Piani di classifica approvati dai singoli Consorzi di Bonifica. A firma del Consigliere: Foti

2522 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante la bonifica dell'area ex Sipe Nobel "Le Basse" sita a Spilamberto (MO). A firma della Consigliera: Gibertoni

2523 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevenire i rischi causati dalle esalazioni del gas radon e mapparne la presenza sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Pettazzoni

2524 - Interrogazione a risposta scritta cica la riapertura del punto nascita di Porretta, a tutela della popolazione abitante nell'Alta Valle del Reno. A firma della Consigliera: Sensoli

2525 - Interrogazione a risposta scritta circa la riconversione del punto di prima assistenza in punto di primo intervento di Savignano sul Rubicone. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2526 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli da porre in essere in merito ad interventi e ad estrazioni di materiali litoidi nel territorio della Provincia di Parma, con particolare riferimento alla situazione esistente a Tizzano. A firma del Consigliere: Foti

2527 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni di attuare per contrastare la diffusione ed i danni causati all'agricoltura dalla "cimice diabolica". A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Bargi

2528 - Interrogazione a risposta scritta circa l'affidamento da parte di Hera della gestione di un nuovo impianto di selezione dei rifiuti, sito a Granarolo dell'Emilia. A firma del Consigliere: Bargi

2529 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e procedure riguardanti l'affidamento di servizi, da parte dei Comuni, di gestione, accertamento e riscossione dei tributi e delle entrate. A firma della Consigliera: Piccinini

2531 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei cittadini tramite il servizio di emergenza sanitaria, con particolare riferimento alla situazione riguardante l'area montana modenese ed al decesso di una paziente giunta già morta presso la postazione di guardia medica. A firma della Consigliera: Gibertoni

2532 - Interrogazione a risposta scritta circa la funzionalità degli uffici preposti al Servizio Tecnico di Bacino Affluenti Po di Parma. A firma del Consigliere: Foti

2533 - Interrogazione a risposta scritta circa la tassa regionale, e la relativa destinazione, riguardante il patentino per la raccolta dei tartufi. A firma del Consigliere: Rancan

2534 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare le morti sul lavoro ed estendere il relativo risarcimento ai genitori delle vittime. A firma della Consigliera: Gibertoni

2535 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori del comparto dei servizi sociosanitari e della cura e dei servizi alla persona, con particolare attenzione al personale femminile ed alla prevenzione dei comportamenti violenti degli utenti nei confronti degli operatori. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2536 - Interrogazione a risposta scritta circa i disservizi riguardanti la raccolta dei rifiuti nella Provincia di Ravenna. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2537 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti un bando relativo alla raccolta, al trasporto dei rifiuti solidi urbani ed ai servizi accessori nella Provincia di Ravenna. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Liverani

2538 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per vietare, all'interno degli ospedali, la vendita di lotterie istantanee o ad estrazione e di alcolici. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Sassi, Gibertoni, Piccinini

2539 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte alla carenza di personale e ad altre problematiche riguardanti il Dipartimento Materno-Infantile dell'Ospedale Maggiore di Parma. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2540 - Interrogazione a risposta scritta circa la rivisitazione della L.R. n. 5/2004 al fine di favorire la parità di genere nella Consulta regionale per l'integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati. A firma della Consigliera: Gibertoni

2542 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa all'Hotel Valentini delle Terme Salsomaggiore e Tabiano SpA, e la tutela dei relativi lavoratori. A firma del Consigliere: Rainieri

2544 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione, nell'ambito dei Piani dei Consorzi di Bonifica, delle indicazioni previste nella deliberazione n. 17/2016 della Giunta regionale. A firma del Consigliere: Fabbri

2545 - Interrogazione a risposta scritta circa la riorganizzazione del Servizio di Anestesia dell'Ospedale Bufalini di Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

2546 - Interrogazione a risposta scritta circa l'aumento dei casi di cheratocongiuntivite riguardanti il reparto oculistico del Policlinico di Modena. A firma del Consigliere: Foti

2547 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni burocratiche e procedurali riguardanti la ricostruzione, a seguito del sisma, dell'azienda Molino Ariani di San Felice sul Panaro. A firma del Consigliere: Bargi

2548 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per salvaguardare i produttori regionali del settore lattiero-caseario, anche tramite lo stanziamento di fondi al fine di tutelare la produzione di alta qualità regionale. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Fabbri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2550 - Interrogazione a risposta scritta circa la ristrutturazione del Teatro comunale di Cento (FE). A firma del Consigliere: Pettazzoni

2551 - Interrogazione a risposta scritta circa la normativa regionale riguardante la trasformazione della proprietà indivisa in proprietà individuale nel settore delle cooperative beneficiarie di contributi pubblici. A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Molinari, Sabattini, Zappaterra, Pruccoli, Boschini, Rontini

2552 - Interrogazione a risposta scritta circa il potenziamento dei servizi di pronto soccorso nel territorio regionale, con particolare riferimento alla situazione esistente a Bologna. A firma della Consigliera: Piccinini

2553 - Interrogazione a risposta scritta circa notizie riguardanti il decesso di un bambino, dopo una lunga fase di travaglio da parte della madre, presso il reparto di ginecologia dell'Ospedale Maggiore di Parma. A firma del Consigliere: Foti

2554 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure e disservizi riguardanti i servizi di igiene ambientale svolti da Hera, con particolare riferimento alla situazione relativa a Ravenna. A firma del Consigliere: Taruffi

2555 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attività, e le relative procedure, svolte dal Mercato Ittico sito a Bellaria Igea Marina. A firma del Consigliere: Pruccoli

2556 - Interrogazione a risposta scritta circa il ripristino ed il potenziamento del Servizio di prima assistenza diurno e notturno di Montefiorino. A firma del Consigliere: Bargi

2557 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il "Car Sharing", con particolare riferimento alla situazione esistente a Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2560 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione, da parte dei Consorzi di Bonifica, delle linee guida riguardanti l'adozione dei relativi Piani di classifica. A firma della Consigliera: Gibertoni

2561 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire una efficiente gestione delle risorse idriche regionali. A firma del Consigliere: Pettazzoni

2562 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere le problematiche riguardanti la cessione del ramo alberghiero, costituito dagli Hotel Porro e Valentini, da parte della Società Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. A firma del Consigliere: Foti

2563 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per migliorare la sicurezza negli impianti sportivi, anche tramite l'acquisto di defibrillatori. A firma della Consigliera: Gibertoni

2564 - Interrogazione a risposta scritta circa l'incontro di alunni dell'Istituto Agrario di Cesena con rifugiati ospitati a Cesenatico, avvenuto in data 21 aprile 2016. A firma del Consigliere: Pompignoli

2565 - Interrogazione a risposta scritta circa spese addebitate a condomini di uno stabile, sito a Bologna, gestito da ACER. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2566 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la competenza esclusiva del Servizio Sanitario Nazionale in merito ai ricoveri ed alle prestazioni relative ai di malati affetti dal morbo di Alzheimer. A firma del Consigliere: Alleva

2567 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il progetto del Comune di Bologna riguardante l'accoglienza di profughi presso famiglie. A firma del Consigliere: Bignami

2568 - Interrogazione a risposta scritta circa i risultati dell'indagine avviata dalla Regione Emilia-Romagna circa la cura dell'endometriosi. A firma della Consigliera: Montalti

2570 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dei lavoratori dell'azienda Dussmann Service operanti presso l'ASL di Modena. A firma dei Consiglieri: Serri, Campedelli, Boschini, Sabattini

2571 - Interrogazione a risposta scritta circa l'informazione e l'attuazione dell'obbligo di timbratura relativo al trasporto pubblico locale automobilistico, con particolare riferimento al gestore SETA SpA. A firma del Consigliere: Torri

2574 - Interrogazione a risposta scritta circa l'inserimento, nelle strutture ospedaliere ed in particolare nei reparti di lunga degenza, di opportunità di svago, intrattenimento, riflessione, arte e cinema. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2575 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per prevenire e risolvere i danni causati dalle mareggiate, con particolare riferimento alla costiera ferrarese. A firma del Consigliere: Fabbri

2576 - Interrogazione a risposta scritta circa il respingimento, da parte di presidi sanitari ed ospedalieri lombardi, di pazienti residenti nella Provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Rancan

2577 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere affinché venga tempestivamente segnalata la carenza di farmaci. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Marchetti Daniele

2578 - Interrogazione a risposta scritta circa la concessione dell'uso di transito temporaneo di una strada al fine di consentire l'accesso a terreni e imprese agricole site in località Sant'Antonio, nel Comune di Piacenza. A firma del Consigliere: Rancan

2579 - Interrogazione a risposta scritta circa la costituzione di un fondo unico regionale al quale possano accedere tutti i Confidi ricadenti in particolari condizioni. A firma del Consigliere: Bargi

2581 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni relative alla segnalazione di danni derivanti, dopo il 17 marzo, da eventi climatici riguardanti la Provincia di Rimini. A firma della Consigliera: Sensoli

2582 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti il fondo straordinario per il sisma costituito presso Atersir. A firma del Consigliere: Bignami

2584 - Interrogazione a risposta scritta circa le rilevazioni, e le relative analisi, riguardanti la presenza di derivati dell'erbicida glifosato in campioni di acqua, con particolare riferimento alla situazione esistente a Campogalliano (MO). A firma della Consigliera: Gibertoni

2585 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa gli strumenti predisposti dalla Regione per contrastare e prevenire le patologie correlate al gioco d'azzardo e quelli a disposizione dei Comuni per attuare le relative azioni. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Prodi, Bagnari, Campedelli, Mumolo, Rossi Nadia, Serri, Caliandro, Poli, Soncini, Montalti, Ravaioli, Calvano

2586 - Interrogazione a risposta scritta circa la pulizia dell'alveo del Rio Superchia, al fine di evitare allagamenti nel territorio del Comune di Sassuolo (MO). A firma del Consigliere: Bargi

2587 - Interrogazione a risposta scritta circa i bandi per l'affidamento degli interventi riguardanti lo sgombero della neve dalle strade provinciali, con particolare riferimento al possesso dei necessari requisiti da parte delle imprese assegnatarie. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2588 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per informare la cittadinanza relativamente al corretto uso delle applicazioni informatiche nel settore dei servizi rivolti alla salute, con particolare riferimento alla sanità pubblica. A firma del Consigliere: Pettazzoni

2589 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la posizione della Regione Emilia-Romagna in merito alla situazione delle Fiere di Reggio Emilia, con particolare riferimento alla riorganizzazione dei Quartieri fieristici regionali ed al prolungamento del palinsesto fieristico. A firma del Consigliere: Delmonte

2590 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte alla carenza di personale presso l'Ospedale di Cona. A firma del Consigliere: Fabbri

2591 - Interrogazione a risposta scritta circa la applicazione e la rimodulazione delle procedure e delle risorse riguardanti il Programma di Sviluppo Rurale. A firma dei Consiglieri: Rontini, Bagnari, Bessi, Serri

2592 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'affidamento di servizi di raccolta dei rifiuti solidi urbani tramite gare al massimo ribasso e la tutela dei lavoratori del settore e della cittadinanza. A firma del Consigliere: Taruffi

2593 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le azioni da porre in essere per individuare criteri e linee di indirizzo regionali riguardanti la scelta di aree extraurbane da utilizzare per lo svolgimento di spettacoli non impattanti sul verde pubblico. A firma della Consigliera: Gibertoni

2594 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la situazione e le procedure riguardanti la cessione del ramo alberghiero di Terme di Salsomaggiore e Tabiano SpA. A firma del Consigliere: Foti

 

Risoluzioni

 

2521 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla completa attuazione della sentenza n. 70 del 2015 della Corte Costituzionale al fine di consentire, a favore dei pensionati colpiti dal blocco di cui all'art. 24, comma 25, del D.L. 201/2011, convertito nella Legge n. 214/2011, la restituzione di quanto maturato per effetto del ripristino della perequazione e la ricostruzione del trattamento pensionistico, con effetti vita natural durante. (18 04 16) A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2572 - Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'inserimento, nelle strutture ospedaliere, specie nei reparti di lunga degenza, di un'offerta strutturata di opportunità di svago, intrattenimento, riflessione, arte e cinema quale elemento terapeutico, individuando inoltre figure professionali di riferimento e strumenti formativi ed organizzativi ed introducendo tali attività nell'ambito delle terapie del sollievo per i pazienti ed i loro familiari. (27 04 16) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2573 - Risoluzione per impegnare la Giunta, in sede di Conferenza unificata, a garantire e preservare la legislazione e l'autonomia normativa e regolamentare di Regioni e EE.LL. in materia di contrasto all'azzardopatia con particolare riferimento alle distanze dei luoghi di gioco da quelli sensibili, sollevando anche questione di legittimità costituzionale ove tali indicazioni non trovassero applicazione. (27 04 16) A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli, Piccinini

2595 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte ad incrementare i momenti e gli strumenti di coordinamento e sinergia a favore dell'età anziana al fine della loro completa integrazione, valorizzando inoltre la cultura dell'invecchiamento attivo e del diritto-dovere di concorrere allo sviluppo della società e di decidere autonomamente la propria vita. (02 05 16) A firma dei Consiglieri: Rossi Nadia, Caliandro, Sabattini, Rontini, Campedelli, Soncini, Mumolo, Poli, Bagnari

 

Interpellanze

 

2513 - Interpellanza circa questioni riguardanti le funzioni ed i ruoli che possono essere svolti da una consigliere regionale in costanza di mandato, con particolare riferimento all'AIFA. A firma del Consigliere: Bignami

2583 - Interpellanza circa le disposizioni contenute nel "Nuovo codice degli appalti pubblici" e le linee programmatiche regionali riguardanti il contrasto alla corruzione ed alle infiltrazioni mafiose, con particolare riferimento al "massimo ribasso" nelle procedure ad evidenza pubblica. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

 

2084 - Interrogazione a risposta scritta circa l'utilizzazione di parte dei Fondi Strutturali comunitari per finanziare l'ulteriore accesso di laureati alle Scuole di Specializzazione di Area Sanitaria. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2085 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per ridurre i rischi di alluvione nella Val d'Arda, con particolare riferimento alla costruzione di una cassa di espansione. A firma del Consigliere: Rancan

2090 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti il personale operante presso strutture dell'AUSL di Bologna, con particolare riferimento alla relativa indennità infermieristica. A firma del Consigliere: Bignami

2094 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione del servizio di assistenza domiciliare ai pazienti che necessitano di una nutrizione enterale mediante la procedura denominata Gastrostomia Endoscopica Percutanea (PEG), con particolare riferimento alla situazione esistente a Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

2110 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare la riduzione degli investimenti nel settore della sanità. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Gibertoni, Sassi

2111 - Interrogazione a risposta scritta circa l'ipotesi di vendita delle Terme Berzieri di Salsomaggiore, e la costituzione di un consorzio preposto al rilancio del complesso termale. A firma del Consigliere: Bignami

2115 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l’ANCI e la Lega della Autonomie. A firma del Consigliere: Foti

2119 - Interrogazione a risposta scritta circa le restrizioni introdotte dalla Provincia di Modena per gli agricoltori e gli allevatori operanti nella SIC-ZPS di Sassoguidano-Gaiato. A firma del Consigliere: Bargi

2121 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti l'entrata in vigore del decreto sull'appropriatezza prescrittiva e l'applicazione delle relative norme da parte dei medici di famiglia. A firma dei Consiglieri: Gibertoni, Bertani, Sensoli

2126 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire la formazione prevista dalle norme vigenti per il personale operante nelle REMS (ex Ospedali Psichiatrici Giudiziari). A firma dei Consiglieri: Delmonte, Marchetti Daniele

2127 - Interrogazione a risposta scritta circa il regime fiscale per le prestazioni socio-sanitarie, educative ed assistenziali rese da cooperative sociali e dai loro consorzi. A firma del Consigliere: Bignami

2132 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti l'estrazione di inerti nella cava denominata "Ghiaie di mezzo", nella Provincia di Parma. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi

2139 - Interrogazione a risposta scritta circa le risorse da destinare al progetto "Adotta la Terra" e le modalità di attribuzione delle stesse. A firma del Consigliere: Rancan

2142 - Interrogazione a risposta scritta circa le motivazioni per le quali la Regione Emilia-Romagna non ha fatto alcuna menzione, nel proprio sito web, circa la ricorrenza del "Giorno del ricordo" in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale, che si celebra in data 10 febbraio. A firma del Consigliere: Bignami

2151 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure, in materia di edilizia ed urbanistica, riguardanti la realizzazione di un magazzino automatizzato nel Comune di Valsamoggia. A firma della Consigliera: Gibertoni

2152 - Interrogazione a risposta scritta circa l'attivazione, presso l'Ospedale Bufalini di Cesena, di un servizio di cardiologia attivo H24. A firma del Consigliere: Taruffi

2153 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere, presso le sedi di confronto Stato-Regioni, per sostenere lo svolgimento, in una unica giornata, delle prossime elezioni amministrative e della consultazione referendaria sullo sfruttamento di giacimenti marini di idrocarburi. A firma della Consigliera: Gibertoni

2161 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti i rendiconti dei costi di gestione dei rifiuti nel bacino di competenza di Hera spa ed i relativi costi e ricavi evidenziati da alcuni Comuni bolognesi. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2162 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare in merito all'intermodalità bici-treno o bus, con particolare riferimento agli interventi concertati con Trenitalia e TPER ed alla realizzazione delle velostazioni. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2163 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure relative al reclutamento del personale ed all'affidamento di incarichi dirigenziali, con particolare riferimento all'articolazione organizzativa "Comunicazione ed ufficio stampa" dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2172 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per realizzare un nuovo ponte per collegare le abitazioni e le attività site in località Carseggio del Comune di Casalfiumanese. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2174 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire ai medici di medicina generale la libertà di cura dei propri pazienti, con particolare riferimento, in attesa di chiarimenti, alla sospensione del decreto riguardante l'appropriatezza delle prescrizioni (c.d. "decreto Lorenzin"). A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Fabbri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

2175 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti i lavori di costruzione della Casa della Salute di Spilamberto. A firma della Consigliera: Gibertoni

2176 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere criticità riguardanti il Pronto Soccorso dell'Ospedale S.Orsola Malpighi di Bologna ed i relativi ricoveri. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2179 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l'Agenzia Regionale di Protezione Civile, con particolare riferimento al Centro Servizi. A firma del Consigliere: Bignami

2180 - Interrogazione a risposta scritta circa il progetto di Parco eolico di Poggio Tre Vescovi, riguardante i comuni romagnoli di Verghereto e Casteldelci. A firma dei Consiglieri: Montalti, Pruccoli

2189 - Interrogazione a risposta scritta circa i controlli e le azioni da attuare in merito alle esalazioni ed alle problematiche riguardanti un impianto di compostaggio sito a San Pietro in Casale (BO). A firma del Consigliere: Bignami

2190 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per invitare l'Azienda USL della Romagna a rivedere l'Accordo Integrativo Locale di Area Vasta Romagna, proposto dall'azienda sanitaria, sulla base delle criticità evidenziate dal sindacato italiano medici del territorio dell'Area Vasta Romagna, valorizzando inoltre i Medici di Assistenza primaria. A firma del Consigliere: Sensoli

2195 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare discriminazioni a carico dei pazienti a seguito della dematerializzazione delle ricette e della normativa sulla appropriatezza delle prescrizioni mediche. A firma del Consigliere: Foti

2202 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per potenziare l’offerta pubblica di cure odontoiatriche, informando inoltre circa i rischi connessi al c.d. “turismo dentale”. A firma della Consigliera: Gibertoni

2218 - Interrogazione a risposta scritta circa le carenze degli organici delle strutture sanitarie ed i costi delle Direzioni di Area Metropolitana. A firma della Consigliera: Sensoli

2220 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure e la disciplina riguardanti appalti relativi a società in house, con particolare riferimento all'affidamento delle attività di promozione e comunicazione circa le nuove piste ciclabili di Imola. A firma del Consigliere: Bignami

2221 - Interrogazione a risposta scritta circa i disservizi causati dalla distribuzione, da parte di Poste Italiane SpA, della posta a giorni alterni. A firma dei Consiglieri: Montalti, Caliandro, Calvano, Zappaterra, Rontini, Bagnari

2224 - Interrogazione a risposta scritta circa il rinvio dell'approvazione del Piano Regionale sui rifiuti fino alla conclusione delle verifiche riguardanti i relativi impianti, con particolare riferimento alla discarica "Tre Monti" di Imola. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Liverani

2225 - Interrogazione a risposta scritta circa l'ampliamento dell'accesso alle strutture clinico-sanitarie regionali, garantendone l'apertura 7 giorni su 7 ed anche in fasce d'orario serali. A firma del Consigliere: Rancan

2228 - Interrogazione a risposta scritta circa l'organizzazione e la struttura del Servizio Acquisti Metropolitano (SAM), anche in relazione alle funzioni, relative alle centrali d'acquisto, riguardanti Intercent-ER. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2233 - Interrogazione a risposta scritta circa la sospensione della disponibilità dei punti medicalizzati dell'Ospedale di Zocca e di quello sito a Montese, con particolare riferimento alla tutela della sicurezza e del benessere dei cittadini del territorio modenese. A firma dei Consiglieri: Aimi, Bignami

2238 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare la decisione di Poste Italiane riguardante la distribuzione, a giorni alterni, della posta. A firma della Consigliera: Gibertoni

2240 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante Bologna Fiere Spa. A firma dei Consiglieri: Boschini, Zappaterra, Paruolo, Tarasconi, Campedelli, Rontini, Bessi, Rossi Nadia

2246 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l’assetto fieristico emiliano-romagnolo. A firma del Consigliere: Pompignoli

2249 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti la realizzazione di un impianto di stoccaggio di rifiuti da realizzarsi nel Comune di Ozzano dell'Emilia (BO) in località Cà Fornacetta/Stradelli Guelfi. A firma del Consigliere: Bignami

2255 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure poste in essere da Atesir in merito all'affidamento ad advisor e/o professionisti di incarichi, con particolare riferimento ai limiti percentuali di esternalizzazione di servizi. A firma del Consigliere: Foti

2261 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risarcire i privati danneggiati dall’alluvione, avvenuta il 13/14 settembre 2015, che si è verificata nella Val Nure e nella Val Trebbia e per evitare situazioni di pericolo nel Comune di Bettola. A firma del Consigliere: Rancan

2267 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti interventi di manutenzione della strada comunale Casina-Barazzone-Trinità. A firma del Consigliere: Torri

2274 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di controllo dei beni posseduti in patria da cittadini stranieri che partecipano a bandi in cui sia rilevante l'ISEE, con particolare riferimento alla situazione relativa al Comune di Guastalla. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Delmonte

2282 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per prevenire e scongiurare la diffusione della scabbia, con particolare riferimento al mondo della scuola. A firma del Consigliere: Bignami

2284 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per apportare modificazioni al DPCM 159/13 volte a tutelare, anche in riferimento alle graduatorie ISEE, le persone con disabilità e le famiglie numerose. A firma della Consigliera: Piccinini

2285 - Interrogazione a risposta scritta circa la realizzazione, ed i relativi costi, riguardanti la realizzazione di microaree familiari destinate ai nomadi. A firma dei Consiglieri: Bignami, Aimi

2289 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti lo screening per la diagnosi precoce dei tumori, con particolare riferimento alle donne di età compresa tra i 50 e i 74 anni. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

2290 - Interrogazione a risposta scritta circa l'applicazione del principio di "Perequazione urbanistica", con particolare riferimento al Comune di Cattolica. A firma della Consigliera: Sensoli

2291 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per eliminare i disagi per la cittadinanza residente nelle vicinanze dell’area ferroviaria contigua a Via Talami, causati dalla stessa, a Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Sassi

2295 - Interrogazione a risposta scritta circa i disagi denunciati dalle organizzazioni agricole, con particolare riferimento alla Organizzazione Interprofessionale relativa al Distretto del Pomodoro da Industria - Nord Italia. A firma del Consigliere: Foti

2296 - Interrogazione a risposta scritta circa l’impatto dello schema di Decreto del Presidente della Repubblica riguardante la sicurezza degli ascensori. A firma del Consigliere: Foti

2297 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante l’applicazione della normativa sulla taglia minima, pari a 25 millimetri, delle vongole, e la tutela degli operatori del settore. A firma del Consigliere: Foti

2298 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti la regolamentazione urbanistica, con particolare riferimento al “lotto intercluso” nel perimetro del territorio urbanizzato ed alla situazione esistente nel Comune di Gazzola. A firma del Consigliere: Molinari

2309 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per contrastare l'economia sommersa ed illegale ed i conseguenti danni causati ai soggetti che operano in modo legittimo. A firma del Consigliere: Foti

2312 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare, alla luce della relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia, per combattere l'infiltrazione mafiosa sul territorio regionale, anche tramite l'istituzione di specifiche commissioni d'inchiesta sui legami tra tale organizzazione ed il jihadismo/terrorismo islamico. A firma del Consigliere: Bignami

2316 - Interrogazione a risposta scritta circa i costi e la situazione riguardanti il trasporto pubblico locale nell'area riminese. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani

2320 - Interrogazione a risposta scritta circa l'installazione di dispositivi dissuasori o rallentatori della velocità, a tutela della cittadinanza, nel tratto della strada statale 63 che attraversa il paese di Monteduro. A firma del Consigliere: Delmonte

2322 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere criticità riguardanti l'Ospedale di Bentivoglio, con particolare riferimento alla situazione in cui opera il relativo personale. A firma del Consigliere: Bignami

2328 - Interrogazione a risposta scritta circa il numero dei presidi ospedalieri rispetto alle esigenze della popolazione residente con particolare riferimento alla provincia di Piacenza ed alla situazione riguardante Fiorenzuola e Castel San Giovanni. A firma del Consigliere: Rancan

2330 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e procedure riguardanti la ricostruzione di un immobile sito nel Comune di San Felice sul Panaro. A firma della Consigliera: Gibertoni

2332 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare in merito al settore riguardante il demanio marittimo e le relative concessioni. A firma del Consigliere: Bagnari

2333 - Interrogazione a risposta scritta circa l'acquisizione al patrimonio immobiliare regionale della ex chiesetta dedicata a S. Antonio, ora in stato di abbandono e sita lungo la strada provinciale che collega Fusignano ad Alfonsine, che durante la Seconda guerra mondiale divenne la retrovia ed il cimitero del Battaglione Lupo della "X Flottiglia Mas". A firma del Consigliere: Foti

2341 - Interrogazione a risposta scritta circa carenze di organico riguardante il reparto di Medicina Interna "Bolondi" dell'Ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2348 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per sostenere la realizzazione di un collegamento autostradale tra la Valle del Reno e la Valle del Setta, con innesto sull'autostrada A1. A firma del Consigliere: Foti

2352 - Interrogazione a risposta scritta circa l'evoluzione del settore fieristico regionale, con particolare riferimento alle società che non parteciperanno ad eventuali processi di fusione. A firma del Consigliere: Foti

2359 - Interrogazione a risposta scritta circa la redazione, la presentazione e la valutazione relative ai bandi riguardanti il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, con particolare riferimento all'assegnazione dei conseguenti finanziamenti. A firma del Consigliere: Bignami

2361 - Interrogazione a risposta scritta circa le modalità di accoglienza di controllo e di smistamento sul territorio di immigrati clandestini e di richiedenti asilo. A firma del Consigliere: Bignami

2363 - Interrogazione a risposta scritta circa l'inserimento lavorativo di un soggetto con disabilità disoccupato, tramite reiscrizione nel sistema informativo del lavoro con conservazione della anzianità di iscrizione pregressa. A firma della Consigliera: Gibertoni

2369 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per favorire la presenza delle Forze di Polizia sul territorio regionale e l'operatività delle diverse specializzazioni, con particolare riferimento al contributo assicurato dalla Polizia postale. A firma della Consigliera: Sensoli

2373 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti la realizzazione del magazzino automatico denominato il "Cubo di Valsamoggia". A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Bargi

2374 - Interrogazione a risposta scritta circa la collocazione abitativa riguardante migranti nel territorio del Comune di Cadelbosco di Sotto (RE). A firma del Consigliere: Delmonte

2381 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per tutelare le aziende zootecniche produttrici di latte, con particolare riferimento agli effetti di ordinanze, in data 3 febbraio 2016, del TAR dell'Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Foti

2385 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare, a tutela del relativo tessuto socio-economico e dell'occupazione, a seguito del blocco dell'ampliamento degli stabilimenti dell'Azienda ILPA, con particolare riferimento alla costruzione di un magazzino automatico. A firma del Consigliere: Bignami

2387 - Interrogazione a risposta scritta circa il futuro di "Lepida Tv" e la ridefinizione del relativo progetto. A firma del Consigliere: Bignami

2390 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare il declassamento della scuola di formazione e aggiornamento del personale penitenziario di Parma. A firma dei Consiglieri: Lori, Iotti, Cardinali

2392 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti il rinnovo del Presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna. A firma del Consigliere: Alleva

2402 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere positivamente lo stato di crisi riguardante il sito produttivo della ceramica Terre della Badia di Frassinoro e tutelare i relativi lavoratori. A firma dei Consiglieri: Serri, Torri, Taruffi, Prodi, Campedelli, Sabattini, Caliandro, Soncini, Boschini

2404 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per risolvere i disservizi causati dalle interruzioni delle linee telefoniche che si verificano nei territori dei Comuni dell'Appennino. A firma del Consigliere: Torri

2405 - Interrogazione a risposta scritta circa il mantenimento dello stabilimento Maserati a Modena e la tutela dei relativi lavoratori. A firma dei Consiglieri: Campedelli, Sabattini, Serri, Boschini

2439 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure riguardanti l'affidamento della gestione di un parcheggio sotterraneo sito a Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

2510 - Interrogazione a risposta scritta circa l’ipotesi del passaggio dell’Autostrada Cispadana a ridosso del paese di Alberone e in prossimità del relativo centro abitato. A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Fabbri

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68, lettera f) del Regolamento interno

 

Si comunica che la Commissione assembleare “Territorio, Ambiente, Mobilità”, nella seduta del 14 aprile 2016, ha esaminato la petizione ogg. n. 1420 – “Petizione popolare in merito alla situazione idrogeologica-franosa in località Piandelagotti "Casa della Crista" - Frassinoro (MO) (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 81 del 07 10 15)” formulando una apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno, ed esprimendo in merito parere favorevole.

 

Si comunica che la Commissione assembleare “Territorio, Ambiente, Mobilità”, nella seduta del 21 aprile 2016, ha esaminato la petizione ogg. n. 1485 - Petizione popolare in merito a tematiche afferenti alla realizzazione del Passante Nord di Bologna. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza di ammissibilità n. 84 del 15 10 15)” formulando una apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno, ed esprimendo in merito parere favorevole.

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione dei seguenti decreti, dal 07/04/2016 al 27/04/2016

 

DPGR n. 64 del 27/04/2016

Modifica della composizione della Consulta regionale degli studenti istituita con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 13/08, ai sensi della L.R. 15/07.

(Comunicazione n. 29 prescritta dall’art. 68 del Regolamento interno - prot. AL/2016/22756)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Saliera - Soncini

Rancan - Torri

 

 

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