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128.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 12 APRILE 2017

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 4416

Mozione di censura all'Assessore regionale Sergio Venturi ai sensi dell'art. 111, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Foti, Sensoli, Sassi

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Soncini)

DELMONTE (LN)

VENTURI, assessore

SASSI (M5S)

FOTI (FdI)

PRODI (Gruppo Misto)

CALIANDRO (PD)

TARUFFI (SI)

BONACCINI, presidente della Giunta

SASSI (M5S)

DELMONTE (LN)

 

OGGETTO 4465

Comunicazione della Giunta regionale, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa, sulla situazione dell’IBC (Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali)

(Discussione)

PRESIDENTE (Soncini)

BONACCINI, presidente della Giunta

FABBRI (LN)

SENSOLI (M5S)

BIGNAMI (FI)

PRODI (Gruppo Misto)

TARUFFI (SI)

CALIANDRO (PD)

FOTI (FdI)

BONACCINI

PRESIDENTE (Soncini)

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 4454

Risoluzione per esprimere profondo cordoglio e sentita vicinanza alle famiglie delle vittime, da parte dell’Assemblea tutta, per i due assassinii che hanno colpito di recente la nostra Regione e per invitare la Giunta ad adottare le misure idonee, per quanto di competenza, e garantire la sicurezza sul territorio. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Foti, Fabbri, Caliandro, Taruffi, Bignami

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

SENSOLI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 4471

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare l’attuazione del piano industriale relativo all’impianto ex BredaMenarinibus sito a Bologna, nonché a sollecitare il Governo alla tutela dell’azienda e dei relativi livelli occupazionali. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Prodi, Caliandro, Piccinini

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

TARUFFI (SI)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (SI)

MARCHETTI Daniele (LN)

 

OGGETTO 4126

Risoluzione per impegnare la Giunta ad accogliere quanto segnalato dalle persone impegnate nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nel prossimo Piano Operativo Annuale, riconoscendone il prezioso impegno svolto ed in virtù delle nuove competenze assegnate a seguito dello scioglimento del Corpo Forestale dello Stato. A firma del Consigliere: Alleva

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 4205

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare i competenti Ministeri ad attuare i processi di assegnazione di personale, mezzi, apparecchiature e risorse al corpo dei Vigili del Fuoco, nonché a procedere alla stipula della convenzione per lo svolgimento delle attività di contrasto attivo degli incendi boschivi. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4435

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'utilità di utilizzare, al più presto, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco quale pilastro della prossima campagna antincendi boschivi 2017 predisponendo altresì le opportune azioni perché si determini un rispetto sostanziale degli impegni assunti nei confronti dello stesso contestualmente alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4466

Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere l’esenzione della quota di compartecipazione alle spese sanitarie in favore dei Vigili del Fuoco e, in generale, dai soggetti appartenenti alle Forze di Polizia civile e militare. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

POLI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (SI)

PICCININI (M5S)

CARDINALI (PD)

PICCININI (M5S)

CALIANDRO (PD)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione per appello nominale oggetto 4416

Votazioni elettroniche oggetti 4454 - 4471 - 4126 - 4205 - 4435 - 4466

Emendamento oggetto 4205

 

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE SONCINI

 

La seduta ha inizio alle ore 10,01

 

PRESIDENTE (Soncini): Dichiaro aperta la centoventottesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la presidente Saliera, i consiglieri Alleva, Bagnari e Bertani e gli assessori Bianchi, Donini, Costi.

 

OGGETTO 4416

Mozione di censura all’Assessore regionale Sergio Venturi ai sensi dell’art. 111, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Foti, Sensoli, Sassi

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Riprendiamo i lavori della seduta pomeridiana di ieri. Precisamente, siamo all’esame dell’oggetto 4416: Mozione di censura all’assessore regionale Sergio Venturi ai sensi dell’articolo 111, comma 1, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, a firma dei consiglieri Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Foti, Sensoli e Sassi.

Ricordo l’articolo 111 del Regolamento interno dell’Assemblea:

“1. Ai sensi dell’articolo 31, comma 1, lettera h), dello Statuto, le proposte di censura nei confronti di un assessore presentate con apposita mozione da almeno un quinto dei consiglieri assegnati sono poste all’ordine del giorno della prima seduta utile dell’Assemblea. Alla discussione possono prendere la parola, per non più di 15 minuti complessivamente, compresa la dichiarazione di voto, il presidente della Giunta, l’assessore per il quale è proposta la censura e un oratore per Gruppo. Possono intervenire altri consiglieri solo per dichiarare la difformità del loro voto rispetto a quello del Gruppo assembleare cui appartengono per non più di 5 minuti ciascuno.

2. Terminata la discussione, il Presidente pone in votazione la censura per appello nominale che si intende approvata se ottiene il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati. Il Presidente dell’Assemblea trasmette la deliberazione al Presidente della Giunta entro i successivi tre giorni.”

Ha chiesto di intervenire il consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Come lei ha ricordato, la mozione di censura in oggetto è prevista dal nostro Regolamento all’articolo 111, comma 1, che fa, poi, riferimento al nostro Statuto, invece, all’articolo 31, comma 1, lettera h), dove specifica esattamente in quale percorso si inserisce una mozione di censura. È prevista alla fine di un procedimento di controllo o ispettivo qualora si fossero rilevate delle incongruenze da parte dell’assessorato o di un dirigente che abbia risposto a questo controllo in maniera non idonea, come ritiene almeno un quinto dell’aula.

La richiesta di controllo in oggetto (atto n. 186 del 2017) era stata da me depositata il 15 marzo. A seguito di alcune dichiarazioni e a seguito di alcuni dubbi, semplicemente, che erano sorti all’interno del processo conoscitivo e di quello che era il processo decisionale della Commissione percorso nascita, io avevo chiesto semplicemente due cose. La prima era la composizione della Commissione, ovvero quali erano i membri attivi in quel momento all’interno della Commissione percorso nascita, il numero delle sedute effettuate dalla stessa e i verbali delle sedute effettuate. La risposta è pervenuta il 24 marzo, a firma della dirigente Petropulacos. All’interno della risposta vi erano un cd con tutti i verbali e, giustamente, tutte le sedute avvenute e le delibere di riferimento, nelle quali si identificavano due cose. La prima cosa era la composizione della Commissione stessa. La seconda era, invece, un dato che, onestamente, io non avevo ancora trovato fino a quel momento. Mi riferisco al fatto che la Commissione percorso nascita si fosse sciolta, dopo tre anni di insediamento, il 20 gennaio 2017.

Inoltre, all’interno del cd vi era il verbale dell’ultima seduta – oltre a quelli, ovviamente, delle sedute precedenti – avvenuta in data 17 gennaio 2017, esattamente la seduta in cui è stato illustrato un documento in cui si andava a identificare il punto nascita di Castelnovo ne’ Monti, così come altri due punti nascita, ossia quelli di Borgo Val di Taro e di Pavullo nel Frignano, in cui si trovavano criticità per le quali, secondo questa Commissione, la deroga non era possibile, a differenza di altri due punti nascita, invece, in zona sismica, in cui la deroga era assolutamente richiedibile, anzi consigliata.

Il 7 febbraio 2017 – forse lo ricorderete tutti – nella seduta antimeridiana di quest’aula vi sono stati due question time dei consiglieri Sassi, del Movimento 5 Stelle, e Torri, di Sinistra italiana, sul futuro del punto nascita di Castelnovo ne’ Monti. L’assessore Venturi, qui presente, aveva dichiarato esattamente questo: “Quanto alle decisioni relative al punto nascita, esse – come è noto – verranno prese sulla base della valutazione della Commissione consultiva tecnico-scientifica sul percorso nascita, alla quale, con delibera 2040, la Giunta regionale ha affidato il mandato di condurre valutazioni approfondite sulla situazione assistenziale perinatale territoriale e ospedaliera”. Nessun riferimento al fatto che la Commissione non fosse più in essere.

Sempre il 7 febbraio – molto importante – nella stessa mattinata, l’assessore Venturi e il presidente Bonaccini hanno incontrato, giustamente, il comitato e alcuni sindaci di rappresentanza, in quanto aperti al dialogo e alla discussione, rassicurando loro sul fatto che la Commissione era a lavoro, che il tema non era ancora, giustamente, chiuso (nemmeno adesso lo è, ovviamente), ma non si erano mai espressi sul fatto che il 17 gennaio era già stato rilasciato un parere di questa Commissione, né tantomeno che il 20 gennaio la Commissione si fosse sciolta. La sera, sempre del 7 febbraio, sul TG regionale l’assessore Venturi, in una sua intervista personale, quindi con tanto di video, disse queste esatte parole: “Nelle prossime settimane valuteremo le conclusioni della Commissione nascita, ne valuteremo l’impatto. Nel frattempo, sta lavorando e stiamo lavorando con le aziende sanitarie e anche con le Conferenze dei sindaci”. Anche qui, nessuna parola sul fatto che la Commissione non ci fosse più.

Il 24 marzo 2017, a seguito di un mio comunicato in cui rendevo noto quello che avevo ricevuto dall’assessorato stesso, quindi dalla dirigente Petropulacos, avallato, ovviamente, dall’assessore Venturi, come tutte le risposte di accesso agli atti, Venturi replicava in questo modo su un comunicato stampa, mentendo: “La Commissione consultiva tecnico-scientifica sul percorso nascita, che è stata rinnovata, a differenza di quanto sostiene Delmonte, non ha affatto terminato il percorso valutativo, così come altrettanto dovrà fare la Giunta”.

 

(interruzioni dell’assessore Venturi)

 

Io mi assumo ogni responsabilità delle parole che dico in questa sede. Okay?

“Pertanto, quando la politica avrà terminato le proprie valutazioni, ne daremo ampiamente notizia, come è costume di questa Regione, nel pieno rispetto della trasparenza e dell’informazione corretta nei confronti dei cittadini”. Evidenzio la frase “che è stata rinnovata, a differenza di quanto sostiene Delmonte”. 24 marzo 2017.

Nella risposta ricevuta nella mattina del 24 marzo 2017, però, la dirigente Petropulacos dichiarava: “La Commissione nascita, nominata con delibera n. 42/2014 e modificata con delibera n. 2957/2015, ha cessato la propria attività a gennaio 2017. È in corso di approvazione la delibera di nomina della Commissione percorso nascita 2017-2019”. In effetti, poi, nella seduta di Giunta del 27 marzo, cui il presidente Bonaccini era assente per impegni lavorativi, immagino...

 

(interruzioni)

 

Con successiva delibera n. 361/2017 del 27 marzo 2017, quindi tre giorni dopo che l’assessore aveva dichiarato che la Commissione era già stata rinnovata, la Giunta rinnova la Commissione, smentendo, quindi, le parole dell’assessore e confermando che nel periodo tra il 20 gennaio 2017 e il 27 marzo 2017 (data di approvazione di questa delibera) la Commissione percorso nascita regionale non era assolutamente in essere, tant’è che non vi era alcun verbale di seduta. La Commissione non esisteva e, ovviamente, non poteva riunirsi dopo il 17 gennaio.

Concludendo, le dichiarazioni dell’assessore Venturi rilasciate nella seduta del 7 febbraio scorso sono, a nostro parere, mendaci, quindi gravemente irrispettose delle richieste fatte dai consiglieri regionali durante i question time e delle istanze provenienti dai cittadini e dalle Amministrazioni interessate, in quanto al 7 febbraio erano già 18 giorni che la Commissione aveva esaurito il proprio lavoro ed erano 31 giorni che aveva già espresso il proprio parere per la chiusura dei suddetti punti nascita.

Quello che voglio evidenziare, ed è quello l’unico motivo – ci tengo a precisarlo – per cui ho presentato la mozione di censura, è che, quando si fa un question time, quando si fa una richiesta di accesso agli atti, quando un assessore, così come un consigliere semplice, fa delle dichiarazioni, deve farle, uno, sulla base di quello che sa e, due, sulla base di quella che, secondo me, è la verità. Se un assessore si assume la responsabilità – come è giusto che faccia – di fare delle dichiarazioni in cui va a smentire un consigliere regionale in una sua dichiarazione, deve essere sicuro, quando lo va a smentire, di essere supportato dagli atti. Questo è ciò che credo stia nel ruolo di un assessore, così come di una qualunque persona nella propria attività, sia politica che lavorativa.

Detto questo, credo che l’Assemblea con il voto di oggi possa semplicemente dare un segnale non all’assessore Venturi, non al presidente Bonaccini, ma un segnale di serietà in merito all’impossibilità di tollerare una menzogna detta in riferimento ad atti protocollati, a fatti scritti in una delibera, a date ben precise, quindi all’impossibilità di tollerare che l’immagine dell’Assemblea venga rovinata da una menzogna.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Delmonte.

Interviene l’assessore Sergio Venturi. Prego.

 

VENTURI, assessore: Grazie, presidente.

Mi dispiace che su un tema come la salute si debba arrivare a raccogliere una serie di questioni che riguardano il rispetto delle persone e il tema delle menzogne. Questo non lo posso accettare, caro consigliere Delmonte.

La Commissione salute lavora ininterrottamente dal 1998. Non si è mai sciolta. Non si è mai sciolta. Sono vent’anni che la Commissione salute è, per la Giunta, un punto di riferimento e un supporto. Lei sa benissimo che, quando la Commissione salute consegna un documento di mandato, non è che non c’è più: c’è ancora fino al momento in cui non viene rinominata una nuova Commissione o non viene integrata, esattamente come è successo – e come succederà ancora nel tempo – quando il mandato triennale arriva a termine.

Le rispondo anche sulla relazione. Che interesse avrebbe avuto l’assessore Venturi a raccontare che la Commissione aveva finito le attività, quando lo stesso assessore Venturi quella mattina era a Reggio Emilia per parlare con i Comuni della Comunità montana, con i Comuni del distretto di Castelnovo ne’ Monti e raccontare un progetto di sviluppo dell’ospedale insieme al presidente della Conferenza territoriale, al direttore generale Nicolini e alla direttrice dell’azienda territoriale? Quale sarebbe stato il mio interesse nel mentirle e nel tenere nascosto un documento definitivo della Commissione, che mi avrebbe potuto e avrebbe potuto mettere una pietra sopra a tutto quello che voi dite che volete sostenere, cioè l’apertura dei punti nascita? Questa è la prima cosa che le chiedo, per l’autogol che avete fatto. Nel senso che, se c’è un assessore che gira per i territori e cerca di spiegare quello che potrebbe accadere... Perché la Commissione nascita non ha finito il suo lavoro, tant’è che si è riunita proprio ieri pomeriggio per esaminare un documento che il sindaco Bini e i suoi colleghi del distretto ci avevano fatto pervenire prima ancora di quel venerdì, così come si riunirà per esaminare i documenti che arriveranno dal sindaco di Borgo Val di Taro e del suo distretto, così come ha avuto ieri la relazione, che io avevo chiesto in data 16 febbraio alla direttrice che lei ha citato prima, nella quale chiedevo – sono tutte cose che ci sono; basta chiederle e lei le avrà – alcune integrazioni e alcune valutazioni su quel documento di mandato della Commissione, che è un documento di mandato, ma non chiude il percorso, per il semplice motivo che quel percorso è ancora in essere ed è in essere con le comunità che voi chiedete di consultare.

Non è una finta, come hanno fatto i suoi colleghi del Veneto, che hanno chiesto una deroga all’apertura di alcuni punti nascita, sapete garantendo quante ore al giorno di pediatra? 3 ore al giorno di pediatra. Vede, nel punto nascita che lei cita di ore di pediatra noi ne garantiamo già 12 oggi. Con quelle 3 ore di pediatra, sapete cosa succede nei punti nascita del Veneto? Succede che un bambino nasce a mezzogiorno e il pediatra lo vede il mattino dopo alle 8. Questa è una garanzia di sicurezza, secondo voi?

Noi stiamo lavorando con un unico principio, che è quello di garantire sicurezza non per la cura di una malattia, ma per uno degli eventi che, purtroppo, accade sempre meno spesso nella vita di una coppia, ossia la nascita di un figlio, che non vogliamo trasformare in una tragedia. Vogliamo che si mantenga una grande gioia nella vita di una famiglia. La nostra unica preoccupazione è quella di rappresentare quelle tutele, quelle garanzie indipendentemente dal luogo in cui nasce un bambino. Questa è la preoccupazione che abbiamo.

Il fatto che quel documento non fosse definitivo è testimoniato dal fatto che quel documento è un testimone che è andato alla nuova Commissione, la quale sta già facendo delle osservazioni. Quindi, i lavori della Commissione nascita non finiscono mai, non sono finiti il giorno che lei ha citato e non finiranno fra tre anni. La Commissione nascita esiste sulla base di una legge regionale, ben prima della Commissione nascita nazionale. Ce l’abbiamo da vent’anni in questa Regione, quindi siamo noi che dobbiamo insegnare come interpretare. La Commissione nascita non esiste solo per i punti nascita. La Commissione nascita è la protagonista di una serie di importanti questioni che noi abbiamo regimato in questa Regione in questi vent’anni. Tutto il tema dell’attività dei consultori, tutta la medicina di iniziativa, il fatto di seguire la gravidanza (prima il parto e poi il puerperio). Altro che solo punti nascita! Altro che temi che riguardano tre ospedali! Qui stiamo ragionando della salute delle madri e dei bambini che nascono, e questi non si interrompono mai per il semplice motivo che la sicurezza non si interrompe mai. La sicurezza è una cosa che viene prima di ogni altra. Non è che sulla sicurezza del lavoro la politica abbassa gli standard perché, siccome ci sono molti incidenti, allora non siamo più in grado di garantire. I temi della sicurezza della nascita sono il must che noi interpretiamo e che dobbiamo garantire.

Precisato questo punto, segnalo una cosa, visto che ragioniamo in termini di date. Per procedere al rinnovo di una Commissione è necessaria un’attività istruttoria, per la quale il consigliere Delmonte mi fa sembrare quasi Superman. Io in due giorni, dal sabato al lunedì (perché il lunedì è andata in Giunta la delibera), avrei dovuto acquisire la disponibilità del nuovo presidente e di altri 14 componenti rinnovati di quella Commissione. Le pare possibile? Magari fossi in grado di fare questo! La verità è che noi abbiamo acquisito il 22 febbraio la disponibilità del nuovo presidente (che è quello di prima) e poi abbiamo proceduto ad acquisire la disponibilità di diverse nuove figure che fanno parte della Commissione. Quindi, quando io dicevo che la Commissione era stata rinnovata, era nei fatti che era stata rinnovata. Lei si attacca al fatto che il lunedì è andata in Giunta. Certo. In Giunta va alla fine di un percorso che sancisce i nomi e i cognomi delle persone che ne fanno parte e che avevano dato la disponibilità nelle settimane successive.

Il fatto che questo documento di mandato sia rimasto chiuso (non è il documento definitivo, evidentemente, visto che siamo qui a parlarne oggi e che ne parleremo nelle prossime settimane) è molto chiaro. Io mi sono preso una responsabilità fortissima tenendo quel documento di mandato, un documento che, sostanzialmente, come lei ha già spiegato, sostiene le ragioni per le quali quei tre punti nascita devono essere chiusi. Io non sono affatto sicuro che la Commissione nascita, quella rinnovata, dirà che, invece, devono essere tenuti aperti. Quello che abbiamo detto in questi giorni e che abbiamo ribadito anche ieri in quest’Assemblea è che, a prescindere dall’opinione tecnica della Commissione nascita, noi abbiamo degli standard all’interno di quei tre ospedali che ci suggeriscono, comunque, di chiedere alla Commissione nascita regionale di derogare rispetto agli standard previsti dalla stessa Commissione nascita, dal decreto del Ministero della salute, che non sono gli standard della Regione Veneto, di 3 ore di pediatra, ma sono standard che rappresentano qualcosa che non abbiamo neanche in altri ospedali e che dovremmo adeguare già in tali ospedali, proprio per garantire la sicurezza.

Tutto questo è il frutto del confronto che stiamo avendo in queste settimane con le comunità e con le istituzioni. Già ieri la Commissione ha esaminato il documento del sindaco Bini e di altri e esaminerà anche i documenti che riguardano altri punti. Certo, in questa Regione altri hanno fatto scelte differenti, che io apprezzo. Per esempio, la Conferenza di Ferrara ha deciso autonomamente di chiudere il punto nascita del Delta, chiuso già da un paio di mesi. Non è accaduto assolutamente nulla. L’ospedale del Delta ospiterà funzioni di rilievo regionale, come la procreazione medicalmente assistita. Ogni territorio fa le proprie scelte. La Conferenza di Modena sta facendo il suo percorso. Sta di fatto che noi abbiamo presentato, per quei tre ospedali di montagna, tre progetti di grande sviluppo: 9 milioni di investimento, decine di persone in più che vanno a lavorare, 1.500 interventi chirurgici in più all’anno in quei luoghi, portando in quei luoghi persone provenienti dai capoluoghi. Questo vuol dire garantire il futuro sviluppo dei piccoli ospedali: fare le cose che in sicurezza si possono fare e favorire un bacino di utenza che non può essere quello del distretto di 50.000 abitanti, sennò sarebbero, evidentemente, ospedali destinati a morire.

Noi ci muoviamo in quella logica lì, la logica che ci porta a fare l’intervento di elisoccorso H24 (una delle prime regioni in Italia), che partirà entro la fine del mese di maggio. È questa la logica che ci muove ed è per questo che ci sono tante Regioni che guardano cosa fa l’Emilia-Romagna. Molte Regioni guardano cosa facciamo. In genere, quello che facciamo noi qualche altra Regione lo fa dopo qualche anno. Se lo fa. Altrimenti, non è neanche capace di farlo. Questo è quello che sostengo e che non mi stanco di sostenere.

Il tema è: più investimenti e più sicurezza. Queste sono le due parole d’ordine sulle quali nessuno mi può smentire. È evidente che ci si deve porre un tema quando in 5 anni di attività ci sono dei punti nascita che calano il 40 per cento dei parti (addirittura qualcuno cala il 60 per cento dei parti), punti nascita in cui oltre la metà delle donne che potrebbero partorire lì, perché vivono lì, vanno a partorire in altri luoghi. Ce lo dobbiamo porre un problema o no? Perché accade ce lo dobbiamo chiedere o no? Ci dobbiamo porre un tema più grande? Su questo vorrei che l’Assemblea fosse attenta, così come la Giunta. Ci dobbiamo porre il problema che, da quarant’anni, il numero dei nuovi nati si è ridotto a un terzo? E che, se anche le donne avessero oggi il doppio della fertilità che presentavano quarant’anni fa, noi non riusciremmo ad invertire la rotta che abbiamo, purtroppo, intrapreso? Nei prossimi vent’anni c’è il rischio che questa regione cali 1 milione di abitanti. Ce lo vogliamo porre questo problema? Noi ce lo stiamo ponendo. Politiche nuove per la famiglia, politiche incentivanti, come è successo in Francia e in diversi Paesi d’Europa, dove davvero si fanno politiche nazionali e regionali che cercano di conciliare il lavoro con la maternità. Il nostro problema principalmente è questo. I 500 parti rappresentano una soglia e, come tutte le soglie, se ne può discutere. La si può mettere a 300, la si può mettere a 200. Faccio fatica a pensare che la si possa mettere a 100 o a 50. In ogni caso, si può discutere sui numeri. Se non ci poniamo questi temi, ci dovremo porre – rapidamente, purtroppo – temi che riguardano altre città, perché le nascite calano ubiquitariamente, molto di più dove se ne fanno meno. Questo è un dato di fatto. Al Delta, dal 2011 al 2016, i nati sono calati del 60 per cento. È un tema robusto di cui discutere? Io credo di sì.

Capisco il valore simbolico della nascita in un luogo e lo difenderemo fino a quando potremo, tant’è che noi trasmetteremo al Ministero questa richiesta, il Ministero la trasmetterà alla Commissione nascita nazionale e, poi, prenderà – sempre il Ministero – la sua decisione. Se potremo garantire quelle condizioni di sicurezza, il problema non si porrà. Se ci diranno che le condizioni che riusciamo a garantire sono sufficienti, il problema non si porrà. Se, invece, non ci saranno quelle condizioni e non si riterrà possibile tutto questo, dovremo prenderne atto. Questa è la politica nella sua accezione più alta.

Ci dobbiamo preoccupare, a prescindere da come andrà a finire, di garantire a quei territori uno sviluppo. Noi vogliamo che, soprattutto in montagna, le persone si fermino. Ne abbiamo bisogno. Presumo che il presidente dopo dirà tutte le politiche di sostegno alla montagna, che non si riducono a quelle rappresentate dalla sanità. Sappiamo bene che in molti territori – e ho finito –gli ospedali sono le industrie più grandi lì presenti. Noi facciamo di tutto per potenziarli e per garantire un aumento dell’occupazione. Portare occupazione qualificata in quei territori vuol dire rappresentare e garantire un futuro di sviluppo. Non è la manodopera. Noi porteremo negli ospedali medici e infermieri. Non cambierà nulla. Anche se non si partorirà più, il dopo rimarrà uguale. Rimarranno i ginecologi e le ostetriche. Non agiamo per risparmiare. Agiamo per rappresentare standard di sicurezza. Se riusciremo a mantenere quelli che abbiamo, quei tre punti nascita, naturalmente, avranno la possibilità di sopravvivere, in base alle conclusioni che si trarranno a livello nazionale.

Noi stiamo facendo di tutto, rappresentando alla Commissione nascita tutti i dubbi che arrivano dai territori, tutti i dubbi dei clinici, tutti i dubbi anche di alcune donne che si rivolgono a noi. Dobbiamo, nella chiarezza, dire alle persone presenti in quei territori se abbiamo o meno la sicurezza per andare avanti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, assessore Venturi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sassi. Ne ha facoltà.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Io non ripercorro la cronologia degli eventi che ha già esposto il consigliere Delmonte, che è stato più veloce di me nell’accesso agli atti, e lo ringrazio. In seguito, abbiamo condiviso alcune informazioni nel merito della questione.

Io sono assolutamente certo che l’assessorato, la Regione, la Giunta stia lavorando per il benessere dei cittadini. Ci mancherebbe altro. Se non fosse così, il dialogo sarebbe già chiuso. Il discorso che mi vede coinvolto nella mozione di censura presentata dal consigliere Delmonte e da me controfirmata riguarda proprio un question time che presentai in Aula. Se in quell’occasione l’assessore Venturi non mentì, quantomeno non fu corretto dal punto di vista formale. Io non mi baso, ovviamente, sulle intenzioni e sulle dichiarazioni pubbliche, che vanno tutte bene. Mi baso sugli atti. Gli atti parlano e se mi dicono che una Commissione nascita (che non credo sia la stessa cosa della Commissione salute, però sono inerenti l’una con l’altra) deve essere rinnovata e non mi viene detto nel question time, ovviamente, per me qualcosa non è stato detto correttamente. Qualcuno potrebbe dire che è una menzogna, ma potrebbe dire anche che è stata una non precisa risposta sugli eventi di quel momento. Ognuno la può interpretare come crede.

Io sono assolutamente attento sul fatto che la ristrutturazione sanitaria in Regione sia un problema grosso, complesso, articolato e che vadano coinvolti gli attori che hanno diretto interesse nella gestione di questa struttura. È un sistema che vede, tra l’altro, la maggior parte del nostro bilancio impegnato. Quindi, vi è anche la questione di riuscire a fare in modo che tutto quadri come deve.

Assessore, lei ha proposto di discutere del problema nascite. Io sono d’accordo con lei. Dove, però? Noi in Commissione vediamo molto spesso i tecnici e molto poco lei. È una questione di impegni, lo capisco, però in più di una occasione, quando abbiamo chiesto audizioni all’assessorato, l’assessorato ha mandato i tecnici. Quindi, abbiamo anche una discreta difficoltà a parlare di queste cose, a meno che non lo si faccia con le interrogazioni o con articoli 30, che a volte vedono risposte non dico inconcludenti, ma incomplete. Mi riferisco anche all’accesso agli atti fatto dalla mia collega Piccinini: non erano stati inviati alcuni documenti che, invece, come abbiamo saputo successivamente, erano in suo possesso. Posso anche farle avere la specifica richiesta, il protocollo specifico.

Rimanendo nel merito, quindi evitando un discorso più ampio a livello politico su quelle che possono essere le intenzioni di questa Regione, di questa Giunta e del suo assessorato, che – ripeto – sono certo che voglia fare gli interessi dei cittadini e della salute dei cittadini, ho imparato molto presto (questo è il mio primo ruolo in ambito politico; quindi, ho cercato di imparare velocemente) che la forma è sostanza. Io non so se lei abbia mentito rispondendo a un question time a me o al consigliere Torri, in quell’occasione, o se semplicemente le sia sfuggito il fatto che la Commissione nascite era da rinnovare. In ogni caso, è un fatto congelato nella cronistoria degli atti, non delle dichiarazioni pubbliche. Le dichiarazioni pubbliche vanno bene, ma finché non diventano atti ufficiali non le posso prendere come riferimento. Le buone intenzioni non producono azioni se non hanno un atto collegato.

Io ho visto che si stanno identificando investimenti negli ospedali, anche a Castelnuovo ne’ Monti. Lo so. Tranne che del punto nascita. Io sono d’accordo con lei – lo dissi anche qui in Aula – in merito al discorso che la sicurezza va garantita e che il problema del calo delle nascite, quindi dell’esperienza degli staff, deve essere curato affinché si possa garantire la sicurezza. Non è l’elisoccorso H24 che può garantire una partoriente. Come le dissi allora, e continuo a dirglielo adesso, fa parte della sicurezza tout court dell’emergenza. Quindi, va bene. Ci mancherebbe.

Noi rimaniamo con informazioni non propriamente complete, almeno per quanto riguarda l’aspetto politico. Dovremmo lavorare sul Piano di riordino sanitario, chiamiamolo così, ma in Commissione non abbiamo l’accesso diretto a quello su cui si sta lavorando a livello di ASL locali. Dobbiamo chiedere l’accesso agli atti tutte le volte per sapere su cosa si sta lavorando, come e come si pensa di riformare la sanità?

Chiudo la questione perché non voglio fare, come ho detto prima, un discorso di più ampio respiro politico. La nostra posizione è chiara da tempo, quindi evito di fare uno spottone sulle nostre idee. Ribadisco che, per me, la forma è sostanza e che se una risposta viene data, viene data in modo ufficiale, in un contesto ufficiale, deve avere dati ufficiali. Tutto qui.

A mio avviso, dall’accesso agli atti fatto dal consigliere Delmonte e da quello che ne è emerso, qualcosa non ha girato correttamente. Tutto qua. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

La parola al consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Signora presidente, già in altra occasione mi sono permesso di dire che auspico la riforma del Regolamento perché il termine “mozione di censura” mi dà molto di regime e poco di significato etico concreto della parola.

Anzitutto, voglio fare una precisazione. Non credo che alcuno di noi sia qui per mentire o non mentire. Penso ci possano essere ricostruzioni dei fatti sbagliate. A volte, possono essere parole utilizzate in modo inopportuno che, nella loro ricostruzione, poi, danno atto a legittimi sospetti.

Assessore Venturi, glielo dico sinceramente, io ho letto la documentazione: sarebbe bastato da parte degli uffici – questa cosa non la imputo a lei – utilizzare le corrette parole per risparmiarci la prima parte di questa discussione. La seconda, sulla quale lei è intervenuto, di politica sanitaria, ovviamente, non fa parte di quest’atto, ma di valutazioni che renderemo successivamente.

Perché dico questo? Perché, effettivamente, quando lei ha citato la delibera n. 2040/2015, ha citato il 7 febbraio come vigente una Commissione che, in realtà, a termini di delibera, aveva cessato, se non sbaglio, da almeno 2-3 settimane la propria attività. Quando gli uffici preparano le risposte, su queste materie dovrebbero essere molto attenti. A me è venuto un dubbio: la Commissione, che doveva terminare la sua attività il 20 gennaio e che rimane in prorogatio fino alla sua sostituzione, decade o non decade? Questi sono i termini giusti. Il Consiglio comunale viene sciolto, ma non decade, tant’è vero che vi è una norma di legge che consente, per atti straordinari, di poter deliberare anche dopo il suo scioglimento.

Lei sostiene, poi, che la Commissione è stata rinnovata. Anche qui, che senso ha “rinnovata”? La Commissione può essere istituita, la Commissione può essere “rinnovata”, la Commissione può essere designata. Mi pare, dalla sua ricostruzione, che fossimo nella fase di una Commissione designata, non ancora formalmente istituita, perché è avvenuto – se non ho capito male dalla sua ricostruzione – due giorni dopo. Tutta questa serie, mi permetto di dire, di errori e di svarioni burocratici si trovano all’interno di una vicenda che, ovviamente, ha una grossa rilevanza politica sull’obiettivo che io penso sia comune. Qui dentro nessuno sostiene che i parti non debbano avvenire in condizioni di massima sicurezza, assessore. Ci mancherebbe altro. Questo, sì, sarebbe un atteggiamento irresponsabile, a tacer d’altro.

Se mi consente, penso vi siano due legittime posizioni che, probabilmente, devono trovare un punto di equilibrio: chi – e io posso essere tra coloro che sostengono questa prima tesi – vuole la conservazione dello status quo, tuttavia nella massima sicurezza, e chi sostiene che la massima sicurezza la si ottiene, ma anche a un certo costo.

Non voglio soffermarmi su Reggio Emilia, su Castelnovo ne’ Monti. Lei sa benissimo che la stessa vicenda sta succedendo oggi all’ospedale di Borgotaro. Penso che questo sia uno degli aspetti della politica. Molto spesso anche i consiglieri vengono sollecitati, attraverso petizioni, documenti e quant’altro che non sempre utilizzano un linguaggio rigoroso. Anche agli amici di Borgotaro ho fatto presente che sono d’accordo in linea di principio, ma non si può negare che, se alcuni dati vanno in una certa direzione e vi è l’intenzione di aumentarli, bisogna fare qualcosa. Se la curva è in calando ci sarà anche una ragione.

Lei, forse, ha centrato uno dei punti che, a mio avviso, sono fondamentali, ma che io ho definito in un altro modo. Mi riferisco al problema delle nostre montagne, dove i presìdi sanitari vengono visti non come fonte di occupazione, ma come fonte di maggiore garanzia. Quando uno deve fare 40-45 chilometri per arrivare nella struttura più prossima, forse qualche problema di questo tipo lo ha.

Assessore, io non metto in dubbio e credo alla buona fede di tutti quando dicono che i parti devono avvenire nella massima sicurezza. Dico solo una cosa: non sia, questo, l’alibi per semplificare un po’ troppo, per cercare di ottimizzare un po’ troppo, per cercare – mi scusi, uso questo termine non in modo irrispettoso – di risparmiare a prescindere. Se queste tre questioni non sono sul campo, allora ci si può confrontare linearmente. Quando, non dico solo l’assessore, ma prevalentemente i funzionari, ogni qualvolta si deve andare ad un riordino ospedaliero, mettono davanti a tutto la parola “risparmio”, mettendo al centro non la persona, ma il concetto di risparmio, lei capisce che fanno un autogol. Questa è una musica che, a seconda dei luoghi, viene suonata più o meno allo stesso modo. Se andiamo in pianura a Villanova si dice che vi è un problema di grandi costi, mentre a Fiorenzuola migliora il servizio e non ci sono i costi. In provincia di Parma la musica è la stessa, così come è la stessa a Reggio.

Sgombriamo il campo dal fatto che al centro ci siano i risparmi. Al centro c’è la persona e c’è la vita. Nel caso di specie, lei stesso, assessore, dice che abbiamo il dovere di garantire la sicurezza dei parti per evitare tragedie o, comunque, complicazioni successive, che a volte durano tutta la vita. Sappiamo quali problemi hanno portato in passato certi interventi. Penso che su questo ragionamento un terreno di confronto ci sia. Vi è meno un terreno di confronto, a mio avviso, quando si dà l’idea, nella ricostruzione dei fatti e degli atti, di voler giocare una partita non estremamente chiara. Anche da parte dei suoi uffici qualche responsabilità c’è su questo modo di rapportarsi.

Se qualcuno sapeva che la Commissione cessava l’attività il 20 gennaio lo poteva dire, aggiungendo che, comunque, rimaneva in funzione fino alla nuova nomina. Si poteva evitare di dire che la Commissione era rinnovata, quando la Commissione, invece, era stata correttamente individuata, quindi occorreva solo il passaggio formale per la sua effettiva funzionalità. Iniziamo a usare le parole correttamente. Certe reazioni sono legittime. Il consigliere Delmonte legge gli atti. Posso dire una cosa? Legittimamente, si sente un po’ preso in giro: “Qui uno mi dice una cosa, ne scrive un’altra, poi un’altra ancora e un’altra ancora”. Dietro tutto questo cosa c’è? C’è un problema di natura sanitaria, ma anche politica. Sulla parte sanitaria – torno a ripetere – non penso che alcuni di noi abbiano dubbi nel dire che nessuno è talmente disgraziato da voler avere parti non in sicurezza. Sulla parte politica, diciamo legittimamente: non giochiamoci dentro. Penso che il senso di questa mozione di censura si basi, prima ancora che sul merito, sul metodo che è stato utilizzato, un metodo che non serve alla chiarezza, ma che, a mio avviso, produce soltanto confusione.

Dopodiché, per quanto riguarda la scelta degli ospedali, io sono perfettamente convinto che occorra uno sforzo supplementare per poter tenere, per quanto tecnicamente – prima che politicamente – possibile, in attività tutti i servizi che alcuni ospedali delle zone di montagna hanno. Ho visto plaudire anche dal sindaco di quel Comune la trasformazione in O.C. dell’ospedale di Bobbio. Quando tra qualche mese quell’ospedale non sarà più un ospedale, ci si renderà conto che le sigle, a volte, non rappresentano solo un cambio di nome, ma anche un cambio di funzioni e di presidio sul territorio.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Ci sono altri interventi? Consigliera Prodi, prego.

 

PRODI: Grazie.

Molto brevemente. Io intervengo solo per stigmatizzare un comportamento che mi sembra strumentale e pretestuoso. Si vuole attaccare politicamente un assessorato che, comunque, è di eccellenza. Ovviamente, i presìdi del territorio e della qualità dei servizi sono troppo importanti per farne oggetto di schermaglia politica inesistente. Non è così che si tutelano seriamente le politiche dei territori.

Personalmente, io ho sempre sostenuto – e sosterrò – il mantenimento del punto nascita, quindi la richiesta di deroga. Ne approfitto per ringraziare l’assessore per l’apertura che ha dato ieri su questi temi. Ci batteremo sempre per assicurare un’organizzazione strutturale che garantisca la sicurezza e l’affidabilità alle donne che partoriscono in montagna. Questo vuole sottolineare la fiducia nella capacità dell’assessorato nella realizzazione di standard materiali di eccellenza, come ha sempre saputo dimostrare.

Anche in virtù degli interventi che mi sono sembrati – al di là di quello del consigliere Delmonte – abbastanza attenuati, chiedo di ritirare questa mozione di censura. Nel caso non si procedesse in tal senso, voterò convintamente contro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Prodi.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Questa occasione la considero imbarazzante per questa Assemblea. Doversi confrontare in merito a una mozione di censura sull’assessorato più qualificato della Regione Emilia-Romagna e che ci viene invidiato a livello nazionale la trovo una situazione di fronte alla quale non mi sarei voluto confrontare.

Oggi ci troviamo a discutere in merito al sistema sanitario della nostra Regione e ai presìdi ospedalieri. Credo, indipendentemente dal percorso ricostruttivo, che pure è presente, tanto nella mozione di censura quanto nella, a questo punto dovuta, difesa dell’assessore Venturi, ma inopportuna rispetto alla motivazione, è emerso, con una certa chiarezza, che non c’è nessun segreto dietro alle vicende che hanno anteceduto questa situazione.

Semmai c’è una grande preoccupazione, cioè quella che l’assessore Venturi ha avuto di cercare di mantenere il livello standard di questa Regione ai livelli nazionali ed europei a cui siamo abituati a vivere.

Peraltro, anche nella risposta opportuna che l’assessore Venturi ha dato rispondendo alla domanda “quale poteva essere il modello sanitario da prendere, quello del Veneto” la risposta è stata così drammaticamente vera che con grande difficoltà potremmo noi discutere oggi di ciò che c’è di meglio fuori da noi. Non c’è nulla di meglio.

 

(interruzioni del consigliere Fabbri)

 

Non c’è nulla di meglio, perché il modo in cui pensate di affrontare le cose è raggranellare dei voti sulle paure delle persone. Invece, io ho molto apprezzato il modo in cui le questioni della sicurezza sono al centro dell’azione politica e amministrativa che il nostro assessorato alla sanità mette in campo. Abbiamo detto sostanzialmente che gli ospedali di montagna sono un presidio necessario ed opportuno e allo stesso tempo, però, abbiamo detto che donna, bambino e famiglia sono gli obiettivi che questa Regione si dà per evitare il decremento demografico. Di cosa stiamo parlando? Voi fareste nascere i vostri figli dove non c’è la possibilità di avere una rianimazione pronta? In tutta sincerità, da genitore vi dico che questa cosa sarebbe inaccettabile e sfido chiunque di voi a dirmi che lì dove non c’è un reparto di rianimazione pronto a dare delle certezze noi questo lo faremmo.

Se pensassimo di ragionare con sincerità dovremmo dirci che i lavori della Commissione sono partiti da anni, come diceva prima l’assessore Venturi, e sono ancora in corso perché cercano di tenere insieme le strutture sanitarie e le eccellenze che dobbiamo offrire ai nostri cittadini. Certo, c’è un impegno a valutare, a chiedere, nell’ambito delle cose possibili delle deroghe, ma nell’ambito delle cose possibili. Io credo che la politica abbia il dovere di dire le cose per quelle che sono e non speculare sulle paure delle persone. Lo abbiamo già dimostrato con i vaccini, continueremo a farlo anche con la responsabilità della buona sanità di questa Regione.

È per questo motivo che, a nome del Gruppo del Partito Democratico, ringrazio Sergio Venturi per la disponibilità che ha dato a ricoprire questo incarico e gli chiedo di andare avanti nell’interesse della buona sanità e della storia di questa Regione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

Interviene ora il consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Credo che da certi punti certi punti di vista stiamo assistendo a una discussione anche in parte surreale, perché gli intervenuti, i firmatari, i presentatori della mozione di censura hanno riconosciuto e hanno attenuato nei loro interventi quella che poteva sembrare una richiesta molto dura e hanno riconosciuto, mi è parso di capire, che in effetti poi nessuno mette in discussione l’onestà o la correttezza degli atti. Credo sia fondamentale, come sempre quando si fanno queste discussioni, stare al merito e alla sostanza delle cose. Capisco le esigenze di ciascuno, di ogni forza politica nel voler rivendicare spazi anche dal punto di vista mediatico, però qui noi dobbiamo stare alla sostanza e al merito. Se stiamo alla sostanza e stiamo al merito io credo che sia chiaro a tutti che la Commissione Nascite svolge un ruolo consultivo di valutazione importante tecnica che ovviamente sta alla base poi delle decisioni che devono essere assunte in una sede che, però, è una sede politica, perché ovviamente tanto la Giunta regionale quanto l’Assemblea legislativa sono organi politici. Io, quindi, forse perché vengo da un passato recente in cui ho visto molto spesso la politica scaricare sugli organi tecnici responsabilità di indirizzo politico, forse perché ho sempre contestato questa modalità per cui la politica fa dire ai tecnici quello che non vuole o non può o non sa dire, nel momento in cui assistiamo a un percorso chiaro, trasparente e lineare, in cui esistono organi consultivi tecnici che devono fare un importante lavoro, perché noi dobbiamo assumere decisioni sulla base di valutazioni che non possono essere emotive, ma che evidentemente devono essere suffragate da elementi scientifici, soprattutto quando parliamo di salute, ecco però che nel momento in cui è chiaro e trasparente che nella valutazione di questi elementi, che la Commissione Nascite mette a disposizione della discussione, dall’assessorato e dall’Assemblea arrivano segnali che in qualche modo continuano a tenere aperta una discussione che sappiamo essere complicata e delicata, io credo che questo elemento vada messo a valor comune ed è la ragione per la quale ho chiesto separatamente, ovviamente, prima dell’Assemblea, al consigliere Delmonte di valutare bene l’opportunità di questa mozione di censura, perché, secondo me, non ne sussistevano i presupposti istituzionali, visto che siamo in sede politica, non esistevano i presupposti politico-istituzionali.

Nel momento in cui dall’assessorato, dell’assessore, dalla Giunta arrivano segnali come quelli di ieri e anche come quelli dell’interrogazione in risposta all’interrogazione di cui è oggetto la mozione, che vanno in una direzione che tiene aperto un dibattito, io penso che quella direzione vada sostenuta, vada incoraggiata, sapendo che non dipende tutto da noi, che non dipende solo da noi e che esiste un quadro di riferimento nazionale che, volente o nolente, dobbiamo rispettare.

Dopodiché sarebbe bene che tutti si impegnassero in tutte le sedi, se siamo così convinti effettivamente delle cose che diciamo sui territori, di portare questa battaglia anche nelle sedi istituzionali più importanti, a partire dal Parlamento e dal Governo, perché qui noi paliamo sempre di Conferenza Stato-Regioni dimenticando che ci sono le Regioni, ma c’è anche lo Stato.

In quell’anno, nella Conferenza Stato-Regioni, che firma e fissa gli elementi in virtù dei quali poi si sviluppa la discussione sull’apertura o meno dei punti nascita e sul mantenimento o meno dei punti nascita in montagna, lo Stato era rappresentato da un Governo, il quarto Governo Berlusconi, e il ministro della sanità era Ferruccio Fazio, come potrebbero ben spiegarci i colleghi Foti e Rainieri che in quella legislatura erano deputati di maggioranza. Quindi, serietà per serietà, teniamo le cose al loro posto, perché non è che si possa sull’Appennino reggiano, sull’Appennino bolognese, nel ferrarese fare le battaglie in difesa delle comunità locali, in difesa della montagna e poi quando si arriva qui si dicono ancora alcune cose e quando si arriva a Roma le si dimentica completamente. Non solo le si dimentica, ma si fa l’esatto contrario.

Penso seriamente, per il ruolo e per la credibilità che dobbiamo avere come Istituzione, che sia necessario rimettere la discussione sui binari corretti avendo, però, la stessa filiera dall’Appennino reggiano, dall’Appennino bolognese fino a Roma. Altrimenti, rischiamo solo di prendere in giro le persone e di dare segnali che possono garantirci un titolo sul giornale, ma la politica e le Istituzioni non sono i titoli sui giornali, sono qualcosa di diverso.

Visto che vivo in un territorio che questa discussione l’ha vissuta e l’ha vissuta male, e le conseguenze di quella discussione rispetto alla chiusura dei punti nascita sono ancora presenti, sono ancora vive, perché il punto nascita ha una valenza, oltre che scientifica e di servizio, anche simbolica, trovo veramente inspiegabile, e lo dico sinceramente, nella misura in cui esiste la disponibilità di andare a discutere, esiste la disponibilità di confrontarsi con le Amministrazioni locali, esiste la volontà di discutere, come abbiamo fatto più volte in Commissione e in Aula, apertamente, su questo elemento, che è un elemento delicato, trovo inspiegabile che non si raccolga questo passaggio.

Ripeto, io ho visto direttamente sui territori cosa significa chiudere dei punti nascita senza spiegare nulla, senza presentarsi, senza dire perché e per come e mandando, nella migliore delle ipotesi, il direttore generale dell’azienda ASL di Bologna a spiegare quello che la politica non ha il coraggio o la volontà di fare. Ecco, allora, che se lo scarto c’è, ed è in questa direzione, cogliamolo, rappresentiamolo, portiamolo fino in fondo, facciamo una battaglia comune cercando, però, di essere seri.

Come Gruppo, oggi, non abbiamo nessun dubbio a respingere questa mozione di censura, fermo restando che la nostra posizione è stata, è e sarà, ovviamente, anche solo in virtù del fatto che ci viviamo, perché qui molti parlano, ma poi qualcuno ci vive anche in montagna, figuratevi se io o il consigliere Yuri Torri, che siamo dell’Appennino bolognese e reggiano non siamo qui per difendere e tutelare quei servizi e per dare continuità a presìdi ospedalieri che rappresentano, come ha detto qualcuno, punti fondamentali per il territorio.

Evitiamo di fare le battaglie su cui si appunta le medagliette e cerchiamo di stare alla sostanza. L’apertura è importante, va colta, va sostenuta e insieme dobbiamo andare a Roma a spiegare che effettivamente quella decisione merita di essere cambiata. Al di là delle risoluzioni, lo dico in anticipo, che possiamo presentare o non presentare, a un anno e mezzo o due anni di distanza, perché anche lì, e chiudo davvero, se io prendessi le date delle risoluzioni e le accompagnassi a iniziative che sono state presentate sui territori vedremmo una coincidenza che lascia qualche sospetto in più rispetto alla reale volontà di ottenere dei risultati piuttosto che ottenere qualche titolo sui giornali.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Tutti i Gruppi presenti sono intervenuti. Se qualcuno intende utilizzare i minuti avanzati per intervenire in dibattito generale, può farlo. Altrimenti poi sarà possibile farlo in dichiarazione di voto. Qualcuno intende intervenire adesso? Non ho iscritti.

Do la parola al presidente della Giunta, Stefano Bonaccini. Prego.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente.

Io confido che sia stata una scivolata l’utilizzo della parola “menzogna” o delle sue declinazioni. Spero anche che se ne scusi il consigliere. In ogni caso, mi pare che il dibattito abbia preso toni civili, di confronto, anche di schermaglia, che apprezzo. Non devo star qui a fare la difesa d’ufficio dell’assessore, che ha tutta la mia stima per lo straordinario lavoro che sta facendo. Ne abbiamo riprova settimanalmente, mensilmente a Roma. Ero la scorsa settimana a intervenire al Convegno nazionale sulla corruzione in sanità, prendendo applausi a scena aperta nel racconto di come primi, e per ora unici, abbiamo abbattuto le liste d’attesa rispetto alla media che c’è in tutte le Regioni italiane.

Peraltro, mi pare che abbia chiarito già lui lo svolgimento dei fatti. Io vorrei stare su un punto più di analisi rispetto alla discussione che c’è stata in aula, che ripeto apprezzo. Il primo, si sgombri dal campo, perché lo leggo in qualche dichiarazione ogni tanto e non fa bene a nessuno perché non è motivo di verità, questo sì, il tema di una necessità di risparmio rispetto a una possibile chiusura dei punti nascita. Se fosse così, saremmo proprio imbecilli avendo deciso di mettere circa 9 milioni di euro di investimento su ospedali nelle zone in particolare montane. Ribadisco ciò che da due anni mi sentite dire: in questa Regione, a differenza di altre, anche del nord e anche recentemente, non si chiuderà un solo ospedale. Li vogliamo, però, qualificare e lo vogliamo fare a partire dal fatto che la qualità dei servizi in territori appenninici sta nella garanzia che si possa o si voglia investire affinché le persone non se ne vadano a vivere da lì. E non se ne vanno se vi è opportunità di occupazione, se vi sono servizi a partire da quelli primari (la sanità, la scuola) garantiti e se vi è una prospettiva, ad esempio, per il turismo, come sta avvenendo, di grande e forte crescita sulla quale, ovviamente, investiremo ulteriormente. Non si capirebbe perché abbiamo investito 3 milioni di euro su tante nuove piattaforme per l’elisoccorso anche notturno, rispetto alle quali, peraltro, abbiamo preso apprezzamenti a prescindere dall’appartenenza politica degli amministratori locali, sulle quali abbiamo investito tanto e continueremo, come avevo promesso, a investire.

Posso qui dare oggi una notizia. La bassa modenese, quella colpita dal terremoto, avrà anch’essa un nuovo punto di elisoccorso H24 tutto l’anno, perché avevamo detto che quella che abbiamo presentato era la prima fase di investimenti, una seconda fase sarebbe arrivata e la cominciamo perché ne abbiamo discusso proprio pochi giorni fa con l’assessorato, e risponderò, che è una richiesta che già avevano da tempo avanzato, gli amministratori locali di quel territorio.

Noi ci crediamo all’idea che le zone montane debbano avere dei presidi importanti, presìdi importanti rispetto ai quali, però, ciò che ci muove è il fatto che il tema della sicurezza a tutela della salute non venga mai meno.

Io non so qual è l’amministratore comunale, provinciale e regionale che preferisca andare a dormire la notte con il rischio di qualche fischio piuttosto che degli applausi. Noi sappiamo che quando si chiude qualsiasi tipo di attività che era presente è più facile rischiare di prendere qualche fischio piuttosto che applausi.

È pur vero che se siamo mossi dall’interesse generale ci deve interessare poco il numero di voti che si rischiano di perdere o di guadagnare, ma ci deve interessare la prospettiva di garantire la tutela della salute.

Sul tema dei vaccini ci ha mosso esattamente questo, lo sapete, il tema di garantire a qualsiasi bambino o bambina lo stesso diritto alla tutela della salute. Altrimenti, non ci saremmo mossi in quella direzione se non fosse che in questi anni ovunque è diminuita la percentuale di bambini che vengono vaccinati. È così per il tema dei punti nascita.

Il consigliere Taruffi l’ha citato. È un accordo che avvenne in Conferenza Unificata nel lontano 2010. Se è avvenuto in Conferenza Unificata vuol dire che è stato un accordo fatto con il Governo, con l’Associazione nazionale dei Comuni, con l’Unione delle Province Italiane e con la Conferenza delle Regioni e significa che quel Governo decise, secondo me giustamente, di prendere un provvedimento, ad esempio, che fissava sotto i 1.000 casi un problema serio sul quale fare verifiche e andare a verificare come comportarsi, peraltro sostenuto non da qualche politico, ma, anche in questo caso, dalle società della comunità medica e scientifica.

È già avvenuto in questa Regione che si sia chiuso qualche punto nascita. Noi abbiamo avuto un approccio rispetto al tema delle valutazioni che l’assessore faceva e che alcuni di voi facevano che erano legate a una Commissione terza che dovrà valutare e decidere, a un dibattito che dovremo fare e stiamo facendo con i territori ai quali, però, chiedo una cosa. Se mettiamo la tutela della salute, come mi pare molto opportunamente ha detto il consigliere Foti e aveva detto precedentemente il consigliere Sassi, come obiettivo di discrimine, chiedo a tutti di non avere pregiudizi. Non li abbiamo noi, mi auguro non li abbiano coloro che nel momento in cui si verificasse che chi deve decidere e stabilire ritenga non sia possibile farlo…

Peraltro, la Lombardia ha chiesto sette deroghe, ne sono state concesse mi pare due. Io non mi permetterei mai di andare a stabilire se sia stato giusto, sbagliato o meno. Nel momento in cui ti rivolgi a qualcuno, e questo ti risponde, è evidente che a quello ti affidi rispetto a una decisione che, abbiamo detto, se non fosse che ha visto in questi anni calare notevolmente il numero di parti e quindi vuol dire che c’è anche una decisione tutta autonoma delle famiglie, delle mamme, dei genitori, dei padri che decidono di andare in un posto, come diceva l’assessore Venturi, piuttosto che in un altro, addirittura il ricorso in alcuni casi molto sopra quel 15 per cento che viene considerata una soglia “da non superare” di parti cesarei. La voglio dire così e chiudo. Comprendo le schermaglie politiche, capisco ci possano essere punti di vista differenti, vi garantisco, però, che l’unica cosa che ci muove è quella di garantire una qualità dei servizi che eroghiamo e una tutela contemporaneamente della salute delle persone coinvolte che sia il massimo possibile.

Da questo punto di vista aspettiamo i risultati, ci stiamo confrontando con i territori. Saranno investimenti molto importanti in quelle zone perché addirittura aumenterà l’occupazione e quando lì crei occupazione è occupazione del posto.

Dall’altra parte noi abbiamo detto che vedremo se è possibile andare a chiedere la deroga e se questa potrà essere concessa. Credo che se viene accettato questo modo di comportarsi spero si tolga dal campo un dibattito ideologico che credo non faccia bene a nessuno, perché, peraltro, laddove sono stati chiusi i punti nascita, ovviamente le donne e le mamme sono prese in carico con tutte le sicurezze del caso. Tuttavia, se avessimo voluto decidere così, l’avremmo già fatto.

Potete di me fare tutte le critiche che volete, di certo credo non possiate dire una cosa, che non sia uno che ci mette la faccia o che scappa per non farsi trovare da una telecamera o da qualcuno. Noi le nostre responsabilità ce le prendiamo e ce le prenderemo sempre. Questa è la linea di condotta che abbiamo deciso di seguire. Quella mozione di censura – così viene definita –, della quale potremmo chiedere anche di cambiare il titolo, se è stata l’occasione per un dibattito di questo tipo, spero possa aiutarci a chiarire anche per il futuro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, presidente Bonaccini.

Abbiamo due fasi. La prima riguarda le dichiarazioni di voto per i minuti rimanenti e poi la votazione per appello nominale. Chi chiede di iscriversi?

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sassi, che ha otto minuti.

 

BONACCINI: Posso dire ancora una cosa?

 

PRESIDENTE (Soncini): Presidente, prego. Ha ancora dei minuti.

Consigliere Sassi, mi scusi un attimo.

 

BONACCINI: Scusi, consigliere.

Ho dimenticato di dire che il giorno della Giunta ero con Toti, Chiamparino, Maroni, Emiliano a incontrare il presidente del Consiglio perché avevo chiesto, come presidente della Conferenza, un incontro per parlare del prossimo DEF e delle manovre di bilancio.

Lo specifico solo per correttezza.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, presidente Bonaccini.

Per dichiarazione di voto, do la parola al consigliere Sassi, al quale restano otto minuti. Prego.

 

SASSI: Grazie, presidente. Sarò, in realtà, molto breve. Risparmieremo un po’ di tempo.

Effettivamente confermo quanto detto in precedenza e quanto ribadito anche dal presidente Bonaccini sul fatto che siamo tutti concordi che dobbiamo lavorare per tutelare la salute dei cittadini, e ci mancherebbe altro.

Sorvolo sulle dichiarazioni del consigliere Caliandro sulla ricerca di voti. Non è questa la questione. L’ho trovato fuori luogo. Non c’è alcun pregiudizio, di nessun tipo. Noi non siamo mai intervenuti con pregiudizi o con preconcetti, ma abbiamo sempre cercato di entrare nel merito delle singole questioni perché le questioni non sono tutti uguali. Sono andato anch’io a far due chiacchiere con il Comitato a Borgotaro per capire, sono andato più volte a Castelnovo ne’ Monti, visto che è anche il mio distretto e cerco di essere più presente possibile e la questione sicurezza la capisco. Conoscendo bene il discorso di Castelnovo ne’ Monti, me ne faccio carico perché trovo particolarmente difficoltoso pensare di non dover nascere lì e di dover andare a Reggio conoscendo il territorio. Non c’è nessun pregiudizio.

Entrando, però, nel merito delle casistiche, ribadisco il fatto, e qui lo voglio dire con molta chiarezza, che per parlare di questi temi senza alcun pregiudizio e apertamente lo si dovrebbe fare in Commissione almeno, perché qui in aula abbiamo tempi notoriamente ristretti.

Nelle Commissioni, come ribadito anche da altri, vediamo molto più spesso i tecnici, quindi la parte tecnica, che non l’assessore, quindi la parte politica, perché anche politicamente, al di là del riuscire a incastrare tutte le parti tecniche che devono trovare un loro equilibrio, quindi non solo il bilancio che non credo sia una questione di risparmio, non è questo il punto, ma una questione di equilibri, è ovvio, vale sempre per ogni contesto amministrativo. È una questione proprio di confrontarsi sulle visioni politiche. Questo, mi dispiace, ma lo vedo poco.

Io non ho storia di presenze in Commissione da poter spendere. In questo senso sicuramente credo che vada un po’ rivisto il rapporto che c’è tra la Commissione Salute della Regione e l’assessorato o meglio l’assessore, perché l’assessorato c’è. È l’assessore che è un po’ assente da questo punto di vista. Io ho cercato di tenere toni più che accettabili, esponendo quella che è la nostra posizione. È ovvio che la nostra posizione sarà quella di votare a favore della mozione di censura. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Sassi.

Interviene ora il consigliere Delmonte, al quale restano sei minuti.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Ne approfitto per fare alcune repliche. Mi è stato detto, e ne prendo atto, che non sono stato pacato. Io credo, invece, di essere stato molto, molto pacato. Anzi, credo di essere stato l’unico che è rimasto sul tema della discussione di questo momento. Più avanti ce ne sarà un’altra più politica.

Detto questo, sugli atti mi sono già espresso. Su quello che è stato dichiarato mi sono già espresso, non ritratto nulla. Quello su cui voglio replicare, a questo punto, è l’aspetto più politico, nel senso che alla fine sono state fatte dichiarazioni politiche importanti e molte le condividiamo. Non abbiamo mai messo in discussione di non voler sicurezza negli ospedali, non abbiamo mai messo in discussione che gli investimenti, i 3 milioni, ad esempio, su Castelnovo ne’ Monti, come i 3 milioni anche negli altri due ospedali, non fossero utili o fossero dannosi, nessuno ha mai detto cose del genere, anzi sono benvenuti. Ci teniamo a evidenziare, però, che dei 3 milioni di Castelnovo ne’ Monti nessun euro va sulla parte dell’ostetricia e della ginecologia. Ci teniamo a evidenziarlo. Nessuno ha mai detto il contrario, però, attenzione a non mischiare le carte.

Ben vengano, sono 2 milioni sul pronto soccorso e 1 milione di euro sul personale, tutte cose essenziali per la sopravvivenza di un polo di sicurezza e ospedaliero nella zona che, come già detto, non solo dà lavoro, ma dà al territorio una certa importanza.

Ci tengo a evidenziare, però, alcune parti. La prima è che il limite delle 500 nascite, dei 500 parti nella Conferenza Stato-Regioni del 2010 non è stato inserito tra gli standard di sicurezza, e lo sa bene chiunque abbia letto quell’atto, ma è stato inserito in uno standard operativo.

Negli standard di sicurezza, invece, sono stati inseriti giustamente la pediatria a 24 ore, la rianimazione e alcuni altri aspetti che attualmente non sono ricoperti dagli ospedali e dai punti nascita di cui stiamo parlando. Quindi, non è per forza, come ha anche ribadito più volte l’assessore Venturi, ma vedo che a volte c’è della confusione, che sotto le 500 nascite non vi è sicurezza, perché allora, fino a oggi, moltissimi ospedali avrebbero lavorato non in sicurezza.

Questo ci tengo a chiarirlo e nessuno di noi ha mai dichiarato e si sognerebbe mai di dichiarare una cosa del genere.

Ritengo grave, però, la dichiarazione del consigliere Caliandro che dice che non farebbe mai nascere un figlio dove non vi è una rianimazione. Attenzione, perché questo, secondo me, è cavalcare una paura, perché non è solo un problema di quell’ospedale non avere la rianimazione. Forse non è nemmeno un problema non averlo in certi casi dove la rianimazione è raggiungibile in modo rapido. Quindi, attenzione a dire che non farebbe mai nascere un figlio dove non vi è la rianimazione neonatale, perché la rianimazione neonatale non è ovunque. Vi è nei punti più vicini, soprattutto negli hub, che si possono raggiungere in tempi rapidi e utili alla sicurezza. Questo lo voglio chiarire.

Per quanto riguarda le altre dichiarazioni, ci tengo a definire il percorso che ha portato alla mozione di censura. Mi aggrego anch’io al fatto che il termine “censura” sia abbastanza triste, però, forse, nel caso specifico, a differenza di altri casi, pur essendo il termine “censura” molto, molto forte e forse inappropriato, è comunque molto più azzeccato perché va a definire quella che, secondo me, era una pecca di dichiarazioni fatte, non a livello politico su una scelta politica, ma su delle dichiarazioni fatte a mezzo stampa e a mezzo dell’Aula, quindi attraverso i question-time che, secondo noi, non rispondevano a una esatta verità degli atti.

Rispondendo per ultimo al presidente Bonaccini, ci tengo a dire che nessuno ha mai detto di noi, e se per caso lo ha letto vorrei evidenziare che non è mai uscito dalle mie parole, che è un problema economico. Io non ho mai dichiarato che la chiusura di un punto nascita è un problema economico. Anzi, fu la prima rassicurazione che l’assessore diede nel mio question-time del lontano 2015, quando mi disse: “Chiudere punti nascita oppure ospedali piccoli non è mai una scelta economica, perché di risparmio ne porta o nulla o ben poco”. Io questo non l’ho mai detto. È anche vero, però, che quando ci si prende le proprie responsabilità, a differenza di come è stato fatto in Veneto e in Lombardia, si può discutere sul metodo, si può discutere su quante deroghe siano state ottenute, si può discutere sul fatto che ci sia la pediatria a 3 ore e non a 12, tutto quello che volete, però una responsabilità è anche quella a un certo punto di dire “chiediamo la deroga oppure no”, e questa responsabilità è arrivata solo ieri. Solo ieri è stata fatta questa dichiarazione in maniera palese, dicendo: “Noi, alla fine di un percorso della Commissione Nascite, comunque – è stata utilizzata proprio la parola ‘comunque’ – chiederemo la deroga”.

Io stesso ieri ho fatto un comunicato in cui mi sono dichiarato soddisfatto di questa risposta, perché finalmente è stata presa la posizione di chiedere la deroga. Poi può essere concessa o non essere concessa, questo lo valuteranno le Commissioni preposte di tecnici, però, chiedere la deroga credo fosse un passo importante, un passo che noi chiediamo ormai da due anni, almeno da quando siedo in quest’Aula, quindi da due anni e mezzo.

Anche questa mozione di censura è servita a fare questa discussione, è vero. Ben venga, ce ne sarà un’altra nel corso della giornata su delle risoluzioni. Credo che il percorso sia arrivato finalmente a una svolta, però ieri. Forse ieri si sono anche riuniti.

Colgo l’occasione dell’ultimo minuto che mi è rimasto per chiedere all’assessore, a questo punto, da questo momento in poi, di informare anche la Commissione Sanità e i consiglieri su quello che il percorso nascite decide, senza dover ricorrere sempre dell’accesso agli atti, perché credo sia un percorso di trasparenza, in modo da poter condividere il percorso da qui in avanti che porterà poi alla deroga.

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliere, deve avviarsi alla conclusione perché ha finito il tempo.

 

DELMONTE: Ho ancora dieci secondi.

Rilevo tutta la collaborazione dei Gruppi da questo punto di vista, però, in termini di dichiarazione di voto, continuo a dire che la mozione di censura sull’atto e sulle dichiarazioni fatte dall’assessore Venturi troverà il nostro voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Delmonte.

Siamo in dichiarazione di voto. Non ci sono altri iscritti in dichiarazione di voto. È l’ultima richiesta. Io non ho altri iscritti in dichiarazione di voto. Chiudo le dichiarazioni di voto.

Procediamo al voto. Chiamo il consigliere-segretario Rancan al banco della Presidenza. Nomino consiglieri scrutatori la consigliera Ravaioli, la consigliera Serri, la consigliera Gibertoni. Chiedo alle scrutatrici di andare al tavolo per seguire le operazioni di voto e prendere nota della votazione.

La votazione avviene per chiamata. Chi viene chiamato dovrà dire “favorevole”, “contrario” o “astenuto” alla censura, a voce alta naturalmente.

Saranno due le chiamate.

Prego il consigliere-segretario Torri di procedere all’appello nominale dei signori consiglieri.

 

Il consigliere-segretario Torri effettua l’appello dei consiglieri che così si esprimono:

 

AIMI Enrico

(assente)

ALLEVA Piergiovanni

(assente)

BAGNARI Mirco

(assente)

BARGI Stefano

favorevole

BERTANI Andrea

(assente)

BESSI Gianni

contrario

BIGNAMI Galeazzo

(assente)

BONACCINI Stefano

contrario

BOSCHINI Giuseppe

contrario

CALIANDRO Stefano

contrario

CALVANO Paolo

contrario

CAMPEDELLI Enrico

contrario

CARDINALI Alessandro

contrario

DELMONTE Gabriele

favorevole

FABBRI Alan

favorevole

FOTI Tommaso

favorevole

GIBERTONI Giulia

favorevole

IOTTI Massimo

contrario

LIVERANI Andrea

favorevole

LORI Barbara

contraria

MARCHETTI Daniele

favorevole

MARCHETTI Francesca

contraria

MOLINARI Gian Luigi

contrario

MONTALTI Lia

contraria

MORI Roberta

contraria

MUMOLO Antonio

contrario

PARUOLO Giuseppe

contrario

PETTAZZONI Marco

favorevole

PICCININI Silvia

favorevole

POLI Roberto

contrario

POMPIGNOLI Massimiliano

favorevole

PRODI Silvia

contraria

PRUCCOLI Giorgio

contrario

RAINIERI Fabio

favorevole

RANCAN Matteo

favorevole

RAVAIOLI Valentina

contraria

RONTINI Manuela

contraria

ROSSI Andrea

contrario

ROSSI Nadia

contraria

SABATTINI Luca

contrario

SALIERA Simonetta

(assente)

SASSI Gian Luca

favorevole

SENSOLI Raffaella

favorevole

SERRI Luciana

contraria

SONCINI Ottavia

contraria

TARASCONI Katia

contraria

TARUFFI Igor

contrario

TORRI Yuri

contrario

ZAPPATERRA Marcella

contraria

ZOFFOLI Paolo

contrario

 

PRESIDENTE (Soncini): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

44

Assenti

 

6

Favorevoli

 

14

Contrari

 

30

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Soncini): La mozione di censura è respinta.

 

OGGETTO 4465

Comunicazione della Giunta regionale, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa, sulla situazione dell’IBC (Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali)

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Soncini): Come concordato dalla Conferenza dei Capigruppo tenutasi nella giornata di ieri, l’ordine del giorno della presente seduta è stato integrato con l’inserimento del seguente oggetto: Comunicazione della Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 76 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa, sulla situazione dell’IBC (Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali).

Si ricorda che l’Ufficio di Presidenza, in accordo con la Conferenza dei Capigruppo, ha stabilito i tempi di parola per ciascun Gruppo consiliare.

Interverrà, quindi, il presidente della Giunta e ci sarà un oratore per Gruppo, un intervento di un consigliere per Gruppo, quindi, per cinque minuti. Cinque minuti a Gruppo.

Do la parola al presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Prego.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Provo a ricostruire i fatti e a dare qualche lettura oltre che ribadirvi o indicarvi le decisioni prese.

Il pomeriggio di venerdì scorso ho ricevuto nel mio ufficio l’inviato di Striscia la Notizia, Valerio Staffelli, che, oltre a consegnarmi il Tapiro d’oro, mi ha mostrato alcune registrazioni video dalle quali si potevano ipotizzare gravi inadempimenti di servizio da parte di alcuni dipendenti dell’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia-Romagna, che sapete essere un Istituto a cui è affidata l’attività di ricerca e valorizzazione dei beni culturali, oltre che la gestione di alcuni di essi.

È un ente che ha personalità giuridica, autonomia statutaria e finanziaria, organizzativa, gestionale, amministrativa e contabile e che, caso abbastanza specifico, ha un presidente che viene eletto da questa Assemblea legislativa.

Già la mattina del 7 aprile, in seguito ad alcune anticipazioni della notizia uscita sulla stampa locale, era partita l’azione della Regione per provare a verificare quanto successo e mettersi in condizione di intraprendere un percorso per accertare eventuali responsabilità dei singoli e di chi era chiamato a controllare.

Le decisioni che abbiamo preso – adesso le elencherò – hanno un obiettivo molto chiaro: accertare la verità nei tempi più rapidi possibili, con trasparenza, di fondo con un’inflessibilità nei confronti degli eventuali colpevoli utilizzando tutti gli strumenti disponibili a partire, ad esempio, da alcune opportunità che i decreti Madia, alcuni dei decreti Madia, sui quali abbiamo dato l’intesa in Conferenza Stato-Regioni, possono oggi mettersi a disposizione. Abbiamo il dovere di tutelare il buon nome e l’immagine di un ente, questa Regione, che se ha performance che spesso vengono riconosciute tra le migliori o tra le più eccellenti in questo Paese e non può essere dovuto solo agli amministratori, nel caso siano ritenuti capaci, ma anche in particolare a tanti dipendenti, dirigenti, collaboratori che ogni giorno, con il loro lavoro e la loro competenza, ne garantiscono la qualità del lavoro stesso.

Dunque, abbiamo il dovere prima di tutto di essere durissimi, utilizzando gli strumenti e le leggi, nel caso (siamo garantisti fino in fondo) si accertassero irregolarità sui comportamenti e sulle norme da seguire per chi è un dipendente della Regione, in particolare per tutelare i tanti che fanno bene il loro dovere.

Peraltro, me l’avete sentito dire e credo lo possiate riconoscere, sul tema della sobrietà e del rigore noi abbiamo impostato uno dei pilastri dell’azione di governo di questi cinque anni. Non sto a elencare quello che abbiamo fatto, perché ne avete contribuito anche voi per la parte, ad esempio, relativa ai cosiddetti tagli, anche qui ormai penso per un bel po’ rimasti gli unici o quasi a farlo nel Paese.

Abbiamo deciso di inviare subito un esposto alla Guardia di Finanza, precisamente alla Polizia tributaria di Bologna, al gruppo a tutela della spesa pubblica; l’attivazione immediata dell’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari per compiere tutti gli accertamenti e prendere eventuali provvedimenti necessari; l’acquisizione della copia integrale in chiaro del materiale girato, che però ci è stato giustamente spiegato che sarebbe stata possibile solo dopo la messa in onda del servizio, che è andato la sera di lunedì scorso; l’istituzione di un Collegio ispettivo straordinario esterno all’IBC per verificare la regolarità della gestione amministrativa-contabile dell’Istituto, con particolare riferimento al personale; l’audizione dei vertici dell’IBC, presidente, Consiglio direttivo e direttore, che sono stati convocati proprio ieri l’altro.

Nel pomeriggio di venerdì scorso, quando ho visto le immagini, ho anche informato subito i sindacati dicendo loro quello che avremmo fatto o messo in percorso di fare. Poi ho voluto convocare la stampa per darne notizia, visto che la mattina c’era già qualcosa sui giornali che anticipava il filmato mandato in onda il lunedì sera successivo.

A uno dei dipendenti lunedì è stata notificata la sospensione dal servizio e dallo stipendio, perché era stato il solo ad ammettere tutto fra coloro che comparivano nel servizio o si presumeva comparissero. Per lui si è aperto un procedimento disciplinare. Sarà ovviamente convocato dall’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari per dare la propria versione dei fatti e il procedimento dovrà chiudersi entro un mese con una sanzione che potrebbe persino arrivare fino al licenziamento.

Viceversa, se sarà accertata la correttezza dei comportamenti, al dipendente verrà anche, ovviamente, restituita la somma di denaro trattenuta con la sospensione.

Nel pomeriggio si è svolta poi l’audizione dei vertici dell’IBC e a loro stessi è stata chiesta anche una relazione sulle modalità di controllo effettivo interno all’Istituto e le ricadute sull’attività quotidiana del modello organizzativo gestionale previsto.

La sera è andato in onda il servizio. Ieri, come avrete letto o saputo, abbiamo deciso che sarà direttamente la Regione a compiere gli accertamenti e le verifiche su quanto accaduto all’IBC e se ne occuperà l’UPD, l’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari, proprio sotto il coordinamento della Direzione generale, che sta proseguendo gli accertamenti su presunte irregolarità e quello che può essere accaduto ed eventuali, come potrebbe accadere, ulteriori sospensioni, come è accaduto per quel singolo dipendente lunedì scorso.

Come deciso fin da venerdì, però, abbiamo scelto di allargare le verifiche anche alla gestione amministrativa e contabile del personale definendo il mandato quindi del Collegio ispettivo straordinario istituito dalla Presidenza della Giunta. Il Collegio è composto da tre membri: un dirigente esperto in materia amministrativa, finanziaria e contabile, indicato dal Gabinetto della Presidenza, una funzionaria esperta giuridico-amministrativa, con specifica conoscenza dell’assetto organizzativo dell’IBC, indicata dalla Direzione generale economia della conoscenza e lavoro di impresa, e un’esperta giuridico-amministrativa componente del servizio anticorruzione.

Al termine di questi accertamenti il Collegio, che ho descritto ora nei suoi componenti, dovrà presentare, ovviamente, una relazione sull’esito della verifica al presidente della Giunta regionale, all’assessore competente e al Capo di Gabinetto.

Poi ci sono percorsi paralleli, che vanno per i propri conti nell’autonomia di altri, chiamiamoli così, organi che devono o vogliono intervenire. Avrete letto della Guardia di Finanza, alla quale, peraltro, abbiamo presentato noi l’esposto. Si è mossa la Procura della Repubblica. Non è che non si facciano le ispezioni. In questi ultimi due anni, ad esempio, sono stati avviati complessivamente oltre cinquanta procedimenti disciplinari, dei quali trenta erano relativi a inosservanza delle norme in materia di orario di lavoro e reperibilità in malattia, di cui oltre la metà si è conclusa con multe e sospensione dal servizio e anche dallo stipendio. Addirittura in un caso in passato si era arrivati, a causa di una falsificazione dei permessi, anche al licenziamento.

È evidente che sarebbe stato meglio che non ci fosse stato bisogno di un servizio televisivo, peraltro immagino contattato direttamente da qualcuno che lavora in Regione. Nei casi che vi ho descritto adesso succede che, quando qualcuno segnala, ovviamente parte tutto quello che l’ispezione può garantire.

Credo che, alla luce di quello che è accaduto, si possa anche - e me ne assumo personalmente la responsabilità - fare in modo che sia l’occasione per avviare un percorso di revisione e riforma dello stesso Istituto per i beni artistici e culturali e delle relazioni che lo legano alla Regione Emilia-Romagna, peraltro, anche qui, per tutelare il grande lavoro e l’esperienza che sono stati messi in campo in questi anni dall’istituto, da molti riconosciuti.

Per quanto ci riguarda, noi non possiamo accettare che anche un solo dipendente eluda quelle norme e quelle regole di etica pubblica che dovrebbero far sì che, quando si viene a lavorare, si rispettano le regole che sono previste dal contratto di lavoro e dagli adempimenti che si devono garantire.

Sappiamo che le grandi e anche le migliori famiglie possono avere al loro interno persone che sbagliano, che si comportano in maniera irregolare, ma quello che credo faccia la differenza è se si è in grado di intervenire e di essere inflessibili. E mi auguro anche che questo possa essere un segnale per altri che magari abbiano intenzioni similari.

Noi abbiamo il dovere di fare in modo che per primi, essendo un Ente pubblico, garantiamo il rispetto di quelle regole che spesso chiediamo ad altri di dover rispettare.

Penso che ci siamo mossi immediatamente, tempestivamente. Potete immaginare come il vostro sdegno per le immagini che avete visto sia esattamente lo stesso di chi vi sta parlando e della sua Giunta, anche proprio perché abbiamo cercato - l’ho detto prima - di impostare questa legislatura con una grande attenzione a tutto quello che si richiama al tema sobrietà e rispetto delle elementari regole di comportamento.

Accelereremo al massimo, per tutto ciò che la legge ci consente, per verificare cosa sia accaduto. Questo è quanto è successo, questo è quello che abbiamo messo in campo e vi terremo costantemente informati, per la parte ovviamente che riguarda l’Ente Regione.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, presidente Bonaccini.

Interviene il consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Parto con il ringraziare il presidente Bonaccini di aver accolto il nostro invito di ieri, rivolto magari in maniera anche poco formale, a essere qui presente in Aula e a riferire sui fatti accaduti.

Credo, comunque, che una riflessione politica debba essere fatta su quello che si è visto. Innanzitutto, da capogruppo ho un po’ il rammarico - poi magari il presidente ci spiegherà le ragioni - per il fatto che sia stata convocata la stampa come prima cosa e non i capigruppo, dal momento che è questa l’Aula, come prima diceva lei, presidente, che indica e nomina il presidente dell’Istituto. È stata una scelta, a nostro avviso, poco elegante anche dal punto di vista istituzionale e di rispetto della sovranità di questo Consiglio su questi atti. Sinceramente, dover apprendere dalla stampa le sue dichiarazioni, che a nostro avviso sono state sicuramente corrette, non è stato piacevole.

Per quanto riguarda l’elenco delle azioni che ha adottato, ci aspettiamo dagli enti preposti la massima verifica e il rispetto del lavoro dei dipendenti onesti rispetto a quelli che, invece, devono essere perseguiti per il misfatto che hanno compiuto. Tuttavia, non abbiamo capito dal suo intervento - e colgo l’occasione per chiederle di fare una precisazione al riguardo -, al di là del fatto che la giustizia deve fare il suo corso, se c’è una presa di posizione politica da parte della Giunta e da parte sua, presidente, su ciò che è capitato e sulle immagini che abbiamo visto anche noi sui mass media e nella trasmissione di Striscia la Notizia, e se effettivamente la Giunta ha ancora fiducia nei confronti del presidente, che è stato nominato da quest’Aula, e del direttore, che a nostro avviso doveva vigilare. Il Tapiro più che a lei, presidente, che ovviamente non ha responsabilità dirette sull’accaduto, sarebbe stato opportuno consegnarlo a chi effettivamente doveva governare e gestire questo istituto.

Noi non vorremmo che si prendesse come capro espiatorio una persona, quando anche dalle immagini che sono state mandate da Striscia la Notizia appare evidente che si tratta di una prassi piuttosto diffusa quella di uscire, di entrare, di fare un po’ quello che a queste persone gli pareva. Peraltro, mi è un po’ difficile immaginare che nessuno vedesse quello che capitava all’interno di questi uffici, che hanno un loro scopo ben preciso, che dipendono direttamente dalla Regione, che hanno un bilancio anche molto importante, considerato che nella parte corrente di questo bilancio bene o male l’IBC amministra circa 11-12 milioni di euro, spalmati in tre anni. Quindi, ci aspettavamo una dichiarazione di merito, una dichiarazione squisitamente politica, su cosa si vuole chiedere sia al presidente che al direttore generale.

Sarebbe stato opportuno che soprattutto la figura del direttore si autosospendesse e, a seguito del risultato delle indagini, indicare se quella è ancora la persona giusta a guidare e dirigere questo istituto importante della nostra Regione. Purtroppo, però, non abbiamo sentito dichiarazioni di questa natura.

Credo e confido in quello che diceva lei. Nessuno le può contestare il fatto che si operi per il risparmio, si agisca per la buona gestione e si cerchi di dare una bella immagine della Regione Emilia-Romagna a livello nazionale e internazionale. Ritengo, però, che quanto accaduto all’interno di questo istituto vada un po’ a deturpare, colpendo ovviamente lei per primo in qualità di rappresentante legale di questa Regione, l’immagine sua, nostra e di tutti i cittadini emiliano-romagnoli. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Fabbri.

Chiede di intervenire la consigliera Sensoli, anche per lei cinque minuti.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Anch’io parto ringraziando il presidente Bonaccini per essere venuto in Aula a riferire chiaramente le informazioni che ad oggi sono a disposizione della Giunta, che poi sono state girate, a seguito di una nostra richiesta, anche a noi consiglieri.

Quando arriva una troupe televisiva in Regione - purtroppo ne abbiamo già avuto esperienza recentemente - nei primi minuti regna sovrano il caos e iniziano a girare voci tra regolamenti di conti interni alla maggioranza e tentativi di messa a tacere all’interno dell’IBC di persone non esattamente in linea con le idee politiche di questo Governo. Noi, chiaramente, abbiamo voluto, invece, analizzare quella che è la situazione e agire secondo le responsabilità. Ne è venuto fuori una sorta di diagramma ad albero, partendo dalle responsabilità dei singoli dipendenti che pare non abbiano rispettato i loro doveri timbrando questi cartellini e poi forse uscendo a farsi gli affari propri, per arrivare a una responsabilità riconducibile a chi dovrebbe controllare che questi fenomeni all’interno della Regione e degli istituti ad essa collegati non debbano accadere.

Procediamo con ordine: il rispetto del singolo. Chiaramente concordiamo con l’etica che ogni singolo dipendente deve mantenere all’interno della Regione, che noi per primi dobbiamo rispettare in qualità di rappresentanti dei cittadini all’interno di questa Istituzione. Si pone, però, un problema relativo all’evoluzione del mondo lavorativo, che quindi anche la nostra Regione in una qualche maniera dovrebbe rispettare. Questa potrebbe essere eventualmente anche la dimostrazione che forse la nostra Regione non è esattamente al passo con i tempi, e mi spiego meglio.

Abbiamo guardato questo avvenimento dal punto di vista della valutazione del dipendente. Allora, nel momento in cui si verifica una situazione del genere, i casi potrebbero essere due. Se quel dipendente in passato ha ricevuto una valutazione rispetto alle proprie prestazioni lavorative pari, ad esempio, al 100 per cento, allora i casi sono due: o questo dipendente è estremamente bravo, per cui in pochissimo tempo riesce a fare lo stesso lavoro che fanno gli altri; oppure, questo dipendente effettivamente rientra nella categoria dei cosiddetti “furbetti del cartellino”, come vengono spesso nominati dai mass media.

Nel primo caso c’è un problema di valutazione degli strumenti lavorativi. Significa che la mera timbratura, il rispetto ingessato degli orari non è più in linea con quello che è oggi l’ambito lavorativo, perché io potrei timbrare puntualmente e starmene a scaldare la sedia tutto il giorno. Così come potrei, invece, svolgere un lavoro eccellente, essere responsabile sul mio lavoro, essere bravissimo e riuscire a fare in due ore quello che gli altri fanno in otto.

Abbiamo trovato anche un progetto della Regione rispetto allo smart work. Bene, gradiremmo che questi progetti non rimanessero solo parole scritte nero su bianco, per vantarsi magari di un’evoluzione, ma venissero effettivamente applicati perché, qualora si verificasse la prima ipotesi, cioè quella del lavoratore con particolari capacità, un progetto del genere di responsabilizzazione non legato a orari fissi sarebbe effettivamente da mettere in pratica. Qualora, invece, si verificasse la seconda ipotesi, ossia quella del lavoratore che si comporta furbescamente andando a timbrare per poi svolgere attività non inerenti all’ambito lavorativo, emergerebbe un problema di responsabilità e, quindi, un problema legato a tutta la classe dirigenziale di questa Regione.

A tal riguardo, mi preme sottolineare che, secondo i dati forniti dal Servizio gestione amministrazione riferiti al 2014, nessuno dei dirigenti della Regione ha oggi meno di 46 anni, l’età media è di 58 anni, gli ultra-cinquantottenni sono ben più della metà, 54 su 118 hanno sessant’anni o più. L’anzianità anagrafica non si abbassa se si considera il sottoinsieme dei dirigenti a tempo determinato, mentre la loro anzianità di servizio è pari in media a 19 anni, segno che hanno finito per rappresentare una componente della dirigenza regionale stabile quanto quella con contratto a tempo indeterminato. E questo è il paragrafo che si chiama “Carriere immobili: ristabilire il criterio di rotazione” del rapporto Vassallo.

Una parte di rotazione effettivamente è stata effettuata nel 2016 dalla Regione Emilia-Romagna, ma questa rotazione non ha coinvolto l’IBC. Quindi, chiediamo che i criteri di rotazione e i criteri di rinnovamento e di merito della classe dirigente siano rispettati, considerato che parliamo di merito, e il merito sta anche, ovviamente, quando si è a capo di una struttura, nel saper gestire in maniera corretta, oggettiva e scevra…

 

PRESIDENTE (Soncini): Consigliera, ha esaurito il tempo a sua disposizione.

 

SENSOLI: …da eventuali legami politici o di potere la struttura sottostante. Questo ci auguriamo.

Ringrazio nuovamente il presidente per essere intervenuto e mi auguro che quanto ci ha riferito oggi venga messo presto in atto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Sensoli.

Consigliere Bignami, prego.

 

BIGNAMI: Grazie, presidente.

Intanto credo che una comunicazione simile sarebbe stata opportuna in sede di capigruppo almeno contestualmente alla conferenza stampa nella quale si sono diffuse le iniziative intraprese, tra l’altro iniziative che, secondo me, tutelano la Regione e che non hanno altra funzione, perché la notitia criminis era già stata divulgata e, conseguentemente, la Procura aveva già tutti gli elementi per agire. È stato un esposto con funzioni propriamente e meramente politiche, che comprendiamo evidentemente visto il ruolo proprio della Giunta e del presidente, ma che, al di là di creare un riparo in un’ottica politica, nulla hanno aggiunto e nulla hanno tolto rispetto a quello che è avvenuto.

Che cosa è accaduto? È accaduto che un’importante trasmissione televisiva ha rilevato quello che noi credevamo non potesse verificarsi nei nostri territori, perché per qualche strana ragione crediamo sempre di essere immuni da alcuni comportamenti, e precisamente in un istituto di Bologna, rispetto al quale penso anche sia, però, opportuno precisare alcuni dettagli.

In primo luogo, il presidente di questo istituto è stato eletto da questa Assemblea nello scorso mandato, ragion per cui credo sia importante, anche a fronte delle parole del presidente Bonaccini, che tra un mese, quando ci troveremo a rivotare il presidente, non ci sia una nuova contrapposizione che allora giustificò una scelta di matrice politica nell’individuazione di una persona rispettabilissima, ma che ha connotato le proprie qualità di manager proprio con la vicenda adesso alla nostra attenzione.

In secondo luogo, c’è un problema, e credo sia l’unica cosa interessante che ha detto il presidente Bonaccini - non me ne voglia -, ovvero che bisogna procedere a una profonda revisione di un istituto che è del tutto inutile e che adesso si è rivelato anche dannoso. Non voglio certo richiamare antiche vicende, allorquando, qualora si doveva mandare qualcuno in esilio, lo si mandava là. Ed evito di citare fatti e nomi famosi, perché credo che siano ben noti a tutti. Comunque, questa è certamente la dimostrazione di come quell’ente sia del tutto superfluo rispetto a quelle che sono le mission che la Regione ben può assorbire nell’assessorato dell’assessore Mezzetti, che a mio modo di vedere deve portare a una revisione che coincida con la chiusura di questo istituto. Lo dico con fermezza. Badate, non lo dico perché si sono testimoniati questi fenomeni, ma perché questo è sintomo di una situazione, che già in occasione della passata votazione del presidente denunciammo, di assoluta inutilità di un istituto, che poteva essere riassorbito nelle proprie funzioni all’interno della Regione stessa.

Dico questo anche in ragione del fatto che, laddove la Regione ha purtroppo sedi decentrate, sussistono elementi di necessità in ordine alle verifiche che vanno condotte, tali per cui chi parla aveva anche svolto degli accessi agli atti rispetto a specifiche situazioni - evito adesso di fare i nomi, motivo per cui peraltro non abbiamo presentato interrogazioni al riguardo - proprio per verificare alcune questioni che erano state poste all’interno dell’istituto.

Allora, bene quello che ha detto il presidente: la sobrietà appartiene a tutti e la volontà di evitare situazioni di sperpero va incontro alle esigenze di tutti, tant’è che nei fatti, come il presidente stesso ha riconosciuto, è stata votata da tutti da una parte.

Un po’ più di attenzione, presidente, nel gioco democratico: avremmo preferito, torno a dire, una Conferenza dei capigruppo. Poi, se era impossibilitato a venire lei, poteva delegare l’ottimo sottosegretario Rossi, che ieri tra l’altro ha messo a disposizione tutti gli atti, cosa di cui diamo evidentemente conto. Ma anche l’esigenza che non si rincorra l’onda emotiva giornalistica di un’importante trasmissione satirica - di questo stiamo parlando, per quanto la denuncia sia evidentemente grave - che risponde a un binario diverso rispetto a quello che le Istituzioni dovrebbero adempiere e su cui si dovrebbero muovere.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Bignami.

Ci sono altri? Prego, consigliera Prodi.

 

PRODI: Grazie, presidente.

Abbiamo ricevuto il materiale inviato dalla Giunta regionale, il che comprova l’immediata presa in carico sia amministrativa che disciplinare e ci fa sentire ampiamente tutelati rispetto a questo caso, così come vorrei sottolineare in tutti gli altri casi che il presidente Bonaccini elencava.

Ribadisco, comunque, anche in questa sede il sostegno agli operatori del servizio pubblico che garantiscono collettivamente l’efficienza e l’eccellenza delle Istituzioni, e vorrei includere anche l’IBC in questo giudizio.

Rigetto fermamente la gogna mediatica come modalità politica. Mi sembra una degenerazione e una debolezza rispetto ai meriti delle questioni. Il presidente stesso ci ha confermato che sono procedimenti che, ahimè, si svolgono non frequentemente, però hanno i loro corsi, e che non solo quello che avviene in TV per definizione avviene. Forse questo dovremmo ricordarlo.

Io, quindi, sono estremamente favorevole ad affrontare queste questioni in modo sensato in una Commissione congiunta e dedicata, dove insieme all’IBC conosceremo anche quali sono gli strumenti organizzativi eventualmente da implementare a valle di quanto verrà curato, però mantenendo un profilo alto, dato che il nostro interesse è garantire l’eccellenza del sistema, e magari ripensando - qui traggo spunto dalle considerazioni espresse poc’anzi dalla collega Sensoli - le modalità organizzative, formative e motivazionale dei dipendenti, per valorizzare al meglio la forza lavoro e le risorse che loro interpretano, senza però inutili banalizzazioni e contrapposizioni, che sono un po’ il segno di quest’epoca. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliera Prodi.

Vi sono altri iscritti? Vi chiedo di iscrivervi se intendete intervenire. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Taruffi. Ne ha facoltà.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Io ribadisco quello che abbiamo detto anche nei giorni scorsi. È ovvio che è necessario e indispensabile fare chiarezza rispetto a quanto è avvenuto e occorre farlo con la massima trasparenza, perché lo impone la necessità di tutelare non solo l’immagine della Regione e dell’istituto, ma anche quella della stragrande maggioranza delle persone che lavorano in questo ente con serietà, professionalità e competenza. Quindi, anche per tutelare queste professionalità e competenze di cui ci avvaliamo quotidianamente, dobbiamo procedere assolutamente con determinazione nel richiedere chiarezza e arrivare all’accertamento dei fatti e all’assunzione dei necessari e conseguenti provvedimenti, qualora chiaramente i fatti andassero nella direzione che si sta delineando.

È, quindi, necessario intraprendere questo percorso amministrativo, per quanto ci riguarda, dopodiché staremo a vedere se ci saranno altri risvolti in altre sedi, evidentemente. Tuttavia, un conto è richiedere l’intervento della giustizia amministrativa, e non solo, altra cosa è lasciarsi andare alla tentazione di celebrare processi sommari, dai quali invece dobbiamo tenerci assolutamente alla larga, in quanto le Istituzioni necessitano di una guida e di una attenzione molto severa da questo punto di vista. Quindi, è assolutamente indispensabile andare fino in fondo.

Come abbiamo ribadito nei giorni scorsi, chi lavora per il pubblico impiego ha una responsabilità in più perché, come sappiamo, è retribuito con denari pubblici, quindi dobbiamo essere assolutamente vigili su come vengono destinate e spese queste risorse. Comunque, lo ripeto, la tendenza ai processi sommari è qualcosa dalla quale dobbiamo tenerci alla larga. Siccome anche in qualche intervista - lo dico senza voler minimamente aprire risvolti polemici - ho sentito evocare anche da qualche collega licenziamenti facili e immediati, intendo ribadire che è giusto intervenire se e quando le evidenze dimostreranno e accerteranno le responsabilità. Soltanto in quel momento si dovrà procedere, senza dubbi, secondo quanto prevede la legge. Del resto, purtroppo si è ormai diffusa questa tendenza a voler assicurarsi il titolo sul giornale, a voler fare la dichiarazione a effetto, ma le regole della Pubblica Amministrazione suggerirebbero un altro tipo di atteggiamento.

Ribadisco ancora una volta che comportamenti non congrui a quelli che deve tenere un pubblico dipendente non sono e non possono essere accettati e vanno puniti senza se e senza ma, qualora fossero comprovati, ma l’accertamento di questi comportamenti deve essere svolto nei luoghi, nelle forme e nei tempi richiesti e dovuti. Ed è per questo che anche ieri abbiamo accolto con favore la relazione del presidente, ma non è certo questa la sede e non sono certo questi i momenti in cui appurare e accertare come stanno le cose e, ovviamente, assumere i provvedimenti necessari. Per questo, anche ieri, all’interno della Conferenza dei capigruppo, abbiamo sostenuto la richiesta di proseguire il dibattito in Commissione, audendo anche le figure responsabili di quell’istituto, non solo perché sono state nominate da noi, ma anche perché è giusto avere sottomano tutti i documenti e tutte le carte per poter procedere con serietà. D’altronde, su questioni di tale natura credo che nessuno possa lasciarsi andare a comportamenti che non siano quelli richiesti da chi ricopre incarichi istituzionali.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Taruffi.

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Caliandro. Ne ha facoltà.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Onestamente penso che il dibattito di questa mattina, anche perché avviene dietro sollecitazione di una Conferenza di capigruppo, intervenuta successivamente alla richiesta avanzata dal Gruppo Partito Democratico di istituzione di una Commissione ad hoc su questo tema, rappresenti un po’ il momento di imbarazzo che viviamo tutti quanti. E bene ha fatto il presidente Bonaccini, a mio giudizio, con tempestività e reattività a prendere in mano la situazione, che avrebbe potuto diventare ancora più imbarazzante di quella che viviamo oggi.

Noi abbiamo bisogno di comprendere la qualità delle persone con le quali collaboriamo quotidianamente, ed evidentemente comprenderne la qualità significa apprezzarne tutti i meriti. Ed è innegabile che questa Regione ha fior fiore di funzionari e di personale di altissima qualità, che l’hanno resa quella che è. Ciononostante, se abbiamo delle persone che, invece, vengono meno al principale dovere del lavoro, il patto di fedeltà al proprio datore di lavoro, abbiamo il dovere di intervenire senza se e senza ma. Non ci possono essere zone grigie nell’esecuzione della prestazione lavorativa, non ci possono essere neanche processi sommari.

Per questo apprezzo la cautela con la quale il presidente Bonaccini ha avviato questa attività, a tutela del lavoro non soltanto dell’IBC, perché il procedimento è a tutela del lavoro, e il lavoro è tanto di chi lo cerca quanto di chi lo ha. E la qualità con la quale noi cerchiamo di garantire questo processo è testimoniata anche dalla prontezza con cui è stata nominata la Commissione ispettiva. Si è proceduto, sostanzialmente.

Noi ci auguriamo che quello che è accaduto sia una situazione sporadica, ma penso anche che dovremmo avere la forza d’animo di saper reagire, unitamente agli attori sociali di questa Regione, di fronte a ogni forma di barbarie della gestione del posto di lavoro. Il posto di lavoro è una cosa importante, molti lo cercano, ma chi ce l’ha lo deve saper rispettare, con onestà, con lealtà nei confronti di chi gli ha dato questa occasione, perché noi abbiamo il dovere di rappresentare in ogni sede i valori costituenti che sono presenti anche nell’esecuzione della prestazione di lavoro.

È evidente che l’imbarazzo è profondo quando si vedono servizi come quelli che abbiamo visto perché, se fossero confermati da prove ulteriori, rappresenterebbero una modalità di svolgere le cose che non va bene. Esiste una colpa nell’esecuzione delle prestazioni, esiste una culpa in vigilando, che noi chiediamo di accertare, senza sconti per nessuno. Come è stato ricordato anche dal presidente, è questa Assemblea che sceglie di nominare la presidenza dell’ente, quindi questa Assemblea, quando sarà richiamata a discutere, dovrà dibattere sulla qualità di chi vorrà che rappresenti questo nuovo istituto. Per noi è importante questo principio.

Consiglieri, dovremmo usare le prossime ore e le prossime giornate per concentrarci nel capire che cosa sta accadendo e che cosa è accaduto e compiere noi un grande gesto di responsabilità, a tutela dei lavoratori di questo istituto che, con diligenza, eseguono la loro attività nel rispetto delle loro funzioni, ma soprattutto a tutela delle persone che cercano lavoro, che sanno quanto è importante avere un lavoro e che non penserebbero mai di usare in maniera distorta il loro tempo di lavoro per dedicarsi a quello che si può fare nel tempo libero. Questo è inaccettabile, ed è inaccettabile a qualsiasi latitudine il problema sia stato guardato.

Per questo sono orgoglioso di avere come presidente della Regione Stefano Bonaccini, perché ha saputo reagire subito anche di fronte a una situazione di grande imbarazzo. Avanti così.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Caliandro.

Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Signor presidente, con i colleghi Bignami, Fabbri e Sensoli, abbiamo chiesto la sua presenza in quest’Aula non certo, come qualcuno poteva pensare, per svolgere in questa assise chissà quale processo, ma per dibattere al nostro interno di questa vicenda, che ha un rammarico: non nasce all’interno della Regione da un controllo della Regione, ma a seguito di un controllo suppletivo di una trasmissione, sicuramente molto seguita, che garantisco mette in luce anche delle manchevolezze al nostro interno, cui io penso si debba porre rimedio nel più breve tempo possibile.

Dico questo perché si tratta di un istituto che, contrariamente a quello che si può pensare e alle funzioni che svolge, impiega anche numerose persone: quaranta dipendenti assegnati, di cui quattro dirigenti, un direttore generale, venti posizioni organizzative. Un esercito rispetto ai meno di duecento dipendenti, un direttore generale e tre dirigenti che ha l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che, se me lo consentite, almeno come funzione istituzionale dovrebbe essere leggermente superiore.

Signor presidente, non intendo stare qui a discutere di che cosa si doveva fare all’interno della macchina regionale, ma mi permetto soltanto di dire che un presidente, un direttore generale e un consiglio direttivo che vedono quelle immagini, anche se offuscate, hanno un dovere politico nei confronti della Regione, ed è quello di praticare un istituto che in Italia viene poco seguito, ma che a volte è molto salutare, quello delle dimissioni. Ritengo, senza ombra di dubbio, che, se vi è stata quella che definiva prima il collega Caliandro una culpa in vigilando, quella è innanzitutto di coloro i quali, avendo anche più stretto contatto con le persone dell’istituto, avevano il potere e il dovere di intervenire, di prevedere, di prevenire. Anche perché stranamente certe vicende nascono sempre in certi momenti della vita del Partito Democratico.

Non voglio dire che alcuni pizzini non girassero - ne ha fatto prima cenno molto opportunamente il collega Bignami - però dico in maniera estremamente lineare che, se uno è a conoscenza di un provvedimento o di un comportamento poco commendevole, interviene da subito. Sono fondatamente portato a pensare che la vicenda si protraesse da un po’ di tempo e che qualcuno abbia necessariamente indicato a quella trasmissione questi comportamenti.

Io non so se fra un mese, due mesi o tre mesi eleggeremo il nuovo presidente, ma le chiedo solo una cosa, presidente: valuti, perché quello è in suo potere, com’è nel potere dell’Assemblea se la Giunta ci incaricherà, se indipendentemente dalle responsabilità penali, che sono ovviamente individuali, e indipendentemente dalle responsabilità civilistiche o di rapporto con la Regione, che sono indubbiamente personali, non vi siano dei vertici a cui conviene chiedere e sollecitare le dimissioni, che essi non hanno ritenuto di rassegnare, proprio perché - mi consenta, presidente - quando uno è direttore generale non ha soltanto “santo 27” a cui votarsi, essendo tutti pagati meglio di noi. Lei sa, signor presidente, che legge dura abbiamo approvato all’inizio della legislatura nei nostri confronti, lei sa cosa stiamo facendo rispetto ai vitalizi, anche in una difficoltà di rapporto con altri ex consiglieri, che non siedono su questi banchi perché sono direttamente interessati alla questione, a differenza nostra che non ne siamo più interessati, ragion per cui non penso che noi possiamo dare un esempio e altri, invece, possano omettere i controlli dovuti e soprattutto non ammettere gli errori. Sono convinto che, di fronte a una vicenda di questo tipo, chiunque di noi - lo ripeto, chiunque di noi - non avrebbe avuto bisogno del presidente della Regione cui presentarsi due giorni dopo perché convocato, ma si presentava la mattina da dimissionario. Io la penso così.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, consigliere Foti.

Il presidente della Giunta Bonaccini intende dare risposta ad alcuni chiarimenti che gli sono stati posti, dopodiché passiamo ad altro argomento.

Prego, presidente Bonaccini.

 

BONACCINI: Vi ringrazio per l’apprezzamento, che mi pare di aver colto particolarmente diffuso, non tanto per la mia presenza qui oggi, che era doveroso, quanto per come ci siamo mossi. Attendiamo adesso una risposta da parte degli organi ispettivi, esterni all’IBC, che abbiamo costituito affinché venga valutata la relazione dell’IBC in quanto tale e da parte dell’altro istituto che la Regione ha, che è già, come vi ho detto prima, intervenuto in decine di casi negli ultimi due anni, per poter arrivare, mi auguro in brevissimo tempo - avete visto che abbiamo chiesto il massimo di accelerazione possibile, stante le norme vigenti -, a determinare azioni, rispetto al quale non escludo nulla, come avete capito, ma che occorre abbiano una solidità di accertamento dei fatti.

Riconosco che avrei potuto convocare i capigruppo, magari il sabato, però capite che la temporalità è stata quella, per cui ho ritenuto che agli organi di informazione, anche a tutela della Regione, bisognava dare immediatamente notizia di ciò che era già apparso la mattina. Io sono rientrato da Roma, dove avevo la Conferenza delle Regioni il giorno precedente, sono arrivato qui in tarda mattinata e ho ricevuto il video verso le 16-16,30 (mi pare), quindi capite che i tempi erano quelli. Però, il sabato effettivamente avrei potuto convocare i capigruppo, quindi di questo vi chiedo scusa. Questo, certamente, non era un dovere e non cambiava le cose, però capisco che era una forma che poteva essere più utile.

C’è un tema che ha posto la consigliera Sensoli, che è quello che noi indicammo durante la campagna elettorale, vale a dire il tema di una Regione e, più in generale, di una Pubblica Amministrazione in Italia che, con il blocco del turn-over e l’impossibilità di assunzioni o, comunque, per via di un generale impedimento, si ritrova con personale avente un’età media molto elevata. Infatti, qui da noi abbiamo già iniziato a rinnovare e anche a “ringiovanire”. Ad esempio, oggi vi è un direttore generale che ha meno dell’età minima che aveva il dirigente che lei ha indicato.

Penso, ovviamente, che non sia una questione di età, ma certamente è un tema di rotazione. Nel marzo del 2015, quindi pochi mesi dopo che sono stato eletto, ho nominato i nuovi direttori generali delle quattordici Aziende sanitarie locali e mi ricordo che solo un paio furono riconfermati nella stessa azienda in cui erano. Ad oggi, ne è rimasto uno, perché una è andata in pensione. Una parte di questi non era solo spostata, ma era proprio incaricata per la prima volta di quel ruolo. Abbiamo dimezzato i direttori generali, quelli apicali. In alcuni casi sono di nuova nomina e non facevano parte di questo Ente. C’è un nuovo capo di gabinetto, che ha meno di cinquant’anni, o giù di lì. Insomma, abbiamo cercato di introdurre un elemento che anch’io ritengo sia giusto adottare. E con i decreti Madia vi sarà una spinta un po’ in tutta Italia rispetto, ad esempio, al tema delle rotazioni.

Da ultimo, è evidente che le responsabilità di cattivi comportamenti sono individuali. Il consigliere Bignami sa - poi magari sfugge anche a me ogni tanto - che la parola “modello” non mi appartiene moltissimo. Ho sempre detto che bisogna stare con i piedi per terra e non avere la pretesa di insegnare agli altri, perché non c’è un paradiso in terra e soprattutto ovunque può annidarsi qualche difformità o qualche errore. Non a caso, nel mio intervento introduttivo ho sottolineato che anche nelle migliori e grandi famiglie è impossibile che tutti abbiano lo stesso livello di correttezza, di comportamento, di capacità. Magari fosse così, speriamo sia così. Poi, però, ho aggiunto che anche uno solo non è accettabile. Quindi, credo che dovremo essere molto rigorosi.

Anche a me dispiace che si sia arrivati a questo non a seguito di controlli interni, bensì di segnalazioni esterne. Il suo rammarico, consigliere Foti, è anche il nostro e, ovviamente, penso quello di tutti. Però, è anche vero che gli anticorpi sono dati anche da come ci si muove, e noi ci siamo mossi immediatamente, appurato e accertato che non abbiamo da coprire alcunché, nulla e nessuno. Dopodiché, però, come hanno ribadito alcuni colleghi, dalla consigliera Prodi al consigliere Taruffi e al consigliere Caliandro, che ringrazio per le parole, da un lato abbiamo il dovere di garantire la qualità del lavoro che si svolge, perché chi non ha lavoro e vede queste cose giustamente può altro che imbarazzarsi come noi, dall’altra dobbiamo evitare una caccia all’uomo o alla donna, una caccia alle streghe, e sapere e difendere il fatto che qui dentro c’è tanta brava gente che lavora tutti i giorni e svolge professionalmente il proprio mestiere. Pertanto, quello che dobbiamo fare adesso è attenerci a quanto ci verrà indicato. Lo ripeto, non escludo nulla rispetto anche a ciò che potrà accadere ai vertici. Ci comporteremo seguendo i dettami normativi. Peraltro, la nomina del presidente dell’Istituto per i beni artistici e culturali, come avete detto anche voi, va a scadenza a giugno o luglio prossimo. Peraltro, ho letto un’intervista del presidente in cui molto correttamente si diceva disponibile a rimettere immediatamente il mandato. Comunque, vediamo cosa succede. Poi le determinazioni si possono assumere, verificare, valutare. Guardiamo che cosa si accerterà.

È evidente, però, che l’occasione per un percorso di revisione e riforma dell’IBC è opportuna. Io non voglio che si butti via il bimbo con l’acqua sporca, perché vi sono anche tanti meriti, tante professionalità, e non voglio neanche che ciò che di buono si è fatto e si fa venga cancellato per comportamenti eventualmente ritenuti dolosi. Tuttavia, anch’io credo che sia giusto, dopo anni, avviare una revisione e una riforma, che discuteremo e che ci facciamo carico di discutere insieme. D’altronde, sapete che sulla cultura abbiamo investito parecchio, abbiamo più che raddoppiato i fondi destinati alla cultura in generale in questi due anni e poco più che siamo insediati e arriveremo davvero a triplicarne le risorse, dal momento che siamo convinti, a differenza di quanto sosteneva uno slogan del passato, che con la cultura si possa mangiare, nel senso che può favorire la creazione di nuova occupazione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Soncini): Grazie, presidente Bonaccini.

Abbiamo chiuso questo argomento.

Sospendo un minuto la seduta.

 

(La seduta, sospesa alle ore 12,21, è ripresa alle ore 12,22)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo agli atti di indirizzo.

È pervenuta una richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori per trattare prioritariamente il seguente oggetto 4454: Risoluzione per esprimere profondo cordoglio e sentita vicinanza alle famiglie delle vittime, da parte dell’Assemblea tutta, per i due assassinii che hanno colpito di recente la nostra Regione e per invitare la Giunta ad adottare le misure idonee, per quanto di competenza, e garantire la sicurezza sul territorio, a firma dei consiglieri Sensoli, Foti, Fabbri, Caliandro, Taruffi, Bignami.

Un consigliere a favore e uno contro all’iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno.

Se non ci sono iscritti, metto in votazione, per alzata di mano, l’iscrizione dell’oggetto 4454 all’ordine del giorno.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’iscrizione è accolta.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’inversione è accolta.

 

OGGETTO 4454

Risoluzione per esprimere profondo cordoglio e sentita vicinanza alle famiglie delle vittime, da parte dell’Assemblea tutta, per i due assassinii che hanno colpito di recente la nostra Regione e per invitare la Giunta ad adottare le misure idonee, per quanto di competenza, e garantire la sicurezza sul territorio. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Foti, Fabbri, Caliandro, Taruffi, Bignami

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Apriamo la discussione generale sull’oggetto 4454.

Chiede la parola la consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Sarò molto breve. Secondo noi, era opportuno formalizzare, oltre al minuto di silenzio osservato ieri in Aula, per il quale ringrazio la Presidenza, innanzitutto il nostro cordoglio verso le famiglie delle vittime dei due recenti assassinii e cogliere l’occasione per chiedere alla Giunta una verifica per far sì che, ad esempio, tramite la Fondazione per le vittime dei reati, si dia ogni possibilità di supporto necessario a queste famiglie, supporto economico, psicologico, legale.

Purtroppo questa regione ultimamente… Mi scusi, ma è difficile…

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ha ragione, consigliera Sensoli.

Presidente Caliandro e presidente, vi chiedo la cortesia di stare un attimo in silenzio mentre si svolge l’intervento di un vostro collega.

Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente. Anche perché magari quello che dico in qualità di consigliera può essere poco interessante, ma la ritengo una forma di rispetto nei confronti proprio delle famiglie di queste vittime.

Dicevo, la nostra regione ultimamente, purtroppo, è costantemente al centro di episodi di violenza, non solo questi due omicidi ma anche - cito due esempi accaduti nel Riminese - lo sfregio di Gessica e l’accoltellamento di Emmanuel, un ragazzo immigrato. Diciamo che ultimamente la cronaca non ci restituisce effettivamente belle notizie.

Per questo caso specifico abbiamo chiesto un supporto - e ringrazio tutti i Gruppi consiliari per aver accolto la nostra richiesta - per aiutare queste famiglie e cogliere l’occasione per sensibilizzare sull’argomento sicurezza. È chiaro, abbiamo ben poche competenze dirette in materia, ma dobbiamo garantire che la Giunta regionale si faccia assolutamente voce per poter trovare tutte le risorse e i mezzi necessari affinché i nostri cittadini si sentano sicuri in questa nostra regione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

Ci sono altri interventi in discussione generale? Non avendo nessun iscritto in discussione generale, passiamo alla votazione dell’oggetto 4454.

Prego, consigliere Daniele Marchetti.

 

MARCHETTI Daniele: Dato che le promesse vanno mantenute, chiedo la votazione elettronica sulla risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo.

Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4454, a firma dei consiglieri Sensoli, Foti, Fabbri, Caliandro, Taruffi, Bignami, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

41

Assenti

 

  9

Votanti

 

40

Favorevoli

 

40

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4454 è approvata.

 

Iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, alla richiesta di iscrizione di nuovo argomento all’ordine del giorno e di inversione dell’ordine dei lavori per l’oggetto 4471: Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare l’attuazione del piano industriale relativo all’impianto ex BredaMenarinibus sito a Bologna, nonché a sollecitare il Governo alla tutela dell’azienda e dei relativi livelli occupazionali, a firma dei consiglieri Taruffi, Prodi, Caliandro, Piccinini.

Un consigliere a favore e uno contro. Non ci sono richieste di iscrizione a favore e contro.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’iscrizione dell’oggetto 4471 all’ordine del giorno.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’iscrizione è accolta.

Un consigliere a favore e uno contro per l’inversione dell’ordine dei lavori. Non ci sono richieste di intervento.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’inversione dell’ordine dei lavori.

 

(È accolta all’unanimità dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’inversione è accolta.

 

OGGETTO 4471

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare l’attuazione del piano industriale relativo all’impianto ex BredaMenarinibus sito a Bologna, nonché a sollecitare il Governo alla tutela dell’azienda e dei relativi livelli occupazionali. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Prodi, Caliandro, Piccinini

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo, quindi, alla discussione generale sull’oggetto 4471.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Abbiamo ritenuto di inserire questa risoluzione nel Consiglio regionale di oggi, proprio per l’urgenza che il tema richiede, in vista anche dell’incontro che si svolgerà al Ministero per lo sviluppo economico con le parti sociali il 19 aprile. La stessa richiesta che presentiamo oggi è stata sostanzialmente illustrata e votata all’unanimità nel Consiglio comunale di Bologna, nei giorni scorsi.

Riteniamo utile la presentazione e la discussione di questa risoluzione, proprio perché la ex BredaMenarini, oggi Industria Italiana Autobus, che è una storica azienda di Bologna che produce autobus, vive una situazione, come sappiamo, purtroppo, da diverso tempo, da ormai più di due anni, di estrema difficoltà, soprattutto dopo la cessione e la costituzione di Industria Italiana Autobus, che deriva dalla fusione, sostanzialmente, dei gruppi ex BredaMenarini e Irisbus dell’Irpinia.

Tale realtà è stata costituita in Industria Italiana Autobus da una società che ha rilevato appunto BredaMenarini da Finmeccanica, quindi, anche con il disegno che era stato individuato dall’allora Governo, che non solo non ha dato i frutti sperati, ma ha portato la situazione di questo storico stabilimento in una difficoltà ancora maggiore.

Del piano industriale sul quale si basava quell’operazione, in realtà c’è stato ben poco. I 174 lavoratori oggi impiegati nello stabilimento bolognese, ormai da mesi vivono tra la cassa integrazione e prospettive che comunque non sono in nessun modo rassicuranti.

La precipitazione delle ultime settimane ha aggravato ancora di più la situazione, come potrebbero confermare anche gli assessori Costi e Donini, che per le loro rispettive competenze hanno seguito e stanno seguendo questa vertenza che ha visto anche l’espressione della preoccupazione non solo ovviamente delle organizzazioni sindacali, ma delle lavoratrici e dei lavoratori in prima persona, tanto da portare al picchetto dello stabilimento, nei giorni scorsi, con tre giorni di presenza continuativa dei lavoratori davanti allo stabilimento stesso.

Ora, siccome la vertenza riguarda, come dicevo prima, non solo lo stabilimento bolognese, ma anche la realtà produttiva presente in Irpinia e si colloca in uno scenario in cui esistono rapporti della società che oggi controlla Industria Italiana Autobus anche con l’estero, con stabilimenti in Turchia, dove si rischia di portare il grosso della produzione, a fronte, invece, di quelli che erano gli impegni relativi al potenziamento degli stabilimenti italiani, in particolar modo di quello di Bologna, che ovviamente potrebbe risultare un’eccellenza per la produzione di autobus, o comunque, di mezzi di trasporto pubblico locale, risulta ancora più incomprensibile, come lo stesso assessore Donini ha avuto modo di illustrare in un intervento che c’è stato qualche giorno fa con i lavoratori e le lavoratrici di Industria Italiana Autobus, nel momento in cui la Regione sta stanziando investimenti significativi per rinnovare il parco mezzi destinato al trasporto pubblico.

In questa situazione, dove finalmente viene invertito un trend che non vedeva nel trasporto pubblico finanziamenti particolarmente significativi, ora che questi trasferimenti, che questi investimenti arrivano anche e soprattutto da parte della nostra Regione, appare incomprensibile come questi investimenti, queste risorse non possano poi trovare una ricaduta positiva, dal punto di vista non solo occupazionale ma anche produttivo, sul nostro territorio, dove pure è situata una realtà che è stata per anni eccellenza in questo settore.

È evidente quindi, e la risoluzione va proprio in questa direzione, che è necessario sollecitare in modo determinante il Ministero, affinché vengano non solo mantenuti gli impegni presi proprio in sede ministeriale con il nuovo soggetto privato, ma che si pretenda da questo nuovo soggetto un piano industriale credibile, cosa che fino ad oggi non c’è evidentemente stata. Si deve sollecitare quindi anche il Governo, richiamandolo alle proprie responsabilità di tutela dell’azienda e del sito produttivo di Bologna e dei relativi livelli occupazionali, che era la base, come ho detto prima, del processo che ha visto la vendita da parte di Finmeccanica del ramo di BredaMenarini. Oltre ad esprimere solidarietà nei confronti dei lavoratori coinvolti, occorre pretendere chiarezza sul futuro di questo importante sito.

In ultima analisi, è chiaro che le politiche industriali del Governo su questo, che in assoluto ma non è questa la sede per dirlo, lasciano un po’ a desiderare su quello che è un asset strategico per questo territorio, e non solo, diventano fondamentali. Occorre quindi mettere insieme le esigenze che dicevo prima, cioè gli investimenti che noi pure come Regione stiamo mettendo in campo, la possibilità di valorizzare un sito produttivo di per sé importante, con la ricaduta occupazionale e la prospettiva, finalmente, per cui le lavoratrici e i lavoratori abbiano un futuro diverso da quello che vedono oggi. Questa credo sia una responsabilità che dobbiamo unitariamente chiedere al ministero e al Governo. Alla fine, infatti, al di là di tanti spot e al di là di tanti slogan, è chiaro che c’è un punto dal quale nessuno di noi può venir meno, perché a venire meno sarebbe la credibilità delle Istituzioni e la possibilità di consentire a lavoratrici e lavoratori di avere la possibilità, appunto, di continuare a svolgere le proprie mansioni, così come hanno fatto, garantendo peraltro su un settore importante, un’eccellenza che Bologna può e deve rivendicare, anche in ambito nazionale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Purtroppo, i problemi della Breda risalgono a una scelta infausta e scellerata che fu fatta dalla maggioranza PD, di svendere quello che era di fatto un gioiello pubblico, in termini di tecnologia e in termini di strategicità. Una scelta che fu rivendicata, allora, con forza, dalla maggioranza di Governo, e che avrebbe dovuto secondo loro assicurare il salvataggio di questa società. Di fatto, però, ha portato alla delocalizzazione di parte delle produzioni, in Paesi dove la manodopera è a basso costo e all’avviamento di procedure di licenziamento e di cassa integrazione.

Il Ministero però, all’atto della vendita, si era impegnato a fare da garante per il mantenimento dei livelli occupazionali. Purtroppo, così non è stato ed è stata avallata ogni decisione portata avanti dal privato. Il Ministero quindi è venuto meno a quel ruolo che doveva garantire. Con questo atto che abbiamo sottoscritto, portiamo avanti l’attenzione su questa vicenda, anche a livello comunale, interessandoci alla questione BredaMenarini.

L’atto presentato dal consigliere Taruffi ripropone gli intenti che come Movimento 5 Stelle avevamo prodotto, ma che abbiamo deciso di far sottoscrivere e di presentare in maniera unitaria togliendo il simbolo, per dare più forza a questo atto di tipo politico. Quello che crediamo è che in vista di questo incontro che ci sarà al Ministero, si possa in qualche modo sollecitare e dare una sveglia al Ministero stesso, che si era fatto garante dei lavoratori ai quali il Movimento 5 Stelle è da sempre vicino.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

Non avendo più nessun iscritto in discussione generale, passiamo alla dichiarazione di voto. Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Solo per chiedere il voto elettronico, avevo saltato il passaggio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliere Daniele Marchetti, è stato anticipato. Prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Velocissimo, anche perché i colleghi che mi hanno preceduto hanno già ripercorso un po’ tutta la cronistoria di questa azienda che è in oggetto, appunto, di questa risoluzione che verrà votata tra poco.

Credo che quando si parla di tutela dei lavoratori ci si debba togliere la casacca politica, quindi ben venga qualsiasi azione atta a difendere posti di lavoro ed eccellenze che sono ed erano presenti sul territorio. Purtroppo, non è sempre possibile ottenere il 100 per cento, però come Istituzioni dobbiamo assolutamente provarci, per difendere i lavoratori e le attività presenti sul nostro territorio regionale.

La votazione elettronica l’ha già richiesta il collega Taruffi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4471, a firma dei consiglieri Taruffi, Prodi, Caliandro, Piccinini, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

34

Assenti

 

16

Votanti

 

33

Favorevoli

 

33

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4471 è approvata.

 

OGGETTO 4126

Risoluzione per impegnare la Giunta ad accogliere quanto segnalato dalle persone impegnate nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nel prossimo Piano Operativo Annuale, riconoscendone il prezioso impegno svolto ed in virtù delle nuove competenze assegnate a seguito dello scioglimento del Corpo Forestale dello Stato. A firma del Consigliere: Alleva

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 4205

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare i competenti Ministeri ad attuare i processi di assegnazione di personale, mezzi, apparecchiature e risorse al corpo dei Vigili del Fuoco, nonché a procedere alla stipula della convenzione per lo svolgimento delle attività di contrasto attivo degli incendi boschivi. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4435

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l’utilità di utilizzare, al più presto, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco quale pilastro della prossima campagna antincendi boschivi 2017 predisponendo altresì le opportune azioni perché si determini un rispetto sostanziale degli impegni assunti nei confronti dello stesso contestualmente alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4466

Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere l’esenzione della quota di compartecipazione alle spese sanitarie in favore dei Vigili del Fuoco e, in generale, dai soggetti appartenenti alle Forze di Polizia civile e militare. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Discussione e reiezione)

 

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo quindi agli oggetti 4126 e 4205, a cui sono stati abbinati gli oggetti 4435 e il 4466. Apro il dibattito generale congiunto. Consigliere Poli, prego.

 

POLI: Scusi, presidente, volevo aggiungere, se possibile il mio voto favorevole alla risoluzione oggetto 4471, perché mancavano trenta secondi, poi improvvisamente è finito il tempo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere, lo accettiamo, ma i trenta secondi non svaniscono in un secondo, svaniscono in trenta secondi. Comunque glielo accettiamo.

Andiamo avanti. Chi si prenota per la discussione generale? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Questa risoluzione vuole affrontare le criticità rispetto all’attuazione della legge n. 124/2015, la legge Madia, che di fatto, purtroppo, ahinoi, ha smantellato il Corpo forestale dello Stato. All’interno di questa legge si dice chiaramente che nel quadro della riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato ed eventuale assorbimento del medesimo in altra forza di polizia, sono fatte salve le competenze del medesimo Corpo forestale, in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e di spegnimento con mezzi aerei degli stessi, da attribuire al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, con le annesse risorse, ferme restando la garanzia degli attuali livelli di presidio dell’ambiente, del territorio e del mare, della sicurezza agroalimentare e la salvaguardia delle professionalità esistenti, della specialità e della unitarietà delle funzioni da attribuire, assicurando la necessaria corrispondenza tra le funzioni trasferite e il transito del relativo personale.

Il Governo ha esercitato la delega, con decreto legislativo n. 177 del 2016, in cui si ribadisce quanto detto sopra, ovvero che il Corpo forestale è stato assorbito, come sappiamo, dai Carabinieri, ad eccezione, però, delle competenze in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e spegnimento con mezzi aerei degli stessi, attribuite al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, ai sensi dell’articolo 9. L’articolo 9, di nuovo, ci dice che in relazione a quanto previsto dall’articolo 7, comma 1, al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco sono attribuite le seguenti competenze del Corpo forestale dello Stato, in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e spegnimento con mezzi aerei degli stessi: a) concorso con le Regioni nel contrasto agli incendi boschivi con l’ausilio di mezzi da terra e aerei; b) il coordinamento delle operazioni di spegnimento d’intesa con le Regioni anche per quanto concerne l’impiego dei gruppi di volontariato antincendio AIB; c) partecipazione alla struttura di coordinamento nazionale e a quelle regionali.

Il quadro che ne esce è naturalmente chiarissimo: funzioni, personale, mezzi e risorse del Corpo forestale dello Stato, relative alla lotta contro gli incendi boschivi, devono passare al Corpo dei vigili del fuoco, e così le competenze che sono ricondotte nelle mani delle Regioni. Però, purtroppo, come evidenziamo nella risoluzione, l’applicazione di questa legge sembra avere delle criticità, così come è stato sottolineato e sollevato anche da un sindacato dei Vigili del fuoco. Infatti sembra essersi aperta una sorta di competizione tra apparati dello Stato rispetto a quella che è una competenza fondamentale, come lo spegnimento degli incendi boschivi. Apparati che, non facciamo fatica ad ammetterlo, svolgono entrambi funzioni particolarmente apprezzate e di importanza, di tutela di ordine pubblico, di protezione e sicurezza ambientale, civile e istituzionale, ma che non sono sovrapponibili, anche per una questione di semplificazione, ma semmai sono complementari. Come dicevamo, questi sindacati hanno segnalato che probabilmente c’è una criticità in questo, perché sembra, da alcune comunicazioni che sono circolate, che alcuni appartenenti ex forestali, anziché transitare nei Vigili del fuoco possano essere affidati invece ai carabinieri. Questo noi non lo vogliamo. La risoluzione va esattamente in questo senso, cioè, vogliamo che ci sia coerenza fra le leggi che sono state emanate e che sanciscono sostanzialmente il transito della funzione e del personale ai Vigili del fuoco, che sappiamo oggi non vivere proprio in una situazione di eccellenza a causa di mezzi vecchi e di personale che manca.

È quindi assolutamente necessario garantire che gli ex Forestali, che svolgevano prima quelle funzioni, vengano trasferiti all’interno dei Vigili del fuoco, sapendo anche che l’antincendio boschivo è di competenza delle Regioni e che in questa Regione, Emilia-Romagna, vale circa 2 milioni di euro. È quindi indispensabile che vengano assicurate la massima attenzione e chiarezza della nostra Istituzione su questo tema, ed è questo sostanzialmente che la nostra risoluzione vuole sostenere, esattamente con l’obiettivo di creare le condizioni per rendere meno complesso il lavoro impegnativo che i Vigili del fuoco svolgono nel campo della lotta dell’antincendio boschivo. Esattamente importante come il lavoro svolto dall’Arma dei carabinieri.

D’altro canto, sappiamo anche che esiste un protocollo che è stato siglato recentemente al Ministero dell’Interno, che definisce le modalità di cooperazione tra Carabinieri e Vigili del fuoco proprio in questo tema, a seguito appunto della redistribuzione dei compiti affidati al disciolto Corpo forestale dello Stato. Sulla base del protocollo dell’Arma dei Carabinieri, si realizza l’attività di prevenzione attraverso i servizi di controllo del territorio anche aerei, acquisisce segnalazioni di incendi boschivi che giungono al numero di pubblica utilità, 1515, conduce a specifiche attività investigative avvalendosi delle proprie componenti specializzate che operano a sostegno o con il supporto dei reparti dell’organizzazione territoriale, intervenendo nelle zone interessate, e provvede al monitoraggio delle aree percorse dal fuoco e agli accertamenti conseguenti gli incendi boschivi, che prevedono attività di rilievo e perimetrazione delle aree percorse dal fuoco. Al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco spettano invece le competenze, ancora una volta si ribadisce, in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi, comprese quelle inerenti all’ausilio di mezzi da terra e aerei, al coordinamento delle operazioni di spegnimento, d’intesa con le Regioni, anche per quanto concerne l’impiego dei gruppi di volontariato antincendio, alla partecipazione alla struttura di coordinamento nazionale e a quelle regionali. Secondo noi quindi sussistono le condizioni non solo per definire modalità operative, come mi è stato risposto all’interno di un’interrogazione in merito a questo tema, ma sicuramente per andare avanti con le convenzioni e definire un quadro legislativo all’interno del quale queste due forze si devono muovere, chiaro, definito e trasparente, anche per assicurare su altri fronti che il personale delle forze dell’ordine sia messo nelle condizioni di svolgere la delicatissima funzione di controllo del territorio.

Questo è riferito all’emendamento che abbiamo presentato. Quindi, chiarezza e rinnovo delle convenzioni, assicurare che quelle forze della forestale che svolgevano servizio antincendi vengano trasferite al Corpo dei Vigili del fuoco. È questo che chiediamo nella risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Noi condividiamo e, quindi, sosterremo la risoluzione presentata a prima firma dal consigliere Alleva. Visti l’oggetto e la coincidenza temporale con cui stanno avvenendo alcuni fatti, colgo l’occasione anche per esprimere la solidarietà del Gruppo di Sinistra italiana alle ragioni dei lavoratori, dei Vigili del fuoco dell’Emilia-Romagna, che questa mattina sono in presidio davanti alla Prefettura.

Le organizzazioni sindacali, i lavoratori chiedono non solo il rinnovo del parco mezzi, ma anche il mantenimento di alcune richieste specifiche, tra cui anche il tema del rinnovo del contratto di lavoro, bloccato ormai da otto anni. Il tema del quale ci siamo già occupati in altre risoluzioni, era l’assunzione di tutti gli idonei al concorso, che attendono ancora di essere chiamati. Cogliamo quindi l’occasione per esprimere solidarietà, appunto alle ragioni di questa manifestazione, ed esprimiamo il voto favorevole alla risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Chiedo il voto elettronico sulla mia risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

Siamo indietro coi lavori. Siamo ancora in discussione generale.

La parola al consigliere Cardinali, prego.

 

CARDINALI: Grazie, presidente.

Intervengo solo per fare un po’ di chiarezza in queste risoluzioni che già da tempo vengono rimbalzate e che anche oggi sono addirittura aggiunte.

Proviamo a dire cosa si sta facendo, proviamo a dire cosa sta andando avanti, per dare anche risposta ad alcune valutazioni. Rispetto a tutto questo, penso che il primo grande lavoro che si sta facendo sia quello di andare alla realizzazione del POA, elemento fondamentale per dare le risposte a mettere insieme unità di lavoro che già prima collaboravano e che oggi invece si vedono in stretta collaborazione, relativamente alle attività che devono essere svolte. Dico questo perché c’era già uno stretto rapporto di collaborazione tra Agenzia regionale di Protezione civile e Corpo dei vigili del fuoco sul tema dell’incendio.

Oggi, col nuovo POA si fa chiarezza rispetto alla nuova normativa che ha visto una parte del Corpo forestale dello Stato affluire ai Carabinieri e una parte invece rimanere a disposizione delle attività che devono essere fatte su questo tipo di intervento. Questo vuol dire non solo mettere insieme organizzazioni, ma trovare anche opportunità di lavoro immediato, ma vuol dire anche coordinarsi in maniera attenta, fare formazione insieme per poter dare risposta complessivamente a quella che è l’organizzazione che sul territorio regionale si vuole fare, in tema di prevenzione incendi e, aggiungo anche, invece, nell’intervento diretto, che viene fatto dai Vigili del fuoco con gli incendi.

Questa Protezione civile, in molte occasioni, ha fatto sì che strutture di Vigili del fuoco, in particolare quelle volontarie, fossero attrezzate di mezzi in dotazione proprio dalla nostra Protezione civile rispetto al tema degli incendi. Rispetto a questo, è in fase, come dicevo, tramite il POA, la possibilità di andare a riorganizzare complessivamente la collaborazione che già prima esisteva, ma che viene migliorata, potenziata e anche intensificata.

L’obiettivo di un rapporto costante col Ministero, quindi, per avere nuovi mezzi e nuove opportunità, si sta già facendo. Riteniamo che sia una delle funzioni che dal punto di vista dell’assessorato viene fatto. Rispetto complessivamente al valore delle risoluzioni, voteremo no alla risoluzione della consigliera Piccinini, voteremo sì a quella di Alleva, perché prende atto di quelle che sono alcune richieste, che all’interno del POA verranno inserite, relativamente ai temi dell’inquadramento complessivo che alcuni lavoratori chiedevano esplicitamente e che il POA prevede, per dare risposte complessivamente sul tema di interesse che riguarda la prevenzione e gli incendi.

Dico che si andrà a realizzare a brevissimo il risultato finale, siamo ormai alle ultime parti, dopo che i vari settori hanno predisposto i documenti d’assieme, proprio perché ormai si avvicina anche la stagione in cui si deve essere attivi e propositivi sul territorio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Cardinali.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alla discussione generale sull’emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini.

Se non ci sono interventi in discussione generale sull’emendamento, passiamo alla dichiarazione di voto.

Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ribadisco la richiesta di voto elettronico. Sulla dichiarazione di voto, io voterò, come il Gruppo 5 Stelle, sicuramente favorevolmente alla risoluzione del collega Alleva. Anche sulla nostra ovviamente voteremo favorevolmente, ma non ho però sentito dire nulla per quanto riguarda il rinnovo delle convenzioni, che appunto i Vigili del fuoco stanno aspettando, così come i forestali. Bene il piano operativo, non abbiamo mai messo in dubbio l’utilità di quanto sta facendo l’assessorato. Sono stata io la prima a citarlo, quindi è sicuramente un atto positivo, però manca la convenzione. Sicuramente, un sollecito, sotto questo fronte, andava fatto.

Purtroppo il Partito Democratico evidentemente ritiene che non sia un atto fondamentale, noi sì, quindi voteremo ovviamente a favore della risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Piccinini.

Chiedo un chiarimento: lei vuole il voto elettronico sia sul suo emendamento che sulle quattro risoluzioni?

 

(interruzione della consigliera Piccinini)

 

Su tutto, quindi? Grazie.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4126, a firma del consigliere Alleva, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Votanti

 

35

Favorevoli

 

27

Contrari

 

--

Astenuti

 

8

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4126 è approvata.

Procediamo con l’oggetto 4205, sul quale insiste un emendamento.

Si proceda alla votazione dell’emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini, con l’uso del dispositivo elettronico.

Prego, consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Non riesco a cambiare il voto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Non è ancora chiuso, me lo dirà dopo, quando è chiuso il voto. Procediamo.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Votanti

 

34

Favorevoli

 

4

Contrari

 

22

Astenuti

 

8

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è respinto.

Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Vorrei ribadire il mio voto favorevole, perché non ho avuto modo di votare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4205, a firma della consigliera Piccinini, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Votanti

 

34

Favorevoli

 

3

Contrari

 

23

Astenuti

 

8

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4205 è respinta.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4435, a firma della consigliera Gibertoni, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Votanti

 

35

Favorevoli

 

2

Contrari

 

25

Astenuti

 

8

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4435 è respinta.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4466, a firma della consigliera Gibertoni, con l’uso del dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

36

Assenti

 

14

Votanti

 

35

Favorevoli

 

6

Contrari

 

21

Astenuti

 

8

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4466 è respinta.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,03

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

gli assessori: Simona CASELLI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Emma PETITTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta SALIERA, gli assessori Patrizio BIANCHI, Palma COSTI, Raffaele DONINI e i consiglieri Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI e Andrea BERTANI.

 

Votazione per appello nominale

 

OGGETTO 4416 “Mozione di censura all'Assessore regionale Sergio Venturi ai sensi dell'art. 111, comma 1, del Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Fabbri, Rainieri, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Foti, Sensoli, Sassi”

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 14

Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 30

Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Assenti: 6

Enrico AIMI, Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Simonetta SALIERA.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 4454 “Risoluzione per esprimere profondo cordoglio e sentita vicinanza alle famiglie delle vittime, da parte dell’Assemblea tutta, per i due assassinii che hanno colpito di recente la nostra Regione e per invitare la Giunta ad adottare le misure idonee, per quanto di competenza, e garantire la sicurezza sul territorio. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Foti, Fabbri, Caliandro, Taruffi, Bignami

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 40

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 9

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 4471 “Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare l’attuazione del piano industriale relativo all’impianto ex BredaMenarinibus sito a Bologna, nonché a sollecitare il Governo alla tutela dell’azienda e dei relativi livelli occupazionali. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Prodi, Caliandro, Piccinini

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 34

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Roberta MORI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 4126 “Risoluzione per impegnare la Giunta ad accogliere quanto segnalato dalle persone impegnate nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nel prossimo Piano Operativo Annuale, riconoscendone il prezioso impegno svolto ed in virtù delle nuove competenze assegnate a seguito dello scioglimento del Corpo Forestale dello Stato.               A firma del Consigliere: Alleva”

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 27

Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 14

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Giulia GIBERTONI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI, Marcella ZAPPATERRA.

 

OGGETTO 4205 “Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare i competenti Ministeri ad attuare i processi di assegnazione di personale, mezzi, apparecchiature e risorse al corpo dei Vigili del Fuoco, nonché a procedere alla stipula della convenzione per lo svolgimento delle attività di contrasto attivo degli incendi boschivi. A firma della Consigliera: Piccinini”

 

Votazione emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 5

Silvia PICCININI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI.

 

Contrari: 22

Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 14

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Giulia GIBERTONI, Barbara LORI, Roberta MORI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI.

 

Votazione risoluzione oggetto 4205

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 3

Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 23

Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Paolo CALVANO, Giulia GIBERTONI, Roberta MORI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Nadia ROSSI, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 4435 “Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'utilità di utilizzare, al più presto, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco quale pilastro della prossima campagna antincendi boschivi 2017 predisponendo altresì le opportune azioni perché si determini un rispetto sostanziale degli impegni assunti nei confronti dello stesso contestualmente alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato. A firma della Consigliera: Gibertoni”

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 2

Silvia PICCININI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 25

Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 14

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Giulia GIBERTONI, Roberta MORI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 4466 “Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere l’esenzione della quota di compartecipazione alle spese sanitarie in favore dei Vigili del Fuoco e, in generale, dei soggetti appartenenti alle Forze di Polizia civile e militare. A firma della Consigliera: Gibertoni”

 

Presenti: 36

 

Favorevoli: 6

Silvia PICCININI, Silvia PRODI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Contrari: 21

Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Giorgio PRUCCOLI, Valentina RAVAIOLI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 8

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 14

Piergiovanni ALLEVA, Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Paolo CALVANO, Giulia GIBERTONI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Manuela RONTINI, Simonetta SALIERA, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI.

 

Emendamento

 

OGGETTO 4205 “Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare i competenti Ministeri ad attuare i processi di assegnazione di personale, mezzi, apparecchiature e risorse al corpo dei Vigili del Fuoco, nonché a procedere alla stipula della convenzione per lo svolgimento delle attività di contrasto attivo degli incendi boschivi. A firma della Consigliera: Piccinini”

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini:

«Al termine della sezione introdotta da “Impegna la Giunta a” è aggiunto il punto elenco seguente:

a richiedere al Governo che l’attuazione del recente protocollo siglato dal Ministro dell’Interno sulle modalità di cooperazione tra Carabinieri e Vigili del Fuoco in tema di spegnimento degli incendi boschivi, a seguito della ridistribuzione dei compiti prima affidati al disciolto Corpo forestale dello Stato, garantisca che il personale delle forze dell’ordine sia messo nelle condizioni di svolgere la delicatissima funzione di controllo del territorio.»

(Respinto)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Soncini

Rancan - Torri

 

 

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