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129.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 12 APRILE 2017

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2242

Risoluzione per impegnare la Giunta a rimuovere gli ostacoli per giungere velocemente al completamento del percorso del Fascicolo Sanitario Elettronico, rafforzare la relativa strategia comunicativa rivolta ai cittadini al fine di sostenerne la diffusione, ponendo inoltre in essere azioni volte a conseguire l’interoperabilità di tale strumento sul territorio nazionale e la fruizione dei relativi servizi. A firma dei Consiglieri: Serri, Zappaterra, Zoffoli, Cardinali, Lori, Calvano, Tarasconi, Molinari, Pruccoli, Rontini, Mumolo, Marchetti Francesca, Rossi Nadia, Poli, Campedelli, Montalti, Iotti, Sabattini, Bagnari, Paruolo, Boschini

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 4474

Risoluzione per impegnare la Giunta a potenziare il numero degli sportelli dedicati all’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, ad attuare ogni misura per evitare casi di errori materiali, nonché a cercare soluzioni idonee a superare il rilascio delle credenziali de visu. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

SERRI (PD)

GIBERTONI (M5S)

PARUOLO (PD)

FOTI (FdI)

BERTANI (M5S)

MARCHETTI Daniele (LN)

SERRI (PD)

MARCHETTI Daniele (LN)

 

OGGETTO 4408

Risoluzione circa proposte di modifica dell’art. 52 del codice penale, in materia di legittima difesa. A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4473

Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Parlamento di procedere all’esame delle diverse iniziative legislative concernenti la legittima difesa, nonché di discutere su una complessiva politica di sicurezza collettiva con la previsione di un’adeguata dotazione di personale, strutture, mezzi e risorse finanziarie. A firma della Consigliera: Sensoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4477

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Presidente della Camera dei Deputati affinché le proposte di modifica dell’art. 52 del codice penale in materia di legittima difesa siano iscritte all’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea. A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4478

Risoluzione per esprimere l’auspicio che le Camere intervengano per garantire colui che si trova nelle condizioni previste dall’art. 52 del Codice Penale e che le spese legali siano rimborsate dallo Stato alla vittima assolta. A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra, Poli, Boschini, Marchetti Francesca, Tarasconi, Montalti, Caliandro, Lori, Campedelli, Rontini, Cardinali, Iotti, Soncini, Serri

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

FOTI (FdI)

SENSOLI (M5S)

RANCAN (LN)

CALVANO (PD)

TARUFFI (SI)

AIMI (FI)

BARGI (LN)

SASSI (M5S)

PRODI (Gruppo Misto)

TARASCONI (PD)

RANCAN (LN)

FOTI (FdI)

SENSOLI (M5S)

FOTI (FdI)

AIMI (FI)

PRODI (Gruppo Misto)

CALVANO (PD)

TARUFFI (SI)

RANCAN (LN)

MARCHETTI Daniele (LN)

LORI (PD)

IOTTI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 2242 - 4474 - 4408 - 4473 - 4477 - 4478

Emendamento oggetto 4473

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 15,27

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la centoventinovesima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’art. 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini.

Hanno inoltre comunicato di non poter partecipare alla seduta la presidente dell’Assemblea legislativa Saliera, gli assessori Bianchi, Caselli, Costi, Donini, Gazzolo, Petitti, Venturi e il consigliere Molinari.

 

OGGETTO 2242

Risoluzione per impegnare la Giunta a rimuovere gli ostacoli per giungere velocemente al completamento del percorso del Fascicolo Sanitario Elettronico, rafforzare la relativa strategia comunicativa rivolta ai cittadini al fine di sostenerne la diffusione, ponendo inoltre in essere azioni volte a conseguire l’interoperabilità di tale strumento sul territorio nazionale e la fruizione dei relativi servizi. A firma dei Consiglieri: Serri, Zappaterra, Zoffoli, Cardinali, Lori, Calvano, Tarasconi, Molinari, Pruccoli, Rontini, Mumolo, Marchetti Francesca, Rossi Nadia, Poli, Campedelli, Montalti, Iotti, Sabattini, Bagnari, Paruolo, Boschini

(Discussione e approvazione)

 

OGGETTO 4474

Risoluzione per impegnare la Giunta a potenziare il numero degli sportelli dedicati all’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, ad attuare ogni misura per evitare casi di errori materiali, nonché a cercare soluzioni idonee a superare il rilascio delle credenziali de visu. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo i lavori con la risoluzione 2242, che impegna la Giunta a rimuovere gli ostacoli per giungere velocemente al completamento del percorso del Fascicolo Sanitario Elettronico, rafforzare la relativa strategia comunicativa rivolta ai cittadini, al fine di sostenerne la diffusione, ponendo inoltre in essere azioni volte a conseguire l’interoperabilità di tale strumento nel territorio nazionale e la fruizione dei relativi servizi, a firma dei consiglieri Serri, Zappaterra, Zoffoli, Cardinali, Lori, Calvano, Tarasconi, Molinari, Pruccoli, Montini, Mumolo, Marchetti Francesca, Rossi Nadia, Poli, Campedelli, Montalti, Iotti, Sabattini, Bagnari, Paruolo, Boschini.

Alla risoluzione 2242 è stata abbinata la risoluzione 4474, a firma della consigliera Gibertoni.

Apro la discussione generale congiunta sui due documenti. Prego, consigliera Serri.

 

SERRI: Grazie, presidente.

Rispetto a questo tema del Fascicolo Sanitario, va detto che intanto al centro della strategia italiana dall’Agenda digitale, viene messo molto in risalto il ruolo e l’impegno rispetto al tema della sanità, a partire da quanto è contenuto in un decreto-legge del 2012, il decreto legge n. 179, che poi è stato rilanciato dal Ministero della salute, con un documento che porta il titolo di Patto per la Sanità digitale.

Ovviamente, credo che siano chiare a tutti le potenzialità di questo percorso. Vuol dire rendere disponibili tutte le informazioni che riguardano la storia clinica dei cittadini, degli assistiti e renderla disponibile ai sanitari che prendono in cura le persone. Questo ha un risvolto ovviamente importante, in quanto aumenta le opportunità, le potenzialità, le capacità di dare risposte efficaci ai bisogni sanitari.

Aggiungo che quello che si era sviluppato sino ad ora, il dossier sanitario, aveva una limitazione imposta anche dal Garante della privacy: quella di limitare l’utilizzo dei dati sanitari contenuti nel dossier sanitario alla sola struttura da cui si accedeva per avere le informazioni. Questa limitazione riduceva di molto le potenzialità di utilizzo dello strumento digitale sanitario.

Il Patto per la sanità digitale ha rafforzato molto l’impegno congiunto tra Regioni e Governo, proprio per l’innovazione tecnologica nella sanità e quindi la digitalizzazione. La stessa strategia per la crescita digitale, contenuta nel documento che riguarda il periodo 2014-2020, rafforza questo concetto e individua nel Fascicolo Sanitario Elettronico lo strumento idoneo per sviluppare questa potenzialità.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico, a differenza del dossier, contiene tutti i dati, i documenti digitali e sanitari, riguardanti la storia dei cittadini, anche appartenenti a diverse strutture. L’obiettivo è far sì che questo Fascicolo sanitario abbia una potenzialità che supera anche il livello regionale, per arrivare ad un utilizzo di carattere nazionale. Questo vuol dire che il cittadino che accede alle cure in qualsiasi regime, potrà utilizzare, in qualsiasi luogo del Paese, le informazioni contenute nel Fascicolo sanitario nazionale.

Ciò che noi chiediamo quindi è di far sì che questo percorso venga reso pienamente operativo e che anche le informazioni affinché i cittadini accedano e diano il consenso per poter inserire i propri dati nel Fascicolo sanitario siano diffuse in modo maggiore.

Abbiamo appreso che l’assessorato ha un progetto di divulgazione che riguarda proprio il 2017, quindi c’è un impegno forte anche per la divulgazione delle potenzialità, perché si sensibilizzino i cittadini a dare il loro consenso, affinché si allarghi l’utilizzo del Fascicolo Sanitario.

Altro elemento. Dicevo prima che comunque l’obiettivo a regime è quello che il Fascicolo Sanitario Elettronico possa avere una validità su tutto lo Stato nazionale. Pensiamo che questo sia veramente il percorso per poter utilizzare appieno le opportunità e l’efficacia che le risposte sanitarie possono dare con questo percorso.

L’auspicio quindi è che vengano rimossi tutti gli ostacoli e che si arrivi velocemente al completamento del percorso del Fascicolo Sanitario Elettronico. Faccio presente che la nostra è fra le poche Regioni che hanno attuato, rispettando tutte le varie scadenze previste anche dal decreto ministeriale e anche dal Patto che citavo prima, i vari percorsi di sviluppo e di crescita dell’operatività del Fascicolo.

Crediamo che bisogna andare in questa direzione per superare quei limiti che ci sono, che erano e sono contenuti anche nel sanitario, uno strumento, come dicevo prima, sicuramente utile, ma che si limita ad aver inserito solo le informazioni che riguardano le prestazioni sanitarie dalla struttura sanitaria che accede, limitando molto, quindi, quella che può essere la potenzialità.

Ovviamente, la piena operatività del Fascicolo Sanitario, oltre che ad una maggiore efficacia nelle cure, perché vuol dire rendere disponibili le informazioni che possono permettere al sanitario di rispondere meglio e di fare una diagnosi più precoce, può anche portare a risparmi, perché può evitare di fare doppioni negli esami e negli accertamenti, i cui risultati magari sono già contenuti dentro il Fascicolo sanitario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Serri.

Si è iscritta la consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Sul tema del Fascicolo Sanitario Elettronico rendiamo merito alla Giunta e alla Regione per la linea intrapresa, che è una linea di innovazione. Sosteniamo ovviamente l’informatizzazione del nostro Servizio sanitario, non soltanto per prevenire delle forme corruttive, ma anche per meglio rispondere alle esigenze di salute dei cittadini e anche alle esigenze di informazione, per fornire quindi velocemente a medici e più in generale a clinici l’informazione nella modalità più globale unificata, dello stato di salute dei singoli cittadini.

Questo rappresenta effettivamente il punto di aggregazione e condivisione delle informazioni afferenti al cittadino, generate dai vari attori del Sistema sanitario. Nell’ambito della sanità in rete, la realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico rappresenta un salto culturale di importanza notevole, il cui elemento chiave risiede nel considerarlo non soltanto uno strumento necessario a gestire e supportare i processi operativi, ma anche come fattore che possa effettivamente migliorare la qualità dei servizi e anche contenere i costi in modo significativo. Questo corrisponde pienamente agli obiettivi che abbiamo assunto come prioritari.

Tuttavia, faccio anche rilevare qualche punto che salta all’occhio alla lettura della risoluzione della maggioranza. Un po’ di tempo fa, tramite un’interrogazione, io avevo sollevato, in seguito ad alcune segnalazioni, un caso che riguardava la provincia di Modena, su cui l’assessore Venturi mi aveva risposto. Nella risoluzione della maggioranza si chiede, al primo punto, di rimuovere tutti gli ostacoli per arrivare velocemente al completamento del percorso del Fascicolo Sanitario Elettronico, su cui siamo totalmente d’accordo. Rilevo però che su questo punto avevo formulato un’apposita interrogazione a novembre. Nella risposta l’assessore, ineccepibilmente, a dicembre, diceva che effettivamente il Fascicolo Sanitario Elettronico è completo e disponibile per tutti i cittadini di questa Regione. Nella risoluzione quindi si dice di arrivare al completamento; nella mia risposta di dicembre si diceva che il fascicolo è completo. Ciò non toglie che siamo nella stessa linea. Faccio rilevare però forse una discrepanza.

Al secondo punto si dice di rafforzare la strategia comunicativa nei confronti dei cittadini. Nella risposta che ho avuto alla mia interrogazione sul caso del Fascicolo Sanitario Elettronico, l’assessore Venturi scriveva che nel corso dei primi mesi del 2017 sarebbe stata fatta una campagna informativa finalizzata a far conoscere ai cittadini il Fascicolo Sanitario Elettronico. L’assessore quindi già informava che nel corso dei primi mesi sarebbe stata attivata una campagna di informazione finalizzata a far conoscere i vantaggi oggettivi del Fascicolo Sanitario Elettronico. Per quanto riguarda invece il terzo punto, quello a mio avviso più importante, continuare l’azione intrapresa, come ricordava la consigliera Serri, con l’Agenzia per l’Italia digitale e il Ministero della salute, per l’interoperabilità del Fascicolo Sanitario Elettronico.

Qui, nella risposta all’interrogazione ci è stata data conoscenza dell’attività di collaborazione in atto con il Ministero, e nel verso auspicato dalla risoluzione, che mi auguro sia rinforzata anche sulla base di questa richiesta. Su questo tema io presento oggi una risoluzione in cui faccio una proposta che riguarda quello che nella risposta dell’assessore Venturi alla mia interrogazione di novembre sembrava emergere appunto come la principale causa di ostacolo alla diffusione, all’ampliamento e all’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico. Si tratta del rilascio delle credenziali con riconoscimento de visu, obbligatorio per legge. Nella risoluzione che oggi presento, quindi, chiedo che si cerchino soluzioni idonee a superare, in particolare, l’ostacolo del rilascio delle credenziali de visu, attivando percorsi di integrazione anche con altri sistemi, quali FedERa, il Sistema di accesso ai servizi on-line federati o SPID, il Sistema pubblico di identità digitale, che permette di accedere ai servizi on-line della pubblica amministrazione e i sistemi costituiti da credenziali che vengono appunto rilasciate de visu all’utente e che permettono l’accesso a tutti i servizi on-line, quindi anche al servizio del Fascicolo Sanitario Elettronico.

Siamo sulla stessa linea. Quella che proponiamo è essenzialmente un’integrazione e un’ottimizzazione. Resta però il fatto che la linea è positiva, è una linea virtuosa. Probabilmente ci sono ancora alcuni ostacoli da ottimizzare e da migliorare. In questa linea va la proposta che noi oggi facciamo in merito al Fascicolo Sanitario Elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Gibertoni.

Consigliere Paruolo, prego.

 

PARUOLO: Solo per ribadire il mio consenso a questa risoluzione che ho anche firmato, anche nella consapevolezza che non abbiamo soltanto bisogno di promuovere l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico, ma abbiamo l’opportunità di fare una riflessione più ad ampio raggio sulla sanità digitale, che possa posizionare la nostra Regione all’avanguardia non soltanto a livello nazionale, ma a livello internazionale.

Io credo che l’occasione prossima che dovremmo cogliere sarà quella del riordino delle partecipate, nel momento in cui si andrà a discutere del nuovo assetto delle partecipate, a cui dovremo delegare compiti importanti. Da questo punto di vista sarà essenziale, in quel contesto, che questi compiti siano chiaramente individuati con una mission forte sulla capacità di riuscire a percorrere in modo innovativo l’espressione delle opportunità dal punto di vista della sanità digitale. Senza volerla fare lunga, vorrei richiamare il fatto essenziale che è alla base del Fascicolo Sanitario Elettronico. Se noi immaginiamo i database e le banche-dati, che in questo momento sono popolate in sanità, le immaginiamo come essenzialmente verticali, cioè uno va a fare una visita dermatologica e nella clinica dermatologica sono salvati tutti i dati relativi ai pazienti che vanno in quella clinica. Va poi a fare una visita cardiologica, lì ci saranno gli aspetti cardiologi e così via per le varie specialità. Il Fascicolo non è semplicemente un modo per radunare tutti i documenti relativi a un paziente, ma è il simbolo dell’idea che uno acceda alla lettura non verticale ma orizzontale lungo l’asse del paziente, in modo da vedere quali sono le caratteristiche della persona. È esattamente questo tipo di lettura che occorre adottare per immaginare delle strategie, ad esempio preventive, di tipo nuovo, facendo delle analisi di dati che in larga misura sono già esistenti, che consentano di selezionare sottoinsiemi di popolazione su cui fare approfondimenti successivi, o fare screening mirati. È esattamente quello della medicina di intervento il panorama da esplorare, la medicina, cioè, che va a cercare il paziente, non quella che aspetti che uno si ammali per poter essere interpellata. È quello il futuro che ci potrà permettere di fare delle economie di scala e risparmiare denaro, perché dovremo essere capaci di precorrere le esigenze, non semplicemente accodarci alle richieste di sanità.

Siccome questo è il futuro, è evidente che per arrivarci dobbiamo spingere sul Fascicolo Sanitario Elettronico, come questa risoluzione chiede, e comprendere che il Fascicolo Sanitario Elettronico è in realtà la porta d’accesso, il segnale stradale che ci indica una direzione, un punto di vista che ci fa capire dove bisogna investire e quali sono i temi su cui investire. In questo senso io credo che possiamo e dobbiamo fare di più e meglio, quindi senz’altro voto a favore di questo provvedimento, ma faccio un nodo al fazzoletto, per usare un’espressione che di questi tempi va di moda, per dire che quando in quest’aula parleremo del riordino delle partecipate, non potremo slegare il tema del riordino da una grande visione sulla sanità digitale, in cui il Fascicolo sanitario sia il punto di partenza per fare anche altri discorsi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Paruolo.

Prego, la parola al consigliere Foti.

 

FOTI: Signor presidente, sono lieto che sia stata posta all’attenzione dell’Assemblea questa risoluzione, anche perché avevo posto il problema in un’interrogazione, la n. 3991, esattamente il primo febbraio.

Probabilmente, se gli estensori della stessa avessero letto la risposta dell’assessore Venturi, forse l’avrebbero potuta implementare con qualche dato di riferimento. Giustamente si dice, come io chiedevo, che fosse implementata l’attività di comunicazione rispetto al ricorso al Fascicolo Elettronico, ma nessuno dice quanti sono gli utenti che attualmente utilizzano il Fascicolo Elettronico: al febbraio del 2017, sono esattamente 285.658 assistiti. Sempre sul Fascicolo Elettronico, forse sarebbe anche opportuno porsi un problema rispetto all’infrastruttura SOLE. Qualcuno forse ignora che Sanità On Line sia già uno strumento che di fatto realizza il Fascicolo Elettronico laddove consente, seppure, ovviamente, con alcune limitazioni a tutela della privacy, di poter ricorrere al ritiro dei referti on-line, anziché per via cartacea. Questo, a mio avviso, è uno dei fattori – la possibilità di sostituire il ritiro on-line con quello, tradizionalmente, di persona o persona delegata – che fatalmente potrebbe implementare notevolmente l’attività. Solo che però noi sappiamo benissimo che nelle ASL ciò non accade. Anche coloro i quali, infatti, richiedano di poter avere il risultato solo per via informatica, hanno, a loro insaputa, in giacenza, un risultato anche in via cartacea, che rimane come inevaso e non ritirato fino a che non si decide di mandare l’esame stesso al macero.

Ora, io penso che questo esempio di ordinaria burocrazia, che poi è anche follia, dovrebbe trovare un’applicazione e una declinazione diversa. È ovvio infatti che se uno chiede l’invio informatico, è del tutto folle che il sistema informatico utilizzato poi dalle ASL impedisca l’estrazione solo di questo, per cui vengono giornalmente stampati i risultati degli esami che sono stati effettuati, e ciò, indipendentemente dalla scelta effettuata dal paziente.

In modo altrettanto opportuno sarebbe stato a mio avviso corretto, e ovviamente non ho la presunzione di dirvi che sono l’unico che li ha interpretati, cercare di comprendere come in realtà si è declinata la storia del Fascicolo Elettronico in questa nostra Regione. Vi sono, facilmente consultabili, delle tabelle che ci danno ad esempio dati totalmente anomali. L’ASL di Piacenza, che più o meno vale l’ASL di Imola, ha 8.121 Fascicoli Elettronici attivati, quella di Imola oltre 13.500. L’ASL di Parma ha 30.000 Fascicoli attivati, l’ASL di Modena ne ha poco più di 34.000. Se voi fate il paragone delle ASL, vi rendete conto che non vi è una proporzionalità tra Fascicoli Elettronici e pazienti.

L’ASL di Ferrara – Ferrara come provincia è circa pari a quelle di Piacenza, poco più – ha 32.000 fascicoli elettronici rispetto a Piacenza che ne ha 8.200. Cito un dato significativo: Reggio Emilia, che genera una provincia che viene presentata come all’avanguardia di tutto, ha meno Fascicoli Elettronici della provincia di Ferrara. Quindi, è evidente che questo dato e questi dati necessariamente, a mio avviso, meriterebbero di essere interpretati in relazione non ad una campagna generica soltanto di pubblicità sul Fascicolo Elettronico, ma bisognerebbe chiedersi perché vi sono dati così disomogenei all’interno delle ASL. Lo dico anche perché alla fine, un terzo dei Fascicoli Elettronici sono nell’ASL di Bologna, quando invece la popolazione di Bologna e provincia, al più fa un quarto della popolazione della Regione. Quindi, dato che il tema l’avevo affrontato e studiato, mi pare che sicuramente questa risoluzione avrà l’effetto della mia interrogazione, cioè che chiedendo la stessa cosa tutto rimarrà come prima. Ma come è noto, un voto ad una risoluzione è come un cavalierato, non si nega mai a nessuno.

Al di là di questo, però, io penso che la lettura di questi dati dovrebbe servire soprattutto alla Giunta, all’assessore, ma anche ai signori direttori delle ASL per fare una verifica su come vengono “declinate” alcune opportunità che oggi l’informatica ci permette.

In proposito mi permetto anche di dire: sapete quanta carta inutile si eliminerebbe negli ospedali, se si utilizzasse la firma grafometrica? Non c’è ASL che non si arrampichi dietro al tema della privacy per dire che è praticamente impossibile realizzarla. Peccato che ci siano tutte le decisioni, di tutte le autorità competenti in materia, che asseriscono che oggi è perfettamente possibile utilizzare la firma grafometrica, in piena sicurezza, per colui il quale l’appone, anche in ambito sanitario.

Allora mi viene un dubbio, che è legittimo: se forse la produzione di tanti documenti non serva anche a mantenere una pletora di amministrativi nell’ambito del Sistema sanitario, a danno di coloro che, invece, sarebbero inquadrati, diversamente, in un personale sanitario che si occupa non di scartoffie ma di sanità, nel vero senso della parola.

Io quindi auspico che non solo si attivi in modo decisamente massiccio il Fascicolo Sanitario, ma ritengo doveroso, magari anche prendendo due o tre ospedali a campione, che la Regione promuovesse, di sua iniziativa, la firma grafometrica, proprio per evitare non solo lunghezze burocratiche gigantesche, ma anche per dare un segnale preciso, nel senso dell’innovazione, che abitualmente caratterizza questa Regione in tanti campi, ma non sicuramente in ambito sanitario, perché come vediamo i risultati comunque rimangono modesti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

La parola al consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Intervengo solo per una rapida riflessione che penso dovremmo fare da qui in avanti, stimolato anche dal consigliere Paruolo: i dati sanitari che utilizziamo, che utilizzeremo e che in parte tramite il Fascicolo Sanitario andiamo ad accumulare, sono dati importanti, perché potranno essere utili anche dal punto di vista di analisi, di studi, di prevenzione, tramite nuovi strumenti informatici che stanno venendo avanti: penso solo a Watson di IBM e ad altre soluzioni. L’attenzione che dobbiamo avere, che dovrà avere anche a Regione Emilia-Romagna è a chi diamo questi dati, come glieli diamo e a che scopo. Quei dati infatti hanno un valore economico, ma hanno un grandissimo valore dal punto di vista della privacy. Anche qui, quindi, la Regione sicuramente dovrà cominciare a fare riflessioni su come utilizzare quei dati e su come proteggerli. Da una parte, cioè, creando valore per i cittadini, dall’altra creare protezione per i cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bertani.

Non avendo più nessun iscritto in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Consigliere Daniele Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Dichiaro il voto favorevole della Lega Nord a tutte e due le risoluzioni che sono oggetto di questa discussione, dal momento che riteniamo che il Fascicolo Sanitario Elettronico sia uno strumento dalle grandi potenzialità, soprattutto nell’ottica della semplificazione: semplifica la vita ai cittadini, ma semplifica anche l’attività degli operatori sanitari che hanno in cura i pazienti, proprio perché si può creare una condivisione fra diversi professionisti e si può consultare in rete la cartella clinica di ciascun cittadino.

Da anni se ne parla. Mi ricordo ancora, quando sedevo tra i banchi del Consiglio provinciale, che vennero fatte delle informative in Commissione. Veniva presentato come uno strumento estremamente innovativo, e obiettivamente è così, perché se fatto funzionare a dovere, ha veramente grandi potenzialità, come dicevo prima.

Se andiamo a vedere però quanti cittadini sono entrati a far parte di questo circuito – prendo i dati che ha elencato e analizzato il consigliere Foti prima, ma anche i colleghi del 5 Stelle mi pare che li abbiano inseriti nella loro risoluzione –, è ovvio che ci sia ancora qualcosa che non funziona correttamente. Ci sono problemi dal punto di vista operativo e c’è ancora una scarsa conoscenza da parte dei cittadini proprio nei confronti di questo strumento. Pochi cittadini ancora lo conoscono. Perlomeno, quando ne parlo, vedo sempre che, con chi mi confronto, non c’è una grande conoscenza su questo strumento, che, a mio avviso, è invece, assolutamente importante.

Prendiamo atto della presa di posizione della maggioranza, che ha presentato questa risoluzione riconoscendo che ci sono degli aspetti da correggere, che vanno ad evidenziare quelle osservazioni che abbiamo avanzato più di una volta come opposizione, magari rimanendo un po’ inascoltati e speriamo che finalmente, con queste risoluzione, che, come Lega Nord, voteremo a favore, riusciremo a dare quella svolta che serve per far funzionare a pieno il fascicolo sanitario elettronico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Chiede di intervenire la consigliera Serri, prego.

 

SERRI: Grazie, presidente.

Intervengo solo per dire che anche il Gruppo del Partito Democratico voterà a favore della risoluzione presentata dal Movimento 5 Stelle. Sottolineo l’aspetto dell’impegno forte della Regione su questo tema; tema che, come è stato detto, rappresenta e può trasformare in qualità le risposte sanitarie da dare ai pazienti. Può migliorare, senza ombra di dubbio, la capacità di rispondere in termini positivi, così come può migliorare la razionalizzazione della spesa e la razionalizzazione del lavoro in campo sanitario.

Io credo, rispetto anche alle varie osservazioni, i vari interventi che si sono succeduti, che possa essere utile anche un approfondimento che analizzi un po’ meglio territorio per territorio, aspetto per aspetto, magari da trasferire in una discussione in Commissione nelle prossime settimane. Io credo che vada preso con assoluta positività anche questo impegno che è già concretizzato, che dovrebbe essere un qualcosa che parte nelle prossime settimane, perché si parla del secondo quadrimestre del 2017, in cui partirà una campagna importante di informazione fra i cittadini, perché è sicuramente vero che questa è la base per poi sollecitare e far conoscere l’adesione a questo importante strumento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Serri.

Non avendo nessun iscritto in dichiarazione di voto, passiamo alla votazione per alzata di mano.

Prego, consigliere Daniele Marchetti. Immagino cosa voglia chiedere.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Chiedo la votazione elettronica sul fascicolo sanitario elettronico, su tutte e due le risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 2242, a firma dei consiglieri Serri, Zappaterra, Zoffoli, Cardinali, Lori, Calvano, Tarasconi, Molinari, Pruccoli, Rontini, Mumolo, Marchetti Francesca, Rossi Nadia, Poli, Campedelli, Montalti, Iotti, Sabattini, Bagnari, Paruolo, Boschini, con dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

44

Assenti

 

6

Votanti

 

43

Favorevoli

 

43

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 2242 è approvata.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4474, a firma della consigliera Gibertoni, con dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

44

Assenti

 

6

Votanti

 

43

Favorevoli

 

43

Contrari

 

--

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4474 è approvata.

 

OGGETTO 4408

Risoluzione circa proposte di modifica dell’art. 52 del codice penale, in materia di legittima difesa. A firma del Consigliere: Foti

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4473

Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Parlamento di procedere all’esame delle diverse iniziative legislative concernenti la legittima difesa, nonché di discutere su una complessiva politica di sicurezza collettiva con la previsione di un’adeguata dotazione di personale, strutture, mezzi e risorse finanziarie. A firma della Consigliera: Sensoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4477

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Presidente della Camera dei Deputati affinché le proposte di modifica dell’art. 52 del codice penale in materia di legittima difesa siano iscritte all’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea. A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 4478

Risoluzione per esprimere l’auspicio che le Camere intervengano per garantire colui che si trova nelle condizioni previste dall’art. 52 del Codice Penale e che le spese legali siano rimborsate dallo Stato alla vittima assolta. A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra, Poli, Boschini, Marchetti Francesca, Tarasconi, Montalti, Caliandro, Lori, Campedelli, Rontini, Cardinali, Iotti, Soncini, Serri

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo all’oggetto 4408: Risoluzione circa proposte di modifica dell’articolo 52 del Codice penale, in materia di legittima difesa, a firma del consigliere Foti.

A tale oggetto sono stati abbinati i seguenti oggetti: l’oggetto 4473, a firma della consigliera Sensoli, l’oggetto 4477, a firma dei consiglieri Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli e l’oggetto 4478, a firma dei consiglieri Calvano, Zappaterra, Poli, Boschini, Marchetti Francesca, Tarasconi, Montalti, Caliandro, Lori, Campedelli, Rontini, Cardinali, Iotti e Soncini.

Sulla risoluzione oggetto 4473, quella a firma Sensoli, insiste un emendamento, l’emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli.

È aperta la discussione generale.

Consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Signor presidente, sono lieto di aver portato una risoluzione sul tema della legittima difesa che vede oggi la presenza, in abbinamento, di numerose altre risoluzione, il che significa, se non altro, che il tema era sentito, ma nessuno aveva il coraggio di affrontarlo.

Lo dico non certo per la parte del centrodestra, che è tradizionalmente accusata di voler rappresentare questo tema quasi in modo virulento, ma lo dico soprattutto, anche alla luce di eventi tragici di questi ultimi giorni, alla sinistra, per un unico motivo. È da settembre 2015 che la Commissione Giustizia della Camera sta esaminando un testo di modifica dell’attuale disciplina dell’articolo 52 del Codice penale relativo alla legittima difesa.

A sgombrare il campo da significativi equivoci che, a mio avviso, sono nati in questi ultimi tempi, con affermazioni, a mio avviso, del tutto erronee ed errate tanto sotto il profilo del diritto, quanto sotto il profilo effettivo, c’è il fatto che il legislatore, quando si occupò di introdurre l’articolo 52 nel Codice penale, ebbe chiaramente ad indicare che se la difesa da parte degli organi dello Stato in alcuni momenti precisi non poteva essere garantita, lo Stato stesso garantiva il principio di autotutela a colui il quale, seppure in modo proporzionale, aveva il diritto di rispondere all’offesa allo stesso arrecata.

È su questo punto, sulla manifestazione del principio di autotutela privata, che già l’ordinamento consente che occorra intervenire per, io penso, non realizzare, come qualcuno dice, il far west, ma per non mettere la vittima in una posizione di atteggiamento remissivo nei confronti del carnefice perché la vittima deve temere diversamente per se stessa da parte dell’azione dello Stato.

Non vi è dubbio che noi avremmo fatto a meno anche dell’articolo 52 del Codice penale se questa fosse una società diversa, ma noi dobbiamo confrontarci con quella che è la società. Dobbiamo confrontarci anche con una delinquenza che è cambiata rispetto a quella che tradizionalmente si manifestava negli anni passati.

Io penso che la pratica dello scansa-morto oggi abbia attecchito a tal punto che siamo allo scansa-attentato, perché le reazioni che avevano dettato alcuni attentati negli anni passati oggi sono quasi assorbite come dato di cronaca. Figuratevi cosa significano i tanti episodi di violenza, di rapina, di rapina a mano armata, di rapina nei confronti, diciamolo pure, anche di soggetti tradizionalmente deboli, di furti nelle abitazioni che una volta non avvenivano come accade oggi sistematicamente in presenza e alla presenza dei proprietari o di coloro che abitano la casa. Oggi, paradossalmente, è più pericoloso stare in casa di notte che di giorno.

Penso che lo Stato abbia il dovere di non essere il participio passato del verbo essere. Lo Stato, nelle sue articolazioni, deve saper dare delle risposte. Abbiamo discusso tante volte dei tipi e delle tipologie di intervento che le forze dell’ordine potrebbero porre in essere in questo più che in quel territorio, ma c’è un tema di fondo che nessuno potrà disconoscere. Al di là della mobilitazione, io noto positivamente i gruppi di WhatsApp che si sono formati in molte realtà, soprattutto quelle piccole, per dare il via al controllo di vicinato. Però, voi ammetterete che questa è una supplenza del cittadino, una collaborazione positiva del cittadino, non può essere la risposta che lo Stato delega al cittadino.

Se la lunghezza dell’iter legislativo non mi avesse indotto a portare questo argomento in questo momento in quest’aula, probabilmente del tema non se ne sarebbe neanche parlato, perché si sarebbe detto che è un tema che non interessa o non coinvolge la Regione. Vi rendete conto che è da due giorni che non c’è telegiornale che non apra con Molinella da cui partono sistematicamente le battute per intercettare quello che non si sa ancora chi sia? Si conosce il nome, ma non si sa di che nazionalità sia, perché un giorno è slavo, un giorno è russo, aspetto il giorno in cui diranno che è albanese. Vi rendete conto che parliamo di territori dove abitualmente queste forme di violenza non si sono mai minimamente registrate? Cosa si sta verificando? Ci rendiamo conto che forse nella piccola provincia italiana oggi è molto più difficile che una persona perbene torni a casa naturalmente di quanto capitava dieci o vent’anni fa?

Io non sono mai stato molto caldo su certi temi, perché ho sempre detto che quando poi si ha un’arma in casa si deve avere la capacità e il coraggio di usarla, perché altrimenti è anche peggio, però ammetterete che oggi stiamo facendo il processo alle vittime e non ai carnefici in molti casi.

Io non voglio commentare il capolavoro di equilibrismo politico della risoluzione del PD, ma quando per giustificare la politica “cerbottistica” si dà un colpo al cerchio e un colpo alla botte, si dice in fin dei conti che se si esclude la legittima difesa è evidente che l’iscrizione nel registro degli indagati è dovuta anche a garanzia dell’indagato, questa è la barzelletta che ci hanno raccontato per vent’anni anche nei nostri confronti. Un politico che è iscritto nel registro degli indagati non dovrebbe essere iscritto a sua tutela, anzi, proprio per la funzione delicata che ricopre, si dovrebbe avere rispetto anche della privacy, proprio per non buttare in pasto all’opinione pubblica un’opinione diversa dalla quale poi egli risulta assolto nelle sedi competenti. Così, però, non è.

Oggi i giornali aspettano l’avviso di garanzia o l’iscrizione nel registro degli indagati per iniziare la campagna mediatica che per il politico vale a dipingerlo, a prescindere, come un ladro e per il cittadino che reagisce come uno degli ultimi uomini del far west.

Al di là dei voti che esprimerete, sono certo che boccerete la proposta di La Russa, perché essendo fatta da un penalista, e forse da un penalista che se ne intende di queste questioni, non può sicuramente trovare la condivisione di chi non ha ancora capito che il problema dell’articolo 52 è innanzitutto stato la non applicazione che il giudice ha voluto fare dell’articolo 52, perché quando l’abbiamo studiato Aimi ed io sul manuale di Antolisei sono certo che non c’erano dubbi di che cosa volesse dire l’articolo 52.

Si deve intervenire oggi sull’articolo 52 per un unico motivo, perché, dopo tante interpretazioni folli date sull’articolo 52, oggi bisogna necessariamente difendere il cittadino, oltre che dall’aggressore, dalla persona che lo sottopone ad indagini.

Questo è il fallimento dello Stato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

La parola alla consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Ringrazio il consigliere Foti per aver acceso i riflettori su un argomento che sicuramente è di interesse di tutti. Forse non era questione di disinteresse o di non avere il coraggio di affrontarlo, ma è proprio perché è un tema delicato, un tema che tocca sensibilità varie, un tema che ha una sua storicità e che va sicuramente adeguato nel tempo, tant’è che anche in Parlamento, ad oggi, ci sono diversi progetti di legge in discussione per i quali il Movimento 5 Stelle sta cercando la massima condivisione possibile.

Capiamo benissimo che viviamo in una situazione dove la percezione di sicurezza sicuramente è diminuita negli anni dove, molto probabilmente, alcuni fenomeni che ha elencato anche il consigliere Foti sono aumentati, le dinamiche sociali stesse sono cambiate. Purtroppo, anche l’aumento delle situazioni di disagio, di povertà e di degrado hanno contribuito a una minor percezione di sicurezza. È ovvio che alla luce di questo si crea una situazione per cui non si vuole continuare ad essere uno Stato dove se si trova un ladro in casa e lo si chiude dentro si rischia di finire in galera per sequestro di persona. Allo stesso tempo, da parte nostra, non vogliamo diventare giustizialisti, come succede negli Stati Uniti, per cui poco tempo fa è uscita la notizia di una madre che aveva pubblicato il video su YouTube o su Facebook, su un social, vantandosi che la figlia a tre anni sapesse già usare la pistola. Peccato che poi la stessa figlia, giocando con la stessa pistola, sparò alla madre alla schiena che, ad oggi, è invalida permanente. Sicuramente non vogliamo arrivare a questo.

L’argomento tocca sensibilità varie e tocca, soprattutto, quello che deve essere il rapporto tra lo Stato e i cittadini, cioè quel contratto sociale che deve continuare ad esserci, cioè uno Stato che garantisce la sicurezza e un cittadino che deve sapere fino a che punto si può spingere e quali sono i suoi diritti per tutelarsi in caso di pericolo.

Quando parlo dei compiti dello Stato lo dico a ragion veduta, perché, secondo noi, ad oggi il reale problema è che si parla di quanto si possano armare i cittadini, ma invece il vero problema è che noi dobbiamo armare lo Stato. Per “armare” intendo dotarlo di maggior personale. Abbiamo una situazione grave a livello nazionale di sotto organico delle forze dell’ordine. Lo dobbiamo armare di risorse, lo dobbiamo armare di mezzi. Non dobbiamo più consentire che i sindacati di Polizia ci vengano a riferire che si devono comprare da soli le divise o che non hanno la benzina per poter circolare per le nostre città.

Sulla carta possiamo mettere tutte le buone intenzioni del mondo, ma se non diamo risorse ai nostri uomini, che ogni giorno stanno sulle strade a garantire la nostra incolumità, poi andiamo ben poco lontano. Questo è lo spirito della nostra risoluzione, che non vuole citare un progetto di legge in particolare, cita tutti quelli che sono in discussione, che vuole porre l’attenzione proprio sul fatto che se da un lato ci deve essere un aggiornamento per quanto riguarda le possibilità date al cittadino, la chiarezza che deve avere il cittadino riguardo la propria autotutela, però è fondamentale che innanzitutto si vadano a garantire, da parte dello Stato, quei parametri che possono far sentire al sicuro il cittadino.

Si parlava prima della sicurezza, che è di destra o di sinistra. Il Movimento 5 Stelle si è sempre detto oltre in linea generale. Vorremmo esserlo veramente in questa circostanza perché è stato anche il ministro Minniti a dire che la sicurezza non è una questione di statistiche, ma è una questione di percezione. Quindi, non lo diciamo nemmeno noi. L’ha detto il ministro attualmente in carica. Riteniamo che per aumentare la percezione di sicurezza si debbano mettere poi concretamente in atto tutte quelle misure che garantiscano al cittadino di non doversi autotutelare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sensoli.

La parola al consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Il tema della legittima difesa credo sia un tema di grande attualità. È un tema di grande attualità perché, come specificava precedentemente il collega Foti, forse è da troppo che non viene trattato. Quindi, è diventato di attualità ora.

Ricordo che vi sono varie proposte di legge depositate presso la Camera dei deputati, tra le quali c’è anche quella dell’onorevole Molteni, che sta aspettando di essere discussa da ben due anni. Questo significa che vi è una lentezza in tutto il processo normativo, probabilmente, molto probabilmente, quasi sicuramente, voluto da una maggioranza che fa fatica forse ad approcciare al problema. Questa fatica ovviamente porta ulteriori criticità, perché avendo magari già risolto tempo fa quella che poteva essere la discussione sull’articolo 52 del Codice penale, la revisione di questo articolo, si sarebbe potuto evitare quelle che magari oggi sono state delle problematiche relative a condanne piuttosto che processi a carico di chi si è difeso legittimamente nella propria proprietà.

Nell’articolo 52 si fa riferimento a una proporzionalità tra difesa e offesa, dove fondamentalmente è qui che si crea questa disparità. Proporzionalità che, a parer nostro, dovrebbe essere eliminata, introducendo una presunzione di legittima difesa, cioè inserendo il fatto che chi entra in proprietà privata deve sapere che chi è proprietario di quella parte è libero di difendersi e può difendersi.

Fondamentalmente questo potrebbe servire da deterrente anche se, però, serve prima di tutto a difendere chi abita in casa mia piuttosto che la mia attività commerciale, la mia attività imprenditoriale, perché quello è un mio bene privato e quindi devo e voglio difenderlo.

Io ho riflettuto molto sul tema perché questo non vuol dire prevaricare l’attività delle forze dell’ordine oppure diminuire l’attività delle forze dell’ordine, ma serve per cercare di intervenire nell’immediato, nel caso in cui io mi trovo in casa qualcuno che non so chi sia e ovviamente non è venuto a trovarmi per bere un caffè o per salutarmi perché è un mio amico.

Con questa risoluzione, che abbiamo abbinato a quella del consigliere Foti, abbiamo chiesto che la Giunta si impegni, tramite il Governo, ad avviare il primo possibile la calendarizzazione in aula di questi progetti di legge che sono già depositati. Ovviamente mi associo a quello che si diceva precedentemente, anche perché sulla risoluzione del Partito Democratico si considera questa iscrizione nel registro degli indagati a difesa dell’indagato e quindi di chi ha commesso l’aggressione che, però, effettivamente è l’aggredito, quindi chi si è difeso. Questo fa un po’ sorridere.

Rimarco un principio per il quale vorrei far presente al Partito Democratico e ad altri colleghi che sono in quest’aula, che sicuramente sono più bravi di me, che sono stati presentati anche oggi degli emendamenti, partendo da quello del Movimento 5 Stelle, ma soprattutto nella risoluzione del Partito Democratico, dove si esprime l’auspicio che le spese legali siano rimborsate dallo Stato alla vittima che ferisca o causi la morte dell’aggressore qualora ci sia un’assoluzione.

Mi risulta – è notizia di poco fa – che il Partito Democratico abbia bocciato in Commissione tutti gli emendamenti, oltre alla legge, della Lega, però abbia bocciato anche il rimborso delle spese legali in caso di assoluzione. Quindi, in questo momento vi è una problematica, perché poi, nei fatti, questo non avviene quando si discute concretamente il progetto di legge.

In Regione abbiamo depositato un progetto di legge alle Camere che ricalca un po’ quello che è il nostro pensiero, che poi andrà in discussione nelle prossime settimane ed è lì che cercheremo di porre l’attenzione anche sulla sospensione delle condizionali, sull’articolo 624-bis del Codice penale per iniziare e per modificare le misure in caso di furto in abitazione.

Questa è la nostra posizione. A parer nostro, la difesa deve essere sempre legittima nel caso in cui uno violi la mia e la nostra proprietà privata. È per questo che chiediamo insistentemente che vengano iscritti all’ordine del giorno della prossima Assemblea alla Camera dei deputati i progetti di legge (quello di Molteni, quello di La Russa) in materia di legittima difesa, di modifica dell’articolo 52 del Codice penale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Chiede la parola il consigliere Calvano, prego.

 

CALVANO: Grazie, presidente.

Nella trattazione di questo tema c’è un punto sul quale potrei quasi condividere alcune delle parole del collega Foti, ma purtroppo la risposta è molto diversa. Il punto è che alla necessità della difesa personale non ci si dovrebbe mai arrivare. Non ci si dovrebbe mai arrivare perché lo Stato ha tra i suoi compiti quello di garantire la sicurezza dei propri cittadini ed è un compito, per noi che siamo nelle Istituzioni, che dovremmo impegnarci a fare in modo che lo Stato fosse in grado di eseguire e realizzare al meglio.

Credo, quindi, che, prima di affrontare il tema della legittima difesa, si debba avere la forza e l’attenzione, in una sede istituzionale, di dire cosa oggi invece bisognerebbe fare perché non ci fosse necessità di legittima difesa o necessità di arrivare alla difesa personale, perché solo così si può affrontare a 360 gradi il tema della sicurezza.

La risposta attraverso la legittima difesa è una risposta che in realtà è minimale o perlomeno tratta una parte che, ripeto, non dovrebbe neanche esserci.

Noi abbiamo ritenuto opportuno precisare e introdurre nella nostra risoluzione una serie di iniziative che, a nostro avviso, a tutti i livelli, a partire dal Governo, fino ad arrivare ai livelli locali, bisognerebbe mettere in campo e rispetto ai quali devo rilevare che l’azione messa in atto da parte del ministro Minniti inizia a dare alcune risposte importanti.

Partiamo dalla necessità che sia opportuno garantire la certezza della pena e anche un maggior rigore nell’applicazione di quest’ultima. C’è una cosa che fa giustamente deprimere anche le forze dell’ordine, oltre che i cittadini, cioè che qualcuno possa essere preso anche in flagranza di reato, anche in una situazione chiara di illegittimità e che poco dopo, dopo essere stato catturato, lo si ritrovi di nuovo per la strada. Questo è un problema. È un problema per il lavoro che fanno le forze dell’ordine, è un problema soprattutto per la sicurezza dei cittadini. Quindi, io credo che garantire la certezza della pena da un lato e dall’altro un adeguato rigore nell’applicazione di quest’ultima sia assolutamente un tema centrale, come deve essere indispensabile investire sul rafforzamento dei presìdi territoriali delle forze dell’ordine.

Chi di noi, ma anche chi di noi non l’ha fatto, ha avuto un ruolo nei Comuni da sindaco o quant’altro sa, perché con quelle forze dell’ordine, con quei presìdi territoriali aveva a che fare tutti i giorni, quanto sia difficile la loro presenza sul territorio, quanto stia diventando sempre più complicata per mancanza di risorse e di mezzi poterla affrontare al meglio. Si sono messe in campo anche azioni tra i Comuni e le forze dell’ordine per agire insieme, ma in determinati casi non si riesce a supplire ovviamente a quelli che sono i loro compiti, anche perché i Comuni hanno un compito e le forze dell’ordine ne hanno un altro. C’è la necessità di investire sull’edilizia carceraria per due ragioni, sia per un elemento di qualità di quella edilizia di cui dobbiamo tener conto, sia per una ragione di quantità. Ci sono situazioni nelle quali l’assenza di luoghi di reclusione che devono essere oltretutto anche all’altezza della dignità umana porta anche a scarcerazioni un po’ più veloci di quello che dovrebbero essere.

Dall’altro lato c’è la necessità di un’azione sul territorio, perché è evidente che la criminalità si annida laddove c’è degrado urbano, nelle periferie dove ciò avviene, come ha deciso di fare il Governo, come sta facendo la Regione Emilia-Romagna ormai da anni e lo dovremo mettere ancor più in risalto il lavoro che fa la struttura della Regione Emilia-Romagna e gli assessorati in termini di riqualificazione e rigenerazione urbana e di azioni, quindi, che siano volte a sottrarre spazi alla criminalità e al degrado urbano.

Infine, tutte le politiche necessarie a valorizzare misure preventive sia di carattere situazionale, sia di carattere sociale e ovviamente comunitario. È lì che dobbiamo concentrarci per fare in modo che non ci sia e non si verifichi la necessità della difesa personale. Poi, purtroppo, in alcuni casi questa cosa, invece, si è rivelata necessaria, quando lo Stato non è riuscito a intervenire tempestivamente o a prevenire il fatto criminoso. Il dibattito sulla legittima difesa ovviamente contrappone situazioni diverse tra di loro. Da una parte c’è la preoccupazione di chi, sentendosi ovviamente minacciato nella propria casa o nella propria attività commerciale, reagisce provocando la morte o il ferimento di chi l’ha aggredito e successivamente a ciò si trova magari indagato in un procedimento penale che dura molto, con importanti spese legali e dall’altra, però, c’è un’altra posizione di cui dobbiamo tener conto. Lo dico ai colleghi di Fratelli d’Italia e della Lega. Lo dicono le stesse organizzazioni sindacali delle forze dell’ordine, gli stessi esperti scientifici. Se noi facciamo forzature in materia di legittima difesa e determiniamo, come è successo in altri Stati, una corsa all’armamento personale, l’effetto immediato è un’escalation di violenza anche da parte degli aggressori, i quali, ovviamente, certi, perché c’è stata la corsa all’armamento, della dotazione di armi da parte dell’aggredito, si presentano con le armi.

È un ragionamento scontato, oggetto di studi di diverse parti e che non hanno colore di carattere politico. Noi non dobbiamo arrivare a quel punto, non dobbiamo arrivare al punto di dire che lo Stato non ce la fa e il cittadino deve difendersi da solo, ma dobbiamo avere la forza di far sì che lo Stato ce la faccia e al contempo, nel caso in cui ciò non sia possibile, avere norme chiare rispetto a questo tema.

È vero che c’è una discussione in corso da anni, non è solo responsabilità di chi governa, oserei dire, perché andrei a seguire il dibattito parlamentare in Commissione che c’è stato e qualche responsabilità, da Molteni e altri, ce l’hanno anche gli amici e colleghi leghisti.

Io spero, invece, che d’ora in avanti la cosa possa procedere in maniera più celere di quanto è avvenuto fino ad oggi, cercando di arrivare in fretta al risultato; un risultato che non può andar bene qualunque cosa si faccia, perché la previsione di intervento che fa Fratelli d’Italia da un lato e la Lega dall’altro sull’articolo 52 è una previsione molto pericolosa per la tenuta della società e anche per gli effetti che può determinare.

Nella proposta Molteni e altri viene evidenziata la possibilità, in presenza di un’effrazione all’interno della propria abitazione, di sparare a prescindere e di avere una presunzione di innocenza a prescindere.

C’è un caso, che non è neanche difficile da raccontare, che è quello di Pistorius dove lui, per giustificare l’omicidio della moglie, utilizzò, in sede processuale, fortunatamente la cosa non è andata a buon fine, il fatto che pensava che fosse un ladro.

Io credo che di questi casi non ce ne debba essere neanche uno e che non possiamo permetterci una normativa che determini la possibilità per il singolo di poter mascherare dietro la legittima difesa un omicidio volontario. Questo è un aspetto sul quale dobbiamo avere tutti la massima attenzione.

Aggiungo che nella proposta, invece, di Fratelli d’Italia si parla più indistintamente del fatto che si possa colpire anche chi è nelle immediate vicinanze della casa o dell’attività commerciale. Attenzione, anche da questo punto di vista, a non determinare, purtroppo sì, caro collega Foti, un far west.

Di fronte a questo, il Partito democratico, come ha esplicitato oggi in Commissione e come depositato agli atti dal deputato Ermini, ha fatto una proposta che non interviene sull’articolo 52, ma interviene sull’articolo 59, introducendo un elemento collegato all’errore nel quale può essere indotta la persona aggredita nel momento in cui reagisce e dicendo, sostanzialmente, che viene meno la colpa nel momento in cui la persona reagisce in presenza di un grave turbamento psichico. Cos’è il grave turbamento psichico? È molto semplice. Ci sono dati oggettivi sui quali si può identificare il grave turbamento psichico. Innanzitutto, il tempo in cui avviene il fatto: se qualcuno ti entra in casa di notte si determina inevitabilmente un grave turbamento psichico. La condizione della famiglia, se sono presenti dei minori o delle persone in stato di fragilità. La condizione dell’aggressore, l’indumento e il modo in cui si presenta. A questo si aggiunge anche il fatto di essere in presenza di reiterazione di reati, perché purtroppo ci sono abitazioni che sono state oggetto più volte dello stesso tipo di reato.

Nella proposta del Partito democratico, senza cadere nei problemi evidenziati dalla proposta della Lega e di Fratelli d’Italia, vi è la possibilità di ampliare l’opportunità, per chi è aggredito, di avere un elemento in più di tutela della propria difesa. È a dir poco demagogico, quasi contro legge (il consigliere Foti mi smentirà e ne dibatteremo in aula), ma è più un elemento collegato alla proposta della Lega, in realtà, il fatto di dover pensare o immaginare che non ci debba essere un terzo che evidenzi se ci troviamo in presenza di legittima difesa o di eccesso di legittima difesa.

Ho praticamente finito. Siccome nel processo un soggetto terzo che giudichi in assenza di evidenza della situazione di legittima difesa è innegabile che ci debba essere, noi abbiamo proposto in questo documento, e anche in Commissione, che lo Stato intervenga a risarcire le spese legali della vittima che ferisca o causi la morte dell’aggressore in presenza di una assoluzione. Ne proponiamo l’approvazione in quest’aula, perché è la stessa identica proposta che stiamo facendo a livello nazionale.

L’aspetto – e concludo sul serio, presidente – evidenziato dal collega della Lega è frutto di una dinamica parlamentare dalla quale è emerso a verbale l’impegno della Commissione, quindi della maggioranza di quella Commissione tenuta dal PD, a votare quel tipo di proposta. Il PD voterà quel tipo di proposta. Mi sento di dirlo da qui, pur essendo lontano dalle competenze parlamentari. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

La parola al consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Discutere di questo tema in questi giorni è ancora più delicato, proprio per gli avvenimenti di cronaca che, purtroppo, hanno riguardato il nostro territorio regionale, in particolar modo, ovviamente, la provincia di Bologna, una vicenda che non si è ancora conclusa e che si sta, purtroppo, svolgendo addirittura a pochi chilometri da qui. Pertanto, sarebbe necessario affrontare il tema con la dovuta attenzione, soprattutto cercando di inquadrarlo in una complessità che non può sfuggire e che non può essere ridotta in modo semplicistico. Ovviamente, non si danno risposte semplici a problemi complessi.

Garantire maggiore sicurezza ai cittadini credo sia un dovere da parte delle Istituzioni. Si tratta di un diritto che, giustamente, i cittadini rivendicano. Lo dico con grande amarezza, da questo punto di vista: non posso non constatare che spesso i più esposti a queste situazioni caratterizzate dalla percezione di insicurezza sono proprio gli strati sociali più deboli, quelli che hanno meno possibilità di difendersi o che vivono in contesti in cui la criminalità è facilmente riscontrabile. Il rischio è sempre quello di un conflitto fra poveri, che è quanto di peggio possa verificarsi.

Lo Stato, per evitare questo e per dare una risposta articolata a un problema complesso, deve mettere in campo misure più articolate e maggiormente definite. Tutti quanti noi, ad esempio, dovremmo fare uno sforzo a tutti i livelli, in modo unitario, per fare in modo che le forze dell’ordine abbiano strumenti diversi da quelli oggi a loro disposizione, non solo in termini di personale, ma anche di mezzi. Spesso capita – credo sia capitato a ciascuno di noi, avendo rapporti, come è normale che sia, con le con le forze dell’ordine, con gli agenti, eccetera – che manchino loro, alcune volte, anche i mezzi per fare pattugliamenti e assicurare il controllo del territorio, una funzione fondamentale di garanzia, posto che il primo e principale controllo del territorio rimane sempre quello sociale. A questo punto, mi ricollego a tante discussioni che facciamo spesso in questa sede, quando pensiamo a un luogo di lavoro, a una fabbrica o a un servizio. Quando viene meno uno stabilimento produttivo, quando vengono meno servizi pubblici in determinate realtà, quelle realtà si impoveriscono di persone che, ovviamente, vanno via e diventano facilmente preda di situazioni non augurabili.

Posto che tutti gli sforzi che facciamo per garantire il presidio del territorio e il mantenimento delle attività, specie nei luoghi più disagiati, già dovrebbero essere intesi come una principale risposta a questo tema, è chiaro che il controllo del territorio lo assicurano le forze dell’ordine, lo devono assicurare le forze dell’ordine. Noi dovremmo fare una battaglia – lo dico da questa parte dell’aula – per garantire a chi ha competenze, professionalità e capacità la possibilità di contrastare fenomeni che vanno contrastati.

La presenza dello Stato si assicura in questo modo. Senza voler scomodare i classici, se dovessimo definire – ogni tanto è bene farlo; i fondamentali sono sempre utili – le caratteristiche dello Stato, tra quelle principali (come definite, ad esempio, dai classici) ci sarebbe il monopolio esclusivo dell’uso della forza, interna ed esterna. Il legittimo uso della forza. Non è oggetto di interpretazione, ma è una condizione che va data. Lo Stato moderno si qualifica, tra le altre cose, anche per questo. Non dobbiamo dimenticarlo. Ogni tanto facciamo dibattiti nei quali viene dimenticato il presupposto fondamentale. Siccome lo Stato non è in grado di assicurare un controllo efficace del territorio e di garantire sicurezza ai cittadini, allora interveniamo per vie secondarie. Questo è un ragionamento, secondo me, che sfugge alla domanda principale. Noi non dobbiamo cercare di risolvere il tutto con le subordinate. Dobbiamo partire dalla principale, e la principale è questa. Quindi, dobbiamo impegnarci in quella direzione, dobbiamo assicurare risorse in quella direzione.

Lo dico francamente, e lo ha detto prima, forse, anche il consigliere Foti: le armi bisogna saperle usare. Io non credo sia un elemento di maggiore sicurezza far passare, anche culturalmente, il principio in virtù del quale io devo garantire la sicurezza a me stesso perché nessuno lo fa. Non funziona così. Non può funzionare così. Non deve funzionare così. Non possiamo accettare che queste siano le basi sulle quali avanzare progetti di legge.

In uno stato di diritto, poiché la forma è sostanza, non posso partire da un presupposto di questo tipo: prendo atto di quella realtà e legifero di conseguenza, bypassando tutti i princìpi che si trovano alla base dello stato di diritto e modificandoli. Per estensione, noi stiamo dicendo questo. Stiamo dicendo che, siccome lo Stato non è in grado, diamo la possibilità ai cittadini “di...”.

Io non voglio fare dibattiti astratti. Voglio cercare di risolvere i problemi concreti, come sempre cerchiamo di fare. Alcune volte ci riusciamo e altre volte no. Sul punto dal quale partire non ci possono essere dubbi. Diversamente, si prendono derive stravaganti.

Il tema è caldo e delicato e tutti quanti noi siamo sottoposti a sollecitazioni, e non solo in questo periodo. I cittadini ci chiedono risposte, specie in alcune zone più periferiche, dove c’è meno controllo sociale. La percezione di quello che accade – anche in questo senso dovremmo intervenire – è molto esasperata. Potrei citare casi verificatisi in altri ambiti. Chiaramente, se una notizia viene data 800 volte in un giorno, la percezione è che si siano verificati 800 casi di quel tipo. Se una rapina viene ripetuta a nastro per 800 volte in un giorno, alla fine la percezione è che quel giorno si siano verificate 800 effrazioni. In realtà, non è così. La percezione di quello che accade incide sulla reazione dell’opinione pubblica in modo esponenziale. Anche in questo caso, noi dovremmo svolgere il nostro ruolo: mai sottovalutare, mai sminuire la realtà, ma neanche enfatizzarla, stando sul merito e sui numeri. Alcune volte partecipo a discussioni in cui alcuni territori della nostra regione vengono descritti come “far west”. Non è così. Invece di rincorrere quella china, dovremmo cercare di opporci con argomenti di razionalità e di realtà. Anche in questo modo si dà un contributo alla risoluzione dei problemi. Altrimenti, il rischio è che si legiferi sotto l’effetto di una spinta emotiva che non corrisponde, però, al dato di fatto.

Nella percezione della realtà spesso c’è uno scarto significativo. Noi dobbiamo operare sulla realtà, non sulla percezione. Altrimenti, ragazzi, si rischia di scardinare l’impianto dello stato di diritto. Non lo dico per fare polemica. Lo dico perché mi hanno colpito anche i termini da noi utilizzati per affrontare questa discussione. Siamo rappresentanti istituzionali, abbiamo ricevuto un mandato da parte dei cittadini e rappresentiamo una Regione che ha una storia importante. Sono Istituzioni che meritano una certa attenzione da parte nostra, anche quando ci esprimiamo. Non lo condivido, ma prendo atto del fatto che, per esigenze mediatiche, ogni tanto vengano fuori battute. Se io leggo – testuali parole – “per noi la difesa della propria abitazione o della propria attività è sempre legittima. Chi entra in casa mia deve essere consapevole che può anche uscirne steso” (Matteo Rancan, Libertà, 9 aprile), penso che stiamo facendo esattamente il contrario di tutto quello che serve, del senso delle Istituzioni e di tutto quello che la necessità di rispondere a un problema ci dovrebbe imporre. Detto in altri termini, quella battuta vuol dire, in sostanza, che siamo nel far west.

Lo scarto non è verso una società che si fa carico delle difficoltà e delle contraddizioni, che pure esistono e che nessuno riesce a sciogliere da solo. Il rischio è che, ovviamente, si regredisca alla figura dell’homo homini lupus. Si arriva lì.

 

(interruzioni)

 

Homini.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo scusa, non è un dibattito. Chiedo al consigliere Taruffi di concludere, per favore.

 

TARUFFI: Sì. Mi mancano ancora dieci minuti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): No. Sono dieci minuti, non venti.

 

TARUFFI: Va bene. Concludo.

Ho una “s” in più, perché da buon bolognese...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Capisco che vorrebbe utilizzare anche i minuti del suo collega Taruffi... No, Torri. Però...

 

TARUFFI: Utilizzo i minuti del mio collega Taruffi. Quindi, vado bene.

Torno sul punto. Si arriva lì. Sottolineo, però, che quella battuta, quel proverbio deriva da una commedia di Plauto di duemila anni fa, che non a caso si chiamava “Asinaria”, ossia – letteralmente – la commedia degli asini.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliere Aimi, prego.

 

AIMI: Grazie, presidente.

Io non so se dovrò indossare le orecchie di pelo, quelle lunghe, che ha appena evocato l’amico e consigliere Taruffi. Mi permetto semplicemente di dire che lo stesso ci ha portato a spasso nella sua concione in quest’aula per quasi venti minuti, raccontandoci una storia che non esiste. In particolare, ha esordito dicendo che il monopolio esclusivo dell’uso della forza è in mano allo Stato e che questo è un vecchio principio che rappresenta il fondamento di tutte le Costituzioni. In realtà, questo è parzialmente vero. In tutti gli ordinamenti civili, anche nel nostro, è previsto proprio un articolo che deroga a tale principio, cioè che crea una scriminante. Si è inserito il principio dell’autotutela attraverso l’articolo 52 del Codice penale, al primo comma e ai commi successivi, dei quali, magari, se ci sarà occasione, declineremo gli effetti pratici.

Per la verità, questo principio parte da molto lontano. È un principio di natura romanistica, il famoso vim vi repellere licet: da sempre è stato giusto rispondere alla violenza con la violenza. Dispiace che ci siano anime belle che pensano che la violenza sia sempre negativa, perché non è così. La violenza quando risponde ad alcuni crismi può essere positiva. Si pensi a chi interviene reagendo, anche fisicamente, nei confronti del violentatore su una bambina. Non si può usare, in quel caso, la violenza? La può usare solamente lo Stato? Credo che ci renderemmo ridicoli se passasse questo principio. Ecco perché il nostro ordinamento lo prevede già. Lo aveva fatto con il Codice Rocco, modificando i princìpi del Codice Zanardelli, che parlava della possibilità di intervenire con legittima difesa solamente in presenza di una violenza attuale. Qui il Codice Rocco l’ha ritenuta non necessaria. Si deve trattare di un pericolo attuale, di un danno ingiusto alla persona o alle cose, con le altre declinazioni.

Io non appartengo né al partito dei garantisti, perché amo le garanzie e non il garantismo, che considero una degenerazione delle garanzie. Non mi iscrivo nemmeno al partito dei giustizialisti, perché non mi piacciono gli “ismi” e non mi piace nemmeno la degenerazione del principio di garanzia e il suo fanatismo ideologico. Noi dobbiamo essere ragionevoli, il che non è di per sé un principio semplicemente buono. Per essere ragionevoli bisogna, comunque, ragionare. Quindi, se vogliamo concretamente dare una risposta a quello che è avvenuto, dobbiamo considerare un fatto. Innanzitutto, è importante aver discusso in quest’aula di questo tema delicato. Ringrazio, naturalmente, il collega consigliere Foti per averlo portato in aula. Sarebbe bello, come ha detto il consigliere Calvano nel suo esordio, che tutte le cose andassero bene. Non ci dovremmo mai arrivare alla legittima difesa. Chi non è d’accordo, consigliere Calvano? Siamo d’accordo tutti. Sarebbe bellissimo se vivessimo in un mondo fatato, un mondo nel quale non ci sono le persone cattive, ma è da Caino e Abele, probabilmente anche da prima, che ci troviamo in questa situazione. Non so se andassero bene i rapporti tra Adamo ed Eva, ma sicuramente tra Caino e Abele le cose non sono andate per il meglio, tant’è che è sopravvissuto Caino e non Abele. Ci sono tante associazioni (penso a “Nessuno tocchi Caino”) alle quali idealmente sarebbe interessante aderire. Io sarei favorevole all’adesione a “Nessuno tocchi Caino” se Caino lasciasse stare Abele. Questo è il primo presupposto per un ordinamento pacifico.

Siamo nel far west, così come identificato dalla filmografia che abbiamo visto anche nelle sale parrocchiali la domenica pomeriggio, quando venivano proiettati i film western. Sicuramente non siamo in quelle condizioni. L’Italia non è nel far west, ma se noi prendiamo oggi un quotidiano (vi sfido anche a prendere quello di domani e di dopodomani) purtroppo ci rendiamo conto che la situazione sta lentamente sfuggendo di mano e che non esiste più quella tranquillità con la quale vivevamo prima. Questo a che cosa è dovuto? Semplicemente ad un impoverimento o alla crisi economica? Probabilmente, questo fattore ha inciso. A mio parere, purtroppo, se guardiamo le notizie di cronaca nera, ci rendiamo conto che i reati di natura predatoria sono commessi prevalentemente da una criminalità di importazione. Chi ha la responsabilità di questo credo sia noto a tutti. Un conto è avere una immigrazione con delle regole; un conto è un’accoglienza generalizzata che non guarda, non chiede le impronte digitali, non chiede chi sei. Non sappiamo chi sono e, poi, scopriamo – come è avvenuto pochi giorni fa – che uno di questi richiedenti asilo che è sbarcato aveva 27 omicidi alle spalle.

Chiaramente, anche le forze dell’ordine si trovano leggermente in difficoltà in questa situazione. Oggi le forze dell’ordine possono far fronte – intendiamoci – a una criminalità così efferata come quella che vediamo agire quotidianamente, soprattutto di notte, all’interno di tante abitazioni? Nella provincia di Modena credo che, al massimo, di notte girino due pattuglie, non di più. Mi sembra un po’ poco. Che fare? Chi assale un’abitazione? Io non so quanti in quest’aula abbiano il porto d’armi. Immagino pochissimi, se non addirittura nessuno. Pertanto, mi domando che cosa avverrà nel momento in cui quella criminalità efferata che leggiamo sui giornali (l’abbiamo letta oggi, la leggeremo domani e la leggeremo ancora dopodomani) si introdurrà a casa nostra per fare di noi ciò che vuole. Spesso non finisce nemmeno sui giornali quel numero nero. Naturalmente, i giornali pubblicano quello che sanno, non quello che non sanno. Il numero dei reati è ben più grave e ben più ampio di quello che noi vediamo.

Ripeto, senza voler immaginare di essere nel far west, un dato di fatto, caro Taruffi, è che la criminalità che noi dobbiamo subire è armata e noi non lo siamo. Il problema sta proprio lì. Che cos’è questa proporzione? Quando chi entra in casa tua è armato e tu non lo sei, dov’è questa proporzione? Anche in quest’Aula tante volte l’ho detto. Sono vent’anni circa che dico che bisognerebbe dotare le forze dell’ordine di uno strumento che stia tra la rivoltella e le mani nude. Ricordiamo quello che è successo pochi giorni fa ad alcuni appartenenti alle forze dell’ordine che hanno dovuto sparare. Se avessimo le armi in dotazione, ad esempio, negli Stati Uniti, quei dissuasori con scarica elettrica, non ci troveremmo in tantissimi casi in queste situazioni.

Per tornare a noi, vediamo questo assalto continuo alle nostre abitazioni. Ragioniamo sulla legittima difesa, sulla proporzionalità modificata al secondo comma con la riforma del 2006, che consente, sostanzialmente, di eliminare il principio della proporzionalità nel momento in cui vi è una violazione di domicilio. Quindi, siamo già in questa posizione. Ricordo al Partito Democratico che anche il suo Gruppo poche ore fa ha presentato un emendamento particolare. Il consigliere Calvano parlava del grande turbamento psichico. Non è più così. Anche il Partito democratico, in Commissione giustizia, rendendosi conto del degenerare della situazione, ha ritenuto di eliminare, con questo emendamento, il termine “grave”. Non è più necessaria la gravità. È stato eliminato, e questo la dice lunga sulla situazione nella quale ci troviamo a dibattere in questo momento.

Che cosa possiamo suggerire? Innanzitutto, io sono favorevole al fatto che, ad esempio, lo dico per inciso, gli appartenenti alle forze dell’ordine, se in condizioni psichiche eccellenti, anche in pensione, possano avere l’uso dell’arma e possano tenerla all’interno della propria abitazione. Dico questo perché ricordo che, qualche tempo fa, al Bataclan, dove avvenne quella strage terribile, se ci fosse stata una persona armata probabilmente non si sarebbe arrivati a quel punto. Quindi, le armi non sono pericolose di per sé. Chi lo pensa è superstizioso, e io non sono abituato a ragionare sulle superstizioni. Si tratta di una superstizione dettata da un fanatismo ideologico degli anni Settanta-Ottanta, gli anni di piombo, nel corso dei quali si fece una legislazione estremamente restrittiva sull’uso delle armi. Il problema delle armi non riguarda le armi, ma le mani di chi le impugna. Siccome oggi chi le impugna lo fa – scusate la ripetizione – impunemente, noi dovremmo incidere proprio su questo, quindi con una politica di maggiore apertura verso la diffusione controllata delle armi soprattutto – ripeto – agli appartenenti, a coloro che hanno servito con onore per tanti anni lo Stato e a coloro che ne possono essere in possesso. Così facendo, probabilmente, non ci troveremmo in quelle condizioni.

Io non so quali sociologi siano stati interpellati e quali testi straordinari siano stati presi in considerazione dall’amico e consigliere Calvano per dire che, là dove aumenta la repressione, aumenta anche il rischio. Sicuramente ci saranno anche casi di questo tipo, però io non ho mai visto effettuare...

Ricordo – lo dico perché in parte è anche il mio mestiere – processi nei quali...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Aimi, la invito a concludere.

 

AIMI: Concludo.

Concludo dicendo – e tutti lo sanno in quest’Aula – che ci sono segni che vengono messi molto spesso dai malintenzionati sui campanelli (il triangolo, il cerchio, l’occhio), a significare che cosa? Fai attenzione: ex carabiniere. Fai attenzione: persona armata. Vai: persona in difficoltà. Puoi entrare. Nessun problema. Ci sono tutti questi segni, per indicare che cosa? Che ci sono persone a minorata difesa, che sono più facilmente aggredibili rispetto ad altre.

Questo equilibrio credo – e spero – si debba porre non solamente partendo da quest’aula ma, e concludo davvero, affinché il Parlamento possa fare la sua parte, onde consentire di evitare quelle figuracce che stiamo facendo in Italia e che molto spesso finiscono anche per riflettersi all’estero, evidenziando un Paese che è diventato, sotto questo profilo, un autentico colabrodo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Aimi.

Chiede di intervenire il consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie, presidente.

Mi sia consentito un veloce intervento. Ho sentito parlare, negli interventi che mi hanno preceduto, di due temi che, secondo me, sono giustamente collegati. Quello della sicurezza e quello della legittima difesa sicuramente hanno una correlazione. Se la sicurezza non riesce a garantire l’arresto tempestivo dei criminali, ci si può trovare nella situazione in cui la legittima difesa deve e può essere applicata. In ogni caso, sono due temi abbastanza diversi, da tenere separati. La sicurezza è un servizio che deve essere garantito dallo Stato. La legittima difesa è una questione, a mio avviso, di principio. Non è tanto il fatto che abbiamo paura, che ci facciamo trasportare dal populismo o che non affrontiamo la situazione reale. È una situazione di principio, su cui la normativa deve legiferare.

In particolare, ho sentito parlare tutta la sera di armi e di una corsa agli armamenti. Parliamoci chiaro: in Italia non vedo – penso nemmeno voi; lo diceva prima, giustamente, il consigliere Aimi – questa tonnellata di persone armate che girano con la pistola in tasca o robe di questo tipo. Ci sono persone che, magari, hanno in casa le armi. Con le leggi italiane, se uno vuole essere in regola, ha i proiettili da una parte e l’arma da un’altra, tutto chiuso dentro una sorta di bunker che deve comprare per forza. Voglio vedere chi, in occasione di una vista indesiderata, magari in piena notte, fa in tempo a caricare l’arma, puntarla contro la persona e mandarla via o sparare. Quindi, stiamo parlando di situazioni più al limite rispetto alla realtà.

Cosa può capitare durante uno di questi scontri? Può capitare che avvenga una colluttazione fisica. In una colluttazione fisica non si fa un match di boxe. Può capitare uno spintone, qualcuno cade e si fa male. Non parlo neanche di omicidio. Qui il problema è ancora prima. Se io, aggredito, reagisco usando la forza e faccio male all’aggressore sono già nelle grane. È questa la questione di principio. Sto parlando della violazione del mio domicilio, del mio luogo di lavoro privato, della mia abitazione privata. Non sto dicendo se entra mia moglie in casa. Il caso portato come esempio è già, di per sé, risolto. In una situazione di quel tipo, è ovvio che c’è qualcosa che puzza e, giustamente, la giustizia fa il suo corso. Penso al momento in cui mi trovo davanti un individuo perfettamente sconosciuto e io, al di là che sia da solo o che abbia un testimone, reagisco e mi difendo e questo o si fa male o ci resta secco. Tante volte succede che scappano dalla finestra e, nella foga, perdono le abilità circensi di cui spesso sono dotati e cadono. Può succedere. Se muoiono, è colpa mia? Perché qualcuno è entrato in casa mia e io ho reagito, magari cacciandolo fuori? Certamente no.

Quindi, il caso delle armi, di chi spara alle spalle al ladro mentre fugge o cose di questo tipo sono veramente risicate. La questione è di principio. Casa mia la posso tutelare, se necessario, anche reagendo con la forza? C’è chi sostiene di sì e oggi chiede che i progetti di legge depositati in Parlamento possano avere una spinta da parte della nostra Regione, che sicuramente è una di quelle – abbiamo visto i dati poco tempo fa – dove sul tema della sicurezza ci si è espressi contro. Non so se vi ricordate, ma la maggioranza si espresse contro determinate proposte provenienti dall’opposizione dicendo: “Continuiamo con la politica attuata finora”. In realtà, quindi, non c’è tutta questa attenzione, a nostro avviso, sul tema della sicurezza o, se non altro, sul voler cambiare un attimino il registro a tal riguardo.

Noi chiediamo di andare in Parlamento, di portare avanti ciò che già esiste e di affrontare il tema della legittima difesa nella sede più idonea. Dall’altra parte, uno può dire: “Io non sono convinto che una persona debba potersi difendere”. Nessuno è costretto. È chiaro che se tu sei un anziano e ti vedi arrivare un energumeno in casa preferisci, magari, dargli i soldi, se sei sveglio o se te lo trovi davanti, piuttosto che cercare una colluttazione con qualcuno che, ovviamente, prevarrebbe fisicamente. Vogliamo dare a un cittadino il diritto di potersi difendere in casa propria, se lo ritiene opportuno e se lo vuole fare, perché si trova davanti una persona mentre gira l’angolo del cortile? Sì o no? Questo è il tema. È un principio. Possiamo discutere su quali garanzie, a livello legale, voler concedere, ma il principio è questo. Chi vota “sì” vota per il principio; chi vota contro, vota contro. È, comunque, una risoluzione di indirizzo politico. Non stiamo facendo una legge. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Bargi.

La parola al consigliere Sassi, prego.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Io non prevedevo di intervenire, ma sono stato sollecitato. Due parole le voglio dire, senza dilungarmi troppo. Ho sentito parlare di percezione della violenza attraverso i media. Ricordo che i media campano montando le notizie. Chi legge abitualmente i giornali ormai penso l’abbia imparato.

Esiste un problema di sicurezza? Ci vuole poco a risolverlo. A parte le iniziative spontanee dei cittadini con le chat di WhatsApp o dei Consigli comunali che approvano il controllo di vicinato e portano avanti queste iniziative più o meno organizzate e più o meno utili, perché alla fine creano una sensazione di protezione tra i cittadini, che si sentono un po’ più tranquilli, la soluzione è presto detta. Ci vogliono i soldi, soldi per acquistare attrezzature per le forze dell’ordine, per assumere quel personale che non viene più assunto, per fare in modo che quei territori più sensibili a questo tipo di percezioni e di azioni criminose vengano tutelati. Qual è il problema? Il problema è solo lì. Noi stiamo parlando di legittima difesa. Oggi abbiamo assistito a una lectio magistralis qui in aula sul fatto che lo Stato deve preoccuparsi di tutto questo. Lo Stato deve preoccuparsene, ma opera tagli. Quindi, o cambiamo rotta (e non possiamo certo farlo noi, che non ne abbiamo le competenze, come Regione) o lo Stato cambia rotta e comincia ad assumere il personale che deve assumere e comincia a dotarlo (come diceva anche la mia collega) di attrezzature e risorse necessarie ad affrontare questo problema o, diversamente, stiamo parlando del nulla.

Per quanto sia comprensibile la volontà di tutelare la propria vita e i propri beni, comprensibilissimo, proprio perché interventi di questo tipo dovrebbero essere a carico dello Stato, lo Stato dovrebbe farsi carico del problema. Lo Stato non si fa carico del problema e questo genera la discussione lunghissima che stiamo facendo oggi su un tema che non dovrebbe essere nemmeno nostra competenza gestire, ma competenza di qualunque forza politica per sollecitare chi di dovere affinché agisca. Il punto sta tutto lì, a mio avviso.

Per quanto riguarda il resto, si tratta di ottime intenzioni, dimostrazioni di quanto uno sappia del funzionamento dello Stato, di quanto uno conosca la legislazione italiana e le normative che regolamentano questo tema, ma alla fine, nel concreto, non porteremo a casa nulla. Questo è chiaro. Se ci fosse la volontà di risolvere questo problema, non avremmo “n” disegni di legge di “n” forze politiche che aspettano di essere discusse e votate e che non verranno mai approvate in mancanza dei numeri per farlo. Per affrontare realmente il problema c’è una proposta politica che entra nel merito e lo risolve: cacciare i soldi. Invece di tagliare, da parte dello Stato, bisogna finanziare le forze dell’ordine e renderle operative ed efficaci, come dovrebbero essere. Altrimenti, è inutile fare queste discussioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Sassi.

Chiede di parlare la consigliera Prodi, prego.

 

PRODI: Grazie.

Intervengo brevemente per ricordare che le statistiche sono chiare e ci dicono che dal 1992 ad oggi il numero di omicidi è in diminuzione costante e oggi si attesta allo 0,80 per mille della popolazione. Ricordiamo che tra questi diventa sempre più insistente la piaga del femminicidio, contro la quale è molto difficile applicare le tesi dei colleghi della destra, la cui impostazione è sempre molto eterocentrica e si basa sul concetto primordiale di difesa e, aggiungo, anche un po’ maschilista come visione, come rappresentazione. Questo mi sento di doverlo dire.

L’articolo 52, per quanto mi riguarda, è perfettamente calzante e tutela chi si trova sciaguratamente nelle condizioni di necessità della difesa e non nella sollecitazione alla difesa, come sembrava trasparire dalle parole del collega Aimi. È un concetto molto diverso, credo.

Questo per dire che trovo molto positivo che in Italia il porto d’armi non si sia diffuso. Anzi, credo sia molto importante evitare che si avallino percorsi legislativi in grado di eliminare i deterrenti al porto d’armi. Questa è la mia posizione. Io sono d’accordo con tutti coloro che hanno detto che bisogna rafforzare i mezzi per lo Stato, per i sistemi di difesa dell’ordine pubblico, per rafforzare sistemi che diano certezza della pena, mi sento di dire che bisogna dare più mezzi affinché ci siano condizioni effettive anche di riabilitazione della popolazione carceraria. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Prodi.

La parola alla consigliera Tarasconi, prego.

 

TARASCONI: Grazie, presidente.

Anch’io non volevo intervenire, ma poi ho sentito alcune considerazioni che trovo non propriamente corrette.

Io parto dal presupposto che oggi abbiamo intenzione di ribadire, sul tema della legittima difesa, il concetto che chi subisce determinati reati ha il diritto di difendersi all’interno della propria abitazione. Al riguardo, permettetemi di parlarvi brevemente di una mia personale esperienza. Io ho vissuto per tanti anni, all’inizio degli anni Novanta, a Miami, che all’epoca era una città estremamente violenta, talmente violenta da portarmi poi a trasferirmi da Miami a Piacenza. D’altronde, mi è capitato di avere una pistola puntata alla testa una sera al rientro dal lavoro o di dover assistere perfino a due omicidi. Il livello di violenza era diventato così elevato che per me era inaccettabile restare a Miami e, quindi, sono rientrata a Piacenza. Ricordo che in quell’anno - era il 1998 - il giornale locale intitolò “Raddoppiano gli omicidi a Piacenza”, da uno erano passati a due. Io ero abituata a una media giornaliera di circa 8-10 omicidi.

Ebbene, negli Stati Uniti il porto d’armi è estremamente semplice da prendere. C’è una grande quantità di pistole e di armi in genere, quindi di violenza. Questo lo dico perché qualcuno prima ha detto che non esiste, da un punto di vista sociologico, una correlazione tra le due cose. Invece, la correlazione esiste, eccome. Più armi vengono messe in circolazione più violenza c’è. La violenza chiama altra violenza.

Dal mio punto di vista, quindi, dovremmo guardare il problema da un’altra prospettiva, da un altro punto di vista. Forse abbiamo bisogno di maggiore coesione sociale, di trovare il modo di coesistere e coabitare all’interno delle nostre città facendo cultura, ma sicuramente non comunicando all’esterno la sensazione, secondo me sbagliata, di paura, perché la paura è quella che fa fare cose di cui poi ci si pente.

Come diceva prima la consigliera Prodi, esiste un problema vero sul tema della violenza ed è quello del femminicidio, un fenomeno reale, i cui numeri sono in costante crescita. Peccato che, quando parliamo di femminicidio, nella stragrande maggioranza dei casi le donne vengano picchiate, abusate o persino uccise da persone che sono a loro vicine. In genere, non capita che una donna venga uccisa da un passante senza motivo. E le statistiche, se andiamo a guardare indietro nel tempo, sono in diminuzione.

Badate, è giusto che un cittadino si possa difendere, ci mancherebbe altro. Tuttavia, dal punto di vista politico, visto che siamo un’Istituzione e dobbiamo essere da esempio per il resto della cittadinanza, non dobbiamo mai dare l’impressione, usando determinate frasi o assumendo determinati atteggiamenti, di avallare l’utilizzo della violenza per farsi giustizia da soli. In questo modo andiamo ad alimentare ulteriormente quella sensazione di paura che, tendenzialmente, sfocia in qualcosa di negativo.

Da un punto di vista sociologico, al di là delle opinioni di ognuno, ci sono testi, ci sono libri, ci sono numeri che testimoniano che, laddove si registra la presenza di armi, gli episodi di violenza sono maggiori, e non viceversa. Quindi, personalmente mi sento di dire che è bene quanto è stato presentato oggi. Tuttavia, desidero precisare che nel nostro Paese non abbiamo idea di che cosa succede in altri posti e chi afferma che le nostre città non sono sicure molto probabilmente è una persona che non ha viaggiato e non è stato in luoghi dove davvero manca la sicurezza. Almeno, questo è il mio punto di vista, perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Sappiamo bene che, da un punto di vista mediatico, la cronaca nera fa vendere e fa vendere di più rispetto a eventi positivi e costruttivi, per cui nel momento in cui si verificano eventi negativi i giornali si focalizzano su quelli e diffondono le notizie.

Vi porto un ultimo esempio che trovo particolarmente calzante. Probabilmente, sono anche un po’ sfortunata. Recentemente, una sera, mentre tornavo a casa mia, che si trova in un quartiere periferico di Piacenza molto tranquillo, arrivo sotto casa e trovo polizia, ambulanze, di tutto e di più. I miei figli mi guardavano terrorizzati, perché c’era veramente tanta polizia. Allora, ho chiesto a un poliziotto cosa fosse successo e sono venuta a sapere che i miei vicini di casa erano stati uccisi, marito e moglie. Al che, ho detto al poliziotto che io ho le telecamere in casa e che potevo passargli tutti i filmati, cosa che peraltro ho fatto. Vengono in casa mia e mi chiedono di aver accesso alle telecamere. Siccome lascio i miei ragazzi a casa da soli, perché io sono da sola, e poiché hanno sedici e tredici anni le utilizzo per una mia tranquillità. Io ero terrorizzata: avevano appena ucciso i miei vicini di casa. Avevo paura che qualcuno avesse tentato di fare un furto. Il poliziotto mi ha guardato e mi ha detto: “Signora, stia tranquilla”. Poi abbiamo scoperto - per adesso lo possiamo solo ipotizzare - che il marito ha prima sparato alla moglie e poi si è sparato. Non c’entrava nessun tentativo di furto, non era nessun delinquente che voleva entrare nella loro casa. È stato un qualcosa che è avvenuto all’interno delle mura domestiche. Tuttavia, la prima reazione di tutti è stata: sicuramente è entrato un extracomunitario che voleva rubare e li ha fatti fuori tutti e due. Però, così non era.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Tarasconi.

Prego, consigliere Rancan. Ha cinque minuti.

 

RANCAN: Secondo me, si sta facendo molta confusione. La legittima difesa non c’entra assolutamente nulla con il fatto che il marito abbia sparato alla moglie e poi si è ucciso. Non c’entra assolutamente nulla.

 

(brusio in Aula)

 

Facciamo attenzione. Facciamo anche attenzione a fare determinate dichiarazioni. A chi dice che più ci sono armi e più c’è violenza ricordo che la Svizzera è il Paese più armato d’Europa, un cittadino su due ha un’arma, ma non credo che nella Svizzera ci sia il far-west o ci siano delle guerre civili tutti i giorni.

Qui si sta parlando di legittima difesa, vale a dire che, quando uno entra in casa mia, io posso e devo essere libero di difendermi. Poi ognuno la pensa come vuole. Però, non si può neanche dire… Presidente?

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Per favore. Capisco che l’argomento stuzzichi qualsiasi tipo di reazione, però per favore lasciate fare gli interventi ai colleghi.

 

RANCAN: Grazie.

Come non si può dire che il fatto che i giornali utilizzino maggiormente le notizie di cronaca nera, piuttosto che altro, porti a un maggior incitamento o a una maggiore percezione di insicurezza da parte dei cittadini, perché fondamentalmente l’insicurezza nelle nostre città c’è. Il problema non sono i giornali, parliamoci chiaro. In un anno sono state commesse 40.000 rapine e 234.000 furti in abitazione, rapine e furti che devono e possono essere fermati o diminuiti anche grazie a una legge sulla legittima difesa seria, con la modifica dell’articolo 52.

Il collega Taruffi, poi, mi ha stuzzicato richiamando una mia dichiarazione. Ebbene, le posso dire che io, sinceramente, non sono solito a chi mi entra in casa offrire il caffè. Sicuramente non sto lì a subire. Comunque, forse più che una frase di un consigliere regionale che legittimamente esprime la sua opinione è più sconveniente un consigliere comunale che sostiene - mi scusi, presidente - che un certo consigliere regionale dice delle cazzate. Forse quello è più scomodo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Non avendo più nessuno iscritto in discussione generale, passiamo alla discussione generale sull’emendamento presentato all’oggetto 4473, a firma della consigliera Sensoli. Cinque minuti per ogni consigliere. Non ci sono iscritti? Prego, consigliere Foti.

 

FOTI: Vorrei soltanto un chiarimento, presidente. Per le dichiarazioni di voto, dopo l’emendamento?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Subito dopo la discussione generale sull’emendamento, si aprono le dichiarazioni di voto congiunte sull’emendamento e sulle risoluzioni.

Se non ci sono iscritti in discussione generale sull’emendamento, passiamo quindi alle dichiarazioni di voto. Non ci sono iscritti in dichiarazione di voto? Consigliera Sensoli, prego.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Il nostro, ovviamente, più che una dichiarazione di voto, è un auspicio che venga votata a favore la nostra risoluzione dato che, come prima dicevo, abbiamo cercato di essere il più equilibrati possibile e di puntare alla massima condivisione, onde evitare strumentalizzazioni di parte e sentir dire che la sicurezza sia argomento di destra piuttosto che di sinistra.

Ribadisco, però, che alle buone parole devono seguire i fatti, e per noi - ripeto il concetto nel caso prima non fosse passato sufficientemente - è essenziale che si intervenga sulla legittima difesa, ma innanzitutto e soprattutto è vitale che si intervenga sulle forze dell’ordine, perché senza questa premessa e soprattutto senza lo stanziamento delle adeguate risorse è inutile anche parlare di legittima difesa.

 

(brusio in Aula)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo scusa, consigliera. Ciò che ho detto prima vale anche adesso.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Taruffi, non siamo al bar.

 

TARUFFI: Presidente, si moderi!

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lasci fare l’intervento ai suoi colleghi e ascolti perché poi…

 

TARUFFI: Io sto in silenzio. Non si permetta di rivolgersi in questi modi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene. Le ribadisco, non siamo al bar. Si accomodi e ascolti…

 

TARUFFI: Lo dica agli altri e non a me. Non si permetta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Era girato di spalle alla Presidenza e stava chiacchierando con il presidente…

 

TARUFFI: Non si permetta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene, consigliere Taruffi. Le chiedo di stare in silenzio, però, adesso.

Prego, consigliera Sensoli.

 

SENSOLI: Grazie, presidente.

Termino dicendo che il nostro auspicio è che si mettano in pratica le buone parole e che non si verifichi ciò che è accaduto proprio questa mattina. Purtroppo ci è arrivata notizia che, nonostante l’approvazione nella seduta di questa mattina della nostra risoluzione a favore delle famiglie delle vittime del killer di Budrio e Portomaggiore, con la quale chiediamo un aiuto anche attraverso il Fondo delle vittime dei reati, oggi un nostro emendamento, presentato in Commissione parlamentare per chiedere l’ampliamento dell’accesso a questo fondo, che oggi si limita ai servizi sanitari per persone con redditi molto bassi, è stato bocciato. Quindi, qui si fa una cosa, a Roma se ne fa un’altra. Non a caso, da un lato il ministro Minniti esprime parole di condivisione, dall’altro il suo collega alla difesa promuove 13.000 ufficiali, lasciando alla truppa le briciole. Titoli di giornale di oggi.

Cerchiamo, invece, di dare risorse a chi è sui territori e deve tutelare per primo. Poi, eventualmente penseremo anche all’autodifesa dei cittadini, che però deve rappresentare assolutamente l’ultima spiaggia.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Sensoli.

La parola al consigliere Foti, prego.

 

FOTI: Signor presidente, io penso che il valzer delle ipocrisie abbia anche un limite. Il collega di Sinistra Italiana prima ci ricordava gli asinelli. Effettivamente, possiamo parlarne per competenza qui a Bologna, perché avete la torre. Quindi, decidete dove andare a dormire.

Ad ogni modo, al di là di questo aspetto, a me pare effettivamente squallido ciò che si vuole impostare in quest’Aula, che non è un discorso di opinioni diverse, ma di una criminalizzazione delle posizioni altrui. Ma se voi non credete alla legittima difesa, perché non abolite l’articolo 52, visto che avete la maggioranza? Perché solo una persona che non ha letto l’articolo 52 può dire che il ritenere altre forme di legittima difesa moltiplica le armi. Ma dove sta scritto? Ma chi ve l’ha raccontato? Ma che cosa avete frequentato? Vorrei capire. Vorrei capire. Se siete andati in parrocchia, non avete neanche capito quello che vi spiegavano. Non li ho mica cacciati io dal tempio i mercanti.

Vorrei far presente…

 

(interruzioni)

 

Certo, ma era comunque uno strumento di difesa. Se non lo sai, la legittima difesa non si realizza solo con l’arma. Visto che qui si è parlato di porto d’armi. E dove sta scritto nelle modifiche all’articolo 52 che si moltiplicano le licenze di porto d’armi. Ma dove l’avete letto? Ma dove l’avete letto? E per applicare l’articolo 52 devi detenere regolarmente l’arma.

Piantatela di essere ipocriti. Dite chiaramente: noi facciamo il tifo per i carnefici. È un ragionamento politicamente più serio. Ma qui dentro una parola a favore di un utilizzo maggiore delle armi non c’è, una parola a favore di una concessione più facile del porto d’armi non c’è. E io sono sempre andato in giro senza armi e senza scorte. Andate a vedere come girano i vostri ministri e i vostri sottosegretari. Andate a vedere quando è venuto Renzi a Piacenza: hanno chiuso mezza città per farlo passare. E non passavi neanche con il tesserino né da deputato né da consigliere regionale. E avevano in mano un mitra, tanto per essere chiari. Loro che sono pacifisti. Ma quando devono passare loro non gliene frega niente della vecchietta di novant’anni.

Io dico semplicemente che ci possono essere delle opinioni differenti in relazione a come si esercita la difesa, ma non ditemi che la legittima difesa è solo un problema di armi. Consigliere Calvano, se uno la aggredisce e lei usa un posacenere e lo ammazza, pensa che sia un corpo diverso e un articolo diverso che si applica del Codice penale? No! È un eccesso se sarà dimostrato che è un eccesso. Magari è semplicemente un nesso causale che ha non solo più la proporzionalità, ma è ampiamente giustificato. Oltretutto, sicuramente uno dimostra di aver utilizzato il primo degli elementi che aveva a disposizione e non altro. L’articolo 52 incide su questo, non incide su altro.

Concludo soltanto dicendo che, quando si dice “noi infatti abbiamo chiesto la modifica non dell’articolo 52 bensì dell’articolo 59 del Codice penale”, peccato che l’articolo 59 del Codice penale, così come proposto nella modifica, si preoccupa di incidere sull’articolo 52, comma 2, del Codice penale. Nella vostra proposta di legge. Perché io l’ho letta! Tant’è vero che il loro è il principio della legittima difesa putativa.

Evitiamo le balle per cui lo Stato non ha il diritto, ma lo Stato non ha il diritto a tal punto che nella proposta di legge del PD si scrive testualmente che lo Stato ha il diritto di intervenire, ma il cittadino ha altrettanto diritto di intervenire in alcune condizioni, che voi definite quel grave elemento psichico, anche se poi viene meno il “grave” e resta solo “elemento psichico”, che poi è l’unico argomento in relazione al quale consegniamo, per l’ennesima volta, al giudice di merito di valutare “lei, però, l’aveva guardato bene negli occhi?”, “ha visto se era alto e grande?”, “aveva per caso una scarpa slacciata o meno”. Notoriamente, quando in piena notte vieni aggredito in casa tua, la prima cosa che fai è guardare se questa persona ha le scarpe allacciate e poi se è vestito bene. Del resto, se uno viene vestito bene, allora puoi sparargli; mentre, se è vestito male, magari potresti anche non sparagli, o viceversa.

Io dico semplicemente una cosa. Nessuno qui vuole aumentare il sistema della violenza o la violenza o balle di questo tipo. E poi sentir dire che, se ci sono più armi, ci sono più omicidi. Facciamo una cosa: aboliamo le auto, così non ci sono più omicidi stradali. Invece che punire chi si ubriaca, sapete cosa facciamo? Togliamo l’auto a tutti gli italiani, così non ci sono più omicidi stradali.

Io pensavo di fare una discussione su un livello di polemica politica, ma non da comari da cortile. Però, se la situazione è questa, dico soltanto: Partito Democratico, perché non spiegate perché, dopo due anni che le proposte di legge sono state in Commissione, in due settimane avete scelto il testo base, avete indicato il termine per la presentazione degli emendamenti e avete fissato per il 19 aprile il dibattito in Aula? Ve lo dico io! Perché ci sono le elezioni e volete, attraverso una modifica falsa dell’articolo 59, cercare di dare l’illusione agli elettori che vi hanno abbandonato che ancora possano votarvi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.

Chiede di parlare il consigliere Aimi, prego.

 

AIMI: Grazie, presidente.

Intervengo quasi per fatto personale, dato che la consigliera Prodi ha detto che avrei citato a sproposito l’articolo 52. Non mi pare proprio. Lo ricordavo a memoria e credo di averlo recitato giustamente. Lo vado a leggere, ma non mi ero sbagliato: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta”. E quando prima parlavo di pericolo attuale avevo anche fatto la distinzione con il Codice Zanardelli. Quindi, non pretendo l’attenzione, ma pretendo che, quando vengo citato, almeno mi si mettano in bocca le parole precise che ho proferito, non invenzioni.

Poi prosegue: “Sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”. E ho anche fatto riferimento al fatto che il secondo comma dell’articolo 52, così come modificato dalla legge del 2006, esclude, nei casi elencati dall’articolo 614 del Codice penale, che riguarda la violazione di domicilio, tale requisito della proporzionalità. Ho anche detto - e lo ripeto ancora in estrema sintesi - che purtroppo ci troviamo in situazioni e in condizioni tali per cui i cittadini vengono assaltatati nelle proprie case e magari colpiti da gente che si presenta armata. Dopodiché, ho aggiunto - anche questo non vorrei che fosse travisato - che auspico che gli appartenenti alle forze dell’ordine (ex carabinieri, carabinieri in pensione, ex poliziotti, ex militari, eccetera) possano fare utilizzo delle armi anche dopo aver prestato il servizio militare o, comunque, un onorato servizio all’interno delle forze dell’ordine. A tal proposito, se qualcuno lo ha dimenticato, ho fatto riferimento a ciò che è avvenuto al Bataclan, sostenendo che, se ci fosse stata una sola persona armata, probabilmente non si sarebbe arrivati a quel triste epilogo, evidenziando che le armi di per sé non sono pericolose, ma la pericolosità è nelle mani di chi le impugna.

Ha ragione, allora, il consigliere Foti: da che parte vogliamo stare? Esiste l’articolo 52. Bene. È un’eccezione rispetto ai princìpi generali del nostro ordinamento? Certamente sì: riguarda l’autotutela. Ma se ci vogliamo tutelare come facciamo in queste situazioni di minorata difesa? È questo il grande interrogativo, non altro. Allora, qui dobbiamo decidere da che parte stare.

Buttare fumogeni credo che con noi non funzioni, e lo abbiamo dimostrato. La gente sta aprendo gli occhi. Se qualcuno sta inseguendo qualche scorciatoia per recuperare consensi che ha perso, perché la situazione è degenerata, ebbene questo non lo riteniamo accettabile. Così come non ritengo accettabile che mi vengano messe in bocca parole che non ho detto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Aimi.

Ci sono altri iscritti a parlare? Prego, consigliera Prodi.

 

PRODI: Sono abbastanza soddisfatta del fatto che il collega Aimi sia a sua volta soddisfatto della formulazione dell’articolo 52. Come dicevo, l’articolo 52 tutela chi sciaguratamente si trova nelle condizioni di doversi difendere. Questo non vuol dire che tutti ci dobbiamo automaticamente difendere. Questa era stata la mia interpretazione della sua prima relazione.

Ripeto, quindi, che questa formulazione dell’articolo 52 ci vede soddisfatti e soprattutto mi sembra congruente con il nostro assetto dello Stato. Ripeto, altresì, che il punto centrale è assicurare più mezzi e più risorse allo Stato.

Infine, la considerazione sulla proporzionalità fra armi e violenza è che, se applichiamo una legge che stabilisce che chiunque può essere ucciso semplicemente perché è entrato in casa di qualcuno, per cui chi uccide in maniera facile e a prescindere non incorrerà più in sanzioni, ovviamente questo libererà un comportamento senza vincoli e, quindi, instaurerà una spirale di violenza, la stessa che ci è stata ben descritta dalla collega Tarasconi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliera Prodi.

Consigliere Calvano, prego.

 

CALVANO: Intervengo in merito alla dichiarazione di voto sull’emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle al testo predisposto sempre dal Movimento 5 Stelle…

 

(interruzioni)

 

No? E a quale?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Quella fase è già passata. Adesso lei può intervenire per dichiarazione di voto congiunta sull’emendamento e sulle risoluzioni. Quando ho aperto la discussione generale sull’emendamento, nessuno mi ha detto che voleva parlare, quindi siamo in dichiarazione di voto…

 

CALVANO: Chiedo scusa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): …siamo in dichiarazione di voto congiunta sull’emendamento e sulle risoluzioni.

 

CALVANO: Chiedo scusa, presidente…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Prego, consigliere Calvano.

 

CALVANO: …e la ringrazio per avermi esplicitato a che punto siamo.

Parto da questa considerazione. Quando un chirurgo sbaglia in sanità, il ruolo delle Istituzioni è dire che un cittadino si deve sostituire a quel chirurgo o fare in modo che la sanità funzioni meglio? Io credo che la risposta sia che le Istituzioni si devono impegnare a fare in modo che la sanità funzioni meglio. Quando un ponte crolla, e purtroppo negli ultimi mesi ne abbiamo visti crollare due, compito delle Istituzioni è fare in modo che quel ponte sia più sicuro e venga costruito meglio o è dire ai cittadini “il ponte lo costruite voi”?

Questo è un principio che vale anche per la tutela dei cittadini. Quando un cittadino non è adeguatamente tutelato, il primo impegno delle Istituzioni è dirgli “arrangiati e ti creo le condizioni perché ti difendi da solo” oppure “ti creo le condizioni perché lo Stato riesca a tutelarti meglio”? Io credo che la risposta sia, da Istituzione, quella di impegnarsi a fare in modo che lo Stato tuteli meglio i cittadini e crei le condizioni per prevenire il problema della sicurezza.

Poi, ovviamente, c’è il caso in cui ciò non avviene, per tante ragioni, e occorre che ce ne prendiamo la responsabilità in tanti, perché oggi governa il Partito Democratico, ma un po’ di anni fa governava il centrodestra, e se io vado a prendere i dati relativi agli investimenti devoluti da quel Governo a favore delle forze dell’ordine scopro che purtroppo quei dati ci dicono che quegli investimenti sono diminuiti. Prendiamo i dati di questo Governo? Ci dicono che quegli investimenti sono aumentati. È sufficiente? No, non è sufficiente perché abbiamo ancora presìdi territoriali sguarniti, perché abbiamo un altro problema, che è ora che iniziamo ad affrontare, vale a dire che in questo Paese esistono cinque forze di polizia, quindi in uno stesso territorio ci sono cinque centralinisti, cinque piantoni, cinque addetti agli affari generali. Non sarebbe più utile che in Parlamento partisse una discussione utile a razionalizzare le spese per la sicurezza e la difesa e si proponesse di andare oltre i cinque corpi di polizia e di provare a utilizzare le stesse risorse per avere più disponibilità di presidio territoriale? Io credo che questa debba essere una priorità, per qualunque Governo. Per qualunque Governo.

All’interno di questo discorso ci sta anche la riflessione sulla legittima difesa, rispetto alla quale anch’io dico al consigliere Foti di non mettere in bocca al PD parole che il PD non ha pronunciato. Il PD è stato molto chiaro: ha detto che l’articolo 52 va bene, grazie anche alla riforma del 2006, che il consigliere Aimi correttamente ha indicato, che definisce meglio la situazione e credo aiuti anche il giudice, dal mio punto di vista. Noi proviamo ulteriormente ad aiutare il giudice nella sua valutazione, ma soprattutto il cittadino, dicendogli: caro cittadino, se ti trovi di fronte a una situazione che ti crea indubbiamente una condizione di spavento e di terrore, sei nella condizione tutelata di poterti difendere. E mi dispiace che il consigliere Foti usi malamente alcuni esempi, dicendo che se qualcuno entra in casa mia di notte devo valutare come è abbigliato. No, perché se qualcuno arriva di notte è già condizione oggettiva del fatto che mi determini grave turbamento psichico, perché di notte rientrano coloro che non vogliono rubare, ma che magari stanno rincasando per tornare nella propria casa.

Vorremmo evitare, perché dietro la norma voluta da Molteni o voluta da La Russa c’è questo elemento, che quando uno rientra in casa di notte tu possa sparargli se non ti sta simpatico, pur essendo uno della tua famiglia. È un’esagerazione? È la stessa situazione che purtroppo potrebbe verificarsi - prima ho citato il caso Pistorius, ma non è certamente l’unico caso, e la riflessione è giuridica, non politica - nel caso in cui dicessi che, nel momento in cui uno ti entra in casa, tu gli puoi sparare, perché dietro questo concetto si può nascondere di tutto, anche cose che credo quest’aula non abbia voglia di coprire. Badate, non sto dicendo che chi la propone vuol coprire quel tipo di reati, ma sto soltanto invitando chi la propone a prestare la massima attenzione perché, nel proporre una norma di questa natura, si apre un campo che poi non riusciamo più a governare, non riuscendo più a governare neanche la società.

Bisogna fare una riflessione nel merito, e nel merito ci sta che la legittima difesa è un diritto del cittadino, che va regolata in modo tale da evitare eccessivi spazi di discrezionalità e che vanno create le condizioni affinché il cittadino possa sentirsi il più possibile sicuro nella propria abitazione e nella propria vita quotidiana. Ma quest’ultimo punto non lo si raggiunge con la legittima difesa, lo si raggiunge con l’impegno congiunto, il più possibile, finalizzato ad agire sulle pene, sulle modalità e sulla loro certezza e ad agire sull’adeguato presidio territoriale, anche per venire incontro a quelle richieste e a quelle esigenze che legittimamente le forze dell’ordine stanno cercando di porre all’attenzione di tutti i Governi, a prescindere dal loro colore. E su alcune questioni potremmo provare davvero a riflettere tutti e ad agire a prescindere dal nostro colore di appartenenza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Calvano.

Richiede la parola il consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Abbiamo insistito molto su questo dibattito. Io, cercando di sottolineare gli aspetti che ci uniscono, perché penso che ogni tanto sia utile concentrarsi su quelli, piuttosto che insistere su ciò che ci divide, ho notato che tutti abbiamo più o meno sottolineato la necessità di dotare le forze dell’ordine di maggiori risorse e di maggiori disponibilità di mezzi. Dico questo perché, come ho sostenuto prima e come ribadisco adesso, credo sia opportuno prendere questa discussione dal verso in cui va presa. Poi capisco che l’emergenza di questi giorni abbia spinto e stia spingendo un po’ tutti a discutere solo di un aspetto, quello della legittima difesa, però credo che le discussioni vadano prese nel loro insieme, cercando di individuare il punto prioritario dal quale partire, e ritengo che il punto prioritario in questo caso sia proprio questo.

Se effettivamente andiamo a vedere quello che è successo negli anni, notiamo che anche qui - diciamocelo francamente -, con una certa continuità nei Governi che si sono succeduti, le risorse destinate alle forze dell’ordine sono state progressivamente ridotte. Se ciascuno di noi potesse raccontare, probabilmente il racconto sarebbe molto simile: ciò che avviene nei nostri territori potremmo testimoniarlo credo senza ombra di dubbio. Se penso, ad esempio, al territorio dell’Appennino bolognese, laddove prima c’erano 7-8 carabinieri nelle due stazioni di Porretta e Vergato, quindi due stazioni molto vicine, oggi ce ne sono soltanto 2-3, che devono coprire un territorio ampio decine di chilometri quadrati, peraltro dislocato in montagna, con tutti i problemi che ci sono. Questo perché? Perché non c’è personale. Non c’è personale.

Io penso che la discussione vada presa da lì. E se guardiamo a ciò che è successo in questi anni, vediamo che con continuità, nei vari Governi che si sono succeduti, sono state ridotte le risorse, qualche anno di più, qualche anno di meno. Sono state finanziate le missioni militari all’estero, la cui utilità è tutta da dimostrare, anzi forse quelle missioni hanno prodotto più danni che altro, sono stati investiti in quelle missioni milioni e milioni di euro, ci si preoccupa di dotare le forze armate di bombardieri F-35, e anche lì vediamo ciò che è successo rispetto a quella dinamica, e poi scopriamo che le forze dell’ordine non hanno il personale, non hanno i mezzi, non hanno il carburante, non possono girare, devono coprire turni assolutamente insostenibili.

Facciamo, allora, un dibattito, discutiamo, presentiamo risoluzioni, cerchiamo di impegnare la Giunta presso il Governo e soprattutto sensibilizziamo le forze politiche dei Gruppi di cui facciamo parte a muoversi in questa direzione. Del resto, anche qui torna sempre il solito ragionamento: non è che sui territori diciamo una cosa e poi a Roma ne facciamo un’altra. Sennò, diventiamo complessivamente poco efficaci (per usare un’espressione eufemistica). Quindi, l’auspicio che faccio è quello di tornare a discutere in Commissione, di approfondire ulteriormente l’argomento, di tenere un’audizione con i responsabili delle forze dell’ordine per avere il quadro della situazione nei nostri territori, per conoscere i numeri, la situazione del personale, le loro necessità, in maniera tale da farci interpreti di tutte queste esigenze rapportandoci con chi ci dobbiamo rapportare e dando forza a quel tipo di disegno. Diversamente, rischiamo di adottare provvedimenti che hanno il sapore dello spot, che hanno l’effetto mediatico, ma che non risolvono il problema, anzi ci consegnano una società meno sicura di quella che abbiamo oggi. Ovviamente, il contrasto alla criminalità si fa con le forze dell’ordine.

Chiudo richiamando un tema che ho sentito citare poco in questa discussione: l’equità sociale. È inutile, una società è più sicura quando le disuguaglianze sono minori e quando i livelli di ricchezza sono distribuiti in modo diverso rispetto a come sono distribuiti oggi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Taruffi.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Intervengo velocissimamente, dato che il tema è stato grandemente dibattuto quest’oggi.

Attenzione, nessuno si vuole sostituire alle forze dell’ordine. Questo deve essere ben chiaro. Nessuno dice che la legittima difesa deve essere messa in atto in sostituzione delle forze dell’ordine. Noi crediamo molto nelle forze dell’ordine e in quello che stanno facendo per il nostro Paese, che hanno fatto e che faranno.

Mi permetto soltanto di aggiungere una considerazione. Nell’immediato, quando qualcuno entra in casa nostra, o nella nostra attività commerciale, o nella nostra azienda, io devo essere libero di poter difendere la mia famiglia, i miei cari e la mia attività, e non devo avere minimamente la possibilità di essere perseguito penalmente. Questo è il punto. Questo è il problema che emerge dall’interpretazione che viene data dal Partito Democratico. Del resto, come si diceva prima, la legittima difesa non vuol dire assolutamente o sostanzialmente aggredire con un’arma; potrebbe essere con qualsiasi cosa. Quindi, è sbagliato stigmatizzare questa discussione sulla legittima difesa solamente pensando a una popolazione armata, perché non è così.

Fanno molta paura, inoltre, le dichiarazioni della consigliera Prodi, la quale sostanzialmente sostiene che, così facendo, tutti si sentiranno automaticamente in diritto di difendersi. Cavoli, cosa devono fare? Tutti devono, invece, automaticamente subire? Direi proprio di no. Oppure, c’è chi si può difendere e chi non si può difendere? Sbagliato anche questo. A parer nostro, se qualcuno vìola una proprietà privata, il proprietario deve essere libero di difendersi, non di subire, che è completamente l’opposto di quello che pensa la consigliera Prodi.

Per queste ragioni, quindi, continueremo con forza a portare avanti il principio per cui la difesa è sempre legittima, per queste ragioni porteremo avanti con forza la nostra risoluzione e quella del consigliere Foti, che voteremo, per queste ragioni sosterremo con forza il nostro progetto di legge alle Camere che chiede la modifica di quegli articoli che ad oggi non consentono ai nostri cittadini di potersi difendere liberamente in casa propria.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Rancan.

Ci sono altri iscritti per dichiarazione di voto? Prego, consigliere Daniele Marchetti.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Chiedo la votazione elettronica su tutti gli oggetti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Anche sull’emendamento, quindi? Benissimo.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4408, a firma del consigliere Foti, con dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Votanti

 

34

Favorevoli

 

8

Contrari

 

23

Astenuti

 

3

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4408 è respinta.

Consigliera Lori, prego.

 

LORI: Mi scusi, presidente, ma mi sono accorta che probabilmente ho tardato nel votare. Vorrei rettificare il mio voto, perché non è stato registrato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Va bene. Grazie.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione dell’emendamento 1, che insiste sull’oggetto 4473, a firma della consigliera Sensoli, con dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Votanti

 

34

Favorevoli

 

4

Contrari

 

30

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è respinto.

Consigliere Iotti, prego.

 

IOTTI: Anche il mio voto è sbagliato: è un “no”. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Bene.

Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4473, a firma della consigliera Sensoli, con dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Votanti

 

34

Favorevoli

 

3

Contrari

 

31

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4473 è respinta.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4477, a firma dei consiglieri Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, con dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Votanti

 

34

Favorevoli

 

7

Contrari

 

27

Astenuti

 

--

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4477 è respinta.

Si proceda alla votazione della risoluzione, oggetto 4478, a firma dei consiglieri Calvano, Zappaterra, Poli, Boschini, Marchetti Francesca, Tarasconi, Montalti, Caliandro, Lori, Campedelli, Rontini, Cardinali, Iotti, Soncini, Serri, con dispositivo elettronico.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese,

con registrazione dei nomi)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Comunico l’esito della votazione:

 

Presenti

 

35

Assenti

 

15

Votanti

 

34

Favorevoli

 

21

Contrari

 

7

Astenuti

 

6

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 4478 è approvata.

Chiudiamo la seduta.

Buona serata a tutti.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 69 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 18,06

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario alla Presidenza Andrea ROSSI;

l’assessore Elisabetta GUALMINI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta ai sensi dell’art. 65, comma 2 del Regolamento interno il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

Hanno comunicato inoltre di non poter partecipare alla seduta la presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta SALIERA, gli assessori Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Palma COSTI, Raffaele DONINI, Paola GAZZOLO, Emma PETITTI, Sergio VENTURI e il consigliere Gian Luigi MOLINARI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2242 “Risoluzione per impegnare la Giunta a rimuovere gli ostacoli per giungere velocemente al completamento del percorso del Fascicolo Sanitario Elettronico, rafforzare la relativa strategia comunicativa rivolta ai cittadini al fine di sostenerne la diffusione, ponendo inoltre in essere azioni volte a conseguire l’interoperabilità di tale strumento sul territorio nazionale e la fruizione dei relativi servizi. A firma dei Consiglieri: Serri, Zappaterra, Zoffoli, Cardinali, Lori, Calvano, Tarasconi, Molinari, Pruccoli, Rontini, Mumolo, Marchetti Francesca, Rossi Nadia, Poli, Campedelli, Montalti, Iotti, Sabattini, Bagnari, Paruolo, Boschini”

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 43

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 6

Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Gian Luigi MOLINARI, Massimiliano POMPIGNOLI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 4474 “Risoluzione per impegnare la Giunta a potenziare il numero degli sportelli dedicati all’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, ad attuare ogni misura per evitare casi di errori materiali, nonché a cercare soluzioni idonee a superare il rilascio delle credenziali de visu. A firma della Consigliera: Gibertoni”

 

Presenti: 44

 

Favorevoli: 43

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Tommaso FOTI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 6

Piergiovanni ALLEVA, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Gian Luigi MOLINARI, Massimiliano POMPIGNOLI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 4408 “Risoluzione circa proposte di modifica dell’art. 52 del codice penale, in materia di legittima difesa. A firma del Consigliere: Foti”

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 7

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN.

 

Contrari: 24

Mirco BAGNARI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 3

Andrea BERTANI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Gian Luigi MOLINARI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 4473 “Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Parlamento di procedere all’esame delle diverse iniziative legislative concernenti la legittima difesa, nonché di discutere su una complessiva politica di sicurezza collettiva con la previsione di un’adeguata dotazione di personale, strutture, mezzi e risorse finanziarie. A firma della Consigliera: Sensoli”

 

Votazione emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 3

Andrea BERTANI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 31

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PRODI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Gian Luigi MOLINARI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA.

 

Votazione risoluzione oggetto 4473

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 3

Andrea BERTANI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Contrari: 31

Enrico AIMI, Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PRODI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Gian Luigi MOLINARI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 4477 “Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Presidente della Camera dei Deputati affinché le proposte di modifica dell’art. 52 del codice penale in materia di legittima difesa siano iscritte all’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea. A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli”

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 7

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN.

 

Contrari: 27

Mirco BAGNARI, Andrea BERTANI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Gian Luigi MOLINARI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA.

 

OGGETTO 4478 “Risoluzione per esprimere l’auspicio che le Camere intervengano per garantire colui che si trova nelle condizioni previste dall’art. 52 del Codice Penale e che le spese legali siano rimborsate dallo Stato alla vittima assolta. A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra, Poli, Boschini, Marchetti Francesca, Tarasconi, Montalti, Caliandro, Lori, Campedelli, Rontini, Cardinali, Iotti, Soncini, Serri”

 

Presenti: 35

 

Favorevoli: 21

Mirco BAGNARI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Andrea ROSSI, Nadia ROSSI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Contrari: 7

Enrico AIMI, Stefano BARGI, Galeazzo BIGNAMI, Gabriele DELMONTE, Tommaso FOTI, Daniele MARCHETTI, Matteo RANCAN.

 

Astenuti: 6

Andrea BERTANI, Silvia PRODI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 15

Piergiovanni ALLEVA, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Gian Luigi MOLINARI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA.

 

Emendamento

 

OGGETTO 4473 “Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Parlamento di procedere all’esame delle diverse iniziative legislative concernenti la legittima difesa, nonché di discutere su una complessiva politica di sicurezza collettiva con la previsione di un’adeguata dotazione di personale, strutture, mezzi e risorse finanziarie. A firma della Consigliera: Sensoli”

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Sensoli

«Al termine della sezione introdotta da “impegna la Giunta e l’Assemblea, per quanto di competenza,” è aggiunto il punto seguente:

“- a sottoporre al Parlamento ed al Governo l’esigenza che le spese legali siano rimborsate dallo Stato alla vittima che ferisca o causi la morte dell’aggressore, qualora ci sia un’assoluzione.”»

(Respinto)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

4449 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da assumere per celebrare i 2200 anni della Via Emilia. A firma del Consigliere: Foti

4450 - Interrogazione a risposta scritta circa le procedure e la situazione relative al Centro di Accoglienza Straordinaria per migranti sito a Imola, nella frazione di Fabbrica. A firma del Consigliere: Bignami

4451 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante i progetti di collegamento dei due versanti dell'Appennino tosco-emiliano nell'area del crinale fra le Province di Bologna, Modena e Pistoia. A firma della Consigliera: Piccinini

4452 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire un'adeguata assistenza sanitaria ai cittadini della Regione Emilia-Romagna, con particolare riferimento alla situazione esistente a Imola. A firma del Consigliere: Taruffi

4453 - Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da porre in essere per contrastare l'interazione tra farmaci che possono condurre a reazioni avverse (ADR). A firma della Consigliera: Gibertoni

4455 - Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di usufruire di contributi regionali in merito ad immobili di edilizia residenziale pubblica siti nel comune di Imola (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

4463 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per verificare l'idoneità di tutti gli alloggi in cui ospitare migranti nella provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Rancan

4464 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni connesse al "contributo ittiogenico", oltre alla licenza governativa, previsto per l'esercizio della pesca nella provincia di Modena. A firma del Consigliere: Bargi

4472 - Interrogazione a risposta scritta circa disservizi riguardanti la raccolta dei rifiuti nel comune di Ravenna e l'aumento della relativa imposizione a carico dei cittadini. A firma del Consigliere: Bignami

4475 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per raggiungere una omogenea distribuzione sul territorio regionale dei farmaci a prescrizione specialistica. A firma del Consigliere: Pompignoli

4476 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni e le procedure da porre in essere per giungere all'attuazione dei Registri di Patologia. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Fabbri, Delmonte, Rancan, Liverani, Rainieri, Bargi, Pettazzoni, Pompignoli

 

Risoluzioni

 

4454 - Risoluzione per esprimere profondo cordoglio e sentita vicinanza alle famiglie delle vittime, da parte dell’Assemblea tutta, per i due assassinii che hanno colpito di recente la nostra Regione e per invitare la Giunta ad adottare le misure idonee, per quanto di competenza, e garantire la sicurezza sul territorio. (11 04 17) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Foti, Fabbri, Caliandro, Taruffi, Bignami

4466 - Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere l’esenzione della quota di compartecipazione alle spese sanitarie in favore dei Vigili del Fuoco e, in generale, dei soggetti appartenenti alle Forze di Polizia civile e militare. (11 04 17) A firma della Consigliera: Gibertoni

4471 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare l’attuazione del piano industriale relativo all’impianto ex BredaMenarinibus sito a Bologna, nonché a sollecitare il Governo alla tutela dell’azienda e dei relativi livelli occupazionali. (12 04 17) A firma dei Consiglieri: Taruffi, Prodi, Caliandro, Piccinini

4473 - Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Parlamento di procedere all’esame delle diverse iniziative legislative concernenti la legittima difesa, nonché di discutere su una complessiva politica di sicurezza collettiva con la previsione di un’adeguata dotazione di personale, strutture, mezzi e risorse finanziarie. (12 04 17) A firma della Consigliera: Sensoli

4474 - Risoluzione per impegnare la Giunta a potenziare il numero degli sportelli dedicati all’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, ad attuare ogni misura per evitare casi di errori materiali, nonché a cercare soluzioni idonee a superare il rilascio delle credenziali de visu. (12 04 17) A firma della Consigliera: Gibertoni

4477 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Presidente della Camera dei Deputati affinché le proposte di modifica dell’art. 52 del codice penale in materia di legittima difesa siano iscritte all’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea. (12 04 17) A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

4478 - Risoluzione per esprimere l’auspicio che le Camere intervengano per garantire colui che si trova nelle condizioni previste dall’art. 52 del Codice Penale e che le spese legali siano rimborsate dallo Stato alla vittima assolta. (12 04 17) A firma dei Consiglieri: Calvano, Zappaterra, Poli, Boschini, Marchetti Francesca, Tarasconi, Montalti, Caliandro, Lori, Campedelli, Rontini, Cardinali, Iotti, Soncini, Serri

4479 - Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi portavoce affinché vengano istituiti organismi che svolgano il compito di vigilanza sui bilanci delle cooperative che emettono prestiti sociali, a sollecitare Governo e Parlamento ad istituire un fondo di garanzia nazionale a tutela dei sottoscrittori di prestiti sociali, nonché a istituire un tavolo di confronto con centrali cooperative, sindacati ed enti locali al fine di avviare una riflessione su nuovi modelli cooperativi. (12 04 17) A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi, Mori

(Comunicazione n. 46 prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno - prot. NP/2017/910 del 13/04/2017)

 

 

IL PRESIDENTE

I SEGRETARI

Rainieri

Rancan - Torri

 

 

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