Espandi Indice

 

 

 

184.

 

SEDUTA DI LUNEDÌ 21 MAGGIO 2018

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

INDI DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

SESSIONE EUROPEA

 

OGGETTO 6221

Relazione per la Sessione comunitaria dell’Assemblea legislativa per l’anno 2018, ai sensi dell’art. 5 della LR n. 16/2008

 

OGGETTO 6440

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: «Sessione europea 2018. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea».

(Discussione e approvazione)

(Risoluzione oggetto 6548 - Presentazione e reiezione)

PRESIDENTE (Saliera)

BIANCHI, assessore

Barbara DUDEN, presidente Commissione CIVEX Comitato europeo delle Regioni

POMPIGNOLI, relatore per la Sessione europea

PRESIDENTE (Saliera)

PICCININI (M5S)

MONTALTI (PD)

TARUFFI (SI)

PRODI (Gruppo Misto)

BONACCINI, presidente della Giunta

PRESIDENTE (Saliera)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetto 6440

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE SALIERA

 

La seduta ha inizio alle ore 10,58

 

PRESIDENTE (Saliera): Dichiaro aperta la centottantaquattresima seduta della X legislatura dell’Assemblea legislativa.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta i consiglieri Delmonte, Ravaioli, Rossi, Sensoli e Soncini, gli assessori Costi, Donini, Gualmini e Venturi.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e pertanto le do per lette.

 

(Le comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono riportate in allegato)

 

SESSIONE EUROPEA

 

OGGETTO 6221

Relazione per la Sessione comunitaria dell’Assemblea legislativa per l’anno 2018, ai sensi dell’art. 5 della LR n. 16/2008

 

OGGETTO 6440

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: «Sessione europea 2018. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea».

(Discussione e approvazione)

(Risoluzione oggetto 6548 - Presentazione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Saliera): Iniziamo i nostri lavori con lo svolgimento della Sessione europea con l’oggetto 6221, relazione per la Sessione comunitaria dell’Assemblea legislativa per l’anno 2018, ai sensi dell’art. 5 della LR n. 16/2008 e l’oggetto 6440, risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: «Sessione europea 2018. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea».

In apertura un mio saluto.

Signore e signori consiglieri, presidente Stefano Bonaccini e assessori regionali, diamo il benvenuto agli ospiti che partecipano oggi alla nostra Sessione solenne in occasione della discussione e votazione della risoluzione di indirizzo sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione dell’ordinamento giuridico dell’Unione europea. Ringraziamo in modo particolare la signora Barbara Duden, presidente della Commissione CIVEX presso il Comitato delle regioni a Bruxelles e componente del parlamento cittadino di Amburgo, che ha gentilmente accettato di essere qui oggi tra noi, fra l’altro in un giorno festivo a Bruxelles e in Germania.

Da tempo si pone al Comitato europeo delle regioni un particolare accento al ruolo che gli enti locali e regionali possono e devono svolgere nel processo di costruzione continua dell’Unione europea. Il vicepresidente Markkula del Comitato delle regioni ha recentemente dichiarato «il dibattito sul futuro dell’Europa si arricchisce ogni giorno, ma vorrei essere chiaro: penso che un’Unione europea senza il pieno contributo delle sue città e regioni sarebbe una Unione senza solide fondamenta costruita in una specie di sottovuoto. Le regioni e le città sono ancora le meno rappresentate nel processo decisionale della UE, questo paradosso crea disaffezione tra i cittadini e talvolta riluttanza o sfiducia nei confronti dell’intero processo di integrazione». La presidente Duden a questo proposito ha promosso un ampio dibattito in seno alla CIVEX invitando i componenti a riportarlo fra i propri cittadini.

Siamo nel mese dell’Europa la cui festa si è celebrata il 9 maggio e questa Assemblea si è fatta e si fa promotrice di numerosi progetti e attività volti a farla conoscere e apprezzare nei suoi valori, soprattutto per quel che riguarda le giovani generazioni. Lo considero un vanto e un impegno prescindibile di quest’Aula. La nascita dell’Europa ha una storia che deve essere conosciuta.

Desidero riferire alla nostra relatrice che questa Assemblea ha, fin dal 2009, svolto una Sessione solenne adottando risoluzioni volte ad incardinare il nostro lavoro in un percorso europeo. Ha inoltre appena adottato un’importante modifica della legge regionale che definisce le modalità di partecipazione alla formazione e implementazione del diritto comunitario, dando molto più vigore al sistema della partecipazione. Un intervento volto a rafforzare il coordinamento e la collaborazione a livello politico e tecnico tra il Governo nazionale e il parlamento di questa Regione per introdurre tutte le novità nate dall’esperienza di questi anni, nell’intento di fornire al decisore politico strumenti che consentano di intervenire in modo efficace nei processi decisionali che sono alla base della costruzione delle politiche europee, veicolando le istanze che provengono dal territorio regionale. L’obiettivo, come segnalato anche dalla relatrice del progetto di legge (consigliera Lia Montalti), è lo sviluppo del senso di appartenenza all’Europa dei cittadini e delle nuove generazioni attraverso l’organizzazione di iniziative e progetti a ciò espressamente dedicati.

Nella risoluzione che andremo a discutere e a votare oggi ci sono molti auspici e una serie di ambiziosi impegni. Ne sottolineo solo due. Il primo: l’importanza della partecipazione attiva della Regione Emilia-Romagna al dibattito in corso sul prossimo quadro finanziario pluriennale. Questa Regione condivide l’idea di un bilancio UE orientato alla produzione di beni pubblici comuni e in grado di affrontare le nuove sfide che l’Europa si trova a fronteggiare, ma ciò non deve andare a scapito della politica di coesione e nemmeno della PAC. La Regione si è dichiarata quindi favorevole ad un aumento della dotazione complessiva del bilancio UE post 2020, adeguata ad affrontare tutte le sfide sia in tema di gestione dei flussi migratori e di sicurezza comune, di inclusione sociale e di lotta alla povertà sia nella prospettiva di crescita in un contesto globalizzato, in cui il posizionamento competitivo dell’economia europea passa attraverso l’aumento di valore aggiunto anche grazie alla cooperazione tra i territori europei. Il secondo, che spesso riprendo e a cui tengo molto, è l’attività di formazione di una cultura civica europea che questa Assemblea svolge a favore dei giovani e degli studenti con il proprio progetto denominato “Concittadini” e tutte le attività di “Europe Direct Emilia-Romagna”. Condividiamo il giudizio secondo cui l’istruzione e la cultura sono fattori importanti per rendere l’Europa più omogenea e per spalmarne l’identità. Una comunità che non possiamo dare per scontata, purtroppo, e che va coltivata nello spirito per garantire pace, libertà, democrazia e giustizia sociale, per creare sviluppo e benessere e meno diseguaglianza per chi ne fa parte.

Ringrazio gli uffici per aver lavorato con la consueta professionalità alla preparazione di questa giornata e ringrazio l’assessore Patrizio Bianchi per la sua presenza, per il suo impegno e gli lascio quindi subito la parola. Prego, assessore.

 

BIANCHI, assessore: Grazie, presidente. Grazie a voi, grazie di essere venute. Grazie a tutta l’Assemblea.

Questo è il decimo anno che questa Assemblea svolge la sua Sessione comunitaria che viene introdotta tutti gli anni da un lavoro massiccio svolto dalla Commissione presieduta dal consigliere Pompignoli, che voglio ringraziare per l’attenzione e per aver guidato questa lunga discussione. Tutti gli anni la Sessione comunitaria e non soltanto nel momento in cui si verifica l’allineamento delle nostre norme a quelle europee e non è neanche il momento in cui si esprimono dei desiderata, degli intendimenti da fare poi da lì sviluppare verso l’alto, ma è il momento in cui si fa il punto sullo stato dell’Unione e credo che mai come quest’anno la riflessione sullo stato dell’Unione sia necessaria. È a tutti evidente il malessere che serpeggia in tutta l’Unione, un malessere che in qualche modo io vorrei definire “strutturale”, perché è chiaro che, dopo una così lunga crisi che ha mutato profondamente anche i rapporti di forza a livello mondiale, anche all’interno dell’Unione molte riflessioni devono essere avanzate.

Dieci anni fa, quando questa lunga crisi è cominciata, ricordo che la situazione era molto diversa. La gran parte delle imprese che oggi sono dominanti a livello mondiale non c’erano: da Google a tutti gli altri, questi sono nati essenzialmente nel cuore della crisi e questo ha cambiato in maniera determinante l’economia non solo europea ma in tutto il mondo. Vi ricordo che oggi abbiamo una situazione molto diversa a livello mondiale; la Cina era dieci anni fa un Paese in crescita essenzialmente su beni a basso valore aggiunto, oggi la Cina è un Paese che investe massicciamente ricerca, è un Paese che, dal punto di vista politico, si dimostra essere l’asse di riferimento per tutta l’Asia (lo dimostra la crisi coreana), è un Paese che sta espandendosi fortemente in Africa (i forti investimenti ad esempio in Paesi come l’Etiopia che diventano fondamentali per l’equilibrio di tutto il sistema) e sta fortemente spingendo verso il bacino del Mediterraneo allargato. Ricordo che dieci anni fa gli Stati Uniti erano un Paese che aveva delle difficoltà, ma era ancora aperto a livello internazionale, oggi è un Paese fortemente reclinato su se stesso, cosa non nuova nella storia americana perché, di fronte alla crisi, la storia americana è sempre stata quella di un Paese che si chiude verso se stesso con un forte supporto anche del Partito Democratico e, dall’altra parte, che è fortemente spaccato fra un’area che cresce e i territori che invece sono in fortissima crisi. Dieci anni fa la situazione nel Medio Oriente era complicata, ma oggi è ancora più complicata e vi è un nuovo protagonismo della Russia che però non è sorretto in nessun modo dalla situazione economica interna del Paese. In questo contesto internazionale manca l’Europa. In questo contesto internazionale si sente la mancanza politica di un’Europa capace di essere equilibratore del sistema mondiale sia dal punto di vista economico che dal punto di vista politico. Quindi, quando si parla di Europa, anche noi dobbiamo avere la capacità di avere una visione molto larga e connettere con più forza l’equilibrio interno europeo, la sua stabilità, la sua coesione e la capacità poi di giocare un ruolo a livello internazionale in maniera adeguata. Quindi non solo a livello mondiale c’è bisogno di più Europa, ma c’è bisogno di un’Europa più coesa. In questo io condivido totalmente il parere della nostra presidente, quando dice che la coesione territoriale diventa la base anche di un ruolo politico. Un’Europa che sia unitaria a livello politico e integrata a livello economico diventa essenziale per la pace a livello mondiale. Dall’altra parte è assolutamente vero che questa coesione non può che passare per le Regioni e le città. Io condivido totalmente il parere di Markkula. Devo dire che invece, se oggi l’Europa sta affrontando delle crisi, è perché negli ultimi anni in realtà è diventata più una struttura intergovernativa che non una struttura di vera integrazione europea. E ancora una volta qui si marca il peso non dato in maniera adeguata alle autonomie locali. In questo senso io credo che la nostra riflessione che abbiamo condotto in quest’Aula diventa fondamentale.

Io devo ringraziare molto Lia Montalti che ha presentato la legge, perché l’ha fissata sul tema dell’identità europea, su questo tema del legame con il contesto locale. Il contesto locale non è un accessorio dell’integrazione europea, ma è la sua base. In questo senso io credo che una riflessione dobbiamo farla anche sul budget 2021/27, perché di questo stiamo parlando, non del budget corrente. Il budget 2021/27 è un budget che – possiamo dire – a media ambizione, non è proprio ambizioso-ambizioso. In fondo il budget europeo è l’1 per cento del PIL europeo. L’aumento che si è registrato per affrontare l’uscita della Gran Bretagna è stato dello 0,13 per cento. Stiamo parlando di noccioline. Quindi con questo piccolo intervento in fondo si sono affrontati alcuni dei grandi temi che abbiamo di fronte. Il primo è quello della difesa esterna. La difesa esterna è comunque un tema, perché il Mediterraneo è tornato ad essere luogo di conflitti e devo dire che la mancanza di una presenza e anche di un presidio europeo nel contesto del Mediterraneo allargato è oggi uno dei problemi veri, oggettivi, perché l’idea che questo sia sostanzialmente lasciato a tensioni e a capacità mediatorie di altri non può essere. Secondo, il tema della migrazione. Il tema della migrazione è rilevante, non può essere un problema italiano né un problema dei Paesi mediterranei che per giunta sono anche quelli più fragili. Il tema della migrazione va affrontato come un grande problema europeo, dove il tema dell’integrazione, della coesione, e quindi anche dei flussi migratori, diventano fondamentali. Esiste un tema fondamentale, vi è stato un grande tema sui problemi di migrazione e i problemi dell’immigrazione si affrontano in maniera molto semplice: la migrazione di coloro che scappano perché c’è la guerra, si fa fermando la guerra. È inutile che ci giriamo attorno. Quindi un ruolo politico dell’Europa, laddove ci sono i conflitti, diventa ancora più fondamentale di prima. Le migrazioni da sottosviluppo si affrontano facendo una politica a livello globale di crescita equilibrata dei diversi contesti, anche quelli est-europei, perché altrimenti noi andiamo a prendere i problemi sempre quando sono arrivati in coda.

In questo budget c’è una grandissima attenzione per la ricerca, la tecnologia e l’industria. Questo è vero, bisogna riconoscerlo. Non è il raddoppio che voleva Moedas, ma è comunque un aumento significativo del budget per la ricerca. Rilevo che c’è anche una quota significativa e importante per la parte digitale. All’interno di questo – lo dico ai nostri rappresentanti al Parlamento – c’è un tema fondamentale di “big data”. Noi stiamo investendo come Regione in maniera massiccia sui “big data”: stiamo costituendo qui la più grossa capacità di supercalcolo del mondo, abbiamo portato qui il data center del Centro meteorologico europeo in uscita da Reading; stiamo sviluppando una forte attenzione per poter partecipare con CINECA e INFN all’HiPC (High Performance Computing), quindi le quattro macchine che ci saranno e per noi sarà fondamentale avere nel Sud Europa una di queste. Sulla base di questo vi è anche una fortissima attenzione per Erasmus, che è stato raddoppiato perché abbiamo visto che quello è lo strumento più potente alla fine di integrazione dei cittadini, perché questo è. L’“Erasmus plus” è stato esteso anche alla possibilità di fare in altri Paesi quel pezzo di tirocinio fondamentale, che diventa parte del sistema educativo. Dall’altra parte è stato aumentato in maniera significativa il fondo del FESR (Fondo di sviluppo regionale).

Per quanto riguarda l’FSE, lì una qualche preoccupazione ce l’ho, perché è vero che è aumentato di 6 miliardi il fondo dell’FSE, ma è anche vero che si parla di quadri nazionali che, se vuol dire un sistema di coordinamento a livello nazionale, ha anche un senso, ma si rimanda sempre ai livelli nazionali, torniamo a parlare dei livelli nazionali. E ho anche paura che questo venga interpretato dai livelli nazionali in contrasto con quella richiesta di autonomia che noi abbiamo fatto con il 116, che diventa una parte fondante del nostro posizionamento. Quindi su questa cosa mi dia atto Pompignoli, sono sempre stato molto chiaro: no, no e no! L’FSE deve essere fortemente legato al territorio, perché i mercati del lavoro sono territoriali, perché territoriale è anche la capacità di affrontare i problemi di coesione.

E veniamo a due punti rilevanti. Sui Fondi di coesione io sono anche pronto a ragionarci. Non c’è dubbio che dentro i Fondi di coesione, tolti i Fondi strutturali, dentro ci sono sostanzialmente tutte le cooperazioni territoriali. Come voi sapete, noi siamo Autorità di gestione per conto della Commissione di ADRION e siamo il punto di riferimento nazionale per MED. Abbiamo la settimana prossima (io personalmente sarò a Catania) prima l’incontro sui programmi MED, poi sui programmi ADRION e poi su EUSAIR. Che indubbiamente lì ci sia un problema davvero legato alle capacità effettive di programmazione delle autorità locali, questo è vero, ma è lì che bisogna investire. Bisogna investire facendo più cooperazione fra Regioni anche lontane fra di loro, non solo transfrontaliere. Quindi anche il modello Italia-Slovenia o Italia-Croazia capisco che deve essere riaffrontato e ridiscusso, perché comunque non è che si fanno mille programmini legati semplicemente a dove c’è un confine nazionale, si fanno anche capacità di più cooperazione fra Regioni anche lontane. Anzi, se la frontiera del nuovo giro non è la specializzazione intelligente, ma la complementarietà intelligente, ben venga un accordo Emilia-Romagna-Campania e Regioni magari dell’interno dell’Albania. Mettiamo insieme competenze diverse: non somme ma moltiplicazioni. Quindi sono pronto a discutere della parte delle politiche di coesione, se dentro, anche a fronte di una possibile riduzione, c’è più un ruolo per le Regioni. La stessa cosa vale per la PAC che ha avuto un taglio. Ma la cosa che a noi ha preoccupato di più non è tanto il taglio della PAC, c’è anche una parte di fondi che erano sul cambiamento climatico che oggi hanno una voce a parte, ma è soprattutto sul taglio significativo del 16 per cento che riguarda i Fondi di sviluppo rurale che erano quelli gestiti direttamente dalle Regioni, quindi quelli più legati direttamente allo sviluppo del territorio. Queste cose ci preoccupano. Qua ha ragione la presidente: non può essere fatto questo a discapito di coesione e territorio, perché di fatto o si poteva essere più ambiziosi e più coraggiosi nel richiedere agli Stati nazionali più autonomia oppure nel dare ai livelli regionali più competenze e più capacità.

Qui torno al punto da cui sono partito. Io credo che la coesione non sia un accessorio più o meno irrilevante dei temi connessi con l’integrazione. L’integrazione si basa sulla coesione. Tante volte ho detto e lo ripeto: io per definizione sostengo più fondi per la ricerca, per quella che si chiama “disruptive”, quella che fa degli “sbreghi”, quella che in un qualche modo deve far fare all’Europa quei salti tecnologici che, per definizione, oggi vedono le industrie europee in difficoltà. Ma proprio perché facciamo dei salti, bisogna che dall’altra parte ci siano degli interventi di recupero di tutti, altrimenti aumentano le disparità interne che sono il vero elemento che sta corrodendo la stessa unità europea. Quindi da una parte c’è più bisogno di Europa a livello globale, a livello mondiale, questo però richiede più ruolo per i livelli territoriali e i livelli regionali, perché soltanto così si avrà con la coesione economica che permette l’unità politica. Su questo mi pare che la Commissione abbia lavorato molto, molto abbia lavorato l’Assemblea. Su questi temi credo che l’intervento di Lia Montalti abbia messo in evidenza come l’identità europea non sia un fatto rituale, ma sia un fatto di riscoperta necessaria di un ruolo che ognuno di noi deve avere in questa costruzione che non può essere data per scontata, ma deve essere ogni volta ricomposta sugli interessi veri dei suoi cittadini.

 

(Applausi)

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, Patrizio Bianchi.

Ora darei la parola a Barbara Duden, presidente della Commissione CIVEX del Comitato europeo delle regioni, oltre che essere consigliere comunale della città-stato di Amburgo.

La CIVEX è la Commissione che coordina il lavoro del Comitato delle regioni nei seguenti settori: libertà, sicurezza e giustizia, carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, cittadinanza attiva, politica europea di comunicazione, decentramento, affari costituzionali. È la Commissione sulla cittadinanza. Nel ringraziare Barbara anche come mia presidente, in quanto appartenente io stessa alla Commissione CIVEX, prego.

 

Barbara DUDEN, Presidente Commissione CIVEX - Comitato europeo delle Regioni: …

 

(Intervento svolto in lingua tedesca, con traduzione simultanea in cuffia per i presenti in aula)

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, signora presidente Duden, per l’arricchimento che ha portato alle nostre riflessioni. Grazie ancora.

Ora abbiamo la Sessione europea con l’intervento del presidente della I Commissione “Bilancio, Affari generali e istituzionali” come relatore Massimiliano Pompignoli, a cui do la parola.

 

POMPIGNOLI, relatore per la Sessione europea: Grazie, presidente. Ringrazio anche gli ospiti presenti in Aula, tutti i vari consiglieri regionali.

La Sessione europea 2018 costituisce il punto di partenza dell’azione regionale, si tratta infatti della sede istituzionale di riflessione politica su ciò che la Regione ha fatto nella cosiddetta “fase discendente” per adeguare in modo efficace l’ordinamento regionale all’ordinamento europeo e su ciò che la Regione intende fare come “fase ascendente” in riferimento alle iniziative preannunciate dalla Commissione europea nel proprio programma di lavoro annuale, con particolare attenzione a quelle considerate di interesse prioritario per la Regione. A tal fine, in occasione della Sessione europea, la Giunta presenta il rapporto conoscitivo per la Sessione europea dell’Assemblea legislativa, predisposto con la collaborazione di tutte le Direzioni generali e che, per ogni settore dell’Amministrazione regionale, fa il punto sul rapporto tra politiche regionali e politiche europee. Dà conto dello stato di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento europeo, anche in funzione della presentazione o meno del progetto di legge comunitaria regionale e fornisce all’Assemblea legislativa gli orientamenti e le priorità della Giunta regionale con riferimento al programma di lavoro della Commissione europea. La Sessione europea in generale è l’esame del programma di lavoro della Commissione europea e dei documenti predisposti dalla Giunta. In particolare costituiscono il metodo di lavoro attraverso cui porre in essere un filtro politico che consente all’Assemblea legislativa, grazie alla votazione della proposta di risoluzione che oggi è all’ordine del giorno, di individuare le iniziative dell’Unione europea di interesse per la Regione e la formazione di indirizzi generali della Giunta.

La Sessione europea 2018 dell’Assemblea legislativa è la decima dall’entrata in vigore della legge regionale n. 16/2008, è la terza di questa legislatura regionale; i lavori si svolgono in un momento estremamente delicato per il futuro dell’Unione europea e all’alba di un nuovo Governo nazionale che chiederà all’Europa la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 dal Trattato di Maastricht, confermati poi nel 2007 dal Trattato di Lisbona e circa ad un anno dalle prossime elezioni del Parlamento europeo che si terranno nel 2019. Con la recente presentazione della proposta sul quadro finanziario pluriennale 2021/27 e a breve anche delle proposte di regolamento sui Fondi strutturali in particolare si definiranno nei prossimi mesi le condizioni dell’azione dell’Unione europea del prossimo futuro. In questo contesto e in questa fase i territori e gli enti che li rappresentano, in primo luogo le Regioni, devono assumere un ruolo attivo e partecipare alla definizione delle posizioni nazionali e alla costruzione delle politiche europee. Su questo condivido il pensiero dell’assessore Bianchi: un ruolo molto più attivo delle Regioni e più incisivo delle Regioni, un’Europa meno burocratica, ma sicuramente un’Europa più incisiva con l’azione di governo. Al di là delle diverse posizioni politiche in campo è evidente la necessità di strumenti che garantiscono alle Regioni di partecipare in modo efficace ai processi decisionali europei, veicolando in modo altrettanto efficace le istanze che provengono dai territori.

Anche quest’anno, in preparazione dei lavori della Sessione europea 2018, la I Commissione ha svolto l’audizione degli stakeholders sul programma di lavoro della Commissione europea, audizione che ha l’obiettivo di coinvolgere attivamente in modo trasparente il sistema regionale nell’individuazione delle priorità da seguire sia nel corso dei lavori della Sessione europea annuale dell’Assemblea legislativa sia nell’ambito delle iniziative che vi daranno seguito. L’audizione ha visto il coinvolgimento dei parlamentari europei (oggi qui presenti) a tutte le iniziative che intendono poi portare in avanti (quello che è il sistema europeo) e la partecipazione di Beatrice Covassi, capo della rappresentanza in Italia della Commissione europea. Nel corso dell’incontro ai portatori di interesse è stato richiesto di formulare le proprie considerazioni, in generale, sulle politiche dell’Unione europea e, in particolare, sulle iniziative valutate di maggior interesse ed elencate dalla Commissione europea nel suo programma annuale di lavoro. Ai lavori della sessione europea concorrono tutte le Commissioni assembleari in relazione alle materie di rispettiva competenza; la procedura prevede l’assegnazione ogni anno in sede referente alla Commissione assembleare competente in materia di rapporti con l’Unione europea e alle altre Commissioni assembleari per il parere di loro competenza: del programma di lavoro annuale della Commissione europea, della relazione sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento europeo e dal rapporto conoscitivo della Giunta regionale per la Sessione europea dell’Assemblea legislativa.

Più nel dettaglio, dai lavori della Commissione assembleare di quest’anno e dall’audizione degli stakeholders sul programma di lavoro 2018 della Commissione europea sono emersi alcuni temi di particolare rilievo politico, in particolare: la posizione della Regione sul quadro finanziario pluriennale post 2020, con particolare attenzione alla definizione della prossima politica di coesione e della futura politica agricola comune (la cosiddetta PAC), indirizzi su temi considerati centrali per il futuro delle politiche e degli interventi della Regione su tutto il territorio quali la ricerca e l’innovazione, energia, economia circolare, spreco alimentare, turismo, uso e protezione del suolo, economia collaborativa, concessioni demaniali, occupazione giovanile e strategia europea per i giovani, occupazione femminile e strategia europea per la parità tra donne e uomini, violenza di genere, cyberbullismo e cooperazione allo sviluppo. Con riferimento specifico all’esame del programma di lavoro della Commissione europea per il 2018 sono state segnalate come prioritarie alcune iniziative, quali: realizzare il piano d’azione sull’economia circolare, il quadro finanziario pluriennale, un futuro europeo sostenibile, completare il mercato unico digitale, completare l’unione dell’energia, il futuro della politica dell’Unione europea per l’energia e il clima, fare meno in modo più efficiente, un’Europa più efficiente e democratica. Sono stati formulati inoltre precisi indirizzi su alcuni atti europei ancora in discussione presso le istituzioni europee, sui quali, per la loro importanza, è stata richiesta una particolare attenzione soprattutto in considerazione del fatto che su tali atti la Regione Emilia-Romagna ha approvato risoluzioni con specifiche osservazioni e di indirizzo: pacchetto di misure sull’economia circolare; pacchetto di misure sul clima; la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente l’applicazione della direttiva 2006, n. 123 relativa ai servizi del mercato interno che istituisce una procedura di notifica dei regimi di autorizzazione e di requisiti relativi ai servizi; la proposta per l’istituzione del Corpo europeo di solidarietà; la proposta di direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e prestatori di assistenza; la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante il miglioramento dell’equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarico, esecutivi delle società quotate in Borsa.

Per quanto riguarda gli indirizzi relativi all’adeguamento dell’ordinamento regionale alla legislazione europea, sulla base dell’analisi della documentazione assegnata alle Commissioni assembleari, la Giunta regionale ha invitato a verificare la necessità dell’adeguamento dell’ordinamento regionale ricorrendo, ove possibile, allo strumento della legge comunitaria, di una serie di direttive europee che incideranno in settori di particolare rilievo quali: ambiente, trasporti, appalti pubblici ed energia. Nel rapporto conoscitivo la Giunta ha segnalato anche quest’anno la presentazione del progetto di legge europea regionale e del collegato. Il rapporto indica l’esigenza di adeguamento dell’ordinamento regionale all’ordinamento europeo in alcuni settori quali alla parziale riforma della legge regionale del 17 novembre 2017, n. 21, ma non in attuazione degli indirizzi formulati in occasione della Sessione europea dello scorso anno in considerazione del fatto che, con riferimento alle direttive segnalate lo scorso anno, non si è ancora concluso il necessario e preliminare iter di recepimento da parte dello Stato. Si segnala quindi l’approvazione della legge regionale 20 aprile 2018, n. 4 che dà attuazione al decreto legislativo statale di recepimento della direttiva n. 52 del 16 aprile 2014 del Parlamento europeo, del Consiglio che modifica la direttiva 2011, concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati.

In conclusione si evidenziano alcuni indirizzi inseriti nella proposta di risoluzione per migliorare ulteriormente i meccanismi di partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione delle politiche del diritto europeo e, in particolare, si segnala la presentazione del PdL di modifica della legge regionale n. 16/2008, approvato l’8 maggio scorso in attuazione dell’impegno assunto dall’Assemblea legislativa in occasione della Sessione europea dello scorso anno.

Questi sono i principali argomenti della proposta di risoluzione che, sulla base della relazione approvata dalla I Commissione affari generali e istituzionali, contiene gli indirizzi della Giunta e gli impegni dell’Assemblea legislativa che guideranno l’azione della Regione Emilia-Romagna nei prossimi mesi con riferimento alle politiche europee, sulle quali è chiamata ad esprimersi oggi l’Aula.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere e presidente della I Commissione Pompignoli.

Ora, prima di procedere agli ulteriori interventi, vorrei innanzitutto ringraziare per la loro presenza le parlamentari Kyenge e Schlein che sono qui e informare l’Assemblea che è stata presentata, ma che avete già ricevuto sui vostri banchi, la risoluzione oggetto 6548, a firma del consigliere Sassi.

Gli interventi sono previsti uno per ogni gruppo e nella misura massima di dieci minuti ciascuno. A seguito degli interventi ci sarà l’intervento del presidente della Giunta Stefano Bonaccini.

Prego, consigliera Piccinini, ha la parola.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Saluto i nostri ospiti e la signora Barbara Duden, autorevole componente del Comitato europeo delle regioni, organo deputato al coinvolgimento degli enti regionali e locali nel processo decisionale europeo e quindi all’avvicinamento dei cittadini dell’Unione europea.

In questa fase storica è fondamentale chiedersi come l’Europa sia sentita dalle popolazioni ed è ancora più importante oggi perché, riprendendo una celebre frase di Karl Marx, dalla cui nascita ricorre il bicentenario, possiamo dire che “uno spettro si aggira per l’Europa” e non basta più il comunismo e nemmeno il populismo (evocato troppo spesso a sproposito anche in questi giorni) per esorcizzare la richiesta impellente di innovazione. Lo spettro che si aggira per l’Europa è l’Europa stessa, quella buona, quella dei fondatori, quella richiesta dai cittadini europei, quella alla quale noi che siamo europeisti vogliamo arrivare.

Poco più di un mese fa (l’11 aprile scorso) il Comitato europeo delle regioni ha pubblicato un interessante volume intitolato «Reflecting on Europe: how Europe is perceived by people in regions and cities» (Riflettendo sull’Europa come è percepita l’Europa dalle persone nelle regioni e nelle città). Vorrei riprenderne alcuni titoli interessanti: «Il locale è autentico, il nazionale non è abbastanza vicino, l’Europa è evanescente, all’Europa manca una prospettiva locale». O, ancora: «L’Europa genera ancora sentimenti e reazioni forti» ed è vero, l’Europa suscita dibattito, senza dubbio delusioni, ma ancor più senza dubbio genera attese. Ancora: «Frustrazione, la popolazione è frustrata dall’attuale progetto di Europa. L’Europa non fa abbastanza o fa troppo poco o comunque non fa la cosa giusta». I cittadini sanno bene che cosa dovrebbe fare l’Europa e di che cosa si dovrebbe occupare – in modo molto chiaro è ancora la pubblicazione del Comitato delle regioni a dirlo nel capitolo 6 – gli europei chiedono di sviluppare soprattutto l’azione dell’Unione europea per ridurre le differenze fra aree diverse. In particolare in cinque settori: ridurre l’ineguaglianza, gestire i flussi migratori, rispondere alla crisi finanziaria, accogliere le differenze, affrontare i cambiamenti climatici, affrontare e gestire i problemi reali sentiti da tutti, quali una maggiore giustizia sociale e la capacità di valorizzare le differenze. Oggi gli europei chiedono quello che chiedevano quando è stato firmato il primo trattato europeo. Noi oggi dobbiamo guardare avanti, come ci invita a fare anche l’ultimo paragrafo del volume stesso e, per farlo, vorremmo prendere le tre domande che vengono poste.

La prima: vogliamo un’Europa basata sulla distanza o sulla vicinanza? Certo, le Regioni sono più vicine ai territori di quanto lo possa essere Bruxelles o anche le capitali dei nostri Stati, ma la distanza non è solo fisica, è anche politica, perché è questo che noi scontiamo oggi, una distanza enorme delle istituzioni, in genere e, in particolare, di quelle europee dalla percezione della vita quotidiana. Anzi, dalla vita quotidiana di milioni di cittadini e di imprese. Una distanza enorme della politica e delle istituzioni dalla comunità a cui appartengono e che dovrebbero rappresentare.

La seconda domanda è: vogliamo un’Europa fondata sulla confusione o sulla chiarezza? Non basta pensare di inserire anche Regioni e città direttamente nel circuito delle istituzioni europee, bisogna ad esempio iniziare a pensare di cambiare ruolo e potere al Parlamento europeo, incrementando il livello di democrazia dell’Unione europea attraverso il coinvolgimento e il controllo democratico dei cittadini rispetto alle istituzioni europee. Occorre rafforzare il ruolo e i poteri del Parlamento europeo, in quanto unica istituzione europea ad avere una legittimazione democratica diretta, valutando contestualmente il depotenziamento degli organi decisori privi di tale legittimazione. È altresì necessario favorire l’incremento dei percorsi di coordinamento decisionale a livello europeo con la dimensione locale, garantendo un maggior coinvolgimento dei territori attraverso una rappresentanza effettiva delle Regioni.

Poi la terza domanda: vogliamo un’Unione europea più politica o più tecnocratica? Un’Europa basata sui calcoli, algoritmi, gruppi di pressione e consultazione fra pochi rappresentanti o uno spazio dove i cittadini e i popoli decidono loro futuro? Per noi esistono alcuni ambiti in cui è indispensabile agire subito, è il caso della riforma del settore della pesca e dell’agricoltura, rispetto alla quale si attende la riforma della PAC, nella quale occorrerà integrare le misure di sostegno all’agricoltura, in particolare quelle di sviluppo rurale, con interventi espressamente finalizzati a realizzare obiettivi di interesse generale, quali: la tutela del paesaggio, la difesa degli assetti idrogeologici, la sicurezza alimentare. È il caso dell’esigenza, per noi imprescindibile, di scorporare la spesa per investimenti pubblici dal deficit corrente in bilancio come misura indispensabile alla crescita. Un’azione spesso annunciata dalla Commissione europea, ma non applicata. È il caso delle politiche di gestione dei flussi migratori. La crisi finanziaria ha colpito duramente l’Europa, l’ha resa più povera e meno giusta, ma il nostro continente è ancora un luogo in cui le condizioni di vita sono ancora smisuratamente migliori rispetto a quelle del Sud del mondo e delle tante aree teatro di conflitti. Questa differenza è alla base di fenomeni migratori imponenti in essere e di flussi diretti verso l’Europa. Diretti verso l’Europa ma prima di tutto, come sappiamo, verso l’Italia anche per evidenti ragioni dettate dalla geografia. Il rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità, sancito dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, deve essere garantito attraverso il ricollocamento dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell’Unione in base a parametri oggettivi e quantificabili. Non farlo rischia di mettere a repentaglio gli stessi accordi di Schengen. È il caso dei trattati con i Paesi terzi che, come nel caso del CETA, possono mettere a repentaglio il nostro stesso tessuto economico. È il caso del lavoro, un settore nel quale “Europa” significa per noi anche programmazione e gestione dei Fondi strutturali europei. Noi in Emilia-Romagna li usiamo tutti in modo forse non del tutto efficace, quando ad esempio non si pensa ai bisogni reali dei cittadini, dei lavoratori o delle imprese. I temi insomma che proprio i cittadini europei, raggiunti dal questionario promosso dal Comitato europeo delle regioni, hanno sostenuto di voler mettere al centro dell’Europa che vorrebbero vedere vicino al loro.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Piccinini.

Prego, la consigliera Lia Montalti ha la parola.

 

MONTALTI: Grazie, presidente. Anch’io saluto i nostri ospiti, la presidente Barbara Duden, gli europarlamentari. Questo è un momento importante per l’Assemblea legislativa anche a dieci anni dall’avvio di questo percorso solido che è la Sessione europea, con cui noi ci confrontiamo annualmente in maniera continuativa con la dimensione e le politiche europee. Quest’anno poi la Sessione europea ha visto un ulteriore protagonismo dell’Assemblea legislativa, è stato ricordato: lo scorso 8 maggio la nostra Assemblea ha approvato, proprio alla vigilia della Festa dell’Europa, la riforma della legge n. 16/2008, una riforma nata al fine di dare nuovi impulsi, migliorare i nostri strumenti e coinvolgere maggiormente i territori e i cittadini in tutti gli aspetti relativi alla partecipazione dell’Emilia-Romagna alla formazione ed implementazione delle politiche e delle normative europee. La nuova legge nasce su proposta consiliare ed è stata approvata nella consapevolezza che le Regioni possono giocare un ruolo importante e strategico di fronte al crescente euroscetticismo, portando in Europa le istanze dei cittadini, ma anche avvicinando l’Europa ai territori attraverso programmi e progetti concreti.

L’Europa delle Regioni si può tradurre in un’immagine: quella di un’Europa che deve tornare ad avere il volto o, meglio, lo sguardo dei propri cittadini. La presenza oggi in Assemblea legislativa della presidente Duden – che ringraziamo –, presidente della Commissione CIVEX del Comitato europeo delle regioni, è particolarmente rilevante proprio perché in questa fase dobbiamo sempre di più rivendicare il ruolo positivo che le Regioni e gli enti locali possono avere nella riforma del progetto europeo e rilanciare il concetto di cittadinanza europea quale elemento fondante di partecipazione democratica all’Europa unita. La riforma della legge n. 16 ha come novità assoluta l’introduzione del Titolo II, dedicato proprio alla promozione della cittadinanza europea. Un segnale importante della nostra Regione che vede nell’esercizio di una cittadinanza matura e consapevole l’unico modo per poter costruire un percorso democratico e vicino ai bisogni delle persone, ma anche alle loro aspirazioni e ai loro progetti. Proprio per questo la nostra Regione ha introdotto l’educazione alla cittadinanza europea e il sostegno a progetti che promuovano la memoria e la storia dell’integrazione europea come elementi portanti della partecipazione emiliano-romagnola alla dimensione europea. Senza memoria, senza conoscenza della propria storia ed identità, senza consapevolezza, infatti, non c’è scelta e non c’è futuro.

Voglio evidenziare ulteriori aspetti che sono stati inseriti nella riforma della Sessione europea, ovvero più strumenti di partecipazione come la rete regionale europea e le consultazioni on line, sul modello di quelle effettuate anche dalle istituzioni europee e dal Comitato delle regioni, strumenti che hanno l’obiettivo di coinvolgere la comunità regionale nella fase di partecipazione ascendente alle politiche europee e che – sono certa – potranno migliorare anche la fase di attuazione e di implementazione in chiave regionale e locale delle politiche della normativa europea. La Sessione europea deve infatti sempre di più diventare un’occasione di partecipazione e l’impegno dell’Assemblea legislativa deve essere orientato a questo: dare voce ai cittadini emiliano-romagnoli, anche alla luce delle numerose implicazioni che le scelte europee hanno con la nostra quotidianità.

Nell’atto di indirizzo, su cui saremo chiamati tra poco ad esprimerci, l’Assemblea legislativa manifesta l’interesse, chiede l’impegno della Giunta a seguire l’iter di quegli atti e proposte preannunciate dalla Commissione europea nel proprio programma di lavoro annuale e approfondite nell’ambito del lavoro svolto dentro le varie Commissioni assembleari. Tale atto contiene tutte le considerazioni emerse nel corso del dibattito politico nelle diverse Commissioni assembleari sulle tematiche di rilevanza europea.

Entrando nel merito di ciò che abbiamo avuto modo di discutere nelle Commissioni, possiamo toccare con mano quanto le realtà di tutti noi, così come gli scenari futuri, abbiano fortemente a che fare con le politiche che ogni giorno sono discusse ed elaborate ed approvate a Bruxelles. Cito rapidamente per titoli alcune delle priorità individuate rispetto al programma di lavoro 2018 della Commissione: il piano d’azione sull’economia circolare, l’iniziativa sul futuro europeo sostenibile, il completamento del mercato unico digitale, l’unione dell’energia e il futuro della politica europea per l’energia e il clima, il pacchetto equità sociale, il tema dell’approvvigionamento alimentare, comunicare l’Europa e un’Europa più efficiente e democratica. In questo brevissimo excursus (in realtà i temi affrontati sono stati molti di più) si sintetizza un lavoro complesso e robusto che non si conclude con il voto di oggi, ma che da questa Sessione europea prende slancio per il lavoro che ci attende nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

In tutto questo sicuramente il tema che più ha scaldato il dibattito è quello relativo – e l’abbiamo già sentito negli interventi in Aula – al prossimo quadro finanziario pluriennale e agli impatti che potrebbero verificarsi sulla politica di coesione e sulla politica agricola comune. La nostra Regione sta portando avanti a Bruxelles (e non solo) una battaglia per difendere la PAC e la politica di coesione, ma rilanciando il metodo con cui queste politiche vengono portate avanti. L’Emilia-Romagna ha convintamente aderito alla “Cohesion alliance”, frutto della collaborazione tra le più importanti associazioni europee, enti locali e regionali e al Comitato europeo delle regioni. Obiettivo fondamentale è che il bilancio dell’Unione europea dopo il 2020 consenta di mettere a disposizione di tutte le Regioni dell’Unione europea una politica di coesione più forte, più efficace, più visibile. È fondamentale infatti che la politica di coesione e la politica agricola comune, che sono le politiche più vicine ai territori e che vedono come aspetto portante il coinvolgimento delle Regioni sia in fase di programmazione che di attuazione, vengano sostenute da adeguate risorse e vengano valorizzate nelle loro prerogative: l’approccio territoriale, la governance multilivello, la programmazione strategica pluriennale e l’orientamento ai risultati. Se pensiamo infatti all’esperienza che stiamo portando avanti in Emilia-Romagna, ci si rende chiaramente conto di come questo tipo di politiche siano strumento irrinunciabile per lo sviluppo del territorio. Per fare alcuni esempi concreti, basta fare riferimento ai recenti dati presentati in occasione del Comitato di sorveglianza del POR-FESR che si è tenuto proprio a Cesena la settimana scorsa. Dall’avvio della programmazione 2014/20 il POR-FESR della nostra Regione ha ammesso a finanziamento 2.294 progetti di imprese ed enti pubblici e questo ha collocato l’Emilia-Romagna al terzo posto tra le 274 Regioni europee per numero di progetti selezionati. Ad oggi sono stati stanziati dal programma 365 milioni di euro, pari al 75 per cento delle risorse programmate, risorse che saranno erogate a imprese, centri di ricerca, enti pubblici, liberi professionisti per realizzare progetti in diversi settori di intervento, a partire dall’ambito della ricerca e dell’innovazione, la competitività, l’attrattività del sistema produttivo e la green economy. È evidente che sarebbe impossibile poter attuare lo stesso tipo di interventi di politiche di sviluppo senza l’ausilio delle risorse europee e questo noi lo dobbiamo far comprendere a Bruxelles, ma anche ai nostri cittadini, nella convinzione che l’euroscetticismo si combatta solo riempiendo l’Europa di contenuti vicini e concreti, di opportunità.

Alla presenza della presidente Duden vorrei anche evidenziare non solo il merito della proposta portata avanti dalla “Cohesion alliance”, ma anche quello che è un metodo in cui, come Regione, crediamo profondamente: portare avanti insieme ad altre realtà proposte e contenuti frutto dell’esperienza dei territori e frutto di una visione che vede nella sussidiarietà, nel coinvolgimento dei diversi livelli istituzionali, nella condivisione della governance delle politiche e nella messa in campo di strumenti che non guardino solo alla grande dimensione, ma anche alla realtà locale, l’unica vera strada per poter tornare ad un’Europa vicina, concreta che dà risposta e offre opportunità. Abbiamo infatti oggi più che mai bisogno di affrontare i problemi dell’Unione europea, ribadendo però i principi che ci vedono uniti. E proprio l’intervento della presidente Duden ce lo ha ricordato con quella bella carrellata di progetti promossi nei territori. E quali sono questi principi, se non quelli che troviamo scritti nei trattati, ma che i cittadini europei troppo spesso vedono lontani e a volte disattesi? A partire da quel principio di solidarietà che potrebbe davvero ridare un’anima alla dimensione europea e può farlo anche attraverso politiche, come quella di coesione, che è fatta di strumenti concreti vicini, risorse per realizzare progetti, obiettivi comuni che si traducono in idee, in investimenti e in realizzazioni.

Concludendo, di fronte ai nuovi sovranismi che, ahimè, tentano tante forze politiche, sono stata lieta di sentire delle posizioni un po’ diverse dai colleghi in Aula fino ad ora nel dibattito che si è sviluppato, però in queste settimane in realtà sull’Europa abbiamo sentito a livello nazionale ben altre posizioni che ci preoccupano, ma che speriamo vengano disattese, può invece risuonare forte da questa Assemblea legislativa un messaggio: ricostruiamo l’Europa dai cittadini partendo dai territori e dalle Regioni, partendo da un nuovo protagonismo delle autonomie e puntando quindi su due elementi fondamentali: una maggiore democrazia delle istituzioni europee e una cittadinanza rinnovata su cui investire, e sicuramente noi istituzioni locali possiamo dare voce ai nostri cittadini e rilanciare il progetto europeo partendo da loro e partendo dai territori.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Montalti.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente. Ringrazio e saluto tutti gli ospiti che sono intervenuti in questa Sessione europea della nostra Assemblea legislativa.

Rapidamente, perché molti dei concetti su cui volevo intervenire sono già stati toccati, volevo richiamare l’attenzione su alcuni aspetti della risoluzione che andremo ad approvare tra qualche minuto, in particolar modo laddove sottolineiamo la necessità, a seguito di quella che sarà la ridefinizione del bilancio europeo che seguirà e segue inevitabilmente la BREXIT, di non diminuire risorse, di non togliere risorse a comparti fondamentali come quelli che vanno a finanziare le politiche agricole e la coesione sociale e territoriale. Ambiti determinanti soprattutto in un momento in cui, e parlo della coesione sociale e territoriale, vediamo come l’Unione europea venga percepita come un ostacolo e non come quello che in realtà dovrebbe essere: casa comune dei popoli europei, attenta alle politiche sociali, attenta a ridistribuire e provare a ridistribuire risorse e anche opportunità, riequilibrare quelli che invece sono squilibri molto significativi che esistono nella nostra Unione.

Nella nostra risoluzione facciamo riferimento anche ad un altro passaggio che è per noi importante: quello del rinvio dell’applicazione nella direttiva Bolkestein segnatamente per quello che riguarda le concessioni degli stabilimenti balneari e di tutto quello che riguarda la nostra costa. Ma non solo, perché la Bolkestein riguarda tante altre materie e, da questo punto di vista, credo che il nuovo Governo avrà già da subito la possibilità di dimostrare buona parte delle affermazioni e delle promesse che sono state fatte in questi mesi occupandosi in modo specifico anche di questo tema, perché penso che dalle parole in tutti gli ambiti bisognerà passare ai fatti.

Credo che questa occasione, questa nostra Sessione debba e possa essere anche l’occasione per fare un breve punto sulla situazione e la nostra valutazione sullo stato dell’Unione e, da questo punto di vista, credo che faremmo bene a sottolineare alcuni aspetti che io riassumo in tre capitoli fondamentali: il tema della politica estera, perché non possiamo non notare come in uno scenario globale molto complicato e molto articolato, in cui le relazioni internazionali sono sempre più difficili e i protagonisti principali della politica estera a livello internazionale siano soggetti importanti, sia per dimensioni che per l’impatto economico sul pianeta (parlo ovviamente dagli Stati Uniti e della Cina della Russia), siano molto presenti e anche molto pressanti con la propria voce in tutti gli ambiti di crisi, in tutti gli angoli del pianeta dove ci sono le varie crisi, a partire dal Medio Oriente, dalla Siria, dai rapporti con l’Iran, manca la voce dell’Unione europea. Manca la voce o molto spesso manca la voce del Commissario per gli affari esteri dell’Unione europea che spesso brilla per la propria assenza. Voce che non sentiamo non per responsabilità forse o, meglio, non solo per responsabilità soggettive, ma anche per difficoltà oggettive, perché l’Unione europea oggi non ha una posizione comune su tante vertenze, su tante questioni. Non riesce ad esprimere la propria posizione in modo unitario, in modo univoco. Non riesce a far sentire la propria voce e credo che questo sia un elemento che non possiamo tacere, perché è un elemento di debolezza che inficia su molta parte – credo – della credibilità della costruzione di quella che vorremmo fosse la casa comune europea.

Allo stesso modo, credo sia corretto sottolineare come la gestione di quello che è un fenomeno che ha proporzioni e ha probabilmente durata non occasionale, che è la gestione del fenomeno migratorio, sia stato un altro elemento di forte crisi per l’Unione europea. O, meglio, ha segnalato all’interno dell’Unione europea l’assenza di un vincolo di solidarietà che invece sarebbe stato più opportuno e forse anche avrebbe fatto percepire questo flusso migratorio in modo diverso, specie nei Paesi più esposti come il nostro. Trovo particolarmente stravagante che gli attori che a livello europeo, più di altri forse, si sono impegnati per isolare l’Italia nella gestione del flusso migratorio siano poi gli stessi che indicano all’Italia la necessità di rispettare i vincoli, i patti economici fondanti dell’Unione europea, a dimostrazione del fatto che l’Unione europea sia quasi solo intesa come vincolo economico, patto economico e non già sociale, non già di solidarietà sociale. Perché – e qui voglio toccare l’ultimo aspetto – abbiamo assistito in questi anni ad un estenuante dibattito tra quanti chiedevano la prosecuzione di politiche di austerità economica e il rispetto dei vari vincoli e chi invece chiedeva l’allentamento di quei vincoli anche in nome soprattutto di una diversa, migliore e più efficace gestione di alcuni fenomeni e in nome di quella solidarietà sociale che dovrebbe stare al vero fondamento dell’Unione europea o almeno dell’Unione europea che noi vorremmo, perché quella che abbiamo non è l’Unione europea che vorremmo.

Credo che questi aspetti che ho toccato, ovviamente per ragioni di tempo in modo sommario senza la possibilità di approfondirli, siano elementi che non possiamo, qua fra di noi e nel rapporto con le politiche europee, non sottolineare. Poi lo voglio dire con chiarezza: trovo che siano abbastanza inopportuni i richiami dei vari Commissari europei al Governo italiano, a prescindere dal colore che lo rappresenta, in materia di conti pubblici, perché credo che tutte le volte che i Commissari europei intervengono in quel modo – come abbiamo visto in questi ultimi giorni ad esempio il commissario Dombrovskis – non si aiuta la costruzione della casa europea, ma si alimenta semmai la disaffezione, si alimentano e si dà voce alle forze che di quella disaffezione hanno fatto la propria cifra stilistica. Io credo invece che l’Unione europea che dobbiamo e vogliamo costruire debba avere bene in mente che la politica ha un primato che viene prima dell’economia, la politica, la coesione sociale e territoriale, gli elementi da cui sono partito hanno e devono avere priorità, perché, se l’Europa non è questo, non è semplicemente…

Ora io non voglio riprendere le citazioni, mi fa piacere anzi che la consigliera Piccinini abbia citato un fondamentale filosofo dell’800, io penso però, che al di là dei bicentenari, al di là delle ricorrenze, sia opportuno guardare avanti e, se guardiamo avanti e se vogliamo costruire una casa comune europea, dobbiamo mettere – io credo – in tutte le sedi, in tutte le occasioni in cui abbiamo le opportunità di farlo, a partire da quella anche regionale, dobbiamo mettere al centro alcuni dei temi che ho provato a toccare, perché la condizione di migliaia e migliaia di lavoratori, di lavoratrici in giro per l’Europa, di milioni e milioni di disoccupati che ci sono nel nostro continente e le tensioni che il confronto tra queste persone e altri milioni di persone che arrivano da altri continenti verso l’Europa sono tensioni terribili che, se non saremo in grado di gestire da un punto di vista politico e avendo ben chiari i riferimenti a cui ispirarci, potrebbero essere devastanti per non solo la costruzione dell’Europa, ma anche per quei valori che sono stati a fondamento dell’Unione europea. Credo davvero che questo sia un momento molto complicato, molto difficile, serve molta lucidità e serve anche un po’ di coraggio: il coraggio di ribadire che la politica deve tornare ad essere prioritaria, deve tornare ad avere quel ruolo di indirizzo e di guida e non può essere serva ancillare dell’economia come invece è stato in questi anni.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Taruffi.

Do la parola alla consigliera Prodi.

Vi informo che la presidente Duden alle ore 13 ci deve lasciare perché l’aereo non aspetta.

Prego, consigliera Prodi.

 

PRODI: Grazie, presidente. Volevo intervenire soprattutto per ringraziare la presidente Duden, gli europarlamentari che abbiamo oggi con noi e anche l’assessore Bianchi per il suo intervento.

Parto dalle parole della collega Piccinini che ha in alcune parti letto il contratto per il futuro Governo Lega Nord e Cinquestelle, contratto che ho letto abbastanza attentamente, ripudiando però io il termine “contratto” quando si parla di accordi politici – devo sottolinearlo, perché sono ambiti secondo me diversi – quando dice «rinegoziare i trattati europei, aumentare la democrazia, aumentare il controllo democratico» io alla parola «controllo» sostituirei la parola “partecipazione” perché è sempre una visione più democratica. Io sono d’accordo con queste parole, le ricevo con una buona predisposizione, certo che ricordo che un gruppo iniziò l’attività nel Parlamento europeo con Farage e adesso convivono, anche se separati in casa, però il tema delle scelte politiche e del passato si presenta anche nella dinamica attuale.

Comunque, per quanto riguarda la visione europea sono d’accordo con quello che ha detto Taruffi: si tratta di avere uno spazio che lasci dei margini di governo alle rappresentanze democratiche, che ci sia una rappresentanza democratica a più livelli. Non può essere uno schema rigido prefissato perché, con gli schemi rigidi e prefissati, da un lato ci dicono che dobbiamo stare entro certi parametri, dall’altro vediamo che la BREXIT è un fallimento (non si sa fino a che punto porterà), quindi si creano solo i presupposti per meccanismi di fantasiose reazioni di fuga o di regressione politica e di rifiuto. Quindi dobbiamo inserire altre variabili in questo discorso politico, che non possono essere solo finanziarie o economiche, perché – come diceva anche Taruffi – a me non interessano i richiami ultimativi a stare entro parametri prefissati, peraltro dati anche forzando su temi politici che sono fuori luogo rispetto ai risultati democratici di una Repubblica. Io, da federalista convinta, sono convinta che bisognerà arrivare agli Stati federali d’Europa (io faccio parte del Movimento federalista europeo), però ritengo molto più grave un blitz di gendarmi alle frontiere ad inseguire e a braccare migranti che non sforare dei parametri. Questo non mi rappresenta, non mi rappresenta la cultura europea, la sua eccezionalità nel panorama mondiale, alla quale bisogna attenersi e ispirarsi.

Per quanto riguarda poi la risoluzione (la nostra Sessione), io ho letto anche i documenti relativi alla Sessione europea della nostra Regione precedenti e devo dire che c’era un tono molto più celebrativo e i contenuti erano molto più amministrativi, oggi invece c’è più preoccupazione: si pongono questioni fondamentali che riguardano il ruolo partecipativo della nostra come di altre Regioni. Noi chiediamo di non arretrare sulle politiche di coesione sociale e territoriale, di rilanciare sulla partecipazione multilivello le politiche europee, riconoscendo sia il ruolo fondamentale del Parlamento come organo eletto e quindi anche qua – come si diceva prima – un Parlamento che si esprima, anche seriamente, in termini di difesa e in termini di politiche migratorie (non mi accontento delle dichiarazioni dell’alto Commissario ad esempio sulla crisi in Palestina, sono visioni che non rappresentano più nessuno, ahimè), ma anche un potere delle Assemblee regionali, dei parlamenti regionali come espressione della rappresentanza territoriale che vogliono e che sanno tradurre le politiche nel modo più rispondente ed efficiente e anche spingere – come diceva l’assessore Bianchi – alla cooperazione tra le Regioni. In questo senso per me è stato molto importante il documento firmato con il Land dell’Assia come esempio di politiche orizzontali, che vanno poi a costituire invece una visione europea in senso più completo. Quindi la risoluzione che noi andiamo ad approvare oggi dimostra la nostra capacità di stare ai contenuti, la nostra capacità come Regione di entrare nel merito della politica, anche operando con un accento più politico e quindi lo ritengo un contributo molto importante che mi auguro venga tenuto in conto.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliera Prodi.

Se non ci sono altri interventi, darei la parola al presidente della Giunta Stefano Bonaccini.

Prego, presidente Bonaccini.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente Saliera. Grazie per la presenza, presidente Duden, consiglieri. Quest’anno assume la giornata di oggi un valore, oltre che simbolico, anche di merito, lo assume per quattro motivi: il primo è dibattito politico che anche in questo Paese attraversa le istituzioni, i cittadini sull’Europa, il sovranismo e la democrazia; il secondo è l’approvazione delle modifiche alla legge n. 16/2008 che regola la nostra partecipazione al diritto comunitario; il terzo è il negoziato sul futuro del prossimo ciclo di programmazione europea 2021/27; il quarto è sottolineare cosa è contenuto nella preintesa che firmai con il presidente Gentiloni sull’articolo 116 della Costituzione in merito all’Europa e alle relazioni internazionali.

Sul primo punto (l’Europa, il sovranismo e la democrazia) io sono convinto che l’idea di proporre soluzioni semplici a problemi sempre più complessi in un mondo che, anche dal punto di vista geopolitico, ha visto negli ultimi anni cambiamenti persino epocali, come quello della sovranità in epoca di globalizzazione, dal mio punto di vista, è semplicemente illusorio. Può raccogliere qualche applauso, prendere qualche voto in più domattina, ma non credo sia la soluzione a problemi che il ripiegamento per ogni Paese nei propri confini e in politiche nazionali, per la dimensione che nella globalizzazione ha un valore enorme dal punto di vista della competitività, noi rischieremmo di essere schiacciati. Certamente resi più deboli. Dall’altra parte il richiamo alla gente e al popolo non mi convince, perché Mussolini, Hitler, i regimi comunisti si richiamavano al popolo e alla gente. Il problema è su quali valori fondiamo l’idea di Europa e su quali principi cardine proviamo a coinvolgere i cittadini, che invece è un problema vero, laddove l’Europa progressivamente in questi ultimi anni a gradazioni diverse più o meno in tutti i Paesi europei dell’Unione europea è percepita un po’ più come distante piuttosto che più vicino, riusciamo a dare il senso di un valore comune del rapporto tra cittadini, elettori ed istituzioni. Personalmente (non voglio coinvolgere nessuno in questa mia idea) sono convinto che non solo avremo bisogno – come ha detto Silvia Prodi – io li chiamo degli “Stati uniti d’Europa”, ma avremmo bisogno, peraltro questo era il sogno di coloro che l’Europa, a partire da Altiero Spinelli, la immaginarono, ma abbiamo bisogno di restituire la scelta dell’istituzione europea a partire dalla Commissione e io penso che andrebbe eletto direttamente dai cittadini chi deve candidarsi e vuole candidarsi alla guida e alla gestione dell’Unione stessa.

Troppe volte sentiamo il richiamo a “ce lo chiede l’Europa”, anche le parti politiche a cui ho partecipato e partecipo o le coalizioni, quasi che, quando si richiedono più fondi per politiche, giuste o sbagliate che siano, di ricaduta sulle imprese, i cittadini, l’Europa sia il bene comune a cui richiamarsi e da cui pretendere e poi, quando ti invitano a rispettare patti, trattati sottoscritti o politiche in ragione di un’idea nella quale l’Europa (questo è il mio e il nostro pensiero) non debba essere unita solo dalla moneta unica. È stato un passo a mio parere decisivo, non oso immaginare cosa sarebbe questo Paese, se non fosse entrato nell’euro alla metà degli anni Novanta, ma che non può essere… Bargi, prenda qualche libro di economia e trattato di economia, poi io e lei facciamo un bel dibattito pubblico su quello che era il debito pubblico del Paese, il patrimonio degli italiani e ciò che le imprese…

 

(interruzione del consigliere Bargi)

 

Non c’è problema. Il punto è che, se lei lo chiede a qualsiasi associazione di impresa, le direbbe ciò che le sto dicendo io. Pronto a fare un dibattito pubblico quando vuole, Bargi. Su quel punto in particolare. Può essere laureato anche in matematica, in sociologia o in medicina, non è questo il punto. Il punto è l’idea di cos’è accaduto in questo Paese e in Europa in questi decenni. Noi potevamo sostanzialmente saltare per aria e peraltro, come la Grecia, noi ci siamo andati vicini nel 2012, perché anche qui nei libri di storia si scriverà che, se l’Italia oggi è in piedi e non è in ginocchio, con tutti gli errori, i difetti che ognuno di noi può assegnare alle politiche dei Governi che si sono succeduti da Monti in poi, ma, se ci siamo rimessi in carreggiata, senza dover spezzarci o piegarci, è perché sono state fatte scelte in un momento di rischio di collasso che hanno garantito una tenuta che oggi ci può far vedere, mi auguro che il Governo che sta nascendo contribuisca a questa direzione di ripresa economica più forte di quella che abbiamo avuto, di recupero di posti di lavoro oggi che dalla crisi finalmente stiamo vedendo la luce per poterne uscire.

Ma la moneta unica non può bastare. O c’è una condivisione di politiche che sui principali argomenti che attengono alla vita dei Paesi, dei cittadini, a partire dalle politiche fiscali, da quelle fiscali, da quelle di difesa e da quelle di accoglienza o meno dei migranti, rispetto alle quali questo Paese è stato lasciato in questi anni solo (o troppo solo) da chi, in nome di un egoismo che assegnava sempre agli altri di dover risolvere il problema, ci ha lasciati a dover affrontare un’emergenza che ci ha messi in difficoltà soltanto per la nostra posizione geografica. Dunque l’idea di un’Europa che condivida di più e meglio e allora andrebbero cambiate alcune regole, perché il tema dell’unanimismo su alcune decisioni non ha contribuito ad affrontare e a risolvere alcuni problemi, al di là della direzione che avrebbero dovuto prendere a seconda delle eventuali maggioranze che si sarebbero dovute o potute comporre.

L’Europa non è altro da noi, noi siamo l’Europa. Si banalizza troppo il fatto che la mia generazione – e quella di molti di voi (pressoché di tutti) – siano state le prime, con quelle successive, che non abbiano mai conosciuto la guerra nella storia del mondo. Nella storia dell’umanità da queste parti, nel cuore dell’Europa non c’erano mai stati oltre settant’anni in cui l’orrore e la tragedia della guerra non fosse un fatto accaduto. È così banale una discussione di questo tipo? Non è uno dei cuori del tema e del problema laddove collaborare, cooperare, costruire addirittura insieme istituzioni comuni ci ha consentito di affrontare un problema drammatico che era quello delle scorribande, per cui ci si sparava alla schiena o addirittura nel petto? E l’idea di provare insieme a costruire le condizioni, non solo di pace ma anche di progresso, sia nel campo dei diritti umani, civili e in particolare di quelli anche sociali ed economici, sono convinto che il sistema di welfare di cui l’Europa ha saputo dotarsi nel Novecento sia una delle più grandi conquiste della nostra civiltà nell’universalismo per cui il diritto all’istruzione e alla tutela della salute doveva e dovrebbe essere garantito a tutte le persone, indipendentemente dalla condizione materiale ed economica nelle quali i bambini nascono e poi crescono con le loro famiglie. Però certamente di fronte ad un’Europa che su alcune politiche si rifugia dietro il non poter decidere, è evidente che il rischio dal mio punto di vista (l’opportunità per altri) di un sovranismo di ritorno diventa l’attualità del dibattito politico. E però l’abbiamo detto altre volte, ce l’hanno detto i componenti del Patto per il lavoro, una regione come la nostra se alzasse i muri, la regione che esporta di più per quota pro capite nel mondo tra le regioni italiane e che dunque con il mondo e con i mercati tende a sfidarsi ogni giorno, una regione che accoglie milioni di turisti che arrivano da tutto il mondo e che, grazie anche a quel contributo, ha saputo dotarsi di una vera e propria politica industriale quale quella del turismo, rispetto ad altre aree che, dal punto di vista naturalistico, potevano o potrebbero immaginare di fare di più e meglio, cosa sarebbe? Noi abbiamo bisogno allora di un ragionamento sull’Europa, sul concetto di democrazia che tenga insieme il rispetto delle regole che insieme scriviamo e alcune delle quali, dal nostro punto di vista andrebbero cambiate e avete capito quali e, dall’altro, tenere insieme però una dimensione rispetto alla quale, nella competizione globale con nuove economie emergenti in aree del mondo dove la rappresentazione persino di dimensione delle persone che ci abitano è di alcuni miliardi o con economie di ritorno o vecchie, come quelle degli Stati Uniti o di altri Paesi del blocco occidentale, non può essere superata dall’idea che basta rinchiudersi in casa per poterla affrontare meglio. Abbiamo allora bisogno di provare a dare il senso di un’Europa che nel dibattito, nel confronto dell’utilità delle politiche che mette in campo provi a proporre soluzioni sempre più discusse, confrontate e partecipate dei territori.

Sono un convinto sostenitore dell’idea, presidente Duden, che le Regioni e i Comuni debbano avere un ruolo sempre più marcato nella discussione, persino della collocazione delle risorse in ambito europeo. Lo dico perché altrimenti non avrei accettato due anni fa la Presidenza del Consiglio delle Regioni e dei Comuni d’Europa che, come lei sa, va persino oltre la dimensione dell’Unione europea: sono quarantuno Paesi europei con i loro centotrentamila enti locali, in un rapporto con il Comitato delle regioni molto stretto. Proprio di recente abbiamo incontrato il presidente Lambertz e il vice ed ex presidente Markkula proprio sulla necessità di provare ad irrobustire un dibattito e non spezzettarlo in mille rivoli e organizzazioni separate, che sempre più veda quelle due grandi associazioni di territori lavorare insieme ad una proposta comune. Non a caso abbiamo aderito insieme alla “Cohesion alliance” che, proprio in questi mesi, in queste settimane, a proposito di correggere alcune scelte che l’Europa voleva determinare, si proponesse di correggere quelle proposte che all’inizio vedevano la proposta di lettura di un taglio di circa il 30 per cento di ciò che viene riferito ogni anno alla PAC e di quello che viene riferito ogni anno nella programmazione dei fondi strutturali di coesione o di quelli di sviluppo e coesione negli anni che vanno ai territori. La Conferenza delle regioni ha aderito all’unanimità dei suoi presidenti a quella piattaforma. Devo dire che il lavoro che abbiamo fatto, con il sostegno dei tanti territori (via via migliaia che hanno iniziato a firmare), ha avuto un discreto successo, se è vero che oggi da quel 30 o 25 per cento di possibili tagli (sarebbe stata dal mio punto di vista un’assoluta tragedia) siamo arrivati ad un 7 per cento di riduzione sul complessivo delle politiche di coesione ed un 5 per cento sulla cosiddetta “PAC” che riguarda il tema dell’agricoltura. Perché affronto questo tema? Perché questo è un tema che è decisivo per chi vorrà governare e governerà le Regioni e i territori nei prossimi anni. Lo dico perché le politiche della PAC e quelle di coesione territoriale hanno garantito a chi li sa spendere (l’Emilia-Romagna, la Lombardia, il Veneto, la Toscana) fino all’ultimo euro di resistere, quando non sopravvivere. E ha garantito, visto che li spendiamo davvero tutti e, permettetemi – lo dico anche a lei, presidente – io mi auguro che tra le riforme che l’Europa vorrà vedere approvate si dica qual è il quantitativo che deve essere assegnato a ciascun Paese rispetto alla programmazione dei fondi settennali da un lato o le politiche dei cosiddetti “FSC” di sviluppo e coesione dall’altro e si decida che quello che non si riesce a spendere (d’accordo con i Governi ovviamente) non ritorni ai Governi o addirittura a Bruxelles, ma venga messo a disposizione di quelle Regioni che stanno dimostrando di saper spendere quelle risorse, perché le garantisco che la nostra Regione, insieme ad altre, sarebbe in grado di spendere molto più di quello che le viene assegnato nella programmazione temporale per gli anni che sono a venire. Questo lo dico perché, quando sono spesi bene, al netto delle legittime valutazioni, come faceva la consigliera Piccinini, sul tipo di quali politiche, ma quando sono spesi fino all’ultimo euro si può stabilire se siano spesi o male o potrebbero essere spesi meglio, ma se quelle risorse non ci sono o addirittura venissero tagliate in quella dimensione che si immaginava, sarebbe una tragedia. Dirò di più: non mi convince, non mi convinceva e per fortuna la stiamo correggendo davvero anche grazie al vostro lavoro e grazie al lavoro dei parlamentari europei qui presenti, l’idea che si dovesse andare a devolvere una parte dei tagli in ragione del fatto che quelle risorse vanno salvate solo per i territori più in difficoltà. Vale il principio per il quale abbiamo chiesto in questo Paese l’autonomia differenziata come prevede la Costituzione con uno slogan che, se l’Emilia-Romagna crescesse nei prossimi anni più forte, a prescindere da chi la guidasse, crescerebbe più forte anche l’Italia, non il contrario. E se io immagino di tagliare alle Regioni più virtuose in nome del fatto che, essendo ricche o governate meglio, al di là dell’appartenenza politica, per dare una mano a chi è più in difficoltà, da un lato non so se quelli più in difficoltà davvero ce la farebbero a stare meglio, ma dall’altro do un colpo a chi sta trainando e ha trascinato in questi anni i loro Paesi o l’Europa ad una politica migliore o comunque di garanzia di non lasciare nella crisi sole le imprese, i cittadini, i territori, le istituzioni. Ora si è arrivati a quella dimensione di tagli che dicevo, che potrebbe persino essere accettabile, se non fosse che noi vogliamo capire meglio il 4 giugno a Modena, insieme al vicepresidente della Conferenza delle regioni Toti, insieme al CCRE, al Comitato delle Regioni verrà il capo di Gabinetto della commissaria Crețu che non potrà essere presente e, insieme alle rappresentanze sociali, il mondo dell’impresa, del lavoro e i sindacati, faremo una discussione e un dibattito proprio per chiedere tutti insieme che si possa addirittura ulteriormente limare quell’ipotesi di tagli. Poi è vero che sulla PAC si è deciso di concentrarli sul secondo pilastro, salvaguardando quello che gli agricoltori, Rainieri in primis, ci direbbero è il vero problema ancora di questo Paese, anche di questa regione, quando le cose vanno persino bene: la redditività dell’impresa. Questo è stato messo al riparo. Ma quel taglio ci sarà comunque e quindi dobbiamo ragionare di come provare ad aggredirlo e a limitarlo ulteriormente. Sulle politiche di coesione vale il principio che ho detto prima: lì si è sviluppato in maniera plastica il tema del rapporto tra territori, penso al tema delle infrastrutture, penso al tema del Fondo sociale europeo, penso al tema dei Piani di sviluppo rurale per le cosiddette “aree marginali”, quei 75 milioni di euro ad esempio dei fondi POR-FESR o del Piano di sviluppo rurale che aggiungiamo ai 180 ottenuti dal Governo per completare l’arrivo della banda ultralarga, a proposito di competitività e di colmare i ritardi che questo Paese, per colpa dei Governi di prima (nessuno escluso), ha accumulato rispetto ai partner europei – come Schlein sa bene, perché ne abbiamo discusso proprio recentemente a Bruxelles – noi non riusciremmo a riconvertire fondi, perché la Regione non avrebbe fondi propri di quella dimensione, se non tagliando su politiche vive sul welfare ad esempio regionale o sulla sanità. Quindi c’è proprio una ragione plastica che si può trasmettere, evidenziare e raccontare in maniera molto efficace. Lo possono fare le istituzioni, lo potrebbero fare tante imprese private, ma pensate sul contributo del terremoto: siamo quelli che hanno ottenuto il fondo più alto mai concesso (a proposito di un’Europa anche che funziona) a territori che avessero avuto, lo dico nei giorni del sesto anniversario di quelle due tragedie del 20 e del 29 maggio, proprio nei giorni in cui non ci lascia proprio stare quel “maledetto” – non saprei come definirlo, visti gli oltre quattro punti di magnitudo – che si è manifestato nell’Appennino piacentino proprio due giorni fa.

Abbiamo allora bisogno che il Comitato delle regioni, il Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa, le stesse istituzioni nazionali, il Governo italiano nelle prossime settimane provino a fare un’alleanza perché abbiamo detto (mi pare che stamattina negli interventi questo sia uscito molto netto) che in ogni caso, al di là delle opinioni, la programmazione dei Fondi europei, le politiche di coesione sono state qualcosa di importante in questi anni. E proprio in ragione del fatto che nessuno di noi vuole togliersi dal solidarismo verso chi è più debole – ci mancherebbe altro – abbiamo però di sapere che il contributo maggiore e migliore viene se si correggono alcune storture che stanno a monte: ad esempio le politiche fiscali. Non è accettabile che Paesi dell’Est Europa, come è accaduto di recente, utilizzino i Fondi europei per fare “dumping” e portarci via il lavoro portando là imprese che paghino meno tasse. Li voglio chiamare con il loro nome e cognome i problemi che abbiamo. Se questo è, ci sono alcune questioni di fondo che potrebbero trovarci persino uniti al di là delle appartenenze. Certo, abbiamo bisogno di svilupparlo rispetto al tema di come vogliamo giocare il rapporto tra questa Regione che si sente a tutto tondo una Regione europea, che ha solidi rapporti con alcune Regioni partner: dall’Assia tedesca alla Nouvelle-Aquitaine francese alla Wielkopolska polacca, quindi tre Paesi molto differenti tra loro, di Regioni governate da segno politico differente tra di loro, ma che ci hanno visto e ci vedono giocare una partita in Europa, dove ha trovato ad esempio un punto comune sulle cose che dicevo poc’anzi, una Regione come la nostra che in Europa si fa valere. Se voi parlate con i miei colleghi delle altre Regioni o le loro strutture, vi direbbero che la struttura dell’Emilia-Romagna, grazie non al sottoscritto, non agli amministratori, ma grazie alla dottoressa Badiello e a tutta la struttura che lavora a Bruxelles, è una di quelle ritenute più affidabili, efficaci ed efficienti. È un bene prezioso e un patrimonio che non dobbiamo disperdere, perché è nelle relazioni, nel rapporto sulle politiche integrate, ma che si riesce a dimostrare vengono attuate fino in fondo (e non solo a parole o con gli slogan), è nella presenza costante e assidua là dove devi stare, quando discuti a volte rischiando anche i fischi, che si possono ottenere i risultati come tutto sommato mi permetto e mi pregio di dire l’Emilia-Romagna ha saputo conquistarsi in questi anni.

Noi allora abbiamo, nell’intesa firmata il 28 febbraio scorso insieme al presidente Maroni per la Lombardia e Zaia per il Veneto, aggiunto un addendum sui rapporti internazionali con l’Unione europea, nel quale Governo e Regione Emilia-Romagna si impegnano a rafforzare e sostenere: a) le forme di partecipazione delle autonomie territoriali al consolidamento dell’Unione europea e all’intensificazione delle relazioni transfrontaliere e della cooperazione transfrontaliera delle collettività e autorità territoriali; b) la partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione degli atti normativi comunitari nelle materie oggetto di autonomia differenziata, di cui all’articolo 116; c) l’azione della Regione Emilia-Romagna nella politica europea in materia di strategie macroregionali, anche supportando il ruolo svolto dalla Regione quale autorità capofila nello sviluppo della Regione EUSAIR, visto che era l’Unione europea stessa che indicava nelle cosiddette “macroregioni” per quello che può essere rispetto a peculiarità, penso a quello dell’Adriatico ad esempio – citava l’assessore Bianchi – ci hanno assegnato la direzione del braccio operativo ADRION, proprio perché quelle venti Regioni di otto Paesi, peraltro quattro aderenti all’Unione europea e quattro no, da un punto di vista delle necessità di politiche di sviluppo nel continente, indipendentemente dai confini delle istituzioni stesse, ci ha garantito una discussione non banale.

Dirò di più. Il fatto che, causa BREXIT, rispettando la volontà popolare, noi si sia riusciti ad ottenere in silenzio, lavorando sodo la sede della futura, quando sarà collocata qui, Agenzia metereologica europea, ci ha messo nella condizione ad esempio (a proposito di sinergia) di lavorare – come Bianchi diceva – per un centro internazionale mondiale sullo studio dei “big data”. Quando si parla di innovazione campo scientifico, campo medico, campo tecnologico, nel campo delle imprese, dell’innovazione, soprattutto per una regione così altamente manifatturiera come la nostra o dove la qualità della sanità è così eccellente, tutti ci direbbero (coloro che se ne intendono) che il tema dei “big data” è fin troppo oggi sottovalutato e che sarà una delle cornici necessarie per la competitività dei territori del futuro e delle società. Noi su questo lavoreremo, avremo bisogno dell’Unione europea. Appena si insedia il Governo italiano, lasciando il tempo a tutti di potersi insediare e nominare anche le proprie strutture interne, chiederemo immediatamente un incontro, perché su due temi richiamerò i parlamentari eletti in Emilia-Romagna di qualsiasi schieramento, perché mi interessa la sostanza, non la divisione o l’appartenenza: il tema del 116 (dell’autonomia) che potrebbe giustamente lei dirmi “riguarda il vostro Paese”, ma io credo invece potrebbe essere di aiuto all’Europa laddove, con l’approccio e l’attivazione di quell’ipotesi (mi hanno chiesto di andare a relazionare recentemente a Strasburgo), noi non chiediamo la secessione come fa la Catalogna, ma proviamo, pur noi Regione ricca, insieme ad altre due grandi Regioni ricche come il Veneto e la Lombardia, un approccio che sia autonomista e non secessionista, laddove dentro ad un federalismo sano possa essere un’opportunità nel quadro di cornice nazionale, nel rispetto dei trattati europei, ma di valore aggiunto da un punto di vista di liberare più opportunità per quelle che non riteniamo essere eccellenze del nostro territorio. L’altro tema è quello ad esempio delle politiche sul “data center” Centro meteo, ma anche di una futura collocazione qui di un centro internazionale dei “big data”, perché avremo bisogno dell’Unione europea. E ne avremo bisogno sempre più – venivano richiamati prima – per due tipi di politiche che troppo poco i Paesi europei (ma il mondo intero) hanno saputo affrontare; non mi spiegherei altrimenti perché si parlò di “svolta epocale” alla Conferenza di Parigi, alla COP21 di fine 2015 sul tema della lotta al “Climate change”. Poi, certo, Trump sta prendendo una china preoccupante, ma non va dimenticato che tutto il resto del mondo continua ad immaginare di dover rispettare quel tipo di trattati. Lì noi dovremmo fare molto di più, perché tutte le discussioni che stiamo facendo adesso guardano ad un mondo, a quello del 2030 o del 2050 che, se non difendiamo il bene più prezioso che abbiamo che è il pianeta Terra, messo a repentaglio dal troppo inquinamento in atmosfera e dal troppo surriscaldamento del globo che porta a disastri che costano non solo vite umane (l’unico danno irreparabile), ma anche costi sociali ed economici drammatici e devastanti, noi rischieremmo di fare discussioni, peraltro per quanto eccellenti, semmai ne fossimo capaci, che non troveranno sostanza rispetto a quei problemi che affronteremo.

Il secondo è quello delle politiche di un nuovo welfare. Chiudo su questo. Siamo una popolazione che invecchia; negli ultimi cinquant’anni mi pare sia cresciuta di quindici anni l’aspettativa di vita (ed è un bene), ma se la forza lavoro sarà superata da quella in pensione, da un lato non sappiamo dove potranno trovarsi le risorse per garantire un welfare universalistico. E, per quanto ci riguarda, il tema non è l’assegno da dare alle persone che non stanno lavorando che c’è (non avremmo fatto il reddito di solidarietà), ma quella di trovare politiche inclusive per far lavorare le persone, per la loro dignità. Ma dall’altro c’è anche un tema che anche chi rappresento io, provo modestamente a rappresentare come cultura politica, ha affrontato troppo poco in passato: si chiamano politiche per la famiglia e per la natalità in particolare. O noi riusciamo a correggere quella curvatura, rispetto alla quale noi rischiamo un declino inarrestabile rispetto ad altre parti del mondo, dove l’età media della popolazione è enormemente più bassa ed è un dibattito che ci deve coinvolgere, ognuno di noi è un portatore di valori molto radicati a cui nessuno vuole, in tema di diritti, tirarsi indietro, ma penso sia un tema che meriterebbe e magari ragioniamoci – lo dico ai capigruppo – anche una sessione dedicata di questa Assemblea, ma credo riguardi l’Europa. Quando ci troviamo all’esecutivo del Consiglio dei comuni e delle regioni, negli ultimi tempi sempre più questa discussione sta diventando cogente, indipendentemente se si appartenga alle famiglie socialiste o popolari o di qualsiasi altra esperienza, Verdi o Liberali o più di movimento.

Io penso che su questa direttrice noi possiamo lavorare. Non è una banalità, credo che abbiamo un lavoro da fare insieme che possa metterci al riparo, se percepisco che il dibattito sull’autonomia sia stato un dibattito – lo dico guardando in questo caso una certa parte politica e chiedo scusa a Bargi se l’ho un po’ strattonato, ma, essendo noi uomini di mondo, ci rifaremo nel dibattito pubblico io e lui insieme magari nel mio ufficio –, possiamo davvero evitare strappi che potrebbero preoccupare una deriva di tante piccole patrie e, ognuno con la sua cultura, ragionare su un federalismo e un’autonomia di ritorno o di riferimento che possa, rispetto anche ad alcune storture che persino la riforma del Titolo V fece nel 2001, recuperare un rapporto virtuoso con i territori, perché forse lì mettiamo in condizioni i cittadini, restituendo loro un po’ più di capacità di comprendere se chi sta governando fa bene o male (chiunque esso sia), un’opportunità che è quella però che – come richiamava sia Lia che Taruffi – non può che vedere l’Europa, per quanto puntiamo alla crescita e alla piena occupazione, ad un tema che disgiunga da quello del rapporto sociale con le persone, con le comunità. Io penso che, se sapremo fare questo dibattito fuori dalle nostre divisioni, noi potremmo dare un bel contributo, perché siamo una Regione europea che può provare a tenere insieme l’idea di istituzioni comuni come dimensioni di competitività con le parti più avanzate del mondo, anche come culla di una civiltà che sui diritti vuole essere fondata, ma che pensa si possa questo saldare con la difesa delle radici e dell’identità di un territorio. Io ci credo molto in questo dibattito ed è un dibattito, secondo me, che meriterebbe un approfondimento fuori dalle discussioni dei talkshow televisivi o delle dispute anche tra di noi, anche per colpa mia, sui giornali. Abbiamo bisogno secondo me di farlo. Io penso, presidente Saliera, che forse dedicare un ulteriore momento fuori della Sessione comunitaria, nella seconda parte dell’anno, al tema dell’Unione europea e contemporaneamente al tema del futuro delle nostre società potrebbe essere un bell’esercizio per provare a vedere cosa siamo in grado, semmai lo fossimo, di fare.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, presidente Bonaccini.

Io ora accompagno la presidente Duden e la salutiamo, a nome ovviamente di tutta l’Assemblea. Penso, spero che abbia avuto una buona impressione sul dibattito e che ne riceva da questa Assemblea un’idea molto forte che tutti noi qualcosa da dire sull’Europa l’abbiamo e qualcosa da dire sul migliorare l’Europa l’abbiamo e quindi, oltre alla nostra discussione e alla risoluzione, altri documenti, documenti che già questa Assemblea, la I Commissione in particolare, ha siglato insieme alla Commissione dell’Assia e ha fatto pervenire al CDR, ci siamo nella discussione, nel contribuire con le idee a far sì che l’Europa possa migliorare. Grazie per essere stata qui con noi.

Chiedo al vicepresidente Rainieri se può continuare a presiedere ai fini della dichiarazione di voto e per la votazione delle risoluzioni.

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

PRESIDENTE (Rainieri): Proseguiamo con le dichiarazioni di voto.

Se non ci sono interventi in dichiarazione di voto, dibattito generale sugli emendamenti alla risoluzione oggetto 6440. Nessun intervento.

Dichiarazioni congiunte sugli emendamenti e sulle due risoluzioni. Nessun intervento.

Nominiamo gli scrutatori i consiglieri Campedelli, Prodi e Galli per l’opposizione.

Passiamo quindi alla votazione dei due emendamenti, il numero 2 a firma della consigliera Piccinini. Chiedo l’assenso al presidente Pompignoli. Grazie.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 2, a firma della consigliera Piccinini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 2 è respinto.

Metto in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini.

 

(È respinto a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): L’emendamento 1 è respinto.

Passiamo quindi alla votazione della risoluzione oggetto 6440.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 6440.

 

(È approvata a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 6440 è approvata.

Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 6548, a firma del consigliere Sassi.

 

(È respinta a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Rainieri): La risoluzione oggetto 6548 è respinta.

Sono così conclusi i lavori della mattinata. Grazie.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 13,06

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Barbara LORI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Luciana SERRI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Paola GAZZOLO, Emma PETITTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Elisabetta GUALMINI, gli assessori Palma COSTI, Raffaele DONINI, Sergio VENTURI e i consiglieri Gabriele DELMONTE, Valentina RAVAIOLI, Nadia ROSSI, Raffaella SENSOLI, Ottavia SONCINI.

 

Ha partecipato alla seduta la Presidente della Commissione CIVEX Barbara DUDEN

Sono inoltre presenti le europarlamentari Cécilie Kyenge ed Elly Schlein.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 6440 “Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: «Sessione europea 2018. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea».”

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Piccinini:

«La lettera ss) è sostituita secondo la seguente formulazione:

ff) In stretta connessione con il tema della lotta contro la violenza e gli stereotipi di genere, si ribadisce la necessità di una strategia rafforzata e all’avanguardia sul tema del cyberbullismo. Si evidenzia a tal proposito l’entrata in vigore della legge 29 maggio 2017, n. 71 (Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo) e si sottolinea l’importanza di una nuova strategia che anche a livello europeo fornisca orientamenti e un quadro di azione aggiornato entro cui collocare le politiche degli Stati membri e delle Regioni. Si auspica, quindi, con riferimento all’attuazione dell’Agenda europea digitale e in vista della definizione della futura strategia per la parità di genere posto 2019, l’avvio di un dibattito a livello europeo alla luce di un’attenta analisi dello sviluppo che il fenomeno del cyberbullismo ha avuto negli ultimi anni e del ruolo che le tecnologie potrebbero avere nel rafforzare o meno gli stereotipi di genere, ivi comprese quelle caratterizzate da omotransnegatività, anche in connessione con il fenomeno della violenza tra pari e della violenza di genere nelle relazioni “virtuali”. Si ribadisce, inoltre, l’importanza di un’attenta valutazione dei risultati della Strategia europea per un’internet migliore per i ragazzi del 2012 e della revisione sia della strategia che del programma comunitario pluriennale istituito con decisione n. 1351/2008/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008, nell’ottica di approntare azioni più mirate al contrasto degli stereotipi, ivi comprese quelle caratterizzate da omotransnegatività, e delle discriminazioni violente sul web.»

(Respinto)

 

Emendamento 2, a firma della consigliera Piccinini:

«Nella lettera pp), dopo le parole

“favorendo l’integrazione della parità di genere in altri obiettivi e nelle diverse politiche dell’UE”

sono aggiunte le seguenti:

“, dedicando, inoltre, specifica attenzione alle tematiche del contrasto dell’omotransnegatività ed al reale esercizio dei diritti delle persone LGBT+”.»

(Respinto)

 

Comunicazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

È stato presentato il seguente progetto di legge:

 

6489 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 dicembre 2016, n. 24 (Misure di contrasto alla povertà e sostegno al reddito)". (09 05 18) A firma dei Consiglieri: Taruffi, Caliandro, Calvano, Sabattini, Iotti, Bagnari, Poli, Campedelli, Mumolo, Prodi, Zoffoli, Torri, Lori, Rossi, Marchetti Francesca, Bessi, Pruccoli, Serri, Montalti

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

6492 - Interrogazione a risposta scritta in merito a segnalazioni pervenute di edifici di proprietà del Comune di Imola, gestiti da Acer, che versano in condizioni critiche dal punto di vista igienico e strutturale. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6493 - Interrogazione a risposta scritta in merito agli episodi di malfunzionamento e di incendio degli autobus dell'Azienda Seta, specie in provincia di Modena dove si stanno verificando sempre più frequentemente, e per chiedere, quindi, alla Giunta regionale, se le previsioni del Piano industriale 2016-2018 di Seta, che prevedevano l'acquisto di 128 nuovi mezzi, siano state rispettate e se nel prossimo Piano industriale siano previsti investimenti per il rinnovo completo del parco mezzi. A firma del Consigliere: Bargi

6494 - Interrogazione a risposta scritta in merito al calendario per la raccolta del tartufo estivo e alla deroga concessa dalla Regione alla provincia di Piacenza per la raccolta dello scorzone, nel solo piacentino, che avrebbe provocato una concentrazione in quel territorio di raccoglitori provenienti da altre regioni e da altre province dell'Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Torri

6495 - Interrogazione a risposta scritta in merito all’iter amministrativo, tecnico e contabile riguardante la costruzione dell’ospedale di Cona. A firma della Consigliera: Sensoli

6496 - Interrogazione a risposta scritta circa l’interpretazione dei commi 2 e 3 dell'articolo 2 della legge regionale 25 marzo 2016, n. 5, riguardanti i livelli di aggregazione delle Pro loco. A firma dei Consiglieri: Rontini, Montalti, Zappaterra, Tarasconi, Zoffoli, Molinari, Pruccoli, Cardinali, Soncini

6497 - Interrogazione a risposta scritta in merito ad uno spettacolo teatrale, rappresentato in data 20 marzo 2018 dall'Istituto comprensivo di Conselice-Lavezzola (RA). A firma del Consigliere: Galli

6498 - Interrogazione a risposta scritta circa il malfunzionamento dei collegamenti telefonici nella Valle Savio e in particolare nelle frazioni cesenati di Ranchio e Linaro. A firma del Consigliere: Pompignoli

6499 - Interrogazione a risposta scritta in merito al sopralluogo effettuato dall'Ausl e dai tecnici del Comune di Modena negli stabilimenti dell'ex "Parmeggiani pallets" a San Cesario sul Panaro (Mo) al fine di verificarne la presenza di amianto. A firma del Consigliere: Galli

6501 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano le tempistiche per l'insediamento del nuovo Direttore Generale per l’Ospedale di Montecatone. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6502 - Interrogazione a risposta scritta circa la valutazione di VIA e di impatto sanitario riguardante l'impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti situato in comune di Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Gibertoni

6503 - Interrogazione a risposta scritta circa la proposta di metro leggera da Cattolica all'Alto Ferrarese. A firma della Consigliera: Sensoli

6504 - Interrogazione a risposta scritta circa la copertura della tribuna dello stadio sito in via Conca Nuova n. 198 nel comune di San Giovanni in Marignano. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Piccinini, Bertani

6507 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla vicenda tra la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell'Emilia-Romagna e Villa Verdi, in località Sant'Agata nel comune di Villanova sull'Arda (PC), sulla quale il Ministero dei Beni Culturali ha posto un vincolo di inscindibilità della Villa dai beni in essa contenuti. A firma del Consigliere: Rancan

6508 - Interrogazione a risposta scritta circa azioni per potenziare la formazione continua, con corsi specifici di aggiornamento BLSD, anche per gli autisti addetti al servizio di emergenza urgenza. A firma della Consigliera: Piccinini

6509 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se l'area su cui dovrebbe essere costruita la nuova bretella stradale in comune di San Pietro in Casale sia soggetta ad un vincolo preordinato della competente Soprintendenza e se sia ancora destinata a verde negli strumenti urbanistici. A firma della Consigliera: Piccinini

6510 - Interrogazione a risposta scritta circa azioni, fra gli attori istituzionali e non, per assicurare qualità e sicurezza del lavoro e dei lavoratori nel sistema portuale. A firma del Consigliere: Bessi

6512 - Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta regionale se ritenga opportuno rappresentare, presso l'AUSL della Romagna, la necessità di potenziare i servizi socio-sanitari per anziani, in particolare quelli per anziani non autosufficienti e/o meno abbienti, al fine di garantire loro la cura nei luoghi di residenza. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

6513 - Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta se ritenga opportuno richiamare le AUSL, in particolare quella di Modena, affinché siano evitate pratiche scorrette quali la trasmissione delle immagini radiografiche dai servizi di emergenza urgenza tramite dispositivi che non siano conformi alla normativa in essere e che non diano la certezza sulla qualità dell'immagine. A firma della Consigliera: Gibertoni

6514 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta regionale intenda richiedere alla Conferenza Unificata la limitazione dell'intervento del FCG (Fondo Centrale di Garanzia) alla sola controgaranzia dei fondi regionali e dei confidi. A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Rossi

6516 - Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta se ritenga opportuno invitare le Amministrazioni locali e scolastiche a revocare o annullare gli atti di contestazione eventualmente notificati al fine di acquisire i dati vaccinali, ove le famiglie abbiano già dimostrato di aver iniziato l'iter per la vaccinazione. A firma della Consigliera: Sensoli

6517 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla notizia, pubblicata il 9 maggio 2018 sulla stampa locale, secondo cui a Comacchio (FE) alcuni pescatori sarebbero stati "costretti a vendere il proprio prodotto ad un prezzo inferiore a quello di mercato”. A firma del Consigliere: Bertani

6518 - Interrogazione a risposta scritta circa un movimento franoso, importante ed esteso, situato nei pressi del centro del Comune di Castiglione dei Pepoli (Bo), in una zona densamente abitata fra via Mattei, via Verdi, via Chiesa vecchia e via Alighieri, che ha causato cedimenti stradali, ma soprattutto movimenti delle abitazioni. A firma del Consigliere: Taruffi

6519 - Interrogazione a risposta scritta in merito allo studio di fattibilità per la fusione dei comuni di Baricella e Malalbergo, redatto direttamente dai due Comuni, prendendo atto che il Comune di Minerbio è uscito dal percorso di fusione. A firma della Consigliera: Piccinini

6520 - Interrogazione a risposta scritta in merito ai dati regionali sulla Sicurezza stradale, relativi agli anni 2015 e 2016, presentati giovedì 10 maggio 2018. nella competente commissione assembleare. A firma del Consigliere: Pompignoli

6521 - Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta regionale quali azioni intenda attuare a salvaguardia degli alberi monumentali, oltre al loro inserimento nell'apposito elenco nella banca dati dell’Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali dell’Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

6522 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla notizia che il Comune di Parma ha annunciato che utilizzerà come volontari, per garantire la sicurezza degli alunni in entrata e in uscita dagli istituti scolastici, alcuni richiedenti protezione internazionale ospitati in centri di accoglienza ubicati in quella stessa città. A firma del Consigliere: Rainieri

6524 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la scelta dei vertici aziendali dell'Azienda USL di Reggio Emilia di modificare i termini temporali di pagamento delle prestazioni aggiuntive del personale, passando da un pagamento su base mensile ad un conguaglio su base semestrale, corrisponda al vero e se si sia trattato di un errore e, in questo caso, se la direzione aziendale abbia intenzione di revocare il provvedimento di modifica continuando a garantire il pagamento delle prestazioni aggiuntive su base mensile. A firma della Consigliera: Sensoli

6525 - Interrogazione a risposta scritta per sapere i tempi previsti per la realizzazione del progetto LIFE AGREE-COASTAL LAGOON LONG TERM MANAGEMENT (LIFE 13NAT/IT/000115) presentato dalla provincia di Ferrara nel 2013 nell’ambito del LIFE+Natura e biodiversità e co-finanziato dall’Unione Europea. A firma della Consigliera: Zappaterra

6526 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta regionale intenda intervenire presso Trenitalia per sollecitare l’impegno alla dotazione, in tutte le stazioni del servizio ferroviario metropolitano sprovviste di biglietteria, di macchinette emettitrici funzionanti, al fine di evitare all’utenza disservizi nell’acquisto di biglietti e abbonamenti. A firma del Consigliere: Facci

6527 - Interrogazione a risposta scritta per sapere in che modo la Regione intenda applicare quanto previsto dal comma 2 dell'articolo 38 del Regolamento 15 dicembre 2017, n. 3 in materia di contenimento dell'inquinamento dovuto alle sostanze azotate, in modo particolare nei territori montani; e quali azioni intenda mettere in campo per far conoscere agli allevatori i contenuti del citato Regolamento regionale. A firma del Consigliere: Torri

6532 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle problematiche legate alla condizione degli argini del canale Naviglio, a Coccanile, frazione del comune di Copparo in provincia di Ferrara dove, lungo le sponde sono state costruite diverse abitazioni che ora, con il lento allargamento del letto del fiume dovuto all'erosione, si trovano a diretto contatto con l'acqua. A firma del Consigliere: Fabbri

6533 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga di annullare una determinazione regionale con cui è stata disposta l'espulsione di un medico dal corso di formazione specifica in medicina generale. A firma del Consigliere: Galli

6537 - Interrogazione a risposta scritta per sapere dalla Giunta come intenda intervenire nei confronti di Poste Italiane per sollecitare il pieno rispetto dei diritti dei lavorati degli appalti postali, considerate che i Sindacati piacentini hanno registrato le denunce di alcuni lavoratori di due diverse aziende, PI.GA. srl e LID srl, per motivi legati alla sicurezza sul lavoro e la mancata gestione del trasporto della posta in appalto da Poste Italiane. A firma del Consigliere: Molinari

6538 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia la situazione delle Case della salute sul territorio piacentino; quanto è stato investito fino ad oggi in ambito piacentino e quali siano gli investimenti previsti a partire dal 2018 per completare la realizzazione delle Case della Salute dall'Azienda USL di Piacenza. A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Molinari

6539 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni che si possono mettere in campo per evitare che un'agenzia viaggi regolarmente iscritta all'elenco regionale "Agenzie sicure" nel momento in cui dichiara fallimento o insolvenza, non abbia sottoscritto un'idonea assicurazione che permetta il risarcimento danni. A firma della Consigliera: Montalti

6540 - Interrogazione a risposta scritta circa l'entità della quota di inadempienza del Gruppo Iren in merito agli investimenti e alle opere volte alla depurazione delle acque nel territorio della provincia di Piacenza. A firma del Consigliere: Rancan

6541 - Interrogazione a risposta scritta circa l’avvio del percorso partecipato per una fusione fra i Comuni di Baricella, Malalbergo e Minerbio. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

Interpellanze

 

6534 - Interpellanza in merito all'applicazione del Piano Nazionale Amianto, approvato nella conferenza Stato-Regioni del 5 maggio 2016. A firma della Consigliera: Gibertoni

6535 - Interpellanza per sapere se la Giunta ritenga di promuovere, da parte di ARPAE, una campagna di monitoraggio e caratterizzazione completa delle matrici ambientali potenzialmente compromesse, sul sito dell'Azienda IRMA S.r.l., in Via Arsa Pega per arrivare ad una azione di messa in sicurezza. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Risoluzioni

 

6500 - Risoluzione per chiedere alla Giunta regionale di porre in essere tutte le azioni possibili per la revisione e l'abbassamento della soglia minima di dieci alunni per l’erogazione del tempo pieno presso le scuole d'infanzia nelle zone appenniniche della nostra Regione. (11 05 18) A firma dei Consiglieri: Rancan, Fabbri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Rainieri, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli, Tagliaferri

6505 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a precisare in quanti casi ci sono rischi derivanti da espropri realizzati impropriamente per la realizzazione del Trasporto rapido costiero (TRC). (14 05 18) A firma della Consigliera: Sensoli

6506 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad adoperarsi per istituire un periodo di sospensione della pesca professionale sul fiume Po e nei canali di bonifica colpiti dal bracconaggio, con particolare riferimento dal fermo della pesca professionale almeno sulle sponde prospicenti a quelle venete nelle quali il fermo esiste già. (14 05 18) A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

6511 - Risoluzione per richiedere al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali di assumere ogni iniziativa utile con il Ministero della salute per avviare un percorso che porti ad evitare il doppio tatuaggio identificativo per i suini. (15 05 18) A firma dei Consiglieri: Serri, Zappaterra, Tarasconi, Campedelli, Zoffoli, Cardinali

6515 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a bloccare qualsiasi trasferimento e riorganizzazione dell'Ospedale di Vergato, considerata la mancanza del Piano di Programmazione ed Innovazione dell'Assistenza Territoriale e della Rete Ospedaliera dell'area metropolitana. (15 05 18) A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6523 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a sostenere l'attività coreutica, con particolare attenzione ai cori di montagna, prevedendone la valorizzazione nelle priorità strategiche dell'azione regionale nell'ambito della programmazione della legge sulla musica o di altre misure analoghe. (16 05 18) A firma dei Consiglieri: Molinari, Cardinali, Tarasconi, Rontini, Lori, Zoffoli, Serri, Rossi

6528 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a proseguire, in tutte le sedi e con tutti i mezzi a disposizione, l'attività a favore del comparto bieticolo saccarifero avviata dalla Regione Emilia-Romagna a partire dal 2005 con l'obiettivo di contribuire al sostegno delle aziende bieticole, alla crescita di investimenti nel comparto della trasformazione ed al consolidamento di competenze scientifiche e tecniche in grado di rafforzare l'incremento della produttività e della redditività della filiera. (17 05 18) A firma dei Consiglieri: Calvano, Caliandro, Poli, Zappaterra, Sabattini, Tarasconi, Rontini, Torri, Bagnari, Taruffi

6536 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a sostenere i Comuni nelle operazioni connesse all'iscrizione all'anagrafe di bambini e bambine di coppie di madri o di padri, al fine, anche, di assicurare pari tutele e dignità ai figli di coppie omogenitoriali; e per chiedere al Parlamento di prendere in esame l'approvazione di una legge che, colmando un vuoto normativo, garantisca in modo inequivocabile i diritti di bambini e bambine di coppie di madri e di padri. (17 05 18) A firma della Consigliera: Piccinini

6542 - Risoluzione per impegnare la Giunta e l’Assessore competente ad adottare un nuovo documento per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto e del rischio sanitario, che tenga conto delle esperienze più avanzate, quali le linee guida recenti elaborate dalla Regione Piemonte, al fine di elevare il livello di protezione della popolazione dalla aerodispersione di fibre di amianto. (18 05 18) A firma della Consigliera: Gibertoni

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.:

6151 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione e gli interventi da porre in essere in merito al torrente Ausa, affluente del fiume Marecchia. A firma della Consigliera: Sensoli

6161 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare che la riforma dell’ordinamento penitenziario indebolisca il principio della certezza della pena e comporti aggravi dei costi a carico delle regioni, con particolare riferimento agli stranieri extracomunitari condannati con sentenze definitive. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Fabbri, Delmonte, Rancan, Marchetti Daniele, Liverani, Pettazzoni, Pompignoli, Bargi

6162 - Interrogazione a risposta scritta circa soluzioni per facilitare la raccolta differenziata per le persone affette da invalidità a Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Delmonte

6163 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche relative agli avvicendamenti di personale medico tra le Aziende Sanitarie Locali di Bologna e Ravenna. A firma del Consigliere: Bignami

6170 - Interrogazione a risposta scritta circa l’aumento del quantitativo dei rifiuti conferiti all’inceneritore sito nel Comune di Coriano (RN), in via Raibano. A firma della Consigliera: Sensoli

6175 - Interrogazione a risposta scritta circa l’utilizzazione ed i costi del servizio di navetta tra la Stazione ferroviaria di Bologna e la Fabbrica Italiana Contadina (FICO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6177 - Interrogazione a risposta scritta circa la Convenzione, tra la Prefettura di Ravenna, l’Asp dei Comuni della Bassa Romagna e l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, per il servizio di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e gestione dei servizi connessi, approvata il 26 febbraio 2018. A firma del Consigliere: Pompignoli

6186 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni e le risorse economiche da attivare per mettere in sicurezza il territorio del Comune di Casalfiumanese, e contrastare il dissesto idrogeologico esistente. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6187 - Interrogazione a risposta scritta circa le risorse e le azioni da prevedere ed impegnare per mettere in sicurezza la frana in atto nel Comune di Gaggio Montano, in località Vaina. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6188 - Interrogazione a risposta scritta circa l’utilizzazione delle risorse e dei fondi destinati alla difesa delle donne ed a tutela dei loro diritti. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Liverani, Fabbri, Delmonte, Rancan, Pompignoli, Rainieri, Bargi, Pettazzoni

6189 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per eliminare i danni apportati dal maltempo alla rete viaria, con particolare riferimento a quella provinciale. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Bargi, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

6195 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti l’istituzione di strutture sanitarie. A firma dei Consiglieri: Foti, Tagliaferri

6196 - Interrogazione a risposta scritta circa l’applicazione delle norme sulla parità di genere nell’ambito delle società controllate dalla Regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

6197 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare il forte incremento dei costi del trasporto pubblico riguardante zone collinari e montane della Provincia di Forlì-Cesena. A firma del Consigliere: Pompignoli

6198 - Interrogazione a risposta scritta circa l’adesione alla campagna “8 marzo 3 donne 3 strade” per la valorizzazione delle figure femminili tramite l’intitolazione di luoghi pubblici e strade. A firma della Consigliera: Gibertoni

6203 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per ripristinare le condizioni di sicurezza sulla rete viaria, con particolare riferimento alla Provincia di Modena ed alle competenze dell’ANAS. A firma della Consigliera: Gibertoni

6204 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per evitare disservizi riguardanti il trasporto di studenti interessati all’evento, che si svolge a Bologna, denominato “Alma Orienta -  Giornate dell’Orientamento”. A firma dei Consiglieri: Bertani, Piccinini

6205 - Interrogazione a risposta scritta circa la quantificazione dei posti complessivi per l'accoglienza dei migranti irregolari nei comuni. A firma del Consigliere: Rainieri

6214 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per far fronte al rischio idrogeologico, con particolare riferimento alla situazione esistente a Sant’Alberto ed alla S.P. Mandriole. A firma del Consigliere: Bagnari

6215 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire l’attivazione del segnale semaforico di colore verde in occasione del transito di autoambulanze operanti in situazioni di emergenza. A firma del Consigliere: Mumolo

6216 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per mettere in sicurezza la rete stradale della Provincia di Ravenna danneggiata dal maltempo, con particolare riferimento al canale di bonifica in Destra del Reno, a Mandriole. A firma del Consigliere: Pompignoli

6232 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per ripristinare e mettere in sicurezza la viabilità romagnola, e le relative risorse. A firma del Consigliere: Pompignoli

6264 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte alla situazione di dissesto idrogeologico delle zone dell’Appennino con particolare riferimento alla Provincia di Reggio Emilia ed al Comune di Ventasso. A firma del Consigliere: Torri

6270 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte ai danni subiti dal territorio dell'Appennino bolognese a causa dell'ondata di maltempo che lo ha colpito. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6272 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per garantire la sicurezza e la manutenzione delle strade provinciali nel territorio metropolitano ed appenninico di Bologna. A firma del Consigliere: Bignami

6274 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per contrastare le emissioni odorigene connesse all’industria ceramica. A firma della Consigliera: Gibertoni

6279 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e problematiche riguardanti la realizzazione di una centrale a biomasse nel Comune di Villa Minozzo (RE). A firma del Consigliere: Delmonte

6320 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per far fronte ai danni che il maltempo ha causato ai castagneti, e sostenere il relativo settore. A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi

6335 - Interrogazione a risposta scritta circa nomine relative a fondazioni riguardanti istituti di credito di Faenza. A firma del Consigliere: Liverani

6340 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche riguardanti l’alternanza scuola-lavoro con particolare riferimento alla tutela degli studenti. A firma del Consigliere: Torri

6350 - Interrogazione a risposta scritta circa l’attuazione delle disposizioni legislative riguardanti la promozione ed il sostegno dell’economia solidale. A firma della Consigliera: Ravaioli

6364 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per sostenere l'attività della Fondazione Tito Balestra di Longiano. A firma del Consigliere: Bertani

6371 - Interrogazione a risposta scritta circa episodi di violenza, di ghettizzazione ed esclusione degli alunni italiani, con particolare riferimento alle problematiche relative a classi con rilevante presenza di stranieri ed alla situazione esistente a Fusignano (RA). A firma del Consigliere: Bignami

6378 - Interrogazione a risposta scritta circa la messa in sicurezza di un appartamento ACER sito a Imola, abbandonato dai relativi inquilini. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

6394 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni e problematiche riguardanti il potenziamento del sito di stoccaggio di gas di Minerbio. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri

6397 - Interrogazione a risposta scritta circa il monitoraggio e l'espulsione di soggetti richiedenti asilo che compiono gesti criminali. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68, comma 1, lettera d) del Regolamento interno:

 

L’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa, preso atto che il consigliere Michele Facci, con nota prot. n. 28934 in data 8 maggio 2018, ha comunicato la propria adesione al Gruppo assembleare Misto e che con nota prot. n. 29523 del 10 maggio 2018 è stata nominata Presidente del Gruppo la consigliera Silvia Prodi, ha adottato la deliberazione n. 50 del 9 maggio 2018, ad oggetto:

 

“Accertamento e dichiarazione della costituzione dei Gruppi assembleari della X legislatura e presa d'atto della loro consistenza numerica (art. 36 Statuto, art. 6 Regolamento interno, art. 17, comma 3, L.R. 11/2013 e ss.mm.ii.). Modifica alla deliberazione UP n. 38 del 23 aprile 2018.“

 

Comunicazione ai sensi dell’art. 68, comma 1, lettera f) del Regolamento interno:

 

Si comunica che la Commissione assembleare “Politiche per la Salute e Politiche sociali”, nella seduta del 15 maggio 2018, ha esaminato la petizione oggetto:

 

5617 - Petizione popolare circa la richiesta di rendere obbligatoria la presenza del defibrillatore semiautomatico nelle istituzioni pubbliche e nei luoghi pubblici ove vi sia una elevata concentrazione di persone. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 89 del 15 11 17)

 

formulando una apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.

(Comunicazioni n. 66 prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno - prot. NP/2018/1158 del 18/05/2018)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso della seduta sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

6543 - Interrogazione a risposta scritta circa il possesso dei requisiti di legge per un incarico manageriale attribuito nell’ambito della Fondazione Teatro comunale di Bologna da parte del Sovrintendente e sul motivo per cui la decadenza dalla carica dell’attuale Sovrintendente sia stata stabilita in una data successiva allo scadere del mandato del Consiglio di indirizzo e non, come previsto dalla normativa, contemporaneamente a quest’ultima. A firma del Consigliere: Galli

6545 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni poste in essere dal Comune di Soliera e dall’Azienda USL competente, a seguito della segnalazione di pericolo derivante da coperture in probabile cemento amianto ubicate vicino ad una scuola d'infanzia e sull’opportunità di rivedere le "Linee-Guida per la Valutazione dello stato di conservazione delle Coperture in Cemento-Amianto e per la Valutazione del rischio", prevedendo un controllo annuale qualora si tratti di coperture poste vicino a scuole o a luoghi di cura. A firma della Consigliera: Gibertoni

6546 - Interrogazione a risposta scritta in merito a modalità e criteri utilizzati per il riparto tra le Regioni del Fondo sanitario nazionale, nonché sull’opportunità e possibilità di eliminare il superticket ed elevare le esenzioni dal ticket ordinario. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Risoluzioni

 

6544 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi, da un lato, per l’istituzione di un tavolo di lavoro tra Regione, Aziende USL, Comuni e Arpae per l’aggiornamento delle  attuali “Linee-Guida per la Valutazione dello stato di conservazione delle Coperture in Cemento-Amianto e per la Valutazione del rischio", dall’altro, in Conferenza Stato-Regioni ed in ogni altra sede opportuna, affinché venga realizzato uno strumento unico a livello nazionale in grado di omogeneizzare i criteri di valutazione del rischio. (21 05 18) A firma dei Consiglieri: Piccinini, Bertani

6547 - Risoluzione per impegnare la Giunta e l’Assemblea legislativa a organizzare  il calendario scolastico prevedendo che le lezioni inizino non oltre il 15 settembre, a sostenere le azioni dirette a garantire aperture delle scuole, per attività facoltative integrative, anche durante i periodi non coperti dal calendario scolastico, a programmare i trasporti scolastici in modo che i servizi siano operativi dal primo all'ultimo giorno di calendario scolastico, a valutare la possibilità che i giorni di lezione siano anche superiori a 205, a promuovere una uniforme applicazione delle chiusure durante i ponti su tutto il territorio regionale. (21 05 18) A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Piccinini

6548 - Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere in atto azioni specifiche, come previste dalla strategia europea, dirette a realizzare e diffondere, in particolare nel settore agroalimentare e degli imballaggi, l’utilizzo di borse riutilizzabili in materiale non plastico. (21 05 18) A firma del Consigliere: Sassi

6549 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad aderire al “Manifesto della Bicifestazione” e alla prima “Giornata mondiale della Bicicletta” dichiarata dall’ONU per il prossimo 3 giugno e ad avviare l’elaborazione del “Piano regionale della mobilità ciclistica”, come parte integrante del Piano regionale dei trasporti, nonché a sostenere l’attuazione progressiva del sistema delle ciclovie regionali. (21 05 18) A firma dei Consiglieri: Mumolo, Zappaterra, Serri, Sabattini, Marchetti Francesca, Caliandro, Mori, Poli, Iotti, Rontini, Molinari, Boschini, Calvano, Prodi, Taruffi, Torri, Bessi, Pruccoli, Montalti, Bagnari, Lori, Zoffoli, Cardinali, Campedelli, Tarasconi

6550 - Risoluzione per impegnare la Giunta a presentare un nuovo Piano Regionale delle Infrastrutture e dei Trasporti (PRIT) che abbia tra i primi obiettivi la sostenibilità e la lotta ai cambiamenti climatici in coerenza con gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento dell’aria nelle città a livello regionale e nel bacino padano. (21 05 18) A firma dei Consiglieri: Prodi, Bertani, Piccinini, Taruffi, Torri

6551 - Risoluzione per impegnare la Giunta a condannare le azioni di Israele, sostenendo l’applicazione delle Risoluzioni ONU per trovare una soluzione diplomatica al conflitto nonché ad avviare azioni di aiuto umanitario nell’ambito della cooperazione decentrata. (21 05 18) A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi, Prodi, Alleva

(Comunicazione n. 66 prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno - prot. NP/2018/1193 del 22/05/2018)

 

 

I PRESIDENTI

I SEGRETARI

Rainieri - Saliera

Rancan - Torri

 

 

Espandi Indice