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228.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 30 GENNAIO 2019

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 7822

Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere a disposizione il sistema di voto telematico nei Consorzi di Bonifica. A firma del Consigliere: Tagliaferri

(Continuazione discussione e reiezione)

 

OGGETTO 7873

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere la realizzazione di studi indipendenti sul sistema elettorale dei consorzi di bonifica. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

(Continuazione discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

BERTANI (M5S)

BARGI (LN)

IOTTI (PD)

BERTANI (M5S)

IOTTI (PD)

CASELLI, assessore

TAGLIAFERRI (FdI)

IOTTI (PD)

BERTANI (M5S)

SASSI (Gruppo Misto)

PETTAZZONI (LN)

TAGLIAFERRI (FdI)

CALIANDRO (PD)

 

OGGETTO 7821

Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare una soluzione al problema dei maggiori oneri e sanzioni derivanti dal nuovo orario regionale del servizio di trasporto ferroviario, prevedendo forme di rimborso e contribuzione agli utenti. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 7868

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il lavoro di monitoraggio continuo dell'andamento del nuovo orario ferroviario, proseguendo il confronto e l'ascolto degli enti locali e dei rappresentanti degli utenti e dei cittadini, raccogliendo da loro eventuali segnalazioni di disagi e problemi, introducendo i servizi sostitutivi necessari (senza aggravi di costi per gli utenti) e valutando, qualora le richieste si dovessero manifestare in forma circostanziata, la possibilità di indennizzare gli abbonati per i disagi subiti con contributi e sconti sugli abbonamenti mensili, facendosi inoltre interprete, nei confronti dei soggetti gestori delle esigenze di miglioramento manifestate dai pendolari, prendendo in considerazione la richiesta di reintroduzione di fermate anche nelle stazioni minori, in vista di ulteriori modifiche, possibili a partire dall’entrata in vigore del nuovo orario estivo. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Calvano, Montalti, Rossi, Marchetti Francesca, Zappaterra, Poli, Bessi, Rontini, Sabattini, Ravaioli, Caliandro, Lori

(Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

BERTANI (M5S)

BAGNARI (PD)

BERTANI (M5S)

BAGNARI (PD)

PETTAZZONI (LN)

BERTANI (M5S)

IOTTI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

IOTTI (PD)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Inversione dell’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Rainieri)

FACCI (Gruppo Misto)

 

OGGETTO 7085

Risoluzione per impegnare la Giunta a verificare presso il Governo, ed in particolare presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a che punto sia il percorso di chiarimento avviato con la Commissione europea sulla questione sollevata circa il mancato assoggettamento delle Autorità del Sistema Portuale all’imposta sul reddito delle società, ribadendo la necessità di far valere in sede comunitaria la peculiarità delle stesse, che nella riscossione dei canoni concessori non svolgono alcuna attività economica e dunque sono non configurabili come soggetti imprenditoriali. A firma dei Consiglieri: Bessi, Rontini, Caliandro, Iotti, Bagnari, Calvano, Montalti, Mumolo, Zappaterra

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

BESSI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

BESSI (PD)

 

Risoluzioni sui punti nascita

(Oggetto 7511 - Ritiro)

(Oggetti 7465 - 5775 - 7339 - 7635 - Discussione)

(Oggetti 7874 - 7877 - Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Rainieri)

GALLI (FI)

FACCI (Gruppo Misto)

DELMONTE (LN)

BONACCINI, presidente della Giunta

TARUFFI (SI)

ZOFFOLI (PD)

FACCI (Gruppo Misto)

ZOFFOLI (PD)

FACCI (Gruppo Misto)

TORRI (SI)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 7822 - 7873 - 7821 - 7085

Comunicazione prescritta dall’art. 69 del Regolamento interno

 

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,25

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 228 del 30 gennaio 2019.

Hanno giustificato la loro assenza i consiglieri Benati, Cardinali e Soncini e gli assessori Donini e Petitti.

 

OGGETTO 7822

Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere a disposizione il sistema di voto telematico nei Consorzi di Bonifica. A firma del Consigliere: Tagliaferri

(Continuazione discussione e reiezione)

 

OGGETTO 7873

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere la realizzazione di studi indipendenti sul sistema elettorale dei Consorzi di bonifica. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

(Continuazione discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo i lavori della seduta antimeridiana di oggi con la trattazione degli argomenti 7822 e 7873.

Aveva chiesto la parola il consigliere Bertani. Prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

I Consorzi di bonifica svolgono un ruolo fondamentale per il contrasto al dissesto idrogeologico e per la regimentazione delle acque e gestiscono anche l’acqua delle irrigazioni. I Consorzi di bonifica funzionano tramite finanziamenti pubblici, fra l’altro regionali, ma anche tramite la cosiddetta “contribuenza”, cioè quanto ognuno paga in base al servizio che riceve per la bonifica, per il dissesto idrogeologico, per il vantaggio e per l’uso che ne riceve.

Il problema che si pone e che, secondo noi, in questi anni si sta sempre più ponendo è il delicato equilibrio che deve esserci nella governance di questi Consorzi, perché questo delicato equilibrio ad oggi è sproporzionalmente squilibrato a favore soprattutto della parte agricola. Perché? Perché chi paga di più, chi ha la maggior contribuenza generalmente sono gli agricoltori e i consorzi agricoli. L’altra parte importante, invece, della contribuenza sono i singoli cittadini, che spesso si ritrovano a pagare quasi inconsapevolmente una tassa, che in realtà è un contributo, ma spesso non sanno perché, spesso si arrabbiano perché devono pagare questo contributo che non sanno a cosa serve, e soprattutto non hanno potere decisionale all’interno dei Consorzi. Perché? Facciamo un esempio, avevo utilizzato questi dati in un question time che avevo rivolto, qualche Assemblea fa, all’assessore: per il Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale, abbiamo 176.000 elettori che pagano un contributo annuo che va sotto i 40 euro, e possono eleggere quattro consiglieri. Abbiamo, invece, 709 elettori, che sono quelli che effettivamente versano le imposte consortili superiori ai 2.000 euro, che eleggono cinque consiglieri.

Per presentare la lista della prima sezione bisogna raccogliere 300 firme fra cittadini che non si conoscono, che non sanno qual è il loro diritto, che non sanno dove trovarsi a raccogliere le firme, che devono presentare una lista. Per la quarta sezione, invece, i 709 elettori devono presentare venti firme, ovviamente facilmente raccoglibili fra le associazioni, e spesso sono le associazioni agricole.

Già da qui vediamo la disparità. L’altra disparità che vediamo è la partecipazione al voto. La partecipazione al voto è a cifre ridicole, attorno all’1 per cento, a volte meno, a volte più. Quindi, ovviamente partecipano solo ed essenzialmente i grandi elettori, perché i cittadini, appunto, per le barriere che ci sono, non riescono o non possono esercitare questo diritto.

Una delle barriere che è frapposta, oltre a questo squilibrio fra i metodi di presentazione delle liste delle elezioni è anche quella del voto elettronico, anzi, mi correggo, del voto telematico: non facciamo confusione, come qualcuno invece sta facendo.

Una di queste barriere, appunto, è anche la non attuazione del voto telematico, che permetterebbe a tanti cittadini che pagano il Consorzio di bonifica, e che quindi hanno diritto ad esprimere il proprio voto, di facilitare la partecipazione.

Bene. Per superare questa impasse, noi vediamo che vadano seguite due strade: una, la riforma del metodo di elezione, o delle fasce di contribuenza. In questi mesi, in questi anni, altre regioni stanno valutando di rivedere il percorso. In Toscana, ad esempio, le fasce di contribuenza sono state portate a tre. In Toscana, ad esempio, è stato eliminato il voto per delega. In Veneto è stata fatta una riflessione, si sta facendo una riflessione, anche qui, per ridurre le fasce di contribuenza, o per dare maggior peso ai cittadini. Questo anche per una maggior sicurezza sul funzionamento dei Consorzi di bonifica, perché il funzionamento dei Consorzi di bonifica, perché il funzionamento dei Consorzi di bonifica è anche pregiudicato da questo squilibrio, perché l’equilibrio delicato della gestione del Consorzio di bonifica è fra interessi che, a volte, possono essere contrapposti: il dissesto idrogeologico verso l’irrigazione.

Non è detto che questi due aspetti convergano sempre sullo stesso tipo di investimento. Un investimento che va verso la prevenzione del dissesto idrogeologico non è detto che sia un investimento che favorisce l’irrigazione. Quando è il momento di scegliere quale scelgo?

Una sottorappresentanza, una mancanza di rappresentanza nei vari interessi rischia di squilibrare il funzionamento. Altra cosa: all’interno dei Consorzi rischiano anche di partire delle dispute legali, ad esempio, anche fra gli stessi rappresentanti del mondo agricolo. Abbiamo l’esempio del Consorzio di bonifica della Romagna dove sono in corso dei ricorsi. La Regione su questi ricorsi chiude gli occhi e dice “Passano i tempi. Se non ti rispondo, il ricorso decade”. Magari, invece, un occhio in più, un occhio di riguardo la Regione dovrebbe metterlo visto che è anche sua responsabilità.

Veniamo al voto elettronico. Questo è un filone che noi chiediamo di affrontare nella nostra risoluzione con un impegno essenzialmente neanche troppo forte e quindi spero magari di trovare un certo consenso perché noi chiediamo almeno che l’Assemblea si prenda questo impegno, cioè di avviare una riflessione sul sistema elettorale dei Consorzi di bonifica, quindi eventualmente promuovere degli studi indipendenti o – io apprezzo anche quello che diceva il collega Iotti – una discussione nelle Commissioni, perché, secondo noi, è arrivato il momento di affrontare il tema.

L’altro aspetto, invece, è quello del voto telematico e veniamo alla definizione di voto telematico: “tele” a distanza, voto a distanza. Forse il consigliere Iotti si confonde con il voto elettronico o si confonde…

 

(Iotti: Non mettermi in bocca cose che non ho detto)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Iotti, stamattina ho interrotto un collega che faceva nel suo intervento la stessa cosa che oggi lei sta facendo nell’intervento di Bertani. Se lei ritiene di essere stato offeso, chiede di intervenire per fatto personale e dopo le darò la parola. Adesso lasci finire l’intervento al consigliere Bertani. Prego.

 

BERTANI: Voto telematico. Come tele-visione vuol dire “visione a distanza”, voto telematico vuol dire “voto a distanza”.

Il voto telematico esercitato in un seggio mi fa venire in mente gli anni Cinquanta, quando si andava a guardare la televisione nei circoli nei bar. La televisione, oggi, siccome ce l’hanno tutti, si guarda in casa. Il voto telematico, siccome tutti abbiamo la possibilità di accedere a internet, si esercita dove uno vuole, a distanza. Questo è il voto telematico.

Quindi, la preoccupazione che il voto telematico, ad esempio, non sia sicuro... Io vedo che oggi, con la certificazione dello SPID, qualche certezza in più l’abbiamo. Con lo SPID io oggi posso accedere al mio fascicolo sanitario elettronico, il massimo della privacy. Quindi, con lo SPID potrei accedere ad un’applicazione di voto. Oppure non ci fidiamo che lo SPID funzioni, quindi non funzioni il fascicolo sanitario elettronico? I livelli di sicurezza, se vogliamo, ci sono.

Si dice che il voto potrebbe essere guidato, perché se io sono a casa potrei avere qualcuno di fianco che mi suggerisce come devo votare. L’esempio che si faceva prima per il voto a distanza, che si fa ancora, cartaceo per le elezioni degli italiani all’estero: anche lì posso avere qualcuno a fianco che mi dice come devo votare, ma vedo che quel voto è ritenuto valido.

Vogliamo pensare alle deleghe? Quando firmo la delega potrei avere qualcuno di fianco che mi suggerisce di firmare la delega, sempre che sia io a firmare la delega. Mi sembra che, per le elezioni che sono state annullate, uno dei problemi fosse il fatto che ci fossero deleghe di persone defunte o deleghe che sono state utilizzate e qualcun altro, poi, si è presentato al voto per esercitare il suo voto di una delega già espressa. I problemi di sicurezza ci sono anche nelle deleghe. Quindi, il voto telematico non è un problema. Il problema è che non si vuole sbloccare.

Ritengo – come abbiamo già proposto in vari emendamenti che abbiamo presentato altre volte – che la riflessione sul metodo di elezione, quindi sulle contribuenze, e la riflessione sul voto telematico siano finalmente da sbloccare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie, presidente.

Davo solo una piccola aggiunta rispetto a quanto già detto nel dettaglio dal consigliere Tagliaferri e anche dal consigliere Bertani. Da parte nostra non c’è preclusione a queste due risoluzioni, che riteniamo vadano nella direzione giusta, tra l’altro già sottolineata da nostri interventi durante il 2015, quando ci fu il caso emblematico del Consorzio dell’Emilia centrale, che poi è stato commissariato. Noi in un’interrogazione, credo la n. 891 del 2015, presentammo proprio alcuni quesiti relativi al commissariamento, dovuto al fatto che quelle azioni erano state giudicate con alcune criticità (prima ricordava, ad esempio, la delega, il consigliere Bertani) che portò poi, di fatto, un ente commissariato a votare i piani, con cui tra l’altro vennero cambiati i parametri con cui si andava a definire chi doveva il contributo. Ricordo che il mio Comune, Sassuolo, si era ritrovato a versare il contributo in alcuni quartieri che non avevano mai versato fino a quel momento a seguito di un piano votato da un ente commissariato, quindi con oggettive criticità e lamentele da parte della cittadinanza, che non aveva capito che cosa stava succedendo.

Parliamo di enti la cui partecipazione al voto è sempre stata particolarmente risicata, se non elitaria, quindi rivolta solamente a chi ha un certo interesse verso queste realtà. L’ha detto subito il consigliere Tagliaferri: non si ritiene che con il voto telematico, che tra l’altro nell’interrogazione avevamo sollecitato e ci era stato risposto esattamente come alle precedenti risoluzioni che erano arrivate in quest’aula, che comunque non è previsto come un carattere perentorio arrivare alla votazione telematica, però è prevista nello statuto, che è stato citato anche nel testo di questa risoluzione, e dal nostro punto di vista potrebbe essere una soluzione se non altro per allargare la platea di quelli che sono i votanti.

Sono stati fatti vari esempi, io volevo ricordare l’annullamento delle elezioni del Consorzio dell’Emilia Centrale, che tante problematiche ha causato. Sappiamo che da pochi mesi sono state fatte le elezioni, quindi è durato per oltre 30 mesi il commissariamento, e se non si vuole, secondo me, procedere con queste casistiche, prima o poi un sistema intanto di voto alternativo e inoltre di maggiore coinvolgimento va trovato. Tanto più che, come veniva riconosciuta essere la novità introdotta nella discussione odierna da questa risoluzione, lo studio di Lepida, se comunque la Regione ha previsto questa strada e, quindi, il concretizzarsi di quella che poi sarà la votazione telematica, credo che da queste risoluzioni si possa ripartire se non altro con un atto di indirizzo che quest’Aula dà alla nostra Giunta regionale, affinché possa cominciare a velocizzare un po’ la procedura che ci porta a questa nuova modalità di votazione.

Per fare un sunto, direi solo che le criticità ci sono, ci sono con il voto per delega, ci sono con il voto, ad oggi, perché è pochissimo partecipato, lasciando spesso dei dubbi anche su chi va a mettere mano a ingenti somme di denaro che questi Consorzi movimentano.

Di conseguenza, credo che con la votazione telematica che ad oggi la tecnologia ci consente di poter dare da fruire a tutti i cittadini direttamente da casa propria, si possa se non altro allargare un po’ di più la partecipazione. È un modo per andare anche incontro alla cittadinanza. Non credo che ci siano delle criticità maggiori di quelle che si hanno già oggi, con il voto per delega, o soluzioni simili, proprio perché gli esempi ce li abbiamo già sotto il naso. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Iotti, prego.

 

IOTTI: Semplicemente per ribadire un fatto, collega Bertani. Lei può dire quello che vuole, nessuno glielo contesta, ma non metta in bocca parole dette ad altri, che non è così, men che meno alludendo al fatto di uno che non sa le cose. Lei sa quello che sa lei, gli altri sanno quello che sanno.

Io ho detto chiaramente, caro Bertani, che c’è una differenza sostanziale, e quella sta nel voto presidiato e nel voto non presidiato. Quanto al voto telematico, ho letto il significato del voto, che è un voto a distanza. Questo però può essere presidiato o no. Se lei ritiene che un voto presidiato sia da anni ‘50, è libero di pensarlo, ma non metta parole non dette in bocca ad altri.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Bertani, prego. 

 

BERTANI: Grazie.

Il voto presidiato si esercita presso un seggio, quindi non è a distanza, è un seggio nel quale lei, consigliere Iotti, parla di voto telematico, ma quello si chiama voto elettronico, perché il voto elettronico presidiato non è un voto telematico. Io quindi ritengo di aver interpretato bene le sue parole. Lei confonde “telematico” con “voto elettronico”: “telematico” vuol dire a distanza, quindi vuol dire che lo esercito a distanza da solo. Altrimenti, il voto presidiato è un voto elettronico presso un seggio.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo, grazie.

Consigliere Iotti, ancora?

 

IOTTI: Il consigliere Bertani deve smetterla di dire “io interpreto nel modo corretto”. Io ho detto un’altra cosa. Bertani, non è quello, punto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo. Chiusa la disputa su chi ha detto cosa. 

Nessun intervento in discussione generale.

Assessore, adesso, se vuole, è la sua ora. Prego, assessore.

 

CASELLI, assessore: Su questa questione torniamo molto spesso. Ho abbastanza poco da aggiungere, nel senso che rispetto all’equilibrio dei voti questa cosa era nota nel momento in cui si è rifatta la legge regionale con quel tipo di impostazione. Poi, ripeto, io non c’ero. È stata una fase anche molto lunga e complicata per arrivare a quel tipo di equilibrio, perché non dimentichiamoci che, in effetti, la parte agricola ha una contribuenza che è o pari o superiore al 50 per cento in ogni Consorzio di bonifica. Questo è l’elemento che, effettivamente, fa sì che ci sia un interesse particolare anche alla partecipazione. Nel mio Consorzio di bonifica pago 27 euro l’anno. Sono una persona che ha sempre cercato di esercitare i diritti partecipativi, però ammetto che non ero presa da un’enorme motivazione nell’andare a votare o nell’andarmi a cercare un seggio per andare a votare le elezioni di bonifica di Parma.

Detto questo, è chiaro che tutto si può valutare, però vuol dire aprire una discussione che ha fatto molta fatica a trovare un equilibrio.

Venendo invece al tema del discorso più tecnologico, sono una che è sempre molto favorevole all’innovazione, per cui non avrei problemi. Riscontro un problema giuridico piuttosto serio oltre che un problema tecnico, nel senso che il tema delle deleghe, che è un tema che è stato giustamente sollevato e che è stato in effetti anche alla base di abusi nel caso di Reggio Emilia, è stato poi normato. Da parte di alcuni Consorzi lo si faceva già prima, dopo il Commissario lo ha fatto anche per Reggio Emilia e adesso è una buona prassi che viene applicata da tutte le parti, cioè il fatto di chiedere di depositare, entro un mese precedente alle votazioni, le deleghe, di modo che si possano fare le verifiche, che non ci siano di mezzo morti, deleghe plurime e robe di questo genere e che quindi la raccolta di deleghe estemporanea non sia ammessa.

Questo, di per sé, credo sia abbastanza risolutivo del tema deleghe, che peraltro si presta ad abusi sempre e che, quindi, in ogni tipo di sistema elettorale va normato bene.

Sulla questione del voto elettronico telematico, come sapete noi abbiamo incaricato Lepida immediatamente. Lepida ha anche fatto un buon lavoro, devo dire. Io ho visto l’architettura. Si voleva cominciare a sperimentarlo a Reggio Emilia. Poi non è stato possibile, sempre con il luogo presidiato, e poi su questo dirò. Non è stato possibile perché non sono riusciti a ultimare per tempo la fase di testaggio. Io, però, sono del parere che sia giusto chiedere a Lepida comunque di preparare il testaggio di questo sistema, perché è bene averlo pronto, visto che un lavoro è anche già stato fatto.

Veramente senza nessuna volontà di frapporre ostacoli, quello che appare al momento, per quello che dicono gli uffici giuridici legali della Regione, è insormontabile la questione del voto a distanza. Lì, effettivamente, è ritenuto molto difficile che si possa dire che univocamente c’è quella persona. Nella legge si parla dell’univocità. Senza volerlo impedire, però mi viene detto che a quel punto sarebbe tutto possibile, cioè che l’impugnativa di un risultato delle elezioni, delle bonifiche diventerebbe facilissima da fare.

Allo stato attuale, anche altri casi fatti in Italia – ricordo il referendum fatto in Lombardia sull’autonomia, che pure diede luogo a distribuzione di strumenti telematici in giro, iPad, eccetera – venne fatto con il luogo presidiato. Mi rendo conto che non è la migliore delle soluzioni possibili, però dal punto di vista giuridico sembra l’unica che ci garantisce di non avere l’anarchia dopo rispetto all’impugnativa dei risultati.

Invito a non sottovalutare neanche la questione di quello presidiato perché, secondo me, una mano la partecipazione la può dare nel momento in cui è possibile, tramite quel sistema, portare i seggi in molti posti. La cosa che è stata fatta a Reggio Emilia questa volta, e che inviterei a considerare, è questa: si è andati a fare dei seggi nelle piazze, ci si è avvicinati molto, in molti posti, mentre prima uno doveva andare nelle sedi, che spesso erano anche lontane chilometri.

Quindi, è vero che non è come votare da casa, però è anche vero che rende più semplice, perché vai via con un iPad o un computer portatile e sei a posto, c’è dentro tutto il database e il sistema garantisce che il voto vada nell’urna giusta, sia protetto, nessuno ci vada dentro ad alterare il contenuto telematico dell’urna, eccetera, permette comunque di avvicinarsi di più ai cittadini e di favorirlo. Capisco che, rispetto a chi pensa che si potrebbe votare da casa, non sia il massimo, però da un punto di vista giuridico questo è quello che risulta essere allo stato attuale l’elemento più fattibile nella sicurezza di un risultato elettorale stabile.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo, quindi, alle dichiarazioni di voto congiunte sulle due risoluzioni.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Innanzitutto vorrei chiedere ai colleghi del PD se hanno letto lo studio di Lepida. Io sì, quindi so cosa vi è scritto e non nascondo di trovarlo anche condivisibile.

Lo studio è questo, ce l’ho qui, e non è limitato al voto presidiato. Se volete, è qui a disposizione, ve lo posso anche dare. Comunque, quello studio è citato a titolo puramente esemplificativo nella risoluzione, tanto che vi si dice nel caso di individuarne altri sul mercato. Quindi, su quello non ci fossilizziamo. Anzi, se lo abbiamo citato esplicitamente è stato soltanto perché l’assessore Caselli aveva precedentemente detto che lo trovava inapplicabile, perché non era possibile garantire la non presenza di terzi o di qualsivoglia perturbazione durante le operazioni di voto. Ma vi rendete conto che tale obiezione è semplicemente ridicola? Voi ci state dicendo che avete l’intenzione di bocciare questo documento, perché ritenete che le elezioni degli organi consorziali delle bonifiche debbano presentare un livello di sicurezza maggiore addirittura a quello vigente per le elezioni del Parlamento nazionale? Il punto è davvero quello che l’elettore voti senza pressioni e senza la presenza di altri?

Vi sottopongo alcuni paradossi. Ai seggi elettorali, in occasione delle elezioni ordinarie, vi è semplicemente l’avviso del fatto che l’elettore non può introdurre nella cabina elettorale eventuale telefonino dotato di telecamera, ma nessuno perquisisce l’elettore per accertarsi che non abbia dispositivi fotografici che consentano la trasmissione del voto. Allora, con la vostra logica cosa dovremmo fare? Non celebrare più le elezioni perché c’è il rischio che un elettore voti in cabina immortalando il voto espresso? Certamente immortalare il voto è un reato e come tale, se dimostrato, va perseguito. Alla stessa stregua non vi è la certezza che l’elettore voti in beata solitudine con il voto per corrispondenza. Il non farlo costituisce reato, ma anche in questo caso, se dimostrato, va perseguito.

Ma non è che le elezioni non vengano celebrate per la presenza di potenziali rischi. Se ci pensate bene, anche il voto per delega presenta i medesimi rischi. Chi ci assicura, infatti, che la delega non sia stata carpita o estorta? Chi ci garantisce che il voto espresso per delega risponda alla volontà dell’elettore delegante? Ancora, vi rendete conto che, se tutti gli aventi diritto si fossero recati a votare in occasione delle ultime consultazioni consortili, ogni seggio avrebbe avuto in media più di 10.000 votanti? Volendo potrei continuare per ore.

Ma i veri problemi non sono questi, anzi. Evidentemente, il problema è proprio quello contrario, cioè quello di avere elezioni vere, che segnerebbero la fine del controllo delle solite consorterie sui Consorzi di bonifica.

Prima, scherzosamente la collega Rontini, ora distratta, accennava al fatto che avremmo candidato a Brisighella proprio un esponente di spicco delle sopracitate consorterie. Vede, collega? Questo sta esattamente a testimoniare il fatto che se da un lato non abbiamo problemi a candidare un esponente delle bonifiche che riteniamo valido, dall’altro, farlo non ci condiziona a limitare il nostro impegno per rendere più trasparenti, democratiche e partecipate le elezioni dei Consorzi. Invito anche voi a fare altrettanto. La verità è che oggi firme elettroniche di identità digitale rendono l’accertamento dell’identità dell’elettore, nel momento dell’espressione del voto, molto più sicura di qualsiasi altro metodo.

Il voto telematico, fra l’altro, rende meno controllabile il voto perché rende superfluo il voto per delega. Anzi, oggi potremmo proprio dire che il ricorso al voto telematico sarebbe uno dei pochi strumenti in grado di rendere credibile l’elezione degli organi consortili.

Insistete a dire che il problema è la sicurezza del voto telematico? Allora vi sfido a superare il problema: modificate la legge e adottiamo il voto per corrispondenza con le medesime norme previste per l’elezione del Parlamento della Repubblica da parte degli italiani all’estero. O anche quelle non vanno bene? E in questo caso, perché mai il Pd non le ha mai denunciate in Parlamento?

Il collega Iotti ci invitava a portare il tema in Commissione. Noi siamo disposti tranquillamente a farlo, riprendendo la discussione in quella sede. Ma visto che intendiamo farlo a viso aperto, non sottraendoci dall’evidenziare fin d’ora cosa per noi sia rinunciabile o meno, chiediamo comunque di andare al voto su questo documento, perché il Pd possa esprimersi chiaramente nel merito. Quello che è certo è che non si può pensare di lasciare le cose come stanno oggi, dove su una platea di 1.600.000 aventi diritto, poco più di 15.000 persone si recano fisicamente ai seggi per eleggere, solitamente a lista unica, organi consortili deputati a gestire quasi 150 milioni di euro annui.

Come già preannunciato in sede di discussione generale, riteniamo che non si possa andare al rinnovo degli organi consortili senza che nulla sia stato fatto. Quindi, in caso di inerzia da parte della Giunta regionale, sarà l’opposizione a farsi carico di presentare proposte di modifica concreta attraverso il prossimo collegato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Iotti, prego.

 

IOTTI: Abbiamo detto chiaramente, e lo ribadiamo, che il proposito è quello di procedere alla valutazione del voto elettronico qualora tale modalità garantisca quanto scritto negli Statuti dei Consorzi, cioè unicità del voto, sicurezza della provenienza, segretezza e non modificabilità dello stesso. Questo sta scritto negli Statuti ed è quello che cerchiamo di fare. Lo dico senza alcuna polemica, collega Tagliaferri. Proprio perché stiamo parlando di uno studio di Lepida, che lei ha qui materialmente e che abbiamo anche avuto in visione e in valutazione, credo che essendo uno studio di natura tecnica non ci possa essere alcun problema di fare una discussione, una valutazione in Commissione presentando tutte le casistiche che possono consentire anche l’applicazione differente di quella attuale appunto di un voto elettronico o telematico, non ci ritorno. Questa era la proposta, anche perché credo ci permettesse di fare un passo in avanti e di arrivare semmai ad una risoluzione condivisa.

Vedo, invece, che si cerca la strada del voto su un testo che, per come è stato riferito e citato, ha altri intendimenti. Su quelli noi non siamo d’accordo ed esprimiamo un voto contrario su entrambe le proposte.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Le tecniche, le aziende, gli strumenti software e le tecnologie per rendere il voto unico, non identificabile, sicuro, eccetera ci sono già tutte e ci sono già anche le esperienze. Funzionano presso università, presso, ad esempio, Ordini professionali. L’Ordine dei giornalisti, la Cassa di previdenza dell’Ordine dei giornalisti ha già eletto, tramite voto telematico, Municipalità, Regioni, Cantoni. Quindi, il voto telematico è già sicuro. Esistono già le tecnologie, ci sono varie aziende che lo propongono. Lepida sarebbe in grado, secondo noi, di farlo, ma eventualmente esistono anche già soluzioni sperimentate. Rimane solo la volontà.

Questa volontà, nella maggioranza di questa Regione, non la vediamo. Forse nel 2010 era futuribile, non era di immediata applicazione quando è stato scritto quell’articolo in cui si parla di voto telematico. Io penso che ad oggi il voto telematico sia semplice implementarlo. È solo questione di volontà. Oggi questa volontà non la registriamo e di questo ognuno si prende la propria responsabilità.

La nostra volontà c’è tutta, quindi voteremo a favore delle due risoluzioni.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Sassi, prego.

 

SASSI: Grazie, presidente.

Sarò breve, come si suol dire. Intanto, do per scontato che tecnicamente non ci sia alcun problema per poter adottare un voto telematico. Non siamo qui per fare un’analisi tecnica della fattibilità di questa operazione. Lo spero. Lepida – per chi non lo sapesse lo dico, ma penso lo sappiate tutti – è anche ente autorizzato a rilasciare l’identità SPID, quella nazionale. Lo so perché io è lì che mi sono registrato per la mia identità SPID. Quindi, tecnicamente, non ci si mette becco. Lepida è in grado, perché tra l’altro è riconosciuto dallo Stato come ente autorizzato a rilasciare l’identità SPID, l’identità digitale a livello nazionale, oltre a quella che noi già conosciamo da tempo, FedERa, l’identità regionale che usiamo per accedere a diversi servizi, anche dall’esterno.

Quindi, tecnicamente ci siamo. Le competenze ci sono. Sinceramente, sento tanti interventi che sono più panegirici, discorsi fumosi per andare a vedere problemi dove in realtà problemi non ci sono, nascondendo, non evidenziando, in realtà, quelli che sono i problemi attuali.

Lo ha ricordato nel suo intervento il collega Bertani. Io sono di Reggio Emilia. Ricordo l’esito della precedente votazione del Consorzio. È uscito sui giornali che votarono anche i morti. Diciamo che le criticità dell’attuale sistema sono evidenti. È il momento di assumere una volontà diversa di cambiamento e di identificazione di modalità differenti di gestire questo tipo di votazione.

Le esperienze di votazioni a distanza, anche non telematiche, anche cartacee, esistono, come citato da precedenti interventi, addirittura su votazioni europee o nazionali. Quindi, esistono modalità che non sono legate nemmeno alla parte telematica. La parte telematica è, di fatto, ormai un atto consolidato.

Vorrei far notare che oggi siamo anche in quest’aula molto più informatici di ieri grazie all’aggiornamento tecnologico. Aggiornamenti come questo sono all’ordine del giorno, ormai.  La tecnologia fa passi da gigante in modo esponenziale, in tempi sempre più brevi e sempre più corti. Questo significa che l’unico ostacolo che ci impedisce di permettere ai Consorzi di essere eletti per via telematica o con altri strumenti assimilabili è la volontà politica. È solo quella. Si dice “ma ci sono i regolamenti dei Consorzi, loro hanno gli statuti, fanno quello che loro scrivono negli statuti, si basano su quello”. Bene, la Regione eroga denaro a queste strutture, giustamente, perché devono fare il loro lavoro, basterebbe legare l’erogazione del denaro a delle precise caratteristiche del Consorzio. È semplice.

È una questione politica, non tecnica. Quindi, tolto il discorso tecnico, che diamo per scontato e per acquisito, spero, perché se qualcuno poi vuole entrare nel tecnico io sono pronto…

 

(interruzione)

 

Io sono pronto dal punto di vista tecnico anche a parlare di quello, se volete.

Una volta ci fu un consigliere della Lega che, in un Consiglio comunale aperto, disse: “nulla è scritto sulla pietra”. Lo disse il consigliere Delmonte in un Consiglio comunale aperto durante la discussione sull’unione e sulla fusione di Comuni del Reggiano. E ha ragione. Se giuridicamente c’è qualcosa che non torna, cerchiamo di trovare il modo di farlo tornare, cambiamo le regole, aggiustiamole per quelle che servono. Non usiamole come scusa per non fare cose che sono assolutamente di buonsenso.

Il mio voto sarà assolutamente favorevole. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Prego, consigliere Pettazzoni.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente.

Se ci fosse un problema giuridico, come ci ha detto l’assessore nel suo intervento, probabilmente ci sarebbe stata anche una pregiudiziale proprio sulla discussione di queste risoluzioni in aula, ci avreste dovuto dire che quello che si sta chiedendo con queste due risoluzioni in realtà è qualche cosa che va contro legge, praticamente. Al tempo stesso, comprendo anche le perplessità del consigliere Iotti sulle necessità di un approfondimento perché, come credo di aver ben compreso, ha espresso alcune perplessità sul successivo funzionamento del sistema di voto.

Io credo che con queste due risoluzioni potremmo anche esercitare un po’ quello che è il nostro potere sia di legislatori sia di amministratori di questa Regione. È stato chiesto a Lepida di realizzare un protocollo tale per cui venisse realizzato un sistema di voto elettronico. Ricordo che di Lepida deteniamo oltre il 99 per cento, quindi è brutto da dire, la dico male volutamente, fondamentalmente questa società lavora per noi e dovrebbe fare quello che questa Regione gli dà come obiettivi, dovrebbe portarli a termine.

Sono anche normalmente rammaricato del fatto che sono almeno nove anni che si parla di andare nella direzione di un voto telematico, ma come ricordava giustamente il consigliere Tagliaferri in apertura del suo intervento, purtroppo si tende a confondere o ad approfittare del fatto che i termini sono ordinatori e non perentori, quindi è lì che si vanno poi a perdere tempi fondamentali per la realizzazione di opere, di provvedimenti che poi mai avvengono.

Io credo che queste risoluzioni, come ha anticipato bene il consigliere Bargi prima, siano assolutamente di buon senso, sia la prima del consigliere Tagliaferri, di insistere sull’affidamento a Lepida, sia anche quella del consigliere Bertani, di produrre un percorso alternativo.

Come Gruppo Lega voteremo entrambi favorevolmente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non avendo altri interventi in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione le due risoluzioni. Nomino gli scrutatori. Rancan, non può in dichiarazione di voto.

Nominiamo comunque gli scrutatori: Pettazzoni, Prodi, Sabattini.

Mettiamo in votazione, con il dispositivo elettronico, la risoluzione 7822.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 38

Votanti 36

Favorevoli 14

Contrari 22

Astenuti 0

 

È respinta la risoluzione 7822.

 

Passiamo al voto, con il dispositivo elettronico, della risoluzione 7873, a prima firma Bertani.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 37

Votanti 35

Favorevoli 16

Contrari 19

Astenuti 0

 

È respinta la risoluzione 7873.

 

OGGETTO 7821

Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare una soluzione al problema dei maggiori oneri e sanzioni derivanti dal nuovo orario regionale del servizio di trasporto ferroviario, prevedendo forme di rimborso e contribuzione agli utenti. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 7868

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il lavoro di monitoraggio continuo dell'andamento del nuovo orario ferroviario, proseguendo il confronto e l'ascolto degli enti locali e dei rappresentanti degli utenti e dei cittadini, raccogliendo da loro eventuali segnalazioni di disagi e problemi, introducendo i servizi sostitutivi necessari (senza aggravi di costi per gli utenti) e valutando, qualora le richieste si dovessero manifestare in forma circostanziata, la possibilità di indennizzare gli abbonati per i disagi subiti con contributi e sconti sugli abbonamenti mensili, facendosi inoltre interprete, nei confronti dei soggetti gestori delle esigenze di miglioramento manifestate dai pendolari, prendendo in considerazione la richiesta di reintroduzione di fermate anche nelle stazioni minori, in vista di ulteriori modifiche, possibili a partire dall’entrata in vigore del nuovo orario estivo. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Calvano, Montalti, Rossi, Marchetti Francesca, Zappaterra, Poli, Bessi, Rontini, Sabattini, Ravaioli, Caliandro, Lori

(Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo alla risoluzione 7821, che impegna la Giunta ad individuare una soluzione al problema dei maggiori oneri e sanzioni derivanti dal nuovo orario regionale del servizio trasporto ferroviario prevedendo forme di rimborso e contribuzione agli utenti, a firma Bertani e Sensoli.

A tale oggetto è stato abbinato l’oggetto numero 7868, che impegna la Giunta a proseguire il lavoro di monitoraggio continuo dell’andamento del nuovo orario del servizio di trasporto ferroviario, a firma dei consiglieri Bagnari, Calvano, Montalti, Rossi, Francesca Marchetti, Zappaterra, Poli, Bessi, Rontini, Sabattini, Ravaioli, Caliandro e Lori.

La discussione generale è aperta.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie. Mi scusi, presidente. Ancora non trovo bene i tasti corretti.

La risoluzione che abbiamo presentato segue gli incresciosi fatti che si sono e si stanno verificando lungo le linee, in particolare Bologna-Ravenna, dove in seguito al cambio dell’orario dei treni, avvenuto il 9 dicembre, diverse fermate nelle stazioni minori sono state soppresse. La soppressione di queste fermate in queste stazioni ha provocato grandi disagi, soprattutto nelle stazioni minori dove, per risolvere il problema, alcune scuole hanno dovuto cambiare orario, diversi pendolari per lavoro hanno dovuto smettere di utilizzare il mezzo pubblico, il treno, per il quale avevano già pagato l’abbonamento annuale, e sono dovuti tornare al mezzo privato e all’automobile, pur avendo pagato per un servizio che oggi non esiste più. Altri devono sulle stesse linee fare percorsi più lunghi, quindi andare in una stazione più distante e da quella stazione tornare indietro. Per questo qualcuno – soprattutto studenti – ha preso anche delle multe, perché per arrivare alla stazione dove doveva arrivare in precedenza ha dovuto fare un percorso alternativo che, evidentemente, non era ricompreso nell’abbonamento.

Oltre a tutti questi disagi, che sono già stati rappresentati in varie forme di protesta, in manifestazioni (ho presente la manifestazione che si è tenuta qualche settimana fa davanti al Comune di Ravenna), oltre a questi disagi, oltre al danno la beffa, perché c’è chi ha pagato un servizio annuale e quel servizio non se lo ritrova più; c’è chi ha pagato il servizio e si è ritrovato a dover pagare delle multe; c’è chi ha pagato un servizio e si ritrova a dover sostenere altri costi.

Noi crediamo che, almeno per rimediare a questa gestione scandalosa, oltre a ripristinare al più presto le fermate e gli orari che c’erano in precedenza, si debba procedere – come è successo in altri casi – al rimborso e all’indennizzo degli utenti che hanno sopportato disservizi e maggiori costi. Questo chiediamo con la nostra risoluzione.

Vedo che oggi arriva una risoluzione del PD, la classica risoluzione di copertura. Noi solleviamo il problema e voi venite con una risoluzione che cerca di coprire il problema dicendo come è stata brava la Regione. Purtroppo per noi, mentre negli impegni, essenzialmente, richiedete le stesse cose che chiediamo noi, quindi ascoltare gli utenti, rimborsare eventualmente i pendolari, nelle premesse dite come questa Regione è stata brava. Ebbene, su questo, ovviamente, totale disaccordo. Non possiamo dire che non è colpa della Regione la modifica del cambio d’orario, ma è colpa del gestore, che non ha ascoltato la Regione, non ha ascoltato gli Enti locali e non ha ascoltato i comitati dei pendolari. Compito di ascoltare i comitati dei pendolari è della Regione. Compito di verificare gli orari di un servizio che paga la Regione è di questo Esecutivo. Questo compito non è stato assolto. Quindi, adesso è inutile arrampicarsi sugli specchi dicendo che è solo colpa del gestore, che non ha ben comunicato, perché il comunicato che annunciava trionfalmente che il nuovo orario avrebbe velocizzato le tratte è stato fatto da questo Esecutivo, non è stato fatto da Trenitalia. Quindi, la Regione e l’Esecutivo si devono assumere le proprie responsabilità. Quindi, rigettiamo le premesse.

La Regione e l’Esecutivo devono prevedere dei rimborsi e degli indennizzi e devono prevedere di risolvere dei problemi che sono stati creati per una mancanza di controllo e per una trattazione non soddisfacente di questo problema. Quindi, sull’impegno noi possiamo convenire, ma assolutamente non sulle premesse. È una presa in giro per i cittadini e per questa Assemblea.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri iscritti in discussione generale?

Prego, consigliere Bagnari.

 

BAGNARI: Mi scuso anch’io per la poca dimestichezza ancora con il nuovo sistema.

Sono dispiaciuto del fatto che il collega Bertani non valorizzi il lavoro che abbiamo fatto anche insieme, perché io credo che, se miglioramenti ci sono stati nelle ultime settimane, senza che nessuno si dimentichi e rigetti quello che è stato detto nelle Assemblee precedenti sui problemi che abbiamo avuto proprio sugli orari ferroviari, sia stato anche grazie al lavoro comune che si è fatto di pressione nei confronti del nostro Assessorato e della Regione stessa, ma anche e soprattutto nei confronti dei soggetti gestori, visto che si intersecano diverse tratte, soprattutto perché, come si è visto in quei giorni in cui si sono manifestati i problemi, ogni innovazione in una corsa o in più corse su una tratta genera poi una serie di problemi a catena su altre.

Questo lo dico perché, secondo me, è anche un riconoscere un lavoro positivo che è stato fatto dopo. Ripeto, non ci dimentichiamo i problemi che ci sono stati e anche quello che abbiamo evidenziato in precedenza. La Regione ha fatto quello che chiedevamo noi, cioè ha preteso dal gestore che fossero introdotte una serie di migliorie. Visto che si è spinto più volte sul tema “dobbiamo tornare all’orario precedente”, io credo, come si è detto ed è stato fatto anche nel tavolo di lavoro – dopo dirò due parole su questo – che è stato istituito dall’assessore, che ci sia la necessità di tenere anche quel po’ di buono che si è riusciti ad ottenere con il nuovo orario.

Poi, come abbiamo evidenziato anche in altre occasioni, sicuramente una serie di problemi che almeno nelle prime due settimane sono stati pesanti, di ritardi anche nei nuovi treni e nelle nuove corse, questi ci sono stati, ma sono anche stati recuperati e migliorati.

Per cui, senza disconoscere quello che c’è stato e alcuni problemi che permangono, non possiamo dire che continua ad andare tutto malissimo, anzi peggio di prima.

Credo che questo non sia vero, ma è anche un riconoscere un miglioramento e una serie di migliorie che si sono ottenute grazie al lavoro che abbiamo sollecitato insieme. Questo credo sia un aspetto importante. Tra l’altro, noi, a costo di essere anche un po’ troppo didascalici, nella risoluzione che abbiamo presentato…

Collega Bertani, siccome c’è questo vizio, tutte le volte che si presenta una risoluzione abbinata, anche se è presentata il giorno prima, di dire che è stata presentata all’ultimo minuto, cosa che non mi risulta che sia solamente un problema del PD, perché mi risulta che emendamenti, risoluzioni, eccetera, come consente anche il Regolamento, li presentiamo tutti, quindi credo che questo sia legittimo, non è una presa in giro. A costo di essere un po’ didascalici e un po’ pedanti, vorrei ricordare il lavoro positivo e le novità introdotte che ci sono state.

A fronte di problemi che si erano manifestati con la soppressione di una serie di fermate, la Regione, per quel poco tempo che c’era nel momento in cui è stato diffuso l’orario corretto definitivo, si è attivata immediatamente cercando già di sopperire ai problemi, istituendo, tramite l’integrazione con i bus, delle corse in più che consentissero a costo invariato agli studenti pendolari di poter utilizzare quei mezzi, anche di re-istituire alcune fermate nell’immediato e nelle settimane successive il miglioramento in termini di più fermate, che sia Godo, che sia Russi, che sia l’altra linea Ravenna-Ferrara, per quanto riguarda la stazione di San Biagio. Chiedo scusa ai colleghi. Parliamo di robe territorialmente circoscritte, ma fa parte del lavoro della Regione, della cura della Regione su tutti i territori.

Questi sono stati, tra l’altro, ripeto, a costi invariati, cercando di venire incontro alle esigenze dei pendolari. C’è stato anche un lavoro, che va riconosciuto nella positività ai sindaci dei territori delle comunità, di avere dialogato con i propri cittadini, raccolto i problemi quando si presentavano, confrontarsi con la Regione, la Provincia, eccetera e trovare soluzioni. Lo dico perché va riconosciuto anche questo tipo di lavoro. Ripeto, il tavolo di crisi – chiamiamolo così, per capirci – che è stato istituito è stato anche presente sui territori per fare questo confronto, rilevare i bisogni e cercare di migliorare. Tra l’altro, oltre alle migliorie introdotte, va ricordato anche quel treno che è stato introdotto praticamente da ieri l’altro, da lunedì, fra Lugo e Ravenna proprio per venire incontro ai bisogni dei pendolari, degli studenti, eccetera. Sono previste una serie di novità, compreso l’arrivo a maggio di nuovi treni.

Le richieste che noi facciamo non sono di non dare soddisfazione dove ci siano stati problemi, che al momento non ci sono stati segnalati in maniera massiva. Mi riferisco al tema di qualcuno che, per raggiungere nello stesso orario casa o il posto di lavoro, ha dovuto allungarla, diciamo così. Non dico che non ci siano stati, ma sono stati, da quello che risulta anche in quel tavolo di lavoro, perché è lì che cerchiamo, sollecitando anche le associazioni di rappresentanza, degli utenti, di evidenziarli, problemi massivi. Non li sottovalutiamo. Chiediamo che vengano valutati puntualmente questi problemi.

È anche vero che in queste situazioni si incuneano anche soggetti che cercano di trovare una dimensione per poter attuare delle cause, certo che qualcuno li aiuti in questo, con le condizioni che ci sono, ma non vorremmo che diventasse un vizio generalizzato. Vogliamo analizzare puntualmente i problemi che vengono segnalati. Chiediamo alla Regione di continuare a fare questo lavoro puntuale che ha fatto finora, ma di continuare a farlo anche nelle prossime settimane. Dove possibile, chiediamo che vengano reintrodotte le fermate, cercando anche di ridurre l’utilizzo dei bus, senza criminalizzare il trasporto pubblico su gomma.

Soprattutto chiediamo che, in vista dell’introduzione di quello che sarà il nuovo orario estivo, ci sia preventivamente un lavoro che in questa fase, per tutta una serie di motivi, è mancato, dove ci sia un coinvolgimento approfondito dei pendolari, delle associazioni di rappresentanza dei pendolari e degli Enti locali, vedendo che ci sono dei sindaci che “sono sul pezzo” e che fanno un ottimo lavoro di raccordo, insieme alla Regione, su questo tema.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: Grazie, presidente.

Il consigliere Bagnari ha presentato per tempo la sua risoluzione e non mi sono certo lamentato che sia stata presentata all’ultimo minuto, ma io ritengo che una risoluzione che dice “da dicembre dello scorso anno i gestori hanno introdotto diverse modifiche su fermate ed orari, senza confrontarsi e senza coinvolgere adeguatamente la Regione stessa” dica una bugia. È la Regione che deve vigilare sull’attuazione dei nuovi orari, perché la Regione paga per un servizio. Quindi, non possiamo dire e accettare che non è colpa della Regione.

Adesso si sta cercando di porre rimedio ad un disastro. Poi che questo porre rimedio sia soddisfacente o meno ce lo diranno quelli che tutti i giorni devono spostarsi su quelle linee, e penso che ancora siamo abbastanza lontani dal raggiungere quegli obiettivi, anche perché nella gente che si vede passare davanti un treno che prima fermava lì e che adesso passa e non si ferma nasce, giustamente, un po’ più di rancore. D’altronde, non è questione proprio di treni cancellati, ma di treni che passano e non si fermano. È vero che poi c’è tutto un discorso di concatenamento con altri treni.

Quindi, dire che la Regione è innocente su questo purtroppo per me non è accettabile. Che poi ci sia un lavoro finalmente di ascolto dei comitati mi sembra giusto. Come che ci sia un lavoro di ascolto anche di chi vive nelle stazioni più piccole e, quindi, magari pesa di meno dei grandi numeri sulle grandi stazioni anche questo è importante, perché comunque anche nelle stazioni piccole ci sono centinaia di salite e discese al giorno e quelle centinaia di discese e salite al giorno sono persone che, altrimenti, si devono spostare intanto su gomma, quindi generano un traffico e un inquinamento maggiore, e poi vivono giustamente un disagio. Quindi, noi dobbiamo potenziare le fermate anche nelle stazioni più piccole, tanto che ogni tanto qua si parla di servizio metropolitano ferroviario, si parla di metropolitana di costa, si parla di servizio metropolitano, e il servizio metropolitano è quello che passa spesso e ferma in tutte le stazioni. Allora, non giochiamo sui nomi.

Ribadisco, quindi, il nostro voto, così faccio già la dichiarazione di voto. Chiedo la votazione per parti separate, presidente, dell’oggetto 7868, dove voteremo contrariamente alle premesse e favorevolmente all’impegno.

Ovviamente, voteremo favorevolmente alla nostra risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Bagnari, prego.

 

BAGNARI: Intervengo per una serie di precisazioni brevissime.

Non passi il messaggio – credo di essere stato chiaro – che abbiamo detto che è andato e va tutto bene. Abbiamo riconosciuto, invece, che c’è stato un lavoro di miglioramento e anche un tentativo di migliorare quello che c’è e che ci sarà da qui in avanti.

Tra l’altro, a questo proposito non condivido, ad esempio, alcuni titoli venuti più o meno bene da parte dei giornali, come li avevano impostati male all’inizio nell’introduzione di questo orario anche in questi giorni. Ho visto esultanza, trionfo dei pendolari.

Credo che si debba riconoscere questo lavoro che è stato fatto, ma anche il fatto che i pendolari hanno avuto una serie di problemi sui quali, però, c’è stata questa interlocuzione.

Altra cosa. Siccome non ci va e credo che mi debba essere riconosciuto anche il fatto che sicuramente toni trionfalistici non li ho usati, non li uso, soprattutto in questo caso, noi abbiamo, anche in questi giorni, per esempio, evidenziato, visto che cerchiamo di essere attenti oltre che usare i treni come fa anche il consigliere Bertani, ma anche essere attenti a quello che succede, abbiamo anche evidenziato che, ad esempio, a Faenza c’è stato un treno che si è fermato un po’ più avanti della fermata creando problemi. Siamo attenti a queste cose, le segnaliamo e torneremo a segnalarle.

Non ci va, però, di descrivere come disastrosa una situazione che sta migliorando e su cui si vuole cercare anche di ottenere dei miglioramenti proprio per i pendolari.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Non avendo nessun altro intervento in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto. Cinque minuti per Gruppo.

Consigliere Pettazzoni, prego.

 

PETTAZZONI: Grazie, presidente. In molto meno di cinque minuti dirò che, come ha accennato bene il consigliere Bertani prima, sono due risoluzioni che nel dispositivo si assomigliano tanto. Ovviamente, di entrambe le risoluzioni apprezziamo e voteremo favorevolmente l’impegno, perché lo troviamo pratico e volto a risolvere un caso di specie che non solo ha creato disagio, ma ha creato anche danni ad un’utenza che, oltre alla beffa, non meritava anche di subire il danno di sanzioni o aggravio di costi per un servizio che non è dipeso da loro, che fosse stato modificato o talvolta interrotto.

Visto che mi è parso di aver capito che si andrà nella direzione del voto per parti separate, voteremo positivamente alla risoluzione del Movimento 5 Stelle, ci asterremo sulla parte delle premesse della risoluzione del Partito Democratico, per poi votare favorevolmente il dispositivo sempre della risoluzione del Partito Democratico.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Bertani, prego.

 

BERTANI: [...] risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo.

Ci sono altri interventi in dichiarazione di voto? Nessun intervento.

Mettiamo in votazione la risoluzione 7821, a firma dei consiglieri Bertani e Sensoli, con il dispositivo elettronico.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 40

Votanti 39

Favorevoli 13

Contrari 22

Astenuti 4

 

È respinta.

 

Passiamo alla votazione per alzata di mano.

Consigliere Iotti, prego.

 

IOTTI: Rettifico il voto, che è contrario, ma segnalo che il meccanismo va perfezionato. Basta sfiorare e cambia il voto. Noi non sappiamo nemmeno, quando il voto viene indicato e espresso, che cosa abbiamo votato espressamente. Quindi, sollecito di rivederlo, perché così non funziona.

Io ho perplessità anche sul fatto che si veda in tempo reale l’esito del voto. Per me non è voto segreto finché non è espresso fino in fondo, ma l’errore è stato fatto semplicemente sfiorandolo. Quindi, si può correggere fino all’ultimo, ma non sappiamo cosa abbiamo votato.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Iotti, io capisco le sue perplessità sul nuovo sistema, e stiamo lavorando insieme ai tecnici, che sono disponibilissimi, per sistemare queste che sono, credo, situazioni dovute alla novità. Però, sul fatto che non si veda il voto, è stata una richiesta di tutti i Gruppi, perché il sistema prevedeva che si vedesse, come si vede adesso in alto sul monitor, chi vota “sì” e chi vota “no” e, invece, è stato deciso di utilizzare il pallino della votazione senza l’espressione del voto, fino alla fine della votazione. Questo l’hanno scelto i suoi colleghi, cioè tutti noi. È stata fatta questa richiesta da parte dei presidenti dei Gruppi quando ne abbiamo parlato insieme, la volta scorsa.

Siamo in una fase di aggiornamento e di sistemazione del dispositivo, quindi credo che le sue preoccupazioni siano tutte legittime, ma che ci sia anche la possibilità un minimo di sistemare la questione.

Consigliere Iotti, aveva chiesto ancora la parola?

 

IOTTI: Presidente, io ero tra quelli che ho segnalato che il voto non poteva essere visibile. Quindi, ha equivocato. Io non vado in quella direzione. Così come sono favorevole al voto elettronico fatto in questo modo. Segnalo semplicemente che ha dei problemi. Non c’è nessuna polemica né altro. Vanno corretti.

Abbiamo iniziato oggi una votazione dove non appariva il voto favorevole, contrario o astenuto. Ritengo quella più corretta di vedere in tempo reale come sta andando il voto. Anche perché fino all’ultimo minuto ho dimostrato che si può correggere, quindi vedere l’andamento del voto e correggere il proprio voto non so se fa parte del voto segreto. È un dubbio che lascio all’Ufficio di Presidenza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Prego, presidente Caliandro.

 

CALIANDRO: Presidente, innanzitutto esprimo la mia solidarietà per questa impasse alla Presidenza.

Detto questo, la discussione che è in corso è una discussione che cerca di comprendere intanto come funziona il sistema informatico e se siamo di fronte a un voto segreto o a un voto palese. Il voto elettronico è un voto segreto o un voto palese? Se fosse un voto palese… È un voto palese? Allora, se è palese, deve essere possibile vedere, durante tutta la votazione, come si sta votando. Mi spiego? Si sono aperte delle riflessioni, ne abbiamo parlato ieri anche con il collega Bertani e ci siamo riservati di ragionare ulteriormente. Arriveremo, immagino, nel corso dei prossimi giorni, ad una soluzione condivisa, auspicabilmente largamente condivisa, però la prima domanda che rivolgo alla Presidenza è che venga statuito il fatto che comunque nel voto informatico il voto è palese. Nessun dramma se si vede prima quello che accade e anche durante il corso della votazione posso cambiare il voto. 

Questo lo dico in modo tale che siamo tutti un po’ più allineati. Quello che decideremo di fare poi nelle prossime occasioni lo decideremo di fare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ricordo al collega Caliandro e a tutti gli altri che la votazione del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna non prevede il voto segreto, se non quello nella cabina elettorale. Questi sono tutti voti palesi, sia per alzata di mano, sia per votazione elettronica. Non c’è un voto segreto. Saperlo prima o saperlo dopo cambia solo nella psicologia di ogni consigliere. Non è un voto segreto. Alla Camera esiste il voto segreto, qui no. Okay?

 

(interruzione)

 

Le davo supporto su quello che lei ha detto. Dopodiché, nel corso di queste due settimane che ci dividono dalla prossima aula ci sarà la possibilità di valutare, di correggere da parte dei tecnici, ma anche nostra, dando indicazioni a loro, su come migliorare il servizio che oggi è alla seconda giornata. Prendiamone tutti atto e proseguiamo con i lavori.

Mettiamo in votazione, per alzata di mano, l’oggetto 7868 per parti separate.

La prima parte inizia da “il patto” e termina nella terza pagina “con tutto ciò premesso”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata.

 

La risoluzione 7868, nella prima parte, è approvata.

Mettiamo in votazione la seconda parte: da “impegna la Giunta” fino all’ultima parola che è “ulteriore”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata.

 

Anche la seconda parte della risoluzione è approvata.

 

Inversione dell’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): È pervenuta una richiesta di inversione dell’ordine dei lavori per trattare prioritariamente l’oggetto 7085, a firma dei consiglieri Bessi, Rontini, Caliandro, Iotti, Bagnari, Calvano, Montalti, Mumolo e Zappaterra.

Uno a favore e uno contro.

Se nessuno parla, mettiamo in votazione, per alzata di mano, la richiesta di inversione dell’ordine del giorno.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Il mio è un intervento contrario. Capisco tutto, però credo che sull’oggetto 7511, e sul 7465 abbinato, vi siano – se non ricordo male, perché ho perso il conto – altre tre risoluzioni abbinate. Significa che questa materia è particolarmente sentita, almeno così dovrebbe essere, da parte di tutta l’aula. Quindi, credo sia prioritaria questa trattazione e mantenere l’ordine così come è in elenco. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Facci.

A favore? Nessun intervento.

Mettiamo in votazione, per alzata di mano, la richiesta del consigliere Bessi di inversione dell’ordine dei lavori.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvata.

 

OGGETTO 7085

Risoluzione per impegnare la Giunta a verificare presso il Governo, ed in particolare presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a che punto sia il percorso di chiarimento avviato con la Commissione europea sulla questione sollevata circa il mancato assoggettamento delle Autorità del Sistema Portuale all’imposta sul reddito delle società, ribadendo la necessità di far valere in sede comunitaria la peculiarità delle stesse, che nella riscossione dei canoni concessori non svolgono alcuna attività economica e dunque sono non configurabili come soggetti imprenditoriali. A firma dei Consiglieri: Bessi, Rontini, Caliandro, Iotti, Bagnari, Calvano, Montalti, Mumolo, Zappaterra

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo al dibattito generale sulla risoluzione 7085 che impegna la Giunta a verificare presso il Governo, ed in particolare presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a che punto sia il percorso di chiarimento avviato con la Commissione europea sulla questione sollevata circa il mancato assoggettamento delle Autorità del Sistema Portuale all’imposta sul reddito delle società, ribadendo la necessità di far valere in sede comunitaria la peculiarità delle stesse, che nella riscossione dei canoni concessori non svolgono alcuna attività economica e dunque sono non configurabili come soggetti imprenditoriali.

La discussione è aperta.

Consigliere Bessi, prego.

 

BESSI: Grazie, presidente. Grazie, colleghi.

Il tema è, credo, importante per la portualità italiana in generale, credo che una breve presentazione di questa risoluzione sia necessaria, perché le nuove Autorità del sistema portuale sono a tutti gli effetti enti pubblici non economici, che amministrano il demanio marittimo in nome e per conto dello Stato, introitando per esso entrate di natura tributaria in nessun modo configurabili con corrispettivi, né potendo svolgere alcuna attività di impresa.

Come ha presentato il titolo della risoluzione il presidente, questo è il concetto importante su cui credo che occorra fare sistema per risolvere questa importante partita, che riguarda l’Autorità portuale di sistema dell’Emilia-Romagna, che è quella di Ravenna, ma in generale tutte le 15 Autorità portuali di sistema.

Alla luce di tale premessa, risulta del tutto immotivata la contestazione mossa all’Italia dalla Commissione europea nell’aprile scorso, secondo il quale il mancato assoggettamento delle Autorità di sistema all’imposta sul reddito delle società configurerebbe un possibile aiuto di Stato. Questa partita è ancora in corso.

Credo sia importante sottolineare l’importanza del sistema portuale italiano non solo come piattaforma dell’Europa sul Mediterraneo, che è stata al centro anche di una recente visita della Commissione II all’Autorità portuale di sistema dell’Emilia-Romagna, dove ci è stato presentato il progetto di ESCo sui fondali, ma più in generale della piattaforma logistica che l’Autorità portuale sta mettendo in campo.

Inoltre, questo sistema è stato di recente riformato dall’allora ministro Delrio, proponendosi di dare vita a un sistema riorganizzato, semplificato e con maggiore efficienza, facilitando il vero punto fondamentale del trasporto portuale, che è quello del trasporto delle merci e dei passeggeri, creando quel volano di occupazione e di sviluppo economico.

Tanti eventi o iniziative il mondo portuale ha sempre accolto e ha dato un giudizio positivo a questo tipo di riforma della legge n. 84, che da tempo era sul tavolo ed era necessaria. 

Come ho detto, la nostra regione ospita nel porto di Ravenna uno dei principali porti italiani per diverse tipologie merceologiche e fa parte di questo coordinamento delle AdSP, cioè le Autorità di sistema portuale che governano il nostro sistema.

Credo sia importante evidenziare che questa eventuale amplificazione di una tassazione sui canoni riscossi da tali enti – enti pubblici non economici – oltre a essere illogica per motivi che ho cercato, chiaramente in maniera molto sintetica, di presentare, graverebbe sui bilanci degli enti stessi, costringendoli ad aumentare i costi delle concessioni e rendendo meno competitiva chiaramente l’offerta di coloro che vivono tutti i giorni, praticano tutti i giorni le attività di scarico e carico delle merci, gli armatori e tutto quella grande comunità che sono i porti italiani.

Credo sia importante, quindi, fare sistema, non fare in questo momento fughe con ipotesi su eventuali nuove riforme o trasformazione in forme societarie, che sono anche emerse in dibattiti, incontri, che sono stati fatti, di questo o di quell’altro colore politico non mi interessa prenderne le parti. Spero che siano sempre chiaramente opinioni personali, legittime, ma che non aiutano a posizionare il sistema italiano in difesa di questo sistema.

Il mondo portuale è ampio, dai terminalisti agli agenti, agli spedizionieri, ai portuali, alle aziende di servizi, ai committenti, agli armatori e tutti hanno evidenziato, in forma pubblica, la loro preoccupazione con comunicati stampa, iniziative, prese di posizione.

Il mondo portuale, la piattaforma di logistica dell’Emilia-Romagna, che parte da Ravenna, ma si dirama in tutta la regione, vede chiaramente, come ci è stato presentato durante la visita che la Commissione II ha svolto, un progetto di ampliamento con l’approfondimento dei fondali del porto e un progetto di un’area logistica integrata, finanziata sia a livello nazionale, sia a livello europeo, e anche da parte dei privati, di quasi 200 milioni di euro. 

È stato, inoltre, questo importante progetto, approvato e appoggiato in sede istituzionale al Comune di Ravenna da tutti i Gruppi consiliari, di maggioranza e di opposizione. Quindi, quello che vorremmo chiaramente sottolineare, evidenziare ed impegnare tutti quanti noi, l’Assemblea, la Giunta, il Governo, in particolare i Ministeri competenti, è di verificare, di impegnarsi sul punto, che il percorso di chiarimento avviato con la Commissione sulla questione sollevata sia chiarito al più presto, di ribadire la necessità di far valere in ogni sede, in quella comunitaria in particolare, le peculiarità, quindi quale parte di enti pubblici non economici delle Autorità di Sistema Portuale che nella riscossione dei canoni concessori non svolgono alcuna attività economica e dunque non sono configurabili come un soggetto imprenditoriale e difenderne, chiaramente, facendo anche alleanze con i Paesi membri del Mediterraneo, questo tipo di caratteristica. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ci sono altri interventi in discussione generale? Nessun iscritto.

Passiamo, quindi, alle dichiarazioni di voto.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: L’Italia è il cuore del Mediterraneo. Pertanto, ogni attività legata al mare è fondamentale per il nostro Paese.

La nautica italiana, ad esempio, ha sempre rappresentato un punto di eccellenza a livello internazionale ed è ormai assodato che l’aumento delle tassazioni provoca un esodo in ogni segmento produttivo del settore verso altri lidi. Lo ha dimostrato la tassa sulle unità da diporto introdotta dal decreto legge n. 201/2011, che provocò un primo esodo, poi fortunatamente corretto con l’abrogazione della tassa stessa da parte della legge di stabilità del 2016. Lo testimonia l’esperienza della Croazia, che nel 2018 aveva inserito una super tassazione sulle imbarcazioni oltre i 5 metri e dotate di posti letto, una tassazione che ha moltiplicato addirittura da quattro a otto volte l’imposta di soggiorno in vigore negli anni precedenti, suscitando forti proteste fra i proprietari di imbarcazioni e determinando una sorta di fuga dalle imbarcazioni verso le coste albanesi, greche, slovene e persino italiane. Tant’è che il Ministero del turismo croato ha presentato una riforma moderatrice della super tassazione sulle imbarcazioni oltre i 5 metri, che quest’anno abbasserà considerevolmente la tassa di soggiorno.

Le Autorità di sistema portuale innanzitutto non sono imprese, come correttamente sottolineato nella risoluzione, e l’eventuale applicazione di una tassazione sui canoni riscossi produrrebbe l’effetto di un aumento dei costi delle concessioni, pesando sul lavoro degli armatori e provocando quasi certamente un loro esodo, con incalcolabili danni per il nostro sistema portuale e in particolare per il nostro porto di Ravenna.

Condivido, quindi, lo spirito della risoluzione, che considera del tutto immotivata la contestazione mossa all’Italia dalla Commissione europea, che vorrebbe assoggettare l’AdSP ad una imposta sul reddito.

Per queste motivazioni, annuncio il voto favorevole di Fratelli d’Italia. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione la risoluzione… Consigliere Bessi, prego.

 

BESSI: Chiedo il voto elettronico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Mettiamo in votazione, con il voto elettronico, la risoluzione 7085, a prima firma del consigliere Bessi.

La votazione è aperta.

 

(Si procede alla votazione con dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con registrazione dei nomi)

 

 

La votazione è chiusa.

 

Presenti 38

Votanti 37

Favorevoli 26

Contrari 0

Astenuti 11.

 

È approvata.

 

Risoluzioni sui punti nascita

(Oggetto 7511 - Ritiro)

(Oggetti 7465 - 5775 - 7339 - 7635 - Discussione)

(Oggetti 7874 - 7877 - Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla risoluzione 7511, che impegna la Giunta a richiedere un confronto con il Ministero, attraverso la Conferenza Unificata, per richiedere il mantenimento dei punti nascita ospedalieri nelle aree montane e/o disagiate della regione, ovvero il loro ripristino laddove già soppressi, anche in deroga all’accordo Stato-Regioni.

Su tale oggetto insistono due proposte di emendamento, ma il consigliere Facci ha ritirato sia l’emendamento che la risoluzione in oggetto.

Quindi, parliamo della risoluzione 7465, che impegna la Giunta ad attivarsi, di concerto con il Governo, affinché anche nei territori montani della Regione Emilia-Romagna si possa coniugare il diritto di nascere in montagna con il diritto di nascere in sicurezza, aggiornando i requisiti e gli standard organizzativi, tecnologici e di sicurezza che i punti nascita con volumi di attività inferiore a 500 parti all’anno devono possedere, tenendo conto anche delle caratteristiche economiche, sociali e orografiche di alcuni territori, prendendo inoltre in considerazione la valutazione che hanno portato alla riapertura del punto nascite di Cavalese e le segnalazioni da inserirsi in una nuova richiesta di deroga finalizzata a far riprendere l’attività del punto nascita di Pavullo nel Frignano, a firma del consigliere Galli.

A questa risoluzione è stata abbinata la 7635, che impegna la Giunta a valutare un’ulteriore richiesta di deroga al Comitato nazionale percorso nascita motivata e supportata da impegni relativi agli investimenti che garantiscono standard operativi tecnologici e di sicurezza per la riapertura dei punti nascita di montagna di Castelnovo ne’ Monti, Pavullo nel Frignano e Borgo Val di Taro, dando inoltre corso ad una interlocuzione con il ministro della sanità per rivisitare i contenuti dell’accordo Stato-Regioni del 2010 anche sulla base di dati di denatalità sempre maggiore, affinché siano riaperti i punti nascita suddetti e per il futuro non ci sia il rischio di chiusura di altri, a firma Gibertoni, Sensoli.

A cui è abbinata:

Risoluzione 7339, che impegna la Giunta a prendere in considerazione la valutazione che ha portato il Comitato percorso nascita nazionale a dare parere favorevole all’apertura del punto nascita di Cavalese, al fine di riprendere nello stesso Comitato una nuova richiesta di deroga finalizzata a riprendere l’attività dei punti nascita Borgo Taro, Castelnovo ne’ Monti e Pavullo, a firma dei consiglieri Delmonte, Bargi e Rainieri.

Risoluzione 7874, che impegna la Giunta a proseguire il confronto con il ministro della salute per verificare la possibilità di rivedere l’accordo del 2010 al fine di contemplare l’esigenza di assicurare punti nascita nei territori e nelle comunità più disagiate, nonché a mantenere informata la Commissione assembleare competente sugli sviluppi del confronto, a firma Zoffoli, Torri, Taruffi, Prodi, Mori, Campedelli, Poli, Serri, Boschini, Poli, Rontini, Molinari, Lori, Cardinali, Iotti.

Risoluzione 5775, per impegnare la Giunta a rivolgere al ministro della salute istanza di riesame del parere consultivo dallo stesso rilasciato in data 4 ottobre alla Regione Emilia-Romagna per la richiesta di deroga del punto nascita di Pavullo nel Frignano, attivare azioni volte ad aumentare il tasso di fidelizzazione delle donne nell’area del suddetto punto nascita anche promuovendo innovativi servizi di ostetricia, ginecologia, neonatologia e pediatria autonomi, garantendo inoltre gli standard operativi, tecnologici e di sicurezza relativi al livello di assistenza ostetrica e pediatrico-neonatologica definiti nell’accordo del 2010, a firma Gibertoni, a cui è abbinato l’oggetto n. 7877 che impegna la Giunta a considerare la riapertura di tutti i punti nascita soppressi nel territorio regionale, a firma del consigliere Facci.

Discussione generale.

Consigliere Galli, prego.

 

GALLI: Grazie, presidente.

Illustro la mia risoluzione, la 7465. Si comincia così. Giusto, presidente?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei può parlare su tutte, presumo.

 

GALLI: Basta la mia. È sufficiente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ribadisco che lei può parlare su tutte le risoluzioni. Ha dieci minuti di tempo e può dirci tutto quello che vuole su tutte le risoluzioni.

 

GALLI: Basta la mia, ed è sufficiente. È un tema che in quest’aula si è già sentito diverse volte negli ultimi mesi. Sarà perché è un tema sentito, sarà perché si avvicinano le elezioni. Quello che è certo è che una presa di posizione ferma e irrevocabile della Regione sta diventando una presa di posizione quasi ferma e quasi irrevocabile.

Di cosa parliamo? Parliamo della chiusura dei punti nascita e del declassamento degli ospedali delle zone montane del modenese, reggiano e bolognese: Porretta Terme, Modena e Reggio Emilia. Qual è l’oggetto di questa chiusura? C’è stato uno studio a livello nazionale, un controllo, un confronto, una disamina dei criteri per cui si può tenere aperto un punto nascita e si è stabilito nel 2010 che il percorso corretto era quello di chiudere i punti nascita con parti inferiori ai 500 all’anno, per motivi di sicurezza.

A questo punto, però, ci sono due o tre osservazioni da fare. Quando vengono chiusi i punti nascita, la prima cosa da fare sarebbe controllare le condizioni orografiche, geografiche di strade, di ambienti, di clima che possono rendere disagiato in certe zone, penso soprattutto alle zone montane, un parto in sicurezza. A questo fatto aggiungiamo che sono in atto politiche nazionali e regionali per sostenere una politica di sostegno alle zone montane. Ricordo, ad esempio, quel procedimento in corso da parte dell’Amministrazione regionale per defiscalizzare le nuove imprese che vanno a operare in montagna. Ricordo che la legge n. 2 del 20 gennaio 2004 ha messo in campo alcune iniziative per sostenere lo spopolamento in queste aree.

La prima cosa da sostenere per impedire lo spopolamento è dare la certezza alle famiglie che risiedono in queste zone o che vogliono andare a risiedere in queste zone che l’assistenza sanitaria, soprattutto in un momento delicato come quello del parto, è sicura.

È evidente che l’Amministrazione regionale, nel momento in cui firmava un protocollo che accettava la chiusura dei punti nascita sotto i 500 parti all’anno, firmava una cosa che sapeva che avrebbe portato alla chiusura. Quando successivamente ha chiesto la deroga, era una finta deroga - permettetemi di avere questo dubbio - finta deroga perché, nel momento in cui c’è un protocollo nazionale che dice “la valutazione sotto i 500 parti all’anno porta alla chiusura” e si va a chiedere un parere consultivo, il parere non può che essere negativo.

La Regione, allora, nel 2017 ha proceduto alla chiusura di questi punti nascita e successivamente, sotto la spinta di una protesta popolare (sono nati comitati in tutte queste province), ha cominciato a barcollare nelle sue certezze.

Io mi permetto di sottolineare due aspetti ai colleghi e all’Amministrazione. Le zone montane hanno bisogno di avere un trattamento diverso da quello delle zone di pianura. È evidente. 50 chilometri fra Modena e Bologna o fra Bologna e Forlì sono diversi da 50 chilometri fatti da Fiumalbo a Pavullo o da Pavullo a Sassuolo.

Si sono già verificati diversi casi in cui i trasporti in queste zone sono diventati difficili. Pochi giorni fa abbiamo avuto dei gravi disservizi nei trasporti nel nodo di Pavullo, proprio dove è stato chiuso uno di questi punti nascita, dove l’ospedale viene via via declassato. Se in quel momento, in quella fila di 8-10 chilometri che ha tenuto bloccato il traffico per delle ore, ci fosse stata una partoriente, certamente avremmo avuto dei problemi. Pochi mesi fa abbiamo assistito al fatto veramente spiacevole di un parto in una piazzola della strada che collega il Frignano al resto della provincia.

Sono tutti passaggi che dovrebbero farci capire che i chilometri di montagna sono diversi dai chilometri di pianura.

A questo aggiungiamo che le rilevazioni fatte dai tecnici della Regione sono state fatte in diminutio delle vere distanze. Non so come abbiano fatto, ma hanno calcolato un minutaggio decisamente inferiore a quello necessario a percorrere queste strade, badate bene, strade senza problemi di traffico, strade senza neve, strade senza nebbia, quindi le condizioni migliori. Malgrado questo, sono state sottostimate.

Noi chiediamo all’Amministrazione regionale un provvedimento molto semplice. Intanto di smetterla con un rimpallo di responsabilità fra Regione e Ministero, fra chi amministra Bologna e le altre città della nostra regione e un Ministero che, a seconda di chi governa, diventa un Ministero vicino o un Ministero lontano.

Pochi mesi fa c’era la ministra Lorenzin vicina a questa Amministrazione che diceva “così è, non si possono più riaprire”.

Nel momento in cui è cambiata l’amministrazione e il ministro non è più vicino a questa Amministrazione regionale, all’improvviso, la Regione ha scoperto che si poteva rimettere in discussione tutto. È un comportamento che ritengo non corretto. Se il ministro Lorenzin diceva che non si poteva riaprire, perché la Regione allora non ha fatto muro, non ha chiesto incontri, non ha cercato di fare pressione per riaprire questi punti nascita? Come mai adesso, a distanza di mesi, pochissimi mesi, quella riapertura che era impossibile un anno fa diventa possibile?

Aggiungo, a conclusione dell’intervento, che quando si sostiene che sotto i 500 parti non si può nascere, cos’è che lo impedisce? Si dice che sotto questo numero manca la manualità, mancano le competenze tecniche, manca l’esercizio per la nascita. Non è che la nascita la fanno le strutture, i letti per il parto, gli ecografi, l’impianto di illuminazione.

La capacità la fa l’équipe medica che deve avere i 500 parti o di più, che non dovrebbe essere un problema trasferirli da Sassuolo a Pavullo o da Bologna a Porretta Terme.

La speculazione che viene fatta – speculazione che capisco, ma che non mi trova d’accordo – per tagliare le spese della sanità su questi punti nascita credo sia sbagliata e immediatamente da correggere.

Spero di non vedere un continuo rimpallo per i prossimi mesi, fino alle elezioni prossime, di competenze fra la Regione e lo Stato, perché sarebbe uno spettacolo veramente increscioso.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente. Se noi avessimo mai avuto dubbi nelle ultime settimane, alla luce delle dichiarazioni ultime da parte del presidente Bonaccini, dell’assessore, rispetto alle prospettive ottimistiche che sono state rappresentate dopo un incontro a livello ministeriale, se avessimo mai avuto dubbi circa la buona fede di quelle dichiarazioni, io credo che oggi noi avremmo avuto la conferma di questi dubbi. Noi oggi con la risoluzione a firma di quasi tutti i componenti del Partito Democratico, a prima firma il consigliere Zoffoli, abbiamo la prova provata che da parte di questa maggioranza, quantomeno, che sostiene la Regione non c’è la volontà di intervenire sulle situazioni pregresse.

È inutile che facciamo la storia dell’accordo. Sappiamo benissimo quali sono i vincoli nazionali che, in qualche modo, avevano indotto questa Regione a prendere una determinata posizione, ma sappiamo anche delle recenti aperture che vi sono state da parte del nuovo Governo nel rivedere quel famoso accordo e quella famosa limitazione numerica, quindi la possibilità di prevedere deroghe in quei contesti che, come è stato ricordato da chi mi ha preceduto, presentano criticità, presentano difficoltà a livello di contesto ambientale, distanza dai capoluoghi, eccetera.

Il punto qual è? Il punto è se c’è la volontà veramente di discutere con il nuovo Governo, la possibilità di rivedere quei parametri numerici, fermo restando il sacrosanto diritto, anzi il sacrosanto dovere di garantire i criteri di sicurezza. Questi li diamo sempre per scontati e non intendiamo dimenticarli, ma la questione è la partenza. Su che cosa vogliamo operare? Vogliamo operare a trecentosessanta gradi su tutto il territorio o vogliamo, comunque, già escludere situazioni che hanno visto nel passato – mia opinione personale – una serie di forzature e una serie di interventi su territori periferici che, invece, avrebbero meritato altro?

Quando dico che è la prova provata della non buonafede – nel senso politico, ovviamente – di questa Giunta lo dico perché, in tutte le risoluzioni che sono arrivate oggi da parte, sostanzialmente, di tutti i Gruppi rispetto a questo tema, quella del Partito Democratico è significativa. Inizialmente era stata presentata una proposta che contemplasse, come ritengo richiesto quantomeno dalla risoluzione a mia firma, ma anche da quella dei colleghi delle minoranze, la riapertura dei punti nascita chiusi in passato. Infatti, sulla risoluzione così come originariamente impostata, seppure a livello di bozza, ma comunque originariamente impostata, avevo deciso di porre la mia adesione. Perché? Perché parlava espressamente della riattivazione - riattivazione, dal verbo riattivare - dei punti nascita nelle zone geograficamente disagiate, e veniva espressamente citato Porretta Terme, Pavullo nel Frignano, Castelnuovo ne’ Monti, Borgo Val di Taro, cioè le quattro realtà in cui questa Regione, con scelte spesso discutibili, per Porretta ampiamente discutibile, visto che è stato il primo, ha deciso di procedere alla chiusura dei punti nascita.

Inizialmente avevo favorevolmente salutato l’apertura che il presidente Bonaccini aveva fatto, all’esito dell’incontro a livello ministeriale, di rimettere in discussione la questione, qualora vi fosse da parte del Governo una diversa considerazione e, quindi, l’individuazione di norme differenti e, quindi, di criteri differenti.

Ma il punto è che, avendo espressamente modificato, perché la risoluzione del Partito Democratico è differente, oggi dice altro, non parla più di riattivazione e non parla più di quei quattro punti nascita, parla genericamente di assicurare punti nascita nelle zone disagiate, che non è la stessa cosa… Lo dico a tutti i firmatari, compresi i miei conterranei: non è la stessa cosa parlare di assicurare nelle zone disagiate da riattivare quei quattro punti nascita. Non è la stessa cosa. Allora, nel momento in cui questa è la proposta del Partito Democratico, e alleati evidentemente, io dico che, se voi oggi continuate andare a dire che siete disponibili a ridiscutere state dicendo una cosa non corretta, perché questa è la dimostrazione. Aver evitato di parlare di riattivazione di quei quattro punti nascita significa che non c’è la volontà politica. Non c’è la volontà politica. Al netto della rassicurazione sulla sicurezza, sui criteri di qualità di sicurezza che devono esservi sempre, quello è un comune denominatore, il punto è che escludendo a priori questa ri-attivazione questo significa che su quei quattro punti nascita non c’è la volontà politica di tornarci. E non c’entra più la questione sanitaria, è una scelta a monte, ed è una scelta che condanno, che contesto.

Allora, se il presidente vuol fare campagna elettorale illudendo i territori che riaprirà tutto, se lo voleva fare, se quella era la sua intenzione, oggi abbiamo verificato che il re è nudo.

Mi dispiace, perché su queste questioni voi state giocando con l’impostazione, giocando con i termini. Capisco, il voto è alle porte. Bisogna dare rassicurazioni. Però, purtroppo, parlano i documenti, come dice sempre il mio amico Taruffi. Si parla con i documenti. Bene, il documento abbozzato e ritirato, sul quale, caro Zoffoli, io ero disponibile a mettere la mia firma e anche a ritirare la mia risoluzione, nel momento in cui è stata modificata e la proposta vostra è differente, oltre a tradire la vostra precisa volontà avete in qualche modo evitato che su questo vi sia una condivisione complessiva e corale e soprattutto avete, a mio avviso, messo la parola fine dal vostro punto di vista, poi speriamo, ovviamente, a questo punto, nel nuovo mandato amministrativo che ci siano condizioni differenti, però questo noi lo dovremmo andare a dire.

Noi dovremmo andare a dire qual è la volontà della Regione, perché se il Presidente va a dire che rivede tutto e con un messaggio quasi pastorale, rassicurante, va a dire che ci sarà una rivisitazione di tutto, perché adesso la Regione si è attivata, io dico che tutti devono sapere che questo non riguarda nella vostra volontà politica, Porretta Terme, Pavullo nel Frignano, Castelnovo ne’ Monti e Borgo Val di Taro. Se fosse stato diverso, lo avreste scritto come avevate inizialmente impostato la risoluzione.

Mi dispiace oggi dover dire queste cose. Avrei voluto fare un altro intervento, ma – ripeto – i documenti sono ufficiali e la vostra volontà politica l’avete manifestata e dichiarata. Questa credo sia una brutta pagina per le prospettive di chi nelle realtà disagiate, nelle realtà di montagna, nelle realtà periferiche stava ancora sperando, aveva ripreso in mano la speranza che si potesse tornare indietro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Il tema di cui discutiamo oggi è già stato trattato, quindi non mi dilungherò, ovviamente, nella spiegazione di quanto già avvenuto. Lo abbiamo trattato più e più volte, anche all’interno di quest’aula e nelle Commissioni.

Quando, ormai un mese e mezzo fa, avevo letto il titolo di un articolo in cui si diceva che la Regione riapriva alla possibilità di riattivare i punti nascita avevo gioito, almeno fino a quando non ho letto il testo integrale dell’articolo, in cui si diceva, ovviamente, che – certo – siamo disponibilissimi a farlo, ma la competenza è del Governo. Lì ho capito a che gioco stavamo giocando. Stavamo giocando al solito gioco del “fino a quando eravamo al Governo noi la Lorenzin diceva” – noi, voi – “la Lorenzin diceva che è compito delle Regioni. Ora, invece, il Governo si è invertito ed è compito del Governo”.

Okay. Perfetto. Io continuo a sostenere, come ho sempre sostenuto, con un Governo anche non appartenente alla nostra parte politica, che la competenza è e resta esclusivamente della Regione. Continuo a crederlo tuttora. Lo ha confermato anche il Ministero stesso proprio nella data di ieri, nell’incontro avvenuto anche con i comitati.

Perché ne stiamo ridiscutendo oggi? Perché a ottobre scorso, data in cui in realtà molte delle risoluzioni che oggi discutiamo sono state depositate, compresa quella che riporta anche la mia firma (infatti era il 18 ottobre), il punto nascita di Cavalese ha riottenuto la riapertura, ed è forse il caso più emblematico di punto nascita chiuso. È stato chiuso parecchio tempo, se non erro circa due anni, e poi, effettivamente, è stato riattivato e riaperto, a differenza di altri punti nascita che hanno avuto un percorso leggermente diverso.

Questo ha dato speranze e ha dato un caso da poter, eventualmente, seguire nel caso ci fosse la volontà di farlo. Come si può fare questo percorso? Credo che la strada, in realtà, sia abbastanza semplice. C’è stato un errore nel passato. Io lo chiamo “errore” perché non voglio pensare che fosse una volontà politica, anche se il sospetto in parte ce l’ho, di presentare una richiesta di deroga carente in molti aspetti. Mi viene da pensare alle distanze geografiche e stradali molto sminuite all’interno della richiesta di parere. Ricordo che la deroga può essere concessa - è proprio all’interno del titolo di questo protocollo - su condizioni orografiche complesse. Quindi, era questo il punto su cui fare leva per ottenere un parere favorevole a questa richiesta di deroga.

Un punto, invece, che è stato completamente sminuito, annacquato e considerato in maniera molto leggera, in quanto le distanze sono state calcolate nella migliore delle ipotesi, d’estate, molto spesso addirittura in linea d’aria, senza neanche considerare quando certe strade, soprattutto in zone appenniniche e nei punti più alti del crinale, sono, come sappiamo, molto spesso dissestate, in inverno sono in condizioni molto più complicate da percorrere. Tutto questo non è stato minimamente considerato. Quindi, se pensiamo che nella richiesta di deroga sono state segnalate delle distanze da un’ora e mezza, queste distanze diventano tranquillamente anche quasi due ore nel caso in cui ci fossero condizioni complicate. Ma questo è stato taciuto.

Così come è stato taciuto nella richiesta di deroga fatta nel 2017 il fatto che l’Azienda sanitaria reggiana, nel mio caso specifico di Castelnovo ne’ Monti, era stata unificata il 1° luglio. Questo non compare minimamente all’interno della richiesta di deroga, che è avvenuta successivamente. Quindi, credo che poter spiegare al Comitato percorso nascite che il personale in forza nell’ospedale di Castelnovo ne’ Monti nel caso specifico era lo stesso, perché di fatto nella stessa Azienda sanitaria e nella stessa Azienda ospedaliera di Reggio Emilia, quindi del punto nascita principale della provincia di Reggio Emilia, sarebbe stato forse utile a far capire come la competenza dei medici che avrebbero prestato il loro servizio all’interno del punto nascita di Castelnovo ne’ Monti sarebbe stata assolutamente elevata, quindi una competenza degna di un ospedale di primo livello.

Dicevo, forse è stato un errore. Ma se è stato un errore, agli errori si può porre rimedio. Il Ministero, anche con l’esempio - ripeto - di Cavalese, è stato chiaro: noi possiamo tranquillamente ripristinare la sicurezza. Di questo parliamo, ed è importante, anche se tengo a ricordare che il numero di 500 parti all’anno non è considerato uno standard di sicurezza, ma uno standard operativo all’interno dell’accordo Stato-Regioni, ed è proprio definito come tale. Ma concordiamo sul fatto che ci debba essere la sicurezza per le madri e per i nascituri, quindi è giusto ripristinare tutti i crismi di sicurezza in tutti i punti nascita. Rifare una richiesta di deroga degna di questo nome, con tutti i crismi di distanze scritte come si deve, con la citazione della nuova Azienda sanitaria, con tutte le nuove azioni che si intendono intraprendere o che si sono intraprese per mettere in sicurezza il punto nascita, riportare questa richiesta di deroga e poi, ovviamente, rimettersi a un giudizio tecnico che credo sia illustre ed importante.

Nella risposta alla nostra richiesta di deroga avevamo delle chiare indicazioni da parte del Comitato percorso nascita nazionale, chiare indicazioni che indicavano come ci fossero delle carenze. Basta porre rimedio a queste carenze e poi riaprire, se questa è davvero la volontà.

Invece, i comitati hanno portato delle proposte e guarda caso l’unica proposta che gentilmente il presidente Bonaccini ha accolto è quella di risedersi al tavolo con il Governo per ritrattare questo numero dei 500 parti l’anno. Mi piace citare Paolo Giberti, che è il presidente della Società italiana di neonatologia, che dichiarò: “Si iniziò a parlare di dimensioni e qualcuno inventò un numero, 500 parti l’anno, per marcare quel confine tra strutture inevitabilmente inefficienti e inefficaci e strutture idonee; una scelta fortunata dato che l’equivoco che crea perdura anche nei nostri tempi”. È Paolo Giberti, ripeto.

Cito anche un’altra persona illustre, un medico illustre: Gianfranco Iorizzo, attualmente presidente del Comitato percorso nascita nazionale, che, riferendosi al Cavalese, ha dichiarato: “La deroga concessa all’ospedale di Cavalese è del tutto indipendente dal numero di parti in quanto la riapertura è legata all’appartenenza ad un’area ora geograficamente disagiata e le soluzioni tecniche concordate consentono piena sicurezza e qualità delle cure e assicurano a Cavalese l’attribuzione di ospedale di primo livello, dimostrando, di fatto, che anche in un ospedale, in un punto nascita che non rispetta i parametri dei 500 parti l’anno, ma in cui la Regione – in quel caso una Provincia autonoma – ha investito per porre la sicurezza e ha specificato le condizioni geografiche difficili è possibile la riapertura”.

Questa è la strada da percorrere, ed l’unica che crediamo percorribile in tempi brevi, applicabile da domani mattina con un investimento della Regione. Siamo comunque concordi a sederci al tavolo con il Governo, che ha già espresso la sua volontà di rivedere anche questo accordo Stato-Regioni e quindi in un percorso che sicuramente sarà un po’ più lungo. L’ha espressa anche nella giornata di ieri, con dichiarazioni, il ministro Grillo, ma gli stessi segretari del Ministero. C’è questa volontà, non è un problema. La si può portare avanti, ma credo che la Regione non possa esimersi dall’assumersi le proprie responsabilità, le proprie possibilità di riapertura, grazie a questo percorso che ho illustrato.

Questa è la strada. È stata tracciata da un precedente chiaro e chiediamo quindi se davvero è volontà della Regione, del presidente Bonaccini, dell’assessore Venturi portare avanti questa possibilità di riapertura che alle parole seguano i fatti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Passiamo la parola al presidente della Giunta, Stefano Bonaccini.

 

BONACCINI, presidente della Giunta regionale: Grazie, presidente. È bene che facciamo un po’ di chiarezza. Capisco che viene assegnata a me la responsabilità di aprire la campagna elettorale, ma ho l’impressione che da un po’ di mesi non la campagna elettorale – non mi permetto – ma la voglia di avere le fotografie sui giornali stia in capo a qualcun altro.

Peraltro, è bene ricordare che quando si è al Governo non si è all’opposizione. Come legittimamente pure io non solo non condividendo, ma credendo che sia stata fatta persino una scelta che pone in capo un possibile conflitto di attribuzione, il Governo in carica ha preso un progetto approvato, con tutti gli enti locali che avevano votato a favore, i soldi certi, la valutazione di impatto ambientale positiva, lo mette da parte, non chiude la Conferenza dei servizi aperta, che è il luogo istituzionale dove le parti discutono, non chiama mai nessuno e poi ci chiama dopo quattro mesi: “Andiamo” ci dice “e fra quindici giorni ci rivediamo”. Passano tre mesi.

È tutto agli atti. Chi è capace di smentirmi lo faccia.

Dal 24 di ottobre ad oggi non siamo mai più stati richiamati. Abbiamo imparato dai giornali che c’è un nuovo progetto depositato, che gli enti locali non hanno mai visto, e c’è una lettera mandata a metà dicembre dal presidente, con tutte le parti sociali di questa Regione, al Governo stesso. Quel Governo...

 

(interruzione)

 

No. Guardate che c’entra proprio. Lasciatemi finire. Non agitatevi.

Visto che quel Governo decide di bocciare e di cancellare quel progetto...

Tagliaferri, ascolti. Vedrà che troverà un filo di ragionamento coerente.

 

(interruzione)

 

Perfetto.

Perché il Governo in otto mesi non ha deciso di convocare le Regioni, aprire un tavolo di confronto ed è dovuto andare il sottoscritto a chiedere alla ministra Grillo, con cui c’è un rapporto, peraltro, cordiale, ottimo di relazione, e decidere che entro il 31 marzo... Come immagino avranno detto ieri al Ministero all’incontro in cui la Regione non è stata convocata, ma fa nulla (io non ho fatto polemica), con comitati, un sindaco e alcuni consiglieri deputati solo del Movimento 5 Stelle. Ripeto, è legittimo. Immagino avranno detto che abbiamo deciso insieme – Stefano Bonaccini a nome di tutte le Regioni italiane e le due Province autonome e Giulia Grillo a nome, come ministro della salute, del Governo – che dentro al Patto per la salute entro il 31 marzo (doveva essere il 31 gennaio, ma il Governo ci ha chiesto di portarlo al 31 marzo e abbiamo detto “benissimo” all’unanimità) dovrà essere uno dei tanti argomenti, ma ho chiesto e insieme abbiamo condiviso che ci sia anche quello, a proposito di voler affrontare il problema, dove discuteremo e decideremo insieme, immagino anche alla parte tecnica, poi il Ministero e il Governo faranno le loro valutazioni, ce le presenteranno e noi faremo le nostre contro-argomentazioni o diremo che siamo d’accordo su tutto, e lì si discuterà del merito.

Perché, allora, mentre si cancella un progetto pronto ad aprire i cantieri, dall’altra parte non ci si prende la responsabilità, se era così importante e così dirimente, dato che sono passati otto mesi e non è stata ancora convocata una sola riunione per discutere dei punti nascita tra Governo e Regioni. Dico Regioni, perché andate a studiarvi quali sono le Regioni in cui sono state date le deroghe e non date le deroghe. Ci sono Regioni governate mica dal centrosinistra solo.

Io dico solo: per quale motivo un presidente di Regione, così come un consigliere regionale di qualsiasi partito, dovrebbe pensare la sera, quando va a letto, di preferire di andare a casa prima di addormentarsi avendo preso dei fischi piuttosto che non ricevere degli applausi, anche per qualche soddisfazione personale, visto che il rischio persino di un’aggressione ha rischiato di ricevere il sottoscritto. Perché per quanto mi riguarda l’idea di aprire o chiudere i punti nascita…

 

(interruzione)

 

Collega Tagliaferri, se lei non sa di cosa sto parlando, si informi. È successo a Castelnovo ne’ Monti, con i carabinieri di fianco a me. Okay? Ecco, si informi ogni tanto e poi può commentare, va bene? Va bene? Ecco.

Quello che voglio dire è che, quando ci sono questioni come queste, la prima cosa che la politica dovrebbe fare è evitare di sputarsi accuse e controaccuse e affidarsi alla parte tecnico-scientifica, che prova a stabilire dove la sicurezza delle partorienti e dei bambini, nell’atto più bello che può capitare a una mamma, a un genitore e a una famiglia nel corso della propria vita, venga garantita in assoluta tranquillità.

Figuratevi se a me o all’assessore Venturi o a questa Giunta doveva esserci in capo l’obiettivo di andare a chiudere quei punti nascita, che peraltro era contenuto nel programma elettorale e uno era già stato chiuso, quindi c’è anche quell’elemento lì da affrontare, a Porretta Terme prima che io diventassi presidente qualche anno fa. Ho detto e ribadisco che vogliamo con il Ministero della salute, indipendentemente dall’appartenenza politica della ministra e del Governo, discutere insieme un tema, che non deve essere di divisione politica, ma soltanto di qualità della sicurezza che viene garantita a chi deve partorire e ai bambini che nascono. Tutto qua.

D’altra parte, quel numero 500 sapete bene a che epoca risale, che Governo c’era in carica, sapete bene che non è la Regione che decide quali deroghe darsi o meno, ma c’è una Commissione tecnica del Ministero, che fa riferimento al Ministero stesso, ed è il Ministero che scrive alle Regioni per dire cosa viene derogato e cosa no. Modifichiamo insieme quei parametri? Io sono pronto a farlo, ma non lo posso decidere io, non lo può decidere l’assessore Venturi, lo deve decidere una commissione tecnica e una discussione che deve avvenire nella sede naturale di confronto, che è quella della Conferenza Stato-Regioni.

Mi piacerebbe chiedervi, e lo chiedo anche a me stesso, di provare a mettere da parte le polemiche su questa cosa, perché anche lì c’è l’accusa di campagna elettorale. Scusate, se non affronto il tema, qualcuno mi accusa che non voglio affrontare il problema. Se lo affronto, voglio far campagna elettorale.

Decidete voi cosa devo fare.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Presidente, non è un dibattito.

 

BONACCINI: Non ha fatto nulla di grave, Galli. La tempistica è quella che le deroghe sono state date mica 18 anni fa. Ci sono regioni che hanno ancora il problema di sapere se derogare o meno. Io dico solo: scusate, ma nel momento in cui il presidente della Regione Emilia-Romagna, a nome di tutte le Regioni - avete sentito qualche altro presidente in questi mesi uscire e porre in capo questo elemento come polemica? – trova con la ministra della salute l’opportunità e la possibilità di fare un’operazione che, immediatamente, dentro la sede più naturale, la riscrittura del Patto per la salute, che è una cosa, come potete capire, abbastanza rilevante, che parte dai 114 miliardi di euro di Fondo del sistema sanitario nazionale e quanto lo dovremo rifinanziare per i prossimi anni, mi pare che abbiamo tutti le condizioni, alla luce del sole, in maniera trasparente, di affrontare un dibattito che entro il 31 marzo dovrà terminare, se il Governo mantiene fede, e io non ho dubbi che sia così, alla data nella quale dovremmo andare a riscriverlo e a pattuirlo, affinché si sappia e si capisca se può essere derogato un numero di parti che attiene unicamente ed esclusivamente, ve lo direbbe qualsiasi tecnico, al tema della sicurezza delle donne e dei nascituri. Tutto qua.

Se noi mettessimo da parte, tutti insieme, a partire da me, la vis polemica e provassimo a dirci “finalmente ognuno assegni le colpe del ritardo a chi vuole, finalmente si è deciso tra Regioni e Governo di andare a discutere di quello”, noi nelle prossime settimane potremmo fare una discussione civile, di merito, che esce dalla propaganda e va a verificare se c’è la volontà di modificare i parametri per i quali certe aree di questo Paese possono chiedere la deroga o non la deroga, addirittura a seconda della modifica degli stessi parametri che vengono indicati. Tutto qua.

Altre Regioni si son trovate alcune richieste derogate, altre no. È andato così ovunque.

Per cui, io sono disponibilissimo, ve lo confermo, altrimenti non avrei fatto quella mossa, a valutare, insieme a voi, come Regione, quella che sarà la discussione, ma in un quadro in cui non è che l’Emilia-Romagna può da sola decidere come modifica i parametri nazionali, perché non lo potremo fare, e dentro la Conferenza Stato-Regioni, insieme al Ministero della salute e al Governo italiano andremo a verificare e a valutare, e il Governo si avvarrà dei tecnici – ci mancherebbe altro – competenti che, rispetto a molti di quelli che parlano qui dentro, hanno studiato medicina e hanno competenze medico-scientifiche e valutare quali sono i parametri che vorranno indicare al Governo e alle Regioni per una valutazione da farsi insieme. Tutto qui.

Davvero diventa stucchevole immaginare che chi è da questa parte del tavolo si sia alzato una mattina e, per volontà di far male a qualcuno, abbia voluto chiudere dei punti nascita. Come sapete, si rischiano più i fischi piuttosto che gli applausi. Allora, sì, quella sarebbe propaganda all’incontrario.

Ripeto, e chiudo: c’è tutta la disponibilità nostra – ve lo ribadisco – a una discussione che vada insieme al Governo, perché non saprei quale altra sede naturale trovare, a valutare quello che in questi otto mesi si vede che in altre faccende affaccendato il Governo non ha voluto minimamente affrontare. Adesso il Governo lo vuole affrontare e noi siamo pronti ad affrontarlo. Tutto qua.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Siamo, credo, ormai alla decima – ho perso il conto – discussione sul tema dei punti nascita in quest’aula, in questi quattro, ormai cinque anni di legislatura. Credo sia il tema che abbiamo dibattuto di più in assoluto. Purtroppo, mi dispiace doverlo rimarcare tutte le volte, non c’è mai un passo in avanti rispetto a una lettura che dovrebbe essere condivisa, non fosse altro perché – come faccio da anni, e lo farò anche oggi, perché sono un ottimista – elencherò fatti oggettivi.

È un fatto oggettivo che il 16 dicembre 2010 il Governo Berlusconi abbia stipulato in Conferenza Stato-Regioni l’accordo in virtù del quale si fissavano 500 parti l’anno come soglia sotto alla quale i punti nascita andavano chiusi per ragioni di – pretesa o non pretesa; io sto ai fatti – sicurezza. Questo salvo deroghe. 16 dicembre 2010.

È un fatto che nel corso di questo mandato, a partire dalla risoluzione approvata nel maggio del 2015, primo firmatario il collega Torri, risoluzione votata all’unanimità, noi abbiamo chiesto alla Giunta e al presidente Bonaccini di valutare esattamente la possibilità di applicare deroghe rispetto ai punti nascita del nostro territorio regionale che erano in difficoltà e che non rispondevano ai criteri fissati – lo ribadisco ancora una volta ad uso del consigliere Facci – da un accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010. Che cosa succede? Che anche successivamente alla discussione che si ebbe nel maggio 2015, l’Amministrazione di questa Regione, la Giunta e il presidente inoltrano domanda per applicare le deroghe per quelli che erano i sette punti nascita di questa regione che non corrispondevano ai criteri fissati dal quadro nazionale, ci viene risposto positivamente per alcuni e negativamente per altri. Successivamente a questa risposta, risposta che sta in capo al Ministero… risposta che sta in capo al Ministero. Del resto, non è che si può fare tutte le volte il gioco delle tre carte, per cui se il Governo ha un colore che è il nostro allora è colpa della Regione, se invece il Ministero non ha il colore nostro è colpa del Ministero. Non funziona così. Le Istituzioni non funzionano così. Ci vorrebbe un minimo di serietà, che forse non servirà a prendere voti, ma servirebbe a condurre meglio le Istituzioni.

Quindi, come Regione, chiediamo al Ministero di avere la deroga sui sette punti nascita, su quattro ci viene detto di no, su tre ci viene detto di sì. Va bene? Bene. E si procede purtroppo… perché noi siamo stati tra quelli che, ovviamente, non auspicavano quella soluzione, hanno lottato insieme ad altri, più di altri, per trovare una soluzione diversa, e abbiamo preso atto di quello che era il contesto.

Dopodiché è cambiato il Governo. Però, siccome siamo persone serie, non è che se cambia il Governo cambiano le regole attraverso le quali si portano avanti i rapporti istituzionali, perché le Istituzioni prescindono dalle forze politiche. È un principio elementare. Quindi, che cosa succede? Che noi di nuovo diciamo: bene, chiediamo nuovamente alla Giunta e al presidente di questa Regione di chiedere un incontro e di mettersi al tavolo con il Governo per cambiare i contenuti di quell’accordo del 16 dicembre 2010, per vedere se ci sono le condizioni per fare quella cosa. Premessa indispensabile per tornare dopo eventualmente a discutere dei punti nascita ed eventualmente anche riaprirli dove sono stati chiusi, perché a Porretta, come ad Alto Reno Terme, oggi il punto nascita è stato chiuso, e nella discussione spesso non viene citato, almeno da alcune delle forze di opposizione, perché ovviamente nel febbraio 2014, quando si è chiuso il punto nascita di Porretta, molti dei consiglieri regionali che oggi sono qui non so se sapevano dov’era Porretta, ma sicuramente non sapevano nulla di come funzionavano i rapporti e le dinamiche attraverso le quali si arrivava alla chiusura o meno di un punto nascita e sicuramente non erano, come il sottoscritto, a fare battaglia politica perché quel punto nascita rimanesse aperto. Apro e chiudo parentesi.

Di Porretta non parla nessuno e io invece dico che ci sono le condizioni per non solo riattivare quelli che sono stati chiusi nell’arco di questi quattro anni, alla luce del percorso che ho detto, ma anche di riaprire quello di Porretta, che, secondo noi, può essere inserito all’interno di questo ragionamento, la cui premessa fondamentale, però, rimane sempre la stessa: modificare l’accordo Stato-Regioni 16 dicembre 2010.

Oggi il Governo è un Governo diverso da quello precedente, la Regione è sempre la stessa e c’è una coerenza interna molto semplice: abbiamo fatto domanda prima. Collega Bargi, sono contento che lei sorrida, perché ogni tanto sarebbe anche utile, oltre a sorridere, stare nel merito, cosa molto difficile.

Stiamo nel merito. Prima abbiamo chiesto deroghe per i punti nascita, per tenerli aperti e il Governo precedente, che era il Governo Gentiloni, ministro Lorenzin Governo Gentiloni, ci dice di no. La stessa Regione, la stessa Giunta, la stessa maggioranza, cambia il Governo e ci dice nuovamente: possiamo ridiscutere quell’accordo in base al quale si decide se tenere aperti o no i punti nascita nelle aree disagiate, con particolare riferimento a quelle di montagna?

La risposta a questa domanda, voi potete girare finché vi pare, è in capo esclusivamente all’Istituzione che un anno e mezzo fa ha detto no. Quell’Istituzione è il Ministero della salute che si avvarrà dei tecnici e delle Commissioni tecniche adesso funzionali, ma quella risposta la deve dare il Ministero.

Il fatto che il ministro e la forza politica che guida il Governo sia cambiata non sposta la modalità di relazione.

Mi auguro che potrà cambiare la risposta che avremo, ma la competenza sta là, al Ministero, stanti gli atti che abbiamo assunto noi e che mi dispiace il consigliere Facci non abbia valutato forse in modo completo, nel momento in cui noi diciamo “proseguire nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni il confronto con il Ministero, come dichiarato, per verificare la possibilità di rivedere, nell’ambito del nuovo Patto per la salute, l’accordo Stato-regioni del 2010, al fine di assicurare i punti nascita nelle zone disagiate, con particolare riferimento a quelle di montagna”.

Ragazzi, mi dite come si fa a dire che questa roba non va bene? Ci vuole anche fantasia. Soprattutto, come si fa a dire che non c’è la volontà da parte di questa Regione di proseguire nel ragionamento fatto coerentemente con quello che io e noi abbiamo sempre chiesto, votato – parlo per me, parlo per noi – in questi mesi? Mi dite cosa c’è?

Quando c’era il ministro Lorenzin e il Governo di Gentiloni chiedevo una cosa. Oggi c’è il Governo Conte e c’è la ministra Grillo e io continuo a chiedere la stessa cosa. Questa Regione si è mossa in questa direzione. Questo non può non essere riconosciuto, a meno che non ci sia la volontà di non riconoscere la realtà.

Il consigliere Facci parla di una bozza. Io non sono abituato a discutere di bozze. Peraltro non ho visto quella bozza, quindi non so quali siano i rapporti, né mi interessa, perché io sto ai dati oggettivi. Io ho apposto la mia firma ad una risoluzione. Io non ho visto bozze, non ho visto discussioni precedenti, né mi interessano. Io so quello che ho firmato. Quello che ho firmato l’ho letto qua e sfido il consigliere Facci e chiunque in quest’aula a dire che qua non c’è scritto chiaramente che si impegna la Giunta per andare – leggo testualmente – a rivedere l’accordo del 2010 con il Governo. Il Governo è disponibile? Lo dica nelle sedi istituzionali preposte e nelle forme istituzionali preposte.

L’ho detto all’inizio e lo ridico oggi. I Governi cambiano, le maggioranze cambiano, le Istituzioni rimangono. Quindi, non è che si può tutte le volte pensare di impostare modalità di relazioni istituzionali che non siano quelle date. I rapporti tra Governo e Regione non è che li stabilisce il ministro di turno di volta in volta, ma sono codificati nell’ambito di un rapporto istituzionale che ha l’abbiccì dell’attività di chi dovrebbe avere la responsabilità di Governo.

Questi sono i fatti. Questi sono i dati. Io, peraltro, voterò anche tutte le altre risoluzioni. Non mi interessa mettere la bandierina, e chiudo. Mi interessa affermare un punto, e su quello che ho firmato e che abbiamo firmato e che qui ho letto credo sia impossibile sostenere le cose che ho sentito da qualche consigliere.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Zoffoli, prego.

 

ZOFFOLI: Grazie, presidente.

Io ho chiesto di essere il primo firmatario di questa risoluzione. Abbiamo cercato di costruire una risoluzione condivisibile proprio per cercare di sminare una discussione che in questi quattro anni ha preso sempre strade di speculazione politica che non mi piacerebbe e non mi piace portare avanti in questo modo, soprattutto per un argomento così importante.

I punti nascita sono stati sicuramente uno degli argomenti più gettonati in questa Assemblea e nella Commissione né per quello che riguarda la Commissione. Io ho cercato sempre di mantenere un filo il più possibile condiviso e condivisibile, proprio perché credo che molti degli argomenti spinosi politicamente vadano affrontati dal punto di vista tecnico-scientifico, perché si deve avere a cuore soprattutto il merito e il buon servizio che noi, come politici, possiamo fare su argomenti così importanti.

Proprio per dimostrare la mia buona fede e la buona fede della volontà di arrivare a soluzione, a una soluzione la più possibile condivisa, che sia nel rispetto delle regole e delle norme, vorrei velocemente illustrare quello che è stato il percorso.

Dopo le risoluzioni, di cui parlava prima il consigliere Taruffi, del 2015 portammo in Commissione questo argomento. Lo dico soprattutto per quelli come il consigliere Facci, il consigliere Galli e il consigliere Tagliaferri che allora non erano presenti nel percorso che facemmo in Commissione. Si decise e l’Assessorato ci venne a dire che era stato chiesto un parere alla Commissione regionale nascita e che, non appena la Commissione regionale nascita avesse portato il parere, l’avremmo discusso e presentato subito in Commissione.

Ricordo venne la Commissione al completo, con il presidente Battagliarin, che ci illustrarono i risultati di questo studio e ci proposero la chiusura di sette punti. Tutti assieme decidemmo che la Regione avrebbe dovuto chiedere la deroga al Ministero, proprio perché ognuno per le ragioni che portava avanti tifava per un punto nascita piuttosto che l’altro. Allora, per evitare di prendere decisioni che non fossero supportate anche da quello che prevede l’accordo Stato-Regione, chiedemmo la deroga. Fummo tutti d’accordo in quella Commissione - lo ricordo bene - che, sulla base dei risultati che avrebbe mandato il Ministero rispetto agli studi e alle richieste di deroghe che erano state fatte, si sarebbe agito di conseguenza. Arrivò il risultato: tre erano stati dichiarati pericolosi e quindi da chiudere, quattro invece no. Così facemmo proprio in maniera lineare, così come tutti assieme avevamo deciso un percorso molto lineare. Poi, è chiaro che cambiano le situazioni, cambiano i Governi. C’è oggi la volontà e la disponibilità di andare a discutere. C’è un impegno, che il nostro presidente ha ribadito pochi minuti fa, di confrontarsi con il Governo e con i tecnici perché noi qui stiamo diventando tutti tecnici, ma noi siamo dei politici. I tecnici ci devono supportare rispetto a quello che è giusto fare o non è giusto fare. Abbiamo visto anche con i vaccini come la speculazione politica può prevaricare rispetto a quelle che sono, invece, le indicazioni chiare, nette che ci devono vedere ben davanti alla comunità scientifica e a coloro che conoscono bene la materia.

Credo che non ci sia nessuna volontà da parte di nessuno di chiudere questo piuttosto che quello o di dire che ci vogliono fregare. Evidentemente lei non mi conosce a sufficienza quando pensa che io abbia voluto cercare di manipolare qualche cosa. Quei quattro nomi sono spariti dalla prima bozza perché altri hanno chiesto il perché, come quelli, ad esempio, della Romagna Novafeltria. Allora, è evidente che se noi parliamo di Emilia-Romagna andiamo a verificare quelle che sono tutte le possibilità in base a quello che è il ragionamento che è in discussione e quelli che saranno gli accordi che vengono presi.

Per cui, spero che si cerchi in qualche modo in questa fase anche di trattativa importante che ognuno di noi porti la sua valutazione in maniera pacata e corretta, perché spero che tutti abbiamo la stessa volontà di arrivare a fare la scelta migliore per i nostri cittadini, che tenga conto della sicurezza e che tenga conto un po’ di tutte le questioni che sono in campo, compresa – come dicevo prima – la comunità scientifica. Per cui, tutto quello che era possibile fare e che io credo sia possibile votare da parte di tutti è quello che abbiamo messo nella nostra risoluzione, che tiene conto di tutti questi passaggi e anche del finale.

La cosa che ho voluto mettere e che abbiamo voluto mettere sono le tre righe finali di questa risoluzione, che impegna me, come presidente, e tutti noi a mantenere tempestivamente informata la competente Commissione assembleare riguardo gli sviluppi e gli esiti del confronto, visto l’impegno da sempre profuso sul tema dei punti nascita da questa Assemblea. Io garantirò, come presidente della Commissione, informazioni tempestive, e chiedo al presidente e all’assessore di venirle a portare tempestivamente, proprio per seguire questo percorso non da un punto di vista campanilistico o di ricerca di un consenso politico su un percorso e su un problema così complesso, ma per cercare tutti assieme di fare il percorso migliore per i nostri cittadini.

Per quello che mi riguarda, questo è l’unico scopo per il quale io ho chiesto di essere il primo firmatario di questa risoluzione. Questa risoluzione l’ho portata avanti, quindi chiedo a tutti quelli che si riconoscono di votarla.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Ha chiesto la parola, per fatto personale, il consigliere Facci.

 

FACCI: Ho chiesto la parola perché il consigliere Zoffoli mi ha detto: “Lei non mi conosce. Lei mi accusa di aver manipolato un testo”. Lei non conosce me. Io non le ho detto che lei ha compiuto attività di manipolazione. Mi sento offeso se lei mi dice questo. Capisco che, magari, è stata una sua mal interpretazione.

Io non le ho detto che lei ha manipolato nulla. Ho detto che lei mi ha sottoposto un testo sul quale io avrei aderito dopo una riflessione perché conteneva una parte di estremo interesse. Lei ha confermato che dopo in quel testo è stata, nell’ambito di una vostra legittima rivisitazione politica, espunta la parte che riguardava quattro presìdi ospedalieri, confermando la bontà, la correttezza e la veridicità del rapporto fra me e lei. Io non le ho detto che lei ha manipolato. La vostra scelta è legittima, ma è una scelta politica della quale vi assumete la responsabilità, ovviamente. Legittimo è tutto, però non mi dica che io le ho dato del manipolatore. Non è vero. Avete fatto una modifica, legittima, che io, però, ho il diritto e il dovere di contestare. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Zoffoli, prego.

 

ZOFFOLI: Forse il termine che ho usato non era quello giusto, ma credo che il significato fosse quello che lei ha capito benissimo, cioè non c’è stata nessuna intenzione da parte nostra di nascondere una volontà sotto la cancellazione di quattro nomi, ma era solo una valutazione di carattere differente. Quindi, la sua interpretazione, che è solo la sua, non è quella che ci ha portato a togliere i quattro nomi. Lo vorrei sottolineare chiaramente.

Lei può interpretare come vuole, ma se lo interpreta così vuol dire che ha cambiato quello che è il significato oltretutto di un documento in progress che abbiamo fatto, e credo che sia anche abbastanza scorretto nel momento in cui si fanno le trattative tirare fuori questo in maniera volutamente politica. Mi scusi, ma credo che quest’altra volta io, prima di parlare con lei di discussioni in evoluzione, che portano sempre poi a delle sintesi finali, ci penserò su due volte. Del resto, se tutte le volte una qualsiasi modifica può portare da parte sua a delle interpretazioni tutte sue e in qualche modo fare delle speculazioni politiche, per quello che mi riguarda mi pare poco corretto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo…

 

(interruzione)

 

Su che cosa ancora, scusi?

 

(interruzione)

 

Se vuole parlare, schiacci il bottone.

 

FACCI: Chiedo scusa, consigliere Zoffoli, lei può pensare quello che vuole, ognuno fa il proprio…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere, un attimo. Consigliere Taruffi, visto che si rivolge al consigliere Zoffoli, non importuni il consigliere, così ascolta ed evitiamo magari il rimpallo ancora di questa questione. Prego.

 

FACCI: Chiedo scusa, consigliere, lei parla di speculazione e dice che non sono stato corretto, ma è una discussione politica su dei contenuti politici. Gliel’ho detto: avrei aderito a quella risoluzione; poi avete impostato una cosa differente, è una mia scelta legittima non aderire, contestarla, dare il senso interpretativo che ritengo sia, perché a mio avviso quello manifesta. Poi, non è d’accordo su quello? Rimaniamo nell’ambito delle rispettive prerogative. Non contesto la sua scelta di farlo. La contesto nel merito, non condividendola. Non mi dica che sono scorretto, non mi dica che sono speculatore.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo. Chiarimento avvenuto.

Consigliere Torri, vuole parlare? Mancano cinque minuti. Desidera parlare o desidera rinviare? Benissimo.

La parola al consigliere Torri.

 

TORRI: Visto il fatto personale, ci dovrebbe essere anche il tempo di recupero.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Io le do tutti i minuti, però volevo sapere se voleva...

 

TORRI: Vista la serietà dell’argomento, intendo svolgere oggi il mio intervento perché è importante essere chiari ed esserlo oggi, almeno da parte mia. Penso di esserlo stato in questi anni in cui si è affrontato il tema, come lo sono stati anche tanti altri colleghi, alcuni che sono già intervenuti e altri che interverranno.

Proprio in virtù di questa chiarezza e proprio per l’importanza del tema, ci tengo ad intervenire oggi. Penso che oggi sia importante discutere. Le origini di questa vicenda sono state richiamate, ma ci sono differenze importanti che è giusto cogliere. C’è una differenza nell’impostazione che viene data nell’ambito del confronto con il Governo da parte della Giunta, e penso vada colta. C’è una differenza nell’impostazione che l’attuale Governo sta dando nell’affrontare la questione dei punti nascita, e anche questo penso vada colto. Non è il Governo della mia parte politica. Tuttavia, penso sia importante cogliere questa differenza, come quella precedente.

C’è stato un incontro importante ieri al Ministero dal quale sono usciti esiti che non si possono non considerare. C’è un esito comune a tutti i commenti, che è quello di ritrovare unità di intenti e uno spirito comune. Penso che questo debba prevalere, motivo per cui ci sono aspetti nel documento che ho sottoscritto che confermano la linea che ho tenuto finora e che aiutano a fare questo percorso.

Ci sono anche aspetti negli altri documenti che non mi vedono contrario, per cui – lo dico già da ora – li sosterrò, come ho sostenuto le proposte di variazione di bilancio a suo tempo. Penso fossero coerenti con alcune delle proposte di oggi. Come ho sostenuto tutti i documenti sul tema che sono stati presentati, proprio perché penso competa alla politica non soltanto tenere una strada, che è quella più corretta, di un confronto tra tutti i livelli istituzionali, ma provare anche a dosare ogni tanto. Lo dissi nel question time che seguì la chiusura dei punti nascita e lo torno a dire oggi. La mia visione sul tema è critica. Penso si sia fatto un errore che ha responsabilità diffuse. Quindi, non un rimpallo di responsabilità, ma porre la palla in ogni campo in cui va messa, mettere le radici di quell’errore nell’accordo Stato-Regioni del 2010, perché così è, e a seguire analizzare perbene tutte le responsabilità, senza nascondersi. Questo l’ho detto in occasioni pubbliche, l’ho detto qui in aula e lo confermo oggi.

È una visione molto critica. Mi costa dirlo, perché vengo da uno dei territori e ho amministrato in parte una parte di quel territorio che ha subìto questa chiusura. Proprio per questo lo dico e penso sia giusto fare lo sforzo di votare anche oggi tutti i documenti come atto politico per dire che ci deve essere quell’unità di intenti, come c’era a Castelnovo ne’ Monti, quando io, il collega Delmonte, il collega Sassi, la collega Sensoli intervenimmo con la collega Prodi dietro la parola “insieme”. Penso che grazie a sforzi di forze politiche differenti ci si possa ritrovare di nuovo in quella comunità di intenti. Penso che vada esplorato questo aspetto, coinvolgendo tutti i livelli istituzionali, dando un mandato chiaro – che è quello di assicurare punti nascita nelle zone disagiate, con particolare riferimento a quelle montane – alla nostra Giunta quando va a trattare in quella sede, una sede che ha una linea diversa da quella che aveva qualche mese fa.

Tenere informata la Commissione è ugualmente importante, in quanto tutti i consiglieri hanno espresso negli anni un lavoro importante e rilevante di collegamento con i territori che deve essere ancora espresso in questa fase costruttiva e provare tutte le strade che portino a questa riapertura. Nel momento in cui – torno a dire che per me è la strada principale – si sceglie una strada di sistema, significa mettere in discussione i criteri, quindi tutto il danno che quel tipo di criteri ha provocato sul territorio, un territorio che dalla Via Emilia verso sud o poco a sud della Via Emilia non ha più un punto nascita. Vale per Porretta nel bolognese, per Pavullo nel modenese, per Castelnovo ne’ Monti di Reggio Emilia, da dove provengo, e per Borgo Val di Taro, e vale anche per altre province in cui le difficoltà dei presìdi ospedalieri erano ancora più antiche.

Rivedere il sistema, ed è questo il valore principale, penso, di un’azione condotta presso la Conferenza Stato-Regioni, consente di rimettere in discussione tutta questa visione, una visione che non condivido. Ho sempre espresso questa mancata condivisione. Con i voti lo farò anche oggi.

Dopodiché, ci sono aspetti per cui si può osare, fare azioni ancora più incisive. Adesso che abbiamo una scadenza data dal ministro, d’accordo con il presidente della Regione, che è marzo, penso si possa affrontare con più certezza questa strada. Ci sono altre azioni. Le condivido perché resto dell’idea che vada tentato tutto, motivo per cui, con quest’ottica voterò tutti i documenti quando ce ne sarà data la possibilità, spero oggi, o diversamente appena si presenterà l’occasione.

Ci tenevo a dire questa mia posizione oggi perché non ci fossero dubbi, proprio perché è coerente con quanto ho sempre fatto e proprio perché penso che vada riconosciuto in quest’aula, come ho sempre detto, che è un’aula istituzionale, il complesso del lavoro, il complesso di posizioni e un filo, comunque, che ha unito tanti consiglieri di parti diverse, che era quello di provare di tutto, chiaramente nei canali opportuni, per rivedere una visione dannosa provocata dall’accordo Stato-Regioni.

Questa insistenza di ognuno di noi di questa Assemblea penso abbia prodotto dei cambiamenti, che vanno apprezzati, come va apprezzato chi li ha espressi, mi riferisco al Governo e alla Giunta, e penso vadano colti. Con questo spirito era importante sottolineare l’importanza di tutti gli assetti istituzionali, l’importanza della visione di sistema dell’accordo Stato-Regioni e del coinvolgimento della Commissione assembleare, per rivedere per tutti i territori di questa regione quel sistema e poi per tentare, almeno questo da parte mia, ogni azione possibile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sono le ore 17 passate, come da accordi della capigruppo interrompiamo i lavori.

Buona serata.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,02

 

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Mirco BAGNARI, Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Roberto POLI, Massimiliano POMPIGNOLI, Silvia PRODI, Giorgio PRUCCOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Simonetta SALIERA, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Giammaria MANGHI;

gli assessori: Patrizio BIANCHI, Simona CASELLI, Andrea CORSINI, Palma COSTI, Paola GAZZOLO, Elisabetta GUALMINI, Massimo MEZZETTI, Sergio VENTURI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Raffaele DONINI, Emma PETITTI e i consiglieri Fabrizio BENATI, Alessandro CARDINALI e Ottavia SONCINI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 7822

Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere a disposizione il sistema di voto telematico nei Consorzi di Bonifica. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 14

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Contrari: 22

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 2

Roberta MORI, Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Fabrizio BENATI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Lia MONTALTI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 7873

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere la realizzazione di studi indipendenti sul sistema elettorale dei consorzi di bonifica. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

 

Presenti: 37

 

Favorevoli: 16

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Silvia PRODI, Matteo RANCAN, Gian Luca SASSI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Contrari: 19

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Non votanti: 2

Giuseppe BOSCHINI, Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 13

Piergiovanni ALLEVA, Fabrizio BENATI, Stefano BONACCINI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Lia MONTALTI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Simonetta SALIERA, Raffaella SENSOLI, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 7821

Risoluzione per impegnare la Giunta ad individuare una soluzione al problema dei maggiori oneri e sanzioni derivanti dal nuovo orario regionale del servizio di trasporto ferroviario, prevedendo forme di rimborso e contribuzione agli utenti. A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 13

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Contrari: 23

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Luciana SERRI, Katia TARASCONI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 3

Silvia PRODI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 10

Piergiovanni ALLEVA, Fabrizio BENATI, Alessandro CARDINALI, Alan FABBRI, Barbara LORI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Ottavia SONCINI.

 

OGGETTO 7085

Risoluzione per impegnare la Giunta a verificare presso il Governo, ed in particolare presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a che punto sia il percorso di chiarimento avviato con la Commissione europea sulla questione sollevata circa il mancato assoggettamento delle Autorità del Sistema Portuale all’imposta sul reddito delle società, ribadendo la necessità di far valere in sede comunitaria la peculiarità delle stesse, che nella riscossione dei canoni concessori non svolgono alcuna attività economica e dunque sono non configurabili come soggetti imprenditoriali. A firma dei Consiglieri: Bessi, Rontini, Caliandro, Iotti, Bagnari, Calvano, Montalti, Mumolo, Zappaterra

 

Presenti: 38

 

Favorevoli: 26

Mirco BAGNARI, Gianni BESSI, Stefano BONACCINI, Giuseppe BOSCHINI, Stefano CALIANDRO, Paolo CALVANO, Enrico CAMPEDELLI, Massimo IOTTI, Francesca MARCHETTI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Roberto POLI, Silvia PRODI, Valentina RAVAIOLI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Yuri TORRI, Marcella ZAPPATERRA, Paolo ZOFFOLI.

 

Astenuti: 11

Stefano BARGI, Andrea BERTANI, Gabriele DELMONTE, Alan FABBRI, Michele FACCI, Andrea GALLI, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Silvia PICCININI, Gian Luca SASSI, Raffaella SENSOLI.

 

Non votanti: 1

Fabio RAINIERI.

 

Assenti: 12

Piergiovanni ALLEVA, Fabrizio BENATI, Alessandro CARDINALI, Barbara LORI, Daniele MARCHETTI, Marco PETTAZZONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Giorgio PRUCCOLI, Matteo RANCAN, Simonetta SALIERA, Luciana SERRI, Ottavia SONCINI.

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

Interrogazioni

 

7853 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare la chiusura dell'azienda Frama, del gruppo Hella, con sede a Novi di Modena. A firma del Consigliere: Torri

7854 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per superare criticità riguardanti il sistema informatico per la gestione delle forniture dell'AUSL di Imola e dell'Ospedale Rizzoli di Bologna. A firma del Consigliere: Galli

7855 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa questioni e procedure riguardanti la gestione dei servizi pubblici cimiteriali a Bologna. A firma del Consigliere: Piccinini

7856 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per facilitare alle persone disabili, anziane e che non abbiano dimestichezza con l'informatica le procedure di pagamento di prestazioni sanitarie. A firma della Consigliera: Piccinini

7857 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione relativa alla progettazione del processo di integrazione dell'area chirurgica degli Ospedali dell'area Sud della Provincia di Modena. A firma della Consigliera: Serri

7858 - Interrogazione a risposta scritta circa la valorizzazione ed il potenziamento degli Ospedali dell'Unione dei Comuni Modenesi Area Nord, con particolare riferimento a quello di Mirandola. A firma della Consigliera: Gibertoni

7859 - Interrogazione a risposta scritta circa procedure riguardanti una società patrimoniale partecipata del Comune di Sassuolo. A firma del Consigliere: Galli

7860 - Interrogazione a risposta scritta circa la situazione riguardante lo stato delle trattative relative all'Accordo Mercosur, specie in relazione al settore agroalimentare regionale. A firma del Consigliere: Sassi

7861 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da porre in essere per risolvere la situazione di grave carenza degli organici della Centrale dei Vigili del Fuoco di Ravenna. A firma del Consigliere: Tagliaferri

7862 - Interrogazione a risposta scritta circa la tutela dell’occupazione e della capacità produttiva della Parmalat S.p.A. A firma dei Consiglieri: Lori, Cardinali, Iotti

7863 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per garantire l’erogazione delle prestazioni sanitarie e la tutela della popolazione durante i lavori di ristrutturazione del comparto operatorio dell’Ospedale Santa Maria di Borgo Val di Taro. A firma del Consigliere: Rainieri

7864 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per sostenere la Rete delle Edicole, anche attraverso l’implementazione della stessa con i Comuni e l’ampiamento di Servizi in concessione. A firma del Consigliere: Galli

7866 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare all’utenza del servizio ferroviario i disagi causati dal nuovo orario ferroviario, con particolare riferimento ai pendolari che si recano a Bologna. A firma della Consigliera: Marchetti Francesca

7869 - Interrogazione a risposta scritta circa la presenza, in località Cavone nel comune di Lizzano in Belvedere, di individui vestiti da truppe da montagna delle Waffen-SS. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Prodi, Marchetti Francesca, Caliandro

7870 - Interrogazione a risposta scritta circa le responsabilità connesse all’inondazione causata, nella Bassa modenese, dal fiume Secchia, e le azioni da attuare per evitare che tale evento si ripeta. A firma del Consigliere: Galli

7871 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da attuare per evitare le emissioni odorigene presenti a Borgo Val di Taro. A firma della Consigliera: Gibertoni

7872 - Interrogazione a risposta scritta circa problematiche e questioni riguardanti l’acquisto da parte dell’AUSL della Romagna di ambulanze e di automedicalizzate. A firma del Consigliere: Bertani

7875 - Interrogazione risposta scritta circa procedure concorsuali per l’assunzione di Operatori Socio Sanitari (OSS) destinati a strutture sanitarie di Bologna, Ferrara e Imola. A firma del Consigliere: Fabbri

7876 - Interrogazione a risposta scritta circa questioni riguardanti i beneficiari di tirocini di tipologia C destinati a categorie svantaggiate, con particolare riferimento a quelli attribuiti a migranti. A firma del Consigliere: Pompignoli

 

Risoluzioni

 

7865 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo per l’approvazione di una legge delega necessaria a dare risposte organiche al settore dello spettacolo che, da decenni, sopravvive di provvedimenti spot e che necessita di un intervento di sistema che sappia garantirgli un futuro. (29 01 19) A firma dei Consiglieri: Ravaioli, Marchetti Francesca, Cardinali, Molinari, Zappaterra, Lori, Tarasconi, Poli, Mumolo, Campedelli, Serri, Iotti, Caliandro, Bagnari, Rontini, Zoffoli

7867 - Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Comune di Bologna di porre rimedio alla decisione di individuare in un consorzio di imprese di onoranze funebri il socio privato per la società cimiteriale del comune, nonché a sottoporre ad esame la normativa regionale in materia, adeguandola alle innovazioni introdotte dalla legge n. 3 del 9 gennaio 2019. (30 01 19) A firma della Consigliera: Piccinini

7868 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il lavoro di monitoraggio continuo dell'andamento del nuovo orario ferroviario, proseguendo il confronto e l'ascolto degli enti locali e dei rappresentanti degli utenti e dei cittadini, raccogliendo da loro eventuali segnalazioni di disagi e problemi, introducendo i servizi sostitutivi necessari (senza aggravi di costi per gli utenti) e valutando, qualora le richieste si dovessero manifestare in forma circostanziata, la possibilità di indennizzare gli abbonati per i disagi subiti con contributi e sconti sugli abbonamenti mensili, facendosi inoltre interprete, nei confronti dei soggetti gestori delle esigenze di miglioramento manifestate dai pendolari, prendendo in considerazione la richiesta di reintroduzione di fermate anche nelle stazioni minori, in vista di ulteriori modifiche, possibili a partire dall’entrata in vigore del nuovo orario estivo. (30 01 19) A firma dei Consiglieri: Bagnari, Calvano, Montalti, Rossi, Marchetti Francesca, Zappaterra, Poli, Bessi, Rontini, Sabattini, Ravaioli, Caliandro

7873 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere la realizzazione di studi indipendenti sul sistema elettorale dei consorzi di bonifica. (30 01 19) A firma dei Consiglieri: Bertani, Sensoli

7874 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire il confronto con il Ministero della salute per verificare la possibilità di rivedere l’accordo Stato-Regioni del 2010 al fine di contemperare le esigenze di assicurare punti nascita nei territori e nelle comunità più disagiate, nonché a mantenere informata la commissione assembleare competente sugli sviluppi del confronto. (30 01 19) A firma dei Consiglieri: Zoffoli, Torri, Taruffi, Prodi, Mori, Campedelli, Serri, Boschini, Poli, Rontini, Molinari, Lori, Cardinali, Iotti

7877 - Risoluzione per impegnare la Giunta a considerare la riapertura di tutti i punti nascita soppressi sul territorio regionale. (30 01 19) A firma del Consigliere: Facci

7878 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intervenire presso il Governo affinché riporti a livello europeo la necessità di ridefinire il contenuto del "servizio universale" in base all'evoluzione tecnologica occorsa al settore delle comunicazioni, che non può trascurare la pervasività assunta oggi dalla telefonia e dalla navigazione Internet su rete mobile, chiedendo inoltre al Governo di verificare la possibilità, in sede di emanazione dei criteri e delle procedure di evidenza pubblica necessarie all'utilizzo di frequenze per gli operatori fisici cellulare, di inserire premialità sulla base di parametri oggettivi territoriali che tendano a favorire coloro che coprono le aree montane disagiate. (30 01 19) A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Molinari, Zappaterra, Cardinali, Campedelli, Rontini, Lori, Poli, Mumolo, Serri, Caliandro, Bagnari, Montalti, Boschini

7879 - Risoluzione per impegnare la Giunta a portare all'attenzione del Governo la necessità di affrontare rapidamente l'iter per il riconoscimento dell'alpaca quale animale da reddito, così da rendere possibile l'accesso ai contributi che il PSR rivolge agli allevatori, a partire dai più giovani e da quelli che operano nelle aree montane, a rendere uniforme la normativa sanitaria e meno macchinosi gli iter burocratici, a garanzia della qualità dei prodotti e dalla sostenibilità per i produttori, adoperandosi inoltre per una celere valutazione della possibilità di inserire l'alpaca fra gli animali da reddito sul territorio regionale, rendendo in tal modo fruibili i contributi agricoli come già avviene in altre regioni. (30 01 19) A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Molinari, Zappaterra, Serri, Campedelli, Cardinali, Lori, Mumolo, Caliandro, Bagnari, Rontini, Boschini

(Comunicazione n. 77 prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno - prot. NP/2019/296 del 31/01/2019)

 

 

IL PRESIDENTE

I SEGRETARI

Rainieri

Rancan - Torri

 

 

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