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34.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 28 OTTOBRE 2020

 

(ANTIMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

 

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

Ricordo della Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli

PRESIDENTE (Petitti)

 

SESSIONE EUROPEA

 

OGGETTO 1188

Relazione per la Sessione Europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2020, ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 16/2008

 

OGGETTO 1817

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2020. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta

Massimo GAUDINA, Capo della rappresentanza della Commissione Europea a Milano

Maurizio MOLINARI, Responsabile dell’Ufficio del Parlamento Europeo a Milano

POMPIGNOLI, relatore per la Sessione Europea

ZAMBONI (EV)

CATELLANI (Lega)

TAGLIAFERRI (FdI)

MONTALTI(PD)

PIGONI (BP)

TARUFFI (ERCEP)

BONACCINI, presidente della Giunta

CASTALDINI (FI)

BARGI (Lega)

ZAMBONI (EV)

ZAPPATERRA (PD)

BESSI (PD)

TAGLIAFERRI (FdI)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 1817

Emendamenti oggetto 1817

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,44

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana, la n. 34 del giorno 28 ottobre 2020.

Ha giustificato la propria assenza il consigliere Barcaiuolo.

Procediamo con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARGI Stefano
  3. BERGAMINI Fabio
  4. BESSI Gianni
  5. BONDAVALLI Stefania
  6. CALIANDRO Stefano
  7. CASTALDINI Valentina
  8. CATELLANI Maura
  9. COSTA Andrea
  10. COSTI Palma
  11. DAFFADÀ Matteo
  12. DELMONTE Gabriele
  13. FABBRI Marco
  14. FELICORI Mauro
  15. GIBERTONI Giulia
  16. IOTTI Massimo
  17. LISEI Marco
  18. MALETTI Francesca
  19. MARCHETTI Daniele
  20. MARCHETTI Francesca
  21. MASTACCHI Marco
  22. MONTALTI Lia
  23. MONTEVECCHI Matteo
  24. MORI Roberta
  25. MUMOLO Antonio
  26. OCCHI Emiliano
  27. PARUOLO Giuseppe
  28. PETITTI Emma
  29. PICCININI Silvia
  30. PIGONI Giulia
  31. PILLATI Marilena
  32. POMPIGNOLI Massimiliano
  33. RANCAN Matteo
  34. RONTINI Manuela
  35. ROSSI Nadia
  36. SABATTINI Luca
  37. SONCINI Ottavia
  38. TAGLIAFERRI Giancarlo
  39. TARASCONI Katia
  40. TARUFFI Igor
  41. ZAMBONI Silvia
  42. ZAPPATERRA Marcella

 

Con 42 presenti diamo inizio alla seduta.

 

Ricordo della Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli

 

PRESIDENTE (Petitti): Prima di iniziare i lavori della Sessione Europea, chiedo di ricordare la recente scomparsa della Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, con un minuto di silenzio.

 

(L’Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 1188

Relazione per la Sessione Europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2020, ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 16/2008

 

OGGETTO 1817

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2020. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Gentili signori e signore consiglieri, presidente Bonaccini, vicepresidente Schlein, assessori regionali, diamo il benvenuto agli ospiti che oggi partecipano alla nostra seduta dell’Assemblea legislativa dedicata alla Sessione Europea per la discussione e la votazione della risoluzione d’indirizzo sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e all’attuazione dell’ordinamento giuridico dell’Unione europea.

Ringraziamo in modo particolare il dottor Massimo Gaudina, Capo della rappresentanza della Commissione europea a Milano, e il dottor Maurizio Molinari, responsabile dell’ufficio del Parlamento europeo a Milano, per aver accettato il nostro invito, per condividere con noi, anche se da remoto, questo particolare momento, che quest’anno assume un forte significato, non solo politico, ma anche simbolico.

La terribile pandemia dal Covid-19, oltre a mettere in ginocchio le nostre economie, sta mettendo in discussione la tenuta sociale dei nostri sistemi. È un periodo di profonda solitudine e di grande disorientamento.

Per questo, avere qui con noi oggi in Assemblea legislativa, luogo della rappresentanza democratica, i rappresentanti del Parlamento e della Commissione europea è un’ulteriore conferma della vicinanza delle Istituzioni europee al nostro territorio e ai cittadini emiliano-romagnoli.

La Regione Emilia-Romagna dal 2009, anno della prima Sessione Europea, ha sempre partecipato in modo attivo alla formazione delle politiche del diritto dell’Unione europea, privilegiando il rapporto diretto con gli stakeholder del territorio attraverso l’udienza conoscitiva.

La partecipazione per noi è un principio trasversale, su cui si basa la nostra azione e, quasi a sottolineare l’eccezionalità del momento denso di incognite e di sfide, questa edizione della Sessione Europea è stata particolarmente sentita e partecipata.

In questo senso voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a realizzarla. Abbiamo avuto l’onore di ospitare sei parlamentari europei appartenenti a diverse forze politiche, il cui contributo è stato molto apprezzato per la concretezza con cui sono state analizzate le politiche europee in via di definizione in rapporto allo sviluppo del nostro territorio.

Grazie anche al supporto e all’appoggio degli uffici di Milano della Commissione europea e del Parlamento europeo, l’Assemblea legislativa in questi anni ha avviato numerosi progetti e percorsi di sensibilizzazione e formazione rivolti soprattutto, ma non solo, alle giovani generazioni. Sono stati finalizzati a promuovere la conoscenza dei diritti e dei doveri derivanti dalla cittadinanza europea e a diffondere i valori della solidarietà, dell’uguaglianza, della libertà, che caratterizzano la storia dell’Unione europea e, coerentemente, anche il nostro agire istituzionale.

Mutuando le parole pronunciate dalla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, in occasione del discorso sullo stato dell’Unione del 16 settembre scorso, voglio ricordare che ad una crisi senza precedenti l’Unione europea ha dato una risposta senza precedenti, mettendo in campo le migliori energie per adottare e coordinare misure comuni e misure solidali, per contrastare gli effetti negativi sia sul piano sanitario che economico e sociale.

La pandemia ha costretto tutti ‒ Istituzioni comprese ‒ a rivedere programmi e a ristabilire priorità. Noi stessi in Assemblea legislativa siamo stati costretti a rimodulare tutti i tempi di svolgimento di questa Sessione Europea, la prima di questa XI legislatura, che abbiamo fermamente voluto svolgere, anche se in deroga ai tempi previsti dalla legge regionale n. 16/2008, che ne prevedeva l’attuazione entro i primi mesi dell’anno, esprimendo, così, la precisa volontà politica di iniziare a lavorare fin da subito sul programma di mandato della Commissione, che delinea un’Europa verde, digitale, solidale e leader nel mondo del campo dei diritti.

Non potevamo, quindi, assolutamente mancare a questo appuntamento con l’Europa, questa occasione di esprimere la nostra posizione su un futuro che sta prepotentemente bussando alla porta e che ci deve trovare pronti. Dobbiamo essere pronti a cogliere le opportunità che l’Unione europea mette a disposizione per dare risposte alle nostre imprese, ai nostri cittadini e soprattutto alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, che hanno bisogno di credere in un futuro possibile e migliore.

L’Emilia-Romagna è una regione europea, che anche la presidente Von der Leyen nei giorni scorsi ha citato come modello da seguire nello sviluppo delle politiche legate alla mobilità sostenibile, ma a livello territoriale siamo una comunità forte, in cui crescita economica, sviluppo sociale ed efficienza amministrativa corrono lungo un unico binario, in cui la solidarietà è da sempre il collante sociale e il fattore di sviluppo civico ed economico.

Il 19 ottobre la Commissione europea ha adottato il programma di lavoro per il 2021, che si intitola “Un’Unione piena di vitalità in un mondo fragile”, con cui già dal titolo si intuisce chiaramente l’ambizione della Commissione europea di passare dal piano all’azione.

Desidero, infine, ringraziare il presidente della I Commissione Massimiliano Pompignoli e tutti i collaboratori dell’Assemblea legislativa e della Giunta, che in questo contesto nuovo e sfidante hanno dimostrato un profondo senso di responsabilità e di appartenenza alla nostra Istituzione, contribuendo alla realizzazione di questa Sessione Europea.

Passo la parola alla vicepresidente Elly Schlein.

 

SCHLEIN, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Buongiorno a tutte e a tutti. Ringrazio anch’io gli ospiti che sono con noi questa mattina per questa importante Sessione Europea. Io vorrei iniziare proprio da qui, dalla considerazione che questo, che è un momento sempre sentito da questa Assemblea legislativa e da tutta la Regione, capita in un momento e in un contesto molto diverso da quello che ha caratterizzato le precedenti edizioni e ci impone anche un approccio e uno sguardo nuovi.

È un momento, questo, in cui l’intera Unione europea, tutti i suoi Paesi membri, tutte le regioni che la compongono attraversano grandi difficoltà. Le attraversano perché siamo a fronte di una situazione inedita, di una pandemia mondiale che ha colpito con una crisi simmetrica, simmetrica nel senso che ha colpito tutti i Paesi europei, anche se senz’altro in misura e modalità diverse. Se è vero ciò che sosteneva Jean Monnet, cioè che l’Europa sarà forgiata dalle sue crisi, ecco, senz’altro questa è una crisi che può contribuire a forgiarla, può contribuire a mettere in campo gli strumenti nuovi che servono, nel segno della solidarietà, del principio di solidarietà europea su cui l’Unione stessa si è fondata.

Vorrei ricordare che, in questi mesi, in queste settimane, abbiamo assistito a un risveglio, certo, forse un po’ tardivo rispetto alle prime settimane, in cui qualcuno forse si era illuso che la pandemia si fosse diffusa soltanto nel nostro Paese, ma celermente la Commissione europea si è attivata anzitutto per assicurare dei corridoi che impedissero di fermare i dispositivi di protezione per il contrasto al contagio e velocemente ha messo in campo degli strumenti senza precedenti.

Vorrei ricordare l’attivazione immediata della General Escape Clause, a sospensione del Patto di stabilità e crescita, che ha permesso agli Stati membri di intervenire celermente ed efficacemente per contrastare la pandemia che si stava diffondendo. Vorrei ricordare come è stato aggiornato lo strumento importante del Fondo di solidarietà europea, così come il Parlamento europeo auspicava da tempo. Vorrei ricordare la messa a disposizione del primo grande strumento sulla tutela del lavoro, degli ammortizzatori sociali.

È di ieri il messaggio che ci ha inviato la presidente della Commissione Von der Leyen, dicendo che all’Italia arrivano già 10 miliardi degli oltre 26 previsti per lo strumento Sure, lo strumento che permetterà politiche di riduzione dell’orario e di sostegno agli ammortizzatori sociali.

È una prima volta importante, anche da questo punto di vista, per l’Unione europea. Ma soprattutto, è il tema di dibattito di questi mesi, di queste settimane; lo è stato naturalmente anche attraverso le tante Commissioni dell’Assemblea, il pacchetto Next Generation EU.

Un piano che non a caso sceglie, sin dal suo nome, di rivolgersi alle prossime generazioni e alle responsabilità che già da oggi noi abbiamo verso di loro.

Un piano di 750 miliardi, una grossa parte, previsto che arrivi proprio nel nostro Paese. Starà a noi, con tutti i nostri strumenti, riuscire a costruire delle opportunità di lavoro di qualità, mentre inseguiamo quelle tre priorità fondamentali che sono alla pari. Tre priorità fondamentali, le voglio ricordare, della transizione ecologica, della trasformazione digitale e della coesione sociale. Tre priorità che se ci pensiamo richiamano quelle dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’Onu, ma che richiamano anche quelle priorità che abbiamo messo alla base del programma di mandato di questa Regione, e soprattutto di quello che sarà il patto per il lavoro e per il clima.

Ecco tre priorità su cui concentrare i nostri sforzi. Avete ragione, e abbiamo ragione a chiedere che le Regioni abbiano un ruolo importante già in fase di progettazione di questo enorme sforzo di ricostruzione su basi diverse nel Paese, e anche in fase di attuazione, dove naturalmente senza di noi non sarebbe possibile un’efficace e rapida messa a terra di questi impegni, che peraltro prevedono impegni di spesa anche abbastanza veloci.

È quindi essenziale che il Governo coinvolga i territori, le Regioni, i comuni, ma naturalmente anche le parti sociali, perché non si può tradurre in una sfida tutta politica. Questa è una sfida che riguarda l’intero Paese; e per essere efficaci bisogna naturalmente mettersi tutti al lavoro.

Ora, la serietà e la centralità con cui si svolge questa Sessione Europea ormai da tanti anni – siamo alla XII edizione – dimostra la grande vocazione europea di questa terra. E dimostra che abbiamo avuto ragione a non abbandonarla mai, questa grande vocazione europea, nemmeno negli anni difficili che abbiamo alle spalle, quelli in cui troppo spesso sono prevalsi gli egoismi nazionali, quelli in cui abbiamo visto vacillare Schengen, quelli in cui abbiamo visto l’incapacità di condividere le responsabilità sull’accoglienza di quel fiume umano di speranza che attraversava a piedi i confini verso nord sulla rotta balcanica, quegli anni in cui abbiamo visto addirittura un Paese prendere la via d’uscita dall’Unione. Mai come oggi si dimostra quanto fosse poco lungimirante quella scelta per le cittadine e i cittadini di quel Paese.

Ecco, oggi, dopo quegli anni difficili, abbiamo un motivo in più per essere orgogliosi di non avere mai smesso di crederci, perché oggi qualche segnale finalmente di risveglio, che pone alla base quella solidarietà europea, indispensabile per affrontare alcune sfide, che nessun Paese membro potrebbe affrontare efficacemente da solo, voi l’avete perfettamente delineato nel lavoro che avete svolto nelle diverse Commissioni e che vi apprestate oggi a votare e a confermare in questa Assemblea.

A me il compito di richiamarne soltanto alcuni, i più importanti, anche per dare riscontro agli inviti e alle richieste che giustamente fate alla Giunta regionale.

Anzitutto c’è da ricordare che questo lavoro nasce dal fatto che la Commissione europea ha dovuto riaggiornare il proprio programma di lavoro, quello del 27 maggio. Ha rivisto e aggiornato alcune delle priorità di questo programma, anche a seconda degli obiettivi che si è data con il Next Generation EU.

C’è poi da ricordare che anche il quadro finanziario pluriennale è aumentato considerevolmente rispetto alle iniziali previsioni. Siamo a un Piano di quasi 1.100 miliardi di bilancio europeo. Ricordiamolo sempre perché noi giustamente ci aspettiamo che l’Unione abbia gli strumenti per affrontare queste sfide che nessun Paese potrebbe affrontare da solo, da quella climatica a quella migratoria, da quella della giustizia fiscale a quella del rilancio dell’economia creando occupazione di qualità attraverso i Green Deal e la transizione ecologica, ma dobbiamo anche ricordare che avere 1.100 miliardi come base di bilancio forse non è ancora sufficiente e servirebbero ancora più risorse messe in comune per affrontare efficacemente tutte queste sfide.

Su questi temi voi ne avete sottolineati alcuni e ringrazio anche i parlamentari europei che hanno partecipato attivamente a questa sessione dando il loro prezioso contributo.

Le Commissioni consiliari hanno fatto i loro pareri a partire proprio dalla centralità che ha assunto, finalmente, il tema del Green Deal Europeo. Mi si consenta per un attimo di ricordare che prima di questo importante incarico, che mi onora, ero tra quelli che nel Parlamento europeo, ed eravamo in pochi a chiedere allora che ci fosse un grande Green Deal di ricostruzione dell’economia e delle società europee in una direzione diversa, costruendo occupazione di qualità proprio grazie alla transizione ecologica ed energetica nei nostri Paesi.

Non era affatto scontato che quello diventasse effettivamente, negli anni successivi, un Piano, una strategia trasversale a cui la Commissione europea a guida Von der Leyen ha deciso di informare lo stesso programma di lavoro della Commissione. Non era affatto scontato appunto che si mettesse fortemente un orientamento al futuro di queste nuove importanti risorse, i 750 miliardi del Recovery and Resilience fund.

Sul Green Deal europeo voi avete sicuramente affrontato i vari aspetti. L’obiettivo è quello di raggiungere una società giusta e prospera, dotata di un’economia moderna, competitiva, efficiente anche sotto il profilo delle risorse, obiettivi trasversali ‒ come dicevo ‒ che raggiungono il macro obiettivo di essere il primo continente a impatto climatico zero prima del 2050. Obiettivo sicuramente ambizioso, ma necessario, se guardiamo soprattutto a quello che ci dice la scienza e alle responsabilità a cui ci richiamano anche quelle migliaia di persone, giovani soprattutto, che stanno manifestando in tutta Europa.

Traguardi ambiziosi, resi ancora più tali dal fatto che la Commissione ‒ come sapete ‒ ha aggiornato tali obiettivi chiedendo... Molto in linea, peraltro, come si era espressa questa Assemblea qualche mese fa, con l’obiettivo del 55 per cento di riduzione delle emissioni nette entro il 2030 in tutti i settori dell’economia a livello dell’Unione. Proposta che, naturalmente, si sta ancora discutendo, ma che crediamo sia giusta e che vada accolta con favore.

La Von der Leyen ha riconosciuto ‒ come ci ricordava la presidente Petitti ‒ gli sforzi di questa Regione verso il cambiamento che abbiamo intrapreso. È una cosa che ci fa piacere e che ci stimola ad andare avanti su questa strada. Altrettanto importante, uno dei temi che avete sottolineato nel lavoro di Commissione, è la sostenibilità alimentare, la responsabilità che ha anche l’agricoltura e la nostra responsabilità di accompagnarla con strumenti e investimenti adeguati attraverso questa svolta.

C’è poi il tema, naturalmente, anche della preoccupazione che avete espresso sulla nuova PAC, sia sul tema delle risorse che sul tema del coinvolgimento adeguato delle Regioni. Sul tema ambientale c’è molto altro. Ci vado rapidamente. C’è la strategia dell’UE sulla biodiversità, con gli obiettivi di ripristino della natura giuridicamente vincolanti che si è prefissata la Commissione Europea. C’è il tema dell’inquinamento zero di aria, quindi della strategia tematica per il suolo, molto in linea con gli sforzi che questa Regione ha già intrapreso qualche anno fa. C’è il tema dell’interesse a disegnare un nuovo quadro di governance della biodiversità attraverso l’introduzione di uno strumento, per favorire anche la mappatura degli obblighi e gli impegni che giustamente avete rilevato.

Avete ragione di chiedere anche alla Giunta di essere attenta e seguire questo percorso anche per eventualmente esprimere una posizione dell’Emilia-Romagna su questi temi.

Sull’economia circolare c’è un nuovo piano d’azione che riduce l’impronta dei consumi e cerca di raddoppiare la percentuale di utilizzo dei materiali circolari nel prossimo decennio, di contrastare anche l’obsolescenza programmata, di ridurre la produzione dei rifiuti e di promuoverne la trasformazione. Avete giustamente evidenziato che la Regione Emilia-Romagna già dal 2015 si è dotata, prima ancora che si approvasse il pacchetto sull’economia circolare, di una legge importante in materia.

C’è il tema della decarbonizzazione, che avete sottolineato, naturalmente, in cui la Commissione vuole anticipare la revisione delle direttive sulle energie rinnovabili e l’efficientamento energetico.

Naturalmente c’è poi il tema dei trasporti e della mobilità, su cui pure ci chiedete di essere pronti a esprimere una posizione in merito. Questo si accompagna a tutto quello che concerne il sostegno alle imprese europee, dalle piccole e medie a quelle grandi, alla loro competitività, alla loro internazionalizzazione. Su questo sarà fondamentale l’altra priorità del Recovery fund, che è quella della trasformazione digitale.

È una sfida anzitutto per noi, come pubblica amministrazione, perché ci permetteranno, quegli investimenti, di recuperare alcuni ritardi che abbiamo in questo Paese. Ma è una sfida anche per quelle piccole e medie imprese che attraverso la digitalizzazione riusciranno ad aprirsi a mercati più ampi, che riusciranno a internazionalizzarsi, che riusciranno a cogliere un’opportunità se anche qui riusciremo intorno a fare sistema. Ed è quello che si prefigge di fare questa Giunta regionale, anche attraverso l’obiettivo trasversale dentro al patto per il clima e per il lavoro, che è proprio uno degli obiettivi della digitalizzazione, insieme alla semplificazione, insieme al tema della partecipazione e della legalità.

Qui vedo anche un’attenzione particolare proprio alla riduzione dei divari con le aree interne montane. Anche lì si può fare molto attraverso gli investimenti sulla connettività, con la banda larga, con tutto quello che serve a ridurre le distanze e a rendere più prossimi i servizi, e naturalmente più attrezzate quelle aree.

Salto naturalmente anche le considerazioni molto giuste sul tema della intelligenza artificiale, magari ci torneranno dopo anche altri dei vostri interventi, visto che, come sapete, tanti investimenti questa Regione ha già fatto e altri ne stanno arrivando, per diventare davvero una Data Valley.

C’è il tema delle competenze, c’è il tema soprattutto dell’Europa sociale. Avrete sentito parole importanti da parte della Commissione Von der Leyen, e qui accompagneremo gli sforzi anche consolidando alcune direzioni che questa Regione si è già data: per il contrasto alle diseguaglianze, per il contrasto alle discriminazioni, per il sostegno, tanto all’occupazione quanto all’imprenditoria, quanto alla formazione delle donne in tutte le discipline, anche quelle cosiddette STEM, su cui bisogna combattere anche alcuni stereotipi che contrastano l’accesso.

Su questi temi credo che possiamo fare un buon lavoro comune e continueremo a farlo confermando questa vocazione.

C’è il tema dei diritti umani, del loro rispetto, c’è il tema del cambiamento demografico. In una regione come questa è importante che abbiamo la consapevolezza di come agire efficacemente, di come strutturare meglio. Avete fatto bene a chiedere anche di consolidare la nuova azione europea sulla salute. Lo sapete, e non è questa la sede, stamattina, per ritornarci, ma gli obiettivi di quello che abbiamo deciso di imparare dalla drammatica vicenda di questa pandemia, e cioè di come realizzare una sanità pubblica più forte, di come rendere i presìdi sanitari territoriali più integrati, anche coi servizi sociali e coi servizi sociosanitari rientra molto ed è molto in linea con quanto l’Unione europea finalmente si propone di fare anche a livello unionale.

Ecco, chiuderei qua, su questo, senza entrare in alcuni aspetti più tecnici come, ad esempio, il Piano FIT For Futures per legiferare meglio. Sapete quanto questa Regione sia attenta alla qualità della legislazione, all’efficacia dell’azione amministrativa. Io non posso che ringraziarvi, chiudendo, del vostro prezioso contributo di cui questa Giunta regionale intende fare tesoro. Ci aspettano anni difficili, e lo sappiamo. Ci aspettano anni difficili, ma anche di grande creatività. Non era scontato nemmeno che il Consiglio europeo di luglio decidesse per una grande innovazione che non vorrei passasse inosservata, il tema delle risorse proprie, di come rafforziamo gli strumenti con cui l’Unione europea si dota delle risorse finanziarie fondamentali per questi investimenti che produrranno il cambiamento che ci aspettiamo in questo Paese, in questa Regione, sugli assi su cui migliorare davvero la qualità della vita delle persone e del pianeta insieme.

Questa è un po’ la sfida che abbiamo di fronte. Vedo che con grande consapevolezza la stiamo abbracciando tutte e tutti insieme, e di questo ringrazio tutte le consiglieri e i consiglieri, tutte le Commissioni, a partire naturalmente dalla I. Ringrazio la presidente di questa Assemblea e l’Assemblea tutta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente Schlein.

A questo punto passo la parola a Massimo Gaudina, capo della rappresentanza della Commissione europea a Milano.

Prego, dottor Gaudina.

 

Massimo GAUDINA, capo della rappresentanza della Commissione europea a Milano: Buongiorno.

 

PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno a lei. Prego.

 

GAUDINA: Buongiorno a tutti. Spero che funzioni il collegamento. Mi potete dare conferma?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, la sentiamo.

 

GAUDINA: Grazie mille. Buongiorno a tutti. Scusate per questi piccoli inconvenienti tecnici.

Intanto, grazie alla presidente Petitti, grazie al presidente della I Commissione assembleare Pompignoli, grazie a tutti i membri dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, al presidente della Regione Bonaccini, al vicepresidente Schlein, a tutti voi presenti, a tutte le persone che ci seguono in streaming. Lasciatemi ringraziare anche i tecnici che ci hanno risolto questi ultimi problemi last minute. 

Anch’io volevo ringraziarvi e sottolineare l’importanza di questo percorso e l’importanza della vocazione europea dell’Emilia-Romagna. Questa vostra tradizione, questa vostra prassi di questo percorso europeo dimostra ancora una volta questa vocazione che noi viviamo e vediamo tutti i giorni quando si tratta di qualità nella gestione dei fondi europei, quando si tratta di identificare storie di successo che vengono dai vostri straordinari territori in fatto di programmi europei e di progetti europei, quando si parla di educazione civica europea, quando si tratta di informare i cittadini grazie al vostro Centro di informazione Europe Direct, per esempio, diretto dalla dottoressa Fenati.

Ancora un plauso a tutte le vostre iniziative e allo spirito europeo della vostra Regione. Sono tempi drammaticamente straordinari, come già è stato detto, e come è noto. Questo anno 2020 era iniziato sotto buoni auspici, perché era iniziato con l’annuncio del nuovo Green Deal europeo, questa grande strategia di crescita e di lotta ai cambiamenti climatici, che vuole rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 e che continua ad essere la stella polare della nostra azione di lungo periodo, perché l’emergenza Covid prima o poi passerà, l’emergenza climatica resta invece una problematica da combattere, da osservare e da affrontare quotidianamente.

Quindi, il Green Deal europeo resterà la grande priorità nei prossimi anni. Poi, a febbraio è esplosa l’emergenza che tutti conosciamo e l’Europa, che non è uno Stato federale, che può decidere in pochi secondi delle azioni di emergenza, ma è un’unione di Stati sovrani in buona parte, ha reagito, dopo qualche esitazione iniziale, con una risposta invece molto forte, quantitativamente e qualitativamente senza precedenti.

Ricordiamo che già nei primi giorni la Commissione aveva stabilito, per esempio, delle corsie verdi di emergenza per garantire la libera circolazione dei prodotti farmaceutici, per esempio, aveva bandito dei bandi straordinari scientifici, di ricerca scientifica, per cercare terapie, vaccini e test diagnostici per il Covid, aveva attivato il meccanismo di Protezione civile europea che poi si è messo in moto con grandi scambi e grandi prove di solidarietà fra i vari Paesi dopo qualche resistenza iniziale, come si diceva.

Poi, a marzo, la Commissione, ricordiamo, aveva sospeso il Patto di stabilità, una sospensione che resta e che resterà per tutto il 2021, come è stato confermato recentemente, e ha sospeso le regole sugli aiuti di Stato, che per il primo semestre dell’anno prossimo continueranno a essere sospesi. Aveva riorientato i fondi rimanenti dei fondi strutturali 2014-2020, la dotazione rimanente, verso questa emergenza, eliminando l’obbligo di cofinanziamento nazionale, quindi dando qualche strumento e qualche dotazione in più ai Paesi più in difficoltà. Ma questi erano soltanto i primi passi. Parliamo del mese di marzo.

Poi sono arrivati gli interventi della BCE, della Banca Europea degli Investimenti, la linea di credito sanitario del MES. La Commissione, da parte sua, aveva varato questo strumento, SURE, di cui ieri, come è stato detto dal vicepresidente Schlein, la Commissione Von der Leyen ha annunciato la prima tranche, quindi i primi 10 miliardi di euro che saranno erogati all’Italia, in totale saranno 27 per l’Italia, quindi un aiuto notevole nella lotta agli effetti sull’occupazione di questa terribile crisi economica, cassa integrazione o altre misure di questo tipo.

E poi c’è stato il Big Bang, cioè il Next Generation Europe, questo piano straordinario triennale, che partirà nel 2021, che, sulla base di alcuni piani nazionali, si propone di dotare i Paesi degli strumenti necessari per affrontare l’emergenza e per porre le basi per la ripartenza nei prossimi anni. Il Next Generation Europe, come sappiamo, è un programma straordinario da 750 miliardi di euro, gran parte dei quali (672) saranno utilizzati per questo Recovery Plan, che poi in realtà si chiama Recovery and Resilience Facility, e consiste in questi piani nazionali che dovranno aiutare i nostri Paesi a uscire dalla crisi, sulla base delle due grandi priorità: la priorità green, come è già stato detto, e la priorità digitale. Le azioni green dovranno ricevere il 37 per cento dei fondi, almeno, dei vari piani nazionali e la priorità digitale dovrà ricevere almeno il 20 per cento di queste dotazioni.

Oltre a questo, il Next Generation richiede un’attenzione forte sulle riforme e sulle raccomandazioni che l’Unione europea ha inviato ai vari Paesi in questi ultimi anni nell’ambito della procedura del semestre europeo. Quindi, si tratta di un mix tra riforme e investimenti che vuole portare l’Italia e i vari Paesi più colpiti da questa emergenza fuori dalla crisi, attraverso l’emissione di obbligazioni sui mercati, che inizierà nel 2021. Quindi, si tratta di strumenti senza precedenti sia dal punto di vista quantitativo sia dal punto di vista dei meccanismi decisionali e dei meccanismi finanziari alle spalle di tutto questo.

Io vorrei ricordare, a proposito di grandi iniziative di quest’anno 2020, che sul fronte economico ‒ lo abbiamo detto ‒ tutto questo si sta facendo e ci sarà, poi, anche il bilancio ordinario 2021-2027 dell’Unione europea, ma poi c’è tutto il discorso sanitario. E qui c’è una strategia europea sui vaccini che è in corso e che consiste nel supportare moltissime azioni nel campo sia della ricerca scientifica, i vaccini, sia per preparare le prossime fasi, cioè la fase in cui, una volta il vaccino sviluppato, testato, autorizzato, si tratterà di produrlo in grande quantità e di distribuirlo, per poi somministrarlo. Sono fasi complicate che la Commissione vuole velocizzare. Ha già firmato degli accordi, e altri ne sta per firmare, con quelle entità farmaceutiche e quei progetti di ricerca più promettenti che presto ‒ si spera ‒ avranno sviluppato questo vaccino. In quel momento la produzione e la distribuzione saranno velocizzate. La Commissione europea ha già prenotato centinaia di milioni di dosi dei futuri vaccini negoziando a nome dei 27, quindi mettendo poi a disposizione tutte queste dosi per i Paesi che ne faranno richiesta, quindi per tutti i Paesi europei, si può dedurre.

Poi c’è l’altra grande iniziativa, quella su scala globale. Noi europei saremo al sicuro soltanto quando tutto il mondo sarà al sicuro da questo punto di vista. C’è questa grande iniziativa su scala planetaria che la Commissione europea, insieme a grandi fondazioni in tutto il mondo e a tanti altri Governi, ha lanciato per preparare la diffusione e la somministrazione dei vaccini anche negli altri continenti, anche nelle realtà più difficili da raggiungere. Quindi, uno sforzo senza precedenti per un problema senza precedenti.

Questi ultimi mesi del 2020 e i primi mesi del 2021 saranno, dunque, destinati e saranno dedicati a questi ultimi negoziati sul Next Generation, sul futuro bilancio 2021-2027 e su queste nuove strategie sui vaccini e queste nuove iniziative sanitarie che la presidente Von der Leyen ha annunciato nel suo discorso sullo stato dell’Unione, pronunciato davanti al Parlamento europeo a settembre di quest’anno.

Per concludere, volevo ricordare rapidamente alcune delle caratteristiche del programma di lavoro della Commissione 2021 che è stato presentato e annunciato pochi giorni fa, il 19 ottobre: è un programma che si basa su 44 nuove iniziative di policy, su cinquanta dossier prioritari che già esistono e su cui la Commissione vuole sollecitare le Istituzioni, con legislatori, a procedere speditamente.

Su 41 procedure che si vogliono semplificare nell’ambito della procedura REFIT e su 14 proposte che invece si possono ritirare, visto che sono diventate desuete.

Ricordo en passant che dall’inizio del 2020 sono state prese 291 decisioni legislative, in questa fase molto speciale.

Le sei priorità per il 2020 continuano a corrispondere con le sei priorità del mandato della Commissione Von der Layen. Pertanto, tra le 44 nuove iniziative che saranno lanciate, io ne ricordo brevissimamente alcune. Nel campo del Green Deal c’è ovviamente tutto il percorso per arrivare a ridurre del 55 per cento le emissioni entro il 2030: si parla di energie rinnovabili, si parla di edilizia ecologica, si parla di scambio di emissioni, si parla di tassa sul carbonio alle frontiere, per evitare che ci sia una delocalizzazione delle produzioni inquinanti (cosa che dovrebbe diventare una di queste nuove risorse proprie di cui l’Unione si vuole dotare), misure per l’economia circolare, per la biodiversità e per la strategia agricola From farm to fork, quindi dal produttore al consumatore, sostanzialmente.

Nel cluster digitale si parla di connettività, si parla di competenze, si parla di servizi pubblici digitali, di sicurezza, responsabilità e diritti fondamentali nell’ambito dell’intelligenza artificiale, che è un campo nel quale la vostra regione è un’eccellenza europea, grazie al super computer del CINECA, che è una delle realtà dei supercomputer europei, su cui la Commissione europea vuole investire e già sta investendo molto, anche a fini sanitari. Come sapete, il Consorzio CINECA, insieme ad una rete di enti di ricerca sta sviluppando una tecnica, un’iniziativa per cercare una terapia contro il Covid grazie appunto all’intelligenza artificiale.

Nel terzo ambito, che è quello economico, c’è un grosso accento sul pilastro sociale europeo, per esempio anche con una garanzia europea per l’infanzia e anche con l’iniziativa per un salario minimo nei Paesi europei che sarà annunciata tra pochi minuti a Bruxelles. Ci sono ancora gli ultimi tre settori che sono intanto il ruolo dell’Europa nel mondo, e quindi un vaccino per tutti, un forte accento sul multilateralismo, un’attenzione particolare ai Paesi del vicinato orientale, una nuova comunicazione sugli aiuti umanitari. Il quinto settore è quello della promozione dello stile di vita europeo e quindi qui si collocano tutte le azioni nel campo dell’Unione sanitaria europea che ha voluto la presidente Von der Leyen con il rafforzamento delle agenzie esistenti, l’Agenzia del farmaco, l’Agenzia per il controllo delle malattie e la nuova Agenzia che vorrà essere creata nel campo della ricerca e dello sviluppo biomedico. Si parla ancora del nuovo Patto per la migrazione, sulla migrazione, che è stato già presentato e che si misura in tutti i campi, dalla migrazione legale al controllo delle frontiere, alla lotta, al traffico, ai trafficanti in questo ambito.

Si parla di futuro di Schengen, di Unione della sicurezza, di lotta al terrorismo, lotta alla criminalità organizzata, lotta alle minacce ibride e lotta all’antisemitismo. Infine, il sesto punto è il nuovo slancio per la democrazia e quindi una nuova strategia sui diritti dei minori, una nuova strategia per le persone con disabilità, un’azione rafforzata per combattere le violenze di genere e una visione a lungo termine per le zone rurali.

Concludo ricordando un’altra iniziativa che le Istituzioni europee vogliono presto lanciare, che è quella sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, che coinvolgerà i cittadini, la società civile, gli enti locali, proprio perché è il momento di ripensare nel lungo periodo il futuro del nostro continente.

Con l’augurio che queste iniziative possano rafforzare anche quel senso di cittadinanza europea, che è sempre più fondamentale, pochi giorni fa è uscito l’ultimo Eurobarometro che pone l’Italia, purtroppo, all’ultimo posto quando si risponde alla domanda sul tasso di fiducia sulle Istituzioni europee, soltanto il 28 per cento degli italiani ha fiducia nell’Unione europea, era il 38 per cento sei mesi fa. Questo sondaggio è stato compiuto tra luglio e agosto. Questo significa che c’è un problema enorme di collegamento fra noi Istituzioni europee e i cittadini. È una sfida immensa, è una sfida che non sono soltanto le Istituzioni europee che possono vincere. C’è bisogno di uno sforzo corale. Se tutte le Regioni europee, se tutte le Regioni italiane avessero questo approccio alla cittadinanza europea che ha la vostra Regione, questi risultati sarebbero probabilmente minori, ma c’è sicuramente bisogno di moltiplicare gli sforzi in questo senso. Se si parla di Green Deal, se si parla di intelligenza artificiale, se si parla di uscire dalla crisi, tutto questo, se non c’è adesione dei cittadini al progetto europeo, diventerà sicuramente più difficile.

Grazie per tutto quello che state facendo e grazie per tutto quello che farete insieme a noi nei prossimi mesi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Ringrazio il dottor Massimo Gaudina.

A questo punto, passo la parola a Maurizio Molinari, responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano.

 

Maurizio MOLINARI, responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano: Buongiorno a tutti. Mi sentite?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì. La sentiamo bene.

Buongiorno a lei. Prego.

 

MOLINARI: Benissimo. Buongiorno.

Ringrazio la presidente Emma Petitti. Ringrazio il presidente Bonaccini. Ringrazio Elly Schlein, la vicepresidente Elly Schlein, che è un po’ una di noi, perché fino all’altro ieri era tra i banchi del Parlamento europeo. Ringrazio tutta l’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna, che è sempre così attenta.

Io da poco sono responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano, eppure già mi sembra la terza o la quarta volta che ho la fortuna e il piacere di intervenire in Assemblea. Questo denota veramente l’attenzione della Regione Emilia-Romagna per le tematiche europee, denota anche l’eccellenza. L’Emilia-Romagna è una Regione che, secondo me, andrebbe studiata da tutta Europa per il modo in cui collabora in maniera veramente sinergica con l’Unione europea, con tutte le Istituzioni europee.

Io, tra l’altro, volevo partire da un aneddoto personale.

Anzi, prima di tutto volevo riferirmi alla chiusura di Massimo Gaudina sull’Eurobarometro. È vero che i cittadini italiani sembrano avere un calo di fiducia nei confronti dell’Unione europea. È anche vero che, seppur per poco, la fiducia nelle Istituzioni europee in Italia, anche dopo questa pandemia, anche nonostante questa seconda ondata che ci sta un po’ colpendo tutti, è leggermente superiore a quella che hanno nei confronti delle Istituzioni italiane. Adesso, non credo che l’Eurobarometro abbia un breakdown regionale, perché magari a livello di Emilia-Romagna il discorso potrebbe essere diverso. La cosa non ci deve consolare, ma ci deve dare un quadro della situazione. C’è una tendenza ad avere meno fiducia nelle Istituzioni e momenti di incertezza. Quindi, non deve essere autoassolutoria e consolatoria, la cosa, ma valeva solo come dato di fatto.

Dicevo: volevo partire da un aneddoto personale. Io ogni volta che ho a che fare con la Regione Emilia-Romagna mi sento un po’ a casa. Io sono abruzzese di origine, romano di adozione, ho vissuto a Roma i primi 18-19 anni, ma poi sono partito da Roma e ho studiato a Forlì, alla Scuola Interpreti.

Perché dico che mi sento a casa? Perché l’Emilia-Romagna ha fatto e fa dell’accoglienza – io sono una persona, fra l’altro, non vedente – e quindi anche della inclusione delle persone con disabilità, un modo per dare a tutti pari opportunità, per far sentire anche chi non è emiliano-romagnolo, a casa: ne ha fatto uno dei suoi valori fondanti. Anche in questo, secondo me, l’Emilia-Romagna deve essere un case study per tutta Europa.

Massimo Gaudina giustamente ricordava tutte le misure in ambito economico e sanitario che le Istituzioni europee hanno preso, tutto il supporto che stanno dando ai Paesi colpiti dall’epidemia. I soldi che sono arrivati e che arriveranno, lo sblocco, per esempio, l’allentamento del Patto di stabilità, l’allentamento delle norme sugli aiuti di Stato, i primi fondi dello schema Sure per i lavoratori, che sono arrivati, il pacchetto BEI, il MES, che si deciderà o non si deciderà di usare. Tutto questo è molto importante, perché ovviamente, come ricordava anche la vicepresidente Schlein, le imprese hanno bisogno di questo.

Ma tutto questo non è sufficiente. Non importa quanti soldi arriveranno dall’Europa. Se noi non prendiamo come valori fondanti i valori che promuove l’Emilia-Romagna, quindi l’inclusione, le pari opportunità, la lotta alle disuguaglianze, la lotta alle discriminazioni ai fini dell’opportunità per le donne, cercare di avere un’economia sempre più verde e sempre più digitale, noi perderemo questa sfida contro questo nemico, contro il Covid; ma non perderemo solo questa sfida, perderemo la possibilità che questa pandemia ci dà, perché come ricordava Elly Schlein, le grandi crisi danno anche delle opportunità. Perderemo la possibilità di fare in modo che questa pandemia sia un catalizzatore per accelerare delle transizioni che sono inevitabili e che erano già qua prima della pandemia.

Noi non possiamo fare battaglie di retroguardia, non possiamo solo vincere questa pandemia e la crisi conseguente a questa pandemia con i contributi economici. I contributi economici sono fondamentali, ma se noi non abbiniamo ai contributi economici una risposta di unità, una risposta di inclusione, una risposta di investimento sull’ambiente e sul digitale, noi non vinceremo mai, perché se distribuiamo sussidi a pioggia magari salviamo qualche impresa, ma non andiamo verso un progetto, non andiamo verso una trasformazione che ci travolgerà, che ci correrà sopra come un camion. Saremo travolti come da un cingolato.

Quindi, o noi la accompagniamo… Torno a quello che dicevo prima, la Regione Emilia-Romagna in questo è un esempio, è un esempio virtuoso. Se noi la accompagniamo e ci concentriamo solo sul fatto che l’Europa ci deve aiutare, che l’Europa ci deve dare i soldi, che l’Europa ci deve dare il vaccino, che l’Europa ci deve tenere aperte le porte anche in un momento in cui i Paesi tendono ad andare in ordine sparso per chi chiude, a prendere delle decisioni, a prendere degli approcci diversi Paese per Paese, se noi vediamo l’Europa solo come una entità, un’organizzazione che ci deve dare qualcosa e invece non vediamo l’Europa come qualcosa che dobbiamo costruire noi secondo queste linee guida, noi per forza usciremo perdenti da questa crisi, indipendentemente da quanti soldi arriveranno.

Qui mi collego a quello che sta facendo il Parlamento europeo, a quello che ha fatto il Parlamento europeo. Ha preso tutte le decisioni in maniera più rapida possibile per fare in modo che le misure presentate dalla Commissione e concordate con i capi di Stato e di Governo potessero essere implementate nella maniera più veloce possibile. Quindi, il Parlamento europeo ha fatto il suo lavoro, ha funzionato ed è stato esempio per tutto il mondo, tant’è vero che anche la nostra Camera, il nostro Senato stanno pensando di prendere esempio, perché il Parlamento europeo ha funzionato anche a distanza durante la pandemia, sta funzionando anche a distanza.

Noi abbiamo dato per la prima volta nella scorsa plenaria di ottobre ai deputati che non potevano andare a Bruxelles, visto che la plenaria si è svolta a Bruxelles e non a Strasburgo, visto che il presidente Sassoli ha consigliato a chi non era già a Bruxelles di non recarsi a Bruxelles, la possibilità di intervenire dagli uffici di collegamento con il Parlamento europeo degli Stati membri. Se un deputato doveva intervenire da Roma o da Milano poteva venire in ufficio e interveniva in plenaria. Oltre il voto a distanza. Da marzo, da quando la pandemia è scoppiata, i deputati possono votare a distanza.

Questo è un esempio di quello che dicevo prima. Il Parlamento europeo sta dimostrando che si può accompagnare la transizione verso il digitale, sta dimostrando ‒ nel suo piccolo, ovviamente ‒ che si può [...] opportunità per modernizzare, per superare le pratiche che, magari, potevano essere obsolete, per esplorare terreni. Quindi, è un messaggio anche di ottimismo. Io mi sento di generalizzare questo messaggio di ottimismo. È vero, questo virus colpisce forte, ha colpito molto forte, sta colpendo molto forte. Probabilmente i mesi che ci troviamo di fronte saranno mesi complicati e difficili per tutti, ma c’è un futuro oltre il virus, e dobbiamo cominciare a costruirlo anche in un momento in cui ci sembra che l’unico futuro sia: ci chiuderanno tutti dentro casa o non ci chiuderanno tutti dentro casa.

Il Parlamento europeo ha fatto anche un’altra cosa. Durante la crisi ha ospitato delle donne in condizioni di vulnerabilità, ha ospitato dei senzatetto, ha dato dei pasti ai senzatetto, ha aperto i suoi locali per fare dei test, per fare dei tamponi per quanto riguarda il Coronavirus. Ha messo in campo tutta una serie di azioni di solidarietà. Ripeto, anche qui, nel suo piccolo. Ma questa deve essere anche l’Europa: della solidarietà, dello stare vicino a chi ha più difficoltà. Adesso possono essere le piccole e medie imprese, ma possono essere tanti nuovi poveri, possono essere le donne, possono essere le persone che devono gestire le famiglie con bambini, a maggior ragione se i bambini hanno, magari, delle disabilità, possono essere in tanti a essere importanti.

Compito dell’Europa è, dal macro al micro, quindi aiutando anche le Regioni come l’Emilia-Romagna, cercare di sostenere e di aiutare chi è più in difficoltà, cercare di progredire tutti insieme, con tutte le difficoltà del caso. Sappiamo tutti le polemiche tra gli Stati membri, il Consiglio, eccetera. Ci sono dei terreni molto scivolosi. Per esempio la politica migratoria, su cui la Commissione si è mossa adesso presentando un nuovo pacchetto. Ricordo anche qui che il Parlamento europeo, e Elly Schlein lo sa bene, perché ci ha lavorato su quel dossier, aveva presentato la sua posizione sulla revisione del Trattato di Dublino nel novembre 2017.

Il Parlamento spinge sempre per fare un passo in più, sempre un passo in più. Il modo in cui i processi decisionali sono costituiti crea delle difficoltà, ma non dobbiamo mai perdere questa stella polare.

Chiudo dicendo un’altra cosa che il Parlamento europeo sta facendo: sta negoziando, come diceva Massimo Gaudina, con il Consiglio, per quanto riguarda il prossimo quadro finanziario pluriennale, che riguarda molto voi. L’Emilia-Romagna è un esempio virtuoso di spesa, di fondi di coesione, di fondi strutturali, di attuazione dei programmi europei.

Io ricordo che quando sono arrivato a Forlì, il punto Europa di Forlì. Ringrazio intanto anche io la dottoressa Fenati, lo Europe Direct Emilia-Romagna. Io ricordo quanto sono attivi a Forlì, la città che conosco meglio della vostra regione, con il loro Punto Europa, e quanto, appunto, l’Emilia-Romagna sia un caso virtuoso.

Aggiungo però che il Parlamento sta negoziando il nuovo quadro finanziario pluriennale. Si legge sui giornali che il Parlamento sta bloccando il Recovery Plan, sta bloccando il Next Generation EU, si sta impuntando… Si leggono tante cose: c’è uno SPIN da parte di alcuni Stati membri. Il Parlamento: lasciate andare, votate questo bilancio, fate presto, perché sennò non può partire il Recovery Plan. Tutto vero, ma possiamo noi far partire il Recovery Plan a scapito del quadro finanziario pluriennale? Possiamo far partire un Recovery Plan nei prossimi due anni, Next Generation EU, e poi trovarci nel 2022, 2023, 2024, in cui andiamo in difficoltà con i programmi europei, con Horizon, con Erasmus, con la PAC? Possiamo farlo? Possiamo far passare un nuovo bilancio europeo per la realpolitik, che non tenga conto delle questioni dello stato di diritto? Possiamo permetterci noi questo, perché dobbiamo fare presto?

Il Parlamento europeo dice no. Dice: dobbiamo fare presto, ed è vero, e il Parlamento europeo ha fatto tutto quello che doveva fare per fare presto, tra l’altro adottando anche la sua posizione sulle risorse proprie, che dovevano essere ratificate dai Parlamenti nazionali, ma non possiamo fare male. Non possiamo permetterci di approvare un bilancio europeo che vada a scapito dei cittadini europei – utilizzo una parola molto forte, prendetela con mille pinze – con il ricatto di dire “sennò non parte il Recovery Plan”. No, questo non si può fare.

Adesso i negoziatori stanno continuando a lavorare; tra l’altro, oggi è previsto un altro round negoziale su questi due aspetti, quindi stato di diritto e prossimo bilancio, quindi un bilancio più ambizioso, quello che vuole il Parlamento. Dobbiamo arrivare a un compromesso che permetta di avere il Next Generation EU in fretta, più in fretta possibile, e nello stesso tempo di avere un bilancio che non sacrifichi i programmi europei e che non sacrifichi la questione di rispetto dello stato di diritto.

Vi ringrazio ancora, e qui penso che posso chiudere il mio intervento. È veramente sempre un onore, dunque quando si riaprirà la prossima Sessione Europea – adesso seguirò gli altri interventi e le votazioni –, quando l’anno prossimo ci ritroveremo alla riapertura della Sessione Europea sarà sempre un piacere per me, quando vorrete, partecipare ed essere con voi, sperando di poterlo fare in presenza. Grazie mille.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie a lei Maurizio Molinari. Ringrazio i nostri ospiti, il dottor Gaudina e il dottor Molinari, per aver contribuito al dibattito di oggi sulla Sessione Europea.

Adesso passo la parola al presidente della I Commissione assembleare, il consigliere Massimiliano Pompignoli, relatore per la Sessione Europea.

Prego, consigliere.

 

POMPIGNOLI, relatore per la Sessione europea: Grazie, presidente. Grazie e buongiorno anche al presidente della Regione Emilia-Romagna e alla vicepresidente. Ringrazio anche gli ospiti che sono intervenuti. Io farò una breve sintesi di quella che è la bozza della proposta di risoluzione, e poi della relazione della I Commissione, della Sessione Europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2020, lasciando così spazio anche agli interventi successivi al dibattito, che si concluderà appunto con la votazione della risoluzione.

La Sessione Europea dell’Assemblea legislativa è la sede istituzionale di riflessione politica e confronto su ciò che la Regione ha fatto per adeguare l’orientamento regionale all’ordinamento europeo e su ciò che la Regione intende fare rispetto alle iniziative preannunciate dalla Commissione europea nel proprio programma di lavoro annuale.

La procedura di partecipazione della Regione alla formazione e all’attuazione delle politiche del diritto dell’Unione europea, disegnata appunto dalla legge regionale del 2008, la n. 16, prevede l’esame contestuale di tre documenti: il programma di lavoro della Commissione europea; il rapporto conoscitivo, predisposto dalla Giunta regionale ai sensi dell’articolo 4-bis della legge del 2008, in cui si dà conto degli orientamenti dell’Esecutivo rispetto alle priorità politiche da perseguire nell’anno in corso e si fa un’analisi sullo stato di adeguamento dell’ordinamento regionale all’ordinamento dell’Unione europea; in ultimo, la relazione sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento dell’Unione europea, che le Regioni sono tenute a trasmettere al Dipartimento per le politiche europee entro il 15 gennaio di ogni anno.

I lavori di questa XII Sessione Europea dell’Assemblea legislativa si sono svolti in un contesto molto diverso e complesso rispetto agli anni precedenti, sia rispetto ai tempi che ai contenuti inesorabilmente rimodulati, riformulati anche alla luce delle conseguenze dettate dalla pandemia.

L’approfondimento dei documenti ha richiesto un costante sforzo di analisi, aggiornamento e sintesi e un più intenso raccordo tecnico e politico tra Assemblea legislativa e Giunta regionale, anche rispetto alle nuove iniziative che man mano venivano presentate.

Come noto quest’anno l’adozione del programma di lavoro da parte della Commissione europea, a causa dei tempi di insediamento delle nuove Istituzioni dell’Unione europea dopo le elezioni di maggio, è slittata alla metà di ottobre, dalla metà di ottobre al fine di gennaio, sovrapponendosi al percorso di avvio della XI legislatura regionale da una parte e dall’esplosione del Covid dall’altra.

La pandemia ha imposto una riflessione a livello globale sulle conseguenze sanitarie, economiche e sociali dell’emergenza, costringendo l’Unione europea a mettere in discussione il proprio futuro. Di fronte a questa sfida la Commissione ha operato due scelte con la comunicazione del programma di lavoro datato 2020, del 27 maggio. Ha rivisto e aggiornato le sue priorità e contestualmente ha predisposto una serie di iniziative tra le quali, come è noto, il Piano di aiuti Next Generation EU per sostenere a livello europeo gli Stati membri più colpiti nell’affrontare le conseguenze generate dalla pandemia.

In questo quadro di riferimento e con le Istituzioni regionali sulle strutture impegnate su nuove pressanti priorità i lavori per la XII Sessione Europea dell’Assemblea elettiva hanno dunque preso avvio a settembre, in deroga alla legge regionale del 2008, che ne prevederebbe invece lo svolgimento nella prima parte dell’anno.

Chiudiamo questa Sessione Europea nel 2020, ma la riapriamo subito a gennaio per quella del 2021. La I Commissione, in qualità appunto di Commissione competente per i rapporti dell’Unione europea, ha dato avvio ai lavori con la seduta del 16 settembre e il 30 ha svolto l’udienza conoscitiva con i portatori di interesse, i cosiddetti stakeholder.

Si ricorda che in questa occasione gli enti locali e i cittadini del territorio emiliano-romagnoli sono chiamati ad esprimersi sul programma di lavoro annuale della Commissione europea con suggerimenti, osservazioni e proposte che vanno ad integrare l’attività istruttoria delle Commissioni assembleari.

Nel rispetto delle misure di contenimento anti-Covid, l’udienza conoscitiva si è svolta in modalità mista e quindi sia in presenza fisica che da remoto. Hanno visionato circa 300 persone in diretta streaming i lavori di questa udienza conoscitiva. Tra l’altro, sono intervenuti anche membri del Parlamento europeo, alcuni collegati come il responsabile del Parlamento europeo Maurizio Molinari, che ha parlato prima di me, e anche i parlamentari europei, in particolare l’onorevole Basso, l’onorevole Dorfmann, l’onorevole Gualmini, l’onorevole Lizzi, l’onorevole Moretti e l’onorevole Salini. In presenza, gli stakeholder che hanno partecipato e che hanno dato il loro contributo rispetto a quelle che sono le osservazioni alla proposta di risoluzione sono il Comune di Formigine, Confindustria Emilia-Romagna e Italia Nostra.

I lavori, poi, sono proseguiti nelle Commissioni di merito, per concludersi nella seduta della I Commissione il 21 ottobre, con l’approvazione della relazione, che sto sintetizzando, e il conferimento del mandato al sottoscritto in qualità di presidente della Commissione per presentare in aula la relativa proposta di risoluzione, che poi è all’ordine del giorno della seduta odierna e che verrà votata.

I temi sui quali si è sviluppato il dibattito nelle Commissioni in udienza conoscitiva ‒ sono già stati accennati sia dalla vicepresidente che da quelli che sono intervenuti prima di me ‒ possono essere ricondotti su quattro focus principali: il Green Deal, la transizione digitale, l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e infine le risorse collegate al piano di ripresa e al futuro quadro finanziario pluriennale.

Il Green Deal, come è noto, è la strategia quadro all’interno della quale si sviluppa, in modo trasversale rispetto ai vari ambiti di intervento, non solo il programma di lavoro della Commissione europea per il 2020, ma tutta la visione politica della presidente Von der Leyen. In questo senso, il presidio del Green Deal rappresenta una sfida anche per le strutture regionali non solo nel merito, ma anche dal punto di vista organizzativo rispetto alle trasversalità degli interventi e degli obiettivi su cui la Regione vuole fissare le proprie principali iniziative. Una di queste principali iniziative collegate al Green Deal è la legge europea sul clima. La Regione Emilia-Romagna si è espressa a luglio chiedendo, tra le altre cose, di includere esplicitamente l’obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni di gas serra almeno del 55 per cento al 2030.

A proposito, su questo punto segnalo che recentemente la Commissione europea ha adottato una modifica della sua proposta iniziale che va proprio in questo senso.

Nell’esame degli atti, al tema della transizione verde, si sono collegati i dibattiti sulla sostenibilità alimentare, la strategia del produttore al consumatore, la tutela dell’ambiente, l’economia circolare, la decarbonizzazione dell’energia, la mobilità e infine la politica industriale, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese e al mercato unico.

Il dibattito sulla strategia europea per il futuro digitale dell’Europa ha portato con sé un confronto sulle opportunità e sui rischi di questa transizione nell’ambito dell’istruzione, delle competenze, della sanità e dell’economia, anche alla luce dell’importanza che il digitale ha avuto e riveste tuttora nella gestione delle sfide poste dalla pandemia in corso.

Grande rilievo, infine, è stato dato anche alle iniziative legate all’Europa sociale e all’attuazione dei princìpi enunciati dal pilastro europeo dei diritti sociali, con un ampio confronto sulle iniziative della Commissione europea dedicate ai cambiamenti demografici a tutela della salute. A questo proposito, è stata data evidenza agli strumenti messi in campo per attenuare i rischi della disoccupazione, con particolare attenzione alle misure di sostegno all’occupazione giovanile nei piani di ripresa e della resilienza, nonché nell’ambito dei programmi REACT-EU, al nuovo programma per la salute per il periodo 2020-2027, adottato nell’ambito del più ampio piano per la ripresa dell’Europa, Next Generation, anche in risposte alle nuove sfide sanitarie aperte col Coronavirus.

Inoltre, sono state oggetto di dibattito la strategia europea per la parità di genere 2020-2025, e più in generale le iniziative di contrasto ad ogni forma di discriminazione e di abuso.

Per quanto riguarda gli strumenti finanziari, e credo che questo sia il nodo centrale su cui si innescherà il dibattito successivo, ha riguardato il programma 2021-2027 dei fondi strutturali, sui quali il negoziato è ancora in corso – lo abbiamo sentito prima dallo stesso Molinari – e gli strumenti legati alla Next Generation EU, la cui parte più consistente appunto è costituita dal cosiddetto Recovery fund, con particolare riferimento alla necessità che venga riconosciuto alle Regioni un ruolo significativo nella programmazione delle risorse del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza in discussione in questi giorni.

Per quanto riguarda infine l’adeguamento dell’ordinamento regionale alla legislazione europea, si segnala che molte delle proposte legislative europee sulle quali la Regione ha formulato osservazioni negli scorsi anni hanno concluso il loro iter di approvazione; di conseguenza, molti sono gli atti richiamati che dovranno essere verificati ai fini dell’adeguamento dell’ordinamento regionale. Qui ci sarà il classico REFIT che dovrà essere posto dalla Giunta a breve.

Questi quindi sono i principali argomenti della relazione approvata dalla Commissione bilancio affari generali e istituzionali, sulla base della quale è stata formulata la proposta di risoluzione che è l’oggetto 1817, che contiene appunto gli indirizzi alla Giunta e gli impegni dell’Assemblea legislativa che guideranno l’azione della Regione Emilia-Romagna nei prossimi mesi, con riferimento alle politiche europee sulle quali oggi l’aula è chiamata ad esprimersi.

Io intanto ringrazio anche gli uffici, sia della Giunta che della mia Commissione, che mi hanno aiutato nel predisporre tutti gli atti che sono stati iniziati dal settembre 2020 fino all’approvazione, e con questo appunto chiudo la mia sintesi di risoluzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pompignoli.

Io ricordo che su questo oggetto risultano presentate sedici proposte di emendamento, di cui 15 a firma dei consiglieri Bargi e Catellani, di cui però 14 ritirati.

Se ci dà conferma il consigliere Bargi. Perfetto, la ringrazio. E uno firma della consigliera Castaldini.

A questo punto, passiamo agli interventi dei vari Gruppi. Ricordo che ogni Gruppo assembleare ha complessivamente dieci minuti per i propri interventi, quindi chiedo chi vuole iniziare in discussione generale a intervenire.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Ringrazio anche il presidente della I Commissione e la vicepresidente Schlein.

Annuncio già un voto positivo alla risoluzione, un voto che sostengo anche perché i Verdi, a livello europeo, sono da sempre una formazione convintamente europeista. Lo siamo sempre stati in Italia, lo siamo a livello di tutti i vari Paesi europei che fanno parte dell’Unione. D’altra parte, sarebbe veramente contro natura pensarsi fuori dal contesto europeo, di fronte alla portata delle sfide epocali che abbiamo di fronte, dall’emergenza climatica all’emergenza ecologica, all’emergenza delle immigrazioni, e di fronte alla pandemia di oggi, che si aggiunge a un cumulo di sfide che un Paese da solo non può certo affrontare.

A settant’anni dalla nascita – quest’anno si celebrano i settant’anni dell’Unione europea, l’Unione europea è la forma odierna, ma la nascita dell’Europa, del primo nucleo della futura Unione europea risale a settant’anni fa – purtroppo, in coincidenza con questo importante compleanno, vediamo che negli italiani, come è stato ricordato prima da uno dei relatori, cala la fiducia verso l’Europa. Probabilmente perché non c’è stato, fin dall’inizio (a cominciare dalla presidente della BCE Lagarde) un segnale chiaro di solidarietà per affrontare le emergenze. Questo segnale, però, oggi è arrivato forte e chiaro ed è stato ribadito anche di recente. E ci tornerò sopra.

In ogni caso, io penso che il nostro Paese dall’appartenenza all’Europa abbia avuto dei vantaggi enormi, a cominciare dal fatto che la legislazione ambientale europea, che era sicuramente più avanzata di quella del nostro Paese, ha fatto da traino a quella dell’Italia. Purtroppo, l’effetto traino non sempre è stato rispettato, prova ne sia che il nostro Paese deve rispondere di procedimenti per infrazioni ad alcune di queste leggi.

Veniamo all’oggi, all’emergenza sanitaria. Sono già stati ricordati prima i fondi importanti che l’Europa, resasi conto che era una battaglia da affrontare a livello appunto europeo, ha messo in campo.

Ieri mattina la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ha ricordato che dei 27 miliardi che sono destinati all’Italia dal fondo Sure, che è un fondo che serve a finanziare la cassa integrazione, quindi in una fase sia di transizione ecologica, sia di transizione energetica in cui devi affrontare probabilmente, prevedibilmente, la chiusura di alcuni posti di lavoro, ti danno le risorse per affrontare questa fase di transizione e ti danno anche questa spinta economica dei fondi Sure per affrontare l’emergenza sanitaria.

Poi, c’è il Next Generation EU, questo Piano triennale che deve scattare dal 2021, che vincola di nuovo la possibilità di attingervi a degli obiettivi che sono nel piano questo quinquennato della Regione Emilia-Romagna. Il 37 per cento delle priorità va in direzione green, il 20 per cento al digitale. Quindi, per poter attingere ai fondi del Next Generation EU bisogna rispettare un 57 per cento di indicazioni di vincoli che non possono che essere condivisi dalla nostra Regione.

Poi arriviamo al MES. Già ieri ricordavo che questo è un fondo strategico al quale il Governo nostro non può assolutamente rinunciare, perché disporre dei fondi del MES, che sono tra l’altro quelli che verrebbero erogati prima, quindi prima ancora del Next Generation EU o come è più noto Recovery fund, è importante.

Il MES può essere subito utilizzato, il MES prevede per l’Italia un paniere dai 36 ai 37 miliardi, che possono essere investiti per coprire le necessarie spese sanitarie, che di fronte all’acuirsi della pandemia stanno crescendo, liberando in questo modo le risorse che ci servono, invece, per le compensazioni economiche di quelle attività che, per necessità di contrasto della pandemia, sono le più penalizzate.

Nei giorni scorsi, per quanto riguarda la spinta dell’Europa a creare insieme un’alleanza virtuosa contro l’emergenza climatica, ha avuto due spinte positive. Uno: l’accordo che hanno trovato i Ministri dell’ambiente in sede di Consiglio europeo dei Ministri dell’ambiente, per il 55 per cento di riduzioni al 2030 delle emissioni climalteranti. Il Parlamento europeo aveva portato questa soglia al 60 per cento, ma non c’è dubbio che, rispetto al 40 per cento che avevano fissato nel 2018, quando tra l’altro noi eravamo rappresentati in quel contesto dal ministro Galletti... Già passare dal 40 per cento al 55 per cento è uno scatto più che positivo. E poi ci sono state contestualmente le dichiarazioni di Ursula Von der Leyen, che ha ribadito il suo impegno, anche personale, oltre che della Commissione, a favore dei fondi per il Green Deal.

Qual è, però, la notizia cattiva che è arrivata in quelle stesse ore? Il fatto che la nuova Politica agricola comunitaria, che adesso dovrà affrontare comunque l’iter del trilogo, in Parlamento sia stata approvata in una forma che per le associazioni ambientaliste, da Legambiente a Greenpeace, al WWF, è una cornice molto meno sfidante rispetto alle questioni del clima. Siccome la Politica agricola comune, come sappiamo bene, assorbe da sola un terzo del bilancio dell’Unione europea, quindi assorbe 387 miliardi, dal 2021 al 2027, il fatto che non siano stati posti dei paletti decisivi a favore del contrasto della crisi climatica e a favore del rispetto di quei due programmi che si è data comunque l’Unione europea... Sono il farm to fork , quindi dalla fattoria, dall’azienda alla tavola, che vuole ridurre almeno del 50 per cento l’uso dei pesticidi, e l’altra grande strategia, quella della biodiversità.

Da questa direzione, il segnale non è arrivato in maniera forte e chiara a favore del contrasto all’emergenza ambientale. Speriamo, quindi, che all’interno del trilogo, quindi di questo rapporto che, come sappiamo, vede i tre consessi, i tre soggetti che portano alle decisioni e quindi alla definizione dei provvedimenti legislativi, quindi Commissione, Consiglio dei Ministri, o dei Capi di Stato, a seconda delle situazioni, e Parlamento, speriamo che alla fine si riesca a recuperare.

Resta il tema della riforma degli accordi di Dublino, per quanto riguarda la strategia dell’immigrazione. Molto positivo quello che veniva citato prima, ossia, l’intenzione dell’Unione europea ad introdurre la tassa del carbonio alle frontiere. A che cosa serve questa? È intuitivo. Se cioè un Paese prende delle misure per cui impone al proprio interno, al sistema produttivo, una riduzione delle emissioni legate alla produzione, non può essere penalizzato da quei prodotti che ti arrivano dall’import, che provengono da Paesi che non hanno preso le stesse misure, dove quindi il sistema economico e produttivo non deve rispondere degli investimenti necessari a ridurre il carbonio legato alla produzione.

Infine, anche di fronte – e vado a concludere – agli attuali contrasti tra la Francia e la Turchia, resta il fatto che in Unione europea si deve entrare se si rispettano i diritti democratici e i diritti dell’uomo. Soprattutto, va fatto un controllo anche post adesione per evitare casi come quelli dell’Ungheria, dove quei diritti democratici che devono essere rispettati per poter accedere all’Unione europea, poi, una volta che si fa parte della compagine europea, possono essere tranquillamente calpestati.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Catellani. Prego, consigliera. Non la sentiamo.

 

CATELLANI: Mi sentite?

 

PRESIDENTE (Petitti): Adesso sì, consigliera.

 

CATELLANI: Grazie, presidente. Ringrazio anche tutti coloro che sono intervenuti, gli ospiti di oggi e per tutti gli interventi che sono intercorsi nelle varie fasi della Commissione referente e nelle altre fasi e anche per il supporto che ci hanno dato i tecnici nell’inquadrare il ruolo della Regione nel mondo-Europa.

Non voglio fare della dietrologia narrativa, richiamando la Costituzione, ma sicuramente per rimettere la Regione al centro dicendo che esiste un diritto di partecipare al procedimento della normativa europea e anche un dovere nell’applicazione delle norme europee.

A questo punto quindi l’analisi del programma legislativo annuale della Commissione europea rappresenta evidentemente un iter fondamentale della Regione Emilia-Romagna quando, davanti alla valutazione fatta con dovizia si può ottenere effettivamente un efficace strumento di monitoraggio in via anticipata di quelli che sono gli atti dell’Europa.

Il rapporto conoscitivo evidentemente ci abbandona al tema Covid che va colto di buon grado, con il richiamo all’etimologia della parola “crisi” come evocativa della necessità di cambiare, scegliere e decidere. Molto meno evocative, ad esempio, le recentissime decisioni del Governo che nella loro scelta hanno riportato l’intero Paese in uno stato di impreparazione e di grandissimo sgomento.

La Sessione si apre chiaramente con la visione di quella che è la situazione attuale dell’Europa, costellata di grande difficoltà. Si parte dall’analisi di quello che è il calo del PIL come dato effettivamente oggettivo. Poi, emerge la posizione della Regione Emilia-Romagna, la Regione Emilia-Romagna che è riuscita evidentemente a tenere dal punto di vista sanitario, grazie all’intervento corale della sanità pubblica e privata emiliano-romagnola […] Emilia-Romagna […] né dal punto di vista economico né dal punto di vista sociale nei mesi successivi alla pandemia.

Fortunatamente le Istituzioni europee alla prova della solidarietà si sono mosse comprendendo le difficoltà di tutti gli Stati membri, con la deroga al Patto di stabilità, con l’allentamento delle severe politiche di austerity e con la previsione del già citato Next Generation, accompagnato dalla proposta di quadro finanziario pluriennale a sostegno dei Paesi, a sostegno delle imprese, chiaramente nel rafforzamento della capacità sanitaria e di gestione della crisi dell’Unione.

Chiaramente l’economia è al centro di queste tematiche. È interessante leggere dalla Sessione che già nel marzo del 2020 la Commissione aveva dato una risposta correlata al Covid ammettendo ad esempio che gli Stati potessero introdurre modifiche di portata generale a favore delle imprese, come differimento delle imposte, sostegno alla cassa integrazione, concessione di compensazioni, misure che potevano essere, si dice nella nota, anche prorogate fino al giugno 2020, rispetto alle quali ci aspettiamo chiaramente, come già stanno arrivando, proposte concrete. E poi il Sure, come strumento di sostegno alla disoccupazione, questo prestito che sarà concesso dall’Unione europea agli Stati membri a condizioni vantaggiose.

Sulla disoccupazione torniamo ad affrontare il tema esattamente come abbiamo affrontato il DEFR. Non è possibile pensare di risolvere il tema dell’occupazione semplicemente con dei finanziamenti, perché il finanziamento è necessario, il contributo è necessario in epoca chiaramente di emergenza, si finanzia la Cig, si finanzia […] licenziamenti, ma superato il periodo emergenziale, il periodo più grave dell’emergenza, quello che occorre fare è pensare ad avere politiche attive del lavoro, pensare a destinare questi fondi alle imprese, perché sono le imprese che producono e che mantengono l’occupazione.

[…] autunno, la Banca europea per gli investimenti aveva deciso di dedicare i suoi sforzi principalmente alle PMI e alle Mid-Cap. Perché? Perché sono quelle attività che principalmente si avvalgono del fattore lavoro. Peccato che, ancora una volta devo richiamarlo, il Governo, proprio con le recentissime decisioni, va a colpire esattamente questa attività, già fortemente colpite.

Recovery fund, la panacea di tutti i mali. Si è parlato e si è letto di montagne di denaro. Probabilmente il sistema dell’economia dovrebbe essere visto prima di pensare alle montagne di denaro. Qualcuno ha parlato in questo periodo di economia di guerra ed è stato per questo criticato, ma siamo ancora in una fase di emergenza. Non c’è una prospettiva di ripartenza, una prospettiva necessaria al rilancio strutturale del Paese, che è in ritardo, sia sul PIL che sulla produttività.

Le chiusure anticipate dei ristoranti, dei bar, di luoghi della cultura, cinema, teatri, palestre, luoghi dello sport, attività che avevano riaperto spendendo del proprio, cioè che si sono rialzate con grande fatica, sono state duramente colpite. E anche se adesso arriveranno necessarie ed indispensabili misure compensatorie la situazione non cambia.

Il presidente di Confindustria ha rilasciato pochi giorni fa una intervista in cui ha analizzato i dati. Dice che se le misure rimarranno tali e quali, purtroppo, i numeri saranno fortemente appesantiti. Si parla di una discesa del PIL addirittura dell’1-2 per cento, che arriverebbe addirittura all’11-12 per cento. Addirittura il presidente di Confindustria dice che sarebbe un danno per l’economia tale per cui potrebbe addirittura arrivare a superare i fondi del Recovery fund. Quindi, in una manovra sola, in una decisione sola questo Governo ha azzerato completamente la panacea di tutti i mali, che è il Recovery fund.

Sono tanti gli argomenti da affrontare, dal Green Deal agli appalti pubblici, al tema delle politiche europee della migrazione non risolti neppure a settembre come la revisione del Trattato di Dublino. Però, mi voglio fermare su un’altra parte della Sessione Europea, che è la parte speciale, la seconda parte.

Leggo: “Le Istituzioni devono concentrarsi su ciò che realmente conta. Ciascuna Istituzione dovrebbe riesaminare i propri metodi di lavoro e riflettere sulle migliori modalità per assolvere i compiti stabiliti dai trattati”.

Si rimette il tema della Regione al centro, così come anche tanti europarlamentari che sono intervenuti hanno chiesto, cioè il protagonismo delle Regioni. Ci si avvia a parlare di quella che è un’autonomia che, in realtà, nel corpo della relazione è semplicemente velatamente trattata. Invece, è un tema importante, un tema che deve portare il regionalismo al superamento del parametro di omogeneità.

Dobbiamo tendere a questa distinzione sostanziale, alle peculiarità, alle specificità, alle vocazioni dei singoli territori, che sono gli unici capaci a proiettare le Regioni, gli enti di Governo in una dimensione funzionale alla costruzione e all’implementazione di una vera politica comunitaria e a una strategia di area.

Ed è per questo che sull’autonomia e sul regionalismo noi chiediamo al governatore della Regione Emilia-Romagna che si faccia portavoce al suo Governo per riprendere queste trattative, che oggi sono più che mai fondamentali, per far sì che ci sia un reale protagonismo della Regione.

Come ho detto prima, le tematiche sono ancora tante. Lascerò al collega Bargi, che mi seguirà nella dichiarazione di voto, la narrazione degli emendamenti e il resto della trattazione della Sessione Europea.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie a lei, consigliera Catellani.

A questo punto, passo la parola al consigliere Tagliaferri. Prego, consigliere.

 

TAGLIAFERRI: Buongiorno a tutti. Buongiorno, presidente e colleghi.

Dopo un imbarazzante immobilismo nei primi mesi di emergenza e dopo la gaffe, se così la possiamo chiamare, di Christine Lagarde, che ha fatto esplodere lo spread a marzo, creando il panico nei mercati finanziari, l’Europa pare si sia svegliata e abbia stanziato un’importante quantità di risorse. È sempre opportuno precisare che la maggior parte non sono a fondo perduto, ma a prestito. Un motivo in più per affermare che a emergenza finita un dibattito sul futuro di questa Europa sarà più che mai doveroso.

Ma torniamo ai nostri temi regionali. Accanto alle risorse stanziate dalle Istituzioni europee, dai 13 ai 15 miliardi circa, che saranno disponibili dal 2021, servirà la capacità del Governo e delle nostre Istituzioni regionali per presentare piani di investimento strategici con obiettivi di medio e lungo termine. Non possiamo permetterci di sprecare queste risorse in ennesimi bonus o marchette.

Questa conversione dell’Europa è avvenuta quando il Coronavirus ha picchiato forte. Sta picchiando forte, ahimè, nei Paesi del nord, ovvero i cosiddetti “frugali”. Tradotto, l’Europa allarga i cordoni della borsa, dimentica l’austerità e i conti in ordine quando la crisi tocca i veri padroni dell’Unione: tedeschi, olandesi, scandinavi.

Quando i problemi sono stati dei Paesi mediterranei, invece, ci siamo sentiti dire: tirate la cinghia. Questo la dice lunga di quanto pesa davvero il nostro Paese in Europa e quanto pesano i tecnocrati italiani a Bruxelles. Siamo seri. Le vere scelte le fa l’alta burocrazia. La nostra, a parte Mario Draghi, non è capace di incidere davvero nelle stanze del potere.

Su questo punto cruciale, sul quale dovremmo riflettere, la politica di tutti i partiti dovrebbe tornare a far trottare i nostri tecnici che vanno in Europa. Questa deve essere l’occasione per portare avanti riforme strutturali necessarie, che i nostri territori aspettano da tanto, troppo tempo.

Le linee strategiche che saranno presentate non potranno prescindere da un serio pacchetto di interventi a sostegno delle imprese. Ho già sottolineato, nella scorsa seduta, come il nostro tessuto produttivo abbia sofferto, in questi mesi, l’eccessiva frammentazione delle fasi di produzione. Occorre investire per far rientrare aziende produttrici di componenti essenziali sul nostro territorio, riducendo così la dipendenza esterna, in particolare la dipendenza dalla Cina. Quindi, sostegno alle imprese significa anche intervenire per ridurre il carico burocratico che grava su di loro, anche attraverso seri interventi di digitalizzazione del nostro territorio, e di semplificazione delle procedure amministrative.

La Regione deve delineare una strategia coerente, supportata da una programmazione di medio termine che abbia regole chiare ma stabili nel tempo, e che abbia strumenti di finanziamento complementari e sinergici rispetto a quelli disponibili su scala nazionale ed europea.

Territorio digitalizzato, connesso, un sistema amministrativo efficiente è terreno fertile per investimenti e crescita economica. Sappiamo tutti che le Istituzioni europee sono molto attente al tema dell’ambiente. Mi si permetta però di far notare che l’approccio fin qui adottato va necessariamente rivisto.

Possiamo fissare obiettivi ambiziosi, pensare di raggiungerli massacrando le attività produttive senza nemmeno porre, devo dire senza nemmeno porre… Vedete? Sappiamo tutti che queste Istituzioni europee sono estremamente attente. Però dobbiamo, una volta per tutte, investire risorse per prevenire il dissesto idrogeologico del nostro Appennino. Gli abitanti dei comuni montani non possono essere considerati cittadini di serie B e vivere nel terrore di frane e smottamenti. Ancora servono investimenti in ricerca e innovazione per favorire i progetti di riconversione e stabilimenti produttivi, investimenti in produzione, in bioenergie e conseguenti sgravi fiscali per questi interventi. Tutto questo necessita anche di importanti interventi di formazione del personale amministrativo. La svolta digitale a tutela dei territori può funzionare solo se a gestire le procedure amministrative ci sono persone in grado di lavorare agevolmente con le moderne tecnologie; in caso contrario, si rischia di creare ancora più caos e rallentamenti che non ci possiamo assolutamente permettere.

Quello che la Pubblica amministrazione deve fare perché l’economia diventi più efficace è dare le risposte utili a imprese e cittadini, nel tempo prestabilito, soprattutto in modo chiaro, e non scritte apposta per non essere capite e deresponsabilizzare solo i direttori e i dirigenti che firmano i vari atti e le procedure.

Gli spunti sono tanti, il lavoro che ci aspetta per rilanciare questa nostra terra ancora di più. Fratelli d’Italia è pronta a fare la sua parte, a collaborare con proposte puntuali e concrete, che auspichiamo siano prese seriamente in considerazione.

Fare gli interessi della nostra gente è per noi un imperativo categorico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Consigliera Montalti.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Care colleghe, cari colleghi, gentili ospiti, la Sessione Europea di quest’anno è differente rispetto a quelle che abbiamo svolto in passato. Ce lo siamo detti più volte durante la discussione scaturita nelle varie Commissioni assembleari e ce lo siamo detti anche oggi.

Dalla crisi pandemica che ha investito in maniera globale le economie e le società, e nonostante l’acuirsi inevitabile delle tensioni all’interno delle comunità, con una crescente difficoltà da parte dei Governi di dare risposte, è emersa una nuova Europa, una nostra Europa. Da un sostanziale immobilismo istituzionale europeo siamo, infatti, passati alla redazione di piani ambiziosi e da un clima di contrasto spesso esasperato tra gli Stati membri ad uno di maggiore cooperazione e supporto.

La logica degli obiettivi ci ha unito, dal Next Generation EU al Green Deal, dagli Stati più propositivi a quelli meno inclusivi. Il desiderio di rialzarsi e il bisogno di solidarietà hanno creato i presupposti di un’Europa che può avvicinarsi di più al progetto dei Padri fondatori di Ventotene. L’Italia è uno dei Paesi che maggiormente potrà beneficiare di questa nuova fase, se sarà capace di utilizzare al meglio le risorse del Recovery fund e più in generale la programmazione legata al nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027.

Si apre, dunque, una nuova fase di politiche di programmazione europea, che caratterizzerà i prossimi anni determinando investimenti, risorse ed opportunità anche per i cittadini e le imprese emiliano-romagnole.

Dovremmo far sì che la nostra Regione, divenuta leader per performance nell’utilizzo dei finanziamenti europei, possa essere protagonista e interlocutore di riferimento di Bruxelles e del Governo, con l’obiettivo di giocare un ruolo importante nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nelle politiche di coesione territoriale, così come nella nuova programmazione.

In questa Sessione Europea abbiamo un compito preciso: guidare e indirizzare la nostra Regione cercando di individuare e anticipare le scelte e le opportunità che diventeranno cruciali per i territori che rappresentiamo. È una responsabilità e un’opportunità per questa Assemblea legislativa in questo momento storico; una responsabilità da affrontare cercando di superare le divergenze politiche e mettendo al centro i territori, le comunità e il tessuto sociale ed economico dell’Emilia-Romagna.

Nelle scorse settimane in ogni Commissione assembleare ci siamo interrogati su quale dovesse essere la posizione politica della nostra Regione, andando ad approfondire il programma di lavoro 2020 della Commissione europea e confrontandolo con le politiche regionali.

Colgo l’occasione per ringraziare i tecnici che con grande competenza hanno predisposto i documenti di lavoro e seguito passo dopo passo tutto l’iter della Sessione Europea: Lara Cirielli, Elisabetta Lucertini per l’Assemblea legislativa, Maurizio Ricciardelli e il Servizio legislativo della Giunta.

Questo percorso non è un semplice rito, colleghi, ma rientra nella visione che l’Emilia-Romagna, non certo da oggi, visto che questa è la XII Sessione Europea, della partecipazione democratica alla formazione e attuazione delle politiche europee, di cui siamo soggetti attivi e partecipi.

Piena espressione di ciò è la risoluzione presentata dal presidente Pompignoli che contiene le nostre considerazioni rispetto al quadro delle politiche europee e le nostre priorità di lavoro, molte delle quali già anticipate nel programma di mandato che pochi mesi fa abbiamo discusso proprio qui in Assemblea. Questo è l’aspetto centrale della Sessione Europea: cercare con concretezza di superare quella narrazione europea che rimane lontana dal territorio, traducendo in politiche, scelte chiare a livello regionale e locale, gli obiettivi principali della strategia europea per i prossimi anni, ovvero realizzare un’Europa verde, digitale e sociale, il che significa per l’Emilia-Romagna costruire la svolta verde, condividendo gli obiettivi del Green Deal e il principio secondo cui una trasformazione green dell’economia, della società e della nostra quotidianità sia l’unica via percorribile per realizzare il nostro futuro.

Significa perseguire l’obiettivo della neutralità climatica, definendo una governance adeguata che garantisca l’efficacia e la trasversalità degli interventi, assieme ad un adeguato monitoraggio dei progressi, come si prevede di fare attraverso il Patto per il clima e per il lavoro.

Significa lavorare sulla sostenibilità alimentare e sui modelli di consumo, attraverso il sostegno all’agricoltura di qualità, la lotta allo spreco alimentare, l’educazione alimentare, la tutela del territorio, portando avanti ricerche di innovazione, anche grazie al nuovo PSR.

Significa sostenere l’economia circolare, che dovrà crescere, cercando di permettere alle imprese emiliano-romagnole di compiere, senza strappi, la transizione green, puntando anche su nuove politiche energetiche che mettano al centro efficienza, uso di fonti di energia rinnovabile e bioenergie.

Significa cambiare i modelli di mobilità, andando a ridurre le emissioni climalteranti e intervenendo con sempre maggiore efficacia, nel breve e medio periodo, sulla qualità dell’aria, che ancora rimane una delle criticità più rilevanti dell’area padana.

Significa, ovviamente, programmare le risorse del FESR in maniera coerente con questi obiettivi.

Significa mettere in campo un approccio nuovo alle politiche del lavoro, con la capacità di affrontare la crisi, sostenere la transizione dei settori economici più fragili, dare massimo spazio alle politiche per l’occupazione giovanile, puntando, per esempio, su un sistema di istruzione e formazione più agile, più green, più vicino al mondo del lavoro.

Significa dare slancio all’Agenda digitale regionale, concentrandosi sul sistema infrastrutturale, ma anche sul sistema delle competenze, impegnandosi, per esempio, ad aumentare il numero delle ragazze donne impiegate nelle materie STEM e promuovendone le professionalità.

Significa non lasciare indietro nessuno, concretizzando l’idea di quell’Europa sociale che oggi è ancora sulla carta, ma sulla quale si stanno facendo grandi passi in avanti. Penso, per esempio, al programma Sure, che nei prossimi mesi sarà fondamentale, con i 26 miliardi stanziati per l’Italia, per sostenere i lavoratori, o al confronto in atto al Parlamento europeo sul salario minimo europeo, sulla costruzione di un reddito minimo di inserimento e di un’indennità di disoccupazione europea.

Chiudo con una riflessione doverosa sulle politiche della sanità. Ursula Von der Leyen, nel discorso del 16 settembre scorso al Parlamento europeo, ha sottolineato la necessità di una sanità pubblica più forte all’interno del territorio europeo, che deve varcare anche i confini delle singole Regioni, dei singoli Stati, puntando su una più stretta cooperazione europea in campo sanitario, sul versante della ricerca, su quello dello sviluppo di nuove terapie e di nuovi farmaci, sul versante delle professionalità, senza le quali, non dobbiamo più dimenticarcelo, non esiste la sanità.

Le risorse che l’Unione europea metterà in campo potranno fare la differenza per aiutare il nostro sistema sanitario regionale ad innovarsi, e anche a strutturare e ad irrobustire tutti quei servizi che possono andare nella direzione di una maggiore prossimità al territorio e ai pazienti.

Mi riferisco per esempio all’Healthcare 4.0, una frontiera che da futuribile sta diventando sempre più realizzabile. In una sanità moderna, sostenibile e innovativa possono esserci opportunità di sviluppo, posti di lavoro, miglioramento della qualità della vita, crescita e coesione.

Come Emilia-Romagna possiamo, in questo ambito, forti di esperienze e competenze, candidarci come Regione capofila, a livello europeo, per sperimentare nuovi modelli sanitari e sociosanitari, che diano risposta alle esigenze di una popolazione che invecchia, e al contempo di un sistema di servizi in cui la qualità della vita e la prevenzione siano sempre più integrate nelle politiche sanitarie.

Le politiche che ho provato a delineare sono solo una parte dei tanti temi che abbiamo affrontato in questa Sessione Europea. C’è una certezza che emerge dalle riflessioni che insieme abbiamo condiviso: questa Sessione comporta molto, perché chiederà un impegno reale, costante, fatto di competenze non improvvisate. Questa Sessione conta molto, perché se saremo conseguenti, porteremo l’Emilia-Romagna ad un cambiamento senza precedenti, in un momento in cui per poter ripartire bisogna avere valori chiari e idee forti.

Questa Sessione chiede tutto: coraggio per infondere coraggio, idee per favorire idee, investimenti per portare investimenti, lavoro per dare lavoro. Questa Sessione, care colleghe e cari colleghi è il futuro. E il futuro ce lo prendiamo qui e oggi per portarlo sui nostri territori e nelle nostre comunità.

Buon lavoro.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Montalti.

Io ho iscritta a parlare la consigliera Pigoni. Prego, consigliera.

 

PIGONI: Grazie, presidente, buon giorno a tutti.

Mi fa particolarmente piacere intervenire oggi, in un’occasione che ritengo molto importante, che dà sostanza e incisività all’azione di questa Assemblea. Credo infatti che partecipare in maniera fattiva ad un processo di indicazione e stimolo per le Istituzioni europee, e al tempo stesso di attuazione e messa a terra nei diversi territori, di politiche e azioni coordinate messe in campo dall’Europa, sia un ottimo modo di svolgere il nostro compito al servizio dei cittadini.

Nessuna Istituzione alta, da sola, può dirsi realmente efficace, senza il coinvolgimento dei livelli intermedi, senza il contributo delle Istituzioni più vicine ai territori, che sono, in definitiva, più ricettive e in stretto contatto costante con i cittadini. Aggiungo, a questo proposito, per mia esperienza diretta e per convinzione personale, anche il livello delle Amministrazioni comunali, fondamentali per recepire i bisogni reali e per dare le risposte primarie e immediate alla popolazione.

Al tempo stesso, le Istituzioni nazionali e regionali e quelle locali in genere rischiano da sole di non essere sufficientemente strutturate e forti per definire politiche condivise di grande respiro sui macro-temi, che sicuramente necessitano uno sguardo più largo, di insieme, oltre ovviamente a risorse ingenti per essere realizzate. Insomma, dal dialogo forte e ricco tra Istituzioni nasce la buona politica.

Sono sempre stata convintamente europeista, anche quando non andava per niente di moda esserlo. Lo sono stata perché convinta che un’Europa solida e unita sia la struttura politica più efficace per governare alcuni grandi fenomeni, creare lavoro e sostenere le imprese, interagire con le superpotenze mondiali non in posizione succube, tendere una mano a chi è più in difficoltà, garantire pari opportunità, tutelare l’ambiente, diffondere più giustizia ed equità sociale. Forse è utopia, sicuramente c’è ancora tanto lavoro da fare insieme, ma resto convinta che questa sia la strada. Ce ne stiamo purtroppo accorgendo in questi tempi così duri.

Noi italiani dimentichiamo tutto subito. Alle ultime elezioni il 50 per cento dei cittadini ha votato partiti che dicevano che la soluzione per ogni male era l’uscita dall’euro. Sono passati appena due anni, siamo in piena pandemia e ci accorgiamo che senza Europa il nostro Paese sarebbe già al collasso. Sempre ieri la presidente della Commissione europea, come avete ricordato in tanti anche prima del mio intervento, Ursula Von der Leyen, ha annunciato i primi 10 miliardi di euro all’Italia nel quadro del piano UE Sure, a supporto dei regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo. Questi aiuti, come sappiamo bene, contribuiranno a mantenere posti di lavoro durante la pandemia.

L’Italia riceverà in tutto 27,4 miliardi da questo strumento. Possiamo immaginare che cosa avrebbe significato per le nostre casse pubbliche, ma soprattutto per i lavoratori, la prima ondata di Covid, col conseguente lockdown, senza questo essenziale sostegno agli ammortizzatori sociali.

Venendo al tema di oggi, ritengo che la Regione Emilia-Romagna debba sicuramente recitare un ruolo importante nella nuova programmazione dei Fondi strutturali per il ciclo 2021-27, nelle politiche sull’uso dei fondi Next Generation EU e nelle altre grandi sfide dell’Europa. Tra queste, concordo che il Green Deal europeo dovrà vedere la nostra Regione al centro in termini di programmazione, progettualità, opportunità da costruire per le imprese, per il lavoro e per i territori […].

La Sessione Europea è un momento fondamentale di riflessione per impostare il lavoro da portare avanti nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Tra i tantissimi obiettivi dell’Unione europea sostenuti dalla nostra Regione cito certamente la sostenibilità dei sistemi alimentari, il Piano d’azione per l’economia circolare, la tutela del nostro ambiente e delle biodiversità, la strategia per una mobilità sostenibile e intelligente, il rafforzamento della cyber security, tema caro a molte imprese che abbiamo già affrontato anche in questa sede, la nuova strategia industriale per l’Europa con un’attenzione particolare per le PMI e il rafforzamento della garanzia per i giovani e la lotta contro la disoccupazione, il Piano d’azione per i diritti umani e la democrazia e il Piano d’azione sulla parità di genere e l’emancipazione […].

I temi toccano veramente ogni sfera della vita umana e quindi dell’azione politica. Sui tanti impegni comuni che caratterizzano le due Istituzioni prendo ad esempio l’obiettivo europeo di invertire le zone urbane e periurbane.

La Commissione europea invita le città di almeno 20.000 abitanti a elaborare entro la fine del 2021 piani ambiziosi che includano misure intese a creare in città boschi, parchi e giardini accessibili e ricchi di biodiversità, orti e pareti verdi, strade alberate, prati e siepi.

A supporto di questo obiettivo la Commissione intende creare una piattaforma per l’inverdimento urbano nell’ambito di un nuovo […] con le città e i sindaci in stretto coordinamento con il Patto europeo dei sindaci.

Su questo tema sappiamo che la nostra Regione ha già varato il progetto per 4,5 milioni di alberi. Quindi, come abbiamo raccontato anche in questi mesi, piantiamo un albero per ogni abitante dell’Emilia-Romagna, ma sarà fondamentale capire come faremo questo progetto e come lo porteremo nelle nostre città.

Sempre parlando di temi green, voglio sottolineare la risoluzione del 2018 con cui la Regione Emilia-Romagna ha espresso le proprie osservazioni sul pacchetto di misure UE sulla plastica, ponendo particolare attenzione al tema dell’uso sostenibile della plastica.

In una successiva delibera di Giunta del 2019 la nostra Regione ha approvato uno specifico protocollo d’intesa finalizzato a favorire la raccolta delle bottiglie attraverso un progetto sperimentale. Pur valutando positivamente l’iniziativa finalizzata a prendere in esame materie prime alternative, a cominciare dalla normativa per la […] etichettatura delle plastiche compostabili biodegradabili, voglio ribadire in questa sede la necessità di fare una transizione graduale per non penalizzare eccessivamente il settore industriale specializzato nella produzione di materie plastiche e packaging, che rappresenta una peculiarità del nostro territorio.

A questo proposito trovo corretto anche l’invito alla Commissione europea a sostenere maggiormente la ricerca su prodotti sostitutivi rispetto alle materie di fonte fossile. Condivido, inoltre, la proposta di intervenire con disposizioni per incentivare il riciclo nei settori in cui è maggiore l’uso di risorse, in cui il potenziale di circolarità è elevato, come imballaggi [...] tessile, plastica, [...] alimentare [...]. Su quest’ultimo settore, fondamentale per la ripresa dell’economia e strettamente legato anche all’industria di Ceramica, fiore all’occhiello della nostra Regione, vanno concentrate altre attenzioni, come richiede una recente risoluzione regionale.

L’Unione europea lancerà l’iniziativa “Ondata di ristrutturazioni”, che proporrà azioni concrete per accelerare l’adozione di misure per l’efficienza energetica [...] immobiliari dell’Unione nei prossimi anni. Auspico che questa possa essere anche l’occasione per favorire il miglioramento della nostra edilizia scolastica, che con la ripresa delle scuole a settembre ha mostrato in molti casi i suoi limiti, senza spazi adeguati alle esigenze di distanziamento dovute al Covid.

Riguardo alla politica industriale, la Commissione europea ha presentato un pacchetto di iniziative in cui delinea obiettivi a sostegno di tutta l’industria europea, a cominciare da misure concrete per rimuovere le barriere che si frappongono al buon funzionamento del mercato. Occorrerà spingere le imprese verso la neutralità climatica e la digitalizzazione e promuovere l’efficienza energetica. Per tutelare il sistema industriale europeo dalla forte concorrenza a livello mondiale, la Commissione interverrà, inoltre, con un piano di azione sulla proprietà intellettuale. Anche il Governo italiano dovrebbe prestare la massima e grande attenzione alle politiche industriali, che sono, invece, tra gli assi principali della nostra azione, della Regione Emilia-Romagna.

Con riferimento alle piccole e medie imprese, di cui è ricco il nostro sistema imprenditoriale, le proposte della Commissione europea sono finalizzate a sostenere la duplice transizione, verde e digitale, attraverso forme di sostegno e consulenza personalizzate da parte della rete Enterprise Europe e della rete di poli di innovazione digitale.

Si intende anche diminuire le incombenze burocratiche e migliorare l’accesso ai finanziamenti, temi sui quali è già molto forte anche l’impegno della nostra Regione.

In riferimento all’occupazione giovanile, la Regione ha valutato positivamente l’obiettivo dell’Unione europea di rafforzare la garanzia per i giovani, che dal 2013 crea opportunità professionali e favorisce l’accesso al mercato del lavoro, sostenendo non solo misure per la creazione di posti di lavoro, ma anche misure di attivazione [...], orientamento professionale e assistenza. Si auspica, quindi, che anche nel nuovo programma rivolto ai giovani l’Unione europea possa prevedere le modalità di formazione, apprendistato o tirocinio qualitativamente valide, diversificate e personalizzate e che le offerte di lavoro siano in linea con i princìpi del pilastro europeo dei diritti sociali, garantendo il diritto ad un trattamento equo e paritario.

La pandemia ha avuto un impatto enorme anche sull’istruzione e sulla formazione professionale, causando la chiusura delle scuole e dei centri di formazione e accentuando povertà educativa ed esclusione sociale, che l’apprendimento a distanza non è in grado di coprire. Su questo punto la Commissione europea dovrebbe varare una politica di istruzione e formazione professionale più agile, moderna e calata nella transizione digitale e green, facilitando il passaggio dal mondo dell’istruzione a quello del lavoro, anche attraverso il sostegno degli apprendistati come strumento determinante per la formazione di lavoratori qualificati in grado di sfruttare le opportunità offerte dal mercato.

Chiudo questo mio intervento con una considerazione prettamente politica. Ho già avuto modo di ribadire la strategicità del Recovery fund quale imperdibile opportunità per far ripartire il nostro Paese. Allo stesso modo, a mio parere, è fondamentale cogliere subito, senza ulteriori indugi e posizioni ambigue, l’opportunità del MES per poter investire decine di miliardi di euro sulla sanità pubblica. Non possiamo più permetterci il lusso di una presa di posizione illogica e miope, frutto soltanto di ideologia e scarsa lungimiranza. Prendiamo quelle risorse e usiamole. Ne abbiamo urgente necessità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Passo la parola al consigliere Taruffi. Prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Intanto un ringraziamento, oltre che, ovviamente, alla vicepresidente Elly Schlein, al dottor Massimo Gaudina e al dottor Maurizio Molinari, ospiti molto graditi che sono intervenuti questa mattina, a riprova della dedizione con la quale questa Assemblea ‒ come è stato ricordato ‒ in questi anni... Siamo, come è stato detto, alla dodicesima Sessione Europea. Questa Assemblea, l’Assemblea della Regione Emilia-Romagna cura questo particolare passaggio della Sessione Europea, che non è mai un passaggio ordinario. Quest’anno, ovviamente, lo è ancora di meno, considerato il contesto nel quale ci muoviamo, nel quale ci troviamo, contesto molto complicato, che riguarda, ovviamente, tutta Europa, e non solo l’Europa. Riguarda tutto il mondo, come sappiamo.

Dal punto di vista dell’interrelazione, della forte interrelazione che esiste tra la nostra Regione, tra questa Assemblea, tra gli organismi di governo elettivi di questa Regione e l’Unione europea, diciamo che la nostra è la tradizione di una terra, di una regione fortemente ancorata all’Europa, che ha considerato e che considera strategico il rapporto con l’Europa, un rapporto positivo in cui evidentemente abbiamo scontato anche, lo ricordava qualcuno, dal punto di vista della fiducia dei cittadini nei confronti dell’Europa, abbiamo sicuramente scontato anni difficili, in cui forse sono prevalse logiche un pochino troppo attente ai numeri, alla tenuta finanziaria e poco a quella sociale.

Nelle ultime settimane, in questi ultimi mesi, abbiamo avuto invece la dimostrazione che le cose devono e possono cambiare, anche nei termini che abbiamo visto, con gli interventi che sono stati ricordati, con le misure delle quali ovviamente, sulla scorta del Paese, beneficerà, a ruota, anche la nostra Regione. Sono stati ricordati, sono provvedimenti e misure che non hanno precedenti. Parlo delle risorse stanziate sul Next Generation UE, del Sure, dei fondi strutturali europei, che sappiamo essere parte integrante delle misure che andranno a determinare le politiche della nostra Regione nei prossimi anni. Sono sicuramente un’occasione straordinaria: arrivano in un momento di crisi straordinaria, di straordinaria difficoltà. Ovviamente la crisi sanitaria si è trasformata ben presto in crisi economica e rischia di trasformarsi in crisi sociale.

In questo momento così difficile e così complicato per tutti, a tutti i livelli di governo, io credo però che sia compito di chi ha quella responsabilità, quell’onere e quell’onore di governare, indicare una strada che possa traguardare il difficilissimo momento che stiamo vivendo, prospettando un futuro diverso dalla normalità alla quale ci eravamo abituati.

Prima facevo riferimento alla crisi sociale, alla crisi sanitaria determinata dalla pandemia mondiale che si è trasformata, ripeto, in crisi economica e rischia di trasformarsi in crisi sociale. Vi è però una crisi che tocca tutti e tre gli ambiti a cui facevo riferimento, che purtroppo non ha un vaccino a cui fare riferimento, nella speranza che possa risolvere la situazione: parlo della crisi climatica.

L’emergenza climatica è un tema di rilevanza globale, che va affrontato a quel livello e in quella dimensione. Però ciascuno è chiamato a fare la propria parte. Da questo punto di vista, gli investimenti, le risorse che stanno arrivando e che arriveranno nei prossimi mesi, nei prossimi anni dovranno essere necessariamente utilizzati e investiti in quella direzione, cioè per limitare e azzerare progressivamente le emissioni climalteranti e per immaginare una modalità diversa in cui vivere nelle nostre città, dal punto di vista dei trasporti, dal punto di vista gli spostamenti, dal punto di vista di come si organizza la produzione e di come si spostano persone e merci.

Questa è una sfida che ovviamente riguarda tutti i livelli, come dicevo, dalle città, alle Regioni, al Governo nazionale, ai Paesi che stanno dentro l’Unione europea, e più in generale riguarda sfide globali. Non a caso, nel 2015, tutti i Paesi del mondo che hanno firmato gli impegni di Parigi lo hanno fatto proprio sulla scorta di una consapevolezza che andava e va in questa direzione. Io credo che da lì dobbiamo ripartire e dobbiamo rilanciare il nostro impegno, che deve essere concreto, deve essere fatto di azioni concrete.

Da questo punto di vista, il Patto per il lavoro e per il clima a cui la nostra Regione sta lavorando, credo sia un esempio importante di un documento di valore strategico che dovrà necessariamente condizionare le politiche della nostra Regione, incrociandole con le risorse che arriveranno dall’Unione europea a finanziare investimenti per il Paese e per la nostra Regione. Io credo che incrociando gli ambiziosi obiettivi che definiremo nel Patto per il lavoro e per il clima e le risorse che arriveranno nei prossimi mesi, nei prossimi anni, potremo immaginare effettivamente di introdurre quella svolta che anche la nostra Regione attende dal punto di vista delle politiche ambientali.

Lo voglio ricordare in questa occasione, noi viviamo sempre in un bacino, quello padano, che è tra le aree più inquinate d’Europa, quindi più di altri abbiamo necessità di intervenire e di investire in quella direzione. Penso ovviamente anche ai piani di programmazione che dovremo affrontare nei prossimi mesi, che questa Assemblea dovrà affrontare nei prossimi mesi e nei prossimi anni, dal Piano dei trasporti al Piano della qualità dell’aria, al Piano dei rifiuti, alla legge urbanistica che necessita di modifiche. Sono strumenti di programmazione che vanno tenuti in una cornice che è quella del Patto per il lavoro e per il clima, che devono incrociare le risorse e sulle quali bisogna dare attuazione alle risorse che arriveranno dall’Unione europea. Da questo punto di vista, ci sono due temi, quello legato ai trasporti e quello della digitalizzazione, che io credo più di altri e prima di altri possano e debbano rappresentare l’orizzonte sul quale muoversi e sul quale investire e chiedere anche a questa Regione una svolta dal punto di vista delle proprie politiche.

Sui trasporti, abbiamo lungamente discusso anche ieri e continueremo a discutere. Sappiamo che abbiamo bisogno di implementare il trasporto pubblico locale e di investire sul potenziamento delle linee ferroviarie. Penso alle nostre linee regionali, frequentate ogni giorno da pendolari e studenti a cui dobbiamo poter offrire un servizio più efficace e migliore, e soprattutto immaginare anche che lo sviluppo di questa regione possa non solo passare attraverso l’implementazione di arterie stradali, ma anche e soprattutto immaginando il potenziamento significativo del trasporto e delle linee ferroviarie, quindi il trasporto su ferro e non su gomma.

Questi sono alcuni compiti che abbiamo sulle nostre spalle, che spettano alla Giunta, all’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che – ripeto – devono incrociare quella grande sfida che attende non solo il Governo italiano e il nostro Paese, ma più in generale l’Unione europea.

Abbiamo sentito oggi parole importanti su queste misure che ci sono state portate dal dottor Massimo Gaudina, dal dottor Maurizio Molinari, come dicevo, ma sappiamo bene che la sfida che abbiamo di fronte è una sfida che non si risolve in poche settimane o in qualche mese, ma richiede l’impegno di anni e una programmazione di anni. Se vogliamo effettivamente cambiare la condizione dalla quale siamo partiti, che per certi versi probabilmente purtroppo ha anche favorito la diffusione del Covid – parlo ovviamente del tema dell’inquinamento – ecco che allora la sfida che abbiamo di fronte, ripeto, è una sfida che va affrontata con coraggio, con determinazione e avendo bene in mente qual è l’obiettivo sul quale puntare.

Da questo punto di vista, tentennamenti e indecisioni sarebbero equivalenti a diserzioni che non possiamo permetterci.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

Chiedo se ci sono altri interventi tra i Gruppi consiliari. Nessuno vuole intervenire ancora? Bene, a questo punto chiudo gli interventi dei Gruppi e passo la parola al presidente Stefano Bonaccini.

Prego, presidente.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente.

Mi pare che l’introduzione di Elly Schlein abbia indicato quale sia il contributo, come Regione, e anche la traccia del come la Regione Emilia-Romagna voglia muoversi nei prossimi mesi e nei prossimi anni, peraltro venendo da una lunga tradizione di consolidati rapporti dentro l’Unione europea, di relazioni con tante realtà regionali dell’Unione europea.

Ora, a me verrebbe da dire così, per non far perdere tempo e ripeterci: c’è un’occasione formidabile, si può condividere o meno l’opportunità che il Recovery fund e Next Generation EU mette in campo, ma quando l’Europa mette a disposizione del nostro Paese complessivi 210 miliardi di euro lì ci sta da un lato una opportunità storica, persino per recuperare e rimediare ritardi che il Paese via via nei decenni scorsi ha accumulato, sia anche un banco di prova per le classi dirigenti.

Abbiamo a disposizione due strumenti da qui a pochi mesi, che coincidono, l’uno per ragioni istituzionali, chiamiamole così, cioè che parte il settennato 2021-2027 terminando quello 2014-2020 dove sapete che questa Regione, a proposito di qualità… Un ringraziamento fatemelo fare ai dirigenti e a tutto il personale dell’Assemblea della Regione Emilia-Romagna, perché noi da tempo siamo collocati come la Regione prima in questo Paese per capacità di programmazione di spesa di quei fondi.

Alla fine dello scorso anno, cioè un anno prima del termine del settennato, avevamo già il 98 per cento di risorse dei circa 2,4 miliardi impegnati.

Noi dobbiamo programmare senza sapere ancora ad oggi quale sarà il monte economico delle risorse a disposizione dei vari Paesi e quindi delle varie Regioni, e lo dobbiamo fare e lo faremo dentro un quadro in cui quelle risorse dovremo essere capaci di dimostrare di nuovo che sappiamo programmare bene e metterle a disposizione di imprese, università, Comuni, territori ancora meglio.

È evidente che le stesse priorità andranno ripensate alla luce di quello che è accaduto, perché, invece, il secondo, da un punto di vista economico, nemmeno paragonabile al settennato dei fondi europei a disposizione, è dovuto in particolare a questa tragedia che stiamo tutti quanti attraversando che si chiama pandemia.

Le priorità anche per come il Piano presentato da Van der Leyen è stato presentato sono molto chiare e nette. Voglio aggiungere che troverete nella discussione del Patto per il lavoro e per il clima, che vogliamo andare, entro poche settimane a sottoscrivere, ho fiducia che si riesca a sottoscriverlo di nuovo, come fu per il Patto per il lavoro di cinque anni fa, con tutte le parti sociali. Questo è il nostro impegno. Dentro quel Patto per il lavoro e per il clima, che noi vorremmo indicare almeno al 2030, per metterlo in asse con gli obiettivi che l’ONU e i famosi 17 Goals indicano, già nel titolo (Patto per il lavoro e per il clima) vedete che ci stanno alcune delle priorità, diciamo pure le due priorità centrali che anche l’Unione europea mette al centro del programma e anche del Green New Deal, cioè da un lato il tema del lavoro, che può essere declinato in mille modi, e il tema del clima, per la prima volta indicando una svolta, della quale parliamo in troppi e da troppi anni, facendo troppo poco, e che diventa indispensabile, se vogliamo, sulla sostenibilità; da un lato, migliorare e “curare” l’ambiente in cui viviamo e, dall’altro, farlo persino ‒ a proposito del lavoro e delle imprese ‒ diventare una opportunità, una nuova opportunità economica, che crei anche posti di lavoro.

Lo dobbiamo fare dentro un quadro che, con l’ondata pandemica che è arrivata, cambia le prospettive e potrebbe cambiare persino le priorità delle singole azioni, ma non deve cambiare la strategia complessiva, perché noi abbiamo bisogno di tendere di nuovo alla piena e buona occupazione in questa regione e, contemporaneamente, farlo con scelte che abbiano sempre la sostenibilità come misura affiancata per salvare il bene più prezioso che abbiamo, che è il pianeta.

Ci vengono incontro alcuni riferimenti, anche temporali, che non sto ad elencare, per la transizione che dovremo fare, la cosiddetta “transizione verde”, che ci porterà, anche quella ecologica, a società in cui le emissioni arrivino pari a zero, si arrivi a una società nella quale l’economia circolare abbia un peso di gran lunga superiore a quello di oggi, pur noi, lo devo dire, rappresentando tutta l’aula, che diede tutta insieme un contributo a quella legge, prima Regione pochi anni fa a varare una legge sull’economia circolare.

Se vogliamo fare questo, abbiamo bisogno di tenere insieme questi due elementi con in mezzo il pilastro della conoscenza e dell’educazione.

Lo dico perché conoscenza ed educazione saranno fondamentali rispetto al tema della competitività, che è il perimetro dell’Unione europea, dentro a nuove e vecchie economie. Uno dice: Stati Uniti e Cina e ha già rappresentato in una battuta quello che voglio dire. Deve garantirsi come perimetro complessivo.

Vedete? Noi siamo dentro ad una società che vedeva gli europei essere, un secolo fa, circa il 25 per cento della popolazione mondiale, e che rischierà di portare gli europei, tra pochi anni, ad esserne il 7-8 per cento. Se ogni Paese pensasse di fare da solo – lo dico non per spirito di contrapposizione politica, ma lo dico proprio dal punto di vista di dati statistici –, rischierebbe di rappresentare lo “0, poco” del totale dei numeri della popolazione del pianeta, e quindi da solo rischierebbe di non riuscire ad avanzare granché di proposte, o di politiche che abbiano un valore per la propria comunità. Una società, quella di questo continente, che è la più anziana del mondo; è una società che vede ridurre le nascite, aumentare l’aspettativa di vita – speriamo, quello vuol dire garantire che le persone possano sempre vivere più a lungo, e si son fatti passi da gigante in questi ultimi decenni, posto che dobbiamo garantire che vivano con dignità, e che non diventi una sofferenza. Però, c’è il tema del rischio di una curva demografica che dobbiamo riuscire a correggere al rialzo. Qui c’è una sfida che si chiama politiche per le famiglie e per la famiglia, che dobbiamo irrobustire.

Noi abbiamo necessità di vedere, lì dentro, appunto, un trend di una proposta che attraverso le risorse che potremmo attivare dal Recovery fund, garantiscano davvero quello di cui questo Paese – io mi limito a dire l’Emilia-Romagna – ha davvero bisogno. È un’occasione storica. Al Governo abbiamo detto come Regioni, in sede di Conferenza e nelle audizioni anche agli Stati generali fatti quest’estate, io e il mio vice presidente Toti lo abbiamo detto al presidente Conte, al Governo: coinvolgeteci, perché nessun Governo, anche il migliore del mondo, sarebbe in grado da solo di mettere a terra in pochi anni 210 miliardi di euro di opere, o di investimenti.

Il Governo deve evitare la corsa ministero su ministero, altrimenti vorrebbe dire che non c’è una strategia complessiva, le Regioni, a partire da noi e quindi da me quando mi guardo allo specchio insieme alla mia Giunta, evitare le cosiddette “mance elettorali” per prendere più voti tra due mesi piuttosto che pensare a cosa serve nei prossimi dieci anni. Abbiamo cioè bisogno di un piano, di un pacchetto che stiamo componendo per inviarlo al Governo.

Abbiamo avuto solo la scorsa settimana un nuovo incontro con il ministro Amendola e tutti i presidenti delle Regioni italiane e delle due Province autonome per cercare di capire come dentro a quel quadro tutti quanti possiamo avanzare proposte che stiano nel solco delle priorità che l’Unione europea ha assegnato e io, che mi sento un europeista convintissimo e che però ho detto spesso che l’Europa di questi ultimi anni è servita a poco se non a niente, dico che stavolta l’Europa mi pare abbia veramente deciso di provare a fare l’Europa. Poi toccherà a noi, non possiamo solo evocare i livelli superiori. Io dico sempre: facciamo bene i compiti a casa nostra e poi vediamo se questo può bastare per garantirci di pretendere anche dagli altri quelli che devono fare.

Le risorse ci sono, i progetti devono essere presentati, i tempi sono tutto sommato definiti. Adesso tocca a noi mettere dentro a quel quadro risorse da cui poter investire.

Non apro qui la questione del MES, sapete come la penso: li prenderei ieri, per la sanità; sarebbero soldi che arrivano subito. Ma non mi interessa questa discussione. Dico il MES per dire sanità, per dire che poi, alla luce di quello che è accaduto, è evidente che si apre un tema per questo continente, cioè per l’Europa e per l’Italia, e si chiama – ho detto conoscenza, ho detto sanità – il tema di come lo Stato e il pubblico, che era passato di moda ma sta tornando prepotentemente alla ribalta, conciliano il diritto all’istruzione e alla tutela della salute a tutti i cittadini, indipendentemente che siano ricchi o siano poveri.

Abbiamo bisogno di irrobustire e anche ammodernare quel welfare che è stata la più grande conquista, probabilmente, del secolo scorso per questa parte del mondo, che ha portato a protezioni individuali e ogni tanto anche collettive per milioni di persone che non le avevano e ha creato anche grande coesione. Se ci pensate, prima della crisi economica, che non è questa che ci sarà (ci vengo tra un attimo), ma quella di inizio anni 2010, quella crisi per cui anche l’Emilia-Romagna aveva quasi triplicato la disoccupazione, noi partimmo con il primo mandato, per chi c’era, lo ricorderete, il primo dato del primo trimestre 2015 dava 9 per cento di disoccupazione in Emilia-Romagna. Erano decenni che non c’era questo dato.

Eravamo riusciti a portarlo al 5, quest’anno saremmo dovuti arrivare al 4,5-4,7. In ogni caso, dovremo rimontare posti di lavoro. Però, fino a un decennio fa in Europa per decenni nel dopoguerra più o meno in tutti i Paesi ogni generazione sapeva che sarebbe stata meglio di quella precedente. Giusto? Che avrebbe trovato un lavoro più facilmente, che avrebbe faticato meno magari nella media del lavoro che faceva, che sarebbe stato un po’ meglio remunerato e che se aveva voglia di studiare si sarebbe istruita molto più dei propri nonni o dei propri padri. Crescendo così, anche con famiglie politiche europee che si contrapponevano, ma che insieme avevano combattuto il nazifascismo e costruito le democrazie, è evidente che si cresceva in un quadro in cui quando una generazione sa che starà meglio di quella precedente, al di là di come la pensa, vi è un clima di coesione sociale.

Si è rotto un clima di coesione sociale in particolare in questi ultimi dieci anni perché c’è stata una generazione che, per la prima volta, ha sulla propria pelle pagato o temuto di pagare lo star peggio di prima. Abbiamo avuto milioni di disoccupati, unito al tema delle forti migrazioni. Questo ha portato a distorsioni e a problemi che non conoscevamo prima.

Ora noi dobbiamo recuperare costruendo un welfare che garantisca il sistema di protezione per chi ha bisogno, ma che veda correggere alcuni anche parametri che abbiamo conosciuto in questi decenni. Penso a tutto il tema delle disabilità o al tema delle persone anziane che vivendo più a lungo hanno un’aspettativa davanti migliore, ma che, se conoscono o incrociano problemi particolari, anche con nuove malattie non ancora curabili, rischiano di far ammalare quelli che stanno bene in famiglia oltre che loro. Quindi, abbiamo bisogno di strumenti di protezione anche, guardate, arrivo a dire nel rapporto pubblico-privato, di maggiore sintonia e collaborazione. Dico questo perché mi pare che noi siamo dentro a quel quadro i tre pilastri del lavoro e dell’impresa come elemento anche di libertà economica per garantire lavoro e buon lavoro. C’è anche il tema del buon lavoro, non solo del lavoro. Troppa precarietà abbiamo visto in questi anni, unita al tema della sostenibilità e in mezzo la conoscenza, i saperi e la tutela delle protezioni individuali, a partire dalla salute delle persone, diventano un tutt’uno e, a mio parere, trovano un incrocio con le priorità che possono essere indicate dentro il programma che anche noi avanzeremo con assi strategici.

Tante volte parliamo delle infrastrutture materiali e dimentichiamo quelle immateriali, con la necessità di un lavoro sul tema dell’innovazione tecnologica e digitale che è straordinariamente attuale per un Paese, il nostro, che è troppo in ritardo e che deve colmare ritardi. La scelta, lo dico perché voglio ringraziare l’Unione europea quando fa bene, di aver avuto accesso noi ad ospitare il data center del Centro meteo europeo per tutta Europa... Dobbiamo andarne orgogliosi. È un valore che dobbiamo restituire e riconoscere ai nostri Centri di calcolo, alle nostre Università, al nostro sistema territoriale. In aggiunta a questi 120 milioni di euro che l’Unione europea, grazie anche ai vari Governi che si sono succeduti negli ultimi anni, tutti quanti, che ci hanno dato una mano, ma che porterà qui un supercomputer di calcolo che sul tema dei big data ci permetterà di fare una scommessa internazionale, penso si collochino esattamente dentro quello che dobbiamo fare: pensare ai drammi di oggi, perché dobbiamo rimontare, lo abbiamo detto, posti di lavoro in fretta; dall’altra, però, la prospettiva dei prossimi dieci, venti, trent’anni per le future generazioni, a partire da un contributo di strumenti per quei nuovi lavori che, ci dicono gli esperti, faranno i nostri nipoti nel 70 per cento dei casi, e già una parte dei nostri figli, e che sono tutti lavori che oggi non esistono e che attengono all’innovazione tecnologica, digitale e robotica. L’Europa qui deve vincere una sfida. L’Italia deve vincerla. L’Emilia-Romagna vuole provare a vincerla e contribuire a vincerla.

A questo, e chiudo, aggiungo il fatto che dentro un’ipotesi di intervento e di investimenti che dovremo fare, stavolta la velocità non sarà mai stata così disgiunta, semmai lo è stata, dalla bontà dei provvedimenti. Anche qui, noi siamo un Paese che per fare un’infrastruttura e un’opera pubblica a volte ci mette decenni, e quando l’hai realizzata è già vecchia rispetto a quando l’hai pensata. Noi abbiamo bisogno di avere strumenti di flessibilità e di semplificazione che possano garantire che quel piano... Perché a sei anni devi, le risorse, impiegarle. Permettere che, proprio perché siamo in un’epoca di nuova e forte recessione... Che è per tutti, non si salva nessuno, perché la pandemia ha colpito, a differenza di un terremoto, che è localizzato, per quanto tragico, e ha un elemento temporale, qui siamo colpiti ovunque, e non sappiamo per quanto tempo. Abbiamo bisogno di velocizzare al massimo gli investimenti, perché quando verranno realizzati le persone non siano già definitivamente nella disperazione, e in una situazione irrecuperabile.

Questo è il vero sforzo che noi abbiamo davanti. C’è una cornice, ci sono tempi definiti. È chiaro quali sono le strategie da mettere in campo. Adesso serve il nostro lavoro.

Io, presidente, chiedo scusa se ho abusato forse di qualche minuto. Sto finendo? Allora riesco a stare proprio nei tempi. Credo che questa sia la grande sfida. Potrebbe essere quello che recupera anche un rapporto con l’Europa. Se il Recovery fund verrà speso tutto e verrà speso bene, io penso che cambierà l’approccio anche della valutazione che i cittadini europei, spesso delusi dalle politiche dell’Unione europea, che non sempre ha corrisposto alle aspettative delle comunità nei territori, potrebbe essere questa, veramente, un’occasione formidabile per ridare credibilità all’Europa e all’Unione europea stessa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, presidente Bonaccini.

A questo punto, passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sulla risoluzione e sull’emendamento. Come sapete ogni Gruppo ha cinque minuti a disposizione.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Grazie, presidente, per la sua relazione. Avremo modo, visto che ho fortemente voluto, insieme agli altri colleghi dell’opposizione, che lei venisse in Aula questo pomeriggio a parlare di temi che purtroppo sono diventati l’emergenza, io la ringrazio moltissimo per l’apertura che lei ha fatto agli emendamenti che ho presentato. Ovvero, ho cercato di far capire che tra i punti di questa risoluzione che noi oggi presentiamo c’è una parola che è la grande assente. Se cioè lei fa “cerca” con il PDF, le dico semplicemente un gioco banale che mi capita di fare, e cerca la parola “famiglia” all’interno di queste linee, che sono linee coraggiose, importanti, viene fuori una sola volta la parola “famiglia”, citata a caso, in un punto dove non si parla di famiglia.

Per cui io mi sono permessa di presentare proprio un emendamento che va verso quello che lei ha detto, giustamente, all’inizio del suo discorso, ovvero il grande investimento, la preoccupazione di una demografia che sta calando. L’interesse che noi abbiamo e anche la sua capacità di non usare in maniera ideologica le parole: questo è parte del discorso che farò dopo. Su questo ci ha abituato bene a non usare termini triti e ritriti, che forse molte volte, invece, purtroppo, anche persone giovanissime della sua Giunta utilizzano questi concetti un po’ vecchi, che rischiano di far male a tutti, a noi dell’opposizione ma anche molto – le assicuro – alla discussione all’interno della maggioranza. Questo primo aspetto è fondamentale nell’emendamento che ho presentato.

L’altro aspetto, presidente, purtroppo la coinvolgerà moltissimo, ovvero il problema di come noi finanziamo il Recovery fund. Sto cercando di dirlo in varie sedi, in maniera timida, discreta, perché mi occupo di altri temi, ma mi permetto di far notare che si finanzia il Recovery fund con tasse. Giustissimo prenderlo, ma c’è una tassa, in particolare, che dovrebbe preoccupare tutti noi, e si chiama plastic tax. Siamo riusciti, durante una campagna elettorale molto faticosa, a evitare non il danno completo ma il danno parziale di questa tassa sul nostro territorio. Ecco, attenzione, se noi non gestiamo bene non tanto il Recovery fund, che sia benedetto, ma la gestione della ricaduta di questa tassa soprattutto sul nostro territorio, questo porterà gravi danni.

Ho pochi minuti a disposizione, però ritengo che l’appello che il presidente ha fatto possa essere molto utile al voto a favore dell’emendamento che propongo, che credo che non contenga parole che vogliono a tutti i costi portare alla contrapposizione su temi così importanti. Lo spero veramente, perché è un modo di sollecitare e anche di aiutare una discussione da qui nel prossimo mandato.

Grazie per il lavoro che è stato fatto. Ringrazio il presidente Pompignoli, che ha fatto in modo che tutti avessero voce e che tutti i parlamentari europei potessero essere invitati (sapete che io non ho un punto di riferimento di Forza Italia nella mia circoscrizione). È stata, secondo me, una discussione molto utile e molto proficua. Molte cose sono state dette che credo non siano comprese nel documento finale, per questo ho voluto anche sottolinearlo negli emendamenti che tratto unitariamente e che ho voluto presentare. Grazie, presidente, buon lavoro e grazie ai relatori che oggi hanno partecipato a una seduta così importante.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie. Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie, presidente.

È imprescindibile che, a fronte di una politica monetaria espansiva, arrivi immediatamente una scelta forte da parte delle Istituzioni comunitarie per una politica fiscale espansiva. Se qualcuno pensa ancora oggi di poter affrontare questa emergenza e le conseguenze economiche e sociali che ne derivano con le ricette dell’austerità significa che si è capito poco e imparato nulla. Un’Europa così non serve a nessuno. Queste parole non sono mie o di qualche esaltato anti-unionista, ma il 27 marzo sono state pronunciate nella seduta di apertura di questa legislatura proprio dal presidente Bonaccini, parole che, tra l’altro, condivisi allora e condivido ancora oggi. Mi chiedo come sia cambiata in pochi mesi la visione delle cose. Lo dico perché la narrazione di questa Sessione Europea me la sarei aspettata un po’ diversa, se non altro sui tipi di richieste, di stimoli da mandare proprio nella direzione di Bruxelles.

In particolare, in questo documento mancano molte tematiche. Non manca solo la famiglia, che è appena stata citata, ma manca anche il tema della crescita generalizzata. Purtroppo, al di là di quello che continua a essere un dibattito, che ormai credo sia stato anche sdoganato e reso un po’ logorante su come andare a recepire soldi europei... Penso in particolare al MES. Lascio al premier Conte, che evidentemente ha studiato molto quest’estate e qualche settimana fa... Ha spiegato bene che cos’è quello strumento, a cosa serve e quali sono le condizionalità ad esso legate. Lascio alle sue parole la definizione, perché io di certo in cinque minuti non ho il tempo di entrare nel dettaglio.

Il Recovery fund sicuramente è tutt’altra tipologia di strumento, sicuramente tutt’altra visione di cose, però stiamo sempre parlando di un qualcosa che non porta l’Italia ad avere dei regali. Tanto il MES quanto il Recovery fund richiedono la restituzione del denaro. Pare che debba ancora ‒ è stato detto anche negli interventi di questa mattina ‒ essere definito e limato qualche dettaglio, ma anche le risorse che sono state promesse... Intanto si parla di un 10 per cento, che per me non è una cifra importante. È un piccolo inizio. Tempo che vengano messi a terra, non so come potranno più di tanto aiutare chi è in difficoltà oggi. Dall’altro lato, sappiamo che se è una componente a prestito e va rimborsata... E le raccomandazioni europee sono state chiare: IMU sulla prima casa e ritornare indietro rispetto alla riforma delle pensioni. Quindi, tutt’altro che manovre espansive. Anzi, andiamo a stringere e ad attanagliare ancora di più i nostri cittadini.

C’è la parte a fondo perduto. Uno potrebbe dire: che bello, è a fondo perduto, ce lo regalano. In realtà, è stato detto anche nell’intervento precedente, si parla di introdurre nuove tasse. Qualcuno ha anche citato i dazi all’ingresso per quei Paesi che non adotteranno le misure che adotteremo, invece, noi rispetto alla green economy, alla riconversione green. Certo, quei dazi rischieranno molto probabilmente di andare a cadere proprio sull’aumento dei prezzi, anche perché ‒ questo è il vero tema ‒ fare svolte... Al di là che dietro il green rimane sempre un po’ il dubbio della bolla speculativa. Qualcuno già parla di seconda bolla dei tulipani. Se tu vedi muoversi per primo il fondo speculativo BlackRock, a me qualche piccolo dubbio viene, al di là di qualche milionario che è esploso avendo lanciato qualche progetto green e non avendo prodotto ancora nulla. Ormai l’economia finanziaria ci ha abituato a tante situazioni particolari, che purtroppo poi non hanno ricadute reali sulla produttività e rischiano di essere dannose, in realtà, per chi va a investirvi.

Quindi, già lì c’è questo dubbio. Dall’altro lato, c’è il tema di cosa succede a fare una sterzata molto forte. Potrei capirlo se fossimo nel 2008, e la Lehman Brothers fosse ancora lì. Faccio fatica a capirlo oggi, perché una sterzata brusca non è detto che venga seguita dai cittadini.

È vero quindi che magari avremmo le risorse, è vero che potremmo investire in settori specifici e vincolati, perché quello poi rimane il vero problema. Ma se i cittadini non ci vengono dietro, e le imprese non ci vengono dietro, faremo fatica a metterli a terra con convinzione, queste risorse. Questa è un’altra paura che a noi rimane ancora oggi irrisolta. Anche perché, in un momento come questo – avete detto bene proprio adesso in chiusura – serve flessibilità, servono risorse da poter utilizzare per la nostra economia, per cercare di ritornare ai livelli di PIL del 2008 che l’Italia non ha mai più raggiunto da allora. Invece, la Germania, ad esempio, evidentemente perché le politiche europee sono un po’ più tarate, per attrazione tedesca verso di loro, ha già superato due volte. Anche il Green Deal, quindi, non è che serva più che altro per la riconversione a livello ibrido-elettrico del settore automobilistico tedesco.

Chiudo, perché vedo che il mio tempo è già scaduto, dicendo proprio questo: in questa direzione va il nostro pacchetto di emendamenti che abbiamo “ricompressato” per motivi di gestione d’aula in un unico emendamento, cercando di andare a spostare la risoluzione verso questa direzione. Con questi emendamenti noi tocchiamo vari temi, tra l’altro, ma dando un segnale all’Unione europea, anche di superamento dei parametri di convergenza e le politiche del PIL potenziale e del deficit strutturale, altrimenti noi come Paese non riusciremo mai ad esprimerci al meglio in un contesto che ci lega le mani.  Se questi emendamenti vengono approvati diventa votabile anche per noi la risoluzione; altrimenti, così com’è tocca temi che a nostro avviso sono anche critici e meriterebbero tutt’altro tipo di discussione, quindi sarà un voto contrario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Altri per dichiarazione di voto? Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Intimamente avevo già annunciato il voto favorevole alla risoluzione che è stata presentata. Un’osservazione al volo all’intervento del consigliere Bargi, quando contrapponeva le dichiarazioni che sono state fatte dal presidente Bonaccini il 27 marzo e si domandava cosa è cambiato. Direi che è cambiato il mondo. C’è un quadro di disponibilità finanziarie che il 27 marzo non c’era e quindi direi che quella è la risposta, per cui, rispetto alle osservazioni negative che avevo fatto anch’io sull’atteggiamento dell’Europa… Pur avendo dichiarato che come Verdi e anche personalmente siamo europeisti convinti da sempre, effettivamente in quella fase non si capiva dove stesse l’Europa, a cominciare, come avevo citato prima, da Christine Lagarde a proposto della BCE, che aveva fatto rimpiangere il nostro presidente, che aveva detto “whatever it takes”. In quel momento sembrava proprio su un altro pianeta, ma da allora, ripeto, è cambiato il quadro radicalmente. Bisognerebbe prenderne atto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Altri in dichiarazione di voto? Altrimenti passiamo a votare.

Consigliera Zappaterra? Non ho capito, mi scusi.

 

ZAPPATERRA: Ho chiesto la parola con l’app.

Grazie, presidente. Credo anch’io che sia stata una discussione importante quella di oggi, grazie al contributo degli ospiti, al contributo della vicepresidente, alle conclusioni del presidente, ma credo che questa sia stata una sessione proficua e concreta in particolare per il mese e mezzo di lavoro che è stato fatto in Commissione, un lavoro importante di approfondimento, e ringrazio anche il presidente Pompignoli per come l’ha condotta. Il lavoro che è stato fatto in Commissione dimostra quanto nella prospettiva dell’Europa questa Regione creda.

L’Emilia-Romagna è da sempre una Regione europea, fortemente ancorata ai valori dell’Europa, ma soprattutto leader nell’efficace utilizzo delle risorse europee. Lo sappiamo tutti perfettamente, spenderemmo anche le risorse che non spendono e non sono in grado di spendere le altre Regioni. Certo, è ancorata a un’Europa che negli anni passati non è stata percepita come particolarmente vicina ai cittadini e ai territori e non è stata percepita come particolarmente attrattiva, ma che credo possiamo dire in questa fase difficile di pandemia si è ampiamente riscattata. Si è ampiamente riscattata con piani ambiziosi, quelli di cui abbiamo già parlato, l’occasione del Recovery e dell’EU Generation e del Sure (non voglio fare l’elenco, perché non è quello che mi interessa) certamente aprono una fase importante di politiche e di programmazione europea. Questa fase caratterizzerà i prossimi anni, determinando investimenti, risorse e opportunità vere per i nostri cittadini e per le nostre imprese, su più filoni, che sono i filoni dell’ammodernamento del welfare, della sostenibilità ambientale come grande opportunità per creare lavoro, per sostenere le imprese e soprattutto per contribuire a creare anche quel modello di Europa sociale, quella che non lascia indietro nessuno. Non faccio l’elenco del digitale, della svolta verde, tutto quello che è già stato detto, perché credo che si possa riassumere davvero con il fatto che si apre una stagione nuova che può costruire anche un’Europa sociale, che al momento non è stata pienamente costruita.

Questa è una Sessione Europea davvero di grande concretezza, e non esito a dire di grande soddisfazione anche perché abbinata a una discussione che la Giunta sta facendo, e che faremo anche noi insieme a tutto il mondo che c’è fuori, agli stakeholder, ai cittadini e alle imprese, sul Patto per il lavoro e per il clima. Lo voglio dire, proprio nell’ancoraggio di questa Regione all’Europa molto spesso abbiamo anticipato l’Europa in alcuni modelli. L’Europa è un punto di riferimento, ma credo che, nella discussione che è stata avviata sul Patto per il lavoro e per il clima, noi abbiamo capito anche prima dei piani che stanno uscendo dall’Europa che era il caso di rivedere anche il modello emiliano-romagnolo, che pure ha sempre funzionato.

Da questa Sessione Europea in poi abbiamo un compito preciso, che è quello di guidare e indirizzare la Regione proprio per individuare e anticipare le scelte e le opportunità che diventeranno cruciali per i territori che rappresentiamo. Detta così sembra una cosa da poco, in realtà è una grande responsabilità. Quando il presidente diceva prima che queste nuove opportunità dell’Europa rappresentano un importante banco di prova per i gruppi dirigenti, chi governa e chi fa la minoranza, credo sia assolutamente vero. Questa è una responsabilità e un’opportunità che questa Assemblea legislativa hanno in questo momento storico. È una responsabilità importante che dobbiamo affrontare lavorando per superare divergenze politiche, lavorando per cercare di mettere al centro le problematiche dei territori, le problematiche delle nostre comunità, il tessuto sociale ed economico di questa regione. Proviamo a farlo sempre. Non sempre ci riusciamo. Credo che, se davvero vogliamo cogliere queste opportunità, la sfida vera sarà quella di riuscire a superare divergenze e contrapposizioni.

Finisco, presidente, con un riferimento agli emendamenti. Se foste stati particolarmente interessati a far approvare gli emendamenti, se ci fosse stato un reale interesse ad affrontare il tema della famiglia in seno alla risoluzione, così come gli altri temi, credo che avreste potuto aprire questa discussione non solo con un emendamento, ma nel mese e mezzo di lavoro che è stato fatto in Commissione. Siccome il lavoro è stato fatto seriamente e approfonditamente, gli obiettivi sono stati condivisi, io fatico a capire come, con un emendamento all’ultimo minuto, si possa definire una priorità straordinaria, per una questione di metodo, della quale abbiamo discusso anche ieri rispetto alle risoluzioni, ma anche per una questione di contenuti. Le cose che ci interessano dobbiamo imparare a condividerle. Su quelle dobbiamo imparare a confrontarci, su quelle dobbiamo imparare a discutere, non solo a risolverle con un emendamento in aula.

Noi, ovviamente, voteremo a favore della risoluzione. Non siamo nelle condizioni di votare favorevolmente all’emendamento della Lega e all’emendamento di Forza Italia, che è appena arrivato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Altri in dichiarazione di voto? Io non ho altri.

A questo punto, votiamo gli emendamenti. Però prima chiedo l’assenso al consigliere Pompignoli per votare i due emendamenti. Grazie.

Il primo emendamento è l’emendamento 15, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 43

Favorevoli 16

Contrari 25

 

È respinto.

 

Ora votiamo l’emendamento 16, a firma della consigliera Castaldini.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 45

Favorevoli 17

Contrari 28

 

È respinto.

 

Chiede di parlare il consigliere Bessi. Prego, consigliere.

 

BESSI: Grazie, presidente.

Per il voto precedente, può verificare […].

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene.

Il consigliere Tagliaferri ha chiesto la parola. Prego.

Non la sentiamo. Non la sentiamo, consigliere.

 

TAGLIAFERRI: Volevo solo dire che voto favorevole all’emendamento di Bargi. Non funzionava.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto. Voto registrato.

Non ho altri che hanno chiesto la parola.

A questo punto, abbiamo votato gli emendamenti.

Passiamo alla votazione della risoluzione sulla Sessione Europea 2020.

Dichiaro aperta la votazione.

Abbiamo terminato il tempo per la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 47

Favorevoli 28

Contrari 18

 

È approvata.

 

A questo punto, sono le ore 12,45, abbiamo chiuso la Sessione Europea.

Ci rivediamo alle ore 14 con la comunicazione del presidente sull’emergenza Covid.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 12,45.

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI,  Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Elena Ethel SCHLEIN.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta il consigliere BARCAIUOLO.

 

Hanno partecipato alla seduta in collegamento da remoto Massimo GAUDINA, Capo della Rappresentanza della Commissione Europea a Milano e Maurizio MOLINARI, Responsabile dell’Ufficio del Parlamento Europeo a Milano.

 

VOTAZIONI ELETTRONICHE

 

OGGETTO 1817

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2020. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".

 

Votazione emendamento 15, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

 

Presenti: 45

 

Favorevoli: 17

Mastacchi Marco; Rancan Matteo; Pompignoli Massimiliano; Bargi Stefano; Liverani Andrea; Occhi Emiliano; Stragliati Valentina; Castaldini Valentina; Marchetti Daniele; Facci Michele; Catellani Maura; Bergamini Fabio; Rainieri Fabio; Delmonte Gabriele; Pelloni Simone; Montevecchi Matteo; Tagliaferri Giancarlo

 

Contrari: 26

Daffadà Matteo; Soncini Ottavia; Taruffi Igor; Bondavalli Stefania; Amico Federico Alessandro; Bulbi Massimo; Costa Andrea; Fabbri Marco; Zappaterra Marcella; Montalti Lia; Zamboni Silvia; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Caliandro Stefano; Costi Palma; Mumolo Antonio; Iotti Massimo; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Sabattini Luca; Rossi Nadia; Rontini Manuela; Tarasconi Katia; Felicori Mauro, Bessi Gianni

 

Non votanti:2

Gibertoni Giulia; Petitti Emma

 

Assenti:5

Barcaiuolo Michele; Bonaccini Stefano; Lisei Marco; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia

 

Votazione emendamento 16, a firma della consigliera Castaldini

 

Presenti:46

 

Favorevoli: 17

Rainieri Fabio; Castaldini Valentina; Rancan Matteo; Pelloni Simone; Mastacchi Marco; Pompignoli Massimiliano; Bergamini Fabio; Bargi Stefano; Stragliati Valentina; Occhi Emiliano; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Catellani Maura; Facci Michele; Delmonte Gabriele; Tagliaferri Giancarlo

 

Contrari:28

Taruffi Igor; Amico Federico Alessandro; Bondavalli Stefania; Zamboni Silvia; Costi Palma; Soncini Ottavia; Paruolo Giuseppe; Iotti Massimo; Zappaterra Marcella; Maletti Francesca; Mori Roberta; Pigoni Giulia; Rossi Nadia; Tarasconi Katia; Felicori Mauro; Mumolo Antonio; Costa Andrea; Daffadà Matteo; Marchetti Francesca; Bulbi Massimo; Sabattini Luca; Rontini Manuela; Caliandro Stefano; Fabbri Marco; Montalti Lia; Pillati Marilena; Bonaccini Stefano; Bessi Gianni

 

Non votanti: 1

Petitti Emma

 

Assenti: 4

Barcaiuolo Michele; Gibertoni Giulia; Lisei Marco; Piccinini Silvia

 

 

OGGETTO 1817 Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2020. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".

 

Presenti: 47

 

Favorevoli: 28

Montalti Lia; Tarasconi Katia; Daffadà Matteo; Costi Palma; Zamboni Silvia; Paruolo Giuseppe; Amico Federico Alessandro; Felicori Mauro; Bondavalli Stefania; Mori Roberta; Zappaterra Marcella; Bulbi Massimo; Soncini Ottavia; Maletti Francesca; Mumolo Antonio; Costa Andrea; Taruffi Igor; Marchetti Francesca; Iotti Massimo; Pigoni Giulia; Rontini Manuela; Caliandro Stefano; Sabattini Luca; Rossi Nadia; Fabbri Marco; Bonaccini Stefano; Pillati Marilena; Bessi Gianni

 

Contrari: 18

Rancan Matteo; Bargi Stefano; Catellani Maura; Facci Michele; Rainieri Fabio; Gibertoni Giulia; Tagliaferri Giancarlo; Delmonte Gabriele; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Montevecchi Matteo; Castaldini Valentina; Pelloni Simone; Liverani Andrea; Bergamini Fabio; Marchetti Daniele; Stragliati Valentina; Mastacchi Marco

 

Non votanti: 1

Petitti Emma

 

Assenti: 3

Barcaiuolo Michele; Lisei Marco; Piccinini Silvia

 

EMENDAMENTI

 

OGGETTO 1817

Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2020. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Al termine del paragrafo a) dopo le parole "un adeguato monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica", sono inserite le seguenti parole: "senza pregiudicare la crescita economica delle piccole e medie imprese, le quali costituiscono il nerbo del tessuto sociale europeo".

(Ritirato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Al termine del paragrafo c) è inserito il seguente capoverso: "La crescita necessaria al rilancio dell'economia europea non può avvenire solo nel settore "green" ma deve essere complessiva, prevedendo anche l'abbandono dei criteri di convergenza stabiliti a Maastricht che impediscono agli Stati e agli enti locali politiche di spesa espansive".

(Ritirato)

 

Emendamento 3, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Dopo il paragrafo mm) è inserito il seguente "mm bis): "Ricordando i principi di sussidiarietà richiamati dall'Unione Europea, va accelerato il processo di autonomia   della Regione Emilia Romagna, anche alla luce del ruolo sempre più importante assunto dalle regioni italiane durante la fase emergenziale".

(Ritirato)

 

Emendamento 4, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Nel paragrafo ss) con riferimento alla Strategia per le PMI, dopo le parole "finalizzate a potenziare le capacità" aggiungere le seguenti parole: "di accedere ai bandi europei".

(Ritirato)

 

Emendamento 5, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Al termine del paragrafo tt), dopo le parole "facendo dell'Emilia-Romagna hub di innovazione a livello europeo;" è inserito il seguente periodo: "a tal fine si reputa necessario completare nel più breve tempo possibile le opere infrastrutturali annunciate da tempo, quali Bretella e Cispadana".

(Ritirato)

 

Emendamento 6, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Al termine del paragrafo xxx), è inserito il seguente xxx bis) "oltre agli strumenti di sostegno alla disoccupazione per i lavoratori del settore cultura, occorrono incentivi fiscali per i settori maggiormente colpiti dalla pandemia: turismo e spettacolo, piccolo commercio, ristorazione e trasporti."

(Ritirato)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Al termine del paragrafo yyy), è inserito il seguente:

yyy bis) "Si ricorda alla Commissione Europea l'opportunità di affrontare il tema dei paradisi fiscali europei e dei differenti regimi fiscali nazionali, i quali generano una tassazione diversa e lesiva della concorrenza tra le imprese".

(Ritirato)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Nel paragrafo aaaa), dopo le parole "rafforzare i sistemi sanitari e il personale sanitario" sono inserite le seguenti parole: ", approntare misure a favore della natalità".

(Ritirato)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Al termine del paragrafo iiii), sono inserite le seguenti parole: "prevedendo misure sanzionatorie per i Paesi che non rispettano gli accordi di collaborazione e rimpatrio dei migranti"

(Ritirato)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Nel paragrafo jjjjjj), dopo le parole "affinché i candidati possano progredire", aggiungere le seguenti parole: "nel rispetto della propria identità nazionale e culturale".

(Ritirato)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Nel paragrafo hhhhhh), dopo le parole "adesione ln una prospettiva solida e meritocratica", aggiungere il seguente periodo: "la Legge sulla Libertà religiosa del Montenegro viola l'art. 9 della Convenzione europea che garantisce la libertà di pensiero, coscienza e religione, peraltro confortato da alcune sentenze secondo le quali l'autonomia delle comunità religiose è parte integrante del pluralismo in una società democratica. Si rilevano nel Paese balcanico altri problemi che inficiano una sua possibile adesione all'Unione Europea: una magistratura non indipendente dal potere politico; gravi episodi di corruzione riconducibili al clan presidenziale, intimidazione di giornalisti indipendenti e di esponenti della minoranza serba".

(Ritirato)

 

Emendamento 12, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

Nel paragrafo IIIIII) dopo le parole “l’attuazione delle riforme fondamentali nei Balcani occidentali e in Turchia", aggiungere le seguenti parole: "la cui politica neoottomana dimostra ormai l'allontanamento da qualsiasi prospettiva europea".

(Ritirato)

 

Emendamento 13, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Al termine del paragrafo mmmmmm), dopo le parole "Nazioni Unite"; aggiungere le seguenti parole: "si auspica un forte attivismo diplomatico e politico dell'Unione Europea per la risoluzione del conflitto nel Nagorno Karabakh"

(Ritirato)

 

Emendamento 14, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Nel paragrafo nnnnnn), dopo le parole "rafforzare le interconnessioni transfrontaliere e interregionali"; aggiungere le seguenti parole: "velocizzando il progetto della Torino Lione, auspicando un superamento dell'embargo alla Federazione Russa - partner energetico indispensabile anche alla luce delle attuali difficoltà dei rifornitori alternativi, Libia e Azerbaigian - tutelando le imprese sottoposte a sanzioni per il loro ruolo nella costruzione del gasdotto Nord Stream 2".

(Ritirato)

 

Emendamento 15, a firma dei consiglieri Bargi e Catellani

"Al termine del paragrafo a) dopo le parole "un adeguato monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica", sono inserite le seguenti parole: "senza pregiudicare la crescita economica delle piccole e medie imprese, le quali costituiscono il nerbo del tessuto sociale europeo"”.

"Al termine del paragrafo c) è inserito il seguente capoverso: "La crescita necessaria al rilancio dell'economia europea non può avvenire solo nel settore "green" ma deve essere complessiva, prevedendo anche l'abbandono dei criteri di convergenza stabiliti a Maastricht che impediscono agli Stati e agli enti locali politiche di spesa espansive"”.

"Dopo il paragrafo mm) è inserito il seguente "mm bis): "Ricordando i principi di sussidiarietà richiamati dall’Unione Europea, va accelerato il processo di autonomia della Regione Emilia- Romagna, anche alla luce del ruolo sempre più importante assunto dalle regioni italiane durante la fase emergenziale"”.

"Nel paragrafo ss) con riferimento alla Strategia per le PMI, dopo le parole "finalizzate a potenziare le capacità" aggiungere le seguenti parole: "di accedere ai bandi europei".

"Al termine del paragrafo tt), dopo le parole "facendo dell'Emilia-Romagna hub di innovazione a livello europeo;" è inserito il seguente periodo: "a tal fine si reputa necessario completare nel più breve tempo possibile le opere infrastrutturali annunciate da tempo, quali Bretella e Cispadana".

"Al termine del paragrafo xxx), è inserito il seguente xxx bis) "oltre agli strumenti di sostegno alla disoccupazione per i lavoratori del settore cultura, occorrono incentivi fiscali per i settori maggiormente colpiti dalla pandemia: turismo e spettacolo, piccolo commercio, ristorazione e trasporti."

"Al termine del paragrafo yyy), è inserito il seguente:

yyy bis) "Si ricorda alla Commissione Europea l'opportunità di affrontare il tema dei paradisi fiscali europei e dei differenti regimi fiscali nazionali, i quali generano una tassazione diversa e lesiva della concorrenza tra le imprese".

"Nel paragrafo aaaa), dopo le parole "rafforzare i sistemi sanitari e il personale sanitario" sono inserite le seguenti parole:              approntare misure a favore della natalità".

"Al termine del paragrafo iiii), sono inserite le seguenti parole: "prevedendo misure sanzionatorie per i Paesi che non rispettano gli accordi di collaborazione e rimpatrio dei migranti".

"Nel paragrafo jjjjjj), dopo le parole "affinchè i candidati possano progredire", aggiungere le seguenti parole: "nel rispetto della propria identità nazionale e culturale".

"Nel paragrafo hhhhhh), dopo le parole "adesione in una prospettiva solida e meritocratica", aggiungere il seguente periodo: "la Legge sulla Libertà religiosa del Montenegro viola l'art. 9 della Convenzione europea che garantisce la libertà di pensiero, coscienza e religione, peraltro confortato da alcune sentenze secondo le quali l'autonomia delle comunità religiose è parte integrante del pluralismo in una società democratica. Si rilevano nel Paese balcanico altri problemi che inficiano una sua possibile adesione all'Unione Europea: una magistratura non indipendente dal potere politico; gravi episodi di corruzione riconducibili al clan presidenziale, intimidazione di giornalisti indipendenti e di esponenti della minoranza serba".

“Nel paragrafo IIIIII), dopo le parole “l’attuazione delle riforme fondamentali nei Balcani occidentali e in Turchia", aggiungere le seguenti parole: "la cui politica neoottomana dimostra ormai l'allontanamento da qualsiasi prospettiva europea".

"Al termine del paragrafo mmmmmm), dopo le parole "Nazioni Unite"; aggiungere le seguenti parole: "si auspica un forte attivismo diplomatico e politico dell'Unione Europea per la risoluzione del conflitto nel Nagorno Karabakh".

"Nel paragrafo nnnnnn), dopo le parole "rafforzare le interconnessioni transfrontaliere e interregionali"; aggiungere le seguenti parole: "velocizzando il progetto della Torino Lione, auspicando un superamento dell'embargo alla Federazione Russa - partner energetico indispensabile anche alla luce delle attuali difficoltà dei rifornitori alternativi, Libia e Azerbaigian - tutelando le imprese sottoposte a sanzioni per il loro ruolo nella costruzione del gasdotto Nord Stream 2.””

(Respinto)

 

Emendamento 16 a firma della consigliera Castaldini

Emendamento 1 (contrasto spreco alimentare): al punto g) si chiede di inserire, nell'ultimo capoverso, dopo le parole "a prezzi accessibili" si chiede di inserire la frase "anche attraverso la revisione delle leggi regionali sopraccitate";

Emendamento 2 (famiglia): dopo il punto nnn) si inserisce il punto 'nnn)bis' "è necessario prendere atto che nei Paesi dell'Ue l'andamento demografico è fortemente negativo così come il numero di matrimoni è in calo; questi fatti devono essere tenuti in considerazione dalle istituzioni in tutte le decisioni, rispettando il principio di sussidiarietà, sottolineando come la famiglia sia il motore di 'generatività' di tutta la società e riconoscendo la complementarietà tra donna e uomo;"

Emendamento 3 (plastic tax): al punto aa) si chiede di inserire dopo l'ultimo capoverso "rischia di subire un grave contraccolpo;" il seguente nuovo periodo “vista la peculiarità e rilevanza dei locali settori dell'imballaggio e del biomedicale, si sottolinea l'importanza di una valutazione approfondita delle ricadute della cosiddetta 'plastic-tax';"

Emendamento 4 (attività commissione affidi): al punto fffff) si chiede di modificarlo come segue "si evidenzia, inoltre, la possibilità di valutare il potenziamento dei servizi sociali a supporto dei minori che sappia anche introdurre nuove competenze per contrastare i fenomeni di violenza digitale, l'istituzione di équipe multidisciplinari di secondo livello per uniformare le attività in ogni distretto e l'introduzione di nuove modalità di rendicontazione dei casi accertati, anche alla luce dei lavori svolti dalla Commissione speciale d'inchiesta sul sistema di tutela dei minori nella Regione Emilia-Romagna istituita al fine di conoscere genesi, diffusione ed articolazione delle criticità in essere nel sistema regionale e di avere indicazioni rispetto agli strumenti da utilizzare per porvi rimedio;”

(Respinto)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini – Montalti

 

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