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41.

 

SEDUTA DI GIOVEDÌ 10 DICEMBRE 2020

 

(POMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 1473

Interpellanza circa la difesa dei prodotti DOP e IGP. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

BARCAIUOLO (FdI)

MAMMI, assessore

BARCAIUOLO (FdI)

 

OGGETTO 1713

Interpellanza circa iniziative volte ad eliminare i disservizi sulla linea ferroviaria Porrettana. A firma del Consigliere: Taruffi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

TARUFFI (ERCEP)

CORSINI, assessore

TARUFFI (ERCEP)

 

OGGETTO 2160

Comunicazione ai sensi dell’art. 75 comma 3 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa recante: “Informativa dell'assessore Priolo, relativa alla esondazione del Fiume Panaro che ha colpito la Provincia di Modena”.

(Discussioni e conclusioni)

(Risoluzioni 2160/1/2 oggetti 2181 e 2182 Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

OCCHI (Lega)

LISEI (FdI)

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

PIGONI (BP)

TARUFFI (ERCEP)

PRIOLO, assessore

BONACCINI, presidente della Giunta

BARGI (Lega)

CASTALDINI (FI)

BARCAIUOLO (FdI)

PICCININI (M5S)

TARUFFI (ERCEP)

ZAPPATERRA (PD)

ZAMBONI (EV)

PIGONI (BP)

LIVERANI (Lega)

 

Sull’ordine dei lavori (rinvio in commissione della risoluzione oggetto1994)

PRESIDENTE (Petitti)

PILLATI (PD)

 

Inversione dell’ordine del giorno

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 1951

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. (8)

(Relazione della Commissione)

PRESIDENTE (Petitti)

DAFFADA’, relatore della Commissione

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 2181 2182 – Rinvio in commissione – Inversione dell’ordine del giorno

Emendamento oggetto 2181

Interpellanza oggetto 1473 - Risposta dell’assessore Mammi

 

 

La seduta ha inizio alle ore 14,15.

 

PRESIDENTE (Petitti): Hanno giustificato la propria assenza: il consigliere Iotti e gli assessori Donini, Lori e Salomoni.

Procediamo con l’appello nominale.

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BERGAMINI Fabio
  4. BONDAVALLI Stefania
  5. BULBI Massimo
  6. CALIANDRO Stefano
  7. CASTALDINI Valentina
  8. CATELLANI Maura
  9. COSTA Andrea
  10. COSTI Palma
  11. DAFFADÀ Matteo
  12. FABBRI Marco
  13. FELICORI Mauro
  14. GIBERTONI Giulia
  15. LISEI Marco
  16. MALETTI Francesca
  17. MARCHETTI Francesca
  18. MASTACCHI Marco
  19. MONTALTI Lia
  20. MORI Roberta
  21. MUMOLO Antonio
  22. OCCHI Emiliano
  23. PARUOLO Giuseppe
  24. PELLONI Simone
  25. PETITTI Emma
  26. PICCININI Silvia
  27. PIGONI Giulia
  28. POMPIGNOLI Massimiliano
  29. RONTINI Manuela
  30. ROSSI Nadia
  31. SABATTINI Luca
  32. SONCINI Ottavia
  33. STRAGLIATI Valentina
  34. TAGLIAFERRI Giancarlo
  35. TARASCONI Katia
  36. TARUFFI Igor
  37. ZAMBONI Silvia
  38. ZAPPATERRA Marcella

 

Con 38 presenti, diamo inizio alla seduta.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze. Ne abbiamo due, prima di tornare al dibattito generale.

 

OGGETTO 1473

Interpellanza circa la difesa dei prodotti DOP e IGP. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

PRESIDENTE (Petitti): La prima interpellanza è circa la difesa dei prodotti DOP e IGP, a firma del consigliere Barcaiuolo.

Prego, consigliere.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

L’interpellanza è dei primi di settembre, rispetto ad alcune statistiche uscite in relazione all’esportazione di molti dei nostri prodotti tipici. Come sapete, l’Emilia-Romagna ha un totale di 45 prodotti tipici classificati DOP e IGP 25, che evidentemente fanno della nostra regione una cartina tornasole importante per quello che riguarda i prodotti tipici. Questo, ovviamente, dà lavoro a moltissime persone nella nostra regione.

Negli ultimi anni c’era stata una crescita importante dell’export, in modo particolare del Parmigiano Reggiano. Tuttavia, sia per la vicenda Covid sia riferito in modo particolare al mercato inglese, probabilmente successivamente alla Brexit e quant’altro, iniziava a esserci una contrazione di questa esportazione, contrazione messa a sistema con il fatto che alcuni Stati europei, nella fattispecie Belgio, Spagna, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo e Svizzera, hanno iniziato a usare questa classificazione alimentare cosiddetta “nutri-score”, ovvero questa sorta di classificazione a semaforo, quindi rosso, giallo o verde, in base alla quantità di alcuni grassi, in modo anche parziale, contenuti nei prodotti.

È quella bizzarra classificazione che, usando cromaticamente i colori semaforici, quindi in maniera abbastanza lampante, dando un messaggio positivo o negativo al consumatore finale, fa sì che alcuni prodotti, come l’olio extravergine d’oliva, il Parmigiano Reggiano, finanche il nostro prosciutto di Parma, vengano classificati con il bollino rosso e altri tipi di alimenti, come magari la Coca Cola senza zucchero, vengono classificati con il bollino verde. È chiaro che questo sta comportando un enorme danno alla nostra filiera agroalimentare.

Nell’interpellanza io chiedo, ovviamente, se la Regione è al corrente di quanto riportato e se condivide le premesse dell’interpellanza stessa; se la Regione, come portavoce degli interessi di una filiera fondamentale del nostro territorio, come quella del Parmigiano Reggiano, non ritenga intervenire celermente in tutte le sedi opportune al fine di ottenere la giusta tutela legale internazionale per i nostri prodotti DOP; se la Regione intende impegnarsi nelle sedi opportune per mantenere il ruolo delle Regioni stesse nella gestione delle risorse a vantaggio dell’agricoltura di qualità, nella tutela dei prodotti di nicchia che rendono i nostri prodotti ovviamente famosi al mondo nel sostegno attraverso l’integrazione del fondo di riserva per le crisi da destinare a supporto dei produttori già colpiti da dazi e che ora potrebbero vedersi chiudere un ennesimo mercato. A questo, ovviamente, aggiungiamo anche le due situazioni particolari di quest’anno, da un lato ovviamente la vicenda pandemica e dall’altro, in parte, come abbiamo sentito e sentiremo dopo, anche l’ultima vicenda dell’alluvione che ha creato moltissimi danni anche a buona parte delle nostre filiere agroalimentari. Se la Regione, anche attraverso il nostro presidente, non voglia far sì, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, di portare avanti una strenua difesa del cosiddetto made in Italy sui 45 prodotti che possono vantarsi di essere o DOP o IGP che, oggettivamente, sono sotto attacco dall’adozione di questa etichetta nutri-score ovviamente voluta da alcune multinazionali, penso alla Nestlé, che è chiaramente un fuorviante metro di misura della qualità dei prodotti agroalimentari italiani.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Barcaiuolo.

Risponde l’assessore Mammi. Prego, assessore. Vediamo il collegamento, ma c’è qualche problema di connessione. Chiedo qualche secondo di pazienza.

 

MAMMI, assessore: Mi sentite?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, la sentiamo. Prego, assessore.

 

MAMMI, assessore: Grazie, presidente.

Mi dispiace per questi problemi tecnici, ma stamattina ha funzionato, forse è subentrato qualche problema.

Io ringrazio il consigliere Barcaiuolo per l’interpellanza. Ha sollevato temi di grande interesse, per la nostra Regione, che come giustamente ricordava, vanta il più alto numero di prodotti DOP e IGP. Noi ci stiamo attivando, ci muoviamo costantemente per difenderli sempre al meglio, per difenderne la produzione, per difendere la commercializzazione e i tanti tentativi di contraffazione che subiscono in particolar modo alcune delle nostre eccellenze, pensiamo al Parmigiano reggiano, il prodotto forse più conosciuto, ma probabilmente anche il più imitato al mondo proprio per i valori che rappresenta da tanti punti di vista.

Innanzitutto, la prima modalità con la quale noi interveniamo a livello istituzionale per tutelare al meglio le nostre eccellenze agroalimentari e rappresentarne le esigenze e le istanze a livello comunitario è la partecipazione ad Arepo, che è la rete delle Regioni europee dei prodotti a denominazione d’origine, che permette di esercitare un’attività di informazione e di pressione nei confronti di tutte le istituzioni della UE, a cui compete appunto il compito di legiferare in questo importante settore. Noi interveniamo sia per quanto riguarda la normativa generale, regolamenti, direttive, ma anche sugli accordi bilaterali che la UE fa con specifici Stati e raggruppamenti di Stati. Questa associazione, Arepo, tra l’altro comprende anche consorzi di tutela europei. Il vicepresidente è proprio un nostro conterraneo, il presidente del Consorzio del Parmigiano reggiano, il dottor Bertinelli. Arepo, in occasione dell’assemblea generale ha deliberato la richiesta di alcune misure in difesa delle nostre produzioni DOP e IGP, in particolar modo nei confronti dei dazi statunitensi. Abbiamo costruito un position paper, che abbiamo inviato alla Commissione. Abbiamo chiesto tre impegni prioritari, in particolar modo l’integrazione del Fondo di riserva di crisi della PAC da utilizzare per sostenere i produttori colpiti, una quota di risorse destinate ai Consorzi per la tutela giuridica nei Paesi non coperti da accordi bilaterali e l’assegnazione di punteggi di priorità per i progetti presentati in particolar modo da quei Consorzi che tutelano e rappresentano i prodotti più coinvolti dai dati, al fine anche di realizzare delle azioni promozionali nei mercati ad essi soggetti.

Una comunicazione in merito è stata, poi, presentata al gruppo di dialogo civile della Commissione europea alla fine del 2019. La creazione di un gruppo [...] gli interessi della maggior parte [...] affinché [...].

(La risposta dell’assessore Mammi è pubblicata in allegato)

 

PRESIDENTE (Petitti): Sentiamo male, purtroppo, a intermittenza, assessore.

Purtroppo non la sentiamo. Chiedo al consigliere Barcaiuolo se può andare bene. Ovviamente avremo la risposta scritta per... Oppure ci ricolleghiamo per far parlare in maniera esaustiva l’assessore Mammi. Purtroppo c’è un problema di connessione, che non dipende certo dall’assessore.

 

BARCAIUOLO: Certamente. Comprendo.

Torno a rinnovare la richiesta alla Presidenza di invitare gli assessori che hanno interpellanze e interrogazioni, siano esse immediate, a essere presenti in aula, perché credo che quando uno sa già prima che deve intervenire ci sia, anche per le regole che ci siamo dati, lo spazio per poter essere presente in aula.

Detto questo, ringrazio comunque l’assessore. Ovviamente chiedo la risposta scritta, anche al fine di capire come sarebbe andato a finire il suo ragionamento. Debbo dire che ho apprezzato la forma della risposta. Un pochino meno la sostanza. Nel senso che probabilmente sarebbe il caso ‒ passatemi il termine ‒ di alzare un pochino di più la cresta verso non solo il fenomeno dell’Italian Sounding, ovvero quei prodotti che suonano italiano, ma che italiani non sono, che ha un fatturato intorno ai 100 miliardi di euro l’anno ed è evidentemente l’Italia il Paese assolutamente più colpito, all’interno del quale la nostra Regione, come ho detto prima, vanta il maggior numero di prodotti tipici, perché semplicemente in moltissimi mercati solo inserire all’interno del packaging, della confezione, un tricolore aumenta a dismisura le vendite.

Questo crea un doppio danno, un danno diretto ed immediato rispetto a una concorrenza sleale e quindi rispetto alla diminuzione dell’export italiano e dall’altro fa cattiva pubblicità per prodotti che, evidentemente, non essendo tali, sono ovviamente più scadenti. Quindi, c’è anche questa doppia vicenda. Non ho sentito nulla da parte dell’assessore e non so se lo troverò nella parte scritta rispetto alla parte residuale del suo intervento, che a causa dei problemi tecnici non siamo riusciti a sentire, rispetto invece alla vicenda della etichetta nutri-score, perché quella, invece, è una battaglia importante. Credo che la Regione dovrebbe attivarsi a qualsiasi livello affinché il nostro Governo ponga all’Europa questo problema, perché è evidente che questa vicenda riguarda in modo pressoché quasi unico la nostra Nazione e su questo credo che la Regione con più prodotti da tutelare per la loro tipicità e che quindi hanno avuto un riconoscimento proprio dall’Unione europea con le etichette DOP o IGP debbano essere tutelati di più, perché è evidente che o si cambiano i colori fuorvianti di questo nutri-score usando colori che ontologicamente già presuppongono un dato positivo o negativo o altrimenti è chiaro che il danno nei confronti dei nostri prodotti, usando dei paradigmi, quello della misurazione dei grassi che sono probabilmente sì importanti, ma sicuramente non esaurienti rispetto all’identificazione della qualità complessiva del prodotto è un qualcosa su cui sicuramente dobbiamo alzare di più la voce.

Mi auguro comunque in altre occasioni di poter interloquire ancora con l’assessore Mammi proprio sul punto, perché credo che la strada da compiere sia molto lunga per far sì che le nostre filiere possano avere un più ampio respiro e non essere costantemente danneggiate da questo ulteriore peso che, ahimè, tentano i concorrenti stranieri di metterci al collo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Barcaiuolo.

 

OGGETTO 1713

Interpellanza circa iniziative volte ad eliminare i disservizi sulla linea ferroviaria Porrettana. A firma del Consigliere: Taruffi

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interpellanza 1713: interpellanza circa le iniziative volte ad eliminare i disservizi sulla linea ferroviaria Porrettana, a firma del consigliere Taruffi.

Prego, consigliere.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

L’interpellanza è stata presentata a metà ottobre, nel momento in cui si erano verificati i maggiori disservizi, nel periodo in cui si era verifica una sequenza di disservizi sulla linea ferroviaria Porrettana, tali per cui abbiamo ritenuto di procedere con diversi sindacati ispettivi proprio per sollevare in tutte le forme, in tutte le sedi il tema portandolo all’attenzione dell’assessorato e dell’assessore Corsini.

L’assessore Corsini successivamente a quei giorni ha svolto una serie di incontri che hanno in parte dato risposte ai temi che erano stati sollevati dalle nostre richieste, compresa quella che illustriamo oggi.

Ovviamente, al netto della contingenza di quei giorni – parliamo della metà di ottobre, sostanzialmente –, c’è stata una concentrazione di disservizi in pochi giorni, causati sia da problemi al materiale rotabile, che all’infrastruttura, problemi, dicevo, che hanno causato un vero e proprio stillicidio sulla linea.

Ora, sappiamo che sono in atto una serie di interventi. Sono state assunte iniziative, sia nei confronti di Trenitalia TPER, che nei confronti di RFI, per porre rimedio agli inconvenienti, ai disagi e ai disservizi che hanno falcidiato la linea in quel periodo. Sappiamo anche e soprattutto, come ebbi modo di dire lo stesso assessore Corsini, facendo seguito ad altro mio sindacato ispettivo, che è intenzione della Regione presentare all’interno di quello che ci auguriamo possa essere un percorso condiviso con il Governo per l’attuazione e la realizzazione delle risorse che arrivano dal Recovery fund, la candidatura del potenziamento delle infrastrutture regionali ferroviarie all’interno di quel piano.

Utilizzo questa occasione non solo per sollevare il tema e riportare l’attenzione su quella linea, ma anche e soprattutto per sottolineare l’importanza di questa scelta, qualora possa essere portata avanti, appunto, nell’interlocuzione anche con il Governo, perché risulterebbe effettivamente decisivo, per quell’infrastruttura e per quel territorio, addivenire ad un potenziamento definitivo dal punto di vista infrastrutturale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

Risponde l’assessore Corsini. Prego, assessore.

Non la vediamo e non la sentiamo.

Stiamo provando a ricollegarci.

Bisogna avere solo un po’ di pazienza, perché l’assessore sta riprovando a ricollegarsi.

Assessore Corsini, proviamo. Niente. Forse adesso sì.

Vediamo.

 

CORSINI, assessore: Mi sentite adesso?

 

PRESIDENTE (Petitti): La sentiamo e la vediamo. Prego, assessore.

 

CORSINI, assessore: Presidente, mi sente?

 

PRESIDENTE (Petitti): La sentiamo e la vediamo. Prego.

 

CORSINI, assessore: Io sento la mia voce con un ritorno in cuffia. Ci provo lo stesso. Scusate, ma purtroppo…

Grazie, presidente. Grazie, consigliere Taruffi.

La linea Porrettana si è sempre confermata come una delle linee più performanti della regione Emilia-Romagna nonostante le infrastrutturali condizioni molto complesse, essendo una linea a semplice binario, e alcuni guasti al nuovo materiale POP in esercizio da poco più di un anno nelle nostre linee regionali, prime tra tutte in Italia, abbiano confermato queste performance elevate. Tuttavia, nel mese di ottobre, dopo una fase precedente che dal mese di gennaio al mese di settembre ha fatto registrare una puntualità reale, si sono verificati una serie di problemi, in particolare nei giorni dal 10 al 15 ottobre, legati sia al lato convogli che al lato infrastruttura, che hanno obiettivamente, come ha ricordato il consigliere Taruffi, contribuito ad abbassare le performance della linea molto al di sotto delle aspettative dei valori abituali ben noti alla clientela. In particolare, si sono registrati in questi cinque giorni alcuni eventi concentrati tutti appunto in un arco di tempo limitato, in particolare il 10 ottobre con due cancellazioni parziali e tre treni fuori fascia, l’11 ottobre con cinque treni fuori fascia, il 12 ottobre con un guasto ad un treno POP con conseguente linea bloccata per permettere il passaggio del secondo treno, e con operazioni di recupero che sono state però rallentate dal guasto a un passaggio a livello che ha bloccato il treno di soccorso fino all’arrivo delle forze dell’ordine, come previsto in questi casi dalla normativa.

Questa ulteriore complicazione ha causato ulteriori dieci cancellazioni totali, due parziali e sette treni giunti fuori fascia. La circolazione sulla linea è rimasta bloccata per poco più di due ore e sono stati precauzionalmente tenuti a disposizione altri tre bus nella stazione di Bologna Centrale. 

Il forte impatto dell’evento sulla circolazione ha causato un elevato numero di treni fuori fascia, per i quali si è però cercato di favorire la marcia di quelli utili al rientro dei pendolari verso Porretta, che a parte i primi direttamente impattati, sono stati evidentemente quelli meno svantaggiati.

Ne deriva, da questo quadro, che questi cinque giorni, ripeto, dal 10 al 15 ottobre, sono stati effettivamente giorni critici, pur configurandosi come una eccezione. Sottolineiamo anche che allo scopo di concordare e attuare le migliori azioni gestionali per la risoluzione di ogni singolo caso siamo in costante e quotidiano contatto con il gestore dell’infrastruttura. Inoltre, come da nostra consuetudine, in questi giorni particolarmente critici, il Comitato pendolari è stato puntualmente informato, ricevendo indicazioni di dettaglio in tempo reale sugli eventi in corso e sulle azioni messe in campo per minimizzare l’impatto dei guasti in atto sulla clientela.

In merito, poi, alla richiesta avanzata in via informale dal Sindaco di Grizzana tramite i competenti uffici della Regione per un utilizzo banalizzato degli abbonamenti degli studenti tra la linea direttissima e la Porrettana, sottolineiamo prima di tutto che dal 15 settembre 2020 l’offerta commerciale di Trenitalia TPER è al 100 per cento e non vi sono state soppressioni programmate, concordate con la Regione, e nello specifico sulle linee Bologna-Porretta e Bologna-Prato sono in circolazione tutti i treni previsti dal programma di esercizio.

La richiesta per un utilizzo banalizzato degli abbonamenti è stata sollecitamente presa in esame dai nostri uffici competenti, e dopo un approfondimento tecnico con la stessa Regione sulla sua applicabilità, sono state monitorate le affluenze dei viaggiatori sulla linea Porrettana al fine di evitare possibili casi di sovraffollamento dovuto allo spostamento di utenti da Grizzana verso Vergato.

Lunedì 12 ottobre si è provveduto, inoltre, a pubblicare una specifica circolare operativa per il personale mobile per ammettere e disciplinare l’utilizzo dell’abbonamento studenti Bologna-Grizzana anche sulla tratta Bologna-Vergato fino al cambio orario di dicembre, in attesa di eventuali considerazioni legate al cambio dell’offerta commerciale sulla Bologna-Prato, che come noto, è interessata per gli anni a venire da importanti lavori infrastrutturali.

Si sottolinea infine che la Regione ha recuperato nel contratto di programma di RFI le risorse per il raddoppio del nodo ferroviario di Casalecchio, ha previsto nel PRIT che si proceda al raddoppio della linea fino a Sasso Marconi, e abbiamo richiesto le risorse per i raddoppi selettivi nella tratta Casalecchio-Sasso Marconi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore Corsini che non me ne vorrà se, in modo abbastanza puntuale, presentiamo interrogazioni e atti ispettivi su questo tema. D’altra parte, come lui stesso ha ricordato, la linea ferroviaria Porrettana è un’infrastruttura tra le più frequentate, tra quelle, ovviamente, di caratura regionale. Da questo punto di vista, l’attenzione non può che essere massima.

Sapevamo ‒ anche perché lo avevamo trattato in altre circostanze ‒ quali fossero le ragioni che hanno portato i disservizi da cui muoveva l’interrogazione stessa, però ‒ ed è questa la parte che colgo con particolare soddisfazione dalle parole dell’assessore ‒ l’intento, la volontà non solo, come aveva già annunciato l’assessore stesso, di provare a partecipare candidando il potenziamento delle ferrovie regionali all’interno delle risorse, che speriamo potremo attuare, derivanti dal Recovery fund, ma comunque il lavoro, attraverso accordi di programma, con RFI per addivenire al raddoppio, anche selettivo, ma comunque al raddoppio, della linea tra Bologna e Sasso Marconi. Ricordo che questo intervento sarebbe oltremodo fondamentale per quell’infrastruttura perché consentirebbe diverse soluzioni, potrebbe consentire diverse soluzioni, tra le quali ‒ ricordo ‒ anche la possibilità di prevedere corse, magari anche negli orari più affollati, corse confermate solo nelle stazioni di Vergato, Sasso Marconi e Bologna, in modo tale da poter raggiungere e collegare la città e l’Appennino con un’infrastruttura pubblica in un tempo che potrebbe stare intorno ai tre quarti d’ora, rispetto all’ora e un quarto attuale.

Questa rappresenterebbe una svolta di straordinaria importanza non solo per i collegamenti dalla città all’Appennino, ma anche e soprattutto per la possibilità di garantire a insegnanti, professionisti, operatori sanitari che dalla città si devono trasferire alla periferia, quindi anche l’Appennino, di poterlo fare avendo un mezzo pubblico che garantisce loro di potersi spostare in tempi ragionevoli e certi. In questo modo garantiremmo non solo la possibilità di potenziare l’infrastruttura per chi dall’Appennino scende nella città, ma anche ‒ lo ribadisco ‒ per chi dalla città dovesse raggiungere per ragioni di lavoro le strutture, penso soprattutto a scuola e ospedale, di farlo in tempi ragionevoli e certi. Questo, vi assicuro, potrebbe essere un elemento molto importante anche per assicurare la continuità nei servizi a cui facevo riferimento, che troppo spesso subiscono ritardi, in particolar modo mi riferisco alla scuola, perché sappiamo, purtroppo, che le scuole più lontane sono quelle che vengono opzionate per ultime da chi vive in città, perché, ovviamente, prima si cerca di stare vicino casa.

Se avessimo un’infrastruttura in grado di garantire questo servizio pubblico, ripeto, in tempi così celeri credo che daremmo un’ottima risposta anche dal punto di vista della possibilità di potenziare ulteriormente servizi pubblici fondamentali come quelli scolastici o ospedalieri, garantendo quindi ai professionisti la possibilità di spostarsi in modo più sicuro e più efficace, e, ovviamente, non per ultimo, daremmo una svolta anche dal punto di vista delle prospettive di contrasto al cambiamento climatico per quello che riguarda quel territorio, privilegiando il trasporto su ferro anziché quello su gomma.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Taruffi.

 

OGGETTO 2160

Comunicazione ai sensi dell’articolo 75, comma 3, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa, recante: “Informativa dell’assessore Priolo, relativa all’esondazione del fiume Panaro che ha colpito la provincia di Modena.

(Discussioni e conclusioni)

(Risoluzioni 2160/1/2 – oggetti 2181 e 2182 – Presentazione, dichiarazioni di voto e approvazione)

 

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto torniamo al dibattito generale sulla comunicazione ai sensi dell’articolo 75, comma 3, del Regolamento: informativa dell’assessora Priolo relativa all’esondazione del fiume Panaro che ha colpito la provincia di Modena.

Torniamo agli interventi.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente. Ruberò solo un paio di minuti che rimangono. Chiedo all’assessore di provare a ragionare su un tema: quando crolla un ponte o crolla un’opera come un manufatto umano, come un argine bisogna anche porsi il tema della progettazione, della progettazione e dell’esecuzione dei lavori, perché tutte le opere vengono realizzate e progettate con coefficienti di sicurezza. Questi coefficienti di sicurezza servono proprio per garantire la sicurezza anche in caso di eventi straordinari, come, per esempio, le piene centennali o duecentennali. Qual è il tema, secondo me, assessore? L’austerity non ha strangolato solo gli enti locali, l’austerity ha strangolato anche le strutture tecniche. Pensiamo, per esempio, al tema del turnover. Spesso poi i ribassi d’asta, questo è un grande problema, e le difficoltà progettuali vanno a rovinare quella che è poi anche magari una buona progettazione. Parlo, per esempio, della realizzazione delle prove sui materiali. Spesso si risparmia sulle prove sui materiali. Si risparmia anche nei materiali da costruzione. 

Questo può essere un tema non solo politico, ma un tema tecnico, da affrontare. Un’altra questione che vorrei sollecitare è che i cosiddetti servizi territoriali un tempo erano veramente sul territorio, poco in ufficio e molto sul territorio, a controllare anche lo stato delle opere, anche il singolo ponticello, il singolo manufatto, o il singolo argine. C’era quindi un patrimonio di conoscenze, anche territoriali, che si sta perdendo.

Vi chiedo quindi di riflettere anche su questi argomenti, su questi temi. Chiedo alla Giunta e all’assessore, di farlo e al presidente Bonaccini di ragionare su questi elementi che vi ho portato, anche quando arriveranno, se e quando arriveranno – ribadisco, se e quando arriveranno – i fondi del Recovery fund. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Consigliere Lisei, prego.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Oggi tra l’altro sono contento perché i nostri due modenesi sono tornati in piena salute in aula, sia il collega Barcaiuolo che il presidente, quindi è un giorno felice.

Purtroppo, però, dobbiamo parlare di fatti che sono tristi, che tra l’altro riguardano anche direttamente loro. Sinceramente, a prescindere dalle cause e dalle ragioni che hanno portato purtroppo a questo ennesimo incidente, io credo una cosa. Le responsabilità ovviamente verranno vagliate dagli esperti, e capiremo meglio quali sono state le cause. Io credo però che bisogna guardarci in faccia affermando con abbastanza chiarezza che purtroppo oggi tutte le politiche che sono state adottate sono state fallimentari.

Continuiamo di volta in volta a vedere le stesse scene; continuiamo di volta in volta a vedere degli argini abbattersi, corsi d’acqua esondare in varie zone della nostra regione: oggi il Panaro, ieri l’Idice, qualche tempo fa il Reno, qualche altro tempo fa il Po.

Dobbiamo anche dirci molto chiaramente che quello che oggi e che tutte le volte continuiamo a considerare straordinario, è ormai, purtroppo, diventato ordinario. Sono fenomeni, questi, che continueranno ad esserci, e credo che il fallimento, e purtroppo l’assessore Priolo non ne ha colpa, come giustamente ha detto qualcuno che mi ha preceduto, anzi, l’assessore Priolo sarà e dovrà essere il curatore fallimentare, dovremmo porci nelle condizioni di far funzionare qualche cosa.

Vi parlo solo delle casse di espansione che abbiamo qua sul nostro territorio: la cassa le Budrie, costata 20 milioni sul Samoggia, terminata, manca il regolatore di flusso; a Bagnetto sul Reno, 50 milioni, ancora devono iniziare i lavori; a Boschetto sul Reno una non è funzionante; al Ponte Ronca ce ne è una che deve ancora essere iniziata. Non possiamo pensare di lavorare sempre e soltanto in emergenza su questo tipo di eventi. Noi dobbiamo prendere atto che lo stato di emergenza è continuo e le manutenzioni vanno fatte in modo continuativo. Non si può risolvere il problema solo con casse di espansione, che costano milioni e milioni e milioni di euro, e ancora non funzionano molte di esse.

Se effettivamente dovesse confermarsi che in questo caso ha funzionato, ci riporterebbe a una conclusione abbastanza ovvia: le casse di espansione non sono sufficienti a risolvere il problema. Al fianco delle casse di espansione devono essere fatti tutti i lavori di manutenzione che riguardano gli argini, che riguardano gli alvei. Ripeto: bisognerebbe anche iniziare a prendere atto che forse il vecchio modello, quello che poneva responsabilità e collaborazione anche con chi viveva e vive in quei luoghi, era un modello che tutto sommato poteva essere efficiente. Oggi il primo ad avere interesse che gli alvei dei fiumi, che gli argini siano curati e manutenuti è proprio chi ci abita di fronte. Sono proprio i terreni e gli agricoltori in prossimità di questi, chi ci abita. Quindi, dobbiamo anche concedere e instaurare un patto di collaborazione con chi abita in quelle zone, che invece oggi guarda passivo perché per togliere un ramoscello serve il permesso della NATO, perché è quasi impossibile intervenire sugli alvei. Dobbiamo fare un patto, secondo me, con i cittadini. Dobbiamo essere tutti coinvolti, attivamente e positivamente, sul presidio, sulla manutenzione del territorio. Sennò questa è una battaglia che noi perdiamo e perderemo sempre.

Auguro all’assessore di essere un ottimo curatore, ma spero soprattutto che, come curatore, possa evitare questo fallimento. Credo che un’ottima possibilità saranno i fondi che arriveranno dal Recovery, ma saranno un’ottima possibilità se le opere che vengono realizzate si realizzano effettivamente e soprattutto se si supera la logica che ci ha contraddistinto sino ad oggi, che è stata una logica burocratica, che ha reso impossibile quasi qualsiasi tipo di intervento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Lisei.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Vorrei cominciare anch’io esprimendo solidarietà alle popolazioni colpite e anche apprezzamento per come ha reagito la Protezione civile della nostra Regione e ancora una volta per come si è manifestata la solidarietà dei cittadini. Abbiamo seguito, anche nei servizi televisivi, questo darsi una mano reciprocamente, che è una caratteristica sicuramente della popolazione dell’Emilia-Romagna. Si rimbocca le maniche e dà aiuto a chi è in difficoltà.

Fatta questa premessa, però, anch’io non posso che rilevare che questo è un fatto che si aggiunge ad una lunga lista. Abbiamo avuto alluvioni in varie zone della regione in tutti gli anni. Volendo qui ho un elenco, non sto a leggere tutto, ma nel 2011, nel 2013, nel 2014, nel 2015, nel 2017, nel 2018, nel 2019 e ancora nel 2020. Quindi, ad eccezione del 2012 e del 2016 ogni anno, otto anni su dieci, abbiamo avuto episodi di questo genere. Questo ci deve far pensare che qualcosa non sta funzionando, non sta funzionando dal punto di vista del monitoraggio e forse è la causa dell’episodio specifico di cui parliamo oggi: il crollo di questo argine forse non ben monitorato e quindi non ben manutenuto. C’è una carenza di monitoraggio, c’è una carenza di interventi di prevenzione di questi fenomeni e, purtroppo, c’è anche uno spezzettamento di competenze divise tra ARPA, AIPo, l’ex Genio civile e l’Agenzia per la Protezione civile.

Questo spezzettamento di competenze potrebbe essere ulteriormente complicato dal fatto che c’è una riforma in corso che non è stata presentata in Commissione, e forse sarebbe il caso invece di farlo in Commissione Ambiente, che prevede un ritorno alla organizzazione della Protezione civile per bacini provinciali, superando invece l’ottica del bacino idrografico, che è l’approccio che consente di curare un ambiente nella sua interezza.

Oggi, invece, può succedere che hai un fiume che cade sotto una provincia per la sponda destra e sotto un altro per la sponda sinistra. Ci sono anche casi, li posso anche ricordare… Vabbè li ricorderò dopo. Adesso non trovo l’appunto. Comunque in Romagna ci sono dei fiumi che sotto una provincia hanno una sponda e sotto un’altra provincia ne hanno un’altra. C’è uno spezzatino di competenze a cui corrisponde anche uno spezzatino di suddivisione territoriale delle attività che devono essere di monitoraggio.

Un altro problema è quello del disboscamento degli argini dei fiumi. Qui nella nostra provincia a Bologna stiamo assistendo a degli abbattimenti in serie che sono una cosa veramente inqualificabile dal punto di vista naturalistico, perché è chiaro che abbattere gli alberi con la scusa che devi invece curare gli argini ti porta a un indebolimento della tenuta del territorio.

Poi, ovviamente – è stato ricordato anche prima – siamo di fronte a degli eventi eccezionali, dovuti ai cambiamenti climatici. Ma proprio perché questi cambiamenti climatici… Ho sentito che c’è una condivisione, da destra a sinistra, e questo non può naturalmente che fare piacere per chi si batte su queste tematiche da anni, e spesso anche nell’irrisione di chi negava i cambiamenti climatici. Che quindi ci sia questo spostamento è già un segnale positivo di crescita culturale intorno a queste problematiche, che a quanto pare non conosce più confini politici, però poi bisogna agire di conseguenza, bisogna fare le scelte giuste in risposta ai cambiamenti climatici. 

Sicuramente, fra queste scelte giuste c’è quella di politiche di adattamento ai cambiamenti, per prevenire le conseguenze di questi effetti così disastrosi. E quindi, cura del territorio, stop alle cementificazioni, rinaturazione delle rive dei fiumi per creare aree di esondazione controllata e, ripeto, portare a sistema le competenze.

Forse è il caso – sono qui da pochi mesi, mi pare di ricordare che c’era stato un tentativo di arrivare ad approvare una legge regionale per la difesa del suolo – di riprendere in mano la materia della difesa del suolo, per consentire la messa a sistema di tutti i vari soggetti che oggi seguono nel proprio campo limitato queste competenze, spesso accavallandosi. Spesso la mano sinistra non sa cosa fa la mano destra.

Dimenticavo prima, nell’elenco che ho fatto, che ci sono anche i consorzi di bonifica che sono in campo per esercitare anch’essi delle funzioni di cura del territorio. È evidente che con questa disparità, o più che disparità, con questa difformità di istituzioni, di sedi, di attività, non si può arrivare a un’organizzazione dei lavori che metta a punto tutto quanto in un quadro che sia visionabile nella sua completezza e nella sua integrità. Se no, in un ufficio si fa una cosa e in un altro ufficio se ne fa un’altra. Questo sicuramente non aiuta.

Ho trovato l’appunto dei fiumi che dicevo prima: il servizio Area Romagna, che è uno dei distretti nati come autorità di bacino, comprende l’ambito territoriale delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, e ha in gestione i fiumi come Uso, Savio, Bevano, Ronco, Montone, che le province tagliano trasversalmente, o dividono le sponde tra destra e sinistra. Avendo un servizio unico riesci a governare insieme dei fiumi che, se li riportiamo per la gestione della Protezione civile a una visione di amministrazione provinciale, invece vengono spezzettati.

Chiudo chiedendo se è possibile avere una presentazione in Commissione ambiente di questa riforma che è stata siglata da una determina che dovrebbe essere stata approvata a inizio dicembre dalla Giunta, che prevede un ritorno a questa impostazione in un’ottica di Amministrazione provinciale, anziché di bacino idrografico, sempre che io dalle notizie trapelate, che in assenza di una presentazione in Commissione possono essere frammentate, abbia capito la finalità di questa riforma.

Chiudo dicendo questo: torniamo a un’impostazione di interventi, quindi monitoraggio, prevenzione, impostazione su base di bacino idrografico. Sicuramente proviamo con i fondi del Recovery fund, che sono coerenti con un lavoro di questa natura, a riprendere in mano la gestione delle aree fluviali della nostra regione, evitando ‒ che so ‒ che in montagna ci sia un’agenzia che si occupa del primo tratto e a valle ce ne sia un’altra. Riportiamole insieme e introduciamo questi princìpi di gestione, di rinaturazione degli alvei fluviali. Smettiamo di farne, per un motivo o per un altro, una specie di canali concentrati, per cui quando le piene aumentano i disastri pure aumentano come gravità.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Io sono già intervenuta, però ci tengo a puntualizzare questo tema che è stato sollevato anche dalla collega Zamboni, che io avevo già sollevato lunedì in Commissione III. Quello che è successo domenica non può prescindere da quello che è stato approvato in Giunta, quindi la riorganizzazione della Protezione civile, ed è il motivo per cui io, prima di questa informativa, avevo chiesto, ai sensi proprio dell’articolo 75, che a questo punto vi leggo... Dice che è ammessa l’informativa sempre che sugli argomenti risulti esaurita, se occorrente, la funzione preparatoria e referente della Commissione assembleare competente. Era un passaggio fondamentale dal mio punto di vista, motivo per cui io nei giorni scorsi ho formalizzato anche la richiesta di audizione in Commissione su questo tema, che è fondamentale e strettamente connesso con quanto successo nel modenese.

Si diceva prima, è una riforma che è stata approvata i primi di dicembre. È vero, è stata approvata anche forse con una certa fretta. Non si capisce perché non si voglia partire, anziché con una riorganizzazione un po’ così fatta alla svelta, con la revisione della legge di riferimento, come previsto dalla legge regionale n. 13 del 2015. Tra l’altro, nel mezzo c’è stata una legge statale in materia e noi, a livello normativo, ancora l’argomento non lo tocchiamo. Però, dietro le quinte siamo già partiti sulla proposta di revisione straordinaria dell’assetto corrente da parte di un direttore che è addirittura ad interim, a cui ha fatto immediatamente seguito la delibera che ha approvato in tutto e per tutto il progetto. È una revisione, dal mio punto di vista, peggiorativa con l’approccio di chi ha una visione profondamente emergenziale della gestione del territorio e che potenzia, invece, gli interventi a valle degli eventi.

Come tutti sappiamo, però, l’Agenzia di Protezione civile oggi, purtroppo, perché quella fu una riforma, quella dello smantellamento dei servizi tecnici di bacino, che noi osteggiammo fortemente, dicevo che l’Agenzia oggi è anche Agenzia per la sicurezza del territorio e deve farlo in modo organico. Dicevo “peggiorativa” perché si passa da una visione di bacino a una visione provinciale, utile a creare nuove posizioni dirigenziali. Questa è l’unica certezza che, ad oggi, abbiamo. Quindi, per assurdo, anziché semplificare, le cose invece si complicheranno. Prima si facevano degli esempi. Io porto quello del bacino Reno, che è un bacino interprovinciale che riguarda tre o quattro province e quindi ci saranno tre o quattro dirigenti che dovranno coordinarsi anziché uno solo.

Non si dice poi che cosa succederà sugli affluenti del Po gestiti da AIPo, non si dice quale sarà il rapporto con i Consorzi di bonifica, non si dice quale sarà il rapporto con il servizio regionale di difesa del suolo per gli interventi di programmazione ordinaria. Queste sono tutte criticità che io avrei voluto sollevare all’interno di una Commissione e che meritano, secondo me, un approfondimento e anzi forse meritavano un approfondimento prima che questa delibera fosse approvata in tutta fretta e addirittura prima della riforma della legge di riferimento. Quindi, assessora, le chiedo qui, l’ho già chiesto formalmente, anche un approfondimento su questo con la speranza che si possa tornare indietro da quella decisione. 

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Il primo pensiero e la piena solidarietà vanno innanzitutto a tutte le famiglie e le attività duramente colpite per l’ennesima volta da una calamità così devastante e dannosa come l’alluvione.

Abitazioni abbandonate, elettricità non più disponibile, campi allagati ed aziende agricole in seri guai, disagi a non finire e danneggiamenti che hanno ferito duramente la popolazione della provincia di Modena, in particolare nel Comune di Nonantola e in alcune frazioni di Castelfranco Emilia. Danni destinati a lasciare il segno a lungo in una comunità già molto provata e sofferente.

Sono certa che con il tempo il nostro territorio saprà riprendersi, come d’altronde ha sempre fatto, ma tutte le Istituzioni a livello comunale, regionale e nazionale devono assolutamente stare al fianco di cittadini, commercianti, artigiani e imprenditori, che stanno affrontando uno dei peggiori periodi di crisi dal dopoguerra ad oggi.

Bene ha fatto quindi il presidente Bonaccini ad inviare subito la richiesta al Governo di stato di emergenza relativo ai danni causati dal maltempo in Emilia-Romagna, chiedendo rapidità nell’avviare e completare le procedure necessarie a stanziare i fondi per risarcire i danni a cittadini e ad aziende.

Non è assolutamente il tempo di fare polemiche politiche, anche se è evidente che siamo di fronte ad un problema di manutenzione. Lo dico con una punta di rammarico, consapevole che comunque tanti sforzi sono stati fatti, ma le lezioni del passato, specialmente se si pensa a quanto accaduto nel 2014 sempre a Modena, non sono bastate ad evitare questa situazione.

Il territorio modenese infatti, a causa delle sue caratteristiche geografiche, geologiche, insediative, produttive ed infrastrutturali, è storicamente soggetto ad un forte rischio ambientale, che lo rende molto vulnerabile. Basta pensare che lo attraversano Secchia e Panaro, con arginature che in fase di piena fanno scorrere le proprie acque ad una quota di 10-12 metri più alta rispetto alle piazze nei paesi circostanti.

Nel corso del Novecento, il modenese è stato soggetto a sensibili variazioni meteo climatiche, con l’alternarsi di periodi estremamente piovosi a periodi con carenza di piogge e neve. A questi eventi non prevedibili si è affiancato l’aumento considerevole degli insediamenti urbani, con sempre maggiore difficoltà nell’allontanamento delle acque.

Non possiamo e non dobbiamo sperare nella clemenza delle precipitazioni, e non c’è dubbio che sia fondamentale accelerare nel programmare o concludere gli interventi necessari a mettere in sicurezza il nostro territorio.

La rottura dell’argine ha causato sicuramente i problemi maggiori; è stato fatto un grande lavoro per rimediare e per gestire l’emergenza. A questo intervento, però, dovranno seguirne ulteriori che prevedano la realizzazione di un vero argine di arretramento.

Oggi il Governo regionale è stato chiamato a fare chiarezza su eventuali manchevolezze e ringrazio tanto l’assessore per la relazione utilissima di oggi. Ma è ancora più necessario spostare il focus sul futuro e guardare avanti, programmare ed intervenire per prevenire altre situazioni analoghe.

L’emergenza di queste ore dimostra ancora una volta l’urgenza di investire per la messa in sicurezza del territorio, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici. Soltanto a Modena sono stati finora realizzati interventi per 80 milioni e altre opere per 70 milioni già finanziate e in progettazione. Ancora bisogna fare. Il presidente Bonaccini ha dichiarato che sono pronti progetti per altri 115 milioni, opere che la Regione chiederà al Governo di finanziare con il Recovery fund.

Non c’è bisogno di dire che occorre agire in fretta. Con la stessa convinzione non posso che essere pienamente soddisfatta per la pronta ed efficace risposta che la nostra Protezione civile, coadiuvata dal prezioso lavoro dei Vigili del fuoco, delle Polizie locali, delle Forze dell’ordine, è riuscita a fornire per tamponare l’emergenza. Un plauso anche a tutti gli amministratori locali che si sono spesi in prima persona per dare una mano. La capacità di agire subito, senza indugi, e con determinazione è stata dirimente. Un grazie davvero sentito, quindi, a coloro che hanno lavorato tutta la notte per ripristinare in tempi record l’argine crollato, interrompendo così la fuoriuscita delle acque del Panaro. I volontari della Protezione civile, circa 400, non si sono fermati neanche nelle ore successive, provvedendo anche al ripristino e alla pulizia dell’area colpita, sgombrando fango e detriti da strade e case, soprattutto a Nonantola e a Castelfranco Emilia.

Concludo da dove ho iniziato. Ci sono situazioni di difficoltà economica molto grave, ci sono persone in preda alla disperazione che attendono una risposta rapida dallo Stato e dalla nostra Regione. La Giunta regionale ha stanziato subito 2 milioni di euro per ristori economici ai pubblici esercizi colpiti, in particolare bar, negozi di vicinato, ristoranti e altre attività, a partire da quelli già danneggiati dalle misure anti-Covid. L’obiettivo è erogarli velocemente, definendo con i sindaci e le associazioni di categoria in sede locale le modalità più efficaci e tempestive. La priorità, che condivido, è far tornare le persone evacuate nelle loro case e far ripartire le attività presto.

È nostro dovere fare tutto quanto è in nostro potere perché i ristori arrivino il prima possibile a tutti coloro che sono stati colpiti dall’alluvione, che i soldi arrivino e che arrivino davvero, subito. E se non sarà così, saremo i primi ad alzare la voce e a far sentire ad ogni livello la voce di chi sta soffrendo e di chi certamente non passerà delle festività serene.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Al termine di un lungo dibattito, credo sia comunque da parte mia doveroso esprimere vicinanza alle persone e alle attività che hanno subìto danni a seguito di quanto avvenuto nei giorni scorsi e un ringraziamento per l’attività fondamentale, preziosa che ha impegnato la Protezione civile, che sin dalle primissime ore è intervenuta e ha dato, come sempre, prova dell’efficacia di quella struttura, di cui credo tutti quanti dobbiamo e possiamo essere orgogliosi.

Al termine, come dicevo, avendo sentito la relazione dell’assessora e gli interventi dei colleghi, alcuni dei quali potrei sottoscrivere e dei quali condivido molte delle cose che sono state dette, credo sia utile e possa essere utile affrontare in questa discussione, anche più in generale, al netto di quanto avvenuto sul Panaro, nella provincia di Modena e anche nelle altre province coinvolte, come ricordava qualcuno nel corso del dibattito questa mattina, credo che questa possa essere anche l’occasione per provare a ragionare un secondo su quelle che sono le cause più profonde degli avvenimenti che si susseguono nel nostro territorio regionale, ma non solo.

Guardate, se ampliamo un attimo il ragionamento e pensiamo a quanto successo in quel fine settimana nell’intero territorio nazionale, dal Trentino Alto Adige al Friuli Venezia Giulia, al Veneto, ovviamente al nostro territorio, all’Emilia-Romagna, di cui abbiamo ampiamente discusso, gli allagamenti che abbiamo visto in alcune città importanti del sud Italia, i problemi che ci sono stati in Sicilia, l’interruzione di strade, frane e smottamenti che hanno unito da questo punto di vista tutta la penisola, se pensiamo a quanto avvenuto pochi giorni fa, per stare nell’attualità, negli ultimi giorni, nelle ultime settimane, nel crotonese oppure in Sardegna, ci accorgiamo che, al netto di elementi straordinari, quali sicuramente sono avvenuti anche in termini di quantità d’acqua piovuta, eccetera. Però, se ampliamo un attimo il ragionamento non possiamo che notare come siamo di fronte ormai a una situazione che non ha un carattere episodico, non ha un carattere straordinario, non ha un carattere eccezionale, ma è purtroppo la drammatica realtà con la quale dobbiamo fare i conti e che ha a che fare più in generale con il tema del contrasto al dissesto idrogeologico e alla cura del territorio, che poi può essere declinato in tanti modi. Ha diverse declinazioni che riguardano ovviamente i territori dell’Appennino, così come quelli interessati dall’attraversamento dei fiumi più importanti. Però, in generale, vorrei che utilizzassimo questa occasione e anche quelle che avremo in Commissione, come è stato ricordato e richiesto, richiesta alla quale ovviamente mi accodo, da alcuni colleghi, approfondiremo poi anche in Commissione, quindi avremo modo anche lì di discutere con più agio, più tempo e fare il focus su quello che è avvenuto in questa circostanza. Però, più in generale, dicevo, dobbiamo fare i conti con temi che sono il consumo di suolo, la cura del territorio e il contrasto al dissesto idrogeologico. Su questo bisogna che incominciamo a tutti i livelli a stanziare e a chiedere di stanziare risorse. Credo che davanti a noi abbiamo una grandissima opportunità per il nostro Paese. Quando utilizzo la prima persona plurale, non dico quest’aula, non dico la nostra Regione, ma dico il nostro Paese e penso che l’occasione che abbiamo di fronte non sarà un’occasione facilmente ripetibile sia per dimensioni che per estensione della possibilità di intervento. Credo che se in quei 209 miliardi, adesso sono uscite alcune bozze, insomma, abbiamo visto i giornali, tutti quanti abbiamo letto, abbiamo visto quello che si poteva vedere e leggere, credo però che vada detto con forza in un momento come questo, non per parlar d’altro, ma per parlare del problema centrale da cui derivano gli altri, è che noi abbiamo bisogno, il nostro Paese ha bisogno che quelle risorse vengano destinate in una parte significativa, anche e soprattutto, lo voglio dire, ai temi che stanno alla base dei problemi di cui ci siamo occupati oggi: dissesto idrogeologico, cura del territorio.

In quelle slide che sono passate anche in tanti telegiornali, che sono state anche oggetto di qualche motto, diciamo così, per usare un’espressione eufemistica, da parte di qualche forza politica si è puntato l’indice su quei 17 miliardi che erano nel titolo Parità di genere.

Come sempre, al netto della discussione sull’importanza delle politiche sulla parità di genere, come sempre vorrei che facessimo un passo in più e non ci fermassimo sempre alla prima riga ma leggessimo anche le altre, e quei 17 miliardi erano destinati a parità di genere, coesione sociale e territoriale, e la coesione territoriale credo che (almeno a casa mia è così) abbia anche a che fare con la possibilità di (utilizzo questa espressione) ricucire i territori, e ricucire i territori destinando risorse anche e soprattutto in una chiave di prevenzione.

Potremmo discutere, penso che ce ne sarà anche l’occasione sicuramente, ci sarà l’occasione di discutere di come si declineranno quei 209 miliardi, ma io credo che la voce della Regione Emilia-Romagna, la nostra voce, che ovviamente deve stare all’interno di un dibattito di collaborazione piena, come è ovvio e naturale che sia, tra Istituzioni, però all’interno di quel contesto io credo che la voce della nostra Regione debba mettere l’accento anche su questo aspetto, per non ritrovarci fra qualche anno a dover rimpiangere di non avere utilizzato al meglio un’opportunità che probabilmente non ripasserà (togliamo pure il "probabilmente": non ripasserà) in modo così immediato.

Quella è una grande opportunità, sulla quale io credo che noi dobbiamo avere (anche qui, quando utilizzo "noi" intendo dire le Istituzioni, chi rappresenta le Istituzioni e chi ha un ruolo all’interno delle Istituzioni) un ordine di priorità ben preciso nella testa.

Dopodiché è inutile indicare questo o quel responsabile, questa o quella mancanza, se alla base non ci sono politiche strutturali che riguardano i Comuni, perché anche qui sui Piani urbanistici, sugli insediamenti e su certe scelte di "sviluppo" (chiamiamolo sviluppo tra virgolette) che si fanno a livello locale penso che avrei molto da dire.

Dobbiamo sapere che ci sono i Comuni, ci sono le Città Metropolitane e le Province, c’è la Regione e c'è lo Stato, la filiera va tenuta tutta insieme, perché se non si tiene tutta insieme la filiera e se si fanno scelte urbanistiche discutibili a livello locale, se a livello provinciale non c’è un coordinamento pieno delle politiche di sviluppo territoriale, se magari a livello regionale non si riesce a investire in modo preciso come invece è necessario, e soprattutto se a livello nazionale non arrivano le risorse per mettere in campo le politiche di cui abbiamo bisogno, ecco che alla fine i problemi ce li abbiamo tutti, uno vicino all’altra, e facciamo fatica a saltar fuori.

Detto questo, la nostra Regione, è stato ricordato… Le risorse che sono state investite in questi anni sono state elencate. Come sempre, si può fare di più e meglio. Questo vale sempre, però io credo che il lavoro che è stato fatto, e parlo dell’organizzazione della Protezione civile e degli interventi che sono stati elencati… sono lavori di cui non si può che dare atto. Quello che chiedo – e credo debba essere chiesto anche nel confronto, come ho detto, con il Governo – è che dobbiamo stabilire le priorità per questo Paese nei prossimi anni, da qui ai prossimi anni, e la principale opera pubblica di cui questo Paese ha bisogno, la principale, è la cura del territorio, la difesa del territorio e il contrasto al dissesto idrogeologico.

Sono posti di lavoro, sono investimenti, è anche un modo sano per promuovere l’economia, per far girare l’economia, producendo anche la difesa di quello che è il bene comune per eccellenza che è il territorio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Chiedo innanzitutto se ci sono altri interventi.

È appena arrivata una risoluzione a conclusione del dibattito. Sospendiamo cinque minuti perché la risoluzione la stanno stampando e quindi la riceverete a breve.

 

(La seduta sospesa alle ore 15,35 è ripresa alle ore 15,41)

 

PRESIDENTE (Petitti): Bene.

Sono in distribuzione le due risoluzioni che sono pervenute alla Presidenza. Sono due.

Intanto riprendiamo i lavori dagli interventi della Giunta. Io passerei la parola all’assessora Priolo.

Prego, assessore.

 

PRIOLO, assessore: Io partirei dagli ultimi due interventi della consigliera Zamboni e consigliera Piccinini, perché questo mi consente di riagganciarmi all’intervento in apertura e poi di dare risposte un po’ più puntuali alle domande che sono state fatte, poi tanto concluderà il presidente.

Allora, non è la Regione Emilia-Romagna che stabilisce i reticoli e i bacini idrografici, lo voglio dire e spero che mi seguano anche i consiglieri anche se stanno leggendo la risoluzione. No, non mi stanno seguendo...

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): Se c’è questa richiesta da parte dell’aula di leggere, nel frattempo, chiedo ancora qualche minuto, va bene. Chiedo scusa all’assessora. A breve riprendiamo con il suo intervento. Grazie.

 

(La seduta sospesa alle ore 15,42 è ripresa alle ore 15,55)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ritorniamo al dibattito legato all’informativa e riprendiamo dall’intervento della Giunta.

Prego, assessore Priolo.

 

PRIOLO, assessore: Proviamo a ripartire.

Riparto dal punto di vista normativo per fare un punto di caduta finale sulle considerazioni che sono state fatte.

 

PRESIDENTE (Petitti): Però, scusate, chiedo un po’ di silenzio, perché altrimenti non si riesce a sentire. Grazie.

Prego, assessore.

 

PRIOLO, assessore: Volevo dire alla consigliera Zamboni, così questo mi aiuta anche ad accompagnare la discussione, che per quanto riguarda ciò che definisce quali sono i bacini idrografici su cui noi interveniamo con gli aspetti di realizzazione degli interventi è il Testo Unico Ambientale, quello che richiamavo in apertura.

Il Testo Unico Ambientale all’articolo 64 stabilisce quelli che sono i bacini idrografici. Lo dico perché questa è una norma nazionale sulla quale interviene poi dopo l’Autorità di Bacino, e l’Autorità di Bacino definisce la programmazione degli interventi.

Questo aspetto qua lo volevo sottolineare perché noi, quando dicevo che dipendiamo dal Ministero dell’ambiente, l’Autorità di Bacino è emanazione del Ministero dell’ambiente, è perché è l’Autorità di Bacino che definisce la programmazione dei nostri interventi.

A seguito della programmazione, noi li pianifichiamo e li attuiamo. Come li pianifichiamo e li attuiamo? Attraverso due soggetti gestori. Per quanto riguarda il reticolo del Po interviene AIPo e per tutti gli altri reticoli interviene per gli ambiti regionali l’Agenzia per la protezione e la sicurezza territoriale e Protezione civile.

Lo dico perché, siccome viene citata la frammentazione della gestione, la gestione è per distretti idrografici, non è per singola provincia, perché questo prevede la normativa. Dopodiché è evidente che l’attuazione degli interventi richiede un’attenzione puntuale di carattere territoriale, perché io non posso pensare che il responsabile per esempio del distretto di Parma mi vada a gestire, come attualmente accade, Reggio, Parma e Piacenza.

È necessario che, per quanto riguarda l’attuazione degli interventi, ci sia un presidio territoriale, che supporti l’organizzazione per distretti, ma – ribadisco – noi siamo attuazione degli interventi programmati dall’Autorità di Bacino e finanziati dal Ministero dell’ambiente, quindi ritorno a monte. Quando vi dicevo che la competenza sulla difesa del suolo e sui reticoli idrografici è nazionale, risale nel testo unico. Da questo punto di vista, la Regione non è che fa un passo indietro e dice “noi non contribuiamo alla manutenzione”, anzi, vi stiamo dicendo che vogliamo potenziare le risorse. Ma gli investimenti li finanzia il Ministero. Quindi nessuno oggi vuol fare quello che non si assume le responsabilità delle cose e dire che è perché mancano delle risorse che abbiamo avuto il danno attuale, ma vuol dire che c’è necessità di programmare e continuare gli interventi e che per questi interventi mi servono al Recovery altri 115 milioni di euro. Sono quelli che esauriscono il fabbisogno del modenese? La risposta è no, sono quelli che rispondono alle regole del Recovery fund, perché le regole del Recovery fund mi dicono che io questi interventi li devo attuare entro il 2026. Quindi, rispetto anche al tema “realizziamo o non realizziamo le casse di espansione”, io ho l’elenco puntuale di tutti gli interventi che noi abbiamo candidato al Recovery fund, okay? Ma se ci sono alcuni interventi che hanno tempi di realizzazione che sono ulteriori al 2026 io non li posso inserire in richiesta.

Comunque, noi abbiamo, come vi dicevo, presentato interventi per 115 milioni di euro. Sono otto interventi, ve li vado ad elencare: un intervento importante a Modena da 15 milioni per la manutenzione straordinaria dell’alveo del Panaro e delle arginature della cassa di espansione al Po; 12 milioni per la messa in sicurezza del torrente Tiepido; 3 milioni per il fiume Secchia e altri 3 milioni per il fiume Panaro (in entrambi i casi per la vegetazione ripariale); 2 milioni per interventi di interconnessione tra il Tiepido e i bacini di cava in località Fossalta, su cui stiamo avendo dei problemi; 3 milioni per il raddoppio dei Portoni Vinciani a Bomporto; 32 milioni per l’adeguamento della cassa di espansione stralcio arginature sul fiume Secchia; 45 milioni di manutenzione straordinaria dell’alveo e delle arginature sempre relativa al Secchia.

Questo per dirvi che questi interventi oggi sono fondamentali, ma non è che con questi noi concludiamo la necessità che abbiamo sul nostro ambito. Però sono quelli che rispondono alle regole europee a cui noi ci dobbiamo attenere. Ora, rispetto agli interventi che hanno fatto più genericamente tutti i consiglieri, sicuramente la Commissione sarà un’occasione utile, ma anche per me, perché io voglio essere sollecitata costantemente e quindi esser sempre tenuta sulla corda per andare avanti. Questo mi serve, quindi facciamola questa Commissione sugli interventi del nodo modenese, non c’è problema. Nella relazione che dopo vi farò spedire c’è comunque l’elenco puntuale di tutti gli interventi che sono stati realizzati fino ad oggi. Sono più di 70 interventi, tra quelli che ha realizzato AIPo, esattamente 70 realizzati da AIPo, ma 14 realizzati dalla nostra Agenzia di Protezione civile. Contemporaneamente. Non basta. Non sono esauriti e non hanno esaurito i 170 milioni, perché di questi interventi 80 sono già stati pagati e liquidati, mentre altri sono in corso di avanzamento per il 60 per cento e il 90 per cento. In Commissione assolutamente ne parleremo.

Mi si dice che l’Università di Parma, l’Università di Modena e l’Università di Reggio hanno fatto, da questo punto di vista, degli studi in base ai quali si poteva prevedere quello che è successo. Signori, non si poteva prevedere. Sono dei modelli di calcolo di un fenomeno. Sono, soprattutto per quanto riguarda Nonantola, previsioni di rischio. Si chiamano così. Non puoi prevedere che l’argine si rompe. Magari. Magari avessimo un software, da quel punto di vista, in grado di aiutarci a prevedere dove l’argine si va a rompere. Non è così. Prevede quello che succede in caso di rottura e qual è lo stato di propagazione delle acque. Guardate che quegli studi sono quelli che avevamo anche noi. L’UNIMORE è consulente di AIPo. È nostro consulente. Non è uno studio che noi non conoscevamo. Quella notte io ero lì e abbiamo chiamato il professor Orlandini di notte, insieme a noi, per intervenire immediatamente su Nonantola.

Quindi, non è che da questo punto di vista noi all’improvviso non sappiamo cosa dobbiamo fare. Lo sappiamo fare. Dopodiché, l’amarezza di quello che è successo resta tutta, perché quella di Modena è una comunità provata. Perché istituiamo una Commissione? Perché una rottura arginale, perché in questo caso è un collasso arginale, non è dovuta al non funzionamento della cassa, ancorché non sia collaudata, come voi avete sottolineato. Perché la cassa ha funzionato. Non c’è stato un sormonto. C’era un franco di un metro e mezzo dell’argine, dove si è rotto l’argine. Un franco di un metro e mezzo. Il che significa che l’acqua poteva ancora salire. Quindi, il tempo di piena, da progetto, riusciva ad essere contenuto nelle arginature, tanto sul Panaro quanto sul Secchia.

Guardate che sul Secchia abbiamo fatto misurazioni minuto dopo minuto, in base all’analisi della piena, perché noi avevamo un’analisi di progetto, ma non avendo mai avuto quelle stime, perché non abbiamo mai avuto quei passaggi li, siamo dovuti intervenire minuto per minuto sulle arginature per il potenziamento, quando avevamo un franco che scendeva sotto i 50 centimetri. E ha funzionato.

Poi il crollo c’è stato, e noi dobbiamo scoprire perché. È stata la tana di un animale? Può darsi, ma non è detto, perché i crolli strutturali possono derivare anche da oggetti e corpi estranei inseriti all’interno dell’arginatura o da materiali incongrui con cui l’arginatura è stata fatta, ma gli argini – lo dico al consigliere Occhi – non sono stati costruiti adesso, risalgono al 1400. Nel corso del tempo noi lavoriamo sul consolidamento delle arginature. Non sono opere nuove le arginature. In alcuni casi sì, quando facciamo le casse, però è un altro il discorso che dobbiamo mettere in campo da questo punto di vista. Questo bisogna che noi lo teniamo in considerazione.

Rispetto agli animali fossori, facciamo gli studi che dobbiamo fare, ma in Commissione vi farò vedere come, dopo aver operato, mezz’ora dopo, un’ora dopo, la tana gli animali la ricostruiscono in un’ora. Se vi ho detto che son stati fatti quasi mille interventi su quel tratto arginale sul Panaro sono stati fatti mille interventi, cosa vuol dire? Che ogni due giorni è stata chiusa una tana, ogni due giorni, una ogni due giorni. Il che non vuol dire che non ci sia stata la manutenzione. Anche in quel tratto lì le ditte che hanno operato non avevano rilevato un problema strutturale. Lo possiamo sapere in anticipo? Magari! Eravamo già lì con i mezzi operativi. Ma chi vuole gestire un fenomeno come questo? Nessuno. Lo dico perché bisogna che noi facciamo anche delle operazioni di verità su quello che ci ritroveremo anche nel corso del tempo, perché la normativa, dal punto di vista della prevenzione degli animali fossori, non ci aiuta e non ci aiuta per alcuni elementi che avete detto voi e che non voglio riprendere, che in Commissione potremo guardare con molta più attenzione di quanto non stiamo facendo adesso.

Il consigliere Lisei mi dice che dovrei fare il commissario straordinario da questo punto di vista fallimentare. Io penso che insieme potremo fare… Ringrazio la consigliera Castaldini, mi ha quasi commossa, devo dire la verità, quando è intervenuta, perché mi impegnerò, ma ci impegneremo insieme, perché da questo punto di vista sono interventi importanti.

Consigliera, nel Recovery non troverà tutti gli interventi, troverà quelli che posso realizzare, perché, sperando che mi vengano finanziati, io li posso da questo punto di vista praticare.

Sul ponte Samone, è una competenza provinciale, mi è stata fatta questa domanda, non è di competenza regionale quel ponte perché è provinciale. Ovviamente noi abbiamo una competenza per quanto riguarda i nulla osta idraulici quando eventualmente il ponte dovesse essere ricostruito o consolidato. Dipende dal progetto che la provincia in questo momento sta imbastendo.

Credo di avere, anche se velocemente, perché vorrei lasciare la parola al presidente, risposto in maniera un po’ puntuale ad alcuni quesiti, posto che la Commissione ci servirà per guardare intervento per intervento e lì chiamerò tutti quelli che dal 2014 in poi hanno fatto lavori su queste arginature. Però, guardate che quando prima il presidente sottolineava questo aspetto della piena storica mai raggiunta, è una verità, e allora la bontà dei progetti che abbiamo fatto è quella che vi dicevo prima, non partiamo da zero, se l’avessimo fatto io avrei avuto dei problemi anche sul Secchia, cosa che non è accaduta.

Consigliere Rainieri, concludo con lei e anche con una risposta al consigliere Tagliaferri. Nella richiesta di emergenza nazionale noi inseriamo tutto il territorio regionale, ovviamente ci sarà un focus principale su Modena, perché abbiamo avuto un evento di esondazione molto importante, ma noi abbiamo inserito tanto il parmense quanto la zona del Reno, quanto soprattutto in questo caso in maniera molto importante la nostra costa, che ha avuto delle mareggiate notevoli, quindi abbiamo inserito tutto.

Come agiamo per il ristoro (lo dico al consigliere che mi ha detto...) noi stiamo già operando, domani incontro i Sindaci, perché da lunedì vorremmo distribuire la modulistica per fare la ricognizione puntuale dei danni dei privati (per privati si intende cittadini e imprese) con due stati, ma voi ormai li conoscete, il primo di liquidazione di 5.000 euro per i cittadini e di 20.000 euro per le imprese, per poi fare la ricognizione a livello nazionale della differenza che ci deve essere finanziata.

Noi quindi proveremo in maniera speditiva, a questo si aggiungono i 2 milioni di euro che diceva il presidente, è un plus rispetto a quello che ci verrebbe consegnato dalla procedura, è giusto farlo, perché purtroppo siamo in un momento in cui il Covid ha messo in crisi queste realtà e questo sistema.

In più, c’è anche il tema del CAS, quindi del Contributo per Autonoma Sistemazione alle popolazioni che oggi stanno subendo questo disagio. Dalla prossima settimana i cittadini dovranno già avere in mano il più possibile i moduli, perché devono avere la consapevolezza che noi ci stiamo facendo carico subito. Quando dico subito, guardate che sono passate 72 ore dall’evento, e noi siamo già qui a pensare alla ricognizione puntuale dei danni, in passato purtroppo, anche nel caso del 2014, non è andata così sulle tempistiche, perché non abbiamo avuto un ruolo chiave che invece ha avuto in questo momento il Consorzio di Bonifica.

È vero quindi che ci sono proprietà di reticoli e competenze diverse, ma ci sono occasioni in cui queste competenze ci vengono di supporto, e in questo caso il Consorzio Burana ha svolto un ruolo fondamentale.

Concludo dicendo che di fronte a quello che è successo possiamo produrre anche le schede tecniche migliori del mondo, ma i cittadini di Nonantola non saranno contenti, i cittadini del Modenese non lo saranno, quindi dobbiamo avere molta responsabilità in questo momento, anche per non incrementare una tensione sociale che è normale che in queste occasioni ci sia, non ce lo possiamo permettere, perché noi abbiamo bisogno di fare in modo che i cittadini abbiano il minor disagio possibile e quindi, in maniera responsabile, dovremmo lavorare a questo scopo. Io mi adopererò. Domani – mi scuso, non potrò essere qua in Assemblea – ho appuntamento con i sindaci. Credo che in questo momento sia necessario farsi carico del loro disagio e di tutto quello che noi possiamo mettere in campo.

Il sindaco di Nonantola era molto provata, giustamente. Quindi ieri era in Comitato di sicurezza e a lei va veramente il mio plauso per come ha gestito una situazione emergenziale. È difficile. Guardate che dal momento del crollo arginale – consigliera Castaldini, è stato alle 7.30 della mattina e non alle 5.30 – noi abbiamo proceduto in ventiquattr’ore nella ricostruzione; i massi ciclopici sono venuti anche dai cantieri nostri di Protezione civile dislocati in tutta la regione, che a loro volta erano stati reperiti probabilmente da cantieri bresciani. Ma abbiam preso tanto a Bologna, dove sapete che a Sala Bolognese abbiamo un magazzino, quanto in altre realtà regionali. Li avevamo tutti convogliati lì. All’una e trenta hanno iniziato a scaricare i massi ciclopici; dopo le 7.30, dopo aver fatto le strade arginali d’ingresso del cantiere.

Io e il sottosegretario siamo andati a vedere il cantiere, un cantiere molto complesso, un po’ per la quantità d’acqua, ma anche perché i camion, 150, dovevano andare su un franco d’argine che non era superiore ai due metri, due metri e mezzo. Lo dico perché non è stato facile da fare questo cantiere e in 24 ore l’abbiamo chiuso.

Sull’emergenza ci stiamo molto specializzando, ma io vorrei che fossimo più specializzati ancora il possibile sulla prevenzione e sui nostri investimenti. Però da questo punto di vista abbiamo fatto un esercizio complesso, siamo stati di fianco alle popolazioni. Come ho detto, permane l’amarezza ma la consapevolezza che abbiamo già fatto tanto deve essere anche in voi, perché è anche parte del patrimonio di questa Assemblea, non tanto nelle vostre persone, come non nella mia, ma di chi prima di voi ha saputo presentare i progetti per fare in modo che oggi la comunità subisse il minor danno possibile, perché è andata così. È andata così.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora.

Ora passo la parola al presidente Bonaccini. Prego, presidente.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente. Io me la caverò in pochi minuti. Irene ha delineato, sia da un punto di vista tecnico che amministrativo, quello che si è fatto, si sta facendo e si farà. Io volevo fare alcune considerazioni, ringraziandovi comunque anche per la misura e la pacatezza dei toni.

Intanto, evitiamo le questioni geografiche, altrimenti non si capisce, perché se guardo alle Regioni a noi limitrofe stanno pagando dei prezzi come noi o più di noi, in alcuni casi. Non può essere che in una Regione ci sia sbadatezza e nelle altre, invece, sia colpa del destino e che, quando i miei colleghi presidenti chiedono più soldi al Governo, loro ne hanno diritto e noi no. Noi le risorse non le abbiamo per fare tutto. Ma non le avrebbe nemmeno l’opposizione se governasse questa Regione. Non è una questione di colore politico.

Altra cosa è se si è capaci di spendere bene, di fare in fretta. Ci arriverò. Questo attiene alla nostra responsabilità.

Noi, peraltro, siamo la Regione tra le più esposte dal punto di vista della conformazione del territorio, sia per l’esposizione sull’erosione della costa sia per il tema di avere gran parte del territorio fatto di Appennino e di montagna. È la storia della nostra Regione, dal punto di vista della sua storia, le bonifiche, i territori, eccetera. Lo sappiamo. Sappiamo anche che bisogna fare di più, a partire dalla riduzione dell’inquinamento atmosferico, che ‒ come sapete ‒ è ciò che nel mondo surriscalda il pianeta e comporta questi cambiamenti climatici definiti “climate change”. Credo che ognuno di noi se ne renda conto se pensa alla sua storia personale. Quando eravamo bambini o ragazzi, lo dico per quelli che hanno superato i 50 come me, ogni quanti anni succedeva o succedevano casi così? Seppur allora... Io abito in un paese, Campogalliano, dove la piena del Secchia non è che avveniva meno. Non c’erano ancora le casse di espansione, eccetera. Però è evidente che dal punto di vista della quantità di danno che arriva... Se negli ultimi anni ogni volta c’è una piena che supera il record di quella precedente... Stavolta addirittura ‒ se ho letto bene ‒ di 60 centimetri. Chiedo scusa. A differenza di Davide e Irene, che sono stati giorno e notte al fianco ‒ è doveroso farlo ‒ della Protezione civile, degli amministratori pubblici e di tutte le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, i volontari... A tutti un grande ringraziamento. Togliamoci di mezzo noi. Hanno dato, e l’avete detto anche voi, una prova straordinaria di efficienza dal punto di vista dell’emergenza.

Io non potevo ancora uscire. Sono stato collegato con loro giorno e notte al telefono. Non era importante la mia presenza fisica, ma sono abituato a fare così, però. È giusto che noi siamo là dove altri più preparati di noi fanno gli interventi in quei casi. Ogni volta c’è un evento straordinario. Per questo chiedo scusa di aver interrotto Pelloni, che peraltro ha detto cose in gran parte condivisibili. Però non può essere che in questo Paese, lo dissi all’inizio della legislatura scorsa, un Paese che, in generale, il dopoguerra l’ha vissuto più intervenendo in emergenza che in prevenzione. Questo è vero, a partire dalla qualità dei nostri suoli. Se noi abbiamo immaginato una legge che tenderà al consumo zero di suolo è perché – l’ho sempre detto – abbiamo costruito troppo in Italia e in Emilia-Romagna. Dobbiamo ribaltare politiche che rivedano la montagna come un’opportunità e forse potrei dire, purtroppo, ma si vive la contemporaneità, a causa Covid, c’è una riscoperta, quel bando clamoroso con richieste per oltre 60 milioni di euro, quando noi pensavamo all’inizio che 10 fossero troppi all’anno, ci dimostra che c’è voglia, volontà, di tornare, speriamo, a vivere in montagna e non sia frutto di una stagione. Per quello dobbiamo cambiare i parametri, ad esempio, sanitari, della scuola, per cercare – e in questo la digitalizzazione ci darà una mano – di dare opportunità superiori in alcune zone del nostro territorio, vale per la montagna, ma non vorrei mai dimenticare le aree interne a partire ad esempio dal basso ferrarese, per il futuro.

Siamo in presenza di eventi… Nel settembre del 2015 volai a San Francisco dall’allora Governatore Brown, che poi diventò uno dei più forti anti trumpisti, quando Trump decise di non applicare fino in fondo la famosa Under 2 MOU che alla COP 21 di Parigi, due mesi dopo che io firmai, fummo noi in quel momento la cinquantesima Istituzione non nazionale che firmava questa carta, che poi, come tutte le cose scritte, vale niente se non ci sono i fatti. Tutti i grandi leader del mondo, se ricordate, lo scrissero tutti i giornali del mondo, finalmente la consapevolezza… Parliamo di leader di democrazie, regimi, destra, sinistra, sopra, sotto. Purtroppo si è fatto troppo poco rispetto a quelle aspettative: o c’è un’assunzione di responsabilità per la quale ci rendiamo conto, a partire da me, che abbiamo fatto troppo poco in questi anni sul tema della tutela… Diciamola così, non è solo un tema di ambiente, già quello sarebbe sufficiente: acqua più bevibile, aria più pulita da respirare, suoli più calpestabili, lotta al dissesto idrogeologico. Sarebbe già tanto. Noi abbiamo detto: “Vogliamo trasformarlo, addirittura”. Ecco il perché del Patto per il lavoro e per il clima. Si può essere d’accordo o no, però stiamo andando a firmare, io mi auguro con tutte le parti sociali, in più per la prima volta qualche sigla ambientalista, in ogni caso il maggior numero di sigle possibili, stiamo chiedendo al mondo delle imprese una svolta nel senso della sostenibilità, non solo alle associazioni ambientaliste, che sono quelle che la chiedono a noi, lo stiamo chiedendo al mondo produttivo per una svolta che guarda al 2030.

Guardate, sapete che presiedo questa associazione di Comuni e Regioni di 41 Paesi europei, quindi oltre l’Unione europea, lì non c’è colore politico, tutti quanti ogni volta rimettiamo in fila i 17 goals dell’Agenda 2030 dell’ONU (anche lì a volte si fa retorica) come elemento a cui tendere. Noi nel Patto per il lavoro e per il clima lo mettiamo al 2030 come obiettivo, saremo capaci? Boh! C’è un’assunzione di consapevolezza che o lo facciamo adesso o non lo faremo più, perché ci giochiamo il bene più prezioso che abbiamo che è il pianeta terra.

Lì dentro si inseriscono questi fenomeni che sono devastanti, non so se avete visto le immagini di quel piccolo Comune della Sardegna l’altro giorno, porca vacca, non solo ti arriva l’acqua, come drammaticamente accaduto a Nonantola e non deve accadere, perché quando gli argini si rompono non dovrebbe accadere, e siamo interessati, come ha detto Irene, come siete interessati giustamente voi alla Commissione per andare a capire quali sono le cause, sono naturali, sono per negligenza, per errore di qualcuno, di qualcosa? Noi lo vogliamo sapere e non faremo sconti a nessuno, e lo vogliamo sapere in fretta.

Non dovrebbe accadere, dopodiché però, quando nel piacentino (lo richiamava giustamente Tagliaferri) io l’ho vissuta andando lì sei mesi, ero da poco stato eletto, tutti i mesi con i Sindaci di tutti i Comuni, e anche lì non c’era colore politico, bravissimi, abbiamo lavorato insieme, è già stato fatto l’80 per cento dei lavori in tempi che non sono i soliti, quelli italiani, grazie anche a loro.

Lì è venuta giù una bomba d’acqua, che ci dicevano per quantità in quattro ore di quello che accade in sei mesi, e statisticamente (anche qui vado a memoria) mi sembra tra i 200 e i 400 anni. Un anno e mezzo dopo devo fare l’accordo con il presidente Toti perché c’era la siccità nello stesso territorio dove era venuta giù troppa acqua, l’anno dopo niente acqua, e con la diga del Brugneto, grazie all’accordo che abbiamo fatto noi prendendo un po’ di rifiuti, loro dandoci l’acqua, abbiamo non dico salvato, ma fatto un patto tra chi vive in quelle zone, soprattutto chi ci lavora, l’agricoltura in primo luogo. Guardate che è incredibile, e queste cose accadevano molto più di rado in passato, quindi dobbiamo fare di più.

Io dico questo intanto: a dirlo in questi casi si è sempre a somma meno, cioè si va a sottrazione, però lo dobbiamo dire, anche grazie ai lavori fatti in questi anni, se ne poteva fare di più, sì, c’è anche una burocrazia in questo Paese che... Questo ce lo diciamo sempre tutti e sappiamo che è un problema, ma grazie a lavori fatti per decine di milioni di euro spesi, anche di più, anzi spesi in realtà sono un’ottantina, quelli impegnati sono gli altri, per esempio i 40 milioni – correggimi se sbaglio, perché siete più preparati voi – della cassa del Tiepido, quella che è sulla località di Fossalta, in particolare di San Damaso, nel modenese, permette di poter intervenire su una situazione dove ci sono alcuni tra i maggiori ristoranti, dal punto di vista della qualità, anche… Poveretti, lì è andato sotto tutto, le cantine, cioè son danni drammatici.

Abbiamo deciso i 2 milioni di euro sapete perché? Perché io il 31 dicembre del 2016 o 2017, 2017 credo, ho passato l’ultimo dell’anno (era domenica) prima a Campogalliano, poi ha Colorno, poi a Reggio Emilia in provincia, laddove c’era stata la piena, in realtà, a Lentigione di Brescello. Lì per fortuna non era andato sotto l’intero paese, però ad esempio l’area industriale di Lentigione… Abbiamo detto: tolte le industrie, che hanno l’assicurazione, o comunque loro dissero (ricordo il buon Romano Amadei) “pensate più ai piccoli, noi ci pensiamo…”, chi ha un negozio, un piccolo bar tabaccheria, un ristorantino eccetera, porca vacca, ha perso tutto, proviamo a dargli qualcosa, se riusciamo, presto.

Lì ho visto che, burocrazia per burocrazia, siamo stati veloci. Ora mi son detto: proviamo a usare quello, prendiamo le attività più colpite per la propria attività (anche una famiglia è colpita) poi, come diceva Irene, velocemente abbiamo convocato i sindaci, proveremo a darci una mano per raccogliere il prima possibile le pratiche, trasferirle al Ministero, come si fa di prassi, e sperare che arrivino i soldi il prima possibile, perché bisogna – è stato detto giustamente – risarcire tutti. Poi risarcire e ristorare, come m’ha detto uno l’altro giorno, “son […]”, però correttamente è quello che diceva prima. Adesso abbiamo messo 2 milioni per cercare, a chi può ripartire il prima possibile, di ridare i soldi prima possibile. Poi arriverà tutto il resto e dobbiamo essere veloci. Questo è un compito nostro, in parte, e in parte dello Stato, al di là di chi governa, che faccia in modo di farli arrivare in fretta.

Un’ultima cosa. Il nodo idraulico di Modena è uno dei più rilevanti nella regione e ha bisogno di risorse, risorse, risorse. Noi adesso abbiamo presentato progetti per 115 milioni di euro; ho parlato con il ministro Costa, come veniva detto l’altra sera, e lo ringrazio anche per la tempestività con cui ha risposto. Personalmente, a nome della Conferenza delle Regioni, quando c’era il Governo Gialloverde chiamammo il ministro Costa in Conferenza e gli ponemmo questo tema, in particolare i presidenti delle Regioni più grandi (noi, Lombardia, Veneto, Toscana): “Ministro, perché non fate Governo, come con la scuola, fondi BEI”... Erano a disposizione, credo fossero, Davide, 800 milioni di euro, da utilizzare con una linea di credito da attivare con tassi diluiti molto nel tempo e molto bassi. Il Governo legittimamente disse di no. Anche questo Governo non ha preso in considerazione quella struttura.

Però il ministro Costa, lo devo riconoscere, dentro al tema del Recovery ha coinvolto le Regioni per chiedere i progetti. Se tanto mi dà tanto, spero riesca a vincere la partita non del Ministero, perché guai se i Ministeri, come ogni tanto sembra, vanno a rischiare di collimare perché uno vuole più dell’altro. Siccome uno dei filoni, dei pochi filoni che, secondo me, devono essere strategici è quello della sostenibilità... Anche perché, diciamolo, apriamo i cantieri che fanno lavorare le imprese, cioè diamo anche lavoro alle imprese. Spesso siamo a tagli di misura... Adesso non dico le casse, ma quelli della lotta al dissesto, le frane, le strade, che sono imprese del territorio che lavorano.

Dobbiamo batterci, sostenere chi chiede, anche nella compagine del Governo, ma non ho dubbi che su questo l’opposizione o gran parte di essa sia d’accordo... Mettere finalmente le risorse, io la dico così, non per i voti domattina, perché ci vorrà del tempo a farli, anche se il Next Generation EU vale sei anni ‒ come sapete ‒ di spesa. Però sei anni non sono sei mesi. Mi auguro che arrivino tante risorse su questo terreno, su questo filone. Noi ci impegneremo su questo.

Noi dobbiamo, noi, chi governa, mettere più soldi sulla manutenzione. Questo sì. Noi dobbiamo, adesso, fare un’operazione, un po’ per risorse che arriveranno per la legge di bilancio che lo Stato sta mettendo in campo, un po’ noi, di nostro, per provare a fare di più. Sono state fatte cose che hanno anche garantito che non succedessero più danni. Chi ha subìto danni deve sapere che troverà in noi coloro che vogliono che venga risarcito fino all’ultimo euro.

Ha fatto bene il consigliere Raineri a citare il tema dei territori. Ha citato Parma. Se era di Modena citava Modena. Giustamente, come ogni consigliere deve fare. Altri consiglieri hanno posto i temi delle loro località. A volte succedono cose. Ricordo quando a Cesena straripò il fiume o comunque gli arbusti crearono quel problema per cui arrivò una ditta tirò su in tempi record il legname anche lì si salvò gran parte dei rischi che accadevano, ma successe persino che a Forlì, a causa di Società Autostrade che non aveva chiuso un cantiere sull’autostrada, entrò dell’acqua e arrivò comunque nella località di Villafranca e quei 3.000 che abitavano lì, quel migliaio che abitavano lì, subirono la stessa cosa che è arrivata a Nonantola, probabilmente con meno acqua, ma non è che cambia il risultato. Spesso ci sono anche cose da attenzionare che non sempre hai nella tua potestà. Di certo noi dobbiamo, questo sì, ce lo prendiamo come impegno qui, dare una soluzione definitiva ai progetti che ci sono al nodo idraulico di Modena, come agli altri, perché poi c’è stato il tema con Claudia Muzic e Belinda Gottardi, dico loro e le loro Amministrazioni, le imprese, le case, Castel Maggiore, Funo di Argelato non è stata una roba banale, è stata più o meno come questa. Ne capitano spesso, dobbiamo fare in modo che ne capitino sempre meno. Serve che ci impegniamo di più, serve recuperare anche qualche ritardo sicuramente del passato, come sempre accade, ma io non sono abituato a guardare lì, perché è troppo facile per chi arriva. Intanto proviamo a far bene noi, e dobbiamo fare meglio, però l’impegno, credeteci, c’è. Tante cose si sono realizzate, tante altre le dovremo fare. Bisogna collaudarle la cassa. Quello è un problema, è un problema che riguarda noi. Eppure è stata usata, perché se non la usavamo, attenti, perché poi sono momenti questi dove chiunque diventa ingegnere idraulico, progettista, eccetera. È stata usata, però lì c’è un problema che ci/vi riguarda: dobbiamo riuscire queste cose a farle più in fretta. L’impegno c’è e ci sarà. Non sconta nulla alle cose che avete detto.

Ringrazio la maggioranza anche perché su questi temi ci sono sensibilità diverse, stiamo cercando di far diventare il tema climatico, come nel Patto scriveremo, sempre più adeguato. Teniamo insieme il lavoro, l’impresa, l’ambiente, il territorio proprio perché vogliamo ripartire prima e magari meglio degli altri. Va fatto in questo modo e, ripeto, dalle opposizioni, al di là che posso condividere una parola piuttosto che un’altra, credo comunque che sia arrivato un dibattito, una discussione che fa bene all’Assemblea legislativa e fa bene alla Giunta anche per poter dare risposte impegnative sempre di più per il futuro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, presidente.

Come dicevo prima, sono pervenute due risoluzioni: una a firma Zappaterra e Pigoni, sulla quale insiste un emendamento a firma Castaldini, e una risoluzione a firma Piccinini.

A questo punto apro per dichiarazione di voto sulle risoluzioni pervenute. Ricordo che ci sono cinque minuti a Gruppo.

Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie, presidente. Arriviamo ormai in chiusura di questa giornata, oltre che discussione, io ho ascoltato anche le repliche da parte del presidente e dell’assessore l’approccio, però c'è una questione che credo debba rimanere comunque di una certa attenzione.

Diceva bene il presidente, quando succedono queste cose tutti diventano ingegneri, esperti di animali fossori e via discorrendo, e questo non è un esercizio che io voglio fare perché non è il mio campo di competenza di sicuro, ma c’è un tema. Io prima non ho citato entità che credo siano incompetenti in materia, ma ho citato l'Autorità di Bacino del Po, che ha precisato quelli che sono gli interventi necessari per poter mettere in sicurezza non per TR50, dove già tremiamo, tra l’altro guardavo i dati è vero, piena straordinaria, ma c’è chi parla di TR20, comunque anche lì, è vero, sono tutti ingegneri, io personalmente non cito dati che non conosco e non sono nei rapporti ben precisi di persone competenti, però piena straordinaria sì, però ritorniamo al punto di stamattina, ha rotto l'argine, altrimenti probabilmente non sarebbe successo nulla.

Lì rimane il tema della problematica dell’argine, che andrà risolta e andrà spiegato cosa è successo e capito di chi siano le responsabilità, e ho apprezzato sicuramente l’intervento del presidente.

Sugli interventi strutturali fondamentali da porre in essere e sulle opere idrauliche perché ci teniamo a ribadirlo? Perché nel mandato precedente più e più volte siamo venuti qui a discutere di questo tema presentando la problematica, nel nostro stesso programma elettorale era inserito lo specifico del nodo idraulico modenese, tanto ci ha interessato nella legislatura precedente quanto in questa.

Oggi a me continuare a sentir dire piene importanti, piene straordinarie, ma il fatto che, come giustamente diceva il presidente, l'abbiamo detto tutti quanti stamattina ma l’ha ribadito anche lui, succedono ormai tutti gli anni, sono diventati fenomeni se non altro frequenti, dove c’è frequenza fa fatica ad esserci straordinarietà, perché altrimenti noi siamo sotto uno stato di emergenza tutti gli anni, perché dove non siamo sotto abbiamo l’acqua a livello degli argini e quindi siamo in una situazione di paura, siamo costretti a spostare le persone, perdono di valore gli immobili, le aziende delocalizzano perché il territorio non è più sicuro, è un problema, dobbiamo mettercelo in testa. Questo è il passaggio fondamentale, che secondo me – e lo devo dire – va in controtendenza rispetto alle strategie tenute in passato.

Quindi, se siamo arrivati a questa consapevolezza è sicuramente un passaggio importante, ma è da dire. Venendo alle risoluzioni… Adesso, chiaramente qui mi sia concessa una nota di colore sul metodo. Se noi stessi non abbiamo pensato di presentare una risoluzione è perché, tra l’altro, quasi andando ad annullare il valore della risoluzione PD, il presidente ha già annunciato tutte le iniziative che sono contenute nell’impegno.

Noi, avendo letto i giornali, ci siamo detti: è inutile che andiamo a ribadire qualcosa per cui, per quanto riguarda la gestione dell’emergenza, la Giunta si sta muovendo. Quindi, non avrebbe avuto senso. Questa rimane, come spesso accade in questi casi, la risoluzione di bandiera e, se fosse stata condivisa e voluta unitamente da parte dei Gruppi di maggioranza e della minoranza, sicuramente sarebbe arrivato un atto condiviso per chiudere la discussione della giornata di oggi. Così come è scritta, dove ci sono i soliti sbandieramenti e manca fondamentalmente la parte che dicevo poc’anzi, cioè il cambio di strategia, noi non possiamo votarla così.

Quindi, chiedo alla Presidenza di votare per parti separate la risoluzione, tutta la parte di premessa fino al “tutto ciò premesso, esprime” per noi sarà il voto contrario; sotto questa riga, quindi la seconda parte, un voto favorevole.

Sono a favore anche dell’emendamento della consigliera Castaldini, assolutamente, che va comunque a incidere sulla parte dispositiva, quindi di fatto trova il nostro voto favorevole. Comunque solleva il tema dell’università, che non è così scontato, perché è vero che sono consulenti, però a volte anche da come si legge sui giornali c’è un po’ di inascoltato evidentemente, anzi cito proprio il professor Landini, “la politica non ha ascoltato”, in un articolo dell’altro giorno. Visto che è stato citato (non mi son permesso di usare il suo nome fino adesso) lo cito anch’io.

Visto che c’è questo passaggio importante sul coinvolgimento dell’università, e forse è la cosa più interessante da votare aggiunta alla discussione di oggi, votiamo a favore anche della risoluzione della consigliera Piccinini.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie.

Mi è stato comunicato che verrà accettato il mio emendamento, ne sono molto felice. Credo che racconti, in realtà, la storia di questa risoluzione, che è arrivata inattesa. La decisione che accomuna noi dell’opposizione è quella di votare contro la prima parte, quindi fino a “impegna la Giunta”, semplicemente perché sono, credo, due modi di raccontare storie diverse. Credo che l’aula oggi l’abbia ampiamente dimostrato.

Però c’è una cosa che credo ci accomuni in questo momento: trovare un punto di intesa indispensabile per dire in questo momento a chi sta male, a chi è in difficoltà e, come avevo già detto all’inizio, durante il dibattito, chi si è trovato a sommare due situazioni disastrose, come quella del Covid e quella dell’alluvione, che possono trovare in questo intento comune la possibilità di ricominciare una vita e di avere speranza in un momento così impegnativo.

Ringrazio della possibilità di avere accettato questo emendamento, anche perché credo ci sia bisogno di soluzioni nel più breve tempo possibile.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Barcaiuolo, prego.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Intanto per dire che abbiamo comunque apprezzato larga parte dell’intervento del presidente della Giunta. È chiaro che ciò che ci divide oggi, fondamentalmente, è la prospettiva sul passato, nel senso che ciò che viene dichiarato pro futuro è evidentemente condivisibile, e da lì, ovviamente, mi unisco alla richiesta di votazione per parti della risoluzione a firma PD e Bonaccini presidente.

Ovviamente vogliamo votare a favore anche della solidarietà, quindi non solo il dispositivo, ma anche il penultimo capoverso, per intenderci, giusto per essere chiari. Le premesse, in cui pleonasticamente si elogia il lavoro fatto, è evidente che non possiamo condividerle, sennò non siederemmo da questa parte dell’aula.

Anch’io mi rammarico del fatto che evidentemente su una situazione di questo tipo ci sarebbe stato sicuramente il margine politico e tecnico per addivenire a una risoluzione unitaria. Ci auguriamo che il dispositivo, che poi è la parte vera, quella che impegna la Giunta, quella che, quindi, pone la costruzione del futuro, venendo condivisa possa trovare attuazione anche rispetto a quello che ha detto il presidente Bonaccini, rispetto ovviamente a un maggiore impegno di risorse proprie della Regione senza aspettare i trasferimenti sulla […], siamo convinti e siamo certi che fin dal prossimo bilancio che approveremo tra qualche settimana troveremo già riscontro di questo, perché sennò, evidentemente, oggi ci prendiamo in giro noi stessi cercando di andare in questa direzione.

È condivisibile altresì, ovviamente, l’emendamento del consigliere Castaldini rispetto alle tempistiche e al fondo cassa che la Regione può utilizzare per far sì che coloro i quali siano stati colpiti in modo preminente da questa calamità naturale possano quantomeno respirare il prima possibile. È altresì condivisibile la risoluzione presentata dal consigliere Piccinini, anche perché di questo le premesse sono abbastanza tecniche e non entrano neanche troppo nello specifico, quindi anche lì la scrittura della risoluzione è evidentemente una scrittura conciliativa, aperturista per trovare una condivisione più ampia possibile. Il dispositivo è altresì condivisibile perché riteniamo che le nostre eccellenze di ricerca e quindi le Università, che già sulle tematiche dello sviluppo delle piene hanno tanto lavorato e hanno ovviamente la capacità per poter approfondire al meglio, sono risorse che tutti noi dobbiamo cercare di utilizzare al meglio per far sì che la prevenzione o comunque anche lo studio di eventuali calamità possa essere affrontata al meglio.

Ribadisco che Fratelli d’Italia voterà contro le premesse, tranne l’ultima, del dispositivo della risoluzione firmata dal PD e dal Gruppo Bonaccini Presidente. Voterà a favore “da tutto ciò esprime” e l’impegno alla Giunta. Voterà a favore dell’emendamento Castaldini e a favore della risoluzione Piccinini.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Rispetto ai quesiti che ritenevo fondamentali le risposte dal mio punto di vista non sono state esaustive. Perché quei collaudi non sono ancora stati fatti? Non ho trovato nelle parole dell’assessore una risposta. Perché quelle paratoie non son state chiuse completamente? Anche qui ho trovato una risposta evasiva. Quindi, assessora, glielo dico adesso, tornerò a torchiarla anche in Commissione rispetto a questi due temi, anche perché noi siamo costantemente sollecitati dai cittadini che, giustamente, vogliono avere risposte e noi con loro per primi.

Per quanto riguarda le risoluzioni, quella che ho depositato naturalmente è anche intuitiva, se vogliamo, e richiede la collaborazione anche con l’Università per i motivi che già ci siamo detti.

Spiace ovviamente un po’ il metodo, per cui io avrei avuto piacere, oltre a fare gli approfondimenti in Commissione, anche di poter discutere con più calma le risoluzioni, oggi ne è stata presentata una dal Partito Democratico di cui io non condivido una parte delle premesse, quindi anche io chiedo il voto per parti separate, perché le premesse dal mio punto di vista in alcuni passaggi non sono condivisibili. Voterò invece a favore del dispositivo.

Altra cosa e concludo. Se ci fosse stato maggiore tempo, mi sarebbe anche piaciuto impegnare la Giunta a fare quel collaudo, anzi quei collaudi perché le casse di espansione sono due, una è stata utilizzata in parte, l’altra è rimasta, come dicevo, completamente asciutta, e allora bisogna che ci diamo anche dei termini temporali perché, se dal 2014 ancora non siamo riusciti a fare questo collaudo, bisogna prendersi un impegno serio e concreto in questo senso.

 

PRESIDENTE (Petitti): Non ho altri in dichiarazione di voto. Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Alcune considerazioni anche ovviamente annunciando il voto favorevole alle risoluzioni presentate, ma colgo l’occasione per fare alcune valutazioni anche in merito alle considerazioni che ha svolto il presidente. In particolar modo mi ha fatto piacere sentire e quindi riconoscere la consapevolezza che su questo ambito, su quello di più genericamente stiamo parlando, di cui abbiamo parlato oggi che possiamo mettere sotto il titolo, come dicevo prima, difesa del suolo e contrasto al dissesto idrogeologico, abbiamo sentito parole chiare anche da parte del presidente, il riconoscimento del fatto che su questo ambito è necessaria una svolta, nel senso che siamo consapevoli dei limiti delle azioni che ci sono state in questi anni.

Più in generale, credo che sulle politiche ambientali complessivamente intese rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi anni anche nella passata legislatura, cito un caso su tutti, anzi ne cito due per essere più chiaro rispetto a quello che intendiamo: la legge sul consumo di suolo, la legge urbanistica – ricorderete quel lungo dibattito, per chi c’era, che terminò, per quanto ci riguarda, con un voto contrario rispetto a quella legge – da un lato, e dall’altro il Piano dei trasporti, su cui pure noi non esprimemmo un voto favorevole. Cito questi due esempi, ma ne potrei ricordare altri su cui dovremo peraltro misurarci nei prossimi mesi, su cui l’Assemblea, quest’aula, le Commissioni si dovranno misurare nei prossimi mesi. Penso al Piano energetico regionale, penso al Piano dei rifiuti, penso al Piano sulla qualità dell’aria: tutti strumenti di programmazione che sono in scadenza che dovremo aggiornare, su cui dovremo intervenire e io dico anche sui quali dovremo cambiare, cambiare anche in modo significativo rispetto al percorso dal quale arriviamo.

Colgo questa occasione, l’occasione di oggi – in cui parliamo di un tema rispetto al quale quelli che sto citando sono preordinati, diciamo così – per indicare quella che secondo noi è una direzione che necessariamente dovrà far seguito alla sottoscrizione, che ci auguriamo più larga ed estesa possibile, del Patto per il lavoro e per il clima. Il nuovo Patto per il lavoro e per il clima, di cui in questi giorni si sta discutendo con le parti sociali e si dovrebbe arrivare, come sappiamo e come ci auguriamo, a conclusione con la sottoscrizione da parte dei soggetti delle parti sociali, rappresentanze datoriali, rappresentanze del mondo del lavoro, rappresentanze del mondo ambientalista, poi dovrà tradursi in atti ovviamente legislativi e di programmazione che sono quelli che competono alla nostra aula, alla nostra Assemblea, atti che citavo prima. Ecco, io credo che su questi elementi, su come approveremo e su quali indirizzi concreti si muoveranno i piani di programmazione che ricordavo prima, potremo giudicare, dovremo giudicare e saremo giudicati nell’azione di governo, nell’azione di questa maggioranza, per quanto riguarda ovviamente le politiche ambientali e quella che è la grande sfida che abbiamo di fronte, che è ovviamente il contrasto ai cambiamenti climatici, con le misure che conseguentemente dovremo assumere a tutti i livelli.

Ecco, ho voluto ricordarlo in questo passaggio perché oggi abbiamo discusso di una parte, che fa parte – scusate il gioco di parole – di un pezzo più significativo che sono appunto quelle che ho richiamato come le politiche per la difesa del suolo, per il contrasto al dissesto idrogeologico e per l’inversione di tendenza più generale sulle politiche ambientali, di cui questa Regione ha estremamente bisogno, così come peraltro il nostro Paese.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

È stata una discussione intensa, approfondita, che ha visto confrontare anche diverse sensibilità su quello che è stato fatto finora, lo diceva il collega Barcaiuolo prima, ma che credo si possa dire in quest’aula trovi un’importante condivisione sugli intenti, su quello che dovrà essere fatto per il futuro, a partire da quanto detto dall’assessore Priolo e anche dal presidente in conclusione.

Credo sia stata una giornata importante, nella quale abbiamo testimoniato la nostra solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite, la nostra vicinanza ai cittadini, alle imprese, agli agricoltori, così come a tutte le istituzioni che, insieme alla Protezione civile, sono in campo per dare risposte in questi giorni.

Viene fuori un elemento chiaro dal dibattito, e non solo oggi. Ne discutiamo da tempo. Ne discuteremo, spero, anche quando affronteremo la comunicazione sul Patto per il clima. Ne abbiamo parlato sul programma di mandato del presidente. La discussione che stiamo facendo oggi, non c’è dubbio, conferma che gli eventi climatici stanno mettendo duramente alla prova la nostra regione, l’Emilia-Romagna, e il nostro territorio. Ad ogni nuova emergenza, infatti, viene battuto il record precedentemente raggiunto di piogge e precipitazioni. Solo quest’ultimo evento, che ha riguardato il Panaro... No. Scusate. Si sono verificati dei fenomeni di piena che hanno interessato 21 corsi d’acqua.

Sono eventi che si stanno facendo sempre più intensi e sempre più violenti, che hanno bisogno di risposte straordinarie. Ce lo siamo detti oggi. Va ripensato il sistema idrogeologico in modo unitario, dalla montagna al delta del Po, sulla base degli andamenti e delle previsioni meteoclimatiche, anche per adeguarci e per adeguare gli interventi a condizioni che continuiamo a chiamare “straordinarie”, ma che ormai sono diventate quasi normali. Per permettere interventi programmati e soprattutto consequenziali abbiamo bisogno di un modello diverso a monte. Di questo dobbiamo farcene una ragione. Il cambiamento climatico e la transizione ecologica devono servirci ad affrontare anche queste tematiche.

Noi abbiamo presentato la risoluzione, come Partito Democratico, senza velleità di sbandieramento né di mettere bandierine né di intestarci meriti della discussione di oggi, ma nemmeno cambiando strategia semplicemente perché, dopo l’accurata discussione di oggi, ci pareva opportuno che un atto di indirizzo ne sancisse la chiusura.

Avremo modo di continuare questa discussione anche in III Commissione, perché ci eravamo già detti che la discussione della comunicazione di oggi non avrebbe esaurito nulla. Ne siamo tutti consapevoli. Quindi, continueremo la discussione in III. Potranno esserci ulteriori occasioni anche per condividere altri atti. Potranno esserci anche occasioni nella quali i colleghi che non condividono la premessa ci diranno quali sono le motivazioni, ma non voglio fare questa discussione. Oggi prendo la parte buona, che è l’impegno a votare favorevolmente al deliberato. Dico già alla presidente che siamo disponibili ad accettare la votazione per parti separate.

Ci pareva opportuno mettere per iscritto in un atto di indirizzo che non servono solo risarcimenti e messa in sicurezza dei territori. Ci pareva opportuno scrivere in un atto di indirizzo che l’esondazione del Panaro ci chiama ad un grandissimo investimento sulla sicurezza del territorio che deve aggiungersi alle risorse del Recovery fund per quasi 900 milioni di euro, dei quali 115 milioni del Next Generation EU sono destinati alla sicurezza proprio del nodo idraulico di Modena. Questo è il senso della risoluzione che abbiamo presentato ed è questo il senso per cui mi interessa l’approvazione dei colleghi almeno sul deliberato.

Anticipo che accoglieremo favorevolmente anche la proposta di emendamento della collega Castaldini con una doverosa precisazione. Siamo un ente che non ha problemi di cassa. La prossima settimana approveremo il bilancio. Conosciamo tutti bene la situazione, ma è necessario che per l’anticipo con le casse regionali ci sia la conferma dello stato di emergenza e delle risorse da parte del Governo. In quest’aula dobbiamo dircelo. Quando ci sarà la conferma e verranno accertate le risorse, a quel punto il bilancio regionale e l’ente potranno anticipare in termini di cassa. Lo dico perché è una precisazione doverosa, nel senso che, ovviamente, senza l’impegno del Governo non saremmo in grado di mettere tutta l’anticipazione a carico del bilancio, ma considerato che il presidente e la Giunta si sono attivati proprio per l’emergenza, credo ci siano le condizioni anche per prendere questo impegno verso i cittadini. L’auspicio è davvero che si proceda rapidamente all’approvazione della dichiarazione dello stato di emergenza, che si definiscono tempi e modalità certe per il risarcimento di tutti i danni subiti da famiglie, aziende e dal territorio tutto, in modo da poter far ripartire l’economia, che si sospendono in tempi ragionevoli e prevedibili le scadenze fiscali e contributive per i territori, per le famiglie e per le imprese danneggiati dall’alluvione, che si utilizzino tutti gli strumenti a disposizione per far fronte alla drammatica situazione delle imprese agricole alluvionate e si ricorra al Fondo di solidarietà europeo, che è uno strumento di solidarietà proprio per i territori colpiti da calamità.

Tutte queste cose abbiamo ritenuto di metterle nella risoluzione, perché credevamo fosse doveroso in chiusura della discussione di oggi, che è la chiusura della discussione di oggi, non la chiusura della discussione definitivamente, come ho detto prima. In Commissione continueremo a confrontarci, perché il problema non è concluso, ma almeno possiamo dar conto ai cittadini dell’importante giornata che oggi abbiamo trascorso qui.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente. Vorrei partire da un commento alle parole del presidente Bonaccini, che ha tracciato il cammino che abbiamo di fronte, dall’approvazione del Patto per il lavoro e il clima a un lavoro che deve mettere d’accordo le esigenze dell’ambiente con quelle dell’economia.

Devo dire che ho apprezzato anche il fatto che, in totale libertà e autocritica, abbia sostenuto che nel passato non si è fatto abbastanza e che quindi l’impegno doveva essere per il futuro a lavorare molto nel solco del contrasto ai cambiamenti climatici.

Ha ricordato che siamo una maggioranza con sensibilità diverse, ed è nel segno appunto di queste parole che io mi sono riconosciuta in questa maggioranza.

Per quanto riguarda la risoluzione che andrà ai voti ora, io voterò sicuramente il dispositivo che impegna la Giunta, perché riguarda impegni a sostegno delle famiglie e dei cittadini colpiti, ed è giusto quindi, come già avevo detto nel mio intervento, esprimere solidarietà ed essere al loro fianco.

Sulla parte che invece precede il dispositivo di impegno mi astengo, perché non ho riconosciuto gran parte dell’intervento che avevo fatto, non perché ci dovessero essere le mie parole, ma perché avrei voluto una sottolineatura maggiore di quello che deve essere il lavoro per contrastare il dissesto idrogeologico della nostra Regione.

Siamo di fronte al nono (forse anche di più), al nono anno di questo decennio in cui abbiamo un’alluvione.  Questo quindi dovrebbe essere un richiamo ad occuparsi non solo del tamponare l’emergenza, come giustamente fa il dispositivo, perché chiede gli aiuti – ripeto –alle famiglie, che sono incolpevoli di quello che stanno subendo, ma rispetto a quello che va fatto… E qui abbiamo una nuova assessora che non risponde di quello che è successo prima, ma che sicuramente ha l’energia per prendere seriamente a mano questa questione.

Io mi auguro si possa approfondire questa discussione, che già oggi comunque ha portato a un risultato per me insperato: sentire, da destra a sinistra al centro, ricordare che i cambiamenti climatici sono in atto, quindi nella programmazione che faremo – il nuovo Piano energia, il nuovo Piano rifiuti, il Piano dei trasporti – spero che questa consapevolezza trovi un rispecchio coerente nei target, negli obiettivi, nelle misure che metteremo in questi piani.

Spero che in particolar modo la questione del dissesto idrogeologico e della cura che dobbiamo portare alla casa comune, come dice la “Laudato si’”, e lo dico da non cattolica, sia al centro della discussione che faremo in Commissione III.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie. Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente. Mi spiace aver ascoltato alcuni colleghi e sentire che non sono d’accordo con le parti di premessa della risoluzione che abbiamo presentato, anche perché non c’è scritto che è andato tutto bene, che è stato fatto tutto in modo perfetto. Non è questo il senso di questa risoluzione, nemmeno nelle sue premesse, e non corrisponderebbe tra l’altro all’intervento che ho fatto prima, quando ho chiesto appunto che sia fatta la massima chiarezza su quanto avvenuto. Non c’è scritto questo, ma credo che sia fondamentale guardare al futuro e chiedere quei ristori, quegli aiuti per le famiglie, per le aziende. Quindi, mi dispiace che non venga approvata anche la parte di premessa.

Come diceva la consigliera Zappaterra, anche noi voteremo favorevolmente, come Lista Bonaccini, all’emendamento della consigliera Castaldini. Ci asterremo, invece, per quello che riguarda la risoluzione della consigliera Piccinini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie. Io non ho altri in dichiarazioni di voto. A questo punto passiamo alle votazioni.

Partiamo dalla votazione dell’emendamento, previo assenso della consigliera Zappaterra, perché l’emendamento insiste sulla risoluzione a firma Zappaterra e Pigoni.

Dichiaro aperta la votazione sull’emendamento a firma Castaldini.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 40

Favorevoli 40

 

È approvato.

 

Passiamo alla votazione della risoluzione 2160/1, a firma Zappaterra e Pigoni.

Dividiamo la risoluzione, come richiesto dalla minoranza, in due parti.

Votiamo la prima parte, quella che va da “premesso che” fino a “tutto ciò premesso esprime”, quindi i finanziamenti del Recovery fund. Prima parte.

Consigliere Liverani?

 

LIVERANI: Voto favorevole

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto. Voto favorevole al precedente emendamento.

Dichiaro, quindi, aperta la votazione sulla prima parte della risoluzione a firma Zappaterra.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 41

Favorevoli 24

Contrari 15

Astenuti 1

 

È approvata.

 

La prima parte della risoluzione è approvata.

Ora votiamo la seconda parte della risoluzione a firma Zappaterra e Pigoni.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 41

Favorevoli 40

 

È approvata.

 

La seconda parte della risoluzione è approvata.

Ora passiamo alla votazione della risoluzione 2160/2, a firma Piccinini.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 43

Favorevoli 38

Astenuti 3

Contrari 0

 

È approvata.

 

La risoluzione a firma Piccinini è approvata.

 

Sull’ordine dei lavori (rinvio in Commissione della Risoluzione oggetto 1994)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto abbiamo chiuso le votazioni in oggetto, passo la parola alla consigliera Pillati. Prego, consigliera.

 

PILLATI: Grazie, presidente, chiedo di intervenire sull’ordine dei lavori.

La risoluzione 1994, già iscritta ai lavori dell’Aula, chiedo che venga assegnata per la discussione alla Commissione V. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera. Chiedo se c’è un intervento a favore e uno contrario.

A questo punto mettiamo in votazione la richiesta della consigliera Pillati di spostare la risoluzione 1994 nella competente Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 30

Astenuti 9

Contrari 0

 

È approvata.

 

La risoluzione è stata rinviata in Commissione.

 

Inversione dell’ordine del giorno

 

PRESIDENTE (Petitti): È arrivata alla Presidenza una richiesta di inversione dell’ordine del giorno per trattare prioritariamente il progetto di legge d’iniziativa della Giunta, recante "Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e le misure di semplificazione", una richiesta a firma della consigliera Montalti. 

Chiedo se ci sono interventi, uno a favore e uno contrario. A questo punto, non ci sono interventi, mettiamo in votazione la richiesta di inversione dell’ordine del giorno.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 37

Astenuti 1

Contrari 0

 

È approvata.

 

La richiesta di inversione è stata approvata.

 

OGGETTO 1951

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. (8)

(Relazione della Commissione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con il progetto di legge recante: “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. Un testo che è stato licenziato dalla Commissione Politiche economiche nella seduta del primo dicembre 2020. È un progetto di legge composto da tre articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Matteo Daffadà, ha preannunciato di svolgere relazione orale. Il relatore di minoranza, consigliere Andrea Liverani, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Passo la parola al consigliere Daffadà. Prego, consigliere.

 

DAFFADÀ: Buonasera, presidente, buonasera, colleghe e colleghi.

Presento oggi all’aula la proposta di legge 1951 che riguarda “Ulteriori interventi urgenti per il settore agricolo e misure di semplificazione”. I princìpi che hanno ispirato questo lavoro recuperano e concretizzano il programma di mandato della Giunta regionale: favorire le azioni e gli investimenti volti alla sostenibilità ambientale. In particolare, la proposta di legge riguarda il comparto agricolo e zootecnico e le opere per la riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca. Per questo ringrazio le associazioni di categoria, che hanno seguito l’iter con interesse e ci hanno confortato con le loro osservazioni positive nel corso dell’udienza conoscitiva.

Il testo originario del progetto di legge, approvato con delibera di Giunta, non ha avuto modifiche essenziali nei lavori della Commissione referente. Approda in aula con un apporto emendativo della consigliera Silvia Zamboni, che ringrazio, che ha inserito una precisazione di dettaglio che ben si coniuga con gli intenti del progetto di legge.

Colgo l’occasione per ringraziare l’assessore all’agricoltura Mammi e i tecnici della Giunta, che ci hanno aiutato nell’iter del progetto di legge stesso. Ringrazio la presidente della Commissione, Manuela Rontini, per la conduzione dei lavori in Commissione, il relatore di minoranza, Andrea Liverani, con cui c’è stata piena collaborazione, e tutti i Gruppi consiliari, il mio Capogruppo del PD in Commissione, Palma Costi, e tutti i consiglieri che hanno seguito i lavori e hanno contribuito a licenziare in Commissione II il testo del PDL all’unanimità.

La sintonia e l’armonia che si sono create nei lavori testimonia una sensibilità collettiva verso i temi della sostenibilità ambientale e la consapevolezza dell’urgenza di una svolta non solo negli stili di vita, ma anche nel rapporto con la terra e il suo utilizzo.

La modifica al comma 2 dell’articolo 1 della legge regionale n. 5 del 31 luglio 2020, di cui ci occupiamo, costituisce un piccolo tassello della più ampia azione che mette al centro dell’agenda politica regionale la lotta al cambiamento climatico. Ciò dimostra che la dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale, riconoscendo responsabilità storiche del cambiamento climatico, assunta dalla Giunta regionale, non è un documento vuoto, ma un sincero e profondo sentire e stimolo ad agire. Le risorse previste saranno utilizzate per il finanziamento di investimenti nell’ambito della Misura 4 del Programma di sviluppo rurale 2014-2020. Si tratta di copertura di vasche e altri sistemi volti a ridurre le emissioni in atmosfera. L’operazione intende favorire l’applicazione delle tecniche più efficaci per il miglioramento ambientale in termini di inquinanti azotati, principalmente ossidi di azoto e ammoniaca, derivanti da allevamenti zootecnici esistenti.

I destinatari dell’intervento sono le piccole imprese agricole, in forma singola o in forma associata. La riduzione delle emissioni comporta l’individuazione e l’applicazione di specifiche soluzioni nel processo produttivo. Queste risorse, con la modifica dell’articolo, consentono lo scorrimento completo della graduatoria in essere, dando risposta alle restanti 47 aziende che erano rimaste in coda per un investimento complessivo di circa 12.700.000 euro, con 6 milioni di euro circa di contributi.

Gli interventi logicamente combinati, realizzati anche con il contributo di più imprese agricole a diverso indirizzo produttivo e con competenze e professionalità diverse, possono determinare esiti complessivamente positivi per la collettività e per la mitigazione del cambiamento climatico.

Con essi si dà inoltre attuazione agli impegni previsti dall’accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano.

L’intervento sulla sicurezza, che andiamo a sostituire con questa misura, anch’esso molto importante per difendere dai furti sempre più frequenti le colture e il patrimonio delle aziende agricole e che prevede i contributi per l’installazione di impianti ed altri sistemi di protezione, non è stato cancellato, ma solo rimandato di qualche mese, non appena sarà pronto il relativo bando e verrà finanziato con risorse del Programma di sviluppo rurale.

L’Assessorato all’agricoltura garantisce che saranno aumentate le risorse.

L’articolo 2 invece va nella direzione della semplificazione amministrativa nella quale crediamo e per la quale serve metterci mano tutti insieme, ognuno per le proprie competenze.

Si prevede la rinuncia al recupero di importi limitati nell’ambito delle misure del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 qualora gli indebiti siano inferiori a 100 euro, non computando gli interessi.

In base a questa nuova previsione si permette la cancellazione del credito quando i costi del recupero siano ritenuti maggiori dell’importo da recuperare.

L’articolo 3, infine, dispone l’entrata in vigore immediata della legge stante la necessità di applicare le disposizioni entro il 2020.

Questo Pdl va nel solco di quanto fatto in questi anni per sostenere il mondo agricolo, a maggior ragione oggi. La pandemia e gli avvertimenti che il nostro pianeta ci fornisce ci muovono a correre ai ripari. È già partita la grande sfida green che sta interessando il mondo in tutti i settori. Il sostegno previsto arriva nel biennio di attesa per i nuovi fondi comunitari. I 400 milioni che avremo a disposizione saranno utilizzati in interventi per incentivare il lavoro e la produzione agricola, perno fondamentale dell’economia emiliano-romagnola.

Il confronto di questi giorni, dall’udienza conoscitiva fino ad oggi, comprese le osservazioni pervenute, ci ha portato alla formulazione di ordini del giorno specifici per sciogliere i dubbi che si sono manifestati. Abbiamo vagliato i dilemmi con la Giunta regionale. Il confronto è stato costruttivo e continuo e c’è la piena disponibilità ad operare ponderando tutte le soluzioni possibili per fare chiarezza e superare le perplessità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Daffadà.

Ricordo che c’è un tempo per i relatori di venti minuti.

A questo punto, essendo le 17,20, dichiaro chiusa la seduta di oggi. Ci rivediamo domani alle 9,30 con le interpellanze e ovviamente continuiamo la discussione con il relatore di minoranza sul progetto di legge.

Buonasera a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 17,20.

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta il consigliere Massimo IOTTI e gli assessori Raffaele DONINI, Barbara LORI, Paola SALOMONI.

 

VOTAZIONI ELETTRONICHE

 

Oggetto 2181 (2160/1)

Risoluzione per esprimere solidarietà alle popolazioni del Modenese colpite dall’esondazione del fiume Panaro e per impegnare la Giunta a continuare il confronto con il Governo e il Parlamento affinché si proceda rapidamente all’approvazione della dichiarazione dello stato di emergenza. A firma delle Consigliere: Zappaterra, Pigoni

 

Votazione emendamento 1, a firma della consigliera Castaldini

 

Presenti: 42

 

Favorevoli: 41

Rainieri Fabio; Fabbri Marco; Pillati Marilena; Castaldini Valentina; Costi Palma; Felicori Mauro; Amico Federico Alessandro; Caliandro Stefano; Stragliati Valentina; Paruolo Giuseppe; Tagliaferri Giancarlo; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Soncini Ottavia; Maletti Francesca; Rossi Nadia; Costa Andrea; Bulbi Massimo; Bessi Gianni; Marchetti Francesca; Mori Roberta; Daffadà Matteo; Piccinini Silvia; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Pigoni Giulia; Tarasconi Katia; Rontini Manuela; Rancan Matteo; Lisei Marco; Bondavalli Stefania; Bergamini Fabio; Zamboni Silvia; Mumolo Antonio; Pelloni Simone; Taruffi Igor; Mastacchi Marco; Facci Michele; Zappaterra Marcella; Catellani Maura; Liverani Andrea;

 

Non votanti: 1

Petitti Emma

 

Assenti: 8

Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Marchetti Daniele; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Sabattini Luca.

 

Votazione risoluzione prima parte (2160/1)

 

Presenti: 41

 

Favorevoli: 24

Taruffi Igor; Bondavalli Stefania; Rontini Manuela; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Pillati Marilena; Bulbi Massimo; Montalti Lia; Mumolo Antonio; Costa Andrea; Caliandro Stefano; Felicori Mauro; Costi Palma; Mori Roberta; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Zappaterra Marcella; Pigoni Giulia; Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Paruolo Giuseppe; Rossi Nadia

 

Contrari: 15

Piccinini Silvia; Montevecchi Matteo; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Bergamini Fabio; Stragliati Valentina; Rancan Matteo; Tagliaferri Giancarlo; Lisei Marco; Facci Michele; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Mastacchi Marco

 

Astenuti: 1

Zamboni Silvia

 

Non votanti: 1

Petitti Emma

 

Assenti: 9

Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Occhi Emiliano; Pompignoli Massimiliano; Sabattini Luca.

 

Votazione risoluzione seconda parte (2160/1)

 

Presenti: 42

 

Favorevoli: 41

Montalti Lia; Bulbi Massimo; Montevecchi Matteo; Barcaiuolo Michele; Fabbri Marco; Bargi Stefano; Occhi Emiliano; Zappaterra Marcella; Costa Andrea; Amico Federico Alessandro; Pillati Marilena; Felicori Mauro; Paruolo Giuseppe; Rancan Matteo; Mori Roberta; Daffadà Matteo; Maletti Francesca; Lisei Marco; Stragliati Valentina; Zamboni Silvia; Pelloni Simone; Marchetti Francesca; Tagliaferri Giancarlo; Facci Michele; Castaldini Valentina; Caliandro Stefano; Tarasconi Katia; Mumolo Antonio; Piccinini Silvia; Taruffi Igor; Costi Palma; Soncini Ottavia; Mastacchi Marco; Rainieri Fabio; Catellani Maura; Bessi Gianni; Bergamini Fabio; Bondavalli Stefania; Pigoni Giulia; Rossi Nadia; Rontini Manuela

 

Non votanti: 1

Petitti Emma

 

Assenti: 8

Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Pompignoli Massimiliano; Sabattini Luca.

 

Oggetto 2182 (2160/2)

Risoluzione per impegnare la Giunta, vista l’esondazione del Panaro a Modena, a prendere in esame l’adozione di forme di collaborazione con le università della regione per l’utilizzo dei modelli relativi all’evoluzione spazio-temporale dell’onda di esondazione. A firma della Consigliera: Piccinini

 

Presenti: 43

 

Favorevoli: 39

Piccinini Silvia; Montalti Lia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Lisei Marco; Fabbri Marco; Rainieri Fabio; Costi Palma; Taruffi Igor; Bergamini Fabio; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Facci Michele; Zappaterra Marcella; Daffadà Matteo; Caliandro Stefano; Amico Federico Alessandro; Rossi Nadia; Rancan Matteo; Costa Andrea; Mumolo Antonio; Marchetti Francesca; Bargi Stefano; Pelloni Simone; Occhi Emiliano; Barcaiuolo Michele; Zamboni Silvia; Mastacchi Marco; Mori Roberta; Castaldini Valentina; Maletti Francesca; Paruolo Giuseppe; Catellani Maura; Bulbi Massimo; Montevecchi Matteo; Bessi Gianni; Sabattini Luca

 

Astenuti: 3

Bondavalli Stefania; Felicori Mauro; Pigoni Giulia

 

Non votanti: 1

Petitti Emma

 

Assenti: 7

Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Pompignoli Massimiliano

 

Votazione rinvio in commissione Risoluzione oggetto 1994

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 30

Mori Roberta; Barcaiuolo Michele; Montalti Lia; Bulbi Massimo; Lisei Marco; Piccinini Silvia; Costi Palma; Felicori Mauro; Stragliati Valentina; Tarasconi Katia; Daffadà Matteo; Zappaterra Marcella; Maletti Francesca; Costa Andrea; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Castaldini Valentina; Mumolo Antonio; Rossi Nadia; Taruffi Igor; Paruolo Giuseppe; Bondavalli Stefania; Fabbri Marco; Soncini Ottavia; Amico Federico Alessandro; Marchetti Francesca; Bessi Gianni; Caliandro Stefano; Pigoni Giulia; Zamboni Silvia

 

Astenuti: 9

Rainieri Fabio; Bergamini Fabio; Rancan Matteo; Occhi Emiliano; Facci Michele; Catellani Maura; Bargi Stefano; Pelloni Simone; Mastacchi Marco

 

Non votanti: 1

Petitti Emma

 

Assenti: 10

Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Pompignoli Massimiliano; Sabattini Luca; Tagliaferri Giancarlo

 

Votazione inversione dell’ordine del giorno

 

Presenti: 40

 

Favorevoli: 37

Montalti Lia; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Lisei Marco; Taruffi Igor; Mori Roberta; Rainieri Fabio; Fabbri Marco; Soncini Ottavia; Bondavalli Stefania; Amico Federico Alessandro; Pelloni Simone; Barcaiuolo Michele; Rontini Manuela; Bulbi Massimo; Marchetti Francesca; Castaldini Valentina; Felicori Mauro; Pigoni Giulia; Bessi Gianni; Pillati Marilena; Bergamini Fabio; Stragliati Valentina; Occhi Emiliano; Costi Palma; Daffadà Matteo; Tarasconi Katia; Facci Michele; Maletti Francesca; Zamboni Silvia; Mastacchi Marco; Mumolo Antonio; Rossi Nadia; Rancan Matteo; Bargi Stefano; Catellani Maura; Paruolo Giuseppe

 

Astenuti: 1

Piccinini Silvia

 

Non votanti: 2

Petitti Emma; Zappaterra Marcella

 

Assenti: 10

Bonaccini Stefano; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Pompignoli Massimiliano; Sabattini Luca; Tagliaferri Giancarlo

 

Emendamento

 

OGGETTO 2181

Risoluzione per esprimere solidarietà alle popolazioni del Modenese colpite dall’esondazione del fiume Panaro e per impegnare la Giunta a continuare il confronto con il Governo e il Parlamento affinché si proceda rapidamente all’approvazione della dichiarazione dello stato di emergenza. A firma delle Consigliere: Zappaterra, Pigoni

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Castaldini.

 

Nel deliberato si chiede di modificare il secondo comma, aggiungendo dopo le parole “finanziamento immediato” la frase “anche attraverso un anticipo di cassa da parte della Regione”.

(Approvato)

 

Oggetto 1473

Interpellanza circa la difesa dei prodotti DOP e IGP. A firma del Consigliere: Barcaiuolo

 

Risposta dell’assessore Alessio Mammi

 

“Con riferimento in particolare alla tutela delle Dop e Igp, la partecipazione della Regione Emilia-Romagna all’associazione Arepo, la rete delle Regioni Europee dei prodotti a denominazione di origine, permette di esercitare un’attività di informazione e pressione nei confronti delle istituzioni della UE cui compete legiferare in merito, tanto per la normativa generale, quanto per la stesura degli accordi bilaterali con specifici Stati o raggruppamenti di Stati. La suddetta associazione, peraltro, comprende tra i soci anche i principali consorzi di tutela europei.

Arepo, in occasione dell’assemblea generale del 2019, ha deliberato la richiesta delle seguenti misure di difesa nei confronti dei dazi statunitensi, elencati in un “position paper” poi inviato alla Commissione:

L’integrazione del fondo di riserva di crisi della PAC da utilizzare per sostenere i produttori colpiti;

Una quota di risorse destinate ai consorzi IG per la tutela giuridica nei paesi non coperti da accordi bilaterali;

L’assegnazione di punteggi di priorità per i progetti presentati ai sensi del Regolamento 1144/2014 dalle IG interessate dai dazi, al fine di realizzare azioni promozionali nei mercati ad essi soggetti.

Una comunicazione in merito è stata poi presentata al Gruppo di dialogo civile della Commissione europea nella seduta del 6 dicembre 2019.

La creazione di un gruppo particolarmente attivo, che riesca a portare gli interessi della maggior parte delle Dop e Igp registrate, rappresenta quindi uno strumento a nostro avviso importante, che si aggiunge all’attività dei consorzi di tutela riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.

Sono questi enti, infatti, che intervengono sui casi di evocazione delle Dop e Igp registrate, affinché sia garantita la protezione di cui all’articolo 13 del Reg. (UE) 1151/2012.

I consorzi di tutela, inoltre, hanno a disposizione uno strumento quale il piano di regolazione dell’offerta, che viene approvato dal Ministero e che serve proprio a fare fronte alle situazioni più critiche di variabilità dei prezzi. Nel caso del Parmigiano-Reggiano, a seguito della crisi dei prezzi intervenuta già prima della pandemia Covid-19, il Consorzio ha integrato la programmazione con l’acquisto di 320.000 forme da conservare nei magazzini e da reimmettere progressivamente sul mercato quando sarà possibile ottenere una remunerazione adeguata.

È chiaro che tali attività riguardano tutti i mercati, con particolare riferimento a quelli extracomunitari. Anche nel caso della Brexit, pertanto, l’attività della Regione non può che riguardare iniziative generali, in accordo con l’intero comparto delle Regioni italiane ed europee coinvolte nella promozione e nella valorizzazione delle produzioni di qualità.

Anche riguardo ai sistemi di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari, che tendono a semplificare l’informazione al consumatore con un chiaro pregiudizio della completezza, è evidente che un successo del contrasto a scelte penalizzanti delle nostre produzioni dovrà basarsi su un’attività collettiva che rappresenti il peso complessivo delle produzioni di qualità. A livello nazionale la critica del settore agricolo nei confronti del sistema Nutriscore appare diffusa ed è sostenuta anche dal Ministero alle Politiche Agricole Agoalimentari e Forestali, come testimoniato dalle numerose dichiarazioni in tal senso della Ministra Bellanova.

Come Regione Emilia-Romagna condividiamo pienamente questa posizione critica nei confronti del Nutriscore, mentre invece sosteniamo la Nutrinform Battery, lo standard di etichettatura nazionale promosso dallo stesso MIPAAF con un decreto inter-ministeriale di recente pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Questa forma di etichettatura che utilizza la raffigurazione di una batteria fornisce, infatti, una informazione chiara, completa e trasparente al consumatore, basata su evidenze scientifiche, che consente scelte d’acquisto consapevoli e informate.

In sede europea sono al momento in discussione diverse ipotesi e la Commissione europea presenterà una propria proposta entro il 2022; un sistema di informazione comune a livello europeo sulle caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari appare opportuno se viene inserito in un contesto in cui si considera e si valorizza, anche sul piano dell’educazione al consumo, il valore della dieta alimentare nel suo complesso e non il singolo prodotto. Tuttavia, non è stata ancora ufficializzata l’adozione di un metodo di valutazione ed etichettatura definitivo.

Come Regione continueremo in ogni caso ad impegnarci in tutte le sedi, europee e nazionali, affinché sia garantita la massima tutela ai nostri prodotti a denominazione di origine e di qualità e sia evitata l’adozione di forme di etichettatura che rischiano di penalizzarne l’immagine nei confronti del consumatore attraverso una comunicazione semplificata e fuorviante. In particolare ci impegneremo per contrastare le pratiche commerciali sleali e le contraffazioni e per promuovere i prodotti DOP e IGP con campagne adeguate chiedendo anche maggiore tracciabilità e chiarezza sulla provenienza dei prodotti.”

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini – Montalti

 

 

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