Espandi Indice

46.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 22 DICEMBRE 2020

 

(ANTIMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2118

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante “Ratifica della variazione di bilancio adottata dalla Giunta regionale in deroga all’art. 51 del D.lgs. n. 118/2011, ai sensi dell’art. 109, comma 2-bis, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27”. (10)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

FABBRI, relatore della Commissione

CATELLANI, relatrice di minoranza

RANCAN (Lega)

FABBRI (PD)

CATELLANI (Lega)

CALVANO, assessore

TAGLIAFERRI (FdI)

TARUFFI (ERCEP)

ZAMBONI (EV)

FABBRI (PD)

RANCAN (Lega)

 

OGGETTO 1954

Proposta d'iniziativa Giunta recante: “Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale 2021” (DEFR). (36)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordine del giorno 1954/1 – Presentazione e ritiro)

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

RONTINI, relatrice della Commissione

CATELLANI, relatrice di minoranza

BERGAMINI (Lega)

TAGLIAFERRI (FdI)

MONTEVECCHI (Lega)

DELMONTE (Lega)

FACCI (Lega)

RANCAN (Lega)

TARUFFI (ERCEP)

FACCI (Lega)

PELLONI (Lega)

POMPIGNOLI (Lega)

RONTINI (PD)

CATELLANI (Lega)

CALVANO, assessore

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetto 2118

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,55

 

PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno.

Dichiaro aperta la seduta antimeridiana, la seduta 46 del giorno 22 dicembre 2020.

Procediamo subito con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalLA Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

  1. AMICO Federico Alessandro
  2. BARCAIUOLO Michele
  3. BARGI Stefano
  4. BERGAMINI Fabio
  5. BESSI Gianni
  6. BONDAVALLI Stefania
  7. BULBI Massimo
  8. CALIANDRO Stefano
  9. CATELLANI Maura
  10. COSTA Andrea
  11. COSTI Palma
  12. DAFFADÀ Matteo
  13. FABBRI Marco
  14. GIBERTONI Giulia
  15. IOTTI Massimo
  16. MALETTI Francesca
  17. MARCHETTI Daniele
  18. MARCHETTI Francesca
  19. MASTACCHI Marco
  20. MONTALTI Lia
  21. MONTEVECCHI Matteo
  22. MORI Roberta
  23. MUMOLO Antonio
  24. OCCHI Emiliano
  25. PARUOLO Giuseppe
  26. PELLONI Simone
  27. PETITTI Emma
  28. PILLATI Marilena
  29. POMPIGNOLI Massimiliano
  30. RANCAN Matteo
  31. RONTINI Manuela
  32. ROSSI Nadia
  33. SABATTINI Luca
  34. SONCINI Ottavia
  35. STRAGLIATI Valentina
  36. TAGLIAFERRI Giancarlo
  37. TARASCONI Katia
  38. ZAMBONI Silvia
  39. ZAPPATERRA Marcella

 

Presidente (Petitti): 39 presenti.

 

OGGETTO 2118

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante “Ratifica della variazione di bilancio adottata dalla Giunta regionale in deroga all’art. 51 del D.lgs. n. 118/2011, ai sensi dell’art. 109, comma 2-bis, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27”. (10)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

 

Presidente (Petitti): Iniziamo i nostri lavori di oggi con la ratifica della variazione di bilancio. È un progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante la ratifica della variazione di bilancio adottata dalla Giunta regionale in deroga all’articolo 51 del decreto legislativo n. 118/2011, ai sensi dell’articolo 109, comma 2-bis, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27.

Il testo è stato licenziato dalla Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali nella seduta del 16 dicembre, un progetto di legge composto da tre articoli.

Il relatore della Commissione, consigliere Marco Fabbri, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

La relatrice di minoranza, consigliera Maura Catellani, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il parere del Collegio dei revisori dei conti è favorevole.

A questo punto procediamo con la discussione.

Passo la parola al relatore della Commissione, consigliere Marco Fabbri. Prego, consigliere.

 

FABBRI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Buongiorno. Buongiorno a tutti i colleghi e a tutte le colleghe. Un saluto all’assessore Calvano, con il quale ci siamo interfacciati in questi dieci giorni, e anche alla collega Maura Catellani, relatrice di minoranza, oltre naturalmente a tutti i capigruppo.

È un progetto di legge di iniziativa della Giunta piuttosto semplice nella sua articolazione, perché è composto solo di tre articoli, ma che comunque è ricco di significati, per due motivi. Il primo perché questo ricade tra i primi interventi che l’Unione europea ha portato avanti proprio nell’affrontare questa pandemia. Il secondo perché movimenta 250 milioni di fondi europei per affrontare questa terribile pandemia.

In un primo momento anche la stessa Unione europea è risultata impreparata, al pari di altri Stati, di fronte a quella che poi si è rivelata essere una pandemia, che inizialmente vedeva coinvolta la Cina, come sappiamo, e l’Italia come primo Paese interessato in maniera massiccia a livello europeo, per poi propagarsi come tutti sappiamo.

Ecco che, nonostante questa situazione iniziale in cui c’è stato anche a livello di Unione europea questa grande sorpresa, ci si è trovati un po’ smarriti dall’arrivo di questa pandemia, poi, a mio avviso, l’Unione europea si è mossa piuttosto bene riconoscendo una serie di sistemi, di aiuti di tipo solidaristico che poi sono sfociati in provvedimenti importanti come quello legato al Piano Next Generation EU, ma anche al Recovery Plan di cui tanto si sta parlando in questi giorni, ma ancor prima la stessa UE è intervenuta tra marzo e aprile con la modifica di tre regolamenti.

Devo dire che l’impegno dell’Unione, nonostante non avesse particolari competenze in campo sanitario, è stato molteplice, stringendo accordi per i vaccini, coordinando le chiusure delle frontiere, i lockdown, il commercio tra gli Stati e quindi l’impegno, l’interessamento, a mio avviso, è stato assolutamente importante.

Lo accennavo in partenza. Questa è una ratifica di una variazione che ha assunto la Giunta e che parte per l’appunto a livello centrale dalla modifica di questi tre regolamenti, due del 2013 e uno del 2014, che di fatto hanno introdotto, proprio per affrontare questa crisi sanitaria, maggiore flessibilità nell’attuazione, nell’utilizzo di beni, di fondi scusate e programmi di tipo europeo.

In particolare, sono state introdotte tre misure straordinarie. La prima: è stata consentita la possibilità di mobilitare questi fondi verso spese sanitarie utilizzando quindi una parte di quelle risorse inutilizzate. La seconda: è stato concesso, naturalmente in via eccezionale, legato al biennio 2020-2021, agli Stati naturalmente ai programmi legati alla politica di coesione di applicare un tasso di cofinanziamento del 100 per cento. Questo è importante perché naturalmente va in quella direzione. In ultimo è stato concesso di mobilitare questi fondi tra Fondo europeo di sviluppo regionale, quindi il FESR, tra Fondo sociale europeo quindi l’FSE, dal Fondo di coesione e in ultimo dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, il cosiddetto FEAMP.

A cascata, i legislatori nazionali nei rispettivi Stati hanno legiferato. Nel nostro caso, lo abbiamo fatto con il Decreto Rilancio, in particolare con gli articoli 241 e 242, che hanno per l’appunto introdotto questa possibilità, possibilità che la nostra Regione, e qui ringrazio l’assessore e tutta la Giunta, ha colto in maniera tempestiva, nonostante le procedure per mobilitare questi fondi siano, anche dal punto di vista tecnico, dispendiose. Il merito va anche agli uffici che sono riusciti a intervenire in maniera veloce, ma anche efficiente. Un’operazione, come ci ricordava in Commissione l’assessore, che vale quasi, a livello nazionale, 10 miliardi e che per la nostra Regione ha consentito di mobilitare 250 milioni. Questo perché, storicamente lo abbiamo visto anche nell’ultimo monitoraggio in cui è stata certificata e rendicontata la spesa legata ai fondi al 31.12.2019, la nostra è una Regione che storicamente ha una grossa capacità di spesa, di rendicontazione, tant’è che sul 2019 l’Emilia-Romagna è ampiamente al di sopra, ancora una volta, della media nazionale.

Così facendo, la Regione Emilia-Romagna ha aderito a questo accordo con il Ministro per il sud e la coesione territoriale, di fronte alla garanzia che questi 250 milioni venissero, naturalmente, in qualche modo utilizzati temporaneamente per la gestione dell’emergenza sanitaria, che a qualche settimana fa, ci ricordavano, è costata oltre 600 milioni di euro, ma al contempo avesse le garanzie, che poi sono state sottoscritte, rispetto alla compensazione ‒ la chiamo così ‒ di questi 250 milioni di euro con FSC. Così è avvenuto. FSC, che sono stati assegnati al nostro ente, o comunque è stata autorizzata la spesa, ammontano a 0,90 del ciclo 2000-2006, 0,90 milioni, e di nuova assegnazione FSC 2014-2020 249,10.

Questa operazione ha permesso di destinare subito 60 milioni dell’FSE e 190 del POR-FESR proprio per l’emergenza sanitaria. Lo hanno fatto anche altre Regioni, che hanno riprogrammato tali risorse.

Per quanto riguarda la nostra Regione, anche se il vincolo di destinazione è quello, è analogo anche in altre realtà, però noi abbiamo destinato all’emergenza, essenzialmente per quattro filoni, il primo l’acquisto di dispositivi, attrezzature e altre spese di tipo sanitario per far fronte all’emergenza, il secondo filone l’assunzione di personale sanitario, quindi del Servizio sanitario nazionale, il terzo filone, le spese sostenute per allestimenti di aree sanitarie temporanee, l’ultimo le spese per rafforzare la nostra rete dei presìdi territoriale e la nostra rete legata agli ospedali.

Fatta questa doverosa premessa, perché, ripeto, stiamo parlando comunque di 250 milioni, quindi di una somma importante, la Giunta ha sottoscritto questo accordo approvato anche da parte del CIPE, e in data 30 novembre ha adottato in via d’urgenza questa variazione di bilancio.

Lo ha fatto utilizzando uno strumento nuovo, sempre legato all’emergenza e contenuto in un decreto-legge poi convertito del 17 marzo 2020, che consente all’organo esecutivo di adottare in via d’urgenza, ovviamente in maniera motivata, e qui c’erano tutte le ragioni e le motivazioni per farlo, questa variazione di bilancio che poi doveva, e oggi siamo qui per questo, essere posta all’attenzione dell’Assemblea per la ratifica entro i successivi 90 giorni dall’adozione, e comunque entro il 31 dicembre. Un meccanismo che chi è stato amministratore di ente locale conosce bene, perché è standardizzato negli enti locali, che ha consentito di far fronte a queste spese. Ovviamente, quando parliamo di questa emergenza, parliamo di presìdi sanitari e quant’altro, capite bene come la l’urgenza e la necessità di dar corso velocemente a queste operazioni siano fondamentali, così come apprezzo il fatto che abbiamo ricorso a questa norma che ci permette, nonostante alcuni aspetti ancora legati ad altri trasferimenti statali, se sono ancora da chiarire in maniera piena, però ci consente anche di garantire quella salvaguardia degli equilibri che è fondamentale. È, quindi, un’operazione assolutamente virtuosa, per la quale ringrazio la Giunta ma, come ho detto anche prima, anche gli uffici perché si sono mossi davvero velocemente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

Ora passo la parola alla relatrice di minoranza, consigliera Catellani. Prego, consigliera.

 

CATELLANI, relatrice di minoranza: Grazie, presidente. Ringrazio il collega relatore di maggioranza Fabbri e ringrazio anche l’assessore Calvano.

Si tratta di una ratifica di variazioni di bilancio, come bene è stato illustrato dal collega poc’anzi. La sintesi dell’operazione si legge anche direttamente dal sito della Regione, dove si dice che la Regione Emilia-Romagna conferma la sua capacità di gestire i fondi europei anche in un momento di emergenza come quello causato dalla pandemia e, pur essendo in una fase molto avanzata nell’attuazione dei programmi operativi, la Regione è stata in grado di sfruttare al massimo la flessibilità eccezionale introdotta dalla Commissione europea nell’utilizzo dei fondi europei per far fronte a questa emergenza, secondo il concetto di una riprogrammazione. Quindi, è uno stralcio dai programmi per poter finanziare nuovi progetti a immediato sostegno delle Aziende sanitarie regionali, uno stralcio dai programmi.

Sul metodo nulla da dire, assolutamente, perché sono stati rispettati tutti i dogmi necessari e previsti. Anzi, ben venga il necessario sostegno al sistema sanitario. Il principio di flessibilità a cui la variazione di bilancio corrisponde consente di fronteggiare gli effetti straordinari e imprevedibili derivanti da variabili esogene attraverso questo tipo di operazione, anche chiaramente modificando quelli che possono essere valori a suo tempo definiti dagli Organi di governo.

È sul merito, però, che dissentiamo. Partiamo da una programmazione di spesa rispetto alla quale sopraggiunge, ovviamente, una variabile imprevedibile, che è appunto questo Covid, attenzione non prevista, ancorché prevedibile quantomeno nella seconda ondata, che ci ha colti impreparati sicuramente durante la prima ondata, ma non poteva coglierci impreparati nella seconda ondata.

Si è letto da diversi documenti che ci hanno consegnato anche soggetti interlocutori esterni alla Regione che, all’inizio dell’emergenza, la spesa era ancora perfettamente sotto controllo, ma che già i parametri davano un’emergenza rispetto a quelli che sarebbero stati costi che sarebbero evidentemente aumentati, l’aumento del numero del personale, la riqualificazione delle strutture sanitarie, l’aumento dei dispositivi medici. Quindi, un aumento di questi costi ci sarebbe sicuramente stato.

Anche oggi è stato detto dal collega che è una ratifica semplice, sono soltanto tre articoli. Il più interessante dei tre articoli è proprio il terzo che titola “clausola di invarianza finanziaria”, cioè dalla ratifica oggi al voto non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Da quali capitoli di spesa vengono trasferiti questi soldi per portarli al settore sanità? Quando siamo dinanzi ai numeri le scelte politiche non chiedono grosse interpretazioni, perché i numeri parlano già da soli. Siamo andati allora a verificare da dove questi 250 milioni destinati alla sanità sono stati sottratti.

Vi leggo l’elenco: programma 1, sport, meno 3 milioni; programma 1, sviluppo e valorizzazione del turismo, meno 69 milioni; programma industria, piccole e medie imprese e artigianato, meno 20 milioni; commercio, meno 2 milioni; ricerca e innovazione, meno 42 milioni; reti e altri servizi di pubblica utilità, meno 15 milioni; programma sostegno all’occupazione, meno 60 milioni; programma fonti energetiche, meno 36 milioni. Il totale fa 250 milioni.

Le conseguenze di queste scelte sono abbastanza immediate. C’è la preferenza ovviamente fatta alla sanità, e ci mancherebbe, ma a detrimento, ovviamente, di altri settori che sono fondamentali come ad esempio quello dell’impresa. Quando ho chiesto, e la risposta mi è stata data in Commissione, la derivazione di questi soldi, cioè come sarebbero stati in realtà compensati, la risposta mi è stata data soltanto per i 60 milioni. Mi è stato risposto che tutte le progettualità legate al Fondo sociale europeo, al FESR, i cui fondi sono stati orientati sulla sanità, saranno comunque finanziati con nuovi fondi FSE di pari importo. Nulla, ad esempio, mi è stato detto rispetto ai 190 milioni. Le scelte strategiche della politica possono essere talvolta incomprensibili, ma sui numeri la comprensione è immediata e i numeri non tornano ovviamente per le imprese, per lo sport, per la ricerca, per il sostegno all’occupazione, settori comunque strategici. Mi fa piacere il parallelo con le altre regioni, che sicuramente nel metodo hanno utilizzato la stessa struttura che ha utilizzato la Regione Emilia-Romagna, ma in realtà è il merito perché, ad esempio, possiamo prendere una Regione come il Veneto che ha fatto la stessa manovra, ma la destinazione delle somme è andata a coprire anche altri settori. Quindi, non ha tolto nulla, come il settore cultura, artistico, intrattenimento, divertimento, turismo, incentivo all’assunzione, sviluppo del lavoro agile in tutti i settori, sostegno alla famiglia. Quindi, ci chiediamo che cosa dobbiamo votare, nel senso che non è un voto contrario a prescindere semplicemente perché il bilancio è gestito da chi fa il bilancio. Non è un voto contrario perché siamo contrari al sostegno alla sanità giammai non venga detto, però è un voto contrario convinto per la modalità, per la scelta strategica, non soddisfacente e incoerente con tutte le belle parole che spesso vengono spese proprio a sostegno del mondo delle attività produttive, inconferenti con le esigenze improcrastinabili dei settori che avete privato delle necessarie risorse medio tempore.

Non è una mera ratifica di variazione di tre articoletti. È una vera scelta politico-strategica. Ci siamo anche domandati se ci poteva essere una modalità alternativa. A bilancio esistono circa 700 milioni di euro corrispondenti a debito autorizzato e non contratto, ma avete preferito fare uno stralcio soprattutto sul sistema delle attività produttive.

È chiaro che il nostro voto è contrario.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Catellani.

Apriamo, adesso, la discussione generale. Ricordo che ci sono venti minuti per ogni consigliere.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Intanto, mi permetto di ringraziare i due relatori di maggioranza e di opposizione, in particolare la relatrice Catellani e l’assessore Calvano, per quello che è stato il lavoro su questa variazione di bilancio.

Parto dal presupposto che, al di là della parte tecnica, che ‒ come diceva giustamente prima la relatrice ‒ è stata fatta in modo corretto, parto dal presupposto, dicevo, che ci siano da fare alcune considerazioni politiche.

Noi qui oggi vediamo una variazione di bilancio che ha spostato, che oggi noi rettifichiamo, che ha già spostato 250 milioni sulla sanità. E su questo nulla da eccepire. Attenzione. Io voglio che sia ben chiara questa posizione. Nessuno dice che non dovevano essere dati soldi alla sanità. Soprattutto in un momento come questo, di emergenza sanitaria mondiale, pensiamo che tutti gli investimenti che vengono fatti sulla sanità ‒ mi permetto anche di citare il fatto che secondo noi dovrebbe essere incrementata sempre di più quella sanità territoriale ‒ vanno bene. Quindi, siamo d’accordo che vengano fatti investimenti sulla sanità, ma non possiamo essere d’accordo a prescindere, soprattutto se andiamo a vedere da dove vengono quelle risorse e soprattutto se, secondo noi, ci potevano essere altri metodi per andare a finanziare proprio quegli investimenti sulla sanità che avete deciso di fare e di attuare.

Noi abbiamo quindi una necessità incombente, visti anche gli ultimi dati che poi vi citerò più avanti: andare a aiutare concretamente ma davvero, con politiche industriali e con politiche attive le nostre imprese che oltre al comparto sanitario, che è stato uno dei più richiesti in questa fase emergenziale, il secondo ambito, che è quello economico, è quello che è stato più danneggiato dall’epidemia Covid-19. Questo tutti lo sappiamo, e l’abbiamo sentito dire sempre da tutti, compresi anche dei consiglieri che nell’ultima aula facevano finta e hanno fatto delle sceneggiate. Mi riferisco in particolare alla consigliera Palma Costi, che ha continuato a dire che c’è chi continua a speculare sul fatto che la Regione Emilia-Romagna non investe sulle imprese.

Vediamo i numeri. Questi 250 milioni vengono tolti da sport e tempo libero per quasi 4 milioni; per 70 milioni allo sviluppo e la valorizzazione del turismo. Noi sappiamo bene che più esponenti di questa opposizione e di quella maggioranza hanno detto che il turismo è stato uno dei settori più colpiti da questa emergenza, ma lo vediamo. Lo vediamo perché tutti gli attori del settore sappiamo bene in che crisi sono. Se andiamo a vedere, oltretutto, quelli che sono i dati della CNA che sono stati presentati la settimana scorsa in un convegno chiamato […], che so bene, per esempio, che l’assessore Colla conosce in modo puntuale perché era presente a quel convegno, il settore dell’alloggio e della ristorazione ha perso il 54 per cento nel secondo trimestre. Ricordo anche che mancano i trimestri successivi, soprattutto l’ultimo, dove c’è stato un crollo disumano – permettetemi di dire queste parole. Quindi, togliere 70 milioni dal turismo è una cosa assurda. Abbiamo tolto 20 milioni per le piccole e medie imprese e per l’artigianato; abbiamo tolto 2 milioni al commercio; abbiamo tolto 42 milioni per ricerca e innovazione; abbiamo tolto 15 milioni alla pubblica utilità; abbiamo tolto 60 milioni all’occupazione, che poi ci dicono verranno rifinanziati con 60 milioni dal Fondo europeo; e abbiamo tolto 36 milioni dalle fonti energetiche.

Ora, per quanto riguarda i 60 milioni, è stato l’unico ambito in cui ci sia stata data una risposta. Non ci è stata data una risposta su altre questioni che avevamo chiesto anche al relatore, non ci è stata fornita un’ipotesi concreta sul rimpinguo di queste risorse, quando, secondo noi, ci potevano essere metodi diversi per andare a finanziare quei 250 milioni, anche, come diceva prima la relatrice Catellani, guardando la possibilità di utilizzare – sappiamo bene come funzionano – anche i 702 milioni di debito autorizzato e non contratto. Ma soprattutto ci sono quelle leggi che, ad oggi, sono ancora finanziate per svariati milioni di euro, penso per esempio alla legge sul Novecento, penso per esempio alle relazioni internazionali, che magari in questo momento potevano non essere considerate primarie, che magari in questo momento potevano essere considerate secondarie rispetto al finanziamento delle imprese e del nostro mondo produttivo.

Abbiamo, comunque, anche qualche numero, qualche numero perché, sempre citando i dati di CNA, quindi non della Lega ma i dati di CNA, oltre al settore di alloggio e ristorazione, che ho citato prima, che ha perso il 54 per cento, parlo anche del trasporto, che ha perso – parlo solo del secondo trimestre – il 23 per cento, la manifattura ha perso il 33,3 per cento e il tessile e l’abbigliamento, che è stato uno dei settori più penalizzati, quindi parliamo di artigianato, dove sono stati tolti 20 milioni, il tessile e l’artigianato perde il 42 per cento nel secondo trimestre.

Quindi, io mi chiedo: era necessario andare a togliere proprio quei soldi dalle imprese? Era necessario, seppur – ribadisco la premessa che ho fatto nel mio intervento – è corretto andare a finanziare la sanità, andare a togliere i fondi alle nostre imprese, a togliere i fondi ai nostri commercianti, a togliere i fondi ai nostri artigiani, che abbiamo ben presente quello che stanno passando? Forse non tutti hanno ben presente quello che stanno passando.

Permettetemi una piccola digressione politica. Quando sento una consigliera regionale del Partito Democratico che mi viene a fare la morale dicendo che la Lega e il centrodestra fanno demagogia sull’aiuto alle imprese, quando l’unico partito, sembra, che aiuta le imprese è il Partito Democratico, mi permetta la consigliera, la cito ancora, Palma Costi, perché bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, quindi ognuno si assume la responsabilità delle parole che dice in quest’aula, bisogna dare per scontato che tutti dobbiamo lavorare nella stessa direzione. Ma io non mi faccio fare la morale quando mi sento dire delle cose del genere, se poi alle parole non seguono i fatti. È questo il grosso problema.

Io annuncio, quindi, il voto contrario – anche se poi vedrò se intervenire anche in dichiarazione di voto, ma lo faccio già con anticipo – del Gruppo della Lega a questa variazione di bilancio. Voglio ribadire per la terza volta, perché non sia mai che nel dibattito politico qualcuno voglia strumentalizzare le mie parole, che noi siamo a favore degli investimenti sulla sanità, siamo contrari (ed è per questo che voteremo contro) a dove e come sono stati reperiti questi fondi.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere. Ci sono altri in discussione generale? Qualcuno che è collegato da remoto? C’è qualcuno? Non ho nessuno in discussione generale.

A questo punto passo la parola, per la replica, al relatore Fabbri. Prego, consigliere.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Molto velocemente per fare una precisazione doverosa, perché nel momento in cui si analizza solo la prima delibera di Giunta regionale, quella del 30.11, per poi non prendere atto dei contenuti della delibera successiva, cioè del 2.11, che è quella in cui queste risorse legate agli FSC vengono introitate… Questa Regione si è mossa soltanto a fronte della certezza di avere quelle risorse nuovamente riconosciute, e così è stato, nel senso che il CIPE, come ricordavo nell’intervento di apertura, ha destinato, ha riprogrammato fondi di pari importo di cui una parte sulla programmazione 2000-2006 e una parte sulla programmazione 2014-2020, che è quella più significativa, perché sono oltre 240 milioni di euro, 249 milioni di euro, senza ricordare questo passaggio, poi alcune affermazioni tipo “sono stati tolti soldi al turismo e alle imprese” hanno tutt’altro significato. È stata fatta una momentanea riprogrammazione per far fronte a quelle che sono le esigenze legate alla emergenza sanitaria. Gli impegni che sono stati assunti, programmati all’interno dei vari filoni legati al turismo, legati all’artigianato, saranno e sono assicurati da questi nuovi trasferimenti che sono già stati introitati con la delibera del 2.11 e che vedranno la prosecuzione non soltanto di quegli interventi, ma anche, perché no, alla definizione di nuove necessità legate a questa terribile pandemia. Affermare che sono stati tagliati fondi non corrisponde a quanto poi è stato deliberato. 

Infine, rispetto alla possibilità di accedere a documenti e quant’altro, entrambi i relatori hanno possibilità di farlo, è nelle loro prerogative. Per me questa è la prima esperienza da relatore. Ciò non toglie che, per qualunque dato, gli assessori e gli uffici sono a disposizione. La mia disponibilità è stata ampia, però, ovviamente, è nelle facoltà e nelle prerogative dei relatori, sia di maggioranza che di minoranza, accedere a queste informazioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, presidente.

Anche io una brevissima replica. Ringrazio il collega Fabbri, perché mi permette di ritornare proprio sul tema delle destinazioni di questi fondi. L’utilizzo del “sono e saranno” ci dà già la percezione del fatto che ancora non ci sono, quindi che questa destinazione alla sanità ha veramente tolto. Il “saranno” ci porta a un tempo che non è presente, ma che è futuro.

Per quanto riguarda, invece, la risposta non arrivata, non arrivata quando l’ho chiesta, e cordialmente mi è stato risposto... Devo dire che il collega Fabbri è stato molto gentile. Non mi è stata data risposta alcuna sugli altri 190 in Commissione. Secondo me, era dirimente anche questa risposta, che non è arrivata allora e, per esempio, dal collega Fabbri non arriva neanche oggi. Mentre sui 60 milioni la risposta c’è stata, anche questa spalmata nel futuro, sui 190, che peraltro sono la somma più cospicua, allora non è stata data risposta e oggi, quantomeno fino ad ora, non mi è stata data risposta. La prossima volta mi farò io parte diligente nei confronti degli uffici per trovare questo riscontro che, mio malgrado, forse con atto di buonafede, ho pensato che non ci fosse. Se rivolgo una domanda complessiva, la risposta di solito, soprattutto sui numeri, è complessiva.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Ora passo la parola alla Giunta, all’assessore Calvano. Prego, assessore.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

Quello che stiamo andando ad approvare oggi, che è, dal punto di vista tecnico, la ratifica di una variazione straordinaria di Giunta, quindi un atto che può apparire quasi di carattere amministrativo, in realtà è un atto di rilevanza notevole. Lo diceva molto bene il relatore Fabbri. È un atto che testimonia quanto l’Unione europea si sia fatta carico del fatto che il proprio atteggiamento in funzione della pandemia doveva essere un atteggiamento che si mettesse nelle condizioni di aiutare gli Stati.

Lo dico perché spesso si parla del recovery plan, giustamente, come segnale di un cambio di atteggiamento della politica europea e dell’Unione europea. Ma prima del recovery plan sono successe le cose che il relatore raccontava, cioè una modifica dei regolamenti europei che ha consentito agli Stati e alle Regioni una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi europei. Una flessibilità indispensabile per poter gestire una fase emergenziale in cui l’impiego delle risorse è un impiego spesso di carattere straordinario.

Quelle modifiche regolamentari sono state seguite poi da una norma all’interno di un decreto nazionale che ha dato l’opportunità alle Regioni e anche ai Ministeri di riprogrammare le risorse europee a disposizione.

Noi abbiamo deciso di cogliere quell’opportunità. Perché abbiamo deciso di coglierla? Perché ci consentiva di mettere a disposizione dei cittadini emiliano-romagnoli fondi straordinari per quella che è l’emergenza più sentita dagli emiliano-romagnoli, dagli italiani, dagli europei, dalla popolazione mondiale tutta, in presenza del Covid, cioè il sostegno straordinario alla spesa sanitaria.

L’avremmo fatta, questa operazione, se avesse determinato lo spostamento di 250 milioni da un capitolo all’altro, lasciando sguarnito il capitolo di provenienza? No, non l’avremmo fatto. L’abbiamo fatto solo nel momento in cui riprogrammando i 250 milioni, 190 di FESR, 60 di FSE sulla spesa sanitaria, l’abbiamo fatto solo nel momento in cui abbiamo avuto la certezza che quei fondi finanziati da FESR e FSE avessero una fonte di finanziamento alternativa, che in accordo con il Governo abbiamo individuato in FSC di nuovo conio, che ci consentiranno di continuare a dare risposte a quelle imprese e a quei lavoratori che erano finanziati attraverso i fondi FESR e FSE. Questa è la ratio, e lo dico anche alla relatrice di minoranza, che ringrazio per aver sollevato la questione, che mi ha consentito ulteriormente di specificare la cosa, perché questa operazione abbiamo deciso di farla perché era un’operazione che ha consentito agli emiliano-romagnoli di avere qualcosa in più, e non qualcosa in più generico, ma qualcosa in più in termini di spesa sanitaria e di interventi straordinari ed emergenziali di carattere sanitario, oggi più che mai – lo sappiamo tutti, credo – indispensabili.

Su questa spesa sanitaria è stato il Governo stesso a dirci “avete questa opportunità, vi chiediamo di sfruttarla”, perché questo ha aiutato anche i conti del Governo nazionale. Ringrazio per averci dato questa opportunità dopo il cambio dei regolamenti europei. Però, al Governo è evidente che noi abbiamo sottolineato che ci sono accordi tra il Governo centrale e le Regioni sul fatto che una parte importante di quella spesa emergenziale, soprattutto quella avvenuta nella prima fase Covid, avesse un rimborso straordinario anche da parte del Governo. E noi rimaniamo fermi su quegli accordi, perché riteniamo che l’Emilia-Romagna, ma questo vale anche per tutte le Regioni che hanno fatto le cose come si deve, quegli accordi li abbia rispettati e che le modalità di rendicontazione siano state altrettanto rispettose di quegli accordi.

A dimostrazione del fatto che abbiamo fatto le cose perbene, c’è proprio il fatto che l’Unione europea e il Ministero hanno dato il loro assenso alla riprogrammazione dei fondi in chiave sanitaria e anche all’imputazione delle spese che abbiamo messo sulle spese riprogrammate, imputazioni che hanno a che fare con la spesa sanitaria a 360 gradi, collegata al Covid ovviamente, quindi personale, quindi infrastrutture, quindi tecnologie, quindi materiale di consumo, il cui utilizzo è stato indispensabile, e purtroppo lo è ancora, per affrontare l’emergenza. Questo atto, questa scelta di riprogrammazione, il modo in cui l’abbiamo fatta è l’ulteriore dimostrazione della capacità della Regione Emilia-Romagna di saper cogliere le opportunità che fornisce l’Unione europea; un’opportunità che abbiamo saputo cogliere perché ci sono in questa Regione competenze che ce lo hanno consentito, perché c’è stata la capacità tra noi assessori e tra Direzioni diverse di interagire, perché le Direzioni e gli Assessorati coinvolti sono stati diversi, a partire dal coinvolgimento della collega Schlein relativamente alle politiche europee, al coinvolgimento del sottoscritto rispetto alle politiche di bilancio che devono ovviamente intrecciarsi e che si sono intrecciate anche grazie a un lavoro, ripeto, interassessorile e interdirezionale; un lavoro enorme nella fase di predisposizione; un lavoro enorme nella fase di definizione complessiva di tutto. C’è un lavoro oscuro che a volte viene fatto negli uffici, oscuro non perché segreto, oscuro perché nessuno si ricorda mai di ringraziare. E invece c’è stato un lavoro enorme, enorme, da parte di tante persone che lavorano in questo ente con abnegazione e con l’obiettivo di raggiungere il risultato. Non mi stancherò mai di dirlo, di ringraziare queste persone, perché se l’Emilia-Romagna è riuscita a fare questa operazione lo ha fatto grazie anche alla loro competenza e alla loro abnegazione.

La scelta fatta sta dentro il quadro di quanto la Regione Emilia-Romagna abbia voluto investire sull’Europa, sulla tutela della spesa, sull’attenzione alla spesa sanitaria e sulle politiche di protezione dal Covid dei propri cittadini.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Calvano.

A questo punto passiamo all’esame dell’articolato.

Ci sono tre articoli. Quindi, per ogni articolo potete intervenire con dibattito o con dichiarazioni di voto.

Articolo 1.

Discussione generale.

Dichiarazioni di voto.

A questo punto, metto in votazione l’articolo 1.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 22

Contrari 13

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 2.

Un attimo. Consigliere Tagliaferri e consigliere Taruffi.

Prego, consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Il mio voto è contrario.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Io, invece, volevo aggiungere il mio voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Anche la consigliera Marchetti e la consigliera Rossi. Perfetto.

Ora passiamo all’articolo 2.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Controlliamo se c’è qualcuno. Io non ho nessuno.

A questo punto, metto in votazione l’articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 21

Contrari 14

Astenuti 1

 

È approvato.

 

L’articolo 2 è approvato.

Consigliera Rossi, aggiungiamo un voto favorevole.

Articolo 3.

Passiamo all’articolo 3. Dibattito generale. Dichiarazioni di voto. Non c’è nessuno neanche sull’articolo 3.

A questo punto, metto in votazione l’articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione. Dichiaro chiusa la votazione.

 

Favorevoli 23

Contrari 17

Astenuti 1

 

È approvato.

 

L’articolo 3 è approvato.

Ora passiamo alla dichiarazione di voto sull’intero progetto di legge, ricordo cinque minuti per ogni Gruppo.

Qualcuno vuole intervenire? Consigliere Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Intervengo velocissimamente solo per esprimere il nostro voto favorevole. Mi sono riconosciuta nelle parole sia del relatore di maggioranza che dell’assessore al bilancio. Ovviamente, va dato un ristoro alla sanità. Teniamo presente che al momento solo a Bologna il contrasto all’emergenza Covid tra spese in personale straordinario, in materiali e in mancati introiti – voi sapete che c’è il cosiddetto “turismo sanitario” che riguarda le strutture di eccellenza della nostra Regione – quindi tra mancati introiti e spese in aumento c’è solo a Bologna un buco da 127 milioni. Per il fatto, poi, che l’emergenza stia continuando, l’emergenza Covid sta continuando, siamo di fronte addirittura al pericolo di una variazione del virus, come è già stato intercettato in Inghilterra, quindi le risorse alla sanità sono destinate ad aumentare. Questo provvedimento quindi va incontro a questo problema e non sottrae definitivamente risorse, che io riconosco con il consigliere Rancan assolutamente devono essere destinate anche al sostegno delle attività economiche della nostra Regione, in particolar modo proprio del turismo, oltre che di altre attività economiche, artigianali, partite IVA. Quindi c’è una sofferenza del nostro sistema economico che va presa in considerazione, ma con questo provvedimento, in realtà, si rimanda ad altri fondi la copertura di quelle esigenze. Per cui il supporto al sistema economico non viene meno, viene indirizzato ad altri capitoli di spesa della Regione.

Per questo Europa Verde voterà a favore di questo provvedimento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie. Consigliere Fabbri, prego.

 

FABBRI: Molto velocemente, per confermare come questa, come Gruppo del Partito Democratico, la riteniamo un’opportunità che andava assolutamente colta, per la quale ringraziamo il lavoro delle direzioni, degli Assessorati che in così poco tempo sono riusciti a raccordarsi e a riprogrammare queste risorse. Possibilità a cui noi abbiamo aderito con 250 milioni di euro, proprio per la nostra capacità importante di spesa e di rendicontazione, ma che altre Regioni hanno deciso di riprogrammare: Toscana con 250 milioni, Lombardia con 345, Piemonte con 247, Veneto con altri 247, Lazio 585. Quindi, sono tante le Regioni che hanno riconosciuto la bontà di questa misura fortemente voluta dall’Unione europea e recepita poi anche dal Governo.

Non ci sarà meno attenzione nei confronti delle imprese perché, come è stato chiarito, queste sono tutte risorse che verranno riprogrammate.

Alla luce di quanto detto, quindi, il voto del Partito Democratico sarà favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazione di voto? Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Molto brevemente e molto schematicamente, perché le considerazioni le ho fatte già in fase di discussione generale. Annunciando il voto contrario del Gruppo della Lega a questa variazione di bilancio, per le premesse già esposte, vorrei fare una piccola digressione soprattutto per quanto concerne la scelta politica che è stata fatta con questa variazione di bilancio. Abbiamo visto come sono stati tolti i fondi alle imprese per giustamente ‒ ripeto, giustamente ‒ finanziare il comparto della sanità. Soprattutto possiamo notare una diversità di vedute per quanto riguarda il finanziamento alle imprese da parte di Amministrazioni regionali limitrofe. Se guardiamo la nostra Amministrazione, che ha tolto una buona parte, se non tutti, di questi 250 milioni alle imprese solamente perché ci sono 60 milioni, che verranno poi rimpinguati, se guardiamo la variazione di bilancio che è stata fatta dalla vicina Regione Veneto vediamo che quei fondi sono stati destinati sia alla sanità sia ai settori maggiormente colpiti dalla crisi. Mi riferisco ai 75 milioni di euro, nel dettaglio, relativamente alla sanità e ai 70 milioni di euro relativi allo stanziamento per le attività economiche. Quei fondi sono stati distribuiti in modo diverso, cercando di andare a equilibrare una situazione che vedesse sicuramente un impegno sanitario, ma anche un impegno per le piccole e medie imprese.

Oltretutto, specifico che, sempre partendo dall’atto politico, questo atto, che quindi vede da una parte la parte sanitaria finanziata e dall’altra parte anche le piccole e medie imprese finanziate, ha avuto il voto favorevole anche del Partito Democratico. Lo voglio specificare perché penso che sia una considerazione politica importante.

Con questo ribadisco il voto contrario del Gruppo della Lega.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altre dichiarazioni di voto? Io non ho altre dichiarazioni di voto.

A questo punto, metto in votazione l’intero progetto di legge.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 44

Favorevoli 25

Contrari 18

Astenuti 1

 

È approvato.

 

Il progetto di legge è approvato.

 

OGGETTO 1954

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale 2021” (DEFR). (36)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordine del giorno 1954/1 – Presentazione e ritiro)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 1954: Proposta…

 

(interruzione del consigliere Rancan)

 

PRESIDENTE (Petitti): Mi scusi, consigliere Rancan, non la vedo qui attraverso l’app. Prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Per ragioni organizzative, chiedo una sospensione di dieci minuti dell’aula per potermi confrontare anche con gli altri capigruppo sui metodi di discussione del DEFR e del bilancio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene.

Dieci minuti da ora.

 

(La seduta, sospesa alle ore 10,59, è ripresa alle ore 11,26)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i lavori dalla proposta di iniziativa della Giunta recante la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale per il 2021.

Ricordo che la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 16 dicembre, apportando anche alcune modifiche al testo.

La relatrice della Commissione, la consigliera Manuela Rontini, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

La relatrice di minoranza, la consigliera Maura Catellani, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Ricordo che sul DEFR insistono diciotto proposte di emendamento. Molto rapidamente, voglio ricordare che una è a firma del consigliere Rancan, una è a firma del consigliere Pompignoli, sette sono a firma dei consiglieri Catellani e Rancan, due sono a firma del consigliere Montevecchi, una è a firma del Consigliere Pelloni, due del consigliere Bergamini, una dei consiglieri Delmonte e Facci e poi Facci e Delmonte, ancora Daniele Marchetti e, infine, Rainieri.

Partiamo con la discussione al DEFR.

Passo subito la parola alla relatrice di maggioranza, la consigliera Rontini.

Prego, consigliera.

 

RONTINI, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Proverò ad essere sintetica, perlomeno sulla presentazione della nota di aggiornamento al DEFR 2021, perché avremo poi modo di tornare su questi temi anche durante la discussione sul pacchetto di bilancio.

Come è noto, il DEFR 2021 è il documento con cui non più tardi di alcuni mesi fa abbiamo dato avvio alla Programmazione economica e finanziaria dell’XI legislatura, un documento che ha tradotto le linee di mandato e definito gli obiettivi politico-strategici della Giunta, collegandoli alle missioni e ai programmi di bilancio.

I contenuti programmatici del Documento di economia e finanza regionale costituiscono, infatti, la base di riferimento per l’intera azione amministrativa dell’ente, orientano le future azioni della Regione e anticipano nelle linee strategiche proprio il bilancio 2021.

La Nota di aggiornamento che oggi portiamo all’attenzione dell’aula, dopo alcune settimane di confronto nelle Commissioni, per cui ringrazio l’assessore al bilancio Paolo Calvano e tutti i colleghi che hanno partecipato al dibattito, a partire dalla relatrice di minoranza, Maura Catellani, con cui, al di là delle differenze politiche, c’è stato un confronto serio e leale, la Nota ‒ dicevo ‒ viene presentata avendo a riferimento un contesto economico, finanziario e sociale particolarmente complesso e in continua evoluzione. La rapida crescita dei contagi da Covid-19 nel nostro Paese e in tutta Europa accentua, infatti, il clima generale già diffuso di incertezza e preoccupazione.

In questo quadro, nell’aggiornamento al DEFR 2021 sono state implementate le azioni adottate per contrastare l’emergenza Coronavirus. È stato aggiornato lo scenario economico-finanziario internazionale e nazionale, che riprende quello illustrato nella Nota di aggiornamento al DEF da cui questo documento discende, deliberata dal Consiglio dei ministri il 5 ottobre scorso e poi approvata sia alla Camera che al Senato, che per il 2020 prefigura un calo del PIL del 9 per cento, a condizione che la ripresa iniziata nel terzo trimestre venga confermata anche nel quarto e ultimo trimestre dell’anno.

Uno scenario avverso di recrudescenza epidemica avrebbe chiaramente un impatto negativo sulla ipotizzata e soprattutto auspicata ripresa economica riportando le previsioni del PIL del Paese a meno 10,5 per cento. Sempre nel 2020 la diffusa incertezza si riflette in un crollo del 9 per cento dei consumi delle famiglie, un crollo senza precedenti, per lo meno in periodi di pace, riduzione che, peraltro, solo in parte è conseguente alla diminuzione del potere d’acquisto, mentre emerge una forte e accresciuta propensione al risparmio a scopo precauzionale.

A seguito di tutto ciò è stato di conseguenza aggiornato lo scenario congiunturale regionale. In ambito emiliano-romagnolo le previsioni di ottobre stimano un calo del PIL del 9,9 per cento e contrazioni molto negative delle esportazioni; contrazioni comunque inferiori a quelle stimate nel trimestre precedente grazie anche al contributo delle politiche pubbliche messe in campo dal Governo e dalla nostra Regione.

La ripresa del 2021 appare, invece, più robusta di quella ipotizzata nel trimestre precedente e viene quantificata a più 7,1 per cento contro il 6 per cento stimato a livello Paese; un risultato estremamente rilevante e tra i migliori in Italia o in Europa. La Nota è stata poi implementata con gli obiettivi legati alla programmazione europea.

Come sapete, a Bruxelles sono in corso di approvazione il QFP, il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 dell’Unione europea, il Piano per la ripresa dell’Europa e le risorse per finanziare le politiche di sviluppo. In particolare, il programma Next Generation EU disporrà di 750 miliardi di euro, 360 di prestiti back to back e 390 per sovvenzioni, risorse che saranno destinate a sette programmi distinti, il più corposo dei quali è il dispositivo per la ripresa e la resilienza, a cui andranno 672,5 miliardi di euro.

Come noto, lo voglio sottolineare a pochi giorni dalla firma del nuovo Patto per il lavoro e per il clima, il 30 per cento della spesa totale del QFP, ma anche del Next Generation EU sarà destinato a progetti legati al clima, e comunque tutte le spese dei prossimi anni dovranno essere in linea con l’obiettivo europeo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Ecco perché nella nota di aggiornamento al DEFR è stato inserito un nuovo obiettivo in capo alla Presidenza della Regione, ovvero il presidio del Recovery Plan per il rilancio degli investimenti regionali, con lo scopo di promuovere e favorire l’accesso a tutte le opportunità di investimenti derivate dall’Unione europea, attraverso il raccordo con le diverse Autorità di gestione. All’Italia saranno destinati circa 65,4 miliardi di euro di sovvenzioni e quasi 198 miliardi di prestiti per progetti definiti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

L’Emilia-Romagna è pronta a cogliere tutte le possibilità di rilancio degli investimenti e di attuazione delle strategie regionali legate al PNRR ed è, quindi, impegnata in ambito europeo e nazionale a promuovere una visione integrata dei fondi e lo sviluppo delle necessarie sinergie tra tutti i livelli istituzionali.

Bene ha fatto nei giorni scorsi il presidente Bonaccini ‒ lo voglio ribadire anche in questa sede ‒ assieme ad altri 23 colleghi di Regioni d’Europa a scrivere alla presidente della Commissione europea von der Leyen, al presidente del Consiglio europeo, al presidente del Parlamento europeo David Sassoli per chiedere di essere attivamente inclusi nella progettazione e nella realizzazione del Recovery e dei conseguenti Piani nazionali, una richiesta che diventa ancor più importante alla luce di quelli che saranno gli indirizzi per la nuova politica di coesione.

Nella Nota di aggiornamento sono poi stati implementati gli indirizzi relativi agli enti, alle società partecipate e controllate dalla Regione, in questo caso limitatamente naturalmente alle posizioni mancanti nel Documento di economia e finanza regionale 2021.

Infine, le altre modifiche contenute nel documento che ci accingiamo a votare hanno interessato principalmente la scissione dei risultati attesi e dei relativi indicatori allo scopo di migliorare il processo di accountability, anche a favore del lavoro di noi consiglieri, con particolare riguardo alle forze di opposizione che siedono in quest’aula oltre che della trasparenza che dobbiamo agli stakeholder con cui, anche durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, non abbiamo mai smesso di confrontarci e naturalmente lo dobbiamo a tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna.

Chiudo con un auspicio. Non me ne vogliano la dottoressa Simoni, sempre presente anche ai lavori delle Commissioni, il direttore Francesco Frieri e tutti i funzionari degli Assessorati che hanno lavorato alla redazione di questo documento, che colgo l’occasione per ringraziare. L’auspicio è che questo documento, questa Nota di aggiornamento al DEFR 2021 già da domani mattina diventi vecchia, già nelle prossime settimane diventi obsoleta a seguito della ventata di speranza che, come l’ha definita il Capo dello Stato Mattarella, l’avvio delle vaccinazioni contro il Covid porta con sé.

Anche in Emilia-Romagna siamo pronti e il 27 dicembre, domenica prossima, si procederà con le prime vaccinazioni somministrate a 975 persone, medici, infermieri, operatori sociosanitari. In ogni caso mi preme che gli emiliano-romagnoli sappiano che l’unica nostra priorità, l’unica priorità di questa Regione è e sarà solo quella di fronteggiare questa crisi mettendo in campo risposte innovative e adeguate alle nuove esigenze dei cittadini, delle imprese e delle famiglie, lavorando al contempo ad un’azione di rilancio complessivo dell’intero territorio regionale che, accelerando la transizione ecologica e quella digitale, ci porti verso un’economia ancora più innovativa, sostenibile e inclusiva.

Grazie. 

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.

Voglio ricordare anche che su tale oggetto insisteva un ordine del giorno a firma del consigliere Facci e altri, che però risulta ritirato.

Passo la parola, adesso, alla relatrice di minoranza, la consigliera Catellani.

Prego, consigliera.

 

CATELLANI, relatrice di minoranza: Grazie, presidente.

Ringrazio la collega Rontini, alla quale contraccambio il lavoro collaborativo che abbiamo condotto insieme in questo periodo. Ringrazio l’assessore Calvano, al quale si deve anche il consenso di aver presenziato ad ogni Commissione che ha discusso questo documento. Ringrazio tutti gli assessori, con i quali è stato possibile questa volta un confronto più energico rispetto al DEFR. Ringrazio, ovviamente, il mio Gruppo, tutto, i consiglieri, ma anche i collaboratori, perché hanno fatto un lavoro immane liberando su questo documento molti emendamenti e diversi ordini del giorno.

Avevamo annunciato in sede di discussione del DEFR che avremmo presentato proposte di emendamenti, e così è stato fatto. Mi pare corretto anche evidenziare un’apertura da parte dei colleghi di maggioranza che, per voce della relatrice Rontini, hanno accolto anche diverse nostre proposte. Mi piace pensare che questo sia il segnale di percezione di un’opposizione collaborativa e propositiva.

È ovvio che il mio intervento non sarà soltanto fatto di ringraziamenti.

Parto da alcuni dati di contesto, esattamente come ha fatto la collega, perché sono necessari anche per capire dove siamo e in quale momento ci troviamo. In Emilia-Romagna le imprese con meno di 20 addetti rappresentano il 98 per cento delle imprese attive in regione. Attenzione, sono proprio queste le imprese che hanno maggiormente sofferto della pandemia e anche della gestione del personale in epoca Covid. Queste imprese occupano il 50.5 per cento degli addetti delle imprese in Emilia-Romagna, ripartite nei settori manifatturiero, costruzioni e servizi. Sono sempre dati recepiti dal seminario Trend-ER, Emilia-Romagna ER. Di questi tre settori, forse soltanto il settore delle costruzioni troverà respiro, grazie anche al bonus 110, nei prossimi mesi. Il resto potrebbe rimanere lettera morta.

Un esempio tra tanti: imprese tessili, abbigliamento e calzature. Tratto questo perché è molto vicino alla mia provincia. Si registrano nel terzo trimestre valori di fatturato con meno 12,3 per cento. Lo stesso settore nel secondo trimestre registrava un meno 42 per cento nei ricavi. Il settore manifatturiero nel suo complesso registra un meno 53.7 sugli investimenti nei primi nove mesi. Ricavi con l’estero, meno 27 per cento. Il dato percentuale sui ricavi con l’estero è un pochino per tutti i settori. Sono dati veramente preoccupanti. Parto dai dati perché le proiezioni sono fondamentali per le scelte della politica. Ecco perché anche la protervia che abbiamo espresso durante il voto alla ratifica della variazione di bilancio, perché non si possono chiaramente liberare delle scelte senza aver soppesato i dati, perché altrimenti si rischia di essere chiaramente coprotagonisti di un risultato infausto.

Le prospettive, quarto trimestre 2020, contrazione del PIL al 6,9, un parziale recupero del PIL nel 2021, un incremento delle importazioni pari al 10 per cento e investimenti fissi lordi di un più 6,2. Teniamo conto che questi dati positivi sono ancora fermi e mancano ancora del quarto trimestre e il periodo oggi non è certamente felice. Un dato soltanto italiano: il deficit previsto nel quadro del DEF era di 4.2. Con l’adozione del Decreto Rilancio il deficit sale di 1.5 e come da previsione si arriva ad un dato del 7.1 come deficit previsto in legge di bilancio.

La previsione di incremento del PIL 2021 poggia esclusivamente sul successo del piano nazionale di ripresa e resilienza, siamo al Recovery Plan. Se ne accenna anche nella Nota di aggiornamento. Dico “accenna” con un pochino di malumore, perché il Patto per il lavoro e per il clima docet. L’11 dicembre il nostro presidente dichiarava che abbiamo già chiari i progetti da finanziare. Forse un passaggio anche sulla Nota di aggiornamento poteva essere utile.

Dobbiamo fare attenzione al momento storico che viviamo, perché siamo in una sorta di trappola della liquidità. I tassi sono bassissimi, la moneta non vale niente, c’è un eccesso di liquidità, purtroppo, a mio avviso nelle tasche non giuste. Quindi, è un circolo vizioso dal quale le nostre imprese devono cercare di uscire, dal quale devono cercare di sopravvivere. Le scelte che si vanno a declinare in un contesto del genere sono una responsabilità di non poco conto. La tabella di raccordo – pagina 69 – di 313 è tra i pilastri su cui poggia il programma di mandato e gli obiettivi strategici ci permette una discreta sintesi del vostro documento.

Qualche osservazione, qualche critica purtroppo. Avete ostentato un richiamo costante ad un Patto per il lavoro e per il clima che sarà oggetto di discussione soltanto nella giornata di domani. È una, a mio avviso, irrimediabile manchevolezza di questa Giunta non soltanto per i tempi di condivisione, ma anche per i modi, soprattutto se si evidenzia che nel Patto per il lavoro e per il clima si racconta a gran voce di concetti di reazione corale della società in tutte le sue articolazioni, impegni e responsabilità condivisi, coesione e democrazia. Sarebbe ultroneo affondare oltremodo la critica. Non vi è stato il rispetto di nessuno di questi fragorosi sostantivi. Ce ne saremmo fatti una ragione, assolutamente, se non fosse per il fatto che il Patto è stato anche l’impalcatura di tutto il DEFR e di tutta la Nota di aggiornamento.

Una critica si trascina anche dal voto e chiaramente dalle dichiarazioni espresse nella ratifica alla variazione di bilancio sarebbe già di per sé un voto contrario il richiamo a questo documento.

Ancora una volta è il timore sul Recovery Fund che ci lascia, rispetto alle tempistiche, in un’incertezza totale. La critica di nuovo a un documento – l’ho detto tante volte – che, salvo per l’assessore che si occupa delle politiche dell’agricoltura, non riporta un dato. L’ho detto e l’ho ribadito tante volte perché ho anche avuto la vana speranza che a un certo punto forse anche gli altri si sarebbero adeguati, secondo me, a questa metodologia più giusta di compartecipazione tra timing e importi. Non è stato fatto. Alla luce anche della ratifica della variazione di bilancio forse mi do dei perché a questa mancanza.

Critica ai tanti emendamenti nostri che non sono stati accolti, anche laddove frutto, talvolta, di promesse elettorali. Uno tra i tanti – ne parleremo anche dopo – la richiesta di un termine di garanzia per la riapertura dei punti nascita. Un altro tema del quale – mi permetto di citarlo – il collega Liverani si è fatto portavoce è quello delle palestre: si è chiesto uno sforzo in più per questo settore, perché le palestre piangono e piangeranno ancora in questo momento. Si è chiesto uno sforzo economico, ma si è anche chiesto uno sforzo rispetto a una modalità, a una metodologia nuova che queste attività potrebbero adottare, ad esempio vocandosi a quello che è il famoso allenamento one to one. La risposta è stata: noi siamo una Regione che ha un dialogo apertissimo sullo sport con il Governo. Però, non è sufficiente dire questo, a mio avviso, proprio perché al Governo comunque siete voi.

La montagna. Tantissimi emendamenti presentati a supporto della nostra montagna in Commissione, nessuno è stato approvato dal PD. A onor del vero devo dire che qualche altra forza politica, con grande correttezza professionale, invece ha votato a favore. La montagna – guardate – non è soltanto un problema Covid. I problemi della montagna sono precedenti al Covid.

Un’altra critica è chiaramente la parte terza del documento, lo avevo detto anche nel DEFR e lo ripeto anche oggi, cioè le partecipate, quelle che chiudono la nota di aggiornamento. Ecco, manca, manca, manca anche questa volta un’analisi politico-strategica della persistenza di queste aziende.

Alcuni accenni, in parte anche positivi, al settore fieristico. Ringraziamo per l’accoglimento del nostro emendamento sul Piacenza Expo. Bene anche il reinserimento della Fondazione Marco Biagi e il Collegio europeo di Parma, come peraltro sollecitato dalla Corte dei conti in sede di giudizio di parifica.

Per Infrastrutture Fluviali apprendiamo di un percorso liquidatorio, ma fin qui si è parlato soltanto di dismissioni della nostra partecipazione, e sono due cose ben diverse.

Sulla Fondazione Italiana Cina si è optato per il mantenimento della partecipazione, anche se la stessa nelle ultime tre annualità consecutivamente ha chiuso in perdita. Resta la querelle infinita della società delle Terme di Salsomaggiore in relazione all’annosa vicenda della lettera di patronage. Ci saremmo aspettati anche questa volta un chiarimento, un passaggio a fronte dell’apprendimento da parte dell’Ufficio legale della Regione citato dalla Corte dei conti.

Apprezzato, anche questa volta, l’allegato Piano degli investimenti, ma con una nota non di poco conto. È un dato numerico, lo leggo. Rispetto al tema attività produttive, nel Piano emerge nella nota, a pagina 292, un importo di previsione di 140 milioni di risorse regionali per emergenza Covid, ma la delibera citata a supporto ‒ che è il DGR n. 225/2020 ‒ è di soli 10 milioni. Quindi, abbiamo perso per strada buona parte della differenza. Quantomeno sulla carta. Una critica all’assenza di vere misure di analisi degli impianti dei provvedimenti. Ogni misura dovrebbe essere contestualizzata, valutata, monitorata nel prima e nel dopo. Un esempio tra tutti la plastic tax. Un monitoraggio e un’analisi pre e post dovrebbe anche essere strenuamente perseguita rispetto ai finanziamenti e ai bandi. Se le analisi esistono, di grazia, sarebbe gradito esserne resi partecipi.

La critica ai processi di semplificazione. Richiamo il PDL Rigenerazione di ieri. Se si dice “semplificazione” la meta deve essere quella e non soltanto la direzione.

Sulla sanità già nel DEFR era prevista la predisposizione di un sistema strutturato di monitoraggio dei costi e dei ricavi delle aziende sanitarie connesse alla gestione dell’emergenza Covid.

Questi dati non sono stati forniti con la frequenza che un monitoraggio richiede, che richiede una rilevanza periodica e sistematica. Mi permetto semplicemente di evidenziare che, in nota in quello che è il timing per il futuro, non è previsto nel 2021 un tipo di monitoraggio di questa sostanza, e sarebbe necessario, posto che siamo alla seconda ondata e forse non ci fermiamo qua.

Non c’è un capitolo dedicato alla sanità privata, e non intendo un passaggio fugace in cui si dice che durante l’epidemia sanità pubblica e sanità privata hanno collaborato fattivamente per uscire dal tema Covid. Intendo proprio un capitolo delicato. Anche perché nel momento in cui, correttamente, ed è anche condiviso, decidete di destinare grandi sostanze alla sanità, perché sono necessarie, allora l’esame deve essere organico e complessivo. Anche la sanità privata merita la sua parte.

Turismo. Sono numerosissimi i nostri emendamenti sul settore turismo che, insieme ad altri settori, sta soffrendo e soffrirà ancora. Anche in questo caso, quantomeno in Commissione, non ne è stato approvato uno.

La mia carrellata si ferma qui. Spero che sia stato compreso anche lo sforzo che abbiamo fatto, propositivo, e spero anche che sia chiaro che comunque il nostro voto sarà contrario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Passiamo alla discussione generale.

Consigliere Bergamini, prego.

 

BERGAMINI: Buongiorno a tutti. Il mio intervento è sugli emendamenti presentati.

Purtroppo tutti gli indicatori economici fotografano una fase di crisi senza precedenti per il Paese e per la nostra Regione. Per rialzarsi in breve tempo occorrono misure straordinarie e in particolare nell’attuale fase storica diventa necessario confrontarsi con le varie associazioni di categoria, cosa che abbiamo cominciato a fare.

L’appello di Confindustria Emilia-Romagna nello specifico era stato quello di fare di più per integrare l’insufficiente quadro di risorse di sostegno messe a disposizione dallo Stato centrale, per esempio attraverso il Fondo 394 SIMEST che aveva messo inizialmente a disposizione 600 milioni di euro.

L’export, che in altri momenti di crisi aveva rappresentato una valvola di ossigeno per il Paese, nel corso degli ultimi nove mesi è calato a picco, anche secondo i dati forniti da CNA: meno 13 per la meccanica, meno 27 per il manifatturiero, meno 26 per tutti gli altri settori. Rilanciare i nostri marchi è certamente necessario anche per cercare nel medio periodo di recuperare le quote di mercato perdute all’estero, ma gli operatori del settore ritengono strategico agire per creare strumenti finanziari nuovi da affiancare a quelli esistenti. La creazione di un fondo specifico in tal senso dovrebbe avvenire cercando di prevedere una platea la più possibile ampia di imprese beneficiarie e che si potrebbe pensare con un plafond di 40-50 milioni derivanti sia da risorse proprie della Regione e POR-FESR che da altri soggetti, come Cassa depositi e prestiti.

Quest’ultimo istituto, infatti, sta già da tempo collaborando in vari contesti regionali, come sappiamo, alle misure di sostegno anticrisi.

Per tutte queste ragioni, che potremmo considerare parte integrante del ragionamento che affrontiamo oggi in aula, la proposta è quella di modificare il testo come da emendamento, quindi pagina 104, dopo le parole “FESR e FSE 2021-2027” sono integrati i seguenti periodi. In questo momento le imprese esportatrici non possono fare affidamento su un piano organico atto a ridurre seriamente i rischi connessi alla possibile perdita di competitività internazionale. Urge, quindi, un intervento della Regione per sostenere la fase di rilancio delle imprese emiliano-romagnole sui mercati esteri attraverso l’istituzione del fondo regionale per l’export ovvero di una misura strutturale che, attraverso la stipula di convenzioni con Cassa depositi e prestiti e ABI, possa garantire alle imprese l’erogazione dei prestiti a tasso agevolato, a medio lungo e termine finalizzati alla realizzazione di una serie diversificata di azioni e progetti atti a consentire il recupero di quote di mercato sui mercati esteri.

Proseguo richiamando naturalmente la qualità per cui si sono sempre contraddistinte le aziende emiliano-romagnole, per l’eccellenza dei loro prodotti, per la capacità, attraverso anche l’export, come dicevamo, di raggiungere nuovi mercati.

La pandemia che c’è stata durante il 2020 ha dato un duro colpo a quasi tutti i nostri settori produttivi. Secondo i dati a disposizione di CNA, il quadro che si presenta è desolante, con interi settori che perdono due cifre percentuali del loro fatturato.

Così come non va meglio per altri settori, come il commercio, il trasporto, il magazzinaggio e la riparazione degli autoveicoli. In questo periodo, inoltre, si aggraverà notevolmente il tutto a seguito della riduzione forzata della circolazione delle persone, andando a colpire di nuovo questi ambiti già colpiti.

Se i servizi di alloggio e ristorazione facevano registrare già una perdita del 28 per cento nei primi nove mesi dell’anno, è evidente che le stime saranno da rivedere in chiave peggiorativa.

Persino i servizi alla persona – questo è un dato importante – perdono 20 punti percentuali.

In termini di ricavi distribuiti per province, quelle più colpite sul territorio regionale sono Rimini (meno 17), Bologna (meno 14), Ferrara (meno 14) e Modena (meno 12), mentre la media regionale fa segnare una flessione del 13 per cento, una perdita secca nei primi nove mesi di crisi pandemica che ha colpito trasversalmente tutti i territori e i settori.

È chiaro che, in particolare, le microimprese saranno costrette a una riduzione drastica dei costi, con il rischio di perdita di posti di lavoro e competenze affinate nei dipendenti durante gli anni cosiddetti “buoni”. Esiste un tessuto produttivo scarsamente conosciuto da fuori che rischia di lasciare il passo, e questo non possiamo certamente permetterlo.

Per le ragioni qui esposte, si propone di modificare il testo come da emendamento depositato. A pagina 99, dopo le parole “del lavoro e delle relazioni industriali”, sono integrati i seguenti periodi: “all’interno di questa fase è considerato prioritario prevedere un sostegno nei confronti delle microimprese particolarmente colpite dalle restrizioni imposte per il contenimento del contagio da Covid-19, mediante un adeguato intervento di indennizzo che operi in addizionalità e in complementarietà con gli interventi previsti nei provvedimenti statali, anche con il ricorso a risorse a fondo perduto”.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bergamini.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Buongiorno.

Presidente, colleghi e rappresentanti della Giunta…

 

PRESIDENTE (Petitti): La sentiamo un po’ basso. Provi leggermente ad alzare il volume.

 

TAGLIAFERRI: Mi sentite meglio ora?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, un po’ meglio.

 

TAGLIAFERRI: Ora mi sentite bene?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì. Ora bene.

Prego.

 

TAGLIAFERRI: [...] propagandistico, autocelebrativo, pubblicitario, sostanzialmente fallimentare.

Non voglio rubare troppo tempo a questa Assemblea, quindi sarò sintetico. Il bilancio che la Giunta ci propone è insufficiente alla bisogna, ai tempi drammatici che stiamo vivendo, alla tutela dei propri cittadini, di ogni fascia d’età, e alla tutela e ripartenza della nostra economia. A parte che, a forza di annunci, non sapremo mai quale sia il vero bilancio, quali saranno le vere attività messe realmente in campo in favore dei cittadini dell’Emilia-Romagna e quali, invece, le promesse. Non vorremmo dover testimoniare altri imbarazzanti episodi come quelli visti per la legge sulle edicole. Sì, perché la grande scivolata l’avete già fatta. Prima promettete 1.000 euro al giornalaio, poi li dimezzate a 500. Prima promettete che non servirà fare domande aggiuntive per accedere a questi fondi rispetto a quelle già fatte per ottenere i fondi nazionali, poi si scopre che bisogna rifare la domanda. Noi vi conosciamo. Siete quelli della propaganda, delle promesse, delle grandi teorie, non quelli dei fatti.

Ho promesso che sarei stato breve, e sarò di parola. Vi dimostro con pochi esempi perché questo bilancio è insufficiente. Primo: la propaganda della Giunta parla di un bilancio pensato per il rilancio delle imprese. La verità, spiace dirlo, ma è ben diversa. Sono i numeri a confermarlo. Infatti, sul totale complessivo di 12.484 miliardi, ci sono solo 92 milioni per il rilancio delle imprese, cioè lo 0,6 per cento, se rapportati ai 12.484, o il 25 per cento delle risorse se rapportati ai 3.484 miliardi risultanti dalla sottrazione dei 9 miliardi previsti per la sanità. Sono spalmati sul triennio. Questo vuol dire che, in proporzione, le risorse per le imprese non sono poi tantissime.

Ricordiamoci che la pandemia ci ha insegnato che, insieme alla sanità, il sostegno alle imprese dovrebbe essere uno dei settori su cui spingere. Ci sono aziende che quest’anno hanno fatturato solo due mesi su dodici e poi sono state chiuse. La Germania ha fatto il lockdown, ma ristora davvero a fondo perduto imprese, artigiani e commercianti. Non dice loro: “Fate debito per pagare le tasse e restituitelo”. Nel DEFR si parla di crollo del PIL, meno 10 per cento e meno 9 per cento dell’Italia complessiva. Sempre la presentazione del DEFR ci dice che dovrebbe esserci il rimbalzo, cioè la ripresa del PIL. Già sentiamo quello che ci direte: siamo la locomotiva dell’Italia, qui le cose vanno bene e via dicendo. Peccato che ci pensi Confindustria a smentirvi. L’Emilia-Romagna andava bene anche prima della pandemia, ma è ben lontana dalle altre migliori Regioni europee. C’è il rischio che – lo hanno detto proprio gli industriali – dopo la pandemia ci si svegli più poveri e più indebitati. Vi invito quindi a rafforzare la collaborazione pubblico-privato.

Secondo punto: il bilancio è insufficiente. La pubblicità della Giunta ci dice che si favorisce il ritorno delle persone in montagna tanto che il fondo ad hoc per le giovani coppie che tornano a vivere nell’Appennino è stato aumentato di 10 milioni di euro.

Dalle vostre comode scrivanie di città vi è chiaro cosa significa vivere in montagna? Sapete quanto incide il riscaldamento in montagna dove ancora non ci sono le condizioni del gas metano in tutte le abitazioni? Quanto sia più alto il costo della vita? I trasporti? Quando usciremo dalla logica da Mulino Bianco forse ve ne accorgerete.

È giusto favorire la vita nei nostri Appennini, è giusto prevedere risorse per chi ci vive. Perché non si tratti solo di un piccolo incentivo, è doveroso risolvere i veri problemi strutturali che rendono più difficile vivere in montagna che altrove. Bisogna, quindi, decentrare i servizi, occorre una reale e concreta manutenzione del territorio. Si deve infrastrutturare realmente un territorio con strade, reti di comunicazione e reti energetiche. Non penserete, infatti, di risolvere tutto dietro l’etichetta della svolta green, vero? Serve, quindi, un serio e concreto piano di cura e rilancio dell’Appennino di cui non vedo traccia nel bilancio.

Il terzo punto dimostra l’insufficienza del bilancio. Sui fondi europei 2021-2027 più Next Generation EU non vorrei che qualcuno in Giunta o in maggioranza si entusiasmasse troppo. I soldi non sono un regalo, ma in buona parte un prestito, segnatamente 160 miliardi a prestito che andranno comunque restituiti. Stiamo contraendo debito sulle teste dei nostri figli.

Come ulteriore scenario negativo, si aggiunge l’incertezza sul Recovery Fund. Per questo bisogna programmare un loro investimento in settori che possano effettivamente portare ad un ritorno economico e di crescita. Ci sarebbero tante altre criticità da sottolineare, ma qui mi fermo qui.

Passo alla sintesi. Quello di quest’anno doveva essere un bilancio di forte impatto e invece, in generale, ci sono molte belle parole, ma bisognerà vedere il lavoro di progettazione futuro. Non possiamo permetterci di gettare queste risorse. Trovo comunque insopportabile questo balletto di cifre tra poste già destinate e nuovi investimenti, anche se non è assolutamente chiaro come verranno ripartite. Trovo del tutto insufficienti le risposte date sui ristori per i lavoratori del terziario, trovo scorretto comunque sviare tutta una serie di investimenti alla prossima adozione del Patto per il lavoro o, infine, incomprensibili scelte contraddittorie applicate ai vari territori.

Per fare un esempio, mentre tra Bologna e Rimini si vogliono celebrare le nozze frettolose e forzate tra le due fiere, rilevo un sostanziale disinteresse per gli altri expo regionali. Poco mi cambia che in questo DEFR compaia un emendamento per aumentare la partecipazione della Regione nell’ente fieristico di Piacenza.

Vede, presidente Bonaccini, Piacenza e il suo tessuto economico non vogliono elemosine fini a sé stesse, ma gradirebbero una visione strategica uniforme su determinate partite di grande importanza. Se, quindi, dobbiamo credere che l’accorpamento tra i quartieri fieristici di Bologna e Rimini rappresenti una finestra aperta sul futuro, perché nessuna visione realmente sistemica viene allargata al resto del territorio regionale? Non si possono mischiare in maniera così leggera e irresponsabile numeri di bilancio. Dovrebbero essere, oltremodo, precisi sulle risorse a disposizione con fumosi proclami su un mondo futuro demandato al Patto per il lavoro e il clima, fonte di una sterile disponibilità al confronto su vaghe enunciazioni per il futuro che verrà? Avrei preferito un rigoroso percorso condiviso per verificare puntualmente obiettivi, strumenti e risultati.

No, assessore Calvano, no, presidente Bonaccini, questo gioco ormai lo conosciamo bene, nonostante si riconosca a entrambe le vostre persone un grande impegno, non si discute. Qui abbiamo aggiunto la nostra disponibilità, derivante da un senso di responsabilità nei confronti di tutti i nostri cittadini in un momento così delicato come questo.

Il quadro che ci state presentando è oltremodo lacunoso e vago, e su questo terreno non possiamo e non vogliamo seguirvi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Montevecchi, prego.

 

MONTEVECCHI: Grazie, presidente.

Intervengo brevemente giusto per presentare due emendamenti. Il primo è a pagina 146: dopo le parole “recrudescenza della pandemia e da ogni altra possibile evenienza analoga”, integrare i seguenti periodi: “Nel pieno dell’emergenza il privato ha saputo mettersi al servizio del pubblico e, grazie a questo gioco di squadra, il sistema nel suo complesso ha retto e ha saputo rispondere ad ogni tipo di esigenza di cura manifestata dai cittadini. Questa esperienza suggerisce l’opportunità di ricorrere ad un rafforzamento della proficua collaborazione tra le strutture ospedaliere pubbliche e quelle private accreditate. Tale collaborazione, che può inizialmente declinarsi nel ricorso alla capacità erogativa del privato convenzionato in una pianificazione concertata di investimenti, che non divengano inutilmente ripetitivi, potrebbe poi estendersi al coinvolgimento del privato accreditato nella gestione delle Case della salute e/o ospedali di comunità in ottica mista, nonché nell’offerta dei servizi domiciliari.

Inoltre, un altro emendamento a pagina 150: dopo le parole “politiche mirate a ridurre le disuguaglianze” integrare i seguenti periodi. Infine, l’emergenza Covid-19 ha dimostrato che l’investimento sulle professioni mediche ed infermieristiche del futuro è da approcciare non come un tema di mera spesa pubblica, bensì come una risorsa su cui investire ora per trarne benefici domani. In quest’ottica il sistema di accesso al numero chiuso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e alle scuole di specializzazione va rivisto, con una pianificazione che tenga conto dell’elevata età media dell’attuale corpo medico.

A tal fine, risulta necessario ampliare il numero di posti disponibili nei corsi per i laureandi in Medicina e Scienze infermieristiche, nonché nei percorsi post laurea di specializzazione, ricorrendo anche ad accordi tra i Policlinici universitari e le strutture private accreditate.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in discussione generale?

Repliche dei relatori Rontini e Catellani?

Consigliere Delmonte, prego.

 

DELMONTE: Chiedo scusa, non ero pronto con la manina digitale.

Intervengo per presentare un paio di emendamenti e fare delle osservazioni sul punto di vista vostro, come PD, sulla montagna, sull’Appennino, che in realtà è ben esplicitato in un ordine del giorno che avete presentato allegato al bilancio. Comunque si integra con la vostra idea del futuro dell’Appennino e del futuro della montagna. Quindi, lascia ben intendere quella che, invece, è la nostra contrapposta idea che andiamo a sviluppare anche con un paio di emendamenti, in questo caso al DEFR. Ed è su questi che intervengo.

Leggendo il vostro ordine del giorno, mi baso non tanto sulla parte del dispositivo, perché, come al solito, è un po’ fuffa, un po’ annacquata nel coordinare, nel preservare, nel continuare il dialogo... Insomma, le solite cose. A me quello che interessa, però, sono le premesse. Nelle premesse voi date veramente la visione di quello che è per voi la montagna oggi e quelle che sono le opere che devono essere messe in pratica per la risoluzione dei problemi di cui la montagna soffre. Al primo punto mettete la banda ultra larga per imprese e famiglie.

Sono qui da cinque anni, sei, anzi, e leggo sempre nelle premesse di voler ampliare la banda ultra larga. In questi sei anni nulla in quelle zone è cambiato. Anzi, vorrei ricordare che abbiamo zone in cui la copertura telefonica, perfino quella televisiva, non c’è. Ecco, noi siamo in queste condizioni qui in aula a parlare di banda ultra larga mentre qualcuno non può nemmeno vederci, perché non ha internet, ma non può nemmeno vedere la tv perché non ha la tv. Poi, abbiamo al punto b) la mobilità nei singoli territori con soluzioni sostenibili, trasporto pubblico, mobilità slow e formule innovative e on demand. Queste sono le soluzioni per la montagna quando nelle migliori delle ipotesi le strade, quelle che ci sono, sono piene di buche, quando invece le strade addirittura non ci sono o, se ci sono, sono composte da ponti e guadi completamente temporanei, stretti e rischiosi da percorrere per i mezzi pesanti. E stiamo qui a parlare di mobilità slow e on demand. Parliamo di prevenzione del dissesto idrogeologico quando è sotto gli occhi di tutti, ma tutti, anche solo nelle ultime occasioni, che appena una pioggia una nevicata supera quelli che voi definite dei livelli standard, che non so bene quali siano di preciso, noi andiamo completamente sott’acqua a valle, come in montagna. Quindi, è evidente che qualche problema c’è e i piccoli interventi, come voi dite, i piccoli interventi di manutenzione continuativa nonché l’attivazione di valorizzazione del sottobosco credo che siano un po’ prendersi in giro.

Poi si parla, ovviamente, di quelle che sono le energie pulite: incentivare la montagna nelle aree montane e interne per incentivare energie pulite. Anche lì abbiamo visto come, invece, basterebbe intanto fare una manutenzione non al sottobosco, ma ai boschi, quando invece ci accorgiamo che chi vuole operare in quei territori non può farlo e magari a una prima nevicata il primo albero che cade trancia un traliccio e abbiamo la montagna al buio per delle settimane. Però, pensiamo alle energie green, che vanno benissimo, ma non messe come priorità per la montagna.

Sostegno alle piccole e micro imprese di queste aree. Ecco, bisogna capire, però, che il sostegno alle imprese di un’area montana non passano attraverso, non solo per lo meno, dei fondi perché io mi insedio con la mia azienda in montagna se quest’area la posso raggiungere, quindi ho dei mezzi e della viabilità che consentano alla mia impresa di far circolare dei camion e soprattutto i miei dipendenti, se su questa montagna ci vive ancora qualcuno perché obiettivamente portare della forza lavoro da altre zone diventa complicato per tutti e quindi se io insedio la mia azienda lì è perché riesco ad ottenere una forza lavoro che vive in quella zona e che poi un circolo virtuoso su quell’area. Poi si parla dello spopolamento dell’area interna attraverso anche il Bonus 110 per cento. Non so onestamente come si possa pensare che, tramite un bonus fiscale di questo tipo, che attualmente è un po’ un miraggio per tutti, si possa combattere lo spopolamento.

Ecco, allora, che noi abbiamo fatto due proposte come emendamenti in questo DEFR. Il primo, che vede anche la mia prima firma, è quello di creare delle zone franche montane. È una proposta che ovviamente non può attuare da sola la Regione Emilia-Romagna, la deve attuare in concerto con il Governo, ma a cui la Regione Emilia-Romagna può già dare un la, un input. Quindi, chiediamo che in ambiti territoriali di dimensione prestabilita, e non generica, si concentri il programma di defiscalizzazione e decontribuzione rivolte alle imprese. È, infatti, una priorità per noi dare a questi territori in grave difficoltà economica una prospettiva di sviluppo, prima ancora che di fondi, contrastando la desertificazione demografica ed economica, che rischia di avanzare inesorabilmente anche in seguito all’emergenza sanitaria che oggi stiamo vivendo.

Abbiamo fatto un ulteriore emendamento, che immagino sarà ambito di discussione più avanti in questa giornata, che è sulla riapertura dei punti nascita. Anche qui ormai ne riparliamo da un po’ di tempo, si farà, come è stato detto, noi chiediamo, però, una certezza sui tempi. Chiediamo, quindi, il termine del 2021 come ipotesi realistica. So che ci sarà un subemendamento, ne ragioneremo insieme. Credo che sia un principio che valga per tutte le forze politiche. Però, diamoci dei tempi, diamo delle risposte concrete a chi aspetta questo come segnale prima ancora di tutto perché la montagna diventi davvero un’area che possa ripartire nello sviluppo, che possa combattere lo spopolamento, che possa combattere il fatto che la gente non vuole andarci più a vivere perché tolta dai servizi essenziali.

Questa è la nostra idea di montagna e speriamo che le vostre premesse nei vostri atti non siano anche le premesse di quelle che saranno le vostre politiche nei prossimi anni su quei territori.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Chiedo, a questo punto, se ci sono le repliche dei… C’è il consigliere Facci prima di passare alle repliche. Quindi, consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Mi spiace fare questo intervento sul DEFR. Sono ovviamente ben lieto che sia presente il presidente, che quindi rappresenta tutta la Giunta, ma avrei gradito la presenza dell’assessore Lori, perché l’assessore Lori si è di fatto intestata uno degli Assessorati più importanti, a mio avviso, di questa Amministrazione; più importanti perché, usando le stesse parole che sono state indicate dalla Giunta nel programma di mandato, ma anche dalla Giunta nel documento che oggi discutiamo e che dovremo approvare, la montagna rappresenta un contesto di assoluta importanza a livello di regione Emilia-Romagna. Si inizia volutamente il capitolo del DEFR che riguarda la montagna ricordando che il 40 per cento del territorio dell’Emilia-Romagna è fatto di montagna. Soprattutto, si indica che la volontà politica di questa Amministrazione è quella di superare, anzi si dà per superato da tempo l’approccio assistenzialista, riconoscendo, naturalmente, l’oggettiva condizione di svantaggio che hanno quei territori. Si riconosce l’importanza di intervenire nei contesti, nei territori montani non con una logica di mero assistenzialismo, ma con la consapevolezza che dal sostegno alla montagna vi è necessariamente una potenzialità di crescita, un’opportunità di crescita per l’intera comunità.

Sono premesse, naturalmente, che non possono non trovarmi e non trovarci d’accordo. Noi, da questi banchi, indipendentemente da chi nei mesi scorsi e negli anni scorsi ha parlato ed è intervenuto, abbiamo sempre rivendicato attenzione, rivendicato supporto a quelle che sono le realtà più svantaggiate del contesto territoriale.

Nel momento in cui vi sono queste premesse, che sottoscriviamo e condividiamo, noi ci saremmo aspettati delle azioni conseguenti, correlate, equilibrate, proporzionate rispetto alle premesse. Purtroppo, invece, lo hanno ricordato i colleghi che sono intervenuti prima di me, non vorrò ripetermi, però un passaggio veloce lo devo necessariamente fare, perché se si vuole passare da un approccio di reale supporto in un’ottica di investimento perché si ritiene che quei territori, anche dal punto di vista economico, siano strategici e siano fondamentali per l’intera comunità, le azioni dovrebbero essere adeguate a partire dalle risorse che si vanno a stanziare, a partire dai servizi che si intendono garantire, a partire dalle infrastrutture che si intendono potenziare.

Allora, dovremmo appunto trovare nel documento di programmazione, tradotto in numeri e tradotto in risorse, questi intendimenti. Mi aspettavo anche che la dolorosa lezione che ci ha inferto questa emergenza sanitaria ed emergenza economica, la dolorosa lezione di acquisire la consapevolezza che abbiamo dei territori fino a ieri spesso dimenticati che oggi invece vengono visti come una potenziale risorsa, come una possibile valvola, per certi aspetti, di salvezza, più che di sfogo, di salvezza, per mantenere un equilibrio a livello di vivibilità degli ambiti antropizzati. Quindi, ci aspettavamo che la pandemia in un qualche modo ci avesse messo, vi avesse messo di fronte alla realtà che bisogna invertire la tendenza, perché se diventa fondamentale per garantire il diritto all’istruzione, le famose pari opportunità…

Le famose pari opportunità non sono solo scrivere “gentilissim*” con l’asterisco finale, le pari opportunità sono garantire a tutti i territori gli stessi diritti e le stesse opportunità. Queste sono le pari opportunità. Nel momento in cui  prendiamo consapevolezza, per esempio, che l’istruzione a distanza o la didattica a distanza diventa fondamentale, ci si aspetta un’inversione di tendenza in quello che è il programma di sviluppo, per esempio, della banda ultralarga, che aveva già un suo cronoprogramma, aveva già una serie di investimenti programmati, ma che necessariamente, nel momento in cui cambiano le priorità, purtroppo cambiano le priorità, diventa, a mio avviso, a nostro avviso, fondamentale adeguarsi a queste priorità che cambiano. Diventa, quindi, assolutamente importante modificare e mettere davanti quello che serve oggi. Allora, nelle realtà di periferia la banda ultra larga serve. Come ha ricordato il collega Delmonte, in alcune realtà serve anche portare il telefono che ancora non c’è. Allora, cambiare questa prospettiva.

Questa Amministrazione giustamente ha voluto rivendicare il merito – è stato ampiamente declamato dall’assessore, dalla Giunta, dal presidente – sul bando per le ristrutturazioni per i giovani. Al di là di guardare se effettivamente queste risorse servono per portare nuove persone sul territorio, sicuramente sono risorse che aiutano i territori. Ecco, limitiamoci a dire questo. Però, nel momento in cui, a fronte di una disponibilità economica per far fronte a 314 domande, le domande in realtà sono 2.000 e rotti, cioè c’è una richiesta di cinque volte tanto, è chiaro che bisogna farsi una domanda. Allora, o le maglie di questo bando sono talmente larghe che, in realtà, potevano attingere tutti, o forse c’è un’esigenza dei territori di essere maggiormente supportati. Allora, io credo che la previsione di conservare questa misura per gli anni successivi sia sicuramente necessaria, ma a mio avviso non è sufficiente, perché se la richiesta è cinque volte quella che è la offerta, la domanda supera di cinque volte l’offerta, bisogna, a mio avviso, fare un intervento strutturale.

La questione dei servizi sanitari. Il collega Delmonte ha ricordato che vi sono due emendamenti, uno dei quali riguarda i punti nascita. Non starò a dire che la questione dei punti nascita è stato un cavallo di battaglia elettorale del presidente Bonaccini e oggi siamo qua e non sappiamo ancora quale sia lo stato dell’arte. Sarebbe facile dire che era una promessa elettorale. C’è da dire, però, che ci si aspettava, a dicembre 2020, di avere qualche cosa di più sul tavolo. Ci si aspettava che le tanto decantate mosse, che avrebbero portato di lì a pochi mesi... Qualcuno di noi ha detto che a febbraio-marzo avrebbe riaperto il punto nascita di Porretta. Qualcuno qua l’ha detto. Non noi. C’è stata indubbiamente una grande propaganda intorno a questa questione.

Consapevole del fatto che la pandemia, ovviamente, ha spostato anche delle risorse e delle energie, saremmo stolti e non faremmo un’operazione intellettualmente onesta se non lo riconoscessimo, ma ci aspettavamo che a oggi in qualche modo si potessero intravedere o indicare delle prospettive tutto sommato di breve respiro, di medio respiro. Oggi non abbiamo nulla. Quando si indica, nel documento che discutiamo, che sarà fondamentale la riapertura dei punti nascita, così come sarà fondamentale tutto il rafforzamento ai servizi sanitari sul territorio, noi ci aspettavamo dei dati, un minimo di cronoprogramma, un minimo di indicazione. Troppo facile dire “entro la fine della legislatura”. Se questo è, dovremmo dire che per il momento sono state esclusivamente delle promesse che avevano lo scopo di acquietare i territori sotto elezioni.

Volevamo fare un ragionamento diverso, ma se oggi ci portate l’assenza di dati, l’assenza di indicazioni, dobbiamo necessariamente concludere in tal senso.

Vengo alla questione della fiscalità di vantaggio, di cui si parla da tanto tempo. Per esempio, l’UNCEM ne parla da parecchio tempo. Vi sono altre Regioni che in qualche modo l’hanno così abbozzata, ne abbiamo parlato anche noi nel momento in cui abbiamo parlato di autonomia regionale, ma la fiscalità di vantaggio non è lo sgravio IRAP sui tre anni, oppure non è solo quello, perché quello è un provvedimento… Già che quest’anno nella previsione cala di 5 milioni. Noi vediamo che si parla di 7 milioni ogni anno. Erano 12 l’anno scorso sui tre anni. Si parlava di 36 sui tre anni. Adesso siamo già calati. Poi, sul fatto del calo ci sarebbe da aprire una riflessione su che cosa è dovuto il calo, perché le imprese sono sempre lì: o le imprese hanno chiuso tutto, hanno tutte chiuso, oppure c’è un problema perché quelle risorse sui territori non sono arrivate. Questo è un aspetto problematico. In ogni caso io dico che la fiscalità di vantaggio è un provvedimento strutturale, è un provvedimento che vuole dar seguito a quel ragionamento che era fatto nello stesso documento che dice: passiamo da una logica assistenzialista a una logica diversa di investire e credere sui territori. Noi ci stiamo. Abbiamo presentato una risoluzione, visto che c’è stato un qui pro quo sugli ordini del giorno, ma in ogni caso la finalità è la medesima, una risoluzione in cui chiederemo che questa Amministrazione voglia introdurre una interlocuzione ovviamente con chi la può fare, quindi con gli organi superiori sicuramente, poi se sarà la Conferenza Stato-Regioni, se sarà direttamente un’interlocuzione con il Governo, per arrivare a delle misure di fiscalità per i territori montani che siano, ripeto, strutturali.

Se noi vogliamo realmente far crescere le imprese, far crescere le famiglie, fare in modo che le famiglie continuino ad abitare qui, non sono sufficienti, abbiamo visto, i denari spot che arrivano con le ristrutturazioni, che, ripeto, sono importanti, ma non sono sufficienti. I numeri sono quelli, li abbiamo visti, dal bando giovani coppie. Non sono sufficienti, non coprono la richiesta. Ci vogliono questioni strutturali.

Tutta la partita, però, delle infrastrutture, del dissesto idrogeologico, dei trasporti, anche qua possiamo dire che stiamo assistendo a un cambio di passo rispetto al passato? Sicuramente, a forza di tirare, di evidenziare i problemi, a forza di rivendicare, qualcosa di più è arrivato rispetto agli anni passati, rispetto all’assenza di interesse e di sensibilità che c’era negli anni passati dalle precedenti Amministrazioni regionali. C’era un’assenza di sensibilità che faceva paura. Oggi qualcosa si è mosso un po’ di più. Per esempio, il fatto stesso che siano stati chiusi una serie di servizi dimostra che c’è un’assenza di sensibilità. Oggi si vuole tornare indietro. Benissimo. Come si torna indietro? Si torna indietro facendo investimenti, facendo delle scelte di fondo. Ma, allora, non è più rinviabile, per esempio, un grande piano che riguardi tutto il settore della protezione civile, tutto il settore della difesa del suolo. Non è più rinviabile, ma non solo per le alluvioni che di tanto in tanto arrivano e inondano le pianure della Bassa Bolognese, Modenese e Reggiano, ma in generale. Abbiamo il 40 per cento, come è scritto qua, di territorio montano e il territorio montano è di per sé fragile, ha delle fragilità. È naturale che sia così. Ma, ovviamente, un’Amministrazione seria, un’Amministrazione responsabile è un’Amministrazione che cerca di prevenire i problemi.

Allora, visto che il tempo è tiranno, io credo che in tutto questo documento che oggi viene sottoposto al nostro esame non vi siano quei provvedimenti di fondo strutturali e importanti che diano solidità a un’azione di tutela del territorio. Questo oggi manca. Poi vedremo i singoli numeri, le singole voci, ma appunto il giudizio non può che essere un giudizio di insufficienza e di assoluta inadeguatezza rispetto alle reali esigenze del territorio.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Proprio due minuti per presentare un emendamento a mia firma per quanto riguarda il polo logistico del ferro, che interviene sulla città di Piacenza, [...] anche testualmente, parto dal presupposto che questo è un obiettivo strategico che si è data la Regione da diverso tempo, che secondo me è necessario inserire nel DEFR regionale. Per consentire un efficiente sviluppo dell’intermodalità tra porti, retroporti e mercati di sbocco viene acquisita la strategicità della città di Piacenza, in cui il Polo del ferro consentirà di andare in questa direzione.

Piacenza, infatti, è stata individuata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti come città territorio snodo, vista anche la sua posizione strategica sulla linea ferroviaria Milano-Bologna e lungo il percorso della A1 Milano-Napoli e della A21 Torino-Brescia, oltre che grazie alla sua collocazione tra due piattaforme trasnodali, la Tirreno-Brennero da una parte e il Corridoio dei due mari dall’altra, nonché in forza della sua prossimità al Corridoio paneuropeo tra Torino e Genova. Ovviamente, questo significa anche che l’intera Provincia di Piacenza è poi ricompresa all’interno dell’area Zona logistica speciale del porto di Genova, accentuandone il ruolo naturale di retroporto dell’importante scalo ligure.

Conseguentemente, quindi, si legge nell’emendamento, la Regione Emilia-Romagna individua l’area di Piacenza quale importante polo a vocazione logistica, supportandone il potenziamento della capacità di movimentazione merci.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Giusto alcune considerazioni. Poi altre le svilupperemo nel corso della discussione sul bilancio vero e proprio, che credo dovrebbe rappresentare l’elemento cardine per misurare le politiche, per misurare le scelte concrete che vengono fatte, per misurare le priorità di un’Amministrazione e per misurare le volontà che quell’Amministrazione intende dispiegare nel corso del suo mandato.

Alcune correzioni mi paiono inevitabili rispetto alle considerazioni che ho sentito da parte di alcuni colleghi. Cito velocemente, perché poi svilupperemo con più calma sul bilancio. Ci si è concentrati, in alcuni interventi in particolar modo, sulle politiche per la montagna. Mi fa piacere che questa legislatura sia caratterizzata, a differenza della scorsa, da un’attenzione particolare da parte di tutti sulle politiche per la montagna. Spesso e volentieri nella passata legislatura ho svolto il ruolo ‒ utilizzo questa espressione per capirci ‒ di sindacalista della montagna, perché ero spesso solo a intervenire su questi temi. O comunque non eravamo in molti. Vedo che adesso questa condivisione si è allargata anche ai colleghi dell’opposizione, del centrodestra.

Cito, però, alcuni elementi che sono dati incontrovertibili. Poi, il consigliere Facci si ricorderà che a maggio si lamentava perché le misure che venivano adottate non arrivavano o comunque non c’erano i ristori – testuali parole – per le attività dell’Appennino, per le attività e le imprese turistiche dell’Appennino. Abbiamo fatto una lunga discussione in quest’aula su quel punto. Io mi ricordo che intervenni consigliando al collega Facci con cui abbiamo lunghi trascorsi da tanti anni, consigliavo prudenza perché poi ci sarebbe stato un momento in cui sarebbe arrivato anche il riscontro. Il riscontro è arrivato e, consigliere Facci, lei avrà visto che pochi giorni fa sono state licenziate le graduatorie dagli uffici competenti della Regione a esito del bando che ha distribuito i 2,5 milioni che abbiamo messo per le strutture alberghiere dell’Appennino, a fondo perduto, quindi risorse a fondo perduto. Non le sarà sfuggito che ci sono, giusto per parlare del territorio da cui proveniamo, sessanta strutture alberghiere che hanno ricevuto quelle risorse a fondo perduto. Non le sarà sfuggito che, di quelle sessanta, trenta sono nell’alto Appennino bolognese.

Non le sarà sfuggito, consigliere Facci, che i 10 milioni che abbiamo messo per la prima volta in assoluto come risorse per favorire e incentivare l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa in montagna hanno ottenuto… Perché io leggo la cosa nel modo diametralmente opposto al suo. Lei dice: “le esigenze sono molto superiori rispetto a quello che avete messo”. Io dico: “Siamo partiti mettendo 10 milioni, scommettendo sulla possibilità che tanti cittadini del nostro territorio avrebbero utilizzato quell’occasione per acquistare o ristrutturare la prima casa in montagna”. Così è avvenuto in un modo straordinario.

Ricordo che lei tanto in Commissione quanto in quest’aula aveva segnalato che esistevano territori di questa regione che sarebbero stati penalizzati da quella scelta. Anche in questo caso le graduatorie che sono uscite testimoniano esattamente il contrario. Non solo, abbiamo finanziato quella misura con altri 10 milioni, abbiamo messo altri 10 milioni e probabilmente lavoreremo per finanziare ulteriormente quelle strutture.

Non le sarà sfuggito che i 36 milioni di cui lei ha parlato sull’IRAP, anno in cui ci sono anche in questo bilancio e nell’anno successivo, così come avevamo detto, le risorse per finanziare le attività produttive che sono entrate anche in quel caso nel bando che avranno il vantaggio, lo sgravio triennale. Ovviamente, purtroppo, non tutte le 13.000 imprese hanno partecipato e quindi il calo è relativo al fatto che non tutte hanno partecipato e quindi si finanziano quelle che sono entrate nel bando e che riceveranno uno sgravio per i prossimi tre anni. Anche in quel caso non le sarà sfuggito, consigliere Facci, che moltissime di quelle imprese provengono da tutto l’Appennino emiliano-romagnolo, in particolare faccio riferimento al territorio da cui anche in questo caso proveniamo, perché lei avrà avuto sicuramente l’attenzione di andare a verificare quante e quali sono e l’importo complessivo che è arrivato sull’Alto Appennino bolognese.

Queste sono misure concrete, sono dati di fatto, non sono parole, non sono promesse, non sono allusioni, ma sono fatti comprovati da atti. Se vuole, facciamo un bel giro, un giorno, presso le attività che stanno beneficiando di queste misure e sentiamo direttamente da loro se le risorse le hanno avute o no, se sono soddisfatti o meno eccetera.

Io sono intervenuto con un question time, qualche mese fa, chiedendo alla Giunta di lavorare insieme al Governo, necessità che ribadisco qui oggi, per estendere alle aree dell’Appennino e alle aree interne quella ricontribuzione prevista a carico dei datori di lavoro per i dipendenti, per i lavoratori, che il ministro Provenzano ha fatto inserire meritoriamente all’interno del DL agosto per le aree del sud, ho chiesto un impegno comune a lavorare affinché quella misura venga estesa anche alle attività della montagna e dell’Appennino più genericamente e nelle aree interne. Non parliamo di cifre stratosferiche, perché a regime quella misura per tutte le Regioni del sud consta di 4 miliardi circa a livello nazionale, probabilmente se lo estendessimo alle aree interne parleremmo di un ulteriore miliardo, che si può e si deve trovare. Da questo punto di vista non ci sono dubbi. Mi piacerebbe che quella battaglia la facessimo insieme.

Ho citato solo bandi, atti e fatti. Non ho fatto una parola su quello che sarà. Ho ricordato i risultati, che sono rintracciabili sul sito della Regione e in tutti gli organi, dove in modo molto chiaro e trasparente ci sono le graduatorie, ci sono le risorse, ci sono i beneficiari, perché così facciamo i conti su quello che è. Visto che a maggio ci accusavate di non aver messo risorse, di non aver dato una mano a tutto il territorio, queste sono alcune di quelle misure. Non solo, nel bilancio di cui discuteremo dopo, consigliere Facci, lei troverà il resto, perché con il lavoro, come sa, si trovano le risorse, si programmano gli interventi e si mettono le poste a bilancio. Quindi, nel bilancio che discuteremo successivamente troverà altre notizie e altri elementi di cui discuteremo.

Concludo su un tema: punti nascita. Il fatto che esista una pandemia mondiale non è un elemento derubricabile in due parentesi. È un fatto che ha sconvolto l’organizzazione sanitaria della nostra Regione, e non solo. Lei sa meglio di me, o perlomeno quanto me, quanto quell’elemento sia stato identitario e sia identitario per tutti i territori coinvolti, a partire da quello dal quale proveniamo. Però mi lasci dire una cosa. Mi lasci dire una cosa. Non si può giudicare l’insieme dei servizi sanitari... L’ho detto e lo ripeto: non si può giudicare l’insieme dei servizi sanitari di un territorio a partire da un servizio, perché questo non renderebbe merito a nessuno.

Dopodiché, siamo tutti impegnati per riaprire quel punto nascita, che riaprirà. Perché sul giornale ci sono andato io. Le mie frasi sono state, purtroppo, estrapolate in modo sbagliato. Io non ho mai utilizzato... Nel mio virgolettato non c’è scritto “quando riaprirà”. Io ho detto “nel corso della primavera”. E lo confermo. Se non sarà la primavera, sarà l’estate. Ma il punto nascita di Porretta riaprirà. E ve ne dovete fare una ragione. Invece di alimentare strumentalmente polemiche, così come a maggio le consigliai prudenza perché le risorse per le strutture alberghiere sarebbero arrivate, e oggi ci sono, oggi consiglio a lei e a tutto il centrodestra prudenza, perché quando riapriranno i punti nascita, che riapriranno, o avrete due facce oppure con la stessa dovrete dire: “Sì, abbiamo sbagliato. Abbiamo sbagliato. E abbiamo usato strumentalmente una pandemia mondiale per attaccare chi, invece, quotidianamente sta cercando di mettere insieme con fatica, con difficoltà un quadro molto complicato”.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, Presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Ha chiesto solo un secondo per fatto personale. Altrimenti le do dopo la parola, se nel merito dell’intervento. Viene dopo Pelloni, lei.

 

FACCI: Chiedo scusa. Capisco che il consigliere Taruffi sia ossessionato da quello che dico io in quest’aula sempre e comunque, però nel suo intervento mi avrà citato almeno quindici volte, soprattutto addebitandomi delle frasi o dei comportamenti che si sarebbero rivelati infondati o sbagliati.

Vorrei precisare: per le risorse di maggio noi abbiamo criticato il fatto che la Regione non le mettesse a disposizione subito, come hanno fatto altre Regioni, per esempio il Piemonte. Arrivano adesso? Bene. Siamo a dicembre. Il primo lockdown c’è stato a marzo.

Secondo: bando montagna, 10 milioni per le giovani coppie. Che cosa avevamo criticato? I criteri che penalizzavano - chiedo scusa ai colleghi degli altri territori – il bolognese, perché i criteri penalizzavano i comuni montani bolognesi, e così è stato, perché la ripartizione delle risorse continua naturalmente a penalizzare i comuni del bolognese. Poi, siamo contenti che siano arrivati dappertutto, ma la critica era che non sono sufficienti e non saranno sufficienti per il bolognese.

Bando IRAP, terzo e chiudo…

 

PRESIDENTE (Petitti): Mi scusi, consigliere Facci. Lei ha dopo il tempo per intervenire. Quindi, se è una questione…

Le chiedo di essere molto rapido.

 

FACCI: Presidente, ho chiuso.

Bando IRAP. Se si passa da 12 a 7 c’è un problema e io ho evidenziato che esiste un problema, perché le imprese sono sempre lì. Se gli aventi diritto non hanno fatto domanda c’è un problema e credo che un’Amministrazione intelligente debba porsi il problema. Questo è il punto se vogliamo mettere i puntini sulle i.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Mi avvicino, così si sente.

Parto prima con la proposta di emendamento che riprende un emendamento presentato in Commissione e parzialmente votato dalla maggioranza. Abbiamo rivisto alcune cose anche alla luce della discussione che è avvenuta in Commissione IV, in Commissione Sanità, sul tema delle ASP, perché ci sono voluti sette mesi per organizzare quella Commissione in cui c’è stato un momento di approfondimento, però oggi io credo che abbiamo un’occasione importante, quella di inserire nel DEFR degli obiettivi di mandato non solo in tema di sostegno, come credo che unanimemente è stato condiviso in quella Commissione, per l’importanza che ricoprono le aziende di servizi alla persona nel nostro Paese nel panorama sociosanitario, ma abbiamo bisogno appunto prima di risposte nell’immediato e quindi di un riconoscimento dell’IRAP che deve essere concreto, quantificato e parificato al sistema cooperativistico privato. Capisco bene che in Regione Emilia-Romagna il sistema cooperativistico e il centrosinistra siano molto legati, però non è possibile che le ASP, aziende di servizio pubblico alla persona, paghino un 8,5 per cento di IRAP e il sistema cooperativistico paghi zero. Capite bene che è una distanza importante ed è una preferenza chiara, che ormai arriva da anni.

È stato appurato in quella Commissione che dobbiamo cambiare il modello. Non lo so, dobbiamo andare verso le fondazioni, quindi istituti di diritto privato, ma con l’intera partecipazione pubblica. Dobbiamo trovare un nuovo modello.

Nell’emendamento suggeriamo un’altra cosa: il pubblico deve essere innovatore, il pubblico deve iniziare a fare anche cose che, appunto, il sistema privato fa fatica a fare. Oggi, soprattutto nei servizi sociosanitari, al pubblico si rivolgono le situazioni più fragili, perché purtroppo nelle case di riposo oggi arrivano persone non più autosufficienti, ma in situazioni gravissime, perché la domiciliarità è un obiettivo comune che ci si è posti, però purtroppo nelle strutture arrivano persone che non riescono più a rimanere in famiglia, perché la situazione diventa veramente precaria.

Quindi, oggi chiediamo – leggo testualmente – questo. A pagina 170, dopo le parole “di sicurezza delle professionalità necessarie” è inserito il seguente periodo: “Una maggiore integrazione delle ASP all’interno del sistema sanitario, evocandole ad una sorta di geriatria minore a supporto della rete ospedaliera. Ciò comporterà inevitabilmente aggravi di spesa, che non potranno essere scaricati esclusivamente sulle rette o sui bilanci degli Enti locali proprietari. La presenza medica necessaria a soddisfare la necessità di cura degli ospiti non potrà, quindi, prescindere dal riconoscimento di un congruo intervento finanziario a carico del servizio sanitario regionale, correlato all’impegno di legislatura volta a riconoscere alle ASP le stesse facoltà di compensazione dell’IRAP riconosciute al sistema cooperativistico privato”. L’emendamento è molto chiaro.

È stato più volte sollecitato questo tipo di intervento, aggiungo anche che questo tipo di intervento deve essere quantificato in tempi certi, perché le ASP sono aziende e hanno necessità, anche in maniera strutturale, di fare un bilancio e di farlo in tempi congrui. Molte ASP quest’anno devono ancora chiudere i bilanci previsionali, perché sono nell’incertezza delle entrate.

Mi avvio alla conclusione, perché sono già intervenuto sul DEFR nelle Commissioni competenti in cui sono commissario, quindi non mi ripeterò. Ringrazio per l’attenzione. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, grazie. Buongiorno a tutti i colleghi.

Solo per presentare un emendamento al Documento di economia e finanza regionale in poche parole, perché poi mi riserverò l’intervento nella fase del bilancio.

Abbiamo iniziato ieri un percorso di semplificazioni con la legge sulla rigenerazione urbana. Poi vedremo domani la conclusione di questo iter. Per la ripresa economica si rendono parimenti necessarie misure semplificative dell’iter burocratico, attraverso il ricorso, ad esempio, all’autocertificazione, il rinvio a documenti già in possesso della Pubblica amministrazione e il ricorso a controlli a campione realizzati ex post, in modo da non rallentare eccessivamente i percorsi autorizzativi e la fruizione di eventuali contributi.

Questo è il senso dell’emendamento che volevo presentare, nell’ottica proprio di una semplificazione e sburocratizzazione necessaria in questa regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Quindi, con l’intervento di prima ha concluso.

Io non ho altri in discussione generale, neanche attraverso la App. Me lo confermate? Qui non lo vedo. Okay.

A questo punto, io non ho altri in discussione generale.

Chiedo se i relatori vogliono replicare. Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Sarò velocissima, così forse riusciamo a chiudere almeno la discussione generale, lasciando la possibilità - auspico colta anche dalla relatrice di minoranza - anche all’assessore Paolo Calvano di svolgere la sua relazione questa mattina, prima della sospensione.

Volevo ringraziare tutti i colleghi che sono intervenuti, a partire dal consigliere Taruffi, che mi pare abbia un po’ rimesso in fila - fatemela dire così - quello che è il nostro impegno, non da oggi, con un’azione strategica trasversale sulle politiche per la montagna, impegno di cui ci occuperemo anche durante l’approvazione del bilancio di previsione 2021-2023, che, come avrete visto, è accompagnato anche da un corposo documento di maggioranza, che rifà un po’ il punto sulle politiche che abbiamo approvato in questi primi mesi di legislatura per i territori più fragili, per le aree interne, per i territori più in difficoltà, dove la scelta di vivere e lavorare ha costi diversi e a cui non abbiamo fatto mancare, in tema di acquisto della prima casa alle giovani coppie, ma anche in tema di impegno per sgravare i costi che le famiglie hanno per il trasporto pubblico locale, così come in termini di IRAP per imprese, professionisti, commercianti e artigiani un’azione che oggi prosegue nel suo impegno, ma che non parte da oggi. Avrò poi modo durante la discussione degli emendamenti di dire velocemente quello che sarà l’intendimento di voto del nostro Gruppo. Anche sui punti nascita è stato depositato, nel corso della mattinata, un emendamento che poi illustreremo, che va meglio a specificare e a chiarire ulteriormente quello che è l’impegno che abbiamo preso con il programma di mandato di legislatura e che abbiamo riconfermato con l’approvazione di questa Nota di aggiornamento al DEFR, come, del resto, lo stesso emendamento che avevano presentato i colleghi in Commissione e che oggi ripropongono, se letto bene, evidenzia.

Ringrazio nuovamente tutti i colleghi e tutti i funzionari - c’è qui in aula anche il dottor Ricciardelli con la sua collaboratrice – per la disponibilità al nostro lavoro su questa Nota di aggiornamento che ha l’obiettivo di mettere in campo, come dicevo in apertura, risposte innovative, adeguate alla situazione diversa che stanno vivendo famiglie, cittadini e imprese dell’Emilia-Romagna e che possa al contempo costruire le ragioni per un tempestivo rilancio anche di questa Regione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie. Consigliere Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, presidente.

Soltanto un brevissimo ringraziamento ancora per tutti gli interventi. Mi ha fatto piacere e mi fa piacere che il Documento sia stato così vissuto. Lascio anche io lo spazio al prosieguo della discussione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto per l’intervento passo la parola all’assessore Calvano. Prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

Un grazie doveroso alle relatrici e all’aula. Perché dico questo? Perché ogni tanto il DEFR viene preso come uno strumento quasi che bisogna fare, ma poi ci si concentra magari su altre cose in particolare e in particolare sul bilancio. Invece, credo che si sia fatta la scelta giusta nell’andare a capire cosa c’è dentro questo DEFR e nella conseguente nota di aggiornamento, perché non è un documento, come mi è capitato già di dire in Commissione, indipendente dal bilancio, ma è un documento sulla base del quale si costruisce il bilancio, si costruisce il bilancio pluriennale, i bilanci pluriennali nel corso della legislatura.

Anche per questo, e ringrazio in particolare Manuela Rontini, lo farò anche durante la sessione di bilancio, il confronto con l’opposizione credo che non sia mancato. Non sempre si è tradotto nell’accoglimento di proposte e quant’altro, però è un confronto che non è mancato, perché vi posso assicurare che, da assessore al bilancio, ma anche tutti i miei colleghi, ogni emendamento che è stato presentato non l’abbiamo trattato come “è un emendamento di maggioranza quindi lo approviamo, è un emendamento di opposizione quindi lo bocciamo”. Non ci siamo comportati così.

Do merito di questo alla relatrice di maggioranza e alla relatrice di minoranza, perché credo che sia l’atteggiamento giusto, soprattutto in una fase difficile e complicata, in una fase nella quale ancora non sappiamo con certezza quando finirà il momento più difficile, anche se iniziamo a vedere un po’ di luce con l’arrivo del vaccino, in una fase in cui penso che i cittadini apprezzino maggiormente una politica che prova a confrontarsi sulle cose da fare, piuttosto che esclusivamente litigare, mettendosi uno da una parte e uno dall’altra.

Ci abbiamo provato con il DEFR, ci abbiamo provato con il bilancio, e credo che questa sia la strada, soprattutto in una fase emergenziale e di ripartenza, un metodo che dobbiamo in questa fase tenere in grande considerazione e assolutamente adottare. E lo faremo il più possibile. Lo dico da assessore competente su questo, sul bilancio e sulle risorse, perché, ripeto, siamo in una fase che richiede innanzitutto questo. Richiede anche il più possibile la capacità di guardare al futuro e di costruire il futuro di questa regione, a maggior ragione per uscire al meglio dalla pandemia e ripartire.

Noi abbiamo voluto, nella nota di aggiornamento al DEFR, porre una grande attenzione sul tema del Recovery Plan. Non può rappresentare, anche quello, semplicemente dei fondi europei che arrivano su un territorio. È qualcosa di più. È qualcosa che l’Europa ha deciso di mettere in campo, spronata anche dal nostro Paese. Credo che al Governo italiano vada dato merito di aver spinto l’Europa a mettere in campo risorse straordinarie di questa portata. Ora quelle risorse straordinarie non possiamo permetterci di usarle per gestire l’ordinario, perché se così fosse perderemmo una grande occasione, che probabilmente non si ripresenterebbe più a breve. Noi vogliamo provare a sfruttarla, anche nella programmazione che l’Emilia-Romagna, attraverso il DEFR, ha voluto mettere in campo.

In quel DEFR sono riportate le linee guida, di mandato che il presidente Bonaccini ha presentato a quest’aula e che quest’aula ha votato. Ci sono dentro tanti impegni, anche presi durante le elezioni. Impegni che intendiamo rispettare, perché siamo abituati a fare così. Se per caso non ci sono le condizioni per rispettare un impegno, spieghiamo il perché quelle condizioni sono mutate. Ad oggi non mi risulta, su tanti impegni che sono emersi qua, che ci siano condizioni mutate. C’è una fase sicuramente emergenziale, che può determinare lo slittamento di una decisione piuttosto che un’altra, ma non ci sono passi indietro da parte di questa maggioranza, da parte della Giunta rispetto a impegni importanti che abbiamo preso in termini di riduzione di distanze sociali ed economiche tra il centro e la periferia, rispetto alla necessità di dare competitività, dare maggiore competitività alla nostra Regione, rispetto all’attenzione al lavoro e al welfare. Avremo modo di discuterne anche in sede di bilancio.

Ciò che leggiamo nel DEFR riprende quello che c’è certamente nelle linee di mandato del presidente, ma ‒ lo ha ricordato anche la relatrice Catellani ‒ riprende anche riferimenti chiari e specifici al Patto per il lavoro e per il clima, perché quello è un Patto che guiderà l’azione di questa Amministrazione. Siamo noi, sia con il DEFR che con il Patto, che vogliamo misurare la nostra capacità di fare le cose che lì scriviamo. Il DEFR, oltre che uno strumento di programmazione, diventa un grande strumento di accountability, per noi e anche per chi ci guarda da fuori, per chi quelle politiche le deve realizzare e per chi quelle politiche pretende che vengano realizzate, giustamente. Non arretreremo rispetto a questi impegni, li porteremo avanti. Se quegli impegni potranno essere migliorati anche attraverso il confronto d’Aula questa cosa è giusto farla, è opportuno farla. Abbiamo provato a farla durante questa sessione per l’approvazione del DEFR e poi durante il bilancio.

In quel Patto, mi avvio alla conclusione, c’è un tema, lo dico rispetto all’ultima osservazione fatta dal consigliere e presidente di Commissione Pompignoli, che è quello della semplificazione amministrativa. Voi sapete che il Patto ha alcune linee verticali e alcune strategie orizzontali. Una di queste strategie orizzontali, che va di pari passo con quella della digitalizzazione, è la semplificazione amministrativa, perché ci rendiamo conto che è indispensabile riuscire a rendere più agevole il rapporto tra cittadini e imprese con la pubblica amministrazione. È indispensabile evitare che cittadini e imprese considerino la pubblica amministrazione una controparte e non un alleato nella realizzazione dei propri obiettivi e dei propri desideri, come è indispensabile che questi obiettivi e desideri stiano dentro un sistema di leggi e di regole che vanno sempre rispettate, perché semplificazione non fa il paio con deregolamentazione.

Sono due cose diverse sulle quali non è obiettivo di questa Amministrazione arrivare. Invece, quello di semplificare la vita di cittadini e imprese lo è. Lo si può fare attraverso i grandi strumenti della digitalizzazione. Il Covid ci ha spinto ad accelerare da questo punto di vista, ci ha detto “non potete più rimanere fermi, ci sono cose che potete fare e che vanno fatte”. È stato fatto in campo sanitario, è stato fatto anche, ad esempio, semplicemente nelle modalità con cui avvengono i pagamenti della pubblica amministrazione anche di questa Regione. AGREA, per citare un caso, ha accelerato enormemente i pagamenti agricoli durante questa pandemia. Sono arrivate nelle disponibilità degli agricoltori risorse importanti attese da tempo. Sono queste modalità che dobbiamo prendere ad esempio, sulle quali stiamo lavorando per arrivare a un Patto per la semplificazione che si accompagni al Patto per il lavoro e per il clima e che aiuti a realizzare quello che in quel patto c’è scritto, le linee di mandato e quanto abbiamo previsto in questo DEFR, che ha la caratteristica di essere un DEFR di inizio legislatura e che, quindi, vuole tracciare la prospettiva di qui ai prossimi ormai quattro anni e mezzo.

Ringrazio anch’io chi ha lavorato molto alla predisposizione di questo strumento, cioè la dottoressa Simoni, che ringrazio molto per il supporto che ci ha dato e che ha dato, credo, a tutti coloro che hanno chiesto approfondimenti o hanno voluto entrare ancor più nel merito delle questioni.

Il DEFR, in questa Regione, è ormai diversi anni che lo portiamo avanti e di anno in anno diventa uno strumento sempre più approfondito, uno strumento sempre più utile non solo a programmare, ma anche a verificare l’andamento dei programmi che abbiamo messo in campo. La definizione degli obiettivi strategici e il tema dei risultati attesi sono tutti elementi che aiuteranno noi a verificare la nostra azione e soprattutto i cittadini a poterla valutare con ancora più elementi a disposizione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Sono le ore 13,07, per cui dichiaro chiusa la seduta antimeridiana.

Ci vediamo alle ore 14, con le votazioni sul DEFR.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 13,07

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADA’, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI.

 

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2118

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante “Ratifica della variazione di bilancio adottata dalla Giunta regionale in deroga all’art. 51 del D.lgs. n. 118/2011, ai sensi dell’art. 109, comma 2-bis, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 27”.

 

 

Titolo:2118 - votazione art. 1

 

Presenti al voto: 41

Favorevoli/Si: 26

Contrari/No: 14

Astenuti: 1

Assenti: 9

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Petitti Emma; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Contrari/No


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Astenuti

Piccinini Silvia


Assenti


Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Liverani Andrea; Mastacchi Marco; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pompignoli Massimiliano; Sabattini Luca;

 

 

 

Titolo:2118 - votazione art. 2

 

Presenti al voto: 39

Favorevoli/Si: 23

Contrari/No: 14

Astenuti: 1

Non votanti: 1

Assenti: 11

 

Favorevoli/Si

Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Maletti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella


Contrari/No

Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo


Non votanti

Petitti Emma


Assenti


Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Liverani Andrea; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Sabattini Luca; Zamboni Silvia

 

 

Titolo:2118 - votazione art. 3

 

Presenti al voto: 43

Favorevoli/Si: 24

Contrari/No: 17

Astenuti: 1

Non votanti: 1

Assenti: 7

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Maletti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella

 

Contrari/No


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Facci Michele; Lisei Marco; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Astenuti

Piccinini Silvia


Non votanti

Petitti Emma


Assenti


Gibertoni Giulia; Liverani Andrea; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe; Zamboni Silvia

 

 

Titolo:2118 - Votazione pdl (ratifica variazione di bilancio)

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 25

Contrari/No: 18

Astenuti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Iotti Massimo; Maletti Francesca; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Petitti Emma; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

 

Contrari/No


Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Castaldini Valentina; Catellani Maura; Delmonte Gabriele; Lisei Marco; Liverani Andrea; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo

 

Astenuti

Piccinini Silvia


Assenti

Bessi Gianni; Facci Michele; Felicori Mauro; Gibertoni Giulia; Mumolo Antonio; Paruolo Giuseppe


 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

Espandi Indice