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58.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 24 FEBBRAIO 2021

 

(ANTIMERIDIANA)

 

La seduta si svolge in modalità mista (telematica e in presenza)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 2491

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agevolare l’impiego dei medici del lavoro per vaccinare i lavoratori. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Marchetti Daniele, Bergamini, Pelloni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

STRAGLIATI (Lega)

ZAMBONI (EV)

SONCINI (PD)

STRAGLIATI (Lega)

 

OGGETTO 2649

Risoluzione in merito all’avvio delle procedure necessarie per pervenire progressivamente all’accreditamento dei servizi nidi per l’infanzia. A firma dei Consiglieri: Pigoni, Bargi

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

PIGONI (BP)

TAGLIAFERRI (FdI)

BARGI (Lega)

MARCHETTI Francesca (PD)

BARGI (Lega)

MARCHETTI Francesca (PD)

PIGONI (BP)

MARCHETTI Francesca (PD)

 

OGGETTO 2669

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi urgentemente presso il Governo al fine di chiedere un immediato stanziamento di risorse per il comparto sciistico e per tutta la filiera dell’indotto, dalla ristorazione al settore turistico ricettivo, a sostegno degli operatori delle strutture ricettive montane allargando la platea dei beneficiari a tutti gli operatori danneggiati dalle limitazioni o dalla chiusura delle attività dovute alla pandemia. A firma del Consigliere: Lisei

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

LISEI (FdI)

TAGLIAFERRI (FdI)

COSTI (PD)

BARCAIUOLO (FdI)

TARUFFI (ERCEP)

ZAMBONI (EV)

DELMONTE (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

LISEI (FdI)

 

OGGETTO 2703

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo nelle sedi istituzionali opportune a prorogare il blocco dei licenziamenti, in scadenza il 31 marzo 2021. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Amico, Piccinini, Caliandro, Mumolo, Zamboni, Pillati, Mori, Sabattini, Rontini, Montalti, Rossi

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

TARUFFI (ERCEP)

MUMOLO (PD)

CALIANDRO (PD)

AMICO (ERCEP)

 

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 2491 - 2649 - 2669

Emendamenti oggetti 2491 - 2649 - 2669

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,58

 

PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno.

Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 58 del giorno 24 febbraio 2021.

Hanno giustificato la propria assenza la consigliera Piccinini e l’assessore Donini.

Procediamo con l’appello nominale.

 

A seguito dell’appello svolto dalla Presidente Petitti risultano presenti i consiglieri:

 

1.      AMICO Federico Alessandro

2.      BARCAIUOLO Michele

3.      BARGI Stefano

4.      BERGAMINI Fabio

5.      BESSI Gianni

6.      BONACCINI Stefano

7.      BONDAVALLI Stefania

8.      BULBI Massimo

9.      CALIANDRO Stefano

10.  CATELLANI Maura

11.  COSTA Andrea

12.  DAFFADÀ Matteo

13.  DELMONTE Gabriele

14.  FABBRI Marco

15.  FACCI Michele

16.  FELICORI Mauro

17.  GIBERTONI Giulia

18.  IOTTI Massimo

19.  LISEI Marco

20.  LIVERANI Andrea

21.  MALETTI Francesca

22.  MARCHETTI Daniele

23.  MARCHETTI Francesca

24.  MONTALTI Lia

25.  MONTEVECCHI Matteo

26.  MORI Roberta

27.  MUMOLO Antonio

28.  OCCHI Emiliano

29.  PARUOLO Giuseppe

30.  PELLONI Simone

31.  PETITTI Emma

32.  PIGONI Giulia

33.  PILLATI Marilena

34.  POMPIGNOLI Massimiliano

35.  RONTINI Manuela

36.  ROSSI Nadia

37.  SABATTINI Luca

38.  SONCINI Ottavia

39.  STRAGLIATI Valentina

40.  TAGLIAFERRI Giancarlo

41.  TARASCONI Katia

42.  TARUFFI Igor

43.  ZAMBONI Silvia

44.  ZAPPATERRA Marcella

 

PRESIDENTE (Petitti): Presenti 44 all’appello.

 

OGGETTO 2491

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agevolare l’impiego dei medici del lavoro per vaccinare i lavoratori. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Marchetti Daniele, Bergamini, Pelloni

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori di ieri dalla seguente risoluzione, la risoluzione 2491, che impegna la Giunta ad agevolare l’impiego dei medici del lavoro per vaccinare i lavoratori, a firma dei consiglieri Stragliati, Marchetti Daniele, Bergamini e Pelloni.

Su questo oggetto risultano due proposte di emendamento a firma dei consiglieri Soncini, Maletti, Costi, Iotti, Montalti e Zappaterra.

Apriamo la discussione generale.

Prego, consigliera Stragliati.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti i colleghi.

La presente risoluzione ha l’obiettivo di puntare il focus sul mondo delle imprese. Vorrei sentire parlare più spesso di imprese in questa Assemblea e non nascondo un po’ di rammarico rispetto a quanto accaduto ieri, ovvero rispetto al non accoglimento del progetto di legge presentato dalla Lega a prima firma Bargi, relativo al sostegno straordinario alle attività produttive nei settori maggiormente coinvolti dalle misure restrittive anti-Covid.

Ritengo che le nostre imprese abbiano bisogno di ossigeno, oggi più che mai, in questa situazione così difficile, e che la politica debba fare tutto il possibile per aiutare e sostenere questo comparto così strategico.

Le imprese emiliano-romagnole sono una vera eccellenza, rappresentano un tassello fondamentale dell’intero tessuto industriale italiano, vera e propria locomotiva d’Italia. La proposta che oggi come Lega presentiamo all’Assemblea, con questo atto di indirizzo politico, ha l’obiettivo di organizzare per tempo la vaccinazione del personale dirigente dipendente emiliano-romagnolo, direttamente in azienda.

Infatti, chiediamo alla nostra Regione di farsi parte attiva per quanto concerne l’impostazione di protocolli d’intesa tra le associazioni di categoria e le aziende per operare una corretta campagna di immunizzazione delle imprese.

È una proposta che riteniamo essere di buon senso. Lo scopo di questa operazione sarebbe duplice: da una parte decongestionare le strutture sanitarie, che da oltre un anno sono sotto pressione per l’emergenza Covid; dall’altra, consentire al sistema economico della Regione di ripartire a pieno regime, in totale sicurezza.

La proposta arriva direttamente dal mondo delle imprese, in particolare da un’associazione di categoria, la CONFAPI (Confederazione della piccola e media industria), in particolare per voce del presidente di CONFAPI Emilia-Romagna, nonché vicepresidente nazionale, Cristian Camisa, che davvero a gran voce sta portando avanti questa importante iniziativa, guardata, peraltro favorevolmente, anche da altre associazioni di categoria come Confindustria.

Tra l’altro, presidente, mi sia consentito, in questa sede, di ringraziare tutte le associazioni di categoria che hanno svolto e stanno svolgendo un lavoro straordinario in questa fase emergenziale, di supporto, vicinanza e sostegno alle imprese, agli artigiani, agli esercenti, ai ristoratori e agli agricoltori durante questa fase così difficile.

La proposta che oggi presentiamo è già stata accolta da Regione Lombardia, in particolare per diretto interessamento dell’assessore regionale allo sviluppo economico, Guido Guidesi, e al vicepresidente Letizia Moratti.

Riteniamo quindi che sia una proposta accoglibile, anche dalla nostra Regione. Cerchiamo di farci trovare pronti quando saranno disponibili le dosi vaccinali, cerchiamo davvero di sostenere il più possibile le imprese.

Dobbiamo far sì che non accada quanto è accaduto sinora, dobbiamo essere obiettivi, ci sono stati degli intoppi per quanto concerne la vaccinazione del personale scolastico (non è una mera critica strumentale, è un dato di fatto, dobbiamo essere molto onesti), non facciamo che accada lo stesso quando si tratta di immunizzare e tutelare il mondo delle imprese, coloro che lavorano, che producono, che pagano le tasse.

Concludo questo mio intervento ringraziando di cuore, e penso di interpretare il sentire comune di tutta l’Assemblea innanzitutto esprimendo solidarietà agli imprenditori che hanno dovuto chiudere l’azienda in questa fase così difficile e ringraziando davvero tutti gli imprenditori che, nonostante il periodo così difficile di congiuntura economica, stanno tenendo in piedi la propria azienda, garantendo uno stipendio ai propri dipendenti e continuando a mantenere attiva la produzione.

La nostra Regione vanta davvero eccellenze straordinarie, penso al settore della meccanica, della meccatronica, della raccorderia, del packaging. Ci sono aziende di packaging emiliano-romagnole che durante il lockdown non si sono mai fermate per garantire che il cibo arrivasse sulle nostre tavole, così come tantissimi agricoltori.

Penso inoltre al distretto ceramico, per non parlare dei distretti della Motor Valley, vantiamo aziende che davvero ci invidiano da tutto il mondo, quali Ferrari, Maserati, Lamborghini, Ducati, Dallara, Pagani, oltre a tantissimi autodromi e scuderie.

Siamo la sede della Fashion Valley (ne abbiamo parlato durante l’Assemblea precedente) e della Food Valley, con il maggior numero di prodotti DOP e IGP di tutto il mondo, 44 in totale. Vi assicuro (vi parlo anche da vicepresidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo) abbiamo eccellenze enogastronomiche che ci invidiano davvero da tutto il mondo. Potrei andare avanti ancora elencando tutte le nostre eccellenze che è sempre bello ricordare e di cui dobbiamo tutti essere molto orgogliosi, quindi proposta semplice: la Regione Emilia-Romagna sia parte attiva nell’immunizzazione delle aziende.

La nostra risoluzione quindi impegna la Giunta ad avviare un protocollo, tramite le associazioni di categoria e le ASL, che permetta alle aziende che lo vorranno di utilizzare all’interno delle loro sedi operative i medici del lavoro per vaccinare i lavoratori, proposta semplice che riteniamo efficace.

Speriamo arrivino maggiori dosi di vaccino, e fa ben sperare anche la convocazione del ministro Giorgetti delle case farmaceutiche al fine di raggiungere quella che lui ha definito una sovranità vaccinale che possa rendere l’Italia autonoma nella produzione di vaccini. Il fattore timing è fondamentale. Non facciamoci trovare impreparati, cerchiamo di intervenire quanto prima per sostenere le aziende emiliano-romagnole.

Per quanto concerne gli emendamenti proposti dai colleghi di maggioranza, in particolare dalla collega Soncini, di fatto non vanno a stravolgere la ratio del dispositivo, ma vanno a migliorare la dicitura che abbiamo inserito nel nostro atto di indirizzo politico, “medico del lavoro” con “medico competente”. Noi siamo assolutamente disponibili ad accoglierli, non abbiamo preclusioni di sorta, a dimostrazione e a conferma che, come Lega, siamo qui per fare un’opposizione costruttiva e, quando si tratta di raggiungere risultati importanti nell’interesse degli emiliano-romagnoli, siamo assolutamente disponibili a fare gioco di squadra.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Stragliati.

Altri in dibattito generale? Prego, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente. Molto velocemente.

Volevo associarmi a quanto dichiarato dalla consigliera Stragliati. Io voterò questa risoluzione. Ritengo indubbiamente utile e necessario passare a questo tipo di test e, quindi, di controlli che vengano fatti dai medici del lavoro per aiutare le aziende a uscire dal cono d’ombra, che per molte sta rappresentando veramente una questione di sopravvivenza economica. Quindi, tutto quello che va nella direzione di facilitare la possibilità di svolgere le proprie attività economiche in sicurezza va incoraggiato.

Apprezzo l’iniziativa della consigliera Stragliati e dichiaro fin da ora il voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri? Non abbiamo altri iscritti a parlare.

Dibattito generale sulle proposte di emendamento. Io non ho nessuno in dibattito generale.

A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sulle proposte di emendamento e sulla risoluzione. Qualcuno vuole intervenire?

Consigliera Soncini, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

Intanto, ovviamente, vorrei sottolineare che noi siamo impegnati a fronteggiare le gravi emergenze presenti, tutte: quella sanitaria, quella sociale, quella economica e quella finanziaria. La proposta avanzata in questa risoluzione di prevedere un protocollo da firmare con le parti sociali e le ASL, che permetta alle aziende che lo vorranno, di utilizzare all’interno delle loro sedi operative i medici competenti per vaccinare i lavoratori pare un’opportunità da esplorare.

In questo senso va la richiesta della prima firmataria e dei consiglieri della risoluzione. Chiediamo quindi alla Giunta di cogliere questa proposta per un suo eventuale futuro sviluppo, ovviamente, in base alle priorità del piano vaccinale nazionale, alla disponibilità dei vaccini, al numero di professionisti che potranno essere impegnati, all’assenso da parte dei medici competenti, che andranno tempestivamente informati, proprio perché occorre un’adeguata organizzazione che non è mai semplice, e ovviamente all’assenso delle associazioni rappresentative a livello nazionale e regionale.

Ovviamente, il tessuto produttivo fa capo al valore del capitale umano, quindi sicuramente bene per l’immunizzazione, ovviamente in base alla quantità di dosi, a quando arriveranno le dosi. Ma noi dobbiamo farci trovare pronti per distribuirle il prima possibile.

In questo senso occorre che tutto vada ricondotto al coordinamento, alla titolarità delle scelte del sistema sanitario pubblico. Siamo però a favore di azioni che consentano una maggiore distribuzione possibile del vaccino, nel rispetto delle regole della sicurezza, della condivisione e anche con chi deve poi operare concretamente per realizzare queste possibilità.

Gli emendamenti di cui sono prima firmataria, firmati anche da altri colleghi, vogliono sistemare la terminologia. Si dice che i medici coinvolti, che sono i medici competenti a normativa attuale, i medici competenti delle aziende, quali consulenti globali dei datori di lavoro.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Soncini.

Altri in dichiarazione di voto? Prego, consigliera Stragliati.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

L’avevo già anticipato in discussione generale, ovviamente noi votiamo a favore della risoluzione e degli emendamenti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Io non ho altri in dichiarazioni di voto. A questo punto passiamo alle votazioni, mettiamo in votazione prima gli emendamenti.

Chiedo l’assenso per l’emendamento alla consigliera Stragliati, grazie. A questo punto mettiamo in votazione il primo emendamento a firma dei consiglieri Soncini, Maletti, Costi, Iotti, Montalti, Zappaterra e Rontini.

Dichiaro aperta la votazione dell’emendamento 1.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 36

Favorevoli 36

 

È approvato.

 

Passiamo all’emendamento 2… Prego, consigliera Marchetti. Okay, voto favorevole della consigliera Marchetti.

Anche la consigliera Soncini è favorevole. Scusate, ma c’è qualche problema. Perfetto.

Passiamo all’emendamento 2, a firma dei consiglieri Soncini, Rontini ed altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 40

Favorevoli 40

 

È approvato.

 

Adesso mettiamo ai voti la risoluzione 2491, a firma dei consiglieri Stragliati ed altri.

Dichiaro aperta la votazione… Consigliere Mastacchi, era per il voto di prima? Va bene, favorevole.

Adesso votiamo la risoluzione.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 42

Favorevoli 42

 

È approvata.

 

OGGETTO 2649

Risoluzione in merito all’avvio delle procedure necessarie per pervenire progressivamente all’accreditamento dei servizi nidi per l’infanzia. A firma dei Consiglieri: Pigoni, Bargi

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora passiamo alla risoluzione 2649, una risoluzione in merito all’avvio delle procedure necessarie per pervenire progressivamente all’accreditamento dei servizi nidi per l’infanzia, a firma dei consiglieri Pigoni e Bargi.

Su questo oggetto insiste una proposta di emendamento a firma dei consiglieri Marchetti, Pillati e Taruffi.

Apriamo il dibattito generale. Prego, consigliera Pigoni.

 

PIGONI: Grazie, presidente, buongiorno.

A causa dell’attuale emergenza, i servizi educativi per la prima infanzia stanno attraversando una grave crisi economica. I nidi pubblici e privati hanno dovuto infatti fronteggiare aumenti di costi legati alle misure per prevenire i contagi e anche un calo delle entrate provenienti dalle rette in seguito alle sospensioni delle attività legate ai vari casi di quarantena.

A questa criticità si aggiunge sicuramente anche una difficoltà pedagogica, perché di fatto e giocoforza sono state rimodulate tante scelte organizzative in relazione a spazi, tempi e contesti del lavoro educativo. Improvvisamente, infatti, ci si è ritrovati a dover ricostruire modi e forme per mantenere un filo diretto con bambini e con famiglie. A questo proposito, fra le competenze delle Regioni ci sono proprio la definizione degli standard strutturali, organizzativi e qualitativi dei servizi educativi per l’infanzia, la disciplina delle attività di autorizzazione, accreditamento e vigilanza effettuate.

Come sappiamo, l’accreditamento è requisito fondamentale per i servizi privati di accesso ai finanziamenti pubblici, condizione necessaria per appalti o convenzioni con gli enti locali e condizioni di funzionamento degli stessi servizi pubblici.

Ora ci stiamo avvicinando all’entrata in vigore, il prossimo 30 giugno, della delibera di Giunta regionale n. 704 del 2019, che definisce le procedure per la concessione dell’accreditamento ai nidi d’infanzia. In questo ambito, i Comuni o le Unioni dei Comuni svolgono un ruolo determinante per la valutazione dei requisiti e delle procedure per la concessione dell’accreditamento, insieme alle Commissioni tecniche distrettuali e ai coordinamenti pedagogici territoriali, che lavorano per consentire i tempi di preparazione del sistema.

Proprio dai territori abbiamo raccolto preoccupazioni e problematiche in merito ai tempi di entrata in vigore di questa direttiva regionale. In particolare, in questa difficile fase i servizi privati hanno ancora difficoltà a portare a termine le procedure burocratiche e ad adottare gli strumenti di autovalutazione del servizio secondo gli indirizzi regionali e soprattutto ad anticipare i sia pur limitati costi connessi alla prospettiva di accreditamento.

Occorre anche ricordare che le problematiche di accessibilità ai servizi educativi per la prima infanzia, sia per carenza di strutture, sia per questioni economiche, sono un elemento determinante nell’aggravare la situazione occupazionale delle madri.

Le regioni italiane con la maggiore offerta di servizi nidi per l’infanzia, tra cui ovviamente anche la nostra Emilia-Romagna, sono infatti le stesse che presentano alti tassi di occupazione femminile. Il potenziamento dell’offerta dei servizi di asilo nido per l’infanzia, sia pubblici che privati, risponde anche alla realizzazione di efficaci politiche demografiche, strettamente collegate alla dimensione economica, alla prospettiva di realizzazione personale, al tema comunitario e a quello del lavoro.

Per fronteggiare quindi la grave situazione causata dalla particolare situazione di emergenza e sostenere la tenuta economica e sociale delle comunità, delle famiglie con bambini e dei cittadini, la Regione Emilia-Romagna ha già adottato misure straordinarie, supportando gli enti locali nella loro azione di sostegno del sistema integrato di servizi educativi e delle famiglie.

Per proseguire un percorso virtuoso di sostegno a questo fondamentale servizio, sempre mantenendo elevati standard qualitativi e stabilendo un sistema di regole valido per tutti i soggetti pubblici e privati, con questa risoluzione proponiamo di impegnare la Giunta a valutare la possibilità di prorogare l’entrata in vigore di questa delibera.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Buongiorno, presidente. Mi sentite?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, la sentiamo.

 

TAGLIAFERRI: Presidente e colleghi, il mondo dell’educazione, anche quello dell’infanzia, non esce certo da un anno roseo e facile. Il lockdown prima e le continue chiusure e restrizioni poi hanno inciso profondamente sull’attività educativa, sulla qualità dell’offerta formativa direi tanto degli istituti privati quanto degli istituti pubblici.

Ne approfitto per rivolgere un grande ringraziamento a tutti gli operatori scolastici, al personale docente ed educativo, fino al personale ATA per gli sforzi e il lavoro che stanno facendo con i bambini, nonostante la situazione attuale non consenta di programmare al meglio l’attività didattica.

Come ben sappiamo, i servizi educativi per l’infanzia sono servizi fondamentali per le famiglie emiliano-romagnole, e lo sono sia che questi siano offerti da asili pubblici sia che a fornirli siano strutture private accreditate, con le quali gli Enti pubblici possono porre in essere convenzioni. Per questo motivo occorre che la politica faccia tutto il possibile per agevolare la fruibilità di tali servizi fondamentali. Infatti, è innegabile che, laddove l’offerta di servizi educativi per l’infanzia è elevata, lì vi sono anche tassi di occupazione femminile ben più alti che altrove. In questi casi, infatti, le madri possono conciliare i tempi della famiglia e del lavoro al meglio.

Investire risorse ed energie per garantire i migliori servizi di educazione per l’infanzia rappresenta, inoltre, un’azione concreta di contrasto all’assai inquietante decrescita demografica del tasso di natalità, che da ormai diversi anni caratterizza il nostro Paese, specie nelle sue aree svantaggiate, quali ad esempio il nostro Appennino. Decrescita demografica e calo della natalità – badiamo bene –, se non contrastati con ogni mezzo e con serie politiche a sostegno della famiglia, rischiano di ripercuotersi in modo drastico e irreversibile sul nostro sistema di welfare. Ci troveremmo, infatti, nella situazione in cui sarebbero sempre maggiori le pensioni da pagare e sempre minori le persone in grado di lavorare per pagare quelle pensioni.

Non occorre, dunque, ribadire che Fratelli d’Italia c’è quando la politica è chiamata a compiere scelte a sostegno del mondo educativo e dei servizi per l’infanzia. Nello specifico, la risoluzione che ci accingiamo a votare evidenzia come le strutture del nostro territorio, specie quelle private, siano preoccupate in merito ai tempi di entrata in vigore della direttiva regionale riguardante l’accreditamento. I servizi privati, in questa fase emergenziale, hanno riscontrato serie difficoltà nel portare a termine le procedure burocratiche, nell’adottare strumenti di autovalutazione del servizio secondo quanto indicato dagli indirizzi regionali e soprattutto nell’anticipare, in un momento di grossa difficoltà, costi aggiunti legati alla necessità dell’accreditamento.

Per questo motivo, Fratelli d’Italia esprimerà voto senz’altro favorevole a questa risoluzione che intende impegnare la Giunta a prorogare i termini della delibera n. 704/2019, in cui sono indicate le procedure per la concessione dell’accreditamento ai nidi d’infanzia.

Ne approfitto, inoltre, per invitare la Giunta regionale a una riflessione: ancora una volta ci troviamo di fronte a realtà che chiedono attenzione e sostegno proprio perché, tra le altre cose, non riescono a far fronte nei termini previsti ad un enorme carico burocratico che la Regione ha riversato su di loro. Non sarà forse il caso di rivalutare gran parte degli adempimenti che l’istituzione regionale richiede ai privati e alle imprese, e snellire finalmente il carico burocratico che grava sui nostri concittadini?

Il nostro voto è motivato anche dalla necessità di ribadire come la nostra Regione deve cambiare passo. È inutile continuare a fare proclami sulla Regione vicina ai cittadini e alle imprese, Regione modello, ed Emilia prima di tutto, quando poi i cittadini si scontrano ogni giorno con un muro che si chiama burocrazia, con regole spesse, create solo per tutelare l’apparato burocratico, invece di dare risposte ai bisogni delle persone.

Serve dunque un cambio di passo. Noi per collaborare ci siamo. Speriamo solo in un atto di lungimiranza dai banchi della Giunta e della maggioranza, perché la situazione è indubbiamente grave.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Altri? Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Credevo di essere già prenotato. Grazie, presidente.

Sicuramente questa risoluzione trova la nostra piena condivisione, anzi, ringrazio la collega Pigoni, che mi ha contattato per sottoscriverla, perché c’è stato un passaggio legato al caso, ma forse neanche troppo al caso. Nello stesso periodo in cui lei stava elaborando il testo della risoluzione, io ho depositato un’interrogazione che fondamentalmente va a sollecitare il medesimo tema, ovvero le difficoltà che stanno riscontrando sul territorio tanto le amministrazioni quanto le strutture che dovrebbero accreditarsi per imbastire la procedura burocratica legata alla delibera 704 del 2019 della Giunta regionale. La scadenza è al 30 giugno; visto anche il periodo che corriamo, sicuramente non felice, e che non rende facile neanche poter svolgere in maniera adeguata le procedure farraginose e lente del nostro sistema burocratico, essendo un periodo di proroghe per tante tematiche, anche questo tema che viene sollecitato dal territorio, in particolare da chi opera nel settore, non vedo perché non dovrebbe vedere anche la nostra attenzione.

Dicevo: non è stata forse una casualità, perché siamo due consiglieri che provengono dal medesimo territorio, e di fatto, da quel territorio è arrivato in particolare un campanello d’allarme. Ci dicono che c’è stata forse un po’ di resistenza nel voler prorogare una richiesta degli enti, quindi si è sbarcati nell’Assemblea legislativa con una proposta che viene formulata ufficialmente all’Assemblea stessa.

È molto chiaro qual è il tema, si chiede una proroga dei tempi per consentire più spazio per poter mettere in campo tutti i passaggi burocratici per arrivare agli accreditamenti. Non è stato specificato nel testo della risoluzione fino a dove posticipare, ma è evidente che, se dal 30 giugno si potesse arrivare al 31/12/2021, sarebbe probabilmente la più indicata, ma anche l’autunno sarebbe già sufficiente per dare un po’ più di spazio e di tempo agli Enti locali.

Ho visto anche l’emendamento che è stato presentato dal Gruppo del PD, immagino che la collega Pigoni adesso dirà se lo accoglie o meno, essendo la prima firmataria, ma credo che la direzione sia questa, sicuramente non va a inficiare lo spirito della risoluzione. Mi preme però sottolineare, come faccio sempre, che se l’Assemblea legislativa gode di una certa autonomia e deve dare un’indicazione alla Giunta, credo che l’indicazione che traspare è chiara, cioè c’è un tema di tempi stretti in un momento di proroghe, se si può andare nella direzione di allungare un attimo i tempi, cosa che tra l’altro è una richiesta che arriva dai territori, probabilmente in un momento come questo ci sembra opportuno concederla.

Andare a infilare dentro il proseguire, quindi se c’è da proseguire un qualcosa, viene da dire che allora la risoluzione non serve, nel senso che è un percorso che è già stato avviato, a valutare. È ovvio che un atto di indirizzo non ha un impegno vincolante, non è che l’Amministrazione, nel caso in cui non possa per legislazione sovraordinata, non abbia l’obbligo di perseguire quello che è l’atto di indirizzo in sé, però, almeno per far capire la volontà dell’Assemblea, ogni tanto sarebbe bello poter dare un indirizzo preciso, non preciso nei numeri nel senso che non si va a dire fino a quando prorogare, per far passare il concetto che l’Assemblea riconosce la richiesta del territorio e invita la Giunta a poter rivedere le tempistiche.

Sarebbe bello poter ogni tanto dare un segnale chiaro.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Prego, consigliera Marchetti.

 

MARCHETTI Francesca: […] che ognuno è responsabile di quello che dice, non di quello che gli altri comprendono, e mi dispiace che l’intervento che mi ha preceduto non abbia colto quello che è lo spirito dell’emendamento, sul quale verrò in seguito, perché nella valutazione complessiva, su cui c’è una richiesta che tutti accogliamo e vogliamo cercare di indirizzare rispetto al lavoro che si sta facendo, abbiamo colto una sofferenza data dalla pandemia di quello che è un rispettare quelle che sono le tempistiche che venivano dettate dalla direttiva regionale.

Voglio fare, però, una premessa e ricordare qual è la storia importante e significativa di quello che ha portato l’Emilia-Romagna a realizzare un sistema dei servizi integrati per la prima infanzia, che si fonda su un lungo percorso di condivisione e riflessione rispetto a quello che è il significato della parola “qualità”, che è nato e si è costruito nel tempo con il confronto con il personale scolastico, i coordinatori pedagogici, i gestori dei servizi pubblici e privati sulla definizione degli aspetti, dicevo, di quella qualità che è riconducibile all’autorizzazione, al funzionamento e all’accreditamento. Quegli standard strutturali e organizzativi definiscono, quindi, un sistema comune di regole tra pubblico e privato per la sicurezza, i rapporti numerici educatori/bambini e i titoli di studio.

La Regione Emilia-Romagna, già dal 2012, ha avviato una sperimentazione in grado di valorizzare la valutazione dei servizi in chiave formativa e con azioni di miglioramento, dove anche nell’ultima revisione il centro del dibattito fu l’importanza del progetto pedagogico e dei coordinamenti pedagogici e la condivisione – sottolineo la parola “condivisione”, perché non è stata solo una condivisione con i territori, ma una condivisione con tutti gli addetti del settore – di come quel percorso formativo e di miglioramento poggiasse sull’autovalutazione del progetto pedagogico il ruolo del coordinatore pedagogico e di come questo nostro sistema e il confronto con i gestori pubblici e privati siano arrivati a definire la direttiva citata nella risoluzione, la direttiva 704/2019, che ha definito in modo dettagliato i ruoli del Comune e delle Commissioni tecniche, i coordinamenti pedagogici territoriali, il progetto pedagogico, il percorso territoriale di valutazione della qualità e la procedura per la richiesta e la concessione dell’accreditamento, e come acquisisca nuovo valore la centralità dell’autovalutazione, con eguali servizi educativi, attraverso uno strumento di valutazione negoziato, tra loro, e adottato poi dai coordinamenti pedagogici per gli ambiti provinciali di riferimento, mettono in atto per arrivare a definire quegli interventi di miglioramento di cui si diceva.

All’interno di questo confronto il valore delle équipe educative dei coordinatori dei servizi hanno facilitato la realizzazione dei livelli orientati a quello che oggi crediamo sia un sistema integrato di qualità, consapevoli, quindi, anche dello sforzo e del lavoro che tutti questi stakeholder hanno messo in campo.

A fronte di questo lavoro svolto in tutti i coordinamenti pedagogici territoriali per l’adozione dello strumento di valutazione, considerate le difficoltà che alcuni soggetti gestori hanno manifestato rispetto alla fase attuale di emergenza epidemiologica, abbiamo proposto – così faccio anche l’illustrazione dell’emendamento, se me lo consentite – di aggiungere queste parole “a proseguire”, perché sappiamo che ci sono dei tavoli in atto, e crediamo che quella decisione vada maturata all’interno di quel percorso che la Giunta e la vicepresidente hanno messo in campo e che stanno riconoscendo.

All’interno di un arco temporale abbiamo dato spunto rispetto a un anno anche per non disperdere e non svalorizzare tutto quel grande lavoro che alcuni gestori hanno già fatto. Credo quindi che non ci fosse bisogno di fare polemica nell’inserire una parola. L’obiettivo è quello di andare incontro ai territori, ma anche a tutti coloro che si sono già attivati per trovare delle soluzioni, lasciando quelle tempistiche all’interno di quel percorso di condivisione che è in atto. Questi distinguo mi dispiacciono molto, collega Bargi. Annuncio già, qualora il nostro emendamento, che va solo a specificare un atto d’indirizzo di proseguire in quel discorso maturato, tenendo conto di quanto nelle premesse la collega Pigoni ha già illustrato, venga accolto, che la proposta vedrà il nostro voto favorevole.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie. Altri?

Io non ho altri in dibattito generale, a questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte.

Prego, consigliere Bargi.

 

BARGI: Brevemente, solo per ribadire quello che ho detto all’inizio della mia nota polemica al mio intervento precedente, cioè che l’emendamento non va ad inficiare quello che è lo scopo della risoluzione e quindi dal nostro punto di vista è accoglibile. Notando che comunque il tema è sollecitato almeno da buona parte dell’Assemblea, ma immagino che potremmo trovare l’unanimità su questo tipo di risoluzione, il nostro voto sarà a favore sia sull’emendamento che sul testo, a questo punto mi viene da dire che verrà emendato.

Dico solo che noi siamo stati sollecitati dai pedagogisti, non siamo stati sollecitati da una creatura fantastica, quindi, se il tema deve approdare nell’Assemblea legislativa, è perché evidentemente il proseguimento del tavolo, almeno per quello che è stato narrato noi, non stava andando nella direzione che si auspica invece con questo atto, perché altrimenti non c’era bisogno del passaggio assembleare – ripeto –, se già l’idea e l’accordo con gli operatori del settore era quello di andare verso la direzione della proroga, non c’era bisogno dell’atto, se si arriva in Assemblea con un atto è perché si deve dare una sollecitazione politica alla Giunta.

Se si deve dare una sollecitazione politica alla Giunta, ha un pochino più di stile se viene presentato come un atto di indirizzo, quindi l’Assemblea chiede questo, piuttosto che un rimaneggiamento, però stiamo parlando di esercizi di dialettica, capisco che tocchino poco la sostanza, ripeto per noi va bene così, l’importante è che si centri l’obiettivo, però sia concesso almeno di far notare quelle che da opposizione vediamo un po’ come anomalie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego, consigliera Marchetti.

 

MARCHETTI Francesca: Vorrei rassicurare il collega Bargi che non c’era nessuna intenzione di togliere la legittimità del lavoro dell’Assemblea legislativa, però bisogna anche leggere con attenzione, perché “a proseguire nel confronto specifico” significa riconoscere un patrimonio di lavoro che è in atto e in cui tutti siamo sollecitati.

Vorrei rassicurare tutti che nasce da questa, credo, intenzione la risoluzione della collega Pigoni, che ringrazio. Ci sembrava solo corretto fare alcune specifiche, che poi mi viene detto che nella sostanza non cambiano nulla, viene fissato un arco temporale e viene messo a valore un patrimonio migliorativo, che è il tema del confronto proprio con quegli stakeholder. Quindi, l’obiettivo dell’indirizzo rimane quello di andare incontro alle esigenze, ma prendendo anche atto di un lavoro che si sta svolgendo non solo ai fini del cambiamento dei parametri e degli archi temporali, ma che fanno della legge regionale sui servizi per l’infanzia un fiore all’occhiello di questa Regione, che ha maturato nel corso del tempo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Prego, consigliera Pigoni.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Soltanto per dire che anche da parte nostra, come Gruppo assembleare Bonaccini Presidente, ovviamente accogliamo questo emendamento presentato dal Partito Democratico, che crediamo sia migliorativo del testo, in quanto va a coinvolgere ancora di più un tavolo che è in atto in questo momento.

Ringrazio anch’io il consigliere Bargi. Credo che sia stato un buon lavoro tra le parti su questo e credo che sia un bel segnale, nel caso veramente riuscissimo a portare a casa l’unanimità dell’aula su questa risoluzione, per fare un servizio ai nostri cittadini, in quanto a volte basta veramente poco, dare più tempo perché ci si possa in qualche modo adeguare per fare un servizio alle famiglie della nostra regione.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Altri in dichiarazione di voto? Io non ho altri in dichiarazione di voto.

A questo punto mettiamo in votazione l’emendamento a firma dei consiglieri Marchetti, Pillati, Taruffi e Bulbi.

Dichiaro aperta la votazione.

 

MARCHETTI Francesca: Abbiamo un problema questa mattina, anzi ho un problema, quindi voglio segnalare il mio voto favorevole all’emendamento e alla risoluzione, così non prendo le sgridate dal collega Taruffi per chiedere la parola.

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 41

Favorevoli 41

 

È approvato.

 

Ora passiamo alla votazione della risoluzione 2649, a firma dei consiglieri Pigoni e Bargi.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 43

Favorevoli 43

 

È approvata.

 

OGGETTO 2669

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi urgentemente presso il Governo al fine di chiedere un immediato stanziamento di risorse per il comparto sciistico e per tutta la filiera dell’indotto, dalla ristorazione al settore turistico ricettivo, a sostegno degli operatori delle strutture ricettive montane allargando la platea dei beneficiari a tutti gli operatori danneggiati dalle limitazioni o dalla chiusura delle attività dovute alla pandemia. A firma del Consigliere: Lisei

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alla risoluzione 2703, risoluzione che impegna la Giunta a sollecitare il Governo nelle sedi istituzionali opportune a prorogare il blocco dei licenziamenti in scadenza al 31 marzo 2021, a firma dei consiglieri Taruffi, Amico, Piccinini, Rontini, Montalti e Rossi.

Su tale oggetto insistono…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ah sì, ce n’era un’altra prima.

Passiamo, quindi, alla risoluzione 2669, che impegna la Giunta regionale ad attivarsi urgentemente presso il Governo al fine di chiedere un immediato stanziamento di risorse per il comparto sciistico e per tutta la filiera dell’indotto, dalla ristorazione al settore turistico-ricettivo, a sostegno degli operatori delle strutture ricettive montane, allargando la platea dei beneficiari a tutti gli operatori danneggiati dalle limitazioni o dalla chiusura delle attività dovute alla pandemia”. La risoluzione è a firma del consigliere Lisei.

Apriamo il dibattito generale.

Prego, consigliere Lisei.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Abbiamo presentato questa risoluzione, perché purtroppo abbiamo assistito a uno spettacolo a nostro avviso davvero vergognoso, nel senso che uno dei primi provvedimenti che ha preso questo Governo, anzi il primo provvedimento che ha preso questo Governo ci ha lasciato letteralmente sbigottiti.

A poche ore da quella che doveva essere l’apertura non dico della stagione sciistica, perché chiamarla stagione sciistica sarebbe riduttivo rispetto a quella che sarebbe dovuta essere una piccola boccata di ossigeno per tutto un mondo, un comparto che in questa difficile fase di pandemia avrebbe potuto quantomeno avere una piccola boccata d’ossigeno e vedere qualcuno sulle piste da sci, ovviamente rispettando tutta una serie di misure di sicurezza particolarmente stringenti che erano state richieste, a poche ore dalla riapertura, dopo che a tutti questi operatori era stato richiesto ovviamente e giustamente di rispettare e di mettere in atto tutta una serie di protocolli, ai quali ovviamente si erano adeguati, avevano speso tempo, denaro, soldi, risorse per investire ed adeguarsi appunto alle misure richieste, a poche ore dalla riapertura il primo atto di questo Governo è stato quello di scegliere e decidere di non farli aprire.

Un atto a nostro avviso davvero inconcepibile proprio per le modalità e la tempistica con le quali è avvenuto, perché, oltre alla beffa, la beffa di attività che hanno la particolarità di una stagionalità, perché il comparto sciistico ovviamente trae le proprie risorse economiche soltanto in stagioni molto brevi prima di tutto e spesso purtroppo cadenzate anche dalla possibilità di lavorare se c’è la neve, la beffa di quest’anno tra l’altro è proprio che quest’anno era una stagione nella quale la neve era caduta abbastanza copiosa, a differenza dell’anno precedente, soprattutto per il nostro Appennino, oltretutto purtroppo erano rimasti chiusi a lungo. Quindi, la beffa di mantenere gli impianti chiusi e di avere la neve ha visto questi operatori particolarmente sacrificati. Tant’è vero che li abbiamo accolti un po’ tutti come Gruppi consiliari, anche lo stesso presidente, che vedo in aula e ringrazio, era sceso quando sono venuti sotto all’Assemblea a protestare. Però, alla beffa si è aggiunto il danno, e il danno è stato chiedergli e illuderli di potersi preparare ad aprire e, quindi, investire del denaro, perché questo è stato fatto da parte degli operatori. D’altronde, non si può pensare che le baite, le attività, gli impianti sciistici si aprano con la bacchetta magica, ma occorre fare degli investimenti, occorre spendere dei soldi, occorre spendere delle ore di tempo, occorre fare dei sacrifici economici e di ore di tempo, perché questo è stato fatto, nella speranza di poter aprire, e di punto in bianco, a poche ore dalla riapertura, dire “ah no, mi dispiace, stavamo scherzando, non potete riaprire”. Qui, ovviamente, si configura il danno, perché sono stati danneggiati. Non solo non hanno potuto avere una piccola boccata d’ossigeno per i mancati introiti, ma in più hanno speso dei soldi per niente.

Da qui, ovviamente, la scelta come Fratelli d’Italia di depositare una risoluzione che in qualche modo dia un segnale a queste persone che abbiamo intenzione non soltanto di accedere a dei risarcimenti generici, perché il Governo ha danneggiato queste categorie, e ha danneggiato queste categorie nel momento in cui ha deciso, all’ultimo secondo, di dirgli “non aprite”, ha danneggiato queste categorie nel momento in cui gli ha detto “guardate, potrete riaprire” e all’ultimo minuto ha detto “non riaprite”. Sarebbe stato meglio probabilmente se gli avesse detto “guardate, non riaprite”. In quel caso avremmo potuto parlare, come parliamo spesso per tante altre categorie, di ristori. In quel caso probabilmente non gli avrebbe fatto investire dei soldi per una possibile riapertura.

È per questo che, rispetto al comparto sciistico, dobbiamo parlare di risarcimento del danno. È per questo che rispetto al comparto sciistico si è alzata una levata di scudi molto più forte rispetto a quello che è accaduto ad altri comparti.

È per questo che rispetto a quello che è accaduto la rabbia probabilmente è stata più forte che in altri casi, rispetto ad altri episodi. Purtroppo c’è, ma purtroppo episodi come questo non fanno altro che alimentare ulteriormente la rabbia rispetto ad una serie di provvedimenti che iniziano francamente ad essere davvero incomprensibili.

È chiaro che noi come Fratelli d’Italia non abbiamo lesinato critiche rispetto alla gestione complessiva della pandemia, ai provvedimenti, al continuo reflusso di DPCM, alla reiterazione di DPCM. La nostra posizione è abbastanza chiara rispetto al nuovo Governo e alla scelta di questo Governo di dare una continuità col precedente Governo e anche alla riproposizione del medesimo ministro della salute, che evidentemente ha prodotto i propri effetti, e ha prodotto i propri effetti anche con questo primo atto, che non possiamo che spiegarcelo in altro modo, se si è scelto di non riaprire gli impianti.

Ci fa piacere che ci sia stata rispetto a questo una presa di posizione forte anche da parte del nostro presidente, lo apprezziamo, anche perché vediamo che spesso sta mutando anch’egli le posizioni rispetto a tanti temi, anche a livello nazionale. D’altronde, è abbastanza poliedrico nell’essere maggioranza e opposizione anche a livello nazionale.

Su questo tema si è battuto per gli operatori del comparto appenninico, però il tema è che non è che si possono semplicemente soltanto fare delle chiacchiere, ma noi come Regione Emilia-Romagna dobbiamo anche garantire a queste persone che i ristori in qualche modo arrivino. Noi abbiamo individuato uno stanziamento del Governo che copra almeno l’80 per cento delle perdite registrate. Lo dico perché evidentemente queste perdite… Noi sappiamo che i ristori, quantomeno per i report, per le indagini che sono arrivati, basti pensare ai report della CGIA di Mestre, sinora hanno coperto il 7 per cento delle perdite degli operatori. Abbiamo individuato una soglia così alta proprio ad indicare che quantomeno ci deve essere una copertura anche del danno che hanno subìto questi operatori. Non nascondo che ci sono state anche interlocuzioni con la maggioranza, che ha presentato una serie di emendamenti, che anticipo che verranno accolti, perché c’è una sensibilità comune rispetto a questa tematica, e mi fa piacere che ci sia rispetto al mondo dello sci, perché comunque il comparto sciistico dell’Appennino coinvolge tutta la nostra Regione ed è molto importante per tutta la nostra Regione e credo che colga una sensibilità trasversale.

Questo fatto è stato talmente grave che credo che abbia colpito un pochettino trasversalmente tutte le forze politiche, quindi c’è la nostra disponibilità, per cui manifesto sin d’ora l’accoglimento degli emendamenti che sono stati presentati dalla maggioranza.

Dico anche da opposizione, e lo dico in maniera molto chiara da opposizione all’interno di quest’aula e da opposizione anche a livello nazionale, che però siete in maggioranza qua e siete in maggioranza a livello nazionale e iniziate a contare qualcosa anche a livello nazionale (non lo dico alla collega Costi, della quale ho apprezzato davvero il buon intento e con la quale ho collaborato per la redazione degli emendamenti, lo dico al presidente che è in aula), però o acquistiamo un peso anche nella risoluzione delle vicende pratiche, altrimenti spesso si fanno delle chiacchiere che però non si traducono in fatti concreti.

Ai cittadini, in questo caso al comparto sciistico, dobbiamo dimostrare dei fatti, dobbiamo portare a casa delle risorse, spero che in questo caso lo facciamo, altrimenti rimaniamo sempre alle chiacchiere.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dibattito generale? Prego, consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Mi sentite, presidente?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, la sentiamo.

 

TAGLIAFERRI: La discussione sulla risoluzione del mio capogruppo Marco Lisei mi permette alcune brevi puntualizzazioni.

Tre domande prima di tutto. Perché, come leggiamo da due giorni su tutti i giornali nazionali, l’Emilia-Romagna è la Regione maglia nera nei contagi? Perché, da quando siamo passati in zona gialla, non sono state fatte le cose necessarie per evitare che il virus dilagasse. Dove e chi si è sbagliato? Teniamo presente che di virus si muore. Prima sconfiggiamo il virus, prima potremo far ripartire l’economia.

È tempo di umiltà e di serietà, e non di dichiarazioni in diretta tivù fatte solo per rincorrere questo o quell’avversario politico nazionale, per poi doversi giustificare di un autogol che ha creato più imbarazzo sui banchi della maggioranza che nel resto del quadro politico. Servono, quindi, equilibrio e nervi saldi.

Tornando alla risoluzione, voterò con convinzione, ovviamente, la risoluzione del collega Lisei, che chiede una cosa ovvia, quasi banale: lo Stato, Regioni comprese, ha obbligato gli impianti sciistici e l’indotto a chiudere, quindi è giusto che lo Stato risarcisca, ci rimetta dei soldi. Dico banale, perché è ovvio: chi rompe paga e i cocci sono i suoi. Eppure, siamo qui a dover affermare nuovamente questa cosa che a tutte le persone di buon senso sembra un’ovvietà. Ringrazio, quindi, il mio capogruppo Marco Lisei perché, presentando questa risoluzione, ci permette di mettere due paletti fermi.

Ma prima una premessa. Sono a favore di tutte le misure di distanziamento sociale, che servono a fermare la diffusione del Coronavirus. Lo ero l’anno scorso di questi giorni, lo sono stato quest’estate quando andava di moda lungo la via Emilia aprire discoteche come se nulla fosse, lo sono oggi che si parla di terza ondata e di varianti ancora più pericolose. Peccato che, invece, chi ha la responsabilità di governo a tutti i livelli abbia preferito giocare al tira e molla. Mi sembra un po’ che siate stati succubi della vostra smania di protagonismo: prima si chiude tutto, poi si apre tutto, poi di nuovo chiuso, poi a metà, soldi a bizzeffe in pubblicità e promozione, quando chiunque, anche l’ultimo dei marziani, aveva capito che quest’anno, il 2020-2021, non ci sarebbe stata nessuna stagione turistica, né estiva né invernale. Invece di affrontare il tema con serietà, prevedendo i giusti ristori, non le elemosine, si è preferito alimentare false speranze.

Prendere in giro cittadini e imprenditori del settore perché – e veniamo al primo paletto – cos’è se non una presa in giro quella di dire, come è avvenuto domenica scorsa, che a sole quattro ore dalla “riapertura” degli impianti tutto rimaneva chiuso. Avete preso in giro i cittadini. La grande ammucchiata che sostiene il Governo Draghi ha preso in giro i cittadini. Questo è un dato di fatto. E non bastano le interviste, che pure ho apprezzato, del presidente della Regione per assolvere da questo flop, una gaffe di carattere planetario. No, non basta urlare contro il proprio Governo per essere innocenti. Non è più tempo di comunicazione, ma di fatti concreti, fatti che si chiamano soldi. Se, da un lato, è giusto mettere in campo tutte le disposizioni necessarie a tutelare la nostra salute, dall’altro è obbligatorio – questo è il secondo paletto – rimborsare i lavoratori e gli imprenditori che ci rimettono di tasca propria.

Ho detto che è un ragionamento banale, quindi trovo naturale che tutte le forze politiche presenti in questa Assemblea votino la risoluzione del collega Lisei. I cittadini ci guardano e ci giudicheranno. Da che parte stiamo noi, è noto: dalla parte della salute e del lavoro.

Ora tocca a voi scegliere

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Costi, prego.

 

COSTI: Grazie, presidente.

Grazie anche al collega Lisei, con cui abbiamo interloquito in questi giorni.

Io mi permetto di sorvolare su una serie di valutazioni e di stare ad un principio di realtà. Noi siamo una Regione che ha nel suo Appennino un punto di attenzione molto forte. È stato inserito dal presidente nel programma di legislatura; abbiamo un patto per il lavoro e per il clima. Il principio di realtà ci dice che è corretto che le forze politiche di maggioranza siano coerenti rispetto a quanto è successo.

In effetti, questo è un comparto, come è stato già illustrato, particolarmente legato a dei periodi, perché è legato chiaramente al periodo della neve. Aver perso il periodo invernale e aver subìto all’ultimo minuto la chiusura, anzi, la non apertura delle attività, dopo comunque aver attivato tutte le prescrizioni che erano state date, chiaramente rappresenta un elemento delicatissimo. Nessuno di noi, lo hanno detto anche i colleghi, quindi tanto meno noi, mette l’impresa davanti alla salute. È chiaro che la salute viene prima di tutto, non è assolutamente possibile se uno non ha la salute, soprattutto, siccome con questo Covid si muore, fare qualsiasi altra cosa. Come però abbiamo detto tutti, compreso anche il presidente, appena si è verificata questa mancata riapertura, bisogna effettivamente cambiare registro.

Questo è il motivo per cui abbiamo ritenuto, rispetto al comparto sciistico – ripeto, ha delle caratteristiche, il turismo invernale – ci sono imprese, ci sono professionisti che hanno caratteristiche anche diverse rispetto ad altri comparti, quindi hanno opportunità legate al fattore neve, abbiamo ritenuto in accordo – ringrazio davvero il consigliere Lisei – di rivisitare la risoluzione, anche per concentrarci sempre di più proprio rispetto a questo comparto, e per vedere di mettere insieme alcune azioni, che riguardano certamente in primo luogo il fatto di trovare una modalità per cui si possa programmare in modo certo.

Sappiamo tutti che le imprese per poter lavorare e vivere, soprattutto in questo comparto dove ci sono le prenotazioni, ci sono i clienti da ricevere e tutta una serie di procedure, hanno necessità assoluta di avere programmazioni certe. Questo è il primo tema che noi poniamo e che condividiamo chiaramente con chi ha redatto la prima stesura della risoluzione, che noi abbiamo emendato concordandolo.

L’altro tema che noi poniamo, anche questo è stato già previsto nella risoluzione, ma per un elemento anche di equità rispetto ad altri settori, dove non abbiamo stabilito delle percentuali, però noi crediamo che in questo occorra assolutamente un ristoro, stanziamenti di ristori immediati e adeguati anche al fatto che il comparto comunque ha avuto un danno doppio, arrecato dal fatto di aver fatto anche tutti gli adeguamenti e non aver potuto riaprire, quindi hanno fatto le spese e poi non si è potuto aprire.

Rispetto ad altri comparti quindi noi crediamo che occorra assolutamente un’attenzione molto particolare, così come crediamo (questo è un altro elemento che riteniamo molto importante) che occorra continuare un’attenzione molto forte della Giunta, e vorrei ricordare che su questo è già stato fatto parecchio per quanto riguarda risorse per investimenti e non solo per investimenti.

Crediamo che occorra davvero tenere un’attenzione molto forte rispetto a questo comparto e crediamo anche che nelle azioni che si stanno facendo, che sono state annunciate proprio in questi giorni, di promozione del nostro turismo, quindi di questo settore che per l’Emilia-Romagna è fondamentale con tutti i suoi pezzi, quindi anche con il pezzo del turismo invernale, ci possa essere davvero un’attenzione molto particolare per rilanciare e valorizzare il turismo invernale del nostro Appennino. Questo lo facciamo in modo molto consapevole. Quindi, voglio tranquillizzare il collega Lisei: questa è una posizione che abbiamo qui, ma abbiamo anche da altre parti. Credo che la posizione che ha avuto il nostro presidente, che mi permetto anche di ringraziare perché è stata reattiva e immediata, credo che il nostro presidente fino ad ora abbia svolto un ruolo davvero molto importante e fondamentale per la capacità di collaborare con le altre Regioni, non siamo solo noi che abbiamo avuto questo problema, noi l’abbiamo avuto per l’Appennino, ma altre Regioni l’hanno avuto per aree anche molto vaste, pertanto io credo che l’impegno che prendiamo in quest’aula sia un impegno che ci sentiamo di portare avanti fino in fondo.

Le battaglie si devono, per conto mio, vincere soprattutto su temi di questo genere. È chiaro che è importante che l’Assemblea regionale possa esprimere un orientamento unitario rispetto a un tema così importante, che – lo ripeto – fa parte di un pezzo del nostro programma, che è quello del rilancio, della valorizzazione e del sostegno del nostro Appennino. È chiaro che non siamo gli unici attori in campo. Ma certamente il compito di sostenere e soprattutto di spingere perché ci siano delle soluzioni adeguate, come noi stiamo chiedendo, è un compito che io mi sento di assumere certamente per il mio Gruppo, ma credo che questo sia un impegno che tutta la maggioranza si prende.

Noi abbiamo presentato sei emendamenti, che non stravolgono. Semplicemente, come ho cercato di spiegare, così evito di parlare su tutti gli emendamenti, perché sono sei, cercano di concentrarsi maggiormente rispetto al comparto sciistico, con la stessa intenzione che, comunque, aveva assunto il collega Lisei, che ringrazio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Prego, consigliere Barcaiuolo.

 

BARCAIUOLO: Grazie, presidente.

Io volevo aggiungere poche parole rispetto a un dibattito che, oggettivamente, si è sviluppato in un alveo ampiamente condivisibile. Però, quando parliamo di montagna facciamo attenzione a non parlare solo del comparto sciistico, che è importante, ma dobbiamo secondo me fuggire da quella narrazione che alcuni media hanno cercato di dare, soprattutto nella fase iniziale di alcuni restringimenti, che montagna voleva dire magari un piccolo capriccio borghese per chi voleva sciare.

Evidentemente, non è così. In alcuni paesi di montagna l’intera economia è legata al turismo, quindi non solo quella degli impianti sciistici, non solo quella delle strutture ricettive, non solo quella dei rifugi, o di tutto ciò che è strettamente connesso. Ci sono infatti anche le altre attività di paese, dal piccolo negozio alimentare al panettiere, al benzinaio. È chiaro, cioè, che l’aver limitato la possibilità di spostamento da un comune all’altro, per moltissime comunità montane, evidentemente anche della nostra regione, ha comportato il crollo di un sistema nel suo complesso.

Noi abbiamo visto in questi mesi, in questo anno, ormai, molti settori in ginocchio. Abbiamo parlato più volte, giustamente, del settore della ristorazione, del settore turistico-alberghiero, che comunque, nonostante tutto, quest’estate, pur nelle difficoltà è riuscito a boccheggiare, di tantissime altre attività, che grazie alle restrizioni, per carità legittime – noi contestiamo tempistiche, modalità, comunicazione dei due Governi, sia del Governo giallorosso, sia dell’attuale Governo giallo-rosso-verde-rosa-celeste. Da questo punto di vista, il settore della montagna è quello che forse, proporzionalmente, se bisogna fare una gara, ahimè tragica, tra le categorie più svantaggiate, è quello che in maniera trasversale è stato colpito più di ogni altro.

Noi abbiamo fatto, come Fratelli d’Italia, lo scorso sabato, alcune manifestazioni proprio per portare solidarietà ad alcune zone particolarmente tralasciate. La vicenda del provvedimento di chiusura dopo che il CTS aveva preparato e condiviso con gli operatori delle stazioni sciistiche i protocolli, aveva condiviso un percorso, aveva condiviso delle date, al netto del fatto che evidentemente, non da virologo e non da esperto in campo scientifico il dubbio su come sia possibile considerare a rischio una fila con una distanza per forza di due metri perché gli scii tanto sono lunghi, in cui gli impianti di risalita – mi riferisco almeno alle seggiovie – sono per di più a quattro posti, e si potrebbe forse far salire due persone, quindi non parlo ovviamente delle ovovie, in cui, qualora aperte, magari si potrebbe far salire una persona o i congiunti invece che il numero di capienza possibile.

Ho molti dubbi e molte riserve rispetto all’impianto complessivo delle restrizioni, che ci sia un pericolo maggiore, perché il pericolo purtroppo è ovunque, è in quest’aula e fuori di qui, quindi non si potrà mai arrivare a pericolo zero fintanto che il virus sarà in circolo, ma che in quelle situazioni il pericolo sia maggiore rispetto ad azioni quotidiane che ognuno di noi fa onestamente ho dei seri dubbi.

C’è poi giustamente e finalmente (ed è anche uno dei motivi per i quali abbiamo accettato gli emendamenti provenienti dai banchi della maggioranza) il ribaltare il concetto di ristoro. Il ristoro, per come è stato concepito in quest’anno, ovvero poco più di un’elemosina a categorie completamente in ginocchio, a volte, come quelle della montagna, anche vilipese e umiliate, non può bastare. Non può bastare quando un provvedimento, a poche ore dalla riapertura concordata, provoca dei danni, e allora giustamente anche nell’emendamento della maggioranza c’è il superamento dei ristori e c’è il richiamo chiaro e specifico al danno subìto.

Non si parla infatti solo di mancato guadagno, non si parla solo di lucro cessante, ma siamo in una situazione in cui questi operatori hanno assunto personale, hanno speso svariati fondi per mettere in sicurezza gli impianti, e, nel momento in cui quell’accordo, quel patto tra gli operatori e in quel caso il Governo viene tradito, è chiaro che non ci si può fermare al ristoro, ma bisogna arrivare al risarcimento danno o al riconoscimento del danno.

Questa è la chiave di volta rispetto a quando le scelte vengono fatte fuori tempo limite e vengono fatte verso categorie in cui non ci si può limitare a parlare di mancato guadagno, perché quando scelte precedenti arrecano e contribuiscono a far sì che gli operatori spendano soldi e queste spese poi non possono essere messe in atto per tentare di mantenere distanze, sicurezza, tutto quello che è, che era un protocollo peraltro condiviso, evidentemente bisogna superare questo e andare oltre.

È evidente che la nostra posizione in quest’aula, così come nei confronti del Governo nazionale, è un’opposizione patriottica, quindi non un’opposizione che cerca di strumentalizzare qualsiasi cosa, e avete conferma di ciò dal fatto che abbiamo accettato gli emendamenti proposti dalla maggioranza, perché è chiaro che in un caso come questo non è nostra intenzione, non è nostro interesse mettere una bandierina sulla cima di un monte, in questo caso, ma è quello di far sì che si possa arrivare a una soluzione rispetto, ripeto, a una categoria in ginocchio, vilipesa, umiliata e che non riesce a guardare l’orizzonte con non sicurezza, ma a volte neanche speranza, e non c’è nessun doppio senso in questa frase.

D’altronde, diceva Giorgio Almirante che per noi viene prima l’Italia, poi l’Italia e poi ancora l’Italia, e credo che gli emendamenti accettati da parte della maggioranza vadano esattamente in questo senso.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Barcaiuolo.

Io non ho altri in dibattito generale.

A questo punto partiamo con il dibattito generale sugli emendamenti. Ricordo che sono… Consigliere Taruffi, prego.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Cogliamo l’occasione per fare questa discussione su un tema che, come potete immaginare, per tante ragioni mi sta molto a cuore, le cui conseguenze tocco con mano tutti i giorni vivendo in un territorio interessato direttamente dal provvedimento di cui oggi discutiamo qui in aula. Però, giusto per amor di cronaca, credo sarebbe utile e opportuno ricostruire quanto è avvenuto, anche per sommi capi, prima di quella scelta. Quello che è avvenuto prima non bisogna dimenticarlo – lo dico perché non l’ho sentito dire a nessuno – perché c’è stata una crisi di Governo – è un piccolo particolare che forse è utile ricordare a noi stessi – c’è stato un piccolo problema, una crisi di Governo, che ha prodotto una impasse di diverse settimane.

Il Governo ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica il 13 febbraio – era sabato mattina – e gli impianti avrebbero dovuto riaprire il 15, per cui è chiaro che in mezzo non ci fosse tutto quel tempo per prendere provvedimenti, se non il giorno prima. Io sono stato tra quelli che sono intervenuti criticando quella scelta perché in ogni caso non era possibile, non è possibile e non era giusto intervenire a poche ore dalla riapertura degli impianti che, lo ricordo, ovviamente coinvolgono non solo i gestori degli impianti stessi, ma i lavoratori che fanno riferimento a quegli impianti, l’indotto. È un provvedimento che sicuramente per il nostro Appennino è stato invasivo, problematico.

L’intervento critico che ho svolto è stato proprio diretto al fatto che dal punto di vista generale sarebbe stato sicuramente più opportuno prevedere già a gennaio, lo dico in modo chiaro, la chiusura degli impianti per tutta la stagione, come in effetti poi è stato fatto. Ricordo – anche qui, nessuno l’ha detto – che gli impianti potevano riaprire nelle regioni che erano di colore giallo. Noi siamo tornati di colore arancione esattamente questa settimana, quindi parliamo di una possibilità di riapertura degli impianti per qualche giorno, o di una settimana.

Però il modello di cui discutiamo, e credo che sia questo ciò su cui occorre porre l’attenzione, è un modello che così com’è, soprattutto per alcuni comparti come quello della gestione degli impianti sciistici, non può essere affidato a passaggi che si consumano nello spazio di poche ore. È un problema che peraltro riguarda anche la ristorazione, ma sulla quale dirò due parole.

La critica era nei tempi, nelle modalità, non nella scelta, nell’opportunità. Io non credo ci sia nessuno, qua dentro, che è in grado di poter dire se le misure di sicurezza sono opportune o meno, se non il Comitato tecnico-scientifico, se non quelli che sono deputati a dirci dal punto di vista scientifico dove ci sono più rischi e quali sono le situazioni da monitorare. Cosa che ovviamente noi dobbiamo tenere come stella polare. Non possiamo fare una discussione senza prescindere dal fatto che il virus sta circolando, che sta riprendendo purtroppo a circolare. Siamo di fronte a una terza ondata, ci sono i problemi che sappiamo.

Da questo punto di vista, però, siccome ho sentito discussioni provenire dalla parte destra dell’aula, secondo me un po’ decontestualizzate, siccome in molti sono intervenuti dicendo quanto poco sia stato fatto in questa Regione dal Governo eccetera. In quest’aula noi abbiamo votato a maggio un provvedimento che prevedeva 2.500.000 euro ad esempio a fondo perduto per le strutture ricettive dell’Appennino, in questi giorni quelle risorse sono arrivate, stamattina mi sono arrivati messaggi degli operatori che ringraziavano, dicevano “grazie, ci avete dato una mano”, perché comunque sono arrivati 5.000 euro ad ogni struttura ricettiva dell’Appennino.

Cinquemila euro non cambiano la vita di nessuno, non sono la panacea di tutti i mali, però sono 5.000 euro. Mi piacerebbe sapere ad esempio, giusto per citare una Regione, il presidente della Regione Abruzzo, che mi risulta (magari sbaglio, perché i cambi sono molto repentini) sia iscritto a Fratelli d’Italia, quanto ha stanziato la Giunta della Regione Abruzzo per le strutture ricettive dell’Appennino abruzzese e quanti sono i fondi stanziati e i ristori stanziati da quella Regione per le 90 stazioni sciistiche che ci sono in Abruzzo, giusto per avere un termine di paragone.

Io sono per accettare le osservazioni e le critiche, però contestualizziamole, perché se per caso scoprissimo che in Abruzzo, in Umbria o nelle tante altre Regioni italiane dove governa il Centrodestra gli stanziamenti e i ristori per le strutture ricettive e per gli impianti corrispondessero a zero, è giusto criticare, è giusto fare osservazioni, però tra zero e 5.000 euro io prendo 5.000 euro, e credo anche i gestori delle strutture ricettive preferiscano prendere qualcosa anziché zero, e poi 2 milioni e mezzo non è esattamente qualcosa, stanziati – ripeto – a fondo perduto.

Ora arriveranno altre risorse per i gestori degli impianti, voi sapete che la Giunta si sta adoperando per fare in modo che lo stanziamento in favore dei gestori degli impianti diventi ristoro a fondo perduto e stiamo parlando di circa 1 milione e mezzo, misura che arriverà a breve, in questi giorni, giusto per dire che non è che siamo fermi al palo e abbiamo bisogno di qualcuno che ci spieghi, magari facendo un intervento il cui titolo è “Viva la mamma”, come è stato fatto da qualcuno che è intervenuto in precedenza, come funziona il mondo, sulla partita ci siamo e stiamo cercando di dare risposte.

Torno da dove sono partito. Io ho criticato quella scelta sui tempi, non ho criticato la scelta in quanto tale, e credo su questo che un elemento di chiarezza vada fatto fra tutti quanti noi, perché sul tema aperture e chiusure dei comparti, quindi anche sulla filiera della ristorazione, io credo che si debba agire con prudenza, farsi guidare dalla scienza e dal Comitato tecnico scientifico sulle indicazioni e sulla pericolosità della fase che stiamo vivendo. Credo che la cosa più ragionevole sia questa, parlando un linguaggio di verità e parlando un linguaggio anche quando la verità è difficile. Io, ad esempio, avrei preferito dal Governo che nel DPCM, come ho detto prima, di metà gennaio avessero detto ai gestori degli impianti: “Guardate, quest’anno purtroppo voi non potrete riaprire, perché non ci sono le condizioni per farlo. Prevediamo ristori, prevediamo risorse adeguate e puntuali, che devono essere stanziate, però voi non potete riaprire, perché c’è una pandemia che, così come costringe le palestre, le piscine, i cinema e i teatri…”. Attenzione, qui non ci sono figli e figliastri. I cinema e i teatri sono chiusi da un anno praticamente. I cinema sono chiusi da ottobre e sono rimasti aperti qualche settimana durante l’estate. Però, come quei comparti sono costretti a rimanere chiusi, probabilmente devono rimanere chiusi anche gli impianti sciistici, perché c’è una pandemia in corso, che è l’elemento che va sopra a tutto. Ovviamente, trovare un equilibrio tra la difesa della salute e la tutela dell’economia è il mestiere di chi governa, e non lo si fa dicendo “viva la mamma”, lo si fa operando delle scelte molto spesso difficili, perché l’equilibrio bisogna ricercarlo.

Da questo punto di vista, ad esempio, anche sul tema della riapertura dei comparti, compresi quelli della ristorazione, credo che dovremmo fare un ragionamento più complessivo e dire: in questo momento purtroppo stiamo affrontando una fase che è quella che conosciamo, siamo di fronte alla terza ondata, siamo di fronte, anche nella nostra regione, a situazioni in cui tanti comuni sono tra l’arancione scuro e il rosso. In questa situazione credo che le Istituzioni, nel loro complesso, dovrebbero parlare un linguaggio improntato alla chiarezza, alla verità e alla lungimiranza, anche quando le scelte sono difficili. Quindi, se in questo momento non ci sono le condizioni per riaprire anche i comparti legati alla ristorazione, bisogna attenersi a questo. Bisogna fare una battaglia perché i soldi arrivino e bisogna fare una battaglia, che è la battaglia, e concludo, più importante in assoluto, che è quella di scontrarsi – di questo, d’altronde, stiamo parlando – con le case farmaceutiche affinché rispettino i contratti che hanno firmato, tra l’altro sulla base di ricerche e di studi finanziati dal pubblico, da soldi pubblici emessi dagli Stati europei e dall’Unione europea. Quindi, la battaglia delle battaglie è quella, dobbiamo essere chiari e sinceri. Noi, cioè, non possiamo in questo momento affrontare il tema delle riaperture dei comparti che oggi sono chiusi fino a quando non abbiamo messo in sicurezza il Paese attraverso il sistema di vaccinazione.

So che quello che sto dicendo non è particolarmente popolare e non fa piacere a molti, anche nelle zone da cui provengo io; però noi dobbiamo parlare, secondo me, come Istituzione, questo linguaggio. Usarne altri sarebbe sbagliato e controproducente, anche perché le prossime settimane non saranno migliori di quelle che abbiamo alle spalle.

La critica che io ho fatto al Governo sulla questione degli impianti di sci è esattamente su questo tema: cioè, bisognava dire, come ho detto all’inizio: non ci sono le condizioni per riaprire, questi sono i soldi, ed è la ragione per la quale ho sottoscritto e ho condiviso questa parte della risoluzione. Questo era quello che bisognava fare e questo è quello che dovremmo chiedere al nuovo Governo, anche sugli altri comparti, senza la paura di dire che c’è una pandemia in corso, se non ci sono le condizioni, non si può riaprire.

È difficile, è brutto, è complicato ma è quello che le Istituzioni in un momento come questo, secondo me con una voce sola, devono poter dire.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Prego, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Io parto concordando con quanto ha appena detto il consigliere Taruffi. La consapevolezza che dobbiamo avere e condividere sulla gravità perdurante di questa pandemia, che non solo non accenna a diminuire e a essere contenuta, ma che stando a quello che dichiarano gli esperti ci porta a dare per scontata questa terza ondata. Vediamo che anche regioni che nella prima ondata erano al sicuro, invece adesso sono tra quelle più contagiate. Siamo quindi alle prese con un fenomeno epidemico veramente fuori da ogni precedente.

Secondo me, il fatto di porre la tutela della salute al primo posto va salutato come una decisione giusta, da condividere e da sostenere.

È chiaro che l’opera di contenere i contagi implica e sta implicando decisioni dolorose per il sistema economico ed occupazionale. Abbiamo letto di questi 101.000 posti di lavoro persi nel solo mese di dicembre – tra l’altro, 99.000 dei posti bruciati riguardavano donne. Bisogna quindi partire da questo quadro di consapevolezza.

È chiaro però che le inversioni ad “U”, inversioni a 180 gradi delle decisioni che vanno a incidere sulla ripresa delle attività per imporre un improvviso stop dopo aver dato il via libera vanno evitate.

Se sono motivate da questioni di salute, vanno comprese, ma contemporaneamente bisognerà arrivare ad un sistema che permetta di evitare di fare l’annuncio della riapertura, quindi spingere gli operatori economici coinvolti a fare investimenti, a prendere misure, come è successo nel caso appunto degli sport sciistici invernali del nostro Appennino, a ingaggiare personale extra e poi doverlo rimandare a casa.

Tutto questo è chiaro che va evitato, quindi esprimo parere favorevole alla risoluzione a primo firmatario Lisei, se emendata con gli emendamenti presentati dalla maggioranza, e, quando avvengono queste inversioni ad “U”, per le ricadute economiche che hanno si impone la necessità di provvedere a compensare i danni economici causati.

Per quanto riguarda in generale il turismo invernale, è chiaro che per Europa Verde continuare ad investire risorse per infrastrutture dedicate al turismo sciistico invernale è un investire destinato a bruciare risorse inutilmente, i cambiamenti climatici ci dicono che le precipitazioni nevose sono destinate a diminuire, quindi l’Appennino deve puntare soprattutto a un turismo verde, estivo, e per quello invernale sfruttare le infrastrutture già disponibili, senza ulteriormente danneggiare l’ambiente.

Lo cito, capisco che oggi stiamo parlando d’altro, ma colgo l’occasione di questa risoluzione e di questo dibattito per dire che come Europa Verde siamo rimasti non solo colpiti, ma decisamente stupiti dal fatto che sul Bollettino BUR del 17 febbraio sia stata pubblicata la determina dell’Ufficio di VIA della Regione che conclude il procedimento di screening sulla nuova seggiovia del Corno alle Scale, dichiarando non necessario avviare la procedura di VIA.

Questo è un modo che pregiudica l’integrità dell’ambiente dell’Appennino, che francamente è del tutto inaccettabile dal punto di vista dell’oggetto che non viene sottoposto a procedura di VIA. Ma questa – l’ho premesso – è un’altra storia. Se la richiamo, è per ricordare che il nostro Appennino vive anche di turismo verde e che, quindi, anche a partire da quello bisognerà continuare a investire per creare nuove opportunità di occupazione, nuove opportunità economiche, e per fare apprezzare il nostro Appennino, che ha zone di pregio paesaggistico veramente straordinarie, che niente hanno da invidiare ad altre zone montane del Paese.

La questione di cui discutiamo oggi è circoscritta a questo – chiamiamolo così – incidente di percorso sulla strada della tutela della salute pubblica, ma un incidente di percorso che non può ripetersi. Non si può dare un via libera e poi dire “fermi tutti, abbiamo scherzato”, anche se, ripeto, la motivazione era una motivazione nobile, non certo di creare ostacoli alle attività economiche, ma un ripensamento rispetto a questo andamento epidemico che veramente continua a preoccupare per il suo espandersi di giorno in giorno. Quindi, bisogna essere consapevoli che la materia di cui si sta occupando in questo periodo il Governo, questo conciliare la necessità di tutelare la salute, senza mettere completamente in ginocchio il sistema economico, è una fase di una responsabilità e di una difficoltà straordinarie. Ripeto, non sono, però, giustificati ulteriori episodi di cambiamento improvviso dell’orizzonte. Bisogna che anche l’apparato tecnico-scientifico di cui si avvale il Governo per prendere le proprie decisioni dia indicazioni chiare. Spesso purtroppo, dal punto di vista di quella che ho definito l’infodemia, riprendendo una definizione peraltro dell’OMS, assistiamo anche a dibattiti sui media tra personaggi illustri del mondo della virologia e dell’epidemiologia che, a volte, dicono cose contrastanti. Resta il fatto, però, che la stragrande maggioranza – ce lo confermano i dati – va nella direzione di dire che la pandemia non è per niente sotto controllo. Adesso poi è complicata addirittura dalle varianti. La vaccinazione, che è l’unica arma, insieme a tutte le misure che vanno prese anche a livello individuale, incontra gli ostacoli che sappiamo, di forniture che vengono tagliate improvvisamente quando ormai si è programmato di fare determinati step nel Piano vaccinale. Quindi, la situazione è veramente più che complicata. Siamo vicini, ovviamente, agli operatori economici e ai lavoratori che stanno pagando il prezzo economico più alto di questa crisi e per questo siamo favorevoli a chiedere che in questa situazione di emergenza chi è stato danneggiato dalle decisioni così modificate all’ultimo secondo da parte del Governo venga risarcito.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Prego, consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

La cosa che mi preoccupa, consigliera Zamboni, è che lei sia in maggioranza. La cosa che mi rincuora è che so che l’assessore Corsini e il presidente Bonaccini la pensano in maniera esattamente opposta a lei sul fatto di finanziare le opere sul turismo bianco.

Lei ha chiesto adesso che questa Regione interrompa i finanziamenti per gli impianti di risalita. Lei cioè ha detto che ogni investimento negli impianti di risalita per il turismo bianco è un investimento bruciato: ha detto così. Io sono molto preoccupato di questa sua posizione, sinceramente.

Sono contento, invece, che l’assessore Corsini non la pensi così. Anzi, sulla legge n. 17 va ad ampliare i finanziamenti per quegli operatori turistici. Lei non può, nella parte finale del suo discorso, dire: siamo vicini ai lavoratori e agli imprenditori di quel settore. No. Ha appena detto di non finanziarli.

Lei, cioè, all’inizio del suo discorso ha detto di non finanziarli, che è preoccupata per questi investimenti, che sono bruciati perché il cambiamento climatico sta togliendo la neve. Ogni euro buttato lì, quindi, è un euro buttato via da parte della Regione Emilia-Romagna.

Io non so se questo glielo ha suggerito il Comitato tecnico-scientifico di Europa verde. Però io comincio a vacillare nel fidarmi, onestamente, di questi tecnici e scienziati che voi avete. Evidentemente stanno facendo di tutto per penalizzare un settore.

Detto questo su questa posizione, che voglio pensare essere molto minoritaria all’interno della maggioranza, io mi soffermo sulla parte ragionevole della maggioranza, che ha proposto, a mio parere, degli emendamenti ad una risoluzione già di per sé molto utile e centrata sul tema, che va a focalizzarsi su quello che è un settore che invece noi riteniamo fondamentale per il turismo, ma soprattutto fondamentale non tanto in termini numerici, perché è ovvio che se confrontiamo il turismo invernale con quello estivo in Emilia-Romagna, il confronto non regge a livello numerico. Però, attenzione: guardiamo il territorio, perché quel turismo tiene in piedi un territorio, tiene in piedi delle famiglie, tiene in piedi un ecosistema che è molto importante per questa regione. Se crolla l’ecosistema economico che c’è nel nostro Appennino, tranquilli che subito dopo quella valle non starà molto meglio. È sempre stato così. Quello che succede a monte, prima o poi arriva a valle, succede anche per la parte economica.

Quando noi parliamo di finanziamenti, ma soprattutto quando parliamo di sostegno a quelle imprese, a quei lavoratori, dobbiamo farlo a tutto tondo: non possiamo, solo quando c’è l’emergenza, riempirsi la bocca di belle parole, di sostegno ai lavoratori, e poi dopo però dirgli “okay, finita l’emergenza non vi diamo più un soldo”. No, non può funzionare così! Scusate lo sfogo, ma questo ultimo intervento mi ha lasciato veramente basito.

Tornando nel merito, io ho avuto la fortuna/sfortuna (passatemi questo termine) di essere all’interno di un ufficio di un impianto di risalita proprio alle 5.09 di domenica 14 febbraio, e il clima in quell’ufficio non era proprio bellissimo, cioè erano tutti neri, perché sapere il giorno prima (ma neanche il giorno prima, c’erano già i gatti delle nevi a battere le piste in quel momento, perché la stazione era già chiusa, quindi durante la preparazione, neanche prima della preparazione) durante la preparazione delle piste che quelle piste il giorno dopo non avrebbero ricevuto sciatori amatoriali, perché poi le scuole sci ci vanno, ma sappiamo che numericamente non sono un sostegno per quelle attività, è stato un duro colpo.

Guardate che non c’è solo il tema del gatto delle nevi sulle piste, che però era un simbolo in quel momento, mentre noi stavamo discutendo in un ufficio e qualcuno giù a Roma stava prendendo questa decisione, gli operatori erano a guidare un gatto delle nevi per battere la pista: questa era la realtà.

Al di là di questo, però, c’era stato un sistema dietro, che è stato molto impegnativo per le piccole strutture, e con questo non voglio togliere nulla alle grandi strutture delle altre Regioni, ma quelle piccole erano ancora più in difficoltà, perché se magari in altre zone l’idea delle attrezzature, degli stanziamenti, degli spazi, delle infrastrutture ce l’hanno già, il nostro Appennino si è dovuto attrezzare per fare in modo addirittura di creare dei sistemi di prenotazione online anche dove prima non c’erano, perché magari non erano necessari visti i volumi e visto che comunque era un onere abbastanza impegnativo da affrontare, costoso.

Avevano quindi messo in piedi questo sistema di prenotazione online, avevano venduto skipass non solo per il 15 febbraio, ma per tutta la settimana, che hanno dovuto rimborsare, e molti di questi operatori assunti sono dovuti restare operativi il 15 febbraio paradossalmente, pagati per effettuare i rimborsi ai cittadini che avevano prenotato gli skipass: paradossale!

Si sono trovati quindi in quella situazione, di cui non voglio dare la colpa a nessuno, perché il problema non è la scelta (l’hanno detto anche gli operatori) di chiudere, è la metodologia con cui è stata decisa la chiusura, è il tempismo della comunicazione, ed è qua che deve cambiare l’approccio in generale (lo dico per qualunque Governo e per qualunque governatore), qualunque scelta fatta deve essere programmata e comunicata per tempo.

Ieri ho visto il piano di uscita dall’emergenza Covid dell’Inghilterra, è a quattro step fino a luglio, data per data chi riaprirà e chi non riaprirà, cambierà probabilmente, però c’è un orizzonte ben definito per qualunque operatore, che va dalla scuola fino all’operatore turistico, al cinema, tutto. Data precisa di riapertura: questo è programmare, questo è guardare avanti, questo è cambiare passo. Ed è quello che questo nuovo Governo si sta impegnando a fare, in discontinuità con quello precedente.

Noi oggi siamo qui ad approvare un tema molto importante, che ovviamente è già sul tavolo del ministro Garavaglia in particolare, che è quello che si occupa di turismo. È già un tema affrontato, lo ha già detto lui, il giorno dopo, anzi il giorno stesso. Qua non si parla più di ristori, qua si parla di risarcimento danni, perché dei danni ci sono stati.

In questa direzione noi voteremo favorevolmente, ovviamente, all’atto, così come ai suoi emendamenti, che anche la forza presentatrice dell’atto ha dichiarato ammissibili. Ci teniamo a mandare questo segnale, che però deve essere un segnale unitario di questa Regione. Il turismo bianco è importante tanto quanto i restanti comparti del turismo. Anche perché io ho visto, e chiudo, il giorno dopo cose che non mi sono piaciute, ma le capisco, perché la frustrazione porta anche a questo, delle piccole “guerre tra poveri”, tali che mi si veniva a dire: “Attenzione, però, se vi comportate così con noi, vedremo se avrete il coraggio di aprire i bagni in estate”. Ecco, evitiamo questo, evitiamo di mettere in competizione i comparti turistici, perché non giova a nessuno. Cerchiamo, invece, di dare sostegno a tutti, a prescindere dal loro impatto numerico, valutando il loro impatto sul territorio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Prego, consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente. Mi sente bene?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, la sentiamo.

 

FACCI: Bene.

In realtà non volevo intervenire perché l’intervento dei miei colleghi è stato ampiamente esauriente, ma io credo che, dopo aver sentito le considerazioni soprattutto della collega Zamboni, ma in parte anche quelle del collega Taruffi, sia opportuno fare un po’ di chiarezza. Non si può certamente dire che il comparto della montagna e tutto quello che ruota intorno al turismo oggi abbia ricevuto dei provvedimenti strutturali. Abbiamo colto una serie di misure del tutto insufficienti. Il consigliere Taruffi prima ricordava i 5.000 euro per gli albergatori. Certo, sono comodi, sono sicuramente utili per poter tamponare qualche spesa di gestione, ma quelli che mancano sono sicuramente dei provvedimenti strutturali, dei provvedimenti che in qualche modo possano garantire anche una programmazione di tutte queste attività.

Vorrei solo ricordare che…

 

PRESIDENTE (Petitti): L’abbiamo persa per qualche secondo, consigliere Facci. Riprovi. Prego.

Non si sente. Se ci aiutate con l’audio, dalla regia. Non si sente, purtroppo, si sente solo da remoto. Io non riesco a sentirla qua in aula. Se mi aiutate dal punto di vista tecnico. Vediamo. Riprovi, consigliere Facci. Provi con l’audio perché io vedo l’audio disattivato, in questo momento, dal suo schermo.

Proviamo in quel modo lì. Da remoto si sente. Vediamo col microfono, per cortesia, avvicinandolo. La sentiamo. Provi a fare l’intervento così, perché altrimenti non riusciamo. Guardi, consigliere Facci, la sentiamo male, cerchi di aver pazienza, ma abbiamo proprio un problema con l’audio, magari la recuperiamo tra poco, proviamo a capire se tecnicamente... Se magari fosse in ufficio, le chiederei gentilmente di venire in aula, ci farebbe una cortesia. Proviamo a ripristinare il collegamento con un nuovo tentativo di sentire il consigliere Facci... Proviamo a ripristinare il collegamento con il consigliere Facci, chiedo un aiuto dalla regia per l’audio. Prego, consigliere Facci, vediamo se riusciamo adesso a sentirla in aula. No, non la sentiamo.

Consigliere Facci, provi a uscire e a rientrare, per cortesia. Ecco, grazie. Facciamo quest’ultimo tentativo.

 

FACCI: Mi sentite adesso?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, anche troppo. Adesso proverei ad abbassare, invece, un po’ l’audio. Poi le chiedo di intervenire recuperando quei minuti che abbiamo perso per problemi tecnici.

Prego, consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie.

Brevemente, perché comunque, come dicevo, i concetti sono stati espressi da chi mi ha preceduto.

Ritengo che sul comparto per quanto riguarda la materia del supporto all’economia della montagna ci sia ancora molto da fare anche da parte della nostra Regione, nonostante provvedimenti siano stati adottati, ma sono del tutto insufficienti. Ricordavo che altre Regioni hanno deliberato, hanno adottato delle leggi ad hoc, per esempio, per quanto riguarda il settore sciistico. Quindi, quando si dice che noi siamo avanti, vorrei fare una comparazione con quello che è successo nel resto d’Italia.

Va da sé che questa convergenza che oggi si ritrova attorno alla risoluzione che è stata presentata da parte di Fratelli d’Italia è indubbiamente un auspicio. Vorremmo, ovviamente, che questo non rimanesse lettera morta e che vi fosse un comportamento consequenziale anche su tutto ciò che riguarda il comparto dell’economia in senso lato. Faccio presente, ad esempio, che quando c’è stata la questione del poter consentire nelle zone non gialle le attività di ristorazione […] delle convenzioni, sottoforma, sostanzialmente, di mensa aziendale, da parte della Regione Emilia-Romagna, non vi è stato in alcun modo un comportamento coerente con quello che per esempio hanno fatto altre Regioni, salvo poi arrivare, soltanto poche settimane fa, ad adeguarsi a quello che era l’orientamento prevalente e quello di consentire alle attività di ristorazione l’utilizzo delle convenzioni.

Tutto questo per dire che cosa? Che va benissimo la politica dei risarcimenti, degli indennizzi e non più ristori, ma a volte bisogna cercare anche di mettere in campo una serie di misure certamente equilibrate e rispettose dell’emergenza sanitaria, ma che poi impediscano un documento a tutti gli operatori economici, insomma, come si suol dire, prevenire è meglio che curare.

Va da sé che se si possono mettere in campo alcuni settori, lo si può fare nelle misure di salvaguardia. Questo naturalmente va a beneficio del sistema.

Ovviamente, quando si è deciso, e qualcuno l’ha deciso, poi, se è stato Speranza o non è stato Speranza, se è stato il braccio destro di Speranza o chi per lui, non è questa la sede di indagine, ma certamente qualcuno ha deciso. E quando si decide la sera per la mattina per tutto un comparto che aspettava da settimane di riaprire, quella è una scelta non solo, ovviamente, scellerata nel metodo, ma che appunto va contro quel principio prevenzione e di precauzione di cui dicevo prima. Oggi, infatti, il danno creato a quelle attività, ovviamente è aumentato alla n potenza rispetto a quello che sarebbe stato avendo invece preventivamente in qualche modo deciso di non procedere con la riapertura.

L’improvvisazione, l’incompetenza e spesso la negligenza, quindi, aumentano la misura del risarcimento e la misura del danno economico. Su questo bisogna lavorare, non solo a Roma, ma magari anche in Emilia-Romagna, su questi aspetti. Il fatto che ci sia questa consapevolezza, e questa ampia convergenza su questo ordine del giorno la dimostra, sicuramente è di buon auspicio.

Chiudo ricordando alla collega Zamboni che deve in qualche modo far pace con se stessa, cioè o si sostiene la montagna a tutto tondo oppure si fanno le politiche demagogiche di retroguardia, come sta facendo lei da un po’ di tempo con la sua schiera di accoliti, cioè o si capisce che le infrastrutture in montagna, che non valgono solo per il turismo bianco, valgono soprattutto in questo caso, visto che (...) al collegamento al nuovo impianto della stazione del Corno alle Scale, riguarda soprattutto il turismo cosiddetto green, riguarda soprattutto la fruizione dell’ambiente della montagna non solo per in periodi bianchi, che sappiamo limitati, ma anche soprattutto nel periodo estivo.

Questa tra l’altro è anche una logica di pari opportunità, consentire a tutti, anche ai disabili o a chi non ha più l’età per fare scarpinate in montagne, di raggiungere comunque posti che meritano di essere raggiunti.

Quando quindi predicate le pari opportunità, la possibilità per tutti di raggiungere i medesimi risultati, teniamo presente che le infrastrutture in montagna, oltre ovviamente ad alimentare un tessuto economico importante, consentono a tutti di raggiungere gli stessi risultati, aspetto che non si può vedere, ma che è ugualmente importante.

Concordo con il collega Delmonte quando dice che per fortuna questa è una posizione minoritaria all’interno della maggioranza in Regione, però va rimarcata la contraddizione di chi da una parte dice che la montagna va sostenuta e dall’altra si mette contro, di traverso agli investimenti dei quali la montagna ha necessita.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Non abbiamo altri iscritti a parlare.

A questo punto passiamo al dibattito generale sulle proposte di emendamento.

Ricordo che sono arrivati sei emendamenti a firma dei consiglieri Costi, Zappaterra, Pigoni, Taruffi, Zamboni e Rontini.

Dibattito generale sulle proposte di emendamento.

Prego, consigliere Lisei.

 

LISEI: Grazie, presidente.

Alcune puntualizzazioni, perché a noi piace sempre parlare della mamma e diremo sempre “viva la mamma e viva il papà”. È chiaro che magari a qualcuno piacerà più “genitore 1” e “genitore 2”, noi continueremo a parlare di “viva la mamma e viva il papà”. Dico semplicemente che magari anche in un’altra sede faremo anche la gara di chi ha stanziato di più per gli Appennini, per la montagna. Possiamo verificarlo. Francamente non era intenzione nostra fare le gare. Noi non disponiamo adesso dei dati di quanto ha stanziato l’Abruzzo o di quanto ha stanziato le Marche, o di qual è la classifica di chi ha stanziato di più nel panorama italiano. Non credo che nel dibattito abbiamo lamentato pochi stanziamenti da parte della Regione Emilia-Romagna o abbiamo puntato il dito contro il presidente rispetto ai pochi stanziamenti. È chiaro che abbiamo detto che ci deve essere un maggiore impegno da parte della Regione. Nel dispositivo, però, c’è un richiamo ben specifico a una responsabilità da parte di questo Governo a risarcire un danno che è stato fatto.

Se vogliamo essere più precisi, detto che c’è una responsabilità anche da parte di chi fa parte di questo Governo, e noi non ne facciamo parte, lo abbiamo ricordato, quindi c’è un richiamo a una responsabilità politica di chi fa parte di questo Governo. È chiaro, immaginiamo che chi fa parte di questo Governo, il presidente ne fa parte, abbia un peso specifico maggiore di noi povera opposizione patriottica che non ne facciamo parte, quindi immaginiamo che, quando il presidente fa un richiamo di responsabilità nei confronti del Governo, abbia un peso specifico più significativo del nostro, povera opposizione patriottica, che in qualche maniera proviamo richiamare. Ce lo auguriamo. Sennò, le parole che pronuncia il presidente spesso nelle trasmissioni nazionali sarebbero parole al vento. Ed è per questo che depositiamo una risoluzione, che siamo contenti di poter condividere con la maggioranza, che speriamo dia peso alle parole pronunciate dal presidente nelle trasmissioni nazionali, proprio perché crediamo che sia il Governo che deve risarcire quel danno che ha costituito.

Ricordiamo anche, a chi ha pronunciato alcune parole in quest’aula, che se è vero che in quel periodo c’era una crisi, è anche vero che vige un principio di continuità amministrativa. Non è che nel momento in cui c’è una crisi di governo il ministro della salute può girarsi i pollici, o andare in vacanza. Il ministro della salute può dedicare il proprio tempo a fare i colloqui di Governo, magari sperando di poter essere confermato, o dedicarsi ad altro. Il ministro della salute, nel momento in cui c’è una crisi di governo, continua a fare il ministro della salute. E magari, invece di occuparsi dei colloqui che lo vedono, o che lo potrebbero vedere essere confermato, magari deve garantire la continuità del proprio ministero, e magari deve pensare proprio alle misure che doveva prendere per gli Appennini, o alle altre misure per la salute. Quindi, non è che se c’era una crisi di governo il ministro poteva pensare ed era distratto da altre cose, quindi non è una scusa che c’era altro. Non è la scusa, per il ministro Speranza che c’era una crisi di governo. Non funziona così. Di questo ci si doveva occupare. Ed è per questo che c’è un richiamo di responsabilità al Governo, qualunque Governo fosse in carica.

A noi poco interessa. A noi interessa che ci sia un risarcimento del danno, perché quella scelta ha arrecato un danno che va oltre il tema dei ristori. E quel danno deve essere risarcito dal Governo. È per questo che abbiamo accettato e accettiamo di buon grado gli emendamenti che sono stati proposti dalla maggioranza, dalla collega Costi: perché ribadiscono il tema del danno, che si distingue dal tema dei ristori, che è un’altra partita. Sul quale abbiamo espresso mille e mille critiche, sempre al Governo, anche al Governo Conte 1; vedremo come si comporterà il Governo Draghi/Conte ter, perché purtroppo c’è una continuità che abbiamo rilevato in diverse sedi. Ma questa purtroppo è un’altra partita ed è un altro tema.

Ad ogni buon conto, il mio intervento è per ribadire l’accoglimento degli emendamenti che sono stati presentati, è per ribadire come il tessuto montano, proprio come ha sottolineato in maniera credo molto puntuale il collega Barcaiuolo, spesso venga rappresentato come frivolo, spesso l’opinione pubblica percepisce l’esigenza di andare a sciare come qualcosa di mondano, una élite, come “ma che bisogno c’è di andare a sciare? Alla fine una sciata si può evitare, non serve a nulla”.

Una parte della collettività non percepisce quindi che dietro una sciata c’è un tessuto economico e c’è un mondo che ci vive, che dietro una sciata, che qualcuno si può permettere perché sicuramente può rappresentare un lusso per qualcuno, ci sono delle collettività, delle comunità, delle persone che ci vivono, ci sono delle comunità montane, c’è un fornaio, ci sono delle piccole comunità che dietro a un paio di sci vivono e sopravvivono e oggi invece sono in grandissima difficoltà.

Noi ovviamente, credo tutti assieme, stiamo dando un segnale a quelle comunità che sono in grandissima sofferenza, e a quelle comunità guardiamo con questa risoluzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Lisei.

Altri in dibattito generale sui sei emendamenti? Non c’è nessuno in dibattito generale.

A questo punto dichiarazioni di voto congiunte sulle proposte di emendamento e sulla risoluzione. Qualcuno in dichiarazioni di voto? Altrimenti passiamo alle votazioni. A questo punto passiamo alle votazioni degli emendamenti.

Partiamo dall’emendamento 1. Chiedo prima l’assenso al consigliere Lisei per la votazione degli emendamenti alla sua risoluzione.

 

LISEI: Certo, sì.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Lisei.

Passiamo all’emendamento 1, a firma dei consiglieri Costi, Zappaterra, Pigoni, Taruffi, Zamboni e Rontini.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 41

Favorevoli 41

 

È approvato.

 

Passiamo all’emendamento 2, sempre a firma dei consiglieri Costi ed altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 41

Favorevoli 41

 

È approvato.

 

Passiamo ora all’emendamento 6, a firma sempre dei consiglieri Costi ed altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 37

Favorevoli 37

 

È approvato.

 

Passiamo all’emendamento 3, sempre a firma dei consiglieri Costi ed altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 40

Favorevoli 40

 

È approvato.

 

Passiamo all’emendamento 4, sempre a firma dei consiglieri Palma Costi e altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 41

Favorevoli 41

 

È approvato.

 

Siamo arrivati all’ultimo emendamento, l’emendamento 5, sempre a firma dei consiglieri Costi e altri.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 42

Favorevoli 42

 

È approvato.

 

Adesso votiamo la risoluzione 2669, a firma del consigliere Lisei.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 42

Favorevoli 42

 

È approvata.

 

OGGETTO 2703

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo nelle sedi istituzionali opportune a prorogare il blocco dei licenziamenti, in scadenza il 31 marzo 2021. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Amico, Piccinini, Caliandro, Mumolo, Zamboni, Pillati, Mori, Sabattini, Rontini, Montalti, Rossi

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo ora alla risoluzione 2703, risoluzione che impegna la Giunta a sollecitare il Governo nelle sedi istituzionali opportune a prorogare il blocco dei licenziamenti, in scadenza il 31 marzo 2021, a firma dei consiglieri Taruffi, Amico, Piccinini, Rontini, Montalti e Rossi.

Su tale oggetto insistono quattro proposte di emendamento, una a firma dei consiglieri Mumolo, Taruffi e Caliandro, due a firma del consigliere Montevecchi, una a firma dei consiglieri Francesca Marchetti ed altri.

Apriamo, a questo punto, il dibattito generale.

Prego, consigliere Taruffi.

 

TARUFFI: Grazie, presidente.

Abbiamo ritenuto necessario presentare insieme ad altri colleghi questa risoluzione per avviare una discussione, che sarà centrale nel corso dei prossimi mesi a livello nazionale, riguardo a un tema molto delicato e molto importante e che soprattutto coinvolge centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, perché stiamo parlando della necessità di sollecitare, dal nostro punto di vista, la proroga del blocco dei licenziamenti, che sappiamo essere in vigore fino al 31 marzo di quest’anno.

Chiaramente è un tema che porta con sé diverse riflessioni molto articolate, che ci parla di un tema centrale della situazione in cui viviamo per via della pandemia, della crisi sanitaria, che purtroppo si è poi trasformata in crisi economica, con il rischio di diventare anche crisi sociale per le tante implicazioni che ovviamente comporta e per l’impatto drammatico che ha avuto su tutti i comparti della società e dell’economia.

Giustamente ci siamo occupati spesso in quest’aula di ristori per le attività che come sappiamo non sono mai sufficienti per i tanti comparti che stanno soffrendo più di altri le chiusure, le restrizioni, le limitazioni. Abbiamo parlato, questa mattina, della gestione degli impianti di sci. Ovviamente c’è il comparto della ristorazione, del turismo, della filiera legata a tutte quelle attività che sappiamo esserci nel mondo della cultura, teatri e cinema chiusi, palestre, piscine. Sicuramente questi sono gli elementi che hanno portato più attenzione nel dibattito pubblico, e sono i settori che oggi stanno soffrendo di più. Lo sappiamo e l’attenzione, anche nel dibattito, non è mai venuta meno. Ovviamente, però, sappiamo anche che ci sono centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori che in questo momento attendono di capire quello che succederà, proprio per le prospettive del comparto economico nel suo complesso, pensiamo alle filiere produttive metalmeccaniche e non solo. Tante realtà, tante filiere ovviamente risentono della situazione pandemica, legata alla pandemia e che quindi hanno prospettive incerte. Sarà la sfida, credo, su cui si misurerà la capacità d’azione dell’attuale Governo, cioè la capacità di prevedere e prevenire quello che potrebbe essere effettivamente uno tsunami dal punto di vista sociale molto impattante e molto significativo.

Il blocco dei licenziamenti che ha scadenza, come dicevo, il 31 marzo, risulta essere un aspetto, in questa chiave, determinante, ben consapevoli che le parole espresse dal presidente del Consiglio, Draghi, all’atto dell’insediamento del suo Governo in Parlamento, sono state molto chiare. Il presidente ha detto: dovremo difendere i posti di lavoro, non necessariamente tutte le attività e tutte le imprese. Dovremo scegliere su quali puntare, su quali chiedere una conversione e quali evidentemente accompagnarle alla propria conclusione.

È un passaggio molto forte, che impegna in modo ampio e alto tutto il sistema delle politiche industriali del nostro Paese;. politiche industriali di cui il nostro Paese ha bisogno come il pane, ed è la lacuna sulla quale probabilmente si sono misurate le incapacità di tanti Governi negli ultimi venti, trent’anni. Da questo punto di vista, la sfida posta in quelle poche ma precise parole, molto puntuali, del presidente Draghi, rappresenta l’elemento, il banco di prova dell’insieme della tenuta istituzionale e anche politica, per cui abbiamo ritenuto necessario avviare questa discussione in quest’aula, per chiedere alla Giunta di farsi portatrice presso il Governo di un’istanza precisa, chiara, che è quella di sapere che il lavoro e l’occupazione, che abbiamo definito sempre nella nostra sessione in Emilia-Romagna “la nuova e buona occupazione” deve e dovrà essere l’ossessione del Paese.

La proroga del blocco dei licenziamenti quantomeno a fine pandemia è un aspetto che fa e dovrà fare parte delle politiche del Governo, del Paese.

Non è scritto nella risoluzione, ma a questo aggiungo un altro elemento di preoccupazione, che ha a che fare con il termine a fine anno della sospensione della legge Fornero, l’ingresso nel mondo del lavoro e la possibilità di mantenere un posto di lavoro e il modo e il tempo in cui si esce dal mondo del lavoro ovviamente sono due elementi che vanno a comporre l’intervento complessivo su cui il Governo e la classe politica saranno giudicati. Tenendo insieme questi aspetti e sapendo che il tema della sospensione e di quello che deciderà il Governo sulla legge Fornero, che per noi vuol dire migliaia di persone che in questo momento sanno dopo tanti anni di lavoro di poter uscire, il Governo dovrà dare una risposta.

Sono temi centrali, come dicevo, sui quali abbiamo ritenuto utile e importante avviare sin da subito un dibattito, chiarendo la nostra posizione che, come sempre, è l’assunzione di un punto di vista, che è quello di chi per vivere deve lavorare e, nella misura in cui una crisi così sferzante e così dura colpisce e colpirà con le conseguenze anche il mondo del lavoro, vogliamo sin da subito mettere un punto, una bandiera non solo di principio, ma di sostanza, e invitare il Governo a misurarsi su un tema come questo, che ha a che fare con la vita di centinaia di migliaia di persone.

Ci sono alcuni emendamenti che abbiamo condiviso con diversi colleghi che completano e arricchiscono la risoluzione, emendamenti sui quali abbiamo apposto anche la nostra firma e quindi sui quali ovviamente sin da subito esprimo parere favorevole, perché hanno arricchito e ampliato una risoluzione che, ripeto, ha innanzitutto lo scopo di riportare anche la nostra discussione e l’agenda della nostra discussione sul mondo del lavoro, perché per noi ovviamente rimane sempre e comunque centrale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Prego, consigliere Mumolo.

 

MUMOLO: Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): La sentiamo un po’ basso. Non so se può alzare leggermente il volume, consigliere.

 

MUMOLO: Sì, provo subito. Così va meglio?

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, grazie.

 

MUMOLO: Perfetto.

Grazie, presidente.

Io vorrei semplicemente presentare molto brevemente l’emendamento a mia prima firma, che si limita sostanzialmente a puntualizzare quanto già ha inteso dichiarare la risoluzione del collega Taruffi. È da un po’ ormai che i sindacati chiedono la proroga del blocco dei licenziamenti, che scade il 31 marzo, e della cassa integrazione Covid. La richiesta dei sindacati è una richiesta assolutamente ragionevole, è una richiesta che non è certamente quella di prolungare a tempo indeterminato lo stop ai licenziamenti. Allo stesso tempo, però, non è considerata utile una proroga limitata a qualche mese, anche perché nessuno di noi sa quanto durerà questa situazione.

Ciò che si chiede, allora, è sostanzialmente che il blocco dei licenziamenti sia prorogato per un periodo corrispondente alla fine dell’emergenza pandemica, fino alla fine dell’emergenza. Dunque, è un blocco che non deve essere sine die, ma deve essere corrispondente alla fine dell’emergenza pandemica, un blocco che deve essere prima in modalità generalizzata e successivamente in modalità progressiva, in concomitanza con la ripartenza dell’economia, in armonia con i tempi giusti per riformare gli ammortizzatori sociali e far decollare finalmente le politiche attive per il lavoro.

Se il Governo non interviene con il blocco dei licenziamenti, circa due milioni di lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro nei prossimi mesi, e aggiungeremmo emergenza a emergenza. Per tale motivo, occorre che il Governo intervenga al più presto disponendo una proroga generalizzata per la fase di emergenza, insieme ovviamente alla proroga della cassa integrazione Covid.

La situazione di blocco totale che ancora grava su molti settori economici come il turismo e il comparto degli spettacoli impone di prorogare e rafforzare il regime di aiuti ai lavoratori, alle lavoratrici e alle imprese. Sono migliaia, anche nella nostra regione, le imprese impossibilitate a ripartire o a rischio default.

In un quadro come questo appare semplicemente impensabile confermare il 31 marzo come termine per il blocco dei licenziamenti. Occorre invece necessariamente un rinnovo fino alla fine dell’emergenza. Allo stesso tempo, bisogna accelerare la presentazione e il varo del Recovery Plan per sostenere la ripresa di quei settori strategici, capaci di fare da volano a tutto il tessuto economico ed occupazionale, sia per creare le premesse di una ripartenza generale, che ci auguriamo ovviamente tutti; sia per fare da cassa di compensazione alla crisi dei settori, che impiegheranno ovviamente più tempo per tornare a regime.

Questa, insomma, la sintesi, il contenuto dell’emendamento. Ovviamente, approfitto di questo tempo per indicare non solo il voto favorevole alla mia proposta ma il mio voto favorevole anche all’emendamento presentato a firma della consigliera Marchetti. Sin d’ora faccio invece presente che gli emendamenti presentati dal collega della Lega presentano diverse perplessità, almeno per quanto mi riguarda.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mumolo.

Prego, consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

La discussione in merito a questa risoluzione ci precipita in un dibattito tutt’altro che scontato, anche nella sua dinamica riguardante l’oggetto del quale evidentemente discutiamo in quest’aula. È vero, esiste un problema reale, legato alla pandemia, che è connesso al blocco dei licenziamenti, tema sul quale c’è un dibattito anche nella comunità scientifica rispetto alla possibilità o meno di prorogare a tempo indeterminato questo blocco, proprio facendo riferimento agli stessi concetti e requisiti fondamentali che la nostra Carta costituzionale e la nostra Carta costituzionale europea prevedono.

Si pone quindi, secondo me, uno scatto che questa Regione potrebbe fare. È una sfida, a questo punto, corale. Noi abbiamo la possibilità non solo di dire, ed è giusto che lo facciamo con la risoluzione che è stata presentata e con gli emendamenti che hanno il loro valore, di attestazione di scelta di campo, ma abbiamo la possibilità di emancipare la discussione. I fondi SURE, i fondi che sono previsti a livello comunitario per la formazione e per l’inserimento professionale, sono degli strumenti che sono già stati analizzati nella proposta di contratto di riallineamento produttivo. Dobbiamo evitare di entrare in un atteggiamento demagogico, per cui esiste un’occasione in cui la politica si occupa soltanto di dire “va bene, blocchiamo i licenziamenti, diamo la possibilità dei ristori alle aziende in crisi”, ma avere anche lo scatto e la visione di capire come si esce da questa crisi, come ci trasformiamo in questa crisi.

D’altro, canto il Governo Draghi è nato anche per questo, è nato per dare una scelta condivisa e trasversale a problemi che sono reali e difficilmente affrontabili da una sola parte politica. Allora diciamo che sarebbe inaccettabile pensare al blocco dei licenziamenti senza pensare al blocco degli ammortizzatori sociali, e questa richiesta va proprio in questa direzione.

Noi non pensiamo che si possano costruire due mondi paralleli nel mercato del lavoro, perché il rischio che corriamo è quello di una stagnazione non solo culturale, ma anche industriale del Paese. La vera sfida sta in questo, nell’inserire una dinamica nuova di negoziazione territoriale – il Patto per il lavoro ci viene in soccorso – attraverso un avvicendamento tra classi produttive che possono andare in pensione e classi giovani che possono entrare ed essere professionalizzate.

Il calcolo sociale dello sblocco dei licenziamenti in una crisi economica come questa prevede milioni di licenziamenti, che andrebbero inevitabilmente a pesare sulla spesa pubblica per ognuno di loro almeno sui 30.000 euro, quindi abbiamo un costo sociale del licenziamento, quindi non basta dire “liberiamo la possibilità di licenziare”, ma significa anche statalizzare sostanzialmente la crisi.

Lo sforzo che deve fare un Partito riformista, lo sforzo che dovrebbe fare una comunità più innovativa è invece quello di identificare la strada. Su questo a mio giudizio abbiamo un grande spazio come Regione Emilia-Romagna, abbiamo uno spazio politico, amministrativo e industriale, possiamo sostanzialmente attrarre forme di investimento già previste nel SURE e negoziare a livello territoriale l’accompagnamento verso la pensione e l’inserimento obbligatorio di quote di giovani in cerca di lavoro, oltre che una nuova professionalizzazione forte.

Il senso dell’emendamento ma soprattutto il senso della risoluzione stessa sta in questa mitezza, nella scelta di un diritto mite. Il blocco dei licenziamenti è finalizzato ad uno scatto evolutivo della capacità legislativa del nostro Paese. Dico questo perché in queste ore questa ulteriore colorazione che abbiamo ricevuto nel nostro territorio è una cosa che spaventa, che preoccupa, ma che allo stesso tempo ha reso necessario l’emendamento sui congedi parentali, un emendamento che evidentemente si inserisce in quello che è stato un dibattito nato immediatamente dopo che la pandemia era entrata nella nostra vita lavorativa. Esiste sostanzialmente una gestione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro che in qualche modo noi dobbiamo riuscire a gestire in maniera più flessibile. Forse occorrerebbe passare del tempo – qui lancio un appello chiaramente alle forze di minoranza, oltre che a quelle di maggioranza – per trovare una via condivisa, una via condivisa di ammortizzatori sociali territoriali. È una sfida che evidentemente si accompagna con la richiesta del blocco dei licenziamenti, ma che se anche dovesse essere soltanto del blocco dei licenziamenti non risolverebbe il problema, perché la macelleria sociale che genera questa crisi è qualcosa che noi dobbiamo affrontare con l’occhio lungo.

Allora la dico così. Sì, il Governo Draghi nasce per dare stabilità a questo Paese, ma non possiamo pensare di adeguarci alla vecchia contrapposizione tra mondo produttivo e mondo del lavoro, pensando che basti nascondersi nelle confederazioni sindacali per risolvere il problema. Noi dobbiamo fare un salto qualitativo nella discussione sul tema degli ammortizzatori sociali facendo una riforma che – badate bene – questo Paese attende da almeno trent’anni. Siamo vecchi. Siamo vecchi. Abbiamo la necessità di rivedere il nostro mercato del lavoro su una piattaforma che sia diversa. Solo per intenderci, questa regione avrà probabilmente una crescita molto forte grazie agli investimenti industriali, ma allo stesso tempo pagherà una carneficina sociale rispetto ai nuovi tipi di lavoro.

Qual è lo spazio che vogliamo ripercorrere in questi anni e che vogliamo intraprendere? Forse varrebbe la pena di creare, qui sì, un intergruppo che lavori su questo tema, non di contrapposizioni ideologiche, ma finalizzato a migliorare il Patto per il lavoro. Per cui, il voto a questa risoluzione è uno strumento, è un grimaldello per aprire un dibattito in questo Consiglio.

Vi ringrazio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Caliandro.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Abbiamo presentato questa risoluzione e abbiamo anche letto gli emendamenti proposti da esponenti della maggioranza, che trovo assolutamente sensati e migliorativi della stessa risoluzione, anche perché proprio di recente abbiamo letto e abbiamo affrontato, per esempio anche in Commissione Parità, la grave drammaticità dello stato del lavoro per quanto riguarda l’occupazione femminile. Solo nel mese di dicembre su 101.000 posizioni di lavoro perse 99.000 sono legate al lavoro femminile.

Chiedere che la Regione si impegni nella richiesta del blocco dei licenziamenti oltre il 31 marzo significa accompagnare un percorso per quanto riguarda anche la riforma complessiva del mercato del lavoro, degli ammortizzatori e degli interventi che possono essere fatti a livello nazionale e regionale, proprio per evitare che una situazione che già oggi è particolarmente esplosiva lo diventi ancora di più.

Certo che il blocco dei licenziamenti collettivi non è sufficiente; certo che ci sono grandi problemi all’interno di coloro che non sono tutelati dai contratti nazionali di lavoro, penso ai lavoratori stagionali del turismo, dello spettacolo, della cultura, penso ai lavori legati alla ristorazione, che sono quelli che pagano maggiormente, oggi, la precarizzazione del proprio impiego, e che oggi non hanno forme di tutela, per cui oltre al blocco dei licenziamenti è sicuramente necessario prevedere un’azione forte perché ci siano degli strumenti di ammortizzatori sufficientemente ampi da ricomprendere anche questi lavoratori. Ieri mattina c’è stata una manifestazione solo on-line, a Bologna, a causa delle restrizioni, della SLC-CGIL, della CISL, della UIL, dei lavoratori dello spettacolo, alla quale ho potuto partecipare fino a quando non è stata interrotta da alcuni squadristi che sono intervenuti boicottando la discussione. Alcune delle 400.000 persone che sono impiegate nelle imprese culturali e creative della Regione Emilia-Romagna, pur attingendo agli ammortizzatori sociali messi in campo dal Governo nel corso di questo anno, hanno potuto godere complessivamente di 5.100 euro di indennizzi.

È necessario, quindi, che la riflessione vada oltre il tema del blocco dei licenziamenti, che riapra una discussione a livello regionale e nazionale, sapendo che nel corso del 2020 sono 650.000 i rapporti di lavoro non attivati. Come diceva anche il consigliere Mumolo prima, circa due milioni di persone si potrebbero trovare senza lavoro una volta interrotto questo blocco.

Abbiamo bisogno di impegnarci sia politicamente che fattivamente. Io credo che la risoluzione vada in questo senso e che sia di stimolo da parte della Regione anche al neonato Governo Draghi per affrontare qualcosa che appunto sia a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che oggi sono particolarmente incerti sul proprio futuro, sulla propria dimensione di prospettiva, e che credo debbano continuare ad essere accompagnati in questa crisi lunga, che ci aspetta ancora per un po’.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Sono le ore 12,55 e ho altri due interventi. Avete dieci minuti. Se volete, riprendiamo alle ore 14,30, così avete tutto il tempo per intervenire con calma. Ho due interventi, Bondavalli e Marchetti, per cui, se siete d’accordo, chiedo a voi. Va bene, perfetto.

Facciamo la pausa e ci vediamo alle ore 14,30.

Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 12,55

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Michele BARCAIUOLO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Giulia GIBERTONI, Massimo IOTTI, Marco LISEI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Katia TARASCONI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;

gli assessori: Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Paola SALOMONI, Elena Ethel SCHLEIN.

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Raffaele DONINI, la consigliera Silvia PICCININI.

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 2491

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agevolare l’impiego dei medici del lavoro per vaccinare i lavoratori. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Marchetti Daniele, Bergamini, Pelloni

 

Titolo:2491 - votazione em. 1 (a firma cons. Soncini)

 

Presenti al voto: 40

Favorevoli/Si: 38

Non votanti: 1

Assenti: 10

 

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Iotti Massimo; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti  Francesca; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Felicori Mauro; Marchetti Francesca; Sabattini Luca

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Barcaiuolo Michele; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Piccinini Silvia; Rainieri Fabio; Taruffi Igor

 

 

 

Titolo:2491 - votazione em. 2 (a firma cons. Soncini)

 

Presenti al voto: 42

Favorevoli/Si: 41

Non votanti: 1

Assenti: 8

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Mastacchi Marco

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Barcaiuolo Michele; Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Piccinini Silvia

 

 

Titolo:2491- votazione risoluzione

 

Presenti al voto: 43

Favorevoli/Si: 42

Non votanti: 1

Assenti: 7

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti


Emma Petitti

 

Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Piccinini Silvia

 

 

OGGETTO 2649

Risoluzione in merito all’avvio delle procedure necessarie per pervenire progressivamente all’accreditamento dei servizi nidi per l’infanzia. A firma dei Consiglieri: Pigoni, Bargi

 

Titolo:2649 - votazione em. 1 (a firma cons. F. Marchetti e altri)

 

Presenti al voto: 43

Favorevoli/Si: 42

Non votanti: 1

Assenti: 7

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Iotti Massimo; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella; Marchetti Francesca

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Bessi Gianni; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Felicori Mauro; Gibertoni Giulia; Paruolo Giuseppe; Piccinini Silvia

 

 

Titolo:2649 - votazione risoluzione

 

Presenti al voto: 44

Favorevoli/Si: 43

Non votanti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Iotti Massimo; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Delmonte Gabriele; Gibertoni Giulia; Marchetti Francesca; Piccinini Silvia

 

 

OGGETTO 2669

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi urgentemente presso il Governo al fine di chiedere un immediato stanziamento di risorse per il comparto sciistico e per tutta la filiera dell’indotto, dalla ristorazione al settore turistico ricettivo, a sostegno degli operatori delle strutture ricettive montane allargando la platea dei beneficiari a tutti gli operatori danneggiati dalle limitazioni o dalla chiusura delle attività dovute alla pandemia. A firma del Consigliere: Lisei

 

Titolo:2669 - votazione em. 1 (a firma cons. Costi e altri)

 

Presenti al voto: 42

Favorevoli/Si: 41

Non votanti: 1

Assenti: 8

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Mori Roberta; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio

 

 

Titolo:2669 - votazione em. 2 (a firma cons. Costi e altri)

 

Presenti al voto: 42

Favorevoli/Si: 41

Non votanti: 1

Assenti: 8

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Mori Roberta; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio

 

 

Titolo:2669 - votazione em. 6 (a firma cons. Costi e altri)

 

Presenti al voto: 39

Favorevoli/Si: 38

Non votanti: 1

Assenti: 11

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Montalti Lia; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia;  Stragliati  Valentina; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zappaterra Marcella; Tagliaferri Giancarlo;

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Mastacchi Marco; Montevecchi Matteo; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo; Zamboni Silvia

 

 

Titolo:2669 - votazione em. 3 (a firma cons. Costi e altri)

 

Presenti al voto: 41

Favorevoli/Si: 40

Non votanti: 1

Assenti: 9

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Barcaiuolo Michele; Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Rancan Matteo

 

 

Titolo:2669 - votazione em. 4 (a firma cons. Costi e altri)

 

Presenti al voto: 42

Favorevoli/Si: 41

Non votanti: 1

Assenti: 8

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rancan Matteo; Rontini Manuela; Rossi Nadia; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio; Sabattini Luca

 

 

Titolo:2669 - votazione em. 5 (a firma cons. Costi e altri)

 

Presenti al voto: 43

Favorevoli/Si: 42

Non votanti: 1

Assenti: 7

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rancan Matteo; Rontini  Manuela;  Rossi  Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio

 

 

Titolo:2669 - votazione risoluzione

 

Presenti al voto: 43

Favorevoli/Si: 42

Non votanti: 1

Assenti: 7

 

Favorevoli/Si


Amico Federico Alessandro; Barcaiuolo Michele; Bargi Stefano; Bergamini Fabio; Bessi Gianni; Bondavalli Stefania; Bulbi Massimo; Caliandro Stefano; Catellani Maura; Costa Andrea; Costi Palma; Daffadà Matteo; Delmonte Gabriele; Fabbri Marco; Facci Michele; Felicori Mauro; Lisei Marco; Liverani Andrea; Maletti Francesca; Marchetti Daniele; Marchetti Francesca; Mastacchi Marco; Montalti Lia; Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio; Occhi Emiliano; Paruolo Giuseppe; Pelloni Simone; Pigoni Giulia; Pillati Marilena; Rancan Matteo; Rontini  Manuela;  Rossi  Nadia; Sabattini Luca; Soncini Ottavia; Stragliati Valentina; Tagliaferri Giancarlo; Tarasconi Katia; Taruffi Igor; Zamboni Silvia; Zappaterra Marcella

 

Non votanti


Petitti Emma

 

Assenti


Bonaccini Stefano; Castaldini Valentina; Gibertoni Giulia; Iotti Massimo; Piccinini Silvia; Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio

 

 

Emendamenti

 

OGGETTO 2491

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agevolare l’impiego dei medici del lavoro per vaccinare i lavoratori. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Marchetti Daniele, Bergamini, Pelloni

 

Emendamento 1 a firma della consigliera Soncini

«Nell’”Evidenziato che” le parole “medici del lavoro” sono sostituite dalle parole:

“medici competenti, figure previste dal D.Lgs. n. 81 del 2008 quali “consulenti globali” dei datori di lavoro e di primo piano nella tutela della salute e sicurezza sul lavoro,”.»

(Approvato)

 

Emendamento 2 a firma della consigliera Soncini

«Nell’”Impegna la Giunta regionale” le parole “medici del lavoro” sono sostituite dalle parole: “medici competenti, ai sensi del D.Lgs. n. 81 del 2008,”.»

(Approvato)

 

 

OGGETTO 2649

Risoluzione in merito all’avvio delle procedure necessarie per pervenire progressivamente all’accreditamento dei servizi nidi per l’infanzia. A firma dei Consiglieri: Pigoni, Bargi

 

Emendamento 1 a firma dei consiglieri Marchetti Francesca, Pillati, Taruffi, Bulbi

«L’impegna la Giunta è sostituito dal seguente:

“a proseguire nel confronto specifico avviato con i gestori pubblici e privati per valutare la possibilità di prorogare l’entrata in vigore delle direttive previste nella delibera di Giunta regionale n. 704/2019 o a prevedere esplicitamente, a partire dalla data di entrata in vigore del 30/06/2021, un arco temporale di graduale applicazione della direttiva citata, fino al 30/06/2022, che consenta ai diversi soggetti gestori del sistema integrato dei servizi educativi per l’infanzia di avviare in tale arco temporale le procedure necessarie per pervenire progressivamente all’accreditamento dei servizi nidi per l’infanzia.”»

(Approvato)

 

 

OGGETTO 2669

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi urgentemente presso il Governo al fine di chiedere un immediato stanziamento di risorse per il comparto sciistico e per tutta la filiera dell’indotto, dalla ristorazione al settore turistico ricettivo, a sostegno degli operatori delle strutture ricettive montane allargando la platea dei beneficiari a tutti gli operatori danneggiati dalle limitazioni o dalla chiusura delle attività dovute alla pandemia. A firma del Consigliere: Lisei

 

Emendamento 1 a firma dei consiglieri Costi, Zappaterra, Pigoni, Taruffi, Zamboni, Rontini

«Nel “Preso atto che” il periodo: “il Ministro Speranza ha improvvisamente ed inaspettatamente” è sostituito dalle parole: “il Governo ha”.»

(Approvato)

 

Emendamento 2 a firma dei consiglieri Costi, Zappaterra, Pigoni, Taruffi, Zamboni, Rontini

«Nel “Considerato che” il periodo:

“la comunicazione del Ministro della Salute ha comprensibilmente lasciato sgomenti i gestori degli impianti, gli albergatori, i ristoratori e tutti i lavoratori legati al mondo dello sci che, già fortemente provati dai lunghi mesi di inattività forzata, dopo aver sostenuto ingenti costi per poter garantire la necessaria sicurezza e dopo aver investito ingenti risorse in vita della riapertura, hanno dovuto subire un ulteriore ed inatteso stop”

è sostituito dai seguenti periodi:

“- le attività economiche hanno bisogno di programmazioni certe, in modo particolare chi, come nel comparto del turismo invernale (stagionale) ha tempi obbligati per le prenotazioni da parte dei turisti e l’organizzazione dell’attività;

- le imprese e i professionisti del turismo invernale hanno inoltre sostenuto ingenti costi per poter garantire la necessaria sicurezza per i clienti e per chi vi lavora”.»

(Approvato)

 

Emendamento 3 a firma dei consiglieri Costi, Zappaterra, Pigoni, Taruffi, Zamboni, Rontini

«Nell’”Atteso che” sono apportate le seguenti modifiche:

a) le parole: “così come il settore turistico ricettivo” sono eliminate;

b) il periodo successivo alle parole “festività natalizie” è sostituito dal seguente:

“e soprattutto essendo attività stagionali legate a fattori climatici, cioè la presenza della neve, una parte di imprese e di professionisti non avranno ulteriori adeguate opportunità in questa stagione”;»

(Approvato)

 

Emendamento 4 a firma dei consiglieri Costi, Zappaterra, Pigoni, Taruffi, Zamboni, Rontini

«Dopo l’”Atteso che” è aggiunto il seguente paragrafo:

“Considerato altresì che

la Giunta ha predisposto in questi giorni il programma di rilancio del comparto turistico a cui sono destinate risorse, che fa seguito ad azioni già attivate dopo il primo lockdown per il comparto turistico in generale e per quello della neve in particolare;”.»

(Approvato)

 

Emendamento 5 a firma dei consiglieri Costi, Zappaterra, Pigoni, Taruffi, Zamboni, Rontini

«L’”Impegna la Giunta” è sostituito dal seguente:

“Impegna la Giunta regionale

ad attivarsi urgentemente presso il Governo, assieme alla Conferenza delle Regioni, affinché ci siano modalità corrette di programmazione delle aperture e chiusure delle attività economiche, a partire da quelle stagionali come nel caso dello sci amatoriale, che per il nostro Appennino rappresenta una fonte di reddito e di occupazione molto importante;

a richiedere un immediato ed adeguato stanziamento di risorse per il comparto sciistico e per tutta la filiera dell’indotto, dalla ristorazione al settore turistico ricettivo, che tenga debitamente conto del danno arrecato dalla scelta di non aprire nelle date programmate la stagione, senza comunicarla in tempi congrui; 

a reperire ulteriori risorse per incrementare il contributo già stanziato dalla Regione a sostegno degli operatori del comparto sciistico del nostro Appennino;

a valorizzare, nella programmazione di rilancio del turismo predisposta dall’Assessorato con ApT, il nostro Appennino, anche per le attività invernali, consapevoli delle grandi opportunità che offre ad un turismo interno ed internazionale.”»

(Approvato)

 

Emendamento 6 a firma dei consiglieri Costi, Zappaterra, Pigoni, Taruffi, Zamboni, Rontini

«Dopo il primo “Considerato che” è aggiunto il seguente periodo:

“Valutato che

non può accadere, come successo, che si modifichino all’ultimo momento i termini delle riaperture, pur giustificate correttamente da motivi di salute pubblica, senza aver previsto ristori veloci e altre forme di compensazione a quanti subiscono danni rilevanti come nel caso delle imprese e professionisti del comparto sciistico.”»

(Approvato)

 

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Emma Petitti

Bergamini - Montalti

 

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