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177.

 

SEDUTA DI LUNEDÌ 5 DICEMBRE 2022

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDI DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

OGGETTO 5810

Interpellanza relativa alle misure da adottare per giungere al riconoscimento giuridico dei c.d. "santuari per gli animali", valorizzandone, le caratteristiche educative e culturali nonché l'assenza di lucro, la conduzione volontaria e l'utilità sociale. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

GIBERTONI (Misto)

DONINI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 5835

Interpellanza in ordine alla realizzazione dei grandi hub della logistica sul territorio regionale. A firma della Consigliera Gibertoni

(Rinvio)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

OGGETTO 5858

Interpellanza per conoscere le tempistiche previste per l'ultimazione dei lavori del ponte sul Lamone, di collegamento tra le frazioni di Savarna, Torri di Mezzano e Grattacoppa (RA), soprattutto alla luce della recente approvazione di una variante tecnica e supplettiva. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

MASTACCHI (RCPER)

CORSINI, assessore

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 5860

Interpellanza sulle misure per il risparmio energetico nelle sedi regionali. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

CASTALDINI (FI)

CORSINI, assessore

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 5807

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici della Regione Emilia-Romagna". (57)

(Esame articolato, dichiarazione di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

POMPIGNOLI (Lega)

AMICO (ERCEP)

POMPIGNOLI (Lega)

GERACE (PD)

AMICO (ERCEP)

POMPIGNOLI (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

MARCHETTI Francesca (PD)

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 5973

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Integrazione regionale per il finanziamento del Servizio Sanitario Regionale". (58)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno 5973/1/2 – oggetti 6088 e 6089 – Presentazione e discussione)

PRESIDENTE (Zamboni)

ZAPPATERRA, relatrice della Commissione

MARCHETTI Daniele, relatore di minoranza

EVANGELISTI (FdI)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

PICCININI (M5S)

MARCHETTI Daniele (Lega)

ZAPPATERRA (PD)

DONINI, assessore

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettronica oggetto 5807

Emendamenti oggetto 5807

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,38

 

PRESIDENTE (Zamboni): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 177 del giorno 5 dicembre 2022.

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza il consigliere Bergamini e gli assessori Calvano e Lori.

Ai sensi dell’articolo 102-bis del Regolamento interno, partecipa in modalità telematica il consigliere Delmonte.

 

Svolgimento di interpellanze

 

PRESIDENTE (Zamboni): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze.

 

OGGETTO 5810

Interpellanza relativa alle misure da adottare per giungere al riconoscimento giuridico dei c.d. “santuari per gli animali”, valorizzandone le caratteristiche educative e culturali nonché l’assenza di lucro, la conduzione volontaria e l’utilità sociale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Zamboni): La prima interpellanza è a firma della consigliera Gibertoni, la n. 5810: interpellanza relativa alle misure da adottare per giungere al riconoscimento giuridico dei cosiddetti “santuari per gli animali”, valorizzandone le caratteristiche educative e culturali, nonché l’assenza di lucro, la conduzione volontaria e l’utilità sociale.

La illustra la consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessore Donini.

Questo è l’ennesimo atto di una serie che io ho cominciato a depositare a inizio della legislatura sul tema di un riconoscimento giuridico concreto dei cosiddetti “santuari degli animali”, quindi rifugi per animali in difficoltà, a volte salvati da maltrattamenti, ma molto spesso da morte certa. Un riconoscimento necessario. Questo ce l’ha insegnato in particolare il caso di questa estate, diventato noto come il “caso della Sfattoria degli ultimi”, un rifugio importante a nord di Roma, in località Malborghetto, che ha rischiato di vedere uccidere 140 tra suini, cinghiali e ibridi che vivono da due anni nei 15 ettari di questo santuario degli animali. Questa strage fortunatamente è stata interrotta da un pronunciamento del TAR del Lazio, che ha riconosciuto l’elevata funzione e l’elevato valore culturale e educativo, ai sensi dell’articolo 13 del Regolamento delegato dell’Unione europea n. 687/2020.

Ai primi atti ho ricevuto, mi ricordo, delle risposte di apertura da parte della Giunta. In particolare, nel 2020 mi è stato risposto che, effettivamente, da parte del sottosegretario la collaborazione di volontari e associazioni che si rendono disponibili ad accogliere animali maltrattati o abbandonati è sempre apprezzabile ed è un importante servizio reso alla collettività.

Quando io ho ricevuto questa risposta da parte della Giunta Bonaccini, eravamo all’inizio della legislatura e mi è stato detto che la Giunta avrebbe valutato un percorso che io proponevo, che avrebbe portato a un riconoscimento giuridico di questi santuari, rifugi per animali, nell’ambito di un pubblico servizio, partendo proprio da una rilevazione conoscitiva di queste strutture.

È arrivato poi il caso che rende ancora più urgente l’adempimento di questa promessa, che abbiamo visto con particolare clamore nel caso de La Sfattoria degli ultimi, perché con l’arrivo della peste suina africana ho potuto depositare un’altra interrogazione, per chiedere che la Giunta della Regione Emilia-Romagna evitasse di seguire il modello della Regione Liguria e quindi l’uccisione indiscriminata di tanti animali.

Questo è successo quest’anno e ancora una volta ho avuto una risposta dall’assessorato alla sanità, in cui mi si è di nuovo ribadita l’apertura e anche la possibilità di un iter, congiuntamente con il Ministero della Salute, per arrivare a riconoscere dei luoghi in cui vengono detenuti animali come rifugi, animali scampati a morte certa, a cui si può riconoscere uno status giuridico appropriato, diverso da quello finalizzato allo sfruttamento, all’allevamento e alla produzione di alimenti, quindi allo sfruttamento e all’uccisione di questi animali.

Dopodiché io non ho avuto più aggiornamenti, non mi risulta che al momento si sia ancora compiuta la promessa di avviare sul territorio emiliano-romagnolo, sia a livello sperimentale, sia in interlocuzione con il Ministero della salute, un riconoscimento di questi luoghi, diverso ovviamente da quello che sono gli allevamenti, perché la finalità è veramente opposta, da un lato la morte, dall’altro la vita e il benessere di questi animali.

Dato che non ho avuto più aggiornamenti, chiedo all’assessore Donini cosa stia facendo la Regione per contribuire alla sopravvivenza e allo sviluppo di questi centri, riconoscendo, anche in scia a pronunciamenti giurisprudenziali importanti che ne hanno sancito l’alto valore culturale ed educativo, e in ottemperanza al riconoscimento di una sensibilità dei cittadini che si va sempre più diffondendo e che risponde ai convincimenti personali di ormai moltissimi cittadini della nostra comunità regionale, cosa stia appunto facendo per alleggerire il lavoro di questi centri, per agevolarli, per aiutarli, per censirli e anche per sgravarli da costi impropri, come spese veterinarie organizzative specifiche.

Questo fino a giungere ‒ propongo io ‒ ad eventuali forme di convenzione, mettendoli definitivamente al riparo dall’applicare ad esse le prescrizioni di tipo emergenziale che colpiscono sempre più di frequente gli allevamenti, che però hanno una finalità opposta, quella della morte degli animali. Mentre, in questo caso io faccio l’esempio delle convenzioni dei CRAS, quindi l’idea di poter agevolare, di poter riconoscere il valore anche didattico. Del resto, la Regione contempla già il cosiddetto “percorso delle fattorie didattiche”, a mio avviso non c’è nulla di più didattico di un rifugio per animali. Il livello culturale ed educativo sicuramente, a mio avviso, è molto più alto rispetto a quello di un percorso che viene giudicato didattico con quello delle fattorie. Quindi, come si può rimediare a questo angolo cieco? Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Donini per la risposta.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio la consigliera Gibertoni. Ovviamente raccogliamo, come sempre, gli spunti e gli stimoli che ci offre su questi temi.

La richiesta presentata fa parte di un percorso, come lei ha già ricordato, già avviato dal legislatore nazionale in un quadro di riorganizzazione della gestione degli animali, definito dal decreto legislativo n. 134/2022… Si sente? Chiedo scusa, si sente? Si sente. Bene.

Dicevo, la richiesta presentata fa parte di un percorso già avviato dal legislatore nazionale in un quadro di riorganizzazione della gestione degli animali, definito dal decreto legislativo n. 134 dello scorso 27 settembre, dove sono indicate le disposizioni in materia di riorganizzazione del sistema e identificazione nazionale, attuando così il regolamento definito dall’Unione europea.

Gli ulteriori decreti del Ministero della salute approveranno il manuale operativo e le modalità tecniche di implementazione del SINAC (Sistema informativo nazionale degli animali da compagnia) che interverrà su stabilimenti e rifugi di animali da compagnia e sulle collezioni faunistiche di qualsiasi tipo, raccogliendo quindi una mappatura completa degli spazi esistenti.

Sta quindi proseguendo il lavoro per riconoscere i luoghi in cui sono raccolti animali con status e tutela giuridica adeguata non riconducibili ad allevamenti o a scopo produttivo di alimenti. Il percorso proseguirà lungo tutto il 2023 e come Regione Emilia-Romagna, che parteciperà a questo confronto con il Governo, dovremo farci trovare pronti a recepire i regolamenti attuativi e le indicazioni operative, dichiarando fin da subito la disponibilità per definire convenzioni adeguate sotto tutti gli aspetti, mettendo questi spazi al riparo da prescrizioni di tipo emergenziale e valorizzandone le caratteristiche educative e culturali, senza fini di lucro.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, assessore. Mi sembra che si stia andando nella direzione giusta. Non è una direzione ancora compiuta, ma io mi sento di salutare questo iter con favore. Quindi, esprimo una parziale soddisfazione, confidando che la scadenza che lei ha dato ‒ fine del 2023 ‒ sia una scadenza vera e concreta perché si possano finalmente distinguere nettamente le categorie, distinguere perlomeno vita da morte. Mi pare che qui sia molto semplice arrivare a separare le due cose.

Certo è che la Sfattoria degli ultimi, questa questione che ha coinvolto a livello nazionale animalisti e anche cittadini particolarmente sensibili, penso abbia rimesso sul tappeto la questione di questo mancato inquadramento giuridico nei suoi tempi troppo lenti. Quindi, la domanda che rivolgo per poter, poi, avere un ulteriore aggiornamento della Giunta è: dato che a fine 2023 si arriverà probabilmente a questo riconoscimento, da qui alla fine del 2023, se dovesse capitare in Emilia-Romagna un caso come quello della Sfattoria degli ultimi cosa si fa? Io mi auguro che si tenga conto del pronunciamento del TAR del Lazio e che, quindi, suini, cinghiali e altri animali che vivono pacificamente nei rifugi non vengano toccati.

Assessore, il punto importante è questo. L’iter sta andando avanti, ma da qui alla fine dell’iter gli animali non possono subire quello che hanno rischiato di subire per mano della Regione Lazio. È importante, secondo me, prendere posizione su questo.

Dopodiché, quando si arriverà al riconoscimento, che io auspico sia anche più veloce, allora spero che la Regione Emilia-Romagna inauguri anche un percorso di rifugi didattici. Non si può più pensare che siano didattiche le fattorie e siano, invece, non didattici i rifugi, che lo sono invece in molto maggior grado e oggi riconosciuti anche... Il valore del rispetto verso gli animali stessi è riconosciuto anche dalla Carta costituzionale.

Passi che la Regione Emilia-Romagna può fare ce ne sono ancora molti, però mi preme soprattutto capire da qui a fine del 2023... Spero non capiti nulla di analogo alla tragedia che è stata sfiorata nel Lazio. Però, se dovesse succedere, teniamo le sue parole come indice di un percorso che da oggi, secondo me, deve improntare gli atti regionali. Quindi, se dovesse succedere, questi animali non dovranno comunque essere toccati né uccisi. Spero che da qui al 2023 la Regione tenga fede ai valori che improntano questo percorso.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

OGGETTO 5835

Interpellanza in ordine alla realizzazione dei grandi hub della logistica sul territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Zamboni): L’interpellanza n. 5835 in ordine alla realizzazione dei grandi hub della logistica sul territorio regionale, a firma della consigliera Gibertoni, è rinviata ad altra seduta.

 

OGGETTO 5858

Interpellanza per conoscere le tempistiche previste per l’ultimazione dei lavori del ponte sul Lamone, di collegamento tra le frazioni di Savarna, Torri di Mezzano e Grattacoppa (RA), soprattutto alla luce della recente approvazione di una variante tecnica e supplettiva. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo, adesso, all’interpellanza 5858: interpellanza per conoscere le tempistiche previste per l’ultimazione dei lavori del ponte sul Lamone, di collegamento tra le frazioni di Savarna, Torri di Mezzano e Grattacoppa (RA), soprattutto alla luce della recente approvazione di una variante tecnica e supplettiva.

La illustra il consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente. Buongiorno.

Parliamo del ponte sul Lamone, che è oggetto da alcuni mesi di problematiche relative ai lavori di realizzazione di un ponte, che sta paralizzando sostanzialmente una grande area geografica di quel territorio.

Visto che il ponte Lamone, di collegamento tra le frazioni di Savarna, Torri di Mezzano e Grattacoppa, in ricostruzione dal 12 febbraio 2020, è tuttora incompiuto, il Comune di Ravenna ha via via concesso proroghe, e ora siamo arrivati ai primi mesi del 2023.

Premesso che, in risposta alla mia interrogazione n. 5599, l’assessore ha ribadito che sulle modifiche del progetto esecutivo, disposte e ordinate con ordine di servizio n. 3 in data 25/11/2021, sono state accertate e contestate delle non conformità in data 21 giugno 2022, è stata approvata una perizia di variante tecnica e suppletiva, accordando un ulteriore tempo per l’ultimazione dei lavori all’impresa aggiudicatrice.

Evidenziato che i cittadini di Savarna, Conventello, Grattacoppa e Torre Mezzano, con la manifestazione del 17 settembre, hanno richiesto all’Amministrazione l’immediata ripresa dei lavori del cantiere sul ponte del Lamone, in parte riavviati qualche giorno prima, ma soprattutto hanno chiesto una data certa di fine lavori; evidenziato che i disagi per gli abitanti e per le attività economiche di Savarna, Grattacoppa e Torri di Mezzano si sommano alle criticità economiche di questo periodo, segnato dalla guerra e dal caro bollette, e mettono a dura prova la resilienza della cittadinanza, interpella la Giunta per sapere se le non conformità rilevate e contestate all’impresa esecutrice siano state risolte, se l’impresa abbia presentato il cronoprogramma dei lavori e quale sia il termine finale per l’esecuzione dell’opera.

In mancanza di risposte, quali provvedimenti conseguenti sono stati o saranno assunti ed entro quale tempo, affinché il ponte non resti incompiuto all’infinito; se la situazione di contenzioso con l’impresa esecutrice, per cui è stato costituito il Collegio consultivo tecnico, sia stata risolta per il buon esito dell’esecuzione dell’opera stessa.

Grazie.

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Corsini per la risposta.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere Mastacchi. Siamo a casa mia, quindi rispondo volentieri.

Confermo che la chiusura del ponte ha comportato disagi davvero significativi per la parte nord del Comune di Ravenna e confermo, quindi, che il ponte sul Lamone è un ponte di collegamento strategico tra le frazioni di Savarna e Torri, che la competenza e la gestione sono del Comune di Ravenna, quindi le informazioni che comunicherò sono state ovviamente predisposte attraverso una specifica richiesta al Comune stesso.

Nella risposta che il Comune ci ha fatto pervenire si evidenzia che al momento non si è risolta ancora la criticità relativa alle non conformità rilevate e contestate all’impresa esecutrice, che l’impresa esecutrice ha presentato il programma dei lavori il 26 ottobre 2022, con ultimazione lavori fissata per il 23 marzo 2023, che non è coerente, però, con la data contrattuale, fissata invece per il 26 dicembre 2022, e quindi il programma non è stato approvato dalla Direzione Lavori.

Ad oggi la determinazione di nomina del Collegio consultivo tecnico, ai sensi del decreto ministeriale del 2022, che appunto viene nominato in situazioni come quella che riguarda il ponte in oggetto, è in fase di istruttoria, quindi non si è conclusa la situazione di contenzioso con l’impresa esecutrice. Però, c’è da rilevare che, contestualmente alla procedura di contenzioso con l’impresa esecutrice, i lavori stanno procedendo a pieno ritmo, compresi il sabato e la domenica, in entrambi i lati della carreggiata, e ad oggi, sempre secondo informazioni ricevute dal Comune di Ravenna, si è concluso oltre l’80 per cento dei lavori previsti dal capitolato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Mastacchi per la replica.

 

MASTACCHI: Grazie, assessore.

Cosa importante è che i lavori stiano procedendo. Si tratterà di capire come si chiudono i contenziosi, perché sappiamo che inevitabilmente hanno anche un effetto sui lavori. D’altronde, quando non ci sono cose chiare, contratti, date e scadenze chiare, normalmente si creano problematiche anche dal punto di vista dell’attività fisica dei lavori.

Per cui, chiederei ‒ magari lo farò anche formalmente ‒ di essere aggiornato non appena si sarà chiarito questo passaggio, proprio perché quel territorio... Lei ha detto che lo conosce bene, quindi sarà sicuramente informato del fatto che, oltre a questi disagi derivanti dai lavori, ne abbiamo parlato nella precedente Assemblea, c’è anche il tema dei passaggi a livello che rimangono chiusi. Una viabilità chiusa per passaggi a livello e un’altra viabilità chiusa per lavori creano problemi. Chiederò di essere aggiornato costantemente sull’evoluzione del cantiere.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 5860

Interpellanza sulle misure per il risparmio energetico nelle sedi regionali. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo, adesso, all’interpellanza 5860: interpellanza sulle misure per il risparmio energetico nelle sedi regionali, a firma della consigliera Castaldini, che ha la parola per l’illustrazione.

 

CASTALDINI: Risponderà l’assessore Corsini, giusto? Grazie.

Capisco e intuisco che la Giunta, in particolare l’assessore Calvano, siano affaccendati su problemi di bilancio, ed è giusto anche come consistenza. È impegnativo seguire tutto questo tema, però temo non sia secondario. Entra a buon diritto nel dialogo sul bilancio di questa Regione.

Ci troviamo in un momento di tagli, come ammesso non da me, ma dagli Assessorati interessati, e sicuramente alcune cose andranno sacrificate. La Regione, però, non può esimersi dal dare un segnale anche di gestione organizzativa, perché i tagli non possono pesare solo sui cittadini. In un momento di profonda crisi energetica, che sta chiedendo particolari sacrifici ai cittadini e sta mettendo in gravissima difficoltà tutto il tessuto produttivo regionale, le Istituzioni sono tenute ad attuare per prime buone pratiche, in segno di assoluta vicinanza con i cittadini appena citati. Se questo segnale lo vuole dare, credo siamo già in forte ritardo. Infatti, qualsiasi riorganizzazione emergenziale ormai rischia di arrivare nella coda dell’inverno.

La richiesta che avevo posto con questa interpellanza era di attuare, nei mesi novembre-marzo 2022, misure urgenti di risparmio energetico nelle proprie sedi regionali, utilizzando gli spazi in modo virtuoso, efficiente e sostenibile.

L’altra domanda che avevo posto è se la Regione avesse intenzione di non rinnovare i contratti di locazione man mano che andranno in scadenza.

Queste domande partono da dei dati che proprio la Regione mi ha fornito tramite articolo 30. Partono anche dall’esperienza che facciamo tutti noi, Giunta e Assemblea legislativa, quotidianamente, perché chi lavora negli uffici della Fiera conosce benissimo i problemi di climatizzazione interna irrisolti da anni. Visto, assessore? Mi faccio anche suo portavoce.

I dati ci dicono che la Regione Emilia-Romagna utilizza al momento 60 sedi in tutto il territorio regionale, di cui 18 in locazione, per un totale annuo che sfiora i 10 milioni di euro, e circa 4.000 postazioni. Escludendo le sedi di Protezione civile, le altre 41 sedi dispongono in media di 48 postazioni per sede. In Fiera la Regione dispone di 7 sedi, di cui 4 in locazione, per un totale circa di 2.300 postazioni.

Vi do dei dati interessanti. Dopo un periodo di sperimentazione e poi un regime di urgenza dovuto al Covid, il lavoro agile in Regione è stato disciplinato distinguendo fra smart working e lavoro agile protetto, fino al 100 per cento delle giornate lavorate a distanza per immunodepressione, patologie oncologiche, terapie salvavita, future mamme e altre attestazioni mediche sacrosante, fino all’80 per cento delle giornate lavorate a distanza per chi è titolare di certificazione, genitori con figli minori di anni 14, per cura e assistenza del minore, fino al 50 per cento delle giornate lavorate a distanza per tutti gli altri casi.

Mettiamo insieme tutto. Si stima che quasi 1.300 dipendenti siano in presenza al massimo 1 giorno a settimana o addirittura non debbano mai presenziare, e gli altri 2.500 dipendenti debbano rendere in presenza il 50 per cento delle giornate.

Si stima quindi che ogni giorno almeno il 40 per cento delle postazioni disponibili sia inutilizzato, pur mantenendo attive climatizzazione e illuminazione. Il POLA, il Piano Organizzativo del Lavoro Agile, per il triennio 2021-2023 prevede di risparmiare 3 milioni di euro l’anno in modo stabile, solo a partire però dal 2023, ma ad oggi le postazioni per smart working attivate o in corso di attivazione non hanno comportato di pari passo la chiusura di stanze, piani o parte delle strutture in utilizzo.

Eppure, in questi anni, con l’avvento del Covid prima e la crisi energetica poi, non abbiamo visto alcuna novità nella gestione dello spazio per i lavoratori. Sono rimasti lì gli affitti pagati, sono rimaste lì le postazioni di chi da tre anni è in smart working, sono rimasti accesi i riscaldamenti e le luci.

 A dire la verità, un investimento c’è stato (di questo parlerò) per il ritorno in sicurezza sul luogo di lavoro, un nuovo modo costato qualche centinaio di migliaia di euro per la creazione di una App che si chiama Dappertutto e che l’assessore Salomoni conosce bene e forse mi citerà, una App per la quale ho già dibattuto con l’assessore Salomoni e che, oltre a garantire il distanziamento sociale che grazie al cielo non serve più, potrà anche prendere postazioni di lavoro e sale riunioni.

Il successo di questa App non fa tremare e vibrare il cuore, perché da una parte è già stata fatta anche una gadgettistica, che ho avuto modo di vedere, ma purtroppo non l’ho avuta, per celebrare l’app, ma dall’altra parte c’è un problema, assessore, e glielo mostro: ogni volta che si cerca di loggarsi viene fuori questo: “Errore”. Gliel’ho stampato per chiarezza. Non si può.

Io credo che la strada da fare sia totalmente dall’inizio, per cui spero che lei mi dia risposte sufficientemente convincenti, ma temo che, considerato quello che ho cercato di raccontarle, sia un po’ dura salvare una situazione come questa.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Corsini, che risponde per l’assessore Calvano.

 

CORSINI, assessore: Ci provo, per interposta persona, a essere convincente.

Grazie, presidente. Grazie, consigliera Castaldini.

Coerentemente con le politiche di razionalizzazione degli spazi e di riduzione dei consumi, avviate ancora prima della crisi energetica, con l’aggravarsi di tale crisi ci siamo dotati di un sistema di analisi e valutazione di tutti i consumi energetici (elettricità, gas, teleriscaldamento) sulla totalità delle sedi regionali, utile ad ottimizzare la risposta agli scenari energetici che possono verificarsi nel breve e nel medio periodo.

Si è proceduto alla raccolta di tutti i dati afferenti ai consumi energetici regionali e alla conseguente definizione delle curve dei consumi orari per le principali sedi, elaborando le curve di consumo e le relative curve di costo, permettendo così di definire potenziali contromisure concretamente implementabili e integrabili nel tempo. In funzione di questi dati abbiamo già predisposto alcune contromisure.

Innanzitutto abbiamo proceduto ad azioni di efficientamento e minimizzazione dei consumi realizzabili cercando di intervenire su ogni singolo impianto, modulando gli orari di accensione nell’arco della giornata e della settimana e diminuendo le temperature in conformità alla normativa vigente, cioè 19 gradi, cercando di mantenere il necessario comfort ambientale degli spazi ufficio. Ciò è stato realizzato laddove è possibile, in quanto gli uffici della Regione, di proprietà o in locazione, presentano caratteristiche eterogenee per stato manutentivo e per caratteristiche degli impianti. Laddove gli impianti non consentono una regolazione puntuale, la Regione procederà all’installazione di termostati più efficienti, all’installazione di sensoristica per rilevazione di presenza, ad interventi di relamping e sistemi di gestione dell’energia di ultima generazione. Nei locali ristrutturati in questi mesi tali interventi sono già stati realizzati. Penso, ad esempio, alla Torre 38, che conosco abbastanza bene.

In funzione del sistema di monitoraggio soprarichiamato siamo nelle condizioni di ipotizzare diversi scenari, per valutare nelle brevi eventuali chiusure di sedi, temporanee o definitive, per massimizzare l’utilizzo degli spazi e ottimizzare lo spostamento dei collaboratori regionali e l’efficacia dello smart working. In tal senso, le politiche attuate sul lavoro agile ci consentono un importante grado di flessibilità dell’organizzazione in termini di adattamento agli scenari, che cambiano con grande velocità. Tale sistema, che utilizza appieno le potenzialità dei dati, ci consentirà anche di decidere in modo razionale le sedi da mantenere e quelle da dismettere, scelta che potrà essere compiuta sempre grazie a quella flessibilità organizzativa di cui ci siamo dotati e che ci ha consentito, durante la pandemia, di non fermarci neanche per un minuto.

Nel frattempo, abbiamo comunque già proceduto a una importante razionalizzazione degli spazi, dismettendo la locazione in via Aldo Moro 18 e trasferendo gli uffici principalmente in viale Aldo Moro 38 e 52, consentendo un risparmio sui fitti passivi di circa 450.000 euro già nell’anno in corso e conseguenti risparmi in termini di utenze. Con la stessa ratio verrà predisposto nel corso del 2023 il Piano di razionalizzazione, che punterà a una riduzione nel tempo degli spazi ufficio all’utilizzo del co-working e a una concentrazione delle sedi, riducendo il grado di dispersione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Castaldini per la replica.

 

CASTALDINI: Assessore, sa che io e lei siamo una generazione che ha molto guardato Ritorno al Futuro. Spero di vivere abbastanza per vedere quello che lei ha annunciato. Se stiamo sui fatti, cioè la descrizione di quello che è accaduto fino ad oggi, la situazione è sconfortante. Non riesco neanche a fare un attacco politico. Faccio appello proprio a quello che noi stiamo vivendo nel nostro corpo, fisicamente, ora, in questo istante, cioè la realtà dei nostri uffici, la realtà di quest’aula. Immaginare 19 gradi, immaginare com’è organizzata la fiera... Mi viene da sorridere.

In realtà, oggi è riuscito anche nell’intento straordinario di far quasi rimpiangere la presenza in aula della vicepresidente Schlein, pensi, la quale ci ha parlato per mesi e mesi del Piano per il lavoro e il clima. Lei ci credeva veramente. Infatti, le politiche che sono state attuate per il risparmio energetico, come è evidente, non hanno molto funzionato. Speriamo che il clima e anche la preoccupazione per l’ambiente ritorni ad essere nell’agenda, ormai dimenticata, della vicepresidente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Abbiamo esaurito le interpellanze.

 

OGGETTO 5807

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici della Regione Emilia-Romagna”. (57)

(Esame articolato, dichiarazione di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Riprendiamo i lavori dal progetto di legge 5807: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali storici della Regione Emilia-Romagna”.

Avevamo già esaurito le prime procedure con le conclusioni della Giunta, passiamo adesso all’esame dell’articolato.

Nominiamo subito gli scrutatori in vista del voto, che sono il consigliere Paruolo, la consigliera Mori e la consigliera Stragliati.

Adesso facciamo la discussione generale congiunta su ciascun articolo e sugli emendamenti che illustrano l’articolo, quindi passiamo all’articolo 1.

Discussione generale.

Nessuno si iscrive a parlare.

Abbiamo l’emendamento 3, che insiste sull’articolo 1.

Non vedo richieste di intervento.

No, consigliera Zappaterra, non stiamo votando, siamo in discussione generale sull’articolo 1 e sull’emendamento 3, collegato all’articolo 1.

Ho chiesto se qualcuno vuole intervenire.

Qualcuno vuole intervenire? Consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Presidente, non avevo capito esattamente dove eravamo, comunque emendamento 3.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ripeto: siamo in discussione generale sull’articolato e partiamo dall’articolo 1.

 

POMPIGNOLI: Sì, ho compreso, ma si sente anche poco, sinceramente, come audio.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Abbiamo già chiesto di alzare.

 

POMPIGNOLI: Come già anticipato nella discussione di questa mattina, l’emendamento che ho proposto, che è poi l’equivalente dell’emendamento 2, è un emendamento abrogativo, dove si toglie la Convenzione di Faro dai principi generali dell’articolo 1.

Oggi l’assessore Felicori, nell’intervento fatto a conclusione della discussione del progetto di legge, ci ha sostanzialmente confermato questo: non c’è un pericolo imminente affinché questa convenzione venga applicata rispetto a eventuali censure, eccetera, che riguardano la Convenzione di Faro, però ci ha sostanzialmente detto che un potenziale rischio rispetto all’applicazione della Convenzione di Faro su patrimonio artistico-culturale sito anche all’interno dei cimiteri monumentali possa comunque essere presente. Ebbene, questo sta a significare che, se noi inseriamo nei princìpi fondanti di questo progetto di legge la Convenzione di Faro, è evidente che noi applichiamo la Convenzione di Faro tout court, quindi tutto il suo articolato. Io ritengo sul punto che, trattandosi di un PDL che riguarda i cimiteri monumentali, questa Convenzione debba essere eliminata dalla legge. Quindi, sia l’emendamento n. 3 che l’emendamento n. 4 si riferiscono a questo concetto.

Il fatto che l’assessore mi dica oggi che effettivamente – non sto ragionando per ipotesi assurde – la Convenzione di Faro pone dei limiti, questo è un dato evidente. Poi, se sia applicato o meno è un altro paio di maniche. Ma oggi i limiti questa Convenzione li pone. Allora io mi chiedo: è così necessario mantenerla all’interno di un PDL, considerato che tolta tale questione sarebbe assolutamente votabile e comprensibile in tutte le sue articolazioni, fatta eccezione, ovviamente, per le criticità che abbiamo sollevato rispetto ai finanziamenti, alle commissioni e quant’altro? Se è un dato imprescindibile, è chiaro che questo va a inficiare anche sul voto finale del progetto di legge. Ne abbiamo già parlato talmente tanto della Convenzione di Faro che credo non ci sia la possibilità di eliminarla, però ovviamente questo è l’emendamento, che è abrogativo di un principio che noi contestiamo.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ci sono altre richieste di intervento sull’articolo 1 e sull’emendamento n. 3 a questo collegato? Non vedo richieste.

Passiamo alla discussione generale.

Certo. Adesso passiamo alla dichiarazione congiunta di voto sull’articolo 1 e sull’emendamento n. 3 ad esso collegato.

Consigliere Amico, ha la parola.

 

AMICO: Grazie, presidente.

In merito alle riflessioni che sono state fatte circa il tema della Convenzione di Faro da parte del consigliere Pompignoli, così come dell’assessore, esprimiamo un voto contrario per quanto riguarda l’emendamento n. 3 e voto favorevole, ovviamente, per l’articolo 1, così come formulato, sapendo che il tema, che ho anche ripreso nell’illustrazione, identificando nella Convenzione di Faro anche un modo attraverso il quale raccogliere le istanze della eredità culturale complessiva nelle sue mutazioni, nel complesso, non prelude ad alcuna censura, bensì ‒ come ha specificato bene anche l’assessore nella sua replica al termine dell’illustrazione generale del progetto di legge ‒ implica la possibilità di interagire tra i vari soggetti che hanno a che fare con l’ambito culturale, quindi anche per quanto riguarda i cimiteri.

Non è, la Convenzione di Faro, un elemento che prelude alla censura, ma prelude alla volontà di conciliazione, di confronto tra culture.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Se non ci sono altre richieste in dichiarazione di voto, passiamo alla votazione.

Ricordo che la votazione si svolge per alzata di mano.

Solo il consigliere Delmonte voterà da remoto.

Pronti a votare. Favorevoli?

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate. L’emendamento 3. Dopo facciamo l’articolo.

Favorevoli all’emendamento 3? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Adesso votiamo sull’articolo 1, sempre per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 2.

Discussione generale, compresi anche gli emendamenti 8 e 4, che insistono sull’articolo 2.

Qualcuno chiede di intervenire? Nessuno chiede di intervenire.

Dichiarazioni di voto? Consigliere Pompignoli, per dichiarazione di voto o ancora in discussione?

 

POMPIGNOLI: Mi dà un secondo? Avete distribuito dodici fogli con 70 emendamenti.

Adesso andiamo, Presidente, ha detto, su...

 

PRESIDENTE (Zamboni): Andiamo sull’articolo 2 e sugli emendamenti collegati, 8 e 4, che sono i due emendamenti che insistono sull’articolo 2.

 

POMPIGNOLI: 8 e 4. Allora, il 4, se non vado errato, dovrebbe essere quello degli Albi regionali... invece il 4 è un altro.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Il 4 a noi risulta a firma sua, è l’emendamento all’articolo 2, comma 3...

 

POMPIGNOLI: Sentito il parere della Commissione competente.

Presidente, su questo tema tanto caro all’assessore Felicori noi abbiamo chiesto e chiediamo normalmente in tutti i progetti di legge di fare un passaggio nella competente Commissione assembleare proprio in merito alle valutazioni che questa legge deve ottemperare e osservare rispetto al progetto.

 Sappiamo e siamo consapevoli del fatto che l’assessore non digerisce molto il passaggio in Commissione in ragione del fatto che si ritiene che debba essere la Giunta l’organo che decide in maniera totalmente autonoma rispetto ad un parere, seppur non obbligatorio, della Commissione competente.

Visto il tema, visto anche il tipo di progetto di legge che andiamo oggi ad approvare, si ritiene opportuno che questo passaggio, invece, debba essere fatto. Non dico che debba essere fatto in questo progetto di legge, ma la Commissione competente a decidere su queste questioni dovrebbe essere un passaggio naturale di ogni progetto di legge, tanto che tutti i progetti di legge, tranne quelli a firma Felicori, passano per la competente Commissione.

Non riesco a capire se sia un problema nostro o suo, assessore, ma crediamo che ovviamente il tema debba essere posto e debba essere posto per garantire quella possibilità, da parte anche dei Gruppi assembleari, di dare ovviamente il loro apporto costruttivo e conoscitivo rispetto al tema. Quindi, insistiamo affinché questo passaggio venga fatto e venga attuato nella Commissione competente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altre richieste di intervento in dibattito generale? Specifico che stiamo parlando dell’articolo 2, dell’emendamento n. 4, di cui è primo firmatario il consigliere Pompignoli, dell’emendamento n. 8, di cui è primo firmatario il consigliere Tagliaferri, sul quale insiste il subemendamento n. 12, di cui è primo firmatario il consigliere Amico.

Se non ci sono richieste di intervento in dibattito generale sull’articolo, su questi due emendamenti e sul subemendamento, passiamo alle dichiarazioni di voto. Non vedo richieste di dichiarazione di voto.

Passiamo alla votazione. Votiamo per alzata di mano, partendo dal subemendamento n. 12, a firma del consigliere Federico Amico.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 8, di cui è primo firmatario il consigliere Tagliaferri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 4, a firma del consigliere Pompignoli.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Passiamo, quindi, alla votazione dell’articolo così modificato.

È l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo adesso all’articolo 3, sul quale insiste l’emendamento n. 5, a firma del consigliere Pompignoli.

Discussione generale sull’articolo 3 e sull’emendamento.

La parola al consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Solo una breve discussione rispetto a questo. È emerso in udienza conoscitiva che alcuni Comuni hanno manifestato la volontà di istituire un Albo regionale sul punto. Su questo tema, ne abbiamo discusso in Commissione, per quello che ho compreso, la maggioranza non è tanto per la quale nell’istituire questo Albo, ritenendo che il semplice censimento possa costituire già un’indicazione rispetto ai cimiteri che si iscriveranno presso la Regione Emilia-Romagna.

Non credo si vada a complicare un sistema istituendo un Albo dei cimiteri, in ragione del fatto che si creerebbe quel contenitore atto, poi, a istituire un apposito fondo, sul quale, poi, chi presenta i progetti di valorizzazione del patrimonio artistico, eccetera, possa essere finanziato.

Capiamo, adesso, dalla maggioranza se questo ragionamento può essere accolto. Diversamente, manteniamo l’emendamento e si boccerà.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ci sono altre richieste di intervento in dibattito generale sull’articolo 3 e l’emendamento 5? Nessuna.

Passiamo alla dichiarazione di voto congiunta. Non vedo richieste di dichiarazioni di voto.

Si vota per alzata di mano.

Prego.

 

POMPIGNOLI: Tenuto conto del fatto che non c’è risposta alcuna da parte della maggioranza... Se facciamo le udienze conoscitive [...] rispetto al tema su cui noi andiamo a disquisire, e poi non viene dato seguito a quello che ci viene detto in udienza conoscitiva, a quel punto è inutile anche farle. Vedo anche il consigliere Amico.

Per cui, mantengo, ovviamente, la dichiarazione positiva di questo emendamento.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione.

Votiamo prima l’emendamento 5, di cui è primo firmatario il consigliere Pompignoli.

Si vota per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Passiamo, adesso, alla votazione dell’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo adesso all’articolo 4, su cui insistono tre emendamenti.

Il 9, ricordo, quello a prima firma del consigliere Tagliaferri, è stato ritirato, c’è l’emendamento 6 a prima firma del consigliere Pompignoli, l’emendamento 1 della Giunta, quindi a firma dell’assessore Felicori, l’emendamento 7, di cui è prima firmataria la consigliera Marta Evangelisti.

Dibattito generale sull’articolo 4 e gli emendamenti collegati.

Non vedo richieste di intervento scusate in dibattito generale.

Dichiarazioni di voto sugli emendamenti e sull’articolo? Nessuno.

Passiamo al voto degli emendamenti.

Il primo è l’emendamento 6, a firma del consigliere Pompignoli.

Dichiaro aperta la votazione.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Abbiamo l’emendamento della Giunta, a firma dell’assessore Felicori.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Abbiamo l’emendamento 7, di cui è prima firmataria la consigliera Evangelisti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ricordo di nuovo che l’emendamento 9, presentato come primo firmatario dal consigliere Tagliaferri, è ritirato.

Votiamo adesso sull’articolo 4, così modificato.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo adesso all’articolo 5, su cui insiste l’emendamento 11, di cui è prima firmataria la consigliera Evangelisti, l’emendamento 2, di cui è primo firmatario il Consigliere Pasquale Gerace.

È aperta la discussione generale sull’articolo e sui due emendamenti.

Consigliere Gerace Pasquale, prego.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Ringrazio innanzitutto tutti i componenti della V Commissione per il voto all’unanimità espresso sull’emendamento presentato in Commissione, a cui oggi segue questo ulteriore emendamento, con il quale chiedo di inserire all’articolo 5 un comma aggiuntivo, che espressamente recita: “La Regione, in collaborazione con gli Enti locali, favorisce progetti volti all’adozione di monumenti da parte di privati cittadini, di fondazioni, enti pubblici e privati, e di soggetti comunque interessati mediante la raccolta di segnalazioni di opere da restaurare o manutenere, rese visibili on-line”.

L’intento di questo emendamento nasce dall’esigenza di valorizzare, restaurandole o effettuando la manutenzione necessaria, un numero selezionato di opere bisognose di restauro, promovendo l’interesse per il nostro patrimonio storico, artistico e culturale presente nei cimiteri monumentali regionali al fine di valorizzarlo, attraverso la creazione di un’apposita raccolta di segnalazioni rese visibili on-line, invitando privati cittadini, fondazioni, enti pubblici ad adottare un monumento, stimolando allo stesso tempo in essi un atteggiamento di cura e responsabilità.

Al contempo, si mira a stimolare l’animus donandi, offrendo uno strumento al cosiddetto “puro mecenatismo”, al quale lo Stato riconosce facilitazioni fiscali, nel caso in cui si intendano effettuare libere donazioni. Inoltre, diamo uno strumento alle fondazioni bancarie, adempiendo alle loro finalità statutarie volte, come sappiamo tutti, a proseguire scopi di utilità sociale nei settori dell’arte, delle attività culturali e dei beni storici e artistici. Lo stesso stimolo potrà essere raccolto dalle attività commerciali, che potranno trarre vantaggio da allegare il marchio dell’impresa a un bene culturale per le potenzialità di comunicazione e di orientamento del pubblico che questo legame induce. La creatività degli operatori privati ha prodotto concrete esperienze a sostegno dei beni culturali – non sto qui ad elencarle – ma credo che si tratti ormai di un fenomeno ampiamente riconosciuto.

Oggi permane la difficoltà da parte dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali di garantire maggiori risorse di quelle stanziate ai beni culturali. L’emendamento va, quindi, verso questo scopo, quello di aiutare a risolvere parzialmente questa criticità, invogliando i privati cittadini a farsi carico delle attività che fino ad ora sono state appannaggio quasi esclusivo del settore pubblico.

Auspico una condivisione dell’intento e un voto unanime.

Vi ringrazio per l’ascolto.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Non vedo altre richieste di intervento.

Se è così, chiudiamo la discussione generale e passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sull’articolo 5 e l’emendamento 11, prima firmataria la consigliera Evangelisti, e l’emendamento 2 appena illustrato dal primo firmatario, il consigliere Pasquale Gerace.

Dichiarazioni di voto congiunte. Richieste? Non ne vedo.

Passiamo alla votazione.

Cominciamo dall’emendamento 11, Marta Evangelisti, prima firmataria.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento 2, primo firmatario consigliere Pasquale Gerace.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso votiamo l’articolo 5, così emendato.

Favorevoli? Contrari? astenuti?

È approvato.

 

Passiamo, adesso, all’articolo 6, sul quale insiste l’emendamento 10, di cui è primo firmatario il consigliere Tagliaferri.

Dibattito generale sull’articolo 6 e l’emendamento 10. Nessuno chiede di intervenire.

Dichiarazioni di voto congiunte? Nessuna richiesta.

Passiamo alla votazione.

Dichiaro aperta la votazione per alzata di mano sull’emendamento 10, di cui è primo firmatario il consigliere Tagliaferri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Si vota, adesso, l’articolo 6, così emendato.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo adesso all’articolo 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Votiamo l’articolo 7.

La votazione è aperta.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

L’articolo 8 viene messo in votazione.

Apriamo la votazione.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Passiamo all’articolo 9.

Dibattito generale.

Dichiarazione di voto.

È aperta la votazione sull’articolo 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 10.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

È aperta la votazione sull’articolo 10.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 11.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

È aperta la votazione.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso facciamo le dichiarazioni di voto sull’intero progetto di legge, così modificato dalle votazioni precedenti.

Nessuno chiede di intervenire. Il consigliere Federico Amico ha la parola.

AMICO: Grazie, presidente.

Giusto per annunciare la dichiarazione di voto per questo progetto di legge, di cui riconosciamo anche il carattere innovativo e le peculiarità per quanto riguarda il territorio non solo regionale, ma italiano.

Credo che la discussione, il dibattito che si è svolto oggi in aula attorno soprattutto al tema legato al richiamo alla Convenzione di Faro in apertura del progetto di legge nella sua legittimità, però nello stesso tempo non sia conditio sine qua non per l’approvazione del progetto di legge. Quindi, mi auguro che, al di là della giusta dialettica che abbiamo sviluppato nel corso di quest’aula, anche i colleghi della Lega, rispetto a quello che abbiamo provato a identificare come elemento anche circoscritto rispetto al tema dei cimiteri e anche al tema della convenzione, quindi la possibilità di trovare meccanismi conciliativi rispetto alle culture, non sia imbracciato come elemento ideologico avverso, ma come opportunità maggiore per costruire, proprio su un terreno come quello della memoria storica e della memoria dei defunti e dei siti cimiteriali, una condivisione ampia all’interno di tutta quanta l’Assemblea legislativa di oggi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Ha chiesto la parola il consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Non mi ha convinto l’appello al voto del consigliere Amico. D’altronde, si è persa l’ennesima occasione per poter costruire un percorso condiviso su un progetto di legge sensato, primo in Italia, come ho detto durante il mio intervento, ma macchiato da un’impronta ideologica che a noi non piace e non condividiamo.

Per queste ragioni esprimiamo un voto di astensione sul PDL.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Abbiamo partecipato alla Commissione e a questo dibattito attentamente, abbiamo ascoltato anche le sollecitazioni provenienti dal consigliere Pompignoli, credo però che oggi Fratelli d’Italia  e Giorgia Meloni abbiano già dimostrato ampiamente di non arrendersi a nessun tipo di sottomissione culturale, di sottomissione ideologica, di nessun tipo di sottomissione che riguardi l’identità della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo. È vero che nel 2020 sulla Convenzione di Faro ci siamo espressi in un certo modo, c’era un contesto storico e politico diverso, oggi ce n’è un altro, estrapolare di questo disegno di legge una parte rispetto al disegno complessivo ci sembra in questo caso eccessivo, abbiamo preferito questa volta prediligere e valorizzare l’aspetto culturale. Abbiamo pensato che un progetto di legge come questo potesse portare questo tipo di patrimonio culturale oltre i nostri confini regionali, ma anche oltre i nostri confini nazionali e anche oltre i nostri confini europei, dove abbiamo già dimostrato di essere in grado di poter stare. Abbiamo ‒ lo ha fatto prima il consigliere Tagliaferri ‒ evidenziato qualche criticità, ma nel complesso riteniamo, grazie anche al contributo di Fratelli d’Italia, gli emendamenti proposti che sono stati accolti, che questo progetto di legge possa essere votato favorevolmente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera Marchetti, prego.

MARCHETTI Francesca: Brevemente. Per esprimere anche il voto del Gruppo del Partito Democratico, che non può che essere favorevole, rispetto anche alle considerazioni che abbiamo fatto in precedenza. Permettetemi anche di mettere in evidenza un aspetto che è stato poco sottolineato e che credo sia un valore aggiunto rispetto al percorso fatto, ringraziando anche tutta la struttura dell’Assessorato. Il personale coinvolto nella gestione e valorizzazione di questo percorso, che vedrà valorizzare i cimiteri monumentali dell’Emilia-Romagna, potrà contare anche sui percorsi di formazione sostenuti dal nostro settore patrimonio.

Questo per dire che il rapporto con le comunità locali, con i luoghi e con tutto un processo anche di innovazione vede sempre la Regione come punto di riferimento, con un ruolo guida che ‒ credo ‒ non può fare altro che bene nel raggiungere quegli obiettivi che il progetto di legge si propone, con quel respiro europeo che veniva anche ricordato.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Non vedo altre richieste di dichiarazioni di voto.

Scusi, consigliera Piccinini. Prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Molto brevemente. Abbiamo seguito i lavori di questo progetto di legge in Commissione e il dibattito che ne è conseguito. Complessivamente, per quanto mi riguarda, è un buon progetto di legge e devo dare merito di questo sia all’assessore Felicori, ma anche ai relatori, al relatore di maggioranza Federico Amico, per essersi posto anche in un atteggiamento di ascolto delle istanze che sono venute anche da altre forze politiche. Il lavoro che ne è conseguito è un lavoro, dal mio punto di vista, sicuramente meritorio, che valorizza anche il nostro patrimonio e sicuramente la nostra cultura.

Quindi, il nostro voto sarà oggettivamente, per quanto dicevo, favorevole. C’è stata una buona base di partenza, ma anche un lavoro collegiale da parte di tutte le forze politiche.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri in dichiarazione di voto? Nessuno.

Passiamo alla votazione del progetto di legge così modificato dalle votazioni precedenti.

Ricordo che la votazione avviene tramite dispositivo elettronico. Chi partecipa da remoto, invece, voterà tramite App.

È aperta la votazione.

La votazione è chiusa.

Comunico il risultato:

 

Favorevoli 26

Contrari 0

Astenuti 11

 

È approvato.

 

La consigliera Rontini non è riuscita a votare, quindi aggiungiamo il suo voto favorevole, suppongo. A posto, grazie.

Prego, consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Presidente, constato che non ha preso nemmeno il mio voto favorevole.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Aggiungiamo quindi anche il voto favorevole della consigliera Zappaterra, quindi a questo punto i voti favorevoli sono 28.

 

OGGETTO 5973

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Integrazione regionale per il finanziamento del Servizio Sanitario Regionale”. (58)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

(Ordini del giorno 5973/1/2 – oggetti 6088 e 6089 – Presentazione e discussione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Se nessuno ha altro da segnalare, passiamo all’oggetto 5973: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Integrazione regionale per il finanziamento del Servizio Sanitario Regionale”, delibera di Giunta n. 1979 del 14 novembre 2022.

Il testo è stato licenziato dalla Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali nella seduta del 28 novembre 2022.

Il progetto di legge si compone di 2 articoli.

La relatrice della Commissione, consigliera Zappaterra, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, consigliere Marchetti Daniele, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Ricordo che su questo oggetto insistono due proposte di ordine del giorno, una a firma dei consiglieri Daniele Marchetti, Stragliati, Catellani, Liverani, Pompignoli, Bargi e Montevecchi, una seconda a firma dei consiglieri Zappaterra, Costi, Pillati, Maletti, Soncini, Amico, Pigoni, Zamboni Montalti, Daffadà, Mori, Bulbi, Gerace, Costa, Francesca Marchetti, Caliandro e Rontini.

Apriamo adesso la trattazione di questo provvedimento dando la parola alla relatrice della Commissione, consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Il progetto di legge che va in approvazione in sé è molto semplice e si compone di due soli articoli, che ci consentono di mettere ulteriori risorse a disposizione del Servizio sanitario regionale. Nonostante il progetto di legge sia molto semplice, di pochi articoli e con una finalità molto chiara, sappiamo tutti che il dibattito probabilmente oggi, ma magari anche domani mattina, se proseguirà, non sarà tanto nel merito di questo provvedimento, ma sarà nel solco nel prosieguo del dibattito di questi mesi sullo stato dei conti dei sistemi sanitari regionali a seguito della pandemia, quindi non posso non spendere poche parole di riepilogo su come siamo arrivati a questa situazione, che impone anche a noi il dovere di mettere questi 15 milioni di euro sul Servizio sanitario regionale.

Come già anticipato nella discussione in Commissione, a novembre 2021 purtroppo gli allarmi lanciati sulla tenuta dei conti dei sistemi sanitari regionali per far fronte alla pandemia si sono concretizzati, ahinoi, con il mancato riconoscimento del rimborso spettante alle Regioni da parte dello Stato relativo alle spese sostenute per implementare la campagna vaccinale e, più complessivamente, per tutte le misure anti-Covid. In quel momento, per raggiungere il pareggio di bilancio annuale, la Regione ha fatto fronte con risorse proprie, garantendo la copertura dei costi e, quindi, assicurando la graduale ripresa dei servizi sanitari ai cittadini, con molte difficoltà, che sono quelle che ancora oggi abbiamo modo di vedere tutti, nonostante l’aggiunta di risorse del bilancio regionale, già in quel periodo i bilanci delle aziende sanitarie, purtroppo, risentivano di un aumento costante del prezzo dell’energia, soprattutto quella derivante dall’impiego di gas. Proprio per questo, già all’inizio di quest’anno, già nei primi mesi del 2022, è stato istituito un sistema di monitoraggio bimestrale dei conti economici delle singole aziende sanitarie, proprio al fine di verificare in maniera puntuale le dinamiche gestionali dei costi sostenuti e il loro impatto diretto sul bilancio aziendale.

Il quadro così delineato e, lo ribadisco, derivante dall’emergenza Covid, improntato alla lotta al virus, lotta che ancora stiamo sostenendo, ancorché per fortuna non in regime di emergenza, come negli anni delle prime ondate, il quadro, dicevo, si è complicato ulteriormente a seguito del conflitto in Ucraina, che ha portato il prezzo del gas a un pesante rialzo, nonostante gli interventi del Governo per il contenimento dei prezzi.

È chiaro, dunque, che tra le attività maggiormente esposte ci sono quelle sanitarie, che per loro natura necessitano di elevati consumi energetici, sia di elettricità che di gas. Del resto, credo che nemmeno in quest’aula ci sia qualcuno che possa pensare di risparmiare sul riscaldamento negli ospedali o sull’elettricità che fa funzionare le attrezzature nelle sale operatorie.

Proprio grazie al monitoraggio bimestrale dei conti delle aziende sanitarie, si è avuto modo di constatare e certificare per il 2022 un incremento pari a oltre 250 milioni di euro. In aggiunta non posso fare a meno di menzionare i maggiori costi derivanti dall’accelerazione dell’attività per il recupero delle liste d’attesa, sulle quali l’assessore ha più volte riferito in Commissione, sulle quali c’è un impegno da parte dell’Assessorato e delle aziende al recupero integrale, oltre ai maggiori costi inflattivi e contrattuali. Non voglio perdere molto tempo, ma sappiamo tutti che l’inflazione corre e anche l’acquisto di beni di consumo ha avuto pesanti rialzi.

Era, quindi, inevitabile che questo mix producesse significative conseguenze in termini economico-finanziari sul Servizio sanitario regionale. La situazione, purtroppo, è stata resa ancora più complicata dall’impatto del nostro sistema sanitario, caratterizzato dalla quasi totalità di matrice pubblica e dalla forte prossimità che il nostro sistema sanitario ha. Basti pensare che solo in Emilia-Romagna abbiamo 130 Case della salute su 500 a livello nazionale. È chiaro che le bollette su queste strutture impattano sui conti delle nostre aziende più che in altre Regioni.

Questo è lo scenario nel quale ci troviamo ad operare oggi.

Parallelamente, la linea indicata dall’attuale Governo al momento è ancora silente (se non ho perso qualche pezzo in questi giorni, non abbiamo ancora chiarezza sul ristoro per i costi della pandemia sostenuti dalle Regioni) e non ci lascia ben presagire sul campo dei costi per l’energia, cioè il Decreto Aiuti Ter ha previsto uno stanziamento complessivo di 1 miliardo e 600 milioni di euro, tra l’altro ha concorso dei maggiori costi determinati dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche al perdurare degli effetti della pandemia, però da ripartirsi fra le Regioni a quota d’accesso e non in relazione ai costi effettivamente sostenuti, e questo è certamente di gran lunga insufficiente come segnale rispetto al reale andamento dei costi che le aziende sanitarie della nostra Regione registrano.

Speriamo di avere notizie più confortanti dall’approvazione della manovra finanziaria. In ogni caso, l’impegno della Regione sui mancati ristori da spese Covid non è mai venuto meno e continua anche in questi giorni, L’assessore Donini è venuto più volte in Commissione per dare conto del lavoro che anche la Commissione salute della Conferenza delle Regioni sta facendo su questo problema, che è un problema che ‒ lo ribadisco ‒ coinvolge quasi tutte le Regioni, a prescindere dall’appartenenza politica e da chi le governa.

Sono stati adottati due ordini del giorno, rivolti sia al Ministro della Salute Schillaci che al Ministro dell’Economia Giorgetti, al Presidente della Conferenza delle Regioni all’unanimità da tutti gli assessori alla sanità delle Regioni, atti con i quali all’unanimità hanno chiesto di convocare un incontro urgente per risolvere in maniera definitiva questa situazione, che è complessivamente da definire drammatica.

Nello specifico, chiedevano in particolare di trattare il problema del significativo rincaro dei prezzi delle materie prime, che potrebbe anche, purtroppo, comportare l’impossibilità di dar corso agli investimenti contenuti nel PNRR, di revisionare i criteri di riparto del payback farmaceutico, di ridefinire la mobilità interregionale da inserire nel riparto del Fondo sanitario 2022.

Questo oltre a ribadire la richiesta di condividere un principio, a mio parere sacrosanto, secondo il quale nessuna Regione o Provincia autonoma possa subire un disavanzo di bilancio e quindi un conseguente Piano di rientro per effetto del mancato rimborso delle spese Covid e per l’incremento spropositato dei costi energetici. Cioè, un conto è entrare in Piano di rientro per una gestione ordinaria, come succedeva ad alcune delle Regioni (non certo alla nostra e neanche alle altre del nord, vicino a noi), un conto è dover entrare in Piano di rientro a causa dell’emergenza, soprattutto perché lo Stato non ha rimborsato la sua parte dei costi. Questo è inaccettabile da parte di tutti.

Sappiamo bene che le Regioni non hanno la capacità di manovra del Governo, quindi non possono varare misure finanziarie in deficit di bilancio, ma devono chiudere in pareggio, potendo solo prevedere spese in conto capitale, soprattutto sugli investimenti degli esercizi successivi.

Si è ribadito, anche in modo molto fermo, il principio della necessarietà, chiarendo che lo Stato non può fare il bancomat che copre le scelte dei sistemi regionali sanitari, ma lo Stato deve dare il giusto per garantire i livelli di assistenza e i servizi sanitari, in sintesi garantire la tenuta dell’intero sistema.

Durante l’incontro delle Regioni è emersa, altresì, l’esigenza di una maggiore flessibilità sugli accordi di programma, che per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna non sono stati fatti dalla Giunta in solitario o dall’Assessorato per conto proprio, ma sono stati fatti con l’apporto straordinariamente importante delle Conferenze territoriali socio-sanitarie (CTSS), dove sono assolutamente protagonisti i territori e i sindaci che quei territori governano. Quindi, non sono state scelte solo regionali.

È chiaro che non tutti i nodi sono stati ancora sciolti tra le Regioni. Quando siamo andati in Commissione a discutere questo progetto di legge ancora non c’era convergenza di vedute, in particolare sui criteri di riparto della quota del Fondo sanitario, che è stato oggetto di ricorso da parte di una Regione, che ha peraltro chiesto di ridefinire i parametri introducendo il parametro della popolazione e anche altri elementi, quali la mortalità. Stesso disallineamento si è avuto sul decreto “Aiuti Ter”, sul cashback farmaceutico e addirittura anche sul riparto dei fondi sull’assistenza domiciliare basato sulla popolazione over 65, che, come proposto, rischiava di penalizzarci fortemente. Siamo una regione dove i cittadini over 65 sono più numerosi che in altre.

Per fortuna, almeno ad oggi – questa è notizia di venerdì scorso –, tra tutte le Regioni si è trovato l’accordo per il riparto del Fondo sanitario nazionale, con soddisfazione anche nostra, visto che finalmente la nostra Regione potrà contare su un introito aggiuntivo sul 2022 di 100 milioni di euro rispetto a quando abbiamo iniziato questa difficile discussione sull’analisi dello stato dell’arte. Quindi, abbiamo 100 milioni aggiuntivi grazie al fondo premiale per l’elevato standard dei servizi sanitari, che spetta alle cinque Regioni benchmark, tra le quali vi è la nostra. Lo voglio dire perché molto spesso sentiamo le critiche sul nostro Sistema sanitario regionale. La dico male, ma la sintetizzo così: i 100 milioni li portiamo a casa proprio perché siamo tra le cinque Regioni che hanno una qualità elevata di servizi sanitari. L’assessore mi potrà smentire quando farà la replica, però credo che ci arrivino proprio per quello.

Con il progetto di legge che approviamo oggi si dispongono ulteriori misure a sostegno dell’equilibrio finanziario del Sistema sanitario regionale per quest’anno, per il 2022. Come dicevo all’inizio, l’importo è di 15 milioni di euro e viene sostanzialmente recuperato da mezzi autonomi di bilancio derivanti da tutte le variazioni compensative, di competenza e di cassa, rese possibili attraverso i risparmi derivanti da economie di spesa del bilancio regionale.

Questo dimostra due cose in particolare. La prima è l’importante solidità finanziaria del bilancio regionale. La seconda è che non stiamo fermi ad aspettare dallo Stato le cifre che, peraltro, ci sono dovute, dal contrasto alla pandemia. La rivendicazione, che riteniamo legittima insieme alle altre Regioni, perché, ribadisco, è un problema di tutte quelle che hanno più sanità pubblica rispetto a quelle che hanno sistemi con più privato, la rivendicazione legittima ‒ dicevo ‒ continua, ma nel frattempo ci siamo anche attrezzati a fare la nostra parte, dimostrando concretamente che la sanità è una priorità e su quella faremo il massimo sforzo per tornare ai livelli pre-pandemia. Il massimo sforzo è già cominciato in questi mesi, non comincia adesso.

Questo progetto di legge è un ulteriore tassello. Un altro lo vedremo con l’approvazione del bilancio preventivo, che peraltro ha già iniziato il suo iter. È una priorità per noi, e lo stiamo dimostrando quotidianamente con le scelte, anche sofferte, che stiamo facendo.

Questi 15 milioni risolvono tutti i problemi? Ovviamente no. Nessuno l’ha mai detto. Non lo pensiamo. Non stiamo discutendo di questo. Credo, però, siano un segnale abbastanza chiaro della serietà con la quale stiamo affrontando la situazione. Sono risorse non spese, non tagli fatti nel corpo vivo del bilancio. Questo lo voglio dire. Solo a chi non ha mai fatto un’esperienza di Governo in un Comune può sfuggire la differenza tra risorse non spese e tagli veri. Questo ci tengo a ribadirlo.

Finisco con una riflessione politica. Il dibattito sarà abbastanza intenso, come dicevo, non tanto nel merito di questo progetto di legge, quanto perché è l’occasione di confrontarci ancora una volta sul tema della sanità. Nel dibattito di questi mesi anche in Commissione è emersa ‒ un paio di volte sicuramente, ma forse anche di più ‒ la critica sul fatto che, a detta di qualcuno, rincorriamo l’emergenza aggiustando i conti senza aver avviato parallelamente proposte di riordino del Servizio Sanitario Regionale.

Premesso che contesto la critica in sé, perché le scelte messe in campo in questi mesi sono tante, l’assessore ne dà conto continuamente, non le elenco qui, il dibattito ci darà l’occasione di confrontarci anche su queste, ma ho fatto riferimento a questo passaggio perché, proprio legata a questa critica, come Gruppi di maggioranza abbiamo elaborato un ordine del giorno da abbinare a questo progetto di legge.

È un documento corposo, che entra nel merito di quello che pensiamo si debba fare nei prossimi anni, sia sulla sanità che sul sociale, cioè con quell’ordine del giorno ‒ e finisco questa relazione ‒ rivendichiamo il lavoro svolto in questi mesi, per avere una visione complessiva non solo dello stato dei conti adesso, ma soprattutto su quello che dovremo fare di qui in avanti.

Sul Servizio Sanitario Regionale noi siamo assolutamente convinti che, al di là della difficoltà dei conti, che è quella che ci raccontiamo da un po’ di mesi legata al Covid, non ad altro, Covid che peraltro ci porteremo avanti ancora un po’, intendiamo assolutamente rilanciare il Servizio Sanitario Regionale in chiave post-pandemica, sperando che la pandemia ci abbandoni il prima possibile, ma siamo già nell’ottica di recuperare su questo fronte.

Se qualcuno avesse il dubbio in questi mesi di non aver capito dalle discussioni fatte quali fossero i nostri obiettivi e quale fosse la nostra direzione, con l’ordine del giorno abbinato l’abbiamo messo nero su bianco, e credo che anche questo possa essere un contributo alla discussione che possiamo dare oggi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): la parola al consigliere Marchetti Daniele, che ha preannunciato di svolgere relazione orale.

 

MARCHETTI Daniele, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Finalmente questo progetto di legge approda in aula, così abbiamo perlomeno la possibilità di fare un po’ di chiarezza su ciò che sta accadendo nella sanità emiliano-romagnola, perché ci pare che sia in corso un tentativo di mistificazione della realtà. Delle due l’una, infatti, o ci troviamo di fronte ad uno sforzo straordinario della Regione Emilia-Romagna, che ha stanziato questi 15 milioni di euro oggetto del progetto di legge in discussione, oppure si tratta di una banale manovra di bilancio o, meglio, di una variazione di bilancio, perché sento dei discorsi un po’ contrastanti da parte della maggioranza. Ma proprio perché questo progetto di legge si inserisce in un momento così delicato credo che, per comprendere al meglio i contenuti e le riflessioni che devono accompagnare l’iter di questa vostra proposta, sia necessario partire un po’ dalle basi, ovvero da ciò che è accaduto nel corso di questi ultimi mesi. Del resto, oggi mi pare chiaro che la situazione in Emilia-Romagna non dico che sia fuori controllo, ma quasi, nel senso che stiamo vivendo un po’ alla giornata, senza una vera e propria strategia di riforma. Questo lo confermo. Confermo le parole dette dalla relatrice di maggioranza, consigliera Zappaterra. D’altronde, tra Stati generali della sanità che vengono annunciati e portati avanti, bypassando e calpestando completamente anche la Commissione competente e l’Assemblea in generale, incontri che a nostro avviso hanno l’unico scopo di soffocare un po’ il malcontento che serpeggia anche tra le organizzazioni sindacali, tra una Giunta regionale che dà i numeri nel vero senso della parola, se pensiamo, ad esempio, a ciò che è stato annunciato l’altro giorno tra 118, 116 e 117, quando dovremmo andare verso il numero unico di emergenza 112, tutti annunci che creano ulteriore confusione tra la cittadinanza e gli operatori, che sono totalmente disorientati.

Vengo al progetto di legge in sé perché, come è stato giustamente detto dalla relatrice di maggioranza, è abbastanza semplice nella sua struttura: pochissimi articoli e alcune tabelle che accompagnano l’intera operazione. Ci è stato ricordato già dalla I Commissione che abbiamo effettuato su questo progetto di legge che tutto nasce da questi benedetti monitoraggi bimestrali che ad un certo punto la Giunta emiliano-romagnola ha attuato, di concerto con le Aziende sanitarie del nostro territorio. Qui innanzitutto dobbiamo assolutamente evidenziare che, nonostante le richieste di diversi Gruppi consiliari in Commissione Sanità di analizzare ed esaminare questi monitoraggi bimestrali, di questi monitoraggi non abbiamo mai visto traccia. Già di per sé questa è la prima pecca, se davvero si vuole trovare un confronto concreto sulla gestione della sanità in Regione. Criticità che, certo, stanno interessando un po’ tutte le Regioni del nostro Paese. Nessuno nega che ci siano stati costi maggiori per via del Covid. Nessuno nega che ci siano stati costi maggiori per via dell’aumento dei prezzi sull’energia. Ovviamente, c’è la cosiddetta “emergenza inflattiva”, con l’aumento dei costi sugli acquisti.

Sono tutti fenomeni che certamente vanno tenuti in considerazione. Però a noi risulta che, in realtà, un vero e proprio campanello d’allarme sia suonato più o meno a giugno, almeno stando a dichiarazioni pubbliche di diversi direttori generali di alcune aziende sanitarie della nostra Regione, che hanno evidenziato che già da giugno si sapeva che saremmo finiti in queste condizioni. Qui emerge il secondo elemento critico, ovvero una risposta tardiva da parte della Giunta della Regione Emilia-Romagna. Siamo già a dicembre e ci troviamo a discutere questa variazione. Possiamo chiamarla così.

La variazione è un intervento sul bilancio dell’anno corrente che interessa diversi capitoli, sicuramente altrettanto importanti, come energia e fonti energetiche, relazioni internazionali, fondi e accantonamenti, servizi istituzionali generali e di gestione, ordine pubblico e sicurezza, tutela e valorizzazione beni e attività culturali, politiche giovanili, turismo, edilizia abitativa, sviluppo e tutela del territorio e dell’ambiente, e così via.

Sicuramente sono cifre non spese, non impiegate, che sarebbero andate in avanzo. Anche qui ci dovremmo iniziare ad interrogare come mai anche in settori così importanti, come il sostegno alle attività produttive e alle PMI, dove è stata tolta una bella fetta di risorse economiche, non siano state impiegate in altra maniera nel corso dell’anno. Però la realtà dei fatti è questa. Oggi dobbiamo prendere atto che questi 15 milioni, che abbiamo raschiato da tutti i capitoli di bilancio della nostra Regione, finiranno nel ripiano di questo disavanzo, che stiamo discutendo ormai da mesi. Un disavanzo che, ovviamente, è partito da una previsione di 885 milioni di euro, correggetemi se sbaglio, ridotti, poi, con alcune prime iniziative messe in atto dalla Giunta, con un impiego massiccio del cosiddetto payback farmaceutico sui dispositivi medici, sulle risorse che sono arrivate dal Decreto Aiuti ter, da altre risorse recuperate con efficientamenti delle aziende sanitarie della nostra Regione (anche qui non sappiamo quali, dal momento che questi monitoraggi, queste iniziative non l’abbiamo mai visionate).

Oggi arriviamo a questa ulteriore iniziativa da parte della Giunta, ovvero questi 15 milioni che andiamo a recuperare. Rimangono certamente molte risorse da ripianare e recuperare, sicuramente i 100 milioni ulteriori che deriveranno dal riparto 2022, che è stato approvato all’unanimità alcuni giorni fa in Conferenza Stato Regioni, ci daranno una mano in tal senso, però attendiamo comunque altre iniziative che la Giunta regionale metterà in campo per recuperare le risorse che mancano.

Guardiamo ad esempio con molta preoccupazione al fatto che si sia già previsto di riservare una fetta del bilancio di previsione del 2023 per la sanità. Perché dico che guardiamo questa iniziativa con preoccupazione? Perché è un evidente tentativo di ripianare il 2022 trascinandoci dietro però il problema anche nella prossima annualità, e credo che il tentativo politico sia quello di lavarsi la coscienza, pareggiare il tutto e rinviare al prossimo anno, per poi scaricare tutto sul Governo nazionale.

Mi pare che la vostra strategia politica stia portando a questo in sostanza, e lo vediamo anche dall’ordine del giorno che ci avete presentato, ma ne discuteremo magari in un altro momento, così non spreco minuti di questa mia relazione.

Un tentativo, come vi dicevo, chiarissimo, che ha come obiettivo quello di buttare la palla al Governo nazionale, non riconoscendo minimamente la più piccola responsabilità che potremmo avere noi a livello regionale, perché se andiamo ad analizzare i disavanzi che le varie Regioni hanno registrato, ci accorgiamo che l’Emilia-Romagna presenta un quadro estremamente sproporzionato in eccesso rispetto ad altre realtà regionali che potrebbero essere paragonabili all’Emilia-Romagna sia per abitanti, che per servizio sanitario regionale, che per impatto subìto dalla pandemia. Quindi, questo un campanello d’allarme e qualche punto interrogativo ce li dovrebbe far sorgere. Non possiamo sicuramente dire: va beh, abbiamo speso di più perché abbiamo più case della salute a livello territoriale, quindi anche a livello energetico questo comporta costi maggiori, aspettiamo i soldi dal Governo. Questa è l’analisi che fate voi attualmente. Ma credo che qualche riflessione la dovremmo fare a livello emiliano-romagnolo o, meglio, la dovreste fare voi più che altro, che governate questa Regione, perché, come ho già detto diverse volte, auspicando di non risultare ripetitivo, ma non possiamo nemmeno far finta di niente, ci sono persone che hanno ricoperto ruoli importanti all’interno di questa Regione, dal ruolo di direttore generale dell’Assessorato alla sanità, diventata poi responsabile Area impatto Covid, una figura professionale che ha parlato di malagestione della Cosa pubblica. Sono persone che avevano ruoli importanti all’interno della Giunta e della struttura regionale che parlavano di risorse pubbliche spese male. Quindi, noi non possiamo far finta che nulla sia accaduto e dire che qui va tutto bene quando persone interne alle vostre strutture dicevano questo e buttare la palla a Roma dicendo: noi quello che potevamo fare l’abbiamo fatto, adesso aspettiamo risposte dallo Stato centrale. Una Regione seria non si dovrebbe comportare sicuramente in questa maniera, a mio avviso, visto che stiamo parlando di un servizio fondamentale, qual è quello sanitario.

Noi abbiamo sicuramente cercato nel corso di questa discussione, dalla prima seduta che ha avviato l’iter di questo progetto di legge, così come anche nei mesi scorsi durante le varie Commissioni informative che si sono tenute in Commissione Sanità, di portare la discussione anche su un piano regionale, perché è giusto e doveroso che a livello di Conferenza Stato-Regioni tutti i presidenti e tutti gli assessori alla sanità cerchino di mantenere il punto fermo, di ottenere dei giusti rimborsi da parte dello Stato. Questa è una richiesta sacrosanta, che non ha assolutamente un colore politico, tant’è che spesso si vota all’unanimità in quelle sedi. Non possiamo, però, non prendere in considerazione quegli aspetti che fanno sorgere alcuni dubbi sulla gestione interna emiliano-romagnola della sanità e della spesa delle risorse pubbliche.

Questa è una richiesta che continueremo ad avanzare fino allo sfinimento, perché crediamo che sia un nodo fondamentale su questa discussione. Non ci stiamo a nasconderci dietro un dito e a far finta che tutto sia andato nel migliore dei modi, perché le cose non stanno assolutamente così. Sono state anche create strutture, ad esempio, a livello regionale, che non hanno funzionato, ma che sono costate in un momento di rosso in bilancio. La stessa struttura che ho già citato, ovvero “monitoraggio impatto Covid”, stando a una risposta che ho ricevuto qualche settimana fa, pare non abbia mai monitorato un bel nulla. Non ha mai prodotto un solo report. Perché? Perché la persona a cui è stato affidato l’incarico è andata in ferie e poi in pensione. Una pensione che aveva già annunciato di voler chiedere. Non è uno spreco di risorse pubbliche, dal momento che questa persona mi risulta abbia percepito l’indennità da direttore generale anche mentre ricopriva questo ruolo? In un momento in cui andiamo a tagliare i servizi per mantenere un minimo di stabilità al Servizio sanitario regionale, noi andiamo a creare strutture in debito? È una scelta oculata e virtuosa, questa? Io non credo.

Su questi aspetti sicuramente una riflessione la dobbiamo fare. Come? Io, in qualità di relatore di minoranza, ho sempre cercato dal principio di portare la discussione su questo piano. Al di là delle differenze che ci possono essere tra un Gruppo di opposizione e l’altro, mi pare che, comunque, perlomeno in una prima fase, quando il progetto di legge è approdato in Commissione, ci sia stata la volontà di garantire un minimo di apertura da parte nostra.

Ricordo la prima seduta, la prima votazione nella congiunta Sanità e Bilancio, dove, ad esempio, la Lega si è astenuta, altri Gruppi non hanno partecipato al voto. Dimostrazione che, evidentemente, non c’era una chiusura totale. Stiamo parlando di un patrimonio pubblico che tutti quanti noi dobbiamo tutelare. Questo è un punto fermo su cui non siamo disposti assolutamente a mettere in discussione nulla, però avevamo chiesto una cosa ben precisa. Avevamo chiesto alla Giunta regionale, in quell’occasione, di accompagnare questo progetto di legge, che andava sostanzialmente a recuperare tutti i fondi a disposizione, per mettere quel minimo nel ripiano di questo deficit, di accompagnare questa operazione con una proposta di riforma seria, perlomeno una promessa di riforma seria, che non sia una riforma annunciata come sul servizio emergenza urgenza dove di concreto, in realtà, non abbiamo ancora visto nulla, se non aver letto qualche dichiarazione dell’assessore Donini, espressa durante alcuni convegni, alcuni congressi.

Noi vorremmo aprire seriamente una discussione su questo, tant’è che ci sono anche progetti di legge che sono stati depositati per discutere su degli aspetti concreti del funzionamento tecnico-amministrativo della nostra Regione, progetti di legge che sono ancora lì fermi al palo e che non abbiamo ancora discusso. Ci vorremmo confrontare su quelle proposte, su quelle questioni, per dare delle risposte alla cittadinanza intera, per efficientare il nostro Servizio sanitario e non tagliarlo.

Noi crediamo che la risposta sia questa ad una situazione emergenziale come quella attuale, ed è la richiesta che avevamo avanzato fin dalla prima Commissione. Purtroppo di risposte non ne abbiamo ricevute nel frattempo, oggi siamo arrivati qui in aula senza sentire ancora nulla, abbiamo letto qualcosa, poi ‒ ripeto ‒ approfondiremo ulteriormente i contenuti dell’ordine del giorno che la maggioranza ha abbinato a questo progetto di legge, ma da parte della Giunta non abbiamo sentito nulla, perché l’ordine del giorno sappiamo benissimo tutti che è un atto di indirizzo che l’Assemblea rivolge alla Giunta.

Noi da parte della Giunta oggi non abbiamo sentito assolutamente nulla, quindi lasciatemi dire, in conclusione di questa mia relazione, che in realtà le aspettative che noi nutrivamo su una diversa condotta da parte della Giunta emiliano-romagnola sono state completamente disattese e che l’impianto generale di questa vostra proposta resta quello che avevamo detto fin dal principio, ovvero quello di recuperare qualche fondo qua e là per ripianare qualche buco, lasciando ancora scoperta una parte consistente del deficit, del disavanzo registrato ad inizio anno, rimandando il problema alla prossima annualità, lasciandoci così un grave problema anche dal punto di vista contabile per quanto riguarda il 2023 e strumentalizzare successivamente a livello politico scaricando tutto sul Governo nazionale dei vuoti, dei buchi, che a nostro avviso sono riconducibili e attribuibili a vostre azioni che non erano sicuramente incentrate su una buona gestione delle risorse pubbliche.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Apriamo la discussione generale.

Qualcuno chiede di iscriversi? Prego, consigliera Evangelisti.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Assessore, quando lei è venuto, un po’ di tempo fa, mi pare fosse il 21 novembre, in Commissione, ci ha parlato molto poco di questo progetto di legge. Si è soffermato, forse più volentieri, non entrando nel merito di questo, a parlare della sanità emiliano-romagnola, elogiandola, parlandoci del numero delle case di comunità, facendo un raffronto rispetto al panorama nazionale, facendo un raffronto rispetto alla Regione Toscana. Il giorno successivo, rifacendosi al suo intervento e, quindi, a una parte più generale, è intervenuto l’assessore Calvano e prima di lui la relatrice di maggioranza, che abbiamo ascoltato anche oggi, la quale ha affermato – mi sono presa un appunto, ne ho un sacco, per la verità – come questo progetto di legge attesti che per la Regione Emilia-Romagna la sanità è una priorità, e questo viene dimostrato con questi 15 milioni di euro, in attesa di conoscere che cosa avrebbe fatto il Governo. Pare che il Governo e le Regioni abbiano trovato un accordo, per cui la Regione beneficerà di 100.000 euro, pari circa alla cifra che riguardava il prezzo dell’energia. E questo è un fatto.

Se, invece, andiamo a esaminare questo progetto di legge, nella relazione troviamo una parte generale, la quale si apre dando atto del fatto che la Regione fin dai primi mesi del 2022 – lo ha ricordato anche il consigliere Marchetti – ha avviato un monitoraggio bimestrale dei conti economici delle Aziende sanitarie. La Regione voleva una verifica puntuale. Si legge di quelle che sono state le dinamiche gestionali dei costi, di come questi costi e queste spese abbiano impattato sui bilanci, tenuto conto degli effetti della pandemia, che è stata citata molte volte. È stato costituito anche un gruppo di lavoro per effettuare una ricognizione dei contratti. Questo, come dice la relazione, nei primi mesi del 2022. Risultava, infatti, che nel 2020, a causa della sospensione delle attività delle aziende, salve le attività urgenti, i costi dell’energia si fossero progressivamente ridotti, salvo poi aumentare nel 2021. Purtroppo, la relazione ‒ lo dobbiamo dire ‒ non è precisa su questo punto. Non indica precisamente da quale mese il monitoraggio sia stato avviato. Facendo un conto spannometrico, possiamo dire che, se i primi mesi dell’anno sono marzo, aprile o maggio, per poco meno di un anno possiamo dire che la Regione non si è preoccupata granché oggettivamente del problema che si era presentato, tanto che il Governo era già intervenuto, pur facendo una sorta di previsione, accumulando somme non spese, come per l’anno 2020.

Che cosa è scaturito da questo monitoraggio, lo abbiamo detto in Commissione, non è dato sapere. Ci viene riferito che l’incremento di questi costi è pari a 250 milioni di euro. È del tutto evidente, assessore, che qualcosa in questa partita non ha funzionato. Lo abbiamo detto: si inserisce in una partita più ampia di spese ‒ noi le vogliamo definire “fuori controllo”, ma se sono sotto il vostro controllo dateci qualche elemento in più ‒ che poco c’entrano con questo progetto di legge. Si tratta di 15 milioni su un panorama di disavanzo più ampio. Un disavanzo che, l’abbiamo detto tante volte in Commissione, come è apparso sulle pagine di stampa, parla di 880 milioni, che nel 2021 era di 830. Quindi, quando la pandemia si è comunque attenuata, è salito ancor di più. Non sappiamo dove sia la dispersione, non sappiamo come sia stata analizzata. Sappiamo di preciso, e lo abbiamo ascoltato anche prima nella pausa dell’aula, in cui noi siamo stati in Commissione, che questa preoccupazione è una preoccupazione anche di altri e che una soluzione va trovata. Va trovata non soltanto e non semplicemente, e non è così semplice, per ripianare un debito, ma occorre rivedere la spesa, comprendere dove e perché la Regione spende, secondo noi, non bene o spende troppo. Spendiamo più delle altre Regioni e le criticità permangono, le liste d’attesa, la mancanza di professionisti, i pronto soccorso che comunque continuano a essere al collasso, con numeri crescenti per le attese.

In un certo qual senso, la proposta di legge di riforma, di modifica del pronto soccorso ci preoccupa, e non poco.

Quando proponiamo interrogazioni, assessore, è spesso per avere numeri, chiarimenti, dati, quelli che spesso non troviamo nelle risposte in Commissione o non ritroviamo nei vostri atti. Le risposte non ci tranquillizzano quasi mai quando si parla di sanità. Credo non tranquillizzino nemmeno i sindaci. Sicuramente non vanno seguite le pulsioni territoriali, però occorre avere una visione, e noi questa visione oggi non la vediamo. Non vediamo nemmeno una programmazione.

Facciamo un esempio: il blocco delle assunzioni al 31 dicembre è una di queste. Non si razionalizza, non si taglia, si dice, però lo si fa invece soprattutto in provincia e soprattutto rispetto al personale.

Venendo nel merito di questo progetto di legge, abbiamo una riallocazione, come ci è stato detto e spiegato, per 15 milioni, che nelle previsioni dell’anno 2022 sono stati imputati in aumento alla voce sanità e diminuiti nelle altre missioni. In questo modo, nel previsionale in numeri complessivi i numeri non sono variati, ma sono stati trovati 15 milioni per coprire questo squilibrio finanziario alla voce sanità.

Il dettaglio è stato citato prima, lo troviamo nelle pagine da 75 86, le voci sono quelle che sono state già citate. Ne voglio ripetere alcune: ordine pubblico e sicurezza, attività culturali, sport, trasporti e mobilità, sviluppo economico, impresa e artigianato, politiche per il lavoro, agricoltura, relazione autonomie locali.

L’assessore Calvano, come ci è stato ripetuto anche prima, ci ha parlato di una manovra effettuata non tagliando, ma adoperando somme non utilizzate, “somme di recupero di risorse non impegnate” ha detto precisamente. È vero, come è stato detto prima, che l’amministratore, in un ruolo di opposizione o di maggioranza, l’abbiamo fatto in molti in quest’aula, è anche vero che dobbiamo riflettere, però. su una situazione: abbiamo da una parte 880 milioni di buco e dall’altra abbiamo somme non utilizzate a novembre-dicembre 2022 su voci importanti, quindi qualcosa a nostro avviso non funziona.

Sappiamo che in questo momento il Governo ha riconosciuto qualcosa, molto di più di quanto aveva fatto fino ad oggi il migliore dei ministri possibili, quello che vi ha permesso di gestire la pandemia in qualche modo senza riscontro alcuno, perché, come abbiamo già detto in maniera soft e vogliamo ripetere sottolineandolo un pochino di più, un po’ di autocritica forse andrebbe fatta, perché i posti letto, se non fossero stati tagliati prima, se le liste d’attesa non fossero già state lunghissime prima della pandemia, forse non si sarebbe bloccato tutto dopo.

Forse se si fosse privilegiata la terapia domiciliare nelle cure per il Covid, se non fossero stati diminuiti prima i numeri dei professionisti, forse la situazione anche su come gestire la pandemia sarebbe stata diversa e forse andrebbe anche un po’ ripensata. È vero che la politica non è fatta di “forse”, ma è fatta di scelte, però è anche vero che in questo caso i numeri parlano e con questi numeri le scelte in qualche modo non sono state proprio quelle giuste, e qualcuno lo dovrebbe dire, o almeno porsi il problema, così come è stato fatto prima da altri in Commissione.

Approfitto di questi minuti che ho a disposizione per fare un breve cenno su questo ordine del giorno che ci è stato consegnato proprio durante la Commissione Bilancio, un ordine del giorno di ventuno pagine – è questo – che ci è stato consegnato, ho sentito prima, anche proprio per spiegarci qual è la visione della Regione Emilia-Romagna e che cosa bisognerebbe fare. Ebbene, questo ordine del giorno, che, a mio avviso e con tutto il rispetto, vi misura la febbre, cioè misura la febbre sia del Partito Democratico che di tutta la maggioranza, ed è una febbre alta, si compone di tredici pagine di premessa, con considerazioni in parte anche condivisibili, e a pagina 13 c’è l’impegno che si chiede alla Giunta regionale, dove troviamo impegni quasi esclusivamente per il Governo a garantire risorse umane ed economiche, a risolvere la mancanza cronica di professionisti, a valorizzare le professioni sanitarie, a trovare le soluzioni più idonee ad affrontare in questa fase la mancanza di figure professionali, ad attivare processi continui di coinvolgimento del personale sanitario, ad individuare modelli organizzativi, a continuare il confronto per l’adeguamento del sistema socio-sanitario regionale, a ridefinire i LEA, a superare l’attuale articolazione delle Aziende sanitarie. Ancora, si parla di rafforzare la governance delle Aziende sanitarie, delle Conferenze territoriali socio-sanitarie, di corsi per rafforzare le competenze. Ancora – siamo a pagina 16 – si parla dei distretti socio-sanitari e dei comitati di distretti. Finché a pagina 17 abbiamo tutta una serie di impegni per la Giunta, da cui si evince che queste cose, allora, non sono ancora state fatte, e cioè predisporre il programma per l’attuazione del modello delle case di comunità, prevedere e sostenere le soluzioni in grado di fornire servizi anche nei comuni, individuare, in accordo con i medici di medicina generale… Insomma, ci sono tanti impegni – mi fermo qua perché, appunto, le pagine sono ventuno –, alcuni anche condivisibili, che attestano una resa incondizionata. È come demandare al Governo, demandare ad altri un’attività di visione, di programmazione dell’intero sistema sanitario emiliano-romagnolo. Ma, allora, non abbiate paura. Per quanto è possibile, anche come forza di governo, faremo la nostra parte. Però ‒ consideravamo prima ‒ forse facevate prima a dire “non siamo più completamente sicuri di essere in grado; pensateci voi”.

Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Altri in dibattito generale? Consigliera Castaldini, prego.

CASTALDINI: Credo che la riflessione che la consigliera Evangelisti faceva sull’ordine del giorno meriti molta attenzione. In realtà, il percorso e anche la logica che utilizza nel descriverlo mi convince molto.

Partiamo dall’inizio. Questa legge rappresenta appena 15 milioni di euro su un bilancio preventivo sanitario che cuba 10,154 milioni e un buco di 838. Stiamo parlando dello 0,15, quindi briciole, raccolte attraverso il taglio di ben 75 pagine di piccole voci qua e là del bilancio ordinario della Regione.

Il buco di bilancio, da quello che ci è stato raccontato, ma che ancora non siamo riusciti ad approfondire, dato che ogni mia richiesta viene prorogata anche di tre mesi, quando si tratta solo di girare un documento già inviato al Ministero, è dovuto da 440 milioni di euro di spese Covid e oltre 250 milioni di aumento di spese energetiche.

Abbiamo, poi, analizzato, per quanto riguarda il Gruppo Forza Italia, la spesa farmaceutica. Mentre nel 2019 c’era stato un risparmio consistente rispetto ai prezzi di riferimento di 72 milioni, nei preventivi 2022 vediamo un aumento di spesa di 81 milioni. Questo gliel’ho già fatto presente, assessore.

La domanda rimane sempre quella. Mi dispiace, non riesco a dipanare questa matassa. Come riuscirà la Regione a trovare gli 880 milioni di euro che ci separano dal pareggio di bilancio? Noi ci mettiamo 15 milioni, mail rischio è che il buco in sanità diventi un buco nero.

Come lei sa, in questa situazione così critica c’è anche un rischio. Spostare fondi PNRR, che dovrebbero avere una visione diversa, mi preoccupa molto. Sia chiaro, lo sottolineo: non sto dicendo che la Regione utilizza fuori da quanto prescritto dai bandi ciò che deve essere utilizzato e segnalato dai bandi PNRR, ma che la visione che il PNRR dovrebbe dare, ovvero proiettare la sanità per i prossimi trent’anni, con investimenti straordinari, si scontra con l’inserire all’interno dei bandi tutte le spese compatibili e che erano già preventivate come ordinarie e strutturali della Regione. Si può fare, lo ribadisco, ma temo che questa non sia una visione straordinaria.

L’ultima caratteristica che vorrei citare è che si rischia che questa spesa vada ad incidere su tutto il bilancio generale, e questo è un aspetto che mi interessa molto, che è il tema della domanda di questa mattina.

Credo che voterò convintamente contro questa legge, perché nei palliativi non siamo in una situazione così tragica, serve una revisione totale del Sistema Sanitario per garantire ai cittadini un’assistenza all’altezza delle aspettative.

Oggi è uscito un documento molto importante, però purtroppo termineremo il dibattito, ma avrò modo nelle varie Commissioni di aggiungere anche dati rispetto a quello che oggi citiamo e a quello che ci siamo detti. È proprio vero, consigliere Evangelisti, si rischia che questo ordine del giorno sia un modo per sostenere e blindare una politica regionale, invece questo sarebbe proprio il tempo per comprendere e per capire quali sono gli aspetti più delicati da modificare in maniera consistente.

Ha ragione, assessore, oggi ci siamo parlati e lei diceva di trattare con molta cura le parole e di avere la cura di non dire che ormai questi sono debiti strutturali. Io vorrei poterlo dire, però per farlo abbiamo la necessità di capire che tipo di riforma si fa della sanità, e credo che questo sia il momento migliore per farlo. L’ordine del giorno che è stato presentato non aiuta, a mio parere, la narrazione che tutta l’attesa delle politiche sanitarie sono attesa romana, anche se è doveroso attendere un contributo significativo per il post Covid e per l’energia, ma è necessario, a fronte dei numeri che abbiamo davanti e di fronte alla competenza che dobbiamo avere e al rigore che dobbiamo avere nel leggere i numeri, comprendere che non basterà solamente quel contributo, anche se fosse del 100 per cento.

Ritengo che da qui, proprio da questo bilancio, anche rispetto a quello che accadrà ad aprile, quando vedremo la situazione e la vedremo in maniera chiara (la vedremo solo ad aprile), in questo caso sia necessario un dibattito approfondito, con uno sguardo sia al PNRR, sia alle politiche regionali. Assessore, è chiaro ed evidente che lei è arrivato in un momento di tempesta vera. Ancora siamo in questa tempesta. Io sono convinta che la responsabilità della politica sanitaria e di tutto quello che accade e sta accadendo non è sua, ma è di una gestione del passato, che va giudicata, analizzata, vista con attenzione e con serenità, perché la responsabilità non è dentro quest’aula, non è dentro questa Giunta. E non mi interessa neanche la responsabilità, mi interessa comprendere come facciamo ad affrontare tutta una situazione così emergenziale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Il mio intervento sarà piuttosto breve perché rispetto a questo progetto di legge abbiamo discusso molto in Commissione e in maniera approfondita.

È chiaro che oggi andiamo ad affrontare quella che informalmente abbiamo tutti definito una “manovrina”, perché evidentemente rispetto all’enorme disavanzo che la Regione deve affrontare questa è una piccola cosa. È evidente lo sforzo di andare a trovare risorse qua e là, sparse nel bilancio, allora io ci tengo a ribadire i concetti che ho già espresso in Commissione.

Uno dei punti che erano per me non “obbligatori” era quello di non toccare l’ambito sociale e non intaccare le risorse destinate ai più fragili, perché sono coloro che hanno già pagato di più a causa della pandemia, sono coloro che stanno pagando una situazione economica del nostro Paese non proprio rosea e sono coloro che purtroppo pagheranno anche le politiche del nuovo Governo Meloni. Lo dico in riferimento anche alle misure che stanno venendo avanti, compresa la “revisione” del reddito di cittadinanza, lasciando indietro gli ultimi, che fanno fatica. Da questo punto di vista è bene che la Regione conservi una zona di tutela proprio nei confronti di chi non ce la fa.

Dal mio punto di vista dovremmo anche chiederci che cosa questa Regione deve fare oggi, alla luce della situazione che si trova ad affrontare, per evitare che le problematiche di cui stiamo discutendo oggi ci ritroviamo ad affrontarle anche domani. D’altronde, se è vero che c’è un tema che riguarda il caro-energia, e formalmente questo progetto di legge ci viene presentato per far fronte all’aumento delle spese energetiche, è anche vero che oggi affrontiamo costi che, se fossimo intervenuti con determinate misure prima, probabilmente oggi non avremmo. Se ci fossimo attrezzati ‒ tra virgolette ‒ per tempo, evidentemente questo peso che oggi grava sulle nostre spalle lo dovremmo affrontare in maniera molto minore.

Quello che io ho chiesto in Commissione è che la Regione si faccia carico di fare da regia anche per tutte quelle ASL che devono mettere in campo delle progettazioni per passare alla produzione di energia da fonti rinnovabili, che ci consente, quindi, di risparmiare sotto questo aspetto, sotto questo punto di vista. In Commissione ho appreso favorevolmente che c’è un tavolo aperto con gli energy manager delle ASL e che è stato costituito un gruppo di lavoro regionale per effettuare una ricognizione dei contratti in essere dell’azienda sanitaria e approfondire consumi e costi unitari vigenti ed eventuali margini di intervento per ridurre l’impatto economico dell’incremento dei costi energetici unitari.

Questo è quello che chiedevo. Evidentemente andava fatto prima. Bene che lo si faccia oggi. È vero, oggi noi abbiamo dei costi spropositati, però, come più in generale le politiche di questa Regione devono recuperare anni di mancati investimenti, sotto questo punto di vista, da parte del Governo nazionale, è vero che la Regione deve recuperare strategie che non ha messo in campo negli anni passati.

Bene che in qualche modo si agisca in maniera coordinata. Anche perché, come ho ricordato in Commissione, a brevissimo usciranno i bandi del FESR, che sono rivolti anche alle strutture pubbliche, quindi anche alle ASL. È opportuno che si arrivi preparati a quei bandi e che le ASL abbiano i progetti pronti e possano presentarli in quella sede. Se non lo facciamo oggi, perderemo veramente un’occasione.

Accolgo favorevolmente anche questo aspetto. Come ho detto nell’incipit del mio intervento, ci rendiamo comunque conto che questa è una manovrina, un intervento minimo rispetto all’ammontare del disavanzo, però è qualcosa. Dà il segno che perlomeno la Regione il suo lo sta facendo, quando sappiamo, evidentemente, che da parte del Governo servirebbe uno sforzo ben maggiore per coprire i costi energetici delle Regioni, ma anche degli Enti locali e per coprire le spese Covid, di cui noi parliamo da tempo, ma per le quali risposte adeguate purtroppo non arrivano, e a farne le spese saranno evidentemente i cittadini emiliano-romagnoli.

Torno però a ribadire quello che dicevo, ovvero cerchiamo di evitare almeno che i più fragili, quindi tutto il settore del sociale non venga intaccato da tagli o da qualsivoglia misura restrittiva nei suoi confronti, perché la situazione è difficile per tutti, ma lo è a maggior ragione per chi è in condizioni economiche complicate e chi vive in condizioni di fragilità.

Anticipo già, visto che ci sono, il mio voto, che sarà favorevole perché apprezzo comunque lo sforzo fatto, che non è sicuramente sufficiente, però dà il segno, come dicevo, di un interesse sulla situazione contingente, ma anche sulle prospettive, perché il fatto di mettere in piedi un tavolo che coordini le ASL è segno di voler attrezzarsi anche per il futuro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri in dibattito generale.

A questo punto chiedo ai due relatori di maggioranza e di minoranza se vogliano aggiungere altre considerazioni. Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Credo che due parole in seguito al dibattito che si è sviluppato anche oggi qui in aula siano più che doverose, anche perché comunque stiamo parlando di un’operazione importante, o meglio di un argomento importante, che riguarda la sanità della nostra Regione.

Sono tanti gli spunti che sono arrivati anche dai colleghi di opposizione, tutte criticità e osservazioni che comunque abbiamo sempre tenuto al centro del dibattito, o meglio abbiamo cercato di tenere al centro del dibattito nel corso di questi ultimi mesi. La speranza era quella di arrivare oggi qui in aula con qualcosa di più concreto, con qualche risposta più incisiva alle difficoltà che sono emerse nel corso di questi ultimi mesi. Non dico in questi ultimi anni perché ovviamente il 2020 e il 2021 sono stati segnati fortemente da una vera e propria emergenza sanitaria e dall’impatto che ha avuto il Covid sulle nostre strutture ospedaliere e sulla sanità in generale. Quest’ultimo anno, invece, le problematiche che sono emerse sono, sì, di carattere sanitario, ma anche di gestione economica, perché – lo ripeto – al di là dei costi energetici ci sono molti interventi che si potrebbero mettere in campo, a nostro avviso, ad esempio anche sulla parte riguardante gli acquisti effettuati in sanità tramite Intercent-ER, ci sono questioni che potrebbero essere affrontate a livello gestionale andando a ragionare su efficientamenti, accorpamenti delle parti amministrative e tecniche di tutte le strutture regionali in ambito sanitario, sulla traccia di quanto si sta facendo o, meglio, di quanto si vorrebbe fare sull’Agenzia sociosanitaria regionale, che verrà assorbita, ovviamente, dalla Direzione generale dell’Assessorato competente.

Sono tutte questioni che vorremmo affrontare e che avremmo voluto affrontare anche oggi in questa sede, non limitandoci soltanto ad esaminare un testo del genere, che non fa altro che spostare delle cifre da un capitolo all’altro, cercando di mettere una pezza ad un buco, che è molto più grande di quello di cui stiamo parlando oggi, che – lo ripeto – in questo caso non stiamo assolutamente risolvendo, non stiamo ripristinando una situazione difficile, ma stiamo soltanto rimandando. È questo l’elemento che contestiamo maggiormente e che cerchiamo di affrontare da tempo, perché non vorremmo ritrovarci nel prossimo anno, nel 2023, a fare gli stessi ragionamenti, con una coperta sempre più corta a livello regionale per via di buchi che vengono tappati con stanziamenti di anno in anno, che ovviamente si rifletteranno negativamente sui servizi che dobbiamo garantire, perché se risorse che potevano essere utilizzate le destiniamo al ripiano di un deficit dell’anno precedente è un circolo vizioso che ci potremmo portare avanti da qui fino alla fine della legislatura.

Credo che iniziare a ragionare anche su tutte quelle iniziative, che magari voi avete già in testa, ma che non ci dite, perché parlate sempre di riforme, di cambiamenti, di proposte, ma che non sentiamo nel dettaglio... Sarebbe il caso di iniziare a snocciolare un po’ tutte queste iniziative che voi vorreste attuare per cercare di sanare una situazione molto grave. Quando si vanno a ridurre o, meglio, si vanno ad utilizzare risorse per ripianare un buco di bilancio e non si vanno a utilizzare per potenziare i servizi, il risultato, ovviamente, è quello di ottenere una diminuzione dei servizi che andiamo a garantire alla cittadinanza, da un processo ‒ lasciatemi dire ‒ che è già iniziato alcuni anni fa, nel 2015, con una logica spinta hub and spoke, che credo oggi possa rappresentare, per quanto vi riguarda, un’ulteriore risposta a queste problematiche.

Così come restano i problemi, ricordati anche dai colleghi che sono intervenuti oggi pomeriggio, sul recupero delle liste d’attesa. Anche su questi aspetti credo che dovremmo aprire una discussione ampia. Comunque, c’è un sempre più forte utilizzo del privato accreditato, sintomo di un malessere a livello di sanità pubblica. Senza volerlo demonizzare. Anzi. Da parte nostra non c’è mai stato alcun problema a riconoscere il ruolo fondamentale del privato accreditato in sanità. Contrari, invece, tra i banchi del Centrosinistra, che ha sempre cercato, almeno in facciata, di levare gli scudi contro questo mondo, che comunque sta dando il suo contributo, e che oggi è proprio la stessa parte politica che un tempo criticava questo apporto che il privato accreditato sta dando, un tempo in cui, in sostanza, si cercava di far passare il messaggio di voler difendere la sanità pubblica al 100 per cento. Invece, se andiamo a prendere i dati di questi ultimi anni ci accorgiamo che, ad esempio, nel 2021 c’è stato un incremento del più 9,20 per cento di risorse stanziate al privato accreditato. Credo sia una cifra, una somma destinata anche ad aumentare, se vogliamo garantire quei servizi che sono restati in arretrato nel corso di questi ultimi anni.

Gli aspetti da chiarire sono tanti, come vi dicevo. Purtroppo oggi, al di là di un ordine del giorno che abbiamo visto arrivare in corso d’opera, non abbiamo sentito... Poi magari l’assessore farà una sua dichiarazione, sicuramente, e me lo auguro, in chiusura di questo dibattito, ma non è certamente con una chiusura di dibattito che si possono sgombrare tutti i dubbi che possiamo avere oggi sul tavolo di discussione, perché sono talmente complessi e talmente numerosi gli aspetti che dovremmo analizzare che non basta sicuramente una seduta di Consiglio.

Io mi auguro davvero di poter arrivare ad affrontare queste problematiche e questa tematica in sede di Commissione Sanità, confrontandoci magari sulle proposte che, ad esempio, arrivano dai banchi della Lega con dei progetti di legge ben specifici, così come arrivano puntualmente anche sempre da tutti gli altri Gruppi che siedono qui in quest’aula.

Purtroppo, ad oggi non vediamo ancora questa disponibilità da parte vostra, se non un generico rimando a richieste che rimbalzate sul piano nazionale, però ognuno di noi, chi più, chi meno, da esponente chi di maggioranza, chi di opposizione, ha il dovere di cercare di garantire i servizi e fare la propria parte, anche per quanto riguarda un efficientamento del Servizio Sanitario Regionale.

Purtroppo devo dire che, prendendo atto di tutto ciò che è stato detto anche oggi in quest’aula, non vedo assolutamente questo spirito da parte vostra, e questo è un ulteriore elemento di preoccupazione che ci porteremo avanti anche nella prossima annualità, oltre alle problematiche di carattere economico, che si rifletteranno negativamente sul bilancio di previsione 2023.

Le nostre perplessità rimangono tutte, continueremo a portare avanti le nostre proposte, sulla linea di quello spirito che dicevo prima di avanzare proposte utili a risolvere le problematiche, perché non siamo qui a fare una sterile polemica, punto e basta, ma vorremmo anche noi dare il nostro contributo con delle proposte che stiamo cercando di mettere in atto.

Non servono assolutamente degli stati generali della sanità chiusi, ai quali addirittura i membri della Commissione Sanità non partecipano nemmeno. Io infatti non ho mai visto nemmeno un invito a questi incontri, magari è finito nella spam della mail, però sinceramente non ho mai visto alcuna convocazione, nemmeno la benché minima informativa in tal senso, l’ho sempre appreso da notizie, da comunicati di stampa oppure da informazioni ricevute dai rappresentanti sindacali, che magari ci aggiornavano proprio su queste iniziative.

Come vi dicevo prima, sono tutti eventi che voi state portando avanti giusto per cercare di temporeggiare, soffocare un po’ quel malcontento che c’è anche tra le organizzazioni sindacali. Del resto, non abbiamo ancora capito, in realtà, se il blocco delle assunzioni e del turnover sarà soltanto fino alla fine di quest’anno o se c’è o meno un piano pluriennale che verrà portato avanti. Queste sono tutte questioni che dobbiamo comprendere. Non a caso, vi posso anticipare – molti colleghi magari lo sapranno già, perché è una questione che abbiamo affrontato già in altre occasioni – che abbiamo chiesto di audire in Commissione Sanità le organizzazioni sindacali, perché è giusto ascoltarle anche in quella sede, non soltanto in un evento “chiuso” come gli Stati generali, che state tanto sbandierando, perché è giusto che tutti i commissari di quella sede, che è quella competente per quanto riguarda tutti gli atti che passano riguardanti la sanità, devono essere messi a conoscenza di ciò che anche le organizzazioni sindacali stanno chiedendo a livello regionale.

Dispiace di essere arrivati a questo punto senza la benché minima soluzione o proposta da parte vostra. Noi continueremo a portare avanti le nostre. Quindi, oggi non possiamo far altro che ribadire tutte le nostre perplessità e, ovviamente, contrarietà a questo progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Pochissime parole, solo per lasciare all’assessore Donini la possibilità di replica in una situazione in cui il dibattito è nel momento clou. Domani continueremo con la discussione anche sugli ordini del giorno e con le dichiarazioni di voto, però due cose le vorrei dire, molto secche. La prima è questa. Se lo Stato avesse rimborsato il dovuto, non staremmo facendo questa discussione. Dico lo Stato a prescindere dai Governi che si sono susseguiti, il Governo Draghi prima, il Governo Meloni adesso, perché su questo dobbiamo essere onesti. Poi ci sta che ognuno abbia la propria idea, però anche con le strumentalizzazioni e con le polemiche cerchiamo di non esagerare, perché se fossero stati rimborsati tutti i costi Covid la discussione sarebbe stata certamente di natura diversa.

Un’altra critica che fatico ad accettare – poi, per carità, sono tutte legittime – è quella legata alla condivisione delle informazioni attraverso gli articoli di giornale. Io penso che, se c’è una critica che non si può fare all’assessore Donini e all’assessore Calvano per questo PDL, ma più in generale al presidente e alla Giunta, sia quella di non essersi confrontati. Io penso che in questo mandato la Commissione Sanità sia una di quelle per le quali abbiamo fatto più sedute, proprio per la situazione emergenziale prima legata al Covid e adesso alla situazione complessiva dei conti e del post Covid. Il confronto c’è sempre stato. Nessuno ha la pretesa di risolverlo o di chiuderlo o di finirlo con questo PDL in quest’aula. È chiaro che sarà una discussione che ci porteremo dietro, probabilmente, fino alla fine del mandato. Comunque, ci siamo sempre detti che quello sulla sanità è un work in progress. L’ho detto nella relazione a questo PDL. Stiamo mettendo ognuno le proprie idee, sulle quali ci confronteremo. Però l’obiettivo di tutti, almeno il nostro di maggioranza, è rilanciare il Servizio sanitario regionale.

Capisco che il collega Marchetti abbia depositato un PDL, e sono sempre i contenuti di quel PDL che tornano nel dibattito. Avremo occasione di parlare anche di quello quando arriverà in Commissione. Però, nell’atto di indirizzo che abbiamo presentato oggi c’è già molto di quello che pensiamo anche rispetto ai contenuti che gli stessi colleghi di minoranza hanno messo lì.

Dopodiché, va bene tutto, ma stiamo facendo una discussione che, se avessimo ottenuto le cifre che ci spettavano, non sarebbe di questo tenore. Così come dire che non c’è stato un adeguato confronto credo sia davvero poco rispettoso per il lavoro che si è fatto finora. Certamente è legittimo, per carità, si può sempre migliorare, però penso che stiamo discutendo adeguatamente sul tema, proprio per la complessità che riveste.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

A questo punto, passo la parola alla Giunta. Prego, assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Grazie a voi, consiglieri, che avete arricchito la discussione con argomentazioni che sono sempre di stimolo, anche se non condivisibili alcune e condivisibili altre.

Vorrei, in particolare, ringraziare il presidente Zappaterra per aver argomentato in maniera molto netta, molto chiara la ragione di questo intervento finanziario, che certamente non è cospicuo in termini di valore assoluto rispetto alla quota iniziale di disavanzo, ma che contribuisce, assieme ad altre azioni, al pareggio di bilancio. Un pareggio di bilancio che anche per il 2022 la Regione Emilia-Romagna otterrà con grandi sforzi, grandi sacrifici, ma che alla fine otterrà.

Ringrazio anche la consigliera Piccinini, che ha avuto modo di apprezzare la stessa ragione di intervento da parte della Giunta, per rendere ancora una volta palese quella che è la priorità per noi, cioè di salvaguardare il Sistema sanitario regionale, soprattutto pubblico universalistico, come quello dell’Emilia-Romagna.

Poche considerazioni perché poi domani ci confronteremo ‒ immagino ‒ anche sull’ordine del giorno, però alcune cose voglio dirle.

Io non capisco come da parte dei consiglieri di minoranza (non uso mai il termine “opposizione”) vi sia una sorta di imbarazzo... minoranza e opposizione, come volete, opposizione. Non capisco come da parte vostra vi sia un imbarazzo nel sentire la verità dei fatti, quando si afferma che, se siamo in una situazione di criticità dal punto di vista della sostenibilità finanziaria del Sistema Sanitario delle Regioni, è perché, in questi tre anni di emergenza Covid prima e anche di emergenza energetica poi, lo Stato non ha riconosciuto e sostenuto le Regioni in quelle spese che sono state erogate.

Là dove voi governate, cioè nella maggioranza delle Regioni, queste cose vengono dette a gran voce, anzi in una parte di queste anche con meno imbarazzo, visto che i Governi che hanno preceduto questo che si è appena insediato non hanno avuto il sostegno di una parte dell’opposizione. Lo dicono tutti, lo dicono i numeri, lo dicono le Regioni, lo dicono gli analisti, lo dice la Corte dei Conti che noi in questi tre anni non siamo stati messi nelle condizioni di avere le risorse che abbiamo impegnato per contrastare efficacemente la pandemia e per condurre una campagna di vaccinazione di massa, che ha dato tra i valori di efficienza e di efficacia massimi in Italia.

Se avessimo avuto quelle risorse, non ci sarebbe bisogno oggi di ricorrere a risorse aggiuntive da parte del bilancio regionale, anzi avremmo sicuramente risorse da destinare a progetti ben più ambiziosi.

Non è vero che il campanello d’allarme non sia stato lanciato o sia stato lanciato tardivamente, a giugno di quest’anno (uno poi lo data a giugno, l’altro a settembre), il campanello d’allarme è stato lanciato a settembre dell’anno scorso, del 2021, quando le Regioni, compresa la nostra, dopo aver chiuso faticosamente il 2020 in termini di consuntivo, si sono viste negare dal Governo il rimborso delle spese Covid, e noi stessi abbiamo avuto un impiego di risorse nostre, autonome, per il 2021 mi pare del 56 per cento del totale. Dati Corte dei conti. È da lì che noi abbiamo cominciato ad aprire una vertenza, uniti, tutte le Regioni, molto più di come siamo uniti in quest’aula, nei confronti del Governo affinché venissero riconosciute queste risorse e date alle Regioni. Non è stato dato in maniera adeguata e sufficiente a quanto si è speso.

Ora c’è un nuovo Governo, abbiamo tutti assistito con una certa preoccupazione al decreto “Aiuti Quater”, dove la parola “sanità” non c’è stata, guardiamo con interesse, invece, al dibattito sulla legge di stabilità, in cui la parola “sanità” c’è e ci sono risorse anche aggiuntive, guardiamo alla considerazione che questo Governo darà alle Regioni nei confronti dell’unica richiesta che fanno in modo unanime, e cioè che nessuna Regione in Italia debba andare in un piano di rientro sulla base dei costi Covid non rimborsati o sulla base dei maggiori costi energetici. Questo è il patrimonio comune. Se non partiamo da lì, è chiaro che tutto non si comprende. Altro che allarme! Abbiamo lanciato diversi allarmi durante questo periodo.

Venendo nel merito, anche lì, non c’è nessuna spesa fuori controllo. La spesa fuori controllo è una spesa che le Regioni potrebbero sostenere slegata dall’adempimento delle garanzie sui livelli essenziali di assistenza. Vi informo che la vostra Regione è ancora la Regione che garantisce massimamente in Italia i livelli essenziali di assistenza. Assieme ad altre. Non siamo gli unici. Quindi, la nostra spesa è per curare i cittadini, per prenderli in carico, per recuperare ciò che è stato rallentato in questi due anni causa Covid, per cercare di ovviare a quella tempesta perfetta che non ha visto soltanto il Covid e i rincari energetici, ma ha visto cadere in questo periodo anche una crisi molto forte rispetto alla possibilità di dotarci di quella quantità di professionisti, in particolare medici, in particolare medici di medicina generale, in particolare medici di emergenza-urgenza, in particolare anestesisti, in particolare ginecologi, alcune categorie professionali che oggi sono in una carenza importante a livello nazionale. Però la vostra Regione sul personale non ha lesinato sforzi. Quando abbiamo dato i dati che riportano, per esempio, che da noi il numero dei medici è cresciuto del 4,20 per cento contro una media italiana che, invece, registra un meno 2 per cento, quando abbiamo visto che il numero degli infermieri è aumentato del 5,80 per cento contro una media italiana che vede un aumento dell’1 per cento, quando, per esempio, il numero delle OSS, degli OSS da noi è più 18 per cento contro una media italiana che registra un meno 2 per cento, sono dati molto significativi sullo sforzo che abbiamo fatto per reperire il personale necessario per erogare ancora una volta in maniera qualitativa e quantitativa i Livelli essenziali di assistenza.

Se il contratto nazionale stabilisce che il livello di precariato nella sanità debba essere al massimo del 20 per cento, vi informo che la vostra Regione ha un livello di precariato del 5 per cento. Quindi, noi abbiamo lavorato in questi tre anni per garantire ai cittadini italiani, perché molti vengono a curarsi qui, e ai cittadini innanzitutto dell’Emilia-Romagna la possibilità di uscire dalla pandemia, ma non ci siamo ancora del tutto, di contrastarla fino in fondo e di riprendere un’attività ancorata radicalmente ai LEA.

Per quello che riguarda ‒ giustamente faceva riferimento anche la consigliera Evangelisti ad alcuni temi ‒ i posti letto, se lei va a vedere i dati, che sono disponibili, noi siamo sostanzialmente a livello di come ci colloca il DM n. 70. Noi siamo a una soglia di posti letto complessivamente del 3,92 posti letto per 100.000 abitanti, contro il 3,93 del DM n. 70. Siamo ben al di sopra della media italiana, che è il 3,35.

Lei ha parlato di assistenza domiciliare. Noi stiamo all’8,5 per cento senza attività delle USCA, altrimenti saremmo già oltre il 9 per cento. Questa, per esempio, è una battaglia che abbiamo fatto fino all’accordo raggiunto all’unanimità l’altro giorno con tutte le Regioni, quando, per esempio, richiamiamo i finanziamenti del PNRR parte corrente, non suddivisi su quanto manca al 10 per cento, così come dice l’Europa, ma sulla base di quanto noi abbiamo finanziato in questi anni per essere all’8,5 per cento, perché non è che abbiamo speso altri soldi, abbiamo speso i soldi del Fondo sanitario nazionale. Siamo tra le Regioni, assieme al Veneto, assieme alla Toscana, con più alti livelli di assistenza domiciliare.

In ogni argomento che io ho sentito, quindi, ho sentito delle giuste preoccupazioni, ho sentito delle false rappresentazioni della realtà, indotte probabilmente dalla non conoscenza o comunque dal ruolo, ma bisogna partire dai dati.

Anche sul PNRR, proprio ieri l’altro o ieri l’altro ancora, è stato varato dal Governo un importante decreto, che riconosce alle Regioni i finanziamenti per poter completare gli investimenti del PNRR parte territoriale. Vi informo che la vostra Regione ha ottenuto più finanziamenti di tutti, perché siamo avanti con le progettazioni e siamo in grado di esibire ciò che stiamo facendo per realizzare la sanità territoriale, così come stabiliscono non solo il PNRR, ma anche il DM 77.

Noi pensiamo che in questa istanza ‒ e chiudo ‒ le Regioni debbano mantenere l’unità che hanno ritrovato in questo periodo, avendo un’interlocuzione non muscolare con il Governo, così come non è stata muscolare con i Governi precedenti, ma dicendo la verità, cioè che il Servizio Sanitario nazionale nel suo complesso è sotto finanziato, non da oggi, che il Covid ha impresso un ulteriore fabbisogno di salute nella società, una ulteriore fragilità anche di tipo sociale, e, dove c’è fragilità sociale, molto spesso si innesta un bisogno sanitario, quindi dobbiamo ripensare insieme (sarà discorso di domani) quelle innovazioni di sistema che vadano a collocarsi sicuramente nell’aggredire i problemi e le maggiori criticità che abbiamo davanti.

Su questo c’è bisogno di tutte le idee possibili e immaginabili, a partire da quelle però dei professionisti che lavorano nel Servizio sanitario nazionale. D’altra parte, gli Stati Generali della salute della comunità, che non sono certamente un elemento di spettacolarizzazione, sono, da un lato, una discussione continua con i sindacati, con la Cabina di regia dei sindaci, e approderanno, come è naturale che sia, nella discussione in Commissione e in aula, ma sono sostanzialmente decine e decine di incontri che stiamo facendo con i professionisti. Se questo è un sistema che ancora in Italia è preso ad esempio come uno dei migliori sistemi sanitari che ha il Paese, è merito dei professionisti, e se è merito dei professionisti è innanzitutto loro che dobbiamo ascoltare, anche quando esprimono criticità, anche quando esprimono a volte sentimenti di esasperazione per un carico di lavoro estremamente difficile in questo periodo. È lì che noi stiamo ragionando. È lì che nasceranno le riforme. È lì che noi potremo aggredire le criticità che abbiamo davanti, con una visione che ci perviene e condividiamo con coloro che la sanità la stanno realizzando quotidianamente, che fino a due anni fa chiamavamo eroi.

C’è bisogno di tutti, c’è bisogno di trasparenza, io la offro e la pretendo, c’è bisogno di buonafede, io la offro e la pretendo, c’è bisogno di un concorso di tutti affinché il nostro Sistema sanitario regionale possa uscire prima e meglio di altri da una situazione che l’ha profondamente colpito. Il Covid qui ha picchiato molto di più che in altre regioni, che in altri territori, per fortuna loro. L’incremento delle spese energetiche è del tutto evidente che colpisce dove le strutture ci sono e tra Emilia e Toscana abbiamo la metà delle strutture territoriali in Italia. Abbiamo una rete ospedaliera pubblica estesa, diffusa, quindi è chiaro che qui colpisce di più quel costo. Tutto questo deve essere patrimonio comune. Se non è patrimonio comune, è chiaro che toccherà a una parte risolvere i problemi, far uscire la sanità emiliano-romagnola da questa fase di criticità e proiettarla nel futuro. Se sarà patrimonio comune, sarà merito di tutti. E su questo vi invito domani a confrontarci sugli ordini del giorno.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.

A questo punto abbiamo finito con la discussione ed entriamo ad affrontare l’esame dell’articolato. Ricordo che abbiamo solo due articoli. Il testo è costituito, appunto, da due articoli.

La nomina degli scrutatori è già avvenuta. La ricordo: consigliere Paruolo, consigliera Mori e consigliera Stragliati.

Adesso passiamo all’articolato.

Probabilmente, i tempi non ci permetteranno di proseguire con gli ordini del giorno, ma con l’articolato sì.

Articolo 1.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

A questo punto, siamo alla discussione generale sugli ordini del giorno, ma visti i tempi stretti ‒ sono le ore 17,22 ‒ affronteremo questo punto nella giornata di domani.

Dichiaro chiusa la seduta. Buona serata a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 17,22

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI; Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non partecipare alla seduta gli assessori Paolo CALVANO, Barbara LORI e il consigliere Fabio BERGAMINI.

 

Votazione elettronica

 

OGGETTO 5807

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici della Regione Emilia-Romagna". (57)

 

Presenti: 40

Favorevoli: 28

Astenuti: 12

Assenti: 10

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; COSTA Andrea; COSTI Palma; CUOGHI Luca; DAFFADÀ Matteo; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MONTALTI Lia; MORI Roberta; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; RONTINI Manuela

 

Astenuti:

BARGI Stefano; CATELLANI Maura; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio;

STRAGLIATI Valentina; DELMONTE Gabriele

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; FACCI Michele; GIBERTONI Giulia; MOLINARI Gian Luigi; MUMOLO Antonio; PETITTI Emma; RANCAN Matteo; ROSSI Nadia; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Emendamenti

OGGETTO 5807

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici della Regione Emilia-Romagna". (57)

 

Emendamento 1, a firma dell’assessore Felicori

«All'articolo 4, comma 3, lettera b) del Progetto di legge (Riconoscimento e valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici della Regione Emilia-Romagna) il punto 10) è sostituito dal seguente:

"10) promozione del turismo culturale con particolare attenzione allo smart tourism e al turismo dolce e sostenibile".»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Gerace, Amico, Pompignoli

«All'art. 5 è inserito il comma aggiuntivo 2. bis:

"2. bis. La Regione, in collaborazione con gli Enti locali, favorisce progetti volti all'adozione di monumenti da parte di privati cittadini, di fondazioni, enti pubblici e privati e di soggetti comunque interessati, mediante la raccolta di segnalazione di opere da restaurare o manutenere, rese visibili online.".»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Pompignoli

«All'art. 1 le parole "secondo i principi enunciati nell'articolo 2 della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore dell'eredità culturale per la società, firmata a Faro il 27 ottobre 2005, ratificata ai sensi della legge 1° ottobre 2020, n. 133" vengono soppresse.»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Pompignoli

«All'art. 2, comma 3, dopo le parole "apposita deliberazione," vengono aggiunte le seguenti parole "sentito il parere della commissione assembleare competente";»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Pompignoli

«All'art. 3, dopo il comma 3, viene aggiunto il seguente comma:

4. È istituito presso la Regione Emilia-Romagna un "Albo regionale dei cimiteri storici e monumentali" alla cui tenuta e alla gestione provvede la Giunta regionale attraverso l'assessorato competente.»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Pompignoli

«All'art. 4, al comma 1, le parole "riconosciute quali '"cimiteri monumentali e storici dell'Emilia-Romagna" vengono sostituite dalle seguenti parole: "iscritte all'albo regionale dei cimiteri monumentali e storici dell'Emilia-Romagna che presentino apposita domanda"»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

«All’articolo 4 comma 3 lettera b) è aggiunto il seguente numero 12):

“12) progetti che favoriscano il miglioramento dell’accesso e della fruibilità turistica dei cimiteri monumentali e storici.»

(Approvato)

 

Emendamento 8, a firma dei consiglieri Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi

«Nell'art. 2, comma 3 dopo la parola "disciplina" inserire:

"di concerto con il Ministero della Cultura e le soprintendenze territoriali"»

(Approvato)

 

Emendamento 9, a firma dei consiglieri Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi

«Nell'art. 4, comma 1 dopo le parole "soggetti titolari e gestori" inserire la parola:

'Pubblici"»

(Ritirato)

 

Emendamento 10, a firma dei consiglieri Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi

«Alla fine dell'articolo 6 "Disposizioni di rinvio" si aggiunge:

“favorendo un congruo numero di interventi”»

(Approvato)

 

Emendamento 11, a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

«All'art. 5, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma 1 bis:

“1 bis La Regione promuove e facilita altresì la collaborazione con il Ministero della Difesa, con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con le rappresentanze diplomatiche italiane e straniere per inserire contestualmente i cimiteri di guerra e i cimiteri militari all'interno della sezione dedicata del sito regionale di cui al comma 1”.»

(Approvato)

 

Emendamento 12, a firma del consigliere Amico

«Art. 2 comma 3 — le parole "di concerto con il Ministero della Cultura e" sono sostituite dalla parola "sentite".»

(Approvato)

 

LE PRESIDENTI

LA SEGRETARIA

Petitti - Zamboni

Montalti

 

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