Espandi Indice

195.

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 1° MARZO 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri)

MONTALTI (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

RANCAN (Lega)

PRESIDENTE (Rainieri)

MONTALTI (PD)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

RANCAN (Lega)

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Rainieri)

SABATTINI (PD)

 

OGGETTO 6363

Risoluzione per impegnare la Giunta a intraprendere un percorso condiviso, anche con le amministrazioni comunali, con l'obiettivo di progettare e realizzare quanto prima il miglioramento del collegamento tra Pianoro e Sasso Marconi nelle valli del Savena e Reno. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 5031

Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere e riconsiderare il progetto di collegamento infrastrutturale tra le Valli del Reno e del Setta, complementare e alternativo alla SS 64 Porrettana. A firma dei Consiglieri: Facci, Mastacchi

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MASTACCHI (RCPER)

CALIANDRO (PD)

FACCI (Lega)

ZAMBONI (EV)

MASTACCHI (RCPER)

PARUOLO (PD)

TARUFFI, assessore

CUOGHI (FdI)

MASTACCHI (RCPER)

FACCI (Lega)

PICCININI (M5S)

CALIANDRO (PD)

FELICORI

 

OGGETTO 6406

Risoluzione per impegnare la Giunta a riaprire gli ambulatori dedicati ai trattamenti di agopuntura presso l'Ospedale Bellaria di Bologna e nelle altre strutture della regione coinvolte nel progetto MED.IO.RER. (Medicina integrata in oncologia nella Regione Emilia-Romagna) e a intervenire in Conferenza Stato-Regioni per sollecitare l'avvio di un percorso che valuti l'inserimento dell'agopuntura nei livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario nazionale. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

BERGAMINI (Lega)

ZAMBONI (EV)

SONCINI (PD)

MARCHETTI Daniele (Lega)

ZAMBONI (EV)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

OGGETTO 6051

Risoluzione sulla possibilità di fornire alla popolazione ucraina generatori e materiali di soccorso della Regione e dell'Agenzia regionale per la protezione civile e la sicurezza territoriale. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Rainieri)

PICCININI (M5S)

MALETTI (PD)

AMICO (ERCEP)

PIGONI (BP)

CUOGHI (FdI)

FACCI (Lega)

PICCININI (M5S)

AMICO (ERCEP)

MALETTI (PD)

SABATTINI (PD)

MARCHETTI Francesca (PD)

 

OGGETTO 6382

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire in sede di Conferenza Stato-Regioni e a sollecitare il Governo e il Parlamento affinché venga ripristinata la dotazione finanziaria del fondo sociale per l'affitto e del fondo per la morosità incolpevole. A firma dei Consiglieri: Mumolo, Zappaterra, Costa, Mori, Rossi, Caliandro, Marchetti Francesca, Gerace, Bulbi, Sabattini, Fabbri, Rontini, Daffadà, Pillati

(Discussione)

PRESIDENTE (Rainieri)

MUMOLO (PD)

FACCI (Lega)

PELLONI (Lega)

PRESIDENTE (Rainieri)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazioni elettroniche oggetti 63635031 - 6051

Emendamenti oggetto 6051

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAINIERI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,40

 

PRESIDENTE (Rainieri): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 195 del 1° marzo 2023.

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Montalti, prego. Su che cosa?

 

MONTALTI: Scusi, sull’ordine dei lavori. Faccio un interpello e vorrei un chiarimento sul Regolamento, perché mi pare che ci sia l’opzione di collegarsi in remoto in caso di maltempo. Volevo un attimo capire questo elemento. È proprio un chiarimento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo scusa, mi fate però finire l’apertura della seduta? Sennò stiamo tutti intervenendo senza l’apertura.

Scusatemi, hanno giustificato la propria assenza la consigliera Evangelisti, gli assessori Colla, Mammi e Salomoni.

La consigliera Zappaterra ha informato che si collega da remoto a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento.

Per rispondere alla collega Lia Montalti, il Regolamento prevede motivi di salute, come previsti, appunto, e sono tra quelli che ha citato, appunto, la consigliera Zappaterra per potersi collegare.

Se volete, vi leggo tutto l’articolo 102-bis oppure se volete darlo per…

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente, ma mi sembra molto curiosa la richiesta della consigliera Montalti, perché oltretutto sappiamo bene come è andata la Capigruppo e sinceramente che ci possa essere una richiesta, da parte del Gruppo di maggioranza, quindi si consenta a dei consiglieri perché fuori nevica di andare a casa e di collegarsi, credo che sia qualcosa di scandaloso.

Mi permetta. Ma lo dico non perché ci sia qualsivoglia cosa strana per cui non si possa gestire il collegamento da casa, anche perché, come ha detto lei giustamente, presidente, è stato richiesto e vi è un Regolamento approvato; però già solamente che si faccia da puntello alla Presidenza per dire che, siccome nevica, i consiglieri regionali non devono lavorare o vediamo se si può lavorare o meno e magari lasciamo andare a casa quelli perché nevica.

Ricordo che fuori il mondo va avanti lo stesso. Non credo che oltretutto qua noi siamo sotto la neve. Non credo che siamo in mezzo a un campo o da altre parti dove i cittadini, ovviamente, lavorano in condizioni ben peggiori delle nostre. Quindi, credo che sia stato qualcosa di incredibile. Al di là del dibattito che c’è giustamente fuori dai microfoni, però, siccome la consigliera Montalti ha voluto portare al microfono la questione, ufficialmente io chiedo che venga messo a verbale che per noi le condizioni meteorologiche non consentono un presupposto per cui ci si possa connettere e lavorare da casa.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Intanto rispondo al Capogruppo della Lega. La seduta è registrata, per cui tutto quello che lei ha detto è verbalizzato.

Consigliera Montalti... Se volete, apriamo il dibattito su questa cosa, però, scusatemi, abbiamo un Regolamento che è molto chiaro, se volete ve lo leggo tutto, andare avanti su questo non fa onore a coloro che sono qua dentro forse... comunque, consigliera Montalti.

 

MONTALTI: Io non voglio assolutamente fare polemica, ma penso che sia nel diritto di tutti i consiglieri chiedere un chiarimento sul Regolamento, poi le mie parole sono state travisate, come spesso capita, e strumentalizzate, come spesso capita, ma ho chiesto un chiarimento sul Regolamento.

Purtroppo non ho con me il Regolamento... non mi interessa, è stata data una risposta tecnica, va benissimo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Se vuole....

 

MONTALTI: No, non voglio letture, perché mi va bene la risposta tecnica del direttore. Io volevo questa cosa qua, perché non mi ricordavo e, visto che mi pare che tutti noi consiglieri abbiamo il diritto di intervenire chiedendo un chiarimento sul Regolamento, mi pare che sia nelle nostre prerogative poter chiedere chiarimenti sui Regolamenti. Capita spesso.

 Quindi va benissimo la risposta che è stata data, non mi va bene che vengano strumentalizzate le parole di un consigliere in Aula rispetto a chiarimenti relativi al Regolamento.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Questo non è oggetto della decisione della Presidenza.

Consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Anch’io avrei bisogno di un chiarimento sul Regolamento. Presidente, vorrei chiederle se dal Regolamento è previsto l’obbligo di indossare la giacca, perché non mi pare che sia stato redarguito il Capogruppo della Lega Nord e che era sua competenza farlo, se non sbaglio.

Se può leggermi il Regolamento, prego.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei ha perfettamente ragione, non c’è un obbligo, c'è un'indicazione. Chiedo al consigliere Rancan di mettersi la giacca e chiedo scusa se non ho redarguito il consigliere Rancan, eravamo in una situazione iniziale di Capigruppo, quindi in Capigruppo non c’è l’obbligo, poi abbiamo iniziato la seduta dell’Aula e mi sembrava il caso di vedere se il consigliere Rancan, come detto, se la facesse portare, quindi il tempo tecnico di scendere dall’ufficio... però decido io, lei può dire di no.

Prego, consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Siccome lei giustamente come Presidente, in altre occasioni, ha allontanato i consiglieri che mancavano di rispetto all’Aula non indossando la giacca e lo ha fatto anche con i membri della Giunta in passato, quando non indossavano la giacca, mi pare giusto applicare un unico Regolamento per tutti.

Il fatto che lei, presidente, si voglia scusare con quest’Assemblea è un atto di generosità e di rispetto nei confronti dell’aula. Il fatto che non l’abbia fatto per tempo, però, è una grave mancanza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Rilevo la sua mancanza. Il collega Rancan stava parlando e non potevo dirgli: “Smetta di parlare, vada fuori, si metta la giacca e rientri”. È stato fatto immediatamente dopo, perché il collega Rancan ha chiesto a una sua collaboratrice di portare la giacca. Poi, se volete continuare su questo tono, credo che chi ci sta ascoltando non sia effettivamente molto attento o consideri quest’aula impegnata in operazioni molto importanti a tutela dei cittadini dell’Emilia-Romagna.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Per fatto personale, presidente, perché oltretutto il consigliere Caliandro pone un tema, che è quello della giacca, che giustamente lei ha specificato bene. Eravamo qua in sede di Capigruppo. Oltretutto il collega Caliandro era presente non potendo essere presente alla seduta di Capigruppo.

È entrato prima della fine della Capigruppo. In ogni caso, questo è il classico metodo della Sinistra. E ve lo spiego. Posso parlare?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sì.

 

RANCAN: Qui si sta discutendo sull’ordine…

 

PRESIDENTE (Rainieri): Per favore, sennò qua continuiamo…

Consigliere, lei ha il tempo per fatto personale. La prego di non divagare dall’argomento del fatto personale.

 

RANCAN: Se vuole poi mi prenoto sull’ordine dei lavori. Non ho problemi.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei ha il diritto di parlare sia per l’uno che per l’altro.

 

RANCAN: In ogni caso stavamo parlando perché è stato posto un tema dalla consigliera Montalti relativamente al Regolamento.

Oltretutto ricordo che la consigliera Montalti è segretaria dell’Ufficio di Presidenza. Quindi, insomma, magari che si conoscessero i Regolamenti approvati.

Detto ciò, da una parte vengo ripreso io, perché non ho la giacca, cosa che oltretutto non è prevista da Regolamento, non è previsto l’obbligo, quindi una pura formalità. Dall’altra parte c’è la sostanza, cioè il PD, che siccome nevica vuole andare a casa. Questa è la verità. Io vengo ripreso per la giacca quando c’è la maggioranza che vuole andare a casa perché nevica. Ai cittadini la sentenza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Io do la parola a tutti e su questo credo… Consigliere Caliandro, sull’ordine dei lavori? Il fatto personale non c’è, perché non credo ci sia fatto personale.

Prego.

 

CALIANDRO: Lei ha riconosciuto la possibilità di fare questo carnevale per un fatto personale che non c’era, perché l’applicazione del Regolamento non può essere…

 

(interruzione)

 

CALIANDRO: No, no, un fatto personale evidentemente non si pone rispetto all’interpretazione del Regolamento, cosa che invece lei è tenuto a fare, e ha permesso che questo fatto personale venisse utilizzato come grimaldello contro la maggioranza.

 

PRESIDENTE (Rainieri): No, mi scusi, se lei avesse seguito bene, io ho detto per fatto personale e lui ha detto: intervengo sull’ordine dei lavori.

 

(interruzione del consigliere Caliandro)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Mi scusi, consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Quando ho interrotto?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Visto che io sono presidente, quindi lei ascolta me e poi può riparlare.

 

CALIANDRO: Io non ho interrotto.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Caliandro, non mi obblighi a toglierle la parola, perché tutto questo è strumentale a fare bagarre in una situazione in cui non credo ce ne sia bisogno.  Il consigliere Rancan ha chiesto il fatto personale. Io gli ho detto “è fatto personale” e lui mi ha detto: “intervengo sull’ordine dei lavori”.

 

CALIANDRO: No, no, ha detto se non mi dà il fatto personale dopo intervengo per l’ordine dei lavori. Presidente, lei deve essere autorevole e deciso anche nel bloccare quelli della componente della Lega.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Lei non mi può dire che io non sono quello che non va eventualmente anche contro quelli dell’opposizione. Credo di essere l’unico ad avere espulso qualche volta i membri dell’opposizione.

CALIANDRO: Ha contestato l’utilizzo della giacca? Ha contestato il fatto che non c’è il fatto personale? È avvenuto davanti a tutti. Sono cose registrate, collega.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Caliandro, vuole andare avanti ancora molto per questa roba?

 

CALIANDRO: No, ma mi sembra giusto che noi diamo rispetto alle Istituzioni che rappresentiamo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ma io porto rispetto all’Istituzione, come lei dovrebbe portarlo a questa Presidenza e ai suoi colleghi. Ha fatto una rimostranza nei confronti del collega, che si è subito andato a mettere la giacca.

 

CALIANDRO: No, se l’è fatta portare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Certo che s’è l’è fatta portare.

 

CALIANDRO: Certo, doveva abbandonare l’aula.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Mi scusi, è qualcosa che non va bene farsela portare? È un delitto. Ma di cosa stiamo parlando, consigliere Caliandro?

 

CALIANDRO: Ho detto che lei non lo ha contestato. Lei non lo ha contestato e non l’ha contestato quando non c’era il fatto personale. Doveva intervenire, Presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Benissimo. Allora a questo punto, chiedo scusa, mi prendo la responsabilità e chiudo il dibattito. Non so se il collega Sabattini voleva intervenire ancora in questo, spero e mi auguro di no. Ci saranno altre sedi, magari un’altra Capigruppo eventualmente, ma non adesso. Chiedo di poter continuare con i lavori.

Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Sì, Presidente, mi ha anticipato. Le chiederei cortesemente, dopo la discussione, chiarendo che, come avevo detto nel primo intervento, dove avevamo detto palesemente che i Capigruppo si parlano tra di loro, fanno delle proposte tra di loro e le propongono a tutta quanta l’aula. Non c’è il PD che voleva andare a casa. In un contesto si è provato a indagare anche una volontà. Non c’è stata. Sono venuto io personalmente a chiedere se c’è l’assenso di tutti. Assolutamente no, andiamo avanti.

La partita è conclusa. Proseguiamo, secondo me abbiamo già perso troppi minuti. Proseguiamo con la nostra discussione, sperando anche che sia i toni che il clima tornino nel rispetto del dialogo, come abbiamo avuto nella gran parte dei nostri dibattiti qui dentro.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Perfetto, la ringrazio per le sue parole.

 

OGGETTO 6363

Risoluzione per impegnare la Giunta a intraprendere un percorso condiviso, anche con le amministrazioni comunali, con l’obiettivo di progettare e realizzare quanto prima il miglioramento del collegamento tra Pianoro e Sasso Marconi nelle valli del Savena e Reno. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Discussione e reiezione)

 

OGGETTO 5031

Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere e riconsiderare il progetto di collegamento infrastrutturale tra le Valli del Reno e del Setta, complementare e alternativo alla SS 64 Porrettana. A firma dei Consiglieri: Facci, Mastacchi

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Riprendiamo i nostri lavori con l’oggetto 6363, Risoluzione per impegnare la Giunta a intraprendere un percorso condiviso, anche con le amministrazioni comunali, con l’obiettivo di progettare e realizzare quanto prima il miglioramento del collegamento tra Pianoro e Sasso Marconi nelle valli del Savena e Reno, a firma del consigliere Mastacchi, a cui si abbina la risoluzione 5031, a rivedere e riconsiderare il progetto di collegamento infrastrutturale tra le valli del Reno e del Setta, complementare e alternativo alla SS64 Porrettana, a firma dei consiglieri Facci e Mastacchi.

Siamo in discussione generale.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente, cercherò di tenere un tono di voce calmo, così cerco di abbassare la media del livello dell’intensità della giornata.

Parliamo delle Ganzole, che per i bolognesi è un luogo molto conosciuto, un luogo anche pieno di problemi, quindi il tema...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Chiedo scusa. Consigliera Montalti, però, se lei ha qualcosa da dire, lo dica al microfono, altrimenti evitiamo di riprendere... non l’ha aggredita nessuno, consigliera Montalti, e la prego di mantenere un tono e delle parole in quest’Aula consone alla questione.

Chiedo scusa, consigliere Mastacchi, le restituiremo il tempo che le ho fatto perdere. Prego.

 

MASTACCHI: Grazie, stavo per chiederglielo io.

 

PRESIDENTE: Basta, però, per favore! Come basta, no? No, scusi, consigliera Marchetti, c’è un collega che sta parlando, è buona educazione, poi se volete continuare a parlare, fate quello che volete.

Consigliere Mastacchi, prego. La interromperò tutte le volte che i suoi colleghi continueranno a interromperla. Prego.

 

MASTACCHI: Io ho tolto il tempo, così almeno ne ho buttato via di meno.

Il tema della viabilità nel bacino dell’Appennino bolognese sappiamo essere di grande attualità sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista delle situazioni di emergenza che si sono concentrate negli ultimi anni.

L’eterna discussione politica sulle infrastrutture da realizzare o meno ha sempre un approccio di contrapposizione fra un intervento e l’altro. Un esempio è quello della bretella Reno-Setta verso il miglioramento della Porrettana, e l’altro caso più eclatante, più di interesse generale è il caso del nodo bolognese, quindi il Passante di Mezzo verso il Passante Sud. Su questo i giochi sono già fatti, ma qualcosa aggiungerò dopo.

Alla discussione sui temi strutturali si innestano una serie di emergenze che vanno a peggiorare la situazione complessiva. La frana sulla 325, strada chiusa dal 6 aprile 2019, i lavori sulla bretella di collegamento di Sasso Marconi al casello sud, i lavori sulle gallerie dell’Autostrada 1 di Monte Mario, sempre a Sasso Marconi, che sono iniziati in questi giorni, i lavori di decostruzione e ricostruzione del ponte Leonardo da Vinci sempre a Sasso Marconi e il pericolo di crolli sulla rupe di Sasso Marconi. Quindi, in una piccola area territoriale si concentrano veramente tanti problemi che condizionano la viabilità, quindi tutti lavori che incidono pesantemente sulla viabilità locale e sulle scelte da fare in futuro.

La risoluzione che stiamo discutendo oggi tratta il tema della Strada provinciale delle Ganzole, strada che collega Sasso Marconi e Pianoro, che, oltre alla viabilità ordinaria locale già abbastanza importante, ha anche il peso del traffico pesante dei TIR che dalla A1 è in arrivo dal sud Italia, che per evitare il giro dell’oca di Bologna attraversano il valico delle Ganzole.

Vista la tortuosità della strada, già in condizioni normali, quando i TIR si arrampicano, si creano lunghe file che salgono quasi a passo d’uomo sui tornanti delle Ganzole, ma i problemi arrivano quando c’è neve e c’è ghiaccio, come è successo nello scorso mese di gennaio, dove si sono verificati più casi di blocco al traffico in soli due giorni.

Atteso che nel recente studio di fattibilità della Città Metropolitana relativo al miglioramento del collegamento fra Pianoro e Sasso Marconi, nelle valli del Savena e del Reno, si legge che gli effetti del collegamento sarebbero di fatto solo a beneficio del traffico diretto dal versante est alla rete autostradale, quindi con un numero molto limitato di utenti, mentre è opinione consolidata che questa riflessione non corrisponde ai disagi che si rilevano quotidianamente.

È un’affermazione che, sinceramente, considerato lo studio agli occhi di chi conosce la situazione, di parecchi amministratori locali, è sembrato non realistico e strumentale a sostenere l’ipotesi che l’intervento non sia necessario. Non si può quindi continuare ad ignorare il problema della necessità di migliorare il tracciato di questa strada provinciale e più in generale di un Passante Sud per l’area metropolitana di Bologna, che rappresenta sempre più una necessità imprescindibile.

A tutto questo si aggiungono anche gli imminenti lavori per il Passante di Mezzo che peggioreranno un quadro già critico rendendo la percorribilità di quel tratto praticamente impossibile in particolare per i mezzi pesanti in arrivo in direzione sud.

Chi arriva da ovest sa bene che quando deve attraversare la città, già ora trova parecchio traffico, quasi tutti i giorni file, quando ci saranno i cantieri, possiamo immaginare cosa succederà.

Quindi, visto che l’assessore Corsini in una mia precedente interrogazione rispose, parole testuali: “rimane sempre aperta la possibilità di esplorare la fattibilità tecnico-economica di nuove soluzioni trasportistiche per risolvere particolari criticità, anche in variante agli strumenti pianificatori vigenti”, di fatto aprendo ad una possibilità di massima a valutare in una nuova ottica una soluzione a questo problema, si chiede quindi di impegnare la Giunta e il presidente ad intraprendere un percorso condiviso, anche con le amministrazioni comunali, con l’unico obiettivo di progettare e realizzare quanto prima il miglioramento del collegamento fra Pianoro e Sasso Marconi, nella Valle del Savena e Reno, per dare risposta alle oltre 400 imprese e ai migliaia di pendolari che ogni giorno utilizzano quel tratto di infrastruttura, con una soluzione sostenibile, uno studio di fase di fattibilità finanziabile e cantierabile, al fine di agevolare e rendere più fluido il traffico di scambio fra le due valli e al contempo potenziando il collegamento della Valle del Savena con il nodo di Sasso Marconi, perché solo con l’unità di intenti di tutto il territorio e il sostegno della Regione è possibile ottenere dal Ministero il finanziamento e un intervento indispensabile e non più rinviabile. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie. Consigliere, Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Prima di iniziare l’intervento preannuncio e le chiedo il voto elettronico su tutti i provvedimenti, perché è corretto che si sappia chi rimane in aula fino alla fine dei lavori, visto che c’è stata questa polemica.

Dunque, 6363 è una risoluzione importante, che affronta un tema chiaramente al quale siamo molto attenti, stanti anche gli 11 milioni stanziati dalla Regione per il potenziamento delle vie montane. Resta comunque la sensazione che le risoluzioni, così come sono state iscritte all’ordine dei lavori, intervengono fuori tempo massimo. Vero infatti che l’analisi predisposta da Città metropolitane e società TPS è stata ultimata il 15 ottobre 2021, con un’analisi preventiva sulle soluzioni stesse che le due risoluzioni cercano di mettere in campo e dando risoluzioni che evidentemente stabiliscono tempi di percorrenza e miglioramento in virtù anche del percorso demografico di crescita delle zone stesse abitate e dell’interesse allo sviluppo dei territori stessi.

È stato infatti appurato che, dalle risultanze di queste analisi, si evidenzia che, rispetto allo svincolo per Firenze, la presenza della galleria riesce a far risparmiare quattro o cinque minuti ai veicoli provenienti da Pianoro, Pian di Macina, un minuto da Monzuno, due minuti da Loiano e Monghidoro.

Sasso Marconi, data la sua posizione rispetto allo svincolo, non beneficia di tale opera. Tuttavia, rispetto allo svincolo di Milano, la presenza della galleria porta ad una riduzione di un minuto per chi proviene da Loiano, Monghidoro e Monzuno, di quattro minuti per chi proviene da Pianoro, Pian di Macina, e anche in questo caso non vi sono evidenti riduzioni di tempo per chi proviene da Sasso Marconi.

Infine, rispetto al centro di Bologna, la galleria porta un risparmio di un minuto per chi proviene da Monzuno. La differenza di tempo è pressoché invariata per tutte le altre situazioni originarie.

Molto più importanti sono invece gli effetti che produce il nodo di Casalecchio e il Passante di Bologna, che garantiscono un miglioramento generalizzato all’accessibilità, soprattutto verso Bologna, del potenziamento del trasporto pubblico.

Si tratta quindi di alcune previsioni già in atto, la previsione PRIT del 2025, la strada provinciale 37 Ganzole e la strada provinciale 58 Pieve del Pino non risultano essere state d’interesse regionale. La previsione del PTM Bologna e PUMS, Strada provinciale 37 Ganzole e strada provinciale 58 Pieve del Pino, strada extraurbana secondaria di tipo C, di rilievo intercomunale, su cui non è previsto nessun intervento.

In nessuno strumento di pianificazione è prevista una nuova bretella di tipo A e B, autostrada a superstrada, e di tipo C, extraurbana. Sarebbe quindi necessaria una variante al PRIT, al PTM al PUMS.

In buona sostanza, le risposte tecniche le abbiamo già dall’ottobre 2021, resta una variante politica e quindi le risoluzioni proprio nel modo in cui si propongono sono contrarie alle logiche della buona spesa pubblica e dell’investimento sulla qualità della vita delle persone che abitano in quelle zone, ma allo stesso tempo si propongono alcuni obiettivi, e qui entriamo in un altro capitolo.

Se la tecnica e gli studi ci hanno già dato questa risposta, entriamo in una fase della discussione che quella degli elementi antropici, e noi sappiamo che su questo tema, su quello che l’uomo ha fatto sulla natura, su quello che l’uomo continua a fare sulla natura esiste una grande differenza di vedute tra la Destra e la Sinistra. Noi abbiamo un’idea di trasformazione dei veicoli, di trasformazione delle modalità di trasporto che è molto diversa evidentemente dai nostri colleghi, ed è il motivo stesso per il quale non ci pieghiamo ad alcune logiche.

Pensiamo infatti che lo sviluppo, il trasporto nei nostri territori e nelle zone abitate si possa fare in maniera diversa e più ecosostenibile, per evitare di continuare ad offendere e privare il nostro territorio di importanti risorse. È il motivo per il quale (mi fa piacere che ci sia anche l’assessore Priolo) abbiamo fatto grandi investimenti sul sistema idrogeologico delle nostre montagne.

Il punto è: pensiamo con elementi antropici di cambiare gli equilibri della vita di montagna? Pensiamo che siano ricette sbagliate e vecchie ed è il motivo per il quale ci opponiamo a queste due risoluzioni.

In secondo luogo, si pone una successiva discussione. Oltre a questo tema, si pone il problema di quello che vogliamo essere, ma c’è una bella differenza tra quello che vogliamo essere noi e quello che, per esempio, propone anche il Governo delle Destre in questo Paese. Mettersi contro l’Europa per l’eliminazione della produzione di automobili a gasolio e a benzina entro il 2035. C’è sostanzialmente, nel lato senso dell’intervento politico programmatico che la Destra mette in campo, sempre una variabile che se ne infischia dell’ambiente.

Ecco, rispetto a questo tema forse potremmo avviare delle discussioni più ampie, ma non vi è dubbio che le due risoluzioni, superate evidentemente dalle conoscenze tecniche e dagli studi fatti, si inseriscano in una dinamica che è tutta umorale. Io capisco che vada lisciato il pelo delle persone che abitano le zone della montagna, con le quali è anche complicato evidentemente convivere. Queste sono scelte, ma noi abbiamo fatto delle scelte anche di investimento nelle nostre zone dell’Appennino e non pensiamo che rendendo una gruviera la nostra montagna o creando e asfaltando ovunque risolveremo questi problemi, anche perché i numeri e le previsioni sono molto chiari. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie. Consigliere Facci.

 

FACCI: Diciamo che l’ultimo intervento mi ha stimolato ad affrontare queste due risoluzioni in maniera anche leggermente differente, perché si è voluto fare polemica, ma d’altronde il consigliere Caliandro è da quando è entrato questo pomeriggio in quest’aula che sta facendo della polemica, ma ci sta, fa parte del modo diverso che abbiamo di interpretare il nostro ruolo.

Il concetto è che se vogliamo parlare di chi è attento all’ambiente e di chi non è attento all’ambiente, vorrei ricordare, visto che il consigliere Caliandro ha parlato del Passante di Mezzo di Bologna, come siamo tuttora, e approfitto della presenza dell’assessore Priolo, ma anche dell’assessore Taruffi, siamo tuttora in attesa di conoscere quello che sarà l’impatto sulle emissioni nocive per l’ambiente, perché manca a tutti gli effetti uno studio ad hoc; studio ad hoc che vorrei ricordare che gli stessi consiglieri di Emilia-Romagna Coraggiosa come di Europa Verde chiesero a gran voce non più tardi di un anno fa, salvo poi, dopo, quando abbiamo chiesto noi che venisse subordinata quest’opera a una valutazione precisa dell’impatto ambientale, salvo poi abbandonare la loro impostazione e non supportare questa nostra richiesta, che altro non voleva se non capire effettivamente l’impatto sull’ambiente di questa opera così invasiva, quale appunto il Passante di Mezzo. Ma tornando… Quindi questo per dire che si è attenti all’ambiente quando interessa, quando ci sono convenienze e evidentemente non quando ci sono le reali necessità, tanto per dire la coerenza e, appunto, la linearità della maggioranza.

Ma torniamo a queste due risoluzioni. Queste due risoluzioni che sono necessariamente abbinate e necessariamente convergenti su una problematica di fondo che questa Amministrazione, ma anche le amministrazioni provinciali non hanno mai voluto e potuto risolvere, voluto risolvere, che era quella di superare l’isolamento che ha la montagna, perché questo è il comune denominatore. Questo isolamento della montagna è tragicamente oggi sotto gli occhi di tutti nel momento in cui, per una serie di sfortune sicuramente, ma comunque fatti precisi, abbiamo lavori che interessano un’importante infrastruttura come il ponte Da Vinci, una frana che sta interessando il versante toscano a sud della Porrettana, ma che di fatto isola, continua isolare, ha isolato per molto tempo, adesso sicuramente in maniera meno impegnativa, tutto il territorio dell’Alta Valle del Reno.

Abbiamo potuto verificare che, ogniqualvolta si verifichi un incidente, una problematica, un qualche fatto di eccezionale gravità lungo la strada Porrettana, lungo quella dorsale, abbiamo un’intera vallata, anzi due vallate perché c’è anche la Valle del Setta, che sono di fatto isolate. Non sono isolati solo i poveri residenti. È isolato un tessuto produttivo, un tessuto che vogliamo sostenere, che abbiamo sostenuto, sul quale abbiamo aperto un sacco di tavoli purtroppo, una serie di tavoli di crisi aziendali, proprio perché necessitano del supporto e del sostegno, sul quale c’è un grande investimento a livello turistico. C’è interesse, naturalmente, a sostenere le attività e il mantenimento della vita in montagna. Bisogna essere consequenziali, verificare e prendere atto che le infrastrutture che oggi sono presenti non sono sufficienti.

Il fatto che qui sia oggi l’amministrazione regionale che abbia di fatto elaborato un progetto di miglioramento della strada statale Porrettana sicuramente è degno di attenzione, ma è degno però di essere comparato con i benefici che porterebbero a quel territorio soluzioni verosimilmente più risolutive, verosimilmente migliori, che sono il bypassare le valli in un modo o in un altro.

È chiaro che, se dovesse essere finanziata e realizzata la bretella Reno-Setta, potrebbe perdere di appetibilità e anche di interesse la realizzazione di una variante Sasso Marconi-Pianoro, perché naturalmente non è che possiamo fare punti di bypass in ogni parte del territorio, però una soluzione infrastrutturale seria o risolutiva va individuata, e il fatto che questa Amministrazione si sia sempre sottratta a questo tipo di valutazione, questo tipo di confronto la dice lunga sull’attenzione e sul desiderio che avete di sostenere effettivamente e concretamente i territori montani.

Questo è il punto: pensare che si possa risolvere un problema - ripeto - di sostanziale isolamento, che si viene a verificare ogni qualvolta si verifica un problema, bypassando due realtà come quella di Marzabotto e come quella di Vergato, significa non conoscere la reale dinamica del territorio, significa non conoscere le reali implicazioni, significa forse anche essere condizionati da altre logiche, che non voglio entrare qua a sondare, perché poi apriremmo ulteriori polemiche e non ce n’è bisogno. C’è bisogno di stare ai fatti, e i fatti sono che la montagna si sostiene con le infrastrutture.

Dopo avremo una risoluzione che riguarda la questione delle infrastrutture telematiche, perché anche su questo c’è tanto da fare. Le infrastrutture sono necessarie, l’assessore Taruffi, al quale mi lega quantomeno una conoscenza e so cosa pensa, so quali sono le sue conoscenze, sa perfettamente, perché è il primo ricordarlo ogni qualvolta vi siano degli incontri, il numero delle attività imprenditoriali che sono presenti nel medio e alto Appennino, in entrambe le vallate, e sa perfettamente quelle che sono le necessità di quelle attività imprenditoriali. Ebbene, il sostegno a quelle attività imprenditoriali, il sostegno alle famiglie, il sostegno alla vita in montagna noi lo garantiamo con delle soluzioni definitive, non con degli spot o dei piccoli accorgimenti che possono migliorare una curva o due curve o tre strade, ma in realtà non risolvono il problema a monte. Queste due risoluzioni, in realtà, più che dare una soluzione, cercano di far capire a chi non vuol capire, ed effettivamente questa Amministrazione è abbastanza cocciuta su questo tema, che o ai territori diamo delle soluzioni concrete oppure effettivamente tutto il resto, in un qualche modo, passa in secondo piano, tutte le azioni che facciamo, i soldi che investiamo, facciamo il bando per le famiglie e sosteniamo le famiglie e le giovani coppie, poi in realtà non gli diamo le strade. Ditemi se non sono spot questi, nel dare poche migliaia di euro a delle famiglie, tre famiglie a comune, per tutti i comuni montani, ma non facciamo le strade, perché alla fine di questo parliamo.

Il consigliere Caliandro dice: “Qui noi abbiamo un PRIT, ci sono già dei documenti”. Non sono le tavole di Mosè che non possono essere modificate o che sono scolpite e quindi immodificabili. Noi diciamo che oggi c’è da prendere atto, da prendere coscienza che o i territori li sosteniamo con azioni concrete, precise, utili, che siano utili…

Se voi guardate non quello che ha dichiarato il ministro o il consigliere o l’assessore o l’ultimo dei consiglieri di Centrodestra del territorio, ma quello che dichiarano le categorie produttive, i portatori di interesse, gli stessi studenti pendolari, se voi leggete quello che dicono e quello che dichiarano da anni, sareste forse su un’altra posizione. Poiché, ahinoi, la politica è fatta spesso e volentieri, purtroppo, di contrapposizione sterile, allora voi insistete sul negare che vi sia la necessità di superare la situazione infrastrutturale che oggi esiste.

Il consigliere Caliandro ha già anticipato il voto, il voto contrario su queste risoluzioni della maggioranza, ma noi continueremo a portare avanti questa battaglia perché è una battaglia di diritti, per garantire a tutti gli stessi diritti. Siccome vi riempite la bocca di democrazia, che tutti devono avere pari opportunità, le pari opportunità sono qui: garantire le infrastrutture anche a chi oggi non le ha.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Intervengo per replicare a un’affermazione del consigliere Facci, che ha tirato in ballo Europa Verde sulla questione delle centraline sul passante. Allora è una polemica che con Europa Verde ha già fatto. Quindi ribadisco quanto già chiarito in passato. Europa Verde aveva chiesto a che punto fosse l’installazione delle centraline per poter monitorare l’impatto della costruzione del passante e dopo del funzionamento del passante e ha votato contro il passante convintamente, sia in Regione che in Comune.

Il motivo per cui non votammo a favore, non mi ricordo se era un’interrogazione o una risoluzione della Lega sul tema centraline, era che quell’atto che, ripeto, non ricordo se fosse una risoluzione o un’interrogazione… Penso una risoluzione perché sennò non avrei dovuto votare. Votammo contro perché sottintendeva sostituire il passante di mezzo con il passante a sud, contro il quale Europa Verde è da sempre. Questo per chiarire i motivi della non approvazione di quella risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie. Ricordo che siamo in discussione generale sui due oggetti. Se non ci sono altri interventi… Consigliere Mastacchi. Lei ha ancora cinque minuti.

 

MASTACCHI: Grazie, vedo che ha recuperato anche i due persi. Volevo rifare un po’, ripercorrere un po’ le cose che sono state dette.

In merito a tutte le tempistiche che sono state citate dal collega Caliandro e che credo facciano riferimento allo studio che io ho definito strumentale a sostenere il fatto che non serva una modifica di quella viabilità, credo che possiamo raccontarlo tranquillamente, chi lo ha fatto lo può raccontare tranquillamente lontano da Bologna, forse anche a Bologna, ma sicuramente non a chi quei territori li vive, perché solo chi vive quei territori si rende conto di che cosa significa fare quel valico, che differenza ci potrebbe essere fra una viabilità “normale” e la viabilità attuale. Quando ci si trova dietro un tiro già in condizioni normali si sale a 15 o 20 chilometri all’ora, quando va bene. A volte si incontrano i tir fuori dal loro spazio a destra e così via. Quindi, da quel punto di vista io ribadisco che reputo quello studio uno studio strumentale a sostenere il fatto che non è necessario.

Per quanto riguarda gli strumenti di pianificazione ai quali si fa riferimento, è stato lo stesso Corsini, e ho citato il virgolettato suo, a dire che non sono scolpiti nella pietra, ma che rimane sempre aperta la possibilità di esplorarne la fattibilità, quindi credo che questa cosa si smentisca da sola.

Per quanto riguarda il tema dell’ambiente, dovremmo avere lo stesso metodo di approccio sempre uguale. Per quanto riguarda, ad esempio, il tema della Cispadana, dove era prevista una strada a scorrimento veloce che avrebbe servito tutti i territori, avrebbe risolto i problemi dei vari territori e avrebbe avuto un impatto ambientale molto minore, è stata fatta la scelta di fare un’autostrada che consumerà tantissimo suolo, che servirà solo i principali poli e taglierà in due la pianura, senza considerare che parallelamente corre una ferrovia.

Questi sono i casi in cui andrebbero incentivati i trasporti ecosostenibili. Perché qui "ci riempiamo la bocca" di interventi di questo tipo e in altri territori della Regione invece si privilegia l’esatto contrario? Perché nella pianura padana va bene l’autostrada e la ferrovia viene messa in secondo piano, quando invece sarebbe lo strumento più importante e più coerente con le affermazioni che facciamo?

Ho quindi l’impressione che sia più una dinamica ideologica, per cui in base ai territori si decide di privilegiare un approccio rispetto all’altro.

Voglio dire qualcosa rispetto invece al tema del passante di mezzo, sul quale credo che non si possa parlare per condizionare le scelte, perché la discussione è già stata fatta, le scelte sono già fatte e c’è poco da aggiungere, però io voglio lasciare il mio messaggio, perché ho un’idea precisa e la voglio lasciare scritta qui oggi. Credo che il passante di mezzo, a valle di tutte le discussioni che ci sono state, sia una scelta antistorica, però ribadisco che lo faranno, sarà fatto, c’è poco da aggiungere, quindi quello che dico non lo dico per condizionare le scelte, ma per lasciare quello che è il mio pensiero.

Già oggi., come ho detto anche prima, chi viene dalla zona di Modena, da Milano in senso generale si trova regolarmente imbottigliato nel traffico in condizioni normali, se ci sono fiere diventano un disastro sia la tangenziale che l’autostrada che la città, se c’è un incidente tagliamo in due l’Italia, perché non abbiamo una via alternativa. Questo oggi.

Teniamo presente che fra pochi mesi partiranno i lavori, quindi si innesterà in questo problema enorme una problematica ancora più grande, perché già adesso vediamo quando c’è il restringimento di una mezza carreggiata, come succede nella zona dell’aeroporto, il traffico è sempre bloccato.

Quando, a causa dei lavori, ci saranno degli scambi di corsia, una corsia chiusa per spostare il traffico sull’altra, non oso immaginare cosa succederà. Non dimentichiamo che a questo si sovrapporrà molto probabilmente anche il cantiere del tram in città. Quando oggi le persone escono dalla tangenziale e si buttano nell’attraversare la città intasano tutto. Domani saranno bloccate in autostrada e troveranno anche la città ulteriormente bloccata. Quindi, cinque o sei anni di passione abbiamo davanti, ma se tutto questo fosse utile per dire “alla fine avremo la soluzione del problema” potremmo dire “facciamo questo sacrificio”. Purtroppo cosa succede? Io sono certo, ed è questo che voglio lasciare scritto nero su bianco, che alla riapertura di quella strada i problemi non saranno risolti, perché sarà già antistorica, sarà già vecchia quando verrà inaugurata.

Sono sicuro che già quando riapriremo l’infrastruttura cominceranno da capo i problemi, perché non potrà essere migliorata in una dimensione tale da risolvere i grandi problemi che abbiamo. In caso di incidente continueremo a tagliare in due l’Italia, in caso di cantieri continueremo ad avere delle file impressionanti.

Questo è il mio pensiero, che ho voluto riassumere qui oggi. Il fatto di averne già parlato non presuppone che una risposta che non è gradita si debba per forza accettarla e non continuare a sostenere le proprie idee.

Su questi temi della montagna, parlando delle Ganzole, parlando della Porrettana eccetera, io ho le mie idee, seppur minoritarie, perché rappresento una parte politica molto minoritaria, ma continuerò a sostenerle.

Forse diventerò antipatico e pedante, ma continuerò a sostenerle finché avrò la possibilità di farlo politicamente e anche finché avrò voce. Quindi, preparatevi, perché di questi argomenti ne sentirete parlare ancora nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Paruolo.

 

PARUOLO: Grazie, presidente.

Il collega Mastacchi è partito da un problema specifico, da un tema puntuale riguardante il collegamento fra Pianoro e Sasso Marconi, con una strada che conosco non da profondo conoscitore, ma per averla, in alcune occasioni, percorso anch’io. Si è allargato a parlare di Passante di Mezzo e di altri temi, però, tutto sommato, ci sta, nel senso che è difficile parlare di una cosa puntuale senza tenere conto di qual è il quadro complessivo

Per quel che riguarda l’Appennino bolognese ci sono dibattiti che sono andati di lungo anche nel corso del tempo.

Ricordiamo il sindaco Salomoni, se ricordo bene, che aveva proposto una bretella di attraversamento più a nord rispetto a quella di cui il collega Mastacchi ci ha parlato e che forse il collega Taruffi conosce meglio di me e ovviamente anche gli altri porrettani come il collega Facci e la consigliera Evangelisti.

È chiaro che noi dobbiamo cercare di comprendere, perché qui giocano ovviamente i numeri delle persone interessate eventualmente a percorrere questi tratti di strada. Giocano i progetti che sono in campo e anche la sensatezza di quello che mi sembra di aver letto nella nota tecnica degli uffici, e cioè che, se si riuscisse ad avere comunque una capacità di scorrimento che faccia funzionare bene le opere che sono già previste, sarebbero comunque risposte più efficaci, perché darebbero la possibilità di rispondere senza dover fare nuove strade.

Da questo punto di vista, senza la pretesa di dare una risposta definitiva, voglio dichiarare sia ai miei colleghi di partito che al collega Mastacchi l’interesse, invece, a cercare di portare la riflessione su un piano ampio, cioè cercare di capire quali interventi puntuali può aver senso promuovere alla luce del quadro che si va definendo. Trovo abbastanza inutile, per un verso, perché il rischio è che poi dopo non se ne faccia mai niente, e tutto sommato anche controproducente, perché se poi si facesse tutto sarebbe pericoloso da un altro lato, mettere il riflettore ora su un’esigenza ora su un’altra che magari riguarda ovviamente alcuni cittadini, ma che non è detto che ci aiuti a definire un quadro complessivo e un quadro definito.

Questa è la prima considerazione che faccio e anche la disponibilità. Il secondo tema, secondo me, su cui noi dobbiamo stare attenti e vigilare, è quello di fare in modo che gli interventi che faticosamente invece vengono realizzati poi dopo vengano effettivamente completati in tutte le loro parti. Quindi, colgo l’occasione, e mi perdonerà il collega Mastacchi, ma spero che non disprezzi la sollecitazione, per dire, per esempio, che io sto facendo e ho sottomesso di recente un’interrogazione perché siano completate le opere di mitigazione acustica della variante di valico, che ha attraversato larga parte di quel territorio, in particolare nei Comuni di San Benedetto Val di Sambro e di Castiglione dei Pepoli.

Ci sono viadotti dove le barriere acustiche, che erano state previste inizialmente su tutta la lunghezza del viadotto, sono state realizzate soltanto in parte. Ci sono dei cittadini che lamentano un rumore superiore a quello che sarebbe loro diritto tollerare e anche le misurazioni dimostrano che ci sono degli sforamenti, quindi anche su questo uniamoci nel chiedere che la Regione faccia la sua parte perché Autostrade onori gli impegni che aveva assunto, finendo di fare le opere di mitigazione acustica.

Lo dico anche perché ogni volta che si discute di un’opera, il rischio è che venga fatta la strada, ma non vengano fatte le opere che dal punto di vista ambientale possono renderla compatibile, e purtroppo il fatto di dimostrare che poi accade così fa sì che cresca la voce di chi invece dice "non ne facciamo niente", per evitare che possano esserci dei danni all’ambiente, ai quali non corrispondano adeguate mitigazioni.  In questo senso credo che sia giusto fare una riflessione.

Sul passante di mezzo in conclusione voglio ricordare solo questo, perché ogni tanto riemerge il dibattito con il fatto che credo sia ormai più di 24-25 anni che si parla prima del passante nord, poi del passante di mezzo che ora si chiama passante di Bologna, ogni tanto qualcuno, soprattutto della parte politica che qui in Regione è all’opposizione, ripropone la suggestione del passante sud, che sarebbe quindi "l’alternativa" eventuale di scorrimento.

Dobbiamo davvero, secondo me, avere un’occasione (dico al presidente Caliandro che magari potrebbe anche essere un argomento che in Commissione Mobilità possa essere in qualche modo ripreso e rivisto), perché ci sono dei flussi di traffico importanti che devono farci riflettere. Il motivo per cui si è puntato alla fine sul passante di Bologna è perché l’80 per cento del traffico di attraversamento della nostra città sull’asse autostradale avviene proprio fra l’autostrada che va verso il mare e l’autostrada che va verso Milano, mentre i flussi della parte che va da Firenze verso il mare o dal mare verso Firenze sono flussi che sono (cito a memoria perché non ho i dati con me) inferiori al 20 per cento, mi sembra che fossero fra il 15 e il 20 per cento del traffico complessivo.

Chi fa quella strada sicuramente dice "se avessi lo svincolo che mi permette di risparmiare dei chilometri, sarei contento", però uno si deve anche porre delle domande rispetto all’utilità e alla quantità di utilizzo. Questo è uno dei motivi per cui il passante nord, che era nato in una previsione urbanistica di un certo tipo che anche lì vedeva ovviamente riflessi su territori molto diversi, perché i Comuni che erano attraversati sostanzialmente erano fortemente contrari come Calderara. Adesso ho qui di fronte la vicepresidente.

Altri Comuni, come Molinella o altri Comuni a nord, che sono lontani dall’autostrada, che debbono fare attualmente una trentina di chilometri per arrivarci, vedevano con grande favore il fatto di poter avere un’autostrada che fosse più facilmente raggiungibile.

È ovvio che ci sono delle riflessioni che dipendono molto dalla collocazione e dai diversi punti di vista. Quindi, l’invito che io faccio in conclusione è quello di dire che se la sollecitazione del consigliere Mastacchi con questa risoluzione si trasformasse, almeno dal mio punto di vista, in un invito a ripensare, a riguardare quello che può essere utile fare magari evitando di caricare le richieste di tutte le cose che ogni singolo abitante della montagna potrebbe ovviamente avere un’esigenza di scavalcamenti da una vallata all’altra, ognuno vorrebbe averlo comodo rispetto a dove abita, però è impensabile di poterlo fare dappertutto. Fare una riflessione che, appunto, negli strumenti di pianificazione ci consenta di comprendere se può essere fatto qualche intervento che magari con risorse modeste e con impatti ambientali evidentemente limitati possa servire a risolvere i problemi di questa parte di popolazione, soprattutto di quella parte, immagino io, che sia l’invito del collega Mastacchi, che non ha l’asse autostradale su cui poter poggiare, perché ovviamente la vallata in cui passa l’autostrada può essere eventualmente utilizzata anche per spostamenti attraverso i caselli, mentre invece chi, come appunto la direttrice che va da Pianoro, Loiano per andare su, non dispone di questo tipo di opzione, e in più adesso è anche separata dai lavori in corso sul ponte sul Reno e quindi ha ulteriori problemi di mobilità dovuti anche alla contingenza, chiaramente il punto di vista è diverso.

Proviamo a pensare a una riflessione che ci consenta, più che guardare alle singole istanze puntuali, di comprendere come il quadro d’insieme possa essere eventualmente migliorato con interventi limitati, ma che possano dare delle risposte almeno parziali alle esigenze dei cittadini.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, aveva chiesto la parola l’assessore Taruffi. Prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Alcune annotazioni e qualche considerazione rispetto al dibattito, con una premessa che riprenderò e guardo in particolar modo i colleghi Mastacchi e Facci, perché ritengo che, come sempre, al di là delle funzioni e dei ruoli, quello che è importante è provare a unire le forze per trovare delle soluzioni. Su questo, come sapete, non è la prima volta che provo a fare questo tipo di sollecitazione, perché ritengo che sia comunque importante. Credo che arrivare alla conclusione sempre con un voto non sia la soluzione migliore, quando si vuole provare a dare una spinta alla risoluzione dei problemi.

Però provo a stare nel merito, anche se chiedo di valutare comunque ai due colleghi in extremis la possibilità, anche in considerazione del dibattito e in considerazione delle parole che ha pronunciato poc’anzi il consigliere Paruolo, di valutare questa ipotesi. Detto questo, però, alcuni elementi di annotazione.

Intanto volevo informare che dal 20 gennaio, come mi ha appena comunicato la collega Priolo, che è qui di fianco a me, sono in funzione le due centraline posizionate da Arpa, le centraline fisse del passante, previste nella prescrizione di VIA. Sono state posizionate presso via San Donato e via Frisi. Quindi ci sono. Non è che non abbiamo fatto quello che avevamo detto e che avevamo chiesto. Questo come piccola precisazione rispetto a un tema che, però, non voglio affrontare, perché vorrei stare sulle sul merito delle risoluzioni che sono state presentate.

Intanto colgo anche l’occasione rapidamente per informare il Consiglio, giusto perché quando parliamo di viabilità di trasporti parliamo di infrastrutture fondamentali per lo sviluppo dell’Appennino, indispensabili per dare risposte a quelle oltre 400 imprese che operano sul territorio e che meritano di avere, appunto, risposte concrete, per chi si muove, studia, lavora e fa quel tragitto. Ci sono infrastrutture stradali. Ci sono anche le infrastrutture ferroviarie. Non dimentichiamolo mai, perché dobbiamo investire anche su quello.

Però, quando parliamo di viabilità, parliamo anche della manutenzione delle strade comunali e da questo punto di vista noi abbiamo poche settimane fa, come Giunta, deliberato uno stanziamento di 11 milioni di euro per la manutenzione delle strade comunali. Quindi, diamo una mano ai Comuni nel fare manutenzione per le proprie strade. È un intervento straordinario e, visto che parliamo dell’Appennino bolognese, sono 672.000 euro che arriveranno all’Unione Lavino Samoggia, un milione e 180.000 euro che arriveranno all’Unione dell’Appennino bolognese e, per la precisione, perché non voglio dare numeri sbagliati, ci sono anche… Scusate, lo dovevo fare prima, lo faccio adesso. Ci sono anche 130.000 euro per il Comune di Alto Reno Terme, che è fuori dall’Unione, giusto per dare i numeri precisi.

Ma dicevo questo, e passo all’altro aspetto invece, quello strutturale, quello fondamentale, quello per il quale ho chiesto di intervenire. Oggi si ripropone un dibattito che io credo sia riproposto non in modo del tutto funzionale alla risoluzione dei problemi sia per la prima che per la seconda risoluzione. Per riprendere velocissimamente, però chiedendo a tutti di stare su questo, su questo tracciato – facevo un richiamo all’unità precedente - la Regione Emilia-Romagna ha finanziato un progetto per ANAS, ha chiesto ad ANAS di realizzare un progetto per la l’ammodernamento della strada statale 64. Ha pagato quel progetto, quel progetto è pronto. ANAS lo ha presentato insieme a noi, insieme all’assessore Corsini, con cui ovviamente ho condiviso anche l’intervento che sto facendo, non solo il percorso.

Quel progetto che ANAS ha realizzato prevede una serie di interventi, tra cui la risoluzione di alcuni nodi che stanno sulla Porrettana, Vergato, Marzabotto e soprattutto Sasso Marconi, con il passaggio in autostrada prima della Rupe di Sasso, per chi conosce il territorio. Quel progetto, la realizzazione di quel progetto costa 656 milioni. Noi dobbiamo chiedere al Ministero delle infrastrutture di metterci i soldi. Noi dobbiamo chiedere al viceministro Galeazzo Bignami, che è sempre benvenuto quando viene sul territorio, magari di fare una passerella in meno sul ponte Da Vinci, i cui lavori di ricostruzione non ha progettato questo Governo, ma il precedente, i cui lavori non sono oggetto dell’intervento dell’attuale Ministero delle infrastrutture, ma di chi lo guidava precedentemente e che ha nominato il Commissario.

Quindi, quando il viceministro Galeazzo Bignami viene sul territorio, oltre che fare le passerelle sul ponte in costruzione, in ricostruzione, Da Vinci, magari ci potrebbe dire se il suo Ministero, il Ministero di cui oggi è viceministro, intende mettere risorse per finanziare opere sulla Valle del Reno e sul territorio dell’Appennino bolognese, perché il viceministro è lui e il ministro è Salvini.

Quindi non potete chiedere a noi di fare quello che devono fare e deve fare il Governo, perché io leggo, ed è per questo che vi chiedo di non procedere, nelle risoluzioni che si chiede alla Regione di riaggiornare il progetto di fattibilità per la bretella Reno-Setta eccetera, eccetera.

Se il ministro e il viceministro vogliono fare degli interventi sull’Appennino bolognese lo dicano e ci mettano i soldi perché le chiacchiere stanno a zero. Io penso, questa Amministrazione pensa che 656 milioni di euro in un’opera che può essere frazionata in interventi, in lotti e in stralci funzionali come la riqualificazione della Porrettana, che può essere suddivisa almeno in tre lotti funzionali, il più piccolo dei quali, il più importante, cioè il collegamento prima di Sasso con l’autostrada costerebbe circa 50-60 milioni. Allora, io chiedo il ministro e il viceministro Bignami vogliono mettere 60 milioni subito per finanziare quell’intervento il cui progetto esiste già ed è già stato presentato ai sindaci e lo ha fatto ANAS, che, lo ricordo, dipende dal Ministero delle infrastrutture? Vogliamo farlo o no? Perché se non vogliamo farlo e vogliamo continuare a parlare di altre soluzioni, come la bretella Reno-Setta, il cui studio di fattibilità non esiste, ancorché oggi, e lo voglio dire perché la considero una cosa grave dal punto di vista istituzionale, mentre noi stiamo parlando in questi minuti il viceministro Bignami sta incontrando sette sindaci del territorio, guarda caso i sette sindaci del Centrodestra di quel territorio, presentando loro non già uno studio di fattibilità…

 

(interruzione)

 

TARUFFI, assessore: Il Centrodestra. Molti del Centrodestra. Collega Facci, lei li conosce bene, come li conosco io.

Mi risulta anche – e spero di essere smentito, perché se non fossi smentito sarebbe ancora più grave – che a guidare quella delegazione di Sindaci, credo, ma spero di sbagliarmi, sono certo che non sia così, la capogruppo di Fratelli d’Italia, Marta Evangelisti.

Io vi chiedo: le Istituzioni funzionano così? Funziona che il viceministro convoca una riunione su un territorio, escludendo la Regione, escludendo la Città metropolitana, facendo una riunione con i sindaci di Centrodestra, guidati dalla capogruppo di Fratelli d’Italia? È così che funzionano le Istituzioni? In questi minuti si sta facendo questo incontro. Vi sto dicendo, siccome le Istituzioni sono una cosa seria e non sono appannaggio di una parte politica, se il viceministro ha in mano una soluzione e non quello che sui giornali leggiamo, cioè il disegno di Società Autostrade, che peraltro non metterà le risorse per fare quell’intervento, cioè la pretesa bretella Reno-Setta, se il viceministro ha le risorse, convochi la Regione, convochi la Città metropolitana, convochi i sindaci, ci dica “Questa è la soluzione, questi sono i soldi”. Se invece il ministro ha 800 milioni, 700 milioni da investire su quel territorio per dare una risposta e per cantierare le opere siamo tutti d’accordo.

Se quelle risorse non ci sono, invece che continuare a perdere del tempo, forse è meglio fare quello che è possibile fare, cioè il progetto che ha avanzato la Regione, che ANAS ha pronto, e che va cantierato, con risorse inferiori a quelle di cui oggi parliamo.

Siccome io sono stanco di fare discussioni sul nulla, se il Governo di questo Paese, e se il viceministro Bignami ha una soluzione, anziché relazionarsi per via politica, lo faccia per via istituzionale. Ci dica: questo è il progetto, questi sono i soldi. Troverà da questa parte degli alleati. Se invece il viceministro intende fare passerelle, portarsi in giro i propri sodali politici e non dare risposte al territorio, troverà da questa parte delle persone che, nel rispetto delle Istituzioni, faranno il loro lavoro fino in fondo: fino in fondo.

Le chiacchiere però sono finite. Le risorse, e concludo, presidente, noi le abbiamo messe; la nostra parte l’abbiamo fatta. Con i cittadini e con i Primi cittadini ci confrontiamo tutti i giorni; ma ci confrontiamo con tutti, perché quando si rappresentano le Istituzioni, si rappresentano tutti i cittadini e tutte le cittadine, non quelli che stanno dalla tua parte politica.

Siamo all’“abbiccì”. Siccome io ho interesse a risolvere i problemi, metto da parte tutto questo e dico: viceministro, visto che non parla con le Istituzioni che democraticamente, come dite sempre voi, sono state elette dai cittadini emiliano-romagnoli a rappresentare tutti, ma parla solo con una parte, diteglielo: venisse qua e ci dicesse quali sono le sue idee e le sue soluzioni, se ne ha, perché così non si può più andare avanti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

È chiusa la fase della discussione generale.

Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Consigliere Cuoghi, le do cinque minuti della dichiarazione di voto.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Effettivamente, non avevo da intervenire su quello che era il testo della risoluzione, però l’intervento dell’assessore Taruffi credo che meriti se non altro una precisazione.

Non siamo qui noi, secondo me, a dover insegnare a un ministro come fare il proprio lavoro, soprattutto quando il ministro è stato scelto da un gruppo di sindaci del territorio quale interlocutore. Evidentemente, se hanno scelto di andare ad interloquire direttamente al Ministero a Roma, non è stato per comodità, non è stato per vicinanza, non è stato perché il tempo è bello e hanno voluto farci un viaggetto, ma è stato perché ne hanno sentito la necessità.

Pertanto, ritengo che se l’assessore Taruffi vuole le risposte che ci chiedeva adesso, cioè delle soluzioni proposte dal Ministero, credo, spero, auspico che queste risposte arrivino, ovviamente non posso certo garantirle io e non posso certo sostituirmi al ministro, al viceministro o ai funzionari del ministero per dare questa risposta, però ben venga che ci sia questo dialogo, cioè le Istituzioni sono anche quando lo Stato centrale parla con i sindaci, che sono espressione del territorio, non vedo per forza una cosa negativa in questo, non vedo un essere scavalcati, ci vedo solamente che probabilmente questi sindaci hanno cercato un interlocutore diverso e per questo devono essere rispettati e poi seguiremo quelli che saranno gli eventi e le decisioni.

Poiché siamo in dichiarazione di voto, ne approfitto anche per dichiarare il nostro parere favorevole e il nostro voto favorevole alla risoluzione presentata dal consigliere Mastacchi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Altri interventi in dichiarazione di voto? Consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: In dichiarazione di voto volevo fare anche qualche puntualizzazione.

Intanto rispetto al fatto che i sindaci non erano invitati, a me risulta il contrario, mi risulta che siano stati invitati tutti e che qualcuno abbia aderito all’invito, qualcuno no, però ci sarà modo di verificare. La Regione non lo so, però dire che sono andati solo i sindaci di Centrodestra e non quelli di Centrosinistra può essere una visione parziale della verità.

Volevo dire due cose rispetto all’intervento del collega Paruolo, che è andato in scia rispetto a quello che ho detto io nelle premesse, cioè il fatto che bisogna vedere l’insieme delle cose, uscire dalla contrapposizione di un intervento rispetto all’altro, tant’è che, quando ho detto che sentirete ancora parlare di questi argomenti, facevo riferimento al fatto che io ho già un altro atto in bozza che guarda però l’insieme del nodo bolognese e dell’Appennino, ho aspettato chiaramente a presentarlo perché non volevo ballare giù di tempo (visto che stamattina abbiamo parlato di ballo, parlo anch’io di ballo oggi) rispetto alla discussione di oggi, però io sto già lavorando (sono già ad uno stadio avanzato) ad un atto che prende in esame tutte le cose che ho detto prima, cioè il fatto che il nodo bolognese ha delle problematiche (credo che non  possiate smentirmi su questo) e io dirò il mio parere su quelle che possono essere le soluzioni.

Sul fatto di invitarmi a vedere l’insieme, sicuramente i miei punti di vista sono territoriali, ma in questo elenco di cose non ho parlato del casello di Rioveggio, per esempio, che mi è ben più vicino rispetto alle cose che ho elencato come il passante di mezzo, e anche quello è fermo da 15 anni, quindi anche lì ci sono delle discussioni aperte. Poi, come diceva, ci sono le barriere, ci sono tutti i lavori della Variante di Valico, più allarghiamo il cerchio del compasso e più portiamo in casa argomenti dei quali discutere, quindi ne parleremo.

Rispetto al fatto che il passante sud rispetto al passante di mezzo o come si chiama adesso, che non ho capito ma non ha importanza, sappiamo di cosa si parla, se quando rientriamo dal mare per venire verso la città o arriviamo da Milano per andare verso l’Appennino o verso San Lazzaro o il mare, e guardiamo la cartina del navigatore allargata, vediamo che ci scontriamo con un nucleo urbano e lo aggiriamo da una parte, aggirarlo da una parte o dall’altra credo che farebbe poca differenza, la logica del raccordo anulare di Bologna piuttosto che della tangenziale di Milano, pur consapevoli che noi abbiamo una montagna da attraversare, quindi non è esattamente la stessa cosa, però non è che quell’infrastruttura assorbe il traffico, l’altra sarebbe poco utilizzata.

Se ci fosse, quel 20 per cento di traffico ipotizzato prima passerebbe di lì e si scaricherebbe il nodo bolognese, quindi parliamo anche di inquinamento, ci sarebbe un altro capitolo da aprire, ma intanto potrebbe essere anche un’alternativa, come ho detto, in caso di incidenti o di blocco del traffico che sappiamo che, quando succedono a Bologna, tagliamo in due l’Italia da nord a sud, perché, chiusa Bologna, è chiuso il passaggio ovunque, quindi avere un’alternativa sarebbe una soluzione.

Ribadisco che, avendole presentate entrambe, voterò favorevolmente, ho già capito che non c’è intenzione da parte della maggioranza di seguirmi in questa richiesta, però preannuncio che a breve (sarà questione di qualche giorno) depositerò un’ulteriore risoluzione, che terrà conto dell’insieme, come è stato detto giustamente e correttamente dal collega Paruolo, una visione di insieme di tutta la viabilità bolognese e dell’Appennino. Poi, chiaramente, sarà una bella occasione per aprire una discussione che potrebbe anche essere preliminare rispetto alla discussione, per arrivare poi ad avere una visione d’insieme che potrebbe essere quella risoluzione che ha citato Corsini nella risposta dell’altra volta allargata un po’ a tutto il territorio. Finalmente questo potrebbe consentirci di uscire dalla logica che se parliamo di una cosa è perché così in ricatto non faremo l’altra; parlare di una cosa fa sì che non puoi fare l’altra e così via. Dovremmo uscire da questa situazione ricattatoria e cominciare ad allargare la cartina e vedere l’insieme fra un intervento su una infrastruttura o altro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie. Consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Credo che l’intervento dell’assessore offra sicuramente lo spunto a più di una riflessione. Una in particolare credo che vada rimarcata, vada evidenziata. Qui si pretende che il Governo paghi fino all’ultimo centesimo di opere pubbliche, e su questo potremmo anche essere d’accordo. Il problema è la vostra volontà, perché finora avete dimostrato di non voler perseguire, di non voler seguire quelle strade che darebbero una risposta risolutoria al problema che con queste due risoluzioni parallele abbiamo evidenziato, ma che da oramai tempo ciclicamente ripresentiamo.

Sul fatto che oggi si dica “nessuno ci ha coinvolto” vien da chiedersi che cosa ha fatto la Regione per chiedere il coinvolgimento del Governo per quanto riguarda, ripeto, queste soluzioni. Naturalmente l’assunto è, come mi par di capire: abbiamo un progetto, portiamo avanti quello, tutto il resto di fatto ci può incuriosire, ma non ci interessa, allora è chiaro che c’è un pregiudizio di partenza. Purtroppo, questa Amministrazione di pregiudizi di partenza su queste opere ne ha parecchi. Allora ogni discussione diventa in un qualche modo superflua, superata.

Purtroppo, sulla vicenda della Porrettana, infrastrutture importanti, sicuramente sono delle infrastrutture che hanno un minimo di impatto ambientale – quale infrastruttura non ha impatto ambientale? – ma sono infrastrutture necessarie per un territorio.

Poi, l’ho detto anche prima: non si possono sommare, ma bisogna trovare l’infrastruttura che in qualche modo supera il problema. Il vostro progetto, perché torniamo qua, il progetto che avete presentato ai Sindaci non è il superamento del problema. Migliora, migliorerebbe la viabilità, con un costo che obiettivamente non è indifferente, ma non supera e non risolve il problema.

Prima di dire “deve essere comunque tutto corrisposto, comunque noi dobbiamo essere…”, chiedo cosa fa la Regione. Cosa fa la Regione per chiedere, per superare un problema oramai atavico?

Ora, se chiaramente dovete sottostare ai ricatti che vi fanno i Verdi, ai ricatti che vi fa Coraggiosa, ai ricatti che vi fa Tizio, che vi fa Sempronio, allora capite che è un cul-de-sac, come dicono oltralpe.

Io dico allora: stiamo al tema. E il tema è che quel territorio ha bisogno di una soluzione, che non è la nostra, non è quella che avete presentato voi ai Sindaci, sulla quale andate avanti.

Che ci sia la competenza della Regione lo ha ricordato lo stesso consigliere Caliandro, quando è intervenuto, ricordando il percorso del PRIT, ricordando che nel PRIT c’erano determinate cose. È chiaro quindi che il primo passaggio è modificare l’impostazione di fondo che la Regione ha assunto. Ha fatto bene il consigliere Paruolo a ricordare il percorso del Passante nord, perché se non avessimo avuto il Passante nord, e se non avessimo avuto tutti i Sindaci di Centrosinistra che si mettevano di traverso, noi oggi avremmo avuto non più il problema che ci troviamo a Bologna città, ma avremmo avuto un interporto sviluppato, sicuramente molto più potenziato rispetto ad oggi, come ci è stato detto nella recente visita che abbiamo fatto come Commissione, e quindi avremmo risolto tanti problemi.

Ma guarda caso, allora hanno contato di più i Sindaci che hanno condizionato l’amministrazione comunale di Bologna e non se ne è fatto nulla. Come vedete, ognuno per guardare al proprio orticello ha bypassato e non ha tenuto presente l’interesse collettivo.

E la Regione mi sembra che stia andando avanti in questa strada negativa.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo brevemente in dichiarazione di voto perché io da questo dibattito ho come un’impressione. L’impressione che ho è che il collega Facci, presentando e abbinando questa risoluzione, manifesti in realtà un’esigenza, che sia quella di intervenire nei confronti della Regione, perché, evidentemente, dal nazionale avete delle difficoltà.

Mi sembra che il dato che emerge da questa discussione sia esattamente questo, quindi bisogna forzare necessariamente sulla Regione, perché forse a Roma non ci sono i margini che forse sperate.

Credo che, come è stato detto, quello sia un territorio che ha bisogno di risposte concrete, questo è un dibattito che si fa da decenni ormai e servirebbe uscire dalle elucubrazioni politiche, ma uscire anche da una contrapposizione politica che non fa bene a nessuno, tantomeno al territorio.

Per uscire da questa contrapposizione politica bisognerebbe anche muoversi istituzionalmente correttamente, altrimenti non si fa altro che alimentare questo tipo di contrapposizioni che oggi sono in essere, e purtroppo devo dire che l’incontro che si sta tenendo in queste ore non va in questo senso, lo dico a malincuore, perché, così facendo, probabilmente non ci si rende conto che non si fanno gli interessi del territorio, ma si fanno gli interessi di quella parte politica che ha organizzato questo incontro riservato e ristretto ai propri sostenitori all’interno delle Istituzioni che rispondono al Centrodestra.

Condivido quindi quello che diceva l’assessore, bisognerebbe coinvolgere le Istituzioni, perché altrimenti si fa una battaglia politica, ma non si risolvono i problemi, e questo è un dato di fatto.

Oggi emerge chiaramente che si sta cercando, dal mio punto di vista, di attribuire responsabilità alla Regione e di fare pressione sul Governo, che non sta dando queste risposte, ed è evidente che ci siano dei problemi, e l’atto che è stato presentato oggi dal mio punto di vista è una missione in questo senso, cioè il Ministero oggi non dà risposte e quindi noi cosa facciamo? Ce la prendiamo con la Regione, perché più in alto abbiamo delle difficoltà.

Credo che questo non sia un modo serio di muoversi, ribadisco che ci sono dei canali istituzionali che andrebbero rispettati e, soprattutto, un coinvolgimento dal punto di vista formale, istituzionale andrebbe fatto, perché le risposte andrebbero anche date congiuntamente, altrimenti ci ritroveremo sempre e comunque, come è stato fatto da dieci anni a questa parte, su fronti opposti, senza, come dicevo prima, mai arrivare alla soluzione dei problemi, e io credo che i cittadini di quel territorio, come i consiglieri di Bologna che c’erano nello scorso mandato e ci sono anche in questo, soprattutto quelli dell’Appennino che conoscono molto bene e sanno l’esigenza che c’è su quei territori, credo che queste richieste di risposte andrebbero rispettate, ma poi bisognerebbe muoversi per provare a mettere in campo delle soluzioni e non continuare per altri dieci anni con una contrapposizione che non è utile a nessuno.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

A volte ci si stanca in politica ad ascoltare tutto e il contrario di tutto. Adesso i colleghi perdoneranno se la questione diventa tutta bolognese, quindi la seguiranno poco, ma anni fa la Lega, quella da Giussano, i Power Rangers....

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliere Rancan, per favore!

 

CALIANDRO: Posso andare avanti? Grazie.

C’erano altri rappresentanti, che Manes Bernardini, il Consigliere Marchetti era in Provincia con me quando ne discutevamo, e sul passante nord la Lega era favorevole, collega Facci, lei all’epoca stava da un’altra parte, però a un certo punto ci fu la discussione su tutto il passante nord, il passante di mezzo, tutta la storia che conosciamo, quindi sta diventando una questione di Vidiciatico tra lei e Bernardini, non lo so, però in quest’Aula state riproducendo una discussione che francamente a Bologna abbiamo superato da tempo.

Il punto è che per noi la montagna non è una gruviera, per noi la montagna è un investimento di inserimento stanziale, vogliamo che l’Appennino funzioni per le sue qualità ambientali, per le sue occasioni e non che diventi oggetto di trattativa riservata tra il Governo e i sindaci, perché questo cortocircuito cui stiamo assistendo delle Destre, che si trasformano col trasformismo di Destra, un po’ ci imbarazza.

L’assessore Taruffi ha detto una cosa veramente da uomo di montagna che conosce la vicenda: se qualcuno tiene effettivamente all’interesse territoriale, l’occasione è buona per fare sintesi, ma questa sintesi va fatta con le Istituzioni, non con i rapporti personali.

Diciamoci la verità. Quando si fanno gli studi di fattibilità, si fanno in funzione dei tempi di ammortamento, della possibilità di fruizione, dell’utilità e quindi si decide di fare elementi antropici come eccezione, non come regola. Questo è il partito della gruviera. Noi onestamente non abbiamo questo approccio. Quindi, la motivazione è storica (e qui mi rimetto al corto circuito delle Destre e alla sua trasformazione su quello che dice) e poi di opportunità ambientale e rispetto dell’equilibrio tra l’uomo e la natura rispetto a quello, invece, che deve essere lo sviluppo del nostro Appennino.

Spero che prima o poi vi mettiate d’accordo.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Felicori, prego.

 

FELICORI: Intervengo come consigliere per esprimere il voto contrario del Gruppo della lista del Presidente alla risoluzione, ma la ragione per cui ho chiesto di intervenire è che ho sentito nelle parole dell’assessore Taruffi delle accuse sulle forme della presenza del viceministro nel nostro territorio, che, ovviamente, se confermate, primo, mi preoccuperebbero e, secondo, penso che le minoranze sbaglierebbero se sottovalutassero questi problemi formali, perché le figure istituzionali sono sempre figure istituzionali. Se si viene meno alle forme di rappresentatività istituzionale, questo diventa nel tempo un problema per tutti se ognuno lo fa.

Io naturalmente intervengo all’impronta per quello che ho sentito, però naturalmente penso anche che tutte le cose siano superabili, non voglio drammatizzare. Affronto questa discussione con la massima serenità, non ho nessuna strumentalità, però penso che ci siano delle regole nel comportamento di tutte le Istituzioni che vanno seguite, e ci tenevo a dirlo nel breve tempo a disposizione. Lo dico anche in modo un po’ accorato verso i colleghi delle minoranze, perché ritengo che non sia una questione da sottovalutare, come mai le questioni cosiddette di forma che per qualche ragione che io ignoro sono diventate nel tempo meno importanti di quelle cosiddette di sostanza, mentre invece istituzionalmente non è così. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in dichiarazione di voto, come richiesto dal consigliere Caliandro, procediamo alla votazione con il dispositivo elettronico. Nomino gli scrutatori: Caliandro, Cuoghi e Molinari.

Mettiamo quindi in votazione la risoluzione 6363, a firma Mastacchi.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 37

Favorevoli 14

Contrari 22

 

È respinta.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Prendiamo atto del voto contrario del collega Paruolo. Il consigliere Mastacchi invece è a favore, immagino.

 

MASTACCHI: Esatto, perché ho provato più volte, ma non ha funzionato.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Mettiamo in votazione ora la risoluzione abbinata a firma Facci, Mastacchi, 5031.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 39

Favorevoli 14

Contrari 23

 

È respinta.

OGGETTO 6406

Risoluzione per impegnare la Giunta a riaprire gli ambulatori dedicati ai trattamenti di agopuntura presso l’Ospedale Bellaria di Bologna e nelle altre strutture della regione coinvolte nel progetto MED.IO.RER. (Medicina integrata in oncologia nella Regione Emilia-Romagna) e a intervenire in Conferenza Stato-Regioni per sollecitare l’avvio di un percorso che valuti l’inserimento dell’agopuntura nei livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario nazionale. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla risoluzione 6406, che impegna la Giunta a riaprire gli ambulatori dedicati ai trattamenti di agopuntura presso l’Ospedale Bellaria di Bologna e nelle altre strutture della regione coinvolte nel progetto MED.IO.RER (Medicina integrata in oncologia della Regione Emilia-Romagna) e a intervenire in Conferenza Stato-Regioni per sollecitare l’avvio di un percorso che valuti l’inserimento dell’agopuntura nei livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario nazionale, a firma della consigliera Zamboni.

Consigliere Bergamini.

 

BERGAMINI: In precedenza ho votato favorevolmente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Perfetto, grazie, consigliere. Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Illustro brevemente questa risoluzione, che fa riferimento alle donne che affrontano il percorso di cura oncologica nei casi di tumore al seno, ovaie e utero, e si trovano quindi ad affrontare degli specifici effetti collaterali più o meno intensi, che sono legati alle terapie ormonali o alla chemioterapia, e in alcuni casi si trovano ad affrontare le conseguenze della menopausa anticipata sui normali tempi biologici, un effetto collaterale delle cure che, come si può capire, ha anche un’incidenza di natura psicologica.

In questi casi l’agopuntura rappresenta una metodica terapeutica, che sappiamo venire da lontano, non invasiva, che ha dimostrato di avere un’efficacia molto importante e rilevante, perché associa gli interventi sulla parte somatica a quelli sulla parte emotiva, quindi in affiancamento ai trattamenti chemioterapici tradizionali allevia alcuni dei summenzionati effetti collaterali.

In particolare, migliora la qualità di vita delle pazienti di tumore all’apparato genitale femminile al seno, ristabilendo uno stato di benessere della persona che deve affrontare le cure chemioterapiche ormonali.

Ha dato prova della propria efficacia anche nel caso di trattamenti chemioterapici destinati ad altre forme tumorali. Ci sono anche delle evidenze di studi internazionali. Nel marzo 2016 il prestigioso Journal of Clinical Oncology ha pubblicato i risultati dello studio clinico randomizzato multicentrico, finanziato dall’Osservatorio delle medicine non convenzionali dell’Emilia-Romagna e coordinato dall’AUSL di Bologna. Questo studio ha coinvolto 190 donne e ha dimostrato l’efficacia dell’agopuntura nel ridurre in modo significativo gli effetti avversi da terapie oncologiche e quindi il miglioramento della qualità di vita delle donne affette da tumore al seno e in generale da tumori ginecologici.

In seguito ai risultati del progetto ACCLIMAT, è stato promosso e finanziato il progetto di fattibilità della medicina integrata in oncologia nella Regione Emilia-Romagna.

Ricordo anche che numerose esperienze dimostrano che per i trattamenti integrati in oncologia l’applicazione di protocolli di agopuntura è particolarmente efficace nel trattamento di vampate di calore, dolori articolati o neuropatici, insonnia, stipsi, nausea. Studi scientifici hanno evidenziato come il trattamento con agopuntura sia in grado di ridurre almeno il 50 per cento di questi disturbi.

Il 21 novembre 2019 è stato inaugurato l’ambulatorio di medicina integrata all’ospedale Bellaria di Bologna, che applicava questa metodologia, questi protocolli di agopuntura. Nell’area territoriale dell’azienda ULSS di Bologna erano previsti altri due ambulatori nell’ospedale di Bazzano e di Bentivoglio.

La positiva esperienza del progetto non ha avuto seguito, però, dopo che nell’ottobre 2021 è andata in pensione la coordinatrice di questo servizio, che è rimasto attivo solo nell’ospedale di Ferrara, ma lì è aperto con orario ridotto.

A inizio luglio 2021, alla vigilia del proprio pensionamento, la dottoressa (il nome è stato secretato) che aveva messo in piedi questo servizio, che era un servizio integrato perché, oltre ad offrire l’agopuntura, offriva anche consulenza di tipo alimentare, perché anche una corretta alimentazione può aiutare a ridurre la pesantezza dei sintomi legati alle cure chemioterapiche ormonali, che da un lato combattono il tumore, però dall’altro si sa, è noto, hanno una ripercussione sia di tipo fisico che anche di tipo emotivo, nel caso delle menopause anticipate.

Questo servizio dava anche informazioni, ripeto, di carattere alimentare in generale su stili di vita più corretti. Prima di andare in pensione, la dottoressa che aveva messo in piedi il servizio si era offerta di dare continuità. Purtroppo, però, si è appreso a settembre dell’anno scorso che novanta pazienti che non potevano più accedere alle sedute di agopuntura presso l’Ospedale Bellaria avevano avviato una protesta per la sospensione di questo servizio.

Come ho detto, si era anche aggiunta la chiusura dell’Ospedale Bellaria e anche quella dell’analogo ambulatorio presso l’Ospedale di Bazzano di Valsamoggia. Un ambulatorio simile, che doveva essere aperto all’Ospedale Rizzoli, è al momento in standby.

Su questo tema, raccogliendo la protesta di queste pazienti che adesso sono costrette, se se lo possono permettere, a ricorrere a servizi di agopuntura privati, raccogliendo la loro protesta, avevo presentato un’interrogazione a risposta immediata nella seduta dell’Assemblea legislativa del 27 settembre, pochi giorni dopo aver appreso di questa protesta che era partita per la chiusura dell’ambulatorio.

Nel rispondermi, l’assessore alla sanità, alla salute, Donini ha sottolineato gli incoraggianti risultati ottenuti e l’apprezzamento da parte delle pazienti coinvolte. Quindi, ha condiviso il fatto che si trattava – purtroppo dobbiamo parlare al passato – di un servizio utile e ha dichiarato che il progetto necessitava di una conferma delle attività in regime sanitario pubblico, tenuto conto che al momento, ha dichiarato, “tali prestazioni non rientrano nei livelli essenziali di assistenza garantiti e quindi bisogna proseguire nel lavoro fatto”. In questo senso – ha dichiarato sempre in quell’occasione – “la Regione sta dialogando con le aziende coinvolte per creare una modalità che consenta la ripresa e la prosecuzione delle prestazioni”.

Ricordo, però, che dal 1996 la Regione Toscana ha avviato l’integrazione delle medicine complementari nel sistema sanitario regionale e con legge regionale n. 9 del 19 febbraio 2007 la Toscana ha riconosciuto omeopatia, agopuntura e fitoterapia come parte del servizio sanitario regionale.

Il referente per le medicine non convenzionali della Regione Toscana ha dichiarato in un recente convegno dell’AUSL di Bologna la sua disponibilità a collaborare con i professionisti della Regione Emilia-Romagna nel percorso di integrazione.

Fatte tutte queste premesse sulla validità del servizio, sul fatto che sia stato interrotto, la risoluzione impegna la Giunta su due fronti: in casa propria, ad adoperarsi per riattivare in tempi brevi gli ambulatori dedicati ai trattamenti di agopuntura presso l’Ospedale Bellaria e nelle altre strutture della Regione, dove già venivano forniti, prendendo in considerazione la proposta e la disponibilità della dottoressa (di cui noi non possiamo fare il nome per questioni di secretazione, poi non lo capisco, comunque accetto questa disposizione) citata in premessa. Questo è quindi il primo impegno rivolto alla Giunta: riattivare i servizi.

Il secondo impegno, invece, di portata di livello superiore è che la Regione intervenga in Conferenza Stato-Regioni per sollecitare l’avvio di un percorso che valuti l’inserimento dell’agopuntura nei livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario nazionale, in modo appunto da renderlo uno dei servizi di base forniti tramite il Servizio sanitario, quindi ad accesso libero per tutti.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Soncini, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

La consigliera Zamboni, che ringrazio, ha ampiamente illustrato la risoluzione, sulla quale esprimiamo un parere favorevole rispetto agli impegni citati in essa, che la consigliera Zamboni ha ampiamente spiegato e argomentato, in particolare riguardo la ripartenza dell’attività presso l’Ospedale Bellaria da attuare, aggiungo, in tempi celeri. Credo che sia ampiamente messo in evidenza nel testo con le parole della consigliera il tema delle terapie integrate, dell’informazione e della sua importanza rispetto a queste terapie, e al fatto di aver disponibili strutture e servizi che possano ovviamente attuarle, oltre al fatto di diffondere una cultura che sia basata sempre sulle evidenze scientifiche, perché ovviamente questo è fondamentale, che ne dimostrino l’efficacia, di grande aiuto per le donne con malattie oncologiche.

Lo ha detto: laddove è possibile rendere i trattamenti più sopportabili, dov’è possibile favorire l’aderenza terapeutica, dov’è possibile far sì che i trattamenti siano più efficaci, ovviamente noi dobbiamo lavorare per questo sia possibile con le attività di cui si parla anche in oggetto alla risoluzione e chiedere che la ricerca scientifica e clinica per migliorare la qualità di vita delle persone in quel momento di particolare sofferenza proceda speditamente e si faccia sempre più compiuta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi... Consigliere Marchetti, scusi.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Sicuramente il tema affrontato con questa risoluzione, presentata dalla consigliera Zamboni, ha una sua valenza e importanza, stiamo parlando di un trattamento che potrebbe ovviamente portare benefici a soggetti che si sottopongono a trattamenti di chemioterapia o terapie ormonali, in questo caso parliamo specialmente di donne in cura oncologica.

Si riporta che sui trattamenti di agopuntura ci sarebbero studi scientifici che avrebbero evidenziato come questi trattamenti porterebbero benefici almeno nel 50 per cento dei casi di soggetti trattati. Ora, io non ho sicuramente le competenze per definire se effettivamente questi trattamenti possano portare questi benefici, però prendo atto dei casi riportati nel documento che è stato presentato e che oggi è in discussione, che è stato anche oggetto comunque di un question-time che ovviamente viene ricordato nelle varie premesse.

Si dà il caso, però, che qui stiamo parlando dell’ennesimo caso, o meglio dell’ennesimo errore compiuto a livello regionale, ovvero legare determinate strutture all’interno dei nostri ospedali a singole persone, a singoli professionisti. Infatti, per quanto riguarda l’agopuntura che è al centro di questa proposta che oggi viene avanzata, il tutto si rifà ad un progetto di fattibilità, o meglio sperimentale di medicina integrata in oncologia nella Regione Emilia-Romagna, un progetto che, prendendo spunto dai casi che vengono citati come esempio, non mi pare che sia così decollato, perché stiamo parlando di esperienze a macchia di leopardo su tutto il territorio regionale, che poi non hanno trovato un seguito nel momento in cui il professionista di turno è andato in pensione. È l’ennesimo errore, come dicevo prima, perché, se vi ricordate, qualche Consiglio fa abbiamo anche trattato il tema del Centro “Il BeNe” al Bellaria, sempre di Bologna, dove anche quel servizio rimaneva scoperto per via di un pensionamento. Quindi, innanzitutto dovremmo iniziare a voltare pagina e a cambiare radicalmente il modo di improntare le politiche sanitarie a livello regionale, perché sicuramente non possiamo lasciare tutto così campato in aria e rischiare, di volta in volta, di rincorrere le emergenze perché un determinato servizio resta scoperto per via di un pensionamento, ovviamente più che giusto, di un professionista sanitario.

Questo è il primo elemento che mi sento e ci sentiamo in dovere di evidenziare, ma, al di là di tutto, si riporta anche un altro fatto, ovvero quello dell’esperienza portata avanti in Regione Toscana. Proprio a tal proposito ci viene detto che un certo dottor puntini, puntini, non posso sapere a chi si faccia riferimento in questo caso, ha dichiarato in un recente convegno della ASL di Bologna la sua disponibilità a collaborare con i professionisti della Regione Emilia-Romagna nel percorso di integrazione. Qui rischiamo di ricadere nello stesso errore, cioè legarci nuovamente a una singola figura della nostra sanità o meglio qui addirittura della sanità della Regione Toscana.

Io credo che ci sia un errore di metodo anche in questo caso. Non voglio sicuramente sminuire l’importanza di questo tema, però è chiaro che votare un documento di questo tipo dove non si riportano, per questioni di privacy, per carità, i nomi e i cognomi delle figure, ma lo stesso fatto di legare una intera proposta su una figura professionale mi pare limitativo per quanto riguarda le nostre competenze.

Chiaramente noi, come Assemblea legislativa, possiamo dare degli indirizzi alla Giunta regionale, ma non credo che spetti a noi decidere quale figura professionale debba seguire un percorso piuttosto che un altro. Non credo, almeno io non ho le competenze per farlo, non so se la collega di Europa Verde si basi ancora sulle competenze del suo Comitato scientifico, come ci ha ricordato una volta in un precedente Consiglio, ma credo che non spetti né a me né alla consigliera Zamboni indicare un professionista a cui affidare un incarico.

Penso che questo spetti alla Giunta regionale dopo aver avviato un procedimento, ovviamente, per cercare di ricoprire nuovamente questo incarico, per dar via così, a questa esperienza, e magari rilanciare questo progetto sperimentale che fino ad oggi in realtà non è assolutamente decollato.

Io quindi mi sento di fare una proposta ai colleghi di maggioranza, in primis, ovviamente, alla prima firmataria ma anche ai colleghi del Partito democratico che hanno già dichiarato la loro volontà di accogliere questa proposta: io credo che su un tema così importante, dove comunque bisognerebbe avere anche qualche dato e informazione in più, sarebbe necessario approfondire ulteriormente, magari in Commissione, con un’informativa dell’assessore competente per capire com’è stato improntato questo progetto sperimentale, per introdurre, come veniva detto, la medicina integrata in Oncologia in Regione Emilia-Romagna, avere qualche dato in più, quindi non limitandosi a prendere atto di una risposta di tre minuti che è stata data alla consigliera Zamboni in un precedente Consiglio, fare le giuste valutazioni, ma soprattutto non indicando noi direttamente il nominativo di una persona a cui affidare un incarico.

Credo che anche dal punto di vista procedurale questo sia completamente errato. La nostra proposta in tal senso quindi è quella di approfondire, come dicevo prima, in una seduta di Commissione dedicata, dove ci potrebbero venire riportati comunque i dati, i risultati di questo progetto. Successivamente, far tutte le valutazioni del caso, e magari arrivare con una nuova proposta, basata però su informazioni e dati concreti, non su richieste vaghe, dove non sappiamo nemmeno a che figura professionale si stia facendo riferimento. Addirittura qui, se nel “rilevato che” parliamo di un “dottor” e nell’impegno parliamo di una “dottoressa” c’è già qualcosa che non va.

Io credo quindi che dovremmo fare un minimo di chiarezza, ma proprio per non andare a togliere importanza a un tema che sicuramente ha una sua rilevanza a livello regionale, soprattutto per chi è sotto cura ed è soggetto a trattamenti oncologici.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Ringrazio il consigliere Marchetti per aver riconosciuto l’importanza del tema, però mi preme contrastare alcune sue affermazioni. Ovviamente, la risoluzione non suggerisce alla Giunta chi deve mettere a capo del servizio, tanto più che parliamo di una persona già andata in pensione e di un altro medico che è intervenuto a un convegno. La presenza del medico a questo convegno, quindi, serve solo a sottolineare che l’ASL sta facendo approfondimenti e ha chiamato un collega che viene dalla Toscana, quindi fa parte della narrativa e non dell’impegno. Distinguiamo, da legislatori compiuti quali siamo, la differenza tra le premesse e la parte di impegno.

Non possono essere presenti nomi per il fatto che sono stati gli uffici dell’Assemblea a prescrivermi di secretarli, ovviamente io so chi sono, ma non potevo scriverlo, e, in ogni caso, la risoluzione non punta certo a dire all’assessore o al servizio sanitario della Regione chi debba mettere in quei posti. Una tra l’altro è andata in pensione, l’altro è di un’altra Regione, quindi non è questo il tema.

Il tema, invece, è di sollecitare la ripresa di questo servizio, che è stato oggetto di una sperimentazione (si parla infatti di sperimentazione) che ha dato risultati positivi, e le pazienti che hanno potuto usufruirne, che oggi devono ricorrere a pagarsi un servizio di tasca propria, sollecitano la Regione in tal senso.

Questo è il valore della risoluzione, ovviamente io sono d’accordo di fare tutti gli approfondimenti tematici nell’autonomia della Commissione, però per non perdere altro tempo sono favorevole a lasciare in discussione e in votazione la risoluzione.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri interventi in discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Se non ci sono interventi in dichiarazione di voto, mettiamo in votazione con il dispositivo elettronico. Consigliere Caliandro, lei ritira la sua...? Perfetto, quindi sospendiamo la votazione elettronica facendo la votazione per alzata di mano, colleghi.

Votazione dell’oggetto 6406.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

(La risoluzione oggetto 6406 è approvata a maggioranza dei presenti)

 

L’oggetto 6406 a firma Zamboni è approvato.

 

L’oggetto 6413 è stato rinviato alla prossima seduta.

 

OGGETTO 6051

Risoluzione sulla possibilità di fornire alla popolazione ucraina generatori e materiali di soccorso della Regione e dell’Agenzia regionale per la protezione civile e la sicurezza territoriale. A firma del Consigliere: Piccinini

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla risoluzione 6051 sulla possibilità di fornire alla popolazione ucraina generatori e materiali di soccorso della Regione e dell’Agenzia regionale per la protezione civile e la sicurezza territoriale, a firma della consigliera Piccinini.

Su questo argomento insistono due proposte di emendamento, una a firma della consigliera Maletti e Francesca Marchetti e una a firma del consigliere Amico.

Discussione generale.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Presidente, questa risoluzione è stata presentata a fine novembre, quindi è un po’ datata, ma in realtà il tema è più che mai attuale. Infatti, gli ultimi mesi della guerra scatenata dalla Russia di Putin contro l’Ucraina sono stati caratterizzati da massicci e indiscriminati bombardamenti su edifici residenziali, strutture pubbliche e servizi per la collettività e in particolare sugli impianti e sulle infrastrutture energetiche con l’evidente e purtroppo non negato obiettivo di rendere ulteriormente dure e insostenibili, in considerazione delle temperature abituali dell’area, le condizioni di vita per la popolazione civile, cercando quindi di fiaccare la resistenza del popolo e incrementare i flussi di profughi verso gli altri Paesi europei.

In più occasioni da parte dei rappresentanti delle Istituzioni ucraine e dell’Unione europea è stato posto l’accento sulla necessità di fornire alle popolazioni strumenti e beni per fronteggiare la stagione invernale alla luce del consistente razionamento di energia elettrica e dell’impossibilità in molte aree di ripristinare le forniture.

Sono stati, tra gli altri, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e il presidente dell’associazione Eurocities, Dario Nardella, sindaco di Firenze, a lanciare l’iniziativa “Generatori di speranza”, finalizzata a consentire di superare l’inverno al fine di fornire una risposta immediata, concreta e doverosa ai bisogni della popolazione ucraina. Anche l’ANCI ha lanciato messaggi di analogo significato.

Nei mesi successivi l’aggressione di Putin contro l’Ucraina ha assunto in via definitiva le caratteristiche di una guerra totale che coinvolge deliberatamente infrastrutture, strutture civili e la popolazione. Le notizie che vengono dalla lunga linea del fronte indicano inoltre la recrudescenza degli scontri, così che oggi appare molto probabile una nuova offensiva russa in tempi ravvicinati alla luce anche dell’imminente anniversario dell’inizio dell’aggressione.

Dobbiamo quindi purtroppo attenderci che il conflitto affronti ancora fasi pesantissime, contrassegnate non solo da scontri lungo la linea del fronte, ma anche da gravissimi sacrifici per tutta la popolazione civile. Dobbiamo anche tenere conto dell’intensità e della durata della stagione invernale in Ucraina e delle conseguenti necessità di assicurare strumenti e beni che possano aiutare la popolazione ad arrivare in condizioni meno drammatiche alla tarda primavera, superando sia l’inverno sia i mesi di disgelo.

Come dicevo, questa risoluzione è stata presentata a novembre, ma il problema ancora, purtroppo, esiste; l’anniversario, benché superato, non ha… In questo periodo non abbiamo ancora visto segnali incoraggianti da questo punto di vista.

È in questo contesto, segnato anche dal recente intervento del presidente ucraino Zelenskij al Parlamento e al Consiglio europeo che si inserisce questa risoluzione, che propone l’impegno di corrispondere all’iniziativa del Parlamento europeo e all’appello lanciato nel corso dell’Assemblea dell’ANCI, verificando la possibilità di utilizzare generatori e materiali di soccorso della Regione e dell’Agenzia regionale per la Protezione civile e la sicurezza territoriale.

Chiediamo alla Giunta e all’Assemblea, quindi, per quanto di competenza, di corrispondere all’iniziativa del Parlamento europeo e all’appello lanciato nel corso dell’assemblea dell’ANCI, verificando la possibilità di utilizzare generatori e materiali di soccorso della Regione e dell’Agenzia di protezione civile, e a prendere in esame la possibilità di promuovere e coordinare iniziative analoghe da parte degli enti locali della Regione, nonché da altri soggetti pubblici, associativi e privati, e a proporre l’adozione di misure dirette allo stesso fine da parte di altre Regioni e Province autonome.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Consigliera Maletti, prego.

 

MALETTI: Grazie, presidente.

Il 7 febbraio, nella Commissione V l’assessora Lori e l’assessore Taruffi hanno fatto il punto rispetto alla clausola valutativa sull’emergenza ucraina, rispetto al PDL che noi abbiamo approvato nell’aprile 2022.

Al primo punto sono state erogate tutto un insieme di risorse sia rispetto all’accoglienza di famiglie di minori, di donne, di persone con vulnerabilità e fragilità qui, in Emilia-Romagna, ma anche rispetto all’assistenza direttamente in Ucraina.

C’era anche un terzo filone, quello definito per la ricostruzione, cosa che non è stato possibile in questa fase fare proprio perché purtroppo la guerra sta continuando. Ci siamo confrontati quindi proprio per valutare quello che si poteva fare, valutare nel senso che nella Regione Emilia-Romagna è finita una fase 1, dove sono arrivate tante famiglie che hanno abbandonato quei territori, ma in questa fase 1, dove anche tante famiglie emiliano-romagnole hanno accolto e si sono impegnate per fare tutto un insieme di azioni, in questa fase 2 possiamo vedere che tutto un insieme di famiglia hanno deciso anche il rientro in patria, cioè di tornare, anche a loro rischio e pericolo in Ucraina, dall’altro altre anche grazie al fatto che rispetto a queste persone che lasciano le loro terre per cercare un futuro migliore, perché in questa fase hanno la guerra, con la possibilità anche di riconoscimento di alcune cose che invece non ci sono rispetto ad altri migranti, come il riconoscimento dei loro titoli di studio, ma anche altre dinamiche, si sono potuti fare tutto un insieme di percorsi verso il lavoro e anche tutto un insieme di percorsi ad esempio dei bambini rispetto a tutto un insieme di inserimenti nelle scuole, dagli asili nido fino all’università.

Molti di loro infatti in questo periodo hanno potuto seguire un insieme di lezioni scolastiche anche in DAD direttamente dall’Ucraina.

Queste sono le cose che noi abbiamo messo in campo, anche grazie a tutto un insieme di progetti fatti in quei territori, grazie a un insieme di associazioni legate alla cooperazione internazionale ma non solo, per cui sono stati finanziati diversi progetti e portato un insieme di generi alimentari ma anche di vestiario e tutto quello che serviva a questa popolazione.

Una delle cose sulle quali anche in quella sede ci siamo confrontati è stato rispetto al fatto dei generatori, perché una delle cose che sappiamo e che apprendiamo dalla televisione, dai giornali è proprio che sono state purtroppo bombardate le reti che garantivano la corrente elettrica.

Rispetto alla risoluzione della consigliera Piccinini condividiamo il fatto che bisogna intervenire rispetto all’utilizzo dei generatori, però sappiamo consapevolmente che il sistema di Protezione Civile regionale, in modo particolare per l’emergenza di carattere internazionale, opera in stretta relazione con il Dipartimento nazionale nell’ambito del meccanismo europeo di protezione civile e che la fornitura di mezzi e materiali da parte delle Protezioni Civili regionali in un contesto emergenziale internazionale viene attuata su autorizzazione da parte del Dipartimento nazionale di Protezione civile, a seguito di specifica richiesta dello Stato estero.

Per questo motivo è stato presentato questo emendamento, firmato da me e dalla consigliera Francesca Marchetti, che chiede di modificare l’impegno in tal senso, cioè mettere “a corrispondere all’iniziativa del Parlamento europeo e all’appello lanciato nel corso dell’Assemblea dell’ANCI, verificando la possibilità di inviare generatori e materiali di soccorso, per il tramite dell’Agenzia Regionale per la Protezione civile e la sicurezza territoriale, qualora venisse attivato il meccanismo europeo da parte del Dipartimento nazionale; a prendere in esame la possibilità di promuovere e coordinare iniziative analoghe da parte degli Enti locali della Regione, nonché di altri soggetti pubblici associativi e privati”. Questo per rendere realizzabile questa risoluzione, avendo ben presente i bisogni che ci sono in quei territori, ma anche potendo adottare quei canali che sono previsti rispetto alle normative e alle prassi vigenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Chi è intervenuto prima di me ha giustamente ricordato come lo scorso 7 febbraio, in sede di clausola valutativa per la legge di aiuto alle popolazioni ucraini, abbiamo ascoltato con molto interesse e piacere gli assessori Taruffi e Lori circa le destinazioni delle risorse raccolte da cittadini, imprese, enti a favore della popolazione ucraina; una clausola valutativa molto dettagliata che ha dato il segno di come quelle risorse ingenti, circa 2 milioni di euro, sono state impiegate a sostegno, appunto, dei civili, siano essi ancora presenti o allora presenti sul suolo ucraino oppure giunti sul territorio emiliano-romagnolo e complessivamente in Italia.

Purtroppo il conflitto non è ancora terminato a distanza di un anno. Purtroppo i segnali di recrudescenza dello stesso conflitto sono all’ordine del giorno, anche se scivolati lentamente verso le pagine quarta, quinta, sesta e settima dei giornali, ma la sofferenza della popolazione ucraina è ancora molto alta. Altrettanto, quel giorno, quando discutemmo della clausola valutativa, era a poche ore dalla tragedia del terremoto tra Turchia e Siria. Altre tragedie si stanno consumando non per colpa di conflitti, ma per altri motivi, però, comunque, che hanno a che fare soprattutto con la popolazione più debole, più fragile, più esposta ai rischi economici di vita e altro.

Pertanto, io saluto positivamente la risoluzione che presenta oggi la collega Piccinini, perché comunque il lavoro di supporto alla popolazione, congiuntamente a tutto ciò che può essere anche pensato credo non vada interrotto oggi in Ucraina, ma probabilmente anche nelle prossime settimane, anche per quanto riguarda la Turchia e la Siria.

È chiaro che le condizioni e le complicazioni che ci sono nel far arrivare a destinazione ed essere certi che arrivino a destinazione i beni di prima necessità, così come le strumentazioni adeguate per la sopravvivenza di chi ancora oggi in alcuni territori bombardati, e soprattutto con una serie di prerogative infrastrutturali compromesse a causa della guerra – penso al tema dell’elettricità, ma io aggiungo anche il tema dell’acqua, quindi beni primari decisamente compromessi dal conflitto –  abbiano bisogno di continuare ad essere seguiti e supportati.

In questo senso, oltre ad apprezzare il proposito sollevato dalla consigliera Piccinini, e anche le specifiche che poco prima di me ha fatto la consigliera Maletti rispetto alla traduzione di inefficacia di quello che può essere il provvedimento per quanto riguarda il tema dei generatori elettrici, ho inteso presentare un emendamento aggiuntivo nelle premesse, per raggiungere una lettura di contesto e di quadro di quelle che sono le necessità della popolazione, che ha bisogno di elettricità, così come ha bisogno di acqua. Quindi, occorre prevedere e pensare che nel momento stesso in cui si interviene, o si costruisce anche un percorso attraverso l’invio di strumentazione adeguata possa essere contemplata anche la strumentazione che serve per garantire l’approvvigionamento idrico di acqua potabile alle persone.

Questo lo presentiamo anche forti di quella che è la relazione che nel corso di questi mesi anche la Regione Emilia-Romagna ha intrattenuto con le varie organizzazioni non governative che hanno continuato – la clausola valutativa ce ne dava conto – a intervenire in zone di conflitto, hanno continuato sia a portare beni di prima necessità, che a dare supporto alla popolazione ucraina, così come a dare supporto a coloro che non avevano più le condizioni per permanere su quel territorio, per tornare in Italia.

Insomma, forti di quella relazione profonda che intercorre tra la Regione Emilia-Romagna e le organizzazioni non governative che operano in loco e che soprattutto intrattengono dei rapporti con le associazioni del territorio, con i soggetti umanitari presenti sul territorio ucraino, che, pur se devastato, continuano a esistere.

L’obiettivo dell’emendamento che presentiamo è quello, da un lato, di dar conto di quella missione, che continua ancora oggi e che so che il prossimo 30 marzo compirà un altro invio e presenza di pulmini, molti volontari dell’Emilia-Romagna faranno parte di quella missione, missione che ha già installato due dissalatori nella città di Mykolaïv, in accordo con la municipalità, per fornire acqua potabile alla popolazione residente, e probabilmente avrà bisogno non solo quella città, ma anche altre di avere questa strumentazione assieme a quella dei generatori elettrici.

Credo che la garanzia che queste risorse, questi strumenti possano arrivare sul territorio possa essere facilitata da un intervento di coordinamento della Protezione Civile regionale, dall’interessamento delle parti istituzionali sia per quanto riguarda le funzioni della Protezione Civile, ma anche le relazioni che ci possono essere con il corpo diplomatico italiano presente sul territorio ucraino, quindi avere anche una certezza dell’approdo di queste risorse, cosa che rischia a volte in queste situazioni di conflitto di non arrivare a raggiungere l’obiettivo che ci si prefigge.

 È quindi una risoluzione che credo possa essere letta in diretta continuità con quelle che sono le risorse che abbiamo raccolto, stanziato e destinato nel corso dei mesi passati, che continueremo a destinare e raccogliere nel corso dei mesi futuri, perché avevamo individuato tra le azioni quella della ricostruzione e comunque non abbiamo ancora esaurito quelle risorse.

La garanzia dell’intervento da un lato della Protezione civile e del Coordinamento regionale, così come delle organizzazioni non governative che operano sul territorio ucraino e che hanno una relazione anche di carattere progettuale specifica con la Regione Emilia-Romagna è, secondo me, un punto di forza di una attenzione che vogliamo porre – ripeto - per quanto riguarda la fornitura elettrica fiaccata dai bombardamenti russi sul suolo ucraino, che interrompe le linee di trasmissione dell’energia elettrica, ma che interrompe anche l’approvvigionamento idrico potabile, e ad oggi i due dissalatori installati nella città di Mykolaïv garantiscono circa 20.000 litri d’acqua potabile al giorno per la popolazione locale. Capite anche voi che in questa chiave di lettura sono degli elementi essenziali per chi si trova in forte e durissima privazione da questo punto di vista.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Pigoni.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Condivido la proposta della collega Piccinini, così come condivido gli emendamenti proposti dai colleghi della maggioranza per il supporto al popolo ucraino attraverso l’invio di generatori e di materiale di soccorso per il tramite della Protezione civile. È vero, l’Ucraina chiede generatori, questo perché le centrali stanno saltando una ad una. Credo che a livello nazionale sarebbe utile anche valutare l’invio di squadre di tecnici per aiutare a ripristinare la rete elettrica. Così come è vero che agli ospedali servono protesi per i mutilati, ma trovo impossibile non sottolineare anche in questa sede che la prima richiesta dell’Ucraina sia quella di sostegno per potersi difendere anche militarmente.

Bene ha fatto in questo caso la Premier a proporre al Parlamento l’autorizzazione alla cessione di aiuti militari in favore dell’Ucraina, testo che è stato approvato con i voti favorevoli di Azione, Italia Viva e del Partito Democratico e della maggioranza di Governo, seppur con vari distinguo nelle poltrone di Lega e Forza Italia.

La nostra Emilia-Romagna, più di altri territori, lo sa bene: non c’è pace senza resistenza. Oggi l’Ucraina si sta battendo per la propria libertà, per la dignità del proprio popolo e il nostro Paese, così come l’Europa, è chiamato a supportarli con ogni mezzo. Questo non significa non voler trovare una soluzione diplomatica, ma lasciare l’Ucraina senza armi significherebbe consegnarla a Putin che, ce lo sta dimostrando, non ha nessuna intenzione di fermarsi.

L’Italia è chiamata a lavorare insieme all’Europa per cercare in tutti i modi di fermare questa guerra, che però può finire, a nostro avviso, in un solo modo, con la libertà del popolo ucraino, perché l’aggressione russa è illegittima, quindi non con la desistenza che alcuni stanno continuando a chiedere. Voterò questa risoluzione che parla di un supporto che la Regione può, per competenza, fornire, ma il mio auspicio è che il Governo continui a sostenere la difesa ucraina con ogni mezzo, quindi anche con quello militare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie. Consigliere Cuoghi.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

La risoluzione presentata dalla collega Piccinini è certamente condivisibile in quelle che sono le finalità, in quelle che sono le premesse. La cosa che non ci convince sono gli impegni, nel senso che dire di inviare generatori o materiali di soccorso per il tramite dell’Agenzia regionale, se si tratta che l’Agenzia regionale deve effettuare il trasporto, allora magari se ne potrebbe anche in qualche modo ragionare. Se invece si pensa di utilizzare i materiali che l’Agenzia regionale per la protezione civile e la sicurezza territoriale hanno, e che servono per le emergenze, ma per le emergenze serve la colonna mobile regionale, proprio, che deve intervenire direttamente, allora ritengo che questa sia una cosa sbagliata.

Esattamente un anno fa, più o meno, la nostra colonna mobile dell’Emilia-Romagna si stava preparando per intervenire ai confini dell’Ucraina, per accogliere i profughi che stavano fuggendo da quei territori dove appunto era scoppiata questa guerra.

Si parlò prima della Slovacchia, poi si pensò alla Moldavia, era una missione che doveva essere fatta assieme al Friuli e al Trentino. Successivamente non ci furono le condizioni per un campo così grande, non ci furono le condizioni di sicurezza, per cui alla fine questa missione non si fece, ma si è potuto in qualche modo pensare e preparare fin proprio al giorno prima della partenza per il fatto che la colonna regionale, quindi, l’Agenzia regionale per la Protezione civile e la sicurezza territoriale hanno nel tempo predisposto questi materiali, queste attrezzature pronte alla partenza.

La protezione civile funziona così: ci si prepara in tempo di pace per poter intervenire in tempo di emergenza. Per cui ecco che se noi distaccassimo questi materiali, non avremmo consegnato, donato o usufruito di qualcosa che non stiamo utilizzando. Sono materiali che stiamo utilizzando anche quando sono fermi, perché la protezione civile si prepara in tempo cosiddetto di pace, quando cioè non si è nella situazione dell’emergenza.

Pertanto, ripeto, condividiamo le finalità, condividiamo le premesse, quindi ci sembra che sia un emendamento anche corretto quello presentato dalle colleghe Maletti e Marchetti perché va un pochino a correggere questi dubbi che la risoluzione, così com’è, ci solleva.

Per quanto riguarda invece l’emendamento, visto che è stato presentato ne parliamo già in questa fase, l’emendamento n.  2 del collega Amico, ringrazio il collega per aver ricordato anche questa iniziativa sicuramente importante, ma non ritengo opportuno inserirlo in una risoluzione. Già qui si parla di 180 associazioni citandone solo qualcuna, non sappiamo in queste 180 quali ci siano, sicuramente ce ne saranno tante altre, nel riferire solo di alcuni interventi, solo di alcune associazioni e addirittura solo di alcune delle alcune mi sembra di fare un atto discriminatorio nei confronti di tutti gli altri.

Stiamo parlando di solidarietà, andremmo a fare qualcosa che è proprio ingiusto, oltre che inelegante. Pertanto credo che non sia in questo caso opportuno inserirlo in una risoluzione, che, invece, emendata così come proposto dalle colleghe Maletti e Marchetti risulterebbe, secondo me, una buona proposta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Anch’io, nel fare un intervento su questa risoluzione, approfitto dello spunto che mi sollecita il consigliere Cuoghi sul fatto che in questo emendamento vengano citate solo alcune associazioni che stanno in queste settimane, in questi mesi prendendo posizione in maniera importante per fermare la guerra, ne sono sicuramente state dimenticate diverse, quindi indicarne solo alcune sembra obiettivamente quantomeno non corretto o completo. Conosco tante realtà che stanno così nella cosiddetta "Destra politica" che hanno preso posizione in maniera precisa per un intervento in tal senso.

Tornando al merito della risoluzione, anche qua certamente condividiamo l’impostazione di fondo, che è quella di dare un supporto a quelle che sono le popolazioni ahinoi vittime di un conflitto che certamente non hanno voluto e, come spesso accade nei conflitti bellici, chi ci rimette sono sempre i civili, da una parte e dall’altra. Non esiste mai una popolazione civile che possa essere considerata responsabile.

Le responsabilità, laddove vi sono, sono politiche e militari, certamente.

Cerco di fare un ragionamento a questo punto sullo strumento giuridico, amministrativo e tecnico della risoluzione. Infatti, come il collega che ha parlato prima di me, quella che lascia un po’ sorpresi è la parte che riguarda l’impegno finale, dove fondamentalmente si chiede che, tramite canali della nostra Protezione civile, si verifichi la possibilità di inviare generatori e materiale di soccorso.

Sono andato un attimo a rileggermi la legge che noi abbiamo votato lo scorso anno, praticamente dieci mesi fa, che erano appunto “Misure urgenti di solidarietà” ma che abbiamo codificato con una legge regionale, dove naturalmente vi sono delle finalità e quello che viene chiesto con questa risoluzione in termini finali, anche se, ripeto, questa richiesta è abbastanza generica, comunque rientra fra le finalità dell’articolo 1 della legge n. 4 del 2022 e anche nell’articolo 2. 

Vorrei ricordare che è stato appositamente previsto un fondo a bilancio regionale, un fondo a bilancio regionale dove devono essere in qualche modo coperti gli oneri che la Regione assume per queste missioni, queste attività, anche tramite l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, ma devono essere ben individuate.

Quindi, in un qualche modo, la questione – adesso nello specifico si parla di generatori, potremmo parlare di qualsiasi altro mezzo di supporto alle popolazioni – a mio avviso deve essere comunque incanalata, deve seguire il percorso legislativo che ci siamo dati, che correttamente ci siamo dati, anche in termini di previsione di spesa, in termini di copertura, eccetera, eccetera.

Volere presentare una risoluzione che altro non fa se non inserirsi su quella legge che ci siamo dati, che in qualche modo vuole aggiungere un particolare, perché parliamo in particolare di invio di generatori, di soccorso, ma lo trovo obiettivamente in un qualche modo voler modificare, secondo me, quello che è invece l’iter che deve essere correttamente seguito nell’andare, appunto, ad applicare le disposizioni legislative che abbiamo individuato lo scorso anno.

Questa risoluzione quindi esce un po’ da questo seminato, esce un po’ da questo percorso. Può avere il contributo, può avere sicuramente l’aspetto positivo di voler ricordare che vi sono iniziative di solidarietà da portare avanti; ma lo fa a mio avviso, a nostro avviso, in maniera impropria.

Noi manteniamo quello che è invece il percorso legislativo che ci siamo dati. Anche la questione che riguarda le iniziative, insieme ad altri enti locali, ad altri soggetti, anche questo è già previsto dalla legge. È già previsto dalla legge, quindi diventa quasi ridondante ricordare che noi dobbiamo in questa materia rapportarci con altre realtà. Trovo quindi obiettivamente questa risoluzione inappropriata, pur partendo da un presupposto che condividiamo.

Questo è il motivo, così concludo e faccio anche la dichiarazione di voto, per cui il nostro voto sarà un voto di astensione, sia sugli emendamenti, sia sul testo finale.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Collega Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ringrazio i colleghi che sono intervenuti nel dibattito. Mi dispiace che si siano fatte sottolineature che sono quantomeno divisive, nel senso che il mio auspicio era che arrivassimo ad una votazione unanime da parte di questa Assemblea.

In realtà, mi rendo conto che non è così e che purtroppo le motivazioni non siano così consistenti. Mi ricollego a quello che diceva Facci: questa risoluzione sta invece nel solco del lavoro che abbiamo fatto rispetto alla legge che è stata approvata e che riguarda le donazioni che questa Regione ha ricevuto.

So peraltro che c’è un impegno anche da parte dell’assessora Lori per capire come intervenire rispetto al tema proprio dei generatori, che riguarda, l’ho specificato nella risoluzione, sia il percorso istituzionale, quindi attraverso la Protezione civile, sia provando a coordinare, se la Regione deciderà di muoversi in questo senso, anche Enti locali, soggetti pubblici e privati, quindi anche i beneficiari del bando che faceva riferimento alla legge che citavo in premessa.

Ringrazio poi i colleghi della maggioranza, perché hanno presentato due emendamenti, uno che chiarifica meglio quale sia la procedura d’intervento, quindi dal mio punto di vista aggiunge un valore in più agli impegni che abbiamo inserito all’interno di questa risoluzione, e l’altro, quello presentato dal collega Federico Amico, che ne qualifica ancora di più i contenuti, ponendo all’attenzione di quest’aula la necessità di consegnare non solo dei generatori, ma anche dei dissalatori.

Come sappiamo, la situazione è infatti particolarmente grave, purtroppo questa guerra è cruenta, e giustamente, come si diceva prima, a farne le spese è la popolazione civile, e le necessità sono tante, quindi apprezzo l’emendamento che è stato presentato e lo dico alla Presidenza, da parte mia c’è la volontà di accoglierli e di metterli assolutamente in votazione.

Peraltro, do atto anche alla Regione e alla Giunta di aver fatto la propria parte e con quella legge e credo anche con la disponibilità da parte dell’assessora Lori, ma anche dell’assessore Taruffi di interessarsi a questa tematica proprio in relazione al bando, su cui abbiamo fatto anche una seduta di Commissione nella quale abbiamo analizzato la clausola valutativa.

Mi dispiace e provo un po’ di amarezza nel constatare che non c’è la volontà da parte delle forze di Centrodestra di votare positivamente la risoluzione, perché c’era tutta la possibilità di fare degli emendamenti e di andare a specificare se c’erano passaggi che andavano esplicitati o pianificati meglio, lo abbiamo fatto con gli emendamenti e le proposte che sono arrivate dalla maggioranza, lo avrei fatto esattamente allo stesso modo se fossero arrivate proposte dai colleghi del Centrodestra.

Così non è stato, mi ritrovo a prendere atto di annotazioni a cui non è stato dato seguito attraverso emendamenti e devo dire che di questo mi dispiaccio. Me ne dispiaccio perché penso che il tema sia condiviso da tutti nelle sue finalità, quindi che ci dobbiamo fissare su questioni, dal mio punto di vista, di lana caprina, penso che non sia il messaggio corretto che noi mandiamo fuori da qua e sia davvero un’occasione persa. Purtroppo, prendo atto delle scelte fatte. Io voterò ovviamente la risoluzione, ma voterò favorevolmente anche agli emendamenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Se non ci sono altri in discussione generale, passiamo alla discussione generale sugli emendamenti.

Non ci sono interventi in discussione generale sugli emendamenti.

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte sugli emendamenti e sull’oggetto 6051.

Collega Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Noi voteremo a favore degli emendamenti e poi della risoluzione come risulterà emendata dagli interventi del sottoscritto, ma anche delle colleghe della maggioranza. Intervengo per ringraziare ancora una volta la consigliera Piccinini per aver portato oggi all’attenzione di quest’aula questi contenuti, anche se il deposito della risoluzione è stato antecedente alla clausola valutativa.

Anch’io riscontro come la risoluzione stia assolutamente nel solco, soprattutto e a maggior ragione dopo aver ascoltato la relazione dell’assessora Lori e dell’assessore Taruffi in Commissione circa l’impiego di quelle risorse.

Nella dichiarazione di voto esprimo il nostro voto favorevole sugli emendamenti e sulla risoluzione. Tengo a specificare come, per quanto riguarda la parzialità dei soggetti inseriti all’interno dell’emendamento, è chiaro che nel momento stesso in cui parliamo di 180 soggetti aderenti a quel tipo di campagna non potevamo enumerarli singolarmente tutti. Quello lo riteniamo maggiormente significativo e soprattutto è una delle azioni con le quali siamo intervenuti, attraverso la legge approvata una decina di mesi fa, che trova riscontro all’interno della clausola valutativa presentata lo scorso 7 febbraio.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie.

Consigliera Maletti.

 

MALETTI: Grazie, presidente.

Anche il Partito Democratico voterà a favore sia degli emendamenti che della risoluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie. Altri interventi in dichiarazione di voto? Nessun intervento in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione, per alzata di mano…

Consigliere Sabattini.

 

SABATTINI: Possiamo votare con voto elettronico?

 

PRESIDENTE (Rainieri): Certo.

Votiamo per alzata di mano l’emendamento n. 1 a firma Amico… l’emendamento n. 2 a firma Amico.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

L’emendamento n.  2 è approvato.

Votiamo l’emendamento n. 1, a firma Maletti e Francesca Marchetti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

L’emendamento n. 1 è approvato.

Votiamo ora con il dispositivo elettronico la risoluzione 6051.

La votazione è aperta.

La votazione è chiusa.

 

Presenti 32

Favorevoli 23

Contrari 0

Astenuti 7

 

È approvata.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Sì, grazie.

Francesca Marchetti?

 

MARCHETTI Francesca: Non so se si vede. Il mio voto è favorevole.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Ne prendiamo atto.

Grazie.

 

OGGETTO 6382

Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire in sede di Conferenza Stato-Regioni e a sollecitare il Governo e il Parlamento affinché venga ripristinata la dotazione finanziaria del fondo sociale per l’affitto e del fondo per la morosità incolpevole. A firma dei Consiglieri: Mumolo, Zappaterra, Costa, Mori, Rossi, Caliandro, Marchetti Francesca, Gerace, Bulbi, Sabattini, Fabbri, Rontini, Daffadà, Pillati

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora alla risoluzione 6382 per impegnare la Giunta ad agire in sede di Conferenza Stato-Regioni, a sollecitare il Governo e il Parlamento affinché venga ripristinata la dotazione finanziaria del Fondo sociale per l’affitto e del fondo per la morosità incolpevole, a firma dei consiglieri Mumolo, Zappaterra, Costa, Mori, Rossi, Caliandro, Marchetti Francesca, Gerace, Bulbi, Sabattini, Fabbri, Rontini, Daffadà e Pillati.

Siamo in discussione generale.

Consigliere Mumolo.

 

MUMOLO: Presidente, fino al recente insediamento del nuovo Governo, il bilancio dello Stato era in grado di coprire, seppure in modalità non esaustiva, gli interventi di sostegno all’affitto per le classi sociali meno abbienti.

Dai dati del MEF contenuti negli open data relativi al bilancio preventivo statale 2023 emerge però che i capitoli del Fondo affitto e del Fondo inquilini morosi incolpevoli risultano attualmente privi di stanziamento. Il Governo, dunque, con il bilancio preventivo 2023 non ha finanziato questi Fondi.

I fondi per i contributi per l’affitto sono principalmente destinati ai cosiddetti “lavoratori poveri”, ovvero coloro che, pur avendo un contratto di lavoro e spesso anzi grazie a quel contratto, sono riusciti a ottenere un contratto di locazione, però non possono sostenere l’intero canone di locazione a causa del loro basso reddito. Spesso, infatti, il canone di locazione supera il 50 per cento del loro reddito familiare.

Negli ultimi anni i contributi per l’affitto e i fondi per la morosità incolpevole sono stati utili strumenti per alleviare il disagio abitativo, impedendo o ritardando gli sfratti fino a consentire a nuclei familiari in difficoltà di trovare un’altra sistemazione abitativa. Questi fondi hanno contribuito anche ridurre i costi dell’affitto, agevolando la contrattazione tra inquilini con basso reddito e proprietari, e hanno frenato il fenomeno dell’evasione fiscale, legato alla locazione di alloggi.

Il contributo economico fornito da questi Fondi è fondamentale per garantire una casa sicura e stabile a coloro che hanno uno stipendio basso. L’accesso a una casa adeguata è un diritto umano fondamentale e un elemento essenziale per una vita dignitosa.

Inoltre, questi aiuti sono particolarmente importanti in un contesto in cui i costi dell’affitto sono in costante aumento e molte persone faticano a trovare un alloggio accessibile... per piacere, però, ragazzi...

 

PRESIDENTE (Rainieri): Colleghi, chiedo scusa...

 

MUMOLO: Faticano a trovare un alloggio accessibile dal punto di vista finanziario.

L’accesso alla casa adeguata può influire positivamente sulla salute mentale e fisica delle persone e contribuire alla loro stabilità finanziaria e sociale. Gli aiuti per l’affitto possono anche contribuire a ridurre il rischio per molte persone di essere sfrattate, finire in strada e diventare persone senza dimora. In sintesi, gli aiuti per l’affitto sono uno strumento importante per garantire l’accesso alla casa adeguata a coloro che magari non potrebbero permetterselo con lo stipendio molto basso che hanno, e questi aiuti possono contribuire alla creazione di comunità sostenibili e inclusive.

Per questi motivi noi crediamo che il Governo dovrebbe invertire la rotta e cercare di lottare contro la povertà, e non fare la guerra dei poveri, perché come definire certi provvedimenti?  Ne abbiamo fatti diversi, maggioranza e minoranza, e questo è motivo di ulteriore rammarico per quanto mi riguarda, perché sembra che invece il Governo non stia andando nella direzione che in quest’Aula tutti noi abbiamo preso.

Come definire, se non guerra ai poveri, politiche che hanno portato al mancato rinnovo del taglio delle accise sui carburanti, alla mancanza di finanziamenti per il Fondo affitti, alla rimozione dello sconto in fattura e della cessione dei crediti per il bonus edilizia, alla riduzione dei fondi alla scuola pubblica tramite la norma sul cosiddetto dimensionamento scolastico con la chiusura di sedi e il taglio di organici, specialmente nei territori marginali e montani, a proposito di montagna, di cui si è discusso molto questo pomeriggio?

Queste politiche colpiscono oggettivamente le persone meno abbienti, che già stanno lottando contro l’inflazione. Attualmente il tasso di inflazione annuo è oltre il 10 per cento, il livello più alto da settembre 1984, con un impatto economico di spesa di circa 3.000 euro a famiglia all’anno, secondo l’Osservatorio nazionale Federconsumatori.

Questo porta semplicemente ad un aumento della disuguaglianza nel nostro Paese, un aumento della disuguaglianza tra le classi sociali.

Un primo passo per invertire la rotta potrebbe essere, appunto, il rifinanziamento dei fondi per l’affitto. Questo è quello che chiediamo con questa risoluzione. Chiediamo alla Giunta regionale di sollecitare il Governo e il Parlamento affinché ripristinino e aumentino adeguatamente la dotazione finanziaria, almeno su base triennale, del Fondo sociale per l’affitto e del fondo per la morosità incolpevole. Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie. Altri interventi in discussione generale? Nessun intervento in discussione generale.

Passiamo alle dichiarazioni…

Consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Credo che questa risoluzione meriti comunque un minimo di ragionamento e di intervento, nel senso che oggi è facile attaccare da parte della maggioranza in Consiglio regionale le politiche di governo, specie quelle in materia di supporto alle famiglie, quelle in materia di supporto al welfare.

Bisogna capire che è cambiata l’impostazione e l’impostazione non è cambiata, come questa risoluzione vorrebbe fare intendere, nel senso che c’è una avversione per i ceti meno abbienti o c’è un’avversione per coloro che si trovano in stato di indigenza.

Sono cambiati i paradigmi, nel senso che ci sono scelte a monte che nel garantire comunque un welfare a tutti spostano i termini della questione. Quindi, vi sono a margine, parallelamente, politiche per la famiglia in senso differente, sostegni alla famiglia, sostegni per la maternità. Vi sono una serie di impostazioni che in qualche modo passano da una visione, come aveva il Centrosinistra, esclusivamente assistenziale, dove ha beneficiato anche chi non doveva beneficiarne, a partire da scelte come quella di dare il reddito di cittadinanza a chi non ne aveva diritto, a chi in realtà andava a toglierlo ai bisognosi, quindi da welfare di tipo esclusivamente assistenzialistico, a scelte, invece, differenti, che vedono comunque le famiglie al centro. Potremmo metterci qui, a individuare, tenendo presente che sono passati pochi mesi, di fatto, dall’insediamento del nuovo Governo, che sono passati pochi mesi dal varo di una manovra di bilancio che sicuramente ha dovuto fare i conti con delle voragini, con delle aberrazioni, che oggi costringono anche a rivedere molte scelte che stanno mettendo sicuramente in difficoltà, o che stanno rivedendo, che stanno in qualche modo ridisegnando alcune misure che prima vi erano, ma proprio perché i conti devono essere pari. Altrimenti, ricorrendo continuamente ad artifizi contabili, ad artifizi finanziari, non si arriva poi domani a garantire un equilibrio.

Nel momento in cui viene presentata una risoluzione di questo tipo, una risoluzione di questo tipo altro non fa, se non limitarsi a contestare le scelte del Governo senza guardare quello che il Governo fa, intende fare e andrà a fare per garantire misure sociali, misure a sostegno dei ceti meno abbienti, misure a sostegno della famiglia che devono essere considerate a 360 gradi.

È quindi una risoluzione che non possiamo certamente condividere. Purtroppo stiamo prendendo atto che da quando è entrato, da quando è stato legittimamente eletto un nuovo Parlamento, un nuovo Esecutivo, è stato individuato dagli italiani un nuovo paradigma di Governo, vi è l’abitudine, in questa aula, a differenza di quello che avveniva solo pochi mesi fa, di tirare per la giacca, di contestare ogni scelta che viene fatta a livello nazionale in maniera del tutto strumentale.

Questo, ovviamente, è un gioco a cui noi non stiamo. Non ci vogliamo assolutamente rendere complici di questa modalità di impostazione, però, se dobbiamo oggi intervenire nel merito, come interveniamo, respingiamo al mittente l'accusa che questo Governo sia contro i ceti meno abbienti e i ceti più deboli.

Questo è un Governo che vuole tutelare i ceti meno abbienti e i ceti più deboli. In che modo? Garantendo equità, ma soprattutto garantendo la correttezza dell’accesso al welfare, garantendo equilibrio, garantendo pari diritti nell’accesso al welfare, cosa che evidentemente prima non avveniva nei termini che invece oggi si vogliono impostare.

Pertanto questa è una risoluzione che contestiamo, è una risoluzione che non potremo assolutamente votare.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Pelloni.

PELLONI: Grazie, presidente.

Visto l’orario, chiedevo di poter avere il tempo per discuterla, quindi chiederei il rinvio alla prossima seduta.

 

PRESIDENTE (Rainieri): Essendoci l’intervento del collega Pelloni e anche le dichiarazioni di voto, visto che alle 17,30 i lavori dell’Assemblea sarebbero finiti, chiudiamo l’Assemblea e portiamo questa risoluzione ancora in discussione generale alla prossima aula.

Grazie e buona serata.

 

La seduta ha termine alle ore 17,27

 

ALLEGATO

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Irene PRIOLO, Igor TARUFFI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare gli assessori Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Alessio MAMMI, Paola SALOMONI e la consigliera Marta EVANGELISTI.

 

Votazioni elettroniche

OGGETTO 6363

Risoluzione per impegnare la Giunta a intraprendere un percorso condiviso, anche con le amministrazioni comunali, con l'obiettivo di progettare e realizzare quanto prima il miglioramento del collegamento tra Pianoro e Sasso Marconi nelle valli del Savena e Reno. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

Presenti: 39

Favorevoli: 15

Contrari: 23

Presenti non votanti: 1

Assenti: 11

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; MASTACCHI Marco

 

Contrari:

BESSI Gianni; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MUMOLO Antonio; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAMBONI Silvia; PARUOLO Giuseppe

 

Presenti non votanti:

RAINIERI Fabio

 

Assenti:

AMICO Federico Alessandro; BONACCINI Stefano; BONDAVALLI Stefania; CASTALDINI Valentina; EVANGELISTI Marta; GIBERTONI Giulia; MORI Roberta; PETITTI Emma; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella

 

OGGETTO 5031

Risoluzione per impegnare la Giunta a rivedere e riconsiderare il progetto di collegamento infrastrutturale tra le Valli del Reno e del Setta, complementare e alternativo alla SS 64 Porrettana. A firma dei Consiglieri: Facci, Mastacchi

 

Presenti: 39

Favorevoli: 15

Contrari: 23

Presenti non votanti: 1

Assenti: 11

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; BERGAMINI Fabio

 

Contrari:

BESSI Gianni; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAMBONI Silvia

 

Presenti non votanti:

RAINIERI Fabio

 

Assenti:

AMICO Federico Alessandro; BONACCINI Stefano; BONDAVALLI Stefania; CASTALDINI Valentina; EVANGELISTI Marta; GIBERTONI Giulia; MORI Roberta; PETITTI Emma; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella

 

OGGETTO 6051

Risoluzione sulla possibilità di fornire alla popolazione ucraina generatori e materiali di soccorso della Regione e dell'Agenzia regionale per la protezione civile e la sicurezza territoriale. A firma della Consigliera: Piccinini

 

Presenti: 33

Favorevoli: 24

Astenuti: 8

Presenti non votanti: 1

Assenti: 17

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BESSI Gianni; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAMBONI Silvia; MARCHETTI Francesca

 

Astenuti:

BERGAMINI Fabio; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone

 

Presenti non votanti:

RAINIERI Fabio

 

Assenti:

BARGI Stefano; BONACCINI Stefano; BONDAVALLI Stefania; CASTALDINI Valentina; DELMONTE Gabriele;

EVANGELISTI Marta; GIBERTONI Giulia; MARCHETTI Daniele; MONTEVECCHI Matteo; MORI Roberta; PETITTI Emma; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella

 

Emendamenti

OGGETTO 6051

Risoluzione sulla possibilità di fornire alla popolazione ucraina generatori e materiali di soccorso della Regione e dell'Agenzia regionale per la protezione civile e la sicurezza territoriale. A firma della Consigliera: Piccinini

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Maletti Francesca, Marchetti Francesca

«L'impegna se stessa e la Giunta, per quanto di competenza è sostituito dal seguente:

"- a corrispondere all'iniziativa del Parlamento Europeo e all'appello lanciato nel corso dell'Assemblea dell'ANCI, verificando la possibilità di inviare generatori e materiali di soccorso per il tramite dell'Agenzia regionale per la protezione civile e la sicurezza territoriale qualora venisse attivato il meccanismo europeo da parte del Dipartimento nazionale;

a prendere in esame la possibilità di promuovere e coordinare iniziative analoghe da parte degli Enti Locali della regione nonché di altri soggetti pubblici, associativi e privati."»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Amico Federico Alessandro

«Alla fine dei punti del "Premesso che" inserire il seguente paragrafo:

"Premesso inoltre che

agli inizi dello scorso aprile la rete "Stopthewarnow", costituita da 180 associazioni impegnate per fermare la guerra e costruire la pace attraverso azioni di nonviolenza, coordinata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e dalle reti nazionali FOCSIV, AOI, Rete Italiana Pace e Disarmo e Libera contro le mafie, ha organizzato una carovana della pace in Ucraina, portando aiuti e in seguito acquistando due dissalatori per la città di Mikolayv, in accordo con la municipalità, che garantiscono circa 20mila litri di acqua potabile al giorno alla popolazione locale."»

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

6516 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'iter per la costituzione della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura dell'Emilia. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Occhi, Stragliati, Catellani, Delmonte, Rancan

 

6517 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'opportunità di promuovere forme di tariffazione unica integrata per tutti i mezzi di trasporto in ambiti territoriali ampi o a livello regionale e forme di bigliettazione elettronica dei titoli di viaggio integrati. A firma del Consigliere: Paruolo

 

6518 -  Interrogazione a risposta orale in commissione sul rispetto delle normative sul benessere animale e sulle pratiche di allevamento avicolo in uso presso gli stabilimenti presenti sul territorio regionale mostrati nell'inchiesta del programma televisivo Report e sul nuovo mega allevamento di polli previsto in località Cavallara di Maiolo (Rimini). A firma della Consigliera: Zamboni

 

6519 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai lavori in corso in frazione Budrio del comune di Correggio (RE), che notizie di stampa farebbero ricondurre all'installazione di una nuova "campina" rom. A firma dei Consiglieri: Catellani, Delmonte

 

6520 -  Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di estendere la gratuità della vaccinazione contro l'Herpes Zoster a tutti i cittadini emiliano-romagnoli ultrasessantacinquenni. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6521 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se è intenzione della Giunta regionale cofinanziare la presenza sul circuito di Imola del Campionato Mondiale di Superbike 2023. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6523 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda prorogare ulteriormente la data di presentazione delle istanze per il riconoscimento degli incrementi dei contributi per la ricostruzione post sisma, almeno per le aziende che hanno ultimato i lavori al 31 dicembre 2022. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6524 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'opportunità di sollecitare l'Ausl Romagna ad individuare una forma alternativa di gestione del servizio di Asilo Nido e Scuola d'Infanzia per i vantaggi che porta all'organizzazione del lavoro, alla produttività ed al benessere lavorativo dei dipendenti dell'Azienda sanitaria locale. A firma della Consigliera: Rossi

 

RISOLUZIONE

 

6522 -  Risoluzione collegata all'oggetto 6492 "Comunicazione della Giunta sulla situazione di accoglienza migranti in Emilia-Romagna, con particolare riferimento ai recenti sbarchi avvenuti nel porto di Ravenna". (28 02 23) A firma dei Consiglieri: Amico, Zappaterra, Pigoni, Zamboni, Montalti, Gerace

 

INTERPELLANZA

 

6525 -  Interpellanza sulle problematiche riscontrate nelle dimissioni protette, con particolare riguardo all'AUSL di Piacenza. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Rancan

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 3 prot. NP/2023/458 del 02 marzo 2023)

 

IL PRESIDENTE

I SEGRETARI

Rainieri

Bergamini - Montalti

 

Espandi Indice