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208.

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 9 MAGGIO 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

Commemorazione di Maurizio Cevenini, già consigliere regionale, nell’undicesimo anno della sua scomparsa

PRESIDENTE (Petitti)

 

Sessione europea

 

OGGETTO 6486

Relazione per la Sessione europea dell'Assemblea legislativa per l'anno 2023, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.

 

OGGETTO 6782

Risoluzione proposta dalla relatrice Lia Montalti e dal relatore di minoranza Stefano Bargi su mandato della I Commissione: "Sessione Europea 2023. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione Europea".

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

(RACHID MADRANE, Presidente CALRE, Conferenza delle Assemblee Legislative Regionali Europee -

Contributo video)

PRESIDENTE (Petitti)

MONTALTI, relatrice per la sessione europea

BARGI, relatore di minoranza

CALIANDRO (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

EVANGELISTI (FdI)

ZAMBONI (EV)

CASTALDINI (FI)

SONCINI (PD)

BONDAVALLI (BP)

STRAGLIATI (Lega)

AMICO (ERCEP)

MARCHETTI Daniele (Lega)

MONTALTI (PD)

CALVANO, assessore

BARGI (Lega)

MARCHETTI Francesca (PD)

MONTALTI (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetto 6782

Comunicazioni prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,49

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 208 del giorno 9 maggio 2023.

Sono computati come presenti ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini e i consiglieri Fabbri e Mori, assenti per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Donini e Salomoni.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri e, pertanto, le do per lette.

 

Commemorazione di Maurizio Cevenini, già consigliere regionale, nell’undicesimo anno della sua scomparsa

 

PRESIDENTE (Petitti): Care colleghe e cari colleghi, prima dell’inizio dei lavori vorrei invitarvi a un momento di raccoglimento nel ricordo di Maurizio Cevenini, scomparso quel terribile 8 maggio, che ha portato via Maurizio alla sua famiglia, alle cittadine e ai cittadini, a tutte e a tutti noi.

Come Assemblea legislativa lo ricordiamo per le sue virtù umane, che ha sempre dimostrato. Maurizio è stata, è una persona profondamente apprezzata e amata, non solo dalle colleghe e dai colleghi che hanno avuto l’onore di lavorare con lui, ma anche dalle cittadine e dai cittadini, la cui vicinanza e il cui effetto non sono mai mancati, a testimonianza della gratitudine per il suo essere stato innanzitutto un rappresentante dell’identità di questo territorio. La sua bella politica, dedicata alla gente, è sicuramente il grande patrimonio che Maurizio ha donato a tutta la comunità.

Nell’undicesimo anno della sua scomparsa ci stringiamo alla sua famiglia, a cui l’Assemblea legislativa esprime vicinanza e cordoglio.

Vi chiedo, in memoria di Maurizio Cevenini, un momento di silenzio.

 

(L’Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

SESSIONE EUROPEA

 

OGGETTO 6486

Relazione per la Sessione europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2023, ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 16/2008

 

OGGETTO 6782

Risoluzione proposta dalla relatrice Lia Montalti e dal relatore di minoranza Stefano Bargi su mandato della I Commissione: "Sessione Europea 2023. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione Europea".

(Relazione di maggioranza, relazione di minoranza, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Partiamo ora con la Sessione europea, che prevede l’oggetto 6486: relazione per la Sessione europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2023, ai sensi dell’articolo 5 della legge regionale n. 16 del 2008, e la risoluzione proposta dalla relatrice di maggioranza, Lia Montalti, e dal relatore di minoranza, Stefano Bargi, su mandato della I Commissione, “Sessione europea 2023. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea”.

Colleghe e colleghi, Giunta, vicepresidente Priolo, assessori, apriamo i lavori della seduta dell’Assemblea legislativa dedicata alla sessione europea 2023 per la discussione e la votazione della risoluzione di indirizzo sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e all’attuazione dell’ordinamento giuridico dell’Unione europea.

Anche questa Sessione europea si è svolta in un contesto socioeconomico complesso e incerto. Il tempo che stiamo vivendo, lo sappiamo, viene abitualmente descritto con parole a cui non eravamo abituati: pandemia, resilienza, policrisi, permacrisi.

La parola, e il linguaggio in generale è un elemento attraverso cui si rappresenta la realtà. È proprio la locuzione “permacrisi” è stata eletta nel 2022 parola dell’anno dal famoso dizionario Collins, in quanto riassume perfettamente lo stato di crisi e il periodo di estrema instabilità e incertezza che stiamo vivendo.

Instabilità e incertezza causate dalle continue emergenze che tutti ormai, purtroppo, conosciamo: dalla pandemia, alla crisi climatica, finanziaria e sociale, ma voglio ricordarlo ora, qui in quest’aula, luogo della rappresentanza democratica, sono state acuite da una guerra di aggressione perpetrata dalla Russia contro l’Ucraina, uno Stato sovrano, del quale sono state violate la sovranità, l’integrità territoriale e l’indipendenza politica.

In questo contesto internazionale, in cui le tensioni tra le grandi potenze stanno sfociando verso misure economiche protezionistiche, l’Unione europea sta reagendo mettendo in campo energie politiche ed economiche eccezionali per assurgere ad un ruolo di attore globale, dimostrando comunque di voler essere innanzitutto l’Unione della solidarietà sia nei confronti dei cittadini europei che dei cittadini ucraini, verso i quali gli Stati membri hanno attuato politiche di accoglienza, con una particolare attenzione all’integrazione dei minori.

Questi anni difficili hanno spinto l’Unione europea a modificare il proprio ruolo e le modalità di azione che, in totale rottura con quanto fatto in precedenti momenti di crisi, ha reagito con politiche improntate ad una maggiore cooperazione e solidarietà.

Un’Unione salda e unita, quindi. Non solo il titolo del programma del lavoro del 2023 della Commissione europea, ma in modo plastico lo è stato la direzione, l’obiettivo a cui tende oggi l’Unione europea e con essa i ventisette Stati membri.

Unità e solidarietà, princìpi che permeano le Costituzioni dei singoli Stati europei e che, a livello europeo, sono stati consacrati nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che ha lo stesso valore giuridico dei trattati europei, che traccia un’evoluzione della Costituzione europea, sottolineando il valore della dimensione sociale dell’Unione europea, che quindi non è solo sinonimo di integrazione economica.

Unità e solidarietà sono le nostre radici, ma sono anche l’orizzonte a cui tendere per trovare le risposte alle sfide del nostro tempo, che sono sempre più geograficamente trasversali e intersettoriali.

La transizione verde e digitale, un’Europa più democratica e socialmente più equa. Sono obiettivi che guardano lontano, che sottendono ad un’evoluzione del progetto europeo e per questo richiedono una maggiore responsabilità da parte di tutti gli attori e una maggiore coesione.

I cittadini stessi chiedono che l’Unione europea intervenga maggiormente in alcune politiche. Ne abbiamo avuto la prova attraverso la Conferenza sul futuro dell’Europa, il più grande esperimento di partecipazione collettiva che si è concluso il 9 maggio dell’anno scorso e che ha consentito alle cittadine e ai cittadini di fare proposte, la maggior parte delle quali realizzabili a trattati invariati.

Per questo, molte di queste proposte sono state anche accolte dalla Commissione europea nel programma di lavoro del 2023. Cito, una fra tutte, l’iniziativa relativa alla salute mentale.

È evidente quanto sia importante rilanciare il progetto di integrazione europea all’insegna di un’Europa più coesa e solidale.

A questo proposito, e mi avvio alla conclusione, il Parlamento europeo ha recentemente pubblicato uno studio che esamina i potenziali benefici che potrebbero essere conseguiti in cinquanta ambiti strategici, tenendo conto dello stato della legislazione dell’Unione europea e delle sue potenzialità che non sono ancora state sfruttate.

Lo studio rileva che se le politiche sostenute dal Parlamento europeo fossero adottate e poi pienamente attuate nell’arco di dieci anni, l’economia dell’Unione europea potrebbe registrare benefìci pari ad almeno 2.800 miliardi di euro entro il 2032 e contribuire al conseguimento degli obiettivi nei settori dei diritti sociali, dei diritti fondamentali e dell’ambiente.

I vantaggi derivanti da un’ulteriore integrazione dell’Unione europea non sostituirebbero né comprometterebbero quelli derivanti dalle azioni intraprese a livello nazionale, regionale o locale, bensì li integrerebbero e li rafforzerebbero. E la nostra Regione – lo sappiamo – è pronta, come sempre, a fare la sua parte e a dare il proprio contributo, anche a livello nazionale, per sostenere le progettualità legate alle effettive esigenze dei territori.

Quindi, colleghi e colleghe, prima di dare la parola alla relatrice di maggioranza, la consigliera Lia Montalti, e al relatore di minoranza, il consigliere Stefano Bargi, è con grande piacere che introduco il contributo video del presidente della Conferenza delle Assemblee legislative regionali europee Rachid Madrane.

 

(Proiezione video in lingua francese di Rachid Madrane)

 

RACHID MADRANE, Presidente CALRE, Conferenza delle Assemblee Legislative Regionali Europee – Contributo video

Presidente, Consigliere e Consiglieri,

vi ringrazio vivamente per avermi invitato a partecipare alla Sessione europea 2023 dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.

Purtroppo non posso unirmi a voi, e me ne dispiace, ma ci tenevo ad inviarvi questo video messaggio.

Il compito che affronta oggi la vostra Assemblea legislativa è tutt'altro che banale.

Ogni anno la Commissione europea fissa la rotta per l'anno successivo pubblicando il suo programma di lavoro nel corso del mese di ottobre.

Dedicare del tempo a organizzare dei dibattiti assembleari approfonditi e di qualità su questo programma di lavoro, come avete fatto, è un'iniziativa molto utile e molto significativa per coinvolgere i consiglieri regionali sulle questioni europee.

L'Unione Europea può sembrare distante dai compiti e dalle preoccupazioni quotidiane alle quali i consiglieri regionali devono fare fronte e tuttavia sono rare oggi le politiche completamente indipendenti da ciò che viene deciso in seno alle Istituzioni europee.

Le politiche europee hanno delle conseguenze per tutti i territori dell'Unione e la Regione Emilia-Romagna non fa eccezione.

Perciò i rappresentanti politici regionali devono poter mettere l'accento sui bisogni del loro territorio, diffonderli e farsi sentire dalle istituzioni competenti. Questo evidentemente è fondamentale per garantire che le decisioni politiche prese dalle

Istituzioni europee rispecchino anche le specificità locali.

Consigliere e Consiglieri, la brutale invasione dell'Ucraina ha ricordato ai 27 Stati membri dell'Unione Europea che, nonostante le loro differenze, sono strettamente legati dal loro impegno in favore della pace, della democrazia, dei diritti umani e della solidarietà. Questo, del resto, è ciò che la CALRE, la Conferenza delle Assemblee Legislative Regionali Europee della quale fate parte, aveva tenuto a ricordare in una dichiarazione adottata fin dall'inizio del conflitto, a febbraio 2022.

L'Unione Europea gode però di una fiducia ancora troppo scarsa, anche se la situazione sta migliorando, da parte dell'opinione pubblica.

La risposta umanitaria alla guerra in Ucraina, per esempio, ha mostrato quanto ('Unione Europea sia dipendente dalle sue regioni, dalle sue città e dai suoi comuni durante i periodi di crisi.

Le amministrazioni locali e regionali di tutta l'Unione aiutano altresì milioni di rifugiati ucraini in molti modi, dando loro accesso al mercato del lavoro, ad una casa, all'istruzione e a vari tipi di servizi sociali.

L'Unione Europea è stata rapida a sostenere le amministrazioni, autorizzandole a impiegare i fondi non utilizzati per aiutarle ad affrontare questa nuova situazione di emergenza. E la Commissione europea ha mobilitato la politica di coesione dell'Unione per sostenere le regioni che accolgono i rifugiati.

La necessità della coesione non si è mai fatta sentire così tanto.

Il ruolo fondamentale delle amministrazioni locali e regionali appare ulteriormente chiaro quando si richiama un'altra sfida fondamentale, quella della lotta contro la crisi climatica.

Lo sappiamo bene, l'Unione Europea deve accelerare la sua transizione verso un'economia a zero emissioni di carbonio.

Le amministrazioni locali e regionali hanno un ruolo determinante per decentrare la produzione di energia elettrica, incentivare gli investimenti nelle energie rinnovabili e finanziare la ristrutturazione degli edifici.

Da oltre dieci anni i sondaggi mostrano che, fra tutti i livelli di governo, sono le amministrazioni locali e regionali a beneficiare della fiducia maggiore.

La ragione è semplice: le autorità locali fanno parte della vita quotidiana delle persone, danno loro ascolto e agiscono per rispondere al meglio ai loro bisogni e alle loro aspirazioni.

 I rappresentanti eletti a livello locale e regionale inoltre attuano, nei nostri territori, il 70% della legislazione europea.

Tuttavia, Consigliere e Consiglieri, riconosciamolo: questo ruolo fondamentale non è considerato come dovrebbe nelle procedure che si applicano all'elaborazione della legislazione a livello europeo.

Eppure la Conferenza sul Futuro dell'Europa ha dimostrato che i cittadini chiedono più trasparenza, più inclusione, più sostenibilità e più sicurezza.

Questo dibattito istituzionale si è tenuto a Bruxelles e a Strasburgo, ma nel corso del suo svolgimento ha fatto emergere con forza l'idea che i rappresentanti locali e regionali sono il tramite tra i cittadini e i governi nazionali e l'Europa.

E il momento, dunque, di parlare e di agire fuori "dai palazzi", se vogliamo rafforzare la democrazia europea.

L'Europa deve cambiare, mettendo le regioni e le città al centro delle sue preoccupazioni.

Il modo in cui l'Unione reagirà per proteggere i rifugiati, affrontare l'emergenza climatica e rilanciare l'economia influirà sulle opinioni dei cittadini da qui al 2024, quando si terranno le prossime elezioni europee.

Questa scadenza si avvicina e i prossimi dodici mesi saranno determinanti per rafforzare la convinzione dei cittadini che l'Unione Europea è veramente importante per loro, per le loro famiglie e per il loro futuro.

E ora che l'Unione Europea si avvicini ai suoi cittadini.

Tra i sei obiettivi prioritari messi in campo dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, vorrei richiamare la vostra attenzione su quello che, a mio avviso, ci riguarda maggiormente come rappresentanti politici delle assemblee legislative e cioè l'obiettivo n. 6 "Un nuovo slancio per la democrazia europea".

La democrazia europea non si fa solamente a Bruxelles, al Parlamento europeo, ma va declinata ogni giorno nelle politiche delle nostre regioni. Noi siamo i rappresentanti democraticamente eletti delle nostre regioni e abbiamo anche il compito di promuovere le politiche dell'Unione Europea.

Quando esaminiamo in maniera critica le sue politiche, non stiamo mettendo in discussione l'Unione Europea.

Al contrario a mio avviso stiamo dando prova di maturità democratica analogamente a quanto accade nei confronti dei nostri governi, nelle sedi nazionali e regionali deputate al dibattito politico.

Consigliere e Consiglieri, vi ringrazio per la vostra attenzione e vi auguro buon lavoro.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie a Rachid Madrane per il suo saluto e per il suo contributo.

Adesso passo la parola alla relatrice per la Sessione europea, la consigliera Lia Montalti. Prego.

 

MONTALTI, relatrice per la sessione europea: Grazie, presidente.

Care colleghe e cari colleghi, parto da un dovuto ringraziamento a tutti voi per il coinvolgimento e la partecipazione a questa Sessione europea 2023 svolta quest’anno in una veste nuova, più impegnativa, ma che mi auguro sia stata anche più utile e di interesse per il lavoro dell’Assemblea legislativa e della Regione, attuale e futuro.

Quest’anno, infatti, abbiamo scelto, anche anticipando la riforma della legge n. 16 del 2008, che sarà contenuta nel REFIT, di individuare un relatore di maggioranza e uno di minoranza, per garantire una maggiore dialettica politica.

Abbiamo inoltre cercato di tematizzare maggiormente gli approfondimenti in Commissione, svolgendo una serie di audizioni sul programma di lavoro della Commissione europea 2023, in modo da avere più elementi rispetto ai vari obiettivi strategici.

Il meccanismo della Sessione europea, attraverso l’esame del programma di lavoro annuale della Commissione europea, fornisce alle Regioni uno strumento di individuazione in via anticipata degli atti europei di interesse regionale e consente una maggiore tempestività nella formulazione di eventuali osservazioni su di essi, in modo da concorrere alla formazione della posizione italiana alla fase ascendente del diritto europeo.

Questo è il senso che sempre di più vogliamo dare alla Sessione europea dell’Emilia-Romagna: comprendere lo sviluppo delle politiche del quadro normativo europeo per anticipare le tendenze e le criticità e, ovviamente, anche le opportunità.

La Sessione europea è anche l’occasione per analizzare l’attività della Regione rispetto alla fase discendente delle politiche europee, al loro sviluppo e alla loro attuazione a livello locale e regionale.

Per poter approfondire i vari aspetti della Sessione di quest’anno abbiamo svolto ben 15 sedute di Commissione, comprendenti l’udienza conoscitiva, le sedute di approfondimento in Commissione, le sedute di approvazione dei pareri. A queste hanno partecipato 42 relatori tra stakeholder, rappresentanti politici, relatori interni alla Regione e relatori esterni. Tutto ciò è stato possibile grazie al supporto di un team tecnico di straordinaria competenza, che si è messo in gioco, cercando di costruire nuovi percorsi e anche nuove relazioni, utili certamente anche per gli sviluppi futuri che la nostra Regione vorrà attivare rispetto alle politiche europee.

Un sentito ringraziamento per l’organizzazione va, dunque, ad Elisabetta Lucertini e a tutto lo staff dello Europedirect dell’Emilia-Romagna, al dottor Ricciardelli e al servizio legislativo di Giunta e alle strutture delle Commissioni. Come relatrice di maggioranza lasciatemi ringraziare anche il legislativo del Gruppo PD, Elena Bastianini e tutto lo staff. Dovuto è un ringraziamento a tutti i presidenti delle Commissioni, che hanno aderito in maniera attiva e partecipe alla proposta di un iter più approfondito per la Sessione europea di quest’anno, così come al presidente Pompignoli, che con la I Commissione ha agevolato tutte le fasi della sessione, e al relatore di minoranza, consigliere Bargi. Infine, un ringraziamento all’assessore Calvano e al suo staff, che con grande attenzione ha seguito e accompagnato questa nuova Sessione europea.

Forse è inusuale utilizzare così tanto tempo per i ringraziamenti, ma in questa Sessione europea 2023 ho sentito in maniera profonda il coinvolgimento di tante e di tanti, con una collaborazione davvero costruttiva e positiva tra apparato tecnico e dimensione politica.

La risoluzione che discutiamo oggi in aula è il frutto di questo percorso e ci posiziona in maniera chiara rispetto al quadro di politiche e di norme europee in evoluzione.

Ma entriamo finalmente nel merito di quanto abbiamo approfondito e discusso insieme.

Il programma di lavoro annuale della Commissione europea 2023 contiene 43 nuove iniziative strategiche, che coprono i sei obiettivi definiti negli orientamenti politici della presidente von der Leyen. Il programma di lavoro della Commissione è molto vasto e cerca di affrontare sia i problemi più urgenti dell’Unione europea, come la crisi energetica, sia gli ambiti di sviluppo strategico, per esempio, l’autonomia dell’Europa per quanto riguarda le materie prime critiche, senza le quali la trasformazione verde digitale difficilmente è possibile.

Il primo macrobiettivo della Commissione è il Green Deal europeo, con un’attenzione alle future politiche energetiche. È prevista infatti una riforma generale del mercato dell’energia elettrica, e si istituirà una banca europea dell’idrogeno che investirà 3 miliardi di euro per rilanciare il mercato dell’idrogeno in Europa.

Risulta dunque particolarmente importante l’attività di analisi e approfondimento della legislazione in evoluzione, perché questo ci può permettere di anticipare e di inserire le tendenze europee nelle nostre politiche.

La legge sulle Comunità energetiche ha dato il via in ogni territorio a numerose progettualità, coinvolgendo cittadini, imprese, enti locali e Terzo settore in progetti comunitari di produzione e consumo di energia rinnovabile. Seguendo uno dei princìpi ispirativi delle CER, l’Emilia-Romagna, con la sua vocazione solidale e sociale, deve farsi promotrice a livello europeo di una maggiore attenzione alla povertà energetica, che rischia di travolgere e marginalizzare sempre più cittadini e famiglie.

Ad oggi esiste un programma dedicato alla transizione giusta, ma tale misura non è sufficiente. Se vogliamo che il Green Deal abbia successo, e ne abbiamo un disperato bisogno, è fondamentale che la transizione oltre che sostenibile sia giusta.

La transizione giusta è anche uno degli aspetti che riguarda l’obiettivo correlato alla riduzione del rifiuto alimentare e all’introduzione del regime di responsabilità estesa del produttore nel settore tessile, che punta a preparare la filiera della moda per la raccolta differenziata, il riuso e il riciclo, dando così attuazione alla strategia per prodotti tessili sostenibili e circolari.

Per l’Emilia-Romagna questa prospettiva può risultare particolarmente interessante perché la Fashion Valley regionale è fatta di aziende che puntano su qualità, rispetto dei diritti e sostenibilità. Queste aziende sono costrette a competere con la cosiddetta “fast fashion”, che punta su prezzi bassi, materiali di scarsa qualità, spesso prodotti in Paesi dove non c’è alcun rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, tantomeno il rispetto delle regole dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

Le nuove politiche europee potrebbero dunque aiutare le imprese del comparto moda emiliano-romagnole, quindi dobbiamo presidiare come Regione in maniera puntuale lo sviluppo di tale iniziativa europea, perché si può tradurre in un’opportunità per la crescita del settore moda regionale.

Per quello che riguarda l’obiettivo relativo ad una economia al servizio delle persone, il pacchetto europeo sull’economia sociale ci sfida, come Regione Emilia-Romagna, a dare un nuovo impulso alle nostre politiche regionali sul fronte dell’economia sociale.

Grazie alle audizioni svolte in II Commissione con la presentazione del Piano della Città metropolitana di Bologna, abbiamo avuto modo di approfondire alcuni degli aspetti centrali dell’economia sociale, a partire dallo stretto legame con la comunità, che determina una maggiore resilienza e capacità di adattarsi e reagire ai cambiamenti.

L’economia sociale, dunque, è una grande opportunità per il sistema regionale e per quello nazionale, ed è fondamentale che il Governo attivi gli strumenti derivanti dal Piano d’azione per l’economia sociale italiano, coinvolgendo le Regioni nella programmazione.

Per quel che concerne il macro obiettivo relativo alla promozione dello stile di vita europeo, abbiamo attentamente analizzato l’iniziativa dedicata alla salute mentale. È un tema non nuovo all’Assemblea legislativa. Abbiamo avuto modo di discuterne diverse volte, anche mettendo in campo sollecitazioni e proposte.

Spesso ci siamo scontrati con il problema delle risorse. Quando, come Regioni, chiediamo al Governo di ascoltarci per garantire adeguate risorse alla sanità pubblica, lo facciamo anche pensando alle risorse che ci mancano per poter garantire l’accesso ai servizi psicologici pubblici per tutti coloro che ne hanno bisogno.

Sui bambini e sui ragazzi la prevenzione e un intervento tempestivo è fondamentale. Per garantirla servono servizi di prossimità, più professionisti nel comparto della sanità pubblica e quindi adeguate risorse.

L’approccio globale alla salute mentale della Commissione europea ci convince, ma auspichiamo che si traduca anche in misure di sostegno ai servizi e alle politiche sanitarie. È evidente, serve un cambio di passo anche a livello di governance europea. La recente istituzione di una Commissione del Parlamento europeo dedicata alla salute fa ben sperare. In questa fase di discussione del nuovo Patto di stabilità europeo, auspichiamo una seria riflessione con una valutazione del valore degli investimenti che un Paese fa in prevenzione e in salute. Troppo spesso l’Unione europea ha considerato investimenti produttivi solo quelli che hanno un diretto impatto economico, mentre è evidente che un investimento in prevenzione e in sanità genera benessere per tutta la collettività, anche in senso economico.

Alla luce del confronto svolto in Commissione Sanità, ho presentato un emendamento alla risoluzione per chiedere alla Giunta di valutare la messa a disposizione del Fondo per la non autosufficienza anche per le persone con disturbi mentali che non hanno la possibilità di vivere in autonomia, attivandosi anche presso il Governo, affinché siano a tal fine garantite maggiori risorse da destinarsi al fondo.

Sul fronte dei minori abbiamo poi approfondito, correlato all’Obiettivo 37 “Lotta contro gli abusi sessuali sui minori”, lo stato dell’arte di garanzia per l’infanzia, il programma europeo che si concentra sui minori più vulnerabili, con l’obiettivo di prevenire e combattere l’esclusione sociale, garantendo l’accesso ad una serie di servizi fondamentali.

L’Italia è stata tra i primi Paesi ad aver presentato il Piano nazionale di attuazione alla garanzia infanzia, individuando misure e risorse e prevedendo anche un ruolo per le Regioni e gli Enti locali, che sono invitati ad integrare le risorse previste a livello nazionale e a coordinare la propria programmazione con quella nazionale ed europea. Ora, però, è fondamentale che il Governo Meloni dia continuità alle azioni già previste e finanziate, dimostrando con i fatti ciò che a parole dice, perché è con questi atti che si sostengono davvero le famiglie italiane, a partire da quelle più fragili, non con fantomatiche lotte alla sostituzione etnica.

Parlando di infanzia vulnerabile, vorrei cogliere l’occasione per porre l’attenzione dell’aula sulla condizione dei minori che vivono nelle carceri insieme alle madri. Uno degli esponenti della maggioranza nazionale al Governo ha recentemente avanzato l’idea di togliere la patria potestà alle donne condannate e detenute, parole di una violenza inaudita, che non possono in alcun modo lasciarci indifferenti. La soluzione non è certo quella di strappare i figli alle proprie madri, ma dobbiamo sempre di più operare affinché vengano create case famiglia protette destinate alle madri che devono espiare le proprie misure cautelari o misure alternative alla detenzione, luoghi in cui possono essere garantite alle bambine e ai bambini migliori tutele e migliori condizioni di vita.

Anche il tema dei talenti e delle opportunità che si possono offrire ai giovani europei è affrontato più volte nel Programma 2023 della Commissione, questo attraverso l’obiettivo di rendere più accessibile a tutti i giovani programmi di mobilità per l’apprendimento. Ad oggi solo il 15 per cento degli europei ha potuto parteciparvi. Così come vi è una grande riflessione su come formare, trattenere e attrarre persone, capacità e competenze, che sono necessarie per contrastare il calo demografico e sostenere la doppia transizione verde-digitale.

In questo senso la nostra legge regionale dedicata all’attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ha anticipato le politiche europee e ci permetterà l’accesso alle opportunità che l’Europa metterà in campo, in linea con l’Anno europeo delle competenze 2023. Sempre di più, infatti, l’Unione europea è consapevole della necessità di avere lavoratrici e lavoratori con competenze adeguate, che sono un fattore cruciale alla base della competitività attuale e futura.

I dati ci dicono che la sola forza di lavoro interna dell’UE non è e non sarà sufficiente a soddisfare le esigenze attuali e future e che nell’ultimo decennio le lavoratrici e i lavoratori migranti hanno contribuito a soddisfare le esigenze del mercato del lavoro europeo.

Il tema è caldo, certo. Lega e Fratelli d’Italia ci raccontano di un Paese dove dovrebbero nascere più italici bambini, e tra l’altro, questo Governo, così affezionato alla natalità, non sta mettendo in campo nessuna politica degna di nota sul tema.

Un Paese dove la maggioranza di Governo sta decidendo di far morire pezzi interi di economia perché non vuole affrontare in maniera razionale e non ideologica il tema dell’immigrazione, della necessità che abbiamo di attrarre forza lavoro, competenze e talenti. A fronte di una manifesta incapacità di gestire il fenomeno migratorio, non possiamo dimenticare che l’unica azione degna di memoria di questo Governo è stata la messa in scena di una conferenza stampa dopo la tragedia di Cutro.

L’Europa che si delinea dal percorso che abbiamo affrontato in questi due mesi è uno spazio democratico in evoluzione. Questa Europa delle grandi fragilità, come la nostra non autosufficienza dal punto di vista energetico, o la non autosufficienza per quello che riguarda le materie prime, funzionali alla nuova industria tecnologica e digitale, la mancanza di un sistema di difesa comune, la lentezza nel riuscire a fare delle scelte comuni in tempi rapidi, la demografia piatta.

Ma questa Europa ha anche delle risorse immense, non solo economiche, ma soprattutto date da quella capacità di cooperare, di integrarci democraticamente, trovando insieme soluzioni ai problemi complessi della contemporaneità. Lo abbiamo visto con la reazione alla pandemia, nel grande sforzo collettivo che ha generato NextGenerationEU e che non possiamo disperdere per l’incapacità di questo Governo a gestire il PNRR in maniera efficace ed efficiente, coinvolgendo territori e Regioni.

Lo vediamo nell’impegno sul fronte della lotta al cambiamento climatico, che vede l’Europa capofila a livello mondiale, nella vera grande battaglia che le nostre generazioni devono affrontare con ancor più coraggio e vigore, e vincere. Lo abbiamo visto nella Conferenza sul futuro dell’Europa, le cui proposte, frutto del confronto tra le cittadine e i cittadini e le istituzioni europee devono essere assunte come piano per la riforma necessaria della democrazia europea.

Lo vediamo nel percorso, a volte faticoso, a volte più rapido della crescita di un sistema di diritti sociali e civili sempre più diffuso, che ha permesso negli anni di estendere garanzie e tutele a tutte le cittadine e a tutti i cittadini europei, provando ad offrirgli maggiori opportunità, anche laddove i Governi nazionali tirano il freno, come in Italia, sul salario minimo o sul lavoro povero.

La storia europea ci insegna che questo percorso che ci tiene insieme risponde, in fondo, ad un grande bisogno, quello di proteggerci da un mondo sempre più complicato, disarticolato, liquido e distante.

Come ha detto David Sassoli, l’Europa è la nostra casa comune, e la nostra casa comune è quella che ci protegge. L’Unione europea è molto più di un semplice accordo tra Stati. È una comunità di valori e di interessi comuni che, in maniera imperfetta, forse ci protegge e ci unisce.

Questa Europa rappresenta la nostra migliore opportunità per affrontare le sfide complesse, attuali e future. L’Emilia-Romagna, che è profondamente Regione d’Europa, e in questi mesi di lavoro sulla Sessione europea, ancora una volta lo ha e l’abbiamo dimostrato, ha compreso bene come sia fondamentale lavorare insieme, come una comunità, per costruire un’Europa più forte e più unita, che possa continuare a proteggere e a dare opportunità a tutte le sue cittadine e ai suoi cittadini.

Qui, per concludere, rubo ancora le parole di Sassoli, che disse: “L’Europa è una comunità di destino e il nostro destino comune richiede solidarietà, cooperazione e impegno per un futuro migliore”. Buon 9 maggio e buona festa dell’Europa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Montalti.

Ora passo la parola al relatore di minoranza, consigliere Stefano Bargi. Prego.

 

BARGI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Per iniziare il mio intervento, spenderei anch’io qualche parola riguardo alla nuova metodologia che ci siamo dati per affrontare la Sessione europea, che vede un ruolo più importante della componente politica così da poter dare un contributo maggiore da parte dell’Assemblea in quello che poi, alla fine, è un documento di indirizzo politico. In passato, con le procedure che adottavamo, che vedevano, tra l’altro, il presidente della Prima Commissione doversi fare un po’ carico di portare un documento univoco all’Assemblea, c’era un po’ questa tendenza di fare un esercizio di stile. C’era un documento, di fatto, preconfezionato sul quale, bene o male, i consiglieri andavano ad agire tramite emendamenti. A questo giro, e ringrazio anch’io, e non sono solito farlo, anche perché quando facevo il dipendente il mio titolare non mi ha mai ringraziato quando lavoravo, ma in questo caso, visto che c’è stata la capacità di accogliere una modifica in maniera così importante, ci tengo a ringraziare in particolare la dottoressa Lucertini, perché ha colto il significato di questa variazione, sapendo inserire già all’interno dei pareri discussi nelle Commissioni, ma anche nella bozza finale di risoluzione, le osservazioni e le criticità sollevate dai consiglieri già nel loro dibattito. Questo era un qualcosa che, quando affrontavamo la Sessione europea in passato, andava un po’ persa, il documento finale risultava più spurio. Invece, questa volta devo dire che… E questa volta, invece, ringrazio, perché nel ruolo di colleganza ci sta di più, la collega relatrice di maggioranza, Lia Montalti, anche nel lavoro che si è fatto, pur con tutti gli impegni che ovviamente noi abbiamo cercando di incastrare i passaggi nelle varie Commissioni e anche a margine delle stesse per poter imbastire un documento che potesse avere, comunque, a prescindere da quelle che magari sono le diverse posizioni politiche, un contenuto che sapesse, nel programma di lavoro della Commissione europea, tradurre quelle che sono state le osservazioni dei consiglieri, ma anche degli ospiti che ci hanno raggiunto in queste settimane portandoci il loro contributo.

Vengo ora alla parte, invece, più dolente e più politica del mio intervento. Devo dire che, sentendo parlare adesso la collega di maggioranza, per un attimo ho pensato che stessimo affrontando la Sessione governativa e non la Sessione europea, perché le picconate verso il Governo, piuttosto che in relazione al ruolo della Giunta e dell’Assemblea nei confronti dell’Unione europea, l’hanno un po’ deviata da quello che doveva essere, credo, il percorso principale di questo documento.

Io parto da una considerazione generale. C’è un obiettivo fra il politico da parte della presidente della Commissione Ursula von der Leyen quando si è insediata che ritorna nel suo programma di lavoro, ovvero un’Europa più forte nel mondo. È un obiettivo che tende a lasciarmi perplesso da quando l’ho letto la prima volta, ma credo che mai come oggi l’Unione europea si dimostri una realtà politica di difficile definizione, tra l’altro, fragile, debole e incapace di difendersi dai fattori esterni, perché prima ha detto “è la casa che ci protegge”, in realtà una cosa doveva fare l’euro, e cioè impedire il ritorno, perché poi quando si parla di Unione europea fondamentalmente di finanza si parla, fino ad oggi, perché di linee politiche condivise, a parte qualche obiettivo su cui effettivamente ci piace imbastire tante discussioni, in realtà non li vediamo. L’euro una cosa doveva fare: impedire il ritorno dell’inflazione. Eppure, proprio quello non è stato possibile. Questo grande scudo della moneta unica non ha funzionato. Quindi, la debolezza e la fragilità di fronte agli shock esterni, che magari qualcuno additava alle politiche espansive keynesiane e post keynesiane, fino agli anni Settanta con la crisi petrolifera, che invece questa ondata di neoliberismo di cui è infarcita l’Unione europea avrebbe dovuto tutelarci, evidentemente qualcosa non è riuscito a fare, perché di fronte agli shock esterni di offerta di fatto siamo tornati punto e accapo, come negli anni Settanta, non foss’altro che questo shock ce lo siamo anche un po’ tirati addosso. Laddove infatti sappiamo benissimo che non abbiamo, veniva detto anche prima, la possibilità di attingere a risorse e materie prime, come altre parti del globo, pur avendo rapporti duraturi, stabili, fortificati negli anni con una realtà vicino a noi, che tra l’altro, a dir la verità, sarebbe anche Europa, se vogliamo prendere l’accezione geografica per cui l’Europa finisce agli urali (che è la Russia), non siamo stati in grado, come Unione europea, di impedire che scoppiasse una guerra sul nostro territorio.

L’Unione europea quindi non ha avuto la forza, dopo otto anni di guerra civile combattuta in quei territori, di porsi come mediatore e di impedire che scoppiasse una guerra che il danno lo porta soprattutto ai cittadini europei, in particolar modo, ovviamente, a coloro che sono sui campi a combatterla, ma nondimeno anche a chi oggi si trova a pagarne i costi.

Di fronte a questa incapacità in cui, tra l’altro, l’Unione si dimostra incapace di avere una linea politica propria, se non di subire quella che viene da oltreoceano, tale è il mantra che oggi si cerca di perseguire all’interno dell’Unione, con questa politica dell’essere più realisti del re: nessuno ti chiede di prendere determinate posizioni così nette, eppure l’Europa lo fa ciecamente. Addirittura, di fronte a un sabotaggio come quello del Nord Stream, vediamo i Paesi europei disinteressati ad approfondire qualcosa che di fatto è un attacco a una delle infrastrutture più importanti per la fornitura fondamentale di materia prima, che è il gas naturale, soprattutto per la Germania, ma anche per l’Italia, come quella, non c’è la volontà di andare ad approfondire, non è un tema interessante.

Di fronte alla pandemia abbiamo visto i Paesi europei agire di fatto in maniera scomposta, qua si dice unitaria. In realtà, ognuno ha fatto un po’ a modo suo nell’approccio ai vaccini, come nell’introduzione o meno di costrizioni simili al Green Pass. Ognuno ha agito con flessibilità diverse rispetto alla propria cittadinanza.

Così come del resto vediamo che lo strumento utilizzato per rispondere a queste crisi, ovvero il PNRR… Prima veniva detto: “qualcuno discute”, “mah, non lo sa usare”, “mah, è bravo, buono, cattivo”… Non lo so. Io guardo il mio territorio, dove l’unico Comune del Distretto ceramico a guida leghista è quello che se non altro i soldi del PNRR li mette a terra. Quelli intorno fanno fatica, ma io non ne faccio una colpa, perché nel 2020 già dicevo che lo strumento è tarato male. È uno strumento che tra l’altro oggi manca totalmente di trasparenza: di fronte all’aumento dei tassi d’interesse della BCE, noi non sappiamo quanto ci costa oggi utilizzare il denaro del PNRR. Nessuno riesce a fornire con certezza questo dato.

Vediamo che l’Europa, bene o male, si finanza al 3,5. L’ultimo stock di titoli di Stato italiano, cinquantennali, era al 4,2. Io non so se poi è in mezzo qualche commissione per trasferirci quel denaro, bene o male, anche l’unico vero vantaggio che poteva avere il PNRR, ovvero interessi più bassi per far debito, tende a sfumare.

D’altronde, su questo tema, l’altro giorno c’è stata in Europa, proprio in Parlamento europeo, una mozione di un parlamentare, se non sbaglio, belga, olandese, non ricordo l’esatta provenienza, ma sicuramente dell’area nord europea, che metteva in allarme i propri colleghi proprio sui costi del PNRR, a dimostrazione del fatto che evidentemente la preoccupazione qualcuno ce l’ha, però a noi non sono resi noti.

Nonostante questa situazione di grave difficoltà, fragilità e scompostezza di quella che doveva, nell’ottica di qualcuno, diventare una superpotenza, ma di fatto continua a essere una realtà dove gli interessi nazionali, principalmente di Francia e Germania, prevalgono rispetto al resto dei Paesi della periferia, la Commissione europea vuole tirare dritto sul tema della transizione verde.

È un tema che più di una volta abbiamo sollecitato in quest’aula, in varie risoluzioni, in vari atti che abbiamo affrontato nel tempo. Avrà delle ricadute pesantissime, le ha già oggi su famiglie e imprese. In un contesto in cui dimostri la tua incapacità di fornirti di materie prime necessarie per sostenere una transizione di questo tipo, è evidente che tu devi rivedere il piano, non devi dire: “vado avanti ancora di più”, perché questa diventa una sorta di, posso dire, ideologia esasperata, che rischia di avere un effetto estremamente negativo sull’economia, in particolare del nostro Paese, che si presenta più fragile di altri a questa sfida, senza peraltro portare il risultato tanto sperato. Anche perché alcuni dati erano stati forniti riguardo al settore residenziale, tra l’altro da Nomisma, quindi non un centro ricerche che usiamo spesso noi della Lega, che ci diceva come se tutto il settore residenziale europeo con una bacchetta magica venisse aggiornato dalla sera alla mattina inciderebbe a livello di emissioni di CO2 globali meno dell’1 per cento delle emissioni del pianeta. Quindi, si sta facendo uno sforzo immane, che ricade – se fossero i Governi a sostenerlo sarebbe diverso – di fatto su imprese e famiglie, senza neanche ragionare sulla possibilità di raggiungere veramente dei cambiamenti importanti.

Altro tema che viene sollevato più volte, è stato ricordato in questa Sessione, è stato ricordato poco tempo fa anche in un altro passaggio, sempre in Commissione, è il rafforzamento della democrazia in Europa. Al di là che un po’ è un qualcosa che mi spaventa, perché quando leggo queste cose mi spavento molto. D’altronde, già circa dieci anni fa – cito anch’io qualcuno – l’economista Dani Rodrik nel suo famigerato trilemma diceva che era impossibile far coesistere globalizzazione, democrazia e sovranità. In effetti sono tre contesti che facciamo fatica a pensare di vedere. L’Europa nella sua oggi indefinita forma, tant’è che nella stessa risoluzione, da un lato, si parla di un’Europa più forte nel mondo, ma c’è anche un passaggio dove diciamo i costi della non Europa, quindi delle due l’una, o abbiamo una realtà che è compatta e granitica ed è in grado di rispondere alle crisi, cosa che dicevamo prima ci sembra proprio di non vedere, dall’altro lato siamo di fronte a qualcosa che è una via di mezzo tra una realtà politica univoca e un insieme e un coacervo di interessi nazionali che, di conseguenza, fanno valere la regola del più forte, per cui chi rimane sotto rimane sotto. Di conseguenza, di fronte a questo anche la Conferenza sul futuro dell’Europa, da molti decantata come un grande esercizio di democrazia, da noi è stata più volte etichettata come di fatto un sondaggio teleguidato. Tant’è che quando uno esulta dicendo che le proposte che arrivano dalla Conferenza vanno nella direzione di fare modifiche normative europee che non toccano i trattati, già ti fa capire fin dove poteva spingersi la Conferenza sul futuro dell’Europa. D’altronde, in quello stesso contesto risiedono le nuove regole di governance europee. Era un’occasione – qualcuno ci poteva quasi sperare – di rivedere quelle che sono le regole che dal Trattato di Maastricht in poi condizionano di fatto le politiche degli Stati membri dell’Unione europea, perché se ti toccano e ti mettono le mani sul bilancio ti toccano tutta la tua capacità di fare politica, anche superando quei parametri che non hanno riscontro scientifico del 3 per cento del rapporto debito/PIL e del 60 per cento, quello forse sembra quasi davvero sparato a caso, e non c’è economista, credo, che possa dissentire da questa mia affermazione, a partire anche da Cottarelli, che il 60 per cento del rapporto debito/PIL è un valore che non dice nulla. Eppure, già nelle nuove regole di governance europee, oltre a rimanere di fatto questi parametri, perché se non tocchiamo i trattati rimangono lì, ma d’altronde dobbiamo sempre fare presto, l’egida del fare presto è quella che da noi ha portato Monti, l’austerità, i tagli alla spesa pubblica e – indovinate un po’? – anche i tagli alla sanità che oggi voi additate al Governo. Sotto questa egida non tocchiamo i trattati, ci vuole troppo, cambiamo un po’ le regole, tra l’altro in senso anche peggiorativo. Rimane infatti questa stranezza tutta europea di regole rigide con applicazione flessibile: cioè, quando sgarra la Germania può, quando sgarra l’Italia, male. E questo è un tipo di applicazione che da sempre critichiamo e che tende a generare, o meglio, contribuisce a incrementare quelle famigerate asimmetrie che ci sono a livello economico tra gli Stati europei.

Inoltre, se si vuole introdurre una sorta di graduatoria degli Stati più brutti e più belli in base al rapporto debito/PIL, voi capite che se queste nuove regole passano così, l’Italia sarà lo Stato brutto, perché ha un rapporto superiore al cento, di conseguenza, il potere negoziale del nostro Paese potrà subire delle conseguenze.

Inoltre, si parla di piani di quattro anni, seguendo, tra virgolette, il modello PNRR, anche se in realtà ti dicono: sì, voi venite con il vostro Piano, noi ve lo valutiamo, se ci piace, siete bravi e avete fatto il compitino, andate a casa; se non ci piace, il Consiglio ve lo può tranquillamente modificare, vi rimanda a casa con il compito da eseguire” e fin della fiera.

Al Governo viene chiesto di allungarlo, può avere la possibilità di allungarlo a sette anni, cosa che un Paese come il nostro, con un forte debito pubblico, sarà costretto a fare. È evidente che se un governatore, un governante prova a fare un piano economico a sette anni, quel governante sarà chiamato a modificarlo, perché è impossibile, a meno che uno non abbia poteri sovrannaturali, fare previsioni, come del resto gli ultimi anni ci confermano, di così lungo respiro sui temi economici.

Inoltre, le regole di governance tenderanno anche a diventare ancora più stringenti per il nostro Paese, anche perché non tengono in considerazione quel fattore che più volte abbiamo chiesto di considerare se si vuole fare un’analisi delle situazioni economiche, dei disallineamenti, delle asimmetrie all’interno dei Paesi europei, che è già citato e viene ricitato in questa bozza di nuove regole, ma di fatto sembra sempre lasciato un po’ nell’angolino: parlo delle Macroeconomic Imbalance Procedure, ovvero quella procedura che tiene conto non solo del rapporto debito/PIL, ma di ben quattordici indicatori che vanno a stabilire quelle che sono le criticità di un Paese europeo. Ne cito altri due fondamentali: il rapporto debito privato/PIL e debito estero/PIL, la posizione netta dei Paesi sull’estero che, finalmente un po’ tutti lo stanno riconoscendo, è la vera causa delle crisi economiche, non tanto il debito pubblico, che qualcuno ormai comincia a capire – ci è voluto un bel po’ – che non è la causa, ma la conseguenza delle crisi economiche, quando gli Stati sono chiamati a salvare il salvabile, ma il debito privato, il debito estero, giocano un ruolo fondamentale.

Ci si accorgerà, se si guarda questi dati, che l’Italia in realtà non è un Paese così squilibrato, come invece oggi, ad esempio, è la Francia, che infatti è chiamata a provare introdurre un po’ di austerità, ma i francesi hanno chiaramente fatto capire che l’austerità gli piace poco.

Un altro tema sul quale c’è una forte discrepanza rispetto a queste politiche è quello della migrazione come sostituzione della manodopera. Noi siamo un Paese che presenta oggi l’8 per cento di tasso di disoccupazione, quella giovanile raggiunge il 22,4 nel primo trimestre del 2023.

Siamo il primo Paese europeo ormai da diversi anni o ce lo contendiamo con la Grecia per part time involontario, cioè per persone che devono fare part time perché il resto non si trova, eppure abbiamo carenza di manodopera.

Quando mi si dice che il Governo fa fallire i settori perché non gli porta la manodopera migrante, sì, c’è la raccolta di pomodori, ma ci sono anche altri settori economici nel nostro Paese, e non vorrei che ci fossilizzassimo lì, che tra l’altro viene fatta, come spesso ci fate notare, sicuramente non in condizioni eccezionali per chi arriva, quindi migrazione sì, ma non è che dobbiamo importare manodopera a basso costo da sfruttare.

Con la situazione che abbiamo all’interno del nostro Paese, io credo che ci sia un disallineamento, e del resto l’altro giorno c’erano due pagine anche nei giornali locali modenesi in cui si diceva che mancano persone formate e competenti, in possesso di determinate competenze, che non può essere il migrante dal Paese povero che arriva perché, se devo prenderlo, insegnargli la lingua, insegnargli le competenze e metterlo a lavorare, credo che forse bisogna prima fare un lavoro al nostro interno.

Primo, una cultura del lavoro. Abbiamo passato anni a dire che bisognava laurearsi per forza, perché altrimenti non trovi lavoro, poi ti laurei e vai a fare un lavoro probabilmente peggiore di quello che avresti fatto se, finite le superiori, fossi andato a lavorare, con condizioni più difficili, anche perché nel tempo, tra l’altro, le condizioni del lavoro (i salari in Italia sono crollati negli ultimi trent’anni) sono peggiorate, quindi in realtà ti sei complicato la vita.

Quindi prima una cultura del lavoro che non vede il lavoro come un’attività disonorevole, ma come il motore che ti permette anche di vivere la tua vita, renderti autonomo, metter su famiglia.

Nel lungo periodo servono politiche per la natalità. Adesso avete due progetti di legge depositati, uno a firma mia, uno del collega Montevecchi, calendarizzate nei lavori di Commissione, vedremo se c’è la volontà non di puntare il dito al Governo, ma di attivarsi come Regione su questo fronte, perché questa è una crisi che stiamo vivendo e alla quale dobbiamo comunque dare risposta, e ci permetterà anche in futuro, nel lungo periodo, di avere la forza lavoro, che comunque oggi c’è, ma cultura del lavoro e formazione sono necessari per fare incontrare domanda e offerta con quello che già abbiamo sul nostro territorio.

Chiudo con un altro tema: le sanzioni economiche alla Siria. Dopo ormai quasi una ventina d’anni che sono attive, credo che il risultato politico di questo strumento, che noi biasimiamo sempre, lo biasimammo anche nel 2014 verso la Russia, non si sia raggiunto, perché il Governo della famiglia al-Assad è ancora lì. Di fronte al terremoto che ha colpito Turchia e Siria c’è stato un attimo in cui qui in Italia è stato fatto passare come se il terremoto fosse solo in Turchia. Ecco, io non vorrei che passasse questo messaggio, e cioè che noi consideriamo, più che in Italia, in Europa complessivamente, anche di fronte a certe sciagure chi è amico e chi è nemico, perché altrimenti c’è qualcosa che evidentemente non va nella nostra linea di conduzione. Ripeto, giochiamo a fare il suddito più bravo del padrone d’oltreoceano, mentre a mio avviso dovremmo imparare a curare molto meglio i rapporti anche con chi sta al nostro fianco, e quindi su questo bisognerebbe superare.

Concludo davvero dicendo che ho fatto un intervento generale, ma bene o male sono andato a ricostruire anche il senso del blocco degli emendamenti che abbiamo depositato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Adesso iniziamo con gli interventi dei vari Gruppi assembleari. Il primo che si è iscritto a parlare è il consigliere Caliandro. Prego, consigliere.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Il dibattito di oggi evidentemente si inserisce in quello che è un percorso istituzionale che questo Ente, per forza di cose, per consunzione (verrebbe da dire), dal 2008 ha avviato. C’è da dire che, chiaramente, questo processo che con la legge n. 16 è stato introdotto è un processo che ci consegna, sì, il nostro quindicesimo appuntamento istituzionale su quanto europea è la Regione Emilia-Romagna, ma ci permette anche un bilancio di valutazioni.

Correttamente la relatrice Montalti ha posto in evidenza i punti di forza di una discussione politica e amministrativa che ha impegnato tanti e tante nel processo di integrazione europea, sia nella sua fase ascendente che in quella discendente, e il testo, tutto sommato, che viene offerto alla discussione è un testo che ci permette di ampliare la nostra linea di orizzonte, un po’ più – permettetemi – di quanto non sia appena avvenuto rispetto alla relazione del relatore di minoranza, che, seppur abbia partecipato ai lavori evidentemente che hanno reso possibile questo provvedimento, sembra avere una lettura strabica di quella che è la storia della trattatistica europea, di quella che è l’Unione europea.

Ricordiamoci che l’Europa è un processo filosofico. È il primo punto. È stato Kant a teorizzare l’Europa dei popoli, ma l’Europa dei popoli nasceva dal bisogno di pacificazione di un continente che, prima ancora delle guerre, aveva la necessità di trovare un senso alla sua vecchia tradizione politica e amministrativa.

E in questo solco, nel corso del tempo, i pensatori, gli intellettuali, hanno immaginato un’Europa diversa. Tutte le volte che si discute di Schuman, tutte le volte che si discute di quello che Spinelli ha dato come contributo di idea di Europa si torna sempre su alcuni valori fondanti. L’unica cosa che ci si dimentica è che la vicenda europea, quella dal dopoguerra, quando l’Europa bruciava nel fuoco del dopoguerra, quella vicenda lì è una vicenda in cui troviamo le radici del senso dell’Unione europea, ma anche gli stessi limiti, quegli stessi limiti che oggi vengono evidenziati in maniera strabica, perché, se è vero che nasce per il commercio, sulla base di una lex mercatoria fortissima, il Trattato della CECA, si propone di commerciare acciaio e carbone e la trattatistica successiva che ha affrontato nel corso del tempo il nostro continente, rappresentano, a tutti gli effetti, un percorso di integrazione che da alcuni è stato voluto e da altri è stato respinto e continua ad essere respinto.

I limiti alla governance sono figli del fatto che abbiamo scelto, nel percorso mediano, di avere due tipi di spinte, una popolare dal basso, il voto europeo, quello che si celebrerà l’anno prossimo, e l’altra, invece, di conservazione, ovvero il fatto che ci siano gli Stati membri che con il Consiglio, che è un organo di grande importanza e di governo, coordinino e limitino la sovranità europea.

Quindi, il tema della sovranità europea e dell’efficacia delle politiche europee è un tema di riforma istituzionale, quella stessa riforma istituzionale che è stata negata da chi ha avversato la Costituzione europea, da chi avversa quotidianamente il fatto che ci possa essere una lettura sovraordinata a coordinamento delle attività. Allora, potremmo dire che in qualche modo è miracoloso il fatto che, nel momento di quella che è stata definita la crisi permanente europea… Prima la presidente Petitti ha citato il riferimento al Collins, però, in verità, la discussione è anche antecedente a quando è stato riconosciuto dal dizionario inglese questo passaggio. Dov’è il limite dell’azione europea? È nella sovranità dei popoli. Noi celebriamo delle elezioni europee, ma abbiamo degli Stati europei che sono anti europeisti e quindi si è europeisti quando si chiede le quote latte, si è europeisti quando si chiede la PAC, ma non si è europeisti, invece, quando si vuole costruire un Governo europeo. Verrebbe da dire, anche all’interno della discussione – perdonatemi – più franca e più realistica, che forse la spinta europea perché ci fosse un Governo più efficace, che vada direttamente alla risoluzione dei problemi immediati del popolo europeo, dei cittadini europei, necessiterebbe di un ammodernamento istituzionale, che è fermo da tempo.

Nizza si è celebrata nel 2002 e dal 2002 ad oggi i passaggi attuativi delle politiche sociali, delle politiche dei diritti sono fermi, e, se è vero che le politiche del lavoro sono state – in maniera strampalata, pure qui – ripercorse, occorre dire che tra i pilastri dell’Unione europea vi era il lavoro e la qualità del lavoro, quindi derubricare la discussione sul part time a una discussione sulla flessibilità scelta rispetto alla flessibilità imposta significa sfuggire completamente la discussione sulle politiche liberali, che hanno ammalato questa Unione europea.

Occorre evidentemente, se si ha a cuore il posizionamento istituzionale della nostra Unione europea, emanciparsi da alcune dietrologie localistiche e cogliere, nel dibattito che ci viene offerto dai regionalismi e che anche questa mattina ha permesso una discussione più ampia, la possibilità di comprendere cosa sta avvenendo in questo continente.

Se non vi fosse stato questo embrione di Unione europea, non avremmo tenuto durante il Covid e non avremmo tenuto durante la crisi ucraina. Se non vi fosse stato un posizionamento politico-istituzionale come quello che abbiamo offerto nel dibattito di questi anni, non vi sarebbe stato neanche un controllo alla decrescita che alcune zone di questa Europa hanno avuto.

Discutiamo liberamente, discutiamo di immigrazione, discutiamo di flussi, ma discutiamo anche di quali poteri vogliamo dare alla visione europea. Noi, come è stato ricordato, abbiamo diviso il lavoro nelle varie Commissioni, cercando di avere contributi di vario genere, e la scelta della mia Commissione, quella che presiedo, con i colleghi è stata quella di affrontare alcuni temi, legati evidentemente alla transizione ecologica, alla transizione energetica, alla transizione digitale, ma si tratta in verità di uno schema molto più ampio, si tratta di uno schema di fattibilità dell’Unione europea stessa.

Cari colleghi, nell’emanciparci da questa discussione e non renderla troppo mediocre, forse dovremmo cominciare a mettere in evidenza che esistono delle politiche che possiamo dare, penso all’eliminazione della plastica... Non me n’ero accorto. Allora, mi avvio a concludere. Grazie.

Esiste evidentemente un passaggio diverso che andrebbe fatto: andrebbe compreso cos’è l’equilibrio tra la rappresentanza istituzionale e la possibilità politica. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

INDI

DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Caliandro.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Il 9 maggio 1985, come sappiamo, si celebra la Giornata dell’Europa che commemora la firma della cosiddetta “Dichiarazione Schuman”, con la quale il 9 maggio 1950 si sottolineava la necessità di superare i conflitti tra gli Stati europei e di individuare un percorso per azioni comuni. Da lì a poco sarebbe nata la CECA, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, costituita da sei Paesi, fra i quali l’Italia, il primo passo fondamentale del processo di integrazione che avrebbe portato alla nascita dei trattati europei, fino all’attuale Unione. Gli iniziali sei Paesi oggi sono diventati ventisette, mentre sono in corso i negoziati per ulteriori ingressi, fra i quali quelli di alcuni Paesi balcanici e dell’Ucraina.

Oggi, 9 maggio 2023, a settantatré anni dalla Dichiarazione Schuman e a ventotto dalla decisione di individuare questa data come giornata dell’Europa, svolgiamo la Sessione europea dell’Assemblea, con una duplice consapevolezza. La prima è quella di aver superato una delle crisi più gravi, con la quale non solo noi, ma tutto il mondo si è dovuto confrontare, vale a dire la pandemia da Covid, la cui fine come epidemia planetaria è stata annunciata pochi giorni fa dal direttore generale dell’OMS, e l’abbiamo superata perché siamo stati Europa, ci siamo mossi insieme, in modo integrato, unito, abbiamo riscoperto l’assoluta necessità di assumere decisioni in modo congiunto, di muoverci e di agire come una comunità sociale, economica, istituzionale e politica unita.

La seconda consapevolezza è quella di essere dentro altre emergenze purtroppo gravissime, e anche queste possono essere affrontate e superate solo insieme, cioè rafforzando la dimensione dell’integrazione e dell’unità. Penso all’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin e alle sue conseguenze non solo sul piano militare, ma anche su quello energetico, economico, umanitario e politico, e penso agli esiti dei cambiamenti climatici in corso da tempo, sotto gli occhi di tutti, i cui effetti si sono manifestati in modo drammatico proprio nella nostra regione, proprio pochi giorni fa.

Oggi parlare di Europa, celebrarne la giornata, svolgere la Sessione europea 2023 della nostra Assemblea significa agire senza se e senza ma sul piano dell’integrazione e sul piano del coraggio delle decisioni. È il programma di lavoro della Commissione europea per il 2023 indicare con chiarezza gli ambiti sui quali misurare sia a livello di integrazione, cioè la capacità di essere effettivamente Unione, sia la direzione, la rapidità e la portata delle decisioni per fronteggiare le crisi.

Il rapporto conoscitivo della Giunta per questa sessione europea richiama i punti salienti del programma della Commissione, a cui al primo posto troviamo il Green Deal europeo. Altri punti nodali sono quelli di un’economia al servizio delle persone e i valori della democrazia europea come motore di ruolo dell’Unione nel mondo e principio indispensabile per garantire ad essa forza e coesione.

Questi obiettivi e queste consapevolezze sono stati d’altronde alla base del percorso che ha contrassegnato la preparazione della sessione europea 2023. Gli approfondimenti che abbiamo svolto nelle Commissioni, tradottisi nei pareri presentati nella predisposizione della proposta di risoluzione, avanzata dai relatori su mandato della I Commissione, ci hanno consentito di affrontare temi diversi e di giungere alla fine ad un documento articolato e per molti aspetti completo.

Vorrei soffermarmi a questo riguardo su alcune considerazioni, che mi pare rivestano un rilievo politico di particolare valore. Parto dal Green Deal. Oggi, al termine di questa sessione, affronteremo i drammatici eventi emergenziali verificatesi a partire dal 1° maggio nella nostra Regione in particolare, anche se non solo nelle province di Ravenna Bologna. Non si tratta di un’emergenza, peraltro l’ennesima, ma della chiara e tragica conseguenza dei cambiamenti climatici che sono in corso, rispetto ai quali è indispensabile agire con decisione attraverso un’azione comune.

Il Green Deal europeo deve essere questo, e in questo ambito penso debbano essere collocati tutti gli sforzi, diretti a determinare il più rapidamente possibile gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal “Fit for 55”. Fra questi, anche la conclusione del complesso iter per l’approvazione della proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell’energia, che reca “Modifiche al Regolamento europeo 2019 n. 942”.

Si tratta di una proposta che troviamo nel programma della Commissione europea per il 2023, ma fra le proposte in sospeso, sulle quali due settimane fa le Commissioni Ambiente ed energia del Parlamento europeo hanno approvato, con una larga maggioranza, importantissimi emendamenti, stabilendo – cito – che “il settore petrolchimico dovrebbe essere soggetto alle misure in materia di monitoraggio, comunicazione, individuazione e riparazione delle perdite e limiti al venting e al flaring, come il settore energetico, in considerazione del fatto che la prospezione, la produzione a monte, la raccolta, il trattamento di petrolio e di gas fossile produce emissioni di metano che sono altamente climalteranti”.

Le due Commissioni hanno chiesto alla Commissione europea di proporre un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di metano per il 2030 e per tutti i settori pertinenti entro la fine del 2025, stabilendo inoltre che gli Stati membri fissino obiettivi nazionali di riduzione nell’ambito dei rispettivi Piani nazionali integrati per l’energia e il clima, e che gli operatori siano tenuti all’obbligo di riparazione dopo il rilevamento delle perdite di metano o, al più tardi, entro cinque giorni, con il divieto di smaltimento e combustione in torcia del metano delle stazioni di drenaggio entro il 2025 e dei pozzi di ventilazione entro il 2027.

Insisto su questo punto, per il quale ho anche presentato degli emendamenti alla proposta di risoluzione che riprendono i contenuti di altri atti di indirizzo che ho presentato nei mesi scorsi. Insisto perché credo che questo rappresenti bene quale sia l’Unione europea che vogliamo. Un’Unione che decide e che lo fa tenendo innanzitutto conto degli interessi generali, che si traducono, in questo caso, nell’assunzione di misure dirette ad accompagnare con tempestività la transizione ecologica e percorsi tali da consentirci di far fronte all’emergenza climatica in corso e di ridefinire il nostro modello di sviluppo. Su questo vorrei concentrarmi, sul concetto di sviluppo, che, come opportunamente richiamato dal programma di lavoro della Commissione Von der Leyen, deve tradursi in un’economia al servizio delle persone. Questo aspetto deve essere particolarmente chiaro a noi, qui in Italia, in un Paese, cioè, nel quale il potere d’acquisto dei salari e dei redditi da lavoro non sono negli ultimi anni aumentati, ma si sono ridotti, in netta controtendenza con le principali economie dell’Unione. Un Paese nel quale esistono troppi working poor, persone che lavorano e che, malgrado questo, restano intrappolate in una condizione di povertà.

Le scelte compiute dal Governo Meloni aggravano questo stato di cose, inaccettabile in sé e diverso dalla chiara indicazione che ci viene dall’Europa. La sordità rispetto all’esigenza di definire per via legale un salario minimo e di rendere effettivamente disponibili misure per il superamento della povertà, come il Reddito di cittadinanza, fanno comprendere chiaramente come per questo Governo di Destra del nostro Paese l’economia non sia al servizio delle persone, ma di altro o di altri, con una visione ideologica che colpevolizza i poveri e che occhieggia a un liberismo selvaggio, minando alla radice il valore della coesione sociale alla base della stessa Unione europea, esattamente come lo fu al tempo della dichiarazione Schuman di 73 anni fa.

Mi preme, poi, sottolineare che l’Europa delineata dal programma di lavoro 2023, ripresa dal rapporto conoscitivo della Giunta, chiaramente scolpita nelle indicazioni del Parlamento europeo e nella storia stessa del processo di integrazione, è un’Europa basata sui diritti, sulla democrazia e sul totale rifiuto delle discriminazioni. Anche in questo caso, purtroppo non sono gli unici, dobbiamo registrare come le scelte dell’attuale Governo di Destra vadano nella direzione opposta. La recente vicenda diretta ad impedire la trascrizione del riconoscimento della filiazione di bambini e bambine di coppie omogenitoriali, il mancato riconoscimento di diritti che sono innanzitutto di quei bambini e di quelle bambine sottolinea ancora una volta il rischio che il Governo in carica ci porti non verso l’integrazione, ma verso la divisione, non verso un’Europa più forte, perché più coesa e democratica, ma più debole, perché trincerata dietro a inutili muri e ostile ai suoi stessi cittadini.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

I capi di Stato e di Governo europei si riunirono a Milano proprio nel 1985 e istituirono oggi, 9 maggio, la Giornata dell’Europa, che appunto si sarebbe celebrata ogni anno per ricordare la dichiarazione pronunciata nel 1950 dal ministro Schuman. Quella dichiarazione aveva l’intento di porre le basi anche della rinascita della pace, non solo, ma dello sviluppo dell’Europa. Quella dichiarazione rappresentava l’inizio dell’era in cui la guerra in Europa doveva essere un fatto impensabile, da scongiurare, da evitare. Oggi l’Europa ci ha riservato sorprese anche sotto questo aspetto.

Nella nostra idea c’è sempre stata l’idea di un’Europa che andava oltre, un’Europa che guardava al di là dell’inevitabile tramonto di un mondo fratturato in due blocchi e che prevedeva, invece, un’Europa unita, che si esprimesse soprattutto con unità e armonia, anche sotto l’aspetto militare, nella creazione di una comunità che fosse soprattutto di idee, filosofie e volontà. Seppure l’approdo sia diverso, mi trovo molto d’accordo nella partenza con quanto ha detto il consigliere Caliandro.

Che cosa significa, però, essere europeisti da questi banchi? Me lo sono chiesta riflettendo sull’intervento odierno. Sicuramente per noi significa propendere per un’Europa forte, capace di alzare la testa soprattutto in politica estera, capace di dialogare su grandi temi, come, ad esempio, gli approvvigionamenti energetici, come l’immigrazione, come una nuova politica sanitaria che non riguardi più soltanto i confini nazionali. Noi siamo, però, convinti che anche il coinvolgimento dal basso, nella fase ascendente, che è quella che noi ci proponiamo e ci siamo proposti di fare in questa seduta, rispecchi un percorso coerente. C’è un vulnus democratico di cui l’Europa, l’attuale Unione europea, si è fatta artefice, con un Parlamento che ha la capacità di incidere sulle scelte e decisioni dell’Organo esecutivo in modo molto, molto marginale, a nostro avviso. Siamo convinti che sotto questo aspetto occorre intervenire, affinché l’Unione europea non metta in atto soltanto ed esclusivamente fasi discendenti.

Guardando anche oggi la nostra Europa, non possiamo che sottolineare l’assenza di una politica comune su grandi temi, cosa che a nostro avviso è oggi assolutamente necessaria. Pensiamo alla politica estera comune, non a quella politica che ci rende subalterni e che altri dicono di essere europeisti, ma poi rivendicano il loro essere individuale. Questa assenza la scontiamo, a nostro avviso, in un tema attualissimo, che è quello della difesa dei confini, che non dovrebbero essere soltanto nostri, ma che dovrebbero essere europei, e anche nell’essere costretti a difendere la nostra economia, i nostri prodotti. Pensiamo alla recente battaglia su alcuni prodotti, come ad esempio il vino.

Vogliamo dire quindi “no” ai cibi sintetici, che a livello globale sostituirebbero 1,3 miliardi di agricoltori, che vivono di zootecnia, e colpirebbero anche esportazioni delle nostre eccellenze. “No” a chi pensa di mistificare la verità sugli impatti ambientali, sulla sicurezza per il consumatore, “no” a chi vuole, contrariamente a quanto è stato detto, concentrare nelle mani di poche multinazionali il futuro dell’alimentazione globale, e soprattutto, invece, “sì”, insieme, per una vera e in dipendente ricerca scientifica ai massimi livelli.

Vediamo in tutto questo un’assenza di Europa sui grandi temi, e invece un protagonismo dell’Europa in tutto quello che potrebbe essere deciso in maniera più efficace e più vicina ai singoli Stati nazionali. Alcuni esempi li abbiamo dibattuti qua, in quest’aula: ricordo la vicenda sui camini e sulle stufe a pellet, sull’agroalimentare, sulla pratica della pesca e sull’agricoltura più in generale.

Un tema che affronteremo ancora a livello soprattutto nazionale è la concessione delle spiagge. Abbiamo sempre auspicato un’Italia che non subisse prepotenze di altri Paesi, che non si piegasse a interessi di pochi, e una visione di un’Europa forte, che possa avere una politica comune su tutti questi temi e su molti altri.

La nostra idea, che viene da lontano, è che l’Europa non possa che essere confederale, con un metodo di decisione che non può essere che quello dell’unanimità, un’Europa che lasci ai singoli Stati decidere e normare ciò che è più vicino a loro.

In questo percorso che ci siamo dati a livello di Assemblea legislativa non ci sottraiamo però a quello che è il nostro dovere e il nostro compito istituzionale, quindi, rispetto ad alcuni temi che anche come Gruppo abbiamo affrontato in questi mesi, ci siamo permessi qualche approfondimento e vorremmo rassegnare qualche riflessione.

Tra i vari temi che nelle relazioni abbiamo trovato, sicuramente quello della tutela dell’infanzia è per noi certamente un tema di primaria importanza. È un tema che, come ribadito anche nell’ambito della Commissione europea, può e deve esplicarsi garantendo il diritto all’istruzione e anche ad un’educazione prescolare, e le belle parole che troviamo nei rapporti devono essere necessariamente accompagnate anche da una visione critica e di monitoraggio delle realtà. È evidente che si fa riferimento sempre a una serie di criticità e di fragilità che coinvolgono i minori. C’è un tema di accesso effettivo ai servizi e, soprattutto, che ciò possa avvenire a un costo sostenibile. Ancora oggi non succede.

Siamo in presenza di numerosi spunti, su cui abbiamo intenzione di avviare una serie di approfondimenti e di monitoraggi. Tra l’altro, su alcuni di questi temi molte interrogazioni sono state già poste, come sulla situazione dell’accesso all’istruzione dei minori, anche appartenenti alle comunità rom e sinti. Ovviamente è importante per noi il tema della disabilità. Di importanza fondamentale è la Carta della disabilità valida per tutti gli Stati membri europei, che mira a consentire alle persone con disabilità di ottenere il sostegno adeguato. Su questo tema vorremmo ottenere dati specifici, anche relativi al territorio regionale. Abbiamo gettato uno sguardo anche all’Agenda 2030 e alla relazione. Relativamente ai giovani, ai giovanissimi abbiamo visto che, ad esempio, rispetto ai NEET, l’Emilia-Romagna evidenza un’incidenza dei giovani NEET superiore alla media europea di 2 punti percentuali, anche se la media nazionale è inferiore.

La quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo deve raggiungere il 45 per cento. L’Emilia-Romagna presenta un’incidenza delle fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia pari al 13,3 per cento, un valore ancora inferiore alla media nazionale. Nel novembre 2021 la Regione Emilia-Romagna ha approvato la Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, indicandola come quadro di riferimento e di coerenza per la programmazione regionale, in relazione al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030. Gli obiettivi sono molti. Noi ci siamo soffermati su una riflessione sul governo del territorio, ad esempio sulla legge urbanistica della Regione Emilia-Romagna. La Regione ci dice che cura l’applicazione di questa disciplina. Sappiamo bene ancora, però, quante e quali difficoltà gli Enti stanno trovando nell’adeguarsi a questa nuova disciplina urbanistica, senza contare che l’obiettivo del saldo zero al 2050 sembra per ora un miraggio.

Potremmo citare ancora tantissimi esempi. Uno, che ci preme perché è stato citato anche nell’Agenda 2030 e anche in quest’aula, riguarda le politiche per l’accoglienza, per l’integrazione e per il terzo settore. L’Emilia-Romagna sfodera tutta una serie di interventi, certamente meritevoli, rispetto alla parità di genere, al contrasto alla violenza, senza, però, soffermarsi realmente su quelle che sono le soluzioni. Leggiamo che si sta esplorando il tema del disagio adolescenziale, ma soluzioni non ci sono.

Il capitolo dei migranti è, a nostro avviso, una nota dolente di questo rapporto conoscitivo: liquida la questione in poco più di un paragrafo e la genericità e l’approssimazione con cui è affrontata la tematica danno la misura di quanto la Regione, checché se ne dica, abbia effettivamente intenzione di interessarsi all’argomento. Si tirano in ballo i fondi FAMI e il Programma triennale per l’integrazione diventa un semplice strumento di indirizzo trasversale. Quindi, parliamo sempre e solo ancora una volta di diritti che dobbiamo garantire, senza appunto preoccuparci dei doveri. A nostro avviso, il rapporto conoscitivo poteva essere un’occasione per questa Giunta per dire veramente quale sia l’idea politica che ha sull’immigrazione, se l’immigrazione significa accoglienza a tutti i costi, sempre e comunque, senza trincerarsi ancora una volta oggi dietro la politica del Governo, peraltro iniziata soltanto da sei mesi.

Concludo, scusandomi perché ho già sforato il tempo, dicendo che questo rapporto in realtà non ci dice nulla di nuovo rispetto a quello che già sappiamo. Abbiamo cercato, comunque, di dare un contributo anche alla nostra idea di Europa con queste riflessioni. Riteniamo che l’Europa soltanto nella direzione già tracciata da quella Destra che la sognava e ancora oggi la sogna potrà avvenire soltanto con un ruolo di protagonista del nostro Stato, nel solco di un percorso che anche questo Governo ha iniziato e che l’Italia potrà continuare a tracciare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Credo che in questa giornata la risposta più chiara sull’importanza di essere nel quadro dell’Unione europea venga proprio dal Paese che, invece, tre anni fa aveva deciso di uscirne. Mi riferisco al Regno Unito, che ha tenuto notoriamente un referendum per la Brexit, quindi per la fuoriuscita, e che oggi si trova ad affrontare dei problemi che fanno sì che la popolazione è pentita del risultato di quel referendum. Sono esattamente circa il 33 per cento gli abitanti conservatori, quindi del partito che ha sostenuto questo referendum, del Regno Unito che hanno perso fiducia nella Brexit e che pensano che quest’ultima abbia creato più problemi di quanti ne abbia risolti. Lo riportava un sondaggio pubblicato a gennaio sul quotidiano britannico “The Daily Telegraph”, aggiungendo che il 22 per cento dei sostenitori, ripeto, tra i conservatori, partito pro-Brexit, ha affermato che la Brexit ha risolto più problemi, mentre un terzo, il 32 per cento, quindi molti di più, ha affermato che l’uscita dall’Unione europea non ha né creato, né risolto problemi o opportunità, e il restante 13 per cento dice di non saperlo.

Nel 2016, il 51,9 per cento dei cittadini inglesi votò a favore della Brexit, ma lo fece per motivazioni di varia natura, e una parte riguardava i rapporti con l’Irlanda del Nord, una divisione tra Irlanda del Nord e il resto dell’Irlanda che era stata alla base dei violenti scontri negli anni ‘80, fino a quando si era arrivati agli accordi di pace del venerdì Santo del 1999.

A queste perplessità, legate allo status specifico dell’Irlanda del Nord, rispetto al pentimento di essere usciti dall’Unione europea, si aggiunge l’ansia per la costosa burocrazia che grava sugli scambi con altri Paesi (lo dice il 36 per cento) e per la maggiore difficoltà di lavorare all’estero senza libertà di movimento (lo dice il 33 per cento).

Tra il pubblico nel suo complesso, quindi, il 57 per cento ha affermato che la Brexit sta causando più problemi di quanti ne risolva. Io credo che questa sia la risposta più chiara sull’importanza di essere nell’Unione europea.

Dal nostro punto di vista, come Europa Verde, forza politica tradizionalmente europeista dalla nostra fondazione, è poi importantissimo il traino che le politiche europee fanno rispetto alle questioni ambientali. Veniva ricordato prima che il primo nucleo dell’Unione europea nasce dalla comunità del carbone e dell’acciaio. Siamo nel dopoguerra, l’Europa è una montagna di macerie, si rilancia l’economia con cosa? Con il carbone e con l’acciaio.

Oggi, dalla CECA siamo passati ad avere politiche ambientali ed energetiche che spingono per la transizione verde, e spingono per la transizione verde con obiettivi che ci fanno anche bene come Paese, perché il “Fit for 55”, il Green Deal, la legge sul clima, con i nuovi obiettivi che hanno incrementato al rialzo quelli del primo posizionamento dell’Unione europea, che era il 2020, meno 20 per cento di emissioni climalteranti al 2020, più 20 per cento di energia da fonti rinnovabili, ma oggi noi sappiamo che la nuova legge sul clima pone degli obiettivi molto ambiziosi, che giustamente fanno da riferimento per le politiche degli Stati.

Non dimentichiamo il fatto che essere anche colpiti dalle infrazioni, come succede per la nostra Regione, e non è la sola, per il non rispetto dei limiti di sforamento consentiti sull’inquinamento atmosferico... Anche queste infrazioni fanno da sollecitazione per migliorare le politiche ambientali. È importante, questo, da sottolineare anche rispetto alle politiche per la salute. La salute comincia da un ambiente sano. Poi vengono le cure, ma prima bisogna non ammalarsi.

Altro punto. Il PNRR. Abbiamo affrontato la pandemia, che ha messo a terra il sistema economico, nella fase del lockdown, anche con ripercussioni molto gravi per il nostro Paese. L’abbiamo affrontata insieme, in Europa, e adesso disponiamo di risorse in parte a fondo perduto. C’è una parte che noi dovremmo restituire, ma c’è una larga percentuale che ci è stata data a fondo perduto. Anche questa è l’indicazione della solidarietà che ci può stare alla base dello stare nell’Unione europea.

Voglio ricordare anche le politiche di genere. Anche in questo l’Europa è stata fondamentale.

Restano sicuramente ancora dei punti sospesi. La difesa comune. Gli Stati dell’Unione europea spendono sia rispetto alle spese relative all’appartenenza alla NATO; in più ci sono le spese extra rispetto a quelle della NATO. Se avessimo, invece, una difesa comune, a parte che ci darebbe maggiore voce in capitolo nelle vicende internazionali. Lo vediamo adesso con la guerra in Ucraina. La voce dell’Europa è una voce di solidarietà, una voce di invio di armi isolata dai vari Paesi, ma non è una voce politica. Pesa molto di più quello che fanno gli Stati Uniti, quello che fa la Cina. L’Unione europea, in questa tragedia della guerra in Ucraina, non ha un vero e visibile ruolo politico che diriga il processo verso la pace.

Voglio, poi, dire che tra le cose ancora in sospeso c’è sicuramente ancora uno squilibrio a danno del Parlamento europeo. Il trilogo che vede, quindi, potere di proposta per la Commissione europea, che poi deve interloquire con il Consiglio dei capi di Stato e di Governo, dove c’è ancora il diritto di veto, un diritto di veto che spesso blocca delle decisioni importanti. Questo è sicuramente un tema da affrontare per rendere l’Europa più agile nel prendere decisioni. Quindi, Commissione, Consiglio dei capi di Stato e di Governo, Parlamento, Parlamento che non ha ancora un vero potere di proposta.

Voglio poi ricordare due emergenze. All’interno dell’Unione europea vige ancora il dumping fiscale, che è esattamente il contrario della solidarietà tra gli Stati che fanno parte dell’Unione europea. Quindi, si gioca al ribasso, ci si contendono produzioni, si favorisce la delocalizzazione, appunto tramite dumping fiscale, e questo è sicuramente uno stile di rapporti internazionali e dentro l’Unione europea che niente ha a che fare con la solidarietà tra Stati. Va poi rivisto il Trattato di Dublino. Qui dispiace che proprio il partito di Destra della Lega in Parlamento europeo non abbia svolto il ruolo che avrebbe dovuto.

Concludendo, la giornata di oggi è importante. Peraltro, se la guardiamo con gli occhi di chi si sta pentendo di essere usciti dall’Unione europea, come i cittadini del Regno Unito, che hanno voluto uscirne e che oggi riconoscono di avere più problemi di quanti l’uscita ne abbia risolti, io credo che in questo processo noi si possa trovare la risposta al fatto se valga la pena o meno stare in Unione europea. Io penso che ne valga la pena anche dal punto di vista della cultura politica, di una cultura che guarda a rapporti di pace tra Stati pacificati. Questo ci ha garantito stare nell’Unione europea. Ma non dimentichiamo che gli Stati che componevano la ex Jugoslavia, sì, sono usciti dalla Federazione di Jugoslavia, ma attraverso degli scontri sanguinosi. Quindi, la guerra in Europa, in realtà, sul suolo europeo vi è già stata. Adesso vediamo il conflitto in Ucraina. Volevamo un’Europa libera dalla guerra, dall’Atlantico agli Urali, c’è ancora molto cammino da fare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Mi permetto di abbassare non il livello del discorso, ma provare a calare le tante discussioni che abbiamo fatto all’interno delle Commissioni su un ambito prettamente regionale.

Siamo di nuovo qui a confrontarci sulle politiche europee, sul loro impatto sulla nostra Regione (credo che questo sia l’ambito, almeno per quanto mi riguarda, più problematico e più interessante), sul nostro ruolo specifico.

Questo momento annuale, che arriva alla fine di un lungo percorso di lavoro e di audizione nelle Commissioni, diventa, a mio modesto avviso, veramente utile se ci vede protagonisti, se ci fa fare dei nessi, se ci fa ridire che Europa vogliamo,

Non ci è chiesto di snaturarci, non lo faremmo mai, ma di portare esattamente quello che siamo, i nostri cittadini, le nostre comunità. La nostra Regione è la Regione del talento, come abbiamo sempre detto, del lavoro, e dobbiamo ripartire da qui, non appena dai servizi che forniamo, che sono certamente indispensabili, ma che, a mio avviso, non descrivono appieno la nostra radice.

Se la politica abdica al proprio ruolo, quel posto viene preso da altri, e non possiamo pensare che l’economia possa essere gestita solo dalla Banca centrale europea con politiche monetarie. Lo stiamo vedendo in questi mesi, il potere non è politica, c’è qualcosa che viene prima, che viene dal basso, e noi siamo molto fortunati, perché siamo vicini ai nostri territori e possiamo guardare in faccia l’esperienza delle nostre famiglie e delle nostre imprese, e questo, in un certo senso, ci indica una strada anche per dialogare con l’Europa.

Qui ho provato a tracciare due nessi che ritengo fondamentali e assolutamente attuali. L’abbiamo visto con il “Fit for 55”, dove un approccio profondamente ideologico e poco realista, che non ha guardato in faccia famiglie e imprese, ha rischiato di mettere in ginocchio un intero settore.

Di tante cose si sarebbe dovuto tener conto, non appena delle emissioni dello scarico, ma dell’intero ciclo di vita dei veicoli. Il problema è capire chi produce il cuore dell’auto, innanzitutto la batteria in questo caso, che è il cuore pulsante dell’auto elettrica, perché oggi la quasi totalità delle batterie è collocata nelle salde mani cinesi, esattamente dove l’energia elettrica non è prodotta da fonti rinnovabili.

In Cina c’è un grande successo di auto elettriche, ma si produce energia elettrica con il carbone, e di questo dobbiamo tenere conto quando parliamo di elettrico. Il punto vero per noi è che la produzione di energia elettrica, come accade, ad esempio, in Italia, continui a essere bilanciata e ci siano forti possibilità per continuare a produrla anche da fonti rinnovabili.

In Europa, dove teniamo un mix, dove ci sono motori realizzati con le ultime tecnologie, quindi con carburante molto performante dal punto di vista ambientale, siamo i campioni del mondo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Devono sempre ripartire da qua, cioè comprendendo la nostra origine. Guardiamo alle nostre aziende, all’innovazione che c’è stata, che stanno producendo, con un approccio sostenibile, nella tutela e salvaguardia massima dei loro territori. Guardiamo prima di imporre dal di fuori. Lo stesso vale ‒ mi permetto di provare ad aprire un dibattito fondamentale per il nostro territorio ‒ sul settore packaging. Il grande assente da questa risoluzione, secondo me in maniera profondamente colpevole, e vorrei che venisse preso in considerazione. Il Parlamento europeo proprio in queste settimane ha cominciato un iter fondamentale per i nostri territori, ovvero la modifica dei regolamenti sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, che contiene disposizioni in materia di riduzione, riuso, riciclo ed etichettatura, privilegiando il ricorso al riuso anziché al riciclo e la stabilizzazione degli imballaggi. Questa normativa proposta dalla Commissione europea potrebbe avere pesanti ripercussioni sull’economia italiana. Faccio presente che la Regione Emilia-Romagna, proprio nel momento in cui si stava preparando ad affrontare tutta la questione legata al riciclo della plastica, è arrivata certamente con un forte ritardo nella discussione. Non vorrei che oggi accadesse lo stesso. È per quello che mi permetto anche di presentare emendamenti che riguardano esattamente questo tema.

Questa normativa, dicevo, proposta dalla Commissione europea potrebbe avere pesanti ripercussioni sull’economia italiana, su un settore di eccellenza che ha sede proprio in questa regione, di fronte al mancato raggiungimento in Europa dei target dell’attuale direttiva, invece di studiare le migliori pratiche di Paesi come l’Italia che, grazie alla capacità innovativa delle imprese e a un sistema virtuoso di economia circolare, che noi vediamo quasi quotidianamente quando andiamo a visitare le nostre aziende, ha centrato con sei anni di anticipo tutti gli obiettivi. Ma l’Esecutivo europeo ha deciso di cambiare modello drasticamente, puntando sul riuso invece che sul riciclaggio, senza una valutazione credibile delle evidenze scientifiche, senza una relazione con le ricadute economiche. Proprio l’Italia, nello specifico, è una delle nazioni più virtuose, e lo fa contenendo i costi e creando un modello da esportare. Invece di studiare queste buone pratiche, l’Esecutivo UE indebolisce la corsa verso il riciclo. La nostra Regione deve fin da subito farsi interlocutrice privilegiata, consultando gli operatori, suggerendo criteri di progettazione che tengano conto della capacità innovativa messa in campo dalle nostre imprese. Proprio su questo faccio un appello al presidente Bonaccini di cominciare una battaglia comune su questo. Bisogna anche salvaguardare la funzione di presentazione del prodotto e del design che caratterizza tanto del nostro Made in Italy.

Altro punto del mio discorso ha come filo conduttore la valorizzazione delle tante eccellenze del nostro territorio. Questo vale per le nuove tecnologie genomiche, che è al punto 4 della risoluzione, su cui abbiamo i migliori centri di ricerca universitaria. Chiediamo a loro di tracciare una traiettoria di sperimentazione e monitoraggio, perché i vantaggi che possiamo immaginare nell’immediato diventino strutturali, di lungo periodo, e non un boomerang. Ci troviamo riforme altrettanto strutturali che il PNRR ci chiede, ci chiede riforme, e l’Europa ci chiede a fronte di investimenti, e non possiamo permetterci chiaramente di perdere neanche un finanziamento che arriva da una fonte così importante. Tra queste ci sono tutte le riforme previste dalla Missione 4 su scuola, università e formazione professionale. Ricordo la riforma degli istituti tecnici e professionali, del sistema ITS, su cui ci hanno relazionato l’assessore Colla e il direttore Versari in Commissione PNRR. Ci sarà maggiore integrazione fra l’istruzione professionale e la scuola professionale, in modo da creare un’unica filiera tecnologica professionale, fino ad arrivare alle nuove lauree professionalizzanti che diano libero accesso agli albi professionali, una novità veramente importante per il tessuto produttivo di questa regione, che va citata nella parte riguardante i tirocini, il punto 15.

Altro tema caro è la disabilità. È stato ripreso nel punto 22 e anche in alcune relazioni che ho sentito questa mattina, che si occupa proprio del diritto al lavoro delle persone con disabilità. La risoluzione, come tutti avete visto, invita la Giunta a seguire e a partecipare ai lavori sul pacchetto per migliorare i risultati sul mercato nel lavoro delle persone con disabilità, tema fondamentale. Faccio sommessamente notare che parte del Fondo del diritto al lavoro dei disabili, pari a quasi 2 milioni di euro, è stato svincolato e destinato alla sanità. Non riesco a immaginare come si possano migliorare i risultati dei disabili sul mercato del lavoro senza risorse.

Ultimo punto che vorrei sollevare è il punto 23, che mette insieme la crisi demografica, il gap di occupazione femminile, soprattutto nelle materie STEM, e la richiesta di formazione specialistica soprattutto per i richiedenti asilo. Lo dico un’altra volta, anche perché esattamente questo punto è stato posto nella seduta sulla Sessione europea. Vorrei dire che la Regione può fare molto, certo, all’interno della cornice FSE Plus, ma siamo all’interno di competenze totalmente regionali. Abbiamo dovuto fare i conti con un’immigrazione dall’Ucraina totalmente femminile e avevamo l’opportunità di dimostrare nei fatti quello che è per noi un fiore all’occhiello, cioè la possibilità di guardare alle donne, di formarle in maniera sapiente e di farle accedere al mondo del lavoro.

Il primo anno (ce lo dicono i numeri) il processo formativo e integrativo è totalmente fallito. Viste queste esigenze che stiamo mettendo in luce nei confronti della Comunità europea, auspico un rifinanziamento del progetto di formazione.

Vi ringrazio per questa occasione, credo che su alcuni temi sia fondamentale, soprattutto per quelli che riguardano il lavoro, l’occupazione della nostra Regione e il Regolamento degli imballaggi, cominciare da oggi a fare un percorso comune. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Altri che vogliono intervenire? Consigliera Soncini, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

Quest’anno la Commissione Sanità ha approfondito i contenuti dell’obiettivo dedicato alla salute mentale, e ringrazio i professionisti per il lavoro che quotidianamente fanno e per come lo fanno, ringrazio il dottor Lora, i direttori dei Dipartimenti di salute mentale della Regione, il dottor Saponaro.

PNRR, Missione 6, 20 miliardi, in Unione europea che focalizza molti interventi sul tema sanitario. Era importante fare un approfondimento del fenomeno in termini quantitativi e qualitativi, un’analisi e strumenti per consentire ai consiglieri di confrontarsi. Lo hanno fatto e li ringrazio, nella nostra Commissione abbiamo trattato molte altre volte il tema della salute mentale, penso al tema della depressione, l’incremento dei casi di disagio giovanile con le Commissioni parità e la Commissione V della collega Marchetti, la neuropsichiatria infantile, una crescita delle utenze, dei casi, i disturbi dello spettro autistico, il PRIA. Per i dati di indicatori sui bisogni di salute rimando al verbale della Commissione. La Commissione europea a giugno presenterà un Piano integrato per la salute mentale, e l’OMS dice alcuni punti fondamentali, ne riprendo due: Una migliore protezione della popolazione durante l’emergenza sanitaria, una popolazione sensibile ai danni che la salute mentale effettua. Questo che è un insegnamento che dobbiamo portarci dietro. Secondo, un’attenzione specifica alla resilienza di giovani e bambini e una prevenzione fin dalla prima infanzia. Molto interessante l’analisi fatta inizialmente dal dottor Starace, con 200.000 pazienti, 4 Regioni. Servono servizi più accessibili, centrati sulle persone, un’efficaci, una qualità e un’equità della cura, in un sistema, quello dell’Emilia-Romagna, che ha buoni livelli di qualità, nonostante le difficoltà, dobbiamo continuare a tenere questa ricchezza, che va mantenuta, costruita, ampliata e resa più adeguata possibile.

Penso al tema che è emerso degli accessi ai pronto soccorso con diagnosi psichiatrica elevata, la permanenza in residenza, il 40 per cento della spesa sulla residenza, forse legato a un aumento dei bisogni del personale e delle risposte, e poi le modalità di intervento e un impegno differenziato di risorse, quindi la proposta importante e positiva di accesso al Fondo per la non autosufficienza. Il decreto del dicembre 2022, a seguito dell’intesa della Conferenza Stato-Regioni sull’organizzazione delle strutture, sugli standard di persone, dice: consultazione e assistenza primaria che attiene proprio al rapporto tra i dipartimenti di salute mentale e le cure primarie, là dove si sviluppano valutazioni specialistiche, diagnosi, interventi precoci e altri tre livelli, che non sto qua a raccontare.

Allora, sì, serve un approccio territoriale della salute mentale. La casa della persona come primo luogo di cura, collegata alle Case di comunità, agli OSCO, all’istituzionalizzazione. Serve sempre più attivare la comunità e le reti di relazione di prossimità. Certo, le buone intenzioni hanno bisogno di scelte precise per realizzarsi, quindi servono più risorse economiche, più risorse di personale. Ci sono disparità a livello nazionale e intraregionali. La Regione Emilia-Romagna ha dei buoni livelli sulla media nazionale, sul personale, ma serve sempre più personale formato, competente, adeguato, motivato, medici, psichiatri, psicologi, professionisti sanitari, personale territoriale, tutto il personale e le figure legate alla salute mentale. Perché, il personale, sotto un certo livello di risorse umane, non c’è qualità di cura e non ci può essere innovazione. Alla salute mentale viene dedicato solo il 3 per cento del Fondo sanitario nazionale. L’Emilia-Romagna si posiziona sopra la media nazionale, al 3,5 per cento, ma lo standard di riferimento è il 5 per cento, di quell’intesa di cui parlavo.

Chiudo. Non si va avanti senza un sistema sanitario forte e un finanziamento del Fondo sanitario adeguato a investire su una sanità pubblica, su una salute e su un benessere della persona. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Io vorrei partire da un ringraziamento per il lavoro anche di preparazione a questa giornata, che è importante. Un lavoro di preparazione che è stato svolto nell’ambito di tutte le Commissioni. È stato ricordato anche dalla relatrice di maggioranza, Lia Montalti, alla quale va, naturalmente, un ringraziamento per il coordinamento che c’è stato in preparazione di questa giornata. Una giornata ‒ dicevo ‒ importante, che coincide proprio con la Giornata dell’Europa.

Provo a contestualizzare il quadro in cui si colloca la Sessione europea 2023, trattandosi ancora una volta di una fase storica complessa. Superata l’emergenza sanitaria e ciò che ha comportato, lo sappiamo, nella fase iniziale anche del 2022, ha poi preso il via il drammatico conflitto bellico in Ucraina, che è ancora in corso. Sappiamo che abbiamo un diario quotidiano di morti, di feriti, di persone che sono ancora in fuga, alla ricerca della propria salvezza, distruzioni. Insomma, la guerra continua, oltre a questo, a determinare anche pesanti effetti sul piano economico e, quindi, sociale in ordine al caro-energia, al generale aumento dei costi e alla crescita esponenziale del dato dell’inflazione, che mette in seria difficoltà non soltanto le famiglie, ma più in generale tutto il sistema delle imprese. È un mondo, dunque inevitabilmente un’Europa, che è accompagnato da forti preoccupazioni e al fianco di ciò c’è una difficoltà diffusa e ancora attestata dalla discussione pubblica alla quale assistiamo ogni giorno nell’attuazione delle grandi opportunità costituite dalle ingenti risorse messe a disposizione dal PNRR, e rimaniamo con lo sguardo rivolto proprio ai nostri territori di riferimento. Ovviamente non sfugge come le procedure e i tempi di attuazione richiesti risultino in diversi casi non sempre perseguibili per gli assetti spesso esigui dal punto di vista della dotazione di personale in particolare degli Enti pubblici di piccole dimensioni demografiche. Noi stiamo facendo – credo vada sottolineato – un lavoro straordinario come Regione da questo punto di vista sul tema degli investimenti e dobbiamo continuare a impegnarci affinché non venga dispersa, che è un’occasione evidentemente di investimento e crescita diffusa che è stata definita – lo ricorderete – giustamente sin dall’inizio senza precedenti.

Ancora in relazione al tema delle risorse finanziarie, resta da definire la questione degli FSC, i Fondi per lo sviluppo e la coesione, tra la paventata intenzione espressa dal Governo nazionale di gestirli in modo centralizzato e la giusta e condivisibile istanza avanzata dalle Regioni di vederseli assegnati in quota parte, come è accaduto nel corso delle precedenti programmazioni dei fondi europei. Auspico davvero che la richiesta del comparto delle Regioni italiane venga accolta.

È allora in questo contesto che ho provato a riassumere. Occorre provare a coniugare gli indirizzi delle politiche promosse dall’Europa con quanto previsto, a sua volta, dagli atti di programmazione strategica disposti dalla nostra Regione, a partire naturalmente dal Patto per il lavoro e per il clima e anche dal DSR, il Documento strategico regionale 2021-2027, che orienta le scelte a cui si riconducono i diversi programmi operativi.

È una risoluzione, quella che viene presentata oggi, molto importante, che penso vada nel complesso a toccare tutti gli obiettivi. È una risoluzione che declina naturalmente contenuti specifici e anche i relativi inviti e raccomandazioni, rivolti in particolare alla Giunta regionale. Tra i vari obiettivi che vengono elencati in questa risoluzione ritengo di certo prioritarie le parti che attengono al Green Deal europeo, alla transizione digitale, trattandosi appunto delle priorità che sin dall’avvio abbiamo visto contraddistinguere il mandato regionale in corso. Mi soffermo brevemente sull’Obiettivo 34 sulla salute mentale. È stata una Commissione, come ricordava prima la presidente Soncini, molto interessante, con dei dati che devono sicuramente farci riflettere. Il tema del benessere in particolare dei più giovani deve rivestire sicuramente una centralità indiscutibile nella quotidianità, a maggior ragione dopo la fase pandemica. Abbiamo più volte approfondito le tematiche nel corso delle varie Commissioni di questi anni così complicati.

C’è un dato che veniva ricordato: in Italia si rileva che il 16 per cento della popolazione, ossia 9 milioni di abitanti, è interessato da disturbi mentali, circa 700.000 sono le persone che soffrono di disturbi psichici in Emilia-Romagna e, sul piano nazionale, la maggior parte di queste situazioni sono riscontrabili nella fascia tra i quindici e i diciannove anni.

Resta fondamentale ovviamente il tema della prevenzione, però credo vada evidenziato e accolto l’approccio ad essa proposto dalla Commissione europea, fondato sull’integrazione della parte sanitaria con quella dei settori come l’istruzione, l’occupazione e la protezione sociale, che possono certamente concorrere a determinare sinergie ed effetti positivi.

Occorre quindi affidarsi al sistema di alleanze tra famiglie, agenzie educative, società sportive, che è in grado di assicurare sicuramente il benessere delle giovani generazioni, un punto che non possiamo dimenticare e soprattutto non possiamo ritenere risolto, perché è finita, per fortuna, la fase dell’emergenza di questa pandemia.

In ordine ai servizi, condivido le raccomandazioni di rafforzare la parte relativa alla comunità e alla prossimità, come del resto abbiamo imparato appunto dall’esperienza scaturita dall’emergenza sanitaria. Per questo ovviamente servono anche le risorse necessarie che a questa Regione spettano.

Nel quadro complessivo penso si possa esprimere sicuramente un valore positivo sulla risoluzione in discussione, che è ampia e anche approfondita nella trattazione, e questo testimonia anche il lavoro di coordinamento che c’è stato, a cui facevo riferimento prima, all’inizio di questo intervento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Farò un intervento breve per lasciare spazio anche ad altri colleghi della Lega, visto che già il collega Bargi ha magistralmente illustrato le linee di indirizzo politico del Gruppo Lega rispetto a questa risoluzione.

Pensavo, prima, che se un cittadino emiliano-romagnolo seguisse prima questo dibattito sulla Sessione europea si troverebbe di fronte sicuramente a tanti bei princìpi, tante belle parole, tanti bei discorsi, ma sempre molto sovraordinati, molto generici, princìpi molto grandi, con poca concretezza. Evidentemente fa parte, sicuramente, un po’ delle modalità della Sessione europea, ma ritengo che sia compito di noi consiglieri regionali entrare più nel merito, nello specifico di quelle che sono le problematiche che interessano ai nostri cittadini.

Io mi concentrerò in modo particolare sulle questioni di tipo sanitario. Ci sono state diverse audizioni in Commissione Sanità. Esprimo soddisfazione perché, per quanto attiene l’aspetto sanitario, durante la Sessione europea ci si è concentrati sulle problematiche relative alla salute mentale. È un tema che mi sta molto a cuore per questioni di ordine professionale. Sicuramente questo è un aspetto e si sta andando in una direzione positiva, che, però, non è, a mio avviso, sufficiente a dare le risposte che i cittadini chiedono, a maggior ragione dopo un’emergenza sanitaria, come quella che abbiamo vissuto a causa del Covid, che ha sicuramente esacerbato problematiche di tipo psicologico e di tipo psichiatrico preesistenti e tante fragilità che necessitano di risposte più efficaci, di un miglioramento dei servizi esistenti, anche di un potenziamento degli stessi, e anche di investimenti di tipo economico.

Mi fa piacere perché buona parte delle proposte che ho avanzato in Commissione Sanità sono state inserite in risoluzione. Ringrazio la collega Lia Montalti e il collega Stefano Bargi. Ho evidenziato la necessità di agire sulla prevenzione, soprattutto per quanto attiene i minori che manifestano fragilità di tipo psicologico. Vedo che è stata inserita in risoluzione la mia proposta di coinvolgere maggiormente i pediatri e anche i medici di medicina generale, di metterli in collegamento con i servizi di neuropsichiatria infantile e con i servizi di psichiatria, in quanto è assolutamente necessario che vi sia una comunicazione efficace e costante tra specialisti. Ho evidenziato la necessità di un miglioramento di quelle che sono le liste d’attesa per quanto attiene agli ambulatori di neuropsichiatria infantile. Sono tantissimi i minori che afferiscono a questi servizi e i genitori spesso segnalano problematiche di liste d’attesa e di lungaggini per quanto attiene allo svolgimento di terapie fondamentali, come il servizio di logopedia, e anche le visite specialistiche per minori che necessitano di una visita specialistica neuropsichiatrica e anche psicologica.

Ho evidenziato l’importanza dei servizi di diagnosi e cura. Oggi ci sono tante persone che presentano situazioni di acuzie psichiatrica e che, se vengono ricoverate in reparto, vi rimangono pochi giorni perché vi è carenza di letti e carenza di personale. Quindi, questa è una riflessione che sicuramente dobbiamo portare avanti rispetto anche alla gestione delle situazioni di acuzie psichiatrica da parte dei pazienti.

Mi permetto anche di fare una riflessione rispetto all’utilizzo degli antipsicotici. Bene che venga affidata ancora maggiore attenzione al gruppo regionale audit sugli antipsicotici. Debbo dire che, purtroppo, l’episodio di cronaca che ha visto protagonista una psichiatra, la dottoressa Barbara Capovani, a cui voglio rivolgere un pensiero e una preghiera, che è stata uccisa da un suo ex paziente, ecco questo è un episodio che deve farci riflettere rispetto alla tutela degli operatori che lavorano nell’ambito della salute mentale e che spesso, loro malgrado, nonostante le competenze, gli anni di studio e l’esperienza professionale, vengono aggrediti da persone che si trovavano in una situazione di fragilità psichiatrica. Però, questo è un tema su cui bisogna ragionare e bisogna investire.

Mi rendo conto che è un argomento specifico, qualche collega me l’ha fatto notare in Commissione Sanità, dove ho portato una riflessione rispetto all’utilizzo sempre maggiore degli antipsicotici per via iniettiva a rilascio graduato, in quanto consentono una maggiore compliance dei pazienti alla terapia psichiatrica, perché queste persone spesso non riescono ad assumere in autonomia una terapia che per loro è fondamentale. Parlo da psicoterapeuta e con responsabilità asserisco che ci sono pazienti con importanti psicosi che devono necessariamente assumere una terapia psichiatrica costantemente per rimanere in una situazione di compenso. Quindi, penso che rispetto a questa tematica si debba continuare una riflessione e un lavoro, che deve essere portato avanti con costanza.

Rispetto agli sportelli di ascolto di tipo psicologico nelle scuole, questi sono strumenti fondamentali sia per cogliere il disagio negli adolescenti (la fascia adolescenziale è stata molto colpita durante la fase pandemica) sia per sostenere questi ragazzi che si trovano in situazioni di disagio, quindi ho incentivato un investimento maggiore rispetto alla presenza degli psicologi nelle scuole, perché sono figure davvero fondamentali.

Adesso presenterò i due emendamenti, l’emendamento n. 12, che riguarda la possibilità di sostenere l’Obiettivo 14 relativo alla salute pubblica, che fa riferimento all’adeguamento della normativa regionale per aggiungere le seguenti parole: “adottare misure strutturali, atte a sostenere la rimozione e lo smaltimento di manufatti contenenti amianto in edifici privati”.

 È una battaglia che sto portando avanti, ho presentato anche altri emendamenti in passato che non sono stati accolti, però ritengo che sia fondamentale, perché oggi l’amianto è un minerale purtroppo ancora troppo presente su manufatti di tipo pubblico, ma anche privato, e la rimozione e lo smaltimento hanno un costo che spesso i cittadini non possono sostenere. visto che anche il bando regionale non viene presentato da diversi anni.

Ho presentato un emendamento che riguarda l’assistenza educativa scolastica, che è un costo che i Comuni spesso si trovano a sostenere da soli e non riescono a sostenere, perché vi è una richiesta significativa di ore di assistenza educativa scolastica per i minori diversamente abili, quindi ritengo che anche in Unione europea si debba avviare una riflessione per sostenere i Comuni nell’erogazione di questi servizi, che sono fondamentali.

Mi fermo, perché vedo che c’è poco tempo. Ringrazio la collega Montalti per l’apertura, quindi buon lavoro a tutti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Stragliati.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Anch’io vorrei ringraziare i relatori, la consigliera Montalti e il consigliere Bargi, per averci condotto, nel corso di queste ultime settimane, all’interno di un ragionamento così complesso come la fase ascendente per quanto riguarda la sessione europea.

Vorrei ringraziare anche gli Uffici di Europedirect, in particolar modo la dottoressa Lucertini e le sue collaboratrici, per aver accompagnato questi momenti che non sono stati solamente di dibattito politico, ma soprattutto di approfondimento su tutti i temi focalizzati dalle singole Commissioni, e che ci hanno consentito di svolgere una discussione articolata, se vogliamo anche più lunga del consueto, ma che hanno consentito di poter leggere nel dettaglio quelle che sono le implicazioni che un intervento come la Sessione europea della Regione Emilia-Romagna può arrivare a determinare. Proprio per questo mi stupisce ‒ o perlomeno in parte mi stupisce ‒ l’euroscetticismo con cui si è aperta la discussione da parte del relatore di minoranza. Man mano che noi abbiamo approfondito i temi, è chiaro che ci possono essere delle opzioni politiche differenti, ed è giusto anche che abbiamo imbracciato questo percorso con una modalità differente rispetto agli anni passati, ma da qui a introdurre degli elementi che non tengono conto di come la costruzione della mediazione, anche a livello europeo, consenta anche a democrature ‒ penso a quelle ungheresi, penso a quelle polacche ‒ di poter essere, oggi, all’interno di un contesto positivo, portare la loro opzione e trovare mediazione all’interno di quella situazione sia qualcosa che consente di affrontare le conflittualità, le visioni differenti in una chiave democratica e positiva, sapendo che quella parte di Europa, che fa della discriminazione, fa della costruzione di nuovi muri o delle ipotesi di costruzione di nuovi muri per fermare, per esempio, i flussi migratori ai confini della stessa è qualcosa che ci trova molto, molto contrari e ci trova molto, molto scettici e nello stesso tempo ha pieno titolo e diritto di stare all’interno di quel contesto.

Questo significa che l’Europa non è perfetta così com’è, che è un processo lungo da costruire, che è un processo che va costruito democraticamente, che però, nello stesso tempo, mette a disposizione, e qui arrivo all’aspetto positivo, una serie di impulsi significativi per quanto riguarda la crescita della Comunità europea tutta e del Paese Italia nel suo complesso. Quell’euroscetticismo manifestato non trovava, dal mio punto di vista, particolare titolo di essere brandito all’interno di questo contesto. Perché? Perché l’impulso economico, l’impulso civile, l’impulso della trasformazione, della transizione ecologica che stiamo affrontando avviene proprio da quella sintesi che si trova all’interno della Comunità europea e che mette a disposizione risorse, orizzonti e princìpi dei Paesi e degli Stati membri, senza che questa modalità sia particolarmente impositiva. È un processo di accompagnamento che va mantenuto e che va popolato con le idee dei Paesi degli Stati membri, che trova, però, una sintesi, io credo, molto più elevata del nostro singolo Stato, così dei singoli Stati che ne fanno parte.

Vorrei anche ricordare che per la prima volta nel 2021 il saldo attivo delle economie europee, anche grazie sicuramente al PNRR, è positivo per quanto riguarda l’Italia, che precedentemente è stata prevalentemente un contributore netto, ovvero che versava risorse all’Europa, la quale redistribuiva solidaristicamente tra gli Stati membri le risorse raccolte da tutti. Quindi, credo che il principio di funzionamento serva appunto a questo. E oggi discutere di quelli che sono gli obiettivi che la Comunità europea si pone e avere l’opportunità di contribuire, dal nostro punto di vista, come Regione Emilia-Romagna a quelli che saranno gli sviluppi prossimi venturi delle azioni anche concrete che l’Europa mette a disposizione degli Stati membri credo che sia un esercizio non solo democratico, ma un esercizio necessario per contribuire e per dare voce a quelle che sono le rappresentanze politiche e le rappresentanze delle popolazioni che noi ci troviamo a interpretare all’interno di questa sede.

Penso, pertanto, che la discussione anche oggi in aula sia stata interessante e ricca, ponga degli obiettivi e sia di stimolo non solo all’Europa, ma ovviamente anche al Governo nazionale, il quale nelle forze politiche che lo compongono in termini di maggioranza non ha fatto mistero dello scetticismo nei confronti dell’Europa nel passato e che oggi notiamo avere un atteggiamento leggermente differente, non so se solo ed esclusivamente per questioni di carattere economico, ma che invece porta avanti un’interlocuzione positiva, un’interlocuzione più positiva di quella che ci saremmo aspettati probabilmente prima e che hanno sempre rappresentato in sede istituzionale nazionale, invece, come molto critica. E il richiamarsi a non aver interloquito con un’oligarchia colpevole oggi di un’invasione e di una aggressione come quella della Russia credo che sia un elemento un po’ preoccupante, nel senso che comunque quell’oligarchia era oligarchia prima, continua a essere oligarchia oggi, e credo che, invece, un richiamo, come ha ben fatto la collega Zamboni, alla necessità di costruire una politica estera comunitaria, una condizione di difesa comunitaria sia, invece, la chiave per esercitare uno sforzo diplomatico, che è sempre più impellente e sempre più necessario per porre fine in forma diplomatica a questo conflitto, che ormai da oltre un anno sta insanguinando il territorio europeo e sta avendo delle ripercussioni dal punto di vista umanitario pesantissime, di cui noi ci siamo fatti in diverse occasioni carico come sistema europeo, come Emilia-Romagna e come singoli cittadini.

Per venire però a due punti presenti all’interno della risoluzione che ho trovato piacere ad approfondire, vorrei richiamare da un lato quello che abbiamo trattato in forma congiunta presso la Commissione Parità, così come la Commissione V, che ha a che fare con la Child Guarantee, che mette al centro il tema dei minori. Come richiamava bene la consigliera Montalti, l’attenzione che noi poniamo nei confronti dei minori è un’attenzione che ha a che fare con il fronte educativo, con il fronte sanitario, con il fronte della salute mentale, ma non dobbiamo trascurare (vorrei stigmatizzare ancora una volta) la proposta della sottrazione della patria potestà alle madri condannate in via definitiva, che mi sembra un’aberrazione terribile, fortemente contraddittoria rispetto all’azione della Child Guarantee che noi abbiamo proposto.

Così come credo che sia importante e non da trascurare assolutamente l’Obiettivo 27, quello del Piano d’azione dell’economia sociale, perché se parliamo di impulso economico che l’Europa può comporre nei confronti dei territori, degli Stati membri, delle Regioni, credo che per le caratteristiche che la Regione Emilia-Romagna può rappresentare da un punto di vista economico e da un punto di vista dell’azione dell’economia sociale, quello sia un punto determinante, che vorremmo vedere realizzato proprio per il tessuto economico e il tessuto sociale con alcuni ancoraggi.

Il primo è sicuramente legato al tema del lavoro, del lavoro sociale e quindi delle condizioni di lavoro di tutte quelle persone, uomini e donne, che si impegnano operativamente all’interno delle dinamiche delle professioni sociali, che ancora oggi subiscono una serie di condizioni sia di valorizzazione, sia di salario troppo ristretto.

Quella strada può servirci anche ad accompagnare un miglioramento della qualità del lavoro in quel determinato ambito, sapendo che è un ambito fortemente redistributivo, che mette a disposizione non solo risorse economiche, ma anche elementi di benessere.

Infine, vorrei richiamare come e quanto quel piano d’azione debba trovare modo di essere trattato e negoziato con il coinvolgimento dei territori regionali. Non può essere che quella politica così infrastrutturale per quanto riguarda l’economia anche del nostro territorio sia solo ed esclusivamente appannaggio dello Stato centrale, ma, come per quanto riguarda i piani di programmazione per i fondi strutturali, deve assolutamente trovare un modo di vedere le Regioni come elemento protagonista, perché quell’economia sociale si invera prevalentemente sul territorio e non solo in termini e forme astratte di regole general generiche, ma può essere un tratto distintivo per quanto riguarda i territori.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Sicuramente con la pandemia il tema della salute è entrato a pieno titolo nelle linee di indirizzo delle politiche europee. Non a caso ne abbiamo avuto dimostrazione anche quest’anno con questa Sessione europea 2023. Infatti, troviamo diverse tematiche legate alle politiche per la salute. Abbiamo ascoltato l’intervento della collega Stragliati, che è già entrata nel merito della salute mentale, ma troviamo anche altre parti che riguardano la stessa tematica, ovvero quella del pacchetto prevenzione.

Si rileva, infatti, la raccomandazione riveduta sugli ambienti senza fumo, così come si tratta anche il tema dell’accesso allo screening per il carcinoma della mammella, della cervice uterina, del colon retto, per garantire tempi idonei, così come anche per l’ampliamento dell’ambito di intervento per l’individuazione precoce dei tumori, anche del carcinoma polmonare, del carcinoma prostatico e del carcinoma gastrico.

C’è un altro tema fondamentale, però, che è contenuto sempre nella stessa risoluzione tra le tematiche trattate, ovvero quello dei vaccini antitumorali. In questo caso, possiamo parlare dell’epatite B e del papilloma umano. Proprio per quest’ultimo caso, il papilloma umano, detto HPV, siamo intervenuti con un emendamento, un emendamento condiviso, e per questo ringrazio la collega Montalti e la collega Piccinini, su una proposta che intende, ovviamente, oltre che potenziare la campagna vaccinale informativa già in essere a livello regionale, promuovere una maggiore campagna informativa rivolta anche agli individui di sesso maschile. Questo perché c’è molta inconsapevolezza su questo tema. Crediamo sia una battaglia assolutamente importante per andare ad interrompere anche la catena dei contagi.

Con questa proposta, assolutamente trasversale, abbiamo dato dimostrazione, al di là di tanti interventi che abbiamo ascoltato questa mattina, che si perdevano un po’ nei massimi sistemi, di aver dato il nostro contributo, al di là delle critiche complessive, che, magari, potremmo fare nel documento in sé, come ha già espresso comunque il relatore di minoranza, collega Bargi, interventi e proposte concrete, finalizzate ovviamente alla tutela del benessere e della salute pubblica.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Altri? Io non ho iscritti a parlare altri consiglieri.

A questo punto passiamo alle repliche dei relatori, se vogliono intervenire, sia la consigliera Montalti che il consigliere Bargi. No, dopo le repliche passo la parola all’assessore. Chiedo se, rispetto al dibattito, i consiglieri Montalti o Bargi vogliono replicare. Le ricordo che ha tre minuti, consigliera Montalti. Prego.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Solo per entrare molto rapidamente nel merito degli emendamenti. In linea generale ci sono alcuni temi su cui abbiamo lavorato bene insieme e in maniera approfondita, lo diceva prima la consigliera Stragliati facendo riferimento al tema della salute mentale, il consigliere Marchetti facendo riferimento al tema della prevenzione e il collega Bargi quando ha fatto riferimento alla parte dell’economia circolare e dei trasporti. Abbiamo approfondito, arrivando anche a una posizione vicina su alcuni aspetti particolari del mercato dell’energia, penso al tema dell’idrogeno. C’è il contributo sul packaging che è arrivato dalla collega Castaldini. Vado a titoli, ma vedrete poi che nel momento delle votazioni degli emendamenti voteremo gli emendamenti che entrano nel merito delle tematiche che abbiamo approfondito nelle Commissioni in modo da arrivare ad una posizione congiunta della Regione Emilia-Romagna, voteremo contro quelle posizioni più politiche che ci vedono avere anche visioni molto diverse di quella che è l’Europa.

Vorrei valorizzare in questo senso gli approfondimenti e i confronti che abbiamo fatto all’interno delle Commissioni, perché penso che nella relazione con l’Unione europea da parte della nostra Regione e dei territori sia importante anche, laddove vi siano temi di interesse comune per i cittadini, per le imprese e per i territori emiliano-romagnoli, avere posizioni congiunte, in modo da poter portare in maniera più forte la voce dell’Emilia-Romagna a Bruxelles. Credo che con il percorso della Sessione europea 2023, con il nuovo percorso che ci siamo dati sia stato possibile anche grazie ad una continua e proficua dialettica politica.

Chiudo dicendo che proprio per questo motivo chiederemo la votazione della risoluzione finale per parti separate, per valorizzare i punti in cui abbiamo trovato delle posizioni comuni e anche rimarcare quelle che però sono le nostre posizioni politiche differenti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Montalti.

A questo punto passerei la parola all’assessore Calvano per le conclusioni del dibattito. Prego.

CALVANO, assessore: Grazie, presidente Petitti. Grazie all’Assemblea tutta per aver scelto di far coincidere questa sessione con la Giornata dell’Europa, con questo 9 maggio. Così come ringrazio l’Assemblea, a partire dai relatori, dalla relatrice di maggioranza e dal relatore di minoranza, per l’importante e corposo lavoro che è stato messo in campo, ben sintetizzato a mio avviso all’interno della risoluzione, che grazie al dibattito d’aula potrà certamente essere ulteriormente migliorata, come si è intuito dal dibattito che c’è stato in aula. Così come ringrazio Rachid Madrane, presidente della Conferenza delle Assemblee legislative europee. Parto proprio dalle sue parole, quando dice che il lavoro che questa Assemblea sta facendo non è un lavoro banale e rappresenta un’iniziativa molto significativa.

A dare senso e concretezza alle parole che Rachid Madrane ha detto in apertura c’è quello che è successo dopo le deliberazioni di questa Assemblea nel 2022. Cito due aspetti. Il primo, sul quale ho avuto modo di confrontarmi con i rappresentanti delle banche di credito cooperativo che nei giorni scorsi ci hanno fatto visita nei nostri uffici di Bruxelles e ho avuto modo di salutare, perché nella risoluzione che questa Assemblea aveva portato avanti nel maggio 2022 si faceva riferimento alla necessità di intervenire sulla normativa di Basilea 3 per dare forza o riconoscimento adeguato nella normativa a quelle banche, a quegli istituti di credito che facevano particolare attenzione ai fini mutualistici, con un’attenzione particolare a tutto il tema delle aree interne. Si faceva proprio riferimento a quelle banche di credito cooperativo che questo lavoro lo stanno svolgendo in modo importante e che erano state al centro di quella nostra risoluzione.

Quello spunto che avevamo lanciato è stato preso e recepito nella posizione negoziale del Parlamento europeo sul pacchetto bancario 2021. Credo che questo sia un risultato che questa Assemblea ha ottenuto. Così come abbiamo, come Regione Emilia-Romagna, ottenuto il risultato del recepimento di gran parte delle proposte fatte in materia di lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica, che sono state recepite nella posizione della Conferenza delle Regioni proprio poche settimane fa e che confidiamo possano trasformarsi, anche quelle, in conseguenti atti legislativi.

L’Europa sta indubbiamente attraversando un importante momento di riforma e trasformazione, dopo aver affrontato una fase pandemica che ha portato l’Unione europea a mettersi ancor di più in gioco. Cito due elementi importanti e fondamentali: oltre agli stanziamenti per poter affrontare la pandemia, quelle che sono state le deroghe agli aiuti di Stato per consentire alle imprese di poter uscire dalla situazione di crisi economica e finanziaria, così come tutto il pacchetto più volte citato del NextGenerationEU, su cui poi tornerò.

Riforme e trasformazioni che l’Unione europea sta affrontando in una fase geopolitica molto delicata, in considerazione soprattutto del fatto che siamo in presenza, alle porte dell’Europa, di un evento bellico rilevante da ormai più di un anno, frutto di un’aggressione unilaterale della Russia verso l’Ucraina. Credo che la posizione, anzi la presenza di von der Leyen oggi a Kiev sia un segnale molto chiaro di dove si è posizionata l’Europa rispetto a questo conflitto, ma, al contempo, di come l’Europa non possa rinunciare e non debba rinunciare all’obiettivo di costruire la pace nell’Europa stessa e ai confini dell’Europa, in linea con quelle che sono state le parole che Alcide De Gasperi nel 1952 ha pronunciato nel ricevere il Premio Carlo Magno: “Il futuro non verrà costruito con la forza, nessuno, nemmeno con il desiderio di conquista, ma attraverso la paziente applicazione del metodo democratico, lo spirito di consenso costruttivo e il rispetto della libertà”. Credo che questo sia un principio fondante dell’azione dell’Unione europea e debba continuare ad esserlo, pur essendo stato espresso nel lontano 1952.

Dicevamo che siamo in una fase certamente di riforma e trasformazione dell’Unione europea, lo siamo se pensiamo alla recente deliberazione del 26 aprile relativamente alla riforma della governance economica con la revisione del Patto di stabilità e crescita. Io penso che l’Italia, che deve fare la sua parte negoziale così come tutti gli altri Stati, debba vivere la riforma della governance economica dell’Unione europea come una sfida, come una nuova sfida, finalizzata a rafforzare alcuni obiettivi di bilancio, di riforma e di investimento.

Pochi giorni fa nel recente Economic Forum, tenuto a Bruxelles, portato avanti dalla Commissione europea, è stato messo l’accento sulla necessità di rafforzare l’intervento pubblico per rafforzare i princìpi di giustizia sociale e sicurezza. A questo è stato ovviamente aggiunto che, dopo aver vinto la sfida della non dipendenza, della maggiore autonomia (diciamo così) dalla Russia rispetto alle importazioni del gas, e su questo l’Emilia-Romagna indubbiamente ha fatto la sua parte con alcune scelte fatte e condivise con le parti sociali e con i territori, come quella fatta su Ravenna e sul rigassificatore che troverà sede in quel territorio, ecco, dopo aver agito su questo versante, ora l’obiettivo dell’Europa deve essere quello di ridurre il debito pubblico e l’inflazione, per proteggere il potere d’acquisto dei cittadini. L’inflazione, anche nel nostro Paese, continua ad avere livelli molto alti, siamo ad una stima dell’8,3 per cento, che agisce in maniera drammatica sugli stipendi, a partire dagli stipendi medio-bassi.

Così come in quel Forum è stato riposto l’accento sulla necessità di portare a compimento i progetti collegati al Green Deal, progetti rispetto ai quali l’Emilia-Romagna ha lanciato la propria sfida con il Patto per il lavoro e per il clima, quindi già alcuni anni fa, all’inizio di questa legislatura, ponendo un accento molto forte sugli obiettivi di sostenibilità ambientale, con un’attenzione particolare al tema della neutralità carbonica e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili, con obiettivi al 2035 e al 2050.

Obiettivi certamente sfidanti, che possiamo realizzare anche attraverso un adeguato utilizzo dei fondi europei che sono a nostra disposizione. Lo è certamente il PNRR, perché oggi in Emilia-Romagna siamo arrivati ad un peso del PNRR, a investimenti legati al PNRR per 7 miliardi di euro.

A quelli si sommano le risorse che abbiamo a disposizione con la politica regionale di coesione, i Fondi strutturali, così come normalmente definiti. Su questo ho avuto l’opportunità, nell’ultima missione fatta in Europa, di un confronto con la commissaria Ferreira.

Ho ribadito alla commissaria che sul futuro della politica regionale di coesione non siamo preoccupati dell’atteggiamento dell’Unione europea, siamo più preoccupati dell’atteggiamento degli Stati nazionali, a partire – lo dico con rammarico – dall’atteggiamento del nostro Governo, che ha chiesto alla commissaria Ferreira di centralizzare l’utilizzo dei fondi strutturali, andando a sottrarli all’autonomia di spesa delle Regioni. Lo ritengo un approccio sbagliato, oltretutto assolutamente incoerente rispetto ai processi di autonomia che il Governo ha recentemente rilanciato, lo ritengo oltremodo sbagliato, perché anche gli indicatori di spesa ci dicono che centralizzare le politiche europee determina un minor grado e una minor capacità di messa a terra di quegli investimenti.

Lo dico rispetto alla politica regionale di coesione, lo dico anche rispetto ai Fondi di sviluppo e coesione, lo dico a tutta l’aula, perché nel Fondo di sviluppo e coesione (ne discutiamo spesso all’interno del DEFR) sono previsti tanti interventi sull’infrastrutturazione del nostro territorio, anche interventi condivisi in quest’aula tra maggioranza e opposizione. Attenzione, quindi, ai tentativi di centralizzazione di fondi che le Regioni, in particolare la Regione Emilia-Romagna ha dimostrato di saper spendere, quando viene lasciata in autonomia rispetto a questa spesa. Mai un’autonomia fine a se stessa. Sempre un’autonomia all’interno di un perimetro, che è quello che ci viene dato dalle politiche europee, dalle politiche nazionali. Un’autonomia che ci ha consentito una maggiore capacità di spesa e di realizzazione delle opere che ci eravamo prefissati.

Lo dico anche rispetto agli ultimi fondi europei. Siamo partiti da poco con l’attuazione della nuova programmazione. Siamo già al 40 per cento dell’avanzamento della programmazione attraverso gli atti che stiamo mettendo in campo. Del resto, l’avevamo detto in fase di approvazione del bilancio 2023-2025 che avremmo posto l’accento su un’accelerazione nell’utilizzo dei fondi europei. Quell’accelerazione è in corso e deve continuare per dare risposte alle emergenze che oggi abbiamo in atto. Siamo in una fase di cambiamento, di nuove sfide. Una di queste riguarda anche la definizione del REPowerEU, un programma utile a determinare maggiore capacità e maggiore autonomia energetica da parte dell’Europa e degli Stati nazionali. Anche qui, agli Stati era stato chiesto di presentare il proprio programma di REPowerEU entro il 30 aprile. L’Italia ha chiesto tempo. Ha chiesto tempo fino alla fine di agosto, se non vado errato. Ci può stare. Non se ne fa una colpa al Governo. L’importante è che quelle risorse vengano utilizzate nel modo migliore per far fare un salto di qualità nella produzione energetica del nostro Paese e nella sua autonomia. Lo dico anche rispetto a norme e a provvedimenti che abbiamo messo in campo in quest’aula. A partire, ad esempio, dall’implementazione delle Comunità energetiche. Noi stiamo investendo molto, come Regione, attraverso l’utilizzo dei fondi comunitari, sulle Comunità energetiche. C’è una risposta importante da parte dei cittadini e da parte delle Istituzioni. Credo che debba avere attenzione ‒ come abbiamo detto al ministro Fitto in un non troppo recente incontro ‒ anche all’interno di un grande Piano energetico europeo e nazionale.

Anche rispetto al PNRR. È evidente che l’attuazione del PNRR sconta un problema nel nostro Paese: il fatto che sia arrivata una quantità di risorse notevoli e che i soggetti attuatori si possano ritrovare in alcune situazioni privi delle competenze per poterle mettere a terra, soprattutto quei soggetti attuatori che hanno strutture organizzative più piccole o meno performanti per la dimensione che hanno. Quindi, sul PNRR, più che chiedere proroghe, credo che sarebbe opportuno fare un lavoro congiunto per accrescere l’assistenza tecnica nei confronti dei soggetti attuatori, a partire dagli Enti più piccoli, affinché possano avere le risorse umane per poter mettere a terra e portare a termine gli obiettivi del PNRR. Oltretutto sarebbe una scommessa, questa, in linea con l’anno che stiamo vivendo: il 2023 è l’anno europeo delle competenze, l’anno europeo nel quale vengono messe al centro le persone, le loro competenze e la loro crescita professionale. Investimento nelle competenze significa investire sulla competitività del Paese, sul dare anche alle persone ulteriori opportunità di crescita professionale.

Abbiamo provato ad essere coerenti con questo anno in Emilia-Romagna e con questi obiettivi nel momento in cui abbiamo approvato in quest’aula, su proposta della Giunta, la legge sui talenti, a cui vogliamo dar corso, perché è fondamentale far sì che le persone, a partire dal proprio territorio, possano crescere e far sì che le persone a partire dal proprio territorio possano mettere a disposizione le loro competenze per le imprese e il sistema produttivo di quel territorio, mai in una logica autarchica, sempre in una logica di scambio di esperienze, di crescita reciproca tra i lavoratori e le lavoratrici, tra i professionisti e le professioniste, ma con l’idea di far crescere i talenti e le competenze.

I rapporti che noi abbiamo costruito con l’Europa in questi anni sono il frutto, ovviamente, di un importante lavoro politico, ma sono certamente il frutto anche di una scelta strategica che ha fatto l’Emilia-Romagna, quella di dotarsi di un capace ufficio di relazioni a Bruxelles, che fa un lavoro importante di collegamento tra l’Emilia-Romagna e l’Europa, tra l’Emilia-Romagna e le Istituzioni europee. Colgo l’occasione per ringraziare chi ha deciso di impegnare il proprio tempo e la propria professione in quegli uffici. È stata una scelta strategica per noi ed è fondamentale il loro ruolo, perché oggi sempre più le politiche nazionali stanno dentro un perimetro di carattere europeo. Allora cosa devono fare gli Stati nazionali se vogliono trovarsi bene dentro quel perimetro? Devono far sì che quel perimetro sia il più possibile conforme a quelli che sono i suoi obiettivi.

Serve un lavoro di lobby positiva in questo senso, che quegli uffici fanno, che la politica regionale fa, che i parlamentari europei mettono in campo e ovviamente anche i nostri commissari europei di parte italiana, e ringrazio per il grande lavoro che sta mettendo in campo il Commissario Gentiloni, che rappresenta sempre un punto di riferimento per noi e per l’Europa nel suo insieme.

Come Regione – mi avvio alla conclusione – non dobbiamo neanche rinunciare a svolgere la nostra parte rispetto all’allargamento dell’Europa. Vi sembrerà una cosa enorme, chiedendovi come possa determinare la Regione Emilia-Romagna l’allargamento dell’Unione europea, invece lo possiamo fare attraverso i programmi di cooperazione territoriale europea. Ci è stato finanziato di recente un nuovo programma per 160 milioni, che coinvolge i Paesi in preadesione, per far sì che possano in qualche modo trovare ulteriori elementi per accelerare il loro processo di adesione all’Europa.

Siamo addirittura autorità di gestione di quel programma e vogliamo ulteriormente rafforzare il nostro ruolo anche nel rapporto con i Paesi dei Balcani, dove si svolge una sfida importante anche in termini di forze e allargamento dell’Unione europea.

Mi avvio davvero alla conclusione, manca un minuto. Ho sentito il dibattito, l’ho ascoltato e credo che le opinioni di tutti meritino grande attenzione, però faccio una domanda, alla quale per me la risposta è scontata: cosa sarebbe stato dell’Italia senza il “whatever it takes” di Mario Draghi? Quanto avrebbe resistito la nostra economia senza quell’impostazione di politiche europee? Quanto sarebbe stata più lenta la nostra uscita dalla crisi senza il NextGenerationEU? Quanto avrebbe determinato, al contrario, l’assenza di quei fondi strutturali, che in questa Regione e in altre Regioni del nostro Paese abbiamo saputo utilizzare al meglio?

Strumenti, quelli delle politiche dei fondi strutturali, il PNRR, che hanno messo al centro lo sviluppo e la crescita delle comunità e delle persone. Lo avete detto molto bene anche voi all’interno del dibattito: c’è un’attenzione ancor più rafforzata nei confronti delle persone, soprattutto nel programma della Commissione europea. I temi della salute, richiamati in diversi interventi, l’attenzione ai temi della sostenibilità, quindi al futuro di ciascuno di noi, l’attenzione ai temi del sociale, su cui anche noi, come Emilia-Romagna, stiamo facendo importanti investimenti, anche a partire da un tema delicato, come quello della disabilità, dove abbiamo voluto raddoppiare i fondi che diamo ai Comuni per l’affiancamento agli studenti che hanno difficoltà di apprendimento. Lo abbiamo voluto fare per un’attenzione sociale che questa Regione ha e in base alla quale non si vuole davvero lasciare indietro nessuno o, comunque, fare di tutto perché nessuno sia lasciato indietro.

È questa l’Europa, quella che dicevo, del “Whatever it takes”, quella del NextGenerationEU, quella della politica di coesione, che è in linea, è coerente con quelli che sono stati i suoi princìpi fondatori. Uno spirito che abbiamo spesso ritrovato ‒ concordo con la relatrice Lia Montalti ‒ nelle parole del compianto amico David Sassoli. Mi fregio di concludere questo intervento citando le conclusioni di David Sassoli il 9 maggio 2021 a Strasburgo. Concludeva così il suo discorso: “Superiamo le nostre differenze e lavoriamo insieme, rispettando la nostra diversità, per porre le basi di un nuovo contratto sociale, democratico ed europeo. Facciamo un’Europa più forte, più resistente, più democratica e più unita”.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Calvano.

Passiamo alla votazione. Prima della votazione degli emendamenti e della risoluzione, abbiamo le dichiarazioni di voto congiunte su emendamenti e risoluzione. Chi vuole intervenire in dichiarazione di voto? Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Dopo gli interventi che ho ascoltato in questa mattinata, sento il dovere di fare qualche precisazione. Parto dalla Brexit. Ho un piccolo grafico dove si vede il PIL inglese. Facendo quota 100 rispetto al primo quadrimestre del 2010 dei prezzi, vediamo che l’andamento dell’Inghilterra non ha avuto nessun tipo di oscillazione o tracollo durante il periodo, salvo quello del 2020, che ha coinvolto tutti i Paesi europei. Per rispondere all’assessore Calvano, basta vedere... Non so dirle cosa sarebbe successo. Gliel’ho detto prima: in economia si chiama magia fare le previsioni. Altrimenti, sarebbe un altro mestiere. Posso dire cosa è successo all’Italia dopo il “whatever it takes” di Mario Draghi – si vede bene la spezzata grigia, che sarebbe da proiettare – e le politiche di austerità che sono seguite e, di conseguenza, le lamentele che oggi portate, la mancanza di denaro pubblico per, ad esempio, la sanità, perché a tutto c’è una conseguenza.

Per tornare alla nostra Albione, andiamo a vedere anche l’andamento della disoccupazione: nel 2016 in Gran Bretagna era intorno al 5 per cento, oggi è al 3,74 per cento. Noi, come vi dicevo questa mattina, siamo intorno all’8-9 per cento. Il figliol prodigo Spagna è ben sopra al 12 per cento. Lo dico perché qualcuno lo porta un po’ come esempio. Ci sono altri dati che magari non cito. Un dato molto interessante, perché ti fa veramente capire la salute di uno Stato, ed è uno di quei dati che oggi ci vedono anche star meglio di altri, in particolare dei cugini transalpini, e rispetto ai conti con l’estero, che veniva annunciato, che dà meno 5 per cento posizione netta estera del Regno Unito nel 2015 passa a meno 1,5 per cento nel 2021, tra l’altro crescendo più di altri Paesi, quindi posso supporre anche importando di più, ma vediamo comunque un crollo, invece, della Germania di almeno un punto, il che giusto per averlo come riferimento. Capisco che i giornali scrivono tante belle cose, che qualcuno si lamenta di non vedere più gli studenti in Erasmus, però evidentemente i dati economici dicono altro. Io preferisco questi ai giornali, solitamente.

Tema PNRR. Su questo io voglio che si smetta di parlare di pioggia di miliardi, perché si prendono in giro i cittadini, ed è una cosa intollerabile, perché anche la parte grants o a fondo perduto, visto che è un fondo che si basa su titoli emessi, qualcuno ce li deve rimettere, perché il privato, il mercato che presta i soldi poi li rivuole. Tre strade possibili. Quello che succede adesso. noi siamo un contribuente netto dell’Unione europea, quindi mi chiedo: cosa succederebbe se l’Italia si tenesse i suoi soldi, e questo sì con autonomia, assumendosi le responsabilità, e li spendesse sul proprio territorio laddove servono, ad esempio per la crescita, nella quale, come dicevo poc’anzi, il nostro Paese viaggia ben al di sotto? Stime. Dicevo prima che i maghi non si possono fare, ma il Fondo monetario internazionale, dal 2012, prevedeva una crescita del PIL italiano di 400 miliardi superiore a quello che cresce oggi. Qualcuno mi dica se siamo un Paese che ha bisogno di austerità, di contrazione della spesa, o forse c’è bisogno di carburare un po’ di crescita interna. E rispetto al PNRR anche la parte grants va ridata. La danno gli Stati. O lo Stato direttamente, o con le nuove tasse – la carbon tax vi dice nulla? – europee, che comunque cadranno sui prezzi e, quindi, sui cittadini, oppure facendo un mutuo perpetuo, un debito perpetuo, come fanno gli Stati oggi. Su questa terza ipotesi anche qui faccio il mago, non credo che nessuno Stato del nord vorrà farlo, quindi rimarremo nelle altre due opzioni.

Per concludere, questa Europa ha dei grossissimi problemi. Non notarlo, continuare a esaltare quelli che vengono considerati pregi, ma che in realtà sono ordinaria amministrazione (prendi un fondo, ma lo prendi vincolato e condizionato). Se oggi i sindaci non riescono a mettere a terra, evidentemente non è quello che serviva al Paese, servivano forse destinate da un’altra parte quelle risorse, magari per sbloccare qualche vecchio cantiere, come tanti ne abbiamo, che oggi non riescono, perché non sono il green, non sono il digitale, a partecipare a questi bandi (faccio un esempio su tutti).

Un Governo italiano, di qualunque colore politico, avrebbe avuto più accortezza probabilmente di qualcuno che sta dall’altra parte, e deve finanziare per forza di cose il passaggio in elettrico dell’auto motive tedesco, altrimenti, dopo che gli americani gli hanno dato la stangata con il diesel game, non ne uscivano fuori, quindi è chiaro che se gli obiettivi sono altri, signori miei, facciamo fatica a metterli a terra noi, e noi queste cose le diciamo dal 2020, infatti rivendico una situazione che da mago avevo previsto. Io mi limito a leggere e a studiare, come sempre, da studente, mi limito ad accettare alcune previsioni e a considerarle valide e quindi ad osservarle oggi. Per concludere, queste difficoltà sono date soprattutto dal fatto che siamo in una realtà che non è uno Stato, è composta anzi da interessi nazionali molto forti che prevaricano la volontà comunitaria, ed è così, solo gli italiani ci credono, i tedeschi si fanno i loro, i francesi si fanno i loro, lo avete visto anche di recente.

Visto lo scenario che si va a creare in questa struttura ibrida, o troviamo il modo di collocarci in un nuovo mondo geopolitico condizionato dalla multipolarità, dando prova di una forza e di una presenza sullo scenario internazionale, oppure siamo destinati, come già oggi, quando va in giro la Von der Leyen va un po’ a traino, all’irrilevanza politica, e questa è la grande verità e da questo bisognerà decidere il futuro del Paese in particolare, perché l’Europa faccio fatica a credere che possa avere vita lunga.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Altri in dichiarazioni di voto? Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Nell’associarmi al ringraziamento alla relatrice di maggioranza per tutto il lavoro di coordinamento che è stato fatto in questi mesi, insieme alle Commissioni, alcune considerazioni, prima naturalmente di esprimere, proprio per tutto questo lavoro significativo che è stato fatto per un tema che è un tratto caratterizzante, quello dell’Europa della nostra azione politica e di questa Regione, come già i colleghi hanno espresso, quindi un parere, naturalmente, favorevole del Partito Democratico, permettetemi alcune considerazioni più propriamente nell’ambito del lavoro che la Commissione che presiedo ha saputo, insieme al collega Amico e alla collega Soncini, approfondire.

Permettetemi anche una battuta, visto che l’intervento del collega Bargi ha un po’ semplificato, banalizzato il ruolo del progetto Erasmus. La collega Montalti, e l’ha richiamato anche l’assessore Calvano, ha fatto un passaggio importante. Oggi è la festa dell’Europa. Io spero e mi auguro che in tutte le scuole della nostra regione, nelle scuole d’Italia si faccia festa, si faccia riferimento a quello che rappresenta l’Europa. È molto importante. Tutti i nostri ragazzi dovrebbero sapere che al Parlamento europeo parlare di Europa è di fondamentale importanza per la loro crescita e che uno degli ingressi del Parlamento europeo a Bruxelles è proprio dedicato a Spinelli, un italiano che sappiamo cosa ha rappresentato nella costruzione dello spirito europeo. Lo dico perché il progetto Erasmus nasce proprio per consolidare e coltivare quello spirito europeo di cui noi andiamo fieri.

Nel ricordare l’importanza dell’istruzione e dell’apprendimento della cultura europea, vorrei fare un riferimento all’importanza che il focus sul Child Guarantee ‒ lo ricordava già la relatrice di maggioranza ‒ ha rappresentato anche in Commissione. Una società che vuole essere, anche nella nostra regione, sempre più a misura di bambini e bambine e sta assumendo oggi lineamenti più chiari. L’espressione “garanzia” abbinata al termine “infanzia” è sempre più presente nelle nostre letture. Lo confermano i processi in atto a livello europeo, che già sono stati richiamati, e le sue declinazioni a livello nazionale, proprio con l’obiettivo di prevenire e combattere l’esclusione sociale, garantendo ai bambini e agli adolescenti a rischio povertà o di esclusione l’accesso effettivo a un’alimentazione sana, a un alloggio adeguato e un accesso effettivo e gratuito all’educazione, alla cura della prima infanzia e all’istruzione, nonché a un pasto sano per ogni giorno di scuola, con particolare attenzione anche alla dimensione di genere e alle forme di svantaggio specifiche, nonché all’aggregazione al tempo libero. Lo dico perché su questo c’è un piano d’Italia, un piano già finanziato da più di 734 milioni di euro da qui al 2030, per contrastare la povertà minorile. Proprio in queste ore ci sono state le dimissioni della coordinatrice nazionale e mi auguro che al più presto non vi siano più rinvii o rimandi sul piano nazionale di ritardi di questa attuazione perché, oltre a queste Istituzioni e a queste governance di livello nazionale, c’è una responsabilità delle Regioni. Su questo voglio chiudere. È importante che le Regioni siano chiamate a realizzare questo piano e ad avere una declinazione così come il piano prevede, nominare un coordinatore della garanzia infanzia a livello regionale e, quindi, scrivere un piano di azione regionale, che non vuole essere un ennesimo documento di sovrastruttura di programmazione, ma un importante, anche con la nomina da parte del presidente di un coordinatore di garanzia infanzia a livello regionale che coordini e monitori su tutti i territori le politiche dedicate all’infanzia, politiche concrete. E mi auguro che questi ritardi, questi rinvii e questa indifferenza rispetto a questo piano nazionale, già finanziato, non siano perché è considerato un piano, anche questo, del Governo Draghi, ma un piano delle bambine e dei bambini del nostro Paese, che in questa Regione trovano già un terreno fertile anche nei livelli provinciali e dei territori, una politica attenta che vuole destinare queste risorse ai ragazzi delle proprie comunità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Marchetti.

Altri in dichiarazione di voto? Io non ho altri in dichiarazione di voto.

A questo punto, prima di passare alle votazioni, nominiamo gli scrutatori: consigliera Maletti, consigliere Mumolo, consigliera Catellani.

Partiamo dalla votazione degli emendamenti, che – lo ricordo – facciamo per alzata di mano.

Primo emendamento, emendamento n. 8, a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Passiamo ora al subemendamento n. 25, che è un subemendamento all’emendamento n. 9, a firma Montalti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 9, a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 10, sempre a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 18, a firma Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 11, a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 3, a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 12, sempre a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 20, a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 21, sempre a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 1, a firma Montalti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 13, a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo al subemendamento n. 26, che è un subemendamento all’emendamento n. 14. Il subemendamento n. 26 è a firma Montalti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora siamo all’emendamento n. 14, a firma Stragliati.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 16, a firma Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 17, sempre a firma del consigliere Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 22, a firma della consigliera Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 2, a firma della consigliera Montalti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 24, a firma dei consiglieri Marchetti, Montalti e Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 27, che è un subemendamento all’emendamento n. 15.

L’emendamento n. 27 è a firma Montalti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora siamo all’emendamento n. 15, che però ha precluso l’emendamento n. 27, che è già stato approvato. Quindi, niente.

Passiamo all’emendamento n. 4, a firma del consigliere Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo arrivati all’emendamento n. 6, sempre a firma del consigliere Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 5, a firma del consigliere Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 7, a firma del consigliere Bargi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo all’emendamento n. 23, a firma della consigliera Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo arrivati all’emendamento n. 19, a firma della consigliera Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Abbiamo finito gli emendamenti. Prego, consigliera Montalti.

 

MONTALTI: Intervengo sull’ordine dei lavori, sulle votazioni. In accordo con il consigliere di minoranza Bargi, chiediamo il voto della risoluzione per parti separate. Vi elencheremmo le parti da votare. Procedo, allora. Dall’inizio sino al punto 1, compreso. Seconda parte da votare, dal punto 2 fino al punto 7, compreso. Terza parte, i punti 8 e 9, compreso. Quarta parte, dal punto 10 fino al punto 13, compreso. Quinta parte, i punti 14 e 15, compreso. Sesta parte, i punti dal 17 al 18, compreso. Settima parte, i punti dal 19 al 21, compreso. Ottava parte, il punto 22. Infine, la nona parte, dal 23 fino al termine della risoluzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto. Allora, mettiamo in votazione la risoluzione per parti separate.

Partiamo dalla prima parte, che, come veniva ricordato, è fino all’obiettivo 1 della risoluzione.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 6782 prima parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Passiamo alla seconda parte, che riguarda gli obiettivi fino al punto n. 7, incluso.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 6782 seconda parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Siamo alla terza parte, che riguarda gli obiettivi nn. 8 e 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

(La risoluzione oggetto 6782 terza parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Siamo arrivati alla quarta parte, che comprende gli obiettivi nn. 10, 11, 12 e 13.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 6782 quarta parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Siamo arrivati alla parte quinta, che riguarda gli obiettivi nn. 14 e 15.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 6782 quinta parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Siamo arrivati alla sesta parte, che riguarda gli obiettivi nn. 16, 17 e 18.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 6782 sesta parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Siamo alla parte settima, fino all’obiettivo 21.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 6782 settima parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Siamo all’obiettivo 22, ottava parte.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 6782 ottava parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Passiamo all’ultima parte, dall’obiettivo 23 alla fine.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 6782 nona parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Abbiamo concluso le votazioni.

Sono le ore 12,56, dichiaro chiusa la seduta del mattino.

Ci vediamo alle ore 14,30. Grazie.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 12,56

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO; Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Gianni BESSI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI; Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Igor TARUFFI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI e i consiglieri Marco FABBRI, Roberta MORI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Raffaele DONINI, Paola SALOMONI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 6782

Risoluzione proposta dalla relatrice Lia Montalti e dal relatore di minoranza Stefano Bargi su mandato della I Commissione: "Sessione Europea 2023. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione Europea".

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Montalti

«Al punto 3) Obiettivo n. 3 "Riduzione dei rifiuti", dopo il periodo:

"Si sottolinea altresì l'importanza dell'economia circolare, nel senso ampio del termine, e a tal fine si evidenza la necessità di ampliare il sostegno alle aziende che si occupano di economia circolare anche attraverso bandi specifici per finanziamenti a favore delle imprese del settore o premialità inserite nei bandi che verranno fatti" è aggiunto il seguente periodo:

"Stante l'importanza di lavorare sulla riduzione degli imballaggi si chiede di prevedere una attenzione nella programmazione dei bandi ai progetti di innovazione delle imprese nel campo del packaging e della produzione dei prodotti, per diminuire i rifiuti alla fonte e agevolare i cittadini nella raccolta differenziata"»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma della consigliera Montalti

«Al punto 16) Obiettivo n. 34 "Salute mentale", a pagina 18, ultimo capoverso, dopo il periodo:

"Tenuto conto di quanto sopra si evidenzia la necessità di destinare risorse per aumentare il numero di psicologi e psichiatri in modo da favorire la presa in carico delle persone affette da fragilità e patologia psichiatrica. " è aggiunto il seguente periodo:

"Si richiede inoltre alla Giunta di valutare la messa a disposizione del fondo per la non autosufficienza anche per le persone con disturbi mentali che non hanno la possibilità di vivere in autonomia attivandosi anche presso il Governo affinché siano a tal fine garantite maggiori risorse da destinarsi al Fondo per la non autosufficienza.Immagine 1»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma del consigliere Bargi

«All'Obiettivo n. 2 "Idrogeno rinnovabile", dopo le parole "agevolare lo sviluppo degli impianti e sostenere gli investimenti" aggiungere la seguente frase: ", anche rivedendo i limiti imposti dalla riforma della Commissione Europea al patto di stabilità e crescita, i quali costringerebbero l'Italia a restringere notevolmente i propri margini d'azione economica".»

(Respinto)

 

Emendamento 4, a firma del consigliere Bargi

«Al punto 23) Con riferimento alla Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio (UE) (2022) 526 del 12/10/2022 relativa a un Anno europeo delle competenze 2023" Immagine 2sostituire la frase: "Si evidenzia che l'ammissione dei migranti rientra in una più ampia combinazione di politiche volte ad affrontare le carenze di manodopera e di competenze e si ricorda che nel Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, di cui alla comunicazione COM(2020) 609 del 23/09/2020, la Commissione europea ha previsto una serie di iniziative per attrarre cittadini di paesi terzi che hanno competenze necessarie nell'UE, a cui si affiancano nel percorsi complementari per le persone bisognose di protezione internazionale collegati a istruzione e lavoro finalizzati a valorizzare il talento dei rifugiati, nell'ambito della Raccomandazione (UE)2020/1364 del 23 settembre 2020" con la seguente frase: "In Europa la percentuale dei NEET, ragazzi che non lavorano, non frequentano alcuna scuola e non sono impegnati neppure in uno stage o in un tirocinio, è stimata oggi al 10,8%, con percentuali più elevate nelle regioni italiane. Si auspica una serie di incentivi economici e una più incisiva iniziativa culturale europea per favorire l'inserimento nel mondo del lavoro dei tanti giovani attualmente inoccupati. Per fronteggiare il calo demografico, si evidenzia la necessità di aumentare il sostegno economico alle famiglie e alle politiche per la natalità, evitando di importare manodopera a basso costo che innescherebbe una guerra tra poveri sul mercato del lavoro".»

(Respinto)

 

Emendamento 5, a firma del consigliere Bargi

«AI punto 24) Con riferimento ai risultati e sviluppi della Conferenza sul futuro dell'Europa, sostituire la frase: "A questo proposito tutti gli Stati membri stanno sopportando un aumento della spesa militare, mentre sarebbe meglio agire a livello europeo perché 27 Stati membri e I 'Unione insieme hanno una spesa militare che è pari al triplo di quella russa, senza avere alcuna capacità deterrente rispetto alla Russia, perché spende circa il 45% degli Stati Uniti insieme, ma abbiamo una capacità di circa il 10% rispetto agli Stati Uniti." con la seguente frase: "Tutti gli Stati membri stanno sopportando maggiori costi a causa degli aiuti militari all'Ucraina e della richiesta USA/NATO di innalzare la spesa militare al 2% del PIL. Nonostante nel 2022 si registri un incremento della spesa militare europea del 13% rispetto all'anno precedente - 436,7 miliardi di dollari stanziati dai Paesi europei a fronte degli 86,4 miliardi di dollari spesi dalla Russia — l'Unione Europea non ha assunto una capacità di difesa autonoma rispetto agli Stati Uniti che sono in testa alla classifica con 877 miliardi di dollari. Si auspica perciò la creazione di un programma di difesa comune europea indipendente da Washington, con serie capacità di deterrenza."»

(Respinto)

 

Emendamento 6, a firma del consigliere Bargi

«Al punto 24) Con riferimento ai risultati e sviluppi della Conferenza sul futuro dell'Europa,

Immagine 3dopo le parole "è venuta meno" aggiungere la seguente frase: "Le nuove regole di governance economica europea rischiano di penalizzare proprio l'Italia, alle prese con problemi storici di bilancio, ma con condizioni macroeconomiche sostanzialmente migliori di altri Paesi membri. In sostanza, l'Unione Europea chiede all'Italia di indebitarsi di più attraverso il Pnrr e il Mes ma con il patto di stabilità punisce chi si indebita. In particolare con le nuove regole in discussione sembra si voglia penalizzare quegli Stati che hanno il rapporto debito/PIL più alto, il che si tradurrebbe in una ulteriore perdita di capacità negoziale per il nostro Paese. Non si fa menzione del superamento dei parametri economici stabiliti dal Trattato di Maastricht (il rapporto debito/PIL in primis), che tanti dubbi hanno generato negli anni, e seppur viene citata la Macroeconomic Imbalance Procedure, ad esse ancora non si affida il peso necessario per individuare e contrastare le asimmetrie interne della UE. Se la spinta dopo la pandemia è fare il cosiddetto "debito buono" per investimenti che nel medio e lungo termine portino i Paesi più fragili a strutturarsi e crescere stabilmente, nuove regole più stringenti di bilancio dovrebbero entrare in vigore solo al termine di quel programma. Se invece l'esigenza è quella di tornare ad equilibri di bilancio, allora non ha senso Immagine 4spingere Paesi fragili come l'Italia a indebitarsi ulteriormente a qualsiasi condizione. Si auspica perciò, tenendo in considerazione le tematiche sopra esposte, una revisione delle regole di governance economica europea più in linea con le esigenze del nostro Paese".»

(Respinto)

 

Emendamento 7, a firma del consigliere Bargi

«Dopo il punto 24) aggiungere il punto 24 bis — "Un'Europa più forte nel mondo" "Al fine di conferire maggiore credibilità all'immagine dell’Unione Europea, si auspica un'inchiesta internazionale indipendente volta ad accertare le responsabilità del gravissimo atto di sabotaggio dei gasdotti Nord Stream - il 26 settembre 2022 tre forti esplosioni sono state registrate a largo dell'isola di Bornholm, zona economica esclusiva di Svezia e Danimarca - alla luce degli ingenti danni causati ai Paesi europei coinvolti nel progetto. Si evidenzia che le misure approvate dall'Unione Europea per la transizione ecologica rischiano di scaricare ingenti costi su famiglie e imprese. Si sottolinea che in seguito alle mutate condizioni geopolitiche dovute alla pandemia e al conflitto in Ucraina, i suoi tempi ed obiettivi andrebbero rivisti, potenziando gli investimenti sull'energia, sulla sanità, sulla formazione/istruzione e sulla ricerca.

Rispetto alla drammatica situazione della Siria è richiesto all'Unione Europea e a tutta la comunità internazionale l'impegno concreto per la cancellazione delle sanzioni imposte da USA e UE al Paese. Molti Paesi arabi e del Nord Africa stanno già riattivando i loro rapporti diplomatici con Damasco, allo scopo di contribuire a migliorare la situazione umanitaria della Siria. Il devastante terremoto del 6 febbraio di quest'anno ha notevolmente peggiorato lo stato di prostrazione del popolo siriano. Il tragico evento, oltre a portare più di 6.700 morti nella regione, si è abbattuto su un Paese martoriato da 12 anni di guerra e dove oggi 15.3 milioni di persone — su 22,1 milioni di abitanti complessivi - sono bisognose di assistenza umanitaria. Tante sono state le voci che si sono levate per l'eliminazione delle sanzioni che non colpiscono i governanti, ma un popolo stremato. L'UE si impegnerà quindi a fungere da capofila internazionale per il perseguimento di tale obiettivo irrinunciabile.

Rispetto a quanto sta accadendo nella regione del Caucaso meridionale, denominata Repubblica dell'Artsakh, o anche Nagorno Karabakh, è richiesta una presa di posizione chiara dell 'Unione Europea in favore della popolazione armena che versa in una difficile condizione umanitaria che va via via peggiorando. La causa principale è riconducibile alla chiusura del corridoio di Lachin avvenuta il 12 dicembre 2022 ad opera di sedicenti attivisti ambientali. Tale chiusura ha di fatto tagliato fuori dal resto del mondo la Repubblica dell’Artsakh, che si trova ora completamente circondata dagli storici nemici azeri, ponendo la regione in una situazione di grave crisi sanitaria e umanitaria. Il tra di medicinali e persone bisognose di cure, infatti, avviene solo attraverso questo corridoio, a seguito di trattative ed esclusivamente con mezzi della Croce Rossa e dei peacekeeper russi. Il 22 febbraio 2023, la Corte Internazionale di Giustizia aveva sancito che l'Azerbaijan adottasse "tutte le misure a sua disposizione per garantire il movimento di persone, veicoli e merci lungo il corridoio di Lachin in entrambe le direzioni, senza ostacoli". Si chiede quindi una forte presa di posizione europea, in continuità col pronunciamento della Corte rimasto ad oggi inascoltato, in modo che la martoriata popolazione armena possa rientrare in possesso dei requisiti minimi sanitari e umanitari di dignità e riacquisire la libertà di movimento."»

(Respinto)

 

Emendamento 8, a firma del consigliere Bargi

«Obiettivo n. 1 "Mercato dell'energia elettrica" — dopo le parole " della volatilità dei prezzi dei combustibili fossili." aggiungere le parole "Nella transizione verso forme di energia rinnovabile non vanno dimenticate quelle che ci consentono di gestire la transizione stessa: prima tra tutte la più "pulita", quella idroelettrica, ma va fatto un ragionamento per riportare al centro dell'attenzione e della discussione anche la creazione di invasi."»

(Respinto)

 

Emendamento 9, a firma del consigliere Bargi

«Obiettivo n. 1 "Mercato dell'energia elettrica" — dopo le parole "…solari personali anche ai privati." aggiungere le parole "L'autosufficienza energetica passa anche attraverso strumenti quali le Comunità energetiche che dovranno essere adeguatamente sostenute e valorizzate dalle politiche regionali."»

(Approvato)

 

Emendamento 10, a firma del consigliere Bargi

«Obiettivo n. 1 "Mercato dell'energia elettrica" - dopo le parole "….a carico del bilancio regionale.” aggiungere le parole "Inoltre bisogna assolutamente implementare infrastrutture per i combustibili alternativi necessarie per una reale decarbonizzazione dei trasporti e che solo dotando le Regioni e le autorità locali di strumenti idonei alla diffusione effettiva di trasporti a basse/zero emissioni di carbonio, si possono raggiungere gli obiettivi prefissati."»

(Approvato)

 

Emendamento 11, a firma del consigliere Bargi

«Obiettivo n. 2 "Idrogeno rinnovabile" - dopo le parole – “… produrre idrogeno anche con la gassificazione delle biomasse." Aggiungere le parole "11 mercato dell’idrogeno, offre prospettive interessanti nel medio e lungo periodo, soprattutto in ottica di riconversione delle infrastrutture gas esistenti. Tale combustibile potrebbe costituire la soluzione più efficace in termini di abbattimento delle emissioni per i settori più difficili da de-carbonizzare."»

(Approvato)

 

Emendamento 12, a firma del consigliere Bargi

«Obiettivo 3 - "Riduzione dei rifiuti" - dopo le parole - “….dedicate al riciclo delle materie prime seconde." aggiungere le parole "Un ulteriore punto di primario interesse può essere la progettazione e installazione sul territorio di impianti di recupero dei rifiuti RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), compresi i pannelli fotovoltaici a fine vita, per l'estrazione dei metalli preziosi che a breve diventeranno il punto critico della supply Chain delle energie alternative e dell'innovazione tecnologica."»

(Approvato)

 

Emendamento 13, a firma del consigliere Bargi

«Obiettivo 6 - "Sistemi alimentari sostenibili" - dopo le parole - “….alimentari, governance e monitoraggio." aggiungere le parole "Di primaria l'importanza è l'attuazione di campagne di sensibilizzazione, formazione e informazione finalizzate a diffondere la cultura del consumo consapevole e della riduzione degli sprechi alimentari, nonché il loro recupero e donazione a fini di solidarietà sociale, e di promuovere percorsi didattici finalizzati all'educazione ad una sana alimentazione e a una produzione alimentare territoriale."»

(Approvato)

 

Emendamento 14, a firma della consigliera Stragliati

«Obiettivo n. 14 - "Salute pubblica" - dopo le parole - adeguamento della normativa regionale" aggiungere le parole "e ad adottare misure strutturali, atte a sostenere la rimozione e lo smaltimento di manufatti contenenti amianto in edifici privati."»

(Approvato)

 

Emendamento 15, a firma della consigliera Stragliati

«Obiettivo n. 43 "Diritti delle persone con disabilità" - dopo le parole "... si auspica un percorso integrato con il coinvolgimento anche del Garante per l'infanzia e anche a livello di pianificazione dell’utilizzo delle risorse" aggiungere le parole "sostenendo anche l'impegno dei Comuni, per l'implementazione del servizio di Assistenza Educativa Scolastica (AES)."»

(Precluso)

 

Emendamento 16, a firma del consigliere Bargi

«Al paragrafo 15) Obiettivo n.28 "Promuovere tirocini migliori":

dopo le parole "si valutano": il termine "positivamente" è sostituito con la locuzione "con interesse".»

(Respinto)

 

Emendamento 17, a firma del consigliere Bargi

«Al paragrafo 15) Obiettivo n.28 "Promuovere tirocini migliori":

dopo le parole "molto bassi." è integrato il seguente periodo: "Si ritiene di dover dedicare particolare anche se non esclusiva attenzione, in fase di monitoraggio, al fenomeno dell'utilizzo intensivo dello strumento dei tirocini da parte di soggetti ospitanti, qualora dette azioni non si traducano in occupazione di qualità, intendendo per tale il lavoro "stabile, adeguatamente remunerato e tutelato" avente il requisito "della salute e della sicurezza", così come da definizione richiamata con DGR. 1533 del 19/09/2022."»

(Respinto)

 

Emendamento 18, a firma della consigliera Piccinini

«Nella sezione introdotta da "Green Deal europeo", a pagina 4, di seguito al punto "1. Obiettivo n. 1 "Mercato dell'energia elettrica" e, in particolare dopo le parole "Si invita pertanto la Giunta a monitorare l'iter della proposta e ad approfondirne i contenuti al fine di riferire all'Assemblea legislativa eventuali oneri amministrativi e/o finanziari che ne potrebbero derivare a carico del bilancio regionale" è inserito il testo seguente:

"Inoltre, in riferimento all'obiettivo della riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia, si richiama il ruolo della "Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia e che modifica il Regolamento (EU) 2019/942 2021/0423 (COD)", corrispondente all'iniziativa indicata al punto 12 dell”Allegato III "Proposte prioritarie in sospeso" del Programma di lavoro della Commissione Europea per il 2023. Particolare rilievo riveste, in questo quadro, la decisione assunta lo scorso 26 Aprile dalla Commissione del Parlamento Europeo ENVI (Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare), riunita con la Commissione ITRE (Industria, Ricerca ed Energia). Le due Commissioni si sono espresse in favore di una riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia, approvando rilevanti emendamenti alla citata Proposta di Regolamento, fra i quali anche quello in cui si stabilisce che "il settore petrolchimico dovrebbe essere soggetto alle misure in materia di monitoraggio e comunicazione, individuazione e riparazione delle perdite e limiti al venting e al flaring come il settore energetico", in considerazione del fatto che "la prospezione e la produzione a monte, la raccolta e il trattamento di petrolio e gas fossile producono anche nafta e gas naturale liquidi da utilizzare nel settore petrolchimico e si traduce in emissioni di metano."

Si sottolinea che le due Commissioni del Parlamento Europeo hanno chiesto alla Commissione Europea di proporre un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di metano dell'UE per il 2030 per tutti i settori pertinenti entro la fine del 2025, stabilendo inoltre che gli Stati membri dovrebbero fissare obiettivi nazionali di riduzione nell'ambito dei rispettivi piani nazionali integrati per l'energia e il clima. e che gli operatori siano tenuti all'obbligo di riparazione e dopo il rilevamento delle perdite di metano o al più tardi entro cinque giorni, con il divieto di smaltimento e combustione in torcia del metano dalle stazioni di drenaggio entro il 2025 e dai pozzi di ventilazione entro il 2027.

Si invita pertanto la Giunta a monitorare l'iter della proposta e ad approfondirne i contenuti al fine di riferire all'Assemblea legislativa sui progressi verso la riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico per raggiungere gli obiettivi climatici dell'IJE e migliorare la qualità dell'aria".»

(Approvato)

 

Emendamento 19, a firma della consigliera Piccinini

«Nel punto 33), relativo all'Allegato III del Programma di lavoro della Commissione europea, dopo il primo punto elenco che si conclude con le parole: "e che abroga il regolamento (UE) n. 1151/2012 – COM (2022) 134 final del 31.3.2022" è inserito un nuovo punto con il testo seguente:

Proposta di REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia e recante modifica del regolamento (UE) 2019/942 – COM (2021) 805 final 2021/0423 (COD) 15.12.2021»

(Approvato)

 

Emendamento 20, a firma della consigliera Castaldini

«Nel punto 3) Obiettivo n. 3 "Riduzione dei rifiuti", alla fine del terzo capoverso, dopo le parole "A questo scopo si ritiene opportuno sviluppare delle misure dedicate al riciclo delle materie prime seconde" si chiede di inserire il seguente periodo

"Si evidenzia inoltre che è in corso il processo di revisione delle direttive (EU) 2019/1020 e 2019/904 per un nuovo regolamento sul packaging, settore nel quale le imprese del nostro territorio sono da sempre all'avanguardia nel proporre modelli innovativi di sostenibilità ambientale."»

(Approvato)

 

Emendamento 21, a firma della consigliera Castaldini

«Nel punto 3) Obiettivo n. 3 "Riduzione dei rifiuti", nel quarto capoverso, che inizia con le parole "Tenuto conto di quanto sopra, si invita la Giunta a monitorare lo sviluppo delle proposte che saranno presentate dalla Commissione europea..." si chiede di sostituire

"il comparto della moda" con “i comparti della moda e del packaging"»

(Approvato)

 

Emendamento 22, a firma della consigliera Castaldini

«Nel punto 15) Obiettivo n. 28 "Promuovere tirocini migliori", nel terzo capoverso, dopo le parole "nonché il coordinamento a livello interistituzionale per l'attuazione delle politiche regionali in conformità con i vari stakeholder” si chiede di inserire

"e le riforme previste dalla Missione 4 del PNRR"»

(Respinto)

 

Emendamento 23, a firma della consigliera Castaldini

«Nel punto 33) "Con riferimento all'Allegato III del Programma di lavoro della Commissione europea, contenente le proposte legislative prioritarie in sospeso, si segnalano le seguenti iniziative:" si chiede di inserire

Proposal for a regulation of the European Parliament and of the Council on packaging and packaging waste, amending Regulation (EU) 2019/1020 and Directive (EU) 2019/904, and repealing Directive 94/62/EC»

(Respinto)

 

Emendamento 24, a firma dei consiglieri Marchetti Daniele, Montalti, Piccinini

«Al punto 20) Obiettivo n.40 "Pacchetto prevenzione", dopo il paragrafo che termina con: "...al carcinoma prostatico e al carcinoma gastrico." sono inseriti i seguenti periodi:

"Si ritiene opportuno ricordare come l'immunoterapia rappresenta una nuova potente arma contro i tumori che si affianca, e a volte sostituisce, le cure antitumorali tradizionali, quali la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia. Come suggerito dallo stesso termine, l'immunoterapia è una strategia terapeutica basata sull'azione del sistema di difesa dell'organismo (sistema immunitario). Sottolineato che i principali vantaggi dell'immunoterapia rispetto ad altri tipi di cure antitumorali sono la specificità (capacità di riconoscere le cellule maligne e risparmiare quelle sane) e la memoria a lungo termine. Quando efficaci, le immunoterapie possono quindi portare a risposte in grado di far regredire la malattia per un tempo di gran lunga superiore alle cure tradizionali. I vaccini antitumorali (immunoterapia attiva) mirano a prevenire lo sviluppo dei tumori (vaccini preventivi) oppure a curarli (vaccini terapeutici) mediante. la stimolazione delle difese immunitarie contro le cellule tumorali.

Con il termine “vaccini preventivi" si intendono alcuni vaccini classici, in grado di prevenire l'infezione da parte di virus come quello dell'epatite B (HBV) o del papilloma umano (HPV), che possono essere una delle cause di insorgenza di alcuni tumori. I vaccini anticancro preventivi, quindi, sono in tutto e per tutto analoghi agli altri vaccini contro le malattie infettive, ma hanno anche questo ulteriore effetto secondario positivo: riducono il rischio di ammalarsi di determinati tumori che sono favoriti o direttamente provocati dalla presenza di certi virus. Il vaccino, quindi, non ha un effetto diretto sul tumore del collo dell'utero (nel caso del vaccino anti-HPV) o del fegato (nel caso del vaccino contro l'epatite B) ma, poiché previene l'infezione che induce infiammazioni croniche o mutazioni dirette che sono la causa dei tumori, ha di fatto anche un'azione preventiva di tipo oncologico. Perciò, si ritiene opportuno potenziare ulteriormente le campagne vaccinali anti-HPV e contro l'epatite B. Per quanto riguarda il papilloma umano, si nota una certa inconsapevolezza da parte della popolazione maschile riguardo la pericolosità di questo virus. il Papilloma virus può causare nell'uomo tumori del pene, dell'ano e dell'orofaringe, proprio come alle neoplasie della cervice uterina nella donna. Nell'uomo, le neoplasie interessano soprattutto l'apparato genitale e il distretto oro-faringeo. L'80-90% di tumori anali, il 50% di quelli del pene e 45-90% di quelli della testa e del collo sono legati a questa infezione. Si stima che circa il 75% dell'intera popolazione venga a contatto con l'HPV. Gli uomini, in mancanza di lesioni e sintomi, si trasformano in portatori sani prima che il virus venga eliminato spontaneamente dal sistema immunitario. Pertanto, si ritiene opportuno incoraggiare la vaccinazione anti - HPV anche verso la popolazione di sesso maschile, proseguendo il percorso avviato a livello regionale e anche con campagne di informazione specifiche dedicate alla popolazione maschile.»

(Approvato)

 

Emendamento 25, a firma della consigliera Montalti

«Nell'emendamento n. 9 a firma Cons. Bargi il periodo:

"che dovranno essere adeguatamente sostenute e valorizzate dalle politiche regionali, " è sostituito dal seguente:

"che sono sostenute e dovranno continuare ad essere sostenute dalle politiche regionali"»

(Approvato)

 

Emendamento 26, a firma della consigliera Montalti

«Nell'emendamento n. 14 le parole:

"e ad adottare misure strutturali, "

sono sostituite dalle parole:

"e a valutare l'adozione di misure strutturali"»

(Approvato)

 

Emendamento 27, a firma della consigliera Montalti

«All'emendamento 15, il periodo:

"sostenendo anche l'impegno dei Comuni, per l'implementazione del servizio di Assistenza Educativa Scolastica (AES). " è sostituito dal seguente:

"sostenendo anche l'impegno dei Comuni per la qualificazione e il rafforzamento delle Misure a sostegno del successo formativo e delle transizioni verso il lavoro degli studenti certificati ai sensi della Legge n.104/92 nella responsabilità degli Enti locali, ovvero per la realizzazione di interventi per l'arricchimento, la qualificazione e il rafforzamento dei servizi e delle opportunità, finalizzati a sostenere i giovani con disabilità nel proprio percorso individuale verso l'autonomia e nella transizione verso il lavoro, rafforzando la continuità delle progettualità individuali nella prospettiva di una visione unitaria tra progetto educativo e progetto di vita, a partire dalla collaborazione tra i servizi e le professionalità e nella integrazione e non sovrapposizione con i servizi e le professionalità nella competenza delle istituzioni scolastiche."»

(Approvato)

 

Comunicazioni prescritte dall’art.68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

6746 -  Progetto di legge d'iniziativa consiglieri recante: "Norme in materia di opere relative a reti ed impianti elettrici e semplificazione dei procedimenti autorizzativi riguardanti la costruzione e l'esercizio delle infrastrutture appartenenti alla rete di distribuzione elettrica e delle procedure riguardanti le reti e gli impianti di distribuzione di energia elettrica non facenti parte della rete elettrica di trasmissione nazionale. Abrogazione della legge regionale 22 febbraio 1993, n. 10". (21 04 23) A firma dei Consiglieri: Costi, Costa, Daffada', Zappaterra, Sabattini, Rontini, Mori, Fabbri, Bulbi, Gerace, Mumolo

 

6762 -  Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2022". (Delibera di Giunta n. 601 del 20 04 23)

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

6740 -  Interrogazione a risposta scritta relativa agli stanziamenti di budget rivolti alla sanità convenzionata, con particolare riguardo alla situazione di tre strutture private accreditate di Piacenza. A firma dei Consiglieri: Stragliati, Rancan

 

6742 -  Interrogazione a risposta scritta circa la distribuzione dei fisioterapisti all'interno del contesto organizzativo delle Farmacie emiliano-romagnole. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Facci, Stragliati, Pelloni, Catellani, Marchetti Daniele

 

6743 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito all'impatto della medicina difensiva sul Sistema Sanitario Regionale. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6745 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'opportunità di liquidare al personale del comparto, che collabora con il personale medico alla stesura delle certificazioni degli infortuni, gli incentivi INAIL dal 2019 a maggio 2022. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6748 -  Interrogazione a risposta scritta circa i lavori di ripristino della funzionalità della diga di Pavana, con particolare riguardo agli interventi di riparazione dei danni ambientali, di pulizia e di adeguamento sismico della struttura. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6749 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le ragioni della mancata istituzione, presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, dell'Organismo Paritetico per l'innovazione. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6750 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla gestione, all'interno dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, dei lavoratori con prescrizioni rilasciate dal medico competente ai sensi del D.lgs. 81/2008, "Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro". A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6751 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla deducibilità delle spese sanitarie relative alle quote di compartecipazione ai servizi sociosanitari per disabili. A firma del Consigliere: Occhi

 

6752 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle tematiche affrontate nel convegno "Scuola in Natura", patrocinato dall'Università di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6753 -  Interrogazione a risposta orale in commissione sui progetti di formazione per la popolazione Ucraina. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6754 -  Interrogazione a risposta orale in commissione relativa al monitoraggio dell'accoglienza ai minori stranieri non accompagnati, con particolare riferimento ai tutori volontari e alle attività formative. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6756 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai danni subiti dalle aziende agricole emiliano-romagnole a seguito delle violente grandinate dei giorni scorsi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6758 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai provvedimenti da adottare per garantire la salvaguardia e la valorizzazione dei boschi di pianura. A firma della Consigliera: Costi

 

6759 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda potenziare l'offerta di prevenzione gratuita dedicata alla salute delle donne attraverso screening oncologici da effettuare sui camper itineranti, già impiegati nella campagna vaccinale anti-Covid. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6760 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'utilizzo dei fondi destinati al servizio di continuità assistenziale, con particolare riferimento all'anno 2021. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6761 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere a che punto sia l'attuazione del progetto sperimentale delle Case di comunità di cui alla Delibera di Giunta n. 2040 del 29/11/2021. A firma delle Consigliere: Maletti, Costi

 

6763 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere quali iniziative sono previste per sostenere i comuni nella realizzazione dei progetti del PNRR, al fine di garantire ulteriori opportunità di sviluppo e una maggiore resilienza del territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Costi, Daffada', Sabattini, Mori, Zappaterra, Caliandro, Costa, Gerace, Pillati, Rontini, Bulbi

 

6764 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'annunciata chiusura del colorificio J Colors di Finale Emilia (MO) e alle misure da adottare al fine di tutelare i lavoratori impiegati presso l'azienda. A firma della Consigliera: Costi

 

6765 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla realizzazione del progetto "Case della Comunità", le nuove strutture socio-sanitarie già previste dal PNRR. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6766 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai rimborsi richiesti dalla Regione Emilia-Romagna ad AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per l'utilizzo di farmaci innovativi. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6767 -  Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da intraprendere per tutelare una colonia di ricci presenti nel comparto della Ghilana nel territorio del Comune di Faenza (RA). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6769 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'ammontare delle risorse regionali ed i relativi tempi di erogazione da destinare al Comune di Monte San Pietro per il potenziamento dell'offerta di posti negli asili nido. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6770 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere lo stato dell'arte del Tavolo tecnico sul processo di de-burocratizzazione, che coinvolge la Regione e i rappresentanti delle Associazioni Sindacali dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta. A firma dei Consiglieri: Costi, Pillati, Zappaterra, Soncini, Sabattini, Costa, Fabbri, Gerace, Bulbi, Mori, Rontini, Marchetti Francesca, Caliandro, Daffada'

 

6771 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per conoscere la stima aggiornata dei costi per la realizzazione del nuovo Ospedale di Cesena, nonché la tempistica prevista per l'inizio e la fine dei lavori. A firma del Consigliere: Pompignoli

 

6772 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla valutazione dell'impatto del progetto "Bologna Città 30" sul trasporto pubblico nell'intera area metropolitana. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6774 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'opportunità di istituire un servizio medico e infermieristico all'interno della Casa Circondariale di Parma. A firma del Consigliere: Occhi

 

6775 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda intervenire con progetti di lungo respiro, al fine di aumentare la raccolta di acqua piovana con la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia idroelettrica. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6776 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda condurre una ricognizione dei danni subiti dai privati e dalle imprese a seguito delle esondazioni di fiumi e torrenti causate dalle intense piogge degli ultimi giorni e quali misure saranno adottate per garantire loro sostegno economico. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6777 -  Interrogazione a risposta scritta in merito agli interventi effettuati sul territorio del comune di San Lazzaro (BO) dal Consorzio della Bonifica Renana negli anni 2019-2022. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6778 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se l'assenza di indicazioni precise nella proposta di Piano Territoriale del Parco della Vena del Gesso Romagnola in merito alla cessazione dell'attività estrattiva possa consentire l'allargamento della cava di Monte Tondo, e, di conseguenza, compromettere la candidatura del sito a patrimonio UNESCO. A firma della Consigliera: Zamboni

 

6779 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quanti siano attualmente i lavoratori del settore vigilanza privata e servizi fiduciari che lavorano nelle sedi della Regione Emilia-Romagna e con quali livelli retributivi e se la Regione intenda attivarsi affinché le retribuzioni di chi lavora negli appalti dell'ente rispondano ai principi dell'articolo 36 della Costituzione. A firma del Consigliere: Amico

 

6781 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta sia a conoscenza della situazione economico-finanziaria del comune di San Pietro in Casale (BO) e se sia già stato attivato il fondo a sostegno dei comuni in situazioni di squilibrio finanziario, ai sensi della legge regionale n. 20 del 24 novembre 2022. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Facci

 

6783 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se sia stata valutata la compatibilità del passaggio della Linea rossa del Tram di Bologna su via Saffi con la criticità costituita dalla presenza del torrente sotterraneo Ravone e quali siano le opere eventualmente previste nel progetto per assicurare la stabilità della pavimentazione stradale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6784 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al monitoraggio degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d'acqua Idice, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone e Montone. A firma della Consigliera: Castaldini

 

6785 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno intraprendere tutte le iniziative idonee all'accertamento delle responsabilità degli allagamenti verificatisi in Via Saffi nell'area cittadina di Bologna, all'inizio di maggio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6787 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'allagamento della galleria ferroviaria fra Monzuno e Pianoro, verificatosi a seguito dell'eccezionale ondata di maltempo dei giorni scorsi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6788 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda attivarsi presso l'Ufficio scolastico regionale per sollecitare l'accoglimento della richiesta avanzata dall'Istituto Comprensivo "Card. Agostino Casaroli" di Castel San Giovanni (PC) in merito all'attivazione di una ulteriore sezione di Scuola dell'Infanzia. A firma della Consigliera: Stragliati

 

6789 -  Interrogazione a risposta orale in commissione riguardo le misure da adottare per accelerare il termine dei lavori di manutenzione sulla strada "Ferrara-mare", per evitare che la presenza di cantieri possa ostacolare il transito in sicurezza sia agli utenti residenti che ai turisti. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6790 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'estensione ai siti della Rete Natura 2000 del "Piano quinquennale di controllo del Colombo o Piccione di città in Emilia-Romagna (Columba livia forma domestica)", recentemente deliberata dalla Giunta regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6794 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'utilizzo da parte della Regione dei fondi statali per la lotta al dissesto idrogeologico. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6795 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla carenza dell'amoxicillina, antibiotico utilizzato per trattare varie infezioni batteriche, soprattutto nei bambini, e alle azioni da intraprendere al fine di prevenire e limitare future carenze. A firma dei Consiglieri: Gerace, Costa, Caliandro, Bulbi, Paruolo

 

6796 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla situazione finanziaria del comune di San Pietro in Casale (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

RISOLUZIONI

 

6741 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad avanzare, in ogni sede, le richieste al Governo formulate con il documento della Conferenza Stato-Regioni del 7 marzo 2023. (20 04 23) A firma dei Consiglieri: Castaldini, Marchetti Daniele

 

6747 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere e promuovere la candidatura della ciclovia del Montone all'ottava edizione dell'Oscar italiano del cicloturismo, il premio che ogni anno viene assegnato alle ciclovie verdi delle Regioni che promuovono la vacanza su due ruote con servizi mirati al turismo lento. (24 04 23) A firma del Consigliere: Pompignoli

 

6755 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a richiedere al Governo l'adeguamento dei trasferimenti alle Regioni per fare fronte all'insieme di servizi e prestazioni garantite dai Servizi Sanitari Regionali e a evitare il ricorso al privato per l'erogazione delle prestazioni sanitarie previste nell'ambito dei servizi delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità. (26 04 23) A firma della Consigliera: Piccinini

 

6780 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi per chiedere al Governo di ripristinare l'operatività della Struttura di missione Italia Sicura presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. (04 05 23) A firma dei Consiglieri: Pigoni, Rontini

 

6782 -  Risoluzione proposta dalla relatrice Lia Montalti e dal relatore di minoranza Stefano Bargi su mandato della I Commissione: "Sessione Europea 2023. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione Europea". (04 05 23)

 

INTERPELLANZE

 

6768 -  Interpellanza circa le azioni che la Regione intende mettere in campo per la realizzazione di un Piano di contenimento del lupo. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6773 -  Interpellanza per sapere se la Giunta ritenga opportuno agire concretamente affinché ai cittadini del Comune di Montecreto (MO) sia garantito di poter disporre di uffici postali con orari e servizi più ampi di quelli attuali, di più sportelli bancomat e di ottenere la riapertura di almeno uno sportello bancario. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6791 -  Interpellanza circa l'emanazione di disposizioni specifiche per la detenzione dei cani da parte dei privati, in ottemperanza al disposto di cui all'art. 4, comma 2 bis della l. r. n. 5 del 17 febbraio 2005. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6797 -  Interpellanza relativa ai servizi offerti dalla Casa della Salute di San Pietro in Vincoli, a Ravenna. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

6337 -  Interrogazione a risposta scritta circa la recente demolizione di una "Casa di Manovra" del Genio Civile, che si trovava lungo il canale Navile, nei pressi della frazione Ponticelli del comune di Malalbergo (BO). A firma della Consigliera: Piccinini

 

6359 -  Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da adottare per sostenere i territori delle province di Rimini e di Forlì-Cesena che hanno subito danni a causa dei recenti episodi di maltempo e per fronteggiare il peggioramento del dissesto idrogeologico dei comuni interessati. A firma dei Consiglieri: Rossi, Bulbi

 

6365 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ai danni causati in diversi comuni della provincia di Rimini dalle intense nevicate del gennaio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6374 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se il progetto di ampliamento produttivo dell'azienda Florim nel comune di Mordano (BO) sia coerente con gli obiettivi regionali di riduzione del consumo di suolo e delle emissioni climalteranti e inquinanti in atmosfera. A firma della Consigliera: Zamboni

 

6387 -  Interrogazione a risposta scritta circa la necessità di garantire l'operatività dell'Agenzia Interregionale per il Fiume Po (AIPo), anche in relazione alla gestione dei fondi del PNRR, alla luce delle indagini attualmente in corso. A firma della Consigliera: Piccinini

 

6402 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per sostenere i comuni della provincia di Rimini che hanno subito danni a seguito delle eccezionali nevicate del gennaio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6405 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al progetto denominato "Badia del vento", che prevede l'installazione di un impianto eolico industriale sul crinale appenninico, al confine tra la Toscana e l'Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Montevecchi

 

6438 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla necessità di garantire l'assegnazione di una autoscala nuova alla Caserma dei Vigili del Fuoco di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6452 -  Interrogazione a risposta scritta sulla necessità di intraprendere lavori di manutenzione e messa in sicurezza del ponte sito in Nirano, frazione del comune di Fiorano Modenese (MO). A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6456 -  Interrogazione a risposta scritta circa le criticità segnalate nella gestione di una delle sezioni del nido "Roberto Vighi" di Casalecchio di Reno (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6457 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle criticità che interessano la viabilità nel tratto della SS12 tra Pavullo nel Frignano e Pozza di Maranello (MO). A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6461 -  Interrogazione a risposta scritta sulla concessione dell'Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari per l'organizzazione dell'evento "Tennis on the Racetrack - Imola 2023". A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6464 -  Interrogazione a risposta scritta circa i lavori appaltati dall'Agenzia interregionale per il fiume Po (AIPO). A firma dei Consiglieri: Occhi, Facci, Pelloni, Pompignoli, Bargi, Delmonte

 

6467 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da mettere in campo per procedere con urgenza alle analisi dell'acqua del Rio Cerca a Casinalbo (MO). A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6474 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere i dati relativi ai titoli di studio e alla formazione dei minori che vivono nelle comunità rom e sinti dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6478 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al reperimento di una nuova sede da destinare alla Croce Blu di Sassuolo (MO). A firma del Consigliere: Cuoghi

6509 -  Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi da porre in essere per evitare l'interruzione delle irrigazioni di soccorso nei primi anni di sviluppo delle alberature messe a dimora nell'anno corrente o in quelli immediatamente precedenti. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

6519 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai lavori in corso in frazione Budrio del comune di Correggio (RE), che notizie di stampa farebbero ricondurre all'installazione di una nuova "campina" rom. A firma dei Consiglieri: Catellani, Delmonte

 

6520 -  Interrogazione a risposta scritta circa la possibilità di estendere la gratuità della vaccinazione contro l'Herpes Zoster a tutti i cittadini emiliano-romagnoli ultrasessantacinquenni. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6521 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se è intenzione della Giunta regionale cofinanziare la presenza sul circuito di Imola del Campionato Mondiale di Superbike 2023. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6524 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'opportunità di sollecitare l'Ausl Romagna ad individuare una forma alternativa di gestione del servizio di Asilo Nido e Scuola d'Infanzia per i vantaggi che porta all'organizzazione del lavoro, alla produttività ed al benessere lavorativo dei dipendenti dell'Azienda sanitaria locale. A firma della Consigliera: Rossi

 

6527 -  Interrogazione a risposta scritta relativa agli interventi di rispristino e messa in sicurezza della strada provinciale "Fondo Valle Savena" (BO), a seguito dell'evento franoso che l'ha interessata lo scorso 1° marzo. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6544 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative la Giunta intenda adottare per sostenere il settore automotive dell'Emilia-Romagna, alla luce dei provvedimenti richiesti dall'Unione Europea per il conseguimento degli obiettivi climatici. A firma dei Consiglieri: Bargi, Facci, Rainieri, Stragliati, Marchetti Daniele, Pompignoli, Catellani, Occhi, Pelloni, Liverani, Delmonte, Bergamini, Rancan, Montevecchi

 

6599 -  Interrogazione a risposta scritta circa la necessità di aumentare il numero dei mezzi di soccorso, in particolare automediche, sul territorio della Provincia di Parma e, in generale, su tutto il territorio regionale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6600 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle modalità di finanziamento delle destinazioni turistiche istituite dalla Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6601 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla riorganizzazione dell'Ospedale SS. Annunziata di Cento, con particolare riguardo a una possibile chiusura del suo Pronto soccorso. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6602 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta è a conoscenza dei ritardi nei pagamenti dei contributi del "Programma di Sviluppo Rurale" e se intende provvedere per un rapido sblocco degli stessi. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

6610 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'accordo tra Asl di Piacenza e Ospedale di Bolzano per l'acquisizione di prestazioni in ortopedia e traumatologia. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

6611 -  Interrogazione a risposta scritta circa le motivazioni per le quali è stata negata la possibilità di sostenere l'esame di Stato ad una studentessa del Liceo Sabin di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6615 -  Interrogazione a risposta scritta sulla possibile adozione di politiche abitative volte a consentire la permanenza sul territorio, in particolare nelle grandi Città come Bologna, degli agenti della Polizia di Stato e delle Forze dell'Ordine in generale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6623 -  Interrogazione a risposta scritta sulla sicurezza all'interno e nelle immediate vicinanze delle stazioni ferroviarie nella nostra regione. A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi

 

6627 -  Interrogazione a risposta scritta circa un caso di mancati versamenti, dovuti a titolo di canoni demaniali alla Regione Emilia-Romagna, per lo sfruttamento nella "Sacca di Goro" di un'area destinata all'acquacoltura. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

6642 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a ritardi, segnalati da notizie di stampa, nella realizzazione dei lavori del Nodo di Rastignano (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6643 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere l'ammontare dei ticket sanitari non pagati presso i Pronto Soccorso di Bologna tra il 2018 e il 2022. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6652 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a guasti e a ritardi segnalati nella manutenzione degli ascensori di tre ospedali della provincia di Modena. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6654 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle misure da adottare per far fronte alle criticità derivanti dalla chiusura dei punti nascita nel territorio della Bassa Modenese. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6681 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a un possibile rischio di depotenziamento di alcuni servizi del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Pavullo nel Frignano (MO). A firma del Consigliere: Cuoghi

 

6690 -  Interrogazione a risposta scritta circa la gestione del programma di prevenzione malattie cardiovascolari/dislipidemie da parte del competente reparto dell'Ospedale S. Orsola di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

6691 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da mettere in atto per assicurare la presenza di farmaci sul territorio regionale e, di conseguenza, l'accesso alle cure e la continuità assistenziale dei pazienti. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Facci, Pelloni, Marchetti Daniele, Stragliati

 

6712 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ad alcuni avvisi per incarichi dirigenziali e di consulenza recentemente pubblicati dall'AUSL di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

In data 18 aprile 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche Economiche”, alla interrogazione oggetto n. 6583:

 

6583 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se la Giunta intenda implementare forme di allontanamento dei lupi considerati "confidenti", utilizzando metodologie che riducano le aggressioni e le predazioni. A firma dei Consiglieri: Occhi, Catellani, Bargi, Rainieri, Facci, Delmonte, Liverani, Rancan, Pompignoli, Montevecchi

 

In data 4 maggio 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità”, alla interrogazione oggetto n. 6529:

 

6529 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla nuova chiusura della piscina di Castel San Pietro Terme (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto, dal 14/04/2023 al 04/05/2023

 

DPGR n. 49 del 26/04/2023

Modifica della composizione della Consulta regionale degli studenti istituita con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 13/2008, ai sensi della L.R. n. 15/2007 e ss.mm.ii.

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 8 prot. NP/2023/706 del 8/05/2023)

 

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Petitti - Zamboni

Bergamini - Montalti

 

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