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SEDUTA DI MARTEDÌ 7 NOVEMBRE 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDI DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Zamboni)

 

OGGETTO 7595

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull'impatto per il territorio regionale determinato dall'inadeguato stanziamento, previsto nel Bilancio dello Stato per il 2024, delle risorse per l'assistenza alla non autosufficienza. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Caliandro

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

BONDAVALLI (BP)

TARUFFI, assessore

BONDAVALLI (BP)

 

OGGETTO 7600

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta ritenga opportuno procedere alla sospensione immediata della caccia al cinghiale, in ogni forma e su tutto il territorio regionale, in seguito al diffondersi della Peste Suina Africana (PSA). A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

GIBERTONI (Misto)

MAMMI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 7593

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle azioni necessarie per garantire, per quest'anno e per le prossime annualità, il regolare svolgimento dei servizi invernali lungo tutta la viabilità di competenza. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

MASTACCHI (RCPER)

BARUFFI, sottosegretario

MASTACCHI (RCPER)

OGGETTO 7592

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere modalità e tempistiche previste per la messa in sicurezza della Valle di Zena. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

PICCININI (M5S)

BARUFFI, sottosegretario

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 7596

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quali azioni siano state intraprese da FER allo scopo di rendere funzionanti gli ascensori delle stazioni di Reggio Emilia Centrale, Reggio Emilia Santa Croce e Bagnolo in Piano e garantire così l'accessibilità al servizio ferroviario per le persone con mobilità ridotta. A firma del Consigliere: Amico

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

AMICO (ERCEP)

BARUFFI, sottosegretario

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 7597

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle azioni che è possibile intraprendere al fine di evitare il forte ridimensionamento del servizio con treni Frecciarossa nelle stazioni di Modena e Parma. A firma della Consigliera: Pigoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

PIGONI (IV)

PRESIDENTE (Petitti)

BARUFFI, sottosegretario

PIGONI (IV)

 

OGGETTO 7599

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano gli interventi in corso per fronteggiare l'emergenza e le conseguenze derivanti dai continui fenomeni di maltempo che hanno colpito l'appennino emiliano, nel Parmense e nel Piacentino. A firma dei Consiglieri: Daffadà, Molinari, Caliandro, Rontini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

DAFFADÀ (PD)

BARUFFI, sottosegretario

MOLINARI (PD)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

 

OGGETTO 7594

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla crisi di Industria Italiana Autobus e all'incontro del prossimo 16 novembre presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. A firma della Consigliera: Zamboni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

COLLA, assessore

ZAMBONI (EV)

 

OGGETTO 7589

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa al reperimento delle risorse necessarie ad erogare l'anticipo degli aumenti contrattuali ai dipendenti regionali. A firma del Consigliere: Cuoghi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

CUOGHI (FdI)

CALVANO, assessore

CUOGHI (FdI)

 

OGGETTO 7604

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere come la Giunta intenda continuare l'interlocuzione con il Governo nazionale affinché le popolazioni che hanno subito i danni degli eventi atmosferici di luglio 2023 abbiano il pieno risarcimento di quanto perso. A firma della Consigliera: Rontini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

RONTINI (PD)

CALVANO, assessore

RONTINI (PD)

 

OGGETTO 7601

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula riguardante il maltempo che si è abbattuto sulle province di Piacenza e Parma negli ultimi giorni di ottobre e nei primi giorni di novembre 2023. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati, Occhi, Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

BARUFFI, sottosegretario

OCCHI (Lega)

 

OGGETTO 7602

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere per garantire l'erogazione dei contributi del bando, istituito con Delibera di Giunta n. 1842 del 30/10/2023, anche ai nuclei familiari in condizioni di disagio economico che ancora non hanno acquistato alcun veicolo in sostituzione di quello rottamato. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MARCHETTI Daniele (Lega)

CALVANO, assessore

MARCHETTI Daniele (Lega)

 

OGGETTO 7603

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai provvedimenti presi dal Comune di Bologna, in particolare "Bologna Città 30" e la nuova ZTL ambientale, alla loro ricaduta economica e agli eventuali rischi di "desertificazione" dell'area urbana. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

BARUFFI, sottosegretario

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 7254

Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Sostegno finanziario al Sistema sanitario nazionale a decorrere dall'anno 2023". (142)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA, relatrice della Commissione

MARCHETTI Daniele, relatore di minoranza

EVANGELISTI (FdI)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazione prescritta dall’art.68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,44

 

PRESIDENTE (Zamboni): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 236 del giorno 7 novembre 2023.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiane e pomeridiane del 24 e 25 ottobre 2023 n. 232, 233, 234, 235.

Se non vi sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza la vicepresidente della Giunta, Priolo, e gli assessori Corsini e Salomoni.

La consigliera Pillati ha comunicato che si collegherà da remoto a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento. Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, e pertanto le do per lette.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in aula

 

PRESIDENTE (Zamboni): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 7595

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull’impatto per il territorio regionale determinato dall’inadeguato stanziamento, previsto nel Bilancio dello Stato per il 2024, delle risorse per l’assistenza alla non autosufficienza. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Caliandro

 

PRESIDENTE (Zamboni): La prima interrogazione a risposta immediata è la 7595: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sull’impatto per il territorio regionale determinato dall’inadeguato stanziamento, previsto nel bilancio dello Stato per il 2024, delle risorse per l’assistenza alla non autosufficienza.

L’interrogazione è a firma della consigliera Bondavalli, che ha la parola per l’illustrazione.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Il consolidamento della coesione sociale delle nostre comunità, anche in considerazione del profilo anagrafico generale della popolazione italiana, costituisce uno degli obiettivi prioritari del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Tra le azioni sostanziali in funzione del suo conseguimento vi è la riforma dell’assistenza alla non autosufficienza, presente già nelle scelte effettuate dal Governo precedente a quello in carica con l’adozione di uno specifico disegno di legge-delega, il cui iter poi si è concluso nell’ambito della legislatura in corso con l’approvazione definitiva della legge n. 33 del 2023.

Nonostante questo iter e la determinazione normativa richiamata, la legge di bilancio per il prossimo anno, che è stata recentemente approvata dal Governo nazionale, pare non essere coerente in termini di previsione di risorse finanziarie programmate agli impegni assunti e, appunto, precedentemente richiamati.

È una notizia chiaramente negativa. È una notizia negativa in particolare per le fasce più fragili della popolazione, con riflessi conseguenti preoccupanti sulle famiglie, che naturalmente vorremmo vedere al centro dell’attenzione di questo Esecutivo.

Gli stessi soggetti ed espressioni associative che operano nell’ambito della non autosufficienza avevano indicato in 1,3 miliardi di euro da crescere progressivamente nel corso della legislatura il budget di disponibilità economica indispensabile per garantire adeguata copertura a un’area che è particolarmente delicata nella vita delle nostre comunità.

Ora, dinanzi ad un’assegnazione della legge di bilancio, e decisamente più esigua in rapporto alle esigenze manifestate, ritengo doveroso cogliere anche i forti timori sull’inadeguato stanziamento decretato a livello nazionale, manifestati anche sul territorio regionale, più nello specifico manifestati anche nel territorio al quale appartengo, da realtà, ad esempio, quali la Fondazione “Dopo di noi” di Correggio e la Fondazione “Durante e dopo di noi” di Reggio Emilia. A dir la verità, la preoccupazione che ho colto è anche in tante famiglie che si occupano di persone fragili e di persone con disabilità.

L’impegno della nostra Regione sul fondo regionale per la non autosufficienza, e lo voglio qui ribadire, è sicuramente un unicum sul piano italiano, è davvero un tratto distintivo di questa Regione, è una scelta politico-istituzionale molto forte, molto chiara e molto precisa. Nel tempo ricordo che sono costantemente aumentate le risorse destinate proprio a favore della non autosufficienza da parte del fondo regionale istituito da questa Regione. Addirittura, abbiamo ulteriormente incrementato queste risorse, lo abbiamo più volte ricordato anche nei dibattiti delle ultime settimane, con ulteriori 28 milioni di euro.

Nonostante ciò, nonostante questo grande sforzo, nonostante questa scelta non soltanto politico- istituzionale, ma anche, permettetemi, di sensibilità rispetto allo stare vicino alle famiglie e alle persone, il mancato corrispondente impegno del Governo rischia davvero di generare difficoltà sul territorio al mantenimento della coesione sociale.

Per questo motivo ho presentato questa interrogazione oggi in aula, chiedendo alla Giunta se è possibile valutare l’impatto sul territorio regionale che può determinarsi in base ad un inadeguato stanziamento di risorse destinate all’assistenza alla non autosufficienza, in relazione proprio alla necessità di persone e famiglie, anche in termini di ricaduta sugli enti locali. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Taruffi per la risposta.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio la consigliera Bondavalli, perché ci dà modo, con la sua interrogazione, di tornare su un tema ovviamente per noi molto molto importante, che è il fondo regionale per la non autosufficienza e il fondo nazionale per la non autosufficienza.

Io mi limito a ricordare due dati che sono peraltro anche in parte ripresi dalla stessa consigliera nella sua interrogazione. Oggi noi abbiamo in questa Regione un fondo regionale per la non autosufficienza di 547 milioni, 62 dei quali arrivano dallo Stato, il resto sono risorse regionali. Queste risorse regionali sono aumentate negli ultimi quindici anni da quando il fondo è stato istituito, di circa 40 milioni, 25 dei quali nell’ultimo anno. Questi sono i numeri oggettivi dell’impegno di questa Regione, di questa Amministrazione su questo versante.

Nel corso del 2023, quest’aula pochi mesi fa ha approvato il bilancio con un aumento di 28 milioni sul fondo, risorse che sono andate a coprire una serie di misure che stiamo mettendo in campo per tenere in piedi il sistema, per dargli ossigeno, per dare ulteriore slancio a quello che riteniamo un asset strategico fondamentale della nostra Regione.

A fronte di questo impegno da parte della Regione, il fondo regionale, che non è, come ha ricordato la consigliera Bondavalli puntualmente, una consuetudine nel panorama nazionale, anzi, a livello nazionale lo Stato mette sul fondo nazionale per la non autosufficienza quello che sostanzialmente la Regione mette sul proprio.

Questi sono i numeri. In questo contesto si nutrivano grandi aspettative rispetto ad una riforma in materia di non autosufficienza previste dal PNRR che il Governo si è impegnato a portare in attuazione: la legge-delega 227 del dicembre 2021 in materia di disabilità e la legge 33 del marzo 2023 delegano al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane.

Il risultato è che ad oggi molti dei decreti attuativi per entrambe le riforme non sono stati ancora approvati, e soprattutto la cosa più preoccupante, che credo dovremmo denunciare insieme in quest’aula, anziché parlare di successi del Governo, dovremmo preoccuparci del fatto che per queste misure non sono ancora state programmate le risorse per finanziare queste riforme.

Quindi, ad oggi, il Governo, che si è pure impegnato in questa Regione con la ministra per la disabilità facendo iniziative importanti negli scorsi mesi, non solo non aggiunge risorse a quelle che dovrebbe mettere per finanziare queste misure, ma, cosa ancora più grave, sta tagliando sul fondo nazionale per le politiche a favore della disabilità.

Questo è quello che sta facendo questo Governo. Poi ognuno di noi è libero di intendere i successi come ritiene. Se il taglio delle politiche a favore delle persone con disabilità, è un successo, beh, io non vorrei essere tra chi rivendica questi successi, ecco, per essere molto chiaro.

Noi abbiamo bisogno di risorse e abbiamo bisogno di risorse per far funzionare un sistema che ha sempre più bisogno di essere, appunto, adeguatamente finanziato in modo strutturale. Come Regione lo stiamo facendo, quello che manca è sicuramente l’impegno del Governo, è sicuramente l’impegno del Governo oltretutto in un ambito così delicato che riguarda le fragilità di persone con difficoltà di vario e diverso tipo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Bondavalli per la replica.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore Taruffi per la risposta, che sostanzialmente condivido. Mi ritengo soddisfatta per la risposta, ovviamente, da parte dell’assessore Taruffi, soprattutto per l’impegno che ha dimostrato anche in situazioni molto complicate Regione Emilia-Romagna, dando un ulteriore incremento al fondo regionale per la non autosufficienza.

Non sono evidentemente soddisfatta per quello invece, d’altro canto, che arriva dal Governo, dalle risposte e dalle non risposte che arrivano dal Governo. È indispensabile, credo, attivare ogni iniziativa utile affinché poi adesso, nell’iter parlamentare che porterà all’approvazione della legge di bilancio per il prossimo anno, si possa determinare un adeguamento delle insufficienti risorse ad oggi stanziate per l’assistenza alla non autosufficienza, così da offrire le necessarie garanzie al mantenimento dell’equilibrio e della coesione sociale, esprimendo la necessaria attenzione alle persone fragili, alle loro famiglie e anche alle associazioni, naturalmente, che sono impegnate e su questi fronti.

Nella mia interrogazione ho posto un tema che riguarda, appunto, le persone, in particolare quelle più fragili. Ha molto a che fare anche con quello, poi, che andremo a discutere nel pomeriggio sul progetto di legge destinato alle Camere che riguarda la sanità, perché, in particolare, in entrambi i casi credo che il Governo stia in un qualche modo risparmiando sulla pelle delle persone, in particolare quelle che hanno maggiori bisogni. Le persone non autosufficienti sono le prime ad avere necessità dei servizi sanitari, non soltanto gratuiti ma efficienti e di qualità. Di questo poi parleremo anche nelle prossime ore.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie a lei.

 

OGGETTO 7600

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta ritenga opportuno procedere alla sospensione immediata della caccia al cinghiale, in ogni forma e su tutto il territorio regionale, in seguito al diffondersi della Peste Suina Africana (PSA). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’interrogazione a risposta immediata in aula oggetto n. 7600: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se la Giunta ritenga opportuno procedere alla sospensione immediata della caccia al cinghiale in ogni forma e su tutto il territorio regionale in seguito al diffondersi della peste suina africana.

L’interrogazione è a firma della consigliera Gibertoni, in arrivo. Aspettiamo che raggiunga la sua postazione: è collegata? La consigliera Gibertoni è collegata. Quindi, ha la parola per illustrare l’interrogazione a risposta immediata n. 7600.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessore Mammi.

Questa interrogazione immediata riguarda un problema che preoccupa moltissimo e che purtroppo sta vivendo una vera e propria escalation: quella della peste suina e del virus che in qualche modo sta danneggiando, arrivando ad avere un impatto spaventoso, non sappiamo quanto recuperabile.

Il centro dell’interrogazione, l’agire della Regione negli ultimi anni, la prevenzione che la Regione ha fatto negli ultimi anni rispetto al tema della peste suina africana è la sua inefficacia. In particolare, si dà atto che la Regione abbia fatto dei tentativi che sono per esempio una recinzione rispetto ad interventi passivi, quindi barriere fisiche di contenimento e protezione per limitare gli spostamenti dei cinghiali dalle prime zone infette segnalate, penso a Liguria e Piemonte, quelle a ridosso del versante appenninico, e interventi legati alla bio-sicurezza degli allevamenti.

Il problema però è che la Regione sta continuando – e questa è una cosa che io cerco di segnalare ormai con diversi atti da diversi anni – a pensare che il problema dei cinghiali sia nel senso del loro sovrannumero, sia nel senso della diffusione della peste suina tramite i cinghiali possa essere contenuto con la caccia.

Non soltanto questa è una soluzione del tutto inefficace, ma è assolutamente controproducente perché la caccia invece è una delle cause primarie della diffusione della peste suina ed è anche una delle cause primarie del sovrannumero dei cinghiali, quindi un cocktail di soluzione deflagrante dal punto di vista di peggioramento del problema.

Gli allevamenti intensivi sono potenzialmente un focolaio molto pericoloso, ma gli allevamenti intensivi oggi non sono più soltanto una questione non sostenibile e molto impattante (gli allevamenti in generale, secondo me, ma a partire dagli allevamenti intensivi) sul lato della sostenibilità, dell’impatto sanitario e dell’impatto economico, del guardare al passato invece di guardare al futuro, ma oggi un allevamento intensivo è innanzitutto una questione morale.

L’allevamento intensivo oggi è una questione morale, chi si gira dall’altra parte e non lo comprende sotto questo aspetto è rivolto completamente con gli occhi al passato.

Il question time quindi chiede o almeno chiederebbe una sospensione anche soltanto sperimentale, per esempio una sospensione della caccia al cinghiale. Sono gli zoologi a dirci che i cinghiali aumentano di numero nel momento in cui li si caccia, sono gli esperti e la scienza a dirci che la peste suina non viene diffusa dai cinghiali, che notoriamente non possiedono Gip, non vanno da Milano a Reggio Calabria, non prendono treni - credo - e non attraversano a nuoto l’Adriatico, visto che la prima peste suina veniva dell’Est Europa (credo che non lo facciano, però forse ci sono informazioni che io non ho), ma sono i fattori umani che spostano il virus della peste suina da una parte all’altra, quindi hanno fatto in modo che raggiungesse il Sud Italia.

Questi fattori umani sono chi va più a contatto con i cinghiali, chi entra più nel bosco (oggi definito “bosco infetto” non da me, ma da ISPRA e dalle associazioni che si occupano di questo tema) e porta il virus fuori e lo fa circolare.

La questione che io vorrei portare di nuovo all’attenzione, perché non è la prima volta che dico queste cose in aula oppure che le rivolgo per iscritto all’Assessorato, è perché non ragionare sui dati una volta per tutte, ne abbiamo, la Regione ne ha, investe tanto sulla possibilità di raccogliere dati e poi non li sa leggere.

Se noi ragioniamo sui dati, ci basta vedere che negli ultimi 30 anni, ma rimaniamo anche gli ultimi 5 si è sparato in via incrementale ai cinghiali sempre di più ogni stagione, se ne sono uccisi a migliaia, sempre di più ogni anno, e l’anno dopo i cinghiali aumentavano.

Questo pone già una domanda, quindi mi chiedo come mai la Regione queste domande non se le faccia, né la Giunta, né le sue strutture tecniche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Mammi per la risposta.

 

MAMMI, assessore: Buongiorno. Grazie, presidente. Grazie, consigliera.

Le conseguenze sul nostro territorio regionale del decreto legge che lei ha richiamato sono quelle di sottoporre le attività regionali, in particolar modo i servizi veterinari e le attività venatorie di controllo faunistico relativamente alla specie cinghiale, al coordinamento del Commissario straordinario per la peste suina africana, il quale nel proprio piano ha individuato una necessaria e stringente attività di prelievo e di controllo della specie, che ha delle precise indicazioni in ordine all’abbattimento di capi appartenenti a tale specie.

Ne deriva di conseguenza che la Regione deve attenersi a quanto disposto e quindi un’eventuale sospensione della caccia, come richiede nell’interrogazione, si porrebbe in contrasto con quanto pianificato sia a livello regionale che a livello nazionale e anche in contrasto con la stessa norma che prevede, come obiettivi, l’eradicazione della PSA e il contenimento della specie cinghiale.

Al di là degli aspetti formali del coordinamento e del rispetto delle norme formali, ci troviamo però d’accordo come Regione con questa scelta, perché riteniamo che una strategia efficace per il contenimento e l’eradicazione del virus non possa non contemplare anche un maggiore sforzo nelle attività di depopolamento della specie, sia attraverso gli strumenti ordinari sia attraverso le attività in controllo, che mediante l’attuazione in capo alle Polizie provinciali riducano la presenza della specie, in particolar modo, in generale in tutto il territorio regionale, ma in particolar modo in quelle aree che vengono individuate dal PRIU, cioè dal Piano regionale interventi urgenti per l’eradicazione della PSA, come zone di maggior rischio in virtù di una maggiore presenza di suini selvatici e di aziende dedicate all’allevamento e alla trasformazione dei prodotti di origine suina.

Noi queste aree le abbiamo ben identificate, le abbiamo monitorate, le abbiamo anche comunicate alle Polizie provinciali e alle stesse Province. Faremo anche un incontro nei prossimi giorni con le Province stesse per ribadire la necessità che in queste aree, quelle più delicate per la presenza di allevamenti, anche di un numero elevato di cinghiali, debbano essere effettuate azioni di depopolamento incisive.

Per questa attività, abbiamo anche deciso di stanziare risorse del bilancio regionale, sia nel 2023 e le confermeremo nel 2024, proprio con l’obiettivo di rafforzare e ampliare gli strumenti operativi a disposizione delle stesse. Accanto al depopolamento, alla riduzione dei cinghiali, la strategia regionale vede poi il proseguimento di altri due obiettivi importanti: il monitoraggio costante, che stiamo effettuando attraverso la ricerca di eventuali carcasse e i controlli sul territorio, anche con ditte specializzate, e l’implementazione dei controlli sulla filiera per garantire la qualità dei prodotti in arrivo anche da altre regioni, così come l’innalzamento del livello di bio-sicurezza degli allevamenti e delle aziende dedite alla trasformazione, per impedire che il virus possa entrare in contatto con gli stessi, come purtroppo è avvenuto in Lombardia con almeno 9 focolai, comportando gravissime conseguenze di altissima mortalità, ovviamente, degli animali e anche un impatto economico e sociale davvero devastante.

Per le attività di biosicurezza abbiamo stanziato 8 milioni di euro attraverso il Piano di sviluppo rurale e anche attraverso risorse regionali.

Ricordo poi che più di un anno fa abbiamo stanziato 2 milioni di euro alla struttura commissariale per poter rafforzare le strategie di contenimento e anche di tutela e di difesa. Purtroppo queste risorse non sono state utilizzate e il Commissario, pochi giorni fa, ha comunicato alla Regione che sono di nuovo nella nostra disponibilità, quindi adesso stiamo valutando come poterle utilizzare.

È quindi una strategia che prevede tre obiettivi in modo razionale e scientifico. Noi agiamo sulla base di quello che dicono i tecnici e le persone competenti dal punto di vista scientifico, per contenere e contrastare la diffusione del virus. Probabilmente l’attività di depopolamento, a differenza di quanto viene illustrato nell’interrogazione, è un tassello fondamentale di questa strategia.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Gibertoni per la replica.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Io credo che ci sia ancora un grosso malinteso in questa Regione che perdura purtroppo da anni, a detrimento degli stessi agricoltori. Io vorrei che gli agricoltori un giorno capissero che i loro interessi non sono quelli dei cacciatori, e sono confusi in questo dalle loro stesse associazioni che dicono di tutelarli, ma gli interessi degli agricoltori non convergono con quelli dei cacciatori, anzi spesso sono opposti.

Che la Regione non veda questo dall’alto e non sia la prima a dire “caro agricoltore, sai che i tuoi interessi sono diversi da quelli della caccia? Vediamo come tutelare i tuoi”...

Io vorrei parlare in difesa degli agricoltori, ma in difesa di una loro specificità, non del fatto che vengano messi nello stesso mucchio con i cacciatori e poi tutti quanti facciano gli interessi dei cacciatori e nessuno degli agricoltori. Le stesse associazioni che difendono l’agricoltura dovrebbero dire questo, non io, invece si fanno solo gli interessi della caccia.

Cacciatori che vanno e portano in giro il virus della peste suina: Come si può dire che questo non è vero oppure evitarlo, prevenirlo meglio? Disinfetteranno tutti gli abiti, disinfetteranno le ruote della macchina, disinfetteranno i loro poveri cani da caccia? Chi lo sa! Eppure continuano a circolare, continuano a trasportare il virus e non facciamo niente.

La Regione invece potrebbe fare diversamente, motivandolo. Potrebbe fare diversamente dalla Lombardia, potrebbe fare diversamente dal Veneto, e potrebbe motivarlo.

 Qui, però, abbiamo una Regione in cui non capisco per quale motivo - chiedo davvero ingenuamente - seguite Fratelli d’Italia anche sull’osteggiare la carne coltivata, ma perché, assessore? Voi continuate ad avere una posizione copia e incolla di questo Governo, che addirittura mette il veto a quello che è il futuro, a quello che è il presente prossimo: la carne coltivata. Mette il veto, l’unico Paese del mondo, quindi, che guarda al passato in un modo medievale e voi li seguite in questo. Sono gli stessi che, però, dicono che le nuove tecniche genomiche, quelle, vanno bene. I nuovi OGM vanno bene, secondo il Governo che abbiamo oggi. La carne coltivata non bisogna toccarla perché si dà fastidio all’allevatore intensivo.

Quindi io vi invito ad aprire al futuro e vi invito ad aprirvi ai problemi dell’agricoltura, che si risolvono facendo esattamente il contrario di quello che avete fatto finora. Basta fare qualcosa di diverso dagli altri. Basta ragionare e leggere i dati. Li avete tutti. Leggeteli e interpretateli.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 7593

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle azioni necessarie per garantire, per quest’anno e per le prossime annualità, il regolare svolgimento dei servizi invernali lungo tutta la viabilità di competenza. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso all’oggetto 7593: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa alle azioni necessarie per garantire, per quest’anno e per le prossime annualità, il regolare svolgimento dei servizi invernali lungo tutta la viabilità di competenza. L’interrogazione è a firma del consigliere Mastacchi, che ha la parola per l’illustrazione.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente. Buongiorno.

Parliamo di maxi-appalti. Io, fra l’altro, ho un altro atto in giacenza, una risoluzione che spero prima o poi venga discussa, che riguarda proprio questo argomento, ma nello specifico l’interrogazione di oggi tocca il tema dei servizi invernali. Questi grandi appalti, che sono stati attivati da pochi anni, non consentono una puntuale gestione dei lavori sulle strade, ma solo interventi in fase di emergenza. Infatti, questa nuova modalità ha smantellato di fatto…

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, chiedo un po’ di silenzio per il consigliere che deve illustrare l’interrogazione. Grazie.

 

MASTACCHI: Grazie.

Ha smantellato un sistema di presidio e manutenzione delle strade che, negli anni passati, aveva dato degli ottimi risultati. Nel prossimo periodo, e quindi l’inverno che stiamo per affrontare, oltre all’emergenza standard che si affronta normalmente tutti gli anni, si aggiunge anche che questi servizi dovranno essere svolti su una viabilità gravemente compromessa dalle frane causate dall’emergenza dello scorso maggio.

In particolare sulla Città metropolitana di Bologna abbiamo una situazione molto compromessa sulla viabilità, in particolare, dell’Appennino. Infatti, per esempio, la strada delle Ganzole ha dei forti restringimenti e, se dovesse peggiorare la situazione a causa delle prossime piogge, delle prossime nevicate, anche i servizi invernali potrebbero essere messi in discussione.

Questi nuovi appalti mettono assieme dei grandissimi importi per interventi assolutamente eterogenei fra di loro. Infatti, si parla di asfaltature e ripristino di situazioni viarie, ma si arriva fino alla gestione del sale, dell’emergenza neve e degli interventi di emergenza per l’inverno.

Nei Comuni, fortunatamente, si continua ad intervenire facendo appalti con gli operatori locali, operatori che, proprio per effetto del fatto che lavorano sul territorio e vivono sul territorio, hanno una conoscenza molto dettagliata di quei luoghi e in più hanno anche a cuore di dare una buona risposta, perché sono direttamente interessati anche loro, cosa che invece in molti casi non succede quando ad intervenire sono operatori che arrivano magari da lontano e sono subentrati in subappalto.

All’interno di questi appalti è ricompreso tutto, si parte dall’asfaltatura fino ad arrivare a questi servizi notturni per le emergenze.

Pare che in questo ultimo anno sia stato attivato un contratto di appalto sulla Città Metropolitana di Bologna, che non ha dato – almeno apparentemente ‒ le risposte che ci si aspettava, perché non sono stati attivati entro l’autunno, come previsto, tutti i servizi per l’operatività dei servizi di spazzaneve, sale, eccetera, e sono state chieste proroghe fino a metà novembre, periodo dove il rischio delle nevicate è già abbastanza alto.

Chiaramente la cittadinanza dell’Appennino è in fibrillazione, perché è venuta a sapere che gli operatori classici, sui quali contava e dei quali aveva grande fiducia, non continueranno più a svolgere la loro attività proprio per effetto del subentro di nuovi operatori su quel territorio.

Visto che la stagione invernale è alle porte e che questa richiesta di proroga mette un po’ in discussione tutta l’attività, si interroga la Giunta per sapere in che modo questa Regione intenda intervenire quest’anno e per le prossime annualità affinché sia messo in sicurezza il sistema della gestione dei servizi invernali e siano garantiti mezzi adatti e personale adeguato, perché pare che i nuovi operatori in molti casi non abbiano mezzi adeguati alle attività che devono svolgere sia per un minimo intervento che per l’evento in corso, coordinando tutte le risorse per assicurare un pronto intervento lungo tutta la viabilità di competenza, senza lasciare zone scoperte o, come ho detto, coperte con mezzi o personale insufficiente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al sottosegretario Baruffi per la risposta.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Con riferimento al quesito posto dal consigliere, debbo in primo luogo precisare che la Regione non può né intende entrare nel merito delle scelte degli Enti proprietari di una rete stradale in relazione alle modalità di affidamento dei servizi, in questo caso dei servizi neve.

In ogni caso, per rispondere all’interrogante, abbiamo interloquito con la Città Metropolitana di Bologna, che ci ha riferito quanto segue rispetto ai propri affidamenti. In particolare, l’Ente ci informa che l’affidamento del servizio invernale non è stato effettuato attraverso un maxi-appalto, ma si è proceduto con un accordo quadro, nella rigorosa osservanza del disposto normativo.

Per quanto riguarda, poi, i canoni, che, come denunciato dall’interrogante, sarebbero troppo bassi, eventualmente proposti agli operatori economici dalle ditte appaltatrici che si sono aggiudicate l’appalto, la Città Metropolitana ricorda che la stazione appaltante, fermo restando che non può entrare nel merito degli accordi tra la ditta aggiudicataria e i subappaltatori su questi aspetti, fa notare che l’importo del canone nell’attuale contratto è di molto superiore a quello precedente. Quindi, ci sono tutte le condizioni perché si realizzi una distribuzione razionale nella catena del valore.

Da ultimo, si evidenzia che non corrisponde al vero che all’interno dei maxi-appalti della Protezione civile per lavori finalizzati alla sicurezza territoriale siano ricompresi anche i servizi invernali.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Mastacchi per la replica.

 

MASTACCHI: Chiaramente, so che la Regione non può e non deve intervenire nelle attività della Città Metropolitana, ma può intervenire in una logica di quadro normativo complessivo, come chiederò con la risoluzione che ho citato in premessa.

È tutto il sistema che non sta in piedi. Lo si vede benissimo nella gestione complessiva della manutenzione delle strade. Un conto sono gli accordi quadro per poter intervenire su un argine di un fiume. E lì siamo d’accordo che c’è la necessità di essere veloci, di avere operatori, anche di grandi dimensioni, che siano in grado di intervenire. Un’altra cosa è avere un servizio di dettaglio, come la pulizia di una cunetta, il taglio di un ramo, la rimozione di un sasso crollato da una scarpata, incasellato in un sistema come questo, che è un sistema che non funziona. Lo sta dimostrando molto bene il territorio. Se girate per il territorio vi rendete conto voi stessi che questa situazione non può essere mantenuta nel tempo. È una situazione assolutamente incoerente con la realtà.

Altro aspetto, quello dei valori degli appalti. Un conto è il valore che si mette a gara e un conto è il valore che arriva nelle tasche dell’operatore. In mezzo si innescano meccanismi di appalti e subappalti che fanno sì che si creino delle fasce di ‒ chiamiamola così ‒ speculazione, anche se un po’ forzata come terminologia, ma fa sì che il valore del servizio sia alto e quello che incassa l’operatore che è sul territorio sia molto più basso, ed è questo che fa anche sì che i servizi poi non funzionino assolutamente bene. È per questo anche che io mi ritengo assolutamente insoddisfatto della risposta.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 7592

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere modalità e tempistiche previste per la messa in sicurezza della Valle di Zena. A firma della Consigliera: Piccinini

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’oggetto 7592: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per conoscere modalità e tempistiche previste per la messa in sicurezza della Valle di Zena.

L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini, che ha la parola per l’illustrazione.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Torniamo su un tema che è ancora di attualità, l’alluvione e gli stravolgimenti climatici, e che torniamo a trattare con la consapevolezza che l’emergenza, come abbiamo visto, non è finita e ci sono territori che devono essere messi in sicurezza se non vogliamo che la popolazione, alle prese con la ricostruzione degli eventi di maggio, subisca i danni di nuove esondazioni.

Faccio riferimento in particolare al torrente Zena, che tracimando ha causato danni per circa trecento famiglie della zona. I residenti e i cittadini di Loiano, Pianoro e San Lazzaro si sono riuniti nel Comitato Val di Zena, sollecitando più volte le istituzioni a intervenire per la messa in sicurezza dell’alveo e delle sponde del torrente, che ancora oggi, purtroppo, sono occupati da ramaglie, detriti, che, qualora non tempestivamente rimossi, potrebbero intralciare il normale decorso dell’acqua e portare a nuove esondazioni già nei prossimi mesi.

In questo senso la Città metropolitana di Bologna si era impegnata a concludere i lavori di pulizia dei ponti della Strada provinciale 36 Val di Zena nel Comune di San Lazzaro e Pianoro entro la fine del mese di settembre, mentre l’assessora Priolo ha indicato l’apertura degli ultimi lavori all’inizio del periodo autunnale. Nonostante, però, un sopralluogo risalente al 9 ottobre di quest’anno, congiunto tra esponenti del Comitato e personale regionale, la situazione di pericolosità è rimasta pressoché la medesima.

Ecco, visto l’approssimarsi della stagione invernale, occorre provvedere tempestivamente all’esecuzione dei lavori di risagomatura e abbassamento dell’alveo fluviale nonché di rimozione degli alberi e degli arbusti già presenti a rischio di caduta, in vista di un successivo riassetto dell’intera asta fluviale. Per questo il Comitato che citavo nelle premesse ha inoltrato una nuova lettera di sollecitazioni e richieste, che però ad oggi sono rimaste prive di riscontro.

Per questo le chiedo, sottosegretario, se e come intende dare ascolto e seguito alle richieste dei cittadini del Comitato Val di Zena e con quali modalità e tempistiche della messa in sicurezza della zona interessata saranno affrontate. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al sottosegretario Baruffi per la risposta.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie.

In merito al quesito posto dall’interrogante, riscontro quanto segue. Il sopralluogo congiunto, a cui fa riferimento la consigliera, avvenuto in data 9 ottobre, tenutosi tra i funzionari dell’Ufficio territoriale di Bologna, il tecnico del Parco dei Gessi, i tecnici del Comune di San Lazzaro di Savena e alcuni rappresentanti del Comitato Val di Zena, è stato effettuato proprio su iniziativa dello stesso Ufficio territoriale di Bologna per appurare quale fosse l’oggetto delle segnalazioni che erano prive di georeferenziazione e quindi non immediatamente riscontrabili sul territorio.

La risposta formale alla richiesta del Comitato, che è stata registrata al protocollo il 19 ottobre scorso, è in corso di predisposizione e verrà inviata entro i termini previsti dalla legge.

In relazione alla tempistica, ricordo peraltro che gli eventi dell’1 e del 2 novembre hanno coinvolto anche il territorio di Bologna, e pertanto tutti i tecnici, tra cui quelli competenti in relazione alla risposta, hanno lavorato ininterrottamente fino al superamento della fase acuta dell’emergenza. Lo voglio dire, perché anche le risposte che abbiamo dato in queste ore sono state condizionate dalla presenza dei nostri tecnici sul territorio, nonché sull’emergenza in Toscana.

Relativamente alla messa in sicurezza e per far fronte a quanto riscontrato durante il sopralluogo del 9 ottobre, nei prossimi giorni, condizioni meteorologiche permettendo, verrà avviato un intervento nella località di Botteghino di Zocca, in Comune di Pianoro, nell’ambito del più ampio lavoro che va sotto il titolo di “Interventi di sistemazione dei rii collinari dei bacini di Idice e Sillaro”, finanziato dall’ordinanza del Commissario straordinario n. 8 del 2023.

A ciò si aggiungono ulteriori 450.000 euro nella misura del PGRA, relativa alla progettazione per il finanziamento e alla realizzazione della sistemazione alveo del torrente Zena fra botteghino di Zocca e Farneto, Comune di San Lazzaro di Savena e di Pianoro, a cui si aggiungono ulteriormente 1.200.000 euro per finanziare l’intervento urgente, denominato “Ripristino della officiosità idraulica del torrente Zena nei Comuni di Pianoro e San Lazzaro”.

Infine, a queste risorse si possono aggiungere anche quelle del FEASR nella programmazione 2021-2027, che per la prima volta finanzia interventi di questo genere, e nello specifico l’intervento “Ottimizzazione della funzionalità idraulica ed ecologica del torrente Zena nei Comuni di San Lazzaro, Pianoro, Loiano, Monterenzio” per un valore complessivo di 1.050.000 euro. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Piccinini per la replica.

 

PICCININI: Ringrazio il Sottosegretario. Mi pare di capire che non sia un problema evidentemente di risorse, però faccio notare che le tempistiche sono strategiche, perché ci stiamo avvicinando all’inverno e abbiamo visto anche in questi giorni nuovi danni rispetto all’alluvione di maggio. Quindi, è assolutamente prioritario intervenire in maniera tempestiva.

Dopodiché, bisognerebbe fare un ragionamento più ampio, che riguarda anche altri aspetti, quindi provare a intervenire ‒ diciamo così ‒ in maniera più generale su aspetti che condizionano anche il tema del dissesto idrogeologico, che è un grande tema che coinvolge la nostra Regione. È stato tolto spazio a fiumi, torrenti, per costruire qualunque cosa. Credo che, a un certo punto, bisognerà fare un ragionamento anche rispetto al riassetto territoriale. Sappiamo bene che consumare suolo e impermeabilizzare significa anche avere un territorio meno resiliente, meno capace di assorbire l’acqua proveniente da questi eventi, che sono eccezionali, ma sono ormai costanti.

Io oggi avrei voluto avere delle tempistiche, perché i cittadini sono preoccupati. L’intenzione era quella di portare anche qui dentro la loro preoccupazione. È una risposta che ho ricevuto a metà, nel senso che ci sono le risorse, però vorremmo avere certezza anche sulle tempistiche riguardo alla pulizia del torrente Zena.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie a lei.

 

OGGETTO 7596

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quali azioni siano state intraprese da FER allo scopo di rendere funzionanti gli ascensori delle stazioni di Reggio Emilia Centrale, Reggio Emilia Santa Croce e Bagnolo in Piano e garantire così l’accessibilità al servizio ferroviario per le persone con mobilità ridotta. A firma del Consigliere: Amico

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’oggetto 7596: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per conoscere quali azioni siano state intraprese da FER allo scopo di rendere funzionanti gli ascensori delle stazioni di Reggio Emilia Centrale, Reggio Emilia Santa Croce e Bagnolo in Piano e garantire così l’accessibilità al servizio ferroviario per le persone con mobilità ridotta.

L’interrogazione è a firma del consigliere Amico, che ha la parola per l’illustrazione.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Torniamo su un argomento che ho già trattato ‒ in quel caso era l’assessore Corsini, ma ringrazio anche il sottosegretario Baruffi per essere presente per dare una risposta ‒ sia in data 18 gennaio che 28 marzo, circa la condizione di alcuni ascensori presenti sul servizio ferroviario nella Provincia di Reggio Emilia. In particolar modo in tre stazioni: una Centrale, quella di Reggio Emilia, storica, e successivamente anche quella periferica di Santa Croce, così come quella di Bagnolo. Ascensori che consentono l’accesso, anzi consentirebbero l’accesso anche a persone con mobilità ridotta ai binari gestiti da FER, che risultano ancora oggi non funzionanti.

Nelle due interrogazioni precedenti, una del 18 gennaio 2022 e una seguente, del 28 marzo 2023, segnalavamo il fatto che gli ascensori delle stazioni di Reggio Emilia Centrale, di Reggio Emilia Santa Croce, Bagnolo in Piano installati tra il 2004 e il 2007 non erano mai entrati in funzione, versavano in stato di abbandono ed erano deturpati da atti vandalici. Tutti questi impianti dovrebbero collegare i binari delle Ferrovie Emilia-Romagna, gestore dell’infrastruttura, con snodi intermodali, parcheggi pubblici, fermate d’autobus, sia per consentire alle persone con mobilità ridotta di poter prendere il treno in autonomia, sia per agevolare l’accesso agli utenti che viaggiano con la propria bicicletta, con i propri bagagli.

Recentemente, proprio qualche giorno fa, alcuni utenti del servizio ferroviario hanno inviato video secondo cui gli ascensori della stazione di Reggio Emilia CIM (il Centro di Interscambio della Mobilità) che insiste sui binari ferroviari, ma anche una stazione di pullman, con accesso da Piazzale Europa, e gli ascensori della stazione di Reggio Emilia Santa Croce, con accesso da via Manicardi) continuano a non funzionare.

Nella risposta all’ultimo question time l’assessore Corsini aveva comunicato invece che perlomeno per gli ascensori di Reggio Emilia CIM, “presumibilmente entro la fine di aprile gli impianti saranno aperti al pubblico esercizio, mentre gli ascensori di Reggio Emilia Santa Croce e Bagnolo in Piano, necessitano di una manutenzione straordinaria”. Da un lato l’attesa di aprile mi sembra già ampiamente trascorsa, quindi si interroga su quali sono state le azioni che da allora a oggi sono state condotte da FER e quali possono essere le prospettive anche per gli altri due impianti, che sono assolutamente essenziali per consentire l’accesso ad un utilizzo del trasporto pubblico ferroviario congruo anche a persone che magari hanno difficoltà di deambulazione, ma che possono avere anche al loro seguito bagaglio o biciclette. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde il sottosegretario Baruffi.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

In merito a quanto evidenziato dal consigliere, che ringrazio, ancora una volta, per aver posto all’attenzione dell’aula il problema, per quanto riguarda i due ascensori presenti presso la stazione di Reggio Emilia CIM con accesso da Piazzale Europa, in data 9 ottobre 2023 sono state eseguite le verifiche da parte dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria e per le infrastrutture stradali e autostradali.

In data 31 ottobre 2023 da parte dei medesimi uffici è stato rilasciato il parere favorevole ai fini della sicurezza per l’apertura degli impianti. Precedentemente era stato rilasciato il nullaosta per l’adozione del regolamento di esercizio in data 18 ottobre, e il nullaosta alla nomina del responsabile dell’esercizio in data 5 ottobre.

A seguito dei pareri citati, gli uffici della Regione, in data 3 novembre 2023, hanno emanato l’atto autorizzativo per l’apertura al pubblico esercizio dei due impianti in oggetto e quello approvativo del regolamento d’esercizio e della nomina del responsabile. Questa è la parte positiva.

Per quanto riguarda invece gli ascensori di Reggio Emilia Santa Croce e Bagnolo in Piano, l’intervento prevede invece la sostituzione degli impianti.

Per la messa in funzione degli stessi è pertanto necessario il reperimento e la programmazione di finanziamenti all’interno di un quadro di risorse che interessa i diversi interventi delle linee ferroviarie.

Premesso che l’accessibilità delle persone con disabilità alle stazioni e ai servizi è considerata dalla Regione una priorità, pertanto l’obiettivo è quello di garantire l’intervento nei tempi più rapidi.

Si ricorda in ogni caso che l’assistenza alle persone con disabilità è garantita da FER secondo le modalità esposte alla sezione accessibilità stazione e servizi all’utenza sul sito di FER richiamata anche nel sito nella Carta dei servizi di Trenitalia-TPER.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Amico per la replica.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Sono parzialmente soddisfatto. Sono soddisfatto per la prima parte, poi sarà cura andare a verificare effettivamente che all’atto autorizzativo gli ascensori siano messi effettivamente in funzione nella stazione di Reggio Emilia CIM, particolarmente frequentata anche da studenti e quindi da snodi importanti per i quali il funzionamento degli ascensori è assolutamente necessario.

Sono soddisfatto perché se lo scorso 3 novembre, cioè qualche giorno fa, l’atto autorizzativo è stato emanato, vuol dire che in questi giorni dovrebbero essere effettivamente funzionanti. Era abbastanza disturbante vedere gli ascensori presenti e sempre con il pulsante che segnava occupato e non consentire l’accesso ai binari.

Sono ovviamente molto meno soddisfatto rispetto al punto sulle altre due stazioni più periferiche. In primo luogo perché l’investimento condotto a suo tempo nell’installazione degli ascensori non ha mai portato alla loro attivazione e che quindi oggi, se ci troviamo a doverli sostituire, vuol dire che abbiamo trascurato particolarmente quegli impianti e quindi dover accollarci come FER dei costi aggiuntivi rispetto invece a un collaudo che poteva essere condotto prima.

Mi auguro che il reperimento delle risorse, la messa in opera perché questi ascensori possano essere messi nuovamente in funzione, quindi consentire alle persone sia con mobilità ridotta ma io penso in generale alle persone che intendono utilizzare il trasporto pubblico locale, il trasporto ferroviario, di accedere con maggiore agevolezza ai binari, mi auguro che questo possa avvenire nel più breve tempo possibile.

È chiaro che la nostra attenzione rimarrà alta sul punto e non mancherò eventualmente più avanti di interrogare la Giunta rispetto allo stato di avanzamento dei lavori per quanto riguarda questi due impianti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie a lei.

 

OGGETTO 7597

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle azioni che è possibile intraprendere al fine di evitare il forte ridimensionamento del servizio con treni Frecciarossa nelle stazioni di Modena e Parma. A firma della Consigliera: Pigoni

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’oggetto 7597: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulle azioni che è possibile intraprendere al fine di evitare il forte ridimensionamento del servizio con treni Frecciarossa nelle stazioni di Modena e Parma.

L’interrogazione è a firma della consigliera Pigoni, che ha la parola per l’illustrazione.

 

PIGONI: Grazie, presidente. Buongiorno a tutti.

Nella stazione ferroviaria Trenitalia di Modena fanno scalo quotidianamente 21 treni effettuati con treni Frecciarossa che percorrono la linea convenzionale, rendendo quindi disponibile un collegamento rapido con il capoluogo di Regione, oltre che con Milano e Roma, senza obbligare al cambio di servizio nelle stazioni Alta Velocità di Bologna o di Reggio Emilia, sfruttando al meglio le potenzialità del percorso tradizionale che condividono con i treni regionali.

Questa condizione, frutto di un lungo impegno comune della Regione, dei Comuni interessati e delle associazioni, in primo luogo quelli degli utenti del servizio ferroviario, si è rivelata di reale interesse sia per i clienti che percorrono abitualmente il percorso da e per Bologna, Milano, o le altre città emiliane capoluogo, sia per la clientela business o occasionale evitando il ricorso obbligato alle stazioni Alta Velocità di Reggio Emilia Mediopadana, o Bologna centrale.

L’orario dei treni invernale della stagione 2023-2024, in vigore dal prossimo 10 dicembre, muterà questo quadro diminuendo significativamente il numero dei treni Frecciarossa che faranno scalo a Modena in direzione di Bologna o di Milano, riducendoli di un quarto, vale a dire 5 collegamenti in meno rispetto ai 21 attuali.

Il nuovo scenario penalizza pesantemente la nostra Regione se consideriamo che non solo si riduce del servizio Frecciarossa su Modena, ma che lo stesso avviene anche a Parma, città che rappresenta nodi di scambio ferroviario con altre importanti linee della rete RFI, quali la Modena-Mantova-Verona lungo la quale è collocata, ad esempio, anche Carpi che, come sappiamo, è la città più popolosa dopo Modena della Provincia e anche la Parma-Pontremoli-La Spezia e la Parma-Brescia.

La scelta adottata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e da Trenitalia colpisce quindi direttamente l’utenza ferroviaria, pendolare e occasionale, di studenti e di lavoratori, così come quella business, con il rischio di orientare sempre più verso il ricorso all’automobile e ai mezzi privati gli spostamenti diretti alle località in cui operano stazioni Alta Velocità.

Inoltre, si riduce la possibilità di collegamento diretto fra le principali città poste lungo la dorsale Alta Velocità, Milano, Bologna, Roma, direttamente connessi ad aeroporti intercontinentali, Malpensa, Marconi, Fiumicino, e i capoluoghi più rilevanti lungo l’asse della via Emilia.

La Regione, attraverso l’assessore Corsini, gli amministratori locali e l’associazionismo, a partire dai comitati degli utenti ferroviari, ha manifestato con forza l’assoluta contrarietà alla decisione assunta dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e da Trenitalia. Si interroga pertanto la Giunta per sapere quali azioni, anche in accordo con gli enti locali e con le diverse associazioni interessate alla qualità e all’efficienza del servizio ferroviario, a partire dai comitati degli utenti, siano state adottate o si intenda adottare nei confronti del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e di Trenitalia, al fine di giungere alla modifica della decisione che ridurrà pesantemente, dal prossimo 10 dicembre, il numero dei collegamenti ferroviari tramite i treni Freccia Rossa, in partenza o in arrivo, nella stazione di Modena e in quella di Parma. Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, Presidente.

Come riportato dall’interrogante, che ringrazio per aver posto la questione anche in quest’aula, la Regione Emilia-Romagna, attraverso l’Assessorato alla mobilità e trasporti, gli amministratori locali e l’associazionismo, proprio a partire dai comitati degli utenti ferroviari, hanno manifestato con forza l’assoluta contrarietà alla decisione unilaterale assunta dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e da Trenitalia.

In particolare, con lettera inviata in data 27 ottobre all’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi, abbiamo chiesto la revisione e annullamento del provvedimento, sottolineando come la decisione di ridurre l’offerta ferroviaria risulti profondamente sbagliata per ragioni di merito, perché si inquadra in un territorio densamente popolato, che include Piacenza, Parma e Modena, questi ultimi i due capoluoghi di provincia più popolosi della nostra regione; perché riduce i collegamenti diretti con la stazione Mediopadana di Reggio Emilia; perché determinerà un aumento degli utenti sui treni regionali, già molto frequentati, nonché anche dell’uso del mezzo privato, come lei ha indicato; perché nelle stazioni oggetto della riduzione dell’offerta peggiorerà l’integrazione tra i servizi ferroviari con le altre modalità di trasporto.

Data l’impossibilità di implementare ulteriormente i treni regionali, il servizio offerto dai treni a lunga percorrenza, tra l’altro, costituisce per gli utenti della nostra regione un servizio essenziale. Per tale motivo, la Regione Emilia-Romagna ha deciso anche di riconoscere ai residenti nel territorio un rimborso sugli abbonamenti Alta Velocità fino a un massimo del 45 per cento del costo. Peraltro, voglio ricordare che, ai fini della lotta al cambiamento climatico, risulta decisivo promuovere la mobilità sostenibile, dunque una migliore organizzazione anche quantitativa dell’offerta ferroviaria, certo non ridurla.

Se questo è vero in generale, lo è ancor di più in un territorio come il bacino padano, da anni impegnato nella collaborazione tra le 4 Regioni del bacino stesso a mettere in campo misure e azioni volte alla riduzione delle emissioni in atmosfera, anche in coerenza con il nostro Piano dell’aria, con il Patto per il lavoro e per la strategia regionale Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Pertanto, nel ribadire il nostro giudizio totalmente negativo rispetto ad una scelta che penalizza la nostra Regione e ne impoverisce i servizi, continueremo a rappresentare tale contrarietà in tutte le sedi e a richiamare il Governo alle proprie responsabilità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Ringrazio il sottosegretario per questa risposta. Sono ovviamente soddisfatta della risposta del sottosegretario, non sono ovviamente sono soddisfatta sulla questione in sé. Credo che sia un errore strategico veramente grossolano da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, e in questo caso anche di Trenitalia, proprio perché noi stiamo cercando di investire moltissimo sulla mobilità sostenibile, invece scelte di questo genere non fanno altro che per forza riversare altre persone con le auto private sulle strade, mentre stiamo cercando sempre di più di metterle sui treni per cercare di spostarci verso una mobilità più sostenibile.

Credo quindi che per l’ennesima volta il Governo stia cercando di penalizzare la nostra Regione e, francamente, questa mi sembra una visione molto miope dell’azione governativa a livello nazionale. Manifesto quindi anche in questo caso la mia contrarietà a questa scelta e speriamo che la lettera inviata dall’assessore Andrea Corsini possa avere una risposta positiva e che possa esserci un ripensamento in questo senso.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie a lei.

 

OGGETTO 7599

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano gli interventi in corso per fronteggiare l’emergenza e le conseguenze derivanti dai continui fenomeni di maltempo che hanno colpito l’appennino emiliano, nel Parmense e nel Piacentino. A firma dei Consiglieri: Daffadà, Molinari, Caliandro, Rontini

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 7599: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali siano gli interventi in corso per fronteggiare l’emergenza e le conseguenze derivanti dai continui fenomeni di maltempo che hanno colpito l’appennino emiliano, nel Parmense e nel Piacentino.

L’interrogazione è a firma dei consiglieri Daffadà e Molinari. Prego, consigliere Daffadà.

 

DAFFADÀ: Grazie, presidente e gentili colleghi.

La settimana scorsa è stata una settimana importante e difficoltosa soprattutto nelle Province di Parma e Piacenza, interessate da fenomeni meteorologici intensi.

Il maltempo ha interessato dall’Appennino alla pianura, ci sono stati momenti importanti anche nelle zone della Bassa (Sorbolo e Colorno). I forti rovesci temporaleschi e i quantitativi di pioggia molto consistenti hanno causato frane, allagamenti, crollo di un ponte e chiusura di strade con interruzione della circolazione e poi, come detto, torrenti in piena.

L’Agenzia per la sicurezza territoriale, subito attivata, aveva anche emanato diverse allerte a partire dal 30 ottobre, con l’allargamento dell’allerta rossa per criticità idraulica in montagna, collina, pianura del piacentino, del parmense e di altre zone della nostra regione.

In seguito a questi eventi, come ho citato, è crollato un ponte in località Ozzanello del Comune di Terenzo e Fornovo: è stata inghiottita tutta la parte delle sponde, quindi c’è sicuramente bisogno di difese in quella porzione di territorio.

L’immagine di quel ponte abbattuto dalla furia dell’acqua è diventato l’emblema della calamità ed è stata ripresa dagli organi di stampa, locali e nazionali. Mi sono recato subito, prontamente, assieme anche ai Sindaci sul posto, a verificare il tutto.

Il nostro Paese quindi soffre di questo fenomeno, di questo fenomeno delle frane, il dissesto idrogeologico. Il territorio parmense, in modo particolare, è una delle province a livello nazionale in cui sono censite più frane, frane anche storiche.

L’elenco dei danni e delle criticità evidenziate in queste settimane sarebbe lunghissimo: riguardo i bacini di tutti i fiumi che attraversano la provincia: Taro, Ceno, Enza, Baganza, Parma (il Parma a livelli di guardia). È stato chiuso anche, come ricorderete, il Ponte dei Carrettieri in centro città.

Poi, altre segnalazioni di danni in Alta Val Parma, Cento Laghi, in Val Ceno. Il maltempo è perdurato per tutta la scorsa settimana.

Anche Piacenza ha avuto delle difficoltà nell’Alta Valnure, Val D’Aveto, Ferriere, Farini. La situazione è in continua evoluzione per quanto riguarda la conta dei danni. Preoccupano le frane che son state censite, ma anche quelle che in questi momenti stanno continuando il loro corso.

Ne segnalo una, per esempio, a Compiano. È difficile, forse sta per essere aperta in questi giorni, grazie al grande lavoro della Provincia di Parma, la strada che porta al Castello di Compiano, quella diretta: si arriva dal nostro sistema viario; il Comune di Bedonia, il Passo del Centocroci per arrivare in Liguria è stato chiuso, è stato riaperto proprio questa mattina.

Quindi, con questo atto redatto grazie all’aiuto anche del collega Gianluigi Molinari vorrei sottolineare la vicinanza alle popolazioni e agli amministratori e a chi è sul campo per verificare continuamente la situazione, mettere in sicurezza i versanti, riattivare la viabilità, tutti coloro che si sono messi a disposizione, dalle forze del volontariato, gli Uffici tecnici, dai Comuni e la Provincia, al Servizio tecnico di bacino, AIPo e i consorzi di bonifica.

Credo che, oltre ad auspicare finanziamenti adeguati per il ripristino del territorio occorra davvero, di fronte alla complessità dei fenomeni, aprire un confronto serio su cosa dobbiamo fare.

Parliamo sempre di prevenzione, ecco, mettiamoci davvero tutti gli attori in campo a unire le forze per capire cosa dobbiamo fare in questo settore importante. Perché non è solo l’esempio della settimana scorsa ma è da un po’ che parliamo e, come ho detto, la Provincia di Parma è una delle Province che ha più difficoltà da questo punto di vista.

Quello di cui abbiamo bisogno è un modo diverso di programmare interventi, piccoli o grandi, con la consapevolezza che il territorio è un corpo delicato e la difesa del suolo deve percorrere nuove strade.

È il momento di affrontare la fruibilità idrogeologica chiamando a raccolta, come ho detto, le migliori forze, anche le università.

Le soluzioni per mettere a punto una difesa attiva devono coinvolgere sempre di più anche gli attori, gli attori che vivono e che sono sul territorio.

Auspico che si passi velocemente dagli studi che sono in atto, mi riferisco per esempio allo studio già finanziato che riguarda il bacino del Parma Langhirano, piuttosto che quello su cui stiamo lavorando da mesi, e si tratta dell’invaso di Vetto, e azioni concrete per governare la prevenzione della salvaguardia.

Però, auspico che ci sia sempre più respiro anche a quei progetti che da tempo coinvolgono i consorzi di bonifica assieme alle associazioni agricole. Mi riferisco, per esempio, alla difesa attiva del territorio, piccoli contributi agli agricoltori e a coloro che sul territorio ci sono sempre per manutenere i fossi, per manutenere le strade, per indirizzare anche i rii, che spesso diventano torrenti.

Credo che la complessità di un fenomeno che coinvolge l’ambiente, l’uomo, l’attività economica debba essere affrontato evitando anche le chiusure, i muri ideologici e le ricette che a volte non tengono conto realmente di quello che è il territorio e i bisogni.

Con la nostra interrogazione chiediamo quindi nello specifico alla Giunta che, a seguito degli eventi che si sono verificati, si proceda a una preliminare e rapida ricognizione, come so che è stata fatta ed è in corso, dei danni nei territori colpiti, coinvolgendo tutti gli Enti e le strutture operative relativamente alle attività di competenza, al fine di avere un quadro complessivo di quanto accaduto, degli interventi fatti e di quelli più urgenti da fare.

Inoltre, quali siano gli interventi in corso per fronteggiare le emergenze e le conseguenze derivanti dai continui fenomeni di maltempo che hanno colpito il nostro territorio nel parmense, nel piacentino e nelle altre zone della regione, e se si ritenga opportuno procedere per dichiarare lo stato di crisi e di emergenza regionale, ovvero richiedere lo stato di emergenza nazionale, nonché adottare un’iniziativa volta a continuare l’attività di messa in sicurezza dei torrenti sul territorio. Grazie.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Daffadà.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Con riferimento all’interrogazione in oggetto, preciso che tutte le attività emergenziali sono tuttora in corso in relazione alle vigenti allerta, secondo il codice colore. Tra le azioni e gli interventi messi in campo per fronteggiare l’emergenza, sono stati attivati i centri operativi comunali, COC, e i centri di coordinamento soccorsi, CCS, per ciascuno dei due ambiti provinciali, implementando con attività h24 le attività dei presidi operativi e dei presidi territoriali di tutti gli enti e le strutture operative chiamate a concorrere alla gestione dell’evento.

Relativamente alle attività di assistenza alla popolazione in provincia di Parma, sono state attivate attività per far fronte all’evacuazione delle persone residenti nella golena del torrente Parma. Sono stati distribuiti i sacchi di sabbia agli enti locali per l’approntamento di diverse opere provvisionali, in considerazione delle piene in corso. In provincia di Piacenza tecnici regionali hanno supportato i centri operativi comunali attivati nell’alta Val Nure e nell’alta Val Trebbia, mentre a supporto del Comune di Ferriere è stata attivata una squadra di volontari per trasportare generi di prima necessità nelle località che, nell’immediatezza dell’evento, risultavano parzialmente isolate, raggiunte anche con la collaborazione del soccorso alpino.

Pur essendo ancora in corso i sopralluoghi da parte di tutti gli enti per i rispettivi ambiti di competenza, l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile ha già attivato, in provincia di Piacenza, interventi per un importo indicativo di 300.000 euro, in particolare quattro: in località Ferriere capoluogo, torrente Grondana, ripristino delle difese spondali danneggiate; in località Farini, capoluogo Sasso Nero, ripristino briglie e difesa spondale del torrente Nure; torrente Perino in Comune di Bettola, intervento per il cedimento della sponda del torrente per erosione in fregio alla strada comunale; e sul Corvarezza in comune di Corte Brugnatella, intervento per il ripristino dell’officiosità idraulica.

Per quanto riguarda la provincia di Parma, invece, interventi per 120.000 euro, in particolare: lavori di somma urgenza in sponda sinistra del torrente Baganza, tra le località Palazzina e San Vitale Baganza, in comune di Sala Baganza; lavori di somma urgenza sullo Sporzana in località Sivizzano e lungo il rio Gambiolo in prossimità della strada provinciale 39 nel Comune di Fornovo di Taro e Terenzo.

Relativamente alla richiesta di stato di emergenza nazionale, è stata attivata la ricognizione dei danni al fine di disporre dei dati necessari previsti dall’articolo 24, comma 1 del Codice della Protezione civile, con particolare riguardo all’attività di soccorso e di assistenza, all’esecuzione degli interventi più urgenti per il ripristino delle infrastrutture pubbliche danneggiate e ai servizi pubblici che necessitano di urgenti ripristini.

Relativamente alle ulteriori iniziative volte a proseguire nell’azione di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico in un’ottica di prevenzione, si segnala che la Regione ha inviato la propria proposta al Ministero dell’Ambiente per un totale di circa 13 milioni di euro, che corrispondono appunto alla disponibilità prevista per il 2023, di cui 1 milione di euro destinati al capoluogo di Tizzano Val Parma.

Sarà inoltre perfezionata, come accennavo prima nella risposta alla consigliera Piccinini, a breve l’assegnazione delle risorse della programmazione FESR 2021-2027, che prevede 27 milioni di euro per interventi strutturali su frane, fiumi e costa, di cui circa 15 dei 27 proprio per gli ambiti dei territori di Parma e Piacenza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

In replica, il consigliere Molinari. Prego.

 

MOLINARI: Grazie.

Baruffi, cerchiamo di circondarti.

Ringrazio per la risposta, devo sottolineare anche in questi giorni un ringraziamento a all’assessore e a tutta la struttura regionale per la presenza sul territorio.

Il collega Daffadà ha elencato quelli che sono i principali eventi e i principali danni sui vari territori. Dobbiamo dire (parlo soprattutto per Piacenza) che dopo 8 anni siamo tornati a una situazione che pensavamo di esserci lasciati alle spalle, una situazione molto simile. Non ci sono state vittime, ma le vittime sono state sfiorate.

Prendiamo atto di quelle che sono le prime azioni dal punto di vista delle infrastrutture regionali, chiediamo e ci mettiamo a disposizione anche noi come consiglieri di maggioranza, come consiglieri di minoranza per quanto riguarda un costante monitoraggio e affiancamento ai Sindaci, non solo in termini, che sono importantissimi, di erogazioni economiche, ma chiediamo che la Regione ‒ tanto su Piacenza che su Parma ‒ stia vicino alle Amministrazioni comunali anche dal punto di vista burocratico e della progettazione, perché comunque ad oggi, dopo alcuni giorni dagli eventi, alcune frazioni sono ancora isolate e insieme a quelle che saranno la richiesta fatta al Governo e anche l’elaborazione, come diceva il collega Daffadà, di un maggiore coinvolgimento dei soggetti che vivono il territorio, a partire dalle Amministrazioni locali, ma anche degli agricoltori, di cercare di impostare una politica che non potrà totalmente escludere problematiche di questo tipo, ma sicuramente, ahimè, anche con l’esperienza avuta in questi anni cercare di mitigarla. Riuscire a mitigarla può essere fatto attraverso risorse ma anche e soprattutto attraverso il coinvolgimento di tutti gli enti del territorio e soprattutto dei soggetti che lo vivono, il territorio, e che sono le imprese agricole e i residenti che un po’ di scuola e di esperienza su questi argomenti ce l’hanno.

Quindi, grazie per l’attenzione. Monitoreremo. Noi diamo anche la disponibilità ad affiancare la Regione e i territori in queste azioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Molinari.

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie.

Adesso, senza entrare nel merito della discussione, anche perché il question time è simile a quello fatto dai colleghi Molinari e Daffadà, però vorrei capire due cose. Dal momento in cui, per organicità dei lavori rispetto al passato, ma soprattutto per il futuro, il question time formulato da un consigliere può avere replica di un altro consigliere? Primo punto di domanda.

Secondo punto: il consigliere Daffadà aveva esaurito i minuti, quindi teoricamente la replica non doveva esserci: come ci si comporta in questo caso, dato che comunque il consigliere Molinari è intervenuto lo stesso in replica?

 

PRESIDENTE (Petitti): Parto dalla seconda.

È abbastanza comune all’aula, io credo…

 

(interruzione del consigliere Rancan)

 

PRESIDENTE (Petitti): Un attimo, consigliere Rancan: lei mi ha fatto una domanda e io adesso mi prendo i miei secondi solo per spiegare.

Io sono abbastanza elastica nel tempo con tutti, con i consiglieri e con gli assessori, sapete che cerco di dare a tutti il tempo, ovviamente nei limiti.

Rispetto alla prima domanda, io avevo due sottoscrittori di interrogazioni, tant’è che l’ho detto subito Daffadà e Molinari, ma adesso chiedo anche precisazioni rispetto al Regolamento. Nulla osta che non lo si possa fare.

 

(interruzione del consigliere Rancan)

 

PRESIDENTE (Petitti): Questo perché lei dice “a questo punto possiamo farlo anche noi”.

Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: No, non è il fatto che possiamo farlo anche noi, potete farlo anche voi.

Io voglio per iscritto, per favore, presidente, l’interpretazione di questa parte del Regolamento, così rimane una regola scritta che si può fare questa cosa, così rimane, però me lo aspetto. Formulerò una domanda all’Ufficio di Presidenza, anzi alla Presidenza, perché penso e credo che ci debba essere una risposta chiara.

Lasciamo perdere la convocazione della Giunta per il Regolamento, perché si potrebbe anche convocare la Giunta per il Regolamento su questo punto, per capire come funziona.

Altra cosa. In replica a noi ‒ non per avercela con chi è intervenuto o altro ‒ è sempre stato detto: sono esauriti i minuti, quindi il consigliere può dire solamente se è soddisfatto o non è soddisfatto della risposta.

Quindi prendiamo atto che nel caso in cui noi finissimo il tempo nella domanda, possiamo utilizzare tre minuti aggiuntivi nella replica.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): No, non sono stati utilizzati dal consigliere Molinari tre minuti, ma molto meno…

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): No. Fortunatamente è tutto registrato. Che io sia molto flessibile con tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione è nella storia di questa Assemblea, però va bene.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Quello che dico io è che il consigliere Daffadà era a meno sette secondi quando ha finito l’intervento e al consigliere Molinari mancavano 0,23 secondi, quindi hanno usato nove minuti. Ergo, mi aspetto che d’ora in poi si possano usare sei minuti per l’illustrazione e tre minuti per la replica.

Se questo non accadrà lo interpreteremo come una presa di posizione della Presidenza nei confronti di un determinato Gruppo politico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Andiamo avanti con le interrogazioni.

 

OGGETTO 7594

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla crisi di Industria Italiana Autobus e all’incontro del prossimo 16 novembre presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. A firma della Consigliera: Zamboni

 

PRESIDENTE (Petitti): Recuperiamo l’oggetto 7594: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito alla crisi di Industria Italiana Autobus e all’incontro del prossimo 16 novembre presso il Ministero delle imprese del Made in Italy, a firma della consigliera Zamboni.

Prego, consigliera.

Adesso le viene passata la parola, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Chiedo ai colleghi il giusto silenzio per poter illustrare questa interrogazione che fa riferimento alla crisi di tre importanti aziende bolognesi, che sono aziende importanti non solo per il tessuto economico emiliano-romagnolo ma di tutto il Paese.

Mi riferisco a Magneti Marelli; la Perla; e Industria Italiana Autobus.

C’era stato un incontro lo scorso 30 ottobre in biblioteca Salaborsa, in cui si è parlato appunto delle crisi aziendali più importanti in Regione. Queste tre riguardano in particolare il territorio bolognese. Proprio ieri…

Scusate...

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio, sennò si fa fatica a parlare. Grazie.

Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Proprio ieri, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma, si è tenuto un incontro per quanto riguarda la crisi della Perla, un’impresa, ricordiamo, nota in tutto il mondo di lingerie, che vede trecento lavoratrici ormai da anni sull’orlo della perdita del posto di lavoro. L’incontro che c’è stato ieri è stato definito drammatico e surreale dall’assessore Colla e assolutamente imbarazzante, questa è la parola, da parte dei sindacati. Quindi, un incontro che non ha portato a nulla, anche perché il finanziere tedesco, che è il principale proprietario del fondo olandese Tennor che governa adesso la Perla, non si è neanche presentato all’incontro.

Ora, c’è un prossimo incontro in previsione del 16 novembre che riguarda Industria Italiana Autobus. Ricordiamo che Industria Italiana Autobus è il risultato dell’evoluzione della Menarini, fondata nel 1919. Dunque la costruzione di autobus fa parte del profilo aziendale dell’impresa da oltre cento anni. Lo stabilimento di Bologna, cuore pulsante e cervello pensante dell’impresa, ha portato alla produzione di oltre 30.000 autobus, contribuendo così a scrivere la storia nazionale del trasporto pubblico su gomma. Come riportato nel sito dell’azienda, il centro di ricerca e sviluppo e i reparti produttivi fanno di Industria Italiana Autobus uno dei pochi player europei a 360 gradi, dalla progettazione dei sistemi di trasporto pubblici urbani alla produzione, coprendo tutte le fasi produttive.

Nei giorni scorsi è apparsa sulla stampa locale campana, visto che gli stabilimenti sono due, uno a Bologna e uno, appunto, in Campania, la notizia di una manifestazione di interesse per Industria Italiana Autobus da parte di CIN, azienda irpina impegnata nella realizzazione di componenti per il settore ferroviario e degli autobus, una privatizzazione che secondo i sindacati rischia di avere ricadute negative sui livelli occupazionali.

Ricordiamo che oggi Industria Italiana Autobus per il 70 per cento è in mano pubblica e i due maggiori proprietari pubblici sono appunto Invitalia e Leonardo. Lo scorso 28 febbraio il sottosegretario alla Presidenza Davide Baruffi, rispondendo in aula a un’altra interrogazione di Europa Verde, aveva sottolineato la necessità che Leonardo e Invitalia, i soggetti pubblici che, come ripeto, controllano il 70 per cento di Impresa Italiana Autobus, sbloccassero le risorse finanziarie per permettere all’azienda di evadere il portafoglio ordine di 700 autobus, il più alto potenziale produttivo del Paese di mezzi ibridi elettrici e a idrogeno.

In mancanza di liquidità, infatti, l’azienda non può acquistare le necessarie materie prime e le componenti. Questa richiesta è stata ribadita il 1° marzo dall’assessore regionale Colla nell’incontro tenutosi presso il Ministero delle imprese.

Europa Verde non può che condividere l’urgenza di scongiurare il rischio di perdere questo asset strategico per il nostro Paese, consegnando le commesse che ha in pancia e il mercato del trasporto pubblico locale su gomma ai grandi produttori esteri.

Europa Verde condivide quindi la necessità di salvaguardare i posti di lavoro di tante lavoratrici e lavoratori, tanto più in una fase storica in cui il trasporto pubblico è sempre più strategico per la transizione ecologica, per cui sarebbe imperdonabile perdere l’unica azienda italiana a capitale prevalentemente pubblico che produce autobus, un settore che beneficerà - lo ricordiamo - degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l’acquisto entro il 2026 di 3.500 autobus da parte dei Comuni.

Si tratta quindi di un mercato che va assolutamente conservato come elemento di forza e di spinta all’economia locale e all’occupazione.

Fatte tutte queste premesse, oltre a esprimere di nuovo solidarietà alle lavoratrici della Perla, che si vedono da anni in una situazione di totale incertezza, Europa Verde interroga la Giunta per sapere, ovviamente nel caso sia stata invitata all’incontro in previsione il 16 novembre presso il Ministero delle imprese del Made in Italy, nel caso faccia parte di questo tavolo di crisi, quali richieste avanzerà ai soci pubblici di Industria Italiana Autobus per garantire la prosecuzione dell’attività produttiva dell’impresa, a fronte delle centinaia di ordini in portafoglio e delle potenzialità che ci sono, anche a tutela del lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori di Industria Italiana Autobus.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Risponde l’assessore Colla. Prego.

 

COLLA, assessore: Grazie, presidente.

Gentilissima consigliera, confermo che su Magneti Marelli è confermato l’incontro al Ministero il giorno 9. Ieri c’è stato l’incontro al Ministero per la Perla, confermo tutti i contenuti del comunicato stampa che è stato emanato ieri, tra l’altro in un percorso di condivisione tra Governo, Regioni e Città Metropolitana sulla tenuta di quel tavolo.

Rispetto a Industria Italiana Autobus, in merito all’interrogazione di attualità a risposta immediata, sono a confermare che la Regione Emilia-Romagna è stata formalmente invitata, come da prassi, all’incontro convocato dal ministero delle imprese e del Made in Italy del prossimo 15 novembre (è stato anticipato al 15).

Come tutte le volte precedenti, parteciperò a tale incontro. Sarà l’ennesima occasione per ribadire la nostra posizione, che è quella di chiedere che la priorità sia da ricercare in una soluzione industriale in grado di garantire la continuità produttiva dello stabilimento di Bologna oltre a quello di Flumeri, tutelando l’occupazione e la tenuta sociale del territorio.

Inoltre, intendo riaffermare che la soluzione industriale necessita di un adeguato sostegno finanziario in grado di accompagnare l’azienda in questa fase caratterizzata da importanti ordinativi che non devono essere né persi, né causa di richieste di indennizzo da parte dei committenti.

Siamo ad un paradosso: abbiamo un mercato che si espande come mai, visto da molti anni, su tutte le tecnologie innovative, bus ibridi, elettrici, a idrogeno. Gli enti locali e le società del trasporto pubblico locale stanno formalizzando bandi per il rinnovo dei mezzi per centinaia di unità anche in questa regione.

Risulta incomprensibile, e anche inaccettabile, che una società controllata dallo Stato tramite Invitalia e Leonardo sia a ripianare perdite, operazione che diventa ogni anno indispensabile, ma ripianare perdite senza essere in grado, direttamente o tramite nuovi soggetti industriali del settore, di formalizzare un piano industriale in grado di consolidare nel tempo investimenti di processo e di prodotto e di aggressione commerciale in grado di ripristinare la società a pieno diritto ed efficacia nel mercato domestico europeo a garanzia degli attuali e futuri livelli occupazionali, ma anche per ritornare a creare valore aggiunto.

Condividiamo le valutazioni delle rappresentanze sindacali: quando motivano non possono reggere le imprese con modalità di assistenza finanziaria senza continuità industriale e produttiva. Queste sono le valutazioni che rappresenteremo al tavolo ministeriale del 15 novembre.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Colla.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Avendo esaurito il tempo, mi limito a dichiararmi soddisfatta per la risposta dell’assessore, di cui condivido ogni parola.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7589

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa al reperimento delle risorse necessarie ad erogare l’anticipo degli aumenti contrattuali ai dipendenti regionali. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 7589: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa al reperimento delle risorse necessarie ad erogare l’anticipo degli aumenti contrattuali ai dipendenti regionali.

L’interrogazione è a firma del consigliere Cuoghi. Prego, consigliere.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Parliamo del decreto anticipi, più propriamente il decreto-legge 145 del 18 ottobre 2023, che all’articolo 3 prevede l’anticipo dell’indennità di vacanza contrattuale per i dipendenti pubblici, prevista per il 2024, al dicembre 2023 e possibilmente a novembre dello stesso anno, quindi a questo mese di novembre 2023.

Parliamo non di un rinnovo contrattuale ma di un’indennità di vacanza contrattuale, cioè proprio di quello che avviene in luogo del rinnovo che ancora non c’è stato, sebbene si attenda da qualche anno ormai.

L’interrogazione che ho proposto è per sapere come la Regione si comporterà in virtù appunto di questo articolo 3. Se pertanto l’indennità di vacanza contrattuale verrà anticipata al mese di dicembre, o a quello di novembre e come si comporterà la Regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

Risponde l’assessore Calvano. Prego, assessore.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consiglieri e consigliere.

Prima di entrare nel merito della risposta all’interrogazione, una doverosa premessa.

Con la norma del Governo inserita all’articolo 3 del DL 145/2023, volta a definire la possibilità di un acconto relativo al contratto collettivo nazionale 2022-2024 a valere sull’esercizio 2024, siamo in presenza dell’ennesima norma fatta dal Governo centrale che, nonostante le possibili ricadute sui bilanci delle autonomie locali, tutte, non è stata minimamente condivisa con Regioni, Province e Comuni.

Ciò detto, si coglie l’opportunità di evidenziare come per la Regione e le agenzie regionali con organici autonomi, Agenzia del lavoro, ER.GO. e ARPAE, non sussistono problemi di copertura finanziaria grazie ai fondi di accantonamento già costituiti.

Data quindi per assodata la disponibilità delle risorse, come Regioni abbiamo condiviso l’opportunità di ricercare in sede di conferenza delle Regioni stesse una via comune nonché, come Regione Emilia-Romagna, di aprire un confronto con le rappresentanze dei lavoratori per valutare congiuntamente gli effetti di tale anticipo e addivenire ad una soluzione il più possibile condivisa.

Si ritiene opportuno, nel frattempo, far presente che l’amministrazione regionale sta completando le verifiche per accertare la possibilità di applicare l’accordo relativo, appunto, al contratto 2022-2024, a valere sull’esercizio 2024, sulla base delle disposizioni dell’articolo.

È inoltre opportuno far presente che, a seguito della mancata proroga della misura straordinaria di incremento delle retribuzioni dell’1,5 per cento per far fronte alla crisi energetica in vigore nell’esercizio 2023, in caso di pagamento a dicembre dell’acconto sul rinnovo, le retribuzioni dei dipendenti pubblici subiranno o rischiano di subire le seguenti modifiche: per i dipendenti a tempo indeterminato, a cui è stato pagato l’acconto, l’indennità di vacanza contrattuale rimarrà invariata e identica a quella del 2023; la retribuzione lorda da gennaio 2024 si ridurrà per un valore pari all’1,5 per cento, in quanto la misura non è stata prorogata dal Governo per l’esercizio 2024. Per i dipendenti a tempo determinato e i dipendenti di ruolo assunti da gennaio 2024, l’indennità di vacanza contrattuale aumenterà, sommando il valore del 2023 alla nuova misura pari a 6,7 volte l’IVC 2023. La retribuzione lorda da gennaio 2024 si ridurrà per un valore pari all’1,5 per cento, in quanto, come prima, la misura non è stata prorogata dal Governo per l’esercizio 2024. L’effetto cumulato delle due misure rischierà di essere inferiore alle attese retributive.

Questo è quanto. Quindi, confermo che la disponibilità nei bilanci di Regione c’è. Cercheremo una via condivisa con le altre Regioni nel caso questa via ci sia e comunque la scelta che andremo a prendere nei prossimi giorni la condivideremo con le rappresentanze sindacali, come è abitudine di questa Regione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Bene. Prendo atto della disponibilità delle risorse. Non capisco pertanto perché non si possa già dichiarare che questa indennità verrà pagata già dal mese di novembre, se le risorse sono disponibili. Va bene coordinarsi con i sindacati, con le sigle sindacali, ma d’altronde sono loro che richiedono proprio questo pagamento. Quindi, credo che non servano ulteriori indugi, non servano altri accordi. Abbiamo un decreto. Se ci sono le risorse, se la Regione è veramente d’accordo, deve semplicemente predisporre per questo anticipo.

L’assessore ci ha anche ricordato diverse cifre, ha fatto diversi calcoli. Credo proprio che questo anticipo vada nella direzione di andare incontro anche al sostegno delle retribuzioni dei dipendenti che portano avanti il lavoro nella Regione e negli Enti pubblici in generale, ma qui stiamo parlando della nostra Regione, anche come misura di lotta all’inflazione, misura di sostegno di quelli che sono i redditi.

Mi auguro quindi che non venga perso altro tempo, che non ci si perda in burocrazie inutili e che veramente questo anticipo venga disposto. Per questo sono solo parzialmente soddisfatto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

 

OGGETTO 7604

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere come la Giunta intenda continuare l’interlocuzione con il Governo nazionale affinché le popolazioni che hanno subìto i danni degli eventi atmosferici di luglio 2023 abbiano il pieno risarcimento di quanto perso. A firma della Consigliera: Rontini

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 7604: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere come la Giunta intenda continuare l’interlocuzione con il Governo nazionale affinché le popolazioni che hanno subìto i danni degli eventi atmosferici di luglio 2023 abbiano il pieno risarcimento di quanto perso.

L’interrogazione è a firma della consigliera Rontini. Prego, consigliera.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Con questo question time torno ad occuparmi degli eventi calamitosi che negli ultimi mesi hanno colpito duramente la Romagna. Mi si permetta di dire che se ne deve fare una ragione chi a mezzo stampa mi ha accusata dicendo che devo stare serena (per correttezza, dico che non siede in quest’aula), perché continuerò a farlo finché quella terra, il mio territorio non vedrà riconosciuta fino all’ultima risorsa necessaria per tornare ad essere più forte e più resiliente.

Lo farò sia nei confronti del Governo, sia nei confronti della Regione, sia nei confronti degli altri Enti coinvolti, senza timore alcuno, anche qualora si tratti di andare a interloquire con persone che fanno parte della mia stessa maggioranza politica.

Mi si scusi l’introduzione, ma, dopo quello che ho letto nei giorni scorsi, era doveroso.

Oggi andiamo ad occuparci, con questa interrogazione a risposta immediata in aula, di quanto più specificatamente è successo in provincia di Ravenna, in particolare nei territori di Alfonsine, Voltana e Savarna, verso la fine di luglio, quando nei giorni tra il 22 e il 27 intensi temporali, accompagnati da forti raffiche di vento, violente precipitazioni e grandinate di notevoli dimensioni hanno colpito non solo la nostra provincia, ma anche il territorio di Parma, quello di Reggio Emilia, di Modena, di Bologna, la Provincia di Ferrara, quella di Ravenna, come dicevo, e anche alcuni Comuni del territorio di Forlì Cesena.

Secondo il meteorologo Pierluigi Randi, che ho avuto già modo di citare altre volte, a seguito della sua alta professionalità, in quest’aula, nelle località del ravennate che ho citato prima, è passato un tornado piuttosto intenso di categoria F2-F3, con raffiche comprese tra 250 e 300 chilometri all’ora.

Un evento di questo genere è comparso per la prima volta in quei territori. Dalle prime rilevazioni speditive, risultano essere 43 i Comuni che dalle sette province hanno inviato segnalazioni per danneggiamenti, pubblici e privati. Sui danni pubblici c’è una stima che parla di 29 milioni di euro; per gli edifici privati, supera i 126 milioni; per le attività produttive ammonta a 73 milioni di euro. Fatemi citare un dato, quello del Comune di Alfonsine, che ha meno di 12.000 abitanti, in cui sono state almeno 700 le abitazioni scoperchiate.

Inutile dire che la tempesta ha avuto gravi conseguenze sulla popolazione, sull’economia locale, causando ingenti danni alle abitazioni private, alle strutture pubbliche, alle imprese. Tantissimi edifici hanno subìto interruzioni del servizio elettrico a causa dei pali della luce abbattuti, dei cavi dell’alta tensione danneggiati, mettendo in pericolo la sicurezza dei cittadini con notevoli disagi su tutti.

L’agricoltura, fondamentale per l’economia di tutta la Regione, è stata particolarmente colpita. Numerosissimi sono i campi di ortaggi e gli impianti viticoli e frutticoli interamente distrutti, con un problema puntuale su cui interverrò dopo, di cui dirò meglio, che sono i pali di cemento che sostenevano le coltivazioni.

Nell’interrogazione ho riportato l’iter di quelle che sono state le dichiarazioni di stato di crisi regionale, le ordinanze emesse dal presidente Bonaccini per i rimborsi. Preme segnalare che il ministero ancora non ha dato risposta, non ha ancora approvato la delimitazione delle zone danneggiate agricole che la Regione Emilia-Romagna ha approvato con deliberazione di Giunta n. 1511 lo scorso 11 settembre 2023, fondamentale per poter attivare tutti i rimborsi.

Con il question time di oggi ho cercato di occuparmi di questo tornado, di quello che alcuni chiamano il fortunale, perché purtroppo nessuno ne parla, pochissimi ne hanno parlato in quei giorni, nessun membro del Governo è mai andato neanche a fare un sopralluogo, nessuno ha fatto passerelle.

Per questi cittadini e per queste cittadine non c’è stata neanche la promessa di rimborsarli al 100 per cento, come almeno per l’alluvione è stato fatto.

Chiediamo l’impegno della Giunta, perché non ci siano figli e figliastri tra popolazioni colpite, perché chi ha avuto i piedi bagnati e chi invece la testa scoperchiata, posto che alcuni hanno subito entrambe le catastrofi, possano avere i rimborsi doverosi che meritano.

Chiede puntualmente che si trovi al più presto un’efficace soluzione per quanto riguarda lo smaltimento dei pali di cemento che serviranno per sostenere le coltivazioni di frutta e la viticoltura diffusa nelle campagne.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.

Risponde l’assessore Calvano. Prego.

 

CALVANO, assessore. Grazie, presidente.

Grazie, consigliera. Gli eventi atmosferici avversi di luglio, ampiamente richiamati nell’interrogazione, oltre ad aver determinato danni rilevanti alle comunità locali colpite, dai privati cittadini alle imprese, nonché al patrimonio pubblico, hanno riguardato in larga parte territori già oggetto degli eventi alluvionali di maggio.

Ci troviamo quindi in presenza su una stessa area di un duplice evento calamitoso di grande rilevanza, situazione alquanto peculiare e al contempo di elevata gravità.

Come ricordato nell’interrogazione, con il decreto n. 163 del 23 ottobre 2023 del presidente Bonaccini, sono partite le procedure di rimborso per i privati. Fino a 5.000 euro per le famiglie e fino a 20.000 euro per le imprese per il cosiddetto immediato sostegno, comprendenti diverse fattispecie di intervento.

Da tali procedure scaturirà, entro il 15 dicembre, una ricognizione complessiva dei danni, comprendente anche quelli eccedenti rispetto all’immediato sostegno, cioè ai 5.000 e ai 20.000 euro, comprendente tipologie di beni non oggetto di quel parziale rimborso.

Alla luce della peculiarità dell’evento sopra richiamato si ritiene pertanto che debba essere previsto dal Governo il rimborso di tutti i danni emergenti dalla ricognizione, comprese quindi anche tutte le eccedenze rispetto all’immediato sostegno, affinché si giunga così al pieno risarcimento dei danni subiti da cittadini, imprese e comunità locali.

La Regione è impegnata ad evidenziare questa necessità in ogni sede deputata, al fine di far valere le richieste espresse in tal senso dalle comunità locali colpite.

Infine, per quanto attiene l’utilizzo dei 3 milioni di euro stanziati dalla Regione a sostegno di cittadini, imprese e da altri soggetti privati di quelle zone, è intenzione focalizzare l’uso di tali risorse su interventi ad oggi non coperti da altri strumenti di intervento. In tale logica sarà quindi cura dell’Amministrazione regionale valutare di inserire fra questi anche il finanziamento degli interventi volti allo smaltimento dei pali di cemento che servivano per sostenere le coltivazioni di frutta e la viticoltura diffusa nelle campagne.

Questo tema oltretutto sarà oggetto di un incontro proprio in una riunione odierna, dopo quelle fatte già nei giorni scorsi, considerando che tale fattispecie, così come il ristoro delle imprese agricole più in generale, non ha avuto ancora risposta da parte del Governo, nonostante la delimitazione delle zone danneggiate approvata da Regione Emilia-Romagna già nei primi giorni di settembre e quindi nelle settimane… Nel mese di settembre ultimo scorso, scusate. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Calvano.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Telegrafica. Bene l’impegno perché siano completamente rimborsate le popolazioni, oltre all’immediato sostegno messo a disposizione col decreto 163 nei giorni scorsi dal presidente Bonaccini. Bene anche l’impegno a risolvere la questione puntuale dei pali. Chiedo all’assessore, dopo l’incontro odierno, di potermi aggiornare per dare comunicazione anche sul territorio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7601

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula riguardante il maltempo che si è abbattuto sulle province di Piacenza e Parma negli ultimi giorni di ottobre e nei primi giorni di novembre 2023. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati, Occhi, Rainieri

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso all’oggetto 7601: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula riguardante il maltempo che si è abbattuto sulle province di Piacenza e di Parma negli ultimi giorni di ottobre e nei primi giorni di novembre 2023.

L’interrogazione è a firma dei consiglieri Rancan, Stragliati, Occhi e Rainieri.

Prego, consigliere Rancan.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Questo question time viene dopo quelle che sono state le problematiche, passatemi il termine che cito a livello molto leggero, tematiche di rischio idraulico, come sono state definite nei diversi giorni passati, delle province di Piacenza e di Parma. Questo perché? Parto dal presupposto che abbiamo capito tutto il tema dei temporali che si generano da soli, continuano a rigenerarsi sullo stesso posto eccetera, eccetera, carico idrico di una determinata elevatura, anche proprio a livello di piogge eccetera, però partiamo dal presupposto che la provincia di Piacenza in questo caso ha subito un’alluvione molto importante nel 2015. Nel 2015 abbiamo discusso di questa alluvione all’interno di quest’aula, chiarendo cos’erano le cose che non erano andate. Mi ricordo anche che l’assessore dell’epoca prese delle posizioni di un certo tipo e da quel momento iniziarono, ce lo dobbiamo dire, da quel nefasto settembre iniziarono dei percorsi di potenziali miglioramenti del territorio.

Oggi, però, abbiamo visto nelle province di Piacenza e di Parma che il carico idrico è stato davvero importante, tant’è che le popolazioni, in particolare in questo caso della Val Trebbia, ma soprattutto della Val Nure per quanto riguarda Piacenza e anche per la provincia di Parma sempre in zona collinare, sono state messe in difficoltà e tante hanno avuto paura, ci sono stati dei disagi, ci sono state delle frazioni isolate, ci sono stati dei crolli di strade, ci sono state delle frane, ci sono state anche delle potenzialità di fiumi che erano davvero al limite anche di muri che sono stati costruiti o altro.

Quello che però mi sento di segnalare alla Giunta con questo question time, insieme ai consiglieri che l’hanno firmato con me del territorio, è che abbiamo visto in modo importante ancora una volta e in modo davvero problematico che la pulizia di questi fiumi non è stata eseguita nel modo corretto, che abbiamo visto, soprattutto nelle parti più a valle di questi torrenti e di questi fiumi, uno sciame di legname, uno sciame di residuo che si vedeva galleggiare sull’acqua di questi fiumi e di questi torrenti, sinonimo e sintomo di una manutenzione che non c’è stata, di una pulizia che non c’è stata, anche di messa in sicurezza dei territori già colpiti da alluvioni negli anni passati, che secondo noi risulta essere stata ed essere oggi carente.

Perché chiediamo questa cosa alla Giunta? Lo chiediamo perché, a fronte dei problemi che ci sono stati nel passato, noi ci siamo detti anche recentemente con gli eventi che purtroppo sono successi in Romagna di imparare dal passato per migliorarci verso il futuro.

Oggi, però, abbiamo visto che per fortuna non è successa una cosa clamorosa come quella del 2015, però cosa è successo e cosa è stato fatto dall’epoca per evitare un disastro di questo tipo, tenendo in considerazione che l’acqua che è caduta non era come quella del 2015? Ergo, perché ci siamo trovati in una situazione così emergenziale ancora quest’anno, ancora pochi giorni fa? Noi crediamo e possiamo presumere che gli interventi che sono stati fatti di pulizia e manutenzione ordinaria non siano tutt’oggi sufficienti. Questo perché? Perché altrimenti si poteva vivere tutti sereni e tranquilli.

Ma non lo dico io, non lo diciamo noi, firmatari di questo question time, lo dicono anche i Sindaci, lo dicono i cittadini, lo dicono anche coloro che vivono quel territorio e che appena hanno visto ingrossarsi quei torrenti e quei fiumi hanno avuto ovviamente e giustamente paura, hanno passato delle notti d’inferno. Ovviamente a loro va tutta la nostra piena e completa solidarietà.

Ma detto ciò, memori del passato, guardiamo al futuro. Quindi, io mi chiedo oggi: cosa avete intenzione di fare? Perché probabilmente quello che è stato fatto fino ad oggi non è sufficiente. Questo question time è chiaro. Per le province di Piacenza e di Parma abbiamo chiesto in questa domanda quali sono stati gli interventi fatti, questi interventi cosa hanno evitato che succedesse in quei territori, ma soprattutto perché si è arrivati ad avere un rischio così alto di esondazioni e di allagamenti, nonostante quegli interventi che avreste dovuto fare negli ultimi anni e che avrebbero dovuto mettere in sicurezza il territorio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Le questioni poste dal consigliere Rancan sono numerose e richiederebbero una risposta molto dettagliata. Alla fine farò riferimento anche a un testo che, ancorché sintetico, prova a ripercorrere diverse delle questioni puntuali su cui siamo interrogati.

Però mi preme in primo luogo precisare alcune cose contenute non tanto nella esposizione del consigliere quanto nel testo scritto, perché non si ingenerino equivoci o cattive notizie in circolo.

In particolare, nel capoluogo di Farini, il Nure non è esondato sulla viabilità. Tuttavia, nell’ambito del CCS, in raccordo con il Sindaco, in via precauzionale, si è valutato opportuno disporre la chiusura della strada e l’allontanamento temporaneo degli abitanti e il loro trasferimento ai piani superiori, così come la strada comunale è stata chiusa anche per evitare che i curiosi si avvicinassero al torrente in piena.

La situazione di Farini, tra l’altro, è stata monitorata in tempo reale anche attraverso le telecamere. Lo dico perché questo ha a che fare con la sicurezza delle persone nel momento della gestione dell’emergenza.

L’esondazione alla quale si fa riferimento nell’interrogazione probabilmente è riferita a quella del Rio Rossana in prossimità dell’attraversamento concessionato dal Comune, peraltro intervenuto con le misure del caso.

Gli allagamenti alle abitazioni registrati nelle frazioni di Mareto e Bocchè sono imputabili a esondazioni di rii, fossi e canali privati, come ad esempio il Rio Sfondrà e il Rio degli Spiaggi, che nei tratti esondati non sono peraltro demaniali.

Il punto ASL a cui si fa riferimento, credo che ci si riferisca a quello della Croce Rossa, non è stato evacuato, come non è stata evacuata neanche l’adiacente RSA. Tuttavia, sempre in sede di CCS, in accordo con il Sindaco, si è valutato prudenzialmente di spostare i mezzi di pronto intervento in un punto che potesse essere più efficace nel caso in cui la viabilità dovesse essere interrotta.

Tutta la viabilità è stata precauzionalmente chiusa per effetto dell’innalzamento idrometrico e in ogni caso è stata sempre mantenuta aperta ai mezzi di soccorso, in base a quanto condiviso in tempo reale con il CCS.

Il personale dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e Protezione civile, insieme al volontariato locale, è stato sempre presente in loco a supporto dell’Amministrazione comunale.

Rispetto anche all’affermazione che dal 2015 non ci sarebbe stato il tempo necessario per provvedere a migliorare la manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché per realizzare quelle infrastrutture atte a prevenire il ripetersi di una tale situazione, voglio precisare che per quanto importante sia stato l’evento per il quale stiamo facendo la ricognizione per la richiesta dello stato di emergenza, che ha visto livelli di piena del torrente Nure e del reticolo secondario anche al di sopra della soglia tre, non si registrano danni alla popolazione in aree private o pubbliche causate da esondazioni dei corsi d’acqua demaniale e imputabili a carenze di manutenzione.

I danni di maggior rilevanza riguardano infrastrutture stradali. Sono stati causati prevalentemente da smottamenti, ruscellamenti o frane, e tutte le misure di prevenzione e gestione dell’emergenza si sono dimostrate efficaci in risposta alle criticità conseguenti all’evento grazie alla collaborazione istituzionale di tutte le componenti del sistema di Protezione civile.

Dal 2015 ad oggi gli interventi che hanno riguardato il territorio provinciale di Piacenza sono stati di importo pari a oltre 128 milioni di euro relativi alla rete idrografica naturale, a quella artificiale di bonifica, nonché ai versanti per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e interventi strutturali, nonché di somme urgenze.

In aggiunta, a breve saranno attivate anche dieci opere finanziate con fondi PNRR per un importo complessivo di 9 milioni di euro, dei quali tre riguarderanno i torrenti Nure e Trebbia e i suoi affluenti per complessivi 4 milioni di euro: 1 sul bacino del Nure, 3 sul bacino del Trebbia, che si vanno ad aggiungere agli altri interventi già attivati o in fase di avvio finanziati con fondi FSC, bilancio di Agenzia regionale e ordinanze varie. Nonché, ulteriori 6 milioni nell’ambito della programmazione FESR 2021-2027, cui facevo testé riferimento rispondendo ad un suo collega, finalizzati al prosieguo della messa in sicurezza del fiume Trebbia e dei torrenti Nure, Riglio e al miglioramento delle condizioni di sicurezza idraulica degli affluenti Piacentini del fiume Po, mediante gestione della vegetazione ripariale, adeguamento e ripristino delle opere idrauliche.

Relativamente al PGRA 2021, la cui attuazione si realizza in un arco temporale di sei anni, quindi dal 2021 al 2027, le misure sono oggetto di uno specifico monitoraggio circa la loro attuazione, come richiesto in particolare dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, che è titolare della pianificazione e che sta lavorando ad una proposta di programmazione triennale da sottoporre al MASE, cioè al Ministero competente, per il finanziamento degli interventi sottesi alle misure del PGRA stesso, le cui prime stime portano a oltre 2,5 miliardi di euro il fabbisogno.

Il monitoraggio ad oggi effettuato mostra che, per la maggior parte di esse, lo stato di attuazione si è avviato o completato e si tratta sia di misure di tipo preventivo, come gli studi a sostegno della pianificazione e progettazione, che di misure di carattere strutturale. Faccio un rinvio a una parte ancora più analitica e naturalmente ci mettiamo a disposizione anche per un approfondimento più di dettaglio per questa parte, che credo che sia di interesse di tutta la comunità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Il problema, sottosegretario, e lo dico anche all’assessore, che è in mancanza, ma l’abbiamo detto più volte, è che questa Regione è indietro di vent’anni rispetto alla manutenzione ordinaria del territorio. I cittadini hanno visto Parma, Piacenza, anche Reggio Emilia e Modena. Hanno visto drammaticamente l’azione delle acque e di come ci fossero centinaia, migliaia di tronchi ammassati proprio sotto le arcate dei ponti.

Sono stato direttamente informato di come il ponte di Ozzanello sul torrente Sporzana a Parma fosse stato perennemente ostruito dai tronchi. Sono stato informato da chi vive il territorio e da chi lo mantiene. Il problema è che questi tronchi non dovevano esserci e questa è proprio la manutenzione ordinaria che noi chiedevamo in questo question time, ovvero il fatto che si dia la possibilità a chi lo ha anche chiesto, come è avvenuto anche in Romagna, di tenere puliti i nostri fiumi.

C’è anche un’altra questione. È vero che i fiumi sono come esseri viventi, che rispondono in maniera anche drammatica all’azione dell’uomo, però in alcuni contesti è anche possibile pensare di rimuovere un quantitativo eccessivo di ghiaia. Per esempio, abbiamo tanti fiumi come quelli appenninici, compreso il Taro, ma compreso anche il Trebbia e il Nure, che hanno delle forti erosioni spondali e che sono molto vicini, in certi punti, anche ai centri abitati. In questo caso, una rimozione anche della ghiaia in eccesso può essere utile.

Per quanto riguarda invece i fondi del MASE, che il nostro vicepresidente ci parla sempre del fatto del Governo, il problema è che, come su tutti gli altri punti, sulla sanità e anche sul dissesto idrogeologico, dovrebbero essere dei punti fondamentali di questa Regione, in quanto ha il più grave complesso di dissesto idrogeologico se consideriamo il rischio frane e il rischio alluvioni.

Questo Governo dovrebbe essere aiutato da questa Regione proprio per i motivi che gli spazi di bilancio, come sapete benissimo, sono risicatissimi ormai. La Lega ha fatto una battaglia storica per questo, dicendo che viviamo in un contesto in cui tutti gli investimenti statali non sono possibili in questa fase.

Ci aspettiamo quindi che anche questa Regione dia una mano al nostro Governo per cercare di cambiare queste regole, visto che siamo in un momento eccezionale, lo è e lo sarà sempre di più. Dobbiamo cambiare queste regole, non siamo assolutamente soddisfatti di questa risposta, sottosegretario, e ci riserveremo in futuro di fare battaglie sempre più mirate anche sulla manutenzione ordinaria di questa Regione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

 

OGGETTO 7602

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere per garantire l’erogazione dei contributi del bando, istituito con Delibera di Giunta n. 1842 del 30/10/2023, anche ai nuclei familiari in condizioni di disagio economico che ancora non hanno acquistato alcun veicolo in sostituzione di quello rottamato. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 7602: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere per garantire l’erogazione dei contributi del bando, istituito con delibera di Giunta n. 1842 del 30/10/2023, anche ai nuclei familiari in condizioni di disagio economico che ancora non hanno acquistato alcun veicolo in sostituzione di quello rottamato.

L’interrogazione è a firma del consigliere Marchetti Daniele. Prego, consigliere.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Ringrazio innanzitutto l’assessore per aver garantito la sua presenza qui, questa mattina, per un tema che io ritengo molto importante, ovvero quello degli aiuti previsti dalla delibera di Giunta regionale n. 1842 del 30/10/2023, ovvero quella che ha istituito il bando destinato ai cittadini residenti nei territori alluvionati per la riparazione o la sostituzione di autoveicoli, ciclomotori e motocicli danneggiati ovviamente durante gli eventi alluvionali di maggio 2023.

 Ricordiamo che sono risorse provenienti dalla donazione preziosa dei cittadini emiliano-romagnoli ma non solo, che hanno garantito un aiuto molto importante alle popolazioni colpite con un gesto di generosità. Ci troviamo anche di fronte, però, a degli aspetti che si sono verificati, ovviamente riscontrati più che altro una volta pubblicato il bando, che prevede questi indennizzi.

Credo che non siano necessarie tante parole. Riporto infatti un esempio di una segnalazione che mi è stata rivolta qualche giorno fa di una persona con pensione minima e casa danneggiata, che quindi ha dovuto sostenere altre spese, che non è riuscita nel frattempo a sostituire l’auto con un nuovo acquisto, o a riparare quella danneggiata, e mi dice “io pensavo e speravo di rientrare in questi aiuti”.

Ora, io mi rendo conto della situazione inedita, emergenziale, e che quindi vari aspetti possono emergere in un secondo momento. Credo però che la Regione abbia il dovere, a questo punto, di cercare una soluzione parallela per andare incontro alle esigenze di questa fascia di popolazione che rappresenta ovviamente quella maggiormente in difficoltà.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Risponde l’assessore Calvano. Prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliere. Il bando emanato dalla Regione Emilia-Romagna, volto alla riparazione o alla sostituzione di autoveicoli, ciclomotori e motocicli danneggiati dagli eventi alluvionali di maggio, sta riscuotendo grande partecipazione da parte dei cittadini dei territori colpiti dall’alluvione. Ne sono conferma i dati registrati ad oggi, che vedono 2.980 domande presentate e 4.943 in corso di elaborazione.

Il confronto con i Comitati ha certamente aiutato in tal senso, perché ha consentito di raccogliere istanze e suggerimenti che si sono poi rivelati molto utili. Lo stesso andamento del bando e il confronto con i cittadini coinvolti nelle procedure stanno fornendo riscontri di cui sarà certamente cura da parte di Regione Emilia-Romagna tenerne conto, anche rispetto alle ulteriori risorse che abbiamo a disposizione.

Su questo fronte, preme evidenziare che entro fine novembre e forse anche prima, alla luce dell’andamento, faremo una prima ricognizione sull’andamento della misura sopracitata, che potrà essere utile a due scopi: ampliare l’attuale plafond a disposizione della misura in modo da soddisfare il più possibile le istanze dei cittadini alluvionati a partire da chi non ha ancora riacquistato il mezzo, come del resto avevamo già previsto nella delibera 1803 contenente la prima ripartizione dei fondi.

Secondo scopo: valutare l’inserimento di ulteriori fattispecie di finanziamento al fine di soddisfare il maggior numero di situazioni danneggiate possibili, a partire dalla volontà di essere vicini alle persone con maggiori difficoltà economiche.

A tal fine, persone in difficoltà economiche, è bene rimarcare inoltre che a breve verranno ripartiti ai Comuni i 5 milioni di euro dedicati alle persone più fragili colpite dall’alluvione. Queste risorse potranno rappresentare un’ulteriore forma di sostegno per chi è stato drammaticamente colpito dagli eventi del maggio scorso, in attesa che arrivino i primi veri ristori ai cittadini da parte del Commissario, dopo quelli già arrivati ai cittadini a seguito delle ordinanze del presidente Bonaccini.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Calvano.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Mi dichiaro parzialmente soddisfatto, dal momento che comunque un’apertura verso questi cittadini in difficoltà è stata fatta dall’assessore, ed è stata riconosciuta questa casistica che si sta riscontrando a livello territoriale. Perché immagino che come riceviamo segnalazioni noi, le riceviate anche voi di conseguenza.

È chiaro che ci siamo trovati un po’ costretti ad affrontare questa tematica con una domanda di attualità. Perché lei si ricorderà benissimo di tutto l’iter che ha portato all’erogazione di questi indennizzi. Abbiamo toccato veramente poco palla noi come opposizione, nel senso che a parte la discussione della legge regionale che dava il via libera all’utilizzo di queste donazioni, poi successivamente abbiamo visto soltanto una delibera illustrata senza nemmeno il parere in Commissione, come abbiamo già fatto presente in diverse discussioni.

Per cui, abbiamo ritenuto opportuno portare in aula nuovamente questa tematica perché ci siamo resi conto che c’è veramente una grossa fetta di popolazione che ha subito grossissimi danni a causa degli eventi alluvionali di maggio e che oggi si trovano paradossalmente esclusi. Escludere proprio le fasce più in difficoltà, quelle più deboli dal punto di vista economico, mi sembra assolutamente fuori luogo, visto che le finalità di questo strumento dovrebbero proprio essere quello di andare verso le necessità di chi ha subito un duro colpo durante gli eventi alluvionali di maggio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

 

OGGETTO 7603

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai provvedimenti presi dal Comune di Bologna, in particolare “Bologna Città 30” e la nuova ZTL ambientale, alla loro ricaduta economica e agli eventuali rischi di “desertificazione” dell’area urbana. A firma della Consigliera: Castaldini.

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interrogazione, oggetto 7603: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito ai provvedimenti presi dal Comune di Bologna, in particolare “Bologna Città 30” e la nuova ZTL ambientale, alla loro ricaduta economica e agli eventuali rischi di desertificazione dell’area urbana.

L’interrogazione è a firma della consigliera Castaldini. Prego, consigliera.

 

CASTALDINI: Chi mi risponde, presidente? Credo che dovrebbe essere Baruffi, a cui è stata affidata la risposta. [...] competenza di Baruffi su questa risposta. Possiamo scegliere. Felicori, perché oggi ha avuto un’intuizione giusta su “Città 30”.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego, consigliera Castaldini.

 

CASTALDINI: Grazie. Ho visto correre. Non è una battuta la mia, perché in realtà sono molto sorpresa perché le sue deleghe e competenze ormai spaziano in tutti i campi. Di questo sono felice per lei e anche per la sua carriera politica.

Evidentemente le spaccature interne al PD stanno entrando anche in Giunta e lei è stato disegnato come difensore del sindaco Lepore. Auguri. Perché parlo di questa divisione? Perché in realtà oggi mi ha molto colpito la presa di posizione dell’assessore Felicori, che giustamente chiede non qualcosa di straordinario, ma la possibilità di un dialogo, non tanto sulla città di Bologna, che chiaramente mi interessa, io sono nata e vivo qui, ma anche sulla visione che la Regione ha.

Ecco, fughiamo subito un dubbio, ovvero io credo che la competenza regionale ci sia eccome. Infatti partiamo dalla legge regionale n. 24 del 2017, Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio, che orienta le azioni regionali e prevede il monitoraggio della pianificazione attraverso rapporti periodici sullo stato della pianificazione in Emilia-Romagna; una legge fondamentale. Inoltre, la Regione supporta gli enti locali per la formazione dei nuovi strumenti di pianificazione urbanistica tramite i periodici bandi di finanziamento e si occupa dell’integrazione disciplinare della pianificazione comunale con gli altri livelli di pianificazione territoriale, regionale e provinciale, e con la pianificazione settoriale.

Quindi, è qui che io pongo l’attenzione dal punto di vista politico, perché in realtà le competenze regionali ci sono eccome. Il Comune di Bologna, come si sa, con una sapiente anche campagna pubblicitaria, ha approvato il piano particolareggiato del traffico urbano “Bologna Città 30”, che ormai è salito alla ribalta nazionale e si inserisce in un contesto di viabilità urbana particolarmente sottopressione.

Lo dico a voi, ma noi vedremo a breve i lavori del tram, i lavori per il passante di mezzo, i lavori per i nuovi chilometri e chilometri di ciclabili che sono stati previsti nella città di Bologna e quindi il restringimento delle carreggiate, nuove telecamere antismog. Segnalo che da pochissimo a Bologna si stanno installando delle telecamere per controllare di fatto chi consuma di più e chi produce più smog, quindi a regime entro il 2025, dove si faranno multe per i veicoli che non rispettano criteri ambientali non ancora stabiliti, perché noi non li abbiamo ancora stabiliti, e dulcis in fundo la questione della Garisenda, che non credo sia da sottovalutare.

Queste scelte di viabilità compiute dal Comune di Bologna hanno ripercussioni ancora in fase di valutazione sul trasporto pubblico locale, sulla viabilità cittadina, sulla sostenibilità degli esercizi commerciali e sull’abbandono sempre più consistente dei residenti delle zone nelle quali la vivibilità è resa sempre più complicata, rischiando una vera e propria desertificazione soprattutto del centro storico.

Il Sindaco Lepore sta immaginando una città che non è per tutti, ma solo per qualcuno, e credo che questo debba preoccupare, come anche l’andamento che prenderanno i Sindaci delle altre città.

Una città dove di fatto è sempre più fortemente consigliato andare in bicicletta, quindi i tempi di percorrenza per andare a lavorare raddoppiano per tutti, una città per single in smart working, e io onestamente non credo che le sorti progressive siano arrivate fin qui.

Il sindaco Lepore parla di modelli che sono un po’ lontani dalla conformazione della città di Bologna, quindi le chiedo come giudichi, nell’ambito dell’applicazione della legge regionale n. 24/2017, le scelte compiute dalle Amministrazioni come Bologna Città 30 e soprattutto in merito a desertificazione urbana.

 Vorrei provare anche (questo è il primo intervento, ma vorrei ampliare) a capire qual è la programmazione dei Sindaci, che sentore avete rispetto a decisioni politiche come queste, che vanno a cambiare fortemente il volto di città storiche come quelle della Regione Emilia-Romagna. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

In riferimento alle questioni poste, mi corre l’obbligo di premettere che il piano particolareggiato del traffico urbano Bologna Città 30 è un provvedimento di stretta e assoluta competenza comunale, come previsto dal decreto legislativo n. 285 del 1992, cioè il nuovo Codice della strada, rispetto al quale la Regione Emilia-Romagna non ha alcuna competenza.

 Anche il riferimento alla legge n. 24 con ogni evidenza è un po’ forzato e non ci offre né la necessità, né l’opportunità di entrare nel merito delle scelte autonome che il Comune e la Città Metropolitana sono chiamati ad assumere nell’ambito delle proprie prerogative. Il provvedimento di gestione della mobilità urbana con riduzione generalizzata della velocità, si basa in via generale su presupposti ambientali e sociali, con l’obiettivo di ridurre le emissioni climalteranti e le vittime dell’incidentalità stradale in ambito urbano, in particolare per ciclisti e pedoni, e questo, non possiamo che registrare, è coerente con le normative in vigore.

Come comunicato dal Comune stesso, l’ente ha redatto il piano nel corso dell’ultimo trimestre, valutando gli elementi tecnici, funzionali e giuridici utili alla definizione dei criteri per la progettazione della “Città 30”. Sulla base di tali elaborazioni è stata avviata una fase di analisi approfondite in merito alla rispondenza con gli obiettivi dell’amministrazione, nonché di valutazione degli impatti sulle diverse componenti della mobilità.

Le ricadute del piano in termini urbanistici, industriali e commerciali sono pertanto oggetto di valutazione da parte del Comune di Bologna nell’ambito della propria autonomia amministrativa e politica.

Noi, consigliera, ci occupiamo del Passante di Bologna, ci possiamo occupare della pianificazione macro: questi sono elementi sui quali credo che spetti al Consiglio comunale entrare nel merito e assumere le determinazioni del caso.

Insisto: nello specifico sono avviati i tavoli di lavoro dedicati, tra cui quello sul TPL, struttura portante del sistema della mobilità urbana di Bologna, che anche a noi interessa, naturalmente. Sono tuttora in corso confronti e analisi di possibili alternative che consentano di individuare soluzioni sostenibili dal punto di vista gestionale e organizzativo per l’affidatario e anche da quello competitivo e concorrenziale per gli utenti.

Alla luce delle considerazioni che ho testé espresso e delle valutazioni in corso, in riferimento ai quesiti specifici posti dall’interrogante, noi non ravvisiamo, non siamo a conoscenza di specifiche criticità correlate al piano circa un possibile calo degli investimenti industriali e commerciali, né rispetto a un non meglio precisato rischio di desertificazione dell’area urbana di Bologna, non sono processi in corso, quantomeno. Poi naturalmente ci rimetteremo alle valutazioni che l’amministrazione farà e che renderà pubbliche sulla base di questi approfondimenti in corso. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario Baruffi.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Questa in realtà […] per chi ha confezionato questa risposta. Non per lei, Baruffi.

Evidentemente, chi ha confezionato questa risposta non ha in mente la pianificazione di una Regione tale come l’Emilia-Romagna, e anche come la politica di un capoluogo come quello di Bologna può influenzare fortemente la politica di altri Sindaci di altre città. Immaginiamo un’Emilia-Romagna tutta a chilometri 30. Forse così non ci è chiaro che le azioni regionali sono orientate all’emanazione di atti normativi per assicurare il coordinato ed omogeneo sviluppo delle attività di pianificazione urbanistica per gli enti territoriali e locali, il monitoraggio della pianificazione attraverso rapporti periodici sullo stato di pianificazione in Emilia-Romagna.

Questo non lo dice Valentina Castaldini, semplicemente è la campagna elettorale che giustamente ha cominciato a fare il presidente Bonaccini, dove dice come sempre alle aziende: venite perché siamo ospitali, venite perché qua si può fare una produzione efficace, venite perché qua c’è un territorio che vi dà la possibilità di muovervi e di fare famiglia. Perché mi è stato spiegato l’altra volta che sulla natalità e sulla legge sui talenti noi diciamo: venite, perché questo è ospitale.

Questo è il primo passaporto che noi mostriamo in una Regione come l’Emilia-Romagna, si chiama Bologna, si chiama “Città 30”, con l’impossibilità di fatto di vivere una vita normale e la Regione decide oggi di non occuparsene.

Per fortuna che c’è l’assessore Felicori che invece ogni tanto dichiara e ci fa rendere conto dell’assurdità di alcune proposte.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Abbiamo concluso le interrogazioni.

 

OGGETTO 7254

Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: “Sostegno finanziario al Sistema sanitario nazionale a decorrere dall’anno 2023”. (142)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo dall’oggetto 7254: progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’articolo 121, comma 2, della Costituzione, recante “Sostegno finanziario al Sistema sanitario nazionale a decorrere dall’anno 2023”.

Il testo è stato licenziato dalla Commissione politiche per la salute nella seduta del 17 ottobre.

È un progetto di legge composto da tre articoli e la relatrice della Commissione, la consigliera Zappaterra Marcella, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Il relatore di minoranza, il consigliere Marchetti Daniele, ha preannunciato di svolgere relazione orale.

Entriamo quindi nel procedimento di discussione e partiamo dalla relazione della relatrice della Commissione, la consigliera Zappaterra.

Prego, consigliera.

 

ZAPPATERRA, relatrice della Commissione: Grazie, presidente.

Come ho già detto in Commissione siamo alla discussione e all’approvazione del progetto di legge che come maggioranza non avremmo mai pensato e neanche voluto presentare, ma che non abbiamo potuto evitare viste le evidenti difficoltà, per non dire drammi, in cui versa la sanità pubblica. Difficoltà già ampiamente segnalate dalla posizione chiarissima assunta dalle 21 Regioni che ormai da 18 mesi vanno dicendo che mancano 4 miliardi per la sostenibilità del Fondo sanitario nazionale. Affermazione peraltro condivisa anche dallo stesso Ministro della salute attualmente in carica.

L’obiettivo di questa legge, ne abbiamo discusso ampiamente, è stimolare e sensibilizzare il Parlamento affinché, dalla prossima legge di bilancio che andrà in approvazione, vi sia un’adeguata crescita del Fondo sanitario nazionale commisurata ai parametri minimi per garantirne la sostenibilità finanziaria.

Dopo 18 mesi di posizioni condivise, in un Paese normale a questo punto le risorse si sarebbero trovate anche e soprattutto dopo quel che ci ha insegnato la pandemia, ci ha dimostrato quanto sia indispensabile mantenere resiliente il Sistema sanitario nazionale. Siccome fino all’estate nulla di significativo si era concretizzato su questo tema, ci siamo assunti la responsabilità di questo progetto di legge, sperando che nella legge di bilancio, che poi il Parlamento approverà, la tendenza ormai consolidata di definanziamento del Servizio sanitario nazionale venisse invertita.

Avendo però purtroppo visto in questi giorni i contenuti della legge di bilancio, senza più essere costretti a fare la discussione sulla base delle indiscrezioni giornalistiche, possiamo davvero dire che, a maggior ragione adesso che il progetto di legge di bilancio l’abbiamo visto, questo progetto di legge ha assolutamente senso ed è necessario portarlo avanti, sperando che la discussione parlamentare ci dia più soddisfazioni di quelle che ci ha dato il Consiglio dei Ministri nell’elaborarla.

È vero, c’è un aumento. Non l’abbiamo mai negato. C’è un aumento del Fondo sanitario nazionale in questa manovra di 3 miliardi, non dei 4 che avevamo chiesto per quest’anno e per l’anno prossimo. Peccato che di quei 3 miliardi l’80 per cento se ne andrà nei rinnovi contrattuali per il personale. Sacrosanti, questo ci tengo a dirlo, sacrosanti per il personale che ne ha pienamente diritto, ma dobbiamo dirci in modo molto chiaro che non sono risorse in più per i servizi. Peccato anche che quei 4 miliardi arrivino solo nel 2024. Per il 2023 non si è previsto nulla e tutte le Regioni che, come dicevo, hanno condiviso la posizione e la necessità dell’aumento del Fondo, siano a rischio piani di rientro.

Il finanziamento per la sanità pubblica con questa legge di bilancio scende sotto il 7 per cento e di contro proliferano le strutture private, che per chi ha soldi, sì, compensano le carenze del pubblico, ma solo per chi ha soldi. Ciliegina sulla torta, nella legge di bilancio abbiamo anche trovato un passaggio. Spero che poi i colleghi ci illumineranno: 300 milioni di euro in regalo alla sanità della regione Sicilia. Stiamo, come Emilia-Romagna, facendo il bancomat alla Regione Sicilia, e tutti quelli che qualche anno fa dicevano prima il Nord adesso sono spariti. Quasi quasi comincio ad averne un po’ di nostalgia, ma non arriverò fin lì.

In aggiunta a una manovra già discutibile, in questi giorni abbiamo saputo che, in palese e sostanziale contrasto con quanto previsto dall’accordo tra il Governo e le Regioni in materia di interventi a favore del comparto regionale, anche con la complicità del presidente della Conferenza Stato-Regioni che ha fermato il bilancio su mandato della Conferenza stessa, il Governo ha tagliato alle Regioni altri 350 milioni di euro annui di trasferimenti, che per noi impattano per maggiori entrate quasi di 30 milioni di euro, considerati i 14 ai quali avevamo già rinunciato.

Il presidente Bonaccini ha chiesto di discuterne nella prossima seduta della Conferenza Stato-Regioni e spero che ci venga spiegato perché questo colpo di mano, e speriamo anche che venga rivisto, visto che a noi interessa la sostanza e interessano le risorse per portare avanti la qualità dei servizi.

In questo quadro è chiaro che la scelta di smantellare la sanità pubblica è lapalissiana, ma deve essere altrettanto chiaro che noi non ci stiamo. Questo provvedimento si concentra su due aspetti, che tutti i colleghi in quest’aula ormai conoscono benissimo, uno meramente finanziario per garantire la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e regionale, quindi i 4 miliardi di euro per i prossimi 5 anni per raggiungere l’obiettivo almeno tendenziale del 7,5 del PIL nominale, e non ci ha nemmeno sfiorato pensare di mettere in legge di raggiungere i livelli di altri Paesi europei, ma almeno un livello sostenibile, questo sì.

Il secondo tema è quello del personale. Abbiamo tutti i giorni testimonianza dei forti rischi per la tenuta e riusciremo ‒ credo ‒ con mille criticità a mantenere i LEA del Servizio sanitario nazionale e regionale, ma senza i medici e senza il personale tutto resta un’utopia.

Il Covid ha fatto esplodere i bisogni di una società che è profondamente cambiata, dalla demografia alla salute mentale, all’allungamento della vita, che si porta dietro il conseguente aumento della cronicità. È arrivato nel frattempo il DM 77, che abbiamo definito la Carta costituzionale dei servizi sanitari territoriali, che deve essere progressivamente attuato e fissa obiettivi molto chiari da raggiungere su Case di comunità, su ospedali di comunità e infermieri di comunità e su assistenza domiciliare.

La scienza medica ha fatto passi da gigante sulla ricerca, quindi su farmaci e tecnologie sempre più avanzate e salvavita, ma che costano e i cui costi non sono comprimibili, e, a fronte di nuovi problemi, rimangono anche tutti i vecchi problemi e i vecchi bisogni, ma dobbiamo dirci che non possono essere tra loro alternativi. Noi dobbiamo rispondere a tutti, abbiamo il dovere di rispondere sia ai problemi vecchi che a quelli nuovi.

In questa Regione abbiamo l’ambizione e la determinazione per rispondere a tutti, nessuno escluso, ma per farlo sono necessari nuovi servizi ed è necessario il potenziamento dei servizi esistenti. E per il potenziamento servono risorse.

Vanno strutturate la medicina e l’assistenza territoriale, ma bisogna anche rafforzare la rete ospedaliera. Una sanità pubblica che abbia questi obiettivi, come del resto ci dice il PNRR, ha bisogno di maggiori risorse perché le spese per l’efficienza oltre un certo limite non sono comprimibili. Lo diciamo noi e lo dicono le Regioni a sanità pubblica, ad iniziare dal Veneto, come testimoniano i documenti approvati all’unanimità in Conferenza Stato-Regioni e come testimonia bene il DEFR del Veneto, del quale abbiamo discusso ampiamente anche nella precedente seduta, in relazione al nostro DEFR, anche se so che a qualcuno non piace che guardiamo a quello che succede ai nostri vicini di casa.

Lo stesso Governo e anche i Governi precedenti – perché non ne abbiamo mai fatto una questione politica di questo tema – hanno certificato nei documenti di economia e finanza annuali, quindi previsione e consuntivi, che il costo della sanità è di molto superiore alle poste in bilancio. A chi insinua che le risorse sono sufficienti, ma vengono spese male, a chi insinua questo, ha già risposto la Corte dei conti, visto che i Gruppi di minoranza spesso la citano. È stata la Corte dei conti a fare una fantastica tabellina dalla quale si vede che siamo la Regione che ha il livello di qualità più alta nei LEA e il livello di spesa più basso come spesa pro capite.

Io non credo siano necessarie molte altre informazioni per capire che le risorse che arrivavano qui venivano spese bene. Però siamo di fronte, l’ho detto anche in Commissione e credo che possa essere un esempio calzante, a dei bisogni nuovi, come in una famiglia, con due figli che crescono, ed è ovvio che a 15 anni costano di più perché hanno bisogno di più cibo di quando avevano un anno, per dirla male, e nessuno può dire che la famiglia deve risparmiare sulla loro crescita.

La sanità pubblica del post Covid ha bisogno di personale pagato e motivato, e di miliardi per le spese obbligatorie come da livelli essenziali di assistenza.

Serve un’azione decisa e pratica a difesa della sanità pubblica e universalistica, con risorse stabili e adeguate, che consentano la programmazione e la tenuta complessiva del Servizio sanitario nazionale.

Come Regione anche per l’attuazione del DM 70, partiamo più avanti di altri: siamo già all’8 per cento, dobbiamo raggiungere il 10 per cento, ci sono altre Regioni più basse; siamo la Regione con il maggior numero di case di comunità, sono 130 su 500 a livello nazionale; abbiamo già predisposto la rete degli infermieri di comunità, ce n’è praticamente uno in ogni Comune.

Siamo più avanti, lo voglio dire, perché abbiamo investito risorse nostre.

C’è il tema della mobilità attiva, del sistema pubblico e universalistico.

La Regione Emilia-Romagna attira pazienti da altre Regioni per una spesa di 232 milioni di euro, poi vengono alle Regioni a noi vicine, Lombardia e Veneto.

Lo sappiamo tutti che la mobilità attiva non copre tutti i costi dell’architettura sanitaria. La Regione ha sempre dato esigibilità all’articolo 32 della Costituzione che copre le istanze di tutti coloro che hanno bisogno di intervento o cura.

Quello che possiamo contenere a livello di costi è molto inferiore ai costi che stanno aumentando e non possiamo contenere, a questo punto bisogna decidere cosa vogliamo fare.

Noi vogliamo continuare a curare i residenti di altre Regioni e anche gli emiliano-romagnoli.

Il solo tema dei farmaci innovativi, che è l’esempio più chiaro, i farmaci innovativi valgono da soli quello che possiamo diminuire, ottimizzare a livello di costi e resterebbe comunque la copertura dell’inflazione, le spese energetiche, l’efficientamento, il costo dei contratti per i dipendenti che ricade in parte sulle Regioni.

Vogliamo non curare più chi ne ha bisogno con i farmaci innovativi perché non ci sono le risorse? Di questo dobbiamo parlare oggi nella scelta e l’approvazione di questo progetto di legge.

La spesa sanitaria sta aumentando, è un dato di fatto, e non sempre è connessa alla possibilità che hanno le Regioni di incidere su di essa.

I Governi precedenti non hanno riconosciuto alle Regioni le spese Covid 2020-21 e le spese energetiche del 2022.

Se avessimo un miliardo di euro, che è quel miliardo che non c’è stato rimborsato, penso che potremmo fare una discussione più tranquilla, ancorché certamente non di prospettiva, perché quello che vogliamo far passare è la stabilizzazione del fondo sanitario al sette e mezzo.

Nel 2019 il rapporto spesa sanitaria PIL era del 6,4; Germania 9,9; Francia 9,3. Nel 2020 è aumentato, chiaramente a causa del Covid, e siamo arrivati al 7,4 per cento.

C’è in previsioni del DEFR 2025 di scendere al 6 per cento sul PIL, quindi vuol proprio dire che tutti i discorsi fatti alla fine della pandemia sull’investimento in sanità, ce li siamo già dimenticati.

L’Italia è tredicesima per spesa pro capite per sanità nella graduatoria dei Paesi europei, sotto la Repubblica Ceca e molto e molto, molto distante da Germania, Francia e Spagna.

Credo che l’articolo 1 sia quello sul quale faremo un’ampia discussione prima, anche rispetto alle scelte del Governo. L’articolo 2, però, non è meno importante. In questa proposta di legge vogliamo il superamento dei vincoli di spesa per il personale imposto dalla legge nazionale del 2004. C’è anche il paradosso del limite del salario accessorio, che comporta che più personale assumi, meno quel personale guadagna in salario accessorio.

Dove troviamo le coperture. Abbiamo fatto un riferimento alle relazioni del Governo sul contrasto all’evasione, che è di 100 milioni all’anno, visto che basiamo il Servizio sanitario nazionale sulla fiscalità generale. Per noi l’obiettivo è far pagare le tasse a chi le evade, destinando alla sanità questo fondo. Questa è la nostra proposta. Se nella discussione parlamentare, riusciranno a trovare altre coperture, a noi va bene lo stesso. L’importante è che siano tutti d’accordo sul fatto che la sanità è una priorità non solo per l’Emilia-Romagna, ma per l’Italia. Non mi pare che sia ancora passato, è l’obiettivo di questo progetto di legge che vogliamo far passare.

Nessuno può dire che queste stesse richieste non siano state fatte anche dalle altre Regioni. Poi magari hanno scelto uno strumento diverso. Sono state condivise anche dal Ministro. Davvero non si comprende perché, dopo anni di discussione e mesi di discussione e l’accordo di tutte le Regioni e il Ministro della Salute che si dice concorde, siamo ancora a questo punto. Si inserisce certo la discussione nella legge di stabilità e in quella sui bilanci preventivi delle aziende sanitarie. Il bilancio preventivo delle nostre aziende è coperto in parte da quanto erogato dal Fondo sanitario nazionale. In parte abbiamo ottenuto dei finanziamenti dalla gestione accentrata per erogarli successivamente. Casualmente, la differenza fa proprio il 7,5 per cento dei 4 miliardi di euro.

Se la richiesta non sarà accolta, dovremo anche noi mettere a bilancio poste straordinarie, ma questo scostamento che le Regioni hanno, quindi non solo noi, impedisce una vera e propria programmazione pluriennale. Se non si può fare una programmazione, come pensiamo di fare nel recuperare le liste d’attesa, che ormai sono lunghissime, nel recuperare le prestazioni, nel tornare alla sanità che abbiamo conosciuto nel 2019, prima del Covid, se possibile con i miglioramenti che ci ha insegnato il Covid.

In questa discussione ognuno dovrà dire e in quale modello di sanità crede, noi lo stiamo dicendo in modo molto chiaro, crediamo nell’articolo 32 della Costituzione, crediamo nel diritto alla salute come fondamentale e ad accesso universale, vogliamo curare tutti a prescindere dalla residenza.

Aggiungo, in conclusione, presidente, che in Piemonte la settimana scorsa sono riusciti a superare le appartenenze e a votare all’unanimità lo stesso testo che viene in approvazione in quest’Assemblea oggi. Io spero davvero che anche qui, al netto della durezza dei toni della discussione e della chiarezza delle diverse sensibilità che ci sono, spero davvero che anche in questo passaggio l’Assemblea dell’Emilia-Romagna riesca a mettere al primo posto l’interesse pubblico dei cittadini, che è quello della sanità, superando gli steccati delle appartenenze e facendo la cosa giusta per un obiettivo più alto, che è quello del diritto alla salute di qualità per tutti.

Il dibattito ‒ credo ‒ sarà ampio, saranno in discussione (lo preannuncio) anche alcuni ordini del giorno che aumenteranno il focus su alcuni aspetti più tecnici, almeno come Partito Democratico ne presenteremo uno sulla spesa farmaceutica, altri colleghi di maggioranza ne presenteranno altri.

 Credo davvero però che l’obiettivo di oggi sia quello di dare un segnale agli emiliano-romagnoli e all’Italia intera che la sanità va assolutamente messa al primo posto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Passiamo adesso alla relazione del relatore di minoranza, consigliere Marchetti. Prego.

 

MARCHETTI Daniele, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Arriviamo finalmente a discutere qui in aula questo progetto di legge alle Camere, presentato dal Partito Democratico e in generale da tutto il Centrosinistra, dopo un iter molto lungo (nemmeno una riforma della Costituzione prevede passaggi così duraturi).

Abbiamo discusso in Commissione sanità, dove si sono tenute diverse informative, c’è stata l’illustrazione, l’informativa dell’assessore, l’audizione dei parlamentari eletti in Emilia-Romagna, l’udienza conoscitiva di soggetti del terzo settore, di associazioni di categoria, che hanno detto la loro, comunque, in quelle sedi.

Ma al di là del fatto che è emersa ovviamente la necessità di porre una maggiore attenzione sulla sanità, evidenziando ulteriormente che è necessario investire di più sul comparto sanitario, al di là di questo aspetto, non è uscito alcun elemento di novità.

C’è chi ad esempio durante l’udienza conoscitiva ha comunque espresso perplessità sulle coperture previste da questo progetto di legge. Infatti, si parla di un recupero di risorse dall’evasione fiscale, un principio sacrosanto, per carità, ma un po’ vago, per cercare coperture certe per una problematica di questo tipo.

Ma la situazione paradossale è che ci ritroviamo in questa situazione, e stiamo affrontando una discussione di questo tipo proprio nel momento in cui il Governo nazionale, per la prima volta, stanzia più 3 miliardi di euro. Stanziamento superiore, che ha riconosciuto anche la relatrice di maggioranza, finalmente, perché fino a qualche giorno fa c’era qualche tentennamento a riconoscere questo impegno importante da parte del Governo nazionale. Sentendo i vostri esponenti, non solo qui, all’interno del Consiglio regionale, o in Commissione, ma anche a livello territoriale, ne abbiamo sentite di tutti i colori. Io ho visto le raccolte firme, i banchetti che avete organizzato con dei volantinaggi, che denunciavano un taglio sulla sanità pubblica: dov’è questo taglio alla sanità pubblica? C’è stato forse un taglio alla sanità pubblica? Avete taciuto per anni; avete accettato qualsiasi tipo di riduzione dei servizi sulla rete ospedaliera. Avete fatto finta di niente di fronte a meno 37 miliardi di euro che i vostri Governi hanno tagliato nel corso di questi ultimi anni: i vostri Governi hanno tagliato 37 miliardi di euro.

E oggi, improvvisamente, vi siete svegliati. Io ho partecipato anche ai lavori della scorsa legislatura, così come tanti altri colleghi, anche di questa maggioranza che oggi denunciano questa situazione. Quante volte abbiamo cercato di fermare i tagli sulla rete ospedaliera, ad esempio, avviati ormai dieci anni fa, perché comunque andavano di pari passo con le riduzioni di stanziamenti a livello nazionale? Man mano che venivano ridotti gli stanziamenti a livello nazionale, qui si riducevano i servizi e tutti zitti. All’epoca tutti zitti, nessuno fiatava. Anzi, era vietato parlare di tagli alla sanità. All’epoca si parlava di riorganizzazione. Era un efficientamento. Tagliamo dei presìdi ospedalieri, sì, ma nella riorganizzazione abbiamo la meravigliosa logica hub and spoke da portare avanti, che per certi casi, per carità, funziona, ma in altri casi si traduceva in un mero taglio dei servizi a livello territoriale, soprattutto nei territori più periferici.

Io mi ricordo quando venivano approvati provvedimenti che tagliavano, ad esempio, oltre 800 posti letto a livello regionale, intervenendo anche su day hospital anche abbastanza delicati come quelli della chemioterapia, passando tutto a prestazione ambulatoriale, mettendo in difficoltà numerose categorie professionali come i metalmeccanici. Io mi ricordo che all’epoca nessuno fiatava. Non c’erano raccolte firme in giro per le città dell’Emilia-Romagna. Io non mi ricordo di avervi visto in piazza all’epoca a chiedere ai vostri Governi più risorse.

Poi magari mi sbaglio e mi ricorderete qualche episodio che mi sfugge, però io ho soltanto questo ricordo di questi atti che passavano col vostro favore, con la vostra condivisione, con un Assessorato guidato da un professionista della sanità che, mentre tagliava, mentre tagliava qui in Regione Emilia-Romagna, aveva deciso di mantenere lo stipendio legato all’azienda sanitaria di provenienza perché così avrebbe preso di più, perché è questo che siete voi. Una persona che, quando ha chiuso il suo percorso politico, tagliando di tutto di più, si è poi buttato sul privato, facendo comunque delle… Sento del brusio, cosa è successo? Facendo comunque delle consulenze a grossi gruppi di cliniche private o a compagnie assicurative, che, guarda caso, hanno guadagnato in questi anni con i tagli che voi stessi avete applicato. Fa sorridere a volte il caso, perché non voglio insinuare assolutamente nulla, però fa sorridere.

Io mi auguro che l’assessore Donini, invece, che stimo comunque come persona perché ci conosciamo da tanti anni, per carità, e conosco la sua correttezza, che non rimanga nei ricordi di questa legislatura come l’esecutore di ulteriori tagli, perché oggi quello che stiamo vedendo, in realtà, è un continuo di ciò che state facendo voi nel corso di questi ultimi decenni, ovvero tagli su tagli. La scorsa legislatura verrà ricordata come quella dei tagli dei posti letto, del depotenziamento della rete ospedaliera. Quella attuale purtroppo, ahimè, verrà ricordata come la legislatura che ha portato a un taglio del servizio dell’emergenza urgenza.

Questa è la realtà dei fatti, poi io capisco anche la vostra difficoltà nel dover far fronte a un Governo che in realtà per la prima volta ha stanziato, a differenza vostra, più risorse per la sanità, quindi voi in qualche modo dovete giustificare tutto ciò che è accaduto nel corso di questi ultimi anni, però non si può stravolgere e mistificare la realtà, i dati sono dati.

Certo, uno mi può fare il discorso sull’inflazione, dicendo che i 3 miliardi non bastano, e certo non bastano, non bastano a colmare i disastri che avete combinato voi, i tagli che avete applicato voi! Certo, non bastano, non bastano, ma è già un primo segnale, è un primo segnale che questo Governo ha dato a un Servizio sanitario nazionale che fino ad oggi è stato spolpato dalle vostre iniziative, e oggi venite qui con la pretesa di insegnarci come si difende il Servizio sanitario pubblico universalistico, come dite voi.

Voi volete venirci a raccontare questo, quando il Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna non può più fare a meno del privato accreditato? Per giustificare anche questo aumento continuo di risorse verso il privato accreditato, avete iniziato a chiamarlo “sistema pubblico allargato”, solo perché avete degli imbarazzi tra le fila della sinistra più radicale che sostiene questa Giunta regionale, adesso non è più privato, è un sistema pubblico allargato.

Avete questo vizio di giocare sempre con le parole voi, ma i cittadini non hanno l’anello al naso, non si fanno trascinare a lungo dietro a quelle che io in Commissione ho definito fesserie, che avete anche distribuito tra la cittadinanza, denunciando una situazione che non esiste, o meglio le difficoltà ci sono del Servizio sanitario nazionale, così come a livello locale, ovviamente, di riflesso ci sono delle difficoltà, però queste difficoltà vanno affrontate, facendo anche un minimo di autoanalisi su cosa potremmo fare noi in casa nostra.

È giusto e doveroso chiedere una maggiore attenzione al Governo nazionale, questo segnale è arrivato, poi ‒ ripeto ‒ se per voi non basta, va bene, è una legittima posizione, ma un segno più comunque a differenza del passato c’è, e non di poco conto, perché sono risorse che andranno a finanziare attività di smaltimento delle liste d’attesa per le prestazioni specialistiche, sono risorse che vanno a finanziare anche il rinnovo dei contratti, perché un altro problema del servizio sanitario nazionale è proprio quello dell’attrattività del pubblico, visto che i professionisti scappano nel privato, perché dal punto di vista economico non è più appetibile, purtroppo, quindi è importante andare verso un rinnovo di questi contratti.

Eppure, nonostante tutto, siete ancora qui a denunciare un Governo per dei presunti tagli che non esistono. Ancora oggi ne sentiamo parlare; ancora oggi dalla relatrice di maggioranza abbiamo sentito parlare di un taglio, di una scarsa attenzione del Governo nei confronti della sanità.

Ci avete detto: sì, ci son 3 miliardi, ma ne servivano 4. Se ne avessimo stanziati 4, ne sarebbero serviti 5, è sempre un rilancio continuo. Per carità, più soldi arrivano alla sanità, meglio è. Però, ci rendiamo conto tutti del quadro economico generale, dello sforzo che il Governo ha compiuto per stanziare queste risorse.

Poi si può sempre fare meglio, questo a livello nazionale, ma ricordatevi anche qui a livello regionale. La relatrice di maggioranza, consigliera Zappaterra, ha dato la sua lettura dei dati forniti dalla Corte dei conti, che ha espresso un parere sul servizio offerto. Per carità, siamo tutti consapevoli che rientriamo ancora fra quelle realtà che nella nostra rete ospedaliera ha delle eccellenze assolute. Nessuno dice il contrario; però è un servizio sanitario nazionale (e regionale, soprattutto) che sta iniziando a tirar delle crepe. E su questo dobbiamo intervenire.

E dobbiamo intervenire con serietà, non buttandola in caciara, come si suol dire, dobbiamo intervenire iniziando a comprendere magari su che cosa eventualmente abbiamo sbagliato anche a livello regionale, perché, signori, non siete perfetti. Non siete perfetti. Non siete sempre i primi della classe.

La Corte dei conti vi ha detto anche un’altra cosa. Vi ha detto che nel biennio più duro della pandemia avete assunto decisioni che non erano in linea con il legislatore nazionale, e questo non significa aver assunto decisioni illegittime, ma significa che evidentemente avete fatto qualche passo in più del dovuto.

Quindi, di conseguenza, evidentemente, dal momento che ci sono state delle persone, vostre, interne all’assessorato, che hanno criticato alcune scelte che poi avete ripremiato successivamente, con uno stipendio d’oro per non farla lavorare un solo giorno. Anche questo credo sia un elemento da tenere in considerazione. Evidentemente qualcosa non è andato per il verso giusto.

Allora, oggi, discutere di questa problematica in questo modo mi sembra assolutamente fuori luogo. Io ho ascoltato anche con attenzione tutti i contributi che sono stati dati sia dai colleghi, ma anche dai soggetti che hanno partecipato all’udienza conoscitiva e, ripeto, in quella sede è emersa la necessità di garantire un maggior contributo per l’ambito sanitario, ma io ricordo anche, ad esempio, le parole di una vostra esponente eletta in Parlamento, che è venuta in audizione. Rispondendo al sottoscritto, che aveva fatto presente che in realtà c’era già stato un incremento anche di 2 miliardi di euro, la stessa esponente ha detto, va beh, ma quei soldi rappresentavano un finto incremento perché sono andati a finanziare la copertura delle spese energetiche. Beh, signori, ma vi rendete conto che se non fossero arrivate quelle risorse, il nostro servizio sanitario regionale sarebbe crollato per via dell’aumento dei costi energetici?

Ci sono aumenti dei finanziamenti buoni e meno buoni? Erano pur sempre finanziamenti finalizzati al mantenimento del Servizio sanitario regionale, che sarebbe crollato per via dell’aumento dei costi energetici, però per voi in quella sede rappresentavano un finto aumento. Sì, 2 miliardi, però sono andati a coprire i costi energetici, quindi… Questi sono 3 miliardi, sì, però 3 miliardi serviranno per andare a recuperare le liste d’attesa e per il rinnovo dei contratti. E quindi? Quindi? Li avreste rifiutati voi? Con quali risorse avreste coperto il rinnovo dei contratti? Con quali risorse avreste mantenuto, magari, un professionista che abbandona il pubblico per andare nel privato? Perché ci siamo raccontati più volte, ad esempio, che la vostra riforma dell’emergenza-urgenza è dovuta sia alla difficoltà del reperimento delle figure, ma anche alla necessità di rendere più appetibile il Servizio sanitario regionale, perché magari un professionista che fino ad oggi ha lavorato nel servizio di emergenza-urgenza appena può scappa.

Allora, se non interveniamo su quel fronte lì, è inutile che ci raccontiamo e vogliamo portare avanti delle riforme farlocche, che non porteranno ad altro che a tagliare dei pronto soccorso e a ridurre in altri territori la continuità assistenziale, perché sarà meno capillare di quella che abbiamo oggi. Questo lo dimostrano le mappe che state proiettando nelle varie Conferenze sociosanitarie della nostra Regione.

Noi abbiamo sempre dato la nostra disponibilità nel cercare di ragionare insieme su un problema condiviso, perché ‒ lo ripeto per l’ennesima volta ‒ è un problema condiviso, abbiamo sempre cercato di dare il nostro contributo con proposte che sono agli atti e che quindi nessuno può smentire, che possono piacere o meno, perché questo sta nella logica del dibattito democratico, per carità, non pretendiamo di avere sempre la verità in tasca o la soluzione giusta, però tante volte ci potremmo confrontare, anziché tenere dei progetti di legge o delle proposte per anni, per poi liquidarli con un “non serviva un progetto di legge perché tanto saranno cose che noi andremo a fare con altre forme”.

 Vedremo poi come andrete a realizzare certe iniziative, come con l’ultimo Documento di economia e finanza che, quando abbiamo proposto delle modifiche e degli emendamenti sulla sanità, ci avete detto “rientrerà tutto nella Nota di aggiornamento”.

 Sentire sempre queste polemiche ridondanti dopo un po’ stanca, soprattutto quando parlate dei farmaci innovativi, ad esempio. Vi siete messi in linea per aderire alla rete delle malattie rare a livello nazionale? Perché non mi risulta che la Regione Emilia-Romagna abbia già aderito - almeno fino a poco tempo fa, magari in queste ultime settimane vi siete messi in linea - a questo Piano nazionale che ha messo sul piatto 50 milioni di euro.

La Calabria ha già aderito, ve lo ricordo, visto che siete sempre i primi della classe, la Calabria ha già aderito al Piano nazionale malattie rare, voi avete aderito, sì o no? Fino a qualche settimana fa, no, quindi tanti saluti a quei 50 milioni di euro! Immagino che vi metterete in linea, me lo auguro per tutti noi, per tutti i cittadini, però sono risorse importanti.

Chiudo (ci saranno sicuramente altre occasioni di confronto). Visto che la consigliera Zappaterra ha detto che altre Regioni hanno già adottato questo provvedimento, vi dico molto chiaramente che noi, a differenza di quei colleghi, vi conosciamo bene perché abbiamo visto come avete operato in questi ultimi 10 anni anche qui, in sede regionale, di conseguenza in questi giochetti non caschiamo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Procediamo con il dibattito generale. Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Arriviamo finalmente alle battute finali di questo progetto di legge, un progetto di legge che parte dal mese di settembre, nei cui confronti nelle Commissioni, negli incontri - non molti che ci sono stati - abbiamo già espresso le nostre perplessità, perplessità di metodo e di merito.

Sul metodo, lo dobbiamo ribadire ormai fino a stancare chi ci ascolta, dobbiamo evidenziare come questo progetto di legge è stato presentato a noi consiglieri successivamente alla presentazione alla stampa, successivamente alla presentazione ai sindacati, successivamente all’illustrazione alle Feste dell’Unità, a tutti fuorché a questa Assemblea. Un progetto di legge che da principio è stato definito trasversale.

Per dargli forza e credibilità, per dare supporto a questo progetto di legge, gli ordini del giorno presentati dal Partito Democratico e dalla sinistra nei Consigli comunali, i nostri consiglieri ci chiamavano: di che cosa stanno parlando, di che cosa state parlando? Noi poco sapevamo, perché già eravate partiti così in quarta.

Il sostegno e supporto andava magari chiesto su un testo definitivo, ma probabilmente per voi questo testo è già definitivo, quindi un testo non emendabile, un testo rispetto a cui è difficile farsi approvare anche ordini del giorno.

Nel merito abbiamo ascoltato attentamente tutti i contributi, quelli dei consiglieri di maggioranza, dei relatori, abbiamo ascoltato le associazioni che sono venute a parlare in Commissione.

Per noi questo progetto di legge rimane inaccettabile, perché? Perché riteniamo che chi ha falcidiato il sistema sanitario, prima nazionale e poi regionale, oggi sia impossibile che possa avere tutte quelle soluzioni necessarie per dettare al Governo una linea risolutiva.

Abbiamo ascoltato più volte la frase: o il Governo ci dà i soldi o salta tutto. La sintesi era questa. Noi riteniamo che i fatti parlino diversamente.

Anche nella narrazione che le Regioni sono tutte concordi, che nella Conferenza Stato Regione c’è questa unanimità rispetto al progetto di legge, noi abbiamo riscontri diversi.

Si è citato poco fa il Piemonte. Io parlo per il Gruppo che rappresento, per Fratelli d’Italia, e in Piemonte Fratelli d’Italia non ha partecipato al voto ed è uscito dall’aula. Quindi la nostra linea rimane in Emilia-Romagna, come in Piemonte, come nel Lazio, come nelle altre Regioni, la medesima. Perché abbiamo una linea sola, una parola sola, una faccia sola, ci mettiamo la nostra e questa è.

Lo stesso ha fatto comunque il presidente Rocca quando ha dibattuto con il presidente Bonaccini e ha ricordato quello che la Regione Emilia-Romagna ha fatto o non ha fatto, che non sia poi così discostata da altre Regioni, strizzando un po’ l’occhio alla sanità privata. Qualcuno lo ha ricordato prima.

Forse una volta, vent’anni fa, trent’anni fa, la sanità in Emilia-Romagna era il fiore all’occhiello; forse una volta, vent’anni fa, la Regione Emilia-Romagna era la locomotiva d’Italia.

Oggi la locomotiva d’Italia sono i cittadini emiliano-romagnoli, non la Regione Emilia-Romagna, e questa è una distinzione importante di cui da parte vostra dovreste iniziare a prendere atto. Noi possiamo dire che il Governo oggi mette 3 miliardi in più sulla sanità, complessivamente. Possiamo dire che guarda alla diminuzione delle liste d’attesa; possiamo dire che pensa alle detassazioni per i professionisti medici; possiamo parlare di 136 miliardi in più; possiamo parlare di 3 miliardi in più per il 2024, 4 miliardi per il 2025, 4,2 miliardi per il 2026. Per dire cosa? Che è vero che il ministro Schillaci chiede più soldi per la sanità, e chi non li chiederebbe? Li chiedono anche tutti quei cittadini emiliano-romagnoli a cui voi avete sottoposto la vostra petizione. Ma questo vi dovrebbe dare la misura di come è la sanità in Emilia-Romagna, perché chi non vorrebbe più soldi? Tutti noi. Ma nel chiedere soldi dovreste anche spiegare un pochino dei vostri dati, e cioè come funziona la sanità nella Regione Emilia-Romagna.

Che questo progetto di legge, nella misura in cui è presentato, non possa trovare giustificazione lo ha detto anche in maniera plastica, chiara e lineare anche chi rappresenta le categorie produttive, perché nella relazione che Confindustria ci ha consegnato durante quella udienza conoscitiva, è proprio Confindustria che dice: volete legare a quella percentuale (PIL) il progetto di legge, che era quella dell’1,1 per cento? In pratica, quei tassi di crescita registrati nella fase pre-Covid. Quindi, non potete nemmeno citare il Covid, il caro energetico, il post Covid, le guerre: no, era quella fase dell’1,1 per cento della fase pre-Covid che anche loro ritengono del tutto insufficiente a garantire il maggior gettito richiesto per garantire il fabbisogno necessario al fondo sanitario nazionale, come la proposta di legge in esame nero su bianco: questa è Confindustria.

Vi dice poi che il secondo fattore che viene indicato per recuperare le somme attraverso la lotta all’evasione fiscale non è percorribile, e ve lo spiega. A questo proposito, visto che la Regione Emilia-Romagna è così brava a dettare lezioni al Governo dicendo anche come deve fare per reperire i soldi, io vorrei chiedere come mai la Regione Emilia-Romagna, però, non è altrettanto brava a recuperare quegli 87 milioni di ticket non pagati, di cui recupera soltanto un terzo, visto il buco di bilancio che ha la Regione Emilia-Romagna sul bilancio della sanità, che incide per l’80 per cento sul bilancio regionale. Perché impartite lezioni al Governo? Perché questi soldi non possono essere recuperati e impiegati per i cittadini emiliano-romagnoli? Perché le aziende sanitarie chiudono tutte il bilancio in negativo? Perché non ci spiegate queste cose?

Che cosa risponde l’assessore? Ora non lo vedo più in aula. L’assessore dice, è vero, c’è questo problema. Noi che cosa facciamo? Noi apriamo i CAU. Cioè noi apriamo i CAU per evitare che ci siano, diciamo non per, anche per evitare che ci siano ticket non pagati. Quindi che cosa facciamo? Chiudiamo i pronto soccorso o parzialmente e apriamo i CAU. Ci sembra un pochino come risposta… Ci sembra una risposta un pochino di comodo. Vogliamo ricordare anche il tema delle spese in generale, anche della fase del biennio 2020- 2021. L’ha citato la Corte dei conti. Ha detto che l’Emilia-Romagna ha fatto scelte non coerenti con quanto, appunto, aveva previsto il legislatore nazionale. Perché non lo diciamo? Perché non facciamo mai un po’ di autocritica?

Perché non diciamo, come in realtà ha detto un esponente del Partito Democratico in Commissione, per il 2023 cercheremo di capire come chiudere, se il Governo ci darà almeno i 4 miliardi per il 2024? Quindi, ci pare un po’ che l’essenza di questo PDL sia questa, sia molto legata non nell’esigenza di riformare, offrire servizi migliori e innovativi ai cittadini, ma nell’esigenza, molto banalmente, di fare cassa. Vogliamo dire però che a fronte di una rigidità iniziale di questo Gruppo, abbiamo però ascoltato anche i parlamentari eletti, i senatori eletti e quindi, quando è stato il nostro turno, visto che vogliamo essere collaborativi, abbiamo in qualche modo, per mezzo del senatore Lisei, valutato la possibilità di proporre un progetto di legge… Un emendamento a questo progetto di legge.

Ci sarebbe piaciuto poterlo illustrare anche al presidente Bonaccini, non l’abbiamo mai visto quando parlavamo di sanità. Probabilmente verrà nel pomeriggio. Noi di solito leggiamo l’agenda di Giorgia. Invece abbiamo avuto la possibilità in questi giorni di vedere anche l’agenda del presidente e pare che oggi pomeriggio ci sia. Lo ripeto, però, perché lo ripresenteremo sotto forma di ordine del giorno all’esito di questo intervento o alla ripresa della seduta.

Il nostro emendamento partiva da una premessa: si chiedeva a questa Regione, come ci ha detto in realtà anche l’assessore Donini in Commissione, di guardare al passato e di prendere atto e riconoscere che in passato, negli ultimi 10 anni, i Governi che c’erano non hanno posto in essere scelte proprio oculate, quindi noi chiedevamo una premessa con questo emendamento da apporre al progetto di legge.

Premesso che dal 2011 al 2021 con i Governi di Centrosinistra sono stati tagliati 125 ospedali, 703 strutture per l’assistenza sanitaria e specialistica ambulatoriale, 5.818 posti letto, 5.811 medici di famiglia, 1.577 medici di continuità assistenziale, 310 consultori, 46 aziende sanitarie, premesso che il picco minimo di finanziamento del Fondo sanitario nazionale è stato nel 2013 con 107 miliardi, durante il Governo Letta, al secondo posto nel 2015 con 109,7 miliardi con il Governo Renzi, premesso che questi interventi hanno causato e contribuito ad una progressiva destrutturazione del Sistema sanitario pubblico e che oggi questa situazione è difficilmente recuperabile anche per questo, considerato che la Regione Emilia-Romagna - lo abbiamo rammentato prima e qualcuno anche prima di noi - non è stata esente dall’adottare tagli indiscriminati alla sanità pubblica, considerato che la Regione Emilia-Romagna, invece di investire sul personale, ha deciso di investire nell’edilizia sanitaria, aggravando così il progressivo processo di abbandono del personale del servizio pubblico, perché noi abbiamo investito molto sulle Case della salute, a nostro dire con scarsi risultati.

Oggi qualcuna di esse diventerà sede dei CAU e quindi abbiamo trovato un nuovo impiego. Resta da verificare quali saranno i professionisti che potranno prendere funzione all’interno e quali attrezzature vi saranno, però magari ci viene in aiuto il PNRR e quindi anche il Governo.

Premesso che la Regione Emilia-Romagna ha destrutturato la sanità territoriale, intervenendo con i grandi poli, il modello hub and spoke, destrutturando l’essenza dei presidi periferici, oggi aspettiamo, perché immaginiamo che il Governo oggi dovrà dare qualche risposta sulla riapertura dei punti nascita. Abbiamo chiesto anche copia di quella famosa relazione che è stata inviata a Speranza e copia della risposta che probabilmente c’è stata, perché è stata citata in Commissione, che il Ministero dovrebbe avere dato rispetto all’apertura dei punti nascita.

Considerato che la Regione Emilia-Romagna ha sottostimato in questi anni l’esigenza di medici di base con programmazioni del tutto inadeguate in vista dei futuri pensionamenti.

Abbiamo già detto un considerato prima, quello dei bilanci delle aziende sanitarie in perdita. Abbiamo già esposto un considerato prima, quello del buco di bilancio.

Alla luce di tutto questo, il nostro emendamento chiedeva una presa d’atto, chiedeva una presa d’atto secondo noi doverosa, ovvero quella che la Regione Emilia-Romagna nel chiedere al Governo e nel dire che ha la stretta necessità di ricevere questi finanziamenti, si scusasse con i cittadini emiliano-romagnoli.

Quindi l’abbiamo formalizzato in un emendamento che chiude il nostro, cioè questo: nessuno si è ancora scusato per quanto…

 

(i consiglieri del Gruppo Fratelli d’Italia mostrano dei cartelli)

 

PRESIDENTE (Petitti): Consiglieri, chiedo di abbassare i cartelli che, come sapete, non sono previsti nell’aula.

Quindi, grazie, potete per favore abbassare i cartelli.

Altri in dibattito generale? Io non ho iscritti a parlare in dibattito generale.

Sono le ore 12,50.

Consigliera Piccinini?

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Benissimo.

Avendo sicuramente iscrizioni nel pomeriggio, chiudiamo i lavori della mattina e ci vediamo alle ore 14,30 grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 12,49

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI; Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI; Matteo MONTEVECCHI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI;

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Mauro FELICORI, Raffaele DONINI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Andrea CORSINI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI.

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

7569 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'inclusione lavorativa delle persone con disabilità. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7570 -  Interrogazione a risposta scritta circa le domande di uscita anticipata presentate all'Istituto Superiore "Archimede" di San Giovanni in Persiceto da genitori di studenti pendolari, che fruiscono della linea 552 Modena-Ferrara per il rientro a casa. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7571 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle azioni necessarie al fine di garantire il reperimento di fondi per le imprese agricole della pianura romagnola e delle zone pedemontane, che sarebbero state escluse dai finanziamenti per danni da eventi atmosferici avversi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7572 -  Interrogazione a risposta scritta sull'utilizzo dei droni a supporto delle associazioni di protezione civile. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Caliandro, Zappaterra, Rontini, Dalfiume, Gerace, Sabattini, Mori

 

7573 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla trasmissione da parte dell'Aeroporto Marconi all'Ausl di Bologna delle mappe isofoniche aggiornate necessarie per il completamento del nuovo studio medico sull'impatto sanitario dell'inquinamento acustico generato dal traffico aereo. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7575 -  Interrogazione a risposta scritta sull'opportunità di sospendere la caccia alla specie Moretta (Aythya fuligula), in considerazione anche del parere espresso da ISPRA. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7576 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia lo stato della rete stradale di interesse regionale e, in particolare, dei manufatti quali ponti e viadotti, e quale sia l'ammontare attuale dei fondi disponibili per la loro manutenzione. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7577 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'adozione da parte della Regione Emilia-Romagna del Piano Straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, ai sensi dell'art. 19-ter della legge n. 157 del 1992. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7578 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla gestione del Compendio immobiliare del Casino dei Boschi di Carrega, in provincia di Parma, effettuata dall'Ente parchi Emilia occidentale. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7579 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai criteri di applicazione delle riserve di posti adottati nei bandi di concorso 2023 della Regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7580 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano attualmente gli accordi contenuti nel contratto di fornitura triennale di degenza ospedaliera e specialistica ambulatoriale per il triennio 2021-2023, rispetto alle strutture sanitarie private accreditate, nella provincia di Ferrara. A firma del Consigliere: Bergamini

 

7581 -  Interrogazione a risposta scritta in merito agli interventi da predisporre per far fronte ai danni causati dalle forti precipitazioni verificatesi il 30 ottobre 2023, nelle province di Parma e Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7582 -  Interrogazione a risposta scritta riguardo la possibile soppressione del servizio di automedica nel comune di Pianoro (BO), segnalata da notizie di stampa. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7583 -  Interrogazione a risposta scritta riguardo lo stato di avanzamento dei lavori per la messa in sicurezza del profilo idraulico del fiume Uso in località Ponte Uso, nel Comune di Sogliano al Rubicone (FC). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7585 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno affidare l'informazione medico-scientifica nelle scuole e nelle università della nostra regione ad una multinazionale straniera. A firma dei Consiglieri: Bargi, Bergamini, Facci, Montevecchi, Catellani, Pelloni, Marchetti Daniele, Stragliati

 

7586 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai farmaci prescrivibili per il trattamento della dermatite atopica. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Facci, Bergamini, Stragliati, Marchetti Daniele

 

7587 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione per conoscere modi e tempi della Regione rispetto all'obiettivo "Amianto zero" e, in particolare, gli aspetti inerenti formazione, mappatura dei siti e risorse. A firma dei Consiglieri: Mori, Amico, Costa, Soncini, Bondavalli, Rontini, Caliandro

 

7588 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla possibilità per gli operatori sanitari di svolgere attività di libero professionista al di fuori dell'orario di lavoro. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7589 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa al reperimento delle risorse necessarie ad erogare l'anticipo degli aumenti contrattuali ai dipendenti regionali. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7592 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere modalità e tempistiche previste per la messa in sicurezza della Valle di Zena. A firma della Consigliera: Piccinini

 

7593 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle azioni necessarie per garantire, per quest'anno e per le prossime annualità, il regolare svolgimento dei servizi invernali lungo tutta la viabilità di competenza. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7594 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla crisi di Industria Italiana Autobus e all'incontro del prossimo 16 novembre presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7595 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sull'impatto per il territorio regionale determinato dall'inadeguato stanziamento, previsto nel Bilancio dello Stato per il 2024, delle risorse per l'assistenza alla non autosufficienza. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

7596 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quali azioni siano state intraprese da FER allo scopo di rendere funzionanti gli ascensori delle stazioni di Reggio Emilia Centrale, Reggio Emilia Santa Croce e Bagnolo in Piano e garantire così l'accessibilità al servizio ferroviario per le persone con mobilità ridotta. A firma del Consigliere: Amico

 

7597 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula, sulle azioni che è possibile intraprendere al fine di evitare il forte ridimensionamento del servizio con treni Frecciarossa nelle stazioni di Modena e Parma. A firma della Consigliera: Pigoni

 

7599 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano gli interventi in corso per fronteggiare l'emergenza e le conseguenze derivanti dai continui fenomeni di maltempo che hanno colpito l'appennino emiliano, nel Parmense e nel Piacentino. A firma dei Consiglieri: Daffadà, Molinari

 

7600 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta ritenga opportuno procedere alla sospensione immediata della caccia al cinghiale, in ogni forma e su tutto il territorio regionale, in seguito al diffondersi della Peste Suina Africana (PSA). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7601 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula riguardante il maltempo che si è abbattuto sulle province di Piacenza e Parma negli ultimi giorni di ottobre e nei primi giorni di novembre 2023. A firma dei Consiglieri: Rancan, Stragliati, Occhi, Rainieri

 

7602 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere per garantire l'erogazione dei contributi del bando, istituito con Delibera di Giunta n. 1842 del 30/10/2023, anche ai nuclei familiari in condizioni di disagio economico che ancora non hanno acquistato alcun veicolo in sostituzione di quello rottamato. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

7603 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai provvedimenti presi dal Comune di Bologna, in particolare "Bologna Città 30" e la nuova ZTL ambientale, e alla loro ricaduta economica e agli eventuali rischi di "desertificazione" dell'area urbana. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7604 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere come la Giunta intenda continuare l'interlocuzione con il Governo nazionale affinché le popolazioni che hanno subito i danni degli eventi atmosferici di luglio 2023 abbiano il pieno risarcimento di quanto perso. A firma della Consigliera: Rontini

 

RISOLUZIONI

 

7574 -  Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a sollecitare il Governo affinché emani i decreti attuativi per la definizione e lo svolgimento dei bandi di gara riguardanti le concessioni balneari in linea con le indicazioni condivise dalla Regione Emilia-Romagna e dalle associazioni di categoria, sollecitando altresì un'urgente e complessiva riforma della materia in linea con la normativa comunitaria vigente. (27 10 23) A firma dei Consiglieri: Rossi, Bulbi, Daffadà, Fabbri, Zappaterra, Costa, Pillati

 

7584 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere la candidatura avanzata dal sindaco di Bologna per il riconoscimento UNESCO delle Torri di Bologna, collaborando attivamente con tutte le istituzioni coinvolte. (02 11 23) A firma dei Consiglieri: Caliandro, Pillati, Mumolo, Costa, Mori, Dalfiume, Rontini, Costi, Zappaterra, Sabattini, Montalti, Marchetti Francesca

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

7225 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere a che punto è l'iter per la realizzazione della variante della SS16 nel tratto di Argenta (FE). A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri, Rontini, Dalfiume

 

7226 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla delibera del Comune di Bologna sul Piano Particolareggiato del Traffico Urbano (PPTU) "Bologna Città 30", con particolare riguardo agli effetti sul perseguimento degli obiettivi di efficienza e puntualità del trasporto pubblico locale, previsti dai provvedimenti regionali. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7236 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle criticità nella realizzazione del progetto denominato "Campiano 12 bene comune – la trasformazione di un bene confiscato", nel comune di Pianoro. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7239 -  Interrogazione a risposta scritta circa la necessità di garantire funzionalità ed efficienza della rete wi-fi sui treni regionali. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7260 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai provvedimenti da adottare al fine di ottenere l'erogazione di un maggior servizio in termini di fermate dei treni viaggiatori nel comune di Pontenure (PC). A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7280 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla prossima chiusura per lavori del ponte, sulla strada provinciale 5, che collega San Pancrazio a Ragone, in provincia di Ravenna. A firma del Consigliere: Liverani

 

7282 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al servizio di Polizia Locale sul territorio regionale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7293 -  Interrogazione a risposta scritta sulle problematiche per l'accesso dei disabili alle colonnine di ricarica per le auto elettriche. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7297 -  Interrogazione a risposta scritta circa la regolamentazione dei cantieri edili in zone a forte vocazione turistica. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7299 -  Interrogazione a risposta scritta in merito agli interventi effettuati per la riqualificazione dei rifugi montani, ex L.R. 4/2000, al Programma triennale degli interventi straordinari sulla Rete escursionistica ex L.R. 14/2013, oltre al Regolamento attuativo della medesima legge. A firma del Consigliere: Facci

 

7300 -  Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi da effettuare per il ripristino del montapersone nella stazione ferroviaria di Sasso Marconi. A firma del Consigliere: Facci

 

7302 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai motivi che hanno portato alla rimozione del servoscala dalla stazione di Sasso Marconi (BO) e alle tempistiche per il suo ripristino. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7310 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al degrado degli impianti sportivi del Comune di Valsamoggia. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7311 -  Interrogazione a risposta scritta circa la modifica dell'art. 3 della L.R. 4/2000 e l'abolizione del vincolo della territorialità per lo svolgimento della professione di Guida ambientale escursionistica. A firma del Consigliere: Facci

 

7320 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla tutela del Parco Urbano "Giorgio Bassani" di Ferrara. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7328 -  Interrogazione a risposta scritta circa le attività svolte dagli enti di gestione delle macroaree protette. A firma del Consigliere: Evangelisti

 

7332 -  Interrogazione a risposta scritta circa le problematiche relative alla realizzazione del sottopasso di via Molinetto a Ravenna. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7334 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle autorizzazioni alla raccolta dei funghi epigei. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7347 -  Interrogazione a risposta scritta in merito allo stato dell'arte dei lavori per la realizzazione della strada di collegamento tra Isola Serafini e San Nazzaro/Monticelli (PC). A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7353 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'esclusione dall'erogazione dei contributi a sostegno della locazione privata, stanziati dal "fondo affitti" istituito dall'Unione Terre d'Argine (MO), a causa dell'esaurimento dei fondi disponibili. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7357 -  Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per garantire l'efficienza e il funzionamento h24 degli ascensori delle strutture sanitarie del territorio regionale, con particolare riguardo alla situazione dell'Ospedale di Cento (FE). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7372 -  Interrogazione a risposta scritta sul recente crollo del ponte ciclopedonale a Borgo Rivola, frazione di Riolo Terme (RA), verificatosi poco dopo le operazioni di collaudo. A firma del Consigliere: Liverani

 

7382 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano, allo stato attuale, le procedure previste/richieste per l'iscrizione dei vaccini effettuati dagli studi medici privati attraverso il portale "Sole". A firma dei Consiglieri: Bergamini, Pelloni, Marchetti Daniele, Facci, Catellani, Stragliati

 

7387 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle criticità rilevate nella tabellazione perimetrale di alcune aree protette del territorio piacentino facenti parte della rete ecologica Natura 2000. A firma del Consigliere: Rancan

 

7390 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per garantire agli alunni con disabilità, delle scuole di San Pietro in Casale (BO), la continuità educativa e la copertura totale delle ore di sostegno e inclusione scolastica. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

7393 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla moria di uccelli acquatici, per avvelenamento da botulino, verificatasi nel 2019 nella Valle della Canna, a Ravenna. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7401 -  Interrogazione a risposta scritta inerente le concessioni balneari marittime in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7405 -  Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta se ritenga opportuno, nella campagna abbonamenti 2023-2024 dell'iniziativa "Salta su", correggere la discriminazione che interesserebbe i minori figli di genitori separati, residenti in due comuni diversi. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7407 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla decisione dell'AUSL Romagna di dismettere il portale Log80, utilizzato dai medici di base per consultare le cartelle cliniche dei pazienti. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7418 -  Interrogazione a risposta scritta circa le tempistiche e gli investimenti per la riparazione dell'asfalto danneggiato sulle strade di competenza della Città Metropolitana di Bologna, a seguito delle dichiarazioni recentemente rilasciate da un suo dirigente. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7423 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'esodo degli autisti dalle aziende del Trasporto Pubblico Locale regionale, in particolare da SETA e dai suoi tre bacini di gestione. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7439 -  Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per implementare la capienza dei treni Tper che transitano lungo la linea Bologna-Prato, nelle corse delle 13:08 e delle 14:08. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7445 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle misure da porre in essere per garantire una celere riparazione della pavimentazione del terminal degli autobus nel Comune di Sassuolo (MO). A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7478 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle criticità legate alla riforma dell'emergenza-urgenza, con particolare riguardo all'istituzione dei Centri di assistenza per l'urgenza (CAU). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7503 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Regione intenda mettere in campo per salvaguardare i lavoratori dello stabilimento Tecnosuperiore di Gualtieri (RE). A firma del Consigliere: Amico, Costa

 

7515 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al perdurare delle criticità segnalate nella gestione del servizio mensa dell'Azienda USL di Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68, comma 1, lettera d) del Regolamento interno:

 

l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa preso atto:

 

-della nota prot. AL/2023/26425 del 31 ottobre 2023 con la quale i consiglieri Giulia Pigoni, Mauro Felicori e Pasquale Gerace hanno comunicato la costituzione di un nuovo Gruppo assembleare denominato “Italia Viva - Il Centro - Renew Europe”, l’adesione a tale gruppo e indicato come Presidente del Gruppo assembleare la consigliera Giulia Pigoni;

 

-della nota prot. AL/2023/26528 del 31 ottobre 2023 con la quale la consigliera Stefania Bondavalli ha comunicato di essere la Presidente del Gruppo assembleare “Bonaccini Presidente”;

 

ha adottato la deliberazione n. 59 del 2 novembre 2023, ad oggetto:

 

-“Accertamento e dichiarazione della costituzione dei gruppi assembleari della XI legislatura e presa d'atto della loro consistenza numerica (art. 36 Statuto, art. 6 Regolamento interno, art. 17, comma 3, l.r. 11/2013 e ss.mm.ii.). Modifiche alla deliberazione UP 33/2023.”

 

In data 23 ottobre 2023 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche economiche”, alle interrogazioni oggetti nn. 7403, 7426, 7465:

 

7403 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla drastica riduzione della superficie dell'Oasi di Montetiffi (FC), per consentire l'attività venatoria in un'area naturale protetta, e alla petizione che chiede alla Regione di aprire un tavolo di concertazione, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, al fine di riconsiderare i contenuti della Delibera n. 1141 del 03/07/2023. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7426 -  Interrogazione a risposta orale in commissione sul calendario venatorio relativo alla stagione 2023/2024. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7465 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se, a seguito della riduzione del calendario venatorio, la Giunta ritenga opportuno prevedere un rimborso delle tasse già pagate dai cacciatori e se intenda attivare i corsi di abilitazione per le figure tecniche previste per i piani di controllo. A firma del Consigliere: Mastacchi, Rainieri

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 17 prot. NP/2023/767 del 6 novembre 2023)

 

LE PRESIDENTI

LA SEGRETARIA

Petitti - Zamboni

Montalti

 

 

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