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SEDUTA DI MARTEDÌ 21 NOVEMBRE 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

Cordoglio per la morte di Giulia Cecchettin

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7638

Comunicazione del Presidente della Giunta e del Commissario straordinario alla ricostruzione in merito alle iniziative intraprese e alle attività in corso nei territori colpiti dall'alluvione dello scorso maggio.

(Discussione e conclusioni)

PRESIDENTE (Petitti)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

FIGLIUOLO, Commissario straordinario alla ricostruzione

MONTALTI (PD)

CASTALDINI (FI)

MARCHETTI Daniele (Lega)

GIBERTONI (Misto)

PIGONI (IV)

RONTINI (PD)

POMPIGNOLI (Lega)

MASTACCHI (RCPER)

BONDAVALLI (BP)

ROSSI (PD)

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

BULBI (PD)

CALIANDRO (PD)

EVANGELISTI (FdI)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

LIVERANI (Lega)

OCCHI (Lega)

MARCHETTI Francesca (PD)

CUOGHI (FdI)

RANCAN (Lega)

RONTINI (PD)

FIGLIUOLO, Commissario straordinario alla ricostruzione

BONACCINI, Presidente della Giunta

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,34

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 238 del giorno 21 novembre 2023.

Buongiorno a tutti e a tutte. Diamo subito il benvenuto al Generale Figliuolo per questa Assemblea legislativa molto importante, come sapete, dedicata ai temi dell’alluvione.

 

Cordoglio per la morte di Giulia Cecchettin

 

PRESIDENTE (Petitti): Prima di iniziare i nostri lavori, permettetemi, colleghe e colleghi, un messaggio condiviso da parte di questa Assemblea. Per l’ennesima drammatica volta siamo qui a piangere una vittima di femminicidio. Un messaggio rivolto a Giulia, brutalmente uccisa, la centocinquesima vittima dall’inizio dell’anno, la centocinquesima donna a cui è stato strappato il futuro, i cui sogni sono stati frantumati dalla violenza e la cui vita è stata spezzata in modo efferato.

Noi sappiamo che il bilancio è un bilancio spaventoso, una tragica e miserabile ecatombe che lacera le persone, le famiglie, la società, le istituzioni, tutti noi. Siamo di fronte a un’emergenza sociale, un’emergenza sociale e culturale che tramortisce le coscienze di tutte e di tutti noi e che ci impone di riflettere su ognuna di queste morti, su come sempre più spesso siano coinvolte ragazze giovani, assassinate da ragazzi altrettanto giovani. Ecco perché occorre agire, occorre corresponsabilità. Occorre un piano, un piano sociale, un piano legato alla formazione e all’educazione. È necessario, per riprendere le parole del Presidente Mattarella, un impegno educativo e culturale, contro mentalità distorte e una miserabile concezione del rapporto tra uomo e donna.

Quindi educazione, educazione ai sentimenti, all’affettività, al rispetto per superare tossici retaggi culturali di carattere patriarcale, atteggiamenti ossessivi e prevaricatori, una concezione violenta e possessiva del corpo e della vita delle donne; prepotenze fisiche e psicologiche che hanno attecchito anche nei giovani, che spesso sono alla base dei femminicidi e di atti inauditi, atti di violenza.

Sempre per rifarci alle parole del Presidente della Repubblica, al fine di operare un cambio culturale, occorrono azioni concrete e costanti legate alla prevenzione, che debbono impegnare tutti i livelli della società, le istituzioni, le istituzioni centrali, le istituzioni regionali, le istituzioni locali, le associazioni, i centri antiviolenza. Devono riguardare tutte e tutti noi e, fatemelo dire, anzitutto gli uomini, con una consapevolezza, perché non può essere un impegno solo delle donne per la propria libertà e per la propria vita. Credo che in tal senso un ruolo centrale non possano che averlo le istituzioni, noi siamo qui in un’Istituzione importante, mediante politiche pubbliche socioeducative, investimenti che consentano di attuare concretamente interventi di prevenzione e di consapevolezza, di cambiamento anche nei confronti dei più giovani, lavorando quindi, in stretta sinergia con il sistema scolastico ed educativo.

Non basta e non serve una recrudescenza del sistema penalistico e degli interventi punitivi. Occorre agire a livello preventivo e sulle coscienze. Agire, appunto, credo che questa consapevolezza ci possa portare ad agire tutti insieme, perché, oltre all’indignazione, oltre al dolore, è necessario agire perché ogni femminicidio, ogni atto di violenza contro le donne, sappiamo essere un fallimento dell’intera società, di tutti noi.

Possiamo e dobbiamo fare di più. Dobbiamo fermare questa spirale di morti violente, di odiosi femminicidi che minano la stessa concezione di convivenza civile. Lo dobbiamo a Giulia, ai cui familiari esprimiamo la nostra vicinanza e le più sentite condoglianze dell’Assemblea legislativa, e lo dobbiamo a tutte le donne vittime di femminicidio e di violenza. Ed è per questo che chiedo a tutti noi un minuto di silenzio. Grazie.

 

(L’Assemblea osserva un minuto di silenzio)

 

OGGETTO 7638

Comunicazione del Presidente della Giunta e del Commissario straordinario alla ricostruzione in merito alle iniziative intraprese e alle attività in corso nei territori colpiti dall’alluvione dello scorso maggio.

(Discussione e conclusioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alla comunicazione del presidente della Giunta e del Commissario straordinario alla ricostruzione in merito alle iniziative intraprese e alle attività in corso nei territori colpiti dall’alluvione dello scorso maggio.

Come sappiamo, abbiamo concordato tempi di intervento per dare la possibilità a tutti di, appunto, intervenire, con le conclusioni finali che saranno proprio quelle che verranno fatte dal Generale Figliuolo e dal presidente Bonaccini. Partiamo con la presentazione e con la comunicazione iniziale.

Passo subito la parola alla vicepresidente Irene Priolo. Prego, vicepresidente.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Buongiorno a tutti.

Il mio compito è introdurre questa mattinata importante di resoconto, facendo un po’ il punto della situazione, il quadro. Dopo credo che il Generale Ciotti, insieme al Commissario, completeranno quanto sto per anticipare.

Vale la pena ricordare che siamo di fronte a una gestione complessa di un evento molto importante che abbiamo avuto nel mese di maggio, che ancora in questo momento noi stiamo analizzando nelle sue complessità, nei suoi risvolti, nelle sue ricadute territoriali.

Un evento che, come sapete, ha comportato il coinvolgimento della nostra Regione da Reggio Emilia fino a Rimini, che ha comportato l’interessamento di 50 fiumi, l’esondazione di 23 fiumi, 4,5 miliardi di metri cubi di acqua, 60.000 frane censite, 85 milioni di metri cubi di terra venuti giù delle nostre montagne.

Questo evento, che ha visto attivarsi fin da subito tutta la macchina dell’emergenza, perché le previsioni, le allerte che avevamo dato, che hanno coinvolto i territori, hanno consentito di mobilitare una macchina del sistema di Protezione civile molto importante e che ci ha consentito, come abbiamo potuto più volte raccontare, di salvare comunque centinaia di migliaia di vite. Ancorché, purtroppo, ne abbiamo perse due nel primo evento del 2 e del 3 maggio, e 15 nel secondo evento del 16 ed il 17 maggio.

Una macchina del sistema di Protezione civile che ha portato più di 13.000 volontari, 13.000 giornate uomo lavoro, che ha visto più di 1.100 Vigili del fuoco attivati sul nostro territorio, 77 voli elicottero che hanno salvato 800 persone.

Questo è l’evento che noi abbiamo affrontato nel mese di maggio e che ancora stiamo affrontando nelle sue complessità.

Vale la pena raccontare all’aula questa mattina che cosa ha comportato questa prima fase di assistenza alla popolazione che ha visto impegnati tutti i nostri Comuni, i territori, le Province e la Regione stessa.

Abbiamo attivato, attraverso le ordinanze di Protezione civile, l’ordinanza 992 e 999, una serie di provvedimenti che ci hanno consentito e che tuttora stanno andando avanti per il sostegno alla popolazione.

Vale la pena raccontare all’aula che nella prima fase, quella che ancora non vedeva la nomina del Generale Figliuolo come Commissario, abbiamo erogato fondi importanti per l’assistenza alla popolazione: 7.800.000 euro per il periodo maggio, giugno e luglio di assistenza alla popolazione, l’attivazione, come voi sapete, del contributo di immediato sostegno. La data di poco più dell’8 novembre ha visto erogati 70 milioni in acconto e 4.400.000 euro in saldo.

Quindi, soltanto di contributo di immediato sostegno per più di 23.000 famiglie, sono stati erogati quasi 80 milioni di euro.

Sono provvedimenti complessi quelli che stiamo affrontando e che hanno visto l’assistenza alla popolazione da una parte, e l’attivazione su tutta la Regione immediatamente di tutte le somme urgenze che questo sistema territoriale, nelle sue articolazioni, ha messo in campo. Somme urgenze che hanno visto coinvolti la Regione in primo luogo, i Comuni, le Province e che hanno comportato e stanno comportando tuttora impegni dal punto di vista dei lavori pubblici molto consistenti.

La prima ordinanza che il Generale ha emesso dal punto di vista delle opere pubbliche è proprio quella sulle somme urgenze, poi dopo verrà spiegato più nel dettaglio. Un’ordinanza da 400 milioni di euro che, per quanto riguarda la Regione e il nostro sistema di attivazione sui nostri corsi d’acqua, ha visto l’attivazione di ben 121 interventi per quasi 100 milioni di euro.

Con la successiva ordinanza, che è stata emessa per gli interventi urgenti, stiamo mettendo in campo altri 100 interventi per altri 100 milioni di euro.

Solo per questa parte, che è relativa ai nostri corsi d’acqua, perché poi ci sono tutti i corsi d’acqua dei consorzi di bonifica, tutti gli altri interventi urgenti che stanno facendo i Comuni, vale la pena ricordare che la Regione sta facendo cantieri per più di 200 milioni di euro, che ne ha attivati altri, ne attiverà altri con la programmazione dei fondi comunitari, dei fondi del PNRR, dei fondi della programmazione regionale, parliamo di 360 milioni di euro.

Abbiamo fatto una Commissione con la quale abbiamo puntualizzato, questo nel mese di marzo, quelli che erano gli interventi che la Regione aveva visto sulla difesa del suolo nell’arco di 20 anni finanziati dal Ministero dell’ambiente per 518 milioni di euro.

Questo per raccontare la mole poderosa di interventi che in questo momento stiamo mettendo in campo.

Con la collaborazione molto importante con la struttura commissariale, vorrei ringraziare prima di tutto il Generale Ciotti, che è qui presente con noi, e tutta la sua struttura. La collaborazione è costante, quasi pervasiva nei nostri uffici. Stiamo mettendo in campo tutti gli interventi necessari anche per l’assistenza e il ristoro alla nostra popolazione e alle nostre imprese.

Vi verranno, dopo, spiegate in maniera più puntuale le ordinanze che sono state emesse relative al sostegno delle famiglie e delle imprese.

Certo, stiamo parlando di risorse che progressivamente il Governo ha riconosciuto al Generale nella sua gestione. Siamo partiti con 2,5 miliardi iniziali, per il patrimonio pubblico, a cui si sono aggiunti progressivamente oltre 120 milioni che erano in dotazione al Commissario, risorse nelle conversioni dei vari decreti legge, fino ad arrivare a poco più di 600 milioni di euro, a sostegno delle due ordinanze per le famiglie e per le imprese. Sono state emesse le ordinanze, come dicevo, per le somme urgenze e per i primi interventi urgenti, ordinanze che vedono oltre 400 milioni di euro attivati inizialmente, altri 230 milioni per i corsi d’acqua e più di 700 milioni per gli interventi urgenti per le opere dei Comuni, per la viabilità stradale.

È una mole senza precedenti di cantieri che viene mandata avanti in questo momento in poco tempo e che, fortunatamente, ha visto un provvedimento normativo che consente ai Comuni di poter assumere personale nella misura di 212 risorse umane per la nostra regione. Una misura importante, come ho potuto, però, segnalare al Commissario e alla struttura, con qualche preoccupazione. Le procedure attivate con scorrimento di graduatoria probabilmente non ci consentiranno di attivare queste risorse umane, che in questo momento sono importanti per i nostri Comuni.

Così come devo dire, con un po’ di dispiacere, che noi stiamo facendo tutti questi cantieri, come Regione e come agenzia. In questo provvedimento, ahimè, non è prevista la possibilità per la Regione di assumere nessuna risorsa umana. Ci stiamo attrezzando con le nostre risorse per fare cantieri senza precedenti, ma devo dire che questo è uno sforzo notevole che in questo momento stiamo provando a portare avanti per il bene della nostra regione e perché è necessario procedere con speditezza e con urgenza.

Parlavo delle ordinanze sulle famiglie e sulle imprese, che hanno visto l’attivazione, da parte della Regione, come soggetto attuatore, della piattaforma Sfinge, che abbiamo aggiornato rispetto alla piattaforma che in maniera usuale utilizziamo per le attività produttive, ma che in questo caso è messa a disposizione per le attività produttive, per l’agricoltura e per le famiglie.

A questa mattina sono già 885 gli accessi alla piattaforma. Quindi, nel giro di pochissimo tempo si stanno attivando le famiglie e le imprese, con le complicazioni che la procedura, quella perizia asseverata prevede.

Esplicito una mia preoccupazione, in questo momento. Come voi sapete, l’ordinanza per le famiglie non prevede la possibilità di coprire i beni mobili per le nostre famiglie. È una preoccupazione non soltanto in termini di supporto alle famiglie, ma anticipo al Commissario la mia preoccupazione rispetto al fatto che diverse famiglie, scoraggiate da questo aspetto, probabilmente non faranno neanche domanda, perché da questo punto di vista non hanno certezze. Per me questo è un problema. Noi dobbiamo consentire a tutti di presentare domande.

Lo sforzo non finisce. Vorrei concludere con questa osservazione. Al Commissario è stata data una dotazione importante, perché 2,5 miliardi è un importo significativo. Lo è per le somme urgenze e per gli interventi urgenti. Al Commissario rimane una dotazione più o meno di un ulteriore miliardo di euro. Siamo, probabilmente, non ancora nella pienezza della necessità delle risorse che occorrono per la ricostruzione. Dovremo lavorare insieme alla struttura commissariale per i progetti speciali, ma la dotazione di 1 miliardo di euro aggiuntiva è una dotazione che quasi sicuramente non è coerente con lo sforzo della ricostruzione, che per la nostra Regione sarà necessario.

Avevamo stimato, come sapete, per la ricostruzione complessivamente pubblica 4 miliardi. Sta emergendo un quadro complesso ‒ vi ho citato le 60.000 frane non a caso ‒ di interventi che dovremo fare non soltanto dal punto di vista del dissesto, ma anche di tutte le opere infrastrutturali, che nell’ambito della definizione odierna non ci consentono di porre in sicurezza, rispetto ai tempi di ritorno, che in alcuni casi sono superiori a 500 anni, il nostro territorio.

Quindi, sarà necessario lavorare in questi mesi, da qua alla scadenza della nomina del Commissario, che ci sarà, ad oggi, a giugno del 2024, lavorare a piani speciali che definiscano un quadro, anche economico, necessario per la ricostruzione. Sarà necessario lavorare, in questo momento, anche ad emendamenti che consentano comunque, successivamente, di avere una gestione, che non può rientrare nell’ordinarietà. A luglio del 2024 non possiamo avere una gestione ordinaria di questa grande emergenza.

Di tutto questo dovremo parlare, dovremo ragionare sicuramente con il Commissario, ma sarà necessario che ci sia questa consapevolezza da parte del Governo, perché un’emergenza come questa richiede non soltanto risorse, ma anche provvedimenti come quelli che stiamo mettendo in campo in questo momento, con deroghe, con procedure speditive. Non possiamo tornare a luglio del 2024 nell’ordinarietà.

Consegno all’aula, quindi, alcune di quelle che sono le argomentazioni, le preoccupazioni di cui stiamo discutendo in questo momento, ma è necessario, nella diversificazione della presenza in quest’aula, che tutti noi ci facciamo carico di questi aspetti per consentire alla Regione di avere un pieno recupero, una piena ricostruzione e il famoso ristoro al 100 per cento per le nostre famiglie e le nostre imprese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente Priolo.

Passo la parola per la sua comunicazione al Commissario per la ricostruzione, Generale Figliuolo. Prego, Commissario.

 

FIGLIUOLO, Commissario straordinario alla ricostruzione: Grazie.

Saluto la presidente Emma Petitti e i consiglieri regionali dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, ringraziando per l’opportunità di fare un punto di situazione sugli interventi di ricostruzione in atto e delineare le attività future.

Colgo questa occasione anche per salutare i miei collaboratori, di cui il personale chiave è qui presente. Insieme a me c’è il direttore operativo della struttura, il Generale Ciotti, con alcune delle figure chiave, che sono qui insieme a noi e ci potrebbero eventualmente aiutare qualora ci fossero delle domande più puntuali di natura tecnica a cui rispondere.

Parto con un punto di situazione. La vicepresidente Priolo, che saluto e ringrazio, unitamente al presidente Bonaccini, che è qui affianco a me, all’amico Stefano, ha detto, ha parlato di complessità e devo dire che affrontare un’emergenza e una ricostruzione da alluvione è davvero un lavoro complesso. Noi lo stiamo vedendo quotidianamente. Adesso mi aiuterò con delle slide per farvi vedere dall’atto della mia nomina, dal 10 luglio, quante attività sono state fatte.

Solo di riunioni tecniche, diciassette. Riunioni che a volte comportano due o tre giorni di sedute di lavori. Quindici ordinanze, alcune di queste molto corpose. Numerosi sopralluoghi sul campo, riunioni, convenzioni: quindi, un lavoro con una metodologia di natura iterativa, perché non è l’uomo solo che nella sua stanza a Roma o a Bologna si inventa le cose e scrive. Qui si è lavorato tenendo presente un po’ tutti e poi lo vedrete il corso della mia elaborazione.

Avanti. Sostanzialmente vi volevo dire qualche tappa principale. Il 10 luglio la nomina, che viene sostanzialmente ratificata il 14. Ai primi di agosto abbiamo già la contabilità speciale attivata, con le risorse affluite, quelle di cui parlava la vicepresidente Priolo. Poi tutta una serie di riunioni che vedremo poi, i cui i sommi capi li vedremo più avanti, fino ad arrivare, appunto, ad oggi, alla partecipazione all’Assemblea regionale.

Come ci siamo mossi? Sostanzialmente noi dovevamo passare dall’emergenza alla ricostruzione, ma eravamo ancora inizialmente in un limbo. Quindi, bisognava prendere le consegne, fare una sorta di due diligence con la Protezione civile per poter far sì che tutte le attività procedessero senza soluzione di continuità. Abbiamo pensato a una strategia basata su sostanzialmente cinque linee operative.

Innanzitutto la messa in sicurezza del territorio ai fini dell’incolumità pubblica e privata, quindi quella che viene chiamata anche, ai sensi della legge n. 100, la ricostruzione pubblica. Quindi è stata fatta, insieme alla Regione, ai Comuni, ai soggetti attuatori, la ricognizione delle somme urgenze, poi la ricognizione delle urgenti necessità. Questo ha portato innanzitutto alla ordinanza sulle somme urgenze, l’ordinanza n. 6, per oltre 413 milioni di euro, di cui 289 per il 2022. Poi le vedremo meglio nel dettaglio le cifre.

Dopodiché, al fine di poter avere una continuità logica delle attività, abbiamo pensato, basandoci anche sulla norma, declinandola in questo modo, di mettere in campo delle attività cosiddette urgenti, cioè che fossero delle attività ponte fra la somma urgenza e quelli che poi saranno i piani speciali, che porteranno all’assetto definitivo del territorio, ma che sono già attività prodromiche rispetto ai piani speciali, perché qui parliamo alla fine di oltre 5.000 interventi.

Abbiamo quindi messo a terra le urgenti necessità per la rete idrica con l’ordinanza n. 12, che ovviamente si raccorda con l’ordinanza sulle somme urgenze, l’ordinanza sulle urgenti necessità della rete viaria, ulteriori interventi sulla rete idraulica e adesso siamo, dove vedete asteriscato, all’ordinanza per la gestione dei materiali, che è in dirittura d’arrivo, unitamente a quella sull’edilizia residenziale e le strutture sanitarie, e possiamo anche perimetrare un’ulteriore ordinanza integrativa sulle somme urgenze.

Queste linee operative le dovete vedere in parallelo. Noi abbiamo dato inizialmente la priorità alla messa in sicurezza, poi stiamo procedendo in parallelo. Della linea operativa 2, quella dei piani speciali, in questo momento abbiamo ultimato le convenzioni con le Università di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Ferrara e Firenze, le convenzioni con l’Autorità di bacino del fiume Po, la convenzione con l’Agenzia del Demanio nella parte struttura di progettazione.

A seguito di ciò (vedremo poi un esempio con un piano speciale sui dissesti idrogeologici), darà quello che sarà l’impianto per procedere all’elaborazione dei piani speciali, nella cui prima definizione dovranno essere conclusi entro marzo 2024. Inizialmente la norma parlava di pochi mesi dall’istituzione del Commissario, ma insieme al territorio e alla Regione, vista la mole di interventi che sono ancora in atto, abbiamo pensato che i tempi non fossero allora maturi, ma dovessimo prenderci un momento di riflessione, anche perché tutto ciò che si fa adesso è prodromico ai piani speciali.

La linea operativa 3 è la ricostruzione privata. Dove siamo oggi con la ricostruzione privata? Vedete il processo iterativo, cioè per arrivare a scrivere le ordinanze, che non sono dei foglietti di carta messi lì, ma parliamo di ordinanze corpose di 40 pagine più allegati, che probabilmente avranno anche bisogno di essere rimanutenzionate e integrate, perché queste ordinanze cercano di tener conto di tutta la casistica legata alle imprese produttive, al mondo economico, alle imprese agricole, a ciò che riguarda la ricostruzione privata, ma potrebbe sicuramente non essere esaustivo. Un po’ come è stato fatto anche per la ricostruzione del terremoto. Chiaramente, ci sono ordinanze che, poi, vanno ad integrare alcune fattispecie, che magari, ancorché lavorando tutti assieme, con tutte le varie categorie, non sono emerse in quel momento ed emergeranno dopo. Questa è un po’ la logica che ci sta muovendo.

Noi abbiamo fatto riunioni con le Regioni, nella fattispecie con l’Emilia-Romagna, con le parti sociali, con l’Ordine delle professioni tecniche; la nomina del soggetto attuatore per la piattaforma, con l’ordinanza n. 7, la piattaforma Sfinge, che è stata opportunamente modificata e che dal 15 mi risulta essere funzionante. Magari ogni tanto c’è anche lì qualcosa da rivedere, da definire. Lo facciamo tranquillamente, insieme. Ben vengano, ovviamente, tutte le critiche, tutte le segnalazioni da parte di coloro i quali, andando a caricare i dati, magari si trovano in una fattispecie particolare che la piattaforma non contempla in maniera esaustiva.

È stata emanata l’ordinanza n. 11 sulle attività produttive, dopodiché la n. 14 con le famiglie. È stata attivata la convenzione con Invitalia per permettere di aiutare i Comuni nell’istruzione, supportarli nell’istruzione delle pratiche. A breve emaneremo l’ordinanza sui costi standard dell’agricoltura e chiuderemo la convenzione con CONSAP.

La linea operativa n. 4, ovviamente, è una linea che viaggia trasversalmente su tutte le altre. Parliamo della legalità, che è importantissima. È stato attuato e concluso il protocollo di vigilanza collaborativa con l’ANAC. Siamo in chiusura sul protocollo di legalità, sul protocollo con la Guardia di Finanza e con l’Arma dei Carabinieri.

Linea operativa n. 5, supporto ai soggetti attuatori, richiamato anche dalla vicepresidente Priolo. Per ciò che riguarda il rafforzamento della capacità amministrativa degli Enti locali, con un emendamento il Governo ha dato la possibilità, sulle liste di scorrimento, di assumere a tempo determinato fino a 250 unità, di cui 216 per la Regione Emilia-Romagna. Stiamo per chiudere l’ordinanza di ripartizione del personale tecnico-amministrativo, fatto, chiaramente, in stretta sinergia con l’assenso dei subcommissari, come è giusto che sia. Anche in questo caso, stiamo per concludere la convenzione con Sogesid, con Intercent-ER e con Cassa depositi e prestiti per Fintecna. Queste saranno tutte convenzioni che daranno modo ai soggetti attuatori di avvalersi, nelle varie fasi del procedimento amministrativo e in fase progettuale, di un supporto tecnico, che chiaramente lì sgraverà da tutte le altre incombenze che hanno sia connesse con l’alluvione, sia con la gestione ordinaria, sia con il PNRR, sia con altro.

Qui c’è un po’ un riepilogo di tutte le ordinanze emanate a partire dal 31 luglio. Quindi, potete vedere che è stato fatto… Si può fare sempre di più, però ritengo sia stato fatto tanto lavoro insieme. Sono quelle, le ho già elencate prima, quindi le potete guardare. In via di emanazione, la prossima, grazie, l’ordinanza per la gestione dei materiali derivanti dagli eventi alluvionali. Qui parliamo di una magnitudine di circa 25 milioni di euro, Come dicevo, la ripartizione del personale, l’ordinanza sull’edilizia residenziale e le strutture sanitarie, parliamo di circa 28 milioni di euro, i costi standard e ulteriori interventi di ricostruzione, ripristino e riparazione per i regimi di somma urgenza, di altri 36 milioni di euro.

Perché? A volte cosa capita? A parte che sono tantissime le opere e può capitare che qualche soggetto attuatore non le abbia perimetrate tutte nella prima fase, ma capita spesso che alcune opere, che uno pensa o pensava di poter fare, tra virgolette, con più calma, diventano in somma urgenza a seguito di ciò che accade sul terreno. Perché? Anche qui è una complessità rispetto a un altro evento tragico, un’altra emergenza tragica che è quella sismica. Normalmente l’evento sismico si riesce a perimetrare poco tempo dopo che è accaduto. L’evento alluvionale è un po’ più magmatico, cioè è più difficile da perimetrare e spesso varia nel tempo. Quindi, le frane si muovono, piuttosto che necessità di intervenire su corsi d’acqua o sulla rete viaria.

Avanti. Vediamo adesso di associare alle ordinanze il quadro finanziario. Quindi, la n. 6, le somme urgenze. Abbiamo parlato di circa 413 milioni, di cui quasi 300 per l’anno in corso. Intervento di difesa idraulica per la regione Emilia-Romagna, quindi il piano immediato di circa 234 milioni di euro, di cui 20 milioni per il 2023, esitano cassa nel 2023, e il resto nel 2024. Interventi di messa in sicurezza, questo è un intervento molto corposo. Parliamo di quasi 762 milioni di euro, di cui 158 per il 2023. È stata fatta un’ulteriore ordinanza, che è andata ad integrare quella sulla difesa idraulica di ulteriori 33 milioni e 500.000 euro. Quindi alla fine, vedete, c’è un totale di quasi un miliardo e mezzo di euro pari a quasi 5.000 interventi finanziati.

Con le ordinanze in emanazione, quindi quella sulla gestione dei materiali, l’edilizia residenziale e le strutture sanitarie, ci saranno in ballo ulteriori cinquecento interventi circa per oltre 100 milioni di euro. Ovviamente queste cifre che sto dando sono tutte cifre nella disponibilità del Commissario, perché, come è stato ricordato, al momento nella triennalità ci sono 2 miliardi e 500 milioni di euro per la ricostruzione pubblica, cui si aggiungono circa 660 milioni di euro per la ricostruzione privata, a cui dal 1° gennaio si aggiungeranno ulteriori 700 milioni di euro legati al credito d’imposta.

Andiamo avanti. Ecco, qui, vedete il punto di situazione senza il quadro finanziario. Sostanzialmente a che punto siamo. Quelle in verde sono concluse e sono pubblicate sul sito. Con la pubblicazione sul sito vuol dire che sono legalmente efficaci. Le altre ordinanze, come vedete, le stiamo per concludere perché la gestione materiali ritengo che nei prossimi giorni verrà pubblicata sul sito, così pure quella del personale tecnico-amministrativo. Quella scritta “in attesa riscontro” non vuole essere nulla, è solo un punto di situazione. Non è perché sono lenti. Giustamente, avendo la massa del personale, stanno pensando dove va meglio inserito sulla base di quelle che sono le esigenze, tante, dei soggetti attuatori. Abbiamo predisposto quelle altre due ordinanze e, per ciò che riguarda il protocollo di legalità, credo che con le riunioni che faremo in questi giorni concluderemo anch’esso.

Su quest’altra slide vedete gli accordi, le collaborazioni e i protocolli d’intesa. L’abbiamo voluta mettere perché questa dà davvero il senso della complessità del lavoro. Quelle che vedete finalizzate, molte di queste convenzioni ci servono adesso, ma serviranno ancor di più per la predisposizione e l’elaborazione dei piani speciali, così come quelle in via di finalizzazione. Alcune sono legate alla linea operativa sulla legalità, le altre sono legate al supporto agli Enti attuatori.

Qui c’è un riepilogo del quadro finanziario. Questa è la magnitudine della somma urgenza, così come l’avevo già enunciata prima.

Avanti. Gli interventi di ricostruzione, ripristino e riparazione per le più urgenti necessità, cioè il ponte che ci porta dall’emergenza alla ricostruzione completa, che è prodromica, ovviamente, alla ricostruzione. Qui parliamo sostanzialmente di questi 1 miliardo e 132 di rete viaria e di piano di difesa idraulica.

C’è poi una serie di slide che riepilogano tutte le erogazioni che la struttura ha effettuato per ciò che riguarda le somme urgenze. Ricordo che per erogare le somme urgenze l’ordinanza è molto chiara e semplice, basta presentare una PEC con conto economico e verbale di somma urgenza oppure atto sostitutivo. Ad oggi, abbiamo asseverato ed erogato oltre il 118 milioni di euro.

Prima di concludere, vorrei far vedere qual è la logica che sottende ai piani speciali, facendo un esempio concreto relativo al dissesto idrogeologico, perché, stando sul territorio sia dal punto di vista istituzionale, sia da cittadini, è chiaramente forte la richiesta sulla sicurezza dei corsi d’acqua.

Qui voglio ricordare che in questo momento, prodromici ai piani speciali, abbiamo messo a terra di somma urgenza, fra l’ordinanza specifica più l’integrazione, oltre 250 milioni di euro, cui si sommano 233 milioni di euro legati al piano immediato sulla ricostruzione.

Come vedete, a breve verrà emanata l’ordinanza dell’istituzione del gruppo di lavoro e tutti gli attori coinvolti sono in questo cerchio. Sono tanti, però è giusto, perché questo ci darà modo di ragionare in maniera compiuta, cercando di trovare soluzioni che siano di lungo periodo, che vadano sia sull’intervento, sul reticolo principale, secondario e di bonifica.

Una volta che verrà delimitato, verrà costruito con il territorio il quadro esigenziale, si arriverà a predisporre un primo piano preliminare entro fine marzo. Noi prevediamo di consolidarlo entro giugno, entro il mandato di questo Commissario straordinario. Questo, ovviamente, è un impegno che io ho preso e che tutti assieme, in primis con la mia struttura, ma operando sul territorio, noi vogliamo portare a termine.

Ovviamente, il piano sarà approvato nell’ambito di quello che prevede la legge. Convocherò la cabina di coordinamento da me presieduta, in cui siedono i subcommissari, i rappresentanti delle Province e dei Comuni ed altri rappresentanti. Lo esamineremo. Chiaramente, quando viene portato in cabina di coordinamento vuol dire che è già stato effettuato quel procedimento di natura iterativa che ci ha portato a far sì che il prodotto sia quanto di meglio noi pensiamo possa essere fatto con gli strumenti a disposizione.

Mi fermo qui. La presidente proseguirà i lavori. Siamo a disposizione per eventuali domande.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie davvero, Generale Figliuolo, per questa illustrazione.

Come ha detto, dopo gli interventi dei vari Gruppi, ci sarà la possibilità di replicare, rispondere e quant’altro.

Apro il dibattito agli interventi dei consiglieri. La prima che si è iscritta a parlare è la consigliera Montalti. Prego, consigliera.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Generale Figliuolo, noi siamo i rappresentanti dei territori così profondamente feriti dall’alluvione. Siamo i rappresentanti eletti delle migliaia di cittadini e di famiglie vittime di questa tragedia, delle 70.000 famiglie che hanno perso la casa, delle più di 25.000 imprese, agricole e non, che sono state duramente colpite.

Nel ringraziarla per essere qui presente tra noi, non possiamo non esternarle la nostra amarezza per aver ottenuto questo momento di confronto a distanza di più di sei mesi dall’alluvione. In questi mesi, come rappresentanti eletti di quei territori feriti, abbiamo condiviso con le nostre comunità lo sgomento per quanto accaduto, la fatica della ripartenza, così come la paura di essere dimenticati dallo Stato e dal Governo. Sono certa che lei, Generale, abbia ben compreso come, anche di fronte ad una tale tragedia, la Romagna, l’Emilia-Romagna, i nostri sindaci, i cittadini abbiano dimostrato una profonda dignità, un’incredibile forza di reazione, una profonda coesione nelle nostre comunità.

Oggi, però, a distanza di più di sei mesi, siamo qua a chiedere ciò che ancora non è stato riconosciuto: la certezza di poter contare sul pieno rimborso di quanto perduto. Siamo gente seria e concreta. Ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo tirati fuori dal fango. Ora, però, è giunto il tempo di avere risposte chiare dallo Stato e dal Governo, di avere certezze. I 20.000 euro garantiti oggi per le famiglie serviranno a riportare a casa una parte di coloro che sono stati danneggiati. Ma ora è tempo di dare risposte a tutti, soprattutto a chi maggiormente è stato colpito, a chi si trova nella condizione di maggiore fragilità e incertezza. Non tutti sono uguali di fronte a questa tragedia. C’è chi ha avuto meno danni o chi ha potuto contare su risorse proprie per ripartire. Poi c’è chi, invece, rischia di rimanere ancora sommerso nel fango, fatto di danni non risarciti, fatto di mesi che continuano a passare senza avere alcuna certezza, senza poter contare sulle risorse necessarie per poter tornare nella propria casa, alla propria vita. Cittadini e famiglie che stanno subendo una profonda ingiustizia, una profonda iniquità.

Ci sono le imprese che non hanno ancora ricevuto nulla, e sono passati più di sei mesi; attività che hanno subìto centinaia di migliaia di danni, per i quali la risposta dei 40.000 euro previsti oggi è ampiamente insufficiente.

Sono certa che lei, Generale Figliuolo, ne sia consapevole, ma abbiamo bisogno di ribadirlo oggi in quest’aula. La Romagna non può ripartire fino a che non saranno riconosciuti al 100 per cento, alle famiglie e alle imprese che hanno perso tutto, i ristori. È una questione di giustizia. È una questione di civiltà. È la risposta che ci aspettiamo dallo Stato e dal Governo, sulla quale non smetteremo mai di insistere, mai di lottare, fino a che non verrà risarcito tutto quanto è stato perso e distrutto.

Insieme alla necessità di ottenere i giusti rimborsi, abbiamo bisogno di riportare la serenità, la pace nei nostri territori, nel cuore dei romagnoli. Se lei abitasse nelle nostre comunità colpite saprebbe che oggi anche solo un normale acquazzone genera paura, ansia, preoccupazione. Ed è per questo che abbiamo bisogno di sostenere il sistema degli Enti locali, i Comuni, le Province, la Regione con le sue agenzie, affinché il processo di messa in sicurezza e ricostruzione proceda rapido e senza intoppi. Questo è possibile solo garantendo le risorse e il personale necessario per sostenere gli Enti nella loro opera di ricostruzione.

Serve anche garantire alle istituzioni, ai sindaci, massimo sostegno e fiducia, ed è inaccettabile che vengano gettate ombre sul loro operato.

Come vede oggi le portiamo problemi di cui avrà sentito parlare migliaia di volte ma siamo inchiodati qui da più di sei mesi, e ora vorremmo davvero guardare con speranza al futuro.

Per farlo abbiamo bisogno di risposte, di tutte le risposte, non possiamo più attendere, le nostre comunità non se lo possono più permettere.

Non basta quello che è stato messo in campo fino ad ora, dobbiamo pensare a come reimpostare la gestione del territorio, l’assetto dei fiumi, la sicurezza delle nostre città, delle colline e delle montagne.

Dal 16 maggio per noi è cambiato tutto e non possiamo più perdere tempo. Contiamo sul suo lavoro, Commissario Figliuolo. Noi ancora una volta terremo botta e ce la metteremo tutta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Montalti.

Chi si iscrive a parlare? Io non ho iscritti a parlare. Coraggio, colleghi.

Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie.

Innanzitutto, come prima cosa desidero ringraziare personalmente, a nome di tutti i colleghi, il Generale Figliuolo per essere qui fra di noi. So che sarebbe venuto anche prima perché, come più volte ci ha dimostrato, risponde senza indugio quando viene chiamato come uomo di Stato e agisce in massima trasparenza, lo ha dimostrato anche oggi, grazie al lavoro che lei ha presentato. Un uomo di Stato, quindi un uomo di tutti, garanzia per tutti. Ancora una volta, grazie di cuore.

Mi sono chiesta come questa seduta possa essere veramente costruttiva. Lo sarà solo se avrà modo di segnare un punto zero e credo che questo Consiglio possa essere un po’ per tutti.

Il Generale è qui per rispondere a tutte le nostre domande e per spiegare, attraverso la nostra mediazione, parola sempre più importante, soprattutto adesso che andiamo verso un periodo molto impegnativo, fatto di campagne elettorali, che il compito che abbiamo, come rappresentanti nei nostri territori, è dire alle persone che cosa è stato fatto e quali procedure andranno seguite.

A partire da oggi, direi che possiamo essere tutti allineati e iniziare una comunicazione opportuna e non populista. So che siamo già in campagna elettorale, che la sirena del populismo riguarda tutti, anche me stessa, e inizia a suonare, ma dobbiamo alla nostra gente che ha subito l’alluvione una serietà che ci contraddistingue da sempre, la serietà di spiegare quali sono i tempi e i modi delle emergenze in Italia, che poi sono sempre gli stessi, anche quando la macchina è perfetta, come per il terremoto dell’Emilia, come ci ripetiamo sempre.

Chi meglio di noi, che abbiamo vissuto un disastroso terremoto e abbiamo pazientemente ricostruito, conosce i tempi e i modi dell’emergenza? Come si fa a scordare quei tempi. Non capisco perché non si è accesa la lampadina della memoria, rispetto a tante dichiarazioni che si sono succedute in questi mesi fino alle più recenti. Eppure, chi meglio di noi? Proprio per segnare un punto zero, per ripartire dalla verità e non semplicemente per recriminare, mi consento di fare qui una piccola operazione di verità, dovuta e necessaria.

Tempi e modi del finanziamento, primo punto. Faccio i punti, così come sono stati delineati in maniera molto chiara sui social dal nostro presidente. Inizio ricordando anche il nostro ruolo nella prima parte dell’emergenza, avendo avuto il Commissario straordinario prima della nomina di Figliuolo... Si lamenta, giustamente, del ritardo della nomina del Generale. Ma quel tempo non è stato un tempo di nessuno.

Inoltre, su questo punto faccio un piccolo flash back per rinfrescare la memoria a tutti. A partire dal 10 gennaio 2013, sette mesi dopo il sisma che sconvolse l’Emilia, ricordiamo, sette mesi dopo, furono stanziati e messi a disposizione presso la Cassa depositi e prestiti 6 miliardi per la ricostruzione. I cittadini con una casa inagibile, ricordo a tutti, devono presentare ‒ uso il presente, visto che ce ne sono ancora aperte poco meno di un migliaio – una domanda di contributo al Comune di residenza. La domanda poteva essere accettata o respinta dall’ente qualora non fosse ritenuta congrua con i requisiti stabiliti dalle ordinanze regionali. Questa è la storia che abbiamo visto.

L’accettazione della domanda implicava poi la produzione di un documento ulteriore, la cosiddetta “cambiale Errani”, di cui abbiamo tanto discusso, la quale stabiliva che al cittadino doveva essere corrisposto un determinato contributo, ma delle sole “cambiali Errani” le banche non sapevano che farsene. Per l’elargizione del denaro occorreva, infatti, un ulteriore passaggio di mano, una storia molto impegnativa che ha tenuto impegnati tutti, maggioranza e opposizione, per trovare rimedio.

Gli istituti di credito avrebbero pagato l’impresa sulla base di una seconda disposizione comunale, rilasciata solo quando il cittadino avesse presentato le prime fatture di pagamento. Insomma, se lo Stato non paga e la Regione non parla, come ha fatto allora, il rischio si scarica sul proprietario.

Fortunatamente ci fu una levata di scudi da parte di tutti e si costrinse a ritrattare con l’ABI e non fu più chiesta la copertura del privato. Questo, appunto, non per sottolineare, ma per ricordare che anche gli errori, così come ha sottolineato oggi nell’importante relazione che il Commissario Figliuolo ha fatto, sono importanti, fondamentali, perché si può ricostruire, si può riarare il tiro.

Secondo punto, scusate, aiutatemi a comprendere. Chiedo anche a lei, ma chiedo anche alla mia Giunta, che è il mio riferimento quotidiano. Il presidente Bonaccini, qualche giorno fa, ha scritto: è surreale che i beni mobili siano stati esclusi dai rimborsi ai privati. Il Governo non riconosce nulla per mobili, arredi e utensili domestici andati distrutti. Però mi ricordo, e credo che anche il presidente Bonaccini si ricordi, che i beni mobili, a norma vigente, non vengono rimborsati perché non sono censiti in alcun modo dallo Stato. Non possiamo far finta di non saperlo.

Possiamo magari agire con una legge di iniziativa di Giunta regionale o di iniziativa popolare. Ne abbiamo vista una, l’abbiamo appena approvata qui in Consiglio regionale. Oppure utilizzando i parlamentari, i nostri parlamentari seduti in Parlamento per riscrivere e migliorare le norme. Sono a disposizione. Do il mio contributo come consigliere regionale e come forza di governo.

Fermarci sulla soglia, però, non rende onore, non solo agli alluvionati, a cui dobbiamo la verità, ma tanti altri disastri che abbiamo avuto. A nessuno di loro è stato rimborsato nessun bene mobiliare ed è strano che in quasi undici anni dal terremoto che è avvenuto, che abbiamo vissuto, nessuno ha mai chiesto soldi, dati alla mano, atti alla mano, per beni mobiliari. Scusate, perché per il terremoto no e per l’alluvione sì? Ditemi la differenza. A norma di legge vigente, raccontatemi qual è la differenza, perché non possono esistere danneggiati di serie A e danneggiati di serie B.

Io sono felice che voi mi diciate no con la testa. Sono felice che mi diciate no con la testa perché sono certa che, alla fine della mia relazione, arriverà una risposta comune, insieme, da costruire qui e nelle aule del Parlamento.

Concludo risparmiando alla responsabilità…

Sono un pagliaccio, ha detto, presidente? Mi scusi, non ho capito. Ha detto che sono un pagliaccio?

 

(interruzione)

 

CASTALDINI: Okay, perfetto. Di solito sono abituata che lei si infervora, per cui speravo che non fosse questo. Le do un assist, ma le assicuro che non è un assist. Mi conosce e conosce la mia serietà, per cui nel dialogo di questi mesi io non ho compreso il perché di questa richiesta, il perché di questa richiesta a norma vigente.

Dopodiché io sono disponibile e disposta ad aprire un dialogo e un confronto qui e ovunque voi vogliate, e a dare tutti i mezzi per questo. Sicuramente spendere tutto quello che è già stato stanziato e che sarà stanziato sembra banale, un controsenso, eppure giustamente continuiamo a chiedere risorse, ma dobbiamo avere chiaro per cosa, e la contezza di poterle spendere tutte nel tempo stabilito.

Su questo non sarete sicuramente d’accordo e solo il tempo saprà rispondere. Spero veramente di essere contraddetta.

Ultimo: gli investimenti e le imprese. Chi investirebbe in un territorio, magari dove tutto è stato ripristinato nel modo migliore all’avanguardia, con il rischio che annualmente possa tornare sott’acqua? È quello che giustamente ha richiamato l’assessore Priolo. Chi investirebbe? Cosa si sta facendo sul versante della prevenzione? Perché questo è il punto zero, cioè qual è la responsabilità del Generale Figliuolo e qual è la responsabilità di questa Giunta? Che ruolo può avere il Centro meteo, che lei giustamente ha voluto, che è un fiore all’occhiello per questa Regione e i suoi esperti, per proporre soluzioni nuove? Pensiamo a quando fu proposto il Mose a Venezia, che sembrava un’utopia e ora sta salvando la città.

Questa è la nostra responsabilità, è quello che mi interessa, è quello che evidentemente dobbiamo riuscire a fare da oggi, in un dialogo che sia sereno, che veda meno “no”, molti “sì” e l’apertura alla possibilità di fare un passo insieme, al di là della campagna elettorale.

Questa è la nostra responsabilità, non del Generale Figliuolo, che ringrazio ancora una volta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Altri iscritti a parlare? Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Innanzitutto ringrazio il Generale Figliuolo per la sua disponibilità, ma soprattutto per la sua solita chiarezza e il solito pragmatismo nell’affrontare una tematica così complessa e delicata, che ci deve ovviamente accompagnare dall’emergenza all’indennizzo dei danni registrati a livello territoriale per via di ciò che è accaduto a maggio nella nostra regione.

Io intervengo brevemente senza portar via troppo tempo ai colleghi, perché provengo da un territorio, quello imolese, che sicuramente è stato risparmiato per quanto riguarda i grossi centri abitati, a differenza di altre aree del nostro territorio, ma che è uscito comunque fortemente ferito a livello territoriale nelle sue frazioni, nella sua pianura, ma soprattutto nell’area collinare e appenninica.

Il mio intervento non lo si deve leggere come una sterile critica nei confronti magari di alcuni meccanismi farraginosi che osserviamo a livello locale, soprattutto per quanto riguarda le Amministrazioni.

Qui chiedo anche al presidente Bonaccini, che è subcommissario, di farsi parte attiva per risolvere alcune questioni che a volte sembrano quasi portare ad una perdita di tempo.

Vi riporto alcuni esempi del mio territorio proprio per cercare di ragionare insieme. Carseggio, Casalfiumanese, un Comune della Vallata del Santerno. Mi risulta che la struttura commissariale abbia offerto una soluzione temporanea in attesa della costruzione di un nuovo ponte con la realizzazione di un ponte modulare.

L’Amministrazione comunale qualche giorno fa, in conferenza stampa, ha detto: non abbiamo più ricevuto notizie, abbiamo scritto ma non abbiamo ricevuto risposte. Salvo poi apprendere dalla stessa Amministrazione comunale, perché comunque in qualità di rappresentante del territorio mi sono permesso di contattarla, che la relazione dell’Amministrazione è stata inviata il giorno stesso della conferenza stampa. Quindi, giocoforza, è difficile ricevere una risposta alla struttura commissariale quando è stata inviata qualche ora prima.

Altro caso emblematico sempre del territorio da cui provengo, Fontanelice. Una frana minacciava e minaccia un centro abitato, un nucleo abitato di circa 100 residenti. Fino a qualche settimana fa era una questione che l’Amministrazione comunale delegava ai privati cittadini dicendo: la frana interessa alcuni terreni privati, quindi non è competenza nostra, abbiamo dato mandato ai proprietari di attivarsi con delle perizie geologiche di loro iniziativa.

Ebbene, soltanto dopo alcune nostre attività ispettive portate avanti qui in Regione Emilia-Romagna, che evidentemente si è interfacciata con l’Amministrazione comunale, finalmente il monitoraggio, e quindi la garanzia di sicurezza per quel nucleo abitato, è tornato in carico alla Regione Emilia-Romagna e credo oggi in carico alla struttura commissariale.

Altro caso emblematico, la Strada provinciale 33 tra Fontanelice Casola Valsenio. Non c’erano soldi, non c’erano risorse, eppure dopo l’interessamento in quel caso del Ministero delle infrastrutture, di ANAS, per finanziare il progetto, dopo due ore sono spuntate fuori le risorse.

Ora io non dico che ci sia la volontà di perdere tempo, però evidentemente c’è qualche meccanismo da affinare per far sì che ciò non accada poi nel concreto, perché è compito di tutti quanti noi, credo, quello di cercare di garantire la massima serietà, per dare fiducia, ovviamente, a quei cittadini che sono stati colpiti da questa catastrofe, per far sì che, ovviamente, gli aiuti arrivino a buon fine, che il territorio sia messo in sicurezza, ma soprattutto per non diffondere quel clima di incertezza che spesso le polemiche creano e che si può ripercuotere, ad esempio, su tutte le iniziative che siamo chiamati a mettere in campo.

Quindi, mi sentivo in dovere di riportare questo messaggio da rappresentante istituzionale e comunque di un territorio che è stato colpito, perché credo che dovrebbe essere in cima all’agenda politica questo obiettivo di tutti quanti noi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Altri? Consigliera Gibertoni, prego.

 

GIBERTONI: Buongiorno, Generale. In questi mesi ci è stato spiegato più volte che quanto è avvenuto a maggio è stato qualcosa di straordinario, di epocale, con centinaia di milioni di metri cubi d’acqua, decine di corsi d’acqua esondati oppure oltre le soglie di allarme, migliaia di frane, quasi quattrocento quelle più grandi, e il territorio di un centinaio di comuni coinvolto nelle conseguenze di questa catastrofe, purtroppo, memorabile.

Di fronte a questo disastro nascono due necessità, principalmente. La prima, molto importante, è quella di interrogarci sulle scelte passate, che hanno, a mio avviso, prodotto, hanno amplificato o addirittura prodotto e amplificato a dismisura quanto accaduto e i suoi molteplici effetti. Poi c’è la necessità, ovviamente, per la quale credo siamo qua oggi, di interrogarci sulle scelte future, perché non ci sono dubbi sulla maggiore ripetibilità di simili eventi e sulla fragilità del nostro territorio. Quindi, è sul futuro, oggi che io vorrei fermare la nostra attenzione.

Tra le funzioni affidate al Commissario straordinario alla ricostruzione c’è il coordinamento della realizzazione degli interventi di ricostruzione e di ripristino e di riparazione anche delle infrastrutture e delle opere pubbliche danneggiate in conseguenza degli eventi alluvionali; quindi, per capirci, anche quelle che comunemente definiamo opere di difesa idraulica. Il Commissario sta agendo in questo particolare ambito, come ci ha illustrato molto bene, in modo molto articolato. Io penso in particolare all’ordinanza n. 8 del 28 settembre e alla n. 15 del 16 novembre, rispettivamente per 233 milioni e 740.000 euro, 33 milioni e 570.000 euro la seconda; e penso a questi elenchi di interventi previsti.

Il tema che oggi vorrei sottoporre all’attenzione del Commissario della Giunta regionale è questo, la necessità di introdurre nella ricostruzione di queste infrastrutture, oltre al punto di vista puramente idraulico, che è stato illustrato dal Generale, un’azione di riqualificazione e rinaturalizzazione dei nostri corsi d’acqua, che contribuisca ad aumentare proprio la sicurezza dal rischio idrogeologico dei nostri territori.

Credo che non comprendere questa necessità equivarrebbe a non comprendere appieno la portata di quanto è accaduto, della tragedia che è accaduta, perché purtroppo decenni di continua artificializzazione degli alvei dei nostri fiumi non si cancelleranno certo con un tratto di penna, ma non è più possibile continuare ad ignorare il tema.

Un ripristino ambientale non è solo necessario per diminuire il rischio idrogeologico, è anche conveniente economicamente ed è conveniente in termini di biodiversità e di migliore adattamento ai cambiamenti climatici, quindi ‒ lo ripeto ‒ la tutela dell’integrità ecologica dei nostri corsi d’acqua e dei nostri territori non è solo necessaria, è anche conveniente sul versante economico nel lungo periodo, quindi è necessaria e conveniente economicamente.

Non parlo di argomenti sconosciuti o di sperimentazioni, le linee guida regionali per la riqualificazione integrata dei corsi d’acqua naturali dell’Emilia-Romagna sono del 2015, i primi progetti manuali e linee guida di ISPRA sono del 2008, l’ingegneria ambientale naturalistica ha ormai decenni di esperienze e studi consolidati alle spalle in tutta Europa, non solo all’estero, anche qui in Italia e anche in questa Regione.

Proseguire quindi con un approccio che vede la causa delle alluvioni solo nella mancanza di pulizia degli alvei o nella insufficiente altezza degli argini o nella mancanza di casse di espansione, pur certamente temi molto importanti, rischia però di far proseguire ancora di più, nell’artificializzare ancora di più i nostri fiumi, significa condannarci a replicare quanto accaduto in Romagna mesi fa e pochi giorni fa in Toscana.

Senza un’inversione di tendenza che porti a restituire spazio ai corsi d’acqua, affermare l’impermeabilizzazione, che si traduce in ulteriori carichi per un reticolo idrico già vicino al collasso, a ripristinare le interazioni tra i corsi d’acqua e i territori attraversati da questi credo che la nostra azione di ricostruzione, ripristino e completamento, anche nella migliore delle ipotesi di riuscire a reperire in tempi ragionevoli le risorse economiche necessarie, è destinata al fallimento o comunque all’insufficienza, nonostante le migliori intenzioni, le grandi competenze che sono state illustrate e che conoscevamo, nonostante il fatto che tutti sappiamo che c’è un prima e un dopo rispetto a maggio in questa Regione.

Dirò di più. Nella ricostruzione delle opere di difesa idraulica deve essere fatta un’analisi che consenta di individuare quelle realizzate, soprattutto più di recente, con il dichiarato scopo di ottenere ancora nuove aree da utilizzare a scopi produttivi e abitativi, a volte, per esempio, per realizzare un parcheggio o una pista ciclabile.

Inoltre, non è più rinviabile una riflessione su ciò che si sta accuratamente evitando di introdurre nel dibattito pubblico, cioè la delocalizzazione dei beni più a rischio e a più alto valore in aree intrinsecamente più sicure. I beni più a rischio e a più alto valore, bisogna riflettere, a mio avviso, sulla necessità di delocalizzarli.

Attenzioni, io non sto affermando e non credo che nessuna opera di ricostruzione vada fermata, soprattutto in una fase ancora emergenziale, dico invece che, anzi, si tratta di avviare una gestione programmata con intervalli di intervento regolari e, se possibile, non condizionata da risorse che arrivino a singhiozzo. Questo è certamente utile e necessario.

Dico che una riproposizione meccanica di argini sempre più alti e sempre più larghi in una sorta di continua gara con l’aumento e la concentrazione temporale e spaziale delle precipitazioni, serve solo a darci un’illusione di sicurezza e l’illusione oggi è particolarmente pericolosa, dopo quello che abbiamo visto. Quindi, fare a gara con la pioggia, costruendo sempre di più nel modo sbagliato e artificializzando fiumi che diventano di fatto tubi, è molto pericoloso.

Ritengo che soprattutto questa illusione di sicurezza non potrà essere mantenuta ma che nel frattempo avrà spinto alla costruzione di quartieri residenziali e aree industriali ed artigianali che saranno, diciamo così, proprio vicini a queste opere idrauliche.

Costruire e ricostruire opere di difesa idraulica e manutenerle correttamente, è certamente un obiettivo, ma oggi non basta più. Bisogna fermare il consumo di suolo, restituire spazi ai corsi d’acqua anche, quando necessario, con arretramenti arginali. Rinaturalizzare i fiumi e i loro alvei con un approccio multidisciplinare e delocalizzare, come dicevo, quando necessario e quando economicamente conveniente.

Alla crescente artificializzazione e rettificazione dei nostri corsi d’acqua, già portata agli estremi del territorio regionale, il territorio dell’Emilia-Romagna nel secondo dopoguerra, sembra invece non si voglia mettere un limite. Nessun limite nemmeno oggi.

Basterebbe guardare, prendo un esempio tra i tanti cantieri, i lavori in corso sull’Idice che danno la sensazione di trovarsi più di fronte a un’autostrada, ancora una volta, che di fronte a un fiume e in cui non c’è traccia, almeno ad oggi, di quegli interventi di ricostruzione di habitat o di creazione delle condizioni per la loro naturale rigenerazione, come: introduzione di sedimenti; legnami in alveo; diversificazione delle sponde; creazione diretta di buche e raschi; zone umide per i fluviali; riconnessione di canali secondari o altri habitat critici dove questi non si ricreino naturalmente nel tempo. Anche rimboschimenti e ripopolamenti, interventi senza cui si assisterà ad una banalizzazione del sistema fluviale.

Ovviamente nessuno mette in dubbio che in una prima fase si debba lavorare per superare l’emergenza, è ovvio. In un fiume come l’Idice che in quel tratto era pensile e totalmente artificializzato e rettificato, ma il dubbio che poi ci si fermi lì e non si faccia altro, ci si fermi all’artificializzazione del fiume, alla sua autostradalizzazione, senta analizzare a fondo ciò che è accaduto, illudendosi di aver messo le cose a posto per sempre, è più che lecito.

Questo è il mio dubbio, il dubbio che pongo quindi a questo dibattito.

Le politiche di adattamento non possono essere solo il contenuto di una delibera da mostrare come un attestato di buona fede ecologista. Devono essere concretissima azione di governo del territorio già da oggi, già dall’oggi, già dal presente, già dai lavori a cui supervisiona il Commissario alla ricostruzione. Non possiamo più permetterci, io credo, di ricostruire tutto esattamente come prima e poi sederci ad aspettare la prossima catastrofe.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.

Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente. Buongiorno.

Mi trovo innanzitutto costretta a ribadire che, da parte del Governo nazionale, questa drammatica calamità è stata affrontata molto male, senza nulla togliere al lavoro del Commissario Figliuolo, che è stato chiamato sicuramente a un compito complicato e che ringrazio per essere qui con noi oggi. Sono ancora troppe le risposte che mancano a una popolazione che ha sofferto e subìto danni gravissimi.

Dopo tanti mesi di assurda contrapposizione, che ha visto la nostra Regione cercare un’interlocuzione propositiva con il Governo guidato da Giorgia Meloni, posso sicuramente affermare che è stato perso tanto tempo prezioso e che ciò che ci aspettavamo in termini di risorse economiche non è ancora arrivato sui territori. Conti alla mano mancano ancora risorse indispensabili per tornare alla piena normalità e aiutare in modo adeguato e concreto tutti coloro che hanno subito danni a beni personali, abitazioni, attività economiche.

Anche se alla fine il Governo, come ha ricordato nei giorni scorsi il presidente Bonaccini, ha in qualche modo dovuto accogliere la proposta di inserire nella legge di bilancio il credito d’imposta per i risarcimenti, non possiamo ritenerci soddisfatti, intanto perché il credito d’imposta ha una capienza di risorse insufficiente, visto che per famiglie e imprese si prevedono 629 milioni di euro, più i 700 milioni nella legge di bilancio, quindi circa un terzo della stima delle risorse necessarie. Rimaniamo ancora lontani da quello che chiedevamo.

Le risorse previste sono infatti drammaticamente inferiori rispetto a quelle necessarie per imprese e cittadini e non sono ancora previsti i rimborsi per tutti i beni mobili dei privati cittadini che sono andati distrutti, dalle auto, alle cucine, dagli elettrodomestici, alle stoviglie, fino agli arredi e ai mobili. Mi sembra una dimenticanza, lo dico tra virgolette, clamorosa e incredibile e auspico con forza che il Governo possa rimediare e ritornare sui propri passi. È evidente che in un’alluvione sono proprio i beni mobili quelli che vengono danneggiati in misura maggioritaria.

Se il Governo rimarrà fermo su questa decisione, il rischio vero sarà che tantissimi cittadini danneggiati non vedranno arrivare i soldi di cui necessitano.

I mancati ristori per l’alluvione rappresentano un problema gravissimo e testimoniano anche la scarsa qualità ed efficienza di un Governo nazionale, che giorno dopo giorno dimostra di essere inadeguato a questa come a tante altre situazioni. Purtroppo, per molti versi e su molti fronti non è il periodo migliore per permettersi un esecutivo così debole e sconclusionato.

Se ci pensiamo, dopo le roboanti dichiarazioni della premier a fatti appena accaduti con tanto di passerella sui luoghi maggiormente colpiti, questo atteggiamento appare quanto mai urticante. Meloni aveva promesso solennemente l’impegno di garantire il 100 per cento dei risarcimenti. Così non è stato e così non è.

Altri temi rendono questa fase molto delicata e necessiterebbero di ulteriori interventi e ripensamenti. Per esempio, la situazione dei Comuni e degli Enti locali colpiti dalle alluvioni di maggio, che si trovano a poter “arruolare” (lo dico tra virgolette) 250 nuove unità di personale tecnico e amministrativo a tempo determinato, che si occuperà delle pratiche della ricostruzione.

Lo possono fare però solo attraverso le graduatorie esistenti, senza poter prevedere nuovi bandi, né utilizzare comandi o mobilità. Tutto ciò si tradurrà nella concretezza nel fatto che i Comuni potranno usufruire di molto meno personale di quello di cui avrebbero reale necessità.

La fase emergenziale per fortuna è alle spalle, è vero, ma ora serve un piano di ricostruzione rapido ed efficiente e servono soprattutto più risorse. Certo, non è tutto fermo, grazie soprattutto al piano di azioni che la Regione ha predisposto e grazie anche ad altre risorse che il Commissario straordinario alla ricostruzione ha cominciato a rendere disponibili.

Occorre preparare anche un nuovo assetto del nostro territorio, che sia in grado di resistere a fenomeni atmosferici finora inediti per la loro intensità e violenza.

Rimarco inoltre come sia stato finalmente deciso, proprio come proposto all’inizio di questa emergenza, di utilizzare, per le richieste di rimborso di imprese e persone fisiche, la nostra piattaforma digitale Sfinge, che così bene ha funzionato nel post terremoto. Non si capisce soltanto perché siano stati necessari mesi di silenzio prima di rompere gli indugi, visto che la piattaforma sarebbe stata pronta fin da subito.

Di fronte a tragedie così tremende, chi ha responsabilità di Governo oppure ha ruoli rilevanti nella maggioranza che lo sostiene dovrebbe cercare soluzioni concrete e collaborazione, non attacchi incomprensibili e grandi operazioni di frittate rigirate, per attribuire colpe ai livelli locali o lavarsene le mani.

Credo che, ora più che mai, sia il tempo di lavorare tutti insieme. Chiediamo quindi al Governo e alla struttura commissariale un continuo confronto con gli Enti locali, per essere aderenti e tempestivi e per poter intervenire insieme. Occorre una grande strategia istituzionale, oltre alla buona volontà, unità, serietà e spessore morale che sicuramente riconosciamo al Generale Figliuolo.

Sulla ricostruzione, però, non possiamo davvero fingere che vada tutto bene e ci batteremo perché sia riconosciuto il 100 per cento dei rimborsi agli imprenditori, alle famiglie e alle comunità locali.

Come Italia Viva continueremo a chiederlo e a reclamarlo finché non avremo tutte le risposte che questa terra e i suoi cittadini meritano.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Passo ora la parola alla consigliera Rontini. Prego.

RONTINI: Intervengo anche se non c’è il Generale Figliuolo in aula, che immagino impegnato in un’intervista, un altro pezzo del lavoro che ha da fare. Mi sarebbe piaciuto che fosse qui, perché il mio intervento lo riguarda.

Grazie presidente e grazie al Commissario, il Generale Paolo Figliuolo, per aver accettato l’invito ed essere qui con noi stamattina in aula per discutere di quello che è stato, ma soprattutto di quello che serve per far ripartire la Romagna. Gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduta hanno certamente facilitato il mio compito. Aggiungo però qualche dato che è vero, abbiamo sentito tante volte, ma che insieme alle immagini dall’alto continua a dare il senso di cosa quella notte tra il 16 e il 17 maggio si è abbattuto sul nostro territorio cambiandone per sempre il volto e sconvolgendo la quotidianità di migliaia di famiglie e imprese.

In poche ore, in un’area di 16.000 metri quadrati, sono caduti quasi 4 miliardi e mezzo di metri cubi di acqua che hanno allagato abitazioni, capannoni, edifici pubblici, strade e piazze causando, tra le altre cose, l’attivazione di 60.000 nuove frane, interi versanti collinari si sono riversati nei fiumi e sono stati trascinati dalla forza della corrente fino a valle.

Parliamo di 47 milioni di metri cubi di terreno franato, con una massa totale che si aggira sugli 85 milioni di tonnellate.

Ecco, io voglio evitare di fare polemiche, cosa che piace molto a qualche deputato, anzi a qualche deputata, perché fare polemica è l’unica cosa che non serve per dare risposte a chi ha perso molto, in alcuni casi tutto.

Resta il dispiacere per il tempo perso dal Governo prima per la nomina del Commissario, poi contestando la stima dei danni fatta dai sindaci e ancora nel riconoscere la bontà dello strumento del credito d’imposta che da subito avevamo suggerito; mesi preziosi che avremmo potuto impiegare per la messa in sicurezza del territorio. Però non posso evitare in questa sede di sottolineare quello che ancora oggi manca.

A disposizione dei territori alluvionati c’è meno della metà delle risorse che lo stesso Governo ha stimato essere necessarie per rimborsare i cittadini e le cittadine colpiti. Se è vero che non tutti i soldi servono adesso in cassa, abbiamo però il dovere, come sistema delle Istituzioni, tutti insieme, di dare certezza alle famiglie e alle imprese. I 700 milioni di euro che per ora sono stati messi in legge di bilancio sul credito d’imposta, più i 639 milioni che già c’erano, fanno un terzo della stima dei danni ai privati.

Oltre alle risorse per gli interventi urgenti, che lei, Generale Figliuolo, ha messo prontamente a disposizione degli enti locali, e la ringrazio, servono procedure semplificate e in taluni casi la possibilità di operare in deroga a norme obsolete e confuse, senza cedere il passo alla trasparenza e alla legalità che devono accompagnarci in questo percorso. Serviranno poi risorse per la ricostruzione pubblica, per portare a risultato i piani speciali per la sicurezza della popolazione che sono in capo alla struttura commissariale e che, anche solo per la fase della progettazione, richiedono coperture nel bilancio dello Stato. Piani di cui, ne sono certa, ci sarà l’opportunità di poter discutere nel merito con il Generale Ciotti in sede di Commissione assembleare.

Infine, in un’alluvione, lo ricordava in apertura la vicepresidente Priolo, mancano all’appello tra le cose rimborsabili tutti i beni mobili registrati e non. Sui primi abbiamo messo una pezza grazie alla straordinaria generosità di tante persone che, ancora una volta, hanno dimostrato di voler bene all’Emilia-Romagna. Come mi evidenziava qualcuno ieri, è come se in un terremoto si fosse optato per non rimborsare i mattoni che servono per ricostruire i muri.

Consigliera Castaldini, alluvioni e terremoto sono due calamità, ma sono due calamità profondamente diverso e la vorrei vedere spiegare la bontà del provvedimento che lei ha difeso qui in aula, farlo davanti a qualsiasi cittadino o cittadina del mio territorio che chiede di poter riacquistare mobili, cucine, elettrodomestici per tornare a una sorta di normalità. Ne sono dispiaciuta, ma non dovrei essere stupita, se è vero che alcune settimane fa avete votato contro il mio ordine del giorno che chiedeva di porre rimedio a questo provvedimento, incaricando i parlamentari di ogni ordine e grado. Pazienza, tornerò a presentarlo. Chiudo.

Dal giorno dopo l’alluvione, come i colleghi sanno, ho preso un impegno con le popolazioni alluvionate e con i loro rappresentanti nei comitati: fino a che l’ultimo euro necessario ad arrivare al 100 per cento dei rimborsi non arriverà in Emilia-Romagna, come promesso dalla presidente Meloni, non smetterò di chiederlo. È un impegno che intendo mantenere.

So di azzardare e di dire qualcosa che esula dal frasario istituzionale, ma mi piacerebbe che anche lei, Generale Figliuolo, che è un servitore dello Stato e ce lo ha più volte dimostrato, prendesse un impegno in quest’aula: pur consapevole che questa cosa che le sto per chiedere non dipende solo dalla sua volontà, vorrei che ci dicesse che rimarrà Commissario alla ricostruzione fino a che l’ultimo intervento non verrà completato e l’ultimo cittadino non sarà rimborsato.

Sarebbe non solo una garanzia sulle cose che dobbiamo insieme fare, ma sarebbe soprattutto, per quelle popolazioni colpite e profondamente ferite, la certezza di non essere dimenticate.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Grazie, Generale, e Commissario, per la sua relazione, perché ha chiarito ‒ credo una volta per tutte ‒ il percorso che si è fatto, che si sta facendo e che si farà fino alla completa ricostruzione.

È evidente che, da un certo punto di vista rispetto a quelli che sono stati gli interventi del Partito Democratico, mi sembra di riascoltare un disco rotto. Si parla sempre di insufficienza di risorse, si parla sempre del ritardo nella nomina del Commissario, ricordo anche che il presidente Bonaccini si era candidato sin dal primo momento e voi l’avevate candidato sin dal primo momento ad essere Commissario per la ricostruzione, nonostante fosse il Commissario comunque dell’emergenza del dissesto idrogeologico.

Non voglio entrare in polemica e soprattutto non voglio polemizzare con i due Commissari, da un lato il Generale Figliuolo e dall’altro il subcommissario Bonaccini, ma dobbiamo dare delle risposte e credo che oggi si stia facendo un processo alle intenzioni: non ci sono risorse, non si sta facendo quello che si deve fare, queste sono critiche fatte, ritrite, rifatte nel corso di questi mesi.

Io invece ringrazio il Generale per aver chiarito una volta per tutte il percorso che è stato fatto e che si farà fino alla sua scadenza, e auspico che, alla sua scadenza, quello che si doveva fare si farà.

Sono state messe a disposizione delle risorse sia per le somme urgenze... Sono state emesse delle ordinanze. Siamo uomini delle Istituzioni, sappiamo benissimo che tutto e subito è impossibile ottenere se non attraverso una reale e vera rendicontazione di quelli che sono stati i danni.

Sappiamo benissimo, e lo abbiamo visto ad esempio quello del terremoto, che dopo 11 anni ancora non si è liquidato il 100 per cento e questo è un dato di fatto.

Quindi oggi non stiamo a polemizzare dopo sei mesi che non ci sono risorse, non ci sono state fatte delle vicende, o comunque ci sono delle aspettative rispetto a delle liquidazioni dei danni che al momento non sono arrivate. Bene, è evidente da questo punto di vista che il percorso si è incardinato.

Io credo in quello che dice il nostro Governo, in quello che promette il nostro Governo, di rimborsare e indennizzare tutti al 100 per cento.

È un percorso che ovviamente non si può chiudere in cinque mesi, è un percorso che durerà nel tempo e questo dovrà essere chiaro a tutti quanti, ma è un percorso che arriverà un punto finale di ricostruzione del territorio e di indennizzo alle persone che hanno subito ovviamente i danni.

Mi piacerebbe anche capire dal Generale Figliuolo come ha trovato i fiumi di questa Regione. Mi piacerebbe capire anche quali sono state le possibili cause che hanno determinato, oltre a quello che è stato detto, un evento di portata eccezionale, eccetera, che hanno determinato l’esondazione di questi fiumi. Mi piacerebbe capire quale manutenzione è stata fatta nel corso di questi anni negli argini dei fiumi.

Ma oggi non credo che sia il tempo per fare processi, occorre certamente dare delle risposte chiare e certe. Oggi queste risposte chiare e certe sono state date.

Un ultimo appunto, perché chiaramente il tempo è sempre molto poco rispetto a quello che si vorrebbe dire. Se non ho capito male, Generale, sono stati messi a disposizione per le somme emergenze più di 1 miliardo di euro e oggi le richieste da parte degli Enti locali sono state soddisfatte per 118 milioni, quindi diciamo più o meno un 10 per cento.

Vorrei capire e comprendere se la messa a disposizione di queste risorse, che ovviamente ci sono, determinano una mancanza da parte degli Enti locali di capacità di poter mandare o inoltrare alla struttura commissariale le richieste relative, appunto, agli indennizzi, e questo potrebbe essere determinato anche dal fatto che molti enti locali, molti Comuni non hanno personale a sufficienza per poter stimare, però credo che anche la semplificazione che viene richiesta da parte del Partito Democratico sia comunque già avviata, rispetto a un percorso, ad esempio quello delle somme urgenze, con il quale, con una trasmissione tramite PEC e la valutazione da parte degli uffici tecnici di quelli che sono stati i danni stimati, vengono poi subito rimborsati.

Quindi, è evidente che oggi abbiamo risorse, da un lato, e forse incapacità, dall’altro, di poterle richiedere. Cerchiamo di capire, attraverso questi percorsi, se riusciamo ad allineare questo percorso e accelerare ovviamente i tempi di valutazione e di pagamento, perché questo come primo aspetto è fondamentale, perché oggi gli alluvionati ci chiedono due cose: che non si ripeta più una vicenda del genere e, quindi, vivono nel terrore che questi eventi, pur ovviamente ormai disastrosi, possano comunque avverarsi; dall’altro lato, indennizzo certo e subito, ovviamente nei tempi e nelle modalità che le ordinanze della struttura commissariale insieme al Governo dovranno indicare e ben definire rispetto al quadro economico presente al momento.

Da questo punto di vista qui, io la ringrazio per la relazione. Ringrazio ovviamente anche la sua struttura per informare i Comuni. Io parlo come cittadino del comune di Forlì, ovviamente sono anche all’interno del Consiglio comunale e quindi so il rapporto che c’è anche coi sindaci rispetto a questa struttura commissariale. Quindi, ringrazio sin da ora la sua disponibilità e cerchiamo di capire e comprendere quale sarà la strada che nei prossimi mesi dovremo affrontare, soprattutto in merito a ricostruzione e indennizzi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pompignoli.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Buongiorno, Generale. La ringrazio di aver accettato l’invito di questa Assemblea, di essere venuto qui oggi ad ascoltarci e a rendicontare le attività svolte fino ad ora, ma in particolare ad illustrare la roadmap delle attività future. Credo che il nostro ascolto delle istanze dei cittadini danneggiati del territorio, che oggi le riporteremo, le sarà molto utile per poter affinare gli strumenti che già ha introdotto, strumenti che alcune categorie stanno già attrezzando.

Lo ha detto lei. Le ordinanze sono numerose e complesse e possono lasciare aperti spazi di miglioramenti, che, visto l’impegno suo e della sua struttura, saranno sicuramente sanati, ma, come in tutte le cose ed in particolare in situazioni così complesse come quelle di cui stiamo parlando, ci sono dei dettagli che sicuramente sfuggono, dettagli che per chi ha vissuto quella brutta situazione si trasformano in grandi problemi, ed è nostro compito trasferire a lei, oggi, le informazioni affinché possa intervenire nel dettaglio.

Alcune osservazioni in merito ad alcuni punti relativi alle ordinanze e nn. 11 e 14. trattati anche nelle FAQ recentemente pubblicate, ma che, a mio parere, meritano alcuni approfondimenti. Il primo problema che voglio evidenziare è che a mio parere non si può trattare un frutteto o un vigneto alla stregua di un seminativo, perché il frutteto o il vigneto, al di là dei costi dell’impianto, ha dei tempi di ritorno in produzione molto lunghi, in alcuni casi anche molti anni, e conseguenti danni indiretti alle aziende (i cosiddetti “danni da lucro cessante”).

Credo che sia assolutamente necessario prevedere un indennizzo che ne tenga conto, inserendo in perizia il mancato reddito per gli anni di maturazione del nuovo impianto. Non basta quindi prevedere il costo delle piantine o delle barbatelle di un impianto, ma si deve necessariamente tenere anche conto di questi danni aggiuntivi rispetto a quanto previsto nelle ordinanze.

Altro tema che ritengo sia necessario affrontare è quello del cambio di coltivazione. Se un impianto è redditivo perché già ammortizzato, ma oggi non sarebbe più meritevole di essere impiantato perché le analisi di mercato non danno più dei vantaggi in prospettiva, ci si chiede perché il valore di ripristino del vecchio impianto non possa essere utilizzato per impiantare una nuova coltura più vantaggiosa in prospettiva, magari anche tenendo conto delle differenze di valore che possono essere chiaramente periziate.

C’è poi il tema delle aree escluse dai primi decreti post alluvione, la famosa lista dei Comuni incompleta. Non si è capito bene cosa sia successo, si è parlato di una PEC che non è arrivata a destinazione, comunque problematiche che non sono state spiegate. Parliamo dell’Allegato 1 della legge n. 100 in conversione al 31 luglio, recante “Interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023”.

In questa prima lista non comparivano infatti alcune zone che hanno avuto gravi danni, come per esempio, assieme ad altri, i Comuni di Pianoro o di Sasso Marconi, dove in località Ganzole c’è stata una devastazione che ha danneggiato pesantemente un ristorante ben visibile dalla strada provinciale, ristorante che ad oggi di fatto non esiste più, e nei dintorni tante altre attività artigianali e agricole, come per esempio un maneggio e civili abitazioni.

In data 25 agosto la Regione ha effettuato una nuova comunicazione a lei, Generale, in veste di Commissario straordinario, per la ricostruzione che, ai sensi dell’articolo 20 bis, comma 2 della legge 100/2023, aveva facoltà entro due mesi dall’entrata in vigore della stessa legge, di integrare l’allegato della nuova comunicazione. In effetti, assieme ad altri c’era, ad esempio, la località delle Ganzole, del Comune di Sasso Marconi, e diverse località del Comune di Pianoro con un elenco di strade, ma non si è capito se rientrino anche i danni che ho appena citato. Quindi, se ci sono solo le strade o se rientrano anche i territori e i beni dei privati.

Al tempo l’assessore Calvano ci ha confermato che la sua struttura commissariale ha effettuato specifici sopralluoghi nei suddetti ambiti al fine di valutare l’estensione dell’elenco. Ma non sappiamo se l’elenco è stato integrato e se queste località sono poi state inserite o meno.

In ultimo, visto che la Regione, utilizzando parte dei fondi delle donazioni, ha provveduto ad emanare un bando per risarcire chi ha avuto le auto danneggiate, quindi le auto e non i furgoni, autocarri, eccetera, non è chiaro se le ordinanze ad oggi emanate, o da emanare nei prossimi giorni, sia previsto di risarcire anche questo tipo di danni a veicoli strumentali sommersi dall’acqua in pianura o dalle colate di fango in montagna.

Rimane poi da chiarire, ma questo riguarda più la nostra Regione, sulla differenziazione dei veicoli danneggiati dall’alluvione, quindi dall’acqua, rispetto ai veicoli che sono stati sommersi dal fango liquefatto e colato nel fondovalle, com’è successo per esempio nel mio Comune, Monzuno, dove pare che questi danni non siano considerati come danni dell’alluvione.

Riassumendo, mi sembra che per tutte queste casistiche agronomicamente molto semplici, forse non vi sia stata una corretta comunicazione con la struttura commissariale da parte, credo, della nostra Direzione generale dell’agricoltura, o delle associazioni di categoria.

Pertanto, spero che queste tematiche vengano riprese ed aggiornate sulla base, ripeto, di semplici accorgimenti agronomici della materia.

Generale, i problemi da risolvere sono davvero giganteschi. Il lavoro che ci ha illustrato è importante e sicuramente, dopo la giornata di oggi, i cittadini emiliano-romagnoli saranno rassicurati dal fatto che è in campo un’azione titanica, e la sua disponibilità e della sua struttura, a recepire le segnalazioni che di giorno in giorno emergeranno durante le attività.

Ho ancora qualche minuto, anche se è un tema che non riguarda lei, Generale, ma credo che sia un’occasione ghiotta per poterne parlare. Credo che a fine emergenza si dovrà poi aprire una riflessione sul tema della manutenzione e presidio del territorio e sull’assetto istituzionale territoriale, ma questo non riguarda lei, Generale. Come le ho detto, è compito nostro. È compito della politica, come curare i boschi, le strade, i campi e chi dovrà farlo credo sia uno degli obiettivi che la politica si deve dare per il prossimo periodo. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Anch’io ringrazio il Generale Figliuolo per la sua partecipazione a questa seduta della nostra Assemblea. È senza dubbio un’opportunità importante, un’opportunità che non deve essere sprecata. È un’occasione di confronto e un’occasione per parlarci e per ascoltarci vicendevolmente. Lo è per noi che siamo espressione della comunità dell’Emilia-Romagna e lo è anche per lei, evidentemente, Commissario.

Cercherò di essere molto rapida per lasciare spazio e più tempo in particolare a chi proviene, ai colleghi che provengono dalle aree più colpite dalle alluvioni di maggio. Vorrei concentrarmi sugli aspetti più rilevanti, a mio giudizio ovviamente. La nostra azione, quella del Commissario e quella della Regione, che, permettetemi, ringrazio nella figura in particolare del presidente Bonaccini e della vicepresidente Priolo per il grande lavoro che è stato fatto in questi mesi, anche di vicinanza ai territori… Dicevo, la nostra azione si colloca su tre assi temporali rispetto agli eventi alluvionali dei mesi scorsi, eventi drammatici, devastanti, vorrei dire anche eccezionali, lo ricordiamo, non soltanto per le caratteristiche delle precipitazioni, ma anche per la vastità dell’area coinvolta e l’entità dei danni.

I tre assi richiedono di dare risposta al passato, cioè consentire l’indennizzo totale dei danni subiti dai privati, trovando le strade più semplici e veloci; far ripartire il presente, quindi rendere al più presto pienamente agibile il territorio nelle sue funzioni, con interventi urgenti e indispensabili; progettare e realizzare il futuro, dandosi un orizzonte di medio e uno di più lungo periodo. Sui tre assi, credo si debba evidenziare la necessità delle risorse finanziarie, strumentali, quindi norme, procedure, modelli gestionali, e umane, per la gestione di pratiche e programmi e per la progettazione.

Bene, oggi, a quasi duecento giorni dall’alluvione, sono chiari i bisogni e sono chiare anche le risposte che servono. Lo Stato deve definire procedure semplici di accesso agli indennizzi per gli importi fino a 40.000 euro e sarà così soltanto se nessuno rinuncerà a una domanda per il carico amministrativo troppo gravoso; trovare soluzioni reali, anche normative, al problema dei beni mobili, beni che sono indispensabili, è stato ben detto, per quello che riguarda la vita quotidiana delle persone. Su questo il Governo credo debba dare riscontri concreti.

Per chi ha subito i danni più consistenti va garantito il credito di imposta sia con procedure adeguate sia con la disponibilità finanziaria necessaria, che oggi manca e siamo ‒ si ricorda ‒ sempre ad oltre 6 mesi dall’alluvione.

Insomma, il Governo deve mettere a disposizione le risorse che servono e le risorse che sono state promesse.

Rispetto al presente, importanti le risorse disponibili per i lavori di somma urgenza, per gli indispensabili interventi sui fiumi e per le strade il numero dei cantieri in corso, alcuni già conclusi, e degli appalti da avviare è enorme, comporta uno sforzo molto forte, che richiede ulteriori risorse organizzative e anche professionali adeguate.

Gli strumenti normativi previsti per questa operazione non consentono però l’assunzione effettiva del personale da parte degli Enti locali, ancor meno da parte nostra, che siamo appunto un Ente territoriale. Anche in questo caso credo che il Governo debba agire subito e bene, evitando ipotesi che non permettano l’effettiva assunzione del personale che serve.

 È un’operazione indispensabile anche sul fronte della legalità (lo dico anche da consigliera di un territorio che è stato colpito dalla vicenda del processo Aemilia).

Oltre agli interventi connotati dall’urgenza e inseriti in un perimetro temporale ravvicinato, c’è l’assoluta necessità di un piano per la ricostruzione (penso che sia una cosa fondamentale da chiarire, ribadire e chiedere anche oggi), è un piano importante che dovrà impegnare direttamente il Governo, e su questo chiudo.

È fondamentale che la struttura commissariale individui i costi per l’insieme di interventi e opere indispensabili, anche se in alcuni casi dovremo pensare a interventi ravvicinati nel tempo, la realizzazione delle opere richiederà probabilmente anni. Una condizione che è – anche a mio giudizio – incompatibile con una cessazione delle funzioni commissariali a breve, cioè da qui a pochi mesi.

Anche su questo penso ci sia la necessità di cambiare rotta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Consigliera Rossi, prego.

 

ROSSI: Grazie, presidente.

Anche io mi unisco ai saluti e ai ringraziamenti al Generale Figliuolo, noi ci siamo incontrati durante una giornata e sopralluoghi nei Comuni di Casteldelci e Sant’Agata Feltria, nella provincia di Rimini, ed entrambi, ovviamente insieme anche alla vice presidente Priolo, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi quello che è accaduto nel nostro territorio riminese tra frane, smottamenti, strade interrotte, disagi per le persone e per tutta la comunità.

In quell’occasione è stato assicurato il massimo impegno da parte del Generale e anche l’invio dei fondi per l’emergenza, che devo dire il Generale in qualche modo ha mantenuto.

La collaborazione tra le Istituzioni, soprattutto davanti a tragedie come quella dell’alluvione che ha colpito la nostra terra, lo ribadisco, diventa non solo preziosa, ma fondamentale per il bene delle persone.

I nodi da sciogliere comunque ci sono, e ripeto qui quello che avevo anche avuto modo di dire in prima persona al Commissario, che oltre alle risorse urgenti che sono arrivate nei giorni scorsi ai nostri Comuni, soprattutto a quelli più piccoli, a quelli dell’entroterra e in montagna, serve un supporto amministrativo agli Uffici tecnici. Servono professionalità come progettisti, ingegneri, geologi per far ripartire e portare avanti i lavori.

Già siamo arrivati lunghi con le tempistiche rispetto alle esigenze che la nostra terra aveva e anche alle quali siamo abituati. Se i lavori non partono per impossibilità oggettiva, rischiamo anche di buttare all’aria quegli interventi di somma urgenza e provvisori che già sono stati fatti.

La capacità amministrativa dei piccoli Comuni va considerata, le strutture tecniche sono spesso insufficienti per competenze e risorse umane, soprattutto per quanto riguarda la burocrazia amministrativa. Anche perché gli interventi arrivano in un momento di sovraccarico delle strutture tecniche e anche delle stesse imprese, proprio per i progetti del PNRR, del 110 tutti e tutte le agevolazioni legate ai bonus fiscali sull’edilizia.

I costi oggi sono anche più elevati, è sempre più difficile trovare imprese pronte a iniziare i lavori con immediatezza. Qui c’è mezza Regione da ricostruire, mezza Regione da ricostruire. Quindi, molte di queste sono già impegnate sia nel pubblico, ma anche nel privato.

L’urgenza di intervenire c’è, c’è ovviamente bisogno di far presto per restituire alle famiglie le attività, la comunità e la vita di prima dell’alluvione.

Questo tema della carenza del personale, che era stato sollevato anche immagino ad ogni incontro a cui il Generale ha partecipato, temo che la soluzione che è stata messa in campo, cioè lo scorrimento della graduatoria, non si riuscirà probabilmente ad attuare. È un tema questo per noi, per i nostri amministratori.

Allora mi chiedo, ed eventualmente lo propongo anche al Governo, così come abbiamo proposto la soluzione del credito d’imposta, perché non si possa procedere, così com’è avvenuto per il terremoto in Emilia, perché non si possa procedere con una convenzione che dia la possibilità di reclutare, quindi un reclutamento straordinario di personale, attraverso il sistema della somministrazione al lavoro.

Servono prossimità, conoscenza del territorio, competenze.

In tutto questo, se c’è una cosa che mi preoccupa in questa fotografia della situazione è il rischio di infiltrazioni nel mercato da parte della criminalità organizzata, che l’Emilia-Romagna rifiuta e vuole continuare a rifiutare con determinazione. Anche per questo c’è bisogno di supporto ai Comuni da parte della struttura commissariale, perché lo stanno già gridando tutti a gran voce, non potranno affrontare la ricostruzione da soli.

Condivido anche un altro pensiero che ho ricordato con il Generale Figliuolo e la vicepresidente Priolo durante il sopralluogo. In quei fatidici giorni di maggio, se non avessimo avuto il coraggio e la prontezza come Regione, enti locali, Protezione civile, di chiudere le scuole anticipatamente, forse oggi racconteremo una storia ancora più drammatica. Invece in Emilia-Romagna il coraggio e la prontezza non mancano. Lo abbiamo visto anche subito dopo l’alluvione, con centinaia e migliaia di volontari, che continuiamo a ringraziare, che sono arrivati per spalare il fango insieme alla Protezione civile, e con la macchina del volontariato, che è partita subito, una delle più solide e partecipate d’Italia.

Ecco, proprio perché qui, in questa terra, non si lascia indietro nessuno, faccio un appello al Generale Figliuolo. C’è un comune in provincia di Rimini, uno dei più grandi per estensione del mio territorio, che non ha ricevuto i fondi per i danni dell’alluvione, che complessivamente sono stati calcolati per circa 4 milioni di euro. Ad oggi non è riscontrato sapere che cosa si sia inceppato a livello amministrativo nella richiesta di Coriano, se e-mail troppo pesanti o indirizzi sbagliati. Detto questo, però, chiedo che si possa fare in modo di recuperare questa somma per accelerare e accelerare anche i tempi, in modo tale che anche loro possano avere la possibilità, come gli altri, di aprire i cantieri subito e di garantire alla propria popolazione la sicurezza adeguata che c’era prima dell’alluvione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Buongiorno, Generale Figliuolo. Vorrei dire, meglio tardi che mai. Lo abbiamo qui in aula, appunto, a sentire cosa riportano dai territori i consiglieri che in questi territori sono stati eletti, ma voglio partire anch’io, visto che noi ambientalisti siamo stati paradossalmente… Io sono della lista di Europa Verde, Generale.

Io sono della lista Europa Verde, Generale. Faccio parte, quindi, di quella comunità che, in maniera paradossale, è stata accusata di essere responsabile dell’alluvione, noi che ci occupiamo di gestione del territorio da quando siamo nati, noi che lottiamo contro il consumo del suolo e che abbiamo sempre lavorato per una gestione dei corsi d’acqua che consentisse a questi di non essere trasformati in tubi compressi tra argini di cemento, ma di potersi espandere nei territori. Quindi, noi siamo questi, di fronte ai 4,5 milioni di metri cubi d’acqua che ‒ voglio ricordare ‒ sono pari al consumo regionale totale di tre anni di acqua per tutti gli usi agricoli, industriali, del settore civile, delle famiglie.

Questi 4,5 milioni di metri cubi d’acqua sono un segnale chiaro che abbiamo a che fare con un’accelerazione del riscaldamento globale, quindi con un cambiamento climatico che è già in atto, ma che sta accelerando, per cui si concentrano quantità incredibili di acqua in atmosfera, che poi si abbattono sul territorio causando le alluvioni.

È vero, le alluvioni c’erano anche in passato, ma i tempi di ritorno di oggi sono allarmanti. Bisogna guardare in faccia questa realtà, tanto più che anche in questo caso l’alluvione è arrivata dopo mesi di siccità, quando i terreni erano talmente inariditi che non riuscivano a trattenere l’acqua che pioveva sopra.

Con questo noi dobbiamo fare i conti. Accusare gli animali con abitudini fossorie (le nutrie, gli istrici), come è stato fatto anche in quest’aula dai Partiti della minoranza, o il mancato taglio degli alberi sulle sponde, la cosiddetta “pulizia della vegetazione spondale”, parlare di questo equivale a fare manovre di distrazione di massa dalle vere cause, quindi distogliere l’attenzione dalla ricerca delle vere soluzioni, soluzioni di cui si dovrà tenere conto nel Piano della ricostruzione.

Ovviamente nessuno, certo non noi Verdi, sostiene che non vada fatto il monitoraggio delle sponde alla ricerca di questi famosi animali di abitudini fossorie, ma, a parte il monitoraggio, bisogna anche tenere conto del cambiamento climatico, di questi eventi meteo estremi, quindi partire soprattutto da interventi di pianificazione dei territori che siano in grado di far fronte a questi fenomeni.

Le 60.000 frane, ovviamente non addossabili né agli istrici né alle nutrie, sono molto di più di un campanello d’allarme, quindi occorrono misure e interventi infrastrutturali nella fase di ricostruzione, in grado di rispondere all’accelerazione del cambiamento climatico già in atto.

La sua nomina, Generale Figliuolo, è arrivata ‒ voglio dirlo anche da Verde – inspiegabilmente, dopo che il Governo aveva deciso di non dare questo incarico, come si è fatto in passato per i terremoti, al presidente della Regione. Al di là di questo, è stata, purtroppo, una nomina tardiva che ha causato forte preoccupazione nella tempistica del ripianamento dei danni. È arrivata tardi.

Questa nomina inspiegabilmente scadrà a giugno 2024, quando sicuramente l’opera di ricostruzione non sarà portata a termine.

A proposito di ricostruzione, come stanno procedendo gli indirizzi? Anch’io voglio suonare come un disco rotto, come il consigliere Pompignoli ha accusato il Partito Democratico, nel dire che le risorse sono insufficienti, non è questione di dischi rotti o interi. I numeri parlano da soli.

Il rimborso per i beni mobili non è previsto, le risorse per la ricostruzione delle infrastrutture sono al di sotto delle necessità censite dalla Regione. I 2 miliardi e mezzo di interventi per la somma urgenza e l’urgenza sono sicuramente positivi, ma resta la preoccupazione perché non ci sono risorse invece per la ricostruzione, cioè per tutta l’opera di messa in sicurezza del territorio, dalla registrazione delle casse di espansione.

Voglio riconfermare alla minoranza che i Verdi sono favorevoli alle casse di espansione. Anzi, io avevo fatto interrogazioni proprio per sapere qualcosa rispetto al ritardo di quelle sul Senio, e cosa abbiamo appreso? Che lì sono anche i privati che si mettono di traverso e che impediscono di procedere con gli espropri per realizzare queste strutture.

Quindi, ci vogliono le casse di espansione, vanno rimodulati e riqualificati gli alvei fluviali, raccolte sicuramente del legno che si perde. Pensare di spogliare della vegetazione spondale i fiumi, è un controsenso, vuol dire predisporsi alla prossima alluvione. Questo credo vada evitato.

Quindi, in termini di pianificazione basta costruire in zone esondabili, come purtroppo è stato fatto.

Oggi assistiamo anche a un altro fenomeno preoccupante: imprese che si tutelano e fanno una sorta di arginature fai da te. Anche questo va evitato.

Quello che ci serve è un Piano di adattamento territoriale al cambiamento climatico che dia le risposte giuste agli eventi che il cambiamento climatico genera.

Ricordo, visto che il Generale è in contatto con il Governo, che manca a questo Paese una legge sul clima, manca a questo Paese un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici e tanto più mancano le risorse per questo Piano di adattamento ai cambiamenti climatici.

Vorrei ricordare anche che nell’assenza di una prima risposta da parte del Governo, i Comuni qui si sono arrangiati, si sono dati da fare. Ci sono state le donazioni dei cittadini. Le prime risposte sono arrivate da risorse della Regione. Ci sono stati dei casi, io ne ho visto uno proprio domenica nell’Appennino imolese, dove, appunto, associazioni di agricoltori si sono messe insieme, addirittura con un supporto dell’Unione dei buddisti italiani, tanto per dire l’arco vasto di soggetti che si son messi in campo, e si sono riaperte le strade che erano chiuse.

Resta, per esempio, un caso veramente emblematico al negativo, le cooperative delle campagne, che hanno accettato di essere allagate ai confini di Ravenna, per poter salvare la città. Questi a settembre, mi risulta che oggi non sia cambiata la situazione, non hanno ancora ricevuto un minimo rimborso. Chi ha accettato di farsi allagare per salvare Ravenna non è ancora stato risarcito. Quindi, cosa occorre oggi? Occorrono dei piani di bacino adeguati. Occorre la conoscenza del territorio, la conoscenza minuta del reticolo idrografico, fino alle cosiddette “scoline”, cioè quei minimi fossi che convogliano l’acqua che arriva dai campi.

Bisogna fare fronte a quello che purtroppo è dietro l’angolo, perché i fenomeni meteo ci sono, con una migliore conoscenza e gestione del territorio. Il riscaldamento globale richiede un sistema di sorveglianza territoriale più accurato, più minuzioso. Quindi, ripeto, bene le casse di espansione. Bisogna accelerare anche gli espropri e infine vorrei ricordare che c’era stato un tentativo in questo Paese di fare fronte al dissesto idrogeologico. Era l’impresa Italia Sicura, il primo tentativo di programmare interventi. Programmare: questa è la parola che deve diventare la chiave della ricostruzione. Programmare. Programmare interventi di risposta al dissesto idrogeologico.

Siamo il Paese in Europa che da solo ospita metà delle frane di tutta l’Unione europea. Questo ci deve aprire gli occhi su quello che va fatto e non cercare scuse o vie di fuga dalla responsabilità di guardare in faccia quello che sta succedendo a seguito della crisi climatica.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Parliamo, oggi, ancora una volta, di alluvione. È una discussione che abbiamo fatto in quest’aula diverse volte. Quindi, oggi io non mi soffermerò sulle soluzioni e sulle azioni da mettere in campo, perché ne abbiamo parlato davvero tante volte, però alcune cose le voglio dire.

Intanto oggi in questa occasione ‒ intanto buongiorno, Generale Figliuolo ‒ speravo davvero di sentire parole nuove, parole straordinarie rispetto a fenomeni atmosferici catastrofici che sono purtroppo all’ordine del giorno. Ancora una volta, però, un paio di cose sono chiare: intanto che la prevenzione non è mai una priorità in questo Paese, come non lo è la manutenzione ordinaria del territorio, come non lo è purtroppo una ricostruzione che abbia criteri di sostenibilità ambientale.

ISPRA ci dice che l’Emilia-Romagna è tra le regioni in cui la percentuale di territorio potenzialmente allagabile, così come la percentuale di popolazione esposta al rischio alluvionale per i tre scenari di pericolosità risultano superiori rispetto ai valori calcolati a livello nazionale.

Continuiamo ad intervenire in emergenza e non agiamo mai sulle cause. Parliamo di numeri: 2,7 milioni di persone, il 62 per cento della popolazione emiliano-romagnola, a rischio alluvioni. Pensate alle preoccupazioni di chi oggi si deve impegnare nella ricostruzione con il terrore di ritrovarsi ancora una volta nella medesima situazione di maggio.

Sono quindi importanti le risorse per gestire la contingenza, abbiamo visto nelle slide che ci sono state mostrate tante cifre e tanti numeri, ma è più importante decidere come vogliamo ricostruire, e non è un aspetto secondario.

“Ricostruiremo tutto come prima” è stato detto dopo l’alluvione, no, no e ancora no, affermare questo o sorvolare su questo aspetto significa non avere capito nulla di quanto è successo, e nemmeno prevedere nessun criterio premiante rispetto a tutte le cifre che abbiamo visto prima è qualcosa di positivo.

Purtroppo di questo non sento mai parlare, di come vogliamo spendere questi soldi, non basta dire “li abbiamo messi”, dobbiamo decidere anche come li vogliamo spendere per una ricostruzione che sia sostenibile. Dobbiamo dircelo anche in queste occasioni e ancora una volta sono aspetti che io non ho sentito in questo dibattito né da una parte, né dall’altra purtroppo.

Non parlare di queste cose, non sottolineare questi aspetti, non farsi carico di questa sensibilità significa davvero non dare le risposte che servono per evitare che episodi come quelli di maggio si ripetano.

Quindi io non la farò tanto lunga, tanto le nostre opinioni e le nostre posizioni ce le siamo dette tante volte. Però su questo aspetto io volevo davvero insistere, perché di questa cosa non si parla mai, né nel dibattito pubblico, né nelle discussioni che si fanno sui quotidiani e, purtroppo, neanche in queste aule.

Io vorrei, e mi piacerebbe molto sentir dire qualcosa anche da questo punto di vista, capire come vogliamo dirottare, quali criteri premianti vogliamo adottare rispetto a tutte le risorse che verranno spese e che non sono sicuramente sufficienti.

Sono state fatte delle promesse ai nostri concittadini e quelle promesse devono essere mantenute ma non basta dire ricostruiamo tutto come prima. Dobbiamo agire sulle cause.

Abbiamo edifici pubblici e privati che risalgono a un’altra epoca storica e, come ho detto tante volte qui dentro, se noi sbagliamo a identificare le cause, sbaglieremo anche le risposte. Il che significa mettere ancora una volta a rischio la nostra popolazione. Non ce lo possiamo davvero più permettere.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Bulbi, prego.

 

BULBI: Buongiorno. Grazie, presidente. Benvenuto, Commissario.

Mi rivolgo oggi con lo stesso senso di urgenza e responsabilità che ci ha contraddistinto dall’inizio dell’emergenza, per continuare ad affrontare la questione delicata dell’alluvione che ha colpito la Romagna lo scorso maggio. Perché dobbiamo continuare a trovare soluzioni e garantire il sostegno necessario per la ripresa delle nostre comunità e vogliamo farlo nel più breve tempo possibile per dare certezza ai nostri cittadini.

L’alluvione ha marchiato indelebilmente la nostra Regione lasciando segni che difficilmente si cancelleranno. Si sono venute a creare sul nostro territorio post-alluvione due situazioni uguali nella loro tragicità, ma da affrontare in modo diverso.

Da una parte gli alluvionati, che hanno attraversato momenti estremamente difficili con l’esorbitante crescita dei fiumi e colate di fango che hanno provocato la distruzione di abitazioni, automobili, oggetti, ricordi, aziende e coltivazioni. Tante imprese agricole che hanno perso il loro raccolto e che ora devono attendere anni prima di poter ritornare alla piena attività produttiva.

D’altra parte i franati, che hanno assistito impotenti al crollo del terreno che sotto i loro occhi hanno portato via pezzi di strade e interi terreni agricoli, lasciando inoltre strade impraticabili, case non più sicure, interi borghi e strade isolate, infrastrutture, campi e coltivazioni irrimediabilmente danneggiati.

Realtà diverse, ognuna con le sue peculiarità e sfide uniche che hanno richiesto e richiedono interventi altrettanto diversificati.

Per quanto riguarda le aree franate, il problema è che i cittadini si ritrovano ancora oggi a non avere la certezza su quando potranno ritornare a vivere i loro luoghi in totale sicurezza, quando imprenditori agricoli, artigiani e commerciali potranno riprendere le loro attività. I cittadini ci chiedono quando i borghi messi a rischio dalle frane potranno essere ripristinati.

Ci sono abitazioni e capannoni produttivi non più sicuri, in alcuni casi irraggiungibili, fra l’altro spesso confinanti con luoghi pubblici come piazze e strade. Anche per questo motivo bisogna provvedere il prima possibile con un progetto speciale per la ricostruzione e il ripristino dei borghi, mettendo risorse adeguate, assicurando la semplificazione delle procedure burocratiche per accelerare i tempi, dando la certezza di poter tornare alla normalità a vivere questi luoghi di incontro e socialità come una volta.

Positiva l’ultima ordinanza, dove sono stati inseriti tutti gli interventi richiesti dei sindaci dei Comuni colpiti e sono state definite le linee guida per l’erogazione dei finanziamenti destinati alla messa in sicurezza e al ripristino della viabilità e delle infrastrutture stradali colpite dagli eventi alluvionali. Un passo fondamentale per la ripresa, ma è necessario, come hanno detto anche alcune colleghe, che siano affrontate alcune criticità emerse nel processo: semplificare ulteriormente la procedura richiesta per l’istanza di finanziamento, ma una su tutte la mancanza di personale tecnico qualificato, che può rappresentare per i Comuni, soprattutto i medio-piccoli, un ostacolo concreto alla tempestività della ricostruzione. Per questo dobbiamo adottare soluzioni specifiche per sostenere le Amministrazioni comunali nella gestione di questa fase. Importante è il provvedimento per l’assunzione di duecento tecnici. Bisogna però superare i vincoli assunzionali che in alcuni Comuni, soprattutto i più piccoli, ci sono.

Come ho accennato prima, vorrei sottolineare l’importanza vitale di concentrare gli sforzi e le risorse anche su quei piccoli borghi della collina e della montagna che rischiano di svuotarsi e scomparire a causa dell’alluvione. Questi luoghi sono la linfa vitale della nostra regione e custodia di tradizioni millenarie e patrimoni culturali unici. La loro ripresa non è solo una necessità economica, turistica e salvifica per chi ci vive e ci lavora, ma anche un atto di preservazione della nostra identità.

Sono territori fragili, i cui eventi franosi di quest’anno rischiano di completi di comprometterli irrimediabilmente, se non si agisce nel più breve tempo possibile. È perciò importante avviare un percorso per una sorta di computo metrico romagnolo, elencando tutti gli interventi necessari per la ricostruzione, indicando le reali necessità economiche e finanziarie del territorio in grado di far fronte a questa situazione, considerando, come ha sottolineato la vicepresidente Priolo, che le risorse messe a disposizione non sono sufficienti per il ripristino e la costruzione.

In caso di eventi calamitosi come quello che i nostri territori hanno vissuto, è importante che la struttura commissariale non abbia utilizzato i criteri predefiniti che non tengono conto della realtà, altitudine e pendenza, come quelli ad esempio introdotti dal DL Montagna, che nel caso avrebbero portato e creare nuove disuguaglianze e fratture territoriali.

Impegniamoci con determinazione per garantire che le risorse necessarie siano messe a disposizione per la ripartenza di questi piccoli borghi. Dobbiamo lavorare in sinergia, permettendo a tutti di fare il possibile per ottenere il supporto finanziario. Questo non è solo un investimento nella ricostruzione, ma un investimento nel futuro.

In conclusione, colleghi, dobbiamo agire con determinazione e solidarietà per affrontare le sfide che ci attendono, avendo lo stesso, unico obiettivo dei cittadini riuniti nei comitati, i quali hanno come unica preoccupazione quella di avere le risorse necessarie per far fronte ai danni e ripristinare i luoghi in totale sicurezza e nel più breve tempo possibile.

 C’è un problema, non c’è più la tensione mediatica che c’era nei mesi scorsi, ora sta a tutti noi fare squadra per il nostro territorio. Questo non è il tempo e questi non sono i temi per dividersi per piccoli interessi particolari, ma dobbiamo restare compatti e tenere alta l’attenzione.

 Anch’io con la collega Rontini auspico che lei, Generale, possa continuare fino alla piena ricostruzione e al totale indennizzo a cittadini e imprese per tutto quello che hanno perso.

 Concludo ringraziando lei, il presidente Bonaccini, la vice presidente Priolo perché, nonostante qualcuno cerchi sempre di contrapporre le Istituzioni, avete la capacità di lavorare e collaborare insieme.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bulbi.

Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Ringrazio anche il Commissario Figliuolo per aver partecipato a questo Consiglio. Consiglio in qualche modo straordinario, e nella sua straordinarietà non vi è soltanto evidentemente l’argomento che trattiamo, ma il caleidoscopio di posizioni che sono emerse e che emergeranno nel corso di questa triste vicenda.

Lei, Commissario, ha un mandato, una missione, come direbbe nel suo gergo militare, e il suo mandato è vincolato a quello che il Governo ha deciso che sia il binario intorno al quale costruire la ricostruzione di questa Regione. Lo ha illustrato con una puntuale descrizione delle fasi e degli obiettivi.

Tuttavia, all’interno di questo mandato, laddove evidentemente non possiamo inserirci nel meccanismo del mandato del mandatario, come tanti altri colleghi ho ravvisato un grande vulnus, un vulnus politico, dei cui effetti lei non è portatore, ma che allo stesso tempo rappresenta una scelta politica che il Governo ha voluto perpetrare nei confronti di questa Regione. Guardi, non riannodo la discussione a chi dovesse essere il Commissario, quella è una discussione che abbiamo già affrontato in varie sedi. Tuttavia, occorre discutere di quello che questo Governo sta facendo per rendere possibile il lavoro della ricostruzione di questa Regione con una tempistica e una modalità che fa sorridere.

Fa sorridere perché l’idea che noi nel 2024 potremmo affrontare tutti i problemi che sono stati rappresentati dalle cittadine e dai cittadini di questa Regione, dagli imprenditori, significa non avere in mente qual è il percorso di ricostruzione. Non vi è soltanto evidentemente un meccanismo al quale si chiede a una struttura commissariale di intervenire, ma la struttura commissariale deve essere messa nelle condizioni di poter operare al meglio. Questa è la discussione nel merito che noi chiediamo che venga fatta.

Noi contestiamo radicalmente un approccio ragionieristico con questa crisi.

Perdonatemi, colleghi, io presiedo la Commissione ambiente e territorio in cui, se lei avrà piacere, lo ospiteremo avendo avuto richiesta da parte di tutti i commissari all’unanimità per poterci confrontare sui tempi e la modalità della ricostruzione. Nel corso di questo lavoro che la mia Commissione ha svolto, abbiamo svolto delle visite in luoghi colpiti, abbiamo audito cittadini unitisi in comitati. Ne faremo delle altre anche su sollecitazione dei colleghi, ma il punto qui non è affrontare una discussione sui negazionismi climatici che pur in quest’aula esistono, il punto qui è comprendere cosa serve per ricostruire.

A vario titolo i colleghi hanno illustrato una problematica nuova. Si è detto che la somma urgenza è uno strumento eccezionale, chi studia il diritto amministrativo lo conosce. Lei con la sua struttura amministrativa sta facendo il possibile, ve ne do atto, però ad impossibilia nemo tenetur.

È vero o non è vero che non abbiamo personale tecnico che può aiutare i nostri Comuni a preparare le relazioni tecniche? È vero o non è vero che non abbiamo una lista di ditte che non faranno competizione tra di loro per la ricostruzione di questo territorio?

La discussione è tutta politica, colleghi. Stiamo facendo finta di girare intorno ad un problema.

Allora io mi chiedo per quale motivo nella legge finanziaria non sono state previste delle deroghe sulle assunzioni straordinarie? Per quale motivo in questa legge finanziaria non si discute di quello che in una discussione francamente veramente è da primo anno di Università di Giurisprudenza: il risarcimento dei danni.

Io dico, si cerca di mistificare il terremoto con l’alluvione, si cerca di mistificare i beni mobili registrati dai beni mobili non registrati e allo stesso tempo si dice che i cittadini vanno tutti rimborsati.

Allora ci si nasconde dietro una decretazione d’urgenza quando è necessario, e allo stesso tempo non si ha il coraggio di una decretazione d’urgenza su questo tema. Questa è la gravità di questa discussione.

Mi perdoni se ho alzato la discussione di questi temi. So che lei non è portatore neanche delle risposte, però lei può essere portatore di un grande malessere che questa regione vive. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Caliandro.

Altri si iscrivono a parlare? Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Grazie, Generale Figliuolo, per essere qua oggi. Grazie a tutta la struttura commissariale. Non avevamo bisogno della sua presenza in aula per sapere quanto la struttura commissariale tutta sta facendo e quanto sta operando nella nostra regione. Abbiamo piacere però che lei oggi sia qua con anche i suoi collaboratori, per testare, anche con la sua presenza, quella che è l’aria che si respira spesso in quest’aula sul tema dell’alluvione. Non so se è la stessa delle altre Regioni, Marche e Toscana, comunque credo renda l’idea.

Abbiamo sentito dire che non siamo ancora nella pienezza delle risorse, che non sono sufficienti. Abbiamo sentito dire che c’è mezza regione da ricostruire. Abbiamo sentito che l’alluvione è stata affrontata molto male, con un Governo sconclusionato. Da parte nostra qualche perplessità c’è. Sono parole che francamente facciamo fatica a comprendere possano essere state pronunciate in quest’aula.

A modo nostro, non siamo bravissimi nei numeri, ma le cifre le abbiamo ascoltate e parlano chiaro. Possiamo affermare che il Governo Meloni ha stanziato oggi più di 5 miliardi di euro, di cui buona parte, abbiamo ascoltato, sono nella disponibilità della struttura commissariale. Sono decine gli interventi normativi di carattere speciale – erano necessari – e in deroga per garantire una risposta immediata alla ricostruzione. Questi interventi hanno visto impegnati 750 milioni per gli interventi urgenti sulle strade, 289 milioni per le somme urgenze su infrastrutture lesionate, 260 milioni per la sicurezza idrica.

Vale la pena ripeterli. Altre somme sono andate direttamente ai cittadini colpiti dalla tragedia: 100 milioni per 23.000 famiglie, 10 milioni per auto-sistemazioni abitative a 10.000 persone, 150 milioni per gli agricoltori colpiti; 200 milioni per i lavoratori autonomi artigiani; 60.000 giornate di cassa integrazione per i lavoratori. Ecco, io non capisco come si possa affermare che i cittadini possono avere perplessità di essere risarciti.

Il Governo di Giorgia Meloni ha affermato che il risarcimento sarà al 100 per cento. Oggi in quest’aula abbiamo udito le stesse parole. Possiamo affermare da questi banchi, senza timore di essere smentiti, che sono state recepite tutte le segnalazioni.

Mai in Italia ‒ lo sottolineo ‒ ci sono stati i tempi così veloci, e questo lo dobbiamo all’impegno in primis del Governo, dei Ministeri che hanno collaborato, di ANAC, della Corte dei conti, di tutta la struttura commissariale, anche della componente ovviamente regionale, dei nostri parlamentari eletti - voglio ricordarli - che per tutti questi mesi, senza accusare mai stanchezza non solo fisica, ma anche intellettuale, perché francamente non è semplice, è una palestra non semplice, sono stati sui territori colpiti sempre, e non certo per fare passerelle.

Pensiamo invece (lo vogliamo dire anche noi) alla struttura del sisma, che oggi è ancora aperta, e chiediamoci quale sia la differenza. Abbiamo sentito parlare di tempistiche da parte di esponenti della maggioranza. Oggi, mentre 600 milioni sono già nella disponibilità del Commissario e 700 milioni sono previsti manovra, la Regione Emilia-Romagna ha impiegato due mesi, che a voi – pare ‒ sembrano pochi, per mettere on-line la piattaforma Sfinge, che avete scelto voi, con cui imprese e famiglie potranno richiedere i risarcimenti.

Ha tardato anche a fornire al Governo la stima delle ulteriori risorse, causando un ritardo di cui però non sentiamo mai autocritica. Qualcuno dice che c’è stato un ritardo anche nella nomina del Commissario, c’era un subcommissario, e allora, se sono gli esponenti della maggioranza a chiedersi cosa sia stato fatto in quei due mesi, a maggior ragione lo possiamo chiedere noi,

A sei mesi di distanza, con l’inverno ormai alle porte (per voi l’inverno era alle porte in luglio, per noi l’inverno è alle porte oggi, nel mese di novembre), la Regione Emilia-Romagna non risulta, almeno ad oggi, avere elaborato il piano degli interventi per mettere in sicurezza il territorio, esponendo famiglie e imprese al rischio di nuove esondazioni, perché abbiamo visto - possiamo dirlo - cosa è successo a seguito del 2 novembre.

In questa fase che noi riteniamo sia la fase intermedia manca qualcosa e chiediamo questo: sanare le situazioni più critiche, scongiurando nuovi danni, mettere in sicurezza le famiglie, i cittadini, le imprese, dare una quotidianità sicura, giorno per giorno, pensare che possano tornare ad investire sul proprio territorio, perché quello che è accaduto non accadrà più.

C’era un Commissario delegato, l’ho detto prima, di cosa si è occupato in quel lasso temporale? Noi lo possiamo immaginare, qualcuno prima ha detto che non lo sa, non sa in questi due mesi cosa sia successo e qualche perplessità c’è.

A noi preme ‒ lo ripeto oggi ‒ che imprese e cittadini possano vivere in sicurezza sul nostro territorio.

Non possiamo negare noi di essere preoccupati per questo motivo, perché temiamo che il vostro agire nel passato possa essere il medesimo che intendete rappresentare, lo stesso modello che intendete rappresentare per il futuro.

Perché, e mi rivolgo guardando il subcommissario, che è anche il nostro presidente, occorre ricordare come le linee programmatiche dalla Regione Emilia-Romagna nel 2019 erano state emanate e questa Regione quindi scriveva correttamente buone norme, regole a cui attenersi per la regimazione dei fiumi, la pulitura degli stessi, la cura del territorio, mentre dall’altra però, proprio sui territori, accadeva l’esatto contrario.

A dirlo non era Fratelli d’Italia, era anche Fratelli d’Italia, ma erano i cittadini, erano le Amministrazioni locali e tutti i soggetti interessati che a decine, presidente, dal 2020 al 2023 hanno scritto alla Regione Emilia-Romagna. Con fatica abbiamo scaricato, collegandoci ai link, una dopo l’altra tutte le segnalazioni che non sono tutte, perché siamo in possesso di segnalazioni che in questo faldone non ci sono.

Questo per dire che cosa? Per dire che riteniamo oggi che forse in molte di queste segnalazioni abbiamo ritrovato i fiumi esondati, le frane, le strade, i ponti e, leggendo quelle segnalazioni dei danni, che ovviamente sono a disposizione, possiamo affermare che oggi il Governo non sta pagando solo l’alluvione di maggio, ma anche forse di tutte quelle precedenti, anzi forse soprattutto di quelle precedenti.

Ecco, noi non vorremmo pagare le alluvioni future che, auspichiamo, non ci siano più.

Mi rivolgo al presidente, alla maggioranza e anche a qualcuno dei consiglieri che è intervenuto. Il 5 novembre abbiamo presentato un accesso agli atti per conoscere alcuni dati conoscitivi rispetto alle casse di espansione e di laminazione, visto che sono state citate.

Abbiamo chiesto quante sono le casse di espansione e di laminazione presenti in Romagna, quante costruite, quante in corso di costruzione, quante i cui progetti sono stati abortiti. Un dato che secondo noi doveva essere un dato oggettivo, una proroga. Noi riceveremo la risposta il 13 febbraio 2024.

Allora siamo preoccupati, perché delle due, l’una. O non ci volete fornire le informazioni, ma non avrebbe senso perché con fatica ma arrivano, oppure non avete contezza della situazione del territorio, anche rispetto a dati che dovevate già possedere, che dovreste aver già esaminato per fornire questi dati alla struttura commissariale, per fare le opportune valutazioni rispetto a quanto è stato fatto e a quanto si farà.

Quindi oggi, pensando al subcommissario, che guardo negli occhi e a cui mi rivolgo, dico che ci dobbiamo guardare con franchezza e dire davvero a che gioco vogliamo giocare. Se siamo sicuri di voler andare davvero tutti nella stessa direzione, mettendo da parte la politica e le campagne elettorali e operare davvero bene, insieme per il territorio della nostra regione. Noi, presidente, ci siamo a fianco di questo Governo e dell’emanazione di questo Governo con la struttura commissariale, di cui lei è subcommissario. Noi non lo scordiamo mai e per noi non è una posizione secondaria la sua.

Ci corre l’obbligo di dirlo anche oggi. Va bene il cambiamento climatico, va bene la bomba d’acqua, ma a monte c’era un territorio che per noi, sì, era vittima di quelle politiche radical chic che ancora oggi vengono caldeggiati dai banchi di questa maggioranza. Quelle politiche che hanno sottratto al nostro territorio cure, le cure di chi lo abita, di chi lavora, e hanno ingessato il territorio con regole restrittive, lacci e lacciuoli che hanno determinato la situazione odierna, tanto che, appunto, le pratiche devono essere sburocratizzate e facilitate.

Concludo ringraziando nuovamente la struttura commissariale tutta, con un auspicio e una richiesta. Qualcuno si è rivolto al Generale Figliuolo. Io mi rivolgo nuovamente a lei, presidente. Le chiedo di farci il più bel regalo di Natale e quindi di mettere in sicurezza la nostra regione oggi, per prepararci all’ultima fase, quella della ricostruzione, quella che avremo da aprile 2024 in avanti con una nuova visione di gestione territoriale condivisa, scevra da quel terrorismo ambientalista, amplificato in questa regione anche dall’ex assessore con delega alla transizione ecologica Elly Schlein, che si è rivelato molto dannoso, anche rispetto ai temi infrastrutturali che molti colleghi hanno nominato, rispetto al territorio e che vanno ripensati con l’aiuto di tecnici qualificati. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Ricordo che, per socializzare con tutti i consiglieri del contingentamento dei tempi, come d’accordo in Conferenza dei Capigruppo con la redistribuzione dei tempi, ci sono ancora a disposizione per il Gruppo della Lega diciassette minuti, per il Gruppo del PD undici minuti, per il Gruppo di Fratelli d’Italia cinque minuti, per il Gruppo dei Coraggiosi, adesso passo la parola a lei, consigliere Amico, quindici, Movimento 5 Stelle sei, e basta. Rete Civica un minuto.

Prego, consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Non so se utilizzerò tutti i minuti a mia disposizione, perché magari, anche come è stato detto da alcuni miei colleghi, persone di quei territori hanno maggiore necessità di esprimere il loro pensiero. Ringrazio anche la presenza del Commissario oggi a questa seduta assembleare. Ha esordito raccontandoci la complessità di quello che è il fenomeno che abbiamo visto nello scorso maggio e contemporaneamente quella complessità, quell’entità, sempre all’interno di quest’aula, abbiamo visto ridimensionare, minimizzare, ridurre, far diventare qualcosa risalente a un mancato intervento del passato, quando, come molti colleghi hanno ricordato, la quantità di acqua caduta in quei giorni è stata assolutamente eccezionale e qualunque manutenzione non avrebbe potuto reggere quello che è successo.

Io vorrei anche ricordare, perché è bene dimenticare, ma è bene non dimenticare di dimenticare, che, proprio quando è partito il momento del Commissario per l’emergenza il presidente Bonaccini, sempre dai banchi della minoranza o perlomeno dal sottosegretario del Governo si adombrava che la ricognizione non fosse corrispondente agli effettivi danni.

Allora mi chiedo e approfitto della sua presenza, Commissario, per capire se, data l’azione della sua struttura commissariale che ha condotto in questi mesi sul territorio emiliano- romagnolo, se disparità rispetto a quello che fu rilevato all’inizio si siano riscontrate o se, come alcuni hanno fatto intuire dai banchi della Destra, i conti dei Comuni fossero stati gonfiati per trattare elementi precedenti all’alluvione.

Abbiamo l’occasione di averla qui con noi e le chiedo che ci illumini su questo aspetto, perché fu piuttosto fastidioso, anzi offensivo nei confronti delle Amministrazioni comunali nonché della Regione far intuire che stessimo “magheggiando” per ottenere maggiori risorse, tant’è che il ministro Musumeci parlò di bancomat, di richieste come il bancomat fatte dalla Regione Emilia-Romagna, quando oggi lei ci rappresenta un quadro di risorse stanziate, dal nostro punto di vista sicuramente non sufficienti rispetto a quanto lo stesso Governo ha acclarato rispetto ai danni subiti da popolazione, imprese e territori, ma che comunque ci sono e quindi ci fanno intuire che delle esigenze sono presenti.

Lei stesso oggi nella sua introduzione ha detto che i provvedimenti di somma urgenza hanno avuto il giusto stanziamento e la giusta copertura, e nello stesso tempo, man mano che questi si manifestano in esecuzione, si ritrovano anche delle disparità, perché probabilmente ‒ sono parole sue ‒ nel momento stesso in cui si è pensato di poter accogliere con maggior tranquillità alcuni interventi, dopo la situazione è andata ammalorando e si è dovuto ulteriormente intervenire e ricondurre a somma urgenza cose che invece non erano state considerate come tali all’inizio.

Di nuovo, quindi, io mi auguro che questa seduta sia anche l’occasione per fare chiarezza su questo aspetto.

Due altre piccole riflessioni e poi qualche ragionamento ulteriore. La prima, l’hanno detto in molti miei colleghi, noi veniamo da una lunghissima stagione per cui l’Amministrazione pubblica è stata fiaccata da alcune considerazioni negative sull’operato. Lo vediamo in queste occasioni quanto e come invece un rafforzamento dell’Amministrazione pubblica possa essere di risposta alle esigenze dei cittadini.

Quindi, faccio anche mio l’appello che altri hanno fatto di utilizzare tutte le possibilità e risorse per implementare i lavori delle Pubbliche amministrazioni. Perché poi quella preoccupazione che la vicepresidente ha manifestato all’inizio, cioè della complessità di richiedere i rimborsi che possono produrre una rinuncia a questi stessi, credo che sia invece proprio cogente e non vorremmo che le persone si disilludessero rispetto a quella che è l’opera delle istituzioni, lo Stato, la Regione e i Comuni possono mettere a disposizione.

Noi la nostra parte l’abbiamo fatta approvando in tempi celeri la legge che consente di intervenire ed erogare i contributi a partire dalle donazioni raccolte.

Faccio mio l’appello che altri hanno fatto, cioè di un ritorno anche in Commissione della sua struttura per seguire con maggior dettaglio il procedimento dei lavori da qui a giugno, a quando la sua struttura sarà ancora in essere. Mi auguro che non sia solo esclusivamente una restituzione alla Regione delle competenze, terminato il suo compito, in una situazione dove a noi non è consentito di poter implementare il personale.

Chiudo con alcuni ragionamenti. È stato detto che Sfinge, il nostro sistema per raccogliere le denunce dei danni, ci ha messo del tempo a poter essere messo in campo.

Lo ha detto lei stesso, Sfinge è stato adattato sulla base delle sue ordinanze, le sue ordinanze hanno richiesto una revisione di quel sistema e non è detto che lo stesso Sfinge, allo stato attuale, non debba essere ulteriormente rivisto.

Quindi, ritardo per ritardo, credo che invece sia stata fatta un’opera meticolosa per dare una certezza ai cittadini che nel momento in cui debbono certificare il proprio danno, lo possano certificare.

Guardiamo che cosa succede, e le chiedo anche qui, se allo stesso livello, alla stessa prontezza ad oggi accade nelle Regioni unitamente colpite. Penso a quella delle Marche che non mi sembra che ad oggi abbia messo a punto un sistema di questo tipo.

Infine, una sollecitazione. Ha detto che i Piani speciali per la ricostruzione dovranno essere definiti entro il mese di marzo. Sta a lei, Commissario, sarà la sua struttura, sulla base del DL 88, a procedere in questa direzione. Le chiedo davvero una attenzione, un particolare raccordo con quella che è la nostra Istituzione della Regione da questo punto di vista, anche perché la ricostruzione non può, lo ha detto prima bene la collega Piccinini, non può prescindere dalla necessità non di ricostruire tutto esattamente com’era prima, ma di dare un’impronta diversa al nostro territorio, che ne avrà assolutamente bisogno per il prossimo futuro, per un’attenzione all’ambiente e al clima che dovrà essere invece la nostra capacità adattiva e di rilancio territoriale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliere Liverani, prego.

 

LIVERANI: Grazie, presidente.

Non voglio portar via troppo tempo. Innanzitutto volevo ringraziare lei, Generale Figliuolo, per essere qui oggi. È stato molto, molto chiaro, lei che ho constatato in più di un’occasione essere una persona molto pratica. Le voglio dire questa cosa, come ho già detto nelle passate aule, l’ho ribadito tante volte, perché noi dobbiamo guardare anche a quello che è successo nel mese di maggio.

È successa un’alluvione impressionante. Io risiedo a Faenza, quindi l’ho toccata con mano. Ho visto quello che è successo, come tanti consiglieri che sono qui oggi, ma come ha visto anche lei, Generale Figliuolo. Delle cose del genere – quindi, dobbiamo guardare anche un po’ al futuro – non devono più capitare, anche perché i fiumi, per come erano ridotti prima dell’alluvione, erano in uno stato gravoso. Qui si dà solo la colpa a un caso eccezionale, solo ed esclusivamente al caso eccezionale. Questo non è vero, perché allora mi chiedo per quale motivo in passato i nostri avi mantenevano puliti i nostri fiumi? Li mantenevano puliti sempre e comunque. Mentre adesso potremmo avere dei macchinari che eseguono dei lavori importanti, non li facciamo più.

Quindi, dobbiamo guardare a quello che sarà il futuro. Non dobbiamo più, non deve più succedere una catastrofe del genere, anche perché siamo nel 2020. La Regione, presidente Bonaccini, dobbiamo dirlo, non ha fatto il suo lavoro completamente, non sono stati rispettati i lavori.

I lavori dovevano essere fatti meglio e non sono stati fatti. Questa è una cosa grave, che non deve più capitare, e ci tengo a ribadirlo, perché dobbiamo guardare avanti, queste cose - lo ribadisco - non devono più succedere, quindi oggi sono intervenuto per dire questa cosa e dico anche che sono convinto (oggi il Generale l’ha detto) che i soldi per chi è stato colpito arriveranno, ne sono consapevole.

 Come ho sempre detto nelle aule precedenti, penso che tutti qui siamo per far sì che la nostra Romagna riparta più forte, cioè va bene la questione politica, però qui, tutti uniti, siamo qua per far sì che ai nostri cittadini arrivino tutti i soldi, e oggi Figliuolo ha messo per iscritto quelli che saranno i lavori da qui in futuro.

Ringrazio quindi Figliuolo per l’importante lavoro che sta facendo, però bisogna che anche la Regione Emilia-Romagna guardi bene nel prossimo futuro di fare le cose meglio di come sono state fatte fino adesso.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Liverani.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Grazie, Generale, per la sua presenza. Credo che bisogna anche parlare di tematiche un po’ più ampie, anche perché ormai si sarà già stancato di ascoltare un dibattito così polarizzato e così poco fruttuoso dal punto di vista delle conseguenze.

Io ritengo che dobbiamo ripensare sicuramente la difesa dal dissesto idrogeologico in questo Paese a 360 gradi, tutte le attività che abbiamo fatto anche in Commissione devono andare in questa direzione. Noi viviamo in un territorio fragile, se ne sarà accorto, come Italia, ma in particolare come bacino padano, territorio fragile fortemente antropizzato, in cui l’uomo ha costruito la propria casa in zone anche dove questa casa non poteva probabilmente esserci,

Noi siamo un territorio infrastrutturato, siamo una grande Nazione che ha bisogno di grandi infrastrutture, ha bisogno di grandi imprese economiche che si sono dovute impiantare sul nostro territorio. E dove, se non nelle poche pianure alluvionali che rimangono? Questa è la situazione.

Serve anche una maggiore consapevolezza della popolazione, perché non è possibile pensare nel 2023 che ancora oggi i cittadini non conoscano il territorio in cui abitano e non ne conoscano i rischi. Quindi bisogna anche qui fare una grande operazione di rendere più consapevole la nostra popolazione.

Poi dobbiamo cominciare una manutenzione ragionata e programmata del territorio, lo si è detto più volte, però una programmazione di lungo periodo di manutenzione territoriale sia a breve raggio, che ad ampio raggio. Bisogna avere una visione ad ampio raggio sia spaziale che temporale, dal piccolo al grande, dal breve termine al lungo termine.

Servono quindi infrastrutture per il breve periodo, per le piccole piene, per la piccola manutenzione, ma servono anche grandi infrastrutture e bisogna pianificare nel lungo periodo.

Abbiamo visto, per esempio, il Veneto. Subì nel 2010-2011 una grandissima alluvione del torrente Bacchiglione e riuscì a pianificare grandi casse di espansione. Anche lì un territorio con al bordo delle montagne e sicuramente un territorio complicato anche per il dissesto idrogeologico.

Poi dobbiamo realizzare grandi infrastrutture, come i grandi invasi, lo si è detto più volte.

Bisogna contrastare lo spopolamento della montagna, uno spopolamento umano e industriale che va contrastato sempre di più garantendo servizi alla montagna per tenere le persone a manutenere anche lì il territorio e a viverlo.

Credo che questa ricostruzione debba servirci anche - molto importante, secondo me - per attuare la pianificazione di distretto. C’è una pianificazione di distretto e deve essere realizzata anche sfruttando questo momento, anche sfruttando la ricostruzione.

È una pianificazione che cuba miliardi e quindi bisogna trovare un assetto stabile nella gestione del sistema idrogeologico in questo Paese e dei fondi anche per garantire un assetto stabile e duraturo.

Quindi, questo momento sfruttiamolo anche per potenziare le strutture tecniche. Lo ha detto il Generale nella sua presentazione, c’è un momento anche di potenziamento di queste strutture che va fatto.

Però dobbiamo anche dirci questo, qui tutti chiedono soldi, chiediamo più solidi. Avete visto le difficoltà che ha ogni Paese adesso di portare avanti delle manovre di bilancio. Ci sono i mercati che ci guardano, il mondo ci guarda. Se il Patto di stabilità, di cui ne riparleremo ancora, qualcuno qui dentro il Patto di stabilità lo ha osannato per anni e invece bisogna togliere, per esempio, dal Patto di stabilità le infrastrutture importanti per contrastare il dissesto idrogeologico, devono uscire dal Patto di stabilità. Ci deve essere, quindi, una maggior difesa, una maggiore prevenzione e sempre meno danni da gestire. Perché se noi andiamo a vedere l’entità dei danni, si parla di 8, 9, 10 miliardi come ordine di grandezza. Andiamo a vedere quanto cubano, invece, i piani per il dissesto. Sono comunque piani che cubano miliardi, ma non 10 miliardi. Ci è sempre stato detto che il Piano di gestione del rischio alluvioni cuba 2 o 3 miliardi. Non sono i 10 miliardi dei danni, quindi sempre meglio prevenire e rispettare le necessità della pianificazione.

Infine, chiudo dicendo che dal punto di vista tecnico, Generale, io mi aspetto, dal punto vista tecnico, anche una durata maggiore di questo commissariamento, proprio per riuscire a portare a termine tutte le opere, ma anche per dare una spinta alla nuova programmazione. Si è parlato di strutture tecniche, di comitato tecnico, poi in Commissione vedremo di declinare meglio cosa si sta pensando di fare, come si devono aggiornare i piani anche sulla base della ricostruzione.

Io comunque ho capito dalla sua presentazione anche quello che abbiamo già visto nelle sue passate attività, un forte pragmatismo, e credo di capire che questa volta… I fondi, i soldi sono sicuro che andranno nella direzione giusta anche per risolvere problemi endemici di questa regione. Comunque, è un primo passo la ricostruzione. Sfruttiamola al meglio. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Mi associo anch’io ai ringraziamenti al Generale Figliuolo per questo momento di confronto, perché credo che il Generale Figliuolo e la Giunta che guida questa Regione non si stanchino mai. Ahimè, il collega Occhi invece ci ha espresso una sua stanchezza di quello che non è uno scontro polarizzato, ma quello che è un esercizio della democrazia.

Io credo che, proprio come voce e rappresentanti dei territori, in questo esercizio di democrazia quella di oggi rappresenta un’opportunità. Non mi sento con questo breve intervento di essere un disco rotto, come qualche consigliere richiamava, ma di essere una voce che rappresenta, come hanno fatto altri colleghi, quello che è un territorio profondamente ferito.

La vedo molto diversamente dal collega Marchetti, anche se proveniamo dallo stesso territorio, il circondario imolese, un territorio profondamente ferito in particolare in quella che è la vallata della sua collina, che ha visto tutta la valle del Santerno, che lei ha avuto modo di conoscere… La guardo perché, ahimè, apprendo con grande amarezza come si tenda a derubricare il valore del lavoro che i nostri Sindaci stanno facendo e stanno compiendo anche nelle ultime ore. Su questo mi riserverò di fare alcune precisazioni, e lo dico al collega Marchetti, come non manca di mettere in discussione la sua stessa onestà intellettuale, perché lui sa, insieme a tutti gli altri Sindaci dei territori alluvionati, il lavoro che i nostri Sindaci in modo instancabile stanno svolgendo.

In queste parole la prima questione sulla quale voglio porre l’accento è il punto di partenza anche culturale dal quale partiamo dopo questa vicenda, che ha avuto una portata drammatica, consigliere Liverani. Abbiamo avuto modo di parlarne in diverse occasioni, credo che il primo punto non sia negare i cambiamenti climatici, quello che io ancora oggi ho sentito e trovo estremamente pericoloso.

Lo trovo estremamente pericoloso, perché si tende a semplificare quando invece tutti siamo convinti che la sfida sia la complessità, a semplificare quello che è accaduto come un qualcosa di ordinario, invece non lo è. Non c’è niente di ordinario, quello che accade nelle Marche, quello che è accaduto in Toscana, quello che ha ferito la nostra Regione sono la testimonianza di come serva una nuova stagione, una nuova pianificazione, un nuovo modo di interpretare i cambiamenti climatici e la sfida che abbiamo del futuro.

A sei mesi dal tragico evento credo che ancora si debba lavorare insieme, consolidare tutte quelle azioni che sono state messe in campo, su cui riconosciamo l’alleanza istituzionale che è stata propria di questa Regione, e lo dico con grande chiarezza, consigliera Evangelisti, guardiamo pure il subcommissario negli occhi, ma guardiamo anche le procedure di un subcommissario collegato al lavoro di un Commissario, come con franchezza, forse, dovremmo mettere da parte alcune delle questioni che invece ci accecano nel guardarci negli occhi.

Uno dei temi fondamentali che già è emerso nel dibattito è come noi sosteniamo il lavoro dei nostri Comuni e dei nostri sindaci. Lo dico perché è già stato detto come la Regione risenta della necessità di risorse umane che devono essere potenziate. Immaginiamo quello che rappresenta per i Comuni, pur nella grande disponibilità che voglio riconoscere in questa alleanza istituzionale con la Giunta è stata fatta, però la complessità e la difficoltà in cui i piccoli Comuni continuano a trovarsi e anche i grandi, in un lavoro straordinario già stressato con personale carente e in particolare i piccoli Comuni.

Lo dico perché noi dobbiamo ricordare che ci sono stati sindaci che si sono assunti delle responsabilità firmando delle ordinanze, caro Marchetti. Quella responsabilità credo che vada riconosciuta facendo anche alcune valutazioni sulle risorse umane che dobbiamo fornire, su come mettiamo in campo un quadro di aziende disponibili ad assumere quei lavori.

Quindi ritorno con la grande opportunità che abbiamo oggi di avere qui la struttura commissariale di valutare come essa stessa dovrebbe svolgere il ruolo di stazione appaltante come necessità nel lavoro anche dei sindaci nel breve e nel lungo termine.

Chiudo questo intervento ricordando i Comuni di Casalfiumanese e Fontanelice, che è stato tra i più citati. Voglio anche qui, visto che qualche collega ci ha chiesto un’operazione verità, la verità la dicono anche i fatti, ci sono i protocolli, c’è una sindaca che anche oggi è stata sottoposta a una delegittimazione continua, ma ci sono i fatti che parlano. Come il ponte di Carseggio tanto citato e preso in carico credo in tutti i suoi aspetti, in tutto l’iter in questi anni da questa Regione, sia stato segnalato in una prima richiesta il 26 maggio, in una seconda dalla prefettura il 4 ottobre e la conferenza stampa per l’inizio lavori è stata fatta il 13 novembre.

Oggi è il 21, e mentre il cantiere va avanti e dovrebbe realizzarsi anche una spalla in questi giorni, forse dovremmo verificare, valutare e avere una risposta se in quel ponte Bailey - io non sono una tecnica ma riporto quanto mi è stato fornito e quanto ho letto - sia in grado di non interferire con i lavori che sono già in corso.

Lo dico perché, invece di istigare i cittadini con video o strumentalizzazioni che qualcuno dai banchi dell’opposizione oggi delle minoranze ci ha invitato a non fare... La prima responsabilità che abbiamo è quella di mantenere un profilo che rispecchi, non le chiacchiere da bar, ma il profilo istituzionale.

Concludo con una citazione che mi sta molto a cuore. Diceva Edgar Morin: come si vince la sfida della complessità? Riconoscendo le trame che intessano la complessità del reale, in cui ogni cosa è collegata all’altra. Qui oggi abbiamo molte cose, molti elementi, uno collegato all’altro. Quello che è accaduto ‒ l’emergenza ‒ è una ricostruzione, una pianificazione in un lungo periodo che deve ridisegnare e riprogettare, con iniziative strutturali, un futuro di cui tutti siamo responsabili.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Marchetti.

Altri? Qualche altro consigliere si iscrive a parlare? Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Ringrazio innanzitutto il Commissario, il Generale Figliuolo e tutta la sua struttura. Lo ringrazio in particolare per il lavoro che sta facendo, ma anche per la relazione che ci ha presentato questa mattina. Una relazione che è sembrata un po’ ‒ mi verrebbe da dire ‒ una nota stonata. In realtà, forse è l’unica nota intonata in questa Assemblea. Un’Assemblea che, ai dati concreti, alla concretezza del Commissario, ha preferito buttarla in caciara e in polemica. Ha preferito, perciò, utilizzare quello che è a tutti gli effetti uno stato d’emergenza per un attacco politico al Governo, che, invece, ha fronteggiato questa emergenza. Certo, un’emergenza non si risolve con un colpo di bacchetta magica, non si risolve dalla mattina alla sera, sennò non sarebbe un’emergenza, sarebbe un semplice problema. Crediamo che il Governo abbia fatto tanto e abbia fatto tutto il possibile per fare questo.

Abbiamo, invece, sentito diversi interventi. Partiamo dalla paura di essere dimenticati, come se non si fosse, in quei giorni di maggio, intervenuti in tempi molto rapidi, inizialmente con pochi soldi, che servivano per i primi interventi, i primi 10 milioni che sono arrivati nelle prime 48 ore. E poi da lì, in seguito, invece, uno stanziamento più corposo che nessuno si aspettava, uno stanziamento di 2 miliardi verso la fine del mese, quando ci si aspettava, sì e no, forse un quarto dell’importo. Invece il Governo ha cercato di metterci di tutto.

Io ho sott’occhio qui un’agenzia del 23 o 24 maggio, dove Bonaccini ringrazia l’esecutivo per la velocità. Allora, quando ancora c’era magari un po’, così, un odore di candidatura, di nomina oltre che a Commissario per l’emergenza anche a Commissario per la ricostruzione, ecco che il presidente Bonaccini ringraziava l’esecutivo. Ora, invece, si parla di ritardi, si parla di mancati interventi, si parla di mesi persi, mesi che non sono stati persi, ma sono stati necessari a mettere in fila quelli che sono gli interventi e quelli che sono i dispositivi.

Nei numeri e nelle informazioni che ci ha fornito il Generale Figliuolo abbiamo visto anche le pratiche, 885, mi pare, pratiche che sono state presentate in questi giorni tramite la procedura informatica Sfinge, messa a punto da parte della Regione. Sembrano poche rispetto alla moltitudine degli eventi, ma la procedura informatica, diciamocelo, è entrata in funzione la settimana scorsa. Quindi, non stiamo parlando di sei mesi in cui c’è stata la possibilità di chiedere questi rimborsi, ma stiamo parlando di pochissimi giorni.

Anche quando parliamo, cito altre parole che mi sono segnato durante la discussione di oggi, di un carico amministrativo gravoso… Carico amministrativo gravoso. Ricordiamo che le procedure sono state semplificate il più possibile. Basta un’asseverazione da un tecnico di fiducia. Quindi, non serve rivolgersi a strutture particolari. Non serve prendere da un elenco, non serve aspettare che si muova qualcuno dal Ministero. Basta chiamare un tecnico di fiducia che farà un’asseverazione.

È stata presentata la modulistica, è stata presentata la normativa. Chi ha guardato questa normativa e questa modulistica si è potuto accorgere che questa modulistica prevede già rimborsi che al momento, è vero, non sono ancora stati finanziati, ma la procedura li prevede. Ad esempio, abbiamo sentito tanto oggi parlare di mobili. Abbiamo sentito mobili, suppellettili, vestiario, stoviglie eccetera. Ecco, la procedura messa a punto dal Commissario, grazie al mandato che ha ricevuto dal Governo, prevede già l’asseverazione, quindi la dichiarazione anche di questa tipologia di danno che si è ricevuta.

Io credo una cosa, però, credo che, se si insiste tanto su questo, è perché ci si è resi conto di come stanno andando le cose, ci si è resi conto che quello che sostanzialmente è il bene primario, cioè l’abitazione, l’azienda per cui si lavora, i luoghi della propria vita, quelli sono già stati compresi, su cui il Governo è già intervenuto e sta intervenendo e saranno pertanto risarciti. Lo sappiamo benissimo, è stato detto dalla presidente del Consiglio dei Ministri, è stato ripetuto in tutte le salse, l’hanno detto vari ministri, e lo saranno al 100 per cento, su questo non ci sono dubbi, e i primi rimborsi che sono partiti dai dispositivi del Commissario, Generale Figliuolo, riguardano proprio questa percentuale.

Se si va a cercare sul mobile, sulla stoviglia, sul vestito, è perché sappiamo già che i beni primari verranno rimborsati, sappiamo già che ci vorrà tempo, ma il territorio verrà messo in sicurezza, sappiamo già che tutti quelli che sono gli interventi che non abbiamo visto, che sarebbero serviti, ma che non sono stati fatti in precedenza, in qualche modo verranno realizzati.

Domani? No, servirà ovviamente tempo, dovranno essere pianificati, dovranno essere progettati bene, dovranno essere progettati meglio, ma questo ci sarà.

È stato chiesto al Generale Figliuolo di rimanere Commissario fino alla fine dell’emergenza e della ricostruzione. A questo invito sentiamo di unirci naturalmente anche noi, ma al Generale Figliuolo chiediamo una cosa: il suo lavoro non glielo veniamo a insegnare, sappiamo che lo sta facendo bene, quindi deve continuare sicuramente fare questo.

Se c’è qualcosa in più che chiediamo al Generale Figliuolo, è di dare quel messaggio di sicurezza, di certezza, di conferma alle famiglie, alle nostre imprese, alle persone che sono state colpite, a cui qualcuno vuole raccontare una narrazione diversa, in cui qualcuno vuole seminare paura e terrore, ma questo per averne un vantaggio politico.

Siamo in un’emergenza, lavoriamo tutti insieme per la ricostruzione e per una volta veramente lasciamo da parte le polemiche. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Intervengo ormai verosimilmente alla fine di questo dibattito.

Devo dire che quando abbiamo chiesto l’audizione e la possibilità di invitare il Commissario Generale Figliuolo in quest’aula a dialogare con noi, è stata un’iniziativa condivisa da tutti quanti.

Oggi, sinceramente, un po’ mi trovo deluso rilevando che qualche parte politica gridi al ritardo sulla presenza del Generale Figliuolo in quest’aula. Generale che mi permetto di ringraziare, oltre che per la presenza ma soprattutto per il lavoro che ha fatto, che sta facendo e che sicuramente farà nei prossimi mesi.

Permettetemi di dire una cosa. Io non vedo una gravità nel possibile potenziale paventato ritardo della presenza del Generale Figliuolo, perché in quei momenti il Generale Figliuolo è impegnato sul territorio a incontrare persone, a incontrare sindaci, a fare il lavoro sul campo. Penso che di persone e di sindaci di qualsiasi parte politica il Generale Figliuolo ne abbia incontrati parecchi e sappia e abbia decisamente contezza di quello che è successo e che sta succedendo anche sul nostro territorio.

Mi permetto di dire di qualsiasi parte politica, perché da Capogruppo di un partito di opposizione, ma comunque di un partito politico, sono un po’ deluso da com’è stato gestito questo dibattito in aula, che sembrava più un dibattito politico che un dibattito nel merito e sui temi.

Dico questo perché? L’audizione che noi tutti come Capigruppo abbiamo chiesto al Generale Figliuolo era per andare a sviscerare, chiedere e approfondire quelle che sarebbero state delle cifre e delle tematiche che venivano riportate qui oggi.

La sensazione che ho avuto io è che tanti di noi, tanti soprattutto da una certa parte politica, abbiano precostituito un discorso che, a prescindere da quello che veniva detto stamattina, sarebbe andato bene in ogni caso.

Quindi io mi chiedo, se fino all’altro ieri in quest’aula ci veniva detto che i soldi non ci sono, i soldi non arrivano, le persone sono in difficoltà, ma oggi abbiamo visto che i soldi ci sono, i soldi sono arrivati, i soldi si stanno spendendo, come mi si può venire a dire, o comunque a rinfacciare in questo dibattito parlando, sempre portando la palla al Governo quasi come per dimenticare tutti i decenni passati nei quali la prevenzione non c’è stata, come mi si può venire a dire ancora oggi, parlare ancora di incompetenza, di ritardi? Attenzione, ripeto, cerco di ricentrare il dibattito, noi qui oggi stiamo dibattendo di quello che ha comunicato il Generale Figliuolo questa mattina. Questo è l’obiettivo di questa mattinata. Ce le siamo già dette da mesi tutte le cose che pensavamo. Noi sappiamo bene che la nostra parte politica critica, in modo anche duro e deciso, a questa Regione da tempo, da anni che è mancata l’adeguata prevenzione per la pulizia, per le manutenzioni.

Noi, poi, abbiamo una nostra politica anche relativa agli invasi. Vanno bene le casse, come diceva la consigliera Zamboni, ma noi abbiamo una politica chiara sugli invasi, su dove devono essere fatti gli invasi, su dove devono essere fatte anche le nuove dighe. Io parlo non solo dell’alluvione in Romagna, dove i miei colleghi hanno parlato benissimo e in modo chiaro, ma parlo anche di tutta la regione.

Consigliera Montalti, quando lei dice che abbiamo delle responsabilità, il Governo ha delle responsabilità su quello che succede e quello che non succederà sulla Romagna, ma c’è una regione intera, ha ragione. C’è una regione intera. Io vengo da Piacenza e vi dico che le stesse sensazioni che vengono provate in Romagna oggi, dopo quell’alluvione, ad ogni pioggia, ci sono state non meno di due settimane fa sui torrenti Trebbia e Nure.

C’è una dinamica che va assolutamente rivista a livello complessivo. Non è che la Romagna diventa ‒ passatemi il termine ‒ terreno di scontro solamente perché c’è un Commissario nominato dal Governo attuale, che è di Centrodestra. Noi dobbiamo cercare di portare il dibattito a un livello più ampio su tutta la regione, perché il nostro obiettivo deve essere la messa in sicurezza di quel territorio per far sì che quello che è successo ieri non accada più domani. Questo è l’obiettivo di questa mattinata.

Anche perché, stante il fatto che i soldi ci sono, serve anche capire ‒ e qui mi rivolgo al presidente e alla vicepresidente, che ha fatto la comunicazione a inizio mattinata ‒ per quanto riguarda la manutenzione e la ricostruzione delle sponde dei fiumi e anche per tutto quello che riguarda soprattutto il cronoprogramma. Io chiedo, siccome poi ci sarà una replica. Il cronoprogramma nel dettaglio viene stilato dalla Regione. Quindi, a noi piacerebbe avere una contezza decisa di come sarà il cronoprogramma anche... A me risulta in modo differente, a me risulta in modo diverso. Che ci sia una parte relativa a queste difese. In ogni caso, mi raccomando perché, ripeto, noi abbiamo visto delle ricostruzioni passate, alluvionali, parliamo di terremoti anche, che sono ancora in oggettivo ritardo o comunque in itinere.

Quindi, quello che dico io alla conclusione di questo piccolo dibattito di oggi, ma secondo me molto utile e molto importante, è che da quest’aula deve uscire chiaro il messaggio che le risorse ci sono, che è ora di smettere la battaglia ideologica tra parti politiche, per cui bisogna per forza attaccarsi ad ogni costo, per forza portare avanti la propria bandiera ad ogni costo, e bisogna arrivare a dire sulla prevenzione dobbiamo investire, perché il segnale che dobbiamo dare a tutti è questo.

Mi permetto di chiudere, facendo una piccola postilla a livello proprio generale...

 

(interruzione)

 

RANCAN: Generale, sì. Dicendo che in ogni caso, in ogni caso, qui non esistono, e lo voglio dire chiaramente, non esistono negazionisti del cambiamento climatico, perché altrimenti allora ci infiliamo in un dibattito per cui possiamo dire che l’iper-ambientalismo fa determinate cose, crea determinate questioni. Bene, a me queste cose oggi non interessano e penso che questo dibattito lo possiamo fare altre mille volte.

Io penso che tutti noi oggi abbiamo fatto una grande cosa, avendo qua chi oggi gestisce la ricostruzione, Commissario e subcommissario, e da qui io spero che si riesca a mettere un punto e dire andiamo avanti, perché alla fine quello che serve è portare a casa il risultato, permettere e continuare a far sì che i nostri territori siano messi in sicurezza. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

Altri vogliono intervenire? Ricordo che, allora, alla maggioranza, nella solita ripartizione dei tempi, sono rimasti circa otto o nove minuti, ai 5 Stelle anche, cinque minuti, se non sbaglio. Stiamo contingentando. Sei minuti. Stiamo contingentando il tempo, cercando di rispettare l’impegno preso e vi chiedo, verso le 12,50, di lasciare lo spazio, ovviamente, alle repliche del Generale e del presidente.

Quindi, chiedo se qualcuno vuole ancora intervenire. Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Velocemente in chiusura, perché io penso che il dibattito di questa mattina, la disponibilità a essere qui in aula del Commissario straordinario, il Generale Figliuolo, del subcommissario, il nostro presidente Bonaccini, della vicepresidente con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, e di tutta la struttura commissariale, di tanta parte di quella struttura commissariale che sta lavorando in questi giorni nei territori sia stato importante, sia stato importante il dibattito che abbiamo sviluppato in quest’aula, pur da differenti punti di vista.

Voglio dire solo due cose veloci. In finale, avendo ascoltato tutti i colleghi e con attenzione, senza permettermi di giudicare il tenore dei loro interventi, anche laddove in tanti casi non ne condivido il contenuto, penso che i nostri cittadini si aspettino da noi, da quest’aula dove siedono i rappresentanti del territorio emiliano-romagnolo, massima collaborazione, come abbiamo cercato di assicurare fin dalle prime ore nei confronti del Commissario e di chi sta lavorando per ridare una speranza a quei territori colpiti, ma si aspettino anche la massima collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, tra le diverse forze politiche, collaborazione tra la struttura del Commissario e la Regione, ma anche collaborazione all’interno della stessa Regione che, almeno fino ad ora, ahimè è venuta a mancare.

Penso che la richiesta, che mi sono incaricata di avanzare nell’intervento di prima al Commissario, di restare fino alla fine tracci il tratto di quello che è sempre stato il nostro approccio non ideologico, lontano dalla polemica, lontano dalle campagne elettorali, che qualcun altro in quest’aula stamattina ha citato, che non sono nei nostri pensieri, perché nei nostri pensieri ci sono solamente le vite di quelle persone che tra il 2 maggio e successivamente il 15 e il 16, hanno visto in poche ore perdere quello che di più caro avevano a loro disposizione.

Noi dovremo tutti insieme, e se partirà questo impegno comune da domani ne sarò contenta, continuare a lavorare senza timore riverenziale sia nei confronti del presidente, sia nei confronti della vice presidente Priolo, sia nei confronti delle più alte cariche dello Stato, che oggi ringraziamo per essere qui, per chiedere che quei cittadini vengano completamente rimborsati e sia restituito loro quello che, loro malgrado, hanno perso.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.

Altri? Io non ho altri iscritti a parlare. Mi confermate che nessuno vuole più intervenire?

A questo punto, chiudo il dibattito assembleare, che credo sia stato un dibattito molto importante e molto intenso e ricco, e passo la parola per la replica al Generale Figliuolo.

Prego, Generale.

 

FIGLIUOLO, Commissario straordinario alla ricostruzione: Grazie, presidente.

Ringrazio tutti coloro i quali sono in aula e soprattutto chi è intervenuto. Ho ascoltato con molta attenzione, perché ritengo che chi ha incarichi di responsabilità abbia il dovere/diritto di ascoltare le richieste che vengono da un consesso come questo, che è l’Assemblea regionale, dove ci sono i consiglieri regionali che ovviamente rappresentano tutti i Partiti e soprattutto i cittadini.

Bisogna sicuramente ricordare chi ha perso la vita innanzitutto, le loro famiglie, chi sta ancora soffrendo dei danni di questa alluvione, e anche l’ansia di tutti i cittadini che vogliono essere rassicurati sul territorio in cui vivono, sulla sicurezza del territorio, ed è questo il pensiero che ha portato me e i miei collaboratori a pensare innanzitutto alla ricostruzione pubblica, quindi all’incolumità pubblica e privata, che sottende agli interventi prima di somma urgenza e poi urgenti, a tutela dell’incolumità.

Ho sentito parlare di tempo. Come avete visto, il tempo, che è una grandezza non replicabile, è un fatto ineludibile, a volte ha connotazioni diverse a seconda della lente con cui uno lo guarda.

Io vi ho proiettato delle slide con una linea del tempo, noi dal 10 luglio abbiamo fatto questo fino ad oggi, non so se l’abbiamo fatto in fretta, bene, male, sicuramente per chi ha subito danni un tempo lungo è anche una settimana, però vi invito a vedere i tempi relativi ad altre emergenze, e poi non dico altro, qui mi fermo.

I tempi per emanare provvedimenti qualcuno ha detto che giustamente adesso sono arrivati. Poi vanno messi a terra, vanno fatti i progetti e si doveva fare prima. Ma per fare questi provvedimenti bisogna perimetrarli.

C’è un quadro derogatorio per il quale questi provvedimenti hanno dovuto avere i pareri del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, del Ministero della cultura, del Ministero dell’ambiente, dell’ANAC, l’interazione con la Regione o con le Regioni per avere l’assenso del subcommissario.

Io non sto accusando nessuno. Sono dinamiche che noi abbiamo seguito insieme giorno e notte compresi i festivi.

Poi, ripeto, se uno è più bravo e lo fa in meno tempo, ci mancherebbe altro, anzi vi ringrazio per le belle parole, per la fiducia che sono rivolte verso di me. Sicuramente io rappresento una squadra, perché da solo non saprei e non potrei fare nulla e la ringrazio anche in questa occasione.

Questo è il discorso del tempo. Noi dal 10 luglio andiamo avanti e cerchiamo di farlo in armonia. Vogliamo avere come unico faro che ci guida il benessere dei cittadini, dell’Emilia-Romagna, delle Marche e dalla Toscana per ciò che riguarda le aree di competenza del Commissario straordinario.

Qualcuno ha detto, c’era l’allargamento? Sì, a breve credo uscirà ma non è importante, perché ciò che è importante è essere nelle Province alluvionate, e nella perizia ci sia il nesso di causalità, quindi qualcuno asseveri che quel danno è stato provocato dall’alluvione del 2 maggio e del 15 e 16. Tutto il resto serve ad altro, però questo sia pubblico, sia privato.

Per cui credo che sia stato già detto anche dal presidente, dalla vicepresidente, questo è, questi sono i fatti.

100 per cento. Io capisco che chi ha subito sulla sua pelle vorrebbe avere tutto subito e magari l’indomani dell’alluvione. Il discorso dei 20 e 40.000 euro è difficile spiegarlo, però vorrei farlo in questa sede. È una metrica che ci porta al finale al 100 per cento e qui vengo al discorso sulle stime.

Le stime iniziali della ricostruzione pubblica sono abbastanza superiori a quello che finora abbiamo asseverato, ma non perché le stime siano state fatte in malafede. Avrei fatto uguale io la stessa stima. Erano stime e mano a mano che si va a perimetrare poi diventano fatti. Io su questo non farei altro tipo di ragionamento. Magari scopriremmo alla fine che viene di più. In questo momento un po’ meno. Non c’è dolo da parte di nessuno, men che meno del presidente e mio subcommissario. Sono stime. Noi adesso, invece, andiamo con degli strumenti più raffinati, ma insieme alla Regione e ai Comuni tiriamo fuori i dati. Ripeto: non ci sono invenzioni predeterminate o io che ho delle mie metriche o dei miei estimi che non stanno sul mercato e mi invento quanto costa un intervento. Questo è il discorso.

Tornando ai 20.000 e ai 40.000 euro, per fare un’ordinanza, che deve passare il vaglio della Corte dei conti, quindi deve essere registrata alla Corte dei conti, l’ordinanza deve avere un perimetro finanziario certo e che sia nelle disponibilità di chi firma l’ordinanza. Quindi, i 20.000 e i 40.000 vengono fuori da questo. Ciò non vuol dire che se io ho un danno di 31.000 euro e sono un privato... Mi verranno dati 31.000 euro. I tempi e i modi li dobbiamo vedere. In questo momento, teoricamente, ho solo i 20.000. Teoricamente. Non so, se tutti quelli che penso che dovevano fare domanda dovessero farla.

Mi spiace se qualcuno non la fa per il discorso dei beni mobili. Chiariamo subito che i beni mobili strumentali sono previsti per ciò che riguarda ‒ perché la norma lo prevede ‒ l’ordinanza sulle imprese. Lì sono previsti. In questo momento non sono previsti dalla norma sull’ordinanza famiglie. Noi abbiamo inteso inserirli per la perizia, perché se un domani dovessimo avere una norma, quindi un emendamento che ci dà possibilità, in qualche maniera, di pagare questi tipi di beni, il lavoro è stato già fatto. Uno non è che deve rifare un’altra perizia. Questo è il discorso.

Dopodiché, i tempi e i modi... Si dice che è difficile. Però vi posso assicurare che noi il lavoro lo abbiamo fatto insieme agli Ordini professionali, alla Regione, a tutta una serie di persone e associazioni che ci hanno dato una mano per far sì che venga fuori un’ordinanza, di cui se ne prende la responsabilità il Commissario. Su questo non c’è dubbio. C’è un momento per la riflessione, un momento per il dibattito, un momento per l’ascolto e un momento per la decisione. Un Commissario all’emergenza e alla ricostruzione tutto può fare fuorché non decidere. Quindi il Commissario decide. Dopodiché, se la decisione va emendata, perché il Commissario ascolta e non è dotato di infallibilità, come ho detto prima, si può emendare, si può integrare, si può fare, ma intanto partiamo. Intanto oggi c’è una certezza. Si parte anche per i privati.

Certo, io avrei voluto fare tutte le opere pubbliche a giugno o a luglio, ma non era possibile, proprio fisicamente possibile tirar fuori le ordinanze prima perché andavano perimetrate, andavano studiate. Prova ne è un Comune che, per effetto di mancate comunicazioni, la PEC non la PEC, in questo momento non ha inserito la somma urgenza. Vi posso dire che noi l’abbiamo già acquisita e uscirà nella prossima emananda ordinanza, che integra le somme urgenze.

Spesso noi in Italia abbiamo la teoria del capro espiatorio. Noi invece dobbiamo capire qual è il problema, risolverlo e agire in maniera sistemica per migliorare le organizzazioni. Questo è il mio approccio. Quindi, quando vedrò la sindaca me lo spiegherà, ci prenderemo un caffè assieme. Noi dobbiamo sistemare le cose. È capitato. Si è persa la PEC fra il Comune, la Regione e noi? Oppure era stata mandata dalla Protezione civile perché l’aveva mandata direttamente a giugno? Va bene lo stesso. Noi aggiustiamo e mettiamo a posto. Questo è il modo di procedere.

Mi è stato detto della piattaforma Sfinge. Ci è voluto quel tempo perché l’abbiamo adeguata a due ordinanze che cubano quaranta pagine ciascuna e dove ogni parola ha un suo significato. Marche e Toscana hanno pure loro la piattaforma elettronica e sarà, come da mia ordinanza, pronta entro fine novembre, perché questi sono i patti che abbiamo fatto con le due Regioni cui è stato chiesto.

Volevo dire, per ciò che riguarda le opere, la somma urgenza funziona con dei suoi canoni. Magari qualcuno qui c’è più esperto di me, però sono interventi che vanno fatti, perché altrimenti chi non li fa è penalmente colpevole di non averli fatti. Quindi, li fa e questi si possono fare anche se uno non ha la capienza finanziaria, perché vuol dire somma urgenza. Mi stavo arrivando qualcosa addosso, lo devo bloccare.

Interventi urgenti. Per gli interventi urgenti, noi abbiamo messo in piedi un quadro derogatorio o semplificatorio, per meglio dire, a mio avviso molto importante. Vi cito proprio per sommi capi. Fino a 500.000 euro si può andare in affidamento diretto, fino a un milione di euro tre operatori, fino a 2 milioni cinque, che è addirittura di più di quello che prevedono le opere per il PNRR. Quindi, noi ci siamo messi dalla parte di chi deve fare, non è che uno scrive e dice adesso son tutti i fatti vostri. Capisco bene la problematica del supporto ai Comuni. Ora vedremo gli esiti di queste 250 assunzioni, di cui 216 per l’Emilia-Romagna. Abbiamo fatto le convenzioni con queste società in house e vedremo che cosa portano. Poi, strada facendo, andiamo avanti. Ecco, questo è il modo di operare.

Io quello che chiedo è di continuare a operare in maniera collaborativa e fare squadra. Io stesso, il mio vice e tutti i tecnici sono a disposizione per rispondere poi a domande puntuali. Ho visto che ci sono state delle richieste molto puntuali e poi le vedremo. Siccome a me piace essere molto chiaro, sul lucro cessante non è possibile, non è previsto. Nell’ordinamento giuridico nostro il lucro cessante non c’è e sarebbe impossibile andarlo a quantificare. Non c’è, facciamocene una ragione. Non ci sta, sennò voi fate cambiare le norme, fate cambiare i principi giuridici.

Sui corsi d’acqua noi ci abbiamo messo tantissima attenzione. Ho sentito tutte le posizioni. Ci vuole un approccio equilibrato. Noi dobbiamo convivere con la natura oppure decidiamo che non conviviamo con la natura, lasciamo la natura, abbandoniamo tutto. Io sono un Commissario, queste sono scelte vostre, il territorio è vostro. Quindi, direi, facciamo le cose bene. Ci sono in questo momento tante risorse. Probabilmente ne serviranno altrettante per i piani speciali, non lo so. Lo vedremo quando li perimetreremo. Cerchiamo di pensare alla natura in un certo modo, al corso dei fiumi in un altro. A volte avvengono dei fatti che si sono ripetuti nel tempo, a volte no. Uno dice, se alzo l’argine, poi il fiume diventa più veloce, devo allargare l’alveo ma non lo posso allargare perché ci sono le infrastrutture. Insomma, sono tutte cose che vanno viste bene con il mondo accademico, con le autorità di bacino e con i tecnici.

Io non sono in grado di dare la risposta. Sono in grado di trovare un metodo condiviso, insieme al subcommissario, alla Regione e agli enti locali, così come ho fatto vedere in quella vignetta, dove, come in un box, entrano tutte le esigenze, poi vengono valutate dalla scienza e poi dopo uscirà quello che deve uscire. Potrebbe darsi che ci sia pure l’evenienza di fare delle rilocazioni, se sono da fare si faranno, così come ulteriori casse di laminazione, di espansione, si vedranno tutte queste cose.

Ovviamente, alcune di queste tematiche sono già affrontate nel piano immediato di difesa idraulica, perché ‒ ripeto ‒ questi 230 più 34 milioni si devono integrare con quello che poi sarà il piano speciale, cioè non è che adesso prendiamo 260 milioni e ce ne dimentichiamo e poi dopo arriveranno gli altri.

Quanto sarà l’ammontare dei rimborsi per le famiglie e le imprese io non lo so, se si moltiplica 20.000 per 70.000 famiglie esce una cifra, se si moltiplica 40.000 per 16.000 imprese ne esce un’altra, non sappiamo quante imprese saranno entro i 40.000 e quante sopra. Me lo chiedono sempre anche a livello Governo, e capisco, ma in questo momento non sono in grado di dirlo, normalmente cerco di fare delle stime elaborando dei modelli matematici e usando la statistica, però se non ho niente in questo momento, non sono in grado di fare proiezioni, se non queste a 20 e 40, che poi ricalcano quella dinamica delle ordinanze, ma non vuol dire 20.000 e finisce o 40.000 e finisce, ho visitato aziende che hanno come minimo 10 o 20 volte tanto di danno.

Quando verranno asseverati li vedremo e cercheremo nel più breve tempo possibile, compatibilmente con le risorse a disposizione, di ottemperare, tant’è che sarà previsto, quando entrerà in vigore la norma sul credito d’imposta, con la prossima legge di bilancio, che sopra i 20.000 e sopra i 40.000 si andrà automaticamente in credito d’imposta. Sono pochi, sono tanti 700 milioni? Non lo so, man mano vedremo. Siccome c’è stata una chiara indicazione del Presidente del Consiglio, onorevole Giorgia Meloni, che si arriverà al risarcimento completo, sono sicuro che, man mano che vedremo le cifre, se c’è bisogno arricchiremo il quadro finanziario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, Generale Figliuolo.

A questo punto, passo la parola al presidente Bonaccini. Prego, presidente.

 

BONACCINI, Presidente della Giunta: Grazie, presidente.

Grazie a tutti i consiglieri anche per i toni, è un clima civile e anche rispettoso, pur nelle cose che non si condividono, e credo, Generale, Commissario, che abbia apprezzato anche lei questo modo che l’Emilia-Romagna mediamente ha di discutere.

C’è piena e proficua collaborazione con il Commissario e tutta la sua struttura, come avete visto e sentito. Ad oggi, non è così con il Governo, purtroppo. Avevo ringraziato più volte la presidente del Consiglio, il ministro Musumeci, tutti i membri del Governo per la vicinanza e la disponibilità nell’immediatezza dell’evento.

 Avevo portato a Roma con me a Palazzo Chigi, nei primi giorni successivi all’evento, non la mia Giunta, la nostra Giunta. Avevo portato a Roma con me (anche questo fu riconosciuto come inedito da parte del Governo) prima tutte le associazioni economiche, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle banche e degli istituti di credito, e poi, la settimana successiva, i Sindaci dei Comuni capoluogo e i Presidenti di Provincia, per impostare un metodo di collaborazione e di condivisione con il Governo, esattamente come avvenuto continuamente con sei Governi diversi, dopo il sisma del 2012.

Poi è successo questo. Io vorrei, visto che abbiamo detto che dobbiamo guardare oltre, che guardiamo avanti, almeno ripercorrere però quello che è accaduto, e ognuno vada a verificare se le cose che dico sono vere o no.

Ci è stata chiesta una ricognizione e quantificazione dei danni e l’abbiamo prodotta in tempi che non hanno precedenti, circa 8,5 miliardi stimati di danni tra famiglie, imprese, infrastrutture pubbliche. Per la verità, noi avevamo detto 8,8 miliardi, il Governo ha consegnato all’Europa una stima, come diceva giustamente il Generale, di 8,5 miliardi, quindi più o meno c’eravamo.

Queste erano le cifre stimate per i danni a famiglie, imprese, cittadini, infrastrutture pubbliche. La stima è stata contestata dal Governo, come ricordate, e ci hanno chiesto un elenco dettagliato di ogni bene coinvolto, che non era mai avvenuto. Lo abbiamo fornito comunque e non abbiamo ricevuto contestazioni.

Alla fine, come è noto, il Governo ha trasmesso a Bruxelles una relazione, quella che dicevo, per accedere al Fondo di solidarietà (ne parlammo insieme alla Presidente del Consiglio Meloni e ad Ursula von der Leyen, quando vennero a sorvolare con il sottoscritto i luoghi drammaticamente colpiti), che indica appunto in 8,5 miliardi i danni dell’alluvione.

Segnalo e aggiungo che sono stato a Bruxelles 20 giorni fa, ho incontrato 4 commissari, avevamo ricevuto la rassicurazione che è anche il Commissario Gentiloni, venendo a Faenza a incontrare le rappresentanze sociali e gli amministratori locali, aveva confermato, sono arrivate le prime risorse, che erano state quantificate tra 50 e 90, in realtà sono stati (vado a memoria) 95 milioni, e ci era stato detto “verificheremo insieme al Governo, potrebbero arrivare altri 300 milioni di euro” il prossimo anno, che certamente su un totale degli 8 miliardi e mezzo non risolvono il tutto, però come furono i circa 700 milioni di fondo di solidarietà attivato dopo il sisma del 2012, è comunque ulteriore ossigeno che noi mettiamo nelle risorse che servono a chi deve gestire la ricostruzione.

Ancora. Nel terzo incontro a Roma con il Ministro Musumeci, presentammo un primo elenco di interventi realizzati da Regione, Provincia e Comune di somma urgenza, e avevamo chiesto che il Governo desse immediata copertura finanziaria a questi interventi. Le risposte sono state due ed entrambe erano sbagliate. Le cito testualmente, erano su tutti i giornali: credete che il Governo sia un bancomat? Chi vi ha autorizzato a fare questi interventi?

Abbiamo spiegato sommessamente che in emergenza un sindaco ha il dovere, non il diritto ma il dovere, di intervenire. Lo ha chiarito molto bene il Commissario Figliuolo poco fa. È compito del Governo, non facoltà, dovere, coprire le somme.

Ringrazio anche su questo il Commissario Figliuolo e prima di lui il capo del Dipartimento della Protezione civile, l’ingegner Curcio, per avere poi provveduto a dare risposte certe e corrette, aiutando anche i Comuni più fragili a comporre un quadro tecnicamente e amministrativamente corretto. Sto parlando degli investimenti, le risorse spese.

Poi è stata la volta della nomina del Commissario, vado a ritroso, prima che arrivasse il Commissario Figliuolo. Non so se lo ricordiamo tutti. Dapprima c’è stato detto che non serviva, poi ci hanno detto che serviva ma non subito, si poteva aspettare almeno un anno. Riprendete i giornali di allora. Infine, dovendo riconoscere che non era così, si è deciso di nominare un Commissario per la ricostruzione, un Commissario diverso e distinto dal Commissario per l’emergenza, diverso dal presidente della Regione. Si è quindi scelto di dire di no all’Emilia-Romagna, non al sottoscritto ma ai sindaci, anche i sindaci di centrodestra, alle rappresentanze economiche e sociali che avevano avanzato una proposta, immagino sulla scorta di quanto efficacemente, ce lo riconosce tutta Italia, abbiamo saputo, in tempi non consoni alla storia di questo Paese, ricostruire un terremoto, due terremoti che provocarono danni per 12 miliardi di euro.

Si era scelto di dire di no non tanto sul tema della persona, ma chiunque si è occupato di emergenza e ricostruzione, a noi purtroppo e al sottoscritto è capitato più volte, sa benissimo che emergenze e ricostruzione si tengono. Se è possibile in astratto distinguere tra due fasi, in concreto serve invece gestire in modo unitario le risposte, la programmazione e gli interventi.

Se ci pensate viene fuori anche dalle cose che ci siamo detti e ascoltati questa mattina.

Segnalo che nell’ultima Conferenza Stato Regioni, il Ministro Musumeci non ha ottenuto il parere favorevole sul suo disegno di legge sulla ricostruzione. Diciamo pure che il trattamento subito dall’Emilia-Romagna da parte del Governo ha ottenuto l’effetto brillante di un rigetto da parte di tutta la Conferenza delle Regioni, quindi ci sono di centrodestra rispetto alle 20 totali che, com’è noto, sono la stragrande maggioranza.

Fidatevi di me su questo, che ne abbiamo contezza ed esperienza, una legge per la ricostruzione che nasce contro le Regioni non solo è sbagliata, ma non farà molta strada, come si sta vedendo. Per nostra fortuna, rispetto a un impianto che in parte era sbagliato, il Governo ha poi scelto la persona giusta.

Io non posso che ringraziare il Generale Commissario Figliuolo per quanto ha fatto e sta facendo insieme a noi. L’avete sentito anche questa mattina. Non metto certo in capo a lui le distorsioni che quell’impianto, in parte sbagliato, ha prodotto e sta producendo.

Primo, e questa era la nostra critica: abbiamo perso oltre due mesi nella nomina del Commissario e il passaggio dalla gestione della Protezione civile a quella del Commissario ha portato via altri due mesi. Diventano quattro. Per la ricognizione delle procedure, gli atti, la contabilità, il conseguente subentro. Abbiamo perso mesi preziosi, quelli dell’estate, per fare interventi urgenti su fiumi, frane, strade, che è ben complicato fare con le piogge. Il tema dell’inverno è che chiunque abbia dimestichezza, se ha fatto l’amministratore pubblico, ma anche se non l’ha fatto la dovrebbe avere, di sapere qual è la differenza tra fare un intervento durante i mesi primaverili, estivi e autunnali rispetto a quelli invernali, nelle procedure che le imprese ‒ o le complicazioni ‒ trovano mentre fanno i lavori.

Se vi ricordate, erano state le associazioni d’impresa che avevano chiesto esattamente questo.

Ecco perché quando si dice che non sono stati persi mesi... Come non sono stati persi mesi? Non è mica colpa del Commissario. Se fosse stato nominato una settimana o dieci giorni dopo, esattamente come il terremoto, una buona parte di questi cantieri, quelli urgenti, visto che le somme urgenze sono state fatte, sarebbero già terminati. Alcuni devono ancora aprire.

Voglio dire una cosa sul personale. Siccome parliamo tutti con i sindaci, io certamente ogni giorno, chiedete loro, nei Comuni. Ricordo l’appello disperato di una sindaca, che non è mica della mia parte politica, la sindaca Vietina. Si è ritrovata con una alluvione, poi un terremoto e ha ‒ credo ‒ quattro o cinque dipendenti comunali. Mica tutti sono competenti sulla parte tecnica. Ma in quei Comuni lì o nei Comuni di poche migliaia di abitanti, dove ci sono da ricostruire 100 frane o intervenire sui fiumi, secondo voi chi le fa quelle cose? Io ho apprezzato molto che il Generale Figliuolo, correggendo una svista che era stata fatta dal Governo subito perché il sottoscritto... Non è un problema di appartenenza. Ma chi se ne frega. Pose il tema che il sottoscritto ha avuto a disposizione fino a 1.000 unità di personale, tra gli accordi con Fintecna con Invitalia, quelli assunti a tempo determinato dalla struttura commissariale. Anzi, abbiamo costruito un’agenzia ad hoc. Prima ragionavamo con il Generale su come provare a darci una mano ulteriormente nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. 60 unità di personale a disposizione del Generale Figliuolo. Non dico che ce ne servivano 1.000, ma con 60.000 c’è una bella differenza. Io ho apprezzato che con grande determinazione il Commissario è riuscito a ottenere, e ringrazio il Governo per averlo introdotto, 250 unità di personale, di cui 216 verranno all’Emilia-Romagna e le altre, giustamente, a Toscana e Marche. Solo che c’è un problema. Andando con lo scorrimento delle graduatorie, non troviamo, non trovano nessuna unità di personale. Parlateci coi sindaci! Devono aprire i cantieri. Devono garantire la contabilità. Alcuni di voi sindaci l’hanno fatto, l’hanno fatto gli amministratori locali. Voi capite che passeranno mesi fino a che un’unità di personale arriverà in Comuni che oggi non hanno la minima possibilità concreta, nonostante lo volessero, nonostante i progetti, di poter intervenire.

Ecco perché avevamo fatto quell’appello subito, perché era evidente con 150 Comuni coinvolti, una buona parte dei quali, rispetto alle frane o alle esondazioni dei fiumi, sono Comuni montani o collinari e per la gran parte, tranne i capoluoghi o pochi altri Comuni, come Faenza, come Imola, che comunque hanno una dotazione di personale tutto sommato molto più robusta, ci sono delle realtà che davvero non sanno dove sbattere la testa. Il problema guardate non è mica se sono sindaci di centrodestra, di centrosinistra o civici. Il problema è materialmente come fare nelle prossime settimane.

Allora, vedete, abbiamo perso mesi per impostare in modo lineare e unitario anche la ricostruzione privata. Anche qui un esempio banale. Avevamo chiesto con imprese e sindacati fin dal primo giorno di utilizzare lo strumento del credito d’imposta. Ve lo ricordate? Io lo chiesi immediatamente e lo chiedemmo insieme a loro. Abbiamo fatto una riunione, come facciamo spesso, del Patto per il lavoro e per il clima ed è uscita una proposta all’unanimità, che peraltro la prima volta il Commissario, venendo immediatamente a incontrarli, ha ricevuto direttamente dalle loro parole.

Era uno strumento che era stato sperimentato per la prima volta col sisma dell’Emilia-Romagna e poi era stato ulteriormente affinato, perché si può sempre migliorare, in quello dell’Italia centrale. Il percorso e la fatica che facemmo nel 2012 per costruire quel meccanismo ce lo ricordiamo bene, perché l’abbiamo fatto qui, sperimentato qui per la prima volta, ma la domanda è: cosa serviva per prendere subito quella decisione, nel momento in cui aveva funzionato così bene ed era stato ulteriormente affinato, purtroppo, per i drammatici successivi e diversi terremoti che nel centro Italia si sono, purtroppo, verificati?

Costava anche meno, se ci pensate, per i saldi di finanza pubblica sia del 2023 che del 2024. Ci sono voluti sei mesi per ottenere quello che bastava ottenere in sei giorni e così, a proposto di contraddizioni, si sono dovute preparare due ordinanze per imprese e famiglie, quelle che venivano ricordate, e grazie per averle fatte, che oggi possono andare fino a 20.000 e fino a 40.000 euro, perché fino al 1° gennaio non c’era copertura per dare di più.

Dico subito un’altra cosa. Non basteranno i 700 milioni previsti, perché con quelli arriviamo a malapena a un terzo dei soldi necessari per la ricostruzione privata. Lo dicono i conti del Governo. Io apprezzo che si siano promessi il 100 per cento dei danni e, molto correttamente, l’ha detto il Generale Figliuolo. Ci affidiamo alle promesse e alle parole, e io ci voglio credere, della Presidente del Consiglio e dei Ministri venuti qui. Ad oggi le risorse non ci sono.

Attenti a dire che ci sono i soldi. Non ci sono. Se fate un conto del totale della stima dei danni, 8 miliardi e mezzo, euro più euro meno, siamo attorno ai 4 miliardi complessivi che sono stati concessi. Ma come fate a dire che c’è il 100 per cento di rimborso? Attenti a non dare illusioni ai cittadini, alle famiglie, ai quali non è che gli dobbiamo dire non lo faranno, perché noi vogliamo farlo insieme al Governo. Ovviamente, per mano…

In questo caso non è il Commissario che gestisce le risorse. Lo voglio dire. Io capisco che lei voglia parlare con il subcommissario. Le parlo quando vuole, ma guardi che io non sono mica al Governo a decidere gli stanziamenti che vanno in legge di bilancio. Anzi, avevamo chiesto durante il dibattito parlamentare che venissero messe subito alcune risorse in più, quelle risorse non sono arrivate, in parte, sì, i 700 milioni; ma, ripeto, non è che il subcommissario o lo stesso Commissario possono permettersi loro di andare ad approvare un provvedimento che è emanazione e competenza del dibattito parlamentare e della proposta e dell’approvazione, che fa di una proposta, del Governo.

 

(interruzione)

 

BONACCINI, Presidente della Giunta: Va bene. Allora, c’è il tema, però, del rimborso dei beni mobili distrutti, come giustamente la consigliera Castaldini chiedeva. Ora, guardate, la distinzione tra terremoto e l’alluvione è evidente che è molto cogente. Un terremoto distrugge soprattutto le case, le imprese, gli immobili, le pietre a terra. Un’alluvione devasta anzitutto, e per quasi la totalità, i beni mobili.

Guardate, non ditelo a me. Ci siamo stati tutti e ci continuiamo ad andare nella Romagna in particolare, in parte anche nell’Emilia, ma soprattutto in quei comuni dove le case e i capannoni hanno avuto perfino due metri d’acqua a distruggere tutto quello che c’era dentro. Basta chiederlo a chi ha subito l’alluvione. Se prometti il 100 per cento dei ristori, ma non dice che ripaghi la cucina, la sala da pranzo, la lavatrice, l’auto e il motorino, ci prendono per matti. Cosa gli rimborsiamo a quelli? Mica gli è crollata la casa?

Allora, guardate, ci metto la faccia io. È già successo per la stima dei danni, è successo per la nomina del Commissario, è successo per il credito di imposta, è successo sull’utilizzo della piattaforma Sfinge. Grazie, Commissario. Non la voglio coinvolgere in polemiche inutili, anche perché non sono comunque polemiche drammatiche. Ci stanno nel dibattito politico. Ha chiarito molto bene lei perché la piattaforma Sfinge ha avuto bisogno, visto che ha fatto lei, di due ordinanze che dovevano essere adattate per essere utilizzata. Io sono sicuro che il Governo correggerà e sono sicuro che inserirà i beni immobili, quindi mi aspetto un provvedimento presto, perché altrimenti davvero sarebbe drammaticamente difficile anche per voi, che state sul territorio, come ci stanno tutti gli altri consiglieri dalle altre parti dell’aula, giustificarsi rispetto al fatto del perché... e io spero venga approvato in quest’aula presto, tutti insieme, per chiedere ai parlamentari di ogni colore politico che chiedano al Governo di introdurre quello,

Non a caso, giustamente e prudenzialmente abbiamo previsto in un’ordinanza del Commissario Figliuolo di periziare anche questi beni, nell’attesa che il Governo si ravveda. Non l’abbiamo fatto a caso, grazie, Generale.

Concludo. È chiaro che non possiamo ricostruire tutto come prima, hanno ragione tutti quelli che l’hanno detto, perché quello che c’era prima non basta più a garantire, se mai la garantiva, la sicurezza né a monte, né a valle, né ai cittadini, né alle imprese. Dobbiamo migliorare anche noi nella capacità di manutenzione, e spero che il Governo faccia più e meglio dei Governi precedenti a mettere più risorse di quelle che servono, perché è un grande tema nazionale, lo vediamo ovunque ci si giri, non so se il Commissario Figliuolo verrà chiamato a fare il Commissario anche di altre drammatiche alluvioni che sono arrivate, verrebbe da dire che lo spero per tenere un’unitarietà di interventi, pur sapendo che lo caricheremmo di un ulteriore, grave lavoro da fare.

Lo vedete, ogni mese succede qua e là per il Paese, dalla Lombardia alla Liguria, dalle Marche alla Toscana, da Ischia alla Sicilia, danni ormai strutturali dovuti a questi cambiamenti climatici, rispetto ai quali abbiamo bisogno di cambiare anche noi. Abbiamo deciso, ad esempio, che non si daranno più deroghe ai Comuni per il tema del consumo di suolo rispetto alla legge che avevamo approvato, da quest’anno non ci saranno più deroghe.

Lo facciamo non perché crediamo (mi avete sentito fare dibattiti anche pubblicamente) che sia stato quello l’elemento scatenante – perdonatemi, lo ridico ‒ di 4,5 miliardi di metri cubi d’acqua, rispetto ai quali il fatto di essere entrato in tre degli eventi più catastrofici al mondo già offre da solo la dimensione e la misura per cui non sarebbero bastati argini più alti, manutenzione migliore o meno, quel disastro purtroppo abbiamo dovuto subirlo, ma dobbiamo migliorare, sì, dobbiamo migliorare.

Dobbiamo ricostruire come prima? No. Peraltro, è stato distrutto il reticolo idrografico romagnolo, e per questo abbiamo deciso di chiamare esperti nazionali e non solo, per cercare di fare il meglio possibile rispetto a come dovrà essere ricostruito tutto questo.

 Spero anche ‒ ecco perché richiamo il tema nazionale ‒ che si decida di approvare una legge nazionale. Anche qui, se lo farà questo Governo, io applaudirò, perché non l’ha fatto nessuno prima, nessun Parlamento e nessun Governo, una legge contro il consumo di suolo a livello nazionale.

Non basta una Regione, che peraltro, come sapete, ha la legge più restrittiva che esiste in questo Paese, e, se me ne portate una di qualsiasi altra Regione che sia più restrittiva della nostra, io la prendo, mi bendo gli occhi, la porto in Giunta, li costringo ad approvarla e poi la portiamo in aula e chiedo se la potete approvare.

Serve una norma nazionale, così come serve un grande impegno nazionale per intervenire nella lotta contro il dissesto idrogeologico. Purtroppo l’abbiamo vissuto come fu per la pandemia rispetto ad alcune norme, ma spero che questa catastrofe possa servire ad aiutare ad aprire di più gli occhi, e, tutto sommato, mi riferisco al consigliere Occhi, perché ho molto condiviso la parte nella quale ha accennato a un tema di assunzione comune dell’intervento che deve essere fatto complessivamente, perché non accadano mai più, come avete detto più o meno tutti, e perché tutti siano più resilienti di quello che non si è capaci di fare quando arrivano queste tragedie.

La scala degli eventi che stiamo vedendo inedita richiede un adattamento di sistema, oltre che misure, come dicevo, incisive per il contrasto al cambiamento climatico. Stiamo anche cercando di dare un grande contributo.

A Kobe ho incontrato il professor Marwala, che è il Rettore delle 13 sedi di Università delle Nazioni Unite nel mondo, la quattordicesima, come sapete, arriverà a Bologna, tra l’altro spero che quello che meritoriamente la ministra Bernini sta provando a fare, portare il G7 il prossimo anno a Bologna nel Tecnopolo per discutere di intelligenza artificiale, innovazione tecnologica e digitale...

L’arrivo di quell’Università delle Nazioni Unite, insieme al centro che studierà i cambiamenti climatici, il centro meteo dell’Unione europea, insieme a super computer Leonardo, che il Generale conosce bene e visiterà nei prossimi giorni, aiuterà tutto il tema degli strumenti predittivi, perché su questo la scienza e le nuove tecnologie devono aiutarci, cioè arrivare a determinare molto prima quale potrà essere un evento catastrofico che sta arrivando, per mettere al riparo beni e cose e, ancora di più e sempre meglio, soprattutto l’unico bene irreparabile che abbiamo, cioè le persone.

Verrebbe da dire a questo punto di vista che per fortuna che 48 ore prima abbiamo dato l’allerta rossa, perché avevamo visto cosa poteva accadere, perché per me anche una sola vittima è troppo, come per tutti voi, e purtroppo ne abbiamo avute 15 in due occasioni.

 È anche vero che, al di là degli insulti ricevuti per aver chiesto di chiudere le scuole in tantissimi Comuni, circolare meno e usare lo smart working, alla fine tutto sommato ha dato un’idea di un allarme un po’ più adeguato rispetto a quello che non sarebbe accaduto se non l’avessimo fatto.

Io penso che quell’investimento sarà un investimento importantissimo per la comunità scientifica, e sarà importantissimo perché attraverso l’utilizzo dei big data, dell’intelligenza artificiale, qui ci sarà una parte, in questo territorio, del cambiamento che potremmo produrre rispetto al contrasto, ai cambiamenti climatici e all’utilizzo delle tecnologie da questo punto di vista.

Quindi, è una sfida molto importante, anche perché oggi, purtroppo, il tema dei cambiamenti climatici, com’è stato detto, arriva all’attenzione di tutto il pianeta.

Significa allora che dopo le somme urgenze e gli interventi urgenti, saranno indispensabili veri e propri piani e conseguenti progetti e interventi di riadattamento generale e strutturale per la messa in sicurezza dei versanti, per le infrastrutture della mobilità, i bacini idraulici, le comunità e le attività economiche.

È il lavoro che stiamo predisponendo esattamente con il Commissario. Un lavoro di grande respiro che ha due presupposti. Il primo, che tutti i soggetti competenti, le Istituzioni locali, le comunità e le rappresentanze economiche e sociali siano pienamente coinvolti. Serve una ricostruzione democratica e partecipata come fu fatto in Emilia dopo il 2012.

Secondo, serve piena collaborazione istituzionale, perché una ricostruzione di questa portata non la si fa non parlandosi.

Ho avuto la ventura di rapportarmi con ben sei governi diversi dopo il terremoto dell’Emilia, dicevo prima, e ho sempre offerto e ricevuto collaborazione al di là del colore politico.

Spero che correggeremo quello che è accaduto e ho provato a dire nei mesi scorsi. Non per la Romagna, per l’Emilia-Romagna, o meglio sì, per la Romagna, per l’Emilia-Romagna, ma soprattutto per i cittadini alluvionati e i territori feriti.

Noi siamo qui, disponibili, con la schiena dritta, esattamente com’è la gente dell’Emilia-Romagna e come ha dimostrato ancora una volta.

Concludo. Noi non chiediamo un euro in più del dovuto ma, come facemmo per il terremoto dicendolo a tutti i governi che succedevano, non arretreremo di un solo millimetro, questo lo si sappia, fino a quando tutti non avranno ricevuto, come promesso, il 100 per cento del dovuto e fino a quando la ricostruzione non sarà completata, non come prima ma meglio di prima.

Mi conforta pensare che in questo lavoro non siamo soli, perché ci sono i cittadini, le imprese, i sindaci di qualsiasi colore politico con cui stiamo collaborando molto bene.

Mi conforta - concludo - anche poter collaborare con un galantuomo, un vero e proprio servitore dello Stato come il Generale Figliuolo, che è anche un amico ma questo non c’entra niente. Soprattutto con la sua struttura. Grazie, Generale Ciotti, grazie a tutti i vostri uomini che stiamo vedendo puntualmente come state cercando di dare una mano a far ripartire e risollevare questo territorio, dando prova di competenza, di disponibilità, che sono peraltro i due ingredienti essenziali.

Io non avevo dubbi, avendovi visto all’opera anche durante, purtroppo, la drammatica tragedia della pandemia del Covid, ma è comunque, questo, certamente un punto di forza per il lavoro che ci aspetta.

Grazie a tutti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, presidente.

Sono le ore 13,25. Chiudiamo la seduta del mattino. Ci vediamo alle ore 14,30.

Ringrazio nuovamente il Generale Figliuolo per la sua presenza e per il suo lavoro.

Grazie a tutti voi.

 

La seduta ha termine alle ore 13,25

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI; Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI; Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI; Matteo MONTEVECCHI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO; Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario Davide BARUFFI;

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Raffaele DONINI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

È inoltre presente il generale Francesco Paolo FIGLIUOLO, Commissario straordinario alla ricostruzione.

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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