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SEDUTA DI MARTEDÌ 5 DICEMBRE 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7719

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al completamento del nuovo studio dell'Ausl di Bologna sull'impatto sanitario dell'inquinamento acustico generato dal traffico aereo dell'aeroporto Marconi. A firma della Consigliera: Zamboni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

DONINI, assessore

ZAMBONI (EV)

 

OGGETTO 7720

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i tempi di apertura e l'organizzazione dei CAU (Centri di Assistenza e Urgenza) di Reggio Emilia e di Correggio. A firma della Consigliera: Bondavalli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

BONDAVALLI (BP)

DONINI, assessore

BONDAVALLI (BP)

 

OGGETTO 7722

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla nuova articolazione oraria dei servizi CUP di Salsomaggiore (PR), realizzati presso la locale Casa della Comunità. A firma del Consigliere: Gerace

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GERACE (IV)

DONINI, assessore

GERACE (IV)

 

OGGETTO 7725

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la riorganizzazione dei posti letto dell'Ospedale di comunità, annunciata dalla Direzione dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

DONINI, assessore

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 7732

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere dove è avvenuta l'attivazione dei Centri di assistenza e urgenza (CAU) all'interno del territorio regionale, con particolare riguardo agli orari di apertura, al personale impiegato e agli accessi registrati evasi o dirottati ai Pronto Soccorso dei presidi ospedalieri limitrofi. A firma della Consigliera: Evangelisti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

EVANGELISTI (FdI)

DONINI, assessore

EVANGELISTI (FdI)

 

OGGETTO 7723

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda intraprendere per far fronte ai gravi disagi che si stanno verificando nelle strutture sanitarie modenesi dopo l'attacco hacker ai sistemi informatici dell'Ausl di Modena. A firma del Consigliere: Bargi

(Svolgimento)

OGGETTO 7726

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla tutela del sistema informatico dopo l'attacco hacker alle Aziende sanitarie di Modena e all'Ospedale di Sassuolo. A firma dei Consiglieri: Costi, Maletti, Sabattini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

BARGI (Lega)

COSTI (PD)

BARGI (Lega)

COSTI (PD)

DONINI, assessore

BARGI (Lega)

COSTI (PD)

 

OGGETTO 7733

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alla sicurezza dei dati dei cittadini gestiti dai sistemi informatici regionali, con particolare riguardo alle modalità del recente attacco hacker alle aziende sanitarie di Modena. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

DONINI, assessore

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 7729

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle segnalazioni circa le forti emissioni odorigene causate da stabilimenti industriali che interessano l'area di Castelnuovo Rangone e Castelvetro (MO). A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 7727

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quali iniziative la Regione intenda introdurre per impedire che la carenza di personale di Seta venga risolta con la cancellazione definitiva delle corse soppresse a Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Amico

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

BARUFFI, sottosegretario

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 7731

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere le tempistiche per l'adozione delle direttive per la disciplina dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di rilascio di concessioni di demanio idrico per la pesca e l'acquacoltura. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra, Rontini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

FABBRI (PD)

BARUFFI, sottosegretario

FABBRI (PD)

 

OGGETTO 7728

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alla questione sicurezza sul lavoro e all'opportunità del whistleblowing come strumento di prevenzione regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

CALVANO, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 7730

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in ordine alla recente delega attribuita dal Sindaco della Città metropolitana di Bologna a persona esterna al Consiglio metropolitano. A firma del Consigliere: Facci

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

FACCI (Lega)

CALVANO, assessore

FACCI (Lega)

 

OGGETTO 7717

Comunicazione della Giunta sulla violenza di genere.

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

LORI, assessora

SONCINI (PD)

PICCININI (M5S)

DALFIUME (PD)

AMICO (ERCEP)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazione prescritta dall’art.68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,53

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 242 del giorno 5 dicembre 2023.

Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 21 e 28 novembre.

Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Colla, Corsini, Mammi e Salomoni.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in aula

 

PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 7719

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al completamento del nuovo studio dell’Ausl di Bologna sull’impatto sanitario dell’inquinamento acustico generato dal traffico aereo dell’aeroporto Marconi. A firma della Consigliera: Zamboni

 

PRESIDENTE (Petitti): Più precisamente, iniziamo dall’oggetto 7719: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito al completamento del nuovo studio dell’Ausl di Bologna sull’impatto sanitario dell’inquinamento acustico generato dal traffico aereo dell’aeroporto Marconi.

L’interrogazione è a firma della consigliera Zamboni. Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Stamattina Europa Verde riporta all’attenzione dell’Assemblea questo tema, che abbiamo già trattato più volte, dell’impatto acustico generato dal traffico dell’aeroporto Marconi, che impatta in maniera pesante soprattutto sui residenti del quartiere Navile.

I punti al centro dell’interrogazione sono due: che fine ha fatto lo studio medico dell’Ausl, il nuovo studio medico, che doveva valutare, dal punto di vista sanitario, l’impatto di questa esposizione al rumore e che fine hanno fatto i dati registrati dalle centraline relativi ad ottobre. A fine novembre ancora non erano stati resi disponibili.

Nelle premesse del question time ricordo che continuano ad arrivare giornalmente al Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa segnalazioni e lamentele da parte dei cittadini a seguito di voli in decollo e in atterraggio che sorvolano la città. In orario diurno continuano i sorvoli e la nuova procedura di virata anticipata in fase di decollo, che ovviamente non si può utilizzare per gli atterraggi, in vigore dal 7 settembre. A detta dei Comitati di cittadini, non ha portato benefici alla popolazione impattata dall’inquinamento acustico.

Per quanto riguarda le ore notturne, che normalmente sono destinate al riposo, i residenti del Navile ci segnalano che, mentre l’ordinanza ENAC 5/2023 prescrive che dalle ore 23 alle ore 6 i decolli devono avvenire obbligatoriamente da pista 3 e gli atterraggi su pista 12, salvo necessità imprescindibili legate alle operazioni di volo. In questa fascia oraria continuano, invece, i sorvoli dell’abitato urbano di Bologna.

Possibile – si chiedono – che ci siano sempre condizioni meteo avverse che consentono di bypassare questa ordinanza? Negli ultimi mesi è successo anche più volte che migliaia di residenti siano stati svegliati in piena notte dai soliti picchi di rumore causati dai sorvoli della città. Quindi, è una situazione di disagio che permane e non attenua a diminuire.

Nelle premesse ricordo anche che non sono ancora stati resi noti i dati sul rumore registrato dalla rete delle centraline relativo al mese di ottobre.

Evidenziato che l’unica procedura che ridurrebbe in maniera considerevole il rumore, perché evita il sorvolo della città, è l’adozione di decolli e atterraggi da e per Bargellino, ma la conseguente riduzione del numero dei voli evidenziata dal recente studio ENAV sembra l’origine della non adozione di questa modalità di impiego delle due piste dell’aeroporto.

Ricordo anche che l’intensificazione del traffico aereo, dovuto principalmente al nuovo contratto con Ryanair, che risale al 2016, poi rinnovato di recente, comincia a impattare anche sulle zone intorno al Bargellino. Quindi, è un problema di un’estesa area che subisce questo martellamento.

Infine, ricordo nel testo che il 5 luglio scorso, rispondendo a un’interrogazione di Europa Verde, che chiedeva aggiornamenti sul nuovo studio ASL di Bologna sull’impatto delle attività dell’aeroporto sulla salute dei residenti, studio che doveva essere pronto a fine aprile, l’assessore Corsini aveva reso noto che l’AUSL aveva giustificato il ritardo nella consegna dello studio con la mancata trasmissione da parte dell’aeroporto delle mappe isofoniche aggiornate.

Peccato che, al termine della seduta della Commissione politiche economiche dello scorso 5 settembre, quando ho chiesto a Postacchini come mai – Postacchini è il presidente della società Aeroporto di Bologna – non avessero consegnato le mappe isofoniche, lui m’ha detto: “Non è affatto vero, perché a me risulta che le abbiamo consegnate il 26 giugno”.

Quindi, fatte tutte queste premesse, chiedo alla Giunta, visto che Aeroporto di Bologna sostiene di aver consegnato alla ASL le mappe isofoniche necessarie per completare lo studio medico, a che punto sono sia il completamento di tale studio sull’impatto sanitario dell’inquinamento acustico generato dal traffico aereo dell’aeroporto Marconi sia la pubblicazione dei dati del monitoraggio acustico relativo ad ottobre 2023.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Risponde l’assessore Donini. Prego, assessore.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliera Zamboni. Io posso solo assumere l’impegno di riferire in Commissione non appena abbia evidenza della relazione. Come lei riportava, giustamente, l’aeroporto Marconi di Bologna ha consegnato lo scorso 26 giugno 2023 le mappe isofoniche aggiornate all’anno 2021. In base alle informazioni citate e ai dati sanitari aggiornati all’anno 2022, la ASL sta realizzando una relazione per valutare le conseguenze dell’impatto acustico dei sorvoli aeroportuali sulla salute dei residenti ‒ ovviamente, noi facciamo il nostro pezzo, da questo punto di vista ‒ di Bologna, delle aree distinte per le linee isofoniche.

La relazione si ipotizzava fosse disponibile alla fine di novembre di quest’anno, quindi qualche giorno fa. È ancora in corso. Dovrebbe essere alle fasi finali. Non appena l’avrò tra le mani, mi riprometto, al limite, se lei lo ritiene, di risponderle in Commissione con la documentazione che lei chiedeva.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Ringrazio l’assessore per la risposta. Ovviamente, non posso che essere insoddisfatta per il contenuto, il fatto che lo studio, che doveva essere pronto a fine aprile, non sia ancora pronto ai primi di dicembre. Ringrazio l’assessore per aver confermato, in maniera trasparente, quello che io avevo già ha saputo dal presidente di Aeroporto Bologna, Postacchini, ovvero che le mappe isofoniche erano state già consegnate il 26 giugno all’ASL. Questo toglie veridicità alla prima risposta, che, invece, abbiamo avuto dall’assessore Corsini, sul fatto che c’era un ritardo a carico dell’aeroporto.

Chiarito questo, da fine aprile siamo arrivati a fine novembre, ancora lo studio non c’è. Spero che si concluda. Lo dobbiamo ai cittadini, che devono sapere in che stato di impatto sanitario vivono.

Resta ancora aperto l’altro quesito, ossia quando saranno disponibili i dati registrati dal sistema delle centraline, che misurano l’inquinamento acustico. Ovviamente, non è responsabilità dell’assessore perché riferisce lo stato dell’arte, rispetto al quale, anche a nome dei cittadini del Navile, mi dichiaro insoddisfatta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7720

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i tempi di apertura e l’organizzazione dei CAU (Centri di Assistenza e Urgenza) di Reggio Emilia e di Correggio. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’oggetto 7720: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa i tempi di apertura e l’organizzazione dei CAU di Reggio Emilia e di Correggio.

L’interrogazione a firma della consigliera Bondavalli. Prego, consigliera.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Come è noto, dall’inizio dello scorso mese di ottobre in Emilia- Romagna ha preso il via una nuova organizzazione del servizio di emergenza/urgenza. Stiamo parlando di una nuova organizzazione fondata sul principio dell’appropriatezza, della presa in carico, della cura dei pazienti, oltre che posto in connessione con l’ormai endemica difficoltà a reperire personale medico.

Parliamo di una nuova organizzazione che è il frutto – voglio ricordarlo, ribadirlo, perché credo sia importante anche dire come si è arrivati a questa nuova organizzazione – di un percorso di confronto con i territori e di condivisione nelle conferenze sociosanitarie territoriali.

In questa logica, come sappiamo, è prevista anche la creazione dei centri di assistenza e urgenza, i cosiddetti CAU, strutture definite e individuate come riferimento per casi urgenti, ma non di massima gravità, connotate dunque da bassa complessità clinica e assistenziale.

La loro istituzione, che prevede una distribuzione su tutto il territorio regionale con almeno una struttura in ogni distretto sociosanitario e un’operatività h24 per ogni giorno della settimana, è stata pensata per alleggerire la pressione sui pronto soccorso, consentendo ad essi di migliorare la capacità di risposta nei confronti dei casi maggiormente complessi, anche in relazione ai tempi di presa in carico.

Si tratta di servizi ulteriori rispetto a quelli già esistenti, la cui funzione è quella di aiutare proprio la separazione dell’utenza in ragione della severità dei bisogni e dei tempi necessari per la risposta, individuando verso i servizi di pronto soccorso i casi più gravi e, conseguentemente, ridurre i tempi di attesa per gli altri.

Entro il 2024 – è già stato comunicato – in Emilia-Romagna saranno operativi 60 CAU, di cui la metà entro la fine di quest’anno, quindi mancano davvero poche settimane, e di questi due rientrano nell’ambito territoriale dell’AUSL di Reggio Emilia, vale a dire quelli del capoluogo e di Correggio.

Questa interrogazione, quindi, è diretta ad avere indicazioni sui tempi di apertura dei CAU di Reggio Emilia e di Correggio, sulla loro connotazione organizzativa, in particolare i servizi offerti e le competenze del personale di cui si prevede l’impiego.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Risponde l’assessore Donini. Prego, assessore.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliera Bondavalli. La programmazione delle aperture dei CAU nel territorio dell’azienda ASL di Reggio Emilia procede rispettando le tempistiche condivise con la CTSS e i Comuni coinvolti. L’apertura del CAU di Reggio Emilia è prevista per il 27 dicembre 2023, mentre il CAU di Correggio sarà attivo dal 20 dicembre.

I CAU rappresentano uno degli elementi di innovazione nell’ambito dell’assistenza primaria e della rete dei servizi territoriali ospedalieri. La loro implementazione è affiancata dallo sviluppo di nuove competenze assistenziali, organizzative e gestionali. L’offerta dei CAU sarà, pertanto, arricchita di personale con competenze che permettano di gestire le principali condizioni patologiche in urgenza. A fine luglio la Regione ha trasmesso le linee guida di indirizzo per l’organizzazione della formazione dei professionisti che andranno ad operare nei CAU di tutta la Regione Emilia-Romagna. La formazione sarà modulare e consentirà ai medici di frequentare i moduli con i contenuti che sono necessari per acquisire le competenze attese. Il percorso si articola su 30 ore di formazione residenziali, intervallate da 30 ore di formazione sul campo. Avrà per oggetto le seguenti principali tematiche: certificazione e riconoscimento delle urgenze cliniche, l’approccio al dolore addominale, la cefalea, paziente con febbre, problemi dermatologici, oculistici, elementi di ecografia clinica.

Come precisato nella DGR n. 1206, ricordo che i CAU possono erogare le seguenti prestazioni: visita medica, certificazioni, trattamento farmacologico al bisogno, prescrizioni di terapie per patologie di nuova insorgenza o terapie assistenziali, procedure chirurgiche minori (per esempio, suture e medicazioni), prelievo per indagini di laboratorio, osservazioni post-trattamento, attivazione di percorsi e prestazioni a completamento dell’iter diagnostico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Ringrazio, ovviamente, l’assessore Donini per la risposta fornita, in relazione alla quale mi dichiaro soddisfatta. I tempi di apertura dei CAU di Reggio Emilia e Correggio comunicati: Reggio Emilia il 27 dicembre, mentre il CAU di Correggio sarà attivo, come ricordava l’assessore, dal 20 dicembre. I tempi di apertura sono sicuramente prossimi e in linea anche con quanto affermato in sede di previsione.

Stessa valutazione positiva è riferibile anche alla tipologia del servizio che sarà in essi erogato, anche in virtù del profilo professionale degli operatori coinvolti.

Credo fosse necessaria questa interrogazione a risposta immediata, per dare tempi certi rispetto all’apertura dei CAU in oggetto, per informare anche la cittadinanza, sempre in quell’ottica di trasparenza che contraddistingue la nostra Regione. Grazie.

Grazie, assessore.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

 

OGGETTO 7722

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla nuova articolazione oraria dei servizi CUP di Salsomaggiore (PR), realizzati presso la locale Casa della Comunità. A firma del Consigliere: Gerace

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso all’interrogazione 7722: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito alla nuova articolazione oraria dei servizi CUP di Salsomaggiore, realizzati presso la locale Casa delle Comunità.

L’interrogazione è a firma del consigliere Gerace. Prego, consigliere.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Questa interrogazione interviene rispetto ad un aspetto specifico del servizio assicurato dall’azienda ASL di Parma nel distretto di Fidenza ed in particolar modo nello sportello unico di Salsomaggiore Terme. È un aspetto forse minore, che, tuttavia, interviene sulle reali possibilità per gli utenti di accedere a servizi fondamentali come quelli delle prenotazioni e le prestazioni erogate. Conseguentemente, dimostra sia la complessità dell’organizzazione sanitaria sia la centralità di servizi, quali i centri di prenotazione e delle strategie regionali orientate ad assicurare anche una reale prossimità ai territori.

Faccio riferimento all’articolazione degli orari dello Sportello Unico di Salsomaggiore Terme, avviata in agosto di quest’anno, il 28 agosto, come comunicato attraverso il proprio sito web istituzionale dall’azienda ASL di Parma.

La modifica ha interessato l’orario di apertura dei servizi di prenotazione posticipato alle ore 9,30 dalle ore 8 in uso in precedenza. Sono, invece, stati invariati gli altri orari rispetto ai servizi dei prelievi.

La scelta è stata determinata dalla necessità di evitare la rilevante pressione sull’accoglienza nelle prime ore di apertura, e questo per la contestuale presenza sia degli utenti interessati ai servizi all’area prelievi sia per quelli richiesti per l’attività amministrativa del CUP, e in primo luogo per le prenotazioni. È una scelta introdotta in via sperimentale, come sottolineiamo tra l’altro nel comunicato stampa dell’ASL.

Sono trascorsi ormai tre mesi dalla nuova articolazione oraria dello sportello unico di Salsomaggiore e può e deve essere svolta una prima analisi su questo esito, verificando se questo abbia portato risposte oppure delle criticità. È chiaro che, oltre all’accesso diretto allo sportello, sono disponibili anche altre modalità di prenotazione dal fascicolo elettronico al CUP del ricorso alla Farmacup nelle farmacie convenzionate. Malgrado questo, sono state segnalate anche alcune difficoltà connesse al nuovo orario del servizio di prenotazioni nello Sportello Unico di Salsomaggiore, in particolare per gli utenti che facevano accesso allo Sportello CUP prima di recarsi al lavoro.

Dobbiamo anche considerare che ora il CUP di Salsomaggiore ha in parte ridotto il proprio orario di apertura per le prenotazioni. Se fino al 27 agosto era aperto per complessive 21 ore settimanali, 5 ogni mattina delle giornate lunedì, mercoledì e venerdì e 3 nei pomeriggi di martedì e giovedì, ora l’orario di apertura è limitato solo a 19 ore, 4 ore al mattino per tre giorni settimanali e 3,5 al pomeriggio per due giorni settimanali. Tutti questi aspetti concorrono ad accrescere la possibilità di trovare chiuse le agende di prenotazione.

Con questa interrogazione, quindi, chiedo all’assessore quale sia oggi, a tre mesi dalla sua introduzione, l’esito della nuova articolazione oraria dei CUP di Salsomaggiore, se siano registrate criticità e se sia necessario individuare soluzioni correttive.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

Risponde l’assessore, Donini. Prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliere Gerace, per la costante attenzione alle tematiche del territorio, in questo caso legate alla nuova articolazione dello Sportello Unico di Salsomaggiore.

La modifica, come spiegato anche da lei, consigliere, è la modifica agli orari dei servizi di prenotazione, lasciando inalterati gli orari dei servizi di prelievo. L’orario di apertura ha subìto delle variazioni temporanee per consentire nell’immediato una migliore accoglienza dell’utenza di quel servizio e del punto prelievi, che hanno un’unica sala d’attesa, fino alla definizione di una soluzione più strutturata, che sarà attuata già dai prossimi giorni. È prevista, infatti, l’installazione di una sorta di “regola code”, con doppia funzione, e relativi display di chiamata, uno per l’utenza che accede allo Sportello Unico CUP e un altro per chi accede al punto prelievi. Il primo display sarà collocato nell’atrio della Casa della comunità, della salute, dove i cittadini potranno attendere il proprio turno di accesso allo Sportello Unico CUP, mentre il secondo display verrà installato nella sala d’accesso al punto prelievi dedicato all’utenza di questo servizio.

Al momento, non sono previste variazioni agli orari dello Sportello Unico CUP, in attesa di valutare l’efficacia dei “regola code”, per poi valutare possibili migliorie oppure modifiche.

Ricordiamo, inoltre, che le pratiche di Sportello Unico possono essere effettuate anche tramite indirizzo e-mail e numero verde unico provinciale, attivo dal lunedì al venerdì dalle 7,30 del mattino alle 19 e il sabato dalle 7,30 del mattino alle 13,30, oppure tramite il Fascicolo sanitario elettronico o nelle farmacie che effettuano questo servizio. Nel territorio di riferimento ci sono quattro farmacie a Salsomaggiore e una a Tabiano che erogano il servizio CUP.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Gerace, prego.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore per la risposta. Mi ritengo soddisfatto della risposta dell’assessore. Attendiamo, quindi, l’efficacia di questi regola-coda che verranno installati per poi valutare e richiedere se apportare migliorie agli orari di apertura.

Per il momento mi ritengo soddisfatto e ringrazio l’assessore Donini.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7725

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la riorganizzazione dei posti letto dell’Ospedale di comunità, annunciata dalla Direzione dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 7725: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la riorganizzazione dei posti letto dell’Ospedale di comunità annunciata dalla direzione dell’azienda ospedaliera universitaria di Parma.

L’interrogazione a firma del consigliere Mastacchi. Prego, consigliere.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente. Buongiorno.

Parliamo di Ospedali di comunità, i cosiddetti OSCO, tanto discussi in passato quando gli ospedali territoriali venivano depotenziati e così rinominati. Si tratta di strutture intermedie tra l’assistenza domiciliare e l’ospedale. In sostanza, un ponte tra i servizi territoriali e l’ospedale per tutte quelle persone che non hanno la necessità di essere ricoverate in reparti specialistici, ma necessitano di un’assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio.

Queste strutture sono di norma gestite prevalentemente in modalità infermieristica. Hanno l’obiettivo di contribuire ad una maggiore appropriatezza delle cure determinando una riduzione di accessi impropri ai servizi sanitari, come ad esempio quelli del pronto soccorso o altre strutture di ricovero ospedaliero o in ricorso ad altre prestazioni specialistiche.

Ne parliamo spesso, il rafforzamento della sanità territoriale è una delle lezioni fondamentali che la pandemia ci ha lasciato in eredità e l’Ospedale di comunità dovrebbe essere proprio una delle strutture che contribuiscono ad andare in questa direzione, uno dei tasselli fra il ricovero ospedaliero e il domicilio.

Nei giorni scorsi la Direzione dell’azienda ospedaliera universitaria di Parma ha comunicato che, a far tempo dal 1° dicembre 2023, i posti letto della sezione A al secondo piano del Padiglione Barbieri saranno così riorganizzati: 12 posti letto dell’OSCO andranno alla struttura complessa Clinica Geriatrica e 16 posti letto ordinari per acuti andranno alla struttura complessa Medicina Interna di Comunità, andando così, di fatto, a snaturare la funzione dell’Ospedale di comunità.

Si interroga, quindi, la Giunta per sapere se ridurre i posti letto dell’Ospedale di comunità non determini, contestualmente, un aumento degli accessi impropri al pronto soccorso, in un momento in cui il problema prioritario è rappresentato dal sovraffollamento, un fenomeno che negli ultimi anni è in continuo peggioramento e a cui si aggiunge la difficoltà di avere le risorse umane adeguate per rispondere tempestivamente ai pazienti che giungono in pronto soccorso con un bisogno urgente o emergente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Risponde l’assessore Donini. Prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliere Mastacchi. Sono assolutamente d’accordo con lei sul ruolo degli ospedali di comunità. Credo che convenga anche con me sul fatto che uno degli elementi anche del nostro sistema sanitario regionale è intanto averli e poi averli anche programmati nell’ambito della programmazione PNRR, che noi vogliamo mantenere assolutamente e non decurtare, come oggi, invece, sembra voler fare il Governo.

Un’altra caratteristica, però, del nostro sistema sanitario è anche la flessibilità nei momenti in cui – si è visto anche con la pandemia, ma senza arrivare a quei livelli – occorre prendere alcune decisioni per meglio calibrare l’offerta in maniera transitoria. E lei giustamente ha sollevato una questione assolutamente pertinente. Però, l’ospedale di comunità situato presso il Padiglione Barbieri dell’Azienda ospedaliera universitaria di Parma è stato attivato il 13 luglio 2023, con una dotazione di 20 posti letto.

La riorganizzazione a cui lei ha fatto riferimento, che ha comportato la modifica dei posti letto da venti a dodici, è di carattere puramente temporaneo. I dodici posti letto hanno mantenuto il modello organizzativo delle cure intermedie, cioè accesso negli altri reparti ospedalieri al termine della fase acuta, ed è stata garantita la separazione fra questa funzione e gli adiacenti sedici posti letto per acuti provenienti dal pronto soccorso per ricovero ordinario. Quindi, la temporanea rimodulazione dei posti letto da venti a dodici si è resa necessaria in questo momento particolare, ma a carattere temporaneo, ed entro i primi giorni di gennaio l’ospedale di comunità verrà trasferito al piano rialzato del medesimo padiglione con una dotazione definitiva a garantire tra i venti e i ventiquattro posti letto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Prego, consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Grazie, assessore. Devo dire che mi ritengo soddisfatto, visto che la risposta che mi ha dato rassicura rispetto alla destinazione ultima di questa struttura. Quindi, si tratta solo, se non ho capito male, di una risposta temporanea ai bisogni impellenti di questi giorni, per cui a gennaio le cose torneranno nella condizione precedente, se non addirittura potenziata, appunto se non ho capito male.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie a lei, consigliere.

 

OGGETTO 7732

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere dove è avvenuta l’attivazione dei Centri di assistenza e urgenza (CAU) all’interno del territorio regionale, con particolare riguardo agli orari di apertura, al personale impiegato e agli accessi registrati evasi o dirottati ai Pronto Soccorso dei presidi ospedalieri limitrofi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 7732: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere dove è avvenuta l’attivazione dei Centri di assistenza e urgenza (CAU) all’interno del territorio regionale, con particolare riguardo agli orari di apertura, al personale impiegato e agli accessi registrati evasi o dirottati ai pronto soccorso dei presìdi ospedalieri limitrofi.

L’interrogazione è a firma della consigliera Evangelisti. Prego, consigliera.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Ritorniamo, assessore, sul tema dei CAU, che fanno parte della riforma che alla fine dell’estate, nel mese di luglio, la Regione Emilia-Romagna ha ideato approvando le linee di indirizzo per le Aziende sanitarie per la prima fase della riorganizzazione dell’emergenza-urgenza, e di queste linee fa parte anche l’attivazione dei CAU.

Abbiamo ascoltato qualcosa già dalla sua risposta precedente, la legge ci dice che cosa sono questi CAU, i Centri di assistenza e urgenza, strutture dislocate sul territorio, ai quali i cittadini possono rivolgersi per problemi di salute urgenti, ma non gravi. Operano sette giorni su sette. Si è dato prima per scontato ventiquattro ore al giorno, ma non ci sembra che sia scontato. Poi ce lo dirà lei. Sono strutture dotate, sulla carta, di personale medico e infermieristico e, se necessario, operatori socio-sanitari, e sono ideate per dare risposte alle urgenze differibili di bassa complessità. Al momento al CAU si accede di persona e in ordine di arrivo. Sappiamo che nei prossimi mesi verrà attivato il numero unico 116117 e l’accesso sarà garantito da un operatore. Quindi, sulla carta abbiamo molte informazioni.

Con riferimento alle patologie, come ha detto prima, i pazienti possono recarsi quando manifestano dolori lievi o moderati, con un quadro clinico di bassa complessità. Poi, successivamente alla diagnosi, il paziente può essere rinviato al proprio medico curante o al pronto soccorso.

Noi sappiamo che questa riforma dell’emergenza-urgenza è stata voluta fortemente dal suo Assessorato, ma permane in capo a noi qualche dubbio in particolare sulla gestione delle emergenze-urgenze. Lo abbiamo rappresentato con interrogazioni, abbiamo già rappresentato nella discussione, anche in quest’aula, che le perplessità saranno maggiori quando verrà attivato il numero 116117. Abbiamo preso atto, a distanza di un mese dall’attivazione dei CAU, che sono state rilasciate alcune dichiarazioni a mezzo stampa da parte sua, assessore, e successivamente anche dal direttore dell’Azienda sanitaria. In questo lasso di tempo il nostro Gruppo aveva fatto una richiesta precisa, proprio perché stiamo seguendo l’attivazione, chiedendo questi dati, e ci è stato risposto che sarebbero stati nella nostra disponibilità alla data del 13 dicembre. Quindi, ci siamo chiesti... È evidente che le sue valutazioni e le valutazioni del direttore non saranno state fatte a sensazione, così come è altrettanto evidente che credo i dati non siano non disponibili soltanto per Fratelli d’Italia.

Ci sembrava, oggi, l’occasione per fare il punto ad un mese dall’attivazione, per chiedere dove precisamente è avvenuta l’attivazione di queste strutture, per chiedere una precisazione rispetto agli orari di apertura, al personale impiegato effettivamente presso i CAU e anche rispetto agli accessi evasi direttamente dai CAU oppure dirottati verso i pronto soccorso dei presìdi limitrofi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliera Evangelisti. Avere dei dubbi è indice di saggezza. Il monitoraggio è costante e penso che andremo anche in Commissione, magari all’inizio del prossimo anno, per fare il punto. La cosa che mi sento di dire oggi è che sia nella fase precedente l’istituzione dei CAU, cioè quando abbiamo attivato le prime sperimentazioni (penso a Cervia e anche a Ferrara), sia nelle primissime settimane di attivazione dei CAU, mi sento di dire che la riorganizzazione sta funzionando ed è compresa anche dai cittadini.

Al 4 dicembre 2023, quindi in questi giorni, risultano aperti 7 CAU presso le aziende ASL di Piacenza, capoluogo, h24, di Bologna, il CAU di Budrio e Vergato, entrambi h24, e Ferrara, che saranno ospitati nei territori di Comacchio, Copparo, Ferrara, capoluogo, inizialmente h12. Lunedì prossimo attiveremo Navile h24 e poi Casalecchio h24.

Come precisato, la dotazione minima di personale... Intanto, la dotazione è flessibile e prevede la presenza di una équipe formata da un medico di ruolo unico di assistenza primaria e da un infermiere. Possono essere due medici e due infermieri o tre medici e tre infermieri, a seconda, ovviamente, del numero degli accessi. L’impegno orario e eventuale attivazione di ulteriori professionisti sono in funzione ai volumi, quindi gli h12 possono diventare h24 o h20, a seconda delle attività.

Il bello di questa riorganizzazione è proprio la flessibilità e la velocità con cui si può adattare alle necessità del territorio.

Per quanto riguarda i dati di attività, ovviamente è ancora presto. Posso dire quello che so, che ho in mio possesso, ma sarò più preciso, magari, nella Commissione, se ritenete, a fine gennaio, per fare il punto.

Per quello che riguarda Budrio e Vergato, che sono i primi che abbiamo, perché li abbiamo attivati uno il 1° novembre e l’altro l’8 novembre, Budrio ha una media finora di quarantatré accessi al giorno. Quindi, stiamo parlando di un numero di accessi superiore o comunque in linea con quello che era l’accesso precedente al pronto soccorso. Soltanto un 14 per cento degli accessi vengono centralizzati al pronto soccorso. Non so quanti venissero centralizzati al pronto soccorso di Sant’Orsola e di Bentivoglio prima nell’ambito del pronto soccorso di Budrio, però certamente questo indica che la stragrande quantità di accessi sono per basse criticità, quindi compatibili assolutamente con il CAU. Quelle persone che necessitano di accessi centralizzati o di accertamenti presso le strutture hub, come il Sant’Orsola, il Maggiore o il Bentivoglio, sono assolutamente inserite nel percorso del 118.

A Vergato siamo a sedici-diciotto accessi al giorno. Prima erano meno, anche perché il pronto soccorso, il primo punto di pronto soccorso di Vergato era h12 prima, qui siamo h24. Anche qui siamo attorno al 14-15 per cento di persone che invece vengono centralizzate nei pronti soccorsi per accertamenti nel caso debbano essere riscontrate patologie apparentemente più severe.

Le prime indicazioni sono molto positive, ma siamo agli inizi. Penso che a fine gennaio potremo avere un po’ il punto più preciso.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, assessore.

Sarò estremamente saggia, perché credo di essere estremamente saggia, perché permangono i dubbi che avevamo. Le chiederemo di consegnarci i dati già in suo possesso.

Perché permangono i dubbi? Perché ci sembra, in realtà, immutata la situazione, se non un miglioramento rispetto alla fascia oraria per pronto soccorso che prima svolgevano un’attività a mezzo servizio e che oggi sono aperti h24.

Ci sembra, però, che permanga la situazione di congestionamento presso i pronto soccorso degli hub principali e che questi CAU mantengano incarico soltanto codici bassi perché per le urgenze un pochino più importanti comunque vengono dirottati ai pronto soccorso.

Noi riteniamo che l’assistenza primaria alla popolazione sia un diritto che la Regione debba garantire. Sappiamo che in realtà c’è scontento da parte dei medici di continuità assistenziale e per la maggior parte sono specializzandi. I medici di famiglia, che hanno già difficoltà oggi a svolgere il loro servizio ambulatoriale, continuiamo a non comprendere come possano aggiungere ore da svolgere ai CAU, e infatti non lo stanno facendo. Qualcuno dice che forse sarebbe stato meglio dare 42 euro al sostituto del medico di famiglia, in modo da poter permettere al medico di famiglia di non andare al CAU, ma di andare al PS per fare i codici bianchi e verdi.

Ci sembra che i CAU siano nati come servizio aggiuntivo e non come servizio alternativo e che ad oggi questa risposta non vi sia. Siamo curiosi di vedere che cosa accadrà dopo il 31 dicembre, quando gli specializzandi non si sa se saranno garantiti. Già oggi ci pare che i turni diurni e feriali si faccia fatica a coprirli, così il fine settimana.

Vogliamo ricordare che anche il sindacato di categoria FIMMG, che aveva firmato l’accordo, oggi parla di un accordo diverso e loro stessi hanno affermato che i CAU non possono essere dei pronto soccorso in miniatura. Per la verità, loro hanno detto dei pronto soccorso bonsai.

Rimane da parte nostra la perplessità rispetto alla gestione delle automediche dell’emergenza-urgenza e anche rispetto al fatto che all’interno dei CAU ci siano infermieri con la divisa del 118, e forse questo non dovrebbe essere così.

Non siamo stati noi ad affermare che ad oggi i pronto soccorso risultano ancora pieni di codici bianchi e verdi.

Noi, insomma, auspichiamo che questa riforma possa raggiungere le finalità che si è preposta, ma ad oggi non crediamo che sia così. Continueremo a verificare, assessore, e a monitorare i dati. Quello che sorprende è che quel monitoraggio, che non c’è stato all’inizio, cioè prima della riforma, ovvero monitorare la tipologia di codici e lo smistamento degli stessi ai pronto soccorso, ad oggi continua a non esserci, e secondo noi è fondamentale per verificare la reale fattibilità di questo sistema così impostato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

 

OGGETTO 7723

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda intraprendere per far fronte ai gravi disagi che si stanno verificando nelle strutture sanitarie modenesi dopo l’attacco hacker ai sistemi informatici dell’Ausl di Modena. A firma del Consigliere: Bargi

 

OGGETTO 7726

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla tutela del sistema informatico dopo l’attacco hacker alle Aziende sanitarie di Modena e all’Ospedale di Sassuolo. A firma dei Consiglieri: Costi, Maletti, Sabattini

 

PRESIDENTE (Petitti): Adesso abbiamo tre interrogazioni che sono accorpate e che avranno un’unica risposta da parte dell’assessore Donini. Più precisamente, le tre interrogazioni sono le seguenti.

Oggetto 7723: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda intraprendere per far fronte ai gravi disagi che si stanno verificando nelle strutture sanitarie modenesi dopo l’attacco hacker ai sistemi informatici dell’AUSL di Modena, a firma del consigliere Bargi.

Oggetto 7726: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulla tutela del sistema informatico dopo l’attacco hacker alle Aziende sanitarie di Modena e all’ospedale di Sassuolo, a firma dei consiglieri Costi, Maletti e Sabattini.

Oggetto 7733: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa alla sicurezza dei dati dei cittadini gestiti dai sistemi informatici regionali, con particolare riguardo alla modalità del recente attacco hacker alle aziende sanitarie di Modena, a firma della consigliera Castaldini.

Partiamo, quindi...

Consigliera Castaldini, prego.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Però la risposta è unica.

 

(interruzione)

PRESIDENTE (Petitti): Sì, assolutamente. Va bene.

Partiamo adesso dall’interrogante consigliere Bargi. Prego, consigliere.

Consigliera Costi, non l’avevo vista.

 

COSTI: [...] del consigliere Bargi. Ritengo che sia non utile non accorpare, invece, i tre question time. Comunque, riguardano entrambi... Io penso che la risposta non potrà che essere unica.

Credo sia corretto mantenerli, invece, accorpati, come sempre è stato fatto, oltretutto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Ho capito che la consigliera Castaldini, però, si accontenta della risposta scritta. La prassi è questa. Noi avevamo proceduto con una risposta unica. È comunque un diritto della consigliera Castaldini chiedere di non essere accorpata. La risposta sarà scritta per la consigliera Castaldini.

Prego, consigliere Bargi.

 

BARGI: Dicevo che io ho una versione ancora diversa. La mia interrogazione verte più su un aspetto e non sul quadro generale. È notizia nota che il 29 novembre scorso un attacco hacker ha interessato la sanità modenese nel suo complesso. C’è tutto un tema legato alla privacy, al come è avvenuto l’attacco hacker, al fatto che Lepida avesse fatto test preventivi, se sia in qualche modo assicurata, in grado di risarcire. Se lei vuole rispondere a questo, assessore, mi fa piacere.

Rispetto a questo ho fatto un’interrogazione scritta, perché ritengo sia più articolato il tema da sviluppare, mentre il question time verte più che altro sul disagio sanitario derivante, che è un effetto collaterale, ma che, di fatto, sta interessando la Provincia di Modena ancora oggi. Mi dicono che ancora oggi i centralini hanno dei problemi, ci sono delle difficoltà a far funzionare i servizi sanitari, ci sono problematiche legate alle radioterapie, e via discorrendo.

Quindi, c’è un problema che definiamo collaterale, ma è assolutamente gravoso, derivativo rispetto all’attacco hacker. Era su questo che verteva il question time.

Quindi, non capisco bene l’accorpamento. Là dove si chiede una spiegazione su quello che è avvenuto rispetto a tutto il tema legato alla privacy, quindi al fatto che le cartelle sanitarie dei modenesi stiano circolando non si sa bene dove e a beneficio non si sa bene di chi, ma è un tema che, però, secondo me, è corposo e infatti ho chiesto una risposta scritta, perché credo che vada sviluppato in questioni un po’ più ampie.

L’urgenza era, secondo me, invece, sulla questione dei servizi e sul ripristino di questi. Secondo me, in tre minuti l’assessore potrebbe fare un po’ fatica a rispondere a tutte queste tematiche, però, insomma, prendiamo atto della cosa. È chiaro che, ripeto, le interrogazioni, anche se hanno due mesi di tempo massimo per poter ricevere risposta, non è obbligatorio aspettare due mesi per rispondere. Si può fare anche un po’ prima, vista anche la tematica, a mio avviso, particolarmente importante.

Le domande che noi facciamo vertono principalmente sul ripristino e sulla questione – in realtà è una domanda secca – dei servizi sanitari.

Peraltro, mi dicevano, io non so se è vero, è un rumors che mi è arrivato, quindi lo butto qui fuori sacco, poi se l’assessore ha la possibilità ce lo dirà, si parlava anche di una richiesta di riscatto per avere il pieno accesso ai servizi informatici dell’ASL modenese. Anche questo vorremmo capire in qualche modo se sta circolando in ambito sanitario, per capire se è una verità, se è un rumors che sta circolando anche basato su esperienze pregresse riguardo a queste tipologie di eventi oppure se è fondamentalmente in realtà una notizia falsa.

Grazie.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Dopo risponderà l’assessore Donini e potrà anche rispondere alla vostra richiesta di avere una risposta scritta, sia da parte sua che da parte della consigliera Castaldini.

In ogni caso, adesso passo la parola alla consigliera Costi.

Prego, consigliera.

 

COSTI: Ringrazio chiaramente anche i colleghi che mi hanno preceduto. Credo che il tema sia di particolare importanza e delicatezza proprio da prevedere anche una prima informazione, credo, in aula. Condivido con il collega Bargi che il tema sia abbastanza complesso, anche perché vorrei ricordare che l’attacco hacker alle nostre aziende è avvenuto dopo attacchi che sono avvenuti anche in altre parti d’Italia. L’ultimo in ordine temporale è stato il caso di Verona.

È chiaro che è un fatto gravissimo e credo anche che sia giusto darne contezza in quest’aula e anche auspicare che le autorità competenti e gli inquirenti possano, chiaramente al più presto, fare luce su un fatto che ha degli aspetti anche penali particolarmente importanti.

È chiaro che quello che è successo – lo sappiamo tutti – ha creato un disagio enorme rispetto ai pazienti, credo anche, però, che abbia creato un disagio enorme rispetto agli operatori, a cui credo vada il nostro plauso, Anche questo sento che sia importante dirlo in quest’aula, perché appena accorti di quanto stava succedendo tutti gli operatori, le Aziende e i vari responsabili si sono attivati innanzitutto per limitare il danno di questo attacco, ma anche e soprattutto per poter continuare, per quanto possibile, le attività, soprattutto quelle più delicate. E io credo che questo non possa essere che apprezzato e riconosciuto al nostro personale, che ogni tanto ci ricordiamo essere un personale molto importante, chiamato in vari modi, anche eroi durante il periodo del Covid, ma successivamente un pochettino lo si dimentica.

Io credo che sia importante anche il lavoro che è stato fatto da parte delle Aziende per poter ripristinare il più possibile tutte le attività, proprio per permettere ai nostri cittadini di avere quanto a disposizione, perché credo che sia anche questo un elemento molto, molto importante. È chiaro che qui ci troviamo di fronte a problemi anche molto complessi, uno chiaramente sulla sicurezza dei dati, elemento su cui sarà importante anche approfondire, ma soprattutto credo che sia importante sapere anche quali procedure sono state messe in atto immediatamente sia per rispondere a quanto accaduto, ma anche e soprattutto per prevenire nuovi attacchi, perché ormai abbiamo visto che sono abbastanza frequenti, ma soprattutto che cosa è stato fatto per assicurare il funzionamento dei servizi ai cittadini e anche per tutelare la loro riservatezza.

Io credo, pertanto, che il tema non si esaurisca certamente con una risposta ad un question time, ma credo che sia giusto dare conto di quanto è accaduto, di quanto è stato fatto immediatamente e di che cosa si è messo in atto per la salvaguardia di cittadini e operatori.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Prego, consigliera Castaldini, così finiamo le tre interrogazioni.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego, assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Confesso che sono un po’ confuso dalla procedura. Spero di essere adeguato alla procedura.

Intanto, colgo con molto favore le parole ‒ chiedo un minuto in più per questa risposta ‒ che appena adesso ha proferito la consigliera Costi. Credo di interpretare il sentimento di tutti noi nel rivolgere alla ASL di Modena, all’AOU di Modena, alla struttura ospedaliera di Sassuolo, ai cittadini tutti modenesi e alla comunità degli operatori sanitari la nostra solidarietà. Si tratta di un attacco subìto, per il quale si è avuta una reazione, che adesso dirò, adeguata, una prevenzione che era a livello di quei sistemi che oggi sono praticati a livello nazionale, più performanti. Soprattutto, c’è stato un lavoro intenso per ristabilire il più possibile la funzionalità dei servizi. Questo lavoro proseguirà anche nelle prossime ore.

In questi giorni abbiamo sostenuto e monitorato il lavoro delle aziende ASL di Modena, azienda ospedaliera universitaria di Modena, ospedale di Sassuolo, dopo la notizia dell’attacco hacker subìto, di cui si è avuto evidenza per la prima volta alle 22 del 28 novembre 2023, quando non è stato possibile accedere al sistema PACS RIS di Radiologia. La segnalazione è stata inoltrata al servizio ICT dell’azienda ASL, che si è subito coordinato con le unità preposte alla gestione di questo tipo di attacchi, come previsto dalle procedure previste per la sicurezza informatica, provvedendo tempestivamente al blocco totale dei sistemi per proteggere i dati ed evitare la propagazione del virus. Ciò ha, ovviamente, impedito il funzionamento dei sistemi stessi. Al contempo, sono entrate in funzione le procedure per garantire la sicurezza e la continuità operativa, che hanno consentito, seppure con rallentamenti, il prosieguo dell’attività, soprattutto quelle urgenti, durante il blocco.

L’evento è stato immediatamente denunciato alla Polizia postale. È stata informata, come da procedura, l’Autorità garante per la protezione dei dati personali e sono stati avviati contatti con Prefettura, Questura e Autorità giudiziarie competenti. Da subito è iniziato il controllo approfondito dei server, per verificarne la compromissione, e il loro completo isolamento o spegnimento. Sono ancora in corso, con la massima cautela, le analisi secondo i protocolli operativi, le tempistiche e i prodotti informatici indicati dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, che ha riconosciuto ‒ questo è un dato molto importante ‒ la pronta reattività nel reagire all’attacco, che sta seguendo l’evoluzione della situazione, riconoscendo subito la pronta reattività delle aziende sanitarie all’attacco subito.

I livelli di sicurezza aziendale sono conformi alle linee guida AgID e agli obblighi normativi in materia. Rispetto ai blocchi attuali, è stato seguito il protocollo per garantire la massima sicurezza di tutte le operazioni di ripristino che sono in corso per un recupero completo e in sicurezza dei sistemi informatici per quanto siano necessari tempi tecnici incomprimibili.

Eventuali informazioni riguardanti l’individuazione di mandanti dell’attacco ed eventuali rivendicazioni sono, però, coperte da riservatezza per rispetto delle indagini in corso e del segreto istruttorio.

Per quanto riguarda il coinvolgimento di Lepida, i servizi forniti dalla società alle realtà coinvolte nell’attacco sono limitati alla gestione delle infrastrutture hi-tech e di reti all’interno dei data center, ma non dei sistemi software e dei dati delle aziende sanitarie e ospedaliere ospitanti su tali infrastrutture. Quindi, Lepida non è coinvolta nella gestione dei servizi delle aziende sotto attacco, che non ha portato rallentamenti o problematiche dei suoi servizi e delle sue piattaforme, pur garantendo, Lepida, piena collaborazione sin dalle prime ore dell’evento alle strutture sanitarie modenesi, per aiutarle nella rimessa in funzione dei vari servizi impattati.

Riguardo all’impatto di questo attacco sui servizi sanitari, prima di tutto è necessario un ringraziamento particolare a tutti i professionisti delle aziende, i medici e i pediatri del territorio, la cui risposta è stata straordinaria. Grazie al loro impegno è stata assicurata la maggior parte delle attività sanitarie, riducendo il più possibile i disagi all’utenza.

È stata infatti garantita interamente l’attività chirurgica e i ricoveri in tutti gli ospedali della Provincia, tutti i servizi di emergenza e l’assistenza domiciliare ai pazienti fragili, riorganizzatasi in collaborazione con i medici di medicina generale. Inoltre, sono state confermate la maggior parte delle prestazioni sanitarie senza riscontrare particolari criticità in termini di accoglienza nelle varie e diverse sedi del territorio.

Tutti i professionisti sono impegnati per garantire l’esecuzione del maggior numero di visite ed esami diagnostici utilizzando sistemi provvisori, ma pur sempre garantiti nella massima sicurezza.

Dal lunedì 4 dicembre è stata ripristinata l’attività della senologia clinica al Policlinico e gli approfondimenti diagnostici di secondo livello dello screening mammografico, mentre restano sospese le mammografie di primo livello che verranno riprogrammate non appena la situazione a giorni lo consentirà.

Sul fronte dell’assistenza domiciliare infermieristica, sono di nuovo accessibili i consueti numeri di telefono già noti agli assistiti a domicilio e da domani riprenderanno i prelievi necessari alla terapia anticoagulante orale per i pazienti del servizio di assistenza domiciliare.

Si sta ancora lavorando alacremente per la ripartenza piena dei percorsi di radiologia e del laboratorio e della ripresa delle attività dei punti prelievi, che rimane sospesa in questi giorni.

Per quanto riguarda i pazienti in caso di rinvio della prestazione, i coinvolti sono stati tutti informati, per riprogrammare l’appuntamento. Inoltre, dal 29 novembre fino a nuova indicazione non sarà applicata, ovviamente, la sanzione per mancata presenza, o ritardo, o annullamento, o spostamento della prenotazione di esami e visite.

Primo ho ricevuto un WhatsApp che indicava che oggi, a seguito della riattivazione della rete informatica interna, i Pc aziendali possono essere collegati alla rete via cavo e, quindi, accesi.

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto chiedo le repliche ai due interroganti.

Prego, consigliere Bargi.

 

BARGI: Come dicevo in apertura, secondo me si è fatta un po’ di confusione. Infatti, avrei preferito approfondire meglio la seconda parte della sua risposta, dove capisco che alcuni servizi sono stati ripristinati, mentre altri sono ancora in difficoltà, stanno ancora faticando a tornare a pieno regime, quindi si protrae ancora per diversi giorni la difficoltà della sanità modenese. Posso dedurre questo perché, giustamente, i tempi erano talmente veloci che lei ha potuto darci una risposta molto rapida.

Sulla prima parte, invece, dove ha citato la questione dell’hackeraggio puro in sé, mi auguro che, siccome fondamentalmente ha già, bene o male, la risposta al question time dei colleghi, non tarderà ad arrivare anche la risposta alla nostra interrogazione scritta. Insomma, non occorre aspettare due mesi se siamo bene o male tutti informati, anche perché la questione – lo ripeto – faccio fatica a credere che si fermi lì. Insomma, il danno c’è, bisognerà capire anche in che modo si riuscirà ad andare incontro ai cittadini coinvolti da questa violazione della propria privacy, da un lato, e della difficoltà di poter avere accesso ai propri servizi, dall’altro. Bisogna indagare a fondo anche sulle capacità di resistere a questi fenomeni da parte del nostro tessuto sanitario.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Costi, prego.

 

COSTI: Ringrazio l’assessore Donini. Credo che abbiano fatto uno sforzo importante, assieme alle strutture e alle Aziende, per dare una risposta il più possibile completa nel tempo che ha per rispondere ai question time in aula. Chiedo poi di avere il testo scritto, perché è importante avere anche il testo scritto.

Credo che sia importante il lavoro che è stato fatto dall’Assessorato e soprattutto dall’Azienda e dal personale, quindi mi ripeto, ringrazio tutti coloro che hanno lavorato in questo momento. È chiaro che il tema di come ci attrezziamo ulteriormente e di come riusciamo a migliorare tutta questa parte sulla sicurezza è un tema non solo nostro, ma anche nazionale. Del resto, l’ha detto anche nella sua risposta, credo sia un tema che ci accompagnerà in questo percorso dei prossimi mesi.

Pertanto, ringrazio e mi ritengo soddisfatta per questa risposta, che è stata data, chiaramente, in tempi utili e soprattutto anche in modo abbastanza organico e completo.

 

OGGETTO 7733

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alla sicurezza dei dati dei cittadini gestiti dai sistemi informatici regionali, con particolare riguardo alle modalità del recente attacco hacker alle aziende sanitarie di Modena.A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Passiamo all’oggetto 7733, l’interrogazione della consigliera Castaldini. Ho già citato prima il titolo.

Prego, consigliera.

 

CASTALDINI: Buongiorno, assessore. C’è un motivo valido per cui ho chiesto di trattare in maniera separata questo tema.

Faccio una piccola premessa, giusto per far notare un aspetto che tutte le volte mi lascia un po’ sorpresa. In questa Regione sulle Case della comunità mi rispondono Taruffi, i tecnici e Baruffi, la scorsa volta. Oggi lei diventa esperto informatico. Credo ci sia un po’ di stranezza nell’affrontare i temi per come io credo dovrebbero essere trattati.

Non mi dilungo sullo spiegare cosa è successo. Sono stati molto bravi i colleghi Bargi e Costi. Lo dico davvero. Mi limito a chiedere come sia avvenuto l’attacco hacker, se Lepida sia fornitrice, anche in parte, dei sistemi attaccati.

Io non ho l’esigenza che mi venga raccontato, giustamente, tutto il travaglio che ha vissuto il servizio sanitario o di ripresa delle attività, perché di quello, spero, parleremo in Commissione. Così ho chiesto nella Capigruppo.

Assessore, purtroppo, spesso alle domande che facciamo in quest’aula non viene data una risposta e qualche volta non si fa eccezione. Lepida è coinvolta in due bandi PNRR, tra cui quello per fornire software e hardware per la presa in carico dei pazienti, che è uno dei servizi crollati sotto i colpi degli hacker. C’è da chiedersi se tutte le altre aziende sanitarie, se i Comuni e le Province, che si sono affidati alle soluzioni di Lepida, siano al sicuro. Credo che questo sia il tema politico e non come abbiamo agito nel giorno dell’attacco, o se ci sia una vulnerabilità diffusa, che può essere ancora sfruttata.

Assessore, il tema è questo. In tempi non sospetti, e in particolare a settembre 2022, ho chiesto se ci fosse un piano di emergenza in caso di guasto, atto vandalico o addirittura atto terroristico, perché allora avevamo visto una cosa del genere, all’infrastruttura di rete e se ci fossero casi nei quali un malfunzionamento o guasto potrebbe ripercuotersi e causare un malfunzionamento della rete alla quale hanno accesso i cittadini. La risposta è stata la seguente: “per garantire la disponibilità dei dati aziendali e la continuità di erogazione dei servizi all’utenza finale è stato sviluppato un Piano di business continuity”. Mi veniva specificato che rientrano nel perimetro di quanto sopraesposto tutti i servizi a cui accedono i cittadini tramite la rete. Leggere oggi che la Regione garantisce la disponibilità dei dati e la continuità di erogazione anche senza avere accesso, ad esempio, alla cartella clinica, farebbe sorridere, se non fosse tragico.

Passiamo all’ultimo aspetto, fondamentale, perché altrimenti si rischia di banalizzare quello che è accaduto e, soprattutto, non rendersi conto che impatto avrà questo particolare aspetto sul futuro.

La Regione gestisce tonnellate di dati privati dei cittadini, sensibili e sensibilissimi, che se cadessero in mani sbagliate potrebbero fare danni enormi. Immaginiamo una persona con una vita pubblica, una persona che ha una malattia socialmente che può ancora fare paura. Quanti danni può fare questa informazione in mani sbagliate? Immaginiamo scenari meno violenti, come una grossa compagnia di assicurazione che entra in possesso di quei dati sanitari dei cittadini, immaginiamo che queste persone possano avere una predisposizione per malati cardiovascolari oppure anoressia, disturbi del sonno, familiarità con la depressione. Questa grossa compagnia di assicurazioni potrebbe fare campagne mirate per vendere servizi sanitari. Sembrano scenari dispotici, ma sono un presente distante solo un paio di click, e noi lo abbiamo visto, nelle mani sbagliate.

Io chiedo, e mi permetto di richiederlo… Nessuno pensa di pubblicare i propri dati sensibili o sanitari sui social, giustamente, per paura di vederli condivisi con degli estranei. Quanta paura bisogna avere, allora, nel lasciare la gestione di questi dati alla Regione, perché questo è il tema, il tema dei cittadini. È per quello che ho voluto sentire la sua risposta, perché temo che la risposta sia parziale e non preoccupa abbastanza. Grazie.

Dopodiché, immagino – se vuole rispondere oltre, va bene – che la risposta che lei mi darà è quella che ha già letto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Assessore Donini, prego.

 

DONINI, assessore: Semplicemente non è accaduto quello che diceva la consigliera Castaldini, ma sarà oggetto magari di un approfondimento in Commissione, anche con l’ASL di Modena e con Lepida.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego, consigliera Castaldini, se vuole replicare.

 

CASTALDINI: Per carità, la mia stima umana per l’assessore Donini è molto alta. Ho detto che questi sono gli scenari che potrebbero accadere. Ma scusate, abbiamo un investimento di milioni di euro a fianco proprio per gestire i dati e questo è ciò che potrebbe accadere. È vero che non è accaduto, ma dire che siamo stati bravi nel gestire un danno come questo non dico che è sbagliato, è giusto in parte, è parziale. La responsabilità politica è comprendere perché è accaduto ed evitare che questo si ripeta. Nel 2021 a un accesso agli atti mi avete risposto che tutto era pronto per affrontare cose del genere. Evidentemente questa prontezza non c’è. Non mi sembra di aver detto cose straordinarie.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

 

OGGETTO 7729

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle segnalazioni circa le forti emissioni odorigene causate da stabilimenti industriali che interessano l’area di Castelnuovo Rangone e Castelvetro (MO). A firma della Consigliera: Piccinini

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’oggetto 7729: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulle segnalazioni circa le forti emissioni odorigene causate da stabilimenti industriali che interessano l’area di Castelnuovo Rangone e Castelvetro.

L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini. Prego, consigliera.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Le emissioni odorigene causate dagli stabilimenti industriali rappresentano un problema noto da tempo nei Comuni di Castelnuovo Rangone e Castelvetro, tanto che, a seguito di numerose segnalazioni da parte di cittadine e cittadini, a partire dal 2011 il Comune di Castelnuovo ha lanciato un progetto di studio sulle fonti odorigene impattanti, il cosiddetto “Progetto Odori”, in collaborazione, tra gli altri, con ARPAE e la Provincia di Modena.

Da circa due anni a questa parte la ben nota problematica ha visto un ulteriore peggioramento, in quanto alle storiche emissioni legate alla lavorazione di carcasse di animali, la produzione di semilavorati per l’aceto balsamico e la cottura di prodotti alimentari si sono aggiunte quelle causate dall’introduzione di nuove tecniche di verniciatura delle piastrelle negli impianti ceramici del comprensorio di Solignano Nuovo, che è la principale area industriale di Castelvetro.

Con comunicazione fornita dal Comune di Castelnuovo, ARPAE ha chiarito che i cattivi odori di più recente formazione sono riconducibili alle attività industriali di tre aziende ceramiche collocate nel comparto industriale, come dicevo, di Solignano. Informazioni puntuali circa la composizione esatta dei microinquinanti organici volatili prodotti nel processo di lavorazione delle piastrelle, imprescindibile per misurarne gli effetti potenzialmente nocivi, non sono stati forniti né dalle aziende coinvolte, né da ARPAE, né dall’ASL di Modena, suscitando le legittime preoccupazioni delle comunità interessate.

Ritengo sia imprescindibile che la Regione Emilia-Romagna compia uno sforzo possibile per garantire il diritto alla tutela della salute, ovviamente, dei cittadini che abitano quei territori. Quindi, le chiedo, assessora, se e come intende dare seguito alle numerose segnalazioni dei cittadini e delle cittadine di Castelnuovo Rangone e Castelvetro di Modena circa le forti emissioni odorigene causate da stabilimenti industriali che interessano l’area, anche favorendo iniziative di incontro e ascolto della cittadinanza e di raccordo tra i diversi Enti coinvolti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Buongiorno, consigliera. Rispetto a tutto ciò che attiene l’impatto odorigeno e gli accordi, gli strumenti di collaborazione per il monitoraggio e la condivisione dei dati e la gestione delle autorizzazioni ambientali, che stiamo gestendo negli accordi, evito questa parte qua che lei conosce e vengo al fatto che lei citava.

Con riferimento alle numerose segnalazioni dei cittadini dei Comuni di Castelnuovo e Castelvetro di Modena risulta che la problematica è stata presa in carico dagli Enti territoriali coinvolti. Ad oggi è stato istituito dai Comuni interessati di Castelnuovo e Castelvetro di Modena un tavolo tecnico, a cui partecipano anche ARPAE, servizio territoriale e ASL di Modena, in coerenza con quanto previsto dal decreto direttoriale n. 309 di giugno del 2023, che adotta le linee di indirizzo per la gestione delle emissioni odorigene da impianti e da attività industriali. In tali linee d’indirizzo è prevista, in caso di impianti per i quali emergano situazioni critiche che risultino da segnalazioni e sopralluoghi, la cooperazione tra gli Enti locali territoriali, le agenzie per l’ambiente e le ASL.

Sulla base delle segnalazioni dei diversi sopralluoghi effettuati da ARPAE, sono state individuate alcune ditte, come lei ha sottolineato, su cui si focalizzeranno verifiche e controlli. Si sono già svolti, ad oggi, due incontri. Il primo il 6 ottobre, rivolto alle sole Istituzioni Comune, ARPAE e AUSL, finalizzato a contestualizzare la problematica e individuare un percorso condiviso che prevedesse anche il coinvolgimento delle ditte interessate dalla problematica. Il secondo il 26 ottobre, in cui, oltre agli Enti, sono state coinvolte le ditte, che si sono dimostrate disponibili a ricercare ed approfondire all’interno del proprio ciclo produttivo gli alimenti che possono generare disturbo olfattivo, dimostrando, inoltre, sostanziale disponibilità ad avviare una campagna di monitoraggio, secondo le indicazioni fornite da ARPAE.

È già stato fissato per il prossimo 11 dicembre un tavolo tecnico e politico per il perseguimento delle attività, in cui sono stati invitati, oltre agli Enti territoriali, ARPAE e AUSL, Regione, Provincia di Modena, le ditte ceramiche interessate. Sono stati coinvolti Confindustria Ceramica e i costruttori dei macchinari digitali e dei forni, i produttori di inchiostri e forni di solventi, per individuare soluzioni al contenimento delle emissioni che potranno eventualmente essere inquadrate anche in un accordo territoriale volontario.

La questione inerente lo sviluppo di emissioni odorigene dal ciclo produttivo delle aziende di ceramiche in determinate circostanze è stata anche posta, come mi pare di aver già risposto precedentemente, all’attenzione del Ministero dell’ambiente della Commissione europea nell’ambito dei lavori di revisione del documento europeo di riferimento sulle migliori tecniche disponibili, in particolare durante la recente visita della Commissione agli impianti del distretto ceramico di Modena e Reggio Emilia.

Anche a seguito dell’uscita degli indirizzi ministeriali sopracitati e a valle degli incontri previsti sul territorio, si valuterà, congiuntamente con ARPAE, l’opportunità di ulteriori interventi e anche coinvolgimenti, come lei ha chiesto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente Priolo.

Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Ringrazio l’assessora.

Evidentemente era auspicabile la cooperazione tra Istituzioni, aziende e anche associazioni di categoria. Ci tengo a fare solo una sottolineatura, che il problema degli odori è un problema che affligge questo territorio da quasi quindici anni e si è aggravato di recente, tant’è che anche la settimana scorsa numerosi cittadini hanno presentato di nuovo segnalazioni lamentando una puzza di plastica bruciata dovuta con tutta probabilità all’uso di solventi organici nei processi di verniciatura della ceramica.

Le preoccupazioni sono legittime e sono legate alla nocività delle emissioni. Ovviamente, chi abita in quelle zone è preoccupato proprio per la propria salute. È prerogativa delle Istituzioni tutelare la salute pubblica. Quindi, io spero che si proceda nel modo più celere possibile per provare a risolvere questo problema che, ripeto, non è un problema di ieri, ma è un problema che risale al 2011, che deve essere assolutamente risolto, collaborando con tutte le istituzioni, magari riattivando anche il progetto “Odori” per monitorare le emissioni delle imprese che operano in quel territorio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

 

OGGETTO 7727

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quali iniziative la Regione intenda introdurre per impedire che la carenza di personale di Seta venga risolta con la cancellazione definitiva delle corse soppresse a Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Amico

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso all’oggetto 7727: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per conoscere quali iniziative la Regione intenda introdurre per impedire che la carenza di personale di Seta venga risolta con la cancellazione definitiva delle corse soppresse a Reggio Emilia.

L’interrogazione è a firma del consigliere Amico. Prego, consigliere.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Veniamo a un punto che è piuttosto critico rispetto a quello che accade per il trasporto pubblico locale a Reggio Emilia, perché recentemente Seta Spa sul proprio sito ha informato gli utenti che il 29 novembre scorso, a causa della mancanza del personale di guida, una serie di corse riportate non avrebbero potuto essere garantite, circa il 2,4 per cento del totale delle corse giornaliere. Le linee interessate dal provvedimento sono situate in tratte urbane e in orari di punta, per un totale di 47 corse, il 29 novembre.

I rappresentanti sindacali dicono che negli ultimi anni molti lavoratori si sono licenziati trovando situazioni migliori altrove, poiché il lavoro degli autisti è pagato poco e per riuscire a ricevere uno stipendio dignitoso si è costretti a effettuare straordinari. Secondo i calcoli della FILT-CGIL, tra SETA e le aziende a cui SETA appalta i servizi in provincia mancano settanta autisti. Inoltre, in un incontro che i sindacati hanno avuto con l’azienda, il presidente della Provincia e l’Agenzia per la mobilità in quest’ultimo incontro ha sostenuto che la riduzione delle corse potrebbe diventare una necessità strutturale.

Successivamente al 29 novembre, anche nelle giornate del 30 novembre e del 1° dicembre sono state soppresse altre 40 corse per lo stesso motivo, portando a 124 corse complessive la soppressione in tre giorni. Quello che riportano gli organi di stampa non fa riscontrare un medesimo atteggiamento su altri territori della regione.

Il 29 novembre scorso si è svolto un incontro tra i sindacati di categoria dei trasporti, le confederazioni sindacali regionali e le principali aziende del territorio emiliano-romagnolo di trasporto pubblico locale per discutere del progetto di holding regionale del trasporto pubblico, che dovrà accorpare sotto un’unica regia le più grandi aziende del trasporto pubblico locale. E anche oggi sulla stampa è riportata una notizia, con dichiarazioni dell’assessore Corsini: “Il progetto senz’altro rappresenta un primo significativo passo, ma all’interno di questo progetto di accorpamento non sono previsti al momento investimenti ulteriori sull’implementazione del personale”. Ciò lascia, appunto, preoccupati rispetto alla soppressione delle corse.

Per rendere attrattivo l’impiego nel comparto del trasporto pubblico locale, in evidente sofferenza di organico e per i turni a volte anche molto complicati in cui gli autisti sono chiamati a operare, è necessario intervenire sul contratto nazionale del lavoro, che da oltre dieci anni non viene rinnovato.

La legge di bilancio dello Stato per il periodo 2024-2026 non prevede alcun incremento del Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, mentre allo stesso tempo la medesima legge di bilancio prevede – lo abbiamo sentito durante le illustrazioni all’interno della Commissione – un concorso alla riduzione dei debiti dello Stato della Regione Emilia-Romagna per oltre 44 milioni di euro. È ovvio ed è chiaro che noi abbiamo bisogno di affrontare tutto un tema di transizione, anche trasportistica. In questo senso, abbiamo bisogno di potenziare il trasporto pubblico locale, sia esso su ferro che su gomma. Chiaramente, queste notizie, dal punto di vista della dotazione economica, non sono sicuramente positive.

Detto ciò, l’oggetto del question time di oggi è per conoscere quali sono le iniziative che la Regione intende introdurre per impedire che la carenza di personale di Seta venga risolta con la cancellazione definitiva delle corse soppresse finora a Reggio Emilia e se tale carenza del personale abbia causato riduzione dei servizi di trasporto pubblico anche in altri territori della regione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego, sottosegretario.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

In merito al quesito posto dal consigliere interrogante, circa la carenza di personale che si sta verificando presso Seta Spa e le conseguenti ricadute sull’erogazione dei servizi, occorre preliminarmente sottolineare come la questione sia non solo ben nota alla Regione, ma come la difficoltà nel reperimento di autisti sia non circoscrivibile al nostro territorio e non al territorio afferente al bacino gestito da Seta, ma assume, al contrario, una valenza nazionale.

Anche a seguito delle diverse mobilitazioni di settore in questi mesi, il tema è stato portato più volte all’attenzione dei diversi tavoli nazionali. Rispetto al caso specifico, anche alla luce delle informazioni ricevute da Seta, di cui darò copia al consigliere, preme evidenziare quanto segue. Come è noto, l’azienda gode di autonomia organizzativa finanziaria, questo anche nel reclutamento del personale, al pari delle altre aziende del trasporto pubblico locale della regione, e non solo, e come tale ‒ va sottolineato ‒ ha messo in campo diverse azioni, a partire dall’introduzione di condizioni contrattuali incentivanti. In particolare, oltre a garantire ai neoassunti contratti generalmente a tempo indeterminato, l’applicazione del contratto collettivo nazionale, ovviamente, di categoria e di un contratto integrativo aziendale, Seta assicura, altresì, la copertura totale dei costi per il conseguimento delle patenti e delle abilitazioni professionali necessarie per svolgere il servizio, così come nella ricerca di un alloggio a canone calmierato e altre misure di welfare aziendale.

Ciononostante, l’offerta di lavoro permane insufficiente a coprire la domanda.

Posto che le agenzie locali per la mobilità sono comunque responsabili dei controlli e monitoraggi sull’andamento dei servizi erogati, sulla base dei quali possono prevedere anche penalità, è bene ricordare la criticità strutturale entro cui il sistema opera, a fronte di un generalizzato aumento dei costi dell’intero settore e di un insufficiente stanziamento statale del Fondo nazionale trasporti.

In questo quadro, proprio per scongiurare pesanti ricadute sull’offerta di servizio, la Regione ha già stanziato risorse proprio per il riconoscimento dell’indicizzazione dei costi dei contratti di servizio.

Da parte nostra, a livello regionale, abbiamo anche istituito un tavolo regionale Regione, sindacati, aziende del TPL per monitorare i problemi e agire su alcune leve, come la formazione del personale, in raccordo con i Comuni.

Continueremo, inoltre, a sollecitare il Governo, insieme alle altre Regioni, circa l’urgenza del rifinanziamento strutturale del fondo, così come a portare ai tavoli nazionali queste criticità legate al personale, sollecitando misure urgenti e consistenti che possano permettere alle aziende di TPL di assumere, garantendo un nuovo lavoro, attraverso salari adeguati e di erogare un servizio pubblico di qualità.

Come ho detto, allego alla presente anche la nota che abbiamo ricevuto da Seta, ma le posso assicurare che situazioni analoghe le abbiamo anche negli altri bacini gestiti dal TPL dell’Emilia-Romagna. E questa, come può confermare l’assessore Calvano, è stata una delle questioni calde poste anche nella vertenza sulla legge di bilancio per il rifinanziamento del TPL.

C’è stata una indisponibilità generale del Governo, salvo un riconoscimento dei costi residui ancora Covid, che però non sono un aumento strutturale del fondo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Sono abbastanza soddisfatto della risposta, nel senso che sicuramente quello che ha rappresentato il sottosegretario mi trova favorevole, sia per quanto riguarda l’assunzione dei costi per il conseguimento delle patenti, così come l’indicizzazione tramite risorse regionali dei contratti di lavoro di secondo livello credo che sia un elemento positivo. È evidente che, però, rispetto alla fuga, così come accade anche per altri settori del pubblico impiego, in questo momento significa o perlomeno segnala una difficoltà complessiva per quanto riguarda la pubblica amministrazione nel conseguire la funzione di utilità pubblica di una serie di servizi. Penso a quello del trasporto pubblico locale, ma lo stiamo riscontrando anche oggi e rispetto alle professioni sanitarie, così come lo pensiamo anche per la parte scolastica.

Mi sembra che questo tema non sia sufficientemente accolto da parte del Governo in questa fase. Anzi, mi sembra che sia sostanzialmente trascurato.

La preoccupazione, quindi, permane, soprattutto nel momento stesso in cui il trasporto pubblico locale manifesta criticità non solo esclusivamente sul territorio amministrato da Seta, ma anche sugli altri.

Mi auguro che nella costruzione della nuova holding unitaria a livello regionale sul trasporto pubblico locale ci possa essere in prospettiva anche la possibilità, da un lato, di ottimizzazione dei costi magari di gestione che possano essere reimmessi all’interno del servizio per attrarre un numero maggiore di autisti, i quali, al di là dello stipendio, scontano sicuramente anche un tema nel reperimento degli alloggi, che è materia che ha a che fare con gli autisti, ma sicuramente ha a che fare anche con altre categorie.

Sicuramente continueremo a tenere monitorata la questione anche da questa parte dell’aula. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

 

OGGETTO 7731

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere le tempistiche per l’adozione delle direttive per la disciplina dell’esercizio delle funzioni amministrative in materia di rilascio di concessioni di demanio idrico per la pesca e l’acquacoltura. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra, Rontini

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso all’oggetto 7731: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per conoscere le tempistiche per l’adozione delle direttive per la disciplina dell’esercizio delle funzioni amministrative in materia di rilascio di concessioni di demanio idrico per la pesca e l’acquacoltura.

L’interrogazione è a firma dei consiglieri Fabbri e Zappaterra.

Prego, consigliere Fabbri.

 

FABBRI: Grazie, presidente.

Come già anticipato, questo question time è inerente al tema dell’acquacoltura profondamente colpito dall’emergenza del granchio blu e che vede profondamente interessate le marinerie di Goro e Comacchio, ma anche dell’intero comparto del Nord Adriatico.

Come Regione ci siamo mossi fin dal principio in cui si è riscontrata questa criticità, che poi è diventata una vera e propria emergenza, quindi con questa interrogazione volevo stimolare alcune risposte rispetto a determinati impegni di competenza regionale che ci siamo assunti.

Il demanio idrico fino a qualche anno fa non era interessato da richieste di concessioni per acquacoltura, ma attualmente soprattutto i tratti terminali delle aste dei fiumi, anche a seguito dell’aumento del cuneo salino, stanno diventando sempre più interessanti, o perlomeno lo erano soprattutto in chiave di nursery. Le aree dei flussi fluviali stanno diventando sempre più spesso anche aree nursery interessate dalla presenza di banchi naturali di novellame e di vongole, e la raccolta di questo seme necessita di una specifica e articolata regolamentazione interdisciplinare per prevenire eventuali problemi per la conservazione dell’ecosistema delle foci che potrebbero derivare dall’utilizzo di attrezzi invasivi e lesivi del fondale della fauna acquatica ivi presenti.

Considerata la peculiarità e specifica vocazione delle aree lagunari della Sacca di Goro per la venericoltura, la Regione ha provveduto a individuare aree di tutela biologica, aree marine protette, che sono istituite per salvaguardare e ripopolare le risorse marine, il cui novellame trova le condizioni ideali per svilupparsi, che la Giunta con delibera del 25 settembre 2023 ha approvato lo schema di modifica del regolamento regionale n. 1 del 2 febbraio 2018 di attuazione delle disposizioni in materia di tutela della fauna ittica e dell’ecosistema acquatico e di disciplina della pesca, dell’acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne; che questa modifica, come finalità, ha l’adozione di criteri e condizioni omogenee per il rilascio di concessioni demaniali per l’acquacoltura sul demanio idrico e sul demanio marittimo. Questo perché attualmente ci sono regimi differenti e concessioni diverse, a seconda che siano acque interne o demanio marittimo.

La disciplina introdotta vuole introdurre e consentire un migliore coordinamento nella gestione del demanio marittimo e fluviale, in un’ottica di salvaguardia degli habitat e degli ecosistemi acquatici di transizione.

Reso noto che la gestione dei beni del demanio marittimo è stata conferita alle Regioni e agli Enti locali competenti per territorio; che la Regione, per l’appunto, è intervenuta con più provvedimenti a disciplinare i criteri per l’assegnazione, con particolare riguardo ai requisiti che devono essere posseduti dai soggetti concessionari; che l’esercizio delle funzioni di rilascio delle concessioni demaniali marittime è disciplinato dalla legge regionale n. 9/2023 e dalla DGR n. 2285/2021, mentre le funzioni amministrative di gestione del demanio sono state attribuite con legge regionale n. 13/2015; che l’acquacoltura, per l’appunto, è annoverata tra le attività agricole, ai sensi dell’articolo 2135, quindi i soggetti concessionari di specchi acquei nel demanio marittimo sono tenuti a essere in regola con la normativa previdenziale assicurativa prevista per gli imprenditori agricoli.

Dato atto che, anche all’interno di questa Assemblea legislativa, abbiamo recentemente deliberato il parere di conformità a seguito dell’espressione della Commissione V nella seduta del 21 novembre scorso; che quanto deliberato rispetto alla modifica del Regolamento di questa legge regionale inserisce, per l’appunto, alcuni princìpi per cui si chiede un’equiparazione, anche di natura economica, tra limiti dell’estensione delle concessioni, durata, modalità di gestione, tempi di raccolta, ma anche un’equiparazione di quelli che sono i canoni a capo dei pescatori.

È previsto, altresì, che la Regione, congiuntamente agli organi di gestione dei Consorzi di bonifica e alle società di gestione degli invasi idroelettrici e idrici, individui i tratti dei corpi idrici in cui è eventualmente possibile l’esercizio dell’attività di acquacoltura, naturalmente compatibilmente con gli usi dei singoli invasi.

Tutto ciò premesso, interrogo per sapere quali sono le tempistiche necessarie all’adozione di queste direttive recentemente modificate con cui si disciplinerà l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di rilascio delle concessioni del demanio idrico per la pesca e l’acquacultura, al fine, come già detto, di armonizzare con le analoghe previsioni previste e stabilite per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio e di zone del mare territoriale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

La modifica al Regolamento regionale 2 febbraio 2018, n. 1, che reca, appunto, “Attuazione delle disposizioni in materia di tutela della fauna etica e dell’ecosistema acquatico e di disciplina della pesca, dell’acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne”, a norma dell’articolo 26 della legge regionale 7 novembre 2012, n. 11, avvenuta nelle scorse settimane ha permesso l’adozione di criteri e condizioni omogenee per il rilascio di concessioni demaniali a soggetti economici che si dedicano all’attività di acquacoltura in aree fluviali e in aree marine, rimuovendo disparità sia in termini di criteri per l’assegnazione delle aree sia in termini di canone.

La norma introdotta consente, inoltre, un migliore coordinamento della gestione del demanio marittimo fluviale, in un’ottica di salvaguardia degli habitat, degli ecosistemi acquatici di transizione quali tratti terminali delle aste fluviali, le foci e le lagune.

La modifica al Regolamento ha avuto, pertanto, queste finalità: uniformare i criteri per il rilascio delle concessioni demaniali per acquacultura sul demanio idrico, sul demanio marittimo, al fine di definire un inquadramento amministrativo economico che diventi paradigma di regole sostanziali e procedurali condivise e che innervi tutte le concessioni per l’acquacultura siano esse di demanio idrico o marittimo; tutelare e salvaguardare la risorsa del novellame di vongola; garantire a tutelare la biodiversità dei fiumi e delle loro aree pertinenziali.

Inoltre, i nostri corsi d’acqua sono ecosistemi complessi e fragili, caratterizzati dalla presenza di molteplici specie viventi e di attività umane legate da forte interazione e interdipendenza.

Uniformare e armonizzare la normativa in termini di concessione significa dare agli operatori economici del settore criteri il più possibile omogenei cercando di improntare la gestione dell’allevamento dei molluschi in un’ottica organica e sistemica, garantendo pari opportunità e uguali regole anche dal punto di vista del canone concessorio.

Le direttive stabiliranno, inoltre, le modalità per la gestione delle aree fluviali affidate in concessione, incluse le modalità di raccolta del novellame di vongola, risorsa strategica per il comparto in un’ottica di gestione sostenibile e di salvaguardia della risorsa e dell’ambiente fluviale.

Obiettivo delle direttive è quello di individuare il giusto equilibrio tra indirizzi generali, capaci di garantire un approccio unitario a livello regionale, come detto, e poi scelte concrete per svolgere un ruolo significativo nell’assicurare un armonioso e sostenibile sviluppo del comparto dell’acquacoltura regionale, tenuto conto anche delle sfide ambientali che recentemente hanno interessato il comparto, in particolare, come ricordato anche dall’interrogante, quella del granchio blu.

Per la redazione e l’approvazione delle direttive sono previsti 180 giorni dall’approvazione delle modifiche al regolamento richiamato. La stesura sarà di concerto tra Direzione Agricoltura e ARPAE e si provvederà anche ad aprire un tavolo di confronto con le associazioni di categoria, al fine di arrivare ad un testo concertato con le rappresentanze degli operatori del territorio e all’approvazione definitiva, comunque, entro i sei mesi indicati.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.

Consigliere Fabbri, prego.

 

FABBRI: Grazie, sottosegretario.

Grazie anche all’assessore Mammi per l’impegno di questi mesi.

È una risposta che mi vede abbastanza soddisfatto, nel senso che sicuramente il processo di armonizzazione è abbastanza complicato e dovrà richiedere una giusta concertazione con termini congrui, con il coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria. Quello che chiediamo, però, è di tenere due binari separati tra la parte legata ai canoni concessori, dove già, vista la grave crisi che colpisce il mondo della pesca, dal prossimo anno, quindi dal 1° gennaio 2024, chiediamo che i canoni vengano equiparati, e invece la parte più strutturale, che richiede sicuramente un confronto più approfondito con tutti gli stakeholder e con le associazioni di categoria.

Il tempo a disposizione ormai è finito, anche le rassicurazioni (se così le vogliamo chiamare) del Governo, con un rimpallo di altri due mesi per decidere forse l’eventuale stato di calamità, ci preoccupano parecchio e quel settore non ha più tempo da perdere. Bene gli interventi che abbiamo attuato con lo stanziamento del primo milione di euro, adesso rispetto a questo tema perlomeno l’equiparazione dei canoni deve essere quanto più veloce possibile.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Fabbri.

 

OGGETTO 7728

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alla questione sicurezza sul lavoro e all’opportunità del whistleblowing come strumento di prevenzione regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 7728: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa alla questione sicurezza sul lavoro e all’opportunità del whistleblowing come strumento di prevenzione regionale.

L’interrogazione è a firma della consigliera Gibertoni. Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie.

Buongiorno, assessore Calvano. In questa mia interrogazione ci tengo molto a ricordare che le cronache ci consegnano sempre più regolarmente una galleria tragica di lutti, di lesioni, di morti sul lavoro, che purtroppo non accenna a fermarsi. È una piaga che colpisce l’Emilia-Romagna prioritariamente, assieme ad altre regioni, come la Sicilia, la Campania, l’Abruzzo e il Friuli, e vede in queste regioni una tendenza di morti sul posto di lavoro in crescita.

Credo che siamo agli estremi rimedi. Davanti a tragedie di questo tipo, di cui noi non ci facciamo una ragione... Non ce la facciamo e non ci mettiamo il cuore in pace. Ogni volta che leggiamo che dietro casa, nella piccola azienda, che da fuori sembrava sana (sarà, forse, sana nei conti), si disattivavano dispositivi di sicurezza e lavoratrici e lavoratori, rimasti impigliati per l’angolo della giacca, della manica dell’uniforme, sono stati maciullati nel giro di pochi minuti all’interno di un macchinario, ma con il tempo di rendersi conto di quello che stava succedendo... Emilia-Romagna, 2023. Noi non ce ne facciamo una ragione. Non ci mettiamo il cuore in pace. È qualcosa che ci strazia. È qualcosa che grida vendetta.

Credo che noi siamo, oggi, agli estremi rimedi.

La proposta del mio question time è quella di un telefono blu, dell’istituzione di quello che io chiamo metaforicamente qui, e che pongo come proposta alla Giunta Bonaccini, al suo Assessorato, telefono blu (metaforicamente; dico “blu” perché penso alle tute blu), che si può realizzare come piattaforma digitale, ad esempio crittografata, per segnalazioni anonime di whistleblower, che oggi, magari, non ci possono dire nulla perché sono a loro volta lavoratori sotto ricatto, sono lavoratori sotto mobbing o sono lavoratori cui è stato fatto capire, con una mezza frase, che è meglio se tacciono. Qua si fa così. Ci siamo capiti? Qua si fa così. E, quindi, tacciono.

L’altro tema fondamentale è che non arrivano gli ispettori del lavoro dai Governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Non c’è Governo di nessun colore politico (rosso, verde, giallo) che abbia mandato un numero sufficiente e formato un numero sufficiente di ispettori sul lavoro, soprattutto in regioni fondamentali come l’Emilia-Romagna.

Però c’è anche da dire che anche dove ci sono stati dei controlli e sono state emanate, per esempio, delle multe, poi ci sono stati lo stesso dei morti, perché evidentemente i proprietari dell’azienda pagavano la multa e poi continuavano a disattivare i meccanismi di sicurezza per velocizzare la produzione dei macchinari. E i lavoratori morivano e le lavoratrici morivano, e muoiono tuttora.

Ho visto anche che c’è un decreto legislativo, il n. 24 di quest’anno, che prevede una scadenza, il 17 dicembre, quindi tra poco, per quanto riguarda le aziende più grandi, quelle che vanno dai cinquanta lavoratori in su.

Chiedo con questo question time alla Regione un’iniziativa regionale di apertura di una piattaforma digitale crittografata che garantisca l’anonimato del segnalante, il contenuto della segnalazione e la documentazione e che possa valere anche per le aziende piccole, quelle sotto i cinquanta lavoratori.

Penso che davanti a una tragedia di questo tipo noi non possiamo più dirci che stiamo a guardare o che mettiamo in atto soltanto da un lato la repressione, che io in questo caso approvo… Io sono a favore di quella politica che chiede l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro. Io sono a favore di una politica che chiede l’istituzione nel Codice penale di omicidio sul lavoro, perché queste, che adesso chiamiamo tragedie annunciate, non sono tragedie annunciate e se lo erano vuol dire che quegli annunci non li ha ascoltati nessuno. Questi sono omicidi sul lavoro. Dove non si verifica il morto, sono tentati omicidi sul lavoro, sono lesioni gravissime. Quindi, chiedo innanzitutto che la Regione Emilia-Romagna faccia qualcosa di nuovo, faccia qualcosa di risolutivo e la mia proposta è l’istituzione metaforicamente di un telefono blu.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Risponde l’assessore Calvano. Prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliera Gibertoni. La competenza in merito alla valutazione dell’impatto del provvedimento adottato con decreto legislativo n. 24 del 2023 spetta, in base ai criteri individuati dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 febbraio 2018, non alla Regione, ma all’Amministrazione proponente il provvedimento, sia per l’analisi di impatto sulla regolazione che per le verifiche di impatto regolatorio e ciò anche con riferimento alla fase ascendente dell’iter decisionale dei provvedimenti dell’Unione europea.

Circa l’adeguamento del decreto legislativo n. 24 del 2023, la Regione, sia la Giunta che l’Assemblea, ha già provveduto ad aggiornare, entro i termini previsti per il settore pubblico, lo strumento di segnalazione di condotte illecite e la protezione del segnalante, whistleblower, con le deliberazioni di Giunta n. 1173 del luglio 2023 e dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa n. 44 sempre del luglio 2023.

Tali provvedimenti hanno disciplinato la materia in attuazione del decreto legislativo n. 24 del 2023, regolando le segnalazioni delle violazioni di disposizioni normative regionali, nazionali e dell’Unione europea, commesse o che potrebbero essere commesse nella struttura Regione, ledendo l’interesse pubblico o l’integrità dell’Amministrazione con cui la persona segnalante intrattiene un rapporto giuridico, dicevo, ci sono state segnalazioni di queste violazioni da parte dei dipendenti dell’Ente, lavoratori autonomi, consulenti e collaboratori che prestano la loro attività per l’Ente stesso, ovvero presso soggetti privati che forniscono beni o servizi o realizzano opere a favore dell’Amministrazione, nonché da parte dei titolari di funzione di amministrazione, direzione, controllo, vigilanza e rappresentanza. Di tali provvedimenti è stata data ampia informazione sia all’esterno dell’Ente attraverso l’aggiornamento della sezione del sito web, che consente a tutti gli interessati di conoscere le modalità per inoltrare una segnalazione all’Amministrazione e i relativi presupposti operativi applicativi, che all’interno della Regione mediante la rete intranet, consultabile da tutti i lavoratori dell’Ente.

Venendo, invece, all’eventuale istituzione di un canale whistleblowing per i lavoratori di tutte le aziende non rientranti negli obblighi di cui al decreto legislativo n. 24/2023, cioè quelle con un numero di dipendenti mediamente inferiore a cinquanta, l’implementazione e la gestione di un ulteriore piattaforma pubblica non rientrano tra gli obblighi previsti dal decreto in capo alla Regione, la quale, peraltro, neppure potrebbe introdurre una tale disciplina dato l’insuperabile coinvolgimento dell’ANAC in materia, il cui ruolo implica e necessita l’esercizio della competenza legislativa statale.

Rispetto alla tematica della sicurezza sul lavoro e dei morti, purtroppo, sul lavoro, che sono in un numero ancora insopportabile, ma lo sarebbe anche se ce ne fosse uno solo in un anno, in base a questo c’è stato un accordo e si sono raggiunte modalità di azione condivise tra la Regione e i diversi portatori di interesse, organizzazioni di imprese e sindacati sul Tavolo del Patto per il lavoro. Inoltre, in base a quanto definito con il Patto per il lavoro e per il clima, informo che si stanno costituendo i tavoli provinciali, ultimo in ordine di tempo quello di Rimini, insediatosi proprio nella giornata di ieri.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Prego, consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Con un certo imbarazzo devo contro-rispondere a questa lettura che ha fatto l’assessore Calvano, che ha letto il suo foglio. Io ho trovato la sua risposta, stante l’argomento, ripeto, trend in crescita in regione Emilia-Romagna… Tra l’altro, noi diamo solo il corpus di dati dell’INAIL, ma ricordiamoci che l’INAIL conosce soltanto quello che succede ai suoi iscritti e passivamente riceve le denunce, ma nulla sa del lavoro non in regola. Quindi, molto probabilmente la tendenza è molto peggiore di quella che noi conosciamo, che è già drammatica. Cioè, cosa significa? Significa che noi non abbiamo neanche un corpus di dati da analizzare su cui costruire una statistica scientifica. Quindi, siamo in una situazione fuori controllo.

Io ho trovato la risposta della Giunta Bonaccini, tramite l’assessore Calvano, di una freddezza gratuita. Di una freddezza gratuita! Ma non stiamo mica parlando di critiche politiche qui. Cioè, sì anche. Però, stiamo semplicemente parlando, come dicevano nei film, di critica sociopolitica a questo povero Paese. Fate qualcosa di Sinistra, assessore Calvano. Oppure fate qualcosa. Se non potete fare qualcosa di Sinistra, fate qualcosa. Perché c’è una tendenza in crescita, di cui non abbiamo neanche i dati certi. Invece voi, stando alla risposta che ha dato, guardate questi morti, che continuano a moltiplicarsi, come si guarda la pioggia cadere. Piove. Lo dice il meteo. Cosa dobbiamo fare? Piove. Prendete l’ombrello e fate qualcosa. Indignatevi, soffrite anche voi, mettetevi nei panni, collegatevi con la realtà. Collegatevi con la realtà di chi tutte le mattine... O di chi ha visto il suo vicino di postazione di lavoro essere risucchiato da un macchinario. A Camposanto, in provincia di Modena, a Ferrara, a Bologna. Di chi ha visto il suo vicino di postazione di lavoro essere divorato da un macchinario. Tragedia annunciata. Ma dove tragedia annunciata, se vi voltate tutti dall’altra parte? Chi l’ha annunciata? Permettete a queste persone di difendersi, di autodeterminarsi. Permettetelo. Sennò state lasciando indietro persone che in questo momento sono indifese, in balìa dell’arbitrio di padroni aziendali, che vedono essenzialmente anche i costi della sicurezza come costi da abbattere completamente per poter guadagnare in profitto. Quindi, di fatto, guadagnano sui corpi e sulla morte dei lavoratori, che in teoria sono quelli che hanno fatto grande questa regione.

Questo è un tradimento, a mio avviso, imperdonabile.

Continuate pure a fare finta di niente, però state semplicemente dimostrando quali sono le vostre priorità e il rispetto effettivo che voi avete del lavoro e della vita. Ricordo che queste cose succedono qui nel primo mondo, non nel terzo mondo. Vi invito a collegarvi con la realtà. Capisco che, forse, è troppo tardi, però qui ci sono persone che soffrono e muoiono ormai tutti i giorni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

 

OGGETTO 7730

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in ordine alla recente delega attribuita dal Sindaco della Città metropolitana di Bologna a persona esterna al Consiglio metropolitano. A firma del Consigliere: Facci

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interrogazione. Oggetto 7730: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in ordine alla recente delega attribuita dal sindaco della Città metropolitana di Bologna a persona esterna al Consiglio metropolitano.

L’interrogazione è a firma del consigliere Facci. Prego, consigliere.

 

FACCI: Grazie, presidente.

Partiamo dalla necessaria osservazione rispetto a una normativa degli ultimi dieci anni, la legge Delrio, che ha stravolto, sostanzialmente, la rappresentanza istituzionale, specie nelle realtà di periferia. Una legge indubbiamente malfatta e che tanti problemi ha determinato nel momento in cui ha privato di rappresentanza molteplici territori.

Sappiamo tutti che con l’istituzione delle Province e della Città metropolitana di Bologna a elezione non diretta, ma, appunto, a elezione cosiddetta di secondo grado, eletta dagli eletti, i territori si sono visti privare, specie ovviamente quelli piccoli, della rappresentanza istituzionale.

Sappiamo che per legge il sindaco della Città metropolitana è di diritto il sindaco della Città di Bologna. Sappiamo che le elezioni dei rappresentanti in Città metropolitana avviene mediante il voto ponderato, vale a dire maggiore è la densità abitativa di un determinato comune e maggiore è il peso del voto dei rappresentanti eletti di quei comuni. Questo comporta di fatto – detto in soldoni, per semplificare – che un territorio come la Città metropolitana di Bologna di oltre 1 milione di abitanti di fatto è determinato in tutto e per tutto o, comunque, nella stragrande maggioranza da quello che è il voto e l’andamento della città di Bologna, cioè una realtà di circa un terzo della propria complessiva area di riferimento.

Ad aggravare questo quadro ci pensa, di nuovo, l’imperatore del territorio della Città metropolitana, il sindaco della Città metropolitana, il sindaco di Bologna, il quale ha estremizzato questo concetto che la Città di Bologna deve in tutti i modi determinare le sorti del resto del mondo e, bypassando quelle che sono le normative, bypassando quelle che sono le regole, ha fatto delle scelte che sono lesive ulteriormente di un rapporto, che entrano a gamba tesa in un rapporto già squilibrato.

Perché dico questo? Perché per legge Delrio, mal fatta, ma comunque norma di legge è, e per Statuto della Città metropolitana di Bologna le deleghe della Città metropolitana possono essere attribuite solo a consiglieri, cioè solo a componenti del Consiglio metropolitano. Questo, naturalmente, è un’evidenza. Nel momento in cui già è compressa la rappresentanza dei territori, è evidente che non possono essere previste figure esterne. Non esistono gli assessori esterni in Città metropolitana. In Comune sì, in Città metropolitana no.

Abbiamo visto che il sindaco della Città metropolitana, che evidentemente scambia la Città metropolitana come scambia il Comune di Bologna per una sua creatura, dove può distribuire compiti a destra e a manca, deleghe a destra e a manca, ha dato una delega alla dottoressa Giulia Sarti, sui cui meriti io non sindaco, scusate il gioco di parole, ma è una persona che non fa parte del Consiglio metropolitano.

Perché interpello la Regione e non interpello la Città metropolitana e il Comune? Perché la Regione ha un compito previsto dalla legge n. 13 del 2015, che è quello di garantire che, sostanzialmente, all’interno di questa riorganizzazione amministrativa, non vi sia sperequazione, siano garantiti tutti i territori. Invece, con una delega attribuita a persone che non possono avere questa delega, questa sperequazione viene…

Ripeto, è in sé nella legge, fatta male e viene ulteriormente dilatata. Da qui, appunto, la domanda se non ritenga che questa delega sia estranea oltre a essere in contrasto con le norme, sia in contrasto con le finalità di coesione e rappresentanza fra tutti i territori che la legge regionale n. 13 del 2015 attribuisce come compito di controllo alla Regione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Assessore Calvano, prego.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente. Grazie, consigliere.

Il sindaco metropolitano di Bologna, nel pieno rispetto delle norme vigenti e dello Statuto metropolitano, ha conferito ai consiglieri metropolitani eletti che, come è noto, svolgono contemporaneamente anche la funzione di Sindaci e consiglieri nei Comuni in cui sono stati eletti, ha dato loro una serie di deleghe.

Alcune di queste deleghe ha ritenuto di tenerle per sé e di esercitarle servendosi di figure di staff che affianchino lui e i consiglieri metropolitani nelle attività legate a quegli ambiti di intervento.

Relativamente, quindi, all’incarico oggetto dell’interrogazione, si tratta per l’appunto di due deleghe, quella alla legalità democratica e lotta alle mafie e quella agli affari istituzionali, che, come riportato nelle comunicazioni ufficiali, sono rimaste in capo al Sindaco metropolitano, che le eserciterà servendosi del supporto della nuova figura. Alla luce di ciò, non siamo quindi in presenza di violazioni della legge regionale n. 13 del 2015 e le scelte fatte stanno nel campo dell’autonomia organizzativa che ogni ente può esercitare nell’ambito delle proprie funzioni.

Per quanto riguarda, infine, il richiamo dell’interrogante alla Conferenza interistituzionale, la legge regionale n. 13 del 2015 ha indubbiamente assunto, come principio cardine, l’integrazione tra le istituzioni territoriali. Perno di questa integrazione sono state, appunto, le sedi di concertazione interistituzionale volte ad assicurare il concorso effettivo degli Enti locali alla definizione delle strategie territoriali. L’ambito oggetto dell’interrogazione rimane, però, sottratto a qualunque ruolo della Regione Emilia-Romagna, sia esso interno che esterno rispetto all’attività della Conferenza, che va ribadito cura, sì, le forme di integrazione della governance che attengono al rapporto tra Enti, ma non fino al punto di ingerire nella loro autonomia organizzativa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Calvano.

Prego, consigliere Facci.

 

FACCI: Grazie.

Mi aspettavo la risposta, perché ovviamente è l’escamotage che il sindaco di Bologna sta già utilizzando in Comune a Bologna, ma mentre il Comune di Bologna può avere anche le maglie larghe per poter fare il dispensatore di poltrone e di seggiole, non lo può fare in Città metropolitana, perché lo spirito di quella legge – e gliel’ho ricordato – è quello, in quanto Ente di secondo livello eletto dagli eletti, che ovviamente i territori sono già sotto rappresentati, per cui non possono essere date ulteriori deleghe. Non è una figura di staff. La delega, di fatto, è attribuita a un altro. Le deleghe devono essere attribuite ai consiglieri metropolitani.

Io non mi fermo qua, perché se il sindaco Lepore vuole andare a fare il dispensatore di poltrone va a fare gli spot per Poltronesofà. Non ci interessa. In Città metropolitana le cose devono essere fatte seriamente. Abbiamo dei territori che sono sottorappresentati, dei territori che non hanno più rappresentanti.

Tra l’altro, se volessimo anche dire un’altra cosa, ricordiamo le parole dello stesso sindaco Lepore, quando in campagna elettorale per il Comune di Bologna, qualche anno fa, sosteneva che la legge andasse modificata perché il sindaco metropolitano doveva essere eletto da tutti i territori. Ovviamente era lo zuccherino per avere successivamente il consenso da parte dei rappresentanti delle aree non bolognesi, dell’area vasta bolognese, non della città. Però, per dire che quella legge ha oggi già dei problemi, ma abbiamo anche una persona che sta esasperando questo divario.

La Città metropolitana di Bologna, e concludo, non è al servizio del sindaco Lepore, non è al servizio della Città di Bologna. Questo è il passaggio. Allora, se vuol fare il ducetto, lo fa nel Comune di Bologna. In Città metropolitana hai anche gli altri territori, che forse qualcosa da dire ce l’hanno e la diranno.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Abbiamo concluso con le interrogazioni.

 

OGGETTO 7717

Comunicazione della Giunta sulla violenza di genere

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’ordine del giorno e, più precisamente, all’oggetto 7717: comunicazione della Giunta sulla violenza di genere.

Per il procedimento di discussione passo la parola alla Giunta, all’assessora Barbara Lori. Prego, assessora.

 

LORI, assessora: Grazie, presidente.

Questa informativa, che riguarda le azioni che, come Giunta, stiamo mettendo in atto per il contrasto alla violenza di genere, in sinergia con molte azioni che sono state promosse anche dalla stessa Assemblea, avviene in un momento particolarmente tragico, in concomitanza con la celebrazione dei funerali di Giulia Cecchettin, che anche questa Assemblea ha recentemente ricordato.

Quello che è accaduto ha dato una scossa forte che ci auguriamo possa davvero lasciare un segno indelebile nella promozione di un cambiamento che oggi più che mai è necessario.

Diffondere una cultura delle differenze e lavorare alla realizzazione di una società equa e paritaria è un impegno che è costante nella nostra Regione ed è molto determinato, ma che ha naturalmente bisogno, in tutti i contesti, di vedere una applicazione quotidiana e un’assunzione di responsabilità non più derogabile.

Il contesto in cui ci muoviamo è sconfortante. Quello della violenza di genere è un fenomeno strutturato e multidimensionale, pervasivo e diffuso purtroppo.

Alcuni episodi, anche recenti, ci hanno toccato nel profondo. Parlare della violenza e indagarne i meccanismi, conoscere i dati è importante per aumentare la consapevolezza delle donne e degli uomini, delle ragazze e dei ragazzi.

Serve davvero una rivoluzione della mentalità e per raggiungerla sono davvero tante le azioni da portare avanti.

Ogni anno mettiamo a disposizione dei cittadini, dei decisori politici e del mondo dell’associazionismo il report dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, che ci illustra i dati consolidati sull’andamento del fenomeno della violenza maschile contro le donne nel contesto della nostra Regione.

Sappiamo che conoscere è il primo passo per agire in maniera efficace. Il report tra i dati raccoglie una serie di buone pratiche perché la nostra rete è una rete forte, le esperienze sono consolidate.

Presentare ciò che funziona può essere arricchente per tutti e tutte, in uno scambio fruttuoso tra realtà e territori, con esigenze talvolta diverse, in cui gli interventi possano declinarsi in modi anche variegati.

Il report di quest’anno, disponibile sul sito Parità della Regione, racconta di 3.534 donne che nel 2022 hanno affrontato un percorso di uscita dalla violenza attraverso il supporto di un Centro antiviolenza. Sono donne che hanno subìto violenza principalmente dal partner, il 63,5 per cento, da ex partner, il 18 per cento, o da familiari, il 9,3 per cento, violenza non solo fisica, ma anche psicologica ed economica.

Perché è importante conoscere i dati e andare in fondo alle storie di violenza? Perché solo conoscendo a fondo quanto succede e rinnovando l’alleanza tra le tante persone in realtà attive sul territorio sarà possibile trovare insieme le strade per cambiamenti veri, concreti e molto urgenti, ma così bisognosi di un’azione attenta e caparbia.

Le nostre progettualità si realizzano nella cornice della legge n. 4 per la parità e contro le discriminazioni di genere, e della legge n. 6, approvata nel 2014. La legge tutela i diritti di cittadinanza delle donne, sostiene l’autodeterminazione femminile come elemento di cambiamento e progresso della società.

Per quanto riguarda il contrasto alla violenza di genere, il nostro documento di riferimento è il Piano triennale contro la violenza di genere, frutto di un percorso partecipato, iniziato nell’ottobre del 2020, in cui sono stati ascoltati e coinvolti i Centri antiviolenza, le Istituzioni, i servizi che ogni giorno si impegnano nel combattere il fenomeno della violenza. Il Piano è stato approvato da questa Assemblea nell’ottobre del 2021 e aveva avuto l’approvazione di Giunta a luglio.

Il Piano prevede un rafforzamento della rete regionale, affinché le azioni di prevenzione, protezione e sostegno alle donne siano sempre più capillari e connesse ai bisogni dei singoli territori.

La nostra rete regionale è formata da Centri antiviolenza e Case rifugio, che lavorano insieme ai nostri Comuni e ai servizi sociali e sanitari, e ancora alle Forze dell’ordine e ai Centri per uomini maltrattanti, oltre che al mondo della scuola e dell’associazionismo diffuso. Abbiamo, però, bisogno di rafforzare le reti territoriali, perché è solo attraverso una presenza puntuale e diffusa su tutto il territorio che pensiamo si possa cambiare davvero quella cultura patriarcale così radicata nella nostra società.

Il Piano si occupa sia di prevenzione che di protezione. Sappiamo quanto sia urgente e necessario un cambiamento profondo proprio per prevenire quella violenza che, purtroppo, ancora troppo di frequente è fisica, ma che riguarda anche altre dimensioni delle relazioni tra uomini e donne. Per questo, il Piano prevede azioni di sensibilizzazione e formazione in ambito scolastico, extrascolastico, sportivo, oltre che campagne di comunicazione per raggiungere tutti i cittadini e le cittadine della nostra Regione.

Per quanto riguarda la protezione, siamo al fianco delle donne vittime di violenza, accogliendole e, al contempo, sostenendole perché ritrovano la loro autonomia anche abitativa ed economica.

La nostra Regione ha questa rete importante di centri antiviolenza e di case rifugio, ne valorizza e ne promuove l’attività e naturalmente sostiene progettualità anche innovative e capaci di cogliere le specificità dei vari contesti.

I centri antiviolenza sono presenti in tutto il territorio e sono gestiti in gran parte da associazioni di donne e, in alcuni casi, da Enti locali. In essi, le donne in difficoltà trovano risposte concrete alle loro richieste di aiuto, anche in situazioni di emergenza. I centri, inoltre, svolgono un’attività di prevenzione e studio del fenomeno della violenza, oltre che di sensibilizzazione e promozione della cultura del rispetto tra i generi.

Al 30 novembre di quest’anno i centri antiviolenza presenti sul territorio della nostra Regione sono 23, uno, l’ultimo, quello di più recente istituzione, ha sede a Medolla, nell’Unione dei Comuni modenesi dell’area nord.

Abbiamo anche una folta rete di case rifugio. Sono ben 55 e ospitano, in luoghi sicuri e naturalmente segreti, donne che subiscono violenza, che in molti casi esso hanno con loro anche molti figli minori. Naturalmente questa accoglienza è un’accoglienza che avviene a titolo gratuito e ha una finalità nella fase di prima emergenza di poter garantire quella protezione, quella salvaguardia anche legata all’incolumità fisica e psichica.

Abbiamo attivato il reddito di libertà, una misura a sostegno dell’autonomia economica delle donne vittime di violenza, una misura nazionale, che si è rivelata da subito uno strumento importante e necessario per il percorso di fuoriuscita dal rapporto con il maltrattante.

Come Regione, da due anni abbiamo integrato, in modo molto importante, le risorse a disposizione di questa misura e abbiamo anche riscontrato ottimi effetti. Sappiamo che a novembre di un anno fa, grosso modo, sono state oltre 264 le domande accolte con i fondi messi a disposizione dalla Regione, 177 quelle messe a disposizione con le risorse assegnate dal livello nazionale nel triennio 2020-2023. Abbiamo integrato nuovamente queste risorse e sappiamo che è in fase di liquidazione un numero molto significativo di domande, che vengono riscontrate attraverso l’erogazione di INPS. Purtroppo, ad oggi non abbiamo notizia di un incremento dal livello nazionale di queste risorse, che dalle ultime informazioni, che risalgono all’agosto del 2023, ammontavano complessivamente a livello nazionale a 1.800.000 euro, con una quota di riparto a favore della nostra Regione di circa 100.000 euro. Quindi, auspichiamo che questa misura possa essere adeguatamente sostenuta anche dal livello nazionale, perché è l’unica misura che davvero può aiutare le donne in uscita dai percorsi di violenza.

Abbiamo fatto un lavoro molto importante, in sinergia con il Dipartimento Pari opportunità, per definire anche i criteri relativamente ai Centri per uomini maltrattanti, che nella nostra regione sono presenti in ogni provincia nella loro dimensione sia pubblica, presso i consultori delle ASL, sia gestiti dal privato sociale. In alcuni casi abbiamo la presenza di entrambi i Centri. Complessivamente sono quattordici. In particolare, dopo l’entrata in vigore del Codice Rosso svolgono un’azione molto importante, oggi più che mai significativa anche nell’azione di prevenzione della violenza, dialogando e sostenendo i percorsi che riguardano gli uomini.

Ancora abbiamo avviato, dopo la sottoscrizione avvenuta nell’ottobre del 2022, un’attività molto significativa di formazione dei formatori. Questo a seguito del primo protocollo d’intesa che la nostra Regione ha siglato con l’Ufficio scolastico regionale proprio per promuovere, diffondere e sviluppare la cultura delle pari opportunità, prevenire la violenza, educare al rispetto delle differenze e contrastare gli stereotipi di genere, a partire dal personale docente e non docente della scuola. L’obiettivo è quello di promuovere, sviluppare e consolidare una consapevole cultura sociale sui temi delle pari opportunità, in particolare per superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne e uomini, ragazze e ragazzi, nel rispetto dell’identità di genere, culturale, religiosa, dell’orientamento sessuale, delle opinioni e dello status economico e sociale, per aumentare la consapevolezza e il rispetto di sé e dell’altro, prevenendo così il rischio di essere autori di violenza anche in ambiente digitale.

In attuazione di questo protocollo, nel 2023 sono stati organizzati due corsi di formazione per insegnanti delle scuole superiori sui temi delle pari opportunità, prevenzione della violenza di genere, contrasto agli stereotipi, di cui è stata realizzata l’ultima edizione nella primavera ed è in corso la seconda edizione. Complessivamente sono stati circa 400 gli insegnanti che hanno aderito a questa iniziativa. Ogni ciclo di formazione ha avuto una durata di 25 ore.

Naturalmente l’impegno è quello di proseguire con l’attuazione di questo protocollo sia rivolgendoci ai formatori delle scuole superiori, ma anche a quelle degli altri ordini e gradi della scuola pubblica, che stanno guardando con interesse a questa esperienza.

Sono stati organizzati, su iniziativa dell’Assessorato e in collaborazione anche con altri Assessorati, ulteriori momenti di formazione. Ne cito alcuni: un percorso formativo che ha riguardato la mediazione interculturale nel contrasto alla violenza di genere, che è stato realizzato in collaborazione e grazie a un protocollo con ANCI. Questo è un corso di formazione che è stato rivolto in modo specifico sia agli operatori pubblici e regionali delle ASL, ma anche dei Comuni, dei servizi sociali, che ha prodotto un vademecum proprio per una mediazione interculturale mirata a prevenire e a cogliere anche segni di violenza di genere.

Oltre a questo, la formazione è intervenuta anche in ambito sanitario, con percorsi mirati e rivolti all’accoglienza e all’assistenza delle donne vittime di violenza di genere, dedicati al personale dei servizi di emergenza-urgenza della rete territoriale, quindi quelli ospedalieri e anche, però, nella dimensione territoriale e sociale. Anche questo corso si è realizzato nel 2022.

Va detto che in ambito sanitario è stato definito anche, nello scorso settembre, un protocollo che ha coinvolto anche in questo caso diverse professionalità, finalizzato alla presa in carico delle donne vittime di violenza nei pronti soccorsi. È un lavoro formativo molto significativo.

Recentemente, proprio nell’intento di rafforzare le reti territoriali e offrire opportunità per incrementare le competenze e un approccio corretto verso il rispetto e la promozione di una cultura di genere che riconosca le differenze e sia capace di prevenire la violenza, abbiamo siglato con ANCI regionale, in particolare con la sindaca di Castel Maggiore, che ha la delega alle pari opportunità, un protocollo finalizzato proprio al rafforzamento delle reti territoriali e a una collaborazione ulteriore con la rete degli Enti locali di tutto il territorio.

Questo documento prevede diverse iniziative comuni di formazione e informazione sulle pari opportunità e sulle tematiche di genere, la promozione di piani per le pari opportunità e il contrasto alla violenza da parte degli Enti locali e il sostegno alla presenza paritaria delle donne nella vita economica del territorio. Ancora, azioni per promuovere il bilancio di genere in modo diffuso come strumento di lettura anche delle opportunità e per incalzare azioni che siano attente al tema del genere negli strumenti di monitoraggio e valutazione anche nel contesto degli Enti locali.

La firma dell’accordo si inserisce in un lavoro di rafforzamento delle reti, come dicevo, dei tavoli territoriali, che stiamo portando avanti anche con interlocutori, oltre al tema dell’Ufficio scolastico regionale, proprio in quest’ottica di offrire e mettere a disposizione più strumenti possibili a tutti coloro che, a vario titolo, possono intervenire su fenomeni di violenza e per prevenire la violenza.

Continuiamo a promuovere i bandi per la promozione delle pari opportunità e la prevenzione della violenza rivolti agli Enti locali e alle associazioni. Tra le azioni di prevenzione della violenza di genere dal 2016, attraverso questi bandi, è stato finanziato un numero molto significativo di progetti, che sui territori hanno riguardato vari ambiti, in particolare ancora progetti rivolti alle scuole e anche ai contesti in cui si realizzano iniziative sportive rivolte spesso alle giovani generazioni.

Con l’ultimo bando, quello che è riferibile al periodo 2023-2024, sono stati finanziati con 2,5 milioni di euro 105 progetti diffusi su tutto il territorio. Anche in questo caso i progetti riguardano la formazione nelle scuole e nei contesti associativi e riguardano anche l’uso corretto dei media e, quindi, il contrasto a un utilizzo scorretto e il contrasto, naturalmente, dopo averlo riconosciuto, ad ogni forma di cyberbullismo.

La precedente edizione del bando aveva sostenuto 83 progetti ancora con azioni molto diversificate e mirate ai vari contesti territoriali, che hanno coinvolto ben 45 istituti tra nidi e scuole dell’infanzia, 21 scuole primarie, 91 scuole secondarie di primo grado e 72 scuole secondarie di secondo grado.

Oltre alle attività con i bambini e i ragazzi, sono state realizzate in ambito extrascolastico, quindi centri aggregativi, parchi, biblioteche e ludoteche, iniziative che complessivamente hanno coinvolto oltre 7.000 bambini e bambine, 2.551 adolescenti, 670 educatori o allenatori e oltre 1.500 genitori.

Tra questi, 16 progetti hanno visto il coinvolgimento del mondo sportivo con la partecipazione di oltre 4.300 bambini e bambine. Ancora, riferendoci ai bandi che vengono promossi dall’Assessorato, c’è il recente bando che riguarda le donne e il lavoro, perché, naturalmente, sappiamo bene che l’autonomia delle donne e l’emancipazione femminile può rivestire un ruolo molto importante, oltre che per un pieno riconoscimento della cultura di genere, per quella emancipazione che può aiutare naturalmente anche a contrastare forme di violenza.

Da questo punto di vista è aperta un’interlocuzione sempre assidua con i portatori di interesse anche per l’attuazione di diverse linee di lavoro, che peraltro sono anche riprese e sono parte del Patto per il lavoro e per il clima.

In questo contesto abbiamo definito nel 2021 un protocollo con realtà di rappresentanza dei mondi datoriali e sindacali. In questo contesto vengono sviluppate diverse iniziative. Quindi, il bando “Donne e lavoro”, che noi proponiamo ormai da diversi anni, si colloca in questo contesto, ha ancora come beneficiari gli Enti locali e l’associazionismo e mira a sostenere progetti capaci di proporre forme di sostegno al lavoro femminile e anche di conciliazione e condivisione dei tempi di vita e di lavoro, sperimentando modalità e pratiche innovative.

Nel 2023, relativamente alle annualità 2023 e 2024, sono stati messi a disposizione 1,5 milioni di euro, che hanno cofinanziato 42 progetti, che sono in corso, e di questi 42 progetti 18 sono promossi da associazioni e organizzazioni private e 24 da Enti pubblici territoriali.

Naturalmente questi anni sono stati anche anni importanti, proprio rispetto alla dimensione dell’autonomia e dell’emancipazione del lavoro femminile, per la promozione del Fondo “Women New Deal”. Come ricorderete, c’è stata una modifica normativa, una prima esperienza rispetto all’attivazione di questo fondo, finanziata e sostenuta con fondi del bilancio regionale, e successivamente una strutturalità che, attraverso il programma FESR, ha messo a disposizione risorse dedicate, con cui è stata, poi, proposta una seconda edizione del Fondo, con risultati particolarmente soddisfacenti. L’ultimo bando ha finanziato 239 proposte progettuali, per 7,2 milioni di euro, finanziati appunto con il programma FESR, mentre nella prima esperienza, che aveva una dotazione finanziaria più contenuta, aveva finanziato 107 progetti, con davvero grande soddisfazione del mondo associativo in particolare, perché queste imprenditrici e le lavoratrici in questo caso, che spesso sono titolari di piccole attività, per la prima volta hanno trovato una risposta con una misura dedicata ai loro bisogni.

Ancora, uno strumento di cui ci occupiamo annualmente e che ci restituisce dati molto importanti, nella disponibilità naturalmente di tutti quanti, anche per lavorare andando ad implementare politiche sempre più attente al genere, è il bilancio di genere. Ne abbiamo parlato non molto tempo fa anche nella competente Commissione di Assessorato. Recentemente proprio l’Assemblea, come credo sia ben noto, ha approvato il regolamento per la valutazione ex ante dell’impatto di genere sui progetti di legge regionale e altre progettualità, anche in questo caso collegate ai programmi europei, come la promozione della formazione e, quindi, della conoscenza delle materie tecnico-scientifiche attraverso il programma “Ragazze Digitali ER”, in collaborazione con gli enti di formazione e le università della regione. Un lavoro assiduo, che vede anche alcune ulteriori iniziative, penso al protocollo “No Women No Panel” che la Regione ha sottoscritto insieme a Città metropolitana, Comune di Bologna, l’Università e la RAI per promuovere una presenza rispettosa della parità di genere nelle iniziative promosse da questi contesti.

E ancora, riferendoci al tema dell’autonomia e della formazione delle donne in uscita dai percorsi di violenza, una linea di formazione che riguarda l’inclusione sociale nell’ambito della priorità 3 del Fondo sociale europeo, che attiva percorsi formativi per donne che si trovano in particolari condizioni di difficoltà. All’interno di questo percorso ci sono anche le donne in uscita dai percorsi di violenza.

Tutto questo per dire che il quadro è molto complesso, molto articolato, che stiamo lavorando assiduamente per portare avanti, in maniera puntuale e anche nel modo più ampio possibile, quelli che sono gli impegni delineati nella legge, ma soprattutto dal punto di vista anche delle azioni concrete, che sono declinate negli obiettivi del Piano per il contrasto alla violenza di genere.

C’è bisogno di un lavoro che possa procedere con forza e che possa procedere nel modo più corale e convinto, con il coinvolgimento di tutti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora Lori.

Entriamo, adesso, nel dibattito generale. Chi vuole intervenire? Consigliera Soncini, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

Ci riuniamo oggi, in questa giornata particolarmente dolorosa, di lutto per Giulia e tutte le donne vittime di violenza. Ringrazio l’assessora Lori per aver illustrato ciò che la Regione fa. Ci tengo davvero a ringraziare la consigliera Mori per la perseveranza, la competenza, la passione, il modo formato con cui in questi anni ha condotto la battaglia per i diritti verso le donne in questa Regione.

Come Regione Emilia-Romagna lavoriamo da oltre vent’anni sulle tematiche del contrasto alla violenza di genere, sulle pari opportunità, valorizzando e sostenendo concretamente le buone pratiche dei Centri antiviolenza. Facciamo un lavoro di messa in rete tra istituzione pubblica e istituzione privata, come metodo fondamentale per mettere in campo strategie efficaci contro la violenza di genere e la diffusione di una cultura delle differenze di contrasto agli stereotipi, rivolto soprattutto alle giovani generazioni.

Il lavoro della Regione si articola sulla base del Piano triennale di contrasto alla violenza di genere, con l’Osservatorio regionale, che consente di indagare il fenomeno da ogni punto di vista, mettendo insieme professionalità e competenze di chi già lavora per dare sostegno alle donne che hanno subìto o continuano a subire violenze.

Poi ci sono le Istituzioni. L’assessora Lori, giustamente, ha dato i dati, ricordando che dietro ogni numero c’è una persona, c’è una storia, c’è un dramma di una donna, dei suoi figli, dei familiari.

I centri antiviolenza sul territorio regionale sono 23, le case rifugio 55, i centri per uomini autori di violenza 14. Dal 2020 abbiamo investito oltre 20 milioni di euro sulla promozione delle pari opportunità, sul fondo imprenditoria femminile, sul reddito di libertà, sul sostegno dei centri.

Nel 2022, le donne che hanno contattato un centro antiviolenza per ricevere attività di sostegno e consulenza sono state 4.990. I pernottamenti totali nelle case rifugio si aggirano intorno ai 60.400. Gli uomini in percorso presso il centro uomini maltrattanti sono stati 713. I dati sui tipi di violenze subite ci dicono che il 90 per cento sono sul piano psicologico, il 65 sul piano fisico e 42 sono violenze di tipo economico.

Il femminicidio rappresenta un reato che si consuma principalmente nelle relazioni intime. Ho letto la relazione d’inchiesta della Commissione sui femminicidi in Italia, che negli anni 2017 e 2018 mi ha colpito particolarmente, perché tutti i femminicidi esaminati si connotano per due requisiti specifici, l’autore di violenza di genere forma la sua identità su una relazione di dominio, controllo assoluto su una donna, unico tipo di relazione che conosce e la violenza nei confronti di questa gli serve a riaffermare e confermare il suo potere. “La donna che decide di interrompere quella relazione viene uccisa perché, in molti casi, sottraendosi ai doveri di ruolo, non solo viola una regola sociale e culturale, ma rende l’uomo che glielo ha permesso un perdente agli occhi della collettività. La sanzione diventa la morte”.

Questo dice la relazione della Commissione dei femminicidi in Italia. Quindi, le donne sono uccise non perché in sé fragili o vulnerabili, ma perché diventano tali nella sua relazione di dominio. Al contrario, nella gran parte dei casi, con veri e propri atti di coraggio, si ribellano all’intento dei loro aggressori di sfruttarle, dominarle, possederle e controllarle. Per quanto riguarda la distribuzione, non emergono particolari differenze né a livello territoriale, né rispetto alle caratteristiche di autore e vittime. Le età delle vittime, tuttavia, variano leggermente, di più di quelle degli autori. Le vittime estremamente giovani e anziane sono più di quanti siano gli autori appartenenti a questa categoria di età, e ciò denota una condizione di fragilità in cui una parte dei casi si trova la donna rispetto all’uomo. Una donna anziana o giovanissima, quindi potenzialmente in condizione tendenzialmente di maggiore debolezza fisica, ha una probabilità di essere uccisa più elevata di quanto lo sia quella che un uomo anziano o giovanissimo uccida. Sempre dalla relazione d’inchiesta.

La distribuzione è simile per autore e vittime anche per quanto riguarda la cittadinanza: il 78 per cento delle vittime e il 78,1 per cento degli autori ha cittadinanza italiana, il 21 per cento delle vittime e il 18,8 per cento degli autori ha cittadinanza straniera. I femminicidi avvengono tendenzialmente all’interno della stessa comunità di appartenenza. L’83,9 per cento dei femminicidi viene commesso da un autore che ha la stessa nazionalità della vittima.

Il livello di mancate risposte sulle condizioni occupazionali è molto più alto per le donne, arriva a un quarto del totale, ciò avviene soprattutto nelle classi di età più avanzate.

La relazione che intercorre, invece, tra la donna vittima e l’autore al momento del femminicidio dice, sempre nella relazione d’inchiesta – analizzo ovviamente questo dato –, che più della metà delle donne vittime di femminicidio sono uccise dal proprio partner, che nel 77,9 per cento dei casi coabitava con la donna. Nel 12,7 per cento sono uccise, invece, dall’ex partner. Dunque, il femminicidio si conferma come un atto di volontà – riprendo sempre la relazione della Commissione sui femminicidi – di dominio e di possesso dell’uomo sulla donna, al di là della possibile volontà di indipendenza e di rottura dell’unione della donna stessa.

Un altro dato: solo il 15 per cento delle donne aveva sporto denuncia o querela per precedenti violenze o altri reati compiuti dall’autore ai propri danni. Le denunce e le querele, quindi, avvengono in pochi casi, ma spesso quando avvengono si susseguono.

C’è sicuramente il tema del patriarcato. “C’è ancora domani”, straordinario film della Cortellesi, ci ha ricordato un passaggio storico per la nostra Repubblica nel percorso di emancipazione delle donne da una cultura che le aveva viste per secoli soccombere di fronte al dominio dell’uomo o del padre. Il 2 e 3 giugno 1946 oltre dodici milioni di italiani si sono recati alle urne per contribuire alla scelta tra monarchia e repubblica. Purtroppo, occorre prendere atto che, a settantasette anni di distanza da quei giorni, le donne si trovano ancora a doversi battere non solo per il lavoro e i diritti, ma addirittura per la loro stessa vita. Nonostante decenni di battaglie femministe, l’abolizione del delitto d’onore e del matrimonio riparatore nel 1981, il riconoscimento dello stupro come reato contro la persona e non contro la morale nel 1996, la visione del corpo femminile come oggetto da possedere e da sottomettere impregna ancora la cultura del nostro Paese.

Questo fatto, prima ancora che politicamente, è umanamente inaccettabile e su questo – lo dico prima di tutto da donna e da madre – non dovremo mai smettere di impegnarci e lottare senza sosta. Ma penso anche e soprattutto che ci sia una colossale necessità di un investimento culturale capace di rigenerare condizioni strutturali di fiducia nel futuro e di ascolto verso le nuove generazioni. Servirebbero davvero ore di educazione sociale che vada da quella civica a quella affettiva, partendo dalle famiglie, che stanno passando da tutte le scuole, medie, superiori, scuole primarie, e ha ricordato l’assessore i protocolli, i corsi di formazione con gli insegnanti delle superiori, i protocolli in ambito sanitario. Non mi pare più rinviabile.

I dati del disturbo psicologico, anche quelli regionali, dicono dei ragazzi in solitudine di fronte ai messaggi del web e dei social. Questi dati sono impressionanti. Assumere politicamente questo impegno ‒ lo abbiamo fatto in diverse Commissioni; guardo la presidente Marchetti e il presidente Amico ‒ è fondamentale. Un ragazzo, un bimbo oggi rischia di venire cresciuto da solo, spesso, nel mare del web, nel deserto del web, dove gli adulti non ci sono e non ci sono stati. C’è un problema di analfabetismo affettivo. Il senso del corpo e della vita viene meno a partire dai primi anni di vita. Il web, i social non possono essere agenzie educative. Non si può vivere la solitudine davanti a web e social.

Noi adulti dobbiamo essere vicini ai bambini e ai ragazzi. Leggete questo dato: i bambini dai 6 ai 10 anni che usano Internet tre mesi prima della rilevazione sono l’83,3 per cento; i ragazzi dagli 11 ai 14 anni che usano Internet il 96,4 per cento. Scambiano messaggi, guardano video, videogiocano, guardano video a pagamento, utilizzano e-mail, frequentano i social, leggono notizie. Rischiano di essere bambini che si crescono da soli.

Mi chiedo: cosa fanno per ore davvero i bambini e i ragazzi su internet? Che contenuti guardano sui social? Che valori scambiano? Non è sufficiente pensare che, se sono in silenzio e sono tranquilli, va tutto bene. Insomma, penso ci sia un disagio psicologico affettivo che interpella noi, interpella il mondo adulto.

Il tema del femminicidio affonda le radici nel deserto affettivo che c’è, che viene dai primi anni di vita, in cui i bambini sono stati soli. È un tema certamente complesso, che richiede un lavoro di analisi. Dove costruiscono la loro affettività? Dove imparano a gestire corpo, emozioni, pulsioni, sentimenti? Che modelli hanno i giovani di oggi? Guardo alla guerra di oggi, l’uso delle tecnologie manipolative delle immagini per indurre la cancellazione di emozioni e sentimenti umanissimi di fronte al male inflitto alla natura umana, sia nell’aggressione della Russia verso l’Ucraina, sia nell’aggressione terroristica di Hamas rispetto a Israele, sia nella risposta di Israele rispetto a Gaza. Non possiamo ignorare l’atroce e persistente fenomeno degli stupri di guerra. Lo stupro utilizzato come arma di terrore, con l’obiettivo di danneggiare il nemico, passando attraverso un annientamento del corpo della donna. La neutralizzazione del corpo femminile. La ripresa, già in atto, di sentimenti antisemiti, i cui sviluppi possono essere gravissimi.

Di fronte a queste deduzioni del dopoguerra, se è vero che non abbiamo la forza per determinare la fine di questi avvenimenti, abbiamo la responsabilità di occuparci delle conseguenze che quegli avvenimenti hanno già determinato nel modo di pensare della nostra società, nel modo di pensare dei nostri giovani. Educazione, quindi, ai valori, che sono gli stessi che servono a contrastare la malapianta delle discriminazioni verso chi è diverso, della violenza di genere, in particolare i drammatici femminicidi, a cui non dobbiamo abituarci mai.

Bisogna lavorare sui valori che ruotano intorno ai temi della fratellanza, della sorellanza, della solidarietà e dell’accoglienza. Dietro gli omicidi della violenza di genere, dietro le intolleranze ci sono questi valori e questi discorsi. Serve un’evocazione del senso di responsabilità, che tutti dobbiamo avere.

Vado a concludere. Mai come in questa fase della storia siamo di fronte alla crisi, soprattutto nella fase adolescenziale, al disorientamento, alla mancanza di senso, alla mancanza di gusto della vita, di prospettiva, di idea di futuro. C’è una incombente fragilità. Serve una responsabilità del mondo adulto e della politica, perché serve un interesse per gli obiettivi materiali: la dimensione umana, il valore della persona, la centralità della persona, il rispetto della persona, dell’altro genere, di tutti gli altri.

La salute delle nuove generazioni ci interessa, ci riguarda, vogliamo occuparcene. Se c’è un rispetto della persona per quello che rappresenta dal punto di vista valoriale della sua consistenza intrinseca, metà della soluzione l’abbiamo trovata. Viviamo nella stagione in cui si sta verificando lo svuotamento dell’uomo dentro all’uomo, dell’uomo dentro la persona umana. Il fenomeno di cui stiamo parlando oggi è complesso, è multistrato. Ridurre la complessità è sbagliato. Dunque, ci vuole l’impegno e la responsabilità di comprendere bene prima di agire. Quindi, mentre va avanti l’attività umana della politica, l’attività ordinaria della politica, i bilanci, le riforme, la riorganizzazione, noi continueremo ad occuparci dei fondamentali su cui bisogna prestare attenzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Soncini.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessora Lori per questa informativa doverosa, che avevo richiesto già la settimana scorsa, anche alla luce dei fatti di cronaca che noi tutti, purtroppo, conosciamo.

Voglio partire da alcuni dati che danno la misura di quella che è una vera e propria piaga, i dati dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere e il Rapporto sulla violenza di genere 2023, perché sono dati allarmanti che ci dicono che le donne che hanno contattato i centri antiviolenza nel 2022 in Emilia-Romagna sono state 4.990 rispetto alle 4.934 del 2021, una media di tredici ogni giorno, senza contare tutto il sommerso, ovviamente. 2.367 sono le donne in percorso, 1.167 le nuove accolte nel 2022, per un totale di 3.534. Di queste l’89 per cento ha subìto violenza psicologica, il 65 per cento violenza fisica, il 42 per cento violenza economica, il 23 per cento violenza sessuale.

Le donne accolte nelle 55 case rifugio presenti in Regione sono 339 rispetto alle 320 del 2021 e 347 i figli minori ospitati. Nel 63 per cento dei casi a compiere violenza è il partner, nel 18 per cento dei casi l’ex partner, nel 9 per cento dei casi un familiare, nel 4 per cento dei casi un amico, un conoscente, nell’1 per cento dei casi un estraneo.

Sono dati che ci dicono che questo è un fenomeno purtroppo in aumento, nonostante tutte le azioni messe in campo a vario livello. Il dato veramente preoccupante è che le chiamate al numero verde gratuito 1522, che noi tutti conosciamo, sono state 1.588 nel 2022 rispetto alle 1.667 nel 2021. Quindi, sono state un numero inferiore rispetto al 2021. Su questo noi tutti credo ci dobbiamo assolutamente interrogare.

La violenza non è una. Esistono molteplici forme di violenza, che a volte addirittura convivono nelle stesse situazioni. A fronte di una maggiore attenzione nei confronti della violenza che è più strettamente fisica, risulta spesso sottostimata ma non meno grave quella psicologica. Lo dico perché tra le patologie che possono portare ad abusi di natura sia psichica che fisica nei confronti della partner vi è il cosiddetto “disturbo narcisistico della personalità”, che secondo il DSM-5 è una malattia che affligge il 6 per cento della popolazione, di cui il 50,75 per cento sono uomini, e che si caratterizza per la necessità di ammirazione totale e costante, a cui fanno da contraltare degradazioni e manipolazioni della partner.

Perché cito questo disturbo? Perché, purtroppo, all’interno del Piano che la Regione ha fatto e che abbiamo approvato a ottobre 2021 il disturbo narcisistico della personalità non è nemmeno citato. Lo ritengo un fatto preoccupante. Quindi, l’invito è quello a farsi carico di questi aspetti patologici e a provare a contrastarli. Quindi, la domanda è: che cosa possiamo fare? È stato detto, il fenomeno dei femminicidi, che non sono omicidi, sono femminicidi, è complesso, allora dobbiamo anche dirci che l’Italia è uno dei pochi Paesi in cui non è previsto all’interno delle scuole l’insegnamento dell’educazione sentimentale, ed è una carenza molto grave. Io penso ci sia la necessità di introdurre in maniera strutturale questo tipo di insegnamento all’affettività nelle scuole di ogni ordine e grado, sollecitando le Istituzioni competenti, perché quello che si sta facendo oggi non è abbastanza, anche a livello nazionale, perché questa strutturalità non c’è, purtroppo.

Penso che sia necessario intervenire e moltiplicare gli sforzi di sensibilizzazione delle cittadine e dei cittadini emiliano-romagnoli con l’obiettivo di far conoscere le varie tipologie di violenza, anche quelle che sono meno evidenti e che forse sono addirittura le più difficili da gestire, come per esempio il citato disturbo narcisistico della personalità. Sappiamo tutti quanti che la Regione ‒ io ero presente anche al convegno, a cui era presente l’assessora Lori ‒ ha messo in campo due campagne istituzionali di sensibilizzazione: “Il nostro silenzio non ci proteggerà” e “Se te lo dice, è violenza”. Su questo ho fatto un question time, anche nell’ultima seduta, rispetto a questi 12 manifesti ideati dall’agenzia di comunicazione della Giunta, perché penso si sia sbagliato l’obiettivo. Ancora una volta si parla solo ed esclusivamente nei confronti delle donne, quindi le destinatarie sono ancora le donne. Sorvolo su alcune di queste frasi, che sono molto esplicite. In realtà, la violenza è molto più subdola ed è molto più sottile.

L’obiezione che io ho fatto nel question time che ho depositato nell’ultima seduta di aula è derivata dal fatto che manca, dal mio punto di vista, una presa di coscienza e una collaborazione anche maschile. In questo momento, noi siamo coinvolte, siamo in prima linea, siamo i soggetti più fragili e più vulnerabili, però manca ancora un percorso collettivo, che le donne hanno già fatto e stanno continuando a fare, che in questo momento l’universo maschile ancora non sta facendo. Ed è il motivo per cui io sono intervenuta su questo aspetto che riguarda la campagna di sensibilizzazione messa in campo dalla Regione.

Penso sia importante intervenire in questo senso già dal prossimo anno, quindi da quando vedremo i manifesti di questa campagna di sensibilizzazione nelle nostre città e nei nostri Comuni. Provare a intervenire per integrare quella campagna con messaggi che siano rivolti direttamente a uomini, maltrattanti e non, e non solo alle donne e alle vittime di violenza. Credo sia un impegno che noi tutti oggi qui ci dobbiamo prendere. Lo dico all’assessora Lori, che so che è sensibile a questa questione, ma lo dico in generale alla Giunta. Come dicevo prima, questa campagna è stata ideata dall’agenzia di comunicazione. Lo dico così, in linea più generale. Auspico che la mia richiesta, che so che è condivisa non solo da me, ma anche da colleghi di maggioranza, possa in qualche modo essere presa in considerazione e già applicata dalla prossima campagna che citavo prima.

Penso che sia utile sensibilizzare la cittadinanza sul tema della violenza di genere, ma con particolare riferimento a quella di natura psicologica di cui si parla troppo poco, compresa quella connessa al disturbo narcisistico della personalità, perché, come dicevo, non è presente nel Piano antiviolenza della Regione e io credo che ci siano azioni da mettere in campo anche a livello sanitario, ma non solo.

Questa è una presa di coscienza e di consapevolezza che, come Regione, noi dobbiamo assolutamente avere. Infine, questi sono punti che io ho inserito all’interno di una risoluzione, un ultimo punto che sicuramente non è esaustivo di tutte le azioni che ci sono da mettere in campo, ma credo che questi siano punti focali su cui c’è ancora da lavorare tanto, che riguarda e lo citavo prima, l’inserimento in via strutturale dell’insegnamento all’educazione sentimentale affettiva nelle scuole di ogni ordine e grado, perché bisogna iniziare ad alfabetizzare, la dico così, su queste questioni i ragazzi e le ragazze sin da piccoli per evitare che i nostri giovani, una volta adulti, si trovino nelle condizioni di non saper gestire le proprie emozioni o addirittura di non sapere riconoscere determinate dinamiche che poi, ovviamente, si ripercuotono sulla donna e sulla partner.

Su questo c’è ancora tanto da fare. C’è ancora tanto da lavorare. Noi, come Regione, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e fare quello che ci compete.

Per questo ho voluto insistere su questi punti, perché credo che qualcosa si possa fare, che ancora si possa agire rispetto a decisioni che sono già state prese, ma su cui ci sono ancora margini, dal mio punto di vista, per correggere le decisioni prese in corsa. Questo è un appello, ripeto, che io faccio all’assessora Lori, ma a tutta la Giunta: proviamo a spostare il focus, perché in questo momento, e l’omicidio, purtroppo, di Giulia Cecchettin ci insegna anche questo, c’è bisogno di lavorare tantissimo sugli uomini.

Noi, purtroppo, un percorso di consapevolezza l’abbiamo già fatto. Manca una presa di coscienza da quell’altra parte. Come Regione io penso che qualcosa possiamo ancora farla, a partire dall’integrazione dei manifesti della campagna di sensibilizzazione che citavo in premessa. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliera Dalfiume, prego.

 

DALFIUME: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessora Lori per l’informativa molto puntuale che ci ha fornito questa mattina.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza delle donne non è mai stata una giornata di festa e nemmeno una celebrazione. Quest’anno non lo è stata in particolare, perché decine di migliaia di persone, di uomini e di donne, di ragazzi e di ragazze, sono scese in piazza in tantissime città. Anche nella nostra regione, da Bologna, a Parma, Reggio, Ravenna e Rimini, oltre alle manifestazioni già programmate in occasione del 25 novembre, ci sono state manifestazioni e flash-mob spontanei.

Questa ondata di partecipazione collettiva non ha precedenti negli ultimi anni e non smette di trasmettere con energia le paure, ma anche la determinazione soprattutto delle giovani generazioni, e non solo delle donne.

Abbiamo protestato e ci siamo indignati per Giulia Cecchettin e per tutte le altre. Da inizio anno erano 107 le vittime di femminicidio, ma questo sappiamo benissimo è un conteggio che non si ferma.

Questa mattina si è tenuto, forse è ancora in corso il funerale di Giulia, che ha richiamato –pare – qualche decina di migliaia di persone, ovviamente non tutte dentro la cattedrale, ma anche fuori, dove sono stati aggiunti i maxischermi, e il padre di Giulia ha parlato per lei.

Se oggi siamo qui per confrontarci su un problema così serio è anche merito di un caso che ha coinvolto un ragazzo e una ragazza poco più che adolescenti, Giulia ventidue anni e Filippo ventidue anni ancora da compiere al momento dei fatti, e di fronte a una giovane vita spezzata per sempre e a un’altra giovane vita rovinata e a due famiglie distrutte gli interrogativi si fanno più pressanti, perché il caso è indicatore della violenza all’interno della generazione cosiddetta “Generazione Z”, di giovani nati e cresciuti col web, che diventano sempre più di frequente attori di violenze e aggressioni contro il prossimo e in particolare contro le donne.

Non c’è dubbio che i femminicidi nascono da una totale assenza di rispetto nei confronti delle donne, e questo è trasversale ad ogni categoria sociale, anagrafica e geografica. La domanda, però, chiama in causa non solo i giovani, ma anche i loro genitori, le loro famiglie, la scuola, gli amici, le aggregazioni sportive eccetera: com’è possibile che il delitto più antico e feroce sia commesso da un nativo digitale? Oggi sappiamo che una delle forme più comuni di aggressione fra i giovani nelle democrazie avanzate è il bullismo digitale, il cosiddetto “cyberbullismo”, e una delle declinazioni più comuni del bullismo digitale è rappresentata dalle aggressioni sessuali on-line, fatte di immagini oscene e frasi aberranti, situazioni che, tra l’altro, hanno provocato più di un caso di suicidio tra le giovani vittime, e non solo di sesso femminile. Se lo scherzo sostituisce la vita vera, la socialità, è difficile e sarà sempre difficile per le nuove generazioni sviluppare una coscienza critica e farsi gli anticorpi per discernere e interpretare la realtà.

Senza la pretesa di esaurire questo tema complesso in pochi minuti, vorrei, però, sottolineare alcuni elementi. Soltanto una grave cecità o un grande cinismo credo possano ancora oggi ostacolare la comprensione o impedirci di comprendere da dove traggono origine atti di controllo ossessivo e comportamenti possessivi, che possono, poi, sfociare in tragedia. Le disuguaglianze tra uomini e donne sono il prodotto storicamente dato della costruzione sociale dei generi, quello maschile e quello femminile, dove quello femminile da sempre è identificato e stigmatizzato come inferiore. Il sesso come insieme di caratteristiche fisiologiche tese a identificare le donne come agenti della riproduzione, come corpi votati alla generazione e alla maternità è diventato l’elemento secolare di distinzione tra maschi e femmine ed è stato utilizzato per una precisa costruzione sociale, con ruoli stereotipati di genere.

L’analisi della condizione femminile e la conseguente definizione del concetto di genere sono state utili per svelare che la differenza non stava a priori nel sesso, ma che, a partire da quello, il mondo e la realtà erano stati divisi in due parti, attraverso la costruzione, fin dalla nascita, di due percorsi, di due paradigmi formativi diversi.

Di fatto, le asimmetrie tra uomini e donne sono il risultato di lunghi percorsi di organizzazione sociale, secondo norme e aspettative che indicano a ognuno il più idoneo processo di adattamento a un determinato ruolo. Ecco allora che, quando parliamo di educazione al riconoscimento e al rispetto delle differenze di genere, non stiamo proponendo una inesistente teoria del gender, ma una reale valorizzazione delle aspettative, delle competenze, dei talenti e dei desideri di ognuno e di ognuna, scardinando quegli stereotipi che ingabbiano in ruoli precostituiti sia le donne che gli uomini.

Un altro punto che vorrei chiarire è che cosa intendiamo con “violenza di genere”. I femminicidi sono soltanto la punta dell’iceberg della violenza che quotidianamente le bambine, le ragazze, le donne adulte, financo le donne anziane subiscono tra le mura di casa. Secondo la Convenzione di Istanbul, che l’Italia ha sottoscritto nel 2012 e ha ratificato nel 2013, con l’espressione “violenza di genere” si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, che comprende tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze e che sono violenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica. Ovviamente, questi tipi di violenze non sono in alternativa l’una con l’altra, ma spesso sono coesistenti, compresa la minaccia di compiere questi atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che in quella privata.

Quando parliamo di violenza domestica, stiamo designando tutti questi tipi di atti di violenza che avvengono all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima.

Con il termine “genere”, come ho già detto, ci si riferisce, invece, a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti, che una determinata società considera più appropriati per donne e uomini. Quindi, con il termine “violenza contro le donne basata sul genere” si intende qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale o che colpisce le donne in modo sproporzionato. Per “vittima” si intende qualsiasi persona fisica che subisce questi atti o comportamenti.

Per finire, con il termine “donne”, sto sempre parlando delle definizioni che sono stabilite nella cosiddetta Convenzione di Istanbul, si intendono anche le ragazze minorenni, cioè inferiori a 18 anni.

L’ultimo punto è una domanda: come liberarsi dalla violenza? Io penso che la natura non abbia reso gli uomini fisicamente più forti delle donne per poterle massacrare, e lo dico perché è una teoria che purtroppo è diffusa anche tra le giovani generazioni, anche tra le donne.

Se così fosse, non ci sarebbero soluzioni possibili. Se assumiamo che il maschio è un predatore seriale, perché così è la sua natura, per il suo istinto riproduttivo, non c’è soluzione, perché non c’è educazione possibile. Se sono gli ormoni a prevalere, non c’è soluzione che tenga. Se la specie Homo sapiens in circa 2.000 anni di evoluzione è arrivata fino a qui, io credo che possiamo fare un ulteriore passo. Educhiamo ad esprimere i sentimenti e non a reprimerli, a riconoscere le frustrazioni e a non farsi travolgere, a riconoscere le emozioni e imparare a gestirle.

Per questo io dico che nessuno può voltarsi dall’altra parte e dire “io non c’entro”. È quello che tanti uomini hanno detto dopo il caso di Giulia Cecchettin.

Credo, proprio perché queste sono le ragioni storiche e sociali, che la responsabilità sia di tutti e quindi credo che ognuno di noi debba fare la propria parte, perché se la colpa è del singolo, la responsabilità è collettiva. Ciascuno deve fare la propria parte nelle scuole, in famiglia, sui luoghi di lavoro, nei luoghi di aggregazione. Tutte le volte che noi, con una scrollatina di spalle, lasciamo correre le offese, le male parole, i discorsi di odio o le affermazioni sessiste, noi non stiamo contrastando la violenza di genere, ma la stiamo alimentando.

Fare la propria parte significa che quando le donne denunciano devono essere credute e non rimandate a casa, quando le donne denunciano uno stupro significa che durante quei processi non si devono cercare attenuanti nel modo di vestire o nello stile di vita della vittima.

Per finire, ancora una volta dico: non si colpevolizzano – anche questo, infatti, abbiamo ascoltato dopo il caso di Giulia – ancora una volta le madri che per anni hanno sopportato ceffoni e soprusi perché non hanno o non avevano risorse o non sapevano dove andare a proteggere i propri figli.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Dalfiume.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Anch’io vorrei ringraziare l’assessora Lori per quanto ci ha illustrato, pur avendo con i suoi uffici e con la stessa assessora un rapporto privilegiato all’interno della Commissione Parità, in cui progressivamente, man mano che i provvedimenti sono stati adottati, dal Piano antiviolenza alle altre misure, l’interlocuzione è sempre stata fitta, proficua e approfondita su un tema che in generale, come hanno detto bene le mie colleghe, ha a che fare sicuramente con il tema della violenza maschile contro le donne, ma che ha una caratteristica strutturale e trasversale.

Sono sostanzialmente quattro anni che ho il privilegio di poter fare il presidente della Commissione Parità, il che sicuramente è qualcosa, come ho detto in diverse occasioni, di anomalo rispetto al panorama complessivo, dato che all’interno delle amministrazioni pubbliche questa figura non vede molte attribuzioni di carattere maschile a livello regionale, a livello comunale, a livello generale. È sicuramente un grande onore e anche una grande sfida ed è, senz’altro, un osservatorio privilegiato per quanto riguarda la componente maschile rispetto a tutte quante le tematiche di cui stiamo discutendo questa mattina.

È chiaro che abbiamo bisogno non solo di riflettere o di prenderci degli impegni oggi in termini istituzionali e formali attraverso una serie di misure, che verranno richiamate anche in atti di indirizzo a seguire da questo dibattito. È evidente oggi ‒ ed è sempre più evidente, oggi come oggi ‒ che nel momento in cui noi trattiamo della violenza maschile contro le donne un termine della questione sia proprio il termine maschile. È evidente che coloro che perpetrano la violenza (fisica, psicologica) fino ad arrivare al femminicidio, nei numeri che sono stati espressi, raccontati e illustrati sulla stampa, oggi in aula, dentro la Commissione Parità... Coinvolge primariamente i componenti maschili. Lo sono per la stragrande maggioranza, quasi per la totalità. Soprattutto, quello che desta preoccupazione negli ultimi fatti di femminicidio, in particolar modo quello di Cecchettin, è che... Ed è stato richiamato anche qui. C’è un tema anagrafico. Noi abbiamo sempre investito nelle nuove generazioni, un portato positivo progressivo, risolutorio di tutte quante le nostre mancanze, difficoltà storiche. Ma quell’età e, nello stesso tempo, ciò che il presidente vicario del tribunale di Milano, Fabio Roja, riporta, che nel 2023 ben il 40 per cento degli stalker e dei violenti ha un’età tra i 18 e i 40 anni, ci deve interrogare ancora più a fondo su come la nostra cultura, nella capacità di trasmettere una serie di valori, sia in una qualche maniera capace di intercettare quelle generazioni, di convincerle rispetto ai percorsi che abbiamo fatto e che abbiamo anche insediato a livello istituzionale.

L’omicidio di Cecchettin, purtroppo, il femminicidio di Cecchettin, purtroppo, non è stato l’ultimo di quest’anno. Ne sono seguiti ben altri due. È lo scenario, quello che ci è consegnato, dei 107 finora rilevati, il numero impressionante del 2022, quella curva mai discendente dei femminicidi, a fronte, invece, di una curva discendente degli omicidi volontari nel loro complesso, che ci deve interrogare su come la nostra capacità a livello istituzionale, ma io dico come genere maschile, possa essere affrontata.

Molti uomini non riescono a sentire la responsabilità dei femminicidi, delle violenze e degli abusi, richiamando, invece, a una responsabilità individuale, sintomo, però, di una mancanza di autocoscienza maschile seria. Spesso e volentieri, le risposte da parte delle Istituzioni sono quelle dell’inasprimento delle pene.

Noi vediamo che, anche attraverso l’introduzione dei codici rossi o delle modalità attraverso cui abbiamo iniziato a trattare il tema del femminicidio e della violenza maschile sulle donne, contro le donne, una serie di passaggi, anche l’inasprimento delle pene, sono stati compiuti, ma questo evidentemente non ha trasformato quella che è una realtà che è profondamente culturale, che è profondamente maschile, che è profondamente patriarcale.

Allora, credo che serva un po’ un atto rivoluzionario. Penso che come Assemblea, che ringrazio tutta per la mia elezione come presidente della Commissione Parità, una piccola rivoluzione la possa aver fatto. Abbiamo bisogno di assumerla generalmente dal punto di vista maschile, questa sfida e quindi rompere una spirale del silenzio, come dice Noelle-Neumann, un circolo vizioso che si innesca quando si sopprime la propria reale opinione per paura della riprovazione e isolamento da parte di una presunta maggioranza.

Quindi, l’invito è a noi consiglieri, a stigmatizzare, anche per quelli che conosciamo, nelle nostre dinamiche di amicizia, a stigmatizzare quei comportamenti che a volte trascuriamo, pensiamo come elementi goliardici e che non lo sono, perché questi possono portare a proseguire una cultura come quella che ha generato 107 femminicidi fin qui per il 2023, i 121 del 2022, eccetera. Sono 1.500 le donne uccise per femminicidio negli anni che vanno dal 2012 al 2022. Sono un’enormità, sono una strage silenziosa e profonda.

All’interno di tutto ciò, ed è per questo che credo che sia anche opportuno rivendicare, come Assemblea legislativa, ciò che abbiamo condotto nel corso di questi anni, nel corso di questi quattro anni, e di nuovo torno a ringraziare l’assessora Lori per la tenacia con cui ha difeso, anche su sollecitazione dell’Assemblea, comunque, il rafforzamento del reddito di libertà, lo ha detto lei nell’introduzione, una misura che ha più che raddoppiato le beneficiarie di una misura necessaria alla tranquillità economica per chi è in fuga da percorsi di violenza. Sono oltre 500 quelle che nei due anni hanno potuto beneficiare, oltre che dei fondi nazionali, del reddito di libertà potenziato dalla Regione Emilia-Romagna. Sappiamo che c’è stato un problema iniziale dal punto di vista del raccordo amministrativo tra lo sportello dell’INPS e le nostre risorse, ma è evidente che, superato quell’incastro, dopo le cose sono andate meglio. Così come la relazione con i Centri antiviolenza, che sono un partner imprescindibile per quanto riguarda la nostra presenza sul territorio nei meccanismi di contrasto e prevenzione, i sostegni alle Case rifugio, l’istituzione di una fondazione unica nel suo genere all’interno della Regione Emilia-Romagna, la Fondazione per le vittime dei reati, anch’essa in grado di dare risposte immediate, anche in termini economici, a quei minori che sono risultati non solo vittime di violenza assistita, ma proprio anche coinvolti all’interno della violenza, perché poi orfani di madre uccisa dal compagno o dal marito.

Io credo che quello che noi facciamo quotidianamente e quello che nel corso di questa legislatura abbiamo provato a incardinare, proprio con l’assessora Lori, la Commissione Parità e il lavoro di tutte le colleghe e i colleghi, sia stato qualcosa di positivo. Quello che ci interroga oggi è che le manifestazioni, anche così estese, nelle piazze, nei cortei, nelle varie situazioni che abbiamo visto in tutte quante le città, nei paesi, nelle inaugurazioni delle panchine rosse e altro, ci dicono come questa presa di coscienza sia ancora da estendere di nuovo non solo ed esclusivamente a una presa di coscienza di natura femminile, ma anche a una presa di coscienza di natura maschile.

Quella alleanza è davvero il punto cardine che io credo sia strettamente necessario per avviarci a una sconfitta di questo odioso fenomeno, che nel femminicidio vede la punta dell’iceberg, ma che, invece, sotto porta con sé una serie di discriminazioni, differenze, distanze, violenze, trattamenti sperequati, se non ingiusti, che dobbiamo, invece, tutti assumere come responsabilità.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Sono le ore 12,56. Se lei è d’accordo, consigliera Bondavalli, riprendiamo nel pomeriggio con il dibattito sulla comunicazione. Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 12,55

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI; Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI; Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI; Matteo MONTEVECCHI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Irene PRIOLO, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Alessio MAMMI, Paola SALOMONI.

 

Comunicazione prescritta dall’art.68 del Regolamento interno

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

7706 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla ricostruzione del ponte della Motta, tra Molinella e Budrio, crollato a seguito dell'alluvione. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7707 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se esistano disposizioni regionali secondo le quali gli addetti agli sportelli delle Aziende sanitarie non sarebbero tenuti a verificare l'avvenuto pagamento del ticket da parte del paziente, prima dell'erogazione della prestazione sanitaria. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7708 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle iniziative da intraprendere al fine di diffondere una cultura di carattere finanziario tra le varie fasce della popolazione, con particolare riguardo alle categorie deboli. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Bargi, Facci, Rainieri, Marchetti Daniele, Pelloni, Rancan, Occhi, Pompignoli, Delmonte, Liverani, Stragliati, Catellani, Montevecchi

 

7709 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a un attacco hacker ai sistemi informatici dell'AUSL di Modena, con particolare riguardo all'esigenza di recuperare tempestivamente le prestazioni e le terapie cancellate. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7710 -  Interrogazione a risposta scritta circa i disagi e i disservizi segnalati sul servizio telefonico e di connettività nei comuni dell'Appennino bolognese. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7711 -  Interrogazione a risposta scritta relativa a un attacco hacker ai danni delle Aziende sanitarie di Modena, avvenuto il 29 novembre, con particolare riguardo all'eventuale sottrazione di dati sensibili e sanitari. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7712 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai requisiti richiesti ai cacciatori per l'iscrizione nell'elenco nazionale dei Bioregolatori. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7713 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al recente attacco hacker ai sistemi informatici dell'Ausl di Modena, con particolare riguardo alle ricadute sull'utenza e alle misure da adottare per evitare, in futuro, il verificarsi di simili situazioni. A firma del Consigliere: Bargi

 

7714 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano, presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli, i tempi medi di attesa, per pazienti ricoverati ed esterni, per poter effettuare TAC, Risonanze Magnetiche e prestazioni similari. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7718 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per tutelare i soggetti fragili, in particolare pedoni e ciclisti, soprattutto nelle aree urbane del territorio regionale, dagli effetti critici derivanti dall'incidentalità dell'angolo cieco, riscontrabile nella circolazione di particolari veicoli, quali camion e autobus. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7719 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al completamento del nuovo studio dell'Ausl di Bologna sull'impatto sanitario dell'inquinamento acustico generato dal traffico aereo dell'aeroporto Marconi. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7720 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i tempi di apertura e l'organizzazione dei CAU (Centri di Assistenza e Urgenza) di Reggio Emilia e di Correggio. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

7722 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla nuova articolazione oraria dei servizi CUP di Salsomaggiore (PR), realizzati presso la locale Casa della Comunità. A firma del Consigliere: Gerace

 

7723 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali iniziative la Giunta intenda intraprendere per far fronte ai gravi disagi che si stanno verificando nelle strutture sanitarie modenesi dopo l'attacco hacker ai sistemi informatici dell'Ausl di Modena. A firma del Consigliere: Bargi

 

7724 -  Interrogazione a risposta scritta sulle difficoltà segnalate per l'acquisto, presso le rivendite autorizzate, di titoli di viaggio TEP (gestore del servizio di trasporto pubblico in provincia di Parma) e sulle possibili soluzioni per potenziare la rete di vendita degli stessi. A firma del Consigliere: Rainieri

 

7725 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la riorganizzazione dei posti letto dell'Ospedale di comunità, annunciata dalla Direzione dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7726 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla tutela del sistema informatico dopo l'attacco hacker alle Aziende sanitarie di Modena e all'Ospedale di Sassuolo. A firma dei Consiglieri: Costi, Maletti, Sabattini

 

7727 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quali iniziative la Regione intenda introdurre per impedire che la carenza di personale di Seta venga risolta con la cancellazione definitiva delle corse soppresse a Reggio Emilia. A firma del Consigliere: Amico

7728 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alla questione sicurezza sul lavoro e all'opportunità del whistleblowing come strumento di prevenzione regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7729 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle segnalazioni circa le forti emissioni odorigene causate da stabilimenti industriali che interessano l'area di Castelnuovo Rangone e Castelvetro (MO). A firma del Consigliere: Piccinini

 

7730 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in ordine alla recente delega attribuita dal Sindaco della Città metropolitana di Bologna a persona esterna al Consiglio metropolitano. A firma del Consigliere: Facci

 

7731 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere le tempistiche per l'adozione delle direttive per la disciplina dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di rilascio di concessioni di demanio idrico per la pesca e l'acquacoltura. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra

 

7732 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere dove è avvenuta l'attivazione dei Centri di assistenza e urgenza (CAU) all'interno del territorio regionale, con particolare riguardo agli orari di apertura, al personale impiegato e agli accessi registrati evasi o dirottati ai Pronto Soccorso dei presidi ospedalieri limitrofi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7733 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alla sicurezza dei dati dei cittadini gestiti dai sistemi informatici regionali, con particolare riguardo alle modalità del recente attacco hacker alle aziende sanitarie di Modena. A firma della Consigliera: Castaldini

 

RISOLUZIONI

 

7716 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a inserire come prioritario nel nuovo accordo di programma con ANAS il potenziamento della SS12 nel tratto Pavullo nel Frignano e Pozza di Maranello (MO), al fine di risolvere le criticità relative alla sicurezza stradale. (30 11 23) A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7721 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sensibilizzare la cittadinanza sul tema della violenza di genere, con particolare riferimento a quella di natura psicologica, compresa quella connessa al disturbo narcisistico della personalità. (01 12 23) A firma della Consigliera: Piccinini

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

7215 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere l'intendimento della Giunta a proposito della richiesta di stato di emergenza, in favore dei cittadini e delle categorie colpite dal maltempo del mese di luglio 2023 in provincia di Ferrara. A firma del Consigliere: Bergamini

 

7218 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali iniziative la Giunta intenda intraprendere al fine di provvedere celermente alla messa in sicurezza delle aree della provincia di Ravenna in cui sono presenti detriti contenti amianto. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7227 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per garantire, sul territorio romagnolo, la sistemazione di tutti i tratti di fiume danneggiati dall'alluvione, inclusi quelli che attraversano proprietà private, evitando di gravare sugli agricoltori e sui frontisti. A firma del Consigliere: Liverani

 

7228 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno chiedere al Commissario straordinario per la ricostruzione post-alluvione e al Governo di integrare l'elenco dei Comuni beneficiari delle disposizioni del Decreto-legge n. 61/2023, promuovendo contestualmente un confronto con il Governo per definire un vero piano di interventi straordinari mirato alla ripresa delle aree colpite dall'alluvione. A firma del Consigliere: Caliandro, Rontini, Pillati, Mumolo, Fabbri, Dalfiume, Daffada', Sabattini, Bulbi, Gerace, Costa

 

7241 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno prevedere, a partire dal 2023, anche per l'Assemblea legislativa, sia per le strutture ordinarie che per le strutture speciali, l'assegnazione di posti disponibili per l'accesso ai corsi di alta formazione e al master universitario. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7243 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere la tempistica prevista per gli interventi di rimozione del legname accatastato lungo le sponde del torrente Zena, nel tratto compreso tra San Lazzaro e Loiano. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7261 -  Interrogazione a risposta scritta sul caso di cittadino in situazione di bisogno, separato dalla sua anziana cagnolina ad opera dei servizi sociali. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7262 -  Interrogazione a risposta scritta sul sostegno alle famiglie nell'affrontare il costo delle rette per la frequenza dei Centri estivi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7265 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla riapertura del Ponte delle Grazie di Faenza, danneggiato a seguito degli eventi alluvionali di maggio 2023. A firma del Consigliere: Liverani

 

7283 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno valutare, di concerto con il Ministero dell'Istruzione e gli enti locali, un progetto sperimentale di "Università della Montagna" o di "Università dell'Appennino" in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7285 -  Interrogazione a risposta scritta in merito allo stato in cui versa il fiume Senio all'altezza di Tebano, a Faenza. A firma del Consigliere: Liverani

 

7287 -  Interrogazione a risposta scritta sulla chiusura della Scuola media di Tarsogno, nel comune di Tornolo (PR). A firma del Consigliere: Rainieri

 

7289 -  Interrogazione a risposta scritta sulle politiche regionali riguardanti l'Intelligenza Artificiale (IA): risvolti etici delle applicazioni alla legislazione e ai dati dell'Assemblea legislativa e utilizzo nella prevenzione del dissesto idrogeologico. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7290 -  Interrogazione a risposta scritta sulla viabilità di 'emergenza' da un decennio per gli abitanti della frazione di Macerato, Comune di Casalfiumanese. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7292 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla chiusura della scuola secondaria di primo grado di Tarsogno, frazione del comune di Tornolo in provincia di Parma. A firma del Consigliere: Daffada'

 

7294 -  Interrogazione a risposta scritta sulla vendita ad una società immobiliare di un'area di circa 500 ettari posta all'interno del Parco Regionale del Delta del Po. A firma dei Consiglieri: Facci, Liverani

 

7298 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ad un'area edificabile all'interno del Parco del Delta del Po. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7309 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla pulizia dei fiumi da parte delle aziende private. A firma del Consigliere: Liverani

 

7312 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'esondazione del Sillaro ed i relativi interventi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7317 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al controllo della qualità dell'acqua irrigua. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7321 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'inquinamento odorigeno prodotto dagli impianti industriali di Faenza e l'impatto sulla popolazione. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7322 -  Interrogazione a risposta scritta sulla necessità di sganciare la realizzazione delle casse di espansione dalle attività estrattive. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7323 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'impianto per la produzione di fertilizzanti da fanghi di depurazione a Portomaggiore (FE). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7329 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ad una fogna a cielo aperto a Faenza e alla necessità di rifacimento delle fognature dei centri alluvionati. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7333 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla manutenzione del Rio Lora a Castel San Giovanni (PC). A firma della Consigliera: Stragliati

 

7335 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle liste d'attesa per nidi e scuole d'infanzia nel Comune di Parma. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7338 -  Interrogazione a risposta scritta per favorire l'accesso delle Micro, Piccole e Medie imprese emiliano-romagnole alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7342 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al "Casino dei Boschi" a Sala Baganza (PR). A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7356 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a sanzioni, che, secondo notizie di stampa, sarebbero state comminate nel comune di Castel Bolognese, in relazione a rifiuti accatastati in strada, diretta conseguenza degli eventi alluvionali che hanno colpito quel territorio nel corso del mese di maggio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7360 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle richieste di borse di studio e di alloggi da parte degli studenti universitari fuori sede. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7362 -  Interrogazione a risposta scritta relativa agli interventi necessari per far fronte ai danni riscontrati lungo gli argini del fiume Santerno nei pressi del comune di Mordano (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

7366 -  Interrogazione a risposta scritta relativa agli interventi di manutenzione del Rio Maggiore, affluente del fiume Reno, necessari per garantire sia il corretto deflusso delle acque che un livello igienico-sanitario accettabile. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7375 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere di chi sia la gestione e la vigilanza sulla gestione delle acque all'interno della salina di Comacchio e quali siano le tempistiche legate alla realizzazione e rendicontazione del contributo regionale per la costruzione del nuovo ponte. A firma del Consigliere: Fabbri

 

7376 -  Interrogazione a risposta scritta sulle misure sostitutive al Reddito di Cittadinanza. A firma dei Consiglieri: Mumolo, Costa, Zappaterra, Dalfiume, Gerace, Costi, Caliandro

 

7383 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per dare la possibilità alle famiglie residenti nell'Appennino piacentino di usufruire dell'asilo nido gratuito. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7395 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare per garantire la manutenzione della chiavica Accursi, sul fiume Idice, al fine di scongiurare futuri scenari calamitosi, in caso di alluvioni di entità analoghe a quella del mese di maggio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7398 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle modifiche apportate al ruolo di controllo svolto dall'Agenzia regionale Arpae dalla Delibera regionale n. 1407 del 7 agosto 2023, ad oggetto "Precisazioni in ordine ai compiti e ai contenuti della relazione istruttoria di Arpae nell'ambito delle istruttorie di Valsat di piani urbanistici". A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7411 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga che la norma regionale sul consumo di territorio pari a zero, applicata nelle stesse modalità su tutto il territorio regionale, possa collidere con le politiche di contrasto allo spopolamento della montagna. A firma del Consigliere: Bargi

 

7413 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'affidamento dei lavori di riqualificazione di Piazza della Pace, nella frazione di Altedo del comune di Malalbergo (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7419 -  Interrogazione a risposta scritta circa le dichiarazioni del Sindaco della città Metropolitana di Bologna, riguardo la raccomandazione allo smart working del personale in servizio nel Fiera District di Bologna. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7422 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'opportunità di sospendere l'abbattimento del guado provvisorio, costruito a Monterenzio, per ovviare alla mancanza della Sp7 Idice interrotta dagli eventi franosi di maggio 2023. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7427 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se si ritenga opportuno effettuare interventi di eliminazione della vegetazione che occupa il corso del torrente Idice, in località Vigorso di Budrio (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7437 -  Interrogazione a risposta scritta circa i motivi dell'annullamento della sesta tappa del Giro d'Italia handbike, a Piacenza. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7476 -  Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi necessari per ripristinare i requisiti fondamentali per la sicurezza dei bambini presso la scuola materna di San Pietro in Casale (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

7480 -  Interrogazione a risposta scritta circa lo stato degli interventi di manutenzione previsti, relativi ai Fiumi Lamone e Montone, nel comune di Russi (RA), con particolare riferimento al periodo antecedente a maggio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7481 -  Interrogazione a risposta scritta circa il mancato invio di un'automedica, insieme all'ambulanza, per prestare soccorso a un paziente in codice rosso, a Casalecchio di Reno (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7482 -  Interrogazione a risposta scritta circa le criticità relative allo stoccaggio di legname all'interno degli argini del fiume Lamone, all'altezza della frazione di Boncellino di Bagnacavallo (RA). A firma del Consigliere: Liverani

 

7485 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla situazione post alluvione di alcuni fiumi della provincia di Ravenna, con particolare riguardo alle criticità costituite dallo stato degli argini e dalla presenza di cataste di legna lungo alcuni tratti. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7519 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla ricognizione sullo stato del reticolo idrografico della Romagna e alla tempistica prevista per l'avvio della ricostruzione delle aziende. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7520 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al progetto di costruzione della nuova scuola primaria "E. De Amicis" e di demolizione dell'attuale plesso scolastico, nel comune di Marano sul Panaro (MO). A firma del Consigliere: Pelloni

 

7529 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'attività della Cava di gesso di Monte Tondo e Sassofeltrio, con particolare riguardo al futuro dello stabilimento di Casola Valsenio. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7548 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla realizzazione dell'autostrada regionale Cispadana. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7553 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Regione intenda sollecitare il Comune di Savignano sul Panaro (MO) affinché faccia una ricognizione delle aree con potenzialità problematiche, a partire da via Magazzeno, al fine di implementare la sicurezza con dispositivi di illuminazione pubblica. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7570 -  Interrogazione a risposta scritta circa le domande di uscita anticipata presentate all'Istituto Superiore "Archimede" di San Giovanni in Persiceto da genitori di studenti pendolari, che fruiscono della linea 552 Modena-Ferrara per il rientro a casa. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7571 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle azioni necessarie al fine di garantire il reperimento di fondi per le imprese agricole della pianura romagnola e delle zone pedemontane, che sarebbero state escluse dai finanziamenti per danni da eventi atmosferici avversi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7580 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano attualmente gli accordi contenuti nel contratto di fornitura triennale di degenza ospedaliera e specialistica ambulatoriale per il triennio 2021-2023, rispetto alle strutture sanitarie private accreditate, nella provincia di Ferrara. A firma del Consigliere: Bergamini

 

7585 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno affidare l'informazione medico-scientifica nelle scuole e nelle università della nostra regione ad una multinazionale straniera. A firma dei Consiglieri: Bargi, Bergamini, Facci, Montevecchi, Catellani, Pelloni, Marchetti Daniele, Stragliati

 

7608 -  Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare al fine di ripristinare la linea telefonica fissa in un caseggiato in località di Castello di Serravalle, interrotta dal maggio scorso, e di promuovere lo sviluppo del progetto Open Fiber nel comune di Valsamoggia. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

Comunicazioni ai sensi dell’art. 68, comma 1, lettera d) del Regolamento interno:

l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa preso atto:

- della nota prot. AL/2023/29311 del 28 novembre 2023 con la quale il consigliere Simone Pelloni ha comunicato la revoca della adesione al Gruppo Lega Salvini Emilia-Romagna e l’adesione al Gruppo “RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna”;

ha adottato la deliberazione n. 69 del 30 novembre 2023, ad oggetto:

- “Accertamento e dichiarazione della costituzione dei gruppi assembleari della XI legislatura e presa d'atto della loro consistenza numerica (art. 36 Statuto, art. 6 Regolamento interno, art. 17, comma 3, l.r. 11/2013 e ss.mm.ii.). Modifiche alla deliberazione UP 59/2023.”

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 113, comma 5 del Regolamento interno, circa la mancata risposta da parte della Giunta nei termini previsti alle interrogazioni oggetto:

 

7269 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale impatto diretto ha sui progetti dell'Emilia-Romagna la scelta del Governo di tagliare il PNRR, mettendo a rischio alcuni progetti strategici per il Paese e per le Regioni. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Daffada', Zappaterra, Sabattini, Dalfiume, Bulbi, Pillati, Montalti, Rontini, Mumolo, Mori, Costa, Gerace, Costi, Fabbri

 

7324 -  Interrogazione a risposta scritta in merito allo stato in cui versa l'arginatura del fiume Lamone in Via Saldino a Reda a Faenza (RA). A firma del Consigliere: Liverani

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 20 prot. NP/2023/776 del 4 dicembre 2023)

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

 

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