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SEDUTA DI MARTEDÌ 19 DICEMBRE 2023

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

SESSIONE DI BILANCIO

 

OGGETTO 7754

Comunicazione della Giunta sull'attuazione del Programma di Governo e Relazione della Giunta all'Assemblea legislativa sull'attività della Giunta regionale nel 2022.

 

OGGETTO 7654

Progetto di legge di iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2024". (78)

(Relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno7654/1/5/7/8/9, oggetti 77947798780078017802 discussione e approvazione)

(Ordini del giorno7654/2/3/4/6, oggetti 7795779677977799 discussione e reiezione)

 

OGGETTO 7655

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2026 (Legge di stabilità regionale 2024)". (79)

(Relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno7655/1/5/7, oggetti 780378077809 discussione e reiezione)

(Ordini del giorno7655/2/3/4/6/8, oggetti 7804780578067808 - 7810 discussione e approvazione)

 

OGGETTO 7656

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". (80)

(Relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno7656/1/3, oggetti 78117813 discussione e reiezione)

(Ordini del giorno7656/2/4/5/7/8/9, oggetti 78127814781578177818 - 7819 discussione e approvazione)

(Ordine del giorno7656/6, oggetto 7816 ritiro)

PRESIDENTE (Petitti)

BARGI, relatore di minoranza

TAGLIAFERRI (FdI)

CASTALDINI (FI)

POMPIGNOLI (Lega)

PICCININI (M5S)

CATELLANI (Lega)

ZAMBONI (EV)

BONDAVALLI (BP)

AMICO (ERCEP)

MASTACCHI (RCPER)

STRAGLIATI (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

PIGONI (IV)

MARCHETTI Daniele (Lega)

CUOGHI (FdI)

CALVANO, assessore

PELLONI (RCPER)

SABATTINI (PD)

BONACCINI, presidente della Giunta

PRESIDENTE (Petitti)

DELMONTE (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

MONTALTI, consigliera segretaria UP

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Petitti)

MORI (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

POMPIGNOLI (Lega)

FACCI (Lega)

PICCININI (M5S)

STRAGLIATI (Lega)

GERACE (IV)

RONTINI (PD)

PRESIDENTE (Zamboni)

COSTI (PD)

POMPIGNOLI (Lega)

FACCI (Lega)

PRESIDENTE (Zamboni)

STRAGLIATI (Lega)

PRESIDENTE (Zamboni)

PRESIDENTE (Petitti)

RANCAN (Lega)

RONTINI (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Votazione elettroniche oggetti 7654 – 7655 – 7656 e argomenti collegati

Emendamenti oggetti 7654 – 7794 – 7655 - 7803

 

 

 

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,46

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 245 del giorno 19 dicembre 2023.

Hanno giustificato la propria assenza gli assessori Corsini, Mammi e Salomoni.

 

SESSIONE DI BILANCIO

 

OGGETTO 7754

Comunicazione della Giunta sull’attuazione del Programma di Governo e Relazione della Giunta all’Assemblea legislativa sull’attività della Giunta regionale nel 2022.

 

OGGETTO 7654

Progetto di legge di iniziativa Giunta recante: “Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2024”. (78)

(Relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno7654/1/5/7/8/9, oggetti 7794 – 7798 – 7800 – 7801 – 7802 discussione e approvazione)

(Ordini del giorno7654/2/3/4/6, oggetti 7795 – 7796 – 7797 – 7799 discussione e reiezione)

 

 

OGGETTO 7655

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2026 (Legge di stabilità regionale 2024)”. (79)

(Relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno7655/1/5/7, oggetti 7803 – 7807 – 7809 discussione e reiezione)

(Ordini del giorno7655/2/3/4/6/8, oggetti 7804 – 7805 – 7806 – 7808 - 7810 discussione e approvazione)

 

OGGETTO 7656

Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026”. (80)

(Relazione di minoranza, discussione e approvazione)

(Ordini del giorno7656/1/3, oggetti 7811 – 7813 discussione e reiezione)

(Ordini del giorno7656/2/4/5/7/8/9, oggetti 7812 – 7814 – 7815 – 7817 – 7818 - 7819 discussione e approvazione)

(Ordine del giorno7656/6, oggetto 7816 ritiro)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo dalla sessione di bilancio, più precisamente dall’oggetto 7754 “Comunicazione della Giunta sull’attuazione del Programma di Governo e Relazione della Giunta all’Assemblea legislativa sull’attività della Giunta regionale nel 2022”.

Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante “Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2024”, su cui insistono due proposte di emendamento, una a firma del consigliere Marchetti Daniele e una a firma dei consiglieri Cuoghi, Evangelisti e Tagliaferri.

Su questo oggetto insistono anche cinque proposte di ordine del giorno.

Oggetto 7655: progetto di legge di iniziativa della Giunta recante “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2026”, su cui insistono tre proposte di emendamento: una a firma dei consiglieri Catellani, Delmonte e Stragliati e due a firma dei consiglieri Evangelisti, Tagliaferri e Cuoghi.

Su tale oggetto sono state presentate anche tre proposte di ordine del giorno. Uno a firma della consigliera Catellani, uno a firma dei consiglieri Stragliati e Marchetti Daniele, uno a firma dei consiglieri Rainieri, Gerace, Daffadà e Facci.

Poi abbiamo il progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Bilancio di previsione 2024-2026”.

Siamo, quindi, al procedimento di discussione, alla relazione del relatore di minoranza, il consigliere Bargi. Prego, consigliere Bargi.

 

BARGI, relatore di minoranza: Presidente, io partirei dal fondo dell’intervento del collega Sabattini, che ha terminato con i ringraziamenti. Mi sento di farli anch’io, in special modo al relatore e al relatore sostituto, Palma Costi, perché chiaramente abbiamo avuto per un certo periodo Sabattini fuori gioco.

È chiaro che il ringraziamento è sentito perché si è andati incontro, a mio avviso, a una procedura estremamente rapida della trattazione del bilancio e di conseguenza è stato necessario doversi confrontare, e ci stiamo confrontando tuttora, per poter arrivare alla conclusione di alcune proposte che arrivano anche dai territori.

Infatti a mio avviso questo bilancio, l’ho detto in tutte le Commissioni ma è importante ribadirlo anche in aula, rappresenta, dal mio punto di vista, due primati. Il punto di vista di qualcuno che ha avuto modo in questi ultimi quasi 10 anni di rivestire spesso il ruolo di relatore al bilancio.

I due primati sono appunto quello temporale. Mai, negli anni in cui mi è capitato di essere qui in Assemblea legislativa, è mai stata affrontata con una tale fretta la sessione di bilancio, rendendo veramente complesso quello che è il confronto democratico, la possibilità di portare delle proposte che in queste fasi generalmente vengono trattate in maniera anche di più ampio respiro.

Anche perché c’è una parte amministrativa del nostro ruolo, di saper cogliere quelle che sono le richieste dei territori, dei sindaci, delle Amministrazioni e portarle qui. Vale tanto per la maggioranza, quanto per l’opposizione, il momento di confronto è tanto più democratico e sereno se ci si prende i tempi dovuti. Cosa che non abbiamo fatto.

Il secondo primato che non mi era mai capitato, ma lo abbiamo notato anche stamattina sulla nota di aggiornamento e nei pochissimi interventi che si sono sentiti, di vedere il bilancio della Regione Emilia-Romagna utilizzato quasi come un’arma brandendolo contro il Governo.

In passato abbiamo sempre assistito a un elogio, e ci mancherebbe altro, da parte dell’Amministrazione delle proprie iniziative, ma fa parte del gioco politico - nessuno sì sorprende di quello - cercando di presentare il meglio che potesse offrire la Regione Emilia-Romagna. Questa volta c’è un po’ questo atteggiamento di assalto alla baionetta.

Si avvicina chiaramente una campagna elettorale importante e capisco anche il bisogno di dover ricorrere a strumenti di tipo elettorale. Però, è una novità e ci preme segnalarlo. Anche perché sembra quasi, da un certo punto di vista, non tenere conto del tutto di quello che è il contesto globale.

L’accusa che viene fatta al Governo fondamentalmente è che la coperta è arrivata troppo corta, ma la coperta è corta perché siamo in un contesto in cui ci siamo anche infilati da soli, politicamente. Perché veniamo dal più grande suicidio geopolitico della storia, così verrà ricordato sicuramente negli anni a venire, che ci sta portando dei danni pesantissimi, soprattutto riferiti alla tematica dell’approvvigionamento di gas a prezzi accessibili all’industria tedesca e quella italiana in particolare. Tra l’altro due economie legate sotto diversi distretti produttivi e quindi, di conseguenza, vedono una sorta di trascinamento al ribasso insieme, che a sua volta si traduce chiaramente in minori risorse, stagnazione laddove non c’è addirittura recessione nel caso tedesco e in difficoltà evidente a poter avere la capacità di rispondere a tutti i bisogni che oggi come oggi vengono portati alla nostra attenzione.

Anche perché questo suicidio geopolitico è accompagnato dalla volontà di cui è farcito anche questo bilancio, di voler proseguire, come se fosse una nuova religione di vita, questa transizione verde, transizione che, come abbiamo provato a spiegare in tutte le salse, ha un contraccolpo estremamente pesante sulle tasche dei nostri cittadini, contraccolpo che viene ingigantito e amplificato proprio dal non consentirci di avere accesso alle materie prime e alle fonti energetiche alle quali, quando è stata progettata la transizione verde, si pensava di avere accesso, andando quindi a creare un effetto domino sulla nostra economia.

Questo andrebbe aggiunto allo scenario più nuovo, che è quello della guerra israelo-palestinese che sta già producendo danni a livello globale di non poco conto. Stiamo vedendo come diverse compagnie di trasporti stiano evitando il Mar Rosso. Se dovesse ingigantirsi e amplificarsi il conflitto, andando a incidere anche sui prezzi del petrolio, andando a incidere sul trasporto più lungo, che vuol dire costi più alti, vuol dire infrazioni che continuiamo a portarci in casa, sarebbe per noi una situazione estremamente complessa, eppure l’Unione europea non ha saputo né evitare la guerra in casa sua, dopo otto anni che perdurava il conflitto in Donbass, ne avere un ruolo di primo piano sullo scenario internazionale rispetto a quanto sta avvenendo in Palestina.

Di conseguenza, mi pare che possiamo tirare le somme sul fatto che l’unico motivo per cui aveva un senso l’Unione europea, ovvero cercare un primato a livello mondiale, sia stato completamente buttato al vento. Questo ha delle ricadute pesantissime, perché la transizione verde difficilmente può coesistere con la difesa delle aziende del nostro territorio, difficilmente può coesistere con il contenimento dei prezzi. C’è chi parla di trilemma, non puoi avere la competitività, la difesa delle aziende e la transizione verde contemporaneamente, ed è abbastanza evidente, perché se vuoi i prezzi bassi ti rivolgi alla Cina e distruggi le tue aziende, si difendi le tue aziende, non sei competitivo, anche perché, al netto di COP28 dove vengono sventolati obiettivi di abrogazione di gas serra e via discorrendo, non c’è il becco di un quattrino necessario per poter affrontare in maniera serena questa transizione, con una concorrenza non solo cinese, ma anche dei nostri kapo, di cui rivestiamo il ruolo di gregari d’oltreoceano, che invece con l’Inflaction Reaction Act hanno uno strumento ben più solido di quelli che possiamo fornire noi come Unione europea ad oggi, quindi, a mio avviso, è un dilemma.

Noi ci troviamo di fronte a un dilemma forte, più che a un trilemma, ovvero da un lato possiamo pensare di proseguire sulla rotta della transizione verde, perché altrimenti il mondo finirà, dall’altro vediamo distruggere la nostra economia, con la differenza che il mondo finirà ce lo dicono i profeti di sventura, degli orologi, dell’Apocalisse. Che l’economia verrà massacrata da questa tendenza, invece, è un dato di fatto.

Questo bilancio è intriso, in tutti i suoi passaggi, delle tematiche cosiddette “green”.

Venendo ad altri elementi legati al bilancio, in particolare mi preme sottolineare alcuni passaggi sullo sviluppo economico, dove siamo già intervenuti in tante occasioni, anche quando c’era il DSR, quindi il Documento di strategia regionale, l’S3 sull’innovazione e la formazione. Da allora abbiamo cercato di mettere davanti alcuni aspetti importanti. Penso all’internazionalizzazione. A nostro avviso, la Regione Emilia-Romagna, proprio perché traina ‒ ce lo diciamo sempre ‒ dovrebbe rivestire anche un ruolo nel saper trovare nuovi spazi di sbocco al nostro tessuto produttivo, non solo per vendere, ma anche per portare investimenti all’estero. Di conseguenza, portare sul nostro territorio gli utili. Cosa che, al di là di quei partenariati di comodo, non si sta facendo, non si cerca di andare oltre questa nuova cortina di ferro.

Sempre sul tema dell’internazionalizzazione, avevamo posto un tema. Oggi si parla di catene del valore corte, si parla di reshoring. Noi lo dicevamo già allora: guardate che, non tanto per la guerra, che doveva ancora scoppiare, ma per quanto è avvenuto, soprattutto in fase di Covid, il bisogno di poter accorciare le filiere è emerso. Anche l’Unione europea stessa sostiene iniziative volte anche al cosiddetto nearshoring. L’azienda, magari, tedesca o austriaca dice: “Devo accorciare la filiera. Magari investo in Italia”.

Cominciare a pensare anche a provvedimenti legislativi che sostengano questa formula... Noi avevamo pensato alla legge n. 14/2014. Ci è stato detto: “No, quella la vogliamo tenere per l’innovazione”. Poteva essere un modo per creare un trampolino. Anzi, più che un trampolino, per creare una porta da cui poter portare investimenti e posti di lavoro sul territorio, sfruttando questa tematica delle catene di valore corte, cosa di cui oggi sento accennare negli interventi, anche dell’assessore Colla, ma non se n’è vista traccia.

Formazione a fini occupazionali, ricerca e innovazione. Noi continuiamo a sostenere che bisognerebbe cominciare ad avere un rapporto più diretto Regione-impresa, cioè cercare di evitare le scatole cinesi: ART-ER, fondazioni varie, università. Progetti di questo tipo non hanno i tempi e la capacità di aggiornarsi al ritmo del tessuto produttivo. Di conseguenza, sarebbe interessante avere un coinvolgimento più diretto. Io non parlo di modificare totalmente il cosiddetto “modello emiliano” dalla sera alla mattina. Però è evidente che se noi cominciassimo a sostenere almeno in parte quelle che possono essere le iniziative già create all’azienda, stimolarle sia sulla formazione (formati i dipendenti per poi portarli all’interno del tuo organico, così come incuba tu le startup e le realtà innovative, sostienile economicamente), noi ti diamo una mano, ma prendi tu quelle che possono avere interesse per il tuo settore, e di conseguenza che possono trovare uno sbocca.

Insomma, è un modello alternativo che noi ci sentiamo di continuare a stimolare, ma di cui non vediamo traccia. Manca, c’è un po’ un reiterarsi del cosiddetto “modello emiliano” instaurato negli anni; non vediamo questa parte di novità. C’è tutto il tema della compartecipazione ai fondi EU, dell’Unione Europea: oltre 200 milioni, solo pensando al FESR e al FSE. È chiaro che sono tante risorse di bilancio nostro, che vanno a portare a terra risorse vincolate da parte dell’Unione europea, sono scelte politiche. È più importante portare a casa quelle risorse, o è più importante tenerne una parte libera, da spendere su iniziative generate dall’autonomia, questa sì… Credetemi, mi si creano dei problemi quando sento parlare di autonomia da certi banchi dell’aula. Questa sì che sarebbe autonomia decisionale, progetti che vengono realizzati con la responsabilità anche di mettere a terra quelle risorse e di fare in modo che i progetti realizzati abbiano un effetto volano sul territorio, Limitarsi a prendere risorse che ci mette a disposizione l’Unione europea, è chiaro, non è un limite, sono tante. È chiaro che le risorse messe a disposizione dalla Regione creano un effetto volano più ampio; però è anche vero che sono estremamente limitate, c’è sempre il tema del verde, c’è sempre anche il tema della digitalizzazione, che non so se in tutto riescono a rispondere alle necessità del tessuto produttivo nostrano. Quindi, si forzano certi cambiamenti, che a volte vengono anche seguiti solo per portare a casa due soldi, ma non hai l’effetto reale di ottenere veramente un vantaggio strategico di lungo periodo.

Noi quindi rimaniamo sempre un po’ perplessi per questa scelta, che chiaramente tende a far diventare molto derivativa la strategia politica della Regione.

Sul tema del territorio e dell’ambiente, ci sono più di 400-450 milioni di investimenti che vengono indirizzati verso il dissesto idrogeologico. Noi vorremmo capire, l’avevamo chiesto in Commissione, ma anche qui, la fretta è stata tale che non ci è stata data neanche risposta, anche perché nella Commissione III mancavano assessorati e tecnici per poter effettuare un confronto. Volevamo capire se si va ‒ passatemi il termine – a scorrere gli interventi previsti nel Piano di gestione del rischio alluvioni della Regione. Perché su questo tema, l’abbiamo detto più volte, in quel Piano sono indicati quali sono i livelli di sicurezza idrica che bisognerebbe raggiungere con le nostre arginature, casse di espansione, in modo tale da garantire quello che per noi è prioritario, ovvero la difesa dell’uomo e dei suoi beni.

Chiaramente lì sono indicati gli obiettivi. Era stato detto a suo tempo, guardate che è un Piano che impatterebbe per circa 2 miliardi. Si era detto 800 milioni, 1 miliardo, siamo riusciti a portarli a casa, vogliamo capire se queste risorse vanno in interventi strutturali, oppure vanno in manutenzioni ordinarie. Perché chiaramente c’è una grossa differenza.

Il monitoraggio su questo Piano, a nostro avviso, è non solo rilevante ma è una grande criticità, perché abbiamo assistito anche di recente purtroppo in Romagna, il nostro territorio è estremamente vulnerabile e ha bisogno di vedere compiute quelle opere necessarie per metterlo in sicurezza.

Veniamo a tutto quello che viene un po’ fatto passare come politiche per la lotta alla povertà e anche il sostegno alla famiglia. Noi vediamo sempre e comunque anche qui un reiterarsi di quella che è una logica ormai consolidata della Regione e che vede un impegno soprattutto di tipo assistenziale, cioè diamo la risorsa a chi è veramente in difficoltà. Il parametro è l’ISEE ed è molto spesso bassissimo. Cioè una famiglia del ceto medio basso comunque facilmente rimane esclusa; quindi, diventano strumenti più di natura sociale che non strumenti di natura a nostro avviso strutturale. Perché lo strumento sociale ha uno scopo, che è quello di dare sollievo in un momento di difficoltà, non ha lo scopo di mantenimento.

Invece, servirebbe affiancare a questi strumenti politiche per il rilancio. Poi c’è un tema di reddito che sicuramente va oltre anche il dibattito regionale, ma tant’è.

A nostro avviso si può cercare di rendere più strutturale il sostegno alle famiglie. Abbiamo presentato un progetto di legge per introdurre il fattore famiglia, cioè un ricalcolo dell’ISEE che tiene in considerazione anche i carichi familiari. Quindi, in questo modo consentendo non solamente a chi già è in povertà e, ripeto, puoi solo sostenerlo per alleviare la situazione ma se non gli dai poi il posto di lavoro, se non gli dai la condizione per poterne emergere lì rimane e il problema te lo ritrovi anche l’anno dopo, ma uno strumento più strutturale che permetta di intervenire in maniera definitiva su quelle che sono le politiche per la famiglia. Perché poi va bene anche il “Salta su” con la Regione, “All’asilo con la Regione” e via discorrendo, ma in questo modo consentireste di poterne usufruire anche alla famiglia che magari non è in condizioni di povertà, ma che ha aumentato i carichi familiari perché ha diversi figli a carico e, di conseguenza, si troverebbe a beneficiare di quello che è uno sconto sul quale invece è molto importante, perché permette a quella famiglia di non andare in povertà.

Sul tema sanità, è un tema che ovviamente abbiamo già affrontato più e più volte in questa Assemblea. Anche di recente c’è stato il progetto di legge cosiddetto Donini, c’è stata la variazione di bilancio che comunque conteneva elementi legati alla sanità. È stato già discusso ampiamente come tematica.

Io faccio un piccolo inciso su un elemento di condivisione, abbiamo raccolto le firme un po’ di tutta l’aula, quindi credo di poterlo dire a nome di tutti, ovvero sulla tematica del payback, dispositivi medici, con un occhio di riguardo soprattutto al tessuto produttivo della nostra Regione, come del resto è avvenuto anche in altre realtà regionali per i propri casi. Perché sappiamo bene quanto questo strumento nato male ed evoluto in peggio, abbia un impatto forte sulle imprese.

In questo caso, al netto del bisogno di un intervento normativo nel nostro punto di vista a livello nazionale che anticipi anche quella che dovrebbe essere invece una sentenza, perché la sentenza poi, a mio avviso, della Corte costituzionale potrebbe creare ancora più caos tra chi ha aderito allo sconto nazionale e sta pagando, chi ha fatto ricorso alla sospensiva e quindi non paga, chi non ha la sospensiva e sta pagando…

Mi riferisco ovviamente all’ultimo aggiornamento, che è la sentenza del TAR del Lazio, e si è creata chiaramente molta confusione. Quindi, poter prendere posizione come Assemblea legislativa a fianco del nostro tessuto produttivo, credo sia un atto assolutamente importante e dovuto.

Ovviamente, non mancano nel nostro bilancio tutte quelle politiche legate al genere o alla minoranza di moda del momento, perché ormai c’è questa tendenza, presi anche dagli entusiasmi di quello che riporta la stampa, la politica comincia a disperdere risorse in piccole iniziative che, a mio avviso, hanno scarsissimo impatto e vedono invece ridursi la possibilità di poter fare degli interventi ben più seri e pragmatici.

Lo dico perché siamo profondamente convinti di questo, l’iniziativa politica deve essere rivolta a tutti i cittadini. Continuare a inseguire la minoranza del momento, l’omotransnegatività nel mandato scorso, il Women New Deal in questo giro e via discorrendo, per cercare di seguire una bandiera, produce quell’effetto lì, seguiamo la bandiera, innalziamo la bandiera, ma sul territorio i risultati si vedono ben poco, e risparmiamo risorse.

Io credo che invece dovremmo concentrarci su quelle riforme che possono interessare tutti i cittadini, perché se uno riesce a spingere per una crescita economica, fa il bene del transessuale, dell’omosessuale, della donna. dell’uomo, dello straniero, dell’italiano, ma se uno si concentra fare piccole iniziative di bandiera, rischia di perdere risorse a mio avviso in maniera non del tutto efficace.

Una piccola nota sul tema sicurezza. Sappiamo che di certo questo non spetta alla Regione, però ci ha un po’ sorpreso vedere la condizione delle nostre città. Io penso alla provincia di Modena, dove, se vai a fare un salto in centro a Modena oggi come oggi, nel weekend, è facile che trovi un poliziotto ad ogni angolo, perché sembra quasi di essere in un campo di battaglia tra baby-gang, con cittadini che si fanno giustizia da soli, inseguono i ladri e via discorrendo.

Qui leggiamo invece che la risposta sono i murales, la street art e gli street tutor. Premesso che murales e street art non combattono il degrado, la situazione è critica, siamo arrivati al giorno d’oggi, ma nemmeno lo street tutor oggi è una risposta, anzi si rischia di mandare della gente a rischiare la propria incolumità. Serve una risposta evidentemente molto più radicale, perché ormai si è andati troppo oltre, e in questo anche la Regione, se non può agire direttamente con sue competenze, piuttosto che liquidare il tutto con “ci basta fare un murales e abbiamo trovato la pace dei sensi”, bisognerebbe stimolare interventi delle forze dell’ordine che siano più radicali di natura repressiva.

Vengo al collegato. Anche qui la velocità di discussione del bilancio non permette di affrontare un dibattito che, a mio avviso, dovrebbe essere più serio, perché sul collegato ci sono molte volte piccoli aggiustamenti e adeguamenti alla normativa nazionale, ci sono tante altre volte una serie di provvedimenti che hanno anche delle ricadute sul territorio per famiglie e imprese.

Di conseguenza, risolvere tutto il dibattito su queste tematiche, limitandolo a “è infilato dentro il pacchetto bilancio, quindi vi diamo il minutaggio contato in aula, dite quello che dovete dire e votiamolo” è un sistema che non è proprio il migliore, almeno ci fosse il tempo di scendere nel dettaglio.

Io menziono tre articoli, numerati con il documento licenziato dalla Commissione bilancio, ovvero l’articolo n. 6, che è quello dei bacini idrici che vengono inseriti nella legge sull’edilizia libera, a valere sulla legge della semplificazione edilizia, c’è l’articolo dedicato all’edilizia libera. Vengono inseriti lì anche i bacini irrigui allo scopo di sostenere l’agricoltura. È una tematica che avevamo cercato di sollevare già in passato, più che altro per uniformare il procedimento con cui si potesse andare in Comune a richiedere l’insediamento di uno di questi bacini.

Lo avevamo fatto pensando alla CILA (Certificazione di Inizio Lavori Asseverata), che poteva essere una procedura rapida. Allora venne bocciato, ricordo. Qui, invece, viene scelta l’edilizia libera, e per noi è anche meglio, nel senso che snellisce ancora di più le procedure. Si parla, chiaramente, di piccoli bacini, tarati su metri quadri di terreno agricolo, che però possono dare sollievo a quegli agricoltori che hanno la disponibilità di poterli insediare rispetto al tema della siccità.

C’è la legge sull’economia circolare. All’articolo 7 viene modificata e vengono cancellati quelli che sono gli obiettivi inseriti in legge, la percentuale rispetto alla differenziazione, al riciclaggio. Vengono cancellati anche perché... Mi tolgo una mia piccola soddisfazione. A nostro avviso, non reggeva inserire degli obiettivi percentuali in una legge che, per forza di cose, era tarata su un’annualità ‒ quindi, ormai il 2020 è superato ‒ con degli obiettivi fissi in legge, perché gli obiettivi dovrebbero essere legati non tanto al complesso normativo che regola il tema dell’economia circolare, ma dovrebbero essere legati ai Piani e, di conseguenza, alle scelte politiche, agli obiettivi politici che si danno di volta in volta le varie Giunte, andando a ritoccare quelle che sono le strategie per arrivare al target. Ma inserirli in legge, oltre a essere ridicolo... Se non lo raggiungi cosa succede? C’è una penalità da pagare? È una legge che ti obbliga a raggiungerlo. Se non sei riuscito, dovremmo chiedere le dimissioni della Giunta. Se, invece, li superi, è evidente che la legge ha un articolo ridondante. Mi fa piacere che si sia arrivati a condividere questa mia visione, anche se con quasi dieci anni di ritardo.

Articolo 8. Di fatto, insiste sul collegato stesso e inserisce un termine di perentorietà per quanto riguarda la fase transitoria della legge urbanistica regionale sul tema del PUG. Su questo articolo, chiaramente, abbiamo espresso parere contrario, perché riteniamo che ancora oggi ci siano grosse difficoltà nel nostro territorio, soprattutto negli Enti locali più piccoli, per poter rispondere a questa che non è una piccola modifica urbanistica, ma ha un impatto molto importante. Anche la realizzazione del PUG non è qualcosa che sia stata resa così agevole per le Amministrazioni.

È vero, già in passato è stata concessa una proroga di due anni per arrivare fino ad oggi, però è vero che, se non sbaglio, siamo intorno al 6 per cento dei Comuni che hanno avviato e completato l’iter per l’approvazione del PUG. Di conseguenza, siamo ancora molto indietro come territorio e entrare in fase transitoria vuol dire di fatto andare a limitare tantissimo la capacità edificatoria, oltre a farla perdere a chi non ha le convenzioni concluse e che chiaramente, a nostro avviso, da un lato rischia di incorrere anche in ricorsi da parte dei cittadini, dall’altro evidentemente mette in difficoltà tutto il territorio emiliano- romagnolo.

Anche qui, tra l’altro, nella legge era stata inserita quella famigerata percentuale del 3 per cento di espansione del territorio sull’asfalto vergine, che a nostro avviso ha un effetto distorsivo perché è il Comune più piccolo che così è strettamente limitato, rispetto al suo territorio urbanizzato, ai Comuni che sono fortemente urbanizzati hanno poco spazio verde che, paradossalmente, potrebbero coprirlo tutto.

Anche qui si vede l’effetto distorsivo della percentuale. Ci era stato preannunciato, girava nell’etere la possibilità di emendamenti ancora più restrittivi. Ci pare di capire, adesso stanno arrivando i documenti, ma direi che al fotofinish non dovrebbero arrivare, il che ci fa tirare un sospiro di sollievo.

Quindi, per concludere, un bilancio affrontato velocemente, un bilancio utilizzato anche per alimentare la campagna elettorale che di fatto perpetra tutte quelle componenti ideologiche, dalle tematiche di genere e via discorrendo, alle tematiche green, che in questi anni noi abbiamo cercato di opporre con delle svolte sul tema della formazione professionale, sul tema dell’innovazione, che potessero essere un po’ più rispondenti e dare un po’ più di rapidità e gambe al nostro tessuto produttivo.

Su questo non abbiamo visto nulla ma vediamo progredire invece costantemente quelli che sono gli indirizzi di Giunta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Apriamo il dibattito generale sui tre oggetti. Chi si iscrive a parlare? Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Rompiamo gli indugi.

Gentile presidente, signore e signori della Giunta, colleghe e colleghi, io non entrerò nelle pieghe di un documento dei sogni che ci si ostina a chiamare bilancio, ma parlerò di coerenza, di doppie morali e di come sotto-sotto sospetto che siano tanti gli esponenti del Centrosinistra a ringraziare Giorgia Meloni – ripeto: ringraziare Giorgia Meloni - per la vittoria alle scorse elezioni politiche. Sembrerà strano, ma penso che sia così.

Sospetto che diversi tra voi sorridano grati quando vedono il Presidente del Consiglio sui media nazionali e internazionali, perché sta apportando i dovuti correttivi all’avvitamento a cui i passati Esecutivi, con il PD sempre nella stanza dei bottoni, avevano condannato l’intero Paese e tutti gli italiani.

Sì, per voi Meloni a Palazzo Chigi è un’indiscutibile manna dal cielo, perché così riuscite a mascherare il nulla della vostra proposta politica, facendo i critici e i ben pensanti nei confronti di chi, per la prima volta nella recente storia repubblicana, sta facendo realmente qualcosa per coprire i buchi da voi creati e ridare una prospettiva di sviluppo e di autorevolezza all’intero Paese.

Questa breve introduzione per chiarire lo scenario generale per cui voteremo convintamente contro il bilancio regionale, perché, come per il resto delle vostre proposte politiche, si basa su una grande ipocrisia. Leggendo i documenti da voi prodotti, sembra che il mondo sia sempre lo scenario da fiaba che avete raccontato agli elettori per avere il loro voto. Nessun accenno o analisi a pandemie, guerre e crisi economiche, che hanno oggettivamente cambiato radicalmente il quadro di riferimento. Una dimenticanza, una svista, forse l’eccessiva fatica e il logorio per il vostro mondo, che da ogni prospettiva lo si guardi denuncia l’inevitabile, sebbene tardivo declino?

No, voi siete troppo scaltri e furbi per commettere questo errore, molto più semplicemente continuate ad essere fedeli all’assunto renziano dello storytelling. Anche con il bilancio, voi raccontate storie, una storia con ben pochi riscontri nella realtà, ma poco importa. Voi siete pronti a qualunque azione per tentare di puntellare l’insieme di politiche raccogliticce senza alcuna visione strategica che avete attuato in questi anni.

Voi non dite che nulla cambia per tranquillizzare i cittadini, ma solo e unicamente allo scopo di riproporre all’infinito una politica vecchia, insufficiente e dannosa. L’unica che conoscete fedele a un dogma secondo cui voi siete i soli, gli eletti, gli unici depositari della verità universale. Una visione novecentesca che sapete riproporre nonostante il passare dei decenni.

Voteremo “no” perché gli emiliano-romagnoli si meritano di meglio. Anni fa eravamo alla pari del Veneto. Oggi sembriamo una zona depressa dello stesso Veneto. E stendiamo un velo pietoso se dobbiamo fare un paragone con la Lombardia, quella stessa Lombardia che solo qualche anno fa qualcuno aveva improvvidamente detto di aver messo nel mirino e di essere pronto a sopravanzarla, quale locomotiva economica e sociale del Paese. Un fallimento particolarmente cocente e rumoroso per chi conserva un minimo di memoria, ma voi confidate di confondere tutto con uno storytelling incessante, sempre più simile ad un mantra, per coprire il fallimento di una classe politica superata dai tempi, dalla geopolitica, dagli scenari economici, dal favore degli elettori.

Voteremo “no” al bilancio della Regione perché a tutto c’è un limite, ed anche la vostra passione per la narrazione fantasiosa non può trasformarsi in un plotone d’esecuzione che spara bugie contro il Governo ventiquattr’ore al giorno.

Non abbiamo, infatti, mai letto e sentito così tante volte la formula “è colpa del Governo” in un vostro documento, soprattutto in questo bilancio, mentre ricordiamo la totale assenza di alcuna critica ai precedenti Esecutivi, quando, per intenderci, il Governo Conte-PD dilapidava i soldi degli italiani nel Superbonus o in altre azioni di pseudo-rilancio che, per tenere calmi gli animi, aggravavano di molto i bilanci della Cosa pubblica, a livello nazionale come in Emilia-Romagna.

Bugie, bugie e bugie, di cui, cari esponenti del Centrosinistra, gli emiliano-romagnoli non ne possono davvero più.

Prendiamo la sanità. È da tempo che ci dite che il Governo Meloni è colpevole della crisi della sanità regionale. L’altro giorno in Commissione l’assessore Donini ha detto che la sanità emiliano-romagnola chiuderà in pareggio i conti del 2023. Grazie, assessore Donini. Così conferma che il Governo Meloni ha risanato una sanità fallimentare, come quella da voi gestita. Il Governo ha messo soldi sulla sanità, e sono sufficienti, visto che chiudete i bilanci in pareggio.

Basta bugie. Basta piangersi addosso. Sarebbe ora che qualcuno ammettesse gli enormi errori commessi, che vi hanno portato a tagliare in maniera grossolana qualunque servizio e di dimenticare intere fette del territorio regionale.

Siete dei campioni ‒ come detto ‒ a raccontare storie. Con una mano annunciate pomposamente politiche contro la desertificazione delle montagne, ma con l’altra mano, molto più efficiente e spietata della prima, tagliate e togliete tutto.

Per tutto il resto, come detto, vi affidate allo storytelling. Così come oggi state affannosamente compiendo show planetari per promuovere la nostra Regione, tentando di coprire gli ulteriori buchi che si potranno aprire in futuro, ora che i vostri amici al Governo in Germania sono stati pizzicati a tentare di taroccare i propri bilanci certificando ‒ semmai ve ne fosse stato bisogno ‒ il definitivo tramonto di un modello economico caratterizzato da una inaccettabile confusione e senza uno straccio di azione di reale inclusione sociale e di ridistribuzione del reddito.

Insomma, un disastro. L’ennesimo disastro, che difendete pervicacemente, confidando nell’unica arma che vi è rimasta: lo storytelling.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Altri? Consigliera Castaldini, prego.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Colleghi consiglieri, siamo ormai arrivati a uno degli ultimi bilanci di questo mandato, il bilancio di previsione 2024-2026, soprattutto se, come dicono i miei colleghi di minoranza, a novembre 2024 saremo chiamati al rinnovo del Governo di questa Regione, e siamo alle strette finali.

Questo è un bilancio di emergenza. Cerca di dedicarsi quantomeno alle due grandi emergenze della Regione, giustamente: sanità e sicurezza del territorio. Per quest’ultima voce, la sicurezza del territorio, nel triennio questa Regione mette direttamente a bilancio circa 32 milioni di euro di risorse proprie per la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrografica, opere idrauliche nei corsi d’acqua di competenza regionale, messa in sicurezza dei ponti, provvedimenti nei casi di somma urgenza, opere di bonifica strategica, Piani di controllo delle specie con abitudini fossorie. Quanto di questo poteva essere fatto prima un lavoro tecnico, di esame del materiale prodotto dagli esperti, che sicuramente ci accompagnerà in quest’ultimo anno di mandato.

Noto solo che, oltre a tutto il lavoro che sta portando avanti il Generale Figliuolo in modo egregio, questa Regione sta guardando in termini di investimento economico a quello che è di sua e solo sua competenza. Speriamo che ci sia la spinta per concludere questi interventi emergenziali in tempi rapidi.

Questi 32 milioni sono un fatto piccolo, oserei dire briciole, perché ‒ ricordo ancora una volta ‒ questa Regione si è trovata con i cassetti vuoti, senza progetti, quando sono arrivati i fondi PNRR, purtroppo, ma anche quelli ordinari di Protezione civile, ad esempio quelli di Draghi per Nonantola, sono ancora al palo.

Gli studiosi (non io) ci ricordano che con i fondi per coprire i danni dell’alluvione del Modenese del 2020 si sarebbe potuto mettere in sicurezza il Secchia e il Panaro al confine regionale.

Il secondo fronte problematico è quello della sanità. Mi dispiace per l’assessore Donini, con il quale ormai ho un rapporto di stima, ma non posso non dire che siamo di fronte e non da oggi alla seconda emergenza della Regione. Leggo che sono stati stanziati 20 milioni di euro in più a integrazione per le misure a sostegno dell’equilibrio finanziario di aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale, per ammortamenti non sterilizzati relativi agli anni 2001-2011, questo per l’esercizio 2026.

So che in politica, per fortuna, con il commento “l’avevo detto” si fa pochissima strada, ma qualche mese fa ho fatto notare che il buco delle aziende sanitarie che questa Regione ogni anno si trova a riparare ha origini molto lontane, molto prima di questa Giunta e dell’assessore Donini, è strutturale e risale ai primi anni 2000.

Ora trovo in bilancio che ulteriori 20 milioni vanno a riequilibrare ammortamenti degli anni 2001 e 2011, ma questo riequilibro avverrà solo nel 2026, quindi sostanzialmente ‒ questo è un dato politico per me molto rilevante ‒ è l’eredità che viene lasciata a chi andrà al Governo di questa Regione dopo di voi.

 Ringraziamo e siamo coscienti che si tratterà di un’eredità pesante, pesantissima, che necessita di una riforma strutturale che vi chiediamo dall’inizio del mandato, ma che ormai è chiaro, non c’è nessuna intenzione politica di attuare.

Sebbene non sia stato ancora pubblicato dal MEF il prospetto annuale sui bilanci sanitari delle singole Regioni, credo che la nostra attenzione debba andare sul Report 2024, relativo alle tendenze del sistema sociosanitario, che analizza le voci di spesa 2005, 2013 e 2020. In particolare (questo è un dato assolutamente nuovo anche nella descrizione che facciamo molto spesso della nostra Regione) emerge che la nostra spesa pro capite per gli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli è decisamente sotto la media per l’Emilia-Romagna in materia di disabili, mentre il trend degli interventi per gli anziani è in costante decrescita.

Questa autorevole fotografia scattata dai tecnici del Ministero è la riprova che in un lasso di tempo significativo (20 anni) le politiche di aiuto sono frammentate e non all’altezza della nomea della nostra Regione. In particolare, non riuscire a raggiungere neppure la media nazionale per la voce “disabili” francamente è inaccettabile. E non ci sono scuse di bilancio che possano giustificare questo dato.

Agli altri aspetti nel Governo regionale vanno cose piccole, cifre che rischiano di essere poco significative. Di fronte a questa situazione molto impegnativa, c’è un Manuale Cencelli, chiaramente non di nomina, non mi riferisco a questo, ma di finanziamenti, celebrazioni, eventi, eccellenza agroalimentare, mercati, scuole superiori di sport invernali, Collegio regionale dei maestri di sci. Per carità: io sono una strenua sostenitrice della valorizzazione dello sport, però fa un po’ stranezza il fatto che tutto questo provenga da una maggioranza che fa della lotta al riscaldamento climatico e della transizione ecologica il suo mantra. Soprattutto a partire dall’ex presidente Schlein.

Ci sono alcune questioni che mi hanno particolarmente colpito. Mi colpiscono soprattutto perché è sempre stata anche la maggioranza a chiedere una riforma rispetto ad alcune tematiche fondamentali per questa Regione. Sottolineo un rifinanziamento alle ASP di 20 milioni nei tre anni a sostegno dei maggiori costi di gestione non governabili. Su questo tema sarebbe opportuno ripensare e riformare tutto il sistema dei servizi sociali che drena risorse e non eroga, evidentemente, servizi a livello.

Partiamo un po’ prima piuttosto che rivedere lo stesso film della sanità. Non lo chiedo solo io, non l’ha chiesto la minoranza, ma l’ha sempre chiesto anche la maggioranza. Chiedo ancora una volta a che punto siamo con i Piani di zona. È giunta l’ora di aprire un confronto serio su questo, dopo tante ore perse in confronti che rischiano di essere sterili. Come quelli sulla legge manifesto. Siamo disponibili a confrontarci su quello che veramente da qui può incidere sulla vita concreta dei cittadini.

Ulteriori 3 milioni in due anni sulla legge dei talenti, con un “nota bene” nel collegato al bilancio. Si sta pian piano delegando all’università tutto. Il fiore all’occhiello della Regione, dopo mesi di quasi immobilismo, sta passando di mano. Le nostre università per fortuna funzionano bene e sono in grado di dare risposta ad alto livello, ma le ambizioni erano profondamente altre. Erano quelle di costruire ambienti accoglienti, servizi all’altezza anche dal punto di vista abitativo, servizi scolastici integrati con il sistema dei servizi sociali, con le imprese del nostro territorio.

La realtà ci dimostra che è difficile, perché ci sono i Comuni a mettere a terra questi servizi a rispondere ai problemi abitativi, e così si rischia di non andare da nessuna parte, se le risposte che si danno, come quelle del Comune di Bologna, sono parziali, di lunghissimo periodo e fatte per lo più, purtroppo, in questa città di slogan.

Parlo poi degli investimenti sulla razionalizzazione degli spazi regionali. Scusate, può sembrare poca cosa, ma è da circa tre anni che ne parliamo, e da tempo, almeno dall’inizio del mandato, faccio presente che paghiamo affitti, riscaldamento, illuminazione per tenere intere torri vuote, dato che le persone ancora sono in maniera imponente in smart working.

Viene almeno riconosciuto che c’è un enorme spreco, e questo è già un punto importante. La Regione ha risposto con un’app, non voglio sottolineare l’inutilità di un servizio come questo, anche perché purtroppo non ho avuto modo di confrontarmi, non ho voluto, ma per quanto riguarda tutto l’ambito delle tecnologie e anche un’app come questa temo che siamo in una situazione veramente grave, domani sarà frutto di una mia interrogazione su tutta la questione legata al dark web e alla fuga di dati, ma credo che almeno una presa di responsabilità da parte di alcuni Assessori della Giunta sia doverosa.

L’ultimo punto, giusto perché, se si va alle elezioni, almeno rimanga a verbale che tutte le volte, con grande stima e valutazione delle cose importanti che posso esprimere come partito e come persona da tempo in politica, io sottolineo sempre il dato drammatico della natalità, tutti continuano a darmi ragione.

Ho dato la totale disponibilità a condurre qualsiasi tipo di lavoro, di immaginare ordini del giorno unitari, di cominciare a fare un lavoro in Commissione, di capire quali erano le priorità, anche guardando con estrema cura, eleganza e rispetto istituzionale la maggioranza, ma ad oggi, quasi a fine mandato, almeno per quanto riguarda questo bilancio, siamo in una situazione che è destinata oggettivamente all’implosione. Non credo che un mio contributo possa cambiare la rotta, ma almeno una sana consapevolezza che qualcosa si poteva fare insieme e nulla è stato fatto credo che sia doverosa in un momento come questo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Altri in dibattito generale? Non ho nessun iscritto a parlare in dibattito generale.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Ovviamente ci apprestiamo a votare il bilancio di previsione, non sto a ripetere quello che già il consigliere relatore di maggioranza, magari la prossima volta, di minoranza, Bargi, ha illustrato rispetto alle criticità che sono emerse in questo bilancio.

Vado più che altro a concentrarmi su un tema particolare, che ovviamente sta molto a cuore alla Romagna intera, in ragione di quello che è successo a maggio del 2023, sul governo del territorio, uno dei temi trattati nel bilancio e, come ripeteva prima la consigliera Castaldini, su quanto si sta investendo sul governo del territorio, ma ad oggi la situazione è ancora molto critica.

Io ho presentato un ordine del giorno che vado ad illustrare, soprattutto dopo aver ascoltato con attenzione il rapporto della Commissione tecnico-scientifica istituita con delibera di Giunta regionale n. 984 del 2023. A me spiace che non ci sia l’assessore Priolo, vice presidente, perché è la titolata rispetto a questo argomento.

Rispetto a questo quadro conoscitivo c’è un dato che deve essere posto all’attenzione, cioè la manutenzione e la sistemazione degli alvei dei fiumi. Per diversi mesi ho cercato di capire e comprendere, anche dal punto di vista della competenza regionale, quali siano le strade da percorrere affinché questa manutenzione debba essere effettuata in tempi chiari, certi e cristallini, tenuto conto anche del fatto che tutti gli alvei dei fiumi oggi non sono in sicurezza.

Abbiamo diverse criticità soprattutto nelle zone che sono state colpite dall’alluvione anche in ragione del fatto che interi quartieri alla prima minaccia di maltempo vanno a vedere a che punto sia il fiume.

A quel punto sono andato a toccare con mano e quindi anche a fotografare (vi mostrerò delle fotografie perché sarebbero bellissime da produrre in video) la famosa manutenzione che l’assessore Priolo, vice presidente, ha tanto sponsorizzato nel corso di questi nove mesi.

Il tema è sostanzialmente questo: se oggi la corretta manutenzione dei fiumi è quella che vado ad illustrare, con alberi e detriti ancora su tutti gli alvei dei fiumi, che hanno distrutto e stanno distruggendo ancora i ponti, manutenzione fatta soprattutto nei punti dove è esondato il Montone, dove sostanzialmente le opere di sistemazione sono state altro che quelle di aver spostato il fango da una parte all’altra e aver creato delle barriere ancora più pericolose di prima, io credo che questa sia una situazione completamente vergognosa, tale da dover comunque intervenire e far capire alla Regione Emilia-Romagna che i compiti che le sono attribuiti debbono essere fatti.

Oggi non possiamo trovare una situazione nella quale chi è in quelle zone rischia costantemente di trovarsi un fiume esondato nuovamente. La priorità principale deve essere questa, non dobbiamo pensare di fare ciò che è giusto fare, dobbiamo fare l’indispensabile affinché le situazioni che si sono verificate a maggio del 2023 non si verifichino più.

Se la manutenzione fatta dalla Regione Emilia-Romagna in questi mesi è quella che vi ho mostrato nelle fotografie, che credo fotografino la scena di quanto è inadempiente la Regione Emilia-Romagna su questi temi, a questo punto credo che occorra intervenire in maniera completamente diversa. È un tema che deve essere ben affrontato, deve essere compreso come devono essere fatte le corrette manutenzioni e non possiamo oggi far pensare o far credere alle persone che sono vicino agli argini dei fiumi che quanto successo nel 2023 nel maggio si possa ripresentare.

La sicurezza è fondamentale, lo sappiamo ormai da decenni, la corretta manutenzione degli alvei dei fiumi doveva essere fatta già tempo addietro, ovviamente anche a partire dalle zone montane, perché tutti i detriti che sono scesi a valle sono stati la causa dell’ostruzione degli alvei dei fiumi, hanno necessariamente fatto esondare alcuni fiumi e questa situazione non deve più accadere.

L’ordine del giorno, quindi, parte da un presupposto: abbiamo visto il rapporto conoscitivo, abbiamo visto quello che la Regione Emilia-Romagna intende fare, quello che doveva già fare a suo tempo, ma non ha fatto, e quello che dovrà essere fatto come investimento nella manutenzione degli argini dei fiumi. L’ordine del giorno va in questa direzione, cercando di dover e poter mettere in atto tutti gli interventi possibili e immediati volti a garantire la messa in sicurezza definitiva e risolutiva degli alvei dei fiumi, con particolare riferimento, ovviamente, alle zone montane, in relazione proprio alla criticità che è emersa nel corso dell’alluvione del maggio del 2023.

Questi sono, purtroppo, ancora temi attuali. Ne abbiamo parlato dopo l’evento catastrofico. Non avremmo dovuto più parlarne a distanza di nove mesi dall’evento, di otto mesi dall’evento. Purtroppo, siamo ancora in questa situazione, quella che vi ho documentato e mostrato. Ritengo che qualcosa in più debba essere fatto.

Questo ordine del giorno va in questa direzione. Credo ‒ e spero ‒ che sul governo del territorio e sulla protezione di quelle che sono le sicurezze dei cittadini si debba fare necessariamente di più di quello che è stato fatto fino a questo momento.

Spero e auspico che su questo tema si debba e si possa fare di più, si possa affrontare una discussione anche con la maggioranza, che vedo oggi un po’ reticente rispetto a una discussione sia nella Nota di aggiornamento che del bilancio. Di fatto, pare che sia assopita all’interno dei suoi meandri, che sia già un po’ rassegnata al fatto che a novembre si vada a votare in regione Emilia-Romagna.

Aspettiamo anche la presidente della Regione Emilia-Romagna, le sue decisioni in merito alle elezioni europee, se vorrà affrontarle o meno, però è evidente che, se questo è l’ultimo bilancio previsionale, non si deve più aspettare un qualcosa che si possa costruire rispetto a quelli che saranno i percorsi dei prossimi anni.

Oggi è un bilancio asciutto, non ha nessun tipo di previsione rispetto a quello che si vorrà fare. Non c’è un orizzonte temporale molto elevato e molto lungo. È la gestione ordinaria di una Regione che sta cercando di temporeggiare rispetto alle prossime elezioni, cercando di capire se il terzo mandato verrà approvato oppure no.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pompignoli.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Purtroppo, avendo poco tempo a disposizione, mi concentrerò su alcuni aspetti specifici.

Il primo tra tutti è un tema che dovrebbe interessare da vicino la Regione, che è quello dei cambiamenti climatici. Ritengo che, da questo punto di vista, la Regione non stia dando le risposte che servono. Mi piacerebbe anche parlare alla Giunta, in particolare all’assessora Priolo. Lo dico perché non abbiamo avuto questa possibilità in Commissione. Perlomeno mi sarei aspettata che l’assessore fosse presente almeno ai lavori della sessione di bilancio, che ricordo non essere un appuntamento estemporaneo, ma capita una volta all’anno il bilancio di previsione e, siccome questa Regione è particolarmente coinvolta da questo tema, davvero mi sarei aspettata come minimo la presenza dell’assessore, ma facciamo senza e andiamo avanti.

Dicevo che, dal mio punto di vista, la Regione non sta dando le risposte che servono, come se l’alluvione devastante in Romagna non ci avesse ancora insegnato nulla. Quel “non ricostruiamo tutto come prima” ad oggi è ancora un vuoto slogan, non ci sono misure premianti per azioni che puntano alla sostenibilità e siamo ancora qui a dirci che dobbiamo vedere e valutare gli obiettivi intermedi, per raggiungere i target che questa Regione ha voluto inserire e fissare all’interno del Patto per il lavoro e per il clima ben tre anni fa.

Abbiamo perso quindi tre anni e utili e ne manca uno alla fine del mandato, e non abbiamo gli obiettivi intermedi, non abbiamo una legge sul clima, che è stata inserita nel DEFR su mia proposta, perché nessuno ci aveva pensato, ed è incredibile se pensiamo che questa era un’azione introdotta nel programma di mandato della Giunta.

La poca attenzione a questo tema purtroppo si vede anche nelle piccole cose, come la mancata partecipazione alla COP28, alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici da parte della Regione, assenti anche qui, perché è vero che è stata delegata la presidente dell’Assemblea, ma la ritengo una sgrammaticatura istituzionale ed uno sgarbo verso i Gruppi che rappresentano questa Assemblea. Purtroppo non siamo andati a far valere le nostre posizioni di Regione fortemente impattata dai cambiamenti climatici, e questo è un dato, dal mio punto di vista, significativo.

Eppure basterebbe, o meglio sarebbe già qualcosa se iniziassimo ad applicare i documenti che approviamo. Faccio riferimento a un bellissimo documento che questa Regione ha approvato che è la Strategia di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici della Regione Emilia-Romagna. Sono più di 200 pagine fatte molto bene, però, purtroppo, è un documento che rimane ancora attuale, perché non è mai stato seriamente applicato.

Nonostante purtroppo sappiamo di essere una Regione ai primi posti per la pessima qualità dell’aria, per la fragilità del territorio, per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, per quanto riguarda il consumo di suolo, continuiamo a puntare sulla realizzazione di opere devastanti, come l’autostrada Cispadana, che abbiamo voluto anche all’interno della...

Presidente, io però non ce la faccio così. È complicato...

 

PRESIDENTE (Petitti): Sì, calma, consigliera, è tutto il giorno che c’è un po’ di chiacchiericcio, non solo quando parla lei. Per favore, un po’ di silenzio in aula.

Prego, consigliera.

 

PICCININI: Semplicemente segnalavo che facevo fatica a intervenire, ma comunque dicevo che questa volontà politica di puntare su queste opere fortemente impattanti è stata addirittura inserita in grassetto all’interno della relazione sul bilancio, che prevede di finanziare per 100 milioni di euro quest’opera.

La volontà politica è rimarcata anche rispetto alla bretella Sassuolo-Campogalliano, dove anche qui dobbiamo rilevare posizioni diverse rispetto al PD locale e al PD regionale.

C’è poi il tema del consumo di suolo, e faccio riferimento alla legge n. 24 del 2017, che è una legge oggettivamente fallimentare che andrebbe riscritta dall’inizio alla fine. Lo dicono i dati, l’82 per cento dei Comuni non ha approvato i PUG, cioè 8 Comuni su 10 non hanno approvato i PUG, però potranno usufruire di tutte le deroghe previste dalla legge, quindi continuare con l’impermeabilizzazione del suolo, quindi purtroppo, anziché prevenire, si preferisce ancora agire in emergenza.

Lo si vede dall’articolo 12 inserito nel collegato, dove la Giunta ha previsto ristori per le attività che, come sappiamo, sono e saranno coinvolte dai fenomeni di surriscaldamento globale, che probabilmente grazie a questi fondi non faranno investimenti differenti e più sostenibili.

 In questo senso i ristori che abbiamo previsto sono, dal mio punto di vista, un disincentivo a fare meglio. come ritengo incomprensibile finanziare l’export di prodotti ortofrutticoli, come per esempio i kiwi, che sono una coltura altamente idro esigente, lo diceva anche l’assessora Priolo in una seduta di quest’aula, come trovo incomprensibile, lo dicevo anche in Commissione, alla luce delle difficoltà che questa Regione sta affrontando a livello di bilancio per quanto riguarda la sanità, per quanto riguarda l’inflazione, continuare a prevedere finanziamenti che sicuramente non risolveranno le criticità che abbiamo sul bilancio, però sono finanziamenti che trovo altamente inopportuni. Lo dico ogni anno, lo dico ogni volta che questa Regione mette risorse a bilancio per la Fondazione per le scienze religiose.

Sono risorse che noi diamo in via diretta, parliamo di 1,2 in questo bilancio nel triennio, quindi risorse erogate in via diretta senza legge specifica e rispetto a una Fondazione che continua a non pubblicare i bilanci, quindi non riesco neanche a farmi un’idea di quanto questo finanziamento possa pesare nei bilanci complessivi di questa Fondazione, a cosa siano rivolte queste risorse.

Io penso che abbiamo ben altre priorità, eppure ogni volta, ad ogni bilancio, ci ritroviamo questo tipo di stanziamento, che io non ho capito da chi viene, a cosa serve e a cosa sono serviti tutti i soldi e le risorse che avete stanziato fino ad oggi.

Dall’altra parte, però, devo rimarcare ‒ lo faccio convintamente ‒ un’attenzione che questa Regione dedica al sociale. Lo dico anche avendo avuto la possibilità di fare delle proposte e trovando accoglimento da parte della Giunta per quanto riguarda per esempio il tema della formazione. Di questo voglio dare atto all’assessore Colla, che ha recepito e dato seguito a un ordine del giorno che avevo presentato nell’ultimo bilancio di previsione, destinato ai Centri di formazione pubblici, che sono veri e propri presìdi sui territori per quanto riguarda la dispersione scolastica, per quanto riguarda quelle fasce di ragazzi più fragili della nostra popolazione.

Ho ritrovato all’interno di questo bilancio queste risorse e lo ritengo un fatto assolutamente positivo, che ci tengo a riconoscere anche in questa sede, come ritengo positivo anche dar seguito a una legge, o meglio a una previsione normativa all’interno della legge sul benessere animale per quanto riguarda gli interventi assistiti con animali, che sono destinati anche qui a persone fragili, a persone anziane, a persone che vivono il disagio psicologico. Penso soprattutto ai ragazzi.

Credo che con l’approvazione di un mio emendamento sia stata fatta una cosa positiva, che interviene su diversi settori. Penso anche al settore sanitario. Abbiamo istituti come l’Istituto di Montecatone che lavora e che fa progetti in questo senso. Abbiamo tutto il terzo settore, quindi tutta una serie di associazioni che operano sul territorio attraverso migliaia di professionisti che fanno questo e fanno progetti ‒ come dicevo ‒ destinati alle persone più fragili.

E poi c’è un’operazione, dal mio punto di vista, che è strategica. Anche qui, voglio ringraziare l’assessore Calvano, con il quale, quando arriviamo al bilancio, abbiamo un confronto, che a volte è problematico, a volte critico. Però è anche da questo che nascono operazioni positive, come l’aver dato gambe ‒ ancora non è finita, però è un passo importante ‒ alla legge sul sovraindebitamento. È una legge che ormai ha qualche anno. Risale alla fine del 2019. È rimasta inattuata per tutto questo tempo. Però, in un momento come quello che stiamo vivendo, dove abbiamo problemi di inflazione, abbiamo problemi economici, che toccano le categorie più fragili, toccano le persone in povertà, soprattutto alla luce del fatto che questo Governo non sta dando l’attenzione dovuta a queste categorie, che ha smantellato il Reddito di cittadinanza, è importante che la Regione faccia la propria parte per quanto riguarda il tema della povertà e il tema di chi si indebita o si sovra-indebita incolpevolmente. Quindi, dare seguito a quella legge è un impegno importante, che va riconosciuto. Va riconosciuto anche in collaborazione ‒ ed è questo il percorso che la Giunta sta facendo ‒ con i soggetti attuatori, quindi con gli OCC (Organismi di Composizione della Crisi), con gli Ordini degli avvocati, con gli Ordini dei commercialisti, perché sono i primi attori che devono, in qualche modo, adoperarsi per rendere operativo questo strumento. Anche qui, serve un’operazione di pubblicizzazione di uno strumento che è utile soprattutto per evitare che soggetti in difficoltà economica poi si rivolgano alla malavita, si rivolgano all’usura.

Su questo devo ringraziare la Giunta. Credo anche che a breve questo percorso si concluderà e finalmente si possa dare attuazione, si possa dare il via all’attuazione di questo strumento, che vede coinvolti e deve vedere coinvolti anche gli Enti locali, dove ci sono realtà già virtuose: penso alla Città Metropolitana di Bologna, che ha già dato il via a questo strumento, in collaborazione con gli Ordini che citavo prima, ma che deve trovare attuazione in tutte le province della Regione.

Dal mio punto di vista quindi è un bilancio luci e ombre. Spero che in questo anno, se sarà un anno – che manca alla fine del mandato – si possa correggere quelle storture, quelle criticità che sottolineavo. Mi auguro – oggi, ripeto, purtroppo non ho la possibilità di parlare con l’assessora Priolo, perché le criticità che io rilevo riguardano soprattutto il suo assessorato – e spero che quello che io ho voluto evidenziare oggi le venga in qualche modo riferito, perché da parte mia c’è tutta la disponibilità a collaborare e a fare meglio di quanto si è fatto fino ad oggi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliera Catellani, prego.

 

CATELLANI: Grazie, presidente.

Vado ad illustrare alcuni ordini del giorno. Il primo è legato al nostro Appennino, alla montagna. Il tema è quello di “Cellulari in montagna”, un progetto voluto dalla Regione Emilia-Romagna per rafforzare e migliorare l’offerta di connettività mobile da parte degli operatori telefonici.

La Regione individua tramite delle ricognizioni, o su segnalazione dei Comuni, le aree dove il servizio telefonico e di connettività dati ovviamente è più carente. È essenziale in questo caso il contributo al progetto da parte di Lepida.

Nello specifico, ci riferiamo in questo ordine del giorno a firma anche dei colleghi Andrea Costa e Gabriele Delmonte, che ringrazio per la fattiva collaborazione nella stesura del documento, principalmente a Civago.

Civago è collocata nel tratto più alto della Valle del Dolo, nel Comune di Villa Minozzo, in provincia di Reggio Emilia. In questa località sono presenti tre alberghi, molte seconde case, alcuni affittacamere, quindi chiaramente è una località turistica che va supportata non soltanto per quelli che sono i servizi a disposizione dei visitatori, ma anche di quello dei residenti.

Sono ormai anni che vi è soltanto un unico operatore telefonico. Il ripetitore locale, purtroppo, smette spesso di funzionare, isolando letteralmente questa località appenninica. Addirittura, per molti giorni, durante gli ultimi mesi, soprattutto chi transitava o soggiornava a Civago non ha potuto neppure chiamare i numeri di emergenza 118 e 112.

In paese esiste da qualche tempo la banda ultra larga, ma non può essere ritenuta sufficiente. Quindi, la richiesta è che la Giunta si faccia portatrice di interesse e da mediatore tra gli enti interessati ai fini di comprendere all’interno del progetto “Cellulari in montagna” anche l’area dell’Alta Valle del Dolo, per favorire l’installazione e il potenziamento dei ripetitori.

Secondo ordine del giorno “Curvatura sportiva”: è un argomento già trattato, sappiamo benissimo che lo sport è entrato in Costituzione; sapete bene quanto il nostro Gruppo sia vocato all’attività sportiva, valorizzazione sociale della pratica sportiva. In modo specifico per i preadolescenti si ritiene opportuno, nel rispetto dell’autonomia scolastica, che giustamente va sempre ascoltata, promuovere e supportare progetti di scuola secondaria di primo grado a curvatura sportiva atti a sperimentare nuove modalità di diffusione continuativa della pratica sportiva.

Nello specifico, quindi, la nostra richiesta è quella di programmare e rendere disponibili idonee risorse finalizzate a promuovere e supportare progetti di scuola secondaria di primo grado a curvatura sportiva, e per gli studenti in particolar modo con BES prevedere il coinvolgimento delle figure preposte al sostegno e all’assistenza alla persona e alla comunicazione in ambito scolastico. Il terzo ordine del giorno riguarda invece le persone, gli anziani e i grandi anziani. Anche questa è una tematica sulla quale siamo già stati, ma cerchiamo di dare sempre delle idee più o meno buone. In questo caso l’ordine del giorno è collegato agli impegni in materia di invecchiamento attivo, valorizzazione della persona anziana e sostegno alla domiciliarità. Si cerca di sostenere queste persone tramite il trasferimento ai Comuni…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio per favore.

 

CATELLANI: Di somme all’uopo destinate con criteri di tipo demografico.

L’iniziativa delle persone anziane che intendono adeguare la propria abitazione di proprietà relativamente ed esclusivamente a quelle spese che pur volte ad efficientare e rendere l’immobile un oggetto funzionalmente adeguato alle esigenze di maggiore autonomia della persona, siano fuori però dalle previsioni della legge 34 del 2020.

L’ultimo invece è un emendamento. L’emendamento riguarda il tema della endometriosi, patologia femminile difficile da diagnosticare, e dolorosa, che implica spesso conseguenze invalidanti. L’emendamento persegue l’obiettivo – ve lo leggo – “di sostenere e valorizzare il modello di rete clinica e l’implementazione del percorso diagnostico, terapeutico, assistenziale regionale della paziente affetta da endometriosi, tramite percorsi formativi e di studio per il personale sanitario e l’acquisizione di strumentazione diagnostica di alta fascia”.

Potevo non leggerlo. Potevo non leggerlo perché in realtà questo emendamento – vi vedo tutti, collega Maletti in modo particolare – è stato oggetto di lunghissimo dibattito, arriva da lontano. Prima il PD ci ha chiesto di ritirare una nostra risoluzione che era avocata al tema; ci ha chiesto di firmare un ordine del giorno che abbiamo firmato concedendo giustamente la prima firma alla maggioranza.

Abbiamo aspettato fiduciosi. Male. Male. Avere fiducia è sbagliato. Abbiamo aspettato di arrivare ad oggi. Prima avete detto che non c’erano i fondi. Poi avete detto che ci sono molte altre patologie femminili, quindi questa non poteva essere privilegiata rispetto alle altre. Poi avete detto che era difficile collocarlo nel bilancio, e l’abbiamo messo sulla stabilità. E poi avete detto che dovete essere coerenti, perché la linea di questa Giunta adesso è quella principalmente di sostenere la violenza di genere. Io dico che, in realtà, la coerenza sarebbe rispettare un impegno che avete preso a luglio 2023. La coerenza arriva da lì.

L’emendamento lo presentiamo e aspettiamo con grande ansia di vedere che cosa il PD decide di votare su questo emendamento.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Catellani.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Ovviamente, dopo quattro anni che sono in quest’aula, non posso fare l’ingenua sui giochi politici. Però non posso neanche non domandarmi, ogni volta che sento intervenire sul bilancio la minoranza, cosa potrebbe pensare un marziano che capitasse qua dentro, in grado di capire l’italiano. Penserebbe che siamo una Regione devastata, impoverita, dove non funziona niente, dove la sanità non funziona, mentre è una sanità che serve a tutta l’Italia.

È vero che c’è il tema delle liste d’attesa, ma ricordiamoci cosa ci ha detto Donini: di emiliano-romagnoli in lista d’attesa c’è il 30 per cento. Noi abbiamo una sanità sicuramente in difficoltà. Il tema delle liste d’attesa esiste. Chi può, lo aggira ricorrendo all’intramoenia. Quindi, si sta allargando la forbice delle disuguaglianze sociali nell’accesso ai servizi della sanità. Ma non siamo una Regione che non risponde alle domande di sanità dei suoi cittadini.

Ripeto: il marziano che capitasse qua dentro quando c’è la discussione del bilancio si farebbe un’idea dell’Emilia-Romagna che non c’entra niente con la realtà.

Il bilancio è stato sicuramente difficile da chiudere. Si è anche deciso, per il nono anno consecutivo, di non aumentare la pressione fiscale. Ma ci sono delle difficoltà che si trascinano da quando la sanità, soprattutto, ha dovuto affrontare il tema del Covid con un non rimborso completo delle spese extra sostenute. In più, si è aggiunto anche questo taglio, non previsto, di 48 milioni, come solidarietà al bilancio nazionale. Quindi, è stato un bilancio che sicuramente non è stato costruito senza dover affrontare delle criticità.

Guardiamo, però, anche alle cose positive.

Chiedo alle persone qua dietro se, per cortesia, possono evitare di parlare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Oggi, ragazzi, veramente...

 

ZAMBONI: Io le ho qua dietro che parlano in continuazione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene. Comunque, non indichiamo. È un po’ il vociferare generale. Prego.

 

ZAMBONI: No, presidente, io le ho proprio alle spalle. Mi scusi, ma vorrei precisare.

Dicevo, veniamo agli aspetti positivi di questo bilancio, almeno positivi per quanto ritiene Europa Verde.

Contrasto alle disuguaglianze. Qui voglio sottolineare in modo particolare, è già stato fatto, ma va fatto, va ripetuto, che per il Fondo per le non autosufficienze la Regione mette più di quello che il Governo centrale mette per tutto il Paese. Avrà un senso questa scelta di bilancio. Qualificherà in modo positivo l’Emilia-Romagna rispetto anche al Governo.

Voglio anche citare quanto la Regione Emilia-Romagna fa per il contrasto alla violenza contro le donne, dai finanziamenti alle Case per le donne per non subire violenza al reddito di libertà, un milione e mezzo. Certo, si potrebbe e si dovrebbe fare di più, ma si fa con le risorse che ci sono. E questo reddito di libertà è fondamentale proprio per dare alle donne maltrattate la possibilità di liberarsi dalla dipendenza economica dal marito o dal compagno maltrattate.

Sanità. Certo, qui permane il problema delle liste d’attesa. È inutile girarci intorno. C’è questo problema di chi, come dicevo, lo aggira perché ha la possibilità di andare nelle visite in intra moenia, cioè quelle che il personale sanitario fa nelle strutture pubbliche, ma in una sorta di rapporto privatistico, perché, appunto, le visite vengono pagate dal paziente che si fa visitare.

Veniamo adesso agli investimenti sulla transizione ecologica. Io penso che, di fronte al problema della rincorsa ormai che ha preso il riscaldamento globale, quello che si fa non sia mai abbastanza. Da questo punto di vista, ovviamente, come Europa Verde non possiamo esprimere un parere positivo su questa nuova bretella, nuova per modo di dire, visto che è lì da 40 anni, nuova nel senso che non è ancora stata fatta, la bretella Sassuolo-Campogalliano. Lì bisogna fare dei collegamenti ferroviari. La Cispadana, un’altra arteria che arriva in ritardo e che non serve nemmeno la mobilità locale come potrebbe fare una superstrada, utilizzando i tratti già costruiti. Quindi, sugli investimenti per i trasporti permangono ancora delle distanze per Europa Verde rispetto a quello che si dovrebbe fare.

Non posso non contraddire, però, almeno dal mio punto di vista, il consigliere Bargi quando parla dei costi della transizione ecologica. Abbiamo appena fatto i costi dei danni dell’alluvione: 9 miliardi. Non sono costi anche quelli? Non conviene forse mettere in campo delle politiche di gestione del territorio che, di fronte all’innegabile rincorsa, ripeto, galoppante dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale, porta a quei fenomeni meteo estremi che abbiamo visto. Quindi, semmai gli investimenti per la transizione ecologica vanno accelerati, vanno aumentati, e va data coerenza a tutto, perché non si faccia su un tavolo una cosa, per esempio l’elettrificazione completa della rete ferroviaria, che è positivo, e poi dall’altra, invece, si continua a stendere asfalto.

Giustamente il relatore di maggioranza, consigliere Luca Sabattini, ha affermato che non è più rinviabile un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Ma bisogna che lo riteniamo non più rinviabile anche a livello regionale. E qui vorrei fare in particolare un’osservazione: domani presenterò un question time con cui chiedo alla Giunta se, nell’ottica della ricostruzione e alla luce di quanto emerso dalla relazione tecnico-scientifica che è stata presentata venerdì scorso, non ritenga opportuno, nella fase, ripeto, di ricostruzione, visto che la stessa relazione riconosce la necessità di intervenire sul reticolo idrografico dando ossigeno, dando spazio ai corsi d’acqua, avvalersi di tecnici che di questo hanno fatto la ragione del loro impegno, tecnici, docenti, che sono quelli che aderiscono al CIRF (Conferenza italiana di riqualificazione fluviale), che quindi sanno anche come gestire la vegetazione ripariale. Infatti, adesso purtroppo si assiste – lo dirò anche domani – a un azzeramento della vegetazione. E non lo si fa solo, per esempio, a ridosso dei ponti, dove sicuramente è meglio evitarla. Ma non si può passare da una gestione trascurata... Come io, peraltro, avevo sollevato tante volte in Commissione, attirandomi le critiche da destra e da sinistra. Non è la prima volta che mi succede.

Questa manutenzione, che è prevista da una legge, che prevede dei piani, delle programmazioni pluriennali, va fatta, però con la regia di esperti che sanno cosa togliere e dove togliere. Sennò, se rapiamo a zero le sponde dei fiumi, rendiamo ancora più fragili le sponde.

Infine, la collega Piccinini citava la legge urbanistica. Non è vero che ci sono ancora proroghe. Il Collegato ‒ se Dio vuole ‒ ha messo un “no”, uno stop alle proroghe. Le proroghe al massimo riguardano i Comuni alluvionati, ma che sono indicati nel decreto (mi sembra 66). Quindi, non è che uno si può inventare che è un Comune alluvionato per avere la proroga. Comunque, anche in questo caso, con il 3 maggio si chiude. Dopo si faranno veramente i conti su quello che, anche se in un convegno, purtroppo, non in Commissione... Lamento sempre questo fatto, di comunicazioni importanti che vengono date in convegni pubblici e non in Commissioni, dove i consiglieri si possono confrontare con gli assessori.

Nel caso di questo importante convegno, si è parlato del taglio che sarebbe avvenuto, delle previsioni che erano in pancia ai vari PRG, che ancora non erano andati in adozione. Adesso vedremo, con l’entrata in vigore della legge, con la chiusura del periodo di transizione, cosa succederà.

È un bilancio che ha tenuto conto di tutte le esigenze. Non siamo una Regione sbrindellata, come ‒ ripeto ‒ sembrerebbe sentendo gli interventi della minoranza. Siamo una Regione consapevole dei problemi, che cerca di affrontarli.

Sicuramente per Europa Verde tutto quello in più che si può fare per la transizione ecologica è ben visto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Vorrei partire dal contesto in cui si inserisce questa sessione assembleare dedicata alla discussione del bilancio di previsione della nostra Regione. Indubbiamente, arriviamo un po’ al termine di un’annata molto complessa. Lo devo ribadire, sennò si perde di vista anche quello che è accaduto in questi anni, nel modo specifico anche in quest’ultimo anno, sul piano della situazione generale, nazionale e internazionale, con gli effetti e le ricadute, evidentemente, che essa determina sui nostri territori, nonché per le rilevanti criticità specifiche che ci hanno recentemente interessato.

È stato un anno piuttosto duro, lo abbiamo detto più volte, nel quale alle guerre, che continuano a funestare diverse aree del mondo, generando, oltre al resto, peraltro, pesanti effetti negativi sulla crescita, che ‒ lo abbiamo visto dagli ultimi dati ‒ rallenta, sull’equilibrio e la coesione sociale si è aggiunta la terza più grave catastrofe registrata a livello mondiale nel 2023. Stiamo parlando dell’alluvione del maggio scorso.

Nonostante ciò, se facciamo riferimento ai principali provvedimenti, contraddistinti da importanti implicazioni finanziarie, che negli ultimi mesi, da giugno scorso in poi, sono stati sottoposti all’attenzione di questa Assemblea, dall’assestamento di bilancio alla legge per l’utilizzo delle donazioni destinate alle aree alluvionate, alla proposta di legge alle Camere sul finanziamento statale del Sistema sanitario nazionale, è possibile davvero cogliere una logica coerente che li contraddistingue, estendibile sino alla manovra previsionale di bilancio oggi in discussione.

Il tratto unificante è costituito dalla volontà ad utilizzare ogni risorsa e ogni spazio di manovra disponibile per fare al meglio la nostra parte, ovviando, anche, dobbiamo dirlo, quello che non fanno gli altri, per continuare a sostenere l’attuazione e la sostenibilità di comunità eque, solidali, inclusive, innovative, con il tratto distintivo della centralità della persona.

A fronte di questa ferma e credibile determinazione, va evidenziato come troppe scelte a livello nazionale vadano senz’altro in un’altra direzione. Si pensi, ad esempio, al mancato adeguamento del finanziamento del sistema sanitario pubblico, all’assenza di trasferimenti sul fondo affitti, con il rischio di produrre, in particolare proprio nelle regioni del nord e nelle aree a maggiore tensione abitativa, ulteriori scenari di forte difficoltà in ordine all’equilibrio sociale. E poi si pensi anche al disinvestimento nelle politiche per la disabilità.

È utile, a mio parere, di fronte a questa divergenza di orientamento e azione, provare a immaginare qui, oggi, cosa si potrebbe profilare per gli emiliano-romagnoli, gli Enti locali e le nostre imprese se il bilancio di cui stiamo discutendo si caratterizzasse in altro modo.

Dovremmo ratificare, ad esempio, il fatto che il diritto allo studio non è assicurato a tutti, poiché il nido, in assenza dei nostri fondi, quindi in assenza di fondi regionali, che invece sono previsti nella misura pari a 40 milioni di euro per abbattere il costo delle rette e garantire la gratuità di accesso nelle aree interne montane, sarebbe un’opportunità realistica solo per i bimbi delle famiglie in grado di poterselo permettere. Invece noi diciamo il contrario e facciamo il contrario.

Analogo ragionamento è possibile fare per la conferma dell’investimento prioritario nel valore della conoscenza, che caratterizza da sempre questa Regione, che costituisce uno dei patrimoni più preziosi di cui disponiamo, a beneficio del quale vengono messi a disposizione oltre 15 milioni di euro per il diritto allo studio scolastico e 37 milioni di euro per quello universitario, non dimenticando che nella nostra Regione, in Emilia-Romagna è possibile coprire il 100 per cento delle borse di studio relative all’università.

Sempre riguardo la centralità della persona, il bilancio triennale 2024-2026 conferma la destinazione di tre quarti delle risorse disponibili (oltre 9 miliardi di euro) alla sanità, ergo al sistema di prevenzione e cura che riguarda ognuno di noi, in cui sono compresi anche gli 8,5 milioni di euro finalizzati all’esenzione dal ticket nazionale sulle prime visite per le famiglie con più di un figlio, con un’attenzione distintiva - voglio ribadirlo anche in questa occasione - nei confronti dei più fragili, basti pensare al Fondo regionale per la non autosufficienza. Noi continuiamo negli anni a incrementare questo fondo, che oggi si attesta ad oltre 500 milioni di euro, corrispondendo a quanto il Governo nazionale mette complessivamente a disposizione per tutte le Regioni del nostro Paese.

Ci sarebbe tanto altro di meritorio da evidenziare, a partire dalla gratuità degli abbonamenti per il trasporto pubblico per studenti e pendolari per ragioni lavorative, però per evitare un elenco molto articolato (ci sarebbero gli argomenti per continuare a scorrere questo elenco) credo che sia opportuno soffermarci sul fatto che tutto questo è possibile anche grazie all’utilizzo dei fondi europei, debitamente cofinanziati in quota parte dal bilancio regionale, in relazione ai quali la nostra Regione si conferma tra le migliori nelle capacità di impiego.

Non voglio tralasciare un altro dato essenziale nel guardare questo bilancio, che per il suo positivo reiterarsi rischia forse di essere dato per acquisito e forse anche per scontato a prescindere. Per il nono anno consecutivo, in questa Regione il carico fiscale di pertinenza resta invariato. Dunque, nessun aumento ancora una volta, l’ennesima volta. Questa è una notizia importante, che deve essere trasmessa e anche ‒ credo ‒ spiegata e rimarcata. Soprattutto è importante per persone e famiglie, in una stagione storica in cui, come continuiamo indubbiamente a vedere, l’aumento dei costi relativi alla vita quotidiana non cessa. Oltretutto, è anche una promessa che abbiamo mantenuto.

In conclusione, dunque, il bilancio di previsione dimostra ancora una volta che la Giunta regionale, con l’apporto della maggioranza, che la sostiene, pur tra molteplici difficoltà, è in grado di far fronte alle sfide internazionali che stiamo vivendo, ai bisogni di assistenza e sostegno che si presentano nelle comunità e, allo stesso tempo, alla domanda di opportunità di crescita che le persone, i tanti talenti, le imprese dell’Emilia-Romagna chiedono. Tutto ciò ‒ lo dico in conclusione di questo intervento ‒ nonostante l’evidenziata indisponibilità in termini di scelte e corresponsione, che, invece, continua a registrarsi sul piano nazionale.

Alla luce di queste considerazioni, esprimo il voto convinto del Gruppo Bonaccini Presidente a questi tre provvedimenti normativi, che costituiscono il pacchetto bilancio per il 2024.

L’ordine del giorno, giacché ho la parola e il tempo, vorrei brevemente illustrarlo. Abbiamo detto quanto gli ultimi tempi, in particolare quest’anno sia stato complicato per molte famiglie. In questo bilancio la Regione, però, conferma il suo forte impegno in relazione al contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Nell’ordine del giorno viene evidenziato anche in quale modo effettivamente viene concretizzato questo impegno. In Emilia-Romagna, tra gli strumenti di contrasto alla povertà, di innovazione sociale, vale a dire della capacità di cogliere i bisogni nuovi e di fornire risposte adeguate e versatili, ed essere volano, anche, per ulteriori iniziative, rivestono un grande interesse gli empori solidali. Nell’ordine del giorno ‒ e ringrazio anche tutti i colleghi che hanno firmato questo documento ‒ poniamo particolare attenzione all’operato, al ruolo e al significato degli empori solidali. Sono 27 gli empori già attivi in Emilia-Romagna ed è attiva anche un’associazione di 18 tra gli empori solidali dell’Emilia-Romagna. Nell’ordine del giorno vengono evidenziati alcuni dati aggiornati al 31 dicembre 2022. Sono state 7.271 le famiglie sostenute e 23.473 le persone aiutate tramite gli empori solidali con il contributo di 995 volontari, che ovviamente ringraziamo insieme alle 303 aziende sostenitrici e ai 246 Enti partner. È grazie a questa concreta e preziosa risorsa di impegno e solidarietà che sono state distribuite 114.186 spese.

In questo ordine del giorno noi chiediamo che la Regione continui il proprio impegno a proseguire nell’attuazione degli interventi diretti al contrasto della povertà, allo sviluppo dell’inclusione e alla valorizzazione dell’esperienza degli empori solidali, sia attraverso la propria complessiva programmazione, sia attraverso bandi specifici, e poi a coinvolgere la scuola e il mondo dell’istruzione e dell’educazione nella promozione e nella valorizzazione di tale innovazione sociale, incoraggiando anche ulteriori forme di adesione da parte dei privati e degli Enti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Io vorrei soffermarmi su alcuni aspetti del bilancio, dopo che comunque molte cose sono state già illustrate, dette e sottolineate.

Io vorrei soffermarmi su alcuni aspetti di segno più rispetto a quello che ci accingiamo ad approvare, in particolar modo alcuni aspetti che danno il senso dal nostro punto di vista politico dell’indirizzo che questa Regione vuole intraprendere e perseguire, in particolar modo ciò che ha a che fare con le risorse che per quanto riguarda le politiche sociali vengono messe a disposizione della cittadinanza emiliano-romagnola, che oggi segnano, come è stato ricordato per sommi capi precedentemente, un livello di intervento mai raggiunto prima.

Penso all’implementazione del Fondo sociale a disposizione della Regione, che assomma a 54,5 milioni, penso al richiamato Fondo regionale per la non autosufficienza, che è stato oggetto dell’ultima variazione di bilancio che abbiamo approvato nella scorsa seduta dell’Assemblea, lo scorso 28 novembre, e che, assieme alla variazione di bilancio di luglio, inizia a immettere all’interno di un sistema a favore della cittadinanza non autosufficiente un valore importante di oltre 530 milioni di euro, consentendo, così, di affrontare quella che è la quota parte per quanto riguarda l’utenza, in una forma molto, molto alleggerita, che non ha pari in altre Regioni italiane. In altre Regioni la quota parte richiesta all’utenza continua a essere sempre sicuramente di molto superiore per quanto riguarda la quota giornaliera.

Sono interventi che segnano davvero l’indirizzo che questa Regione vuole intraprendere. Non voglio neanche trascurare ciò che è riportato all’interno del bilancio di previsione per quanto riguarda il 2024. È stato anche oggetto di alcune osservazioni, soprattutto da parte della minoranza rispetto alla legge n. 3/2023, approvata lo scorso aprile, che trova, all’interno di questo bilancio, una sua dotazione per essere messa a terra, per proseguire la sua azione, nell’ordine di 600.000 euro, che serviranno a continuare a costruire quel sistema di rappresentanza del terzo settore, che interloquisce con la Regione e con gli Enti locali.

Una nota a margine. So che il consigliere Marchetti aveva sollevato il punto rispetto all’insediamento del Consiglio regionale del terzo settore. Siamo in attesa che le Fondazioni di origine bancaria indichino il loro componente, senza il quale non può essere istituito e insediato il Consiglio regionale del terzo Settore. Ci auguriamo ‒ come scrivono ‒ che questo avvenga entro il prossimo 15 gennaio, in modo da poter dare corso. Con queste risorse noi andremo a sostenere anche quelle che sono le rappresentanze su base provinciale del terzo settore, in maniera tale che quelle azioni previste dall’Amministrazione condivisa, che attingeranno anche dal Fondo sociale europeo “più”, possano avere effettivamente seguito.

Così come saluto positivamente il rinnovo di quella misura importante a sostegno del sistema pubblico per quanto riguarda le ASP. Al di là delle forme organizzative, significa che comunque viene mantenuta una presenza del pubblico, della competenza del pubblico in maniera decisa.

Non trascuro, e questo mi serve anche per un ragionamento ulteriore su quanto anche il consigliere relatore di minoranza ha riportato rispetto alla, secondo lui presunta, negatività dei fondi europei che noi andiamo a impiegare, non trascuro anche ‒ dicevo ‒ che con 41 milioni dal Fondo sociale europeo andiamo a sostegno dell’abbattimento delle quote da corrispondere da parte delle famiglie per quanto riguarda il sistema dell’educazione pari allo 0,6.

Non lo trascuro non tanto per l’importo e l’impegno dei 41 milioni di euro che mettiamo su questa misura e che possiamo fare attraverso l’impiego del Fondo sociale europeo, non lo trascuro perché l’impegno del cofinanziamento che noi ci impegniamo a sostenere equivale al 18 per cento dei fondi strutturali europei che noi utilizziamo, ovvero con 180 milioni di bilancio regionale noi riusciamo ad attivare quote per circa 1 miliardo, da un lato sul Fondo sociale europeo, dall’altro 1 miliardo sul FESR.

Sono tutte misure che ci consentono di fare una serie di azioni. Pertanto il nostro bilancio va nella direzione del sostegno a quelle che sono le politiche sociali sulle fragilità, sulle disuguaglianze, come ricordava anche chi mi ha preceduto, sul tema del fondo affitti e altro, mentre lo utilizziamo in un’ottica anche di sviluppo delle potenzialità che i fondi strutturali ci consentono.

Penso a quei bandi che, per esempio, per il FESR sono stati promanati non esclusivamente rispetto a questioni legate alla transizione di carattere ecologico, ma anche allo sviluppo produttivo. Penso a questa innovazione, che l’assessore Felicori ha voluto introdurre utilizzando i fondi del FESR con 7 milioni di euro a favore delle imprese culturali e creative, che sono una novità assolutamente importante, che senza il cofinanziamento della Regione del 18 per cento non avremmo potuto utilizzare, senza il cofinanziamento i 41 milioni di euro per quanto riguarda l’abbattimento delle rette per un sistema di educazione euro 6, non l’avremmo potuto mettere in campo.

Penso a molte altre iniziative, penso a quelle delle comunità energetiche che abbiamo sostenuto nella loro costituzione. Oggi, finalmente, dopo lunghissimi mesi di attesa, dopo lunghissimi mesi in cui il Ministero dell’ambiente nazionale diceva di avere l’indomani già pronto il decreto, finalmente iniziamo a vedere luce, potremo assolutamente implementarlo in questa direzione.

Quell’Europa matrigna che il consigliere Bargi descrive come costringente ad avere obblighi di un certo tipo, invece ci consente di fare delle azioni di sviluppo e di rilancio per quanto riguarda il nostro sistema, all’interno di un quadro sicuramente macro economico non favorevole.

Se non riusciamo a utilizzare questi fondi in questa chiave, non riusciremo sicuramente a contrapporre una tendenza, che, invece, ci vedrebbe spegnerci progressivamente. Ecco che il combinato disposto delle risorse del bilancio regionale per quanto riguarda il contrasto alle disuguaglianze o all’intervento sulle fragilità e l’impiego del cofinanziamento sui fondi strutturali ci consente anche di poter fare questo.

Ci consente di poterlo fare in una chiave positiva, che credo vada a favore dei cittadini e delle cittadine dell’Emilia-Romagna, sotto il profilo energetico, sotto il profilo dello sviluppo economico, sotto il profilo delle opportunità, che non credo siano da costringere dentro a presunte politiche di genere, dove le politiche di genere assumono quell’accezione negativa rappresentata da un consigliere di minoranza. Politiche di genere che, invece, servono proprio per un rilancio anche di carattere economico. Nel momento stesso in cui una parte consistente della popolazione emiliano-romagnola, una parte consistente della popolazione emiliano-romagnola facente riferimento alla componente femminile non ha accesso al mondo del lavoro... E di nuovo qui richiamo anche l’impiego dei fondi FESR per quanto riguarda il tema dell’imprenditoria femminile, che consente a diverse persone di genere femminile di affacciarsi sul mondo del lavoro, quindi di porre un contrasto a una riduzione della nostra capacità produttiva. Credo che, invece, quel disegno, quella narrazione che ci viene ascritta come negativa, sia da rivendicare come elemento positivo, proprio nel rispetto delle differenze delle persone e anche delle minoranze.

Chiudo con alcuni aspetti. Questo per quanto riguarda quello che noi facciamo come Regione Emilia-Romagna. Ho provato a tracciare degli aspetti che, secondo me, sono assolutamente rilevanti dal punto di vista dell’indirizzo politico.

Chiudo con alcuni aspetti che trovo problematici. Molti di noi hanno richiamato quanto e come le difficoltà nel corso di questi anni si siano sommate sul tema sanitario e su come, non solo il sottofinanziamento, ma il mancato riconoscimento anche dei Governi precedenti di quelle che sono state le spese extra per il Covid abbiano messo in difficoltà la nostra sanità.

Ci si mette, voglio dirlo, anche... E qui non è colpa dei Governi precedenti, ma è colpa del Governo attuale, che non intende riconoscere quanto dallo stesso Commissario, dalle varie Commissioni è asseverato rispetto a quelli che sono stati i danni che la nostra sanità ha subìto dall’alluvione.

Sono stati asseverati danni per circa 100 milioni di euro, il Governo in legge di bilancio non prevede stanziamenti in questo senso, come a dire “cavatevela da soli, noi ci proviamo, ce la mettiamo tutta, i bilanci del 2023 verranno chiusi in pareggio”, ma non perché ci siano maggiori risorse dal punto di vista nazionale, ma ce ne sono di meno, a maggior ragione meno sotto il profilo dei danni asseverati dopo l’alluvione sul comparto sanitario. Questo penso che sia un elemento particolarmente grave e bene faceva la consigliera Costi, nell’illustrazione del tema, quando parlava del DEFR, a ribadire come invece misure di intervento su Regioni che non hanno avuto elementi come quello che abbiamo subito noi con l’alluvione o altri elementi ricevono effettivamente risorse aggiuntive, cosa che non accade per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, come a dire “qui bisogna colpire, qui bisogna fare un gioco fondamentalmente politico”.

Così come penso che sia assolutamente importante quello che andiamo a ribadire con il collegato, ovvero porre termine al periodo transitorio della legge n. 24 del 2017, cioè interrompere quelle proroghe che sono state assicurate nel corso degli anni precedenti causa Covid, causa diverse motivazioni, relativamente alla redazione del PUG per quanto riguarda le Amministrazioni locali.

È stato dimostrato all’interno di un convegno che si è tenuto lo scorso 28 novembre come quella legge n. 24 abbia iniziato a porre uno stop alla proroga dei PUG, e credo che ci dia lo spazio per andare ulteriormente verso una riduzione del consumo di suolo, che è assolutamente da perseguire non in forma strettamente ideologica, ma in forma oggettiva di preservazione del nostro territorio e soprattutto del nostro territorio agricolo.

Infine, per chiudere, anche in risposta, visto che sono stata con diversi altri colleghi uno dei promotori di un dialogo nella scorsa seduta di assestamento di bilancio rispetto a tutto il tema del finanziamento per quanto riguarda l’endometriosi, che oggi viene riproposto dalla collega Catellani, vorrei ricordare che in quella sede noi presentammo non tanto una dotazione di carattere economico su quel punto, ma una serie di misure che avevano già avuto corso, dall’esenzione di alcuni screening all’implementazione dei PDTA per quanto riguarda l’endometriosi.

Il punto nevralgico su cui ci trovammo in difficoltà fu proprio quello della dotazione, quindi dell’accesso all’erogazione in forma gratuita di una serie di farmaci ormonali, i quali, per avere una copertura, avevano bisogno di una dotazione consistente. Se non ricordo male, era attorno a 1,3 milioni di euro, ben distante da una dotazione che si vuole, in termini di bandiera, porre oggi all’attenzione dell’aula, sapendo che quelle risorse poste all’attenzione dell’aula con quell’emendamento sono già in dotazione, per quanto riguarda la sanità, nell’implementazione di quei programmi, che già oggi ci sono, di coordinamento dei vari PDTA, dei vari centri sui territori. Sono parte di un ragionamento, di una prosecuzione dell’attività che non si è mai interrotta.

Lo snodo è, chiaramente, quello legato a una dotazione sicuramente molto più significativa rispetto a quella che è la cifra che oggi viene posta alla nostra attenzione dalla collega Catellani e che, anche per le indicazioni che ho provato a dare prima rispetto non solo al sottofinanziamento nel dato complessivo, ma anche all’accanimento che oggi il Governo vuole indurre, perpetrare nei confronti della Regione Emilia-Romagna, ovviamente non riusciamo a garantire, sapendo che, invece, tutto il resto rimane in essere.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Parlare della sessione di bilancio inevitabilmente ci impone di parlare di sanità, visto che, comunque, quattro quinti ‒ mal contati ‒ del bilancio della Regione sono in spese sanitarie.

Da questo punto di vista, voglio riprendere alcuni temi che durante il corso dell’anno abbiamo trattato e che, inevitabilmente, impattano sulla discussione. Un argomento sul quale voglio fare un piccolo approfondimento e sul quale ho presentato anche un ordine del giorno, oltre ad aver firmato anche un ordine del giorno trasversale assieme ad alcuni colleghi, è quello del payback. A mio parere, è un tema sottovalutato. Potrebbe avere degli impatti sul bilancio della nostra Regione molto, molto importanti. Infatti, questo è un regalino che ci ha lasciato un Governo... Anzi, due Governi passati. Un primo Governo lo ha istituito, credo, nel 2015, se non ricordo male. E poi nel 2022 sono stati emanati i decreti applicativi, lasciando questo regalo al Governo attuale.

Questo provvedimento impone a delle aziende private di farsi carico di debiti che sostanzialmente sono della sanità pubblica, e per la Regione Emilia-Romagna, come ben sappiamo e tutti sosteniamo a gran voce, avendo una gran fetta di sanità pubblica, chiaramente l’impatto è molto più forte rispetto ad altre Regioni. Infatti per noi c’è un impatto che per i soli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 è di 2,2 miliardi, quindi è una voce molto importante che ricadrà sulla nostra Regione.

Ricadrà su una grande fetta proprio perché, come dicevo prima, la nostra sanità pubblica, contrariamente a quella di altre Regioni, farà sì che le aziende del nostro territorio dovranno pagare molto di più rispetto ad altre.

Faccio due esempi: la Lombardia avrà 10.542 euro, il Lazio addirittura zero, l’Emilia-Romagna 170.380.000, quindi sono numeri spaventosi e fanno veramente tremare i polsi.

Il fatto che si tenga fra le righe e si vada avanti con dei rinvii, senza capire dove andremo ad approvare, fa sì che questo faccia pensare che nel nostro bilancio, oltre ai problemi che abbiamo già e abbiamo già identificato in passato, si vada ad aggiungere anche questo grosso problema, con il rischio, se dovesse andare in porto così come è stata strutturata, di rovinare le aziende piccole e medie, fornitrici del nostro sistema sanitario, dandoci in pasto a fornitori internazionali che della nostra sanità e della qualità dei prodotti che ci forniscono hanno meno interesse.

Su questo credo che sia importante la massima attenzione da parte nostra per sostenere queste aziende, far sì che non vadano in default a causa dell’applicazione di questa norma, ma anche per far sì che non diventi un problema anche per il bilancio della Regione, perché, come ho detto, parliamo di numeri veramente importanti.

Con l’ordine del giorno che ho presentato chiedo l’attivazione di un tavolo tecnico, volto ad eliminare tutte queste problematiche, con l’ulteriore finalità di garantire la sospensione da parte delle Regioni di questo provvedimento.

Mi rendo conto che ci esporrebbe ad un ulteriore “buco di bilancio”, cosa che non credo che saremmo in grado di sopportare.

Abbiamo poi il tema dell’energia, che in parte sta rientrando, però credo che anche quello sia un altro tema importante del quale dobbiamo tenere conto. Anche perché, dal punto di vista della politica regionale sull’energia, parliamo di attività che avremmo dovuto fare già in passato per far sì che l’impatto dei consumi sulle nostre strutture non solo sanitarie, ma anche amministrative, come la sede della Regione, eccetera... Se fossero state riqualificate, chiaramente, avremmo già avuto i benefici, come è successo, per esempio, in alcuni Comuni che hanno fatto queste scelte. Quindi, i costi energetici hanno sicuramente un impatto importante.

Tutto questo fa sì che lavoriamo più sui problemi che sulle opportunità. Ci sono due o tre passaggi che vorrei sottolineare. In questo momento di grande difficoltà economica della Regione, non si capisce bene perché si sia deciso di istituire, di dare il via, proprio in questo periodo, alle nomine di due nuove direzioni, quella assistenziale e quella sociosanitaria, che di conseguenza faranno sì che, in prospettiva, ci sarà un’ulteriore serie di nomine che avranno un impatto molto importante sul bilancio.

La scelta che probabilmente sarebbe stata più opportuna è quella di lavorare sul personale esistente, quindi mettendolo in condizione di lavorare meglio, o, addirittura, di implementare nuovo personale. Come dicevo, le problematiche che dobbiamo andare a risolvere sono quelle della sanità in montagna, dove sappiamo bene che siamo obbligati a chiudere i servizi perché non troviamo personale disponibile ad andare ad operare in quei territori, visto che sono più disagiati. Come anche il corretto avvio dei CAU, che stanno partendo in questo periodo. CAU che io, come ho già avuto occasione di dire in altre sedi, vedo di buon occhio, ma vedo di buon occhio nella misura in cui all’interno avranno il personale necessario per farli funzionare. Altrimenti, creeremo un’altra insegna senza avere al proprio interno le risorse necessarie per poi dare risposte ai cittadini.

Queste sono un po’ le cose che mi sentivo di dire.

Due parole solo sulla sicurezza delle nostre strutture. Abbiamo visto in questi giorni, sui telegiornali, sui giornali, i problemi accaduti a Tivoli, dove ci sono stati degli incidenti, degli incendi, eccetera. Questo ci deve far accendere una lampadina. Dobbiamo verificare se le nostre strutture sono tutte in condizioni positive o se hanno dei problemi. Anche perché dai territori arrivano dei segnali, dei messaggi di allarme. Per esempio, nel territorio di Parma, all’Ospedale Maggiore ci dicono che vi sono ambulatori dove non si vede mai la luce, indipendentemente dal giorno segnato dal calendario, o dove ci sono reparti ancora con spazi angusti e promiscui, quindi degenti e utenti che occupano lo stesso spazio, occupando anche gli spazi di evacuazione, quindi creando situazioni di pericolo, oppure manutenzione degli impianti come gli impianti di aerazione, dove in taluni casi sono stati collaudati, ma per un altro uso, e poi vengono riadattati in emergenza, in base alle disponibilità del momento.

Sarebbe quindi opportuno rimodulare le scelte che stiamo facendo, cercando di fare scelte più opportune per dare quelle risposte, come dicevo prima, più importanti, in primis quella del personale, che credo sia la causa di tutte le problematiche che abbiamo nella nostra sanità. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente.

Intervengo per illustrare due ordini del giorno, ma prima ci tengo in particolare ad evidenziare la volontà di sottoscrivere l’emendamento presentato a prima firma Catellani e sottoscritto, oltre che da me, dal collega Gabriele Delmonte, relativo all’endometriosi.

Ho sentito l’intervento del collega Amico, che sinceramente mi ha deluso molto, in quanto apprendiamo che ancora una volta vi è la volontà da parte della maggioranza di venire meno agli impegni assunti in sede di Assemblea legislativa in merito a stanziamenti di risorse economiche in bilancio, relativamente ad azioni concrete che andrebbero ad aiutare le tante donne che, loro malgrado, soffrono di questa così invalidante patologia e che oggi meritano di avere delle risposte.

La collega Catellani ha firmato e depositato un emendamento molto importante, che richiede lo stanziamento di risorse economiche. Diciamolo chiaro, colleghi, non sono cifre esagerate, si parla di un’autorizzazione di spesa pari a 65.000 euro per ciascuno degli esercizi 2024, 2025 e 2026, nell’ambito della Missione 13, Tutela della salute, Programma 5, Servizio sanitario regionale, investimenti sanitari, Titolo 2, spese in conto capitale, e un’autorizzazione di spesa pari a 100.000 euro per ciascuno degli esercizi 2024-2025.

 È vero che, nel precedente atto che abbiamo presentato in sede di assestamento di bilancio, le richieste di tipo economico erano più elevate, ma si cerca sempre in questa sede di portare a casa qualcosa, non per scopi di bandiera o ideologici, ma per dare risposte concrete, in questo caso, alle tante cittadine emiliano-romagnole che soffrono di endometriosi, una patologia che ha costi sociali significativi, che influisce, che ha un impatto significativo sulla qualità della vita di queste donne. È anche una patologia che influisce tantissimo sulla fertilità. Si parla tanto di denatalità, si utilizza sempre questo termine, ma poi, forse, quando si deve agire concretamente per andare almeno a provare a risolvere questo problema, vediamo che ci si tira indietro.

Questo emendamento è supportato, peraltro, e lo voglio ringraziare, dal Comitato endometriosi, che ha lanciato la campagna “Endometriosi: firma adesso”, che ha raccolto 4.200 firme in tutta la regione, a cui è seguito il voto di decine di Comuni italiani, e 9.000 firme online in poche settimane. Si sono fatte notare anche a Bruxelles, con un’interrogazione votata all’unanimità dal Parlamento europeo, ricevendo anche un impegno formale da parte del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ringrazio. So che ci sono state diverse interlocuzioni con il Comitato anche da parte del presidente Bonaccini e dell’assessore alla sanità Raffaele Donini. Per cui, ritengo sia di buonsenso approvare qualcosa che vada ad aggiungere una garanzia di servizi in più a queste donne, non limitandosi a dire, come ha fatto il collega Federico Amico, che noi siamo già i primi, siamo già i più bravi in Regione Emilia-Romagna, con questo narcisismo dilagante per cui qua siete già bravissimi e non c’è bisogno di apportare modifiche migliorative. Non è così.

Confidiamo nel buonsenso di una votazione favorevole a questo emendamento, che va veramente a garantire qualcosa in più per l’assistenza concreta a queste donne.

Colgo l’occasione per ringraziare tutte le associazioni che fanno riferimento alle tante donne che soffrono di questa patologia, che svolgono un lavoro straordinario, spesso e volentieri un lavoro di volontariato, che va anche a migliorare e ad aggiungere servizi che non sono garantiti dal Servizio sanitario regionale.

Presento i miei due ordini del giorno. Un ordine del giorno riguarda le associazioni di volontariato sanitario ed è collegato a un question time che ho presentato durante la scorsa Assemblea legislativa all’assessore Donini ‒ poi mi ha risposto il sottosegretario Baruffi ‒ in merito alla corresponsione da parte delle aziende ASL alle associazioni di volontariato sanitario relativamente ai rimborsi, in quanto le associazioni di volontariato sanitario (parliamo di Croce Rossa, Pubblica Assistenza e Croce Bianca) sappiamo svolgere servizi fondamentali e insostituibili di primo soccorso e di trasporto di pazienti dal luogo dell’incidente o dalla propria abilitazione presso gli ospedali o le varie strutture sanitarie. Queste associazioni sostengono diversi costi, che devono essere rimborsati in base a convenzioni dalle ASL.

Come ho avuto modo di evidenziare nel mio question time (io ho fatto riferimento nel question time a Piacenza, ma è una problematica diffusa che coinvolge tutte le associazioni di volontariato sanitario della Regione), spesso la corresponsione dei rimborsi dei conguagli avviene dopo tanto tempo, per cui, con questo ordine del giorno, io chiedo alla Giunta regionale di prevedere uno schema di convenzione tipo per le future convenzioni, che decorrono dal 1 gennaio 2024, che contenga una previsione per effetto della quale, una volta ricevuta la documentazione dalla singola organizzazione di volontariato sanitario, l’azienda ASL abbia sei mesi di tempo per verificare la congruità della documentazione e conseguentemente rimettere i saldi dei rimborsi dovuti alle organizzazioni di volontariato sanitario e che quest’ultima sia autorizzata ad emettere fatture entro 30 giorni.

In riferimento alle convenzioni già in essere, chiedo di emanare apposita circolare, con la quale dare indicazioni alle aziende ASL, affinché possano essere tempestivamente saldati alle organizzazioni di volontariato sanitario eventuali rimborsi pregressi già rendicontati, verificati ed ancora non liquidati.

Per questo ordine del giorno ci tengo a ringraziare in modo particolare la presidente della Commissione sanità, Ottavia Soncini, per l’ascolto nei confronti della sottoscritta e anche per aver preso in considerazione la proposta di questo ordine del giorno. So che sono stati presentati alcuni emendamenti, ringrazio anche la vice presidente Francesca Maletti per avere attenzionato questa mia sollecitazione, io ritengo che possa essere di buonsenso e possa andare a vantaggio di tutte le aziende di volontariato sanitario della nostra Regione, che ‒ non dobbiamo dimenticare ‒ svolgono davvero un servizio fondamentale per tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna.

Se quindi troviamo un modo per facilitare la corresponsione da parte delle ASL dei rimborsi dovuti penso che questa sia una cosa molto positiva. Non si tratta di prevedere soldi in più, ma si tratta di avere delle tempistiche certe per corrispondere i bilanci, perché alcune realtà, soprattutto le più piccole, se non ricevono i rimborsi, fanno veramente fatica a proseguire e anche a chiudere i bilanci.

Vi faccio un esempio di Piacenza, dove devono ancora essere corrisposti i conguagli relativi all’anno 2021, ormai siamo a fine 2023, quasi nel 2024, capite che diventa un problema. Ringrazio quindi le colleghe Soncini e Francesca Maletti.

L’altro ordine del giorno, e poi chiudo per non rubare troppo tempo ai colleghi, riguarda già un impegno che è stato assunto dalla Giunta regionale in sede di assestamento di bilancio, presentato dalla sottoscritta e dal capogruppo Matteo Rancan, relativamente al crollo del Ponte Lenzino, in Provincia di Piacenza. Ponte che crollò il 3 ottobre 2023 e che provocò diversi disagi, soprattutto lasciando un grave senso di ingiustizia in gran parte della popolazione situata nel territorio dell’Alta Val Trebbia, tanti cittadini e imprese che per diverso tempo hanno dovuto convivere con condizioni di palese svantaggio rispetto ad altri territori.

Il 12 ottobre 2020 la Giunta regionale ha approvato la destinazione in favore dell’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta di un contributo, sulla base di una legge regionale, per la somma complessiva di 200.000 euro, per l’attuazione delle prime misure di assistenza a sostegno del tessuto socioeconomico danneggiato dalla situazione determinatasi a seguito del crollo del Ponte Lenzino. Però, come ho già avuto modo di evidenziare, la ripartizione delle risorse regionali messe a disposizione dalla Giunta regionale ad opera dell’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta risulterebbe aver offerto un ristoro soltanto a un numero esiguo di soggetti, tanto che diversi abitanti, diverse attività della Val Trebbia sono rimaste escluse, non ottenendo i giusti rimborsi, pur avendo subìto un danno palese.

Abbiamo presentato, quindi, un ordine del giorno, che è stato approvato in sede di assestamento di bilancio. A maggior ragione in fase di bilancio di previsione, visto che non si è ancora visto un centesimo per chi è rimasto escluso da questo bando, chiediamo, in coerenza con quanto previsto dall’ordine del giorno n. 10 collegato all’oggetto 6990 ‒ ricordo, approvato all’unanimità dall’Assemblea legislativa nella seduta del 25 luglio 2023 ‒ di prevedere uno stanziamento congruo a garantire il giusto ristoro a tutti i cittadini e alle imprese danneggiate dal crollo del Ponte Lenzino e non esclusivamente ad una piccola parte di essi, come è avvenuto con la ripartizione attuata dall’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta, con le risorse stanziate dalla Giunta regionale.

Ringrazio il consigliere collega Gian Luigi Molinari, anch’egli di Piacenza, per l’interessamento. Ad oggi io e il collega Rancan stiamo aspettando una risposta da parte dell’assessore Taruffi, che oggi fa un po’ l’anguilla. Non siamo ancora riusciti a capire quale sarà la sua posizione. Auspichiamo che ci sia una scelta positiva e di buonsenso nei confronti di questo impegno, che non fa altro che confermare la richiesta dell’ordine del giorno presentato in fase di assestamento e ‒ lo ricordo ancora una volta ‒ votato all’unanimità dall’Assemblea legislativa. Per cui, anche da parte dell’assessore vi fu un impegno formale, per cui oggi questo impegno verrà sicuramente mantenuto e gli sarà dato seguito. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Stragliati.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Il bilancio che nelle sue articolazioni oggi la Giunta porta al voto parla molto del Governo Meloni e poco del mandato Bonaccini.

In maniera ripetuta, nelle varie Commissioni fino ad oggi la maggioranza ha legato le sorti di questo bilancio al primo anno di Governo di Centrodestra, quel Governo che, a vostro dire, con le proprie scelte ha blindato la possibilità di manovre straordinarie alla locomotiva d’Italia.

Ci stupiamo che in un solo anno il Governo attualmente in carica abbia avuto questo grande potere. Troviamo anche un po’ stucchevole il vittimismo che ogni tanto ascoltiamo, alle cui motivazioni siamo convinti non crediate neppure voi.

Crediamo che sia più fondato ritenere che, dopo anni e complici sicuramente eventi non ordinari come il Covid, come l’alluvione, si evidenzino i nodi di un doppio mandato, che non ha mai osato molto, non ha avuto mai grande coraggio. Certo, si è caratterizzato per fatti, però forse non per una visione così ampia come ci aspettavamo da questa Regione.

Mi concentrerò anch’io soltanto su alcuni temi. Ovviamente il più importante per noi, quello che ci sta a cuore è quello della sanità.

È un fatto per noi che il Fondo sanitario nazionale raggiunga oggi il suo massimo storico, periodo Covid compreso, lo ha affermato il presidente del Consiglio, è un fatto che il Governo abbia dato priorità al Piano di abbattimento delle liste di attesa, è un fatto che siano stati stanziati 3 miliardi in più destinati all’abbattimento delle liste d’attesa, da perseguire con due misure: rinnovo dei contratti del comparto sanitario, detassazione straordinari legati ai premi di risultato e a obiettivi per l’abbattimento delle liste d’attesa.

 È una priorità del Governo Meloni, nel mandato di bilancio del presidente Bonaccini l’abbattimento delle liste d’attesa, una priorità anche per questa Regione. Non esistono quei tagli annunciati con quasi 136 miliardi di euro, si parla del più alto investimento previsto per la sanità.

Nel 2019, il fondo aumentava di 115 miliardi nel periodo Covid e 122 e 127 miliardi, vaccini compresi. Si può continuare a dire, lo abbiamo ascoltato anche in Commissione, che scende in base al PIL, perché ci sono stati anni precedenti in cui il PIL scendeva, mentre oggi il PIL sale, quindi l’incidenza è sicuramente diversa. Però vogliamo considerare da parte nostra una cosa buona anche che il PIL oggi salga. Ha detto l’assessore Calvano che i numeri non hanno appartenenza politica. Bisogna leggerli con imparzialità.

Tra il 2010 e il 2019 il sistema sanitario ha perso circa 37 miliardi di euro. Voi dovreste saperlo, perché in quell’arco di tempo il Partito Democratico è sempre stato al Governo. Noi diciamo che allora è meglio avere 3 miliardi in più che 37 miliardi in meno.

Riguardo alle scelte della maggioranza in materia di sanità, continuiamo a dire che non ci convince la riforma sull’emergenza-urgenza. Affermare oggi che i pronto soccorso non risultano alleggeriti, che vige una grande confusione, che gli accadimenti purtroppo spiacevoli che stanno accadendo attestano tutte queste cose assieme. Non significa fare terrorismo psicologico, ma significa ribadire quanto avevamo già detto in fase di discussione circa la realizzabilità e l’utilizzabilità dei CAU e la riforma dell’emergenza-urgenza nel suo complesso.

Il decesso di quella persona anziana, dopo sei ore di attesa al pronto soccorso, che poi si è rivolta al CAU di Budrio, riguarda per forza le politiche messe in essere dall’Assessorato regionale alla sanità, sostenute anche dall’azienda. Non fanno che salutare i CAU come la soluzione in realtà non definitiva al problema dell’emergenza-urgenza.

Questo fatto, che ovviamente è un fatto spiacevole, che non deve essere strumentalizzato, ma che non è purtroppo il primo, dimostra che il sistema dell’emergenza/urgenza continua ad essere, a nostro avviso, fallace, non certo per responsabilità di medici e infermieri. Non parliamo di competenze nemmeno del personale del CAU.

Riconosciamo profondo impegno e costante dedizione nel loro lavoro, però ribadiamo che quel modello di cui la Regione oggi si vanta in ogni occasione per noi mira ad una razionalizzazione delle risorse, al tentativo di far quadrare in un certo modo i conti e al tentativo di trovare una soluzione, che però dovrebbe guardare, secondo noi, altri orizzonti.

Temiamo risultati peggiori quando entrerà in funzione il numero 116 e 117 e chiediamo un ripensamento all’Assessorato.

Sulla sanità, che trova con fatica il proprio bilancio di pareggio, rispetto al contenimento delle spese e recupero di somme, si potrebbe fare certamente meglio a nostro avviso.

Ricordiamo anche i milioni di euro di ticket non riscossi. Vogliamo ricordare, Presidente, perché questo è l’ultimo bilancio di previsione probabilmente e quindi non ci possiamo esimere da ricordare i punti nascita. Abbiamo appreso da atti di sindacato ispettivo prima e oggi dal nulla in bilancio che non c’è nulla.

La seconda Giunta Bonaccini si era impegnata a riaprire i punti nascita chiusi precedentemente dalla prima Giunta Bonaccini. Ad oggi, a quanto ci risulta, i punti nascita attivi sono sempre gli stessi.

Pensiamo al potenziamento dell’organico in servizio nei Dipartimenti di sanità pubblica, alla qualificazione dei professionisti sanitari. Anche questo era un punto di forza del suo mandato. Secondo noi, ancora c’è molto da fare e non è certo colpa del Governo Meloni, crediamo.

Vogliamo ricordare anche l’adeguamento e la ristrutturazione delle strutture sanitarie. Alcuni presìdi verranno chiusi. Riconosciamo un investimento sulle Case della comunità, sulle strutture e le attrezzature interne. Ci dispiace che questo ci sembri, però, finalizzato quasi esclusivamente ad infilarci dentro appunto i CAU.

Il dissesto idrogeologico è un tema che ci sta a cuore da sempre. Quest’anno la Regione si è trovata a dover fronteggiare gli eventi calamitosi dell’alluvione del maggio 2023.

Ad ogni occasione abbiamo evidenziato la necessità di mutare completamente l’approccio. Non potremo più considerarci per il futuro in presenza di eventi sempre emergenziali, ma di eventi atmosferici meteorologici già verificatisi, rispetto ai quali dovremmo adottare correttivi.

Per contro, invece, sul fronte, ad esempio, della manutenzione degli argini, siamo ad oggi rimasti fermi senza nessun tipo di evoluzione.

L’esondazione di ventitré fiumi, come abbiamo ribadito tante volte, deve essere motivo di riflessione. C’è qualcosa che non ha funzionato sul fronte della manutenzione e noi lo abbiamo sempre evidenziato.

Sosteniamo la necessità di avviare un’interlocuzione seria con i privati, e lo ripetiamo, con il mondo dell’agricoltura, che è quel mondo che più concretamente può aiutare nella manutenzione degli argini e nella cura del territorio.

I privati debbono essere coinvolti e non certo sempre colpevolizzati. Abbiamo evidenziato con diversi atti ispettivi le criticità delle aree protette, l’inerzia che spesso riscontriamo attraverso le tante segnalazioni che ci arrivano dagli enti di gestione dei parchi. Ma ogni volta sembra che tutto vada bene e che oggi non ci siano problemi, perché la Regione continua a dare risposte su quanto siamo tutti bravi, su quanto tutti adempiano e assolvano al loro compito.

La realtà è per noi ben diversa. Sul tema dei parchi, quindi, abbiamo bisogno di un impegno concreto della Regione sia per le aree protette, ma anche lo chiediamo per quelle attività che insistono sui territori delle aree protette, che non possono continuamente essere penalizzate, soprattutto in relazione alla gestione dei boschi e alla vegetazione naturale.

Per questo, sul tema delle aree protette abbiamo prodotto un emendamento. Uno in particolare riguarda le misure urgenti a favore delle attività estrattive del gesso presso la cava di Monte Tondo e la cava Ca’ Budrio. A questa leghiamo anche un ordine del giorno e chiediamo un impegno da parte della Giunta, soprattutto per garantire questo tipo di attività che impiega cento dipendenti e, allo stesso tempo, ovviamente anche tutelare un’area protetta che si è candidata a diventare patrimonio dell’Unesco.

Sempre sul tema del bosco, chiediamo la possibilità di utilizzo del bosco e proponiamo un impegno alla Giunta che vada nella direzione di sburocratizzare, di agevolare e di aiutare chi desidera intervenire, lavorare e trasformare il bosco, liberando da inutili lacciuoli, seguendo le indicazioni già adottate in questo campo dal Governo.

Per cui, chiediamo un impegno della Giunta a modificare il PTPR e chiediamo che all’interno delle zone sottoposte a vincolo paesaggistico venga estrapolata e quindi tolta la voce “d) castagneti da frutto”.

È un emendamento che ha un senso, presidente.

Invito, soprattutto chi conosce il nostro Appennino, sono molti gli assessori, e lei, presidente, a un tavolo di castanicoltura avviato in Regione. Si tratterebbe di un segnale importante per una economia che potrebbe riprendere.

Per quanto riguarda la sicurezza urbana, anche qua avremmo molto da dire. Abbiamo preferito concentrarci per questo bilancio sul tema della Polizia locale, visto che anche su questo tema la Regione ha norme e leggi che esaltano la sicurezza urbana, l’ordine pubblico, il modello di Polizia di comunità radicata sul territorio e fortemente orientata al cittadino e, più in generale, il costante impegno della Regione in questo senso.

Chiediamo, quindi, alla Regione, con un emendamento, di in qualche modo agevolare i Comuni e in particolare il servizio di Polizia locale, per accompagnare gli stessi che sono ancora sprovvisti di questo servizio verso l’attivazione del medesimo. Lo spunto è avvenuto dall’esempio di un episodio avvenuto ad Alto Reno Terme, un uomo fermato dalla Polizia locale durante un controllo è stato trovato senza documenti.

Le forze in servizio presso quel Comune non sono certamente numerose e lo stesso sono riuscite in qualche modo ad assicurare questa persona alla giustizia, ma lo sforzo non è stato sicuramente semplice.

L’ultimo ordine del giorno che sottoponiamo alla vostra attenzione riguarda un altro tema a noi molto caro, quello delle infrastrutture.

Siamo molto attenti a questa questione, in particolare alla mobilità e ai collegamenti. Proponiamo, quindi, alla Regione, con un ordine del giorno, di riprendere la discussione già da tempo avviata e di inserire quindi tra gli investimenti prioritari la bretella Reno-Setta.

Nel luglio del 2023, ne abbiamo ancora parlato molto, presidente, è pervenuto all’attenzione della Regione, oltre che del Ministero, un appello formulato dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative.

Si tratta quindi per noi di comprendere se la Regione voglia davvero condividere e far decollare questo progetto, oppure se questa scelta verrà lasciata solamente nelle mani del Ministero, che non vuol dire che ci sarà da parte di questo Gruppo un passo indietro nel sostenere la fattibilità di questa opera, ma vuol dire che quel percorso di collaborazione che spesso viene chiesto si attiva a parti alterne.

Chiediamo quindi a lei, presidente, alla maggioranza, agli assessori Corsini e Taruffi in particolare di voler inserire il progetto della bretella Setta-Reno nel programma ANAS MIT 2023-2026. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Credo che in un momento così delicato dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista della finanza pubblica il nostro pensiero nell’affrontare un tema così delicato come quello del bilancio sia costruire una manovra veramente solida e sostenibile, solida dal punto di vista finanziario, con risorse ben definite per tutti quei progetti che riteniamo prioritari, e solida anche nel funzionamento operativo, cioè nella messa a terra degli interventi, con un monitoraggio costante delle risorse investite e una grande oculatezza nella spesa.

 Sostenibile dal punto di vista chiaramente economico, ma anche ambientale e sociale, perché il nostro compito è tenere insieme lo sviluppo del sistema emiliano-romagnolo, non dimenticando mai chi è più in difficoltà e, naturalmente, con un occhio ben attento ai temi della transizione energetica.

L’obiettivo è supportare in modo proattivo un territorio sicuramente provato in questi anni da accadimenti eccezionalmente negativi, ma che ha già dato pronti segnali di vitalità e di voglia non solo di recuperare quanto perduto, ma di continuare a crescere.

Lo vogliamo nonostante uno scenario macro economico che continua ad essere incerto, ad essere non favorevole, nonostante i pesanti tagli del Governo, che capisco la consigliera Evangelisti continui a negare, ma le Amministrazioni parlano per atti e i tagli del Governo ci sono, e incideranno sul nostro equilibrio finanziario.

Parlavo dei cittadini in difficoltà per motivi strutturali, ma anche per motivi contingenti. In questo senso trovo molto positivo che le tasse regionali resteranno invariate per il nono anno consecutivo. Il carico fiscale verrà alleggerito anche attraverso la conferma e il potenziamento di diverse misure che comporteranno vantaggi concreti per i cittadini.

È uno sgravio che si traduce, per tutti coloro che vivono, lavorano e studiano in Emilia-Romagna, in un risparmio superiore ai 141 milioni di euro per il 2024, 41 milioni in più rispetto ai 100 di quest’anno.

Questi risultati sono tutt’altro che scontati. La pressione fiscale, che rimane giustamente costante, comporta l’assoluta necessità di contenere le spese di funzionamento.

È un obiettivo che è possibile raggiungere solo attraverso l’innalzamento dell’efficienza, l’implementazione dei processi di digitalizzazione e la semplificazione amministrativa. Dobbiamo ricordare inoltre che le autonomie locali, quindi Comuni, Province e Regioni, sono vessate da prelievi straordinari da parte del Governo, che, come conseguenza diretta, vanno a peggiorare anche l’equilibrio dei bilanci regionali già alle prese con i problemi connessi al caro-energia, minori entrate, criticità economiche dovute alla compensazione del rinnovo dei contratti pubblici.

Poi, c’è uno dei miei pallini, uno degli asset da monitorare, a mio avviso, con sempre più cura. Saranno previsti nuovi investimenti per 1,9 miliardi per lavoro, imprese, innovazione e ricerca, comunità.

Obiettivo imprescindibile, infatti, è sicuramente investire nel lavoro e nelle reti di protezione sociale, sostenendo le imprese che innovano e creano buona occupazione proprio per fronteggiare l’attuale decelerazione della crescita economica.

Abbiamo già cercato nei mesi scorsi di lavorare per mettere a disposizione risorse che potessero consentire la ripartenza economica e sociale dell’Emilia-Romagna, con un occhio attento alle zone colpite dall’alluvione del maggio scorso.

Dobbiamo continuare a promuovere politiche di investimento, a rafforzare la spesa sociale, a consolidare il livello dei servizi utilizzando al meglio le risorse europee e del PNRR. Abbiamo imparato con l’esperienza, sulla pelle di tanti cittadini, che meno facciamo affidamento sulle promesse spesso vane e sui tempi decisamente biblici del Governo meglio è.

Sul fronte del sostegno degli investimenti privati, ritengo doverosa la menzione alla legge regionale sull’attrattività, con la destinazione di 13,2 milioni di euro che andranno a finanziare un nuovo bando e che si sommano agli 11,4 milioni del bando precedente, ma anche i finanziamenti per l’internazionalizzazione delle imprese, per la legge sull’economia urbana, per la legge sui talenti e per il sostegno al credito.

L’altro grande caposaldo del nostro bilancio è naturalmente la sanità, dove sicuramente abbiamo una situazione complicata da gestire e che ritengo debba rimanere in cima alla nostra lista delle priorità, perché è essenziale garantire l’equilibrio economico finanziario e la sostenibilità della programmazione sanitaria.

Tra i dati positivi, la conferma dell’esenzione dal ticket nazionale di 23 euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie con più di un figlio, per un totale di complessivi 8,5 milioni di euro.

Cito volentieri anche il dato relativo al Fondo regionale per la non autosufficienza, che viene potenziato anche quest’anno e a cui è destinata una cifra superiore al mezzo miliardo di euro.

C’è anche la conferma del contributo di 4 milioni all’anno per ciascuno dei prossimi tre anni alle ASP dell’Emilia-Romagna, anche se insieme dovremo fare certamente una valutazione sull’aspetto riorganizzativo.

Anche sul fronte della mobilità troviamo i fondi necessari per continuare a sviluppare progetti sicuramente molto utili. Salgono, infatti, a 40 milioni di euro le risorse della Regione per far viaggiare gratuitamente determinate categorie di cittadini sui mezzi di trasporto pubblico locale.

Gli studenti fino ai 19 anni con ISEE familiare non superiore ai 30.000 euro e i ragazzi under 14 senza alcuna soglia ISEE potranno quindi continuare a utilizzare bus e treni gratuitamente.

Sottolineo a questo proposito un altro dato bello, dal mio punto di vista. L’abbonamento a costo zero è stato utilizzato da ben oltre 220.000 studenti lo scorso anno scolastico.

Un’altra misura prevista garantisce la gratuità dei bus urbani per i pendolari abbonati al servizio ferroviario regionale nelle grandi città di inizio o fine viaggio.

L’anno scorso ne hanno usufruito 70.000 persone tra lavoratori e studenti.

Per il diritto allo studio universitario, con l’obiettivo della copertura del 100 per cento delle borse di studio, sono previsti 37 milioni di euro tra bilancio regionale e Fondo sociale europeo. A questi si aggiungono 15,3 milioni di euro per il diritto allo studio scolastico.

A proposito di giovani e di giovanissimi sono orgogliosa dell’emendamento che abbiamo proposto come Italia Viva, che è stato approvato in Commissione Bilancio, che va a finanziare con 250.000 euro progetti per contrastare l’abbandono sportivo da parte degli adolescenti e dei giovani, delle persone in condizioni di fragilità e di svantaggio sociale o economico per il 2024.

Questo è un tema su cui ci impegneremo molto nei prossimi mesi. Ritengo che, viste le condizioni di partenza e di contesto, si sia fatto davvero un ottimo lavoro, bilanciando le risorse e le attività in continuità e coerenza con tutti gli aspetti del nostro programma di governo della nostra Regione.

Ne approfitto, per qualche minuto che ancora mi resta, per passare già alla presentazione dell’ordine del giorno, così non chiederò la parola successivamente nel dibattito dedicato.

Abbiamo deciso di presentare un ordine del giorno, richiamando il ruolo fondamentale che gli enti accreditati alla gestione di iniziative di formazione e dei servizi per il sostegno svolgono rispetto alle politiche di inclusione e nell’ambito dell’economia sociale della nostra Regione.

Abbiamo richiamato i centri di formazione a totale partecipazione pubblica, che vedono la partecipazione diretta dei Comuni, che sono da sempre parte dell’articolato e sono parte integrante della rete attiva per il lavoro in Emilia-Romagna, anche in relazione agli interventi rivolti alle persone in condizioni di fragilità e di vulnerabilità.

Chiediamo quindi l’impegno della Giunta regionale a prevedere che negli atti diretti a definire i criteri e le modalità per la concessione dei contributi e la realizzazione dei progetti finanziabili attraverso i finanziamenti, di cui all’articolo 18 di questo progetto di legge, sia enfatizzata l’opportunità di rendere strutturali i servizi svolti, richiedendo ai Comuni una progettualità biennale, al fine di dare continuità e stabilità alle assegnazioni, per favorire l’attività di programmazione da parte degli stessi, e sia chiaramente prevista la valutazione degli impatti e degli esiti delle attività svolte anche rispetto ai risultati sul fronte dell’occupazione e dell’inclusione socio lavorativa.

Chiediamo un impegno a rafforzare la funzione degli Enti accreditati per la gestione delle attività di formazione professionale, impegnati in particolare nell’ambito del sistema IFP, e di adempimento degli obblighi formativi, qualificandone il loro ruolo nell’ambito dell’orientamento e delle misure di supporto all’inclusione.

Ne approfitto per ringraziare i colleghi che hanno sottoscritto questo ordine del giorno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Consigliere Marchetti, prego.

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

È più che doveroso fare alcune riflessioni anche in questa fase, riprendendo ragionamenti che ho già sviluppato in parte questa mattina in occasione della discussione sulla Nota di aggiornamento al DEFR, e questo giocoforza, visto che 9 miliardi circa che troviamo all’interno di questo bilancio vanno a finanziare la sanità della nostra regione.

 È quindi opportuno aprire alcune riflessioni, riprendendo anche diversi ragionamenti che abbiamo fatto nel corso di questi ultimi mesi perché, leggendo e ascoltando diverse dichiarazioni di esponenti della Giunta, ma della maggioranza in generale, anche della collega che mi ha preceduto sentiamo sempre parlare di un Governo che taglia i fondi alla Regione Emilia-Romagna, che taglia fondi in generale alle Regioni.

Tenendo al centro di questo mio intervento proprio la sanità, che è il capitolo che assorbe maggiori risorse, come ci siamo detti già altre volte non vedo tagli, e sono le stesse premesse contenute anche nei vostri documenti che oggi stiamo esaminando e discutendo, che riportano dei dati con il segno “più” davanti, perché, andando a leggere diversi punti contenuti all’interno di questi atti che oggi voteremo, ci accorgeremmo che viene riportato, ad esempio, l’accordo siglato tra Stato e Regioni, che prevede per il 2024 un aumento sul Fondo sanitario nazionale di 3 miliardi e per le annualità successive 4 miliardi e 4,2. Questi numeri non si prestano ad interpretazioni.

Con questo non voglio dire che siamo legittimati ad ignorare il grido d’allarme lanciato dagli operatori sanitari, che da diversi anni devono fare i conti con numerosi problemi legati al carico di lavoro, alla retribuzione. Non si sta dicendo assolutamente questo però, per onestà intellettuale dovremmo dirci che sono problemi che ci stiamo trascinando dietro da anni e che sono frutto di un operato politico che è stato portato avanti dai Governi di Centrosinistra, che hanno portato verso uno smantellamento della nostra sanità, del nostro servizio sanitario regionale, ma più in generale del servizio sanitario nazionale.

Oggi, finalmente, c’è un segnale positivo, che magari non basterà per colmare il vuoto che avete creato voi, però sono risorse che finalmente ci permetteranno di rinnovare i contratti dei professionisti sanitari, passaggio più che doveroso se vogliamo andare verso la direzione di rendere più attrattivo il servizio sanitario pubblico, che spesso è meno appetibile rispetto al privato.

Risorse che andranno anche impiegate per la lotta alle liste d’attesa, tematica che è stata affrontata anche questa mattina con la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale. Finalmente, abbiamo visto inserito all’interno di quel documento un obiettivo portato avanti anche dalla maggioranza che siede in questo Consiglio, cioè un appello rivolto verso un miglioramento della gestione delle liste d’attesa in sanità per le prestazioni specialistiche e un maggior monitoraggio anche sulle sue tempistiche, oltre che la lotta al fenomeno delle agende chiuse, le cosiddette “agende chiuse”.

Quindi, qualcosa di positivo a livello nazionale lo si sta facendo eccome rispetto al passato, tenendo in considerazione il quadro economico generale di difficoltà, perché anche, ad esempio, sulla disabilità, quante volte abbiamo sentito parlare di una Regione che stanzia 543 milioni di euro, mentre il Governo nazionale taglia anche su questo? In realtà, sapete benissimo tutti che non è così.

In realtà, quei 350 milioni che voi richiamate in continuazione erano quelli legati alla legge delega sulla disabilità, che richiede ancora dei decreti attuativi. È la stessa condizione che si era riproposta con il Governo Draghi, dove c’eravate anche voi, e che quindi sono slittati alle annualità successive, ricollocati nelle annualità successive, per essere poi utilizzati.

Quando arriverà a regime questa legge delega, successivamente ad alcuni passaggi intermedi, si avranno 85 milioni di euro in più sulla disabilità. Questo è un dato economico chiaro. Poi, si può discutere o meno su tantissimi aspetti, ma così stanno andando le cose.

Così come abbiamo appreso, visto che spesso, come hanno ricordato alcuni colleghi che mi hanno preceduto, si parla quasi esclusivamente di ciò che fa il Governo nazionale, proprio ieri abbiamo letto l’annuncio del ministro Locatelli sul Fondo unico della disabilità: 550 milioni di euro per bandi, finanziamenti, con l’impegno di portare avanti i decreti attuativi sulla legge delega. Quindi, è un impegno concreto che c’è.

Poi, ben vengano gli oltre 500 milioni di euro che la Regione mette nel Fondo regionale per la non autosufficienza. È chiaro che, come ci siamo già detti nelle passate sedute, bisogna poi saperli spendere tutti e bene. Qui, comunque, dovremo portare avanti un’attività di monitoraggio più attenta, perché quei residui che ogni anno si registrano non sono fisiologici, come ci raccontò il consigliere Sabattini, ma possono essere utilizzati, almeno in parte.

Non a caso l’assessore Taruffi, durante una recente Commissione Sanità, ci ha promesso che in futuro le cose andranno meglio. Significa che, evidentemente, qualcosa a livello regionale lo possiamo fare per utilizzare meglio queste risorse e spenderle, soprattutto.

Poi ho sentito parlare anche di investimenti. Qualcuno pone dei dubbi, ad esempio, sulle Case della comunità, sul fatto che il Governo avrebbe cambiato rotta. Il Governo ha garantito che tutti gli interventi programmati verranno finanziati o con il PNRR o con altre fonti. Credo sia assolutamente doveroso, però, rimarcare ed evidenziare il fatto che questi fondi legati al PNRR che non vanno più sulle Case della comunità sono stati ricollocati per altri obiettivi che credo dovrebbero essere condivisibili da tutte le parti politiche. Parliamo di 750 milioni, ovviamente a livello nazionale. 500 andranno sulla telemedicina e 250 milioni sull’assistenza domiciliare. Se è vero che tutti quanti noi diciamo che dovremmo andare verso la deospedalizzazione, dovremmo essere tutti quanti d’accordo su questa rimodulazione dei fondi del PNRR.

Ovvio che è sempre più semplice scaricare tutte le problematiche su un Governo nazionale che non rispecchia il proprio colore politico. Però, come abbiamo chiesto più volte, al di là della legittima richiesta di ottenere più fondi, e io ribadisco che bisognerebbe farlo sempre tenendo in considerazione il quadro economico generale, bisognerebbe iniziare, però, a gestire al meglio le risorse che si hanno a disposizione. Questo è un confronto che abbiamo cercato di avviare più volte. Spesso i nostri appelli sono un po’ caduti nel vuoto. È almeno da tre anni che proponiamo determinate iniziative per arrivare a un efficientamento, ad esempio, della macchina organizzativa sanitaria regionale. Si dà il caso, però, che durante l’ultima Commissione Sanità, quando abbiamo discusso del bilancio di previsione 2024, è stato lo stesso assessore Donini a raccontarci che il bilancio sulla sanità 2023 è stato chiuso in pareggio grazie ad un efficientamento ottenuto tramite Intercent-ER, ovvero le procedure di acquisto e tutte le gare che interessano ovviamente il pubblico, sanità in primis.

È un’indicazione che abbiamo cercato di darvi più volte, ci è sempre stato detto che non sarebbe stato sufficiente, ci è sempre stato detto “sarebbe positivo, ma non sufficiente a colmare quel definanziamento che invece c’è; quindi, sarebbe ugualmente complicato far quadrare i conti”, eppure, grazie a questo efficientamento che ha portato ad un risparmio di 210 milioni di euro in un solo anno. siete riusciti a chiudere in pareggio il bilancio della sanità.

Io dico che se la maggioranza ci avesse ascoltato magari due anni fa, quando abbiamo iniziato a proporlo, probabilmente ci saremmo risparmiati diversi disastri economici, che avete combinato voi sulla sanità in primis, come l’anno scorso con gli 880 milioni di buco, che hanno comportato la riduzione di tanti altri fondi messi a disposizione di altri ambiti altrettanto importanti, come le piccole e medie imprese, l’agricoltura, la tutela del territorio, l’ipoteca sul bilancio di previsione del 2023 da 85 milioni di euro.

Se la maggioranza ci avesse ascoltato prima, probabilmente non avremmo dovuto affrontare determinate difficoltà.

Ora bene, avete avviato questo efficientamento sugli acquisti, che non significa ridurre la qualità, come abbiamo detto sempre più volte, ci auguriamo che questo processo coinvolga anche, ad esempio, altre centrali di committenza regionale, sulla base di vecchi programmi già avviati in via sperimentale in passato, che hanno portato milioni di euro di risparmi, ma questa è una strada tracciata che dovrebbe indicarci una soluzione utile per far quadrare i conti - ripeto - nonostante le difficoltà del momento, che dal punto di vista economico non rendono sicuramente la vita amministrativa di tutti gli Enti pubblici facilissima.

Ognuno però è chiamato a fare la propria parte, il Governo deve fare la sua parte e la sta facendo, sta dando dei segnali positivi anche su questo versante, e la Regione è chiamata a fare altrettanto, perché – chiudo ‒ la Giunta regionale sarebbe il caso che iniziasse a pensare un pochino di più alla propria gestione interna a livello programmatorio e concentrarsi meno su questo tentativo continuo di denigrare il Governo nazionale e il suo operato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Marchetti.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Vado velocemente ad illustrare gli ultimi due oggetti che abbiamo presentato come Gruppo. Sono un emendamento e un emendamento al collegato che riguarda una dilazione per le pratiche urbanistiche.

Sappiamo (l’abbiamo sentito dire in tutti i modi, in tutte le salse, in tutte le Commissioni) che non si vuole dare ulteriori proroghe e non è una ulteriore proroga che chiediamo. Vogliamo solamente andare a rimediare per quelle situazioni per cui i piani urbanistici sono già stati presentati ed effettivamente i termini sono chiusi e non si chiede di riaprirli, visto che se c’è una scadenza, deve essere rispettata, ma deve essere rispettata da tutti, cioè chi ha presentato piani urbanistici e atteso risposte da parte degli Enti amministrativi, in particolare dalle Province, non sempre l’ha ricevuta entro i termini anche in questo caso prescritti dalla legge.

Questo è stato provocato (senza dare la colpa a nessuno) dal fatto che le scadenze creano un accumulo di pratiche, quindi un collo di bottiglia, un allungamento dei tempi di risposta, per cui i tempi diventano più lunghi e più problematici.

Una volta ottenuto questo consenso, se non è arrivata entro i termini rischia di far saltare tutto il processo di convenzionamento che sta a valle, quindi la parte di controdeduzioni da parte del Comune, la parte di stipula della convenzione, che magari prevede anche finanziamenti, quindi atti complessi che riguardano più Enti amministrativi, privati, progettisti, eccetera.

Abbiamo pensato a questo emendamento anche per dare voce agli Ordini professionali che hanno lamentato questi ritardi e questa impossibilità di uscire da questa impasse, ordini professionali e Collegi dei geometri, per evitare anche quelli che un domani saranno quasi certi contenziosi che può aprire chi ha presentato piani urbanistici nei tempi e ha ricevuto risposta non nei tempi e si trova questa ghigliottina di una scadenza probabilmente giusta, calcolata sulla base del fatto che tutti dovessero stare nei tempi previsti, ma qualcosa è andato storto.

In particolare, il Collegio dei geometri chiedeva una dilazione di un anno, noi la chiediamo di sei mesi, crediamo che sia sufficiente e che sarebbe un buon segnale e una boccata di ossigeno per poter concludere queste pratiche così come erano iniziate.

L’altro oggetto che vado a presentare è un ordine del giorno che riguarda i trasporti. Ne avevamo già parlato in Commissione, riguarda in particolare le ferrovie regionali e la ferrovia Reggio Emilia-Sassuolo, che è stata recentemente, da poco più di un anno elettrificata ed è servita da nuovi treni elettrici, così come la Reggio Emilia-Guastalla.

Poiché la Reggio Emilia-Guastalla è l’unica ferrovia regionale che ha una fermata presso la stazione Medio Padana, per collegare queste due tratte che di fatto sono già collegate, nel senso che una va da Sassuolo a Reggio, l’altra va da Reggio a Guastalla, non serve una nuova infrastruttura, serve solamente coordinare meglio le linee. Questo permetterebbe di unire la linea che fa Sassuolo-Casalgrande-Scandiano, quindi buona parte del distretto ceramico, alla stazione Medio Padana.

Questa, secondo me, sarebbe una cosa che a costo praticamente zero, perché non serve nuova infrastruttura, ma serve solamente riorganizzare le linee, permetterebbe a tutta una clientela che adesso non usa quella linea, perché adesso la linea è usata prevalentemente da studenti, a tutta una clientela business che usa l’alta velocità di usare l’alta velocità in modalità treno su treno.

Questo permetterebbe innanzitutto un forte incremento dell’uso del ferro rispetto all’uso della gomma, perché se ognuno deve prendere l’auto per andare alla stazione e poi magari tira dritto e arriva più lontano e tutto il resto, e permetterebbe di rendere anche più utilizzata e quindi di abbattere in un certo senso i costi della linea, riducendo le emissioni, andando verso quella direzione che da sempre diciamo che è la strada giusta per limitare il traffico, limitare le emissioni, dando un servizio ai cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

Ha chiesto di intervenire l’assessore Calvano. Prego, assessore.

 

CALVANO, assessore: Grazie, presidente.

Prendo la parola ora, per lasciare poi giustamente al presidente le conclusioni del dibattito, che ovviamente proseguirà anche dopo il mio intervento, però ho ritenuto opportuno farlo ora per diverse ragioni, anche perché sollecitato rispetto ad alcune questioni.

Parto da qui: questa manovra è stata indubbiamente migliorata dal dibattito che c’è stato in Commissione e oserei dire anche dal dibattito di oggi in aula, e di questo ringrazio il relatore, il consigliere Sabattini, così come il relatore di minoranza e anche il contributo che è arrivato da parte di maggioranza e opposizione.

Perché è stata migliorata? Perché grazie a una serie di emendamenti, che oltretutto abbiamo già approvato in Commissione, sono state rafforzate – e ringrazio di questo in particolare la maggioranza - le misure di lotta contro la violenza sulle donne, così come previsti nuovi interventi di carattere ambientale, così come rafforzati i presìdi di volontariato così come posta un’attenzione su un tema delicato come quello del sovraindebitamento.

Ci sono state cose che abbiamo recepito, altre che sono emerse in quest’aula. Credo che sia doveroso da parte nostra prenderle in considerazione e farcene carico, alcune lo faremo attraverso l’approvazione di ordini del giorno anche di carattere trasversale.

 Rispetto alla questione del Ponte Lenzino e delle conseguenze che questo ha determinato, mi impegno in prima persona, in raccordo con il collega Taruffi, a cercare una soluzione integrativa rispetto a quella che avevamo trovato già nel 2020, sfruttando anche qui i percorsi che abbiamo avviato con le Unioni. Poi cercheremo di capire in che modo, ma terrò sia la maggioranza che l’opposizione informate rispetto al percorso che andremo a decidere di mettere in campo.

Detto questo, ho sentito diversi di voi giustamente intervenire dicendo “ve la prendete tanto con il Governo”. Devo dire che l’ho fatto anch’io durante le Commissioni, mi avete sentito farlo e alcune cose sono costretto a ripeterle, perché ‒ vi dico la verità, lo dico all’aula, lo dico a tutti ‒ noi abbiamo provato a dialogare con il Governo, ma è stato il Governo che non ha voluto dialogare con noi.

Nel fare questo cito il noto collega assessore romagnolo Cangini, “su questo punto i fatti mi cosano”. Perché i fatti mi cosano su questo punto? Perché un po’ di tempo fa, anzi prima che venisse approvata la legge di bilancio dello Stato, il Governo (c’è qua il dottor Pignatti, testimone di questo, perché ha lavorato notte e giorno su questo) ci ha proposto, a 48 ore dall’approvazione del bilancio, un accordo, ci ha detto “care Regioni, la situazione è quella che è, proviamo a metterci d’accordo, noi proviamo a fare una manovra che non vi venga addosso, anzi che mette in campa qualcosina in più che voi ci avete chiesto”.

Uno dei punti d’attacco furono i 3 miliardi messi in più sulla sanità, da 131 a 134 miliardi. L’accordo lo facemmo nottetempo, in quell’accordo, siccome ne sono stato responsabile, il presidente Bonaccini mi disse “Paolo, possiamo firmare quell’accordo?” e io gli dissi “guarda, Stefano, non rappresenta quello che vogliamo, perché avevamo chiesto che ci fosse uno stanziamento aggiuntivo già sul 2023, ci sono soldi sul 2024, non c’è granché su 2025 e 2026, però diamogli il beneficio del dubbio, firmiamo” e firmammo l’accordo.

Dopo 72 ore esce il testo della legge di bilancio, in quel testo di legge di bilancio c’erano sì i 3 miliardi per la sanità, c’era aggiunto che servivano innanzitutto per gli stipendi giustamente degli operatori sanitari, quindi, tradotto, poco per poter ampliare i servizi, il giusto per poter riconoscere l’aumento degli stipendi (figuriamoci se siamo contrari).

C’erano quelli, ma purtroppo c’era un’altra sorpresina per le Regioni, una sorpresina da 350 milioni sulla spesa corrente delle Regioni. Siccome quei 350 milioni si sommano agli altri 200 milioni che ci avevano chiesto già nel 2023, per la Regione Emilia-Romagna è una sorpresina da 45 milioni di tagli dello Stato verso le Regioni, o, meglio, la dico più correttamente, di soldi che le Regioni devono mettere da parte nei loro bilanci per trasferirli allo Stato.

Questa è la sorpresina che ci siamo trovati ad accordo firmato, senza che qualcuno ci avesse detto che questa cosa era nelle previsioni e nelle volontà del Governo. Capite bene che questa non è stata proprio una gran prova di corretti rapporti istituzionali, ma, nonostante questo, abbiamo provato a fargli cambiare idea, ma non chiedendogli il taglio dei 350 milioni, ma proponendo soluzioni alternative.

Siccome sapevamo che quei 350 milioni agivano sui saldi, abbiamo fatto controproposte che lasciavano i saldi invariati. Purtroppo, nella giornata di ieri o dell’altra notte sono stati bocciati anche gli ultimi tentativi messi in campo dalle Regioni. C’è addirittura un emendamento del Governo, per fortuna ritirato, peggiorativo della situazione.

Questa cosa ovviamente ha scosso tutte le Regioni, tanto è vero che oggi lo posso affermare, poi vedranno domani i presidenti cosa fare (l’ho detto già al presidente Bonaccini) la Commissione Affari finanziari delle Regioni ha dato parere contrario alla legge di bilancio dello Stato, poi domani i presidenti decideranno in Conferenza cosa fare, ma gli assessori, quelli che insieme a me hanno condiviso questa cosa, hanno ritenuto giusto dare parere contrario alla manovra del Governo, 16 su 20.

Vedremo domani cosa faranno i presidenti, perché per noi, purtroppo, in quella legge di bilancio c’è un’altra beffa. Questa è una beffa tutta per l’Emilia-Romagna: come ha anticipato il consigliere Amico, con il Governo avevamo avviato come Regione un’interlocuzione, perché era in dubbio che l’alluvione avesse determinato un danno rilevante anche sul sistema sanitario, avevamo condiviso un contributo straordinario legato all’alluvione anche biennale, non necessariamente tutto in capo al 2023, di oltre 100 milioni alla Regione Emilia-Romagna.

Lo avevamo condiviso con il Governo, ci era stato detto che c’era la disponibilità a fare questa operazione, ma questa operazione purtroppo non è stata fatta.

Si dirà “va bene, Paolo, saranno finite qui le beffe”, ma le beffe non sono finite qua, perché sempre in quella legge di bilancio, quando l’abbiamo aperta, ci siamo trovati altri tre beffe. La prima: alla Regione Molise, per sistemare i conti della sanità, sono stati dati con un semplice articolo di legge 40 milioni di euro. Fate la proporzione tra la Regione Molise e la Regione Emilia-Romagna e capirete immediatamente quanti soldi sarebbero andati alla Regione Emilia-Romagna visto che al Molise ne andavano 40, mezzo miliardo (la sto tenendo bassa).

Poi ne troviamo un’altra, 145 milioni in un triennio al Lazio sempre per le spese di carattere sanitario, poi ne troviamo un’altra, 350 milioni alla Regione Sicilia, che diventano 400 nel 2025 e 450 nel 2026. A pensar male si fa peccato, però è difficile non pensare male. Noi abbiamo assistito in questa legge di bilancio a vere e proprie marchette sanitarie di Stato a danno della Regione Emilia-Romagna, e credo che sia giusto dirlo anche in un dibattito serio e franco, come quello che stiamo facendo in quest’aula.

Ci siamo arresi di fronte a questo? No, non ci siamo arresi. Abbiamo fatto un bilancio sapendo che dovevamo accantonare 44 milioni da dare allo Stato e li abbiamo accantonati. Quando a gennaio o febbraio ci chiederanno conto, noi avremo quel fondo da dargli, glielo dobbiamo dare entro aprile - maggio, se non vado errato, potevamo anche non accantonarlo perché ci stiamo muovendo ancor prima che venga approvata la legge di bilancio. Potevo fare anche un bilancio che non prevedesse quei soldi e pensarci dopo, ma abbiamo voluto essere onesti e trasparenti fino in fondo, li abbiamo già messi da parte, pronti a darli allo Stato.

Lo abbiamo fatto senza aumentare le tasse, senza agire sui servizi. Com’è possibile tutto questo? Guardate, è semplice, è il frutto anche del lavoro di questi anni, è il frutto di una Regione con il più basso indebitamento d’Italia, praticamente il più basso in termini assoluti e certamente il più basso in termini di rapporto tra debito e PIL.

Lo abbiamo fatto riducendo, come avete richiamato anche voi, le spese di gestione, quelle legate agli immobili, alle utenze da 23 milioni a 16 milioni di euro, grazie al calo delle tariffe di gas, luce e acqua, ma anche grazie a un piano di riorganizzazione che strutturalmente oggi ci ha portato a risparmiare 2,5 milioni di euro e ci porterà risparmiare nel 2025 e 2026 altri 5 milioni di euro, perché l’organizzazione nuova che stiamo dando al lavoro in questa Regione ci consente anche di fare operazioni di questo genere.

L’abbiamo fatto anche grazie a un’altra cosa: abbiamo avuto qualche maggiore entrata in più, e delle maggiori entrate in più che ha la Regione Emilia-Romagna non è merito della Regione Emilia-Romagna, è merito di un sistema produttivo che corre, che crea ricchezza e che, creando ricchezza, trasferisce un po’ di quella ricchezza al pubblico, e il pubblico a sua volta lo utilizza per garantire i servizi pubblici.

Quelle risorse con cui avremmo potuto dare risposte anche ad alcune istanze che sono emerse, alle quali non riusciamo a dare risposta, ha deciso di trattenerle lo Stato, ha deciso di non darci la possibilità di utilizzarle come avremmo potuto utilizzarle.

Nonostante questo, abbiamo rafforzato la manutenzione ordinaria di fiumi e argini, abbiano messo in campo un piano di investimenti (guardo la vicepresidente Priolo) di oltre 360 milioni di euro, mettendo insieme le tante risorse proprie tra FSC, PNRR e FESR che abbiamo a disposizione.

Abbiamo tenuto fermo il nostro impegno sul welfare, anzi lo abbiamo rafforzato, e ha ragione il collega Taruffi a ribadire “il Fondo regionale per la non autosufficienza ha raggiunto i 543 milioni”, e lo ha raggiunto anche perché la Regione Emilia-Romagna ci mette un po’ del suo, ci mette un po’ del proprio bilancio.

Altre Regioni hanno fatto altre scelte, il Veneto ha scelto di caricare il Fondo regionale per la non autosufficienza tutto sul Fondo sanitario nazionale, noi l’abbiamo caricato in parte sul Fondo sanitario nazionale, in parte sul bilancio libero, per avere la possibilità di poterlo spendere in modo ancora più attento sulle istanze di carattere sociale.

Permettetemi un ultimo passaggio sulle risorse della sanità, poi mi avvio alla conclusione. È vero, ci sono 3 miliardi in più, passiamo dai 131 miliardi, già previsti nel 2024, a 134 miliardi, 3 miliardi su 131 miliardi sono il 2,2 per cento. Purtroppo, l’inflazione 2022 è stata di oltre il 10 per cento, l’inflazione 2023 è al 5,7 per cento, tutti stiamo auspicando che ci sia una riduzione dell’inflazione nel 2024, ma capite bene che aumentare il Fondo sanitario del 2,2 per cento, dopo anni nei quali l’inflazione ha corso in doppia cifra, è un aumento fittizio o purtroppo certo in termini assoluti, ma non reale.

Questo non solo ci mette in difficoltà sul versante sanitario, perché i problemi che vedete voi sulla sanità li vedono tutti, li vedono soprattutto i nostri cittadini, e fa male dover dire a quei cittadini che si vorrebbe essere più bravi sul sistema delle visite, sui tempi di attesa, vorremmo essere più bravi, però purtroppo ci scontriamo con una realtà nella quale il Fondo sanitario nazionale in questo Paese è tra i più bassi rispetto al PIL di quello che c’è in Europa, e con questo dobbiamo fare i conti.

Con questo stanno facendo i conti i nostri operatori sanitari, purtroppo, perché questa è una sfida enorme anche per loro, rispetto alla quale ogni tanto li si può capire quando rischiano di mollarci. Però rimangono lì, sono lì, e stanno consentendo comunque al nostro Sistema sanitario nazionale di essere tra i migliori in termini di Livelli essenziali di assistenza. E li ringrazio. Ringrazio tutti gli operatori e tutte le operatrici che, in un contesto come questo, stanno dando davvero il massimo.

Concludo dicendo una cosa. In tutte le misure che abbiamo messo in campo, da quelle sanitarie e sociali fino ad arrivare ai talenti, che stanno così tanto a cuore al collega Colla... Ma stanno, ovviamente, molto a cuore al presidente, perché siamo consci del fatto di quanto sia indispensabile riuscire a trattenere i talenti di ogni genere nella nostra terra e riuscire ad attirarne di nuovi. Anche quando pensiamo alle imprese, pensiamo sempre in una logica umanistica ‒ possiamo dirla così, Vincenzo ‒ che è quella logica che mette al centro le persone.

Guardate, nell’era del digitale, nell’era dell’intelligenza artificiale continua ad avere ragione John Fitzgerald Kennedy, quando dice che l’uomo rimane il più straordinario dei computer. E noi sull’uomo e sulle donne della nostra terra dobbiamo continuare a investire.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Proseguiamo con il dibattito in aula. Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Non avrò un discorso generale su tutta la legge, perché lo hanno già fatto bene altri colleghi di minoranza. Avrò delle cose puntuali da dire, che però ritengo di una portata molto importante.

Parto da una modifica. Avendo in aula anche l’assessore e vicepresidente Priolo, non so se nella replica del presidente magari potrà chiarire. Nel Collegato è stata soppressa una parte della legge sull’economia circolare. La parte ‒ se ho capito bene ‒ che riguarda l’articolo 1, comma 6. Quindi, articolo 1. Siamo all’interno di “obiettivi e finalità”, quindi obiettivi e finalità della legge, una roba importante. Gli obiettivi che vogliamo raggiungere, in qualche modo. Togliendo l’ultimo periodo, il 70 per cento di riciclaggio di materia, e non sostituendo con altri tipi di obiettivi... Potrà essere sbagliata, magari, l’impostazione di un parametro fisso, soprattutto un parametro fisso che vada bene in pianura e in montagna, per Comuni grandi e Comuni piccoli. Poi ci sono anche dei correttivi, lo sappiamo, eccetera. Però andare a togliere un obiettivo perché, di fatto, non è stato raggiunto... Quell’obiettivo non è stato raggiunto, purtroppo, dal 2015 ad oggi. Quando abbiamo fatto la clausola valutativa in Commissione abbiamo visto quanto eravamo indietro su determinati obiettivi, soprattutto sul passaggio a tariffa corrispettiva puntuale, che poi è il vero tema più comprensibile e più capibile, che non è uno slogan. Chi inquina, paga. Finché non riusciamo a parametrare quanto più si inquina, quanto più si paga... Tenuto conto che ci devono essere delle penalità per chi in un qualche modo inquina di più o si presta meno al riuso, al riciclaggio o alla prevenzione, addirittura, alla riduzione del conferito.

Qua il rischio è che si smonti una legge e basta. Si crea un vuoto. Io l’ho capita così. Avendola anche applicata in concreto, a mio avviso, per quei Comuni che non si sono adeguati si crea una differenza veramente importante di chi ancora in casa differenzia. Magari il proprio Comune non è passato alla tariffa corrispettiva puntuale, quindi non c’è una premialità economica. E dopo si va a togliere un parametro, a mio avviso, fondamentale.

Ripeto: non mi sto a soffermare sull’apposizione del parametro, ma sull’apposizione degli obiettivi che vogliamo raggiungere. Smontando un pezzo della legge e non modificandola nella sua completezza, nella sua interezza... Ci può stare che dopo 8-9 anni, in qualche modo, non si siano raggiunti degli obiettivi, si facciano dei correttivi. È logico. È normale. Ma smontandone un pezzo... Se lasciamo solo la riduzione della produzione pro capite, senza... A me l’hanno sempre spiegata così. È una cosa importante. Quanto meno va in discarica e quanto meno va nel termovalorizzatore è il vero parametro fondamentale, non se ne produciamo meno. Sappiamo quanto è stato sofferto il dibattito in Europa sulla direttiva Timmermans, sul packaging, quanto poteva mettere in difficoltà le nostre aziende. Parliamo di 3.000 occupati solo in Emilia-Romagna. Sappiamo quanto è stato sofferto. Come sistema Emilia-Romagna si è puntato tanto, ma anche a livello nazionale, sul riciclaggio, mentre sembrava che la direttiva andasse verso un riuso, quindi, ovviamente, ha messo assolutamente in crisi. Parliamo di tantissimi occupati, tantissime aziende, dove abbiamo delle tecnologie e delle virtuosità veramente importanti (soprattutto tra Modena e Bologna, nel ferrarese, e potrei andare avanti, ma penso che la Giunta sappia meglio di me dove sono le aziende di eccellenza in questo senso).

Non so se a breve andremo in Commissione territorio di nuovo sulla clausola valutativa, però anche nella clausola valutativa, togliendo quell’obiettivo, c’è un rimando, perché l’articolo 1, comma 6, che si va a sopprimere, viene richiamato anche nell’articolo 3, “Prevenzione, raccolta differenziata e riuso”, dove si fa un rinvio a quell’articolo, ma, sopprimendolo, in qualche modo perde stabilità anche lo stesso articolo 3, comma 1, quindi anche all’inizio dell’articolo 3.

Se poi andiamo nella clausola valutativa, all’articolo 8, anche lì saremo chiamati a valutare su dei parametri che in corso d’opera sono stati soppressi e non sostituiti, quindi ritengo un fallimento sul tema economia circolare, perché se dopo anni non si è raggiunto quegli obiettivi, se non si sostituiscono quegli obiettivi, non si ha più un obiettivo da raggiungere, non ci si danno nuove forme, nuovi obiettivi da raggiungere.

Io l’ho interpretato in questo senso, ma purtroppo sappiamo come alcuni Comuni grandi che hanno cercato di ottemperare a questa legge siano in difficoltà, alcuni gestori hanno delle criticità importante nel sistema di raccolta rispettando questa legge, perché fanno veramente fatica e lasciano le nostre città (penso a Modena, ma potrei citarne altre) in maniera totalmente indecorosa, mentre altri gestori, anche su città importanti, hanno performance completamente diverse, quindi il decoro della città è totalmente diverso, però sappiamo come sono andate le gare, come sono i monopoli.

Come si diceva anche in Commissione, finché ci sarà un monopolio naturale in alcuni casi tra raccoglitore e smaltitore, avremo sempre dei problemi da quel punto di vista, perché magari chi ha investito tanto in termovalorizzatori e inceneritori difficilmente si ingegnerà in qualche modo ad avere sistemi di raccolta più virtuosi o sistemi di smaltimento diversi.

Il collega Pompignoli diceva che ci sono state soprattutto città che hanno investito molto su questo tema, con la speranza magari di poter spegnere il proprio inceneritore e purtroppo rimarranno deluse sia sullo spegnimento dell’inceneritore, sia per quanto riguarda le tariffe che non sono maggiormente premianti nella stragrande maggioranza dei Comuni emiliano-romagnoli.

Salto di palo in frasca perché sempre il collegato mi dà spunto per quanto riguarda la Polizia locale, perché prima si è parlato di alcune proroghe, adesso si parla invece di una proroga. Verrà fatta una proroga riguardo alla Polizia locale per l’adeguamento dei corpi unici, esattamente all’articolo 9, “Polizia locale”. Si va ulteriormente a prorogare l’adeguamento, quindi disciplina della polizia amministrativa locale e promozione del sistema di sicurezza integrata, tema che sappiamo molto importante il tema della sicurezza, sappiamo il tema della prevenzione, e anche il presidente, quando ci siamo visti a Vignola all’inaugurazione del polo, ha ricordato l’importanza dei corpi unici e quindi sia per quanto riguarda in periodi ordinari, sia per quanto riguarda in periodi straordinari, purtroppo con calamità e con emergenze quanto il corpo della Polizia locale sia importante.

Quest’anno, però, registriamo una proroga e quindi spostiamo in avanti gli obiettivi per quei Comuni di avere delle dotazioni più importanti, adeguate alla legge. Se poi la legge è sbagliata, troveremo il modo, però purtroppo vedo sempre di più Comuni che per risparmiare e per chiudere il bilancio non sostituiscono personale, quindi arretriamo sul tema dei servizi. Durante l’esercizio 2023 si è arretrato anche sugli accordi di programma, presentai un’interrogazione, cui mi rispose il sottosegretario Baruffi, perché si è disatteso quelli che sono stati gli accordi di programma, quindi non solo oggi si consente di non adeguarsi agli standard di dotazione di agenti, ma si è arretrato anche per quanto riguarda gli investimenti, perché c’è stata purtroppo una calamità importante, quindi si è ravvisata la necessità di dotare maggiormente le Polizie locali anche di interventi di quel tipo lì, ma non si sono aggiunte risorse nuove. Si sono andati a prendere gli accordi di programma già stipulati, disattendendo quelli. Quindi, di fatto, il fondo è rimasto lo stesso e si è solo spostato. Ci sono state diverse Unioni di Comuni, eccetera, che hanno dovuto mettere proprie risorse, altrimenti rimaneva o la macchina non allestita o degli ordini di divise, pistole e quant’altro a metà, pagati a metà. Per poter ricevere quello che è necessario per la propria dotazione, hanno dovuto mettere risorse proprie. Quindi, sono stati messi in difficoltà i Comuni.

Vado a un altro argomento, che è già stato toccato nel corso della discussione. A prima firma del capogruppo Mastacchi, si è toccato l’articolo 53. Entro anche più in generale sulla legge urbanistica. È del tutto evidente la posizione forse anche di chi ha amministrato, di chi conosce il territorio, come molti di voi, rispetto a delle posizioni molto ideologiche di chi è intervenuto e ha detto che la proroga è un bene piuttosto che altre rigidità o che questa legge urbanistica non funziona, ma con una visione diversa, molto diversa, diametralmente opposta alla nostra. Secondo noi, non sta funzionando proprio perché gli Enti locali hanno fatto veramente e stanno facendo fatica. Il risultato è stato detto prima. Solo il 18 per cento degli Enti locali si sono adeguati alla norma. Oggi senza la proroga ci sarà una paralisi totale, ma le ricadute... L’ho accennato anche in Commissione. Ovviamente, il tema sarebbe ampio. Spero che non solo dentro un Collegato si possa prendere in mano. Spero che la parte più responsabile del Partito Democratico, che ha avuto esperienze di Governo, possa in maniera pragmatica modificare questa legge, però in un senso pratico, pragmatico e non ideologico. La ricaduta che avrà la non proroga o, comunque, questa legge urbanistica sui bilanci dei Comuni... Perché molti Comuni non hanno approvato il PUG? Nel momento in cui si approva il PUG e diminuiscono di molto le aree fabbricabili o le aree edificabili che erano da pianificazione vigente, fino, ovviamente, alla nuova legge, vorrà dire molti meno incassi di aree fabbricabili per i Comuni, vorrà dire anche meno possibilità di essere attrattivi per residenze. Il paradosso è che, lasciando solo lo spazio del 3 per cento, chi più ha costruito costruirà di più e chi ha meno costruito costruirà di meno. Che è il paradosso rispetto anche, forse, a chi ha delle prospettive ambientali: chi più ha impermeabilizzato potrà farlo molto di più. È un assurdo di questa legge, perdonatemi.

Continuo dicendo ‒ che poi è l’oggetto dell’ordine del giorno ‒ che l’articolo 53 è fondamentale per cercare almeno di tenerci le aziende che abbiamo, per gestire quelli che sono i passaggi generazionali. Spesso, quando ci sono passaggi generazionali di aziende, si scorpora la proprietà del fabbricato dalla conduzione, invece, dell’attività. Soprattutto se arrivano investitori esteri piuttosto che... Purtroppo oggi paghiamo tanto, tra prima e seconda generazione. Quando ci sono nuovi investitori, non vogliono avere la proprietà dell’immobile. Se diventa impossibile riuscire ad ampliare... Magari arrivano nuove commesse. Sapete quanto la programmazione oggi nell’azienda sia diventata più difficile. Se arrivano nuove commesse e il sindaco di quel territorio, o quei territori, o la Provincia non può venire incontro all’azienda, il rischio è che perdiamo le aziende esistenti.

L’ordine del giorno va in questo senso, veramente per cercare... Prima vi dicevo il tema di poter essere attrattivi. Ho capito che su questo c’è una resistenza importante di una minoranza della maggioranza. Almeno cerchiamo di rimanere attrattivi. Vi potrei fare i nomi. Spesso ci definiamo la Motor Valley. Ci sono stati interventi molto importanti di aziende collegate alla Motor Valley che, se non avessero avuto la possibilità di ampliarsi, probabilmente se ne sarebbero andate.

Cerchiamo di non perdere le eccellenze che abbiamo per degli obiettivi, come abbiamo visto, ideologici e magari non raggiungibili; invece, rischiando di perdere qualcosa di concreto, di reale e di eccellenza, che ha fatto il bene e continuerà a fare il bene dei nostri territori, delle nostre comunità.

Grazie per l’attenzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Siamo alle repliche dei relatori. Chiedo se vogliono intervenire il consigliere Sabattini e il consigliere Bargi. Ha 7 minuti il relatore di maggioranza e 3 il relatore di minoranza. Vedete voi.

Prego, consigliere Sabattini.

 

SABATTINI, relatore di maggioranza: Molto velocemente, intanto per ringraziare tutti i colleghi che hanno partecipato al dibattito.

Come ho provato a fare nella relazione di apertura, quest’anno sul bilancio preventivo, più che di parlare specificatamente di ogni provvedimento all’interno delle singole azioni di bilancio, ho cercato di dare una caratterizzazione generale del perché poi si prendono alcune decisioni e del perché queste decisioni vengono confermate.

Credo che anche il dibattito abbia sottolineato, al di là degli elementi di differenza sulle singole scelte, due visioni estremamente diverse. Se posso riassumere alcune parole che si sono sentite, si motiva la bontà di una scelta rispetto a un’altra, sottolineando che l’iniziativa politica va fatta solo quando questa assorbe l’interesse di tutti e non soltanto eventualmente di chi può avere una difficoltà in più o essere una minoranza, come si può derubricare, ad esempio, il tema della violenza di genere come la moda del momento.

Badate, questi sono elementi che differenziano in maniera puntuale anche visioni diverse di società, e lo dico anche come risposta a una sottolineatura che faceva prima il consigliere Marchetti parlando della spesa sanitaria, dell’efficientamento delle spese sanitarie, citando un’azione meritoria fatta con i risparmi che oggi raccogli sull’efficientamento di Intercent-ER. Permettetemi una piccola stoccata, è chiaro che quando uno dice 50 cose, ovviamente ce n’è una che viene raccolta, è una questione di probabilità, ma, al netto di questo, il concetto della sanità pubblica non è soltanto un elemento economicistico, quando noi parliamo di aumento dei bisogni, di invecchiamento della popolazione, di necessità di rispondere a nuovi bisogni e quando questi nuovi bisogni non vengono soddisfatti, ci pensa la realtà a soddisfarli, ma ci pensa la realtà a soddisfarli per chi può, e, quando uno non può più, o sceglie di non curarsi o cerca di attaccarsi alle reti familiari, ma nel momento in cui queste non esistono, noi non stiamo facendo altro che creare nuovi elementi di disuguaglianza.

Badate, non è soltanto una questione di efficienza o di volontà della politica, e neanche una questione esclusivamente di responsabilità diverse nei vari livelli istituzionali, è una questione culturale di approccio. Se crediamo che le persone, indipendentemente dalla loro condizione di partenza, debbano poter accedere tutte quante alla stessa possibilità di cura o eventualmente di studio, è un approccio culturale di idea di società diversa.

Questa cosa, una volta detta, è anche paradossalmente semplice, ma il problema è mantenerla nel tempo, e quando queste cose vengono derubricate come un elemento paradossalmente di pareggio di bilancio, rischiamo di dimenticare la ragione per la quale diciamo queste cose e proviamo a difenderle, perché nella relazione provavo a dire che siamo riusciti (lo ricordava anche l’assessore Calvano) a continuare a mettere in campo le politiche che abbiamo provato a costruire nel corso di questi due mandati, però diciamoci con chiarezza che non sono all’altezza della velocità con la quale stanno aumentando i bisogni.

Faccio un’altra sottolineatura: siamo veramente pronti a immaginare qual è la trasformazione che, ad esempio, l’intelligenza artificiale avrà all’interno delle nostre comunità? Quanto saranno veloci le differenze che saranno all’interno del mondo del lavoro e del mondo dei servizi rispetto anche al valore aggiunto che ogni singolo lavoratore potrà portare come proprio contributo alla società?

Badate che più questo elemento si allargherà in maniera veloce, più dovranno essere anche le politiche pubbliche a essere in grado di redistribuire questo elemento di ricchezza.

È una sfida che fa tremare i polsi, ma la dobbiamo collocare secondo me lì. Anche perché, abbassare sulla pragmaticità certamente è un tratto distintivo delle nostre terre; ma se perdiamo la logica che ci ha ispirato quel tipo di scelte, perdiamo il senso di quello che stiamo facendo. Alla stessa maniera, e su questo chiudo, prendo una cosa su tutte di quelle che ho ascoltato: riguarda certamente la tutela del suolo. Non possiamo oggi dare una valutazione né magnifica né disastrosa di una legge urbanistica che vedrà i propri effetti dispiegarsi ancora nei prossimi anni.

C’è però un approccio culturale, che non è diverso rispetto al dibattito che facevamo in quest’aula, sull’alluvione, quando dai banchi della minoranza ci veniva detto “abbiamo consumato troppo suolo ed è per quello che c’è stata l’alluvione in Romagna”. Attenzione.

Non c’è nessuna norma e nessuna scelta che da sola costruirà il cambiamento epocale, ma traccia una direzione. Certo, abbiamo bisogno di consumare meno suolo, di farlo in una maniera più sostenibile, di farlo probabilmente in una maniera più densa rispetto alla collocazione anche demografica all’interno della nostra Regione. Ma abbiamo bisogno di non perdere, o di non buttare, prima l’obiettivo importante, poi nella declinazione delle azioni pratiche cominciare a fare passi indietro.

Credo che chi è chiamato come noi ad essere gruppo dirigente di una terra, gruppo dirigente, occorre anche avere ben chiaro il coraggio che richiedono le scelte anche in una fase estremamente complicata.

Non è certamente il bilancio migliore che mai avremmo potuto desiderare, ma credo che sia ancora una volta un bilancio coraggioso, che ha un’idea di Emilia-Romagna del futuro.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

A questo punto, passo la parola per le conclusioni al presidente Bonaccini. Prego.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente.

In un tempo che impegna tutti a guardare con grande preoccupazione al futuro, pensavo di rimanere la prima generazione che nella storia dell’umanità non commentava una guerra in Europa, e da oltre un anno dobbiamo commentare una guerra devastante in Ucraina. Non so perché Montevecchi si rivolgesse, intervenendo, alla Presidenza, posto che secondo me Giorgia Meloni e il Governo si sono mossi molto bene sull’Ucraina. Doveva guardare i banchi di una parte della sua maggioranza.

Abbiamo in Medioriente una crisi drammatica, e anch’io sono tra coloro che pensano che l’unica soluzione dovrebbe arrivare a “due popoli e due Stati”, soprattutto in un tempo, lo dirò, dove alcune emergenze diventano il vero pilastro su cui il mondo, l’Europa – sto alla nostra dimensione – noi stessi, dovremmo provare a dare una risposta.

La consigliera di Fratelli d’Italia mi ha detto che non ho visione. Adesso provo a spiegare perché credo invece che l’abbiamo avuta. Il primo pensiero va però, facendo gli auguri a tutti voi e alle vostre famiglie, di un buon Natale, e soprattutto di un 2024 migliore, a chi non arriva a fine mese, alle lavoratrici e ai lavoratori di quelle aziende in crisi, e penso alla Marelli: l’11 gennaio avremo una nuova convocazione insieme alle parti sociali e al ministero, e comincio a essere davvero fiducioso. Abbiamo lavorato tanto in tal senso, stando vicino a lavoratrici e lavoratori. Venerdì, insieme all’assessore Colla saremo a incontrare le lavoratrici, le rappresentanze sindacali de La Perla, in una situazione drammatica nonostante un marchio che nel mondo ha ancora un valore straordinario, sono quasi tutte donne, tra l’altro, quelle che lavorano.

Stiamo lavorando per capire se Industria Italiana Autobus può avere uno sbocco, chiamiamolo così, più sicuro per il proprio futuro, dopo tutte le peripezie di questi anni. Queste sono le tre crisi più all’attenzione dei riflettori della stampa, dei media. Ce ne sono altre minori, ne cito una: i giornalisti dell’agenzia Dire. Quando si restringono in una scelta che è veramente surreale – voglio essere educato ed usare un eufemismo – si rischia di restringere gli spazi di comunicazione e di informazione e si restringono gli spazi di democrazia. Anche qui saremo al fianco di chi non vuole perdere il posto di lavoro, anche nel tentativo di essere pronti a eventuali, nuove disponibilità di imprenditori a rilevare ciò che oggi appare inevitabilmente andarsene.

Più in generale, noi abbiamo davanti anni che per il mondo, per l’Europa, per l’Italia saranno davvero sfidanti. Si dice sempre (faccio ormai politica e amministro, da troppi anni, c’è chi mi ha detto che, avendo fatto politica amministrando, non ho mai lavorato) che ogni volta che si va verso le elezioni o comunque che il momento che si sta vivendo è il più drammatico nella storia del mondo, e forse è per questo che le nuove, giovani generazioni hanno una sensibilità sui temi dell’ambiente molto più alta di quelle della mia generazione e di quelle intorno, perché sentono il rischio di perdere il bene più prezioso che hanno definitivamente, cioè il pianeta.

Noi avremo tre questioni che dovremo affrontare ognuno facendo la sua parte. La prima è la questione demografica. mi pare di averne sentito parlare poco, l’Italia tra non troppi anni scenderà a 51 milioni di persone, sarà il primo Paese in Europa, se non invertiremo il ciclo demografico, e l’ho sempre detto da uomo di Sinistra, anche la Sinistra in questo Paese ha fatto poco per le politiche per la famiglia.

Se questo Governo invertirà questa tendenza, ne prenderà i meriti, perché sarà il primo a far davvero politiche robuste per la famiglia. Certo, vale poco finanziare i posti nei nidi dal secondo figlio in poi, se tu non metti risorse per creare nuovi asili nido. Il Governo avrebbe potuto fare come l’Emilia-Romagna, che per la prima volta usa i fondi del Fondo sociale europeo (ringrazio la maggioranza per aver sostenuto e chiesto questa scelta da anni) e daremo ad ogni Sindaco fino a 5.300 euro per ogni nuovo posto di asilo nido, nonostante, essendo nati in Emilia-Romagna alla fine degli anni ‘60, siamo tra quelli che ne hanno il numero tra i più alti in Europa.

Non basta se non c’è lavoro, ma se c’è il lavoro non avere politiche di welfare... A parte che c’è un elemento educativo, è certificato che i bambini e le bambine, se si vuole avere visione, che fanno i nidi e la materna, hanno più capacità di apprendimento e di socializzazione negli anni successivi.

 Tratteremo ugualmente i nidi e le materne pubbliche, i nidi e le materne private convenzionate, perché i bambini li trattiamo tutti alla stessa maniera. Così come mi sarebbe piaciuto sentire da chi dice che difende la montagna almeno apprezzare i nidi gratis in tutti i Comuni montani e dire “chiederò al mio Governo, al Governo più vicino a me politicamente di fare la stessa cosa, visto che arriva a zero euro per quello”.

Abbiamo fatto una scelta, prima e unica Regione a farla, così come chiedete a quante famiglie risparmiano centinaia di euro a figlia o figlio, perché vanno a scuola gratis, quando vengono verso la collina o la pianura con la corriera o il treno, con la scelta di avere più di 200.000 studentesse e studenti che vanno e tornano da scuola gratis, perché l’abbonamento lo paga la Regione con il proprio bilancio per oltre 20 milioni di euro. Dal Governo arrivano zero euro.

La demografia. La Nigeria passerà da 220 a 400 milioni di abitanti, l’Egitto da 100 a 170, l’India ha già superato la Cina e la supererà tra 10 anni per PIL, perché il numero di abitanti fa anche premio sul PIL alla fine, al di là della competitività di quel Paese. Discutiamo o no di questa questione? Perché se questo Paese, oltre a fare politica per la famiglia (come ho già detto, applaudirei se il Governo lo facesse), in un’Europa dove la Francia dimostra che per numero di componenti del nucleo familiare ci sono in percentualmente più figli per una politica che da tanti anni investe su quello, attenti che noi diventeremo il primo Paese, se non invertiremo quella curva e non arriveranno immigrati regolari e legali...

Sono rimasto sorpreso che non abbiate parlato di immigrazione, ma il mondo cambia, ne parliamo noi! Lei si ricorda cosa diceva, vi ricordate cosa dicevate in quest’aula, accusando i Governi di Centrosinistra e anche noi che governavamo il territorio, di non saper accogliere gli immigrati che arrivavano copiosi quando sarebbero stati chiusi i porti, sarebbe “finita la pacchia”, sarebbero state fermate le ONG, che – segnalo - portano il 4 per cento del totale degli sbarchi?

D’altra parte, non devo dirlo io, lo dicono i vostri presidenti di Regione o sindaci di Centrodestra, soprattutto del nord del Paese. Se non arriverà un numero di immigrati regolari e legali, oltre a dare sostegno a chi farà figli e figlie, noi rischiamo un Paese che sarà il primo per più pensionati che lavoratrici e lavoratori attivi.

Voi capite che un Paese così non ha futuro, vero? Per questo dobbiamo sostenere politiche dell’Unione europea, e noi, come Regione virtuosa, le chiediamo, e io sono stato contento che, nonostante mi si dicesse che non era possibile, invece abbiamo dimostrato che è possibile utilizzare i fondi del Fondo sociale europeo per il sostegno al tema degli asili nido o, comunque, a politiche di sostegno al welfare. L’altra sfida con la demografia sarà quella di garantire un welfare che non perda in questo continente, in questo Paese le grandi conquiste del Novecento in Occidente: la pensione garantita a tutti, la sanità pubblica come sistema universalistico, la scuola pubblica. Sapete quanto io tenga alla questione del sostenere le imprese sane e serie. D’altra parte, è stato il presidente Mattarella, intervenendo all’ultima assemblea di Confindustria, a dire che senza impresa non c’è lavoro e che l’impresa, quando è sana e seria, è un valore sociale. Lo sottoscrivo e lo sottolineo. Ma credo converrete con me ‒ non tutti, lo so ‒ che il pilastro dell’offerta di sanità e di scuole, in particolare, deve essere pubblico. Perché dobbiamo trattare i bambini, le bambine, le donne e gli uomini alla stessa maniera, indipendentemente dal conto corrente in banca.

Il sistema sanitario degli Stati Uniti, un grande Paese con cui lavoriamo tanto e che fu persino decisivo nel sostenere la lotta di liberazione di questo Paese dal nazifascismo. Non cambierei il sistema sanitario dell’Emilia-Romagna con quello degli Stati Uniti neanche se mi pagassero a peso d’oro. Dove ti ricoverano a seconda dell’assicurazione privata che hai in tasca. E dopo dirò qualcosa sulla sanità.

Intanto bisognerebbe sapere cosa vuol dire quel rapporto tra spesa pubblica e PIL, altrimenti si parla senza sapere di cosa si sta parlando. Calvano lo ha spiegato molto bene. Se uno addirittura è contento che cresce il PIL, ma è contento, allo stesso tempo, che non aumenta il sistema sanitario e che il PIL addirittura decresce vuol dire che non ha capito di cosa stiamo parlando.

Terza questione: la competitività dei territori a seconda del capitale umano che avranno a disposizione. Partiamo in vantaggio, anche grazie alle politiche pubbliche di questa Regione. Non solo, ci mancherebbe, ma anche grazie a quelle. Non può essere che se le cose vanno male è colpa della politica e se vanno bene è merito della società civile. Non può essere così in assoluto. D’altra parte, basterebbe che chiamaste gli stakeholder di questa regione e chiedeste loro qual è stato il rapporto del Patto per il lavoro e per il clima con l’Amministrazione regionale. Facciamolo insieme, pubblicamente, in un bel dibattito pubblico. Facciamo errori? Chissà quanti ne ho fatti soprattutto io. Non riusciamo a garantire tutto quello che avremmo voluto? Certamente. Ma attenti: se questa Regione e la Lombardia sono le uniche due che attirano più ragazzi e ragazze di tutte le altre Regioni, le uniche con il saldo attivo tra chi viene a lavorare qui e chi va fuori, è anche per alcune politiche che abbiamo attivato. Attenti alle due risposte che danno per venire qui. La prima è legata alla qualità delle imprese. Ed è merito degli imprenditori. La seconda riguarda la qualità della vita che trovano. E quello è merito anche nostro. Perché ti rispondono che, se hanno bisogno di sanità, sanno che qui c’è una delle migliori sanità pubbliche del mondo, con tutti i limiti e i difetti che ha. Perché ti rispondono che se hanno figli è molto più facile qui collocarli nei servizi di welfare rispetto ad altre realtà italiane, europee o del mondo. Perché la qualità della vita o l’aspettativa di vita, che è seconda solo al Giappone, è qualcosa che ha a che fare anche con l’idea che in quella regione ci puoi vivere abbastanza bene. Il secondo, che è un record europeo, è il numero di studenti universitari iscritti nelle nostre università, che raggiunge quasi il 50 per cento. È un capitale straordinario che non dobbiamo perdere. Gran parte di quelle persone ‒ come è capitato in questi decenni, ma sempre più capiterà ‒ secondo me qui potranno farci un progetto di vita, costruirci una famiglia. Speriamo facciano dei figli e ci rimangano a vivere e a lavorare.

La legge sull’attrattività dei talenti perché la fa solo l’Emilia-Romagna? È sbagliata? Scusatemi, ricordo che eravate d’accordo anche voi. È migliorabile? Benissimo. Ma perché non la chiedete al Governo, anche voi, come la sto chiedendo io? Perché non ci può essere un sostegno nel momento in cui diventi attrattivo e competitivo? Guardate, non vorrei che fosse solo l’Emilia-Romagna o poche altre. Vorrei che fosse tutta l’Italia. Così come non sorrido mai, anche oggi sono uscite di nuovo, davanti alle classifiche che ci dicono che siamo quelli che nel saldo tra chi esce a curarsi e chi arriva siamo sempre al primo o ai primi due posti. Io vorrei vivere in un Paese dove ognuno si cura vicino casa sua e non fa il turista sanitario. Ma se vengono qui è perché trovano qui una qualità della sanità pubblica che ancora oggi, con tutti i problemi che abbiamo, è eccellente.

Rispetto al tema dei talenti, rimango colpito. Ringrazio davvero la ministra Bernini. Fare il G7 il prossimo luglio, dove una delle sedi principali è il Tecnopolo di Bologna... Sapete cosa succede al Tecnopolo di Bologna? Com’è che non ne parlate mai? Non è una visione del futuro essere diventati e diventare la principale Data Valley europea? Uno può dire: non sono d’accordo su quell’obiettivo. Ci sta. È democrazia. Ma se si ritiene che una delle questioni fondamentali è il tema della transizione digitale, cioè l’impatto che avranno l’intelligenza artificiale, i big data e l’innovazione tecnologica e robotica nel nostro sistema sociale... Lo sapete: gran parte dei nostri figli e nipoti farà lavori che non esistono oggi e deriveranno dal grado di innovazione in quei campi, e noi proviamo a metterci 100 metri avanti.

Io ringrazio la ministra Bernini e il Governo, perché scegliendo di venire qui, come Ursula von der Leyen non manca di citare il supercomputer Leonardo, dopo la firma del ministro Tajani per garantire la quattordicesima sede dell’Università delle Nazioni Unite, qui arriveranno migliaia di ricercatori, docenti, studenti da tutto il mondo, per studiare il contrasto ai cambiamenti climatici, che è fondamentale, alla luce di tutto quello che è successo, e per studiare l’impatto che l’intelligenza artificiale avrà nelle società umane.

Dal grado di innovazione e della sua velocità tecnologica, digitale e sui big data dipenderà anche la velocità o meno alla transizione ecologica, perché dal tipo di caldaie, di motori, eccetera, eccetera che inquineranno sempre meno noi potremo accelerarla come sarebbe utile.

Segnalo che sulla transizione ecologica, un Piano energetico da 4,5 miliardi di euro in tre anni è qualcosa di importante se va laddove vogliamo investire sul passaggio da energie fossili che inquinano a quelle rinnovabili.

Così come che a Modena venga il primo centro, il centro primo per capacità di produzione di idrogeno, è qualcosa di importante dal punto di vista dell’energia pulita; che a 12 chilometri dal rigassificatore di Ravenna ci venga il più grande parco eolico a mare d’Italia e forse d’Europa è un investimento importante sul vento, cioè sulle energie pulite. Il fatto che abbiamo la legge più restrittiva sul consumo di suolo, migliorabile, ma è sempre migliorabile, figuratevi. Ribadisco, se ci portate una legge più restrittiva, domani la faccio approvare in Giunta.

Anche qui, lo dico anche alla consigliera Piccinini, di cui ho apprezzato diversi passaggi dell’intervento, va detto anche, consigliera, che il Movimento 5 Stelle è stato al Governo cinque anni ininterrotti e a livello nazionale non è riuscito a contribuire ad una legge nazionale che manca sul contrasto al consumo di suolo.

Anche qui ho detto al Governo Meloni: “Se la fate voi, vi prenderete un merito storico, perché non c’è nessun Governo, nessun Parlamento che è riuscito negli anni scorsi ad approvare una legge che vada a contrastare quella che è una necessità”, perché in Italia, in Emilia-Romagna, si è consumato troppo suolo vergine. Posto che avete visto le risultanze del Comitato scientifico, il tema dell’alluvione, con una temporaneità di ritorno di circa 500 anni di un evento storico mai registrato, segnala che forse molte parole di polemica andrebbero ricomprese nel dibattito, ma non è di questo che voglio parlare.

Vorrei dire quattro questioni, e vado a chiudere, che mi preoccupano. Alcune questioni mi preoccupano molto, però, nel rapporto con il Governo.

Primo, la sanità. Intanto, prima notizia, quest’anno, come sempre, lo ha detto Paolo Calvano, chiuderemo a pareggio il bilancio sanitario.

Andatevi a riprendere gli annunci fatti, gli allarmi lanciati, le vesti stracciate nei mesi scorsi e azzeratele tutte. Non valgono più niente. Dite pure che avete scherzato, se preferite. Il bilancio sanitario della Regione reggerà ancora una volta, a pareggio, e – datecene atto – nemmeno il prossimo anno, per il nono anno consecutivo, senza aver aumentato di un centesimo le tasse alle famiglie, alle imprese.

Andate a vedere quante Regioni lo hanno fatto in nove anni, poi discutiamo. Reggerà nonostante il Governo. Non mi venite a dire che scarichiamo la responsabilità su altri, perché le risorse del Fondo sanitario nazionale non le mette mica la Regione, le mette il Governo del Paese, qualunque esso sia.

Le risorse stanziate sono insufficienti per il 2024 e ancor più per il 2025 e il 2026. Non lo dico io, lo dice l’Ufficio parlamentare di bilancio, che certifica come il rapporto tra spesa sanitaria e PIL continuerà a scendere nel triennio.

Abbiamo appena approvato qui, anche in Piemonte, mi hanno detto che forse si approva anche nelle Marche, una legge che chiede di andare nei prossimi anni, non subito, il prossimo anno, al 7,5 per cento.

Segnalo che era 109 miliardi di euro nel 2014 il bilancio del Fondo sanitario nazionale.

Il Governo Renzi lo lasciò il più alto nella storia dopo il Governo Letta. Il Governo Gentiloni lo lasciò il più alto nella storia dopo il Governo Renzi. Il Governo Conte 1 lo lasciò il più alto nella storia dopo il Governo Gentiloni. Il Governo Conte 2 lo lasciò il più alto del Governo Conte 1. Il Governo Draghi l’ha lasciato il più alto nella storia del Governo Conte 2. Tutti i Governi di prima potrebbero dire le stesse cose che dice (ed è vero) la presidente Meloni.

Il problema è che se il rapporto spesa pubblica/PIL è sceso al 6,5 e nei prossimi due anni scenderà al 6,1 per cento se non verrà corretto, ma voi capite che noi diventiamo fanalino di coda tra i Paesi dell’Unione europea? Sarà un problema drammatico, perché, se non conti l’inflazione, ma su cosa discutiamo di economia nel rapporto dei bilanci pubblici?

Se con la destra quello che ti danno te lo tolgono con gli interessi con la sinistra? Il ministro Schillaci ve lo ricordate? Io dissi “attendo fine anno”.

A luglio promise alle Regioni che chiesero tutte insieme, per bocca del presidente Massimiliano Fedriga, 4 miliardi di euro in più nel 2023. Arrivati, zero. I 3 miliardi in più, collega Evangelisti, del prossimo anno sono 3 miliardi in più sugli 8 che dovevano arrivare tra quest’anno e il prossimo anno. A casa mia, 8 meno 3 fa 5 miliardi che mancano. Chi è che la paga di più? Chi ha più sanità pubblica. Guarda un po’.

È chiaro che chi ha meno sanità pubblica da offrire la paga meno, perché non ha i bilanci.

Molte Regioni non hanno nemmeno una Casa di comunità, neanche una. Avete detto che le Case di comunità sono importanti. Ci sono molte Regioni che non ne hanno neanche una. Noi ne abbiamo un quarto. Lo credo che spendi di più, dalle bollette energetiche alla spesa del personale, eccetera, eccetera!

Ora, vedete? Quello che però è incredibile è che d’accordo col MEF, a parte la contabilità dei danni della ricostruzione, avevamo quantificato i maggiori oneri sostenuti dalla sanità, causa alluvioni, in 110 milioni di euro. Ci hanno riconosciuto che erano corretti e ben documentati. Ci è stato chiesto di spalmarli su due anni e abbiamo detto di sì. Sapete quanto hanno messo nel bilancio? Zero euro. Invece, stranamente, abbiamo visto che ci sono 40 miliardi per la sanità del Molise, 145 per quella del Lazio, 350 per la Sicilia: cioè, non si rifinanzia il Fondo sanitario nazionale, come si è promesso, non si danno i soldi a chi ha subìto l’alluvione, ma si danno i soldi alle Regioni gestite da chi è più vicino dal punto di vista politico alla maggioranza di Governo? Posso dire che è una vergogna? Non era mai successo.

Sono nove anni che faccio il presidente, non era mai successo. E qui vi dovreste indignare anche voi, colleghi della minoranza: non si dà quel che è giusto all’Emilia-Romagna, e poi, nella notte, col favore delle tenebre, si dà a quelli considerati amici politicamente.

Faccio una domanda ai colleghi di Fratelli d’Italia: questo è essere patrioti? All’Emilia-Romagna colpita dall’alluvione, zero, e ad altre Regioni – non si capisce perché quelle tre – risorse che nessuno aveva mai discusso?

Chiedo agli amici della Lega: una volta non vi preoccupavate un po’ di più delle Regioni del nord? O c’è tanto del ponte sullo Stretto di Messina a recuperare risorse? Stiamo parlando di questo, eh…

 

(interruzioni)

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Quando arriva discuteremo, infatti vedremo quante risorse arriveranno. Intanto, non arrivano le risorse che arrivano al Molise, alla Sicilia, al Lazio.

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, per favore.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: No, no, non è un problema…

 

(interruzioni)

 

BONACCINI, presidente della Giunta: La risposta è perfetta, guardi, perfetta, esattamente quello che volevo sentirvi dire.

Parliamo del dimensionamento scolastico. Una volta si diceva di occuparsi di montagne, di aree interne, di territori rurali. Il ministro Valditara impone di tagliare 14 autonomie scolastiche il prossimo anno, 21 nel triennio. Non avete nulla da dire? Poi non ci si lamenti sul territorio, perché è adesso che bisogna dire di no, non quando il problema si scaricherà lì.

Giovedì incontriamo il ministro. Gli ho chiesto di venire a spiegare ai Sindaci e ai presidenti di Provincia perché in una Regione che ha il rapporto più basso tra autonomia e popolazione scolastica dovremo tagliare noi. Noi chiederemo a ciascuno di voi di venirci a mettere la faccia nel territorio, nei Comuni dove dovranno tagliare. La scelta è del Governo, non nostra. Ci andiamo tutti insieme. Altro che scaricare la responsabilità. Ciascuno, a quel punto, ci metterà la sua faccia e vedremo di cosa discutiamo e come avverrà, visto che abbiamo già iniziato un’interlocuzione con i Comuni. Dove non era previsto il taglio, vedo che anche i sindaci di Centrodestra dicono: “No, a noi no”. Vedremo.

Ricostruzione PNRR. Noi stiamo aspettando che il Governo, come ci ha promesso, ci convochi prima di Natale per discutere di ricostruzione in Romagna e PNRR. L’aveva anticipato il ministro Fitto, che ringrazio per la solita disponibilità. Lo hanno detto sui giornali. Solo che siamo a martedì e io non so quando ci convocheranno. Abbiamo posto al Governo tre domande semplici. La prima: 1,2 miliardi del PNRR sono risorse aggiuntive o sostitutive? Traduco, per chiarezza: si sommano ai 2,5 miliardi già stanziati per la ricostruzione pubblica o, come le risorse per gli ammortizzatori sociali e l’export, sono stati emessi e poi sono tornati ai Ministeri? Su questo serve una risposta chiara, altrimenti non è aggiuntiva, ma è sottrattiva.

I progetti che Province, Comuni, Regioni e Consorzi stanno mandando avanti vanno bene o debbono essere rifatti con la modalità PNRR? Anche qui serve una risposta chiara, perché io non so che accordi sono stati presi con Bruxelles. Non c’eravamo né siamo stati invitati. Gli accordi li ha presi il Governo. Io chiedo solo chiarezza. È molto differente. Se nel rispetto di quei tempi bisogna rendicontare entro il 2026, noi rischiamo di avere progetti che si sa già che non verranno terminati.

Visto che il Commissario dovrà fare ordinanze, ma le opere devono essere realizzate da Enti locali, Regioni e Consorzi, che garanzie diamo sul personale? Qui parliamo di 1,2 miliardi da spendere nei prossimi tre anni. Visto che saranno in carico a Comuni mediamente piccoli o molto piccoli, cosa diciamo? Giustamente, il consigliere Pompignoli ha preparato un ordine del giorno per i Comuni colpiti, oltre che dall’alluvione, anche dal sisma. Su tutti Tredozio, che è in una situazione drammatica. Quelle poche centinaia di persone, perché si arriva a fatica a un migliaio, hanno una situazione che le vede in parte colpite dall’alluvione con le frane e adesso con case, scuole e municipio inagibili.

Io dico che è sacrosanto. Solo che quel problema si risolve se permettiamo di assumere, di comandare o distaccare personale, non se si continua, come il Governo ha deciso, con lo scorrimento delle graduatorie aperte. Non sta dicendo di sì nessuno. Siccome il sottoscritto ha avuto a disposizione fino a 1.000 unità di personale, con gli accordi con Invitalia, con Fintecna, tra quelli che avevamo assunto a tempo determinato, io voglio capire ‒ sul sisma, ovviamente ‒ con 60 persone, molte delle quali a Roma, come si fa a ricostruire se non arrivano i 216 promessi ai Comuni, che io mi sarei aspettato già decisi un po’ di mesi fa.

Sulla ricostruzione, ancora. Qualcuno di voi sa se sia stato inserito il risarcimento dei beni mobili per gli alluvionati? Sono passati sette mesi, non vi appare clamoroso? Sarebbe come se il Governo Monti, quando c’è stato il terremoto nel 2012, avesse deciso che i beni immobili non venivano risarciti.

Lo dico perché le cucine, i mobili, le auto, gli elettrodomestici, i motocicli, le scorte di magazzino, i macchinari, vengono risarciti o no? Ce lo potete spiegare? A me non interessa il verbo, mi interessa che la firma entri nel decreto!

Ho finito. Non mi si dica che noi non siamo pronti a collaborare con il Governo, non lo si dica a me. Sul rigassificatore sono stato nominato commissario, ho letto l’altro giorno (nessuno ci ha avvisato) un’indiscrezione che dice che, siccome a Piombino il sindaco aveva fatto ricorso alla magistratura, rimarrà tre anni, poi deve andare in Liguria, ma in Liguria c’è la sollevazione della popolazione, potrebbe tornare a Ravenna anche quello, capiamoci, chi fa gli interessi degli italiani? Li deve fare tutti da sola l’Emilia-Romagna, che ha portato in Consiglio comunale a votare all’unanimità quel provvedimento sindacati, associazioni di impresa, a proposito di concentrazione sociale, per dirmi “caro Bonaccini, non solo fallo, ma fallo il prima possibile, perché serve all’Italia per non trovarsi a pagare le bollette più care al mondo?”.

Che facciamo? Siete d’accordo nel dire con me che adesso anche le altre Regioni si prendano le loro responsabilità o vogliamo portare solo in Emilia-Romagna il problema? Posto che noi lo faremo ed entro due anni quel rigassificatore al servizio dell’Italia sarà completato. Chi è più patriota?
Il mese scorso abbiamo svolto qui una comunicazione urgente sulla programmazione dei Fondi sviluppo e coesione, ieri abbiamo chiuso quel patto, noi siamo pronti a firmare a gennaio, cioè un anno dopo, ma va bene lo stesso, con la presidente Meloni, e io spero proprio di firmarlo con lei, l’accordo per l’impiego di quasi 600 milioni di euro.

Siamo pronti, da mesi eravamo pronti, e siamo pronti perché quei 600 milioni di euro andranno attraverso i bandi a dare una mano a quell’economia che sta andando in stagnazione, e siamo molto preoccupati. Parlate con gli imprenditori e chiedete loro che 2024 vedono, non chiedetelo a me, chiedetelo a loro, quindi tutto ciò che è investimento è benvenuto per far girare la macchina delle imprese, del mondo del lavoro, eccetera, eccetera.

Abbiamo chiuso l’accordo con il Governo e le Nazioni Unite per portare a Bologna l’Università, la quattordicesima del mondo, a proposito di visione, è la prima di tutta l’area mediterranea. Noi ci siamo.

Ho detto del G7, tutte le volte che si può insieme lavorare e collaborare nell’interesse del Paese noi ci siamo, io lo ribadisco, mi sento italiano prima che emiliano-romagnolo.

D’altra parte, ringraziandola, quando la Presidente Meloni ci ha definito “la locomotiva d’Italia” è perché ha riconosciuto che negli ultimi otto anni siamo cresciuti più di tutti. È così disastrosa l’Emilia-Romagna? Perché nei primi nove mesi di quest’anno (sono usciti i dati ieri l’altro, leggeteli), nonostante l’alluvione, oltre 14.000 a testa nei primi nove mesi di export pro capite, mentre la seconda regione, il Friuli, non arriva a 13.000.

Nel surplus commerciale italiano abbiamo portato più della metà del totale del surplus dello scorso anno del Paese, una Regione che ha il 7,5 per cento di abitanti. Avete visto i dati sull’attrattività di studenti, lavoratrici e lavoratori, avete visto sul turismo che siamo tornati sopra i 60 milioni di presenze turistiche.

Questa è una Regione forte, mica grazie a Bonaccini, grazie alla sua gente, a chi lavora, a chi studia, a chi produce, ma chiedetelo a loro, non a me cosa pensano del rapporto del lavoro che abbiamo fatto in questi anni.

 Vedete, si dimentica sempre una cosa, io voglio essere sicuro, non augurarmi, che chiunque verrà dopo Bonaccini e dopo le sue Amministrazioni nei prossimi secoli non dovrà più, in 10 anni, gestire la ricostruzione di un terremoto da 12 miliardi di euro di danni, una pandemia che qui ha colpito con Lombardia e Veneto dopo Wuhan più che in ogni altra parte del mondo, e un’alluvione da quasi 9 miliardi di euro di danni.

Nonostante questo, che avrebbe potuto schienare chiunque, questa Regione da chi governa è stata definita “la locomotiva d’Italia”. Vuoi che una parte delle politiche che abbiamo messo in campo insieme ai territori non abbia garantito a questa Regione di tenere la schiena dritta e addirittura far sì che, rispetto ad alcune questioni che a livello europeo ci hanno portato ad essere la principale Data Valley, addirittura avere l’ambizione che nella tragedia che dovevamo affrontare guardavamo il futuro per i nostri figli e i nostri nipoti?

Da ultimo, se vogliamo tifare Italia, bisogna spingere più di tutto sugli investimenti, perché la congiuntura economica volge al peggio.

Bisogna che la locomotiva, se tale è, spinga, altrimenti si rallentano o si fermano gli altri vagoni, quindi rallenta o si ferma il Paese. Noi abbiamo già impegnato il 60 per cento, dopo due anni, delle risorse FESR, se tutti facessero così, daremmo un’immagine molto diversa del nostro Paese, a proposito del negoziato sul patto di stabilità che la premier sta conducendo in Europa, dove molti richiamano l’inaffidabilità italiana nella spesa ad esempio dei fondi europei.

Vi segnalo anche che, a fronte dei 360 milioni di euro di investimenti straordinari per il dissesto, da quest’anno la spesa per la manutenzione [...] salirà stabilmente a 21 milioni, che era esattamente l’obiettivo di legislatura che ci eravamo dati quattro anni fa, insieme a quello di azzerare le liste d’attesa per i nidi, delle rette, azzerati montani e le aree interne e drasticamente ridotte nei Comuni, del trasporto pubblico per chi va a scuola, del 100 per cento delle risposte come è stato richiamato per il diritto allo studio degli studenti, a proposito di attrattività.

Insomma, con tutti i limiti e i difetti che abbiamo, questo bilancio mette sui binari giusti l’Emilia-Romagna, la mette al riparo da scossoni.

Mi auguro che il Governo riveda alcune politiche che ho voluto descrivere, che sono sbagliate, perché vengono a penalizzare un territorio che invece meriterebbe, anche a fronte di quello che gli è accaduto, di essere sostenuto maggiormente, non per chi governa, ma per i suoi cittadini, i suoi studenti, i suoi lavoratori, i suoi imprenditori.

Penso che se lavoreremo così e il Governo rivedrà alcune di quelle scelte, e chi sta tra i banchi della opposizione, se le riterrà giuste o almeno in parte condivisibili, ci aiuterà a convincerli del contrario, penso che questa Regione non solo continuerà ad essere la locomotiva d’Italia, ma potrà correre ancora più velocemente di quello che ha fatto in questi anni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, presidente.

Adesso passiamo all’esame dell’articolato.

Prima nominiamo gli scrutatori: consigliere Molinari, consigliera Maletti, consigliera Stragliati.

Partiamo dall’oggetto 7654, progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante le disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2024.

Su questo oggetto insistono due proposte di emendamento, una a firma del consigliere Marchetti Daniele e una a firma dei consiglieri Cuoghi, Evangelisti e Tagliaferri. Tre a firma – scusate, ci sono sei proposte di emendamento – dei consiglieri Mastacchi e Pelloni.

Su questo oggetto sono state anche presentate nove proposte di ordine del giorno: una a firma del consigliere Occhi, su questo documento insiste anche una proposta di emendamento, sempre a firma del consigliere Occhi; un ordine del giorno a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri e Mastacchi; il terzo a firma dei consiglieri Cuoghi, Evangelisti e Tagliaferri; il quarto a firma del consigliere Tagliaferri, Cuoghi, Evangelisti, Mastacchi; il quinto a prima firma Pompignoli; il sesto a prima firma Mastacchi; il settimo a firma Piccinini, Bondavalli, Zappaterra e altri; l’ottavo a firma Catellani, Costa, Delmonte e Costi; il nono a firma Bargi, Occhi, Rancan, Rainieri.

Passiamo quindi all’esame dell’articolato.

Partiamo dall’articolo 1.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

È approvato.

 

Articolo 2.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 4.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 5.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 6.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora siamo all’emendamento n. 2, a firma Cuoghi, Evangelisti, Tagliaferri, che chiede di inserire un nuovo articolo prima dell’articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Emendamento n. 2, a prima firma Cuoghi.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 8.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 3, a firma Mastacchi, Pelloni, che chiede di inserire un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 9.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo adesso in discussione prima l’emendamento n. 6, a firma Evangelisti, Tagliaferri e Cuoghi.

L’emendamento n. 6 chiede di inserire un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 10.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 10.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 11.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 11.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 12.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 12.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

Articolo 13.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 13.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 14.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 14.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 15.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 15.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 16.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 16.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 1, a firma del consigliere Daniele Marchetti, che chiede di inserire un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 17.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 17.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 18.

Ci sono due emendamenti che insistono sull’articolo 18. L’emendamento n. 4, a firma Mastacchi e Pelloni, e l’emendamento n. 5, nella nuova stesura, a firma Mastacchi e Pelloni.

Emendamento n. 4.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 5.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 18.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 18.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 19.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 19.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 20.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 20.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’ultimo articolo.

Articolo 21.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 21.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

Siamo all’oggetto 7655, progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante le disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2026.

Su questo oggetto insistono tre proposte di emendamento: una a firma dei consiglieri Catellani, Delmonte e Stragliati; due a firma dei consiglieri Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi e poi insistono otto proposte di ordine del giorno: una a firma Catellani; il secondo a prima firma Stragliati, su questo insistono anche due proposte di emendamento a firma dei consiglieri Maletti ed altri; l’ordine del giorno n. 3, a prima firma Rainieri, Gerace e altri; il quarto a prima firma Pigoni; il quinto a prima firma Mastacchi; il sesto a prima firma Bargi; il settimo a firma Castaldini; l’ottavo a firma Delmonte, Rossi e altri.

Passiamo all’esame dell’articolato e partiamo dall’articolo 1.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 4.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 5.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 6.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 8.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 9.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 10.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 10.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 11.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 11.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 12.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 12.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 13.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 13.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 14.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 14.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora siamo all’emendamento n. 1, a firma Catellani, Delmonte e Stragliati che chiede di inserire un nuovo articolo.

Prego, consigliere Delmonte.

 

DELMONTE: Grazie.

Torniamo sul tema endometriosi, e su questo, visto che ci siamo presi tutti un impegno e abbiamo fatto tutti una promessa, chiediamo di metterci la faccia, quindi, secondo l’articolo 80, chiediamo il voto per appello nominale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Come da Regolamento, se non ci sono altre richieste, chiedo alla segretaria, consigliera Montalti, di venire qui per l’appello al mio fianco.

Adesso consegniamo anche ai tre scrutatori, il consigliere Molinari, la consigliera Maletti e la consigliera Stragliati, i tre moduli per prendere nota di come andranno a votare i consiglieri che la consigliera Montalti chiamerà. Poi ci consegneranno l’esito: favorevole, contrario o astenuto.

Adesso la consigliera Montalti vi chiamerà uno a uno.

I tre scrutatori prendono nota nel modulo che vi abbiamo dato. Questo prevede il voto nominale.

Partiamo con l’appello e passo la parola alla consigliera Montalti. Prego.

 

MONTALTI, consigliera segretaria UP: Amico Federico (contrario); Bargi (favorevole); Bergamini (favorevole); Bonaccini; Bondavalli (contraria); Bulbi (contrario); Caliandro (contrario); Castaldini (favorevole); Catellani (favorevole); Costa Andrea (contrario); Costi Palma (contraria); Cuoghi Luca (favorevole); Daffadà Matteo (contrario); Dalfiume Mirella (contraria); Delmonte Gabriele (favorevole); Evangelisti Marta (favorevole); Fabbri Marco (contrario); Facci Michele (favorevole); Felicori Mauro (contrario); Gerace Pasquale (contrario); Gibertoni Giulia; Liverani Andrea (favorevole); Maletti Francesca (contraria); Marchetti Daniele (favorevole); Marchetti Francesca (contraria); Mastacchi Marco (favorevole); Molinari Gian Luigi (contrario); Montalti Lia (contraria); Montevecchi Matteo (favorevole); Mori Roberta (contraria); Mumolo Antonio (contrario); Occhi Emiliano (favorevole); Paruolo Giuseppe (contrario); Pelloni Simone (favorevole); Piccinini Silvia (favorevole); Pigoni Giulia (contrario); Pillati Marilena (contraria); Pompignoli Massimiliano (favorevole); Rainieri Fabio; Rancan Matteo (favorevole); Rontini Manuela (contraria); Rossi Nadia (contraria); Sabattini Luca (contrario); Soncini Ottavia (contraria); Stragliati Valentina (favorevole); Tagliaferri Giancarlo (favorevole); Taruffi Igor (contrario); Zamboni Silvia (contraria); Zappaterra Marcella (contraria); Bonaccini Stefano (assente); Gibertoni Giulia (assente); Rainieri Fabio (assente).

 

PRESIDENTE (Petitti): Abbiamo l’esito del voto:

 

Presenti 47

Favorevoli 19

Contrari 27

 

È respinto.

 

A questo punto siamo arrivati all’articolo 15.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Chiedevo il voto elettronico, grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione, con il voto elettronico, l’articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 46

Favorevoli 41

Contrari 3

È approvato.

 

Articolo 16.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 16.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo ora all’emendamento n. 2.

Consigliera Mori, prego.

 

MORI: Non ha preso il mio voto favorevole. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto. Aggiungiamo il voto della consigliera Mori.

Ora siamo all’emendamento n. 2, a firma Tagliaferri, Cuoghi, Evangelisti, che chiede di inserire un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 17.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 17.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 18.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 18.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 19.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 19.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 20.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 20.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 21.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 21.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 22.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 22.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 23.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 23.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 24.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 24.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 25.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 25.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 26.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 26.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 27.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 27.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 28.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 28.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 29.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 29.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’emendamento n. 3, a firma dei consiglieri Tagliaferri, Cuoghi ed Evangelisti, che chiede di inserire un nuovo articolo.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’emendamento n. 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Articolo 30.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 30.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’ultimo articolo.

Articolo 31.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 31.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’oggetto 7656: progetto di legge d’iniziativa Giunta recante “Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026”.

Non ci sono emendamenti, ma su questo oggetto insistono 9 proposte di ordine del giorno: una a firma Catellani, due a prima firma Stragliati; la terza a firma Liverani; la quarta a firma Facci; la quinta a prima firma Bargi; la sesta a firma Pompignoli; la settima a prima firma Bondavalli; l’ottava a prima firma Rancan; la nona a prima firma Rontini.

A questo punto passiamo all’esame dell’articolato.

Articolo 1.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 2.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 2.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 3.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 3.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 4.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 4.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 5.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 5.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 6.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 6.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 7.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 7.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Articolo 8.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 8.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo all’ultimo articolo.

Articolo 9.

Dibattito generale.

Dichiarazioni di voto.

Mettiamo in votazione l’articolo 9.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati al dibattito congiunto su tutti gli ordini del giorno, quelli che insistono sui tre progetti di legge, che ho già elencato prima, man mano che abbiamo affrontato gli articolati dei tre progetti di legge.

Chiedo chi vuole intervenire nel dibattito congiunto sugli ordini del giorno. Chi vuole intervenire sugli ordini del giorno.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Semplicemente, per illustrare brevemente l’ordine del giorno che abbiamo presentato e che abbiamo poi condiviso a più ampie parti per quanto riguarda lo sport. Ci sono stati dei bandi che sono stati emessi, soprattutto quelli dell’annualità passata.

Noi chiediamo semplicemente che si possa andare in fase di assestamento a rifinanziare la possibilità di andare a considerare quei progetti che erano già stati presentati nell’annualità passata che ovviamente sono stati ammessi.

Una cosa molto breve, ma che secondo noi può essere utile per aiutare sempre di più quei Comuni anche magari più piccoli che hanno bisogno e vogliono investire nello sport, che è sicuramente una parte fondamentale per la struttura della nostra società.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Rancan.

Altri sugli ordini del giorno? Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Per illustrare brevemente, perché l’ho già fatto nel mio intervento, l’ordine del giorno 7654. Si tratta di un ordine del giorno che chiede alla Giunta, quindi alla maggioranza, di inserire nell’accordo di programma ANAS-MIT 2023-2026 la bretella Reno-Setta. È un’opera che, ormai a detta di tutti, delle categorie produttive, delle Amministrazioni e della stessa Regione, ha trovato condivisione e ha la sua valenza. Un’infrastruttura che, ad oggi, non è stata ricompresa in questo accordo.

Chiediamo, oggi, di poterlo fare. Lo chiediamo mediante voto elettronico.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: L’ordine del giorno 7655/8 riguarda la possibilità di sostenere finanziariamente il Soccorso Alpino dell’Emilia-Romagna attraverso gli strumenti di bilancio più consoni, ritenuti opportuni dalla Giunta. È un ordine del giorno bipartisan, a firma Delmonte, Nadia Rossi, Pompignoli, Molinari, Catellani.

Crediamo sia importante, da questo punto di vista, incentivare il Soccorso Alpino. Sappiamo quanto è stato importante anche negli eventi alluvionali del maggio 2023. Infatti, è intervenuto il Soccorso Alpino.

Riteniamo che, da questo punto di vista, sia necessario implementare la dotazione finanziaria. Gli strumenti che verranno trovati dalla Giunta potranno essere di qualsiasi tipo, però l’importante è focalizzarsi su questo tema e cercare di incentivare quella che, comunque, per noi è un’importante iniziativa rispetto al Soccorso Alpino.

Presidente, solo per evidenziare un ordine del giorno...

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio. Grazie.

 

POMPIGNOLI: ...presentato dalla consigliera Rontini più altri, che è l’oggetto 7656/9. Su questo ordine del giorno qualche puntualizzazione la vorrei fare, in ragione del fatto ‒ lo ha detto il presidente prima in sede di discussione finale, della sua arringa difensiva della Regione Emilia-Romagna ‒ che viene sollecitato nuovamente, con questo ordine del giorno, il Governo a intervenire sulla questione legata agli indennizzi dei beni mobili delle famiglie per i beni alluvionati.

Su questo tema credo che il Governo abbia già detto – e qui è evidenziato in sede di ordine del giorno – che comunque in ogni caso questi beni dovranno essere periziati. Si è già specificato che l’intervento andrà a indennizzare il 100% dei danni subiti. Io credo – e spero di non essere smentito successivamente dal Governo – che anche i beni mobili dovranno essere comunque indennizzati. È stato detto un po’ da tutti, dal Commissario Figliuolo in prima battuta, dal Governo tutto. È un tema particolare, sul quale ovviamente ci deve essere unità di intenti.

È quantomeno strumentale oggi depositare un ordine del giorno che solleciti il Governo a fare questo tipo di iniziativa; tenuto conto del fatto che il Governo ha già detto che questi rimborsi verranno fatti (e questo lo si capisce dal fatto che devono essere inseriti in perizia), non capisco perché dovremmo andare a sollecitare un qualcosa che di fatto viene riconosciuto.

Io spero che su questo tema non ci debbano essere questioni di strumentalizzazione rispetto a eventi catastrofali come quelli dell’alluvione del maggio del 2023, anche perché sarebbe quantomeno problematico evidenziare un tema sul quale già il Commissario straordinario ha dato e ha detto la sua parola. Quindi, da questo punto di vista ritengo opportuno che la sottolineatura fatta rispetto all’impegno della Giunta sul Governo nazionale e alle popolazioni colpite rispetto ai beni immobili sia da superarsi, proprio in ragione del fatto che il Governo ha già detto la sua.

Sulla prima parte, invece, quella che riguarda la sistemazione dell’alveo dei fiumi, io ho presentato un ordine del giorno che spero la maggioranza approvi, rispetto al quale su questo tema occorre prestare alta l’attenzione e dare un segnale positivo di sicurezza del territorio soprattutto per quelle popolazioni e per quei quartieri che oggi sono stati colpiti dall’alluvione, che ovviamente sono allarmati da come si sta eseguendo la pulizia negli alvei dei fiumi e in ragione del fatto che non si vorrebbero ritrovare nella stessa condizione di maggio del 2023.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pompignoli.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Due interventi, o meglio, un intervento su due oggetti. Il primo per illustrare brevemente l’ordine del giorno n. 4 collegato al bilancio, che praticamente mira a sostenere i rifugi di montagna. Rifugi di montagna da intendersi sia in chiave turistico-ricettiva, sia in chiave di sicurezza delle persone e degli escursionisti, infatti nell’ordine del giorno si richiama oltre che genericamente la legge 2 del 2004 (vale a dire la legge regionale sulla montagna), si richiama la legge n. 16 del 2004, quella che riguarda le strutture ricettive, dove troviamo la definizione di rifugi montani, e la legge n. 12 del 1985, la legge che riguarda, come legge-quadro l’organizzazione del soccorso alpino, ma riguarda anche la conservazione e l’incentivazione del patrimonio alpinistico.

In particolare, l’articolo 3 della legge n. 12 dell’85 contempla la possibilità per la Regione di intervenire con contributi per la sistemazione, manutenzione e arredamento di rifugi alpini di proprietà del CAI, in quanto posti di chiamata per soccorso alpino.

In realtà, di tali contributi, si legge sempre nella legge regionale, possono usufruire altri enti, associazioni o privati, purché documentino che il rifugio presenti evidenti caratteristiche alpinistiche e sia fruibile da chiunque ne abbia necessità senza limitazioni o obblighi di sorta. L’ordine del giorno impegna la Giunta, in attuazione della legge regionale 2 del 2004, nonché dell’articolo 3 della legge 12 dell’85 a garantire la permanenza, riqualificazione e ristrutturazione dei rifugi di montagna.

Volevo dire due parole su un ordine del giorno che non ho firmato, ma riguarda una materia che mi è tutto sommato “cara”, tra virgolette, se non altro perché insieme ai miei colleghi sono stato uno dei primi a sollevare l’argomento in quest’aula, e che riguarda il payback sui dispositivi medici. Giustamente, l’ordine del giorno chiede una modifica legislativa a livello nazionale, quindi chiede che ci sia sostanzialmente il riconoscimento a livello complessivo dell’importante valore e dell’importante apporto che tutto il settore del biomedicale ‒ penso ai distretti di Modena, ai distretti di Bologna ‒ rappresenta non solo per la nostra Regione, non solo per l’Italia, ma addirittura per il mondo. Quindi, è chiaro che questa è una materia sulla quale occorre necessariamente un intervento legislativo che elimini o comunque riporti a equità quello che è un meccanismo indubbiamente assurdo. Tuttavia, questo ordine del giorno ha un peccato originale. Il peccato originale di questo ordine del giorno che non solo mi ha impedito di firmarlo, ma mi impedisce anche di votarlo, è quello che non si fa alcun riferimento a quelle che sono le colpe della Regione nel momento in cui la Regione ha individuato da tempo le Commissioni, prima le Commissioni territoriali, poi la Commissione regionale di controllo sulla spesa per i dispositivi medici.

Ebbene, queste Commissioni, evidentemente, non hanno adeguatamente vigilato, forse in base al fatto che fino a quel momento, fino a un anno fa, fino a quando non è intervenuto l’ultimo colpo di coda del Governo Draghi, che ha reso concreta quella che era una previsione legislativa risalente a qualche anno prima.

Quindi, in quel momento lì, un po’ si sono evidenziate le problematiche. Se la problematica che noi conosciamo riguarda il periodo fino al 2018, che ha determinato quelle richieste esorbitanti di corresponsione alle aziende, noi non parliamo più o meglio si tende a parlare poco di quelle che sono state le spese per gli anni dal 2019 al 2022.

Allora, lì è la questione. Evidenziamo una spesa pubblica abnorme. Pensate che nel 2022 sono stati spesi, solo per guanti sterili, quasi 29.587.000 euro. Ripeto, per guanti. Su una spesa complessiva per quell’anno…

Nel 2022 la spesa complessiva, a livello regionale, è stata di 624 milioni. La media del quadriennio 2015-2018 era circa 400 e rotti. C’è stato uno sforamento incontrollato.

Siccome ho sentito prima – non c’ero, ma ho seguito da remoto – l’assessore Calvano che ha parlato di “marchette” del sistema regionale, io voglio capire quante marchette sono state fatte a livello regionale sull’acquisto dei dispositivi medici. Ma lo andremo a vedere, lo andremo a vedere, perché chiederò le fatture, una per una: 30 milioni di guanti nel 2022, quando erano 6 milioni nel 2019. 30 milioni! Allora, se il metro sono le marchette, andiamo a vedere chi fa le marchette. Le guardiamo tutte, una per una, fattura dopo fattura, commessa dopo commessa, perché sui dispositivi medici c’è stata un’esplosione di spesa – alla faccia, ripeto, delle Commissioni regionali di controllo, alla faccia – che ha determinato anche un intervento della Corte dei conti. Quindi, se questo è il metro, io ci sto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, Presidente.

Molto brevemente intervengo sull’ordine del giorno 7654/7, che riprende peraltro un tema che è stato citato sia dall’assessore Calvano che dal presidente Bonaccini, che riguarda l’intelligenza artificiale, che sappiamo ha avuto uno sviluppo senza precedenti proprio in questi anni. Ritengo sia uno strumento imprescindibile, per cui dobbiamo sia saperne cogliere l’opportunità quanto essere in grado di fronteggiare le sfide che l’impiego di questa tecnologia ci pone davanti.

È uno strumento che spesso viene associato alle imprese private, magari quelle ad alto valore tecnologico, ma che in realtà interessa da vicino anche la pubblica amministrazione. Io credo che questa Regione abbia il personale e le capacità per implementarla all’interno dei processi legislativi. Quindi questo ordine del giorno chiede e alla Giunta e anche per quanto concerne l’Assemblea legislativa di introdurre in via sperimentale, appunto, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per massimizzare gli obiettivi di semplificazione amministrativa, di sburocratizzazione, di trasparenza, tutto ciò per rendere più efficace e più efficiente l’Amministrazione regionale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, Presidente.

Molto brevemente intervengo sull’ordine del giorno relativo al ponte Lenzino. Colgo positivamente l’impegno da parte dell’assessore Calvano, che ha espresso durante il suo intervento. È già il secondo ordine del giorno che, come Lega, presentiamo rispetto a questa importante partita che riguarda la provincia di Piacenza. Non vorremmo essere costretti, poi, a dover ripresentare altri ordini del giorno o atti di indirizzo politico per vedere stanziate effettivamente le risorse economiche.

Per cui ringrazio intanto per quest’impegno, che speriamo sia fattivo e concreto. Ringrazio anche l’assessore Igor Taruffi e il consigliere regionale Gianluigi Molinari. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Consigliere Gerace, prego.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Intervengo sull’ordine del giorno 7655/3. Voglio ringraziare il collega che l’ha portato all’attenzione. Ringrazio le colleghe e i colleghi.

Volevo esprimere il mio sostegno ai colleghi del Gruppo di Italia Viva in merito all’ordine del giorno in oggetto inerente gli investimenti nel settore termale dell’Emilia-Romagna. La nostra Regione possiede un patrimonio termale di valore straordinario, sia in termini sanitari che turistici, che merita di essere valorizzato al massimo. Io, come cittadino di Salsomaggiore Terme ed ex amministratore, in veste di assessore, conosco molto bene l’importanza del termalismo per la nostra Regione, per l’economia locale e regionale. Il termalismo è un settore potenzialmente rilevante dell’economia dell’Emilia-Romagna, con ampi margini di sviluppo sia in ambito sanitario che in quello turistico.

Il rilancio del settore termale regionale, specie quello correlato alle stazioni termali tradizionali…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio, per favore.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Passa necessariamente dalla ristrutturazione degli impianti per la captazione, adduzione, canalizzazione, sollevamento, e comunque queste operazioni sono finalizzate alla razionalizzazione e allo sfruttamento delle sorgenti e delle acque minerali. Questi impianti sono molto più costosi da manutenere e quindi hanno bisogno di ingenti fondi.

Ricordo a tutti che l’articolo 43 della legge regionale n. 32 del 1988 disciplina appunto le acque minerali e termali, la qualificazione e lo sviluppo del termalismo. Consente anche alla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito di un programma poliennale, la valorizzazione del settore termale e consente anche di erogare incentivi a soggetti pubblici e privati per diversi investimenti finalizzati allo sviluppo del termalismo.

Quindi, tenendo presente questo, dobbiamo avere presente che il settore termale è di grandissima importanza per la Regione, e non solo il settore, ma anche gli impianti di cui si è dotato in questi anni, che quindi vanno manutenuti, perché questo settore termale innanzitutto rappresenta un fattore importante per la salute; poi, anche il benessere che è declinato, si traduce in una qualità di vita, nel miglioramento delle condizioni di salute individuali e collettive.

Oltre questo, il termalismo è anche parte fondamentale del nostro tessuto economico, e particolarmente dell’offerta turistica della nostra Regione. Il turismo termale è una delle opportunità presenti nel nostro carnet, di cui è dotata la nostra Regione, e come tutte le altre risorse, dal balneare, alle città d’arte, al verde, alla montagna, al turismo, sono quelle forme che mantengono in vita la nostra economia. Quindi, a seguito di questo ordine del giorno, esprimo il mio voto favorevole all’ordine del giorno in oggetto, nell’ottica di assicurare la valorizzazione e lo sviluppo ottimale del settore termale dell’Emilia-Romagna.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Gerace.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, Presidente.

Anch’io per alcune specifiche sull’ordine del giorno 7656/9, a mia prima firma, e poi sull’oggetto 7654/5.

Citando l’approccio che ha avuto sulla discussione del bilancio prima in aula, una collega, devo ricordare all’aula che sono un fatto gli eventi alluvionali di maggio, sono un fatto che è successo, per quanto triste, che vorremmo non fossero accaduti, avendo colpito pesantemente, lo abbiamo ricordato più volte anche in quest’aula, la Romagna, i suoi cittadini e le sue cittadine, lasciando dietro di sé pesanti conseguenze.

È un fatto che a seguito del Rapporto presentato venerdì scorso in Commissione assembleare territorio ambiente e mobilità, la Commissione tecnico-scientifica a cui hanno partecipato le migliori eccellenze delle Università non solo regionali, ma dell’intero Paese, abbia riconosciuto questo evento come – cito testualmente – “singolare, rispetto al suo carattere intenso, esteso e persistente” e si sia trattato – vado sempre a citare testualmente da quel Rapporto – di un “evento senza precedenti nella storia finora osservata”. Così come è un fatto che sia stato nominato Commissario alla ricostruzione il Generale Francesco Figliuolo, con cui abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci anche in questa sede alcune settimane fa.

Diceva prima il collega Pompignoli che questo ordine del giorno è un ordine del giorno strumentale. Sappiamo che in politica, nella discussione, talvolta c’è anche la strumentalità. Non ne è immune nessuno, non ne è immune la maggioranza, non ne è immune la minoranza. Fa parte del dibattito nella discussione politica.

Però, ahimè, e proverò a spiegare con i fatti perché in questo caso questo ordine del giorno non lo è, come è riportato nel testo del “rilevato” è un altro fatto che il 14 novembre sia stata pubblicata la tanto attesa ordinanza n. 14 del 2023, che riguarda i contributi per i privati cittadini, per le abitazioni private danneggiate dagli eventi alluvionali di maggio. È ancora un fatto che quella ordinanza, all’articolo 2, specifichi – anche qui vado a citare testualmente – che “il contributo in favore dei soggetti privati interessati verrà riconosciuto esclusivamente per le spese riconducibili ad interventi di riparazione, ripristino o ricostruzione delle unità immobiliari, mentre sono esclusi i beni mobili”. Questo non lo dice Manuela Rontini, questo non lo dice il Gruppo del Partito Democratico, questo lo dice testualmente l’ordinanza 14 del commissario Figliuolo.

Ancora, il comma 3 dell’articolo 3 va poi a specificare che potranno essere elencati come beni danneggiati nella perizia asseverata, sempre riferendosi ai beni mobili, e tale elenco varrà ai fini peritali laddove la norma dovesse prevedere in futuro la possibilità di contributi per tali beni.

È un fatto che questi beni mobili strumentali, al di là delle tante e ripetute dichiarazioni che tanti soggetti del Governo hanno fatto, non sono compresi tra i beni ricompensabili, rimborsabili, scusate, lo dico meglio, dall’ordinanza 14, che va ulteriormente a specificare che, eventualmente, in futuro, ci potrà essere la possibilità di ricomprendere tali beni laddove la norma dovesse cambiare.

Questi sono i fatti. Questi sono i fatti che dimostrano che in questo ordine del giorno non c’è alcuna strumentalità, ma c’è ancora una volta – e ci sarà fino a che quella norma non verrà cambiata e non verrà approvata – la necessità, raccogliendo tra l’altro le istanze delle persone alluvionate, che in alcuni casi si sono riunite anche in dei comitati auto-costituitisi e che stanno lavorando nei territori, di concerto con gli Enti locali e con la Regione Emilia-Romagna, indipendentemente dal colore politico degli stessi, che ci continuano a chiedere (lo hanno fatto recentemente anche con comunicati stampa, a seguito degli incontri che hanno avuto sia in sede di Regione Emilia-Romagna sia in sede governativa con alcuni esponenti del Governo nazionale) di prevedere che i beni mobili presenti nelle case alluvionate e nelle loro pertinenze possano trovare una qualche forma di rimborso.

Come diceva anche il presidente Bonaccini prima nel suo intervento, riconoscere che durante un’alluvione, di cui non sto a descrivere nuovamente la forma… Tra l’altro, adesso è oggetto di un ben dettagliato rapporto editato da una Commissione tecnico-scientifica che puntualmente, dal punto di vista geologico, idrogeologico, geografico, ha descritto quello che è accaduto tra l’1 e il 4 maggio in prima battuta e successivamente tra il 16 e il 18 maggio in diverse province dell’Emilia-Romagna. Dicevo, è chiaro a tutti che durante un’alluvione di quella portata, che ha portato con sé acqua e fango, i beni mobili sono le prime cose che vengono completamente distrutte, che i cittadini hanno dovuto buttare. Avrete visto come tutti i video delle settimane subito dopo l’accaduto, in cui le nostre città sembravano bombardate perché le persone avevano accumulato nelle strade il frutto di vite intere che era contenuto nelle loro case e che avevano dovuto buttare.

È come appunto – lo diceva il presidente Bonaccini prima – se in un terremoto non si riconoscesse il rimborso dei muri, delle strutture di muratura. Spero appunto di aver spiegato con toni pacati, ma non meno decisi, la motivazione di questo ordine del giorno, che ne segue uno analogo che depositammo e che i colleghi di minoranza non votarono, quando approcciammo la nota di aggiornamento al DEFR e che segue anche tante altre interrogazioni o question time che abbiamo fatto nei mesi per tenere alta l’attenzione su questo tema.

Guardate, non ci interessa su questo punto fare polemica politica. Ci interessa che il Governo possa nel breve dare risposta ai nostri cittadini e alle nostre cittadine. Vorrei rassicurare i colleghi che non so se lo ricordano, che avevo preso un impegno, un impegno che continuerò a portare avanti fino all’ultimo giorno che siederò in quest’aula assembleare, continuando a depositare atti, ripetitivi, forse, finché non verrà trovato risposta, ma non strumentali, perché sono le stesse ordinanze emanate dal Commissario, suo malgrado – avesse potuto fare diversamente, non ho dubbi che lo avrebbe fatto. Finché non proveremo a cambiare la norma che regola i rimborsi, in questi atti non ci sarà nulla di strumentale, ma sarà semplicemente messo nero su bianco la richiesta che ci fanno i nostri cittadini.

Dicevo che volevo dire alcune cose anche sull’oggetto 7654/5, che è l’ordine del giorno a firma del consigliere Pompignoli, che è invece attaccato – lo dico per non utilizzare una ripetizione – alle disposizioni al collegato. Noi voteremo quell’ordine del giorno. Avevo proposto al consigliere di eliminare alcune parti, ma chiederemo, presidente, su questo, il voto per parti separate.

Non toccheremo l’impegno, perché sull’impegno siamo concordi. Il testo impegna il presidente e la Giunta a mettere in atto tutti gli interventi possibili ed immediati volti a garantire la messa in sicurezza definitiva e risolutiva degli alvei fluviali, con particolare riferimento alle zone di montagna.

Non è la prima volta che votiamo in quest’aula un ordine del giorno di questo tipo, ne ricordo uno anche a firma del collega Liverani, qualche mese fa. Anche in quel caso lo abbiamo votato, forse lo abbiamo emendato in piccole parti, questo non lo ricordo. Però abbiamo sempre detto che sono due le questioni che vanno portate avanti insieme: la questione del pieno rimborso, del rimborso al 100 per cento delle popolazioni alluvionate e la questione della messa in sicurezza del territorio. Una non esclude l’altra, una da sola non è sufficiente a dare risposte ai nostri cittadini e alle nostre cittadine, alle nostre comunità. Servono entrambe, serve lavorare in maniera costante e quotidiana su entrambi i fronti e serve farlo, servirebbe farlo, indipendentemente dal colore politico di chi è alla guida del Governo nazionale del Paese o della Regione Emilia-Romagna.

Io non ho timidezza a chiedere a questa Regione che faccia tutto il possibile per mettere in sicurezza questi territori, così come anche il rapporto della Commissione tecnica scientifica ha evidenziato, così come non ho alcuna timidezza nel chiedere al Governo che riconosca agli emiliano-romagnoli tutte le risorse che servono per ricostruire le nostre terre, per ricostruire le abitazioni delle persone colpite, le aziende dove i nostri cittadini e le nostre cittadine lavorano.

È un impegno che abbiamo pronunciato in quest’aula all’indomani dei fatti che sono accaduti, che abbiamo confermato alla presenza dei Comitati, quando li abbiamo auditi in sede di Commissione assembleare e che ancora una volta, senza timidezza alcuna, confermiamo in quest’aula.

Due questioni: rimborsi al 100 per cento e piena sicurezza per le comunità colpite.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera Costi, prego.

 

COSTI: Grazie, presidente.

Non avevo intenzione di intervenire, ma devo dire che l’intervento del consigliere Facci mi obbliga a dire due parole rispetto all’ordine del giorno n. 5 sul bilancio. Su questo mi corre l’obbligo di ringraziare il collega Bargi che oltretutto l’aveva già anche presentato in parte durante la sua illustrazione.

Intervengo per due motivi. A me spiace che il consigliere Facci non abbia firmato questo ordine del giorno, un ordine del giorno che è nato da un incontro bipartisan tra consiglieri regionali e parlamentari, un incontro con le categorie economiche, soprattutto le imprese. Questo è uno di quei tipici temi e quei tipici problemi che credo vadano al di sopra di posizioni, come ha illustrato il consigliere Facci.

Il consigliere Facci ha tutti gli strumenti, le modalità e il tempo per fare le valutazioni e le verifiche. Mi pare profondamente sbagliato usare un termine “marchette” in un’aula di un’Assemblea come questa.

 

(interruzione)

 

COSTI: Io ho sentito la sua di parola, non ho sentito quella di…

 

(interruzione)

 

COSTI: La parola “marchette” io l’ho sentita… Mi dispiace, non l’ho sentita, se l’avesse detto…

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, non cominciamo con il dibattito da un banco all’altro. Sta intervenendo la consigliera Costi.

 

COSTI: Grazie, presidente.

Mi fermo su questo pezzo, però, ripeto, credo che siamo in un’aula ed è giusto che utilizziamo i termini giusti e corretti, soprattutto quando si parla di temi anche molto delicati e si tende a sollecitare altri pensieri. Dico questo perché vorrei informare il consigliere Facci che gli ordini del giorno unitari firmati sono stati fatti anche da molte altre Regioni, anche perché il problema dello sforamento non è un problema che riguarda la Regione Emilia-Romagna, riguarda le Regioni. Il Piemonte per il quadriennio ha 200 milioni, il Veneto ne ha 231, la Toscana 397, la Puglia 246, la Sardegna 135, l’Abruzzo 140, il Friuli 127, le Marche 136, l’Emilia 170. Questi sono i dati, poi ci sono anche altri dati delle altre Regioni che sono più piccole.

Allora, di fronte ad un tema di questa portata, su cui oltretutto abbiamo anche correttamente riconosciuto che il Governo è intervenuto con una prima tranche di risorse che le imprese hanno ritenuto però di non utilizzare, e a fronte di una sentenza come quella della Corte costituzionale, noi crediamo, come hanno fatto le altre Regioni, in primis il Veneto, il Friuli, le Marche, e altre seguiranno in modo bipartisan, di proporre un ordine del giorno unitario per arrivare a superare questo problema. È un problema che esiste. È intervenuto in questi giorni – vi invito anche a leggere l’intervento – il nuovo presidente di Confindustria Dispositivi Medici. Era riportato ieri il suo intervento sul “Quotidiano Sanità”, dove appunto anche lui, assieme alle altre associazioni di categoria, auspica che ci possa essere un confronto istituzionale che porti al superamento di questa norma, chiaramente riconoscendo alle Regioni quelle risorse che ad oggi sono state coperte con il sistema del payback.

Io invece ringrazio davvero nuovamente il collega, ringrazio tutti i consiglieri che hanno firmato perché è stata firmata da tutte le forze politiche, proprio per l’impegno, e mi auguro che questo nostro impegno possa proseguire per riuscire a risolvere il problema e non per sfuggirlo, mettiamola in questo modo. Per cui, voteremo convintamente, chiaramente, questo ordine del giorno.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliere Pompignoli, le ricordo per sua comodità, che ha poco meno di tre minuti.

 

POMPIGNOLI: Presidente, solo sull’ordine dei lavori.

Ritiro l’ordine del giorno 7656/6.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

Ci sono altre richieste di intervento? Non vedo richieste di intervento o dichiarazioni di voto. Ricordo che le dichiarazioni di voto sono congiunte su tutti gli oggetti che sono stati illustrati.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Presidente, solo per chiedere il voto elettronico sull’ODG 4, quello a mia firma.

Non è una dichiarazione di voto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

Ci sono altre richieste? Non mi sembra.

Visto che non ci sono richieste per fare le dichiarazioni di voto, passiamo alle votazioni.

Cominciamo dall’oggetto 7654 rispetto al quale sono state presentate nove proposte di ordini del giorno.

Cominciamo con l’ordine del giorno 7654/1, a firma del consigliere Occhi.

Su questo insiste una proposta di emendamento a firma del consigliere Occhi.

Se non chiede di illustrarlo, mettiamo al voto l’emendamento. È già stato illustrato anche questo. Scusate, non ero presente in aula.

Votiamo prima l’emendamento n. 1, a firma del consigliere Occhi, sull’ODG 7654/1.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

Adesso votiamo, invece, l’ordine del giorno 7654, così come emendato. (oggetto 7794)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

 

Passiamo all’ordine del giorno 7654/2, a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri e Mastacchi. (oggetto 7795)

Favorevoli?

Non l’avete chiesto. Scusate. L’aveva chiesto prima?

Scusi, non ero presente, consigliera Evangelisti.

Passiamo al voto elettronico sull’ordine del giorno 7654/2, a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri e Mastacchi.

Comunico il risultato della votazione.

 

Contrari 26

Favorevoli 17

È respinto.

 

Passiamo all’ordine del giorno 7654/3, a firma dei consiglieri Cuoghi, Evangelisti e Tagliaferri. (oggetto 7796)

Votiamo.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Passiamo ora al 7654/4, ordine del giorno a firma dei consiglieri Tagliaferri, Cuoghi, Evangelisti e Mastacchi. (oggetto 7797)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ordine del giorno 7654/5, a firma dei consiglieri Pompignoli e Mastacchi. (oggetto 7798)

Qui hanno chiesto, mi dicono, il voto in cinque parti separate.

La prima parte va da “gli eventi alluvionali” fino a “i fiumi del territorio”. Si vota.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

La seconda parte va da “determinati territori” fino a “i corsi fluviali;”, quindi prima del “sottolineato”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinta.

 

La terza parte va da “sottolineato che” fino a “ripariale”, quindi prima di “rilevato che”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

La quarta parte va da “rilevato che” fino a “le conseguenze del caso”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinta.

 

L’ultima parte va da “impegna il presidente e la Giunta regionale a” fino a “zone montane”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

Rivotiamo tutto o basta così? Può bastare? Ce la facciamo bastare. A posto.

Adesso passiamo all’ordine del giorno 7654/6, a firma dei consiglieri Mastacchi e Pelloni. (oggetto 7799)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Adesso passiamo all’ordine del giorno 7654/7, a firma dei consiglieri Piccinini, Bondavalli, Zappaterra, Amico, Zamboni e Pigoni. (oggetto 7800)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso abbiamo l’oggetto 7654/8 a firma dei consiglieri Catellani, Costa, Delmonte e Costi. (oggetto 7801)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

L’ultimo ordine del giorno è il 7654/9 a firma dei consiglieri Bargi, Occhi, Rancan e Rainieri. (oggetto 7802)

Favorevoli? Contrari?

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Rifacciamo, poiché c’è stata un po’ di confusione.

Ordine del giorno 7654/9 a firma dei consiglieri Bargi, Occhi, Rancan e Rainieri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso passiamo agli ordini del giorno collegati all’oggetto 7655: progetto di legge d’iniziativa Giunta recante “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2026”.

Sull’oggetto 7655 ci sono otto proposte di ordini del giorno.

Cominciamo dall’ordine del giorno 7655/1, a firma della consigliera Catellani. (oggetto 7803)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ordine del giorno 7655/2 a firma dei consiglieri Stragliati e Daniele Marchetti. (oggetto 7804)

Su questo ci sono due proposte di emendamento a firma dei consiglieri Maletti, Soncini, Amico, Bondavalli, Gerace e Zamboni.

Chiediamo il consenso alla prima firmataria consigliera Stragliati se possiamo mettere in votazione gli emendamenti.

STRAGLIATI: Acconsento, presidente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

Cominciamo dall’emendamento n. 1 a firma Maletti, Soncini, Amico, Bondavalli, Gerace e Zamboni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 2, sempre a firma Maletti, Soncini, Amico, Bondavalli, Gerace, Zamboni. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso passiamo all’ordine del giorno 7655/2, a firma dei consiglieri Stragliati e Daniele Marchetti, come emendato dalle votazioni precedenti.

Favorevoli? Contrari?

È approvato.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Odine del giorno 7655/3, a firma Rainieri, Gerace, Daffadà e Facci. (oggetto 7805)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ordine del giorno 7655/4, a prima firma Pigoni. (oggetto 7806)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ordine del giorno 7655/5, a firma Mastacchi, Evangelisti. (oggetto 7807)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ordine del giorno 7655/6, a prima firma Bargi, Occhi, Rancan, Rainieri. (oggetto 7808)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ordine del giorno 7655/7, a firma Castaldini. (oggetto 7809)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ordine del giorno 7655/8, a firma Delmonte, Rossi, Pompignoli, Molinari, Catellani, Daffadà, Bulbi. (oggetto 7810)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora siamo arrivati agli ordini del giorno che insistono sull’oggetto 7656.

Primo ordine del giorno, ordine del giorno n. 1, a firma della consigliera Catellani. (oggetto 7811)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ordine del giorno n. 2, a firma Stragliati, Rancan, Molinari. (oggetto 7812)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ordine del giorno n. 3, a firma Liverani. (oggetto 7813)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Sul n. 4 c’è il voto elettronico. È stato richiesto il voto elettronico.

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 4, a firma Facci. (oggetto 7814)

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 42

Favorevoli 40

È approvato.

 

Ora siamo all’ordine del giorno n. 5, a prima firma Bargi, Costi, Mastacchi e altri. (oggetto 7815)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ordine del giorno n. 6, a firma Pompignoli. Scusate. Tranquilli. (oggetto 7816)

Ordine del giorno n. 7, a firma Bondavalli, Bulbi e altri. (oggetto 7817)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ordine del giorno n. 8, a prima firma Rancan. (oggetto 7818)

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’ordine del giorno n. 9, a firma della consigliera Rontini. (oggetto 7819)

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Chiediamo il voto elettronico.

 

PRESIDENTE (Petitti): Prego, consigliera Rontini.

 

RONTINI: Va bene. So che prevale il voto elettronico. So che su questo tema c’è un timore sull’appello nominale, tant’è che qualcuno si è anche dissolto dall’aula, ma non faccio nomi e cognomi.

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto, passiamo al voto elettronico sull’ordine del giorno n. 9.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 44

Favorevoli 28

Astenuti 16

È approvato.

 

Passiamo, adesso, alle votazioni dei tre progetti di legge. Ricordo che li votiamo con dispositivo elettronico.

Partiamo dall’oggetto 7654: progetto di legge di iniziativa della Giunta recante “Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2024”.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 44

Favorevoli 26

Contrari 16

È approvato.

 

Ora passiamo all’oggetto 7655: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2025. Legge di stabilità regionale 2024”.

Consigliere Gerace? Va bene. Aggiungiamo il voto favorevole del consigliere Gerace.

A questo punto apro la votazione sull’oggetto 7655.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 44

Favorevoli 27

Contrari 17

È approvato.

 

Siamo arrivati all’ultima votazione, la votazione sull’oggetto 7656: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026”.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

 

Votanti 44

Favorevoli 26

Contrari 15

È approvato.

 

Aggiungiamo il voto dell’assessore Felicori.

Consigliera Costi, prego.

 

COSTI: A favore.

 

PRESIDENTE (Petitti): Aggiungiamo anche il voto della consigliera Costi. Costi e Felicori.

Grazie a tutti.

Sono le ore 20,35. Chiudiamo la seduta.

Ci vediamo domani alle ore 9,30. Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 20,35

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI; Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI; Lia MONTALTI; Matteo MONTEVECCHI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario Davide BARUFFI;

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI; Igor TARUFFI.

 

 

Votazioni elettroniche

 

OGGETTO 7655

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2026 (Legge di stabilità regionale 2024)". (79)

 

Articolo 15

 

Presenti: 47

Favorevoli: 42

Contrari: 3

Presenti non votanti: 2

Assenti: 3

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; DELMONTE Gabriele; FABBRI Marco; FACCI Michele; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; LIVERANI Andrea; MALETTI Francesca; MARCHETTI Daniele; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MONTEVECCHI Matteo; MUMOLO Antonio; OCCHI Emiliano; PARUOLO Giuseppe; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; STRAGLIATI Valentina; TARUFFI Igor; ZAPPATERRA Marcella; MORI Roberta

 

Contrari:

CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Presenti non votanti:

PETITTI Emma; ZAMBONI Silvia

 

Assenti:

BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; RAINIERI Fabio

 

 

OGGETTO 7795

Ordine del giorno n. 2 collegato all'oggetto 7654 Progetto di legge di iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2024". A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri, Mastacchi

 

Presenti: 44

Favorevoli: 17

Contrari: 26

Presenti non votanti: 1

Assenti: 6

 

Favorevoli:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Contrari:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; ZAPPATERRA Marcella;

 

Presente non votante:

ZAMBONI Silvia

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; PETITTI Emma; RAINIERI Fabio; TARUFFI Igor

 

OGGETTO 7814

Ordine del giorno n. 4 collegato all'oggetto 7656 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". A firma del Consigliere: Facci

 

Presenti: 43

Favorevoli: 40

Presenti non votanti: 3

Assenti: 7

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BARGI Stefano; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; CUOGHI Luca; DALFIUME Mirella; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; FACCI Michele; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Daniele; MARCHETTI Francesca; MASTACCHI Marco; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MONTEVECCHI Matteo; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; OCCHI Emiliano; PARUOLO Giuseppe; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RANCAN Matteo; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo;

TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella;

 

Presenti non votanti:

DAFFADA’ Matteo; LIVERANI Andrea; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; GIBERTONI Giulia; POMPGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio

 

 

OGGETTO 7819

Ordine del giorno n. 9 collegato all'oggetto 7656 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". A firma dei Consiglieri: Rontini, Caliandro, Sabattini, Dalfiume, Rossi, Pillati, Molinari, Zappaterra, Marchetti Francesca, Bulbi, Montalti

 

Presenti: 45

Favorevoli: 28

Astenuti: 16

Presente non votante: 1

Assenti: 5

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADA’ Matteo; ; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella;

 

Astenuti:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio

 

 

OGGETTO 7654

Progetto di legge di iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2024". (78)

 

Presenti: 45

Favorevoli: 27

Contrari: 16

Presenti non votanti: 2

Assenti: 5

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADA’ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; GERACE Pasquale

 

Contrari:

BARGI Stefano; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Presenti non votanti:

CASTALDINI Valentina; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio

 

 

OGGETTO 7655

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2026 (Legge di stabilità regionale 2024)". (79)

 

Presenti: 45

Favorevoli: 27

Contrari: 17

Presente non votante: 1

Assenti: 5

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADA’ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella;

 

Contrari:

BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo

 

Presente non votante:

PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; POMPGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio

 

 

OGGETTO 7656

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". (80)

 

Presenti: 45

Favorevoli: 27

Contrari: 16

Presenti non votanti: 2

Assenti: 5

 

Favorevoli:

AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; DAFFADA’ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella; COSTI Palma; FELICORI Mauro

 

Contrari:

CASTALDINI Valentina CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; RANCAN Matteo; TAGLIAFERRI Giancarlo; STRAGLIATI Valentina

 

Presenti non votante:

BARGI Stefano; PETITTI Emma

 

Assenti:

BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; GIBERTONI Giulia; POMPGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio

 

Emendamenti

OGGETTO 7654

Progetto di legge di iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2024". (78)

 

Emendamento 1 a firma del consigliere Marchetti Daniele

«Dopo l'art. 16 del presente progetto di legge regionale, è inserito il seguente:

"Art. 16-bis Modifiche all'art. 27 della Legge regionale 23 dicembre 2010, n. 14 (Società Montecatone Rehabilitation Institute S.p.A)

I commi 1 e 2 dell'art. 27 della Legge regionale 23 dicembre 2010, n. 14, vengono sostituiti dai seguenti commi:

1. La Regione, al fine di garantire continuità con il progetto di sperimentazione gestionale realizzato e di assicurare lo sviluppo di una struttura di eccellenza in un settore di rilevante interesse sanitario, individua le modalità per avviare un percorso che porti al superamento dell'attuale forma giuridica di governance della società Montecatone Rehabilitation Institute s.p.a.

2. La Giunta regionale, con proprio provvedimento da emanare entro novanta giorni dall'entrata in vigore del presente articolo di legge, previa consultazione con la società Montecatone Rehabilitation Institute s.p.a., definisce gli elementi utili al raggiungimento dell'obiettivo posto dal comma 1.”»

(Respinto)

 

Emendamento 2 a firma dei consiglieri Cuoghi, Evangelisti, Tagliaferri

«All'allegato 1, dopo l'Art. 7 del "Capo Il DISCIPLINA IN MATERIA URBANISTICA", inserire

Art. 7 bis - Modifiche all'articolo 4, comma 5, della legge regionale n. 24 del 2017

2017

Fermo restando l'impossibilità di presentare nuovi progetti e titoli edilizi, per quelli già presentati, per i quali la risposta della Provincia competente non è pervenuta entro i termini di legge, è concessa una dilazione dei tempi di 6 mesi.»

(Respinto)

 

Emendamento 3 a firma dei consiglieri Mastacchi, Pelloni

«Dopo l'articolo 8 nel capo Il "DISCIPLINA IN MATERIA URBANISTICA" del Progetto di Legge è inserito il seguente articolo:

Articolo 8-bis Modifica all'articolo Art. 53 "Procedimento unico"

All'art. 53 dopo il comma 1 inserire il comma 1bis

"1 bis) per gli interventi previsti al comma I lettera b) non rileva la necessaria identità tra titolare dell'attività economica e titolare dell'immobile su cui si interviene."»

(Respinto)

 

Emendamento 4 a firma dei consiglieri Mastacchi, Pelloni

«All’articolo 18, comma 1, punto a) dopo la parola “autorizzazione” proseguire con “,fatta salva l’eventuale presenza di vincoli superiori”»

(Approvato)

 

Emendamento 5 a firma dei consiglieri Mastacchi, Pelloni

«All' Articolo 18, comma 1, che modifica l'articolo 52 della legge regionale 15 febbraio 1994, n. 8, nel punto c), che modifica il comma 10 dell'art 52, dopo le parole " di tale obbligo" inserire le parole “,fatto salvo eventuali cause di forza maggiore,"»

(Approvato)

 

Emendamento 6 a firma dei consiglieri Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi

«Dopo l'art. 9 è inserito il seguente articolo 9 bis

Articolo 9-bis Modifiche LEGGE REGIONALE 4 dicembre 2003, n. 24

All'art. 3 della Legge regionale 4 dicembre 2003, n. 24, è aggiunto il seguente comma 4:

4. La Regione individua, nell'ambito del bilancio regionale, all'interno della Missione 3 'Ordine pubblico e sicurezza", programma 1 "Polizia locale e amministrativa" e programma 2 "Sistema integrato di sicurezza urbana" le risorse necessarie a:

a) Supportare i Comuni per il potenziamento del servizio di Polizia locale, inteso anche come nuove assunzioni, adeguamento dei locali ospitanti il servizio e come qualificazione dell'equipaggiamento in dotazione agli agenti;

b) Sostenere e affiancare, per quanto di competenza, i Comuni nei quali manca il servizio di Polizia locale, in un percorso verso l'attivazione del servizio stesso;

c) Supportare, per quanto attiene la consulenza tecnica e anche economicamente, i Comuni nella promozione di un sistema integrato di sicurezza come da legge regionale 24/2003.»

(Respinto)

 

OGGETTO 7794

Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 7654 Progetto di legge di iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2024". A firma del Consigliere: Occhi

 

Emendamento 1 a firma del consigliere Occhi

«Nell'impegno le parole: "A valutare la predisposizione di ulteriori bandi rivolti ai Comuni" sono così sostituite: "A impegnare nel più breve tempo possibile le risorse già previste rivolte ai Comuni"»

(Approvato)

 

OGGETTO 7655

Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2026 (Legge di stabilità regionale 2024)". (79)

 

Emendamento 1 a firma dei consiglieri Catellani, Delmonte, Stragliati

«Dopo l'art.14 del presente Progetto di Legge regionale è inserito il seguente articolo:

Articolo 14 bis (Misure di sostegno per la valorizzazione del modello di rete clinica e l'implementazione dei PTDA della paziente affetta da endometriosi)

1.La Regione Emilia-Romagna, al fine di migliorare la tutela della salute e le condizioni di vita individuali e sociali delle donne, nel rispetto e in conformità con le disposizioni comunitarie e nazionali e nell'ambito delle proprie competenze e funzioni in materia di tutela della salute, persegue l'obiettivo di sostenere e valorizzare il modello di rete clinica e l'implementazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale regionale della paziente affetta da endometriosi, tramite percorsi formativi e di studio per il personale sanitario e l'acquisizione di strumentazione diagnostica di alta fascia.

2.Per far fronte agli oneri derivanti dal presente articolo sono disposte, nell'ambito della Missione 13 - Tutela della salute, Programma 7 - Ulteriori spese in materia sanitaria, Titolo 1 - Spese correnti, un'autorizzazione di spesa pari ad euro 65.000,00 per ciascuno degli esercizi 2024, 2025, 2026 e nell'ambito della Missione 13 - Tutela della salute, Programma 5 - Servizio sanitario regionale - investimenti sanitari, Titolo 2 - Spese in conto capitale, un'autorizzazione di spesa pari ad euro 100.000,00 per ciascuno degli esercizi 2024 e 2025.»

(Respinto)

 

Emendamento 2 a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

1. Dopo l'articolo 16 è aggiunto il seguente articolo 16-bis:

Articolo 16-bis Misure urgenti di sostegno a favore delle attività estrattive del gesso presso la Cava di Monte Tondo e la cava Cà Budrio

1.Entro tre mesi dall'adozione della presente legge, la Regione Emilia-Romagna adotta ogni azione di competenza per l'approvazione immediata del PAUR di Monte Tondo, relativo alla cava di Monte Tondo, con tutti i volumi già ricompresi nel PIAE vigente.

2.Entro tre mesi dall'adozione della presente legge, la Regione Emilia-Romagna adotta ogni azione di competenza per l'approvazione immediata dei volumi del PAUR di Sassofeltrio relativi alla cava Cà Budrio.

3.Entro tre mesi dall'adozione della presente legge, la Regione Emilia-Romagna avvia l'iter autorizzativo per l'approvazione di un nuovo PIAE integrativo al fine di consentire la prosecuzione dell'attività dello stabilimento produttivo di lastre in gesso rivestito nel Comune di Casola Valsenio;

4.Al fine di garantire negli anni la prosecuzione dell'attività estrattiva del gesso sul territorio regionale, la Regione Emilia-Romagna, entro sei mesi dall'adozione della presente legge, e tenuto conto dell'attuale candidatura UNESCO, avvia l'iter per la verifica di un possibile ampliamento futuro del perimetro estrattivo.

(Respinto)

 

Emendamento 3 a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

«Dopo l'art. 29 è inserito il seguente articolo 29-bis

Articolo 29-bis Modifiche alla Legge regionale 8 agosto 2001 n.24

1. Dopo l'art. 15 della Legge regionale 8 agosto 2001 n. 24 è aggiunto il seguente articolo 15-bis:

Articolo 15-bis Riserva di alloggi a favore delle Forze dell'Ordine

1.A favore delle Forze dell'Ordine in servizio nella Regione Emilia-Romagna è stabilita una riserva del 10 per cento degli alloggi di ERP da assegnare annualmente.

2.L'assegnazione avviene sulla base di un bando specifico e della conseguente graduatoria approvata.

3.Agli appartenenti alle Forze dell'Ordine e agli altri componenti del nucleo familiare non si applicano i requisiti di cui all'art. 15 comma 1 lettere b) c) d) ed e) della Legge regionale 8 agosto 2001, n. 24.

4.Ogni altra disposizione in contrasto con il presente articolo è abrogata.»

(Respinto)

 

OGGETTO 7804

Ordine del giorno n. 2 collegato all'oggetto 7655 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2026 (Legge di stabilità regionale 2024)". A firma dei Consiglieri: Stragliati, Marchetti Daniele

 

Emendamento 1 a firma dei consiglieri Maletti, Soncini, Amico, Bondavalli, Gerace, Zamboni

«Nel dispositivo dell'ODG al primo punto:

-          il seguente testo "che decorrano dal 1.1.2024" è eliminato;

-          tra le parole "ricevuta la documentazione" e "dalla singola organizzazione" è inserita la parola: "definitiva".»

(Approvato)

 

Emendamento 2 a firma dei consiglieri Maletti, Soncini, Amico, Bondavalli, Gerace, Zamboni

«Nel dispositivo dell'ODG il testo del secondo punto è sostituito con il seguente testo:

"ln riferimento alle convenzioni già in essere, ad emanare apposita circolare con la quale dare indicazione alle aziende sanitarie, affinché possano essere tempestivamente saldati alle organizzazioni di volontariato sanitario eventuali rimborsi pregressi già rendicontati e verificati ed ancora non liquidati. Nonché in riferimento alle convenzioni future, dare indicazione affinché ogni anno venga dato l'acconto pari al 100% dell'ultima rendicontazione validata per poi aggiungere le eventuali differenze.»

(Approvato)

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Petitti - Zamboni

Bergamini - Montalti

 

 

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