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SEDUTA DI GIOVEDÌ 21 DICEMBRE 2023

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 3417

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Introduzione e definizione dei criteri applicativi del Fattore Famiglia emiliano-romagnolo”. A firma dei Consiglieri: Bargi, Liverani, Facci, Catellani, Bergamini, Pelloni, Rainieri, Occhi, Rancan, Pompignoli, Marchetti Daniele, Stragliati, Montevecchi, Delmonte

(Discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 3417/1 “Non passaggio all’esame degli articoli – Presentazione e approvazione)

(Risoluzione 3417/1 – oggetto 7827 – Presentazione, discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

BARGI (Lega)

PILLATI (PD)

PARUOLO (PD)

BARGI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7514

Progetto di legge d’iniziativa consiglieri recante: “Rimborso della tassa automobilistica per perdita di possesso del veicolo dovuto a furto, rottamazione o esportazione all’estero”. Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 2012, n. 15 (Norme in materia di tributi regionali). A firma dei Consiglieri: Bargi, Pelloni, Catellani, Pompignoli, Stragliati, Rainieri, Montevecchi, Bergamini, Delmonte, Occhi, Marchetti Daniele, Facci, Rancan, Liverani

(Relazione della Commissione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 7514/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

BARGI, relatore della Commissione

SABATTINI (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7591

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Piano faunistico venatorio regionale 2018-2023, approvato con delibera dell’Assemblea legislativa n. 179 del 6 novembre 2018 – Proroga validità”. (149)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

POMPIGNOLI (Lega)

PICCININI (M5S)

MAMMI, assessore

ZAMBONI (EV)

BULBI (PD)

POMPIGNOLI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7705

Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare il confronto con il Governo affinché sia siglato l’accordo dello stanziamento immediato dei fondi FSC e ad aggiornare l’Assemblea, anche attraverso le competenti Commissioni, circa lo stato del negoziato con il Governo e circa la riprogrammazione del PNRR. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Pigoni, Bondavalli, Zamboni, Rontini, Amico, Costa, Pillati, Mori, Dalfiume, Daffadà, Caliandro, Rossi, Paruolo, Costi, Sabattini, Fabbri, Montalti, Bulbi

(Dichiarazione di voto e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

BARGI (Lega)

ZAPPATERRA (PD)

PELLONI (RCPER)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Petitti)

PELLONI (RCPER)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 6144

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'attivazione di un'Assemblea regionale dei cittadini sul clima, al fine di coinvolgere le persone nell'elaborazione e definizione delle politiche e delle misure sia sui temi del contrasto e dell'adattamento al cambiamento climatico, sia più in generale sulla transizione ecologica. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

OCCHI (Lega)

PICCININI (M5S)

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7477

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere tutte le azioni possibili per salvaguardare i livelli occupazionali dell'Agenzia DIRE, sollecitando in tutte le sedi opportune l'editore a ritirare immediatamente i licenziamenti ed elaborando proposte di risoluzione della crisi aziendale. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Caliandro, Sabattini, Costi, Mori, Pillati, Gerace, Marchetti Francesca, Dalfiume, Mumolo, Bulbi, Rossi, Zamboni, Daffadà, Fabbri, Amico, Paruolo

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

ZAMBONI (EV)

RANCAN (Lega)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 6961

Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere l'estensione dell'esenzione del pagamento della tassa automobilistica (bollo auto) ai veicoli in dotazione alla Protezione Civile e al Soccorso Alpino dell'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri, Marchetti Daniele, Bergamini, Facci, Catellani, Liverani, Bargi, Pompignoli, Pelloni, Stragliati, Occhi, Montevecchi, Rancan

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Zamboni)

DELMONTE (Lega)

SABATTINI (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

DELMONTE (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 6984

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi affinché l'aggregazione e la centralizzazione delle committenze vengano attentamente monitorate, al fine di evitare un'eccessiva concentrazione del potere d'acquisto nonché di preservare la trasparenza, la concorrenza e la possibilità di accesso al mercato per le PMI. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

PELLONI (RCPER)

CALIANDRO (PD)

ZAPPATERRA (PD)

CALIANDRO (PD)

PELLONI (RCPER)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7369

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a ritirare in via cautelativa la Delibera 1407 del 07/08/2023. A firma della Consigliera: Castaldini

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Petitti)

CASTALDINI (FI)

PARUOLO (PD)

POMPIGNOLI (Lega)

PICCININI (M5S)

POMPIGNOLI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetti 614474776984

Ordini del giorno “Non passaggio all’esame degli articoli” 3417/1 – 7514/1

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,50

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 248 del 21 dicembre 2023.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

 

OGGETTO 3417

Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Introduzione e definizione dei criteri applicativi del Fattore Famiglia emiliano-romagnolo”. A firma dei Consiglieri: Bargi, Liverani, Facci, Catellani, Bergamini, Pelloni, Rainieri, Occhi, Rancan, Pompignoli, Marchetti Daniele, Stragliati, Montevecchi, Delmonte

(Discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 3417/1 “Non passaggio all’esame degli articoli – Presentazione e approvazione)

(Risoluzione 3417/1 – oggetto 7827 – Presentazione, discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dal progetto di legge 3417, progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante l’introduzione e definizione dei criteri applicativi del Fattore Famiglia emiliano-romagnolo, a prima firma Bargi.

Ricordo che su questo progetto di legge è stato presentato un ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato, a firma della consigliera Pillati.

È stata presentata anche la risoluzione 3417/1, abbinata all’oggetto, appunto, 3417, risoluzione che impegna la Giunta a sollecitare il Governo e il Parlamento a rivedere la definizione dell’ISEE, a firma dei consiglieri Pillati e altri.

A questo punto siamo in dibattito generale.

Chi si iscrive a parlare? Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie, presidente. Buongiorno. Questo progetto di legge ha avuto un iter un po’ particolare. Questo è l’anno dei primati. Ci sono anche i primati per il bilancio. Ci sono i primati anche per i progetti di legge. Non mi era mai capitato che un progetto di legge non venisse affrontato nel dibattito in Commissione e siamo stati costretti a richiedere di poterlo portare qui in aula per poterlo, appunto, affrontare.

Adesso imparo, da quanto ha annunciato prima, che ci sarà un ODG di non passaggio all’esame dell’articolato. Anche questo è un primato. Lo abbiamo già osservato ieri. Di solito questi ODG sono accompagnati dalla bocciatura da parte della Commissione, perché questo può avere una sua razionalità. Il percorso è stato ultimato in Commissione con un voto contrario. Ha poco senso, magari, riprendere dall’inizio il dibattito in aula.

Questa volta, anche l’ODG, quello che è stato depositato ieri per il progetto di legge del collega Montevecchi è tutta una nuova novità, una nuova iniziativa. Si fa una disamina tramite l’ODG del progetto di legge, per poi dire non vogliamo che passi all’esame l’articolato. Certo, la maggioranza ha i numeri, può forzare la cosa però, a mio avviso, rimane uno strumento del tutto inadatto, anche perché, se si vuole bocciare un progetto di legge, basta bocciarlo, visto che è arrivato qui.

Se invece si ritiene di poterlo sostenere, credo che ci siano tutti i mezzi e gli strumenti per poterlo fare, tramite emendamenti o tramite un percorso di Commissione, al quale noi siamo disponibilissimi anche a ragionare. Non è che siccome siamo arrivati oggi in aula si interrompe qui tutta la possibilità di dialogo. Il progetto di legge, come è già capitato altre volte, può essere riportato in Commissione, se c’è la volontà. Può essere sospeso, magari, nel dibattito d’aula, affinché arrivino emendamenti. Si può fare, l’aula è sovrana. Può fare un po’ quello che ritiene più opportuno.

Questo lo dico perché non ci si nasconda dietro procedure metodologiche. C’è un tema di merito, su quello bisognerebbe restare, anche perché, ricordo, mi tocca ogni tanto fare questa lezioncina, il potere legislativo spetta all’Assemblea legislativa, non alla Giunta, che deve eseguire gli indirizzi che l’Assemblea gli dà, che siano essi di carattere normativo o programmatorio, ma tale è la logica della democrazia e della tripartizione dei poteri.

Proprio per questo ritenevo che… Poi ovviamente c’è una maggioranza che ha la forza dei numeri, c’è un’opposizione che ha più un ruolo di controllo e di stimolo. Questo voleva essere uno stimolo. Diciamo che affrontato così perde completamente il suo il suo valore, a mio avviso, però dimostra anche qual è l’inclinazione della maggioranza.

Vengo ora al progetto di legge in sé. Diciamo che, sulla scia di quello proposto ieri dal collega Montevecchi, si pone su due binari. Faccio subito una premessa, prima che mi venga risposto con una lettura da Premio Strega, come diceva ieri la collega Gibertoni. Non è che con questo PDL risolviamo il problema della denatalità. Questo PDL può essere un pezzettino, perché il problema della denatalità non si affronta esclusivamente sul tema di mere misure specifiche economiche volte a sostegno della famiglia. Richiede una questione molto più ampia di modello socioeconomico del Paese perché è evidente che, se non c’è prospettiva futura e non c’è il livello di benessere a cui eravamo abituati a vivere, c’è una condizione che induce a non avere un’ottica di riguardo verso il futuro da parte anche delle giovani generazioni e quindi questo porta poi anche il tema della denatalità a crescere e non a ridursi.

C’è poi un fattore culturale. È chiaro che, se si vuole lavorare come dei martelli contro i legami sociali, che è il famoso trait d’union tra capitalismo e marxismo, è evidente che si va a sgretolare quella che dovrebbe essere un’istituzione che invece lo Stato e gli enti pubblici dovrebbero valorizzare come la propria unità minima di confronto con il popolo, quindi più livelli d’azione.

Questo vuole essere un pezzettino da quel punto di vista, vuole invece essere un pezzettone dal punto di vista del riconoscimento del ruolo della famiglia, da una parte, e del sostegno anche diretto alla famiglia, dall’altra.

Come vuole esserlo, cos’è in realtà questo Fattore Famiglia? Il Fattore Famiglia nasce nel dibattito pubblico circa una dozzina di anni fa, quando in Italia si è cominciato a parlare di quoziente familiare, c'era chi diceva "facciamo il modello francese" e via discorrendo, e diverse associazioni legate alle famiglie proposero di andare a intervenire su cosa? Sullo strumento allora presente, che era l’ISEE, andando a ricalibrarlo, semplicemente dando un peso maggiore a quello che è il ruolo dei componenti, in particolare in questo caso i figli, ma non solo.

Cosa accadde a livello governativo? Questa è una prima risposta, perché io, a differenza di chi legge i romanzi da Premio Strega, partecipo attivamente al dibattito e ho ascoltato con molta attenzione anche la risposta che è stata data ieri al collega Montevecchi, per trovare la scusante per smorzare il suo progetto di legge.

Quella scusante era che ci sono già un sacco di iniziative di natura prettamente assistenziale, che arrivano dal Governo nazionale, ma anche dalla Regione; quindi, sarebbe un di più di cui non sentiamo la necessità.

Qui il Parlamento, anzi il Governo, perché fu un DPCM, il n. 159 del 2013, che introdusse il concetto di scale di equivalenza nell’ISEE. Ricorderemo tutti il tentativo di andare nella direzione di riconoscere più carichi familiari in quella che è l’autocertificazione ISEE, perché l'ISEE viene utilizzato per tutti gli strumenti (ne discutevamo qualche tempo fa anche in Commissione durante il dibattito sul bilancio).

La Regione usa infatti spesso e volentieri sul tema famiglia strumenti di natura assistenziale, tarati sull’ISEE, quindi, di conseguenza, questo diventa lo strumento cardine per poter stare fuori o dentro il tipo di sostegno che viene dato dalla Giunta o anche dallo Stato.

Di conseguenza, essendo questo il parametro, è questo quello che deve essere in qualche modo rivisto, per poter essere più equilibrato e più efficace nel riconoscere i pesi e i carichi delle famiglie.

Vengono fatte le scale di equivalenza, e cosa succede quando viene fatto questo? Nel DPCM n. 159 c’è un passaggio dell’articolo 2 che vi voglio leggere (leggo solo il pezzo interessante): “Gli enti erogatori possono prevedere, accanto all’ISEE, criteri ulteriori di selezione volti a identificare specifiche platee di beneficiari, tenuto conto delle disposizioni regionali in materia e delle attribuzioni regionali specificatamente dettate in tema di servizi sociali e sociosanitari. È comunque fatta salva la valutazione delle condizioni economiche complessive del nucleo familiare attraverso l’ISEE”.

Cosa vuol dire questo? Che il legislatore nazionale ha aperto alle Regioni e ai Comuni perché possano andare a intervenire in maniera più efficace sulle scale di equivalenza, dando carichi di peso diversi in base alla platea dei beneficiari che si vuole andare a coprire.

Lì si inserisce questo progetto, che poi nasce anche in collaborazione con l’Università di Verona, che trova vari Comuni disponibili, soprattutto nel nord-est, che vede la Regione Veneto accoglierlo, che vede la Regione Lombardia accoglierlo nel corso degli anni a venire ad oggi. Quindi, noi ci siamo sentiti, anche stando alle parole che giustamente ha citato nel suo intervento-comizio di ieri l’altro il presidente Bonaccini, ovvero che, ammettendo anche una certa onestà intellettuale, la sua parte politica e anche la Regione Emilia-Romagna da troppi anni hanno trascurato il tema. Questo PDL ha quasi due anni. Era anche un po’ anticipatorio rispetto all’intervento del presidente, ma comunque seguo quello che diceva anche lui.

C’è bisogno di intervenire anche a livello regionale con una politica più centrata sul tema famiglia.

Quindi, il primo tema che posso smontare rispetto all’intervento di ieri della collega Pillati è che questo non è un qualcosa che va a cozzare con la normativa nazionale o è un di più della normativa nazionale, ma la normativa nazionale apre – lo dico perché anticipo già i problemi, così facciamo prima, visto che dobbiamo andare veloci – e dà la disponibilità alle Regioni di intervenire integrando le scale di equivalenza.

Quindi, questo si chiede – niente di più niente di meno – con il progetto di legge.

Scale di equivalenza. Come si potrebbe intervenire? Si può intervenire in vari modi. Infatti, noi lasciamo poi alla Giunta la facoltà di andare a definire questi criteri per poi andare a rivedere le scale di equivalenza, ma io penso che i temi più importanti sono chiaramente il peso dei figli, che va aumentato, anche in base alle fasce d’età, c’è chiaramente il tema della disabilità, che lo stesso legislatore nazionale pone in essere, ma anche la non autosufficienza, penso agli anziani. Non è rivolto esclusivamente ai figli.

C’è il tema del genitore solo con figli a carico, c’è il tema della perdita di reddito che può essere integrato, c’è il maggior peso che si può dare a una persona che viva da sola, con tutto quel tema legato anche ai padri separati, di cui ormai non si parla praticamente più. Volendo, ci sarebbe anche il tema dei figli gemelli, perché quando capita, chiaramente, ha nell’immediato un impatto importante sulla famiglia.

Quindi, ci sono una serie di interventi che si possono fare rispetto a quello che è oggi lo strumento base per definire i criteri o, meglio, definire se una famiglia è meritevole di avere un aiuto o che fascia di aiuto avere, su tante tariffe e servizi che eroghiamo.

L’altro tema che, a mio avviso, smonta un po’ la critica di ieri... Ieri abbiamo detto, rispetto al PDL del collega Montevecchi, che è un altro strumento assistenziale. Ce ne sono altri assistenziali. Sarebbe un di più. Noi diciamo che questo, invece, è uno strumento strutturale, perché, di fatto, vai a inglobare definitivamente nel calcolo dell’ISEE, in base anche ai vari settori di intervento della Regione, siano essi sociali o sociosanitari, vai a integrarlo definitivamente nel comparto regionale, andando incontro al cittadino. Incontro come? Chiaramente, devi fornire gli strumenti perché il cittadino possa farsi la solita dichiarazione ISEE tarata sul Fattore Famiglia. Al giorno d’oggi direi che gli strumenti informatici ci danno un grosso aiuto al riguardo. Nel progetto di legge, infatti, mettiamo chiaramente questo elemento.

C’è la tematica ‒ ed è uno degli obiettivi del progetto di legge importanti ‒ della diffusione di questo strumento a livello comunale. Già avviene in tante realtà nel nord-est, ma anche in alcuni Comuni toscani, come Pontremoli. Ci sono varie realtà che stanno cominciando a diffonderlo. Quindi, è importante che la Regione prosegua in quelli che sono i servizi erogati dai Comuni, che spesso affiancano, in realtà, ciò che eroga la Regione. Di conseguenza, si trova una connessione tra le due iniziative, regionali e comunali. Di conseguenza, è giusto che sia anche lo strumento di valutazione lo stesso.

Viene previsto l’Osservatorio, con cui si può valutare l’impatto che ha questa iniziativa e anche tutte quelle iniziative assistenziali o sociali che la Regione può prevedere anche a seguito dell’introduzione di questo strumento, che, chiaramente, va a modificare anche la platea di coloro che possono attrarre i contributi. Questo potrebbe aumentare anche i costi, per carità. Questo è evidente. Bisognerebbe poi, chiaramente, andare a capire anche come impatta questo nuovo metodo di riconsiderare l’ISEE e quelli che sono gli strumenti che, invece, la Regione può mettere a disposizione, anche alla luce dei maggiori costi, evidentemente, che questo può produrre. Però, a nostro avviso, prevale il principio di andare più nello specifico nel riconoscere il ruolo della famiglia piuttosto che il tema meramente economico. Piuttosto si vadano a rivedere gli aiuti che la Regione può mettere a disposizione.

Poi c’è la clausola valutativa. Anche qui, chiediamo il rapporto triennale classico per poter valutare, anche come Assemblea legislativa, gli impatti che ha, così come il passaggio in Assemblea legislativa per la definizione di criteri che andranno a comporre le scale di equivalenza.

Ecco, questa è la nostra proposta. Ripeto, a nostro avviso, ha un suo perché di fatto permette di avere, per quanto riguarda le famiglie, una scala di equivalenza più completa ed equa, che disincentiva anche gli sprechi. Sappiamo che l’ISEE ha vari modi anche per essere bucato, nel senso che è uno strumento che ha diverse critiche. Poi dopo bisogna aprire un capitolo a parte sull’ISEE ma, come spesso accade, non giochi a rugby se le regole sono quelle del calcio, non puoi raccogliere la palla con le mani. Quindi, le regole ce le dà l’ISEE. Oggi il campo di gioco è quello dell’ISEE, su quello noi ci dobbiamo muovere.

È un’iniziativa che si può fare. Ve l’ho detto, c’è la normativa nazionale che ci viene incontro, anzi apre, a proposito dell’autonomia di cui parlavamo anche l’altro giorno, alle Regioni perché possano legiferare anche loro in materia, con la possibilità, anzi, a mio avviso, il dovere, di diffonderlo anche sul territorio. È già stato fatto. Ci sono tanti enti che hanno incominciato a introdurlo, sia comunali. Vi ho citato due Regioni. Adesso non so se ce ne sono altre che ne stanno prendendo carico. Se non sbaglio, leggevo qualcosa a riguardo del Lazio, ma dovrei informarmi meglio. È una misura strutturale, quindi non è un intervento spot, ma consente di condizionare poi tutte le misure che vengono adottate sul tema famiglia da parte della Regione.

Io non ho letto la risoluzione che è stata depositata. Mi è appena arrivata, ma mi pare di capire che si voglia anche qui prendere una questione che già è normata a livello nazionale. Si vuole ributtare a livello nazionale, invece che intervenire a livello regionale. Allora, il giochino, ve lo stiamo dicendo da diverso tempo, vale fino a un certo punto. Noi siamo autonomi e dobbiamo essere autonomi quando ci pare a noi, però non vogliamo essere autonomi di fronte a problemi sui quali potremmo esserlo. Insomma, è un qualcosa che stona molto, anche perché la normativa nazionale è veramente chiara.

Poi, se volete dirmi rendiamo ancora più efficace la normativa nazionale, posso essere d’accordo con voi, ma credo abbiate anche dei parlamentari che possono portare avanti la battaglia insieme al Parlamento. Qui stiamo in un Consiglio regionale, ogni tanto sarebbe bello parlare di questioni regionali, sennò parliamo solamente di Parlamento. Ahimè, io in Parlamento non ci sono mai arrivato, non so se potrò mai, non ho neanche un grosso interesse ad andarci, ma non è questo il tema.

Oggi siamo in Regione. Il progetto di legge è un progetto di legge regionale, a valere anche su norme nazionali già previste. Quindi, se c’è, ripeto, un tema di merito nel quale si vuole provare ad aprire il dibattito, noi siamo disponibili anche a rinviarlo in Commissione, anche a sospenderlo, anche a prenderci tempo, ma non ci si dica che vogliamo risolverla buttandola al Governo e qui lo bocciamo, perché, se è così, vuol dire che si è contrari al sottostante, cioè alla proposta di rivalutare l’ISEE. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Passo adesso la parola alla consigliera Pillati. Prego.

 

PILLATI: Grazie, presidente.

Ascolto con interesse la disponibilità del consigliere Bargi ad affrontare e a ragionare insieme su questi temi, però vorrei chiarire in premessa una cosa: da parte mia e da parte dei colleghi della maggioranza non c’è alcuna voglia di giocare.

Le posizioni che noi esprimiamo sono posizioni probabilmente diverse, ma che non mettono in discussione la serietà delle questioni che questo PDL, così come il PDL che abbiamo discusso ieri, pongono.

Il tema è che riteniamo che altre siano le misure, quindi la prego davvero, non metta in discussione la serietà con cui affrontiamo i temi, io non sono qui per fare giochini, sono qui per cercare di capire come la Repubblica, costituita dalle sue diverse Istituzioni, possa affrontare in modo serio, organico e coerente un tema per cercare davvero di dare soluzioni.

Quello che non accetto è che si voglia vantare un primato rispetto a un tema, che, è vero, probabilmente non ha trovato ancora delle risposte così veloci da mostrare un’inversione di tendenza, ma credo ieri di avere in qualche modo sottolineato il fatto che nelle passate legislature il tema è stato affrontato con serietà e ha anche dato vita a una legge, che credo sia interesse di tutti rendere attuativa in tutte le sue parti.

Non ho parlato certo di misura assistenziale rispetto alla proposta che veniva esplicitata dal PDL di ieri, semplicemente mi sono chiesta quale possa essere il valore di una misura proposta qui come in altre Regioni.

Rispetto al tema, per esempio, del supporto alle imprese, le imprese della Regione Emilia-Romagna rispetto alle misure di conciliazione e rispetto al welfare aziendale sono più avanti della politica e forse anche di quelle che sono le aziende in altre Regioni.

Soprattutto proporre una misura che, se ben capisco quali sono i tempi con cui quel progetto di legge è stato presentato, riflette delle proposte che sono state trasformate in legge in altre Regioni prima che venisse applicato il Family Act con l’assegno unico.

Quindi, la richiesta è: facciamo insieme una battaglia perché anche l’assegno unico possa trovare maggiori risorse, come già, e l’ho riconosciuto, il Governo Meloni ha fatto nella sua prima legge di bilancio. Quindi, mi consenta di sottolineare il fatto che ho riconosciuto anche un’azione che io personalmente ho condiviso nella prima legge di bilancio.

Non trovo traccia di ulteriori rafforzamenti di quella misura nella seconda legge di bilancio che il Parlamento dovrà approvare.

Per quanto riguarda il fattore famiglia, vorrei sottolineare il fatto che il valore della famiglia e la necessità di sostenere la famiglia, anche attraverso un sistema equo di tariffazione rispetto a molti dei servizi, penso ai servizi educativi, ma anche ad altri tipi di prestazioni sociali, come lei ha sottolineato, è regolato dall’ISEE, ma le voglio anche ricordare che è vero, ci sono delle scelte che i diversi Comuni hanno fatto in questa Regione e non solo, che senza modificare l’indicatore ISEE sono però stati definiti proprio per considerare il carico della famiglia.

Penso, per esempio, a uno studio che aveva fatto nel mandato scorso proprio la Regione Emilia-Romagna. Aveva confrontato i diversi sistemi che a questo proposito erano stati messi in campo dai diversi Comuni capoluogo. Per esempio, il Comune di Bologna, attraverso una serie di scontistiche che erano previste per le famiglie con figli in diversi servizi, era risultato quello più favorevole alla presenza di figli, in particolare per le famiglie numerose.

Quindi, non è che soltanto dietro le parole “Fattore Famiglia” è possibile individuare delle misure di supporto alle famiglie con figli. Questo è un obiettivo condiviso anche dai Comuni amministrati dal Centrosinistra. In particolare, conosco la realtà del Comune di Bologna, di cui pro tempore ho fatto parte.

Riguardo, invece, al PDL in questione, il tema che si pone, della necessità di tener conto in modo più appropriato, più incisivo della presenza di figli all’interno di un nucleo familiare, è certamente un tema condivisibile. Come ha spiegato bene il collega Bargi, sono state introdotte delle scale di equivalenza, che altro non sono che dei correttivi che servono per passare dall’ISEE che misura la situazione patrimoniale e reddituale delle famiglie all’ISEE vero e proprio, costruito come rapporto tra questi due numeri. Già oggi si è cercato, all’interno delle scale di equivalenza, di tener conto della presenza di persone con disabilità o non autosufficienti e di nuclei familiari con tre o più figli. Sono d’accordo con lei: il numero di componenti è una cosa, ma se nel numero di componenti sono presenti figli, e in particolare figli minori, questo è un elemento che dovrebbe entrare a far parte della scala di equivalenza. Che cos’è il Fattore Famiglia, al di là della proposta di un Fattore Famiglia regionale? Non è null’altro che una correzione dell’ISEE nazionale, attraverso una definizione di coefficienti che sono, che devono essere in grado proprio di dare maggiore rilevanza a questi elementi di complessità della vita delle famiglie, quindi, in qualche modo incrementando queste scale di equivalenza, questo coefficiente per tener conto del fatto che ci sono figli, che non devono, come dicevo, essere considerati come dei componenti generici e, se necessario, anche pesare maggiormente la presenza di persone con disabilità o di un genitore solo.

Ecco, in un momento come questo, ed è quello che abbiamo cercato di sottolineare nell’ordine del giorno che è a mia prima firma, in un momento come questo certamente c’è la necessità di supportare ancora di più le famiglie con figli. Siamo di fronte a un momento di crisi economica estremamente serio e pesante, ma siamo anche di fronte, ne abbiamo discusso ieri, a una crisi demografica che porta non solo e non tanto le famiglie a non fare più figli, ma a mettere in discussione anche la scelta stessa di avere figli.

Quindi, noi crediamo che un revisore dell’ISEE, che lo voglio ricordare non è un unico indicatore. Esistono sei diversi ISEE, perché, a seconda della prestazione di riferimento, la legislazione nazionale prevede la possibilità proprio di calcolare un indicatore differente. Quindi, è una normativa complessa. Allora perché non fare insieme una battaglia perché nell’ambito di quella complessa normativa ci siano delle valutazioni molto più coerenti con le questioni di cui abbiamo parlato, cioè della necessità di tener conto del peso economico dei figli, che devono però essere considerati dalla società tutta non un peso, ma un valore. Su questo le posso garantire, collega Bargi che, per quanto mi riguarda, mi troverà sempre al suo fianco.

Il tema è anziché introdurre un Fattore Famiglia regionale, che creerebbe (questo non è un elemento di poco conto) un’incongruenza, una disomogeneità rispetto a una serie di misure che, a livello nazionale, vengono valutate ed erogate sulla base dell’ISEE (penso all'assegno unico, penso al bonus asilo nido), vogliamo provare ad agire come istituzioni in modo equo e coerente ai diversi livelli?

Io credo ancora che questo sia possibile, che esista ancora una politica e delle Istituzioni che mettono al primo posto l’interesse dei cittadini e delle famiglie rispetto alla necessità di esibire una supremazia rispetto a un tema piuttosto che ad un altro. Noi siamo per la famiglia nella sua accezione plurale, tutte le famiglie, comunque siano composte, e riteniamo che sia assolutamente necessario, in presenza dei figli, supportarle dalle Alpi alla Sicilia.

Non deve essere un tema risolto, a nostro parere, a livello regionale, ma davvero vi chiediamo di fare appello al Governo e al Parlamento perché di questo si tenga conto in modo omogeneo in tutto il Paese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pillati.

Consigliere Paruolo, prego.

 

PARUOLO: Grazie, presidente.

Cerco brevemente di dare un contributo anch’io, anche per rispondere ad alcune delle sollecitazioni che sono giunte nell’aula dai colleghi dell’opposizione.

Parto da alcune rapide premesse. Io sono da sempre favorevole al sostegno alle famiglie e, come è stato ricordato anche dai colleghi, consapevole che non si possa farne solo una questione economica, però certamente anche il tema degli aspetti di supporto economico ai carichi familiari, ai figli e così via è un tema importante anche per affrontare il problema della denatalità, e ricomprende sia il PDL di cui stiamo parlando adesso che quello che era stato discusso ieri precedentemente.

Il quoziente familiare, anche seguendo l’esempio di altre nazioni che hanno adottato metodologie di questo genere, è un oggetto da molti anni al centro della discussione, e io credo che sarebbe un aspetto da promuovere.

Dobbiamo partire però, se vogliamo essere sinceri e onesti con noi stessi, riconoscendo che nessun Governo lo ha mai preso seriamente in considerazione, nessun Governo né di Centrosinistra né di Centrodestra.

Non possiamo limitarci a fare una polemica contro gli avversari politici e i motivi non sono così difficili da comprendere. Il primo è che l’Italia da molti anni, purtroppo, si trova gravata di un debito pubblico molto pesante e quindi mettere mano ai conti dello Stato è un aspetto sicuramente complicato.

Se lo si fa, appunto, a isorisorse, quindi senza dover alterare nulla, nel momento in cui tu garantisci, per esempio, un trattamento fiscale più favorevole alle famiglie con figli, devi andare a peggiorare il trattamento fiscale di qualcun altro e nessuno ha particolarmente voglia di andare a dare un segnale di questo genere.

Prendere in considerazione fattori diversi, come, appunto, il fatto che ci siano figli, il fatto che ci siano persone disabili o con dei problemi anziani e così via all’interno della famiglia è una strada che richiede una maggiore complessità. Questo contrasta un po’ con una politica che, invece, spesso, si nutre di slogan e anche qui non voglio farne una questione di parte politica, perché chi è che non ha, per esempio, fatto lo sforzo di togliere magari risorse a questioni di tipo più generale, per fare un bonus, per poter collegare il proprio nome al bonus che è stato promosso?

Ogni Governo ormai, da diversi anni a questa parte, quando fa la finanziaria, cerca di recuperare un po’ di risorse per poter avere quelle due o tre misure bandiera che presenta sui giornali come migliorative, su cui ovviamente concentrare il massimo della pressione comunicativa, cercando poi di dissimulare il fatto che per fare quei bonus, per fare quelle misure, per fare quelle iniziative si va magari a peggiorare la situazione da qualche altra parte.

Tra l’altro, voglio dire, lo ricordo, siccome i colleghi che sono intervenuti sono tutti e due della Lega, che il messaggio della flat tax è un messaggio agli antipodi rispetto al fatto di dire che teniamo conto dei fattori nel momento in cui andiamo ad affrontare…

Io continuo a pensare che sarebbe quello dell’aspetto fiscale, quello principale su cui bisognerebbe riuscire, appunto, a fare questo discorso.

Tra l’altro, faccio notare che, al di là delle dichiarazioni di principio, proprio queste difficoltà di bilancio e il fatto di dover mettere mano a una situazione così complessa, ha fatto sì che anche i fautori di una politica più favorevole e più attenta alle famiglie, non abbiano poi avuto il coraggio di farlo, e questo ha impedito anche che ci fosse un dibattito vero in Parlamento, nel Paese e forse anche al nostro interno, per capire bene come si collocano le forze politiche, come si collocano le persone all’interno delle forze politiche. Può darsi che ci siano anche delle differenziazioni e delle gradazioni all’interno delle forze politiche tra chi pensa che sia il caso di concentrare la propria attenzione su questi temi e chi, invece, legittimamente pensa che sia sufficiente fare dichiarazioni di principio, senza farle seguire da altri tipi di azioni concrete.

C’è un ulteriore aspetto. Noi possiamo intervenire, sicuramente, da diversi punti di vista, anche ai livelli inferiori a quello nazionale. Ed è una cosa che, di fatto, si fa. Ci sono iniziative che possono essere prese a livello regionale e iniziative che vengono prese a livello comunale. Ieri il collega Montevecchi ‒ mi sembra sia stato lui ‒ ha ricordato le agevolazioni per le famiglie con disabilità presenti nella regione Veneto. Forse era il collega Facci...

 

(interruzione)

 

PARUOLO: Comunque, ci sono diverse iniziative che vengono fatte. Nella stessa Regione Emilia-Romagna abbiamo discusso, per esempio, di nidi gratis o di altre iniziative. Non nascondiamoci che sono iniziative che, da un lato, possono essere viste in senso positivo, come una forma di competizione in cui si cerca di fare bene, ma, dall’altro, vanno ad alterare un tessuto. Per cui, ci può essere il Comune che concede i nidi gratis. A quel punto, che cosa succede? Che le famiglie con i figli che vivono nel Comune accanto magari pensano di trasferirsi lì perché i nidi sono gratis in quel Comune, aumentano i prezzi delle case in quel Comune e, alla fine, c’è un trend sperequativo che in qualche modo fa sì che ci sia una maggiore concentrazione di chi ha maggiori risorse e può permettersi di andare a vivere nel Comune che ti offre le migliori condizioni. Quindi, alla fine, consente, anche attraverso le proprie tasse, di avere nidi gratis.

Siamo tutti chiamati, secondo me, a una riflessione su qual è il livello giusto su cui intervenire. Il messaggio che noi vogliamo darvi attraverso l’ordine del giorno che è stato presentato, sostanzialmente, dalla collega Pillati poco fa, non è un messaggio per scaricare sul Governo la responsabilità, ma per dire: facciamo in modo che sia il Parlamento ad affrontare, al livello più opportuno, questo discorso, in questo momento intervenendo sull’ISEE e poi, perché no, aggiungo io, anche interrogandosi sulle forme fiscali maggiori. Personalmente auspicherei che sia la Destra che la Sinistra fossero capaci di mettere mano al sistema fiscale, riuscendo a riformarlo in un senso più equo, anche con le dovute discussioni, evitando però di disperdersi nei mille rivoli dei provvedimenti bandiera che servono, appunto, per presentare i propri risultati sui giornali, cercando di fare in modo che il sistema sia più equo.

Guardate che di questo ne avremmo bisogno a tanti livelli, distinguendo fra i compiti di indirizzo. A volte, per esempio, cito così soltanto di passaggio, nella sanità è giusto che siano definiti a livello nazionale i livelli essenziali delle prestazioni di assistenza e poi dopo ci sia una giusta competizione anche, tra virgolette, per poter fare in modo che la gestione della sanità sia delegata alle Regioni. Questo definisce anche aspetti di cui andiamo giustamente fieri, però dovremmo anche interrogarci sul fatto che ci siano dei cittadini emiliano-romagnoli che per fare una risonanza debbano andare a Monselice e dei cittadini veneti che per fare una risonanza debbano venire a Bologna, perché trovano posto più facilmente all’interno di un sistema nel quale entrambe le Regioni, limitando le prestazioni ai propri cittadini e contingentandole, fanno poi in modo da favorire una mobilità che serve poi dopo per far quadrare i conti.

Se riuscissimo insieme… Ho citato non a caso Emilia-Romagna e Veneto, perché non c’è nessuno che possa scagliare la prima pietra, nel senso che il Veneto lo governate voi dell’opposizione qui in Emilia-Romagna e noi siamo opposizione lì. Quindi, davvero, secondo me, dovremmo riuscire a interrogarci e a fare insieme, anche in senso critico e autocritico… Ogni volta che si fa la morale agli altri, dicendo dovete avere il coraggio di riconoscere i vostri errori, modo migliore per farlo sarebbe quello di dare l’esempio. Uno inizia facendo una bella autocritica rispetto a qualcosa che ha fatto la propria parte politica e a quel punto dice anche voi siate in grado di riconoscere. Invece, tutto quello che sento è sempre che siamo noi che dovremmo riconoscere i nostri errori, mentre voi non ne avete mai fatti e viceversa. Rischiamo entrambi di essere stucchevoli.

Tutto questo discorso per dire che il tema è importante. L’ordine del giorno che vi si propone è un ordine del giorno che, secondo me, contiene un’indicazione importante. Però, se ieri il collega Montevecchi e oggi il collega Bargi dicono parliamone in Commissione per cercare, se dismesse un pochino queste ingessature dei ruoli che a volte fanno sì che le proposte della controparte non siano adeguatamente considerate e valutate, riusciamo a maturare insieme, da un confronto in Commissione, delle modalità per riuscire ad apportare dei miglioramenti che vadano a vantaggio delle famiglie, delle famiglie con figli delle famiglie con persone che hanno delle disabilità o delle famiglie che svolgono anche una funzione di caregiver.

Su questi temi io sono assolutamente favorevole a dire "confrontiamoci in Commissione e ragioniamo insieme, dismessi questi ruoli un po’ stereotipati in cui finiamo per cadere tutti, e non c’è nessuno che possa dire che è soltanto un problema degli altri".

Se riuscissimo insieme a immaginare delle forme diverse, io ci sono, noi ci siamo, confrontiamoci in Commissione per riuscire a dare un contributo positivo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Paruolo.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.

A questo punto, chiedo se qualcuno vuole intervenire in dichiarazioni di voto congiunte su risoluzione e ordine del giorno presentato dalla collega Pillati.

Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Grazie, presidente.

Provo a fare una veloce disamina di quanto ho sentito dai colleghi.

Si parla di non giocare, per carità, io penso anzi di aver giocato talmente poco che, sapendo che c’era attinenza tra i due progetti di legge, ho ascoltato il dibattito sul progetto di legge precedente per poter anche cercare di motivare, rispetto a quelle che erano le criticità evidenziate dalla maggioranza, il supporto maggiore a questo progetto di legge, che a mio avviso va in una direzione diversa, quella della strutturalità rispetto a quella dell’intervento spot, se vogliamo usare un termine  inappropriato, ma che rende l’idea.

Penso – mi rivolgo al collega Paruolo - di non aver nel mio intervento mai toccato il tema Destra, Sinistra, colpa di un Governo, colpa dell’altro, anzi non ho proprio parlato di Governo, perché credo che questa sia un'Assemblea legislativa, lo è da ormai qualche decennio, e dovrebbe svolgere un ruolo di proposta legislativa e normativa nei confronti del territorio che amministra, non parlare di Governo, e in questo caso non ho nemmeno citato antipatie o posizioni politiche, ho portato meramente un tema e ho cercato di giustificare perché a mio avviso questo tema, o meglio questa iniziativa di carattere legislativo potrebbe trovare accoglienza qui.

L'ho giustificata anche citando cosa ha detto il presidente Bonaccini. Per carità, l’ha detto lui, non l’ho detto io, sono parole sue, di conseguenza non penso che possano essere additate a un mio agone politico.

Ci viene detto che bisogna fare autocritica. Insomma, sono due anni che martello contro il mio partito sulle scelte del Governo Draghi, sulle scelte che fa, non ultimo sono intervenuto contro l’invio delle armi, che per me è l’ennesima porcata che fa il nostro Paese. Poi, dopo, non so cosa devo fare di più che essere autocritico in questo modo. Forse dovrei espatriare per essere ancora più autocritico.

Ci viene detto, per tornare nei temi più specifici del progetto di legge, che genera, leggo anche dalla risoluzione che è stata depositata, “incongruenza e disomogeneità”.

Io dico che sinceramente fa proprio il contrario. Lo scopo è quello di allineare un intervento che diventa strutturale e dalla Regione può ricadere sul territorio, andando ad affiancare gli strumenti di tutti i Comuni.

Ci è stato detto che non c’è solo l’ISEE. Certo che non c’è solo l’ISEE, però mi pare che la Regione ne faccia un uso molto importante. Forse lo Stato meno, ma la Regione sì. Ecco perché il progetto di legge in questione oggi dovrebbe trovare invece terreno fertile qui.

Ci viene detto “perché non fare la battaglia nazionale”. Per carità, la possiamo fare. Io non ho nessuna contrarietà al fatto che a livello nazionale si riveda l’ISEE, però… Io odio le metafore calcistiche, però oggi mi tocca farne più spesso del solito: il campo di gioco attuale è uno. Le regole per giocare ci sono. “Giocare” non in senso dispregiativo, è una metafora. Per giocare le regole ci sono. Le dà la normativa nazionale, le dà dal 2013-2014 in Gazzetta Ufficiale. Da lì ci sono anche altri territori che hanno deciso di muoversi diversamente. Ecco perché ributto indietro anche la palla quando ci si dice, sempre per stare nel tema calcistico, “volete fare il primato”.

Non è questione di rivendicare un primato, perché semmai siamo arrivati tardi anche noi come opposizione, volendo. Non è un primato.

Semplicemente diciamo che la Regione spesso rivendica privati. Sull’omotransnegatività si è cercato un primato forzandolo contro ogni alternativa, senza aspettare normative nazionali perché dobbiamo essere i primi per forza di cose. Qui non si sono avuti mica dubbi al riguardo, mi pare, o forse ci sono stati, ma sono stati abbastanza muti in quest’aula i dubbi.

Io non chiedo il primato per la Lega, ma ci mancherebbe altro, ma neanche per la Regione Emilia-Romagna, che arriverebbe dopo altre. Chiedo semplicemente di valutare, perché si poteva, ripeto, fare con più calma, tornare, se c’è interesse, a rifare il percorso e valutare anche l’impatto che potrebbe avere. Se si fa un dibattito con altri tecnici magari riusciamo a capire che impatto potrebbe avere.

È stato citato prima il tema del Veneto. Tra l’altro, c’è tutto un discorso su conti pubblici, flat tax, è stato messo dentro un po’ di tutto.

Tema Veneto. Il Veneto applica il Fattore Famiglia. Il Veneto ha il rimborso del bollo auto, che è il prossimo progetto di legge che affronteremo. Allo stesso tempo, è riuscito ad azzerare tutte le tasse che eccedono le entrate necessarie per la sanità. Quindi, si può fare tutto. Come sempre, in politica, bisogna solo averne la volontà. Ed è quella che, a mio avviso, manca.

Voteremo contro la risoluzione, non tanto... Faccio il vostro stesso ragionamento: siete d’accordo nel merito, ma votate contro. Io sono d’accordo nel merito, che ci possa essere un intervento anche normativo nazionale, però, se si sta parlando di un progetto di legge a valere sulla Regione Emilia-Romagna, in cui, a mio avviso, ripeto... Abbiamo motivato chiaramente quelli che potrebbero essere i benefici che porta alla nostra Regione, visto anche l’ampio uso che si fa dell’ISEE in Emilia-Romagna. A nostro avviso, la strada è quella regionale e non quella nazionale. Soprattutto, lo trovo non di buon gusto, se si parla di un tema che possiamo fare secondo la normativa, niente fughe in avanti, niente cose particolari, buttare la palla ‒ per stare al tema ‒ in tribuna. Ed è quello che fa questa risoluzione. Per questo motivo, non possiamo assolutamente votare a favore.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Altri in dichiarazione di voto? Io non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

A questo punto, passiamo alla votazione della risoluzione per alzata di mano.

Prima nominiamo gli scrutatori: consigliera Maletti, consigliera Dalfiume, consigliera Catellani.

Votiamo la risoluzione.

Mettiamo in votazione la risoluzione, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 7827 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Ora votiamo, per alzata di mano, l’ordine del giorno a firma Pillati.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 3417/1 “Non passaggio in esame degli articoli” è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti: il progetto di legge si intende respinto)

 

Il progetto di legge si ferma qui.

 

OGGETTO 7514

Progetto di legge d’iniziativa consiglieri recante: “Rimborso della tassa automobilistica per perdita di possesso del veicolo dovuto a furto, rottamazione o esportazione all’estero”. Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 2012, n. 15 (Norme in materia di tributi regionali). A firma dei Consiglieri: Bargi, Pelloni, Catellani, Pompignoli, Stragliati, Rainieri, Montevecchi, Bergamini, Delmonte, Occhi, Marchetti Daniele, Facci, Rancan, Liverani

(Relazione della Commissione, discussione e reiezione)

(Ordine del giorno 7514/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” - Presentazione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo, adesso, all’oggetto 7514: progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante “Rimborso della tassa automobilistica per la perdita di possesso del veicolo dovuto a furto, rottamazione o esportazione all’estero. Modifiche alla legge regionale del 21 dicembre 2012, n. 15”.

La proposta di legge, il progetto di legge è a prima firma del consigliere Bargi. Il testo è stato licenziato dalla Commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali nella seduta del 6 dicembre. Il progetto di legge è composto da due articoli. Il relatore della Commissione, consigliere Bargi Stefano, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

È stato presentato un ordine del giorno di non passaggio all’esame dell’articolato a firma del consigliere Sabattini.

Apriamo la discussione e passo la parola al relatore, consigliere Bargi. Prego.

 

BARGI, relatore della Commissione: Stamattina monopolizzo un attimo l’aula, ma faccio molto presto su questo progetto di legge, di cui capisco di più l’ODG di non passaggio all’esame dell’articolato, non perché arriva dal collega Sabattini, con cui condividiamo spesso il ruolo di relatori, ma perché è già stata effettuata una discussione in Commissione, in cui ci è stato chiesto anche di portare degli elementi per valutare l’impatto che questo progetto di legge poteva avere. Quindi, diciamo che ha avuto un percorso un po’ più approfondito e dibattuto. Di conseguenza posso capire che, nel momento in cui non c’è la volontà di proseguire, ci sta anche l’ODG tagliola.

Qual è il tema dell’ordine del giorno, scusatemi, del progetto di legge e perché per noi, invece, andrebbe portato avanti lo stesso. Il perché è molto semplice. Introduce un principio di buonsenso, principio anche questo già presente non in una o due regioni, ma in tutte le regioni praticamente del nord, dell’arco alpino. Manchiamo fondamentalmente noi dell’Emilia-Romagna e, di fatto, stiamo impedendo ai nostri cittadini di avere un diritto acquisito dai cittadini delle regioni a loro confinanti. Questo è il principio base per cui abbiamo depositato questo progetto di legge.

In cosa consiste il progetto di legge? Va a intervenire sulla normativa legata alla tassazione regionale e in particolare alla tassa automobilistica. La tassa automobilistica ha il presupposto d’imposta legato al fatto che la persona possieda il mezzo, autoveicolo o motoveicolo, e possa quindi fruirne. Nel momento in cui viene meno la possibilità di fruire, viene meno il possesso, a nostro avviso deve intervenire una forma di, con questo progetto di legge, rimborso o scontistica legata magari a una tassa automobilistica successiva legata a un nuovo mezzo.

Come si fa a capire che la persona non ha più la disponibilità del mezzo? C’è il registro PRA, per cui avviene la radiazione attraverso il registro PRA. Quali sono le casistiche sulle quali interviene il progetto di legge? Sono anche quelle da normativa, ovvero il furto, la rottamazione o l’esportazione all’estero. Queste sono le tre casistiche di radiazione per cui viene prevista la possibilità di ottenere il rimborso.

Come avviene il rimborso? In dodicesimi rispetto all’annualità. Se hai già pagato la tassa automobilistica e subisci il furto del mezzo, non è più in tuo possesso, viene distrutto, quindi lo cancelli dal Registro PRA, ti mancavano otto mesi alla fine dell’anno, hai già pagato, ricevi indietro un rimborso di otto dodicesimi. Questa è la natura estremamente semplice del progetto di legge.

Dove nasce la complicazione? Nasce dal fatto che ci sono i dati, che abbiamo recuperato tramite portali ACI, di tutti i mezzi radiati in Emilia-Romagna e viene fuori che, pensando inizialmente a qualche unità in meno, in realtà arriviamo a diverse decine di migliaia di mezzi radiati durante un solo anno. Di conseguenza, è nato il problema dell’impatto economico.

A nostro avviso – ripeto quello che ho detto prima – ci sono Regioni a noi confinanti che riescono a fare questo, azzerare le tasse (la parte non sanità), riescono ad applicare il Fattore Famiglia, riescono a fare mille misure, il tutto senza porsi troppi problemi.

Noi, con la fiscalità tra le più alte delle Regioni italiane, ci poniamo un sacco di problemi, quindi è qui che a mio avviso subentra la debolezza della difesa della posizione della maggioranza, perché questo è un principio a nostro avviso sacrosanto, perché paghi una tassa sul possesso di un mezzo che, se perdi, paghi tra l'altro anticipatamente sull’annualità, se no ti viene meno il mezzo per motivi previsti dalla legge, non capisco perché non debba essere scontata o rimborsata quella tassa.

Questo è il principio, il progetto di legge – ripeto – stabilisce il rimborso basato sui dodicesimi, tra l’altro simile al modello lombardo, e questa era la nostra iniziativa per cercare di portare un principio di buonsenso all’interno della nostra normativa regionale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Altri in dibattito generale? Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Molto velocemente.

Il collega ha espresso quello che è stato anche un pezzo della discussione che abbiamo fatto in Commissione. Al netto della valutazione del buonsenso del diritto acquisito, che ovviamente è una scelta, il principio in sé per sé può anche trovare un assenso, ma questo non vuol dire che sia un diritto acquisito.

È chiaro che la scelta che come maggioranza abbiamo fatto – visto anche l’approfondimento che insieme al collega avevamo fatto, visti i numeri decisamente molto superiori anche a quanto ci si poteva aspettare – è quella di non destinare, di non mettere tra le priorità alla destinazione di alcuni milioni per una manovra come questa, avendo noi anche illustrato, nella discussione degli scorsi giorni, il bilancio previsionale 2024-2026 e altre priorità all’interno del nostro programma di mandato e destinare diversi milioni per il rimborso alla tassa automobilistica non raccoglie la nostra idea e non è all’interno di queste priorità, nonostante il progetto di legge sottolinei un elemento che, come giustamente ricordava il collega, in alcune Regioni viene applicato e quindi assolutamente raccoglie anche valutazioni in via ipotetica assolutamente legittime.

Però, la scelta del non passaggio e del voto contrario è data dal fatto che la destinazione di queste importanti risorse la riteniamo non prioritaria all’interno dei nostri programmi.

Per questo il nostro voto è negativo sul progetto di legge.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini. Altri?

Non ho altri iscritti a parlare.

Chiedo al relatore Bargi se vuole replicare.

A questo punto, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Dichiarazioni di voto sull’ordine del giorno di non passaggio. Io non ho richieste in dichiarazioni di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione l’ordine del giorno di non passaggio al progetto di legge, per alzata di mano.

Ricordo che l’ordine del giorno è a firma Sabattini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 7514/1 “Non passaggio all’esame degli articoli” è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti: il progetto di legge si intende respinto)

 

Il progetto di legge decade.

 

OGGETTO 7591

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Piano faunistico venatorio regionale 2018-2023, approvato con delibera dell’Assemblea legislativa n. 179 del 6 novembre 2018 – Proroga validità”. (149)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso all’atto amministrativo 7591 che è la proposta di iniziativa della Giunta recante il Piano faunistico venatorio regionale 2018-2023, approvato con delibera assembleare legislativa il 6 novembre 2018, la n. 179.

La Commissione politiche economiche ha espresso parere favorevole nella seduta del 12 dicembre 2023 con la seguente votazione: 26 voti a favore, 4 contrari, 15 astenuti.

Apriamo adesso su questo atto amministrativo, su questa proposta, la discussione generale.

Chi si iscrive a parlare? Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

È inevitabile che io intervenga su questo oggetto per esprimere parere contrario, perché si tratta di un Piano faunistico venatorio che è vecchio di un quinquennio; quindi, è avulso ormai dalla realtà odierna, che vede anche un cambiamento climatico in cui vi sono periodi di estrema siccità alternati a piogge torrenziali, e anche questo incide naturalmente sull’andamento della stagione di caccia, sullo stato della fauna che è oggetto di questa attività.

Siamo quindi di fronte a dei dati che vengono utilizzati per la programmazione, vecchi, non attuali, che fanno riferimento alle stagioni venatorie 2012-2013. Adesso, non entrerò nel dettaglio di tutti i punti specifici, c’è anche un’accentuazione della caccia alla volpe. Mentre cioè noi diciamo che vanno combattute le nutrie, e le volpi sono antagoniste delle nutrie, si allarga la maglia della caccia alla volpe.

Non la voglio fare troppo lunga, anche perché le mie posizioni sul tema sono note; quindi, non potrò che dare voto contrario a questa riproposizione del Piano faunistico, senza un aggiornamento dei dati di riferimento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Altri in dibattito generale? Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Mi corre l’obbligo di intervenire su questo argomento. Ovviamente, per quanto riguarda le considerazioni espresse dalla consigliera Zamboni non avevo dubbi sul suo voto contrario, però condivido, stranamente un aspetto, quello dell’aggiornamento dei dati.

Ovviamente e contrariamente a quanto da lei sostenuto, avrebbe potuto certamente, nel caso in cui si fosse fatto il Piano faunistico venatorio, accentuare quelle che sono le specie e le condizioni scientifiche rispetto alle quali la caccia avrebbe certamente un respiro più ampio, rispetto invece a un respiro restrittivo che questo Piano faunistico invece ha.

La proroga ovviamente, ne abbiamo discusso in Commissione lungamente, anche con l’assessore Mammi, è per forza d’obbligo concederla in ragione del fatto che, senza la proroga, il calendario del Piano faunistico verrebbe comunque a decadere il 31 dicembre e le conseguenze, essendo atto propedeutico alla predisposizione del calendario venatorio, comporterebbe la chiusura della caccia nell’anno successivo, non avendo un Piano faunistico approvato. Per cui è certamente d’obbligo farlo, però le motivazioni per le quali questo obbligo c’è vengono meno rispetto al fatto che la Regione Emilia-Romagna in cinque anni non è stata in grado di aggiornare i dati e di rifare un nuovo Piano faunistico, anche in ragione del fatto che alcune evidenze rispetto agli animali selvatici... Io faccio riferimento ad esempio oggi al lupo, che è un problema, sta diventando un problema.

Lo abbiamo sollevato cinque anni fa ed inserito nel Piano faunistico-venatorio la problematica. Su questi aspetti ovviamente si doveva dare maggiore certezza rispetto al fatto che comunque oggi il lupo ha ed è una problematica all’interno del nostro territorio. Quindi, il mancato aggiornamento e la mancata attuazione di un Piano faunistico comportano, ovviamente, delle problematiche legate alla fauna selvatica.

Questi concetti, che abbiamo espresso in Commissione, hanno dato obtorto collo per noi la possibilità di dover accettare questa proroga, però è evidente che, da questo punto di vista, la mancanza di un Piano faunistico con dati aggiornati per noi è un qualcosa che poteva essere tranquillamente evitato.

Poi, sono stati cinque anni, ovviamente, terribili. Le abbiamo passate tutte tra il Covid, la guerra. Tutto quello che ci poteva essere c’è stato. Condividiamo anche il fatto che, come diceva l’assessore, sono stati anni difficili, per cui non c’è stata la possibilità di affrontare anche un piano di questo tipo, però è evidente come una Regione come l’Emilia-Romagna, al centro del mondo, come dice sempre il nostro Governatore e all’avanguardia su ogni aspetto, sia rimasta indietro proprio su un tema molto caro a questa Regione.

Questo è andato anche a incidere sugli aspetti legati al controllo della fauna in queste Regioni e al presidio del territorio che i cacciatori fanno costantemente tutti gli anni, nel momento in cui esercitano la propria attività.

Sulla base di questi aspetti,  quindi, è naturale che dobbiamo certamente votare a favore di questa proroga, ma con queste peculiarità che ovviamente danno il senso che questa Regione oggi non è in grado di arrivare ad una definizione di un quadro di un piano faunistico, che avrebbe paradossalmente forse salvaguardato quei famosi ricorsi che la LAC ha fatto in questi anni, che hanno comportato, come dicevamo ieri nel question time, tutta una serie di criticità rispetto alle chiusure anticipate che oggi sono costretti a subire i cacciatori.

Non ho tanto altro aggiungere, salvo che non arrivino altri interventi, che vedo già abbastanza ampi rispetto al tema, soprattutto la consigliera Piccinini del Movimento 5 Stelle sarei veramente curioso di capire quello che dice rispetto a questa tematica che ovviamente a noi interessa molto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pompignoli. Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Mi corre l’obbligo di intervenire, visto che il collega Pompignoli mi ha chiamato in causa, ma l’avrei fatto lo stesso. Per rimarcare una posizione politica, il mio intervento sarà molto breve, posizione politica che non cambia sulla base dei dati aggiornati o meno, posto che il problema di avere dei dati che siano reali e veritieri è un problema che c’è sempre stato, non è una novità, consigliere Pompignoli.

Io voterò contro questo piano per una posizione politica che è nota qui dentro e per la predisposizione ostentatamente favorevole alla caccia da parte dell’assessorato, quindi sono posizioni politiche differenti, la pensiamo in modo diverso, però è giusto in questa sede anche rimarcarlo, come già fatto anche in Commissione, e io penso che la LAC invece abbia fatto quello che doveva fare in quanto associazione che non ha le finalità che hanno i cacciatori, evidentemente, e da questo punto di vista hanno tutto il mio sostegno. Quindi, io voterò convintamente contro questo Piano.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Altri? Altri in dibattito generale?

Non ho iscritti a parlare in dibattito generale.

A questo punto, passo la parola per la Giunta all’assessore Mammi. Prego, assessore.

 

MAMMI, assessore: Grazie, presidente. Grazie ai consiglieri che sono intervenuti.

Oggi non si tratta di avviare una discussione e un confronto a tutto campo sulle nostre posizioni politiche e personali rispetto al tema dell’attività venatoria.

L’attività venatoria è lecita in Europa, è lecita nel nostro Paese, è regolamentata. Noi abbiamo bisogno di una corretta gestione faunistico venatoria e, naturalmente, anche, una buona e di qualità conservazione delle specie.

Questo è il compito che ci viene assegnato dai cittadini, dalle Istituzioni, dal livello comunitario, dal livello nazionale, esercitando i poteri che la Regione può avere.

Lo dico anche alla consigliera Piccinini, al di là delle posizioni personali. Io penso che sia giusto ricordare come l’attività venatoria sia un’attività lecita, regolare, oltre che svolta da molti nostri concittadini, che ha le sue regole, che ha i suoi programmi, che ha le sue norme. Oggi noi prendiamo la decisione, una decisione lecita sul piano giuridico, sul piano amministrativo, ma anche sul piano dei contenuti. Io credo sia una decisione giusta. Noi abbiamo un Piano faunistico venatorio regionale che è stato costruito, peraltro anni fa, io nemmeno c’ero, molto bene.

È un Piano faunistico venatorio ben strutturato sul piano tecnico e anche sul piano scientifico. Quindi, non posso che ringraziare sia i tecnici sia i servizi che i consiglieri regionali che negli anni hanno lavorato a questa programmazione e chi mi ha preceduto.

Io credo che sia ancora un Piano faunistico venatorio di grande attualità. Naturalmente ogni Piano ha bisogno di revisioni, ha bisogno di aggiornamenti, ha bisogno di nuovi dati, e questi noi li ritroveremo nel corso del lavoro che abbiamo già iniziato a svolgere e che svolgeremo anche nei prossimi mesi, perché l’iter di revisione e di aggiornamento del nuovo Piano, in realtà è già iniziato dal punto di vista amministrativo, perché abbiamo già stanziato le risorse per individuare competenze tecniche e il supporto che servirà per l’aggiornamento del piano stesso.

Io penso che sia stato fatto un buon lavoro, un ottimo lavoro, con il piano, penso che sia ancora di attualità, è ancora utile a tenere insieme conservazione delle specie e gestione faunistico-venatoria. Segnalo che non tutte le nostre Regioni in Italia hanno un piano. Ci sono Regioni, come la Lombardia, che ancora il piano non ce l’hanno. Si discute, si confrontano da molto tempo i Gruppi consiliari, ma non è una programmazione semplice. Il nostro piano è preso a riferimento da tante Regioni italiane e da tanti territori. Dovremmo anche essere orgogliosi delle cose buone che si fanno.

Rinnovarlo allora non significa innanzitutto che aspetteremo fino al 2025 per approvare il nuovo piano, perché è scritto che lo rinnoviamo di due anni; ma la chiusura della procedura potrà essere anche prima; dipenderà dai lavori che noi condurremo nei prossimi mesi. Insieme la porteremo in Commissione, ci confronteremo, e se ci saranno le condizioni il nuovo piano potrà essere ovviamente anche anticipato rispetto alla data di chiusura. La proroga è di due anni perché questo è previsto dalle norme amministrative.

Dopodiché, mi veniva detto: abbiamo il tema dei lupi abbiamo tanti temi nuovi. Io concordo, consigliere Pompignoli, però noi abbiamo bisogno di norme nazionali, moderne, adeguate ai tempi che stiamo vivendo, e la nostra pianificazione regionale, anche quella più elaborata, meglio costruita tecnicamente e scientificamente, non potrà mai essere completamente adeguata dentro un quadro normativo nazionale pensato trenta anni fa.

Questo è il punto di debolezza di tutto il sistema: che noi operiamo sulla base di norme europee e di norme nazionali. Le norme nazionali sono le norme dei primi anni Novanta (1992). Quindi, è aggiornato il piano per tener conto del lupo, dell’aumento di alcune specie, di nuove regole, tutto vero. Però abbiamo bisogno, cioè se il piano è efficace, anche l’aggiornamento del piano, anche un nuovo piano, se cambia e viene aggiornato un quadro normativo nazionale. Il rinnovo è anche legato poi al periodo storico che abbiamo avuto. La PAC è stata rinnovata di due anni, non solo il Piano faunistico venatorio della Regione. La PAC a seguito del Covid è stata rinnovata di due anni, quindi parliamo di un centinaio di miliardi di euro a livello europeo.

Parliamo di scelte per gli agricoltori. Però il Covid, la pandemia non è stato un fatto così leggero. È stato un grande drammatico evento che ha determinato tutte le attività politiche, amministrative, economiche, sociali e che è durato due anni. Per quello si è rinnovata la PAC di due anni. Si stanno cambiando un po’ le regole sul PNRR e altri fondi europei. Per quello, quindi, abbiamo bisogno di questi ulteriori due anni, non per stare fermi, aspettare il 2025 è lì iniziare il percorso, ma per poterne discutere sempre meglio e farci aiutare da chi, anche dal punto di vista delle competenze professionali, lo potrà fare.

Ringrazio tutti i Gruppi consiliari. Naturalmente c’è anche un altro tema che non va sottovalutato, che è molto grave, molto pesante e che dovremo tenere in considerazione nel nuovo Piano, che è la peste suina africana. Ovviamente questo è un gravissimo problema del nostro Paese. Impatta sull’attività venatoria. È in Italia da un anno, da più di un anno. Il nuovo Piano, ovviamente, deve tener conto anche di questi problemi, delle limitazioni che ci sono state imposte, delle difficoltà dell’esercizio dell’attività venatoria dentro un quadro sanitario difficile e delicato come quello della presenza della PSA.

Quindi, il lavoro amministrativo di rinnovo e di nuovo Piano è partito. Il lavoro politico di confronto decisionale tra di noi lo porteremo già nei prossimi mesi nella Commissione, nelle Istituzioni naturalmente predisposte e adeguate. Ringrazio tutti i Gruppi consiliari, che ovviamente daranno il voto favorevole a questo Piano. Capisco anche le osservazioni di chi ci ha fatto alcune critiche, alcune osservazioni, ma noi abbiamo bisogno anche di un piano per supportare la gestione dell’attività venatoria, oltre che le attività in difesa della conservazione delle specie e degli ecosistemi, perché anche dal punto di vista giuridico è un elemento di rafforzamento di cui avremo bisogno nei prossimi mesi.

Quindi, il voto favorevole e il rinnovo di questo Piano ci rafforza anche da questo punto di vista. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Mammi.

A questo punto, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Qualcuno vuole intervenire? Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Presidente, approfitto della presenza dell’assessore per fare la dichiarazione di voto. Ci tengo a precisare che il riferimento ai dati vecchi a cui fa riferimento il Piano faunistico-venatorio regionale, questo rimprovero riguarda il punto 1.2 di un documento della LAC, la Lega Anticaccia, che in questo stesso documento, in sette punti, lamenta di non essere stata interpellata in occasione di questa proroga.

Capisco che possa sembrare paradossale, ma io chiedo lo stesso all’assessore di aprire questo confronto, magari si trovano dei punti, pur su piani completamente opposti, che possono essere condivisi, naturalmente si parte da piani all’opposto.

Così come anticipo la richiesta che il prossimo calendario venatorio tenga in maggior conto le puntuali osservazioni che Ispra fa ogni volta. L’assessore lo sa, su questo nella maggioranza io sono su un’altra posizione, ma il resto del lavoro che abbiamo fatto, ad esempio per la legge sui distretti del biologico, dimostra che ci sono tantissimi altri campi in cui invece si collabora positivamente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Altri in dichiarazioni di voto? Consigliere Bulbi, prego.

 

BULBI: Grazie.

Ovviamente per dire che il Gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questa proroga, anche perché non possiamo immaginare di non avere il Piano faunistico in vigore, perché vorrebbe dire chiudere l'attività venatoria con tutto quello che comporta, che è stato già detto bene sia dall’assessore che da alcuni colleghi.

Devo prendere atto, però – lasciatemelo dire a fine legislatura – che, tutte le volte che si parla di questo settore e dell’attività venatoria, si continua a riportare, così come vengono proposte alcune dichiarazioni fatte da alcune associazioni che, più che volere un confronto, penso abbiano solo l’obiettivo di creare un danno a chi ha un diritto, che è quello, come diceva prima l’assessore, di esercitare la propria passione e la propria attività nel rispetto delle leggi vigenti.

I confronti di solito si fanno con le persone e con le associazioni che vogliono veramente mettersi attorno a un tavolo per cercare di condividere, dopo il confronto, un percorso e al limite anche delle prese di posizione, non per dover subire delle furbizie, che purtroppo vediamo anche per il calendario e per quello che succederà sicuramente a marzo, quando questi prima faranno e poi ritireranno il ricorso.

Il nostro voto comunque sarà favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bulbi.

Altri in dichiarazioni di voto? Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Presidente, ho già dichiarato, ovviamente, che noi voteremo a favore di questo provvedimento.

Vorrei solo condividere con l’assessore Mammi un pensiero rispetto agli aggiornamenti. È chiaro che noi abbiamo una legge regionale del 1994 e abbiamo una legge statale del 1992, è vero che si potrebbe aprire, ovviamente, un pensiero rispetto ad un aggiornamento complessivo delle due norme, è chiaro che la legge nazionale italiana rispetto a quella regionale che è di due anni antecedenti aprirebbe ovviamente un varco incredibile rispetto a quelle che sono oggi le ostinazioni da parte di alcune associazioni su questo tema, è normale che il pensiero rispetto a questi aggiornamenti c’è sempre, ma ovviamente si potrebbe partire già dalla modifica della legge regionale.

Sul Piano faunistico noi ci siamo, ed è quello che le volevo anticipare. Rispetto all’aggiornamento di alcuni dati, la peste suina certamente deve essere uno dei fari rispetto alla centralità che deve avere sul Piano faunistico e anche sulle altre specie che abbiamo indicato prima.

Per cui, rispetto a questi temi, ovviamente, troverà sempre in noi un supporto costruttivo sulla questione.

Voteremo, ovviamente, a favore di questa proroga.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pompignoli.

Altri? Io non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

A questo punto mettiamo in votazione l’atto amministrativo, il Piano faunistico venatorio regionale 2018-2023, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto 7591 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 7705

Risoluzione per impegnare la Giunta a continuare il confronto con il Governo affinché sia siglato l’accordo dello stanziamento immediato dei fondi FSC e ad aggiornare l’Assemblea, anche attraverso le competenti Commissioni, circa lo stato del negoziato con il Governo e circa la riprogrammazione del PNRR. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Pigoni, Bondavalli, Zamboni, Rontini, Amico, Costa, Pillati, Mori, Dalfiume, Daffadà, Caliandro, Rossi, Paruolo, Costi, Sabattini, Fabbri, Montalti, Bulbi

(Dichiarazione di voto e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alle risoluzioni e più precisamente alla risoluzione 7705: risoluzione che impegna la Giunta a continuare il confronto con il Governo affinché sia siglato l’accordo dello stanziamento immediato dei fondi FSC e ad aggiornare l’Assemblea, anche attraverso le competenti Commissioni, circa lo stato del negoziato con il Governo e circa la riprogrammazione del PNRR.

La risoluzione è a prima firma Zappaterra. La risoluzione è stata presentata durante il dibattito sulla comunicazione della Giunta oggetto assembleare 7680 e la discussione generale si è conclusa nella seduta pomeridiana del 28 novembre 2023.

A questo punto, avendo chiuso la discussione generale, passiamo alle dichiarazioni di voto su questa risoluzione. Qualcuno si iscrive a parlare?

Consigliere Bargi, prego.

 

BARGI: Non ricordavo fosse già chiusa la discussione generale, comunque non è un problema, nel senso che credo che questo documento, anche rispetto a quanto ci siamo detti prima sui progetti di legge, dove vi si invitava a non fare il gioco politico, a uscire dal ruolo e dalle parti, cosa che io ho chiesto anche ai colleghi, perché ho detto: magari sono stato posseduto, mentre presentavo il PDL, da uno spirito belligerante, ma non mi pare di aver mai citato un Governo di sinistra, o di aver mai fatto dei parallelismi tra destra e sinistra, ma di aver presentato in maniera puntuale quelli che erano gli obiettivi e la struttura di un progetto di legge, infatti ho chiesto conferma. O non ero in me mentre parlavo, ma così non è stato, quindi…

Questa risoluzione, invece, mi pare che evidentemente, come tante che ne abbiamo viste in questo periodo, ma questa sul FSC non è una novità, sa anche di déjà-vu ha questo questa verve antigoverno e vuole in qualche modo imporre una linea politica di partito sul Governo usando la Regione, perché il tema è quello: risoluzioni usate come clave contro il Governo. Siamo quindi di nuovo a parlare dei rapporti col Governo, per carità, si parla comunque di strumenti che deve mettere a terra la Regione. È giusto che ci sia un interesse dell’Assemblea nei confronti di queste risorse, quando arrivano, come vengono utilizzate e messe a terra. Mi pare correttissimo che ci siano anche degli aggiornamenti in aula, così come in Commissione. Non capisco assolutamente a cosa serva votare l’impegno di una risoluzione che da un lato impegna a continuare qualcosa che già si sta facendo, tant’è che abbiamo avuto la comunicazione, qualche settimana fa, sul tema del FSC. Ci si butta dentro anche il tema PNRR, sappiamo, abbiamo sentito anche l’intervento del presidente Bonaccini un paio di giorni fa. C’è questa volontà di buttarla in caciara, anche sulla rideterminazione del PNRR per i Comuni; quindi, si vuole anche lì creare l’impatto politico. Però l’impegno è continuare a fare quello che si sta facendo. Come ho già detto tante volte, votare delle risoluzioni dove impegno a continuare non ha un grosso valore né politico né di indirizzo verso l’amministrazione.

Quanto agli altri due temi di aggiornare l’Assemblea e le Commissioni, è già nelle nostre prerogative chiedere l’aggiornamento, è stato fatto anche sulle comunicazioni in passato, a volte le chiede l’opposizione, a volte le chiede la maggioranza, è stato già fatto tante volte. Io non capisco una risoluzione di questo tipo a cosa possa servire, se non a creare scontro politico, tra l’altro neanche, volendo, contro l’opposizione, perché l’opposizione viene tirata per la giacchetta come a dire: siete al Governo voi.

Però il problema, come ho già detto tante volte, io non mi sono mai seduto nei banchi del Parlamento. Non so come fare a spiegarlo. Sarei molto curioso e interessato di parlare di progetti di legge rivolti alla platea dei nostri cittadini e a fare in modo che possano trarre beneficio da nuove iniziative e normative, ma faccio molta fatica a continuare uno scontro politico che, capisco sui giornali, non è che non comprendo le dinamiche della politica, lo capisco sui giornali, lo capisco nei dibattiti televisivi, lo capisco nei programmi elettorali quando adesso inizieranno le campagne per le europee e per le comunali, lo capisco a tutti i livelli. Però utilizzare sempre e comunque l’Assemblea e tenerla piantata su questi temi, poi quando proponi un progetto di legge, quando cerchi di affrontare un dibattito che è sacrosanto all’interno del nostro civico consesso, ci viene detto no, portiamo tutto a Roma. Quello non può trovare senso.

Su questa linea, esattamente come nella risoluzione precedente, non ci sentiamo di votare a favore.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Altri in dichiarazioni di voto? Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Ovviamente per anticipare il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico e fuori da qualunque verve o vis polemica.

Noi ci siamo occupati, anche con una precedente risoluzione, degli FSC.

Non possiamo non parlare del Governo sul Fondo di sviluppo e coesione perché, come tutti sanno perfettamente, non sono fondi del bilancio regionale ma sono fondi che derivano dalla gestione governativa.

Ce ne siamo occupati e questa risoluzione nasce anche dal fatto che, oltre ad essere molto in ritardo dopo la caduta del Governo Draghi che ha visto interrompersi la negoziazione, nel frattempo sono stati stipulati due accordi, uno con la Regione Liguria e uno con la Regione Veneto.

Ora, siccome siamo molto preoccupati che sui fondi di sviluppo e coesione possiamo trovarci di fronte a una situazione come quella delle risorse sulla sanità, ne abbiamo parlato anche in sede di bilancio e abbiamo visto come vengono destinate e certamente anche da questo punto di vista la nostra Regione non è di quelle maggiormente sostenute, per non dire più penalizzate, questa risoluzione ha assolutamente il senso di  chiedere di continuare il confronto con il Governo che non si è mai interrotto ma al momento non ha portato alla stipula dell’accordo. Chiede conferma del fatto che si pervenga alla stipula dell’accordo velocemente.

Sul fatto che noi veniamo continuamente aggiornati, certo, le prerogative le abbiamo, peccato che nemmeno la Giunta regionale, ad esempio, sulla riprogrammazione del PNRR sia informata. Quindi, non sa niente la Giunta e farà fatica ad aggiornare noi come Assemblea. Mi pare chiaro che sia necessario tenere alta l’attenzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie. Parlare di questa risoluzione quando ci sono già Regioni che hanno chiuso l’accordo e quindi già possono mettere a terra risorse, risorse importanti, dispiace, almeno a mio avviso. Credo che siamo in ritardo. Regione Emilia-Romagna spesso si vanta di essere tra i primi. Ecco, ci possono essere certamente stati… Adesso è facile fare polemica da una parte e dall’altra. Oggi su anche altre questioni in questa sede, parliamo del payback sanitario, parliamo di altre questioni e a un certo punto abbiamo detto smettiamola di guardare dov’è la colpa, se la colpa è da una parte, la colpa e dall’altra.

Oggi è necessario chiudere un accordo che altre Regioni hanno già chiuso e mettere a terra queste risorse. Poi potremmo altrimenti aprire il capitolo del perché sia in ritardo, del perché l’80 per cento va al sud e solo il 20 per cento va al nord. Quindi, se volete, allarghiamo. Delle critiche se ne possono fare tante e forse ce ne sarebbe anche bisogno. Oggi, forse non è più il momento di fare delle critiche ma, visto che abbiamo fondi PNRR legati alle case della salute… C’è stata una recente interrogazione, mi pare, della consigliera Castaldini del Gruppo di Forza Italia, che ha fatto emergere che molte delle case della salute e case della comunità che andremo a costruire non hanno l’adeguato finanziamento e saranno in parte al grezzo. Almeno sulla provincia di Modena, molte di quelle che verranno realizzate una parte sarà al grezzo. Quindi questi fondi potrebbero servire per le programmazioni che ci sono state. Almeno così si legge negli accordi.

Quindi, oggi una risoluzione da della maggioranza che chiede alla Giunta di… Capite che sembra quasi un cortocircuito politico. Poi, ripeto, le colpe possono essere di tanti, però oggi non è più il tempo delle risoluzioni, del sollecitare il confronto.

Qui non è sollecitare il confronto, come è scritto nell’oggetto della risoluzione, oggi c’è bisogno che Regione Emilia-Romagna chiuda quanto prima l’accordo, perché c’è bisogno di queste risorse e di metterle a terra.

Posso condividere il fatto che c’è già stato ritardo, non aggiungiamo ritardo a ritardo semplicemente, basta polemiche, come diceva prima anche il consigliere, basta dire “gioco delle parti”, oggi c’è bisogno di mettere a terra queste risorse quanto prima.

Oggi con questa risoluzione, però, non vedo nessuno della Giunta che ci risponderà, perché, oltre l’impegno, oggi ci sarebbe bisogno di darci anche delle scadenze: entro quanto chiudiamo questo accordo.

Oggi con questa risoluzione si dice che si lancia un confronto; invece, non è più tempo di confronti, bisognerebbe sapere quando queste risorse possono entrare nelle programmazioni regionali. Come abbiamo detto nel bilancio degli investimenti, queste potrebbero essere un ottimo supporto agli investimenti della prossima programmazione triennale.

Con questa risoluzione non si risolve il problema del ritardo, probabilmente aggiunto ad un altro ritardo, quindi il nostro voto sarà contrario perché ritengo che si aggiunga ritardo a ritardo e, in assenza della Giunta, non abbiamo date certe su quando questi accordi verranno conclusi, e molte Regioni del nord e del sud l’hanno già fatto, anche di colori politici diversi, quindi ci sono state Regioni anche di colore simile al vostro che hanno messo da parte lo steccato ideologico e partitico e hanno preferito mettere a terra queste risorse o farle entrare già nella programmazione in tempi congrui.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Altri in dichiarazioni di voto? Io non ho altri in dichiarazioni di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione la risoluzione 7705, a prima firma Zappaterra.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 7705 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alla risoluzione 6984: risoluzione che impegna la Giunta ad attivarsi affinché l’aggregazione e la centralizzazione delle committenze vengano attentamente monitorate al fine di evitare un’eccessiva concentrazione del potere d’acquisto, nonché di preservare la trasparenza, la concorrenza e la possibilità di accesso al mercato delle piccole e medie imprese, a prima firma Mastacchi.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Il consigliere Mastacchi aveva un appuntamento istituzionale. È in arrivo. Chiediamo un rinvio. Aveva piacere di discuterla direttamente lui. Chiediamo il rinvio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Se per l’aula va bene, la mettiamo in coda. Perfetto.

 

OGGETTO 6144

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l’attivazione di un’Assemblea regionale dei cittadini sul clima, al fine di coinvolgere le persone nell’elaborazione e definizione delle politiche e delle misure sia sui temi del contrasto e dell’adattamento al cambiamento climatico, sia più in generale sulla transizione ecologica. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso alla risoluzione 6144: risoluzione che impegna la Giunta a valutare l’attivazione di un’Assemblea regionale dei cittadini sul clima, al fine di coinvolgere le persone nell’elaborazione e definizione delle politiche e delle misure sia sui temi del contrasto che dell’adattamento al cambiamento climatico, sia più in generale sui temi della transizione ecologica.

La risoluzione è a firma della consigliera Zamboni.

Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Stamattina arriva in aula una risoluzione che per Europa Verde è molto importante. Ringrazio subito sia l’assessore Calvano che ha seguito con me l’iter di questa risoluzione, sia la maggioranza che mi ha anticipato il voto favorevole.

È una risoluzione importante perché propone una via di uscita a due problemi: la scarsa partecipazione ormai al momento elettorale, e l’abbiamo visto anche in occasione delle politiche dello scorso 25 settembre, quando l’affluenza è scesa al 63,91 per cento, e vuole anche dare una spinta alla definizione di provvedimenti che siano una risposta efficace all’accelerazione del riscaldamento globale.

Proprio ieri sono stati pubblicati e ripresi dai media i dati di ARPA, che ci dicono che gli eventi e le temperature eccezionali stanno diventando una costante. Il record precedente, che era del 2022, è stato superato. Infatti, se noi guardiamo il trentennio che va dal 1991 al 2020, la temperatura massima di settembre era stata di 23,90 gradi; quest’anno siamo arrivati a 26,7 gradi. In ottobre la temperatura massima è stata di 22,4 gradi, quando tra il 1991 e il 2020 si era arrivati a 17,91 gradi di media.

Oggi l’Enea ci dice che da maggio 2022 a maggio 2023 c’è stata l’ondata di calore più lunga che ha visto la temperatura del Mar Mediterraneo di ben 4 gradi. L’accelerazione del riscaldamento globale, quindi, è sotto gli occhi di tutti. Noi abbiamo già pagato pegno in Regione con i danni derivati dall’alluvione (9 miliardi), quindi è il caso di cominciare a investire, invece, per prevenirli i danni.

Il processo di transizione ecologica e di condivisione delle misure per contrastare il cambiamento climatico è un percorso che deve per forza coinvolgere tutti, ognuno nel proprio campo deve fare la sua parte.

Come scrivo quindi nelle premesse della risoluzione, richiamando il crescente astensionismo che si è visto anche nelle amministrative, l’emergenza climatica in atto richiede di accelerare la transizione ecologica, e il tutto va fatto con una maggiore partecipazione dei soggetti, ognuno nel proprio campo, che devono attuarla, questa transizione energetica.

Il Regolamento del Parlamento e del Consiglio europeo prescrivono misure partecipative, ma questo lo fa anche la legge regionale n. 15 del 2018, legge sulla partecipazione all’elaborazione delle politiche pubbliche, una legge che ha tra i suoi obiettivi promuovere l’innovazione sociale e istituzionale, rafforzare la democrazia e le sue Istituzioni, attivare modalità operative condivise tra la pubblica amministrazione e i soggetti che prendono parte ai percorsi di partecipazione. L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, nell’ambito delle attività per la promozione della partecipazione dei cittadini all’elaborazione delle politiche regionali, ha finanziato anche la traduzione di un volume che io ho tradotto su incarico della Regione, dal tedesco all’italiano, il volume di Patrizia Nanz e Miriam Fritsche, La partecipazione dei cittadini: un manuale. Metodi partecipativi, protagonisti, opportunità e limiti, che proprio elenca le varie modalità che ci sono oggi per favorire questa partecipazione attraverso percorsi che non sono il percorso consueto del momento elettorale che, ripeto, vede ormai un preoccupante astensionismo.

Nelle premesse della risoluzione ricordo Extinction Rebellion, che sappiamo proprio di recente, anche qui sotto alla sede dell’Assemblea legislativa, aveva sollecitato l’indizione di un’assemblea dei cittadini sul clima.

Io devo dire che la risoluzione che ho presentato è depositata dal dicembre dell’anno scorso, quindi molti mesi prima, ma naturalmente ho solidarizzato con chi ha partecipato a questo momento di protesta e di sollecitazione.

Comunque, il modello dell’Assemblea dei cittadini è già stato adottato anche all’estero. In Austria l’Assemblea dei cittadini si è riunita per sei settimane per rispondere alle domande con proposte di misura da adottare.

Che futuro vogliamo? Da dove ricaviamo la nostra energia? Quale tipo di dieta alimentare dobbiamo seguire per tutelare il pianeta?

In Francia è stato il presidente Macron, che in risposta alla ribellione dei gilets jaunes, ha convocato la Convention citoyenne pour le climat, un’assemblea composta da 70 a 100 cittadini sorteggiati in modo da essere rappresentativi di ciascuna delle 33 Regioni francesi. Quindi, ha cercato uno strumento di coinvolgimento di fronte alla protesta dei gilets jaunes. Protesta che era nata dal fatto che Macron aveva previsto un aumento delle tasse sui combustibili proprio per ridurre l’uso dell’auto privata, quindi per ridurre le emissioni climalteranti che derivano dal trasporto privato.

Si sta muovendo qualcosa anche in Italia. Il Consiglio comunale di Bologna ha approvato la modifica dello Statuto comunale proprio per riconoscere la tutela del clima e la transizione ecologica tra gli obiettivi programmatici e ha previsto l’assemblea dei cittadini tra gli strumenti partecipativi.

L’ha fatto il Comune di Milano nel 2022. Nel frattempo, l’assemblea dei cittadini di Bologna, Comune di Bologna, ha chiuso i propri lavori.

Nella risoluzione ricordo anche che il 13 settembre 2022, rispondendo in aula a un’interrogazione di Europa Verde, la Giunta regionale aveva confermato la volontà di coinvolgere i cittadini nell’elaborazione delle politiche sui temi del contrasto e dell’adattamento al cambiamento climatico e, più in generale, sulla transizione ecologica.

Veniamo oggi al dispositivo di impegno della Giunta. Su questo ho presentato un emendamento perché, anche alla luce del confronto avuto con l’assessore Calvano, si è pensato di affiancare, accanto allo strumento dell’Assemblea dei cittadini, che nasce da un sorteggio ponderato dei cittadini perché siano rappresentativi di tutti i territori, delle classi sociali, di istruzione, di età eccetera, a fianco a questo strumento, proporre anche la giuria dei cittadini, che è un altro metodo partecipativo deliberativo, perché questa è la componente importante, la deliberazione.

Quindi, sono percorsi che non solo coinvolgono così i cittadini, che possono dire la loro, ma che si devono concludere con delle raccomandazioni da sottoporre poi all’organo di governo. Questo lo fa un altro strumento che è stato inserito nell’emendamento con cui, appunto, emendo l’impegno rispetto alla risoluzione depositata, il citizen panel. Cos’è il citizen panel? È uno strumento adottato a livello di Unione europea, composto a fino a cento soggetti che lavorano in tre sessioni, la prima in piccoli gruppi, poi si riuniscono in plenaria. In queste prime due fasi elaborano e poi raffinano delle proposte. Nell’ultima sessione queste proposte, in forma di raccomandazione, vengono rivolte agli organi di governo, i quali non sono obbligati ad assumerle, ma quando le respingono devono motivare perché lo fanno.

Quindi, nell’emendamento che presento oggi, accanto all’indicazione della Assemblea dei cittadini, è aggiunta la giuria dei cittadini, il citizen panel. Resta comunque lo spirito dell’impegno che si chiede alla Giunta, quindi coinvolgere le persone nell’elaborazione e definizione delle politiche e delle misure, sia sui temi del contrasto e dell’adattamento al cambiamento climatico sia, più in generale, sulla transizione ecologica, prevedendo strumenti e risorse per la gestione del processo, dalla selezione dei soggetti partecipanti affinché siano rappresentativi della popolazione regionale, fino all’individuazione di soggetti terzi indipendenti che devono coordinarla.

Io penso che dotare la nostra Regione di uno di questi strumenti per affrontare l’emergenza climatica in uno spirito di collaborazione con i cittadini, che elaborano proposte, rispetto alle quali devono arrivare risposte, sì o no, motivate.

Io credo che la Regione Emilia-Romagna, in questo caso prima Regione in Italia, si doterebbe di uno strumento partecipativo di grande rilievo e di grande innovazione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Altri in dibattito generale? Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Partiamo ovviamente dalla fine. Noi non possiamo assolutamente condividere questa impostazione, è un’impostazione che, secondo noi, va contro un modello di partecipazione che esiste già, che è quello della politica. Esistono gruppi di studio all’interno dei partiti politici, ce ne sono già tanti; quindi, c’è già una discussione in atto.

I cittadini votano, i cittadini possono già dare la propria indicazione di voto, votando partiti e movimenti politici che già hanno manifestato qual è il loro pensiero e si propongono di andare a legiferare o a governare determinati processi.

Non entrerei direttamente nel merito delle premesse. Siamo in un mondo in cambiamento, e non solo in cambiamento climatico, rispetto al quale - ribadiamo - basta leggere qualsiasi testo di storia medievale, di storia recente, di preistoria, qualche testo di scienze della terra o leggere il nostro territorio per avere la certezza e la contezza che questo clima è cambiato più volte e l’uomo è sempre riuscito a gestire questi cambiamenti climatici.

A volte sono stati anche positivi, perché gli hanno permesso di fare degli scatti in avanti dal punto di vista tecnologico, lo stesso scatto tecnologico che il nostro mondo sta cercando di fare. L’ultima COP 28 ha cristallizzato il fatto, però, che questo cambiamento della transizione ecologica deve essere fatto in maniera sostenibile, e, oltre a permetterci di contrastare il cambiamento climatico, ci deve permettere anche di fronteggiare il grande calo di produttività della nostra economia, che è mondiale.

Questa transizione non deve mettere in crisi un sistema economico, cosa che invece sta facendo, specialmente all’interno dei sistemi occidentali.

Dei Paesi occidentali, a parte gli Stati Uniti che, ovviamente, facendo i loro interessi con l’Inflation Reduction Act stanno mettendo in campo delle spese pubbliche pazzesche per fare una transizione ecologica sostenibile, ma che gli permetta di rimanere al passo con l’altro grande competitor mondiali che è la Cina, noi europei, invece, ci arrovelliamo come l’orchestra del Titanic: la nave affonda, l’Europa diventerà sempre più residuale nel contesto geopolitico internazionale, lo vediamo, non siamo capaci di esprimere minimamente una nostra forza di portare avanti i nostri interessi geopolitici, ma la nostra popolazione è arrovellata solo sulla questione del cambiamento climatico. C’è qualcosa di ancora più urgente e di questo nessuno parla. Nessuno parla del cambiamento epocale che viviamo in questa fase in cui l’ombrello democratico, che ci ha permesso di vivere in queste situazioni, si sta chiudendo. Non abbiamo strategie per il futuro e i nostri cittadini sono concentrati, alcuni cittadini, e vengono veicolati solo a pensare al cambiamento climatico.

Credo che purtroppo potremmo svegliarci nei prossimi anni, forse anche prima del 2050, prima del 2060, prima che l’aumento dell’isostasia dei mari aumenti ancora di più, ben prima dovremo fare i conti con qualcosa di molto più problematico. Questo lo sanno benissimo anche i colleghi della maggioranza, gran parte dei colleghi della maggioranza. Lo sa sicuramente la Giunta. Si rendono conto che c’è un tema geopolitico internazionale e come all’interno di questo si innesta anche il cambiamento climatico e le soluzioni che noi stiamo cercando di dare a questo cambiamento climatico.

Quindi, non saranno delle assemblee di cittadini in cui si racconta che il mondo sta finendo perché c’è un cambiamento climatico, cosa che l’uomo è sempre, peraltro, riuscito a fronteggiare, come dicevo all’inizio, anche migliorando il proprio stile di vita e facendo delle grandi innovazioni, cosa che peraltro stiamo, ripeto, facendo, perché la ricerca non è ferma, sta continuando ad andare avanti.

Non saranno queste associazioni, queste partecipazioni sul territorio, poi, a far cambiare l’orientamento politico, perché l’orientamento politico di una nazione deve per prima cosa tenere gli interessi stessi della nazione, quindi penso che nessun politico, nemmeno del Partito Democratico, possa pensare a una deindustrializzazione di questo Paese. Ma qualcuno invece, probabilmente all’interno dello schieramento del Centrosinistra, che per tenere tutti assieme si mettono insieme gli aziendalisti e i deflazionisti, gli antindustriali insieme a quelli che hanno ben capito che una Regione come la nostra, per esempio, o uno Stato come il nostro, per esempio, deve andare avanti e deve avere dei competitor molto agguerriti in fatto di energia, in fatto anche di risposte al cambiamento climatico. Dubito quindi che questo mondo comunque molto confuso, in cui ci sono anche idee millenaristiche che veramente a volte sono completamente contrarie a quella che è l’evidenza scientifica, geologica, geomorfologica del nostro territorio, che potremo leggere tranquillamente nel nostro territorio… Tra l’altro, spezzo una lancia a favore del Servizio geologico regionale, ci sono i bellissimi geositi, che vi invito a guardare, in cui potrete vedere il cambiamento climatico che c’è stato realmente, ma in maniera sicuramente molto superiore a quello che stiamo vivendo oggi rispetto al passato. Una questione, invece, voglio chiudere, sul perché c’è in una parte del mondo occidentale, una parte, perché, ripeto, gli Stati Uniti e il mondo anglofono stanno andando da un’altra parte, siamo noi europei che ci stiamo arrovellando con la nave che sta affondando, perché si punta tanto sulla transizione fatta in un certo modo, fatta in maniera ideologica? Fatta di associazioni, di partecipazioni, di tutto questo? Perché sono misure che non si autofinanziano, ma vengono finanziate. Ci sono finanziamenti enormi a tutte queste associazioni, c’è un giro di soldi enorme, perché la transizione ecologica fatta in un certo modo va finanziata, a meno che la si lasci fare alle aziende, agli Stati che hanno i loro interessi da portare avanti, che sono anche quelli di risparmiare energia, quindi la tecnologia va avanti, ma fatta in un certo modo è solo un finanziamento di progetti, di associazioni che non vanno da nessuna parte e che non portano da nessuna parte, né nel dibattito, né nella crescita del dibattito, né nella crescita scientifica dei cittadini che se volessero davvero approfondire il cambiamento climatico e approfondire le cause dei cambiamenti climatici, gli effetti, ci sono tranquillamente testi scientifici, e anche storici, che permettono di vedere come l’umanità, e ancora prima la natura in generale, si è opposta da sola ai cambiamenti climatici, facendo sicuramente dei salti tecnologici.

Basta studiare i libri di storia e scientifici, senza fare assemblee pubbliche in cui si racconta che la fine del mondo sta arrivando, in cui si spaventano le persone quando, ripeto, dovrebbero essere spaventate da ben altre questioni internazionali che si stanno muovendo sopra le nostre teste.

Lascio a voi, ai colleghi, di valutare quali siano gli interessi in questo momento nel nostro Paese.

Io so che sicuramente voi, almeno una parte della maggioranza, ne è ben conscia di questo.

Il voto immagino già sarà positivo, sicuramente negativo da parte della Lega, ma vedrete che poi alla fine la verità, o la verità dei fatti, verrà a galla.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Io non so il collega Occhi quali percorsi e quali assemblee cittadine ha visto. Io ho bene in mente l’assemblea sul clima di Bologna e non succede niente di tutto quello che il collega ha raccontato, perché sono assemblee gestite da esperti e sono gestite in maniera molto laica.

Questo è un aspetto fondamentale, perché poi non basta dire assemblea dei cittadini ma sono percorsi che devono essere gestiti correttamente in modo imparziale e senza esiti predeterminati. Questo è un aspetto fondamentale.

Io intervengo, così faccio anche già la dichiarazione di voto, per sostenere questa risoluzione.

Addirittura, essendo io Presidente della Commissione Statuto e Regolamento, quindi avendo anche la delega alla partecipazione, adesso non ho il tempo di buttare giù un emendamento, però lo lascio agli atti e lo dico a microfono contando nella disponibilità della maggioranza e della Giunta – poi avremo modo anche di confrontarci con l’assessore Calvano – di fare un passaggio anche in Commissione, magari illustrativo, prima di arrivare alla decisione definitiva. Eventualmente anche prevedendo un’audizione proprio di Extinction Rebellion che giustamente veniva citato come uno dei soggetti più attivi rispetto alla richiesta di questi percorsi partecipati. Io stessa sono andata a sostenerli, quando sono venuti qui in presidio, qui fuori dalla Assemblea legislativa, e quando hanno continuato a manifestare anche in centro a Bologna, cercando di far valere le proprie ragioni.

Quindi, penso sia opportuno a questo punto. Se c’è la volontà, come mi pare ci sia, di andare avanti in questo percorso e da parte dell’Assemblea legislativa e da parte della Giunta, allora troviamoci un momento anche in Commissione per condividere questi passaggi, dando la possibilità anche a chi chiede, e li richiede a gran voce, di poter venire in Commissione e in qualche modo poter illustrare ai consiglieri le proprie ragioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.

A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto. Dichiarazioni di voto congiunte su emendamento, emendamento proposto dalla consigliera Zamboni, e risoluzione.

Chi si iscrive a parlare in dichiarazione di voto? Consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente. Dichiarazione di voto ovviamente favorevole sia alla risoluzione che all’emendamento, volevo solo fare alcune osservazioni rispetto a quanto è stato detto dai consiglieri Occhi e Piccinini. Ovviamente non è certo la mia parte quella che sostiene la deindustrializzazione. Noi non siamo il partito della “decrescita felice” perché la decrescita, se non viene fatta come va fatta, diventa assolutamente infelice. Quindi, non è il tema della deindustrializzazione o il famoso ritorno alla candela, sempre queste iperboli che vengono usate per screditare chi ha un’altra idea dell’economia.

È appena stato pubblicato il report annuale della Fondazione Symbola che dimostra che le imprese, piccole, grandi e medie, che fanno investimenti per rinnovare le proprie tecnologie in senso ambientalmente sostenibile sono anche più forti economicamente e anche fanno più nuovi posti di lavoro. Quindi, la deindustrializzazione non c’entra niente. È un altro modo di produrre quello che noi chiediamo.

Si dice anche che le associazioni che sostengono i temi della transizione energetica e della transizione ecologica siano finanziate, ma in realtà i finanziati sono i fossili. Il nostro Ministero dell’ambiente ha valutato nel 2022 52 miliardi di sussidi a vario titolo, che vengono definiti ambientalmente dannosi; quindi, non credo che un’associazione ambientalista possa essere annoverata tra i soggetti ambientalmente dannosi.

Quanto alla consigliera Piccinini, benissimo, sarò ben felice se mi inviterà in Commissione, se mi farà intervenire. La risoluzione, peraltro, è depositata dal dicembre dell’anno scorso; quindi, ci sarebbe stato già tutto il tempo di valutarla, ma naturalmente da parte mia massima disponibilità, perché credo che questo percorso debba riguardare tutta l’Assemblea e vada affrontato senza pregiudizi. Stiamo parlando di metodologie che sono state adottate a livello europeo da Stati come la Francia e l’Austria, percorsi simili li ha fatti l’Irlanda; quindi, stiamo parlando non di metodologie così da basismo antiscientifico. Al contrario, parliamo di cose codificate, che vengono svolte rispettando dei criteri stabiliti.

Se ci sarà la possibilità, ovviamente io sono sempre interessata ad approfondire queste tematiche, perché ritengo che l’incrocio tra l’emergenza dei cambiamenti climatici e l’apertura a nuovi percorsi di coinvolgimento dei cittadini sia fondamentale, e lo si può fare naturalmente anche su altre tematiche.

Io ho proposto questa, ma è chiaro che questi sono strumenti utili per tastare il polso alla popolazione, non sono in contraddizione o in contrasto – qui rispondo nuovamente al consigliere Occhi – con Assemblee elettive, sono integrativi, considerato anche il fatto che oggi al momento elettorale si presentano percentuali sempre più un calo rispetto ai numeri gloriosi che si avevano in questa Regione e nelle nostre città, quindi la necessità di aprirsi a un ascolto diverso c’è e secondo me va colta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

In dichiarazione di voto, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Come avevo già preannunciato, il mio voto sarà favorevole.

Solo una specifica rispetto a una sollecitazione, rispetto a una mancata presa in carico come Commissione rispetto alle audizioni che dicevo da parte della sottoscritta, perché, effettivamente, questa risoluzione è da un anno che è iscritta all’ordine del giorno, ma non è un caso che viene approvata solo oggi. Non è che si può imputare alla sottoscritta la responsabilità di non aver audito soggetti. Bisogna guardare dentro la propria maggioranza, se proprio vogliamo dirla tutta.

Dopodiché, io ho fatto una proposta che pensavo essere semplice e in realtà c’è sempre qualcuno che deve rilanciare ogni volta.

Lo ribadisco, da parte mia c’è tutta… Era semplicemente un provare ad allargare la consapevolezza ed essere messi tutti al corrente di una scelta che finalmente viene fatta. Io condivido, però penso che vada anche condivisa e allargata la conoscenza anche ai consiglieri della Commissione competente.

Ribadisco la volontà di audire l’assessore, di chiamare in Commissione anche Extinction Rebellion, che sono coloro i quali hanno chiesto a più riprese e a più voci l’indizione di questo tipo di Assemblee.

Lo farò, visto che ho ricevuto anche questo tipo di sollecitazione da parte della collega Zamboni, già i primi di gennaio, visto che mi è stato detto che non l’ho fatto prima. Sono assolutamente disponibile a farlo alla prima occasione utile già a gennaio. Sarà mia premura contattare oggi stesso l’assessore Calvano e l’associazione stessa affinché vengano il prima possibile in Commissione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dichiarazioni di voto? Io non ho altri in dichiarazione di voto.

A questo punto, mettiamo in votazione l’emendamento n. 1, a firma Zamboni. 

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Mettiamo in votazione la risoluzione 6144, a firma Zamboni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 6144 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo alla risoluzione 7369 a firma Castaldini.

Ci è stato richiesto di spostare in fondo la risoluzione della consigliera.

Se non ci sono obiezioni, la mettiamo per ultima.

 

OGGETTO 7477

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere tutte le azioni possibili per salvaguardare i livelli occupazionali dell’Agenzia DIRE, sollecitando in tutte le sedi opportune l’editore a ritirare immediatamente i licenziamenti ed elaborando proposte di risoluzione della crisi aziendale. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Caliandro, Sabattini, Costi, Mori, Pillati, Gerace, Marchetti Francesca, Dalfiume, Mumolo, Bulbi, Rossi, Zamboni, Daffadà, Fabbri, Amico, Fabbri

(Discussione e e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo alla risoluzione 7477: Risoluzione che impegna la Giunta a porre in essere tutte le azioni possibili per salvaguardare i livelli occupazionali dell’Agenzia DIRE, sollecitando in tutte le sedi opportune l’editore a ritirare immediatamente i licenziamenti ed elaborare proposte di risoluzione della crisi aziendale. La risoluzione è a firma di vari consiglieri, prima firmataria la consigliera Zappaterra.

Ricordo anche che su questo documento insiste una proposta di emendamento, sempre a firma della consigliera Zappaterra.

Apriamo la discussione generale. Prego, consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Ho presentato un emendamento che sostituisce integralmente il testo perché ovviamente era necessario aggiungere le informazioni sulle quali siamo stati aggiornati in quest’ultimo mese di trattativa. Stiamo seguendo la vicenda della DIRE con grande apprensione, con molta ansia e con grande attenzione, come facciamo per tutte le crisi aziendali cercando di tutelare al meglio i lavoratori.

Come Assemblea ci siamo interessati al problema già con il sostegno unanime di quest’aula ad una risoluzione che abbiamo approvato il 24 gennaio, che impegnava la Giunta a farsi parte attiva nella vertenza tra la proprietà e i lavoratori con le loro rappresentanze sindacali e a rendersi disponibile anche a partecipare ai tavoli nazionali.

È notizia di pochi giorni fa, purtroppo, che tra l’editore dell’Agenzia DIRE e le rappresentanze dei lavoratori e delle lavoratrici non si giungerà ad un accordo in riferimento al blocco dell’iter del licenziamento collettivo avviato dall’editore a settembre scorso. L’ufficialità della notizia è arrivata il 13 dicembre dal ministero del lavoro e delle politiche sociali. Purtroppo, con quell’atto, con quella mancata firma, seppure ancora solo formalmente si chiude la vicenda mettendo l’editore nelle condizioni di attuare i licenziamenti collettivi di quindici lavoratori e lavoratrici.

La gravità della vicenda, e soprattutto l’aggravarsi, negli ultimi tre mesi, della crisi, era nota al Governo secondo quanto ammesso anche dallo stesso ministro, in risposta ad un question time presentato alla Camera ad inizio ottobre.

Presidente, siamo tutti estremamente preoccupati – lo voglio dire qui – e non ancora rassegnati a che davvero l’editore debba procedere ai licenziamenti.

Questa risoluzione, aggiornata con le notizie ad oggi, serve a mantenere alta l’attenzione sul tema, a mantenere quest’aula impegnata, così come la richiesta di impegnare la Giunta regionale a cercare ancora qualunque spiraglio utile ad evitare i licenziamenti collettivi e a porre in essere tutte le azioni possibili e rimaste percorribili per scongiurare quei licenziamenti, sollecitando tutte le parti in tutte le sedi opportune, sollecitando l’editore a ritirare immediatamente i licenziamenti e impegnando la Giunta e tutti i soggetti al tavolo ad elaborare proposte di risoluzione della crisi aziendale, facendosi parte attiva sia con la proprietà che con le rappresentanze dei lavoratori e delle lavoratrici, finalizzate ad evitare una situazione che oggi appare ancora inevitabile, ma speriamo possa comunque essere risolta diversamente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Altri in dibattito generale? Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Ovviamente io sono totalmente d’accordo con la risoluzione, anche come Europa Verde avevamo infatti espresso vicinanza ai giornalisti della Dire che hanno già affrontato enormi sacrifici, accettando per mesi e mesi di ridurre i propri compensi.

Oltretutto noi pensiamo che il licenziamento, al di là di togliere il posto di lavoro a 15 giornalisti, indebolisca la qualità del lavoro, perché è chiaro che, con 15 persone in meno disponibili, la qualità del lavoro, non per responsabilità di chi resta, non possa che essere intaccata, mentre la Dire svolge un ruolo fondamentale di informazione per noi tutti, è uno strumento assolutamente utile e professionale; quindi, un indebolimento danneggia anche la nostra attività.

Ovviamente, quindi, votiamo a favore della risoluzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Altri? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale. Chiedo se ci siano dichiarazioni di voto congiunte.

Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Molto brevemente. Sulla problematica relativa all’agenzia DIRE noi siamo già intervenuti dando ovviamente la nostra solidarietà a tutte le persone in difficoltà e cercando di invitare una soluzione più rapida possibile in tutte le sedi opportune.

L’unica cosa che noi vogliamo rimarcare in modo chiaro anche all’interno di questa Assemblea legislativa, per quanto riguarda la risoluzione della collega Zappaterra, siccome notiamo sempre il solito modo di autoincensarsi e dare colpe al Governo relativamente alla parte delle premesse, noi chiediamo la votazione per parti separate, quindi votando a parte il dispositivo, che voteremo a favore e ci asterremo invece sulle premesse.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Piccinini, prego. 

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Semplicemente per esprimere il mio voto favorevole rispetto alla risoluzione presentata dalla collega.

Qualsiasi atto che va nella direzione della tutela e della salvaguardia dei professionisti, che anche noi in questa Regione abbiamo avuto modo di conoscere, avranno il nostro voto positivo.

In questo senso voteremo favorevolmente la risoluzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dichiarazioni di voto?

Io non ho altre dichiarazioni di voto.

A questo punto mettiamo in votazione l’emendamento a firma Zappaterra diviso in due parti.

La prima parte dall’inizio fino a “crisi aziendale”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

La seconda parte “impegna la Giunta” fino a “lavoratrici”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

A questo punto resta preclusa la votazione della risoluzione con l’approvazione dell’emendamento.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

OGGETTO 6961

Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere l’estensione dell’esenzione del pagamento della tassa automobilistica (bollo auto) ai veicoli in dotazione alla Protezione Civile e al Soccorso Alpino dell’Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Delmonte, Rainieri, Marchetti Daniele, Bergamini, Facci, Catellani, Liverani, Bargi, Pompignoli, Pelloni, Stragliati, Occhi, Montevecchi, Rancan.

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Adesso passiamo alla risoluzione 6961: risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere l’estensione dell’esenzione del pagamento della tassa automobilistica (bollo auto) ai veicoli in dotazione alla Protezione civile e al Soccorso Alpino dell’Emilia-Romagna. La risoluzione è a firma dei consiglieri Delmonte, Rainieri, Marchetti Daniele, Bergamini, Facci, Catellani, Liverani, Bargi, Pompignoli, Pelloni, Stragliati, Occhi Montevecchi, Rancan.

È aperta la discussione generale.

Consigliere Delmonte, prego. 

 

DELMONTE: Grazie, presidente.

Solo per illustrare brevemente, perché la risoluzione è veramente molto, molto semplice. È chiaro anche, credo, il concetto che voglio esprimere. Dopo quello che è avvenuto, a maggior ragione, negli ultimi mesi in questa regione, è parso evidente a tutti il ruolo fondamentale che hanno la Protezione civile, quindi le varie associazioni di Protezione civile, e il Soccorso alpino, anche per le differenti occasioni più recenti.

Tutti siamo qui dentro spesso a valorizzarle, a incensarle giustamente, a dare atto dei grandi meriti che hanno. Lo stesso presidente Bonaccini l’ha fatto più volte. Poi, dall’altra parte, però, è una sorta di paradosso, a tutti i loro mezzi chiediamo di pagare il bollo auto, ai mezzi di soccorso che utilizzano per salvare le persone, il nostro ambiente e tutte le aree che vanno poi a coprire, le aree di intervento che vanno a coprire.

L’unica esenzione che oggi esiste in regione Emilia-Romagna per queste associazioni e per questi enti è quella che riguarda i mezzi di soccorso antincendio. Crediamo però… Soprattutto pensiamo alla Protezione civile, che è fatta di piccole associazioni territoriali, per cui anche il costo del bollo auto sui propri mezzi può diventare rilevante ai fini dei propri bilanci. Crediamo che possa avere senso prevedere l’esenzione per tutti i mezzi di soccorso di questi due enti.

Ho fatto una richiesta di accesso agli atti per capire anche di quanti numeri stavamo parlando. Al netto, ripeto, di tutte le esenzioni già in essere, parliamo di 54 mezzi in dotazione al SAER e 329 alla Protezione civile. Quindi, un totale di 383 mezzi. Più che una questione economica, crediamo sia in realtà una questione di principio e un messaggio che si vuole mandare alle persone che operano all’interno di queste situazioni e che le mantengono anche in piedi, perché poi, ripeto, i bilanci delle piccole singole sedi in realtà possono anche entrare in difficoltà per cifre molto piccole. Quindi, crediamo che possa essere un segnale di buonsenso di questa Assemblea andare a prevedere per tutti questi enti l’esenzione per tutti i propri mezzi di soccorso, dal bollo auto ovviamente. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Altri consiglieri chiedono di intervenire? Non vedo nessuna richiesta.

Consigliere Sabattini, prego.

 

SABATTINI: Sono ormai diventato l’esperto dei bolli auto. La risoluzione presentata dal collega va anche nella falsariga della discussione che abbiamo fatto prima.

Solo per sottolineatura, l’Emilia-Romagna è già intervenuta nel 2020, disponendo l’estensione dell’esenzione della tassa automobilistica prevista per tutti i veicoli interessati della Regione Emilia-Romagna, anche per i veicoli intestati all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale della Protezione civile, nonché per i veicoli utilizzati dai medesimi Enti in attività di Protezione civile.

Su questa risoluzione, tenendo conto del fatto che abbiamo approvato anche una risoluzione legata al bilancio previsionale che abbiamo discusso martedì, relativa al sostegno e all’attenzione per il tema del soccorso alpino, la scelta, nella falsariga di quella che ho provato prima a esporre, è quella di sottolineare l’attività meritoria e cercare di mettere in campo tutti gli strumenti di supporto a queste attività certamente fondamentali e meritorie.

La scelta che abbiamo fatto come Regione è quella di concentrarci non sul tema del bollo auto, ma su contributi a supporto sia per l’acquisto dei mezzi che all’interno del circuito complessivo della Protezione civile, cercando di assumere le esenzioni permanenti della tassa automobilistica previste dalla normativa nazionale.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Sabattini.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri in dibattito generale.

Chiedo se ci sono dichiarazioni di voto su questa risoluzione.

Consigliere Delmonte, prego. 

 

DELMONTE: Ovviamente, il nostro voto sarà favorevole.

Giusto per replicare a Sabattini, che dice che la Regione ha fatto delle scelte. Sì, è veramente una scelta, ed è un po’ lo stesso metodo che è stato adottato dagli infermieri post pandemia, pacca sulla spalla, i nostri eroi e poi pagate voi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri in dichiarazioni di voto?

Io non ho altri in dichiarazioni di voto.

A questo punto mettiamo in votazione la risoluzione 6961 a prima firma Delmonte.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinta.

(La risoluzione oggetto 6961 è respinta per alzata di mano)

 

OGGETTO 6984

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi affinché l’aggregazione e la centralizzazione delle committenze vengano attentamente monitorate, al fine di evitare un’eccessiva concentrazione del potere d’acquisto nonché di preservare la trasparenza, la concorrenza e la possibilità di accesso al mercato per le PMI. A firma del Consigliere: Mastacchi.

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora recuperiamo le due risoluzioni che avevamo prima spostato.

Partiamo dalla risoluzione 6984 a prima firma Mastacchi, Pelloni.

Risoluzione che impegna la Giunta ad attivarsi affinché l’aggregazione e la centralizzazione delle committenze vengano attentamente monitorate al fine di evitare un’eccessiva concentrazione del potere di acquisto, nonché di preservare la trasparenza, la concorrenza e la possibilità di accesso al mercato per le piccole e medie imprese.

Dibattito generale.

Prego, consigliere Pelloni.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Con questa risoluzione si chiede che, dopo la modifica del codice degli appalti, anche gli importi che possono coinvolgere le piccole e medie imprese quando vengono indette procedure senza gara, accorpando peraltro interventi palesemente eterogenei tra loro, assistiamo purtroppo a una distorsione patologica del sistema degli appalti.

Cioè, sia la Città metropolitana per la manutenzione di strade e ponti ciclabili, che la Protezione civile per lavori finalizzati alla sicurezza territoriale, hanno proceduto con maxi appalti e hanno così di fatto evitato gare che avrebbero consentito un coinvolgimento aperto e concorrenziale degli operatori economici.

La procedura, con un unico operatore economico, pur disciplinata, finisce per premiare i grandi gruppi industriali, o comunque le grosse concentrazioni imprenditoriali, con l’inevitabile conseguenza di favorire aggregazioni naturali e improvvisate nella ricerca esasperata di dimostrare i requisiti di carattere economico, non certo alla portata di imprese che, seppur altamente qualificate e specializzate, sono limitate nelle dimensioni finanziarie.

Fondamentale per il nostro tessuto economico è tutelare le piccole e medie imprese del territorio sulle quali non si può scaricare il costo della competizione, che di fatto genera un ulteriore aumento di divari sociali o, in alcuni casi, di fallimento delle piccole aziende altamente qualificate e specializzate.

La suddivisione in lotti degli acquisti pubblici chiaramente facilita l’accesso delle piccole e medie imprese, sia quantitativamente – la dimensione dei lotti può meglio corrispondere alla capacità produttiva delle PMI – che qualitativamente – il contenuto dei lotti può corrispondere più da vicino al settore di specializzazione delle PMI.

Dividere i contratti in lotti, dunque aprire la strada alla partecipazione delle PMI amplia la competizione, che è benefica per le stazioni appaltanti. Quindi, si chiede un impegno, per quello che è di competenza, al presidente e alla Giunta regionale di attivarsi affinché l’aggregazione e centralizzazione della committenza vengano attentamente monitorate, al fine di evitare un’eccessiva concentrazione di potere d’acquisto nonché preservare la trasparenza e la concorrenza e la possibilità di accesso al mercato delle piccole e medie imprese. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni. Altri in dibattito generale?

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Emendamento. È stato depositato ora un emendamento. Consigliere Caliandro, prego.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente. Per ragioni di velocità, stante l’accordo intercorso tra maggioranza e minoranza, l’illustrazione dell’emendamento è semplice. Chiediamo l’abrogazione della parola “patologica” nel secondo capoverso della risoluzione e comunichiamo che voteremo contro tutto l’evidenziato. Per il resto, la discussione sui maxiappalti e la gestione, per cui bisognerebbe attribuire competenze anche in regime di subappalto, rientra nell’ambito di un provvedimento legislativo nazionale. Non è di grande interesse, se non ridondante per quello che dice. Non è portatore di nessuna novità.

Quindi, la risoluzione, pur essendo di semplice fattura, non aggiunge e non toglie, dicono a Napoli. Non cambia molto. Usa un lessico certe volte un po’ sfrontato, ma, ahimè, è classico di chi vuole farsi notare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Caliandro.

Altri in dibattito generale? In attesa, a breve distribuiamo l’emendamento, chiedo se qualcun altro vuole intervenire.

È stato depositato un emendamento a firma Caliandro, che adesso stiamo depositando.

Consigliera Zappaterra.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

In attesa che distribuiscano le fotocopie per assolvere al dovere di forma, considerato che comunque votiamo la risoluzione, se siamo tutti d’accordo, per noi possiamo procedere al voto, tanto l’emendamento è solo per togliere una parola.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene.

Chiediamo se qualcuno vuole intervenire sull’emendamento o in dichiarazioni di voto. Il consigliere Caliandro chiedeva prima... prego, consigliere.

 

CALIANDRO: È solo una questione di forma, quindi chiediamo che si voti l’emendamento per parti separate, la parte del "premesso che" in un primo blocco di votazione, così come emendata, l’evidenziato, e poi successivamente dal "considerato" alla fine si può votare in un unico blocco.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: D'accordo con quanto proposto, chiaramente voteremo invece per parti separate favorevole a tutto, d’accordo con l’emendamento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Benissimo.

Altri in dichiarazioni di voto?

Votiamo adesso l’emendamento e poi per parti separate la risoluzione. Abbiamo preso nota di quanto richiesto dal consigliere Caliandro e adesso procediamo.

Mettiamo in votazione l’emendamento 1, a firma Caliandro.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Ora mettiamo in votazione la prima parte della risoluzione a firma Mastacchi, Pelloni. La parte che arriva fino a “sistema degli appalti” così come emendata.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

(La prima parte della risoluzione oggetto 6984 è approvata per alzata di mano all’unanimità dei votanti)

 

Poi siamo alla seconda parte, “evidenziato che”, fino a “operatori economici”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinta.

(La seconda parte della risoluzione oggetto 6984 è respinta per alzata di mano)

 

Passiamo alla terza e ultima parte, da “considerato che” fino a “per le piccole e medie imprese”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La terza parte della risoluzione oggetto 6984 è approvata per alzata di mano all’unanimità dei votanti)

 

OGGETTO 7369

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a ritirare in via cautelativa la Delibera 1407 del 07/08/2023. A firma della Consigliera: Castaldini.

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto siamo arrivati all’ultima risoluzione: risoluzione che impegna la Giunta regionale a ritirare in via cautelativa la delibera 1407 del 7 agosto 2023, a firma della consigliera Castaldini.

Prego, consigliera.

 

CASTALDINI: Eccoci. So che avete una certa premura, ma è perché volevo fare io gli auguri di Natale.

Desidero in un certo senso esporre questa risoluzione perché risale ad agosto. Mentre molti erano in vacanza la Giunta ha approvato una delibera, la delibera regionale 1407, dal titolo: precisazioni in ordine ai compiti e ai contenuti della relazione istruttoria ARPAE nell’ambito delle istruttorie di ValSAT di Piani urbanistici.

Per qualche settimana tutto è rimasto silente, finché ho fatto emergere una contraddizione contenuta in quella delibera.

Regione Emilia-Romagna, dopo essere riuscita di fatto ad approvare una legge, la legge regionale 24/2017 per rendere il consumo del suolo limitato, anche se molte volte gli effetti non sono così visibili, e questa norma sia stata varata sette anni fa, gli effetti si stanno registrando solo in questi ultimi mesi, proprio perché adesso vengono presentate le valutazioni di sostenibilità ambientale e territoriale, ValSAT appunto, sui Piani e sui programmi di competenza della Regione, della Città metropolitana di Bologna e dei soggetti da area vasta, dei Comuni e delle loro Unioni.

ValSAT è un procedimento che accompagna l’elaborazione del Piano programma, divenendone quindi parte integrante e complementare. Ci sono vari obiettivi. C’è contribuire al perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, considerare e valutare le ragionevoli alternative che possano adottarsi in virtù degli obiettivi e assicurare il monitoraggio.

Sono motivi molto importanti, che affondano le radici nella norma nazionale quadro del 2006. Le autorità competenti per la valutazione ambientale devono esprimere il parere motivato di cui all’articolo 15, comma 1 del decreto legislativo n. 152/2006, acquisendo il parere di ARPAE relativo unicamente alla sostenibilità ambientale delle previsioni dello strumento urbanistico, dando specifica evidenza alla valutazione di sostenibilità ambientale territoriale e alle motivazioni per le quali l’autorità si è eventualmente discostata dal parere di ARPAE.

È evidente a tutti che questa delibera ha come unico obiettivo l’esclusione del parere di ARPAE in questi procedimenti. Con questa azione la Giunta invita gli enti ad avvalersi di privati, che esprimono pareri in materie, soprattutto oggi, delicatissime. L’alluvione di quest’anno ci ha messo di fronte, con tutta la sua drammaticità, a quanto una pianificazione territoriale errata può provocare danni enormi per chi edifica nel posto sbagliato o per un’intera comunità.

Non è un voler appesantire, in questo caso, la macchina amministrativa di scartoffie né l’intenzione è impedire il giusto sviluppo della città, ma uno sviluppo giusto non può mettere a rischio un’intera comunità. Questa è una preoccupazione condivisa da più parti, sia da più parti politiche che da tecnici, associazioni, esponenti della stessa ARPAE. Io ho fatto un’interrogazione, vado avanti velocemente. Non dico che le cose prima di agosto chiaramente fossero perfette, ma sottolineo che abbiamo bisogno di approfondire la questione ascoltando tutti gli attori in campo.

Chiedo, quindi, che si è ritirata in via cautelativa la delibera n. 407 e che sia l’Assemblea a modificare o a chiarire la norma con una propria legge, con una propria delibera o mandato specifico alla Giunta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.

Consigliere Paruolo, prego.

 

PARUOLO: Grazie, presidente. Preciso anzitutto che intervengo a titolo personale e non in rappresentanza del Gruppo del Partito Democratico. Su questa specifica vicenda io ho già avuto modo di segnalare, dapprima in riunioni personali e poi, dopo, in diverse occasioni, anche pubblicamente, la mia perplessità rispetto alla delibera che la consigliera Castaldini adesso ha richiamato.

Avevo chiesto anche alla Giunta che ci fosse la disponibilità a chiarire il provvedimento, modificandolo in modo tale da togliere quei dubbi che sono ancora diffusi fra gli addetti ai lavori e le persone più capaci di conoscere questo tipo di materia. Io non sono nelle condizioni di dire che sia sicuramente sbagliata l’interpretazione che ha dato la Giunta, ma non sono neanche così sicuro che sia giusta. Questo è il motivo per cui non mi sento di votare a favore della delibera della consigliera Castaldini, perché nella delibera c’è scritto che modifica effettivamente la legge, mentre la Giunta sostiene che non modifica la legge. Io auspicherei una revisione e credo che sarebbe opportuno raccogliere l’invito a venire in Assemblea legislativa e fare un confronto per modificare la norma nel modo migliore.

Avendo questa posizione personale, avendola già significata sia al presidente che alla Giunta in diverse occasioni, avendo chiesto che ci fosse quindi una considerazione di questo disagio, che non è solo collocato all’opposizione, ma riguarda anche tante persone che fanno parte del nostro schieramento, io mi asterrò nello specifico su questo provvedimento.

Voglio però mettere a verbale che l’invito che ribadisco alla Giunta è quello di effettuare un chiarimento, non spiegando che il provvedimento votato in agosto è perfetto, ma chiarendo all’interno del provvedimento le questioni che sono rimaste ancora dubbie e quindi facendo effettivamente una modifica di questa delibera.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Paruolo.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.

A questo punto, dichiarazioni di voto. Se qualcuno vuole intervenire in dichiarazione di voto... consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Potrei aprire un fronte, grazie, presidente, nel senso che, secondo me, la questione è particolarmente complessa e andrebbe discussa in maniera molto più approfondita rispetto ad una risoluzione che oggi andiamo ad approvare.

È chiaro che la delibera di Giunta ci viene calata un po’ dall’alto con questa decisione che viene fatta dalla Giunta. Un percorso diverso, a mio modo di vedere, credo che possa essere gradito alla Giunta in ragione del fatto che oggi vedo anche perplessità a Sinistra su questa delibera, ma la Sinistra, a parte Paruolo, non si è espressa su questo tema.

Portarla ad esempio in Commissione - chiedo alla consigliera Castaldini - ovviamente se c’è l’intenzione da parte della maggioranza di discutere questa vicenda, perché se non ci fosse disponibilità neanche ad una discussione, è opportuno probabilmente andare al voto, ma chiedo alla maggioranza più che altro se su questo tema abbia voglia di approfondire oppure no, perché diversamente dovremmo decidere oggi cosa fare.

Adesso sono già le 12.30, mezzogiorno e mezza, e quindi velocemente quali siano gli interessi della maggioranza rispetto a questa delibera.

Chiaramente credo si sia vista un po’ calata dalla Giunta in maniera, soprattutto in pieno agosto, improvvisa. Già questo è il sospetto che è un qualcosa che probabilmente non voleva neanche che qualcuno la volesse prendere in esame, in considerazione, o che non volesse neanche essere vista e discussa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego. 

 

PICCININI: Grazie, presidente. Questo è un tema che come Movimento 5 Stelle ho già affrontato anche all’interno di un question time.

Intervengo solo per alcune precisazioni. Intanto, chi c’era sa benissimo che questo argomento si è già affrontato in Commissione, collega Pompignoli, ne abbiamo parlato con l’assessora presente. Poi le risposte possono piacere o meno, ma in Commissione ne abbiamo parlato. Lo dico per chi non c’era e forse si è perso questo passaggio.

Io sono una di quelle che era presente e che non è rimasta soddisfatta dalle risposte dell’assessora Priolo e continuo a chiedere che quella delibera venga annullata.

Anche se una mezza marcia indietro c’è stata. Perché, per esempio, per quanto riguarda l’aspetto della convenzione a pagamento, su questo si è effettivamente fatto marcia indietro ma io ritengo che non sia sufficiente.

Però non si può dire che l’assessora non sia venuta a confrontarsi, almeno in quell’occasione. Poi io sono una di quelle che l’ha criticata anche sul bilancio perché in Commissione non c’era, in aula non c’era, però su questo aspetto devo riconoscere il fatto che comunque un confronto c’è sicuramente stato.

Poi, torno a dire, io non sono soddisfatta, però sicuramente se n’è parlato. Se n’è parlato soprattutto perché c’è stata una sollevazione da parte di più soggetti della società civile, la dico così, che hanno sollevato il problema a livello pubblico. Questo ha aiutato il dibattito ad essere affrontato anche in questa sede.

Dopodiché, rispetto alle considerazioni della collega Castaldini c’è qualche differenza interpretativa rispetto a questa delibera, però l’esito alla fine è quello, cioè la richiesta è quella di dire: ritirate quella delibera.

Apprezzo, e ne approfitto, così chiudiamo in bellezza questa seduta, anche le parole del collega Paruolo che in questo caso si è assunto la responsabilità delle proprie opinioni.

Noto che per quanto riguarda i cosiddetti ambientalisti della maggioranza, le vacanze di Natale sono iniziate in anticipo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Pompignoli, lei ha parlato per dichiarazione di voto.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): La parola al consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Se mi date la parola, ecco. Non ho parlato per dichiarazione di voto. Prima che lei chiudesse la discussione…

 

PRESIDENTE (Petitti): No, eravamo in dichiarazione di voto. Eravamo in dichiarazione di voto.

 

POMPIGNOLI: A prescindere da quello lì…

 

(interruzioni)

 

PRESIDENTE (Petitti): No, un attimo, calma.

 

POMPIGNOLI: Mi ha richiamato…

 

PRESIDENTE (Petitti): Ci dica per cosa chiede la parola.

 

POMPIGNOLI: Mi ha nominato la consigliera Piccinini, quindi per fatto personale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Ma per cosa?

 

POMPIGNOLI: Mi ha citato la consigliera Piccinini, dicendomi che non ero in Commissione. O sull’ordine dei lavori, come ritiene più opportuno lei.

 

PRESIDENTE (Petitti): No, però, possiamo…

 

POMPIGNOLI: Ogni volta che io chiedo o faccio una domanda alla maggioranza, interviene la Piccinini. Quindi, è in maggioranza la Piccinini? Volevo capire questo. Non riesco a comprendere questa roba qui. In ogni caso, la stessa consigliera ha detto che non ha compreso le motivazioni che in Commissione sono state date dall’assessore a una risposta di un’interrogazione. Quindi, non c’è stata discussione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Va bene. Non è un fatto personale questo, però, consigliere Pompignoli. Non è fatto personale questo e lei lo sa benissimo.

 

POMPIGNOLI: Lo so che non è fatto personale, ma è sull’ordine dei lavori.

 

PRESIDENTE (Petitti): Non è neanche l’ordine dei lavori. Lei ha più esperienza di me dell’aula, quindi sa benissimo che… Va bene, va bene.

 

POMPIGNOLI: In ogni caso chiedo ovviamente che la maggioranza… 

 

PRESIDENTE (Petitti): È chiaro. Adesso si esprimerà. Grazie mille.

A questo punto, altri vogliono intervenire? Altrimenti mettiamo in votazione la risoluzione. Io non ho altre richieste di intervento in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione la risoluzione a firma Castaldini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinta.

(La risoluzione oggetto 7369 è respinta per alzata di mano)

 

A questo punto, abbiamo esaurito l’ordine del giorno e quindi la sessione di questa tornata assembleare.

Io con l’occasione rivolgo a voi e ai vostri cari un augurio sentito di buone feste.

Ricordo anche che alle ore 13,00, quindi siete tutti invitati, c’è un saluto ai dipendenti, uno scambio di auguri con i dipendenti dell’Assemblea della Regione insieme al presidente Bonaccini. Quindi, ci vediamo tra pochi minuti in Sala Fanti per scambiarci nuovamente gli auguri.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 12,40

 

ALLEGATO

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI; Andrea COSTA, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE; Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Lia MONTALTI; Matteo MONTEVECCHI; Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO; Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

gli assessori Vincenzo COLLA; Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Igor TARUFFI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessora Paola SALOMONI e i consiglieri Palma COSTI, Luca CUOGHI.

 

Emendamenti

OGGETTO 6144

Risoluzione per impegnare la Giunta a valutare l'attivazione di un'Assemblea regionale dei cittadini sul clima, al fine di coinvolgere le persone nell'elaborazione e definizione delle politiche e delle misure sia sui temi del contrasto e dell'adattamento al cambiamento climatico, sia più in generale sulla transizione ecologica. A firma della Consigliera: Zamboni

 

Emendamento 1 a firma della consigliera Zamboni

«L'impegno della risoluzione è così sostituito:

A valutare l'attivazione, sul tema della transizione ecologica e del contrasto al cambiamento climatico, di un processo partecipativo deliberativo di cui fanno parte, ad esempio, metodi quali assemblea dei cittadini, giuria dei cittadini, e Citizen's Panel, sul modello già sperimentato dall'Unione Europea, al fine di coinvolgere le persone nell'elaborazione e definizione delle politiche e delle misure sia sui temi del contrasto e dell'adattamento al cambiamento climatico, sia più in generale sulla transizione ecologica, prevedendo strumenti e risorse per la gestione del processo, dalla selezione dei soggetti partecipanti affinché siano rappresentativi della popolazione regionale fino all'individuazione di soggetti terzi indipendenti che devono coordinarla.»

(Approvato)

 

OGGETTO 7477

Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere tutte le azioni possibili per salvaguardare i livelli occupazionali dell'Agenzia DIRE, sollecitando in tutte le sedi opportune l'editore a ritirare immediatamente i licenziamenti ed elaborando proposte di risoluzione della crisi aziendale. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Rontini, Caliandro, Sabattini, Costi, Mori, Pillati, Gerace, Marchetti Francesca, Dalfiume, Mumolo, Bulbi, Rossi, Zamboni, Daffadà, Fabbri, Amico, Paruolo

 

Emendamento 1 a firma della consigliera Zappaterra

Il testo della risoluzione è integralmente sostituito dal seguente:

 

Premesso che

 

-          è notizia di pochi giorni fa che tra l'Editore dell'Agenzia Dire e le rappresentanze dei lavoratori e delle lavoratrici non si giungerà ad un accordo in riferimento al blocco dell'iter di licenziamento collettivo avviato dall'Editore nel settembre di quest'anno;

-          l’ufficialità della notizia giunge a fronte della firma del verbale di mancato accordo tra le parti siglato a Roma il 13 dicembre presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.   Tale atto chiude, seppur formalmente, la vicenda mettendo l'Editore nelle condizioni di attuare i licenziamenti di 15 lavoratori e lavoratrici;

-          la gravità della vicenda, ma soprattutto l'aggravarsi negli ultimi tre mesi della crisi, era ben nota al Governo secondo quanto ammesso dallo stesso Ministro in riposta ad un Question Time presentato in IX Commissione alla Camera ad inizio ottobre;

-          l’annuncio dei licenziamenti era stato dato a settembre ovvero ad una settimana esatta dopo la fine del contratto di solidarietà, durato quasi due anni e accettato dai giornalisti per la salvaguardia dei livelli occupazionali, nonostante il sacrificio economico connesso, sacrificio reso ancora più importante da pagamenti a singhiozzo degli stipendi, liquidati nell'ultimo anno quasi sempre in due soluzioni;

-          già dal 2021, in occasione del cambio di proprietà, il nuovo editore denunciava le gravi difficoltà dell'Agenzia per il prosieguo delle attività a causa di un deficit finanziario importante, derivante anche dalla perdita di numerose commesse, soprattutto pubbliche, che hanno fatto registrare un consistente calo di fatturato: si parlava del 30% in meno rispetto allo storico, derivante soprattutto dalle vicende giudiziarie che hanno interessato la precedente proprietà;

-          la notizia dei licenziamenti è resa ancora di più inaccettabile da fatto che proprio nei prossimi mesi l'Agenzia, con i nuovi bandi 2024 a supporto dell'Editoria di rilievo nazionale, incasserà i fondi previsti dalla riforma delle agenzie di stampa: sul punto già diversi Parlamentari, soprattutto dell'opposizione, hanno denunciato l'illogicità della cosa e dichiarato che presenteranno interrogazioni in aula al Ministro affinchè si esprima sull'opportunità o meno di concedere contributi pubblici a chi licenzia.

 

Evidenziato che

 

-          anche codesta Assemblea Legislativa, interessandosi al problema, approvò con il sostegno della maggioranza e delle opposizioni, nella seduta d'aula del 24 gennaio 2023, una risoluzione con la quale impegnava la Giunta Regionale a farsi parte attiva per la risoluzione della vertenza tra la proprietà ed i lavoratori con le loro rappresentanze sindacali, nonché a rendersi disponibile a partecipare ad eventuali tavoli nazionali;

-          in esito a tale risoluzione, l’Assessore Colla ha scritto al Sottosegretario di Stato con delega all'informazione e all'editoria, On. Alberto Barachini, per chiedere un intervento del Governo volto a raggiungere una soluzione condivisa che garantisse i livelli occupazionali, il recupero degli stipendi arretrati e un sostenibile piano di rilancio aziendale.

 

Sottolineato che

 

-          l’Agenzia Dire è una delle realtà più conosciute nel settore del lancio delle notizie e della comunicazione, che può contare su 33 notiziari quotidiani d'informazione, di cui 13 nazionali e 20 regionali, attivi 7 giorni su 7, con una produzione media di oltre 2.000 lanci multimediali al giorno; nonché su 6 newsletters, 7 tra TG e TG tematici;

-          la professionalità e la competenza di questi lavoratori e queste lavoratrici sono da anni testimoniate dalle gare pubbliche vinte e dalle numerose commesse pubbliche eseguite, nonché dal contratto in essere con la Regione, sulla base del quale la DIRE offre al nostro Ente servizi in materia di notiziari generali, tematici e di produzione multimediale;

-          la Regione ha sempre valorizzato, incentivato e protetto il lavoro di qualità e stabile tanto da farne menzione anche nel "Patto per il Lavoro e per il Clima" con il quale si prevede l'impegno per tutti i firmatari aderenti a salvaguardare i posti di lavoro tramite azioni condivise, soprattutto nei periodi emergenziali, basandosi anche sulla collaborazione reciproca per gestire situazioni di crisi aziendale.

 

Tutto ciò premesso e considerato,

 

impegna la Giunta Regionale

 

ad individuare e cercare di porre in essere tutte le azioni rimaste ancora percorribili per scongiurare il licenziamento collettivo, sollecitando in tutte le sedi opportune l'editore a ritirare immediatamente i licenziamenti ed elaborando proposte di risoluzione della crisi aziendale facendosi parte attiva sia con la proprietà che con le rappresentanze dei lavoratori e lavoratrici.

(Approvato)

 

OGGETTO 6984

Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi affinché l'aggregazione e la centralizzazione delle committenze vengano attentamente monitorate, al fine di evitare un'eccessiva concentrazione del potere d'acquisto nonché di preservare la trasparenza, la concorrenza e la possibilità di accesso al mercato per le PMI. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

 

Emendamento 1 a firma del consigliere Caliandro

«Nel premesso che la parola "patologica" è soppressa.

Il paragrafo "evidenziato che" è soppresso.»

(Approvato)

 

Ordini del giorno “Non passaggio all’esame degli articoli”

 

Ordine del giorno 3417/1 per il non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Bargi e altri recante: "Introduzione e definizione dei criteri applicativi del Fattore Famiglia emiliano-romagnolo". A firma della consigliera Pillati

 

«L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

 

Visto il progetto di legge di cui all’oggetto;

 

Su richiesta, formulata in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi assembleari in data 23 novembre 2023, ai sensi dell'art. 32, comma 3, del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa, che così recita:

“Trascorsi centottanta giorni dalla nomina del relatore senza che la Commissione assembleare competente abbia esaurito l'esame in sede referente di un progetto di legge, questo può essere portato all'esame dell'Assemblea nel testo pubblicato sul Supplemento del Bollettino Ufficiale, su richiesta del relatore o di tanti commissari che rappresentano almeno un quinto dei voti assegnati. Il relatore può svolgere una propria relazione in Assemblea."

 

Ai sensi dell'art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all'esame degli articoli.»

(Approvato)

 

Ordine del giorno 7514/1 per il non passaggio all’esame degli articoli del progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Bargi e altri recante: "Rimborso della tassa automobilistica per perdita di possesso del veicolo dovuto a furto, rottamazione o esportazione all'estero". Modifiche alla legge regionale 21 dicembre 2012, n. 15 (Norme in materia di tributi regionali). A firma del Consigliere Sabattini

 

«L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

 

Visto il progetto di legge di cui all'oggetto.

 

Considerato il parere contrario espresso in sede referente dalla Commissione assembleare "Bilancio, Affari generali ed istituzionali".

 

Ritenuto di condividere le argomentazioni che hanno portato al parere contrario della Commissione assembleare.

 

Ai sensi dell'art. 92 del Regolamento

 

delibera

 

il non passaggio all'esame degli articoli.»

 

(Approvato)

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Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

7775 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure specifiche da adottare per ridurre ulteriormente i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie in cui si registrano maggiori ritardi, come evidenziato nei casi di visite oculistiche nella provincia di Parma. A firma del Consigliere: Gerace

 

7776 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla possibile collocazione di un secondo rigassificatore nel porto di Ravenna, segnalata da notizie di stampa. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7777 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se i dati sensibili presenti nei sistemi informatici delle Ausl regionali, tra cui quelli trafugati durante l'attacco hacker alle Ausl di Modena, siano criptati, ovvero "particolarmente protetti", perché resi incomprensibili e decodificabili solo con apposito software. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7779 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda ottenere una sentenza di merito sulla sospensione di alcune parti del calendario venatorio dell'Emilia-Romagna per la stagione 2023/24, al fine di scongiurare future impugnazioni.              A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Delmonte, Bargi, Rainieri, Rancan, Occhi, Marchetti Daniele, Liverani, Montevecchi

 

7780 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure da adottare per garantire un adeguato finanziamento al tratto Parma-Vicofertile della linea ferroviaria Parma-La Spezia e un tempestivo completamento del progetto della nuova Pontremolese, alla luce della sua importanza nel trasporto merci e del suo impatto sull'economia regionale. A firma del Consigliere: Daffadà

 

7781 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa al consumo di suolo in Emilia-Romagna, alla luce del rapporto della Commissione tecnico-scientifica sugli eventi meteorologici estremi del mese di maggio 2023. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7782 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle azioni di sostegno della Regione Emilia-Romagna ai cittadini i cui dati sensibili siano stati sottratti dai sistemi informatici delle aziende regionali. A firma della Consigliera: Castaldini

 

7783 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa i provvedimenti necessari a risolvere le criticità rilevate all'interno dell'istituto penale minorile di Bologna "Pietro Siciliani", con particolare riguardo all'incremento di organico della polizia penitenziaria e degli educatori e al miglioramento dei servizi sanitari, a partire dal ripristino di una poltrona odontoiatrica nell'infermeria dell'istituto. A firma dei Consiglieri: Amico, Pillati

 

7784 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla notizia di alcuni cambi di responsabilità all'interno della Struttura Commissariale per la ricostruzione post alluvione in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Rontini

 

7785 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se, alla luce del Rapporto della Commissione tecnico-scientifica sugli eventi meteorologici dello scorso maggio, la Giunta ritenga opportuno avvalersi delle competenze professionali degli esperti del CIRF per la pianificazione, nell'ambito della ricostruzione post alluvione, degli interventi di tutela della qualità e della sicurezza idraulica degli ecosistemi fluviali dell'intero reticolo idrografico regionale. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7823 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno sollecitare il Governo affinché venga emanato il DPCM istitutivo della Zona Logistica Semplificata (ZLS), così come presentata dalla Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri

 

7824 -  Interrogazione a risposta scritta sulle prestazioni sanitarie svolte presso i Centri assistenza e urgenza (CAU). A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

 

7828 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia attualmente la situazione relativa al finanziamento per il 2024 degli incarichi a psicologi specialisti, con particolare riguardo all'AUSL di Ferrara. A firma del Consigliere: Bergamini

 

INTERPELLANZA

 

7778 -  Interpellanza relativa alla continuità nell'erogazione dei servizi informatici forniti ai cittadini da parte di Lepida. A firma della Consigliera: Castaldini

 

RISOLUZIONE

 

7827 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo e il Parlamento a rivedere la definizione dell'ISEE e in particolare a modificare le scale di equivalenza per dare maggior peso ai carichi delle famiglie con figli e con particolari situazioni di fragilità. A firma dei Consiglieri: Pillati, Soncini, Maletti, Paruolo, Costi, Zappaterra, Dalfiume, Amico, Pigoni, Bondavalli, Zamboni

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. prot. NP/2023/779 del 21 Dicembre 2023

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Petitti - Zamboni

Bergamini – Montalti

 

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