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SEDUTA DI MARTEDÌ 30 GENNAIO 2024

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7928

Nomina, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lett. d) e comma 1 bis della legge regionale 13 novembre 2001, n. 35, dei due membri del Consiglio di Indirizzo della fondazione Scuola di Pace di Monte Sole. (151)

(Nominati i consiglieri Francesca Marchetti e Marco Mastacchi)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

RANCAN (Lega)

MONTALTI, consigliera segretaria UP

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7675

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030)". (152)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

COSTA, relatore della Commissione

OCCHI, relatore di minoranza

TAGLIAFERRI (FdI)

DALFIUME (PD)

PICCININI (M5S)

MASTACCHI (RCPER)

ZAMBONI (EV)

EVANGELISTI (FdI)

RAINIERI (Lega)

BONDAVALLI (BP)

MARCHETTI Daniele (Lega)

CUOGHI (FdI)

PIGONI (IV)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazione prescritta dall’art.68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 09,52

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 251 del giorno 30 gennaio 2024.

Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 16 gennaio 2024.

Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno il presidente della Giunta Bonaccini assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza la consigliera Mori e l’assessora Lori.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno, sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

OGGETTO 7928

Nomina, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lett. d) e comma 1 bis della legge regionale 13 novembre 2001, n. 35, dei due membri del Consiglio di Indirizzo della fondazione Scuola di Pace di Monte Sole.

(151)

(Nominati i consiglieri Francesca Marchetti e Marco Mastacchi)

 

PRESIDENTE (Petitti): Partiamo con l’oggetto 7928: nomina ai sensi dell’articolo 2, comma 1 e comma 1 bis della legge regionale 13 novembre 2001, n. 35, dei due membri del Consiglio di indirizzo della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole.

I due componenti del Consiglio di indirizzo sono nominati dall’Assemblea legislativa fra i componenti della stessa Assemblea. La votazione segreta, a mezzo schede con voto limitato ad un solo nome.

Partiamo pertanto con la discussione generale. Chi si iscrive a parlare? Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Buongiorno, presidente.

Innanzitutto, per ringraziare i colleghi che si sono impegnati sulla scuola di Monte Sole in questi anni, il collega Stefano Caliandro e la collega Silvia Piccinini.

Per il prossimo mandato noi proponiamo il nome della collega Francesca Marchetti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri? Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente.

Mi permetto di parlare anche a nome degli altri Gruppi di minoranza, proponiamo il nome del collega Marco Mastacchi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri?

In dichiarazioni di voto? Non ho altri iscritti a parlare.

A questo punto nominiamo gli scrutatori: consigliera Maletti, consigliere Daffadà, consigliera Catellani. Li invito a prendere posto qui al tavolo degli scrutatori, perché votiamo con voto segreto.

Quindi, consiglieri Maletti, Daffadà e Catellani.

Chiedo alla consigliera Lia Montalti di venire a prendere posto qui accanto a me.

Ricordo che per la votazione a scrutinio segreto verranno chiamati tutti i consiglieri con doppia chiamata.

Prego, consigliera Montalti.

 

(La consigliera-segretaria Montalti procede all’appello nominale dei consiglieri per l’inserimento della scheda nell’urna)

 

MONTALTI, consigliera-segretaria UP: Amico Federico (presente); Bargi Stefano (presente); Bergamini Fabio (presente); Bonaccini Stefano; Bondavalli Stefania (presente); Bulbi Massimo (presente); Caliandro Stefano (presente); Castaldini Valentina; Catellani Maura (presente); Costa Andrea (presente); Costi Palma (presente); Cuoghi Luca (presente); Daffadà Matteo (presente); Dalfiume Mirella (presente); Delmonte Gabriele; Evangelisti Marta (presente); Fabbri Marco (presente); Facci Michele; Felicori Mauro; Gerace Pasquale; Gibertoni Giulia; Liverani Andrea; Maletti Francesca (presente); Marchetti Daniele (presente); Marchetti Francesca (presente); Mastacchi Marco (presente); Molinari Gian Luigi; Montalti Lia (presente); Montevecchi Matteo; Mori Roberta; Mumolo Antonio (presente); Occhi Emiliano (presente); Paruolo Giuseppe (presente); Pelloni Simone; Petitti Emma (presente); Piccinini Silvia; Pigoni Giulia (presente); Pillati Marilena (presente); Pompignoli Massimiliano; Rainieri Fabio (presente); Rancan Matteo (presente); Rontini Manuela; Rossi Nadia (presente); Sabattini Luca (presente);Soncini Ottavia (presente); Stragliati Valentina ;Tagliaferri Giancarlo (presente); Taruffi Igor (presente); Zamboni Silvia (presente); Zappaterra Marcella (presente).

Seconda chiama:

Bonaccini Stefano (assente); Castaldini Valentina (assente); Delmonte Gabriele (assente); Facci Michele (assente); Felicori Mauro (assente); Gerace Pasquale (assente); Gibertoni Giulia (assente); Liverani Andrea (assente); Molinari Gian Luigi (assente); Montevecchi Matteo (assente); Mori Roberta (assente); Pelloni Simone (assente); Piccinini Silvia (assente); Pompignoli Massimiliano (assente); Rontini Manuela (assente); Stragliati Valentina (assente).

 

PRESIDENTE (Petitti): Abbiamo concluso con la votazione.

34 votanti.

Adesso viene effettuato lo spoglio delle schede e a breve daremo l’esito della votazione.

 

(Seguono le operazioni di scrutinio)

 

PRESIDENTE (Petitti): Do l’esito del voto:

Votanti 34

Assenti 16

Francesca Marchetti  22

Marco Mastacchi 11

Scheda bianca 1

 

Dichiaro che i due componenti eletti nel Consiglio di indirizzo della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole sono Francesca Marchetti e Marco Mastacchi.

 

OGGETTO 7675

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030)”. (152)

(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’oggetto 7675: proposta di iniziativa della Giunta recante “Decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano Aria Integrato Regionale”.

La Commissione Territorio ha espresso parere favorevole, nella seduta del 24 gennaio, con la seguente votazione: 29 voti a favore, 1 contrario, 18 astenuti e ha apportato modifiche al testo.

Il relatore della Commissione, il consigliere Andrea Costa, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Il relatore di minoranza, il consigliere Occhi Emiliano, ha preannunciato di svolgere la relazione orale.

Ricordo che il Consiglio delle Autonomie locali ha espresso parere favorevole.

Nel procedimento di discussione ogni consigliere può intervenire per una durata di tempo di massimo 20 minuti.

Partiamo, quindi, nel nostro procedimento di discussione, dalla relazione del relatore della Commissione, consigliere Andrea Costa. Prego, consigliere.

 

COSTA, relatore della Commissione: Buongiorno, presidente. Buongiorno a tutti i colleghi.

Arriviamo in fondo a un percorso che è partito nel luglio del 2022, addirittura, e che ha avuto diversi momenti di confronto e altri ancora ne avrà, a valle dell’approvazione che io spero avvenga con l’aula di oggi. Mi sia consentita una premessa che esula dalle questioni tecniche e amministrative che stanno dentro il piano e che però, insomma, provano a richiamare l’importanza dell’atto di programmazione che va in discussione oggi in aula.

L’aria è una miscela di gas e vapori essenziali per la vita della maggior parte degli organismi animali e vegetali, in particolare per la vita umana. È stata considerata nell’antichità proto-scientifica uno dei quattro elementi primari, insieme ad acqua, terra e fuoco. La parola è associata, nelle lingue indoeuropee, al vento, alla luce e al cielo. Nel 1772 per la prima volta viene svolta la sua analisi chimica da Antoine de Lavoisier, che chiama ossigeno il componente necessario agli esseri viventi e azoto il componente inerte.

Oggi sappiamo che è composta anche da anidride carbonica, da vapore acqueo, da argon, da pulviscolo atmosferico e conosciamo quali sono le sostanze inquinanti che la corrompono, i gas serra, gli NOx, i composti organici volatili. La possiamo trattare con rigore scientifico dal 1772 in poi, scomporla, comprimerla, aggiustarla ed è quello che tentiamo di fare e che stiamo facendo; ma anche così, pur con queste conoscenze tecniche e scientifiche, resta quell’aura di sacralità delle origini.

L’aria è in ultima istanza vita e da qui l’urgenza di occuparcene, assolvendo due principi fondamentali dell’agire umano: la tutela della salute di tutti e ciascuno e raccogliere un’eredità e tramandarla a chi verrà dopo, sta già venendo e reclama ogni sforzo possibile per riconquistare il diritto al futuro.

Il mio approccio lo conoscete ormai da quattro anni a questa parte in quest’aula. È sempre stato maggiormente improntato alla trattazione amministrativa dei nostri atti. Oggi però avverto una necessità diversa. Pur volendo rifuggire ogni enfatica retorica, l’urgenza che avverto è quella di evidenziare il valore politico del piano che presentiamo all’aula. Ogni volta che noi programmiamo un atto che genera i propri effetti negli anni futuri, in una graduale crescita esponenziale, recuperiamo alla politica il tempo lungo che dovrebbe sempre orientarla, e con questo piano, per l’oggetto così sacro che riguarda questo ha ancora più significato.

Prendo delle parole non mie, uscite la scorsa settimana in un bellissimo articolo di Ivano Dionigi, estratto di una lectio magistralis che ha fatto alla Camera: “abbiamo bisogno di fare pace col tempo – dice Dionigi – e di risarcire i giovani ai quali abbiamo staccato la spina della storia, confinandoli in un eterno presente”. Noi ci stiamo provando; questo Piano ci prova. Prima ancora dei numeri, delle norme e degli aspetti tecnici che lo compongono, e di cui abbiamo a lungo discusso – lo dicevo prima – il suo percorso, iniziato nel luglio del 2022 con la prima delibera di Giunta propedeutica al Documento Strategico sugli obiettivi del PAIR, è poi proseguito nel corso di 19 mesi attraverso 15 sedute di Commissione e 12 ore e 40 minuti di dibattito prima di oggi.

Oltre ai forum aperti e ai contributi esterni, dicevo, prima ancora di quegli aspetti tecnici, sono lo spirito e la filosofia che ne hanno inciso l’anima che voglio richiamare. È un Piano che accetta la sfida di coniugare il necessario con il giusto. Il necessario lo si definisce a partire dalla fotografia dei risultati raggiunti negli anni nel contrasto agli inquinanti. C’è un progressivo miglioramento, che però non basta. L’analisi condivisa da tutte le Regioni del bacino padano ci dice che ci sono tre settori su cui intervenire per produrre un efficace calo degli agenti inquinanti in atmosfera: agricoltura e zootecnia, trasporto e riscaldamento domestico.

Non è una presa di posizione ideologica; è piuttosto una presa d’atto. Scrivono Lombardia, Veneto e Piemonte, nella scheda-progetto con cui hanno chiesto, senza ottenerlo, purtroppo, misure del PNRR dedicate al bacino padano, testualmente: “tre settori sono maggiormente responsabili dell’inquinamento atmosferico che registriamo: i trasporti, l’agricoltura, riscaldamento domestico e biomasse. Gli studi hanno dimostrato che per riportare la concentrazione degli inquinanti sotto i valori limite, è necessario ridurre fino a dimezzare le emissioni di NOx, PM10 e NH3. Pertanto, questo richiede una trasformazione radicale per affrontare le cause alla base di questa crisi. È un documento redatto da Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto nel 2021.

Detto del necessario, arrivo a dire che cos’è il giusto, coniugare il necessario col giusto, con un cambio di paradigma dalla sanzione all’incentivo. Mi sono preso la briga di conteggiare la presenza di alcune parole e l’assenza, o la presenza del tutto marginale di altre nelle oltre 1.400 pagine che complessivamente compongono il Piano e tutta la sua documentazione, la parola “incentivi” compare 27 volte, quella “bandi” 42, “finanziamenti” 24, “fondi” 40, “sostegno” 34, la parola “sanzioni” solamente 3.

È il cambio di paradigma che dicevo prima. Noi siamo passati dall’indicare alcune azioni necessarie per avere una riduzione efficace degli agenti inquinanti presenti nell’atmosfera all’accompagnare con risorse dedicate quel cambio di azioni, di comportamenti, di cicli produttivi con risorse dedicate, anziché sanzionare chi perpetua quei comportamenti.

Nella logica in cui tutti devono sentirsi protagonisti, senza criminalizzare alcune attività umane, responsabilizzando una platea più ampia di cittadini, il nuovo PAIR passa dal coinvolgere 33 Comuni a 200, introduce il modello produttivo che vuole anticipare i picchi di inquinanti e modulare in maniera sostenibile e intelligente e le misure per anticipare e prevenire gli sforamenti.

Alcune delle linee d’azione che sono indicate nella documentazione che accompagna il piano. Nelle città, l’obiettivo è quello di ridurre i flussi promuovendo l’intermodalità, ma anche la modalità ciclistica, con nuovi bandi Bike to Work e incentivi all’acquisto di biciclette e motocicli elettrici. Se prima valevano per i cittadini dei 33 Comuni interessati, da oggi valgono per tutti i cittadini dei 200 Comuni che entrano nelle azioni di piano, da qui al 2030.

Si introduce, altra novità importante, il Move-In, operando una razionalizzazione delle deroghe per le limitazioni alla circolazione. Si punta a un potenziamento del trasporto pubblico con il rinnovo del parco autobus (sono diversi i piani a cui sono affidati determinati obiettivi che concorrono al raggiungimento degli obiettivi complessivi di piano, e il PRIT è uno di questi).

Si conferma l’integrazione tariffaria per gli abbonamenti “Salta su!” e “Mi muovo”, ma anche gli incentivi per lo spostamento del trasporto merci su ferro.

Per quanto riguarda l’ambito energetico, il nuovo piano prevede ancora incentivi per la sostituzione delle vecchie caldaie con stufe di ultima generazione e temperature fino a un massimo di 19 gradi centigradi negli ambienti di vita riscaldati in pianura.

Per il mondo produttivo l’obiettivo è poi quello della riqualificazione progressiva delle tecniche adottate nelle aziende e una riduzione delle emissioni, promuovendo anche accordi d’area e territoriali. Infine, per agricoltura e zootecnia sono previsti bandi di finanziamento, in primis per la copertura delle vasche, ma anche per l’efficienza degli stoccaggi, per l’obbligo di interramento degli effluenti zootecnici entro 12 ore dallo spandimento.

A queste azioni se ne affiancano poi altre per la sostenibilità ambientale dei consumi degli Enti pubblici, oltre a strumenti di gestione della qualità dell’aria. Abbiamo bisogno, però, che tutte queste norme e le azioni che noi indichiamo, i bandi che saranno emanati, le risorse allocate – per la prima volta questo è un piano che ha una dote finanziaria sua propria di 150 milioni di euro, cui si accompagnano le risorse degli altri strumenti di programmazione, ad esempio sul vasto mondo delle risorse destinate all’agricoltura, parliamo di 900 milioni di euro, per tacere di quanto invece si sta investendo, si è già investito e si sta continuando a investire sul mondo dei trasporti – abbiamo bisogno, dicevo, che queste norme vengano vissute dai cittadini e dalle imprese.

Parlando a Reggio qualche sera fa con un gruppo di giovani interessati al tema, mi veniva sottolineato quanto fosse importante generare consapevolezza sul cammino fatto perché quella consapevolezza e i risultati ottenuti in termini di miglioramento della qualità dell’aria diventino motivo di sprone a proseguire il cammino lungo la traiettoria che oggi tracciamo con questo nuovo Piano e accompagnare il Piano stesso con una nuova azione di sensibilizzazione nel confronto costante con il territorio, le imprese, i cittadini, gli enti locali, per un lavoro di concertazione dei passaggi che sono a valle dell’approvazione che io auspico oggi in quest’aula e che, però, saranno fondamentali per la reale attuazione delle misure di Piano.

Dicevo che c’è stato un lavoro decisamente lungo, intenso di confronto. Non sempre abbiamo avuto lo stesso approccio, la stessa identità di vedute con i colleghi dei diversi schieramenti politici che siedono in quest’aula.

Devo, però, dire che fino ad oggi è stato un confronto realmente proficuo. Devo ringraziare il collega Occhi per la collaborazione di queste settimane e per la disponibilità a intervenire congiuntamente su diversi documenti che sono passati in Commissione prima e che ancora oggi approdano in aula attraverso ordini del giorno; la collega Zamboni per il lavoro che ha fatto di emendamenti in Commissione e poi per averci sollecitato, attraverso quattro ordini del giorno, su alcune questioni rispetto alle quali dovremmo tenere alta l’attenzione politica; il collega Federico Amico per l’interlocuzione che ha avuto con pezzi del mondo di rappresentanza associativo e per gli emendamenti che ha proposto; la collega Pigoni, di maggioranza, per il raccordo che ha tenuto con alcuni pezzi del territorio e alcuni ambiti produttivi così importanti per la nostra Regione.

Devo ringraziare l’assessore Priolo per il metodo che ha scelto, assolutamente faticoso per lei, sono convinto, ma credo anche molto efficace, di confronto con tutti quanti i consiglieri e con la Commissione, anticipando, con delle informative dedicate, il confronto prima ancora che la Giunta deliberasse in alcun modo documenti ufficiali, e per il grande lavoro che, attraverso i focus, ha fatto di tenuta delle relazioni verso il mondo esterno; e tutta la struttura tecnica dell’Assessorato, che ho stalkerato, mi autodenuncio pubblicamente, in queste settimane, a qualsiasi ora del giorno e della sera, non della notte, ho avuto un minimo di decenza, per le risposte efficaci e puntuali che mi sono state date e che hanno sicuramente agevolato il mio compito di relatore di maggioranza.

Ci saranno sicuramente voci di contrasto rispetto a questo piano. Forse non è il documento perfetto. È certamente il migliore dei documenti che noi potessimo redigere.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.

Passo adesso la parola al relatore di minoranza, consigliere Occhi Emiliano. Prego.

 

OCCHI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.

Parto con i ringraziamenti. Sicuramente ringrazio il collega Costa. Ringrazio anche l’assessore Priolo e tutti i tecnici, perché c’è stata un’ampia discussione che è partita ben prima della presentazione del documento, come è avvenuto anche per gli altri piani importanti sull’ambiente, è avvenuto anche su quello dell’acqua, con incontri preliminari in cui ci è stato illustrato anche quelle che sarebbero state le indicazioni e le previsioni della Giunta nel piano dell’aria.

Questo per dire anche che abbiamo seguito tutti gli approfondimenti tecnici. Ho seguito gli approfondimenti tecnici e, devo dire, a volte si dice essere in minoranza è più facile perché si vota contro e quindi si deve solo trovare una scusa per votare conto. In questo caso, invece, dico che essere in maggioranza è più semplice. Ma perché? Perché noi abbiamo sicuramente un’indicazione. Più che un’indicazione è un’imposizione, che si è tramutata poi addirittura in una condanna, da parte dell’Unione europea. Ci dice “dovete migliorare la qualità dell’aria”. Si analizzano quelle che sono le problematiche sulla qualità dell’aria, quali sono i nemici – chiamiamoli così – della qualità dell’aria, i comparti che peggiorano la nostra aria, da lì si mette un piano e pian piano li si colpisce uno alla volta, l’unico obiettivo è quello di abbassare il livello degli inquinanti e tornare in quella che è la norma.

Perfetto. Un piano tecnico viene realizzato, e questo è, punto. Noi invece come minoranza, ci siamo posti anche il problema politico del nostro ruolo di consiglieri regionali e di quale deve essere il ruolo della politica, perché se noi intendiamo questo documento come un documento puramente tecnico-applicativo, dobbiamo anche ragionare su come si rischia una deriva dirigista, ed è quello che la Lega denuncia da tanti anni, che arrivano delle imposizioni che non tengono conto delle necessità di quello che è interi comparti produttivi: partiamo per esempio dei comparti produttivi ma anche della popolazione. E qui vengo al contesto europeo. Noi abbiamo un contesto europeo sicuramente molto complesso; la direttiva IED sta per essere modificata in senso ancora più restrittivo; c’è una competizione globale tra i paesi del sistema-Italia e dell’Emilia-Romagna, una competizione del nostro mondo produttivo, dell’industria, dell’agricoltura. Rischiamo di perdere l’acciaio, una grande deindustrializzazione del Paese. un contesto di competizione tra i vari Paesi dell’Unione europea, che non è mai stata veramente un’Unione europea, e in questo io sicuramente vedo un ruolo del nostro Governo. È di ieri la notizia del piano Mattei, per esempio, che vuole dare all’Italia un nuovo contesto geopolitico, dare un posto all’Italia, anche quello che è il mondo dell’energia e dello sviluppo, perché siamo in un momento di difficoltà.

Noi vediamo, per esempio, che ci sono state anche delle difformità di applicazione anche della condanna europea all’interno del bacino padano, e su alcuni temi poi torneremo. Questo Piano quindi potrà anche raggiungere gli obiettivi – potrà, vedremo se li riuscirà a raggiungere – ma con delle ripercussioni sicuramente su interi settori, che lo hanno scritto, che lo hanno detto, che lo hanno ribadito nelle loro osservazioni, che noi abbiamo recepito mediante i nostri emendamenti.

Si individuano quindi le quattro categorie (Industria, Agricoltura, Mobilità e Riscaldamento) e si va a colpire, quindi, come dicevo, qui si vedono i preamboli di una deriva dirigista, una deriva dirigista che, a meno di scossoni che io auspico alle prossime elezioni europee, rischia di caratterizzare il nostro futuro.

Lo dico perché noi viviamo tutti i giorni ormai le proteste degli agricoltori, per esempio, ma non solo, che arrivano in Germania e Francia e arrivano in Italia, e queste proteste nascono proprio dal fatto che questa Unione europea, che questi tecnici che poi realizzano queste direttive non tengono minimamente conto delle esigenze di questi comparti produttivi economici. Sono questi i motivi della protesta: un mondo che si sente escluso.

Si nota quindi il completo disinteresse da parte di queste categorie. Partiamo dal mondo produttivo. Io vorrei citare il valore aggiunto del nostro mondo produttivo, partendo dall’industria. Questo ha fatto degli sforzi, sempre per rimanere nel discorso della competizione, lo vediamo anche nelle ceramiche, lo vediamo nei cementifici, lo vediamo nell’edilizia e in tutti gli altri settori produttivi, i costi dell’energia alle stelle, la mancanza di materie prime nel nostro Paese; quindi, noi dobbiamo essere più bravi degli altri, le nostre imprese devono essere più bravi delle altre a innovare, se vogliono mantenersi in competizione.

Hanno innovato, ma, nonostante questo, ritengono che queste misure non condivise siano troppo stringenti, come volere a tutti i costi abbassare i limiti emissivi al limite più basso delle BAT, le migliori tecniche disponibili per tornare alla nostra lingua italiana.

Abbiamo fatto quindi degli emendamenti per cercare di correggere queste che secondo noi erano delle storture inutili, che colpivano un mondo che già per conto suo sta facendo dei grandi passaggi di innovazione, ma ovviamente non sono stati recepiti.

Passiamo all’agricoltura, dove vediamo, come dicevo, le proteste, gli agricoltori visti come gli inquinatori, il problema dell’arrivo, per esempio, della carne sintetica, delle farine di insetti, le politiche dirigiste del New Deal. Si rischia un calo della produzione agricola, la diminuzione della resa ai campi, la difficoltà per i giovani di entrare in agricoltura, il tema generazionale, di cambio generazionale, il calo di giovani e quindi il minore reddito. Anche qui, tante misure, secondo noi, non condivise, come la copertura delle vasche, come la misura sugli spandimenti, sui fertilizzanti, anche sugli abbruciamenti, per esempio.

Per esempio, sulla copertura delle vasche avevamo chiesto di farlo almeno per gli allevamenti più grandi, quelli sopra i 3.000 chili all’anno di azoto. Ci viene risposto: “Ci sono i Fondi PSR”. Bene, ma i Fondi PSR vediamo che non sempre riescono a essere utilizzati completamente. C’è una grande dose di cofinanziamento che deve essere portata avanti.

Spesso anche le misure del PSR non vanno a recepire quelle che sono davvero le necessità del comparto agricolo in questo momento. Anche qui avevamo chiesto di escludere sulla normativa sulle emissioni almeno le aziende agricole in AUA e anche qui c’è stato invece risposto per l’applicazione delle BAT più stringenti, che invece anche quelle in AUA dovranno essere inserite all’interno di queste nuove norme del Piano dell’aria.

Passiamo al tema del riscaldamento, alle biomasse. Abbiamo detto che in un momento in cui c’è un rincaro energetico nella legna si vede chiaramente una possibilità di riscaldarsi a più basso prezzo. Poi c’è il tema anche della filiera del legno nelle zone montane. Si è eliminata la soglia dei 300 metri, quindi noi ci troviamo che alcuni Comuni classificati come pianura in realtà hanno, magari, delle frazioni che sono oltre i 300 metri e qui valgono le stesse regole che valgono per la pianura.

È stato detto che era complesso cercare il termine dei 300 metri, era complesso da portare avanti, però anche questo, secondo noi, è un passo indietro.

Anche qui abbiamo fatto degli emendamenti per cercare almeno di poter utilizzare non solo i nuovi apparecchi a cinque stelle, ma anche quelli a quattro stelle. Abbiamo chiesto di prolungare il termine per fare dei bandi. I termini dei bandi, che chiuderanno nel 2024, abbiamo chiesto che fossero portati almeno al 2025, o anche al 2026, però è importante che più persone possano eventualmente utilizzare gli incentivi per cambiare le loro stufe.

C’è un tema, parliamo di biomasse e quindi di abbruciamenti, diciamo così, che non viene minimamente citato nel Piano, ed è la questione dei forni crematori. Abbiamo un aumento sempre più delle cremazioni, ma da nessuna parte nel Piano si cita la cremazione.

Io capisco che magari è in qualche altro settore, però qualche altra Regione come la Toscana, per esempio, ha normato le emissioni.

Perché lo dico? Perché noi andiamo a colpire… Nel Piano conoscitivo, se andiamo a leggere, si parla anche dei forni delle pizzerie e invece non si fa nessuna analisi, anche nel quadro conoscitivo, di quello che sono gli impatti delle cremazioni. Che se poi noi andiamo a vedere, anche con dei documenti che si trovano tranquillamente in rete ma anche nelle altre Regioni il Veneto, per esempio, ha approvato un Piano che va anche nel rispetto della qualità dell’aria. Non se ne parla minimamente.

Quindi noi oggi depositeremo proprio un’interrogazione che va in questo senso, per cercare di capire come mai nel Piano non si parli di questo.

Ci sono poi delle misure sull’abbassamento del riscaldamento, e quelle sono davvero di difficile applicazione. Auspichiamo che abbiano la loro importanza, ma anche qua facciamo fatica a capire come fare i controlli.

Passiamo alla mobilità e ai trasporti. Noi vediamo che c’è una riduzione della libertà di mobilità dei cittadini e anche una disparità tra i territori.

Io, presidente, non sono un costituzionalista ma qualche dubbio mi viene. Perché ci sono delle chiare disparità tra cittadini di diverse aree geografiche e anche di diversi ceti sociali. Cioè, io ho una stessa auto Euro 5 diesel nelle Marche o in Calabria e la posso utilizzare ma non la posso utilizzare, per esempio, nel Bacino Padano.

Anche tra i diversi ceti sociali e gli anziani, pensiamo a dover cambiare l’auto. Pensate che la mobilità, lo dico a chi dovrebbe essere di Sinistra, è stata una delle prime conquiste del mondo operaio, che è riuscito a avere la propria libertà anche grazie alla mobilità. E adesso questa mobilità viene compressa. Anche a questo non si pensa. Quando io dico è un documento dirigista, cosa vuol dire? C’è un problema, lo risolvo, ma tutto quello che ci sta attorno al ruolo della politica viene completamente sminuito.

Quindi, pensiamo agli anziani sopra i 70 anni che devono cambiare l’auto. Anche qua avevo presentato un emendamento che è stato bocciato. Non sarebbe stato molto difficile prevedere almeno una deroga. Si parla del Move-In, ma il Move-In, per esempio, non è adatto agli anziani. Non vanno bene, montare una scatola nera, tenere d’occhio i chilometri. Questi anziani fanno pochi chilometri, fateli circolare in auto. Stessa cosa per gli operatori commerciali in città, che faticano a lavorare nei centri storici che rischiano lo spopolamento e la desertificazione. Anche qui non c’è stata una sufficiente interlocuzione, almeno se leggiamo le osservazioni con le categorie del commercio. Si era chiesto di concordare anche il tema delle zone 30, delle ZTL. Anche questo è stato poi negato negli emendamenti.

Lo dicevo, l’abbiamo detto più volte nelle discussioni. I Comuni saranno costretti ad effettuare tanti controlli obbligatori dal piano e ci sarà una distrazione anche di forze di polizia locale, che, invece di garantire la sicurezza, dovranno correre dietro ai cittadini. Allora cosa si sta pensando? A Parma sta già accadendo, ma penso che accadrà anche negli altri capoluoghi. Si installano delle telecamere fuori dalle tangenziali, all’ingresso delle tangenziali in città, come delle vere e proprie ZTL, cioè si rendono le città delle enormi ZTL per chi ha l’auto, per esempio, Euro 5 diesel o Euro 4, con norme che andranno progressivamente a colpire altre fasce di autoveicoli.

Abbiamo chiesto un ripristino di alcune deroghe, e anche qui è stato detto che erano deroghe che non andavano nella direzione della qualità dell’aria. Nelle zone 30 si rischia di fermare il traffico. Andrebbero limitate alle aree sensibili per la sicurezza, davanti alle scuole, agli asili e agli ospedali, ma qui c’è chiaramente adesso una interlocuzione. È entrato il nostro Governo, il nostro Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture è entrato anche su questo tema, e giustamente è stato fatto.

Passo, a questo punto, a parlare di quella che è stata la nostra azione.

Dal momento che abbiamo sempre detto che è importante la ricerca scientifica e che il nostro comparto produttivo la sta portando avanti, e anche in Emilia-Romagna ci sono grandi centri di eccellenza, ci sono le Università e Centri di ricerca molto importanti, abbiamo pensato: facciamo qualche ordine del giorno che vada almeno nella direzione di promuovere quelle che sono nuove forme di ricerca, nuove tecniche che possono consentire di sfruttare al meglio, per esempio, sul tema delle biomasse e il mondo agricolo, gli abbruciamenti, il tema del biometano, ma anche di nuove tecnologie. Qui cito, lo avrete visto, penso che molti di voi avranno visto, sembra quasi un caso fortuito, una coincidenza, che proprio domenica un noto programma televisivo di approfondimento ha parlato di nuove tecniche sperimentali – anzi, da noi potrebbero essere sperimentali, ma in altri Paesi vengono già utilizzate – per il trattamento dei reflui zootecnici. Anche qua, andiamo nella direzione di permettere l’implementazione, lo studio di nuove tecniche e per cercare anche di gestire un problema che sicuramente abbiamo.

Quindi, riassumendo tutto quanto, credo che questo è un documento puramente tecnico, che non tiene conto di aspetti politici, delle necessità politiche di alcuni comparti, interi comparti per i nostri cittadini, quindi credo che sia comunque una sconfitta per la politica non riuscire a reagire, a contemperare questi interessi.

Il rischio è che questo duri sempre di più nel tempo e che si vadano poi a esacerbare quelle proteste, che vediamo ormai sotto i palazzi di tutti i Governi, sotto i palazzi della politica.

Noi dovremo riuscire a re-intercettare le esigenze dei nostri cittadini, perché altrimenti continueremo a essere visti come appartenenti a delle caste, a dei palazzi in cui non si tengono minimamente conto le loro esigenze.

Non ritengo che sia così, però dobbiamo invertire la rotta, e dobbiamo anche aiutare il nostro Paese a svilupparsi, a continuare a svilupparsi, a mantenere la propria competitività. Guardare solo un problema senza guardare il contesto generale è uno sbaglio che credo la nostra politica regionale non si possa più permettere. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Apriamo il dibattito generale. Chi si iscrive a parlare?

Non abbiamo iscritti a parlare.

Il consigliere Tagliaferri chiede la parola. Passiamo la parola al consigliere Tagliaferri. Prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente, assessori, colleghi.

Oggi vorrei parlare della sindrome dei primi della classe, dei principi della buona pianificazione e della reale capacità di gestire in maniera integrata il territorio, l’economia e la società emiliano-romagnola, ma soprattutto della capacità di farlo rimanendo a contatto con la realtà quotidiana, che devono affrontare i cittadini nella vita reale, e non con le decisioni che prende una pseudo-classe dirigente, ben chiusa e asserragliata nei palazzi del potere.

Dal percorso deciso per questo piano abbiamo capito che il documento che ci troviamo a discutere oggi vi imbarazza, e non poco, che questo altro non è che l’applicazione dei desideri di un’analoga classe pseudo-dirigente di tecnocrati, che a pensar male è anche contenta di vedere diminuita la capacità competitiva dell’economia regionale.

Dopo una presentazione frettolosa dei contenuti del piano nel luglio 2022, il silenzio più totale, per lasciare spazio a poco più di 200 osservazioni provenienti dai portatori di interessi, di cui la più parte rigettata in maniera tranciante o con la motivazione che le osservazioni sono già ricomprese in un documento che assomiglia più a una Bibbia che ad uno strumento pianificatorio.

Al grido di “Bruxelles lo vuole”, ci avete detto che il nemico sono le polveri sottili e gli elementi che determinano la creazione e proliferazione di tale elemento (l’ammoniaca, l’azoto, lo zolfo e i composti organici volatili). Nulla da obiettare fino a qui, così come è ampiamente condivisibile l’aspirazione a creare un ambiente più sostenibile e più amico della nostra salute.

Qui, però, scatta la sindrome da primi della classe. Non potendo addentrarmi nei meandri di un documento mastodontico, cercherò di fare un discorso generale che tocca anche i principi base dell’attività pianificatoria.

A leggere tutti gli interventi che prevedete, per la massima parte si tratta di divieti e prescrizioni a fronte di un’azione di incentivi nettamente sottodimensionata.

I primi della classe, si diceva, voi, come in altre occasioni fate sfoggio di essere il primo soggetto ad applicare i dettami europei e di farlo con un’applicazione ed uno zelo maniacale, dei dottori che vogliono curare la febbre che assale la nostra Pianura Padana ad ogni costo, incuranti anche della vita dello stesso paziente.

Tralasciando il fatto che ai lati del Po si affacciano quattro Regioni Piemonte, Lombardia, noi e il Veneto, rimangono perlopiù misteriose quelle azioni integrate di raccordo che dovrebbero essere portate avanti in coordinamento dei vari territori, ma di quello si trova solo una pallida traccia e ad analizzare anche i documenti delle altre Regioni si scoprono fin da subito importanti differenze.

Ma come, mi domando io, ma con Fontana e Zaia il presidente Stefano Bonaccini non era in ottimi rapporti e in quasi totale comunione di intenti? Non era Zaia, insieme al suo collega Fedriga del Friuli, l’oggetto di tanti complimenti del nostro Governatorissimo?

Allora come mai la nostra Regione fa sfoggio di un documento di tale portata senza che emerga un fortissimo coordinamento in merito tra le varie Regioni?

Qui emerge la sindrome da primi della classe di cui vi accennavo, e lascio a tutti voi l’onere di completare il ragionamento.

Sul paziente poi che rischia di morire per curare la sua febbre, vogliamo dire qualcosa di più. L’agricoltura e l’allevamento sono i nuovi untori per la maggioranza di Centrosinistra e voglio pure seguirli, si fa per dire, in questo ragionamento.

Però mi chiedo, ma se all’agricoltura vengono posti limiti così pesanti e onerosi, se l’allevamento è ormai paragonato al traffico di cocaina, allora perché Bonaccini continua a viaggiare in mezzo mondo per lodare le nostre eccellenze agroalimentari? Perché continuare a vendere le eccellenze di Parmigiano Reggiano e Grana Padano se con queste norme sono a serio rischio i prati stabili che danno nutrimento alle mucche?

E dei proclami sulla filiera corta, sull’importanza di consumare i frutti della nostra terra, cosa ne vogliamo fare? Buttiamo tutto al macero? No, al macero no, non si può più neppure quello con il vostro Piano.

Qualche ben pensante potrà trattare le mie parole odierne con quel disprezzo che voi riservate a chi vi fa i conti in tasca e vi dice che le somme non tornano, ma qui è il caso di iniziare a soppesare le vostre reali capacità pianificatorie.

Per anni avete urlato ai quattro venti vantandovi di come avevate cura del nostro territorio e poi, dopo l’alluvione dello scorso maggio, che ha scoperchiato la massa di bugie raccontate nel corso di tutti questi anni, avete continuato a strillare e a piangere perché il Governo Meloni non vi ha dato l’autorità commissariale straordinaria per gestire i soldi stanziati per la ricostruzione.

A pensare di nuovo male, si diceva, sembrava quasi che si volesse il giochino del Commissario straordinario per nascondere le tante magagne che avrebbero testimoniato l’incuria dei territori ad opera vostra. Bene, cioè male, anche in questo caso. Mi chiedo se avete veramente fatto i conti con gli oneri che state ponendo in capo sia al settore agricolo, che a quello industriale. Mi chiedo, anzi vi chiedo, se gli incentivi che avete previsto coprano realmente lo sforzo di sostenibilità che state chiedendo ai contadini, agli allevatori, agli imprenditori che hanno fatto grande questa Regione.

Non è che poi riprendete il pianto greco, con tutto il rispetto per gli amici greci, ovviamente, scaricando ogni responsabilità sul Governo brutto e cattivo che non vi dà i soldi della paghetta, vero? Piuttosto, perché Bonaccini, vero signore e gestore delle risoluzioni che vengono proposte e votate da questa Assemblea come strumento politico per ambiti extra regionali non ha disposto un eguale atto di indirizzo politico per un concreto raccordo con il Governo Meloni per un’interlocuzione più produttiva, ma soprattutto reale con la burocrazia europea, per una serie di interventi mirati che promuovano un miglioramento della qualità dell’aria insieme al mantenimento del nostro tessuto economico e produttivo?

Ci sarebbe da dilungarsi ore, ma mi limiterò a segnalare che non pare esservi alcuno studio, alcuna azione pianificatoria per il mix di prescrizioni di questo Piano, insieme alle balzane manie di protagonismo di alcuni sindaci che, come dei novelli talebani, stanno organizzando una vera e propria guerra santa in favore del blocco della mobilità cittadina con la soglia di velocità a 30 chilometri all’ora.

Insomma, per farla breve, qualcuno stavolta ha fatto veramente bene i conti? Ha calcolato tutte le ricadute, anche quelle sociali, che obbligano a prendersi i bambini piccoli in spalla per portarli a scuola se non si hanno i soldi per prendere un’auto elettrica? Ha pianificato i vari interventi correttivi da mettere in atto, sia in ambito economico che sociale? Ma, soprattutto, ha provato a muoversi facendo realmente squadra a tutti i livelli istituzionali per chiedere risorse adeguate e quell’Europa che impone tanti sacrifici alle nostre zone, apparentemente incurante delle ricadute economiche per la nostra regione e per l’intera nazione? Che nessuno pensi di stravolgere le mie parole in una ode conto la sostenibilità ambientale. Molto più semplicemente, io e le tantissime realtà che hanno già espresso innumerevoli perplessità su questo documento vorremmo essere sicuri che dietro questo piano vi siano politiche vere, ben inserite nella vita e non azioni calate dall’alto, da chi non sa neppure quanto costa un litro di latte o il lavoro che si cela dietro una pesca, una pera, una ciliegia o un filetto senza antibiotici, mangimi geneticamente modificati made in Emilia-Romagna.

È questa la terra che ci sfama e che sta alla base della nostra società. A voi il compito di non desertificarla o di relegarla ad una perenne inferiorità competitiva, perseguendo il giusto obiettivo di migliorare l’ambiente che ci circonda.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri interventi? Consigliera Dalfiume, prego.

 

DALFIUME: Grazie, presidente.

Intanto ringrazio i consiglieri della maggioranza e delle minoranze per tutto, e il servizio ovviamente e le strutture tecniche per il lavoro che è stato portato avanti in questi circa due anni. Sono arrivata nella fase, ad assistere alla fase finale di questo atto e credo di poter affermare con una certa tranquillità una cosa in premessa. Migliorare la qualità dell’aria non è una punizione. Credo che sia un obiettivo alto, doveroso, non doveroso perché qualcuno ce lo impone dall’alto, ma doveroso rispetto alla qualità della vita, alla salute delle persone e al mantenimento, alla conservazione delle risorse per le generazioni future. Quindi, come premessa parto da questo.

Io non entrerò nel merito degli aspetti più tecnici del piano. Credo comunque che questo non sia… Certo, si traduce in misure che hanno degli effetti concreti, pratici e quindi misure che devono essere anche misurabili e definite in maniera tecnica, ma non è di questo che voglio parlare. Vorrei stare sul piano del concetto di salute globale, a cui la qualità dell’aria, come determinante di salute, concorre in maniera significativa.

Il concetto di salute globale era un concetto per addetti ai lavori fino a pochi anni fa, in cui, a partire dalla… Gli addetti ai lavori, in questo caso non parlo né della Regione Emilia-Romagna né dell’Europa. Sto parlando dell’Organizzazione mondiale della sanità, così sgombriamo il campo tra primi della classe o secondi. I determinanti ambientali rappresentano una minaccia insidiosa per la salute pubblica per tre differenti motivi: primo, perché sono causati da modelli insostenibili di consumo delle risorse del pianeta; secondo, perché – questo è un paradosso, ma credo che sia abbastanza evidente – nel secolo scorso il peggioramento della qualità ambientale ha coinciso con il miglioramento delle condizioni di vita e di salute in grande parte del mondo. Noi facciamo parte di quell’area del mondo in cui il miglioramento della qualità dello sviluppo economico ha coinciso con un miglioramento delle condizioni di vita e di salute. Oggi non è sempre così, e soprattutto non è così per tutti: anche in questa parte del mondo l’accesso alle cure non è garantito a tutti quanti.

Infine, l’impatto dei fattori ambientali sulla salute è diseguale, non è uguale per tutti, come stavo dicendo, ma è differente a seconda dell’età, del genere e delle persone, della geografia e del tipo di malattia. Questo rende molto difficile identificare strategie che si occupino di prevenzione e di interventi di salute pubblica in maniera integrata.

Grazie – un grazie ovviamente non ironico e non sarcastico – all’epidemia di Covid è risultato più evidente come la globalizzazione e l’integrazione tra le varie parti del mondo, ma anche tra gli aspetti economici e sociali abbia avuto un’influenza diversa sia nella diffusione del virus, sia nel numero di infetti che nel numero dei decessi nelle varie parti del mondo, a seconda delle politiche adottate, delle condizioni di vita preesistenti, quindi delle diverse maniere in cui nei vari contesti economici e sociali si è saputo reagire a quell’epidemia.

Sicuramente, questo fatto, l’impatto della pandemia ha contribuito ad accrescere la consapevolezza a un livello molto diffuso, non solamente tra gli addetti ai lavori. È aumentata la consapevolezza ambientale ed è aumentata la consapevolezza rispetto all’impatto che i fattori ambientali e climatici hanno a un livello globale, ma poi con ricadute anche locali, sulla qualità del pianeta, ma anche sulla qualità della salute e la protezione della salute delle persone.

Si tratta allora della sfida... Sto sempre citando dei documenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che non sono documenti di qualche parte politica o di qualche gruppo radical chic, visto che spesso veniamo accusati di far parte di queste élites.

Vorrei anche rassicurare chi avesse dei dubbi rispetto alla nostra coscienza e consapevolezza sui temi – apro un inciso - sulla componente agricola e sull’impatto che ha sulle emissioni in aria. Sono nata, cresciuta ed educata in una famiglia di contadini di origine mezzadria, quindi ho respirato le puzze, gli odori e gli inquinanti fin da bambina. Per fortuna, da quando ero bambina l’utilizzo di queste sostanze si è già significativamente ridotto, perché sono consapevole del fatto che i primi a rimetterci dal punto di vista della salute sono gli stessi agricoltori.

Chiudo però rapidamente questa parentesi, vorrei stare sul tema della salute.

Nelle ultime conferenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in particolare in quella del 2016, la promozione della salute è stata posta al centro degli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Sto parlando dell’Agenda 2030 dell’ONU. Anche questo è un organismo, come tutti sappiamo, sovranazionale, che raccoglie oltre 190 Paesi di tutto il pianeta, quindi direi che è un organismo assolutamente super partes.

Alle conclusioni di questa Conferenza globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono stati affermati questi principi: riconoscere che la salute e il benessere sono essenziali per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile, che la salute e il benessere non possono più essere separati dalla salute del pianeta e da una crescita economica sostenibile ed equa, che impegna i vari stakeholder a promuovere la salute attraverso interventi su tutti gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e considera la salute uno dei più importanti indicatori dello sviluppo sostenibile di una nazione, di una città e di una comunità.

In questa visione di salute globale, del concetto di One Health, di una salute globale, si afferma anche che la specie umana non è l’unica che ha bisogno di essere preservata. La salute del pianeta e di tutti i suoi abitanti devono avere pari dignità se si vuole creare un ecosistema che sia sostenibile, resiliente e durevole.

In altre parole, siamo tutti componenti di un unico sistema in cui la salute di ogni parte, non solamente la salute umana, è strettamente dipendente da quella di tutte le altre.

Questo principio si inserisce perfettamente tra gli obiettivi dell’Agenda 2030, non solamente nell’obiettivo 3 salute e benessere, ma anche con molti altri.

In conclusione, su questo aspetto generale dobbiamo tutti quanti avere presente che gli effetti, un ambiente inquinato, e quando parlo di ambiente in questo momento sto parlando di aria, di acqua, dei terreni e di tutto ciò che costituisce l’ambiente per la vita umana e per la vita di tutti gli esseri viventi, un ambiente alterato si ripercuote inevitabilmente sulla salute, sulla qualità di vita delle generazioni attuali ma anche di quelle future.

Tutto ciò premesso, perché ho voluto fare questo ragionamento? Perché, come dicevo all’inizio del mio intervento, essendo arrivata ad assistere alle parti finali di questo Piano, ho sfogliato, ho studiato e approfondito alcune parti del corposo documento frutto di tante competenze, di tante analisi assolutamente arricchito di dati e analisi che vanno ben al di là, credo, di qualunque tipo di imposizione che ci arriva dall’alto.

Lo ribadisco, migliorare la qualità dell’aria non può essere considerata una punizione ma una necessità fondamentale per la qualità della vita, per il nostro presente ma anche per il futuro delle prossime generazioni.

È un Piano molto articolato, come dicevo, ma non è un Piano tecnico, ha una visione, una visione di sostenibilità e di futuro.

È un Piano integrato perché indica misure specifiche su sei ambiti diversi, con pesi e dettagli differenti, dall’ambito urbano, ai trasporti, alla mobilità, all’energia, alle attività produttive e anche, ovviamente, al tema dell’agricoltura che già citavo prima. È un Piano, nella sua articolazione, che io ritengo completo, che ha scandagliato ed esplorato tutte le possibilità e gli strumenti.

Vorrei sottolineare anch’io, come ha fatto in precedenza il collega Costa, che in questo Piano sono presenti non solo le punizioni, ma anche i premi. Esistono dei limiti, ma del resto tutte le nostre vite sono condizionate e caratterizzate da limiti, e io dico per fortuna.

La nostra vita terrena ha un limite, la nostra capacità di consumo ha un limite, eccetera, eccetera. Dicevo, il Piano prevede delle prescrizioni, degli obblighi, ma sostiene queste politiche con degli incentivi. È un Piano integrato, perché si integra anche con altri strumenti di pianificazione. Li conoscete tutti, dal Piano energetico regionale al Piano integrato dei trasporti, al complemento regionale per lo sviluppo rurale.

Penso che, in qualsiasi ambito, che sia privato o collettivo, che sia pubblico o collettivo, che sia la vita e il modo di consumare energia nelle nostre case o il modo di consumare energia per le varie produzioni e le varie attività economiche, non piaccia a nessuno avere delle limitazioni, ma dobbiamo essere consapevoli di qual è la posta in campo.

Queste limitazioni, ma anche quegli incentivi per poter introdurre dei correttivi servono per migliorare la qualità dell’aria che quotidianamente respiriamo.

Credo sia un obiettivo alto e generale che deve vederci impegnati tutti quanti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Dalfiume.

Altri? Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Nel dibattito che abbiamo fin qui ascoltato si è parlato molto degli effetti pratici sulle categorie economiche sulle quali impatterà il Piano Aria, ma sinceramente poco o nulla si è detto di quali effetti produce una pessima qualità dell’aria.

Io voglio partire da qui, ricordando a quest’aula che l’inquinamento atmosferico produce effetti negativi sulla salute sia acuti nel breve periodo per i picchi di esposizione sia cronici associati a esposizioni che si cumulano nel corso della vita.

L’inquinamento atmosferico rappresenta, a livello globale, la prima causa di morti premature per malattie respiratorie croniche, la quarta per infezioni respiratorie e la sesta per malattie cardiovascolari. L’impatto dell’inquinamento inizia già della gravidanza e i primi effetti possono emergere già dall’infanzia. L’impatto maggiore si osserva in età adulta e negli anziani, con effetti sulla salute respiratoria, cardiovascolare, sul rischio di diabete, demenza, fino ad arrivare al tumore polmonare.

Allora, nel nostro Paese parliamo di una media di oltre 53.000 decessi annui prematuri ed evitabili nell’ultimo decennio. Parliamo di oltre 140 morti premature al giorno. L’inquinamento atmosferico resta il fattore di rischio ambientale con il maggiore impatto sulla salute umana. Colpisce in maniera diseguale persone vulnerabili, quali i bambini, gli anziani e le persone con patologie pregresse, e le persone svantaggiate da un punto di vista economico e sociale.

A questo si aggiunge anche un altro grande tema legato all’inquinamento dell’aria, che è l’emergenza climatica, i cui effetti abbiamo potuto toccare con mano, purtroppo, con l’alluvione in Romagna del febbraio dello scorso anno. Ecco, davanti a tutto questo io mi aspetto una risposta forte da parte delle Istituzioni. Lo continuo a dire perché ancora io questa risposta non la vedo negli atti.

Siamo il bacino padano e quindi ci sono aspetti specifici, che altre zone d’Italia sicuramente non hanno, legati alla morfologia del territorio, che incidono negativamente sulla qualità dell’aria che respiriamo, che vanno giustamente tenuti in considerazione quando affrontiamo questo problema, ma non possiamo nasconderci che ci sono questioni di tipo antropico che dipendono da noi e dalle politiche che vengono messe in campo per abbattere le emissioni nocive. Questa non può essere una giustificazione per fare battaglie di retroguardia, ma deve essere uno stimolo a fare di più e meglio degli altri.

Ecco, io questa volontà nelle politiche della Regione ad oggi continuo a non riscontrarla. Anzi, vedo piuttosto un atteggiamento cerchiobottista nel provare a cogliere anche le sollecitazioni peggiorative del piano arrivate da qualche associazione di categoria in udienza conoscitiva. Alla base, però, di tutto questo c’è un problema di fondo, che è il fatto di non ragionare in maniera integrata, avendo chiara quale sia la strategia e la cornice entro la quale ci muoviamo. Ad oggi questa cornice normativa, che io continuo a chiedere a più riprese, chiamata legge regionale sul clima, non c’è e il mio appello al confronto e a fare in fretta è rimasto a tutt’oggi lettera morta.

Oltre a non essere stata concretamente colta la mia sollecitazione, nel piano si posticipa la messa a terra di obiettivi sfidanti come il raggiungimento del 100 per cento di energia rinnovabile al 2050 prevista dal Patto per il lavoro e per il clima, scrivendo che bisognerà, non si sa bene chi, forse quelli del prossimo mandato, definire le tappe per rendere questa regione neutrale per emissioni di carbonio prima del 2050.

Avete avuto quattro anni di tempo per farlo e ancora siamo qui a parlarne.

Non solo. All’interno di questo Piano è stato scritto che i target intermedi saranno da definire in maniera collegiale e che questi saranno alla base della citata legge regionale sul clima. Tradotto: vista la possibile scadenza della legislatura entro l’anno, probabilmente questa legge noi non la vedremo mai approvata, o forse sarà buona per qualche campagna elettorale.

Che serva una strategia unitaria è evidente, ma non si può sempre rimandare a un’assunzione di responsabilità a chi viene dopo di noi. Io penso che serva coraggio, un coraggio che questo piano, che deve peraltro contemplare, anche se avete omesso di specificare il carico eccessivo di queste infrastrutture, la realizzazione di autostrade, aeroporti, poli logistici, e anche un piccolo appunto rispetto ad un altro tema particolarmente critico, per questa Regione, che è citato nel Piano e che è quello del consumo di suolo, dove viene rappresentato il dato del 2021, ma non si parla mai della tendenza che era dell’8,4 per cento nel 2006 ed è passata all’8,73 nel 2016.

Poi c’è stata la legge urbanistica che avrebbe dovuto rivoluzionare il consumo di suolo e siamo passati all’8,89 del 2022, un trend sempre in crescita, e addirittura nel 2022 è stato sfondato il tetto dei 200.000 ettari consumati.

Davanti a questi scenari, tocca paradossalmente ringraziare l’Unione europea quando arrivano le sanzioni, perché sono in forza della sentenza di condanna sullo sforamento sistematico delle PM10 in cui anche la nostra Regione è coinvolta, che nel 2021 sono state adottate in Regione misure straordinarie, ad esempio estendendo alcune prescrizioni, anche ai Comuni di pianura al di sotto dei 30.000 abitanti.

È allora un bene che a livello europeo, con la nuova direttiva Aria si vogliano modificare, abbassandoli, i limiti inquinanti, perché quelli attuali in vigore in Europa risultano di gran lunga più elevati rispetto a quelli indicati come pericolosi dai ricercatori che studiano l’impatto dell’inquinamento sulla salute umana.

Deve essere però altrettanto chiaro che le misure antismog devono essere sostenibili e vanno finanziate con nuovi fondi europei. Anche qui bisognerebbe fare una battaglia forte, che in parte è stata fatta a livello nazionale, perché siamo il bacino padano con tutte le caratteristiche che citavo prima che altre Regioni nel nostro Paese non hanno.

Parliamo allora di fondi che devono accompagnare una transizione che da noi deve correre più veloce che altrove e toccare tutti i settori emissivi. Per quanto riguarda l’efficientamento energetico dei condomini e delle abitazioni private, penso che questo momento sia un momento di grande criticità, dopo lo stop di una misura come il Superbonus voluta dal Governo Meloni, e quindi questo è un tema che va sostenuto alla luce delle decisioni che son state prese anche di recente a livello nazionale rispetto a una misura che incentivava l’efficientamento energetico delle abitazioni e dei condomini privati.

Eppure, come dicevo, abbiamo un patrimonio edilizio vetusto, che disperde calore ed è alimentato da sistemi di riscaldamento particolarmente inquinanti, ed è stato interessante partecipare anche ad un’iniziativa di Legambiente di monitoraggio a Corticella di alcuni edifici, sia pubblici che privati, con sistemi di rilevamento del calore disperso e vedere effettivamente quanta è la dispersione di questi edifici e come sarebbe opportuno (bisognerebbe farlo in fretta) anche trovare misure che consentano di efficientare, come dicevo, gli edifici.

C’è poi il tema dell’agricoltura, dove, come abbiamo visto in maniera molto chiara anche in udienza conoscitiva, ci sono le resistenze, a mio avviso, più grosse di una categoria che lamenta i danni da cambiamento climatici e fa fatica, fa molta fatica a farsi parte diligente nel concorrere al cambiamento.

Qui servirebbe, dal mio punto di vista, anche uno sforzo maggiore di accompagnamento da parte della Regione.

Dopodiché c’è un punto su cui sono intervenuta, che riguarda i trasporti. È vero, qualcosa è stato fatto, lo abbiamo fatto anche insieme, per quanto riguarda lo svecchiamento del parco auto dei Comuni, però ci sono alcune scelte, esplicitate anche attraverso alcuni emendamenti che sono arrivati in Commissione, che non mi vedono assolutamente d’accordo, quando si dice che in questa Regione dobbiamo dare priorità, per quanto riguarda il TPL, agli autobus ad idrogeno.

Sappiamo già che questa è una tecnologia fallimentare, se applicata a quel settore, abbiamo Regioni - la Liguria ci insegna, la Francia ci insegna - dove, per esempio, si pensava di ordinare 50 bus ad idrogeno, ma sono stati trasformati in elettrico, la Germania, dove sono stati sostituiti i treni a diesel con idrogeno, dopodiché è stata fatta marcia indietro, quindi noi sappiamo già e abbiamo già dei dati oggettivi che ci dicono che quella tecnologia applicata al trasporto pubblico locale, quindi agli autobus, è inefficiente.

Da questo punto di vista trovo insensata la scelta di TPER, che ha in previsione di acquistare 127 autobus ad idrogeno per 90 milioni di euro, in una città che, in termini di mobilità, ha già conosciuto negli anni diversi fallimenti, a partire dal Civis. In questo piano sembra quasi che non siamo noi che pianifichiamo, ma siamo i recettori di scelte fatte in altre sedi.

Lo voglio dire chiaramente, i costi economici per i bus a cella a combustione sono sei volte superiori all’elettrico, perché usiamo energia per fare l’elettrolisi, quindi produrre idrogeno, comprimerlo, caricarlo su treno o su autobus e trasformare in energia elettrica.

Evidentemente i costi sono doppi, se non tripli, e alla fine di tutto questi costi, naturalmente, ricadranno sugli utenti.

È il motivo per cui ho voluto presentare due piccoli emendamenti ad un Piano che ha una direzione politica che non è la mia, dove però su questo punto proviamo a correggere la traiettoria alla luce dei dati che citavo e alla luce delle esperienze che sono già state fatte, sia in Italia che in giro per l’Europa, provando ad intervenire nelle norme tecniche di attuazione e nella valutazione degli effetti ambientali della sintesi non tecnica, dando e scrivendo di dare priorità ai mezzi a zero emissioni da combustione nelle aree urbane della Regione, nei territori montani ed aree extraurbane dalla Regione ove tecnicamente possibile.

Queste definizioni le abbiamo dedotte dalle controdeduzioni che questa Regione ha fatto alle osservazioni di alcune associazioni di categoria, penso Legambiente, quindi seguono la logica delle controdeduzioni che non vengono da me ma vengono dalla Regione.

Perché oggettivamente si può utilizzare mezzi esclusivamente elettrici nelle aree urbane e non si capisce perché si debbano fare altre scelte meno sostenibili i cui costi, come dicevo, ricadranno sulle tasche dei cittadini.

Quindi è un Piano, questo, che non ci convince.

La mia porta rimane aperta per quanto riguarda l’approvazione della legge sul clima che io spero e mi auguro… Voi sapete che io un mio progetto di legge ce l’ho già e non vorrei arrivare ad accelerare l’iter in solitaria. Vorrei che questo confronto fosse aperto e che si accelerasse perché, come dicevo, è possibile che questa legislatura finisca prima del previsto e il mio auspicio è che questa Assemblea arrivi ad approvare un testo prima della fine del mandato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri? Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Pur se da punti di vista diversi, credo che tutti siamo d’accordo sul fatto che l’ambiente vada tutelato. Tutti i temi sollevati sono condivisibili, anche quelli citati nell’intervento precedente al mio, la salute, eccetera, sono assolutamente condivisibili.

Il PAIR è sicuramente uno degli strumenti fondamentali per raggiungere l’obiettivo. La differenza che in qualche modo ci divide è su come fare, su quali regole attivare per raggiungere questo obiettivo.

L’impressione è che il mondo della politica si sia concentrato molto sul settore più debole, l’agricoltura, e in occasione delle tante attività di confronto che la vicepresidente ha realizzato durante l’iter di approvazione in Commissione, uno dei relatori in queste sedute ha dichiarato: “Il paradosso è che fino ad oggi eravamo convinti che fosse la città a inquinare la campagna, mentre oggi abbiamo capito che è il contrario: è la campagna, e, di conseguenza, l’agricoltura, che inquina la città”.

Personalmente io contesto questa affermazione, anche se mi rendo conto che sempre più la politica, in particolare quella europea, sta andando in questa direzione.

Io credo che si debba uscire dallo schema delle contrapposizioni partigiane, città contro campagne, piuttosto che ambientalisti estremi contro negazionisti, che contraddistingue i due schieramenti politici di maggioranza e opposizione. Lo ha dichiarato la vicepresidente Priolo in Commissione: “a seconda di chi interviene, pare che il Piano sia troppo rigido e dannoso per le attività produttive da una parte, in particolare, appunto, sull’agricoltura, e dall’altra, per chi ha una visione estrema dal punto di vista ambientale, appare troppo blando e poco tutelante per la salute dei cittadini”, leggasi l’intervento che mi ha appena preceduto.

La verità è che per chi guarda la città da lontano, nelle giornate di bel tempo, con cielo terso, in particolare dalla montagna, vede ad occhio nudo una stratificazione che dall’azzurro intenso degrada in un colore marrone scuro sopra la città. Non credo sia responsabilità delle stalle. In città le stalle non ci sono, mentre invece ci sono ancora tanti impianti di riscaldamento alimentati con vecchie tecnologie di origine fossile e tante industrie molto più inquinanti dell’agricoltura. Di questo, purtroppo, non si è sentito parlare durante il percorso di discussione del Piano. L’agricoltura sta vivendo un momento molto difficile per effetto delle molte regole comunitarie che si stanno stratificando e che stanno penalizzando il settore. Sapete che in questi giorni ci sono anche delle proteste? Ci sono i trattori in strada.

Il rischio è che con nuovi oneri imposti dagli obblighi che deriveranno dal Piano che stiamo approvando, venga data una sorta di colpo di grazia al settore o, peggio ancora, che a farlo siano poi i controlli e le sanzioni conseguenti.

Un altro rischio che stiamo correndo è quello della chiusura definitiva dei piccoli allevamenti di montagna, che devono rispettare le stesse regole dei grandi allevamenti intensivi di pianura. Questi non hanno lo stesso impatto e il rischio è quello che piano piano, silenziosamente, in pochi anni spariscano definitivamente a causa dell’abbandono dei pochi ultimi temerari che stanno ancora resistendo.

Il rischio che stiamo correndo, a causa di un approccio ancora una volta ideologico, è quello di sparare al moscerino con il cannone e lasciare che l’elefante ci calpesti perché concentrati sul moscerino. Questo è il raffronto fra l’attenzione che si sta dando all’agricoltura rispetto all’industria o peggio al mondo variegato, dal punto di vista delle fonti energetiche, della città rispetto all’uso delle biomasse in campagna e in montagna.

Ritengo quindi che, parallelamente agli obblighi, sia necessario anche attivare un piano di aiuti per consentire al settore agricolo di reggere gli investimenti necessari ad adeguarsi ai nuovi obblighi, questo per evitare di perdere un settore così importante per la nostra regione e per non demotivare il processo generazionale, che è già molto difficile nelle condizioni attuali.

Anche l’uso delle biomasse… Sull’uso delle biomasse credo ci sia stato un accanimento normativo e mediatico. È necessario, sì, lavorare, come in realtà la Regione sta facendo, per incentivare la sostituzione delle vecchie stufe e camini aperti con apparati che abbiano prestazioni migliori, con minori emissioni, ma non possiamo criminalizzare le biomasse, come si sta facendo, con il rischio, anche qua, di penalizzare un settore economico integrativo delle attività agricole di montagna. Come non credo che siano i pochi abbruciamenti fatti in campagna a modificare la qualità dell’aria della nostra regione. Qua saranno necessari provvedimenti per aiutare gli agricoltori a utilizzare altre tecniche di smaltimento sul posto, tipo trinciatura per produrre compost o cippato da riutilizzare sul posto.

Quindi, che sia necessario fare politiche che non criminalizzino il mondo della biomassa e il mondo agricolo come colpevoli di gran parte dei problemi che dobbiamo combattere, come invece sta avvenendo in modo ideologico…

Chiedo scusa, ho perso il segno. Arrivo subito.

Come sta avvenendo in modo ideologico… Beata carta.

Arrivo subito, chiedo scusa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Non ci sono problemi, capita.

 

MASTACCHI: La tecnologia non mi aiuta. Eccomi qua.

Ritengo, quindi, sia necessario, parallelamente agli obblighi, attivare piani di aiuto per consentire al settore agricolo di reggere gli investimenti necessari per adeguarsi ai nuovi obblighi, questo per evitare di perdere un settore così importante. Come non credo siano i pochi abbruciamenti, lo abbiamo già detto, quindi, sia necessario fare politiche che non criminalizzino il mondo della biomassa e il mondo agricolo come colpevole dei grandi problemi che dobbiamo combattere, come invece sta avvenendo in modo ideologico, in particolare nelle politiche dell’Unione europea.

Proprio parlando dell’Unione europea, faccio mie le parole dell’europarlamentare De Castro, che sicuramente non può essere considerato un politico della mia parte. È proprio lui che pubblicamente dichiara che gli agricoltori devono sentirsi protagonisti invece di vedere criminalizzata l’attività umana, e quella dell’agricoltura in modo particolare.

Tutti sanno che le politiche europee sono sbilanciate a nord e che le politiche messe in atto stanno penalizzando l’agricoltura dei Paesi del sud Europa, in particolare dell’Italia. Avere i trattori in strada a protestare è una sconfitta per tutti: per le associazioni agricole che rappresentano gli agricoltori, per la politica che dovrebbe interpretarne le esigenze mettendo in campo, come si direbbe in agricoltura, azioni che vadano in questa direzione, per aiutarli nel loro lavoro a supporto dei prodotti di eccellenza italiana, ma in particolare è una sconfitta per la società civile.

Gli agricoltori non possono più essere additati come inquinatori, ma devono essere considerati come attori principali della transizione che tutti stiamo auspicando: lo dice sempre De Castro e lo sottolineo a scanso di equivoci.

La sensazione diffusa è che i provvedimenti emanati dall’Europa li faccia percepire come imputati e non come protagonisti, paragonando le stalle alle peggiori fabbriche industriali inquinanti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Oggi stiamo per approvare un documento molto importante di questa legislatura, ma molto importante in generale, perché stiamo parlando di Piano dell’aria, Piano della qualità dell’aria, quindi stiamo parlando per forza, anche di qualità della nostra salute.

Sappiamo che la nostra Regione è al centro di un bacino che risulta tra i più inquinati non d’Italia, ma d’Europa e del mondo. Le migliaia di decessi che vengono attribuiti dall’OMS a questo inquinamento devono essere il nostro punto di riferimento nella discussione di questo Piano. Nessuno con il Piano vuole abbattere settori produttivi della Regione, ma anche questi settori produttivi devono essere orientati a non contribuire a un aggravamento della qualità dell’aria, perché la qualità dell’aria è alla base della nostra salute, cioè l’ordine delle priorità è questo: salute, salute, salute!

 È chiaro che questo piano, che fa un passo nuovo rispetto a quelli precedenti, che per me è uno degli aspetti più importanti, prevede che gli altri piani della Regione debbano concorrere al raggiungimento degli obiettivi. Tra l’altro, è un passaggio delle norme tecniche di attuazione che Europa Verde con un mio emendamento ha rafforzato, perché questo fatto della concorrenza al raggiungimento degli obiettivi; quindi, della non accettabilità che un piano dica una cosa e un altro piano ne dica un’altra, è un passo fondamentale. Più volte in quest’aula ho richiamato l’esigenza di essere coerenti, perché non posso dire una cosa nel Piano dell’aria e un’altra nel PRIT.

Se i piani che vengono citati sono il Piano dei trasporti integrati, il Piano energetico, perché anche lì abbiamo un tipo di emissioni legate alla produzione di elettricità o di energia secondaria che incidono sull’inquinamento atmosferico, poi c’è il PRIT, è il Piano integrato dei trasporti, vediamo che forse è questo l’anello debole della catena.

Non è la prima volta che rilevo che il PRIT, con la riproposizione di nuove strade, autostrade, bretelle (penso alla Sassuolo-Campogalliano, alla Cispadana, un collegamento che si poteva già realizzare sollevando le popolazioni residenti da un traffico che poteva essere riorientato cucendo tra di loro dei pezzi di strada che già esistono, anziché aspettare per altri 10 anni questa mitica Cispadana, che però non trova i fondi per partire) è l’anello debole della catena dei vari piani, che tra loro devono concorrere, gli uni non inficiando gli obiettivi degli altri, al risultato finale, che è quello di una migliore qualità dell’aria.

Il 2023 ci consegna dopo anni, per la prima volta, dei dati positivi. Sarà da vedere ‒ dicono gli esperti ‒ se anche le variazioni climatiche abbiano contribuito a questa positività dei risultati, di sicuro guardiamo con un certo sollievo questo raggiungimento di un’inversione di tendenza, ripeto, che dovrà essere monitorata per vedere se anche in questo caso il riscaldamento globale porta a delle conseguenze che sarebbero per fortuna, almeno da questo profilo, positive.

Per il resto, le emissioni di cui parliamo oggi sono emissioni che impattano sulla salute ma sono emissioni che impattano anche sul clima, sul riscaldamento globale.

Proprio in queste ore è stato pubblicato uno studio che dice che la Regione Emilia-Romagna, dopo il Veneto, è la Regione italiana più esposta al rischio di innalzamento del livello del mare. Su questo io presenterò un question time domani, perché è un altro di quei segnali che vanno presi sul serio.

Ho sentito dire che stamattina scopriamo che non è la città che inquina l’agricoltura ma il contrario. In realtà non lo scopriamo stamattina che l’agricoltura sia fonte di gas che incidono sulla salute, si sa benissimo ma, ripeto, non lo scopre il PAIR, cose che girano sui testi ufficiali di ricercatori da decine e decine di anni. L’ammoniaca è un precursore della formazione delle polveri sottili. Le polveri sottili sono quelle che più facilmente vanno ad infilarsi nei nostri bronchi, quindi le respiriamo.

Addirittura, ci sono stati studi, in fase di esplosione del Covid, riconoscendo anche una massima diffusione di contagi in Emilia-Romagna e Lombardia, che hanno associato la maggiore diffusione del Covid alla presenza delle polveri sottili, che è uno dei parametri per i quali noi siamo in infrazione.

Quindi, tutto si tiene e niente viene scoperto oggi per una forzatura politica. La forzatura politica non c’è, qui è la scienza che parla, la scienza e i monitoraggi e bisogna fare i conti con questi, non con campagne preelettorali o già elettorali per porsi come i paladini dell’agricoltura come se chi sottolinea che anche dall’agricoltura arrivano emissioni dannose per la salute e anche chi fa questa operazione non intende uccidere l’agricoltura.

Se io dieci minuti fa mi sono mangiato una brioche è grazie al fatto che c’è stato qualcuno che ha coltivato quei cereali e mi ha permesso di mangiare la brioche che poi è stata cucinata da altri.

Quindi, del fatto che noi dipendiamo per vivere dalla produzione agricola, ma anche questa non è una scoperta di questa mattina, ne siamo consapevoli. Però, anche all’agricoltura vanno chieste quelle riforme nei metodi di coltivazione che rendano meno impattante quell’attività.

Del resto, come sapete, sono la proponente di una legge che è stata approvata, e ringrazio ancora chi l’ha votata, perché è stata approvata all’unanimità, per il sostegno ai distretti bio, cioè quei distretti dove coltivatori e anche allevatori seguono il metodo biologico che è il meno impattante.

È chiaro che anche per l’agricoltura si tratta di fare una trasformazione che va supportata, ma per questo interviene la cooperazione con altri Piani. Qui ci sono i fondi del Piano di sviluppo rurale che devono sostenere economicamente la transizione.

Intanto, il PAIR dà gli obiettivi e dà le linee di indirizzo di quello che è necessario fare.

Oltre a questo fatto, appunto, di aver finalmente riconosciuto la necessità di mettere a sistema i Piani che devono parlare andando nella stessa direzione, non uno mettendosi di traverso con l’altro, l’altra importante novità di questo PAIR è la disponibilità di risorse.

Le risorse del Ministero dell’ambiente che non erano state assegnate al vecchio PAIR parlano di 47 milioni di euro che vengono sommati a risorse proprie della Regione che arrivano a oltre 66 milioni di euro da qui al 2025. Altri 82 sono previsti per il periodo 2026-2030.

Questo è un altro passaggio fondamentale. Fare dei Piani che non sono finanziati è come fare della poesia, ma non incidere poi sulla realtà. È il problema che abbiamo con il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici a livello nazionale. Adesso pare forse che finalmente sia stato partorito un testo che è stato accolto e adottato. Però, se non ci sono i finanziamenti, anche quello resta sulla carta e non migliora la situazione.

Ai fondi che già dicevo sia del Ministero dell’ambiente che della Regione ci sono altre risorse che arrivano dalla priorità 2 dell’obiettivo 2 del POR FESR 2021-2027, per un totale di 230 milioni. Ci sono i fondi del Piano di sviluppo rurale assegnati alla riduzione delle emissioni di ammoniaca pari a 13 milioni; il Fondo per la mobilità sostenibile da 2,3 milioni. Poi, ci sono i fondi del Piano energetico che anche qui toccano, se ricordo bene, 5 milioni e poi abbiamo i fondi europei del NextGenerationEU e quindi del PNRR. Quindi, come si vede, c’è una strumentazione finanziaria, economica di un certo rilievo, perché, ripeto, senza questo parliamo di niente.

Per quanto riguarda gli obiettivi e le misure previste, importante l’obiettivo di incremento dei passeggeri sul TPL del 10 per cento al 2030. È importante, ma al tempo stesso è modesto, cioè è importante che sia indicato, ma la quantificazione è assolutamente modesta. C’è la riduzione delle percentuali di spostamenti in auto privata e lo share modale, che, nel caso di Bologna, però, vede un abbassamento consistente perché, rispetto all’obiettivo vecchio del 40 per cento, fissato al 2016, adesso vede al 2030 il 27 per cento. Vuol dire che dei cento spostamenti che si svolgono nell’area di Bologna, Comune di Bologna, Città metropolitana, ben 73 devono essere fatti senza l’uso dell’auto. Quindi, è un ribaltamento delle percentuali importante.

Poi, come Verdi, come Europa Verde, abbiamo chiesto di dare un rilievo alla forestazione e anche alla qualità di questa forestazione, quindi scegliere le specie più interessanti dal punto di vista anche dell’assorbimento delle emissioni; e poi vari altri elementi che sono stati presenti negli emendamenti che ho presentato, che sono stati approvati. Adesso vorrei, negli ultimi minuti che mi restano per l’intervento, passare ai quattro ordini del giorno che presento stamattina.

Avevo preparato anche due emendamenti per rilanciare il compost. Purtroppo, anche in questo caso non ho avuto ascolto. C’è una sorta di resistenza alla valorizzazione del compost, cioè si può valorizzare, in sostituzione degli abbruciamenti, la ramaglia verde o gli scarti, appunto, legnosi ai fini della combustione, che dà missioni... La combustione o è pirolisi o dà emissioni, ma qui non si parla di pirolisi. Forse era anche meglio metterla, ma quando uno dice, almeno nei comuni isolati, dove non ha senso, dal punto di vista emissivo, del bilancio totale, andare a recuperare queste ramaglie e portarle nelle centrali di biomassa, almeno lì sosteniamo il compostaggio nelle forme dell’autocompostaggio.

Ma questa è una battaglia che sto facendo da mesi dietro le quinte, ma hanno sfondo. Mi dispiace perché invece ha una sua logica sia emissiva, sia anche rispetto proprio all’agricoltura, perché il compost è una sostanza fertilizzante e rifertilizzante, che non contiene sostanze chimiche e che ridà fertilità ai suoli. Anche sulla fertilità dei suoli dell’Emilia-Romagna, sappiamo bene che è suonato il campanello d’allarme, perché ci sono delle zone, soprattutto quelle colpite dall’alluvione, che sono in condizioni di fertilità tragiche. Siccome da lì ci arriva il cibo, anche questo ci dovrebbe preoccupare.

L’attività agricola è importante per chi la fa. Oggi poi sappiamo che spesso i costi di produzione non sono coperti da quello che ricavano dalla vendita di ciò che producono. Io avevo presentato ad inizio legislatura una risoluzione proprio imperniata sul fatto che andava garantito il giusto compenso al lavoro agricolo: il giusto compenso. Oggi i prezzi sono strozzati dalla grande distribuzione, e questo è un tema importante. Non è la lotta al Green Deal. La lotta va fatta contro un sistema di mercato che non premia a sufficienza la produzione agricola: questa è la battaglia da fare, non opporsi ai miglioramenti ambientali indotti dal Green Deal.

Vengo comunque ai miei ordini del giorno. Ringrazio i colleghi li hanno co-firmati, perché c’è questa regola che ogni consigliere può presentarne solo uno; quindi, ringrazio chi li ha controfirmati perché potessi presentarli.

Il primo riguarda – è il mio cavallo di battaglia, ormai, pluriennale – il sostegno al servizio ferroviario metropolitano. Nonostante il nuovo protocollo d’intesa sul servizio ferroviario metropolitano, firmato nell’aprile scorso tra Comune e Città Metropolitana di Bologna e Regione Emilia-Romagna, preveda una realizzazione a lungo attesa come la prima linea passante in stazione Centrale a Bologna, Porretta-Pianoro, prevista per giugno 2024, ci sono ancora numerose criticità sulla piena realizzazione di questo servizio. Rimane aperto l’interrogativo relativo alle risorse necessarie per la realizzazione dei numerosi interventi strutturali necessari per il suo completamento.

Le nuove fermate non solo non sono state realizzate con il finanziamento disponibile, ma in questi anni il costo previsto è più che raddoppiato, passando da 38 a 83,2 milioni.

Sono elencate altre misure che facevano parte del progetto approvato, come ad esempio la garanzia di un cadenzamento regolare diffuso a 30 minuti sulle linee, che ancora non abbiamo raggiunto.

Questo ordine del giorno impegna quindi la Giunta ad adoperarsi in tutte le sedi opportune, d’intesa con Comune e Città Metropolitana, affinché siano finanziati da soggetti terzi competenti (parliamo naturalmente di Trenitalia e RFI) gli interventi strutturali necessari.

Un altro ordine del giorno, sempre relativo al trasporto pubblico locale, impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso la Conferenza Stato Regioni e tutte le sedi opportune, per sollecitare il Governo ad aumentare le risorse assegnate al Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale. Nelle premesse, ricordo che da una recente ricerca curata da ANAV, l’associazione che riunisce le aziende del settore autotrasporto viaggiatori, emerge che il Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale è sostanzialmente invariato da almeno 10 anni, dal 2013 le risorse che lo Stato destina al finanziamento del trasporto pubblico locale sono ferme intorno a quota 5 miliardi.

È chiaro che, senza un forte trasporto pubblico locale, la conversione dal trasporto privato automobilistico a mezzi ecologici non avverrà; quindi, è importante che ci siano le risorse. La situazione in Emilia-Romagna vede una quota del Fondo nazionale assegnata alla nostra Regione pari a 370 milioni di euro sui 5 miliardi totali, fondi che comprendono anche le linee ferroviarie locali. Questa somma copre solo il 40 per cento del fabbisogno regionale complessivo.

Ricordiamo anche che la mancanza di fondi determina anche la mancanza di autisti e quindi una riduzione del trasporto.

C’è un’altra questione che ho sollevato altre volte e che adesso ha imperniato questo ordine del giorno, ossia l’ordine del giorno che impegna la Giunta a sollecitare il Governo, in sede di Conferenza Stato Regioni e in tutte le sedi istituzionali opportune, ad aprire un tavolo di confronto con i concessionari autostradali per introdurre un meccanismo di compensazione che permetta di riservare una parte degli introiti derivanti dai pedaggi autostradali a favore dei territori maggiormente penalizzati dall’inquinamento originato dalle autostrade per finanziare misure e opere finalizzate al miglioramento e alla qualità dell’aria.

Qui siamo di fronte al solito deprecato principio: privatizzare gli utili, socializzare le perdite.

Autostrade fa naturalmente incassi con i pedaggi. Noi siamo una delle Regioni più impattate dell’attraversamento autostradale, ci ritroviamo le spese sanitarie legate alla cura delle malattie da inquinamento atmosferico e non abbiamo nessun tipo di compensazione da parte di chi, appunto, sul traffico che attraversa la nostra Regione fa guadagni.

L’ultimo ordine del giorno è molto tecnico, ossia chiede al Ministero dei trasporti di dare attuazione a un percorso che era stato avviato per fare in modo che i sistemi di telecontrollo nei varchi di accesso alle ZTL possano registrare - e potrebbero già farlo, vanno solo autorizzate queste registrazioni - possano registrare anche altri dati che riguardano le automobili.

Quindi, quando ci sono i giorni di chiusura o di limitazione al traffico per smog, fare in modo che queste strumentazioni siano attivate anche in funzione di questo tipo di controllo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Partiamo dal presupposto dell’importanza della riduzione delle emissioni inquinanti nel Bacino Padano nella nostra Regione. Questo è un principio che non viene messo in discussione, però ci corre l’obbligo di rappresentare da parte nostra alcune critiche a questo Piano in riferimento ad alcuni aspetti che non solo oggi ma da sempre ci paiono poco coerenti.

Riteniamo di doverlo fare senza nasconderci dietro veli. Per cui, se non si è favorevoli ad un certo tema è inutile poi parlare in un modo e presentare atti che vanno in altra direzione. Mi riferisco anche ad alcuni di quelli che sono stati presentati da componenti della maggioranza su cui ritorneremo al momento del voto.

Sul tema biomasse. anticipo subito che è stato presentato un ordine del giorno, che sarà illustrato dal collega Tagliaferri, in relazione al bando per la sostituzione delle caldaie a biomasse con dispositivi di ultima generazione.

È un bando che va ad escludere quella parte di popolazione che vive nelle zone pedecollinari e di montagna. Ci auguriamo, ovviamente, che questo ordine del giorno, che va un po’ a correggere la situazione, venga accolto e che, insomma, la Regione mostri su questo tema una flessibilità che in passato è già mancata.

Vogliamo ricordare, infatti, che di recente, lo scorso inverno, avevamo proposto un ulteriore ordine del giorno chiedendo di valutare un provvedimento volto ad eliminare, almeno in parte, in questa fase di crisi energetica, il divieto di utilizzare per scopi domestici caminetti a legna e stufe in quei territori che si trovano anche al di sotto dei 300 metri di altitudine.

Ovviamente, l’ordine del giorno in quella fase era stato respinto. Auspichiamo oggi un modus operandi diverso.

Rispetto ad alcuni temi specifici, come quello dell’industria e delle categorie produttive, noi riteniamo che oggi l’industria e le categorie produttive abbiano dato una dimostrazione comprovata di avere colto la delicatezza di questo tema e, con molta più sensibilità, di essersi indirizzate rispetto a quelle che sono le questioni ambientali.

Probabilmente è il mercato stesso che ha chiesto alle aziende una inversione di rotta per mantenere una certa competitività. Le aziende, però, hanno risposto. Quindi, per così dire, non vi deve essere una contrapposizione tra salubrità dell’aria ed emissioni industriali. Qualcuno dei rappresentanti delle categorie produttive lo ha affermato in Commissione, all’udienza conoscitiva.

Parlando, però, di interventi che vanno in quella direzione e quindi che in qualche modo vengono richiesti a queste categorie, ovviamente, un tema centrale è quello degli investimenti; investimenti che, a nostro avviso, vanno da un lato incrementati soprattutto rispetto a quelle imprese capaci di veicolare efficientemente le politiche industriali verso l’adozione di tecnologie che siano davvero in grado di migliorare la qualità dell’aria e per certi aspetti anche investimenti che vanno rivisti nelle modalità di allocazione e di individuazione.

Proprio questo tema, quello dell’incremento degli investimenti come supporto per apportare quei cambiamenti che il PAIR richiede come urgenti e prioritari, dovrebbe rappresentare il fulcro fondamentale delle politiche economiche e di sviluppo di questo Piano. Rispetto a questo, invece, ci sembra che il Piano poco dica e ci sentiamo di voler invitare la Regione ad aprire una riflessione; una riflessione, però, con quelle che sono le parti interessate.

Nelle osservazioni che abbiamo letto abbiamo notato la richiesta di contributi a fondo perduto alla riflessione che viene fatta sui fondi europei, ma anche alla richiesta di una sorta di premialità.

Un altro accenno va fatto alla normativa di cui all’articolo 27, che riguarda il rapporto con la disciplina VIA, rispetto a cui abbiamo depositato un altro ordine del giorno di cui darà illustrazione il consigliere Cuoghi.

Sul tema dei veicoli e del trasporto, riteniamo che queste tematiche debbano essere affrontate partendo dal presupposto che, quando si interviene con misure che impattano fortemente anche su aspetti legati al mondo delle imprese e del lavoro, è necessario un approccio pragmatico e graduale e favorire il confronto costruttivo, che tenga sempre e comunque in considerazione anche la situazione che le imprese stanno vivendo e anche le attività produttive e anche commerciali.

Per cui abbiamo guardato con favore alla richiesta, che era pervenuta, circa la soppressione della prescrizione di cui all’articolo 17 sulle norme tecniche di attuazione del PAER, misura che prevede che i Comuni intervengano con misure aggiuntive a livello locale nel momento in cui vengano effettuati alcuni superamenti. Veniva chiesta la scelta di eventuali misure e viene chiesta ad appannaggio del Comune. Noi riteniamo che quelle osservazioni, che chiedevano almeno un criterio selettivo, fossero corrette. Questo in ragione del fatto che, intanto, si tratta di misure aggiuntive e poi per il fatto che è un incombente che viene addossato ai Comuni, ma che riguarda, com’è già stato anche sottolineato, misure che incidono sulla circolazione dei veicoli e quindi sulla mobilità dei cittadini e dei lavoratori, rispetto all’adozione di misure che sono già, altre misure che sono già stringenti nei confronti delle aziende e già previste dal piano.

Anche qua, quindi, riteniamo che debba essere strategico lo stanziamento di risorse che si affianchino a quelle nazionali, nell’ottica di incentivare e sostenere le imprese. Non sarà semplice per molte categorie di esse, soprattutto per quelle più piccole o allocate in certi territori, provvedere alla sostituzione dei loro automezzi.

Un altro tema che ci è caro è quello del trasporto. Parla il piano del potenziamento del trasporto pubblico e ci viene detto che questo potenziamento poi può essere annoverato tra le azioni da intraprendere per ridurre le emissioni. Allora, bene le dichiarazioni d’intenti, bene le previsioni dei piani che riguardano i trasporti, però bisognerebbe guardare la realtà oggettiva. Intanto mi piacerebbe sapere, anche rispetto ai consiglieri, quanti adottano i mezzi ferro o bus, quanti di quelli che sostengono questi tipi di trasporto.

Se guardiamo oggi alla situazione odierna sulla tratta proprio Porretta-Bologna o Bologna-Porretta che dir si voglia, su cui insiste anche un ordine del giorno che poc’anzi è stato illustrato, il Comitato dei pendolari denuncia ritardi e disservizi continui, quindi bene che ancora si valuti l’innesto su questa tratta del Passante Pianoro, perché difficoltà oggettive ci sono anche per chi è costretto, stante la viabilità della strada Porrettana, a utilizzare comunque quel mezzo credendolo sostitutivo.

Ovviamente, noi siamo d’accordo sul punto del potenziamento del trasporto pubblico, però le criticità ci sono. Un altro aspetto è quello del trasporto pubblico, e del prezzo del trasporto pubblico: ogniqualvolta si richiede un’effettiva richiesta di potenziamento da parte dei cittadini di un territorio, magari svantaggiato per posizione geografica, ci si scontra sempre con una serie di dinieghi ed impedimenti di carattere prima di tutto burocratico, e poi, subito dopo, economico. I ritardi li ho citati poc’anzi; i disservizi, anche. Proprio su questo punto, anche del rapporto tra il costo del biglietto e la tariffa oraria nell’utilizzo di mezzi pubblici depositeremo oggi una risoluzione.

Forti perplessità le abbiamo anche rispetto al tema dell’agricoltura e al comparto delle imprese agricole e zootecniche della nostra Regione. Pensiamo invece che le misure adottate, come peraltro hanno rappresentato le stesse associazioni di categoria interessate, saranno di difficile applicazione sotto l’aspetto gestionale, ma anche poco sostenibili rispetto al piano economico. Quindi, nessuno vuole negare che occorra adottare correttivi, ma sicuramente le aziende necessiterebbero, o necessiteranno di un periodo-cuscinetto per adattarsi alle nuove prescrizioni, sia per raggiungere gli obiettivi del Piano.

Chi dice di voler favorire e guardare in senso positivo all’agricoltura dovrebbe confrontarsi seriamente con chi l’agricoltura la conosce e con chi l’agricoltura la pratica. In questo momento non si può non tenere in considerazione il difficile momento che soprattutto nella nostra Regione le aziende agricole stanno attraversando. Per questo abbiamo fatto nostre tutte le osservazioni già effettuate da alcune associazioni di categoria in riferimento agli articoli 29, 30, 31 e 33, rispetto ai quali consegniamo oggi ai lavori di questa Assemblea, nuovamente, alcuni emendamenti, non tanto perché speriamo che gli stessi vengano accolti, anche se, come si dice, la speranza è sempre l’ultima a morire, ma perché rimangano cristallizzati a futura memoria, quando cioè noi riteniamo potrebbe essere accaduto l’irreparabile, soprattutto per quelle piccole e medie aziende agricole.

Auspichiamo quindi che nessuno possa dire di non averne avuto competenza, di non averne visto traccia, o sentito parlare. Per quanto ci riguarda, come Fratelli d’Italia, non ci vogliamo sottrarre ai nostri oneri e ai nostri doveri.

Sempre per quanto riguarda l’agricoltura e la zootecnia, visto che è una delle soluzioni che viene individuata nei bandi di finanziamento per la copertura delle vasche, ma anche per l’efficienza degli stoccaggi e altre azioni similari, monitoreremo questi bandi per valutare se le risorse saranno sufficienti, se i bandi saranno agevolmente accessibili e, soprattutto, quante aziende effettivamente ne beneficeranno e le avranno trovate risolutive.

Un’ultima considerazione la facciamo in relazione ad una misura adottata, che è quella di Città 30, un tema che negli ultimi giorni sta facendo discutere. Bologna, come sappiamo, è diventata la prima grande città 30 in Italia, ma le modalità e le motivazioni con cui la Giunta di Centrosinistra ha fatto queste scelte non ci convincono del tutto.

Stiamo parlando in questo momento del Piano aria, noi non crediamo che una città a 30 all’ora sia una città molto meno impattante dal punto di vista dell’inquinamento, ma che anzi potrebbe potenzialmente causare invece un aumento del traffico, code più lunghe ai semafori (si sta verificando), aumento dei tempi di percorrenza, quindi per chi utilizza il mezzo pubblico nemmeno più in linea con il costo del biglietto, oltre che un’apprensione davvero eccessiva degli automobilisti, costretti ad osservare costantemente il contachilometri, nonostante quello che dice il Sindaco cittadino.

C’è una grande confusione, come Fratelli d’Italia stiamo conducendo una battaglia che porteremo avanti rispetto a questa scelta poco convincente e illogica, battaglia che porteremo avanti con la richiesta di referendum.

Concludo. In tutto questo, rispetto al Piano aria, ma anche rispetto al Piano della mobilità sostenibile ci lascia perplessi l’atteggiamento della Regione. Non abbiamo sentito nessuna parola e abbiamo depositato diverse interrogazioni per capire, rispetto ai tavoli e che ci sono stati, quali fossero le misure preventive adottate rispetto a questa misura. Nessuna risposta è pervenuta e ci dispiace che il presidente Bonaccini, che in questo periodo parla e pontifica su tutto, rispetto a Città 30 continui a fare il pesce in barile.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Rainieri, prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Siamo tutti morti. Grazie, Europa. Due frasi che ha detto la Piccinini qualche minuto fa, prima del suo intervento, che ha ringraziato l’Europa per le sanzioni che sta dando all’Italia sulle [...] questioni, secondo lei, non rispettate.

Il suo intervento è partito dicendo che con i tenori di inquinamento nell’aria moriremo tutti, che non avremmo più nessuna speranza di vita.

La consigliera Zamboni ha fatto il suo solito intervento, grazie al Centro studi di Europa Verde che le dà tutte queste notizie false e tendenziose, per demolire l’agricoltura dell’Emilia-Romagna.

La collega Dalfiume ha rimarcato il fatto di essere di una famiglia di agricoltori, addirittura venendo dalla mezzadria. Bene, anch’io vengo dalla mezzadria, dall’affittuario e poi sono diventato proprietario della mia azienda agricola.

Tutte queste cose, però, non fanno bene, come chi dice che siamo contrari ad alcune azioni, tipo la copertura delle vasche, la gente dovrebbe informarsi prima di parlare. Perché gli agricoltori non sono contrari a fare le cose che possono migliorare l’attività e la qualità del loro lavoro ma sono contrari quando queste cose vengono utilizzate per fare una battaglia contro l’agricoltura e contro gli agricoltori.

Tra un po’ ci saranno le elezioni europee. Qualche collega dell’area di maggioranza di questa Regione si candiderà probabilmente in Europa e se queste sono le previsioni di una politica in Europa contro l’Emilia-Romagna, credo che faremmo bene a smettere di fare politica e di trasferirci probabilmente da qualche altra parte.

Non si tiene conto di nulla di quello che è effettivamente il problema che stiamo discutendo. Io l’ho detto anche nella Commissione durante più di una prescrizione che avevamo fatto al testo originario, naturalmente bocciato e che poi qualcun altro ha voluto farsi sue come emendamenti o come ordine del giorno.

Bisogna valutare dove siamo. Siamo in una terra ricca di prodotti tipici, siamo in una terra che tutti ci invidiano, siamo in una terra, l’Emilia-Romagna, che da Piacenza a Ferrara ha delle complete diversità di terreni e di agricoltura.

Quindi, parlare di agricoltura senza nemmeno essere mai andati a fare una visita a un’azienda agricola, questo è dannoso e pericoloso. Secondo me, bisognerebbe imparare a dire le cose che si sanno, non soltanto per fare degli interventi.

State votando un testo che non farà altro che far sì che vengano limitate le aziende agricole, limitati i giovani nell’inserimento nelle aziende agricole, limitati i giovani nel subentrare alle famiglie che sono già di agricoltori, ma soprattutto state limitando la produzione di prodotti completamente e assolutamente controllati in tutta la filiera per dare la possibilità ad altri tipi di prodotti che vengono da fuori del nostro Paese o addirittura da fuori della Comunità europea, che hanno meno controlli e che questi sì potrebbero far male alla salute.

Dispiace vedere quanto ci sia in questa Giunta la volontà di non aiutare le imprese, non solo quelle agricole, ma anche le altre imprese che lavorano in questo territorio, già difficile di suo, perché spesso è colpito da eventi catastrofici, eventi climatici, che potrebbero essere evitati. Basterebbe un po’ più di accuratezza nella gestione della cosa pubblica.

Abbiamo sentito parlare, ma ormai non è più una novità, di questi pseudo amici del clima o coloro che ritengono di avere la verità in tasca.

La verità in tasca si ha se si conoscono le cose e se non si fa della demagogia e non si fa della politica inutile e deleteria.

Io mi stupisco di come anche la vicepresidente possa portare avanti un testo così contro alla Regione Emilia-Romagna, che governa, alle attività, alle imprese, alle famiglie, che avranno un aggravio di costi senza avere nessun tipo di beneficio, perché il vero problema non è l’agricoltura, non sono gli abbruciamenti o non sono le coperture delle vasche. Il vero problema viene da altre parti del mondo e noi dobbiamo limitare le nostre produzioni, un altro, un ulteriore elemento dannoso al nostro territorio e ai nostri concittadini, perché tra un po’ andremo a rivedere tutte queste norme che abbiamo fatto e dovremo rincorrere e prendere provvedimenti per riaggiustare quello che oggi stiamo creando come problematiche al settore.

Quindi, gli agricoltori non sono il male del mondo, come ha detto la collega Zamboni. È quella collega a cui il Parmigiano piace, il prosciutto piace e la si vede, come tutti del resto, mangiare panini al prosciutto, bellissime pietanze come le lasagne emiliane eccetera. Allora, uno deve essere coerente con quello che dice. Si faccia l’orticello a casa sua e mangi quello che riesce a produrre lei. La smetta di usare il telefonino, la smetta di usare i mezzi che inquinano e la smettano di fare, nascondendosi dietro a questi centri studi di Europa Verde che nessuno sa cosa siano, politiche dannose per i cittadini e per il proprio territorio.

Quindi, per quanto mi riguarda, devo ringraziare il collega Costa per la discussione che c’è stata, anche se uno dei due emendamenti, da quello che ho capito, non verrà approvato, ma credo che sia un errore non farlo perché va nella direzione di aiutare i produttori in zone svantaggiate. Quindi, secondo me, prima di tutto andrebbero premiati perché vivono in queste zone e non andrebbero, diciamo così, vessati con alcune norme che prevedono aumento di costi e difficoltà di rimanere in quel territorio.

Il secondo emendamento è il n. 15, sul quale abbiamo fatto un ragionamento insieme all’Assessorato, insieme, ripeto, al collega Costa, per fare in modo che chi ha già delle attrezzature possa utilizzale, potendole migliorare semplicemente con l’acquisto di optional che sono previsti sul mercato; quindi, mantenendo in azienda attrezzature che altrimenti sarebbero difficilmente oggi, con il momento che sta attraversando l’agricoltura, acquistabili dalle aziende agricole.

Ribadisco il nostro no a questo a questo testo. Ribadisco, se la politica del Centrosinistra in Europa sarà quella che è appena stata raccontata all’aula dalla consigliera Piccinini e dalla consigliera di Europa Verde, a questo punto credo che qualcuno debba pensare veramente in modo serio a come votare in Europa e a come votare in Emilia-Romagna tra un anno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Cercherò di essere breve. Questo è un atto di programmazione molto importante, è un atto che agisce in modo diretto sulla quotidianità di ogni persona, sulla quotidianità delle imprese in ogni settore produttivo, riferendosi ad azioni che svolgiamo ogni giorno e sono connesse in particolare alla dimensione dell’abitare e della mobilità.

La cifra di lettura di questo provvedimento è a mio avviso rappresentata dall’intenzione di corrispondere a un numero e a un termine lessicale, vale a dire l’anno 2030, cioè proprio l’orizzonte temporale rispetto al quale agisce il piano che ci viene proposto. È l’aggettivo “integrato”, presente già nel titolo, che connota il documento e le sue scelte.

Sono integrati innanzitutto i livelli, i settori e prima ancora gli obiettivi e i vincoli rispetto ai quali è stato definito il Piano ed è stata svolta l’approfondita e accurata azione di confronto con i soggetti interessati e il territorio. Lo dico e lo sottolineo, perché davvero si deve dare conto di un impegno puntuale e attento in funzione dell’ascolto e della ricerca di condivisione, di cui si è fatta carico in prima persona la vicepresidente Priolo, che ringrazio, oltre ovviamente al relatore, in particolare il relatore di maggioranza Costa e alla Commissione.

Sono poi le finalità del PAIR 2030 a indicare chiaramente la necessità della dimensione dell’integrazione. Non siamo infatti soltanto davanti alla necessità di attuare la sentenza della Corte di giustizia europea per il superamento dei valori-limite giornalieri di PM10 nelle aree di pianura. Siamo di fronte soprattutto ad esigenze relative al nostro futuro, perché il PAIR interagisce con la complessiva strategia unitaria di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici, con il percorso per la neutralità carbonica.

Oltre a questo, ci troviamo davanti a scelte, a decisioni che devono determinare effetti ora, ovvero, risultare anche sostenibili proprio nel presente, su più piani. I piani sono quello della tutela della salute dei cittadini, le prospettive di sviluppo del nostro sistema produttivo, le esigenze di mobilità caratteristiche di una Regione che è molto dinamica, come quella dell’Emilia-Romagna.

Gli obiettivi del Piano sono rilevanti perché propongono una significativa riduzione degli agenti inquinanti entro il 2030 e abbiamo anche i dati rispetto a questo punto di vista.

Tra gli ambiti di intervento ritengo importante quanto innovativo quello che riguarda l’ambito urbano e le aree di pianura. Si passa dal coinvolgimento dei 33 Comuni del Piano precedente a tutti i Comuni dell’ambito territoriale interessato. Questa è una scelta indubbiamente importante che tiene conto di una caratteristica che è proprio, evidentemente, della nostra Regione, connotata dall’espansione dei centri abitati e degli insediamenti.

Affianco ad alcune delle limitazioni alla circolazione dei mezzi diesel euro 5, troviamo misure di incentivazione al trasporto pubblico locale, incentivi alla mobilità su due ruote, in generale interventi per la riduzione dei flussi di traffico.

Lo stesso approccio vale per l’ambito dell’energia e del riscaldamento per il quale continuano ad essere disponibili le misure di incentivazione finalizzate all’abbandono delle stufe di vecchia generazione. Sappiamo peraltro, da questo punto di vista, quanto siano richieste e attese.

Sul fronte dell’agricoltura e della zootecnica il PAIR agisce sempre nella logica dell’accompagnamento del nostro sistema territoriale, delle comunità, delle imprese verso comportamenti e pratiche che consentano il rispetto degli obiettivi fissati in primo luogo a tutela della salute.

Io vorrei soffermarmi su un punto. Rispetto all’ambito dell’industria e delle manifatture, l’obiettivo specifico del PAIR è quello proprio di accompagnare un sistema che ha già dimostrato ampia capacità di innovazione verso l’obiettivo di consolidare le posizioni di avanguardia che caratterizzano proprio il tessuto produttivo della nostra Regione, qualificando peraltro ulteriormente un modello di sviluppo incentrato sulla capacità di promuovere la sostenibilità sociale.

È un aspetto sul quale ritengo giusto soffermarmi e soffermarci, perché sarebbe sbagliato pensare di dover scegliere tra la tutela della salute da un lato e la capacità produttiva dall’altro.

La sfida, anzi per meglio dire la necessità, è invece quella di accompagnare, in coerenza con le strategie europee per l’ambiente e la crescita e con la logica a fondamento delle politiche comuni per il Bacino Padano, un processo di adeguamento e di innovazione.

Il percorso di condivisione degli obiettivi e delle misure che ha caratterizzato l’elaborazione e la discussione di questo Piano, credo ne sia una conferma.

Come lo è anche il rilevante impegno finanziario. Parliamo di oltre 154 milioni di euro, dei quali 64 da impiegare nel primo triennio che poi si affiancano alle risorse del FESR e di altri fondi europei, statali e regionali, che concorrono al raggiungimento degli obiettivi fissati da questo piano.

Come Gruppo Bonaccini presidente, quindi, anticipiamo la dichiarazione di voto che è assolutamente positiva rispetto a quanto ho provato a riassumere in pochi minuti e anche di riconoscenza rispetto a un lavoro importante, che è stato fatto, anche di collaborazione e di condivisione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

È quasi inutile dire che condivido ovviamente quanto è già stato espresso dai colleghi che mi hanno preceduto, in particolar modo il relatore di minoranza, il collega Occhi, e il collega Fabio Rainieri.

È difficile però non rimarcare alcune differenze di vedute che ci sono all’interno di quest’aula, partendo ovviamente da un comune denominatore, ovvero il fatto che tutti noi teniamo alla qualità dell’aria del nostro territorio, perché ciò significa tutelare anche il benessere della popolazione.

È ovvio, però, che emergono posizioni diametralmente opposte, ovvero, da un lato, la nostra, che chiediamo misure equilibrate, che possano garantire un equilibrio tra ambiente, salute, tenuta economica e sociale, dall’altra la vostra posizione, che vi vede accettare qualsiasi condizione calata dall’alto senza batter ciglio.

Noi ci muoviamo all’interno di un quadro generale che va ben oltre i confini della Regione Emilia-Romagna. Lo stesso Piano aria regionale richiama infatti nella sua relazione introduttiva anche il cosiddetto Green Deal europeo, e si dice che questo piano si inserisce in questo contesto, un contesto che ha come obiettivo la neutralità climatica entro il 2050, con dei passaggi intermedi con il “Fit for 55”, che prevede la riduzione entro il 2030 del 55 per cento delle emissioni gas serra con obiettivi autolesionistici, mentre il resto del mondo ovviamente, come ha ricordato qualche collega, va avanti, se ne infischia e quindi noi rimaniamo penalizzati.

Con ciò non voglio dire sicuramente che, se il resto del mondo inquina, noi dobbiamo fare lo stesso, però è chiaro che dovremmo cercare di mettere in atto delle azioni più equilibrate, per dare risposte e garantire una tenuta anche al nostro sistema economico e sociale.

Ci muovevamo infatti all’interno di un contesto che segue il solco tracciato anche dalle procedure di infrazione in materia di qualità dell’aria, con la quale la Corte di giustizia europea ci condanna, senza però tenere in considerazione le caratteristiche morfologiche anche del nostro territorio, perché dobbiamo pensare anche a questo, dobbiamo tenere in considerazione che comunque viviamo in un territorio che, per quanto bello, presenta delle caratteristiche morfologiche che, per quanto riguarda la qualità dell’aria, ci penalizzano.

La Regione che cosa fa in tutto questo? La Regione in tutto questo accetta trovando anche delle giustificazioni, perché sentiamo dire dai banchi della maggioranza, ma anche dalla stessa Giunta, che questo Piano l’avremmo portato avanti comunque, anche senza tenere in considerazione le procedure di infrazioni che sono state date al nostro territorio, al Paese Italia, ma in particolar modo all’Emilia-Romagna.

Quindi, si dice: “Certo, siamo consapevoli che questo è un Piano limitativo”. La stessa vicepresidente Priolo in Commissione ha detto “Mi rendo conto che questo è un Piano che va a limitare”. Quindi, da un certo punto di vista, non va a garantire un contributo alle varie attività produttive e in generale alla popolazione. Si è detto, infatti, che il Piano Aria dovrà essere sostenuto da altri Piani regionali che dovranno garantire, ovviamente, quelle iniziative utili a raggiungere le finalità contenute nel Piano Aria.

Questi Piani programmatori, ovviamente, che vengono richiamati, sono certamente il PRIT, il Piano energetico regionale, il PSR, il Piano di sviluppo rurale.

Pensando, però, a tutti questi Piani programmatori, mi viene qualche dubbio, perché anche alcuni esponenti della maggioranza e ho appena ascoltato la consigliera Zamboni, e non ho condiviso, ovviamente, gran parte del suo intervento, però ha riconosciuto che sulle integrazioni dei vari Piani qualche problema c’è.

Quando si parla di trasporti, che è uno dei capitoli che vengono messi in discussione, non vorrei che l’asso nella manica da parte di questa maggioranza sia rappresentato, ad esempio, da quelle iniziative delle zone 30.

La vicepresidente Priolo, mentre una collega richiamava quest’esperienza bolognese, diceva in sostanza, fuori microfono, “che cosa c’entra?”. Invece, c’entra eccome, perché nel Piano è contenuto, si parla di un allargamento delle zone 30.

Credo che sia opportuno iniziare a smetterla di parlare in maniera ideologica di questa iniziativa. Bene la direttiva del Ministero delle Infrastrutture che ha chiarito che queste zone 30 possono essere introdotte nella rete viaria urbana solo in determinate condizioni, per garantire la sicurezza stradale e non per questioni ideologiche, che non portano ad alcun beneficio in termini di qualità dell’aria, perché questa è la verità.

Oppure mi auguro che la soluzione non sia quella rappresentata dal progetto Bike to work, un altro capitolo contenuto all’interno di questo piano aria. Io vi posso riportare numerosi esempi di utilizzi impropri di queste risorse, dove noi, con questo progetto Bike to work, diamo risorse per dipingere a terra delle sagome di biciclette. Ora, io non credo che questo sia il metodo per incentivare l’utilizzo delle biciclette. Io credo che, piuttosto che dare risorse a pioggia per dipingere, ripeto, sagome di biciclette a terra, sarebbe opportuno magari andare a completare quegli asset strategici per quanto riguarda la mobilità ciclabile, quelle piste ciclabili che magari procedono a singhiozzo, che sono incomplete. Prima pensiamo ad andare a completare quella rete ciclo-viaria, anziché andare a garantire risorse a pioggia per far poi dire a certe amministrazioni, prevalentemente di Centrosinistra, che abbiamo chilometri e chilometri di piste ciclabili, quando quelle non sono piste ciclabili.

Poi parliamo del Piano di sviluppo rurale, che si va poi a concatenare, di conseguenza e inevitabilmente, anche con le politiche agricole comunitarie. Anche qui, certo, è importante tenere in considerazione quest’altro piano, perché l’agricoltura viene messa un po’ sul banco degli imputati. Almeno questo è il messaggio che esce all’esterno da tutta questa discussione. Certo, è fondamentale sostenere con questi piani, col Piano di sviluppo rurale, l’agricoltura, ma attenzione, perché questi piani poi non devono diventare un cappio al collo per le future generazioni, che hanno in gestione le nostre aziende agricole.

Possiamo parlare di riscaldamento domestico. Anche qui, su questo tema vi posso riportare qualche esempio che vi fa capire che in realtà anche noi cerchiamo di lavorare per garantire questa transizione ecologica verso dispositivi e impianti più green: pensiamo ad esempio al bando camini e stufa. Ci siamo battuti tutti quanti in quest’aula, con degli atti di indirizzo che sono stati votati all’unanimità per dare un continuo a un vecchio progetto che era stato finanziato con fondi ministeriali che è stato rinnovato, e che da quello che abbiamo capito sta andando bene dal punto di vista delle richieste. È opportuno, però, in questo senso, se vogliamo veramente dare fiducia alla cittadinanza in questo processo complesso di cambiamento, mostrare la massima serietà, anche in un caso come quello del cosiddetto bando camini.

Abbiamo già discusso altre volte di questa problematica. Se vi ricordate, nel 2023 una buona fetta dei richiedenti rimase esclusa per esaurimento dei fondi. Molte persone chiesero di accedere a queste risorse, incentivate anche dalle promesse della Giunta, che diceva: “ci sono ancora fondi, presentateli”, ricordo una Commissione in cui venne sviluppata questa discussione.

I cittadini presentarono richiesta e improvvisamente, il 15 maggio quel bando venne chiuso. Il risultato fu che questi richiedenti, o queste persone che volevano far richiesta di questi fondi rimasero beffati da questa situazione. Si sono anche indebitati, alcuni, perché non tutti hanno fatto questo passo con risorse proprie; magari qualcuno si è anche indebitato, in tal senso. Siamo riusciti a strappare, ovviamente, la promessa di riaprire i nuovi bandi con i nuovi finanziamenti del ministero, che sono stati rigarantiti, anche per coloro che rimasero esclusi. Purtroppo, però, queste persone si sono trovate con delle condizioni differenti, ovvero con un rimborso nettamente inferiore rispetto alle promesse iniziali.

Infatti, oggi abbiamo presentato un ordine del giorno abbinato al Piano aria proprio per tornare sul tema del bando camini, per dare una risposta a tutti coloro che rimasero esclusi all’epoca per garantire perlomeno le stesse condizioni di quando conclusero l’iter per accedere a quei fondi. Questo perché noi non siamo nessuno per fare i conti in tasca ai cittadini.

Mi viene detto poi, e qui mi riaggancio a quello che ci ha raccontato e spiegato in Commissione sanità, ad esempio, il relatore di maggioranza, il collega Andrea Costa, che ci è venuto a dire, in Commissione sanità, che comunque queste iniziative garantiranno un risparmio, dal punto di vista sanitario, quindi anche in termini di salute pubblica, di oltre 600 milioni di euro. Bene, diciamo noi, sarebbe un buon segno, un bel segnale.

Purtroppo, però ad una mia banalissima richiesta, che è la prima cosa che mi è venuta in mente, ovvero in che modo è stato calcolato questo risparmio, quali strumenti abbiamo a disposizione per fare una stima di questo tipo, cioè in che modo noi possiamo dire con certezza che grazie a queste iniziative risparmieremo oltre 600 milioni di euro? Lo chiedo perché magari voi avete sicuramente degli strumenti ulteriori a disposizione. Ad esempio, il registro tumori, che potrebbe essere uno strumento utile per fare valutazioni di questo tipo, è incompleto attualmente, ma per vostra stessa ammissione.

Perché, ad esempio, il nodo di Bologna, l’area bolognese, che dal punto di vista della popolazione e infrastrutturale è quello più delicato, ovviamente, è fermo al 2017-2018 come dati elaborati, quindi non abbiamo i dati precedenti e nemmeno quelli successivi.

In che modo possiamo fare dunque previsioni di questo tipo se gli strumenti che abbiamo a disposizione non sono nemmeno aggiornati?

La risposta qual è stata? Abbiamo per fortuna i tecnici qui in Commissione che ci potranno garantire una risposta. Purtroppo, la risposta non è arrivata, ma non certo per colpa dei tecnici, perché purtroppo a volte credo che i tecnici si trovino nella condizione di dover giustificare magari la sparata del politico.

Però sarebbe importante, visto che in quella sede il consigliere Costa mi disse “in vista dell’aula, comunque, le daremo tutte le risposte”, sarebbe gradito un chiarimento per quanto riguarda questo ipotetico risparmio che potremmo ottenere grazie a queste iniziative.

Questo lo dico perché? Perché ovviamente è importante mantenere sullo stesso piano tutti questi aspetti legati alla qualità dell’aria. È importante tenere sullo stesso piano gli aspetti legati alla salute ma anche quelli, ripeto, alla tenuta economica e sociale del nostro territorio. Perché senza questo equilibrio rischieremmo di finire cornuti e mazziati.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Cuoghi, prego.

 

CUOGHI: Grazie, presidente.

Questo Piano aria che stiamo discutendo è un Piano che parte da una lunga serie di dati e di studi che è sicuramente condivisibile e inconfutabile, così come sono condivisibili gli obiettivi, visto che tutti respiriamo l’aria e tutti teniamo ad avere una buona qualità dell’aria.

Quello che non condividiamo è il metodo con cui si cerca di raggiungere questi obiettivi. Qui si prende a pretesto una procedura d’infrazione europea e la si usa come clava per costringere i cittadini ad adeguarsi a norme sempre più stringenti. Sappiamo però, purtroppo, che queste norme, nonostante esistano da decenni e nonostante ogni tanto si dia un giro di vite e si cerchi in qualche modo di spingere ulteriormente in questa direzione, non hanno portato risultati.

Hanno portato alla procedura di infrazione, hanno portato a risultati che peggiorano anziché migliorare; quindi, forse bisognerebbe chiedersi se siamo sulla strada giusta e se questo è il percorso giusto da seguire.

Noi ce lo siamo chiesti, abbiamo esaminato la cosa, abbiamo provato anche a correggere alcune cose, su qualcosa in Commissione siamo riusciti, in particolare siamo partiti da un ragionamento fatto con le imprese e ci siamo soffermati sull’articolo 25, in cui vengono prese, in base a una normativa europea, queste BAT Conclusion, cioè queste Best Available Techniques, cioè le migliori tecnologie disponibili, che nascono come un intervallo di valore, proprio perché nascono per andare a misurare quello che è il rendimento e le emissioni di impianti industriali anche complessi. Devono necessariamente essere questi intervalli di valore, perché questi impianti risentono (più sono complessi, più ne risentono) di molteplici fattori, tra cui le condizioni atmosferiche, la temperatura esterna, l’umidità dell’aria, il tipo di lavorazione, i formati di lavorazione, gli spessori, insomma a seconda del tipo di impianto abbiamo veramente tante variabili.

Una di queste, ad esempio, riguarda i colori nelle vernici, che quando devono essere fissati con la temperatura, quindi tramite un procedimento chimico, hanno ovviamente pigmentazioni diverse e provocano emissioni di tipo diverso, quindi possono cambiare tantissimo.

Per questo le BAT Conclusion nascono concettualmente come un intervallo di valore, cioè un impianto che funziona bene, che ha le migliori tecnologie disponibili sta comunque da un minimo a un massimo. Noi qui abbiamo fatto una forzatura su questo concetto, perché vogliamo prendere solamente il livello inferiore della BAT Conclusion, e questo va, in qualche modo, a tarpare le ali a qualsiasi progetto o impianto industriale che, per qualche motivo, utilizzi la migliore tecnologia disponibile, ma che rimane nella parte alta o mediana di questo intervallo di valori.

Siamo riusciti comunque a inserire – e di questo ringrazio anche per la collaborazione, in particolare, la collega Pigoni e il collega Costa, consigliere di maggioranza – in questo articolo il fatto che questo approccio doveva avvenire purché fosse economicamente sostenibile e che i costi non fossero sproporzionati ai risultati ottenuti. Però, crediamo che questo vizio di forma per come vengono intese queste BAT Conclusions rimanga e rimanga su questo Piano.

Altra problematica che abbiamo evidenziato e cercato di migliorare sempre in sede di Commissione è quella sulla disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Secondo noi dovrebbe essere completamente stralciata da questo Piano, poiché esiste una normativa a parte e quindi, se si vuole anche modificare e anche rendere più stringente la valutazione di impatto ambientale, è su quella normativa che si dovrebbe intervenire e non tramite questo tipo di Piano.

In ogni caso, se lo si fa, lo si deve fare in maniera chiara. Anche su questo qualcosa lo abbiamo ottenuto tramite gli emendamenti in Commissione, ma rimane il fatto che dovranno essere emanate delle direttive da parte della Giunta che sono vincolanti per l’applicazione dell’articolo e del Piano. Per cui, quello che chiediamo è di emanare in fretta queste indicazioni. Anzi, abbiamo presentato un ordine del giorno proprio per chiedere alla Giunta che siano contestuali all’entrata in vigore del Piano, per non ritrovarci province diverse, quindi ARPAE di riferimento diverse, che poi prendano decisioni diverse magari su impianti o su installazioni simili.

Questa è una cosa che, ovviamente, non può avvenire, che deve essere chiarita e quindi la normativa, a questo punto, ce l’abbiamo, ce la siamo voluta dare. Bisogna che la utilizziamo fino in fondo tramite l’emissione di questo.

Se le industrie in qualche modo erano abituate a questo tipo di adempimenti, credo che il vero obiettivo nel mirino di questo Piano sia l’agricoltura. L’agricoltura, lo abbiamo visto dai dati che, come dicevo all’inizio, non andiamo a discutere. Lo sappiamo, l’agricoltura ha anche effetti inquinanti e ha anche, spesso ce lo dimentichiamo, effetti di controllo del territorio e di ripristino delle aree verdi. Insomma, effetti positivi che fingiamo di non ricordarci. Però, ha anche un effetto sulle emissioni che abbiamo visto esserci.

Ciononostante, accanirsi sull’agricoltura, come fa questo Piano, ci sembra una misura spropositata. Un Piano dovrebbe mettere in equilibrio quelli che sono i valori. Questo, invece, è un Piano aria che guarda solamente all’aria, dobbiamo respirare, dobbiamo respirare un’aria buona e se poi mangiamo questo è un altro tipo di problema.

L’agricoltura, rispetto all’industria, rispetto ad altri settori, avendo anche margini di profitto molto più risicati e molto più contenuti, fa molta più fatica ad applicare quelle disposizioni che noi gli andiamo a chiedere. Proprio per questo meriterebbe un Piano che veramente vuole creare un equilibrio tra tutti quelli che sono i fattori e tutti quelli che sono i valori e gli obiettivi da raggiungere. Dovrebbe affrontare le cose in maniera più puntuale, più neutra anche da un punto di vista ideologico.

D’altra parte, questo Piano funziona così, funziona che va a scaricare sui cittadini e sulle imprese tutti quelli che sono i risultati che si vogliono ottenere.

Ma noi diciamo: come Regione che cosa vogliamo fare? Anche sui cittadini andiamo a imporre sempre più limitazioni per quella che è la mobilità privata, ma quale trasporto pubblico locale vogliamo implementare? Come lo vogliamo implementare e capillarizzare? Come lo vogliamo portare anche nei territori magari più svantaggiati, montani, più distanti nelle frazioni? Come vogliamo fare in modo che il cittadino usi sempre meno l’auto? Facendogliela cambiare ogni cinque anni?

Non crediamo che questo sia l’approccio corretto. Sicuramente vediamo che tutti questi tipi di approccio che sono in qualche modo restrittivi su quelle che sono le attività economiche e quindi di impresa, di lavoro dei cittadini, su quella che è la loro vita, su quello che è il modo con cui riscaldano le loro case, eccetera, non hanno portato in questi anni risultati.

Quello che fa questo Piano è avere preso una situazione che in qualche modo ha fallito e spingere sempre di più verso quella direzione. Credo che in questo modo andremo più velocemente verso il fallimento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.

Consigliera Pigoni, prego.

 

PIGONI: Grazie, presidente.

Conto di rimanere nei 10 minuti che ci separano dalla pausa pranzo.

Per affrontare il tema della riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera, occorre intervenire in modo coordinato e a largo spettro su diversi aspetti. Innanzitutto, come abbiamo detto, quello dei trasporti e del riscaldamento, ma anche l’agricoltura e l’industria, sempre alla ricerca del difficilissimo equilibrio tra progresso e benessere, ma anche conservazione dell’ambiente circostante e tutela della salute dei cittadini.

Occorre innanzitutto prevenire gli episodi di inquinamento acuto, riducendo i picchi locali. Questi sono proprio gli obiettivi strategici del Piano Aria 2023, frutto di un lungo e articolato percorso di confronto con moltissimi interlocutori, per il quale tengo a ringraziare il relatore di maggioranza, Andrea Costa, la vicepresidente Irene Priolo e l’assessorato per il lavoro profondo di ascolto e di sintesi che hanno fatto insieme in queste settimane.

Il piano ha una dotazione di risorse importante, che sarà ulteriormente incrementata con altre fonti di finanziamento. Io credo che si tratti non di spese infruttuose, ma di un investimento sul futuro. In questo modo si potranno infatti evitare i costi elevati, conseguenti alla possibile crescita dell’inquinamento atmosferico, grazie alle riduzioni emissive previste, costi che, prima di tutto, riguardano le ricadute sanitarie relative alla salute dei cittadini.

I risultati che ci prefiggiamo, però, si possono raggiungere solo se insieme, Istituzioni, cittadini e imprese, sapremo andare nella stessa direzione. Credo che sia stata molto positiva la partecipazione in tema di osservazioni pervenute da parte di tanti soggetti istituzionali, associativi e anche privati, segno di un interesse per questa tematica che diventa ogni giorno più tangibile.

Si è trattato davvero di un lavoro di confronto prezioso con tutti i soggetti regionali, dai Comuni alle associazioni di categoria, ai componenti del Patto per il lavoro e per il clima, per un piano che intende consolidare e ampliare i risultati ottenuti e rientrare il prima possibile negli standard di qualità dell’aria fissati dall’Unione europea.

Tendenzialmente apprezzo l’impostazione generale di questo piano, perché non pone soltanto delle restrizioni (ho sentito molti interventi dei consiglieri, in particolare di opposizione, parlare soltanto della parte delle restrizioni), ma credo che offra anche tante opportunità, a partire dall’innovazione del nostro sistema produttivo, fino al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Credo che sia da sottolineare il significativo incremento dei Comuni coinvolti, che nel nuovo Piano, come dicevamo, sono ben 207.

Oltre alla conferma del calendario relativo allo stop dei diesel Euro 5, assolutamente in linea con il recente Decreto Infrazioni emanato dal Governo, nelle nostre città lavoreremo dunque anche per ridurre i flussi di traffico, promuovendo la mobilità ciclistica e sostenibile e l’intermodalità con i nuovi bandi Bike to work e incentivi all’acquisto di biciclette e motocicli elettrici.

Altri aspetti positivi sono sicuramente il fatto che verrà ulteriormente potenziato il trasporto pubblico sia su gomma che su ferro, che verrà rinnovato il parco autobus, che saranno confermati gli incentivi per lo spostamento del trasporto merci su ferro. Prima ho sentito un intervento che ritengo un grave errore, perché ritengo un grave errore alimentare, lo sentivo prima da alcuni colleghi dell’opposizione, la concorrenza tra elettrico e idrogeno, tra tecnologie diverse. È una posizione che io ritengo addirittura pericolosa e in aperto contrasto con quelle che sono le strategie europee in materia, che spingono invece verso entrambe le strategie per l’integrazione dei sistemi energetici: l’elettrificazione, certamente, ma anche la produzione di idrogeno.

Per quanto riguarda l’ambito energetico, il Piano, oltre alle necessarie limitazioni delle temperature a livelli differenti per case e uffici, commercio e industria, prevede ancora incentivi per la sostituzione delle vecchie stufe con impianti di ultima generazione. Per il mondo produttivo, mi piace sottolinearlo, già da molti anni i nostri settori produttivi sono estremamente sensibili e reattivi agli stimoli relativi alla sostenibilità. L’obiettivo è quello della riqualificazione progressiva delle tecnologie utilizzate nelle aziende e di una riduzione delle emissioni, promuovendo anche accordi d’area o territoriali.

Infine, se ne è parlato molto per l’agricoltura e la zootecnia, sono previsti bandi di finanziamento per la copertura delle vasche, l’efficienza degli stoccaggi, le tecniche di spandimento per liquami e fertilizzanti. Ecco, io credo che anche questi bandi di finanziamento dimostrino come tutt’altro che mettere nel mirino il nostro sistema, il nostro sistema produttivo legato all’agricoltura, ma anzi la volontà sia quella di accompagnare i nostri agricoltori e, appunto, le imprese, non certo quello di penalizzarli.

In conclusione, pur trattando una materia certamente molto delicata, che intreccia temi complessi e necessita di un approccio integrato, credo che si possa concludere che questo Piano sia al tempo stesso, sì, ambizioso, ma anche equilibrato e che abbia tutte le carte in regola per rappresentare una buona ricetta per preservare la qualità del nostro ambiente senza tarpare le ali al necessario sviluppo socioeconomico della nostra comunità regionale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.

Sono le ore 12,56. Io ho ancora due interventi, quindi riprendiamo il dibattito generale nel pomeriggio e chiudiamo la sessione della mattina.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 12.56

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI; Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI; Matteo MONTEVECCHI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessora Barbara LORI e le consigliere Valentina CASTALDINI e Roberta MORI.

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno

 

È stato presentato il seguente progetto di legge:

 

7917 -  Progetto di legge d'iniziativa consiglieri recante: "Modifiche all'art. 20 della legge regionale 7 novembre 2012, n. 11 (Norme per la tutela della fauna ittica e dell'ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca, dell'acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne)". (19 01 24) A firma della Consigliera: Zappaterra

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

RISOLUZIONI

 

7905 -  Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a valorizzare la Via Matildica del Volto Santo nell'ambito dell'anno giubilare 2025. (17 01 24) A firma del Consigliere: Costa

 

7920 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere una campagna informativa sulle potenzialità espresse dalla legge regionale n. 5/2016, relativa alla promozione e al sostegno delle associazioni pro loco. (22 01 24) A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Tagliaferri, Cuoghi

 

7936 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Parlamento e il Governo ad approvare in tempi congrui la legge delega ed il conseguente decreto legislativo in materia di esercizio del diritto di voto, al fine di introdurre modalità per l'esercizio del diritto di voto da parte degli elettori che per motivi di studio, lavoro e cura si trovano in un comune diverso da quello di iscrizione nelle liste elettorali. (24 01 24) A firma dei Consiglieri: Rossi, Caliandro, Costa, Zappaterra, Daffadà, Pillati, Mumolo, Sabattini, Marchetti Francesca, Amico, Dalfiume, Fabbri, Bondavalli, Zamboni, Pigoni, Gerace, Mori, Bulbi, Montalti

 

7945 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi per la riapertura del rifugio Tullio Marchetti del Lago Santo di Pievepelago, in provincia di Modena, e a salvaguardare tutti i rifugi di montagna dell'Emilia-Romagna. (25 01 24) A firma dei Consiglieri: Pelloni, Mastacchi

 

INTERROGAZIONI

 

7908 -  Interrogazione a risposta orale in commissione relativa allo sfondamento del torrente Ravone avvenuto lo scorso maggio in via Saffi, a Bologna, e agli esiti del giudizio tecnico svolto avanti il Tribunale delle Acque. A firma del Consigliere: Facci

 

7909 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla decisione di spostare gli interventi per cataratta dall'Ospedale Maggiore di Bologna e dagli ospedali della provincia all'Ospedale di Bazzano. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7910 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alle azioni necessarie per garantire la modernizzazione e la messa in sicurezza dei sistemi informatici nelle strutture sanitarie regionali. A firma dei Consiglieri: Costi, Sabattini, Maletti, Caliandro

 

7911 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se corrisponda al vero che, presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, alcuni infermieri dichiarati non idonei in via permanente allo svolgimento delle mansioni del proprio profilo professionale, ma comunque idonei al lavoro, avrebbero subito un demansionamento nell'ambito dell'inquadramento del rapporto di lavoro. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7912 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se sia già stata fatta la concertazione provinciale, confermando come priorità la tangenziale di Montecchio Emilia all'interno dei Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC) e se siano già stati stanziati ufficialmente i fondi per la tangenziale da parte della Regione. A firma del Consigliere: Delmonte

 

7913 -  Interrogazione a risposta scritta circa la struttura organizzativa di ER.GO - Azienda regionale per il Diritto agli Studi Superiori dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7914 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta sia a conoscenza delle segnalazioni di difficoltà riscontrate nella riscossione dei contributi ministeriali tramite la Carta Borsa di Studio. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Caliandro, Pillati, Mumolo, Rontini, Fabbri

 

7916 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere a quanto ammonti il finanziamento per la tangenziale sud ovest di Montecchio (RE) e in quanto tempo si presume che questi fondi possano venire erogati. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7918 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle azioni e ai progetti da avviare per consentire alle comunità rurali e alla società regionale di ritrovare modalità di convivenza con la specie Lupo. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7919 -  Interrogazione a risposta scritta circa le verifiche sulla sicurezza informatica dei servizi applicativi di sanità digitale, erogati dalla società in house Lepida per conto di ASL e Regione. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7921 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per conoscere l'esito delle rilevazioni compiute dalla Regione Emilia-Romagna sulla qualità ed efficienza del trasporto pubblico locale, a seguito dell'entrata in vigore del provvedimento "Bologna Città 30". A firma del Consigliere: Facci

 

7922 -  Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per superare la disomogeneità della pratica di raccolta dei funghi epigei spontanei nel territorio regionale. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7923 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla scarsa frequenza dei treni diretti per e da Ravenna alla stazione di Castel San Pietro Terme (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7925 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'attuale situazione dell'ospedale di Bentivoglio, con particolare riguardo alle difficoltà, riscontrate dal personale sanitario, nella gestione della recrudescenza, in queste ultime settimane, di casi Covid e di patologie respiratorie. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7926 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure atte a garantire l'operatività dell'attuale Servizio di Continuità Assistenziale in Romagna, soprattutto attraverso il mantenimento delle centrali mediche telefoniche. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7927 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a ripetuti casi di avvelenamento ai danni di operatori della Centrale Operativa 118 di Bologna (sede del servizio Emilia Est), recentemente riportati da notizie di stampa. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7929 -  Interrogazione a risposta scritta sui criteri utilizzati nella ripartizione delle risorse finanziarie assegnate ai comuni alluvionati con la delibera di Giunta regionale n. 2078/2023. A firma del Consigliere: Bulbi, Caliandro

 

7931 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle prestazioni e ai servizi sanitari garantiti dal CAU (Centro Assistenza e Urgenza) di Vergato (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7932 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda compiere per un rapido recupero delle liste d'attesa per interventi di chirurgia plastica post bariatrica. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Facci

 

7933 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali obiettivi la Giunta intenda perseguire attraverso il bando "Ritiro seminativi dalla produzione", approvato con delibera n. 2133/2023. A firma dei Consiglieri: Cuoghi, Tagliaferri

 

7934 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'entità del contributo regionale assegnato alla Fondazione Val Tidone Musica. A firma della Consigliera: Stragliati

 

7935 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ad alcune esplosioni che si sono recentemente verificate all'interno dell'impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani di Coriano (RN). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7937 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere come la Giunta intenda attivarsi per aiutare quei cittadini, colpiti dall'alluvione del 2023, che non sono in grado di anticipare le spese, a fronte di un successivo rimborso, per ripristinare le proprie abitazioni principali. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

 

7938 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda introdurre il Garante regionale dei diritti degli anziani, una figura con il compito di verificare che gli anziani abbiano facile accesso ai servizi sociali e sanitari, che siano messi nella condizione di interagire agevolmente con le istituzioni pubbliche e possano partecipare attivamente alla vita comunitaria. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Stragliati

 

7939 -  Interrogazione a risposta scritta relativa a problemi idraulici e di manutenzione del torrente Senio in località Riolo Terme, lungo la strada provinciale 306 direzione Riolo Terme-Casola Valsenio, a ridosso del cosiddetto "ponte della chiusa". A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7940 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla gestione del canile di Finale Emilia (MO), con particolare riguardo alla sparizione di cani e gatti ospitati in quella struttura. A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Cuoghi

 

7941 -  Interrogazione a risposta scritta circa gli abbattimenti dei cinghiali, al fine di contrastare il diffondersi della Peste Suina Africana, con particolare riguardo alle province di Parma e Piacenza. A firma dei Consiglieri: Occhi, Stragliati, Rancan

 

7942 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla nomina del Direttore Sanitario dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7943 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda prevedere sostegni economici anche per motonavi e operatori fluviali del Po, che hanno subito perdite a causa dell'emergenza siccità 2022. A firma dei Consiglieri: Mori, Costa, Bondavalli, Soncini, Rontini, Zappaterra, Costi, Caliandro, Fabbri, Sabattini

 

7946 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se corrispondano al vero le notizie in merito agli abbattimenti di daini all'interno del perimetro di validità della Delibera di Giunta Regionale n. 140/2021 e, dunque, al non rispetto delle disposizioni contenute in tale delibera. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7947 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia la stima della Regione rispetto al numero di veicoli in dotazione alle imprese del territorio emiliano-romagnolo, rientrati, dallo scorso 23 dicembre 2023, nei nuovi obblighi assicurativi. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Bargi, Facci, Catellani, Liverani, Rainieri, Occhi, Pompignoli, Montevecchi, Delmonte, Rancan

 

7948 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere la tempistica prevista per la ricostruzione della torretta di osservazione della Valle Mandriole, a Ravenna, danneggiata da un incendio nel luglio del 2021. A firma del Consigliere: Liverani

 

7949 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere la tempistica prevista per l'avvio dei lavori di ristrutturazione del Ponte delle Grazie a Faenza, chiuso al traffico veicolare da maggio 2023. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7950 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia stato dal primo utilizzo ad oggi l'attività concreta del supercalcolatore               "Leonardo", in tempi di calcolo effettuati, distinguendo tra utilizzatori pubblici e privati. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7951 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno, stante il riconoscimento dell'elevata funzione educativa e culturale, prevedere, anche per i rifugi/santuari degli animali, la possibilità di svolgere diffusamente attività didattiche con le scuole del territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7952 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al mancato intervento di soccorso a un esemplare di Fenicottero rosa, con un'ala spezzata, morto sulla spiaggia di Lido degli Scacchi, nel territorio del comune di Comacchio (FE). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7953 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se siano previsti ulteriori interventi sul Rio Grande presso il Mulino Cavulla nel comune di Fontanelice (BO), oltre a quelli già eseguiti. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

INTERPELLANZA

 

7930 -  Interpellanza relativa all'opportunità di garantire condizioni di lavoro e trattamenti economici adeguati agli autisti del Trasporto Pubblico Locale (TPL), in particolare per i bacini provinciali gestiti da SETA e tra questi quello di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

7533 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno sollecitare il Ministro competente ad assumere gli opportuni provvedimenti per migliorare le condizioni di vita all'interno dell'Istituto l'Istituto Penale per i Minorenni (IPM) "Il Pratello" di Bologna e prevenire le situazioni critiche di disagio e di violenza. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Amico, Caliandro, Fabbri, Dalfiume, Mori, Pillati, Daffadà, Mumolo, Gerace

 

7621 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle incongruenze rilevate sugli adempimenti e i controlli relativi ai "mercatini degli hobbisti" e "mercatini storici con hobbisti" di cui alla L.R. n. 12/1999. A firma della Consigliera: Catellani

 

7623 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla caccia alle specie cosiddette fossorie, soprattutto alla luce della necessità di far fronte alle problematiche derivanti dal rischio idraulico. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7625 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a un evento, organizzato a Goro, per affrontare il problema della proliferazione del granchio blu. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7627 -  Interrogazione a risposta scritta sull'opportunità di spostare la linea demaniale del tratto prospicente il lungomare di Cattolica, per migliorare la viabilità veicolare e la mobilità ciclistica e pedonale. A firma del Consigliere: Montevecchi

 

7629 -  Interrogazione a risposta scritta sull'apertura che sta emergendo all'interno delle istituzioni unitarie europee riguardo a una maggiore flessibilità verso le misure di contenimento numerico dei lupi, comunque limitate a situazioni di evidente necessità. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Pelloni, Facci, Bargi, Pompignoli, Catellani, Occhi, Rancan, Delmonte, Liverani, Montevecchi

 

7636 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ai recenti malfunzionamenti del software/provider Lepida e della cartella sanitaria elettronica "Sole". A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7641 -  Interrogazione a risposta scritta relativa a un evento, svoltosi a Goro lo scorso 9 novembre, per fare il punto sulla situazione di emergenza costituita dalla diffusione del granchio blu. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7647 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla ripartizione delle risorse tra i CSV (Centri di Servizio per il Volontariato), con particolare riguardo all'esigenza di tutelare le realtà del volontariato che insistono sul territorio metropolitano di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7648 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni di controllo e di contrasto all'attività di bracconaggio ai danni della specie Lupo sono state adottate in Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7649 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al primo caso confermato di peste suina in Emilia-Romagna e alle azioni necessarie per scongiurare il rischio di diffusione della PSA nel territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7650 -  Interrogazione a risposta scritta circa il criterio di definizione di Area Urbana di Bologna e il sistema di tariffazione adottato dalla società Tper di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7651 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno evitare di utilizzare dati e materiali forniti dalle associazioni dei cacciatori, con particolare riguardo ai censimenti e agli studi sulla fauna selvatica, come nel caso della specie Beccaccia (Scolopax rusticola). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7662 -  Interrogazione a risposta scritta sui finanziamenti per la prevenzione dei danni da fauna selvatica rivolti ad agricoltori e allevatori che si trovano nelle condizioni di avere i propri terreni e allevamenti distrutti e danneggiati dagli animali selvatici. A firma del Consigliere: Occhi

 

7669 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle misure da adottare per anticipare, al mese di dicembre 2023, i futuri aumenti contrattuali alle lavoratrici ed ai lavoratori dipendenti del Comparto Sanità Pubblica. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7670 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle modalità di calcolo dei tempi effettivi di attesa per fruire di prestazioni presso il Sistema Sanitario Regionale. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7673 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al mancato intervento dell'automedica nel caso di un paziente in arresto cardio-respiratorio (ACR), verificatosi a Castel D'Aiano (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7676 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle attività di prevenzione e di vigilanza svolte dalle Strutture Complesse di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (SCPSAL) delle Aziende Sanitarie. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7686 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle misure da adottare per garantire la salvaguardia del Presidio Ospedaliero Santa Maria di Borgo Val di Taro, che riveste un'importanza strategica per la popolazione della valle omonima e dell'Appennino parmense. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7704 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le motivazioni che hanno spinto il servizio regionale di Arpae a ipotizzare la chiusura della sede di Pavullo nel Frignano e il suo trasferimento a Fiorano Modenese. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

7734 -  Interrogazione a risposta scritta sul progetto di ristrutturazione dell'Ospedale di Loiano (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7742 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al crollo dei palloni pressostatici che coprono il campo da calcio a cinque e la vasca grande della piscina comunale di Castel San Pietro Terme (BO), che ne ha determinato la chiusura. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7746 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al percorso di accoglienza medica avanzata per le persone con disabilità grave, cosiddetto DAMA, al fine di favorirne l'accesso prioritario alle prestazioni sanitarie, soprattutto alla luce di un episodio verificatosi presso il Pronto soccorso dell'Ospedale Maggiore di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7747 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere i provvedimenti adottati al fine di smaltire le liste di attesa per fruire di prestazioni sanitarie, sia per i soggetti ordinari sia per quelli fragili, con particolare riguardo alla situazione dell'AUSL di Ferrara. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7752 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano i rapporti e gli incarichi di responsabilità rivestiti dall'attuale Amministratore unico di FER Srl presso altre amministrazioni. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Occhi, Marchetti Daniele

 

7753 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al processo di stabilizzazione del personale della ricerca sanitaria degli Irccs pubblici e degli IZS dell'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Costa, Rontini, Fabbri, Dalfiume

 

7761 -  Interrogazione a risposta scritta sulla carenza di personale di custodia e vigilanza del Castello di Torrechiara e sulla proposta dell'Assessore regionale di aggregare la gestione della fortezza monumentale a quella del Complesso monumentale della Pilotta di Parma, per aumentarne l'autonomia gestionale. A firma del Consigliere: Rainieri

 

7762 -  Interrogazione a risposta scritta circa i tempi di attesa per la visita presso la Commissione medica per patenti dell'Ausl di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7766 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al trasferimento di un medico di base ad altra condotta e ai conseguenti disagi arrecati ai suoi assistiti in alcuni centri della Valsamoggia, tra cui Crespellano e Bazzano. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7776 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla possibile collocazione di un secondo rigassificatore nel porto di Ravenna, segnalata da notizie di stampa. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7823 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno sollecitare il Governo affinché venga emanato il DPCM istitutivo della Zona Logistica Semplificata (ZLS), così come presentata dalla Regione Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri, Rontini, Bulbi

 

7828 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia attualmente la situazione relativa al finanziamento per il 2024 degli incarichi a psicologi specialisti, con particolare riguardo all'AUSL di Ferrara. A firma del Consigliere: Bergamini

 

7830 -  Interrogazione a risposta scritta riguardo l'aggiudicazione dei lavori di restauro e risanamento conservativo dello stabile "ex Macello" nel comune di Vignola (Mo). A firma del Consigliere: Pelloni

 

7831 -  Interrogazione a risposta scritta circa le cure domiciliari a pazienti affetti dalla malattia di Anderson–Fabry. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7836 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alle azioni da intraprendere per scongiurare la chiusura, anche temporanea, del castello di Torrechiara, nel comune di Langhirano, in provincia di Parma, con particolare riguardo alla possibilità di una sua gestione autonoma. A firma dei Consiglieri: Daffadà, Gerace

 

7860 -  Interrogazione a risposta scritta sulle criticità nell'avvio dell'attività del CAU di Parma e sulla sua dipendenza dal Pronto Soccorso dell'Ospedale Maggiore di Parma per quanto riguarda personale, strumentazioni ed erogazione dei servizi. A firma del Consigliere: Rainieri

 

In data 17 gennaio 2024 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Bilancio Affari generali ed istituzionali”, alla interrogazione oggetto n. 7635

 

7635 -  Interrogazione a risposta orale in commissione relativa all'interruzione dei servizi di Lepida, verificatasi sabato 11 novembre 2023. A firma della Consigliera: Castaldini

 

In data 17 gennaio 2024 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Territorio, ambiente, mobilità”, alle interrogazioni oggetti nn. 7652, 7657:

 

7652 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se il lavoro legale di verifica della regolarità dell'atto di vendita di Ortazzo e Ortazzino (Parco Delta del Po) del 1° marzo scorso si sia concluso e con quali risultati e se si procederà al passaggio di classificazione della zona di tutela C, rimasta di proprietà privata, a zona B. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7657 -  Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla modalità, scelta dalla Regione Emilia-Romagna, per la presentazione della domanda di contributi, da parte di chi ha avuto il veicolo distrutto o danneggiato dall'alluvione. A firma del Consigliere: Pompignoli

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 113, comma 5 del Regolamento interno, circa la mancata risposta da parte della Giunta nei termini previsti alle interrogazioni oggetto:

 

7617 -  Interrogazione a risposta scritta sul problema del dissesto idrogeologico nel territorio appenninico emiliano-romagnolo, anche alla luce dei dati forniti dalle rilevazioni di ISPRA. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7631 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla discarica Hera-Feronia, sita nel comune di Finale Emilia (MO), con particolare riguardo ai problemi di inquinamento e ai connessi rischi per la salute pubblica. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7663 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla necessità di interventi di messa in sicurezza a seguito del cedimento degli argini del fiume Santerno, nell'Imolese. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

La Giunta regionale, ai sensi dell’art. 118 comma 1 del Regolamento interno, non intende rispondere alla interrogazione sotto riportata ritenendone il contenuto estraneo ai propri compiti d’istituto:

 

7894 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla tassazione delle bevande vegetali alternative al latte. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

Comunicazione ai sensi del comma 1, lettera m) dell’art. 68:

 

La Programmazione dei lavori dell’Assemblea legislativa, ai sensi dell’art. 16, del Regolamento interno, per il periodo febbraio - aprile 2024, è stata approvata nella riunione dei Capigruppo allargata ai Presidenti delle Commissioni assembleari svoltasi in data 25 gennaio 2024.

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 2 prot. NP/2024/4 del 29 gennaio 2024)

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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