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252

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 30 GENNAIO 2024

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7675

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030)". (152)

(Continuazione discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 7675/1/2/4/5/7/8/9/10 oggetti 79727973797579767978798079817982 – Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 7675/3/6/11/12/13 oggetti 79747977798379847985 – Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

AMICO (ERCEP)

SONCINI (PD)

COSTA (PD)

OCCHI (Lega)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

TAGLIAFERRI (FdI)

MASTACCHI (RCPER)

MARCHETTI Daniele (Lega)

PICCININII (M5S)

PELLONI (RCPER)

OCCHI (Lega)

COSTA (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

COSTA (PD)

RANCAN (Lega)

PICCININI (M5S)

ZAMBONI (EV)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

OCCHI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7906

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Programma regionale degli interventi per la promozione di attività culturali ai sensi della l.r. n. 21/2023, art. 5. Priorità e strategie di intervento per il triennio 2024-2026". (153)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

PILLATI (PD)

FACCI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7907

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Programma regionale per lo sviluppo del settore musicale, ai sensi dell'art. 10 della L.R. 2/2018. Priorità, strategie e azioni per il triennio 2024-2026". (154)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

MARCHETTI Francesca (PD)

FACCI (Lega)

AMICO (ERCEP)

ZAMBONI (EV)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetto 7675

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,45

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 252 del giorno 30 gennaio 2024.

È computato come presente, ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza anche la consigliera Castaldini e l’assessora Lori.

 

OGGETTO 7675

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030)”. (152)

(Continuazione discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 7675/1/2/4/5/7/8/9/10 oggetti 79727973797579767978798079817982 – Discussione e approvazione)

(Ordini del giorno 7675/3/6/11/12/13 oggetti 7974 – 7977 – 7983 – 7984 – 7985 – Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dall’oggetto 7675: proposta d’iniziativa della Giunta recante “Decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano Aria Integrato Regionale”.

Su tale oggetto insistono 19 proposte di emendamento: una a firma del consigliere Occhi, dieci a firma del consigliere Costa, due a firma della consigliera Piccinini, una a firma dei consiglieri Rainieri e Bergamini, uno a firma dei consiglieri Rainieri e Costa, quattro a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri.

Sempre su questo oggetto sono state presentate 12 proposte di ordine del giorno.

Riprendiamo il dibattito generale sul provvedimento. Ricordo che erano iscritti a parlare i consiglieri Piccinini e Amico.

Prego, consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ovviamente intervenivo per fatto personale, perché sono stata citata più volte dal collega Rainieri, che in questo momento, purtroppo, non è in aula, semplicemente per chiarire, siccome mi ha attribuito delle parole che io non ho mai pronunciato, sul fatto che io ho parlato di morte e ho ringraziato l’Unione europea per le sanzioni [...] parliamo di Piano dell’aria; quindi, parliamo anche della tutela della salute dei cittadini. Pensavo fosse un dato scontato. Evidentemente qualcuno che fa battaglie di categoria, per difendere la propria categoria, forse non lo ha ben chiaro. Quando si parla del fatto che l’inquinamento atmosferico è il principale rischio ambientale per la salute dei cittadini dell’Unione europea non lo dice la Piccinini. Lo dice l’OMS. E che ci sia il rischio di arrivare a contrarre un tumore polmonare lo dice lo IARC. Quindi, non è la Piccinini che parla di morte, ma sono fior fiori di scienziati che sono arrivati a queste conclusioni.

Tra l’altro, aggiungo che noi siamo legislatori regionali e dovremmo occuparci, proprio all’interno di questo atto, di tutelare la salute pubblica e non ‒ come dicevo prima ‒ di fare battaglie per tutelare una singola categoria.

Per quanto riguarda, invece, il tema delle sanzioni, io ho chiaramente dichiarato che era un paradosso quello di dover ringraziare l’Unione europea, la Corte di giustizia, nel momento in cui ci ha sanzionato per aver sforato ripetutamente le PM10, proprio perché, in virtù di quelle sanzioni, questa Regione ha fatto dei passi avanti. In quel senso intendevo dire che dobbiamo paradossalmente ringraziare l’Unione europea. In questo senso, non perché io sia felice che ci sia stata comminata, sia stata comminata al nostro Paese una sanzione e che il nostro Paese sia in procedura di infrazione, ma questo ha consentito evidentemente un’attenzione maggiore da parte della Giunta regionale e quindi di fare delle scelte che, dal mio punto di vista, andavano fatte prima ma, che in virtù di questa sanzione, adesso finalmente abbiamo fatto.

Quindi, ci tenevo a chiarirlo così e a lasciare agli atti quale fosse il mio pensiero.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Molto è stato detto nel corso della mattinata, io volevo fare una riflessione, un ragionamento, nel senso che non ho sentito alcuno all’interno di questa aula, né dalla maggioranza né dall’opposizione, dire che si è a favore dell’aumento delle emissioni nocive all’interno dell’aria. Ci mancherebbe, è chiaro però che nell’argomentare, soprattutto da parte dei banchi dell’opposizione, questo argomento, tutte quante le osservazioni, così come gli emendamenti e gli ordini del giorno, mi sembra vadano verso un allentamento di quelli che sono i provvedimenti contenuti all’interno del Piano dell’aria, mentre penso che noi si debba esercitare una responsabilità molto alta, proprio come veniva appena detto in merito alla salute dei cittadini, in merito anche a una trasformazione che dobbiamo a tutti i costi, a prescindere, dal mio punto di vista, da quella che è la sanzione che la Comunità europea ci ha comminato, che abbiamo tutti i costi cercare di perseguire. Quindi, nel momento stesso in cui si dice che siamo d’accordo sul raggiungimento della riduzione delle emissioni nocive, dobbiamo dare corso a una serie di provvedimenti come quelli del Piano dell’aria.

Altrettanto io non ho sentito, se non, appunto, allentamenti delle restrizioni, proposte alternative rispetto a quelle contenute all’interno del Piano, che vorrei ricordare ha una serie di provvedimenti sicuramente anche restrittivi, ma che tendono ad accompagnare una soluzione, senza per forza scaricarla solo ed esclusivamente su una categoria, che siano gli agricoltori, i cittadini, le industrie e chicchessia, ma che prova ad accompagnare in uno sforzo, credo io, positivo una serie di indirizzi, che in una qualche maniera dobbiamo trovare il modo di assumere. Una responsabilità che dobbiamo esercitare come legislatori, come sede di indirizzo per quelle che sono le politiche della Regione e che abbiamo provato a esercitare nella discussione. Anch’io ringrazio il relatore di maggioranza, Costa, così come la vicepresidente Priolo, per il percorso lungo, articolato, complesso, fatto di diversi momenti e non sicuramente fatto con superficialità, che ci ha condotto oggi a questa discussione.

Vorrei anche rimarcare, lo hanno già detto in diversi ma vorrei ulteriormente rimarcarlo, come il Piano dell’aria per la prima volta porti con sé una dote economica di accompagnamento alle misure, quindi sostanzialmente di incentivi sia propri, quindi del Piano dell’aria, sia mettendo in relazione anche una serie di altri atti di programmazione che non sono solo ed esclusivamente dei sentito dire, o dei pourparler ma che per quanto riguarda proprio quegli ambienti e quegli ambiti su cui concentriamo maggiormente la nostra attenzione, penso a quello agricolo, penso a quello del trasporto locale, penso a quello anche della transizione energetica, nel corso di questi anni hanno voluto introdurre degli elementi che proprio aiutino e accompagnino questa trasformazione assolutamente necessaria per la salute dei cittadini e per cogliere quelle che sono le sfide di una transizione ecologica ed energetica che dobbiamo prendere come assolutamente impellente.

Questo non tanto e non solo perché ci sono delle malattie che sono indotte dalla qualità dell’aria ma perché abbiamo bisogno di accompagnare, nei confronti delle nuove generazioni, delle soluzioni importanti.

Quindi, ai 154 milioni di euro di cui il Piano dell’aria è dotato, va ricordato che aggiungiamo altri 96,8 milioni di euro che vengono proprio dal Piano di sviluppo rurale, quelli che servono a quella categoria agricola per affrontare delle trasformazioni che sono necessarie. Perché non si vuole assolutamente penalizzare solamente un pezzo ma lo si vuole effettivamente accompagnare.

Questi si accompagnano anche ai 2,3 miliardi di euro che per andare al 2025 vogliamo introdurre per quanto riguarda il trasporto pubblico locale.

Trasporto pubblico locale. Qui mi vorrei soffermare anche su un ordine del giorno di cui ringrazio la consigliera Zamboni di aver presentato ‒ anche se porta la mia prima firma ‒ trasporto pubblico locale che va implementato da un punto di vista strutturale, e queste sono le risorse che noi introduciamo per accompagnare la cosiddetta rivoluzione del ferro, l’implementazione delle ferrovie locali, implementazione delle tratte urbane anche su gomma, ma che poco valgono, come accade per altri provvedimenti, nel momento stesso in cui noi non abbiamo gli strumenti, le risorse per intervenire sul dato del personale. In diverse occasioni ho sollevato in quest’aula, attraverso question time, interrogazioni, alcune situazioni molto critiche, come per esempio le vicende che riguardano il bacino territoriale di Reggio Emilia per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, la difficoltà di rintracciare e trattenere personale qualificato per condurre i mezzi. Emerge da tutte le parti, non solo a dire della Regione, ma a dire dei sindacati e a dire anche delle aziende dei trasporti, che la dotazione nazionale per il trasporto pubblico locale è ferma da oltre 10 anni. Un po’ in similitudine con quello che accade per quanto riguarda l’ambito sanitario.

Se le economie, anche positive, che, come Regione, riusciamo a introdurre per accompagnare queste trasformazioni non sono corrisposte altrettanto dai livelli nazionali, possiamo compiere tutti quanti gli sforzi, ma non riusciremo a cogliere il punto.

Quindi, noi andiamo pure a implementare il trasporto pubblico locale, ma senza le risorse adeguate da parte dello Stato a sostegno del trasporto pubblico locale non riusciremo ad implementarlo. Conseguentemente, c’è un’azione colpevole di questo Governo nel non voler accompagnare questa trasformazione. Non si può dire solo ed esclusivamente che il trasporto privato è la liberazione degli operai, che finalmente possono scorrazzare. Hanno bisogno, finalmente, invece, di un trasporto all’altezza di tante di quelle situazioni europee che vediamo solo nel momento stesso in cui andiamo semplicemente a visitare Berlino, anziché Londra, anziché Amsterdam, anziché altri luoghi.

Quella dovrebbe essere la direzione, che ci aiuta, appunto, a migliorare la nostra qualità dell’aria.

Così come l’altro intervento che abbiamo discusso lungamente in quest’aula e anche all’interno della Commissione è tutto il Piano energetico regionale. Anche quello introduce una serie di elementi che ci permetteranno di trasformare anche la produzione energetica, una produzione energetica sempre meno agganciata alle fonti fossili e sempre più vicina alle fonti rinnovabili.

Vorrei anche ricordare che per diverso tempo abbiamo atteso da più Governi l’emanazione di un decreto attuativo per quanto riguarda l’istituzione, la promozione e il sostegno alle comunità energetiche, che non rappresentano sicuramente la soluzione a tutti i mali, ma sono un passo, un tassello piuttosto importante. Ora è uscito un decreto. Mancano ulteriori passaggi attuativi. Però, anche qui, o complessivamente, sulla scorta di una discussione, come abbiamo condotto molto positivamente con anche le parti sociali, con quelli che sono i referenti generali dell’economia, del lavoro, dell’ambiente, e abbiamo assunto anche, all’interno di questo Piano dell’area, una serie di suggestioni o indicazioni che sono state portate nelle deduzioni, a cui sono seguite le controdeduzioni. Quindi abbiamo provveduto a portare alcuni emendamenti. Penso a quello di continuare a monitorare quelle che sono le coperture delle vasche dei reflui dei liquami, così come quella di provvedere a indicare una implementazione di trasporto pubblico locale, laddove ci sono dei mezzi a zero emissioni.

Ecco, nel momento stesso in cui noi accogliamo anche quelle attenzioni, non le accogliamo in termini di carattere ideologico o per partito preso, ma le accogliamo nell’esercizio della nostra responsabilità rispetto alla consegna di un ambiente, di una qualità dell’aria, che vogliamo essere migliore rispetto a quella che abbiamo vissuto fino adesso. Del resto, la stessa vicepresidente ha riportato all’interno della discussione in Commissione come le ultime rilevazioni ci dicono che alcuni provvedimenti che avevamo assunto anzitempo rispetto al Piano dell’aria abbiano già portato a una serie di risultati positivi rispetto alla qualità dell’aria della nostra regione, al contrario di quello che accade per altre regioni, anche quelle che insistono sul bacino padano che è stato oggetto della contravvenzione europea.

Quindi, non si tratta di fare i primi della classe. Si tratta effettivamente di lavorare seriamente rispetto a delle misure che possono essere positive e trasformare la situazione attuale, che ci aiutino sostanzialmente a corrispondere a quello che tanti e tante ci continuano a chiedere ogni giorno che passa rispetto a introdurre degli elementi che migliorino le condizioni dei nostri cittadini. Penso che questo lavoro serio e profondo che abbiamo fatto nel corso di questi mesi oggi arrivi alla sua discussione finale, che ci consenta poi di consegnare un’operatività a questo piano in termini positivi. Magari non è perfetto, ma credo che vada nella direzione giusta e che continuando a osservarlo e raccordarlo con tutti quanti gli altri elementi ci potrà consegnare uno stato dell’aria migliore di come l’abbiamo conosciuto.

Pertanto, lo anticipo, ma lo dirò anche successivamente, credo che questo nostro sforzo possa essere e debba essere coronato da un voto positivo in quest’aula, proprio perché abbiamo chiesto a tutte le parti in causa di fare la propria parte: alla politica, alle attività produttive, alle attività agricole e ai singoli cittadini.

Abbiamo individuato anche degli strumenti proprio perché questo possa essere facilitato. Non ha un obiettivo impositivo. Ha un obiettivo appositivo, di accompagnamento a una trasformazione che è quanto mai necessaria e quanto mai urgente.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Consigliera Soncini, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

Solo due parole per ringraziare per il lavoro che è stato fatto, per il lavoro che c’è dietro a questo atto di programmazione che ha una dimensione strategica. Quindi, grazie innanzitutto alla vicepresidente…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula, per favore.

 

SONCINI: ...Priolo e ai colleghi relatori, in particolare al consigliere e collega di maggioranza, Andrea Costa.

Il Piano è passato dal parere della Commissione sanità, perché indubbiamente gli obiettivi che contiene sono molto rilevanti e sono intrecciati con temi di cui trattiamo nella Commissione, quindi in primis il tema della salute, ma anche la tutela dell’ambiente in un’ottica di salvaguardia della salute intergenerazionale.

A questi aggiungo la sostenibilità sociale, perché questa non può essere disgiunta con i due obiettivi principali che devono essere la stella polare di ogni nostro impegno.

Tra l’altro recentemente la nostra Costituzione è stata modificata per inserire l’importanza della salute nella tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nell’interesse delle future generazioni.

Una tutela dell’ambiente che non può essere in contrasto con la libertà di iniziativa privata ma che deve operare senza essere in contrasto con l’utilità sociale e senza recare danno alla salute e all’ambiente.

Quindi, anche l’economia deve agire ponendosi come priorità questi obiettivi: la tutela della salute dei cittadini di oggi, ma anche dei cittadini di domani.

A questo proposito non c’è dubbio che il cambiamento climatico penalizza alcuni settori produttivi. Il nostro compito è quello di fare in modo che venga assicurata un’espansione di settori che possano compensare questi cambiamenti con un adeguamento e un’innovazione. Si possono creare domande per nuove attività sostenibili che sono state create.

Benissimo, quindi, le azioni che la nostra Regione sostiene, il ruolo della Regione, il perimetro degli interventi sono stati valutati con attenzione per fare luce su quelli che sono i legami tra inquinamento dell’aria e salute e le evidenze scientifiche conclamate.

L’inquinamento atmosferico ha conseguenze dirette sulla salute e sul benessere dei cittadini. Vedo peraltro la presenza significativa anche dell’assessore Donini.

Ricorderemo e ricorderete insieme quanto, anche ai tempi del Covid, la qualità dell’aria nel Bacino Padano, abbiamo parlato di questo, analizzato i risultati che confermano la correttezza della strategia del Piano e dei diversi interventi.

Nella relazione ‒ ma lo dice l’OMS ‒ del Piano aria si dice che l’inquinamento atmosferico è al quarto posto tra i principali fattori di rischio per le malattie e la mortalità globale, al primo posto tra i fattori di rischio non individuali, causando circa un quarto di tutti i decessi per adulti a causa di malattie cardiache, del 25 per cento degli ictus, del 43 per cento delle malattie polmonari ostruttive croniche e del 29 per cento del cancro ai polmoni. L’OMS ha evidenziato correlazioni tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico, diabete di tipo 2, obesità, infiammazione sistemica, demenze, malattia di Alzheimer. La IARC ha classificato l’inquinamento atmosferico, in particolare quello da PM2.5, come cancerogeno certo. Non dubbio. Certo. Si stima che i decessi attribuibili all’esposizione all’inquinamento atmosferico oscillino tra il 3 e il 6 per cento del totale dei decessi. Per l’intera regione Emilia-Romagna nel 2017 questa percentuale è pari al 3,6 per cento, per un totale di 2.746 decessi.

Questi sono i dati contenuti nel Piano. Tutti questi dati ci ricordano che vogliamo indubbiamente lasciare un buon pianeta ai nostri figli, ai nostri nipoti, un futuro migliore e più giusto, perché il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulla nostra vita e sulla nostra salute, dall’inquinamento alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento dei mari, delle temperature. Quindi, occuparcene in Commissione salute non è stata una distrazione, ma è stata una necessità. Non possiamo dimenticare l’ambiente. Sarebbe grottesco e autolesionista. Quindi, proteggere il futuro dell’ambiente conciliandolo con il progresso e il benessere sociale richiede un approccio nuovo, con interventi strutturali in tutti gli ambiti dell’economia e della società, dalla digitalizzazione all’agricoltura, dalla salute all’energia, dall’aerospazio all’educazione alla scuola, alla protezione dei territori, alla biodiversità, al riscaldamento globale. Sono facce diverse di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si sviluppano tutte le azioni umane.

Le persone stesse sentono il dovere di essere cittadini che sono parte di questi cambiamenti. La crescita delle vendite delle auto elettriche è significativa. Ho letto questo aumento esponenziale dal 2019 al 2021. Ci sono dati proprio contenuti anche in questi giorni. Oppure l’efficientamento delle case. Tutto questo ci consegna non solo una volontà di aumentare l’autonomia energetica, ma davvero una grande consapevolezza dei cittadini per far sì che la loro vita affronti in qualche modo la sfida più grande della transizione ecologica.

Ovviamente è molto positivo il Piano, l’investimento di 154 milioni, a cui si affiancano le risorse FESR [...] è molto importante questo Piano e quanto questo Piano incida sulla quotidianità delle persone e delle imprese, nella dimensione dell’abitare, della mobilità, in un orizzonte al 2030 che ci impegna nella riduzione degli agenti inquinanti.

“Integrazione” ‒ lo hanno detto diversi colleghi ‒ è la parola, secondo me, chiave. Integrare ambiente, economia e società è la vera sfida. Bisogna essere intransigenti nella lotta alle disuguaglianze e nello sviluppo ecologico del nostro Paese.

Questa integrazione di livelli, settori e obiettivi è molto positiva, frutto senz’altro anche dell’ascolto e di un confronto con i soggetti interessati del nostro territorio, che la Regione non dimentica mai, avendo ben presente che conta la qualità delle decisioni e conta il coraggio delle visioni. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Soncini.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.

A questo punto, chiedo ai relatori se vogliono replicare. Consigliere Tagliaferri, voleva... Nel dibattito generale, prego.

 

(interruzione)

 

PRESIDENTE (Petitti): È dopo. Dopo la replica, abbiamo tutto il dibattito sugli ordini del giorno e sugli emendamenti. Quindi c’è tempo dopo. Chiedo ai relatori Costa e Occhi.

Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Semplicemente qualche minuto, prima di lasciare la parola al collega Occhi e all’assessore Priolo, per alcune precisazioni. Intanto devo al collega Marchetti una risposta già dalla settimana scorsa, dalla Commissione. Il sistema di calcolo che ci ha portato a elaborare quel numero rispetto ai minori costi attesi da qui al 2030 sul comparto sanitario regionale è stato fatto in collaborazione con ARPAE e ART-ER, sulla scorta della quantità di popolazione potenzialmente esposta, per determinato tempo a determinate quantità di agenti inquinanti, che noi immaginiamo in progressione da qui al 2030, stante l’attuazione delle azioni contenute nel Piano.

Da qui il calcolo, affidato ad ART-ER, dei minori costi potenzialmente indotti su patologie che dovrebbero non manifestarsi sulla popolazione emiliano-romagnola, utilizzando parametri europei e i fattori di rischio indicati dall’OMS. A me risulta che il Registro tumori sia completato. Non è altrettanto puntualmente aggiornato il sito, ma questo perché c’è un tempo di validazione dei dati da parte della sanità piuttosto lungo e rigoroso per la rigorosità delle procedure, ma il registro tumori è completo e aggiornato. Il dato è in possesso degli operatori della sanità.

Io credo che, al di là del posizionamento, si debba provare a guardare in faccia le questioni per quello che sono, ed è quello che le quattro Regioni del bacino padano congiuntamente stanno provando a fare da quando hanno approvato l’accordo di bacino ormai nel 2017. Lo stanno facendo indipendentemente dal colore politico di governo di quelle stesse Regioni, tant’è che insieme hanno candidato al PNRR alcune delle azioni, che poi purtroppo non sono state finanziate, che trovano spazio invece nel Piano dell’aria di cui noi stiamo discutendo oggi.

Cito giusto per sottolineare come in realtà molte delle cose di cui abbiamo discusso oggi affondino le loro radici in termini di elaborazione in un lungo percorso che ha visto le 4 Regioni muoversi congiuntamente.

A Torino il 4 giugno 2019 è stato sottoscritto il protocollo d’intesa sulla qualità dell’aria che istituisce il Piano d’azione. Le misure riguardano soprattutto i tre settori maggiormente responsabili dell’inquinamento atmosferico: trasporti, agricoltura, riscaldamento domestico a biomasse. Pagina 6 di 17 della scheda progetto presentata da Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna al Ministero per ottenere una linea di finanziamenti e strumenti dedicati al Bacino Padano.

Ancora, nel Bacino Padano le emissioni primarie di PM 10 sono dovute principalmente al macrosettore della combustione non industriale, con un forte contributo della combustione domestica della biomassa. Secondo importante contributo deriva dal trasporto su strada. L’ammoniaca viene emessa quasi interamente dall’agricoltura. Siamo a pagina 9 di 17.

Le 4 Regioni congiuntamente auspicano lo sviluppo coordinato di attività educative volte a modificare le scelte di mobilità dei cittadini a vantaggio della multi-modalità tra mobilità individuale e dolce, e mezzi di trasporto pubblico e collettivo.

Ancora, l’incremento della mobilità individuale attiva, al fine di ridurre nelle aree urbane e periurbane l’utilizzo di autoveicoli privati anche attraverso il completamento delle reti ciclabili. Siamo a pagina 10 di 17.

La prima firma in calce è quella dell’assessore Raffaele Cattaneo.

A pagina 10 di 17 rispetto al settore agricoltura e zootecnia immaginano, le 4 Regioni, incentivi per la limitazione della pratica degli abbruciamenti dei residui vegetali e interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca.

Questo chiedono congiuntamente le 4 Regioni al Governo nazionale, perché possa dirottare lì parte dei fondi del PNRR, cosa che non è stata fatta né nella prima versione del PNR, che purtroppo non ha trovato accoglimento nemmeno nella successiva revisione che è stata fatta nel corso del 2023.

A quel posizionamento delle quattro Regioni, che dal 2017 si sono mosse quasi sempre di concerto, sono poi seguiti alcuni atti del livello nazionale, di cui non possiamo non tenere conto nella stesura del nostro Piano dell’aria, che indicano una traiettoria piuttosto netta e precisa.

Nel luglio del 2023 il cosiddetto “decreto salva infrazioni” dice all’articolo 10: “Divieto di raggruppamento e abbruciamento dal 1° ottobre 2023 nel luogo di produzione di paglia o altro materiale vegetale agricolo-forestale in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto”. All’articolo 9, questa è simpatica, dice: “Nei casi in cui risulti necessario limitare le emissioni da traffico veicolare, si possono disporre riduzioni della velocità”. In coda sta il veleno, come al solito. All’articolo 26, comma 3, quel decreto “salva infrazioni”, che dispone alcune limitazioni, di cui si è discusso in Commissione e si è tornati a discutere ancora oggi, imputandole a una scelta ideologica di questa Regione e non allocandole alla precisa fonte normativa da cui discendevano, all’articolo 26, comma 3, il decreto “salva infrazioni” dice: “Comunque, dall’attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e le Amministrazioni interessate” cioè noi “provvedono agli adempimenti previsti con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente”.

Quindi, fissiamo alcuni limiti nuovi, alcune norme da attuare, però l’onere ricaschi sul territorio.

C’è anche il decreto n. 121 del 12 settembre 2023, che dice all’articolo 1: “Entro 6 mesi dall’entrata in vigore della presente disposizione” poi diventati 12 mesi nella conversione arrivata a novembre di quello stesso decreto “entro 6 mesi dall’entrata in vigore della presente disposizione, le quattro Regioni del bacino padano provvederanno ad aggiornare i rispettivi Piani della qualità dell’aria recependo” quelle misure che richiamavo prima.

Tutto questo a dire che c’è una cornice di norme nazionali e sovranazionali dentro la quale questo Piano trova la sua forma. E lo fa in maniera concertata e condivisa con le altre quattro Regioni, che su questa traiettoria in parte si stavano già muovendo e in parte dovranno farlo entro i prossimi 8-9 mesi, ma in un solco tracciato e molto ben delineato.

Il Piano prevede, in maniera quasi osmotica, una serie di azioni utili al conseguimento degli obiettivi che noi ci diamo, di miglioramento della qualità dell’aria, da qui al 2030 e lascia, poi, alla discrezionalità dei territori la possibilità di spostare il peso sull’una piuttosto che sull’altra azione, fatti salvi i saldi. Ed è la stessa logica con cui si stanno muovendo le stesse quattro Regioni tra di loro. Non si può prendere un solo, una sola norma tecnica di attuazione, un solo aspetto del piano e utilizzare quello per dire che una Regione è più vessatoria di un’altra, perché sono fatti salvi complessivamente i saldi che tutte e quattro le Regioni si sono prefissate di ottenere in termini di riduzione degli agenti inquinanti. Sul percorso ciascuna prova a modulare.

Faccio alcuni esempi. Sulla zootecnia, la Lombardia pone già l’obbligo di interramento degli effluenti zootecnici entro le 12 ore per tutto l’anno. Quindi qui risulterebbe essere, se volessimo fare battaglia politica, che l’Emilia-Romagna è meno aggressiva su questo aspetto rispetto alla Lombardia, ma è un gioco che non sta in piedi, proprio perché magari, sotto un altro aspetto, noi possiamo recepire un’azione più marcata rispetto a quanto faccia la Lombardia in un altro ambito.

Sull’interramento, il PAIR semplicemente attua alla misura prevista dal Codice di agricoltura, che viene già applicata pari-pari in Veneto. Sugli abbruciamenti, in Emilia-Romagna, in virtù delle peculiarità dei terreni risicoli del ferrarese, è l’unica che ancora prevede deroghe specifiche per gli abbruciamenti deli residui del riso. Sulla copertura delle vasche, il limite era in vigore dal 2020. Noi abbiamo inteso finanziare quella misura allungando i tempi di attuazione e abbiamo visto quanto i bandi stiano funzionando. Sulle limitazioni del traffico, vorrei citare la Lombardia, che limita per tutto l’anno, anche nei Comuni più grandi, i veicoli e i diesel Euro 4 dalle 7,30 alle 19,30, anziché, come facciamo noi, dalle 8,30 alle 18,30, come fanno anche Piemonte e Veneto.

Quindi, come dire? Vedete che è condivisa la fotografia dalle quattro Regioni. È condiviso l’obiettivo a cui tendere. Ciascuna poi prova a modulare, sul proprio territorio, alcune misure. In questo caso l’Emilia-Romagna lascia anche ai territori la possibilità, dentro a questa cornice, di ulteriormente dettagliare le azioni, in termini di tempo e di applicazione, per poter conseguire quei risultati, e lo fa mettendoci delle risorse.

Ecco perché questo piano va rivendicato, evitando la logica della contrapposizione, che è una contrapposizione che le quattro Regioni in realtà hanno già superato. Più le quattro Regioni saranno compatte, più avranno voce per far valere la loro richiesta di intervento ai livelli sovraordinati, come hanno fatto e come ci si attende che venga fatto soprattutto in applicazione all’articolo 9, comma 9 del decreto legislativo dell’agosto 2010, che dice testualmente: “nel caso in cui risulti che tutte le possibili misure individuabili dalle Regioni nei propri Piani di qualità dell’aria non siano in grado di assicurare il raggiungimento dei valori limite in aree di superamento influenzate in modo determinante da sorgenti di emissioni su cui le Regioni non hanno competenza, si procede all’adozione di misure di carattere nazionale”. Noi queste le vogliamo vedere.

È assolutamente vero che il bacino padano ha una sua specificità, per conformazione morfologica, per insediamenti abitativi, per produzione dell’economia nazionale e quindi merita risorse e strumenti finanziari dedicati, affinché il giusto e necessario accompagnamento delle nostre imprese, dei nostri enti locali, dei nostri cittadini verso cambi di abitudini e di cicli produttivi sia sostenibile economicamente e socialmente, ma non venga eluso.

Questo è l’impegno delle quattro Regioni e la Regione Emilia-Romagna sta assolutamente al tavolo insieme a Piemonte, Lombardia e Veneto. Ha bisogno di avere un supporto trasversale, che da quest’aula dovrebbe arrivare, perché così ci si possa presentare più forti presso i livelli di governo sovraordinati nella contrattazione, che, credo, è assolutamente necessaria.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Dopo aver ascoltato tutti i colleghi, ribadisco che il tema non è tecnico, ma è politico. Il problema è che a monte la direttiva era sbagliata, così come è stata impostata e così come la stanno impostando in questo momento nel suo rinnovo. Questo perché? Perché dimenticare questo… Io credo che adesso anche i nostri cittadini abbiano capito l’importanza dell’Europa, nel senso che là vengono prese le decisioni e sarà importante e fondamentale il voto europeo e incidere di più in ambito europeo. Noi ci ritroviamo con questa direttiva e con questa condanna. Sembra che gli altri colleghi siano quasi contenti di essere diventati dei meri esecutori.

Quello che io dicevo questa mattina è questo. Noi siamo diventati dei meri esecutori. Ci viene detto questo, lo realizziamo, lo facciamo dal punto di vista meramente tecnico. Io invece voglio ribadire il nostro ruolo politico, perché questa direttiva e questa condanna mette, sì, in difficoltà tutte le nostre Regioni. Io ho parlato con i miei assessori regionali delle altre Regioni, all’ambiente, e mi dicono la stessa cosa. Siamo in difficoltà. Ma non sono contenti di questa imposizione. Non sono per niente contenti.

Quindi, noi vediamo un ruolo subordinato della politica in questo momento. Dobbiamo capire che siamo politici, siamo consiglieri regionali. Io sono anche un tecnico. Potrei limitarmi a dire: sì, assessore, ho guardato il quadro conoscitivo, ho seguito gli approfondimenti tecnici, ho seguito il report di ARPAE. Queste sono le cause di inquinamento. Vanno colpite direttamente. Quello che io dico è che il ruolo politico è più complesso, perché c’è tutto il resto. Io sono convinto che anche alcuni colleghi di maggioranza, quelli che sono più legati al mondo produttivo, queste cose le capiscono e le soffrono.

Collega Costa, sappiamo benissimo che ci sono tantissimi esempi delle Regioni che devono collaborare. Siamo tutti sottoposti a questa cosa. Una direttiva che, come giustamente sottolineava lei, non ha minimamente tenuto conto che nel bacino padano è concentrata la maggioranza degli investimenti produttivi, la maggioranza degli abitanti, la maggioranza delle infrastrutture, la maggioranza di tutta la produzione italiana, quindi, chiaramente, anche dell’inquinamento. Anche il più grande patrimonio zootecnico è in pianura padana. È chiaro che qui aumenta la quantità di inquinamento.

Sulle risorse abbiamo già detto. Le risorse o non sono sufficienti o, comunque, non vanno a coprire quelle che sono le esigenze, in questo momento, dei comparti produttivi. Penso, per esempio, all’agricoltura. Sul PSR è vero che c’è quasi 1 miliardo di euro, però non è comunque... Mi viene spesso detto che queste risorse sono difficilmente ottenibili, c’è una rendicontazione molto complicata, alla fine molti desistono anche dal partecipare ai bandi. Questi sono problemi che esistono. Non è che sono soldi che potranno arrivare “a pioggia” e tutti potranno partecipare e innovare. Chi poteva farlo lo ha già fatto.

Noi non siamo contenti che ci siano delle direttive che tengono conto esclusivamente di un settore, di un obiettivo, che è quello sicuramente legittimo della qualità dell’aria. Noi partiamo da un punto di partenza svantaggiato, da questo punto di vista. Noi, che siamo politici, dobbiamo rendercene conto. Per questo abbiamo affrontato, non solo esclusivamente dal punto di vista tecnico... Ci dispiace che tutte le Regioni del bacino padano siano “nella stessa barca”. Ci dispiace che siano costretti, che ci siano degli assessori che addirittura rischiano l’avviso di garanzia. Ma questo non è bello, questo ruolo di sudditanza e subordinato della politica. Non c’è niente da festeggiare, da questo punto di vista.

Ragioniamo su questo tema. Ragioniamo su quanto è stato posto nella discussione. Non focalizziamoci solo sulla questione meramente tecnica. Dobbiamo sapere che ci sono settori che ci stanno dicendo “stiamo soffrendo”. Ci sono persone che ci dicono “non abbiamo più i soldi per cambiare l’auto”, “non vogliamo vivere in grandi ZTL”. Questa è la questione. Che poi, alla fine, siamo obbligati ad avercela, questa, dal punto di vista politico, per noi deve essere considerata una sconfitta, non una vittoria.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

A questo punto, passo la parola per le conclusioni sulla discussione generale alla vicepresidente Irene Priolo. Prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Buon pomeriggio a tutti.

Grazie, comunque, sempre per gli spunti interessanti che mi fornite in aula.

Parto anch’io con i ringraziamenti. Sembrano sempre formali, vedo che vengono fatti, ma alla fine credo siano sostanziali. Parto dai due relatori. Il consigliere Costa ha fatto un lavoro prezioso, attento. Non è semplice. Devo dire che il consigliere Occhi ha lavorato, insieme al relatore di maggioranza, provando ad avvicinare posizioni anche antitetiche. Ringrazio gli uffici.

Il Piano dell’aria è partito agli inizi di questo mandato, subito dopo il Piano dei rifiuti.

Qualche numero. Noi abbiamo fatto dieci Commissioni per il Piano dell’aria. Credo che questo significhi che ne abbiamo discusso. Abbiamo fatto dieci incontri con le categorie, cinque momenti di approfondimento con i focus. Da questo punto di vista, direi che sono quasi trenta gli incontri che sono stati fatti e messi in campo, perché altri cinque sono stati condotti con tutti i Comuni del Piano dell’aria. Quindi, trenta incontri per arrivare all’approvazione in aula di questo Piano complesso.

Ovviamente ho preso nota di tutti gli spunti che avete dato, di tutte le segnalazioni, anche simpatiche, alcune, di alcuni consiglieri. Volevo tranquillizzare il consigliere Tagliaferri, se mi ascolta.

La mia è una battuta. La battuta spero venga presa come scherzosa. Faccio la spesa e so quanto costa un litro di latte. Lo dico perché non siamo piovuti da Marte. Questo Piano della qualità dell’aria non parte da zero. Parte dai risultati che ha raggiunto il precedente Piano della qualità dell’aria. Ha fatto una lettura analitica degli obiettivi che abbiamo raggiunto e prova, con la fatica che un Piano come questo si porta dietro, a migliorare quei dati che hanno avuto una accelerazione minore.

Abbiamo potuto dire più volte, in sede di Commissione, che il mondo, il comparto delle imprese, dell’industria è quello che ha fatto uno scatto di qualità più alto. È stato riconosciuto nel Piano della qualità dell’aria. Da questo punto di vista, non è che l’agricoltura sia brutta e cattiva. Semplicemente, probabilmente, è stata meno accompagnata nel Piano precedente. Quindi, il distacco che oggi ha raggiunto va accompagnato con misure più forti, più robuste. Non è un caso che in questo mandato stiamo mettendo 30 milioni di euro per la copertura delle vasche. È un dato significativo. Non è un caso che, rendendoci conto che anche i contributi che il PSR può elargire sono legati a un non obbligo all’interno di un Piano della qualità dell’aria... Abbiamo spostato di 10 anni l’obbligo della copertura delle vasche, perché il PSR ha degli obiettivi, ma anche delle norme amministrative ben precise. Per cui, se c’è un obbligo giuridico non può finanziare una misura. La copertura delle vasche, nel Piano precedente, aveva termine 2020. Lo abbiamo spostato di 10 anni, proprio per consentire e verificare l’opportunità che questi finanziamenti andassero in questa direzione.

È riconosciuto da tutti ‒ l’avete detto anche voi ‒ che, da questo punto di vista, abbiamo bisogno di accompagnare, con i finanziamenti, questo percorso. È stato sottolineato da più parti che questo Piano dell’aria conserva dei finanziamenti che in precedenza non avevamo dato.

Anch’io constato, come ha detto il consigliere Federico Amico, che nessuno è contrario al fatto che bisogna migliorare la qualità dell’aria. L’avete detto tutti, in tutti i posizionamenti politici. Il tema è con quali strumenti, con quali regole. È in che modo noi stiamo provando a farlo all’interno di un contesto, che è, appunto, il contesto del bacino padano. Ha ragione il consigliere Costa nel citare il decreto di questa estate, dell’estate precedente, che ha chiesto a tutte le Regioni del bacino padano di aggiornare il Piano della qualità dell’aria. Non è una sconfitta, consigliere Occhi. L’ha chiesto lo Stato.

Adesso non possiamo fare sempre finta che alcune norme le facciano i Governi precedenti. Il Governo attuale ha fatto un decreto per spostare e mettere in condizioni la Regione Piemonte di non entrare in forte difficoltà, perché il Piano dell’aria del Piemonte prevedeva il limite dell’Euro 5 quest’anno e sarebbe stato deflagrante, dal punto di vista della gestione, in un anno che è particolarmente sensibile. Quindi, è stato introdotto questo decreto e questo decreto ha consentito al Piemonte di non attuare una misura, perché il Piemonte non lo poteva fare e perché in infrazione, in condanna. Non può tornare indietro da una cosa che ha pianificato avendo una condanna pendente, perché si rende colpevole di prendere poi dopo le sanzioni rispetto alla condanna. Quindi ha chiesto al Governo di subentrare. Il Governo ha fatto una norma primaria e a questo punto il Piemonte si è potuto allineare la norma primaria, cosa di cui non abbiamo avuto bisogno noi.

Questo lo vorrei sottolineare, perché il nostro piano della qualità dell’aria non legge in modo dirigista, con una deriva dirigista le azioni che ha inserito all’interno del Piano della qualità dell’aria, ma in modo progressivo, com’era già stato stabilito e, come era stato stabilito, il blocco degli Euro 5 sarà alla fine del 2025.

Vorrei dire al consigliere Cuoghi che noi non stiamo chiedendo di cambiare l’auto una volta ogni cinque anni, perché… Lo dico perché io ho preso nota di tutti gli spunti. Il Piano della qualità dell’aria ha allargato il suo perimetro, è vero, però prevede per i Comuni più piccoli l’obbligo sull’Euro 4, che vorrei ricordare è con anno di immatricolazione 2006. Le auto Euro 4 hanno 18 anni in questo momento. Un cittadino non riesce a cambiare l’auto? Abbiamo provato con la misura del Move-In. La richiesta peraltro era venuta dal Centrodestra di attivare il Move-In, come nelle altre regioni. Lo abbia fatto esattamente come nella regione Piemonte.

Il passaggio che ha letto il consigliere Costa sul decreto della scorsa estate, però, è importante, perché, da questo punto di vista, è vero che il Governo ci dice che dobbiamo… Poi nella sede di conversione non ha più detto sei mesi, ma in dodici mesi di aggiornare il Piano della qualità dell’aria, ma noi lo stiamo facendo. Però è vero il passaggio in cui dice che dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Bisogna che ci capiamo su come poter fare le misure che tutti auspichiamo, se poi l’applicazione di un decreto mi dice che non devo aumentare gli oneri a carico della finanza pubblica.

È un ossimoro? Non lo so, però è evidente che noi, da questo punto di vista, in questo contesto non veniamo aiutati e incentivati. L’obiettivo della salute è l’obiettivo primario. Io credo, da questo punto di vista, che, l’ho detto in tutte le Commissioni, nonostante tutte le difficoltà non uso magari i toni trionfalistici del presidente Bonaccini, che è più capace di me a raccontare dove è arrivata oggi la nostra regione, ma non siamo gli ultimi in Italia. Permettetemi di dire che, nonostante abbiamo adottato dei piani ancorché ambiziosi ancorché sfidanti, la nostra regione si dimostra con una qualità della vita del sistema delle imprese ancora molto elevato.

È dell’altro giorno la classifica del reddito pro capite, in cui quattro Comuni capoluogo della nostra regione sono nelle prime dieci posizioni; questo a testimoniare che è un sistema robusto che, probabilmente attraverso il proprio sistema delle imprese, continua a investire e creare qualità e benessere per la propria cittadinanza. Quindi noi, la Regione ha l’obbligo primario di programmare e pianificare. Questo è quello che ci dice la norma. Poi, con la riforma delle Province ci siamo portati a casa anche qualche aspetto pratico e operativo un po’ più robusto, però programmare e pianificare ci compete, e programmare e pianificare sulla qualità dell’aria è complesso, ma necessario.

Questo ci può far aumentare la qualità del benessere, la qualità del sistema produttivo e, da questo punto di vista, forse può rispondere anche a quelle che sono le preoccupazioni degli italiani. Su ilSole24Ore di ieri Ernst&Young raccontava che la popolazione italiana ‒ un campione di 28.000 persone ascoltate, audite ‒ è quella più preoccupata, rispetto a quella europea, della salute del pianeta. Il 75 per cento contro il 68 per cento. Cito Ernst&Young perché, probabilmente, è un campione... Non l’ha commissionato la Regione, quindi è un campione fedele.

La politica ha anche il compito di farsi carico delle preoccupazioni di questi cittadini, che sono preoccupati per il pianeta, ma che al tempo stesso dicono che l’azione principale che hanno messo in campo è la riduzione dello spreco. I costi dell’inflazione, della spesa ‒ richiamo il consigliere Tagliaferri simpaticamente ‒ sono quelli che l’hanno aiutato a ridurre maggiormente la bolletta di casa. Allora mi aspetto che in questo consesso si parli di come una politica, una politica che non può essere soltanto regionale, ma una politica che ha l’obbligo di essere una politica nazionale, legga questi temi. Il cittadino oggi è preoccupato quando va a fare la spesa. Però è anche vero che, dal punto di vista della qualità dell’ambiente, stiamo mettendo in campo dei bandi che ci aiutano ad aiutare il cittadino a spendere di meno. Quello sulle stufe va in questa direzione. È stata una misura di successo. Lo abbiamo portato avanti, voglio seguire anche quello che dice il consigliere Marchetti, perché ce lo avete chiesto. Lo abbiamo voluto tutti. L’avete voluto voi, come Centrodestra. L’abbiamo voluto noi, come Centrosinistra. Il bando sulle stufe è un bando giusto, che consente al cittadino di risparmiare. Abbiamo fatto un bando che... Lo dico al consigliere Marchetti. Per come è il nostro sistema, intendo “sistema Paese”, abbandonando il Bonus 110, si sono buttati tutti a capofitto sul nostro bando delle stufe.

Da questo punto di vista, noi non ci possiamo permettere ‒ lo dico perché parliamo sempre di soldi pubblici ‒ sperequazioni tali che arriva un cittadino a chiedere un finanziamento che magari si avvicina ai 30.000 euro per una stufa, e io forse entro un po’ in difficoltà. Noi dobbiamo aiutare più cittadini. Nel bando che abbiamo fatto recentemente, che, però, sta andando molto bene, come ho detto, e come il consigliere ha ripreso, abbiamo fatto una scelta, cioè la scelta del costo medio, tra tutte le domande precedenti che ci sono arrivate, collocando il 100 per cento del finanziamento in un’asticella che è molto alta. Parliamo di 15.000 euro per una stufa, e non è che stiamo parlando di poco. Lo dico perché da questo punto di vista è una platea che noi dobbiamo aiutare e lo dobbiamo fare sapendo che questa misura, però, non deve essere sperequative e non deve creare delle condizioni che non ci consentono di aiutare più cittadini possibili.

Non ci fermiamo qua. Questa mattina avete citato tante misure. Guardate, dal punto di vista della mobilità dei cittadini conosco bene che cosa significa il diritto costituzionale sancito della possibilità dei cittadini di spostarsi. È proprio sancito in tutti i Piani della mobilità. È un diritto costituzionale che deve essere preservato. Il Piano della qualità dell’aria non va a intaccare il diritto costituzionale, perché sarebbe anticostituzionale e non sarebbe corretto. Ha un’altra funzione, una funzione sulla sanità. Ma da questo punto di vista sulla mobilità delle persone noi dobbiamo – l’avete sottolineato più volte – continuare l’investimento che si sta facendo sul trasporto pubblico locale.

Mi rendo conto che è complesso lavorare sul PRIT. L’ha chiesto la consigliera Zamboni questa mattina e l’ha sottolineato anche la consigliera Piccinini, la scala dal punto di vista dei finanziamenti che si deve raggiungere è una scala più importante. Però, se avete letto bene i dati, come io credo che voi abbiate fatto, su quelle che sono le matrici principali della qualità dell’aria, è il trasporto delle merci private quello che in questo momento ha l’impatto più significativo e importante nell’ambito dei trasporti, e su questo dovremmo insieme comprendere, e lo faremo in aula insieme, in Commissione probabilmente, come noi potremmo intervenire con la norma che il decreto “salva-infrazioni” ci ha imposto, ovvero quello di ridurre la velocità in autostrada – dà questa potestà alle Regioni – in caso di applicazione delle misure emergenziali. Voi potete dire quello che vi pare, ma questo è un obbligo che ci hanno imposto. E secondo voi è di facile applicazione? Non sarà di facile applicazione. Guardate cosa succede con “Bologna Città 30”, pensate se iniziamo a dire che a Bologna si diminuisce la velocità e poi quando uno esce da Bologna si può tornare a quella velocità, perché parla di ambito urbano, non parla di tutta la rete autostradale.

Questo per dire che è una materia complessa, in cui ciascuno deve fare la sua parte. E mi aspettavo che su questo tema, per esempio, della velocità autostradale, che è stata dimostrata come una misura che funziona, ci fosse una scelta nazionale di un’infrastruttura che ha una concessione nazionale. Non è nelle nostre disponibilità la concessione di Autostrade, quindi la possibilità di intervenire su questi ambiti. Era più coraggioso, a proposito di coraggio, se qualcun altro si fosse preso questa responsabilità. Ci dovremo prendere anche questa, ne discuteremo, però ci hanno chiesto di farlo e, se non lo facciamo, dopo, a proposito di sanzioni, le sanzioni arrivano sempre da qualche parte.

Non va mai bene quando il livello centrale scarica sul livello periferico la responsabilità dei provvedimenti. Lo dico perché è una cosa che non funziona: o si vince tutti o si perde tutti. Da questo punto di vista, è tanto più necessario alle Regioni del bacino padano avere una normativa omogenea, anche per evitare quelle sperequazioni di cui avete parlato questa mattina, che un residente nelle Marche arrivi qua con l’euro 4 ed abbia un problema (non so se era le Marche la Regione citata, non me lo ricordo). Però è ovvio che le richieste che abbiamo fatto hanno trovato soltanto nel decreto salva-infrazioni qualche risposta, ma a noi è sembrata una risposta al fatto che noi abbiamo chiamato in causa lo Stato. E non l’abbiamo fatto con questo Governo, l’abbiamo fatto con quello precedente. Abbiamo chiamato in causa il Governo precedente, non questo Governo, il Governo. Quindi, noi abbiamo bisogno che sulle politiche della qualità dell’aria si vada in questa direzione.

Detto questo, io sono convinta che il nostro è un sistema che, di fronte alla possibilità di avere regole chiare e certe, si sa muovere, perché il sistema delle imprese chiede questo. Rispetto all’agricoltura valuteremo di misura in misura come poter accompagnare i finanziamenti. Quello che ho detto è che anche i 154 milioni dell’ambiente potranno essere in parte messi a disposizione anche dell’agricoltura, anche se l’agricoltura ha 900 milioni, di cui 96 vanno su politiche della sostenibilità ambientale.

È un mondo che dobbiamo accompagnare, me ne rendo conto. Stiamo provando a farlo. Oggi quel mondo – l’ha detto il consigliere Mastacchi – è un po’ in fibrillazione, ma non è in fibrillazione con la Regione, è in fibrillazione col Governo, l’hanno detto chiaramente. Con l’Europa e col Governo, il Governo di oggi, il Governo di ieri, col Governo. Quindi, noi abbiamo bisogno probabilmente di fare una battaglia sull’ambiente che sia una battaglia non soltanto locale, ma di carattere nazionale, sapendo che, da questo punto di vista, l’Europa è consapevole che noi siamo il bacino padano e che le caratteristiche morfologiche del nostro territorio non ci aiutano, al punto tale che nella direttiva nuova questo aspetto viene letto e allunga la forbice di attuazione dei nuovi limiti che verranno posti.

È una battaglia che abbiamo fatto come Regioni del bacino padano. È stata letta. Vedremo come, dal punto di vista dei finanziamenti... Questa è una battaglia che dovrà fare il successivo Piano della qualità dell’aria. Non la deve fare questo. Vedremo come riusciremo ad accompagnarlo rispetto a questi obiettivi, a questi risultati.

Finanziamenti Bike to work. Mi permettete, magari, di sforare un minuto. Scusatemi. In realtà, è vero che si danno finanziamenti anche per gli aspetti che sottolineava il consigliere Marchetti, ma se va a leggere la leggibilità dei finanziamenti, ovvero gli Enti a cui i finanziamenti vengono concessi, devono avere le caratteristiche che diceva il consigliere. Io ti do un finanziamento, ma te lo do se la tua pista ciclabile ti interconnette con un’infrastruttura principale, se ti interconnette con una ferrovia, se ti interconnette con un altro territorio. Quindi, è un completamento di un disegno. Sei in una pianificazione, quindi non te la sei inventata in quel momento. Se uno va in Europa, le Case Avanzate ‒ si chiamano così, in alcuni casi, le biciclette che voi trovate o i motorini ‒ sono un’esperienza che funziona benissimo. In Francia sono sperimentate da anni, ma anche in Spagna. Sono aspetti legati alla possibilità, intanto, di far vedere che il ciclista esiste e che, dal punto di vista ottico, noi abbiamo bisogno di tutelare la categoria più fragile.

Questi finanziamenti non solo vanno nella direzione di aumentare la possibilità per i ciclisti di percorrere più chilometri, ma anche la salvaguardia e la tutela della loro salute.

Questo è il Piano della qualità dell’aria. In realtà, cosa fa? Parla con le imprese, parla con l’agricoltura, parla con i cittadini, parla con i Comuni, parla con il sistema regionale, e lo fa in modo integrato, sapendo che questi obiettivi, ancorché difficili, sono raggiungibili. Nel 2023 ci siamo riusciti. Forse nel 2024 non ce la faremo, quindi bisognerà cercare di comprendere che i finanziamenti che stiamo mettendo a disposizione sono finanziamenti che vanno in questa direzione.

Chiudo il mio intervento con un passaggio sulla legge del clima. La consigliera Piccinini ha fatto un passaggio molto forte questa mattina.

Credo che questo Consesso debba chiudere questo mandato portandosi a casa la legge sul clima, credo che debba essere la dote più importante che portiamo nel mandato successivo, non soltanto la legge sul clima, ma anche la strategia sulla neutralità carbonica. Fatto questo, avendo un’impostazione chiara oggi a monte, la programmazione poi non soltanto potrà essere letta in modo più attento, ma da questo punto di vista avere una strategia ancora più forte.

Io vi ringrazio. Ci ritroveremo e guarderemo come stanno andando le nostre azioni e i nostri bandi. Così come abbiamo fatto con il Piano dei rifiuti, non ci sottraiamo al confronto annuale per raccontare come sta andando la pianificazione e quali sono gli obiettivi che abbiamo portato a casa. Intanto mi accontento, e credo che non sia poco, di portare a casa un Piano che aumenta la salute delle persone, che deve essere l’obiettivo primario che noi ci prefiggiamo, aumentare il benessere, la salute delle persone, la prospettiva di vita. La prospettiva di vita. Il Piano dell’aria fa questo, con tutte le complicazioni e le responsabilità che chi lo deve adottare si deve portare sulle spalle. In questo momento sta toccando a noi e lo stiamo facendo con tutte le difficoltà che un Piano del genere può comportare, sapendo che alle volte non prendi gli applausi quando fai questi piani, ma la gestione di conflittualità, sulle quali comunque proveremo a cimentarci costantemente, provando a posizionarci in un approccio di buonsenso. Questo è quello che abbiamo provato a fare con questo Piano dell’aria.

Ringrazio tutte le associazioni di categoria, perché comunque quanto ci è stato segnalato non è andato perso nei confronti, nei ragionamenti, in alcuni casi negli emendamenti, in altri casi nell’analisi costante e nel monitoraggio che faremo di questo Piano e nella possibilità di reindirizzare costantemente la nostra pianificazione e i bandi che metteremo in campo per il Piano della qualità dell’aria. Ancora grazie a tutti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

A questo punto apriamo il dibattito generale sugli emendamenti e dopo sugli ordini del giorno.

Chi si iscrive a parlare sugli emendamenti? Consigliere Tagliaferri, prego.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.

Assessore e colleghi, in fase di illustrazione di questo ordine del giorno non starò a ripetere quanto detto in fase di discussione generale. Molto più semplicemente, vorrei che questo ordine del giorno fosse visto e venisse percepito come una prova pratica degli inviti accorati che vi ho indirizzato questa mattina a fare bene i conti, non tanto e non solo sul Piano in sé, ma su tutte le politiche di contorno che il PAIR muove.

Alla luce di quanto vado ad esporvi, non mi pare che il Piano Aria sia foriero di interventi raffazzonati, semplicistici, e che portano in sé un livello di discriminazione fra cittadini del tutto intollerabile. Ecco, quindi, che sono a proporre un impegno alla Giunta e al presidente Bonaccini sugli impianti di riscaldamento a biomasse. Nei bandi conclusi e in quelli attualmente in corso, la Regione Emilia-Romagna offre contributi indirizzati alla sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento cosiddetti “a legna”, per impiegare gli oltre 10 milioni assegnati dal “cattivo” Governo Meloni all’Emilia-Romagna in tale fase della transizione energetica. Peccato che chi governa in questo momento la Regione ha fatto sfoggio per l’ennesima volta di eccezionale miopia e non conoscenza della vita reale – detto in parole povere, si tratta di ignoranza – riservando gli incentivi alle zone di pianura, per appunto procedere al ricambio di impianti di riscaldamento alimentati a biomassa legnosa, camino aperto, stufa a legna e a pellet, caldaie a legna e a pellet, con impianti a cinque stelle e con pompe di calore. Ma qualcuno, tra Giunta e alta dirigenza degli Assessorati coinvolti, sa dove si usano prevalentemente gli impianti a biomassa? Siete davvero così avulsi dal contesto che vi proponete di governare con la sicumera che vi contraddistingue da credere veramente che nelle città si vada con gli impianti di riscaldamento a legna? Avete mai buttato occhio, guidando per le strade delle vostre città, facendo caso a quali destinatari viene consegnato il legname? Se non sapete cosa rispondere, allora vi fornisco un piccolo aiutino: alle pizzerie, e non certo ad appartamenti o condomini dei nostri centri storici o delle zone periferiche intorno alle grandi città, che sono tutte in pianura.

Se solamente aveste aderito alla richiesta fatta dalle opposizioni per un catasto degli impianti a biomasse, lo avreste capito. Magari vi si poteva anche aiutare a piantare quelle famose bandierine di cui faceva sfoggio il presidente Bonaccini per facilitarvi il lavoro di comprensione. Non contenti del provvedimento che avete confezionato e per ribadire la vostra distanza siderale dalla vita reale vissuta da tutti noi, avete specificato che il bando è riservato ai residenti di un Comune ubicato nella zona agglomerato di Bologna, Pianura Ovest e Pianura Est. Lo stesso elenco, per intenderci, che avete previsto per l’acquisto di e-bike. Insomma, non contenti delle discriminazioni attuate sulle biciclette a pedalata assistita, avete pensato bene di replicare con le caldaie.

Se solo sapeste cos’è un territorio collinare, montano o pedemontano avreste capito da soli le differenze e avreste potuto ragionare su correttivi non discriminatori. Ma sulle caldaie avete decisamente proprio toppato. I vostri bandi sulle caldaie urlano, quindi, diverse cose, tra cui il totale disinteresse per l’ambiente e per i cittadini che vivono in montagna e la vostra endemica tendenza a considerare sempre qualcuno più uguale agli altri. Memori dell’antica saggezza latina, mi viene da dire che errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Su di voi cadrà totalmente l’eventuale responsabilità di bocciare questo ordine del giorno per continuare a difendere la vostra totale alterità dalla vita reale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Tagliaferri.

Altri in dibattito generale sugli emendamenti? Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Solo poche battute per anticipare la presentazione di due ordini del giorno, uno a prima firma mia e uno a prima firma del consigliere Pelloni, che presenterà successivamente, che vogliono andare nella direzione di dare un messaggio all’agricoltura, un po’ nell’ottica di quello che abbiamo detto stamattina.

Anche durante il dibattito, purtroppo, le paure che io avevo sono un po’ state confermate. Si è parlato ancora una volta di problemi in chiave quasi esclusivamente agricola. Credo che un messaggio vada dato. Che le polveri sottili siano prodotte anche dall’ammoniaca è stato detto, è scientificamente dimostrato, ma credo non si possa dire che la causa sia esclusivamente agricola. Su questo è importante tornarci e chiarirlo bene.

Quello che traspare, sicuramente non solo in Emilia-Romagna, stamattina ho citato De Castro appositamente, e che è in corso un’azione di criminalizzazione che fa apparire come una delle cause l’agricoltura, come unica causa, ripeto, e non è così. Non è questione di essere paladini dell’agricoltura, come diceva la collega Zamboni. Anche se, nel caso, sarei orgoglioso di essere paladino dell’agricoltura. È una questione di presa di coscienza della realtà. Non è solo un problema agricolo, ma è un problema molto più ampio.

Ci sono molte buone pratiche culturali ed agronomiche che possono essere sostenute con specifici sostegni. Noi crediamo, lo dirà meglio dopo di me il consigliere Pelloni, che se il problema è ambientale deve essere sostenuta l’azione dai fondi che derivano dall’ambiente e non dall’agricoltura. I fondi dell’agricoltura hanno una finalità completamente diversa.

Il compost cippato è sicuramente una soluzione. A nostro parere, su questo bisogna trovare una direzione più chiara.

Poi c’è il discorso della criminalizzazione del cippato da riscaldamento. Anche qui, non si fa una distinzione netta di come usare il cippato, perché come la legna può essere utilizzata con strumenti moderni che non inquinano anche il cippato può essere usato localmente senza andare a incidere sui trasporti. D’altronde, oggi abbiamo anche il problema che lo smaltimento delle ramaglie, delle potature eccetera, se correttamente gestite, come prevede la legge, in molti casi si prevede che debba essere conferito in impianti in molti casi fuori regione, con costi di trasporto molto alti, anche perché il peso è molto relativo, ma in particolare con un’incidenza molto forte dal punto di vista delle emissioni. Invece, se lavorati e riutilizzati in loco attraverso impianti che abbiano le caratteristiche… La vicepresidente Priolo, qualche mese fa, ha inaugurato una centrale nel mio comune che utilizza biomasse prodotte localmente, che è stato scientificamente dimostrato che ha volumi di emissione molto vicini allo zero. Ed è stato dimostrato anche qui scientificamente. Quindi, andare sempre a compartimenti stagni, questa cosa è bella, questa cosa è brutta, questa cosa va combattuta, questa cosa, invece, va sostenuta, è sbagliato. Bisognerebbe riuscire a essere un pochino più dettagliati nelle scelte che si fanno e cercare di avere anche la flessibilità per riuscire a dare risposte nel dettaglio.

Poi è stato sollevato, rispetto al tema dell’agricoltura, il tema dei prezzi sulla grande distribuzione. Anche quello è un problema, ma non riguarda la giornata di oggi. Comunque, credo che, se rimaniamo sul tema dell’agricoltura, abbiamo la necessità anche di farci capire, perché, come è stato detto, se i trattori stanno cominciando a scendere in strada in Nord Europa per alcune ragioni e in Sud Europa, in Italia, Spagna e Francia, per altre ragioni, vuol dire che qualcosa non c’è, che la politica probabilmente non sta capendo quali sono gli effetti che sta provocando questo approccio alla soluzione dei problemi. Pertanto, sarebbe importante che prendessimo consapevolezza, uscissimo un pochino dagli slogan e cominciassimo a entrare un pochino di più in una politica, intanto, di dialogo con quel mondo, che probabilmente se protesta è perché non si sente ascoltato, e anche di soluzioni più vicine al territorio, non sempre per grandi temi e per grandi slogan.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

Faccio un intervento brevissimo, giusto per motivare meglio la presentazione dell’ordine del giorno che ho già anticipato a grandi linee durante l’intervento di questa mattina, ovvero quello che riguarda il bando per la sostituzione di impianti inquinanti per riscaldamento civile a biomassa, il bando camini e stufe, per intenderci. Un bando che è stato richiamato giustamente anche dalla vicepresidente Priolo. Ho compreso bene il suo messaggio, per carità. L’obiettivo di questo ordine del giorno, però, è andare incontro alle esigenze di chi, allora, parliamo del primo semestre 2023, fece affidamento a delle parole espresse anche all’interno delle sedi istituzionali, o meglio in Commissione III, quando lei stessa invitò comunque a partecipare a questo bando perché le risorse c’erano. Venne detto, proprio in quell’occasione, che quel bando andava fino al 31.12.2023 e che sarebbe stato rifinanziato per tutto il 2024. Chiaramente, all’epoca numerose persone avviarono l’intero iter, facendo affidamento non solo su quelle promesse, ma su dei criteri che erano differenti rispetto a quelli dell’attuale bando che è stato rifinanziato sempre con risorse provenienti dal Ministero. Quindi, quello che chiediamo noi non è certamente di andare incontro alle necessità di chi ha speculato o di chi intende speculare su questo strumento che è stato messo a disposizione. Più che altro chiediamo alla Giunta regionale di quantificare perlomeno l’eventuale ammontare delle risorse economiche che sarebbero necessarie e individuare appunto le modalità utili al fine di raggiungere quella copertura totale delle spese sostenute che era stata promessa per chi in quei giorni aveva concluso il proprio iter, ma si è visto chiudere il bando anticipatamente per le risorse non più a disposizione della Regione Emilia-Romagna.

Quindi, è un’iniziativa che noi chiediamo di mettere in atto, ripeto, non tanto per andare incontro alla volontà di chi cerca di speculare su questi strumenti messi a disposizione, ma piuttosto per garantire una immagine di serietà di uno strumento che è stato finanziato a livello regionale, ripeto, con fondi del Ministero, che in questo modo purtroppo viene un po’ meno. Se noi vogliamo cercare di incentivare i cittadini ad andare verso questo cambiamento, dobbiamo, poi, mantenere le promesse date in precedenza e non rivedere i criteri strada facendo. Questo credo sia un principio sacrosanto per chi fa amministrazione pubblica e lo dobbiamo, ripeto, per garantire una vera transizione ecologica. Una transizione ecologica che va, giustamente, accompagnata con degli incentivi. Per accompagnarla con degli incentivi, però, bisogna portare avanti delle azioni serie, concrete e, soprattutto, coerenti con quanto è stato raccontato. L’intento di questo ordine del giorno era questo.

Ne approfitto, proprio due minuti, perché avevo chiesto delle risposte al relatore di maggioranza, il consigliere Costa. Mi ha risposto, ma purtroppo in quel momento non ero in aula. Mi sono riascoltato, comunque, quell’intervento. Prendo atto del fatto che quella previsione che è stata fatta, di risparmio, sui fondi sanitari, che andremmo a risparmiare per via del miglioramento dell’aria, è una stima fatta tra i dati incrociati di ARPAE e ART-ER. Quindi, è una stima fatta su degli studi e non su un trend specifico, frutto dell’elaborazione di strumenti che abbiamo a disposizione, che registrino, ovviamente, i casi oncologici, ad esempio.

Chiudo dicendo che prendo atto anche che, a suo avviso, il Registro tumori è comunque aggiornato. Devo rendere noto, però, leggendo il portale del Registro tumori regionali, che viene aggiornato online, che si dice, in sostanza, che i dati dell’ufficio territoriale di Bologna sono disponibili solo per gli anni 2017 e 2018. Non è possibile effettuare una stima per questi uffici territoriali. Poi, se ci sono i dati e non sono a nostra conoscenza, vi invito, ovviamente, ad aggiornare, a questo punto, lo strumento che viene periodicamente pubblicato e aggiornato online, ovvero il Registro regionale dei tumori.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Alcune sottolineature prima di arrivare alla presentazione degli emendamenti. Mi ha colpito quando l’assessora Priolo parlava delle limitazioni dei diesel Euro 5 a partire dall’ottobre 2025, anziché dall’ottobre 2024. Questa è una misura che è stata contestata dal PD della Lombardia, anche con delle dichiarazioni peculiari, se le vogliamo rapportare alla nostra Regione, perché è stato dichiarato che quella proroga non considera che la Lombardia è una delle Regioni europee più a rischio di eventi estremi da cambiamento climatico. Noi gli effetti del cambiamento climatico li abbiamo sperimentati con l’alluvione dell’anno scorso; quindi, proporla in questa sede come una misura positiva lo trovo paradossale.

Faccio un’altra sottolineatura, che riguarda alcuni toni che vengono utilizzati per determinate battaglie. E lo dico a mo’ di invito. Quando in questa Regione si parla di autostrada Cispadana, di bretella abbiamo i titoli dei giornali del presidente Bonaccini e dell’assessore Corsini, quando invece si tratta di fare delle battaglie sulla qualità dell’aria i toni sono notevolmente diversi. Ebbene, a mio avviso questo ci dice molto su quali sono le priorità della Giunta. Lo dico, ahimè, come un invito ad alzare il volume delle richieste. D’altronde, quando si dice, giustamente, che dobbiamo fare una battaglia sul Bacino Padano o che è stata fatta anche a livello nazionale, i risultati evidentemente sono quelli che sono stati illustrati, quindi gli obiettivi che ci eravamo posti, che questa Regione si era posta non siamo riusciti a raggiungerli. Però, segnalo che al momento l’unica vera battaglia che questa Regione ha fatto è quella contro la nuova direttiva sulla qualità dell’aria, ahimè, perché questa Regione si è schierata convintamente contro.

Si parlava della mobilità privata e io ricordo – l’avevo già fatto in passato – che l’accordo del Bacino Padano prevedeva anche di mettere in campo degli incentivi per la sostituzione delle auto private. Altre Regioni si sono mosse in questo senso, noi da questo punto di vista abbiamo fatto ben poco. Anche qui, sono consapevole che le risorse della Regione non saranno sicuramente sufficienti, ma allora torno a quello che dicevo prima: insistiamo con un tono di voce pubblico un po’ più alto. Del resto, sulle autostrade abbiamo addirittura il presidente che si mobilita, mentre su questi temi non c’è la stessa convinzione.

Arrivo agli emendamenti che ho depositato e che ho presentato in maniera sintetica in discussione generale, proposte che riguardano il TPL. Anche qui, se non riusciamo a dire che almeno per i contesti urbani dobbiamo dare priorità all’elettrico, io penso che sia un problema. Lo dico perché, in assoluto, io non ho mai demonizzato l’idrogeno, ma applicato al TPL, al trasporto pubblico locale e agli autobus, è un problema, perché ha dei costi che non sono sostenibili e che verranno scaricati sugli utenti.

Dopodiché, accolgo favorevolmente le parole dell’assessore per quanto riguarda la disponibilità sull’approvazione della legge sul clima entro fine mandato, però iniziamo, nel senso che siamo sempre qua a dircelo e penso che sia ora di sederci a un tavolo e provare a confrontarci e a iniziare a scrivere un testo, congiunto o non congiunto, decideremo qual è la strada. Io la mia proposta l’ho già depositata. Come dicevo in discussione generale, vorrei evitare delle forzature che hanno anche poco senso, perché è un obiettivo comune, però cominciamo a dare concretezza e forma a questo dialogo che a parole c’è, però deve trovare anche forma nella sostanza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Pelloni, prego.

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Con questo ordine del giorno vorremmo portare qualche proposta, ma ribadire, perché credo che ormai sollevare, anche all’interno di questa legislatura… Chiunque ha fatto l’amministratore locale anche nei PAESC dei primi anni 2000, se non addirittura dal 2010 in poi… Io, da amministratore locale, avevo sul tavolo questo problema nel 2014. Per fortuna, averlo questo problema. Dico “per fortuna” perché lo è che ci sia ancora un’agricoltura di qualità e soprattutto legata all’ortofrutta, all’ortofrutta di pregio, non facilmente replicabile in altre zone del Paese, non facilmente replicabile all’estero, venendo da una zona, la valle del Panaro, dove nelle prossimità del fiume si fanno le ciliegie (e sapete la qualità della cerasicoltura), dalla ciliegia alla prugna e anche alla pera, sicuramente in maniera più marginale. Poi, sulle due sponde, dalla parte modenese il Lambrusco grasparossa, uno dei vini più esportati al mondo, e ovviamente sulla sponda bolognese il Pignoletto e il Barbera. Tutte produzioni di eccellenza, tutte produzioni che danno reddito, per fortuna, tutte produzioni che fanno parte della nostra cosiddetta “Food Valley”.

Però io credo che, come Enti locali, come Regione, eccetera, dobbiamo cercare di venire incontro e non, come si è detto, porre solo dei vincoli senza dare soluzioni a chi produce questi prodotti di eccellenza.

Dico che ormai è da tanti anni che se ne parla perché sembra un rimpallo tra l’agricoltura e l’ambiente: l’ambiente che ovviamente cerca di non disincentivare, se non addirittura impedire e multare in maniera pesante gli abbruciamenti di sfalci, potature, ramaglie, foglie e quant’altro, e poi viene lasciato magari a un tema agricolo.

Ebbene, non è solo un tema agricolo. Non è un tema agricolo e non lo è solo perché molti dei nostri agricoltori, soprattutto per il tipo di colture di cui prima parlavo, molti di coloro che praticano queste culture non sono agricoltori a titolo prevalente; quindi, magari non fanno investimenti così importanti in mezzi, macchinari e quant’altro, quindi hanno la possibilità di smaltire in maniera diversa.

C’è poi anche un altro tipo di agricoltura, quella forse anche un po’ di nicchia, che è anche attrattiva per un certo tipo di turismo. Se venite a vedere, come conosciamo magari in altre zone del Paese, c’è l’ambizione di avere delle agricolture dove queste colture sono dei veri e propri giardini, anzi, veramente zone da visitare, tali da poter cogliere dalla pianta il frutto e poterlo in qualche modo assaporare in loco.

Ebbene, noi non possiamo essere attrattivi, da questo punto di vista, e poi chiedere ai nostri agricoltori, o a chi lo fa anche come seconda o terza attività, perché abbiamo parlato prima del problema economico, delle tante proteste che ci sono, tali che ormai il mondo dell’agricoltura è in grossa sofferenza dal punto di vista della sostenibilità economica. Molti dei nostri agricoltori fanno anche conto terzi, fanno altri mestieri, fanno altri lavori per riuscire a sbarcare il lunario, per riuscire a saltarci fuori. Come dicevo, quindi, non possono investire tutto, o tutto quello che hanno e indebitarsi in maniera molto importante per macchinari che sicuramente li aiuterebbero nello smaltimento di ramaglie, scarti vegetali, eccetera.

Se quindi vogliamo mantenere dei giardini e incentivare anche quel tipo di turismo cosiddetto slow, lento, dei nostri territori, dell’entroterra, io credo che l’ambizione sia quella di avere certamente meno emissioni possibili, e su questo chiunque concorda; ma non possiamo neanche pretendere che si tengano scarti vegetali e ramaglie lasciati tra i filari o in mucchioni e quant’altro poco estetici, perché l’ambizione è quella di avere veramente dei giardini visitabili e dei frutteti estremamente belli, anche alla vista, e visitabili.

Ci sono diverse soluzioni. Alcune sono già state dette, suggerite, eccetera, però ancora oggi sono stati posti divieti, ma non incentivi. È vero che sulle pratiche del bruciare le biomasse per riscaldamenti civili ci sono dei divieti, ma, come si è detto, ci sono anche degli incentivi per riuscire a trovare delle misure alternative o meno impattanti. Ad oggi credo manchi questa proposta alternativa, che sarebbe, come tutte le proposte alternative, presa di buon grado. Avere la possibilità o di trasformare in compost o di poter macinare e ridistribuire segature e quant’altro tra i filari è comunque una pratica che sicuramente verrebbe fatta di buon grado. Si eviterebbe anche del lavoro. Oggi cosa succede? Spesso stecchi, ramaglie e quant’altro bisogna raccoglierli dai filari, vengono ammassati e poi si aspetta il periodo per poterli bruciare. Pratica sicuramente meno virtuosa. Invece, se si potesse già macinare all’interno dei filari, probabilmente sarebbe una pratica... Si passa una volta sola e si è risolto il problema. Anzi, rimane compost tra i filari. Finanche la possibilità di recuperare queste materie in maniera diversa, magari se ci sono impianti a cippato e quant’altro. Ci sono varie soluzioni. Il problema è che ad oggi mi sembra che non siano proposte soluzioni economicamente convenienti. Non possiamo lasciare i singoli agricoltori.

Dico anche un paradosso. Se io ho un podere a ciliegie da un ettaro, le mie ramaglie ‒ e sono un agricoltore ‒ non le posso conferire, mentre se fossi un privato con un ettaro di terreno probabilmente potrei portare i miei scarti nell’isola ecologica cittadina e quant’altro. Oppure, ogni volta che c’è il cassonetto aperto, esporre un po’ alla volta. Quel costo, quindi, sarebbe solidarizzato anche da chi non ha giardini. Quindi, ci sono. Questo è anche un paradosso.

Sicuramente bisogna incentivare ad avere delle pratiche più virtuose, ma anche più virtuose per cercare di sollevare i nostri agricoltori da un problema che oggi c’è, e c’è ormai da anni, è sul tavolo, credo, dell’assessore all’ambiente, ne abbiamo parlato non nell’ultima clausola valutativa sui rifiuti, ma ne parlai nella clausola valutativa precedente; quindi, penso due o tre anni fa (adesso potrei sbagliare l’anno), e anche allora mi si demandò dicendo: ma quella è agricoltura. No, non è agricoltura, è ambiente. E io credo che oggi in un pacchetto come questo del Piano dell’aria si debba e si possa trovare soluzioni per cercare di risolvere un problema nella maniera virtuosa più possibile, però non dando solo dei divieti, ma anche trovando delle soluzioni.

Credo che questo sia il nostro compito, che possiamo assolvere al meglio, appunto, visto che di soluzioni ce ne sono tante, provando a incentivarle, o trovando degli sgravi, o trovando varie soluzioni magari economicamente compatibili e sostenibili, proprio per non dare un ulteriore balzello ai nostri agricoltori, ma cercando di trovare quelle soluzioni che agevolano anche la vita e il lavoro di chi vuole mantenere le produzioni nei nostri territori, perché nei nostri territori oggi ci sono varie economie che si possono sviluppare, come dicevo prima, quella della produzione agricola, ma anche, probabilmente, quella della produzione turistica, visto anche il bando che è uscito due giorni fa sugli agriturismi. Quindi, se vogliamo incentivare vari tipi di economie sul territorio, passa anche dalla soluzione di questi piccoli o grandi problemi, trovando i giusti incentivi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Anch’io illustro brevemente gli ordini del giorno. Sono due ordini del giorno che vanno nel senso sempre della ricerca tecnico-scientifica sul tema sempre dell’agricoltura. Parliamo sicuramente della necessità del trattamento dei reflui zootecnici, quindi sappiamo benissimo che ad oggi una delle tecniche migliori è quella della trasformazione di questi reflui in biometano, sappiamo i fondi del PNRR, sappiamo il REPowerEU. Come sistema Italia dobbiamo puntare tantissimo al biometano, come nel nostro Bacino Padano in particolare, dove si diceva che c’è una grande produzione zootecnica. Quindi, si chiede di continuare a mettere anche attorno a un tavolo tutte le aziende agricole e anche le associazioni. Stanno partendo nella nostra regione degli interventi virtuosi, magari non grandi impianti, ma piccoli impianti a servizio di consorzi di aziende agricole che, appunto, si consorziano insieme, e quindi continuare a sviluppare questa tecnologia e anche altre nuove tecnologie – adesso la ricerca tecnologica continua – che potrebbero essere utili al trattamento dei reflui zootecnici. Sicuramente questo è un problema che noi abbiamo e va comunque gestito.

Il secondo ordine del giorno va sempre nella direzione della ricerca tecnico-scientifica. Noi abbiamo spesso un problema di gestione dei residui colturali, ma non solo, perché c’è anche tutto il tema della gestione dei residui che vengono anche dalle operazioni di potatura anche in area di golena, operazioni che possono fare anche AIPO o altri enti preposti. C’era stata una prima idea dell’Autorità di bacino, laddove si pensava, per esempio, di utilizzare nuove tecnologie, cioè non nuove, ma svilupparle, perché per esempio la pirolisi non è una nuova tecnologia, è utilizzata da tempo. Io ho citato questa, ma ce ne possono essere anche altre. Oltre al classico trattamento delle biomasse o anche quello per la produzione di biogas ci sono anche altri trattamenti; quindi, si chiede di essere sul pezzo, di cercare di portare avanti questo tipo di tecnologie e, nell’interesse di tutti, riuscire anche a gestire in maniera complessa questi residui. Sicuramente il tema della produzione energetica e della produzione anche di ammendanti esiste. Ad esempio, uno dei residui della pirolisi è il biochar, ma è un esempio fra tanti, tra quelli che conosco meglio, ma ce ne possono essere sicuramente anche altri. Quindi, l’indicazione è quella di continuare nello sviluppo della sperimentazione, in supporto e insieme al mondo rurale. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Grazie, presidente.

Non sto a presentare gli ordini del giorno e gli emendamenti che ho sottoscritto, perché l’ho già fatto durante la trattazione in discussione generale sul Piano. Semplicemente per anticipare che voteremo favorevolmente a due ordini del giorno del collega Occhi, quello relativo al biometano, impegnando la Regione a sostenerne lo sviluppo, così come favorevolmente all’ordine del giorno dello stesso collega Occhi dedicato alla pirolisi, allo sviluppo della sperimentazione di nuove forme di trattamento dei residui colturali.

Al collega Mastacchi devo dire che non voteremo favorevolmente al suo ordine del giorno, non per una ostilità rispetto al tema che pone, ma semplicemente perché il bando sul quale ci chiede di intervenire con quell’ordine del giorno è già aperto e quel bando recepisce i requisiti del decreto nazionale che, in generale, già promuove e sostiene pratiche come quelle che vengono indicate in maniera così precisa e puntuale dal collega Mastacchi.

Al collega Pelloni, ugualmente, dico che non voteremo a favore del suo ordine del giorno, pur rilevandone la validità in termini contenutistici. Abbiamo, però, il dubbio della coerenza degli impegni rispetto ai finanziamenti legati al PSR. Credo che questo tema possa meritare un approfondimento con il settore dell’agricoltura, rispetto al quale io mi metto anche a disposizione nelle future sedute di Commissione, allorché il collega volesse recuperare il tema.

Al collega Tagliaferri tenevo semplicemente a precisare che non possiamo votare a favore del suo ordine del giorno e che i vincoli che stanno alla base del bando che richiamava il collega non sono frutto di un vizio ideologico o di un distaccamento dalla realtà da parte di questo Ente, ma semplicemente il bando è finanziato con i fondi del decreto ministeriale per la qualità dell’aria e quel bando è dedicato semplicemente alle zone dove ci sono superamenti. Per cui, non è accoglibile in senso tecnico. C’è un limite amministrativo nello strumento di finanziamento, che, però, è ministeriale.

Non voteremo a favore nemmeno dell’ordine del giorno del collega Marchetti, con una precisazione. Chi ha concluso il proprio intervento di sostituzione dell’impianto di bruciamento di biomasse nel proprio domicilio quando il plafond del 2023 del bando era già esaurito sta partecipando alla distribuzione dei fondi avviata con gennaio 2024. Quindi, chi ha completato gli interventi nel 2023 ha comunque la possibilità, sta accedendo alle nuove risorse che la Regione Emilia-Romagna ha messo a disposizione. Abbiamo individuato, però, nella ripartizione di quei fondi un costo di massima assolutamente compatibile con un intervento standard. Per cui, non c’è nessuno che questa Regione stia lasciando indietro, a meno che quel qualcuno non abbia presentato una richiesta di finanziamento per un intervento che oggettivamente denunciava una speculazione più che una reale necessità.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.

Io non ho altri iscritti a parlare sugli emendamenti.

A questo punto chiedo se qualcuno vuole intervenire sugli ordini del giorno. Qualcuno ha già detto qualcosa, se qualcun altro vuole intervenire sugli ordini del giorno. Consigliere Costa, prego.

 

COSTA: Chiedo scusa, presidente, non ho detto, invece, che voteremo a favore, visto che eravamo sugli emendamenti e ho parlato solo di ordini del giorno, al di là di quelli che sono stati presentati a mia prima firma, dell’emendamento scritto insieme al collega Rainieri della Lega che interviene sulle norme tecniche di attuazione.

Crediamo complessivamente, comunque, che a valle dell’approvazione di questo Piano andrà portato avanti, come ha già istruito l’assessore, un lavoro di concertazione con gli Enti locali e con le associazioni di categoria per l’attuazione delle azioni che questo stesso Piano prevede. Segnatamente l’emendamento del collega Rainieri interviene ampliando la possibilità di finanziare l’acquisto da parte di aziende agricole di macchinari che, allocati su mezzi già presenti in azienda agricola, li rendano complessivamente più efficienti e sostenibili nelle pratiche lavorative.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte su emendamenti, ordini del giorno e provvedimento. Chi si iscrive a parlare? Io non ho nessun iscritto a parlare in dichiarazione di voto.

A questo punto passiamo alla votazione degli emendamenti. Consigliere Rancan, prego.

 

RANCAN: Grazie, presidente. Non vedo il tempo, ma penso di avere cinque minuti.

Cerco di fare il punto su quelle che sono state le questioni che ha portato all’attenzione il consigliere Occhi, che ringrazio per la capacità, ma soprattutto per la competenza con cui tratta determinati temi, non scadendo mai nel banale e soprattutto non ponendoli mai come battaglie ideologiche, battaglie ideologiche che, però, troppe volte vengono dalla maggioranza di quest’aula, tenendo presente che con il Piano dell’aria noi dobbiamo cercare di capire che abbiamo di fronte le sfide del futuro, ma se queste sfide del futuro le vogliamo intraprendere mettendo in difficoltà – perché questo è – e provando a vessare agricoltura, impresa e mobilità (capisco che sia difficile da comprendere per una certa parte dell’aula, perché questa è la verità), non andremo da nessuna parte. Non andremo da nessuna parte soprattutto se pensiamo che questo possa risolvere i problemi di tutta la regione. Noi pensiamo in più che qui dentro ci siano degli obiettivi completamente irraggiungibili. Non tutti, ma alcuni sono assolutamente irraggiungibili. Poi, per carità, possiamo discutere su quello che vogliamo, ma io credo e sono fermamente convinto che se rimane continuamente ostaggio di ideologie questa Regione il passo in più non riuscirà a farlo.

All’ideologia bisogna porre rimedio subito con la realtà e bisogna porre rimedio subito tenendo presente che ci sono dei comparti, in questa regione, soprattutto quelli produttivi, che non si possono permettere di cambiare tutto da un giorno all’altro. Oltretutto, ed è il tema sul quale mi piace porre l’accento, bisogna capire se noi in quest’aula, in questa Regione, vogliamo fare i passacarte o no. Io a fare il passacarte delle follie europee non ci sto. Oggi, chi vota convintamente, come viene detto dai banchi della maggioranza, questo Piano dell’aria si condanna a fare il passacarte di questa Unione europea. Chi, invece, con un atto di coraggio e con un atto di coerenza vota contro questo Piano dell’aria dice “io non sono il passacarte di chi mi sta sopra; io voglio per la mia regione qualcosa di vero”, non qualcosa di ideologico, solamente per tenere qualche posizione che viene imposta da questo o da quello dall’alto.

Non entro nel merito del dibattito dei barbecue, delle caldaie a legna, per carità, non ci entro. Sicuramente a risolvere il problema dell’ambiente in questa regione ci penserà la Città 30 di Lepore, che sicuramente risolverà tutte le problematiche. Noi, però, crediamo convintamente che prendere parte a un progetto che voi definite “innovativo” come questo sia fondamentalmente sbagliato, perché, invece di essere innovativo, è solo e prettamente ideologico.

Questo lo dico anche a quel presidente Bonaccini che oggi io qua non ho visto, ma è tenuto costantemente e continuamente sotto scacco della linea politica del suo partito e di una minoranza verde all’interno della sua maggioranza. Questo sarà il problema maggiore ed è stato il problema maggiore di questi anni di legislatura. L’imposizione forzata... Sapete che quando ci sono le elezioni regionali si va a raccattare quello che si vuole e che si riesce per cercare di prendere più voti possibili. Si vanno a raccattare anche le parti più Sinistra possibili. Peccato che poi quelle parti di Sinistra, magari, ti vincono il Congresso.

Comunque, al di là di ciò, ribadisco il nostro voto contrario convinto, semplicemente ed esclusivamente perché noi non ci vogliamo condannare a fare i passacarte di questa Europa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Rispetto alle motivazioni per cui abbiamo votato in Commissione in maniera contraria ‒ e ribadirò il nostro voto qua ‒ ho già avuto modo di dire, però sarebbe curioso capire dal Centrodestra perché in Commissione si astengono e oggi, con tanta verve, ci dicono che voteranno contro. Tenendo conto che oggi verranno approvati degli emendamenti che sono ulteriormente peggiorativi del testo. Dal vostro punto di vista, dovrebbero essere addirittura migliorativi.

Ci sta tutto, perché nel dibattito politico... Sappiamo che in questo periodo, in cui ci avviciniamo alle europee, ci mettiamo dentro tutto. Però è curioso che in Commissione vi siate astenuti e oggi, non si sa per quale motivo, senza una reale giustificazione, ribaltiate il tavolo.

Penso che ci voglia un po’ di serietà. Penso che, oltre alle categorie economiche, questo Piano debba avere un obiettivo, che è quello della tutela della salute pubblica. Ho avuto modo di dirlo anche in discussione generale. Penso che sia un Piano timido e cerchiobottista. L’ho già detto. Penso anche che su determinati temi ci siano più affinità tra questa maggioranza e il Centrodestra che con altre forze politiche, se ce la dobbiamo dire tutta. Sull’autostrada Cispadana, sulla bretella, sull’aeroporto cargo. Sono tutti i temi che vi vedono concordi. Quindi, non si capisce, francamente, come mai in questo momento improvvisamente abbiate deciso di cambiare il vostro voto.

Io credo, come dicevo, che serva coraggio e che serva coraggio anche alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici che abbiamo già sperimentato, e questo coraggio torno a dire che non lo vedo. Se non riusciamo neanche a dire che nei centri urbani dobbiamo puntare, per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, sui mezzi elettrici, se facciamo fatica anche a dire questo, perché da quello che capisco dal consigliere Costa il mio emendamento verrà bocciato, se non riusciamo neanche a dire questo, di che cosa stiamo parlando? Se ogni volta le responsabilità le posticipiamo, perché si diceva che dal Governo buttano la palla nel campo della Regione, e noi che cosa facciamo? La buttiamo su quelli che verranno dopo. Del resto, alla fine mi pare di capire che vi sia un po’ questa tendenza.

Torno a dire che su certi temi bisogna fare molto di più e molto più in fretta, e per fortuna da questo punto di vista ci pensa l’Unione europea, con la nuova Direttiva Aria, a modificare dei limiti che non sono più attuali e non sono corrispondenti alle evidenze scientifiche, perché sono limiti molto più alti rispetto a quanto ci dicono gli scienziati. E invece noi qui facciamo una battaglia di retroguardia.

Questo è il motivo per cui il mio voto non può essere favorevole, alla luce anche del fatto che ancora oggi, come dicevo, manca un atto importante che deve tenere tutto insieme, perché quando parliamo di qualità dell’aria parliamo di trasporti, parliamo di energia, ci sono tutta una serie di tematiche che devono essere coerenti. Oggi abbiamo dei Piani che vanno ognuno per i fatti propri e spesso e volentieri non si parlano neanche. Come dicevo anche in discussione generale, non si tiene conto degli impatti delle autostrade, non si tiene conto degli impatti dei poli logistici, quindi è un Piano che sicuramente non ha una visione complessiva di tutti quelli che sono gli impatti sulla qualità dell’aria. Per questo, il nostro voto sarà contrario.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Desidero ringraziare – e non è una battuta – il consigliere Rancan, perché dalle sue parole mi gonfio il petto pensando a quanto contiamo in quest’aula, benché abbiamo solo un consigliere. Quindi, lo ringrazio fuori di battuta. Se questa è l’impressione che diamo di un lavoro attento sulle tematiche ambientali mi fa molto piacere.

Per il resto, non trovo che questo sia un Piano estremista o azzardato, piuttosto trovo che sia un Piano ben bilanciato. Abbiamo trovato nel testo più volte l’espressione che gli interventi andavano fatti se i costi risultavano proporzionati al beneficio ottenuto. Viceversa, rimandati qualora non ci fosse questa corrispondenza tra l’investimento e il beneficio ottenuto.

Ecco delle due, magari io avrei chiesto di stringere di più i bulloni, come ho cercato di fare con alcuni emendamenti, non tutti sono stati approvati, me ne dispiace, in particolare raccogliendo anche quanto già detto dai consiglieri Mastacchi e Pelloni, io, come loro, ho un’attenzione particolare per la questione del compost, che mi sembra molto importante sia per evitare dei trasporti inutili di materiale presso le centrali a biomassa e sia perché, se non altro, anche di fronte ai rincari dei fertilizzanti, che sono tra gli elementi che mettono oggi in difficoltà l’agricoltura, avere del compost fatto in casa risolve anche il problema del rincaro dei fertilizzanti a seguito della guerra in Ucraina.

Questo muro di gomma che trovo sempre nell’Assessorato su questo tema spero in qualche modo, entro fine legislatura, di provare a smontarlo.

Per il resto, come Europa Verde, abbiamo presentato quattro ordini del giorno, oltre ad alcuni emendamenti. Gli emendamenti della consigliera Piccinini ricalcano esattamente due emendamenti che avevo proposto io e che non sono passati.

Quindi, anticipo che voterò a favore perché ho la stessa posizione. Mentre sono stati bocciati i miei in nome della neutralità tecnologica, ossia sono i Comuni che devono decidere se acquistano autobus all’idrogeno o se acquistano autobus elettrici. Io penso che dare un indirizzo ai Comuni che investono risorse anche regionali non sarebbe una violazione dell’autonomia dei Comuni, considerato che gli autobus ad idrogeno fanno fatica ad imporsi sul mercato e poi sono proprio una perversione energetica.

Tu prima ti fai l’energia da fonte sostenibile, rinnovabile e poi con quell’energia, tramite elettrolisi, ottieni l’idrogeno dall’acqua. Dopodiché, questo idrogeno lo devi compattare in serbatoi e lo trasporti.

Se uno pensa alla perversione di questo circuito, si rende conto che avercela con l’idrogeno non è una fissazione, è proprio quasi una regola basilare dell’efficienza energetica.

Per il resto, ripeto, con questi quattro ordini del giorno richiamiamo l’attenzione sul trasporto pubblico locale e gli investimenti del Fondo Nazionale Trasporti. Quindi, non è una polemica con il Governo attuale, anche se anch’io mi auguro che Salvini si occupi di più del Fondo nazionale trasporti che di Bologna 30, perché un trasporto pubblico locale come si deve favorisce anche Bologna 30. Chiusa questa polemica, che non c’entra niente, il trasporto pubblico locale è una delle chiavi per raggiungere uno degli obiettivi indicati nel PAIR, ossia ridurre lo share modale automobilistico privato. Le alternative ai nostri cittadini le dobbiamo dare. Non possiamo dire “questa cosa non la puoi fare” e non metterli in condizioni di avere le alternative.

Su questo, uno dei miei ordini del giorno riguarda ancora una volta il servizio ferroviario metropolitano, che ieri ha conosciuto, sulla linea Porrettana, l’ennesima giornata di disagi. Qui bisogna veramente che Trenitalia e RFI diano i fondi che devono dare per realizzare un progetto che nasce nel 1994, col passaggio dell’Alta velocità, si perfeziona nel 2007 e stiamo ancora qui a chiedere che venga completato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altre dichiarazioni di voto? Io non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

A questo punto passiamo alle votazioni.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Per anticipare il voto favorevole del Partito Democratico, convinti che non siamo i passacarte dell’Europa, e inviterei i colleghi di minoranza a leggere in maniera un po’ più attenta anche le proteste degli agricoltori che in parte sono rivolte all’Europa, ma certamente in parte sono rivolte anche al Governo. Quindi, ci penserei bene prima di fare delle valutazioni o dare delle interpretazioni che alla fine non stanno nel merito delle questioni.

Questo è un Piano non contro i cittadini, non contro le imprese, ma con questo Piano noi ci mettiamo al loro fianco, con obiettivi concreti e misurabili, ma soprattutto…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Ma soprattutto con le risorse disponibili a raggiungere quegli obiettivi. Aggiungo anche che chi vota contro questo Piano, in particolare lo dico per i colleghi della Lega che si sono già espressi, vota contro le scelte fatte anche dalle Regioni del bacino padano che governano loro, Lombardia, Piemonte e Veneto. Siamo l’unica Regione di Centrosinistra del bacino padano, ma tutte le Regioni hanno scritto al Governo chiedendo di finanziare con risorse concrete l’attuazione dei Piani aria. Le quattro Regioni del bacino padano condividono la strategia. Il Governo non sta rispondendo. Quindi, il voto contrario a questo Piano smentisce anche le scelte fatte dalle altre tre Regioni, ci tengo a sottolinearlo.

Noi questo Piano lo voteremo perché è un Piano solido che guarda a un futuro, forte delle scelte di programmazione fatte in passato, che hanno dato sì dei risultati positivi, ma non ancora sufficienti. È un piano che agisce sui tre settori che possono produrre un maggiore calo degli inquinanti, l’agricoltura e la zootecnia, il trasporto, il riscaldamento domestico, con un approccio, è stato detto più volte in quest’aula dai colleghi di maggioranza, dal relatore Costa e anche da altri, con un approccio non penalizzante e sanzionatorio, ma con un cambio di paradigma che porta a degli incentivi.

Ho sentito nel dibattito molti colleghi dire solo “ah, non siamo realistici. Si può fare il cambiamento, ma penalizzando…”. No, non è così. In queste quindici sedute di Commissione, nella discussione di quest’aula abbiamo letto dei Piani diversi. Si sta parlando di cose diverse. Questo Piano non è un Piano che penalizza i cittadini, le imprese, ma è un Piano che incentiva. Quando diciamo che ci sono le risorse a disposizione è il modo più concreto per dire quanto si vuole essere coerenti su questo.

Certo, è un Piano che chiede a tutti, ad ognuno, di fare la propria parte: ai cittadini, alle imprese, agli Enti locali, in primis per la tutela della salute, ma più in generale per l’ambizione che noi come Regione abbiamo, che credo più in generale debba avere chiunque governa un Ente locale piuttosto che una Regione, che è quello di consegnare alle nuove generazioni una situazione migliore di quella che abbiamo ereditato noi.

Per fare questo serve consapevolezza e serve un po’ di coraggio. Se ci fermiamo alla propaganda e alla soddisfazione dei bisogni minimi immediati quotidiani, noi non consegneremo mai una situazione migliore di quella che abbiamo gestito in questi anni.

La sfida è questa. Ci sono molti elementi positivi del Piano che io non ho bisogno di riprendere, perché il dibattito è stato già assolutamente approfondito, ma dal modello predittivo per evitare gli sforamenti al confronto continuo, costante con i Comuni, con i territori, con le imprese e con i cittadini per una concertazione di tutti i passaggi che ci saranno a valle del procedimento e di tutto quello che succederà, come diceva la vicepresidente adesso, sui singoli mondi, sulle singole imprese con i quali concerteremo il resto del procedimento. Alla fine, è lo stesso modello concertativo utilizzato in Commissione nella discussione e nel confronto in questa Regione.

Io credo che questo sia un valore aggiunto. È un confronto che dovrà necessariamente continuare in futuro, innanzitutto per accrescere la sensibilizzazione e la consapevolezza. Dobbiamo, su questi temi, continuare a lavorare con la convinzione di metterli al centro della nostra agenda politica, senza penalizzare nessuno, ma allo stesso tempo sensibilizzando tutti a fare un passo avanti, per il futuro del pianeta, per il futuro di questa regione, per una crescita sostenibile, per la salute di tutti.

Credo che questo Piano raggiunga gli obiettivi che ci siamo dati, di consegnare una regione migliore di quella che abbiamo ereditato, pur con i risultati positivi di tutte le altre programmazioni. È una sfida che abbiamo accettato e che continueremo ad accettare sul Piano aria, come sul clima e sugli altri temi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

A questo punto, passiamo alla votazione degli emendamenti.

Prima nominiamo gli scrutatori: consigliera Dalfiume, consigliere Fabbri e consigliera Stragliati.

Partiamo dalla votazione dell’emendamento n. 11, a firma Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 4, sempre a firma Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 3, a firma Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 2, a firma Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 5, sempre a firma Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 6, a firma Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 7, a firma Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 8, a firma Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Siamo arrivati all’emendamento n. 18, a firma Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 9, a firma del consigliere Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

Emendamento n. 12, a firma della consigliera Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 10, a firma del consigliere Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 1, a firma del consigliere Occhi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 15, a firma dei consiglieri Rainieri, Costa e Daffadà.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento n. 17, a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 16, a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 19, a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 14, a firma dei consiglieri Rainieri e Bergamini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Emendamento n. 13, a firma della consigliera Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Siamo arrivati alla votazione sugli ordini del giorno. Ricordo che sono tredici gli ordini del giorno.

Partiamo dal primo ordine del giorno, il n. 7675/1, a firma dei consiglieri Facci e Occhi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 7675/1 oggetto 7972 è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Siamo all’ordine del giorno n. 2, a firma del consigliere Occhi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 7675/2 oggetto 7973 è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Ordine del giorno n. 3, a firma dei consiglieri Tagliaferri, Evangelisti e Cuoghi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

(L’Ordine del giorno 7675/3 oggetto 7974 è respinto per alzata di mano)

 

Ordine del giorno n. 4 a firma Zappaterra e Costa.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 7675/4 oggetto 7975 è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Ordine del giorno n. 5, a firma Costa.

Favorevoli? Contrari?

Consigliere Occhi, prima dell’ordine del giorno n. 5, prego.

 

OCCHI: Su questo chiediamo il voto per parti separate. La prima parte da “premesso che” fino a “emissioni”; la seconda parte da “valutato che” fino alla fine.

 

PRESIDENTE (Petitti): Perfetto.

Mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 5, a firma Costa, la prima parte, fino ad “emissioni”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(L’Ordine del giorno 7675/5 oggetto 7976 prima parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Mettiamo in votazione la seconda parte, fino alla fine.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(L’Ordine del giorno 7675/5 oggetto 7976 seconda parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Ora siamo all’ordine del giorno n. 6, a firma del consigliere Marchetti Daniele.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

(L’Ordine del giorno 7675/6 oggetto 7977 è respinto per alzata di mano)

Ordine del giorno n. 7, a firma dei consiglieri….

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Chiedevo il voto per parti separate: i primi due punti del “premesso che” fino a “carburanti”; poi dal “TPL” a “combustione” e a seguire tutto il resto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Quindi in tre parti.

 

PICCININI: Sì.

 

PRESIDENTE (Petitti): Mettiamo in votazione l’ordine del giorno n. 7, a firma Amico e Zamboni, nelle tre parti adesso indicate, partendo dall’inizio, quindi dalla prima parte, “premesso che” fino a “carburanti”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(L’Ordine del giorno 7675/7 oggetto 7978 prima parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Siamo alla seconda parte, da “TPL” fino a “combustione”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(L’Ordine del giorno 7675/7 oggetto 7978 seconda parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Mettiamo in votazione l’ultima parte, fino alla fine.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(L’Ordine del giorno 7675/7 oggetto 7978 terza parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Siamo arrivati all’ordine del giorno n. 8, a firma delle consigliere Dalfiume e Zamboni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 7675/8 oggetto 7980 è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Ordine del giorno n. 9, a firma dei consiglieri Costi e Zamboni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 7675/9 oggetto 7981 è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Ordine del giorno n. 10, a firma della consigliera Zamboni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(L’Ordine del giorno 7675/10 oggetto 7982 è approvato per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Ordine del giorno n. 11, a firma dei consiglieri Mastacchi, Pelloni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

(L’Ordine del giorno 7675/11 oggetto 7983 è respinto per alzata di mano)

 

Ordine del giorno n. 12, a firma dei consiglieri Cuoghi, Tagliaferri, Evangelisti.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

(L’Ordine del giorno 7675/12 oggetto 7984 è respinto per alzata di mano)

 

Siamo all’ultimo ordine del giorno, a firma dei consiglieri Pelloni e Mastacchi.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

(L’Ordine del giorno 7675/13 oggetto 7985 è respinto per alzata di mano)

 

Siamo arrivati alla votazione del provvedimento per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto 7675 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 7906

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Programma regionale degli interventi per la promozione di attività culturali ai sensi della l.r. n. 21/2023, art. 5. Priorità e strategie di intervento per il triennio 2024-2026”. (153)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 7906: proposta di iniziativa della Giunta recante “Programma regionale degli interventi per la promozione di attività culturali ai sensi della legge regionale n. 21 del 2023, articolo 5. Priorità e strategie di intervento per il triennio 2024-2026”.

La Commissione Cultura ha espresso parere favorevole nella seduta del 25 gennaio, con la seguente votazione: 27 voti a favore, nessun contrario, 15 astenuti.

Apriamo la discussione sul provvedimento. Chi si iscrive a parlare? Consigliera Pillati, prego.

 

PILLATI: Grazie, presidente.

L’atto che ci accingiamo a discutere è il primo programma attuativo della nuova legge sulla promozione culturale, che abbiamo discusso ampiamente e approvato nel mese di dicembre.

I ringraziamenti sono doverosi all’assessore Felicori, al dottor Cottafavi, alla dottoressa Lipparini e ai loro collaboratori, per essere riusciti a sottoporci…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula, per favore.

 

PILLATI: …con grande tempestività il programma, la cui approvazione sappiamo che è indispensabile per poter procedere con i bandi per sostenere fattivamente le attività di promozione culturale.

Il programma segue l’impostazione della nuova legge, che, come abbiamo sottolineato nel corso della recente discussione, nella sua linearità punta a una semplificazione degli strumenti di intervento e a una maggiore chiarezza sulla promozione culturale, un ambito che cerca di delimitare, anche se sappiamo che non è sempre possibile incasellare e definire con precisione le attività che vi rientrano, attività che sappiamo talvolta si intrecciano con quelle che sono oggetto di specifiche leggi del settore.

Certamente questa legge non ha l’obiettivo di sostenere la produzione culturale, ma è centrata sulla diffusione delle attività di promozione della cultura nell’accezione dell’articolo 9 della Costituzione, cioè un’accezione molto ampia, che ricomprende anche iniziative, per esempio, legate alle scienze matematiche, fisiche e naturali, alle scienze umane e sociali, al dialogo tra le culture e le religioni, ma anche alla storia e all’identità del nostro territorio.

Oltre a promuovere la formazione del pubblico, la legge si propone di sostenere attività e iniziative in grado di incrementare l’accesso alle iniziative culturali da parte di fasce sempre più ampie della popolazione, perché la cultura – ce lo ripetiamo sempre, ma ne siamo profondamente convinti – è un importante fattore di inclusione sociale.

Per questo, con la legge vogliamo assicurare che i cittadini di tutto il territorio regionale abbiano accesso a opportunità culturali diffuse nel senso proprio del territorio, ma anche di qualità, nell’ottica di incrementare sempre più la fruizione delle iniziative di carattere culturale.

Il territorio emiliano-romagnolo – lo sappiamo – ha una realtà composita ed estremamente ricca per quanto riguarda l’offerta culturale, grazie all’attività promossa da un insieme di soggetti, sia pubblici che privati, parliamo di associazioni, organizzazioni culturali, Enti locali ed enti pubblici, ma anche fondazioni e istituzioni culturali, che insieme contribuiscono a comporre un tessuto culturale di valore diffuso e radicato nel territorio.

Storicamente sono state sostenute dalla Regione, con la legge n. 37, abrogata proprio grazie alla legge n. 21/2023, le iniziative dei Comuni. Qui ci tengo a sottolineare che la legge per la prima volta attribuisce, nel testo, ai Comuni un ruolo centrale nell’assicurare le iniziative di promozione culturale per i propri cittadini, ma anche di soggetti legati al mondo dell’associazionismo e, più in generale, delle organizzazioni no profit. Accanto a questi partner della Regione Emilia-Romagna, nell’attuazione di queste politiche, la nuova legge prevede un’articolazione più ampia di soggetti che potranno beneficiare del sostegno della Regione. Nel programma, in modo ordinato, per ciascun ambito prioritario di intervento vengono esplicitate le modalità tra quelle che la legge prevede, individuando, altresì, le tipologie di soggetti beneficiari o attuatori in ogni determinato ambito. Questo è un aspetto davvero che chiarisce in modo ordinato quelli che sono i legami tra gli obiettivi e le strategie di intervento.

Nel primo ambito che è stato individuato, quello della promozione culturale realizzata attraverso iniziative di rilevanza nazionale e internazionale, tra cui per la prima volta tra i soggetti attuatori sono inseriti anche soggetti privati che svolgano prevalentemente la loro attività in ambito culturale, la Regione, forte dell’esperienza positiva fatta negli ultimi anni con le città sopra una certa dimensione, propone di sostenere le iniziative di Enti pubblici, sia attraverso un contributo economico sia attraverso intese istituzionali e accordi con le Pubbliche amministrazioni o loro partecipate.

Abbiamo, poi, un secondo ambito, quello della promozione realizzata attraverso iniziative di rilevanza regionale o sovralocale. Non parliamo, in questo caso, di grandi eventi, ma di quelle attività che possono essere diffuse, disseminate sul territorio. Qui il partenariato classico storico è sempre stato quello con i Comuni, in forma singola o aggregata, e, dall’altro lato, la rete dell’associazionismo culturale. Questi, sebbene si sia aperto alla partecipazione anche di altri soggetti privati, continueranno ad essere gli interlocutori, sicuramente, nell’assicurare una distribuzione il più diffusa possibile sul territorio di iniziative culturali.

Il terzo ambito riguarda, invece, l’importanza di assicurare al sistema composito dei soggetti che sono nostri partner nelle attività di promozione culturali una crescita organizzativa qualitativa del loro lavoro, con delle azioni di sistema. Sappiamo che non tutti i soggetti hanno strutture organizzative in grado di poter avere accesso, per esempio, a attività di formazione e competenze necessarie a muoversi in autonomia, nell’accedere a contributi di origine nazionale o europea, ad ampliare il loro pubblico. È importante questa azione, quindi, che ambisce a qualificare l’intero sistema.

Il penultimo è il settore della promozione della cultura emiliano-romagnola all’estero, un settore nel quale la Regione ha sempre mantenuto iniziative.

Da ultimo, l’ambito di realizzazione, ristrutturazione e riqualificazione degli spazi aperti al pubblico, destinati a svolgere attività di promozione culturale, nel quale sono definiti alcuni obiettivi specifici e modalità attuative. Potrebbe essere un’obiezione il fatto che per il 2024-2025 non sono state previste risorse destinate, ma in realtà questo è un elemento molto importante. Il settore degli investimenti è un settore nel quale spesso non è possibile anticipatamente programmare le risorse con continuità e, soprattutto, con quantificazione. Spesso arrivano le risorse e se non c’è un capitolo dedicato non è facile poterle destinare immediatamente. Quindi, la possibilità di attuazione immediata discende proprio dall’aver previsto nella legge questa opportunità e anche le modalità attuative con cui realizzarla, quando ‒ ci auguriamo molto presto ‒ ci saranno disponibilità di risorse per investimento che verranno destinate alla cultura.

Davvero, quello che c’è dietro questo Piano triennale è un lavoro importante, per dare sostegno al nostro tessuto culturale di qualità, che noi vogliamo sempre più rappresentato da elementi di qualità, ma anche diffusi nel territorio.

Quindi, ancora grazie all’assessore Felicori.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pillati.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Ripeterò quanto ho già espresso in Commissione circa le note critiche che possiamo individuare in questo programma. Così come ricorderò quelle che sono le note positive che questo programma porta.

Fondamentalmente, questo programma segue la nuova impostazione ‒ è stato ricordato adesso ‒ della nuova legge regionale, che abbiamo approvato lo scorso dicembre. Una legge che ha introdotto una serie di novità rispetto al passato. Noi abbiamo giudicato questa nuova impostazione eccessivamente restrittiva rispetto a quelle realtà private che, in qualche modo, si occupano di cultura. Perché? A differenza della legge precedente, la linea di intervento da parte della Regione si ferma a quelle che sono le realtà associative che svolgono attività culturali in maniera esclusiva o prevalente, dizione non presente nella precedente legge. Scelta politica precisa, che ovviamente ‒ si comprende ‒ non condividiamo, ma comprendiamo.

È chiaro che questo programma ripercorre, in una fase più precisa, più chiara, questi intendimenti.

Qual è l’aspetto, se vogliamo, che ho ricordato, per cui ci sono anche dei dati positivi? C’è una parte di queste azioni, in questo programma, che vuole supportare, quindi evidenziare l’importanza del fare cultura, del sostenere le attività culturali nelle aree periferiche, nelle aree interne, nelle aree di montagna, dove c’è una rarefazione anche della rete istituzionale, che in qualche modo può permettere l’accesso alla cultura o, comunque, alle varie manifestazioni. Quindi, in un qualche modo cogliamo lo sforzo che questa Amministrazione fa di voler rendere in qualche modo il programma il più completo possibile e, quindi, poter raggiungere il maggior numero di cittadini senza distinzioni, senza sperequazioni, senza divari territoriali. Questo sforzo sicuramente lo riconosciamo all’Assessorato. Tuttavia, ripeto, c’è questo aspetto in cui si vuole, di fatto, introdurre questo filtro a monte, che è già nella legge; quindi, in un qualche modo il programma lo ripete. Che cosa secondo noi sarebbe stato più opportuno? Quello eventualmente di individuare nella fase esecutiva e applicativa dei criteri premiali differenziali, vale a dire chi fa cultura in maniera esclusiva o prevalente avrà un punteggio maggiore rispetto a chi la fa in maniera saltuaria. Ma non si esclude. Questo non avrebbe determinato l’esclusione a monte di quelli che lo fanno in via residuale. Anche perché – lo abbiamo, anche questo, rappresentato in sede di discussione della legge – non è la stessa cosa per gli Enti locali e per le realtà della pubblica amministrazione che in un qualche modo, invece, gestiscono, direttamente o indirettamente, realtà associative. Quindi, se una realtà associativa deriva sostanzialmente dal pubblico, lo può fare anche in via residuale, se lo fa in privato no. Quindi, questa sperequazione, a nostro avviso, è una differenziazione che non condividiamo.

Così come non condividiamo in questo programma il fatto che anche la parte che riguarda gli investimenti, che poi abbiamo visto non essere possibile per i primi due anni, le realtà private, fatta eccezione per quella che aderisce al cosiddetto “terzo settore”, è completamente esclusa. Quindi, addirittura vi è un’ulteriore sperequazione, un’ulteriore differenziazione all’interno delle realtà private. Quindi, troviamo obiettivamente che questo sia per certi aspetti ingiustificato.

Concludo, perché non voglio dire altro, nel senso che gli aspetti di questo programma ricalcano, come ho detto prima, la legge stessa che abbiamo approvato poche settimane fa, così anticipo anche che il voto finale sarà un voto di astensione, ripeto, riconoscendo gli aspetti comunque positivi, ma purtroppo dovendo ancora evidenziare quelli che sono aspetti negativi o, comunque, di critica, che appunto abbiamo già sottolineato.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.

Io non ho altri iscritti a parlare su questa proposta.

A questo punto chiedo se ci sono dichiarazioni di voto. Non ho richieste di dichiarazioni di voto.

A questo punto mettiamo in votazione il provvedimento, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto 7906 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 7907

Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Programma regionale per lo sviluppo del settore musicale, ai sensi dell’art. 10 della L.R. 2/2018. Priorità, strategie e azioni per il triennio 2024-2026”. (154)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 7907: proposta d’iniziativa della Giunta recante: “Programma regionale per lo sviluppo del settore musicale, ai sensi dell’art. 10 della L.R. 2/2018. Priorità, strategie e azioni per il triennio 2024-2026”.

La Commissione Cultura ha espresso parere favorevole nella seduta del 25 gennaio, con la seguente votazione: 25 voti a favore, nessun contrario, 15 astenuti.

Apriamo il dibattito generale. Io non ho iscritti a parlare in dibattito generale. Non ci sono interventi.

A questo punto chiedo se qualcuno vuole fare una dichiarazione di voto. Consigliera Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Francesca: Grazie, presidente.

Solo per esprimere, naturalmente, il voto favorevole del Partito Democratico a un programma che abbiamo avuto modo di approfondire durante i lavori in Commissione, anche con un approfondimento specifico rispetto al triennio precedente, che ha portato all’elaborazione di questo Programma 2024-2026.

Ricordo brevemente i punti e i focus più importanti degli obiettivi generali di questo programma, che passa proprio dal rafforzamento della diffusione dell’educazione musicale, la promozione della crescita professionale, così come la messa in rete degli operatori e il favorire la fruizione della musica soprattutto dal vivo, così come la produzione, la distribuzione e la circuitazione musicale sia in Italia che all’estero per migliorare l’offerta educativa e formativa.

La novità più importante, accanto a un lavoro molto importante che la Music Commission sta facendo, è sicuramente il sostegno ai live club, che credo possano dare anche un nuovo impulso a quella che è una vera e propria diffusione capillare degli spettacoli dal vivo.

Credo che questa attività, ripeto, con un lavoro intenso che ricalca un po’ un’esperienza straordinaria che è quella del cinema della Film Commission, abbia tutti gli elementi per vedere una larga condivisione da parte dell’Assemblea di un programma che, oltre a sostenere un’intera filiera, dà al mondo dell’educazione, all’alfabetizzazione musicale di base, un valore straordinario. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Facci, prego.

 

FACCI: Grazie.

Anche io brevemente perché in Commissione un po’ di dibattito l’abbiamo ampiamente sviluppato. Il voto – faccio la dichiarazione di voto – sarà un voto che ricalcherà quello che abbiamo espresso in Commissione, quindi un voto di astensione, fondamentalmente per due motivazioni.

La prima motivazione è che questo programma è sicuramente un programma ambizioso, un programma importante, certamente, in quanto la realtà musicale in senso ampio è una realtà di assoluta importanza, che si sviluppa in tantissimi settori.

Se vogliamo, è anche complesso poter individuare correttamente i destinatari e poterli in qualche modo sostenerli tutti in maniera approfondita.

Capiamo anche lo sforzo anche nell’individuarli, nel fare le scelte, nell’individuare i giusti ambiti di intervento.

Tuttavia, crediamo che, come abbiamo espresso in Commissione, sugli spettacoli dal vivo soprattutto, occorra fare attenzione anche a quelli che sono, più che i messaggi, i destinatari, i reali destinatari, per fare in modo che i reali destinatari di questi sostegni siano effettivamente soggetti meritevoli. Mi riferisco al fatto che nelle varie linee di intervento, in cui si richiamavano un po’ gli ambiti strategici di intervento, a nostro avviso deve essere inserito anche quello dell’attenzione ai messaggi discriminatori, ai messaggi violenti, ai messaggi che in qualche modo possono addirittura andare oltre le regole della normale convivenza.

Siccome in questo programma si richiama tutto il sostegno che è stato fatto, per esempio, alle realtà dei locali ARCI della nostra regione, voglio ricordare che è successo proprio in un circolo ARCI, dove è stata ospitata una band che inneggiava alle Brigate Rosse e all’omicidio dell’onorevole Moro. Datato, ma indubbiamente ancora una ferita aperta.

Voglio dire che, quando si vanno a individuare soggetti destinatari di contributi pubblici, credo occorra anche una precisa attenzione, un preciso sistema di controllo per fare in modo che effettivamente siano meritevoli di questi contributi. Quindi, i messaggi che certa musica dal vivo può rappresentare in termini negativi.

L’altro aspetto che abbiamo evidenziato era che, nonostante vi sia una risoluzione di quest’aula, anzi un ordine del giorno di quest’aula, dello scorso mandato, tra l’altro a prima firma del collega Molinari, che oggi siede nuovamente su questi banchi, come altri dei firmatari di allora, dove si impegnava la Giunta a sostenere in via prioritaria i cori di montagna, in questo programma c’è un generico sostegno ai cori e alle bande, nell’ambito, ovviamente, del sostegno alle identità, alle tradizioni, ma non si parla di montagna. Noi crediamo che, anche per dare seguito a quel preciso impegno, la priorità strategica debba essere standardizzata nel programma stesso. Non solo in una fase finale esecutiva, ma nel programma occorre che questo tipo di realtà ricevano il giusto sostegno fin dalla fase di programmazione.

Concludo richiamando il voto, che ho già manifestato, di astensione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie.

Brevemente, perché il tempo è tiranno, per dire che voteremo, invece, convintamente a favore di questo provvedimento, che si inserisce all’interno di un quadro complessivo delle politiche culturali della Regione Emilia-Romagna tra cinema, musica, spettacolo e promozione culturale, che formano un complesso di norme e di interventi piuttosto importanti, in particolar modo la legge in oggetto, quindi poi il Programma triennale ha nel corso dei suoi anni di attuazione, compresi gli ultimi, dopo aver trascorso anche momenti particolarmente difficili rispetto alla chiusura dei locali, dei club, dei festival, per le determinazioni dovute alle restrizioni della pandemia, credo che sia un modo attraverso il quale poter rilanciare tutto quanto il comparto. Quindi, vorrei anche ringraziare l’assessore e l’Assessorato per il buon lavoro fatto sia su questo provvedimento che sull’altro.

Credo che, in particolar modo, tra il sostegno alle scuole di musica, che sono così importanti nei nostri territori per i percorsi di alfabetizzazione, a quello della musica dal vivo, che riguarda una serie di circuiti di locali che praticano la musica dal vivo, in un momento in cui la stessa è in forte difficoltà, quindi l’innesto di risorse, sono circa 5 milioni di euro negli anni che vanno dal 2018 al 2023 per quanto riguarda questo comparto, anche per quelli che sono ormai anche i Circoli ARCI, perché, sebbene richiamato un episodio, nulla ha a che vedere con gli obiettivi della legge quell’episodio, né rientra nei finanziamenti di questo provvedimento, credo che questa azione – mi dispiace che siamo in chiusura e abbiamo bisogno di fare presto –, questo provvedimento vada in questa direzione, per esperienze importanti che toccano non solo la musica dal vivo in genere, ma anche la musica sperimentale e contemporanea. Penso a quanto noi sosteniamo per il complesso di Icarus Ensemble, così come una rete di festival estivi, che sono un’altra caratteristica della nostra regione.

Io penso che questo sia uno degli elementi, non solo dal punto di vista della costruzione della promozione culturale e della produzione culturale, che rendono l’Emilia-Romagna una terra molto fertile, ma sono anche una delle ragioni per cui molti cittadini italiani scelgono di venire a vivere in Emilia-Romagna. Non è solo ed esclusivamente la sanità, ma senz’altro è anche l’offerta culturale che sui nostri territori sappiamo offrire agli studenti universitari e ai cittadini che scelgono di venire a vivere qui.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Pochi secondi, perché non voglio togliere l’opportunità di votare, per ringraziare l’assessore Felicori per questo lavoro straordinario: dieci punti, dieci obiettivi che condividiamo appieno come Europa Verde, dalla formazione all’avvicinare le persone anche che non possono farlo con risorse proprie alla musica colta, a facilitare il godimento della musica in spazi pubblici. Quindi, dieci obiettivi tutti da sottoscrivere. Per cui, il voto di Europa Verde non può che essere favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

A questo punto mettiamo in votazione il provvedimento, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto n. 7907 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Colleghi, sono le ore 17,28. Dichiaro chiusa la seduta.

Ci vediamo domani alle ore 09,30. Grazie.

 

La seduta ha termine alle ore 17,28

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI; Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI; Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI; Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

gli assessori Paolo CALVANO, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessora Barbara LORI e la consigliera Valentina CASTALDINI.

 

Emendamenti

OGGETTO 7675

Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030)". (152)

 

Emendamento 1 a firma del consigliere Occhi

«al comma 3 dell'art. 27 delle norme tecniche di attuazione (NTA), dopo la parola "prescrizione" inserire il seguente periodo: "ed entrano in vigore solo successivamente all'emanazione da parte della Giunta delle direttive di cui al comma 1”»

(Respinto)

 

Emendamento 2 a firma del consigliere Costa

«Al paragrafo 11.1.3.6 della Relazione generale “Misure di contenimento delle emissioni di polveri”, pag.576 di 1419: al secondo capoverso dopo il periodo "sono permessi due eventi nel periodo dal 1° ottobre al 31marzo, promossi" sono aggiunte le parole "o autorizzati". (rif. emendamento n. 36 riguardante l'art. 15 comma 2 delle NTA "Altre misure di contenimento delle emissioni").»

(Approvato)

 

Emendamento 3 a firma del consigliere Costa

«Al capitolo 11 "Le azioni di piano" della Relazione generale, pag. 554 di 1419: al penultimo capoverso dopo il periodo "Al fine di assicurare un'applicazione omogenea sul territorio delle valutazioni sopra riportate," sono eliminate le parole "potranno essere emanate" e inserite le parole "la Giunta Regionale, in un'ottica di semplificazione amministrativa, emana" (rif. emendamento n. 26 relativo all'art. 27 comma 1 delle NTA “Procedure di valutazione di impatto ambientale").»

(Approvato)

 

Emendamento 4 a firma del consigliere Costa

«Al capitolo 11 "Le azioni di piano" della Relazione generale, pag. 554 di 1419:

al settimo capoverso dopo il periodo “l’effetto delle emissioni di PM10, NOx, S02, COV non metanici, NH3 introdotte" sono aggiunte le parole "dall'intervento" (rif. emendamento n. 47 relativo all'art. 27 comma 1 delle NTA "Procedure di valutazione di impatto ambientale").»

(Approvato)

 

Emendamento 5 a firma del consigliere Costa

«Al paragrafo 11.4.3.1a "Applicazione limiti più bassi previsti nei BRef per impianti nuovi" della Relazione generale a pag. 653 di 1419: dopo la frase “in particolare nella sezione "BAT Conclusions" nei limiti in cui sia tecnicamente” viene eliminata la parola "possibile" e sono aggiunte le parole "ed economicamente fattibile". Dopo le parole “e non comporti costi sproporzionati" sono aggiunte le parole "rispetto ai benefici ambientali" (rif. emendamento n. 22 relativo all'art. 25 comma 1 delle NTA "Prescrizioni e altre condizioni per le autorizzazioni")»

(Approvato)

 

Emendamento 6 a firma del consigliere Costa

«Al paragrafo 11.4.3.1b "Applicazione limiti più bassi previsti nei BRef per impianti nuovi in aree critiche" della Relazione generale a pag. 654 di 1419: dopo la frase "specifici composti organici del processo in esame, nei limiti in cui sia tecnicamente" viene eliminata la parola "possibile" e sono aggiunte le parole “ed economicamente fattibile”. Dopo le parole "e non comporti costi sproporzionati" sono aggiunte le parole "rispetto ai benefici ambientali" (rif. emendamento n. 22 relativo all'art. 25 comma 1 delle NTA "Prescrizioni e altre condizioni per le autorizzazioni").»

(Approvato)

 

Emendamento 7 a firma del consigliere Costa

«Al paragrafo 11.4.3.1c "Applicazione limiti più bassi previsti nei BRef per modifiche sostanziali in aree critiche" della Relazione generale a pag. 654 di 1419: dopo la frase "per i medesimi inquinanti, nei limiti in cui sia tecnicamente" viene eliminata la parola "possibile" e sono aggiunte le parole "ed economicamente fattibile". Dopo le parole "e non comporti costi sproporzionati" sono aggiunte le parole "rispetto ai benefici ambientali" (rif. emendamento n. 22 relativo all'art. 25 comma 1 delle NTA "Prescrizioni e altre condizioni per le autorizzazioni").»

(Approvato)

 

Emendamento 8 a firma del consigliere Costa

«Al paragrafo 11.4.3.1c "Applicazione limiti più bassi previsti nei BRef per modifiche sostanziali in aree critiche" della Relazione generale a pag. 654 di 1419: nell'ultimo capoverso dopo la frase "o siano presenti sistemi di monitoraggio in continuo, le misure di cui" vengono eliminate le parole "al comma a) e al comma b)" e sono aggiunte le parole "alle lettere a), b), c)". (rif. emendamento 41 relativo all'art. 25 comma 3 delle NTA “Prescrizioni e altre condizioni per le autorizzazioni").»

(Approvato)

 

Emendamento 9 a firma del consigliere Costa

«Al paragrafo 11.5.3.6 "Misure relative all'utilizzo dei fertilizzanti in campo agronomico" della Relazione generale, pag. 681 di 1419: La frase "A seguito di modifiche delle leggi nazionali in termini di fertilizzanti, le tecniche potranno essere aggiornate ed integrate in funzione dell'evoluzione degli studi scientifici sui formulati dei fertilizzanti, delle pratiche agronomiche applicate e dell'innovazione tecnologica delle macchine agricole per la distribuzione", inserita in seguito all'emendamento n. 46, viene spostata come nuovo capoverso da dopo le parole "la possibile emissione di ammoniaca gassosa (NH3) nell'atmosfera" sotto l'ultimo punto dell'elenco riportante la frase "sostituzione con nitrato d'ammonio (per fertilizzanti a base di urea e ammoniaca anidra)".»

(Approvato)

 

Emendamento 10 a firma del consigliere Costa

«Correzione di errore materiale:

al punto c) del comma 1 dell'articolo 25 delle Norme tecniche di attuazione il riferimento al paragrafo "11.4.3.1. b" è sostituito con "11.4.3.1. c”»

(Approvato)

 

Emendamento 11 a firma del consigliere Costa

«Correzioni di errori materiali:

nell'indice dell'allegato 1 "Controdeduzioni alle osservazioni" è aggiunto il riferimento all’”ASSOCIAZIONE Dl PROMOZIONE SOCIALE LEGAMBIENTE EMILIA-ROMAGNA" e corretto il testo relativo al nome del proponente "ENTE Dl GESTIONE PER I PARCHI E LA BIODIVERSITA’ EMILIA OCCIDENTALE", sostituendo "occiidentale" con "occidentale".»

(Approvato)

 

Emendamento 12 a firma della consigliera Piccinini

«All'art. 18 delle Norme Tecniche di Attuazione

All'art. 18, c. 1 e c. 4, le parole "dando priorità ai mezzi a zero emissioni da combustione" sono sostituire con le parole "dando priorità ai mezzi elettrici:

a) nelle aree urbane della regione;

b) in territori montani ed aree extraurbane della regione, ove tecnicamente possibile";»

(Respinto)

 

Emendamento 13 a firma della consigliera Piccinini

«Al Capitolo 9.1 della Sintesi non tecnica — Valutazione effetti ambientali

A pagina 1294 di 1419, le parole "dando priorità ai mezzi a zero emissioni di combustione" sono sostituite con le parole "dando priorità ai mezzi elettrici:

a) nelle aree urbane della regione;

b) in territori montani ed aree extraurbane della regione, ove tecnicamente possibile"»

(Respinto)

 

Emendamento 14 a firma dei consiglieri Rainieri, Bergamini

«Pagina 798 di 1419, l'articolo 33, è sostituito con il presente testo:

"1. (P) ln attuazione dell'art. 182, comma 6 bis, del D. Lgs. n. 152 del 2006 e dell'articolo 10, comma 1, del decreto Legge 13 giugno 2023, n. 69 (conv. con L. n. 103/2023), il Piano prevede nel periodo dal 1° ottobre al 31 marzo, nelle zone di Pianura Est, Pianura Ovest e dell’Agglomerato di Bologna, il divieto di abbruciamento dei residui vegetali di cui all'articolo 185, comma 1, lettera f), incluse le stoppie e le paglie. Sono sempre fatte salve deroghe a seguito di prescrizioni emesse dall'Autorità fitosanitaria e nel rispetto delle modalità indicate dall'Ente di gestione dei siti della rete Natura 2000.

2. (P) ln deroga al divieto di cui al comma 1, qualora non siano state attivate le misure emergenziali per la qualità dell'aria di cui all'articolo 16, non sia stato dichiarato lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi e siano rispettate le modalità indicate al paragrafo 11.5.3.8 della Relazione generale, è consentito l'abbruciamento in loco dei soli residui vegetali agricoli o forestali, in piccoli cumuli, non superiori a tre metri steri per ettaro al giorno, da parte del proprietario o del detentore del terreno, nel caso in cui l'area su cui si pratica l'abbruciamento non sia raggiungibile dalla "viabilità ordinaria", nei seguenti casi:

a) per due giorni totali dal 1°ottobre al 31 marzo di ciascun anno;

b) esclusivamente per le superfici investite a riso a seguito di indicazioni emesse dall’Autorità fitosanitaria. Le condizioni di tale deroga sono modificate con deliberazione di Giunta a seguito della creazione di filiere di valorizzazione di tale materiale vegetale ferma restando l'applicazione dell'articolo 37, comma 3.

3. Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano nelle zone montane ed agricole svantaggiate per le quali rimangono comunque in vigore i limiti alle pratiche di raggruppamento e abbruciamento di cui all'articolo 182, comma 6-bis, del decreto legislativo n. 152 del 2006.

4. Ai fini dei commi 2 e 3, si intendono per:

a) “viabilità ordinaria”, le strade, pubbliche e private, percorribili da veicoli idonei alla raccolta dei residui vegetali;

b) “zona montana o zona agricola svantaggiata”, quelle individuate ai sensi del Regolamento europeo sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) vigente al momento dell'esercizio delle pratiche agricole oggetto del presente articolo. L'elenco dei Comuni ricompresi all'interno di tali zone è pubblicato, a fini conoscitivi, sul sito web regionale.

5. (P) Delle disposizioni di cui al presente articolo è data informazione ai cittadini da parte dei Comuni.

5. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 5 hanno valore di prescrizione anche nell'ambito dell'attività di controllo.»

(Respinto)

 

Emendamento 15 a firma dei consiglieri Rainieri, Costa

«Pag.795 di 1419, all'articolo 28 sostituire il testo della lettera d) con il seguente testo:

"Incentivazione dell'acquisto o della modifica di attrezzature già nella disponibilità dei potenziali beneficiari al fine di conseguire migliori performance ambientali (es.: sostituzione dell'organo distributore di un carro botte già presente), sia per le singole aziende che condiviso tra diverse di esse, attraverso l'introduzione di macchinari e attrezzature idonee allo spandimento secondo le più efficienti tecniche per limitare le emissioni di inquinanti in atmosfera nonché che operino l'interramento dei fertilizzanti chimici."»

(Approvato)

 

Emendamento 16 a firma dei consiglier Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

«Stralciare il comma 2 dell'art. 29.»

(Respinto)

 

Emendamento 17 a firma dei consiglier Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

«All'art. 29, comma 1, dopo le parole «approvazione del Piano» sono aggiunte:

«che producono più di 3000 kg/anno di azoto,»

(Respinto)

 

Emendamento 18 a firma dei consiglier Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

«Nelle disposizioni stabilite al paragrafo 11.5.3 (p. 673/1419), le parole "o dell'AUA (per le tipologie di animali a cui è applicabile)" sono soppresse.»

(Respinto)

 

Emendamento 19 a firma dei consiglier Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

«All'art. 32, comma 2, dopo le parole «equivalente o superiore.» sono aggiunte:

«Tali tecniche potranno essere aggiornate ed integrate in funzione dell'evoluzione degli studi scientifici sui formulati dei fertilizzanti, delle pratiche agronomiche applicate e dell’innovazione tecnologica delle macchine agricole per la distribuzione.»

(Respinto)

 

LA PRESIDENTE

I SEGRETARI

Petitti

Bergamini - Montalti

 

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