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SEDUTA DI MERCOLEDÌ 31 GENNAIO 2024

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7956

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Regione abbia intrapreso e intenda mettere in campo in futuro per salvaguardare i posti di lavoro, le sedi di lavoro e le condizioni di lavoro dei dipendenti di EMS Group S.p.A. A firma del Consigliere: Amico

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

COLLA, assessore

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 7955

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere modalità e tempistiche con cui la Giunta intende promuovere e sostenere le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sul territorio regionale, in particolare con riferimento al finanziamento degli impianti e alla concreta esecuzione dei progetti già autorizzati. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

COLLA, assessore

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 7961

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la disciplina dell'apprendistato stagionale per minori. A firma della Consigliera: Rossi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ROSSI (PD)

COLLA, assessore

ROSSI (PD)

 

OGGETTO 7964

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quando ritorneranno operativi presso il nosocomio di Castel San Giovanni i dieci posti letto trasferiti a Fiorenzuola d'Arda, anche in considerazione dell'annunciata collaborazione con l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. A firma della Consigliera: Stragliati

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

STRAGLIATI (Lega)

DONINI, assessore

STRAGLIATI (Lega)

 

OGGETTO 7958

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali interventi, nell'ambito della viabilità provinciale, siano finanziabili nel territorio reggiano, in base alle risorse finanziarie disponibili e assegnabili attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), in relazione all'ordine di priorità indicato dalla Provincia di Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Bondavalli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

BONDAVALLI (BP)

CORSINI, assessore

BONDAVALLI (BP)

 

OGGETTO 7966

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere, affinché si possa addivenire alla realizzazione della seggiovia quadriposto Polla-Lago Scaffaio, nell'area del Corno alle Scale (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

EVANGELISTI (FdI)

CORSINI, assessore

EVANGELISTI (FdI)

 

OGGETTO 7960

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quante domande di contributo siano state presentate ad oggi dai cittadini dei territori colpiti dagli eventi atmosferici avversi del luglio 2023 e se sia già stata fatta una stima delle ulteriori risorse eventualmente stanziabili con la seconda tranche di indennizzi. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

MASTACCHI (RCPER)

OGGETTO 7962

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se, nell'ambito di un più generale Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, sia prevista la definizione di un piano regionale per affrontare i rischi legati all'innalzamento del mare. A firma della Consigliera: Zamboni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

ZAMBONI (EV)

 

OGGETTO 7965

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la necessità di azzerare il fenomeno della subsidenza di origine antropica per tutto il territorio della pianura emiliano-romagnola a partire dall'area della costa ferrarese e ravennate. A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

GIBERTONI (Misto)

PRESIDENTE (Zamboni)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 7967

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai ristori per il patrimonio culturale ceramico alluvionato. A firma della Consigliera: Rontini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

RONTINI (PD)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

RONTINI (PD)

 

OGGETTO 7963

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta ritenga opportuno modificare la delibera 2078/2023 sulla base di nuove e aggiornate valutazioni delle frane e di una ricognizione complessiva del fenomeno, al fine di evitare disparità di trattamento tra gli enti. A firma del Consigliere: Pompignoli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

POMPIGNOLI (Lega)

TARUFFI, assessore

POMPIGNOLI (Lega)

 

OGGETTO 7870

Ratifica, ai sensi dell'art. 13, comma 2, dello Statuto, del rinnovo del Protocollo operativo concernente la collaborazione sanitaria e sociosanitaria, tecnico-scientifica, amministrativa e la fornitura di prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali tra la Regione Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino e definizione della disciplina transitoria, di cui alla delibera dell'Assemblea legislativa n. 135 del 31 gennaio 2018. (155)

(Approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

OGGETTO 7759

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere e accompagnare la candidatura del "Volontariato dell'Emilia-Romagna" all'ingresso nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Amico, Soncini, Mori, Costa, Caliandro, Marchetti Francesca, Mumolo, Gerace, Dalfiume, Daffadà, Bulbi, Rontini

(Approvazione)

PRESIDENTE (Zamboni)

 

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE (Zamboni)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Zamboni)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7161

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad aderire alla Campagna "Italia, ripensaci" e a farsi portavoce presso il Governo italiano al fine di invitarlo a sostenere il percorso iniziato con l'adozione del Trattato sulla Proibizione della Armi Nucleari. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

PRESIDENTE (Petitti)

BARGI (Lega)

ZAMBONI (EV)

ZAPPATERRA (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7044

Risoluzione per impegnare la Giunta a inserire nel PAIR 2030, in continuità con quanto previsto dal PAIR 2020, una specifica deroga per tutte le famiglie che accompagnano i figli nel tragitto casa-scuola. A firma della Consigliera: Castaldini

(Rinvio)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

EVANGELISTI (FdI)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7876

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare le istituzioni competenti affinché provvedano con urgenza al rifinanziamento del "Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione", nel più ampio quadro di un'azione politica di contrasto al fenomeno dei disturbi alimentari e di garanzia di adeguati livelli occupazionali del personale coinvolto. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

PICCININI (M5S)

GERACE (IV)

EVANGELISTI (FdI)

SONCINI (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 7862

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo a ripristinare i contributi del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, dando all'Agenzia Dire la possibilità di accedere alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all'elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale, in modo che la stessa possa ridimensionare significativamente il numero dei licenziamenti previsti. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Mori, Paruolo, Daffadà, Rontini, Caliandro, Pillati, Mumolo, Costi, Bondavalli, Maletti, Sabattini, Zamboni, Amico, Dalfiume, Pigoni, Gerace, Bulbi, Montalti

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAPPATERRA (PD)

ZAMBONI (EV)

RANCAN (Lega)

PICCININI (M5S)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 5838

Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti per fermare l'avanzata del fenomeno delle baby gang nel territorio regionale e a mettere in campo azioni per garantire la sicurezza dei dipendenti, autisti e controllori del servizio di trasporto pubblico. A firma del Consigliere: Liverani

(Discussione e reiezione)

PRESIDENTE (Petitti)

LIVERANI (Lega)

PARUOLO (PD)

STRAGLIATI (Lega)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Emendamenti oggetto 7161 – 7876 - 7862

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 9,42

 

PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 253 del 31 gennaio 2024.

È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno, il presidente della Giunta Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Hanno giustificato la propria assenza la consigliera Castaldini e gli assessori Calvano e Lori.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in aula

 

PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

 

OGGETTO 7956

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Regione abbia intrapreso e intenda mettere in campo in futuro per salvaguardare i posti di lavoro, le sedi di lavoro e le condizioni di lavoro dei dipendenti di EMS Group S.p.A. A firma del Consigliere: Amico

 

PRESIDENTE (Petitti): Partiamo dall’interrogazione n. 7956: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula, per sapere quali azioni la Regione abbia intrapreso e intenda mettere in campo in futuro per salvaguardare i posti di lavoro, le sedi di lavoro e le condizioni di lavoro dei dipendenti di EMS Group S.p.A.

L’interrogazione è a firma del consigliere Amico. Prego, consigliere.

 

AMICO: Grazie, presidente. Portiamo all’attenzione di quest’aula una vicenda che sta interessando un’azienda che è sita nel comune di Montecchio Emilia e ha stabilimenti anche presso il comune di Fontevivo a Parma. È un’azienda specializzata nella progettazione e produzione di linee complete di pallettizzazione e de-pallettizzazione, confezionamento e movimentazione per l’industria alimentare delle bevande, del vetro e delle lattine. A novembre del 2019, con l’acquisizione di Zecchetti S.r.l. si decreta il primato di EMS Group nel settore di movimentazione del vetro cavo.

Ora EMS è gravata da una pesante situazione debitoria, che non le consente una gestione finanziaria adeguata alle necessità produttive, e sembra che tutto abbia avuto origine da un pesante disavanzo maturato anche a causa dell’emergenza pandemica nel 2021, che ha visto il bilancio d’esercizio chiudersi con una perdita di oltre 31 milioni di euro e l’anno 2022 ha presentato un utile di nemmeno 2 milioni di euro, ben inferiore al disavanzo precedente.

I dipendenti di EMS si trovano in contratto di solidarietà con ammortizzatori sociali concessi dal Ministero del Lavoro fino al 31 gennaio 2024, fino ad oggi. In tale periodo vi sono state numerose dimissioni di lavoratori, anche strategici, spaventati dalla difficoltà dell’impresa. Secondo Fiom Cgil e Fim Cisl, che hanno indetto un primo sciopero lo scorso 15 dicembre con un presidio sotto il Municipio di Montecchio Emilia, le tredicesime dei dipendenti di EMS sono state a rischio fino all’ultimo giorno del 2023 e non ci sono certezze per gli stipendi di gennaio.

I contributi INPS sono stati rateizzati e le rate del TFR non vengono pagate ai dipendenti usciti di recente, se non in minima parte e non per tutti; mentre i 900 fornitori dell’azienda, di cui 200 tra Reggio Emilia e Parma, vantano circa 80 milioni di euro di crediti congelati e molti non sanno come pagare i propri lavoratori.

Il Consiglio di amministrazione dell’azienda ha riferito alle Amministrazioni comunali di avere allo studio varie soluzioni di uscita dalla crisi di concerto con l’esperto nominato e sarebbe in corso una trattativa con almeno un gruppo interessato all’acquisizione dell’azienda.

L’assessorato allo sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna ha convocato diverse riunioni, a partire dall’agosto scorso, ed il 29 novembre, alla presenza della direzione aziendale, delle organizzazioni sindacali e delle Amministrazioni comunali, è emerso che a breve verranno rese note le proposte per rilevare l’impresa sia per quanto riguarda il profilo soggettivo dell’offerente, sia per quel che concerne il contenuto economico industriale dell’offerta.

Secondo le organizzazioni sindacali e i suoi dipendenti, EMS non è in crisi di ordinativi o di competitività, i suoi prodotti continuano ad avere un mercato e i clienti, tra cui anche grandi gruppi come Coca Cola, Mutti e Sammontana, sono soddisfatti della qualità. I problemi di EMS sono nati dalla cattiva gestione di questi ultimi anni che, vorrei ricordare, è in capo a un fondo e quindi non a una proprietà fisica, che ha prodotto un debito enorme e che è frutto solo di scelte manageriali inadeguate.

All’attenzione dei tribunali in questi giorni è stata depositata una proposta di acquisto del ramo d’azienda vincolante da parte di un’impresa italiana che intenderebbe rilanciare il sito produttivo di Montecchio i cui contorni però non sono ancora del tutto evidenti.

Detta proposta ridimensionerebbe in maniera consistente il numero degli addetti ora presenti presso EMS, così come proporrebbe transazioni economiche nei confronti dei creditori molto penalizzanti per loro.

Vorrei ricordare che attualmente sono 250 i lavoratori e le lavoratrici presenti presso EMS, quindi un’azienda piuttosto importante per un Comune come quello di Montecchio, che arriva attorno ai 10.000 abitanti. Quindi, una sua deflagrazione negativa avrebbe delle conseguenze molto, molto gravi per quanto riguarda l’intera comunità di quel Comune che è il centro di tutta quanta l’area della Val d’Enza per quanto riguarda la provincia di Reggio Emilia.

In questo senso chiediamo, con questa interrogazione, quali azioni la Regione abbia intrapreso, anche in riferimento agli incontri già fatti e intenda mettere in campo in futuro per salvaguardare i posti di lavoro, le sedi di lavoro e le condizioni di lavoro dei dipendenti EMS Group S.p.A.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

Risponde l’assessore Colla, prego.

 

COLLA, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio il consigliere. Questo Assessorato sta seguendo la vertenza fin dall’agosto del 2023.

Nei mesi trascorsi si sono susseguiti diversi incontri in sede istituzionale, per la precisione sei, con la partecipazione delle istituzioni locali, delle organizzazioni sindacali, della proprietà, per accompagnare il complicato percorso intrapreso dall’azienda in merito alla procedura di ricomposizione negoziata della crisi.

La difficilissima situazione debitoria in cui versa l’azienda controllata dal Fondo internazionale Xenon ha determinato fortissimi rischi sull’occupazione e sull’indotto. Per questo condivido le valutazioni richiamate dall’interrogante e mi soffermo sulla situazione attuale e le prospettive future.

In data 21 gennaio è stata presentata un’unica offerta vincolante da parte del Gruppo Bottero S.p.A. di Cuneo, importante gruppo industriale e leader mondiale nel settore della produzione di macchine per la lavorazione del vetro e partner di EMS in molte commesse, offerta poi perfezionata ulteriormente in data 26 gennaio.

Tale offerta ha permesso al Tribunale di Reggio Emilia di estendere le norme di salvaguardia al EMS, concedendo il tempo di 60 giorni per formalizzare l’operazione. L’offerta è accompagnata dal vincolo di riservatezza, ma posso comunicare che contiene fra le cause l’obbligo dell’accordo sindacale per accompagnare l’esito della vertenza e la nascita di una newco dopo una fase transitoria di affitto di ramo d’azienda.

Per questa fondamentale e vincolante ragione abbiamo convenuto con il gruppo Bottero e le organizzazioni sindacali di convocare in sede regionale un primo incontro per il prossimo 5 febbraio, in modo da iniziare ad affrontare i contenuti di un accordo sindacale, tale da poter mettere in campo tutte le azioni, le iniziative e le tutele che accompagnano questa fase di transizione, per definire tempi e modi di riassorbimento di tutto il personale possibile e tutte le opzioni possibili per dare una risposta all’intero organico dei dipendenti di EMS.

Inoltre, mercoledì 31 gennaio è convocata da parte dell’Agenzia regionale per il lavoro una riunione per l’esame congiunto della domanda di cassa integrazione straordinaria per crisi che EMS ha presentato a decorrere dal 1° febbraio 2024 a seguito della scadenza del contratto di solidarietà, in modo da dare sostegno al reddito dei lavoratori in questa fase.

Siamo pertanto impegnati in un lavoro costante finalizzato al raggiungimento delle migliori tutele per l’intero organico di EMS, in stretta collaborazione con le istituzioni locali, le organizzazioni sindacali e le imprese interessate, e nel rispetto delle procedure e modalità previste dal Tribunale di Reggio Emilia.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Colla.

Consigliere Amico.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Mi dichiaro soddisfatto della risposta, che dimostra come anche l’assessorato dell’assessore Colla stia seguendo da vicino questa crisi così grave e profonda.

Vorrei rimarcare quanto e come possa essere davvero complesso sia il processo di accompagnamento, così come le ricadute che possono esserci sotto il profilo occupazionale e ovviamente anche sociale per la comunità di Montecchio, per i fornitori, per tutti quelli che sono i creditori che vantano nei confronti di EMS qualche titolo di saldo.

Bene che ci sia oggi, se non ho capito male, l’incontro in Agenzia per il lavoro per prorogare i termini dei contratti, degli ammortizzatori per quanto riguarda lo stato di crisi. Bene che sia arrivata un’offerta. Non abbiamo sollevato il tema anche prima per evitare, per facilitare questo momento della presentazione dell’offerta. Ovviamente seguiremo da molto vicino quelle che saranno le evoluzioni e quindi già da oggi dico che nei prossimi mesi, non solo in via informale ma anche magari attraverso altri atti ispettivi, potremo dare corso a quella che ci auguriamo tutti essere una soluzione positiva, sia per quanto riguarda il numero dei lavoratori dipendenti che possano rimanere all’interno del ramo d’azienda, sia per quanto riguarda anche il rilancio del sito produttivo perché, lo ricordavo nel testo dell’interrogazione, non è che i materiali prodotti da quel segmento siano poco richiesti. Vanno gestiti in una maniera accurata e attenta sotto il profilo manageriale.

Penso che, rispetto ai player che ci sono generalmente nel mondo, la azienda che si è fatta avanti possa essere un punto di caduta importante. Abbiamo bisogno di far sì che non ci siano o siano limitatissime le ricadute occupazionali e sociali su questa vicenda. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.

 

OGGETTO 7955

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere modalità e tempistiche con cui la Giunta intende promuovere e sostenere le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sul territorio regionale, in particolare con riferimento al finanziamento degli impianti e alla concreta esecuzione dei progetti già autorizzati. A firma della Consigliera: Piccinini

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione n. 7955: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula, per conoscere modalità e tempistiche con cui la Giunta intende promuovere e sostenere le comunità energetiche rinnovabili sul territorio regionale, in particolare con riferimento al finanziamento degli impianti e alla concreta esecuzione dei progetti già autorizzati.

L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini.

Prego, consigliera.

 

PICCININI: Grazie, presidente. Buongiorno, assessore. Finalmente è uscito. Dopo un anno e decine di bozze clandestine circolate, il 24 gennaio è entrato finalmente in vigore il tanto atteso decreto sulle comunità energetiche rinnovabili. Sappiamo bene quanta attesa c’è e ci fosse sui nostri territori, un interesse che ha iniziato a trovare nella legge n. 5 del 2022 per la promozione delle CER un supporto concreto. È una legge di cui sono stata relatrice, che ha iniziato ad esplicare i propri effetti proprio grazie al bando del dicembre del 2022, che andava a finanziare, attraverso un contributo a fondo perduto fino al 90 per cento, la predisposizione degli studi di fattibilità e la costituzione delle stesse CER con 2 milioni di euro.

La partecipazione è andata ben oltre le aspettative. Sono risultati ammissibili 124 progetti, tanto che, anche su mia sollecitazione, la Giunta ha deciso di dare copertura finanziaria a tutte le domande in graduatoria per un importo pari quasi a 5 milioni di euro, quindi più del doppio di quanto preventivato inizialmente.

Cito questi dati perché danno l’idea da una parte della grande propensione di tutti quei soggetti, famiglie, imprese, Enti religiosi, Comuni, Enti del terzo settore, che a vario titolo hanno deciso di cogliere questa sfida che però non stava trovando altrettanta spinta in una risposta del Governo, che ha tardato ad arrivare e che ha congelato la messa a terra delle CER per mesi e mesi a causa della mancata emanazione appunto dei decreti attuativi.

Oggi il decreto è stato definitivamente adottato. Mancano ancora le regole operative per accedere agli incentivi che devono essere emanati entro 30 giorni, ma la Regione può finalmente proseguire nella seconda fase di attuazione della legge regionale attraverso la pubblicazione di un nuovo bando per l’acquisto e l’installazione degli impianti di produzione e di accumulo dell’energia.

Noi in questa fase dovremmo essere bravi a recuperare il tempo perso dagli altri.

Quindi, assessore, le chiedo quali siano le modalità e le tempistiche con le quali intende dar seguito al percorso di sostegno delle CER sul territorio della nostra Regione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde l’assessore Colla, prego.

 

COLLA, assessore: Grazie, gentilissima consigliera.

L’entrata in vigore del decreto CER, Comunità Energetiche Rinnovabili, decreto MASE n. 414 del 07.12.23, pubblicato il 23.01.24 con decorrenza immediata, prevede all’articolo 11 la pubblicazione entro 30 giorni delle regole operative da parte del GSE.

Tali regole andranno a definire nel dettaglio i requisiti tecnici, finanziari ed economici che le CER dovranno rispettare per accedere alla tariffa incentivante e ai contributi in conto capitale.

La conoscenza di tali requisiti è necessaria per la definizione del bando FESR che andrà a sostenere, con contributo e a fondo perduto, una quota degli investimenti per la realizzazione degli impianti FER (Il bando è già stato programmato dalla Giunta, quindi siamo pienamente operativi), al servizio delle CER, al fine di non erodere la quota di incentivi massima riconoscibile e di ottimizzare i tempi di erogazione ed agevolare concretamente lo sviluppo delle CER.

Si segnala, pertanto, che, a seguito dell’ammissione a finanziamento del progetto di costituzione CER, presentati al primo bando FESR, non risultano ancora pervenuti dai potenziali beneficiari gli atti di costituzione delle stesse, così come richiesto dal bando per la valutazione definitiva di conferma e concessione del finanziamento previsto.

Tale situazione è direttamente collegata all’assenza di un quadro regolatorio consolidato e certo, necessario ai fini dell’attivazione degli investimenti, ma anche delle costituzioni, ovviamente, con atti notarili.

Pertanto, il bando FESR dedicato agli impianti delle CER, in logica di continuità con la costituzione delle CER, finanziate dal primo bando, sarà pubblicato a valle dell’emissione delle regole tecniche e della concentrazione che avremo dal punto di vista dei benefici.

Il tavolo CER regionale (tavolo tecnico permanente, promozione e sostegno della Comunità energetiche) è già stato convocato per il 7 febbraio, proprio a valle della pubblicazione del nuovo decreto sulle Comunità energetiche rinnovabili.

Rimarchiamo il notevole ritardo procedurale in merito che non solo non permette di costituire formalmente le CER, ma anche risultano bloccati milioni di investimenti di prossimità in una situazione di difficoltà economica in atto: investimenti molto utili per le PMI artigiane, oltre che per i soggetti delle costituenti CER.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Colla.

Consigliera Piccinini.

 

PICCININI: Ringrazio l’assessore.

Non mi stupisce la risposta, quando dice che gli atti di costituzione non sono ancora pervenuti, perché c’è un ritardo preoccupante. C’è stato un ritardo preoccupante per quanto riguarda l’adozione dei decreti attuativi, che ha avuto le conseguenze che l’assessore diceva. Però l’interesse è tanto, quindi bene che già il 7 febbraio si riunisca il tavolo.

Dopodiché, l’assessore sa molto bene che essendo l’interesse tanto, ed essendo molteplici i soggetti che vorrebbero investire e che hanno iniziato a fare la prima parte di percorso, provando ad accedere al primo bando che la Regione ha emanato, oggi dobbiamo consentire e mettere in campo tutte le condizioni perché questo interesse trovi concreta attuazione proprio sui territori, quindi bisogna correre.

Ora, io mi aspettavo una data entro la quale più o meno si prevedesse l’uscita del secondo bando. Mi viene detto che il bando è già stato programmato. Io spero e mi auguro che esca prima possibile, anche a valle del percorso partecipato che si sta facendo. Però davvero non c’è più tempo da perdere perché si rischia che questo interesse, che è maturato dalla nascita di questo strumento, in qualche modo venga a scemare se si continueranno ad accumulare dei ritardi.

La mia sollecitazione, quindi, è davvero a fare in fretta. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

 

OGGETTO 7961

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la disciplina dell’apprendistato stagionale per minori. A firma della Consigliera: Rossi

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’interrogazione 7961: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la disciplina dell’apprendistato stagionale per minori. L’interrogazione è a firma della consigliera Rossi.

Prego, consigliera.

 

ROSSI: Grazie, presidente.

L’Assemblea legislativa, questa Assemblea legislativa nel 2016 ha approvato la legge comunitaria e all’interno ha definito lo strumento con il quale la Regione Emilia-Romagna avrebbe dovuto partecipare alla formazione e attuazione, quindi, del diritto europeo. Tra le principali novità di quella norma, c’è stato, a mio avviso, un emendamento introdotto che dava la possibilità ai minori frequentanti qualsiasi tipo di scuola, quindi licei, istituti tecnici e professionali, di essere assunti con un contratto di apprendistato di primo livello a tempo determinato per lo svolgimento di attività stagionali. Questa attività ovviamente riguardava i settori per i quali la possibilità era prevista direttamente nel contratto collettivo nazionale del lavoro.

Cosa significa? Significa che qualsiasi studente, indipendentemente dal percorso di formazione e di studio, dai 16 anni in poi avrebbe potuto essere assunto in modo stagionale, per i contratti che lo prevedevano, per qualsiasi tipo di attività. Il ragioniere oppure il ragazzo che frequentava un altro istituto tecnico, il liceale poteva andare a fare il bagnino, sarebbe potuto andare a fare il cameriere piuttosto che il commesso; insomma, dedicarsi a questo tipo di attività.

Ovviamente con questo strumento normativo veniva demandato alla Giunta e anche le parti sociali il compito di procedere alla regolamentazione del nuovo istituto, e così è stato fatto dal 2016 ha ad oggi, devo dire. Era anche uno strumento che andava incontro, se vogliamo, a due temi che per noi sono importanti e fondamentali. Intanto la piena legalità anche delle attività di lavoro, soprattutto quando si tratta dei nostri ragazzi e della loro sicurezza. Quindi, sono due elementi, insieme anche alla loro tutela, sono elementi che per noi sono sempre stati il fulcro.

In quel periodo lì, nel 2016 e per diversi anni in poi, erano attivi i voucher. Quindi, molti ragazzi, anche sedicenni, se le famiglie ovviamente davano il consenso, potevano andare ad occuparsi dei lavori stagionali attraverso quello strumento, che, a mio avviso, a nostro avviso, visto che quella norma era stata approvata a stragrande maggioranza da quest’aula e che prima una risoluzione era stata comunque approvata e dava lo stesso indirizzo all’aula e alla Giunta di poter operare in questo senso, c’erano questi strumenti che potevano consentire anche situazioni non proprio legittime o legali, se vogliamo. Oggi magari ci potrebbero essere dei contratti a chiamata che possono essere ugualmente strumenti che non mettono in piena sicurezza e legalità questi ragazzi.

Cosa è accaduto? È accaduto che, con una nota l’Ispettorato nazionale del lavoro, la nota 1369 del 7 agosto 2023, ha precisato che è possibile stipulare l’apprendistato di primo livello con uno studente minorenne, per attività stagionali, purché sia una stretta correlazione tra percorso di istruzione e attività lavorativa.

Quindi oggi l’Ispettorato del lavoro nazionale ci dice che può essere applicato il contratto di apprendistato per i sedicenni in poi solo se è strettamente correlato al loro percorso di formazione. Quindi, penso al riminese, penso alla costa emiliano-romagnola, solamente i ragazzi che frequentano gli istituti alberghieri potranno andare a lavorare ed essere assunti come apprendisti nelle attività stagionali. Perché sono fuori da questo circuito sia i ragazzi che frequentano i licei, i ragazzi che frequentano gli istituti tecnici, i ragazzi che frequentano gli altri istituti professionali.

Quindi, una fetta di popolazione, di giovani, perché parliamo di centinaia di persone, di famiglie, di imprese che oggi chiedono di poter utilizzare uno strumento normativo legale, regolare e tutelante per l’attività lavorativa e di prendere parte a quella che è una vita sociale, economica, tipica e caratteristica di un territorio, è esclusa.

Noi, come Regione Emilia-Romagna abbiamo credo fatto il possibile e ci siamo cimentati anche nelle maglie delle norme per dare un’interpretazione che potesse dare una risposta reale e concreta a questa necessità e a questo bisogno.

Con questa nota oggi noi abbiamo bisogno tutti quanti di un chiarimento, un chiarimento per capire che tipo di impatto effettivo possa avere sull’assunzione di minori al di fuori del percorso scolastico con un contratto di apprendistato nel settore turistico, proprio anche per la stagione estiva che arriverà, per la prossima.

Per questo chiediamo all’assessore Colla, che ringrazio ovviamente per la sua sempre disponibilità e costante interesse, capire se intenda, insieme a noi, interloquire con il Ministero per sapere e per avere dei chiarimenti in merito per capire se possiamo continuare a dare ai nostri giovani una possibilità legittima, legale, regolare e tutelante; oppure, ci dobbiamo muovere in un altro modo, magari cercando di spingere il Governo, a questo punto, ad intervenire e a dare una risposta a un territorio che del turismo fa un asse portante da sempre.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Assessore Colla, prego.

 

COLLA, assessore: Grazie, consigliera.  

La Regione nell’ambito delle proprie competenze ha disciplinato la componente formativa del contratto di apprendistato stagionale per i giovani che abbiano compiuto 16 anni e frequentanti un percorso del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione costituito dal sistema dell’istruzione secondaria superiore e dal sistema dell’istruzione e formazione professionale nel quale si realizza in modo unitario il diritto/dovere all’istruzione e alla formazione.

Pertanto, la platea dei potenziali beneficiari di tale contratto di lavoro è rappresentata dai giovani che hanno assolto l’obbligo di istruzione e nel percorso ordinamentale stanno assolvendo il diritto/dovere all’istruzione e alla formazione.

Regolamentando la componente formativa, la Regione Emilia-Romagna ha inteso porre le condizioni affinché i giovani possano accedere ad un rapporto di lavoro a causa mista durante il periodo di sospensione dell’attività didattica.

Pertanto, durante il periodo estivo, garantendo al giovane di acquisire in tal modo attraverso la formazione esterna, la formazione interna nell’attività lavorativa è competenza trasversale, oltre che tecnico-professionali utili alla costruzione del successivo percorso lavorativo, e a partire dall’esperienza svolta., di maturare una scelta consapevole verso il mercato del lavoro.

Preme evidenziare che con riferimento ai percorsi di istruzione e formazione professionale, l’accordo del 18.12.2019 tra Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, relativo alla tabella di confluenza tra qualifiche e diplomi professionali, e per l’assunzione delle dimensioni personali, sociali, di apprendimento e imprenditoriali nell’ambito dei percorsi di istruzione e formazione professionale ha valutato che le dimensioni personali, sociali, di apprendimento e imprenditoriali, di cui competenze chiave europee costituiscono elemento ormai imprescindibile e indistintivo nel contesto professionale lavorativo, nonché fattore qualificante nella stessa formazione professionalizzante.

Pertanto, ha valutato l’opportunità di assumere come complementare interconnesse all’insieme delle competenze culturali e tecnico-professionali costituenti standard minimo all’offerta dell’istruzione e formazione professionale, e quindi acquisirle come obiettivi formativi di riferimento su tutto il territorio nazionale ed elementi qualificanti la sua stessa fisionomia.

Con riferimento ai percorsi di istruzione secondaria del secondo ciclo, si evidenzia come l’alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, licei compresi, costituisca una modalità didattica innovativa che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola, a testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, ad arricchire la formazione, a orientare il percorso di studio e in futuro di lavoro.

Le linee guida ministeriali per i percorsi e le competenze trasversali e per l’orientamento del PCTO, ai sensi dell’articolo 1, comma 785, Legge 30 dicembre 2018, n. 145, evidenziano come le esperienze di alternanza non siano un addestramento a profili professionali e rigidi e duraturi, ma un approccio riflessivo al mondo del lavoro e alla professionalità entro una prospettiva a lungo termine, confermando come le competenze trasversali si caratterizzino per l’alto grado di trasferibilità in compiti e ambienti diversi; il livello con cui lo studente influenza e caratterizza la qualità del suo atteggiamento e l’efficacia delle strategie che è in grado di mettere in atto, a partire dalle relazioni che instaura fino ad arrivare ai feedback che riesce a ottenere, alla loro utilizzazione per riorganizzare la sua azione e capacità orientativa in diversi ambiti.

Considerati questi presupposti normativi di rango nazionale, la Regione Emilia-Romagna ha inteso dare risposta agli obiettivi formativi sopracitati attraverso il contratto di apprendistato stagionale rivolto ai giovani. Data la competenza esclusiva dell’Ispettorato nazionale di lavoro in materia di irregolarità dei rapporti di lavoro, al fine di dare certezza alle imprese che intendono avvalersi di tale opportunità, la Regione si impegna ad attivare un’interlocuzione con l’Ispettorato nazionale del lavoro al fine di condividere un’interpretazione dell’articolo 46, comma 3 del decreto legislativo n. 81/2015 che tenga conto degli obiettivi di apprendimento e formativi per tutti i percorsi del secondo ciclo dell’istruzione e formazione, ricomprendendo le competenze chiave europee e non unicamente competenze tecnico-professionali o, per i licei, le competenze in esito all’attività e insegnamento obbligatori.

Siamo certi che l’Ispettorato del lavoro, nell’ambito della leale collaborazione con le Regioni, vorrà confrontarsi nel merito al fine di continuare a dare una risposta positiva agli oltre 500 giovani che, nell’estate del 2023, hanno fatto un’esperienza qualificata, utile al proprio percorso, acquisendo, attraverso la cultura del lavoro, quelle competenze trasversali indispensabili per una solida cittadinanza attiva.

Come Assessorato valuteremo anche di coinvolgere il Ministero del lavoro ai fini di evidenziare l’importanza che non ha solo per la nostra riviera, ma penso per il sistema Paese, un’operazione di tale portata.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Colla.

Consigliera Rossi, prego.

 

ROSSI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore Colla, per quanto non avevo dubbi sull’interesse, sul fatto che si sarebbe adoperato per chiedere chiarimenti a livello nazionale.

Ci conto molto, ci contiamo molto, l’intero sistema, ragazzi e famiglie, ci contano ad avere una risposta soprattutto in previsione della prossima stagione estiva.

Ci tengo a precisare che questa opportunità non intacca affatto il tema giusto, necessario, dell’alternanza scuola lavoro che è stato previsto, così come quello dei tirocini.

È un’ulteriore possibilità che ha dato a tutti noi, alle nostre generazioni, noi siamo, noi romagnoli in modo particolare, siamo nati e cresciuti nel settore turistico, ci siamo formati, abbiamo imparato a rispettare le regole, abbiamo imparato a vivere il mondo economico della società, a gestire i soldi, i tempi, il rispetto, le responsabilità. Ci siamo formati in tanti in quella scuola e vorremmo continuare a dare la stessa identica possibilità ai tanti giovani che oggi vogliono andare a fare il bagnino, il gelataio, il cameriere, il commesso, mentre la scuola è chiusa e in un posto, in un luogo, dove non ci sono grandi altre possibilità di impiego estivo, in imprese, in industrie perché non ne abbiamo.

La costa è un’industria e sarebbe utile che anche questo, a livello nazionale, venga riconosciuto. Un settore industriale con le tutele sia per quanto riguarda gli imprenditori, sia per quanto riguarda i lavoratori, necessarie. Perché, lo diciamo sempre, ha raggiunto un PIL a due cifre.

In questa Regione abbiamo degli obiettivi importanti, 16 per cento del PIL per il 2030, il tema…

 

PRESIDENTE (Petitti): Il tempo, consigliera Rossi.

 

ROSSI: Quindi, grazie di nuovo.

Mi auguro che in modo celere venga data una risposta, un chiarimento dal Governo e anche dall’Agenzia nazionale per il lavoro.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7964

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quando ritorneranno operativi presso il nosocomio di Castel San Giovanni i dieci posti letto trasferiti a Fiorenzuola d’Arda, anche in considerazione dell’annunciata collaborazione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. A firma della Consigliera: Stragliati

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo adesso con l’interrogazione 7964: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula, per sapere quando ritorneranno operativi presso il nosocomio di Castel San Giovanni i dieci posti letti trasferiti a Fiorenzuola d’Arda, anche in considerazione dell’annunciata collaborazione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

L’interrogazione è a firma della consigliera Stragliati. Prego, consigliera.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente, grazie, assessore Donini.

Il presente question time per chiedere un chiarimento rispetto alla situazione del reparto di riabilitazione dell’Ospedale di Castel San Giovanni, in quanto su questo reparto c’è ancora una situazione poco chiara e poco definita. Un reparto ben funzionante, che gode di un’importante mobilità attiva; tanti pazienti fanno riferimento a questo reparto anche dai Comuni limitrofi lombardi per effettuare riabilitazione ortopedica, che purtroppo negli anni ha subìto trasferimenti e anche trasformazioni. Infatti, nel 2021 la riabilitazione dell’Ospedale Unico della Valtidone venne spostato a Fiorenzuola d’Arda per consentire alcuni lavori.

Ma quando il reparto tornò operativo presso il nosocomio castellano dovette rinunciare alla riabilitazione neuromotoria, che rimase attiva solo in Val d’Arda, per diventare unicamente riabilitazione ortopedica.

Detto ciò, i dieci posti letto di riabilitazione ortopedica adesso sono in una situazione di stallo e poco chiara, anche alla luce dell’annunciata convenzione con l’Istituto ortopedico Rizzoli, posso apprezzare l’attenzione che la Regione ha posto su questo ospedale per mantenere attiva la chirurgia ortopedica elettiva, ma non è ancora chiaro se il reparto di riabilitazione vigente, quindi esistente, verrà trasferito a Fiorenzuola, e la riabilitazione ortopedica verrà svolta esclusivamente dall’Istituto Ortopedico Rizzoli, quando effettivamente si insedierà; oppure, l’annunciato trasferimento imminente – si parla dei primi giorni di febbraio – di tale reparto presso l’ospedale di Fiorenzuola sarà definitivo, quindi l’attuale reparto verrà smantellato.

C’è da dire che il 25 novembre 2023, durante una seduta del Consiglio comunale, il Sindaco di Castel San Giovanni, Lucia Fontana, che è anche presidente della Conferenza territoriale sociosanitaria, rispondendo a un’interpellanza della minoranza ha rassicurato i consiglieri asserendo “la riabilitazione ortopedica resterà a Castello e la chirurgia ortopedica verrà potenziata in virtù di una convenzione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Questa operazione dovrebbe placare le voci di un trasferimento definitivo della riabilitazione ortopedica a Fiorenzuola d’Arda. L’annunciato trasloco sarà quindi temporaneo”, almeno stando alle promesse.

Quindi, Assessore, capisce che tra le dichiarazioni del Sindaco e le sue dichiarazioni a mezzo stampa c’è un po’ di confusione su questo reparto, e sia i cittadini castellani, i tanti pazienti, ma anche gli operatori della riabilitazione chiedono chiarezza, per cui le chiedo quando ritorneranno operativi, presso il nosocomio di Castel San Giovanni, i dieci posti letto che verranno a breve trasferiti a Fiorenzuola d’Arda, anche considerata l’annunciata collaborazione con l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Rizzoli” di Bologna e se ciò comporterà il rientro degli operatori distaccati presso altre strutture. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Risponde l’assessore Donini. Prego, assessore.

DONINI, assessore: Grazie, presidente. Ringrazio la consigliera Stragliati. Il trasferimento dei dieci posti letto di riabilitazione ortopedica dall’ospedale di Castel San Giovanni all’ospedale di Fiorenzuola sarà effettivo dal 12 febbraio prossimo e fa parte del progetto di potenziamento complessivo di tutta l’offerta riabilitativa presso il Polo riabilitativo aziendale di Fiorenzuola, che complessivamente disporrà di 68 posti letto e di un day hospital.

L’iniziativa è stata sviluppata in una logica di valorizzazione, di ottimizzazione, di potenziamento delle attività di degenza riabilitativa, sempre a principale valenza provinciale, quindi di ambito, delle risorse umane e tecnologiche a disposizione della struttura e a garanzia della continuità assistenziale da parte dei fisiatri, che sono presenti in struttura 24 ore al giorno per sette giorni alla settimana. Questa attività riabilitativa ortopedica è sempre stata prevalentemente rivolta a tutti gli utenti residenti nella provincia di Piacenza e continuerà ad esserlo anche nella nuova collocazione.

Questa scelta non sminuirà l’importanza dell’ospedale di Castel San Giovanni, nel quale, come lei ha ricordato, è stato realizzato, è in corso di realizzazione un innovativo progetto di collaborazione, di implementazione anche delle attività con l’Istituto ortopedico “Rizzoli” IRCCS, che rinforzerà la sua vocazione chirurgica programmata elettiva attivando sedici posti letto di ortopedia e otto posti letto di riabilitazione ortopedica.

L’attività ambulatoriale di riabilitazione ortopedica attualmente svolta presso lo stabilimento di Castel San Giovanni verrà quindi mantenuta in essere grazie ai professionisti dell’azienda ASL di Piacenza.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, assessore Donini, per la risposta.

Non sono soddisfatta perché, da quel che comprendo, la riabilitazione ortopedica in sede di degenza e anche, quindi, una riabilitazione ortopedica intensiva verrà completamente trasferita a Fiorenzuola. A Castel San Giovanni rimarrà la riabilitazione ortopedica ambulatoriale e comunque non è ancora chiara quando la riabilitazione, effettuata dall’Istituto Rizzoli, verrà iniziata presso il nosocomio Castellano.

Per cui, da quel che ho capito, il 12 febbraio la riabilitazione ortopedica in degenza verrà completamente trasferita da Castel San Giovanni a Fiorenzuola. Sinceramente lasciare un ospedale di vallata, come l’ospedale unico della Val Tidone, privo di un reparto così importante come appunto la riabilitazione ortopedica fino a quando non c’è ancora una data effettiva del trasferimento del Rizzoli, mi sembra una scelta azzardata.

Sinceramente mi spiace, perché di fatto questo reparto così ben funzionante verrà trasferito completamente in Val d’Arda, ripeto, lasciando privo il nostro ospedale di un servizio molto importante.

Ringrazio per la disponibilità e per la risposta al mio question time, ma non sono soddisfatta.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7958

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali interventi, nell’ambito della viabilità provinciale, siano finanziabili nel territorio reggiano, in base alle risorse finanziarie disponibili e assegnabili attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), in relazione all’ordine di priorità indicato dalla Provincia di Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Bondavalli

PRESIDENTE (Petitti): Adesso procediamo con l’interrogazione 7958: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula, per sapere quali interventi, nell’ambito della viabilità provinciale – colleghi, un po’ di silenzio, per favore - siano finanziabili nel territorio reggiano in base alle risorse finanziarie disponibili e assegnabili attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, in relazione all’ordine di priorità indicato dalla Provincia di Reggio Emilia.

L’interrogazione è a firma della consigliera Bondavalli.

Prego, consigliera.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

La mia interrogazione a risposta urgente di questa mattina muove dalla recente sottoscrizione di accordo tra la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, avvenuta proprio qui, il 17 gennaio scorso, relativa al Fondo per lo sviluppo e la coesione.

È un importo economico molto rilevante, ricordo pari a 588,320 milioni di euro, che si configura come un’opportunità straordinaria di carattere pluriennale per sostenere interventi di profilo strategico per i territori interessati.

Premesso che una parte di essi, pari a oltre 107 milioni di euro, è stata assegnata anticipatamente nel 2021 per essere destinata ad opere immediatamente cantierabili inerenti in grande misura alle infrastrutture ferroviarie e il dissesto idrogeologico, una quota particolarmente significativa dei rimanenti 480 milioni di euro è indirizzata al potenziamento delle viabilità delle Province e della Città metropolitana di Bologna mediante un riparto articolato secondo criteri da condividere evidentemente con agli stessi territori.

In particolare, la provincia di Reggio Emilia, territorio al quale appartengo, ha indicato in ordine di priorità, in relazione alla viabilità di cui ha competenza diretta, una serie di interventi finanziabili attraverso il Fondo di sviluppo e coesione a partire da opere infrastrutturali previste nel Comune di Bibbiano, Montecchio Emilia, Baiso, Toano e Canossa, per le quali peraltro la variabile temporale con la quale eventualmente ricevere risorse è un fattore molto importante e significativo. Trattandosi di opere mediamente chiaramente di grande importanza per il sistema viabilistico territoriale di riferimento, nonché attese da tempo dalle rispettive comunità, sono a chiedere quali di questi interventi potranno essere finanziati in base alle risorse disponibili secondo l’ordine di priorità che è stato indicato dalla Provincia di Reggio Emilia.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Risponde l’assessore Corsini. Prego.

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

In relazione alle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione relativo alla programmazione 2021-2027, oggetto di questa interrogazione, confermo che gli interventi candidati dalla Provincia di Reggio Emilia ricadono nei territori dei Comuni di Bibbiano, Montecchio, Baiso, Toano e Canossa.

Il recente accordo per lo sviluppo e la coesione sottoscritto tra la Regione Emilia-Romagna e la Presidenza del consiglio dei ministri, al fine di sostenere un programma unitario di interventi sul territorio regionale, finalizzato allo sviluppo delle infrastrutture, ma anche allo sviluppo economico e sociale del territorio, prevede l’impegno per la Regione ad avviare le attività per la selezione degli interventi sulla viabilità di interesse provinciale, ma anche rispetto alle altre tematiche che saranno oggetto di finanziamento sui fondi di sviluppo e coesione, entro sessanta giorni dalla pubblicazione della delibera del CIPESS delle assegnazioni finanziarie. Siamo quindi nella fase dei sessanta giorni entro i quali il CIPESS deve pubblicare la delibera.

Questa selezione, come dicevo, relativamente agli interventi inerenti all’area tematica dei trasporti della mobilità, avverrà dopo, ovviamente, la pubblicazione della delibera del CIPESS; quindi, dobbiamo lasciar trascorrere questi sessanta giorni, attraverso avvisi pubblici per manifestazioni di interesse annuali, e consentirà l’assegnazione delle risorse sulla base di criteri condivisi.

Pertanto, come detto poc’anzi, per dare avvio all’iter di definizione delle opere finanziabili, si rimane in attesa della deliberazione del CIPESS stesso.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.

Consigliera Bondavalli, prego. 

 

BONDAVALLI: Ringrazio l’assessore Corsini. Diceva giustamente l’assessore, dunque, che siamo in questa fase dei 60 giorni; quindi, dovremo aspettare la delibera e il pronunciamento del CIPESS. Mi pare di cogliere la volontà di provare a garantire il finanziamento alle opere viabilistiche indicate nel testo di questa interrogazione a risposta urgente e ovviamente è una assunzione anche di responsabilità nei confronti di infrastrutture che, come provavo a dire nella presentazione, sono sicuramente necessarie e sono anche molto attese.

C’è un iter in corso. Ovviamente la speranza, per quanto è possibile, anche in virtù di questo iter previsto in relazione all’utilizzo dei fondi FSC, è che poi le tempistiche di erogazione dei finanziamenti possano risultare assolutamente celeri, in un ambito anche territoriale con il quale c’è stata una interlocuzione anche molto importante con la Regione.

Quindi, io ringrazio l’assessore Corsini e ovviamente vedremo, quando i tempi saranno maturi, quale sarà la delibera del CIPESS che verrà pubblicata. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7966

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere, affinché si possa addivenire alla realizzazione della seggiovia quadriposto Polla-Lago Scaffaiolo, nell’area del Corno alle Scale (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo adesso con l’interrogazione 7966: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula, per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere affinché si possa addivenire alla realizzazione della seggiovia quadriposto Polla-Lago Scaffaiolo, nell’area del Corno alle Scale.

L’interrogazione è a firma della consigliera Evangelisti. Prego, consigliera.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Poniamo all’attenzione dell’assessore Corsini oggi un tema che conosce molto bene. Si tratta della stazione sciistica del Corno alle Scale e del rifacimento di un impianto per collegare due comprensori sciistici, uno che si trova nella provincia di Bologna, il Corno alle Scale, infatti, è situato nel comune di Lizzano in Belvedere a 1945 metri di altezza; l’altro, invece, è il comprensorio della Doganaccia, che si trova nell’Appennino toscano.

Nel 2016 questa Regione ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione stessa e la Regione Toscana, al fine di promuovere questo progetto. Si parla quindi di un progetto che risale ormai a un po’ di anni fa. L’intento era proprio quello di unire i due comprensori. Nel frattempo, questo progetto è stato osteggiato da associazioni che ne hanno contestato la legittimità nei termini di autorizzazione da parte della Regione.

Una sentenza del TAR, invece, ha considerato e ha dichiarato che questo impianto non è un impianto nuovo, che si tratta di una modifica o di un’estensione di un impianto già in essere, che non serviva quell’autorizzazione e in buona sostanza si è perso un po’ di tempo perché arriviamo ad oggi.

Il 13 dicembre 2023 è stata pubblicata la gara di appalto per iniziare il rifacimento e sostituire quella che era la seggiovia quadriposto con un’altra seggiovia.

La procedura, che è quello che ci interessa, è andata deserta. L’importo base era di 6 milioni e oltre di euro e c’è un intero territorio, un intero comprensorio che si pone qualche domanda e si chiede che cosa sarà del bando, se sarà ripetuto e quando, se la Regione che ha accompagnato questo progetto si attiverà in qualche modo e quali sono le prospettive rispetto ad esso.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Evangelisti.

Risponde l’assessore Corsini, prego

 

CORSINI, assessore: Grazie, presidente.

Le cose che dirò in risposta a questa interrogazione dimostreranno ancora una volta la determinazione con cui la Regione Emilia-Romagna sta cercando di accompagnare il Comune di Lizzano in Belvedere non solo con risorse economiche ma anche con alcuni passaggi di carattere formale e anche con l’impiego di risorse nazionali che abbiamo voluto destinare al potenziamento e allo sviluppo di questa infrastruttura.

Premetto che, in considerazione dell’importanza dell’intervento in esame, la Regione nell’ambito delle proprie competenze per il sostegno e la riqualificazione e al potenziamento del sistema sciistico regionale, che trova la sua principale norma di riferimento nella legge regionale 17, è intervenuta con l’assegnazione di consistenti finanziamenti per la realizzazione delle opere in competenza del Comune di Lizzano in Belvedere.

L’intervento di realizzazione del collegamento, come veniva ricordato, fra la stazione della Doganaccia in Toscana e la stazione del Corno alle Scale, è stato infatti inserito nel programma di interventi finanziati con l’accordo sottoscritto per sostenere l’economia dell’Appennino tosco-emiliano, di concerto tra le Regioni Emilia-Romagna e Toscana, con il supporto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, parliamo del 2018, che è basato sulla sottoscrizione di una intesa che prevede il sostegno economico da parte della Presidenza stessa per un importo di 20 milioni di euro complessivi da destinarsi in parti uguali fra le due Regioni che hanno cofinanziato a loro volta il programma di interventi con ulteriori risorse per oltre 7 milioni di euro.

Con delibera di Giunta regionale del 2018 è stato approvato il piano preliminare degli interventi e lo schema di convenzione fra la Regione Emilia-Romagna e i soggetti beneficiari. Con la determinazione successiva, sempre nel 2018, sono stati concessi contributi ai beneficiari dell’accordo e impegnate le relative risorse per l’importo complessivo di oltre 13 milioni di euro, di cui 10 milioni di fondi statali e oltre 3 milioni di fondi regionali. Fra gli interventi finanziati è stato inserito il progetto dell’impianto a fune per il collegamento Corno alle Scale-Lago Scaffaiolo, con una spesa e un contributo complessivo di 5,5 milioni con beneficiario il Comune di Lizzano: faccio la ricostruzione per dare il quadro complessivo.

Il termine di scadenza per la realizzazione dell’intero programma, fissato inizialmente al 31 dicembre 2021, è stato poi posticipato in considerazione delle difficoltà pratiche e logistiche determinate dalla pandemia al 31 dicembre 2024, quindi quest’anno, tramite la sottoscrizione dell’Addendum all’accordo, datata 18 febbraio 2022.

In allegato all’Addendum, in cui si prorogava la scadenza, ai sensi dell’articolo 11 dell’accordo, è stato approvato un nuovo cronoprogramma degli interventi. Il termine per la realizzazione del progetto dell’impianto a fune Corno alle Scale-Lago Scaffaiolo è quindi fissato al 31 dicembre 2024.

In relazione alle richieste del Comune di Lizzano che a più riprese ha ravvisato l’inadeguatezza del finanziamento iniziale a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime e a causa della forte ripresa inflattiva intervenuta anche a causa dei gravi conflitti internazionali sopraggiunti, la Regione è nuovamente intervenuta con ulteriori finanziamenti ad integrazione delle risorse inizialmente stanziate nell’accordo.

Con la delibera di Giunta regionale del 2022 sono stati concessi al Comune di Lizzano in Belvedere ulteriori contributi per 761.000 euro derivanti dalle risorse della legge regionale 17, quindi solo a carico della Regione Emilia-Romagna. Con delibera successiva del 2 ottobre 2023, candidatura dei progetti infrastrutturali pubblici al finanziamento del Fondo unico nazionale (anno 2023) è stato proposto un ulteriore stralcio di finanziamento per l’impianto a fune a Corno alle Scale-Lago Scaffaiolo di ulteriori 824.000 euro.

Pertanto, l’importo complessivo per il finanziamento del progetto risulta, allo stato attuale, di 7.086.000 euro, suddiviso nelle varie fonti di finanziamento, quindi Regione e Ministero.

Tutto ciò premesso, si è appreso dal Comune di Lizzano pochi giorni fa che il bando di gara per l’individuazione della ditta esecutrice dei lavori è andato deserto. L’Assessorato al Turismo ha quindi subito convocato uno specifico incontro con il Comune di Lizzano e il soggetto gestore dell’impianto, al fine di verificare le motivazioni che possono avere determinato la situazione e di individuare le possibili soluzioni percorribili per l’attuazione dell’intervento, di cui confermiamo ovviamente la valenza strategica.

Il Comune ha in tal sede evidenziato che presumibilmente il bando è andato deserto in quanto la cifra prevista per la sua realizzazione, nonostante le diverse integrazioni di finanziamento, è risultata non appetibile per le imprese esecutrici, che peraltro sono in numero molto limitato nel panorama nazionale, in quanto sono lavori particolarmente specialistici.

Non appetibile in quanto il costo delle materie prime è continuato progressivamente ad aumentare, ma anche e soprattutto per la preoccupazione di queste imprese che il costo delle materie prime continui ad aumentare anche nel futuro, ovvero nel corso dell’esecuzione dell’appalto, a causa dei recenti eventi internazionali come il conflitto israelo-palestinese e le difficoltà logistiche connesse agli attacchi nel Canale di Suez e nel Mar Rosso. Purtroppo, a causa di questi fenomeni è in aumento la casistica di bandi di enti pubblici che vanno deserti per tali motivazioni, pur con risorse correttamente stimate nelle precedenti fasi di progettazione.

Al fine di individuare una soluzione – qui arriviamo al punto – che consenta di realizzare l’intervento, l’Assessorato ha richiesto al Comune, attraverso l’interlocuzione con tecnici specializzati, di rideterminare le risorse necessarie alla luce della situazione dei prezzi attuali, ma anche del quadro di incertezza derivante da un presumibile ulteriore aumento dei costi; in sostanza, di stimare la cifra per la realizzazione degli interventi che le ditte del settore possono considerare adeguata per poter partecipare a una procedura di affidamento, che naturalmente deve seguire i criteri del Codice degli appalti.

Detto elemento informativo è imprescindibile per valutare la migliore soluzione per la realizzazione dell’intervento tra quelle possibili, che sono tre sostanzialmente: una nuova procedura per l’affidamento a un’impresa esecutrice a progetto invariato, nel caso in cui l’incremento delle risorse necessarie sia sostenibile dai soggetti in campo; la previsione, questa è la seconda, a progetto invariato dell’acquisto di un impianto esistente da riposizionare anziché la realizzazione di un impianto nuovo, con quindi una conseguente riduzione dei costi; la terza ipotesi che stiamo valutando è la revisione del progetto dell’impianto, che, pur garantendo il collegamento, porti ad una riduzione dei costi.

In esito alle verifiche sui costi da parte del Comune, l’Assessorato riconvocherà tempestivamente i soggetti interessati per valutare più compiutamente la migliore soluzione da percorrere per la realizzazione dell’opera.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Evangelisti, prego. 

 

EVANGELISTI: Grazie, assessore Corsini, per la sua risposta molto puntuale. Ha ricostruito perfettamente l’iter.

Abbiamo appreso che sia la Regione Emilia-Romagna sia il Governo ha destinato a questo progetto diverse somme. Un po’ lo sapevamo ma dalla sua risposta ne abbiamo preso atto di altre.

Apprendo con favore che è immutata la volontà della Regione rispetto alla realizzazione di questo progetto. Anche se dalla sua risposta necessariamente devo fare due considerazioni.

Sorprende l’operato del Comune di Lizzano in Belvedere, un Comune che dovrebbe fare di questo progetto il progetto portante dell’intera Amministrazione, dell’intero mandato amministrativo, peraltro in scadenza. Perché le problematiche che lei ha evidenziato, che le sono state riportate, presumibilmente potevano essere valutate prima. Cioè, questa attività che giustamente, magari anche aiutato dalla Regione, l’Amministrazione oggi vuole svolgere, ovvero consultare in via preventiva le ditte esecutrici e poi redigere il bando, sempre nell’ambito di un percorso legittimo, poteva essere fatto prima.

Quindi, registriamo un ritardo quasi colpevole da individuare a carico di chi dovrebbe essere il primo interessato ad accelerare questo percorso.

Dopodiché, prendo atto anche delle tre ipotesi prospettate, tutte legittime, sulla terza qualche perplessità c’è. Perché andare oggi ad intervenire nuovamente sul progetto dell’impianto, vorrebbe dire allungare nuovamente le tempistiche...

 

(interruzione)

 

EVANGELISTI: È la terza, come dice lei, però la più preoccupante, assessore. Perché vorrebbe dire appunto procrastinare in avanti tutte le tempistiche.

Su questo impianto, non lo dico io ma l’avete scritto voi, me l’ero anche trascritta, c’è una relazione accompagnatoria che dice quanto era importante in termini di rilancio di quel comprensorio, in termini di rilancio occupazionale. Sappiamo, come ha detto lei, che c’è una cordata di imprenditori che facendo proprio affidamento sulla realizzazione di questo impianto, ha fatto determinati investimenti.

Noi attenzioneremo questo percorso, e ringrazio l’assessore perché ho capito che lo farà anche la stessa Regione. Ci sia legittimo rappresentare e mostrare le nostre perplessità, perché non c’è distensione rispetto alla realizzazione dello stesso, ma sono in essere ulteriori ricorsi.

La nostra preoccupazione volge proprio su questo: su una maggioranza che governa questa Regione, che oggi conferma di voler realizzare questo impianto, ma che al suo interno ha esponenti politici che, sempre legittimamente, rappresentano invece un’oggettiva contrarietà alla realizzazione.

Grazie per la risposta, quindi. Seguiremo l’iter attentamente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Evangelisti. 

 

OGGETTO 7960

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quante domande di contributo siano state presentate ad oggi dai cittadini dei territori colpiti dagli eventi atmosferici avversi del luglio 2023 e se sia già stata fatta una stima delle ulteriori risorse eventualmente stanziabili con la seconda tranche di indennizzi. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’interrogazione 7960: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quante domande di contributo siano state presentate ad oggi dai cittadini dei territori colpiti dagli eventi atmosferici avversi del luglio 2023 e se sia già stata fatta una stima delle ulteriori risorse eventualmente stanziabili con la seconda tranche di indennizzi. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Mastacchi e Pelloni.

Prego, consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente. Buongiorno.

L’interrogazione, come ha già detto correttamente lei, tratta il tema del fortunale che ha colpito la Regione Emilia-Romagna nel luglio scorso, ed in particolare nelle zone già colpite anche dall’alluvione; quindi, dove la situazione si è ulteriormente aggravata, con danni alle infrastrutture, alle abitazioni, alle coltivazioni, quindi danni su danni, che hanno messo in ginocchio quell’area, quindi in Romagna, dove l’alluvione aveva già colpito duramente.

È stato deliberato, come detto, lo stato di emergenza in agosto del 2023. Sono stati stanziati questi 4,5 milioni che daranno una prima risposta alle prime emergenze. I primi 88 interventi sono previsti; la cosa importante, il messaggio importante che credo sia necessario dare è dare un segnale, perché come succede regolarmente in queste situazioni, le persone dopo l’emozione iniziale, la vicinanza che tutti riconoscono in queste situazioni, a fatti appena avvenuti, inevitabilmente il silenzio li mette in una condizione di disagio, di paura e di timore di essere abbandonati.

Nella nostra interrogazione quindi chiediamo quante domande sono pervenute ad oggi, a quanto ammontano i contributi richiesti per i primi rimborsi e quali sono i tempi di liquidazione, e se è già stata fatta una stima di ulteriori risorse eventualmente stanziabili per la seconda tranche.

È importante, come dicevo, dare un segnale, perché come avviene regolarmente in queste situazioni, le persone, dopo l’enfasi iniziale si sentano abbandonate.

So che anche l’assessore, anzi la vicepresidente Priolo e il presidente Bonaccini erano andati sul posto, perché proprio nei giorni scorsi ho avuto occasione di transitare in quelle zone e anche di fermarmi in un’attività commerciale che è stata duramente colpita. L’attività commerciale è stata ripristinata, ma l’abitazione dell’imprenditore, Andrea de “le Spighe”, e della sorella, che è proprio in adiacenza della loro attività commerciale, è ancora chiaramente devastata, scoperchiata in parte e demolita nell’altra parte. Si legge proprio nei loro occhi il timore, la paura e il timore dell’abbandono.

Quindi, credo sia importante oggi dare loro un segnale di vicinanza sia dal punto di vista emotivo, ma in particolare con risposte che possano metterli tranquilli dal punto di vista dei risarcimenti e del fatto di rimetterli il prima possibile in una condizione di poter operare nuovamente come prima degli eventi disastrosi. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi. Vicepresidente Priolo, prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente. Grazie, consigliere. Rispondo ovviamente a lei, ma anche al consigliere Pelloni. Ha fatto bene a precisare in apertura… Poi la risposta è un po’ più articolata e quindi gliela darò, però ha fatto bene a precisare in apertura che questo è il territorio che è stato colpito dall’evento dell’alluvione di maggio e faccio questa premessa perché tutti i Comuni, in modo unitario, ci hanno chiesto una proroga dei termini per la presentazione delle domande dei cittadini, perché sono impegnati nell’accogliere le domande di alluvione e nell’accogliere le domande legate al fortunale.

La scadenza della presentazione è proprio oggi. Quindi, è stata accolta la richiesta che è stata inviata al Dipartimento nazionale. Quindi, hanno prorogato la presentazione dei termini al 31 gennaio ovvero oggi. Le domande dovranno essere poi dopo lavorate e inoltrate all’Agenzia, che a sua volta avrà l’incombenza di trasmetterle al Dipartimento nazionale l’11 di marzo. Queste sono le tempistiche che sono state concordate con gli enti locali e che sono state accolte dal Dipartimento nazionale, proprio perché c’è una fatica in questa fase. Voi sapete che i Comuni ancora non stanno riuscendo ad assumere personale legato all’alluvione e quindi stanno facendo fatica a gestire tutte queste pratiche.

Questo non significa che non ci sia attenzione da parte dell’Amministrazione e assistenza alla popolazione. I bandi sono comunque bandi legati a 5.000 e a 20.000 euro, per cui i cittadini stanno presentando queste domande, però è ovvio che, essendo oggi la scadenza, io sarò in grado di fornire i dati che lei e il consigliere Pelloni mi avete chiesto a far data dall’11 di marzo, perché quella è la data che noi ufficialmente abbiamo concordato anche con il Dipartimento nazionale.

Nella domanda lei faceva riferimento anche al decreto 187 rispetto al quale preme evidenziare che il Piano degli interventi riporta, al capitolo 7, i contributi per l’autonoma sistemazione.

La direttiva che disciplina l’erogazione dei contributi per il CAS dei nuclei familiari sfollati dalla propria abitazione, in conseguenza degli eventi calamitosi, la cui domanda è da presentarsi in termini perentori anche questo entro il 31 gennaio al Comune, nel territorio in cui è ubicata l’abitazione, come avviene sempre in tutti i CAS.

Gli organismi istruttori, entro il 10 marzo, trasmetteranno all’Agenzia, per il periodo luglio 2023-febbraio 2024, l’elenco riepilogativo.

Questo per dire che i termini che avevamo dato sono stati faticosi per gli Enti, quindi abbiamo accolto la loro richiesta. Esattamente come abbiamo accolto la richiesta di prorogare il CIS in questi territori, abbiamo accolto anche la richiesta che ci hanno fatto di prorogare la data di oggi.

Quindi, consigliere, mi prendo l’impegno, a prescindere da un’interrogazione che lei e il consigliere Pelloni potrete presentare, mi faccio parte diligente per raccordarmi con lei e darle i dati già a far data dall’11 di marzo, sia per quanto riguarda il numero di domande, che per quanto riguarda l’importo che lei ha richiesto. Però, oggi oggettivamente è proprio impossibile.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente Priolo.

Prego, consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Grazie assessore, grazie vicepresidente.

Direi che al netto del fattore tempo, che sappiamo che quando si è in quelle condizioni è sempre uno dei fattori che pesano molto su chi ha dei danni, chi è fuori casa, chi ha le attività e le abitazioni devastate, però credo di potere, assieme a lei, dare un messaggio di speranza positivo per dire abbiate pazienza ancora un paio di mesi, più o meno. Da lì probabilmente, un mese e mezzo e poi ci saranno i tempi della burocrazia per poi poter attivare gli interventi, quindi ancora un paio di mesi, e da lì le cose dovrebbero quantomeno essere chiare e sapere, oltre al tempo, anche in quanta acqua si naviga, per usare un eufemismo.

Quindi, il messaggio che congiuntamente possiamo dare ad Andrea, scelgo lui come simbolo perché ci ho parlato recentemente, ma che possiamo dare a tutte le persone che sono nella sua condizione, è di avere ancora un po’ di pazienza e il problema è in fase di soluzione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7962

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se, nell’ambito di un più generale Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, sia prevista la definizione di un piano regionale per affrontare i rischi legati all’innalzamento del mare. A firma della Consigliera: Zamboni

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 7962, interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se nell’ambito di un più generale Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, sia prevista la definizione di un Piano regionale per affrontare i rischi legati all’innalzamento del mare. L’interrogazione è a firma della consigliera Zamboni.

Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Questa interrogazione di attualità a risposta immediata prende lo spunto da due studi che sono usciti pochi giorni fa: uno è pubblicato sulla rivista Scientific Reports, guidato dall’Università Tecnologica di Delft nei Paesi Bassi. È uno studio a cui ha partecipato anche l’Istituto Europeo sull’Economia e l’Ambiente di Milano e l’Università Ca’ Foscari di Venezia. In questo caso si è messa a punto un’analisi per valutare i costi legati all’innalzamento del livello del mare, danni valutati quindi in termini economici e quantificati in una quota veramente sbalorditiva intorno a 872 miliardi di euro entro il 2100.

I ricercatori hanno simulato i potenziali impatti economici dell’innalzamento del livello del mare per 271 Regioni europee da qui al 2100, in uno scenario che prevede livelli elevati di emissioni inquinanti e nessuna misura di protezione costiera, questo va detto. È quindi uno scenario business as usual, come si dice, come se non venisse messa in campo alcuna misura.

In particolar modo, hanno valutato uno scenario con un aumento della temperatura media globale di 4 gradi e un innalzamento medio del mare di 75 centimetri.

C’è da dire, comunque, che un altro studio, questo dell’Istituto nazionale di Geologia e Vulcanologia, che è stato condotto insieme all’Università olandese, ha preso spunto dal livello del mare che sta aumentando a velocità tripla nel Mediterraneo rispetto alle stime fatte finora. Hanno preso in esame circa 40.000 chilometri di coste che sono a rischio.

Da questo studio risulterebbe che tra le Regioni più a rischio dell’Europa ci sono proprio il Veneto al primo posto e la Regione Emilia-Romagna al secondo. Abbiamo a che fare quindi di nuovo con rappresentazioni di una situazione nota, che richiede una netta inversione di rotta dal punto di vista quindi della mitigazione; quindi, veramente lavorare sulla riduzione delle emissioni climalteranti, ma anche prendere misure per quanto riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici e quindi le sue conseguenze.

È noto che Europa Verde, anche in quest’aula, ha spesso sollevato il tema di un Piano di adattamento, che non vuol dire un Piano di rassegnazione ai danni del cambiamento climatico, ma di prevenzione per ridurne l’impatto.

Per cui, il question time riguarda questa specifica questione. Europa Verde chiede alla Giunta se, nell’ambito di un più generale Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, sia prevista in particolare e a che punto si trovi la definizione di un Piano regionale per affrontare i rischi legati all’innalzamento del livello del mare, come evidenziato nello studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports e in quest’altra dell’Istituto italiano di vulcanologia e geologia, e se a tale scopo intenda sollecitare un confronto con il Governo e le altre Regioni interessate per concordare modalità e investimenti adeguati per l’attuazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.

In poche parole, cosa si sta facendo a livello regionale e se c’è la volontà di spingere su quello nazionale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Prego, vicepresidente Priolo.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: In effetti, per rispondere a lei, consigliera, siccome il consigliere Mastacchi ci chiedeva in quanta acqua navigheremo, adesso parliamo di acqua di mare.

Lei ci chiede se, in particolare, è prevista e a che punto si trova la definizione di un Piano regionale per affrontare i rischi legati all’innalzamento del mare. Ci tengo a precisare che la tematica della pericolosità e del rischio di inondazione marina rappresenta uno dei temi sviluppati grazie alle conoscenze dei settori tecnici della nostra Regione all’interno del Piano gestione rischio alluvione, secondo ciclo, che è stato elaborato dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e che contiene una misura specifica per le aree a rischio potenziale significativo di alluvione (APSFR) così denominata, che ha come titolo la predisposizione della strategia di gestione integrata per la difesa della costa e adattamento ai cambiamenti climatici.

La Regione si è dotata della strategia di mitigazione e di adattamento, come lei sa, dal 2018. All’interno della delibera n. 187 sono previsti i rischi relativi all’innalzamento del livello del mare, che sono stati considerati indicando la necessità di dotarsi di una strategia di gestione integrata per la difesa e l’adattamento della Costa.

Per l’attuazione di tale misura, la Regione Emilia-Romagna, con il coordinamento tecnico del Settore Difesa del territorio, ha predisposto la strategia, ovvero la GIDAC, completata e pubblicata a dicembre del 2022 sul portale regionale Ambiente.

La strategia GIDAC, in base alle conoscenze già aggiornate sulle dinamiche e criticità del territorio costiero, sviluppate dalla Regione con la collaborazione della comunità scientifica regionale e nazionale, definisce vision, obiettivi e attenzioni che sono dirette a ridurre la vulnerabilità del territorio costiero, i fenomeni di erosione e i rischi legati all’innalzamento del livello del mare, come evidenziati dagli scenari previsionali prodotti dalla comunità scientifica internazionale e nazionale.

Lo strumento, inoltre, è già allineato relativamente diverse azioni indicatori per lo specifico ambito costiero con il Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, recentemente approvato dal MASE. Si sottolinea altresì che la Regione Emilia-Romagna, attraverso l’area Geologia, suoli e sismica, affronta da anni lo studio dei possibili impatti derivanti dai cambiamenti climatici e in particolare dall’innalzamento del livello del mare.

Nel 2016-2017, attraverso una collaborazione gratuita con l’Università di Urbino e con il centro di ricerca INGV, è stato condotto uno studio finalizzato a esaminare due aspetti: il possibile aumento delle aree allagabili per effetto di mareggiate con tempo di ritorno poco frequente e il possibile incremento delle aree con quota inferiore al livello del mare. Per le analisi sono stati utilizzati i dati altimetrici più accurati acquisiti dalla Regione e il modello di propagazione dell’onda marina messo a punto dalla stessa Regione al fine di elaborare le mappe di pericolosità e di inondazione marina ai sensi della Direttiva Alluvioni del 2007. I risultati dello studio sono stati validati dalla comunità scientifica e sono stati anche presentati nell’ambito di una conferenza nazionale con i maggiori esperti delle tematiche. Questo è avvenuto nel 2018 a Roma. Tutto ciò è un riferimento per i piani e le strategie regionali in ambito costiero.

Alla luce di quanto sopra esposto e della documentazione strategica e scientifica già prodotta nonché della recente approvazione del Piano nazionale di adattamento, con consegna alle Regioni della necessità di dotarsi anch’esse di un piano regionale di adattamento, come indicato nella NADEFR 2024, la Vicepresidenza sarà impegnata nei prossimi mesi in un aggiornamento della strategia per la mitigazione e l’adattamento per ciò che attiene alle azioni stesse.

Tale attività potrà contribuire a una futura elaborazione del Piano regionale di adattamento sia in termini di contenuti che di processo, in linea con le linee guida nazionali. Per quanto riguarda e attiene i rischi legati all’innalzamento del mare, terrà conto di quanto definito nella strategia della gestione integrata per la difesa e l’adattamento della costa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente Priolo.

Consigliera Zamboni, prego. 

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Ringrazio anche la vicepresidente per questa puntuale ricostruzione di tutto quanto ha messo in campo finora la Regione. Quindi, mi dichiaro soddisfatta, soprattutto alla luce di quanto detto nella parte finale della risposta dove si parla di un impegno specifico nel 2024 ad adattare la strategia di adattamento. Perché sappiamo bene che il fenomeno dei cambiamenti climatici è in accelerazione, come si è visto dagli studi dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia, ed è in rapida accelerazione anche l’innalzamento dei livelli del mare.

È chiaro che la strategia è il documento di riferimento di partenza, poi bisogna mettere in campo un vero e proprio Piano.

Quindi, la strategia è l’anteprima, è la premessa di un Piano che dovrà avere risorse adeguate.

Sulle risorse non ci sono state indicazioni nella risposta della vicepresidente e mi auguro che, come è successo per il Piano dell’aria che dalla strategia siamo passati al Piano, si passi anche in questo caso da una strategia a un Piano dotato di un pacchetto adeguato di risorse. Perché altrimenti facciamo dei Piani che restano sulla carta perché non abbiamo la strumentazione finanziaria per metterli in opera.

Grazie.

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 7965

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la necessità di azzerare il fenomeno della subsidenza di origine antropica per tutto il territorio della pianura emiliano-romagnola a partire dall’area della costa ferrarese e ravennate. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso all’interrogazione 7965: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la necessità di azzerare il fenomeno della subsidenza di origine antropica per tutto il territorio della pianura emiliano-romagnola a partire dall’area della costa ferrarese e ravennate.

L’interrogazione è a firma della consigliera Gibertoni.

Prego, consigliera.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente. Buongiorno, vicepresidente Priolo.

C’è un fantasma che si aggira lungo la costa emiliano-romagnola, la subsidenza. È un termine che nessuno vuole usare, non se ne parla, non la si pronuncia volentieri questa parola, la subsidenza. Si preferisce usare termini più generici, più vaghi, più incompleti, che non tengono conto dell’impatto antropico delle responsabilità umane e politiche del fatto che il territorio della Costa emiliano-romagnola, soprattutto nel ferrarese e nel ravennate, sta sprofondando.

Non c’è soltanto l’innalzamento delle acque, c’è l’attività antropica che di fatto ci fa perdere millimetri e centimetri negli anni.

Io credo che questa sia la più grande emergenza silenziosa di questa Regione. Questo è il primo motivo per cui ho fatto questo question time.

Il secondo motivo, invece, è che voglio dare merito alla direzione del Parco del Delta del Po, al direttore Massimiliano Costa, che in un’intervista di questo mese, uscita questo mese sulla stampa, ha evidenziato questo problema come il primo problema della zona del Parco del Delta del Po: finalmente, un primo problema, il più grave e il vero problema, a fronte di tantissimi allarmi, falsi problemi, altre cose messe in mezzo.

Io credo che questa intervista abbia avuto il merito al merito. Io quindi veramente, con questo question time… Infatti, nel question time cito più volte l’intervista al direttore Parco, che dice proprio che c’è un motivo di grave preoccupazione e ricorda a tutti, a chiunque l’abbia letta, penso, e io sono qui per ricordarlo alla Giunta, che la subsidenza oggi è alimentata anche da attività umane, soprattutto da attività umane, e non da oggi, ma dagli anni 50, ma non si è fatto nulla per rimediare agli errori del passato di cui noi soffriamo oggi.

Dice quindi, il direttore del Parco “gli ecosistemi si stanno modificando, e nelle valli gli effetti sono sotto gli occhi di tutti; i fondali si sono abbassati anche di oltre 30 centimetri”. E non voglio parlare solo di PIL, che pure è importante. Io voglio parlare di ecosistemi che si perdono. Io non voglio parlare soltanto di soldi, contro soldi che si perdono, i soldi che puoi al limite sostituire. Voglio parlare di cose insostituibili: flora, fauna, ambiente, che si distrugge e si perderà per sempre. Ci sarà un momento, infatti, lo dico alla vicepresidente, in cui anche la bilancia dei costi-benefici alla fine propenderà a favore, purtroppo, anzi, a sfavore, dei benefici, anche nell’intervenire con i soldi, che comunque è da fare. Ma non basta.

Quindi, cosa bisogna fare? Innanzitutto, pronunciare questo nome, parlare di subsidenza antropica, d’impatto che gli umani hanno utilizzato, hanno fatto, insomma, l’impatto umano voluto dalla politica, per esempio con le trivellazioni e con l’estrazione di liquidi, di fluidi dal sottosuolo, in particolare metano, acqua e idrocarburi. È questo il punto dell’impatto antropico, che fa sì che stiamo perdendo la costa. Quindi, il PIL, certamente, ma anche l’ecosistema.

Io sono interessata in particolare a porre al centro del mio question time i danni all’ecosistema. Ma c’è anche il PIL, ci sono i terreni agricoli, ci sono le possibilità di fare turismo sulle coste. Quindi, mi piacerebbe che la Giunta ne prendesse atto sia dal punto di vista dei soldi che vanno investiti, ma anche dal punto di vista dell’impatto antropico che va fermato.

Ascolto la risposta della vicepresidente.

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla vicepresidente per la risposta.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Quindi, se c’è l’innalzamento dei mari e la subsidenza, siamo in una visione unitaria di quello che accade nella nostra Regione.

Però, consigliera, mi preme sottolineare che ci sarà la subsidenza naturale che lei però deve conoscere, perché è un fenomeno che riguarda il nostro territorio ed è provato scientificamente. Capisco che oggi l’attenzione debba essere giustamente rivolta anche all’azione umana e all’impatto antropico che noi possiamo avere e su cui dobbiamo adottare delle strategie, ma la pianura costiera dell’Emilia-Romagna è interessata, in particolar modo, da subsidenza naturale, che è un fenomeno causato dalla compattazione dei sedimenti, dallo sprofondamento tettonico della pianura emiliano-romagnola al di sotto dell’Appennino settentrionale. La velocità della subsidenza naturale è di alcuni millimetri all’anno ed è maggiore dove i sedimenti sono più recenti, ovvero soprattutto nella zona del Delta padano, che lei ha richiamato.

A tal proposito, l’affermazione secondo la quale il litorale emiliano-romagnolo risulterebbe essere uno dei pochi soggetti a subsidenza non mi trova d’accordo. Infatti, tutte le piane costiere, in particolare quelle deltizie di recente formazione, come quella padana, sono caratterizzate dalla presenza di sedimenti fini, con elevatissimi tassi di compattazione naturale, che si traduce in tassi di subsidenza elevati.

Ciò è vero sia a livello mondiale sia nazionale, dove il fenomeno interessa la Pianura Padana veneta e quella pontina (la fonte è ISPRA, non la Regione Emilia-Romagna) ed alcune piane costiere come quelle pugliesi.  Altra cosa è la subsidenza, come diceva lei, antropica, dovuta prevalentemente all’emungimento di fluidi (acqua e idrocarburi) dal sottosuolo, rispetto alla quale questa Regione, già negli anni Ottanta, si è attivata nel predisporre e attuare azioni di salvaguardia e di corretta gestione del territorio, introducendo misure atte alla tutela del suolo, del sottosuolo e delle acque.

Infatti, a decorrere dal 1976, la Regione aveva assunto una serie di misure per arginare il fenomeno della subsidenza concretizzatesi pienamente a seguito dell’emanazione della legge 10 dicembre 1980, n. 845, ovvero protezione del territorio del Comune di Ravenna dal fenomeno della subsidenza e dell’adozione nel 1983 del Piano controllo degli emungimenti.

Benché la citata legge n. 845 fosse innanzitutto indirizzata alla protezione del territorio del Comune di Ravenna dal fenomeno della subsidenza, che presentava caratteri di particolare gravità, nel Piano sono stati introdotti una serie di vincoli e limitazioni anche per i territori della provincia di Bologna e Forlì, che all’epoca ricomprendeva anche il territorio della provincia di Rimini, comunque interessati dal fenomeno.

Al fine di verificare l’andamento di tale fenomeno, anche in relazione alle azioni e alle misure intraprese da questa Regione, si è attivato già negli anni Ottanta, e quindi successivamente, un monitoraggio che attualmente è effettuato da ARPAE.

La strategia individuata, tesa al contenimento del fenomeno della subsidenza, è stata riconfermata anche nell’ambito della successiva pianificazione regionale distrettuale in materia della tutela della risorsa idrica. Infatti, nel Piano di tutela del 2005 sono state messe in atto numerose misure finalizzate al recupero dei livelli di falda dei corpi idrici sotterranei, che presentano criticità per lo stato quantitativo a cui si sono aggiunte quelle previste per il medesimo fine, nell’ambito dei Piani di gestione distrettuali, elaborati ai sensi della direttiva del quadro acque.

Attualmente ARPAE effettua per conto della Regione il monitoraggio della subsidenza a scala areale regionale con frequenza quinquennale, al fine di monitorare le variazioni nel tempo. Come riportato nell’ultimo report, “Monitoraggio dei movimenti verticali del suolo e aggiornamento della cartografia di subsidenza nella pianura dell’Emilia-Romagna periodo 2016-2021”, sul litorale continuano le tendenze, già manifestatesi, ad una diminuzione della subsidenza dove le velocità verticali non superano i 10 millimetri all’anno, che si raggiungono nella zona della foce dei fiumi uniti tra Lido Adriano e Lido Dante. Le velocità riscontrate nell’ultimo periodo risultano in attenuazione rispetto a quelle del periodo 2011-2016, in particolare da Ravenna a Rimini, dove le velocità di Lido di Dante si sono circa dimezzate.

Si evidenzia inoltre che, dall’analisi effettuata per il 2016-2021, benché i prelievi da acque sotterranee nell’areale considerato si siano stabilizzati o siano diminuiti, i livelli di falda, il cui abbassamento può concorrere al fenomeno della subsidenza, sono diminuiti in modo generalizzato in tutte le tipologie di corpi idrici sotterranei di pianura dell’Emilia-Romagna. Questo fa pensare che le condizioni climatiche connesse al cambiamento climatico in atto, in particolare le precipitazioni, a parità di prelievi idrici da acque sotterranee, possano influire sul regime di ricarica degli acquiferi e avere effetti sulle variazioni verticali del suolo.

Queste sono fonti di ARPAE. Abbiamo tutti difeso ARPAE. Quindi, siamo consapevoli che il lavoro che è stato condotto ci sta portando, da questo punto… Lei non è soddisfatta del lavoro di ARPAE.

 

(interruzione)

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Ah, lei non ha difeso ARPAE. Va bene, l’hanno difesa tutti tranne che lei. Però, da questo punto di vista, sono rilievi scientifici che ci dimostrano che le strategie che stiamo mettendo in atto stanno dimostrando una controtendenza. Che poi si debba continuare e il Piano di tutela delle acque che abbiamo intrapreso debba comunque avere questo aspetto nei suoi obiettivi lo sappiamo, continueremo. Quello che stiamo dicendo è che dobbiamo limitare il prelievo dei corpi sotterranei, quindi dalle nostre riserve principali, e continueremo, da questo punto di vista, in questa direzione, attraverso le nuove strategie che metteremo in atto.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie, vicepresidente.

La parola alla consigliera per la replica.

 

GIBERTONI: Io penso che, puntuale come la subsidenza, arriva la mancanza di volontà da parte della Giunta di riconoscere il problema. Come si fa? Certo che le cause sono geologiche all’inizio, ma ho già chiarito. Poi, non posso rileggere tutto il question time. Lei sicuramente l’ha letto oppure i suoi uffici.

Dagli anni Cinquanta l’impatto antropico è evidente. Le estrazioni di fluidi e di metano sono evidenti, quindi appesantire… Le cause geologiche sono un’emergenza lenta, ma inesorabile e inarrestabile, quindi irrecuperabile sotto certi aspetti. Metterci il carico da novanta dell’impatto politico, umano, antropico sembra chissà che cosa. Siete voi, comunque, sono i decisori politici che decidono questo.

Cosa bisognerebbe fare? Bisognerebbe applicare il famoso, leggendario, quella leggenda urbana del principio di precauzione, perché questa è un’emergenza ferale.

Dopodiché, per me se qualcuno ha qualità di statista, lo statista lo può fare anche in Regione e lo può fare ovunque.

Mi piacerebbe riaggiornare il termine. Cos’è oggi uno statista? Secondo me è qualcuno che tiene insieme il pragmatismo quotidiano con la lunga, la lunghissima gittata.

Quindi è qualcuno che sia in Regione, sia sui territori, sia a Roma, dove auguro agli statisti veri di andare, è qualcuno che riesce anche a sopportare e affrontare il fatto che non sempre vedrà i frutti di ciò che semina oggi.

Quindi, quando lei mi dice non più di 10 millimetri, abbiamo già detto che il Lido di Dante ha perso 35 centimetri negli ultimi anni, è ovvio che se si affronta la politica come un pragmatismo, giorno dopo giorno, orto dopo orto, orticello dopo orticello, cosa sono 10 millimetri in un anno? Balle, capricci.

Di fatto, se si affronta invece la politica come la lunga gittata, la visione di lungo periodo, allora questa è l’emergenza silenzioso più importante della Regione.

Cosa bisognerebbe fare? Azzerare le estrazioni di fluidi dal sottosuolo, acque idrocarburi, risistemare tutte le opere di difesa idraulica e della rete di scolo, difendere il territorio del cuneo salino e dell’inversione marina che sono i veri problemi, ad esempio, del Parco del Delta, e non sono certo un daino che bruca una foglia d’erba. È l’inversione marina e il cuneo salino.

Bisogna poi fare anche sistema di informazione, perché se questo tema resta un argomento per iniziati e addetti ai lavori, che addirittura subsidenza sembra una roba come se uno deve guardare sul dizionario, invece dovrebbe essere linguaggio emiliano-romagnolo comune, perché lo affrontiamo sia per chi si interessa solo di PIL, sia per chi si interessa di ambiente, sia per chi si interessa di natura, sia per chi un minimo avrebbe qualità di statista ma guarda spesso soltanto il proprio orto.

Quindi, se si riesce a far uscire subsidenza dall’agenda degli iniziati, allora secondo me potrebbe anche diventare qualcosa di dominio comune. Perché sennò non ci saranno mai le risorse necessarie, secondo me, né la volontà per imporre misure drastiche che sono quelle necessarie.

Poi bisogna fare informazioni corretta, perché estrarre metano non è ininfluente, non è irrilevante. Estrarre liquidi e torturare un sottosuolo subsidente, che già e subsidente di suo, come ricordava, per cause geologiche. Non è che noi possiamo dire, già sei subsidente di tuo; quindi, noi ti torturiamo ancora di più, perché già tu sprofondavi e noi ti facciamo sprofondare tre volte tanto. Anche perché i dati ci dicono che in ogni caso l’impatto antropico è uguale o maggiore di quello dovuto alle cause geologiche, che sono sicuramente inarrestabile, mentre l’impatto antropico è arrestabile, si potrebbe fare nel giro di pochi giorni.

Credo che questa cosa sia meritevole di attenzione anche dal punto di vista di una dichiarazione di stato di emergenza.

Se vogliamo dirci – che ne so – che è il Governo che è cattivo perché ci impone le trivellazioni, che non possiamo, eccetera, dichiariamo lo stato di emergenza. La subsidenza caratterizza purtroppo proprio il nostro territorio, in particolare le province di Ferrara e Ravenna, e penso che o noi improntiamo tutte le politiche per sconfiggere e contrastare questo fenomeno; oppure, stiamo come al solito guardando come i famosi personaggi bolognesi, definiti umarell, che guardano i cantieri e sperano che il cantiere non venga giù.

 

OGGETTO 7967

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai ristori per il patrimonio culturale ceramico alluvionato. A firma della Consigliera: Rontini

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso all’interrogazione di attualità a risposta immediata in aula n. 7967.

L’interrogazione è in merito ai ristori per il patrimonio culturale ceramico alluvionato. È a firma della consigliera Rontini, che ha la parola per l’illustrazione.  

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Torno in quest’aula su un tema che mi è caro, quello degli eventi alluvionali, che nel maggio 2023 si sono abbattuti sulla Romagna, sul territorio emiliano-romagnolo.

In particolare, oggi mi occupo di un tema che interessa la mia città, quella di Faenza, dove gli eventi alluvionali hanno arrecato gravi danni non solo al patrimonio culturale pubblico, ma anche alle attività e ai soggetti privati che operano nel settore della produzione e della conservazione della cultura ceramica faentina.

Diversi laboratori di ceramica, botteghe, musei e studi di artisti hanno visto allagati i propri locali e subìto conseguenze. Si tratta di una comunità di soggetti variegata, innanzitutto per natura giuridica, alcuni dei quali anche a seguito della legge 10 febbraio 2022 n. 2 sono stati riconosciuti come case-studio delle persone illustri dell’Emilia-Romagna, variegati anche per tipologie, naturalmente e per entità dei danni subìti.

Naturalmente, ciò non toglie – lo voglio dire come premessa per non essere fraintesa – che la primaria esigenza rimane quella di mettere in sicurezza il territorio e dare risposte alle famiglie e alle imprese danneggiate. La nostra città però vive anche questa specificità: il settore culturale privato e quello dei soggetti privi di lucro non è ricompreso nelle ordinanze per il ristoro dei danni adottate ad oggi dal Commissario straordinario alla ricostruzione.

Come è noto, nell’ordinanza n. 14, quella che si occupa di dare ristori ai privati e alle famiglie, è prevista la sola possibilità di effettuare la ricognizione dei beni mobili distrutti o danneggiati attraverso perizie asseverate in attesa che il Governo, spiace ripeterlo, ma lo faccio come dato di fatto, senza polemica alcuna, ancora non abbia messo in atto le modifiche normative funzionali a dare concretezza al rimborso al 100 per cento dei danni più volte promesso.

Come è noto, anche nei giorni scorsi, il 23 gennaio, vado a memoria, se non erro, nelle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei deputati sono stati bocciati tutti gli emendamenti al decreto-legge Energia che si occupava anche degli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 in Emilia-Romagna, volti a prevedere, tra le coperture di spesa, gli indennizzi dei beni mobili per le famiglie, la proposta di credito d’imposta per le imprese, la proroga del pagamento dei mutui con Cassa depositi e prestiti per gli investimenti pubblici dei Comuni dall’alluvione.

Tra i soggetti privati con o senza scopo di lucro che citavo prima, è emerso in queste settimane un interrogativo, una preoccupazione legata al fatto che, se il meccanismo sarà lo stesso che oggi è previsto per le famiglie, ovvero quello di una perizia asseverata previa, stante la particolarità di questo settore, ci si chiede, diciamo così, di poter interloquire fin da ora con il Governo, con la struttura commissariale, affinché, in attesa delle necessarie coperture economiche da prevedersi nel bilancio dello Stato, vengano unitariamente e inequivocabilmente individuate le caratteristiche dei soggetti asseverati che potranno andare a occuparsi di quelle perizie, che potranno andare a periziare i danni subiti dai soggetti privati operanti per la produzione, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale ceramico al fine di una loro corretta quantificazione, del loro naturalmente successivo indennizzo con criteri il più possibile condivisi fin dall’inizio, stante la peculiarità del settore che ho cercato brevemente di descrivere nelle premesse di questo question time.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde la vicepresidente Priolo.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Consigliera, sta diventando per noi una consuetudine opportuna, direi, questa delle domande di attualità, perché diamo anche gli altri consiglieri l’opportunità di comprendere il quadro e il perimetro all’interno del quale ci stiamo muovendo. Ha ragione, le confermo che i beni mobili… Nonostante, mi creda, tutte le modalità di presentazione degli emendamenti.

Li abbiamo provati a mandare alla struttura commissariale. Li abbiamo provati a discutere nelle competenti Conferenze e quindi Commissioni regionali per l’approvazione poi, dopo, nella Conferenza unificata Stato-Regioni. Li abbiamo provati a inoltrare a tutti i parlamentari, di tutti i colori politici. Non abbiamo utilizzato soltanto i parlamentari del PD, ma abbiamo provato a inoltrare gli emendamenti… Io stessa personalmente, quando incontro i parlamentari in loco – l’ultima l’ho incontrata nell’ultimo sopralluogo dell’11 gennaio di Figliulo –, ho provato anche con i parlamentari degli altri colori politici a chiedere che vengano previsti i beni mobili.

Nell’ultimo Decreto Energia che lei ha citato è stata posta la fiducia, per cui non è stato possibile presentare nessun emendamento. Quindi, noi continueremo in ogni veicolo normativo necessario a presentare gli emendamenti. Ci vuole una volontà di inserire i beni mobili dei nostri cittadini, perché ce lo chiedono alla fine loro. Non mi interessano i proclami del Governo, mi interessano i risultati per i nostri cittadini.

Per quanto invece attiene la specificità che ha posto lei nella sua domanda, mi sono permessa di inoltrare ovviamente per competenza alla struttura commissariale quanto lei mi ha chiesto e ieri sera ho ottenuto la risposta, che le leggo testualmente e che dice: “Gentile vicepresidente, data la tematica esposta, nella considerazione che la filiera produttiva in questione già opera in stretta sinergia con quelle professionalità maggiormente idonee alle valutazioni tecnico-artistiche del patrimonio oggetto della presente interrogazione, specificatamente la fattispecie delle ceramiche faentine, che prevede una peculiare expertise nel settore, sarà cura delle predette aziende l’individuazione di tali tipologie di periti. Fermo restando quanto evidenziato, questa struttura commissariale rimane a disposizione per ogni ulteriore forma di collaborazione ritenuta utile al riguardo”.

Posto che temo che la struttura non abbia ben compreso che non siamo nell’ambito delle attività imprenditoriali ma, come lei ha sottolineato, nell’ambito, la voglio derubricare, dell’ordinanza che deve ancora uscire sul Terzo settore e di cui stiamo discutendo da qualche mese con la struttura commissariale, credo che in quell’ambito torneremo a discutere con la struttura, che verrà da me la prossima settimana, perché questa settimana non è venuta in Regione, per porre nuovamente la questione.

Dopodiché, insieme al collega Felicori, che si occupa dal punto di vista culturale di questo patrimonio importante, o, insieme al collega Colla, se lei ritenesse utile, potremmo incontrare le persone che le hanno posto questo quesito per approfondire ulteriormente, qualora lo riteniate utile, e per comprendere quali sono esattamente le questioni che possiamo porre e che dobbiamo risolvere. Perché per noi il patrimonio ceramico faentino è un patrimonio regionale importante, inestimabile, di cui si trova traccia anche nei musei internazionali fuori dall’Italia. Perché le tracce delle ceramiche faentine sono risalenti nei secoli e noi abbiamo bisogno di preservare anche questa tipicità.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Per la replica, diamo la parola alla consigliera Rontini.

 

RONTINI: Grazie.

Cercherò di essere telegrafica, visto che mi resta solo un minuto.

Innanzitutto, è bene che la Regione continui a far sì che i beni mobili alluvionati vengano ricompresi tra quelli indennizzabili. Auspico, come sempre, che questo prima o poi diventi una battaglia di tutti gli emiliano-romagnoli, indipendentemente dal colore politico.

Secondo. Grazie nuovamente alla presidente Priolo per l’attenzione, l’impegno e la cura con cui segue le popolazioni alluvionate, lo ha testimoniato anche con la sua risposta di questa mattina.

Mi permetterete invece, ma mi riservo di rileggere meglio il testo scritto della vicepresidente, di dire che resto un po’ basita dalla risposta della struttura commissariale.

È pur vero che noi di Faenza siamo abituati a fare senza, però mi pare di capire che nella risposta si dica che quei soggetti hanno le conoscenze per poter trovare gli asseveratori.

È chiaro che se io ho posto questo question time questa mattina è perché ho avuto un’interlocuzione ripetuta in queste settimane con quei soggetti che chiedevano, come ho cercato di spiegare ma evidentemente non l’ho fatto sufficientemente, chiedono di poter condividere fin dall’inizio un percorso.

Ci tengo a ribadire, prioritaria è la messa in sicurezza e i ristori delle famiglie, ma c’è anche il tema del patrimonio culturale pubblico e privato.

Auspico che quando la struttura tornerà qua in Emilia-Romagna - dovrebbe starci H24 e quotidianamente, non una settimana sì e una settimana no - ci sia l’occasione di spiegare meglio e direttamente, quindi sicuramente in quel caso senza fraintendimenti, questa peculiarità.

Perché Faenza è sinonimo di ceramica nel mondo, faïance deriva da Faenza, e quindi per noi non solo è un tratto importante della nostra identità culturale cittadina, ma è un settore economico che dà poi tante soddisfazioni e anche lavoro a tante persone.

Grazie.

 

OGGETTO 7963

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta ritenga opportuno modificare la delibera 2078/2023 sulla base di nuove e aggiornate valutazioni delle frane e di una ricognizione complessiva del fenomeno, al fine di evitare disparità di trattamento tra gli enti. A firma del Consigliere: Pompignoli

 

PRESIDENTE (Zamboni): Siamo arrivati all’ultima interrogazione, la 7963: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula, per sapere se la Giunta ritenga opportuno modificare la delibera 2078/2023 sulla base di nuove aggiornate valutazioni delle frane e di una ricognizione complessiva del fenomeno al fine di evitare disparità di trattamento tra enti.

L’interrogazione è a firma del consigliere Pompignoli, che ha la parola per l’illustrazione.

POMPIGNOLI: Grazie, presidente.

Parliamo di una delibera, la 2078 del 2023, con la quale la Regione Emilia-Romagna ha deciso di assegnare ai Comuni colpiti dall’alluvione circa 5 milioni di euro. Questi 5 milioni, ricordo, erano parte di quelle somme che sono state donate alla Regione Emilia-Romagna proprio sulla raccolta fondi per l’alluvione, per sostenere queste somme e interventi finalizzati al superamento di situazioni di fragilità economica e sociale.

Mi concentrerò, visto che c’è stata la ripartizione di questi 5 milioni, sul milione che era destinato – che dovrebbe essere destinato, e non so se sia stato già destinato – ai Comuni colpiti dall’alluvione, in misura, come calcolo identificato in questa DGR, proporzionale alla numerosità delle frane censite dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile.

Il problema qual è stato? Il problema è stato che l’Agenzia regionale per la Protezione civile ha fatto una valutazione di censimento delle frane, sulla quale poi è stata fatta quota parte un’attribuzione di somme in percentuale al numero delle frane che sono state individuate dall’Agenzia regionale per la Protezione civile.

Da questa distinzione e da questa attribuzione si è notato come vi siano Comuni per i quali sono state attribuite somme, e una percentuale di frane “x”, e Comuni che hanno ricevuto ulteriori somme, ma con una percentuale di frane che certamente sono inferiori rispetto a quelle per le quali i Comuni che hanno ricevuto meno soldi sia stato fatto questo tipo di risultato.

Nello specifico, cioè, ci sono stati due tipi di valutazioni: l’Agenzia ha fatto una tabella che è indicata nella DGR; invece, a seguito di una ricognizione probabilmente ancora più minuziosa, il Nucleo dei Carabinieri che fanno parte della Forestale ha fatto un’ulteriore tabella, che è totalmente difforme dalla prima.

Delle due l’una: occorre capire quale ricognizione sia esatta, se quella dell’Agenzia della Protezione civile, oppure dei Forestali.

Pare, e qui aggiungo due note di colore prima di lasciare la parola all’assessore Taruffi, che ci siano e siano state evidenziate delle difformità. La prima nota di colore è quella per la quale già ieri mattina, durante la nostra sessione di aula, è stata data risposta dall’assessore Taruffi ad un’interrogazione presentata sette giorni fa da un consigliere del PD rispetto alla quale questa interrogazione e questa risposta hanno già dato una serie di indicazioni.

La seconda nota di colore è che pare paradossale che, insomma, normalmente, quando noi chiediamo l’interrogazione a risposta scritta ci vogliono più di trenta giorni, in soli sette giorni sia arrivata misteriosamente questa risposta da parte dell’assessore Taruffi. Ovviamente, questa risposta è già stata diramata a tutti i sindaci delle comunità colpite, guarda caso proprio dopo che noi abbiamo depositato il question time.

Quindi, già ringrazio l’assessore per aver celermente, ancora prima di rispondere oggi in aula, dato indicazioni a tutti di quelle che sono state le richieste, le domande che abbiamo fatto in un’interrogazione.

Adesso mi taccio e cerco di capire esattamente quali siano le risposte date. Con una piccola peculiarità e precisione, assessore Taruffi, le chiedo se queste somme sono già state erogate, cioè quelle della delibera.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde l’assessore Taruffi.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ringrazio anche il consigliere Pompignoli che, così come altri consiglieri del territorio in cui sono stati eletti, ovviamente, rappresenta le necessità puntuali di quel territorio.

Abbiamo risposto alle interrogazioni che sono pervenute sul tema perché, ovviamente, insistendo sul medesimo oggetto dell’interrogazione a risposta immediata che ha posto il consigliere Pompignoli, ci hanno consentito di assommare la stessa risposta per più oggetti che sono arrivati alla nostra attenzione, anche in considerazione del fatto che le interlocuzioni in queste settimane sono avvenute anche direttamente con i sindaci dei Comuni interessati.

Ricordava correttamente il consigliere Pompignoli, che parliamo di risorse che abbiamo destinato tra quelle che abbiamo raccolto grazie alla donazione di contributi di cittadini e imprese, a favore, più generale, dei territori colpiti. In particolare, parliamo di risorse, 5 milioni, che abbiamo messo a disposizione dei Comuni colpiti dagli eventi del maggio scorso, in particolar modo per sostegni di natura sociale e quindi erogazione di contributi economici, sostegno al pagamento di affitti e utenze, attivazioni di prestiti sull’onore, erogazione di buoni spesa per l’acquisto di generi alimentari, attivazione di forme di sostegno socioeducativo e altre misure simili, ovviamente supporto e accompagnamento alle situazioni di fragilità o disabilità.

Questo è un pochino il quadro nel quale ci muoviamo. Abbiamo tenuto a riferimento, per ripartire le risorse, questi 5 milioni di euro, come veniva ricordato, un elenco disponibile alla Regione all’inizio di novembre 2023, quando è iniziato il processo e l’iter amministrativo. La delibera, come veniva ricordato, è stata assunta verso la fine del 2023, nel mese di dicembre, e abbiamo fatto riferimento a quelli che in quel momento erano i dati che avevamo in possesso.

Siccome poi sono sopraggiunti ulteriori elementi che hanno completato il quadro dei movimenti franosi che hanno colpito i diversi comuni, ovviamente l’elenco faceva riferimento… Banalmente i comuni più colpiti avrebbero avuto un contributo maggiore degli altri. Quindi, dovendo aggiornare quell’elenco e quel censimento, anche in relazione alla rilevazione ufficiale che stiamo mettendo in campo con una perimetrazione dei movimenti franosi che coinvolge l’Autorità di bacino, l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio, rilevazione che si concluderà nelle prossime settimane, noi siamo nella condizione, nel mese di marzo, di addivenire, su una base di dati ancora più completa e certificata, all’integrazione della delibera n. 2078/2023, così come auspicato dal consigliere Pompignoli.

Quindi rispondo affermativamente rispetto alla questione posta. Per quanto riguarda l’erogazione dei contributi e concretamente è in corso di esecuzione e le amministrazioni potranno beneficiare quanto prima di queste risorse, che sono ovviamente preziose. Le riteniamo importanti, per cui la risposta è positiva rispetto alla questione e alla sollecitazione posta dal consigliere Pompignoli, così come da altri consiglieri nel corso delle settimane scorse. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Pompignoli per la replica.

 

POMPIGNOLI: Grazie, assessore. Due questioni, però, le vorrei sottoporre, rispetto alla sua risposta. In particolar modo sono due questioni di carattere meramente tecnico.

È stata stabilita l’erogazione di un milione rispetto a quei 5 milioni che abbiamo detto nella DGR. In questa ripartizione, io faccio un esempio proprio banale.

Il Comune di Bertinoro era stato indicato nella DGR del 2023 come uno dei Comuni più colpiti dal punto di vista del numero delle frane, tanto che sono stati assegnati al Comune di Bertinoro x mila euro, parlo di 50.000 euro.

In realtà, un mese dopo è stato fatto un censimento probabilmente diverso e il Comune di Bertinoro è tra gli ultimi, tanto che, ad esempio, faccio l’esempio del Comune di Sarsina al quale invece era stato stabilito un numero di frane molto inferiore, venivano erogati circa 11.000 euro contro i 54 di Bertinoro.

Con la nuova riqualificazione e censimento abbiamo il Comune di Sarsina che risulta quasi essere il primo per numero di frane, come censimento.

Quello che stona è questo. Non sono arrivati ancora i contributi, questo glielo garantisco, perché sentendo i sindaci, come sentono anche gli altri consiglieri li sento anch’io, è arrivato al momento zero, sulla base di una DGR del 2023, quindi ancora non sono state erogate alcune somme.

Ma ora la domanda nasce spontanea, diceva qualcuno. Vista la nuova classificazione che dovrete ancora fare, perché avete incaricato addirittura le università e quant’altro e si andrà a marzo, se verrà riconosciuto un numero di frane inferiore rispetto a quelle identificate nella DGR, i soldi che attualmente già i Comuni hanno messo a bilancio sulla base della DGR, verranno aumentati o diminuiti? Cioè, se il Comune di Bertinoro X, che ha preso tanto ma in realtà doveva avere poco, glieli richiedete indietro? O integrate il fondo dal punto di vista economico su quel milione? Perché è qui che non si riesce bene a capire la questione.

Su questo non mi ritengo assolutamente soddisfatto della risposta data che, seppur positiva da un lato, è negativa dall’altra, perché oggi siamo in completa impasse. Cioè, non sappiamo il numero delle frane, lo dovete rifare e avete incaricato altri, non sappiamo se integrate le risorse, se quelle destinate nella DGR a cui i Comuni hanno fatto affidamento oggi saranno quelle reali, oppure no. Cioè, siamo in completo impasse.

Per cui cerchiamo di capire e dare una linea certa ai Comuni rispetto ai fondi che devono arrivare, perché diversamente si crea confusione.

Quindi, sulla base del dato ovviamente monitorerò, esattamente di qui a marzo, quello che arriverà ai nuovi censimenti e vedremo poi a marzo, con un nuovo question time, di fare il punto della situazione proprio sulle risorse che dovranno essere assegnate.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Abbiamo esaurito, con questa interrogazione a risposta immediata tutte le interrogazioni pervenute per il question time.

Quindi, passiamo agli atti amministrativi.

 

OGGETTO 7870

Ratifica, ai sensi dell’art. 13, comma 2, dello Statuto, del rinnovo del Protocollo operativo concernente la collaborazione sanitaria e sociosanitaria, tecnico-scientifica, amministrativa e la fornitura di prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali tra la Regione Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino e definizione della disciplina transitoria, di cui alla delibera dell’Assemblea legislativa n. 135 del 31 gennaio 2018. (155)

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Siamo all’oggetto 7870: ratifica, ai sensi dell’articolo 13, comma 2, dello Statuto, del rinnovo del Protocollo operativo concernente la collaborazione sanitaria e sociosanitaria, tecnico-scientifica, amministrativa e la fornitura di prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali tra la Regione Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino e definizione della disciplina transitoria di cui alla delibera dell’Assemblea legislativa n. 135 del 31 gennaio 2018. Ricordo che la Commissione bilancio affari generali ed istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 24 gennaio 2024 con la seguente votazione: 40 voti a favore, nessun contrario e nessun astenuto.

Passiamo quindi adesso alla discussione generale.

È aperta l’iscrizione per intervenire nella discussione. Non vedo nessuna richiesta di intervento. Se così resta, allora passiamo alle dichiarazioni di voto.

Anche in dichiarazione di voto non vedo richieste di intervento. Nominiamo quindi gli scrutatori: Pillati, Daffadà, Evangelisti.

Consigliere Daffadà, lei è in direzione, quindi per forza l’occhio cade su di lei. Inoltre, ci fidiamo delle sue abilità di scrutatore.

Aspettiamo se c’è qualcuno nei corridoi. Nessuno di voi ha chiesto di dichiarare.

Votiamo sul provvedimento, per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato all’unanimità.

 

OGGETTO 7759

Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere e accompagnare la candidatura del “Volontariato dell’Emilia-Romagna” all’ingresso nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Amico, Soncini, Mori, Costa, Caliandro, Marchetti Francesca, Mumolo, Gerace, Dalfiume, Daffadà, Bulbi, Rontini

(Approvazione)

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso agli atti di indirizzo.

Cominciamo con la risoluzione 7759: risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere e accompagnare la candidatura del “Volontariato dell’Emilia-Romagna” all’ingresso nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.

La risoluzione è a firma dei consiglieri Bondavalli, Amico, Soncini, Mori, Costa, Caliandro, Marchetti Francesca, Mumolo, Gerace, Dalfiume, Daffadà.

Apriamo la discussione generale.

Nessuno vuole neanche illustrare la risoluzione? Era già stata illustrata.

Nessuno chiede di intervenire in dibattito?

Nessuno chiede di intervenire nella discussione generale?

Dichiarazioni di voto?

Passiamo alla votazione.

Riconfermiamo come scrutatori i consiglieri Pillati, Daffadà, Evangelisti.

Votiamo per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

(La risoluzione oggetto 7759 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Sull’ordine dei lavori

 

PRESIDENTE (Zamboni): Scusate, con tutta evidenza non posso mettere in discussione la risoluzione di cui sono prima firmataria, quindi dovremmo passare alla risoluzione 7044. Scusate, siamo ancora in corso di Assemblea. Non è la ricreazione.

Quindi, dovremmo passare alla risoluzione 7044, di cui è prima firmataria la consigliera Castaldini, che però, per motivi personali, non può essere in aula. Ha chiesto di poterla rinviare alla prossima seduta. È chiaro che non è questo il procedimento, però, se non ci sono posizioni contrarie a questo rinvio, come atto di cortesia, potremmo accogliere la richiesta.

Se qualcuno ha qualcosa in contrario, lo dice e lo mettiamo ai voti.

Consigliera Zappaterra, prego. 

 

ZAPPATERRA: Scusi, presidente, però, considerato che il precedente poi incide per tutti, io credo che non siamo noi a decidere se va in Commissione, se viene rinviata. Quindi, viene ritirata e basta. Se il proponente non c’è, credo sia sbagliato anche decidere al posto suo. Magari sarà assente anche alla prossima aula, quindi farà una valutazione lei quando reinserirla.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera Zappaterra, è stata una richiesta che è arrivata dalla consigliera Castaldini, sennò ovviamente non ve l’avrei proposto.

Possiamo mettere ai voti il rinvio e decidere. Sennò la trattiamo e, non essendoci la prima firmataria, diventa problematico trattarla.

Consigliere Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Guardi, presidente, il problema è risolto. È arrivata la presidente Petitti, quindi possiamo riprendere l’ordine a partire dalla sua risoluzione, visto che siamo perfettamente nei tempi e non abbiamo ancora deciso nulla.

Quando arriviamo a quella della collega Castaldini, io sono perché decada, ma a quel punto aggiorneremo la discussione.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

OGGETTO 7161

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad aderire alla Campagna “Italia, ripensaci” e a farsi portavoce presso il Governo italiano al fine di invitarlo a sostenere il percorso iniziato con l’adozione del Trattato sulla Proibizione della Armi Nucleari. A firma della Consigliera: Zamboni.

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo all’oggetto 7161: risoluzione che impegna la Giunta regionale ad aderire alla campagna “Italia ripensaci” e a farsi portavoce presso il Governo italiano al fine di invitarlo a sostenere il percorso iniziato con l’adozione del Trattato sulla Proibizione delle armi nucleari.

La risoluzione è a firma della consigliera Zamboni.

Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Scusate, sto cercando il testo. Grazie.

Questa risoluzione fa riferimento a un trattato, che è stato approvato dall’ONU, contro la detenzione delle armi nucleari.

Nelle premesse ricordo che le armi nucleari continuano a rappresentare una delle più gravi minacce non solo alla pace e alla sicurezza internazionale, ma anche alla sopravvivenza della specie umana e del pianeta.

Recentemente il comitato scientifico del Bollettino degli Scienziati Atomici, che attualmente tiene il polso dei pericoli di un olocausto nucleare, ha aggiornato l’orologio dell’Apocalisse a soli 90 secondi dalla mezzanotte, ovvero dalla catastrofe.

Con lo spostamento in avanti delle lancette gli esperti segnalano che mai, nei 75 anni della storia dell’orologio, eravamo stati così vicini alla catastrofe globale per l’umanità.

Il 3 luglio scorso c’è stata una dichiarazione molto inquietante da parte del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Medvedev, che ha dichiarato: “noterò una cosa che i politici di ogni genere non amano ammettere, un’apocalisse nucleare non è solo possibile ma anche abbastanza probabile”.

Considerato che nel 2017 è stato assegnato il Nobel per la pace all’International Campaign to abolish Nuclear Weapons, organizzazione no-profit, fondata nel 2007, composta da circa 500 organizzazioni in 101 Paesi per il suo ruolo nel fare luce sulle catastrofiche conseguenze di qualsiasi utilizzo di armi nucleari e per gli sforzi innovativi per arrivare a un Trattato per la proibizione di queste armi; in Italia la campagna “Italia Ripensaci”, promossa dalla Rete Italiana per il disarmo ed assenza atomica, si è inquadrato nelle attività internazionali promosse dalla summenzionata campagna internazionale e si coordina con le altre campagne nazionali a sostegno dell’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, in primo luogo con quelle promosse nei Paesi la cui situazione è più simile a quella italiana, ovvero, Paesi europei membri della Nato che ospitano armi nucleari statunitensi sul proprio territorio, Belgio, Germania e Paesi Bassi, oltre all’Italia.

Il 7 luglio 2017, con il voto favorevole di 122 Paesi le Nazioni Unite hanno adottato il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Prima di questo Trattato, le armi nucleari erano di fatto escluse dalla lista delle armi di distruzione di massa, proibite dal diritto internazionale.

Il 24 ottobre 2020 è stata raggiunta la cinquantesima ratifica da parte dell’Honduras del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, necessario a farlo entrare in vigore dopo 90 giorni. Così, il 22 gennaio 2021 detto trattato è entrato in vigore, riempiendo quindi un rilevante vuoto nella normativa internazionale.

Fino ad oggi, almeno, alla data di deposito di questa risoluzione, il Trattato è stato sottoscritto da 92 Stati, e ratificato da 68. In Europa vediamo tra i ratificatori Austria, Irlanda, Malta e San Marino. Il Trattato è legalmente vincolante per le nazioni che vi aderiscono, e proibisce di sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti nucleari, o anche permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio.

L’Italia, nonostante le ripetute richieste da parte della società civile, risultava da una rilevazione statistica del novembre del 2020 che l’87 per cento degli italiani è favorevole all’adesione dell’Italia al Trattato. L’Italia, ripeto, nonostante questo favore che era stato registrato non ha ratificato il trattato e non ha nemmeno partecipato alle conferenze in cui gli Stati hanno dibattuto sul disarmo globale per raggiungere alla fine una posizione comune e condivisa.

Tra il 21 e il 23 giugno 2022 si è tenuto a Vienna il primo incontro delle parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

Al termine della Conferenza è stato approvato il Vienna Action Plan che contiene 50 azioni per l’effettiva implementazione del trattato.

L’Italia ha scelto di non partecipare alla Conferenza di Vienna, nemmeno in qualità di Paese osservatore, come invece hanno fatto i membri NATO, Germania e Paesi Bassi. È un’assenza in contrasto con la risoluzione votata il 18 maggio 2022 in Commissione Esteri, che impegnava il Governo Draghi a valutare la partecipazione dell’Italia come Paese osservatore alla prima riunione delle parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

Lo scorso 10 gennaio il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità un ordine del giorno della Lega che impegna il presidente della Giunta e il presidente del Consiglio regionale a farsi portavoce con il Governo italiano al fine di invitarlo a cercare le modalità per aderire al percorso iniziato con l’adozione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e a condividere con le Commissioni Esteri della Camera dei deputati e del Senato l’impegno a promuovere azioni per portare l’Italia nel Consesso degli Stati che si impegnano per la realizzazione di un mondo libero da armi nucleari.

Lo scorso 27 marzo è stato il turno dell’Assemblea legislativa della Regione Marche, che ha approvato una mozione primo firmatario, in questo caso, invece, è stato il capogruppo del Partito Democratico, che impegna la Giunta regionale ad aderire alla campagna “Italia ripensaci”.

Ricordato che l’articolo 11 della Costituzione italiana recita “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Ricordato anche che lo Statuto della Regione Emilia-Romagna, nel preambolo, afferma che la nostra Regione si basa sul principio e i diritti sanciti dalla Costituzione e opera per affermare la pace, il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli.

Fatte tutte queste premesse, questa risoluzione impegna la Giunta regionale a farsi portavoce con il Governo italiano al fine di invitarlo a cercare modalità per aderire al percorso iniziato con l’adozione del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari; a condividere con le Commissioni Esteri della Camera dei deputati e del Senato l’impegno a promuovere azioni per portare l’Italia nel Consesso degli Stati che si impegnano per la realizzazione di un mondo libero da armi nucleari; impegna, inoltre, la Giunta ad aderire alla campagna “Italia ripensaci” e a trasmettere la presente risoluzione al presidente della Repubblica, al presidente del Senato e della Camera dei deputati, ai presidenti dei Gruppi parlamentari, al coordinamento nazionale di “Italia, ripensaci” per un’opportuna diffusione della decisione assunta.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Sono state presentate due proposte di emendamento a firma del consigliere Delmonte.

Se nessuno vuole intervenire in dibattito generale, apriamo la discussione.

Prego, consigliere Bargi.

 

BARGI: Vista la portata del tema, spendo qualche parola. A parte che discutere di una tematica di questo tipo… Io dico sempre, quando si interviene, quando viene richiesta una discussione su tematiche di respiro nazionale e internazionale, mi fa piacere farlo, lo faccio volentieri, però capite bene che poi a un certo punto dobbiamo misurare qual è la portata del braccio della Regione Emilia-Romagna, che in questo su questo tema credo sia particolarmente corta.

Qui si chiede, di fatto, di aderire a una campagna che vorrebbe portare al disarmo nucleare l’Italia. Viene citato il trattato del 2017 che vorrebbe abolire non solamente la produzione, ma anche il passaggio delle armi nucleari nei Paesi aderenti. Se uno va a leggersi quali sono i Paesi che aderiscono, capisce subito che tutta la parte del pianeta che ancora ha le armi nucleari nel proprio arsenale non ha aderito, ma c’è un motivo, dettato da un’ipocrisia di fondo.

Come può l’Italia aderire a un trattato che vieterebbe anche il transito delle armi nucleari, se tra Aviano e Ghedi – poi nessuno di noi credo abbia il dato preciso – si stima che ci siano tra le 70 e le 90 testate nucleari, che portano l’Italia, tra i Paesi non produttori di armi nucleari, a essere quello che ne ospita di più? C’è un’ipocrisia di fondo. Quindi, io credo che se si volesse fare una risoluzione bisognerebbe fare una risoluzione in cui si chiede al Governo italiano di chiedere alla NATO di riprendersi le sue testate nucleari.

Se vogliamo fare una risoluzione di questo tipo, può avere un senso. Non so verso il mondo in cui stiamo andando, verso le condizioni del globo in cui stiamo andando, se un’azione di questo tipo oggi possa metterci più al sicuro o peggio, però è evidente che, se noi siamo un hub per le testate nucleari, sarebbe quantomeno ipocrita firmare e ratificare un trattato che ci imporrebbe poi di dover vedere il rientro di quelle testate in sede propria.

Questa è un po’ la verità di fondo. Poi, ripeto, le condizioni del pianeta e della situazione internazionale, le vediamo tutti. Sì, ci può essere anche la paura, a mio avviso in questo momento remota, di un conflitto che veda anche l’impiego delle armi nucleari. È una paura ad oggi, a mio avviso, remota, ma che comunque permane e permarrà sempre fino a che le grandi forze in gioco, le grandi potenze militare del pianeta, non si accordino fra loro per lo smantellamento delle armi nucleari.

Oggi l’Italia non ne produce, fa da hub per la NATO. Questa è la situazione attuale.

Quindi, o noi in qualche modo riusciamo a far capire alla NATO che deve desistere dal caricarci delle testate, oppure firmare delle campagne, aderire a iniziative… Io capisco lo spirito di fondo, tutti vorremmo un mondo che non veda la possibilità per nessuna… Chiedo scusa… Che non veda la presenza di armi nucleari nell’arsenale dei vari Stati, però ad oggi è difficile da poter prevedere nel breve periodo e anche nel medio lungo. Anche perché, stando al fantomatico dilemma del prigioniero, voglio vedere qual è la potenza mondiale che decide di rinunciare al proprio arsenale. È molto complicato.

Agli inizi degli anni 2000 c’era stata la possibilità di coinvolgere nella NATO la Federazione russa, che sarebbe stato sicuramente un primo passo per poter avere il grosso delle potenze nucleari dalla stessa parte e quindi cominciare a pensare a un percorso di questo tipo.

Si è deciso volontariamente, per l’Europa forse meno volontariamente, ma di andare nella direzione completamente opposta, surriscaldare gli animi del pianeta.

Quindi, ad oggi capite bene che anche pensare, ammesso che noi ne producessimo, di dire che rinunciamo all’arsenale nucleare e ci mettiamo in balia degli eventi, vuol dire stare con quella parte di mondo, Paesi africani del centro Asia e del Sudamerica che capite bene che il peso specifico quando si va a trattare con i pugni sul tavolo, non ce l’hanno. La scelta poi diventa quella.

Non è il nostro caso perché, ripeto, non le produciamo, siamo un hub, però io faccio fatica quando ci sono queste campagne che hanno un senso, se vogliamo a livello globale, ma poi vedete che gli Stati Uniti, per dirne una, cioè chi guida il nostro carro, non ci pensa neanche un secondo a trattare su questo argomento. Vorrei vedere, e lo dico spezzando una lancia a loro favore, come potrebbero farlo se dall’altra parte non sono disposti a farlo.

È evidente che questa è una discussione, ripeto, interessante farla, è piacevole, però rimane il problema che poi alla fine da un lato c’è l’impossibilità per la Regione di avere un peso specifico su questo tema, anche perché nel Parlamento, dove credo dovrebbero discutere di questi temi magari più che di altri che invece sarebbe più bello che fossero discussi a livello regionale, ma ci vorrebbe una forma di autonomia più spinta per poterlo fare, dubito che possano tenere in considerazione semplicemente i facili entusiasmi, ma devono soppesare, anche con una certa freddezza, quella che è la situazione di un Paese e delle sue alleanze nel contesto globale.

Altrimenti, è impossibile limitarsi all’entusiasmo che viene dal basso: “stoppiamo le armi”. Certo, tutti vogliamo stoppare le armi. Tutti vogliono stoppare le guerre, tutti vogliamo pace, prosperità per ogni persona, ma a un certo punto bisogna misurarsi anche con la realtà. In questo caso, la realtà è più reale di altri casi, nel senso che la direzione che ha preso il pianeta ovviamente ci mette anche di fronte a una riflessione ulteriore rispetto al mero tema sottostante della risoluzione.

Ecco perché per noi diventa molto complicato venire dietro totalmente a questa risoluzione, diventa complicato farlo anche per l’ipocrisia di fondo. Va bene scrivere “aderiamo alle campagne”, ma allora bisognerebbe anche scrivere “l’Italia, nelle sue possibilità, faccia il primo passo”, che è quello di prevedere l’azzeramento delle testate sul proprio suolo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bargi.

Altri in dibattito generale?

Passiamo alla discussione generale sugli emendamenti. Qualcuno vuole intervenire?

Io non ho iscritti a parlare sugli emendamenti.

A questo punto, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Dichiarazioni di voto congiunte su risoluzioni ed emendamenti. Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Brevemente rispondo al consigliere Bargi.

Certo, queste campagne sono campagne di sensibilizzazione e comunque vanno incontro, come ho detto prima nell’illustrazione, a un sentire comune in Italia molto diffuso. Quindi, noi ci facciamo interpreti, in questo caso, di una posizione che vede una larghissima percentuale della popolazione essere d’accordo sulla necessità di aprirlo questo dibattito e di far pervenire la voce.

È vero, non abbiamo il potere, con questa risoluzione, di costringere gli Stati Uniti, la NATO, a ritirare le testate nucleari che ha in Italia. Tra l’altro, non si hanno mai informazioni, e visto che appunto si tratta di armi nucleari, neanche sappiamo dove c’è cosa, e anche questa è una palese violazione del nostro diritto a sapere. Trattandosi di armi, qui scatta il segreto militare e quindi si è all’oscuro di un dato così importante.

Però queste campagne hanno un valore educativo innanzitutto. In fondo, lo stesso consigliere Bargi riconosceva il valore etico a questa campagna. Quindi, io ritengo che noi siamo un consesso politico e rappresentiamo tanti aspetti della vita della regione. Se ci misuriamo anche con queste tematiche, come peraltro prima di noi ha già fatto il Consiglio del Piemonte e hanno fatto nelle Marche, credo che sia un arricchimento allo scambio di punti di vista.

Per quanto riguarda gli emendamenti presentati, Europa Verde accoglie l’emendamento che chiede di sopprimere le due dichiarazioni. Sono due dichiarazioni effettivamente datate. La stessa consigliera Pigoni, che oggi peraltro non c’è, mi aveva sollevato obiezioni su queste dichiarazioni. Quindi, per quanto mi riguarda questo emendamento per Europa Verde è accoglibile, mentre naturalmente non è accoglibile l’altro, perché va a ledere un dispositivo della risoluzione e quindi sarebbe proprio tarpare le ali al dispositivo finale. Quindi, per quanto mi riguarda, io su questo voterò contro.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Voterò favorevole al primo degli emendamenti presentati e contraria al secondo, ma soprattutto per anticipare il voto favorevole alla risoluzione proposta dalla collega Zamboni, per un motivo molto semplice. “Italia ripensaci” è il trattato contro il nucleare, non è anti NATO. L’appartenenza al Patto atlantico credo non basti a giustificare il no dell’Italia all’adesione ai trattati per il disarmo. Bisogna che, almeno in quest’aula, siamo chiari sul fatto che la deterrenza nucleare non è nel trattato fondativo dell’Alleanza atlantica, semplicemente perché prima del 2010 non si parlava nei documenti di armi atomiche.

Io credo che questa risoluzione vada approvata perché è giusto che un’Istituzione come la nostra, che certamente non impatta su politiche di quel livello, dia voce alla sensibilità di tanti cittadini, di tante associazioni che sul disarmo nucleare lavorano quotidianamente, sono attente. I sondaggi lo dicono chiaramente che l’80 per cento degli italiani è favorevole alla deterrenza nucleare, e quindi credo sia semplicemente un segnale politico verso quei cittadini, ma credo sia anche un segnale politico importante verso il Governo, in questo caso il nostro, sugli altri ci sono già state prese di posizione. La Norvegia, ad esempio, sul trattato antinucleare sta rivedendo la sua posizione nel senso favorevole.

Credo che possa rappresentare un segnale anche per il Governo ad assumere un’iniziativa sul conflitto attualmente in corso, ad esempio in Ucraina, a svolgere un ruolo più proattivo perché il conflitto finisca.

L’invio di armi, noi siamo stati sempre molto chiari su questo, è giusto continuare a sostenere l’Ucraina nella sua difesa, però un’iniziativa diplomatica un po’ più convinta affinché una guerra che avrebbe dovuto durare poche settimane possa finalmente finire, credo possa essere assunta, consapevoli che non è responsabilità del Governo, che non stiamo facendo polemica con il Governo ma che è un dovere di tutti su questo fronte essere più impegnati.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Altri in dichiarazioni di voto? Io non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

A questo punto mettiamo in votazione prima gli emendamenti.

Più precisamente partiamo dall’emendamento 1 a firma Delmonte. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento 2, sempre a firma Delmonte.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinto.

 

Ora siamo alla votazione della risoluzione.

Risoluzione 7161 a firma Zamboni.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

(La risoluzione oggetto 7161 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 7044

Risoluzione per impegnare la Giunta a inserire nel PAIR 2030, in continuità con quanto previsto dal PAIR 2020, una specifica deroga per tutte le famiglie che accompagnano i figli nel tragitto casa-scuola. A firma della Consigliera: Castaldini

(Rinvio)

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati alla risoluzione 7044: Risoluzione che impegna la Giunta a inserire nel PAIR 2030, in continuità con quanto previsto dal PAIR 2020, una specifica deroga per tutte le famiglie che accompagnano i figli nel tragitto casa-scuola.

La risoluzione è a firma della consigliera Castaldini. La consigliera Castaldini non è in aula.

A questo punto, andiamo avanti con la risoluzione 7876.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Presidente, per riprendere la discussione che abbiamo lasciato nella fase di cambio di Presidenza, in questi casi, o qualcuno chiede di rinviarla…

 

PRESIDENTE (Petitti): Altrimenti la trattiamo, la votiamo e stop.

 

ZAPPATERRA: Esatto. O la trattiamo. Noi siamo per trattarla. Poi, se qualcuno chiede il rinvio…

 

PRESIDENTE (Petitti): Qualcuno vuole intervenire?

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Atteso che diverse volte la capogruppo Castaldini ha rappresentato la volontà e l’interesse per questo tema, chiedo di poter rinviare la trattazione della risoluzione alla prossima seduta. Ovviamente, nella Capigruppo la consigliera Castaldini dirà se ritiene di farlo oppure magari ritratterà la richiesta espressa.

 

PRESIDENTE (Petitti): A questo punto chiedo uno a favore e uno contro.

Favorevoli alla richiesta della collega Evangelisti? Contrari? Nessun intervento.

Un attimo. Un intervento a favore lo abbiamo avuto. Un intervento contrario rispetto alla richiesta, se c’è? Non c’è.

A questo punto, ripetiamo la votazione rispetto alla richiesta. Favorevoli? Tutti a favore. Contrari? Astenuti?

La risoluzione è rinviata.

 

OGGETTO 7876

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare le istituzioni competenti affinché provvedano con urgenza al rifinanziamento del “Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione”, nel più ampio quadro di un’azione politica di contrasto al fenomeno dei disturbi alimentari e di garanzia di adeguati livelli occupazionali del personale coinvolto. A firma della Consigliera: Piccinini

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora passiamo alla risoluzione 7876: risoluzione che impegna la Giunta a sollecitare le Istituzioni competenti affinché provvedano con urgenza al rifinanziamento del Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione nel più ampio quadro di un’azione politica di contrasto al fenomeno dei disturbi alimentari e di garanzia di adeguati livelli occupazionali del personale coinvolto.

La risoluzione è a firma della consigliera Piccinini.

Ricordo che su questa risoluzione sono state presentate sei proposte di emendamento, una a firma dei consiglieri Soncini ed altri, una a firma dei consiglieri Soncini ed altri, quattro a firma delle consigliere Piccinini e Soncini.

A questo punto, apriamo il dibattito generale.

Prego, consigliera Piccinini.

PICCININI: Grazie, presidente. Parliamo di un tema che è stato particolarmente dibattuto nelle ultime settimane ovvero il taglio al Fondo al contrasto ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, che sono patologie gravi che si caratterizzano per comportamenti alimentari disfunzionali connessi ad un’estrema preoccupazione per il proprio peso, alla percezione alterata dell’immagine corporea e generalmente a bassi livelli di autostima.

Voglio citare alcuni dati forniti dal Ministero della Salute. In appena quattro anni i casi di DNA sono più che raddoppiati, passando da 680.569 nel 2019 a 879.560 nel 2020, a un milione e 230.468 nel 2021 e a un milione e 450.567 nel 2022, e ci dicono chiaramente la drammaticità della situazione. In Emilia-Romagna, in particolare, il Centro regionale per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione ha registrato 199 eccessi solo nel 2022. Secondo i dati forniti dall’Assessorato alla Salute di questa Regione, nel 2021 sono stati 2.008 i pazienti emiliano-romagnoli presi in carico per disturbi del comportamento alimentare, ovvero quasi un 28 per cento in più rispetto all’anno precedente, di cui più del 90 per cento sono donne e il 69,5 per cento sono adolescenti tra i 12 e i 30 anni, con un incremento di più del 50 per cento complessivo e del 124,4 per cento tra i minori rispetto al 2016, anche a causa della pandemia da Covid che ha reso l’esordio più precoce. I ricoveri sono stati compie complessivamente 856, di cui 701 donne di tutte le età e 461 giovani.

Sono dati, come dicevo, drammatici e quindi, per far fronte al contrasto e alla cura dei disturbi alimentari, con la legge di bilancio n. 234 del 2021 è stato istituito, all’interno del bilancio pluriennale 2022-2024, il Fondo per il contrasto ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, con una dotazione di 15 milioni di euro per il 2022, 10 milioni di euro per il 2023.

Ecco, del Fondo ha beneficiato la medesima Regione Emilia-Romagna, che ha ottenuto il finanziamento di un milione e 900.000 euro per un progetto di contrasto, appunto all’insorgenza, alla cronicizzazione delle patologie legate all’alimentazione. Peccato però che, come dicevo in premessa, nell’ultima legge di bilancio del Governo Meloni questo fondo non ha trovato il rifinanziamento, decretandone di fatto la scomparsa.

Questo ha causato giustamente le legittime proteste di quaranta associazioni di famiglie di ragazzi e di ragazze che soffrono di anoressia e di bulimia, che hanno scritto al ministro Schillaci per chiedere di rifinanziare in maniera strutturale questo fondo.

Voglio ricordare che le risorse del Fondo hanno consentito di assumere, tra l’altro, 780 professionisti tra psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, infermieri, dietisti, nutrizionisti e medici specialisti in nutrizione. Nonché, di finanziare una rete di ambulatori su tutto il territorio nazionale che, a causa appunto del mancato stanziamento, saranno costretti a chiudere entro il 31 ottobre.

L’aumento esponenziale dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, in particolare tra i giovani e le donne, testimonia drammaticamente quanto sia importante intervenire in modo tempestivo ed efficace, appunto per contrastare il fenomeno, agendo sinergicamente sia sul fronte dell’informazione e della prevenzione, sia sul fronte dell’assistenza e della cura.

Quindi, tutto ciò rende inspiegabile la decisione del Governo di non rifinanziare il fondo in legge di bilancio, mettendo così a rischio la salute di centinaia di milioni di cittadini e il futuro lavorativo di centinaia di professionisti.

È vero anche che, a seguito della protesta di famiglie e di associazioni, il ministro Schillaci ha annunciato che con un emendamento in sede di conversione del decreto Milleproroghe, verranno messi a disposizione del Fondo risorse pari a 10 milioni di euro per il solo 2024.

Sono risorse ampiamente insufficienti ed è il motivo per cui, insieme alla collega Soncini, che ringrazio per la collaborazione, il confronto e alcune puntualizzazioni attraverso emendamenti che abbiamo presentato singolarmente e in maniera congiunta che vanno a migliorare il testo e vanno ad attualizzarlo rispetto a queste dichiarazioni.

Quindi, la volontà del Governo di intervenire con soli 10 milioni non è evidentemente sufficiente. Ma questo ce lo dicono anche le stesse associazioni che hanno dichiarato che lo stesso stanziamento già previsto non ha permesso di garantire cure e assistenza, considerando anche le lunghe liste di attesa.

Quindi, non ci accontentiamo delle dichiarazioni fatte dal ministro. Le risorse vanno stanziate in via strutturale. I dati, come dicevo, sono agli occhi di tutti, sono all’evidenza di tutti e sono drammatici.

Come dicevo, non ci accontentiamo di questi 10 milioni, come non si accontentano le associazioni e le famiglie che hanno protestato in maniera vigorosa.

Continuiamo a chiedere, anche attraverso questa risoluzione, che la Regione si faccia carico di sollecitare le istituzioni competenti anche in Conferenza Stato-Regioni e in tutte le sedi opportune, affinché si rifinanzi in maniera strutturale il Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione nel più ampio quadro di una azione politica di contrasto al fenomeno dei disturbi alimentari e garantendo adeguati livelli occupazionali al personale coinvolto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Gerace, prego.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Nelle settimane scorse si è alzata con forza la richiesta al Governo di porre immediatamente rimedio all’annullamento del Fondo per il contrasto dei disturbi alimentari attivo da anni, potenziato con la legge n. 234 del 2021, attraverso cui l’Esecutivo guidato dal presidente Draghi aveva stanziato complessivamente 25 milioni di euro per i Piani regionali, per le patologie legate ai disordini dell’alimentazione.

La richiesta è stata avanzata da associazioni, dal mondo della sanità, dalle famiglie dei pazienti, dalla politica.

Italia Viva ha lanciato una petizione a livello nazionale per chiedere il ripristino del Fondo per i disturbi dell’alimentazione e, proprio in quest’aula, quindici giorni fa, il question time presentato dalla nostra capogruppo Giulia Pigoni è stato dedicato a questo delicatissimo tema, trovando una pronta e immediata risposta da parte dell’assessore Donini che, dopo aver sottolineato la gravità della cancellazione e quella data del Fondo, aveva richiamato i primi segnali di un ripensamento da parte del Ministero, rimarcando comunque la ferma volontà della nostra Regione di non far venir meno l’impegno a garantire le attività dei Centri regionali per i disturbi alimentari.

Queste richieste, così come la ferma volontà politica espressa da più parti, segnatamente da quelle che hanno con lealtà sostenuto il precedente Governo e le manifestazioni svoltesi il 19 gennaio in trenta città, hanno determinato un cambio di rotta o almeno le dichiarazioni importanti e positive da parte del ministro che ha annunciato di voler rendere strutturale il Fondo per il contrasto ai disturbi alimentari, di definire nel frattempo misure che traghettino verso questo esito e di volersi quindi procedere all’aggiornamento dei LEA.

Come dicevo, la ferma mobilitazione delle associazioni dei pazienti, delle famiglie, del personale sanitario di operatori dei servizi, delle Istituzioni della politica hanno portato a queste dichiarazioni. Ora deve essere una mobilitazione altrettanto decisa a portare a scelte chiare e soprattutto concrete da parte del Governo.

La risoluzione 7876 nella formulazione che risulterebbe dagli emendamenti proposti dalla consigliera Soncini ed altre consigliere e consiglieri di tutti i Gruppi di maggioranza va esattamente in questa direzione, indicata da subito in quest’aula da Italia Viva con il question time 7896.

La sfida che abbiamo davanti è quella di operare perché il Governo emani rapidamente i decreti attuativi indispensabili per inserire i disturbi alimentari nei LEA, secondo, quindi, la situazione che era stata prodotta dallo stesso Governo con la dimenticanza nella legge di bilancio, abbandonando la strada dell’impegno e dell’attenzione assicurata in particolare da parte del precedente Esecutivo.

Esprimiamo quindi un consenso pieno agli emendamenti a prima firma Soncini alla risoluzione 7876, alla risoluzione stessa nella formulazione che deriverebbe dall’accoglimento di questi emendamenti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Gerace.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente. Premetto che i disturbi del comportamento alimentare sono un tema molto importante e che giustamente sono oggetto oggi del Governo, ma anche oggetto di un dibattito che ha appassionato molto le opposizioni, oggi anche in quest’aula, nei giorni scorsi, nelle settimane scorse, anche sullo scenario nazionale. Ovviamente è legittimo, ma corretto sarebbe diffondere le informazioni giuste.

Prima, oggi viene citata la dichiarazione del Ministro Schillaci che succede alla dichiarazione, alle dichiarazioni che già avevano reso gli addetti ai lavori. C’è una dichiarazione del Presidente della Commissione, della X Commissione Salute e lavoro, il senatore Zaffini, che aveva già specificato, prima ancora che dovesse intervenire il Ministro, come è vero che nella legge di bilancio 2022 fu previsto l’istituzione di un fondo per il contrasto a questi disturbi, quindi una dotazione di 15 milioni l’anno, di 10 milioni per il 2023, un totale di 25 milioni. Quindi, 10 milioni per il 2023.

Questo fu eseguito con il supporto, ovviamente, di un gruppo tecnico scientifico, un gruppo strutturato sia per la ripartizione che per il monitoraggio dei fondi a tutte le Regioni. Dalla relazione intermedia che è stata trattata nella Commissione Sanità è emerso un dato, su cui il Governo ha opportunamente riflettuto. È stato impiegato soltanto il 59 per cento e speso soltanto il 3 per cento di questo stanziamento complessivo.

Quindi, oltre a Fratelli d’Italia, che cerca sempre di fornire informazioni puntuali, sono i numeri che parlano chiaramente. I Fondi ci sono e garantiscono, a tutti coloro che sono affetti da questa patologia e ovviamente alle loro famiglie, un’attenzione appropriata, una cura appropriata ed efficiente e anche la presa in carico da parte delle strutture regionali competenti.

Già il senatore Zaffini, presidente della Commissione, aveva anticipato come il Ministero della salute avesse già previsto di mettere a disposizione per l’anno 2024 10 milioni. 10 milioni che appunto si aggiungono al residuo delle somme precedenti e che comunque sono stati stanziati, anche a fronte di quel residuo, nella misura equivalente all’anno prima.

Quindi noi rimaniamo sempre un po’ sorpresi, ma ormai non più di tanto, di questa doppia misura. Del fatto che si cerchi di affrontare temi soprattutto in quest’aula, temi anche importanti, in un modo che è strumentale. Lo capiamo politicamente, lo capiamo meno quando andiamo nel merito di questi temi.

Aggiungo che si tratta anche di un modus operandi diverso; quindi, qualcuno se ne dovrebbe fare una ragione. Credo che sia legittimo anche questo, cioè andare a governare per proporre il proprio programma di governo e tradurlo in azioni che possono essere diverse da quelle precedenti ma che magari possono essere lo stesso condivise nella loro finalità.

Con sorpresa ho ascoltato la settimana scorsa il presidente Bonaccini che, parlando di sanità, ha finalmente dichiarato come la Regione Emilia-Romagna abbia adottato un sistema di partite di bilancio, come noi dai banchi delle opposizioni avevamo già rappresentato. Cioè, si sono andate ad individuare quelle somme residue nei capitoli di bilancio. Qualcuno aveva detto, a nostro avviso correttamente, ha raschiato il barile per coprire quel buco.

Oggi il Governo, che necessariamente deve andare ad individuare tutto ciò che ha funzionato o non ha funzionato, e anche a verificare la congruità di quanto è stato fatto delle somme assegnate, molto spesso fa anche delle operazioni di questo tipo.

In questo caso ho verificato che c’erano somme residue, ha garantito uno stanziamento per l’anno successivo congruo ed efficace per dare una risposta pronta a questa tipologia di disturbi che non sono stati certo non valutati nella politica sanitaria del Governo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Evangelisti.

Altri in dibattito generale? Consigliera Soncini, prego.

 

SONCINI: Grazie, presidente.

Per ringraziare il mio intervento la consigliera Piccinini per aver posto all’attenzione di quest’aula innanzitutto le persone, perché quando si parla di questi temi ovviamente l’interesse centrale è quello di prendersi in carico, prendersi a cuore le persone in un momento di difficoltà legato a una patologia di cui peraltro abbiamo parlato anche in più occasioni nella Commissione che presiedo. Ha fatto notizia nei giorni passati e scorsi il taglio, perché c’è stato questo taglio del Fondo nazionale in finanziaria per il contrasto ai disturbi del comportamento alimentare, pari a 25 milioni, istituito, si diceva, nel 2021, proprio per sopperire alle difficoltà del servizio pubblico nel dare risposta a queste patologie ormai estremamente diffuse.

I dati li ha ricordati la consigliera Piccinini e non ci torno.

Il tema è proprio quello di chiedere piena attuazione, da un lato, delle progettualità delle Regioni e quindi del consolidamento del potenziamento di personale rispetto a quello già presente e organizzato, che sono state avviate con l’istituzione del Fondo nazionale; dall’altro del già approvato inserimento delle prestazioni relative ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione all’interno dei livelli essenziali di assistenza al di fuori del capitolo della salute mentale con un budget autonomo, in modo da ampliare la possibilità di erogare prestazioni e servizi.

Quindi, il tema è, da un lato, il tema del Fondo nazionale per il contrasto ai disturbi alimentari e della nutrizione e l’altro aspetto è quello dell’aggiornamento dei LEA con l’inserimento di una voce a parte per le prestazioni relative a questa patologia attraverso l’emanazione dei decreti attuativi.

Riteniamo che di fronte a questi numeri drammatici, che vedono sempre più persone, peraltro giovani, giovanissimi, preadolescenti, ammalarsi ogni giorno, non si possa sfuggire dalle proprie responsabilità, e che una sollecitazione proveniente dai territori, dalle Regioni sia importante nel fare in modo che si arrivi a una soluzione.

Ovviamente, riproporre questo tema di discussione ci sembrava molto importante. Pensiamo che se ne debba continuare a parlare.

Certamente, quello che non si dice, secondo me, anche nella discussione che è partita, è che se a finanziare i nuovi LEA non ci sono risorse i disturbi alimentari non avranno maggiori centri e servizi. I soldi in più servono per creare rete di servizi che non ci sono.

L’inserimento nei LEA serve per avere certezze, che una certa prestazione sia esigibile. Quindi, non risulta che nei nuovi LEA i disturbi alimentari siano citati esplicitamente con una voce ad hoc.

Ovviamente, al netto della dichiarazione dei 10 milioni, anche spinta da una sollecitazione che è arrivata dal territorio, dalle Regioni a riprendersi in carico questi temi, a fare in qualche modo un passo indietro, c’è questo tema dei fondi per i disturbi del comportamento alimentare che dovevano coprire e avviare i fondi in attesa dei nuovi LEA, che tra l’altro sono stati in qualche modo definiti da tempo. Quindi, grazie alla consigliera e noi siamo a favore di questo tema.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Soncini.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.

A questo punto passiamo agli emendamenti. Dibattito generale sugli emendamenti, se qualcuno vuole intervenire. Non ho iscritti a parlare sugli emendamenti.

Dichiarazioni di voto, dichiarazioni di voto congiunte su risoluzioni ed emendamenti. Non ci sono iscritti a parlare.

A questo punto mettiamo in votazione, prima gli emendamenti.

Partiamo dall’emendamento 1 a prima firma Soncini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento 3, a firma Piccinini, Soncini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento 4, a firma Piccinini, Soncini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento 5, sempre a firma Piccinini, Soncini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento 6, sempre a firma Piccinini, Soncini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Emendamento 2, a prima firma Soncini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

Adesso siamo al voto sulla risoluzione 7876, a firma Piccinini.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La risoluzione oggetto 7876 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 7862

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo a ripristinare i contributi del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, dando all’Agenzia Dire la possibilità di accedere alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all’elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale, in modo che la stessa possa ridimensionare significativamente il numero dei licenziamenti previsti. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Mori, Paruolo, Daffadà, Rontini, Caliandro, Pillati, Mumolo, Costi, Bondavalli, Maletti, Sabattini, Zamboni, Amico, Dalfiume, Pigoni, Gerace, Bulbi, Montalti

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Ora passiamo alla risoluzione 7862, a prima firma Zappaterra, che impegna la Giunta a sollecitare il Governo e a ripristinare i contributi del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, dando all’Agenzia Dire la possibilità di accedere alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all’elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale, in modo che la stessa possa ridimensionare significativamente il numero dei licenziamenti previsti.

È stata presentata una proposta di emendamento a firma della consigliera Zappaterra.

Apriamo il dibattito generale.

Consigliera Zappaterra, prego.

 

ZAPPATERRA: Grazie, presidente.

Non è necessario che mi dilunghi, quest’aula segue le vicende drammatiche dei lavoratori dell’Agenzia Dire ormai da diversi mesi, abbiamo depositato svariati atti, question time, interpellanze e anche risoluzioni.

Sul testo presentato ho depositato, ed è già stato distribuito, un emendamento interamente sostitutivo per aggiornare il testo della risoluzione, ormai presentata diverse settimane fa, alla luce degli incontri che in questi ultimi giorni ci sono stati.

Quindi, in particolare rispetto al testo vecchio, abbiamo aggiunto l’impegno verso la Giunta a sollecitare il pronunciamento dell’Avvocatura di Stato per consentire l’utilizzazione degli ammortizzatori sociali per tutelare i lavoratori e le lavoratrici, i giornalisti, i grafici e speriamo per superare il vulnus dei licenziamenti.

Inoltre, per impegnare la Giunta a proporre, in tutte le sedi istituzionali opportune, nell’alveo delle possibili azioni istituzionali a sostegno, di valutare anche le azioni volte ad individuare nuovi soggetti che possano essere disponibili a sostenere ed implementare la compagine societaria dell’Agenzia.

La situazione dei lavoratori e delle lavoratrici ci preoccupa molto. Continueremo a monitorarla. L’auspicio è che ci sia un esito migliore di quello annunciato all’inizio di questa vertenza.

Il nostro impegno non mancherà, sono certa che non mancherà nemmeno quello della Giunta e speriamo finisca bene.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zappaterra.

Introduco anche il fatto che l’emendamento, sempre a firma della consigliera Zappaterra, è interamente sostitutivo della risoluzione.

Altri vogliono intervenire? Io non ho altri iscritti a parlare.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Molto velocemente per dire che questa situazione della Dire è veramente angosciante, sia per le persone che rischiano di perdere il posto di lavoro sia per lo scadimento a cui andrebbe incontro il lavoro, l’attività informativa nella nostra regione.

La Dire, lo vediamo anche nella nostra aula, è sempre presente, valorizza il lavoro che fanno i consiglieri e quindi è una vicenda che ci tocca da vicino. C’è in gioco, appunto, la possibilità di mantenere in vita dei posti di lavoro, difendere la professionalità che hanno sviluppato in tanti anni di lavoro e difendere anche un organo di stampa e di informazione per noi fondamentale, perché è sempre presente ad ogni nostra seduta d’aula.

Quindi non possiamo che spingere per una risoluzione che porti la Dire a continuare la propria attività. Certamente il modo in cui si sta muovendo la proprietà è abbastanza inquietante.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, passiamo alle dichiarazioni di voto, se ci sono, su questa proposta.

Consigliere Rancan, prego.  

 

RANCAN: Grazie, presidente. Molto brevemente, perché sul tema ci eravamo già espressi anche in passato, nella seduta passata contestualmente alla presentazione di questa risoluzione. Noi crediamo che il lavoro dell’Agenzia Dire sia un lavoro fondamentale e prezioso per riportare all’esterno, anche di questo consesso, ma non solo, anche di quello che succede nella nostra regione, la veridicità dei fatti o comunque ciò che succede quotidianamente.

Quindi pensiamo che tutte le azioni volte alla tutela e salvaguardia di questo prezioso organo vadano assolutamente intraprese. In sostanza, noi voteremo a favore della risoluzione. Chiediamo però, per piacere, di poter votare per parti separate, considerando come parte separata solamente il rilevato “infine che”. Quindi, in tre parti separate, dall’inizio fino al “rilevato infine che”, che conclude con “reso noto che”, e l’ultima parte da “reso noto che” fino alla fine del dispositivo.

Questo perché pensiamo che forse nella stesura di questa risoluzione si poteva cercare di essere un pochino più istituzionali e meno politici per la salvaguardia di tutti. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Piccinini, prego. 

 

PICCININI: Grazie, presidente. Solo per annunciare il mio voto favorevole.

La situazione della Dire è una situazione di cui abbiamo discusso, su cui ci siamo confrontati diverse volte. Purtroppo, i lavoratori stanno pagando scelte a dir poco discutibili. Eppure, tutti noi che siamo qui dentro sappiamo molto bene quanto è qualificato il lavoro di persone, di professionisti che collaborano anche con noi consiglieri, dando voce ai dibattiti che vengono fatti in questa Assemblea.

Proprio in virtù di queste professionalità, spiace vedere come venga gestita tutta questa partita. Quindi, ci tenevo a manifestare intanto la mia solidarietà con l’impegno di continuare a monitorare la situazione, per quello che possiamo fare. Oggi, purtroppo, è solo un impegno politico, ma credo che comunque non sia poco se da quest’Aula verrà fuori un messaggio unitario a sostegno dei lavoratori, perché l’Agenzia possa continuare a lavorare ovviamente in condizioni auspicabilmente migliori e diverse da quelle attuali.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Altri in dichiarazione di voto? Io non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

A questo punto mettiamo in votazione l’emendamento a firma Zappaterra, per parti separate, come è stato richiesto.

Partiamo dalla prima parte, che va da “premesso che” fino a “crisi aziendale”.

Mettiamo in votazione questa prima parte.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La prima parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Votiamo la seconda parte, da “rilevato” fino ad “Agenzia Dire”.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La seconda parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Votiamo l’ultima parte, fino, ovviamente, alla fine.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvata.

 

(La terza parte è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

Come abbiamo detto, l’emendamento è sostitutivo della risoluzione.

 

OGGETTO 5838

Risoluzione per impegnare la Giunta ad assumere provvedimenti per fermare l’avanzata del fenomeno delle baby gang nel territorio regionale e a mettere in campo azioni per garantire la sicurezza dei dipendenti, autisti e controllori del servizio di trasporto pubblico. A firma del Consigliere: Liverani

(Discussione e reiezione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima risoluzione, la risoluzione 5838: risoluzione che impegna la Giunta ad assumere provvedimenti per fermare l’avanzata del fenomeno delle baby gang nel territorio regionale e a mettere in campo azioni per garantire la sicurezza dei dipendenti, autisti e controllori dei servizi del trasporto pubblico.

La risoluzione è a firma del consigliere Liverani.

Prego, consigliere.

 

LIVERANI: Grazie, presidente.

La cronaca riporta quotidianamente un aumento della criminalità, soprattutto tra le fasce più giovani della popolazione. Spesso queste aggressioni vengono compiute da gruppi noti come baby gang. Per citare alcuni dati, secondo l’Istat, prendendo come riferimento il periodo 2020-2021, i minori denunciati o arrestati in Italia superano il 15 per cento, mentre quelli di origine straniera superano il 45 per cento.

Un report realizzato da Transcrime con la partecipazione dell’Università di Bologna ha evidenziato una situazione preoccupante per la nostra regione, con un aumento significativo di presenze di gang giovanili. Nel territorio ravennate, ad esempio, è presente la gang nota come Massa Negra. Queste gang sono coinvolte in risse, percosse, lesioni, rapine e furti in pubblica via, macchiandosi anche di reati più complessi legati allo spaccio di stupefacenti.

Particolarmente preoccupante è il proliferare di aggressioni sui treni e sui mezzi di trasporto pubblico. Numerose notizie riportano gli episodi di violenza contro controllori e dipendenti, con un aumento delle aggressioni anche nei confronti degli agenti della Polfer e della Polizia di Stato. Da questo scenario, l’impegno urgente per adottare provvedimenti mirati a contrastare l’avanzata della baby gang nel nostro territorio, assicurando al contempo azioni concrete per garantire la sicurezza dei dipendenti, autisti e controllori del servizio pubblico di trasporto.

Si impegna, quindi, la Giunta regionale ad assumere provvedimenti per fermare l’avanzata del fenomeno della baby gang nel nostro territorio regionale, stabilendo un tavolo permanente che coinvolga tutte le parti vittime del fenomeno sopra descritto; a mettere in campo azioni per garantire la sicurezza dei dipendenti, autisti e controllori dei servizi di trasporto pubblico. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Liverani.

Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito.

Consigliere Paruolo, prego. Sì, non c’è problema, aspettiamo. Ecco, adesso la vedo.

Prego, consigliere Paruolo.

 

PARUOLO: Grazie. Molto rapidamente.

Credo sia corretto raccogliere questa sollecitazione che viene dai colleghi, nel senso di condividere che il fenomeno è senz’altro un fenomeno su cui bisogna riflettere, su cui bisogna prendere dei provvedimenti.

Purtroppo, i provvedimenti non è che siano indicati in questa risoluzione, nel senso che dopo aver introdotto il tema delle baby gang, del loro emergere finisce con un generico invito a fare di più in questo tema.

Quindi, credo sia necessario un maggiore approfondimento. Dal punto di vista delle azioni che sono già in corso credo che sia corretto tenere conto del fatto che sono già attivi dei tavoli di confronto che coinvolgono anche le parti sindacali del personale viaggiante. Ci sono già delle iniziative che sono state assunte.

È un po’ triste dover rilevare che per far fronte a questa esigenza cresciuta di sicurezza si debba intervenire anche assumendo personale dedito a proteggere il personale viaggiante, nel senso che sarebbe bello poter vivere in una società in cui non ci sia bisogno di dover proteggere i ferrovieri, i controllori e così via.

Comunque, già delle assunzioni sono state fatte. Inoltre, viene ritenuta una prospettiva interessante l’istituzione, e sembra esserci un’iniziativa a livello statale, di un’apposita struttura nel Gruppo FS, che si chiamerebbe FS Security, che avrebbe proprio lo scopo di essere addetta alla sicurezza dei viaggiatori e dei lavoratori, assumendo personale appositamente orientato a questo tipo di mansione.

Da questo punto di vista sarebbe interessante, sia a livello statale che governativo, che si procedesse in questa direzione. Siamo qui a parlare di azioni che tentano di reprimere o comunque di contenere un fenomeno che è preoccupante, su cui ci sarebbe bisogno, credo, di una riflessione importante, più ampia, di far funzionare, dal punto di vista educativo, mettere in campo una serie di azioni.

Tendenzialmente credo che si debba guardare a questi fenomeni collocandoli in modo corretto, senza eccessivi allarmismi, ma senza neanche una sottovalutazione del fenomeno. Dico “senza eccessivi allarmismi” perché ogni tanto vi potrei tediare raccontandovi di come è stata la mia infanzia nella scuola media di Bologna che io ho frequentato. Allora non c’erano tanti minori stranieri in circolazione – giustamente non vi tedio – però c’erano comunque problemi di tipo sociale, che erano chiaramente visibili e che comunque costituivano una evidente problematicità.

Il lavoro che si è fatto per cercare di eliminare le zone ghetto, evitare che ci fossero delle zone di degrado non solo cittadino ma anche sociale, il lavoro importante che si può fare sul piano educativo, le iniziative che sono volte a cercare di asciugare alla radice il terreno da cui queste bande giovanili criminali trovano in qualche modo linfa credo che sia la cosa giusta su cui dobbiamo e possiamo fare di più.

Quindi, ben vengano suggerimenti, iniziative, riflessione in questo senso. Se individuiamo insieme delle iniziative specifiche, credo che sia corretto anche assumerle. Limitarsi a dire esiste il problema e si deve fare di più capisco che sia che sia un modo, ma credo che non sia particolarmente utile alla sua soluzione. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Paruolo. Altri? Io non ho altri iscritti a parlare.

Consigliera Stragliati, prego.

 

STRAGLIATI: Grazie, presidente. Ringrazio il collega Andrea Liverani per aver portato all’attenzione dell’Assemblea legislativa una tematica di grande attualità, nostro malgrado. Peraltro, c’è stato anche un servizio di Striscia la notizia, andato in onda qualche sera fa relativo alla criminalità minorile, soprattutto riguardo ai “maranza” che stanno ormai mettendo quasi a ferro e fuoco la città di Bologna.

I dati sugli adolescenti denunciati che sono stati divulgati da parte del Comando provinciale dei Carabinieri sono allarmanti. Relativi all’anno 2022 sono stati 555 minorenni denunciati, altri 37 sono stati sottoposti a provvedimenti restrittivi, una media di circa due minorenni denunciati al giorno. Quindi, la situazione è oggettivamente preoccupante.

Ringrazio il consigliere Paruolo per l’intervento. Sicuramente, evidentemente, se la situazione continua a imperversare e in modo particolare nella nostra regione, un problema c’è. Ci saranno già dei tavoli attivi, ci saranno già delle iniziative messe in campo, ma evidentemente non sono sufficienti, per cui come Gruppo Lega non ci fermeremo qui, nel senso che continueremo a portare avanti proposte di iniziative.

La risoluzione del collega Liverani può essere già un primo inizio, a cui devono far seguito altre proposte che noi ci sentiamo di portare avanti, sempre in un’ottica di opposizione costruttiva e propositiva.

Per cui, il fenomeno va attenzionato, non deve essere accantonato. Avevamo già presentato un progetto di legge relativo alle tematiche di bullismo e cyber bullismo, per contrastare questi fenomeni.

In Commissione V ci siamo sentiti dire che, in realtà, non c’è tutta questa emergenza in Emilia-Romagna a seguito di una ricerca che è stata effettuata.

Vediamo, però, che comunque la realtà dei fatti è ben diversa. Per cui, ci sentiamo di proseguire in questa direzione.

Rinnovo il ringraziamento al collega Liverani per aver portato all’attenzione dell’Assemblea legislativa la problematica delle baby gang.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie. Altri?

Non ho altri iscritti a parlare.

A questo punto, passiamo alle dichiarazioni di voto sulla risoluzione a firma Liverani. Qualcuno vuole intervenire? Non ci sono iscritti a parlare in dichiarazione di voto.

Mettiamo in votazione la risoluzione 5838, a firma del collega Liverani.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È respinta.

(La risoluzione oggetto 5838 è respinta per alzata di mano)

 

Colleghi, abbiamo esaurito l’ordine del giorno e quindi concludiamo ora la sessione assembleare di questa tornata.

Non c’è più niente. Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 12,57

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI; Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI; Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI; Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI; Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI; Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI; Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Paolo CALVANO, Barbara LORI e la consigliera Valentina CASTALDINI.

 

Emendamenti

 

OGGETTO 7161

Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad aderire alla Campagna "Italia, ripensaci" e a farsi portavoce presso il Governo italiano al fine di invitarlo a sostenere il percorso iniziato con l'adozione del Trattato sulla Proibizione della Armi Nucleari. A firma della Consigliera: Zamboni

 

Emendamento 1, a firma del consigliere Delmonte

«Il seguente passaggio:

"PREMESSO INOLTRE CHE

- il 3 luglio scorso il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha dichiarato: "Noterò una cosa che i politici di ogni genere non amano ammettere: un'apocalisse nucleare non è solo possibile, ma anche abbastanza probabile";

- nelle stesse ore il direttore generale Rafael Mariano Grossi dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) dichiarava che la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia è stata ricollegata alla sua unica linea elettrica di riserva disponibile a quattro mesi dai danni subiti, ma la situazione energetica del sito rimane estremamente vulnerabile. La Nato ha fatto sapere che "ha in vigore dei piani" per reagire a un incidente nucleare nel caso in cui i russi dovessero condurre una provocazione." è soppresso.»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma del consigliere Delmonte

«Il paragrafo

"- ad aderire alla Campagna "Italia, ripensaci" e a sensibilizzare i Comuni dell'Emilia-Romagna e i parlamentari eletti nella nostra regione a sostenere la Campagna;" è soppresso.»

(Respinto)

 

OGGETTO 7876

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare le istituzioni competenti affinché provvedano con urgenza al rifinanziamento del "Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione", nel più ampio quadro di un'azione politica di contrasto al fenomeno dei disturbi alimentari e di garanzia di adeguati livelli occupazionali del personale coinvolto. A firma della Consigliera: Piccinini

 

Emendamento 1, a firma dei consiglieri Soncini, Zappaterra, Amico, Pigoni, Bondavalli, Marchetti Francesca, Rontini, Pillati, Zamboni, Costa, Gerace, Maletti

«Nel rilevato che è aggiunto il seguente punto:

- "non sono ancora stati emanati i decreti attuativi per inserire ufficialmente i disturbi alimentari nei Lea (Livelli essenziali di assistenza);"»

(Approvato)

 

Emendamento 2, a firma dei consiglieri Soncini, Zappaterra, Amico, Pigoni, Bondavalli, Marchetti Francesca, Rontini, Maletti, Zamboni, Gerace

«Nel dispositivo di impegno è aggiunto il seguente punto:

- "a sollecitare il Governo, attivando anche la conferenza Stato-Regioni, affinché provveda all'emanazione dei decreti attuativi necessari all'inserimento dei disturbi alimentari nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea)."»

(Approvato)

 

Emendamento 3, a firma delle consigliere Piccinini, Soncini

«Nella parte individuata dalla dicitura "rilevato che", dopo il primo capoverso è aggiunto il seguente secondo capoverso:

 

"Il 17 gennaio 2024, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato che, con un emendamento in sede di conversione al decreto Milleproroghe, verranno messi a disposizione deI Fondo risorse pari a 10 milioni di euro per il 2024; "»

(Approvato)

 

Emendamento 4, a firma delle consigliere Piccinini, Soncini

«Nella parte individuata dalla dicitura "ritenuto necessario sottolineare che", dopo il secondo capoverso è aggiunto il seguente terzo capoverso:

"Gli stanziamenti annunciati dal Ministro Schillaci risultano assolutamente insufficienti considerando che, come denunciano le associazioni impegnate nella lotta al fenomeno, già lo scorso anno lo stesso stanziamento non ha permesso di garantire cure e assistenza, considerate anche le lunghe liste di attesa;"»

(Approvato)

 

Emendamento 5, a firma delle consigliere Piccinini, Soncini

«Nella parte individuata dalla dicitura "ritenuto necessario sottolineare che", all'ultimo capoverso, dopo la parola "rifinanziare" è aggiunto l'avverbio "adeguatamente".»

(Approvato)

 

Emendamento 6, a firma delle consigliere Piccinini, Soncini

«In dispositivo, dopo la parola "rifinanziamento" è aggiunto l'aggettivo "strutturale".»

(Approvato)

 

OGGETTO 7862

Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo a ripristinare i contributi del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, dando all'Agenzia Dire la possibilità di accedere alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all'elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale, in modo che la stessa possa ridimensionare significativamente il numero dei licenziamenti previsti. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Mori, Paruolo, Daffadà, Rontini, Caliandro, Pillati, Mumolo, Costi, Bondavalli, Maletti, Sabattini, Zamboni, Amico, Dalfiume, Pigoni, Gerace, Bulbi, Montalti

 

Emendamento 1, a firma della consigliera Zappaterra

“Emendamento interamente sostitutivo

Risoluzione

L'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna

Premesso che

- la vicenda della Dire, una delle principali agenzie di stampa nazionali specializzata in politiche parlamentari e di governo, sta assumendo da alcune settimane contorni ulteriormente preoccupanti per i lavoratori e le lavoratrici dell'Agenzia e per la tenuta del sistema della stampa in generale: nella notte del 31 dicembre, alle ore 22, l'amministrazione della società editrice Com.e ha comunicato, tramite mail, a 17 giornalisti della sede di Roma dell'agenzia la sospensione dal lavoro con effetto immediato e senza retribuzione;

- tale comunicazione è arrivata ad appena tre giorni di distanza dalle lettere di licenziamento consegnate dalla DIRE, il 28 dicembre, nonostante scioperi e proteste, a 14 giornalisti nell'ambito di una procedura avviata a settembre.

Rilevato che

- per l'agenzia giornalistica DIRE, fondata nel 1988 da Antonio Tatò, il nuovo anno si è dunque aperto con un ulteriore drastico ridimensionamento della redazione, firmato dal nuovo amministratore delegato, dopo due anni di riduzione degli stipendi per aiutare i vertici aziendali a far quadrare i bilanci;

- nel pomeriggio del 29 dicembre, a poche ore dall'avvio della nuova procedura negoziata per l'acquisto dei servizi giornalistici dell'Agenzia Dire da parte del Dipartimento Editoria di Palazzo Chigi, è stato bloccato il nuovo contratto (da 4 milioni} che doveva partire il primo gennaio 2024,: il Governo ha sospeso in modo improvviso i fondi del Dipartimento per l'Editoria, motivando la sospensione quale conseguenza del fermo giudiziario amministrativo disposto dal ministero dell'Istruzione e del Merito su una cospicua parte dei fondi della società editrice (la Com.e} in riferimento alla vicenda giudiziaria che investe la precedente proprietà;

-lo scorso 23 gennaio, Stefano Pistilli, amministratore unico della Com.e editrice dell'agenzia di stampa Dire che ha sottoscritto i 14 licenziamenti e le 17 sospensioni ritenute illegittime dai sindacati di categoria, ha presentato le proprie dimissioni;

- sempre il 23 gennaio, il Presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e l'assessore regionale al Lavoro e Sviluppo economico, Vincenzo Colla, hanno incontrato i rappresentanti dei giornalisti dell'agenzia di stampa Dire, il Cdr, i sindacati dei grafici Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, il segretario generale aggiunto della Fnsi, Matteo Naccari, e il presidente dell'Aser, Paolo Maria Amadas1 che da mesi sono in lotta dopo licenziamenti e sospensioni decisi dall'editore. Al centro dell'incontro, la richiesta -condivisa dalle istituzioni regionali-di giornalisti e grafici del ritiro, da parte della proprietà, di licenziamenti e sospensioni dal lavoro.

Evidenziato che

- Il fermo giudiziario amministrativo all'origine del blocco del nuovo contratto sarebbe relativo ad alcuni pagamenti effettuati dal Ministero alla Com.e, oggetto nel frattempo di un procedimento penale;

- questo provvedimento di fermo però, non solo impedisce il versamento dei contributi pubblici pregressi e futuri alla società editrice, ma blocca anche l'accesso alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all'elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale.

Dato atto che

- alla luce di quanto accaduto, tutto il corpo redazionale dell'agenzia Dire ha chiesto alla politica e alle istituzioni di mantenere alta l'attenzione su ciò che sta accadendo all'Agenzia e di mettere in atto tutto quanto possa contribuire alla salvaguardia dei livelli occupazionali e della storia dell'Agenzia stessa;

- il Comitato di redazione dell'agenzia ha scioperato nelle giornate di giovedì 25 e venerdì 26 gennaio, dato che, dopo aver ricevuto un modesto acconto a metà gennaio, il 23 gennaio l'azienda ha fatto sapere che al momento non è stata data disposizione di pagare gli stipendi, stante la situazione di stallo dovuta al fermo amministrativo del Ministero dell'Istruzione.

Considerato che

- la Dire, così come altre agenzie di stampa, avrebbe dovuto contare per il 2024 sui contributi pubblici della presidenza del Consiglio, che avrebbero potuto sanare la situazione;

- Il fermo amministrativo dei fondi si riferisce alla società editrice dell'agenzia, la Com.e, rinviata a giudizio con l'ex editore: la redazione paga dunque oggi le scelte strategiche sbagliate dell'azienda, quale quella di pensare di sistemare i conti riducendo i dipendenti, ove invece sono i giornalisti con il loro lavoro il vero punto di forza della stessa;

- non devono essere i lavoratori della Dire a pagare gli errori delle proprietà che si sono succedute negli ultimi anni per uscire dalla crisi occorre un'informazione di qualità, non un ridimensionamento continuo;

Sottolineato che

- l'Agenzia Dire nei primi anni di attività si è concentrata sulle dinamiche politiche parlamentari, mentre oggi produce notiziari d'agenzia multimediali, con foto e video; le notizie raggiungono un network di testate nazionali e locali; ha un giornale on line dire.it, una TV On-demand, Dire TV e una Radio streaming Radio Dire; realizza Tg, Gr, Newsletter e Podcast; diffonde le news anche sui canali social ufficiali; è presente in tutte le regioni italiane, con 11 sedi operative e corrispondenze; si occupa di Politica, Sanità, Ambiente, Economia, Esteri, Hi-Tech, Cultura, Sport, Donne, Scuola, Welfare, Territori con un notiziario regionale per ogni regione;

- l'Agenzia Dire è inserita nel nuovo Elenco delle Agenzie di stampa di rilevanza nazionale per il triennio 2024-2026, pubblicato a inizio dicembre;

- I contributi del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione devono servire a mantenere i livelli occupazionali, non i proprietari dell'azienda.

Reso noto che

- nella seduta d'aula del 24 gennaio 2023, codesta Assemblea approvò una risoluzione con la quale impegnava la Giunta Regionale a farsi parte attiva per la risoluzione della vertenza tra la proprietà ed i lavoratori della Dire, al fine di giungere ad una soluzione condivisa che garantisse i livelli occupazionali, il recupero degli stipendi arretrati e un sostenibile piano di rilancio aziendale;

- nella seduta del 21 dicembre scorso, codesta Assemblea, manifestando la continuità di interesse per le vicende dell'Agenzia Dire e per gli esiti occupazionali delle stesse, ha approvato una nuova risoluzione (ogg 7477) che, a fronte della notizia che tra l'Editore dell'Agenzia Dire e le rappresentanze dei lavoratori non si sarebbe giunti ad un accordo in riferimento al blocco dell'iter di licenziamento collettivo avviato dall'Editore a settembre 2023, ha impegnato la Giunta ad individuare e cercare di porre in essere tutte le azioni rimaste ancora percorribili per scongiurare il licenziamento collettivo, sollecitando in tutte le sedi opportune l'editore a ritirare immediatamente i licenziamenti ed elaborando proposte di risoluzione della crisi aziendale.

Rilevato infine che

- come sottolineato dal Presidente Bonaccini nell'incontro del 23 gennaio scorso, occorre partire dalle tutele di lavoratori e lavoratrici, giornalisti e grafici, cercando di valutare tutte le alternative possibili, con l'obiettivo di trovare soluzioni per una realtà di rilievo nel panorama informativo nazionale, radicata nei territori e attenta all'informazione locale, a partire proprio dall'Emilia-Romagna;

- tra le strade da imboccare, è stata indicata quella di una "operazione ponte" che, con un pronunciamento della Avvocatura di Stato, consenta di utilizzare gli ammortizzatori sociali, quanto meno per permettere di superare il vulnus di licenziamenti e sospensioni;

- nell'alveo delle possibili azioni istituzionali a sostegno, sarebbe opportuno venissero anche valutate azioni volte ad individuare nuovi soggetti in grado di sostenere e implementare la compagine societaria dell'Agenzia DIRE.

Reso noto che

- il 24 gennaio il Ministero dell'Istruzione ha sospeso il fermo amministrativo alla società che edita l'agenzia Dire;

- il 25 gennaio il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria, Alberto Barachini ha dichiarato che la sospensione del fermo amministrativo da parte del Ministero dell'Istruzione e del Merito consente di riattivare le procedure di erogazione dei contributi 2023 alla società editrice dell'agenzia di stampa Dire e avviare quelle relative all'iscrizione nel nuovo elenco di rilevanza nazionale;

- di conseguenza, l'editore ha saldato gli stipendi di dicembre e revocato le sospensioni.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta Regionale

- a sollecitare il Governo, in tutte le sedi istituzionali opportune, a ripristinare i contributi del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, dando all'Agenzia Dire la possibilità di accedere alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all'elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale, in modo che la stessa possa ridimensionare significativamente il numero dei licenziamenti previsti, tutelando le professionalità impegnate nel mondo dell'informazione, garantendo la tenuta organizzativa delle redazioni ed il mantenimento della qualità del loro lavoro, a garanzia dei principi di libertà di informazione, pluralismo e democrazia.

- A sollecitare un pronunciamento della Avvocatura di Stato che consenta di utilizzare gli ammortizzatori sociali per tutelare lavoratori e lavoratrici, giornalisti e grafici e superare il vulnus dei licenziamenti.

- A proporre, in tutte le sedi istituzionali opportune e nell'alveo delle possibili azioni istituzionali a sostegno, di valutare anche azioni volte ad individuare nuovi soggetti in grado di sostenere e implementare la compagine societaria dell'Agenzia DIRE.

(Approvato)

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

7954 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano i piani di FER relativamente alle due stazioni ferroviarie site nel comune di Savignano sul Panaro (MO), con particolare riguardo agli interventi di manutenzione e riqualificazione da attuare. A firma dei Consiglieri: Sabattini, Costi, Maletti

 

7955 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere modalità e tempistiche con cui la Giunta intende promuovere e sostenere le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sul territorio regionale, in particolare con riferimento al finanziamento degli impianti e alla concreta esecuzione dei progetti già autorizzati. A firma della Consigliera: Piccinini

 

7956 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Regione abbia intrapreso e intenda mettere in campo in futuro per salvaguardare i posti di lavoro, le sedi di lavoro e le condizioni di lavoro dei dipendenti di EMS Group S.p.A. A firma del Consigliere: Amico

 

7957 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle problematiche che si potrebbero verificare nella consegna dei farmaci alle Aziende sanitarie della Città metropolitana di Bologna, dopo la piena attuazione del Piano "Bologna Città 30". A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

7958 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali interventi, nell'ambito della viabilità provinciale, siano finanziabili nel territorio reggiano, in base alle risorse finanziarie disponibili e assegnabili attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), in relazione all'ordine di priorità indicato dalla Provincia di Reggio Emilia. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

7959 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere in cosa consista la riorganizzazione in corso all'interno dell'azienda Ausl Romagna che interessa gli ospedali distrettuali (Faenza/Lugo), con particolare riferimento all'entità degli eventuali tagli dei servizi e alla trasformazione della natura degli ospedali stessi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7960 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quante domande di contributo siano state presentate ad oggi dai cittadini dei territori colpiti dagli eventi atmosferici avversi del luglio 2023 e se sia già stata fatta una stima delle ulteriori risorse eventualmente stanziabili con la seconda tranche di indennizzi. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

 

7961 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la disciplina dell'apprendistato stagionale per minori. A firma della Consigliera: Rossi

 

7962 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se, nell'ambito di un più generale Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, sia prevista la definizione di un piano regionale per affrontare i rischi legati all'innalzamento del mare. A firma della Consigliera: Zamboni

 

7963 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta ritenga opportuno modificare la delibera 2078/2023 sulla base di nuove e aggiornate valutazioni delle frane e di una ricognizione complessiva del fenomeno, al fine di evitare disparità di trattamento tra gli enti. A firma del Consigliere: Pompignoli

 

7964 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quando ritorneranno operativi presso il nosocomio di Castel San Giovanni i dieci posti letto trasferiti a Fiorenzuola d'Arda, anche in considerazione dell'annunciata collaborazione con l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. A firma della Consigliera: Stragliati

 

7965 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la necessità di azzerare il fenomeno della subsidenza di origine antropica per tutto il territorio della pianura emiliano-romagnola a partire dall'area della costa ferrarese e ravennate. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7966 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere, affinché si possa addivenire alla realizzazione della seggiovia quadriposto Polla-Lago Scaffaio, nell'area del Corno alle Scale (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7967 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito ai ristori per il patrimonio culturale ceramico alluvionato. A firma della Consigliera: Rontini

 

7968 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quanti siano gli impianti di cremazione presenti sul territorio regionale e quale sia il loro impatto sulla qualità dell'aria. A firma del Consigliere: Occhi

 

7969 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda adottare al fine di risolvere le difficoltà emerse nel processo di rinnovo dei Pass per persone con disabilità, con particolare riguardo a Ferrara e a Comacchio. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra

 

7970 -  Interrogazione a risposta scritta circa la situazione emersa nelle scuole secondarie di primo grado di Monticelli d'Ongina e Caorso (Piacenza). A firma del Consigliere: Rancan

 

7979 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere per limitare i disservizi e i ritardi nel trasporto pubblico, dovuti all'introduzione del nuovo limite di velocità a Bologna, e relativi ai collegamenti delle aree extraurbane alla città. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7986 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'interruzione delle attività del Consorzio comunali e parmensi, a causa della liquidazione giudiziale in corso. A firma del Consigliere: Rainieri

 

RISOLUZIONE

 

7971 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a coinvolgere tutti i soggetti competenti al fine di porre in essere tutte le procedure atte a prolungare la validità dei titoli di viaggio TPER da 75 a 90 minuti nell'area urbana di Bologna e a incrementarne ragionevolmente la validità nell'area extraurbana, a seguito del limite di velocità recentemente introdotto. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 2 prot. NP/2024/2474 del 31 gennaio 2024)

 

LE PRESIDENTI

 

I SEGRETARI

Petitti - Zamboni

Bergamini - Montalti

 

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