Espandi Indice

256

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 28 FEBBRAIO 2024

 

(ANTIMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

INDI DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Zamboni)

 

OGGETTO 8120

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda affermare il diritto all'accesso al suicidio assistito, riferendo altresì nella competente Commissione sulla nuova disciplina regionale in materia. A firma della Consigliera: Piccinini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

PICCININI (M5S)

DONINI, assessore

PICCININI (M5S)

 

OGGETTO 8124

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle misure necessarie per garantire un ampliamento della rete regionale delle cure palliative. A firma della Consigliera: Castaldini

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

CASTALDINI (FI)

DONINI, assessore

CASTALDINI (FI)

 

OGGETTO 8126

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle iniziative di formazione, basate su principi scientifici e rivolte ai proprietari di cani d'affezione, intraprese al fine di migliorare il benessere animale e ridurre i casi di aggressione, con particolare riguardo all'esperienza del comune di Parma del "Patentino Cane Speciale". A firma della Consigliera: Gibertoni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

GIBERTONI (Misto)

DONINI, assessore

GIBERTONI (Misto)

 

OGGETTO 8118

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano, ad oggi, i vantaggi apportati, nella riforma dell'emergenza-urgenza, dall'istituzione dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU), sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Tagliaferri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

TAGLIAFERRI (FdI)

DONINI, assessore

TAGLIAFERRI (FdI)

 

OGGETTO 8114

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula inerente alle informazioni sulla tempistica di erogazione delle risorse, previste dallo stato di emergenza nazionale, per il ripristino del Ponte di Ozzanello nel comune di Terenzo (PR) e sulle ulteriori azioni per mitigare i disagi attuali. A firma del Consigliere: Gerace

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Zamboni)

GERACE (IV)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

PRESIDENTE (Petitti)

GERACE (IV)

 

OGGETTO 8115

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'iter autorizzativo dell'impianto eolico "Badia del Vento" previsto nel comune di Badia Tedalda (AR), visti i pareri contrari dei soggetti coinvolti e la necessità di tutelare a livello paesaggistico-ambientale il territorio di confine tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Toscana. A firma della Consigliera: Rossi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ROSSI (PD)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

ROSSI (PD)

 

OGGETTO 8119

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano le richieste avanzate al Governo e alla Struttura commissariale dal Patto per il Lavoro e per il Clima affinché, con la modifica delle norme nazionali e delle ordinanze emesse dalla stessa Struttura, si riescano a garantire gli adeguati risarcimenti a tutti i cittadini e le imprese danneggiati dall'alluvione del 2023. A firma dei Consiglieri: Montalti, Rontini, Caliandro, Dalfiume, Costa, Mori, Bulbi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MONTALTI (PD)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

MONTALTI (PD)

 

OGGETTO 8121

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se, a seguito di quanto accaduto il maggio scorso e in attesa della predisposizione del Piano Territoriale Regionale, non si ritenga opportuno introdurre una moratoria delle autorizzazioni a edificare nelle aree esondate, sull'esempio di quanto disposto in analoga circostanza dalla Regione Liguria. A firma della Consigliera: Zamboni

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

LORI, assessora

ZAMBONI (EV)

 

OGGETTO 8107

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui dati relativi al numero dei beni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati in Emilia-Romagna e, in particolare, nella provincia di Reggio Emilia, e sulle misure da intraprendere per accelerare le procedure di trasferimento dei beni, consentendone la restituzione alle comunità locali. A firma della Consigliera: Bondavalli

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

BONDAVALLI (BP)

BARUFFI, sottosegretario

BONDAVALLI (BP)

 

OGGETTO 8122

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le misure da adottare per garantire il pagamento degli indennizzi alle aziende che hanno subito danni dall'alluvione, ma che non sono censite nei layer certificati dalla Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

BARUFFI, sottosegretario

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 8123

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Regione ritenga opportuno attivarsi nelle diverse fasi processuali davanti all'Autorità giudiziaria, costituendosi parte civile nel processo contro gli agenti di polizia penitenziaria coinvolti nei fatti occorsi all'istituto penitenziario di Reggio Emilia il 3 aprile 2023. A firma del Consigliere: Amico

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

AMICO (ERCEP)

BARUFFI, sottosegretario

AMICO (ERCEP)

 

OGGETTO 8048

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la complessità e le tempistiche dei criteri delle nuove procedure pubbliche per l'accreditamento dei servizi sociosanitari. A firma del Consigliere: Rainieri

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

RAINIERI (Lega)

TARUFFI, assessore

RAINIERI (Lega)

 

OGGETTO 8125

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle tempistiche previste per la liquidazione all'Unione dei Comuni Valli Taro e Ceno dell'annualità 2022 del Fondo Regionale per la Montagna, per spese sostenute per l'asfaltatura di strade. A firma del Consigliere: Occhi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

OCCHI (Lega)

TARUFFI, assessore

OCCHI (Lega)

 

OGGETTO 7840

Parere di conformità ai sensi dell'art. 28, comma 4, lettera n) dello Statuto sullo Schema di Regolamento regionale in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, del digestato e delle acque reflue. (157)

(Discussione e approvazione)

PRESIDENTE (Petitti)

OCCHI (Lega)

COSTA (PD)

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 8013

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire e a integrare con nuove misure le politiche di prevenzione alla siccità e a promuovere l'efficientamento dei sistemi irrigui e l'uso razionale della risorsa idrica in tutti gli ambiti di uso. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

ZAMBONI (EV)

PICCININI (M5S)

OCCHI (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

PELLONI (RCPER)

PRESIDENTE (Petitti)

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazione prescritta dall’art.68 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI

 

La seduta ha inizio alle ore 10,05

 

PRESIDENTE (Zamboni): Dichiaro aperta la seduta antimeridiana n. 256 del giorno 28 febbraio 2024.

Interpello i presenti per sapere se vi sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 13 febbraio 2024, n. 254 e n. 255.

Se non vi sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.

 

(Sono approvati)

 

È computato come presente ai soli fini del numero legale ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.

Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.

 

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in aula

 

PRESIDENTE (Zamboni): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in aula.

 

OGGETTO 8120

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda affermare il diritto all’accesso al suicidio assistito, riferendo altresì nella competente Commissione sulla nuova disciplina regionale in materia. A firma della Consigliera: Piccinini

 

PRESIDENTE (Zamboni): Cominciamo con l’oggetto 8120: interrogazione di attualità a risposta immediata per sapere se la Giunta intenda affermare il diritto all’accesso al suicidio assistito, riferendo altresì nella competente Commissione sulla nuova disciplina regionale in materia.

L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini, che ha la parola per l’illustrazione.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Torniamo a portare il tema del fine vita in quest’aula, perché ci troviamo nella paradossale condizione in cui chiunque, a qualunque titolo, ha rilasciato e sta rilasciando commenti pubblici sul tema, sui giornali e alle TV, mentre il luogo del confronto dove i consiglieri eletti dai cittadini dovrebbero esprimersi viene letteralmente bypassato.

Tra queste dichiarazioni ve ne sono alcune che ho trovato particolarmente gravi, a partire da quelle della direttrice dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, la dottoressa Chiara Gibertoni, secondo cui il suicidio assistito è un bisogno che va evitato, anziché dire che è un diritto sancito dalla Corte costituzionale che va garantito, e io aggiungo: anche tramite legge regionale e non tramite una ben più debole determina dirigenziale.

Ci sono poi le dichiarazioni del senatore del Partito Democratico, Graziano Delrio, che ha definito le cure palliative una precondizione perché si possa accedere al fine vita, quando tutti dovremmo sapere che tra i requisiti indispensabili per poter accedere al fine vita non c’è l’aver fatto uso obbligatorio delle cure palliative, benché queste siano importanti e fondamentali, in molti casi, non in tutti, ma che non possono in alcun modo rappresentare un’imposizione o un ostacolo all’accesso al diritto al suicidio medicalmente assistito.

Il fatto che non se ne possa parlare in questa sede io credo che non aiuti a fare chiarezza su una materia come quella del fine vita, che è complessa e delicata e che non può essere ostaggio di una maggioranza divisa o di strumentalizzazioni di parte, ma che meriterebbe, invece, un dibattito approfondito e trasparente.

Per questo ho depositato, ormai due settimane fa, una richiesta di audizione in Commissione salute in merito alla DGR sul COREC, nonché sulle ormai note istruzioni tecnico-operative. In attesa che si proceda, e mi auguro lo si faccia celermente, come peraltro prevede lo Statuto, alla nomina del relatore del PDL sul fine vita, che ho depositato a mia prima firma, e che consente di votare la legge entro sei mesi, ovvero, prima della fine del mandato, la richiesta che ho fatto di audizione in Commissione dell’assessore Donini è in relazione alla composizione e alle prerogative del citato Comitato regionale per l’etica della clinica, nonché al contenuto delle più volte menzionate istruzioni tecniche operative che ho presentato ormai il 14 febbraio scorso, e oggi è rimasta purtroppo ancora priva di riscontro.

A me, che sono consigliera, non rimane altro che agire attraverso gli strumenti propri di questa Assemblea per chiederle intanto se intenda prendere le distanze da quanto dichiarato dalla dottoressa Gibertoni e dal senatore Delrio; dopodiché, siccome sono fermamente convinta che questo dibattito non si possa fare nei tre minuti di un question time, le chiedo se intenda rispondere positivamente alla mia richiesta di audizione in Commissione.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde l’assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliera Piccinini. La risposta mi sembra che lei se la immagini già, per cui non è compito nostro quello di dare censure alle libere opinioni di parlamentari e di rappresentanti delle istituzioni.

Per quello che riguarda le dichiarazioni, invece, della direttrice Gibertoni, lei ha fatto riferimento a una dichiarazione, ma dopo qualche ora la stessa direttrice Gibertoni ha precisato che “in relazione alle dichiarazioni espresse, onde evitare possibili strumentalizzazioni, tengo a precisare di aver auspicato il rafforzamento della rete delle cure palliative, sostegno indispensabile per il paziente, rete sulla quale già tanto si è investito in Emilia-Romagna, e che la decisione della Giunta sul fine vita è stata assunta per garantire al malato un diritto sancito dalla Corte”, quindi ha esattamente replicato per quello che riguardava la sua dichiarazione.

Per quello che riguarda invece la richiesta di audizione in Commissione, io alla presidente Soncini ho sempre dato la mia disponibilità e la do ovviamente anche adesso.

Ricordo che dall’inizio della legislatura sono venuto in Commissione 67 volte, circa una volta ogni 20 giorni, quindi non ho certamente remore, nel caso venissi invitato dalla Commissione, a venire a discutere.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola alla consigliera Piccinini per la replica.

 

PICCININI: Ringrazio l’assessore.

Guardi, le dichiarazioni che sono state fatte le ritengo comunque gravi nel merito, benché in parte rettificate, e lo sono per il semplice motivo che purtroppo noi qui non abbiamo la possibilità di fare chiarezza, perché si sta eludendo un dibattito che, come dicevo, è su un tema delicato e deve essere totalmente trasparente, quindi non è possibile affrontarlo con dichiarazioni singole sui giornali, bisogna che ne parliamo nei luoghi deputati, che sono l’Assemblea e la Commissione, perché davvero si rischia, come dicevo, di inquinare le acque e di fare confusione.

Dopodiché, come dicevo, ormai più di 10 giorni fa ho depositato una richiesta di audizione in Commissione dell’assessore, per iniziare perlomeno a parlare degli atti che sono già stati approvati. Penso e spero che su questo non ci siano problemi, tant’è che ho anche letto che la determina sarà probabilmente modificata; quindi, è bene che tutti quanti possiamo avere contezza di come e in che modo verrà modificata e comunque che ci sia data la possibilità di poterne parlare nel merito, anche rispetto alla composizione del Corec, su cui io avrei qualcosa da dire.

Dopodiché giustamente apprezzo la disponibilità di cui prendo atto, sappiamo bene che non è mai mancata da parte dell’assessore, a venire in Commissione. Spero che ci sia la stessa disponibilità, anche da parte di chi presiede la Commissione salute ad affrontare questo dibattito e voglio augurarmi che le convinzioni personali non ostacolino il libero confronto da questo punto di vista.

 In questo senso, quindi, attendo delle risposte e per quanto riguarda l’audizione e per quanto riguarda l’iter del progetto di legge che io ho depositato, in merito al quale da Statuto è previsto che si proceda celermente con la nomina del relatore; quindi, penso che non ci si possa più nascondere e che si debba procedere a un dibattito serio e approfondito.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie.

 

OGGETTO 8124

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle misure necessarie per garantire un ampliamento della rete regionale delle cure palliative. A firma della Consigliera: Castaldini

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’oggetto 8124: interrogazione relativa alle misure necessarie per garantire un ampliamento della rete regionale delle cure palliative, a firma della consigliera Castaldini, che ha la parola per l’illustrazione.

 

CASTALDINI: Grazie, presidente.

Buongiorno, assessore. Riallacciamo un istante i fili. Ci siamo lasciati 15 giorni fa in quest’aula con la mia richiesta di ritirare la delibera di Giunta sul suicidio assistito, perché di fatto veniva menzionata come parere del Comitato etico nazionale la messa a verbale di un parere contrario di sette membri.

Non sto qui a raccontare il travaglio che è successo nei giorni successivi e quello che sta accadendo in questi giorni, che la vedono un po’ affannato a sistemare una situazione, sarebbe una mia facile rivincita, ma sono stata educata che non è questo il gusto della politica.

Riallacciamo i fili, perché 15 giorni fa l’ho ascoltata con molto interesse dichiarare ai giornalisti che lei faceva tutto questo per accompagnare chi aveva terminato il ciclo di cure palliative, allora ho capito che forse il vero problema è che non si conoscono i termini della questione. Come si può parlare di ciclo di cure palliative? Possiamo rimediare.

Oggi le chiedo di provare a fare un passo insieme e di ascoltare questo mio intervento. Di fronte a tanti stimabili, palliativisti che a mezzo stampa hanno dichiarato di un sistema di cure palliative in certe situazioni affaticato, che non riesce a rispondere alle richieste dei malati e che necessita di implementazione, lei ha diramato un comunicato stampa sulle magnifiche sorti di questa sanità italiana e soprattutto sanità regionale, che nel 2022 ha preso in carico oltre 16.000 pazienti nelle cure palliative, con 3,2 giorni medi di attesa per il ricovero negli hospice, dati incontrovertibili per quanto mi riguarda, frutto peraltro di un mio articolo 30, che sono felice di aver dato a disposizione della sanità alla Regione Emilia-Romagna, ma dati parziali, che ci aiutano a dire certamente che siamo bravi, come diciamo spesso, ma non ci aiutano a metterci in discussione.

Le ricordo raccomandazioni importantissime che l’Agenas ha fatto il 15 novembre 2023, contenute nella Valutazione del Piano di potenziamento di cure palliative. Cito: “strutturare primariamente le reti”, così come previsto dalla legge n. 106 del 2021, passaggio fondamentale per poter arrivare al rispetto dei parametri della legge n. 197 del 2022, del raggiungimento del 90 per cento della popolazione entro il 2028, “approfondire il soddisfacimento di uno standard personale dedicato, con riorganizzazione del Piano delle risorse del personale secondo il DM 23 gennaio 2023, esplicitare i meccanismi di monitoraggio interno della rete con l’adozione del cruscotto di indicatori; evidenziare il riconoscimento e inclusione degli Enti; dettagliare la parte che riguarda l’attività domiciliare; ed esplicitare il Piano di formazione.

Le ricordo anche che il parere tecnico di stima dei bisogni di cure palliative basato sulla popolazione residente inviatovi da Agenas il 21 dicembre 2023, applicando un criterio di prevalenza basato sulla popolazione residente, si può stimare sulla base dei dati di lettura e degli approfondimenti tecnici compiuti dei lavori della sezione che dovrebbe interessare circa 173.000 malati anno, pari a 335 ogni 100.000 residenti.

Provo a tradurre in modo semplice. I nostri palliativisti non sono assolutamente degli ultras della loro disciplina che hanno l’ardire di contraddire la Regione, ma dicono quello che nei mesi scorsi di fatto ha scritto Agenas a lei. A parte l’ANT di Bologna, manca in tutta la Regione l’accreditamento delle cure palliative domiciliari, pur in presenza di linee guida puntuali sullo standard di accreditamento.

Secondo punto, le équipe di cure domiciliari attive sono in numero irrisorio. Addirittura in alcune ASL, come Parma e Imola, non esistono. Il numero dei palliativisti operativi nelle varie ASL è al limite, pari a un medico ogni 400.000 malati. Non ci sono cure palliative ambulatoriali. Questo è paradigmatico del suo errore, assessore, quando si afferma [...] al personale degli hospice, le cure palliative necessitano di una presa in carico precoce già al sorgere della diagnosi.

Le cure palliative si rivolgono quasi esclusivamente ai malati oncologici, tanto che anche il sistema di reportistica dei dati sanitarie monitora le cure palliative relativamente ai soli indicatori di fine vita oncologico.

Da ultimo, i numeri di presa in carico che sono in crescita costante, come dice lei, ma i 16.000 sono evidentemente molto lontani da quelli richiesti da Agenas, ovvero 173.000.

Eppure, le risorse ci sono. Nella finanziaria 2004 al Titolo Sesto sulla sanità è incrementato di 10 milioni di euro annuo l’impegno economico.

Che cosa non funziona? Si tratta solo di una questione organizzativa. Ricordo che molti studi sottolineano, dal punto di vista scientifico, che se si toglie il dolore la richiesta di suicidio assistito si riduce circa 10 volte.

L’affanno per sistemare la delibera, assessore, mi pare molto, molto meglio ben spesa se si guarda nel suo complesso questa situazione.

La mia domanda allora è se realmente c’è la volontà politica di fare tutto quello che manca sotto i nostri malati dal punto di vista delle cure palliative secondo i nostri medici e secondo l’Agenas.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde l’assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliera Castaldini. Sul tema della medicina palliativa la Regione Emilia-Romagna non può far altro che proseguire il suo impegno per garantire le cure nelle strutture del Servizio sanitario regionale e anche a domicilio.

Il piano di potenziamento di queste cure è ovviamente in via di definizione, anche se la scadenza del 31 gennaio non è perentoria, è un percorso di condivisione e confronto con i medici palliativisti. La data del 31 gennaio non può essere perentoria perché i fondi sono collegati al riparto del Servizio sanitario nazionale, che ad esempio, l’anno scorso è stato definito nell’ultimo mese dell’anno 2023.

Però, nel frattempo, i dati che riguardano le cure palliative, e che lei in parte ha citato, e che peraltro ha avuto con l’articolo 30, descrivono un quadro molto definito e anche concreto della situazione in Regione. Il numero di pazienti presi in carico della rete delle cure palliative regionali è passato dagli 11.933 del 2018 ai 16.027 del 2022. Le risorse spese annualmente per la rete sono aumentate dai 27 milioni stanziati nel 2018 agli oltre 44 milioni nel 2022.

I giorni di attesa necessari affinché i pazienti possano essere presi in carico per i ricoveri in hospice sono comunque in diminuzione, dai 3,6 del 2018 ai 3,2 del 2022. I pazienti in carico con le cure palliative domiciliari sono aumentati dai 6.462 del 2020 agli 8.298 del 2023.

Certamente si può e si deve fare meglio, di più, è ancora tanto il lavoro da fare, ma guardando al quadro nazionale – la fonte di riferimento è l’indagine Agenas e cure palliative – il rapporto tra numero di assistiti oncologici in carico alle cure domiciliari deceduti per tumore e i cittadini residenti deceduti per tumore, in Emilia-Romagna si attesta al 28,2 – in Lombardia, per esempio, al 20,8; in Toscana al 24,2. Riguardo alle cure domiciliari per cui la Regione Emilia-Romagna sta rispettando gli obiettivi e le tempistiche indicate dal PNRR, il costo pieno destinato alle cure domiciliari è passato dai 167 milioni del 2019 ai 180 del 2022, all’interno dei quali l’investimento nelle cure palliative domiciliari nello stesso periodo è aumentato da 11 a 17 milioni.

Come indicato anche dalla delibera regionale a cui lei faceva riferimento, un sistema effettivo dei servizi sanitari deve ridurre il dolore e le sofferenze nel rispetto delle decisioni consapevoli dei soggetti pazienti, accompagnando anche i familiari in un percorso di vita più dignitoso possibile, pur senza incidere sulla libera determinazione dell’individuo e riducendo, come segnalato dalla sentenza della Corte in maniera estremamente considerevole, le cause della volontà del paziente di congedarsi dalla vita.

La Regione, quindi, ha perseguito questo obiettivo, e compatibilmente con i mezzi e le professionalità effettivamente a disposizione di fatto rendiamo il massimo impegno per proseguire nell’ambito delle cure palliative.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Consigliera Castaldini, le ricordo che aveva esaurito più o meno il suo tempo e le rimanevano pochi secondi.

CASTALDINI: Quaranta, giusto? O mi sbaglio? Va bene, sarò velocissima.

Assessore, fare tutto quello che è possibile vuol dire innanzitutto presentare il piano di potenziamento per le cure palliative, che doveva essere presentato entro il 30 gennaio, e deve essere presentato entro il 30 gennaio di ciascun anno. Ad oggi non c’è notizia, non è stato fatto un lavoro su questo.

I dati che lei mi elenca riguardano esclusivamente i malati oncologici. Manca totalmente, ancora, l’accreditamento per tutte le cure palliative, tranne ANT, a Bologna.

Io credo che questo debba destare molta più preoccupazione rispetto alla discussione che è emersa in questi giorni. Spero che arrivi in fretta, spero che lei possa vedere il tavolo che dovrà preparare questo piano di potenziamento, e spero nelle sue rassicurazioni, non solo qui in aula, parziali, per me, ma anche a chi lavora nell’ambito delle cure palliative.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie a lei.

 

OGGETTO 8126

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle iniziative di formazione, basate su principi scientifici e rivolte ai proprietari di cani d’affezione, intraprese al fine di migliorare il benessere animale e ridurre i casi di aggressione, con particolare riguardo all’esperienza del comune di Parma del “Patentino Cane Speciale”. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo all’oggetto 8126: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa alle iniziative di formazione basate su princìpi scientifici e rivolte ai proprietari di cani d’affezione, intraprese al fine di migliorare il benessere animale e ridurre i casi di aggressione, con particolare riguardo all’esperienza del Comune di Parma del “Patentino cane speciale”.

L’interrogazione è a firma della consigliera Gibertoni, che ha la parola per l’illustrazione.

 

GIBERTONI: Grazie, presidente.

Buongiorno, assessore Donini. Questo question time nasce dalla constatazione di un crescendo, in particolare negli ultimi anni nella cronaca, di incidenti anche gravi, in cui a volte le persone hanno quasi perso la vita, si sono salvate per miracolo, oppure hanno perso la vita, perché cani aggressivi, non gestiti bene dai loro, definiamoli qua, per comodità, proprietari, ma dovrebbero essere i loro compagni umani, evidentemente non sapevano gestirli, o non volevano farlo.

Questo crescendo di notizie nella cronaca l’ho trovato preoccupante, l’ho seguito con attenzione, e parlando con persone che si occupano di animali domestici e di gestione di animali anche di queste razze tutti i giorni per lavoro o per volontariato mi hanno detto che loro da anni vorrebbero che si parlasse di patentini, in realtà loro radicalmente dicono per tutti, per chiunque abbia un cane, per chiunque scelga di convivere con un cane.

Guardando le buone pratiche che ci possono essere in questa Regione, ho preso come esempio quello che fa il Comune di Parma, che ha provato a proporre una soluzione; quindi, dal 1° luglio 2022 ha reso operativo il corso di formazione per il conseguimento obbligatorio del patentino Cane speciale. Cosa vuol dire? Vuol dire che nel vigente Regolamento comunale per il benessere e la tutela degli animali, per conduttori e proprietari di cani appartenenti a una serie di razze che qui ho elencato, che sono ormai non più solo nell’immaginario collettivo, ma se non si accompagnano al giusto umano, diventano effettivamente pericolose, perché evidentemente c’è sia un lassismo, sia un’oggettiva ignoranza rispetto alla possibilità di auto formarsi o di formarsi nel modo giusto per poter convivere con questi cani.

Parto quindi in questo question time da un elenco di razze, così come ha fatto il Comune di Parma, pensando che effettivamente oggi in cui si è persa una memoria culturale, una disponibilità personale a occuparsi di queste cose, a spenderci tempo, a spenderci sinergie, però si continuano a vedere a volte i cani come degli status symbol o addirittura come compensazioni varie a livello psicologico, in cui non è mio compito entrare, purtroppo poi ci rimette il cane e ci rimette il malcapitato, che si trova a dover subire il cocktail esplosivo, che deriva da un essere umano irresponsabile che decide di adottare un cane senza sapere cosa sta facendo.

Io ho citato american bulldog, cane da pastore, cane da pastore dell’Anatolia, dell’Asia centrale, del Caucaso, maremmano abruzzese, ovviamente i pitbull, i vari molossoidi, i rottweiler, i dobermann e via dicendo.

Il Comune di Parma ha fatto la sua proposta, che io ho trovato interessante. Ho visto che il Piemonte ha una legge regionale, ma una legge regionale che discende da una vecchia ordinanza depotenziata, su cui il Governo dovrebbe intervenire, perché credo che sia ora di mettere ordine in queste normative.

La richiesta che oggi faccio la Giunta è l’informazione su quanti siano i Comuni del territorio regionale che abbiano eventualmente replicato l’esperienza del Comune di Parma di questo patentino Cane speciale e se non si ritenga di agevolare la diffusione di questa buona pratica che fa il Comune di Parma, che è un’iniziativa di formazione, ma anche di educazione e di allargamento di orizzonti, per prendere coscienza del cane come essere senziente, ma anche della peculiarità delle razze, delle loro necessità e nello stesso tempo del fatto che quando è troppo tardi è troppo tardi e quando si è causato un incidente mortale o meno è sempre troppo tardi, quindi chiedo all’assessore Donini sia gli aggiornamenti sia eventualmente la sua posizione su questo tema. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola all’assessore Donini per la replica.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliera Gibertoni. La criticità che lei ha segnalato è indubbiamente in crescita e quindi degna di attenzione. Certamente è dovuta anche dalla mancanza di consapevolezza e di formazione da parte dei detentori di quel tipo di animali; quindi, si può ravvisare effettivamente la necessità di rafforzare le iniziative di questo tipo per evitare eventi tragici, spesso causati, come detto, da paura o ansia da parte dell’animale e mancata conoscenza di alcune dinamiche da parte dell’essere umano.

Si è citata la positiva iniziativa di Parma, in molti casi le aziende ASL regionali sostengono gli Enti locali e le associazioni di volontariato e direttamente promuovono attività di questo tipo.

Ovviamente quello che potremmo fare noi, anche stimolati dalla sua interrogazione, è fare una ricognizione complessiva di tutto quello che abbiamo in questo campo nelle varie aziende ed estendere poi le buone pratiche nel modo più omogeneo possibile.

C’è da dire che questa attività di formazione specifica di comportamento nei confronti di queste razze di animali domestici sono ovviamente formazioni che, laddove sono state svolte, hanno prodotto buoni risultati; quindi, è sicuramente una buona pratica dal punto di vista non solo della elaborazione del progetto, ma anche degli esiti.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola per la replica alla consigliera Gibertoni.

 

GIBERTONI: Grazie, assessore. Esprimo soddisfazione per la sua risposta e mi auguro che sia un punto di partenza importante per estendere queste buone pratiche e ampliarle anche con le conoscenze del settore veterinario della Regione ed eventualmente di etologi e persone che si occupino di queste dinamiche in modo ancora più specialistico rispetto ai veterinari semplici.

Devo sollecitare la Giunta a sollecitare, perché il Governo qui potrebbe fare molto e quindi, dato che appunto c’è proprio in questa fase storica un crescendo di allarme rispetto a questo tema e in più, come cercavo di segnalare nel question time, viviamo in spazi pubblici sempre più affollati, trafficati, che impongono dei cambiamenti rispetto anche soltanto a 10 anni fa. Un maggiore controllo sui cani, per esempio, una maggiore educazione reciproca interpersonale e maggiori civiltà che si riflette poi, se manca, al convivente umano si rifletterà sul cane. Quindi, visto che c’è anche questa ordinanza ministeriale che segnalavo nel question time, che la materia di per sé è stata rivista svariate volte, poi questa ordinanza ministeriale è stata rinnovata di anno in anno ma non ci si è mai messo ordine, quello che chiedo alla Giunta è anche di sollecitare il Governo a intervenire perché questa materia venga aggiornata e possa diventare magari una legge nazionale.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie a lei.

 

OGGETTO 8118

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano, ad oggi, i vantaggi apportati, nella riforma dell’emergenza-urgenza, dall’istituzione dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU), sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso all’interrogazione di attualità a risposta immediata in aula oggetto 8118 per sapere quali siano, ad oggi, i vantaggi apportati, nella riforma dell’emergenza-urgenza, dall’istituzione dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU), sul territorio regionale.

Illustra l’interrogazione il consigliere Tagliaferri.

 

TAGLIAFERRI: Grazie, presidente, assessori, colleghi.

I CAU stanno diventando un punto di riferimento per i cittadini per le prestazioni urgenti di bassa criticità.

La riorganizzazione dell’emergenza urgenza ha intercettato un bisogno delle nostre comunità e siamo certi che, grazie al lavoro dei professionisti impegnati nei CAU e nella continuità assistenziale, i CAU diventeranno presto un luogo di cura sempre più in sintonia con i territori.

Così, con tanto di conferenza stampa in pompa magna, l’assessore alla sanità Raffaele Donini elogiava i CAU, i nuovi centri istituiti dalla Regione per far fronte, come vedremo a mio avviso senza riuscirci, alla crisi del pronto soccorso.

Peccato che però il pensiero dell’assessore Donini sia a dir poco, a mio avviso, isolato per quanto ne ho contezza. Di segno contrario è infatti l’opinione espressa, anche a mezzo stampa, da chi si occupa di assistenza sanitaria in Alta Val Trebbia, nonché dagli stessi abitanti della zona e dagli utenti della struttura.

Una nota pubblicata su un noto quotidiano online della Provincia di Piacenza, riporta quanto segue. Il CAU ha tolto, invece che aggiungere, si è ristretta molto l’offerta sanitaria, ci sono delle incongruenze evidenti. Il CAU di Bobbio non può sostituire il punto di primo intervento dello stesso ospedale.

I PPI erano un punto di stabilizzazione del paziente, gestivano anche patologie di media portata, mentre oggi il CAU interviene in situazioni tipiche della guardia medica e non effettua ricoveri, ma fa trasportare a Piacenza il paziente.

Così, l’ospedale del capoluogo riceve i pazienti del territorio, e spesso, dopo la diagnosi, li rimanda a Bobbio per un ricovero. Così, a mio avviso, il CAU non funziona benissimo. Servono migliorie per evitare ad esempio il viavai del paziente, costretto a fare Bobbio-Piacenza-Bobbio, con un’attesa di diverse ore al pronto soccorso cittadino per la diagnosi.

È tempo delle verità e delle risposte chiare. Dalla Giunta vorremmo sapere: quali siano ad oggi i vantaggi apportati dall’istituzione dei CAU sul territorio nella riforma dell’emergenza-urgenza; se non ritiene che sia più utile investire su punti di primo intervento in grado di dare risposte immediate ai cittadini, anche in casi di maggiore gravità; se risultano essere stati trattati casi con problematiche specifiche, e nella fattispecie, quanti; se risultano trasferimenti ad altri PS o presìdi ospedalieri, e quanti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde l’assessore Donini.

 

DONINI, assessore: Grazie, presidente.

Grazie, consigliere Tagliaferri. Sono questioni più da informative in Commissione, che non in tre minuti di question time, però cerco di andare per punti. Intanto, il punto di primo intervento di Bobbio è stato operativo fino al 30 novembre 2023, sette giorni alla settimana, 24 ore su 24.

Ricordo, come immagino lei sappia, che da ottobre 2022 a novembre 2023, quindi l’ultimo anno, nel punto di primo intervento il personale medico impiegato era reclutato tra i medici di continuità assistenziale.

Tra il 2021 e il 2023 i codici bianchi e verdi hanno rappresentato a Bobbio una percentuale fino all’83 per cento dei casi; mentre, i codici rossi e arancioni hanno oscillato tra il 2 e il 3 per cento (2,3-3,8). Ovviamente, sono stati tutti, come è logico che sia, centralizzati negli ospedali hub.

Dal 1° dicembre a Bobbio si è inaugurato il nuovo centro di assistenza per le urgenze, a cui si sono aggiunti nelle settimane seguenti sul territorio piacentino anche i CAU di Podenzano e del capoluogo.

Il nuovo CAU di Bobbio, dal 4 dicembre al 25 febbraio ha registrato 684 accessi. Anche in questo territorio, come in media in tutti i CAU della regione il tempo medio di attesa è circa un’ora.

L’81 per cento dei pazienti, in larga parte afferente alla fascia 18-64 anni accede ai CAU regionali in orario diurno; l’83 per cento è lì curato e torna al domicilio. Il 53 per cento delle casistiche riguarda la casistica ortopedica e gastrointestinale, e nei 30 CAU attivati e monitorati dalla Regione, è stato raggiunto, ad oggi, un numero superiore ai 70.000 accessi.

La diminuzione degli accessi al pronto soccorso si è registrata nel mese di gennaio, regionalmente attorno al 6 per cento; a Piacenza, con punte anche molto più cospicue nell’ambito del capoluogo.

 

PRESIDENTE (Zamboni): La parola al consigliere Tagliaferri per la replica.

 

TAGLIAFERRI: Assessore, ringrazio per la risposta, che mi sembra articolata. Le mie perplessità comunque rimangono. Penso che l’ascolto anche del territorio, dei Sindaci di vallata – alcuni sono anche medici – sia molto importante per poter, anche da parte della Regione, prendere decisioni giuste.

Rimangono le mie perplessità per i motivi che ho accennato, e comunque vedremo poi l’evolversi della situazione più avanti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Grazie a lei.

 

OGGETTO 8114

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula inerente alle informazioni sulla tempistica di erogazione delle risorse, previste dallo stato di emergenza nazionale, per il ripristino del Ponte di Ozzanello nel comune di Terenzo (PR) e sulle ulteriori azioni per mitigare i disagi attuali. A firma del Consigliere: Gerace

 

PRESIDENTE (Zamboni): Passiamo adesso all’interrogazione di attualità a risposta immediata in aula oggetto 8114 inerente alle informazioni sulla tempistica di erogazione delle risorse previste dallo stato di emergenza nazionale per il ripristino del ponte di Ozzanello, nel Comune di Terenzo, provincia di Parma, e sulle ulteriori azioni per mitigare i disagi attuali.

L’interrogazione è a firma dei consiglieri Gerace e Daffadà.

La parola al consigliere Gerace.

 

GERACE: Grazie, presidente.

Prima di tutto, desidero esprimere il mio sincero ringraziamento alla vicepresidente della Regione, e assessora, per il suo impegno nei territori colpiti dalle calamità naturali del 2023, e per l’attenzione che può dedicare nel rispondere alla mia interrogazione odierna, che manifesta un profondo senso di responsabilità per il territorio, non solo mio, ma anche di altri colleghi di detto territorio.

L’interrogazione si concentra sugli eventi drammatici del 30 ottobre dell’anno scorso, quando violenti temporali hanno devastato la nostra regione, causando, in particolare nella provincia di Parma, frane, allagamenti, smottamenti e il rigonfiamento dei fiumi.

Tra le conseguenze più gravi, il crollo parziale di un ponte sul torrente Sporzana a Ozzanello, frazione del Comune di Terenzo, che ha severamente compromesso la connessione vitale tra i Comuni di Terenzo e Fornovo di Taro, incidendo profondamente sulla vita comunitaria e sull’economia locale.

Questo evento ha non solo isolato queste comunità, ma ha anche generato significativi disagi per i residenti e le imprese, ostacolando l’accesso ai luoghi di lavoro, alle sedi scolastiche e complicando notevolmente la viabilità locale.

In questo quadro va poi segnalata la situazione di due aziende locali, che, essendo direttamente penalizzate dal crollo del ponte, si sono assunte la responsabilità di costruire un guado provvisorio, privato a valle di un’interruzione. Tuttavia, tale soluzione è limitata al passaggio esclusivo dei mezzi a servizio delle due aziende e in sé non consente di risolvere le legittime e comprensibili esigenze e proteste dei cittadini.

Voglio evidenziare l’impegno e la decisione dei nostri Sindaci e delle amministrazioni locali, che hanno agito con determinazione per affrontare questa emergenza, hanno immediatamente richiesto le risorse necessarie per intervenire con prontezza ad Ozzanello. La loro tenacia è la loro dimostrazione di una comunità che vuole superare le difficoltà.

Il Governo ha riconosciuto lo stato di emergenza nazionale richiesto dalla Regione, prevedendo un finanziamento di 11,8 milioni di euro per il ripristino delle condizioni critiche e la messa in sicurezza dei territori. Questo è un passo fondamentale verso la normalizzazione, ma è solo l’inizio del percorso che ci si attende.

Mi rivolgo a lei, vicepresidente, per avere notizie dei tempi previsti per l’allocazione delle risorse destinate alla ricostruzione del ponte di Ozzanello e per sollecitare un dialogo costruttivo con il Governo al fine di accelerare i lavori per il nuovo ponte. Il nostro obiettivo è chiaro: Ripristinare la piena funzionalità e la sicurezza delle infrastrutture, per garantire che la nostra comunità possa proseguire nelle sue attività quotidiane senza ulteriori interruzioni, dando risposte sia ai cittadini che alle aziende.

Sono convinto che, unendo le forze e collaborando a tutti i livelli, potremo superare questa sfida e assicurare un futuro prospero e sicuro ai nostri cittadini. Grazie.

 

PRESIDENTE (Zamboni): Risponde la vicepresidente Priolo.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Gentile consigliere, grazie per questa interrogazione, che mi permette di darle qualche riferimento sulle tempistiche, ma anche sul quadro che ci siamo fatti rispetto agli ambiti coinvolti.

Come lei sa, come ha scritto, com’è disposto dalle norme nazionali, il Capo dipartimento della Protezione civile, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, ha adottato l’ordinanza n. 1070 del 2024, disciplinando le attività che possono essere fatte al fine di concorrere al superamento dello stato di emergenza.

Rispetto alle tempistiche entro il 23 marzo, quindi tra un mese, il commissario delegato dovrà trasmettere al Dipartimento nazionale della Protezione civile il Piano degli interventi urgenti limitatamente agli interventi volti al soccorso e all’assistenza alla popolazione in emergenza, ovvero quelli afferenti all’articolo 25, comma 2, del Codice di Protezione civile, e quelli afferenti ripristino della funzionalità dell’infrastruttura (articolo 25, comma 2, lettera b).

A seguito del preventivo assenso da parte del Dipartimento nazionale della Protezione civile, il commissario delegato con proprio atto approverà il Piano degli interventi, nominando contestualmente i soggetti attuatori, che potranno immediatamente procedere con la realizzazione della rendicontazione delle opere finanziate, avvalendosi anche delle deroghe acceleratorie previste dagli articoli nn. 3 e 6 dell’ordinanza.

Al riguardo, nell’ambito delle interlocuzioni con i Comuni di Terenzo e Fornovo di Taro (come lei ha ben sottolineato, io sono andata anche in loco, li ho incontrati, ho visionato), alla luce della ricognizione dei danni trasmessa all’atto della richiesta dello stato di emergenza e dei sopralluoghi fatti anche dal Dipartimento di Protezione civile, è stata confermata la richiesta di procedere con la ricostruzione del ponte crollato in località Sivizzano la Fornace Ponte di Ozzanello e la rimozione dall’alveo del relitto del ponte.

Perfezionate le stime economiche dell’opera, sulla base dei primi dati a disposizione indicativamente dell’ordine di 1 milione di euro, nell’ambito del più complessivo quadro emergenziale, che ricomprende anche le Province colpite di Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna, si ha intenzione di procedere con l’inserimento della proposta nella bozza di piano che il commissario delegato trasmetterà al Dipartimento di Protezione civile.

 Se la proposta fosse approvata dal Dipartimento nazionale, essendo estremamente rapidi i tempi di messa a disposizione delle risorse in capo ai soggetti attuatori e potendo utilizzare le deroghe acceleratorie sopra richiamate, la ricostruzione del ponte risulta essere, ad oggi, l’unica soluzione possibile, come lei stesso ha sottolineato, per il ripristino della funzionalità che l’infrastruttura crollata garantiva antecedentemente all’evento.

Relativamente, infatti, al guado ad oggi esistente, si rappresenta che la sua realizzazione e la relativa gestione sono state disciplinate con specifica concessione richiesta e rilasciata alle due aziende private che lei ha richiamato.

Il guado ha natura provvisoria ed è stato realizzato e concessionato solo per consentire il passaggio saltuario dei mezzi che si recano alle due aziende e pertanto non può essere riconvertito ad altre finalità. La realizzazione di un guado sormontabile idoneo al pubblico transito al fine di essere irregolarmente concessionato richiederebbe caratteristiche dimensionali costruttive, oltre che misure gestionali in capo all’Amministrazione comunale titolare della concessione demaniale, completamente diverse da quelle che disciplinano il guardo oggi esistente in relazione al regime idraulico del torrente Sporzana senza le stime degli oneri gestionali dell’opera.

Stiamo parlando in sede di ricognizione dei danni di un intervento che sarebbe dell’ordine di 400.000 euro rispetto a un ponte nuovo da 1 milione di euro. Pertanto, si auspica questa tempistica celere per poter consentire all’Amministrazione la realizzazione del ponte, come richiesto da loro stessi.

Grazie.

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Gerace, prego.

 

GERACE: Grazie, presidente.

La ringrazio ancora una volta, vicepresidente e assessora, per il suo impegno e mi dichiaro ampiamente soddisfatto per la risposta.

Attendiamo comunque con fiducia che si faccia il dovuto perché si possa ritornare alla normalità, per la profonda responsabilità verso questo territorio che sta affrontando davvero delle serie difficoltà.

Attendo quindi con fiducia i prossimi passi e sono certo che, con il sostegno e l’azione congiunta di tutti i livelli di governo, potremmo superare questa sfida e garantire un futuro sicuro e prospero alla comunità, quindi la realizzazione del ponte come opera finale e non la presa in considerazione del guado che risulterebbe economicamente assolutamente non efficace.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 8115

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l’iter autorizzativo dell’impianto eolico “Badia del Vento” previsto nel comune di Badia Tedalda (AR), visti i pareri contrari dei soggetti coinvolti e la necessità di tutelare a livello paesaggistico-ambientale il territorio di confine tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Toscana. A firma della Consigliera: Rossi

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo all’oggetto 8115: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa l’iter autorizzativo dell’impianto eolico “Badia del Vento” previsto nel Comune di Badia Tedalda, visti i pareri contrari dei soggetti coinvolti e la necessità di tutelare a livello paesaggistico ambientale il territorio di confine tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Toscana.

L’interrogazione è a firma della consigliera Rossi. Prego, consigliera.

ROSSI: Grazie, presidente.

Ho proposto questa interrogazione oggi all’assessora Priolo, che gentilmente circa un anno fa mi aveva risposto, rispetto a un tema che per il nostro territorio è veramente molto, molto sentito.

È quello dell’installazione, un anno fa erano sette, aerogeneratori, quindi sette pale eoliche in Regione Toscana a 500 metri dal confine con la Regione Emilia-Romagna, anzi dal centro storico del Comune di Casteldelci, che è uno dei Comuni più colpiti della Provincia di Rimini dall’alluvione di maggio 2023 e che appunto ha mostrato anche tutte le fragilità idrogeologiche, oltre al tema del paesaggio, della bellezza e della storia che anche con interventi come aree interne, piuttosto che GAL, piuttosto che ovviamente tutto il settore del turismo, sta investendo per valorizzare, per evitare lo spopolamento e tutte le difficoltà che un territorio di quel genere può comportare.

Oggi vorrei interrogare per sapere a che punto è l’iter autorizzativo di questo percorso. Un percorso che, ci tengo a sottolineare e poi magari in chiusura farò un quadro più completo, purtroppo vedrà interessato un territorio a confine con la Regione Emilia-Romagna, Marche e Toscana, presentare nella sola Regione Toscana, che per la maggior parte detiene anche la possibilità di poter dare le autorizzazioni, così come in alcuni contesti, anche il ministero, perché sono degli impianti diversi, c’è un numero di progetti e di richieste di impianti per un totale di 60 pale eoliche, tutte completamente ricadenti sul versante Valmarecchia dell’Emilia-Romagna, pale eoliche che sono altre dai 180 ai 200 metri, e che hanno un diametro, signori, largo come quest’aula, per avere un’idea, 22 metri. Ho provato a fare i passi, ho le gambe corte, però ha circa un diametro come quest’aula, in un contesto che è poi quello del Montefeltro.

Io aspetto la risposta dell’assessore, poi magari finisco con il quadro generale, visto che ci sono state delle evoluzioni in questo anno, ovviamente, rispetto ai pareri della Regione Emilia-Romagna – mi aveva già anticipato nell’interrogazione dell’anno scorso – ma anche di tutti gli enti che sono stati interpellati e deputati, ovviamente, a rilasciare dei pareri che però pare non siano vincolanti, e questa cosa io penso sia inaccettabile.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.

Grazie, consigliera. Vale la pena riavvolgere il nastro, come lei ha suggerito, per ripercorrere questo iter amministrativo, che oggi sta compiendo ulteriori passi per l’approvazione.

Come lei ha sottolineato, trattandosi di opere interamente ricadenti nel territorio toscano, ancorché al confine con la regione Emilia-Romagna, sul progetto è in corso un procedimento autorizzatorio unico, un PAUR, ai sensi del DLGS, cioè del Testo unico dell’ambiente n. 152, che è di competenza della Regione Toscana, e avviato con una nota acquisita al protocollo della regione Emilia-Romagna a ottobre del 2022.

Su tale progetto, la Regione Toscana ha richiesto il parere ai soggetti con competenza ambientale, ai sensi sempre del Testo Unico n. 152, che prevede che per opere che possono avere impatti ambientali rilevanti, ovvero, effetti ambientali negativi e significativi su Regioni confinanti, l’Autorità competente è tenuta a darne informazione e ad acquisire i pareri delle autorità competenti di tali Regioni, nonché degli enti locali territoriali interessati dagli impatti.

La Regione Emilia-Romagna e gli altri enti territoriali interessati si esprimono quindi all’interno del procedimento con un parere che come ha detto lei, ahimè, non ha natura vincolante.

Rispetto all’iter autorizzativo si evidenzia che a seguito del sopralluogo nelle aree di progetto, e tenuto conto dei contributi pervenuti dalle amministrazioni territoriali, la Regione Emilia-Romagna ha inviato, con nota del dicembre 2022, le proprie osservazioni con richiesta di chiarimenti.

A seguito della documentazione integrativa presentata dal proponente, la Regione Toscana ha inviato richiesta di pareri e contributi istruttori, acquisita al protocollo ad agosto del 2023.

Sulla base dell’ulteriore istruttoria e dei contributi pervenuti dal Comune di Sant’Agata Feltria, dalla Soprintendenza belle arti archeologiche e del paesaggio, dalla Provincia di Forlì-Cesena e dal Parco interregionale Sasso Simone e Simoncello, la Regione Emilia-Romagna, con nota dell’ottobre del 2023 ha espresso parere non favorevole al progetto, motivando che il crinale di confine regionale su cui sarebbero ubicati gli aerogeneratori non risulta idoneo secondo gli strumenti di pianificazione regionali e provinciali secondo la disciplina regionale in materia di aree per l’installazione di impianti eolici.

A seguito della seduta della Conferenza dei servizi dell’ottobre 2023 e dell’ulteriore documentazione trasmessa dal proponente in data 6 dicembre 2023, la Regione Toscana ha convocato una nuova riunione di Conferenza dei servizi il 24 gennaio 2024, e richiesto il parere di competenza sulla documentazione integrativa fornita.

Relativamente agli aspetti paesaggistici, la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio della provincia di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, con nota del 15 gennaio 2024 ha confermato il proprio parere negativo.

Va sottolineato che anche la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio delle Province delle provincie di Siena, Grosseto e Arezzo, ha espresso un parere negativo, chiedendo però integrazioni.

La Regione Emilia-Romagna, con nota del 24 gennaio 2024, ha quindi confermato il proprio parere non favorevole al progetto, non essendo state risolte le criticità in merito alla coerenza con gli strumenti di pianificazione territoriale.

La Regione ha espresso poi tale parere non favorevole anche in sede di Conferenza dei servizi del 24 gennaio 2024. Hanno altresì confermato il parere non favorevole il Comune di Casteldelci e l’Unione dei Comuni di Valmarecchia. In tale sede, pure in presenza di diversi pareri favorevoli, in considerazione dei rilievi e delle criticità emerse anche in alcuni pareri rilasciati dagli enti del territorio toscano, la Conferenza dei servizi ha concesso ulteriori 30 giorni al proponente per fornire i chiarimenti.

Al momento, la Regione Emilia-Romagna resta pertanto in attesa di nuove comunicazioni sulla prosecuzione del procedimento autorizzatorio unico da parte della Regione Toscana.

Devo dire che ne ho parlato anche con il ministro Pichetto Fratin, ho approfittato dell’incontro che ho avuto con lui lunedì, perché è evidente che su impianti – ne avevo parlato, per la verità, anche con la Regione Toscana – che hanno una prospicienza tale, e una contiguità tale con il confine, forse un’intesa, ancorché oggi non prevista dalla norma primaria, sarebbe ottimale.

Bisognerebbe provare a prevedere questo passaggio nel futuro decreto delle aree idonee, perché in ogni caso noi abbiamo, da questo punto di vista, necessità, laddove occorrente, di tutelare il nostro territorio.

Non siamo una Regione ostile agli impianti eolici, stiamo mandando avanti due progetti off-shore che sono molto importanti, che daranno energia da fonti rinnovabili per 1 giga messi insieme, Ravenna e Rimini; quindi, non è un approccio ideologico il nostro, bensì un approccio concreto nell’ambito di quelli che sono gli obiettivi che noi dobbiamo tenere in considerazione.

Ho espresso al ministro il fatto che non solo noi abbiamo espresso parere negativo, quindi sfavorevole, ma anche la Soprintendenza della Toscana. Speriamo che questo, da questo punto di vista, venga preso in considerazione. È ovvio che su questi temi abbiamo bisogno che ci sia una concertazione, probabilmente una condivisione anche precedente.

Tutto quello che possiamo fare, consigliera, lo stiamo mettendo a disposizione non soltanto di quest’aula, ma anche del territorio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Rossi, prego.

 

ROSSI: Grazie, presidente.

Grazie anche all’assessora Priolo per l’impegno e l’interesse e anche quello che ci ha appena detto; quindi, la necessità di avere tra le Regioni un’intesa, perché si evitino situazioni o casi di questo tipo, e che magari nel prossimo decreto che dovrà uscire sulle aree idonee e non idonee possa essere inserito, come raccomandiamo, questo tipo di proposta.

Lo ha detto bene, lo condivido e voglio ribadire che, se da un lato, come è giusto che sia, si vuole o si deve ovviamente favorire lo sviluppo di energie rinnovabili, e noi come Regione Emilia-Romagna penso che, come è stato detto più volte dal presidente, da lei e anche dagli altri assessori, stiamo favorendo con il rigassificatore, con le aree idonee per i pannelli fotovoltaici, tutto quello che è possibile fare lo stiamo mettendo in campo, anche con le politiche del Piano Aria, Piano rifiuti e tutto quello che è necessario, stiamo sul pezzo.

Sono convinta ed è convinto anche il Ministro Fratin, perché leggo dalla sua intervista “Eolico, paesaggio da tutelare”, quindi lo dice lui, quindi sarà evidentemente convinto e anche il nostro Governo, ma c’è l’elenco dei pareri negativi che lei ha fatto (Regione, Comuni, Unione dei Comuni, Sovrintendenze emiliano-romagnole e anche toscane, provincia di Rimini di Forlì-Cesena, il settore Tutela della natura e del mare della Regione Toscana), una serie di realtà che hanno espresso parere negativo non soltanto per una questione ovviamente ideologica o che deve essere letta per forza contro chi è più o meno a favore delle rinnovabili, non è così, non si può distruggere un territorio e un ambiente, a discapito anche della sicurezza idrogeologica.

Il Comune di Casteldelci, quello cui appunto questo insediamento dista 500 metri, è il Comune più colpito della Provincia di Rimini dopo l’alluvione del 2022. Le indagini geologiche per questo primo progetto risalgono a un’epoca antecedente a questo evento. Non è secondaria questa cosa.

Parliamo di ettari di faggete, di cerrete secolari abbattute proprio per fare strade in modo tale che possano essere trasportati pali che, ripeto, hanno un diametro come quest’aula, alti 180-200 metri.

È stato un territorio che proprio per questo motivo anche negli anni precedenti non si è mai autorizzato nessun tipo di progetto.

Credo che sia importante, come dicevo all’inizio della replica, che la Regione Emilia-Romagna continui a seguire con determinazione queste autorizzazioni, partecipando alla Conferenza dei Servizi organizzata dalla Regione Toscana, ma che si faccia portavoce di queste istanze presso il Governo proprio per determinare dei criteri tali per cui bene l’eolico, bene le energie rinnovabili, le fonti rinnovabili ma non a costo di tutto, soprattutto non ha costo del paesaggio, dell’ambiente e della sicurezza idrogeologica dei nostri territori quando ci sono espressioni così forti di territori interi anche politiche, oserei affermare. Anche tutte le parti politiche del territorio provinciale riminese sono contrarie a questo scempio.

Quindi, mi auguro che questo messaggio arrivi forte a Roma e spero e auspico che la nostra Regione si faccia portavoce anche attraverso documenti e atti che lo possano testimoniare.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

OGGETTO 8119

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano le richieste avanzate al Governo e alla Struttura commissariale dal Patto per il Lavoro e per il Clima affinché, con la modifica delle norme nazionali e delle ordinanze emesse dalla stessa Struttura, si riescano a garantire gli adeguati risarcimenti a tutti i cittadini e le imprese danneggiati dall’alluvione del 2023. A firma dei Consiglieri: Montalti, Rontini, Caliandro, Dalfiume, Costa, Mori, Bulbi

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’oggetto 8119: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali siano le richieste avanzate al Governo e alla struttura commissariale dal Patto per il lavoro e per il clima affinché, con la modifica delle norme nazionali e delle ordinanze emesse dalla stessa struttura, si riescano a garantire gli adeguati risarcimenti a tutti i cittadini e le imprese danneggiati dall’alluvione del 2023.

L’interrogazione è a firma dei consiglieri Montalti, Rontini, Caliandro, Dalfiume.

Prego, consigliera Montalti.

 

MONTALTI: Grazie, presidente.

Ancora una volta siamo in Assemblea ad evidenziare come, a distanza di quasi 10 mesi dall’alluvione che ha colpito la Romagna, ci sono migliaia di imprese, migliaia di famiglie che attendono il riconoscimento degli indennizzi e dei rimborsi.

Voglio anche sottolineare che in migliaia, in particolare imprese, non hanno percepito nulla. Nulla. Con spirito di collaborazione e quel senso di responsabilità che sin dall’inizio ha caratterizzato l’azione della Regione, per far sì che fosse velocizzato il percorso degli indennizzi, l’Emilia-Romagna ha messo a disposizione la piattaforma informatica Sfinge, modificando quella che era stata utilizzata durante il terremoto. Tale piattaforma è stata attivata in data 15 novembre 2023.

Voglio ricordare che ‒ e ci tengo a sottolinearlo ‒ non sono, come dicevo all’inizio, ancora arrivati i risarcimenti promessi dal Governo Meloni alle famiglie e alle imprese alluvionate, non sono ancora state previste in alcun modo le risorse per il risarcimento dei beni mobili, pur essendoci state grandi promesse, anche qui, da parte del Governo e, ad oggi, le uniche risorse che sono pervenute alle persone colpite sono relative alle prime misure emergenziali disposte da Bonaccini in qualità di commissario all’emergenza e poi quelle relative alle misure disposte dalla Regione, come, per esempio, l’incentivo per le auto alluvionate.

La piattaforma Sfinge è una piattaforma che funge da interfaccia digitale ed è stata approntata sulle indicazioni pervenute dalla struttura commissariale, quindi dal commissario Figliuolo, seguendo quanto previsto nelle ordinanze e nella legge nazionale. È evidente ‒ questo è evidente a tutti ‒ che le pratiche per i rimborsi non stanno funzionando. Addirittura, imprese e famiglie non riescono neanche a completare la documentazione richiesta per poter avviare l’iter di indennizzo a causa delle complicazioni, dell’eccessiva burocrazia, che sono correlate alle norme nazionali e alle ordinanze che sono state emesse dalla struttura commissariale.

È evidente che c’è un enorme problema legato all’ordinanza e alle norme. Tali ostacoli non possono essere attribuiti ‒ come qualcuno cerca di fare, anche in quest’aula ‒ alla piattaforma Sfinge, quindi semplicemente all’interfaccia digitale che opera, lo voglio ripetere, sulla base delle indicazioni contenute nelle ordinanze della struttura commissariale.

Proprio per questo, perché è evidente a tutti, al sistema delle imprese, alle famiglie che si trovano ancora una volta dopo essere state colpite dall’alluvione a dover tribolare per riuscire ad ottenere questi rimborsi, è evidente che le ordinanze vanno modificate, che la norma nazionale va rivista per poter semplificare, per poter rendere gli iter più lineari, per poter finalmente permettere a migliaia di famiglie, a migliaia di imprese, di ottenere quei rimborsi che sono stati promessi: il 100 per cento di indennizzo, è stato detto dal Governo e dalla Meloni.

Il 23 febbraio 2024, si è riunito il sistema emiliano-romagnolo attraverso il Patto per il lavoro e per il clima, per chiedere in maniera accorata, unitaria, trasversale, delle modifiche alle norme nazionali, in particolare alla legge n. 100 del 2023, alle ordinanze commissariali, con l’obiettivo di semplificare finalmente gli iter burocratici a cui sono sottoposti imprese e cittadini per far sì che le perizie e le pratiche di risarcimento siano più spedite e più lineari, per far sì che finalmente chi è stato colpito dalla tragedia dell’alluvione possa veder riconosciuto ciò che è giusto, perché possa veder riconosciuti gli indennizzi senza dover fare dei percorsi che sono diventati dei veri e propri calvari.

Quindi oggi, con questa interrogazione, voglio chiedere alla Giunta di aggiornarci sulle richieste che sono state avanzate dal Patto per il lavoro e per il clima e che condivida quindi cosa è stato chiesto alla struttura commissariale di modificare, affinché finalmente si possa, grazie a una modifica che noi auspichiamo, delle ordinanze, sbloccare la situazione e garantire ai cittadini e alle imprese adeguati risarcimenti.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Vicepresidente Priolo, prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Buongiorno, consigliera.

Come lei saprà, dall’inizio di questa emergenza abbiamo provato a condividere, sempre con l’istituzione del Patto, quelle che dovevano essere le richieste da portare al Governo, al punto tale che il primo incontro con la presidente Meloni fu svolto dal presidente insieme alle rappresentanze sociali.

Come lei ha sottolineato, è evidente che in questo momento ci sono delle oggettive difficoltà per il risarcimento sia dei cittadini, che delle imprese. Da questo punto di vista noi siamo persuasi che questo dipenda in particolar modo da una norma primaria che è nata probabilmente facendo riferimento ad emergenze che non sono strettamente attinenti a quelle dell’alluvione, ma probabilmente a quelle del sisma del centro Italia, mimando quindi una norma che non è estremamente calzante alle esigenze che noi abbiamo.

La nostra consapevolezza è che bisogna intervenire sulla norma primaria affinché anche le ordinanze conseguentemente possano essere modificate.

Nel corso di questi mesi abbiamo più volte provato, con i diversi veicoli normativi, ad avanzare emendamenti, in parte afferenti al tetto di spesa, in parte afferenti al fatto che mancano immobili, in parte afferenti al fatto che la modalità di reperimento del personale in questo momento non funziona, ma ogni veicolo normativo non ha portato alla modifica della norma primaria, quindi, conseguentemente, anche le ordinanze rimangono bloccate e cristallizzate.

Pertanto, abbiamo presentato al Patto anche gli emendamenti che sono noti, che voi conoscete e che, a nostro avviso, diventano sempre più urgenti. Stiamo attendendo che il Patto ci restituisca delle osservazioni, in previsione di poterle rappresentare al commissario Figliuolo.

Dal punto di vista istituzionale, quindi, stiamo attendendo queste osservazioni, quando ci arriveranno poi sarà nostra cura trasmettervele. In questo momento, abbiamo dato tempi di una settimana alle associazioni di categoria, alle rappresentanze sociali per farci ulteriori, eventuali osservazioni. La struttura commissariale sta facendo diversi incontri pubblici, proprio perché è evidente in questo momento che ci sono alcuni aspetti che vanno probabilmente migliorati all’interno di tutto l’iter amministrativo che si sta compiendo.

C’è un po’ di fatica, però noi dobbiamo fare in modo che inizino ad arrivare i risarcimenti, per cui è necessario che anche il commissario Figliuolo si faccia parte diligente, ed è questo lo scopo per il quale stiamo provando, insieme a tutte le parti sociali, a comporre questo quadro di riferimento, perché diversamente i tempi si allungheranno ulteriormente.

Unitamente alle osservazioni sulla norma primaria, l’interlocuzione con il Commissario è anche incentrata sull’utilizzo delle risorse del PNRR, che in questo momento non vedono ancora un decreto che le possa normare, per cui complessivamente stiamo cercando di comporre un quadro in una complessità gestionale che, come lei ha sottolineato, in questo momento non sta riuscendo nei risultati che tutti noi comunque auspichiamo.

Appena avremo il documento completo, sarà quindi nostra cura metterlo a collettivo, non è ovviamente un documento riservato, ma ancora non ci sono pervenute le osservazioni dal Patto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Montalti, prego.

 

MONTALTI: Ringrazio la vicepresidente.

Nel tempo che mi è rimasto voglio fare un appello, voglio fare un appello a tutti i colleghi e ai consiglieri di Fratelli d’Italia e ai consiglieri della Lega, perché qua c’è bisogno di unire tutte le forze. Abbiamo bisogno che vengano fatti gli emendamenti alla norma primaria, alla legge nazionale.

Mi piacerebbe anche che i Capigruppo di Fratelli d’Italia e della Lega, mentre mi appello a loro, magari mi ascoltassero.

Perché abbiamo bisogno di superare quelle che sono le lotte di parte, le polemiche sterili e di aiutare tutti insieme i cittadini, le famiglie e le imprese della Romagna ad avere riconosciuti finalmente il 100 per cento dei rimborsi che sono stati promessi.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie a lei.

 

OGGETTO 8121

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se, a seguito di quanto accaduto il maggio scorso e in attesa della predisposizione del Piano Territoriale Regionale, non si ritenga opportuno introdurre una moratoria delle autorizzazioni a edificare nelle aree esondate, sull’esempio di quanto disposto in analoga circostanza dalla Regione Liguria. A firma della Consigliera: Zamboni

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’oggetto 8121: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se, a seguito di quanto accaduto il maggio scorso e in attesa della predisposizione del Piano Territoriale Regionale, non si ritenga opportuno introdurre una moratoria delle autorizzazioni a edificare nelle aree esondate, sull’esempio di quanto disposto in analoga circostanza dalla Regione Liguria.

L’interrogazione è a firma della consigliera Zamboni. Prego, consigliera.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Questa interrogazione fa riferimento alla situazione che si è venuta a creare nei territori che sono stati oggetto dell’alluvione, in vista anche delle nuove richieste di urbanizzazione che provengono da questi territori.

Nel dicembre scorso è stato presentato il rapporto della Commissione tecnico scientifica incaricata dalla Regione Emilia-Romagna di indagare sugli eventi meteorologici estremi del maggio 2023.

Il rapporto contiene i dati relativi a quanto accaduto, l’analisi degli scenari di probabilità di accadimento di eventi simili e le prime indicazioni rispetto ad azioni di adattamento del territorio e miglioramento delle infrastrutture.

Nel rapporto presentato la Commissione afferma che gli eventi del maggio 2023 sono di portata eccezionale e che, a causa dei nuovi scenari introdotti dai cambiamenti climatici, i tempi previsti di ritorno del fenomeno alluvionale sono molto più ristretti rispetto a quanto si era stimato in passato.

Nelle indicazioni sulle azioni di adattamento del territorio al miglioramento delle infrastrutture, il rapporto sottolinea l’importanza di aggiornare la pianificazione territoriale e di non ricostruire e tornare a costruire come si faceva prima.

Il 12 giugno 2023 anche un ampio gruppo di professionisti e professionisti dell’urbanistica, dell’architettura, dell’ingegneria e dell’università ha scritto al presidente della Regione e ai consiglieri dell’Assemblea legislativa per ricordare i fattori che hanno contribuito alla gravità degli eventi del maggio scorso: cambiamenti climatici; fragilità naturale della collina; vulnerabilità di origine antropica della pianura.

I sottoscrittori dell’appello hanno voluto richiamare l’attenzione sulla necessità di elaborare un nuovo Piano di assetto idrogeologico e hanno chiesto alla Regione di valutare l’opportunità di sospendere, in attesa della auspicata modifica legislativa, ogni ulteriore determinazione sulle pratiche di perfezionamento attuativo previste dalla legge in vigore, in particolare quelle relative alle zone investite dai tragici eventi.

Anche Legambiente il 12 febbraio di quest’anno ha presentato un documento sull’alluvione del maggio 2023 dal titolo “Ricostruire meglio ‒ Adattamento, sicurezza, innovazione, partecipazione” sollecitando la Giunta e la Regione nella medesima direzione. Richiamando i contenuti del rapporto redatto dalla Commissione tecnico-scientifica, Legambiente, con il suo lavoro (presentato, ripeto, il 12 febbraio), sottolinea l’importanza di non rifarsi alla vecchia filosofia del “dov’era com’era”, ma a quella del “costruire meglio e nei luoghi opportuni”.

In merito alla pianificazione territoriale, il documento di Legambiente pone il tema del funzionamento della legge urbanistica regionale n. 24/2017 e dei nuovi Piani urbanistici generali. Sappiamo, infatti, che è scaduto il periodo di transizione, che è stato riconosciuto, però, per ulteriori quattro mesi, quindi fino al 3 maggio 2024. Per effetto del decreto alluvioni, è stato prorogato nei comuni alluvionati. Per cui, sono ancora possibili nuove urbanizzazioni che derivino da vecchi Piani o da nuovi accordi operativi. In alcuni territori si continua, esattamente come prima, a richiedere l’autorizzazione di nuove costruzioni e urbanizzazioni, anche in aree alluvionate. Sta succedendo nei comuni di Faenza e nel Comune di Castel Bolognese.

A questo proposito, Legambiente rilancia la richiesta di bloccare l’autorizzazione di nuove urbanizzazioni, in attesa di nuovi strumenti di Piano territoriale delle zone alluvionate. Una richiesta simile era stata approvata anche dal Consiglio federale nazionale di Europa Verde, che aveva lanciato l’opportunità, la richiesta di questa moratoria.

Va detto che il nuovo Piano territoriale, previsto dall’articolo 40 della legge regionale 2017, non è ancora stato approvato e che al 31 gennaio 2024 solo 22 Comuni in tutta la Regione hanno adeguato la propria pianificazione urbanistica alla nuova legge urbanistica.

Fatte tutte queste premesse, quindi evidenziando la necessità di aggiornare la pianificazione, che tenga conto del nuovo quadro di insicurezza idrogeologica che si è manifestata con l’alluvione, Europa Verde chiede alla Giunta regionale se in attesa della predisposizione del Piano territoriale regionale previsto dalla legge 24 del 2017 e dell’aggiornamento, a seguito di quanto accaduto in maggio scorso, delle mappe del rischio idrogeologico e dei PAI (Piani di assetto idrogeologico) non ritenga opportuno introdurre una moratoria delle autorizzazioni a edificare nelle aree alluvionate ed esondabili anche sull’esempio di quanto fece la Liguria nel 2015.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Assessora Lori, prego.

 

LORI, assessora: Consigliera, il tema da lei sollevato è apparso chiaro nell’immediatezza degli eventi dello scorso maggio, è risultato sin da subito evidente, per la vastità e la gravità dei danni subìti dal territorio.

In più è apparso chiaro che la difesa del suolo costituisce uno snodo chiave per lo sviluppo territoriale, come dimostrato dai dati impressionanti sulle abitazioni, le infrastrutture, le attività economiche e il patrimonio pubblico e privato che sono stati colpiti.

Sotto tale profilo, dunque, quello della messa in sicurezza della aggiornata conoscenza dei fenomeni del territorio, nonché della successiva loro pianificazione urbanistica è senz’altro uno dei primi ambiti in cui è necessario intervenire.

In tal senso stiamo lavorando. Com’è noto, sono in corso le attività che ci vedono affianco dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, dei Consorzi di bonifica dell’Agenzia interregionale per il fiume Po, che condurranno al piano speciale per il dissesto previsto dall’articolo 20 del decreto legislativo 61/23, nel quale saranno anticipate misure strutturali e non, che troveranno collocazione nell’aggiornamento della pianificazione di Bacino avviato dall’Autorità di bacino del fiume Po prima degli eventi di maggio 2023.

In questo contesto, passando al tema che riguarda più direttamente la pianificazione urbanistica, verrà evidenziato il ruolo centrale della pianificazione urbanistica, che sarà affrontato unitamente alla struttura commissariale, in modo da poter quanto prima attivare percorsi di lavoro comuni finalizzati a valutare puntualmente l’impatto delle nuove previsioni insediative, laddove sussistano rischi potenziali, in modo tale da poter determinare eventuali azioni conseguenti. Naturalmente, in particolare per la prima parte di questa risposta, c’è stato un confronto con la vicepresidente Priolo e le sue strutture, mentre, per quanto riguarda la pianificazione, questa è l’impostazione del lavoro che abbiamo condiviso e che è stato avviato per quanto riguarda l’interlocuzione, ma che oggi non ci consegna una struttura normativa già definita, che vedremo e a cui lavoreremo nelle prossime settimane.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Ringrazio l’assessore Lori per la risposta, che mi sembra però ancora ad uno stato interlocutorio; quindi, non ritengo che sia stata accolta in maniera chiara, a meno che io non abbia frainteso, la richiesta di una moratoria.

Spero quindi che si possa chiarire in questo senso, in modo che queste nuove urbanizzazioni previste in aree alluvionate o vicine ad aree esondabili vengano veramente messe da parte, a tutela del territorio e delle popolazioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 8107

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui dati relativi al numero dei beni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati in Emilia-Romagna e, in particolare, nella provincia di Reggio Emilia, e sulle misure da intraprendere per accelerare le procedure di trasferimento dei beni, consentendone la restituzione alle comunità locali. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo all’oggetto 8107: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sui dati relativi al numero dei beni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati in Emilia-Romagna e, in particolare, nella provincia di Reggio Emilia, e sulle misure da intraprendere per accelerare le procedure di trasferimento dei beni, consentendone la restituzione alle comunità locali.

L’interrogazione è a firma della consigliera Bondavalli. Prego, consigliera.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Il sequestro e la confisca dei beni alla criminalità organizzata e la loro restituzione alla comunità per finalità di interesse collettivo sicuramente costituiscono una delle azioni maggiormente rilevanti di sconfitta dell’eversione e soprattutto di affermazione della legalità, intesa come fondamento del vivere quotidiano.

La Regione Emilia-Romagna, sulla base di quanto disposto dalla legge regionale n. 18 del 2016, Testo Unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili, ha previsto forme di sostegno agli Enti locali assegnatari dei beni confiscati alla criminalità organizzata, finalizzati a consentirne il recupero a nuove destinazioni funzionali, nonché la valorizzazione e promozione di meccanismi virtuosi per la loro gestione.

Con DGR n. 217 del 2023 è stato approvato, oltre al resto, il Piano strategico per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità della Regione Emilia-Romagna di valore biennale, mentre nel corso dell’attuale legislatura regionale, in seno alla Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile, prevista dallo stesso Testo unico a cui ho fatto riferimento, sono stati istituiti tre tavoli tematici di approfondimento e confronto, uno dei quali è dedicato alle aziende e ai beni sequestrati alle mafie, a testimonianza della centralità che l’argomento riveste per le Regioni sul piano istituzionale.

Ciononostante, ciò che emerge in base ai dati disponibili è il differenziale significativo tra beni sottratti alla criminalità organizzata e beni effettivamente assegnati in particolare proprio agli Enti locali.

Secondo quanto si evince dalle informazioni dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata, aggiornati al 16 febbraio scorso e resi noti mediante la banca dati Open Regio, ad esempio, nella Provincia di Reggio Emilia, che è il territorio al quale appartengo, sono 17 le procedure in gestione per 316 immobili e aziende, per un’assegnazione intervenuta solamente per tre immobili e 15 aziende.

La situazione nel reggiano non è diversa da quella della nostra Regione ove, secondo la stessa banca dati dell’Agenzia nazionale, in gestione si trovano ad oggi 875 immobili e 112 aziende, mentre le assegnazioni sono limitate a 178 immobili e a 51 aziende. Un trend peraltro presente anche in moltissime altre realtà a livello nazionale.

Sono dati emblematici che indicano davvero un’oggettiva criticità a monte del processo, che rischia di limitare fortemente la valorizzazione di quanto può essere messo a disposizione delle comunità.

Per questo sono a interrogare la Giunta regionale per chiedere la possibilità di disporre di dati aggiornati e condivisi relativi al numero dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata in Emilia-Romagna, in particolare proprio nel territorio di Reggio Emilia e di quelli assegnati.

Precisando tra l’altro in questo quadro se ritenga di dover operare un’azione di sensibilizzazione nei confronti dell’Agenzia nazionale e del Governo affinché possano essere rese il più rapide possibili le procedure di trasferimento e restituzione dei beni alle comunità, proprio come provavo a dire nel corso di questa presentazione, come affermazione della legalità e dell’efficacia delle misure di contrasto all’eversione messe in campo dalle Istituzioni.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.

Risponde il sottosegretario Baruffi, prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Ringrazio anche la consigliera per aver portato all’esame dell’aula una questione estremamente importante.

In merito alla richiesta di poter disporre di dati aggiornati, ad oggi il numero totale dei beni immobili confiscati in gestione all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata - non leggo l’acronimo perché è impronunciabile - in Emilia-Romagna e nella Provincia di Reggio Emilia in particolare è di rispettivamente 875 Emilia-Romagna, 316 Reggio Emilia.

I beni immobili che risultano assegnati a livello regionale sono, invece, 178 rispetto agli 875 e 3 rispetto ai 316. Il numero di 178 beni confiscati destinati in Emilia-Romagna rappresenta, peraltro, l’1,23 per cento del totale dei beni confiscati e assegnati in Italia.

Le trasmetterò una tabella che dà conto in modo più analitico della distribuzione provincia per provincia.

Preciso, intanto, che occorre distinguere tra beni che sono ancora in gestione all’Agenzia nazionale e beni destinati e consegnati. I primi, ossia i beni su cui non è stata ancora definita una destinazione finale, risultano sovente bloccati da criticità, come, ad esempio, gravami ipotecari o occupazioni sine titulo. Sui secondi, cioè i beni destinati e consegnati, è giunto al termine l’iter legislativo, ma non necessariamente quello amministrativo. Il bene è destinato o allo Stato o al Comune, ma non è detto che sia già in fase di riutilizzo. I beni ancora da destinare costituiscono l’universo, quindi, di maggiore interesse per una possibile programmazione di interventi da effettuare ai fini del loro utilizzo, benché le informazioni disponibili, come è noto, purtroppo, non offrano elementi puntuali né sulla consistenza effettiva di tali beni né sullo stato in cui si trovano o sui problemi procedurali a cui eventualmente sono sottoposti, a cui prima facevo riferimento.

Per far fronte a questa difficoltà, la Regione Emilia-Romagna, insieme all’Università di Bologna, con il Dipartimento di Scienze giuridiche, ha promosso una mappatura georeferenziata del patrimonio immobiliare confiscato nel territorio della Regione, ricostruendone quanto più possibile la consistenza reale, a partire dai subalterni catastali, e approfondendo sul piano qualitativo lo stato concreto del bene. Razionalizzando i dati per beni omogenei, risulta che dal 1996, cioè l’anno di entrata in vigore della legge nazionale per il riutilizzo di questo patrimonio, e oggi in Emilia-Romagna sono stati sottratti alla criminalità 276 beni immobili omogenei totali, di cui 81 già destinati e 195 ancora in gestione all’Agenzia nazionale. Degli 81 confiscati e destinati, 55 sono stati assegnati ai Comuni, che li utilizzano essenzialmente per finalità sociali13 sono stati mantenuti dal patrimonio dello Stato per finalità istituzionali, usi governativi o altri usi pubblici, altri 13 sono stati venduti per soddisfare i creditori o altre esigenze.

Gli immobili destinati, in media dopo circa nove anni dall’inizio della procedura di sequestro o al patrimonio dei Comuni, vengono utilizzati in gran parte per finalità sociali.

L’esperienza promossa sull’intero territorio regionale ‒ l’Amministrazione regionale, ricordo, è intervenuta su 31 beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, presenti in 22 Comuni, stanziando in totale oltre 4,1 milioni di euro ‒ conferma ancora una volta l’importanza di restituire alla collettività i beni derivanti da attività illegali.

Essa non solo ha valore come segnale di affermazione dello Stato sulla criminalità organizzata, e di rivincita della società civile, ma produce anche ricadute positive per quanto riguarda l’economia e l’occupazione del territorio, contribuendo al tempo stesso al contenimento di problematiche sociali quali la carenza di spazi, la disposizione dei servizi sociosanitari o di altra natura, o delle forze di polizia o della stessa emergenza abitativa.

Alla luce di quanto qui sinteticamente ricostruito, e dei dati che le fornisco, appare sempre più opportuno richiedere l’intervento del Governo affinché promuova misure volte ad accelerare i processi di destinazione per promuovere e sostenere il recupero dei beni confiscati e le progettualità di riutilizzo degli stessi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Bondavalli, prego.

 

BONDAVALLI: Grazie, presidente.

Ringrazio il sottosegretario Baruffi, per la risposta fornita, in relazione alla quale mi dichiaro soddisfatta, soprattutto per la puntualità e la chiarezza dei numeri forniti, e anche per la conferma della necessità di agire a livello nazionale per accelerare il processo di trasferimento dei beni sequestrati alle mafie alle nostre comunità locali, un’esigenza richiamata con forza dalla Consulta regionale, e fortemente presente nelle nostre comunità locali.

Per questo ci auguriamo che il Governo e l’Agenzia nazionale siano come noi convinti che consentire la restituzione dei beni confiscati alle mafie è un atto concreto, è un atto visibile dell’affermazione della legalità e dell’efficacia delle misure di contrasto all’eversione messe in campo dalle situazioni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie a lei.

 

OGGETTO 8122

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le misure da adottare per garantire il pagamento degli indennizzi alle aziende che hanno subito danni dall’alluvione, ma che non sono censite nei layer certificati dalla Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 8122: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa le misure da adottare per garantire il pagamento degli indennizzi alle aziende che hanno subìto danni dall’alluvione, ma che non sono censite nei layer certificati dalla Regione Emilia-Romagna.

L’interrogazione è a firma del consigliere Mastacchi. Prego, consigliere.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Parliamo di danni all’agricoltura post alluvione. Il decreto ministeriale del 25 ottobre ha disposto le modalità di attuazione del regolamento di esecuzione della Commissione che prevede un sostegno finanziario di emergenza per i settori agricoli colpiti da problemi specifici che incidono sulla redditività economica dei produttori agricoli.

Con le successive circolari di AGEA di coordinamento del novembre 2023, la 10114 (AGEA OPR 81412) per la presentazione delle domande per ottenere gli indennizzi è stata prevista un’indennità per ettaro a seconda della tipologia di coltura presente nel Piano colturale 2023 solo per le aziende agricole le cui aree si trovano all’interno dei layer di riferimento, indipendentemente dal fatto che abbiano avuto o meno il danno. Ricorderete che abbiamo parlato anche in altre occasioni di questa cosa.

AGEA per la prima volta ha sperimentato la domanda automatica di pagamento, in base ai dati di cui disponeva e, qualora l’azienda non fosse stata presente all’interno dei layer certificati dalla Regione, non ha potuto presentare la domanda di indennizzo.

Con la mia risoluzione, approvata all’unanimità da quest’Assemblea in novembre, se non ricordo male, che era l’oggetto 7624, la Giunta si è impegnata a sollecitare AGEA affinché mettesse a disposizione degli agricoltori gli elementi contenuti nelle banche dati, per concorrere all’individuazione degli agricoltori fuori dai layer e alla relativa determinazione degli aiuti concessi, per consentire eventuali modifiche alle informazioni esistenti. Questo perché potessero adeguarsi alle eventuali informazioni supplementari, che gli stessi beneficiari potevano rendere disponibili.

La Direzione generale agricoltura, contrariamente all’impegno preso, non è intervenuta, in quanto, a suo dire, non c’erano i tempi necessari per farlo, anche perché si sarebbe intervenuti con altri, successivi sostegni finanziari, che avrebbero sanato la situazione. La Regione, quindi, non è intervenuta per richiedere eventuali modifiche normative né a livello ministeriale, né a livello di circolari applicative di AGEA.

AGEA ha poi effettuato i pagamenti alle imprese danneggiate dagli eventi alluvionali di maggio 2023, ma, come abbiamo detto prima, solo alle imprese censite all’interno dei layer, così come citato in premessa e come evidenziato all’epoca come problema.

In questi giorni sono arrivate diverse segnalazioni ai nostri uffici da parte degli agricoltori che sono ormai presi dallo sconforto, in quanto i CA hanno comunicato loro che, non essendo censiti nei layer di riferimento, non sono stati pagati. Purtroppo, anche le domande di Agricat, che dovevano essere la soluzione per chi era rimasto fuori, hanno alla base le medesime cartografie di riferimento, utilizzate per gli indennizzi già utilizzati da AGEA, e questo contrariamente a quanto mi era stato detto all’epoca, quando mi era stato detto che si sarebbe sanata questa situazione attraverso Agricat.

Pertanto, gli stessi agricoltori, pur avendo presentato domanda, non riceveranno alcun ristoro nemmeno da Agricat, nonostante in più occasioni sia stato loro garantito un risarcimento dei danni subiti, quantomeno attraverso uno dei due fondi.

Questa situazione aggrava così pesantemente le realtà già fortemente pregiudicate dagli eventi catastrofici che hanno colpito la nostra regione a maggio 2023.

Quindi, sulla base di quanto detto, si chiede quale sia il motivo che ha impedito alla Direzione generale agricoltura, da novembre ad oggi, di attivarsi per una modifica dei layers tramite gli appositi controlli in loco o con l’incrocio delle banche dati a disposizione, al fine di assicurare il pagamento alle aziende che hanno subito danni derivanti da alluvioni e dalle conseguenti frane.

In particolare, cosa intende fare per garantire a quelle aziende, a nove mesi dall’evento, quantomeno il pagamento delle domande presentate con Agricat, visto che ormai l’indennizzo da parte di AGEA, come da Regolamento, di fatto è perduto.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Risponde il sottosegretario Baruffi, prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: La questione è di una certa complessità e spero che dopo una premessa un po’ tecnica si capisca nel finale come l’istanza che lei ha esposto debba, secondo noi, trovare una soluzione positiva.

In riferimento a quanto chiesto dall’interrogazione, in merito alle determinazioni su cui […] il fondo Agricat per gli eventi alluvionali del maggio 2023, si specifica che il fondo ha modalità che sono definite dall’articolo 12 del decreto-legge 61 del 2023, quello fatto nell’immediatezza dell’alluvione, recante interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali, eccetera.

In particolare, il comma 2 prevede che entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, le Regioni competenti attuano, anche avvalendosi di strumenti geospaziali, la procedura di delimitazione grafica dei territori colpiti dagli eventi alluvionali per i danni riguardanti le produzioni vegetali e zootecniche, le strutture aziendali e le infrastrutture interaziendali.

Il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e forestale, cioè il MASAF, entro 15 giorni dal ricevimento della proposta delle Regioni dichiara l’esistenza del carattere di eccezionalità degli eventi, individuando i territori danneggiati e le provvidenze applicabili. Questo quanto dispone il decreto.

La Regione Emilia-Romagna ha adempiuto a tale obbligo approvando la delibera 1611 del 28 agosto 2023, che per le produzioni vegetali, nei limiti agli interi territori delle Province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna, per le Province di Modena, Reggio Emilia, Ferrara e l’area metropolitana di Bologna delimita invece solo alcuni fogli di mappa. Quindi, tutta la Provincia o solo alcuni fogli di mappa nelle altre Province solo parzialmente colpite sulla base delle segnalazioni pervenute dalle aziende del sistema associativo agricolo.

Successivamente la Giunta ha approvato, con delibera 1466 del 4 settembre 2022, un’integrazione per alcuni fogli di mappa riguardanti l’area metropolitana di Bologna e la Provincia di Ferrara.

Tale delimitazione, anche grafica, è stata trasmessa al MASAF con decreto del 12 settembre 2023, che l’ha approvata.

In sintesi, il decreto-legge 61, convertito con la legge 100, ha individuato il fondo AgriCat come strumento per indennizzare le perdite di produzione vegetale, modificandone il modo di operare, ovvero, introducendo le delimitazioni del MASAF proposte dalla Regione e la concessione di indennizzi al 100 per cento senza soglia.

I layer ai quali fa riferimento l’interpellante, riguardano un altro intervento, in particolare l’attivazione del fondo di crisi europeo, normato dal regolamento di esecuzione 2023/1465 della Commissione, del 14 luglio 2023, e del decreto ministeriale attuativo del 25 ottobre 2023, n. 5941220 del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Tale regolamento prevede la possibilità di erogare un aiuto economico emergenziale a favore dei settori agricoli danneggiati da eventi specifici che impattano negativamente sulla redditività dei prodotti, e non riguarda gli interventi in carico al fondo Agricat.

Ad oggi non abbiamo comunicazioni da parte del Ministero e dello stesso fondo Agricat in merito all’utilizzo per gli indennizzi di layer, o meglio, di delimitazioni diverse da quelle previste dall’articolo 12 del decreto 61. Infatti, non vanno confuse le delimitazioni dello strumento Agricat con le delimitazioni del regolamento UE che prima ho richiamato, denominate appunto, layer.

Sulle prime la Regione ha adempiuto nei tempi previsti dalla legge e non aveva compiti da svolgere da novembre ad oggi. A nostro avviso, le domande presentate sulla piattaforma Agricat rientranti nelle limitazioni di cui alle delibere regionali recepite dal decreto sono da istruire da parte di chi si occupa dello strumento Agricat proprio per recuperare le aziende che hanno subìto perdite di prodotto e che non sono rientrate negli indennizzi della riserva di crisi.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, sottosegretario. La ricostruzione coincide. Quello che perlomeno per me non coincide è il passaggio che dovrebbe essere ancora finanziabile, e la parte fuori da questi famosi layer che stanno creando il problema.

Se non ho capito male, quindi, siamo ancora in una fase istruttoria e ci dovrebbe essere la possibilità che questa fase istruttoria si chiuda recependo le richieste che sono state fatte dagli agricoltori al di fuori della prima fase del Fondo europeo. In questo modo si andrebbe a sanare questa situazione e si chiuderebbe questa telenovela: chiamiamola così, per usare un eufemismo.

Per cui, se così sarà confermato, mi dichiarerò già anticipatamente soddisfatto, ma mi riservo di valutare, perché a me non risulta che le cose stiano così, per cui spero che le informazioni che ho siano sbagliate. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 8123

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Regione ritenga opportuno attivarsi nelle diverse fasi processuali davanti all’Autorità giudiziaria, costituendosi parte civile nel processo contro gli agenti di polizia penitenziaria coinvolti nei fatti occorsi all’istituto penitenziario di Reggio Emilia il 3 aprile 2023. A firma del Consigliere: Amico

 

PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’oggetto 8123: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se la Regione ritenga opportuno attivarsi nelle diverse fasi processuali davanti all’Autorità giudiziaria, costituendosi parte civile nel processo contro gli agenti di polizia penitenziaria coinvolti nei fatti occorsi all’istituto penitenziario di Reggio Emilia il 3 aprile 2023.

L’interrogazione è a firma del consigliere Amico. Prego, consigliere.

 

AMICO: Grazie, presidente.

I fatti: il 3 aprile 2023, in un corridoio del carcere di Reggio Emilia, un detenuto quarantatreenne ha subito un violento pestaggio da parte di dieci agenti della Polizia penitenziaria, come testimonia un video diffuso dall’Ansa il 9 febbraio scorso, che immagino molti di noi abbiano visto purtroppo.

Le immagini, che sono circa dieci minuti, sono state girate dalle telecamere interne dell’istituto e mostrano il detenuto che viene incappucciato con una federa, messo a pancia a terra con uno sgambetto e poi preso a pugni sul volto e sul costato, e ancora calpestato con gli scarponi, trattenuto alcuni minuti per braccia e gambe dagli agenti di Polizia penitenziaria, poi denudato e sollevato di peso, sempre con il cappuccio in testa, fino ad essere trascinato in cella.

A carico degli agenti coinvolti il 13 luglio 2023 sono state disposte dal Gip del tribunale di Reggio Emilia dieci misure cautelari coercitive e l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio.

Nel testo dell’ordinanza del Gip si definisce il comportamento dei poliziotti “brutale, feroce e assolutamente sproporzionato”. I dieci agenti sono accusati dalla Procura di Reggio Emilia di tortura, lesioni e falso ideologico in atto pubblico, per aver redatto tre relazioni di servizio attestanti un diverso svolgimento dei fatti, e per loro è stato chiesto il rinvio a giudizio.

In questo quadro occorre anche sottolineare come dall’inizio dell’anno nelle strutture carcerarie italiane, non solo emiliano-romagnole, siano già morte 36 persone e 16 di queste si siano tolte la vita.

Nell’ultimo anno il numero dei detenuti in carcere in Italia è cresciuto notevolmente, arrivando quasi a 60.000 detenuti. Il sovraffollamento per l’Emilia-Romagna è arrivato al 115 per cento, dove i detenuti sono 3.603 contro i 2.979 posti ufficiali (dati al 31 gennaio 2024).

La Regione Emilia-Romagna, per quanto di sua competenza, interviene in via sussidiaria nella gestione del sistema penitenziario sul territorio regionale con interventi per l’esigibilità dei diritti di salute dei detenuti, così come diverse attività di supporto e reinserimento dei detenuti in ossequio all’articolo 27 della Costituzione.

Voglio ricordare che l’investimento che la Regione Emilia-Romagna pone, oltre le risorse nazionali per quanto riguarda il tema sanitario, consiste in circa 10 milioni di euro aggiuntivi a quelle che sono le risorse finalizzate dal fondo sanitario nazionale proprio per garantire una cura adeguata al numero delle persone detenute.

Oltretutto, l’Assemblea legislativa ha istituito la figura del Garante delle persone private della libertà personale, sostenendola con strutture e risorse.

Nel corso dell’anno 2003, con la delibera di Giunta n. 941, la Regione ha messo a punto il potenziamento dei propri programmi sociali grazie all’accordo siglato con Cassa ammende, che prevede un investimento di 2 milioni di euro per tre anni consecutivi con il Programma territori per il reinserimento. Un’operazione che, grazie all’Assessorato al welfare, è stata potuta condurre e che sostanzialmente triplica le risorse che solitamente la Regione metteva a disposizione per interventi di volontariato, di inserimento lavorativo, di supporto all’esecuzione penale esterna, di intervento presso le REMS, la casa di reclusione di Castelfranco Emilia.

In questo quadro, data anche la gravità di quanto è accaduto a Reggio Emilia e data la gravità delle immagini a cui abbiamo assistito, vorremmo interrogare la Giunta se in questo quadro non si ritenga opportuno attivarsi nelle sedi proprie per costituirsi quale parte civile, in quanto tutte quelle che sono state le cose che abbiamo visto, purtroppo reiterate dalle immagini dell’ANSA, credo siano una grave ferita per il sistema giudiziario nazionale e territoriale e soprattutto rendono assolutamente secondarie, o perlomeno molto più inefficaci, quelle che sono le politiche che la Regione mette a disposizione delle carceri dei penitenziari regionali.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde il sottosegretario Baruffi, prego.

 

BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.

Ringrazio anche il consigliere Amico per aver portato all’attenzione dell’aula il fatto gravissimo avvenuto nell’aprile del 2023 nel carcere di Reggio Emilia, per aver richiamato brevemente l’impegno della Regione volto sia a garantire l’assistenza sanitaria alla popolazione detenuta, sia a promuovere l’inclusione sociale.

Mi riferisco in particolare ai progetti di reinserimento sociale fondati sul lavoro rivolto agli adulti detenuti e coloro che godono di misure alternative alla pena detentiva, nonché ai percorsi di formazione e di inserimento professionali rivolti a minori e giovani sottoposti a procedimento penale.

Obiettivo di entrambe le tipologie di intervento è contrastare la discriminazione sociale, l’esclusione lavorativa delle persone che hanno vissuto un’esperienza detentiva attraverso la formazione.

Si tratta di interventi finalizzati a prevenire la recidiva e a rafforzare le persone nella fase delicata delle dimissioni, accompagnandole verso una reale integrazione nella società fondata sul lavoro. Azioni importanti, ma che rischiano di essere del tutto vane, se non sono precedute dalla garanzia di un miglioramento delle condizioni carcerarie e di una piena attuazione dei diritti e degli interessi di tutte le persone sottoposte a misure restrittive.

Il vero fine dell’esperienza detentiva, infatti, come guida la Costituzione, è la riabilitazione, ed essa non può che iniziare dal carcere. Per questi motivi, previa la necessaria valutazione della sussistenza dei presupposti per la costituzione di parte civile della Regione nel processo come richiesto, siamo intenzionati ad attivarci nelle diverse fasi processuali davanti all’autorità giudiziaria per tutelare, da questo punto di vista, i valori costituzionali che ho richiamato e l’impegno della Regione Emilia-Romagna su questi servizi e su questo fronte.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Amico, prego.

 

AMICO: Grazie, presidente.

Mi dichiaro soddisfatto della risposta. Mi auguro che oltre all’attivazione si possa arrivare a questo. Penso che presenterò anche un atto conseguente di ulteriore sollecitazione per quanto riguarda l’impegno. Credo che quanto accaduto non ci debba lasciare assolutamente indifferenti, è stato anche detto dallo stesso Garante regionale, è stato detto, ovviamente, anche dal legale che segue il processo. Quello che fa più male è vedere lo Stato che infrange le regole che proprio si è dato.

Conseguentemente, l’azione che possiamo fare a livello istituzionale non solo ha un senso di giustizia, ma fa sentire anche, credo io, cittadini e cittadine maggiormente tutelati, perché sappiamo bene che nel momento stesso in cui noi interveniamo nell’ottica della riduzione della recidiva delle persone detenute, ovviamente interveniamo per un aumento della sicurezza di tutte e di tutti i cittadini, sia quelli detenuti, sia quelli all’esterno. I dati che ci dicono oggi che la recidiva per quanto riguarda i detenuti è pari al 70 per cento su base nazionale non ci devono lasciare assolutamente indifferenti e inerti, ma ci devono spronare a intervenire ancora maggiormente in questa direzione.

Penso che quello a cui abbiamo purtroppo tutti assistito attraverso quelle immagini ci metta nelle difficoltà di poter dare una prospettiva diversa per quanto riguarda le tante persone che oggi risiedono all’interno delle carceri.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie a lei.

 

OGGETTO 8048

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa la complessità e le tempistiche dei criteri delle nuove procedure pubbliche per l’accreditamento dei servizi sociosanitari. A firma del Consigliere: Rainieri

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’oggetto 8048: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula circa la complessità e le tempistiche dei criteri delle nuove procedure pubbliche per l’accreditamento dei servizi sociosanitari.

L’interrogazione è a firma del consigliere Rainieri. Prego, consigliere.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Io interrogo la Giunta per sapere a che punto sia la fase di gestione dell’accreditamento per i privati, visto che poco tempo fa ero già intervenuto sulla questione delle RSA e di tutte le strutture adibite alla gestione delle persone anziane, dopo che l’assessore aveva emanato questa direttiva con un aumento dei costi a carico delle famiglie, e che, dopo l’interrogazione che avevamo fatto, in qualche modo ha provato a mettere una pezza, cercando di bloccare quella delibera che aumentava i costi, promettendo di calmierare i prezzi dopo l’estate.

Adesso c’è una questione ancora, se possibile, più importante, che è quella della disciplina per l’accreditamento dei servizi sociosanitari. Le Regioni devono procedere all’individuazione di soggetti privati da accreditare e utilizzare, come si legge dalla stipula, “procedure trasparenti, eque e non discriminatorie, previa pubblicazione di avvisi contenenti criteri oggettivi di selezione”.

Detto questo, visto che ci sono grossi malumori nelle strutture che devono gestire tutto quello che sarà il nuovo Regolamento, volevamo chiedere all’assessore come ritiene di tenere in considerazione le necessità dei soggetti interessati a ricevere l’accreditamento mediante la partecipazione alle procedure pubbliche, relative alla complessità dei nuovi criteri previsti nelle stesse procedure e alle tempistiche per poter valutare gli investimenti da affrontare ed eventualmente attuare nei tempi necessari.

Teniamo anche presente che dai dati che si hanno nelle varie province c’è una considerevole richiesta di posti, che trova difficilmente l’attenzione da parte di strutture, perché la parte economica che la Regione stanzia per ogni persona sono circa 4.500 euro nella nostra Regione, a differenza di 2.000 euro in più circa nella vicina Regione, sempre governata dal PD, che è la Toscana. Tutti dicono, noi andiamo ad investire dall’altra parte perché i costi che ci sono nella Regione Emilia-Romagna non ci permettono di gestire al meglio quelle che sono invece le persone con il problema.

Quindi, chiediamo all’assessore che cosa intende fare in funzione di quello di cui si sta parlando per l’accreditamento.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde l’assessore Taruffi, prego.

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Ovviamente parliamo di un tema che è difficilmente comprimibile in pochi minuti. Proverò a essere comunque chiaro.

Noi abbiamo avviato, a seguito di una determina, la determinazione del direttore generale cure della persona salute e Welfare dell’ottobre 2022, il Gruppo regionale per l’aggiornamento del sistema di accreditamento sociosanitario per lo sviluppo e innovazione della rete dei servizi sociosanitari e socioassistenziali.

Un gruppo di lavoro che con cadenza molto serrata sta incontrando tutti i soggetti che fanno parte del sistema dei servizi che erogano i servizi sociosanitari e socioassistenziali.

Lo stiamo facendo da circa un anno in un percorso, ripeto, molto serrato, che ha come scopo quello di rivedere i criteri che stanno alla base del sistema stesso e che sono datati 2009, quindi 15 anni fa.

Parliamo di uno degli elementi strategici fondamentali delle politiche sociali della nostra Regione. Parliamo della concretizzazione di quelle che sono le risorse che noi mettiamo nel Fondo regionale per la non autosufficienza. Ricordo sempre i 543 milioni, visto che parlava di risorse, che non hanno equivalenti nel resto delle Regioni italiane. Misura sulla quale il Governo, non più tardi… Io tra poco dovrò uscire perché devo partecipare alla Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni in cui il Governo presenta il decreto legislativo, quello sul tema anziani e disabilità, che taglia risorse sul fondo della non autosufficienza. Taglia risorse, perché aggiungiamo servizi a parità di risorse. Quindi, ci sono meno risorse per le Regioni sul fondo regionale per la non autosufficienza, visto che il consigliere Rainieri mi offre questo spunto.

Dopodiché, per stare al merito stretto della questione, noi abbiamo tempo fino al 31 dicembre 2024, come lei sa. Saremo in largo anticipo rispetto a quella data per l’emanazione dei nuovi criteri che stanno alla base della modalità di concessione e di selezione di soggetti che sono privati e pubblici. Non ci sono solo i privati, ovviamente, nell’affidamento della gestione dei servizi. Come lei sa, tra i soggetti selezionati, accreditati e contrattualizzati ci sono anche, ad esempio, le ASP; quindi, non ci sono solo soggetti privati. Noi le regole le facciamo per tutti, privato e pubblico, ovviamente, come è normale e naturale che sia.

Le dicevo che i serrati incontri che stiamo conducendo con tutte le parti sociali e con tutti i soggetti che ovviamente dobbiamo incontrare a partire dai Comuni e dagli enti locali prevediamo di chiuderli entro la primavera. Tra marzo e aprile arriveremo a comporre il quadro conclusivo; quindi, ad avviare le delibere di Giunta per consegnare ai territori un quadro chiaro di regole, che a partire dal 1° gennaio 2025, determinerà il sistema complessivo dei servizi sociosanitari.

Questi quindi sono i tempi. Ovviamente sappiamo, e concludo – mi scuso se ho preso qualche secondo in più – che il 2024 è un anno particolare perché ci sono oltre 226 Comuni che sono interessati dalle elezioni. Sappiamo che questo vuol dire che l’attività amministrativa subirà un leggero rallentamento per ragioni fisiologiche, ed è il motivo per il quale consegneremo ai territori con ampio anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre le regole attraverso le quali selezionare i soggetti accreditabili, e contestualmente, successivamente, contrattualizzare i posti che in questo momento in Regione sono 16.000 accreditati, a cui se ne aggiungono altrettanti a libero mercato.

Questo è il quadro. Penso però che su questo ci saranno anche modo e tempo, e c’è comunque la mia piena disponibilità di affrontare questo tema così articolato e così complesso non solo attraverso un’interrogazione, ma anche in Commissione. Io credo che sia giusto farlo, e comunque proporrò di venire in Commissione prima di assumere la delibera di riparto complessivo di quelle che sono le regole e i criteri che abbiamo e stiamo adottando.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Rainieri, prego.

 

RAINIERI: Grazie, presidente.

Ringrazio l’assessore per la sua non risposta che mi ha dato. Io ribadisco: la volta scorsa avevamo creato l’hashtag “rispondo come voglio io”. L’assessore Taruffi mi fa piacere che abbia continuato con questa linea, però, se si chiama interrogazione, l’interrogazione prevedrebbe anche una risposta.

Io capisco che lui sia in forte difficoltà, è stato molto bravo, naturalmente, a prendersela con il Governo, ricordiamo che però per l’anno 2022 il Fondo per l’autosufficienza dell’Emilia-Romagna non ha utilizzato qualcosa come 35 milioni di euro.

Sarà anche falso, però ce lo venga a smentire con i... io capisco che adesso abbia fretta di andare in riunione con gli altri suoi colleghi delle altre Regioni e capisco che si stia giustamente arrampicando sugli specchi per non dare la risposta ad una questione che è molto, molto importante, visto anche quello che la Regione Emilia-Romagna dichiara in giro, ossia di essere la Regione che sul welfare, sugli anziani, sui bambini, sulle scuole è la migliore del mondo, ma poi, con dati alla mano e con la risposta/non risposte che mi ha dato oggi lei, abbiamo capito che siamo lontani dal poter creare una situazione tale per cui le società, sia private che pubbliche, possano dare un servizio idoneo alle persone che ne hanno bisogno.

Non mi ha dato nessuna risposta sulla diversità di trattamento tra la Toscana e l’Emilia, per cui riteniamo che il dato che ho citato prima della sua risposta/non risposta sia reale e che questo metta in difficoltà tutte le aziende pubbliche e private che vogliono continuare su questo settore della nostra Regione, e su questo credo ci siano grandi spazi di manovra da parte della Giunta regionale, ma che naturalmente ha ben altri interessi prima di procedere con situazioni di questo genere sugli anziani che ne hanno veramente, veramente tanto bisogno. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

 

OGGETTO 8125

Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle tempistiche previste per la liquidazione all’Unione dei Comuni Valli Taro e Ceno dell’annualità 2022 del Fondo Regionale per la Montagna, per spese sostenute per l’asfaltatura di strade. A firma del Consigliere: Occhi

 

PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interrogazione, oggetto 8125: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa alle tempistiche previste per la liquidazione all’Unione dei Comuni Valli Taro e Ceno dell’annualità 2022 del Fondo Regionale per la Montagna, per spese sostenute per l’asfaltatura di strade.

L’interrogazione è a firma del consigliere Occhi. Prego, consigliere.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Stiamo parlando del Fondo Regionale per la Montagna, che fa parte dei capitoli di bilancio della Regione, sono 15.000 euro per le tre annualità 2021-2022-2023, quindi 5 milioni all’anno, 15 milioni in tutto.

Ci sono state delle delibere di Giunta e poi delle determine che hanno portato a una suddivisione del fondo per la montagna per le varie Unioni, Comunità montane, Unioni di Comuni montani.

Fondamentalmente questo fondo viene poi utilizzato per investimenti sulle strade, specialmente come asfaltature, per esempio.

Nella ripartizione della Regione alle Unioni Valli Taro e Ceno venivano dati circa 295.000 euro per le annualità 2021-2022 e 2023.

I Comuni ‒ mi è stata segnalata questa problematica ‒ hanno già realizzato gli interventi, hanno necessità di saldare le aziende del territorio che hanno fatto questi interventi. Il fondo non arriva direttamente ai Comuni ma arriva alle Unioni montane che poi le distribuiscono ai Comuni.

Quindi, mi è stato segnalato da alcuni sindaci che ‒ mi hanno parlato dell’Unione Valli di Taro e Ceno, non so la situazione delle altre Unioni di Comuni ‒ non sarebbero state ancora liquidate le spese sostenute nel 2022.

Si tratterebbe, come dicevo, di spese per l’asfaltatura di strade e altri interventi che vengono previsti dai Piani triennali che i Comuni devono redigere.

I Comuni sarebbero in attesa del riparto da parte dell’Unione per poter effettuare i saldi alle imprese che hanno effettuato i lavori. Mi viene detto che in passato la liquidazione del fondo era più regolare.

Quindi, posto che mi viene comunque detto che i Comuni hanno già rendicontato correttamente e nei tempi previsti le spese sostenute nel 2022 e già quelle del 2023.

Ritenuto che sia necessario liquidare al più presto le spese sostenute da parte dei Comuni per evitare ripercussioni sui bilanci del Comune e di rimando alle imprese locali che effettuano le asfaltature e gli altri interventi.

Interrogo la Giunta per sapere se corrisponde al vero. In caso affermativo per quali motivazioni l’Unione Valli Taro e Ceno attende ancora la liquidazione delle annualità 2022 del fondo regionale per la montagna e quando si prevede di effettuare i pagamenti del 2022 e a questo punto anche per il 2023.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Risponde l’assessore Taruffi. Prego.

 

TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.

Provo a riprendere quello che il consigliere Occhi ha richiamato, partendo da una considerazione: stiamo parlando di risorse regionali che vengono destinate ai Comuni e alle Unioni di Comuni, come ricordava il consigliere Occhi, per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade comunali. Lo sottolineo perché siamo di fronte a un provvedimento abbastanza straordinario, nel senso che la Regione sta trasferendo e trasferisce risorse ai Comuni per interventi di manutenzione delle strade comunali.

Risorse che sono state messe a disposizione a partire da qualche anno a questa parte in questa legislatura, ma che non hanno precedenti nella misura che sia dal punto di vista economico che dal punto di vista della destinazione di risorse, non hanno precedenti. Noi abbiamo sempre dato risorse alle Unioni per le strade provinciali, non abbiamo mai dato risorse per le strade comunali. Abbiamo dato risorse per un equivalente complessivo di 11 milioni, che rappresentano un’iniezione molto importante di risorse per i Comuni.

Dato questo affatto scontato, né dovuto, parlando di strade comunali. Detto questo, la procedura qual è? Noi chiediamo alle amministrazioni di farci avere la rendicontazione degli interventi fatti. Ovviamente, destiniamo le risorse con un criterio di mix che è popolazione-strade-competenza, quindi un criterio fisso. Chiediamo alle amministrazioni di farci avere la rendicontazione dell’intervento fatto, e questo non sempre avviene. Noi ovviamente parliamo delle risorse 2022, che sono state ripartite lungo il 2023, quando le amministrazioni hanno fatto i lavori, quindi magari nella seconda parte dell’anno.

Ovviamente, il passaggio delle Unioni ha un elemento ulteriore, di passaggio ulteriore tra i Comuni e le Unioni, il che significa, come è successo in questo caso, che si è chiusa l’istruttoria con una richiesta di integrazione da parte degli uffici regionali all’Unione Valli Taro e Ceno, che deve pervenire – non è ancora pervenuta – entro il 31 marzo, integrazione rispetto alla documentazione fornita. Questa è la ragione per la quale non sono ancora state liquidate le risorse.

Ci tenevo però a precisare il contesto. Noi cioè stabiliamo quante risorse hanno i territori in base ai criteri che dicevo prima. Chiediamo alle amministrazioni di fornire ovviamente la rendicontazione del lavoro effettuato, e sulla base di quella rendicontazione eroghiamo le risorse. Quindi, il lasso di tempo dal momento in cui assumiamo la delibera, che fa il riparto dei fondi, e il momento in cui effettivamente la Ragioneria eroga le risorse dipende anche dal tempo in cui le Amministrazioni, i Comuni e le Unioni ci forniscono la rendicontazione degli interventi fatti.

Quando poi c’è necessità, come in questo caso, di un ulteriore elemento di integrazione, i tempi purtroppo si allungano un pochino, ma le Amministrazioni hanno (è la cosa che conta di più dal punto di vista della procedura amministrativa) una delibera di Giunta che dice che le risorse sono queste ed è l’atto attraverso il quale il ragioniere può fare l’impegno di spesa.

La liquidazione concreta dipende anche dai tempi, come dicevo, attraverso i quali viene effettuato il lavoro e dai tempi attraverso cui le Unioni in questo caso rendicontano i lavori che sono stati fatti dai Comuni, perché ovviamente i lavori vengono fatti dei Comuni.

Questa procedura può oggettivamente sforare da un anno all’altro, ma le risorse ci sono e vengono ovviamente trasferite. Purtroppo per l’Unione Valli Taro e Ceno c’è stato questo ritardo, ma fortunatamente non è una situazione diffusa su tutto il territorio.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, assessore, per la risposta.

Sì, a me è stato segnalato che non erano stati evidenziati particolari problemi sulla rendicontazione. Il tema è quello poi dei problemi veri e quotidiani della montagna, nel senso che io capisco che abbiate come Regione stabilito di dare fondi ai Comuni per le strade comunali, è comunque una cosa che in questo momento era importante fare, ma c’è un grosso problema, segnalato anche recentemente, sul caro asfalti, quindi anche un tema finanziario per le imprese che lavorano sul territorio.

Capisco quindi che i fondi ci siano e che verranno prima o poi liquidati. Magari verifichiamo anche quali sono le procedure che le Unioni e i Comuni stessi devono mettere in atto. Dico questo perché in alcuni Comuni sappiamo benissimo com’è la situazione attuale dei dipendenti, delle forze a disposizione dei Comuni, si lavora spesso alla giornata, dovendo risolvere problematiche contingenti legate alla manutenzione delle strade, ma non solo, alla frana che ti accade improvvisamente, al gelo, alla neve (parlo delle Unioni montane), delle alluvioni, quindi tutti i giorni i sindaci, con le poche disponibilità che hanno, sono a contatto con problemi quotidiani.

Abbiamo anche un’impresa locale che disperatamente cerca di rimanere attiva sul territorio per non chiudere, o non delocalizzare e sono quelle che si occupano della piccola manutenzione quotidiana, per esempio gli asfalti.

Quindi, auspichiamo che questi fondi arrivino al più presto e magari verifichiamo se ci sono delle procedure che non siano abbastanza lineari o complesse per aiutare sempre di più i nostri sindaci a usufruire di questi fondi che in questo caso, giustamente, avete messo a disposizione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Abbiamo concluso le interrogazioni.

 

OGGETTO 7840

Parere di conformità ai sensi dell’art. 28, comma 4, lettera n) dello Statuto sullo Schema di Regolamento regionale in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, del digestato e delle acque reflue. (157)

(Discussione e approvazione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Continuiamo con l’ordine del giorno, precisamente con l’oggetto 7840. L’atto amministrativo che riguarda il parere di conformità ai sensi dell’articolo 28, comma 4, lettera n) dello Statuto sullo Schema di Regolamento regionale in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, del digestato e delle acque reflue.

Ricordo che la Commissione Territorio, ambiente e mobilità ha espresso parere favorevole nella seduta del 14 febbraio 2024 con la seguente votazione: 28 voti a favore, nessun contrario, 13 astenuti.

Apriamo quindi ora la discussione generale sul provvedimento.

Chi si iscrive a parlare? Io non ho iscritti a parlare sul provvedimento.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Come già detto nella Commissione III noi dobbiamo esprimere un parere esclusivamente di legittimità.

Però non posso non rimarcare come questo nuovo Regolamento vada sostanzialmente ad appesantire gli oneri burocratici dei nostri agricoltori.

È una versione del Regolamento molto impegnativa, che pone in capo alle aziende degli oneri burocratici e gestionali molto più stringenti rispetto alle versioni precedenti.

So che erano state formulate dalle associazioni delle proposte di modifica, delle proposte emendative; non sono state accettate. Molte cose sono modifiche che abbiamo anche già recepito con il Piano dell’aria, quindi anche lì, in quella sede abbiamo parlato degli spandimenti, delle coperture delle vasche, della gestione degli effluenti anche nel trasporto: tutte misure che appesantiscono la già difficile quotidianità delle aziende agricole, che non a caso ormai da più di un mese sono in mobilitazione, e lo sono perché tra le varie cose, tra i vari Green Deal, tra le varie problematiche che stanno cadendo sempre più sul mondo agricolo, considerato come una delle fonti principali di inquinamento, tra le altre cose c’è anche questo incremento, sempre di più, burocratico, che è anche alla base, come dicevo, di una parte delle proteste del mondo agricolo.

Io quindi volevo lasciare agli atti dell’Assemblea questa richiesta, che comunque c’è, da parte del mondo agricolo, e il peggioramento di questo regolamento, perché comunque riteniamo che noi, consiglieri regionali, dobbiamo fare la nostra parte per cercare di essere più sensibili alle necessità di un mondo produttivo, di produzione primaria, che è messo a serio rischio anche da una concorrenza straniera. Sono temi quindi che tutti dovremmo bene conoscere, nel corso degli ultimi anni e nell’ultimo mese. Quindi, lascio a voi queste considerazioni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Costa, prego.

COSTA: Molto rapidamente, presidente.

Come ha già ricordato il collega Occhi, il voto che noi stiamo per esprimere riguarda soltanto la conformità del regolamento stesso e non i contenuti di questo documento. È un documento che aggiorna le regole in forza di provvedimenti nazionali e sovranazionali che devono essere recepiti, prova a introdurre alcuni elementi di semplificazione nella trattazione della parte documentale in capo alle aziende agricole, cionondimeno c’è un lavoro che deve ancora essere compiuto, però è istituito tra i due assessorati, quello dell’ambiente e quello dell’agricoltura, un tavolo di concertazione anche con il mondo di rappresentanza, perché a valle della definizione del Regolamento in tutti quelli che saranno gli atti successivi e applicativi si possa trovare una condivisione tra un soggetto legislatore e regolamentatore quale la Regione e coloro i quali saranno poi chiamati ad applicare quelle regole e quelle norme.

È quindi un’istanza quella del costante confronto che la Regione ha raccolto e che sta provando ad esplicitare.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri? Io non ho altri iscritti a parlare, dalla Giunta non ho richieste di intervento.

A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto, se ci sono. Non ho richieste di dichiarazioni di voto.

A questo punto nominiamo gli scrutatori prima della votazione: consigliera Dalfiume, consigliere Fabbri, consigliera Catellani.

Mettiamo in votazione l’oggetto 7840 per alzata di mano.

Favorevoli? Contrari? Astenuti?

È approvato.

 

(La delibera oggetto 7840 è approvata per alzata di mano a maggioranza dei presenti)

 

OGGETTO 8013

Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire e a integrare con nuove misure le politiche di prevenzione alla siccità e a promuovere l’efficientamento dei sistemi irrigui e l’uso razionale della risorsa idrica in tutti gli ambiti di uso. A firma della Consigliera: Zamboni

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Passiamo agli atti di indirizzo, alla risoluzione oggetto 8013, che impegna la Giunta a proseguire e a integrare con nuove misure le politiche di prevenzione alla siccità e a promuovere l’efficientamento dei sistemi irrigui e l’uso razionale della risorsa idrica in tutti gli ambiti di uso.

La risoluzione è a firma della consigliera Zamboni.

È stata presentata una proposta di emendamento a firma della consigliera Piccinini.

Apriamo a questo punto il dibattito generale. Prego, consigliera Zamboni.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Può sembrare strano parlare di siccità quando da giorni la nostra regione è interessata dalle piogge. Ormai sappiamo che la siccità e l’eccesso di piogge sono due facce della stessa medaglia, che è quella dei cambiamenti climatici. L’anno scorso il periodo alluvionale è stato preceduto da un lungo periodo di siccità.

Quindi occorre prevenire, visto che ormai sappiamo che con puntualità si alternano fenomeni di assenza di precipitazioni e invece poi un eccesso di precipitazioni.

Per questo nelle premesse ricordo che da decenni la comunità scientifica mette in guardia sull’accelerazione della crisi climatica e dei suoi effetti e sollecita i Governi a procedere con urgenza con politiche di mitigazione, ovvero di riduzione delle emissioni climalteranti e in parallelo con politiche di adattamento ai cambiamenti climatici per fare fronte agli effetti più pesanti, ricordando che adattamento ai cambiamenti climatici non implica rassegnazione ai cambiamenti climatici ma mettersi in grado di reggere all’urto degli effetti che producono contemporaneamente al lavoro che si deve fare di riduzione delle emissioni dei gas che sono all’origine del riscaldamento globale.

Tra gli effetti più drammatici dei cambiamenti climatici c’è sicuramente la siccità. Ricordiamo il periodo vissuto di recente dalla Catalogna con l’acqua che era stata razionata, razionamento della risorsa idrica. Anche la Sicilia ha conosciuto questo tragico periodo di mancanza di sufficiente risorsa idrica.

Sappiamo che la siccità colpisce i comparti produttivi, in particolar modo quello agricolo, ma ci sono anche ricadute di altro genere, come la riduzione della biodiversità, sconvolgimento al paesaggio e all’ambiente, come ad esempio la risalita del cuneo salino del Delta del Po che deriva in realtà da un accentuato fenomeno di abbassamento del fondo e quindi qui a cui si associa l’ingressione salina che rende non utilizzabili le acque del Po. Ormai siamo arrivati a 20-25 chilometri dalla riva. Secondo uno studio che è stato coordinato dal professor Alberto Montanari, dell’Università di Bologna, la siccità del Po del 2022 è stata la peggiore degli ultimi due secoli. Ma anche nel 2023, prima degli eventi alluvionali, abbiamo vissuto un lungo periodo siccitoso.

In Italia, ad inizio d’anno abbiamo visto in difficoltà, ripeto, la Sicilia, ma ci sono stati anche dati che riguardavano altre Regioni. Secondo il servizio europeo Copernicus, l’indicatore che combina la disponibilità di acqua e la salute di vegetazione ed ecosistemi, ci segnala che siamo in fase di warning, ossia di allarme. È da tenere quindi monitorata, questa situazione. Siamo partiti nel 2024, con una situazione preoccupante. Ripeto, può sembrare paradossale, quello che sto dicendo, visto che da giorni piove, ma ripeto, piogge estreme ed estrema siccità sono riconducibili entrambi al tema del riscaldamento globale.

In poche parole, bisogna attrezzarsi, quindi salto tutte le premesse, per arrivare invece a quello che secondo Europa Verde si deve fare. In poche parole, bisogna promuovere in aggiunta alle misure già avviate, un mix di interventi che affrontino in maniera mirata e diffusa sul territorio, e con tempistiche medio-brevi, il problema, soprattutto per quello che riguarda gli usi agricoli, gli usi irrigui in agricoltura, che insieme alla zootecnia intensiva sono i principali agenti all’origine del consumo di acqua.

In questa risoluzione quindi Europa Verde indica dodici misure che devono essere coordinate insieme per mettere in sicurezza l’Emilia-Romagna dagli effetti negativi della siccità. Ovviamente, al primo posto proseguire gli interventi che sono già stati avviati a tutela della risorsa idrica, perché non partiamo dall’anno zero, l’Emilia-Romagna già sta facendo. Bisogna proseguire con la promozione dell’efficientamento dei sistemi irrigui e l’uso razionale della risorsa idrica in tutti gli ambiti d’uso, pur sapendo che quello residenziale; quindi, quello del terziario è molto minore rispetto a quello agricolo e in zootecnia.

Bisogna quindi promuovere la diffusione e la conoscenza di buone pratiche, investimenti nel campo del risparmio idrico in edilizia, nel turismo, nel comparto produttivo, in agricoltura e nella zootecnia intensiva, promuovendo in particolare il riuso delle acque reflue a fini irrigui, provvedendo ai necessari adeguamenti tecnologici dei depuratori urbani (un esempio virtuoso è sicuramente quello di Mancasale in provincia di Reggio Emilia) e di quelli delle industrie, in particolar modo del settore conserviero.

Bisogna promuovere misure specifiche, volte al trattamento della risorsa idrica, applicando le direttive comunitarie sulle cosiddette Nature-based solution, cioè quelle soluzioni che riusciamo a mettere in campo con elementi che fanno parte della natura anche dal punto di vista vegetazionale, in modo da favorire la ricarica delle falde.

Qui ne ho indicati alcuni che sono quelli più noti: nuove politiche di gestione dei canali irrigui dell’alta pianura, da invasare nei periodi non irrigui per favorire la dispersione nel sottosuolo con il rimpinguamento delle falde, politiche di utilizzo e riutilizzo delle depressioni di ex cava, per invasare in periodi di morbida le acque superficiali a fini irrigui e contemporaneamente favorire l’infiltrazione nel sottosuolo, anche in questo caso con rimpinguamento delle falde, che sono le nostre casseforti in cui conservare e, attraverso il filtraggio naturale, depurare le acque, politiche di sviluppo della ricarica artificiale controllata, nota con la sigla MAR, sull’esempio di quanto realizzato sulla conoide del fiume Marecchia, al fine di immagazzinare risorse idriche da utilizzare nei periodi siccitosi, invasare acque di processo certificate idonee o conformi e favorire la dispersione nel sottosuolo, anche in questo caso con la finalità di rimpinguare le falde, desigillizzare i suoli per favorire l’infiltrazione dell’acqua piovana.

Tutto quello che abbiamo cementificato impedisce il filtraggio dell’acqua piovana che scivola via, e in periodi di estrema piovosità sappiamo che questa sigillazione del suolo, che impermeabilizza i terreni, favorisce anche lo scorrimento veloce delle acque e quindi complica i problemi di dispersione controllata delle acque in eccesso.

La desigillazione, che peraltro con un emendamento di Europa Verde è stata inserita nel DEFR, è sicuramente una di quelle attività da perseguire per riconquistare terreno privandolo della copertura impermeabilizzante di cemento o materiale analogo.

Poi vanno promosse le cosiddette aree di bio ritenzione. In questo caso si chiamano rain garden, ovvero superfici vegetate ad elevata permeabilità dotate di depressione per l’accumulo dei deflussi dalla superficie impermeabile circostante, quindi strade, marciapiedi e tetti.

Sono strutture vegetate che raccolgono il deflusso, ne facilitano l’accumulo e l’infiltrazione nel terreno, favoriscono la percolazione in profondità verso la falda sottostante e la filtrazione dell’acqua per migliorarne la qualità attraverso il controllo dei detriti delle sostanze inquinanti.

Diffusione del cosiddetto modello, che può far ridere come terminologia ma lo trovo molto pregnante, il cosiddetto modello della città spugna, con interventi decentralizzati su piccola scala coordinati tra loro. Questa è una pratica, per esempio, che è sostenuta dal Comune di Padova.

Poi chiediamo di promuovere studi per la revisione strutturale della rete irrigua a partire dalla bassa pianura, sostituendo il trasporto superficiale, ad esempio i canali, dove sia possibile farlo con tubazioni interrate che quindi sono meno soggette all’evaporazione.

Era stata poi portata in quest’aula una proposta interessante, che era quella della copertura del canale emiliano-romagnolo con pannellature fotovoltaiche che ci portavano a due risultati: controllare l’evaporazione e contemporaneamente produrre energia elettrica da fonte rinnovabile.

Chiediamo di opporsi a nuove trivellazioni in Adriatico che aggraverebbero la subsidenza e la risalita del cuneo salino nel delta del Po, come spiegavo in apertura, rendendo inutilizzabile a fini irrigui l’acqua del fiume, con grave danno anche dell’habitat naturale.

Questo è un altro punto. Sollecitare le multiutility del nostro territorio, multiutility che dispongono di ingenti risorse. Sappiamo delle perdite d’acqua negli acquedotti che hanno delle percentuali che sfiorano anche il 40 per cento. Ecco, bisognerebbe che le multiutility, che appunto gestiscono la risorsa naturale che è di tutti, che è l’acqua, e la gestiscono naturalmente non come opera pia ma come fonte di entrate, dedicassero i propri profitti anche a ridurre le perdite nella rete idrica regionale.

Vedo che sono già oltre il tempo che mi è stato assegnato, se capisco bene, mi sembra meno due minuti. Bisogna insomma fare questi interventi e sollecitare quindi anche ANCI, le amministrazioni locali, perché venga inserito in tutti i Piani attuativi e nei regolamenti di edilizia comunale, l’obbligo di adozione di specifiche misure volte al risparmio idrico, come l’adozione di dispositivi idonei ad assicurare una significativa riduzione del consumo d’acqua proveniente dall’acquedotto comunale e raccolta sulle coperture degli edifici.

È un lungo elenco, ma spero che almeno su alcune di queste misure proposte ci sia un accordo.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Il tema che affrontiamo con questa risoluzione è sicuramente un tema di mio interesse. Veniva citata prima la questione della solarizzazione del canale emiliano- romagnolo, una proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle.

Devo dire che è un dispositivo articolato, quasi una sorta di vademecum, un decalogo per la Giunta con una decina e più di azioni specifiche. Alcune però devo in qualche modo segnalarle perché sono in discontinuità con le azioni messe in campo dalla Giunta. Politicamente hanno una valenza, dal mio punto di vista, molto rilevante. Se io penso al punto n. 6, dove si chiede di opporsi a nuove trivellazioni in Adriatico, che aggraverebbero la subsidenza, questo è un tema su cui sappiamo molto bene la maggioranza che posizione ha, tant’è che io qualche mese fa presentai una risoluzione per chiedere uno stop alle trivellazioni. Fu bocciata perché ci fu questa sorta di accordo maggioranza e Centrodestra, nel continuare a trivellare, quindi, se venisse approvata, sarebbe un segnale politico dal mio punto di vista molto, molto forte, e anche, aggiungo, positivo.

Dove si parla, per esempio, di promuovere le politiche per la graduale sostituzione delle colture altamente idroesigenti, su cui io concordo, non posso non notare che questo va in netta contrapposizione con le scelte che questa Giunta e la Regione Emilia-Romagna ha fatto nel puntare – azione questa portata avanti dall’assessore Mammi – come dicevo, all’esportazione di kiwi in Giappone. Sappiamo che i kiwi sono una coltura altamente idroesigente.

Questa è la linea che ha scelto la Giunta, approvare un punto di questo tipo dal mio punto di vista è sicuramente significativo.

Torno su un tema che abbiamo trattato più e più volte in quest’aula, che è quello del consumo di suolo, e in questo caso della desigillazione dei suoli, perché giustamente veniva citato il fatto che, cementificando, impediamo il deflusso dell’acqua.

Abbiamo avuto sotto gli occhi questo problema quando c’è stata l’alluvione, quindi quanto sia importante evitare di continuare a cementificare in una Regione che è tra le prime in classifica per questo tipo di problematica, però dobbiamo anche dirci che la legge che noi abbiamo approvato nel 2017, o meglio che la maggioranza ha approvato nel 2017, perché noi non erano sicuramente concordi, è una legge che non ha funzionato da questo punto di vista, perché il consumo di suolo è in continuo aumento, ce lo dicono i dati, ce lo dice ISPRA, che notoriamente non è un’associazione ambientalista, quindi sono dati concreti, oggettivi.

Dobbiamo anche dirci che la legge n. 24 è una legge gravemente insufficiente, che non ha portato a risultati, motivo per cui ho proposto un emendamento in cui integriamo il punto sulla desigillazione dei suoli, in cui chiediamo di rivedere la n. 24 del 2017, perché dobbiamo rendere più stringenti le misure contenute.

Questa è una battaglia che da tempo provo a fare qui dentro, perché a un certo punto dovremo tirare una linea sui risultati apportati, che evidentemente, come dicevo, non sono soddisfacenti, dovremo prenderne tutti atto e procedere a una revisione di quella legge che ormai ha qualche anno e che, dal mio punto di vista, è sensibilmente critica.

Dopodiché abbiamo dei problemi oggettivi, che vanno affrontati anche rivedendo ciò che non ha funzionato.

Dal mio punto di vista, quindi, questa risoluzione è sicuramente positiva, è chiaro che è un po’ una smentita di quello che la Giunta sta facendo, e lo dico in senso positivo e segnalo anche che, come dicevo, è in discontinuità, quindi, dal mio punto di vista, la mia valutazione è sicuramente favorevole.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.

Consigliere Occhi, prego.

 

OCCHI: Grazie, presidente.

Questa risoluzione, ovviamente, ha un assunto, che è quello che il cambiamento climatico che è in atto, che è comunque nella storia della nostra terra e che è comunque ciclico, derivi esclusivamente da azioni antropiche. Va bene.

Il tema è sempre quello, le azioni antropiche però hanno comunque un’evoluzione nel tempo che è difficilmente valutabile e l’eventuale regressione è una regressione che non è compatibile con i tempi con cui noi dobbiamo avere quotidianamente a che fare con il cambiamento principalmente della manifestazione degli eventi meteorologici.

Si diceva che la quantità di acqua che cade mediamente in un anno fosse rimasta più o meno la stessa, quello che è cambiato è la distribuzione. Quindi, periodi di siccità alternati a periodi di estrema piovosità con danneggiamenti.

Anche perché le nostre reti viarie, le nostre fognature, il nostro sistema infrastrutturale non è compatibile, non è in grado di resistere a questi mutamenti nella distribuzione della piovosità. Questo è un tema fondamentale.

Poi c’è anche la questione dell’urbanizzazione, ma è stato un motivo quasi obbligato considerando la morfologia delle nostre pianure e la necessità storica di avere a disposizione suolo per poter infrastrutturarsi dal punto di vista industriale se vogliamo rimanere, e lo siamo diventati, una grande potenza industriale.

Detto questo, alcune misure contenute in questa risoluzione sono sicuramente condivisibili, sono tutte quelle piccole misure che vanno, per esempio, nella direzione di migliorare i progetti architettonici, per esempio delle nostre abitazioni, sistemi di riciclo delle acque, o tutti quei piccoli escamotage che sono stati trovati per la desigilizzazione del territorio. Oppure quando si parla di ricarica delle falde, quando si parla di riutilizzo a fini irrigui – e a volte anche per usi meno nobili – delle acque di depurazione. Sono azioni che da tempo sono state implementate anche all’interno dei piani urbanistici comunali, e sono entrate nelle buone pratiche dei professionisti e dei progettisti. Quelli che invece non sono assolutamente condivisibili sono alcuni assunti. Ma io partirei da una considerazione precedente: quando si dice noi ci stiamo tropicalizzando, che il clima in Italia si sta tropicalizzando – in generale, non solo in Italia – in questa porzione di area mediterranea, peraltro situazioni già avvenute in passato storico e preistorico, quando diciamo questo, allora mi viene in mente una cosa: che cosa stanno facendo i Paesi tropicali e subtropicali per contrastare il problema della scarsità idrica? Stanno facendo degli invasi; stanno facendo dei grandi invasi a cui il nostro Paese, con le sue grandi capacità di impresa e di progettazione, sta partecipando e che sta realizzando in giro per il mondo, ma in particolare nei Paesi tropicali, che hanno scarsità idrica.

Quindi, tutte le piccole azioni quotidiane o di progettazione localizzate che vengono segnalate all’interno di questa risoluzione, ci possono chiaramente stare e vanno in una direzione di aiutare, di collaborare per un risparmio idrico; ma non risolvono alla radice il problema di una importante scarsità idrica, e anche della gestione delle piene, senza poi dimenticare il tema dell’energia e dell’irrigazione. Successivamente, ci sono alcuni passaggi che non mi convincono: per esempio, quello sulle multiutility. La gestione delle perdite, cioè, è in corso da diversi anni. Chiaramente, non può andare tutto a spese della tariffa che ricade sui cittadini; dal ‘94 la tariffa mantiene il servizio idrico integrato, ma, a meno di importanti finanziamenti aggiuntivi, il tema della ricerca e della risoluzione delle perdite non può essere fatto con una risoluzione, ma lo stiamo facendo con il PNRR, per esempio, o si dovrebbe andare a rimettere mano alla fiscalità generale, ma questo è un tema antico.

Noi dobbiamo anche abituarci a un fisiologico tasso di perdite, percentuale di perdite, perché è impossibile sostituire contemporaneamente tutte le tubature, che vanno incontro, essendo dei sottoservizi, a un naturale degrado.

Sicuramente non ci trova d’accordo l’opposizione alle nuove trivellazioni. Noi abbiamo bisogno di gas, il nostro Paese ha bisogno di gas se vuole rimanere nella competizione internazionale, oltre a pagarlo poco per le nostre aziende energivore, abbiamo sbagliato a smettere con le perforazioni, ad oggi non c’è alcuno studio che certifichi che perforazioni in rocce carbonatiche a 3.000 metri di profondità possano dare problemi di subsidenza.

 Spesso, invece, viene confuso con la subsidenza legata ai pozzi irrigui, e quelli sì che possono essere diminuiti realizzando invasi.

Sulle colture altamente idro esigenti, come abbiamo sentito più volte e si discuterà, tra l’altro, nel Piano delle acque, tra l’altro un inciso: questa risoluzione farà il paio con tutta la discussione che faremo nel prossimo Piano di tutela delle acque, che ancora non sappiamo quando riusciremo a discutere e se questa consiliatura, questa Assemblea riuscirà a discuterlo.

Parlare di sostituzione delle colture altamente idro esigenti è sempre un attacco alla nostra agricoltura. Noi abbiamo delle colture che sono di eccellenza, che non sono solo una coltura, ma hanno tutto un risvolto agroalimentare di un intero sistema di agroalimentare che si è strutturato su questo tipo di colture, che saranno idroesigenti ma sono le colture su cui abbiamo impostato la nostra agricoltura e la nostra agroindustria e anche le aziende che producono macchinari per l’agroindustria. Tutto si è strutturato su questo sistema.

Sulle ex cave ci sta, facciamo un piccolo invaso, la rinaturazione, la riqualificazione delle aree di ex cava. Ma quante sono attualmente, e saranno in futuro, le cave se le infrastrutture non le volete? Allora, se volete le infrastrutture, servono le cave, se non volete le infrastrutture, non servono le cave, non verranno più realizzate cave, sicuramente, se non facciamo più infrastrutture in questo Paese.

Quindi io vedo la solita risoluzione che su alcuni punti, su alcuni piccoli punti, quelli appunto che dicevo sulla gestione di piccoli escamotage locali per un risparmio d’acqua che sono condivisibili. Sui grandi punti, invece, si continua a voler portare avanti delle soluzioni che non sono completamente, e non sono sicuramente, adatte a gestire il problema di siccità e di abbondanza idrica a seconda delle volte che stiamo affrontando in questi anni.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Occhi.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Grazie, presidente.

Ringraziamo anche la consigliera Zamboni per aver affrontato un tema davvero importante con la propria risoluzione, risoluzione peraltro molto articolata.

L’impegno che chiede alla Giunta di sviscerare si enuclea in 12 punti tutti di particolare complessità.

È un tema, quello della siccità, caro a Fratelli d’Italia. Il Governo ha affrontato un anno fa questo tema approvando il decreto siccità nell’aprile 2023. Alcuni dei temi contenuti nel decreto sono tracciati anche nel corpo di questa risoluzione.

Si parla della resilienza dei sistemi idrici, della lotta alle dispersioni idriche, del riutilizzo delle acque ma anche dell’istituzioni in questo decreto di una cabina di regia anche per l’utilizzo di fondi che sono e che erano ancora giacenti.

Anche il Gruppo di Fratelli d’Italia, presente in quest’Assemblea, aveva tentato di affrontare il tema della siccità chiedendo l’istituzione di una Commissione di approfondimento che trattasse appunto il tema dell’emergenza idrica, dal dissesto idrogeologico, passando al tema della siccità fino a poter ragionare, confrontarsi e approfondire le cause che hanno portato a fenomeni come quello dell’alluvione.

Dobbiamo dire che la risoluzione è di particolare impegno anche a livello di approfondimento. Quindi, vorremmo chiedere alla consigliera proponente se ci fosse la possibilità di approfondire questo tema, visto che non è stato possibile farlo con una Commissione dedicata, assieme ad altri, ma visto che la risoluzione in realtà non abbraccia soltanto il tema della siccità fine a se stesso, se fosse possibile discutere questa risoluzione in Commissione, approfondirla, invece che rimetterla ad un dibattito, oggi, dell’aula, che per quanto possa essere interessante non raggiungerebbe gli approfondimenti di quel tipo.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Consigliere Pelloni, prego. 

 

PELLONI: Grazie, presidente.

Sottolineo alcune cose che hanno detto i colleghi, a partire sia dal primo intervento, chi ha presentato e sottoscritto questa risoluzione, a tutti coloro l’esigenza di migliorare uno dei beni primari, l’acqua, ovviamente un’esigenza comune – quindi, partiamo da questo presupposto – per tutti gli usi, dal fabbisogno idrico potabile, al fabbisogno idrico agricolo, e ovviamente una gestione dei fenomeni, che mandi meno in apprensione la cittadinanza e la collettività ogni volta che piove.

In questi giorni si stanno chiudendo dei ponti su Modena, perché ovviamente alcuni livelli del Secchia e del Panaro fanno paura; quindi, non è possibile che ogni volta si sta per tanti mesi senza che piova, e poi in poco tempo, in pochi giorni si va invece a dei livelli di emergenza, o di allerta arancione, o addirittura di allerta rossa. Quindi, concordo, stranamente, con la collega Piccinini – ovviamente do argomentazioni diverse – quando dice che quello che chiede questa risoluzione è assolutamente in contraddizione e in controtendenza rispetto a quanto fatto da questa Giunta e da questa legislatura, ma anche da quella scorsa.

Do argomentazioni diverse, perché ovviamente credo che oggi la legge 24 non può aver ancora dato i propri effetti. Lo diceva stamattina un question time: solo 22 Comuni sui quasi 300 Comuni, anzi, oltre 300 Comuni presenti in Emilia-Romagna; quindi, questa legge non può aver prodotto effetti, ma il grosso degli effetti deriva ancora dalla coda della vecchia pianificazione; quindi, l’esigenza di cambiarla perché si sta continuando a costruire non è il tema della risoluzione, però, come dicevo, argomentazioni diverse.

Viene dai banchi della maggioranza questa esigenza di migliorare la situazione idrica sotto diversi punti di vista. Il collega Occhi prima citava il tema delle multiutility. Se ancora oggi, nel 2024, buona parte delle multi utility che abbiamo presenti in Emilia-Romagna ha ancora bisogno di lavorare perché migliori la situazioni di perdite per quanto riguarda gli acquedotti, allora siamo in ritardo, perché oggi sappiamo che è appena intervenuta una sentenza che anche a quei pochi Comuni che avevano tenuto la gestione diretta sotto i 1.000 abitanti (penso a Fiumalbo, a Fanano, ma potrei pensare anche a Lizzano in Belvedere e a pochi altri Comuni che erano rimasti a gestioni diretta sopra i 1.000 abitanti) impone, per ridurre le perdite, per migliorare gli investimenti, una cosa che si sentiva da trent’anni a questa parte, però ancora c’è da lavorarci.

Questo vuol dire che abbiamo avuto un’Amministrazione, quindi una Giunta che mi verrebbe da dire volgarmente ha dormito, non ha fatto quello che doveva fare in questi anni (perdonate la locuzione dialettale).

Tra i buoni propositi di questa risoluzione, quello che, a mio avviso, è assolutamente da rigettare o da rivedere è il tema delle colture altamente idro esigenti, perché tra le colture idro esigenti prima è stato accennato al kiwi, ma potrei dire praticamente tutta l’ortofrutticoltura, perché oggi la ricerca è andata sempre più verso una coltura ortofrutticola più intensiva, che abbisogna sicuramente di molta più acqua o almeno di tanta acqua nei periodi soprattutto di maturazione del frutto.

Penso alla ciliegia, penso alla pera, si sta andando anche alla vite o addirittura al castagno in montagna, per il quale non sono più sufficienti le precipitazioni, ma ormai ha bisogno.

Stiamo parlando di eccellenze che ci sono, IGP, DOP e, per quanto riguarda la vite, anche il DOCG legato alla produzione del vino. Sono tutte culture che danno, per fortuna, ancora reddito all’agricoltura.

Allora, non solo il tema dell’agricoltura oggi è attaccato, assediato e sappiamo e vediamo gli agricoltori che continuano a essere in piazza giustamente per reclamare alcuni temi, alcune esigenze e alcune attenzioni, ma continuano ad esserci delle spinte che vanno contro quelle produzioni che danno, continuano e speriamo possano ancora dare reddito alla nostra cittadinanza, al nostro mondo agricolo.

La consigliera Evangelisti ha posto un tema che probabilmente condivido, perché mi dispiacerebbe buttare il bambino e l’acqua sporca. Ci sono delle esigenze e c’è bisogno di un cambio di passo da parte di questa Giunta su questi temi. Non, ovviamente, in tutte le direzioni indicate da questa risoluzione.

Quindi, mi associo al tema che poneva la consigliera Evangelisti eventualmente di rivederla in Commissione, perché ha una portata molto importante. Su tanti temi, prima lo diceva il consigliere Occhi, siamo già intervenuti tante, tante volte e mi pareva che abbiamo avuto una Giunta che non ha ascoltato su questi temi.

Però devo fare emergere, devo sottolineare le contraddizioni interne alla maggioranza, che prima si diceva è la stessa Giunta che porta il kiwi in Giappone, poi dopo dai banchi della maggioranza si chiede che il kiwi non va più piantato in Emilia-Romagna. Bisogna che vi decidiate. Noi possiamo dare il nostro contributo, possiamo dare un aiuto, ma prima eliminiamo alcune contraddizioni in seno alla maggioranza.

Poi, vi ho già detto da che parte sto, sto dalla parte dal poter continuare a creare reddito con l’agricoltura in Emilia-Romagna, seguire, dare supporto, dare investimenti rispetto a quelle che sono le esigenze del mondo agricolo.

Non dimentichiamo anche l’importanza della diversità nella produzione, quindi eliminando alcune colture andiamo ulteriormente a diminuire la produzione agricola in Emilia-Romagna.

Io credo che ci siano sicuramente anche delle ottime indicazioni di questa risoluzione. Forse vanno declinate in maniera più concreta, in maniera più pragmatica, però politicamente intanto dobbiamo riuscire a condividere che, come diceva bene il consigliere Occhi, non è tutta colpa dell’uomo, inizialmente, senza voler essere negazionisti o altro, ma non partire dall’assunto che non bisogna dar contro ad alcune categorie, non è sempre colpa di qualcuno, perché anche solo per citarvi alcuni numeri, vedo magari i colleghi di Parma: il prosciutto di Parma ha una filiera da 50.000 addetti, mi pare. Vogliamo rinunciare alla produzione di questa eccellenza perché si dice che magari è idroesigente, quindi bisogna rinunciarci? Non credo che sia quella la strada che dobbiamo percorrere. Dobbiamo percorrere la strada della sostenibilità, dell’efficientamento, quindi credo che una discussione un po’ più ampia di una risoluzione che peraltro è già fatta, oggi più che mai, visto che siamo a fine legislatura, diamo un segnale di concretezza maggiore rispetto a quello che è stato fatto nel passato.

Grazie per l’attenzione, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Pelloni.

Sono le ore 13,01. Chiudiamo la seduta del mattino. Riprendiamo i nostri lavori alle ore 14,30.

Grazie a tutti.

 

La seduta ha termine alle ore 13,01

 

ALLEGATO

 

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI; Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI; Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il sottosegretario Davide BARUFFI

gli assessori Paolo CALVANO, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Andrea CORSINI.

 

Comunicazioni prescritte dall’art. 68 del Regolamento interno

 

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:

 

8049 -  Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Contrasto dell'abbandono sportivo in età adolescenziale e giovanile. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2017, n. 8 (Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive) e alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni)" A firma dei Consiglieri: Pigoni, Zappaterra, Gerace, Bondavalli

 

8058 -  Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale". (13 02 24) A firma della Consigliera: Piccinini

 

E’ stato presentato il seguente progetto di proposta di legge alle Camere:

 

8075 -  Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Fiscalità Incentivante per le Aree Montane Appenniniche Svantaggiate". (16 02 24) A firma dei Consiglieri: Costi, Bulbi, Daffadà, Molinari, Sabattini, Zappaterra, Pigoni, Bondavalli, Amico, Mumolo, Dalfiume, Rossi, Costa, Maletti, Gerace, Caliandro, Mori, Rontini, Fabbri

 

Sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

8060 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno chiarire se esistano limiti all'adesione alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), in particolare per le società con una partecipazione pubblica e, in caso positivo, quali siano tali limiti. A firma dei Consiglieri: Costa, Rontini, Pillati, Zappaterra, Caliandro, Sabattini, Dalfiume, Gerace, Costi

 

8061 -  Interrogazione a risposta scritta circa la decisione del comune di Fiorano Modenese di celebrare il Giorno del Ricordo, lo scorso 10 febbraio, attraverso i racconti di uno scrittore sloveno. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

8062 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione sulle numerose segnalazioni da parte di cittadini-utenti emiliano-romagnoli che, a seguito di modifiche unilaterali dei contratti, hanno ricevuto bollette del gas con importi fino a 2/3 volte superiori a quelli precedenti. A firma della Consigliera: Zamboni

 

8064 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al Piano di controllo della volpe 2024-2028, con particolare riguardo all'opportunità di eliminare del tutto la pratica della caccia alla volpe in tana. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8066 -  Interrogazione a risposta scritta relativa a ritardi segnalati nelle forniture di farmaci e dispositivi medicali alle Aziende sanitarie della provincia di Parma. A firma del Consigliere: Rainieri

 

8068 -  Interrogazione a risposta scritta relativa agli importi da liquidare a titolo di indennizzo alle imprese danneggiate dalla diffusione del granchio blu. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8069 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'intervento di rimozione di amianto, eseguito dal comune di Guiglia (MO), sulla copertura della palestra scolastica comunale, in parte finanziato con fondi della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Pelloni

 

8070 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'eccessiva presenza di salme in attesa di cremazione, all'interno del Polo Crematorio di Bologna, nel cimitero di Borgo Panigale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8071 -  Interrogazione a risposta orale in commissione sui ritardi negli ingressi degli studenti della scuola dell'obbligo nella Provincia di Bologna a causa dei ritardi del TPL, a seguito dei cambiamenti di limiti di velocità imposti dal Comune di Bologna. A firma della Consigliera: Castaldini

 

8072 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al rispetto delle norme europee sulla caccia, con particolare riguardo a quelle sull'uso di piombo nelle munizioni. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8073 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno adottare iniziative finalizzate alla ripresa dei lavori del cantiere di Oper Fiber nel territorio comunale di Comacchio, per evitare la perdita dei finanziamenti stanziati per questo progetto e garantire un fondamentale investimento per la digitalizzazione della costa ferrarese. A firma del Consigliere: Fabbri, Zappaterra, Rontini

 

8074 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare al fine di realizzare i piani di depopolamento del territorio dalla specie cinghiale e limitare l'espandersi della Peste suina africana. A firma del Consigliere: Occhi

 

8077 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione per conoscere il giudizio della Giunta sull'investimento, in controtendenza rispetto ai CAU, dell'Ausl di Bologna per la realizzazione di un "Open Space", destinato ai pazienti con codici verdi e bianchi presso il Pronto Soccorso dell'ospedale Maggiore. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

8078 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla carenza di farmaci in Emilia-Romagna, con particolare riguardo al Creon, un medicinale salvavita per il trattamento dell'insufficienza pancreatica. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8079 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se risponda al vero che rotture e obsolescenza delle apparecchiature in dotazione all'AUSL di Parma per le prestazioni di gastroenterologia, nonché le carenze di organico medico e infermieristico addetto a tali prestazioni nella stessa azienda sanitaria, sono la causa dell'allungarsi dei tempi di attesa. A firma dei Consiglieri: Pelloni, Mastacchi

 

8080 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al possibile abbattimento della struttura "Silvio Alvisi", di proprietà dell'Ausl di Imola e sede dell'Ambulatorio di medicina riabilitativa e dell'Azienda Servizi alla Persona. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

8081 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione relativa alle modifiche migliorative sul tema "Bologna città 30" chieste dalle associazioni di categoria. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8082 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda intraprendere per risolvere la situazione di emergenza causata dall'eccessivo accumulo di detriti legnosi presso il ponte Bastia sul fiume Reno. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Fabbri

 

8083 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle irregolarità riscontrate dall'associazione Animal Liberation nel canile-gattile di Finale Emilia (MO) da cui sarebbero spariti 158 animali. A firma della Consigliera: Zamboni

 

8084 -  Interrogazione a risposta scritta sulla campagna informativa della Regione circa le nuove modalità di accesso al Pronto soccorso e ai servizi di emergenza-urgenza, in particolare su quelle del CAU di Imola (Bo). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

8085 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Regione ha posto in essere per fare fronte ai danni generati dalla presenza del granchio blu, in particolare ai problemi occupazionali delle comunità di Goro e Comacchio (FE). A firma del Consigliere: Mastacchi

 

8086 -  Interrogazione a risposta scritta circa i recenti disservizi accaduti sulla linea ferroviaria Bologna – Poggio Rusco e la mancata comunicazione nei confronti dei passeggeri. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

8088 -  Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da adottare per garantire un percorso di partecipazione e condivisione con i Comuni sulla redazione e sul metodo di calcolo dei costi dei Piani Economici Finanziari (PEF) del servizio rifiuti. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

 

8090 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere come la Giunta intenda affrontare la gravissima situazione di inquinamento dell'aria della regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Piccinini

 

8091 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se sia stata avviata una valutazione per identificare i possibili ambiti di intervento per permettere, previo intervento legislativo, agli enti pubblici economici regionali e/o le società partecipate di acquisire i crediti fiscali derivanti dal Superbonus 110%. A firma del Consigliere: Costa

 

8093 -  Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da adottare a sostegno del settore della venericoltura di Goro e Comacchio, con particolare riguardo alla possibilità di affidare temporaneamente aree non utilizzate da almeno due anni a quanti hanno aree in concessione non più produttive a causa della presenza del granchio blu e delle macroalghe. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

8099 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'attività di prevenzione e controllo svolta dalla Regione negli anni 2022 e 2023 in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, con particolare riferimento ai cantieri edili. A firma del Consigliere: Facci

 

8103 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a una sala giochi VLT che, secondo notizie di stampa, dovrebbe essere aperta a Faenza, nelle vicinanze di scuole elementari e medie e di campi da calcio del settore giovanile. A firma del Consigliere: Liverani

 

8104 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare al fine di salvare la fauna ittica presente sotto la traversa posta sul fiume Reno, afferente all'impianto idroelettrico "Pioppe di Salvaro", e messa a rischio da un intervento di manutenzione straordinaria. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8105 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare al fine di migliorare la situazione di lavoro nel trasporto pubblico locale, con riguardo anche ad un episodio di interruzione della fornitura elettrica nei container utilizzati provvisoriamente come uffici e per le operazioni "pre-linea" dal personale di Tper a Cento (FE). A firma del Consigliere: Bergamini

 

8106 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda attivarsi al fine di garantire la sopravvivenza dei 57 capi di asino di un allevamento di Forcello di San Possidonio (MO). A firma della Consigliera: Piccinini

 

8107 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sui dati relativi al numero dei beni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati in Emilia-Romagna e, in particolare, nella provincia di Reggio Emilia, e sulle misure da intraprendere per accelerare le procedure di trasferimento dei beni, consentendone la restituzione alle comunità locali. A firma della Consigliera: Bondavalli

 

8108 -  Interrogazione a risposta scritta circa la fornitura di veicoli elettrici, finanziati dalla Regione Emilia-Romagna e rivelatisi non idonei, al comune di Parma. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8109 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle conseguenze del fallimento di un'azienda agricola di San Possidonio (MO) e alla messa all'asta dei relativi beni, tra cui 57 asini. A firma dei Consiglieri: Sabattini, Maletti, Costi

 

8110 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle possibilità di recupero e riqualificazione dell'ex centro sportivo "CRB" di via Marzabotto a Bologna. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Facci

 

8111 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano le azioni da intraprendere al fine di dare attuazione al "Piano Straordinario di cattura, abbattimento e smaltimento dei cinghiali (Sus scrofa) e Azioni Strategiche per l'Elaborazione dei Piani di Eradicazione nelle Zone di Restrizione da Peste Suina Africana (PSA)". A firma dei Consiglieri: Tagliaferri, Evangelisti, Cuoghi

 

8112 -  Interrogazione a risposta scritta circa le conseguenze per il territorio regionale della nuova deroga, stabilita da parte della Commissione europea, alla messa a riposo dei terreni agricoli. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8113 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia la realtà dei luoghi di culto di fede musulmana in Emilia-Romagna e se i rischi paventati in Francia possano essere attuali anche nel nostro territorio regionale. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

8114 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula inerente alle informazioni sulla tempistica di erogazione delle risorse, previste dallo stato di emergenza nazionale, per il ripristino del Ponte di Ozzanello nel comune di Terenzo (PR) e sulle ulteriori azioni per mitigare i disagi attuali. A firma del Consigliere: Gerace

 

8115 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa l'iter autorizzativo dell'impianto eolico "Badia del Vento" previsto nel comune di Badia Tedalda (AR), visti i pareri contrari dei soggetti coinvolti e la necessità di tutelare a livello paesaggistico-ambientale il territorio di confine tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Toscana. A firma della Consigliera: Rossi

 

8116 -  Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi manutentivi previsti lungo tutto il torrente Zena, compresa la località Farneto di San Lazzaro. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8117 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla situazione di squilibrio di bilancio in cui attualmente versa il comune di San Pietro in Casale (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8118 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano, ad oggi, i vantaggi apportati, nella riforma dell'emergenza-urgenza, dall'istituzione dei Centri di Assistenza Urgenza (CAU), sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

8119 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano le richieste avanzate al Governo e alla Struttura commissariale dal Patto per il Lavoro e per il Clima affinché, con la modifica delle norme nazionali e delle ordinanze emesse dalla stessa Struttura, si riescano a garantire gli adeguati risarcimenti a tutti i cittadini e le imprese danneggiati dall'alluvione del 2023. A firma dei Consiglieri: Montalti, Rontini, Caliandro, Dalfiume

 

8120 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata per sapere se la Giunta intenda affermare il diritto all'accesso al suicidio assistito, riferendo altresì nella competente Commissione sulla nuova disciplina regionale in materia. A firma della Consigliera: Piccinini

 

8121 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se, a seguito di quanto accaduto il maggio scorso e in attesa della predisposizione del Piano Territoriale Regionale, non si ritenga opportuno introdurre una moratoria delle autorizzazioni a edificare nelle aree esondate, sull'esempio di quanto disposto in analoga circostanza dalla Regione Liguria. A firma della Consigliera: Zamboni

 

8122 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula circa le misure da adottare per garantire il pagamento degli indennizzi alle aziende che hanno subito danni dall'alluvione, ma che non sono censite nei layer certificati dalla Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

8123 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Regione ritenga opportuno attivarsi nelle diverse fasi processuali davanti all'Autorità giudiziaria, costituendosi parte civile nel processo contro gli agenti di polizia penitenziaria coinvolti nei fatti occorsi all'istituto penitenziario di Reggio Emilia il 3 aprile 2023. A firma del Consigliere: Amico

 

8124 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle misure necessarie per garantire un ampliamento della rete regionale delle cure palliative. A firma della Consigliera: Castaldini

 

8125 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle tempistiche previste per la liquidazione all'Unione dei Comuni Valli Taro e Ceno dell'annualità 2022 del Fondo Regionale per la Montagna, per spese sostenute per l'asfaltatura di strade. A firma del Consigliere: Occhi

 

8126 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle iniziative di formazione, basate su principi scientifici e rivolte ai proprietari di cani d'affezione, intraprese al fine di migliorare il benessere animale e ridurre i casi di aggressione, con particolare riguardo all'esperienza del comune di Parma del "Patentino Cane Speciale". A firma della Consigliera: Gibertoni

 

RISOLUZIONI

 

8063 -  Risoluzione per impegnare l'Assemblea legislativa e la Giunta alla votazione del progetto di legge d'iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. (14 02 24) A firma della Consigliera: Piccinini

 

8065 -  Risoluzione per impegnare l'Assemblea legislativa e la Giunta alla votazione del progetto di legge d'iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito e a sollecitare le istituzioni competenti all'approvazione di un'analoga legge a valenza nazionale. (14 02 24)              A firma della Consigliera: Piccinini

 

8076 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere l'iniziativa legislativa parlamentare volta a modificare l'articolo 19 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, e altre disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora, con l'obiettivo di favorire l'accesso all'assistenza del Medico di Medicina Generale. (16 02 24) A firma dei Consiglieri: Mumolo, Dalfiume, Sabattini, Amico, Caliandro, Gerace, Fabbri

 

8089 -  Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a manifestare solidarietà a tutte le personalità, attivisti, giornalisti e cittadini che, seguendo l'esempio di Aleksej Naval'nyj e senza l'uso della violenza, hanno esposto e continuano a esporre le loro vite al pericolo per manifestare la loro opposizione al regime russo. (21 02 24) A firma dei Consiglieri: Gerace, Pigoni

 

8092 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire le azioni per promuovere anche nel campo dello sport l'informazione e la sensibilizzazione sulla condizione neurologica dell'epilessia nonché pratiche di inclusione e di formazione degli operatori per accrescere la consapevolezza sulla patologia e gestirne i vari aspetti nell'attività sportiva. (22 02 24) A firma della Consigliera: Bondavalli

 

8094 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo e il Parlamento a operare per la tutela degli interessi degli agricoltori e il sostegno del comparto agricolo. (22 02 24) A firma dei Consiglieri: Bulbi, Rossi, Caliandro, Daffadà, Rontini, Costi, Zappaterra, Fabbri, Montalti, Sabattini, Dalfiume, Mori, Marchetti Francesca, Mumolo, Gerace

 

8096 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad esaminare la possibilità di sostegno economico per la realizzazione del progetto di messa in sicurezza dell'edificio di Casa Manfredi, a Reggio Emilia, e per riqualificare l'area verde adiacente mettendola a disposizione di scolaresche e visitatori. (22 02 24) A firma dei Consiglieri: Amico, Soncini, Bondavalli, Mori, Costa

 

8098 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad intensificare le misure di contrasto all'illegalità sul lavoro, nonché i controlli per il potenziamento della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, anche mediante specifica integrazione del Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025. (22 02 24) A firma del Consigliere: Facci

 

8100 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi parte attiva, coinvolgendo anche gli enti territoriali, affinché in collaborazione con le associazioni di categoria e gli ordini professionali, si sottoscrivano protocolli e convenzioni, al fine di coinvolgere un numero fortemente rappresentativo di periti, per un più celere caricamento, sul portale Sfinge, delle pratiche, relative ai rimborsi dei danni causati dall'alluvione del 2023 e conseguentemente, la messa a terra dei progetti. (22 02 24) A firma dei Consiglieri: Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri

 

8101 -  Risoluzione per impegnare la Giunta ad istituire un Gruppo interdirezionale per le azioni integrate per la natalità. (22 02 24) A firma della Consigliera: Castaldini

 

8102 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a procedere al più presto all'approvazione delle candidature di ampliamento e di nuova istituzione dei Siti di Rete Natura 2000 e a portare a termine la revisione e l'adozione dei nuovi piani di gestione. (22 02 24) A firma della Consigliera: Zamboni

 

È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.

 

7470 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle politiche da adottare per contrastare il continuo e progressivo abbandono delle aree appenniniche e per scongiurare fenomeni di infiltrazione mafiosa, salvaguardando la correttezza e la legalità degli investimenti e degli strumenti di sviluppo economico utilizzati a favore di quelle zone. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7609 -  Interrogazione a risposta scritta sull'applicazione del contributo regionale per l'accesso al sistema integrato dei servizi educativi per i bambini in età 0-3 anni, anno educativo 2023/2024, previsto dalla Delibera di Giunta n. 1706/2023, con particolare riguardo alle famiglie residenti nei comuni montani. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7617 -  Interrogazione a risposta scritta sul problema del dissesto idrogeologico nel territorio appenninico emiliano-romagnolo, anche alla luce dei dati forniti dalle rilevazioni di ISPRA. A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7631 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla discarica Hera-Feronia, sita nel comune di Finale Emilia (MO), con particolare riguardo ai problemi di inquinamento e ai connessi rischi per la salute pubblica. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7702 -  Interrogazione a risposta scritta circa le numerose segnalazioni riguardanti forti emissioni odorigene, causate da stabilimenti industriali, che interessano i comuni di Castelnuovo Rangone e Castelvetro (MO). A firma della Consigliera: Piccinini

 

7739 -  Interrogazione a risposta scritta circa le responsabilità di ciascun soggetto aderente al Protocollo di intesa della rete regionale per la conservazione e la tutela delle tartarughe marine, in merito alla gestione degli esemplari di questa specie rinvenuti morti sulle coste del comune di Comacchio (FE). A firma del Consigliere: Fabbri

 

7744 -  Interrogazione a risposta scritta circa le iniziative da intraprendere per risolvere le attuali difficoltà del trasporto pubblico modenese, a causa delle carenze in organico di autisti di autobus. A firma del Consigliere: Bargi

 

7748 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al crollo di una parte dell'argine roccioso del canale Maggiore, nel comune di Lesignano Bagni in località Stadirano (PR), e alla conseguente interruzione dell'attività delle sette centrali idroelettriche ivi presenti. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7756 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le cause dell'incidente ferroviario che ha visto coinvolti due treni, tra le stazioni ferroviarie di Forlì e Faenza, nella sera del 10 dicembre 2023. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7757 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ai disservizi verificatisi sulla linea ferroviaria Bologna-Porretta Terme, nella giornata del 7 dicembre 2023. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7770 -  Interrogazione a risposta scritta in merito all'incidente mortale accaduto in data 13 dicembre 2023 sulla SP 20, in frazione Gavaseto di San Pietro in Casale (BO), e alle azioni per la messa in sicurezza della suddetta strada provinciale. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

7846 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al mancato rinnovo del contratto di undici esperti, selezionati dalla Regione Emilia-Romagna, per garantire supporto tecnico nella stesura dei progetti legati al PNRR. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7851 -  Interrogazione a risposta scritta relativa al consumo di suolo in Emilia-Romagna, con particolare riferimento ad un progetto di ampliamento di attività nel comune di Maranello (MO). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7858 -  Interrogazione a risposta scritta sui disservizi e i disagi che quotidianamente vengono rilevati sulla linea ferroviaria Porrettana. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7867 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle azioni di salvaguardia dei dati sanitari, a seguito dell'attacco hacker dello scorso novembre alle Aziende sanitarie della Provincia di Modena, con particolare riguardo al ruolo di Lepida S.c.p.a. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7872 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla diffusione del fenomeno delle baby gang in Emilia-Romagna e in particolare nel territorio di Reggio Emilia e per avere evidenza dei risultati ottenuti in virtù dei finanziamenti concessi dalla Regione al comune di Reggio Emilia per progetti di sicurezza urbana. A firma dei Consiglieri: Catellani, Delmonte

 

7877 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al sovraffollamento e ai conseguenti disagi e disservizi all'utenza, che, secondo fonti di stampa, si sarebbero verificati, nei giorni scorsi, presso il Cau di Ferrara. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7880 -  Interrogazione a risposta scritta relativa alla decisione dell'Azienda Sanitaria Locale della Romagna di riorganizzare il Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) di Cervia (RA). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7883 -  Interrogazione a risposta scritta relativa all'alienazione della parte pubblica del casinetto e delle aree pertinenti dei boschi di Carrega (PR). A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7890 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'attuale stato di manutenzione dei boschi di Carrega (PR). A firma del Consigliere: Tagliaferri

 

7911 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere se corrisponda al vero che, presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, alcuni infermieri dichiarati non idonei in via permanente allo svolgimento delle mansioni del proprio profilo professionale, ma comunque idonei al lavoro, avrebbero subito un demansionamento nell'ambito dell'inquadramento del rapporto di lavoro. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7919 -  Interrogazione a risposta scritta circa le verifiche sulla sicurezza informatica dei servizi applicativi di sanità digitale, erogati dalla società in house Lepida per conto di ASL e Regione. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7922 -  Interrogazione a risposta scritta circa le misure da adottare per superare la disomogeneità della pratica di raccolta dei funghi epigei spontanei nel territorio regionale. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7927 -  Interrogazione a risposta scritta in merito a ripetuti casi di avvelenamento ai danni di operatori della Centrale Operativa 118 di Bologna (sede del servizio Emilia Est), recentemente riportati da notizie di stampa. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7931 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle prestazioni e ai servizi sanitari garantiti dal CAU (Centro Assistenza e Urgenza) di Vergato (BO). A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7935 -  Interrogazione a risposta scritta relativa ad alcune esplosioni che si sono recentemente verificate all'interno dell'impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani di Coriano (RN). A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7942 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alla nomina del Direttore Sanitario dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7950 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia stato dal primo utilizzo ad oggi l'attività concreta del supercalcolatore "Leonardo", in tempi di calcolo effettuati, distinguendo tra utilizzatori pubblici e privati. A firma della Consigliera: Gibertoni

 

7954 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano i piani di FER relativamente alle due stazioni ferroviarie site nel comune di Savignano sul Panaro (MO), con particolare riguardo agli interventi di manutenzione e riqualificazione da attuare. A firma dei Consiglieri: Sabattini, Costi, Maletti

 

7957 -  Interrogazione a risposta scritta in merito alle problematiche che si potrebbero verificare nella consegna dei farmaci alle Aziende sanitarie della Città metropolitana di Bologna, dopo la piena attuazione del Piano "Bologna Città 30". A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

7959 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere in cosa consista la riorganizzazione in corso all'interno dell'azienda Ausl Romagna che interessa gli ospedali distrettuali (Faenza/Lugo), con particolare riferimento all'entità degli eventuali tagli dei servizi e alla trasformazione della natura degli ospedali stessi. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7969 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quali azioni la Giunta intenda adottare al fine di risolvere le difficoltà emerse nel processo di rinnovo dei Pass per persone con disabilità, con particolare riguardo a Ferrara e a Comacchio. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Zappaterra

 

8005 -  Interrogazione a risposta scritta in merito al problema dei ritardi e delle soppressioni dei treni sulla linea ferroviaria Porrettana. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8032 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai problemi di slittamento e alle difficoltà a frenare riscontrati in alcuni treni della tratta Porretta-Pistoia. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

In data 14 febbraio 2024 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Territorio, ambiente, mobilità”, alle interrogazioni oggetti nn. 7854, 7861:

 

7854 -  Interrogazione a risposta orale in Commissione per sapere se e in che quantità i rifiuti prodotti a Roma e smaltiti presso l'impianto di Malagrotta verranno bruciati temporaneamente presso il termovalorizzatore di Forlì. A firma del Consigliere: Pompignoli

 

7861 -  Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se siano previsti lavori di ripristino per la definitiva messa in sicurezza del quartiere Romiti di Forlì, con particolare attenzione al Ponte di Schiavonia e al fiume Montone sottostante. A firma del Consigliere: Pompignoli

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 113, comma 5 del Regolamento interno, circa la mancata risposta da parte della Giunta nei termini previsti alle interrogazioni oggetto:

 

7745 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere le tempistiche previste per il completamento della briglia selettiva sul fiume Savio, nel comune di Cesena, e il relativo costo complessivo finale. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

7750 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai motivi che ostacolano l'attivazione di atti convenzionali con l'Associazione Regionale Vigilanza Antincendi boschivi, V.A.B, Emilia-Romagna, iscritta nell'Elenco territoriale delle organizzazioni di volontariato di protezione civile della Regione Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

7767 -  Interrogazione a risposta scritta circa l'annunciata chiusura dello sportello bancario del gruppo Mps (Monte dei Paschi di Siena) a Formignana (FE). A firma del Consigliere: Bergamini

 

La Giunta regionale, ai sensi dell’art. 118 comma 1 del Regolamento interno, non intende rispondere alla interrogazione sotto riportata ritenendone il contenuto estraneo ai propri compiti d’istituto:

 

8061 -  Interrogazione a risposta scritta circa la decisione del comune di Fiorano Modenese di celebrare il Giorno del Ricordo, lo scorso 10 febbraio, attraverso i racconti di uno scrittore sloveno. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto, dal 09/02/2024 al 22/02/2024:

 

DPGR n. 17 del 13/02/2024

Designazione del rappresentante della Regione nel Comitato Permanente di Indirizzo e Coordinamento dei soci di Lepida S.C.P.A

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 4 prot. NP/2024/11 del 27 febbraio 2024)

 

LE PRESIDENTI

I SEGRETARI

Petitti - Zamboni

Bergamini - Montalti

 

Espandi Indice