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Legislatura IX - Commissione I - Resoconto del 14/07/2014 pomeridiano

     

     

     

     

    Resoconto integrale n. 27

    Seduta del 14 luglio 2014

     

    Il giorno lunedì 14 luglio 2014 alle ore 13,00 è convocata, con nota prot. n. 27578 del 10.07.2014, integrata con note prot. n. 27744 del 10.07.2014 e n. 27874 dell’11.07.2014, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali.

     

    Partecipano alla seduta i Consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    LOMBARDI Marco

    Presidente

    Forza Italia - PDL

    4

    presente

    FILIPPI Fabio

    Vicepresidente

    Forza Italia – PDL

    1

    assente

    MONTANARI Roberto

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    4

    presente

    BARBATI Liana

    Componente

    Italia dei Valori – Lista Di Pietro

    2

    presente

    BARBIERI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    Forza Italia – PDL

    3

    assente

    BONACCINI Stefano

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    CAVALLI Stefano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    presente

    DEFRANCESCHI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it

    1

    presente

    FERRARI Gabriele

    Componente

    Partito Democratico

    4

    presente

    GRILLINI Franco

    Componente

    Gruppo Misto

    3

    presente

    MALAGUTI Mauro

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    MANFREDINI Mauro

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    3

    assente

    MAZZOTTI Mario

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MONARI Marco

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    MORICONI Rita

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    NALDI Gian Guido

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà - Idee Verdi

    2

    presente

    NOE’ Silvia

    Componente

    UDC - Unione di Centro

    1

    presente

    PARIANI Anna

    Componente

    Partito Democratico

    3

    assente

    POLLASTRI Andrea

    Componente

    Forza Italia - PDL

    2

    presente

    SCONCIAFORNI Roberto

    Componente

    Federazione della Sinistra

    2

    presente

     

    Il consigliere Luigi Giuseppe VILLANI sostituisce il consigliere Bignami, la consigliera Roberta MORI sostituisce il consigliere Bonaccini, il consigliere Alberto VECCHI sostituisce il consigliere FILIPPI e il consigliere Giovanni FAVIA sostituisce per parte della seduta il consigliere Grillini.

    E’ presente la Vicepresidente Assessore a “Finanze, Europa, cooperazione con il sistema delle autonomie, valorizzazione della montagna, regolazione dei servizi pubblici locali, semplificazione e trasparenza, politiche per la sicurezza” Simonetta SALIERA.

    Partecipano alla seduta: E. Cocchi (Dir. gen. Programmazione territoriale e negoziata, intese. Relazioni europee e relazioni internazionali), O. Pignatti (Dir. gen. Risorse finanziarie e patrimonio), S. Papili (Resp. Serv. Organizzazione e sviluppo)

    Presiede la seduta: Marco LOMBARDI

    Assiste la segretaria: Claudia Cattoli

    Trascrizione integrale a cura della segreteria


    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    Approvazione del processo verbale n. 26 del 7 luglio 2014

     

    La Commissione approva il processo verbale.

     

    C183 - Richiesta di parere alla competente Commissione sullo schema di delibera della Giunta regionale recante: "Proposte per l'attivazione di programma d'area "Rigenerazione e rivitalizzazione dei centri storici colpiti dal sisma - attuazione dei piani organici" e criteri per la costruzione dei gruppi di lavoro ai sensi dell'art. 3 della L.R. 30/96 "Norme in materia di programma d'area"".

     

    Presidente LOMBARDI

    Vi proporrei di iniziare dall’oggetto C183 – Richiesta di parere alla competente Commissione sullo schema di delibera della Giunta: Proposte per l’attivazione del programma d’area “Rigenerazione e rivitalizzazione dei centri storici colpiti dal sisma”. Approfittiamo così della presenza del dott. Cocchi, che è infortunato, e lo liberiamo al più presto.

     

    Dott. COCCHI

    Grazie. L’Amministrazione regionale aveva accantonato delle risorse per rivitalizzare e promuovere la ricostruzione nell’ambito dei centri storici dell’area del sisma. Queste risorse erano state accantonate sui capitoli della legge 19 e della legge 16. Secondo la considerazione emersa d’accordo coi Sindaci, è molto più utile utilizzare uno strumento di programmazione negoziata che possa aiutare a definire puntualmente gli interventi, piuttosto che le norme ordinarie di quelle leggi che prevedono la costruzione di un bando. Questo perché il bando, ovviamente, deve avere dei criteri prestabiliti e metterebbe a confronto realtà completamente diverse, mentre qui non stiamo ragionando di costruire “il più bel centro storico”. Stiamo dicendo che, dato che le risorse della ricostruzione riguardano soltanto gli oggetti danneggiati dal sisma, il ripristino e la messa a sistema delle parti pubbliche non troverebbero nessuna forma di riconoscimento. In questo modo, invece, abbiamo una risorsa che può essere utilizzata da ciascuna Amministrazione secondo i livelli di danni e le situazioni specifiche che si sono create all’interno di ciascun centro storico.

    E’ stato definito un percorso dei Sindaci, che vede ammissibili esclusivamente i Sindaci che hanno costruito e definito un piano per la ricostruzione (e quindi che hanno un livello elevato di complessità nei loro processi di ricostruzione), con una priorità di queste risorse per le Amministrazioni che sono state in una logica di “zona rossa”. Questo perché, avendo avuto il centro storico l’allontanamento forzato di popolazione e di attività economiche, la possibilità di poter ricostruire e rendere comunque appetibili prioritariamente quelle parti, e creare quindi un processo di ritorno in una logica di qualità di quelle attività produttive che adesso in parte sono tornate e in parte sono ancora alloggiate in moduli provvisori all’esterno dei centri è una delle condizioni per ricreare quelle condizioni di vivibilità, non di semplice ricostruzione fisica dei centri. L’intervento deve quindi avere un suo elemento di elasticità da luogo a luogo e da amministrazione a amministrazione.

    L’altra priorità è data, sempre negli stessi contesti e sempre con le medesime definizioni (quindi tutti piano di ricostruzione con priorità “zone rosse”) ove vi siano delle cosiddette “opere incongrue” cioè edifici, costruiti negli anni ’50 e ’60 in una logica diversa dall’attuale, che, avendo un elevatissimo livello di danneggiamento (quindi siano delle E2 e delle E3), possano essere demoliti e ricostruiti altrove. In questo caso il percorso prevede che la demolizione/ricostruzione è garantita dal processo perché sono danneggiati però rimarrebbe nelle disponibilità dell’amministrazione un’area sedime regalata da sistemare, da ricostruire e da agevolare. Quindi ai privati la procedura commissariale prevede le risorse per ricostruire in altra sede idonea sempre individuata dal piano della ricostruzione (quindi è sempre l’amministrazione pubblica il soggetto che governa questi processi); però nell’area che verrebbe regalata in permuta all’amministrazione pubblica il comune abbia una risorsa per poter ripristinare quest’area in condizioni di uso pubblico e di fruibilità pubblica.

     

    Consigliere POLLASTRI

    Grazie dott. Cocchi. Mi sembra di cogliere, da questa relazione, che il tema è agevolare e velocizzare, evitando solo, per quelle allocazioni nel centro storico danneggiato, l’opera di ricostruzione. Chiedo se da parte delle amministrazioni pubbliche vi sono già dei piani predisposti e quindi questa delibera della Giunta agevola chi ha già predisposto, o ci sono anche dei Comuni che non sono ancora in grado di accedere, una volta diventata efficace e operativa sotto il profilo giuridico questa norma su cui noi diamo un parere (e sotto questo aspetto il mio parere è favorevole perché tutto ciò che va nella direzione di velocizzare quelli che sono stati i danni del terremoto mi vede d’accordo). Chiedevo a che punto siamo, una sorta di ricognizione di come le varie amministrazioni pubbliche si colgono. D’altra parte, sulla questione dei privati, è un discorso di permuta eventualmente?

     

    Dott. COCCHI

    Comincio dall’ultima domanda. Con norma primaria lo Stato ci ha autorizzato e abbiamo fatto gli atti conseguenti del Commissario. Non semplicemente, come è nella disciplina generale, il cosiddetto “dov’era-com’era” (io ti riconosco il danno così com’è), ma la possibilità di poter avere due condizioni, il riconoscimento del danno in termini quantitativi anche in un’altra sede secondo due modalità.

    La prima: agevolando l’acquisto di immobili già esistenti (per cui tu hai avuto 100 di danno, prendi l’assegno e il 100 di danno ti autorizza, su un edificio esistente, a acquisirlo direttamente e a spostarti lì perché c’è equivalenza fra il valore del danneggiamento subìto e il valore del bene che si va ad acquisire).

    La seconda: palazzina D6-12 che si sposta in un’area individuata, per cui l’obbligo del piano di ricostruzione è sempre l’amministrazione pubblica che definisce dove può “atterrare” quella volumetria. La norma prevede che noi possiamo riconoscere il contributo previsto dal livello di danneggiamento (di nuovo somma dei danni 100, massimo del contributo 100) aumentato del 30%, perché di solito non era previsto dalla norma l’acquisto del suolo, perché la demolizione-ricostruzione prevede il suolo. E’ autorizzato questo incremento di valore a patto che l’area residua sia donata al Comune, quindi di fatto è una permuta: ti puoi spostare, ma l’area che abbandoni va nell’interesse pubblico.

    Con queste risorse noi mettiamo il Comune nelle condizioni di intervenire nell’area che gli viene donata perché diversamente, non essendo più danneggiata, perché i valori di danneggiamento sono stati usati dai privati in altro luogo, graverebbe (le macerie ecc.) in capo al pubblico. Dato che il piano della ricostruzione, che è la precondizione, prevede la possibilità che lì possa essere utilizzato in altro modo, con queste risorse si metterebbe l’amministrazione nelle condizioni di intervenire.

    L’altra parte della domanda è in questi termini: è evidente che noi lavoriamo per agevolare la ricostruzione. Quindi posso trovare che un’amministrazione, nel suo centro storico, pur non avendo quella strada o quella piazza danneggiata (ad esempio, quindici edifici lungo la strada, che sono in fase di ricostruzione e di risistemazione, che prevedono quindi il rialloggiamento secondo le indicazioni di tutti i contatori e tutto il resto, vuol dire che quella viabilità viene di fatto distrutta, attraversata da interventi di distruzione del manto o – peggio - vengono alterate le condizioni di stabilità della strada e quant’altro), a quel punto di fatto non è danneggiata dal sisma, ma subisce tutti i lavori funzionali ad ogni singola ricostruzione. Quando le assommo contemporaneamente, per le caratteristiche dei nostri centri storici, metto alcuni Sindaci nella condizione. Quali Sindaci? Quelli che hanno fatto il piano e che hanno, quindi, una dimensione complessa di ricostruzione. Però, dato che le risorse sono quelle che sono, abbiamo messo come prioritari quelli che hanno avuto una zona rossa e quindi è l’accordo anche fra gli amministratori che definisce le tipologie di intervento e l’entità dell’intervento.

    Su tutti, avendo messo un gioco a incastro anche sulle priorità delle risorse strutturali per la rivitalizzazione delle attività economiche (sono risorse che diamo ai Comuni per la città pubblica), possono intervenire su tutti gli ambiti, non solo quelli dove si è intervenuto per la riqualificazione urbana (quindi questo è l’incastro fra i due momenti).

     

    Presidente LOMBARDI

    Bene, a questo punto pongo in votazione il parere sull’oggetto C183.

     

    La Commissione esprime parere favorevole.

     

    5660 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Legge finanziaria regionale adottata a norma dell'art. 40 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l’approvazione della legge di assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 e del bilancio pluriennale 2014-2016. Primo provvedimento generale di variazione" (delibera di Giunta n. 869 del 17 06 14).

     

    5661 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta: "Assestamento del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2014 e del bilancio pluriennale 2014-2016 a norma dell’art. 30 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40. Primo provvedimento generale di variazione" (delibera di Giunta n. 870 del 17 06 14).

    (Relatore consigliere Marco Barbieri

    Relatore di minoranza consigliere Marco Lombardi)

     

    Presidente LOMBARDI

    Passiamo agli oggetti 5660 e 5661, progetti di legge d’iniziativa della Giunta: Legge finanziaria regionale e Assestamento del bilancio 2014.

     

    Vicepresidente SALIERA

    L’assestamento l’abbiamo illustrato nella scorsa seduta di Commissione, quindi mi atterrei ad alcuni emendamenti e aggiustamenti sulle cifre totali che presentiamo oggi come Giunta. Quindi per le coperture finanziarie, dal materiale che vi è stato dato, sottolineerei solo alcuni aspetti.

    Sono stati inseriti due milioni per la Val Marecchia, finanziamento vincolato dello Stato e sostenuto da una norma; possiamo riceverli e liquidarli in tempi brevi, in base alla norma, direttamente all’Unione Val Marecchia per quelle finalità che la legge dello Stato prevede.

    Vi sono altri aspetti sulla sanità che sono in variazione. Sempre all’interno degli appostamenti in bilancio c’è un aggiustamento tra meno sei milioni e più sei milioni, lo vedete anche successivamente più volte con delle proposte dei diversi assessorati o direzioni; questo avviene nella sanità, nel sociale, nell’edilizia universitaria e ugualmente per quanto riguarda l’ERT.

    Vi farei notare che in questo assestamento prevediamo dei fondi vincolati per la garanzia giovani (sono previsti in diversi anni 68 milioni di entrata e quindi con questo nostro assestamento diamo la potenzialità perché si avviino tutte le azioni (sono già avviate ma diamo loro anche copertura); così come 18 milioni sul fondo sociale come nota generale; sono le voci più consistenti di emendamento all’assestamento.

    Mi vorrei soffermare su un emendamento specifico che riguarda l’addizionale IRPEF, che avevo anticipato in udienza conoscitiva verso le parti sociali, imprese ecc. - ma con loro ci eravamo già visti – per ragionare su come attuare una normativa di legge che impone, dal primo gennaio 2015, che l’applicazione dell’addizionale IRPEF per le Regioni venga applicata con le stesse modalità e regole dell’IRPEF a livello nazionale.

    Rispetto al nostro metodo, che l’Assemblea aveva deliberato nel momento in cui aveva previsto l’addizionale IRPEF per l’annualità 2007 e anni seguenti, quindi con una legge del 2006 che prevedeva di applicare l’IRPEF per classi, dal primo gennaio 2015 la dobbiamo applicare come fa lo Stato, cioè per scaglioni e esattamente con lo stesso metodo in percentuale graduale previsto dallo Stato, progressivo come prevede lo Stato.

    Quindi abbiamo cercato di proporvi, dal punto di vista normativo, una modalità che moduli da classi a scaglioni sulla casistica reale, in modo da creare meno differenza possibile mantenendo l’obiettivo dello stesso gettito. Questa non è una manovra fiscale, è un adeguamento che dobbiamo fare per legge. Quando l’abbiamo proposto e ragionato ovviamente pensavamo di non essere nell’attuale momento storico e ci preparavamo con serenità ad approvare il prossimo bilancio e quindi che la Giunta potesse fare una proposta di bilancio tenendo conto di un’entrata di circa 255 milioni annuali di addizionale IRPEF, ma già con la norma tributaria che ci dava la sicurezza di proseguire e non un’incertezza. Ora va fatta ulteriormente perché se per caso si dovesse andare in esercizio provvisorio (non sono in grado oggi di dirvelo) bisogna avere la sicurezza di essere a norma e di avere entrate tributarie certe.

    Come l’abbiamo attuata? Voi sapete che da un’aliquota base obbligatoria per tutti che è 1,23%, stabilita già con un decreto legislativo del 2011, le Regioni applicavano già le loro aliquote, che noi facevamo per fasce, e questo si è applicato negli anni fino ad oggi. La possibilità per la Regione che all’aliquota base si aggiunga la maggiorazione regionale a decorrere dall’anno 2015 può raggiungere fino a 2,1 punti percentuali. Noi non ci avviciniamo assolutamente in nessuna situazione perché, con la proposta che vi facciamo, in realtà arriviamo attorno all1,1, quindi non siamo assolutamente distanti.

    Quindi, se prima avevamo classi fino a 15.000, da 15.000 a 20.000, da 20.000 a 25.000 e oltre 25.000 e nel momento in cui si applicava lo 0,2 o lo 0,3 o lo 0,4 o lo 0,5 veniva applicata per l’intera classe e quindi non in modo progressivo, riferendoci allo scaglione abbiamo dovuto per forza simulare come riuscire, con gli scaglioni previsti dallo Stato (da 0 a 15, da 15 a 28, da 28 a 55, da 55 a 75 e oltre 75) una modalità che ci assicurasse il gettito che proveniva dal metodo attuale e contemporaneamente uno scostamento minimo per non incidere, quindi in un modo che potesse creare problemi o grande discussione.

    In realtà abbiamo visto che definendo una maggiorazione, quindi andando a ricomporre la nostra maggiorazione (anziché 0,2, 0,3, 0,4, 0,5) in uno 0,10 fino a 15.000 euro, in uno 0,70 fra 15.000 e 28.000 euro, in uno 0,80 fra 28.000 e 55.000, in un 1 fra 55.000 e 75.000 e 1,10 oltre 75.000, proprio perché viene applicata per scaglioni – e quindi vuol dire che fino a 15.000 euro tutti pagano lo 0,10 e non l’aliquota che noi avevamo fissato per classe, e proseguendo – abbiamo che nei primi scaglioni fino a circa 40.000 euro di reddito (39,50) si ha un leggero miglioramento in valore assoluto sull’annualità. Dai 40.000 euro in avanti di reddito imponibile lordo si ha un leggero peggioramento dal punto di vista della Regione ma credo che, se si va a vedere, quando a 45.000 euro il costo è di 17 euro all’anno in più (sto parlando “all’anno”), a 50.000 è 32 euro, a 55.000 è 47 euro, a 60.000 è 72 euro poi si prosegue, per arrivare a 100.000 con 297 euro in più all’anno. Chi sta nelle fasce più basse ha, in valore assoluto, a 15.000 meno 15 euro, cioè un dimezzamento del 50% (o meno 20, meno 10, meno 15, meno 30 fino al 40 (ma avete le simulazioni).

    Quindi, in sostanza, abbiamo fatto una ricerca anche con le forze sociali e le organizzazioni di impresa per capire, nella quotidianità, che tipo di stipendi e che tipo di salari. Quindi nella leggera diminuzione annuale ci stanno dentro in pratica il 98-99% dei pensionati, ci stanno dentro quasi tutti coloro che lavorano nella pubblica amministrazione, quasi tutti quelli che lavorano nel privato, quasi tutti quelli nei servizi; ma, visto che noi abbiamo una parte industriale forte nella meccanica, abbiamo visto che superano i 40.000 ma normalmente stanno dentro i 50.000 (solo in alcuni accordi decentrati) i capi reparto. Quindi, quando ragioniamo su questo, vuol dire che il 90% dei contribuenti sta dentro ai 40.000 euro (siamo nell’ordine del 90%). La proposta che vi faccio è di rimodulazione, abbiamo fatto molte simulazioni insieme alle forze sociale e di impresa, guardando anche agli accordi decentrati.

    Abbiamo previsto una clausola di salvaguardia, è la prima volta che vi proponiamo una clausola di salvaguardia ai fini della Corte dei Conti perché, non avendo in assoluto la certezza che il gettito IRPEF, con la crisi economica, si mantenga, per essere tutelati abbiamo previsto dal punto di vista tecnico una brevissima clausola in modo da diminuire la possibilità che la Corte dei Conti (visto che, anche la settimana scorsa, ho avuto un incontro sulle schede, sulle leggi ecc – è sempre un rapporto non complicato ma che ci tiene in una discussione di approfondimento qualche ora, ogni volta) anche in questo caso abbiamo cercato di metterci possibilmente in una situazione di minor critiche o di richieste di approfondimento che magari potrebbero arrivare.

     

    Consigliere relatore BARBIERI

    Vorrei solo citare altri emendamenti che ho presentato come relatore. Uno era già stato anticipato e riguarda il gioco d’azzardo e specifica solo che, invece che le Aziende sanitarie sono i Comuni quelli che hanno il ruolo del contrasto, di prevenzione… insomma, chi ha un ruolo di controllo non possono essere le Aziende sanitarie come avevamo scritto nella precedente legge perché non hanno gli strumenti necessari.

    L’altro riguarda un punto che avremmo dovuto portare in Aula domani, per la celebrazione del referendum che è la fusione dei Comuni dell’alto Appennino reggiano. Voi sapete che questo iter, essendo un progetto di legge di Giunta, quando decade la Giunta, quando finisce la legislatura si azzera tutto. Siccome sono quattro Comuni molto piccoli, il maggiore ha 1200 abitanti, questo emendamento serve solo a salvaguardare tutto il lavoro svolto ad oggi, quindi tutti gli atti propedeutici, le autorizzazioni della Provincia e questi adempimenti, e dare poi l’autorità alla prossima Giunta e Assemblea legislativa, in tempi brevi, di poter recuperare il procedimento e di poterlo poi mandare al referendum.

    Vi accenno solo che in un articolo del testo che riguarda AGREA c’è già l’idea del revisore unico. Adesso AGREA ha tre revisori, la proposta è quello di portarlo a unico. Vi annuncio l’intenzione di portarla in Aula, non ha spese, non ha niente. Qualche accenno ulteriore che riguarda AGREA perché AGREA ha spesso deleghe da parte della Giunta per il lavoro di monitoraggio e controllo dei fondi che vengono assegnati e non è collegato, spesso, alla propria struttura legislativa e quindi qualcosa che chiarisca e agevoli questo tipo di lavoro.

     

    Vicepresidente SALIERA

    Ho visto all’ordine del giorno dell’Assemblea, in uno degli ultimi punti, l’assestamento. L’assestamento regge alcune vostre proposte legislative, o comunque che l’Assemblea metterà in approvazione. Quindi vi chiedo, se è possibile in sede di Aula, anticipare l’argomento “assestamento di bilancio” proprio per essere coerenti con il dettato di alcune leggi.

     

    Consigliera NOE’

    Volevo, in questa sede, rendere noto che c’è la mia proposta anche di un altro emendamento, finalizzato al finanziamento della formazione e all’aggiornamento degli amministratori di sostegno, che prevederebbe uno stanziamento per l’anno 2014 di 30.000 euro a favore di Comuni, di Unioni dei Comuni, per i quali due assessorati, l’assessorato all’istruzione e l’assessorato alle politiche sociali, in accordo anche con le organizzazioni del volontariato e con i Presidenti dei tribunali, hanno concordato l’esigenza di continuare a sostenere questa attività di formazione. Quindi ho presentato anche la scheda tecnica di questo emendamento per quanto riguarda l’esercizio finanziario 2014, indicando da quale unità previsionale di spesa si sarebbe attinto, disponendo che per gli anni successivi al 2014 la Regione avrebbe provveduto di volta in volta nei limiti degli stanziamenti autorizzati nell’ambito di ogni esercizio. Mi auguro che questo emendamento possa trovare l’approvazione unanime da parte della Commissione, perché è comunque un emendamento che abbiamo concordato congiuntamente agli assessorati, Bianchi e Marzocchi, e per il quale è stato individuato anche il capitolo di spesa.

     

    Presidente LOMBARDI

    Bene, a questo punto inizierei la votazione degli articoli e degli emendamenti, partiamo ovviamente dalla legge finanziaria, ogg. 5660.

     

    Con distinte votazioni di identico esito, la Commissione esprime parere favorevole su ciascun articolo ed emendamento del progetto di legge ogg. 5560.

     

    Presidente LOMBARDI

    Passiamo all’esame dell’assestamento di bilancio.

     

    Con distinte votazioni di identico esito, la Commissione esprime parere favorevole su ciascun articolo ed emendamento del progetto di legge ogg. 5561.

     

    Presidente LOMBARDI

    Passiamo ora all’esame dell’oggetto C178.

     

    C178 - Richiesta di parere alla competente Commissione sullo schema di delibera della Giunta regionale recante:"Acquisizione a titolo non oneroso di beni di proprietà statale ai sensi dell'art. 56 bis del D.L. 21 giugno 2013, n.69 convertito in legge con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, L. 9 agosto 2013, n. 98 pubblicato nella G.U. del 21 giugno 2013, n. 144."

     

    Vicepresidente SALIERA

    Entro subito nel merito della situazione. Per legge nazionale si poteva fare richiesta di acquisire beni demaniali dello Stato. Noi abbiamo l’immobile di via dei Mille 21, dove c’era l’assessorato ambiente. Una parte di quell’immobile era di proprietà dello Stato; la stragrande maggioranza di proprietà nostra, ma alcune piccole parti dello Stato. Abbiamo fatto richiesta di pervenire in modo che l’intero stabile sia tutto di nostra proprietà. Abbiamo ragionato su questo anche con la Provincia, perché sono questioni che partono da anni addietro, non sono questioni brevi. La stessa Provincia ha rinunciato all’acquisizione di questo piccolo patrimonio, nel senso che si è dichiarata non più interessata e a questo punto chiediamo l’autorizzazione a far sì che la Regione aumenti il suo patrimonio immobiliare e completi interamente quel fabbricato. Il valore dell’intero fabbricato, completo, assume un valore diverso che mantenere delle interferenze tra la proprietà del fabbricato in capo alla Regione e, a livello condominiale, anche allo Stato. Quindi vi chiediamo l’autorizzazione a procedere nel merito, a costo zero perché così è la legge dello Stato: “costo” nel senso dell’acquisizione di questo patrimonio.

     

    Consigliere FAVIA

    Grazie Presidente. Alcune domande per la Vicepresidente.

    Primo: da quanti anni è vuoto/abbandonato lo stabile? Sono andato a fare delle verifiche sia su quelli che abbiamo sui viali, sia su quello e se non è vuoto, in parte è sicuramente vuoto. Poi, visto che ci occupiamo di spending review, di conti, noi, Presidente, spendiamo centinaia di migliaia di euro ancora in affitti all’anno, no? Abbiamo qua anche parte delle torri. Com’è possibile tenersi edifici di quelle dimensioni in larga parte vuoti e continuare a pagare affitti di questo genere. Vogliamo acquisire a costo zero dallo Stato? Bene. Cosa ci vogliamo fare poi, visto che siamo in via dei Mille a Bologna? Perché ci sarà un progetto se chiediamo allo Stato di darci… e l’area è grande. Potrei allargare questo ragionamento ad altri stabili ma voglio stare nel merito della delibera. Una riorganizzazione è doverosa perché noi andiamo a tagliare (abbiamo sanità, servizi sociali…) e poi non gestiamo, come farebbe un’azienda privata, come farebbe una famiglia, i nostri beni perché non ottimizziamo, tra affitti e proprietà, le nostre strutture. Sono situazioni ereditate? Non le voglio “buttar la croce addosso”, si figuri, però il tema è enorme. Sono andato a vedere anche quelle a porta san Felice, dove c’era la Manifattura. Entri, ci sono degli interi piani dove gli uffici sono diventati dei magazzini, dove tutto è buttato, dove le piante entrano dalle finestre, ho il video, sono entrato… viale Silvani. C’è una parte occupata e delle parti abbandonate su cui noi paghiamo il canone. L’abbiamo dismesso – perché ho fatto un’interrogazione al sottosegretario Bertelli – però siamo andati avanti un periodo importante, utilizzandolo di fatto alcuni uffici come magazzino, alcuni niente. Insomma, il tema dell’utilizzo degli immobili è un tema su cui dovremo fare un po’ più di attenzione.

     

    Vicepresidente SALIERA

    Via dei Mille era l’immobile dove c’era l’assessorato ambiente e, proprio per la razionalizzazione degli spazi, nella scorsa legislatura l’Amministrazione decise di concentrare sulla terza torre gli uffici, proprio per razionalizzare e riorganizzare. Quell’immobile lo mise nel “piano industriale” della costruzione del Polo tecnologico e la nuova sede della Protezione civile, proprio per uscire da viale Silvani e abbandonare completamente tutto quell’immobile che lentamente, pian piano, si è sempre diminuito in termini di occupazione e quindi di diminuzione di affitti. Quindi via dei Mille fa parte del budget in termini di risorse per finanziare l’appalto dei lavori della Manifattura Tabacchi, finanziare il primo stralcio, una parte in risorse e una parte in immobili. L’immobile che ha più valore è proprio questo di via dei Mille 21. Cioè, oltre alle risorse “fresche”, mettere anche a base dell’asta il valore di quell’immobile (anziché denaro, l’immobile). Tant’è che il valore era anche già stato valutato e messo nel piano finanziario economico quando si decise di fare, nella scorsa legislatura, l’investimento, il progetto di costruzione del nuovo Polo tecnologico e sede, sicuramente, della Protezione civile (oggi diciamo anche, sicuramente, anche di un bel po’ di uffici anche ARPA regionali).

    Detto questo, negli ultimi anni ci siamo proprio impegnati per acquisire anche gli altri spazi che erano dello Stato e che sono all’interno di quell’edificio (da quel che so, ma non sono certa, alcuni lo Stato li ha in affitto a terzi e forse alcuni anche vuoti), in modo che sia appetibile l’intero edificio. Non importa che ve lo spieghi, un edificio da cielo a terra ha un valore… speriamo, perché quando è stata fatta la valutazione eravamo in pratica alla fine della scorsa legislatura e all’inizio di questa, quindi gli immobili avevano un valore un po’ diverso sul mercato.

    In sostanza, l’edificio di via dei Mille da qualche anno fa parte di un progetto che vedeva la costruzione in una modalità diversa, su un’intera area. Poi la caduta del mercato immobiliare da una parte e degli investimenti dall’altra, cioè lo sviluppo industriale, la ricerca… ha visto un rallentamento. Visto che attualmente siamo a un progetto ormai definitivo di uno stralcio, che prevede appunto che per realizzarlo prevede che ci sia: quell’immobile di via dei Mille 21 (se deliberate, oggi possiamo chiedere all’Agenzia del demanio di nuovo una valutazione aggiornata), le somme in bilancio e quindi avviare, penso in autunno, la Conferenza di VIA e avviare la costruzione in modo che lì si vuoti completamente viale Silvani, una parte di ARPA venga svuotata (là dove abbiamo degli uffici) e poi che sia sede dell’ENEA (ENEA sta valutando, proprio in questi giorni, se quel luogo diventa il luogo fondamentale per la loro ricerca di tutto il centro-nord Italia), lo IOR, la parte 3-Lab con l’Università e direi che è questo il primo nucleo che dovrebbe partire, nonché una parte di start-up, sempre collegato all’Università. L’edificio di via dei Mille serve per pagare quello stralcio che ha queste finalità: Enea, Protezione Civile (anche con la parte di sperimentazione e di ricerca) e ARPA.

    La Manifattura è di proprietà regionale, quindi è un investimento: si vende un immobile di proprietà regionale che dovrebbe acquisire un po’ più di valore, ci sono già le risorse accantonate in bilancio per fare un investimento su una nostra area abbastanza abbandonata e in parte con uno stralcio che vede, però, una rivitalizzazione di quest’area sotto forma di centro della Protezione civile, ARPA, sistema ricerca Protezione civile, IOR (quindi un nucleo fondamentale della ricerca che peraltro sta già dentro ai POR di questi anni – noi stiamo già finanziando la ricerca sulla protesica e anche sulla parte medicale) e ENEA che stava cercando da diverso tempo un luogo (perché è in affitto verso un privato) ed entrare invece in un sistema di Pubblica Amministrazione. La settimana scorsa ho incontrato il Commissario di ENEA; la proposta che sta facendo al Ministero è che Bologna, quel Polo tecnologico, sia il punto di riferimento dell’area “nord”, e quindi rispetto anche alle altre Regioni.

     

    Consigliere FAVIA

    Grazie Presidente. Quindi, il “delta” dei metri quadrati, se ne ha un’idea?

    Cioè, noi liberiamo un’area in centro, per fare un primo stralcio del tecnopolo. Però liberiamo un numero di “spazi” su cui comunque abbiamo avuto uffici, o si possono avere uffici (probabilmente non è proprio un luogo adatto come potrebbe essere la struttura del Tecnopolo per i laboratori, ma penso che l’attività di laboratorio comunque sia solo una piccola parte di questa che mi ha indicato), per andare a fare uno stralcio che rende attive che metrature? Cioè, si ha un’idea un po’… noi vendiamo l’immobile in centro… è molto più ampio quello che abbiamo al Tecnopolo?

     

    Vicepresidente SALIERA

    Due dati: il direttore generale del settore finanze e patrimonio è componente del gruppo tecnico allargato anche al Comune di Bologna che sta seguendo la progettazione anche dal punto di vista del piano economico-finanziario per attivare poi i lavori nella Manifattura.

     

    Dott. PIGNATTI

    Ben volentieri, Presidente, possiamo venire in Commissione e illustrare quelli che sono stati i piani triennali per la riduzione degli affitti, tra cui la Vicepresidente illustrava il passaggio tra via dei Mille, ma anche in parte viale Silvani, nell’acquisizione della terza torre. Il nuovo passaggio importante che veniva ricordato riguarda il fatto che si vorrebbe uscire completamente da viale Silvani in affitto, in particolare con ARPA e la Protezione Civile, vendere alcuni immobili che riguardano sia la Regione, sia ARPA, costituire un primo blocco in questa nuova zona che sarebbe chiamata “Polo tecnologico della Manifattura tabacchi”. Il primo stralcio riguarderà un’area di circa 30.000 mq, quindi molto di più rispetto a quell’immobile e, insieme a risorse già destinate in bilancio, dovrebbe coprire un budget molto più ampio di quello che oggi noi abbiamo a disposizione, tramite la vendita di due immobili di cui uno è il seguente. Però, se si vuole fare un approfondimento specifico su questo, lo possiamo ovviamente ben fare. Avere questi immobili all’interno dell’edificio consente una maggiore valorizzazione dell’immobile. Quindi aver in acquisizione un immobile, oggi, di questa importanza ci consente di avere una quota aggiuntiva di risorse da dare in permuta – perché di fatto è in permuta – a chi costruirà l’immobile in via Stalingrado.

     

    Consigliera NOE’

    Quindi, gli immobili dei quali noi cercheremo di acquisire una proprietà riconducibile al 100% in capo alla Regione, servirebbero poi successivamente per essere dati in permuta per la costruzione, quindi non ci dobbiamo porre anche l’obiettivo di trovare dei potenziali acquirenti perché tutto avverrà per effetto di una permuta.

     

    Vicepresidente SALIERA

    Con una valutazione di base che viene fatta dall’Agenzia del territorio, che valuterà l’intero immobile.

     

    Consigliere FAVIA

    Quando verrà esperita la gara per lo stralcio?

     

    Vicepresidente SALIERA

    La gara dello stralcio era prevista nell’autunno dopo la Conferenza di VIA, stanno completando tutti gli atti di verifica sui costi, dal preliminare al definitivo, si devono fare e si stanno già facendo tutte le verifiche ambientali prima di affrontare la Conferenza di VIA, dopodiché si farebbe un bando pubblico per uno stralcio con una risorsa pronta e la permuta contro il costruito di uno o più edifici; sicuramente quello di via dei Mille 21 e credo, anche, che fosse già previsto un edificio dove c’è invece oggi ARPA in parte, e quindi si riconduce lì il sistema ARPA bolognese.

     

    Presidente LOMBARDI

    Credo che siamo in grado di esprimere il parere su questo oggetto. Pongo in votazione l’oggetto C178.

     

    La Commissione esprime parere favorevole.

     

    5783 - Proposta recante: "Variazione al bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2014" (delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 64 del 09 07 14).

     

    Presidente LOMBARDI

    A questo punto passerei all’oggetto 5783: Variazione al bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2014. La parola al collega Mazzotti.

     

    Consigliere MAZZOTTI

    Si tratta di una variazione che ammonta a 1.370.000 euro e con la delibera, oltre ad accertare la disponibilità dei fondi, andiamo a una riattribuzione dell’importo nelle voci principali che sono le seguenti: 654.000 euro sono a favore dei titolari delle strutture speciali; 30.000 euro al finanziamento della seconda tranche di progetti già previsti che erano i viaggi nella memoria, l’attuazione del protocollo di intesa con gli Istituti storici provinciali; 50.000 euro sono spese inerenti, in particolare, l’incremento della quota di adesione alla conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative, più altre voci; 15.000 euro per l’adeguamento di quote associative ulteriori previste dalle leggi regionali; 130.000 euro sono relativi all’attivazione della graduatoria del personale-piano delle assunzioni; 200.000 euro per la restituzione dei contributi obbligatori e facoltativi (sono la restituzione dei versamenti dei vitalizi); produciamo poi un aumento dello stanziamento di 137.000 per il fondo di riserva per le spese obbligatorie.

     

    Consigliere MONARI

    Pongo una domanda, chiedo scusa perché avrei dovuto farla quando c’era anche la Vicepresidente della Giunta perché ha la delega al bilancio. Il collega Mazzotti mi scuserà e, se non è pertinente la domanda nel senso che non è nella disponibilità del collega Mazzotti rispondere, già da adesso io mi ritengo in ogni caso soddisfatto. La domanda è questa: noi tra un’ora andiamo in una seduta di Commissione che è esattamente la VI Commissione, a prendere in esame il cambio della legge elettorale. I costi applicativi della legge elettorale, in quale parte di stralcio del bilancio sono, in quelli della Giunta, in quelli dell’Assemblea, non ci sono…? Perché è chiaro che, cambiando la legge elettorale, cambiano anche i costi di applicazione della legge elettorale, tutto questo se ovviamente avviene in piena legittimità e con il consenso procedurale delle istanze nazionali, cioè del Governo.

     

    Consigliere FAVIA

    Cosa intende per “i costi” che cambiano? Io mi rimetto al testo base presentato dal PD. Cambia la modalità di conteggio? Cosa intende per “costi”?

     

    Consigliere MONARI

    Dunque, intanto il testo non è del PD ma è della maggioranza, glielo dico perché lei, oltretutto, è Presidente della Commissione competente, quindi deve attenersi formalmente alla correttezza perché siamo “dentro verbale”, non “fuori verbale”. In ogni caso ci sono dei costi applicativi della legge. Cioè come si svolgono le elezioni e quanto costano le elezioni… normalmente questi costi sono (lo dovrebbe sapere perché è un consigliere regionale, è stato eletto) a carico delle Prefetture e dello Stato. Cambiando una legge elettorale in corso d’opera, ovvero all’ultima istanza possibile (se è possibile cambiarla, ovviamente), ci sono dei costi aggiuntivi perché c’è il ridisegno dei collegi, le modalità di svolgimento delle funzioni che stanno tutte dentro al corollario delle funzioni elettorali, hanno dei costi aggiuntivi. Questi costi aggiuntivi sono assorbiti da qualche pezzo del bilancio? E’ una domanda che faccio, poi se uno mi dice “no, guarda che il progetto di legge che abbiamo presentato non presenta costi aggiuntivi”, sono già a posto. Mi sembra, avendola visto e avendoci lavorato anch’io, ex ufficio, che ci siano dei costi aggiuntivi per l’attuazione della nuova legge elettorale. Attuazione vuol dire svolgere non le campagne elettorali ma le elezioni, il costo della macchina, dell’apparato che adesso è sulle spalle delle Prefetture. In caso di cambio di legge elettorale, su quali spalle poggia? Giunta? Assemblea? Non lo so, chiedo, non è una domanda capziosa, è una domanda perché proprio ignoro questo pezzo.

     

    Consigliere MAZZOTTI

    Il bilancio dell’Assemblea non contiene alcuna voce relativa allo svolgimento delle elezioni poiché questo tipo di spese è a carico del bilancio complessivo della Regione che in tutti i periodi elettorali, cioè nell’anno elettorale, introduce un capitolo ad hoc per il finanziamento delle spese elettorali. Per quello che riguarda le considerazioni che faceva il collega Monari, quando e se verrà approvata una nuova legge elettorale regionale, come tutti i provvedimenti di legge bisogna che sia affiancata da una scheda tecnica finanziaria così come è stata inserita dal procedimento e quindi dovrà essa stessa indicare quali sono le coperture che diceva il collega Monari.

     

    Presidente LOMBARDI

    Bene, mi pare che sia chiaro almeno il provvedimento che abbiamo in esame: pongo in votazione la variazione di bilancio per l’Assemblea Legislativa per l’esercizio finanziario 2014.

     

    La Commissione esprime parere favorevole.

     

    5529 - Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Parziali modifiche alla legge regionale 26 luglio 2013 n. 11 (Testo unico sul funzionamento e l'organizzazione dell'Assemblea legislativa: stato giuridico ed economico dei consiglieri regionali e dei gruppi assembleari e norme per la semplificazione burocratica e la riduzione dei costi dell'Assemblea)". Iniziativa dei Consiglieri: Costi, Aimi, Mandini, Corradi, Meo, Bartolini, Mazzotti (08 05 14)

     

    Presidente LOMBARDI

    Passo ora all’oggetto 5529: Modifiche all’organizzazione dell’Assemblea legislativa. La parola al relatore, collega Mazzotti.

     

    Consigliere MAZZOTTI

    Grazie, Presidente. Intanto chiedo scusa a Lei e ai colleghi perché siamo in una fase di presentazione di emendamenti che in ogni caso, però (voglio tranquillizzare i colleghi), non cambiano l’impianto della norma che abbiamo già illustrato a questa Commissione, ma che sostanzialmente tendono a precisare alcuni contenuti che in questi ultimi giorni, anzi, in queste ultime ore sono stati oggetto di verifica con gli uffici tecnici preposti, ma anche con le consulenze che abbiamo attivato in materia. Tenete conto che, quando mi riferisco alla consulenza, mi riferisco in particolare al rapporto che abbiamo, molto stretto, con la Conferenza nazionale delle Assemblee legislative e quindi, con quello che anche in quella sede è stato attivato sul versante delle consulenze, sul tema della funzione dei gruppi assembleari, il finanziamento dei gruppi, la natura giuridica dei gruppi e le tipologie che è corretto inserire all’interno della normativa che andiamo a modificare.

    Se ricordate (l’abbiamo detto anche l’altra volta), in questo testo unico che andiamo a modificare c’è gran parte del recepimento delle normative che sono modificate a seguito dell’espressione della Corte Costituzionale, che si è espressa con due pronunce, la 130 e la 39, che in sostanza hanno ri-specificato il tema della natura giuridica dei gruppi in maniera molto chiara e che noi ribadiamo nello stesso modo, così come l’ha stabilito la Corte Costituzionale e che allo stesso modo diamo valenza di legge di quello che prima erano regolamenti dell’Ufficio di Presidenza, in particolare rispetto a che cosa si può fare con le risorse che sono assegnate ai gruppi assembleari.

    Poi presentiamo emendamenti che specificano ulteriormente questo impianto, quindi non sono di modifica delle cose.

    C’è un adeguamento ulteriore che viene proposto, che è l’emendamento n. 13 (quando arriviamo all’illustrazione lo espongo in maniera più dettagliata) che interviene sul tema della legge sull’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati. In sostanza, mantenendo un impianto di quella legge, introduce alcune specifiche per fare in modo che ci sia corrispondenza tra gli adempimenti previsti dalla legge regionale e gli adempimenti previsti dalla legge nazionale; perché altrimenti noi su alcuni punti abbiamo delle incongruenze e il non rispetto di questi obblighi, dal punto di vista dei garanti, sia della privacy che degli altri garanti potrebbe determinare dei problemi sia all’Assemblea legislativa, sia ai consiglieri, nel momento in cui sono essi stessi chiamati a depositare le informazioni che la legge prescrive. Io, Presidente, mi fermerei qui e, avendo fatto l’altra volta il dibattito generale, potremmo ripartire, veda Lei, dagli emendamenti.

     

    Consigliera MORI

    Come il relatore Mazzotti ha anticipato, vi sono emendamenti come quello che ho presentato per assolvere agli obblighi e agli adempimenti sia di carattere nazionale che anche impegni che ci siamo assunti a seguito dell’approvazione in Aula delle legge regionale quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere. Sostanzialmente, quindi, l’emendamento al progetto di legge n. 5529 verte sulla rappresentanza paritaria nel sistema elettorale. In estrema sintesi, introduce la doppia preferenza di genere, la parità (ovviamente rebus sic stantibus) nel listino, (poi, ovviamente, nel caso si proceda a una modifica sarà aggiornato automaticamente), e la parità nelle liste elettorali, quindi la parità numerica tra uomini e donne. Questo è un elemento che scaturisce non soltanto dall’art. 117 della Costituzione, ma anche dall’art. 3 della legge n. 215 del 2012, che introduceva già la doppia preferenza di genere per le Amministrazioni locali e, soprattutto, dall’art. 4 della legge regionale n. 6 del 2014 che abbiamo appena approvato in Aula. Questo in estrema sintesi poi, se ci sono degli elementi da chiarire o da approfondire, sono a disposizione.

     

    Presidente LOMBARDI

    Bene, passiamo quindi all’esame dell’articolato. Sull’art. 1 insiste l’emendamento rubricato n. 01 che vi è stato distribuito.

     

    Consigliere MAZZOTTI

    Spiego l’emendamento: abbiamo una serie di emendamenti, compreso questo, che alla parola “istituzionale” aggiungono la parola “politico-istituzionale”. Era per specificare che l’attività dei gruppi assembleari non è solo un’attività istituzionale ma anche un’attività politica perché, ripeto quanto dicevamo prima, nella sentenza della Corte Costituzionale viene ribadito questo concetto, cioè il fatto che i gruppi sono organi e, al tempo stesso, sono anche prospezioni dei partiti politici, quindi svolgono la funzione sia istituzionale che politica. Quindi precisiamo questa frase.

     

    Presidente LOMBARDI

    Pongo in votazione gli articoli e gli emendamenti.

     

    Con distinte votazioni di identico esito, la Commissione esprime parere favorevole su ciascun articolo ed emendamento.

     

    Consigliere MAZZOTTI

    Illustro l’emendamento 10 perché è una modificazione completa dell’articolo 7.

    In sostanza, precisiamo quali sono le modalità relative al tema della redazione del rendiconto e delle sanzioni. Sono intervenute delle modifiche, quindi lo leggo: entro 30 giorni dalla ricezione della delibera definitiva della Corte dei Conti, nel caso siano previsti obblighi di restituzione a carico di un gruppo assembleare (cioè siamo nella fase del controllo), il gruppo che invia alla Corte dei Conti (ricordate che prima non c’era questo passaggio) nel caso siano previsti obblighi di restituzione (cioè dicono ok) a carico di un gruppo, il presidente del gruppo, fatta salva la sospensione dei termini previsti al presente comma in caso di ricorso e in attesa delle decisioni giurisdizionali, propone per iscritto all’Ufficio di Presidenza il piano di rientro, oppure richiede di compensare il debito del gruppo con progressive decurtazioni del contributo annuale spettante al gruppo stesso per le spese di funzionamento. Cioè, in questo caso, quando scatta la richiesta di restituzione dei fondi con scatti e quindi purché…Il gruppo può richiedere di compensare il debito del gruppo con progressive decurtazioni del contributo annuale spettante al gruppo stesso. Vista la delibera definitiva della Corte dei Conti, quindi una volta che c’è la delibera definitiva e sulla base di quanto in essa riportato, l’Ufficio di Presidenza accerta e dichiara il credito dell’Assemblea nei confronti del gruppo, quindi solo alla fine c’è un intervento dell’Ufficio di Presidenza. L’Ufficio di Presidenza valuta la proposta di restituzione del Presidente del gruppo. Se la proposta non è ritenuta congrua, l’Ufficio di Presidenza lo motiva e decide su modalità e tempi di restituzione a suo insindacabile giudizio, sulla base dei principi di equità, proporzionalità e congruità. Quindi c’è una procedura che va in ogni caso declinata perché altrimenti… prima la procedura era fissata in termini meno precisi di questi, anzi non c’era.

     

    Con distinte votazioni di identico esito, la Commissione esprime parere favorevole su ciascun articolo ed emendamento.

     

    5776 - Parere di conformità, ai sensi dell'art. 28, comma 4, lettera n) dello Statuto sullo schema di Regolamento della Giunta regionale in materia di accesso all'impiego regionale.

     

    Presidente LOMBARDI

    Siamo arrivati all’ultimo oggetto e siamo nei tempi anche per la seduta Commissione Statuto. Passiamo all’oggetto 5776. Dott.ssa Papili, prego.

     

    Dott.ssa PAPILI

    La legge regionale 26 approvata a dicembre 2013 ha riformato la legge 43; in particolare ha previsto che, per la materia dell’accesso all’impiego in Regione venisse adottato uno specifico regolamento. Questo è il regolamento di cui si parla e, in sostanza, aggiorna la disciplina già vigente nell’Amministrazione regionale su questa tematica. La disciplina era degli anni 2002 e 2003 ed era contenuta in due disposizioni: il regolamento 35 e la delibera attuativa 190 del 2003. Il contenuto di questo nuovo regolamento riprende, in gran parte, i contenuti dei precedenti provvedimenti e però li aggiorna alla luce delle disposizioni normative che nel frattempo sono intervenute, in particolare in materia di trasparenza, pubblicità e le norme approvate con la legge 190 in materia di anticorruzione con i conseguenti decreti attuativi 33-39. Un altro obiettivo che si prefigge di raggiungere questo regolamento è quello di contenere in una disciplina unica tutte le disposizioni che in precedenza erano invece parcellizzate in più disposizioni. Non so se devo entrare nel dettaglio dell’articolato oppure se queste principali finalità sono già rilevanti ai vostri fini. Se ci sono domande…

     

    Presidente LOMBARDI

    Sentiamo se i colleghi hanno qualche domanda… non vi sono domande. La votazione è unica sul parere di conformità, del resto dobbiamo rilasciare solo un parere di conformità allo Statuto e alla legge. Procediamo al voto.

     

    La Commissione esprime parere favorevole circa la conformità.

     

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