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Legislatura X - Commissione I - Resoconto del 30/03/2015 antimeridiano

     

    Resoconto integrale n. 8

    Seduta del 30 marzo 2015

     

    Il giorno 30 marzo 2015 alle ore 10,00 è convocata in udienza conoscitiva, con nota prot. n. AL.2015.12936 del 24 03 2015, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    5

    presente

    BERTANI Andrea

    Vicepresidente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    POLI Roberto

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    6

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    presente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    1

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    Forza Italia

    2

    assente

    BOSCHINI Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    CALVANO Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    CARDINALI Alessandro

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    FOTI Tommaso

    Componente

    Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale

    1

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    presente

    MOLINARI Gian Luigi

    Componente

    Partito Democratico

    5

    presente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    3

    presente

    PRUCCOLI Giorgio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    1

    assente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    SONCINI Ottavia

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà

    2

    presente

    ZOFFOLI Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

     

    E’ presente l’assessore al Bilancio, Riordino istituzionale, Risorse umane e Pari opportunità Emma PETITTI

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Claudia Cattoli

    Trascrizione integrale a cura della segreteria.

     


    UDIENZA CONOSCITIVA

    oggetti assembleari:

     

    348 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge finanziaria per il 2015" (delibera di Giunta n. 254 del 16 03 15)

     

    349 - Proposta recante: "Documento di economia e finanza regionale – DEFR 2015" (delibera di Giunta n. 255 del 16 03 15)

     

    350 - Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale di previsione 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 (Legge finanziaria 2015)" (delibera di Giunta n. 256 del 16 03 15)

     

    351 - Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015-2017" (delibera di Giunta n. 257 del 16 03 15)

     

    Relatore consigliere Roberto Poli

     

    partecipano

     

    Mario

     

    Mirto

     

    Carlo

     

    Pasquale

     

    Marcella

     

    Antonio

     

    Gilberto

     

    Giovanni

     

    Annalisa

     

    Luca

     

    Pierlorenzo

     

     

    Tino

     

    Francesco

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Battista

     

    Agnoli

     

    Bassoli

     

    Battistini

     

    Casadio

     

    Contini

     

    Gurrieri

     

    Minghetti

     

    Pasini

     

    Roma

     

    Rossi

     

    Rossi

     

     

    Vaccari

     

    Zannoni

     

    Direttore Generale Confindustria Emilia-Romagna

     

    Segreteria CGIL Emilia-Romagna

     

    Vice Sindaco Comune di Cesena

     

    Funzionario CGIL Emilia-Romagna

     

    Responsabile Credito CNA Emilia-Romagna

     

    Funzionario Confcommercio Emilia-Romagna

     

    Presidente regionale MCL-Terzo Settore

     

    Presidente Uncem Emilia-Romagna

     

    Assessore al Bilancio Comune di Anzola dell’Emilia

     

    Confindustria Emilia-Romagna

     

    Direttore Confcooperative Emilia-Romagna/Tavolo regionale dell’imprenditoria

     

    Responsabile Credito Confartigianato Emilia-Romagna

     

    Responsabile AA.PP. Confcooperative Emilia-Romagna

     

     

     

     

    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    Presidente Massimiliano POMPIGNOLI - Presidente della Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali

    Buongiorno a tutti, oggi proseguiamo i lavori sul bilancio della Giunta regionale, secondo un cronoprogramma che porterà l’Assemblea legislativa al voto del bilancio medesimo il 28 aprile. Siamo in udienza conoscitiva, abbiamo l’assessore regionale che introdurrà i progetti di legge 348, 349, 350 e 351, che è il pacchetto sulla manovra di bilancio 2015-2017. Lascio direttamente la parola a lei, visto che siamo un po’ in ritardo ma cerchiamo di accelerare i tempi per far parlare poi tutti gli intervenuti a questa udienza conoscitiva.

     

    Assessore Emma PETITTI – Assessore a Bilancio, Riordino istituzionale, Risorse umane e Pari opportunità

    Sarei rapidissima per dare la possibilità alle realtà che oggi la Commissione ha deciso giustamente di audire per entrare nel merito di tutte quelle voci che riguardano le scelte che con il bilancio abbiamo realizzato in Giunta (ne parlavamo già nelle due sedute precedenti), una serie di priorità e di capitoli importanti rispetto alle scelte condivise e presentate dal Presidente Bonaccini con il programma di mandato e che credo oggi possano permetterci di esplicitare una serie di politiche. Ci tengo a sottolineare che, prima di presentare in Giunta il progetto di legge, abbiamo avuto modo di confrontarci con le associazioni, con le forze sociali, con le forze economiche per il quadro di difficoltà e di tagli che si è prospettato anche per la Regione Emilia-Romagna, per condividere alcune priorità. E allora mi sento di dire che l’obiettivo di far sì che il lavoro e le politiche per le imprese potessero trovare già una forte connotazione nella proposta di bilancio, credo che abbia in qualche modo trovato un certo riscontro. E’ evidente che in modo particolare tutte le politiche legate agli investimenti e tutte le politiche legate alle risorse che noi abbiamo voluto mettere a bilancio per la garanzia dei fondi comunitari rappresentano sicuramente una delle priorità e delle questioni che forse è opportuno approfondire. Il mio ritardo è dovuto anche al fatto che pochi minuti fa è partita un’iniziativa importante legata al riordino istituzionale che ci fa fare il punto su una questione che sappiamo essere attuale e cocente, e da questo punto di vista anche il fondo speciale che noi abbiamo messo a bilancio per individuare con continuità funzionale le risorse che le Province oggi hanno necessità di avere per chiudere i bilanci, credo sia l’altra priorità importante.

    Vorrei raccogliere dalle realtà che oggi sono qui in Commissione una serie di riscontri, di punti di vista che sono poi le considerazioni che abbiamo già avuto modo di fare con loro proprio nella fase di predisposizione del bilancio e poi provare, magari, a dare qualche risposta rispetto ad alcune aspettative, rispetto anche a tutto il lavoro, al percorso che ci attende nelle prossime settimane prima di arrivare all’approvazione del bilancio.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie, assessore. Inizierei subito, quindi, con il primo intervento e invito qui al tavolo Pierlorenzo Rossi, Presidente di Confcooperative, per aggiornarci sul punto della situazione.

     

    Pierlorenzo ROSSI – (Presidente Confcooperative) Tavolo regionale dell’imprenditoria

    Grazie dell’invito, io intervengo a nome del Tavolo regionale dell’imprenditoria. Sapete che c’è questa buona prassi di non fare, quando è possibile, una passerella delle varie categorie, che porterebbe via del tempo, ma di provare a sintetizzare le osservazioni in un unico documento; poi questo non toglie che altre associazioni presenti interverranno eventualmente successivamente; consegneremo poi il documento che abbiamo predisposto con proposte e integrazioni che suggeriamo rispetto a questo bilancio. Intanto, quindi, grazie.

    Riteniamo che il bilancio del 2015 sia sicuramente un bilancio che parta con elementi di difficoltà: questo mi pare una cosa ovvia, ma ritengo che sia opportuno ricordarla perché abbiamo sicuramente vincoli dello Stato, vincoli della legge di stabilità, però sostanzialmente abbiamo apprezzato il fatto che il bilancio della Regione Emilia-Romagna, quanto meno nelle grandi linee, mantenga inalterati gli impegni che successivamente andrò a delineare. Anche la scelta di avere anticipato di un anno l’introduzione del Documento di economia e di finanza regionale (DEFR) credo che ci consenta meglio, soprattutto noi che abbiamo il compito di rappresentare il mondo produttivo, ma abbiamo anche quindi il compito di andare a sollecitare momenti istituzionali rispetto alle necessità del sistema delle imprese che rappresentiamo, avere un documento programmatico ci consente meglio di programmare e di individuare, anche nei confronti della Regione stessa, gli obiettivi e di sollecitare, rispetto alle indicazioni che leggiamo nel tessuto imprenditoriale, eventuali modifiche. Quindi questo sicuramente agevola il lavoro nostro, oltre che mantenere in dettaglio progetti e programmi che la Regione intende portare avanti. Credo che questo vada apprezzato perché poi, tutto sommato, c’è un quadro di manovra rispetto alle condizioni che si sono venute a creare, che è minore rispetto a quello che era in passato.

    Sostanzialmente crediamo che forse l’anno 2015 abbia la necessità di avere quanto prima un bilancio, perché veniamo anche da una fase dove, con la chiusura anticipata della legislatura, tutte le iniziative che la Regione intendeva portare avanti sono andate avanti in dodicesimi, per cui è evidente che anche in questa condizione è difficile lavorare. Quindi, chiaramente, prima riuscite ad approvare il bilancio regionale, meglio è per tutti, anche perché mi pare che una delle prime iniziative che la Giunta regionale voglia portare avanti ed è stata presentata, è quella del Patto per il lavoro, che chiaramente noi abbiamo richiamato come Patto per il lavoro e per le imprese, perché riteniamo che, naturalmente, senza il sistema imprenditoriale non possiamo parlare di lavoro; il presupposto è che ci siano risorse dedicate e che si riesca a portare avanti una programmazione che abbia una prospettiva.

    Apprezziamo il fatto di non avere, in questo bilancio che si prevede di approvare, inasprito la pressione fiscale, perché di questi tempi credo che, soprattutto in funzione anche del sistema imprenditoriale, questo sia importante. Chiediamo, tuttavia, che ci sia una rivisitazione del principio di progressività relativamente all’applicazione delle aliquote IRPEF regionali, perché questo era un impegno che avevamo chiesto, che era stato assunto dalla precedente Giunta, poi chiaramente questo è tutto valutabile, tuttavia visto e considerato che avevamo convenuto questo percorso, chiedendo però nel momento dell’applicazione, di fare una verifica rispetto agli impatti che nel sistema regionale questo poteva avere. Chiaramente è evidente che le difficoltà che incontrate anche con la rivoluzione dell’IRAP, che per il sistema imprenditoriale a dire il vero è anche stato un segnale importante perché ci sono risorse maggiormente a disposizione delle imprese, chiaramente il bilancio è un bilancio che risente sicuramente anche di questo.

    Tuttavia riteniamo che oltre a ribadire questo principio di progressività sia anche opportuno, in questa fase di inizio, riguardare attentamente tutta la dinamica sulla tassa dei rifiuti, il ciclo idrico eccetera, perché anche questo comprendete che per il sistema delle imprese comincia a diventare, oltre che per tutte le procedure burocratiche che nel tempo si sono in qualche misura sovrapposte, anche la pressione fiscale rispetto a questi temi è diventata importante e soprattutto questa serve anche per fare quelle politiche in questi settori incentivanti o disincentivanti rispetto agli obiettivi che la Regione stessa si pone. Su questo chiediamo che venga in qualche misura posta attenzione.

    Naturalmente apprezziamo il fatto che siano state messe a disposizione tutte le risorse per il cofinanziamento di fondi strutturali: non era un fatto scontato in una certa fase, quindi è chiaro che tutto questo ci consente di cogliere al pieno le opportunità che derivano dai fondi europei, così come abbiamo apprezzato anche lo sforzo della riduzione dei costi della macchina amministrativa, perché magari questo lo si dà per scontato ma evidentemente è un fatto che abbiamo apprezzato complessivamente.

    Apprezziamo ugualmente anche il fatto di avere salvaguardato il fondo per la non autosufficienza, perché queste sono risorse regionali che sono state messe a disposizione e diciamo che è una risorsa che apparentemente può non ritornare al sistema produttivo, ma in realtà, se pensiamo bene a tutto quello che vuol dire il sistema socio-sanitario nella nostra Regione, si traduce in posti di lavoro e anche in attività economiche, perché alcune attività operano anche in questo campo. Così come le risorse per il trasporto pubblico locale, quelle che sono state messe in programma rispetto alla difesa del territorio che, guardate in prospettiva, riteniamo occorrerà fare uno sforzo di maggior attenzione in via preventiva rispetto agli investimenti che sul dissesto idro geologico sono necessari, perché credo che ormai sia scontato e sia dimostrabile che gli interventi “a valle”, gli interventi dopo che sono successi problemi di carattere idrogeologico, costano sempre di più rispetto a una programmata attività di prevenzione, che in ogni caso poi genera anche, in termini occupazionali, delle ricadute che, soprattutto per le aree marginali, non sono di secondaria importanza.

    Apprezziamo anche tutte le risorse che vengono reintrodotte sul tema della cultura e dello sport, perché quello che era avvenuto negli ultimi tempi, soprattutto da parte delle realtà provinciali nel momento in cui non c’era più una prospettiva, era stato di tagliare rispetto a queste risorse; quindi apprezziamo che si rimetta in moto anche la possibilità di pensare ad iniziative di carattere occupazionale in questo campo. Così come sicuramente sui temi dell’internazionalizzazione, partendo da quello che è previsto per Expo eccetera, sicuramente crediamo che consenta soprattutto a quelle imprese che ancora oggi non hanno guardato all’estero come una possibilità di mercato, di poterlo fare e credo che questo rappresenterà sempre di più una componente importante della nostra economia.

    Infine, le risorse sul digital divide: noi apprezziamo, ma consentiteci anche di fare una riflessione in prospettiva. Credo che tutto quello che noi abbiamo come patrimonio infrastrutturale nel nostro territorio sia frutto di un investimento pubblico fatto in certi anni. Questa politica della finanziarizzazione anche su certi servizi cittadini credo che ci abbia portato forse a degli eccessi e questo oggi lo vediamo perché, laddove una società per azioni non può intervenire su trecento famiglie che hanno bisogno di un ripetitore per la telefonia, è evidente che l’Ente pubblico, se vuole dare un servizio a quei cittadini, deve in qualche misura intervenire. Questo dimostra come anche le politiche in questa direzione possono essere politiche che nella prospettiva possono dare delle ricadute di carattere economico, perché quando investiremo come si investirà - come è previsto - sulla banda ultra larga anche per le periferie, come prevede l’Unione europea, per le zone rurali, evidentemente avremo una qualità della vita e anche una ripercussione in termini produttivi che avrà condizioni diverse.

    In conclusione: credo che abbiamo bisogno, nonostante questa situazione che – ripeto - è apprezzabile, di capire meglio quelli che potranno essere gli investimenti per le attività produttive, al di là delle risorse che deriveranno dai fondi strutturali; e in questi anni avete visto che tutto il sistema imprenditoriale, o meglio la stragrande maggioranza, si è fermato per carenze di capacità di investimenti, che sono state sicuramente causate dalla crisi, ma sono state causate anche da difficoltà di natura finanziaria, per cui investimenti o iniziative che riguardano particolari settori come quello ambientale o quello dell’innovazione, come insomma settori che, in ogni caso, laddove c’è domanda di fare investimenti, sarebbe bene che in qualche misura riadattassimo questa capacità di poter intervenire, quindi speriamo che su questo punto l’assestamento di bilancio, in base alle necessità che verranno fuori nei prossimi mesi, possa intervenire, sarebbe bene farlo.

    Così come chiaramente non troviamo nel bilancio tutto il tema delle risorse finanziarie rispetto al tema delle garanzie, dei consorzi fidi eccetera. Sappiamo che all’interno della Giunta regionale c’è una riflessione in questa direzione, cioè quella di vedere se è possibile percorrere una strada di creare un unico strumento regionale. Chiaro che siamo ancora nella fase di verifica. Segnaliamo solo che abbiamo una molteplicità di soggetti che in questa fase ci sembra difficile ricondurre in un unico strumento, perché abbiamo dei consorzi fidi iscritti al 106, altri iscritti al 107, ci sono alcuni consorzi fidi che sono regionali, altri sono nazionali, come nel caso della cooperazione, abbiamo un unico unitario Centro consorzi fidi nazionale. E’ chiaro che questa materia in qualche misura va sicuramente approfondita e immaginiamo anche che lo strumento, come è servito fino ad ora, abbia anche bisogno di correzioni, però il tema della garanzia fidi è un tema strategico per questa Regione. Quello che è avvenuto fino ad ora è avvenuto anche grazie alla sensibilità che è stata dimostrata. E’ evidente che tutto quello che avviene con le risorse che l’Unione europea darà al sistema bancario è un qualche cosa che può essere sicuramente produttivo, nella misura in cui noi riusciamo a creare le condizioni attraverso questi strumenti e a creare anche un dialogo con il sistema bancario che ci consenta di fare ricadere nel sistema produttivo queste risorse che arriveranno, altrimenti - come è successo in passato - probabilmente vanno a risolvere più il problema delle banche che quello del sistema imprenditoriale.

    In ultimo c’è tutto il tema del riordino istituzionale, un qualche cosa che sicuramente in questa Regione è stato preso di petto: però è evidente che questo dibattito e questa volontà, che mi pare si sia anche espressa nell’introduzione nella riforma nazionale delle aree vaste, va riempita di contenuti e quindi nel riempirla di contenuti occorre che noi guardiamo i vari livelli istituzionali, dai Comuni alle Unioni dei Comuni, alle future aree vaste, che naturalmente andranno determinate in base a un dibattito territoriale, un dibattito che però riteniamo sia necessario fare anche col sistema imprenditoriale, perché chiaramente le deleghe com’eravamo abituati prima, se pensiamo solo alla formazione e al sistema - per esemplificare - agroalimentare, quindi tutto il sistema agricolo, erano ancorate fortemente sul sistema delle Province. Già adesso i due bandi che sono stati emessi dalla Regione sulla formazione hanno creato, nei confronti di coloro che operano, un rapportarsi in una logica che non era consueta. Quindi è evidente che un po’ tutti dobbiamo “prenderci le misure” rispetto a questo e quindi è altrettanto evidente che chiediamo un confronto vero su questa riforma, perché alla fine la competitività che il nostro sistema dell’Emilia-Romagna ha nei confronti del sistema Paese e del sistema Europa si gioca anche sulla qualità e l’efficienza dei livelli territoriali delegati, quindi dei livelli istituzionali con i quali quotidianamente noi ci dobbiamo confrontare. Grazie dell’opportunità, buon lavoro.

     

    Presidente POMPIGNOLI: grazie a lei. Il secondo intervento: Mirto Bassoli, della segreteria CGIL dell’Emilia-Romagna.

     

    Mirto BASSOLI – Segreteria CGIL Emilia-Romagna

    Buongiorno, vi ringrazio. Credo sia opportuno riprendere in estrema sintesi in questa sede, e quindi anche di fronte all’Assemblea legislativa, alcune questioni che abbiamo già avuto modo di esprimere, come organizzazioni sindacali, in particolare come CGIL, in occasione degli incontri che sono avvenuti con la Giunta. Naturalmente ci riserviamo anche noi di inviarvi una nota scritta più dettagliata rispetto alle cose che dirò, che per sommi capi credo vadano riassunte in questi termini.

    Innanzitutto ci teniamo anche noi a ribadire la valutazione rispetto al contesto nel quale agiamo, nel quadro di riferimento che è dato dalla legge di stabilità nazionale, sulla quale il giudizio nostro rimane un giudizio fortemente negativo, ed è fortemente negativo in modo particolare per la dimensione dei tagli che coinvolgono la filiera istituzionale che va dalle Regioni in giù, che hanno aperto questioni che tutt’ora consideriamo non risolte, che ci pare di capire che anche il sistema, ad esempio, delle Autonomie locali non considera risolte e comunque hanno dimensioni estremamente problematiche, i quasi 5 miliardi di tagli alle Regioni e quasi altrettanto per quanto riguarda Province, Città metropolitane e Comuni.

    A questo si aggiunge anche una problematica che abbiamo già avuto modo di affrontare anche con incontri specifici, che attiene al quadro caotico sul piano istituzionale che si è generato nella fase di attuazione della legge 56 “Delrio”, che ha implicazioni sul sistema dei servizi erogati, sulle problematiche inerenti il personale, ma anche rispetto a capitoli di investimenti che rischiano di essere fermati da questa condizione. Naturalmente non ci sfugge, anzi abbiamo apprezzato fortemente lo sforzo che questa Regione sta facendo per recuperare e governare questa partita, almeno nella dimensione regionale, in termini diversi rispetto al quadro che si stava determinando: mi riferisco al protocollo sottoscritto con le organizzazioni sindacali lo scorso 20 marzo, mi riferisco alla previsione, all’interno del bilancio, di una copertura economica per garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti delle Province fino a tutto il 2015; mi riferisco al percorso - dentro il quale noi avremo modo di esprimere alcune valutazioni più precise – del progetto di legge regionale di recepimento della legge Delrio, che sappiamo non sarà solo un recepimento, ma dovrà riorganizzare il sistema istituzionale in ambito regionale. Quindi, elementi positivi dal punto di vista dell’approccio di questa Regione rispetto a un tema così delicato in un quadro che avremmo certamente voluto e preferito molto più ordinato dal punto di vista della gestione della transizione.

    Dopodiché, in merito al bilancio, noi abbiamo già avuto modo di indicare elementi di rilevante apprezzamento per le conferme di alcuni capitoli di spesa d’investimento, che nel quadro di difficoltà date non consideriamo assolutamente né scontate né banali, ma invece essere questioni estremamente rilevanti. Mi riferisco al fatto che sia confermata la spesa sanitaria nella dimensione del 2014, comprese le risorse che derivano dal bilancio della Regione; mi riferisco alla conferma delle risorse per il trasporto pubblico locale, questione sempre traballante ma che ha bisogno assolutamente di essere consolidata. Mi riferisco e ci riferiamo al fondo regionale per la non autosufficienza e alla quota che deriva dal fondo nazionale; il fondo sociale per l’affitto e alcuni altri capitoli di spesa sociale.

    Ho detto dei 28 milioni per gli stipendi dei dipendenti delle Province, ma certamente è molto rilevante la questione riguardante il cofinanziamento dei fondi strutturali. Sappiamo che non potranno derivare solo da lì, ma sarà la parte corposa anche delle risorse che ci consentiranno di “dare benzina” sostanzialmente al patto per il lavoro. E questo punto era stato, nei mesi scorsi, evidenziato come un elemento di grande sofferenza, con il rischio che si bloccasse quella partita. Avere previsto i 57 milioni di cofinanziamento sicuramente ci lascia più tranquilli e la conferma degli investimenti che erano già stati programmati con alcuni ulteriori incrementi, crediamo anche noi - rispetto ai capitoli di investimenti direttamente presidiati dalla Regione - quelli inerenti la salvaguardia del territorio, tema che veniva richiamato anche nell’intervento precedente, e l’assetto idro geologico come questioni oggi assolutamente prioritarie. Quindi, conferme importanti, conferme che noi apprezziamo e, a maggior ragione in un quadro, per quanto riguarda la lettura anche delle previsioni di breve e medio periodo, della situazione economica sociale di questa regione che invece desta in noi grande preoccupazione.

    La ripresa sicuramente comincia a dare segnali di esistenza in vita, ma è una ripresa lenta, che con lentezza produrrà effetti sull’occupazione. Dobbiamo sempre ricordarci il buco profondo nel quale siamo sprofondati dopo sette anni di crisi e quindi gli effetti sul piano economico, occupazionale e sociale che si sono determinati in alcuni casi probabilmente anche in termini strutturali e quindi la necessità di sostenere con più vigore un processo che possa consentire una ripresa sul piano economico che genera occupazione e genera buona occupazione e che affronti anche alcune emergenze sul piano sociale, che sono delicatissime. Insisto, avere mantenuto alcune previsioni di investimento nel bilancio della Regione può aiutarci, ci aiuterà. Sicuramente questo sarà il tema centrale che affronteremo nella discussione che non è discussione di questa sede, cioè attiene il patto per il lavoro, dentro il quale per noi il tema della creazione di lavoro e del rilancio dell’obiettivo della piena e buona occupazione sono l’asse prioritario, rispetto al quale muovere. Chiudo su questo capitolo, dico le ultime due cose.

    Per noi, nel quadro dato – poi capisco che anche questo intrecci solo marginalmente le scelte di bilancio della Regione – c’è grandissima preoccupazione per quanto riguarda il fatto che da maggio rischiamo di essere in assenza di importantissimi ammortizzatori sociali in questa Regione, e questo interviene in una fase nella quale gli effetti della crisi saranno ancora molto rilevanti. Chiudo dicendo che questi elementi di apprezzamento non fanno venir meno l’attenzione su alcuni elementi che invece consideriamo elementi che vanno presidiati, vanno anche approfonditi. Qualche elemento di preoccupazione ci può derivare, mi riferisco al fatto che naturalmente il capitolo sanità ha comunque la sofferenza di quei 150-160 milioni quota parte dei 2 miliardi di mancato incremento previsti per il 2015: dobbiamo capire gli effetti che produrrà. Mi riferisco al fatto che le azioni di tipo riorganizzativo, di efficientamento della macchina, così è stata definita, della Regione, hanno una dimensione molto rilevante al fine di reperire le risorse per confermare quei capitoli di spesa che prima richiamavo. Mi riferisco alla necessità di attenzionare il fatto che una parte di risorse deriva dall’utilizzo dei fondi FAS, poi naturalmente capiamo che avere confermato le previsioni di investimento è già una risposta. E mi riferisco al fatto che la Regione stessa ha dichiarato che ci saranno meno risorse a disposizione per i Comuni, per quanto riguarda il patto verticale: non c’è dubbio che questo può rappresentare un problema a ricaduta verso quel livello istituzionale, forse a ragione del fatto che si confida un po’ troppo sugli effetti dell’allentamento del patto di stabilità per i Comuni, che sarà un effetto molto “a macchia di leopardo” e forse non con tutto quel vigore e quella consistenza che anche, credo, nelle previsioni del Governo vengono indicate. Anche alcuni grandi Comuni lo hanno esplicitamente dichiarato, come un problema che non si è risolto con la bacchetta magica, con quel miliardo che, sulla carta, è una previsione molto importante di patto di stabilità che viene liberato per i Comuni e quindi, voglio dire, questo intreccia il fatto che alcune scelte del bilancio della Regione possono non intrecciarsi positivamente con le difficoltà che alcuni Comuni avranno per quanto riguarda le risorse liberate per il patto di stabilità. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie, altro intervento, Mario Agnoli, Confindustria Emilia- Romagna.

     

    Mario AGNOLI – Direttore generale Confindustira Emilia-Romagna

    Buongiorno Presidente, buongiorno Assessore. La discussione sul bilancio è sempre un’occasione di grande rilievo per la società regionale, le forze sociali e le forze economiche. Quest’anno la discussione, come dire, si colloca in un contesto ancora più ricco di elementi, di dati di fatto o di elementi in divenire, quindi cercherò di soffermarmi sugli aspetti principali e sulle osservazioni e proposte fondamentali nel senso che, come vedete, i temi a cui è chiamata questa udienza conoscitiva e poi successivamente l’Assemblea legislativa sono temi vari, numerosi, oserei dire che dietro a questi ci stanno certamente il tema “dato di fatto” che è il tema dell’andamento della finanza pubblica, della spesa pubblica e quindi un punto di riferimento va certamente dato lì: legge di stabilità e accordo fra il Governo e la Conferenza delle Regioni per quanto riguarda il riassorbimento dei tagli alle Regioni.

    Il secondo elemento è quello del programma del nuovo governo regionale. Credo che a questo dobbiamo fare soprattutto riferimento, per verificare le coerenze tra le scelte di bilancio, gli indirizzi di bilancio e quanto è contenuto nel bilancio medesimo.

    Voglio, infine, ricordare due cose. Abbiamo un elemento veramente interessante che è il DEFR, come si dice con un acronimo. Questo documento di programmazione finanziaria che va letto perché è l’anello di congiunzione e dirò qualcosa anche a questo riguardo, perché lo apprezziamo molto ma forse ci sembra opportuno proporre qualche miglioramento e integrazione, proprio per far sì che questo incontro, queste udienze e consultazioni, come dire, non siano solo un elenco di pretese più o meno collocate in modo incerto all’interno di una serie di numeri, ma abbiano un riferimento più solido con delle cifre più chiare e più nette.

    Vorrei però partire, Assessore, da un punto che è già stato in qualche modo richiamato dal rappresentante di CGIL quando ha detto dobbiamo mettere maggior vigore possibile negli interventi di stimolo all’economia, perché non sfugge a nessuno che se riavremo maggiore sviluppo, avremo quegli effetti che il programma del Presidente Bonaccini si propone, con degli obiettivi molto sfidanti sul versante della ricerca e dell’innovazione, sul versante soprattutto dell’export e avremo quel vantaggio e quell’effetto che tutti noi speriamo, che è proprio quello di migliorare l’occupazione in termini quantitativi e in termini qualitativi. Dunque, noi stiamo notando, in queste settimane, progressivi segnali. Questa mattina un ulteriore miglioramento del clima di fiducia, dunque notiamo che i segnali sono anche i numeri della produzione, degli ordini, dati che dimostrano dei progressivi segnali di inversione di tendenza.

    Tuttavia dobbiamo domandarci: quale sarà l’entità di questa ripresa nel medio - lungo termine?

    Ora, vorrei solo citare, perché mi ha colpito molto, una riflessione fatta da Lucrezia Reichlin, che credo tutti conosciamo bene, una delle più grandi economiste europee. Ma lei, ieri, ci ha richiamato sul fatto che l’Unione europea, in particolare la BCE, prevede che la media della crescita dell’Europa sarà non superiore al 2%, se tutto va bene, per anno. Questo sarà un effetto positivo sicuro per l’economia, ma non sufficiente a dare quegli effetti sperati sull’occupazione. Reichlin stima che a tendere l’occupazione si stabilizzerà nell’Unione europea attorno al 9%-10%: un tasso di disoccupazione che resta ancora altissimo.

    Allora cosa significa questo? Significa che anche in questa occasione noi dobbiamo valutare quali sono tutte le possibili azioni specifiche, che non solo il Governo nazionale ne sta facendo alcune di particolare rilievo - non mi riferisco solo al Jobs Act che non è “la rivoluzione francese”, è solo un importante passo in avanti verso regole europee, ma soprattutto verso il riordino interessante degli strumenti di politica industriale -, ma anche la Regione è chiamata a questo, soprattutto in coerenza con gli obiettivi che il Presiedente Bonaccini e la sua Giunta si sono dati e soprattutto è necessario che questo possa avvenire nei due anni che abbiamo davanti e che rappresentano, per una serie di circostanze esterne, un‘occasione unica, una finestra di opportunità. Ecco, noi abbiamo cercato di dare una lettura integrata ai numeri e al DEFR della Regione proprio partendo da queste considerazioni.

    Ovviamente anch’io non mi sottraggo, ma voglio più accentuare gli aspetti propositivi che non gli apprezzamenti, nel senso che sicuramente aver preparato in tempi brevi e veloci questo bilancio è importante. Sicuramente è molto importante averlo accompagnato col DEFR. Sicuramente è importante che questo sia avvenuto con nuove normative sul bilanci regionali su cui ci sono tanti aspetti positivi, ma anche molti vincoli negativi, perché il fatto di aver posto dei vincoli agli investimenti e all’indebitamento per gli investimenti rappresenta sicuramente una cosa poco comprensibile. Ora, detto tutto questo, vorremmo invece cercare di formulare anche qualche proposta che non è critica ma, come dire, si pone nell’ottica di migliorare la sinergia, le convergenze di opinioni o quanto meno le scelte della Regione.

    La prima cosa è che questo bilancio così veloce potrà ovviamente richiedere, come è norma che sia, un assestamento di bilancio che normalmente si fa prima dell’estate, ma potrebbe anche richiedere un ulteriore assestamento, come pure non è proibito, in modo da poter adeguare progressivamente al divenire della situazione economica, agli andamenti e anche alle scelte del Governo nazionale, gli appostamenti di bilancio.

    La seconda proposta: le schede del DEFR sono delle schede molto interessanti, molto anche coerenti, più analitiche rispetto al programma della Presidenza Bonaccini. Quello che noi riterremmo più interessante - e fare quindi uno sforzo non dovuto dal punto di vista normativo - è quello di accompagnare ogni scheda che caratterizza gli interventi del DEFR con dei numeri specifici per quegli interventi, in modo che la lettura anche dei soggetti della società esterna, al di là delle tecnicalità del bilancio, possa apparire più utile, in modo da avere per ogni tabella i richiami alle voci di spesa e ai capitoli, agli stanziamenti di bilancio. Probabilmente sarebbe anche interessante poter disporre di alcuni aggregati per certi versi un po’più analitici di quelli che l’assessore Petitti ci ha comunicato ai Tavoli dell’economia, che pure rappresentano una base di riferimento molto utile, in modo da poter capire area per area, o settore per settore, la natura e le fonti con delle disaggregazioni un po’ più analitiche, la natura e le fonti del finanziamento e cioè quelli che sono residui, vecchi impegni di spesa che continuano, quelli che sono le previste coperture derivanti dalle risorse dell’Unione Europea, quali sono i mezzi propri, quali sono mezzi dello Stato. Questo ci può aiutare molto nella costruzione del bilancio, nella valutazione delle politiche effettive, cioè confrontando la scelta programmatica con la scelta finanziaria.

    Per quanto riguarda i numeri, si è parlato - e anche noi riteniamo che sia sicuramente segno di un buon accordo - quello di aver ottenuto una revisione dei 5 miliardi e 700 milioni che erano l’effetto cumulato delle precedenti finanziarie più l’ultima dei tagli alle Regioni. Qui c’è un problema politico istituzionale, non so quali siano le anime che si aggirano attorno alla maggioranza di Governo, perché poi è lì che si deve decidere se si vuole mantenere un’adeguata e moderna autonomia, sia pure in un quadro rivisto di competenze, o se invece riduciamo l’assetto regionale a una grande Agenzia sanitaria e poco più, dopodiché forse qualche riflessione andrebbe fatta.

    Ora, siamo a un saldo di meno 61 rispetto agli importi di un meno 540-560, quindi è significativo; voglio però ricordare che oltre alla rinuncia a un aumento di 2 miliardi e qualche cosa di quota sanitaria a cui la Regione ha rinunciato, abbiamo ottenuto questo accordo anche con un utilizzo del fondo di sviluppo e coesione per un miliardo e otto. Il fondo di coesione è poi quello che dovrebbe servire per delle spese di sviluppo e di investimento, quindi voglio ricordare anche questo elemento che ci deve fare riflettere e, per quanto riguarda la spesa sanitaria su cui dirò qualche cosa, ma più in generale sulle risorse dello sviluppo. Quindi un miliardo e otto, poi possiamo discutere quale potrebbe essere il possibile utilizzo e possiamo soprattutto discutere quale è stato il pessimo utilizzo che ne è stato fatto negli anni passati, come un bancomat che veniva utilizzato per le più svariate esigenze.

    Un elemento positivo è che questo taglio di 61 milioni avviene in parte con un rilevante risparmio dei costi della politica: questo è un elemento di grande significato che dà dignità alla classe politica regionale: naturalmente non va trascurato, ma forse, Assessore, potrebbe anche essere interessante un esercizio - che è lungo e noioso - di rivisitazione di tutta una serie di piccole cifre che stanno nella legge di bilancio come spese che si rinnovano continuamente e che potrebbero portare, messe una attaccata all’altra, delle cifre rilevanti. Questo potrebbe essere l’esercizio utile per concentrare le risorse sulle effettive priorità. Ci rendiamo conto che può mettere in discussione qualche aspetto di consenso, ma sicuramente lì, messi assieme, vengono fuori varie decine di milioni di euro.

    Resta evidente, leggendo questo bilancio, il nodo della spesa sanitaria. Qui il tema è difficile, siamo ben consapevoli che la nostra è una buona sanità, spesso ottima, che questa sanità deve mantenere questi livelli di prestazione, ma se andiamo a vedere la legge finanziaria vediamo che poi 90 milioni all’anno per tre anni in due diversi capitoli servono per chiudere dei buchi della sanità. Sì, è vero, abbiamo rinunciato ai 2 milioni e 2, però dall’altra parte li andiamo a prendere con le risorse proprie e lì si mettono. Non è una critica in sè all’operazione contabile, ma è un’osservazione problematica su una sanità che crea comunque ogni anno un deficit di bilancio rilevante sulla spesa complessiva che sono circa 8 miliardi.

    Andando a vedere i grandi aggregati del bilancio, vediamo che ci sono due voci che attengono in modo particolare allo sviluppo economico. C’è un grande aggregato che attiene alla domanda pubblica, che è notoriamente uno dei driver dello sviluppo economico, da cui deriva una serie di spese e di investimenti. Ci sembra di poter sottolineare che ce ne sono alcune di sicuro elemento di novità, questo nell’idea di un piano decennale degli investimenti sull’assetto del territorio è certamente un elemento di novità, anche se i 900 milioni che vengono indicati nelle schede del DEFR sono 900 milioni un po’ aleatori ancora, ma noi ci speriamo, e la sommatoria dei programmi, la cifra vera sono, se ricordo bene, 45 milioni ma importanti.

    Quello che non notiamo nel bilancio è un intervento che direttamente o indirettamente sostenga il mondo delle costruzioni, delle opere pubbliche, che è uno dei settori - lo sappiamo bene e ne abbiamo ahimè controprova in tutte le componenti - che sta enormemente soffrendo e che opportunamente è sospinto anche attraverso la domanda pubblica; anzi, in questo caso potremmo dire grazie a quella potrebbe avere un sostegno, una spinta non dico a ritornare alle condizioni pre - crisi, ma quanto meno a riportarsi in una carreggiata di ripresa. Su questo inviterei il Governo regionale a valutare, in sede di emendamento al bilancio, qualche appostamento che dia significato e stimolo a questo settore.

    Poi vi sono gli interventi per le attività economiche complessivamente intese, dentro alle quali stanno però degli appostamenti e delle destinazioni delle risorse che spesso riguardano in gran parte soggetti pubblici e non le imprese e spesso riguardano soggetti pubblici per la loro sussistenza, non tanto in funzione di quello che fanno, ma per il fatto di esistere.

    Certamente c’è una voce importante, sono i fondi strutturali, i colleghi lo hanno già ripreso. I fondi strutturali, cito il FESR, abbiamo uno stanziamento per il 2014-2015, anche questo di un qualche rilievo, che va sui 20 milioni di euro; abbiamo un cofinanziamento sul fondo sociale, abbiamo un cofinanziamento del FEASR. Ora, abbiamo anche avuto un confronto piuttosto aperto con l’Assessore, se questo appostamento con mezzi propri sui fondi strutturali, su cofinanziamento sarebbe stato fatto ugualmente se per caso il taglio fosse stato dei famosi 570. Noi abbiamo l’idea che è una cosa da fare comunque, a prescindere. Ovviamente questo avrebbe però comportato una serie di effetti a catena: dunque siamo in una situazione in cui i fondi strutturali partono, stanno già partendo, i bandi sono pronti: qui la nostra Regione ha dato dimostrazione di capacità progettuali e programmatiche che occorre rilevare in questa occasione.

    Dovremo anche continuare a lavorare, ce lo siamo detto e credo che tutte le organizzazioni economiche a livello nazionale lo dovranno fare, dobbiamo insistere con l’Unione europea - noi saremo a Bruxelles la settimana prossima - per chiedere che il cofinanziamento delle Regioni sia escluso dal patto di stabilità e questo deve “andare giù per li rami” perché dev’essere il Governo nazionale, poi toccherà forse alla Regione, sempre nell’ambito delle correnti politiche che si concentrano nella maggioranza di governo, insistere perché le indicazioni arrivate da Junker si trasformino effettivamente in qualche cosa di questo genere. Così come dovremmo insistere tutti affinché i progetti cogestiti sul fondo di sviluppo e coesione, che sono 39 miliardi al momento a disposizione del Governo e delle Regioni, consentano di recuperare quegli 85 milioni di euro complessivi che la Regione Emilia-Romagna mette come risorse proprie per il cofinanziamento dei fondi strutturali. Questi sono due punti di rilievo generale e di interesse generale che superano i vari interessi specifici. Chiaro che qui dentro ci stanno molte cose: ci sta la ricerca, l’innovazione, l’energia e la sostenibilità ambientale, ci stanno certe voci di investimento, certe voci di azioni per la digitalizzazione, quindi è un complesso corposo. Ricordo che il FESR ha 135 milioni in più rispetto al settennato precedente, una cosa che non è casuale, non è da poco.

    Sappiamo anche che il Governo sta preparando una cassetta organica degli attrezzi per le politiche di investimento, con strumenti automatici e dunque cosa manca? Mancano quelle politiche industriali territoriali, tipiche del territorio che correttamente la Regione, in un’ottica di integrazione anche usando le risorse della Banca europea degli investimenti - anche questo è ben detto nelle schede del DEFR - possano dare quella spinta, quel vigore che il collega della CGIL ricordava prima in questi due anni. Allora qui noi ci permettiamo di osservare alcune voci specifiche.

    La prima considerazione è che alla fine, se guardiamo le risorse proprie ma anche se guardiamo le risorse proprie con quelle del cofinanziamento, la voce delle risorse della Regione proprie, o proprie con quelle dell’Unione europea, destinate allo sviluppo economico rappresentano una massa critica troppo debole per determinare quei risultati attesi in termini di sviluppo e di occupazione che ci siamo detti e che la stessa Regione intenderebbe ottenere. Parliamo dell’1%, 12 milioni di attività produttive, risorse proprie, spesa corrente, o parliamo degli 85 milioni di cofinanziamento su vari fondi strutturali più i 12, ma insomma su 12 miliardi di euro è una cifra veramente inadeguata. Questo è un punto, Assessore, che non possiamo certo risolvere con questo bilancio, ma possiamo cominciare con questo bilancio a dare dei segnali di inversione di tendenza.

    Questa è la questione direi fondamentale, perché naturalmente se guardiamo anche i 12 milioni rivolti alle attività produttive e andiamo a vedere come sono composti, vediamo che poi ci sono le risorse per l’ERVET, ci sono le risorse per l’ASTER, ci sono le risorse per tanti soggetti più o meno pubblici e che, quindi, le risorse vere che vanno alle politiche industriali per le imprese poi si riducono ulteriormente.

    Da questo punto di vista, l’Assessore lo sa, ne abbiamo già parlato, ma io vorrei insistere, vorrei anche essere più preciso su questo: le voci e le risorse proprie che la Regione mette sull’internazionalizzazione sono dimezzate rispetto al precedente bilancio. Sono infatti 2,7 milioni per il 2015, a cui si aggiungono 600 mila euro per i consorzi all’export, a cui si aggiungono, ma è una voce straordinaria, 1 milione e 700 mila per l’Expo, perché la quota assegnata alle attività produttive per l’Expo che è una cosa ineludibile e fondamentale, è di 1,7 milioni. Il resto, per arrivare ai 7 milioni complessivi che la Regione ha stanziato, sono allocati su altri capitoli e altri settori di spesa e, debbo dire, sicuramente la priorità straordinaria è l’Expo, perché di sicuro questa è una cosa fondamentale. Tuttavia le imprese continuano a esportare, non è che aspettano che finisca l’Expo, che si vada all’anno prossimo. Continuano ad esportare, anzi hanno bisogno di esportare ancora di più se si vuole, per effetto della piccola ripresa che c’è, se si vuole per effetto dello sforzo che faremo sull’Expo. Ricordo che la voce di stanziamento sull’internazionalizzazione normalmente, mediamente, era fra i 10 e i 15 milioni di euro ogni anno di spesa propria. E’ vero che ci sono per la prima volta nel FESR le voci per l’internazionalizzazione, sono 14 milioni in sette anni, che vuol dire 2 milioni all’anno: 2,7 milioni più gli altri 2 fanno 4,7 e siamo sempre a metà dei 12, dei 15 degli anni precedenti.

    Quindi la proposta che facciamo, Assessore, è che in sede di emendamento la Giunta provveda, magari con l’assestamento, magari con un impegno politico oggi per l’assestamento, beninteso non li dobbiamo spendere domani mattina, ma quello che noi chiediamo alla Regione è di dare un segno coerente con gli obiettivi che ci ha dato il Presidente Bonaccini, che sono degli obiettivi “da brivido”, perché non sono poca cosa, sfidanti al massimo: noi ci stiamo a questa sfida, però, come diceva il collega della CGIL, ancora una volta bisogna che la benzina ci sia per poter fare le cose. Questo è il punto fondamentale della nostra proposta, perché vogliamo invece riconoscere, e lo abbiamo potuto fare proprio “in zona cesarini”, che la Regione ha provveduto invece a dare un segnale importante su quello che noi riteniamo l’altro strumento nuovo delle politiche di sviluppo della Regione, e cioè quella della legge regionale 14, che è la legge dell’attrattività degli investimenti e del sostegno agli investimenti di rilievo regionale.

    E’ una legge su cui il patto per attraversare la crisi, noi, le altre organizzazioni, il sindacato, abbiamo lavorato insieme al Governo regionale. È una legge indispensabile per competere con gli altri territori regionali d’Europa: ero al convegno della piccola industria di Venezia, l’altro giorno, e alle aziende venete, alle aziende del trentino arrivano i messaggi via mail della Slovenia e della Carinzia con le proposte dove ti dicono cosa danno di finanziamento, cosa danno di riduzione delle tasse ecc., ecc. Noi abbiamo anche probabilmente anche altri asset da giocarci, però dobbiamo essere competitivi con queste Regioni europee. Ora la legge regionale ha un buon impianto, lo vedremo strada facendo, ha un impianto importante da realizzare sul versante della semplificazione procedurale, che sembra di aver toccato qualche Moloch, ma bisogna andare avanti. Ha, sicuramente, nel proprio cestino le risorse che vengono dall’Europa, perché la ricerca la finanzieremo con quella, perché l’innovazione la finanzieremo con quella, perché la formazione, che qualche grosso investitore necessiterà, la faremo col fondo sociale, ma non possiamo immaginare che quella legge non abbia quella massa sufficiente di risorse da attirare l’attenzione dei decisori delle aziende straniere che devono decidere se venire o meno in Emilia- Romagna. Bene.

    Noi abbiamo chiesto alla Giunta di aprire il conto corrente. Questo conto corrente viene aperto, lo riconosciamo, con molto piacere lo riconosciamo, con uno stanziamento che è simbolico per cui 1 milione di euro non cambia la vita, però c’è nel poliennale una progressione, che giunge complessivamente a 9 milioni sul triennio 2015-16 e 17. Questo va molto bene, ma non è ancora sufficiente perché le risorse necessarie per queste fattispecie sono delle risorse molto molto rilevanti. Noi abbiamo bisogno di investimenti grossi, significativi.

    Chiudo, da questo punto di vista, dicendo: “anche gli Enti locali devono partecipare a questo sforzo” e giustamente il collega della Confcooperative ha ricordato quello che è ormai un peso insostenibile, specie per le imprese di piccole dimensioni, della tassazione comunale. Rifiuti, acqua, non è tanto la normativa in sé, ma i criteri applicativi della normativa sui rifiuti, i criteri con cui vengono applicate IMU, TASI, TARI e chi ne ha più ne metta. Questo è un punto delicatissimo in sé, in generale, speriamo che il Governo se ne renda conto, perché non possiamo da una parte immaginare il consumo zero del suolo e poi creare delle condizioni per cui chi ha un capannone che potrebbe essere riutilizzato lo abbatte perché l’IMU gli costa troppo. Qualcosa nel ragionamento non torna. Allora, nell’ambito delle politiche di attrazione degli investimenti, di sicuro, anche questo aspetto va considerato. Dunque Assessore, come vede, luci, parecchie luci, alcuni punti d’ombra che si possono chiarire e che possono aiutarci soprattutto a lavorare ulteriormente insieme, con il senso della responsabilità e della consapevolezza di quelli che sono i vincoli e le difficoltà complessive della spesa regionale e magari concentrando, facendo uno sforzo congiunto per lo sviluppo di tutta la nostra regione. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie, ho ricevuto un’ultima scheda di intervento per il quale si è iscritto Giovanni Battista Pasini, Presidente dell’Uncem. E’ andato via? Non ho quindi altri interventi, non so se qualcuno vuole intervenire su quanto è stato detto, se no, diversamente, lascio le ultime considerazioni all’Assessore Petitti. Nessuno interviene, quindi prego Assessore.

     

    Assessore PETITTI

    Innanzitutto ringrazio per le riflessioni che sono state portate oggi in questa udienza conoscitiva, perché credo che siano sempre contributi importanti per affrontare il percorso che ci attende da qui al 28 aprile. Un paio di considerazioni, alcune note che ho preso ascoltando gli interventi. Credo che sicuramente i temi dell’economia, del lavoro e delle imprese siano centrali proprio per mettere al centro le politiche di sviluppo che questa Regione vuole appunto realizzare. E allora, da questo punto di vista, mi sento di fare alcune considerazioni, anche alla luce del fatto che credo che questo bilancio comunque, in un contesto di finanza pubblica molto limitato - e questo è stato ricordato da tutti - dia delle tutele, fornisca delle garanzie in tal senso, sul fronte sia dello sviluppo che della coesione sociale. Perché credo che anche questo aspetto, il fatto di riuscire a garantire il finanziamento di tutte le politiche socio-sanitarie della Regione sia comunque un aspetto da non sottovalutare.

    Vorrei appunto ricordare - è stato detto in modo rapido da me all’inizio, ma è stato ripreso anche da alcuni interventi - che tutte le risorse finanziarie per il cofinanziamento dei fondi strutturali, permettetemi, non erano assolutamente scontate, i 56 milioni per i sette anni, che in qualche modo creeranno ingenti attività per oltre 2 miliardi e mezzo per tutto il periodo fino al 2020. Credo che siano esse stesse un elemento di garanzia, da questo punto di vista, sul fronte degli investimenti.

    E mi sento anche qui di sottolineare alcuni capitoli che guardano invece tutta la parte legata alle risorse per l’internazionalizzazione. Veniva ricordato ora dal direttore Agnoli che abbiamo voluto fortemente che da questo punto di vista ci fossero risorse certe, che già dal 2015 fossero appunto riconosciute nel milione che mettiamo a disposizione e che per tutto il triennio arriveranno appunto a 9 milioni di euro. Questo per dire che cosa? Che le risorse comunque a disposizione delle imprese e dello sviluppo sono oltre 40 milioni. Nel senso che noi dal 2014, in cui avevamo a bilancio risorse per 30 milioni 967 mila 802 euro, passiamo a un bilancio di 40 milioni 280 mila 407 euro. Nel senso che sull’internazionalizzazione - voi lo sapete molto meglio di me - che non possiamo calcolare solo la quota dei mezzi regionali, ma è indispensabile tener conto di quanto viene poi riconosciuto anche dai fondi europei.

    Ci tengo anche a sottolineare che, per quanto riguarda tutte le politiche di investimento, incidiamo come Regione Emilia-Romagna sulla domanda pubblica per oltre 525 milioni di euro nel triennio e di questi 525 milioni 90 milioni sono quelli aggiuntivi nel 2015.

    Un’altra considerazione che voglio fare con voi, ma è proprio un elemento di riflessione che voglio ovviamente condividere, è il fatto che giustamente la manovra approvata dal Governo ha puntato su uno degli assi fondamentali, la riduzione dell’IRAP, ma voi sapete che la riduzione dell’IRAP per noi incide negativamente sulle entrate regionali e in questo caso ha inciso negativamente sulle entrate regionali per circa 20 milioni di euro. Anche queste sono risorse politiche che sono rivolte alle imprese. Questo per dire che c’è una forte volontà, io credo, a tener ben chiaro, ben fisso nella mente che il tema dello sviluppo, del sostegno alle imprese, dell’economia e della capacità anche di sostenere con investimenti i nostri territori è centrale.

    Sul fronte della garanzia fidi, veniva ricordato nel primo intervento, c’è una riflessione in corso in Giunta – lo diceva anche lei – che nei prossimi mesi credo debba arrivare ad un compimento, ad una scelta. E c’è anche un tema di riordino del sistema dei crediti di garanzia. Questo è un tema che va assolutamente monitorato, seguito, ma rispetto al quale potremo dare ulteriori elementi.

    Penso che da questo punto di vista anche il documento del DEFR – come è stato anche questo ricordato – che quest’anno è in forma sperimentale - voi sapete che dal prossimo anno sarà un documento che le Regioni dovranno obbligatoriamente presentare - l’abbiamo scelto, anche se il tempo a nostra disposizione come Giunta, come direzioni, è stato un tempo limitato, ma di lavoro intenso in questi due mesi. Credo che ci abbia permesso, nel contesto in cui ci troviamo, di avere degli elementi di discussione politica importanti, perché sarà anche questo la base per verificare, da parte dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni, che le linee di mandato con cui ci siamo presentati possano in qualche modo essere verificate in un arco di tempo breve e medio.

    Quindi penso che oggi abbiamo messo sul tavolo della riflessione una serie di considerazioni che mi portano a dire che ci sarà un lavoro ulteriore in Commissione nei prossimi giorni, nelle prossime settimane che potrà permetterci di valutare alcuni degli aspetti che sono emersi oggi e che però credo siano anche stati anche valorizzati dagli interventi come filoni fondamentali.

    Sicuramente tutto il tema dell’accompagnamento a questa complessa, articolata fase di riordino istituzionale, perché oltre al tema del fondo speciale che oggi ci permette di dire che siamo l’unica Regione che ha scelto di mettere in garanzia i dipendenti delle Province per il 2015 con continuità funzionale, oltre a questo tema, c’è un tema anche di come la scelta legata alla riforma sul riordino istituzionale si intreccia poi con le politiche economiche di sviluppo di questa Regione.

    E credo che sia anche emerso in modo chiaro il fatto che i temi del lavoro, i temi dello sviluppo, i temi delle imprese devono essere sicuramente messi al centro. Ci tengo inoltre a sottolineare che, per quanto riguarda le politiche di investimento, un asse fondamentale è tutto quello che attiene alle questioni ambientali. Noi abbiamo avuto un aumento di risorse importante per quanto riguarda tutto il tema del dissesto idrogeologico e per quanto riguarda anche gli investimenti legati alla protezione civile, che continuano a fare della Regione Emilia-Romagna un esempio anche rispetto a questo tema di politiche. Anche perché, a fronte di tagli centrali, noi abbiamo deciso di investire invece maggiormente sulle politiche appunto legate al dissesto idrogeologico. Quindi io raccolgo queste considerazioni e le terremo anche a base del lavoro che continueremo a fare in Commissione. E’ evidente che al momento non siamo in grado, penso, di poter prendere altri impegni legati alle scelte dei prossimi mesi, ma sicuramente in temi che riguardano l’economia e il lavoro continueranno ad essere centrali, oltre che per le politiche di bilancio, per le politiche portate avanti dall’intera Giunta.

    Nel patto per il lavoro, che in ogni caso verrà sottoscritto attraverso non soltanto il protocollo ma attraverso una serie di scelte che saranno indicate dalla Giunta nelle prossime settimane, credo che riusciranno ad essere ancora più evidenti i capitoli che hanno inciso trasversalmente sul fronte del lavoro, perché chiaramente è possibile leggere la trasversalità di queste politiche anche attraverso una serie di altre voci che oggi non sono emerse in questa prima audizione. Quindi mi sento di ringraziare per questi contributi e di dire che saranno comunque messi a frutto nel lavoro che faremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie a tutti. Ricordo quello che sarà il cronoprogramma fino ad arrivare al 28 aprile. Abbiamo ideato un percorso procedurale secondo il quale entro il 10 aprile verranno presentati gli emendamenti da parte della Giunta regionale, il 13 abbiamo la seduta della Commissione per la discussione generale e l’illustrazione degli emendamenti della Giunta, il 15 come scadenza ultima per gli emendamenti proposti invece dai consiglieri e il 21 la seduta conclusiva per il voto in Commissione su tutto quello che è il pacchetto bilancio, per poi arrivare in Assemblea il 28 aprile per l’approvazione finale. Quindi questo è il cronoprogramma del lavoro che ci apprestiamo ad affrontare per arrivare al bilancio definitivo. Ringrazio tutti, anche gli intervenuti e buon lavoro a tutti.

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