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Legislatura X - Commissione I - Resoconto del 01/12/2015 antimeridiano

     

    Resoconto integrale n. 46

    Seduta dell’1 dicembre 2015

     

    Il giorno 1 dicembre 2015 alle ore 10,00 è convocata, con nota prot. n. AL.2015.51423 del 26/11/2015, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    3

    presente

    BERTANI Andrea

    Vicepresidente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    POLI Roberto

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    6

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    Forza Italia

    2

    assente

    BOSCHINI Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    CALVANO Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    CARDINALI Alessandro

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    FOTI Tommaso

    Componente

    Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    presente

    MOLINARI Gian Luigi

    Componente

    Partito Democratico

    5

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    3

    presente

    PRUCCOLI Giorgio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    SONCINI Ottavia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà

    2

    assente

    ZOFFOLI Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

     

    Sono presenti i consiglieri: Manuela RONTINI in sostituzione di Antonio MUMOLO e Yuri TORRI in sostituzione di Igor TARUFFI.

     

    E’ altresì presente l’Assessore al Bilancio, Riordino istituzionale, Risorse umane e Pari opportunità Emma PETITTI.

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Claudia Cattoli

    Trascrizione integrale a cura della segreteria

     


    UDIENZA CONOSCITIVA

    oggetti assembleari

     

    1544 - Proposta recante: "Documento di Economia e Finanza Regionale DEFR 2016 con riferimento alla programmazione 2016-2018" (Delibera di Giunta n. 1632 del 29 10 15).

     

    1644 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2016" (Delibera di Giunta n. 1797 del 12 11 15).

     

    1645 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2016-2018 (Legge di stabilità regionale 2016)" (Delibera di Giunta n. 1798 del 12 11 15).

     

    1646 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2016-2018.)" (Delibera di Giunta n. 1799 del 12 11 15).

     

    Relatore consigliere Roberto Poli

    Relatore di minoranza consigliere Stefano Bargi

     

     

    partecipano

     

    Mario

     

    Agnoli

    Direttore generale Confindustria Emilia-Romagna

    Gian Battista

     

    Baccarini

    Presidente regionale FIAIP

    Marina

     

    Balestrieri

    Segretaria regionale CGIL E.R.

    Paola

     

    Bardasi

    Direttore generale ASL Ferrara

    Mirto

     

    Bassoli

    Segretario regionale CGIL Emilia-Romagna

    Matteo

     

    Casadio

    Funzionario Unioncamere Emilia-Romagna

    Pasquale

     

    Casadio

    CGIL Emilia-Romagna

    Marcella

     

    Contini

    Responsabile politiche industriali CNA Emilia-Romagna

    Antonio

     

    De Marco

    Assessore al Bilancio Comune di Imola

    Fabrizia

    Forni

    Relazioni istituzionali CNA Emilia-Romagna per il Tavolo regionale dell’Imprenditoria

     

    Alessandro

     

    Ghetti

    Responsabile ufficio legislativo Coldiretti Emilia-Romagna

    Antonio

     

    Gurrieri

    Funzionario Confcommercio Emilia-Romagna

    Carmelo

     

    Massari

    Dirigente UIL Emilia-Romagna

    Cristina

     

    Nicoletti

    Vicepresidente Provincia Forlì-Cesena

    Rita

     

    Pareschi

    Legacoop Emilia-Romagna

    Giovanni Battista

     

    Pasini

    Presidente UNCEM Emilia-Romagna

    Gianluca

     

    Rusconi

    Confindustria Emilia-Romagna

    Maurizio

     

    Terzi

    Sindaco del Comune di Fabbrico (RE)

    Moreno

     

    Tommasini

    Direttore operativo Comune di Ferrara

    Tino

     

    Vaccari

    Segreteria Confartigianato Emilia-Romagna

    Francesco

    Zanoni

    Funzionario sviluppo economico Confcooperative Emilia-Romagna

     


    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    Presidente MASSIMILIANO POMPIGNOLI – Presidente della Commissione assembleare Bilancio, Affari generali ed istituzionali

     

    Buon giorno a tutti. Oggi è un evento importante, in quanto entreremo nel merito anche con l’audizione degli stakeholder, di quelli che sono gli eventuali chiarimenti che emergeranno sul pacchetto bilancio.

    Lascerei dapprima la parola all’assessore Petitti che illustra per punti in maniera molto sintetica i progetti di legge relativi al bilancio e al collegato e il documento di economia e finanza regionale. Poi lascerei parlare chi ha fatto la richiesta di intervento, e come fase conclusiva le risposte dell’assessore Petitti o dei relatori qualora volessero intervenire.

    Quindi passo la parola all’assessore Petitti.

     

     

    Assessore EMMA PETITTI – Assessore a Bilancio, Riordino istituzionale, Risorse umane e Pari opportunità

     

    Grazie Presidente. Grazie a tutti i presenti. Come ha detto dal presidente Pompignoli, oggi è l’occasione per entrare con le associazioni, con tutti voi nel merito di quella che è la proposta di bilancio che abbiamo recentemente licenziato in Giunta e che abbiamo avuto già modo, nelle linee generali, di presentare alle associazioni. Quindi sarà per noi molto importante raccogliere i vostri contributi, per provare a dare alcune risposte.

    Voi sapete che il cronoprogramma che ci siamo dati insieme alla Commissione, è quello di riuscire ad approvare il bilancio prima della pausa natalizia, un obiettivo importante che ci mette in condizione di costruire un 2016 che ci permette di perseguire anche tutti quegli obiettivi di legislatura che ci siamo dati anche con il nostro insediamento dall’inizio del 2015.

    Politiche importanti nella direzione di una valorizzazione di tutti quelli che sono i provvedimenti e su cui dirò qualcosa molto rapidamente, che hanno a che fare con il welfare, con il sociale, con la cultura, con la difesa del territorio e con la valorizzazione delle imprese.

    Una attenzione particolare attraverso questo bilancio riteniamo che venga dato in modo evidente a tutta l’attuazione del riordino istituzionale, non solo attraverso la salvaguardia dei posti di lavoro che abbiamo garantito anche con il bilancio del 2015, attraverso il fondo straordinario per i dipendenti delle Province, che dal 1 gennaio 2016 1.211 dipendenti diventeranno dipendenti regionali, ma anche attraverso l’attivazione di politiche attive proprio per il funzionamento degli enti. Penso ad interventi importanti che in questo bilancio, attraverso gli investimenti, abbiamo dedicato alle strade, alle scuole, agli impianti sportivi, ai centri urbani. E poi continua anche attraverso il bilancio, la proposta di bilancio del 2016 un lavoro di contenimento sulle spese di funzionamento che sono interne alla macchina regionale destinate alle politiche attive della Regione.

    Ricorderete che con il bilancio del 2015 abbiamo messo a disposizione 62 milioni di euro di risorse sul contenimento delle spese di funzionamento, e per quanto riguarda il bilancio del 2016, noi abbiamo 45 milioni tra maggiori entrate e minori spese, 10 milioni di maggiori entrate derivanti dall’Irap e 35 per minori spese, che sono messe a disposizione per la valorizzazione di politiche attive.

    Detto questo, voglio ricordare che un altro aspetto per noi fondamentale rispetto alla legge di stabilità, che ci permette anche di avanzare un piano di investimenti regionali per 107 milioni aggiuntivi nel 2016, è il lavoro che è stato fatto da parte del Governo per il rinvio dell’applicazione della legge di attuazione del pareggio di bilancio in Costituzione, la legge n. 243/2012. Perché voi sapete che questo ci permette di limitare i numerosi vincoli e sotto vincoli degli equilibri di bilancio e quindi di mettere a disposizione risorse importanti.

    Dicevamo, in cosa si caratterizzano in modo particolare quelle che sono le scelte che poi rappresentano la cifra di questo bilancio del 2016? Sicuramente il fatto che continuiamo a non applicare aumenti di tasse. Zero tasse l’abbiamo detto quando abbiamo presentato insieme al presidente Bonaccini questo bilancio, investimenti regionali importanti, risorse contro il dissesto per l’edilizia scolastica che si vanno anche ad aggiungere alle risorse che il Governo mette a disposizione per i territori. Sul nostro territorio regionale ci saranno risorse importanti per la riqualificazione di edilizia scolastica, di edifici scolastici per oltre 77 milioni di euro. Noi aggiungiamo risorse nostre, risorse regionali per 20 milioni di euro proprio sul fronte dell’edilizia scolastica.

    Un impegno importante è quello che noi vogliamo mettere a disposizione per tutti gli interventi in materia di sviluppo economico. Voi sapete che da questo punto di vista già con l’assestamento abbiamo voluto caratterizzare il bilancio 2016, con aumenti legati agli investimenti sull’internazionalizzazione. Noi con il bilancio del 2016 abbiamo indicato risorse importanti per tutto il triennio che andrà dal 2016 al 2018. La legge n. 14/2014 sull’attrattività sarà finanziata attraverso 25 milioni di euro di risorse regionali che abbiamo indicato nella portata di 5 milioni sul 2016, 10 nel 2017 e altri 10 nel 2018.

    Dicevamo all’inizio, continua l’impegno enorme da parte della Regione sul sostegno e il rilancio del welfare regionale. Per la prima volta nel 2016 istituiremo un fondo per le politiche a sostegno per il reddito di povertà. C’è un lavoro legislativo che verrà messo in campo nei prossimi mesi, che ci permetterà di dare una prima risposta a partire dalla metà del 2016. Noi abbiamo già messo a disposizione un fondo con risorse regionali di 15 milioni di euro che come per le scelte legate al sostegno all’edilizia scolastica, anche in questo caso queste risorse accompagnano impegni che il Governo ha già assunto con la legge di stabilità. Quindi risorse che avranno una ricaduta anche sul nostro territorio regionale, proprio andando a sostenere le categorie beneficiarie.

    Un’altra misura fondamentale, importantissima legata proprio al sostegno e al rilancio del welfare regionale, è la scelta di avere nel 2016 deciso di compensare l’Irap per le Asp e le cooperative sociali che operano ovviamente nel settore dei servizi alla persona. Anche questo attraverso risorse regionali per una misura complessiva di 20 milioni di euro. Politiche culturali, quindi continua il rilancio di tutto il settore che ha a che fare con la cultura. Voi ricorderete che nel 2015 il settore cultura ha visto, in controtendenza con quello che sta succedendo anche in altre parti d’Italia, un aumento di 10 milioni di euro. Continua questo aumento di risorse per tutto il settore che ha attinenza con la cultura e con lo sport. Quindi nel 2016 sono previsti altri 5 milioni di euro sul fronte della cultura, e allo stesso tempo un impegno importante anche per tutto il settore che ha a che fare con l’impiantistica sportiva.

    Dicevamo, spese per investimenti che sono fondamentali nel 2016, anche perché è l’anno rispetto al quale la possibilità di continuare ad esercitare, anche attraverso la possibilità tramite indebitamento in percentuali anche se più modeste di realizzare investimenti, continua a mettere in campo un ruolo importante da parte della Regione. Noi abbiamo voluto aumentare complessivamente gli investimenti regionali nel 2016 per 107 milioni, che chiaramente anche in questo caso vanno a potenziare il settore del welfare, delle imprese, dell’ambiente, del lavoro e della cultura. Da questo punto di vista, continua ad essere la difesa del suolo uno degli ambiti su cui la Regione investe risorse importanti, perché nel 2016 avremo ulteriori investimenti per 39,5 milioni di euro e complessivamente, se teniamo presente tutto il triennio dal 2016 al 2018, saranno 120 i milioni investiti nel settore ambientale.

    Ricordavo prima un’integrazione di un fondo di 20 milioni per l’edilizia scolastica che si sommano alle risorse statali, che hanno una ricaduta importante sulla nostra regione. E per la prima volta viene istituito un fondo rivolto alle città costiere. Lo abbiamo definito il «Progetto costa», un intervento di 20 milioni di euro per la riqualificazione urbana. È chiaro il valore politico anche di questa scelta, che per la prima volta considera anche il distretto turistico costiero un vero e proprio distretto industriale in cui investire per riuscire anche ad abbellire le città della nostra stessa costa.

    Dicevamo prima, non soltanto attenzione alla fase di riordino istituzionale, il 2016 sarà un anno fondamentale per la tenuta dell’intero sistema e anche per l’attuazione di quella che è la legge n. 13/2015 del riordino istituzionale. Non soltanto attenzione da questo punto di vista alla salvaguardia dei posti di lavoro, ma capacità di dare anche una risposta rispetto a quelle politiche che fino ad oggi sono state in capo alle Province. Quindi, la maggiore difficoltà delle Province a rispondere a tutta una serie di esigenze, ci porta anche come Regione ad avere una maggiore attenzione a tutti quei temi che hanno a che fare ovviamente con il tema delle strade, delle scuole, e la rete infrastrutturale, quindi tutto il tema che ha a che fare con le strade vede un aumento nel 2016 nel piano degli investimenti di 12,5 milioni di euro. Per quanto riguarda gli impianti sportivi che citavo prima, invece l’aumento di risorse nel piano degli investimenti è di 5 milioni di euro.

    Voglio concludere questa rapida presentazione per sommi capi con un aspetto che ha impegnato, rispetto al quale Regione Emilia-Romagna è perfettamente consapevole della portata anche in questo caso del valore politico che ha l’elaborazione del documento di economia e finanza regionale.

    Voi ricorderete che nel 2015 abbiamo deciso come Regione di anticipare, anche se in via sperimentale, la predisposizione del Def con un obiettivo ovviamente di trasparenza nei confronti non soltanto dell’Assemblea legislativa, ma dei cittadini e delle imprese del territorio. Abbiamo il 31 ottobre approvato in Giunta il Def 2016 che chiaramente si arricchisce di un lavoro più importante rispetto al Def del 2015, che vede ovviamente oltre ad una analisi di quello che è il contesto complessivo in cui si cala la nostra azione amministrativa, tutta una serie di obiettivi strategici con cui noi intendiamo operare, che sono stati organizzati per aree, l’area istituzionale, l’area economica, sociosanitaria, culturale, territoriale e con una parte importante legata agli indirizzi strategici assegnati alle società controllate e partecipate.

    Anche in questo caso, voglio ricordare che siamo impegnati a lavorare come Regione sul fronte della riorganizzazione dell’ente regionale anche della riorganizzazione delle agenzie e delle società partecipate. A luglio abbiamo preso un impegno in Giunta, che ci permetterà entro la primavera del 2016 di presentare una riorganizzazione da questo punto di vista anche delle agenzie delle società partecipate.

    Questo è un po’ il quadro in cui abbiamo presentato in Commissione in questi giorni il nostro progetto di legge legato alla stabilità del 2016. Chiaramente oggi diventa importante raccogliere tutta una serie di considerazioni e di richieste di approfondimenti da parte degli attori che abbiamo chiamato in Commissione.

     

     

    Dott.ssa FABRIZIA FORNI – Tavolo regionale dell’imprenditoria CNA Emilia-Romagna

    Devo sottolineare che intervengo stamattina per conto del tavolo regionale dell’imprenditoria, di cui Cna ha assunto nei giorni scorsi il ruolo di coordinamento. Quindi, la posizione che mi accingo a precisare è in realtà il punto di vista che è stato condiviso dalle tredici associazioni datoriali che compongono il tavolo regionale dell’imprenditoria (Tri) e sono posizioni che si riferiscono all’impianto complessivo e alle scelte strategiche che riguardano le politiche trasversali, contenuti in questa proposta di bilancio. Fermo restando che osservazioni, integrazioni relative alle singole politiche di settore verranno presentate dalle associazioni componenti, partendo dalle competenze e dalle esperienze specifiche di ciascuno.

    Devo dire che abbiamo analizzato i contenuti di questa proposta di bilancio, inquadrandoli idealmente in un triangolo i cui tre vertici sono tre documenti fondamentali, citati anche dall’Assessore sul piano regionale. Il documento di economia finanza regionale per il 2016 che è stato presentato a fine ottobre dalla Giunta, con lo scenario di riferimento e le prospettive delineate da quel documento. Per altro verso, sempre sul piano regionale abbiamo misurato la coerenza delle proposte presentate nel bilancio con gli obiettivi enunciati nel programma di mandato prima, e soprattutto declinati di recente nel patto per il lavoro che abbiamo sottoscritto. Poi, terzo vertice assolutamente fondamentale, lo abbiamo letto questo bilancio alla luce dei vincoli e delle ulteriori restrizioni di risorse, che sono state introdotte dalla manovra finanziaria dello Stato prevista per il 2016 nella proposta di legge di stabilità.

    Il primo dato che ci sembra sia giusto sottolineare in termini positivi, è il fatto che la manovra di bilancio che ci è stata presentata attesta il bilancio regionale in continuità con i livelli del biennio precedente a 12 miliardi. Una conferma quindi di un ordine di grandezza importante, senza tuttavia sottrarsi con l’impegno al contenimento della spesa pubblica che è perseguito dalla legge di stabilità nazionale, e nel contempo mantenendo invariata la pressione della fiscalità regionale. Crediamo che questo sia un primo passaggio, un primo elemento che va riconosciuto.

    Così come è importante riconoscere, auspicando che effettivamente le premesse vengano mantenute, il fatto positivo che viene recuperata la normale tempistica prevista per l’approvazione del bilancio recuperando il disallineamento che si era prodotto, nel caso del bilancio 2015, con l’interruzione anticipata della precedente legislatura, perché è particolarmente importante che le risorse previste da questo bilancio vengano messe a disposizione in tempi rapidi.

    In generale, abbiamo verificato, abbiamo notato una coerenza tra l’appostamento delle risorse previste da questo bilancio e le priorità di intervento che sono state individuate nel confronto con le parti sociali, che è stato portato avanti nell’ambito del patto per il lavoro.

    Nelle osservazioni che proponiamo, notiamo alcune di queste coerenze, ma sottolineiamo anche la necessità, per renderle concrete ed efficaci, di dare loro continuità nella declinazione operativa delle misure. In particolare adesso, per soffermarmi solo sugli elementi principali, come dicevo, riteniamo sicuramente apprezzabile il fatto che non venga inasprita la pressione fiscale su famiglie ed imprese, pur in presenza di un calo delle risorse trasferite.

    Però sottolineiamo che, perché questa invarianza di pressione fiscale, soprattutto sulle imprese, produca effetti concreti, bisogna che la Regione eserciti tutta la sua capacità di orientamento e di indirizzo sul sistema delle amministrazioni locali e nell’ambito delle scelte di pianificazione per garantire anche l’adozione di politiche tariffarie e tributarie che non vadano a gravare sulle imprese, in particolare sulle attività produttive, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse naturali, il ciclo dei rifiuti, l’utilizzo del suolo, eccetera. Perché oggi queste tariffe rappresentano una voce di costo crescente per il sistema delle imprese.

    L’altro elemento importante che vogliamo sottolineare in termini positivi, è la continuità nell’impegno alla riduzione dei costi del funzionamento della macchina amministrativa, che fa seguito alle scelte già operate immediatamente dopo l’insediamento per ridurre i costi dell’apparato politico. Sosteniamo che è assolutamente indispensabile mantenere la barra dritta su questo obiettivo nel momento in cui si mette mano al processo di riordino istituzionale, che rappresenta momento importante di riassetto dell’intera macchina amministrativa.

    Vogliamo poi condividere come sistema delle imprese l’attenzione che viene riservata da questo bilancio alla salvaguardia della coesione sociale. È importante la conferma dello stanziamento a favore del fondo per la non autosufficienza, anche se ovviamente non possiamo non rilevare che a fronte di fabbisogni sempre crescenti della popolazione anziana e di un oggettivo aumento dei costi di produzione dei servizi che a questi vengono rivolti, in realtà questo fondo avrebbe bisogno di un incremento. Sicuramente riteniamo apprezzabile la destinazione di risorse regionali a questa nuova misura di contrasto della povertà delle famiglie. È coerente con queste scelte, che condividiamo, a favore della coesione sociale l’intervento di 20 milioni di euro finalizzato alla compensazione Irap per le imprese sociali e le Asp. È una scelta coerente con questo quadro, la interpretiamo anche come un primo esempio di concreta premialità che viene proposto a favore di imprese che concorrono al raggiungimento di obiettivi rilevanti per le politiche pubbliche. E pensiamo che possa essere in prospettiva esteso anche ad altri campi e ad altre situazioni. Rispetto a questo intervento, riteniamo che la Regione anche qui debba svolgere il proprio ruolo di indirizzo, in modo che non si trasformi in una mera partita di giro, cioè non venga riassorbito dalle amministrazioni locali in termini di manovra tariffaria sui servizi pubblici accreditati.

    Riteniamo poi corrente la scelta di appostare risorse regionali al rinforzo di quelle previste a livello nazionale per la difesa del territorio al contrasto del dissesto. È un piano che va declinato in tutti gli ambiti con modalità tali da favorire il pieno coinvolgimento nell’attuazione del sistema delle imprese locali.

    Venendo agli interventi più riservati alle attività produttive, pensiamo che sia stato giusto confermare l’appostamento di risorse sulle misure rivolte a favorire l’internazionalizzazione delle imprese regionali per dare continuità allo sforzo che è stato compiuto con successo in occasione dell’Expo, e si tratta ora di diffondere il portato di quel risultato positivo a tutto il tessuto positivo delle piccole e medie imprese.

    Analogamente, nel ritenere corretti e coerenti con la strategia di sviluppo che viene impostata per il sistema regionale, l’appostamento dei 25 milioni nel triennio sulla legge per l’attrazione degli investimenti in Emilia-Romagna, vogliamo sottolineare che questi accordi di insediamento di sviluppo delle imprese provenienti dall’esterno della regione, devono produrre effetti positivi su tutto il tessuto dell’impresa diffusa regionale, in particolare sulle catene della subfornitura, sul sistema del terziario e dei servizi alle imprese. In altre parole, ha senso concedere queste agevolazioni, queste corsie preferenziali importanti, perché nell’ambito delle risorse non particolarmente ampie a disposizione del bilancio regionale, 25 milioni di euro sono tanti. È giusto investirli in questa direzione, se questi investimenti che vengono incentivati hanno la prospettiva di creare occupazione e indotto per le imprese locali con garanzie di continuità nel tempo.

    Poi, è importante quando mi riferivo inizialmente ai tempi di approvazione del bilancio, l’importanza di rispettare i tempi di approvazione è poi particolarmente rilevante se pensiamo alle quote di cofinanziamento messe a disposizione per far decollare l’attuazione dei piani operativi regionali dei fondi europei. In questo caso, noi chiediamo di accelerare quanto prima con le risorse previste l’uscita dei bandi rivolti al sostegno dei processi di innovazione delle piccole e medie imprese, attivando procedure che consentano un’effettiva maggiore fruibilità di questi incentivi da parte delle imprese di piccola e piccolissima dimensione.

    Lo stesso vale per la tematica della green economy. Caso emblematico in questo caso è il piano dell’aria che fissa obiettivi intermedi molto ambiziosi e impegnativi. Questa tipologia di obiettivi merita senz’altro la predisposizione di strumenti specifici, che consentano di accompagnare, incentivandole, le imprese affinché possano arrivare preparate alle prossime scadenze.

    Voglio sottolineare anche quanto siano importanti gli investimenti che vengono previsti per cultura, sport e turismo, perché sono questi gli investimenti che servono per consolidare nuove traiettorie di sviluppo per il nostro sistema produttivo. Quindi per esempio sono molto importanti, anche se è un settore piccolo, le misure messe in campo dalla legge di promozione del settore dell’audiovisivo. Ma soprattutto in questo campo noi valutiamo molto positivamente, molto intrecciate con le prospettive di un settore fondamentale per il nostro sistema produttivo come quello del turismo, i 20 milioni di euro messi a disposizione della riqualificazione territoriale, della riqualificazione in particolare dell’area costiera. E sottolineiamo come sia molto importante, nella declinazione di questi provvedimenti, il coinvolgimento concreto del sistema delle imprese.

    Vorrei chiudere sottolineando una criticità di fondo. Come avrete notato, queste osservazioni sono tutte fatte dal tavolo regionale dell’imprenditoria con uno spirito positivo, di lettura positiva dello sforzo fatto in questo bilancio e con una volontà di collaborazione alla concretizzazione degli effetti di queste misure.

    Vorrei tuttavia sottolineare una criticità, che è relativa al fatto che poiché questo bilancio ha un obiettivo ambizioso che è quello di fungere da motore per il futuro, sostenendo quelli che sono i primi timidi segnali di ripresa economica, allora noi pensiamo che a fronte del contesto di risorse regionali indubbiamente molto scarso e di ambiti di manovra sempre più ridotti per il governo regionale, vista questa dicotomia, sia ineluttabile adottare scelte molto nette e intraprendere cambiamenti incisivi. Da questo punto di vista, noi ci attendiamo che vengano fatte scelte che possano in futuro convogliare sul sistema delle imprese, soprattutto sul sistema dell’impresa diffusa che rappresenta il fulcro del rilancio dello sviluppo, possano mettere a disposizione risorse importanti che sono ottenibili soltanto da un’attenta declinazione del processo di riordino istituzionale che – come dicevo in premessa – rappresenta un banco di prova decisivo per conseguire attraverso una retribuzione efficace delle competenze e l’ottimizzazione della gestione amministrativa una sostanziale riduzione dei costi di funzionamento della macchina, assieme ad una maggiore efficacia dell’azione di governo. Entrambi questi aspetti sono indispensabili per liberare quelle risorse, che sono necessarie per assicurare con continuità e con livelli adeguati interventi a sostegno del sistema delle imprese.

    Per esempio, quello che manca in questo bilancio in questa direzione e in questa fase dove nell’immediato ci sarebbe bisogno di assicurare un sostegno agli investimenti, alla ripresa degli investimenti di un sistema di piccole imprese che storicamente è sottocapitalizzato ed oggi è in particolare crisi di liquidità, nell’attuale panorama delle risorse disponibili non possiamo non verificare come non si sia riusciti a trovare lo spazio per fare un salto di qualità, che oggi risulterebbe necessario, relativamente agli interventi di supporto, al sistema dei Confidi per garantire un rilancio degli investimenti dell’impresa diffusa.

     

     

    Dott. TINO VACCARI – Confartigianato Emilia-Romagna

    L’intervento della collega Forni mi consente di essere anche molto più rapido, perché condivido ovviamente tutte le posizioni espresse, sia quelle positive e anche le criticità come tavolo regionale per l’imprenditoria. Il mio intervento vuole solo soffermare l’attenzione sul comparto dell’artigianato che io qui rappresento.

    Lo voglio dire perché è il settore che probabilmente ha pagato in termini più pesanti i duri anni della recessione che abbiamo alle spalle. Bastano questi pochi dati. Dal 2007 a giugno di quest’anno in Emilia-Romagna abbiamo perso ben 15.639 imprese artigiane. Erano più di 140 mila, oggi sono ridotte a 132 mila. Un calo del 10,5 per cento. Le variazioni più negative le abbiamo nelle costruzioni, meno mille imprese, nell’attività manifatturiera meno 370 imprese, nei trasporti.

    Ma ancora più pesanti i riflessi sull’occupazione delle imprese artigiane. Lo dico perché gli obiettivi che noi come tavolo regionale dell’imprenditoria abbiamo condiviso con il presidente Bonaccini anche nella firma del patto per il lavoro e anche nel recente incontro che abbiamo avuto proprio nel cambio della guida del tavolo regionale, i due obiettivi importanti che riguardano il tema delle imprese, ridurre la disoccupazione del 50 per cento in questa regione e aumentare le imprese che esportano, da ventimila a trentamila. Se vogliamo raggiungere questo obiettivo che noi condividiamo, non possiamo non partire anche da questi dati. Un settore fondamentale che per anni ha contribuito all’occupazione, agli investimenti e anche alle esportazioni, ha avuto un calo in questi anni di crisi di ben 34 mila addetti. Questo è un dato che deve fare riflettere. Ovviamente poi le punte più rilevanti sono nell’edilizia, nel tessile abbigliamento e anche nella meccanica.

    Se questa è la situazione di un settore importante come quello dell’artigianato, quali sono i problemi più acuti, cosa si può fare partendo anche dal bilancio della Regione per cercare di invertire la tendenza? Perché è vero che alcuni segnali che stiamo registrando, segnali anche con qualche segno più davanti, anche se nel nostro settore sono più ancora i meno rispetto ai più. Ma bisogna partire dagli aspetti critici, cruciali, dalle difficoltà più evidenti che incontra il nostro settore. Quello più evidente è l’accesso al credito. Noi abbiamo detto tante volte nei convegni che l’artigianato e la piccola impresa sono il motore dell’economia dell’Emilia-Romagna. Purtroppo questo motore è fermo, perché manca il carburante che, per le piccole imprese, è sicuramente il credito.

    In questo campo le restrizioni nell’erogazione del credito in Emilia-Romagna per l’artigianato sono state pesantissime. Vi do solo questo dato. Sono dati di Bankitalia tra l’altro, quindi inconfutabili. Nel 2014, su un totale di 102 miliardi di euro erogati al sistema delle imprese di questa regione, oltre 415 mila imprese che ha questa regione, solo poco più di 5 miliardi sono andati all’artigianato, che rappresenta il 30 per cento del registro ditte di questa regione, il 13% del Pil e il 15% dell’Expo. Bisogna partire da questi dati, se vogliamo poi raggiungere quegli obiettivi che anche ci indicava il presidente Bonaccini.

    Addirittura poi un vero tracollo, e questa è una specificità purtroppo dell’Emilia-Romagna perché sono andato a confrontare con regioni anche del Centronord anche a noi vicine come Veneto, Lombardia e Piemonte, nemmeno la Toscana è così, noi abbiamo avuto un tracollo sul credito agevolato all’artigianato. In dieci anni, gli ultimi, siamo passati dal 17,6 per cento che era la quota di credito agevolato all’artigianato, per investimenti sto parlando perché era l’Artigiancassa in particolare, siamo scesi dal 17,6% al 3,2%. Quindi con un crollo di quasi quindici punti. Mentre il credito agevolato totale del sistema delle imprese è calato solo dal 9,5% al 7,9%. Significa in sostanza che il calo più drastico l’ha avuto il nostro settore che è ancora formato da oltre 130 mila imprese. E anche i dati del primo semestre di quest’anno che ci dà Bankitalia, che registrano per la prima volta il credito erogato alle imprese il segno più (+ 0,4%), è importante visto che prima c’era sempre il segno meno, per l’artigianato resta ancora negativo, meno 1,7%. Lo voglio dire perché questa è la maggiore criticità che incontra il nostro settore.

    Cosa chiediamo al bilancio della Regione per lo sviluppo dell’artigianato? Chiediamo che siano interventi che sostengano il ruolo dei Confidi con un’integrazione con il fondo centrale di garanzia, non con una concorrenza sleale come sta avvenendo in questo momento. Il documento del tavolo regionale abbiamo chiesto anche alla Giunta regionale, di applicare in Emilia la Bassanini. Non costa niente. Lo dico, perché quando parliamo di bilancio, giustamente le risorse sono poche, questo provvedimento non costa assolutamente niente. Ma impone, come fanno altre Regioni, che il fondo centrale di garanzia operi in controgaranzia con il sistema dei Confidi.

    Ancora, chiediamo che nel bilancio della Regione ci sia un’attenzione particolare al nostro settore rispetto ad una legge. Noi abbiamo solo una legge che è fatta bene (n. 1/2010), che è la legge dell’artigianato in Emilia-Romagna, una legge di cui noi ci siamo vantati nel confronto con i colleghi di altre Regioni anche importanti. È ancora una legge buona. Casomai va adeguata alle nuove necessità, alle nuove esigenze. È una buona legge, però il problema è che questa legge non è più rifinanziata. E questo è molto grave, perché quando ci fu il trasferimento delle competenze dallo Stato alle Regioni, il famoso decreto Bassanini, l’artigianato è di competenza primaria delle Regioni. Lo Stato non ci mette più un cent per l’artigianato. Quindi noi le risorse possiamo trovarle solo a livello regionale.

    Lo dico perché altri settori invece giustamente, è consentito, applicano la politica dei due forni. Prendono soldi dallo Stato in provvedimenti per le imprese, e prendono soldi dalla Regione. Noi dallo Stato non prendiamo più niente, e dobbiamo prendere tutto dalla Regione. Purtroppo questa legge non è più stata rifinanziata, quindi siamo dentro il calderone generale importante delle leggi per le piccole imprese, ma non sono esclusivamente dedicate all’artigianato.

    Lo dico, perché recentemente la Lombardia ha fatto una legge (manifattura 4.0) che può avere aspetti anche criticati, però dal punto di vista del ricercare la specificità dell’artigianato è una legge importante, che andrebbe anche valutata attentamente per coglierne anche gli aspetti positivi che potremmo trovare anche nella nostra legislazione.

    Finisca con il dire che noi abbiamo questa legge (n. 1/2010) che fu finanziata in maniera anche adeguata, oggi rimane solo il finanziamento sull’articolo 13, poche migliaia di euro per progetti speciali, non c’è nessun finanziamento sull’articolo 12 che è quello che prevede espressamente, fatto bene, sostegno e sviluppo alle imprese artigiane. Su questo articolo non c’è nessun finanziamento.

    Ci sono stanziamenti in questo bilancio importanti che noi condividiamo, che già la collega Forni prima diceva sulle cooperative sociali, sull’assetto idrogeologico che noi condividiamo. Possibile che non si siano trovati alcuni milioni di euro da dedicare in maniera specifica all’artigianato?

     

     

    Dott.ssa MARINA BALESTRIERI – Segretaria regionale Cgil Emilia-Romagna

    Prima di entrare nel merito delle osservazioni sul bilancio di previsione 2016, è necessario da parte nostra come Cgil dare una valutazione più generale sulla proposta di legge di stabilità, sia perché le poste incidono sulla previsione al bilancio regionale, sia perché il tratto dell’impostazione del bilancio regionale ha elementi, a nostro avviso, che vanno in direzione opposta sia nel merito che nel metodo. È proprio nella giornata di ieri che si è arrivati ad un intendimento anche con il presidente Bonaccini per la sottoscrizione di un verbale di incontro rispetto al tema del bilancio.

    Le osservazioni però noi le vogliamo fare ugualmente, in quanto ci sono alcune poste che sono dal nostro punto di vista anche elemento di preoccupazione. Nella nostra organizzazione la manovra nazionale, la legge di stabilità non è espansiva, non crea lavoro ed è molto sbilanciata sulle imprese. Non riduce le disuguaglianze, nonostante la valutazione positiva che noi diamo sulle risorse che sono state individuate contro la povertà. È costruita una manovra prevalentemente in deficit che non servirà per finanziare investimenti, ma essenzialmente per disattivare clausole di salvaguardia, rinviando il problema agli anni successivi.

    È evidente da parte nostra che è necessaria in questo paese una vera risorsa riforma fiscale di natura redistributiva tesa a rafforzare il principio di progressività, in modo tale da liberare risorse economiche utili a sostenere consumi e investimenti, per finanziare anche un piano straordinario di creazione diretta di occupazione. La stessa operazione di cancellazione della Tasi è un’operazione lineare, in quanto non guarda né al valore dell’immobile, né al reddito dei proprietari. I Comuni che si stanno predisponendo a fare il loro bilancio di previsione, perderanno l’unica forma di autonomia tributaria e non riceveranno – questo è scritto alla nota al Senato rispetto alla legge di stabilità – pari risorse rispetto al fondo di solidarietà.

    Il rallentamento del patto di stabilità libererà gli investimenti, noi lo valutiamo in modo molto positivo, ma già nei confronti che noi stiamo avendo sui bilanci dei Comuni, mancano risorse. E questa è una concreta preoccupazione per la tenuta stessa dei servizi, in quanto non vi sarà naturalmente aumento di tasse. Questo è previsto in legge di stabilità.

    I tagli alla spesa colpiscono però prevalentemente la sanità e le Regioni per un ammontare circa di 15 miliardi entro il 2019, e questo produrrà effetti insostenibili. La proposta di legge di stabilità per il 2016 ridetermina in riduzione il fabbisogno sanitario nazionale di oltre 2 miliardi fissando il fondo sanitario nazionale a 111. Le risorse aggiuntive rispetto al 2015, però, sono legate a previsti incrementi di spesa per gli adeguamenti dei Lea, dato che gli 800 milioni sono vincolati ai farmaci innovativi e alla ricerca di risorse per il rinnovo dei contratti nazionali.

    Le risorse che arriveranno alla Regione Emilia-Romagna per effetto del riparto del fondo sanitario potrebbero a nostro avviso comunque avere riflessi sui servizi per i vicoli che prima ho elencato. Quindi Lea, farmaci innovativi e risorse per il contratto.

    Certo, noi pensiamo che se non vi saranno effetti correttivi per gli anni successivi, è a rischio la tenuta del servizio sanitario universale, e il diritto alla salute dei cittadini. Infatti non va dimenticato che le Regioni dovranno contribuire alla finanza pubblica per 900 milioni per il 2016, per quasi 4 miliardi nel 2017 e quasi 5,5 miliardi per il 2018. Questi i fatti oggettivi.

    Ci fanno esprimere molta preoccupazione rispetto alla tenuta dei servizi anche nella nostra regione e impediscono oggettivamente di guardare al bilancio regionale con una visione prospettica e programmatoria almeno di media durata, in quanto traguardano il 2016.

    Diciamo questo, perché il bilancio di previsione 2016 pone a nostro avviso le basi per dare una concreta attuazione all’impianto e ai contenuti del patto per il lavoro, che insieme abbiamo sottoscritto a luglio. E anche per questo avrebbe la necessità di certezza di risorse anche per gli investimenti. Apprezziamo comunque che la Regione non introduca aumenti di imposta a carico dei contribuenti e che le risorse aggiuntive, pari a 45 milioni, derivino dal saldo tra maggiori entrate e razionalizzazione della spesa.

    I dati socioeconomici della nostra regione indicano però anche da noi un aumento della povertà e della deprivazione materiale. Nel 2013 le famiglie residenti in Emilia-Romagna in condizioni di povertà relativa costituiscono il 4,5% del totale, e gli stessi dati del reddito pro capite pur essendo la nostra regione in termini assoluti, viene dopo la provincia di Bolzano e la Val d’Aosta, quindi una regione virtuosa, registrano in reddito pro capite una flessione più alta rispetto ad altre regioni importanti. Tra il 2007 e il 2012 c’è una diminuzione al reddito pro capite pari al 7,4 per cento. È per questi motivi che apprezziamo la scelta della Regione di incrementare le risorse destinate alle voci del welfare in coerenza con il patto per il lavoro al fine di ridurre le disuguaglianze.

    L’introduzione del fondo per finanziare i redditi di solidarietà, alimentato da 15 milioni di risorse regionali oltre che dalla quota parte delle risorse statali, dovrà avere però a nostro avviso criteri e condizioni di accesso di carattere universalistico. Bene la conferma delle risorse per il fondo regionale dell’autosufficienza, così come la previsione di neutralizzazione degli effetti dell’Irap per le Asp e per il privato accreditato. Questo naturalmente non dovrà comportare aumenti di tariffe a carico degli utenti. Elemento quest’ultimo chiesto anche da tutte le organizzazioni sindacali per la tenuta dei servizi per migliorare l’offerta.

    Importante inoltre anche la previsione, al fine del completamento del processo di riordino in atto, delle risorse necessarie per la copertura del costo del personale delle ex Province, come l’Assessore ha evidenziato.

    Le previsioni di bilancio per il 2016 trovano conferme di poste anche ulteriori per dare attuazione ad altri aspetti che sono contenuti nel patto per il lavoro. In particolare, le politiche per l’istruzione, la formazione, università, la ricerca e lavoro anche al fine di trovare tempestiva e concreta attuazione all’agenzia regionale per il lavoro. Il totale cofinanziamento dei fondi strutturali europei, l’attuazione della legge sulla attrattività con le risorse appostate, gli interventi sulla cultura, sullo sport, sul turismo, sul dissesto idrogeologico, sull’edilizia scolastica, sull’agricoltura oltre all’attuazione degli impegni, un aspetto molto importante anche questo del patto per il lavoro, sulla legalità e sugli appalti.

    Anche le risorse individuate sulla mobilità sostenibile per la salvaguardia del livello e della qualità di offerta dei servizi di trasporto pubblico locale, sia per il settore autofiloviario che ferroviario, trovano dal nostro punto di vista un valore positivo. Ma vorremmo sottolineare su questo che la Regione dovrebbe fare un’operazione di integrazione e coerenza con i Comuni su questo aspetto specifico, in quanto i Comuni sul trasporto locale si troveranno a subire tagli su questa voce, se la proposta della legge di stabilità dovesse trovare conferma nelle sue poste.

    Per ultimo, anche se non per importanza, esprimiamo preoccupazione per il tema della casa, dell’emergenza abitativa e soprattutto per l’azzeramento del fondo nazionale per l’affitto che è stato completamente tagliato per il 2016.

    Apprezziamo, e questo lo abbiamo anche detto agli incontri, la conferma delle risorse aggiuntive regionali su questo tema, ma mancano all’appello 8,6 milioni. Noi lo vogliamo sottolineare, perché non si tratta solo di soldi, ma si tratta di persone in carne e ossa in estrema difficoltà, che hanno ricevuto in questi due anni un contributo economico unito al contributo regionale che i Comuni hanno distribuito. E auspichiamo che su questo tema si possa trovare una soluzione importante, anche su questo aspetto.

     

    Dott. MARIO AGNOLI – Direttore Confindustria Emilia-Romagna

    Cercherò di esprimere una valutazione soprattutto con proposte su questo bilancio 2016, e in primo luogo partendo da una considerazione di metodo perché occorre avere la consapevolezza, o almeno l’esperienza ci insegna che i margini di intervento che ha l’Assemblea regionale sul bilancio sono di fatto assolutamente residuali, almeno dal punto di vista dell’esperienza. Dal punto di vista di principio no, ma dal punto di vista dell’esperienza sono sicuramente residuali. E questo ha un senso, perché il bilancio è l’atto più vicino all’attività del governo regionale della Giunta. In Inghilterra il cancelliere dello scacchiere porta il bilancio e il bilancio non si modifica. O è così e viene approvato, oppure il governo si dimette. La cosa ha un senso, dunque il bilancio è l’atto economico, l’atto finanziario che esprime il programma e la volontà del governo.

    Da noi è un po’ diverso, e quindi la proposta che io vi faccio e che abbiamo fatto in passato, soprattutto alla Commissione, è quella di svolgere un’attività conoscitiva, che essa pure può fare, prima che il governo regionale imposti il bilancio in modo da raccogliere opinioni, suggerimenti, proposte e trasferirle, nel dialogo istituzionale e corretto che c’è, al governo regionale.

    Non che il governo regionale trascuri i rapporti con le parti sociali, e voglio ringraziare l’Assessore e i suoi collaboratori per la continua disponibilità, la trasparenza, la puntualità che contraddistingue il loro operato, e le possibilità di confronto che abbiamo avuto. Tuttavia è evidente che le proposte che noi possiamo fare e che anche altri colleghi hanno fatto, si collocano su un impianto di bilancio assolutamente definito e chiuso. Non ricordo delle particolari modifiche negli appostamenti negli ultimi bilanci della Regione. Quindi questa è una prima considerazione, una prima proposta che mi permetto di formulare soprattutto per gli anni a venire. E vorrei ricordare che da oggi in poi il bilancio preventivo, o previsionale per l’esattezza, diventa il vero atto di bilancio. I vincoli introdotti dalla legge n. 24372012 sulle modalità di spesa, di rendicontazione svuotano di gran parte di significato la legge di assestamento, che era invece normalmente la norma con la quale, a seguito delle decisioni delle leggi finanziarie di fine anno, si apportavano gli aggiustamenti e i nuovi appostamenti. Questo diventa residuale, diventa scarsamente gestibile, tenuto conto che poi la rendicontazione degli appostamenti deve esaurirsi nella decisione di impegno, nelle decisioni di spesa, nelle attuazioni, nella rendicontazione entro lo stesso anno contabile. Competenza e cassa che devono coincidere nello stesso anno di competenza. E questo obiettivamente è un grandissimo vincolo, un vincolo a nostro avviso un po’ stupido che ci è stato imposto, un vincolo per il quale abbiamo condiviso esplicitamente in Parlamento gli emendamenti che hanno presentato le Regioni, la Conferenza delle Regioni. Non abbiamo visto da parte di nessuno dei partiti politici, lo dico con molta franchezza, attenzione a queste esigenze che mortificano il territorio. Quindi le forze politiche devono assumersi delle responsabilità e siamo ancora in tempo perché la legge di stabilità deve ancora essere approvata, possono approvare almeno due degli emendamenti che la Conferenza delle Regioni hanno proposto. Perché una cosa è avere il pareggio di bilancio fra competenza e cassa nell’ottica triennale, benissimo, giusto. Una cosa assolutamente insignificante, illogica, impossibile, ma non solo per le imprese, ma per gli stessi enti pubblici che gestiscono investimenti, è avere un tempo certo e sicuro di realizzazione dell’investimento e di garantire un pareggio di cassa e competenza nel corso dell’anno. Questo significa, tradotto in termini molto banali, un blocco degli investimenti sia pubblici che privati. E di questo dobbiamo essere tutti consapevoli.

    La seconda osservazione, la seconda proposta che voglio fare, riguarda i richiami che alcuni colleghi dell’artigianato o del sindacato hanno fatto alla legge di stabilità nazionale. È inutile che veniamo qui a lamentarci. Questa è l’impostazione, dobbiamo lavorare a Roma su queste cose. È inutile che Vaccari abbia sogni rivolti al passato, i soldi che servivano per finanziare l’artigianato derivavano dal fondo delle attività produttive, che il Governo dell’allora ministro, noto economista, il professor Tremonti, cancellò nel momento in cui c’era bisogno di fare cassa, invece di tagliare la spesa pubblica, la spesa corrente, tagliò la spesa degli investimenti. Noi avevamo 750 milioni di euro tutti gli anni derivanti dalle vecchie leggi nazionali, che consentivano delle politiche di stimolo all’economia. Questi non ci sono più e non ci saranno più. Quindi è inutile che l’amico Vaccari chieda di finanziare l’articolo 12, perché i soldi per quella roba non ci sono.

    Vorrei anche ricordare a tutti noi che se guardiamo nell’insieme il bilancio, ci sono le risorse per “economia” e imprese, compreso l’artigianato, sta nei Por-Fesr. E se andiamo a guardare i primi articoli della legge n. 14/2014 sull’attrattività, l’artigianato che volle fermamente quegli articoli, ricorderà bene che quelle disposizioni riguardano proprio loro e le possibilità di supportare lo sviluppo delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane. Comprese le nostre, perché abbiamo il 95 per cento di imprese con meno di cinquanta dipendenti.

    Questo lo dico perché, quando ci troviamo in queste occasioni, dobbiamo credo fare uno sforzo di elevarci rispetto alla settorialità, e guardare nell’insieme le tematiche che uniscono e rendono importante uno sforzo per lo sviluppo economico.

    Ci sono delle mega scelte che la relazione, molto ben fatta, al progetto di legge di bilancio indica. La prima è quella più politica. Non abbiamo aumentato le tasse. Ma francamente la proposta che noi faremmo, è che non abbiamo visto una diminuzione delle tasse. Anzi, nel corso dell’anno scorso le imprese hanno visto un aumento indiretto del carico tributario esclusivamente in conseguenza di decisioni della Regione. Mi riferisco alla tassa sulle attività estrattive, mi riferisco alle nuove imposte per i rifiuti, sia pure calmierate dopo un certo vivace dibattito. Ma credo che sia molto importante avere presente quello che è il carico fiscale e tributario complessivo che va oggi a calare sulle imprese. Ricordo peraltro che la Regione ha utilizzato con molta misura le addizionali, questo va detto, rispetto ad altre Regioni nostre dirette concorrenti.

    Mega scelte. Le mega scelte sono ben indicate, cinque mega scelte, su alcune credo che siamo tutti d’accordo, il fatto di poter contare sul cofinanziamento del fondo strutturale, direi che è un atto obbligato, che però essendo un cofinanziamento regionale comporta due conseguenze negative. La prima conseguenza negativa è che il cofinanziamento regionale non viene, ai sensi della legge di stabilità, considerato estraneo ai vincoli della stessa legge di stabilità. Anche questo è un assurdo, soprattutto se pensiamo che con le modifiche alla legge di stabilità, il cofinanziamento nazionale è stato tolto e quindi reso libero dal patto di stabilità. Siamo più brutti? Le Regioni sono così?

    Anche qui la politica però ha le sue responsabilità, di tutti i partiti. Quindi ditelo ai vostri di Roma, cosa stanno a fare quando guardano la legge di stabilità? Ci sono degli emendamenti della Conferenza delle Regioni su questo punto che il mondo produttivo, almeno Confindustria, ha appoggiato. Questo vorrebbe dire alleggerire il bilancio della Regione e consentire risorse o maggiori spazi per l’esattezza, di risorse da destinare ad investimenti pubblici o altre forme che possano sostenere l’economia.

    La seconda conseguenza attiene invece più direttamente alla Regione. È evidente che se la Regione, faccio un esempio, decide di stanziare 28 milioni per continuare a pagare gli stipendi ai dipendenti delle Province, in un quadro piuttosto confuso francamente di attuazione della legge Delrio a livello nazionale, è chiaro che questi 28 milioni che sono risorse proprie della Regione, vanno a detrimento delle quote, che avrebbero potuto essere utilizzate forse meglio, riteniamo noi, per il cofinanziamento dei fondi strutturali, liberando risorse per gli investimenti.

    Ci avevano detto che il superamento delle Province determinava una diminuzione della spesa pubblica. A me pare che come minimo è rimasta uguale. Forse è un provvedimento transitorio, è un provvedimento che riguarda solo una annualità, mentre quando noi parliamo del bilancio, dobbiamo considerare che sono appostamenti di carattere triennale, e poi dobbiamo vedere quali saranno le risorse utilizzabili nel primo anno, cioè nel 2016.

    I vincoli esterni che sono stati anche richiamati dalla collega della Cgil, li conosciamo bene, purtroppo possiamo farci poco qui, dobbiamo fare qualcosa di più al Parlamento. E credo che possiamo fare una considerazione d’insieme. Le risorse complessive disponibili sul bilancio della Regione, più o meno sono quelli, i 12 miliardi quelli erano, quelli restano. Anzi, se guardiamo l’agglomerato complessivo, compresa la sanità, sono in diminuzione almeno nelle aspettative tra il patto sanità 2014 e il patto sanità nuovo. Quindi sono stati ricordati. Quindi un primo vincolo è quello lì.

    Un secondo vincolo, non è che sono i carri armati di Mussolini che andavano sempre di qua e di là, le cifre dei Por sono sempre quelli. Quindi quelli sono e quelli abbiamo. Sono molti, perché non sono pochi, sono 2 miliardi e mezzo, ma non è che rappresentano rispetto all’anno scorso un aumento. Certo, c’è il problema di spenderli e c’è il problema di metterci il cofinanziamento. Credo che dobbiamo tenere presenti questi due punti fissi della schedina.

    Se noi teniamo conto di questo, e quindi tutti i vincoli di destinazione, penso che l’unica cosa che dobbiamo e possiamo fare, è di concentrarci sugli interventi che la Regione ha deciso di fare e dando delle indicazioni di priorità sia con le risorse complessive che ho ricordato (Por-Fesr), risorse nazionale con destinazione prefissata, e risorse proprie. Credo che questo sia il vero punto del ragionamento e il vero punto degli sforzi che noi dobbiamo fare.

    Se guardiamo da questo punto di vista la legge di bilancio, credo che possiamo distribuire o distinguere tre grandi aree di intervento, che sono poi interventi di modalità tipiche degli interventi di politica economica e di politica industriale.

    La prima è la domanda pubblica. In questo bilancio ci sono varie partite, vari interventi che afferiscono alla cosiddetta domanda pubblica. E dobbiamo dire che ci sono cose anche interessanti e nuove da questo punto di vista. Parlo dei 150 milioni fra statali e regionali sul dissesto idrogeologico e la regimazione idraulica. È un giusto investimento, è un investimento preventivo che ci evita poi di correre dietro con quattrini piuttosto intensi ai dissesti, quando essi si realizzano purtroppo.

    Ci sono qualche cosa come 70 milioni, di cui 30 del Por-Fesr sull’agenda digitale. E questo è un altro intervento indispensabile per guadagnare il terreno perduto su questo punto di vista. Poi, si potrebbe forse riflettere un po’ di più, un po’ meglio su chi gestisce questa roba, sarebbe meglio che non fosse il mercato. Ma non è questa la sede.

    Abbiamo un intervento importante sull’edilizia scolastica, sono 103 milioni di euro di cui 24 regionali. Abbiamo interventi per il trasporto pubblico locale e per le infrastrutture, e penso in particolare al materiale rotabile. Si è fatto molto in questi anni, ed è bene continuare perché visto che dovremo andare o in bicicletta o in treno, perché non potremo disporre delle infrastrutture minime necessarie per spostare la gente e le merci, e dovremo portare la tangenziale all’interno della città di Bologna, così ci dicono i più lungimiranti, è evidente che dovremo puntare molto sul materiale rotabile. Poi forse parrebbe essere consigliabile rimettere le dogane a Porta Lame, che così torniamo avanti e andiamo un poco verso la modernità.

    Queste sono le voci principali, e dobbiamo anche dire, passando alla seconda voce che sono i fondi strutturali, che essi complessivamente sono adeguati. E questi ci sono già. Ci sono già, ci sono gli assi, ci sono le misure, quindi il bilancio può fare poco su questa partita qua. Perché abbiamo voci sul Por-Fesr per l’ambiente e l’innovazione che si aggiungono alle risorse del dissesto, abbiamo risorse significative sul fondo sociale europeo, perché abbiamo se ricordo bene 750 milioni di euro in sette anni. Sull’agenda digitale ho già detto, ma c’è anche una voce all’interno del Por-Fesr a questo riguardo. Sull’energia abbiamo uno stanziamento all’interno del Por-Fesr, o delle previsioni di spesa da questo punto di vista. Quindi occorre semplicemente partire con i bandi.

    Riconosciamo che su alcune partite più rilevanti si è partiti, su altre occorre partire, perché le piccole e medie imprese probabilmente ne hanno necessità. Sappiamo quali sono i vincoli anche organizzativi e gestionali, ma siamo certi per i primi mesi dell’anno prossimo.

    Quali possono essere invece i punti di criticità o i punti di debolezza o delle proposte che noi riteniamo poter suggerire in modo integrativo? Il primo tema riguarda l’ambiente. È stata di recente approvata la legge sulla cosiddetta economia circolare, in particolare con riferimento ai rifiuti. Questa legge prevede due forme di sostegno agli investimenti e alle iniziative che consentono l’utilizzo del rifiuto, il riciclo del rifiuto e così via. Non c’è copertura, Assessore, su questa legge. Quindi l’accordo tra gentiluomini è che le imprese si impegnano a fare, preventivamente rispetto alle scadenze nazionali e comunitarie questa roba, però non possiamo solo sperare in una modifica nominalistica dei sottoprodotti delle materie seconde. Abbiamo bisogno che quelle norme previste nella legge che sostengono gli investimenti a questo riguardo, vengano sostenute.

    Quindi la proposta nostra è molto semplice, prevedere un fondo rotativo. Fondo rotativo vuol dire conto interessi, quindi quattrini che, salvo qualche scivolone, tornano di ritorno in Regione. Questi denari sono stati utilizzati utilmente con il bando amianto recentemente avviato, che utilizzavano, se non ricordo male, quegli 8/9 milioni di euro, ma sono stati reimpegnati in questo bando. Quindi la nostra proposta è un fondo rotativo che accompagni la nuova legge sull’economia circolare. È una sfida che viene imposta a tutte le imprese, comprese quelle del commercio e dell’artigianato, crediamo che sia opportuno mettere in campo quello strumento che la stessa legge ha previsto.

    La seconda considerazione e la seconda proposta riguarda invece le cosiddette risorse proprie, che sono uno per l’altro 10 milioni di euro. Ricordo che non sono 10 milioni di euro aggiuntivi, sono 10 milioni di euro disponibili in più, perché l’anno scorso tutti d’accordo decidemmo che i 10 milioni più altri 10 dovevano essere messi per il cofinanziamento dei fondi europei 2014/15. Quindi si liberano quest’anno 10 milioni. Ma non sono 10 milioni aggiuntivi, ergo lo stanziamento complessivo, compresi i 10 dell’anno scorso che riguardano le attività produttive, sono sempre 39/40, meno 10 destinati al cofinanziamento dei Por. Siamo molto lontani dai tempi in cui c’era il fondo delle attività produttive, ma la nostalgia non ci aiuta a modificare la situazione.

    La domanda che viene spontanea, ma queste risorse sono adeguate, sono coerenti agli obiettivi sfidanti in termini di crescita, di export, di occupazione che stanno scritti nel programma del presidente Bonaccini e che sono stati recepiti nel patto per il lavoro? Certo, uno può rispondere un momento, diamo un senso alle proporzioni, guardiamo i quattrini che sostanziano i Por-Fesr, adesso togliendo l’agricoltura che ne porta via una bella fetta, perché ne porta via 1,2 miliardi di cui solo una piccolissima parte vanno all’agroindustria o all’agroproduzione in senso manifatturiero, ne abbiamo un pochino di meno. Non sono pochi soldi, ma lo sforzo autonomo proprio della Regione forse poteva essere più rilevante.

    Quindi non è una valutazione negativa, ma è una valutazione di coerenza e di opportunità per sostenere alcune politiche che la stessa Regione si è prefissata di raggiungere.

    Cito due voci in particolare, che credo siano rilevanti. La prima attiene alla legge n. 14, la cosiddetta legge per il sostegno agli investimenti e all’attrattività. Parliamo dei cosiddetti investimenti di rilievo regionale, così recita la legge n. 14, che è una legge sulla base della quale sono già state messe in cantiere delle operazioni di rilievo internazionale. E la business community internazionale ed europea sta guardando con crescente attenzione all’Emilia-Romagna come luogo dove poter investire, insediarsi o ampliare, poi ci sono anche quelli che per una serie di motivi decidono di abbandonare il campo o di trasferire delle lavorazioni, ma gli effetti sul versante degli investimenti, sul versante dell’occupazione, sul versante della crescita qualitativa dei dipendenti sono di particolare rilievo.

    Io personalmente ho avuto occasione in un paio di incontri a livello internazionale, un po’ facevo l’agitprop per la mia Regione, perché devo e voglio fare volentieri anche questo. Ho constatato molto interesse da parte di gruppi di rilievo internazionale. Sono sufficienti i 25 milioni di euro che sono stati appostati sulla legge n. 14/2014? Evidentemente, no. Ma d’altra parte noi non possiamo stampare moneta.

    La domanda che noi ci facciamo è: il bando, che deve uscire a breve, deve poter utilizzare fin da subito tutti i 25 milioni per andare incontro alle prime proposte, progetti di investimento ai sensi della legge n. 14/2014? Poi, siccome gli investimenti non si fanno dalla mattina alla sera, è chiaro che ci sarà una scansione temporale, ma l’impegno di spesa, sia pure triennale o biennale, dovrà essere.

    Quello che è importante, Assessore, lei lo ha sentito altre volte, è mettere a disposizione una cifra politica. Il mondo degli investitori sta a Francoforte, sta a Londra, sta a Zurigo dove ci sono dei signori che spostano le bandierine o che decidono che si va di qua o di là. Noi dobbiamo andare da questi signori, dicendo che in Emilia-Romagna ci sono 100 milioni di euro nei prossimi tre, cinque, sei anni disponibili. Magari non sono a bilancio, ma devono far parte di una dichiarazione politica che accompagna il bilancio, perché con quella roba lì tutti noi andiamo a fare la stessa operazione, quando incontriamo degli operatori finanziari, dei fondi di investimento, delle banche e cose di questo genere. Quindi questa è un’altra proposta.

    Un’ulteriore proposta riguarda invece, poi è una vexata quaestio, il tema dell’internazionalizzazione. Il presidente Bonaccini si è dato degli obiettivi piuttosto sfidanti, piuttosto rilevanti, e ci piacciono come obiettivi. Portare ad aumentare la percentuale di export, aumentare il numero delle imprese che vanno sui mercati, aumentare il fatturato delle nostre esportazioni, perché le nostre esportazioni sono il pilastro su cui siamo riusciti ad attraversare la crisi senza affondare. Poi, purtroppo i riflessi li ha ricordati Vaccari prima, quando ricordava dei numeri piuttosto agghiaccianti sulle morti di imprese artigiane che facevano e fanno parte delle filiere produttive. Quindi quando ragioniamo di questo, ragioniamo di un sistema unico di produzione.

    È evidente che spingere la micro impresa, che non ha mai esportato, non è una cosa semplice: occorrono delle modalità, dei progetti integrati, perché non è la partecipazione mordi e fuggi ad una fiera, occorrono dei progetti di medio, lungo termine.

    Se noi guardiamo gli stanziamenti che riguardano l’internazionalizzazione negli ultimi anni 2013/14, 2014/15, vediamo che la cifra appostata in bilancio si aggirava sempre attorno ai 10 milioni di euro. Cifra più, cifra meno. Questi 10 milioni di euro hanno avuto poi nel 2015 una destinazione prioritaria, condivisa, giusta e che ha avuto un successo straordinario, cioè la partecipazione a Expo, la nostra proposta è di tornare con il bilancio 2016 alla cifra basica dei 10 milioni di euro. Noi per la verità avevamo a suo tempo proposto al presidente Bonaccini di osare un po’ di più e di giungere fino al 12, perché questo avrebbe consentito delle azioni più complete. 2 milioni di questi 12 ci possono venire dal Fesr, che ha una piccola voce che riguarda l’internazionalizzazione. Due più due nei due anni, ma vanno bene uguale.

    Quindi quando noi vediamo lo stanziamento che si ferma a 8,5 milioni, non diciamo Assessore che è poca cosa. Siamo consapevoli dello sforzo, delle difficoltà, dei vincoli, ma ancora una volta insistiamo per una proposta che se l’Assemblea la condividerà e la vorrà portare avanti, se ci sarà la possibilità che venga portata avanti in sede di discussione e approvazione del bilancio, ecco che noi riterremmo che l’operazione di questo bilancio che si colloca in un contesto molto complesso, molto difficile dal punto di vista delle macro ragioni nazionali, possa essere coerente o ancora più coerente agli obiettivi del nostro patto per il lavoro.

    Quindi le nostre proposte sono molto semplici, sono quattro. Una è di metodo, tre sono di merito, una riguarda l’ambiente, una riguarda l’attrattività e la quarta riguarda l’internazionalizzazione.

     

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Sono finiti gli interventi. Per chiudere, lascerei la parola all’assessore Petitti per brevi considerazioni e poi, come tutti sapete, noi passeremo – lo dico anche ad Agnoli – a votare in Commissione il bilancio il 15 e 16 dicembre, quindi sia la legge che gli articolati, con la presentazione degli emendamenti da parte della Giunta entro il 10 dicembre, e da parte invece dei Consiglieri, quindi dei partiti, entro il 14 dicembre. Questo è il cronoprogramma per poi arrivare in Assemblea il 21, 22 e 23 per l’approvazione.

    Lascio la parola per le conclusioni all’assessore Petitti.

     

     

    Assessore PETITTI

    Io ringrazio le associazioni, gli intervenuti su quelle che sono state alcune proposte che denotano ovviamente l’interesse rispetto a questo bilancio regionale. E l’impegno che prendiamo, è quello di valutare anche tutta una serie di proposte che sono emerse questa mattina con grande attenzione.

    Alcuni passaggi credo che meritino una precisazione da parte nostra, e allora volevo provare a dare nel merito alcune risposte anche rispetto agli impegni che già con questo bilancio abbiamo preso. Innanzitutto mi preme condividere anche una serie di preoccupazioni, che sono emerse su quello che è il tema legato alla sanità. Noi sappiamo che abbiamo un bilancio regionale di 12 miliardi, 8 dedicati alla sanità, e sappiamo anche che l’incremento del miliardo previsto sul 2016 ci permetterà come regione Emilia-Romagna di avere un aumento riconducibile a 72 milioni di euro nel 2016, e sappiamo che sono tuttora in corso una serie di approfondimenti, di confronti proprio tra Regioni e Governo perché chiaramente il tema della programmazione rispetto alla sanità, quindi cosa accadrà anche negli anni a seguire, e se questo incremento previsto nel 2016 rimarrà tale nel 2017 e nel 2018, o se ci saranno degli ulteriori aggiustamenti, credo che meritino una serie di considerazioni che dovremo poi fare nei prossimi mesi.

    Quindi credo ci siano anche i margini tuttora per una trattativa, che ci auguriamo possa poi rispondere a quelle che sono le richieste che le Regioni hanno fatto rispetto al tema che era previsto poi dal patto per la salute. Quindi tutta la questione che riguarda ovviamente gli incrementi previsti dai nuovi farmaci, i Lea e i contratti ovviamente nazionali di lavoro.

    Detto questo, c’è un altro tema fondamentale che ovviamente come Regione ci sta impegnando, veniva ricordato anche da Agnoli, anche in questo caso rispetto alla nostra volontà attraverso emendamenti presentati alla stabilità, che è proprio il tema del patto di stabilità. Noi stiamo lavorando in modo costante, perché ci possono essere le condizioni in futuro per un allentamento del patto. Sappiamo cosa significa, sappiamo perfettamente che il pareggio di bilancio in Costituzione è la naturale evoluzione delle normative legate al patto di stabilità interno e che se troveremo nel 2016, perché questo è l’impegno che ha preso il Governo e credo che questo vada riconosciuto in modo molto chiaro e molto netto, un impegno che ha preso a trovare una modalità, pur complessa, di gestione sul 2016 che ci permette comunque di fare investimenti importanti su cui la Regione è impegnata. È evidente che lo slittamento al 2017, implicherà una serie di vincoli che saranno rimandati, su cui noi come Regioni, stiamo tentando di portare il nostro contributo, perché ci possano essere sempre maggiori spazi di risorse per investimenti pubblici.

    Lo dico, perché chiaramente il ruolo della Regione – lo sappiamo tutti – in questi anni, rispetto anche ad un patto di solidarietà territoriale, è stato fondamentale anche per i nostri enti locali.

    Alcune considerazioni le volevo fare, proprio perché condivido quello che hanno detto oggi i rappresentanti delle nostre associazioni con il patto per il lavoro, con l’investimento su Expo 2015 che la regione Emilia-Romagna ha fatto in maniera importante. Abbiamo detto chiaramente che vogliamo sempre di più aumentare la sostenibilità delle nostre imprese sul territorio regionale, imprese che dovranno esportare e con l’obiettivo previsto dal patto ridurre la disoccupazione del 50 per cento da qui al 2020. Io credo che le risorse messe a disposizione anche già con questo bilancio, siano risorse importanti.

    Oltre ai fondi europei, siamo la prima Regione che ha avuto la garanzia dei 2 miliardi e mezzo rispetto ai fondi europei da qui al 2020, io voglio ricordare che sul fronte dell’internazionalizzazione abbiamo aumentato nel 2016 da 5 a 8,4 milioni di euro le risorse a disposizione. Oltre al tema della legge dell’attrattività e quindi ai 25 milioni di euro previsti per il triennio a venire.

    Sul tema del credito che è un tema, che è stato giustamente chiamato in causa da tutti i rappresentanti, Confartigianato, Cna, Confindustria, tutte le realtà che in qualche modo sentono forte il rapporto tra rilancio delle imprese e capacità di realizzare sempre in modo più proficuo una tenuta sul credito, io voglio ricordare che noi abbiamo aumentato anche due voci di capitolo su nuovi fondi proprio rispetto al credito, uno di 4,5 milioni di euro per un fondo straordinario di garanzia a favore delle imprese, e un altro fondo di 2 milioni, quindi complessivamente ulteriori 6 milioni e mezzo di euro rivolti soltanto al tema del credito, proprio per forme di ingegneria finanziaria destinata agli intermediari finanziari vigilati. È evidente che il tema a noi è ben chiaro, quindi anche la volontà di riuscire a dare una risposta rispetto a questo tema, credo che sia presente anche in questo bilancio.

    Detto questo, è chiaro che le ulteriori valutazioni e proposte che sono state avanzate anche questa mattina, le terremo in considerazione. Saranno anche frutto di una riflessione che faremo con gli Assessori, oltre che rispetto a questa fase che ci porterà ad approvare il bilancio nelle prossime settimane, anche in una prospettiva futura sul 2016.

    Quindi io ringrazio per questa mattinata, dove sicuramente anche questo lavoro che stiamo continuando a portare avanti di confronto non soltanto sul tema delle finanze, ma sul tema – come veniva ricordato dalla rappresentante di Cna – dalla capacità di tenere insieme un sistema che facendo delle riforme istituzionali, uno dei temi, degli assi portanti anche del lavoro che stiamo facendo sul fronte della semplificazione e della sburocratizzazione su cui dovremo impegnare sempre di più il 2016, credo che possano rappresentare tutta una serie di strumenti che insieme saranno a supporto anche del rilancio dell’economia delle nostre imprese che abbiamo anche in questa sede avuto modo di ascoltare.

    Quindi grazie per queste ulteriori proposte e suggerimenti rispetto al lavoro che andremo a fare.

     

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Ancora grazie a tutti. È terminata l’udienza conoscitiva della Commissione. Se potete mandarci i testi delle varie osservazioni che avete trattato, così le assimiliamo in Commissione. Grazie.

     

     

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