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Legislatura X - Commissione V - Resoconto del 09/09/2016 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 23

    Seduta del 9 settembre 2016

     

    Il giorno 9 settembre 2016 alle ore 10,00 è convocata, con nota prot. n. AL.2016.40513 del 29/08/2016, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna, Viale A. Moro n. 50, in udienza conoscitiva la Commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    PARUOLO GIUSEPPE

    Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    AIMI ENRICO

    Vicepresidente

    Forza Italia

    2

    presente

    RAVAIOLI VALENTINA

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    ALLEVA PIERGIOVANNI

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BOSCHINI GIUSEPPE

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    CALIANDRO STEFANO

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    CAMPEDELLI Enrico

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    FOTI TOMMASO

    Componente

    Fratelli d’Italia

    1

    assente

    GIBERTONI GIULIA

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    IOTTI MASSIMO

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    LIVERANI ANDREA

    Componente

    Lega Nord

    3

    presente

    MARCHETTI FRANCESCA

    Componente

    Partito Democratico

    5

    presente

    MUMOLO ANTONIO

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    PETTAZZONI MARCO

    Componente

    Lega Nord

    4

    assente

    PRODI SILVIA

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    PRUCCOLI GIORGIO

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    RANCAN MATTEO

    Componente

    Lega Nord

    2

    presente

    RONTINI MANUELA

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    SASSI GIAN LUCA

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    SENSOLI RAFFAELLA

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    TARASCONI Katia

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    TARUFFI IGOR

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà

    1

    assente

    TORRI YURI

    Componente

    Sinistra Ecologia Libertà

    1

    presente

    Sono presenti Paolo ZOFFOLI (PD), Barbara LORI (PD) e Nadia ROSSI (PD).

     

    Partecipa alla seduta: Massimo MEZZETTI (Assessore alla cultura, politiche giovanili e politiche per la legalità).

     

    Presiede la seduta: Giuseppe PARUOLO

    Assiste il segretario: Adolfo Zauli

    Funzionario estensore: Adolfo Zauli

     


    Udienza conoscitiva sull’esame abbinato degli oggetti:

     

    2861 – Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: «Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili» (delibera di Giunta n. 997 del 27.06.2016).

     

    654 -               Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: «Istituzione della Commissione regionale per la promozione della cultura della sicurezza, della legalità e per il contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata e attività corruttiva". (22.05.2015)

     

    Partecipanti:

     

    Domenico

    Ammendola

    Vicepresidente Ass. Noveteatro

    Donato

    Battista

    Associazione Ficiesse

    Giuliana

    Bertagnoni

    Assessore Comune di Granarolo Emilia

    Daniele

    Borghi

    Libera E-R

    Simone

    Borsari

    Consigliere Comune Castel Guelfo

    Riccardo

    Breveglieri

    Forum III settore E-R

    Giulio

    Capello

    Direttore ANCE E-R

    Daniele

    De Maria

    Funzionario FILT-CGIL E-R e Bologna

    Ciro

    Donnarumma

    Segretario Regionale CISL

    Rita

    Fabrizio

    Ufficio scolastico regionale

    Fabrizia

    Forni

    Resp. Relazioni istituzionali CNA E-R

    Anna Giulia

    Gallegati

    Assessore Comune di Lugo

    Carlotta

    Ghizzoni

    Presidente Ass. Noveteatro

    Giovanni

    Giacò

    Vicepresidente Federmanager

    Roberto

    Giorgi Ronchi

    Responsabile provinciale Istituto italiano Fernando Santi

    Luca

    Grosso

    Funzionario LegaCOOP Bologna

    Camilla

    Insardà

    Assessore Cultura e politiche giovanili Comune di Gaggio Montano

    Monica

    Lattanzi

    CISL E-R

    Daniela

    Luzzi

    Università di Bologna

    Natalia

    Maramotti

    Assessore alla Sicurezza Comune di Reggio Emilia

    Marco

    Margotti

    Funzionario FILT-CGIL

    Antonio

    Mattioli

    Segreteria CGIL E-R

    Brigida

    Miranda

    Gruppo assembleare Forza Italia

    Rita

    Pareschi

    LegaCOOP E-R

    Marco

    Pasi

    Confesercenti E-R

    Luciano

    Patuelli

    Resp. Logistica Lega Coop servizi E-R

    Leonardo

    Piano

    Dirigente Università di Bologna

    Gigio

    Picirilli

    Asssociazione Ficiesse

    Gianluca

    Rusconi

    Resp. Servizio legislativo Confindustria E-R

    Giuliana

    Sabattini

    Assessore Comune di Molinella

    Germano

    Toselli

    CGIL E-R

    Giuseppe

    Vischetti

    Avvocato Confindustria E-R

    Guido

    Zama

    Confagricoltura E-R

    Francesco

    Zanoni

    Funzionario AA.PP Confcooperative E-R

    Franco

    Zavatti

    Coord. Legalità CGIL E-R

    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    La seduta inizia alle ore 10,15.

     

    PARUOLO – PRESIDENTE

    Dichiaro aperta la seduta in formato di audizione della Commissione V. Come sapete, oggi è in discussione il Testo unico sulla legalità che è stato presentato e approvato in Giunta, è arrivato in Assemblea legislativa; quello di oggi è sostanzialmente il momento di ascolto in cui diamo la possibilità a tutti quanti vogliono dare contributi di idee, proposte, critiche, ipotesi emendative che possono essere raccolte, questo è il momento giusto per farlo. È con noi che si è liberato, e di questo lo ringraziamo, l’assessore Mezzetti a cui darei la parola per un breve saluto e poi a fianco a me c’è Antonio Mumolo: relatore di maggioranza del provvedimento che farà una breve introduzione dopo l’intervento dell’Assessore, e poi daremo il via ai vostri contributi. Ricordo che ovviamente tutti i presenti hanno titolo ad intervenire; chi intende farlo, deve lasciare il suo nominativo all’ingresso dove stanno raccogliendo le richieste di intervento. È presente anche Matteo Rancan che sarà indicato nella prossima riunione di Commissione dal gruppo della Lega nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia – direi – come relatore di minoranza, adesso arrivano anche i nostri. Intanto diamo la parola all’assessore Mezzetti per un breve saluto introduttivo.

     

    MEZZETTI – ASSESSORE

    Io mi scuso con voi se potrò essere solo all’avvio dei lavori di questa Commissione, perché purtroppo sapete che ho più giacchette e fra un’ora con un’altra giacchetta dovrò essere a Modena ad inaugurare il nuovo polo teatrale di cui si avviano oggi i lavori con appalti regolati secondo l’ispirazione del Testo unico. Però rimangono naturalmente ovviamente sia il presidente Paruolo, che ringrazio, il relatore Mumolo e gli altri Consiglieri presenti, oltre che Maurizio Ricciardelli e Federica Paolozzi dell’ufficio legislativo della Regione, che mi hanno coadiuvato in maniera assolutamente efficiente con grande competenza nel lavoro che abbiamo fatto come cabina di regia insieme alla Consulta in questo anno, perché ormai possiamo dire anno, che è trascorso in cui tutti quanti insieme abbiamo lavorato alla stesura di questo testo. È stato un lavoro lungo, impegnativo che però io ho grande soddisfazione per il risultato conseguito, soprattutto per il percorso che ci ha portato a conseguire questo risultato, perché davvero è stato un lavoro collegiale. È merito di tutti quanti, non solo degli Assessorati e delle loro strutture che hanno lavorato a questo testo ma anche di tutte le associazioni di categoria, i sindacati, le associazioni impegnate nel contrasto alle mafie nel nostro territorio che hanno lavorato insieme a noi in questo anno con un lavoro di continui suggerimenti, consigli, emendamenti che ci ha portato a questo testo. L’unica cosa che voglio dire, poi lascio perché oggi giustamente noi dobbiamo solo ascoltare e raccogliere tutte le vostre indicazioni e suggerimenti ulteriori; qui sono presenti già molte delle associazioni e dei sindacati che hanno lavorato insieme a noi nella Consulta in questo anno, lo sanno, altri magari partecipano oggi per la prima volta: noi abbiamo fatto un lavoro che ci ha consentito di arrivare ad un testo che mi pare essere stato riconosciuto anche nell’ultima seduta della Consulta quando ha ratificato questo testo che, pur se non tutti hanno trovato piena soddisfazione al 100 per cento proprio nella stesura del testo, come è ovvio che sia, perché si partiva anche da posizioni molto spesso opposte, però mi pare che abbiamo raggiunto un punto di equilibrio importante e assai significativo. Questo lo dico perché nel prosieguo del lavoro, ovviamente c’è la piena autonomia dell’aula e dei Consiglieri che dovranno svolgere il loro lavoro insieme al relatore, però anche nei lavori di oggi credo vada tenuto in considerazione che abbiamo raggiunto un importante e impegnativo punto di equilibrio, soprattutto su alcuni passaggi; spererei che nel prosieguo venga mantenuto questo spirito che ci consenta di poter arrivare ad un testo il più ampiamente possibile, se non unanimemente addirittura, condiviso da tutti i soggetti in campo, oltre che naturalmente l’aula consiliare, con i quali abbiamo interloquito in questo anno: dalle associazioni di categoria, passando per i sindacati fino alle associazioni impegnate su questo terreno nel nostro territorio regionale. Io vi ringrazio, buon lavoro e darei la parola ad Antonio Mumolo relatore della legge.

     

    MUMOLO – PD

    Anch’io ringrazio tutti quanti voi di essere qui oggi. È un momento importante, certamente per noi è un momento di ascolto, io vi ruberò davvero cinque o sei minuti semplicemente per fare una presentazione molto breve di questo testo. Tutti noi qui sappiamo che purtroppo c’è un radicamento ormai delle mafie in Emilia-Romagna, e ci sono dei dati che ci inducono a fare ancora di più rispetto a quello che abbiamo fatto fino ad oggi. Voi sapete che ad oggi sono novantasette gli immobili confiscati in Emilia-Romagna, cinquantadue le aziende confiscate, 499 i beni sequestrati. Sui sequestri siamo secondi nel Nord solamente alla Lombardia. Oggi discutiamo di un Testo unico, però c’è stato un grande lavoro alle spalle e possiamo ricordare brevemente da dove partiamo. Nella scorsa legislatura noi abbiamo approvato tre leggi per il contrasto alle mafie: la legge n. 11/2010 (legge per il contrasto alle organizzazioni criminali e mafiose nel settore dell’edilizia), la legge n. 3/2011 (legge-quadro per il contrasto alle mafie nel nostro territorio) e la legge n. 3/2014 (legge di contrasto alle mafie nel settore trasporto e facchinaggio). Abbiamo fatto anche delle altre cose; nell’altra legislatura per esempio ricordo il protocollo d’intesa 2012 per la ricostruzione delle zone colpite dagli eventi sismici del 2012, abbiamo fatto una serie di azioni relative a consulenza e formazione a favore di amministrazioni locali, poi è arrivata questa legislatura nella quale prima del Testo unico abbiamo fatto diverse cose: per esempio, tra i primi atti – adesso io parlo per il gruppo Pd – ma tra i primi atti dell’aula in generale c’è stata una risoluzione per il contrasto alle mafie in questa regione. Ricordo che nel programma di mandato del presidente Bonaccini questo è uno dei punti più importanti. Poi, abbiamo fatto un’altra legge che ha istituito la Consulta regionale (n. 7/2015). Consulta regionale che deve essere il luogo dove le migliori menti della regione Emilia-Romagna si impegnano per individuare le azioni di contrasto alle infiltrazioni, al radicamento della criminalità organizzata in questa regione e la cabina di regia, la Consulta hanno partorito il Testo unico di cui discutiamo oggi. Ricordo anche che l’impegno della Regione Emilia-Romagna si è manifestata anche in atti molto concreti: per esempio, abbiamo stanziato 748 mila euro per far svolgere il processo «Aemilia» a Bologna e aiutare anche lo svolgimento del processo «Aemilia» a Reggio con altri 450 mila euro. Lo dico perché poi ci sono anche delle azioni concrete, che bisogna ricordare quando si fanno. Siamo arrivati ad un Testo unico, sul quale vi chiediamo contributi e commenti, perché abbiamo ritenuto necessario razionalizzare gli interventi: accorpare le leggi che ci sono e dare maggiore organicità al corpus normativo in relazione a questo tema, anche perché abbiamo pensato di adottare i nuovi strumenti; le mafie diversificano continuamente la loro attività sul territorio e c’è sempre bisogno di aggiornare anche gli strumenti di contrasto. Il Testo unico riprende la suddivisione che aveva fatto già la legge n. 3/2013 sui tipi di prevenzione: primaria, secondaria e terziaria. Voi sapete che la Regione non ha poteri di ordine pubblico, può fare moltissimo sul campo della prevenzione: la prevenzione primaria è quella prevenzione, quei comportamenti che si adottano su un determinato territorio dove non c’è ancora un’infiltrazione mafiosa, però è necessario prevenirla; la prevenzione secondaria invece serve a contrastare, sono quelle modalità di contrasto dei segnali di infiltrazioni e di radicamento, quando in un territorio ci sono già segnali di infiltrazione e di radicamento; la prevenzione terziaria invece è quella prevenzione che serve a ridurre i danni delle infiltrazioni da radicamento quando questo è già avvenuto. Ci sono tantissimi articoli in questa legge che si occupano di legalità e cittadinanza responsabile, articoli che riguardano i rapporti con associazioni di volontariato, la Consulta, l’Osservatorio, il centro di documentazione; la legge prevede interventi formativi nei confronti dei dipendenti, in particolare nei confronti degli agenti di polizia municipale; prevede il sostegno alla cultura della legalità nell’istruzione e nell’educazione; prevede la lotta all’usura anche attraverso il microcredito, contributi a fondi rotativi, sostegno alle vittime. Tutto ciò serve a creare cultura della legalità e cittadinanza responsabile. Sappiamo benissimo che la mafia c’è in tutti quanti i territori, non c’è solamente in due luoghi: quando un territorio è molto povero e quindi la mafia non ha alcun interesse ad entrare in quel territorio, e quando in un territorio è molto alto il tasso di illegalità. Con questa legge noi stiamo cercando di far crescere il tasso di legalità in questa regione. La legge prevede anche la lotta al gioco d’azzardo. Noi ce ne siamo occupati in un altro settore, se ne è occupato anche il presidente Paruolo, che è il settore sociosanitario; in questa legge ce ne occupiamo perché il gioco d’azzardo può essere un veicolo che può portare a fenomeni di usura. Legalità e cittadinanza responsabile significa anche agire per prevenire e contrastare la corruzione, l’illegalità nella pubblica amministrazione: ce ne occupiamo in questa legge. Significa anche assistenza e aiuto alle vittime dei reati di stampo mafioso e sostegno alle vittime di usura e del racket. Altro grande tema di cui ci siamo occupati, è il tema dei beni confiscati e sequestrati. Con l’articolo 18 noi cerchiamo di migliorare la gestione dei beni sequestrati e confiscati e cerchiamo anche di fare in modo che i beni sequestrati: voi sapete che il sequestro è un provvedimento che può essere tranquillamente revocato, però ci sono dei beni sequestrati di appartamenti che rimangono lì per anni e potrebbero essere utilizzati e all’articolo 18 noi prevediamo che quando l’autorità giudiziaria assegni un bene sequestrato al Comune, quel bene possa essere utilizzato per questioni di particolare rilevanza sociale, per finalità sociali. Penso all’emergenza abitativa, a donne con minori che si trovano ad un certo punto in strada, a persone che hanno perso tutto e non hanno più un tetto sulla testa, penso ai profughi per i quali non abbiamo più immobili per poterli ospitare. Questo articolo assolutamente innovativo ci dà anche questa possibilità. Poi, ci siamo occupati di beni confiscati sequestrati anche attraverso l’istituzione di un tavolo regionale su beni e aziende sequestrate e confiscate: una sessione apposita della Consulta, e anche immaginando la possibilità di tutoraggio manageriale per la gestione delle imprese confiscate e sequestrate, perché la stragrande maggioranza delle imprese confiscate e sequestrate falliscono; ci sono delle imprese che non potrebbero stare sul mercato, ci sono imprese invece che possono stare sul mercato e noi dobbiamo fare in modo che ci rimangono e dobbiamo fare in modo di mantenere quei posti di lavoro. Ci siamo occupati in questa legge molto dei settori economici e del mondo del lavoro, valorizzando reti di legalità e pensando di estendere reti di legalità delle imprese anche alle imprese che fatturano meno di 2 milioni di euro, valorizzando la responsabilità sociale delle imprese attraverso la carta dei principi e la responsabilità solidale delle imprese, che allegheremo ai bandi, nel momento in cui ci saranno richieste di finanziamento da parte delle imprese; attraverso gli elenchi di merito che vogliamo estendere, che adesso sono previsti nel settore edilizio, li vogliamo estendere anche ad altri settori economici; attraverso un Osservatorio per il settore del commercio, terziario, pubblici esercizi: bar, ristoranti, alberghi, appalti per i servizi, grandi appalti. Immaginate quanto vale un appalto per le pulizie in un ospedale. Noi di questo tema abbiamo deciso di occuparcene in maniera più approfondita; tenete presente che non ci sono grandi competenze regionali su questo tema, perché le competenze sono comunali, però abbiamo deciso di occuparcene attraverso un Osservatorio che possa monitorare, anche con le Camere di commercio, il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa nel settore del commercio e turismo. Poi ci sono anche altri settori economici di cui ci siamo occupati: per esempio, l’agricoltura attraverso un contrasto agli illeciti nel settore agroalimentare; il trasporto materiale derivante dalle attività estrattive o minerarie, qui addirittura abbiamo previsto un meccanismo premiante, non solo punitivo, per le imprese che si comportano in maniera assolutamente corretta; attraverso il contrasto agli illeciti di natura ambientale e sicurezza del territorio. Ci sono tante azioni che sono previste in questa legge. A tutte le associazioni che ne hanno fatto richiesta, a tutte le associazioni iscritte in Commissione la legge è stata inviata ormai quasi venti giorni fa, oltre venti giorni fa, in modo da darvi la possibilità di leggerla, di studiarla e di darci dei suggerimenti. L’ultimissima cosa che vorrei dire, è che la legge prevede all’articolo 3 il piano integrato delle azioni: ogni anno rispetto a tutte questi settori, un campo vastissimo, verrà predisposto dalla Giunta un piano integrato delle azioni da compiere per realizzare quello che è scritto nella legge, gli obiettivi della legge, piano in cui vengono indicate le risorse finanziarie organizzative dedicate al perseguimento di questi obiettivi. Quindi ogni anno la Giunta si occuperà di questo; è una cosa molto importante perché sarà un impegno costante. L’ultima cosa davvero è che anche questa legge prevede una clausola valutativa: noi speriamo di fare un lavoro collettivo, condiviso, di raggiungere il massimo dei risultati possibili con questa legge; tenete presente che anche con le leggi precedenti, in particolare la legge n. 3, abbiamo ottenuto dei riconoscimenti rispetto ai i risultati che quella legge ha portato, però questo lavoro collettivo vogliamo portarlo avanti tutti quanti insieme – siamo qui per questo motivo – ma deve essere valutato, e ogni tre anni la Giunta dovrà venire in Consiglio regionale e di dirci quali sono gli obiettivi che sono stati raggiunti, come sono stati spesi questi soldi, quanti progetti si sono realizzati: se sostanzialmente la legge ottiene agli effetti che noi abbiamo sperato, perché se non ottiene questi effetti, la legge noi la modificheremo. Io ringrazio tutti, io mi fermo qui.

     

    PARUOLO – PRESIDENTE

    Ci sono diversi Consiglieri che sono già presenti, qualcuno però mi ha segnalato che ci sono dei problemi autostradali, quindi può darsi che anche qualcun altro degli ospiti sia rallentato. Quindi se avremo un andamento anche delle presenze che risente di questo non ci spaventiamo, anche perché lo scopo dell’udienza conoscitiva è proprio quello di ascoltare voi. Quindi iniziamo da chi è già presente ad ascoltare i vostri contributi, poi se arrivano altre persone, man mano ascolteremo anche loro. Il relatore, il consigliere Mumolo, ma poi anche gli altri hanno tutta l’opportunità di prendere nota di tutti i vostri interventi. Iniziamo con l’assessore Maramotti del Comune di Reggio Emilia che è la prima iscritta.

     

    MARAMOTTI – ASSESSORE ALLA SICUREZZA COMUNE DI REGGIO EMILIA

    Non è frequente poter intervenire in un consesso portando principalmente, se non direi esclusivamente, delle considerazioni di tipo favorevole, di tipo positivo. Cercherò di essere veloce, però credo che sia necessario anche sottolineare ciò che con soddisfazione vediamo che si procede a realizzare sotto vari profili. Primo, il profilo di metodo. Come sappiamo, il metodo e il merito sono strettamente connessi, perché abbiamo valutato positivamente il profilo metodico, perché questo lavoro congiunto tra la Consulta e la cabina di regia, che è uno strumento interno, che però dà l’idea di come dentro ad un soggetto complicato com’è la Regione – qui ci sono sicuramente altri amministratori comunali – noi conosciamo le complicanze anche dei nostri enti locali. Supponiamo che quelli di un soggetto che è anche legislatore oltre che amministratore, siano ancora maggiori, quindi è stato uno sforzo importante. Del resto non poteva che essere congruente con l’intento originario. Sotto questo profilo, dichiariamo la soddisfazione per aver messo insieme una produzione normativa significativa: è stata elencata, quindi non vale la pena di ricordarla, il relatore ce l’ha appena rammentato, che tuttavia costringe l’interprete, se non è riepilogata in un testo unico, ad un esercizio più complesso. Sappiamo tutti, questo è vero non solo per le leggi regionali ma anche per quelle nazionali, che uno dei grandi limiti della nostra produzione legislativa, nazionale soprattutto, è proprio quella di essere a volte indecifrabile per la complicanza dei rimandi e dei diversi atti normativi che a volte sono di poco anche capaci di succedersi nel tempo, che ci servono per definire ed intervenire nei singoli contesti. Quindi questo è un aspetto molto positivo. Anche il fatto che però, essendo questo un testo unico non soltanto riepilogativo ma anche produttivo di innovazione, ci sia anche questo elemento. Sul tema dell’innovazione parto dalle ultime considerazioni che sono state fatte nell’esposizione dal relatore. Importantissimo estendere l’attenzione normativa su quegli ambiti produttivi che, anche dopo la crisi dell’edilizia che tutti sappiamo tradizionalmente essere stato il grande grimaldello attraverso il quale: io vengo da una città e da una provincia che vive chiaramente un esempio di come attraverso l’antica infiltrazione tramite il settore produttivo edile e tutto ciò che intorno all’edilizia circolare, si sia determinato poi quello che oggi stiamo trattando nel processo «Aemilia». Però la crisi economica, quella che è stata un’evoluzione profonda del nostro sistema, e quindi la crisi anche del settore edilizio, ha portato coloro che hanno necessità di riciclare e di svolgere attività illegali, criminali e mafiose, ad indirizzarsi altrove. Lo vediamo in quei settori in cui gli articoli, mi pare siano il 48 e il 49 che sono stati introdotti nel testo unico, fanno riferimento, quindi settori produttivi, del commercio, del turismo, sicuramente anche le agromafie nelle nostre realtà sono un soggetto da contrastare. Quindi è importante questo aspetto. Così come il fatto che ci sia una pianificazione annuale, che dà l’idea di come l’azione di governo si innesti sull’opportunità normativa. E altrettanto importante, anche se non è una novità assoluta, è l’ultima cosa che è stata detta: il tema della clausola valutativa. Rompe anche con una critica che spesso viene rivolta a coloro che amministrano, che è quello di mettere in campo produzioni normative oppure atti amministrativi, nuove soluzioni con poi scarsa volontà di andarle a misurare. Quindi a volte avere anche la capacità di dire che le norme che si sono definite, oppure le azioni amministrative che, attraverso atti di Giunta – parlo degli enti locali, perché ci accomunano queste modalità – non hanno portato totalmente agli esiti sperati, deve rompere un tabù: si può anche tornare indietro, oppure si può definire meglio una fattispecie. Quindi un plauso anche per questo aspetto significativo, importante. Altra cosa che credo possiamo dire univocamente, è stata riconosciuta in tanti consessi, ci viene ricordata da chi attivamente opera come associazione come «Libera» rispetto al tema dell’infiltrazione mafiosa malavitosa, che riguarda la questione del destino dei beni confiscati o comunque dei beni sequestrati. Cosa ci viene detto? Il fatto che se un’azione che dovrebbe essere percepita come un’azione di ripristino della legalità e di equità, in realtà produce però degli esiti negativi per la forza lavoro, i lavoratori di un’azienda che essendo stata confiscata è stata certamente sottratta alla delinquenza, e quindi ha inteso produrre un’azione di ripristino della legalità in un ordinamento giuridico, ma come percepiscono i lavoratori questa azione se sfumano i loro posti di lavoro e se questo genera l’effetto di sentirsi abbandonati? Lo sappiamo che le mafie pullulano e si vivificano quando riescono a dare risposte di welfare in senso lato e di lavoro alle persone: uomini o donne che siano. Quindi ragionare sull’idea del tutoraggio imprenditoriale, cosa abbastanza ardua devo dire, è veramente coraggioso immaginare anche questo, perché avremmo anche bisogno di normative nazionali. Lo sappiamo: Gratteri, che si ha occasione di ascoltare in varie situazioni, lo ribadisce molto di frequente. Però l’ente Regione ha delle competenze specifiche, non vuole certo adottare atti che abbiano contenuti incostituzionali, quindi fa ciò che può, ce ne rendiamo conto. Però è un indirizzo che diventa, oltre indirizzo operativo, vedremo anche come e se si svolgerà nella pratica quando entrerà in vigore la legge, però diventa anche indirizzo politico. Concludo dicendo che questo testo unico diventa più facile strumento anche di indirizzo delle azioni, che possiamo compiere a livello locale. Ci sostiene e dà quell’idea di essere un corpo istituzionale che unitariamente risponde a quello che è accaduto, perché noi dobbiamo adottare non solo azioni di prevenzione primaria, ma anche azioni di prevenzione secondaria e abbondantemente terziarie. Il velo è strappato, ed è chiaro a tutte le persone che siano intellettualmente oneste. Quindi questo documento è estremamente utile anche per orientare i contesti locali come il contesto dell’Amministrazione comunale di Reggio, che da anni sta lavorando su questi temi anche grazie agli strumenti che qui vengono ribaditi, come gli accordi quadra sulla legalità. Quindi grazie e buon lavoro, perché va ultimato.

     

    PARUOLO – PRESIDENTE

    Grazie assessore Maramotti anche per avere ricordato il ruolo della Consulta sulla legalità, che ovviamente è stata coinvolta ampiamente e ha partecipato alla fase di ispirazione a questo testo e poi peraltro viene riconosciuta anche all’interno del testo in modo preciso. Ora interviene Daniele Borghi di «Libera» Emilia-Romagna.

     

    BORGHI – LIBERA E-R

    Anch’io seguo un po’ la traccia dell’Assessore che mi ha preceduto: alcune riflessioni sul metodo, e poi sul merito alcune piccole valutazioni. Noi come «Libera» abbiamo sempre sostenuto che l’unica possibilità per un contrasto efficace alla criminalità organizzata sia il lavorare assieme. Noi utilizzano spesso la parola “noi”: “noi contro le mafie”, “noi a favore della promozione sociale”. Quello che si è verificato, non solo e soltanto per la stesura di questo testo unico, ma almeno per quanto concerne la nostra associazione anche per alcune delle leggi precedenti, è sicuramente la dimostrazione di un buon modo di lavorare assieme, di un buon modo di condividere l’intera comunità attorno ad un raggiungimento di un obiettivo che credo sia condiviso da tutti, che è quella del contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Quindi da questo punto di vista, continua questo coinvolgimento, questa azione positiva, questo voler lavorare assieme, mentre attorno ad un tavolo tutti i soggetti che in qualche maniera, da un punto di vista sindacale, dal punto di vista culturale, sportivo, ambientale, associativo, politico, la magistratura, le forze dell’ordine, il mondo dell’informazione, tutti coloro che hanno qualcosa da dire, perché se non ci mettiamo intorno ad un tavolo e se non decidiamo assieme quali sono gli obiettivi e ognuno che compito deve svolgere, difficilmente riusciremo a portare a casa un buon risultato. Questo è chiaro che è difficile per chi non è abituato, e tutto sommato nessuno di noi ha questa abitudine e ce l’ha scritta nel dna: è una buona pratica che va costruita giorno dopo giorno. Quindi ci possono essere difficoltà, ci possono essere dei contrasti, ci possono essere delle incomprensioni, ma è soltanto mettendosi intorno ad un tavolo, lavorando assieme che queste incomprensioni, che queste difficoltà possono essere superate. Per cui, okay dal punto di vista del metodo; credo che sia necessaria da questo punto di vista un’operazione, che peraltro è prevista in uno degli articoli della legge, che è quella della massima diffusione dei contenuti di questa legge sul nostro territorio regionale, perché coinvolge veramente gran parte della nostra comunità e tutti quanti devono essere responsabilizzati attorno a questo. Noi come abbiamo fatto per la legge n. 3/2011, faremo la nostra parte: abbiamo già condiviso con i nostri coordinamenti territoriali, da Piacenza a Rimini, le proposte che abbiamo fatto a suo tempo e che sono state quasi tutte inserite nel testo, e continueremo perché la conoscenza del testo definitivo, del testo approvato diventi pane quotidiano per l’azione dei nostri, assieme a tutti gli altri evidentemente. Questo per quanto concerne il metodo. Alcune piccolissime riflessioni, vi prego di sopportarmi ancora per un paio di minuti. Una già la anticipavo: articolo 42, l’articolo che su nostra richiesta nella legge n. 3/2011 istituiva la giornata regionale della memoria e dell’impegno a favore delle vittime delle mafie. Noi crediamo che sia opportuno aggiungere un aggettivo “alle vittime innocenti” delle mafie”. So che anche a livello nazionale c’è una discussione. Per ora, la giornata nazionale del 21 marzo è stata approvata in sede di Commissione in una Camera ed è rimasta così, non è stato aggiunto l’aggettivo “innocenti”. Io credo che però sia importante anche come segnale rispetto a Roma, rispetto al Parlamento che questo aggettivo venga inserito ovviamente sia nel titolo che nelle righe successive del testo. Questa è l’unica vera proposta sostanzialmente. Alcune altre riflessioni. Una è riferita all’articolo 45 che è la copertura finanziaria. Parlo in riferimento alle associazioni, in riferimento agli enti locali. In alcuni articoli precedenti – adesso non ricordo quali, ma sono i primi articoli – si dice che la Regione deve fare convenzioni con gli enti locali, accordi con le associazioni per la realizzazione degli interventi di promozione e dell’educazione alla legalità, cittadinanza responsabile, tutto quello che è previsto. Nell’articolo 45 (Copertura finanziaria) si dice che la copertura finanziaria per i primi anni fa riferimento a quanto previsto nella copertura finanziaria della, a questo punto, ex o futura ex n. 3/2011. Quella legge prevedeva finanziamenti sia agli enti locali che alle associazioni e purtroppo negli ultimi anni le associazioni, perché prima c’era il terremoto, poi prima ancora la grande nevicata, poi altre emergenze e per le associazioni questo non si è verificato. L’augurio evidentemente è che questa difficoltà venga superata e che non ci siano dei blocchi da questo punto di vista per il ragionamento di cui prima: se tutti facciamo e tutti concorriamo a realizzare gli obiettivi che ci diamo, la cosa è importante e sarebbe un peccato dovere penalizzare qualcuno. Ultimissima riflessione. Noi avevamo sollecitato, richiesto pur non proponendo un testo, perché credevamo che altri avessero maggiormente competenze di noi in argomento, la possibilità di scriverlo materialmente sul contrasto nelle filiere agroalimentari: qualcosa è stato inserito, ma credo che varrebbe la pena di fare un ulteriore piccolo sforzo e dettagliare maggiormente. La nostra regione peraltro non è una regione esente da questi rischi: pensate a tutte le filiere che abbiamo in tutti i settori dell’agroalimentare. Per cui, dettagliare forse meglio questo dato se non ci riusciamo con l’approvazione della legge, segniamocelo, teniamolo in memoria per una successiva integrazione. Ma sicuramente quel capitoletto va meglio precisato. Chiudo. Poiché è stato citato più volte il processo «Aemilia», ringrazio pubblicamente – noi l’abbiamo fatto come molti di voi a suo tempo quando la Regione assunse l’impegno di finanziare il bunker alla fiera e poi successivamente di finanziare il bunker a Reggio Emilia – per l’impegno che si è assunta, io credo che quell’occasione sia un’occasione importante per tutti noi. Purtroppo la nostra presenza, la presenza del pubblico, la presenza degli altri perché normalmente in queste occasioni i protagonisti sono gli imputati, gli avvocati degli imputati, i familiari, i parenti e gli amici degli imputati e poi ci sono le parti civili che però sono minoranza, perché quelli che sono di più, sono gli altri; bisognerebbe che anche dentro a quell’aula ci fosse una presenza significativamente più importante da parte di quelli che stanno dalla parte del giusto e non soltanto da parte di quelli che difendono quelli che stanno dalla parte del torto. Io qua vedo diverse facce: la Cgil, la Cisl, probabilmente altri che incontro qualche volta, alcuni di voi sempre in tutte le udienze; io oggi non sono andato all’udienza a Reggio Emilia, perché c’era questa udienza conoscitiva, ma altrimenti due volte alla settimana noi siamo fissi lì, sarebbe importante che chi rappresenta Comuni, organizzasse la partecipazione dei Consiglieri, organizzasse la partecipazione delle scuole, perché più siamo lì, più chiaro è il messaggio di quello che vogliamo fare, che è il messaggio che peraltro trasmette il testo unico.

     

    MATTIOLI – SEGRETERIA CGIL E-R

    Sarò brevissimo, anche perché ormai è un anno che stiamo lavorando in Consulta su questo testo. Io credo che... nel merito del testo dicono qual è la qualità del lavoro fatto fino ad oggi: il lavoro prodotto è conseguente anche al “patto per il lavoro” sottoscritto in Emilia-Romagna nel 2015 nel quale abbiamo condiviso indirizzi e impianti da produrre attraverso il sistema legislativo, e uno di quelli è quello del testo unico sulla legalità e appalti. Ricordo che il patto per il lavoro tra l’altro ha in sé l’allegato 2 che specificamente interveniva su questa partita legalità e appalti, e promuoveva il percorso da introdurre nell’ambito del testo unico su questo capitolo. Per cui, il testo elaborato, il testo che abbiamo condiviso nel percorso fino alla promulgazione da proporre in Giunta, oggi rispetto al testo prodotto in audizione come Cgil abbiamo solo due osservazioni: abbiamo proposto e abbiamo inviato anche gli emendamenti, uno abrogativo e uno integrativo. L’emendamento abrogativo riguarda una introduzione all’articolo 25, al comma 3 alla penultima riga di una questione che era stata già discussa in Consulta e superata: l’abrogazione della perimetrazione ai soli appalti pubblici dell’articolo 25. Siccome è una legge di indirizzo, di promozione, l’indirizzo e la promozione vale per il pubblico e per il privato ed è lo stesso ragionamento che abbiamo prodotto all’interno del patto per il lavoro (allegato 2). L’introduzione, dopo il lavoro della Consulta, nell’ambito degli appalti pubblici che è l’elemento che riperimetra, diventa legge per quanto riguarda il nostro giudizio, è limitativo, incoerente con il lavoro fatto fino ad oggi. Qui non c’è problema fra pubblico e privato, in Emilia-Romagna già veniva richiamato, viviamo la vicenda di «Aemilia», abbiamo vissuto le vicende di Bianchini, Baraldi, Zaccarelli, in Emilia-Romagna ci dovrebbe stare, se sta in una condizione di indirizzo, di legalità pubblico e privato, o se perimetra un passaggio pubblico/privato che non ha… di esistere. Abbiamo bisogno di coerenza rispetto a quello che è convenuto anche a luglio con la legislazione precedente, per cui per quanto riguarda queste coerenze, riteniamo necessario abrogare queste quattro parole. È una novità rispetto al testo della Consulta. Invece proponiamo un emendamento integrativo all’articolo 39 sull’agricoltura, cercando di recuperare tutta la parte legata alla legge n. 116/2014 sulla rete del lavoro agricolo di qualità, sulla questione del contrasto al caporalato e sulla questione del contrasto all’intermediazione illegale di manodopera. Sono due elementi determinanti che hanno riqualificato l’agricoltura. In Emilia-Romagna abbiamo tutta la partita che riguarda la Romagna, la raccolta della frutta nei magazzini e in questa partita abbiamo dentro posizioni per noi indegne e irricevibili, per cui questo tipo di indirizzo è una legge che permette di recuperare questo aspetto per quanto riguarda la parte… richiamato anche da chi mi ha preceduto. Formalizzeremo i due emendamenti, li invieremo ulteriormente. Forse li abbiamo già inviati. Per cui, per quanto riguarda il resto, confermiamo il giudizio positivo che ha dato alla fine la Consulta e il giudizio è comunque legato al recepimento o meno di questi emendamenti, perché fanno qualità per quanto ci riguarda. Quindi ringrazio del lavoro fatto fino ad oggi, e siamo a disposizione per il lavoro futuro.

     

    FORNI – RESP. RELAZIONI ISTITUZIONALI CNA E-R

    Come prima cosa, devo precisare che io sono di Cna Emilia-Romagna, ma intervengo in questa sede come rappresentante del tavolo regionale dell’imprenditoria di cui Cna ha attualmente pro tempore il coordinamento e quindi le cose che dirò, sono state concordate con i colleghi delle quattordici associazioni che attualmente compongono il tavolo. Vorrei partire consegnando il testo di un piccolo emendamento formale, che in questa fase ci sentiamo di consegnare alla Commissione, che è un emendamento di mero perfezionamento formale dell’attuale esposizione del comma 3 lettera c) dell’articolo 25, laddove nell’ambito delle attività di promozione della responsabilità sociale dell’impresa messa in campo dalla Regione, si cita «sostenere il recepimento dei contratti collettivi nazionali e territoriali di settore», proponiamo l’inserimento dell’aggiunta: «sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative» e poi continua l’articolo «e degli accordi tra le parti sociali volti a favorire». È questa una specificazione che riprende un orientamento ormai consolidato a livello nazionale, che tende a riconoscere un ruolo preminente alle organizzazioni con maggiore rappresentatività al fine anche di evitare l’applicazione di istituti contrattuali eccessivamente diversificati che possono produrre sperequazioni e rischino di introdurre elementi di concorrenza sleale tra le imprese. E penso che possa essere ampiamente condiviso da tutti, dal momento che è già presente nella successiva lettera e) dello stesso articolo 25. Dicevo, sottolineo il carattere di mero perfezionamento formale di questo emendamento che vi abbiamo portato, perché per il resto siamo per accogliere l’invito, fatto anche stamani dall’assessore Mezzetti, di rispettare, anche se ovviamente non ha rispecchiato in toto le nostre richieste, le nostre posizioni, l’equilibrio attualmente presente nel testo proposto e che noi vediamo come il frutto coerente di un lavoro lungo, faticoso svolto in Consulta nel corso dei mesi passati. È un equilibrio che, secondo noi, va accuratamente preservato nella sostanza perché riteniamo che rappresenti una mediazione non al ribasso, tutt’altro; che rappresenti, anche per come è stato raggiunto e per il dibattito che l’ha accompagnato, una base di partenza concreta per quella che noi riteniamo una fase decisiva, che sarà la fase di declinazione attuativa di questo testo unico. Noi abbiamo sottolineato fin dalle prime fasi del confronto in Consulta come non eravamo assolutamente interessati ad avallare una legge bandiera, un testo che fosse una passerella formale di buoni principi assolutamente condivisibili, ma poi di difficile applicazione successivamente nella concretezza dello svolgimento delle attività economiche. E una serie di modifiche che abbiamo proposto, le abbiamo proposte proprio in quest’ottica e con questa preoccupazione. Spero che ci venga riconosciuto che mai alla base degli emendamenti e delle precisazioni che abbiamo fatto, c’è stata la sottovalutazione dei problemi e della centralità che il tema della legalità attualmente riveste per lo sviluppo economico di questo territorio. Anzi, è proprio il contrario: proprio perché noi pensiamo che questo testo debba, subito dopo la sua attuazione, diventare la base di partenza per dei percorsi positivi e concreti e di applicazione, abbiamo cercato di costruirlo in modo tale che vi siano dentro tutti i presupposti per un coinvolgimento positivo a valle delle parti sociali. Questo vale non solo per l’articolo 25 che è stato quello più dibattuto nel confronti della Consulta, ma vale anche per molti altri punti della legge. In particolare, qui veniva ricordato che questo testo raccoglie e cerca di dare organicità ad esperienze che già erano in corso in altri settori come l’edilizia, come il facchinaggio e ha l’ambizione di dettare linee di indirizzo generali per quanto riguarda il settore agricolo, oppure richiama temi che sono di fondamentale interesse per il commercio che nel corso dei lavori della Consulta ha teso a sottolineare come spesso vengano sottovalutati temi come l’abusivismo per quanto riguarda il rischio diffuso che rappresentano rispetto alla legalità. È il caso di ricordare che già le esperienze passate, in positivo e in negativo, ci hanno dimostrato come poi la declinazione attuativa sia decisiva, e sia decisivo un impegno delle parti sociali nell’introduzione di strumenti di promozione, e poi di controllo, che siano effettivamente applicabili al settore. Ed è secondo noi assolutamente fondamentale che la legge riconosca questo spazio e questa responsabilità alle parti sociali. Non solo è una responsabilità nostra quella di rendere pienamente efficace la parte attuativa, ma credo che sia una forte responsabilità anche da parte dell’Amministrazione regionale garantendo da un lato quella corretta declinazione settoriale, di cui parlavo prima: chiedo scusa se insisto su questo, ma rappresentando il tavolo quattordici associazioni, noi andiamo dal settore agricolo a quello artigianale, al commercio, alla cooperazione, quindi a noi tocca sottolineare questa importanza; abbiamo chiesto, siamo stati noi per questo a chiedere che sia prevista già nell’ambito della legge un’articolazione settoriale della Consulta che poi posso entrare nel merito della specificità dei diversi settori nei propri lavori. Dicevo, spetta molto anche all’Amministrazione regionale lavorare ad alcuni strumenti, perché si eviti il rischio di inutili appesantimenti burocratici e si riesca a costruire strumenti: faccio riferimento in particolare agli elenchi di merito, la costruzione di elenchi di merito che abbiano in mente la concreta possibilità di applicazione al nostro tessuto economico fatto di filiere, di piccole imprese, fatto di imprese radicate nel territorio, è cruciale. Non possiamo pensare ad una banalizzazione di strumenti nati in altri contesti e alla loro applicazione qui, semplicemente attraverso spunti di requisiti che poi nei fatti le imprese hanno difficoltà, se non talvolta l’impossibilità, a produrre per come concretamente operano. Bisogna mettere in campo strumenti che siano calati nella realtà. Quindi noi crediamo, in sintesi, che il testo che viene oggi proposto, contenga questi elementi di equilibrio e contenga tutti gli stimoli per sviluppare nel confronto successivo declinato nell’autonomia delle relazioni tra le parti sociali, nella specificità dei diversi settori, le fasi attuative che saranno cruciali per il destino di questa legge.

     

    RUSCONI – RESP. SERVIZIO LEGISLATIVO CONFINDUSTRIA E-R

    Ringrazio il Presidente della Commissione per questa occasione di ulteriore approfondimento su un testo che ci vede impegnati da diverso tempo. Mi dispiace che l’Assessore sia uscito, perché volevo esprimere a nome di Confindustria Emilia-Romagna l’apprezzamento per il lavoro svolto e soprattutto per il metodo – è già stato anticipato da chi è intervenuto prima di me – nella costruzione di questo disegno di legge che non è banale, perché ha consentito di mettere a fattor comune un quadro conoscitivo e informativo su un tema molto importante e delicato. Volevo fare un paio di riflessioni cogliendo questa occasione. La prima è cosa pensiamo di fare noi per dare visibilità e informazioni alle aziende sui contenuti della legge. Noi abbiamo già fatto alcune attività durante questo iter in sede di Consulta, abbiamo già sviluppato degli accordi con tutte le organizzazioni d’impresa a livello regionale proprio sul tema della promozione della legalità, quindi con degli impegni precisi, puntuali che ogni organizzazione si è assunta nello sviluppare delle iniziative di divulgazione presso le proprie imprese associate. Questo non basta, questo non è sufficiente, però intanto consente di sviluppare quella consapevolezza circa il fatto che il problema è serio ed è urgente affrontarlo con responsabilità. Immediatamente dopo che la legge sarà approvata, noi a livello di sezioni merceologiche delle aziende iscritte a Confindustria svilupperemo dei momenti di approfondimento soprattutto in relazione ad un tema per noi – credo – strategico che è quello delle liste di merito, di cui all’articolo 13, e poi anche al 33 per quanto riguarda il settore dell’edilizia, perché noi crediamo che uno dei fattori chiave di successo di questa legge sia proprio il tema delle liste di merito: far emergere le aziende sane rispetto a quelle “diversamente sane” se vogliamo definirle così. Le liste di merito se ovviamente saranno realizzate in tempi celeri e saranno gestite da strutture pubbliche in grado di poter prontamente dare risposta alle esigenze del territorio, secondo me potranno anche essere un esempio positivo da trasferire a livello nazionale. Non sono le “white list” – lo dico per chiarezza – di cui al terremoto, perché non siamo in un contesto di emergenza come ha caratterizzato l’esperienza del terremoto; si tratta di una fattispecie diversa, ma noi crediamo che possa essere assolutamente utile sia per il settore dell’edilizia già esistente, ma anche per gli altri comparti come citato nell’articolo 13, proprio per far emergere che qui sul nostro territorio la maggior parte sono aziende sane che vogliono lavorare e che vogliono lavorare nel rispetto della legalità. Quindi l’invito che noi già anche facciamo in questa sede, è quello di promuovere quanto prima la definizione degli uffici della Regione che saranno competenti a realizzare queste liste, e a lavorare nell’ambito della Consulta per definire, d’intesa con la Regione, i criteri per l’iscrizione alle liste di merito. Volevo anche richiamare l’attenzione sul tema delle stazioni appaltanti, nel senso che credo sia necessario ed urgente fornire indirizzi alle stazioni appaltanti pubbliche perché arrivino a quella concentrazione, come suggerito dal Testo unico degli appalti, e come in qualche modo emerge anche in maniera chiara dal disegno di legge che oggi stiamo esaminando: la frammentazione della stazioni appaltanti – ovviamente è stato detto ed esaminato in sede di dibattito in Parlamento – può creare delle problematiche anche sotto il profilo della legalità; l’unificazione crea forse anche un modello di impermeabilizzazione a certi fenomeni di infiltrazione. Quindi anche su questo tema credo sia quanto mai urgente avviare subito un processo di aggregazione e concentrazione, affinché poi i lavori legati alle stazioni appaltanti pubbliche possano partire, perché poi ovviamente non dobbiamo neanche dimenticare che c’è un paese che deve continuare a lavorare. Quindi il nostro giudizio sul testo licenziato dalla Giunta e oggi in discussione, è sostanzialmente un giudizio positivo e di condivisione di contenuti. Mi permetto però di fare una sua osservazione, anche alla luce degli interventi svolti poc’anzi. Questo è un testo di equilibrio, sull’articolo 25 c’è un equilibrio; se qualcuno ritiene di modificare questo equilibrio, deve sapere che il giudizio cambia; deve sapere che anche certe scelte circa la permanenza nel patto per il lavoro e il perseguimento degli obiettivi cambiano; deve sapere che qualsiasi specifica circa la modifica dell’articolo 25 comma 3 porta ad una riconsiderazione della nostra organizzazione rispetto all’articolato nel suo complesso. Grazie per l’attenzione.

     

    PARUOLO – PRESIDENTE

    Vi informo che dopo Patuelli non ho altri scritti, quindi se qualcuno vuole intervenire, lo può fare.

     

    DONNARUMMA – SEGRETARIO REGIONALE CISL

    Anch’io ringrazio per questa audizione, credo che sia importante fare il punto sul lavoro che è stato fatto in Consulta, che ci ha visto tutti coinvolti rispetto alla preparazione e alla condivisione di alcuni aspetti legati al testo. Per noi il testo è positivo, però le valutazioni che facciamo, che sono poi anche le valutazioni che abbiamo fatto all’interno della Consulta quando ci siamo confrontati, è che occorre fare alcune precisazioni. Anche rispetto a luglio, quando ci siamo visti per l’ultima volta per chiudere un po’ tutto il ragionamento, è ovvio che ci sono alcuni aspetti che credo vadano attenzionati in una logica di carattere legislativo. Mi riferisco in modo particolare – veniva citato anche prima – ad esempio all’articolo 13 per quanto riguarda le liste di merito, ma in modo particolare a quello che è l’aspetto legato a premiare ed incentivare la legalità, che è uno degli aspetti su cui noi abbiamo ragionato. Quindi su questo tema, siccome non possiamo fare solo una bandiera, il tema della legalità, ma deve essere anche concreta, ci devono essere degli strumenti che vanno a premiare quelle che sono le imprese legali rispetto a quelle illegali. Per cui, su questo bisogna trovare gli strumenti che non sono di carattere economico, ma devono essere anche di selezione, di individuazione di imprese che garantiscono la qualità anche dell’opera che viene fatta, perché purtroppo chi lavora in modo illegale, lavora anche con meno cemento e meno ferro: lo abbiamo visto purtroppo anche negli ultimi disastri del sisma che ci sono stati nelle Marche, nel Lazio. Quindi su questo io credo una riflessione più attenta vada fatta. Altro aspetto, secondo noi, fondamentale è legato a quello che è il tavolo previsto nell’articolo 20 comma 3 al punto n. 4, che è il tavolo regionale sui beni e le aziende sequestrate; altro aspetto che però diventa fondamentale: quello di far sì che ci siano appositi contributi, studi e piani di fattibilità per l’utilizzo e il rilancio delle imprese, perché se no diventa acqua fresca. Dobbiamo far sì che si intervenga concretamente anche a salvare le imprese da questo punto di vista. Non a caso, credo che il passaggio non è solo del testo unico, ma ci deve essere anche un raccordo rispetto ai tribunali che sono coinvolti rispetto alla gestione dei beni sequestrati. Non esiste un tribunale regionale, però un coordinamento sul piano territoriale rispetto a come intervenire rispetto a situazioni di difficoltà e come gestire attraverso anche i commissari nominati per salvare l’impresa, bisogna che noi ci poniamo come obiettivo per salvare le imprese, ma in modo particolare per salvare l’occupazione di quei lavoratori, che molte volte non c’entrano assolutamente nulla con tutti i disastri che vengono causati rispetto a questa questione. L’altro aspetto che probabilmente è stata una svista, nel senso che nell’articolo 23 al comma 2 lettera d) abbiamo notato che manca il riferimento ai contratti collettivi territoriali: ne avevamo discusso di questo in Consulta. Ci tengo a precisare che l’applicazione dei contratti collettivi territoriali – io vengo dall’edilizia, quindi molti mi conoscono per quello – si pensa che è un problema solo perché in edilizia c’è il contratto territoriale; il contratto territoriale c’è nel commercio e c’è anche nell’agricoltura; i contratti territoriali ci sono anche in altri comparti, quindi la sola non applicazione del contratto territoriale molte volte vuol dire risparmiare una indennità di 200 euro, che vuol dire mettersi in concorrenza rispetto ad altre imprese che invece lo applicano. Bisogna stare attenti anche sul piano contrattuale, e lo sottolineo come sindacato perché molte volte uno dice applichi il contratto nazionale e siamo a posto. No, in realtà c’è anche una contrattazione di carattere territoriale che molte volte incide maggiormente rispetto al costo della manodopera, che però fa sì che quell’impresa possa essere penalizzata rispetto ad altre imprese che vengono da noi e partecipano. Altra questione che vorrei sottolineare, è legata all’articolo 25, quella legata alla promozione della responsabilità d’impresa. Anche su questo, noi a luglio c’eravamo lasciati che questo testo unico si applica sia al pubblico che al privato; oggi pensare che questo testo si applichi solo sul pubblico, per noi è un passo indietro. Voglio ricordare a tutti noi che siccome questo testo sostituisce altri testi che sono in vigore; se guardo l’edilizia, il testo sull’edilizia, ma anche quello sul facchinaggio, interviene anche sul privato, quindi per noi è un passo indietro, non è un passo avanti. Bisogna stare molto attenti rispetto alle cose che facciamo: o manteniamo le cose condizioni in essere rispetto a quei due settori, e a questo punto non si capisce perché facciamo un testo unico sulla legalità; oppure dobbiamo allargare il ragionamento. Io in questi giorni – poi lo diceva anche Borghi quando citava l’esempio del processo «Aemilia», ieri c’è stata l’udienza – se ascoltiamo i racconti delle imprese che sono andate in difficoltà, sono imprese che sono caratteristiche sul privato, non sul pubblico. Le infiltrazioni molte volte non si inseriscono nel pubblico, ma prevalentemente nel privato perché è più facile. Dobbiamo stare attenti, da questo punto di vista. Io non voglio creare delle situazioni di imbarazzo, oppure mettere degli ostacoli: voglio essere capito, però se vogliamo veramente intervenire su questi aspetti, dobbiamo pensare all’intervento che facciamo, perché l’intervento deve essere efficace se no non serve. Scriviamo un bel testo, lo mettiamo in un bel cassetto e diciamo che l’abbiamo fatto. Io ci terrei che inserissimo al comma 3 il riferimento anche della committenza privata, poi vediamo come andiamo a gestirla questa roba. Però inseriamola questa roba qua, perché se no diventa di difficile controllo rispetto alle questioni. Sostanzialmente anche su questo, sul tema dell’articolo 39 – è stato citato anche prima – anche qua c’è stata una discussione anche in Consulta: noi abbiamo la necessità di coprire tutti i comparti. Il comparto agroalimentare, le aziende agricole, l’occupazione in queste realtà è un’occupazione dove spesso si nasconde il caporalato, anche in Emilia-Romagna. Non pensiamo che noi siamo immuni, come qualcuno dice, che abbiamo gli anticorpi; purtroppo la situazione ha dimostrato che questi anticorpi non li abbiamo. Io ad esempio la proposta che faccio, è di modificare anche il titolo di quell’articolo: “Contrasto al caporalato e agli illeciti nel settore agroalimentare anche attraverso la collaborazione con le autorità nazionali”. Diamogli un titolo anche importante rispetto all’efficacia che deve avere questo articolato qua. E su questo noi abbiamo inserito due commi (4 e 5) che adesso vi lascio, che rientra all’interno di un ragionamento estremamente importante per noi di controllo di quella filiera, che è purtroppo uno dei settori dove maggiormente si nasconde l’illegalità. E l’abbiamo visto anche di recente rispetto ad alcune esitazioni che si sono verificate anche in alcune nostre province della nostra regione. Sulla questione dei beni confiscati, quello dell’articolo 20, volevo dire che il tema della gestione della confisca dei beni è un tema che sta molto a cuore al sindacato: adesso non è il tema di una associazione, il tema della confisca dei beni è un tema che ci sta a cuore e su questo io credo che, proprio per questo motivo, bisogna che ci sia un’azione subito dopo il testo di coinvolgimento di tutte le parti sociali per definire come muoversi rispetto a questa roba. Purtroppo – e lo dico con rammarico – sempre di più avremo a che fare con queste situazioni, e quando io parlo con i miei colleghi sindacalisti, della Calabria o della Sicilia, loro sono molto abituati alla gestione di questa situazione, anche nel rapporto con i tribunali e le Prefetture; purtroppo, noi l’abbiamo visto con mano, quando si sono verificati problemi nella nostra regione, siamo andati tutti nel panico perché abbiamo anche addirittura contestato le interdittive dicendo che erano strumento che chiudevano le imprese. In realtà, noi dobbiamo far sì che quegli strumenti diventino operativi per far sì che le imprese rimangano aperte.

     

    PATUELLI – RESP. LOGISTICA LEGA COOP SERVIZI E-R

    Io sul lavoro lungo e attento che si sta facendo, credo che siamo tutti d’accordo con gli emendamenti e quant’altro; io porto solo una cosa che sta vanificando tutto questo bel lavoro: mi riferisco al decreto legislativo 15 gennaio 2016 n. 8, che è quello della depenalizzazione. Abbiamo ricevuto tante segnalazioni da alcune nostre cooperative che sotto l’aspetto della legalità questo decreto legge non aiuta assolutamente. Faccio un esempio molto banale, così ci capiamo: se io sono un imprenditore, appalto la mia lavorazione ad un’azienda, ad una cooperativa, se questa azienda o cooperativa non mette in regola i suoi dipendenti o con i senza contratto o con qualsiasi altro sistema di abusivismo, alla fine con 5/10 mila euro se la cava. Credo che noi qui che stiamo lavorando di cesello sulle virgole, sulla legalità, pensare che ci sia qualcuno che mi fa una concorrenza di questo genere, io credo che vanifichi totalmente i nostri sforzi. Questa è la segnalazione con la quale noi ci stiamo anche ponendo un po’ a livello nazionale per vedere cosa fare, però questo decreto legge 15 gennaio 2016 n. 8 ci è un po’ scappato. Però le nostre cooperative ce lo stanno segnalando, sotto l’aspetto specialmente della concorrenza con la quale volevamo vedere se Bonaccini, che è il Presidente della Stato-Regioni, può fare qualcosa perché sotto l’aspetto della legalità questo ci massacra.

     

    ZAMA – CONFAGRICOLTURA E-R

    Io ringrazio la Commissione per questo incontro. Confagricoltura si riconosce pienamente nel documento e nella posizione che ha espresso il rappresentante al tavolo dell’imprenditoria (Forni) in questo contesto, però visti i richiami che sono stati fatti ripetutamente al settore della filiera agro-alimentare dell’agricoltura, ritengo opportuno rimarcare e risottolineare alcuni aspetti che sono importanti. Il primo è che questo testo è frutto di un anno di lavoro di persone competenti, preparate, qualificate che hanno dato tutto il loro contributo e che hanno messo sul tavolo tutte le situazioni che potevano trovare una soluzione operativa e concreta. Il gioco del rialzo dell’ultimo minuto su questioni di una certa importanza, secondo me rischia di creare delle problematiche che Confindustria ha già evidenziato in maniera molto evidente. Dico questo, perché nel testo di legge sono previste tutta una serie di azioni e situazioni che possono applicare in maniera più puntuale e corretta delle indicazioni che vengono nella legge, e che proprio perché devono tenere conto di evoluzioni e di aspetti abbastanza applicativi che possono mutare nel tempo, non ha senso in una legge richiamare delle cose puntuali, ha senso richiamare dei principi. Mi sembra che nell’articolo sull’agricoltura sia molto evidente quello che è l’obiettivo che ci si pone e poi come andarlo ad applicare si rimanda ad associazioni azioni successive. Secondo aspetto. Se c’è un settore che è pieno di leggi, di norme e di atti regolamentari e di verifica, è l’agricoltura. Se siamo qui ancora a parlare che dobbiamo scrivere in una legge degli articoli o dei passaggi, vuol dire che l’aspetto normativo è fallito. Più che scrivere delle cose, forse bisogna sedersi intorno ad un tavolo e capire perché quello che è stato scritto, non dà delle risposte. Io ricordo ai sindacati che nel mondo agricolo c’è un tavolo che si chiama «Osservatorio del mercato del lavoro» che è nato tra le parti per concordare e concertare delle azioni sul settore del lavoro. Questo tavolo, più volte richiamato ai sindacati, non ha mai visto i sindacati sedersi e proporre delle azioni. Quindi c’è una volontà di risolverlo o è solo una volontà di mettere degli slogan? Questa volontà si deve esplicare poi negli atti successivi della legge. Terzo aspetto. Più volte in altri contesti, a partire dal comitato regionale dell’Inps, sono state poste delle problematiche; mi sarebbe piaciuto che anche i sindacati le ponessero. Non è mettendo due righe nell’articolo qui che si risolve il problema del lavoro in nero o del caporalato. Quindi io chiedo cortesemente che su questa legge, così come impostata, si dia un fermo: quindi l’articolo non venga modificato, e si lavori invece perché, a legge approvata, nei vari comitati, nelle varie azioni si attivino dei tavoli per vedere come applicare queste norme in maniera puntuale. Qualsiasi altra modifica ci vedrà perfettamente contrari e faremo tutte le azioni per modificare l’impianto e l’accordo che abbiamo fatto fino adesso con la Regione.

     

    PARUOLO – PRESIDENTE

    Direi che in conclusione, non so se in conclusione Antonio vuole aggiungere qualcosa, però registro gli interventi che ci consegnano una situazione di questo genere: mi sembra che ci sia un forte consenso sul fatto che ci sia stata la promozione di questo testo unico, che è frutto di un lavoro, è stato richiamato il “patto per il lavoro” come punto di riferimento da cui si è partiti, è stato richiamato il lavoro della Consulta sulla legalità, c’è stato un lavoro di affinamento che ha portato ad una convergenza e ad una serie di giudizi lusinghieri che credo sia assolutamente positivo raccogliere. Dopo di che questa udienza ci consegna – non ce lo nascondiamo – una richiesta che è venuta dai rappresentanti sindacali di approfondire alcuni aspetti, e una risposta che è venuta da diversi invece rappresentanti del mondo delle imprese che hanno comunicato che il punto raggiunto è già frutto di un equilibrio che non riflette i punti di partenza di nessuno, che però è un equilibrio da preservare. Quindi se nel caso, bisognerà fare un ulteriore livello di approfondimento. Non sto dando giudizi di merito, che credo poi noi Consiglieri dovremo affrontare in Commissione quando ci troveremo a valutare gli emendamenti, stavo semplicemente registrando le tre cose che sono emerse. Al di là di alcuni emendamenti puntuali, che non mi sembra che rappresentino criticità, come quello per esempio proposto dal rappresentante di «Libera» sull’intitolazione, comunque il punto di criticità che è emerso, è su diversi punti di vista, su una richiesta delle organizzazioni sindacali di allargare anche al settore privato quanto previsto nel comma 3 dell’articolo 25 che attualmente è previsto per gli appalti pubblici, e una serie di altri approfondimenti in relazione all’articolo 39 per il contrasto al caporalato, a cui sono state date risposte del tipo che quanto è già scritto, è già un punto di equilibrio che non va toccato. Direi che questa è una fotografia semplicemente rispetto a quelle che sono le esigenze che sono emerse, quindi evidentemente ci consegnano un lavoro da fare che forse a questo punto potrebbe richiedere anche un ulteriore approfondimento, ma dovremo evidentemente discuterne. Avevo riassunto in modo credo politically correct, ma anche non reticente, qual era il punto emerso dagli interventi, lasciando stare eventuali asperità che possono essere emerse e che vedo stanno creando una qualche sensibilità. Questo è quanto ci consegna l’udienza conoscitiva; è stato in ogni caso davvero utile, lascerei la conclusione al relatore Antonio Mumolo e comunque ringrazio tutti per avere partecipato.

     

    MUMOLO – PD

    Anch’io volevo ringraziare tutti per i contributi per preziosi che sono arrivati in questa sede, ne sono arrivati anche altri via email: noi li valuteremo tutti. Vorrei dire semplicemente una cosa rispetto a quanto è emerso ultimamente dagli ultimi interventi: questa è un’udienza conoscitiva in cui si ascoltano tutte le persone, le associazioni, le organizzazioni sindacali; serve l’udienza conoscitiva, altrimenti non l’avremmo convocata, a pensare, a verificare e valutare se una legge si può migliorare o meno. Non è che quando arriva in Consiglio una legge, che è stata fatta in Giunta, quella legge è immodificabile, lo dico a tutti, vale per tutti. Quella legge sicuramente rappresenta un punto di equilibrio prezioso, perché è un lavoro svolto che è stato fatto, ma la legge è sempre modificabile dall’aula e viene approvata dai Consiglieri regionali. Lo dico perché anche con la legge n. 3 è stato fatto un grande lavoro, ci furono decine di incontri prima, qualche piccolo risultato ve lo ricorderete della legge n. 3: 140 mila ragazzi raggiunti, trentanove accordi di programma, l’unica legge regionale italiana che è stata considerata buona prassi dall’ufficio dell’Onu che si occupa di contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa. Quella legge quando è arrivata in Consiglio, aveva quindici articoli, abbiamo ascoltato di nuovo tutti quanti i soggetti coinvolti, come abbiamo fatto oggi: ero io il relatore, quindi me lo ricordo molto bene, abbiamo ascoltato tutti quei soggetti e ne abbiamo ascoltati altri, abbiamo invitato altre associazioni, persone e soggetti che erano stati chiamati per un motivo o per l’altro a far parte del tavolo che si occupava di produrre il testo base. Quella legge grazie all’audizione, alle udienze conoscitive e al lavoro che abbiamo fatto, è stata migliorata e forse ha ottenuto qualche risultato maggiore anche rispetto a tutte le altre Regioni italiane, che poi l’hanno presa come punto di riferimento anche per questo motivo. Per cui, per quanto ci riguarda, riguarda me come relatore ma riguarda tutto quanto il Consiglio, immagino di poter parlare quantomeno per il mio gruppo e per tutto quanto il Consiglio regionale, è chiaro che noi daremo grande valore al lavoro che è stato fatto, perché questo testo è un testo importante, l’avete detto tutti, è un testo rispetto al quale si sono confrontate anche visioni diverse, si è raggiunta una sintesi. Quindi chiaro che noi cercheremo di salvaguardare quella sintesi, però ogni legge che arriva dalla Giunta in Consiglio può essere modificata, ovviamente se lo si ritiene, se si trova un altro punto di equilibrio, se si dà valore alle proposte di emendamento che sono arrivate. Per esempio, posso già dire che, per quanto mi riguarda, ma io sono solo il relatore, io sono quello che cerca di portare avanti questa legge, certamente non è sufficiente il mio voto per approvarla, però per esempio per quanto riguarda la proposta di emendamento di «Libera», posso dire che sono già assolutamente favorevole, discuteremo ovviamente anche di questo. Così come discuteremo di tutte le altre proposte di emendamento e anche tutte le altre sollecitazioni che sono arrivate, che non sono proposte di emendamento vero e proprio, ma magari sono richieste per esempio di una maggiore attenzione rispetto al tema delle aziende sequestrate, quindi cercare di trovare tutte le modalità possibili per fare in modo che le aziende sequestrate e confiscate siano aziende, ovviamente se sono aziende sul mercato, che siano aziende che rimangono sul mercato, attenzione alla tutela occupazionale. Sono tutte sollecitazioni di cui terremo sicuramente conto, e vi ringrazio ancora davvero tutti per essere stati qui e per il vostro contributo.

     

    PARUOLO – PRESIDENTE

    La seduta è chiusa.

     

    La seduta termina alle ore 11,40.

     

     

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