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Legislatura X - Commissione IV - Resoconto del 18/04/2017 antimeridiano

    Resoconto n. 13

    Seduta del 18 aprile 2017

     

    Il giorno 18 aprile 2017 alle ore 9,30 è convocata, con nota prot. n. AL.2017.17980 del 12/04/2017, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    ZOFFOLI Paolo

    Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    CARDINALI Alessandro

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    4

    presente

    SENSOLI Raffaella

    Vicepresidente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BAGNARI Mirco

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    BERTANI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    Forza Italia

    2

    assente

    BOSCHINI Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    CALVANO Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    CAMPEDELLI Enrico

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    presente

    FABBRI Alan

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    presente

    FOTI Tommaso

    Componente

    Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    5

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    PARUOLO Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    PRODI Silvia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    SASSI Gian Luca

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    SERRI Luciana

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    SONCINI Ottavia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    TARASCONI Katia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Sinistra Italiana

    2

    presente

    ZAPPATERRA Marcella

    Componente

    Partito Democratico

    4

    presente

     

    È presente il consigliere Gian Luigi MOLINARI in sostituzione di Katia TARASCONI.

     

    È altresì presente il consigliere Matteo RANCAN.

     

    Partecipano alla seduta: M. Ferri e A.M. Ferrari (Serv. Assistenza territoriale), B. Cosmani (Serv. Affari legislativi e coordinamento commissioni assembleari.

     

    Presiede la seduta: Paolo ZOFFOLI

    Assiste la segretaria: Nicoletta Tartari


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO.

     

    (omissis)

     

    4112 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti del Governo affinché i principi che caratterizzano, anche nel segno di quello di sussidiarietà, la legge n. 106/2016 recante "Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale" siano pienamente rispettati e, quindi, le bozze di decreti delegati predisposti in merito agli stessi si conformino. (16 02 17)

    A firma del Consigliere: Foti

     

    4427 - Risoluzione per impegnare la Giunta, nell’ambito della normativa riguardante il Terzo settore, l’impresa sociale e la disciplina del servizio civile universale, ad agire presso in tutte le sedi più opportune coinvolgendo il Governo e la Conferenza permanente Stato-Regioni affinché i decreti delegati valorizzino l'autonomia organizzativa della rete dei centri servizi per il volontariato, salvaguardando il requisito della territorialità previsto dalla Legge Regionale n. 12/2005. (06 04 17)

    A firma dei Consiglieri: Montalti, Zappaterra, Calvano, Zoffoli, Pruccoli, Rontini, Campedelli, Tarasconi, Molinari, Soncini, Marchetti Francesca, Poli, Rossi Nadia, Caliandro, Ravaioli, Paruolo, Serri

     

    Presidente Zoffoli

    Partiamo con la discussione congiunta delle due risoluzioni 4112 e 4427. La parola per l’illustrazione della prima risoluzione al consigliere Foti.

     

    Consigliere Foti

    Sì, signor presidente. Indubbiamente la riforma del Terzo settore è stato un punto qualificante, io penso, di una legislazione che non è premiale nel senso deteriore della parola, ma che sicuramente premiale nel senso di riconoscere i meriti che il Terzo settore ricopre nel nostro Paese. E quindi è indubbio che questa riforma ha aperto anche notevoli aspettative, che sono andate un po’ deluse, a mio avviso, dalla introduzione nell’ordinamento di quei decreti delegati che attualmente, insomma, sono stati esaminati, ma che non danno quelle risposte che evidentemente la legge auspicava potessero dare. In particolare noi vediamo che vi è un accreditamento di un Centro servizi del volontariato per ogni regione e per province il cui territorio sia almeno di un milione di abitanti, la qual cosa, ad esempio, porterebbe per quanto riguarda la nostra regione ad avere un unico Centro di servizio per il volontariato tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia; certo rimarrebbe uno sportello, ma è vero che la questione cambierebbe notevolmente. Anche per quanto riguardo gli organismi territoriali e di controllo, ad esempio, l’Emilia-Romagna verrebbe aggregata alle Marche e le reti associative di secondo livello, così come vengono ipotizzate nel decreto, dovrebbero avere almeno cinquecento enti sul territorio e esprimerebbero poi il loro rappresentante nell’associazione degli enti del Terzo settore e nel Consiglio nazionale del Terzo settore. Insomma, si rischia di tagliare fuori molte associazioni o reti di volontariato che operano sul territorio nazionale, io penso con meritoria funzione e altrettanto merito. Quindi ciò che si chiede è quello di intervenire sul Governo affinché nell’ambito dei principi ispiratori della legge 106 del 2016 gli stessi principi siano pienamente accolti e quindi i decreti delegati di cui, torno a ripetere, c’è traccia ma non ancora sono operativi, fortunatamente, si possa intervenire per dare un senso compiuto ad una riforma che diversamente risulterebbe nei decreti attuativi poi monca e comunque insoddisfacente rispetto quelli che erano i principi ispiratori della stessa.

     

    Presidente Zoffoli

    Per l’illustrazione della 4427 la consigliera Zappaterra, prego.

     

    Consigliera Zappaterra

    Grazie presidente. Molto velocemente, perché lo spirito che anima la nostra risoluzione è lo stesso di quello del collega Foti. Come anticipava anche lui, la riforma del Terzo settore è stata certamente un passo avanti coraggioso e anche innovativo, ma abbiamo bisogno di monitorare il fatto che i decreti attuativi possano consentire alle Regioni di organizzare i Centri servizio volontariato in modo autonomo. Come diceva il collega Foti, la nostra regione verrebbe accorpata alle Marche e se non garantissimo che in Conferenza Stato-Regioni ci fosse il massimo impegno per garantire l’autonoma organizzazione, rischieremmo che i criteri previsti nel decreto snaturino l’importanza dei Centri servizi volontariato che hanno avuto fino ad adesso nella nostra regione. Se i decreti attuativi non dovessero garantire l’autonomia organizzativa regionale rischieremmo davvero che la tutela di sistemi come quello emiliano-romagnolo, come quello della nostra regione, fondati fino adesso su logiche e sui servizi di prossimità alle organizzazioni di volontariato, anche le più piccole, che hanno garantito fino ad ora la valutazione di priorità territoriale, non funzionino più in futuro così. Molto semplicemente chiediamo davvero che l’impegno della Giunta, del presidente in Conferenza Stato-Regioni, sia quello di rivendicare la possibilità di un’autonoma organizzazione della nostra Regione per evitare che l’accorpamento dei CSV, ancorché garantendo una sede, uno sportello per ogni provincia, rischi davvero di snaturare un sistema che da noi funziona e funziona anche a tutela delle organizzazioni e delle associazioni di volontariato più piccole, che al di là della dimensione molto spesso sono anche quelle che meglio rispondono alle esigenze ed ai bisogni di una comunità. In quasi tutte le politiche l’impostazione è quella di superare la dimensione del piccolo per cercare aggregazioni funzionali di area vasta, è un principio che condividiamo, che stiamo portando avanti per l’ottimizzazione dei servizi su molti fronti; io credo che non esistano modelli che però funzionano su tutto e in particolare sulle prossimità dei CSV sarebbe opportuno fare una valutazione legata all’organizzazione regionale.

     

    Presidente Zoffoli

    Bene, a questo punto si apre il dibattito, chi vuole intervenire? Prodi.

     

    Consigliera Prodi

    Grazie. Brevemente, per fare un punto sul fatto che questa riforma non si esaurisce in una questione territoriale ma riguarderebbe appunto compiti e funzioni e anche compagini di costituzione. Quindi è vero che il sistema dei CSV in Emilia-Romagna, pur con evidenti pregi, ha però a sua volta l’esigenza di rivedersi, di fare sintesi anche con la promozione sociale e la cooperazione, appunto per promuovere al meglio il volontariato, direi tutti i volontariati. Il rischio è di continuare ad essere autoreferenziali e nella proposta di risoluzione - ma anche direi nella mancata discussione preliminare alla sua stesura - vediamo appunto un elemento di conservazione di uno status quo, mentre l’idea che dovrebbe essere prevalente vorrebbe essere improntata verso un’integrazione ed un’autentica coesione sociale, che è bisogno anche di aggregazione, d’innovazione, mantenendo sì la capillarità operativa territorialmente, ma che però dovrebbe convergere in un’azione più coordinata e modalità organizzative più consone. Annuncio quindi il voto contrario ad entrambe le risoluzioni, sperando però in una discussione più proficua anche nel merito della riforma. Grazie.

     

    Presidente Zoffoli

    Altri interventi? Se non ci sono altri interventi pongo in votazione le due risoluzioni. Diciamo così che la tempestività per la quale abbiamo messo in questa Commissione le due risoluzioni è anche perché è questo il momento nel quale a Roma si decidono i decreti attuativi di un’ottima legge, che però spaventano un po’ i nostri territori, per cui credo che partire da esperienze consolidate e da servizi che oggi funzionano bene e, a prescindere, volerli stravolgere credo che sia, potrebbe diventare, un salto nel buio. Questo non vuol dire che in una discussione successiva non siano possibili aggregazioni, collaborazioni, integrazioni, però lo vogliamo decidere in base alle esigenze, non in base ad un’organizzazione nazionale che sicuramente ha anche altri interessi, soprattutto in altre regioni, e quindi un’unica organizzazione potrebbe penalizzare fortemente il nostro tessuto associativo; io credo che non sia giusto e non sia corretto. Questa la motivazione per la quale abbiamo abbastanza tempestivamente messo le due risoluzioni all’ordine del giorno della Commissione. A questo punto pongo in votazione la risoluzione 4112 a firma del consigliere Foti: chi è favorevole? Contrari? Astenuti? Bene, risoluzione approvata. Pongo in votazione adesso la risoluzione 4427 del gruppo PD, primo firmatario Montalti con Zappaterra, Calvano, Zoffoli, Pruccoli, Rontini, Campedelli, Tarasconi, Molinari, Soncini, Marchetti, Poli, Rossi Nadia, Caliandro, Ravaioli, Paruolo, Serri: favorevoli? Contrari? Astenuti? Come prima, bene, parere favorevole.

     

    (omissis)

     

    4372 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni in tutte le sedi opportune, ed anche presso la Conferenza Stato-Regioni, affinché si proceda alla discussione della legge nazionale sul caregiver familiare, proseguendo inoltre ad aumentare l’impegno rivolto al supporto delle persone affette da gravi disabilità o menomazioni ed al loro caregiver, come previsto dalla L.R. n. 2/2014. (28 03 17)

    A firma dei Consiglieri: Campedelli, Soncini, Zoffoli, Serri, Ravaioli, Tarasconi, Molinari, Boschini, Mumolo, Poli, Marchetti Francesca, Pruccoli, Mori, Rontini, Rossi Nadia, Zappaterra, Lori, Bagnari, Montalti

     

    Presidente Zoffoli

    Ricordo a tutti che ci sono arrivati due emendamenti a firma del consigliere Marchetti, quindi do la parola prima per illustrare la risoluzione al consigliere Campedelli.

     

    Consigliere Campedelli

    Grazie presidente. Adesso, più che illustrare la risoluzione che è una discussione che è già avviata da tempo qui nella nostra regione, visto che è stata approvata nel marzo del 2014 una legge regionale, fra l’altro alle giornate del caregiver che si terranno dal 3 al 30 maggio qui nella nostra regione, proprio in un’iniziativa a Bologna il 19 maggio si arriverà alla presentazione delle linee guida, quindi è un lavoro insomma che parte da lontano. Allora, la questione è questa: noi siamo stati la prima Regione ad approvare una legge su un tema così importante come quello dei caregiver, che ormai rappresentano, anzi sono un pezzo del nostro welfare regionale. Credo che visto che da questa discussione, che proprio è partita e scaturita qui nella nostra regione, è partita una proposta di legge a livello nazionale che è passata già alla Camera ma che ad oggi è ferma al Senato in Commissione, ed è ferma al Senato perché stanno cercando di capire e prevedere il tema di come finanziare appunto i contenuti della legge. Allora io credo che sia importante proprio adesso e in occasione, appunto, anche delle giornate del caregiver e soprattutto per l’impegno della nostra regione, cercare di spingere sia all’interno della Conferenza Stato-Regioni, ma anche con atti nostri, diciamo spingere questo progetto di legge nazionale che chiaramente, è vero, noi abbiamo già un progetto di legge regionale nostro, ma crediamo sia importante, perché le persone interessate sono veramente tante, sono tante e riguardano tantissime fasce d’età e soprattutto c’è un tema anche di opportunità e di tenere in considerazione il lavoro di cura che viene svolto sia all’interno della famiglia, ma non solo all’interno della famiglia, rispetto alle persone che hanno bisogno, tenendo conto che la nostra società nazionale ha un grado d’invecchiamento sempre maggiore, credo che su queste figure ci sia l’opportunità di lavorare e si debba lavorare, insieme naturalmente alle associazioni, insieme ai soggetti che sono presenti sul territorio, così come è stato fatto nella nostra regione anche nel proseguire questo percorso su questa legge nazionale. Io direi che a grandi linee la presentazione, lo scopo della risoluzione è questo, dopo di che casomai mi riservo d’intervenire successivamente per entrare maggiormente nei particolari.

     

    Presidente Zoffoli

    Se il consigliere Marchetti vuole illustrare gli emendamenti…

     

    Consigliere Marchetti Daniele

    Sì, grazie presidente. Gli emendamenti che abbiamo presentato sostanzialmente hanno lo stesso obiettivo, perché partirei dai dati che vengono correttamente riportati nella risoluzione e che dimostrano il fatto che comunque questa è una situazione che interessa davvero tantissime persone, anche sul nostro territorio. Sono tutte persone che purtroppo devono superare anche tantissime difficoltà, perché purtroppo tante volte conciliare l’attività lavorativa con l’attività di cura diventa veramente difficile. Le cure oggi vanno sempre più nella direzione delle cure a domicilio, perché anche i servizi sul territorio iniziano a diventare anche insostenibili dal punto di vista economico, quindi tante volte una persona si trova anche costretta a dovere rinunciare alla propria attività lavorativa per dedicarsi appunto alla cura di un proprio caro. È assolutamente necessario quindi arrivare ad un normativa di riferimento, che non sia comunque una legge manifesto e mi ricordo anche una seduta di Commissione, mi pare della Commissione Pari opportunità, che si è tenuta nel 2015, quando vennero in Commissione appunto diversi rappresentanti di associazioni di caregiver che ci dissero che la legge regionale è molto bella, però al momento è ancora, sostanzialmente, la definirono proprio “legge manifesto”, una legge di principi che però doveva essere ancora un po’ strutturata e messa in campo. Speriamo che con l’andare del tempo comunque la situazione si riesca a migliorare e a dare sempre un supporto maggiore a queste figure, che al giorno d’oggi diventano sempre più importanti nella cura ai disabili ed agli anziani. Con i nostri emendamenti, appunto, chiediamo di coinvolgere proprio queste persone, queste associazioni, sia al livello nazionale, tenendo in considerazione le osservazioni che sono pervenute ad esempio in Senato sul disegno di legge che sta comunque procedendo, ma anche al livello regionale, dove a nostro avviso è altrettanto importante raccogliere le segnalazioni che giungono dal territorio, da organizzazioni sindacali, soggetti del Terzo settore, ma soprattutto dagli utenti stessi o comunque dalle persone che seguono i propri cari, in modo da avere come Regione un’idea di come vengono erogati i servizi sul territorio e poter magari fare tesoro di queste osservazioni nel momento in cui si vanno a ridefinire magari, che ne so, le linee guida per l’erogazione del Fondo regionale per la non autosufficienza, per avere proprio il punto di vista da parte del cittadino e capire se quello che stiamo dando sul territorio è ottimale oppure no. Quindi il senso dei nostri emendamenti è soltanto questo: dare maggiore ascolto, garantire un maggiore ascolto appunto ai cittadini ed agli utenti che comunque vivono sulla propria pelle le difficoltà di tutti i giorni.

     

    Presidente Zoffoli

    Sensoli.

     

    Consigliera Sensoli

    Grazie, presidente. Aggiungo un altro paio di riflessioni a quello che ha appena detto il collega Marchetti. Prendo i dati, ad esempio, della risoluzione: se si stima che il caregiver familiare svolga mediamente sette ore al giorno di assistenza diretta ed undici ore di sorveglianza, significa che praticamente il caregiver familiare arriva ad essere un assistente a tempo pieno. Quindi, per quanto sia chiaramente importante la figura di un assistente familiare, a quel punto il rischio è che si scarichi verso le famiglie, sulle famiglie quello che in realtà dovrebbe essere un compito dello Stato. Quindi anche l’estensione dei permessi, se teniamo conto che l’assistenza media è di sette ore, praticamente diventa già questo un lavoro, quindi il nostro timore è che queste misure in realtà servano a ben poco. Abbiamo un altro strumento a livello nazionale, le linee guida che sono state date per il progetto di vita indipendente e forse è più su questo che dovremmo andare a lavorare in questo momento, soprattutto, appunto, contando che in molti casi i familiari sono molto spesso donne, quindi si pone anche un problema chiamiamolo di pari opportunità, comunque di situazione penalizzante per quanto riguarda le donne che molte spesso si prendono poi carico di assistere il familiare disabile. Si pone appunto un problema di adeguatezza delle misure e appunto degli aiuti previsti dalla legge del caregiver. Manca una parte previdenziale: quantomeno nel momento in cui una persona si dedica tante ore al giorno ad un familiare disabile secondo noi lo Stato dovrebbe garantire quantomeno i contributi figurativi per questa persona, ma anche eventualmente un contributo. Però, ripeto, un altro, ulteriore strumento, forse da integrare insieme al caregiver familiare, è quello del progetto di vita indipendente, che oltretutto diverse famiglie anche all’interno della nostra regione stanno chiedendo insistentemente, perché le misure ad oggi fornite sono insufficienti. Quindi secondo noi questa risoluzione, e di conseguenza anche poi il progetto di legge che c’è in discussione in questo momento, manca di parti importanti, perché se è ovvio e scontato che è importante una figura di assistenza anche da un familiare (perché chiaramente poi le figure più vicine possono essere i familiari), sicuramente non è sufficiente, né da un punto di vista economico, né da un punto di vista di assistenza. Ripeto, ribadisco: non vorremmo che diventasse una misura per scaricare sulle famiglie quello che in realtà dovrebbe essere un compito dello Stato, cioè quello dell’assistenza anche professionalmente adeguata dei nostri disabili.

     

    Presidente Zoffoli

    Altri interventi? Io ritengo che comunque - due secondi, consigliere Campedelli - il caregiver sia uno strumento molto importante del welfare di oggi e ha sicuramente dei percorsi che sono stati fatti ed altri che devono essere fatti. La Regione Emilia-Romagna è stata molto innovativa facendo la legge regionale n. 2 del 2014, sta per predisporre, e a breve io credo e spero che vengano in Commissione, quelle che sono le linee attuative di questa importante legge, ma va da se’ che al livello nazionale ci deve essere una legge adeguata, che in qualche modo indirizzi e normi un po’ questo importante strumento. Per cui credo che questa risoluzione sia importante, sia nel chiedere alla Giunta di indirizzare un po’ i percorsi nazionali verso quegli indirizzi che noi già avevamo espresso nel 2014 e anche nel predisporre quelle linee attuative che sono indispensabili perché questa legge possa sempre di più essere effettivamente operativa nel nostro territorio, proprio in base alle esigenze che oggi ci sono. Mi chiedono altri due d’intervenire: consigliere Foti.

     

    Consigliere Foti

    Solo per rilevare che in realtà io non penso che competa solo ed esclusivamente allo Stato la cura delle persone, anzi se guardiamo i principi civilistici noi sappiamo che vi sono dei principi ben definiti che pongono in capo alla famiglia una prima attività di curatela. Non penso che la soluzione sia riempire l’Italia di ASP o di ricoveri propriamente detti; io penso che la rete familiare oggi abbia ancora un grandissimo valore, pur rendendomi conto che ha un valore enorme per l’assistito, ha un valore di fatica enorme per chi assiste, perché questo non dobbiamo dimenticarlo. E proprio per questa ragione io penso che una legge che sia una legge anche e soprattutto di principi possa dare una valorizzazione giusta ad un’attività meritoria, anche tenendo presente che già alcune norme vi sono; ad esempio le norme della 104 che possono essere utilizzate in alcuni casi, ma che voi vi rendete conto a volte mettono anche in difficoltà la persona interessata, che non vuole magari accedere a questa forma che pure lo Stato consente anche solo magari per motivi personali o per non volere rendere note le situazioni che rimangono nella sfera personale, famigliare. Quindi mi pare che noi non possiamo partire da un principio, che secondo me è erroneo, che del malato si occupa lo Stato; del paziente si occupano innanzitutto coloro i quali hanno un legame affettivo con lo stesso e poi è chiaro che lo Stato serve laddove evidentemente le condizioni anche di salute non consentano altre cose. Lo dico anche in relazione ad una brutta vicenda che si verifica periodicamente nei mesi di luglio ed agosto, quando voi sapete che vi è un’impennata dei ricoveri di persone anziane o molto anziane, sia nella rete ospedaliera che altrove, magari perché c’è chi deve andare in vacanza, ecco… Non mi pare che siano atteggiamenti da premiare o da straconsiderare; io apprezzo molto di più chi si sacrifica ,anziché chi pensa di scaricare sullo Stato quello che invece è anche per certi versi un obbligo morale prima che giuridico.

     

    Presidente Zoffoli

    Sensoli.

     

    Consigliera Sensoli

    Sì, grazie. Io volevo fare una precisazione: non sto dicendo che i nostri disabili vadano ricoverati all’interno delle ASP, sto solo dicendo che molto probabilmente per una persona che si fa carico sette ore al giorno per l’assistenza ed undici ore di sorveglianza diventa un lavoro a tempio pieno. Allora, molto probabilmente, invece di scaricare a tempo pieno sui familiari che si trovano anche in condizioni, alcune volte, professionali non adeguate e di assistenza non adeguata, affiancate ad oggi ad una, ad esempio, assistenza domiciliare scarsa, per non dire quasi assente, sicuramente puntare solo sul caregiver familiare con delle lacune, perché dire di aumentare i permessi quando una persona se ne occupa mediamente già sette ore del giorno del proprio familiare, significa che se io lavoro otto ore e sette le devo occupare per il mio familiare mi rimane un’ora per il lavoro quindi come persona vengo penalizzata anche nel campo lavorativo. Lo Stato mi deve permettere di scegliere se occuparmi a tempo pieno del mio familiare o se portare avanti una realizzazione personale anche lavorativa potendo contare sull’aiuto della sanità pubblica e dell’assistenza pubblica, che non significa abbandonare il proprio familiare o lasciarlo in balia di chissà che cosa perché me ne voglio andare in vacanza, semplicemente avere la certezza, punto primo, nel caso in cui scelgo di occuparmi a tempo pieno di un mio familiare, di avere quanto meno una condizione previdenziale adeguata e coperta dallo Stato, perché comunque io rinuncio all’attività lavorativa e quindi ai contributi previdenziali per stare a casa ad assistere un familiare e, per quanto una persona lo possa fare con cuore ,comunque è una condizione in cui non si vorrebbe trovare, se non altro per una questione affettiva e chiaramente di sofferenza all’interno di una famiglia. Punto secondo: se comunque scelgo di continuare a lavorare e… Pardon, finisco il primo discorso: punto secondo, sarebbe giusto a quel punto, come esistono già le linee guida, l’ho già citato prima, per il progetto di vita indipendente, avere un contributo per fare sì che il disabile possa permettersi anche di pagare una persona di sua scelta, che può essere anche un familiare, per ricevere l’assistenza adeguata ed assistenza adeguata significa che quella persona, chiunque sia, abbia appunto una formazione, può essere un familiare o può essere una persona estranea al nucleo familiare. Quello che lo Stato deve garantire sono le risorse per le cure, per l’assistenza e soprattutto la libertà di scelta, visto che ci riempiamo sempre la bocca con le parole di pari opportunità, specialmente per quanto riguarda la condizione delle donne, la libertà di scegliere non deve essere una condizione di necessità o di obbligo causato da una necessità: rimanere a casa dal lavoro per assistere un familiare disabile. Al netto di questi principi elencati in maniera molto oggettiva, è chiaro che se la si guarda da un punto di vista umano è naturale che la vicinanza di un familiare è fondamentale per qualunque anziano, per qualunque disabile, questo non lo nega nessuno. Purtroppo possiamo mettere nero su bianco tutte le leggi che vogliamo, ma poi purtroppo ci sarà sempre chi parcheggia il proprio anziano, il proprio disabile all’interno di un’ASP o di un ricovero o di una casa di riposo e lo lascia lì parcheggiato in attesa degli eventi. Questo purtroppo si può cercare di evitare con tutte le misure possibili, ma capiterà sempre; sta nella coscienza, chiaramente, nelle buone pratiche e da parte dello Stato nella possibilità di dare tutti gli strumenti possibili per non fare sentire i cittadini abbandonati a se’ stessi.

     

    Presidente Zoffoli

    Nel dare la parola ad Enrico Campedelli chiedo anche se acconsente alla presentazione, alla votazione dei due emendamenti del consigliere Marchetti.

     

    Consigliere Campedelli

    Grazie, presidente. Allora, sì, gli emendamenti sono per accoglierli entrambi, diciamo perché comunque vanno a completare, insomma, e a definire meglio anche le richieste del dispositivo finale. Scusatemi, solo alcune valutazioni e riflessioni rispetto al dibattito di oggi: teniamo presente che il tema del - continuiamo a chiamarlo con questo inglesismo - caregiver non è che nasce oggi perché l’Emilia-Romagna ha fatto una legge; il caregiver c’è sempre stato, i familiari o gli amici o le persone che si sono fatte il carico di familiari o di amici in caso di bisogno sono sempre esistite, perché la funzione di un caregiver non è solo quella di svolgere funzione diretta su fragilità, ma è anche quell di tenere le relazioni con, diciamo, le questioni che riguardano le pratiche amministrative, gli operatori di servizi, oppure anche gestire direttamente, cioè interessa svariati ambiti. Allora, dicevo: non nasce oggi perché comunque questo tema c’è sempre stato, c’è sempre stato. La questione è che oggi con un welfare molto avanzato qui nella nostra regione, ma così come, diciamo, un tema anche nazionale, è chiaro che vengono ad emergere anche queste figure, perché sono pezzi importanti del nostro welfare. Allora è chiaro che in una situazione, diciamo, di difficoltà delle famiglie mi sembra che sia logico che il pubblico si faccia carico, ma essendo anche questo un arricchimento, mettiamola così, della nostra presenza sul territorio, bisogna che noi ci facciamo carico, in termini valoriali, anche, di quest’impegno. Allora è chiaro che chi si occupa, a seconda del grado di impegno, può avere diversi impatti. Prima si diceva il tema del rapporto di lavoro: è chiaro che se ci sono dei tempi di cura, noi abbiamo visto, chi è che non conosce famiglie o persone che si sono prese cura di qualcuno in caso di bisogno o fragilità di persone? C’è un tema di salute, perché le persone che vivono queste situazioni a volte possono avere delle situazioni anche complicate loro stessi; c’è un tema economico, come dicevamo; ma c’è un tema anche di riconoscimento, di valorizzazione anche di questa funzione sociale; c’è un tema dei diritti rispetto a queste persone; c’è il tema della formazione e dell’informazione, della valorizzazione anche delle competenze acquisite, perché dopo molti anni che una persona è in casa a sostenere ed aiutare persone con fragilità, alla fine del percorso cosa si ritrova? Si ritrova senza un percorso lavorativo e quindi la questione di valorizzare queste competenze ci sta tutto ed è un tema importante. Allora è chiaro che noi con la legge regionale e con le linee guida andiamo a dare gambe a questa nostra concezione di welfare; con la legge nazionale vogliamo spingere ancora di più. Allora è chiaro che gli emendamenti presentati da Marchetti che dicono “tenendo conto delle organizzazioni”, ma questa mi sembra una cosa che io l’avevo data per scontata anche nella presentazione della risoluzione, perché è una cosa che si sta perseguendo sul territorio regionale da tempo. Devo dire che sul caregiver, ad esempio, nel Comune che ho avuto l’onore di amministrare, già dal mio primo mandato amministrativo avevamo iniziato a discutere e dialogare con le esperienze presenti sui territori e a cercare di mettere in relazione le esperienze presenti sui territori, anche contattando e cercando anche in altri luoghi del nostro Paese situazioni di questo tipo, che erano lasciati molto soli in quel periodo. Il tema del coinvolgimento anche delle associazioni sindacali, delle organizzazioni del Terzo settore: piano piano si è costruita questa sensibilità generale. Dicevo prima: ci saranno le giornate del cargiver dal 3 al 30 maggio, ci sarà un’iniziativa anche qui a Bologna il 19, anche questi sono momenti importanti di relazione, di scambio di esperienze e soprattutto di coinvolgimento delle persone che sono sul territorio. Sarebbe importante se, ad esempio, i Comuni, rispetto al tema delle graduatorie sui servizi sociali, tenessero conto anche nei punteggi delle situazioni di caregiver (ad esempio, l’Unione dei Comuni delle Terre d’argine lo fa già questo, è già inserito nei propri regolamenti per quanto riguarda i benefici alle persone fragili, in stato di fragilità). Quindi, insomma, io credo che sia importante tenere alta l’attenzione su queste esperienze, perché sono esperienze, ribadisco, importanti, che non nascono oggi e guardate che in altri Paesi europei già si è tenuto conto di questo, ci sono già norme che vanno a regolare situazioni come quelle di cui stiamo discutendo oggi e di cui abbiamo approvato, appunto, nel marzo del 2014 la legge regionale. Per cui, insomma, questo ci consentirà anche di essere dal punto di vista delle considerazioni di queste esperienze e di queste persone che mettono a disposizione un pezzo importante della loro vita per il sostegno alle persone in difficoltà e con fragilità, ci permettono di essere al pari di altri Paesi europei che questo passaggio l’hanno già fatto.

     

    Presidente Zoffoli

    Io credo che con l’allungamento della vita e l’aumento delle fragilità bisogna mettere in campo tutti gli strumenti possibili perché si possano costruire dei progetti personalizzati il più possibile rispondenti ai bisogni, e il caregiver è sicuramente uno dei tanti strumenti che dobbiamo sempre meglio e sempre di più mettere a fuoco per riuscire, in maniera sinergica, a dare le risposte territoriali. Ne ricordo solo alcuni: l’assegno di accompagnamento, l’assegno di cura, l’assistenza domiciliare, i centri diurni; sono tanti gli strumenti che oggi sempre di più devono concorrere a progetti personalizzati. Il caregiver è uno strumento formidabile che esiste da sempre, oggi va normato con diritti e doveri da parte di tutti e credo che si stia andando nella direzione giusta. Dobbiamo anche noi come consiglieri cercare di fare in modo che le leggi e le linee guida siano rispondenti ai bisogni e sinergiche rispetto a tutti gli altri strumenti. A questo punto io credo che siamo arrivati al termine della discussione; pongo in votazione l’emendamento 1 del consigliere Marchetti: favorevoli? Contrari? Astenuti? Unanimità. Pongo in votazione l’emendamento 2: favorevoli? Contrari? Astenuti? Unanimità. Pongo a questo punto in votazione la risoluzione n. 4372 primo firmatario Campedelli, con i due emendamenti che ne modificano la parte dispositiva: favorevoli? Contrari? Astenuti? Unanimità, bene.

     

    (omissis)

     

     

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