Espandi Indice
Legislatura X - Commissione IV - Resoconto del 13/11/2017 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 39

    Seduta del 13 novembre 2017

     

    Il giorno 13 novembre 2017 alle ore 10,00 è convocata, con nota prot. n. AL.2017.57256 del 08/11/2017, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    ZOFFOLI Paolo

    Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    CARDINALI Alessandro

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    4

    presente

    SENSOLI Raffaella

    Vicepresidente

    Movimento 5 Stelle

    3

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BAGNARI Mirco

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    Forza Italia

    2

    assente

    BOSCHINI Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    CALVANO Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    CAMPEDELLI Enrico

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    FABBRI Alan

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    FOTI Tommaso

    Componente

    Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale

    1

    assente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    5

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    PARUOLO Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    PRODI Silvia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    SASSI Gian Luca

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    SERRI Luciana

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    TARASCONI Katia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Sinistra Italiana

    2

    assente

    ZAPPATERRA Marcella

    Componente

    Partito Democratico

    5

    presente

     

    Sono presenti i consiglieri: Gian Luigi MOLINARI in sostituzione di Marcella ZAPPATERRA per parte della seduta e di Alessandro CARDINALI per parte della seduta, Luca SABATTINI in sostituzione di Paolo CALVANO, Antonio MUMOLO in sostituzione di Mirco BAGNARI, Yuri TORRI in sostituzione di Igor TARUFFI.

     

    Partecipa alla seduta: A. Campagna (Resp. Serv. Assistenza ospedaliera).

     

    Presiede la seduta: Paolo ZOFFOLI

    Assiste la segretaria: Nicoletta Tartari


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO.

     

    (omissis)

     

    4381 -Risoluzione per impegnare la Giunta a richiamare le AUSL dell'Emilia-Romagna al rispetto della normativa europea, invitando gli allevatori appartenenti al consorzio di tutela suini dop ad applicare il solo tatuaggio sulla coscia, garantendo così un procedimento burocratico più snello alle imprese e minori sofferenze agli animali. (30 03 17)

    A firma del Consigliere: Bargi

     

    Consigliere MARCHETTI D.

    Grazie presidente. Mi è stato riferito dal primo firmatario consigliere Bargi che sta ancora cercando di trovare un punto d’accordo con la consigliera Serri, quindi mi chiede di rinviare ulteriormente la risoluzione in oggetto.

     

    Consigliera MORI

    Confermo che la consigliera Serri è d’accordo.

     

    Presidente ZOFFOLI

    Quindi votiamo per il rinvio della risoluzione alla prossima settimana, va bene? Tutti favorevoli.

     

    (omissis)

     

    4186 -Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere una verifica puntuale sulla presenza di ginecologi ed anestesisti obiettori nelle singole strutture, individuando indicatori superati i quali intervenire con specifici concorsi per assumerne di non obiettori, ad attivarsi affinché anche in Emilia-Romagna vengano garantite alle donne tutti i diritti garantiti dalla legge 194/1978 e affinché nei servizi di Consultorio sia garantito l'accesso alla prescrizione di contraccettivi ormonali, sia routinaria che in fase postcoitale, nonché all'applicazione di sistemi contraccettivi meccanici, oltre alla garanzia dell'attestazione dello stato di gravidanza, ponendo inoltre in essere azioni volte alla modifica della legge 194 al fine di renderne realmente effettiva l'applicazione. (27 02 17)

    A firma dei Consiglieri: Torri, Taruffi

     

    Presidente ZOFFOLI

    A questo punto passiamo alla risoluzione 4186: “Risoluzione per impegnare la Giunta a prevedere una verifica puntuale sulla presenza di ginecologi ed anestesisti obiettori nelle singole strutture, individuando indicatori superati i quali intervenire con specifici concorsi per assumerne di non obiettori, ad attivarsi affinché anche in Emilia-Romagna vengano garantiti alle donne tutti i diritti garantiti dalla legge 194/1978 e affinché nei servizi di Consultorio sia garantito l’accesso alla prescrizione di contraccettivi ormonali, sia routinaria che in fase postcoitale, nonché all’applicazione di sistemi contraccettivi meccanici, oltre alla garanzia dell’attestazione dello stato di gravidanza, ponendo inoltre in essere azioni volte alla modifica della legge 194 al fine di renderne realmente effettiva l’applicazione, a firma dei consiglieri Torri e Taruffi”. Ricordo che a questa risoluzione il consigliere Torri ha presentato un emendamento e che, sulla base della presentazione di una risoluzione del PD, ho ritenuto, trattando lo stesso argomento, di abbinarla alla risoluzione dei consiglieri Torri e Taruffi. Parlo della risoluzione presentata dalle consigliere Mori e Zappaterra, alla quale è stato presentato un emendamento a firma della consigliera Mori. A questo punto, la parola prima al consigliere Torri per illustrare la sua risoluzione e il suo emendamento e poi alla consigliera Mori per illustrare la risoluzione del PD e l’emendamento proposto.

     

    Consigliere TORRI

    Grazie, presidente. La nostra risoluzione prende le mosse dalla legge n. 194/1978, di cui ricordiamo proprio in apertura l’intero titolo: “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. Quindi, il tema principale da cui partiamo è l’intero impianto della legge e la garanzia che questa legge prevede della libertà per la donna di scegliere - in un momento come quello della gravidanza - pienamente come affrontare questo percorso. In questo, quindi, ci sta tutto il sostegno e l’informazione nel caso in cui la donna scelga di portare a compimento la propria gravidanza, come lo stesso sostegno e lo stesso grado di informazione nel caso in cui si scelga, invece, l’interruzione della gravidanza. A questo proposito contemporaneamente la legge contiene anche la facoltà di obiezione di coscienza per motivi etici. Prendendo le mosse da questo complesso, abbiamo fatto una valutazione riguardo la situazione nazionale e la situazione regionale, constatando che in Italia l’obiezione di coscienza raggiunge picchi in alcune regioni molto alti, che mettono in dubbio la possibilità per la donna di accedere pienamente a tutti gli impegni previsti dalla legge in questione. Prendiamo anche le mosse da una situazione regionale che, invece, è relativamente positiva rispetto alle percentuali di altre regioni, tuttavia contemporaneamente abbiamo registrato nel tempo anche dichiarazioni allarmate da parte di alcuni amministratori locali perché, a fronte di una percentuale regionale del 51,8 per cento di obiezione, ci sono province in cui i medici obiettori raggiungono picchi molto più alti, di conseguenza alcuni amministratori hanno ritenuto di sensibilizzare sul fatto che non ci sia pieno accesso ai servizi. Nel contempo, abbiamo registrato l’azione presa dalla Regione Lazio, che ha predisposto, a livello di concorsi, iniziative specifiche per garantire uniformità nel dare piena realizzazione alla legge 194 in tutti i suoi aspetti. Abbiamo ritenuto quindi di proporre alcuni impegni alla Giunta perché queste disuniformità che ci sono nella nostra regione possano essere risolte e possa essere resa ancora più incisiva l’applicazione della legge 194. Questo a fronte di un’attività importante che in quest’ambito possono raggiungere i consultori, a fronte di pronunciamenti anche del Consiglio d’Europa, che rilevano su tutto il territorio nazionale delle non uniformità che mettono a rischio la completa erogazione dei servizi di cui le donne hanno diritto, con questo creando delle possibili discriminazioni verso le donne che decidono di scegliere in un modo rispetto ad un altro. Da qui, allora, i nostri impegni che proponiamo alla Giunta, prima di tutto per una verifica puntuale sulla presenza di ginecologi e anestesisti obiettori nelle singole strutture, per andare a capire uniformità o meno del servizio, che è la base per intervenire successivamente, attivandosi affinché anche in Emilia-Romagna vengano garantiti alle donne tutti i diritti della legge 194 e nei servizi di consultorio sia garantito l’accesso alle prescrizioni di contraccettivi di vario tipo. Il terzo impegno è quello di valutare valori percentuali sopra i quali attuare interventi specifici, questo proprio per prevenire questa non uniformità nell’assistenza garantita alle donne. Su questo abbiamo ritenuto di fare un emendamento, così lo illustro subito: dal momento che la procedura scelta dalla Regione Lazio ha dato origine a qualche contenzioso di cui dobbiamo capire appieno la portata, noi diciamo, salvando il principio per cui servono iniziative specifiche, come ad esempio quella presa nel Lazio, per risolvere questo tema disuniformità, allora partendo dalle valutazioni e dalle verifiche fatte in precedenza, cerchiamo di andare a risolvere quelle difformità denunciate da alcuni amministratori, in modo che i diritti che la 194 prevede vengano garantiti uniformemente a tutte le donne della regione, questo chiaramente attuando quelle misure che consentano di farlo in maniera efficace e non che si prestino a ricorsi o che, comunque, non possano essere applicate. Da qui l’emendamento che tiene fermo un principio e che tiene ferme le premesse del nostro documento. Si chiede, infine, di intervenire presso le rappresentanze istituzionali per aprire un tavolo di discussione che consenta di avviare anche un percorso di modifica della stessa 194, che risale al 1978, a fronte dei mutamenti che, chiaramente, anche la società ha avuto, fissando soglie oltre le quali non sia accettabile la presenza di medici obiettori nelle strutture pubbliche. Questo per garantire un equilibrio nell’erogazione di un servizio che, ritornando al pronunciamento del Consiglio d’Europa, se non erogato uniformemente, può creare forme di discriminazione nei confronti di chi liberamente, come prevede la legge, opta per una scelta piuttosto che per un’altra. Una scelta che - ed è questa la premessa fondamentale di tutto il discorso della legge e del modo in cui gli sviluppi di questa legge si devono andare ad affrontare – è una scelta estremamente intima e personale di una donna, che deve principalmente essere messa in condizione di poter scegliere per qualsiasi soluzione possibile. Grazie.

     

    Presidente ZOFFOLI

    Consigliera Mori.

     

    Consigliera MORI

    Grazie, presidente. Il tema oggetto della risoluzione dei colleghi Torri e Taruffi è considerato un oggetto molto significativo e importante anche da parte delle nostre Commissioni, che in vari momenti hanno approfondito in modo specifico l’argomento. Quindi ci siamo permessi, nel proporre la nostra risoluzione, di dare alcuni dati di contesto, che rendono oggettivo l’impegno della Regione Emilia-Romagna non soltanto nell’elaborare politiche di garanzia di applicazione della 194 e quindi di assistenza alle donne che si trovano in questa condizione, ma anche nel monitorare costantemente la stessa applicazione. Questo è un elemento non indifferente nelle premesse di contesto, perché danno anche il senso dell’incidenza dell’obiezione quei valori percentuali che richiamava il collega Torri. È chiaro che nell’applicazione di metodologie di verifica e di monitoraggio, la Regione Emilia-Romagna individua, piuttosto che valori soglia, degli obiettivi di indicatori da raggiungere alle Aziende per la qualità del servizio di assistenza e la ramificazione, la rete di assistenza. Questo, ovviamente, prende anche ispirazione da valori percentuali, che sono scritti in premessa nella nostra risoluzione, che devono tendere a un costante miglioramento del servizio, avendo sempre come obiettivo principale l’applicazione della legge 194 e quindi anche il sostegno alla donna in questo percorso, che spesso è un percorso difficile di per sé, che non deve essere assolutamente ostacolato da problematiche organizzative, di accettazione e di contesto. Questo l’abbiamo detto in diverse circostanze, anche nella Commissione Parità quando abbiamo svolto e sviluppato l’argomento. Abbiamo presentato un emendamento integrativo rispetto al testo relativamente a un elemento molto significativo e importante, che sarà sviluppato ulteriormente nel prosieguo dei nostri lavori, che è il tema della prevenzione. La 194, nell’ambito delle molteplici azioni in cui si articola, sottolinea e conferisce molta importanza alle misure di prevenzione, che sono misure molto legate al funzionamento dei consultori e dei presìdi territoriali, informativi e di sostegno, in una fase anticipatoria. Quindi, anche il tema di un monitoraggio di queste misure di prevenzione e della loro incidenza sul miglioramento prestazionale ci interessa ribadirlo particolarmente. Nell’ambito del dispositivo della risoluzione, ci siamo permessi di specificare un po’ meglio il quadro degli impegni istituzionali che dovrebbero rafforzare la piena applicazione della 194, che in sé ha già gli elementi fondamentali per assicurare un percorso di garanzie di accesso alle donne per l’interruzione volontaria di gravidanza, innanzitutto coinvolgendo la Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, proprio per superare una criticità a livello nazionale: il tema del monitoraggio, che in regione Emilia-Romagna è costante, dettagliato e particolareggiato, non sempre ha questo riscontro in tutta Italia. Quindi, questo sicuramente è l’elemento da mettere in campo per un’applicazione omogenea della 194 e anche dei diritti diffusi ad essa connessi. In secondo luogo, si propone il coinvolgimento del Coordinamento nazionale degli Organismi regionali di pari opportunità, che è la parte un po’ più politica e di indirizzo della Conferenza delle Regioni su questi temi. Noi sappiamo che la nostra Commissione è l’unica ad avere potere legislativo, rispetto alle altre che hanno potere consultivo ma che molto possono fare per stimolare attenzione e appropriatezza rispetto a tutti gli elementi prestazionali previsti dalla 194. Ovviamente il tema dell’obiezione di coscienza, che è il tema intorno a cui si sviluppano queste risoluzioni, atteso che è un principio costituzionalmente garantito sui temi eticamente sensibili e anche inserito nella legge 194, ci siamo sempre detti che non può costituire un ostacolo organizzativo a che il servizio sia reso, sia assicurato e sia garantito. Quindi, è questo l’elemento che ci deve accompagnare, anche come istituzioni, nella verifica puntuale di tutti gli indicatori, che già sono indicati e forniti alle Aziende sanitarie. Grazie.

     

    Presidente ZOFFOLI

    Paruolo.

     

    Consigliere PARUOLO

    Ho letto l’emendamento presentato dal consigliere Torri e volevo capire meglio. Mi convince poco il tema di valutare valori percentuali sopra i quali la Regione decida, come già fatto dalla Regione Lazio, di attuare interventi specifici volti a garantire il pieno diritto di scelta per la donna. Qui si tratta di comprendersi: se il tema è garantire l’effettiva fruibilità e applicabilità della legge, io evidentemente non posso che condividere. Però, se il tema è cercare di introdurre, attraverso la risoluzione, l’idea che gli obiettori di coscienza costituiscano un problema per l’applicazione della legge e che, quindi, in qualche misura sia l’obiezione di coscienza il tema su cui occorre intervenire - come peraltro è detto esplicitamente all’ultimo punto, in cui si chiede di rivedere la legge 194 per intervenire contro l’obiezione di coscienza - lo trovo particolarmente poco centrato, soprattutto nella nostra regione dove il servizio e l’applicazione della legge 194 viene puntualmente fornita, lasciando al tempo stesso la possibilità alle persone di usufruire del diritto, che è stabilito dalla legge e tutelato dalla Costituzione, di fare obiezione di coscienza. Quindi, in un contesto come quello emiliano-romagnolo in cui si riescono a contemperare due diritti diversi, che evidentemente occorre valutare anche nelle loro possibili interazioni, in cui si riesce ad avere una piena applicazione e una piena fruibilità della legge, senza porre limitazioni volte sostanzialmente a mettere in discussione la possibilità per un professionista di esercitare ciò che la legge gli garantisce, cioè l’obiezione di coscienza rispetto a questo punto, io francamente la trovo una forzatura, che faccio fatica a seguire. Questa è l’osservazione fatta all’ordine del giorno che ha presentato il consigliere Torri, in cui capisco anche lo sforzo, però togliere il riferimento che c’era su questo tema dicendo “come già fatto dalla Regione Lazio”, sarei curioso di capire quali altre cose sta pensando che siano state fatte dalla Regione Lazio. In ogni caso, se si tratta di fare interventi specifici volti a garantire l’effettiva applicazione della legge, questi sono da fare in ogni caso, non è che ci siano delle soglie sopra le quali questi si debbano rendere necessari oppure, è dovere del servizio garantire l’applicabilità. Insomma, credo che sia una forzatura poco idonea soprattutto nel contesto della nostra regione. Da questo punto di vista, l’ordine del giorno redatto dalle colleghe Mori e Zappaterra, integrato dall’emendamento presentato dal collega Boschini mi sembra più equilibrato e più attento… No, sempre firmato dalla Mori, mi sembra più attento a cogliere il tema nella sua complessità, ma senza per questo dover incidere su un aspetto specifico, che continua a essere un diritto e che qui non c’è nessuna prova che costituisca un elemento di inibizione della fruizione della legge.

     

    Presidente ZOFFOLI

    Marchetti Daniele.

     

    Consigliere MARCHETTI D.

    Grazie, presidente. È una situazione un po’ singolare, non è la prima volta che affrontiamo questo tema, tant’è che la risoluzione dei colleghi Torri e Taruffi era già stata calendarizzata, poi per gli stessi problemi che si sono ripresentati oggi fu rinviata. Dico che è singolare perché ci troviamo, oggi, di fronte a due documenti di due gruppi di maggioranza che vanno un po’ in contrasto tra di loro e entrambi vanno un po’ in contrasto con quanto va a dichiarare in giro la Giunta regionale. Infatti, già quando venne calendarizzata la prima volta la risoluzione dei colleghi di Sinistra Italiana cercai un po’ di informazioni e un po’ di dati su internet e trovai delle dichiarazioni dell’assessore Venturi e dell’assessore Petitti, che sono quelli che hanno le deleghe competenti in materia, che dicevano sostanzialmente che la legge 194/1978 in Emilia-Romagna è applicata e non ci sono particolari problemi, che il monitoraggio è stato avviato e che addirittura la questione è stata portata anche in Commissione Sanità della Conferenza Stato-Regioni e ci sono stati anche degli incontri, da quello che so. Ovviamente, faccio riferimento sempre alle dichiarazioni della nostra Giunta regionale. È abbastanza singolare, quindi, vedere due documenti che vanno a chiedere di fatto alla Giunta regionale di far cose che in realtà – almeno, ripeto, sulla base di quel che leggo – si stanno già facendo. Quindi mi pare che sia più che altro di uno scontro fra due documenti un po’ di bandiera (passatemi il termine), perché abbiamo, sì, affrontato questo tema, devo dire anche in modo molto approfondito, in Commissione Parità, dove si sviluppò comunque una bella discussione, però ritengo che portare il tema sullo scontro politico, come stiamo vedendo qui oggi, dove ci sono due forze di maggioranza che si scontrano fra loro per una posizione ideologica, mi sembra abbastanza inopportuno vista la delicatezza del tema. Noi, quindi, ci tiriamo fuori da questa discussione e lasciamo tutto in mano alla maggioranza, che evidentemente sta facendo fatica a trovare la quadra su un tema assolutamente importante e delicato. Come diceva prima il collega Torri, il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza è un tema delicato, perché tante volte le donne si trovano di fronte a una decisione veramente delicatissima, per cui portare la discussione su questo piano, a mio avviso, è assolutamente sbagliato.

     

    Presidente ZOFFOLI

    Prodi.

     

    Consigliera PRODI

    Ovviamente volevo annunciare il voto favorevole a entrambe le risoluzioni e, in particolare, ringraziare i colleghi di Sinistra Italiana per questo testo, che comunque ha il pregio di sottolineare delle situazioni che se magari anche mediamente nella nostra regione non si verificano come media, ricordo che però è la struttura ospedaliera in cui viene assicurato il servizio che non deve fare obiezione, ma deve garantire che le donne abbiano accesso a questo servizio, ci saranno dei casi di obiezione individuale, ma ogni struttura deve garantire questo diritto. Quindi, se anche una media regionale ci colloca in posizioni migliori rispetto al resto d’Italia, a me risulta che, ad esempio, l’ospedale di Cento avesse un’obiezione del 100 per cento: sono situazioni che rischiano di diventare strutturali, verso le quali non ci possono essere soluzioni puntuali, ma occorre politicamente, collega Marchetti, una visione che ci assicuri delle soluzioni, a prescindere da interventi che noi riconosciamo raggiunti e per i quali anche siamo grati. Però il discorso, per rifarmi al collega Paruolo, se c’è una domanda e c’è un’offerta, il servizio viene misurato rispetto a quello che la domanda e l’offerta riescono a generare in termini di parametrizzazione delle risorse. È molto semplice, io credo. Quindi, questa risoluzione ha il merito di dare una visione un po’ più strutturale rispetto a quella che, ripeto, deve essere una risposta struttura per struttura. Grazie.

     

    Presidente ZOFFOLI

    Boschini.

     

    Consigliere BOSCHINI.

    Grazie, presidente. Brevemente, perché poi mi ritrovo nelle cose che già diceva il collega Paruolo. In risposta al collega Marchetti: mi pare che non ci debba essere su questi temi alcuna polemica politica, perché questi sono temi di grande rilevanza etica e quindi, come sempre, nel dibattito politico si riconosce ampio spazio per una valutazione differenziata, che peraltro avviene costantemente in Parlamento anche all’interno del centrodestra su queste tematiche. Quindi, starei un mezzo metro al di qua rispetto al fare su questi temi, che sono molto delicati, riguardano diritti fondamentali delle persone, situazioni di delicatezza e di sofferenza delle donne, quindi insomma sono temi rispetto ai quali, ripeto, starei un mezzo metro in qua rispetto alla discussione più di carattere politico (non voglio dire di polemica). Volevo solo dire che, mentre mi pare molto importante la proposta della risoluzione firmata dalle colleghe Mori e Zappaterra, non riesco a condividere la risoluzione presentata dai colleghi di Sinistra Italiana per alcuni punti molto specifici. Innanzitutto perché chiedere di attivarsi affinché in regione Emilia-Romagna nei servizi di consultorio sia garantito l’accesso alle prescrizioni dei contraccettivi ormonali, eccetera, significa dare per presupposto che questo non avvenga, laddove invece correttamente, come viene ben descritto nel testo delle colleghe Mori e Zappaterra, presentato dal PD, questo avviene in Emilia-Romagna e avviene anche perché nei consultori il livello di presenza di obiettori è piuttosto limitato e in ogni caso perché, come anche è avvenuto con la sentenza del TAR del 2016, di norma anche gli obiettori svolgono questi tipi di servizi nei nostri consultori. Per cui, intanto mi pare che si parta da un presupposto sbagliato, che è quello che nei consultori ci sia da garantire un accesso a prescrizioni che invece avvengono, per quanto mi risulta, assolutamente in maniera corretta nella nostra regione. Anche per questo, fra l’altro, dico al collega Marchetti che è normale che la nostra Giunta ricordi che la 194 nella nostra regione è applicata, e lo è sostanzialmente, con alcuni elementi di difficoltà, indubbiamente, però mi sembra, rispetto ad altre regioni, in maniera sostanzialmente coerente. Faccio fatica anche a seguire il testo rispetto al riferimento alla Regione Lazio, perché la Regione Lazio, come è noto, ha sviluppato prima un bando riferito al San Camillo per soli obiettori, su cui sono divampate le polemiche e non soltanto di parte, come magari uno può aspettarsi, ma anche all’interno, per esempio, dello stesso Ordine dei medici della regione Lazio, quindi anche di merito, effettivamente. Ed è vero che poi sono stati, come anche richiama la risoluzione, intrapresi altri percorsi, che sostanzialmente risolvono il problema dal punto di vista del mansionario, diciamo così. Però il riferimento, per esempio, al termine di valori percentuali e di quote, a mio avviso da un punto di vista giuridico è molto delicato, soprattutto nell’ultima parte del testo proposto dai colleghi di Sinistra Italiana, perché avviare un percorso di discussione per la modifica della legge 194 credo sia cosa anche molto delicata da proporre in questo momento in Italia, comunque la si pensi rispetto a quella legge, perché quello fu un punto di equilibrio su cui oggi rimettere mano credo sarebbe molto difficile. Ma fissare delle soglie oltre le quali non sia accettabile la presenza dei medici obiettori credo significhi fissare delle soglie per esercitare dei diritti costituzionali, il che è un po’ delicato. Io, vent’anni fa, ero obiettore di coscienza all’uso delle armi nell’esercito, se mi avessero detto che veniva fissata una soglia oltre la quale non era ammissibile essere obiettori di coscienza sarei andato in piazza, perché ritengo che il diritto all’obiezione, garantito dalla Costituzione, o c’è o non c’è. Certo, bisogna rispettare anche il diritto delle donne, quindi occorre trovare le soluzioni organizzative, però è evidente che formulata così ci andiamo a infilare dentro a un problema giuridico molto complesso, applicato alla riformulazione della 194. Io davvero consiglierei prudenza, consiglierei ai colleghi di Sinistra Italiana di tornare a ragionare un attimo, perché così com’è formulata per me non è assolutamente possibile dare il mio assenso a questo testo.

     

    Presidente ZOFFOLI

    Sensoli.

     

    Consigliera SENSOLI

    Grazie, presidente. In maniera molto breve: da un punto di vista meramente politico condivido le osservazioni del consigliere Marchetti, però rimanendo nei contenuti effettivamente il dispositivo nuovo, seppur migliorato rispetto al precedente… Devo dir la verità: se fosse rimasto il dispositivo precedente, parlo della risoluzione di Sinistra Italiana, ci saremmo astenuti. Nel merito le considerazioni e i dubbi sollevati dai consiglieri Paruolo e Boschini possono essere condivisibili, ma c’è anche un altro aspetto da valutare, non solo quello etico e morale, c’è anche un aspetto meramente organizzativo e purtroppo di numeri. Sappiamo benissimo tutti quanti che siamo in una situazione di deficit di personale e che c’è anche un problema di programmazione rispetto alle future assunzioni, correlate all’ipotesi di futuri laureati nelle varie discipline sanitarie, quindi porre un limite potrebbe creare problemi proprio rispetto al personale disponibile. Quindi, sicuramente delle soluzioni per garantire il diritto vanno trovate, ma senza poi andare ad inficiare la globalità del servizio. Dunque, ci auguriamo che poi le soluzioni che si andranno a trovare non siano identiche a quelle della Regione Lazio, ma che la Regione Lazio venga presa a titolo di esempio in quanto, comunque, ha attuato delle soluzioni, poi che siano condivisibili o meno, insomma, ci auguriamo che la Giunta da noi attui un altro tipo di soluzione organizzativa e non limitativa. Per quanto riguarda la risoluzione del Partito Democratico, ci asterremo perché la riteniamo abbastanza vaga nel dispositivo: quando sentiamo parlare di tavoli di lavoro, sinceramente ci si drizzano un po’ le antenne perché temiamo che poi ci si vada a disperdere in un iter e in un ambito troppo largo e troppo ampio e invece ad oggi servono soluzioni abbastanza immediate.

     

    Presidente ZOFFOLI

    Consigliera Mori.

     

    Consigliera MORI

    Presidente, innanzitutto non è uno scontro di posizioni, è un incontro di posizioni su un tema molto articolato, molto complesso e molto delicato. Ce lo siamo detti tutti, quindi ci mancherebbe altro che banalizzassimo un tema del genere e non valutassimo anche le sfumature: in altre circostanze le sfumature pesano il giusto, in questa circostanza in particolare le sfumature invece sono importanti e vanno raccolte e considerate. Chiederei, se lei è d’accordo, cinque minuti di sospensione per fare il punto, la sintesi rispetto alle posizioni che sono emerse, tenendo presente questo: proprio perché questo tema non deve essere strumentalizzato, non va banalizzato, non va semplificato, ci stanno anche i cinque minuti di sospensione. Grazie.

     

    Presidente ZOFFOLI

    Bene, cinque minuti di sospensione.

     

    (La seduta, sospesa alle ore 11,45, è ripresa alle ore 12,10)

     

    Presidente ZOFFOLI

    Riprendiamo i lavori. Chi chiede la parola? Consigliera Mori.

     

    Consigliera MORI

    Grazie, presidente. Come dicevo prima, riprendo un ragionamento di contesto: questi temi meritano un approfondimento, soprattutto quando i temi sono di così grande sensibilità anche individuale, di approccio. Un po’ di riflessione, che possa anche ritardare di un secondo i lavori, a nostro parere è più che opportuna. Noi riteniamo che, dal punto di vista complessivo, le risoluzioni presentate mirino a un obiettivo, a un orizzonte comune, quello cioè di rafforzare l’applicazione della 194, di attivarsi in casi di criticità e quindi di rafforzamento di misure di prevenzione e di pieno rispetto e garanzia per i diritti della donna, così come sanciti dalla legge 194. Ergo, sono entrambe, a nostro parerem approvabili, pur con i distinguo che ciascuno, per coscienza e per riflessioni, come del resto è già avvenuto, può ritenere. Questa è la sintesi, poi se qualcuno vuole integrare…

     

    Presidente ZOFFOLI

    A questo punto pongo in votazione l’emendamento alla risoluzione 4186, a firma Torri e Taruffi, presentato dal consigliere Torri. Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene? Due non partecipanti al voto. L’emendamento è accolto. Votiamo la risoluzione 4186, così come emendata. C’è qualcuno che non partecipa al voto? Bene. Favorevoli? Contrari? Astenuti? La risoluzione è accolta. A questo punto metto in votazione l’emendamento proposto dalla consigliera Mori alla risoluzione presentata dal gruppo PD, che è stata abbinata alla risoluzione 4186. Chi vota l’emendamento presentato dalla consigliera Mori alzi la mano. Contrari? Astenuti? Quindi unanimità. Metto in votazione la risoluzione presentata dalla consigliera Mori e dalla consigliera Zappaterra, emendata. Favorevoli? Contrari? Astenuti? Astenuti i 5 Stelle, il resto tutti… quindi risoluzione approvata. Grazie, la seduta finisce.

     

     

    Espandi Indice