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Legislatura X - Commissione Parità - Resoconto del 20/12/2017 antimeridiano

     

    RESOCONTO n. 28

    Seduta del 20 dicembre 2017

     

    Il giorno 20 dicembre 2017 alle ore 10,00 è convocata, con nota prot. n. AL.2017.65784 del 15/12/2017, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna, Viale A. Moro n. 50, la Commissione per la parità e per i diritti delle persone.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    MORI Roberta

    Presidente

    Partito Democratico

    7

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Vicepresidente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    4

    presente

    MUMOLO Antonio

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    6

    presente

    AIMI Enrico

    Componente

    Forza Italia

    2

    assente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    FOTI Tommaso

    Componente

    Fratelli d’Italia

    1

    assente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    5

    presente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    5

    presente

    LORI Barbara

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    PRODI Silvia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    RAVAIOLI Valentina

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico

    6

    presente

    SERRI Luciana

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    SONCINI Ottavia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    TORRI Yuri

    Componente

    Sinistra Italiana

    2

    presente

     

     

     


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO.

     

    (omissis)

     

    2219 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso gli Enti Locali e le relative biblioteche pubbliche, ed in particolare presso il Comune di Casina, per fare in modo che libri riguardanti la sessualità destinati ai bambini non siano direttamente accessibili da parte degli stessi, lasciando ai genitori l'eventuale possibilità di procurarsi, per i propri figli, libri e rappresentazioni in merito a tale tematica. (23 02 16). A firma del Consigliere: Delmonte

     

    Presidente Mori

    Prego collega Delmonte.

     

    Consigliere Delmonte

    Grazie, nel caso arrivi l’assessore mi fermo, poi continuo. La risoluzione è del febbraio scorso, quindi ha quasi un anno, ma credo non abbia perso attualità perché l’impegno è abbastanza generico e non su un caso specifico di Casina. Nel comune di Casina è successo fondamentalmente che, su segnalazione di alcuni genitori, si è venuti a sapere che nella biblioteca comunale – quindi parliamo di un luogo pubblico – sul tavolino dei bambini, che è quello basso che si trova in molte aree delle biblioteche, dove i bambini possono andare a leggere, colorare e fare le loro attività liberamente senza l’ausilio dei genitori, sono comparsi, sono stati messi dei libri che trattavano la sessualità in modo molto specifico e in maniera illustrata, ovviamente, per essere comprensibili ai bambini. Due di questi, in particolare – e non erano solo questi, ma questi più di tutti sono quelli che hanno fatto scattare la segnalazione dei genitori – s’intitolavano Piselli e Farfalline sono più belli i maschi o le bambine e Tutto ciò che i bambini vorrebbero sapere sul sesso. Premesso che questo tavolo può essere raggiunto da un bambino di un anno e mezzo, che ovviamente non ha molto interesse alla lettura, così come da un bambino di 10/12 anni, vi è libero accesso per chiunque data la tipologia del luogo e del tavolo stesso che è messo ad un’altezza fungibile per chiunque è stato notato come in questi libri ci fossero degli espliciti richiami ad una sessualità un po’ spinta. Dove si parla che fa piacere baciarsi sulla bocca, sulle tette – scusate i termini ma devo riportare quello che è scritto – ai corpi e al cuore fa piacere assaggiare tutti i sapori, sentire tutti i profumi, tutti gli odori, si parla di tante famiglie tutte speciali. Si parla esplicitamente non solo dell’atto sessuale, inteso come atto riproduttivo, ma dell’atto sessuale nelle sue più svariate eccezioni. In realtà, personalmente, ritengo che la censura non sia un metodo valido mai - e questo lo dico chiaramente – per me è giusto che ognuno possa scrivere ciò che vuole, leggere ciò che vuole e la biblioteca è giusto che tenga qualsiasi tipologia di libro, quello che è l’impegno della risoluzione è semplicemente quello di fare una cosa: fare in modo che questi libri non siano liberamente accessibili a chiunque, a qualunque bambino che possa arrivare lì e, non capendo neppure cosa ha davanti, trovarsi con delle cose che magari non vanno nemmeno bene per la sua età, semplicemente. L’unica cosa che chiedo è che vengano messi in tutte le biblioteche – infatti qua ho scritto, in particolare nel comune di Casina perché all’epoca c’era questo caso, ma in tutte le biblioteche degli enti locali regionali in aree non appositamente create, ma che già ci sono, accessibili ai genitori che poi liberamente possono prendere questi libri e poi darli ai loro figli secondo quello che è il loro pensiero e la loro libertà di poterlo fare ovviamente a qualsiasi età. Quello che chiedo è che non siano posti in aree accessibili a qualunque età per i bambini.   

     

    Presidente Mori

    Grazie collega Delmonte. Ringrazio per l’illustrazione e sospendo un attimo la trattazione…

    (omissis)

     

    Ripassiamo quindi alla trattazione dell’oggetto 2219, prendendo spunto dall’illustrazione del collega chiedo se ci sono osservazioni rispetto al punto in esame, prego. Collega Torri prego.

     

    Consigliere Torri

    Grazie presidente. Riguardo la risoluzione in oggetto, premesso che i libri di cui si discute non sono recenti, sono strumenti in uso da parecchi anni nelle biblioteche, penso che il tema principale per il quale esprimerò il parere contrario a questa risoluzione riguarda, in realtà, l’impegno che si chiede alla Regione. Cioè quello d’intervenire rispetto agli enti locali, in particolare alle biblioteche, in modo da condizionare l’attività della biblioteca riguardo appunto - in questo caso si fa riferimento a libri specifici – ma il principio in sé non credo sia condivisibile, perché le biblioteche – viene sottolineato pubbliche – hanno giustamente e i comuni nella gestione delle biblioteche una loro autonomia che va rispettata nell’attività che svolgono e soprattutto riprendendo il principio del considerato per cui il servizio bibliotecario è pubblico e deve offrire ad ogni fascia d’età materiale corrispondente ai propri bisogni. Credo che questa attività debba essere svolta nel pieno delle proprie funzioni dai comuni e dalle loro biblioteche e in questo sia giusto rispettare la loro autonomia. Quello che si chiede alla regione sarebbe una sorta di richiamo disciplinare sarebbe fondamentalmente credo – la vedo in maniera differente rispetto al collega Delmonte – non una forma di censura, ma un condizionamento che andrebbe in quel senso. Si parla in questo caso di due libri ma a quel punto se si fa riferimento all’educazione e altri principi ci sono tutta una serie di testi che potrebbero essere giudicati e a questo punto chi è che può dire quali sì e quali no, non adatti all’educazione dei bambini oppure accessibili. È qui che emerge l’importanza dell’autonomia del servizio bibliotecario nel valutare situazione per situazione il modo più adatto per gestire e disporre la biblioteca. Aggiungo un’ultima cosa perché, nonostante la premessa del collega, la risoluzione è riferita specificamente al caso di Casina per cui andremmo a fare un richiamo disciplinare non solo a tutte le biblioteche, ma in particolare al comune di Casina e alla sua biblioteca che, credo, non meriti per il ruolo sociale che svolge la biblioteca per quel comune per le tante attività che ha e per gli attacchi spropositati che ha subito dal momento in cui è stata sollevata questa questione – ormai un anno e mezzo fa -  tra l’altro non da genitori ma da altri gruppi. In realtà quello è un presidio culturale come ce ne sono tanti nei comuni piccoli e grandi e credo abbia tutto il diritto di gestirsi in autonomia e valutare in base alle proprie attività e ai propri programmi come disporre dei propri strumenti. La risoluzione è su quel comune, lo si evince dalle premesse, dal rilevato e dagli impegni. Di conseguenza, proprio perché non condivido questo tipo di modalità di azione: quello di richiamare e fare distinzioni e soprattutto interferire nell’autonomia della biblioteca e del comune, sia perché – in particolare per quanto riguarda il comune di Casina – penso che quel presidio sia importante e stia facendo un buon lavoro, dal momento che lo conosco anche direttamente, voterò contro la risoluzione. Grazie.

     

    Presidente Mori

    Grazie collega Torri. Collega Marchetti Francesca prego.

     

    Consigliera Marchetti F.

    Anch’io per esprimere il voto contrario del gruppo PD alla risoluzione proposta dal collega Delmonte. Aggiungo qualche riflessione a quanto già detto dal collega Torri che conosce la realtà del luogo, ma vorrei fare una riflessione più di ordine generale perché i libri che vengono citati all’interno della risoluzione sono inseriti in diverse bibliografie per bambini, sono ritenuti da pedagoghi e professionisti adatti all’età e all’infanzia e all’accessibilità alla fascia d’età per cui sono stati inseriti in biblioteca. Tra l’altro questi libri sono inseriti in molte biblioteche dell’Emilia-Romagna proprio perché – spiace non aver colto quello che è un filo conduttore di tutto il libro perché sono state citate solo delle pagine invece ritengo vada visto il percorso, il filo conduttore di quel libro in oggetto, in particolare alcuni passaggi che citava il collega Delmonte in un’ottica un po’ più ampia che ha un fondamento pedagogico, motivo per cui lo troviamo nelle nostre biblioteche. Penso anche che sia un po’ curioso come è stato impostato tutto il discorso perché i bambini di 10/11 anni penso che la differenza tra pisellini e farfalline ne siano già abbastanza consapevoli, mentre un bambino di 1 anno e mezzo sicuramente ha bisogno della mediazione come strumento dei genitori. A parte questa battuta che mi sembra un pochino surreale visto la discussione in oggetto di come consideriamo i bambini rispetto a queste tematiche, credo ci sia anche un pericolo di fondo, perché la richiesta che viene fatta alla regione di quasi collocarsi come censore di queste tematiche quando – ribadisco – le tematiche dell’educazione all’affettività, della sessualità e delle differenze, perché viene citato un altro testo che si colloca in quella dimensione, possono turbare quelli che sono gli orientamenti dei bambini è ancora tutto da provare. Quindi lo trovo curioso anche da questo punto di vista. Certo che in ogni famiglia, i genitori hanno libertà di scelta. Questi due testi citati tengono conto di considerazioni di supporto pedagogiche. Credo che se oggi collochiamo i libri, anche consigliati da case editrici per l’infanzia, in un altro luogo apriamo un fronte che, come diceva il collega Torri, può avvenire per tutto. Rispetto, ad esempio, ad alcuni testi anche contestati rispetto all’educazione alla legalità e alla mafia. Ci sono stati dei testi per bambini che qualcuno ha voluto mettere in discussione e che, invece, molti sindaci e bibliotecari – al bibliotecario ricordiamo che spetta professionalmente definire gli acquisti e come offrire un servizio di qualità che non vada a ledere nessun principio pedagogico anche nell’ambito dell’età infantile – credo che si aprirebbe una questione molto più ampia. Voglio chiudere questa breve riflessione proprio per evidenziare come il testo in oggetto non lo riteniamo – anche per una ricerca che è stata fatta rispetto a questo – così pericoloso con una delle frasi più belle del libro e che si addice molto a questa commissione, visto che si tratta anche di educazione di genere: Della differenza, ormai l’avrai capita, non possiamo fare senza perché serve alla vita. Magari quando citiamo delle pagine sarebbe opportuno guardarlo anche nella sua globalità. Chiudo dicendo che abbiamo anche un Garante dell’infanzia e dell’adolescenza. Ci sono altri pareri di regioni in materia che non vedono in questi testi citati dalla risoluzione, anche da chi ha un ruolo specifico ed un’alta e qualificata competenza dei pericoli di questo tipo rispetto alla presenza dei libri citati nella sezione dell’infanzia delle nostre biblioteche.     

     

    Presidente Mori

    Grazie collega Marchetti. Collega Prodi prego.

     

    Consigliera Prodi

    Sono completamente d’accordo con gli interventi dei colleghi Torri e Marchetti, faccio un’ulteriore considerazione che riguarda, appunto, che la pedagogia ci dice che la ricerca che i bambini che hanno una chiara comprensione delle questioni sessuali hanno maggiori probabilità di manifestare un comportamento responsabile. E questo, siamo in un mondo contemporaneo, che finalmente ha investito in ricerca pedagogica e questi sono i frutti, anche questi testi queste modalità, sono i frutti di una ricerca di qualità, che in qualche modo va anche supportata ed evidenziata. Veniamo da un terreno, che è il nostro territorio, in cui la ricerca pedagogica è un vanto e, quindi, questo va proprio ristabilito. Il fatto che noi come cittadini e io come madre mi ritrovo completamente nel fruire questa competenza che arricchisce tutto il tessuto sociale. Questo, per me, è proprio un fondamento. Lo dico soprattutto come genitore, perché è un sistema che ha contribuito ad educare i miei figli a un mondo più responsabile e questo è proprio un dato. Per cui, inserire degli elementi tra virgolette di censura, su una ricerca di cui forse non si ha presente la complessità, anche rispetto a relazioni e alla vita collettiva, è un’operazione un po’ ardua anche perché, come dicevano prima i colleghi, non si sa mai dove si può arrivare. E qua arrivo alla storicizzazione di questa risoluzione, perché forse arriva alla fine dell’onda omissis che a Venezia, si è visto bene, aveva iniziato a parlare, a tentare di proibire nelle biblioteche alcuni libri tra cui uno pericolosissimo: Piccolo giallo piccolo blu che ho avuto la fortuna di presentare come genitore al nido. Questi libri, poi, non solo vengono proposti, ma anche presentati insieme ai genitori spesso nelle scuole e Piccolo giallo piccolo blu parla della differenza, di come costruire relazioni in società che prevedono tanti tipi di interazioni, però sempre con una modalità che è portata a farsi capire, farsi rispettare dai bambini. Aggiungo che questo libro preso in considerazione oggi dice che prende la prospettiva dalle domande che i bambini intendono fare, quindi è proprio molto rispettoso anche della modalità d’interrogazione. Per cui tutte queste considerazioni, ovviamente, invitano a portare tutto il discorso ad un tema anche più scientifico e anche un po’ più rilassato rispetto agli ambienti perché tutto quello che sta dietro è senz’altro molto di conforto a una visione collettiva della pedagogia. Il voto, ovviamente, è contrario rispetto a questa risoluzione. Grazie.    

     

    Presidente Mori

    Altre osservazioni, riflessioni? Bessi prego.

     

    Consigliere Bessi

    Grazie presidente. Il relatore mi scuserà se prendo da una sua frase della relazione. Non voglio appesantire, in maniera molto rispettosa, chiaramente del dibattito che c’è, voglio esprimere un concetto. Chiaramente il relatore si aspetta il nostro voto contrario quindi non lo stupirò con la mia posizione. Prendo spunto, non se ne abbia a male, lo dico prima a me stesso usando una retorica da politichese consumato, ma in un passaggio della sua presentazione ha detto che poi alla fine uno fa ciò che vuole in certi aspetti, in certi ambienti ecc., ecc. Su questo non sono d’accordo, lo dico, ogni tanto capita anche a me di dirlo, perché occorre ricondurre sempre a delle regole - in particolare in questo caso – didattiche, pedagogiche che sono attività svolte seguendo appunto dei percorsi ben mirati che riferiscono appunto a regole che siano ben chiare per tutti, quindi in tanti campi. Molto spesso usiamo questa frase, voglio condividerla qui con tutti, non è che uno fa quello che vuole fuori da certi ambienti ma che ci sia un riferimento e quello del riferimento nell’educazione l’abbiamo nelle regole, nelle leggi e nella Costituzione. Credo che su questo tutti quanti dobbiamo fare riferimento al di là e avere fiducia anche nelle nostre istituzioni pubbliche, che siano le istituzioni cui partecipiamo, che siano le scuole, le biblioteche pubbliche e, chiaramente, con la capacità di critica, assolutamente deve essere una piena libertà. Però sempre chiaramente seguendo delle regole e questo deve valere per tutti, prima di tutti per me stesso. Grazie 

     

    Presidente Mori

    Grazie collega Bessi. Collega Delmonte prego.

     

    Consigliere Delmonte

    Faccio qualche replica. Ovviamente non pensavo di essere in mezzo a tanti esperti di pedagogia e sono un po’ impreparato rispetto alla mia ignoranza, come è stato detto, sul tema. Pare che basti essere genitore per essere esperto di pedagogia, quindi al mondo abbiamo tantissimi esperti di pedagogia. Tra l’altro qui dentro, figure illustri credo, proprio perché hanno detto tantissime cose, smentite istantaneamente dal comune di Casina che dopo un articolo sul giornale ha tolto subito i libri. Per dire quanto assolutamente non è giusto demonizzare. Assolutamente siamo convinti delle nostre scelte, autonomi nelle nostre scelte, nessuno ci può imporre nulla ma il giornale sì, perché dopo un giorno e stato spostato tutto in comune e dopo tre giorni in comune è stato riportato tutto in biblioteca in un reparto apposito. Quindi tutto quello che stiamo dicendo è assolutamente annullato dal comportamento della biblioteca che, dopo tutte le vostre belle parole di oggi, ha fatto esattamente l’opposto. Evidentemente l’opinione pubblica conta più dell’opinione di esperti di pedagogia. Detto questo la prima parola di Torri, la prima che ha detto “sono strumenti” a me ha fatto rabbrividire. I libri non sono strumenti, i libri sono libri e ognuno ne fa ciò che vuole: uno strumento di studio come uno strumento d’indottrinamento e, questo, è forse quello che intendeva Torri. Per me è uno strumento di studio, a prescindere, uno strumento di conoscenza, quello sì, ma già parlare di libri come strumenti mi ha fatto abbastanza pensare male. L’autonomia delle biblioteche va rispettata assolutamente, qua non c’è nessun obbligo per le biblioteche, semplicemente si dice che i libri devono stare nel reparto. Ricordo che esistono dei regolamenti delle biblioteche, esistono linee guida per le biblioteche esistono, vanno solo rispettate e integrate. Si parla di provvedimento disciplinare, io non ho mai parlato di provvedimento disciplinare, si dice: impegnarsi presso tutti gli enti locali regionali - tutti gli enti locali regionali – in particolare presso quello di Casina, perché era il caso specifico, ma parlo di tutti gli enti locali regionali, per fare in modo che i libri in questione siano allocati in un punto non direttamente accessibile ai bambini, lasciando ai genitori l’eventuale possibilità di procurarseli. Non è provvedimento disciplinare, non è censura, la Prodi ha detto censura, censura è eventualmente quella che voleva fare il segretario provinciale del PD di Padova quando aveva detto che 15 libri sul fascismo – con tanto di elenco – non possono stare nella biblioteca, oppure sullo stesso caso era intervenuto anche omissis – sappiamo che ormai ha gli incubi sul fascismo – che da parte di omissis, consigliere comunale di sinistra in comune che aveva detto “questi libri in comune non possono starci”. Questa è censura. Io non ho detto che non ci devono stare. Ho detto solo che devono essere accessibili ai genitori. Quando tutti noi qui dentro, non dico in questa seduta o in questo consesso specifico, veniamo a dire che i genitori devono avere libertà di scelta sui propri figli quando parliamo di vaccinazioni, perché poi si parla anche lì di un contesto, perché voi pensate sempre all’obbligatorietà, si parla di diversi temi quando i genitori devono avere la patria potestà di poter decidere sui propri figli anche sull’educazione, così come possono decidere in che scuola mandarli o quanto tempo farli stare a scuola,  così possono decidere che libri dare ai figli. Non posso pensare di lasciare mio figlio in una biblioteca – bellissime iniziative che si fanno lasciando i figli in biblioteca per poter giocare, fare conoscenze e così via – senza pensare che possano accedere a qualsiasi tipologia di libro. Semplicemente devono accedere ai libri che io come genitore ritengo di poter dare ai miei figli, che siano di qualunque tipo, ripeto, come genitore devo poter decidere quale libro voglia dare. La Marchetti ha parlato di “battute surreali”, Bessi mi ha messo in bocca una parola che non ho detto: “ognuno fa ciò che vuole” mi pare di non averlo detto, ho detto la stessa cosa che ho detto adesso: “ogni genitore è libero di dare ai propri figli ogni libro che desidera”. Non è che uno fa ciò che vuole, anarchia, semplicemente che entro in biblioteca e prendo quello che voglio, questo sì. È un diritto che esiste leggere ciò che uno vuole? È chiaro che questa deve essere però data, una scelta che uno può fare consapevolmente e non ho detto che il bambino di 11 anni e quello di 1 e mezzo sono uguali, ho detto che possono accedere allo stesso tavolo, perché se mettiamo un tavolo alto 20 cm. con sopra dei libri, al tavolo di 20 cm. ci va un bambino di 1 anno e mezzo come quello di 11. Se li mettiamo in un reparto dove possono accedere dei ragazzi semplicemente, non genitori esperti di pedagogia, dei ragazzi che possono liberamente scegliere è tutto un altro contesto. Volete mettermi in bocca parole di censura, anarchia, di strumenti, di convinzioni, di autonomia di libera scelta delle biblioteche. Fate quello che volete. Giustamente ha detto Bessi non mi aspettavo un voto favorevole, non è un problema, mi aspettavo delle motivazioni un po’ più serie però.      

    Presidente Mori

    Grazie collega Delmonte. Collega Marchetti prego.

    Consigliera Marchetti F.

    Intanto credo che il collega Delmonte non debba avere la presunzione di dare dei giudizi sulle competenze altrui come noi, da questi banchi, non ci siamo permessi. Lo vedo molto preparato sui libri che un segretario del PD avrebbe censurato e questa testimonianza di chi è interessato alle pagine di giornale e fare facile consenso e, per esempio, se ciò fosse che qualcuno anche dell’appartenenza politica dell’area che rappresento andasse in questa direzione vedrebbe ugualmente il mio parere rispetto a questo contrario. Volevo solo fare – perché le osservazioni sono state molte e dovrebbe anche mettere in fila quello che ha detto, perché non è che eravamo tutti con le orecchie chiuse questa mattina – sono state fatte delle valutazioni e i colleghi che hanno ribattuto queste osservazioni è perché le hanno sentite, a meno che non siamo tutti completamente rimbambiti ed essendo che ho preso il caffè non mi ritengo in quella fascia. Detto questo, però, visto che è stata detta dal mio punto di vista una cosa molto grave – vorrei che fosse messo a verbale – che l’incubo del fascismo lo dovremmo avere tutti, perché è sancito nella nostra Costituzione, visto che fino a prova contraria siamo una repubblica fondata su quei valori che nascono da una forte contrapposizione a quello. Quindi chiamare, o banalizzare, e passare dalla possibilità di fare educazione all’affettività in un certo modo – ricordo che c’è anche una recensione importante, ma non perché nel PD siano tutti pedagogisti, casomai che ci si documenta prima di fare una questione e si elabora un proprio pensiero – perché rincorrere le questioni è molto facile e cercare di farsi una propria idea su quanto viene posto in modo molto rispettoso – perché da questi banchi credo che nessuno abbia offeso il collega – sia però una posizione che va rispettata. Detto questo, visto che si faceva riferimento e si mette sullo stesso piano l’accessibilità di un bambino di 1 anno e mezzo all’accessibilità di un bambino di 10 anni, informo il collega Delmonte che in molte biblioteche le sezioni sono separate, quindi anche il tavolo che lui cita non è accessibile né da uno, né dall’altro. Non vado oltre, credo solo che la questione che viene posta e la nostra posizione su cui si basa su quanto detto da nomi molto più illustri di noi sui quali ci troviamo rispetto ai diritti dell’infanzia e i criteri e il ruolo della Regione rispetto alle norme in materia di biblioteche.   

     

    Presidente Mori

    Grazie collega Marchetti. Collega Bessi prego.

     

    Consigliere Bessi

    Grazie. Non voglio essere pernicioso nel mio commento. Il mio commento nasce da ciò che ho ascoltato, ma è una frase che molto spesso si sente ripetere in molti contesti, quindi mi ci metto anch’io. La frase “poi uno è libero di fare quello che vuole” non mi trova d’accordo. Lo ripeto in questo contesto, lo ripeto nel gruppo PD quando capita, lo ripeto nelle riunioni e anche nei contesti in cui mi è possibile parlare. Perché uno non è libero di fare quello che vuole: bisogna seguire le regole che siano nel caso didattiche eccetera, eccetera, poi ci sono delle scelte e poi c’è la Costituzione che segue, nel caso dell’educazione, l’articolo è il 33 – vado a memoria – e l’articolo 9 sull’educazione, l’arte, la scuola e bisogna seguire quello. Dopodiché ci sono il diritto di critica, il diritto di opinione ecc. ecc., ma fare ciò che vuole non è in un contesto, neppure un genitore può fare quello che vuole rispetto al proprio figlio, che sia genitore o che sia in quel momento facente funzione con dei compiti e delle responsabilità pedagogiche o di insegnamento, non solo in una biblioteca, ma anche in un’associazione sportiva o in un altro contesto, culturale, artistico o altro. Uno non può fare ciò che vuole in tutti i campi in cui siamo chiamati a delle responsabilità. Ci sono delle regole, bisogna guardare che regole sono state seguite e ci sono delle scelte. Dopodiché hanno scelto di ritirare o meno questo tipo di cose è una scelta che è determinata da altre circostanze di quel momento, può essere anche una scelta di opportunità per far calare il tema delle polemiche o altro. Però io mi riferivo a quella frase e, quindi, non ho niente da aggiungere. Se c’è un’interpretazione troppo perniciosa me ne scuso, però volevo far riflettere tutti che alla fine non è che noi facciamo quello che ci pare. Grazie.     

     

    Presidente Mori

    Grazie collega Bessi. Collega Torri.

     

    Consigliere Torri

    Grazie presidente. Riguardo all’osservazione sul mio lessico, mi spiace se ha fatto inorridire il collega Delmonte il fatto che abbia parlato di strumenti. Ho fatto una scelta nel mio intervento che è stata quella di stare il più possibile sul tecnico proprio per evitare di dare lezioni o meno. Del resto IFLA/UNESCO, come cita il collega nella sua risoluzione, li definisce “materiale” ugualmente neutro, materiale didattico strumenti didattici, ugualmente neutro come definizione e io non facevo altro che mettermi in quella linea, perché anch’io ho ben presente cosa possano essere i libri, a cosa possano servire eccetera. Aggiungo anche che ci sono un paio di contraddizioni riguardo la replica del consigliere, perché se il sindaco ha già spostato i libri dopo un articolo sul giornale, non capisco cosa serva fare una risoluzione per chiedere di spostare i libri e metterli in un posto più consono, visto che, torno a dire, si parla in particolare del comune di Casina, oltre che di tutti gli altri enti locali. Però, come dicevo all’inizio, non condivido il principio perché i bibliotecari hanno una loro professionalità, dei loro doveri e una loro formazione ed è in base a quello che è giusto che organizzino i loro servizi come ha fatto il comune di Casina. Nel momento in cui il sindaco ha deciso di verificare che libri fossero e nel momento in cui ha deciso che potessero tornare al loro posto, insieme col bibliotecario e la biblioteca che, torno a dire, svolge un ruolo importante per quella comunità, come in generale le biblioteche comunali svolgono nelle loro comunità. Faccio un altro esempio che riguarda Casina, che serve per dimostrare quello a cui tengo e non. La stessa biblioteca di Casina aveva a suo tempo, anche nel periodo in cui io ero amministratore e l’amministrazione era di centro sinistra, l’abbonamento a Il Giornale, La Stampa e Il Giornale, ritenendolo adatto alla fruizione pubblica pur essendo quello un giornale di parte e nessuno dell’amministrazione ha avuto da eccepire. Perché era nella libertà del bibliotecario attivare strumenti che fossero corretti, in quel caso in collaborazione con alcuni fruitori della biblioteca si era decisa quella cosa che è stata portata avanti senza nessun tipo di rimostranza. Qua si fa fatica. Ogni fascia di età deve avere libri, materiali rispondenti ai propri bisogni, dopodiché sta nell’autonomia del bibliotecario e della biblioteca e dell’amministrazione pubblica valutare nelle situazioni come è meglio organizzare il servizio. Detto questo, mi riallaccio a quello che diceva anche Bessi, visto che è stato detto “dei libri uno ne fa ciò che vuole”, no, nel senso che ci sono – ognuno per il proprio ruolo – delle regole che devono essere rispettate e applicate, c’è un’autonomia culturale e funzionale degli enti pubblici, di chi gestisce le biblioteche e di ogni persona, dopodiché nel momento in cui va a scegliere – e dico persona comprendendo ogni fascia d’età, anche i bambini oltre i genitori e oltre gli adulti – devono avere questa libertà. Posso essere d’accordo col principio che bisogna essere massimamente liberi, ma non farne ciò che si vuole, perché c’è anche chi i libri li ha bruciati e, in questo caso, è una degenerazione assolutamente inaccettabile.

     

    Presidente Mori

    Grazie collega Torri. Andiamo alla conclusione.

     

    Consigliere Delmonte

    Giusto per evidenziare che non ho mai detto che rimpiango il fascismo o cose del genere, assolutamente. Dico solo che c’è chi ha come ossessione politica quella e chi no. Perfetto. Io non ce l’ho, faccio altro di politica, non vado solo a quel tema, ripeto, per me non dico non sia prioritario o importante, non l’ho mai detto. Non ho offeso nessuno, ho solo detto che non sono così competente come voi in materia, probabilmente …comunque c’è una registrazione ed è inutile che chiediamo di mettere a verbale. Uno può andare a sentire tutto, non c’è problema. Che la risoluzione è inutile perché sono già stati spostati i libri e sono tornati al loro posto non è vero. Primo perché la risoluzione, ripeto, riguarda tutti gli enti locali regionali, secondo, perché non sono tornati al loro posto, ma messi in un reparto apposito. Quindi evidentemente se non sono tornati esattamente dov’erano prima forse un motivo c’è. Detto ciò spero che chiudiamo l’argomento perché tra un po’ le mie frasi diventano tutt’altro. Siamo partiti da Bessi che dice “ognuno fa ciò che vuole”, adesso il mio virgolettato è diventato “uno dei libri ne fa ciò che vuole” se continuiamo così diventa “ognuno brucia i libri che vuole”. Fermiamoci, perché se no il mio virgolettato lo inventate voi e le mie parole vengono pure scritte quelle che non ho detto. Assolutamente c’è una registrazione, ve la riascoltate se non avete altro da fare. Il mio virgolettato è ben chiaro.

     

    Presidente Mori

    Grazie collega Delmonte. Collega Prodi se vuole dire giusto qualcosa, ma andiamo alla conclusione. Siamo in un momento in cui qualsiasi mio atteggiamento può essere… perfetto. In realtà il collega Delmonte è stato oggetto di una grande attenzione stamattina e un po’ se ne lamenta perché forse avrebbe voluto una discussione un po’ più superficiale. Comunque va bene chiedo se abbiamo approfondito tutto. Andiamo a votare la risoluzione. Chi è favorevole alla risoluzione? Chi è contrario? Astenuti? Registriamo che la collega Gibertoni non partecipa al voto.

     

     

    (omissis)

     

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