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Legislatura X - Commissione II - Resoconto del 14/02/2018 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 3

    Seduta del 14 febbraio 2018

     

    Il giorno 14 febbraio 2018 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. AL.2018.10352 del 9/02/2018, integrata con nota prot. n. AL.2018.10523 del 9/02/2018 presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    SERRI Luciana

    Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    BAGNARI Mirco

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    4

    assente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    presente

    BERTANI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    BIGNAMI Galeazzo

    Componente

    Forza Italia

    2

    assente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    FOTI Tommaso

    Componente

    Fratelli d’Italia

    1

    assente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    LORI Barbara

    Componente

    Partito Democratico

    5

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MOLINARI Gian Luigi

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    PRODI SILVIA

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    presente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    SENSOLI Raffaella

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    2

    presente

    TORRI Yuri

    Componente

    Sinistra Italiana

    2

    presente

     

    E’ presente il consigliere Roberto POLI in sostituzione di BESSI.

     

    Presiede la seduta: Luciana SERRI

    Assiste il segretario: Giovanni Fantozzi

    Funzionario estensore: Andrea Bertoli


    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    (omissis)

     

    6033 -Risoluzione per impegnare la Giunta, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, ad esprimere la necessità che venga rivista la normativa attuativa della L. 154/2016 riguardante la disciplina della coltivazione, della raccolta e della prima trasformazione delle piante officinali, al fine di garantire il mantenimento della professionalità dei relativi operatori, stabilita quale requisito necessario già quasi un secolo fa. (25 01 18). A firma dei Consiglieri: Bagnari, Zappaterra, Lori, Campedelli, Montalti, Poli, Pruccoli, Caliandro, Marchetti Francesca, Serri, Bessi, Rontini, Zoffoli, Rossi Nadia

     

    6094 -Risoluzione per impegnare la Giunta a rapportarsi con il Governo per salvaguardare la figura professionale dell'erborista, per tutelare le imprese del settore presenti sul territorio nazionale e regionale, e per evitare di far perdere valore ai titoli di studio conseguiti dagli erboristi. (06 02 18). A firma della Consigliera: Gibertoni

     

    SERRI, presidente: Cominciamo i nostri lavori. Abbiamo fatto un’integrazione dell’ordine del giorno perché è arrivata una risoluzione che viene abbinata a quella che avevamo già messa all’ordine del giorno con la prima convocazione. Quindi gli oggetti sono: il 6033, risoluzione che impegna la Giunta, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni, ad esprimere la necessità che venga rivista la normativa attuativa della legge. N. 154/2016 riguardante la disciplina della coltivazione, della raccolta e della prima trasformazione delle piante officinali al fine di garantire il mantenimento della professionalità dei relativi operatori, stabilita quale requisito necessario già quasi un secolo fa, primo firmatario Bagnari e il 6094, risoluzione per impegnare la Giunta a rapportarsi con il Governo per salvaguardare la figura professionale dell'erborista, per tutelare le imprese del settore presenti sul territorio nazionale e regionale, e per evitare di far perdere valore ai titoli di studio conseguiti dagli erboristi. La firmataria è la consigliera Gibertoni.

    Chi vuole intervenire? Chiedo scusa, dobbiamo approvare il verbale della volta precedente.

    Chi è favorevole?

    Contrari?

    Astenuti?

    Ripartiamo con gli oggetti che ho letto in precedenza. Bagnari.

     

    BAGNARI: Grazie, presidente. La nostra risoluzione va a toccare un elemento di attualità caratterizzato dagli effetti di un decreto legislativo che va ad incidere sul tema della coltivazione, della raccolta e della prima trasformazione delle piante officinali.

    Si tratta in pratica di un decreto di attuazione della legge n. 154 che aveva a che fare con le deleghe al Governo in merito a momenti di semplificazione in materia di settore agricolo agroalimentare e anche di pesca illegale. Su questo che è stato provvedimento anche utile è stato rilevato un problema, rilevato anche dalle associazioni di categoria e tra l’altro rivisto anche in ambito parlamentare (è anche questo il motivo per cui abbiamo presentato un emendamento alla nostra risoluzione): il fatto che all’interno del testo del decreto, andando ad abrogare la legge n. 99/31 che regolava lo svolgimento della professione di erborista, si va ad incidere su quella che è la definizione e anche il percorso di studi per ottenere quella qualifica professionale, per cui questo ha creato un vuoto normativo piuttosto pesante che va a mettere a rischio quella figura professionale.

    Tra l’altro noi siamo d’accordo sul fatto che quella normativa andasse omogeneizzata, andasse attualizzata, ma non sicuramente di rischiare di cancellare definitivamente figura e percorso di studi per arrivare a diventare erborista.

    Per cui noi facciamo la richiesta alla Giunta di intervenire in ambito di Conferenza Stato-Regioni insistere perché venga rivisto questo decreto in modo da mantenere una professionalità come quella degli erboristi, che ha una solida tradizione e che anche in questi anni ha conosciuto una diffusione, una qualificazione, ma soprattutto una figura è basata su una formazione ben precisa di tipo scientifico. Come dicevo, nell’emendamento che presentiamo ricordiamo il fatto che ci sia stato un passaggio all’interno delle Commissioni referenti in Parlamento, ma soprattutto che sia prevista il 15 febbraio una discussione nell’ambito della Conferenza delle Regioni proprio su questo tema per arrivare ad un miglioramento di quel testo uscito dal decreto legislativo del Governo.

     

    GIBERTONI: Anche noi sul provvedimento governativo abbiamo depositato una risoluzione che chiede che venga riformulato il provvedimento, quindi che si salvaguardi la figura dell’erborista. Riteniamo importante che si metta per iscritto, al di là di comunicazioni che erano uscite che sembravano presentare la questione come già risolta, però, visto l’appuntamento di domani in Conferenza Stato-Regioni e, visto che oggi abbiamo due atti che ci consentono di mettere per iscritto la posizione, anche alla luce del fatto che sono centinaia le piccole imprese sul territorio emiliano-romagnolo che rientrano nell’ambito delle imprese erboristiche che si avvalgono di persone formate con la laurea in tecniche erboristiche, che quindi poi le aprono, quindi diventano piccoli imprenditori oppure vengono impiegati come addetti vendita e come consulenti presso i punti vendita erboristici, anche noi chiediamo che si salvaguardi la figura professionale dell’erborista senza dimenticare le ricadute preziose di questa che sembrava davvero una distinzione clamorosa, ossia salvaguardare centinaia di piccole imprese presenti sul nostro territorio regionale, un titolo di studio, quindi un percorso di studio e professionalizzante che diverrebbe improvvisamente cartastraccia per chi lo ha già compiuto o per chi magari desidera intraprenderlo e quindi con un doppio autogol: quello di danneggiare delle piccole imprese, quando invece siamo tutti concordi nel dire che vanno valorizzate e vanno sostenute, i lavoratori di queste piccole imprese e anche il nostro tessuto formativo (agenzie formative, agenzie educative, università che fanno ricerche in questo campo e che offrono formazione in questo campo).

    Quindi tutto questo rischiava incredibilmente di essere vanificato. È importante che si sia su questo allineati e che ci sia una valorizzazione di quella che sarà la posizione che poi verrà presa nella Conferenza delle Regioni.

     

    SERRI, presidente: Volevo fare anch’io una piccola precisazione, perché abbiamo diversi istituti di scuole superiori di Agraria, istituti tecnici o professionali (su Modena, Zocca, Monteombraro c’è comunque un’esperienza molto importante sul tema della trasformazione, quindi soprattutto il tema della lavanda), quindi far sì che anche questi centri vengano salvaguardati e possano continuare questa attività che è importante ed è formativa per gli studenti. Quindi non so come vengano inserite dentro questo nuovo percorso normativo, però credo sia opportuno tenere in considerazione anche questo aspetto.

    Se non ci sono altri interventi, passiamo al parere. Noi abbiamo due emendamenti depositati: uno che incide sull’oggetto 6033 e l’altro che incide sull’oggetto 6094, entrambi a firma di Bagnari.

    Prego, Bagnari.

     

    BAGNARI: Solamente per spiegare gli emendamenti. Uno l’ho già illustrato (alla nostra risoluzione oggetto 6033), per attualizzare il testo in base ai passaggi che si verificheranno, come quello in Conferenza delle Regioni. Gli altri insistono sull’oggetto 6094 e hanno a che fare con la richiesta di emendare quella risoluzione in modo che si tenga conto di un quadro regionale facendo elevare il testo dal “semplice” ambito della provincia di Modena a tutto il territorio regionale.

     

    SERRI, presidente: Mettiamo in votazione. Votiamo l’emendamento all’oggetto 6033, a firma di Bagnari.

    Favorevoli?

    Contrari?

    Astenuti?

    Approvato.

    Votiamo quindi la risoluzione oggetto 6033.

    Favorevoli?

    Contrari?

    Astenuti?

    Approvato.

    Passiamo alla risoluzione oggetto 6094, votiamo prima l’emendamento.

    Favorevoli?

    Contrari?

    Astenuti?

    Votiamo adesso la risoluzione oggetto 6094, così come emendata.

    Favorevoli?

    Contrari?

    Astenuti?

    Approvate entrambe le risoluzioni.

     

     

    6062 -Risoluzione per impegnare la Giunta, in riferimento alle carni provenienti dall’attività venatoria e dall’attività di controllo della popolazione delle specie selvatiche, a porre in essere azioni nei confronti del Governo in tema di pericolosità delle munizioni monolitiche e di utilizzo di quelle in piombo, specificando la commerciabilità delle carni abbattute con pallottole costituite da tale metallo, accertando inoltre i rischi connessi al loro uso. (31 01 18). A firma dei Consiglieri: Molinari, Cardinali, Poli, Iotti, Caliandro, Sabattini, Marchetti Francesca, Pruccoli, Bagnari, Zoffoli, Rontini, Lori, Campedelli, Montalti, Serri, Tarasconi, Zappaterra, Rossi Nadia, Calvano, Bessi, Boschini

     

    SERRI: Passiamo all’oggetto successivo, anche questa è una risoluzione, oggetto 6062, risoluzione per impegnare la Giunta, in riferimento alle carni provenienti dall’attività venatoria e dall’attività di controllo della popolazione delle specie selvatiche, a porre in essere azioni nei confronti del Governo in tema di pericolosità delle munizioni monolitiche e di utilizzo di quelle in piombo, specificando la commerciabilità delle carni abbattute con pallottole costituite da tale metallo, accertando inoltre i rischi connessi al loro uso (31/01/2018). Primo firmatario consigliere Molinari.

     

    MOLINARI: Una questione che ormai si trascina da circa un anno, chi ha seguito l’argomento ha accertato il percorso posto in atto dall’Assessorato in merito ad un argomento largamente dibattuto dal punto di vista scientifico e dal punto di vista anche balistico per quanto riguarda una parte del contenuto della risoluzione stessa in merito all’utilizzo delle munizioni in piombo in relazione alle conseguenze della presenza di piombo stesso all’interno delle carcasse di animali.

    Tramite la risoluzione si vuole sollecitare una presa di posizione da parte anche dell’Assessorato in merito a questa vicenda, cercando soprattutto di riportare, come già è stato fatto, però senza esiti, da oltre un anno, l’argomento e una visione complessiva da parte del Ministero della sanità per quanto riguarda un pronunciamento definitivo e omogeneo su tutto il territorio nazionale sulle conseguenze del piombo stesso e cercando anche di verificare un pronunciamento o comunque un parere definitivo riguardante la parte del Ministero competente per quanto riguarda la maggiore pericolosità dei proiettili monolitici utilizzati non tanto in azioni di pura selezione, ma in azioni di caccia di gruppo.

    Gli studi, di cui si può fornire eventualmente documentazione relativa al problema soprattutto del maggiore rimbalzo all’interno dei piani di controllo, che sono la maggior parte sviluppati proprio in azioni di caccia di gruppo, pongono in questa fase, in cui non c’è ancora una fase normativa nazionale ben definita e anche a livello internazionale non c’è una giurisprudenza o comunque considerazioni scientifiche omogenee, la necessità di sospendere l’operatività di questo provvedimento adottato lo scorso anno in attesa di un’azione più larga sulle altre ragioni, cercando di capire se realmente il problema esiste oppure se semplicemente quelli che sono i dati e quello che è l’approfondimento della questione dell’utilizzo del piombo, al di là delle normative comunitarie nelle aree SIC e nelle aree umide che già sono attuate dalla nostra Regione, possa essere comunque approfondito e possa arrivare ad una risposta quantomeno ufficiale dall’organo ministeriale per cercare di adeguare di conseguenza le azioni sul territorio.

    Ricordiamo che la tematica dell’abbattimento e quindi dei problemi legati alla fauna selvatica, soprattutto degli ungulati, è un argomento spesse volte dibattuto anche all’interno di questa Commissione; è un problema che, di conseguenza, comporta un impegno maggiore da parte della Regione, un impegno maggiore da parte dei territori e necessariamente in questa fase andare a condizionare i piani di controllo con un elemento che comunque non è secondario circa i rischi legati al comportamento balistico di queste munizioni credo che sia necessario, perché comunque nessuno di noi vorrebbe ritrovarsi a discutere della conseguenza di un rimbalzo rispetto ad un colpo sparato in tutt’altra direzione e, per questo motivo, noi chiediamo la sospensione dell’atto alla Giunta adottato, il ritorno all’utilizzo del munizionamento normale, utilizzato nella normale attività di caccia che ha valori se non dieci, venti volte superiori al numero di capi abbattuti nell’attività di sede controllo, in attesa di un provvedimento nazionale.

     

    BERTANI: Io sono piuttosto stupito perché in questo atto si citano degli studi, ma non si cita lo studio dell’ISPRA: «Il piombo nelle munizioni da caccia, problematiche e possibili soluzioni”: “

    Un gran numero di ricerche condotte negli ultimi decenni in diversi campi del sapere scientifico ha dimostrato che il tradizionale munizionamento da caccia rappresenta una non trascurabile fonte di inquinamento da piombo, che può contaminare il terreno e determinare un rischio sanitario per l’uomo. Il piombo sparato si accumula nel terreno anno dopo anno per raggiungere elevate concentrazioni soprattutto, eccetera. L’aspetto più preoccupante riguarda la contaminazione della carne destinata al consumo umano. Mangiando abitualmente selvaggina abbattuta con munizionamento tradizionale, si assumono dosi di piombo che non portano ad episodi di intossicazione acuta ma a forme croniche, comunque non meno preoccupanti. L’unica vera risposta al problema consiste nel bandire l’uso del tradizionale munizionamento contenente piombo, prevedendo l’obbligo di materiale alternativo. Le esperienze maturate in diverse realtà, anche in Italia, dimostrano come questa soluzione sia concretamente percorribile e possa essere attuata nel breve periodo». Questo è lo studio dell’ISPRA, non è Bertani l’ultimo arrivato, quindi io vi invito a leggere gli studi che dicono che il funzionamento a piombo è pericoloso per la salute umana. Qui ci sono tutte le indicazioni che vi dicono che è il caso che, se uccidete un cinghiale con una munizione a piombo, dovete togliere un pezzo di carne così, perché rischiate di intossicarvi di piombo.

    Io questa risoluzione la vorrei far passare in Commissione sanità, perché è pericolosa questa risoluzione. Pensateci bene. Voi, per fare un favore ai cacciatori, tirate fuori delle corbellerie, smentite dall’ISPRA fra l’altro, quindi a me sembra veramente assurda. Poi il tema balistico nello studio dell’ISPRA non c’è. Io me lo sono guardato velocemente, perché non sono un esperto, quindi, quando non capisco, cerco di studiare: l’aspetto balistico qui non se ne parla, quindi può essere un tema. Però non venite a dire che le munizioni con il piombo non sono pericolose. Fra l’altro nello studio dell’ISPRA si parla di tonnellate di piombo rilasciate nell’ambiente, tonnellate di piombo ogni anno. Quindi vedete un po’ voi.

    Secondo me l’obiettivo, che al momento è quello parziale ottenuto (che è quello di non usare le cartucce a piombo nelle zone umide), è di togliere completamente il munizionamento a piombo. Quindi questo è l’obiettivo, non cercare di derogare ad una strada che ormai è tracciata a livello internazionale. Grazie.

     

    MOLINARI: lo studio dell’ISPRA, se non sbaglio, giace da circa quattro o cinque anni presso il Ministero della salute, senza che il Ministero della salute che probabilmente ha più competenza per quanto riguarda anche il sottoscritto almeno in materia di tutela della sanità pubblica.

    Capisco bene la filosofia di base rispetto alla contestazione del piombo anche dalle parole del consigliere Bertani, però ritengo, se vogliamo cercare anche di dare un senso dell’azione Stato, Regioni, competenze, che un provvedimento del genere, per il quale noi stessi all’interno della risoluzione chiediamo al Ministero un pronunciamento definitivo che oggi non è ancora avvenuto –e presumo – non considerando dei folli i responsabili e i funzionari del Ministero della salute per il fatto che non abbiamo preso atto di quello che è uno studio portato avanti da ISPRA, su cui comunque ci sono anche contestazioni da parte di altri studi e di altri soggetti comunque assolutamente titolati, noi chiediamo un’interpretazione nazionale dell’intera questione.

    Personalmente non accetto di essere definito un folle nel momento in cui andiamo a chiedere un provvedimento del genere, perché folli sarebbero tutte le Regioni e tutti gli Stati che stanno oggi utilizzando ancora piombo; nazioni, magari più attente della nostra, che, nel momento in cui hanno varato legislazioni riguardanti anche l’utilizzo dei proiettili monolitici, sono tornate all’utilizzo del proiettile in piombo. Quindi l’argomento è talmente dibattuto e privo di certezze scientifiche, privo di certezze scientifiche, che ha bisogno quantomeno di un chiarimento definitivo, detto il quale e pronunciato il quale io credo che tutti poi si adegueranno di conseguenza.

    Proprio per questo motivo, noi chiediamo formalmente rinnovando anche alla Giunta la necessità che venga stimolato il parere definitivo da parte del Ministero della salute. Però ad oggi, in assenza di questo pronunciamento nazionale e non rivolgendosi nella fattispecie, perché una normativa esiste ed è una normativa che, a livello nazionale, non vieta il piombo (non lo vieta né nelle attività di caccia normale né nelle attività dei piani controllo), ma lo vieta esclusivamente in relazione alle normative comunitarie per quanto riguarda anatidi e altri tipi di uccelli nelle aree in cui poi la legislazione va ad agire, noi chiediamo che sino a quel momento e sino al momento in cui non sia presa in considerazione in modo complessivo anche la questione della maggiore pericolosità per quanto riguarda la caccia in gruppo, quindi la caccia con più persone e quindi non in selezione (in azione solitaria), di tornare alla definizione e comunque alla normativa originaria.

    Da parte dei cacciatori le visioni che possono essere diverse sull’efficacia del colpo, eccetera, una cosa è certa per quanto riguarda anche le conseguenze sull’animale: l’impatto del proiettile monolitico è un impatto molto meno forte essendo proiettili che si deformano in modo minore, di conseguenza anche la possibilità che l’animale, durante un piano di controllo, venga disperso o comunque si allontani soffrendo è molto più elevato e sono segnalazioni che è necessario fare. Dal punto di vista sanitario credo che la garanzia maggiore di essere di fronte ad una discussione senza una certezza assoluta sia data dal fatto che comunque ancora non c’è questo pronunciamento da parte del Ministero della sanità, noi chiediamo che questo venga fatto.

    Per il resto, intervenire come di fatto prima, se non unica, Regione in Europa (piuttosto che nel mondo) con un divieto assoluto, anzi, un’imposizione perché poi, nel momento in cui noi tornassimo al passato, nulla vieta che chi vuole utilizzare munizioni monolitiche lo possa fare, a sua scelta ma non come un’imposizione. Quindi riteniamo che in questa fase l’unica certezza sia legata alla maggiore pericolosità. Proprio per questo, visto che comunque i cacciatori formati dalla stessa Regione sono chiamati ad intervenire per conto anche della tutela e della diminuzione dei danni sollecitati dalla stessa Regione, crediamo che questo sia un problema prioritario da affrontare. Nel momento in cui il quadro sarà chiaro a livello nazionale, noi ci adegueremo tranquillamente, ma non stiamo assolutamente facendo nessun atto forsennato. Vorrei ricordare che fino all’anno scorso tutti i piani di controllo fatti da questa Regione erano fatti con munizioni in piombo. Quindi o c’erano funzionari folli prima o sono funzionari definiti in modo diverso ora.

    Capisco le preoccupazioni. Nel momento in cui arriva un chiarimento definitivo, sono pronto a confrontarmi anche con il consigliere Bertani e con tutti gli altri, però credo che la richiesta sia legittima, di buonsenso e che vada a rafforzare un parere definitivo dal livello nazionale che secondo me è dovuto. Semmai arriverà e semmai gli studi ISPRA, piuttosto che anche altri studi, saranno talmente certi da essere presi a modello da parte del Ministero della sanità.

     

    BERTANI: Io comunque invito Molinari a leggersi questo studio, perché mi sembra molto ben fatto e dà indicazioni della pericolosità del piombo. Se poi mi fai avere eventuali altri studi, io guardo anche quelli volentieri, però secondo me ad oggi il principio di precauzione, leggendo questo studio, l’indicazione è chiarissima: il munizionamento a piombo va tolto sia per il rischio della salute umana che per il rischio di inquinamento del terreno. Fra l’altro anche le indicazioni internazionali, per quel che ho letto io, sono quelle. Quindi dire di tornare indietro secondo me è sbagliato.

    Noi votiamo convintamente contro questa risoluzione, che fra l’altro dice che il piombo non è direttamente assorbibile dal corpo umano e quindi non ci sono particolari rischi della salute. Questa secondo me è un’affermazione grave rispetto a quello che c’è scritto dentro questo studio e quindi io la userei con cautela o vorrei almeno vedere gli studi che controbattono a questi studi, perché l’avvelenamento da piombo non è qualcosa su cui giocare. Poi è vero che ci può essere il rischio balistico, allora si può pensare a qualcosa sul rischio balistico, però anche qui si parla di sperimentazione. Mi sembra che in provincia della Spezia quel tipo di munizionamento non crei problemi. Poi magari ci sono aggiornamenti che non ho. Quindi sicuramente noi votiamo contrari.

     

    MOLINARI: Adesso non ho l’atto, ma lo recupero, proprio la sperimentazione sulla Spezia, quindi sulla Regione Liguria, è stato ritirato, perché il problema di questa tipologia di munizioni esiste. Quello che sarà il futuro, quello che sarà anche lo sviluppo tecnologico per quanto riguarda anche i materiali penso che lo vedremo anche tra qualche anno, probabilmente anche lì ci sono opinioni controverse, però dal punto di vista del maggiore rimbalzo è un fatto scontato.

    Lo studio l’ho letto, non ho le competenze per approfondire e quindi azzardare delle valutazioni. Ci sono studi sulla possibilità di essere assorbite dal corpo umano, sul tipo di piombo e di come viene trattato, però non dimentichiamoci che il tipo di piombo utilizzato è un tipo di piombo legale, non stiamo parlando di un monolitico che va bene ed è un un tipo di piombo letale o che può avere conseguenze. Quello che si chiede è la cosa più lineare che possiamo fare e credo che mettere anche a confronto studi che di fatto sostengono posizioni contrarie, nel sistema dell’Amministrazione che noi rappresentiamo due studi trovano la sintesi in un atto. Nel momento in cui ci sarà lo studio di ISPRA che dice A e lo studio dell’università che dice B, piuttosto che di altri soggetti che dicono C, diventa legge, diventa normativa nel momento in cui c’è qualcuno nel contesto del Ministero della sanità che interpreta i vari studi con controanalisi, con interpretazioni in cui si esce con un provvedimento perché, finché non c’è un provvedimento centrale, io ritengo che il munizionamento usato non sia dannoso e non può essere uno studio di un singolo settore o di una singola parte dello Stato a dimostrare il contrario. Se ci fosse la pericolosità immediata, io credo, e non sarebbe la prima volta, che il Ministero nel giro di due mesi o di un mese arrivi ad emanare un provvedimento che lo va vietare. Visto che così non è, noi chiediamo semplicemente che si ritorni alla metodologia dello scorso anno che è stata utilizzata per almeno cent’anni, da quando c’è il munizionamento di un certo tipo. Anche sulle casistiche che conseguono all’utilizzo del piombo non esiste una letteratura che accerti le conseguenze dell’utilizzo del piombo, io credo che in questa fase, non tanto per il principio di precauzione, sia necessario, prima di arrivare ad allarmismo, ad avere dei dati certi sulla base dei quali possono essere emanati degli atti. Poi, se qualcuno verrà a contestare gli atti, lo farà, ma quando il Ministero della salute si esprimerà, per me sarà Bibbia.

    Qualunque cosa dica, perché poi si fa anche quello che viene prescritto. Non siamo naturalmente contro, però va affrontato in modo diverso rispetto a quello che è stato l’atto dello scorso anno. Comunque cercherò anche di far avere la documentazione e poi molto volentieri discutiamo di questo argomento cercando di capire come, rispetto a questa risoluzione, anche l’Assessorato deciderà di agire.

     

    SERRI, presidente: Se non ci sono altri, passiamo al parere. Mettiamo in votazione la risoluzione oggetto 6062.

    Favorevoli?

    Contrari?

    Astenuti?

    Chiudiamo qui i lavori, arrivederci alla prossima.

     

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