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Legislatura X - Commissione Parità - Resoconto del 24/10/2018 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 19

    Seduta del 24 ottobre 2018

     

    Il giorno 24 ottobre 2018 alle 9,30 è convocata, con nota prot. n. AL.2018.56654 del 19/10/2018, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna, Viale A. Moro n. 50, la Commissione per la parità e per i diritti delle persone.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    MORI Roberta

    Presidente

    Partito Democratico

    7

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Vicepresidente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    4

    assente

    MUMOLO Antonio

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    6

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia- Romagna

    1

    assente

    BENATI Fabrizio

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    GALLI Andrea

    Componente

    Forza Italia

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    4

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    5

    assente

    LORI Barbara

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    PRODI Silvia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    RAVAIOLI Valentina

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico

    6

    presente

    SASSI Gian Luca

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    SERRI Luciana

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia

    1

    assente

    TORRI Yuri

    Componente

    Sinistra Italiana

    2

    presente

     

     

     


    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    -          La seduta inizia alle 10,05.

    -           

    -          - Conferenza regionale delle Elette (art. 42 l.r. 27 giugno 2014, n. 6)

    -           

    -          con all’ordine del giorno:

    -           

    -          Ruolo delle Consigliere di parità regionali e provinciali. Modifica normativa regionale;

    -           

    -          Presentazione del nuovo Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM);

    -           

    -          Orientamenti sul DDL 735 (Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità);

    -           

    -          Informazioni sul 2° Bando contro la violenza di genere (2017-2018);

    -           

    -          Parità di genere nelle nomine e società controllate regionali: le novità del Documento di economia e finanza;

    -           

    -          Convegno internazionale del 23 novembre 2018 “La Democrazia è Donna”, in occasione della Giornata ONU contro la violenza sulle donne;

    -           

    -          Varie ed eventuali.

     

    Presidente MORI

    Direi che possiamo partire. Rispetto all’ordine del giorno mi prendo la libertà di riorganizzare i punti rispetto alle priorità che ci siamo dati.

    Innanzitutto, vi ringrazio della vostra presenza, vi do il benvenuto. Ringrazio Emma Petitti, la nostra assessora di riferimento che ci accompagna nei nostri lavori e integra con le essenziali informazioni rispetto alle prospettive di risorse e anche di politica istituzionale sui temi delle pari opportunità.

    Vorrei, come vi avevo indicato nell’ordine del giorno, partire con la presentazione del nuovo Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM), quindi chiedo al presidente dottor Cuppi se ci vuole raggiungere, perché la Commissione per la parità e i diritti delle persone ha come riferimento gli istituti di garanzia, quali il CORECOM ad esempio di cui ci occupiamo delle procedure per il rinnovo, ma anche il Garante per l’infanzia, il Garante dei detenuti, la Consigliera di parità che sarà il successivo punto, perché anche lei è stata inserita in questo contesto, per cui mi sembrava importante nella prima occasione, dopo il rinnovo del CORECOM, fare il punto rispetto alla presentazione del presidente e un piccolo inquadramento per essere tutti edotti delle funzioni e delle competenze e di quello che ci può essere utile per i nostri lavori in prospettiva.

    Prego, presidente.

     

    Presidente CORECOM CUPPI

    Buongiorno. Innanzitutto, ringrazio la presidente Mori per l’invito. Ci tengo a dire che noi ci siamo appena insediati e quella di oggi per me è anche l’occasione per ascoltarvi, per capire in che modo noi possiamo essere nei prossimi cinque anni di attività del Comitato utili per le istanze che questa Conferenza porta avanti. Quindi con questo spirito sono venuto.

    Da un punto di vista strettamente operativo quello che posso dire oggi è il primo provvedimento che abbiamo deliberato per il 2019, che sarà un anno di importanti tornate elettorali e all’interno di quella che è una delle deleghe che il CORECOM esercita per conto delle autorità, cioè il monitoraggio durante le settimane di campagna elettorale (ne avremo minimo due il prossimo anno), abbiamo deciso di mettere sotto rilevazione anche il controllo, o quantomeno il calcolo della presenza e dell’equilibrio di genere nei dibattiti politici che verranno svolti nelle televisioni dell’Emilia-Romagna, nelle due tornate elettorali. È un impegno concreto. Questo monitoraggio porterà ovviamente all’elaborazione di una serie di dati che noi immaginiamo di trasmettere alla commissione, perché innanzitutto servono i dati, perché le impressioni e le opinioni sono importanti ma avere un dato quantitativo rispetto alla presenza nei dibattiti politici e delle campagne elettorali sui media locali è l’annuncio della deliberazione presa.

    Per quanto riguarda il resto, la cornice nella quale si muove il CORECOM è di un’attività delegata all’interno di leggi e regolamenti nazionali, quindi non è che abbiamo poteri eccessivi. È ovvio che recepiamo le segnalazioni, perché i monitoraggi si svolgono durante la campagna elettorale, ma i media lavorano tutto l’anno, quindi noi siamo sempre pronti a ricevere e ad analizzare le segnalazioni che arrivano dai cittadini su queste tematiche.

    Altre cose che riguardano il CORECOM più in generale immagino le conosciate già: il tema delle conciliazioni, c’è l’attività per la formazione degli insegnanti sulle tematiche legate ai media, negli ultimi anni specialmente legati ad Internet; ci sono attività più generali che riguardano le trasformazioni in arrivo per il momento poco conosciute. Tutti voi avrete letto di questa asta delle frequenze che ha generato 6,5 miliardi di euro di ricavi per lo Stato, dovete comunque sapere che sotto c’è in preparazione una nuova rivoluzione della televisione digitale che avverrà nel gennaio 2020, su cui oggi non vi tedio, però in particolare il mio lavoro, perché poi è stata la mia competenza per tanti anni, sarà anche volto a cercare di capire come evitare disagi che sicuramente ci saranno fra il 2020 e il 2022 sul territorio dell’Emilia-Romagna, anche in fasi distinte, perché poi noi abbiamo il nord-ovest, Piacenza e Parma che sono coperte dalla Lombardia e dal Piemonte, la restante parte dell’Emilia-Romagna che è collegata al Veneto, ma c’è questa attività perché, per incassare effettivamente quei 6 miliardi e mezzo, bisogna cambiare il sistema televisivo sia dal punto di vista di trasmissione che da un punto di vista della ricezione. Magari il prossimo anno di questi tempi saremo a ridosso, potrò essere più preciso e prendere più tempo.

     

    Presidente MORI

    Come voi sapete, per noi il tema della comunicazione è una croce e una delizia, nel senso che abbiamo spesso parlato del sessismo imperante, abbiamo parlato delle disparità di presenze femminili anche in occasioni regolamentate nell’ambito dei dibattiti pubblici, quindi un’interlocuzione che, partendo dalla cornice normativa, possa poi addentrarsi anche ad un ruolo di moral suasion dell’autorità per quanto riguarda una composizione sempre più aderente alla realtà, quindi non mistificata, come spesso accade, soprattutto per il femminile ci interessa molto e tutti i pertugi che noi individueremo nella normativa cercheremo di avanzare proposte in una leale collaborazione che il presidente assolutamente ha colto e quindi lo ringrazio di questo.

    Volevo ringraziare anche della presenza i consiglieri Mumolo, Francesca Marchetti e il capogruppo Stefano Caliandro, il consigliere Torri, la consigliera Luciana Serri, Silvia Prodi, la consigliera Nadia Rossi, Gianni Bessi che in modo indefesso ci aiutano nello svolgimento dei lavori della Commissione e degli obiettivi importanti che cerchiamo di conseguire.

    Ora svolgerei i lavori di tutti i punti sia gli interventi sui punti specifici, ma anche le varie ed eventuali che ognuno di voi vuole portare all’uditorio.

    «Ruolo delle Consigliere di parità regionali e provinciali: modifica normativa regionale». Mi premeva, in questo senso mi permetto di chiamare al tavolo Sonia Alvisi, la nostra Consigliera regionale di parità, mi permetto di segnalarvi questo passaggio di modifica normativa perché è una modifica che parte da una necessità organizzativa e logistica, che però si trasforma in un dato di comunicazione importante dal punto di vista istituzionale, nel senso che la Consigliera di parità regionale passa dalla Giunta, nell’organizzazione e nella logistica, ai locali dell’Assemblea legislativa e si inserisce con gli istituti di garanzia in una logica di team delle garanzie per quanto riguarda le deleghe, le funzioni che le sono assicurate dalla normativa nazionale. Con l’articolato che trovate in cartellina abbiamo sostanzialmente preso atto e prodotto questa trasformazione e, allo stesso tempo, abbiamo riconosciuto la rete delle Consigliere di parità provinciali del nostro territorio. Cosa vuol dire riconoscere la rete? Vuol dire riconoscerne la soggettività, la riferibilità, il protagonismo per le materie di competenza. Le pari opportunità è una delle deleghe che è ancora rimasta in capo alla Provincia, quindi le Consigliere di parità provinciali si inseriscono in questo ambito e devo dire che il tema delle discriminazioni sul lavoro, che è un di cui molto significativo e importante del nostro impegno, trova ovviamente nel profilo delle Consigliere di parità regionali e provinciali un elemento assolutamente qualificante del merito che vogliamo promuovere e sempre più nel senso che non c’è soltanto da diffondere cultura e consapevolezza delle discriminazioni in atto sul lavoro, ma anche rafforzarne la difesa e la tutela. Voi sapete che pochissimi sono i fondi a livello nazionale destinati alle Consigliera di parità, le quali però hanno funzione e ruolo anche di tutela delle lavoratrici, spesso però senza avere le risorse necessarie. Questa intensa collaborazione con gli istituti di garanzia della nostra regione e le risorse che la Giunta ci rassicura, nel senso che è partita dalla Giunta l’idea delle risorse aggiuntive, credo che la regione Emilia-Romagna sia la regione con più fondi a disposizione per la Consigliera di parità regionale, tutto questo deve essere messo a sistema e diventa anche un elemento di stimolo per la Commissione parità anche per i temi da trattare ed eventuali impegni istituzionali, politici e amministrativi da assumere. Quindi chiedo alla Consigliera di parità di intervenire.

     

    Consigliera di parità regionale ALVISI

    Innanzitutto, devo ringraziare Roberta Mori, l’assessora Petitti, il consigliere regionale Giorgio Pruccoli per aver lavorato fino ad arrivare a questo passaggio della figura della Consigliera di parità. Come ha già detto la consigliera Roberta Mori, è molto importante perché i fondi a livello nazionale per le Consigliere sono nel tempo notevolmente diminuiti, quindi diventa difficile svolgere l’attività in modo pieno e completo, stante invece le problematiche che ci sono nel mondo del lavoro. Quindi il riconoscimento della figura della Consigliera per tutelare la parità dei diritti dei lavoratori all’interno dell’Assemblea legislativa è molto importante. Intanto il primo in Italia, come la legge quadro n. 6/2014. Anche il fatto di riconoscere non solo la Consigliera regionale, ma anche tutte le Consigliere provinciali, tutta la rete della regione Emilia-Romagna, perché tutte le Consigliere si trovano in questa situazione, quindi il riconoscimento anche della rete provinciale dà un supporto alle provinciali. In più ci integra con gli organi di garanzia e quindi è molto importante questa collaborazione, perché abbiamo un enorme bisogno, sia a livello regionale che provinciale, per i casi che hanno più difficoltà ad avere un supporto legale e quindi questa cosa qui ci rafforza. Inoltre ci legittima a collaborare e ad avvalerci degli strumenti che devono coprire l’intera platea dei protagonisti e dei soggetti che devono aiutare a raggiungere gli obiettivi antidiscriminatori e di parità, quindi di sviluppo del sistema regione che sono: la Conferenza delle lettere, le statistiche di genere, il Tavolo regionale permanente per le politiche di genere, l’area di integrazione dal punto di vista di genere, il bilancio di genere, il Centro regionale contro le discriminazioni di genere e il piano interno integrato delle azioni in materia di pari opportunità. Quindi ci apre un mondo, nel quale per noi è molto importante esserci e poter collaborare e integrarci tutte insieme sia regionale che provinciali. Quindi ancora grazie, a presto, all’integrazione effettiva della figura.

     

    Presidente MORI

    Come avete compreso, la messa a disposizione degli strumenti istituzionali della Regione di analisi e anche di relazione, oltre che le risorse strumentali, fa sì di dare un contributo sostanziale a rafforzare questo profilo e anche a stimolare le amministrazioni locali, le associazioni ad avvalersi degli istituti di garanzia. Questo è un elemento molto importante, perché gli istituti di garanzia sono un elemento di qualità del sistema, cercano da un punto di vista istituzionale, ma dal punto di vista dei cittadini, di riportare la barra alla legalità, al rigore, al centro, rispetto ad alcune storture che possono capitare, quindi utilizziamoli e cerchiamo davvero di rendere proficua anche questa disponibilità, perché da parte loro davvero c’è sempre una grandissima disponibilità. Quindi li ringrazio ancora e all’occasione poi avremo modo di portarvi le relazioni annuali delle attività anche per riuscire concretamente a rappresentarvi le azioni intraprese dai nostri istituti.

    Procederei adesso a darvi l’informazione rispetto agli orientamenti sul disegno di legge n. 735 (Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità), cosiddetto disegno di legge Pillon. Nel senso che, visto che è stato preso un orientamento dell’Assemblea legislativa attraverso la risoluzione che trovate in cartelletta e anche dagli ordini del giorno del Comune di Modena e di Reggio Emilia che ci sono stati trasmessi e che abbiamo ritenuto opportuno inserire in cartella, volevamo, grazie anche agli interventi delle assessore presenti, significare una preoccupazione diffusa che abbiamo cercato di interpretare attraverso gli atti che voi trovate rispetto agli effetti di un percorso che ha iniziato ad essere un po’ condiviso con le audizioni degli ultimi giorni in Parlamento. La sede scelta della Commissione giustizia per l’approvazione del disegno di legge è una sede redigente che non consente la discussione in Aula e l’emendabilità in Aula, quindi si riduce il tema dell’approfondimento, dell’emendabilità e anche eventualmente degli approfondimenti alla mera Commissione. Questa, ovviamente, è una procedura accelerata assolutamente legittima, ma è chiaro che su un tema così delicato: il tema della genitorialità, dell’affido, un tema che ha trovato una costruzione giurisprudenziale molto importante, che si è formato anche con la casistica oggettiva di ciò che capitava alle persone, intervenire con una legislazione che non parte da un approfondimento largo e diffuso rispetto alle possibili trasformazioni del diritto di famiglia, già di per sé è un elemento che noi critichiamo fortemente e forti anche sono le critiche nel merito delle proposte. Però, visto che ci sono le assessore presenti per quanto riguarda gli ordini del giorno inseriti in cartelletta, e ovviamente siamo a disposizione per eventuali richieste o sollecitazioni, direi che darvi conto di una postura culturale e politica su questo tema perché poi l’impoverimento delle famiglie, a seguito delle separazioni, il tema della violenza domestica che potrebbe avere una recrudescenza con un contesto obbligato a perpetrarsi con una mediazione obbligatoria che di per sé è una contraddizione in termini, tutto questo bisognava che noi ve lo rappresentassimo, perché soprattutto gli enti locali e quindi le amministratrici potrebbero poi, come servizi sociali, come assistenti sociali nelle procedure di presa in carico, trovare degli effetti che questa legislazione potrebbe produrre. Ecco perché era importante per noi presentarvelo, mettervelo a disposizione e rendervi edotte di questo. Poi nella discussione interventi, approfondimenti davvero come voi ritenete.

    Passerei, se siete d’accordo, alle informazioni sul secondo bando contro la violenza di genere 2017/18, dopo un piccolo refresh sul percorso che l’Assessorato, in collaborazione con la Commissione, ha svolto. Visto che ci siamo abituati a condividere, e di questo ringrazio anche come metodologia l’assessora Petitti, i vari passaggi sia di rendicontazione di quanto è stato che anche di condivisione delle prospettive e degli eventuali correttivi anche degli indirizzi dei bandi, perché, a seconda anche delle risposte progettuali, le linee di prevenzione e contrasto alla violenza vengono aggiornate, le chiedo cortesemente di darci la sua illustrazione.

     

    Assessora PETITTI

    Grazie a Roberta Mori per questa opportunità di riaggiornare il lavoro che stiamo facendo ormai da quattro anni, perché voi sapete che in questa Regione sui temi della parità abbiamo fatto una scelta politica di fondo: quella di attuare la legge n. 6/2014, che quindi sui temi della discriminazione e il contrasto alla violenza diceva già cose molto precise e puntuali, tra l’altro condivise con i territori. Quindi il nostro lavoro in questi anni è stato quello di sostenere la rete territoriale fatta da enti locali, da associazioni, dal privato sociale in relazione agli enti locali e al pubblico, capace di dare una risposta efficace alle donne in difficoltà e ovviamente, come diceva la presidente Mori, sostenere questo lavoro anche con risorse regionali, oltre che aver potuto avere la conferma, che non è poco in questi anni, anche delle risorse nazionali. Quindi l’integrazione e la sinergia è stato il canale che ci ha permesso anche di lavorare sui due bandi già realizzati, perché voi sapete che abbiamo fatto un primo bando rispetto all’annualità 2016/17, adesso stiamo concludendo il bando del 2018 e anche di verificare quello che succedeva, qual era la risposta dei territori, perché voi ricorderete che noi abbiamo chiesto soprattutto una forte integrazione ai territori, capacità di rispondere con progetti che in qualche modo tenessero insieme tutto quello che in questi anni si è sviluppato sul tema del contrasto alla violenza di genere. Questo devo dire che si è verificato, se vogliamo anche in maniera crescente nel secondo bando rispetto al primo, e c’è stato anche un impegno maggiore a lavorare sui temi della prevenzione, quindi della formazione e dell’educazione soprattutto rivolte ai più giovani. Questo, ovviamente, ha anche permesso di far sì che gli operatori, i formatori che si occupano di questi temi potessero in qualche modo aderire a quei percorsi di formazione su cui noi abbiamo voluto investire risorse regionali non soltanto legate alle pari opportunità, ma anche al grande settore e al grande ambito della sanità.

    Abbiamo preparato qualche slide in modo da essere molto precisi e concisi in quello che è il risultato numerico che ci permetterà di lavorare al bando del 2019. Noi a breve usciremo con il nuovo bando; intendiamo creare, realizzare anche una tempistica che permetta ai Comuni e alle associazioni di presentare i propri progetti, di dar loro il tempo di realizzarli e allo stesso tempo di essere già pronti con lo sviluppo successivo, perché voi lo sapete, lo sappiamo tutti, il tema fondamentale è questo, l’impegno della regione Emilia-Romagna mi sento di dire è dare continuità a un lavoro, perché i progetti, il lavoro in questi anni è stato fatto ed è importantissimo, purtroppo molto spesso sono mancate le risorse per dare vita e continuità a quello che era un lavoro già in essere. Quindi il nostro obiettivo è garantire, nel tempo che ci sarà permesso, continuità a tutto quello che si sta realizzando sui territori. Il primo bando del 2016/17, che si è già concluso, ha visto quarantanove progetti approvati e molte persone coinvolte, perché poi tra operatori, enti locali e soggetti che in qualche modo hanno aderito, abbiamo coinvolto quasi venticinquemila persone, quindi persone che hanno anche divulgato una cultura di genere che è l’altro aspetto fondamentale su cui abbiamo voluto investire in questa regione, che era l’asse portante della legge regionale, quindi il tema della prevenzione, dell’educazione e della formazione hanno l’obiettivo di modificare anche la comprensione del fenomeno. Mi sento di iniziare - perché questo stiamo facendo, penso ad esempio agli sportelli rivolti agli uomini autori di violenza - anche a cambiare il principio rispetto al quale dei temi della violenza siano solo le donne a doversene occupare, ma coinvolgere sempre di più gli uomini in questi processi. Dicevamo, sicuramente molte persone coinvolte già dal primo bando e molte le scuole. C’è stata un’attenzione particolare in questa regione al lavoro di prevenzione ed educazione che è stato rivolto nelle scuole: 141 scuole hanno realizzato progetti legati all’educazione di genere e al contrasto alla violenza sulle donne e diciannove sono stati i percorsi di attività formativa rivolti agli operatori dei servizi. Rispetto al bando precedente, nel 2018 abbiamo apportato alcune modifiche. Confermate le risorse (risorse regionali pari a 1 milione di euro) e abbiamo cercato, rispetto al primo bando, di vedere quali erano stati i territori che avevano avuto maggiore difficoltà nel rispondere alla presentazione dei progetti, perché poi il tema vero è che alcune realtà territoriali storicamente hanno le strutture che in qualche modo hanno lavorato, perché hanno avuto gli strumenti o perché comunque il rapporto tra pubblico e privato ha funzionato, in altre realtà è stato più complicato e quindi abbiamo cercato di agevolare, favorire, io penso soprattutto alle zone montane, alle aree del Basso Ferrarese, quei contesti, quei territori che avevano avuto nel primo bando maggiore difficoltà e abbiamo voluto fare un focus, un’attenzione particolare rivolta alle donne straniere migranti. Il tema dell’emarginazione sociale e dell’integrazione è stato al centro del secondo bando. Meno progetti finanziati (quaranta), ma progetti che hanno funzionato di più sul tema delle sinergie e quindi dell’integrazione territoriale tra realtà che magari prima non sempre dialogavano e che adesso sono portate, anche in vista della partecipazione al bando regionale, a lavorare, a incontrarsi, a confrontarsi e a capire quali progetti costruire. Quindi quaranta progetti promossi da soggetti diversi, perché hanno partecipato Comuni, Unioni dei comuni, associazioni, quindi a volte capofila diversi hanno costruito questi progetti. Un altro elemento di novità è stato, alcuni di voi ricorderanno perché è stata anche una richiesta emersa dai territori, rivolta al tema delle discriminazioni in ambito sportivo: un tema che avevamo sempre anche nei nostri precedenti incontri sollevato, ma che non ha mai visto o avuto la giusta attenzione. Quindi c’è stata la presentazione di diversi progetti anche legati al tema del contrasto degli stereotipi e delle discriminazioni nello sport, che ha permesso di coinvolgere altre associazioni e società sportive. Sono stati poi finanziati percorsi di formazione specifica per operatrici nei centri di accoglienza, nei centri antiviolenza. I nostri centri antiviolenza in questa regione hanno funzionato grazie alla capacità delle nostre operatrici, delle nostre reti, delle nostre associazioni di fare fronte in anni passati, anche in mancanza di risorse, ad un lavoro preziosissimo. Da noi ha funzionato quello, storicamente. Le istituzioni hanno fatto la loro parte, ma, se noi non mettiamo a valore quello che ha sempre funzionato e che c’è, non riusciremo a fare passi in avanti e l’abbiamo fatto prima con la legge regionale, poi con il piano regionale antiviolenza, io dico anche con i bandi. Quindi effettivamente con quelle che sono poi le risposte concrete alla progettualità, abbiamo dato un ruolo importantissimo ai centri, finanziando anche i percorsi di formazione per gli operatori. Ora continuiamo con il bando del 2019, quindi garantendo un altro milione di risorse per i prossimi progetti. Il tema sarà sempre enti locali e terzo settore, mondo delle associazioni che collaborano e ci permettono di capire cosa serve fare. Questo è un work in progress, noi non dobbiamo pensare che questo sia un lavoro che si ripete ogni anno allo stesso modo – lo diceva benissimo Roberta prima –; noi dobbiamo capire se dobbiamo modificare delle cose, il piano regionale che abbiamo approvato tre anni fa valuteremo se ha la necessità di modifiche, integrazioni, cambiamenti per dare risposte concrete, efficaci ed efficienti ai problemi che si verificano sui territori. Ma l’altra novità è quella che abbiamo deciso, al di là del bando sui progetti legati alla prevenzione, lo avrete probabilmente visto o letto, di mettere anche nuove risorse per nuovi centri antiviolenza, sportelli e case rifugio che si intendono aprire nei prossimi mesi sul territorio regionale, perché l’obiettivo è il presidio in ogni territorio. Quindi devo dire che c’è stata anche un’attenzione a garantire la territorialità e il presidio territoriale e quindi c’è un nuovo bando recentissimo che finanzierà l’apertura di nuovi sportelli, case rifugio e centri antiviolenza nella nostra regione. Abbiamo anche, attraverso la legge e il piano regionale, cercato di monitorare tutto questo lavoro che viene fatto. Voi sapete perfettamente che prima con l’elenco regionale dei centri, poi con l’Osservatorio, il nostro obiettivo è provare ad avere anche delle chiavi di lettura comune, perché l’altro problema è questo obiettivamente: voi sapete che finora i dati sulle sulla violenza li abbiamo avuti ogni anno grazie al lavoro che hanno fatto come Coordinamento regionale i centri, ma quest’anno con l’Osservatorio regionale noi intendiamo provare ad avere una lettura più trasversale che riguarda anche altri presidi, che non sono solo quelli dei centri antiviolenza, ma io penso ai Pronto soccorso, penso a tutta la rete sociosanitaria che rappresenta un presidio fondamentale che lavora in stretta collaborazione con i comuni e con gli enti locali. Quindi nell’arco del 2018 abbiamo istituito anche l’elenco regionale e l’Osservatorio che ci permetterà io credo già nei prossimi mesi, anche attraverso il lavoro che stiamo facendo con la Conferenza delle elette, di dare un’altra chiave di lettura di come il lavoro che stiamo facendo e di come questo processo si sta evolvendo e quali sono le risposte che stiamo avendo. Quindi quello che mi sento di dire è che è fondamentale continuare a mantenere questo approccio di main streaming, questa scelta strategica che in questa regione abbiamo avuto di trasversalità delle politiche di genere, e qui voglio ricordare l’altro asse fondamentale su cui abbiamo lavorato in questi anni che è il bilancio di genere. A differenza del bilancio di genere di due anni fa, quest’anno abbiamo voluto fare un bilancio di genere che avesse un approccio anche più completo alla lettura dei dati e potesse rappresentare anche uno strumento per gli enti locali, per i comuni che magari in maniera autonoma non riescono a realizzarlo, per poter realizzare i bilanci di genere dei comuni della nostra regione. Per dirvi che è fondamentale perché, se noi dobbiamo fare un’analisi, una valutazione dell’impatto delle politiche pubbliche della nostra regione, dei nostri comuni per capire quanto incidono sulla qualità della vita delle persone e ovviamente sulla qualità, sulla dimensione di parità noi abbiamo bisogno di conoscere effettivamente i dati e come le risorse vengono investite. Quindi questi strumenti legati alle risorse, legati – io dico – anche ad un’altra scelta che abbiamo fatto: quella di istituire il Tavolo permanente per le politiche di genere che ci permette di confrontarci, lavorare, discutere anche con quello che è il mondo associativo, economico, imprenditoriale che vede una presenza delle donne importante in questa regione e che ci deve permettere (questo è l’obiettivo che abbiamo) di fare ancora di più un’attenta valutazione sul tema del lavoro e dell’economia, perché voi sapete che anche in questa regione, anche se abbiamo il tasso di occupazione femminile più alto a livello nazionale (oltre il 63%) rispetto alla percentuale nazionale del 49%, in realtà i gap sono gli stessi che si verificano in altre parti d’Italia. Il tema delle retribuzioni, il tema dei percorsi di carriera, i temi di sostegno al welfare che noi continuiamo a ritenere centrali hanno la necessità di avere un presidio forte. Ecco perché uno degli obiettivi dei prossimi mesi sarà anche quello di riuscire a capire come le politiche di parità in questa regione riescono ad incidere realmente sul tema della qualità della vita delle donne nel rapporto vita privata/vita lavorativa, quindi il grande tema della conciliazione e cosa fare concretamente. Già in questi anni abbiamo fatto delle cose, anche investendo in progetti a sostegno per le donne non solo che si immettono nel mondo del lavoro, ma penso anche a tutto al tema della violenza, il sostegno alle donne che denunciano la violenza. Voi sapete che in questi anni è andata anche rispetto al percorso di autonomia e, quando parliamo di autonomia, parliamo di autonomia economica e parliamo di lavoro e casa fondamentalmente, perché, per uscire da quel circuito, soprattutto quando parliamo di violenza domestica, hai bisogno poi di avere un sostegno all’autonomia economica. Quindi questi temi sono al centro del lavoro; questo ultimo bando ci ha permesso di ampliare la platea e di sostenere soprattutto quei territori che nel precedente bando avevano avuto più difficoltà a realizzare progetti e a mettersi insieme, ora l’obiettivo è andare avanti. Credo che anche quello che emergerà dalla Conferenza delle elette, dalla Commissione di parità, dai territori, dalle amministratrici e dai centri antiviolenza ci permetterà di migliorare e di fare sempre un passo più in avanti in un lavoro che ovviamente è prezioso per tutti.

    Le slide sono a disposizione, sono un sunto di tutto il lavoro del bando e dei progetti, li mettiamo a disposizione della Conferenza.

     

    Presidente MORI

    Le mettiamo sul sito, così sono a disposizione. È molto importante questo percorso di osmosi rispetto ai bisogni e a risorse stanziate, rendicontazione rispetto all’appropriatezza, perché il tempo è quello che è, le risorse sono molto limitate e quindi l’appropriatezza su questi temi è ancora più importante per evitare che a volte vengano considerati nell’immaginario collettivo temi marginali, ma ancora di più dobbiamo su questi temi cogliere gli obiettivi per essere assolutamente credibili e autorevoli. Quindi grazie davvero.

    Passerei al penultimo punto della nostra mattinata per poi darvi la parola. Forse chiudiamo anche prima oggi, se è possibile, nel senso che si sta svolgendo l’assemblea dell’ANCI a Rimini, quindi dobbiamo tutti raggiungere in qualche modo per dare il nostro pezzo di contributo anche là.

    «Parità di genere nelle nomine e società controllate regionali. Le novità del documento di economia e finanza». Voi sapete che nella Conferenza delle elette tendenzialmente i consiglieri regionali non intervengono per permettere a tutti coloro che vengono dai territori di avere protagonismo, quindi è per quello che io sempre ringrazio i consiglieri della presenza, non è che non parlino perché non abbiano niente da dire, anzi, faremo una sessione apposita ad un certo punto e metteremo in campo tutti i protagonismi della commissione, però è giusto che chi viene dal territorio e chi ha degli elementi da portare ovviamente sia protagonista di queste sedute.

    Rispetto a questo punto io devo ringraziare il consigliere Bessi, perché è stato il relatore del DEFR regionale, all’interno del quale abbiamo abbinato una risoluzione a mio parere molto significativa, direi quasi rivoluzionaria. Rivoluzionaria per un paese come l’Italia ovviamente. In altri Paesi non c’è bisogno. Voi sapete che il tema dell’uguaglianza, della condivisione paritaria del potere sia di rappresentanza che anche nei luoghi della decisione è un tema non banale del protagonismo femminile, non perché i numeri siano sufficienti, la parità numerica sia sufficiente per fare una democrazia paritaria, ma certamente il tema di distruggere quel soffitto che impedisce una pari rappresentanza nei luoghi della decisione è un elemento di grandissima importanza per far sì che i pensieri differenti si incrocino e condizionino le gestioni anche delle aziende, delle società partecipate della regione e quant’altro. Voi sapete che la legge Golfo-Mosca (L.120/2011) che è al decimo anno del suo percorso, quindi vedremo quale sarà la prospettiva, aveva imposto una percentuale nei consigli d’amministrazione delle società pubbliche partecipate e nelle società quotate in Borsa, quindi con un controllo stringente sia del Ministro del lavoro per le une, che della CONSOB per le altre, però ovviamente stiamo parlando di società di grandi dimensioni e quindi anche di partecipate con un certo ambito. Noi abbiamo cercato con questa risoluzione di condizionare le composizioni delle partecipate degli enti collegati alla regione Emilia-Romagna. Diventa sempre molto impegnativo, quando c’è da costituire organismi plurali o plurimi, farlo con una dimensione dove, a parità di merito, ci sia anche una composizione paritaria del femminile e del maschile. È veramente sempre molto difficile. Con questa risoluzione noi chiediamo un impegno da parte anche della Giunta ovviamente, ma anche dell’Assemblea legislativa e quindi faremo modifiche legislative, ma chiediamo anche a chi è nominato nelle aziende partecipate piuttosto che negli enti collegati, di farsi carico di questo obiettivo. Quindi è un obiettivo davvero di sistema, è un obiettivo di mandato o di nomina, oltre che un obiettivo che farà in modo che ogni nomina e ogni organismo collegiale sia ispirato al criterio della parità. Tutti gli organismi, non soltanto quelli secondo la legge Golfo-Mosca, ma tutti quegli organismi collegiali che in enti collegati, società partecipate, anche reti di cui fa parte la regione Emilia-Romagna siano ispirate a questo tipo di concetto paritario, di rappresentanza egualitaria, eccetera. Dico che è rivoluzionario, perché una regione complessa come la nostra, con un tessuto connettivo, produttivo e anche articolato di soggetti, che fra l’altro sono già in questo periodo oggetto di fusioni, integrazioni, l’assessora Petitti ha fatto uno straordinario lavoro in questo, perché in termini di integrazione credo che l’Assessorato si sia cimentato veramente in una grande operazione, questa risoluzione va ad incidere proprio in una modalità di lavoro che anche in questi ambiti che sono un po’ più fuori dal meccanismo istituzionale, perché ovviamente hanno altri tipi di percorsi di nomina, eccetera, di permeare di questi principi un po’ tutta la platea e tutto il panorama che vi ho illustrato. Quindi è rivoluzionario, perché spinge ovviamente gli eletti della regione, ma anche i collaboratori a non poter più non ispirarsi a questo principio, anche se non c’è un obbligo legislativo stringente. Quindi è una piattaforma di lavoro molto interessante che sarà anche foriera di grandi opportunità per tanti professionisti che semmai sono rimasti fuori da un circuito egualitario, e questo è un elemento che speriamo vada a dare qualità e qualificare in modo ancora migliore la condivisione e il potere che credo sia alla base dello sforzo che stiamo facendo per consentire l’attuazione dell’articolo 3 della Costituzione. Quindi questo è un elemento fatto in una dimensione che non è immediata dei nostri lavori, perché si è sviluppato con la costruzione del documento di economia e finanza della regione, ma era opportuno a mio parere sottoporvi questo filone di lavoro che è un filone importante, delicato, ma credo di un approdo di empowerment impegnativo e necessario. Noi non ci occupiamo soltanto, benché sia fondamentale ovviamente, dei temi violenza, eccetera in quanto elementi di fragilità di un sistema ancora culturalmente con residui patriarcali, ma anche degli elementi di empowerment rispetto alle qualità e competenze che le nostre colleghe e le nostre cittadine hanno insieme ai cittadini e ai nostri collaboratori. Quindi in questo senso mi sembrava utile darvene conto. Ringraziavo il collega Bessi, perché lui è stato il relatore e il primo firmatario.

    Voi trovate in cartellina anche la locandina del convegno internazionale del 23 novembre 2018 («La democrazia è donna»), in occasione della giornata ONU contro la violenza sulle donne, in realtà è stata, ed è, intenzione della presidente Simonetta Saliera e quindi anche della Commissione per la parità e i diritti delle persone rendere questo evento un osservatorio che va un po’ oltre il perimetro regionale e che in qualche modo ci mette a confronto anche con una dimensione europea e internazionale. Lo dico perché, in vista anche delle elezioni europee, avremo sempre più bisogno, anche come Commissione parità, visto che noi contribuiamo attraverso le sessioni europee ascendenti e discendenti ai lavori degli organi, delle istituzioni europee, capire quanto poi venga recepito, quanto venga attuato, quali sono le opportunità con interlocutori di indubbio valore. Il programma sarà stilato nella sua definita definitività la settimana prossima, perché stiamo ancora raccogliendo adesioni, però è un convegno questo che è organizzato in collaborazione con la Commissione europea e la rappresentanza di Milano della Commissione europea, che ha contribuito e contribuisce all’organizzazione, così come il Parlamento europeo, sempre la rappresentanza di Milano. Saranno presenti tutti gli eurodeputati eletti nella circoscrizione nordorientale. Vi faccio un nome: Rachida Manjula, già rapporteur per i diritti umani dell’ONU, che quindi ci darà una dimensione assolutamente globale della violenza su cui sta lavorando. Abbiamo rapporti con regioni svedesi, abbiamo rapporti attraverso l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio Emilia, con la Spagna, con Bruxelles. Speriamo e confidiamo possa diventare davvero un’occasione per aprire gli orizzonti e inserirci in un meccanismo di promozione anche della partecipazione al voto, perché il nostro evento si inserisce anche nella campagna “This time I'm voting” del Parlamento europeo che è una campagna di partecipazione al voto, una campagna che sollecita tutti i cittadini dell’Unione europea a partecipare. Sarà presente anche la vincitrice della campagna social che il Parlamento europeo ha promosso in Italia. Io confido che possa essere un’occasione per tutti anche di nuova ispirazione, anche per avere il senso che il nostro lavoro si inserisce in una dimensione veramente globale di necessità e di obiettivi e quindi, quando siamo un po’ affaticati dagli obiettivi quotidiani e quando pensiamo che si faccia un passo avanti e se ne facciano trecento indietro, in realtà c’è un mondo che si muove e che pulsa intorno a noi e che ci ispira. Vorremmo metterlo a disposizione questo mondo con le nostre relazioni e con le nostre minime capacità, perché io dico sempre che non sono nata convegnista e non sono qui per organizzare convegni, cerchiamo di fare del nostro meglio, speriamo che l’esito sia importante. Presenteremo in quell’occasione anche il corpus di traduzione della nostra legge per la parità e contro la discriminazione di genere. Voi sapete che l’Università di Bologna l’ha resa oggetto dei master “GEMMA” e “Edges” in giro per l’Europa, quindi avremo alla fine la legge tradotta in cinque lingue. Per adesso abbiamo l’inglese, lo spagnolo, l’arabo, l’italiano e il francese come ultimo. Quindi l’arabo non è secondario rispetto ad una scelta che abbiamo fatto in termini assolutamente di consapevolezza come ponte per un Mediterraneo allargato, in cui tutti parliamo sempre più la stessa lingua, soprattutto con i Paesi del Maghreb, quindi confidiamo che anche questo possa essere un contributo. Quindi siete tutti invitati. Ovviamente cureremo la promozione del programma e della divulgazione dello stesso; vi chiediamo di esserci per crescere insieme, perché è un elemento di sforzo collettivo non usuale, perché noi siamo qui per fare amministrazione, leggi e quindi i convegni quelli necessari, questo direi che è uno di quelli necessari. Quindi ringrazio fin da ora per la vostra presenza e per eventualmente coinvolgere altre associazioni e persone. Si svolgerà qui nella Sala Fanti, in collegamento anche con altre sale, nel caso non ci stessimo tutti ovviamente. Welcome Coffee alla mattina, il buffet a pranzo che è una cosa eccezionale, ma perché è importante il convegno, perché di solito non si mangia, non si beve, qui si fanno ore e ore in assoluta parsimonia, ma in questo caso, visti anche gli ospiti internazionali, cerchiamo di darci un po’ di lucido. Quindi davvero vi ringrazio molto di quello che potrete fare per partecipare.

    Nelle «Varie ed eventuali» non era previsto e chiedo scusa l’assessora Zaccaria che è presente, però lei sa che siamo in famiglia, chiedo all’assessora Zaccaria di venire qui al tavolo della Presidenza, perché nelle «Varie ed eventuali» che in realtà nella mia testa c’era, ma non sapevo se poi l’assessora sarebbe stata presente, vista la due giorni così impegnativa che ha avuto, le chiederei di intervenire per sinteticamente illustrare la due giorni della rete nazionale RE.A.DY, avuta nell’incontro annuale tenutosi a Bologna ieri e l’altro ieri. È una rete di pubbliche amministrazioni che progettano e costruiscono politiche antidiscriminatorie, soprattutto contro le discriminazioni per l’orientamento sessuale; voi sapete che la regione Emilia-Romagna aderisce alla rete RE.A.DY e il presidente Bonaccini mi ha delegata come rappresentante permanente della rete e quindi in questi due giorni sono stati affrontati tanti temi relativi alle problematiche discriminatorie delle comunità LGBT, ma di tanti elementi. Noi abbiamo partecipato alla discussione di ieri mattina, i saluti dell’avvio di questa due giorni. Per noi è stato molto significativo e importante, perché proprio in questi giorni la Consulta di garanzia statutaria ha riconosciuto legittimità alle proposte di legge di iniziativa popolare che sono state proposte, promosse e approvate dalla città di Bologna, dalla città di Reggio Emilia e dalla città di Parma contro l’omotransnegatività, quindi è stata assegnata alla mia Commissione in sede referente dalla Consulta di garanzia, dopo l’approvazione della Consulta di garanzia, questa proposta di legge di iniziativa popolare che si radicheranno poi nell’iter legislativo e che andremo a discutere nei prossimi mesi. È un passaggio importante sia per la delicatezza della materia dei diritti invisibili, sensibili della personalità, ma è anche una trasformazione inevitabile dei nostri contesti che ci impone di aggiornare sempre la materia del diritto, delle garanzie e delle tutele, di cui fra l’altro la regione Emilia-Romagna è sempre così sensibile. Quindi, Susanna, ti chiedo scusa se non ti ho chiesto prima di intervenire, ma so che sei assolutamente abituata a queste improvvisate.

     

    Assessora ZACCARIA

    Ringrazio molto Roberta Mori, perché mi dà la possibilità in questa sede di parlare della rete RE.A.DY. Credo sia molto importante condividere, spero sia di interesse per molti di voi. La rete RE.A.DY riunisce quegli enti locali che mettono in campo progettazioni e azioni per la tutela della comunità LGBT. Ad oggi ha 143 adesioni, i dati sono freschissimi perché li abbiamo condivisi proprio a Bologna in questi giorni: nove Regioni, una Provincia autonoma, quattro Città metropolitane, sette Province, 112 Comuni, tre Consigliere di parità, una Associazione di enti locali e sei Municipi di Roma Capitale. Ci sono state dodici adesioni quest’anno. Per noi è importante la condivisione, perché spero che altri Comuni dell’Emilia-Romagna, faccio presente che i capoluoghi sono tutti aderenti, eccetto Piacenza che purtroppo, a fronte del cambio di Amministrazione, è uscita lo scorso anno, ma gli altri capoluoghi ci sono tutti e devo dire abbiamo anche un’ottima relazione, un ottimo confronto che è un confronto, ed è questo secondo me uno degli elementi importanti, operativo. Lo dico perché nel comune di Bologna aderiamo a tante reti, però la rete RE.A.DY ha una caratteristica: quella di affrontare problemi concreti e di essere di grande sostegno agli amministratori che operano in questi temi e che sappiamo sono costretti ad esporsi. Sappiamo che la tematica LGBT non è semplice, è molto contestata, non è di facile condivisione né di facile approvazione; la partecipazione a questa rete dà la possibilità a tutti gli enti locali aderenti di confrontare insieme proprio come si affrontano questi temi. Entro nello specifico. A Bologna in questi giorni abbiamo parlato sia della trascrizione e delle iscrizioni dei figli di coppie omogenitoriali, quindi i sindaci che hanno intrapreso questa strada hanno messo a disposizione i contenuti, le interpretazioni normative che consentono, dal nostro punto di vista ovviamente, la trascrizione e l’iscrizione e nell’altra tavola rotonda abbiamo invece affrontato le questioni proprio relativi alle leggi regionali. Quindi le regioni che hanno già approvato, alcune da molto (la regione Toscana dal 2004) delle leggi contro l’omotransfobia, hanno messo a disposizione i contenuti e abbiamo potuto approfondire e discutere anche noi che abbiamo la nostra legge in corso di approvazione per condividere in modo concreto.

    L’altro elemento che secondo me è molto importante è che partecipano sia comuni di città più grandi, ma anche comuni con pochi abitanti, comuni che magari hanno poche risorse, che però affrontano comunque questi temi. Questa è una garanzia di aiuto e di sostegno. Tanto per farvi esempi sempre concreti, il prossimo meeting annuale si terrà a Monte San Savino, che è un comune di ottomila abitanti della provincia di Arezzo. L’assessora che è venuta a sponsorizzare la candidatura ha sottolineato come in comuni così piccoli sia ancora più difficile affrontare e preparare la sensibilità di cittadini su questi temi e che quindi la presenza concreta degli aderenti alla rete potrà forse acuire un po’ le iniziative di sensibilizzazione. Credo che anche questa sia stata una scelta proprio specifica di andare la prossima volta in un comune piccolo. Ci tengo a precisare che non ci sono quote di partecipazione, proprio nella consapevolezza che non tante risorse vengono destinate a questi temi, quindi non è scontato che la partecipazione debba passare delle possibilità e che dall’anno scorso si è deciso che tutti gli aderenti svolgano insieme un’iniziativa annuale, quindi al meeting si vota il tema e si vota la modalità con cui questa iniziativa si fa. Anche qui vi porto il caso concreto: l’iniziativa per il 17 maggio di quest’anno, comune a tutti gli aderenti, è stata quella di mandare una fotografia digitale, quindi veramente a costo zero e molto facile, che era sul tema delle famiglie arcobaleno; tutte le fotografie sono state messe nello stesso formato, messe a disposizione, così tutti i Comuni hanno potuto condividere questa mostra digitale oppure, chi aveva le risorse, stamparla. Quindi davvero con poco si può condividere un’iniziativa. Per l’iniziativa del prossimo 17 maggio è stato scelto il tema del bullismo omotransfobico e l’iniziativa è un flash mob. Quindi anche in un comune molto piccolo, con la partecipazione di qualche associazione, sono iniziative che si possono portare a casa. Unico requisito richiesto per poter rimanere nella rete è quello ogni anno di mandare una scheda riepilogativa delle attività che sono state fatte, che può essere anche una attività, anche solo la partecipazione all’iniziativa condivisa.

    Ci tenevo quindi molto a condividere questi dati in questa sede, perché tanti comuni stiamo cercando davvero di stare insieme, di stare uniti, perché sappiamo che per la tutela dei diritti forse non è un momento facile, però io per esempio ho trovato grandissimo conforto, motivazione e sostegno dalle iniziative altrui, dal fatto che ci si possa confrontare e quindi, a differenza di altre reti, credo che la rete RE.A.DY sia davvero molto utile per evitare di fare queste attività in solitudine. Sappiamo che è già difficile farlo insieme, in solitudine davvero è difficile. Viviamo in territori molto fortunati, bisogna che ne siamo consapevoli, ma sappiamo che gli episodi di intolleranza, di omofobia, di transfobia, di lesbofobia ci sono anche sul nostro territorio; sappiamo quanto la parte educativa e di sensibilizzazione sia ancora complessa e questo secondo me dovrebbe essere davvero di stimolo per gli amministratori che possono essere interessati a condividere con altri queste attività. Quindi ringrazio davvero per la possibilità di avere rendicontato questa due giorni che c’è stata a Bologna, ma soprattutto spero di aver incuriosito.

    Le modalità di adesione sono sul sito della città di Torino che ha un servizio LGBT dedicato e che ha la segreteria dell’Associazione e quindi chi vuole aderire può consultare il sito, ma io sono comunque a disposizione per chiunque di voi voglia avere del materiale, anche solo un confronto. Contattatemi quando volete, perché penso che sia davvero importante condividere.

     

    Presidente MORI

    Se siete d’accordo, passerei agli interventi. Qui ci sono interventi di persone che si sono iscritte, ma fino all’ultimo potete iscrivervi. Direi che, se stiamo tra i cinque e i dieci minuti massimo, riusciamo a fare tutto nei tempi che ci siamo date.

    Chiederei a Natalia Maramotti del Comune di Reggio Emilia, assessora alle pari opportunità, di intervenire.

    Nell’attesa che ci raggiunga, io ringrazio l’assessora Petitti che, per i tanti impegni che ha, se ne deve andare, però ovviamente la aggiorneremo sull’esito di tutta la discussione.

     

    Assessora MARAMOTTI

    Innanzitutto, ringrazio in modo non rituale, perché queste sono sempre delle occasioni nelle quali portiamo a casa delle informazioni, ma più che delle informazioni, anche in questo caso delle importanti innovazioni su varie tematiche che dimostrano come la nostra regione stia adempiendo, secondo varie modalità, ai contenuti della legge n. 6.

    Vado molto rapidamente, visto che le tempistiche che ci diamo sono rapide. Molto bene per l’indirizzo preso rispetto alle Consigliere di parità. Era più o meno la legge del ‘91, ventisette anni sono giovani donne le Consigliere di parità dal punto di vista istituzionale, però una giovane donna a ventisette anni ha acquisito una certa contezza di sé e magari sta pure lavorando, adesso non proprio tutte, e quindi vuol dire che ha anche delle risorse economiche. Invece la storia delle Consigliere di parità è andata in tutt’altro modo, lo sappiamo. C’è stato un periodo fortunato dal 2001 al 2009, dove le risorse erano sufficienti, poi le cose sono mutate, quindi che la Regione abbia assunto questo indirizzo è un fatto positivo che lega anche il tema della rete provinciale, perché non sfugge a nessuno il fatto che le discriminazioni a ragione dell’appartenenza di genere sul lavoro non sono assolutamente diminuite.

    Importante anche l’altro indirizzo che è stato dato in riferimento alla partecipazione delle donne nei board, al di là delle disposizioni normative. Fra poco andremo a ragionare di questo a Rimini, abbiamo visto che la legge Golfo-Mosca che ha introdotto le cosiddette norme di diritto diseguale, perché ha introdotto delle norme che cercano di riequilibrare una situazione prendendo atto del fatto che è particolarmente squilibrata, tant’è vero che è una normativa che prevede anche un termine, qualora i conseguimenti degli obiettivi siano effettivamente stati tali. Quindi bene, dobbiamo andare oltre agli ambiti, come è stato detto, previsti dalla normativa per il principio fondamentale dell’eguaglianza sostanziale che non ci deve per nulla dispiacere, perché è un principio costituzionale a vari livelli, anche per quanto riguarda il livello europeo e potremmo dire mondiale, ma anche perché ci sono dei dati oggettivi: lo dice lo stesso atto regionale, la presenza delle donne nei mondi produttivi e nei luoghi della decisione riduce il rischio di problematiche quali fallimenti o altro, perché siamo tendenzialmente più inclini a non rischiare, a fare valutazioni più attente e questo è decisamente vantaggioso nel mondo delle imprese, quindi è uno sguardo di genere molto opportuno anche sotto il profilo economico.

    Vado a concludere plaudendo per l’iniziativa del 23, che cercheremo di diffondere il più possibile, lo dico come comune di Reggio Emilia, anche sul nostro territorio, non solo tra le mie concittadine ma anche nell’ambito provinciale, perché sarebbe importante davvero la presenza significativa dei vari enti locali. Mi voglio soffermare un attimo soltanto sul tema della presa di posizione dell’Assemblea legislativa relativamente al disegno di legge n. 735, che conosciamo con il nome del primo firmatario Pillon. È stato detto, Reggio Emilia proprio lunedì scorso a sua volta ha approvato a maggioranza un ordine del giorno e siamo impegnati, come Sindaco e Giunta, ad agire in tutte le sedi più opportune, che saranno anche quelle della nostra città, perché c’è molto bisogno di uscire dagli slogan sempre. Quindi di fornire delle informazioni alle donne tutte, anche quelle che hanno votato il governo gialloverde, perché si prescinde io credo in certi casi dall’appartenenza politica che può essere anche molto temporanea, come sappiamo, perché questa normativa solleva molte problematiche che riguardano innanzitutto il tema della libertà di autodeterminazione degli uomini e delle donne, perché questa faccenda della mediazione obbligatoria in questi casi, oltre ad essere non conforme ad un principio normativo sovraordinato, perché la Convenzione di Istanbul all’articolo 48 dice che non è possibile in tutte le occasioni in cui vi siano delle situazioni di violenza o comunque di conflitto che può presupporre una situazione di violenza costringere ad una mediazione. Quindi non è un atteggiamento apodittico quello che di chi dice no, perché sappiamo tutti che la media conciliazione è diventata obbligatoria dal 2017 in questo Paese anche per adempiere ad una normativa di tipo comunitario, ma dove? Con un elenco di materie, che non sono quelle così delicate come quella delle relazioni soggettive e sentimentali che implodono tra un uomo e una donna. Quindi niente di apodittico, anzi, la volontà di non violare una normativa internazionale che è poi anche stata tradotta a livello nazionale.

    L’altra cosa sulla quale mi voglio soffermare, perché questa è di altrettanta gravità, poi non è questo il caso di raccontare tutto, ci sono gli atti, è il tema del riportare in auge dopo anni, è stato fatto questo a livello parlamentare, se non ricordo male, nel 2011 la sindrome di alienazione parentale. Come credo che sappiamo tutte, il tema è spinosissimo intanto perché non ha a livello internazionale una dignità dal punto di vista delle prove scientifiche e sappiamo tutti che questo è uno strumento che può essere ampiamente strumentalizzato in tutte quelle situazioni in cui vi sia violenza assistita e nell’ipotesi di violenza subita dalla madre e quindi indirettamente dai figli, dai bambini minori, a volte mica solo minori, perché queste dinamiche pure si presentano anche per chi ha un’età più matura, perché è chiaro che in queste fattispecie un bambino si allontana dall’aguzzino. Magari non lo sa neanche spiegare perché non ci vuole andare con il papà da solo e quindi è veramente grave che questo sia riportato in auge.

    Concludo dicendo che stare sdraiati sulle richieste di associazioni non è mai giusto, perché la distanza di chi deve prendere decisioni è sempre la giusta distanza, per citare un bellissimo vecchio film, è sempre importante. Qui si sta sdraiati sulle pretese dei padri separati, che pure hanno naturalmente una dignità di presa in considerazione. Sappiamo che ci sono molte povertà, le donne non sono perfette, non siamo perfette naturalmente, quindi caso per caso c’è. C’è sempre un giudice a Berlino che può permettersi di valutare, se ci sono strumentalizzazioni anche da parte di una donna.

     

    Presidente MORI

    Non ricordo se ho detto che la risoluzione che abbiamo approvato in Assemblea legislativa è a prima firma della consigliera Marchetti, che è qui presente e che ringrazio e ringrazio la consigliera Valentina Ravaioli che era qui da un po’, ma ho avuto adesso il flash di ricordarla.

     

    Presidente “Profilo donna” BICIOCCHI

    Già l’anno scorso ho avuto modo di presentarmi e di parlarvi di “Profilo donna” che è un percorso che esiste da quasi trent’anni, infatti cominciamo proprio in questo periodo ad organizzare il trentennale ed è un percorso di comunicazione, perché io sostanzialmente sono una giornalista e quindi sapevo all’interno dei mezzi di comunicazione quanto fosse importante cominciare a parlare di pari opportunità. Diciamo che il nostro focus è stato quello di coinvolgere testimonial importanti, quindi donne che si occupano di vari ambiti professionali e di lavoro a livello di leadership, e devo dire che ho trovato subito un contesto e un riscontro veramente straordinari, tant’è che dalle prime trasmissioni radiofoniche siamo passati poi a produrre trasmissioni televisive e oggi esiste anche una rivista che si chiama “Profilo donna magazine” che ha diciannove anni e l’anno prossimo festeggeremo non solo il trentennale di questo premio che coinvolge queste donne importanti, ma anche i vent’anni della nostra rivista, quindi è un traguardo veramente molto importante. Devo dire che in altre città e anche all’estero ci fanno tantissimi complimenti, proprio perché mancava un coordinamento e un coinvolgimento che parlasse di donne a questi livelli. Penso che questo sia molto importante, perché si svolge nella regione Emilia-Romagna, soprattutto nella provincia di Modena, dove abbiamo collaborato con tutti i comuni, in particolare quello di Modena e di Formigine, quindi ringrazio ovviamente, visto che è presente anche Irene Guadagnini, la nostra assessora alle pari opportunità, e cerchiamo di coinvolgere associazioni, cerchiamo di coinvolgere fondazioni, cerchiamo di coinvolgere tutte quelle che sono le eccellenze del territorio per fare un coronamento di questi eventi che abbiano ovviamente un riscontro e mettano in evidenza tutto quello che il territorio può offrire. Anche da questo punto di vista devo dire che l’ultimo tassellino che mi ha fatto immensamente piacere è stato quello della collaborazione anche con il corpo consolare dell’Emilia-Romagna, che ci ha detto “avete dei contenuti molto importanti e molto legati al territorio che noi possiamo portare anche all’estero e far conoscere”, le donne in primis visto che ci chiamiamo “Profilo donna”, ma anche tutte le nostre eccellenze e quindi abbiamo iniziato una collaborazione anche con trentaquattro Paesi nel mondo, che senz’altro accoglieranno questa informazione, questo percorso. E il trentennale vorrei proprio che fosse - luglio del 2019 - un momento un po’ storico per la valorizzazione del ruolo della donna nella società, perché di strada ne è stata fatta tanta e quindi penso che sarà un momento celebrativo per evidenziare che tutti quei piccoli/grandi traguardi che sono stati raggiunti in questi ultimi trent’anni, dove la donna ha fatto veramente un percorso straordinario. Quindi grazie per l’opportunità di averlo detto anche in questo contesto, senz’altro pubblicizzeremo tantissimo questa iniziativa che si terrà dentro Palazzo Ducale di Modena, sede dell’Accademia militare. Luglio 2019.

     

    Presidente MORI

    Ringrazio Cristina, perché in effetti gli eventi di “Profilo donna” sono eventi di empowerment femminili molto importanti, noi abbiamo bisogno anche di esempi trainanti che stimolino le nostre ragazze, le nostre donne, gli obiettivi realizzanti di grande cambiamento per la società e devo dire che fino ad ora i profili sono stati veramente di grandissima qualità.

     

    Assessora GUADAGNINI

    Veramente poche parole in rappresentanza del comune. Non sto a ripetere alcune delle cose dette anche dalla collega Maramotti di Reggio, con la quale siamo in sintonia e in linea su molte delle indicazioni date a proposito dell’ordine del giorno, quindi delle iniziative proposte. Accogliamo naturalmente favorevolmente anche la notizia del nuovo bando regionale presentato dall’assessora Petitti prima; so che tutti i territori e tutti i comuni risponderanno con l’entusiasmo e le indicazioni e le attività di queste già due edizioni precedenti, la seconda delle quali stiamo concludendo e quindi speriamo che tutte queste attività possano essere portate avanti.

    Per quanto riguarda l’intervento, era semplicemente di accompagnamento al testo che vi trovate in cartellina e che è stato discusso credo non so se a livello nazionale, ma ho quasi l’impressione che sia stato il primo Consiglio comunale a discutere questo tema e questo argomento. Quindi lo vedete in cartellina per darvi conto della discussione che è stata veramente proficua e interessante anche all’interno del Consiglio comunale. Devo dire che è stata molto proficua e molto interessante ad esempio anche da parte del centrodestra, c’è stato solo intervento da parte del consigliere Pellacani, che comunque ha sottolineato delle lacune e delle difficoltà di questo disegno di legge, a dire che, e questa è la discussione che io trovo molto positiva, nonostante poi naturalmente la votazione sia stata maggioranza compatta a favore di questo ordine del giorno, il centrodestra ovviamente ha votato contro questo ordine del giorno, astensione da parte del Movimento 5 Stelle, con una discussione proficua e interessante che metteva in rilievo le difficoltà presenti in questo disegno di legge, che poi hanno avuto una valutazione diversa nelle esposizioni. Il centrodestra in particolare guardava con fiducia ad una modifica nell’iter, mentre il centrosinistra chiedeva e chiede il ritiro, ritenendo non emendabile questo disegno di legge per il tipo di impianto. Quindi una discussione sull’impianto ideale, ideologico, la rappresentazione che viene data, ma – questa è la parte importante che volevo ridare alla discussione – una dichiarazione, tranne un caso, di grande difficoltà e di grandi problemi all’interno di questo disegno di legge. Tenevo a dirlo perché penso che l’attenzione pubblica, il dibattito pubblico debba andare davvero nel merito di questo bisogno di legge. Poi, dal mio punto di vista, naturalmente non guardando con fiducia al tipo di percorso, penso che sia fondamentale e importantissimo che le persone, non soltanto i rappresentanti, si informino, guardino, leggano perché poi davvero ha a che fare con la vita di ognuno di noi come cittadini. Questo per darvi un po’ conto della discussione che è stata fatta. Naturalmente oltre che in cartellina molte indicazioni ci sono anche sul sito del comune di Modena e per chiunque fosse interessato a capire anche la discussione che si è svolta, ho cercato di darvi veramente rapidissimamente, si trovano le registrazioni del Consiglio comunale sul sito, ma io sono a disposizione anche per qualsiasi altro atto e approfondimento.

     

    Presidente MORI

    Grazie, Irene, per l’esposizione assolutamente equilibrata e compiuta.

     

    Delegata UISP nazionale Manuela CLAYSSET

    Sottolineo una cosa, credo che sia sempre importante avere questi momenti di confronto, anche cercando di ascoltare e ascoltarci e anche l’esperienza di un’associazione che si occupa di sport. Questo anche per rilanciare un fatto che probabilmente, proprio in un momento così particolare, abbiamo bisogno di capire che tipo di reti costruire sul nostro territorio, magari anche ragionando con il terzo settore, con l’associazionismo, perché probabilmente abbiamo bisogno di una rete tra istituzioni e le varie realtà molto ampia e radicata. Lo dico perché probabilmente credo che in questo clima, questo atteggiamento a volte anche un po’ pesante che vediamo sui social, devo dire che mi preoccupa un po’, poi è vero che le parole ognuno è liberissimo di usarle, però devo dire che alcuni segnali personalmente mi preoccupano. Quindi come associazione ci siamo, siamo un’associazione che ha sempre cercato in questi anni, anche in questi momenti di confronto e di dirvi, di riportarvi delle cose. Questa parte della legge n. 6, con un finanziamento non particolarmente sostanzioso, abbiamo sempre pensato che sia importante allargare quel tipo di rete. Lavoriamo con i centri antiviolenza, in questo caso il tema era tutto sulla formazione di educatori sportivi sulle questioni che riguardano la violenza, quelli che chiamiamo corsi di autodifesa, ma che forse devono dare degli strumenti in più, capire che realtà ci sono e così via. Tra l’altro abbiamo visto un raddoppio e una crescita di questa rete, credo che questa sia la cosa importante. Noi abbiamo sul territorio associazioni sportive che non conoscono e viceversa. I centri antiviolenza non sempre vedevano lo sport come punto di riferimento e invece, se siamo quella sede educativa che ci diciamo, quella sede che molto spesso lavora con uomini, donne e bambini è una sede importantissima. Questo per dirvi anche di un altro passaggio che stiamo facendo. In questo caso a Ferrara il 10 novembre organizziamo, in questo caso grazie alle università e alla Commissione di parità, questo nuovo organismo che si occupa della parità e di tutto il tema che riguarda come il linguaggio viene usato faremo una riflessione sul linguaggio all’interno dello sport. Prima diceva l’assessora Petitti tutta la questione che riguarda le discriminazioni; è vero, lo sport femminile credo che mai sia stato così a livelli fantastici, finalmente sottolinea anche un fatto: il CONI ha deciso anche di portare delle modifiche per la presenza all’interno degli organismi dirigenti. Le federazioni sono obbligate ad avere nel prossimo mandato elettivo, quindi nella prossima campagna congressuale, un terzo di donne all’interno degli organismi dirigenti. È una cosa rivoluzionaria. Pensiamo che anche noi con la carta dei diritti delle donne, il lavoro fatto, quindi sapete che la UISP, tra l’altro questa regione l’ha fatta propria, ha fatto tutto un lavoro sulla Carta europea dei diritti delle donne nello sport e quello è un tema. Si è sempre detto no alle quote, però anche il CONI ha deciso questo ed è una cosa secondo me rivoluzionaria e quindi guardiamo anche con grande favore questo. Però è indubbio che rimane ancora un tema che la difficoltà, il linguaggio e quello che molto spesso gli stessi educatori usano, utilizzano e quindi c’è un lavoro da fare su questa parte. Quindi questo per dirvi che stiamo cercando di fare questo, quindi il 10 novembre sarà anche un’occasione e in questa Regione, tra l’altro voluta proprio dal Comitato regionale dell’Emilia-Romagna della UISP, e può essere anche uno strumento utile da guardare insieme. Io credo che le buone pratiche, le azioni che vengono fatte in maniera concreta devono essere viste, analizzate se vanno bene o non vanno bene, quindi l’idea sempre della verifica credo che sia giustissima, ma poi anche di vedere se possono essere prese come esempio. In questo caso saremo con l’Associazione Giulia, stiamo lavorando con l’Accademia della Crusca su alcune cose e saranno presenti anche alcuni docenti di Ca’ Foscari e di altre università, perché è anche un momento di confronto secondo noi molto interessante e come associazione ci siamo. Quindi questo era per aggiornarvi e vediamo anche come il nostro lavoro continua.

    Su questa legge n. 6, il bando che si è concluso, era tutto sulla formazione, come dicevamo, ma anche sulla sensibilizzazione, usciremo con uno spot che viene realizzato proprio per sensibilizzare anche il mondo sportivo, ma anche per dare un impegno che abbiamo preso con il Coordinamento dei centri antiviolenza, ma anche quello di dare informazioni reciproche, quindi di far vedere quelle cose che si stanno facendo, perché crediamo che sia importante. Quindi c’è un lavoro molto spesso un po’ più sottotraccia, ma credo molto importante.

     

    Presidente MORI

    Noi cercheremo di fare una giornata all’inizio del prossimo anno, dove chiederemo espressamente l’illustrazione di progettualità da parte delle amministrazioni locali, ma anche delle associazioni, perché il tema delle buone pratiche, quindi avere il tempo di identificare nei propri Comuni di riferimento, nella propria associazione degli obiettivi, delle progettualità importanti da poter condividere credo che sia un elemento esemplificativo anche molto interessante.

     

    Unione Tresinaro Secchia Elena ROSSI

    Ringrazio Roberta della possibilità di portare questa esperienza che è stata istituire la Commissione di parità sotto la sua ala e i suoi consigli, sostenuta dall’assessora del mio comune (Rubiera), di portare la Commissione di parità all’interno del Tresinaro Secchia, che è una Unione, quindi è un territorio paragonabile ad un medio capoluogo come capienza, ottantamila abitanti, una densità abitativa di 280 persone per chilometro quadrato, quindi è vasto. A differenza dei capoluoghi di provincia, dobbiamo mettere insieme tante teste. Si è insediata da pochissimo, perché sono state elette il 12 settembre, ho iniziato i lavori adesso e l’idea è quella di rimettere a sedere le persone e quindi tirare le fila per poter applicare i progetti, tenuto conto proprio di tutto quello che è stato detto stamattina: tornare a fare formazione, tornare ad essere una sentinella o comunque di avere un occhio particolare sul territorio, che non è semplice perché vedete più competitor, gli assessori di tutti i comuni, i sindaci di tutti i comuni e tutte le realtà che devono sedersi a questo tavolo per poter ricominciare a fare un percorso non solo sulla violenza, sulla formazione, su che cos’è la parità. Il primissimo progetto direi che, come sempre, è un po’ ambizioso, speriamo che possa andare in porto, è quello di entrare nelle scuole medie, quindi seconda, terza media, a seconda di come aderiranno gli insegnanti, intanto per far capire che cos’è una Commissione di parità. Spesso nemmeno gli adulti lo sanno e i ragazzi ancora meno. Con l’idea che dobbiamo avere un logo. Quindi con un’idea “social”, ma abbiamo bisogno che ci identifichino. Sono anche qui a colloquio con tutti i presidi dei vari Istituti comprensivi, ce ne sono quattro da mettere insieme, ma questo è il lavoro.

    Io ringrazio ancora molto. È un territorio che va salvaguardato. A volte le Unioni sembrano un po’ degli enti vuoti o comunque in cui confluiscono delle tecnicità, ma non un vero pensiero politico. Abbiamo aperto la sfida.

     

    Presidente MORI

    Devo dire che io ho assistito alla fatica poderosa, perché tanti Comuni sono da mettere insieme, ma le consigliere sono guerriere, quindi ce l’hanno fatta.

     

    Assessora Stefania GASPARINI

    Le cose dette sono state tante, provo a mettere insieme qualche appuntamento al quale vi invito e alcuni dati di analisi politica, perché ovviamente è inutile che dica che condivido tutto quello che avete fatto e anche noi siamo molto contenti del nuovo bando.

    Parto dagli appuntamenti prima che me li dimentichi. Noi il 17 novembre, che è un sabato, ospiteremo in teatro a Carpi il premio nazionale “Immagini amiche” promosso dall’UDI nazionale, siete tutti invitati. L’organizzazione è tutta in capo all’associazione, quindi penso che faranno partire anche i loro inviti, però, come assessore della città, ovviamente chiunque di voi voglia essere presente credo che sia, dato il momento storico e politico che le donne vivono, molto importante esserci. Tra l’altro, a proposito di questo, faccio solo una breve parentesi. Raccontavo che sono rimasta, sembra anche qui “Immagini amiche”, bello, stiamo ancora parlando di queste cose, però tra ieri sera e oggi due casi, uno di cronaca e uno mediatico, fa balzare agli occhi come invece non ne abbiamo mai parlato abbastanza. Uno è il caso di quella ragazzina romana, di Desiree, se andate a cercare gli articoli di giornale ovviamente tutto stanno raccontando tranne che quello che è successo veramente. Ovviamente la morbosità in questi casi e la colpevolizzazione della vittima è sempre dietro l’angolo e tra le righe. In più ieri sera, per chi non l’avesse visto invito a andassero a ricercare su RAI Play, io sono rimasta assolutamente scioccata dalla puntata di “Porta a Porta”, quindi stiamo parlando penso tra i primi talkshow televisivi di politica in cui si analizzava e si discettava del caso di Cristiano Ronaldo, delle accuse che questa donna gli ha mosso e di tutto il percorso mediatico e tecnico che c’è in corso, di cui io ne so poco o nulla, non me ne ero interessata, quindi evito di dire chi ha ragione e chi ha torto, posso dire però politicamente che mi ha fatto schifo com’è stato presentato, perché si è arrivati, nel primo canale televisivo italiano della televisione pubblica, a dire che ci sono varie sfumature di stupro, che il sesso non consenziente non è stupro e che “alla fine queste cosa vogliono, sono sempre tutte alla ricerca di soldi”, quindi il classico “se andate in albergo con lui poi dopo...”. Questo detto da esimi giornalisti con attacchi al movimento “Me Too”, eccetera.

    Io parto da qui con la sottolineatura politica che volevo fare a tutte le colleghe elette e amministratrici presenti, io credo che questo sia il momento storico e politico di intercettare fortemente, com’è stato fatto, prendo ad esempio il fatto del disegno di legge Pillon, ma lo uso solo come caso di scuola per dire che credo che sia veramente venuto il momento di usare il nostro ruolo pubblico per cercare di raccogliere davvero tutte le forze sociali e civili femminili per dire che la deriva non solo politica ma anche mediatica che sta prendendo il nostro Paese rispetto a tematiche che pensavamo conquistate e assodate, non è in realtà così. Quindi io credo che l’esperienza delle discussioni avvenute nei nostri consessi civici o che dovranno avvenire rispetto al disegno di legge Pillon, come diceva prima la collega Guadagnini, possano essere l’anticamera di una discussione reale, franca tra donne e uomini di tutte le provenienze politiche, sociali e di associazionismo per ricominciare davvero a mettere qualche paletto e qualche punto fermo. Io vedo, anche senza guardare “Porta a Porta” che uno può dire è stato un caso, sono vecchi rimbambiti, ma purtroppo sappiamo che non è così, perché io penso ad esempio anche alle difficoltà che nelle nostre amministrazioni, è inutile negarcelo, affrontiamo tutti i giorni ogni qualvolta si porti un tema, che sia politico oppure tecnico, considerato prettamente femminile sappiamo benissimo la fatica che bisogna fare con colleghi, politici o tecnici, per invece dire che la questione di genere è una questione generale, non è solo una questione di genere. Parto ad esempio dalle battaglie che ancora oggi dobbiamo fare sul tema dei servizi per provare a far capire anche ai nostri tecnici che i servizi non siamo più nel ’62, quindi bisogna cominciare un po’ ad evolverli, che non è colpa della donna se vanno a lavorare, che non sono delle cattive madri e via discorrendo. Penso che sappiamo tutti quello di cui stiamo parlando. E che, se io dico che in un asilo nido l’orario va ampliato fino alle 19,00, non è perché ci sono le mamme brutte e cattive, ma perché la società di oggi impone, ognuno di noi farà le proprie riflessioni morali e personali, ad un’amministrazione pubblica di portare avanti certe valutazioni. Qui ho lanciato certi argomenti spot proprio per dire che io credo che ci sia bisogno di un grande movimento di donne in questo caso perché siamo qui, ma anche perché abbiamo l’onere e la responsabilità, amministratrici che rappresentano non solo un partito politico, ma anche e soprattutto il loro territorio e le istanze delle donne del loro territorio, per fare in modo che diventino istanze generali e non solo di genere e diventino veramente una massa critica importante nel dibattito politico non solo locale ma anche nazionale.

    Io non vi conosco tutte, non so e mi interessa fino ad un certo punto rispetto a questo tema la vostra provenienza politica, ma io credo davvero che sia ora di fare rete, al di là di quello che poi sui temi generali nazionali ognuno di noi possa pensare, perché io davvero vedo ormai ad un passo il rischio di cominciare pian pianino, pezzo dopo pezzo a perdere diritti conquistati. Diritti che è una cosa complicatissima anche da far capire alle più giovani, diritti conquistati non solo sulla carta, adesso Pillon è un esempio anche di come i diritti conquistati sulla carta è un attimo che si vada al gioco delle tre carte. Ma non solo quello, parlo a livello culturale di mentalità. Prima si parlava di empowerment, io sogno un giorno che le pari opportunità parlino solo di empowerment perché vorrebbe dire che siamo già ad un livello oltre, invece qua ci tocca ogni santo giorno ridefinire i confini, i percorsi, l’autonomia delle donne, la libera scelta delle donne. Ogni giorno è un ripartire daccapo. Quindi penso e credo che insieme, in un’alleanza larga debba partire una riflessione politica sul ricreare questa alleanza e penso che non possa altro che partire da una Regione come la nostra che ha dimostrato che le donne ci sono sempre state.

     

    Presidente MORI

    Ringrazio Stefania Gasparini. Lei non lo ha detto, per cui lo dico io perché è stato un elemento di rilievo pubblico, quindi non svelo niente, però quando lei parla di metterci la faccia, di impegnarsi anche in termini personali nei ruoli pubblici che ci sono, lei parte da una dimensione in cui un passaggio di approfondimento molto serio sul tema della migrazione ha ricevuto attacchi molto pesanti via Web di minacce a lei e alla propria famiglia, come dire che ha intrapreso una piccola battaglia personale di denuncia che poi, per motivi che vanno rispettati, ma che a mio parere non sono condivisibili, quindi spero che qui la giurisprudenza si riorienti rispetto a questo, è stato tutto archiviato perché quelle offese, benché dirette a lei, erano dirette ad una massa un po’ più indistinta. Dire “vi ammazzo tutte” piuttosto che “ammazzo solo te” c’è una distinzione di cogenza della minaccia. Io da avvocata delle cause difficili dico che ho ossequiosamente rispetto, però la giurisprudenza dovrà farsi carico di un riorientamento su questi temi e allora è chiaro che, quando Stefania ha intrapreso questa piccola battaglia, pur sapendo che poteva andare per come è andata con anche il boomerang della politica istituzionale, perché uno fa una battaglia di giustizia e poi dopo ti danno pure torto, allora ditemi che mi ammazzate, ammazzatemi pure e la facciamo finita. Devo dire che è stato molto importante che lei lo abbia fatto ed è molto importante che con senso tutte le donne che hanno un ruolo pubblico riflettano su alcuni passaggi e ne prendano il protagonismo dovuto, perché può essere un elemento che, insieme ad altri, riorienta anche gli indirizzi giurisprudenziali, l’approccio dei tribunali, l’approccio dei giudici, perché anche il personale giudiziario è un personale che deve essere formato. Tant’è che, se il CSM sta organizzando i tribunali in sezioni specializzate, benché non sia un obbligo normativo, per cui io auspico che diventi un obbligo normativo, è perché oggettivamente per comprendere e capire se le denunce siano denunce “una tra tante” o siano denunce che poi domani ti ammazzano davvero, ci vogliono persone preparate, azioni immediate, reazioni efficaci e anche personale competente ad entrare nei meccanismi relazionali. Questo purtroppo non accade ancora in termini così diffusi e qualificati, quindi lei non l’ha detto, lo dico io e mi scuso, ma secondo me era opportuno, rispetto al linguaggio di odio e rispetto al Web, rispetto ad un’autodisciplina anche valoriale del Web e dell’agorà digitale, è un ambito questo dove tutti dovremmo interrogarci e lo Stato dovrebbe intervenire non con le censure, ma con un riallineamento del vivere comune. Io non mi permetterei mai di insultare qualcuno nella pubblica piazza, perché questo sarebbe diffamazione. Se lo è lì, lo è anche di là. Sono pubbliche piazze digitali, poi tu devi sapere chi sono io. Se invece io voglio andare con nickname ad insultare tutti, lo fai nel dark Web. C’è il dark Web che sostanzialmente è quel Web non certificato, quello che noi non riusciamo a vedere, se non attraverso codici particolari che conoscono gli hacker, dove si svolge una illegalità pazzesca. Sembra di essere in un mondo parallelo. In realtà c’è. Tu vai nel dark Web, fai quello che ti pare, tanto quello non mi appare e ci devo andare, se voglio compiere delle illegalità, ma nel Web digitale, quello trasparente delle persone comuni bisogna che ci sia un codice di disciplina e di autoregolamentazione, altrimenti poi Facebook perde moltissime adesioni e se lo merita. Quindi grazie, Stefania.

     

    Vicepresidente della Commissione dirigenti donne dell’Emilia-Romagna Confcooperative Ilena DONELLI

    L’anno scorso tramite il Fondo sviluppo abbiamo avviato questa ricerca sul progetto VIW (Violenza impresa e welfare), il ruolo delle cooperative sull’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile” proprio per sensibilizzare maggiormente le cooperative sui bandi. Sono spesso citati i centri violenza, ma le cooperative sono sempre abbastanza lasciate da un lato e quindi abbiamo fatto questa ricerca e vi volevamo invitare tutti alla restituzione finale molto importante martedì 13 novembre a Villa Edvige Garagnani, Zola Pedrosa.

    Volevamo anche ringraziare la Consigliera di parità della Regione, perché ci ha sostenuto in questo percorso molto importante.

     

    CUG della ASL di Modena Milena CASALINI

    Cerco sempre di non allungare il tempo, dovete anche andare via e quindi cerco di essere breve. La mia è solo una riflessione. Quello che abbiamo fatto, quello che è stato fatto al Tresinaro Secchia è stato ben descritto e la mia è una riflessione, oltre a ribadire l’importanza di quello che si sta facendo a cui ho contribuito come dibattiti, come interventi sul contrasto al disegno di legge Pillon, secondo me deleterio, incredibile, quindi abbiamo fatto vari incontri sia a livello di UDI a Modena sia come gruppi di partito per contrastare questo disegno deleterio. A parte tutto questo cerco di condividere qualche difficoltà e vedere come si può poi trasmettere, come si può tradurre in politiche attive. Il mio osservatorio in questo caso è il CUG della ASL di Modena, di cui faccio parte, dove vedo che, nonostante tutte le azioni, ci sono degli organismi importanti come il CUG di Modena, un’azienda di oltre cinquemila dipendenti, sapete che è in un’Azienda sanitaria ci sono ben più donne che uomini, quindi è un osservatorio importante. Il lavoro per una donna è importante, il lavoro è importante per un uomo, il lavoro è importante per una donna ed è importante che per il proprio concetto di dignità, libertà e autonomia e contrasto anche alla violenza che potrebbe subire; il mio osservatorio è che i percorsi, quindi questa autonomia e questa dignità e possibilità di sviluppare una pari opportunità è piuttosto leso, penso a certi dati che leggo e che osservo, nonostante tutti gli organismi e le leggi che ci sono favorevoli. Abbiamo fatto in Emilia-Romagna delle cose incredibili, però l’osservatorio attuale è un po’ pericoloso, quindi lo dico per condividere. Parlo di salari accessori dove c’è un difetto, un passo indietro; parlo di percorsi di carriera laddove per carriera non intendo lo sviluppo e la conquista di chissà quale poltrona, quale gradino, ma è semplicemente un percorso di sviluppo professionale, quindi vedo dei passi indietro qua; parlo ovviamente del tempo casa/lavoro dove comunque ultimamente negli ultimi anni si vedono più difficoltà a garantire certe cose, che non sono perché dobbiamo rinunciare tutti e quindi facciamo rinunciare anche le donne: no, rinunciano molto di più le donne. Questo dal mio osservatorio come CUG della ASL di Modena. Oltre alle barriere d’accesso che spesso vengono confuse con “non troviamo tutti lavoro, di conseguenza anche la donna”, perché ti lamenti? Quindi il mio è un appello, un cercare di condividere una realtà che vedo dal mio osservatorio e che metto in comune a tutti quanti.

    L’altra cosa che cerco di condividere è come continuare a fare informazione, diffondere questi nostri crediti, queste che non sono opinioni ma sono valori da perseguire contro le minoranze, quindi a tutela dei diritti delle donne e quindi di tutta la società, visto che il linguaggio è radicalmente cambiato, per cui parlare di diritti femminili ultimamente è molto difficile, perché, siccome se ne parla spesso e troppo per slogan e bisogna scendere per confrontarci, perché dobbiamo confrontarci con tanti gruppi che spesso non sono le persone che la pensano come noi, ma dobbiamo confrontarci e quindi c’è questa grossa difficoltà a parlare di diritti femminili. Sembra quasi diventata una “non è più di moda e quindi perché, ma cosa pensi di dire, non pensi alla famiglia?”. Quindi condivido questa cosa come meditazione di come promuovere un’azione che è sicuramente quella culturale, che è sicuramente quella informativa continua, quindi tutti i percorsi fatti nelle scuole tra la cittadinanza, nei mercati, ma sto riflettendo su come saper comunicare meglio questi valori e queste lotte che adesso è più difficile di prima. Io mi sento un po’ più sotto attacco. È un po’ più difficile.

     

    Presidente MORI

    Ringrazio Milena, perché ci riporta alla necessità di tradurre anche in un marketing comunicativo efficace quelli che sono i valori e gli elementi di riflessione di queste giornate e anche di tutte le nostre azioni. È per quello che io ringrazio molto il presidente Cuppi che è stato qui fino ad ora e lo sento particolarmente vicino e impegnato, spero davvero che su questi temi, anche attraverso il protocollo “Donne e media” che è stato sottoscritto dalla regione potremmo cercare di individuare modalità di trasmissione anche di questi elementi di riflessione in una logica più comprensibile, perché in effetti, quando ci sono elementi simbolici che si coniugano all’ideologia, alla politica e alla quotidianità e anche a grossissime resistenze culturali, trovare la maniera giusta per non polarizzare il dibattito in donne contro uomini, uomini contro donne che veramente è di una bassezza veramente fuori dei coppi, perché non esiste, non è questo il tema. Il tema è quello di un’uguaglianza sostanziale come si diceva, quindi devo dire che gli elementi di stamattina ci hanno ulteriormente arricchito.

    Io vi chiedo sempre di tenere in considerazione anche per i vostri progetti territoriali, associativi di enti locali il “palcoscenico” regionale per fare politica istituzionale; i nostri consiglieri regionali sono immediatamente reattivi per temi di sistema che in qualche modo possono e devono diventare patrimonio comune, ma siamo veramente a disposizione, anche per la trasformazione delle cose che non vanno. Noi siamo a disposizione per sostenere e aiutare i comuni, le giuste cause e anche la necessità di stringerci moltissimo. Usate i vostri ruoli, i vostri ambienti, i vostri spazi. Io lo dico sempre, perché c’è la politica, ci sono le istituzioni che lo devono fare per ruolo e per mandato costituzionale, ma poi c’è chi fa l’avvocata nel proprio Foro che eventualmente guarda il proprio Ordine, vede cosa succede e può intervenire per quanto le compete come avvocata del proprio foro oppure una cooperatrice nella propria azienda oppure un insegnante nella propria scuola. Voglio dire davvero che, se la consapevolezza ci permea, noi possiamo essere teste di ponte in ogni contesto e rendere pervasive queste riflessioni che ci impegnano una mattina, tante mattine e che vorremmo vedersi concretizzate in una società migliore. Quindi grazie davvero, vi aspettiamo tutte il 23 novembre per aprire le finestre sull’Europa che ci piace, quella della “Democrazia è donna”. Grazie e arrivederci.

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