Espandi Indice
Legislatura X - Commissione II - Resoconto del 06/05/2019 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 15

    Seduta del 6 maggio 2019

     

    Il giorno 6 maggio 2019 alle ore 10,30 è convocata in udienza conoscitiva, con nota prot. n. AL/2019/10709 del 02/05/2019, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche.

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    SERRI Luciana

    Presidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    BAGNARI Mirco

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    4

    assente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    BERTANI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    3

    assente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    GALLI Andrea

    Componente

    Forza Italia

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    LORI Barbara

    Componente

    Partito Democratico

    5

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MOLINARI Gian Luigi

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    PRODI SILVIA

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    1

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    SASSI Gian Luca

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia

    1

    assente

    TORRI Yuri

    Componente

    Sinistra Italiana

    2

    presente

    Sono presenti i consiglieri: Enrico CAMPEDELLI in sostituzione di ROSSI.

     

    Partecipano alla seduta: Valtiero Mazzotti, direttore generale agricoltura.

    Presiede la seduta: Luciana SERRI

    Assiste il segretario: Giovanni Fantozzi


    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    6149 -Progetto di legge di iniziativa della Giunta recante: “Modifica della legge regionale 12 dicembre 1997, n. 43 ‘Interventi a favore di forme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della L.R. 14 aprile 1995, n. 37’”. (Delibera di Giunta n. 201 del 12 02 18)

    (Relatore consigliere Stefano Caliandro)

     

    Partecipano

     

    Paolo BonoConfcooperative E-R, Federagripesca E-R

    Fabrizio FugattiniComune di Rimini

    Alessandro GhettiColdiretti E-R

    Cristian MarettiPresidente Legacoop Agroalimentare Nord Italia

    Marco MarzariDirettore Agrifidiuno E-R

    Massimo MotaVicepresidente AGCI E-R

    Domenico MuraroPresidente Agrifidi Mo Re Fe

    Piero PeriCIA E-R

    Lorenzo SazziniLegacoop Agroalimentare Nord Italia

    Ennio Emanuele TincaniAgrifidi Modena Reggio Ferrara

    Guido ZamaDirettore Confagricoltura E-R

     

    SERRI. Buongiorno. Se vi accomodate, diamo inizio ai nostri lavori.

    L’udienza conoscitiva di oggi è finalizzata a un momento di ascolto, come tutte le udienze conoscitive, e quindi a raccogliere le osservazioni e le opinioni degli invitati sul progetto di legge d’iniziativa della Giunta “Modifica alla legge regionale 12 dicembre 97, n. 43 ‘Interventi a favore di forme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della legge regionale 14 aprile 95, n. 37’”.

    Di fianco a me il relatore, Stefano Caliandro, relatore di maggioranza. Non abbiamo un relatore di minoranza, non è stato comunicato.

    Darei la parola al relatore che presenterà il contenuto della proposta di legge. Poi, a seguire, i vostri interventi. Se non l’avete già fatto, potete prenotarvi per intervenire alla segreteria all’entrata della sala.

    Do la parola al relatore Caliandro.

     

    CALIANDRO. Buongiorno, gentili ospiti. Benvenuti. Quello di oggi è evidentemente un appuntamento istituzionale necessario, che scandisce un impegno di un ente, la Regione Emilia-Romagna, che ha assunto nel corso del tempo un ruolo di grande collaborazione e che continua a volerlo avere con il mondo dell’agricoltura, con l’industria dell’agricoltura e con tutto ciò che ne deriva da questo. Vero è, infatti, che in questa Regione abbiamo più di 28.000 imprese che hanno contribuito a sviluppare un aumento del tasso di occupazione, solo nel 2017 del 5 per cento. Quindi, è un evidente strumento di grande partecipazione, un evidente strumento politico con il quale pensiamo di dover interagire e lavorare come abbiamo fatto in questi anni.

    Per questo motivo, la modifica che oggi viene presentata dalla Giunta e che vede me come relatore e quindi portatore in avanti di questo progetto per l’approvazione in Consiglio nel più breve tempo possibile, poggia sostanzialmente su due grandi consapevolezze. La prima, che le prestazioni di garanzia per agevolare le imprese consorziate e quindi facenti parte dei confidi nell’accesso ai finanziamenti ha un suo punto di riferimento che questa Regione ha voluto legiferare con la legge n. 43 del 1997.

    Quella stessa legge si era occupata, nel corso del tempo, evidentemente, di accesso al credito bancario e finanziario, di vera e propria anagrafe delle aziende agricole della nostra regione, del pagamento degli interessi relativi ai finanziamenti e dell’assistenza e delle consulenze tecnico- finanziarie dei confidi delle imprese associate.

    Questo è lo spirito col quale affrontiamo questo tema. La nostra regione, per la nostra agricoltura, è nella sua vocazione storica, nella sua continuità operativa. Ora, è evidente che nel corso del tempo (dal 2010, almeno) la diversificazione tra confidi maggiori e confidi minori ha aperto una discussione che è ben diversa e che non devo stare qui ad illustrare.

    Per questo motivo le argomentazioni intorno alle quali abbiamo costruito e stiamo costruendo la giornata odierna, sono finalizzate non tanto a promuovere soltanto il provvedimento di legge, ma ad ascoltare quello che questa regione può fare, che può migliorare rispetto a questa vocazione che la legge si propone di portare avanti.

    Il congruo ampliamento della dotazione finanziaria è allora uno degli strumenti intorno ai quali noi sentiamo di poter aumentare il nostro impegno. Oltre al milione che abbiamo già stanziato, cioè, diamo una disponibilità ulteriore. Su questo sono confortato dal confronto avuto con l’assessore Caselli in merito, e qui c’è anche il direttore generale che eventualmente potrebbe darmi risposte, ma lo spirito è proprio esattamente questo. Come, ancora, lo spirito è quello di creare, in virtù dell’anagrafe regionale del nostra settore agricolo, un rapporto sempre più stringente con chi opera in questa regione.

    Vado quindi succintamente ad esporvi le due peculiarità del provvedimento. Il primo emendamento al pdl, così come avete visto, introduce due commi. Il primo sostituisce la vecchia formulazione, dicendo che per poter beneficiare dell’intervento, i Consorzi e le cooperative iscritti nell’elenco di cui all’articolo 112, comma 1, Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, devono prevedere nello Statuto che il consiglio di amministrazione sia composto per almeno i due terzi dei soci (di cui poi al comma 1, così come prevede la legge). Do per scontata chiaramente l’interazione con voi, perché siete stati edotti di questo provvedimento.

    Nell’analisi del testo sulla scheda tecnico-finanziaria si dice in maniera esplicita che “l’articolo 1 della presente legge di proposta è costituito dalla modifica del comma 4 dell’articolo 2 e risponde alla necessità di distinguere i requisiti statutari afferenti la composizione dell’organo di amministrazione delle forme collettive di garanzia beneficiarie degli interventi di cui alla legge 43 del 1997, tra soggetti vigilati di cui all’articolo 106 e agli altri soggetti iscritti nell’elenco di cui all’articolo 112 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia. Il comma 4 intende pertanto confermare alcune prescrizioni statutarie collegate alla rappresentatività delle imprese agricole socie, in capo ai soggetti non vigilati, proprio in relazione agli obblighi che già insistono nella formazione codificata del collegio di amministrazione e dei soggetti vigilati del predetto Testo unico. Il comma pone infatti l’obbligo che nei consorzi e nelle cooperative iscritte nell’elenco del 112 Testo unico bancario, lo Statuto preveda che il consiglio di amministrazione sia composto per almeno i due terzi […]. La norma non comporta oneri aggiuntivi di bilancio”.

    Viene cioè sostanzialmente ribadito lo spirito del provvedimento, che evidentemente deve continuare nel solco della nostra anagrafe agricola della regione per cercare di creare ulteriori forme di contributo ai nostri agricoltori, alle nostre imprese agricole, nella gestione di una situazione più complessa.

    Non mi pare di dover aggiungere molto altro, se non il fatto che oltre alle 28.000 imprese che abbiamo in regione, noi abbiamo stanziato 441 progetti di ricerca e di investimento abbeverati al Fondo europeo per lo sviluppo regionale, e stanziato più di 107 milioni di euro per questo tipo di attività. Quindi, rinverdiamo, sia nella pdl che nella politica agricola di questa regione un impegno preso con il nostro mondo agricolo.

     

    SERRI. Grazie, consigliere Caliandro.

    Di fianco a me anche il direttore dell’assessorato, dottor Mazzotti Valtiero, e Dall’Olio Nicola, della segreteria tecnica dell’assessore.

    Io ho alcune richieste di intervento, quindi partiamo da queste. Chiedo alle persone che chiamo di venire a parlare qua, così lasciamo tutto registrato.

    Il primo di questi è Marco Marzari, direttore Agrifidi Uno Emilia-Romagna.

     

    MARZARI, direttore Agrifidi Uno Emilia-Romagna. Buongiorno a tutti.

    Ho chiesto di intervenire perché vorrei muovere solo due rilievi, dal punto di vista proprio tecnico, all’impostazione della modifica dell’articolo.

    Si parla di “consorzi cooperativi iscritti all’elenco di cui all’articolo 112, comma 1 del Testo unico delle legge in materia bancaria”: al momento mi preme far notare che non esiste ancora un “elenco di cui all’articolo 112”. Noi attualmente siamo ex 155, in attesa di diventare 112. La stessa osservazione l’abbiamo fatta tramite la rete dei confidi al dirigente del Servizio sviluppo strumenti finanziari, dottor Marco Borioni, nell’avviso della selezione dei confidi del 9 aprile per la selezione e l’adesione al fondo EURECA.

    Questa osservazione è stata recepita poi dalla regione e nella nota che metto nell’intervento che lascio c’è l’errata corrige sul sito. Ai fini della presentazione delle domande, cioè, come luogo e data di iscrizione all’albo, articolo 112 del Testo unico bancario, dovrà essere indicata la data di avvio dell’operatività col fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, o in relazione ai confidi dell’ex 112 del Testo unico saranno riferibili i cosiddetti confidi minori iscritti nelle sezioni di cui al presente articolo 155, Testo unico bancario che la Banca d’Italia continua a tenere ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo del 13 agosto 2010 n. 141, fino al termine del periodo transitorio ivi previsto. È quindi un periodo transitorio. Come dicevo, noi confidi minori, o non vigilati, siamo ex 112, in attesa di diventare 155. Spero di aver spiegato bene, comunque, se posso lascio una copia dell’intervento.

    L’altra osservazione che volevo fare era questa: essendo fondi dell’assessorato all’agricoltura, sarebbe magari premura che restassero ad aziende agricole, operanti nel settore agricolo. Mi è sembrato un criterio per definizione delle aziende agricole, dei confidi, ma soprattutto per le aziende agricole.

    Altra cosa. Visto che l’assessorato all’agricoltura avrà poi anche in futuro la possibilità di indire dei bandi che prevedono l’intervento del fondo centrale di garanzia per le operazioni tripartite o altro, magari i confidi che siano quelli riconosciuti dal Mediocredito centrale, ad operare come soggetto garante, secondo quanto previsto dalla Parte XIV delle disposizioni operative approvate con decreto del ministero dello sviluppo economico, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze. Questo anche alla luce del convegno che c’è stato il 12 aprile proprio qui in regione, quando sono venuti i funzionari di Mediocredito centrale Roma, che hanno aperto la possibilità a tutti i confidi di operare di concerto con la controgaranzia del Fondo centrale di garanzia, a patto che fosse proprio un confidi riconosciuto. Ho una copia anche di questo, se può interessare.

    Io ho finito. Grazie.

     

    SERRI. Grazie a lei, dottor Marzari.

    Per il secondo intervento, la parola a Guido Zama, direttore Confagricoltura Emilia-Romagna.

     

    ZAMA, direttore Confagricoltura Emilia-Romagna. Buongiorno a tutti.

    Ho avuto il mandato di parlare a nome di Agrinsieme. Agrinsieme è un raggruppamento di organizzazioni professionali e centrali cooperative, composto da Confagricoltura, CIA, Copagri, Confcooperative, Lega delle Cooperazioni, ANCA-Leta e dell’AGC Settore agricolo. È quindi un intervento più ampio rispetto al ruolo che racchiudo.

    Per questo testo di legge ringrazio la presidente della Commissione che ha avuto la sensibilità di aprire un confronto-dibattito, perché apre a un nuovo modo di accesso al sistema del credito, quindi è importante che ci siano un dibattito e un confronto. Su questo capitolo, come Agrinsieme noi abbiamo fatto una serie di valutazioni e riteniamo opportuno aprire anche a sistemi di cogaranzia più ampi, quali sono i confidi vigilati, però a delle condizioni, e cioè l’elemento deve essere subordinato alla garanzia che ci siano due temi che noi riteniamo inderogabili. Il primo è che, essendo i vigilati organismi che operano su più settori e su più regioni, le risorse della Regione – intendo la Regione in quanto l’Assessorato dipende dal bilancio regionale, quindi è di competenza della Regione quando fa la ripartizione dei fondi – rimangano sul territorio della nostra regione e siano solo ed esclusivamente per le imprese agricole. Diversamente, rischiamo di dare uno strumento in più per il mondo delle imprese agricole, ma nello stesso tempo, se non ci sono queste condizioni e queste garanzie, il rischio è che le risorse che la Regione vorrebbe destinare alle imprese agricole prendano anche altre strade e non siano più sul capitolo. Pertanto, per noi questo fattore è inderogabile, tanto che, se non lo dovessimo trovare nell’evoluzione della proposta di modifica della legge, per noi sarebbe un fatto negativo. Il secondo tema è che, nel garantire la pluralità del fatto di aprire anche a confidi vigilati, diventa importante a quel punto definire il numero di soci congruo per poter dire che è un confidi che opera nel settore agricoltura. Insomma, vorremmo evitare che l’apertura ai confidi vigilati che possono provenire anche da altri territori, con poche aziende dentro il loro elenco soci, li renda referenti per l’agricoltura.

    Queste sono le condizioni. Ovviamente, in base a come si evolve il dibattito, ci riserviamo di presentare note e valutazioni scritte, dal momento che nell’intervento orale molte questioni vengono tralasciate o non dette in maniera puntuale. Quindi, rimaniamo in attesa di conoscere l’evoluzione di questo progetto.

    Grazie.

     

    SERRI. Grazie a lei.

    La parola adesso a Domenico Muraro, Presidente Agrifidi Modena-Reggio-Ferrara.

     

    MURARO, Presidente Agrifidi Modena-Reggio-Ferrara. Buongiorno a tutti. Ringrazio la Giunta regionale per l’invito a questa indagine conoscitiva. Io oggi rappresento Agrifidi Modena-Reggio-Ferrara, che è una delle parti in causa in questa operazione di “apertura” nei confronti dei confidi vigilati.

    Io voglio partire un po’ da distante, perché i confidi agricoli attualmente presenti nella regione sono frutto di decisioni assennate prese nel passato da questa Regione, che ha permesso a questi confidi di essere da esempio in ambito nazionale.

    A seguito delle difficoltà incontrate nel settore agricolo e per continuare a esercitare le nostre attività in maniera economicamente valida per le aziende agricole, quindi riducendo il più possibile i costi che erano a carico delle aziende agricole per il nostro lavoro, anni fa abbiamo iniziato opere di aggregazione tra i vari confidi presenti in ambito regionale. Agrifidi Uno rappresenta una parte consistente dei vari confidi che erano presenti dalla provincia di Bologna verso Ravenna e nel 2013 abbiamo iniziato la fusione, che è arrivata a termine nel 2013, tra Modena, Reggio e Ferrara, che erano tre confidi, in più Parma e Piacenza, che sono già associate. Quindi, abbiamo operato interventi di ristrutturazione interna, abbiamo chiuso sedi periferiche, abbiamo accentrato gli uffici, siamo stati costretti a tagli nel personale per non gravare sulle nostre aziende agricole e oggi possiamo vantare dei costi di garanzia sussidiaria e a prima richiesta assolutamente in linea, se non concorrenziali, con le proposte che provengono da altri intermediari vigilati o addirittura dal sistema bancario.

    Che cosa voglio dire con questo? Che, se lo scopo della modifica della legge regionale n. 43/1997, come leggo dalla proposta, è quello di dare una sempre più efficace ed efficiente attività al sistema creditizio, ampliando il novero dei soggetti, quindi mettendo in correlazione il numero dei soggetti che operano in campo agricolo con un’efficienza e un’efficacia del sistema, io sono a dire che non è così. Oggi probabilmente avremmo dovuto discutere, invece, di processi di aggregazione che potrebbero portare a migliori condizioni di accesso al credito, mantenendo il sistema dei confidi agricoli separato dal sistema dei confidi non agricoli, sia per la specificità del settore delle aziende agricole nostre socie, sia per il tipo di credito che le nostre aziende agricole richiedono.

    Le aziende agricole socie sono particolari, perché il sistema bancario oggi non è in grado di comprendere esattamente i numeri di bilancio di un’azienda agricola. Vi faccio un esempio. Sembra stupido, ma è così: un’azienda agricola può risultare, in un anno, avere zero entrate e registrare, l’anno successivo, il raddoppio delle entrate. Questo perché il nostro periodo di vendita, il nostro anno agricolo va da novembre al 10 novembre dell’anno successivo, quindi possiamo addirittura fare il riporto di prodotto e di scorte da un anno all’altro. Questo il sistema bancario non è in grado di comprenderlo. Noi facciamo anche opera di consulenza in questo senso anche nei confronti del sistema bancario.

    Inoltre, ancora oggi le aziende agricole non comprendono le necessità per le difficoltà in cui versa il settore agricolo, difficoltà di carattere economico, per la diminuzione dei prezzi di vendita dei prodotti assolutamente elevata, ragion per cui è di difficile appetibilità l’indebitamento anche per investimenti. Si fa ricorso all’autofinanziamento, non comprendendo come, in situazione di bassi tassi di interesse, ci sia una leva finanziaria che può essere attivata attraverso di noi.

    Noi abbiamo cercato di invertire questa decisione da parte delle aziende agricole accedendo finalmente al Mediocredito Centrale e, quindi, siamo in grado di erogare, con garanzie a prima richiesta, fino all’80 per cento del capitale richiesto, a ponderazione zero, alle banche, con un rischio per il patrimonio dei confidi che è solo del 16 per cento sull’investimento. Quindi, è un rischio decisamente elevato. Questa nostra salvaguardia del patrimonio dei confidi si manifesta quotidianamente anche nella chiusura dei bilanci. Io, ad esempio, ho il mio di bilancio in cui abbiamo praticamente pareggiato la gestione del consorzio.

    Questo per dire che cosa? Non voglio fare la difesa della “riserva indiana”, dico solo che, ampliando il novero di soggetti che possono intervenire sull’abbattimento dei tassi in conduzione de minimis (questo fondamentalmente è lo strumento al quale si vuole accedere), non si diminuisce il costo della garanzia, non si aumenta la partecipazione delle aziende agricole. Oggi la partecipazione delle aziende agricole è in calo, e a tal riguardo ho un importante dato statistico: noi abbiamo una riduzione del 20 per cento delle domande sulla conduzione. Quindi, è necessario intervenire con prodotti diversi rispetto alla semplice conduzione, sui quali noi Agrifidi siamo già preparati. Per queste ragioni, non riesco a comprendere questa correlazione tra aumento del numero di partecipanti a questi interventi della Regione Emilia-Romagna e maggiore efficientamento ed efficacia. Perché? Perché le garanzie sussidiarie le diamo già da sempre. Le garanzie a prima richiesta siamo in grado di darle con patrimonio nostro e con patrimonio a ponderazione zero del Mediocredito Centrale. Dal sistema bancario noi siamo visti in maniera assolutamente favorevole, checché se ne dica. Io faccio il mio esempio: noi abbiamo un ottimo rating per il sistema bancario. Per “sistema bancario” intendo BIP, Banca Intesa, UniCredit, BCC (Banche di credito cooperativo) e Emil Banca, cioè tutte le banche che vi operano. Siamo in grado di erogare e controllare finanziamenti e di controllare il tasso d’interesse applicato dalle banche in virtù di convenzioni che vengono stipulate ad hoc con il sistema bancario. Siamo in grado di fare la consulenza che l’azienda ci chiede.

    A fronte di questo, però, noi notiamo per il 2018 sul 2017 una diminuzione di operatività. Io non so gli altri, perché non abbiamo scambiato i dati, ma vedo una diminuzione del 15 per cento sull’operatività delle conduzioni. Non comprendo lo scopo di tutto ciò. La platea, in realtà, si sta riducendo, anche in virtù della moria di aziende agricole che c’è in Emilia-Romagna. Parliamo di un tasso del 2 per cento circa all’anno di moria di aziende agricole, di partite IVA che chiudono. Circa 1.100 all’anno.

    Spero che ci sia un ripensamento, cosa che ritengo difficile. Mi associo a quanto è già stato detto dai miei illustri relatori precedenti. Perlomeno queste risorse della Regione rimangano a favore delle aziende agricole, esclusivamente delle aziende agricole, e rimangano per le aziende agricole della regione Emilia-Romagna.

    Questo è quanto volevo dire. Avrei altre cose da dire, ma mi dilungherei troppo. Grazie.

     

    SERRI. Grazie a lei.

    Io non ho altre richieste di intervento. Prego, si presenti lei al microfono.

     

    GHETTI, Coldiretti Emilia-Romagna. Grazie, presidente. Grazie, relatore. Io sono Alessandro Ghetti, Coldiretti Emilia-Romagna.

    A dire la verità, non era mia intenzione intervenire in merito a un progetto di legge che modifica un comma di un articolo, sostanzialmente, perché in particolare la relazione generale,  quella tecnica e, devo dire, anche la relazione del relatore rendevano in qualche modo talmente coeso quello che noi pensiamo rispetto a quello che è stato fatto che, di fatto, ritenevo superfluo aggiungere qualcosa. Nel dibattito vengono fuori elementi ulteriori che rafforzano, anche in prospettiva, determinate convenzioni. Quindi, ringrazio per questa possibilità.

    In merito a quanto detto dal relatore sulla necessità, ogni tanto, di fare una sorta di check-up a una legge che ha avuto ottimi risultati nell’arco del tempo e che ha coperto alcuni periodi difficili legati alla transizione da un Piano di sviluppo rurale all’altro, che rendevano la Regione Emilia-Romagna vulnerabile alla necessità delle nostre imprese di reperire finanziamenti a tassi agevolati, credo che da questo punto di vista la nostra Regione abbia avuto un comportamento nel tempo, sia da un punto di vista giuridico e politico, ma anche da un punto di vista finanziario, per i soldi che ci ha messo, quindi, estremamente virtuoso, in quanto ha consentito alle nostre aziende agricole nella regione di trovare sempre gli strumenti, anche in situazioni difficili (vedi i casi di calamità naturali o altri eventi di mercato particolarmente negativi), e di trovare quantomeno un sollievo nell’opera del credito agevolato della nostra regione.

    È anche vero, però, che nell’arco di venticinque anni (io parto dal 1993, quando la prima legge fu fatta; dopo non superò il vaglio dell’Unione europea), ad oggi, credo che, soprattutto dopo la riforma del 2010, sia un’opportunità ulteriore, oltre che una necessità legata a quella che può essere considerata una sorta di “parità di concorrenza” in favore degli agricoltori della nostra regione, dare la massima possibilità a soggetti con determinate caratteristiche, non vigilati e vigilati, della nostra regione di offrire servizi alle imprese agricole.

    D’altra parte, io ero presente al convegno dell’altra settimana di Confidi in Rete, è sempre maggiore la necessità di integrazione da parte dei Confidi, sia piccoli che grandi, in particolare nella nostra regione, perché lavorano molto, nei confronti delle imprese. Nell’attuale situazione, è sempre maggiore la richiesta di patrimonializzazione a fronte dei rischi che vengono corsi dalle banche da parte dei Confidi. Da questo punto di vista, Confidi in Rete chiede di partecipare a una serie di elementi tipici nella nostra regione, dei Confidi vigilati. L’apertura generale di quello che chiamiamo “mercato” a tutti i Confidi, agricoli o con vocazione agricola, anche in questo settore mi sembra un fattore assolutamente positivo.

    Aggiungo una questione di prospettiva, quella che, poi, mi premeva e volevo sottolineare rispetto a tutto quello che condivido sia nella relazione che in quanto è stato detto. Sinceramente, in base alla mia visione, ho notato che anche in questo settennio, quindi nell’arco di tempo 2014-2020, le imprese agricole e agroalimentari della nostra regione hanno avuto una propensione agli investimenti estremamente elevata, tant’è vero che la fonte principale, se non stra-principale di finanziamento, ossia il Piano di sviluppo rurale, quindi i fondi comunitari nazionali derivanti da questo, ha avuto un grandissimo successo. A metà del 2019 i fondi per gli investimenti, tolte alcune piccole cifre per i giovani, sono esauriti, sostanzialmente. Questo, da una parte, dimostra una grande vitalità del mondo agricolo, una grande propensione all’investimento del mondo agricolo, ma paradossalmente ci potrebbe portare ad avere, come dal 1998 al 2001 o come alla fine del 2013, in vista del 2014-2015, dei periodi di buco di fondi che le aziende possono reperire per gli investimenti, che tranquillamente i Confidi di settore possono aiutare a superare.

    Da questo punto di vista, la disposizione della Regione ad investire ‒ come è stato detto anche dal relatore ‒ nei Confidi agricoli è un elemento che ci conforta. Riteniamo che il progetto di legge vada proprio in questa direzione, cioè di dare una prospettiva ulteriore alle aziende agricole. Il problema dei Confidi è un problema relativo. Possono essere grandi o piccoli. Noi non ci mettiamo di fronte a questa dicotomia, che peraltro è dettata dal Testo unico nazionale. Riteniamo ci sia maggiore possibilità e maggiore opportunità, assieme ad altri strumenti innovativi che la stessa Regione Emilia-Romagna ha illustrato recentemente per le aziende agricole, proprio per le aziende agricole. È questo lo spirito che a noi interessa per dare ulteriori prospettive alle aziende agricole nella nostra regione.

    Grazie.

     

    SERRI. Grazie a lei.

    Ci sono altri interventi? Se non ci sono altre richieste di intervento, darei la parola al dottor Mazzotti per eventuali commenti o risposte rispetto ai quesiti posti.

     

    MAZZOTTI, direttore dell’assessorato. Buongiorno a tutti.

    Rispetto alle osservazioni che sono pervenute questa mattina dall’audizione, non posso far altro che registrare e dare una risposta di tipo tecnico.

    Per quanto riguarda soprattutto il tema preoccupazioni, la categoria “preoccupazioni”, ovvero che eventuali aperture ad altri confidi che non siano i tre che ora operano in Emilia-Romagna, la preoccupazione che abbiamo registrato questa mattina è che la risorsa messa a disposizione dalla Regione vada alle aziende agricole, alle imprese agricole di questa Regione e quindi ricadano su questo territorio.

    Dico solo in questa sede che dal punto di vista tecnico ci viene sicuramente in aiuto quanto ha disposto la Banca d’Italia nelle sue disposizioni di vigilanza, in cui dice che eventuali fondi con destinazione vincolata – e questo lo sarebbe nella delibera poi di attuazione – devono rimanere su quel territorio ovviamente per disposizione regionale, ma non possono costituire patrimonio netto del soggetto che le andasse a utilizzare o a intermediare in questo caso, perché poi l’operatività di questi consorzi fa da collante, da congiunzione tra noi ente pubblico che mette a disposizione una somma e le imprese agricole che ne necessitano. Questo credo si possa anche specificare meglio nella proposta di legge, se siamo tutti d’accordo.

    Tecnicamente ci mettiamo a disposizione per studiare una formula che possa soddisfare la cosa. Visto che ci sono molti attori presenti, ne approfitto per dire che stiamo per diramare una comunicazione. È avulsa dal contesto, però riguarda il mondo del credito. Stiamo per diramare una comunicazione, di cui approfondiremo meglio i dettagli in Consulta già programmata per l’8, in cui si va ad attivare lo strumento finanziario che abbiamo messo a punto con la Banca europea degli investimenti e del Fondo europeo per gli investimenti.

    Lo strumento finanziario con garanzie PSR e Fondo europeo per gli investimenti è attivo da adesso, praticamente. Si possono già cominciare a fare le domande. L’abbiamo, come sapete bene, attivato in via sperimentale. I dettagli ve li illustreremo nelle prossime riunioni.

    Grazie.

     

    SERRI. Relatore Caliandro, prego.

     

    CALIANDRO. Ringrazio gli ospiti per i loro interventi.

    Agganciandomi alle parole del direttore generale, gli adempimenti tecnici non sono un problema perché lo spirito che ho cercato di illustrare fin dall’inizio è quello di dare occasioni e non di toglierle.

    Cercheremo di ragionare nell’interesse del mondo agricolo, di chi fa finanza pubblica agevolata per un settore che è in difficoltà, ma io penso che sia un po’ il ruolo che ci siamo voluti ritagliare già con la legge regionale, tanto con l’emendamento quanto con l’interpretazione della norma.

    Per chi si occupa di leggi, come a me capita spesso, è una cosa assolutamente normalissima la dialettica che si è verificata questa mattina. Penso che il solco fondamentale dell’impegno politico sia quello della conferma e ribadire anche in assestamento un ulteriore investimento nel campo, che penso sia quello che serve poi alle persone che rappresentate. Siete degli stakeholder, dei rappresentanti di interessi e noi condividiamo questa mission. Questo è lo spirito.

    Credo che andremo avanti con i lavori acquisendo evidentemente anche sollecitazioni che potrete farci avere, se ne avete di scritte ulteriori a quelle che sono state depositate questa mattina ci diamo una settimana di tempo magari, cosicché con la consigliera Serri io possa fissare l’udienza in cui affrontiamo la votazione in Commissione e poi per approvarlo realisticamente entro la fine del mese.

    Penso sia nell’interesse di tutti che si vada avanti. Se avete considerazioni ulteriori, fatecele pervenire. Siamo disponibili al confronto e ad andare avanti.

     

    SERRI. Chiudiamo qui. Riprendo le ultime considerazioni del relatore. Vi chiederei di fare avere le osservazioni – ci diamo una settimana, quindi entro lunedì prossimo – all’indirizzo da cui avete ricevuto la convocazione. Chiederei anche a chi ce le ha consegnate in cartaceo se riesce a rinviarle per mail, in modo che così abbiamo tutte le vostre osservazioni e possiamo costruire l’altra parte del percorso che vedrà, come diceva il relatore, comunque un lavoro in Commissione se ci sono i tempi per approdare poi in Assemblea legislativa a fine mese.

    Vi ringrazio del contributo. È sempre importante ascoltare per capire e cercare di orientare le nostre scelte, la nostra attività legislativa in modo da incontrare anche le esigenze comunque di chi è impegnato quotidianamente sul campo.

    Grazie ancora e buona giornata a tutti.

     

    La seduta termina alle ore 11,25.

    Espandi Indice