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Legislatura X - Commissione per la parita' e per i diritti delle persone - Resoconto del 16/05/2019 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 4

    Seduta del 16 maggio 2019

     

    Il giorno 16 maggio 2019 alle ore 11,30 è convocata, con nota prot. n. AL.2019.11325 del 09/05/2019, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione speciale di ricerca e studio sulle cooperative cosiddette spurie o fittizie

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    SABATTINI Luca

    Presidente

    Partito Democratico

    7

    presente

    BESSI Gianni

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    7

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Vicepresidente

    Movimento 5 Stelle

    3

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    5

    assente

    BOSCHINI Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    CALVANO Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

    FACCI Michele

    Componente

    Fratelli d’Italia

    1

    assente

    GALLI Andrea

    Componente

    Forza Italia

    1

    presente

    IOTTI Massimo

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    4

    assente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico

    4

    assente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    PRODI Silvia

    Componente

    Misto

    1

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    SASSI Gian Luca

    Componente

    Misto

    1

    assente

    SENSOLI Raffaella

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    SERRI Luciana

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia

    1

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Sinistra Italiana

    1

    assente

    TORRI Yuri

    Componente

    Sinistra Italiana

    1

    assente

    ZAPPATERRA Marcella

    Componente

    Partito Democratico

    1

    assente

     

    È altresì presente la consigliera: Francesca MARCHETTI in sostituzione della consigliera Nadia ROSSI.

     

    Partecipano alla seduta: G. Caselli (Dir. Centro Studi UNIONCAMERE Emilia-Romagna) e R. Righetti (Dir. Operativo di ART.ER s.c.p.a).

     

    Presiede la seduta: Luca SABATTINI

    Assiste il segretario: Enzo Madonna

    Funzionario estensore: Enzo Madonna

     


    SABATTINI. Buongiorno a tutti.

    Prima di cominciare, devo fare una comunicazione organizzativa. Mi dicono che, alla fine della Commissione, tutti i consiglieri devono riconsegnare la tesserina in segreteria a causa di un cambio organizzativo nella gestione delle nostre tessere.

     

    -Approvazione del Processo verbale n. 3 del 2019

     

    SABATTINI. Prima di partire con l’audizione di oggi, devo mettere in approvazione il processo verbale della scorsa Commissione. Favorevoli? Contrari? Astenuti?

    Il processo verbale è approvato.

     

    -Audizione del Direttore del Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna, Dott. Guido Caselli e del Direttore Operativo di ART-ER s.c.p.a, Dott. Roberto Righetti

     

    SABATTINI. La seduta di oggi nel programma iniziale doveva svolgersi a seguito degli ultimi due incontri programmati. Vi è stata una richiesta da parte del direttore dell’Agenzia delle entrate, il quale ha dato la sua disponibilità ‒ così ve lo anticipo ‒ per la settimana del 10 giugno. Abbiamo pensato di anticipare il secondo incontro con Unioncamere ed ERVET, che svolgiamo oggi. Come ricorderete, siamo partiti impostando il lavoro proprio con Unioncamere ed ERVET e, come presidente, ho provveduto all’aggiornamento in merito agli sviluppi e alle audizioni che abbiamo svolto nel corso di questi mesi di lavoro.

    L’incontro di oggi è particolarmente importante, in quanto chiederò ai nostri ospiti un aggiornamento del percorso di analisi degli indicatori dai quali eravamo partiti alcuni mesi fa e una serie di riflessioni in merito alle cose che sono state evidenziate nel corso dei nostri lavori proprio per arrivare alla conclusione della nostra ricerca, del nostro approfondimento, cercando di integrare gli indicatori scaturenti dalla parte quantitativa dei dati già in possesso sia di Unioncamere che di ERVET con altri indicatori che si sono evidenziati nel corso delle nostre audizioni.

    Un approfondimento importante che dovremo fare, anche per aiutarci nella costruzione della relazione finale, credo sia anche quello che riguarda le informazioni scaturenti dalle correlazioni dei vari indicatori, le informazioni che saremo in grado di raccogliere e come queste si rapportino anche con la tematica di dati o serie di indicatori e giudizi sugli stessi e come questi possano essere gestiti in una forma di open source oppure collegati a uno strumento complessivo utile per eventuali enti di controllo o istituzioni. Credo che questa sia un’altra delle parti importanti utile per arrivare alle conclusioni finali e per provare, nel corso del mese di giugno, ad assemblare tutti i lavori che abbiamo messo in campo e gli approfondimenti fatti, per arrivare ‒ come da obiettivo della Commissione ‒ a costruire una pubblicazione con una serie di proposte e di indicazioni utili a combattere il fenomeno della falsa impresa.

    Dopo questa premessa, se siete d’accordo, darei la parola al direttore di Unioncamere, Guido Caselli.

     

    CASELLI, direttore del centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna. Ci siamo visti più o meno un anno fa. In quell’occasione, vi raccontammo la nostra idea di come utilizzare i dati per individuare le false cooperative. L’idea era proprio quella di incrociare tutte le nostre banche dati a disposizione ‒ quelle di Unioncamere, quelle di ERVET, quelle della Regione ‒ per cercare di capire se vi erano elementi che potessero, in qualche maniera, segnalarci comportamenti anomali da parte delle cooperative. Allora vi raccontammo un prototipo di algoritmo, quindi una serie di passaggi utili per individuare quei parametri che, probabilmente, caratterizzano comportamenti anomali, quindi cooperative che operano fuori dal mercato.

    Quello che abbiamo fatto nel corso di quest’anno è stato cercare di trasformare questo algoritmo sulla carta in un algoritmo vero e proprio, quindi in un qualcosa di funzionante. Siamo arrivati, praticamente, alla fine. Ci manca solo l’ultimo passaggio di incrocio, di report finale, però abbiamo costruito praticamente tutto. Vi riferisco qualche numero. Nel costruire questo algoritmo, siamo partiti considerando tutte le cooperative. In particolare, ci siamo focalizzati su quelle che operano nei settori maggiormente a rischio, vuol dire quelle di facchinaggio, della logistica, ma anche quelle che operano nella lavorazione delle carni e altri settori.

    Il primo passaggio è stato quello di individuare quelle cooperative che nascono grandi. Generalmente, le false cooperative hanno questa caratteristica: chiudono già con un certo numero di addetti e riaprono subito dopo, sempre con un numero di addetti molto elevato. Quindi, il primo passaggio è stato individuare quali sono quelle cooperative che nascono o muoiono con una certa dimensione. Abbiamo scoperto che negli ultimi cinque anni sono state 274 le cooperative nate con almeno 30 addetti. Ovviamente, la soglia degli addetti la possiamo definire di volta in volta; abbiamo pensato a 30 perché ci sembrava quella più coerente. Allo stesso modo, abbiamo scoperto che le cooperative che sono morte, che hanno cessato l’attività con oltre 30 addetti sono 236; 84 di queste cooperative risultavano in entrambe le elaborazioni. Quindi, nascevano grandi e morivano grandi.

    Complessivamente, le cooperative che nascono e muoiono grandi sono 426, di cui 61 sono associate a una centrale cooperativa. Mediamente, le cooperative associate a una centrale cooperativa sono più del 50 per cento. In questo caso, sono solo 61 su 426. Nei passaggi successivi abbiamo concentrato l’attenzione su quelle 365 cooperative che non sono associate a nessuna centrale cooperativa. Chiaramente, l’appartenenza a una centrale cooperativa di per sé non è una garanzia di un comportamento corretto sul mercato, però sicuramente è molto più facile trovare comportamenti anomali in cooperative che non aderiscono a nessuna centrale.

    Un’altra caratteristica che hanno spesso le false cooperative è quella di condividere l’indirizzo: chiudono e aprono, ma mantengono la sede legale con lo stesso indirizzo. Siamo andati a vedere e, tra queste 365 cooperative, ce ne sono 89 che condividono lo stesso indirizzo.

    Altra caratteristica che hanno, molte volte, è quella di mantenere gli stessi amministratori. Anche in questo caso, abbiamo fatto un’analisi su tutte le 365 cooperative, su tutti gli amministratori. Siamo andati a vedere dove gli amministratori si ripetono e abbiamo scoperto che, tra le 686 persone che abbiamo individuato, in 94 cooperative si ripetono dei nominativi; di queste 94, 43 hanno anche le caratteristiche precedenti, cioè nascono grandi, hanno lo stesso indirizzo e così via.

    Un’altra variabile che abbiamo considerato è quella della presenza di lavoratori stranieri, perché in molte di queste cooperative c’è una percentuale molto elevata di lavoratori stranieri. Infatti, delle 365 cooperative di partenza, in 242 la percentuale di lavoratori stranieri supera il 50 per cento, in 161 supera addirittura il 90 per cento. Delle 43 che abbiamo individuato, che avevano tutte le caratteristiche raccontate precedentemente, 21 hanno una percentuale di stranieri superiore al 50 per cento.

    Altro indicatore che abbiamo utilizzato sono i dati di bilancio, perché anche dai dati di bilancio si riescono a individuare dei comportamenti anomali. Per esempio, ci sono molte cooperative di logistica, di facchinaggio che hanno immobilizzazioni materiali pari a zero, come se non avessero nemmeno un furgone o nessuna attrezzatura per poter svolgere la propria attività.

    Siamo andati a verificare e delle 365 cooperative, 57 hanno immobilizzazioni materiali uguali a zero, 47 hanno un patrimonio negativo, ce ne sono 43 che hanno un credit score, che vuol dire che hanno una probabilità di default molto elevata e sono veramente a rischio.

    Abbiamo anche un altro indicatore, che è il costo del lavoro, anche perché chiaramente sappiamo che ci sono retribuzioni più basse in queste cooperative. In 90 cooperative la retribuzione media è meno della metà rispetto a quella media delle altre cooperative della logistica e per 137 è il 33 per cento in meno.

    Un altro indicatore che abbiamo considerato è l’indebitamento bancario: 98 cooperative hanno un indebitamento bancario uguale a zero, perché sono cooperative che generalmente evitano di rivolgersi al sistema bancario proprio per essere il meno tracciate possibile.

    Un altro fattore, un altro criterio importantissimo nell’individuazione di queste cooperative è quello dei dipendenti, perché una caratteristica che hanno queste cooperative è quella che oltre a mantenere gli stessi amministratori mantengono anche la stessa base occupazionale. Quindi, attraverso la banca dati SILER siamo stati in grado di vedere gli spostamenti degli stessi dipendenti da una cooperativa all’altra.

     

    RIGHETTI, direttore operativo di Art-Er. Una delle cose che deriva da questa banca dati è che si può seguire il lavoratore. Con il codice fiscale lo possiamo seguire nei vari spostamenti e quindi integrare quella informazione che diceva Guido prima, sui blocchi di lavoratori che si spostano da un’impresa all’altra.

    La seconda è che possiamo tenere sotto osservazione anche altre tipologie di contratto, quindi non solo i tempi indeterminati o determinati, ma anche i contratti di somministrazione e quindi vedere le rotazioni sulle imprese di queste tipologie di contratto. Abbiamo una serie di informazioni in più.

    Queste 365 cooperative sono state viste in queste diverse chiavi. Questo è un primo elenco di imprese attenzionate. Un altro pezzo di lavoro che abbiamo fatto è chiedere, all’interno del gruppo di lavoro che si è costituito presso l’assessorato e che era nato sul tema delle lavorazioni, delle segnalazioni ai sindacati o agli attori per capire se con l’algoritmo beccavamo imprese che erano in qualche modo segnalate. Queste sono arrivate non tantissimo tempo fa, le stiamo in qualche modo guardando. Uno dei punti che ci deve far cambiare alcune cose e comunque porta un elemento di grande problematicità è che ci sono molte imprese cooperative di piccola dimensione, 20-30 addetti, che si muovono. Quindi, c’è una frammentazione, evidentemente, di questo tipo di imprese.

    Stiamo introducendo una variazione, che adesso non vi sto a spiegare, per cercare di prendere anche rotazioni su delle imprese di piccola dimensione che chiaramente rende il fenomeno anche più complesso da seguire, perché quando sono piccole e si spostano anche i lavoratori è molto difficile seguirli nella strada professionale.

    Stiamo facendo anche questo piccolo pezzo. Dobbiamo chiudere la fusione di questi aspetti e a quel punto avremo una primissima lista di imprese che naturalmente hanno – Guido li ha descritti tutti singolarmente – dei semafori rossi in diversi punti. Alcune ne avranno tanti e alcune ne avranno un po’ meno, ma comunque sono quelle che dovrebbero essere poste sotto osservazione.

    Contestualmente, questo è il pezzo di lavoro che inizierà fra poco, avremo la disponibilità dei dati 2018 e quindi l’idea è di far fare un giro, visto che adesso abbiamo messo a punto il sistema, l’algoritmo, quindi dovrebbe essere più semplice, e anche meno lungo, fare un aggiornamento e farli girare per vedere con gli ultimi dati cosa succede.

     

    SABATTINI. C’è qualcuno che chiede la parola? Altrimenti provo a fare qualche riflessione io.

    Visto che questa è una Commissione di studio, quindi dobbiamo provare anche a interloquire un po’, durante i nostri approfondimenti, al netto degli elementi quantitativi, alcune sottolineature, soprattutto da diversi punti di vista, sono state evidenziate.

    Ad esempio, come ricordava anche il direttore Righetti, il fatto che molto spesso nelle aziende, che siano imprese cooperative o che siano imprese srl, di capitali, la presenza dei sindacati maggiormente rappresentativi normalmente nelle imprese molto deteriorate è solitamente una presenza assolutamente marginale, come lo è un elemento di difficoltà, un po’ come avevamo evidenziato anche con l’audizione con l’Agenzia del lavoro, la difficoltà di riuscire a individuare, per singolo codice fiscale aziendale, il contratto nazionale di applicazione dei singoli dipendenti, perché questa, almeno da quello che è stato evidenziato a oggi, non è un’informazione che massivamente noi abbiamo a disposizione come la necessità di far evidenziare un po’ per quello che riguarda il mondo della cooperazione che ha una normativa specifica.

    Penso soprattutto al tema della revisione dei bilanci, che è sicuramente legato anche all’appartenenza delle tre centrali cooperative, ma non solo, e se questa poi la colleghiamo, per quello che riguarda, invece, il sistema delle società di capitali, anche al possibile cambio normativo che potrebbe vedere anche la presenza per società di capitali a più bassa capitalizzazione della implementazione del collegio di revisione, probabilmente, anche da questo punto di vista, si possono avere non tanto indicatori quantitativi che possono essere messi all’interno di un algoritmo che può dare un risultato, ma possono essere elementi qualitativi che evidenziano un differenziale tra una società o un’altra.

    Ho fatto soltanto qualche esempio, ma nel corso dei nostri approfondimenti ve ne sono anche altri. Ad esempio, un altro che mi viene in mente è quello che riguarda il versamento o no della parte contributiva, con tutto il sistema digitalizzato costruito appunto dall’INPS, e il sistema dei congelamenti, come hanno evidenziato proprio qui, durante i nostri lavori. Volevo capire, al netto della costruzione dell’algoritmo sui dati quantitativi, se era stato scandagliato, anche a seguito delle informazioni che passo-passo ci siamo scambiati, questo elemento.

    Io sono un’azienda che deve decidere di esternalizzare un aspetto della logistica, posso avere uno strumento open, che mi permette di avere qualche piccola o grande informazione, anche di raffronto tra un codice fiscale e un altro. Poi ci saranno invece altre informazioni più puntuali che l’Amministrazione regionale insieme agli enti di controllo che esercitano sul nostro territorio, appunto si possono scambiare per efficientare l’elemento del controllo.

    Ho fatto soltanto qualche esempio. Le informazioni che pensavamo potessero essere utili, nell’incontro con gli Ordini dei commercialisti e dei consulenti del lavoro, proveremo ad analizzarle un po’ più nel dettaglio. Riguardano la possibilità che anche la presenza nominativa di alcuni tipi di professionisti associati ad alcune società sia un elemento di deterrenza per alcuni tipi di comportamenti scorretti. Parlo, come ci siamo detti già all’inizio del nostro studio, dell’elemento del controllo collettivo associato ovviamente a quello che è dato dagli enti di controllo sanzionatori, parlo di provare a mettere insieme questi due elementi, vista anche la disponibilità di tutti i soggetti che si sono alternati all’interno dei nostri lavori, che hanno dato tutti, almeno a parole, la disponibilità a collaborare in questo senso.

    C’è qualcuno che vuole interloquire?

     

    RIGHETTI, direttore operativo di Art-Er. Rispetto ad alcune cose che diceva il presidente, noi adesso siamo all’interno di un contesto in cui interagiamo con le strutture di controllo. L’idea cioè è che noi dovremmo interagire con le strutture che hanno obiettivi su questo aspetto.

    È chiaro che quello che noi stiamo facendo è lavorare a casa nostra, cioè con le banche dati nostre. Sono disponibili altri soggetti in possesso di informazioni importanti: INPS, per esempio, ha le informazioni sui contratti, l’Agenzia delle entrate ha un altro tipo di informazioni. L’allargamento di questo tipo di informazioni, o l’interazione con questo tipo di informazioni, ci consentirebbe di fare molto, molto di più rispetto a quello che possiamo fare adesso, con i dati che abbiamo a disposizione.

    Questo è un elemento, che se anche su suggestione, riusciamo a portare a casa, aumenterebbe molto la nostra capacità. Anche con Guido avevamo fatto una serie di approfondimenti su questo tipo di lavoro, la possibilità di avere una capacità di segnalazione maggiore.

     

    CASELLI, direttore del centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna. C’è di fondo, una difficoltà ad avere questi dati da altre agenzie, da altri istituti.

    Noi siamo partiti con le informazioni che avevamo a disposizione, sapendo, però, che c’è un patrimonio informativo molto ricco a cui noi non riusciamo ad accedere. Come diceva Roberto, l’algoritmo nasce proprio per condividere queste informazioni con gli organi di controllo. Ciò non toglie che c’è tutta una serie di informazioni, che sono i dati pubblici, quelli che girano alla base dell’algoritmo, quindi dall’elenco nominativo al dato di fatturato piuttosto che agli amministratori, che sono dati di evidenza pubblica.  Quelli magari possono essere condivisi in una lista, non solo per attività di controllo, ma anche proprio per avere un’evidenza di tutti gli operatori del settore.

     

    RIGHETTI, direttore operativo di Art-Er. Aggiungo un ulteriore elemento che ci siamo scordati di dire prima: il giro 2018 non lo confineremo solo alle cooperative. L’idea cioè è di provare a usare su tutte le banche-dati, visto che mi sembra che uno dei temi sia anche quello dell’allargamento, non solo a questa forma. È chiaro che va minimamente adeguato, perché l’iscrizione alle società cooperative non ci sarà più, però l’idea è di usare alcuni di questi indicatori sull’ambito generale dei dati a nostra disposizione.

     

    SABATTINI. Prego, consigliere Bessi.

     

    BESSI. Grazie presidente.

    Approfitto della presenza dei nostri ospiti, per rivolgermi non strettamente a loro, ma alla parte più tecnica del loro profilo, se mi possono dare un loro piccolo parere. Sicuramente io farò una considerazione più di carattere politico, che però riguarda la parte metodologica, quindi in sostanza parto da una riflessione.

    Lo scorso 14 maggio si festeggiavano i cent’anni dell’associazione Confcooperative a Roma, credo che sia una delle associazioni più importanti delle federazioni cooperative italiane, con una storia appunto importante, alla presenza del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio del Governo italiano, che è del 2019.

    Al di là dei nomi delle persone, le parole di tutti, sia del Presidente della Repubblica Mattarella, sia degli altri, hanno chiaramente sancito questa, passatemi il termine, sacralità di questo patrimonio che sono le cooperative e il mondo della cooperazione.

    Qui abbiamo trattato diversi temi, credo in maniera approfondita, ricca, che ha formato convinzioni, e anzi, ne ha mutato alcune. Alcuni colleghi, nelle scorse audizioni, hanno detto delle cose molto interessanti, hanno anche fatto presente di aver mutato, grazie a questo lavoro della Commissione, convinzioni che prima non avevano approfondito. Questo riguarda chiaramente me per primo e sono convinto che chi ha promosso questa Commissione sia andato nella giusta direzione.

    Oggi dobbiamo anche andare chiaramente a fare una raccolta e una definizione del lavoro fatto, quindi anche nei termini del documento iniziale di programmazione che ci siamo dati, che abbiamo votato tutti all’unanimità, per essere anche chiaramente propositivi.

    Quello che credo che vada sottolineato è che al di là di racchiudere tutto in un quadro normativo, anche oggi mi sembra, proprio dalle parole dei nostri ospiti, che abbiamo da una parte un patrimonio informativo notevole, dall’altro, un piano logistico organizzativo non coordinato. Credo che una parte della relazione finale debba mettere in evidenza questo. Come fare, o come trovare questo tipo di coordinamento, questo tipo di logistica, credo che sia molto semplice a dirsi, o anche a scrivere, perché quando si parla, si dice “bisognerebbe che tutti questi soggetti, enti, eccetera”; quanto a come farlo, credo che sia la sfida che noi dobbiamo lanciare.

    In altri campi, e porto un esempio, quando c’è ‒ soprattutto a livello territoriale, di Comune o altro ‒ una sinergia tra i diversi organi a livello di responsabilità, si ottengono sempre risultati. Nel piccolo si riesce. Credo che la sfida sia trasportare a livelli più grandi (inizialmente, chiaramente, a carattere regionale) questo tipo di organizzazione, questo tipo di logistica, questo tipo di tensione propositiva che ognuno di questi enti (rapporti, eccetera) rilascia come patrimonio comune. Visto che è stato detto non solo dagli ospiti che abbiamo avuto oggi, ma anche da altri soggetti che abbiamo ascoltato che c’è una certa attenzione per risolvere la situazione, credo che, al di là della relazione, dei rapporti finali che faremo, occorra inserire all’interno di un quadro normativo, per risolvere tutte queste problematiche, un piano organizzativo logistico e di forma stringente che porti beneficio a tutta la comunità.

    Grazie.

     

    SABATTINI. Ci sono altri interventi?

    Nella relazione finale (che, come abbiamo illustrato l’altra volta, si comporrà di più parti), per una parte sicuramente importante chiederemo ai nostri due ospiti di darci una mano, soprattutto sull’aspetto della costruzione degli indicatori, considerando da dove siamo partiti, e dell’evoluzione, proprio per rappresentare che Regione Emilia-Romagna, nelle sue varie istituzioni (Assessorato, tavolo della cooperazione e agenzie) ha svolto, anche insieme a noi, questo lavoro di approfondimento. Ovviamente, chiederemo anche un loro contributo per la relazione finale, dal momento che fa parte dell’imprinting che abbiamo dato come Commissione, anche nel nostro modo di ricercare e analizzare questo tipo di fenomeno. Anche alcune delle considerazioni fatte stamattina rappresentano una parte importante delle proposte che, come Commissione, credo sia opportuno inserire nella nostra relazione finale.

    Credo che le riflessioni che faceva il collega Bessi rappresentino alcune azioni che, come Regione, in prospettiva, dobbiamo provare a mettere in campo per combattere il fenomeno della falsa cooperazione, ma soprattutto ‒ ci tengo a sottolinearlo ‒ della falsa impresa, sia grande che piccola. Sicuramente, in una fase di grande trasformazione del mercato e di alcuni settori, rischiano di essere elementi che sempre di più, svolgendo una forma di concorrenza sleale, possono modificare anche gli equilibri e ulteriormente la distribuzione della richiesta tra soggetti qualificati e rispettosi delle regole e soggetti che, invece, queste regole non le rispettano e rischiano di contaminare alcuni nostri settori.

    Come vi dicevo, organizzeremo con l’Agenzia delle entrate l’audizione nella settimana del 10 giugno. Abbiamo pensato di non convocare la Commissione nella settimana dal 20 al 26 per una difficoltà oggettiva, anche legata ai tanti impegni politici che sul territorio noi svolgiamo, e di riprogrammare l’audizione con gli ordini professionali dei consulenti del lavoro e dei commercialisti nella prima data utile, dopo la scadenza elettorale, con l’obiettivo di provare a presentare alla Commissione una bozza di possibile relazione finale entro il mese di giugno, in modo tale da svolgere un’altra seduta di discussione tra di noi per poi arrivare, come da programma, a concludere i nostri lavori con una consegna complessiva all’Assemblea entro l’estate. Questo è un po’ il Gantt dei lavori.

    Approfitto ‒ anche perché l’abbiamo fatto molto poco ‒ per ringraziare la struttura dell’Assemblea, che sta già lavorando nella costruzione di questa bozza di relazione, anche in considerazione dell’indice che ci eravamo dati. Permettetemi di ringraziare Natascia, che mi sta aiutando direttamente nell’assemblamento e nella scrittura di queste osservazioni, proprio per presentare a tutti i commissari una bozza di documento. Considerate tutte le nostre scadenze, ritenevo difficoltoso provare a scrivere a cinquanta mani un documento. È molto più semplice cercare di analizzare una relazione con un’ossatura, in modo tale ‒ me lo auguro ‒ da concludere il nostro studio, con una serie di indicazioni, entro l’estate. Valuteremo la possibilità di organizzare un evento conclusivo di presentazione di questo lavoro, che dura da diversi mesi.

    Se non ci sono altri interventi, vi ringrazio e vi do appuntamento alla prossima seduta.

     

     

     

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