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Legislatura XI - Commissione II - Resoconto del 14/07/2020 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 11

    Seduta del 14 luglio 2020

     

    Il giorno 14 luglio 2020alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. AL/2020/12968 del 08/7/2020, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche, che si svolge in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede, della Presidente, del Vicepresidente Delmonte Gabriele e dei seguenti membri dei Gruppi assembleari, Bessi Gianni, Bulbi Massimo, Marchetti Francesca, Sabattini Luca, Tarasconi Katia (PD), Catellani Maura, Facci Michele, Liverani Andrea, Rainieri Fabio, Rancan Matteo (Lega); Mastacchi Marco (LBP), Barcaiuolo Michele (FDI) nonché degli altri partecipanti in via telematica ai sensi della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 3 del 27 marzo 2020.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    RONTINI Manuela

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    5

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    IOTTI Massimo

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BARCAIUOLO Michele

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    Lucia Borgonzoni Presidente

    1

    presente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RANIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SONCINI Ottavia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    TARASCONI Katia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

    Sono presenti i consiglieri: Marcella ZAPPATERRA

    E’ altresì presente l’assessore all’Agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca Alessio Mammi.

     

    Partecipano alla seduta: Valtiero Mazzotti e Sofia Cei, Direzione Agricoltura.

     

    Presiede la seduta: Manuela RONTINI

    Assiste il segretario: Giovanni Fantozzi

    Funzionario estensore: Agata Serio

     


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    965 -Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Interventi urgenti per il settore agricolo ed agroalimentare". (Delibera di Giunta n. 720 del 22 06 2020)

    (Relatore consigliere Massimo Bulbi - Relatore di minoranza consigliere Michele Facci)

     

    Partecipano

     

    Fini CristianoDirettore Confagricoltura ER

    Ghetti AlessandroColdiretti ER

    Fazio EugeniaColdiretti ER

    Maretti CristianPresidente Legacoop Agroalimentari ER

    Musacci MatteoFederazione Italiana Pubblici Esercizi ER - Confcommercio ER

    Parmeggiani StefanoPresidente Fiepet Federazione Italiana Esercizi Pubblici

    Zama GuidoDirettore Confagricoltura ER

     

    PRESIDENTE RONTINI. Come sapete, oggi pomeriggio siamo qui convocati in udienza conoscitiva sull’oggetto 965 che è il progetto di legge della Giunta recante “Interventi urgenti per il settore agricolo ed agroalimentare”, deliberato dalla Giunta.

    Saluto e ringrazio l’assessore Alessio Mammi, che è qui con noi, il direttore generale Valtiero Mazzotti e gli altri tecnici dell’Assessorato, che hanno collaborato e collaboreranno con l’Assemblea legislativa nelle prossime settimane, fino all’approvazione in aula del provvedimento, deliberato il 22 giugno scorso, di cui è stato nominato relatore, nella scorsa seduta di Commissione, il consigliere Massimo Bulbi. Successivamente, è arrivata la lettera da parte delle minoranze, che hanno individuato nel consigliere Michele Facci il relatore di minoranza.

    Questo per noi è un momento – ci tengo sempre a ribadirlo – importante, perché è l’unico momento in cui i consiglieri regionali stanno zitti (a parte i relatori, a cui chiederemo di illustrare il loro punto di vista in apertura della seduta) e ascoltano voi, ascoltano gli stakeholder, la società regionale diffusa nel merito di questo progetto così come è uscito dalla Giunta, per capire se è ulteriormente migliorabile, per dare risposta al settore dell’agricoltura, che sappiamo essere colpito negli ultimi anni da una serie di disgrazie – fatemela dire così – o vicende che hanno messo in difficoltà le imprese e i lavoratori del settore e su cui siamo impegnati a provare a dare risposte tempestive ed efficaci, perché sappiamo quanto questo settore sia strategico per l’economia di questa regione. Ce ne siamo resi conto una volta di più nelle settimane scorse alle prese con il lockdown, quando questo settore non si è mai fermato per consentire ai cittadini emiliano-romagnoli…

    C’è un rimbombo in aula. Io ho il microfono spento, per cui ci deve essere un altro microfono acceso in aula. Proviamo a spegnerlo, così da rendere più fruibili i nostri lavori.

    Come dicevo, è un settore fondamentale, della cui importanza ci siamo resi conto ancora di più nelle settimane scorse. È un settore che ha affrontato e affronta delle difficoltà dal punto di vista del clima, dal punto di vista delle fitopatie, dal punto di vista di tutta una serie di novità che lo attraversano, rispetto al quale vogliamo provare a dare risposte.

    Darei prima la parola al relatore consigliere Massimo Bulbi e poi al relatore di minoranza, consigliere Michele Facci. Dopodiché, ascolteremo voi che avete accolto il nostro invito e vi siete iscritti a partecipare ai nostri lavori. Se ci riusciamo, posto che non siamo tassativi e che non siamo tantissimi, vogliamo ascoltarvi, vogliamo darvi tutto il tempo per poter esprimere il vostro punto di vista. Solitamente ci diamo sette, otto, dieci minuti per intervenire, ma non stiamo certo con il cronometro in mano. Non spegniamo il microfono a nessuno. Infine, se l’assessore Alessio Mammi vorrà eventualmente intervenire in chiusura per una replica, me lo dirà durante i nostri lavori.

    Un’ultima comunicazione, che penso sia utile a tutti i consiglieri intervenuti, riguarda i tempi che abbiamo concordato per approfondire e approvare questo provvedimento. Lunedì prossimo, 20 luglio, la Commissione si riunirà per la discussione generale sul provvedimento e il giorno dopo per l’esame dell’articolato e la votazione degli articoli e degli eventuali emendamenti che le diverse forze politiche vorranno depositare.

    Nelle settimane scorse su questo provvedimento sono arrivate anche alcune lettere, alcuni punti di vista, che sono stati, quando inviate alla Presidenza, inoltrate a tutti i consiglieri, quando invece le associazioni avevano già scritto indirizzandole a tutti noi sono già arrivate direttamente nelle mani dei consiglieri. Quindi, tutti abbiamo avuto il materiale. Se da qui a lunedì vorrete ulteriormente inviarci una relazione, la copia scritta del vostro intervento o quello che riterrete, potrete scrivere alla Segreteria della Commissione.

    La mail è quella da cui avete ricevuto l’invito per l’udienza conoscitiva di oggi. Sarà nostra cura inviare tempestivamente la documentazione a tutti i commissari, in modo che possano farsi un’idea delle vostre osservazioni.

    Ci ha raggiunti anche il consigliere Rancan.

    Consigliere Bulbi, a lei la parola, in qualità di relatore, per l’illustrazione del provvedimento.

     

    RELATORE BULBI. Prima di iniziare l’illustrazione del progetto, voglio rivolgere un saluto alle associazioni qui presenti, che fin da subito hanno manifestato un interesse vivace e costruttivo a questo provvedimento. Stiamo raccogliendo e sto raccogliendo osservazioni, spunti e contributi in modo da proseguire questo iter in maniera condivisa, fino all’approdo in aula.

    Mi preme, allo stesso tempo sottolineare come interventi urgenti per il settore agricolo e agroalimentare che stiamo trattando si inseriscano in maniera armonica e, contestualmente, robusta nel complessivo disegno di misure che la nostra Regione porta avanti da tempo, in un’ottica che punta a coinvolgere tutti gli attori sociali e imprenditoriali, cercando di riuscire, in periodi drammatici come quello che stiamo affrontando, a essere ancora più incisiva e inclusiva.

    Questo progetto di legge si compone di otto articoli, che puntano a tratteggiare la simbiosi fra visione e pragmatismo, tipica del mondo agroalimentare; concepire quindi l’agricoltura come un mondo estremamente ricco e sfaccettato, che deve essere valorizzato in tutte le sue sfumature e, per questo, deve essere un punto imprescindibile, del quale tenere conto in qualsiasi azione venga introdotta a suo sostegno.

    La fitta relazione, infatti, fra attività agricola, produzione di mezzi tecnici, industria alimentare e distribuzione alimenta una filiera di primissimo rilievo. Un’importanza che non solo è dettata dal peso economico-finanziario di questo settore per la nostra regione, ma dall’enorme significato strategico e identitario per l’Italia nel presente, ma ancor più nel futuro.

    La filiera agroalimentare si è sempre nutrita del duro lavoro di tutti i suoi attori e va sostenuta con azioni concrete in tutte le sue articolazioni produttive, specie a seguito delle drammatiche ripercussioni causate dalla pandemia.

    Questo progetto di legge, articolato in tre capi, vuole attivare, nel corso dei prossimi mesi, un complesso di interventi urgenti finalizzati a sostenere le imprese agricole e agroalimentari regionali, alcuni dei quali collegati all’emergenza Covid-19, con un impegno economico complessivo di 24 milioni di euro.

    Il Capo I è dedicato all’introduzione di finanziamenti integrativi e nuove misure di sostegno per le attività agricole. In particolare, l’articolo 1 autorizza la Regione ad attivare, conformemente a quanto previsto dall’articolo 82 del Regolamento dell’Unione europea, finanziamenti integrativi su interventi previsti dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020.

    Nel PSR 2014-2020 la Regione aveva, infatti, definito le strategie e gli obiettivi volti ad accrescere la competitività delle imprese per assicurare il rafforzamento e l’incremento dell’aggregazione della componente agricola, l’aumento della distintività delle produzioni e la coesione e l’integrazione dei sistemi socioeconomici territoriali.

    Il comma 1 di questo progetto di legge prevede, dunque, il finanziamento di progetti di filiera lattiero-caseario collegati all’avviso pubblico di cui alla deliberazione del 2017, per i quali i fabbisogni erano largamente superiori alle disponibilità recate dal PSR.

    I progetti attualmente in attesa di finanziamento sono otto e il fabbisogno per la concessione dei relativi contributi ammonta a 17.841.000 euro. Tali risorse faranno da volano a investimenti per circa 49,5 milioni di euro.

    Le imprese che verranno finanziate con queste nuove risorse si concentrano, così come in generale tutte le filiere che si sono costituite nel settore lattiero-caseario, nelle province emiliane per la loro storica vocazione alla produzione di formaggi stagionati, il Parmigiano Reggiano nella zona di Bologna, Modena, Reggio e Parma e il Grana Padano nel Piacentino.

    Si differenzia, per oggetto, la filiera “Gran Latte”, a cui partecipa anche Granarolo, come impresa di trasformazione e commercializzazione, che ha come obiettivo il miglioramento del benessere animale e delle tecniche di produzione del latte alimentare e latticini freschi.

    Il sostegno alla filiera latte in questo momento di impasse economica è necessario per garantire la possibilità di mettere in campo nuovi investimenti sul territorio e sostenere un comparto agroalimentare produttivo strategico della nostra regione e del nostro Paese.

    Questo finanziamento trae le risorse da finanziamenti che lo Stato italiano ha messo a disposizione di Regione Emilia-Romagna perché, a suo tempo, anticipati dalla Regione su altre misure.

    Politica di scorrimento graduatorie. Filiera latte si innesta in un quadro più complessivo e più generale di scorrimento delle graduatorie, messo in atto da questa Giunta e in particolar modo dall’Assessorato all’agricoltura, che è in grado di garantire risposte al 100 per cento di tutte le domande ammesse nei comparti del biologico, del dissesto idrogeologico, del finanziamento giovani imprenditori, del contrasto e della riduzione di gas serra e ammoniaca, delle risorse per soluzioni meccaniche di contrasto alla cimice asiatica.

    Al comma 2 è, invece, previsto un nuovo intervento destinato a introdurre nelle imprese sistemi di sicurezza e protezione delle attrezzature e delle macchine agricole presenti in azienda nell’ambito della Misura 4 del PSR 2014-2020.

    Si tratta di una risposta importante nell’ambito della sicurezza, certamente non esaustiva, ma capace quantomeno di integrare, con risorse e finanziamenti, per un importo di 1,5 milioni di euro, la perdita economica di chi ha subìto furti nel proprio sito produttivo.

    È una proposta mai introdotta prima che cerca di mettere in luce anche una sensibilità politica specifica, volta ad accompagnare le imprese agricole.

    Il comma 3 prevede che le erogazioni siano disposte dall’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (AGREA) in qualità di organismo pagatore delle misure individuate nel PSR 2014-2020.

    L’articolo 2, al comma 1, al fine di concorrere al finanziamento delle attività di miglioramento genetico del bestiame, istituisce un aiuto integrativo rispetto alle risorse statali trasferite per la realizzazione di programmi annuali (500.000 euro) per la raccolta dati in allevamento finalizzati alla realizzazione di programmi genetici in attuazione dell’articolo 2 del decreto legislativo del 1997, n. 143.

    Il comma 2 definisce, invece, le modalità di concessione del finanziamento che saranno erogate con i medesimi criteri e modalità disciplinati per le risorse statali.

    L’articolo 3 prevede l’attivazione di un regime di aiuti in de minimis destinato alle imprese agricole che coltivano barbabietola da zucchero, anche in considerazione della particolare efficacia della coltura nello stoccaggio del carbonio e come migliorativa della fertilità dei terreni.

    Si tratta di un comparto che ci ha sempre visto svettare in cima alle classifiche relative alle produzioni e all’estensione delle superfici coltivate, ma che negli anni è stato fortemente falcidiato dalla fine delle quote zucchero e dall’aggressività commerciale dei grandi produttori del nord Europa.

    L’Amministrazione regionale ha da subito adottato misure a sostegno del settore. Con questo provvedimento, per un importo pari a 1,5 milioni di euro, si vuole continuare a sostenere il mantenimento della produzione bieticola sul territorio regionale.

    In particolare, il comma 1 prevede che per ottenere tali aiuti le imprese devono rispettare specifiche tecniche di produzioni sostenibili, mentre i commi 2 e 3 stabiliscono che i criteri di ammissibilità, le modalità di concessione ed erogazione degli aiuti del relativo ammontare, nonché gli impegni agroambientali, siano definiti con deliberazione della Giunta regionale in conformità e secondo i limiti posti dalla normativa comunitaria sul de minimis in agricoltura.

    Il quarto comma, invece, dispone che le erogazioni siano anche qui effettuate dall’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura, da AGREA.

    Il Capo II reca una serie di modifiche alla legge regionale 31 marzo 2009, n. 4, la disciplina dell’agriturismo e della multifunzionalità delle aziende agricole.

    A sostegno degli agriturismi e delle fattorie didattiche che hanno subìto il lockdown durante la fase Covid sono destinati 2.700.000 euro, una misura una tantum per andare incontro alle perdite economiche di un comparto della ricezione principalmente collocato in aree montane o svantaggiate. Si tratta di un’attività non primaria, ma di integrazione al reddito principale.

    Gli agriturismi rappresentano davvero il luogo nel quale si avvera il passaggio dalla terra alla tavola e sono realtà che fanno cultura alimentare promuovendo il chilometro zero, la stagionalità, attività didattiche per bambini e famiglie, riscoperta di naturalità in territori periferici.

    Il lockdown ha fermato queste attività di agriturismi, come tante altre, e fattorie didattiche. La Giunta regionale propone un voucher di indennizzo di 2.000 euro per gli agriturismi e 1.000 euro per le fattorie didattiche. Qualche dato sugli agriturismi. Gli agriturismi attivi in Emilia-Romagna sono 1.197.

    Nel 2019 si è rilevato un incremento del 2,7 per cento delle aziende agrituristiche attive rispetto all’anno precedente. Di queste aziende più di 700 sono localizzate nelle zone C, aree rurali intermedie, 358, nelle zone D, aree con problemi di sviluppo, 387, e oltre 400 si trovano nelle aree periurbane. Sono, pertanto, un importante e strategico presidio territoriale con funzione di impresa, sociali e di comunità.

    Per preservare il tessuto economico e produttivo della filiera agrituristica emiliano-romagnola, che risulta essere tra le più penalizzate dalle conseguenze della pandemia, la norma regionale prevede il pagamento di un contributo finanziario volto a sostenere la liquidità aziendale per mantenere la continuità delle attività.

    Sempre al fine di favorire il rilancio del settore agrituristico, questo progetto di legge, agli articoli 4, 5 e 6, apporta alcune modifiche rispettivamente agli articoli 3, 6 e 13 della legge regionale n. 4 del 2009, per consentire agli agriturismi la possibilità di vendere pasti con modalità di asporto anche con consegna a domicilio; una modalità che è stata sperimentata nella sua straordinarietà durante il periodo dell’emergenza sanitaria e rappresenta un’opportunità in più di sviluppo per il settore, così come è stato introdotto a favore degli agriturismi in altre regioni del nord Italia, dove è consentito somministrare alimenti e bevande in tutte le sue forme, compreso asporto e consegna a domicilio.

    L’articolo 7 modifica, invece, l’articolo 18. Accanto alle attività già previste viene, infatti, inserita l’attività di promozione, con lo scopo di attivare iniziative volte a rilanciare il settore agrituristico e delle fattorie didattiche fortemente colpito dall’emergenza Covid-19, che ha comportato la chiusura delle strutture ricettive.

    Inoltre, al comma 2, viene introdotto, sempre nell’articolo 18, il comma 5-bis che prevede un intervento straordinario per il 2020 volto ad assicurare liquidità alle imprese agrituristiche e dedite alla multifunzionalità, sempre in relazione all’emergenza Covid-19, con le modalità e condizioni previste dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020 attraverso finanziamenti integrati ai sensi del già citato articolo 82 del Regolamento dell’Unione europea ed erogati da AGREA.

    L’articolo 8, infine, ha natura finanziaria e fa riferimento alla copertura degli interventi previsti nel progetto di legge e all’autorizzazione della Giunta regionale di provvedere con variazione di bilancio.

    Nel ringraziarvi per la vostra attenzione e nel rinnovarvi la mia disponibilità a proseguire questo proficuo dialogo, mi preme sottolineare il dinamico confronto fra portatori di interessi che c’è stato in queste settimane. Ho raccolto preoccupazioni e sollecitazioni, cercando di immedesimarmi nelle varie situazioni che mi sono state illustrate.

    Ascolterò con attenzione, insieme a tutti i consiglieri, gli eventuali interventi di oggi, convinto, come sono sempre stato, che solo dal confronto possa nascere una sintesi esaustiva.

    La mia esperienza personale sa bene come, quando si parla di attività e di imprese che legano ogni minuto di vita del loro titolare a loro stesse, si vive ogni piccolo nuovo brandello di concorrenza come un rischio potenziale. Concezioni equilibrate, invece, assecondano il benessere generale e regolano settori di mercato che, altrimenti, rischierebbero di finire in zone grigie.

    Grazie a tutti.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie al consigliere relatore Massimo Bulbi per l’articolata relazione.

    La parola al relatore di minoranza, Michele Facci.

     

    RELATORE DI MINORANZA FACCI. Buongiorno a tutti. Ringrazio le associazioni, l’assessore, la Presidenza e i colleghi.

    Il consigliere Bulbi ha presentato questo progetto di legge. Faccio delle osservazioni un po’ più dirette e magari anche un pochettino più interrogative, non critiche. Di fatto, abbiamo sette articoli di legge, perché l’articolo 8 è la norma finanziaria. Gli articoli che entrano nel merito sono, di fatto, sette. Di questi sette, quattro riguardano la modifica alla legge sulla disciplina dell’agriturismo. Credo che questa sia la parte che desta non dico perplessità, ma sicuramente pone una serie di domande e le tratterò per ultimo.

    I primi tre articoli sono importanti, perché sull’articolo 1 c’è un finanziamento di circa 20 milioni, 19,5 milioni. D’altronde, si dà atto che il Piano di sviluppo rurale non era stato in grado, quello 2014-2020, di abbracciare tutte le richieste che erano pervenute dai territori, dalla filiera agroalimentare, e fondamentalmente si va a colmare quello che era un deficit di copertura. Quindi, quei 18 milioni circa mancanti ‒ si dà atto nella stessa relazione introduttiva del progetto di legge ‒ vengono coperti con questo stanziamento.

    Sempre nell’ambito del Programma di sviluppo rurale, si vanno a inserire queste risorse per quanto riguarda sistemi di sicurezza e protezione delle attrezzature. Sostanzialmente, su circa 22 milioni di oneri che sono previsti da questo progetto di legge, sono 21.750.000 sull’esercizio in corso e 250.000 euro sull’esercizio successivo. Quindi, fondamentalmente, 22 milioni. 19.500.000 sono assorbiti dall’articolo 1.

    L’articolo 2 riguarda le attività di miglioramento genetico. Si fa riferimento a un finanziamento integrativo e alla legge nazionale che lo prevede. Anche qui abbiamo risorse stanziate per questa finalità.

    Così come sull’articolo 3, il sostegno alla coltivazione della barbabietola da zucchero. Sappiamo che è un settore molto importante, che ha sofferto molto negli ultimi periodi, soprattutto nei nostri territori. Quindi, giustamente, c’è questo supporto. Stiamo parlando di risorse sicuramente importanti. Si tratta di capire, alla fine, nel dettaglio, quali potranno essere gli stanziamenti effettivi. Misure assolutamente in linea con il supporto a una realtà che per la nostra regione è estremamente importante, ossia la realtà dell’agricoltura.

    Le riflessioni un po’ più critiche sorgono rispetto alle modifiche alla legge regionale sull’agriturismo. O meglio, vorrei io stesso capire meglio le ricadute sui territori. Di fatto, questa modifica della legge regionale sull’agriturismo prende due aspetti. Uno: si consente agli agriturismi di fare vendita d’asporto e consegna a domicilio. Abbiamo ricevuto tutti quanti noi, membri della Commissione, delle note contrastanti. C’è chi ha sostenuto la misura e c’è chi, altre realtà che rappresentano gli esercenti tradizionali, sostiene che, in un momento di difficoltà economica, drammatica per certi aspetti per alcuni, quale quella di questa epidemia Covid, sia paragonabile a una concorrenza sleale e che, come tale, dovrebbe essere valutata.

    C’è un altro aspetto sul quale chiedo io stesso lumi all’Assessorato e ai tecnici. Naturalmente, dobbiamo capire che cosa realmente si vuole andare a modificare. Mentre si dice che vogliamo concedere la vendita d’asporto e la consegna a domicilio, sappiamo in che cosa consiste. Non abbiamo i dati, possiamo fare delle ipotesi. Verosimilmente gli uffici hanno fatto delle proiezioni statistiche, ma l’aspetto che, a mio avviso, è ancora indefinito riguarda le due modifiche previste dall’articolo 7 che vanno a modificare l’articolo 18. Si introduce un aspetto che la legge non contemplava, ossia quello della multifunzionalità. Questo aspetto, a mio avviso, va definito. La legge oggi parla di promozione e sviluppo dell’attività agrituristica. La modifica parla di promozione e sviluppo dell’attività agrituristica e della multifunzionalità. Proprio per essere trasparenti, per essere chiari, per essere buoni legislatori, dobbiamo specificare che cosa si vuole andare, di fatto, a introdurre prevedendo per gli agriturismi la multifunzionalità. Potrebbe dire tante cose e potrebbe dirne poche. Anche perché l’articolo 7, nella sua seconda parte, parla di supporto economico anche rispetto alla multifunzionalità, parlando di contributi a sostegno della liquidità di queste imprese.

    Il compito della nostra Commissione ‒ spero già da oggi ‒ credo sia quello di chiarire meglio le modifiche di merito, sostanziali, che vogliono essere presentate, capire quelle che potranno essere le ricadute a livello pratico e capire se effettivamente andiamo a creare oppure no una sperequazione tra imprenditori, una sperequazione sui territori e se creiamo effettivamente delle difficoltà, anziché aiutare realtà che sono oggi in difficoltà.

    Sicuramente questa è una misura tarata sul settore dell’agriturismo e sul settore dell’agricoltura in senso lato, però non vorrei che, con il lodevole intento di sostenere un settore, che va giustamente supportato, si creassero problemi di altra natura, sicuramente non voluti. Sarebbe, naturalmente, da parte nostra estremamente spiacevole.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Ringrazio anche il relatore di minoranza, Michele Facci.

    Tutta la prossima seduta la dedicheremo alla discussione generale tra di noi, tra le diverse forze politiche. Io forse non ho inteso benissimo l’intervento del collega Facci, però voglio ricordare che una delle leggi che noi andiamo a modificare con questa proposta di legge titola proprio “Disciplina dell’agriturismo e della multifunzionalità delle aziende agricole”, che era uno dei presupposti su cui si basava la legge sull’agriturismo. Naturalmente, le modifiche che andiamo a proporre possono essere condivise o no, e avremo modo per guardarci dentro, perché dedicheremo tutta la prossima settimana a questo, capendo meglio anche quali sono i punti di vista del relatore di minoranza e delle altre forze politiche.

    Adesso darei la parola alle associazioni. Abbiamo previsto una preiscrizione. Poi, se dovessero arrivare anche a seduta in corso persone che vogliono intervenire, fatte salve le norme igienico-sanitarie per il contingentamento di questa sala, daremo loro la parola, naturalmente, perché il nostro obiettivo è quello dell’ascolto.

    Si era iscritto Gualandi Eros, che, da quanto mi è stato riferito dalla Segreteria, non è riuscito a partecipare. Visto che non alza la mano, penso sia così.

    Il primo intervento è quello di Cristiano Fini, presidente regionale di CIA, che ascoltiamo volentieri.

     

    FINI, Direttore Confagricoltura ER. Buongiorno a tutti. Vi ringrazio per l’invito a questo importante appuntamento.

    Impiegherò sicuramente meno di dieci minuti, anche perché questo intervento trova sicuramente piena condivisione da parte della nostra associazione a livello regionale. Non voglio soffermarmi su tutti gli articoli. Vorrei molto brevemente soffermarmi su alcuni punti salienti di questo progetto di legge, anche perché ‒ come è già stato detto ‒ sicuramente sottolinea una certa sensibilità verso un settore, quello agricolo, che, sì, è vero, durante il lockdown ha affermato la propria importanza strategica a livello regionale, ma anche a livello nazionale, mi viene da dire, ma anche perché credo che questo sia un passaggio molto importante, dove si vanno a puntualizzare alcuni aspetti che toccano da vicino il nostro settore in senso negativo, sul quale la Regione intende provare a migliorare la situazione.

    Il primo articolo è quello delle filiere sulla zootecnia, un punto sul quale tutte le associazioni di categoria ‒ io, ovviamente, parlo per la mia, ma mi sento di dire “tutte le associazioni di categoria” ‒ hanno chiesto di poter intervenire. La mancanza di fondi su questa filiera andava a penalizzare alcune imprese; di conseguenza, il fatto di riuscire a soddisfare i bisogni di tutte queste imprese era una condizione che ci sembrava assolutamente ineccepibile. Anche perché il settore zootecnico sta vivendo un periodo estremamente duro, estremamente difficile. Quindi, andare incontro a questo settore credo sia quantomeno doveroso. Il settore zootecnico sulla filiera suinicola ‒ ovviamente non è questo il caso ‒ sta pagando uno scotto veramente molto importante. Anche chi produce latte da Parmigiano Reggiano o Grana Padano, chiaramente, sta vivendo un momento particolarmente difficile. Aiutare queste imprese nel fare investimenti per, da un lato, ridurre l’impatto e i costi di produzione, ma soprattutto per migliorare la qualità credo sia un passaggio assolutamente importante.

    Vi è, poi, tutto il tema della sicurezza nei campi. Noi, purtroppo, negli ultimi anni abbiamo assistito a un’impennata esponenziale dei furti all’interno delle aziende agricole, in particolar modo di trattori, mezzi tecnici di importanza vitale per l’azienda. Credo che questo sia un primo segnale per andare incontro a queste imprese, a queste aziende che hanno subìto gravi danni, gravi perdite. Voi sapete benissimo quanto costa un trattore, ma soprattutto l’importanza che ha il trattore stesso per l’azienda agricola. Credo che questo provvedimento sia assolutamente fondamentale.

    Tra i settori penalizzati, non da Covid, ma sicuramente negli ultimi anni, abbiamo visto il settore bieticolo, un settore strategico per la nostra regione, in particolar modo, dove è presente anche uno zuccherificio. Credo sia stato un settore, purtroppo, bistrattato negli ultimi anni. Penso a una vicenda di parecchi anni fa, quando c’era l’allora ministro Alemanno. Purtroppo, è un settore fortemente penalizzato da allora fino ad oggi. Oggi subisce ‒ non bastasse tutto ciò ‒ anche la concorrenza, chiamiamola così, sleale da parte di alcuni Paesi che applicano anche dumping nei confronti della nostra nazione, del nostro zucchero. È un settore che va sostenuto per l’importanza strategica che ha a livello regionale, ma ‒ come è stato precedentemente richiamato ‒ soprattutto per l’importanza che ha dal punto di vista ambientale. La barbabietola da zucchero si inserisce molto bene nelle rotazioni e ha anche una valenza strategica dal punto di vista ambientale. Credo, quindi, che meriti il sostegno da parte di tutti noi. Credo che questo sia un passaggio fondamentale.

    Passo al punto più controverso, diciamo così, quello legato all’agriturismo. Per me, sinceramente, di controverso non c’è nulla. Credo che l’agriturismo abbia un’importanza fondamentale, vitale per tutto il territorio rurale, in particolar modo per quei territori più svantaggiati. Mi riferisco alla collina e alla montagna. Quindi, cercare di andare incontro a queste aziende, a queste imprese che mi mantengono occupazione su quei territori, prevengono il dissesto idrogeologico di quei territori così fortemente penalizzati, ma soprattutto molto delicati per tutto quanto il territorio regionale credo sia un gesto ‒ anche questo ‒ dovuto. Mi riferisco al tema dei 2.000 euro a fondo perduto, dei 1.000 per le Fattorie didattiche. Ritengo che durante il lockdown ci sia stata sicuramente una forte penalizzazione per questo tipo di impresa, come del resto è stato detto. Credo che questo, però, sia un segnale importante, soprattutto per queste aziende, per far sì che rimangano su quei territori.

    Per quanto riguarda l’altro tema, quello dell’asporto o della consegna a domicilio, adesso non ho i numeri alla mano delle consegne a domicilio che sono state fatte da parte di agriturismi durante il lockdown, ma, signori, stiamo parlando veramente di numeri non rilevanti. In ogni caso, stiamo parlando di dare un’opportunità a queste aziende, ricordo, multifunzionali. All’interno della multifunzionalità c’è anche l’agriturismo, così come ci sono altre attività agricole. Sono attività multifunzionali che danno la possibilità all’agricoltore di trarre profitto, reddito dalle proprie materie prime, ma soprattutto da quello che riesce a vendere. Riesce a vendere il territorio, riesce a vendere quello che sa fare, il suo sapere, riesce a vendere l’enogastronomia emiliano-romagnola. Quindi, dare un’opportunità ulteriore a queste aziende di poter stare sul mercato, lo ribadisco, in presenza di numeri davvero non rilevanti, credo che sia comunque un passaggio molto importante. Come, del resto, il passaggio legato alla promozione. Io vedo Regioni, in giro per l’Italia, che fanno a tamburo battente tanta promozione sull’agriturismo. Credo che anche da parte nostra ci sia bisogno di promuovere. Anzi, ancora di più di altre Regioni, perché qui abbiamo davvero dei territori che nulla hanno da invidiare dal punto di vista paesaggistico, della bellezza a nessun altro, nulla hanno da invidiare dal punto di vista enogastronomico. Quindi, perché non prevedere una promozione maggiore dei nostri agriturismi?

    Chiudo tornando al tema di prima. Anche da parte delle altre Regioni c’è stato un segnale di sensibilità verso l’agriturismo tale per cui hanno concesso di poter fare, anche dopo il lockdown, consegne a domicilio e asporto.

    Credo che questo progetto di legge abbia contenuti assolutamente condivisibili in toto.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Chiamo Matteo Musacci, presidente regionale della FIPE, che è la Federazione italiana dei pubblici esercizi.

     

    MUSACCI, Federazione Italiana Pubblici Esercizi ER - Confcommercio ER. Buongiorno a tutti. Grazie mille dell’opportunità.

    A questo mio intervento faccio due doverose premesse. La FIPE Confcommercio più volte, in più occasioni, ha sottolineato come l’agriturismo, quello vero, sia una risorsa fondamentale per il territorio in termini sociali, economici, culturali e, non da ultimo, turistici. Tuttavia ‒ ed è la seconda premessa ‒ la FIPE ha molte volte, troppe volte, dovuto chiedere ad alta voce stesse regole per lo stesso mercato, perché quella legge regionale di più di dieci anni fa molto spesso, troppo spesso, non è stata e non è rispettata in molte delle sue parti, da locali travestiti da agriturismi, con proposte che spesso hanno sfociato nella ristorazione e nel divertimento, generando, quindi, una concorrenza sleale a danno del settore dei pubblici esercizi.

    Dunque, oggi, fatte queste dovute premesse, vedere questa Giunta proporre una legge che darebbe la possibilità agli agriturismi di svolgere la propria attività ‒ che ricordiamo essere attività secondaria ‒ anche per asporto e, ancor peggio, con servizio a domicilio è per noi un forte segnale di iniquità nei confronti del nostro mondo, un mondo, il nostro, che è rimasto chiuso per dieci settimane e che non ha avuto la possibilità di mantenere un’attività aperta, come invece è accaduto per gli agriturismi, e che oggi versa in tragiche difficoltà.

    Inserire sul mercato un nuovo competitor, anche su questo fronte, che si muove in un impianto normativo totalmente differente da quello dei pubblici esercizi, significa dare un ulteriore colpo al nostro settore.

    Aggiungiamo, inoltre, che la logica del coperto contingentato, soprattutto con il meccanismo del delivery, magari affidato a soggetti terzi, diventerebbe inequivocabilmente superato. Come si fa, infatti, a determinare il numero di coperti da asporto o a domicilio se l’ordine è effettuato o ritirato da una sola persona?

    Per tutti questi motivi, pur riconoscendoci ‒ ripetiamo ‒ l’importanza dell’azienda agrituristica e di tutte le attività ad essa connessa, riteniamo assolutamente inadeguata la proposta di legge e richiediamo, quindi, a codesta Assemblea di cancellare, ovviamente, gli articoli di cui sopra.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Comunico che nel frattempo si è collegata ai nostri lavori anche la collega consigliera Marcella Zappaterra.

    Do adesso la parola a Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare Nord Italia.

     

    MARETTI, presidente Legacoop Agroalimentare ER. Buongiorno. Sono Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, ma ho concordato con i colleghi di Confcooperative e di AGCI di poter fare l’intervento a nome di tutta la Cooperazione agroalimentare.

    Condividiamo e facciamo una valutazione positiva nel complesso dell’articolato che ci è stato proposto. Ringraziamo dell’incontro di oggi.

    Nel merito della questione e dei diversi articoli, rivolgiamo un plauso particolare perché è stato raggiunto un obiettivo che era già stato comunicato al settore agroalimentare, alla Cooperazione nella scorsa legislatura. Sappiamo che il presidente Bonaccini e l’assessore Caselli, nello scorso mandato, si erano dati da fare rispetto al recupero delle risorse finanziarie per poter scorrere la graduatoria. Siamo contenti che nella normativa attuale, nella seduta di oggi e nei prossimi lavori della Commissione questo percorso abbia trovato esecuzione. Lo riteniamo particolarmente importante perché l’agroalimentare regionale è fortemente incardinato sul tema delle filiere. Alle filiere la Cooperazione è particolarmente legata, anche se le filiere non sono esclusivamente cooperative. Credo che il completamento degli investimenti impostati e realizzati possa dare un ottimo contributo, anche in questo momento di particolare debolezza del Prodotto interno lordo.

    Devo rivolgere un plauso alla struttura dell’Assessorato che, con la crisi del lockdown, si è poi dotato di regole, di interpretazioni per la realizzazione dei lavori consoni alle difficoltà che le filiere in questo momento riscontrano.

    Analogo plauso va rivolto per l’impegno sulla filiera bieticolo-saccarifera. Speriamo che questo possa permettere e favorire il mantenimento della coltivazione di una coltura così importante nelle rotazioni, soprattutto seguendo criteri ambientalmente più sostenibili e compatibili. Naturalmente, corre l’obbligo di segnalare che questa filiera, ormai, è l’unico presidio nazionale alla produzione dello zucchero. Esco un po’ dal tema, però so che c’è attenzione da parte dell’Assemblea. È ancora sospesa la famosa sugar tax, che ‒ come sappiamo ‒ ha visto impegnato il presidente Bonaccini. Per ora è solo sospesa. A nostro modo di vedere, non è un’impostazione corretta quella proposta nel corso del 2020, che poi ha trovato la sospensione. Confidiamo che, dal punto di vista dell’Assemblea legislativa, ci possano essere iniziative, in termini di mozioni o produzioni di atti, che abbiano un peso, anche per dare un percorso diverso a questo tipo di visione, che non può essere solo penalizzante rispetto a un ingrediente. Gli alimenti sono cosa diversa dai singoli ingredienti.

    Faccio un velocissimo passaggio sugli agriturismi. Condivido pienamente quello che è stato detto da Cristiano Fini, che mi ha preceduto. Sicuramente, questa parte del settore agroalimentare è stata una di quelle più colpite durante la fase del lockdown. Quindi, bene i provvedimenti che sono stati inseriti. Dal punto di vista dei numeri, non sono in grado di portarne qui, credo, però, che non siano tali da poter stravolgere mercati che ci vedono impegnati sulla produzione di questo tipo di alimenti, di questo tipo di copertura di settore merceologico.

    L’ultimo aspetto è legato alle attività di miglioramento genetico. Qui in Regione ci troviamo di fronte a un’operazione fatta rispetto a una riorganizzazione. L’importante è che questo tipo di riorganizzazione, questi tipi di contributi possano portare questa parte dell’attività di miglioramento genetico a maggior conoscenza di tutte le organizzazioni. A volte, magari, si rischia, su alcune questioni, un po’ di autoreferenzialità.

    In conclusione, visto che il provvedimento riguarda misure urgenti per l’agroalimentare, segnalo in questa audizione che c’è un settore della produzione agroalimentare della regione Emilia-Romagna che ad oggi, nonostante tutto, rimane ancora escluso dai provvedimenti che sono stati prodotti a livello nazionale per il Covid, chiaramente anche con il supporto della Regione, per cui siamo qui oggi, che è l’ortofrutta. Analogamente all’attenzione che si può richiedere per altre questioni, l’impegno generale, che non è nel merito della questione dell’audizione di oggi, ma che approfitto biecamente dell’audizione per segnalare ulteriormente, possa essere messo al centro di iniziative apposite. Sicuramente, per vari motivi e da vari fronti, questo settore sta soffrendo particolarmente.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Adesso ho due iscritti di Coldiretti Emilia-Romagna. Non so se vogliono intervenire entrambi o se interviene Fazio Eugenia. Saluto Alessandro Ghetti. Buon pomeriggio.

    A seguito dell’intervento di Maretti, penso sia giusto dare evidenza del fatto che l’Assemblea legislativa nelle settimane scorse si è interessata al tema della sugar tax. Sono arrivate istanze, anche qui, per dovere di cronaca, da tutte le forze politiche, sia dalle minoranze che dalla maggioranza. Sono stati depositati atti che, con approcci e punti di vista diversi, come la dinamica politica richiede, evidenziavano questo tema. L’Assemblea legislativa si è espressa chiedendo questo rinvio, che speriamo trovi ascolto a Roma.

    Do la parola a Eugenia Fazio. Grazie.

     

    FAZIO, Coldiretti ER. Buonasera, presidente. Buonasera, membri della Commissione. Buonasera, assessore. Vi ringrazio. È con piacere che parlo a nome dell’associazione Coldiretti.

    Inizio dicendo che siamo totalmente favorevoli all’approvazione dell’odierno provvedimento, che contiene azioni necessarie per lo sviluppo e la modernizzazione del settore agricolo e agroalimentare, un provvedimento che merita attenzione, che ha ben colto l’importanza di rimettere il settore agroalimentare e agricolo che, in un periodo emergenziale, è già stato detto, si è dimostrato strategico ‒ diciamolo ‒ per l’approvvigionamento del cibo, che ha dato risposte concrete, che ha affrontato problemi e ne ha risolti altri. Se è vero che questo settore ha dimostrato la propria forza, è anche vero che ha bisogno, oggi, di ulteriori iniziative volte a rafforzarne specifici comparti. Ne sono alcuni esempi di quest’anno le dure prove date dalle gelate di aprile, dal noto problema della cimice asiatica, dalle grandinate. Oggi la Regione deve ‒ e lo sta già facendo ‒ dare risposte concrete, giocare il proprio ruolo.

    Secondo l’articolato, non necessariamente in ordine, inizio sul progetto di filiera, un completamento di quanto è già stato fatto, che purtroppo non è stato sufficiente per coprire le domande di coloro che vogliono investire in innovazione e tecnologia sostenibile in agricoltura, imprese che creerebbero occupazione, progetti di primaria importanza per l’economia della regione.

    Ancora, le misure integrative sul PSR consentono di recuperare tutte quelle domande di quelle aziende che purtroppo ne erano rimaste escluse, con l’obiettivo di consolidare una ripresa economica che sappia edificare investendo innanzitutto nelle attese dei giovani, di quei giovani che avevano dei progetti e che oggi finalmente possono portarli a termine. Contributi, è già stato detto, dunque mi ricollego, per le misure di protezione di sicurezza e per il controllo del territorio, che necessariamente mettono in moto investimenti anche in favore di altri settori. In un periodo in cui è diminuita la sicurezza nelle aziende agricole, una risposta importante va data con la prevenzione in misure di sicurezza per i lavoratori, per i luoghi di lavoro, per gli strumenti di lavoro.

    Siamo, inoltre, totalmente favorevoli agli interventi a sostegno delle azioni di miglioramento genetico divulgative e sperimentali portate avanti dall’Associazione regionale allevatori, risorse che contribuiranno al benessere animale e, quindi, alla salute quale diritto sociale fondamentale, tutelato proprio dalla Costituzione. Investimenti che interessano anche settori di eccellenza, quelli del Parmigiano Reggiano, del Grana Padano, del latte di qualità.

    Ancora, l’intervento in favore del settore bieticolo saccarifero permetterebbe di abbattere i costi di produzione in un comparto che oggi conta 30.000 ettari, ubicati quasi totalmente nella nostra regione. Non è un caso che COPROB è l’ultimo presidio esistente in Italia del settore.

    Quello un po’ più discusso: gli articolati a supporto delle imprese agrituristiche. Riprendo innanzitutto quanto scriveva l’OCSE nel lontano 2001: “L’agricoltura, oltre alle sue funzioni primarie di produrre cibo e fibre [omissis] contribuisce alla sopravvivenza socioeconomica delle aree rurali, spesso svantaggiate”.

    Le imprese agrituristiche – lo hanno dimostrato, è già stato consentito – hanno affermato la propria idoneità alla diversificazione delle proprie attività, accogliendo ad esempio – questo è parte dell’articolato – e mettendo in pratica anche le attività di consegna di pasti e bevande anche al domicilio dei richiedenti ovvero mediante l’asporto, attività – per dare due numeri – riservate oggi a solo circa 850 agriturismi sui 1.197, che non confliggerebbero – mi viene da dire – ma si integrerebbero con l’offerta degli oltre 25.000 esercizi che offrono ristorazione. Quindi, mi interrogo e dico: è nostro dovere, come associazioni, accettare il pluralismo delle idee di soggetti che cooperano all’interno di un mercato comune.

    Queste attività, fra l’altro, non sarebbero in alcun modo incidenti sulle peculiarità tipiche dell’agriturismo, ma solo, appunto, sulle modalità di consumo dei pasti. Permarrebbero tutti i limiti dettati dalle norme.

    Per quanto all’inizio, sviluppo e modernizzazione del settore agricolo, che oggi richiedono l’approvazione di tutto l’articolato in esame. In questo auspico che i colleghi che mi hanno preceduta e quelli che parleranno dopo di me ne possano cogliere l’opportunità, perché in conclusione decidere di esprimersi favorevolmente e, quindi, di approvare per intero la proposta di Giunta significherebbe raggiungere non solo l’efficienza tecnica di un lavoro che ha già coinvolto diversi attori, ma avvicinarsi anche a un’efficienza economica – non mi ripeto – di una singola associazione, ma di tutto il comparto agricolo e agroalimentare. Il sostegno della Regione, oggi espresso a mezzo del progetto di legge in esame, è un segnale forte, rappresenta, a nostro avviso, un elemento strategico di promozione del benessere di tutta la collettività.

    Con questo ho concluso e ringrazio.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Prima si parlava anche di misure urgenti e ho dimenticato – recupero adesso – di dare i tempi per la discussione e l’approvazione del progetto di legge. La prossima settimana, in Commissione ci sarà la discussione generale e l’esame dell’articolato e degli eventuali emendamenti, con l’obiettivo di andare in aula la settimana successiva, tra il 28, il 29 e il 30 luglio. Spetterà ai capigruppo decidere l’ordine del giorno dell’aula per approvare definitivamente il provvedimento.

    La parola adesso, per il penultimo intervento, a Stefano Parmeggiani, presidente della Federazione italiana degli esercizi pubblici (Fiepet) aderenti a Confesercenti.

     

    PARMEGGIANI, Presidente Fiepet (Federazione Italiana Esercizi Pubblici). Scusate, ma è la prima volta che parlo in pubblico.

    In premessa, è opportuno ricordare che nella legge regionale è regolamentata l’attività agrituristica ed è il frutto di un intenso confronto che c’è stato fra le parti interessate, avvenuto nei mesi precedenti l’approvazione della legge del 2009, che portò alla redazione dell’attuale testo in base a una mediazione dall’equilibrio instabile, fortemente osteggiato dalla categoria dei pubblici esercizi, che in Emilia-Romagna – lo si citava prima – sono 20.000, che subiscono da questo tipo di attività una concorrenza non paritaria, conseguenza di una serie di norme e regolamenti che agevolano l’attività agrituristica sotto molti aspetti, contratti di lavoro meno onerosi, tenuta contabile, IVA ridotta, TARI meno cara e via discorrendo.

    Modificare quel testo, quindi, per noi è un atto dirompente, che a nostro avviso non può essere fatto senza un approfondito confronto. La modifica avverrebbe, fra l’altro, in un momento delicatissimo, come quello della chiusura totale, aspetto che è già stato citato, tant’è che alcune indagini dicono che potremmo trovarci a fine anno di fronte a un vero terremoto, con alcune migliaia di imprese del settore a rischio chiusura.

    Nel merito, gli articoli 4, 5 e 6, che riguardano la disciplina dell’agriturismo e della multifunzionalità delle aziende agricole, introducendo la vendita di pasti da asporto con consegna a domicilio, equiparano l’agriturismo – questo vorrei sottolinearlo – alle attività di ristorazione, consentendo quindi l’attività di food delivery con l’utilizzo di piattaforme, che possono essere utilizzate da aziende specializzate, implementando di fatto una concorrenza agevolata a cui prima si accennava. Tale disposto modifica profondamente il concetto fondamentale dell’attività agrituristica e viene ben descritto nell’articolo 3, che recita “per attività agrituristiche si intendono esclusivamente le attività di ricezione ed ospitalità esercitate in azienda dagli imprenditori agricoli”, distinguendole così in modo netto da altre attività tipiche della ristorazione dei pubblici esercizi. Ricordiamo che è possibile chiedere le licenze.

    In conclusione, riteniamo che questo progetto di legge sia sbagliato nel metodo e nei contenuti e ne chiediamo lo stralcio. Anzi, ancora meglio, chiediamo di aprire una riflessione ampia sul mondo dell’agriturismo e della ristorazione.

    Io, però, vorrei anche soffermarmi su alcune riflessioni che prima venivano fatte. A chi, come me, vive la campagna – io abito a Monteveglio – e va in un agriturismo e chiede una merenda, il famoso cestino, perché va a fare un giro a piedi nei boschi o in mezzo alle vigne, gli viene dato, e basta. Non c’è bisogno di normarlo. Quello è l’asporto. Quando, invece, si chiede il food delivery, le consegne eccetera, posto che mi sembra di aver capito che sono state fatte da pochissime persone, quindi non so neanche se sia il caso di metterlo, ma al di là di quello io credo che andiamo a inserire una norma che permette una cosa forse più grande, perché cerchiamo sempre di allargare la maglia della legge del 2009, ovvero la possibilità, invece, di fare dei catering. Penso a quelli che sono vicino alle città, penso alle cerimonie, penso ai castelli. Allora, a quel punto si fa il food delivery, si porta tutta la bella roba, e allora è un altro lavoro, non è più attività agrituristica. Ma, allora, riandiamo a pensare la norma. Del resto, sono passati dieci anni da quando è stata fatta questa cosa. Ancora oggi non riusciamo a capire, per esempio, come mai a molti agriturismi, che dovrebbero fare cinquanta pasti più due ogni camera al giorno, viene data la possibilità di fare il calcolo base mensile, quindi vediamo 4.500 persone in questi bei prati. Benissimo. Però, chiediamo le licenze commerciali, così uno apre un’attività di ristorante. D’altronde, è ovvio che questo non è più lo spirito dell’agriturismo, ma è tutt’altro. Allora, diamo queste benedette licenze.

    È ovvio che questo molte associazioni non lo vogliono, perché si verrebbero a perdere tutti quei famosi finanziamenti a fondo perduto – badate, finanziamenti che mi hanno trovato perfettamente d’accordo – che hanno permesso di ristrutturare casolari, hanno permesso di ristrutturare corti, che probabilmente oggi sarebbero disabitate. Quindi, tutto quello che è stato fatto è stato fatto in un’ottima logica, che è quella di far vivere le campagne. Però, come diceva il relatore, ci vuole un equilibrio, e mi sembra che qui stiamo andando un po’ oltre.

    Io credo di amare il mio territorio come pochi e da sempre nella mia trattoria propongo solo vini dei Colli Bolognesi. È il mio modo per ringraziare – lo dico sempre – quegli agricoltori che ci tengono alle colline, che ci tengono i fossi puliti. Ebbene, questo è il nostro modo per ringraziarli. Ma abbiamo fatto di più in Valsamoggia, abbiamo fatto un’esperienza secondo me molto positiva. Qui continuo a percepire delle contrapposizioni. Ma è normale, perché uno fa una richiesta, uno ne fa un’altra. Noi, nel 2016, ci siamo costituiti dal notaio, abbiamo fatto le cose come dovevamo fare e abbiamo fatto un’associazione, e in questa associazione ci sono un’azienda agricola, un agriturismo, cinque ristoranti, tre produttori di vino, associazione nata per promuovere il nostro territorio in Italia e all’estero. Quindi, quando facciamo iniziative – le abbiamo fatte in Svizzera, a Monaco, a Londra – siamo in regola.

    Abbiamo aperto una partita IVA, facciamo le nostre iniziative, tutto quello che viene raccolto rimane dentro, perché da statuto serve per la promozione del nostro territorio. Anzi, faccio una battuta: se riusciste a tirare fuori qualcosina da questi fondi ci farebbe comodo, perché promoviamo il nostro territorio.

    La visione, secondo me, deve essere questa: dobbiamo stare tutti dalla stessa parte. In questo modo abbiamo una società agricola, abbiamo un agriturismo, abbiamo trattorie che vogliono promuovere un territorio, che vogliono si parli di Valsamoggia al di fuori dei nostri confini. Quello è l’obiettivo, non tirare di qua e tirare di là.

    In passato che cosa è successo? Andando a vedere bene queste modifiche alle leggi che vengono messe così, abbiamo visto che cosa hanno generato in passato. Si vede dai capelli bianchi che è un pezzo che sono nel commercio e ho notato che, a un certo punto, è stata data la possibilità agli agricoltori di vendere i prodotti che producevano lungo le strade. Il risultato qual è stato? Che abbiamo dei suk, abbiamo dei negozi che, di fatto, sono dei negozi. Sono nati perché dovevano vendere attività prevalente, ma questo è stato normato? No. Ancora oggi non ho capito qual è l’attività prevalente di questi negozi. Ebbene, quello che sta succedendo adesso grosso modo avrà queste ripercussioni. Se noi andiamo a mettere un food delivery senza capire come viene fatto, questo sarà un catering in futuro. Quindi, chiediamo che gli articoli 4, 5 e 6 del Capo II vengano stralciati, perché non li riteniamo idonei.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    La parola adesso, per l’ultimo intervento, a Guido Zama, direttore di Confagricoltura ER.

    Comunico, nel frattempo, che la consigliera Francesca Marchetti, che è venuta qui in sala, e il consigliere Marco Lisei stanno seguendo i nostri lavori.

    Prego, direttore Zama.

     

    ZAMA, Direttore Confagricoltura ER. Buongiorno a tutti.

    Non ripeto le cose che hanno già detto una serie di colleghi che sono intervenuti, ma mi vorrei soffermare su due o tre aspetti.

    Il primo aspetto è una nota positiva di una Regione che si è fatta carico di portare a casa le risorse che erano bloccate a livello nazionale e che le ha rimesse a disposizione del settore agricolo per cercare di supportare un’evoluzione delle imprese e un passaggio imprenditoriale del settore. Il settore latte, quello del Parmigiano, per la nostra regione è un settore strategico, ragion per cui aver portato a compimento l’impegno di riportare a casa le risorse e assegnarle a priori a un settore e confermarlo poi con un provvedimento è un percorso di serietà e di condivisione di percorso. Penso che, quando le cose sono definite e concordate insieme, siano le cose migliori, e la Consulta, che è un organo della nostra Regione, ha questo tipo di passaggio. Questo discorso vale anche per il settore bieticolo, che è stato considerato strategico.

    Mi permetto di fare un’annotazione sulla parte degli interventi che riguardano il sistema allevatoriale, perché è un sistema sul quale come Regione avevamo fatto, già dai tempi di Rabboni, un progetto di riorganizzazione strategica che prevedeva che il sistema, vivendo di risorse ministeriali e, quindi, centrali e oggi anche comunitarie, avesse la dotazione finanziaria sufficiente, per cui quello che era un meccanismo con cui la Regione girava – non stanziava, girava – dei soldi pubblici a questo sistema fosse superato una volta avviato il riassetto organizzativo.

    Io spero che questo provvedimento, che auspico sia una tantum, sia l’ultimo di un percorso di riassetto organizzativo istituzionale visto, lo ripeto, che sul settore ci sono svariate decine di milioni da parte del Ministero e della Comunità europea e che, pertanto, il percorso sia rivolto più a dare alle aziende le risorse da utilizzare per fare le scelte imprenditoriali che ritengono più adeguate e necessarie allo sviluppo delle loro aziende.

    Dobbiamo cominciare a far capire che abbiamo un sistema imprenditoriale che è in grado di decidere dove allocare le proprie risorse e abbiamo un sistema, che è quello della Regione, che si chiama della consulenza che ha proprio il fine di assegnare alle imprese le risorse, mettere a disposizione dei fondi per dare loro la possibilità di scegliere dove andare a collocarle. Quindi, spero che nel futuro, qualora vi siano delle risorse, siano allocate più su un capitolo di questo tipo, piuttosto che a priori su un soggetto rispetto a un altro.

    Passo al tema che rappresenta il focus di questo incontro. Se non ci fosse stato l’agriturismo, penso che il progetto di legge sarebbe andato molto più tranquillo e molto più spedito.

    Noi siamo una regione che deve fare dell’attrattività, come dice sempre il presidente, un punto di forza. Attrattività vuol dire riuscire a offrire al turista tutte le opportunità che ritiene più adatte o più confacenti alle proprie esigenze. Quindi, avere una rete di agriturismi che copre una determinata categoria di soggetti e presidia determinate zone del territorio e dare a questi soggetti l’opportunità di avere un reddito per rimanere aperti penso che sia un elemento che dobbiamo tutti porci. D’altronde, se siamo, come diciamo, una regione che vuole essere attrattiva e dobbiamo portare qui il turismo, non dobbiamo fare come i capponi di Renzo, beccarci fra di noi, ma dobbiamo insieme costruire tutte le opportunità che servono al sistema.

    Esistono dei sistemi, che sono – penso che l’attività del commercio li conosca bene – “Destinazione Emilia” o “Destinazione Adriatico”, che hanno proprio lo scopo di fare quelle sinergie e quelle iniziative comuni. Peccato che il mondo agricolo sia stato tagliato fuori. Allora, quando si fanno le battaglie di contrapposizione, non si può dire “una legge sì, una legge no”, ma forse conviene sedersi intorno a un tavolo e vedere che cosa si può fare insieme.

    Il food delivery è un fattore che, lo ripeto, come ha già detto la collega di Coldiretti, può creare opportunità. Dire che 800 aziende sono un elemento concorrenziale che può portare a far chiudere degli esercizi penso che sia una forzatura molto importante. Forse sarebbe meglio dire che le 25.000 aziende e le 1.000 aziende insieme possono fare politiche che vadano a coprire il fabbisogno di tutti. Vi posso assicurare che il delivery è stato fatto in un momento di emergenza per sopperire a delle richieste che venivano fatte dalla gente. Ora, dire alla gente che non può utilizzare certi strumenti penso che sia controproducente per tutti noi.

    Da ultimo, se vogliamo essere attrattivi rispetto alle regioni limitrofe, non possiamo avere sistemi che siano differenziati rispetto a quello che fanno gli agriturismi di Toscana, Lombardia, Piemonte e Veneto, dove mi risulta che anche lì ci sono commercianti ed esercenti che fanno le loro attività. Per cui, spero e auspico che la Commissione, quando farà le sue valutazioni sul progetto, tenga conto che dobbiamo far sì che la nostra economia vada avanti e non ci mettiamo a litigare fra di noi.

    Grazie.

     

    RONTINI. Grazie.

    Io non ho altre richieste di intervento da parte dalle associazioni, che ringrazio. Non sono stupita che ci sia un dibattito e una discussione. È normale quando su un progetto di legge si incontrano interessi tutti legittimi, ma che hanno natura diversa. Starà poi alla politica, starà al relatore consigliere Bulbi e al relatore di minoranza consigliere Facci provare a trovare una sintesi.

    Adesso chiederei all’assessore Alessio Mammi, che ringrazio nuovamente per aver partecipato ai lavori di questa udienza conoscitiva, di offrirci il suo punto di vista, concludendo così la seduta di oggi.

     

    ASSESSORE MAMMI. Grazie, presidente Rontini. Grazie a tutti gli intervenuti.

    C’è stato un bel dibattito, un bel confronto tra approcci e punti di vista diversi, che un libero dibattito, un libero confronto tra i Gruppi consiliari immagino cercherà di tenere in considerazione. Ho colto molto positivamente anche la richiesta da parte di tutti di lavorare insieme come sistema emiliano-romagnolo per cercare di valorizzarne le peculiarità, la qualità che il nostro territorio, il nostro ambiente offre. Spero che questo spirito costruttivo ci accompagni anche nei prossimi giorni e nelle prossime settimane nelle quali dovremo e dovrete prendere delle decisioni su questa proposta, che è appunto una proposta della Giunta regionale, che viene data all’Assemblea legislativa con l’intento di confrontarsi, ma anche di migliorarla ulteriormente.

    È una proposta di legge per me molto importante, anche se l’avete già descritta molto bene, quindi non sto qui a entrarci, perché è molto chiara e lineare. Fondamentalmente è una proposta di legge di natura economica, che stanzia una quantità di risorse davvero straordinaria, che non era prevista per il comparto agricolo, 24 milioni di euro, che io però ritengo dovuti per il settore agricolo e agroalimentare di questa regione, che nei mesi scorsi ha dimostrato, ancora una volta, di essere un comparto strategico, senza il quale le nostre comunità non sopravvivono.

    Salute e alimentazione sono due elementi fondamentali della nostra vita comunitaria, sociale e individuale. Allora, se diciamo questo, cosa che il Covid ha, ancora una volta, confermato, dobbiamo essere conseguenti nel momento in cui si assumono decisioni politiche, nel momento in cui si decide dove collocare delle risorse, nel momento in cui si decide come sostenere determinati comparti economici. Se riteniamo che il cibo e l’alimentazione siano irrinunciabili e imprescindibili e l’agricoltura che ne è alla base il settore primario che va sostenuto e accompagnato, allora è doveroso, secondo me, stanziare queste risorse, doveroso, ma non scontato.

    Del resto, è vero che queste risorse da diversi mesi erano state individuate, però è altrettanto vero che, nei mesi scorsi, è successo qualcosa di straordinario che ha attraversato il Paese, che ha un po’ ribaltato priorità e problemi, che ha aperto bisogni enormi in tanti settori e in tanti ambiti, tante necessità, tante esigenze nuove, che richiedono interventi, che richiedono attenzione, che richiedono risorse. Quindi, qualcuno poteva anche dire di distribuire diversamente queste risorse. Invece, c’è stata – credo – molta coerenza da parte del presidente Bonaccini. Devo ringraziare anche i colleghi di Giunta, che hanno sostenuto e approvato questo progetto all’unanimità. Tutti quanti hanno convenuto che fosse giusto riconoscere questi aiuti diretti e gli aiuti indiretti che vengono dati da questa modifica alla legge regionale sugli agriturismi.

    Sugli aiuti diretti è già stato detto tutto dal relatore e dagli interventi: 24 milioni di euro sul lattiero-caseario e sul settore bieticolo saccarifero. Noi paghiamo un prezzo altissimo per la decisione scellerata di anni fa che ha distrutto la produzione dello zucchero nel nostro Paese. Dobbiamo cercare di inseguire e recuperare questo danno che è stato fatto e noi in Emilia-Romagna abbiamo una grandissima responsabilità perché l’ultima impresa che produce zucchero è nel nostro territorio. Quindi, questo milione e mezzo credo che dia una risposta importante ai produttori di barbabietola.

    Così come il tema della sicurezza nelle aziende. Una delle prime questioni che mi sono state poste quando sono diventato assessore è stata proprio la necessità di interventi che aiutassero sistemi di antintrusione, allarmi, insomma misure che proteggesse gli impianti, le aziende, gli strumenti, proprio perché quelli sono il frutto di tanto lavoro, di tanto impegno e anche di risorse pubbliche spesso. Quindi, cerchiamo di aiutarli attraverso questo bando, intanto stanziando un milione e mezzo di euro, poi possibilmente cercando anche di incrementarlo.

    C’è poi il tema degli agriturismi. Come ho detto, il provvedimento è innanzitutto un provvedimento di sostegno economico al comparto agricolo e agroalimentare. Tuttavia, noi possiamo aiutare il comparto agricolo anche in modo indiretto, cioè consentendo alle nostre imprese agricole di essere competitive e di avere quell’elemento fondamentale che gli consenta di stare in piedi, che è il reddito. Quando mi è stato chiesto di fare il programma di mandato e di metterlo nel programma presentato dal presidente Bonaccini, al primo punto ho scritto il reddito. D’altronde, se le imprese non hanno reddito, non stanno in piedi. Il reddito si raggiunge attraverso tanti interventi, efficienza, riduzione dei costi, a partire da quelli energetici, ma lo si raggiunge anche rendendo l’azienda competitiva e multifunzionale. Multifunzionale significa semplicemente una cosa: consentire all’azienda agricola di avere altre attività, oltre a quelle di base, tipiche di un’azienda che produce beni agricoli, e quindi di poter produrre energia o di poter fornire dei servizi o di poter svolgere attività ricettive o di ristorazione, che hanno, però, determinati limiti e una determinata regolamentazione come quella turistica. Insomma, la multifunzionalità serve a sostenere il reddito e la competitività delle imprese agricole.

    Oltre, quindi, al contributo diretto, intanto la decisione di inserire nel progetto di legge la possibilità della consegna a domicilio nasce da una richiesta che le associazioni agricole hanno formulato. A me hanno insegnato che, quando vengono fatte delle richieste, vanno valutate con attenzione, prese in considerazione all’interno di un confronto, di un equilibrio generale, però anche sulla base di quello che è avvenuto. Ebbene, quello che è avvenuto nei mesi scorsi durante il lockdown, quando questa facoltà è stata data, non è stato uno stravolgimento degli equilibri generali economici del sistema. Durante il lockdown gli agriturismi hanno potuto fare consegne a domicilio, da noi come in tante altre regioni italiane, e questo non ha comportato criticità enormi, per una ragione anche molto semplice, e cioè che gli agriturismi, come veniva richiamato, sono collocati in gran parte in territori fragili della nostra regione. 700 su 1.200 sono in territori montani, in territori rurali, in territori con problemi di dissesto. Quindi, è evidente che il food delivery in quei territori è anche vantaggioso sul piano economico. È difficile che un agriturismo di montagna si possa permettere di organizzare un servizio di trasporto e di consegna domiciliare. E stiamo parlando di 700 su 1.190 che sono in queste aree più periferiche del nostro territorio.

    Noi pensiamo che possa essere un’occasione e un’opportunità per consolidare l’aspetto multifunzionale e anche una possibilità per un altro valore importante che, secondo me, va tutelato e difeso quando si parla di agricoltura, che è l’accesso diretto al mercato delle nostre imprese agricole. Del resto, se noi diciamo che l’agricoltura è un settore primario, che va salvaguardato per le ragioni che dicevo all’inizio e che il Covid ha ulteriormente testimoniato, noi dobbiamo fare in modo che le imprese agricole possano portare più facilmente sul mercato i propri prodotti, frutto del proprio lavoro. Attraverso l’agriturismo e attraverso il delivery questo è più facilmente possibile.

    Oggi succede questo: su 10 euro che una persona spende in cibo 2 euro vanno all’impresa agricola. Questo ci consegna un grande tema di come noi riusciamo anche a redistribuire meglio dentro le filiere la catena del valore, cioè di come facciamo in modo che l’impresa agricola abbia un riconoscimento maggiore del proprio lavoro.

    Io credo che sia una proposta di buonsenso. Naturalmente quello a cui la Giunta tiene in particolar modo è l’aspetto economico di questo progetto di legge, e cioè che questi finanziamenti vadano avanti nel tempo più breve possibile e che possano nel più breve tempo possibile arrivare a migliaia di imprese agricole, che li attendono, utilizzando anche il principio dello scorrimento della graduatoria, che è il sistema che abbiamo preferito, anche di concerto con la Consulta agricola. Colgo l’occasione per ringraziare le associazioni agricole che non solo sono intervenute, ma ci hanno accompagnato in tutti questi mesi con proposte e con un confronto continuo.

    Questo, quindi, è l’aspetto a cui più teniamo. Sugli altri aspetti, quelli normativi e sull’agriturismo, confrontiamoci liberamente. Ciascuno ha le sue idee e le sue posizioni. Le mie sono note e sono scritte in questo progetto di legge. Così come ho visto anche qualche considerazione che è stata fatta in questo dibattito e io, l’Assessorato e la struttura tecnica siamo pienamente disponibili anche ad aumentare i livelli di controllo rispetto al sistema agrituristico. Da questo punto di vista nessuno si tira indietro. Se ci sono storture, se ci sono situazioni meritevoli di approfondimento, l’Assessorato all’agricoltura… Il compito di vigilare e controllare è in capo ai Comuni, come sapete, perché ai Comuni spetta l’attività di controllo sulla materia commerciale e, quindi, anche sugli agriturismi. Però, noi con le nostre strutture siamo a disposizione. Tuttavia, non può essere che situazioni di abuso o comportamenti scorretti comportino direttamente un danno per tutto il sistema, un sistema fatto di 1.200 agriturismi, che sono imprese agricole, che difendono il territorio, tutelano aree che spesso vivono difficoltà e rappresentano culture e identità, ma soprattutto futuro, come è stato dimostrato in questi mesi, e sono, secondo me, presìdi, oltre che economici e sociali, anche culturali, che dobbiamo continuare a sostenere. Se ci sono falle nel sistema, andiamo a vedere dove sono e controlliamo e verifichiamo, ma non danneggiamo tutti gli altri, perché questo sarebbe sbagliato.

    Vi ringrazio delle vostre riflessioni e auguro buon dibattito e buon lavoro ai componenti dell’Assemblea.

     

    RONTINI. Grazie, assessore.

    Ringrazio tutti gli intervenuti, il relatore consigliere Massimo Bulbi e il relatore di minoranza consigliere Michele Facci.

    La Commissione è aggiornata a lunedì prossimo per la discussione generale e l’esame del provvedimento. Ricordo che, se volete supportare ulteriormente le vostre posizioni facendoci arrivare la copia del vostro intervento o altre note e osservazioni, sarà premura della Segreteria della Commissione inviarle a tutti i consiglieri.

    Buon pomeriggio.

     

     

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