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Legislatura XI - Commissione V - Resoconto del 29/10/2020 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 21

    Seduta del 29 ottobre 2020

     

    Il giorno 29 ottobre 2020 alle ore 10,00 è convocata, in udienza conoscitiva con nota prot. n. AL/2020/21389 del 22/10/2020, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede della Presidente, della Vicepresidente e dei seguenti membri dei Gruppi assembleari: Felicori Mauro (BP), Pillati Marilena (PD), Taruffi Igor (ERCEP), Montevecchi Matteo e Pelloni Simone (Lega), Lisei Marco (FDI), Castaldini Valentina (FI), nonché degli altri partecipanti in via telematica ai sensi della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 3 del 27 marzo 2020.

    .

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    MARCHETTI Francesca

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    9

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Vicepresidente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    LIVERANI Andrea

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    6

    assente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    1

    presente

    BARCAIUOLO Michele

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    assente

    BERGAMINI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    COSTA Andrea

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    assente

    FELICORI Mauro

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    IOTTI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    6

    presente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    MALETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    assente

    PILLATI Marilena

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    STRAGLIATI Valentina

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    2

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

    Sono presenti i consiglieri: Simone PELLONI in sostituzione di Andrea Liverani, Roberta MORI e Manuela RONTINI (PD).

     

    È presente: Mauro FELICORI (assessore a cultura e paesaggio).

     

    Partecipano alla seduta: Zacchiroli Danilo (Assessore Comune di Anzola dell'Emilia), Raffa Flora (Dirigente Comune di Parma), Turricchia Roberta (Presidente regionale Associazione Italiana Biblioteche - Sezione Emilia-Romagna), Marco Gulinelli (Assessore Cultura, Musei, Monumenti Storici e Civiltà Ferrarese, Unesco del Comune di Ferrara), Ghirardini Cristina (responsabile Centro per il dialetto romagnolo Fondazione Casa di Oriani), Maurizio Ferretti (Direttore dell’Istituzione Bologna Musei), Francesca Masi (delegata dall'assessore Elsa Signorino del Comune di Ravenna).

     

    Presiede la seduta: Francesca MARCHETTI

    Assiste il segretario: Vanessa Francescon

    Funzionario estensore: Antonella Agostini

     


    DEREGISTRAZIONE INTEGRALE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

     

     

    1622 -Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: "Riordino istituzionale e delle funzioni regionali nel settore del patrimonio culturale". (Delibera di Giunta n. 1262 del 28 09 20)

     

     

     

    MARCHETTI Francesca. Dichiaro aperta la seduta.

    Procederei con l’appello dei componenti della Commissione V.

    Bondavalli Stefania, presente in sede.

    Liverani Andrea.

    Amico Federico.

     

    AMICO. Buongiorno, presidente.

    Presente.

     

    MARCHETTI Francesca. Barcaiuolo Michele.

    Bergamini Fabio.

    Castaldini Valentina, presente in sede.

    Costa Andrea.

     

    COSTA. Presente.

    Buongiorno.

     

    MARCHETTI Francesca. Buongiorno.

    Daffadà Matteo, presente.

    Fabbri Marco aveva problemi di connessione. Vediamo se sono stati risolti. Perfetto. Presente.

    Felicori Mauro, presente.

    Gibertoni Giulia.

    Iotti Massimo, presente. Ce l’ha segnalato in chat.

     

    IOTTI. Presente.

     

    MARCHETTI Francesca. Presente. Grazie.

    Lisei Marco, presente in sede.

    Maletti Francesca, presente.

    Mastacchi Marco.

     

    MASTACCHI. Presente.

    Buongiorno.

     

    MARCHETTI Francesca. Buongiorno.

    Montevecchi Matteo, presente in sede.

    Piccinini Silvia.

    Pigoni Giulia.

    Pillati Marilena, presente in sede.

    Rancan Matteo.

    Stragliati Valentina.

     

    STRAGLIATI. Presente.

     

    MARCHETTI Francesca. Taruffi Igor.

    Zamboni Silvia.

    Procedo all’appello dei non componenti della Commissione.

    Hanno già segnalato la loro presenza la consigliera Rontini e la consigliera Roberta Mori.

    Velocemente procedo all’elenco degli altri non componenti.

    Bargi Stefano.

    Bessi Gianni.

    Bulbi Massimo.

    Caliandro Stefano.

    Catellani Maura.

    Costi Palma.

    Delmonte Gabriele.

    Facci Michele.

    Marchetti Daniele.

    Montalti Lia.

    Mori Roberta, presente.

    Mumolo Antonio.

    Occhi Emiliano.

    Paruolo Giuseppe.

    Pelloni Simone.

    Pompignoli Massimiliano.

    Rainieri Fabio.

    Rontini Manuela, abbiamo già segnalato la sua presenza.

    Rossi Nadia.

    Sabattini Luca.

    Soncini Ottavia.

    Tagliaferri Giancarlo.

    Tarasconi Katia.

    Zappaterra Marcella.

    Invito i colleghi che magari si collegano durante la seduta a farcelo pervenire in forma scritta in chat.

     

    OGGETTO 1622

    Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: “Riordino istituzionale e delle funzioni regionali nel settore del patrimonio culturale”. (Delibera di Giunta n. 1262 del 28 09 20)

    (Relatrice consigliera Marilena Pillati)

    (Relatore di minoranza consigliere Marco Lisei)

     

    MARCHETTI Francesca. Do la parola alla consigliera di maggioranza Marilena Pillati per una breve introduzione rispetto al progetto di legge in discussione questa mattina, su cui abbiamo già degli interventi rispetto all’udienza conoscitiva programmatica, sul riordino istituzionale delle funzioni regionali nel settore del patrimonio culturale.

    Prego, consigliera Pillati.

     

    PILLATI. Grazie, presidente. Saluto l’assessore Felicori, i colleghi consiglieri e tutti coloro che sono collegati con noi via web.

    La scorsa settimana abbiamo dato avvio a quel percorso, che ci vedrà impegnati per alcune settimane, fino a giungere al voto nell’Assemblea legislativa, di questo progetto di legge d’iniziativa della Giunta.

    Voglio ringraziare tutte le persone che hanno voluto partecipare a questa udienza conoscitiva. Ci tengo, come relatore di maggioranza, ma in piena sintonia con il collega Marco Lisei, relatore di minoranza, a sottolineare che quello di oggi è per noi un appuntamento importante. Ascolteremo con attenzione i punti di vista, le opinioni, gli eventuali suggerimenti che chi oggi interverrà sceglierà di condividere con noi, anche, eventualmente, per apportare delle modifiche per migliorare il testo che verrà, poi, sottoposto al voto dell’Assemblea legislativa.

    Quello su cui vi chiediamo di esprimervi è un progetto di legge che ha a che fare con un tema importante, che a noi tutti sta molto a cuore: il nostro patrimonio culturale, un patrimonio che è fatto di arte, di cultura, ma anche di paesaggio e di ambiente, quel patrimonio a cui si è sempre dedicata l’intera attività dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, quell’ente pubblico regionale dotato di autonomia che, fin dalla sua creazione, nel 1974, si è concentrato sulla valorizzazione di questo patrimonio.

    L’Istituto ‒ lo abbiamo sottolineato anche nella riunione scorsa della Commissione ‒ costituisce certamente un’esperienza originale e unica, non solo nel nostro Paese, proprio grazie a quell’attività di ricerca e di valorizzazione del patrimonio e all’azione di consulenza e di servizio che ha prestato a favore della Regione, ma anche degli enti locali del territorio regionale.

    Il progetto di legge oggetto di questa discussione ci parla, però, e ci motiva la scelta di un diverso assetto istituzionale e organizzativo, che si basa sull’esercizio diretto da parte della Regione delle proprie funzioni in materia di patrimonio culturale, proprio quelle che da sempre hanno visto il coinvolgimento dell’Istituto, dell’IBC.

    Nella sua introduzione nella passata riunione della Commissione, l’assessore Felicori ci ha spiegato con chiarezza che per ridare slancio alle politiche sui beni culturali oggi è più funzionale un assetto istituzionale e organizzativo basato sull’esercizio diretto delle funzioni da parte delle strutture organizzative della Giunta, senza con ciò disconoscere la grande storia dell’IBC e il suo fondamentale e prezioso lavoro per la crescita delle politiche culturali in Emilia-Romagna.

    Avremo ‒ come dicevo all’inizio ‒ l’opportunità di fare riflessioni, approfondimenti e anche di ascoltare tanti punti di vista. Sono convinta che, nella piena garanzia della valorizzazione delle competenze e delle professionalità che sono all’interno di questo importante Istituto e nel confermare l’impegno della Regione sulle attività che sono state nel tempo sviluppate, davvero questa legge potrà essere l’occasione per rilanciare le politiche sul patrimonio culturale della nostra Regione.

    Grazie.

     

    MARCHETTI Francesca. Grazie, consigliera Pillati.

    Chiedo al consigliere di minoranza Lisei se vuole aggiungere qualcosa, per poi procedere agli interventi di chi si è prenotato da casa.

    Vorrei rassicurare tutti coloro che si sono prenotati per intervenire da casa che daremo loro la parola al termine della relazione, della breve introduzione del collega Lisei. Vi vediamo collegati. Grazie.

     

    LISEI. Assolutamente. Anzi, li ringraziamo. La funzione di questo passaggio del progetto di legge è proprio quella di ascoltare soggetti esterni all’Assemblea legislativa per raccogliere contributi e, eventualmente, suggerimenti per migliorare il testo di un progetto di legge che ‒ lo dico chiaramente ‒ va nella direzione, tra l’altro, auspicata dal centrodestra, anche nelle passate legislature, in occasione, purtroppo, di alcuni passaggi non proprio felici dell’Istituto.

    Condivido con la relatrice di maggioranza che questo è uno snodo importante, perché abbiamo la necessità di utilizzare uno strumento, all’interno dell’Assemblea legislativa, in modo più efficace di quanto poteva esserlo in passato. Questo anche per le persone che oggi ci lavorano e per le persone che oggi all’interno di quest’organo forniscono il proprio contributo. Oggi potranno usufruire, potranno avvalersi anche di una struttura sicuramente performante, come quella della Regione.

    Ascolteremo con piacere gli interventi, nella consapevolezza che l’obiettivo comune è quello di valorizzare un comparto fatto davvero di tanti gioielli, che vanno dai nostri musei alle nostre biblioteche, ad alcuni monumenti e palazzi storici. Sono gioielli che, purtroppo, non sempre riescono ad essere valorizzati come dovrebbero, non per responsabilità, ovviamente, degli amministratori locali, che anzi spesso si trovano da soli ‒ con risorse molto spesso limitate; sappiamo che i tagli hanno colpito in maniera molto pesante le Amministrazioni locali ‒ nella necessità di fare scelte e a volte anche di valorizzare (e per questo servono risorse) gioielli che hanno sui propri territori.

    Alcuni di questi gioielli ‒ non tutti, per carità ‒ sono inutilizzati e spesso rappresentano un costo per le Pubbliche amministrazioni e per le Amministrazioni locali. Se il progetto di legge porterà agli auspici che noi tutti abbiamo, ciò che oggi rappresenta un costo domani potrebbe essere una risorsa per tutti i territori. Ce ne sono davvero tanti che la nostra Regione credo possa valorizzare e utilizzare al meglio e meglio di quanto è stato fatto sinora.

     

    MARCHETTI Francesca. Ringrazio il consigliere Lisei, relatore di minoranza.

    A questo punto, cederei la parola a coloro che si sono prenotati questa mattina a seguito del DPCM entrato in vigore, l’ultimo di ottobre. L’udienza conoscitiva si terrà in forma telematica.

    Procedo a dare la parola in ordine rispetto alle prenotazioni che sono sopraggiunte questa settimana alla Commissione.

    Il primo intervento è della signora Raffa Flora, dirigente del Comune di Parma.

    Si prepari, dopo questo intervento, l’assessore comunale del Comune di Anzola dell’Emilia, Zacchiroli Danilo.

    Cedo la parola al dirigente del Comune di Parma. Prego.

     

    RAFFA, dirigente del Comune di Parma. Mi scuso, ma ci deve essere un errore. Non ho chiesto l’intervento, ma soltanto di partecipare in veste di uditore. Ci deve essere stato un errore di registrazione.

     

    MARCHETTI Francesca. La compilazione prevedeva una prenotazione di intervento. Chiedo scusa.

     

    RAFFA, dirigente del Comune di Parma. Chiedo scusa.

     

    MARCHETTI Francesca. Procedo con Zacchiroli Danilo, assessore del Comune di Anzola dell’Emilia.

    Danilo Zacchiroli lo vedo connesso.

    Si era prenotata anche la responsabile del Centro per il dialetto romagnolo, Ghirardini Cristina, ma chiedo un momento per verificare se chi si era prenotato prima, l’assessore Danilo Zacchiroli, è connesso. Altrimenti procediamo con il terzo intervento che era stato prenotato, quello di Turricchia Roberta.

    Prego. Buongiorno. Non la sentiamo. Non la sentiamo in sala. Vediamo se riusciamo a risolvere il problema. Chiedo scusa e anche un po’ di pazienza.

    Lei ci sente? Presidente? Sì. Noi non la sentiamo.

    Chiedo ai tecnici se possono intervenire.

    Purtroppo non la sentiamo in Commissione.

    Provi a parlare, Presidente Turricchia. Grazie.

    No, niente. Abbiamo avuto un cenno. Riproviamo.

     

    TURRICCHIA, presidente AIB Emilia-Romagna. Eccomi.

     

    MARCHETTI Francesca. Bene. Le chiediamo di alzare un po’ il volume, così la sentiamo meglio. Ci stiamo indirizzando nella direzione giusta.

     

    TURRICCHIA, presidente AIB Emilia-Romagna. Ho il volume al massimo, presidente.

     

    MARCHETTI Francesca. Bene. La sentiamo. Ha ancora un tono un po’ basso, però proviamo. Con attenzione recepiamo il suo intervento, le sue osservazioni.

    Prego.

     

    TURRICCHIA, presidente AIB Emilia-Romagna. Grazie mille. Buongiorno a tutti gli intervenuti.

    Rappresento l’Associazione italiana biblioteche e vi chiedo pochi secondi per parlarvi di questa associazione affinché sia chiaro qual è l’intento...

     

    MARCHETTI Francesca. Purtroppo la devo interrompere perché non la sentiamo in sede. Da casa so che si sente bene. Se può tenere il microfono vicino alla bocca, quello delle cuffie, cortesemente, proviamo anche questa soluzione.

    Riproviamo.

     

    TURRICCHIA, presidente AIB Emilia-Romagna. Riproviamo.

    Dicevo che rappresento l’Associazione italiana biblioteche.

    Mi sente?

     

    MARCHETTI Francesca. Purtroppo non la sentiamo. Proviamo a contattarla. So che stanno già provvedendo.

    Chiedo un attimo di pazienza, anche ai commissari in remoto e a chi deve intervenire.

     

    TURRICCHIA, presidente AIB Emilia-Romagna. Pronto? Il vostro tecnico mi ha chiamato. Si sente meglio?

    La Presidente non mi risponde.

    Io non vi sento più.

     

    MARCHETTI Francesca. Stiamo cercando di risolvere il problema con la presidente.

     

    TURRICCHIA, presidente AIB Emilia-Romagna. Presidente, riesce a sentirmi? Riuscite a sentirmi?

    Non riescono a sentirmi.

    Devo abbassare il volume del mio computer o quello che mi ha detto lei, dentro il pallino?

    Proviamo così?

     

    MARCHETTI Francesca. La stiamo sentendo.

     

    TURRICCHIA, presidente AIB Emilia-Romagna. Grazie, allora. Proviamo?

     

    MARCHETTI Francesca. Prego, dottoressa. Grazie.

     

    TURRICCHIA, presidente AIB Emilia-Romagna. Grazie a voi.

    Stavo cercando di dire che le osservazioni di oggi saranno comunque depositate. Rappresento l’Associazione italiana biblioteche. Vi vorrei illustrare brevemente l’attività dell’Associazione italiana biblioteche e il ruolo che ha nella professione, affinché sia chiaro il mittente di queste osservazioni.

    La nostra è un’associazione fondata nel 1930. È l’associazione nazionale riconosciuta che rappresenta le biblioteche, i bibliotecari e la professione in Italia e rappresenta anche la professione in varie sedi. È socio fondatore e rappresenta l’Italia in alcune federazioni internazionali, come l’IFLA, la Federazione internazionale delle biblioteche e delle associazioni bibliotecarie, ed EBLIDA. È membro di IBBY Italia, il nodo italiano dell’International board on book for young people. La sua attività importantissima nei confronti dell’eduzione e della lettura, anche nei confronti dei piccolissimi, è testimoniata dall’attività fondativa del progetto ‒ diventato poi programma ‒ “Nati per leggere”, che sicuramente conoscerete, che è stato creato negli anni Novanta dalla sinergia tra l’AIB, l’Associazione culturale pediatri e il Centro per la salute del bambino. Assieme all’Associazione nazionale archivistica italiana (ANAI) e alla sezione italiana dell’International council of museums, che è l’organizzazione dei musei e degli operatori museali, ha dato vita al MAB, un luogo di convergenza e di confronto tra le professioni, quindi tra musei, archivi, biblioteche e operatori.

    Fa parte dell’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, ed è membro permanente del Comitato scientifico dell’Associazione italiana di public history. È articolata in un Comitato nazionale e in sezioni regionali, i cui componenti sono eletti tra gli associati. Siamo tutti volontari, così come sono volontari i componenti di Commissioni, Osservatori, gruppi di studio e di lavoro. Operiamo tutti per la diffusione e il coordinamento dei servizi bibliotecari sul territorio, per l’accesso ai saperi, per lo sviluppo di moderni strumenti professionali su ciò che riguarda le biblioteche e i servizi informativi delle biblioteche, anche in ambito digitale, per la valorizzazione delle nostre professioni.

    È anche un editore professionale e ha una biblioteca piccola, ma specializzata e molto ben dotata all’interno della Biblioteca nazionale centrale di Roma. Cura una rivista scientifica che si chiama AIB Studi e il magazine AIB Notizie. Inoltre, anche le sezioni regionali spesso producono pubblicazioni in collane.

    Ha contatti, convenzioni in atto e collaborazioni con le Regioni, anche con la Regione Emilia-Romagna, con il MiBACT, per i vari progetti legati alla lettura, con il Ministero della giustizia, tramite un protocollo per la promozione dei servizi bibliotecari in carcere, con il MIUR e anche con altre associazioni, come l’Associazione italiana editori e Multimedia Italia.

    Credo di essere riuscita a farvi un brevissimo quadro di che cosa rappresenta l’Associazione italiana biblioteche.

    Per entrare nel merito delle osservazioni di oggi, vorrei premettere che con posta certificata del 21 settembre la sezione regionale dell’Associazione italiana biblioteche, sempre insieme all’articolazione regionale territoriale di ANAI, l’Associazione nazionale archivistica italiana, e la componente territoriale ICOM (International council of museums) regionale, ha richiesto all’assessore Felicori, tramite lettera, di poter conoscere e condividere il progetto culturale e anche organizzativo che ha indotto la Giunta ad avviare il procedimento di internalizzazione dell’IBC, chiamiamolo così, come si chiamava nel 1974, l’IBACN, affinché questo percorso potesse essere capito, condiviso e elaborato anche con i territori e i professionisti dei beni culturali. Auspicava, infatti, l’AIB un dibattito importante, un dibattito anche approfondito dal punto di vista scientifico e tecnico su un tema così importante e delicato, che comunque modifica una parte sostanziale della legge n. 18/2000, che normava in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali. L’IBC nasceva, infatti, nel 1974 ‒ come ha ricordato anche la consigliera Pillati ‒ ancor prima del Ministero dei beni culturali e ambientali, voluto da Spadolini. l’IBC è l’organo tecnico-scientifico e strumento della programmazione regionale nel settore dei beni artistici, culturali e naturali della nostra regione. La sua creazione non fu casuale, ma dovuta a una profonda e feconda riflessione scaturita dall’impegno civile, scientifico e professionale di studiosi, politici, persone. Aveva un proprio manifesto, che può essere riassunto nel libro di Andrea Emiliani Una politica dei beni culturali.

    Quindi, dietro la creazione dell’IBC vi è un […] culturale e politico fecondissimo. La sua organizzazione è stata riflettuta e strutturata. È un ente pubblico regionale autonomo, dotato di personalità giuridica, che ha proprio saputo garantire nel tempo la propria indipendenza tecnico-scientifica, un’indipendenza che la politica stessa ha consentito all’Istituto di garantire fino ad oggi. Questo si sposa con l’idea di una cultura [...]. Grazie alla propria autorevolezza, è riuscito a creare negli anni una reputazione, una leadership, un’autorevolezza, che sono state imitate da altre Regioni. È stato, quindi, un modello, grazie alla propria autonomia, ma anche grazie alla dotazione di funzionari che erano anche ricercatori, sono stati e sono esperti, con elevatissime competenze nelle materie loro assegnate. l’IBC è stato messo nelle condizioni di fornire consulenza qualificatissima sia alla Regione sia agli enti locali, di collaborare e integrarsi con biblioteche, musei, archivi, istituti culturali in genere sul territorio, Amministrazioni locali, ma anche Amministrazioni statali, associazioni professionali, università, enti di ricerca, con ricadute importantissime sull’organizzazione culturale dell’intero territorio.

    Al di là del progetto di legge, che ha ovviamente intenti normativi, mi pare che la richiesta dell’AIB, di conoscere il progetto di riordino, resti aperta. Per poter, al limite, contribuire, vorremmo capire le modalità con cui si intende conferire a questo nuovo servizio interno alla Regione un assetto che si riveli più efficiente di quello dell’IBC dal punto di vista organizzativo e funzionale, ma che nel contempo mantenga anche i requisiti di qualità e di efficacia che ha assicurato finora al sistema regionale. Naturalmente, anche su questi aspetti del riordino, l’AIB dà la propria disponibilità a un confronto.

    L’iniziativa di internalizzare questo Istituto è ormai un progetto di legge, rispetto al quale vorremmo comunque fare alcune osservazioni. Intanto, non si può che esprimere compiacimento per la cura con cui è stata redatta la relazione. È ricca di contestualizzazioni storiche e legislative. Si apprezza molto l’esplicita introduzione della funzione di promozione del libro e della lettura, anche se, ovviamente, rispetto alle sollecitazioni di questa funzione nel nuovo servizio, andranno definiti obiettivi precisi, perché il tema della lettura è amplissimo. Riguarda fasce di età dai bambini piccolissimi agli anziani. Quindi, vanno definiti obiettivi precisi sia per quanto riguarda i contenuti sia per la tipologia dei destinatari, che sono naturalmente disponibili a collaborare, immagino, o comunque andrebbero individuati in sinergia con i soggetti competenti della filiera educativa, culturale e sanitaria, che si occupano da sempre della lettura.

    Entrando nel merito dell’articolato ‒ scusate, prendo un attimo il progetto di legge ‒ l’articolo 1 definisce le finalità, spiega le finalità per le quali la Giunta propone un progetto di legge di riordino, che sono, fondamentalmente, la semplificazione e la razionalizzazione, tese a renderle maggiormente rispondenti alle competenze e alle funzioni regionali. A questo proposito, si ritiene utile sottolineare che semplificazione e razionalizzazione non dovranno, naturalmente, andare a danno o a detrimento dei livelli di autorevolezza, reputazione e competenza, soprattutto, che hanno contraddistinto l’Istituto, su cui mi sono già soffermata, e non dovranno tradursi in uno svilimento dell’autonomia tecnico-scientifica e gestionale, grazie alla quale l’IBC ha potuto operare. Bisognerebbe, quindi, che la legge di riforma stabilisse chiaramente che questo nuovo servizio deve essere dotato di una dirigenza di elevatissima competenza e indiscussa qualificazione, da reclutare mediante concorso pubblico. A questo proposito, è evidente che il nuovo servizio dovrà avere in maniera stabile, dal punto di vista del personale, tutte le competenze necessarie ad evadere le proprie funzioni.

    L’articolo 3, funzioni in materia di patrimonio culturale, non specifica una delle funzioni che è, invece, riportata, anche se in maniera un pochino più generica, all’articolo 6, che riguarda la formazione professionale. L’articolo 6, rispetto alla qualificazione professionale, al punto p) stabilisce, infatti, che la Regione promuove la formazione specialistica e l’aggiornamento degli operatori degli Istituti culturali. Auspichiamo un […], quindi un’azione più forte di cura della formazione dei professionisti degli Istituti culturali tramite formazione specialistica. Tra le funzioni manca qualsiasi riferimento alla valorizzazione e al monitoraggio del volontariato civile, che ha operato... C’era la possibilità e forse in alcuni istituti ha ricominciato ad operare. All’interno degli Istituti culturali vi è una grande collaborazione con le associazioni di volontariato. L’IBC aveva già, dal 2016 al 2017, un tavolo di lavoro per sviluppare linee di indirizzo per sostenere e migliorare le attività di volontariato all’interno di musei, archivi e biblioteche regionali. Tra queste funzioni, la Regione dovrebbe riconoscere, naturalmente, il contributo che i volontari apportano alla gestione del patrimonio culturale, perché comunque è un dato oggettivo, ma anche sorvegliare affinché i decisori politici mantengano la componente volontaria integrativa e mai sostitutiva del personale addetto agli Istituti culturali, che deve essere un personale appositamente formato per lavorare in biblioteche, archivi e musei.

    Passo all’articolo 4...

     

    MARCHETTI Francesca. Chiedo, gentilmente, se riusciamo a fare un po’ di sintesi, perché abbiamo altri interventi e i tempi si sono un pochino allungati.

    Prego.

     

    TURRICCHIA, presidente AIB Emilia-Romagna. Sì, ci avviamo alla conclusione. Ho solo mezzo articolo su cui pronunciarmi.

    Nell’articolo 4, tra le modalità di svolgimento delle funzioni, vengono indicati i contributi, gli interventi diretti, eccetera. A proposito dei contributi, si auspica che la selezione e la valutazione dei progetti oggetto di contributo, nel rispetto, ovviamente, degli obiettivi strategici regionali, siano affidate a Commissioni indipendenti, in maniera tale da far sì che i finanziamenti erogati siano riconducibili a progetti di adeguato valore scientifico. A questo proposito, si suggerisce che i criteri di concessione dei contributi siano approvati dalla Giunta su parere del Comitato scientifico.

    A proposito del Comitato scientifico, che è un po’ il cuore di questa proposta di legge, del punto n. 5, il dettato di legge lo definisce strumento della Giunta con funzioni consultive. L’AIB auspica che non abbia solo funzioni consultive, ma anche propositive e possa esprimere pareri vincolanti sulle scelte di carattere scientifico e culturale. Il numero dei componenti, le modalità di reclutamento, il tipo di qualificazione richiesta dovrebbero essere esplicite. In ogni caso, riteniamo che le associazioni dovrebbero far parte dell’ufficio di questo Comitato rappresentato sia da scienziati, quindi qualificati esperti, ma anche dal mondo delle professioni.

    Chiudo con l’ultimo articolo, il 7, che riporta le modalità con cui la Regione svolge le proprie funzioni. L’elencazione è ovviamente sostenuta dal verbo “può” che ovviamente è il verbo che riassume l’azione.

    Speriamo che questa azione vada comunque accompagnata dall’indicazione del criterio dei limiti con cui si esercitano le facoltà, ad esempio con il rafforzamento del Comitato scientifico con le prerogative che ha indicato.

    Ringrazio ancora. Mi scuso se mi sono dilungata, ma è un argomento veramente che sta a cuore a tutti i professionisti dei beni culturali, per [] che sono i cittadini.

    Grazie, presidente. Grazie a tutti. Depositerò le osservazioni.

     

    MARCHETTI Francesca. Grazie, presidente Turricchia. Grazie a lei del contributo.

    Visto che abbiamo avuto un inizio un po’ sul piano telematico complesso, invito i prossimi che interverranno a non superare i quindici minuti. Ricordo che è possibile inviare, anche in forma scritta, le osservazioni.

    Grazie molte della collaborazione.

    Cederei ora la parola alla presidente delle Confprofessioni dell’Emilia-Romagna, Pungetti Maria.

    Pungetti Maria non la vedo più collegata.

    Procederei, allora, con la responsabile del Centro per il dialetto romagnolo, Fondazione Casa di Oriani, Ghirardini Cristina.

     

    GHIRARDINI, responsabile del Centro per il dialetto romagnolo Fondazione Casa di Oriani. Buongiorno. Cercherò di essere il più breve possibile e di parlare anche meno di un quarto d’ora. Sono la libera professionista che con la Fondazione Casa di Oriani, a partire dalla fine del 2007, ha portato avanti il progetto del Centro per il dialetto romagnolo.

    Nell’ambito del Centro per il dialetto romagnolo abbiamo digitalizzato e catalogato le registrazioni sonore prodotte nel corso delle ricerche sul campo da dialettologi, studiosi delle tradizioni popolari, etnomusicologi, entro i confini linguistici della Romagna, grosso modo dai primi anni Settanta agli anni Novanta.

    Nel 2014, quando c’è stata l’abolizione e il successivo ripristino della legge sui dialetti, l’allora assessore regionale ci chiese di coordinare un progetto di archivio sonoro regionale; un progetto che abbiamo avviato insieme all’IBC. Fino all’anno scorso abbiamo avviato la digitalizzazione di fondi sonori che sapevamo essere presenti in Regione: il laboratorio di ricerca sociale di Bellaria, il Centro di documentazione montanara di Monghidoro, il Centro etnografico ferrarese e il Centro etnografico di Piacenza. È un fondo che si trova attualmente presso la Biblioteca Passerini Landi.

    Le digitalizzazioni di questi supporti sonori sono supporti analogici, sono stati fatti presso centri specializzati per il restauro audio. Ci siamo avvalsi del laboratorio musicale del Dipartimento di beni culturali di Ravenna in un primo momento, ma i casi più problematici – non mi sto a dilungare, ma i supporti analogici, specialmente i nastri magnetici, hanno problemi conservativi che è opportuno gestire con grande delicatezza prima di passare alla digitalizzazione – sono stati trattati insieme a centri specializzati nel restauro audio, in particolare il Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova e il laboratorio Mirage dell’Università di Gorizia.

    So che, parallelamente a questa nostra iniziativa, l’Istituto Peri di Reggio Emilia ha avviato la digitalizzazione di un fondo sonoro molto importante che è quello di Giorgio Vezzani, uno studioso che si è dedicato ai cantastorie e al Maggio Drammatico tra l’Emilia-Romagna e la Toscana.

    Chiederei che si desse continuità a questo progetto. Nel 2019, tra il 2018 e il 2019, i finanziamenti alla Fondazione Casa di Oriani sono stati interrotti, perché la dottoressa Moro aveva deciso di prendere questo progetto sotto la propria responsabilità per farne un’iniziativa di taglio regionale. Tuttavia, la dottoressa Moro si è dimessa, come tutti sappiamo, le auguro un’ottima carriera dove si trova ora, però questo progetto è rimasto un po’ nel nulla. Oltretutto, una cosa, secondo me, abbastanza grave è che i dati catalogati dalla Fondazione Casa di Oriani, accessibili al pubblico fino dall’inizio del 2020, ora non sono più consultabili perché le banche dati necessitano di manutenzione e non esiste più un interlocutore che sia responsabile della visibilità di questi dati. Inoltre, chiedo, come è da sempre, che queste copie conservative che noi abbiamo fatto in collaborazione con laboratori specializzati, siano conservate non in hard-disk presso le singole Istituzioni, ma che siano conservati in un repository digitale regionale, che dia maggiori garanzie di conservazione di questi dati.

    Faccio presente che la digitalizzazione dei supporti audio è un’attività non sempre economica, non sempre a buon mercato. L’IBC ha speso delle risorse pubbliche, non cifre astronomiche, ma comunque considerevoli, e vorrei che questo lavoro non andasse sprecato. Vorrei che non andasse sprecato. Non è una mia intenzione individuale, è un’esigenza delle Istituzioni che hanno partecipato a questo progetto. Sarebbe importante che fossero valorizzate queste digitalizzazioni già fatte, che si completasse la catalogazione e che si avviasse un progetto di coinvolgimento di tutte le realtà locali legate al dialetto, alla musica popolare, alle tradizioni, di valorizzazione e di messa in rete partecipativa di questi materiali, possibilmente con una ricaduta anche nella fruibilità e nelle iniziative locali.

    Ho concluso. Invierò una breve relazione scritta su quello che ho detto e per il momento vi ringrazio per l’attenzione.

     

    MARCHETTI Francesca. Grazie, dottoressa Ghirardini.

    Cederei ora la parola all’assessore del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli.

     

    GULINELLI, assessore del Comune di Ferrara. Buongiorno a tutti. Il mio intervento sarà molto sintetico. Parto dai ringraziamenti. Un saluto a tutti. È un momento complicato, perché stiamo aprendo anche una mostra domani. È un momento un po’ particolare, questo a conferma del fatto che, comunque, bisogna cercare di resistere mantenendo, ovviamente, sempre altissima la guardia.

    È chiaro che il fulcro della delibera va a definire lo scioglimento dell'IBA, dell’Istituto Beni Artistici, e anche dell'IBC. A questa forma di riacquisizione della Regione delle competenze e delle funzioni non possiamo che fare un plauso. Questo credo e auspico possa consentire anche una programmazione senz’altro più integrata, più efficace in materia di interventi di tutela e valorizzazione di un inestimabile patrimonio artistico, culturale e naturale che abbiamo in Emilia-Romagna.

    Colgo questa occasione per rinnovare l’auspicio che si possa, poi, anche realizzare un coinvolgimento attivo, specifico per quanto riguarda le politiche di programmazione, anche per i progetti futuri, da attuare con gli enti locali territoriali, che in moltissimi casi diventano, anzi sono proprietari oltre che dei monumenti, anche dei contenitori artistici di enorme pregio.

    Questa forma di progettualità con la Regione serve per tutelare e valorizzare sempre di più questi beni, anche con progetti originali. Noi abbiamo provato, anche al nostro interno, a cercare delle direzioni, che potremmo anche condividere con la Regione. Ci permette di posizionarci ‒ come Regione ‒ sempre più in alto nel panorama culturale italiano.

    Questo è il mio intervento sintetico. Sono molto contento di questa possibilità, che va a incrementare tutto quello che ho detto. Grazie ancora e buon lavoro a tutti. Io resterò come uditore fino al termine dell’audizione, della Conferenza.

    Grazie.

     

    MARCHETTI Francesca. Grazie, assessore Gulinelli.

    Provo a richiamare per l’intervento l’assessore Danilo Zacchiroli, che ho visto connesso. Prego.

    È saltata anche la connessione. L’assessore Zacchiroli non c’è. Cerchiamo di recuperare la linea.  

    Procediamo con il dottor Ferretti, direttore dell'Istituzione Bologna Musei.

     

    FERRETTI, direttore dell'Istituzione Bologna Musei. Buongiorno.

    Intanto specifico che sono direttore dell’Istituzione Bologna Musei, ma intervengo rappresentando la generalità del Comune di Bologna nelle sue articolazioni afferenti alla cultura.

    Vogliamo semplicemente condividere alcuni punti di attenzione. Questi passaggi sono sempre delicati, quindi vogliamo mettere in evidenza i valori che abbiamo percepito in questi anni di collaborazione con l’Istituto e che non vorremmo venissero meno. Gli stessi punti sono quelli su cui auspichiamo che questo passaggio possa portare anche a dei passi avanti, ad evolvere. Mi riferisco soprattutto alle funzioni che, di fatto, si sono esercitate, ossia creare infrastrutture ed economie di scala, di cui hanno beneficiato tutti i sistemi regionali, piccoli e grandi, mi verrebbe da dire. Penso al supporto tecnico e finanziario, che nel tempo abbiamo percepito avesse avuto anche una certa modulazione. Probabilmente è stato maggiormente rivolto a realtà più deboli, più bisognose di questo supporto. La cosa ha una sua logica, assolutamente. Sicuramente, però, è stata esercitata anche un’altra funzione, ossia quella di collaborazione, confronto e complementarità.

    È una funzione che, in realtà, ha una fortissima importanza, perché porta a quella dimensione di fattività, operatività ed efficacia di molte delle azioni. Se qui stiamo parlando di un’operazione ‒ ovviamente stiamo parlando di questo ‒ che ha un impatto forte nella dimensione della governance, la governance non rappresenta soltanto il quadro delle regole istituzionali, ma anche quello delle regole dei processi, delle regole delle relazioni.

    A questo proposito, vorrei evidenziare due o tre punti che sicuramente oggi si sono creati, probabilmente anche per prassi, lo sottolineo. Le prassi, quando ci si muove in maniera virtuosa e con spirito istituzionale, a volte vanno anche a compensare dove non ci sono delle definizioni normative e regolamentari così forti, ma non vanno, poi, perse. Il rischio di dispersione di modalità che, magari, non hanno avuto una cornice normativa o istituzionale forte c'è sempre in questi passaggi. Mi riferisco ‒ lo ribadisco ‒ proprio a una logica di collaborazione e complementarità. Sul concetto di complementarietà continuo a insistere, forse era già venuto fuori, mi pare, da qualche intervento precedente. Fatta salva sicuramente la necessità delle funzioni di coordinamento, di indirizzo, di promozione, che sono già esplicitamente richiamate, questo aspetto non deve andare perso. Questo perché abbiamo due o tre dimensioni da salvaguardare: quella della flessibilità del sistema, che si rivolge a realtà diversificate, e per dimensioni e perché alcune, magari, si trovano più isolate, mentre altre sono già in sistemi locali un pochino più integrati, e perché magari alle spalle hanno anche ‒ mi riferisco, per esempio, in particolare al mondo delle autonomie locali ‒ sistemi istituzionali, enti di riferimento con livelli di maturità organizzativa diversi.

    Le Istituzioni culturali che si sono trovate finora a dialogare con l’Istituto non sono uguali e hanno avuto bisogno di interlocuzioni che dovevano modularsi nella loro diversità. Non dico che oggi ci sia una situazione, da questo punto di vista, perfetta, ma la buona intenzionalità esiste, è una prassi. Credo che questo filone non vada perso, anzi vada potenziato in questo passaggio. Non lo trovo esplicitato nella norma, ma sinceramente non è che questo ci preoccupi. Le cose possono essere esplicitate e date per scontate, però il punto lo vogliamo sottolineare.

    D’altra parte, e vado rapidamente a concludere, questo aspetto comporta anche oggettivamente snellimento e sburocratizzazione dei passaggi. Anche nelle norme questo è un valore da salvaguardare. La velocità, la facilità di relazione sicuramente deve essere, semmai, migliorata, potenziata. Non dobbiamo rischiare di avere un momento di stasi per il passaggio istituzionale che possa irrigidire e far ripartire una storia daccapo, quindi far perdere un po’ di tempo a tutti.

    Questo vuole essere un intervento assolutamente di incoraggiamento e di puntualizzazione. La puntualizzazione c'è, e la sottolineo e si può riassumere, al di là dell’assetto di cornice istituzionale, con la necessità, nel percorso di passaggio, di un monitoraggio attento dei processi effettivi in corso, sia quelli formalizzati che quelli che si sono creati informalmente, oltre a una valutazione ovviamente da parte dell’ente regionale, che è titolare di questo percorso, in modo che non vada persa questa modalità che, negli anni, si è venuta a creare e che aveva portato a una maggiore efficacia nel tempo dell’azione.

    Ringrazio e saluto. Buon lavoro a tutti.

     

    MARCHETTI Francesca. Grazie, dottor Ferretti.

    Passerei al prossimo intervento della delegata dell’assessore Elsa Signorino, del Comune di Ravenna, Francesca Masi.

     

    MASI, delegata dell’assessore Elsa Signorino del Comune di Ravenna. Buongiorno. Vi ringrazio e porto l’apprezzamento e la gratitudine dell’assessore Signorino a questo coinvolgimento e a questo percorso davvero di cuore. Non è un ringraziamento formale. Io sarò molto breve, perché in parte alcune delle mie notazioni sono già state approfondite. Di fatto, rimane la gratitudine per il lavoro fatto dai colleghi dell’Istituto, rimane la memoria degli studi e del percorso che ha portato a questa innovazione dell’Istituto, una grande innovazione che ha accompagnato tutti noi anche dal punto di vista degli studi, almeno per quanto mi riguarda. Io sono nata studiandolo l’Istituto.

    Due cose brevissime, due domande brevissime. La prima riguarda il Comitato scientifico dell’articolo 5. È evidente come questo spostamento dell’iter a cui verrà sottoposta, per esempio, tutta la pianificazione museale, bibliotecaria e archivistica della legge n. 18, vede nel Comitato scientifico consultivo sulla Giunta un momento per noi molto importante dove davvero i valori scientifici e di merito vengono pesati e confrontati.

    Nell’articolo della legge naturalmente non c’è una specificazione rispetto, per esempio, alla rappresentanza. Si parla di competenza, ma, come veniva sottolineato nell’intervento precedente, ci sono pesi, competenze e tipologie di attività molto differenti in regione. Questo da un lato mette in evidenza la ricchezza di questa regione, dall’altro però, dal punto di vista della gestione, chiedo come vi possa venire garantito, con che criteri, con che tipo di interventi successivi, possa venir garantita la competenza rispetto alle diverse vocazioni, alle diverse dimensioni e anche alle diverse prospettive di sviluppo dei vari elementi della cultura regionale.

    È chiaro che non è la stessa cosa valutare una grande mostra di una grande città o per esempio il lavoro preziosissimo che si sta facendo sui dialetti o sulla memoria orale. Sono competenze diverse. Volevo capire come in questo Comitato scientifico che diventa un punto importantissimo in cui vengono messe in valore tutte le competenze connesse all’istruttoria, ma parallelamente vengono tradotte e vengono messe nella modalità che permetterà al Consiglio, all’Assemblea legislativa, di poterne dare valutazione, mi sembra un uno snodo importantissimo e quindi forse anche su questo sarebbe bene lavorare insieme, collaborare, integrare e capire come questo strumento possa essere veramente efficace e di sostegno non solo al percorso tra Giunta e Assemblea legislativa, ma anche nei territori.

    L’altra domanda, invece, e con questa chiudo, è rispetto all’abrogazione della legge n. 40, che è stata una legge molto importante per molti dei nostri territori, perché ha consentito di intervenire con contributi straordinari che hanno fatto la differenza tra l’eccellenza di una grande celebrazione e il barcamenarsi. Volevo capire se questi contributi straordinari vengono riportati nell’ambito di questa legge e a questo punto con che proporzione e quale tipo di percorso è stato pensato per quelli.

    Rinnovo il ringraziamento e chiudo il mio intervento.

     

    MARCHETTI Francesca. Grazie, dottoressa Masi, anche per essere rimasta dentro i tempi abbondantemente.

    Avevo prenotato ancora l’assessore Zacchiroli, a cui provo a ridare la parola. Lo vediamo collegato.

     

    ZACCHIROLI, assessore del Comune di Anzola dell’Emilia. Rinuncio all’intervento. Buongiorno.

     

    MARCHETTI Francesca. Rinuncia all’intervento. Va bene. La ringrazio.

    A questo punto, visto che sono terminati gli interventi, lascerei la parola all’assessore o al dottor Cottafavi. Ringrazio entrambi di essere stati qui presenti e aver seguito tutta la discussione. Ringrazio anche per i contributi che sono arrivati da tutti gli intervenuti.

    Ricordo anche agli uditori e a coloro che ci stanno seguendo che è possibile far pervenire alla Segreteria della Commissione, entro giovedì 5 novembre alle ore 12, ulteriori osservazioni anche in forma scritta in modo da arricchire la discussione e i contributi che porteranno poi all’approvazione della legge.

    Se non ci sono interventi, lascerei la parola all’assessore Felicori. Prego.

     

    FELICORI, assessore. Una risposta interlocutoria, perché leggeremo i contributi scritti, mediteremo anche le singole proposte e avremo tutto il tempo, la Giunta, gli uffici e i consiglieri, di raccogliere le sollecitazioni e anche le singole proposte tecniche che sono giunte. Quindi, in realtà, io ho una sola cosa da dire ed è questa. Ovviamente, in diversi interventi colgo una preoccupazione che c’è e c’è sempre quando c’è un cambiamento. Però, penso che si debba sempre rispondere all’oggetto della discussione. L’oggetto della discussione non è la storia dell’IBC. L’oggetto della discussione non sono i meriti dell’IBC. Il punto della discussione non è il giudizio su quanto l’IBC ha fatto, sul contributo che l’IBC ha dato alla ricerca, alla conoscenza, alla catalogazione dei beni culturali della Regione. Questo non è in discussione. Quello che è in discussione è una proposta della Giunta che ritiene che, in virtù di una serie di cambiamenti che sono avvenuti nel rapporto fra le Istituzioni, le ragioni per cui si era data una certa autonomia giuridica all’IBC sono state superate e oggi è più funzionale, più efficace, più rispondente agli obiettivi di tutela e valorizzazione dei beni culturali una modalità che corrisponde, come giustamente diceva la consigliera Pillati, ad una gestione diretta di queste responsabilità da parte della Regione. Questo è in discussione.

    In sostanza, il tema di cui parliamo è per quanto l’IBC abbia fatto bene noi riteniamo che oggi si possa fare di più e meglio nello svolgimento dei beni culturali. Quando sento le preoccupazioni per le cose che cambiano tornerei sempre alla questione fondamentale che non è noi che guardiamo noi stessi, noi che parliamo di noi stessi, le Istituzioni che si guardano allo specchio. Il tema fondamentale è la corrispondenza delle Istituzioni con le questioni sociali che abbiamo di fronte. Ovviamente, sono compiaciuto, ci mancherebbe, faccio parte anche biograficamente della storia amministrativa di questa città e di questa regione, città Bologna e regione Emilia-Romagna che ho servito in diversi modi.

    Vivo con orgoglio tutti i risultati che sono stati conseguiti, ma resta – per fare un esempio che ha a che fare con il tema bibliotecario – che gli indici di lettura del nostro Paese sono fra i più bassi d’Europa. Quindi, io non penso che dobbiamo perdere tempo a dire quanto siamo stati bravi, ma dobbiamo dedicare il nostro tempo a dire per quanto bravi siamo stati che cosa dobbiamo fare oggi per conseguire questi obiettivi, che sono l’obiettivo fondamentale di lottare contro la diseguaglianza culturale, che è una parte chiave, forse la più importante, della diseguaglianza sociale nei Paesi occidentali.

    Benissimo il compiacimento, ma il compiacimento deve fare posto anche ad una determinazione di azione che è la ragione per cui noi abbiamo immaginato, e ovviamente tocca a noi dimostrarlo…

    Se qualcuno mi chiedesse se sono sicuro che andrà così, io risponderei di no, ma sono assolutamente convinto che il nuovo sistema di governance che abbiamo ideato può essere più efficace, perché è un sistema più corto, un sistema più diretto. Non a caso è la modalità che, quando non ci sono altre ragioni, la Regione usa per fare le cose che vuole fare. È la ragione che tutte le Amministrazioni d’Europa usano per fare le loro cose. Ho fatto l’esempio dei libri, voglio fare un altro esempio che ha a che fare con i beni culturali, così completiamo.

    Da chi ho imparato che le case coloniche dell’Appennino erano un bene culturale tanto quanto i Palazzi Senatori di Bologna? Io l’ho imparato dagli emiliani.

    Da assessore mi capita di girare per le campagne. È uno strazio vedere la quantità di beni culturali formidabili che sono ormai persi per sempre. Possiamo dire che i beni culturali in Emilia-Romagna sono gestiti male? Assolutamente no. Noi, lo Stato, i Comuni, la Chiesa, le università. Pensate cosa hanno fatto le università nei centri storici. Abbiamo fatto un lavoro enorme. Però, io metto l’accento su quello che ci resta da fare. Cosa siamo venuti a fare qui in Regione, eletti un anno fa, a dire che siamo bravi? Siamo stati bravi, ma ne abbiamo di cose da fare!

    Mi scuserete se rispondo solo politicamente al discorso, ma perché avremo tempo di affinare tutte le cose. L’unica domanda a cui intendo rispondere è quella della dottoressa Turicchia che chiede qual è il progetto culturale. È una domanda che non è pertinente con l’argomento di cui discutiamo. Il progetto culturale allo stato attuale è quello che l’IBC aveva già. Con la nuova governance potrà cambiare, potrà migliorare. Non è che cambiamo perché non ci va bene il programma culturale dell’IBC. Noi cambiamo governance supponendo che da questa nuova governance verrà fuori non tanto un programma culturale più raffinato, ma verrà fuori una capacità di attuazione di quel programma culturale enormemente più forte di quella che abbiamo avuto finora. È sull’aspetto dell’efficacia che noi mettiamo l’accento.

    Ringrazio tutti per i contributi, quelli di maggior sostegno, come quello dell’assessore Gulinelli, che ringrazio, quelli che hanno espresso preoccupazioni. Le preoccupazioni fanno bene anche noi, perché anche riflettere fa bene. Ogni giorno riflettiamo se stiamo facendo bene, se stiamo esagerando, se stiamo sbagliando. Fa parte del nostro lavoro.

    Ringrazio comunque tutti. Abbiamo davanti tanto tempo. Oggi abbiamo ascoltato la società professionale della nostra Regione. Ringrazio tutti. Quello a cui non ho risposto oggi avrà risposta nel lavoro dei prossimi giorni. Prenderemo seriamente in considerazione tutti i contributi, anche quelli che verranno.

    Grazie.

     

    MARCHETTI Francesca. Grazie anche all’assessore Felicori.

    Dichiaro chiusa la seduta ringraziando ancora tutti gli intervenuti anche per la pazienza, visto che la modalità telematica alle volte è un po’ complessa, ma siamo riusciti credo ugualmente ad affrontare il dibattito raccogliendo tutte le sollecitazioni.

    La seduta è chiusa. Vi auguro buona giornata.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

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