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Legislatura XI - Commissione IV - Resoconto del 15/12/2020 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 23

    Seduta del 15 dicembre 2020

     

    Il giorno 15 dicembre 2020, alle ore 9,30, è convocata, con nota prot. n. AL.2020.25783 del 9/12/2020, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali che si svolge in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede, della Presidente, dei Vicepresidenti Francesca Maletti e Daniele Marchetti  e dei seguenti membri dei Gruppi assembleari: Simone Pelloni e Valentina Stragliati (Lega), Michele Barcaiuolo (FDI), Stefania Bondavalli (BP), Stefano Caliandro, Francesca Marchetti, Lia Montalti, Roberta Mori, Giuseppe Paruolo, Marilena Pillati, Manuela Rontini, Katia Tarasconi (PD), Valentina Castaldini (FI), Silvia Piccinini (M5S), Federico Amico e Igor Taruffi (ERCEP), nonché degli altri partecipanti ai sensi della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 3 del 27 marzo 2020.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Vot

    o

    SONCINI Ottavia

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

       presente

    MALETTI Francesca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

        presente

    MARCHETTI Daniele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    6

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    1

    presente

    BARCAIUOLO Michele

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    BERGAMINI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

        assente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    COSTA Andrea

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    3

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PARUOLO Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PILLATI Marilena

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    RONTINI Manuela

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    STRAGLIATI Valentina

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    2

    presente

    TARASCONI Katia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

     

    Sono altresì presenti le consigliere Maura Catellani e Palma Costi.

     

    Sono presenti: Elly Schlein (Vicepresidente assessore a contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica: patto per il clima, welfare, politiche abitative, politiche giovanili, cooperazione internazionale allo sviluppo, relazioni internazionali, rapporti con l'UE); Raffaele Donini (Assessore alle politiche alla salute); Paolo Calvano (Assessore al bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale).

     

    Sono altresì presenti: Kyriakoula Petropulacos, Responsabile Direzione Generale Cura della persona, salute e welfare, nonché Asp Reggio Emilia Città delle Persone (Cispel), Asp Bassa Romagna  (Cispel), Asp Charitas Modena (non Cispel), Asp Progetto Persona (Cispel), Asp Sociale Sud Est (non Cispel), Asp del Delta Ferrarese (Cispel), Asp Magiera Ansaloni (Cispel), Asp Città di Bologna (Cispel), Asp Seneca (non Cispel), Casa di Riposo Pietro Zangheri (Cispel), Asp Comuni Modenesi Area Nord (Cispel), Asp Ad personam (non Cispel), Asp Città di Bologna (Cispel), Asp del Rubicone (non Cispel), Asp Cav Marco Rossi Sidoli (non Cispel),  ASP Terre d’Argine (non Cispel), Asp Distretto di Fidenza (Cispel), Asp Ravenna Cervia e Russi (Cispel), Asp Patronato pei Figli del Popolo e Fondazione S. Paolo e S. Geminiano con sede a Modena (non Cispel), Asp Sartori (Cispel), Asp Città di Piacenza (non Cispel), Asp Circondario Imolese (non Cispel), Asp “Pianura est (non Cispel), Asp Romagna Faentina (Cispel), Sergio Frattini (Presidente di Cispel ER).

     

     

    Presiede la seduta: Ottavia Soncini

    Assiste la segretaria: Annarita Silvia Di Girolamo

    Funzionario estensore: Angelo Baratelli


     

     

    -     Audizione delle ASP dell'Emilia-Romagna in merito a: "L’impatto dell’emergenza COVID 19 sul sistema delle ASP in riferimento agli aspetti economici-finanziari".

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno a tutti e a tutte.

    Direi di iniziare, come di consueto, con l’appello.

    Amico Federico, è presente in sala della Commissione.

    Barcaiuolo Michele.

    Bergamini Fabio.

    Bondavalli Stefania.

    Caliandro Stefano.

    Castaldini Valentina, presente in sala della Commissione.

    Costa Andrea.

    Gibertoni Giulia.

    Lisei Marco.

    Maletti Francesca, presente in sala.

    Marchetti Daniele, presente in sala.

    Marchetti Francesca.

    Mastacchi Marco.

     

    Consigliere Mastacchi

    Presidente, buongiorno.

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno, Consigliere.

    Montalti Lia, presente in sala.

    Mori Roberta.

     

    Consigliera Mori

    Presente, buongiorno.

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno, Consigliera.

    Paruolo Giuseppe. Consigliere, vedo arancione, però è presente.

    Buongiorno, consigliere Paruolo, ora la vedo.

    Pelloni Simone.

    Piccinini Silvia.

     

    Consigliere Pelloni

    Sì, presente.

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno, Consigliere.

    Piccinini Silvia. L’avevo vista anch’io, presente.

    Pigoni Giulia. Buongiorno, consigliera.

    Pillati Marilena. Buongiorno, presente in sede.

    Rontini Manuela, presente in sede.

    Rossi Nadia. Buongiorno, Consigliera.

    Stragliati Valentina, presente in sede.

    Tarasconi Katia.

    Taruffi Igor, presente in sede.

    Zamboni Silvia.

    Richiamo i consiglieri che non hanno risposto all’appello.

    Barcaiuolo Michele.

    Bergamini Fabio.

    Bondavalli Stefania, presente in sede.

    Caliandro Stefano.

    Costa Andrea.

    Gibertoni Giulia.

    Lisei Marco.

    Marchetti Francesca.

    Tarasconi Katia.

    Zamboni Silvia.

    Segnalo la presenza della Consigliera Maura Catellani e segnalo la presenza da remoto della Consigliera Palma Costi.

    Abbiamo il numero legale.

     

    Presidente Soncini

    Ora saluto le ASP che partecipano oggi alla seduta pubblica della Commissione Politiche per la salute e politiche sociali dal titolo “L’impatto dell’emergenza Covid-19 sul sistema delle ASP in riferimento agli aspetti economici-finanziari”.

    Saluto in particolare – ci tengo, perché è corretto salutarle una ad una – l’ASP Reggio Emilia Città delle Persone, ASP Progetto Persona, ASP Sociale Sud Est, ASP del Delta Ferrarese, ASP Magiera Ansaloni, ASP Cesena Valle Savio, ASP Città di Bologna, ASP Seneca, Casa di riposo Pietro Zangheri, ASP Comuni Modenesi Area Nord, ASP Ad personam, ASP del Rubicone, ASP Cav Marco Rossi Sidoli, ASP Terre d’Argine, ASP Distretto di Fidenza, ASP Ravenna, Cervia e Russi, ASP Patronato pei Figli del Popolo e Fondazione S. Paolo e S. Geminiano con sede a Modena, ASP Sartori, il Presidente di CISPEL Emilia-Romagna, ASP Città di Piacenza, ASP Circondario imolese, ASP “Pianura Est”, ASP Romagna Faentina, ASP del Delta Ferrarese che ho già nominato.

    Ecco, queste sono le ASP presenti oggi in Commissione, quindi da remoto. Se qualche ASP si è aggiunta ai nostri lavori vi prego di segnalarlo anche in chat.

    Consentitemi di ringraziare la segreteria della Commissione per aver organizzato un’audizione non semplice, soprattutto in tempi di attività da remoto, quindi la dottoressa Di Girolamo e Laura Veronesi. Ringrazio i tecnici che hanno consentito anche a tutti i partecipanti di potersi collegare. È la prima audizione delle ASP fatta da questa Commissione. In passato ci furono udienze conoscitive sempre legate a progetti di legge. Saluto e ringrazio gli assessori presenti, poiché sapete che in audizione non è dovuta la loro presenza, ma è sicuramente segno di attenzione. Quindi, mi fa piacere salutare l’Assessore Donini e la Vicepresidente Schlein, entrambi collegati da remoto, che seguono i nostri lavori. È qui presente in sala l’Assessore Paolo Calvano. Ringrazio la Direttrice Petropulacos.

    La seduta, come deciso dall’Ufficio di presidenza della Commissione, prevede la seguente scaletta: interventi delle ASP. Noi avevamo chiesto e previsto due interventi per le ASP facenti parte della rete CISPEL e due interventi per le ASP che non fanno parte della rete CISPEL. In realtà, ci sono stati comunicati due interventi per le ASP CISPEL e uno per le ASP non CISPEL. Questi sono gli interventi programmati, in totale tre interventi.

    Ci sarà poi l’intervento della Direttrice Petropulacos per fare il punto della situazione tecnica sulle iniziative messe in campo dalla Regione; gli interventi dei consiglieri, in un tempo contingentato, come sapete, di 80 minuti. Ciascun Gruppo consiliare ha ricevuto il tempo che ha a disposizione. In conclusione, gli interventi degli assessori.

    È stato inviato ai componenti della Commissione tutto il materiale che ci è stato mandato dalle ASP ai fini di questa audizione.

    Lasciatemi semplicemente cogliere l’occasione per ringraziare le ASP per il loro lavoro quotidiano. Sono aziende che si impegnano a garantire a tutti i cittadini servizi di qualità, con una forte propensione all’innovazione e all’implementazione dell’offerta. Per noi le ASP sono uno straordinario presidio territoriale; sono capaci di coniugare attenzione alla persona, qualità del servizio, innovazione e flessibilità, ma anche sono diffusori di valori culturali. Le ASP disseminano valori per me, per noi, estremamente importanti, come il prendersi cura dell’altro – penso anche alla centralità del pubblico nella programmazione e nella gestione dei servizi socioassistenziali – e richiamano anche la necessità di una governance territoriale.

    Viviamo un’epoca complicatissima, in cui è tornato – io credo – al centro del dibattito, anche in questa pandemia, il valore della fragilità che si manifesta nella vita di una persona con disabilità, di una persona anziana, di un bambino, di una persona che perde il lavoro, di un giovane che non ha un futuro chiaro davanti a sé. E per qualcuno la fragilità è un valore da tenere distante, perché può fare paura. Va di moda il modello vincente, di chi ce la fa; non va di moda parlare di chi resta indietro. Ma la fragilità deve essere il primo valore da cui parte il nostro modo di essere comunità. O una comunità si occupa delle persone fragili o non è comunità.

    In questi mesi i Comuni, le ASL, le ASP, la cooperazione sociale hanno lavorato insieme in emergenza, poi nella ripartenza, poi di nuovo in emergenza, cercando di interpretare al meglio il loro ruolo per l’interesse generale della comunità. La Regione, per il suo ruolo e le sue competenze, è stata al loro fianco. Oggi siamo qui per parlare di un tema specifico, ovvero le ASP manifestano delle sofferenze; le manifestavano anche in epoca pre-Covid. Ora la condizione si è ulteriormente complicata, come per tutte le altre società afferenti ai settori colpiti dalla pandemia. Quindi, qual è la situazione delle ASP, quali le aspettative delle ASP verso la Regione, quali le risposte della Regione. Sono argomenti rilevantissimi, da sempre priorità di questa Regione. Penso alla quota di Fondo regionale per la non autosufficienza attribuita alle gestioni speciali ASP; penso all’impegno economico aggiuntivo della Regione in questo periodo. Sono tutte priorità che intendiamo conservare e mantenere al centro dell’azione politica della Regione.

    A questo punto direi proprio che iniziamo con gli interventi, essendo appunto audizione delle ASP, di coloro che hanno programmato l’intervento.

    Iniziamo con Raffaele Leoni, presidente ASP Reggio Emilia Città delle Persone. Prego.

     

    Presidente Leoni

    Presidente ASP Reggio Emilia Città delle persone.

    Buongiorno a tutti. Mi sentite?

     

    Presidente Soncini

    Sì, la sentiamo bene. Spero anche che riusciamo a vederla. Aspetti un attimo. Presidente, aspetti un attimo. Ecco, io la vedo dal pc, quindi da remoto la vedono. Qui in sala non la vediamo.

     

    Presidente Leoni

    Presidente ASP Reggio Emilia Città delle persone.

    Io ho attivato tutto, tutte le funzioni.

    Mi dica lei quando posso partire.

     

    Presidente Soncini

    Sì, un attimo.

    Presidente, mi sente? Farei così, le chiederei di partire perché comunque da remoto la vedono tutti bene. Qui in sala i tecnici stanno cercando di fare in modo che anche dalla sala i consiglieri che sono qui presenti la possano vedere. Però, intanto direi che la sentiamo bene, quindi può partire con il suo intervento. Grazie.

     

    Presidente Leoni

    Presidente ASP Reggio Emilia Città delle persone.

    Grazie a lei, presidente. Grazie a tutti voi per l’occasione che ci fornite. Io parlerò a nome delle ASP associate a CISPEL. Sono 21 su 38 ASP. Come forse è noto, le ASP sono una realtà molto differenziata per dimensione, volumi di attività, servizi gestiti. Tuttavia, abbiamo molti problemi in comune e, per le ASP associate a CISPEL, si è sempre cercato di operare, anche nella costruzione delle nostre posizioni, nella rappresentanza delle aspettative, dei bisogni o delle richieste delle ASP, di lavorare anche con le aziende non associate, come dimostra, nel materiale che abbiamo inviato alla Commissione, del quale vi sono grato, anche un’indagine che noi stessi abbiamo condotto su tutte le ASP per vedere la situazione della tassazione IRAP.

    Il tema, come ha detto lei, della sostenibilità delle ASP, è un tema che ci accompagna da molti anni, e sicuramente la vicenda della pandemia lo ha solo aggravato, anche di molto. Diciamo che ci sono problemi storici, che derivano dal sistema di tassazione, dagli svantaggi competitivi che le gestioni pubbliche hanno nei confronti di altri soggetti gestori; questioni sulle quali parlerà dopo di me il Presidente Ravagli dell’ASP Bassa Romagna.

    Direi che c’è un momento nel quale la situazione economica delle ASP si aggrava, è il momento del rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei dipendenti, che introduce costi significativi, solo parzialmente compensati – e solo per i servizi accreditati – da una prima delibera del settembre 2018 della Regione, che riconosce un aumento tariffario. Ma successivamente esamineremo soprattutto i provvedimenti delle ultime settimane e degli ultimi mesi.

    Le ASP sono un sistema – come ha detto lei, e non avrei saputo usare parole migliori di quelle che lei ha detto nella sua presentazione – che ha cercato di rispondere alle esigenze prima di tutto dei propri soci, che sono i Comuni, in gran parte, e anche qualche socio privato. Ma siamo lo strumento in mano ai Comuni per gestire materie e funzioni che fossero oltre quelle che avevamo ereditato dalle IPAB al momento della trasformazione in ASP, che ricordo avviene nel 2008, a partire dal 2008. Noi – credo che in questo momento ci aiuterà anche a capire la natura dei problemi – non gestiamo soltanto i vecchi servizi gestiti dalle IPAB e non gestiamo soltanto servizi accreditati. La ricchezza dell’offerta delle nostre aziende è fatta anche di tanti servizi non accreditati, alcuni storici come le case di riposo, e altri servizi non accreditati ma autorizzati, posti di CRA, posti di centri diurni, assistenza domiciliare, e tanti progetti innovativi di welfare leggero, di welfare territoriale, per rispondere alle finalità contenute nella legge 12 del 2013, che hanno cercato di affidare al soggetto pubblico, di norma uno per distretto, compiti anche di supporto e innovazione.

    Io mi concentrerò quindi sugli aspetti delle sofferenze economiche, come lei le ha chiamate. Parto dal tema dei costi del contratto, perché recentemente una delibera, la n. 1422 del 26 ottobre, ha introdotto, non solo per i gestori pubblici, ma anche per i gestori pubblici, ulteriori incrementi tariffari che ci consentono di dire che, sostanzialmente, a regime nel 2021 – mentre questi aumenti decorrono dal primo luglio 2020, ma ricordo che i costi contrattuali li abbiamo sostenuti nel 2018, 2019 e 2020 – quando cioè nel 2021 questi incrementi tariffari andranno a regime si potrà dire che essi sostanzialmente garantiscono la copertura dei maggiori costi contrattuali per il contratto 2018-2020. Ma, come abbiamo visto tutti, è in corso una trattativa, un confronto tra le parti sociali per il rinnovo del contratto 2020-2021-2022, quindi arriviamo in coda alla vigenza contrattuale con un riconoscimento che, per i maggiori costi dei servizi accreditati, sottolineo solo per i servizi accreditati e solo per quelle figure che sono riconosciute negli standard delle norme sull’accreditamento, consente un recupero a regime, finalmente, dei maggiori costi. Ecco perché noi abbiamo già – lo voglio riconfermare qui – dato un giudizio positivo su quella delibera n. 1422 del 26 ottobre, ricordando però che essa non garantisce la copertura ovviamente dei maggiori costi che le ASP hanno sostenuto a tale titolo di incremento dei costi del personale per i servizi non accreditati. Talvolta questo riconoscimento è stato possibile ottenerlo dalla ulteriore committenza, che non sia quella dei contratti di servizio per i servizi accreditati, possono essere i Comuni, ma talvolta questa possibilità non c’è stata.

    Quindi, questo è un aspetto risolto parzialmente in maniera positiva – ne abbiamo dato atto alla Vicepresidente, all’Assessore Donini, all’Assessore Calvano e soprattutto alla Dottoressa Petropulacos – ma non comprende la copertura totale dei maggiori oneri che dal 2018 sosteniamo.

    Per quanto riguarda, invece, le questioni relative agli effetti dell’emergenza Covid, ci sono state recentemente due delibere. Partiamo dalla prima, la n. 45 del 16 novembre, che è quella che sostanzialmente consente una remunerazione di quello che è stato chiamato il vuoto per pieno, cioè la possibilità di riconoscere gli oneri a rilievo sanitario anche per quei posti letto o quei posti accreditati nei centri diurni e nei servizi residenziali per la disabilità, oltre che nelle CRA o per gli altri servizi accreditati, anche per quelle attività che hanno subìto chiusure, non rimpiazzo, il blocco dei nuovi ingressi, per esempio i CRA, chiusure per quanto riguarda i centri diurni, sia per anziani che per disabili, non apertura a nuovi ingressi nei servizi residenziali per la disabilità. Ma credo che altri dopo di me potranno fare un focus più ampio sui servizi per la disabilità, che pure sono gestiti anche dalle ASP.

    Ricordo che però la copertura che questa delibera n. 45 garantisce in maniera, a nostro parere, ampiamente positiva – anche in questo caso lo abbiamo riconosciuto e lo confermo in questa sede – copre esclusivamente i costi a carico del Fondo regionale per la non autosufficienza, che rappresentano grosso modo, se prendiamo a riferimento le CRA, il 45 per cento del totale dei costi. C’è una quota più rilevante, che è la quota a carico dell’utenza, che ovviamente rimane in capo ai soggetti gestori, come mancato ricavo, o ai soci. Se mi permettete di fare un esempio, in una ASP come quella che io presiedo, solo la voce “mancati ricavi per quote a carico dell’utenza” corrisponde nell’anno 2020 a una diminuzione di 2 milioni e mezzo rispetto all’esercizio 2019.

    Questa copertura anche dei posti lasciati vuoti, sia per il blocco dei nuovi ingressi, sia per consentire il mantenimento di posti vuoti per isolamenti precauzionali, per nuovi ingressi ripresi all’inizio dell’estate, sia per consentire che rimanessero vuoti posti per eventuali isolamenti precauzionali, questa delibera la riconosce, ne affida l’esecuzione agli Uffici di piano e ai contratti di servizio che ciascun soggetto gestore deve stipulare. Questo in parte ci lascia qualche preoccupazione, perché nel corso degli anni, come sa la dottoressa Petropulacos, noi abbiamo visto comportamenti non sempre uniformi delle diverse committenze e dei diversi Uffici di piano, ma grosso modo la delibera è molto chiara in questo senso e quindi si presta a poche interpretazioni soggettive.

    Quindi, diciamo che questa è una delibera positiva, però la richiesta che fanno le ASP – io rappresento anche istanze che mi sono state suggerite in vista di questo intervento – è che questa delibera non copre i minori ricavi che le ASP hanno avuto per i posti non accreditati. Voi lo sapete che in molte strutture, oltre ai posti accreditati, ci sono altri posti letto autorizzati che però non rientrano nella copertura del fondo. Ma potrei dire che la stessa cosa vale per altri servizi non accreditati, per esempio le case di riposo, che hanno subìto una vicenda analoga a quella delle case residenza, ma che allo stato non appartengono al rango dei servizi accreditati, anche se secondo noi questo dovrebbe avvenire in futuro.

    Quindi, come si affrontano questi gravi mancati ricavi che influiscono sui possibili deficit gestionali? Da una parte, alcuni Comuni hanno deciso di stanziare, a copertura dei mancati ricavi della committenza, ripeto, il 55 per cento, e qualche volta di più, del costo reale – destinando allo scopo quota parte dei fondi ministeriali Covid ricevuti dai Comuni. Ma non tutti i Comuni hanno potuto o voluto fare questa cosa, quindi non è una questione che rappresentiamo solo alla Regione, la rappresentiamo al sistema. Sono situazioni diverse, difficoltà diverse, ma certamente per le ASP questo è un panorama di grande criticità.

    La stessa delibera contiene anche norme importanti per il rimborso delle spese sostenute per i dispositivi individuali di protezione. Anche su questa parte, che magari racconterà meglio la dottoressa Petropulacos, possiamo definire che le soluzioni individuate consentono di poter esprimere un giudizio positivo. Quindi, pensiamo che la possibilità di riconoscere, anche con fondi del Fondo sanitario nazionale, le maggiori spese sostenute per dispositivi individuali rappresenti un’ottima risposta.

    Resta fuori, ancora da definire, un rimborso per le spese sostenute per le sanificazioni, che a nostro parere sono una tipologia di spesa ovviamente non prevista nell’attuale sistema di remunerazione dei servizi, ma che si è resa molto importante. Noi avevamo rappresentato alla Regione uno schema per le spese sostenute dal primo marzo al 31 maggio, credo; anche se il 31 maggio in quel periodo non era ancora indicativo di quanto avremmo sostenuto nel corso dell’anno, però aveva dato la possibilità di stimare quale poteva essere il costo.

    Nelle sanificazioni straordinarie rientrano, sia le cosiddette sanificazioni dei locali periodiche, oppure quelle importanti che devi fare laddove si è presentata una situazione di contagio eccetera, ma rientrano anche, sempre per rispettare le disposizioni regionali sanitarie in materia, una periodica sanificazione degli impianti di condizionamento ed aerazione delle strutture, che, vi garantisco, sempre per esperienza diretta, ha raggiunto livelli di spesa molto elevati, anche perché deve essere fatta ogni settimana su tutti gli impianti. Il tema della sanificazione è, quindi, una questione ancora aperta, che non ha trovato una risposta, anche se sappiamo che l’Assessorato regionale sta lavorando in questa direzione e ci aspettiamo…

    Un altro tema importante e ancora meritevole di approfondimento riguarda la questione dei centri diurni. Allora, per i centri diurni non esiste una delibera analoga a quella riferita alle CRA, la n. 45 del 16 novembre; esiste soltanto un riferimento possibile alla circolare dell’Assessore Donini del 18 giugno, e siccome quella circolare affidava agli Uffici di piano e alla committenza la possibilità di riconoscere anche ai soggetti gestori, con particolare riferimento ai soggetti gestori pubblici, la possibilità di un riconoscimento delle spese incomprimibili sostenute, noi facciamo presente che, a differenza di altri soggetti gestori non pubblici, tra le spese incomprimibili sostenute ci sono sicuramente quelle del personale.

    Noi non abbiamo potuto usufruire di agevolazioni derivanti dai provvedimenti nazionali, come la cassa integrazione (ma ne parlerà ancora Ravagli) oppure di contributi a fondo perduto per mancati ricavi. Quindi, da un certo punto di vista, quello che occorrerebbe per riconoscere le difficoltà economiche derivanti dalla chiusura dei centri diurni e dalla loro riapertura, anche questa solo in estate, vale per gli anziani e per le disabilità, sarebbe di avere un provvedimento analogo a quello delle CRA o, in alternativa, una delibera che rafforzi gli elementi contenuti nella circolare dell’assessore, che consenta un riconoscimento di quanto ho cercato di dire.

    Devo anche aggiungere che la Regione ha previsto, per questo provvedimento delle CRA, e immagino che sarebbe la stessa cosa anche per gli altri provvedimenti, la decorrenza dal 20 marzo, ma è noto che noi sosteniamo maggiori spese e abbiamo minori ricavi da ben prima del 20 marzo. Noi siamo consapevoli che questo deriva dai documenti assunti dalla Regione, ma sicuramente acquisti di DPI sono stati fatti anche nel mese di febbraio, chiusura dei servizi anche dall’inizio di marzo e non dal 20.

    Quello che raccomandiamo è una grande attenzione – l’ho già detto prima – all’uniformità dell’applicazione dei provvedimenti regionali da parte delle diverse committenze. Purtroppo, noi abbiamo avuto, nel corso di questi anni, numerosi comportamenti differenziati, anche eccessive discrezionalità dei diversi Uffici di piano. E se è comprensibile che la programmazione sia distrettuale, e quindi siano appunto quegli organismi a definire quali risorse allocare del Fondo regionale per la non autosufficienza, sulle materie che ho voluto richiamare chiediamo con forza un’applicazione uniforme.

    L’altra questione che volevo sottolineare – questo è un punto importante – è che su tutte le partite che abbiamo citato adesso l’utilizzo pieno del Fondo regionale per la non autosufficienza ha determinato che cosa? Un impiego di risorse che erano sicuramente già programmate, che erano disponibili. Non stiamo parlando di risorse aggiuntive, se si esclude il tema dei DPI o delle sanificazioni, che vengono riconosciute ai soggetti gestori, perché quelle risorse c’erano e se non fossero state spese avrebbero prodotto economie nelle gestioni dei fondi di ogni Ufficio di piano, di ogni distretto. Quindi, siano benvenuti i provvedimenti che hanno previsto di non creare economie nella gestione del Fondo per l’esercizio 2020 e speriamo anche nel 2021.

    La delibera n. 45, quella che appunto abbiamo chiamato come “delibera del vuoto per pieno” prevede anche una revisione generale del sistema tariffario nel 2021. Ricordo che le tariffe sono ferme dal 2010, quindi noi viviamo in un sistema di remunerazione dei servizi che è ancora datato, se si escludono le rivalutazioni derivanti dal provvedimento “di compensazione dell’IRAP” e dai provvedimenti relativi agli incrementi dei costi contrattuali. Però, tutto il resto del sistema di remunerazione è sostanzialmente, non dico formalmente, ma sostanzialmente congelato.

    La richiesta che noi abbiamo già avanzato alla Regione, alla quale – ripeto – riconosciamo uno sforzo importante… Noi diamo un giudizio positivo e l’abbiamo detto direttamente alla Vicepresidente, all’Assessore Donini, all’Assessore Calvano, che lo sforzo fatto dalla Regione è uno sforzo importante. Quando si affronterà il tema della revisione del sistema tariffario generale, così come quando si affronterà, ma non è materia della mia comunicazione, il tema della revisione delle normative sull’accreditamento, ci auguriamo che i soggetti gestori, quindi anche la nostra rappresentanza, siano coinvolti nelle verifiche e nel monitoraggio sugli effettivi costi sostenuti.

    Ricordo che le ASP hanno dovuto, nel corso di questi anni, quelle che la possedevano, utilizzare la rendita delle risorse patrimoniali – perché ci sono ASP che non hanno patrimonio, altre che ne hanno anche tanto – sostanzialmente non per gestire investimenti o innovazioni di servizi, ma per sostenere la gestione corrente, quindi la gestione caratteristica delle attività.

    L’ultima questione che è contenuta nei documenti che vi abbiamo inviato – come avete visto, io non ho cercato di richiamare cose che sono contenute nei testi a voi consegnati, però ce n’è una che a noi sembra particolarmente importante – è la necessità di avere risorse destinate agli investimenti. Questa questione è resa sempre più forte dagli effetti del Covid. Pensate solo al tema della criticità degli spazi che possono garantire distanziamento; pensate alla vetustà di molti degli edifici nei quali sono ospitati i nostri servizi; pensate alla necessità di adeguarci alle norme dell’accreditamento o alle nuove disposizioni sanitarie. Per esempio, nel momento in cui le ultime indicazioni regionali ci dicono che tutti gli isolamenti precauzionali, non solo quelli per i nuovi ingressi, ma anche quelli per la sintomatologia, devono essere realizzati in stanze singole, è evidente che laddove noi abbiamo ancora edifici che non hanno stanze singole, ogni posto destinato a un isolamento singolo ne toglie due o tre di posti vuoti. Ecco perché noi avremmo bisogno di un grande Piano e io penso che quando il presidente della Regione, gli esponenti della Giunta, i consiglieri richiamano questa necessità di grandi investimenti strutturali, noi pensiamo che anche il sociosanitario, e non solo il sistema sanitario, ha bisogno di grandi investimenti.

    Speriamo che questo possa derivare anche da destinazioni dei nuovi fondi comunitari o anche da altre risorse che possono essere messe a disposizione da fondi propri.

    Io mi fermerei qui e lascerei il resto delle questioni al Presidente Ravagli. Grazie a tutti, mi scuso per il tempo.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, presidente. Io segnalo intanto che sono presenti anche il Consigliere Costa, la consigliera Tarasconi, il Consigliere Barcaiuolo, il Consigliere Caliandro e la Consigliera Marchetti Francesca.

    Ora passiamo all’intervento di Pierluigi Presidente Ravagli, presidente dell’ASP Bassa Romagna, facente parte sempre della rete CISPEL. Poi interverrà per l’ASP Charitas Modena, quindi rete non CISPEL, la Direttrice Chiara Arletti.

    Prego, Presidente Ravagli.

     

    Presidente Ravagli

    Presidente ASP Bassa Romagna.

    Buongiorno. Mi sentite?

     

    Presidente Soncini

    Sì, la sentiamo bene, la vediamo. Prego.

     

    Presidente Ravagli

    Presidente ASP Bassa Romagna.

    Grazie. Anch’io mi associo al Presidente Leoni nel ringraziarvi per questa convocazione e per questo momento, che noi riteniamo sia importante appunto per far conoscere le realtà delle ASP che stanno operando nel sistema pubblico della Regione. Per non fare duplicazioni negli interventi, io mi limito, come ha anticipato Raffaele, a segnalare due punti principali che sono stati acuiti dall’emergenza Covid, ma che da tempo segnaliamo alla Regione e la Regione è ben consapevole delle nostre problematiche come enti pubblici, che riguardano in particolare la questione dell’IRAP e la questione dei costi previdenziali per i nostri operatori che lavorano nelle strutture.

    È un problema che vale molte risorse importanti per i nostri bilanci, per i quali oltretutto ci rende in maniera molto esplicita non competitivi riguardo agli altri operatori del privato sociale, soprattutto che operano nel settore dell’accreditamento, nel settore dei servizi in generale.

    Giustamente nella sua introduzione lei ha focalizzato due punti: l’ASP è un presidio territoriale e la centralità del pubblico nel sistema dei servizi alla persona. Noi crediamo che sia importante mantenere un presidio pubblico all’interno del contesto generale dei servizi alla persona sul territorio, in quanto siamo sempre stati – e lo siamo tuttora, soprattutto in questo momento di grave difficoltà – un punto di riferimento importante, sia per le nostre amministrazioni socie, oltre ASP, sia per gli operatori che lavorano nelle strutture, sia per gli utenti cittadini dei nostri territori.

    Il problema dell’IRAP è un problema importante perché, al di là di quanto fatto fino ad ora e si potrà fare delle compensazioni che la Regione ha messo in campo per diminuire l’impatto sui nostri bilanci, noi abbiamo fatto e abbiamo inviato alla Vicepresidente Schlein e agli Assessori Donini e Calvano un’indagine, abbiamo raccolto i numeri, su quanto ammonta il versamento dell’IRAP delle ASP regionali; abbiamo raccolto 34 delle 36 ASP, in più ci sono ancora anche due IPAB sul nostro territorio regionale, e l’ammontare IRAP versato per l’anno 2019 (bilancio, quindi sono risorse effettivamente versate) equivale a 12.612.000 euro, quindi importanti risorse che vanno a carico dei bilanci di queste aziende pubbliche e che ci rendono non competitivi rispetto a quelli che sono gli altri gestori.

    Voglio ricordare che la nostra Regione ha un’aliquota IRAP per le ASP dell’8,5, contro un’aliquota IRAP per la cooperazione sociale del 3,21. Voglio aggiungere, per precisazione, che l’aliquota per la cooperazione sociale del 3,21 di fatto è abbattuta in forza della legge di bilancio nazionale per l’anno 2016, dove è previsto che per la cooperazione sociale ci sia una deduzione al 100 per cento dei costi del personale dipendente a tempo indeterminato per i servizi e del 70 per cento del costo per i lavoratori a tempo determinato. Quindi, abbiamo un importantissimo gap di costi che si abbattono sulle nostre aziende.

    L’altro punto importante sul quale abbiamo poste di bilancio importanti per i maggiori costi riguarda i costi previdenziali, costi previdenziali che riguardano le maternità, le leggi 104, gli assegni familiari, e per le ASP sono completamente a carico del bilancio dell’azienda, quando invece per gli altri gestori, a fronte sicuramente di un pagamento e un premio assicurativo all’INPS, c’è un rimborso da parte appunto dell’INPS.

    Voglio evidenziare che il nostro contratto di lavoro per i nostri dipendenti è un contratto di lavoro degli enti pubblici, sarà un paradosso però gli OSS, gli infermieri che lavorano all’interno delle nostre case protette hanno lo stesso contratto di lavoro dei dipendenti dei nostri Comuni. La differenza è che nei nostri servizi c’è un obbligo di erogare il monte ore in funzione degli ospiti e della gravità degli ospiti che abbiamo dentro, a differenza degli sportelli dei nostri enti pubblici dove la mancanza di un operatore può anche essere compensata dalla chiusura di uno sportello o dalla riduzione di orario dello sportello.

    Sono importanti risorse anche queste, che comportano la non competitività del sistema ASP all’interno del sistema dei servizi alla persona.

    Voglio evidenziare che la penalizzazione delle ASP come enti pubblici che abbiamo nella nostra Regione è particolare anche rispetto al sistema nazionale. Nel sistema nazionale, in funzione della legge Turco del 2008, si dovevano costituire… doveva essere conclusa la trasformazione delle vecchie IPAB in ASP. Non in tutte le Regioni, anzi nella maggior parte non è stata effettuata. Alcune Regioni l’hanno fatto, ma la particolarità della Regione Emilia-Romagna deriva dall’assunzione dall’inizio del 2015 con l’accreditamento dell’obbligo dell’unitarietà gestionale. Obbligo dell’unitarietà gestionale che ha acuito ancora di più quelle che sono le conseguenze di un trattamento IRAP molto penalizzante per le ASP che è quello che riguarda appunto i costi previdenziali.

    La discussione con la Regione è aperta. Sono stati fatti interventi da parte della Regione per compensare la quota IRAP che viene versata […], una quota è stata riconosciuta. Vale anche in questo caso quello che il Presidente Leoni evidenziava prima, che tutte le parti che vengono compensate dalla Regione riguardano esclusivamente i posti accreditati, quindi i servizi accreditati. Volevo segnalare anche io che le ASP della nostra Regione hanno un ventaglio di servizi molto vasto anche al di fuori dell’accreditamento. Vorrei segnalare anche che la legge n. 12/2013 incentivava gli enti locali da una parte a fare in modo che si andasse a un’aggregazione delle ASP a livello distrettuale e anche magari a livello sovradistrettuale e provinciale, ma si evidenziava anche la necessità che i Comuni utilizzassero le loro aziende di servizi alla persona per dare loro servizi quali il servizio per le scuole materne, i servizi sociali, quindi tutto un ventaglio di servizi che sono al di fuori dell’accreditamento e in questo caso il conferimento di questi servizi va ad acuire quelli che sono i maggiori costi che restano a carico delle aziende.

    Qual è la conseguenza? L’abbiamo detto in diversi casi, l’attenzione della Regione c’è stata e c’è. Le conseguenze sono che l’ente locale che deve decidere se e come assegnare la gestione di un servizio al suo soggetto partecipato, quindi all’ente pubblico oppure al privato, la differenza dei costi si va a scaricare sul costo effettivo del servizio, quindi sul bilancio del soggetto che va a segnare questo servizio. La conseguenza, l’abbiamo detto, può essere evidentemente una: se si guarda al reale costo del servizio, le ASP sono penalizzate e quando si decide con le risorse, con le scarse risorse che hanno di liquidità gli enti locali, se si decide sul minor costo sicuramente le ASP non potranno gestire. È il cane che si morde la coda. Se le ASP non gestiscono servizi, quindi di fatto escono dal mercato, tutte quelle quote IRAP che attualmente la Regione incassa dalle ASP non vengono poi incassate comunque, quindi il provvedimento IRAP in qualche modo è un provvedimento importante, ci è stato detto e riconosciamo che non è possibile lavorare sulle aliquote, è chiaro che serve un intervento strutturale, come serve un intervento strutturale anche per la risoluzione del problema dei costi previdenziali, che ci penalizza in maniera importante.

    Chiudo segnalando l’interesse e la soddisfazione che abbiamo avuto come ASP e come CISPEL nel ricevere attenzione, soprattutto negli ultimi anni, da parte della Regione quando abbiamo segnalato i problemi che ci attanagliano, e soprattutto anche un'attenzione da parte di ANCI, l’associazione che riunisce i Comuni i quali sono soci delle ASP, per cercare di trovare una soluzione a queste importanti problematiche.

    Occorre prendere sul serio in mano e cercare di approfondire e risolvere queste due situazioni, che difficilmente penso potranno essere risolte solamente in ambito regionale, riteniamo che ci sia bisogno anche di un passaggio in ambito sovraregionale, soprattutto all’interno della Conferenza Stato-Regioni perché, al di là del fatto che la Regione Emilia-Romagna ha una condizione diversa rispetto alle altre Regioni per le ASP, come ho prima segnalato, il problema generale è in tutte le Regioni, quindi anche in virtù della Presidenza del nostro Presidente della Regione in Conferenza Stato-Regioni penso sia importante portare a livello regionale un’istanza che di fatto può anche cercare di risolvere un problema importante nel nostro ambito regionale.

    Lavorando a cascata sui diversi sistemi, sui diversi livelli di competenza, è più facile secondo noi trovare la quadra per risolvere questi problemi, perché è l’unico modo per poter avere in futuro la presenza del pubblico all’interno dei servizi.

    Mi fermo qua, grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Presidente Ravagli. Passo la parola, per l’ultimo intervento per le ASP, alla Direttrice Chiara Arletti dell'ASP Charitas Modena, che non fa parte della rete CISPEL.

     

    Direttrice Arletti

    Direttrice ASP Charitas Modena.

    Buongiorno, mi sentite?

     

    Presidente Soncini

    Sì, la sentiamo e la vediamo, almeno dal PC.

     

    Direttrice Arletti

    Direttrice ASP Charitas Modena.

    Grazie, buona giornata a tutti. Ringrazio chi mi ha preceduto, perché ha portato degli interventi estremamente interessanti e assolutamente in linea con quello che è anche il nostro pensiero. Io parlo anche a nome del presidente del Consiglio di amministrazione della ASP Charitas di Modena.

    La nostra attività si differenzia in parte da quella delle altre ASP, in quanto noi ci occupiamo esclusivamente di persone con disabilità grave e gravissima, soprattutto negli ultimi anni ci siamo specializzati sulla disabilità estremamente grave, sia dal punto di vista sanitario, che soprattutto dal punto di vista della gestione dei comportamenti problema. Stiamo collaborando con la Regione all’interno del Progetto nazionale autismo e stiamo diventando da questo punto di vista sempre più specializzati.

    Abbiamo anche noi problemi di bilancio, come hanno già ampiamente portato all'attenzione i due interventi che mi hanno preceduto, problemi che derivano da ben prima dell’emergenza Covid, legati, sia all’IRAP, che soprattutto ai costi dell’INPS e della previdenza previdenziale, come è già stato detto.

    Per quanto riguarda in particolare la realtà della disabilità, dal punto di vista della copertura dei costi, noi segnaliamo soprattutto gli infortuni, che da noi sono uno dei motivi principali di assenza del personale. Gestendo disabilità gravi e gravissime, infatti, il nostro personale spesso incorre in questo tipo di problematiche e di assenze.

    Oltretutto la gestione delle crisi comportamentali espone la nostra ASP a dei costi legati alla struttura, quindi necessitiamo di maggiori costi di gestione, che non sono compresi nelle voci dell’accreditamento. A questo proposito teniamo a segnalare quanto la disabilità, in vista anche di una revisione dell’intero sistema di accreditamento che è prevista per il 2021, sia da scorporare rispetto all’area anziani, perché le necessità e le difficoltà che si affrontano sono diverse rispetto all’area dell’anziano.

    La nostra struttura necessita di una grandissima formazione, vi faccio solo un esempio per farvi capire la tipologia di casi che noi trattiamo. Un nostro ospite prima di entrare in residenza viveva in famiglia e ha staccato con un morso il labbro del padre, il padre è finito in ospedale nell’area maxillo-facciale, il figlio è stato ricoverato in diagnosi e cura e successivamente è entrato in struttura da noi. Questo ragazzo prima dell’emergenza Covid ha frequentato i luoghi normali dell’esistenza, quindi piscine, palestre, è un ragazzo che si è integrato e inserito all’interno della nostra realtà, all’interno della vita di un gruppo.

    Per fare questo, però, è necessario un forte investimento sulle figure professionali che si occupano di questi casi così complessi e così impegnativi.

    Sempre all’interno dell’accreditamento vi chiedo la massima attenzione nel ripensare a un rapporto tra ospiti e operatori, perché nell’area della disabilità bisogna fare considerazioni molto diverse rispetto agli anziani.

    Un altro aspetto importante per noi è la necessità di investire su nuovi servizi per il territorio. In questo momento stiamo affrontando il discorso dei minori, perché ci sono famiglie che hanno questi casi estremamente problematici che in età già precoce fanno fatica a gestire a domicilio, quindi ci stiamo interrogando insieme anche ai nostri servizi territoriali sulla necessità di offrire ai cittadini servizi di assistenza domiciliare e di residenzialità temporanea anche per ospiti minori, necessità che si vedono soltanto negli ultimi anni (è negli ultimi anni che si è iniziato a parlare di questi aspetti).

    È importantissima anche in questo caso la formazione e la possibilità di essere un aiuto e un supporto per l’Azienda sanitaria. Se strutture come la nostra e come tante altre che sono presenti in Regione funzionano, si possono evitare dei ricoveri impropri, quindi dei costi molto alti, come sappiamo, sul sistema sanitario, e l’altro aspetto su cui noi stiamo risparmiando è l’utilizzo dei farmaci. Noi crediamo in un approccio che prevede l’utilizzo del farmaco, questo però non viene riconosciuto nel sistema tariffario, i risparmi che si hanno per ricoveri ospedalieri o per un minor utilizzo di farmaci non vengono riconosciuti.

    Per quanto riguarda l’emergenza Covid, condividiamo quello che è già stato detto legato alle assenze e all’utilizzo dei DPI e della sanificazione. La nostra struttura per fortuna ad oggi non ha avuto casi Covid, quindi non ci siamo trovati nell’urgenza di dover affrontare questa emergenza, ma abbiamo comunque vissuto tutto il cambiamento e l’impatto che c’è stato sulla nostra realtà.

    Il personale si trova comunque a vivere delle situazioni di grande stanchezza, di affaticamento, difficoltà a conciliare la vita professionale con quella familiare, e questi sono aspetti importanti che vanno tenuti presenti. Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Direttrice. A questo punto darei la parola alla Direttrice Petropulacos.

     

    Direttrice Petropulacos

    I colleghi di CISPEL e la dottoressa Arletti hanno rappresentato molto bene un quadro, che è un quadro fatto di diverse complessità delle quali siamo consapevoli, che derivano molto da quelle che sono state le scelte di mantenere una quota importante di gestione dei servizi.

     

    Presidente Soncini

    Scusi, Direttrice, provi a tenere il microfono più vicino, perché è leggermente basso il volume, almeno per la sala di Commissione. Grazie.

     

    Direttrice Petropulacos

    Così va meglio?

     

    Presidente Soncini

    Sì, molto meglio, grazie.

     

    Direttrice Petropulacos

    Va bene. Come dicevo, è stato dato un quadro delle complessità delle quali siamo consapevoli e che si sono acuite in questo periodo di Covid, che abbiamo dovuto affrontare tenendo conto anche del quadro normativo in campo.

    A quanto so, siamo stati la prima Regione ad esempio a prevedere il rimborso di tutti i dispositivi di protezione individuale, siamo stati i primi a riconoscere il “vuoto per pieno” anche nelle CRA, cosa che non aveva un supporto normativo e giuridico nazionale quando siamo partiti a ragionarne con anche i colleghi di CISPEL, oltre che con gli altri interlocutori del sistema dei servizi sociosanitari, ma che poi all’arrivo ha comunque trovato una sua plausibilità nell’ambito del quadro normativo complessivo.

    Le complessità che sono state citate sono legate soprattutto alle diverse condizioni che, rispetto ad IRAP e a costi previdenziali, le ASP, essendo strutture pubbliche, devono subire a differenza dei gestori privati.  Negli anni abbiamo provato ad intervenire per ridurre al minimo questa differenza, ricordo (lo diceva all’inizio molto bene la Presidente Soncini) che ogni anno alle cosiddette “gestioni speciali”, delle quali fanno parte a pieno titolo tutte le ASP, dedichiamo una cifra di circa 15 milioni di euro.

    Prima si citava la copertura dei costi “vuoto per pieno” dei posti letto, copertura che nel privato oggi ammonta a 45 euro al giorno, mentre nelle ASP euro 49,35, c’è perciò una differenza che potrebbe anche arrivare a coprire in maniera significativa il solo impatto dell’IRAP, però tiene dentro anche i diversi costi contrattuali.

    Le difficoltà di quest’anno sono difficoltà che io spero si rimoduleranno e rimodelleranno sulla base di quanto dovrebbe cominciare ad avvenire a partire dal 15 gennaio prossimo, perché inizieremo a vaccinare. Le Strutture residenziali per anziani sono state individuate come l’ambito prioritario insieme a quello degli ospedali e degli altri operatori sociosanitari, e questo dovrebbe contribuire ad una gestione più semplice nel futuro di questo ambito che si è rivelato, da noi come in tutte le Regioni italiane, molto problematico.

    Auspichiamo che questo ci permetta di affrontare un futuro che deve andare indubbiamente verso una diversa interpretazione di tutto il mondo dell’accreditato sociosanitario molto velocemente. Questo perché indubbiamente alcune delle cose che venivano riportate dai colleghi devono trovare una soluzione, in primo luogo l’aspetto relativo alla quantità di personale necessaria per dare un’assistenza che tenga conto di come si è modificata negli anni la popolazione ospitata all’interno delle CRA e comunque la rete delle strutture per anziani.

    Nella disabilità questo è avvenuto un po’ meno, anche se abbiamo un altro problema molto grande, che è quello dell’invecchiamento della popolazione disabile. Le persone che prima avevano una vita tendenzialmente più breve della restante popolazione oggi invece fortunatamente....

     

    Presidente Soncini

    Direttrice, sempre il microfono vicino alla bocca oppure aumenti il volume. Grazie.

     

    Direttrice Petropulacos

    Sì, il volume è al massimo.

    Rispetto alle problematiche, in parte storiche, in parte legate al Coronavirus, che venivano citate, abbiamo ragionato sempre avendo come riferimento, sia gli strumenti giuridicamente applicabili, che le disponibilità economiche.

    Questo ci ha permesso di mettere in campo, sia la manovra tariffaria, che vale circa 7 milioni di euro e che va a coprire i rinnovi contrattuali sia delle strutture pubbliche che di quelle private che hanno rinnovato il loro contratto, e una copertura completa dei costi legati ai dispositivi di protezione individuale.

    Ci ha permesso anche di coprire la quota parte afferente al Fondo regionale per la non autosufficienza, che è l’unica parte che possiamo mettere in campo, relativamente ai posti rimasti vuoti per le varie motivazioni di isolamento o di impossibilità di accogliere nuovi ospiti, che hanno interessato questo settore. Lo abbiamo fatto sul “vuoto per pieno” usando al massimo gli strumenti che abbiamo, le cifre che vi citavo prima per giornata di CRA sono il livello massimo tariffario previsto, ma non abbiamo detto paghiamo i posti letto “vuoto per pieno” con la tariffa media che viene riconosciuta, ma con la tariffa massima per tutti i soggetti, essendo noi ben consapevoli che si trattava di coprire purtroppo solo una parte, quelli che erano gli effetti dei mancati ingressi o della necessità di distanziamento.

    Sulla restante parte ovviamente, visto che il Fondo sanitario nazionale e anche il Fondo regionale per la non autosufficienza hanno specifici vincoli di utilizzo, non potevamo chiaramente intervenire come sanità. Questo è anche il motivo per cui i colleghi riferivano della inadeguatezza, rispetto al complesso dei costi IRAP e di previdenza maggiori che le strutture pubbliche costano, degli interventi che abbiamo fatto a partire dal 2016.

    Questi interventi, essendo veicolati attraverso una diversa modulazione delle tariffe, riguardano solo i servizi che vengono tariffati all’interno della cornice del Fondo regionale per la non autosufficienza, ed è chiaro che, se un’ASP gestisce anche servizi educativi per 0-3 anni o altre tipologie di servizio, è chi paga che deve tenere conto delle loro peculiarità nell’ambito del sistema tariffario, perché è difficile motivare una copertura di costi che si originano per i nidi pagando la tariffa per il sistema dei servizi della non autosufficienza.

    Perciò, dal nostro punto di vista, purtroppo, non è un problema così diffuso a livello nazionale, perché la maggior parte delle Regioni ha rinunciato ad avere una presenza significativa dei soggetti pubblici nell’erogazione dei servizi sociosanitari, ma dicevo che è un problema quello del livello maggiore di pagamento dell’IRAP da parte dei servizi pubblici e così anche per gli ospedali pubblici. Questo perché si sappia che siamo tutti nella stessa barca.

    Questo troverebbe una sua naturale soluzione con un provvedimento legislativo nazionale, che avrebbe degli impatti sul bilancio della Regione, ma almeno tutelerebbe questa specifica categoria di fornitori, che hanno un ruolo assolutamente irrinunciabile nell’ambito della cornice dei nostri servizi per la non autosufficienza.

    Questo ha fatto sì che i nostri interventi, pur arrivando a pesare una quota non irrilevante, siano stati solo parzialmente efficaci nel coprire l’impatto complessivo dei maggiori costi.

    Per quanto riguarda i centri diurni, il nostro intervento sta nel solco delle norme nazionali, perciò ancora adesso stiamo operando sostanzialmente con una quota parte di quello che era storicamente riconosciuto, alla fine le quote che potranno essere riconosciute per questi servizi sono da un lato le tariffe relative all’attività effettivamente erogata, sia che si tratti dell’attività tradizionale, che di attività riconvertita soprattutto nel periodo di lockdown per l'impossibilità di gestire i centri residenziali come è uso.

    Possono inoltre essere riconosciute tutte le spese incomprimibili ed è chiaro (vale la pena di ricordarlo a tutti i nostri interlocutori) che per le ASP, fra le spese incomprimibili, ci sono anche le spese del personale e poi tutte le spese necessarie per riavviare in sicurezza le attività e su questo potranno avere un grande ruolo i famosi costi per le sanificazioni.

    Rispetto a questi costi noi abbiamo già scritto alle aziende, in sede di trasmissione della delibera di assegnazione ai territori del Fondo regionale per la non autosufficienza, che in particolare l’incremento del Fondo nazionale per la non autosufficienza di quest’anno prevede esplicitamente la possibilità di utilizzarlo anche per coprire i costi straordinari legati all’emergenza Covid. Perciò è possibile utilizzare una parte di questo fondo che, come hanno detto giustamente i colleghi, quest’anno ci aspettiamo abbia un livello di spesa complessivo inferiore agli anni scorsi, a fronte di un'assegnazione superiore, possa essere utilizzata anche per coprire costi che abbiano una natura diversa rispetto ai DPI e al “vuoto per pieno”.

    Abbiamo incontrato specificamente i direttori generali, per dare loro il quadro di quanto ci si aspetta facciano per rispondere alle esigenze dei vari soggetti, a partire dalle ASP e dai soggetti pubblici, che indubbiamente, proprio per queste caratteristiche particolari, hanno sostenutocosti di difficile copertura.

    Le condizioni per soddisfare comunque la necessità di coprire i costi legati alle disinfezioni secondo noi ci sono tutte, stiamo lavorando quotidianamente con i territori per fare in modo di evitare quel fenomeno, che indubbiamente esiste, di diversi comportamenti che spesso sono anche comportamenti individuali. Purtroppo, è difficile garantire che ogni singolo funzionario interpreti il proprio lavoro nel modo giusto, in un modo che metta insieme in maniera equilibrata l’esigenza di controllare la qualità e la legittimità di ciò che viene fatto con anche una visione di sistema, che consideri la necessità di tutelare opportunamente chi gestisce, soprattutto come soggetto pubblico, i servizi che vengono garantiti.

    A questo proposito vedremo anche fra poco i direttori generali, richiameremo questa necessità e io ritengo che nelle prossime settimane dovrebbero appianarsi tutte queste difficoltà interpretative, anche provvedendo ad ulteriori chiarimenti per iscritto, in modo tale che si completi un quadro nel quale i DPI sono coperti, le spese straordinarie legate all’emergenza possono essere coperte con maggiore flessibilità dalla quota aggiuntiva del Fondo nazionale per la non autosufficienza, il Fondo regionale per la non autosufficienza copre il “vuoto per pieno” e quelle tre voci legate all’attività dei Centri diurni.

    È chiaramente una soluzione che, se ha il pregio da un lato di essere giuridicamente impeccabile, potrebbe non essere definitiva e risolvere tutti i punti del mondo, ma ritengo che arrivi insieme alla manovra tariffaria ad affrontarne positivamente molti.

    Rimangono in campo quelle che sono le debolezze di sistema, che richiedono una rilettura approfondita non solo dei rapporti del personale rispetto agli utenti, ma anche di una serie di ulteriori aspetti di sistema, permettendo al sistema di ritornare ad avere l’energia, sia per introdurre elementi innovativi che per avere un margine di realizzazione degli investimenti necessari, sia per rendere più sicuro il lavoro all’interno delle CRA, laddove una delle aree sulle quali sarebbe opportuno investire è quella di tutte le tecnologie che favoriscono la movimentazione delle persone, sia per superare delle condizioni “storiche” di confort ambientale, non sicuramente adeguate alla media delle strutture che attualmente operano nella nostra Regione.

    Questo anche valutando (chiaramente non sarà il mio compito) gli aspetti fondativi del sistema, quali ad esempio la gestione unica e anche il tendenziale aggiornamento della mappa delle gestioni pubbliche, che corrispondono a scelte fatte quando il sistema è partito, che secondo me hanno dato molti ottimi risultati, ma come tutte le cose vanno manutenute adeguatamente nel corso del tempo.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Direttrice. A questo punto passiamo agli interventi dei consiglieri e iniziamo con i due vicepresidenti della Commissione, Daniele Marchetti e poi Francesca Maletti.

    Prego, Daniele Marchetti.

     

    Consigliere Marchetti Daniele

    Grazie, presidente. Un intervento veloce per non portar via tempo al dibattito e per non sprecare il tempo che abbiamo risparmiato sulle relazioni iniziali.

    Ringrazio ovviamente gli ospiti che sono intervenuti questa mattina per i loro spunti di riflessione, saluto tutti i rappresentanti delle ASP collegati per questa Commissione e ringrazio anche per la documentazione che ci è stata inviata.

    L'audizione di oggi soddisfa (se così si può dire) una nostra richiesta avanzata come opposizione e come Lega in primis il 13 maggio, oggi abbiamo ascoltato finalmente la voce dei territori, di chi vive queste difficoltà in prima linea, difficoltà che, come è stato detto da più interventi, c'erano già in epoca pre-Covid e che oggi ovviamente si sono moltiplicate per via dell’aumento dei costi relativi alla gestione dell’emergenza sanitaria in corso.

    Alcune criticità erano già note anche a noi consiglieri, tant’è che l’obiettivo di questa audizione che abbiamo richiesto era proprio quello di aprire una riflessione in questa sede, per arrivare a delle soluzioni che potessero andare incontro a queste criticità e a queste difficoltà, che rischiano di riflettersi in maniera negativa sui servizi offerti ai cittadini. Pensiamo al nodo dell’IRAP, ho letto in una relazione che ci è stata inviata ed è stato ricordato anche in un intervento precedente che è la tassazione più alta sull’intero territorio nazionale. C’è il tema del sostegno a queste strutture per via dei costi aumentati per quanto riguarda i DPI, tema anche questo da mantenere assolutamente al centro del dibattito politico e delle azioni che si intendono portare avanti per sostenere le aziende di servizi alla persona del nostro territorio regionale.

    Ho letto in un altro documento che ci è stato inoltrato, redatto da CISPEL, di un incontro che c’è stato ad ottobre con gli assessorati regionali competenti, dove sono state definite le azioni da portare avanti, che definirei mezze misure un po’ tardive, visto il tempo trascorso dall’inizio dell’emergenza ad oggi, che – ripeto – ha moltiplicato e aumentato difficoltà che c’erano già.

    Ho visto che qualche impegno è stato preso, seppur parzialmente, qualche impegno è stato promesso, come sul tema dell’IRAP, anche se tecnicamente adesso c’è da capire in che modo si vorrà andare incontro a queste esigenze. Mi auguro però che l’incontro di oggi possa essere un punto di inizio per aprire una riflessione seria su questo tema e mi auguro anche che possa essere l’occasione, visto che so che ci sono diversi assessori collegati e l’assessore al bilancio è presente oggi, per capire effettivamente che margini d’azione abbiamo anche nel prossimo bilancio, che verrà approvato a breve.

    Il nodo è tutto qua, perché con promesse ovviamente si va poco lontano e bisogna capire effettivamente che strumenti abbiamo a disposizione per soddisfare le richieste avanzate dalle ASP del nostro territorio e di conseguenza andare a migliorare i servizi che offriamo ai cittadini.

    Come promesso, interrompo qui il mio intervento per lasciare spazio agli interventi dei colleghi. Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Vicepresidente Marchetti. Do la parola alla Vicepresidente Francesca Maletti.

     

    Consigliera Maletti

    Grazie, presidente. Intanto grazie per questa Commissione, è la prima volta che c’è stata un’audizione delle ASP, e grazie per la disponibilità dei referenti delle ASP ad essere presenti anche se in collegamento, grazie alla disponibilità degli assessori e della dottoressa Petropulacos che sono collegati.

    Sul territorio emiliano-romagnolo sono presenti 36 ASP e dalla riforma noi abbiamo alcune IPAB che non si sono ancora trasformate. Queste 36 ASP hanno delle caratteristiche diverse, perché provengono da una storia, non sono partite dall’anno zero, e per scelte e sensibilità territoriali, con patrimoni, con una propria storia, con una propria specificità.

    Garantiscono servizi rivolti a persone anziane, circa il 20 per cento dei servizi erogati per persone anziane sia non autosufficienti ma anche fragili sul territorio emiliano-romagnolo è garantito ed erogato da soggetti pubblici, in parte minoritaria Comuni, la stragrande maggioranza ASP.

    Quasi il 15 per cento dei servizi rivolti a persone disabili, sia residenziali che semi-residenziali, sul territorio emiliano-romagnolo è svolto da ASP, tranne la caratteristica modenese con la ASP Charitas, dove si arriva a livello provinciale a un’erogazione di circa il 40 per cento.

    Ci sono poi servizi rivolti a minori, ma anche altre competenze che i vari Comuni e i distretti hanno decentrato e hanno chiesto ad ASP di gestire. Questo vuol dire che sono migliaia di donne e di uomini che quotidianamente lavorano, fanno fatica, donano il proprio tempo e le proprie competenze per dare risposte a persone fragili o in difficoltà, che abitano in Emilia-Romagna.

    Questa è una grande ricchezza di servizi, di innovazione, che permette agli enti locali, ai distretti, ai Comuni, alle Unioni di Comuni di poter svolgere quella grande funzione di programmazione e di controllo anche rispetto agli altri soggetti gestori. Noi abbiamo un welfare che è mix, con percentuali e con specificità che dipendono dai vari territori.

    Ieri leggevo il monitoraggio fatto dalla Corte dei conti proprio sulle ASP, che si ferma all’anno 2017 e mette in evidenza tutto un insieme di caratteristiche. Qui oggi noi parliamo soprattutto da un punto di vista economico, lì c'erano ASP che erano in salute, con bilanci positivi, spesso determinati anche da patrimoni che danno tutto un insieme di rendite, di risorse e che permettono di coprire quel delta, che veniva evidenziato, di non competitività di alcuni servizi rispetto ad altri soggetti o rispetto anche alla remunerazione che può avvenire per i servizi accreditati.

    C'erano altre che invece già nel 2017 erano in sofferenza, per cui dovevano utilizzare questi utili degli anni precedenti o questi avanzi degli anni precedenti per coprire i bilanci oppure i soci dovevano ripianare di anno in anno.

    Quest’anno con il Covid si è accelerato tutto un insieme di dinamiche sia in positivo, ma la stragrande maggioranza in negativo, e, come evidenziato dal dottor Leoni, dal dottor Ravagli e dalla dottoressa Arletti, per tutto un insieme di servizi, sia accreditati che non accreditati, questo delta di non competitività rispetto ad altri soggetti erogatori è aumentato, perché le ASP hanno delle caratteristiche che conosciamo tutti.

    Hanno un’IRAP che non è competitivo, per cui la Regione Emilia-Romagna ha fatto e sta facendo degli sforzi enormi per coprire questo delta, ma noi sappiamo che le ASP hanno un’IRAP dell’8,5 per cento quando ad esempio la cooperazione ce l'ha al 3,25 (non è poco, anche perché 1 punto percentuale su milioni determina importi molto significativi).

    Questi servizi rivolti ad anziani e disabili provocano negli operatori, che sono prevalentemente donne, quindi più fragili da un punto di vista fisico, tutto un insieme di infortuni, di malattie professionali, che con il tempo diventano molto pesanti. Nel momento in cui ci sono dei soggetti che non possono accedere a disoccupazione e a malattia, vuol dire che su 1 posto lavoro si devono pagare 3-4 figure professionali. Questo vuol dire creare un disavanzo economico che diventa difficilmente gestibile per i soggetti.

    Rispetto a queste criticità, che – ripeto – non sono solo relativamente al Covid, al 2020 o al 2021, nel 2020 e 2021 si sommano le criticità ad altre criticità. Su questo, come diceva prima la dottoressa Petropulacos, ma anche nei nostri dibattiti rispetto a un tema di bilancio, stiamo cercando di dare delle risposte.

    Il tema, però, è che noi abbiamo una popolazione che sta diventando sempre più anziana, perché c’è un’aspettativa di vita che aumenta per tutti, noi abbiamo anche disabili che arrivano a 60-65 anni per fortuna, ma questo vuol dire che noi dobbiamo rivedere anche le nostre risposte, per cui tutto un insieme di reti di servizi. Stiamo parlando in questo periodo di domiciliarità prevalentemente da un punto di vista sanitario, ma occorre fare una riflessione a 360 gradi rispetto a risposte che noi diamo anche in ambito sociosanitario e assistenziale.

    Questo vuol dire rivedere l’offerta dei servizi, vuol dire fare una riflessione con i numeri che ho detto prima, ma anche con le caratteristiche e con le specificità che ci hanno detto le persone che sono intervenute prima e che noi conosciamo rispetto alle ASP. Anche per quanto riguarda le ASP in questo quadro, in questa modifica, oggi più di ieri occorre secondo me rivedere anche questo ambito.

    Prima la dottoressa Petropulacos diceva che per dare delle risposte abbiamo bisogno, sì, di risorse, ma anche di un quadro normativo che ci permetta di dare delle risposte. Oggi questa parte di erogazione di servizi pubblici si può mantenere rispetto a questo assetto oppure rischia di drenare tutto un insieme di risorse per mantenere la loro esistenza e anche la loro competitività? Perché altrimenti noi rischiamo che a livello territoriale, quando un distretto deve decidere se far gestire ad un soggetto che costa 10 piuttosto che ad un soggetto che costa 8, che non è che abbia meno personale o meno qualità, ma ha semplicemente meno costi fissi che impattano, la scelta rischia di diventare obbligata.

    Questo rischia, quindi, di depauperare quella conoscenza, come ho detto prima, quelle possibilità che l’ente locale deve avere di conoscenze, di investire sull’innovazione, su servizi innovativi e quant’altro, per svolgere il proprio ruolo di programmatore e di controllore, ma anche per il benessere dei cittadini. Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Vicepresidente Maletti.

    Ha chiesto di intervenire la Consigliera Valentina Stragliati. Mi dicono sia preferibile utilizzare il microfono di fianco alla vostra sedia. Grazie.

     

    Consigliera Stragliati

    Grazie, presidente. Rivolgo un ringraziamento alla Presidenza per l’audizione di oggi, per aver accolto la richiesta della Lega, come detto dal Vicepresidente Marchetti, depositata durante il mese di maggio.

    Ritengo che il focus di oggi sulle ASP rappresenti un momento di confronto davvero significativo e molto importante. Ciò è emerso ed è evidente già dai contributi che oggi abbiamo ascoltato, sia dai rappresentanti delle ASP, che dai vicepresidenti e consiglieri che mi hanno preceduto.

    Ringrazio gli assessori collegati, ringrazio i rappresentanti delle ASP che sono intervenuti, tutti i rappresentanti che sono collegati, e colgo l’occasione anche per ringraziare tutto il personale delle ASP per lo straordinario lavoro che ha svolto durante gli anni precedenti, che continua a svolgere, in particolare durante questa fase emergenziale.

    Sono emersi contributi molto importanti, che dovranno essere presi in considerazione per le scelte politiche future. Oggi ci troviamo in una situazione emergenziale particolare, che ha avuto un impatto significativo su questi importanti enti gestori, quindi ritengo che l’Esecutivo regionale debba assolutamente tenere in considerazione tutte le problematiche e le sofferenze anche di tipo economico che questa pandemia ha di fatto aumentato e che non sono certo di poco conto.

    Abbiamo sentito il tema dell’IRAP, io so che durante gli anni precedenti dal Presidente Bonaccini era stata auspicata la possibilità di eliminare addirittura l’IRAP totalmente, ma poi di fatto è avvenuta solo una riduzione. Questa scelta andrebbe ad agevolare notevolmente le ASP, quindi auspico che venga presa nuovamente in considerazione.

    Questa emergenza ha avuto un impatto significativo anche per quanto riguarda i costi di sanificazione di queste strutture, l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, che quindi sono spese aggiuntive che vanno a gravare sui bilanci delle ASP. Visto che si è parlato di grandi numeri, vorrei, se fosse possibile, entrare nel merito delle diversità territoriali. Io rappresento il territorio di Piacenza, a Piacenza abbiamo due ASP, ASP Città di Piacenza e ASP Azalea, ed essendo stata Piacenza una delle province più colpite d’Italia durante la prima fase emergenziale e la più colpita della Regione Emilia-Romagna, vi sono state ingenti perdite a livello di bilancio, vi sono stati numerosi decessi, quindi nelle CRA si sono liberati tanti posti letto e ciò ha avuto un impatto significativo sui bilanci.

    Per quanto riguarda l'ASP Città di Piacenza vi do un po’ di numeri, che sono pubblici, quindi li ho reperiti facilmente. Per quanto riguarda il bilancio attuale, si parla di una perdita stimata ottimistica di 1.200.000 euro, che il Comune di Piacenza si è impegnato a coprire con un ripiano di 600.000 euro.

    L'ASP Azalea, che è un'ASP più piccola, di provincia, della Val Tidone, ad oggi ha una perdita stimata di 277.000 euro, il che significa che la problematica c’è ed è evidente. La Regione ha messo a disposizione una prima tranche di fondi, che però non sono evidentemente sufficienti a coprire tutte le problematiche di bilancio.

    Auspico, quindi, maggiore attenzione da parte dell’Esecutivo regionale rispetto a queste problematiche, tenendo conto anche delle differenze territoriali, ovviamente non deve essere una competizione, però è ovvio che ci sono realtà, ci sono province che hanno subìto maggiormente l’impatto dell’emergenza sanitaria e che quindi hanno avuto perdite maggiori. Auspico che anche queste differenze vengano tenute in considerazione, perché non sono provocate da una cattiva gestione di queste strutture, ma dalle contingenze emergenziali di forza maggiore. Auspico, quindi, che vengano tenute in considerazione le peculiarità territoriali.

    Ringrazio per il metodo, ringrazio lei, Presidente Soncini, perché ritengo che questo sia un ottimo metodo, una buona collaborazione di ascolto reciproco anche delle opposizioni e auspico che questo strumento e questa modalità continui anche per le Commissioni future. Ringrazio per aver accolto la nostra richiesta, la richiesta dell’opposizione e spero proprio che in futuro si continui in questa direzione.

    Ritengo che sia stato un momento significativo, sono state avanzate proposte di buonsenso e sono emersi tanti spunti di riflessione, i relatori hanno svolto relazioni significative e complete, quindi ritengo che davvero questo sia un ottimo modo di collaborare e di lavorare. Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Consigliera Stragliati. Si è iscritto il Consigliere Caliandro, poi ci sarà la Consigliera Bondavalli, il Consigliere Amico, la Consigliera Castaldini.

    Prego, Consigliere Caliandro.

     

    Consigliere Caliandro

    Grazie, Presidente. Anch'io mi unisco agli interventi che hanno apprezzato questo dibattito. Al netto di una dinamica molto complessa sui temi legati a tutta l’assistenza, quindi, il ruolo che le ASP rivestono nella nostra Regione è emerso per il tramite di questa Commissione nella sua interezza, evidenziando le luci e le ombre di una discussione che è in fieri e che con la fortuna che viviamo di una longevità più agevole, seppure al tempo del Covid, rappresenta un obiettivo di welfare che è lo stesso obiettivo di welfare intorno al quale sono state costruite le aziende per l’assistenza sociosanitaria alla persona.

    Ora, però, a mio giudizio, si pone nell’ambito delle discussioni che sono emerse una riflessione che va oltre la mission politico-sociale delle istituzioni e che è emersa anche dai nostri relatori, peraltro in un conflitto educato, garbato, ma legato alla discussione sui numeri. Per questo ho pensato che la riflessione e quindi la domanda, nello spirito dell’audizione, dovrebbe essere anche quella che il Consiglio non solo faccia un défilé delle rappresentanze che esistono sul territorio di ogni singola provincia, ma abbia una lettura d’insieme.

    Questa lettura d’insieme, a mio giudizio, si incrocia solo ed esclusivamente con le possibilità economiche che noi diamo alle nostre aziende, perché se siamo qui oggi, è perché ci poniamo il problema della sostenibilità dell’impegno.

    Farei quindi una domanda, così come previsto dalle nostre competenze, al dottor Ravagli, per chiedere se lui ritenga, sulla base di quello che è stato esposto, sia dalla dottoressa Petropulacos, che dagli interventi che sono emersi, che il nostro impegno sui DPI possa essere idoneo a garantire una copertura annuale o se invece non dobbiamo fare uno sforzo ulteriore, così come diceva prima la collega Maletti, per cercare di dare più sostanza agli investimenti, facendo anche un’operazione legata a noi stessi nelle operazioni di bilancio e nella programmazione sui servizi alla persona, perché non vorrei trovarmi ad un certo punto a dover ripartire con una nuova audizione e con una nuova situazione di programmazione. Ritengo che interagire in questo modo sia più utile che fare soltanto l’elenco di quante cose possiamo fare, perché in realtà dobbiamo anche renderle possibili.

    Era soltanto questo il mio intervento. Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Consigliere, faccio intervenire anche gli altri consiglieri e poi ci mettiamo in contatto con il dottor Ravagli.

    Consigliera Bondavalli, prego.

     

    Consigliera Bondavalli

    Grazie, Presidente, grazie soprattutto per questa opportunità, per questa occasione di confronto davvero molto utile. Grazie ai rappresentanti delle ASP che sono intervenuti, a quelli che sono collegati, agli assessori presenti e collegati, perché davvero è un lavoro quotidiano quello che viene portato avanti e soprattutto anche un lavoro molto complesso (lo abbiamo sentito dalle relazioni di poco fa) quello che le ASP stanno portando avanti in maniera quotidiana.

    Sono mesi straordinariamente difficili e peraltro costituisce un dato oggettivo il fatto che la pandemia abbia accresciuto quel dato di criticità che accompagna la dimensione gestionale delle ASP.

    Tra i dati strutturali ai quali si è fatto più volte riferimento nel corso degli interventi di questa mattina, il versamento del corrispettivo IRAP è da tempo elemento di sofferenza che è sottoposto all’attenzione della Regione. A questo si sono sommate nel corso del 2020 le mancate entrate registrate a seguito del temporaneo blocco dei nuovi ingressi, in particolare durante i mesi del lockdown, e le spese sostenute, sia per l’acquisto dei DPI, che per le necessarie pratiche di sanificazione degli spazi.

    A chiusura di questo anno, a chiusura del 2020, è evidente che il quadro complessivo è assai complesso ed è contraddistinto anche da rilevanti incertezze, che riguardano proprio la programmazione 2021, senza dimenticare che l’uscita dalla pandemia purtroppo è ancora da compiere e che in particolare le Case di riposo per anziani restano luoghi potenzialmente sensibili alla diffusione del contagio.

    Mi pare di vedere però che sulla parte del 2020 si sia registrata un’importante attivazione da parte della Regione principalmente proprio sui versanti che riguardano i rimborsi per le spese sostenute per l’acquisto dei DPI e per il cosiddetto “vuoto per pieno”, la copertura finanziaria dei posti convenzionati non occupati durante il lockdown o comunque in conseguenza delle norme restrittive di gestione imposte proprio dall’andamento sanitario.

    Oggi la questione fondamentale è il rapido trasferimento di queste risorse dalle ASL territoriali alle rispettive ASP, in modo che prima della fine dell’anno in corso queste possano avere contezza di quali cifre sono assegnatarie e possano chiudere nelle condizioni migliori possibili i propri esercizi finanziari.

    Resta sullo sfondo di un futuro che comunque è immediato, la dimensione più strutturale alla quale si faceva riferimento e sulla quale è indispensabile agire. A prescindere dalla pandemia, vi sono elementi noti, che riguardano le criticità gestionali. È importante adoperarsi su questi elementi e tra questi elementi c’è sicuramente quello del versamento IRAP, che ho ricordato anche all’inizio di questo intervento. Una riduzione in tal senso non solo comporterebbe evidenti quanto oggettivi alleggerimenti sul versante uscite di pertinenza delle ASP, ma darebbe spazio a più eque condizioni di gestione tra modello pubblico e le altre forme presenti sul mercato.

    Se, come annunciato dalla Giunta, saranno presenti risorse dedicate proprio nell’ambito del bilancio di previsione, potrà compiersi da questo punto di vista davvero un passo significativo, quindi da un lato le urgenze, dall’altro lato le necessità di programmazione, perché nel passaggio tra la fine di quest’anno e il 2021 si gioca una rilevante occasione di sostenere il sistema pubblico di gestione dei servizi agli anziani, peraltro da sempre un tratto distintivo della Regione Emilia-Romagna.

    Per questo ringrazio per il lavoro che i gestori delle ASP stanno svolgendo in queste difficili condizioni.  Grazie, presidente.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Consigliera Bondavalli. Passo la parola al Consigliere Amico.

     

    Consigliere Amico

    Grazie, Presidente. Mi unisco anch’io ai ringraziamenti ai presidenti delle ASP che ci hanno seguito e ci hanno illustrato il quadro.

    Vorrei uscire solo per un attimo dalla questione della contingenza perché ci siamo soffermati certamente su dei numeri molto critici dal punto di vista degli elementi di bilancio, sulla necessità di garantire una prospettiva all’azione delle Aziende speciali della persona per come l’abbiamo conosciute in Emilia-Romagna, sapendo che il sistema delle ASP è un sistema specifico della Regione emiliano-romagnola, che non è stato assunto a livello generale, nazionale, però ha un tratto distintivo importante al quale nessuno di noi credo voglia rinunciare, nel senso che quelle limitazioni che noi abbiamo letto, dall'eccessivo carico dell’IRAP, così come da altri elementi come la questione previdenziale del personale, credo stiano dentro un sistema di carattere nazionale.

    La Regione Emilia-Romagna a più riprese è intervenuta a sostegno di queste evidenti disparità tra sistema pubblico e sistema privato, credo che, alla luce di quanto accaduto nel corso di quest’anno per quanto riguarda la pandemia, e riconoscendo tutti la qualità dei servizi a trazione pubblica e quindi la capacità di essere punto di riferimento anche per la quota di mercato privato, quindi il mantenimento della parte pubblica presente e definitoria di standard qualitativi elevati che automaticamente condizionano i servizi erogati da parte del privato, credo che questo ci debba spingere a una riflessione per affrontare l’elemento contingente e per prendere (è un invito che rivolgo anche alla Giunta) questo ragionamento e cercare di capire, come in un ambito nazionale e generale, questa situazione possa essere sanata dalla fiscalità generale, anziché trovarla solo esclusivamente all’interno della fiscalità interna della Regione.

    Questo è l’invito che faccio da questo punto di vista, perché trasformare le ASP in soggetti di carattere privato e, quindi, perdere una preminenza del pubblico, credo che possa essere un grave errore proprio in una situazione come quella di adesso, dove stamattina l’Istat ci dice che ci sono 5 anziani ogni singolo bambino presenti sul territorio italiano. Già altri hanno evidenziato che la condizione demografica per quanto riguarda sia la longevità che la disabilità sta assumendo e progressivamente assumerà altri aspetti, e credo che il criterio universalistico del pubblico abbia la necessità di essere presente.

    L'altro invito, che è stato accennato da alcuni presidenti, è quello della qualifica dei lavoratori, che non solo sono maggiormente esposti e maggiormente a rischio, come diceva la Consigliera Maletti, ma si prendono cura delle persone e, quindi, anche degli affetti delle varie famiglie. Credo quindi che una sempre maggiore qualificazione del personale che opera all’interno del sociale, che sia nel pubblico o nel privato sociale, debba essere un altro elemento di priorità, quindi invito anche qui a provare a ragionare attraverso i fondi strutturali europei, quindi non per forza il Recovery Fund o il Next Generation EU che potranno essere intesi sul tema dell’investimento, però attraverso i fondi strutturali della pianificazione prossima a prevedere delle risorse che possano andare nella direzione della qualificazione, oltre che del sostegno delle ASP in genere.

    Mi fermo qui, perché ci sono anche altri interventi e vorrei sentire anche le repliche. Grazie ancora per l’occasione di oggi.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Consigliere Amico. La parola alla Consigliera Castaldini e poi al Consigliere Pelloni.

     

    Consigliera Castaldini

    Grazie, Presidente. Grazie per questa occasione che, come già riferito dai miei colleghi consiglieri, è un'occasione molto attesa, perché dentro la storia delle ASP, una storia molto lunga, che parte dalla trasformazione delle vecchie IPAB (ancora oggi abbiamo sentito vari consiglieri raccontare una difficoltà nella trasformazione), si raccolgono molte questioni politiche. La prima: lì si sono espresse in maniera molto evidente situazioni gravi che il Covid ha portato.

    Il secondo aspetto, che è un altro aspetto politico, è il grido d’allarme che le ASP hanno rivolto alla Regione Emilia-Romagna sin da subito. Le ASP, che sono figlie di una decisione politica dell’Emilia-Romagna, hanno cercato più volte il confronto in una situazione di criticità. Le ASP, mi si permetta di dirlo, sono un po’ un’idea che noi dobbiamo avere da qui alla fine di questa legislatura. Adesso noi ci troviamo a parlare di emergenza, e sarà un dibattito, forse, che si porrà o finirà nel momento in cui l’assessore o gli assessori diranno “bene, aiutiamo in questo momento di emergenza le ASP”, ma io non credo ‒ e neanche voi della maggioranza credo possiate credere ‒ che la situazione delle ASP terminerà alla fine dell’emergenza, cioè che la necessità di ripensare completamente il sistema delle ASP non debba essere nell’agenda politica di questa Giunta, di questa maggioranza, anche dei consiglieri di maggioranza.

    Presidente, toglierò pochissimo tempo. Auspico esattamente che si vada in questa direzione. Visti i problemi che ci sono stati all’interno delle ASP, risolti con una volontà di ferro di chi in questo momento è alla Presidenza e di chi lavora all’interno delle ASP, di tutto il personale, per cui una risoluzione dell’emergenza, un problema di bilancio che ci sarà, che verrà fuori, che emergerà, ma, scusate, se il Covid ci ha insegnato una cosa è quella di andare al di là di un’idea che ci poteva essere prima del Covid, cioè di un’impostazione ideologica della politica.

    Oggi, oltre alle varie lettere, alle varie sollecitazioni politiche che sono state fatte dalle ASP, le stesse ASP chiedono di poter cominciare un confronto per cambiare il volto di quelle ASP, per cambiare anche la possibilità di essere soggetti diversi. Per me questo è un motivo, anzi è il motivo per cui faccio politica. Se liberamente un soggetto chiede di essere qualcos’altro per dare servizi migliori, quell’idea di libertà dell’individuo, della società a me interessa. A me interessa. Non dico “no” a priori perché tantissimi anni fa abbiamo deciso così, ma dico evviva il confronto, evviva il dibattito, evviva la possibilità di cambiare drasticamente il volto delle ASP. Per fare che cosa? Per dare servizi diversi, per dare servizi di eccellenza, per capire che il bisogno degli anziani è cambiato in maniera sistematica negli ultimi vent’anni, per riguardare i dati, per vedere in che territori e che risposte si danno nei territori delle ASP. Altrimenti non ne usciamo. Finiamo questa Commissione a raccontarci dell’emergenza e quanti soldi daremo in bilancio alle ASP e tra due mesi il dibattito sarà ancora uguale. Non sull’emergenza, ma su tutti gli altri problemi che hanno descritto bene i miei colleghi di maggioranza: la formazione, l’assunzione, come prendere personale in più all’interno delle ASP. Temi che tutti noi conosciamo.

    Quello che auspico è che, oltre al dibattito sull’emergenza, ci sia il coraggio di cominciare un confronto serio su che cosa saranno le ASP, su quali servizi daranno e che cosa intendiamo noi per eccellenza in quell’ambito.

    Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Consigliera.

    Ora ho iscritti il Consigliere Pelloni e la Consigliera Montalti. Visto che sono già intervenuti i loro Gruppi, sottolineo al Consigliere Pelloni che ha sei minuti.

     

    Consigliere Pelloni

    Grazie, Presidente.

    Vado al punto, perché è già stato detto tanto. Anch’io ringrazio i direttori e i presidenti delle ASP che qui ci hanno relazionato, sia dei problemi di contingenza rispetto all’emergenza pandemica, sia dei problemi strutturali.

    Ovviamente avevamo promosso, come Gruppi di opposizione, un’udienza conoscitiva a maggio, perché sapevamo che aveva lasciato ferite importanti alle ASP e a tutti i servizi in questo settore la prima ondata pandemica. Questa seconda ondata può solo aver aperto ulteriormente queste ferite. Rimangono ancora in sospeso tutti quei problemi strutturali di cui i miei colleghi hanno già parlato e hanno parlato, ovviamente, i relatori.

    A mio avviso, oggi ‒ come politica e come consiglieri dobbiamo indirizzare il lavoro della Giunta, l’organo esecutivo di questa Regione ‒ è mancata, se non in alcuni passaggi... Lo ha ricordato adesso la Consigliera Castaldini, forse lo ha brevemente accennato la Consigliera Maletti. Oggi i nostri amministratori pubblici... Io ero sindaco fino a pochi mesi fa e sono stato socio di una ASP pro tempore, l’ASP Terre di Castelli. Tutti questi problemi li avevamo anche in momenti non di pandemia e non di crisi globale.

    Questa è la sede in cui dobbiamo dare risposte, non solo far capire che conosciamo e padroneggiano il problema o quanto riconosciamo il lavoro che viene fatto, che è importantissimo. Ne ha parlato la Charitas di Modena. Se non ci fosse volontariato in maniera massiccia, se non ci fossero amministratori di quell’ASP, che hanno firmato anche con il loro patrimonio personale a garanzia di alcuni debiti, alcuni disavanzi del passato, quella ASP forse avrebbe già “portato i libri in tribunale”. Noi siamo in presenza di aziende ‒ perché le chiamiamo aziende ‒ in cui i costi di “produzione” sono superiori alle altre aziende che erogano questi servizi. Questo è il problema. L’abbiamo centrato tutti, l’abbiamo detto tutti.

    La Regione Emilia-Romagna, soprattutto in questo momento di svolta, deve fare una scelta di campo e deve trovare una soluzione. Oggi non sono emerse soluzioni, non è emersa una riforma complessiva della situazione. Altrimenti noi tra un anno ci ritroveremo sempre che saranno stati dati dei piccoli incentivi, dei piccoli bonus... Mi viene da dire: abbiamo un malato terminale, aziende che fanno fatica, e lo stiamo curando con cure palliative. Tante piccole iniezioni di liquidità che possono aiutare la contingenza, ma non aiutano quei direttori, quelle direttrici che sono intervenute, quei presidenti o quegli amministratori, che devono sempre fare il bilancio non pluriennale, come un’azienda dovrebbe fare... Anche io mi sono ritrovato come socio di un’azienda ASP ad aspettare che la Regione Emilia-Romagna quantificasse il ristorno dell’IRAP, che è sempre parziale, per poter approvare il bilancio di previsione. Alcuni anni l’abbiamo approvato a settembre per l’anno in corso, quando un’azienda normale dovrebbe approvare il bilancio a novembre dell’anno prima almeno, se la vogliamo chiamare “azienda”. Questo è il problema importante.

    Oggi quelle IPAB che non sono ancora passate ad ASP o ad altre formule... Da ex amministratore locale o amministratore regionale mi sentirei di dire “non prendete quella strada, perché avete dei costi superiori e quei costi superiori sono minori servizi per l’utenza”. Abbiamo detto che abbiamo la popolazione che aumenta, quindi abbiamo bisogno di maggiori servizi.

    Di una cosa non si è parlato, ad esempio. Vogliamo aumentare la domiciliarità? Ebbene, anche nella domiciliarità sono aumentati i costi del personale, è aumentata l’IVA dal 4 per cento al 5 per cento. Nessuno mi sembra abbia parlato ‒ forse mi è scappato, in quel caso mi scuserete ‒ degli importanti investimenti strutturali che alcune ASP dovrebbero fare per migliorare le strutture esistenti. Cosa aspettiamo, che i Comuni intervengano per migliorare le strutture esistenti? Non avranno mai i soldi. Il 110 forse riuscirà a mettere qualche ristrutturazione dal punto di vista edilizio, e aiuterà, ma i Comuni non avranno i soldi, perché non hanno gli oneri di urbanizzazione. Oggi nuovi investimenti e poi, come sappiamo, il saldo zero della legge urbanistica... Avremo avanti Comuni che non avranno gli oneri di urbanizzazione di nuove urbanizzazioni, ovviamente, quindi non avranno soldi per gli investimenti da dedicare alle ASP per migliorare le strutture.

    Sappiamo che con il sistema di accreditamento non tutte le nostre ASP, e lo so per conoscenza diretta… Sono ancora in deroga da anni, perché avevano ancora tre-quattro ospiti, residenti, pazienti, chiamiamoli come vogliamo, per stanza, quando il sistema di accreditamento prevede due ospiti per stanza. Poi è arrivato il Covid, quindi, si è cercato di mettere neanche due ospiti per stanza, forse uno per stanza, per evitare il contagio.

    Parliamo di problemi strutturali importanti. Il 10 per cento dell’IVA, dell’investimento per l’ordinaria manutenzione o la straordinaria amministrazione è un costo. Per una cooperativa no, perché lo può scaricare. Tutte le altre formule “privatistiche” lo possono scaricare. Per un Comune il 10 per cento è un costo.

    Inoltre, non è stato assolutamente detto come le ASP riescono a trovare del personale “flessibile”, con del lavoro interinale, che costa normalmente un 30 per cento in più. Abbiamo avuto delle ASP che sono state sanzionate perché dovevano attingere a mani basse da personale interinale, perché non avevano altro modo. Avevano personale di ruolo, come è già stato detto, con 104, malattie pregresse, anche prescrizioni. Non è stato detto. Molto del personale che abbiamo in carico, perché inquadrato come pubblico, quindi grazie alla legge Fornero probabilmente deve andare fino a 67 anni... Capite bene che, anche solo per...

     

    Presidente Soncini

    Consigliere...

     

    Consigliere Pelloni

    Mi avvio alla conclusione. Abbiamo aspettato tanti mesi per fare un’audizione su questo tema. Il fatto di avere i tempi contingentati mi lascia un po’ perplesso, presidente.

    Ci sono problemi strutturali importanti, però ad oggi Regione Emilia-Romagna o sistema Paese dà un’indicazione importante, che è quella che il sistema o cooperativo o privato è più conveniente per erogare questi servizi. Questo è il dato di fatto.

    Dobbiamo uscire o dalla propaganda o dall’ipocrisia e dire: scegliamo il modello che vogliamo utilizzare, troviamo un modello che tenga insieme il bisogno di mantenere la competenza pubblica su questi settori. Sappiamo, in merito a tanti altri servizi, che ci siamo spogliati di queste competenze. Recuperarle e riuscire a controllare diventa difficile. Però oggi la politica ‒ e qui c’è bisogno di un altro momento di riflessione ‒ deve indicare, soprattutto perché siamo a inizio mandato, una nuova strada molto chiara. Dobbiamo riuscire a erogare servizi a minor costo o a essere competitivi e a mantenere la conoscenza pubblica in questi servizi.

    Ad oggi queste risposte nella legge di bilancio non ci sono, perché è un bilancio di continuità. Anche prima si è accennato al Fondo regionale per la non autosufficienza, per attingere ad ulteriori fondi. Sono circa 2-2,5 milioni in più rispetto al passato, ma il presidente della prima ASP intervenuto ha detto che solo la ASP di Reggio Emilia ha 2,5 milioni di mancati ricavi. Quindi, 2 milioni per tutta l’Emilia-Romagna... Una singola ASP ha 2 milioni in meno di ricavi. ASP di Bologna, ASP di Modena, quelle più grandi sicuramente hanno mancati ricavi. Credo sia veramente una goccia nel mare.

     

    Presidente Soncini

    Grazie.

     

    Consigliere Pelloni

    Ringrazio, però non si conclude qua il discorso, perché oggi manca quella risposta chiara e precisa di dove vogliamo andare. Noi più o meno l’abbiamo indicata, come posizione. Speriamo che la Giunta e i colleghi consiglieri di maggioranza vogliano prendere posizione su questo tema.

     

    Presidente Soncini

    Grazie.

    La parola alla Consigliera Montalti e poi alla Consigliera Mori.

     

    Consigliera Montalti

    Grazie, Presidente.

    Intanto anch’io voglio condividere un ringraziamento, un apprezzamento per questa occasione di confronto, questo anche in risposta alle sottolineature che ha fatto poco fa il collega Pelloni, per dire che un’audizione non è un momento in cui si danno risposte. Un’audizione è un momento in cui si ascolta. Da un’audizione parte un percorso per elaborare proposte politiche, risposte, un percorso di riforma.

    Noi, come Gruppo PD e come maggioranza, siamo ben consapevoli che il Covid è un momento di spartiacque su tutto il tema dei servizi territoriali. Siamo anche consapevoli che non solo il Covid è uno spartiacque, ma anche che un sistema sociale ci spinge a prendere in considerazione, a riflettere e a chiedere l’avvio di un percorso di riforma dei servizi territoriali. Penso solo al tema dell’invecchiamento della popolazione emiliano-romagnola, che ci pone davanti, per i prossimi anni, una grande sfida: da un lato, dare servizi di sempre maggiore qualità; dall’altro, lavorare in maniera sempre più integrata sul sistema dei servizi. Questo è uno dei tanti esempi che si potrebbero fare per dire che questo è proprio il tempo per riflettere e partire con un percorso, che deve essere, però, un percorso serio, strutturato.

    C’è una cosa che il collega Pelloni ha detto. Mi riferisco all’intervento che viene prima di me perché mi ha colpito. Ha parlato delle ASP come di malati terminali. Io non condivido assolutamente questa definizione. Le ASP sono tante, sono diverse nel territorio. Io, per esempio, vengo da un territorio in cui ‒ sono di Cesena, del cesenate ‒ il lavoro delle nostre ASP locali è assolutamente robusto, strutturato rispetto a quelli che sono i bisogni territoriali. Ovviamente, proprio perché le ASP sono tante e sono diverse, e hanno diverse criticità, ma anche tanti punti di forza, c’è bisogno di una riflessione complessiva. C’è bisogno anche che questo momento di ascolto non termini oggi, ma sia l’avvio di un percorso in cui si entra nel merito.

    Devo ringraziare anche i rappresentanti delle ASP che sono intervenuti con delle relazioni importanti. Ci hanno mandato anche documenti corposi, che dovremo studiare e approfondire.

    Oggi il mio intervento è proprio per dire questo: massimo impegno, da parte perlomeno del Gruppo PD, ma dico della maggioranza, a mettersi nelle condizioni di avviare un vero percorso di riforma. La Giunta ha già dimostrato attenzione. Anche il fatto che oggi siano qui tre assessori dà un segnale fortissimo. L’ha dimostrato anche nel bilancio. 32 milioni per rispondere a quelli che sono i bisogni dell’emergenza sono un passo verso la richiesta pervenuta dal sistema dei servizi, ma un passo con un’interlocuzione che comunque rimane aperta. Non è la conclusione, ma è il proseguimento di quello che è stato, tra l’altro, un dialogo serrato che è andato avanti durante tutta l’emergenza, sta andando avanti, e che adesso deve fare un salto di qualità.

    Abbiamo detto che il Covid è uno spartiacque, ma in questo spartiacque, poi, ci prendiamo una responsabilità, e oggi ce la vogliamo prendere anche davanti alle ASP che sono in presenza in audizione, e che quindi si sono in qualche modo messe in gioco per venirci a raccontare i loro punti di forza e le loro criticità. Dicevo, uno spartiacque per partire, però, con una riforma di quelli che sono i servizi territoriali, quindi per affrontare in maniera robusta quello che sarà il “dopo Covid” dei servizi, con la nostra massima disponibilità che parte proprio da questa audizione di oggi e che prosegue e proseguirà in un percorso fatto di ascolto, di riflessione, di proposte che io spero saranno, poi, condivise e costruite in un lavoro congiunto tra maggioranza e opposizione. Le riforme importanti devono essere costruite così, insieme ai territori, insieme ai soggetti coinvolti e anche insieme alle forze politiche che dentro l’Assemblea hanno un loro ruolo e una loro rappresentanza.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Consigliera Montalti.

    La parola alla Consigliera Mori.

     

    Consigliera Mori.

    Grazie, Presidente. Grazie per questa opportunità di approfondimento che, come diceva la collega Montalti, è un passaggio, un momento significativo, importante, che merita probabilmente che ci esprimiamo tutti, anche partendo dalle nostre esperienze.

    Lo dico perché a fronte della domanda rispetto a dove andiamo e da dove siamo partiti, avendo io ho fatto la sindaca e trasformato un’IPAB in ASP e quindi cercato di contribuire nel mio piccolo, insieme a tanti colleghi amministratori che ancora lo fanno, a trasformare e ad aggiornare il sistema sociosanitario a seconda dei bisogni impellenti che costantemente la società ci rappresenta. Credo che le ASP siano proprio un passaggio di trasformazione e di innovazione in cammino ancora in corso.

    Fra l’altro, sono testimonianza di un impegno della Regione Emilia-Romagna che sa e si è posizionata da tempo rispetto agli indirizzi e ai pilastri che ispirano la propria azione politica istituzionale, perché, unico esempio in Italia, per il Fondo per la non autosufficienza, anche quando era stato azzerato a livello nazionale, abbiamo mantenuto livelli di responsabilità e di finanziamento unici, poderosi, proprio perché la rete di protezione sociale che noi riteniamo debba essere fortemente integrata tra pubblico e privato, ma anche fortemente integrata dal punto di vista sia socio che sanitario, sia un punto qualificante del benessere della comunità. Quindi, è chiaro che lo stato di benessere, lo stato di benessere del personale delle ASP dei nostri ospiti, di coloro che circuitano intorno a questo importante tassello del sistema sociosanitario è fondamentale. È quindi importante questo passaggio in un’interlocuzione che continua da tanto tempo.

    La Direttrice mi sembra lo abbia testimoniato con la relazione e gli approfondimenti tecnici anche che sono stati fatti, ovviamente in un contesto, questo, straordinario. Lo dico perché è vero che partiamo da difficoltà e criticità, ma questo perché è il sistema Paese che sul welfare non si è posizionato, e sul sociale in particolare, con elementi chiari. Noi abbiamo ancora da attuare la 328, dobbiamo ancora individuare i LIVEAS come sistema Paese, i livelli essenziali di assistenza sociale. In questo senso la Regione Emilia-Romagna, invece, ha fornito presupposti credo sistemici e organizzativi molto importanti, di cui le ASP fanno parte. Ecco perché io credo che il nostro impegno sia importante per fortificare e rafforzare il sostegno economico, finanziario, di personale sicuramente, con gli strumenti che abbiamo a disposizione in un contesto straordinario, però.

    Il contesto è davvero straordinario, perché gli sforzi per sostenere la pandemia davvero hanno acuito le criticità. Allora, è giusto l’impegno, sono giusti gli investimenti, è giusto il dialogo continuo che, però, credo la Regione Emilia-Romagna possa davvero continuare in un impegno che non è mai cessato.

    Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Perfetto nei tempi. Grazie mille, Consigliera Mori. A questo punto chiederei al Presidente Ravagli se può rispondere (ovviamente so che è collegato) alla sollecitazione, alla domanda – essendo conclusi gli interventi dei consiglieri – fatta dal Consigliere Caliandro.

    Presidente Ravagli, la sentiamo. Se può risponderci, così poi diamo la parola agli assessori.

     

    Presidente Ravagli

    Presidente ASP Bassa Romagna

    La disposizione presa dalla Regione dove è previsto il rimborso dei costi per le spese effettuate per i DPI dal 20 marzo al 31 luglio e comunque fino alla fine dell’emergenza, come ha anche sottolineato nel suo intervento Leoni, ci soddisfa.

    È chiaro che stiamo rendicontando i costi sostenuti dalle rispettive aziende distrettuali sui territori. Il percorso si concluderà quando saranno effettivamente rimborsati questi costi. Siamo piuttosto preoccupati, come diceva prima di nuovo Leoni, sul rimborso per le sanificazioni. Sono spese importanti, sono stati costi importanti, che tuttora continuano, per i quali abbiamo perplessità sul fatto che le risorse messe a disposizione dal Fondo nazionale siano capaci di esaudire queste necessità.

    Concludo ringraziando di nuovo per questa opportunità che ci avete dato, confermando la nostra disponibilità come CISPEL e come ASP di essere presenti per dare il nostro contributo di competenza, di esperienza sul territorio per qualsiasi attività che veda coinvolta la discussione, la revisione o qualsiasi intervento relativo ai servizi che stiamo svolgendo sul territorio.

    Riteniamo che possiamo essere una componente utile per la discussione, per dare informazione, per dare il giusto peso a quelle che sono le competenze che ci sono sui territori sui servizi. Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Presidente Ravagli.

    A questo punto darei la parola agli assessori. Nell’ordine, Assessore Donini, la Vicepresidente Schlein e l’Assessore Calvano.

    Assessore Donini, mi sente? So che il confronto tra voi assessori e le ASP in questi mesi c’è stato ed è stato molto frequente.

    Le do la parola per le conclusioni. Grazie.

     

    Assessore Donini

    Grazie, Presidente.

    Ringrazio ovviamente tutti gli intervenuti che ho ascoltato con grande attenzione, dal primo intervento all’ultimo, sia per quelli che sono i rappresentanti delle ASP, sia il dibattito in aula. Noi è un po’ che ci confrontiamo. Non abbiamo mai smesso di confrontarci con i Comuni, con i gestori delle ASP e, quando ci è stato chiesto, ovviamente, anche rispondendo in aula su interventi più dettagliati e più specifici. Io credo che anche l’audizione di oggi, che, ha ragione la Consigliera Montalti, l’audizione serve innanzitutto ad ascoltare, a farci ulteriormente una consapevolezza nel livello di attenzione, onde verificare ulteriori soluzioni rispetto a quelle messe in campo fino ad oggi.

    Noi abbiamo sostanzialmente diviso la discussione e il nostro impegno in tre ambiti come sanità. Il primo è la situazione dell’emergenza sanitaria, che è stata ed è tuttora impegnativa dal punto di vista della risposta di prevenzione e di contrasto all’onda epidemica Covid-19.

    Il secondo ambito attiene agli interventi che abbiamo condiviso con il sistema degli enti locali e i gestori delle ASP, che non hanno la pretesa di essere interventi risolutivi al 100 per cento rispetto a tutti i problemi di tutti gli ambiti che riguardano soprattutto la situazione di sostenibilità economica delle ASP, ma, come è stato giustamente riconosciuto, e come è stato credo anche in maniera abbastanza chiara evidenziato, danno una risposta significativa da parte dell’Istituzione Regione Emilia-Romagna, interpretando la sollecitazione di tutti i consiglieri, di tutte le forze politiche e di tutte le rappresentanze sociali che, legittimamente, questa Amministrazione nel suo complesso, maggioranza e opposizione, sta tentando con fatica di modi e di mezzi di rappresentare. Abbiamo ascoltato anche le sollecitazioni che ci venivano dalle diverse interlocuzioni che sono state poste dai vari esponenti delle forze politiche.

    Il terzo ambito è il tema di cosa sarà il futuro delle aziende speciali, delle persone delle ASP dentro un quadro più generale dell’assistenza sociosanitaria e territoriale. Questo è l’obiettivo – rispondo giustamente subito anche alla Consigliera Castaldini – che deve caratterizzare questa legislatura.

    Chiaramente, in questa fase che ho detto non possiamo non occuparci dell’emergenza sanitaria, perché questa è la priorità. Dobbiamo mettere in valore il più possibile le scelte e le decisioni a sostegno del sistema delle ASP per quello che riguarda i provvedimenti che si sono adottati, ma tentando anche di cominciare a discutere fra di noi e con la stessa propensione all’ascolto, almeno da parte nostra, di quella che è la visione prospettica del sistema.

    In sintesi, cominciamo col primo ambito: la dimensione dell’emergenza sanitaria. Noi abbiamo, ad oggi, persone, degenti contagiati dall’inizio dell’epidemia che si stimano in 9.206 persone. Queste 9.206 persone sono il 6 per cento del totale dei contagiati Covid in Emilia-Romagna, sono il 25 per cento della popolazione degente nelle varie strutture. Questo è un dato comunque significativo. Di queste 9.206 persone, 4.501, quindi il 49 per cento, sono per fortuna guarite; 2.039 purtroppo sono decedute, pari al 22 per cento dei contagiati; è ancora attivo nella malattia il 29 per cento, cioè 2.676 degenti.

    Ovviamente, abbiamo notato che rispetto al primo picco – perché io non parlo mai di ondate, l’ondata è quando una pandemia arriva, poi si ritrae, scompare e poi torna successivamente – noi abbiamo avuto picchi, tra marzo e aprile scorso, e un picco anche a fine agosto, e poi quello di novembre, di una pandemia che comunque ha sempre circolato, di un virus che ha sempre circolato nel nostro territorio, in Italia, in Europa e nel mondo. Dicevo che abbiamo avuto un periodo, sostanzialmente, in cui il numero dei malati, dei ricoverati, o comunque delle persone attive nella malattia, era molto basso, soprattutto da fine giugno a metà ottobre. Prima e dopo abbiamo assistito a curve epidemiologiche che hanno comportato una situazione anche impegnativa per quello che riguarda la prevenzione e l’assistenza. Non abbiamo ovviamente lesinato nessuna risorsa, nessuna energia, a cominciare dal momento in cui erano necessari i dispositivi di protezione individuale, come è stato ricordato, perché le prime settimane sono state durissime, da questo punto di vista, non solo per noi ma per l’intero Paese.

    Abbiamo via via formato unità di crisi o comunque unità di collaborazione sul fronte sanitario fra ASL e gestori delle ASP, per far fronte ai focolai e per cercare di individuare la modalità per circoscriverli il più rapidamente possibile. Abbiamo anche trasferito degenti, non solo ospedalizzandoli nelle strutture sanitarie pubbliche, ma anche portandoli laddove potessero essere maggiormente in sicurezza e non avere ulteriori propensioni alla diffusione del contagio nei posti che ci erano stati assegnati anche dalla sanità privata accreditata.

    Credo che il 23 dicembre l’Agenzia europea validerà il vaccino Pfizer. Oggi noi abbiamo la possibilità di individuare, da metà gennaio in poi, la campagna di vaccinazione che sarà necessariamente rivolta, oltre che agli operatori sanitari largamente intesi delle strutture ospedaliere, anche agli operatori socioassistenziali e ai degenti di tutte le strutture, soprattutto per anziani, ma non solo, di tutto questo mondo dell’assistenza.

    Sarà una campagna di vaccinazione, ovviamente su base volontaria, molto importante ma anche molto impegnativa. Noi stimiamo circa 200.000 persone, complessivamente, fra cui anche la popolazione degente e operante nelle strutture e nelle ASP.

    Questo è il primo tema rispetto all’emergenza, emergenza non finita. Sicuramente, dalla recrudescenza di metà novembre, la situazione ad oggi è un po’ migliorata, ma per esempio, i decessi dell’ultima settimana sono 138. Sono ovviamente decessi di persone che si sono…

     

    Presidente Soncini

    Assessore? Lei forse mi sente, noi l’abbiamo persa in questo istante. Assessore Donini?

    Scusate. Era andato tutto benissimo fino ad ora, anche dal punto di vista tecnico, dei collegamenti. Ora la vediamo, assessore. Provi a parlare, non so se la sentiamo.

     

    Assessore Donini

    Mi sentite?

     

    Presidente Soncini

    Sì, la sento, prego.

     

    Assessore Donini

    Ho finito il primo ambito, quello dell’emergenza e quello dell’informazione sul vaccino.

    Per quello che riguarda i provvedimenti che citava la dottoressa Petropulacos, sono sostanzialmente sette provvedimenti che noi abbiamo adottato e in animo di adottare. Su alcuni credo però che si soffermeranno sicuramente la Vicepresidente Schlein e l’Assessore Calvano.

    Il primo è quello della remunerazione dei centri diurni durante i periodi di sospensione e ovviamente la loro successiva apertura. Questo è stato un provvedimento che abbiamo condiviso col sistema anche dei Comuni, e che ha consentito un respiro anche di sostenibilità per le stesse strutture.

    Secondo: la remunerazione dei servizi residenziali che si sono dovuti organizzare durante le diverse fasi dell’emergenza, quello che dicevo prima. Noi siamo intervenuti anche per garantire l’appropriatezza della presa in carico dei degenti colpiti dal Covid, e quindi anche con la remunerazione di quei servizi residenziali che si sono ritenuti necessari; i costi gestionali affrontati dai soggetti gestori accreditati per tenere liberi, anche su nostra indicazione alcuni posti, al fine di poter garantire le adeguate quarantene e gli isolamenti, riducendo di conseguenza il tasso di occupazione, il cosiddetto “vuoto per pieno”; poi, le spese straordinarie sostenute dai gestori pubblici e privati per l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale nei servizi socioassistenziali e sanitari. Infine, l’aggiornamento delle tariffe che sono servite anche per andare incontro al rinnovo contrattuale degli operatori.

    Oggi possiamo presentare anche il bando che è uscito in questi giorni dalle ASP, coordinato dall’ASP di Parma, per 148 infermieri. Questo perché il tema del personale è un tema molto sentito e molto importante per quello che riguarda il sostegno. Sullo sfondo – ripeto, ne parlerà sicuramente l’Assessore Calvano – c’è il tema dell’IRAP e della sanificazione.

    Chiudo dicendo il terzo ambito di intervento, che chiaramente non può essere un ambito di intervento legato all’emergenza perché, come è stato benissimo chiarito dai presidenti e dai gestori delle ASP, dopo vent’anni questo modello deve necessariamente essere interessato da un aggiornamento strutturale. Parlo di aggiornamento strutturale, a cui giustamente faceva riferimento anche la Consigliera Maletti, perché non è un sistema che ha solo dei punti di debolezza, ma ha anche dei punti di forza. Quindi, noi dobbiamo fare leva sui punti di forza e farci carico dei punti di debolezza e delle vulnerabilità.

    Siamo consapevoli – lo siamo certamente, questa è un’affermazione su cui vorrei non ci fosse assolutamente ambiguità – della necessità di un rinnovato modello di assistenza sociosanitaria. Chiamiamola riforma, chiamiamola rivisitazione, chiamiamola insieme come vogliamo, però deve essere sostanzialmente un provvedimento, un percorso che porti a una nuova collocazione del sistema di cura e di assistenza con l’innalzamento degli standard qualitativi dei servizi forniti da chi affianca il sistema sociosanitario pubblico. Dobbiamo porci questo obiettivo.

    Alcune iniziative sul piano finanziario le abbiamo già evidenziate anche nel bilancio, oltre 500 milioni dell’FRNA nel 2021, con un aumento del nostro contributo regionale. Però, questo è un tema che non vogliamo assolutamente gestire con autoreferenzialità. Cioè, pensiamo che l’aggiornamento del sistema, l’innalzamento degli standard qualitativi per quello che riguarda almeno la sanità debba essere condiviso con chi ne ha la responsabilità della gestione, con chi interpreta i presìdi sanitari territoriali e con chi intende, come noi, mantenere una profonda unitarietà, un legame fra la parte assistenziale e sociale, imprescindibile, e ovviamente le prestazioni di natura sanitaria.

    Chiudo dicendo che con la Vicepresidente Schlein avremo a breve un incontro molto importante non solo con il mondo delle ASP, ma anche con il mondo delle strutture residenziali per anziani e disabili, nel quale cercheremo di fare il punto non solo del tema pandemico e dell’emergenza, che deve essere presidiato sempre, ma anche della qualità della degenza in ordine non tanto all’assistenza offerta quanto alla possibilità di ottenere le visite dei parenti, dei familiari, che per ragioni di sicurezza sanitaria sono state per tanto tempo limitate o addirittura proibite. Dobbiamo incontrarci. Troveremo la soluzione. Cercheremo – ovviamente, non è nostra la responsabilità, quindi non possiamo fare certamente forzature incaute – di trovare le modalità e la possibilità di coniugare, da un lato, la sicurezza delle persone e dei degenti delle strutture con il diritto dei loro familiari di poter avere un contatto non solo per questi giorni di Natale, ma in generale, un contatto che possa aumentare la qualità della vita e della permanenza dei degenti nelle strutture. È forse un passo difficilissimo perché, ripeto, non è nostra la responsabilità della sicurezza delle strutture, ma ci vogliamo mettere al servizio di questo obiettivo, e io credo che troveremo insieme la soluzione.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Assessore, per le sue parole e per il suo intervento.

    A questo punto avrebbe dovuto intervenire la Vicepresidente Schlein, che è stata collegata dall’inizio della seduta, ma da pochi minuti sta partecipando alla conferenza stampa sul Patto per il clima e per il lavoro con il presidente Bonaccini e l’assessore Colla. Quindi, direi di passare immediatamente la parola all’Assessore al bilancio Paolo Calvano. Prego.

     

    Assessore Calvano

    Grazie, Presidente. Grazie per aver organizzato questo momento e per l’invito a essere presente insieme ai colleghi Schlein e Donini, con i quali in questi mesi abbiamo affrontato a più riprese il tema delle ASP, della loro organizzazione e del loro stato di salute. Molte cose le ha dette bene, e ha fatto bene a dirle lui perché le ha dette molto meglio di me, il collega Donini, molte cose le stiamo affrontando sia nel corso del 2020 che soprattutto in previsione degli anni futuri.

    Le ASP, nel rapporto che hanno avuto con la Regione, hanno evidenziato situazioni di difficoltà che si sono create a causa della pandemia, come ci hanno detto anche i presidenti che sono intervenuti, ma anche situazioni che, invece, si portano dietro da anni come situazioni strutturali. In particolare, le situazioni strutturali sono legate a quello che le ASP sono da un punto di vista giuridico. Quindi, in particolare la questione legata, ad esempio, alle opportunità che possono avere i soggetti privati, a differenza delle ASP, in tema di costi previdenziali è uno di quei temi su cui inevitabilmente va fatta una riflessione, perché determina uno svantaggio competitivo sul quale è necessario intervenire.

    È uno di quei temi su cui difficilmente si può intervenire con legislazione regionale, per cui è indispensabile un confronto a livello nazionale e governativo per affrontare questo tema. I tavoli ci possono essere a livello nazionale, ma serve obiettivamente un’importante volontà anche di carattere governativo.

    Il ragionamento potrebbe essere uguale sul tema dell’IRAP, sul quale, anche qui, c’è uno svantaggio competitivo delle ASP perché, come diceva bene anche la Vicepresidente Maletti, l’aliquota che pagano le ASP è diversa dall’aliquota che viene pagata dalle aziende private o cooperative, con una differenza superiore ai cinque punti percentuali. Questa differenza in Emilia-Romagna esiste perché abbiamo un dato IRAP nei confronti delle ASP dell’8,5 per cento, su cui non è possibile intervenire. Perché non è possibile intervenire? Perché c’è un decreto legislativo del 2011 che dice che nelle Regioni in cui ci sono addizionali IRPEF superiori allo 0,5 per cento, non si può intervenire sull’IRAP, a meno che non si agisca su quelle addizionali in compensazione delle eventuali riduzioni che si fanno sull’IRAP.

    Anche questo, per poterci consentire di poter intervenire in maniera diretta, implicherebbe un cambiamento di quel decreto legislativo. Chi ha un’IRAP più bassa nei confronti delle ASP rispetto all’Emilia-Romagna ce l’ha perché è una scelta che ha a che fare con anni antecedenti al 2011. Gli interventi post-2011 non possono essere interventi in riduzione dell’aliquota. Questo problema noi ce l’abbiamo avuto anche in altri frangenti, quando ad esempio abbiamo deciso di intervenire sull’IRAP delle aziende in montagna e a quel punto abbiamo individuato un percorso alternativo rispetto all’intervento diretto sulla tassazione, scegliendo la strada del contributo. Questa è una strada che in un qualche modo si può cercare di individuare anche per le ASP, e non è un caso che noi abbiamo inserito a bilancio nel 2021 una posta che va in questa direzione, sulle cui modalità di utilizzo ovviamente vanno create le condizioni di carattere legislativo.

    Lo svantaggio competitivo è legato, come evidenziato nella nota che ci hanno mandato le ASP, sia come assessori che credo anche come consiglieri, al fatto che appunto c’è una differenza tra quello che pagano le ASP e quello che pagano le imprese private. Su questo delta io credo che si possa agire. Agire su questo delta non è una novità in assoluto, perché è bene precisare che – lo ha detto bene anche la Direttrice Petropulacos – già nel 2016 si fece un intervento in aumento delle tariffe da accreditamento che avevano lo scopo di ridurre il delta che sull’IRAP viene pagato dalle ASP rispetto alle imprese private. L’effetto di quella manovra da parte delle ASP ci è stato più volte evidenziato che non è stato un effetto lordo, ma un effetto netto, nel senso che non hanno potuto beneficiare totalmente di quell’aumento in sgravio IRAP, ma ha inciso solo per una parte ridotta. Quindi, il delta, quel delta è rimasto, su quel delta possiamo intervenire, ed è questo l’obiettivo che si è data la Giunta nel corso del 2021.

    Non tutte le ASP pagano l’IRAP nello stesso modo, perché hanno inquadramenti, funzioni e modalità di erogazione di servizio diverse, quindi bisognerà, nel caso si intervenga appunto in conto IRAP, considerare le differenze che ci sono tra le diverse ASP, perché, come evidenziato anche dalla relazione fatta dagli stessi presidenti nei giorni scorsi, ci sono ASP che pagano molta IRAP e altre ASP che hanno un modello organizzativo diverso che ne pagano molto meno. Se si decide di agire sull’IRAP, è ovvio che si deve tenere in considerazione questa differenza. Questo è l’obiettivo che ci diamo attraverso un tavolo tecnico, che ovviamente cercheremo di mettere in piedi subito dopo l’inizio dell’anno e che andrà a cercare una quantificazione condivisa e anche una modalità condivisa per poter intervenire sul delta che è rimasto tra le imprese pubbliche ASP e le imprese private.

    Credo che sia un segnale importante, in una fase difficile e complicata come questa, perché quando si parla di tassazione in Emilia-Romagna in questi ultimi anni se ne parla sempre in una logica o di invarianza della tassazione o di riduzione della tassazione. E così continueremo a fare, lo abbiamo fatto per la montagna, ne stiamo parlando oggi per le ASP. ASP che ovviamente, oltre a uno svantaggio competitivo che si portano dietro nel tempo e sul quale appunto c’è una necessità di un doppio intervento, regionale ma anche nazionale, hanno scontato nel 2020 tutte le difficoltà contingenti.

    Lo sforzo evidenziato dal collega Donini, con l’utilizzo di fondi sanitari, è stato uno sforzo importante, non scontato, perché se è vero che una parte dei costi, in assenza di Covid li avremmo comunque avuti, perché il “vuoto per pieno” lo avremmo pagato perché sarebbero stati pieni, per intenderci, però tutto il rimborso deciso sui DPI che ha assunto una dimensione notevole era doveroso, non squisitamente scontato, purtroppo, però noi l’abbiamo ritenuto doveroso e quindi l’abbiamo trasformato in una operazione da mettere in campo con un grande sforzo da parte della sanità. Sforzo che si può fare anche su altro, ovviamente cercandone la compatibilità dal punto di vista legislativo rispetto ad altri interventi. Ho sentito parlare appunto delle sanificazioni, magari possono emergere anche altre idee, va cercata la compatibilità con la spesa sanitaria, sia per tutelare il nostro ente, la Regione Emilia-Romagna, ma anche per tutelare i soggetti che eventualmente quei contributi li riceverebbero, perché se non fossero ricevuti in modo legittimo incorrerebbero ovviamente in problematiche legittime, inteso di legittimità non dico costituzionale ma diciamo così della normativa in essere, chiaramente si aprirebbero dei problemi anche per loro e noi vogliamo evitare, anzi ridurre i problemi e non aumentarli.

    Questo sforzo quindi è stato uno sforzo importante nel 2020. Ci auguriamo di non doverlo ripetere nel 2021, perché magari non c’è così bisogno di un approvvigionamento straordinario di DPI piuttosto che di sanificazioni ad un livello come quelle che ci sono state. C’è da dire che il 2020 è stato un anno difficile per le ASP anche perché in alcuni provvedimenti di carattere governativo non si è tenuto in adeguata considerazione il ruolo di queste strutture; ruolo che, invece, la Regione Emilia-Romagna vuole tenere in considerazione. Io dico che è importante la presenza degli assessori e abbiamo voluto esserci tutti e tre, ma credo che abbiamo accompagnato fino ad oggi una serie di fatti e vorremmo accompagnarne degli altri nel corso dei prossimi anni. Ci sono le condizioni per poterlo fare, in accordo con i Comuni, in accordo con le ASP.

    C’è anche un pensiero che noi dobbiamo fare su cosa devono diventare le ASP. Un pensiero che – lo diceva Donini – non deve calare dall’alto, ma deve essere il frutto anche di un ragionamento condiviso con queste strutture. C’è uno sforzo che deve fare ovviamente la Regione nella logica che dicevo prima, ma anche probabilmente riflessioni che devono fare le stesse ASP. In alcuni distretti non abbiamo ancora ASP distrettuali, ma ASP che non sono completamente di tutto il distretto o più ASP nello stesso distretto, in sostanza. C’è la necessità di fare un salto, da questo punto di vista, aggregativo? È una domanda che è sul tavolo e su cui i diversi soggetti saranno chiamati a fare una riflessione.

    Così come – ripeto – il tema dell’evoluzione normativa, sia a livello nazionale che regionale, sarà uno di quei temi che dovremo affrontare, perché, come Emilia-Romagna, al ruolo delle aziende pubbliche per i servizi alla persona ci crediamo e vogliamo continuare a crederci, così come crediamo che se c’è un tema che è stato aperto con il Covid è l’importanza e il ruolo della sanità e dei servizi sociali a livello territoriale. E le ASP sono un pezzo importante di questi servizi, di questo sistema, e una delle lezioni che ci ha fornito il Covid in tutta la sua drammaticità è che sull’attenzione ai territori dobbiamo fare una delle linee di azione soprattutto di chi crede, come in Emilia-Romagna, a una sanità e a un welfare a forte impronta pubblica.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, Assessore Calvano. In chiusura di seduta volevo ricordarvi che i materiali trasmessi dalle ASP saranno caricati sulla pagina web della Commissione nella sezione dedicata alle audizioni. Oggi lo streaming era pubblico e comunque nei prossimi giorni verrà divulgata la trascrizione revisionata di questa seduta.

    Ringrazio di nuovo i consiglieri, gli Assessori Donini, Schlein e Calvano e i gestori delle ASP, che vedo ancora tutti collegati per questa seduta. Ovviamente questo momento di ascolto, di confronto, il percorso non finisce qui. Vi ricordo che ci vediamo venerdì 18, quindi venerdì di questa settimana, alle ore 9.30 per la prossima seduta di questa Commissione.

    Grazie a tutti e a tutte e buon pomeriggio.

     

     

     

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