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Legislatura IX - Commissione Parità - Verbale del 16/04/2014 antimeridiano

     

     

    Verbale n. 3

    Seduta del 16 aprile 2014

     

    Il giorno 16 aprile 2014 alle ore 11.30 si è riunita presso la sede dell’Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, convocata con nota prot. n. AL.2014.15358 del 11/04/2014.

     

    Partecipano alla seduta i Consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    MORI Roberta

    Presidente

    Partito Democratico

    6

    presente

    MALAGUTI Mauro

    Vicepresidente

    Gruppo Misto

    2

    presente

    MORICONI Rita

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    5

    presente

    BARBATI Liana

    Componente

    Italia dei Valori – Lista Di Pietro

    2

    assente

    BAZZONI Gianguido

    Componente

    Forza Italia - PDL

    4

    assente

    CASADEI Thomas

    Componente

    Partito Democratico

    4

    presente

    DEFRANCESCHI Andrea

    Componente

    Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it

    1

    assente

    DONINI Monica

    Componente

    Federazione Della Sinistra

    2

    assente

    FILIPPI Fabio

    Componente

    Forza Italia - PDL

    6

    presente

    MANFREDINI Mauro

    Componente

    Lega Nord Padania Emilia e Romagna

    4

    assente

    MEO Gabriella

    Componente

    Sinistra Ecologia e Libertà – Idee Verdi

    2

    assente

    NOE’ Silvia

    Componente

    UDC – Unione di Centro

    1

    assente

    PARIANI Anna

    Componente

    Partito Democratico

    4

    assente

    RIVA Matteo

    Componente

    Gruppo Misto

    2

    assente

    SERRI Luciana

    Componente

    Partito Democratico

    5

    presente

     

    E’ presente il consigliere Stefano CAVALLI in sostituzione di MANFREDINI.

     

    Hanno partecipato ai lavori della Commissione C. CECCACCI ((Servizio segreteria e affari generali della giunta, affari generali della presidenza, pari opportunità); E. ROVERSI (Servizio Amministrazione e Gestione); S. SANDRI (Servizio lavoro); E. BASTIANIN (Serv. Affari legislativi e qualità dei processi normativi Giunta); R. GHEDINI (Serv. Informazione e comunicazione istituzionale A.L.).

     

     

    Presiede la seduta: Roberta MORI

    Assiste il Segretario: Enzo MADONNA

    Resocontista: Enzo MADONNA

     


    La presidente MORI dichiara aperta la seduta alle ore 11.45.

     

    Sono, altresì, presenti i consiglieri Casadei, Cavalli, Filippi, Malaguti, Moriconi, Serri.

     

    5377 - Relazione per la Sessione Comunitaria dell'Assemblea legislativa per l'anno 2014, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.

     

    La presidente MORI introduce l’oggetto all’ordine del giorno, precisando che in questa Commissione la relazione per la Sessione comunitaria sarà affrontata dal punto di vista dell’ottica di genere. Dà quindi la parola alla dott.ssa Ceccacci per un inquadramento del tema.

     

    La dott.ssa CECCACCI, con riferimento alla partecipazione regionale alla fase ascendente ed al tema dell’uguaglianza di genere nel Programma di lavoro della Commissione per il 2014, segnala in primo luogo, due iniziative non legislative di particolare interesse per le politiche regionali non riconducibili alle dirette competenze dell’Assessorato Pari opportunità:

    - la Comunicazione sulla creazione di posti di lavoro nell’economia verde,

    - la Raccomandazione affrontare il problema della disparità retributiva tra uomini e donne. Tali iniziative richiamano i temi della Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015 della Commissione Europea circa il ruolo dell’occupazione femminile per la crescita e il raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020, cioè una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. L’importanza di tali indirizzi è stata anche ribadita nell’iniziativa “Revisione di medio periodo della strategia” (del 16 settembre 2013), ove, riflettendo sui progressi conseguiti in diversi ambiti, si tracciano linee di lavoro per il futuro.

    Tra le sfide per le politiche di genere vi è l’ampliamento del ruolo economico, sociale e ambientale delle donne, nella direzione di uno sviluppo sostenibile e inclusivo. In tale prospettiva gli orientamenti comunitari sottolineano, fra l’altro: l’importanza di incoraggiare le scelte formative e professionali delle donne verso le nuove opportunità offerte dall’economia verde e dalle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione), superando gli stereotipi di genere; l’importanza di promuovere, attraverso il ruolo chiave dei servizi pubblici per l’impiego e di politiche attive per il lavoro, sia l’aumento della presenza femminile nei percorsi tecnico-scientifici ed imprenditoriali legati alle TIC (Tecnologie dell’informazione e della Comunicazione), sia l’innalzamento ed il riconoscimento delle competenze, favorendo in tal modo anche il contrasto della persistente disparità retributiva tra donne e uomini.

    Il divario retributivo di genere (tema al quale la Commissione Europea ha dedicato una specifica Raccomandazione il 7 marzo scorso) riflette le discriminazioni e le disuguaglianze sul mercato del lavoro che, nella pratica, colpiscono ancora e soprattutto le donne. Le cause di tale fenomeno sono complesse e spesso correlate fra loro. Possono essere riconducibili, ad esempio, alle scelte formative e professionali delle ragazze; ai criteri di valutazione del lavoro svolto, spesso associati a stereotipi di genere; alle opportunità di sviluppo professionale e di carriera; alle possibilità di condividere le responsabilità familiari. La Commissione Europea indica, invece, la necessità di affermare e fare rispettare il principio di pari retribuzione a parità di lavoro attraverso la trasparenza retributiva (nella Raccomandazione è, fra l’altro, definita un’ampia gamma di misure tra le quali ogni Stato membro può scegliere l’adozione di almeno una).

    Per quanto riguarda le attività regionali, si è richiamata, in particolare, la Relazione sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale, in relazione agli atti normativi e di indirizzo emanati dagli organi dell’Unione Europea delle Comunità europee (anno 2013) ed il capitolo “La tematica trasversale delle Pari Opportunità” (di interesse di più direzioni Generali). Vi sono evidenziati, facendo riferimento alle Strategie europee anche per un confronto delle azioni, alcuni aspetti contenuti nel secondo “Piano interno integrato delle azioni regionali in materia di pari opportunità di genere 2011-2013”, (approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 1001/201) e ribaditi nel nuovo Piano Integrato 2014-2016, di imminente presentazione. Tali aspetti riguardano gli sviluppi nelle azioni regionali rivolte alle donne, promosse da diverse Direzioni, tra cui, il sostegno e il rafforzamento dell’occupazione femminile nella crisi puntando alle opportunità offerte dalla green-economy e dall’ICT; l’inclusione e la lotta alla povertà; il sostegno alla cura; la lotta agli stereotipi di genere. In tale contesto si situa lo stesso impegno dell’Assessorato Pari Opportunità per la promozione di una cultura che mira al contrasto degli stereotipi sessisti, tema di rilevanza centrale nella Strategia europea per l’uguaglianza di genere, quale leva fondamentale per il cambiamento e la lotta contro ogni discriminazione. Con queste finalità negli ultimi anni sono stati promossi diversi progetti rivolti alle giovani generazioni di diverse fasce d’età, valorizzando il ruolo fondamentale delle scuole per veicolare messaggi volti ad educare e sensibilizzare a temi quali la parità tra i sessi ed il reciproco rispetto, i ruoli di genere non stereotipati. Una crescente attenzione è stata, inoltre, dedicata all’informazione, alla comunicazione e al ruolo dei media per promuovere una rappresentazione rispettosa del genere femminile. In tale direzione va la sottoscrizione del Protocollo d’intesa “Donne e media” (del 26 marzo scorso) in collaborazione con il Corecom, il Dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Università di Bologna e gli operatori della comunicazione.

    La dott.ssa Ceccacci segnala, infine, l’iniziativa riguardante il Programma Refit “Regolamento quadro per l’integrazione delle statistiche sociali”, quale provvedimento che potrebbe, forse, avere ricadute sulle attività regionali per la realizzazione delle statistiche di genere, svolte in primo luogo dalla direzione generale Organizzazione ma anche dalle altre direzioni.

     

    La dott.ssa ROVERSI segnala innanzitutto che nel Rapporto conoscitivo della Giunta regionale all’Assemblea legislativa per la sessione comunitaria è prevista un’iniziativa non legislativa, denominata “Affrontare il problema della disparità retributiva tra uomini e donne”, che intende dare attuazione alla Raccomandazione della Commissione europea del 7 marzo scorso, finalizzata al potenziamento della parità retributiva tra uomini e donne tramite la trasparenza. Per l’attuazione di questa iniziativa sono coinvolti due servizi, il servizio Amministrazione e gestione e il servizio Lavoro. L’attività si svilupperà su due versanti: un versante interno, cioè l’attuazione della raccomandazione della Commissione rispetto all’Ente Regione Emilia-Romagna, e il versante esterno, cioè l’applicazione della raccomandazione nel mondo del lavoro e delle imprese. Per quanto riguarda il versante interno, cioè il lavoro pubblico, la dott.ssa Roversi ricorda che le retribuzioni sono definite dalla contrattazione nazionale, per cui non ci sono distinzioni tra uomini e donne. Tuttavia, l’interrogativo sull’effettiva esistenza di differenze retributive tra uomini e donne va comunque posto e una verifica è auspicabile, anche per comprendere quali potrebbero essere gli elementi in grado di determinare una differenza di retribuzione tra i due sessi nel settore pubblico; questo sarà il campo di analisi che dovrà essere affrontato. La struttura stessa della retribuzione può determinare delle differenziazioni, che non dipendono dal sesso, ma dall’incarico ricoperto e dalla valutazione che si ottiene per la propria prestazione. Nella sezione Trasparenza del sito della Regione Emilia-Romagna sono già riportate le valutazioni che ottengono sia i dirigenti che le posizioni organizzative, con un riepilogo che distingue le valutazioni tra uomini e donne. Si tratterà poi di sviluppare ulteriormente l’analisi, secondo quanto prevede l’azione sopra citata, per offrire un quadro della distribuzione delle retribuzioni tra uomini e donne dell’Ente, per dare piena attuazione a quanto prevede la raccomandazione della Commissione europea.

     

    La dott.ssa SANDRI fa rilevare che il problema della differenza retributiva fra uomini e donne non deriva da ragioni normative, ma soprattutto da questioni di natura organizzativa del mondo del lavoro. Nel suo servizio la questione è stata affrontata soprattutto da due punti di vista: quello della formazione delle donne, ovvero della loro preparazione all’ingresso nel mondo del lavoro, e quello della conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro. Sandri fornisce alcuni dati: nel quarto trimestre del 2013, il tasso di occupazione medio regionale era del 73%, il 59% era il tasso di occupazione femminile, quello maschile era 66; il tasso di disoccupazione medio regionale era dell’8,2%, quello delle donne era il 10,7, quello degli uomini il 9,3. La componente femminile del mercato del lavoro non ha risentito molto della crisi, vi è stato, viceversa, un incremento dell’occupazione femminile; il problema riguarda però la qualità del lavoro femminile, che è molto meno stabile, e quindi più fragile, rispetto a quello maschile, con contratti spesso a termine e meno garantiti, il che incide anche sulla retribuzione. Altro elemento critico è dove sono impiegate le donne: sempre nel quarto trimestre del 2013, risultava che la presenza delle donne nel mondo dell’industria fosse molto inferiore a quella maschile; le donne sono molto più presenti nel campo dei servizi; la presenza femminile è molto sottodimensionata anche nel campo delle costruzioni.

    Le azioni che si possono mettere in campo per cercare di modificare questo stato di fatto riguardano prima di tutto il mondo della formazione, ovvero dell’orientamento rispetto al mercato del lavoro, dal punto di vista delle competenze professionali: nella programmazione 2007-2013 del Fondo sociale europeo, vi era stata una presenza abbastanza equilibrata tra uomini e donne, poiché le donne costituivano il 45% dei partecipanti, cioè poco meno della metà. Nella nuova programmazione si è cercato non solo di prevedere strumenti per conciliare queste attività con il lavoro di cura, ma anche di riconoscere una priorità alla presenza femminile, creando una sorta di disparità positiva, soprattutto nelle azioni nell’ambito dell’alta formazione, dei voucher formativi, cercando di favorire la presenza femminile nei settori dell’innovazione, della ricerca e dell’approfondimento scientifico, dove le donne sono meno presenti. Questo ha dato risultati positivi, come il fatto che nel 2012 i voucher di alta formazione sono stati assegnati in numero molto più elevato a donne che a uomini. Tra le scelte strategiche della nuova programmazione c’è sicuramente quella di continuare a favorire la presenza femminile nell’alta formazione, al fine di elevare il numero di donne presenti in lavori nei quali normalmente sono poco presenti. In tema di conciliazione, è stata attivata un’azione con il fondo sociale europeo per cercare di mantenere l’occupazione femminile: sono stati distribuiti dei voucher per l’inserimento dei bambini al nido, rivolti a quelle famiglie che erano nelle cosiddette liste d’attesa e che, non avendo il diritto di accesso al nido pubblico, avevano la possibilità, grazie ai voucher, di accedere nei nidi privati convenzionati a un prezzo calmierato. Si è trattato di un intervento molto importante, con un investimento medio annuale dal 2009 di due milioni di euro. L’intenzione sarebbe quella di replicare quest’azione, anche se risulta che le liste d’attesa si siano ridotte, segno che molte famiglie scelgono di rinunciare all’asilo nido, per la difficoltà di affrontare la spesa o per mancanza di lavoro.

    C’è anche l’idea di mantenere un’attenzione trasversale in azioni come quella rivolta a favorire l’imprenditorialità: anche alle parti sociali si cerca di veicolare il messaggio di prestare attenzione alle pari opportunità di genere, ma anche alla qualità dell’organizzazione rispetto alla presenza femminile, al tema della conciliazione, ai percorsi di carriera, al fine di evitare di creare quegli ostacoli organizzativi che impediscono le evoluzioni di carriere, con le conseguenze in tema di retribuzione.

     

    Esce Filippi

     

    La presidente MORI sottolinea che molti spunti di queste esposizioni rappresentano elementi di riflessione già ampiamente trattati in Commissione e che rappresentano la base della proposta legislativa che è in costruzione e che mira a un’azione continuativa, indipendentemente dalla disponibilità di specifiche politiche sovraordinate.

    È sicuramente importante la scelta della Regione di fare un’autoanalisi, che, se resa trasparente, potrà costituire un esempio di riflessione per altri soggetti, magari non pubblici, ma che al Pubblico si riferiscono.

    Il tema del lavoro e della retribuzione paritaria è fondamentale per la cosiddetta autonomizzazione femminile, che è quella base di riferimento per le libere scelte e che rende le donne più libere di decidere. Ritiene apprezzabile l’impegno per la formazione, anche al fine di permettere alle donne di accedere in settori lavorativi normalmente di dominio maschile. Sicuramente i voucher e la conciliazione sono strumenti importanti per lenire e aiutare, ma ci vorrebbero interventi di pianificazione regionale più risolutivi, che dovrebbero trovare posto nella futura legge quadro, al fine di fare assumere alla Regione impegni strategici e trasversali, sempre naturalmente nei limiti delle sue competenze.

    La presidente mette quindi in votazione la seguente proposta di parere:

    “La Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini riunitasi in sede consultiva, ai sensi dell’articolo 38, comma 1 del Regolamento interno, nella seduta del 16 aprile 2014, ha preso in esame per quanto di competenza il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2014, la Relazione sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento comunitario riferito al 2013, il Rapporto conoscitivo per la sessione comunitaria parte integrante della Delibera di Giunta n. 426/2014.

    Con riferimento alla partecipazione regionale alla fase ascendente, la Commissione segnala l’interesse per le seguenti iniziative:

    Comunicazione sulla creazione di posti di lavoro nell’economia “verde”;

    Regolamento quadro per l’integrazione delle statistiche di genere, iniziativa sulla quale la Commissione si riserva di valutare, al momento della presentazione, la effettiva ricaduta sulle attività regionali di realizzazione delle statistiche di genere.

    La Commissione, in via preliminare, ribadisce che la promozione della parità di genere e tutte le conseguenti azioni dovrebbero fondarsi su un approccio metodologico trasversale (principio del mainstreaming) che deve permeare la programmazione e la definizione di tutte le politiche pubbliche di settore per contribuire attivamente all’attuazione della Strategia Europa 2020 e sottolinea, in questo senso, l’impulso dato dall’Unione europea con l’adozione della Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015, che ha costituito un importante punto di riferimento per le politiche e le attività poste in essere dalla Regione in questi anni.

    La Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini evidenzia tra le iniziative del programma di lavoro della Commissione europea per il 2014 l’iniziativa non legislativa “Raccomandazione sul potenziamento del principio della parità retributiva tra donne e uomini tramite la trasparenza”, già presentata lo scorso 7 marzo dalla Commissione europea in attuazione della Strategia europea per la parità tra donne e uomini 2010-2015, e ricorda che la parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e femminile è una delle cinque priorità stabilite dalla Carta delle donne. Questa iniziativa della Commissione europea persegue l’obiettivo della parità di retribuzione attraverso la trasparenza salariale, da intendersi come adozione di politiche e interventi che garantiscano la trasparenza della composizione e delle strutture salariali. La Raccomandazione, quindi, sollecita gli Stati membri ad adottare almeno una delle quattro azioni ivi indicate per garantire: il diritto dei lavoratori di accedere alle informazioni sui livelli salariali; l’informazione periodica da parte dei datori di lavoro sulla retribuzione in imprese o organizzazioni con almeno 50 dipendenti; l’organizzazione da parte dei datori di lavoro di audit salariali in imprese o organizzazioni con almeno 250 dipendenti e, infine, la discussione sulla parità retributiva in sede di contrattazione collettiva.

    In considerazione dell’importanza del tema, la Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini invita la Giunta regionale ad attivarsi nelle opportune sedi affinché lo Stato, alla luce delle indicazioni della Raccomandazione, chiarisca nell’ordinamento nazionale la definizione di “lavoro di pari valore”.

    La Commissione invita la Regione Emilia-Romagna ad attivarsi per sensibilizzare le imprese, le organizzazioni pubbliche e private, le parti sociali sulla necessità di promuovere il principio della parità retributiva e la trasparenza salariale e a verificare la possibilità di porre in essere una o più delle azioni previste nella Raccomandazione a garanzia della trasparenza salariale.

    In conclusione, con riferimento all’iniziativa indicata dalla Commissione europea lo scorso anno “Revisione di medio periodo della Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015”, la Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini segnala che la Commissione europea, a differenza di quanto emergeva dal suo programma di lavoro per il 2013, non ha presentato una Comunicazione strategica ma una Relazione che dà conto dei risultati conseguiti dalla Strategia e invita pertanto la Giunta regionale a informare la Commissione sui contenuti della relazione in occasione della presentazione del prossimo Piano interno integrato delle azioni regionali in materia di pari opportunità di genere.”.

     

    La Commissione approva con 26 voti a favore (PD-LN-Misto), nessun contrario o astenuto.

     

     

    La seduta termina alle ore 12.45.

     

    Approvato nella seduta del 27 maggio 2014.

     

    Il Segretario

    La Presidente

    Enzo Madonna

    Roberta Mori

     

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