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Legislatura XI - Commissione II - Processo Verbale del 11/04/2023 pomeridiano

 

Processo verbale n. 12

Seduta dell’11 aprile 2023

 

Il giorno 11 aprile 2023 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. PG/2023/8551 del 05.04.2023, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche in seduta congiunta con la Commissione Bilancio, affari generali ed istituzionali che si svolge in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede della Vicepresidente Palma Costi e dei seguenti membri dei Gruppi assembleari: Gianni Bessi, Massimo Bulbi (PD); Maura Catellani, Andrea Liverani, Massimiliano Pompignoli (Lega); Luca Cuoghi (FDI); Valentina Castaldini (FI); nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del “Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna” e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26.

 

Partecipano alla seduta i consiglieri:

Cognome e nome

Qualifica

Gruppo

Voto

 

RONTINI Manuela

Presidente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

7

Presente

COSTI Palma

Vicepresidente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

4

Presente

DELMONTE Gabriele

Vicepresidente

Lega Salvini Emilia-Romagna

3

Presente

AMICO Federico Alessandro

Componente

Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

2

Assente

BARGI Stefano

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

Presente

BESSI Gianni

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

Presente

BULBI Massimo

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

2

Presente

CASTALDINI Valentina

Componente

Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

1

Presente

CATELLANI Maura

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

Presente

CUOGHI Luca

Componente

Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

2

Presente

DAFFADA’ Matteo

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

4

Assente

EVANGELISTI Marta

Componente

Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

1

Assente

FABBRI Marco

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

Presente

FACCI Michele

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

Presente

GIBERTONI Giulia

Componente

Gruppo Misto

1

Assente

LIVERANI Andrea

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

3

Presente

MARCHETTI Francesca

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

Assente

MASTACCHI Marco

Componente

RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

1

Presente

MONTEVECCHI Matteo

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

Presente

MORI Roberta

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

Presente

OCCHI Emiliano

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

Presente

PICCININI Silvia

Componente

Movimento 5 Stelle

1

Presente

PIGONI Giulia

Componente

Bonaccini Presidente

3

Presente

POMPIGNOLI Massimiliano

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

Presente

RAINIERI Fabio

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

Assente

RANCAN Matteo

Componente

Lega Salvini Emilia-Romagna

1

Assente

ROSSI Nadia

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

Assente

SABATTINI Luca

Componente

Partito Democratico Bonaccini Presidente

1

Assente

ZAMBONI Silvia

Componente

Europa Verde

1

Presente

 

Sono presenti i consiglieri: Marcella ZAPPATERRA in sostituzione di Luca SABATTINI, Gerace PASQUALE in sostituzione di Matteo DAFFADÀ, Antonio MUMOLO in sostituzione di Francesca MARCHETTI, Marilena PILLATI in sostituzione di Nadia ROSSI, Lia MONTALTI, Daniele MARCHETTI, Simone PELLONI, Stefania BONDAVALLI, Giancarlo TAGLIAFERRI.

 

Sono, altresì, presenti Vincenzo COLLA, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali, Paola SALOMONI, Assessora alla scuola, università, ricerca, agenda digitale.

 

Partecipa alla seduta il dott. Stefano Versari, Direttore generale Ufficio scolastico regionale.

Patrizia MONDIN di ER.GO, Marina SIVERI di ART-ER, Francesca BERGAMINI, Settore educazione, istruzione, formazione, lavoro e Patrizia BERTI, Settore educazione, istruzione, formazione, lavoro.

 

Presiede la seduta: Vicepresidente Palma Costi

Assiste il segretario: Agata Serio

Funzionario estensore: Daniela Biondi


Assume la presidenza della commissione Politiche economiche la vicepresidente COSTI, ai sensi dell’art. 15, comma 3 del Regolamento.

 

I presidenti COSTI e POMPIGNOLI dichiarano aperta la seduta congiunta alle ore 14,35 procedendo preliminarmente all’appello, ciascuno per la propria Commissione, ai sensi della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26 recante “Disposizioni per lo svolgimento in modalità telematica o mista delle sedute delle Commissioni assembleari”, ai fini dell’identificazione certa dei partecipanti.

 

 

-     Coordinamento tra le Commissioni assembleari I e II, relativamente all'approfondimento delle azioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): governance e attuazione sul territorio dell'Emilia-Romagna.

 

-     Informativa di Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali e di Paola Salomoni, Assessore alla scuola, università, ricerca, agenda digitale su Scuola, formazione professionale e università: le riforme previste dalla Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR”;

 

-  Intervento di Stefano Versari, Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, sulle riforme collegate alla Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR.

 

La presidente COSTI, presenta il primo punto all’ordine del giorno e cede la parola per una breve introduzione alla coordinatrice CASTALDINI.

 

La consigliera CASTALDINI, dopo avere ringraziato la presidente RONTINI e la vicepresidente COSTI,

effettua alcune considerazioni sul tema delle riforme nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e Ricerca”.

 

La presidente COSTI propone l’inversione dell’ordine del giorno, anticipando l’intervento del Direttore Versari.

 

Le Commissioni concordano.

 

Il Direttore Versari concentra la sua presentazione sul tema delle riforme collegate alla Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR e si riserva di integrarne i contenuti.

 

La presidente COSTI cede poi la parola all’assessora SALOMONI che sviluppa alcuni approfondimenti su particolari componenti delle riforme della Missione 4 del PNRR, che più si collegano alle competenze regionali.

 

Inseguito, interviene l’assessore COLLA che, nel ringraziare il dott. Versari per la qualità del lavoro svolto e la consigliera CASTALDINI per l’importanza del tema oggetto di discussione, concentra il suo intervento nell’ambito di tre filoni che si intrecciano: ITS Academy, IFP (istruzione e formazione professionale), Orientamento. Infine, quando i decreti attuativi saranno approvati propone alla commissione un aggiornamento.

 

La presidente COSTI apre la discussione.

 

Interviene la consigliera CATELLANI ponendo alcune domande procedurali e proponendo una nuova commissione congiunta sulle problematiche attinenti ai fondi ai Comuni.

 

La consigliera CASTALDINI interviene ringraziando il dott. Versari e invitando l’assessore COLLA all’attenzione sui temi emersi.

 

In assenza di altri interventi, i presidenti COSTI e POMPIGNOLI ringraziano gli intervenuti e dichiarano chiusa la seduta congiunta alle ore 16,05.

La Commissione Politiche economiche, alle ore 16,10 riprende i propri lavori in seduta ordinaria.

 

La presidente COSTI propone l’inversione dell’ordine del giorno, anticipando la trattazione dell’oggetto 6585.

 

La Commissione concorda.

 

6585 -Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alla revoca dei contributi regionali alla società Silk-Faw Automotive Group Italy s.r.l.

A firma della Consigliera: Castaldini

La presidente COSTI cede la parola alla consigliera CASTALDINI, che illustra il contenuto della sua interrogazione.

 

Risponde l’assessore COLLA.

 

La consigliera CASTALDINI, in replica, si dichiara non soddisfatta.

 

La presidente COSTI prosegue con il successivo punto all’ordine del giorno.

 

-  Approvazione del processo verbale n. 11 del 2023

 

La commissione approva all’unanimità.

 

 

6486 -Relazione per la Sessione europea dell'Assemblea legislativa per l'anno 2023, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.

(Relatrice consigliera Lia Montalti – Relatore di minoranza Stefano Bargi)

(Sede consultiva - parere alla Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali)

         (Documentazione allegata)

 

La presidente COSTI introduce l’oggetto 6486 sul quale la commissione è chiamata ad esprimere il parere consultivo alla commissione referente Bilancio, Affari generali e istituzionali, dando atto che la proposta di parere è stata precedentemente inviata ed i commissari hanno potuto ampiamente approfondire.  

 

In assenza di richieste di intervento, la presidente COSTI pone in votazione il parere relativo all’oggetto 6486 (Vedi ALLEGATO).

 

La Commissione esprime, per quanto di competenza sulla proposta di parere alla Relazione per la Sessione europea dell'Assemblea legislativa parere favorevole con 26 voti a favore (PD, BP), 14 astenuti (Lega, FI) e nessun contrario.

 

La presidente COSTI ringrazia tutti i partecipanti e i collaboratori della commissione che hanno contribuito al completamento dei lavori sulla sessione europea e dichiara chiusa la seduta.

 

La seduta termina alle ore 16,35.

 

Approvato nella seduta del 18 aprile 2023.

 

Il segretario

La Vicepresidente

Agata Serio

Palma Costi

 


ALLEGATO ALLA SEDUTA dell’11 aprile 2023

 

La II Commissione assembleare Politiche economiche, nella seduta pomeridiana dell’11 aprile 2023, ai sensi dell’articolo 38, comma 1 del regolamento interno, ha preso in esame, per quanto di competenza, il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2023, la Relazione sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento europeo per il 2022 e il Rapporto conoscitivo della Giunta regionale all'Assemblea legislativa per la Sessione europea 2023 (DGR n. 238 del 20/02/2023).

 

Con riferimento agli atti preannunciati dalla Commissione europea nel proprio Programma per il 2023, la II Commissione assembleare Politiche economiche ritiene di particolare interesse le seguenti iniziative:

 

 

Allegato I - Nuove iniziative

 

Green Deal europeo

 

Obiettivo n. 1 - Mercato dell'energia elettrica

Revisione delle norme dell'UE per il mercato interno dell'energia elettrica (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 194 TFUE, 1° trimestre 2023)

 

Obiettivo n. 2 - Idrogeno rinnovabile

Banca europea dell'idrogeno (carattere legislativo o non legislativo, 3° trimestre 2023)

 

Obiettivo n. 4 – Nuove tecniche genomiche

Legislazione per le piante prodotte con alcune nuove tecniche genomiche (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, 2° trimestre 2023, risponde alla decisione (UE) 2019/1904 del Consiglio - "Articolo 241 TFUE" che "invita la Commissione a presentare [...] uno studio [...] concernente lo statuto delle nuove tecniche genomiche conformemente al diritto dell'Unione e [...] una proposta, se del caso tenendo conto dei risultati dello studio [...]"

 

Obiettivo n. 6 – Sistemi alimentari sostenibili

Quadro legislativo per sistemi alimentari sostenibili (carattere legislativo, con valutazione d'impatto, 3° trimestre 2023)

 

 

Un’Europa pronta per l’era digitale

 

Obiettivo n. 11 – Aiuti per le PMI

Revisione della direttiva sui ritardi di pagamento (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 114 TFUE, 3° trimestre 2023)

 

 

Un’economia al servizio delle persone

 

Obiettivo n. 27 - Pacchetto economia sociale

a) Raccomandazione del Consiglio sullo sviluppo delle condizioni quadro dell'economia sociale (carattere non legislativo, 2° trimestre 2023)

 

 

Allegato II - Refit

 

Obiettivo n. 4

Revisione del regolamento sull'etichettatura dei prodotti tessili

 

 

Con riferimento all’obiettivo 1 “Mercato dell’energia elettrica” si evidenzia che la Commissione europea, in coerenza con il Piano REPowerUE e nell’ambito della Strategia europea per il Green deal industriale, ha presentato il 14 marzo la COM(2023)148 relativa alla Proposta di regolamento che modifica i regolamenti (UE) 2019/943 e (UE) 2019/942 e le direttive (UE) 2018/2001 e (UE) 2019/944. L’obiettivo generale della proposta è quello di migliorare l'assetto del mercato dell'energia elettrica dell'Unione, accelerare la diffusione delle energie rinnovabili ed eliminare gradualmente il gas per ridurre la dipendenza dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili a tutela delle imprese e dei consumatori, compresi quelli più vulnerabili, che potranno rifornirsi di energia elettrica da fonti rinnovabili a prezzi accessibili. Per conseguire tali obiettivi in materia di energia e clima, la diffusione delle rinnovabili dovrà essere triplicata entro la fine del decennio.

 

Con questa proposta la Commissione europea intende introdurre misure tese a incentivare i contratti a più lungo termine con produttori di energia non fossile e ad apportare al sistema soluzioni flessibili più pulite in concorrenza col gas, come la gestione della domanda e lo stoccaggio. Inoltre, la proposta promuove una concorrenza aperta e leale nei mercati europei dell'energia all'ingrosso, migliorandone la trasparenza e l'integrità.

 

Si rileva che consumatori e fornitori potranno beneficiare di una maggiore stabilità dei prezzi: i fornitori saranno tenuti a gestire i rischi di aumento dei prezzi entro i volumi dei contratti a prezzo fisso, mentre i consumatori riceveranno informazioni chiare per poter scegliere fra un’ampia gamma di tipi di contratto e, grazie ai contratti con prezzo dinamico, potranno approfittare della variabilità dei prezzi e consumare l’energia nelle fasce orarie in cui costa meno. Inoltre, i consumatori potranno investire in parchi eolici o solari e vendere non solo ai fornitori, ma anche ai vicini l'elettricità in eccesso generata dai loro impianti. Inoltre, gli Stati dovranno designare fornitori di ultima istanza in modo che nessuno rischi di rimanere senza energia elettrica.

 

Si invita la Giunta a monitorare l’iter della proposta e ad approfondirne i contenuti al fine di riferire all’Assemblea legislativa eventuali oneri amministrativi e/o finanziari che ne potrebbero derivare a carico del bilancio regionale.

 

 

Con riferimento all’obiettivo 4 “Nuove tecniche genomiche”, si rileva che la Commissione intende rivedere la direttiva 2001/18/CE del 12 marzo 2001 sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati. Tale direttiva, che era diretta a normare l’uso di organismi transgenici, ovvero organismi o colture il cui genoma è modificato con l’inserimento di geni provenienti da altre specie, non appare più idonea a normare le nuove tecniche genomiche sviluppatesi grazie all’evoluzione dell’ingegneria genetica, conosciute in Italia come Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). Queste nuove tecniche genomiche consentono di applicare metodi di editing di precisione del genoma delle colture sfruttando la variabilità genetica all’interno di una stessa specie (cisgenesi/intragenesi) e sono potenzialmente in grado di contribuire alla sostenibilità dei sistemi agroalimentari, in linea con gli obiettivi del Green Deal e della strategia “Dal produttore al consumatore” (rif. COM/2020/381) sulla quale la presente Commissione si era espressa favorevolmente nella risoluzione n. 1817 relativa alla "Sessione Europea 2020. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea".

 

Tenuto conto che nel territorio dell’Emilia-Romagna si contano 44 Dop e Igp di prodotti alimentari e 30 riguardanti i vini e che tra queste sono comprese IIGG di grande valore economico che hanno una notevole incidenza sul sistema delle produzioni di qualità nazionale ed europeo, si invita la Giunta a monitorare lo sviluppo dell’iniziativa di cui sopra in considerazione della sua possibile ricaduta sulle produzioni del settore agroalimentare regionale.

 

 

Con riferimento all’obiettivo 6 “Sistemi alimentari sostenibili” si rileva che la Commissione europea sta lavorando ad una proposta finalizzata a rendere sostenibile il sistema alimentare e integrare la sostenibilità in tutte le politiche alimentari, garantendo, nel contempo, l’integrità del mercato unico. Tale proposta si colloca nel solco della strategia “Farm to fork” (dal produttore al consumatore) di cui alla COM(2020)381 sulla quale la presente Commissione si era espressa in occasione della Sessione europea del 2020 nella risoluzione n. 1817.

 

La nuova PAC 2023-2027, i cui regolamenti sono stati approvati nel corso del 2021 dopo un periodo di transizione di 2 anni durante i quali è stato protratto il regime della vecchia programmazione, contribuirà in maniera diretta alla realizzazione della strategia «dal produttore al consumatore» volta a guidare la transizione dell'agricoltura verso pratiche più sostenibili, attraverso la riduzione di pesticidi, antimicrobici e fertilizzanti, il potenziamento dell’agricoltura biologica, il miglioramento del benessere degli animali e il ripristino della biodiversità. L’iniziativa in oggetto mira alla costruzione di una catena del valore della filiera agroalimentare socialmente responsabile che garantisca la riduzione dell'impronta ambientale e climatica e contribuisca alla salute dei consumatori e del sistema economico. L’iniziativa indicherà i principi e gli obiettivi generali, nonché i requisiti e le responsabilità di tutti gli attori del sistema alimentare dell’Unione europea e, più specificamente, stabilirà norme in materia di etichettatura relativa alla sostenibilità dei prodotti alimentari, criteri minimi per gli appalti pubblici per i prodotti alimentari, governance e monitoraggio.

 

Si evidenzia che un sistema agroalimentare sostenibile non garantisce solo la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, ma promuove sistemi alimentari maggiormente compatibili con l’ambiente, resilienti, sani ed equi in linea con i principi del Green Deal e con un approccio strategico complessivo, che garantisca anche un trattamento equo agli operatori economici e la riduzione degli sprechi alimentari.

 

A livello regionale si segnala che in data 28 settembre 2022 con delibera assembleare n. 99 è stato approvato il Complemento di programmazione per lo sviluppo rurale del Programma strategico della PAC 2023-2027 della Regione Emilia-Romagna che è stato elaborato in piena coerenza con le scelte contenute nel Piano Strategico Nazionale per la PAC 2023-2027 e con l’obiettivo di operare in sinergia con gli interventi del PNRR e gli altri fondi europei. La strategia per lo sviluppo del sistema agricolo agroalimentare e dei territori rurali dell’Emilia-Romagna, ruota attorno ai seguenti concetti chiave: qualità delle produzioni agricole e delle relazioni fra gli attori della filiera per accentuare la distintività dei prodotti e garantire una sufficiente remunerazione dei produttori agricoli; sostenibilità ambientale, sociale ed economica; innovazione per sostenere la competitività e sostenibilità dei comparti produttivi nei segmenti riguardanti la produzione, la prima trasformazione e commercializzazione delle materie prime agricole; semplificazione per rendere pienamente accessibili gli strumenti e le opportunità a supporto dell’economia a dei territori rurali attraverso una maggiore digitalizzazione dei procedimenti e delle diverse fasi attuative al fine di ridurre, gli oneri amministrativi a carico dei beneficiari.

 

Si invita la Giunta regionale a monitorare l’iter di tale iniziativa al fine di valutare il suo potenziale impatto sulla filiera agroalimentare del territorio, sul quale insistono aziende con differenti vocazioni territoriali e criticità dovute alla permanenza di disparità e difficoltà di sopravvivenza delle aziende e delle attività agricole nelle zone collinari e montane.

 

 

Con riferimento all’obiettivo 11 “Aiuti per le PMI” la Commissione europea proporrà la revisione della Direttiva 2011/7/UE relativa ai ritardi di pagamento perché, come annunciato dalla Presidente Von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 14 settembre 2022 “non è giusto che un fallimento su quattro sia dovuto al mancato pagamento delle fatture entro le scadenze previste. Per milioni di imprese familiari [la revisione della direttiva sui ritardi di pagamento] sarà come un'ancora di salvezza in acque agitate". La Commissione europea ha stimato che ogni anno nell'UE sono scambiati tra 18 e 40 miliardi di fatture, più di 500 al secondo. Tuttavia, stando alle valutazioni di cui sopra, meno del 40 % di tali fatture è pagato in modo puntuale.

 

I ritardi di pagamento influiscono sulla capacità delle imprese di investire in soluzioni verdi e sostenibili, ostacolano l'occupazione e pregiudicano la crescita e gli scambi transfrontalieri, inoltre possono essere la causa di licenziamenti. Al contrario i pagamenti rapidi hanno conseguenze dirette sull'occupazione. Uno studio del JRC (Centro di ricerca della Commissione europea) del 2017 mostra che i pagamenti puntuali da parte del settore pubblico aumentano l'occupazione dello 0,7 % nei settori fortemente dipendenti dagli appalti con la pubblica amministrazione, ciò si traduce in 900 000 posti di lavoro in più in tali settori.

 

Si rileva che tale iniziativa è volta ad ampliare e migliorare l'uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario per contrastare i pagamenti tardivi attraverso l’uso di strumenti di pagamento digitali e la semplificazione delle procedure amministrative e giudiziarie.

 

A livello regionale, con riferimento alla semplificazione e alla riduzione degli oneri burocratici, si richiama il Patto per la semplificazione, che la Regione Emilia-Romagna ha predisposto e condiviso con i sottoscrittori del Patto per il Lavoro e per il Clima nell’ottobre 2021, che tra i vari obiettivi si propone di perseguire la riduzione dei carichi burocratici per le imprese, al fine dello snellimento delle procedure che riguardano la regolazione della vita di impresa. Il patto ha previsto l’obiettivo di assicurare accesso libero e diffuso da parte della Regione alle informazioni presenti nel Registro imprese e nel Sistema Infocamere. La Regione si impegna, inoltre, a proporre allo Stato di garantire l’estensione di tale possibilità ai privati ed agli Enti locali. A tal fine è stato attivato un confronto con gli attori interessati per avviare un dialogo tra gli archivi delle Amministrazioni coinvolte al fine dello scambio tempestivo e permanente delle informazioni che riguardano le imprese, tale da ridurre gli aggravi burocratici per le imprese stesse, nell’ottica di dare attuazione al “principio once only”.

 

Alla luce di queste considerazioni e in coerenza con l’obiettivo della Commissione europea di sostenere le PMI, si invita la Giunta regionale a monitorare l’iter di questa iniziativa per valutare l’impatto sul tessuto industriale del territorio regionale e a proseguire l’estensione dell’applicazione del Patto per la semplificazione attraverso approfondimenti tecnici e giuridici necessari al fine di dare effettiva attuazione al “principio once only”.

 

 

Con riferimento all’obiettivo n. 2 “Idrogeno rinnovabile”, il quadro di policy all’interno del quale si inserisce la strategia europea per l’idrogeno comprende la COM (2020)301 dell’8 luglio 2020 “Una strategia per l'idrogeno per un'Europa climaticamente neutra strategia” e, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il Piano REPowerEU di cui alla COM(2022) 230 del 18 maggio 2022. Si evidenzia che con il Piano REPower la Commissione europea ha dato un ulteriore impulso alla diffusione delle energie rinnovabili prevedendo un aumento dell’obiettivo fissato nel pacchetto “Pronti per il 55%” presentato il 14 luglio 2021 dal 40% al 45% al 2030. Si evidenzia inoltre che anche in altre legislazioni di settore, come ad esempio nell’iniziativa per i carburanti nel settore dell’aviazione e nel settore marittimo, è prevista una quota finalizzata ad incentivare l’uso di idrogeno rinnovabile.

 

Si evidenzia che l’idrogeno non è una fonte energetica ma un vettore energetico, cioè è in grado di accumulare l’energia proveniente da una fonte energetica esterna e di trasferirla nel tempo, rilasciandola poi al momento opportuno. È un vettore energetico piuttosto pregiato in quanto è leggero, più facilmente immagazzinabile a lungo termine rispetto all’energia elettrica, reattivo, ad alto contenuto di energia per unità di massa e può essere facilmente prodotto su scala industriale. Un altro aspetto fondamentale è sicuramente la possibilità di utilizzare l’idrogeno per produrre energia “pulita”. Infatti, la combustione dell’idrogeno non è associata alla produzione di anidride carbonica (CO2) e non comporta quindi emissioni climalteranti dirette; inoltre, la combustione può essere condotta per via elettrochimica in celle a combustibile, con efficienze complessive superiori a quelle della combustione termica e senza l’emissione di ossidi di azoto. Infine, l’idrogeno può essere ottenuto da una gamma ampiamente diversificata di fonti di energia rinnovabile. L’idrogeno rinnovabile è ottenuto sostanzialmente da elettrolisi dell’acqua, usando energia elettrica da fonti rinnovabili. Precondizione è quindi l’efficienza energetica dei sistemi energetici, dalla produzione di energia da impianti da fonti rinnovabili alle varie catene di trasformazione e distribuzione, fino agli usi finali.

 

Secondo i dati della Commissione europea, nel 2020 il 99,3% dell’idrogeno era prodotto utilizzando fonti fossili. Per questo, tra le priorità dell’Unione europea nel breve e medio termine vi è la decarbonizzazione di quei settori che usano attualmente idrogeno da fonti non rinnovabili, come ad esempio gli impianti di produzione di ammoniaca, le raffinerie, le acciaierie e, nel settore trasporto, il trasporto pesante su strada, il trasporto navale e poi l’aviazione. A tale proposito, si evidenzia che gli obiettivi stabiliti da REPowerEU sono di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile prodotte internamente, per questo i produttori europei di elettrolizzatori si sono impegnati ad aumentare di dieci volte le loro capacità di produzione portandole a 17,5 GW entro il 2025, e 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importate entro il 2030.

 

Un aspetto essenziale della transizione verso l’uso di idrogeno rinnovabile è legato ai costi, in quanto attualmente i costi della produzione tramite elettrolizzatori non sono competitivi con quelli da fonte fossile. Sulla base dei dati messi a disposizione dell’associazione industriale di settore Hydrogen Europe, nel 2021 i costi erano di circa 2,65 euro al chilo, poi, nell’agosto del 2022, con il picco di costo dell’energia elettrica, sono saliti fino anche a 10 euro al chilo e, attualmente, la produzione da fonte rinnovabile, a seconda delle modalità, del luogo e altre variabili, è tra i tra 3,3 e 6,5 euro al chilo.

 

Uno degli elementi chiave per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e degli impianti che produrranno e producono idrogeno rinnovabile è legato ai processi autorizzativi, che sono generalmente molto lunghi, molto complessi. Al fine di snellire questi processi, si stanno valutando a livello legislativo, in particolare con la revisione della direttiva sulle fonti rinnovabili, alcune proposte che prevedono, per esempio l’identificazione, da parte degli Stati membri, di aree che vengono chiamate go-to, cioè aree preferenziali che sono ritenute particolarmente adatte.

 

Inoltre, nella recente strategia europea per il Green deal industriale di cui alla comunicazione della Commissione COM(2023) 62 del 1 febbraio 2023, sono state previste varie azioni, legislative e non legislative, e nell’ambito della proposta di regolamento relativa all'industria a zero emissioni nette presentata il 16 marzo, la Commissione ha presentato anche la Comunicazione COM(2023)156 relativa alla Banca dell’idrogeno, uno strumento costituito sostanzialmente da due meccanismi di finanziamento che sosterranno la produzione di idrogeno rinnovabile. La Commissione prevede aste pilota dedicate alla produzione di idrogeno rinnovabile “made in CE”, la prima sarà nell’autunno 2023 con una disponibilità di budget di 800 milioni di euro, ai vincitori sarà assegnato un sussidio sotto forma di premio fisso per i chili di idrogeno prodotto per un periodo massimo di 10 anni. La commissione sta anche progettando una parte internazionale della banca dell’idrogeno per promuovere una strategia europea coordinata per le importazioni.

 

Ci sono poi altri strumenti finanziari attraverso cui sarà supportata la produzione di idrogeno rinnovabile, ad esempio le modifiche sulle regole per gli aiuti di Stato in modo da agevolare progetti nel campo di idrogeno rinnovabile e l’alleanza europea per l’idrogeno verde con un grosso numero di progetti previsti che potranno beneficiare di alcune forme di supporto.

 

Anche per quanto riguarda la ricerca e innovazione in campo idrogeno vi sono vari strumenti, però gli elementi essenziali sono: la partnership pubblico-privato in cui esiste un Joint Undertaking, un’impresa comune (industria, ricerca e istituzioni europee) nel campo del trasporto, dell’industria, in particolare ce n’è una nel campo dell’acciaio; la partnership pubblico-pubblico in cui diversi Stati membri, o Paesi associati più l’Unione Europea, mettono insieme le loro risorse per supportare progetti; Horizon Europe con progetti finanziati nell’ambito dell’idrogeno e altri progetti finanziati dal Consiglio Europeo per la ricerca.

 

Un altro tema visto molto importante a livello europeo sono le Valli dell’Idrogeno, si tratta di aree in cui si installa un unico sistema che comprende le diverse parti della catena del valore dell’idrogeno, cioè produzione, distribuzione e stoccaggio.

 

A livello regionale si evidenzia che la programmazione delle politiche europee si inserisce nella strategia energetica regionale costituita dalla Strategia unitaria di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici (DAL 187/2018) e dal Piano Energetico Regionale 2030 (DAL 111/2017) che fissa la strategia e gli obiettivi della regione per clima ed energia fino al 2030 in materia di rafforzamento dell’economia verde, di risparmio ed efficienza energetica, di sviluppo di energie rinnovabili, di interventi su trasporti, ricerca, innovazione e formazione. A questo quadro di riferimento programmatico si aggiungono il Programma di Mandato 2020-2025, il Patto per il Lavoro e il Clima, sottoscritto nel dicembre 2020, il Documento Strategico Regionale 2021-2027 per la programmazione unitaria delle politiche europee di sviluppo (DGR 586/2021 e DAL44/2021), la Nuova Strategia di Specializzazione Intelligente (DAL 45/2021), la Strategia Regionale Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (DGR 1840/2021). Nel Patto per il Lavoro e per il Clima viene indicato che gli obiettivi del patto, in linea con la strategia europea e con il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035, saranno alla base del percorso regionale per la neutralità carbonica prima del 2050, che sarà delineato con il coinvolgimento degli stessi firmatari e comprenderà le strategie di azione integrate nei diversi settori volte all’assorbimento, mitigazione e riduzione delle emissioni di gas climalteranti.

 

Si evidenzia inoltre che per realizzare gli obiettivi della transizione è fondamentale coinvolgere le imprese e sviluppare tutte le possibili sinergie tra i cicli d’investimento pubblico-privato, sostenendo una gestione che assicuri servizi dal valore universale, attraverso costanti investimenti sulle reti e sugli impianti. Inoltre, nelle linee di intervento, viene raccomandato di investire in ricerca e innovazione in settori ad alto potenziale strategico come l’idrogeno, l’elettrico e la chimica verde. In particolare, per l’idrogeno verde si prevede un ruolo di sempre maggiore importanza in quanto può essere usato sia per la mobilità (veicoli per il trasporto pesante, treni, imbarcazioni, veicoli elettrici equipaggiati con celle a combustibile, e in un prossimo futuro aerei) sia per applicazioni stazionarie, per il riscaldamento e per i processi industriali in alcuni settori (ceramica, chimica, siderurgia). L’idrogeno prodotto utilizzando energie rinnovabili (c.d. idrogeno verde) sarà essenziale per raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione. Potrà infatti essere un utile vettore complementare per stoccaggi di lungo periodo, in sinergia con i sistemi di storage elettrochimico, rapidi ma costosi per quantità di energia elevate. Con questi riferimenti strategici nel corso del 2022 si è sviluppato il percorso partecipato per la definizione del Piano Triennale Attuativo 2022-2024 del Piano Energetico Regionale, che è stato definitivamente approvato con DAL n. 112 del 6 dicembre 2022. Il PTA dispone, per il finanziamento delle azioni contenute negli 8 assi previsti, di 4,6 miliardi di risorse pubbliche provenienti da PNRR, circa 3 miliardi, nuova programmazione europea 2021-2027, risorse statali e regionali. Nel PTA l’idrogeno è un fattore fortemente abilitante, perché consente, in qualità di vettore, di stoccare l’energia e di utilizzarla quando serve, al contrario delle fonti rinnovabili che sono intermittenti, per cui non c’è la coincidenza tra la produzione e l’uso. A questo proposito, la Regione Emilia-Romagna a marzo 2023 ha approvato i progetti presentati nell’ambito del bando del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per l’attuazione della misura relativa alla produzione di idrogeno in aree industriali dismesse. Sulla base di questo decreto, verranno stanziati 19,5 milioni di euro per realizzare nel nostro territorio le prime Hydrogen Valley. Altro stanziamento previsto dal PNRR di circa 2 miliardi riguarda i settori hard to abate, cioè quelli di difficile decarbonizzazione che finanzia la produzione, l’uso e la ricerca relativa all’idrogeno, in questo caso non rinnovabile ma idrogeno a bassa emissione di carbonio da utilizzare negli impianti che utilizzano il metano per produzioni industriali. Altre misure riguardano il rinnovo delle flotte del trasporto pubblico locale (bus e treni verdi) con uno stanziamento di 3,6 miliardi e l’installazione di 5 gigawatt al 2030 di elettrolizzatori, pari a 450 milioni di euro. Infine, per quanto riguarda le sperimentazioni relative ai trasporti il PNRR prevede uno stanziamento di 230 milioni di euro per la realizzazione di 40 stazioni di rifornimento lungo i cosiddetti corridoi verdi che dovrebbero consentire di utilizzare il vettore idrogeno nel trasporto pesante (truck) e uno stanziamento di 300 milioni di euro per realizzare stazioni di rifornimento di idrogeno, con produzione di idrogeno ad alta pressione e stoccaggio, in nove stazioni ferroviarie.

 

Altro tema rilevante è quello della ricerca e dello sviluppo finalizzata a ridurre i costi degli elettrolizzatori, ad individuare altre tecnologie per produrre l’idrogeno che non sia solo elettrolisi dall’acqua e a stoccare e veicolare l’idrogeno. La strategia nazionale messa in piedi per lo sviluppo dell’idrogeno è coerente, ma ha bisogno di un sistema regolatorio che consenta la sua effettiva attuazione attraverso:

 

-          un sostegno a coloro che investono nel settore non solo con riferimento agli oneri di realizzazione degli impianti (capex), ma anche gli oneri di gestione (opex) considerato che il costo dell’idrogeno verde è molto più alto, 3-4 volte l’idrogeno fatto dal reforming del gas metano;

 

-          l’immissione sicura dell’idrogeno nella rete del gas metano;

 

-          lo stoccaggio e il suo utilizzo dentro ai distributori, considerato che l’idrogeno che è un materiale a bassa densità energetica va stoccato ad alta pressione (700 bar).

 

A questo proposito si evidenzia che la Regione Emilia-Romagna ha già costruito una mappatura dei soggetti che possono lavorare sulla filiera. Ci sono imprese che lavorano sugli stoccaggi, imprese che lavorano nel settore del gas e che lavorano sulla componentistica, sulla segnalazione, sugli apparecchi di sicurezza e sui motori. Si tratta di piccole e medie imprese che fanno piccoli pezzi dell’intero sistema e per poter partecipare a bandi e progetti europei devono fare squadra. La sfida per la Regione ER è riuscire a metterle in rete affinché possano fare parte di partenariati e partecipare a questi importanti progetti europei. Inoltre, anche nei fondi strutturali sono state previste misure che finanzieranno le filiere produttive, investimenti per decarbonizzazione e progetti strategici di innovazione in questo settore anche con il supporto della rete alta tecnologia del nostro territorio. Grazie alla mappatura delle imprese che possono costituire la filiera, è stata costruita una road map della strategia regionale per l’idrogeno che partirà con le prime applicazioni sul trasporto pubblico locale, questo significa che con gli impianti che verranno fatti con l’idrogeno nelle aree industriali andremo ad alimentare flotte di autobus. Successivamente, sulla base delle nuove normative, si dovrà veicolare l’idrogeno dentro la rete del gas metano, utilizzandolo anche nei processi produttivi. Poi si passerà al trasporto pesante. Importante sarà l’impianto regolatorio in quanto le imprese dovranno non solo poter accedere a un sistema trasparente di informazioni e di norme che consenta loro di sviluppare questi impianti, ma dovranno anche essere sostenute economicamente.

 

Si sottolinea che un altro tema che interessa il territorio regionale è l’individuazione dei siti in cui costruire gli impianti a fonti rinnovabili, fotovoltaico ed eolico anche offshore, e la possibilità di produrre idrogeno anche con la gassificazione delle biomasse. Naturalmente tutti questi interventi devono essere sostenibili da un punto di vista ambientale ed economico e, in considerazione della elevata qualità del nostro settore agroalimentare, non devono arrecare danno ai settori agricolo e della pesca.

 

Il Patto per il lavoro e per il clima pone o gli obiettivi dell’azzeramento delle emissioni climalteranti per raggiungere la neutralità carbonica prima del 2050, in linea con la strategia europea, e del passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035. Oggi la copertura del fabbisogno energetico regionale con fonti rinnovabili è pari al 14% e nel PTA l’obiettivo intermedio al 2024 è del 22%. Sono obiettivi sfidanti da affrontare utilizzando tutte le opportunità che in questo momento sono disponibili, considerando i fondi strutturali (PR-FESR e PR-FSE+ per la formazione) al PNRR, complessivamente, sul piano energetico ci sono 4,5 miliardi di risorse pubbliche da investire e mobilitare capitale privato.

 

Tenuto conto dell’importanza strategica dell’idrogeno per lo sviluppo della politica energetica ed industriale della Regione Emilia-Romagna, si invita la Giunta regionale a partecipare ai tavoli di lavoro previsti sia a livello nazionale che europeo e a tenere informata la Commissione circa gli investimenti che interesseranno il territorio della Regione Emilia-Romagna riferibili sia ai fondi strutturali che al PNRR.

 

 

Con riferimento all’obiettivo 27 “Pacchetto economia sociale” si evidenzia l’importanza che sta assumendo sempre più l’economia sociale sia nel contesto nazionale che internazionale. A questo proposito, i documenti di riferimento sono costituiti, da un lato, da orientamenti di policy, tra cui la “Raccomandazione del Consiglio sull'economia sociale e solidale e sull’innovazione sociale, OECD/LEGAL/0472”, e dall’altro da azioni specifiche come ad esempio il “Piano d’azione europeo per l’economia sociale”, presentato dalla Commissione europea con la COM(2021)778 del 9 dicembre 2021. Si tratta di un piano estremamente ambizioso che indica misure volte a definire quadri giuridici e politici favorevoli allo sviluppo dell’economia sociale in tutti i Paesi europei, comprendenti anche l’accesso ai finanziamenti.

 

A livello europeo il concetto di economia sociale comprende quattro tipi principali di soggetti: le cooperative, le società di mutuo soccorso, le associazioni e le fondazioni e, ultimamente, anche le imprese sociali. In via generica queste organizzazioni condividono dei princìpi comuni, come ad esempio il primato delle persone o del fine sociale o ambientale rispetto al profitto, oltre al reinvestimento della maggior parte degli utili per svolgere attività nell’interesse o dei membri o della società in generale, e anche una governance democratica.

 

Si rileva che la Commissione europea sta lavorando su un pacchetto sull’economia sociale che comprende una raccomandazione sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale e un’altra iniziativa per favorire le attività transfrontaliere delle associazioni a livello europeo, in modo che possano beneficiare del mercato unico. In particolare, la proposta di raccomandazione sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale è una delle azioni più importanti del Piano del 2021; essa è il frutto di un percorso partecipato attuato attraverso consultazioni e incontri specifici con la società civile, con le parti sociali, con vari comitati degli Stati membri. La proposta di raccomandazione tratterà vari temi, tutti molto importanti per lo sviluppo dell’economia sociale, come quello degli aiuti di Stato, gli appalti pubblici, la fiscalità, ma anche l’accesso ai finanziamenti e anche le modalità con cui gli Stati membri potranno adattare l’aspetto amministrativo e istituzionale per sostenere meglio l’economia sociale.

 

Per quanto riguarda i finanziamenti, si sottolinea l’importanza del Fondo sociale europeo che già nel periodo di programmazione 2014-2020, ma ancora di più in questo nuovo periodo di programmazione, fornisce fondi per supportare e promuovere l’economia sociale, e il programma InvestEU che mira a migliorare l’accesso alla microfinanza e al finanziamento delle imprese sociali.

 

Da rilevare inoltre che ci sono anche le call del Fondo di investimenti europeo per progetti di vario genere. In generale si rileva l’importanza dell’impatto economico sulla qualità del lavoro sociale con particolare attenzione al tema del genere, in quanto l’economia sociale tradizionalmente occupa ambiti occupazionali con una fortissima presenza di occupazione femminile (i cosiddetti pink-collars), ad esempio i settori dell’educazione e della salute.

 

Si evidenzia la capacità dell’economia sociale di svolgere un ruolo fondamentale nell’attraversare le grandi crisi che sono in gran parte causate dal modello economico prevalente: emergenza climatica, disuguaglianze crescenti, fragilità dei sistemi democratici, a cui si aggiungono le transizioni digitale e demografica che pongono ulteriori sfide ai nostri sistemi economici e sociali. Ciò è possibile in quanto l’economia sociale si differenzia dal modello economico prevalente per i seguenti elementi di peculiarità: il motore dell’attività non è il profitto, ma è la risposta a bisogni ed aspirazioni sociali, come ad esempio la cura delle persone, delle comunità e dell’ambiente. Un altro aspetto molto importante è che l’economia sociale ha un forte radicamento territoriale, in quanto nasce per dare risposta a bisogni ed aspirazioni di una comunità e, per questo, non è soggetta a processi di delocalizzazione, per questo può aumentare la resilienza dei nostri sistemi economici e alimentare i processi democratici favorendo la partecipazione delle lavoratrici, dei lavoratori e dei cittadini.

 

Si rileva che l’economia sociale è di fatto una politica industriale e non solo welfare, tant’è che è entrata tra i 14 ecosistemi per la rinascita industriale europea, proprio come cluster di economia sociale e di prossimità. A questo proposito si richiama l’attenzione sullo stereotipo per cui l’economia sociale è spesso intesa come riparativa rispetto ai danni dell’economia mainstream, mentre è necessario assumere un punto di vista diverso, secondo cui l’economia sociale è la punta più avanzata di un’economia che non solo mira generare valore, ma anche a redistribuirlo secondo logiche più eque. Il valore dell’economia sociale risiede nel fatto che essa agisce sullo sviluppo in maniera predistributiva, cioè genera equità e socializza il mutualismo. L’economia sociale, infatti, genera valore aggiunto e PIL ma promuove reciprocità.

 

Si sottolinea che le tematiche di maggiore interesse sono il public private procurement, cioè gli acquisti pubblici e privati. Gli acquisti pubblici muovono un volume molto rilevante del PIL e rappresentano, tra l’altro, un canale diretto per la pubblica amministrazione per poter intervenire a sostegno di un sistema economico inclusivo e sostenibile. Anche il private procurement, cioè gli acquisti privati all’interno delle catene di fornitura (cosiddette supply chain) può esercitare un ruolo importante, naturalmente con iniziative vadano a lavorare sull’interazione e integrazione tra l’economia sociale e modelli di business tradizionali, ovvero di profit, soprattutto in alcuni settori dove impresa ed economia sociale svolgono un ruolo centrale (cultura, salute, educazione, digitale) per promuovere sviluppo e innovazione sul territorio.

 

Con riferimento al tema della transizione digitale, si evidenzia che l’economia sociale, oltre ad esserne positivamente influenzata in quanto dà la possibilità, ad esempio, alle cooperative di piattaforma di opporsi a modelli di piattaforma dominanti, può agire per mitigare gli effetti del digital divide supportando i soggetti che ne rimangono esclusi.

 

Si sottolinea che a livello europeo alcune realtà hanno già intrapreso percorsi volti a sostenere lo sviluppo dell’economia sociale, per esempio la Spagna ha da poco varato un piano 2022-2027 da 800 milioni di euro e la Francia ha istituito il ministero dell’economia sociale. Inoltre ci sono anche città, tra cui Barcellona, Bordeaux e Amsterdam, che hanno sviluppato piani locali strutturati. A questo proposito si richiama il percorso avviato dalla Città metropolitana di Bologna in collaborazione con AICCON, per evidenziare che si tratta dell’unico piano locale italiano dedicato alla economia sociale. L’approccio di sviluppo di questo piano è duplice: da un lato c’è un coinvolgimento dal basso degli attori dell’economia sociale e della pubblica amministrazione (bottom-up) e dall’altro vi è un lavoro più verticale (top- down) con audizioni dei rappresentanti dell’economia sociale e del mondo del lavoro e del profit. L’obiettivo è lo sviluppo di una policy che sia il più possibile condivisa e di natura sistemica, in grado di interagire con il sistema economico generale e sia coordinata con le iniziative che verranno proposte a livello europeo.

 

Il piano si caratterizza in particolare per due percorsi importanti, il primo riferito al rapporto tra pubblica amministrazione ed economia sociale e il secondo riferito al rapporto tra economia sociale e profit. Con riferimento al primo punto, si parla di amministrazione condivisa, tema che si ispira al principio di sussidiarietà e sul quale il Comune di Bologna ha una lunga tradizione di collaborazione e partecipazione. Recentemente, con i soggetti del terzo settore è stato definito un nuovo regolamento che consente da un lato alla pubblica amministrazione di aumentare l’integrazione tra i servizi per evitarne la duplicazione, mobilitare risorse aggiuntive e favorire un coinvolgimento di altri soggetti per veicolare nuove risorse verso obiettivi comuni e, dall’altro lato, ai soggetti dell’economia sociale di percorrere strade diverse da quelle legate agli appalti che spesso hanno limitato l’espansione organizzativa. Il sistema degli appalti non sarà abbandonato ma si cercherà di utilizzarlo in modo strategico, cioè per finalità sociali e, in particolare, per migliorare la qualità del lavoro sociale. Poiché l’economia sociale è fatta di organizzazione intensiva e manodopera labour intensive, non può esistere un’economia sociale forte se la qualità del lavoro sociale è bassa. A tale proposito si rileva che purtroppo, attualmente invece è così, dal punto di vista salariale, della salute e sicurezza, della salute mentale, degli orari.

 

Si sottolinea inoltre il contributo che lo sviluppo dell’economia sociale potrebbe dare per ricucire quelle fratture territoriale che stigmatizzano il territorio fortemente variegato della città metropolitana di Bologna: periferie urbane e rurali e zone appenniniche che nel tempo si sono svuotate di servizi, privati e pubblici, e di persone per cui vivere e lavorare in queste zone è diventato sempre più difficile. In questi luoghi la sfida è ripopolare questi luoghi, riattivando economiche di prossimità con un approccio ibrido, cioè tenendo agganciato il ruolo del profit. Il Piano metropolitano per l’economia sociale ha l’economia sociale al centro, ma prevede l’interazione con il profit verso un obiettivo generale che è quello di far sì che l’economia sociale contribuisca a modificare il sistema economico a beneficio contemporaneamente dell’economia sociale, del sistema economico in generale e anche del territorio. Esistono già degli esempi, ad esempio nel settore della moda in cui l’economia sociale ha portato in queste filiere un modo di fare impresa inclusivo e sostenibile.

 

Si evidenziano due aspetti fondamentali per lo sviluppo dell’economia sociale: i dati e le competenze. Per prendere decisioni è necessario disporre di dati aggiornati, attualmente non disponibili in quanto l’economia sociale sostanzialmente integra due ambiti, quello che va dall’associazionismo al mondo della cooperazione sociale a cui ora si aggiunge tutto il mondo del mutualismo e anche il mondo dell’impresa sociale di nuova generazione, quindi S.r.l., Social tech, eccetera. Sul tema delle competenze si evidenzia che l’economia sociale incorpora competenze molto rilevanti e decisive per la tenuta di una società, soprattutto cura e educazione, che vanno aggiornate, protette e valorizzate, ma che invece secondo la logica degli appalti non vengono adeguatamente valorizzate.

 

Tenuto conto dell’interesse sul tema, si invita la Giunta regionale ad individuare uno strumento efficace per rendere disponibili i dati aggiornati utili a definire una politica industriale inclusiva dei soggetti dell’economia sociale del territorio. Inoltre, si invitano la Giunta regionale e l’Assemblea legislativa ciascuna per le proprie competenze a monitorare quanto verrà proposto a livello europeo e valutare l’opportunità di formulare osservazioni nel seguito della Sessione europea al fine di promuovere un confronto a livello nazionale.

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