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Legislatura XI - Commissione III - Processo Verbale del 07/03/2024 pomeridiano

     

    Processo verbale n. 8

    Seduta del 7 marzo 2024

     

    Il giorno 7 marzo 2024, alle ore 15:30, la Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità è convocata in modalità mista, in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26, con nota prot. n. PG/2024/5642 dell’1/3/2024, presso Sala Polivalente, Assemblea legislativa - Viale Aldo Moro 50, Bologna.

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    CALIANDRO Stefano

    Presidente

    PARTITO DEMOCRATICO BONACCINI PRESIDENTE

    7

    Presente

    OCCHI Emiliano

    Vicepresidente

    LEGA SALVINI EMILIA-ROMAGNA

    6

    Presente

    ROSSI Nadia

    Vicepresidente

    PARTITO DEMOCRATICO BONACCINI PRESIDENTE

    5

    Presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    EMILIA-ROMAGNA CORAGGIOSA, ECOLOGISTA, PROGRESSISTA

    2

    Assente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    BONACCINI PRESIDENTE

    1

    Presente

    BULBI Massimo

    Componente

    PARTITO DEMOCRATICO BONACCINI PRESIDENTE

    1

    Presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    FORZA ITALIA

    1

    Assente

    COSTA Andrea

    Componente

    PARTITO DEMOCRATICO BONACCINI PRESIDENTE

    4

    Presente

    DAFFADÀ Matteo

    Componente

    PARTITO DEMOCRATICO BONACCINI PRESIDENTE

    1

    Presente

    DALFIUME Mirella

    Componente

    PARTITO DEMOCRATICO BONACCINI PRESIDENTE

    1

    Presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    FRATELLI D'ITALIA-GIORGIA MELONI

    1

    Presente

    FABBRI Marco

    Componente

    PARTITO DEMOCRATICO BONACCINI PRESIDENTE

    1

    Presente

    FACCI Michele

    Componente

    GRUPPO MISTO

    1

    Presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    GRUPPO MISTO

    1

    Assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    LEGA SALVINI EMILIA-ROMAGNA

    4

    Presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA PROGETTO EMILIA-ROMAGNA

    1

    Presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    PARTITO DEMOCRATICO BONACCINI PRESIDENTE

    1

    Presente

    PELLONI Simone

    Componente

    RETE CIVICA PROGETTO EMILIA-ROMAGNA

    1

    Presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    MOVIMENTO 5 STELLE

    1

    Assente

    PIGONI Giulia

    Componente

    ITALIA VIVA - IL CENTRO - RENEW EUROPE

    3

    Presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    LEGA SALVINI EMILIA-ROMAGNA

    1

    Assente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    LEGA SALVINI EMILIA-ROMAGNA

    1

    Assente

    SABATTINI Luca

    Componente

    PARTITO DEMOCRATICO BONACCINI PRESIDENTE

    1

    Presente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    FRATELLI D'ITALIA-GIORGIA MELONI

    2

    Assente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    EUROPA VERDE

    1

    Assente

     

    Sono altresì presenti il consigliere Stefano BARGI (LEGA) e Davide BARUFFI (Sottosegretario alla presidenza).

     

    Presiede la seduta: Stefano CALIANDRO

    Assiste la segretaria: Silvia Fanti

    Funzionario estensore: Giulia Ercolino


    Il presidente CALIANDRO dichiara aperta la seduta alle ore 15,35 procedendo preliminarmente all’appello, ai sensi della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022 n. 26, ai fini dell’identificazione certa dei partecipanti.

     

    -     Approvazione del processo verbale n. 7 del 2024

     

    La Commissione approva all’unanimità.

     

     

    7908 -Interrogazione a risposta orale in commissione relativa allo sfondamento del torrente Ravone avvenuto lo scorso maggio in via Saffi, a Bologna, e agli esiti del giudizio tecnico svolto avanti il Tribunale delle Acque.

    A firma del Consigliere: Facci

     

    Il presidente CALIANDRO cede la parola per l’illustrazione.

     

    Il consigliere FACCI illustra il contenuto della sua interrogazione.

     

    Risponde il sottosegretario BARUFFI.

     

    Il consigliere FACCI in replica dichiara di essere non soddisfatto della risposta ricevuta, sottolineando i passaggi della Relazione tecnica commissionata dal Tribunale delle acque, di cui in particolare alle pagg. 26 e 40, che individuano dei profili di responsabilità della Regione e del Comune.

     

     

    8008 -Relazione per la Sessione europea dell'Assemblea legislativa per l'anno 2024, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.

     

    Il presidente CALIANDRO introduce l’oggetto n. 8008 sul quale la Commissione, nella seduta odierna, è chiamata ad esprimere parere consultivo alla Commissione referente Bilancio, Affari generali e istituzionali, ai sensi dell’articolo 38, comma 1, del Regolamento interno.

     

    Il presidente CALIANDRO, in assenza di ulteriori interventi, pone in votazione il parere sull’oggetto n. 8008, che viene allegato al presente verbale.

     

    La Commissione, per quanto di competenza, esprime parere favorevole con 26 voti a favore (PD, IV, BP), nessun contrario e 14 astenuti (Lega, FDI, RCPER, Misto/Facci) ai sensi dell’articolo 38, comma 1, del Regolamento interno.

     

    La seduta termina alle ore 15,50.

     

    Approvato nella seduta del 26 marzo 2024.

     

     

    La segretaria

    Il Presidente

    Silvia Fanti

    Stefano CALIANDRO


    ALLEGATO al processo verbale 8

    Seduta del 7 marzo 2024

     

     

     

    PARERE DELLA COMMISSIONE III ALL’OGGETTO:

     

     

    8008 -Relazione per la Sessione europea dell'Assemblea legislativa per l'anno 2024, ai sensi dell'art. 5 della L.R. n. 16/2008.

     

    La III Commissione assembleare “Territorio, Ambiente, Mobilità”, ai sensi dell’articolo 38, comma 1 del regolamento interno, nella seduta del 7 marzo 2024 ha preso in esame, per quanto di competenza, il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2024, la Relazione sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale all’ordinamento europeo per il 2023 e il Rapporto conoscitivo della Giunta regionale all'Assemblea legislativa per la Sessione europea 2024 (delibera di Giunta n. 192 del 05 febbraio 2024).

     

    Con riferimento agli atti preannunciati dalla Commissione europea nel Programma di lavoro per il 2024, la Commissione “Territorio, Ambiente, Mobilità” ritiene di particolare interesse, tra le nuove iniziative previste dall’Allegato I, la seguente:

     

    Obiettivo n. 1 – Pacchetto per l’energia eolica

    Pacchetto europeo per l’energia eolica (carattere non legislativo, 4° trimestre 2023)

     

    Con riferimento alla partecipazione, alla formazione e attuazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea, la Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità pone l’accento sul succitato obiettivo, che risulta focale in quanto si inserisce nella riflessione sugli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Green Deal europeo, sulla transizione verso la produzione di energia pulita e sull’autonomia energetica, in continuità con l’attività svolta dalla presente commissione assembleare nel corso della Sessione europea degli anni precedenti.

     

    Si sottolinea come il posizionamento della Regione Emilia-Romagna rispetto al quadro delle direttive, delle politiche e della programmazione europea, che emerge dal Rapporto conoscitivo, mostri quanto siano stati fattivi e rilevanti gli impegni portati avanti della Regione sul fronte del Green Deal e delle politiche ambientali e di contrasto al cambiamento climatico e si evidenzia come la Sessione europea debba essere l’occasione per rinnovare questi impegni concreti, ma anche lo strumento per cogliere tanto le opportunità quanto le criticità delle politiche europee per il territorio emiliano-romagnolo.

    Si evidenzia che la Commissione europea si è data l’obiettivo, attraverso il Programma di lavoro 2024, di completare il proprio programma di mandato, e ovviamente il tema del Green Deal e della lotta al cambiamento climatico è l’obiettivo strategico che lo ha caratterizzato.

    Rispetto agli investimenti, soprattutto nei settori strategici e performanti come quello della produzione di energia pulita attraverso fonti rinnovabili come l’eolico, si sottolinea l’importanza di migliorare la regolamentazione, ridurre gli oneri e snellire la burocrazia affinché l’utilizzo delle risorse, nel rispetto dei controlli e degli equilibri, possa risultare agevole ed efficace. Si evidenzia che si tratta di un tema più volte discusso nella presente Commissione e che risulta centrale anche nell’ambito della programmazione dei fondi europei.

    In questo senso, con riferimento ai fondi stanziati per far fronte ai danni post alluvione, si ribadisce che attraverso il percorso della Sessione europea è necessario riflettere su come rendere più agevoli gli investimenti, soprattutto quando si tratta di ambiti rilevanti dal punto di vista della lotta al cambiamento climatico, della sicurezza del territorio e degli investimenti in rinnovabili.

     

    Si sottolinea che la Sessione europea di quest’anno, pur se in un arco temporale più ristretto dovuto all’imminenza delle elezioni europee, si svolge secondo l’iter già percorso nella precedente edizione, prevedendo quindi momenti di approfondimento e confronto rispetto agli obiettivi del Programma di lavoro della Commissione europea ritenuti più rilevanti.

    Più in generale, tenuto conto anche dell’attuale contesto internazionale, si evidenzia che la Regione Emilia-Romagna è stata in grado di influire e portare avanti le proprie istanze rispetto alle politiche e alle iniziative affrontate e si invita a cogliere l’opportunità della Sessione europea per svolgere una riflessione più ampia sul complessivo funzionamento dell’Unione europea.

     

    Rispetto all’obiettivo n. 1 - Pacchetto per l’energia eolica la presente Commissione assembleare ha ritenuto opportuno proporre un approfondimento invitando il Dott. Alessandro Polito, team leader della Direzione generale Energia presso la Commissione europea, e l'Ing. Attilio Raimondi, funzionario di E.Q. per l’attuazione del piano energetico regionale.

     

    Si rileva che sebbene il settore eolico sia un settore strategico tanto per la transizione energetica, quanto per l’autonomia e la sicurezza energetica dell’Unione europea e per l’economia del nostro Paese, la sua crescita futura è attualmente messa alla prova causa una combinazione di criticità senza precedenti, tra cui una domanda insufficiente e incerta, procedure di autorizzazione lente e complesse, la mancanza di accesso alle materie prime, la forte inflazione e i prezzi elevati delle materie prime. Allo scopo di sostenere il settore, si richiama la COM(2023)669 del 24/10/2023 con cui la Commissione europea ha presentato il “Piano d'azione europeo per l'energia eolica” che è accompagnato dalla COM(2023)668 “Realizzare le ambizioni dell’UE in materia di energie rinnovabili offshore”.

     

    Con riferimento al Piano d’azione europeo per l’energia eolica” si richiama la “Direttiva riveduta sulle energie rinnovabili” adottata a giugno dell’anno scorso ed entrata in vigore a novembre, di cui alla COM (2021) 557, che ha fissato l’obiettivo minimo vincolante di raggiungere entro il 2030 una quota di energia da fonti rinnovabili pari al 42,5 % del consumo totale di energia (trasporti, riscaldamento, uso industriale, ecc.…). Si evidenzia che si tratta di un obiettivo molto ambizioso nell’ambito del quale, in particolare, si prevede un incremento della quota dell’energia eolica dall’attuale 16% del totale del consumo di energia elettrica al 34% nel 2030, con conseguente aumento anche in termini di capacità installata (turbine e pale eoliche). Si sottolinea che il raggiungimento dei citati obiettivi avrebbe importanti risvolti anche sul piano occupazionale, potendo portare da 300.000 a 900.000 circa i posti di lavoro nel settore.

     

    Sul piano della competitività, si rileva che delle 10 maggiori imprese di produzione di turbine eoliche nel mondo, 4 hanno sede nell'UE e 4 in Cina e che la manifattura europea detiene l’85% del mercato dell’UE. Tuttavia, a fronte di un potenziale di mercato molto consistente e interessante per gli investitori e per gli operatori attuali, si rileva che il settore manufatturiero dell’eolico ha subito perdite tra il 2021 e il 2022 e, in base alle proiezioni disponibili, ha continuato a subirne anche nel 2023. Le cause di questa situazione sono riconducibili a fattori di diverso tipo:

     

    -          mancanza di domanda certa e sufficiente di installazione di turbine eoliche dovuta a procedure di autorizzazione lente e inefficienti che hanno determinato ritardi e poca chiarezza da parte degli Stati membri sui sussidi e sui permessi che verranno concessi negli anni a venire per cui le imprese fanno fatica a pianificare e a investire;

    -          difficoltà di accesso alle materie prime, aumento dell’inflazione e dei prezzi, dei trasporti ma soprattutto dei materiali, come l’acciaio, ma anche di alcuni critical raw materials, come ad esempio quelli usati nei magneti permanenti che vengono utilizzati nelle turbine eoliche;

    -          inefficiente programmazione e gestione delle aste da parte degli Stati membri, che spesso non rispecchiano la qualità dei prodotti fabbricati in Europa e non premiano adeguatamente gli elevati standard ambientali e sociali dei prodotti europei e la necessità di chiarezza e di trasparenza da parte dei produttori;

    -          competizione crescente da parte dei produttori internazionali che, come quelli cinesi, si affacciano al mercato europeo. La Cina è un fornitore importante di materie prime e componenti per le imprese UE e mondiali, ma sta diventando anche un concorrente di peso nei mercati dei paesi terzi, che sono fondamentali per le imprese europee, grazie a prezzi mediamente inferiori del 20 % a quelli delle loro controparti europee;

    -          mancanza di manodopera qualificata, in particolare nel comparto offshore.

     

    Per fronteggiare queste problematiche si evidenzia che l’UE ha già presentato diverse iniziative, tra cui: la succitata Direttiva rinnovabili che, una volta attuata, semplificherà e abbrevierà le procedure di autorizzazione in modo più generale e strutturale; il regolamento di emergenza sulle autorizzazioni (UE) 2022/2577 del 22/12/2022 che semplifica ulteriormente le procedure di autorizzazione; la proposta per la riforma dell’assetto del mercato dell'energia elettrica di cui alla COM (2023) 148 del 14/03/2023 che mira a dare più certezza ai produttori di elettricità rinnovabile e stabilità nei profitti; il Green Deal Industrial Plan di cui alla COM (2023)62 dell’1/02/2023, che mira a creare un contesto più favorevole all'aumento della capacità produttiva di tecnologie e prodotti a zero emissioni nette, necessari per conseguire gli ambiziosi obiettivi climatici dell'Europa. In particolare, si specifica che il Green Deal Industrial Plan si articola intorno a quattro pilastri principali: un contesto normativo prevedibile e semplificato, un accesso più rapido ai finanziamenti pubblici e privati per la produzione di tecnologie pulite in Europa, iniziative volte a migliorare le competenze per la transizione verde e, infine, la promozione del commercio aperto e di catene di approvvigionamento resilienti.

    Si evidenzia che gli atti principali per lo sviluppo del piano industriale del Green Deal sono la normativa sull'industria a zero emissioni nette (Net Zero Industry Act) e la normativa sulle materie prime critiche (Critical Raw Material Act) che costituiscono misure rilevanti per tutte le rinnovabili e contribuiranno a rendere l'UE più resiliente incrementando la capacità manifatturiera e rafforzando i partenariati bilaterali e la cooperazione multilaterale. In particolare: il Net Zero Industry Act, COM(2023)161, istituisce un quadro di misure per rafforzare l'ecosistema europeo di produzione di tecnologie a zero emissioni nette e accelererà le autorizzazioni per la costruzione di impianti di produzione, stimolerà il miglioramento del livello delle competenze e la riqualificazione dei lavoratori e favorirà l'innovazione e un migliore coordinamento tra gli Stati membri; il Critical Raw Material Act, COM(2023) 160, mira ad assicurare la fornitura delle materie prime critiche che sono fondamentali per tutte le tecnologie rinnovabili, e in particolare per l’eolico, promuovendo anche l’economia circolare per ridurre sia la dipendenza sia l'impatto sull'ambiente.

     

    Infine, si ricorda che, oltre ad una maggiore flessibilità nella normativa sugli aiuti di Stato per i nuovi investimenti dei produttori di tecnologie utili per la transizione energetica, sono state riconosciute maggiori opportunità di sostegno all’industria eolica attraverso i programmi di spesa dell’Unione, in particolare con l’Innovation Fund, il Fondo per l’innovazione che ha raddoppiato la quota di finanziamenti destinati alla manifattura di tecnologie pulite, e con il Technical Support Instrument (TSI), che è lo strumento di sostegno tecnico (SST) per le amministrazioni nazionali e locali che fornisce competenze tecniche per progettare e attuare le riforme e migliorare le procedure amministrative, in particolare quelle di autorizzazione per l’installazione di rinnovabili.

     

    È in questo quadro di normative e di misure che si inserisce il Piano d'azione europeo per l'energia eolica, di cui alla COM (2023) 669 final del 24 ottobre 2023, articolato in sei pilastri d’azione: 1) accelerazione delle installazioni grazie a una maggiore prevedibilità e rapidità delle autorizzazioni, 2) progettazione migliore delle aste, 3) accesso ai finanziamenti, 4) creazione di un contesto internazionale improntato alla concorrenza leale, 5) competenze e 6) partecipazione delle imprese e impegni degli Stati membri.

     

    1. Accelerazione delle installazioni grazie a una maggiore prevedibilità e a procedure di autorizzazione più rapide

    Per essere in linea con gli obiettivi 2030 e accelerare le procedure autorizzative la Commissione europea ha avviato l’iniziativa “Accele-RES” (i.e. Renewable Energy Resources) che punta principalmente sulla digitalizzazione delle procedure autorizzative nazionali in tutta l'UE e sulla formazione del personale delle autorità nazionali competenti. Per facilitare la trasposizione di questa normativa e la sua applicazione, oltre allo strumento tecnico di sostegno sopra richiamato (Technical Support Instrument), è stato creato uno strumento di supporto online tramite un Q&A, attraverso il quale gli Stati membri possono inviare domande e le risposte della Commissione vengono pubblicate online. Inoltre verranno pubblicate tra meno di due mesi nuove linee guida per proporre nuove best practices sulle procedure di autorizzazione e anche linee guida sulle cosiddette Renewables Acceleration Areas, un nuovo concetto introdotto dalla Direttiva rinnovabili, che prevede da parte degli Stati membri l’identificazione di aree geografiche all’interno del loro territorio nelle quali l’installazione di rinnovabili sia particolarmente favorevole e adatta, così da semplificare ulteriormente il processo di autorizzazione e accelerare l'installazione degli impianti.

    Altro elemento fondamentale per accelerare queste installazioni è dare maggiore visibilità ai progetti che gli Stati membri hanno in cantiere attraverso la pubblicazione dei calendari a medio termine delle aste e dei piani a lungo termine di diffusione delle rinnovabili: la Commissione europea ha pertanto invitato gli Stati membri ad assumere impegni precisi e concreti sui volumi di energia eolica da installare, per fornire una panoramica chiara e credibile dell'energia eolica che sarà installata nei prossimi anni, almeno per il periodo 2024-2026, funzionale a creare un quadro di maggiore certezza a beneficio tanto degli operatori economici quanto degli Stati stessi sia per realizzare gli investimenti, sia per ottenere finanziamenti. In questo senso si evidenzia che è prevista la creazione di una piattaforma digitale interattiva dell'Unione, nella quale sarà pubblicata la pianificazione delle aste negli Stati membri o comunque saranno disponibili informazioni sulle aste, sempre al fine di garantire una maggiore trasparenza e fornire agli operatori gli strumenti per capire in che direzione si muoverà il mercato e come gli Stati membri intendano indirizzarlo.

    Si sottolinea inoltre che sarà rafforzata la cooperazione regionale per coordinare la pianificazione, in particolare, dei progetti eolici offshore che richiedono una più stretta collaborazione, al fine di favorire l'accelerazione delle installazioni.

    Sono state inoltre formulate raccomandazioni agli Stati membri sull'iter autorizzativo e sulla pianificazione a lungo termine dello sviluppo delle energie rinnovabili.

    A novembre 2023 la Commissione europea ha poi adottato un piano d'azione sulle reti, con misure a livello sia della trasmissione che della distribuzione: il piano d'azione si basa sul quadro normativo delle reti transeuropee dell'energia (TEN-E) e contribuirà in particolare ad accelerare l'inserimento dei principali progetti transfrontalieri di infrastrutture per l'energia elettrica nel primo elenco dei progetti di interesse comune e dei progetti di interesse reciproco. Questi progetti saranno fondamentali per accogliere quantità sempre maggiori di energie rinnovabili e far progredire l'integrazione del sistema energetico.

     

    2. Migliore progettazione delle aste

    Il modo in cui gli Stati membri progettano le aste per sostenere le energie rinnovabili influisce sulla diffusione di queste fonti energetiche e sui segnali di investimento inviati lungo tutta la catena del valore. Sotto questo profilo si evidenzia che criteri di preselezione e di aggiudicazione ben concepiti, oggettivi, trasparenti, non discriminatori e non basati sul prezzo, che premiano i prodotti con un maggior valore aggiunto e promuovono l'espansione industriale possono sostenere in modo più efficace un'industria manifatturiera eolica innovativa e competitiva; che criteri quali la maggiore durata di vita degli impianti, il tenore di carbonio o misure di economia circolare riducono l'impronta ambientale dei parchi eolici e aiutano a ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche; che, più in generale, una maggiore armonizzazione dei principi di progettazione delle aste applicati dagli Stati membri ridurrebbe i costi di transazione e potrebbe contribuire notevolmente a garantire che le aste siano adatte allo scopo, lasciando nel contempo sufficiente flessibilità e margine di innovazione agli Stati membri.

    In questo senso la Commissione europea, con l’obiettivo di apportare miglioramenti rapidi e tangibili e armonizzare maggiormente la progettazione delle aste per le energie rinnovabili, ha proposto raccomandazioni e orientamenti che verranno adottati nei prossimi mesi e che invitano gli Stati membri a includere alcuni elementi standard nelle aste - così da renderne più uniforme ed efficiente la progettazione - e a rendere più chiari i criteri di aggiudicazione non basati sul prezzo, che sono fondamentali per premiare la sostenibilità, l'innovazione, l'integrazione dei sistemi energetici, i prodotti di alta qualità e il contributo a una catena di approvvigionamento resiliente, ossia stabile sotto il profilo della fornitura di tecnologie rinnovabili all’Unione europea. Si sottolinea che le linee guida includeranno anche altri aspetti, relativi ad esempio ai tetti massimi delle offerte e alle pratiche migliori, per far sì che vi sia effettivamente un miglior bilanciamento dei rapporti di forza tra i vari attori che partecipano alle aste e favorire la produzione. Si evidenzia che le raccomandazioni mirano inoltre - in modo del tutto complementare rispetto a quanto contenuto nella già richiamata proposta di normativa sull'industria a zero emissioni nette - a prendere in considerazione l'elaborazione di un codice di condotta per le imprese europee che promuova, per esempio, la trasparenza della catena di approvvigionamento e che possa essere raccomandato per le future aste per l'energia eolica e mira altresì a rafforzare la ciber resilienza degli impianti eolici e delle infrastrutture a cui sono collegati.

    Per quanto riguarda la già richiamata proposta di normativa sull'industria a zero emissioni nette si rammenta che la Commissione europea è stata molto attiva per favorire un accordo tra i colegislatori, Parlamento e Consiglio, e per includere all’interno della proposta i citati criteri, che diventeranno obbligatori per una parte delle aste a partire dal 2027.

    Si ricorda infine che la Commissione identificherà i rischi di cibersicurezza pertinenti per gli impianti di produzione di energia eolica e le relative infrastrutture, compresi gli aspetti connessi alla protezione dei dati, per valutare se esiste la possibilità che siano sfruttati per compromettere la sicurezza economica o la sicurezza dell'approvvigionamento dell'energia elettrica nell'UE.

     

    3. Accesso ai finanziamenti

    Il terzo pilastro mira ad agevolare l’accesso ai finanziamenti per i produttori e si compone di due strumenti principali. Il primo è il Fondo per l’innovazione, che viene finanziato dall’Emission Trading System (ETS) dell’Unione europea (cioè sostanzialmente dal contributo alle emissioni di carbonio che viene dato dalle industrie più inquinanti), la cui dotazione destinata a finanziare progetti del settore manufatturiero di produzione di tecnologie pulite, tra cui progetti per la fabbricazione di turbine eoliche e dei loro componenti, è stata quasi raddoppiata fino a 1,4 miliardi di euro. Il secondo è un apposito strumento di controgaranzia per le esposizioni creditizie delle banche commerciali verso i principali fornitori del settore eolico, creato dalla Banca europea per gli investimenti per aumentare l'accesso ai pagamenti anticipati e a linee di garanzia di esecuzione e ridurre il rischio degli investimenti delle imprese unionali del settore: un cosiddetto de-risking tool, un pacchetto di controgaranzie che vengono fornite dalla Banca europea per gli investimenti alle banche private che concedono finanziamenti al settore eolico.

    Si rammenta che, a livello di Direzione Generale per l’Energia, è stato intrapreso un dialogo con gli investitori per individuare i problemi nell’accesso agli investimenti e ai fondi da parte dell’industria e confrontarsi su come attrarre l’interesse degli investitori.

     

    4. Contesto internazionale improntato alla concorrenza leale

    Il quarto pilastro è finalizzato a favorire l’accesso dei produttori dell’UE ai mercati esteri, evitando che le eventuali pratiche commerciali sleali da parte di Paesi terzi provochino distorsioni che si ripercuotono sul mercato interno dell’Unione europea. A tal fine sono previsti strumenti di controllo come, per esempio, il quadro UE per il controllo degli investimenti diretti esteri Foreign direct investment screening regulation, di cui principalmente al Regolamento (UE) 2019/452, che è in funzione da alcuni anni e permette di analizzare gli investimenti stranieri in Europa e valutare se questi possano causare problemi in termini di sicurezza al nostro sistema produttivo.

     

    5. Competenze

    Si ricorda che a marzo 2021 e a marzo 2023, nell'ambito del patto per le competenze, le associazioni di categoria del settore delle energie rinnovabili, i rappresentanti degli installatori di tecnologie pulite, i soggetti erogatori di istruzione e formazione, i centri di ricerca e le reti regionali, compresi i portatori di interessi del settore dell'energia eolica, con il sostegno della Commissione hanno istituito partenariati su vasta scala per le competenze per l'ecosistema industriale delle energie rinnovabili.

    Si evidenzia che la normativa sull'industria a zero emissioni nette prevede l'avvio di Net Zero Academy, accademie europee delle competenze necessarie al sistema industriale, concepite per sostenere le azioni degli Stati membri volte a migliorare le competenze e a riqualificare i lavoratori nei vari settori, fra cui l’eolico, e una Wind Academy che verrà creata nei prossimi mesi.

     

    6. Partecipazione delle imprese e impegni assunti dagli Stati membri

    Si sottolinea che a fine 2023 la Commissione ha esortato gli Stati membri e i rappresentanti del settore a sottoscrivere impegni volontari nel quadro di una Carta dell'energia eolica, che prende le mosse dal Piano d'azione e dalle relative politiche ed il cui obiettivo è allineare e attuare rapidamente le azioni della Commissione, degli Stati membri e delle imprese, dando prova di un impegno coordinato per migliorare le condizioni abilitanti per l'industria eolica europea. Ad oggi 26 Stati membri vi hanno aderito e più di 300 attori del settore eolico l’hanno sostenuta.

    Si evidenzia che la Commissione lavorerà a stretto contatto con gli Stati membri e i portatori di interesse e consultando le parti sociali così che la Carta - e il Piano d'azione – mettano il settore nelle condizioni di intensificare gli investimenti ed espandere la capacità produttiva, per soddisfare il previsto aumento della domanda di progetti eolici negli anni a venire.

    Si sottolinea, infine, che la maggior parte delle 15 azioni che declinano i 6 pilastri previsti dal Piano d’azione sono state già realizzate o verranno realizzate nei prossimi mesi e che per la maggior parte di esse (che non hanno una natura permanente) è stato previsto un termine, fissato al più tardi entro la fine del 2024.

     

    Con riferimento all’eolico offshore, si rammenta che negli ultimi dieci anni, a valle della sottoscrizione del Protocollo di Kyoto e dell’Accordo di Parigi, l’attenzione della comunità internazionale si è focalizzata sull’importanza delle fonti rinnovabili per la transizione ad un modello di sviluppo più sostenibile e questo ha portato ad un accavallarsi di pacchetti presentati dalla Commissione europea, che hanno progressivamente innalzato l’obiettivo di copertura dei consumi finali lordi di energia dell’Unione europea attraverso le fonti rinnovabili.

    In questo contesto la Commissione europea ha definito una serie di azioni immediate a sostegno dell’industria europea dell’energia eolica, che rappresenta un pilastro fondamentale del sistema elettrico fornendo il 16% dell’energia consumata in tutta l’UE. Si evidenzia che già nella Strategia dell’UE per sfruttare il potenziale delle energie rinnovabili offshore per un futuro climaticamente neutro del 2020, COM (2020) 741 final, era riconosciuta la leadership industriale europea del settore dell’eolico, così come veniva confermata la grande possibilità di incremento della potenza installata da fonti rinnovabili e si indicava una potenza complessiva di 60 GW di energia eolica offshore realizzabile nel 2030. Successivamente, con gli obiettivi in materia di clima ed energia previsti nella Legge sul clima di cui al Regolamento (UE) 2021/1119, nel pacchetto "Pronti per il 55%" e nel piano REPowerEU, COM (2022) 230 final, è stato riconosciuto il ruolo fondamentale delle rinnovabili offshore ai fini del proseguimento della decarbonizzazione, della sicurezza dell'approvvigionamento e della sostituzione dei combustibili fossili. Si rammenta che a gennaio 2023, sulla base della strategia e del regolamento TEN-E, gli Stati membri hanno concordato obiettivi di produzione di energia eolica offshore per 111 GW al 2030, praticamente raddoppiando l’obiettivo previsto dalla Strategia 2020, e per 317 GW al 2050. Tenendo conto che la potenza installata è pari a 16,3 GW, si mette in evidenza che occorreranno 12 GW all’anno per raggiungere l’obiettivo previsto per il 2030, decuplicando cioè quello che è stato realizzato finora.

    La Comunicazione Realizzare le ambizioni dell’UE in materia di energie rinnovabili offshore, COM (2023) 668 final del 24 ottobre 2023, ha dunque ribadito che queste fonti rinnovabili potranno dare un contributo importante alla decarbonizzazione del sistema energetico sia per il 2030 che per il 2050 e ha individuato una serie di sfide:

     

    1. Rafforzare l'infrastruttura di rete e la cooperazione regionale

    Dal momento che, nel caso dell'energia eolica offshore, i progetti su larga scala possono essere sviluppati lontano dalla costa, l’accesso tempestivo a una rete ben funzionante risulta fondamentale sia offshore, per trasportare l'energia elettrica alla terraferma, sia onshore, per garantire il potenziamento della rete necessario affinché i poli di domanda, anche nelle regioni non costiere, possano beneficiare appieno della diffusione. In questo quadro, si evidenzia che il Regolamento (UE) 2022/869 sulle reti transeuropee dell'energia (TEN-E) ha istituito un quadro favorevole alla cooperazione transfrontaliera che consente di puntare a reti offshore ed onshore integrate, interconnesse, efficienti, che miglioreranno la sicurezza dell’approvvigionamento e ridurranno i costi per gli utenti.

     

    2. Accelerare il rilascio delle autorizzazioni

    Si ribadisce che i progetti relativi alle infrastrutture di rete sono soggetti a procedure lunghe, che ostacolano la rapida realizzazione degli impianti e che tanto il nuovo regolamento sulle reti transeuropee dell’energia appena richiamato quanto la succitata Direttiva rinnovabili vanno nella direzione di una accelerazione delle procedure.

     

    3. Garantire una pianificazione integrata dello spazio marittimo

    Si sottolinea che la pianificazione dello spazio marittimo (PSM) è uno strumento indispensabile per destinare lo spazio marittimo a diversi usi del mare secondo un approccio ecosistemico e per garantire la coesistenza e la conservazione a lungo termine degli ecosistemi e che occorre altresì garantire la coesistenza di tutte le attività e gli usi del mare, salvaguardando il conseguimento degli obiettivi di protezione e ripristino dell’ambiente e la sicurezza della navigazione. Si evidenzia che la Commissione si concentrerà, in particolare, sul passaggio da una pianificazione nazionale a una pianificazione regionale all’interno dei singoli bacini marittimi e agirà per integrare il sostegno agli Stati membri, per valutare gli impatti delle fonti rinnovabili sugli ecosistemi e per garantire un buono stato ecologico dei mari.

     

    4. Rafforzare la resilienza delle infrastrutture tenendo conto della specificità dei singoli bacini marittimi.

     

    5. Ricerca e innovazione a sostegno dell'energia offshore

    Si sottolinea che la Commissione europea intende da un lato proseguire l’attività di ricerca e innovazione sulle tecnologie emergenti attinenti al settore offshore, quali il fotovoltaico galleggiante, l’eolico galleggiante e i sistemi a idrogeno, e dall’altro intensificarla nella direzione della circolarità, per esempio per ridurre il rischio di interruzione dell’approvvigionamento di materie prime e migliorare la performance e la sostenibilità dell’eolico offshore. Si evidenzia che, considerato che esistono diversi programmi di finanziamento (fra cui Horizon Europe, il Fondo per lo sviluppo regionale, il PNRR, il Fondo per l’innovazione, il Piano strategico per le tecnologie energetiche), la priorità è quella di elaborare dei progetti che siano in grado di sostenere le nuove sfide e che siano tarati su un territorio in grado di recepirli. Si evidenzia che un tema cruciale in questo settore è quello dell'accesso alle materie prime: molti generatori elettrici a turbine eoliche usano infatti magneti permanenti realizzati con terre rare per ottenere livelli elevati di efficienza e prestazioni e che, sebbene l'UE sia leader mondiale nel mercato delle turbine eoliche, la Cina domina il mercato delle terre rare, dalle materie prime alla produzione di magneti. Tenendo conto quindi che le pale eoliche e i generatori sono realizzati con magneti permanenti, si sottolinea l’importanza di avviare progetti sui materiali avanzati per riuscire a sostituire quei magneti permanenti, a ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare l’impatto dei parchi eolici, migliorando la produttività e l’efficienza dell’industria lungo tutta la catena del valore.

     

    6. Sviluppare catene di approvvigionamento e competenze

    La catena di approvvigionamento dell’Unione europea per i parchi eolici offshore è una rete complessa di segmenti e componenti interconnessi. Sotto questo profilo si evidenzia che la domanda crescente di energia eolica offshore in Europa e nel mondo determina un aumento della domanda di turbine, fondazioni, pali, cavi, apparecchiature elettriche e poi allestimento di porti e navi e che quindi, per continuare a soddisfare questa domanda in rapida crescita, la capacità manifatturiera unionale deve aumentare in maniera considerevole e veloce. In parallelo si ribadisce che, dovendosi sempre più confrontare con una rapida ascesa della capacità di fabbricazione di componenti per l’eolico offshore al di fuori dell’Unione europea, l'industria unionale deve anche rafforzare la propria competitività, garantendo alle sue imprese di continuare a partecipare alla filiera. Si ricorda che assumono particolare rilievo il Piano industriale del Green Deal e soprattutto la normativa sulle materie prime critiche in quanto, come già rilevato, proprio le terre rare consentono agli impianti di garantire delle prestazioni elevate. Rispetto a queste ultime si evidenzia che la Commissione europea sta valutando una serie di strategie e azioni per: incrementare l'estrazione di terre rare in Europa; potenziare la capacità di produzione di componenti nell'UE, con particolare attenzione alla raffinazione delle terre rare e alla produzione di magneti permanenti; aumentare il riciclaggio dei magneti permanenti e la sostituzione delle terre rare grazie a una progettazione e materiali innovativi; promuovere partenariati con i paesi partner per garantire un approvvigionamento ininterrotto di materie prime critiche.

    Si sottolinea che un segmento delicato della catena di approvvigionamento è quello dei porti, in quanto rappresentano i primi punti di accesso agli impianti di energia offshore. Essi fungono da terminali per le navi impiegate nelle operazioni di installazione e manutenzione offshore e possono offrire gli spazi e le condizioni necessari alla fabbricazione e all'assemblaggio di determinati componenti. Si sottolinea che le crescenti dimensioni delle pale delle turbine eoliche (di decine e decine di metri) pongono sfide logistiche: servono infatti investimenti ingenti, ad esempio nel dragaggio, negli spazi di stoccaggio e assemblaggio delle turbine o nella capacità delle gru. Si ricorda che occorre garantire la sostenibilità ambientale delle zone dove vengono realizzati gli impianti, attraverso la mappatura e la classificazione delle infrastrutture portuali necessarie.

    Si evidenzia che la Commissione europea esaminerà il ruolo dei porti e le sfide cui devono far fronte per quanto riguarda sia l'impronta ambientale sia la capacità di contribuire alla decarbonizzazione delle attività industriali e dei trasporti marittimi e che su questo verte il progetto pilota “Port Electricity Commercial Model”, la cui conclusione è prevista per la prima metà del 2024. Si evidenzia inoltre che, nell'ambito della Cooperazione in materia di energia nei mari del Nord (North Seas Energy Cooperation – NSEC), la Commissione ha avviato azioni di mappatura e classificazione, per categoria e per ordine di priorità, di tutte le infrastrutture portuali necessarie allo sviluppo dell'energia eolica offshore e, inoltre, che promuoverà sinergie e complementarità tra il regolamento sulla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), attualmente in fase di revisione, e il regolamento TEN-E, entrambi rilevanti per le infrastrutture portuali, al fine di migliorare le condizioni generali per i porti che desiderano intensificare le attività nel settore delle rinnovabili offshore.

     

    Per quanto riguarda l’aspetto delle competenze si ricorda che la Commissione europea ha riconosciuto che sono un prerequisito fondamentale per una transizione giusta, identificandole come uno dei quattro pilastri del Green Deal Industrial Plan. Si ricorda inoltre che l’Agenzia internazionale per l’energia nel report “World Energy Employment 2023” ha evidenziato che le imprese nel settore dell’energia pulita stanno rilevando la mancanza di lavoratori qualificati, come effetto della forte crescita della domanda, e dunque l’assenza delle necessarie competenze sta emergendo come uno dei principali ostacoli per l’avvio della transizione energetica.

     

    Si sottolinea inoltre la potenzialità di posti di lavoro che offre l’eolico offshore, tra 20.000 e 54.000 nuovi posti di lavoro nei prossimi cinque anni, e si rileva che, data la velocità di questo sviluppo (già oggi la domanda di dirigenti, ingegneri e tecnici è elevata e risulta difficile occupare i posti vacanti), l’accesso alla manodopera qualificata sarà un problema da affrontare nei vari segmenti specializzati della catena di approvvigionamento e la formazione specifica assumerà un'importanza sempre maggiore a mano a mano che le attività in mare aumenteranno. Si sottolinea l’importanza di sostenere lo sviluppo di nuove capacità e di nuove competenze, sia per gli occupati (in termini di conversione) sia per i nuovi occupati, sul digitale, sulla robotica, sulla salute e la sicurezza e di attrarre giovani da altri settori e migliorare la diversità e l'inclusività, per garantire che la transizione verde sia giusta.

     

    Sul versante regionale si ricorda che in Emilia-Romagna attualmente sono installati 72 impianti, per una potenza complessiva di 45 MW, e che sono pervenute due domande di installazione di nuovi impianti eolici offshore, attualmente sottoposti alla procedura di VIA statale.

    Si evidenzia che le fonti rinnovabili in Emilia-Romagna nel periodo 2014-2020 sono cresciute con un trend piuttosto piatto, dall’11% al 14% e che la realizzazione di questi due nuovi impianti comporterebbe un incremento del contributo delle fonti rinnovabili sul totale della produzione elettrica regionale (intesa come sistema elettrico) dal 23% al 29% e un aumento sul consumo finale lordo dal 14% al 15,6%, determinando un significativo passo in avanti sia in termini occupazionali che per le imprese manifatturiere del territorio regionale.

     

    Tenuto conto di quanto sopra, si invita la Giunta a valutare l’eventuale presentazione di osservazioni sulle iniziative del Piano d'azione europeo per l'energia eolica.

     

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