110.
SEDUTA DI MERCOLEDÌ 5 DICEMBRE 2012
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
Indice
OGGETTO 3213
Interpellanza della consigliera Meo circa notizie-stampa relative alla cessione di parte dell'Arena Borghesi, sala cinematografica all'aperto sita a Faenza (RA)
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
MEO (SEL - Verdi)
MEZZETTI, assessore
OGGETTO 3105
Interpellanza del consigliere Filippi circa il finanziamento regionale relativo alla Coop Terremerse ed i procedimenti conseguenti
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
RABBONI, assessore
OGGETTO 3135
Interpellanza del consigliere Filippi circa il sovrappopolamento di ungulati, soprattutto cinghiali, nell'Appennino reggiano e le azioni da porre in essere per contrastare tale fenomeno
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Richetti)
FILIPPI (PDL)
RABBONI, assessore
OGGETTO 3412
Comunicazione della Giunta: "Aggiornamento della situazione nelle zone terremotate a sei mesi dal sisma"
(Continuazione discussione e conclusioni)
OGGETTO 3442
Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Manfredini, Luciano Vecchi, Monari, Naldi, Aimi, Villani, Sconciaforni, Barbati, Barbieri, Bonaccini, Paruolo, Mumolo, Pariani, Zoffoli, Donini, Montanari, Mori, Alessandrini, Piva, Pagani, Moriconi, Malaguti, Noè e Ferrari per chiedere al Governo che, nell’ambito del D.L. 174/2012 e della legge di conversione siano ricomprese la sospensione e la rateizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali per i lavoratori e l’accesso al finanziamento agevolato e rateizzazione delle imposte per le imprese
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
BONACCINI (PD)
NOÈ (UDC)
CAVALLI (Lega Nord)
BARBATI (Italia dei Valori)
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta
MANFREDINI (Lega Nord)
OGGETTO 3340
Delibera: «Approvazione del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012 e pluriennale 2012-2014. Secondo provvedimento di variazione e approvazione del bilancio per l'esercizio finanziario 2013 e pluriennale 2013-2015 dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 5 novembre 2012, n. 1608) (97)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
OGGETTO 2813
Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione, d'iniziativa dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi: «Istituzione della zona franca di Comuni emiliano-romagnoli nelle aree di Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, colpite dagli eventi sismici del mese di maggio 2012»
(Relazione, discussione e reiezione)
(Ordine del giorno oggetto 2813/1 "Non passaggio all'esame degli articoli" - Presentazione e approvazione) (68)
PRESIDENTE (Richetti)
MANFREDINI, relatore
VECCHI Luciano (PD)
OGGETTO 2107
Risoluzione proposta dai consiglieri Corradi, Manfredini, Cavalli e Bernardini per esprimere contrarietà alla riforma del sistema pensionistico formalizzato dal Governo guidato da M. Monti
(Reiezione)
PRESIDENTE (Richetti)
CAVALLI (Lega Nord)
OGGETTO 2610
Risoluzione proposta dalla presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per invitare la Giunta a sostenere le esperienze territoriali già in essere di organizzazioni integrate dirette e favorire la costituzione, attivazione e certificazione, come raccomandato dall'Unione europea, in una logica di trattamento specializzato di cancro della mammella (C.M.)
(Discussione e approvazione)
OGGETTO 2975
Risoluzione proposta dalla presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta a inserire tra gli obiettivi di sistema del piano socio-sanitario la promozione ed il sostegno della medicina di genere al fine di delineare migliori criteri di erogazione del servizio sanitario, individuando inoltre percorsi specifici nelle strutture sanitarie, interventi di prevenzione screening e diagnosi precoce delle patologie, azioni rivolte all'area materno-infantile e ricerche farmacologiche che tengano conto delle differenze di genere
(Discussione e approvazione)
OGGETTO 3403
Risoluzione proposta dalla presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a recepire le indicazioni della "Carta europea dei diritti delle donne nello sport" e del Parlamento europeo integrando il tema della parità e della prospettiva di genere nello sport nelle politiche regionali, a favorire la pratica sportiva di donne e bambine e la presenza femminile negli organismi dirigenziali del mondo dello sport, contrastando inoltre ogni forma di discriminazione diretta o indiretta
(Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti)
MORI (PD)
MALAGUTI (PDL)
CARINI (PD)
GRILLINI (Italia dei Valori)
DONINI (Fed. della Sinistra)
PIVA (PD)
BARBIERI (PD)
Annuncio di interrogazioni, risoluzioni e mozione
PRESIDENTE (Richetti)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche
Allegato A
Atti esaminati nel corso della seduta
Allegato B
Interrogazioni, risoluzioni e mozione annunciate
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE RICHETTI
La seduta ha inizio alle ore 15,07
PRESIDENTE (Richetti): Dichiaro aperta la centodecima seduta della IX legislatura dell'Assemblea legislativa.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta pomeridiana i consiglieri Casadei, Lombardi, Moriconi, Pollastri; gli assessori Lusenti, Melucci, Muzzarelli e la Vicepresidente Saliera. Risulta assente il Presidente Errani, ai sensi dell'articolo 65, comma 2, del Regolamento, per cui ricordo che questo fa presenza, ai fini del numero legale.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Richetti): Procediamo allo svolgimento delle interpellanze.
Chiamo la prima interpellanza:
3213 - Interpellanza della consigliera Meo circa notizie-stampa relative alla cessione di parte dell'Arena Borghesi, sala cinematografica all'aperto sita a Faenza (RA).
Risponde per la Giunta l'assessore Mezzetti.
La parola alla consigliera Meo per illustrare la sua interpellanza.
MEO: Grazie, presidente. L’interpellanza in oggetto è per conoscere il destino dell’Arena Borghesi di Faenza, una grande sala cinematografica all'aperto, che da 25 anni, tutte le estati, offre svago e cultura ai faentini proiettando pellicole importanti, anche d'essai, rassegne tematiche, con la presenza di circa 15 mila spettatori a stagione. Quest’attività dura da anni, anche se la storia dell'Arena è assai più antica, parte fin dal 1895.
Da notizie stampa apprendiamo che l'area dell'Arena venne donata dalla famiglia Borghesi, tramite un lascito testamentario, all'ex Opera Pia, con la disposizione che avrebbe dovuto continuare ad essere un luogo destinato allo spettacolo e all'intrattenimento, ed attualmente apparterrebbe - il condizionale è d'obbligo - all'Usl di Ravenna.
Sempre da notizie stampa apprendiamo che l'Usl avrebbe recentemente ceduto gratuitamente l'area dell'Arena Borghesi al Comune di Faenza e che lo stesso Comune avrebbe ricevuto la richiesta dal limitrofo supermercato Conad di allargare la propria attività commerciale sull'area verde, parte integrante del cinema all'aperto.
Secondo le associazioni ambientaliste faentine, se il Comune approvasse il progetto di ampliamento, così com'è stato presentato, l'Arena Borghesi perderebbe un quinto della sua superficie e gran parte del verde storico verrebbe cancellato.
Tutto ciò premesso, si interpella la Giunta regionale e l’Assessore competente al fine di conoscere se corrisponda al vero la cessione dell’area da parte dell’AUSL e, nel caso, per quali motivi e a quali condizioni sia stata realizzata; nel caso in cui l’area sia ora di proprietà del Comune di Faenza, se alla Regione risulti che il Comune abbia già alienato o intenda alienare a Conad parte dell’area e a quali condizioni; se alla Regione risulti che l’allargamento del supermercato Conad sia già stato autorizzato dal Comune di Faenza a discapito del cinema e dell’area verde che gli fa da cortina; se l’intero complesso dell’Arena Borghesi sia sottoposto a vincolo in base al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, se sia stato già acquisito il parere della competente Soprintendenza e con quali prescrizioni. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
La parola all'assessore Mezzetti per la risposta.
MEZZETTI, assessore: Grazie, presidente. Come Giunta regionale abbiamo tardato nella risposta - mi scuso con la consigliera Meo - perché non abbiamo alcuna competenza in merito alla materia oggetto dell'intervento, quindi non avevamo modo di conoscere nel dettaglio gli sviluppi della vicenda. Infatti, come assessorato, attraverso la legge n. 12 del 2006, che disciplina l'apertura di nuovi esercizi cinematografici d'interesse sovracomunale, non interveniamo nel merito degli esercizi con capienze ridotte, come nel caso dell'Arena Borghesi, che sono soggette alla sola autorizzazione unica rilasciata dal Comune territorialmente competente.
Abbiamo, quindi, provveduto a chiedere chiarimenti ai soggetti coinvolti, vale a dire al Comune di Faenza e all'Azienda Asl di Ravenna, proprietaria dell'area in cui sorge l'Arena Borghesi. Sulla base dei riscontri ottenuti, rispondendo puntualmente alle richieste della consigliera Meo, siamo addivenuti a tre questioni fondamentali.
Ad oggi non risulta alcuna cessione dell'area in oggetto da parte dell'Asl in favore del Comune di Faenza. Nel luglio dello scorso anno l'Azienda Asl si dichiarò disponibile, previa acquisizione delle necessarie autorizzazioni da parte delle autorità competenti, a trasferire al Comune di Faenza la proprietà relativa al complesso dell'Arena Borghesi a titolo gratuito o a valore simbolico, il tutto a fronte di precise garanzie in considerazione del valore simbolico e culturale rappresentato dall'Arena, con la precisazione che tale trasferimento implica la possibilità che, per autonoma decisione del Comune, possano essere successivamente cedute singole porzioni di tale area. In tale ipotesi, si provvederebbe alla cessione all’Asl dell'eventuale beneficio economico derivante dall'alienazione a terzi.
Allo stato attuale non si è giunti ad alcuna definizione concreta e prosegue la disamina di eventuali programmi di valorizzazione sociale, culturale ed economica dell'area.
Pertanto, tra l'Azienda Asl ed il Comune di Faenza è tuttora attivo un contratto di locazione onerosa, che scadrà nel maggio del 2013, in virtù del quale il Comune corrisponde all'Azienda un canone annuo di 10.460 euro, oltre agli oneri di manutenzione.
L'area non è quindi di proprietà del Comune, visto quanto sopra detto.
Attualmente non risulta presentata al Comune di Faenza alcun titolo edilizio per l'ampliamento del supermercato Conad. In data 27 luglio 2011 è pervenuta al Comune di Faenza, da parte della società Commercianti Indipendenti Associati, CIA, con sede a Forlì, una proposta di accordo urbanistico, articolo 18, legge regionale n. 20 del 2000, in variante al PRG, finalizzata all'ampliamento della struttura commerciale in oggetto e concernente anche il complesso dell'Arena Borghesi.
Infine, il Comune fa sapere che il complesso Arena Borghesi risulta tutelato, ai sensi della Parte II del decreto legislativo n. 42 del 2004 e simili. Non risulta che sia stato acquisito alcun parere in merito.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Mezzetti.
La parola alla consigliera Meo per la replica.
Consigliera, le restano quattro minuti.
MEO: Grazie, presidente. Come ho scritto, molte delle notizie sono state apprese dalla stampa, che a volte, nei fatti, indipendentemente dallo stato di richieste di autorizzazioni di questi percorsi, anticipa delle volontà e delle attività in itinere, anche se ancora non formalizzate. In tal senso abbiamo presentato l’interpellanza.
Ringrazio l'assessore per aver cercato le risposte che ci servivano, anche se non strettamente legate alla sua attività specifica nell’Ente regionale, ma, nello stesso tempo, volevamo sollevare un focus di attenzione sul destino di quest'area, che comunque è un'area interessante, un’area che fu donata dai proprietari, col percorso descritto, con delle precise finalità, che dal punto di vista storico, architettonico e culturale ha un valore intrinseco, che non vorremmo mai vedere trasformata in un'area accessoria ad un seppur rispettabile supermercato. Era un modo anche per richiamare a valore d'attenzione questi luoghi destinati storicamente alla cultura nelle città, che per dimensione non reggono il rapporto in relazione con le strutture più importanti, ma che rappresentano, e hanno rappresentato, dei luoghi di eccellenza d’incontro per i cittadini faentini. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Meo.
Abbiamo esaurito l'oggetto 3213, chiamo l'oggetto successivo:
3105 - Interpellanza del consigliere Filippi circa il finanziamento regionale relativo alla Coop Terremerse ed i procedimenti conseguenti.
Risponde per la Giunta l'assessore Rabboni.
La parola al consigliere Filippi per illustrare la sua interpellanza.
FILIPPI: Grazie, presidente. Ricordo all'assessore i termini dell'interpellanza.
A seguito dell'inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Bologna, la cooperativa Cantina dei Colli Romagnoli dovrà restituire 1 milione di euro, più gli interessi, di finanziamenti pubblici.
L’atto regionale, come dicevo, è conseguente alle motivazioni che la Guardia di Finanza ha dato alla Direzione Generale dell’Agricoltura dopo le indagini sulla Coop Terremerse. Secondo la Guardia di Finanza sussiste un quadro non coerente rispetto alla tempistica di alcuni atti assunti dall'Amministrazione regionale, tale da far sorgere dubbi sull'effettività e veridicità delle comunicazioni dei tempi di realizzazione degli interventi.
Inoltre la Guardia di Finanza sostiene che la dichiarazione di inizio lavori, presentata al Comune di Imola in data 30 maggio 2006, contraddice la dichiarazione del 31 maggio.
Esaminando il sito internet, ho appurato che la Coop Terremerse è attualmente molto attiva nel settore agroalimentare, fatturando ben 156 milioni di euro. Mi sembra strano, quindi, che la Regione chieda la restituzione di 1 milione di euro alla Cantina dei Colli Romagnoli quando la Regione stessa ha concesso i soldi alla Cooperativa Terremerse.
Tutto ciò premesso, si interpella per sapere perché la Coop Terremerse, per quanto riguarda la branca vitivinicola, abbia cambiato ragione sociale tre volte, ed infine sia stata inglobata nella Cantina dei Colli Romagnoli. Di solito noi prendiamo un nome dalla nascita alla morte, e le aziende sane, come le persone, conservano lo stesso nome, mentre Terremerse ha preferito cambiarlo tre volte. Vorrei conoscere le motivazioni.
Chiedo, inoltre, se l'operazione di trasferimento sia il frutto di un progetto finanziario studiato a tavolino per disperdere tracce dei lauti finanziamenti che la Regione ha concesso a questa cooperativa oppure per nascondere alcune responsabilità.
In terzo luogo domando perché la Regione non chieda direttamente la restituzione di 1 milione di euro più gli interessi direttamente al vero beneficiario, cioè alla Cooperativa Terremerse. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola all'assessore Rabboni per la risposta.
RABBONI, assessore: Grazie, presidente. Innanzitutto, ribadisco la correttezza dell'operato della Direzione Generale Agricoltura, che ha revocato il contributo accertando che l'obbligo di restituzione è in capo all’attuale proprietà dello stabilimento enologico, sito in Comune di Imola, via Bicocca 11, e cioè alla Cantina dei Colli Romagnoli, società cooperativa agricola.
Nel corso degli anni 2007 e 2008, le cooperative Terremerse e Cantina dei Colli Romagnoli hanno infatti posto in essere, con il dichiarato obiettivo di razionalizzare i propri processi produttivi ed economici, un’articolata serie di operazioni societarie, nell'ambito delle quali è rientrato, tra le altre, anche il trasferimento dalla prima alla seconda del complesso aziendale costituito dalla cantina vitivinicola, comprensiva degli impianti di produzione realizzati ed acquisiti da Terremerse con i contributi della Misura 1G del Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2000-2006.
Le principali tappe di questo percorso possono essere così riassunte. In data 2 ottobre 2006, la Regione ha disposto l'effettivo pagamento a Terremerse del contributo di 1 milione di euro, concesso per la realizzazione ed implementazione degli impianti della cantina sita in Imola. Con lettera del 21 marzo 2007, la Coop Terremerse ha annunciato alla Regione l'imminente progetto di scissione del ramo d'azienda, in parte realizzato col contributo regionale, a favore della costituenda Coop Terre Imolesi, specificando che il progetto di scissione prevedeva la successione della nuova società nei diritti e negli obblighi formalmente assunti all'atto della concessione del contributo medesimo.
Con atto di scissione parziale non proporzionale del 7 aprile 2008, attuativo del progetto di scissione approvato dall'assemblea generale di Coop Terremerse, in data 18 gennaio 2008, è stato disposto il trasferimento alla costituenda Coop Terre Imolesi dell'intero complesso dello stabilimento enologico, dando atto che "la società beneficiaria subentrava alla società scissa relativamente al patrimonio assegnatole in tutti i suoi elementi attivi e passivi, descritti ed illustrati nel progetto di scissione", tra i quali rientrava espressamente anche il contributo di 1 milione di euro concesso dalla Regione Emilia-Romagna, ai sensi della Misura 1G del Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2000-2006.
Con il successivo atto di fusione per incorporazione del 27 agosto 2008, Cantina dei Colli Romagnoli ha incorporato Coop Terre Imolesi, subentrando a sua volta di pieno diritto in tutto il patrimonio attivo e passivo della società ed in tutte le sue ragioni, azioni e diritti, come in tutti gli obblighi, impegni e passività di qualsiasi natura.
I vincoli e gli obblighi che gravano sul finanziamento della Regione Emilia-Romagna, anche al termine del processo di riorganizzazione societaria precedentemente richiamato, sono perfettamente tracciabili e tuttora in essere, e hanno consentito di richiedere la restituzione di quanto concesso al soggetto che è subentrato a Coop Terremerse in tutti i pregressi rapporti, attivi e passivi, relativi allo stabilimento enologico di via Bicocca a Imola.
A questo riguardo, è opportuno precisare che Cantina dei Colli Romagnoli ha presentato al Tribunale Amministrativo Regionale una istanza cautelare per ottenere la sospensione della determinazione di revoca del contributo n. 7874/2012.
Con propria ordinanza, n. 540/2012 del 6 settembre 2012, il Tar ha respinto tale istanza confermando la legittimazione passiva della ricorrente, che inoltre è stata condannata al pagamento delle spese in favore della Regione.
In data 5 ottobre 2012 è stato notificato alla Regione Emilia-Romagna il ricorso in appello avverso la citata ordinanza 540/2012 del Tar da parte di Cantina dei Colli Romagnoli, sul quale il Consiglio di Stato si è pronunciato con ordinanza n. 4427 del 9 novembre 2012 accogliendo l'appello e sospendendo quindi la determina regionale.
Il Consiglio di Stato ha inoltre ordinato la trasmissione al Tar del dispositivo per la sollecita fissazione dell'udienza di merito. In relazione agli esiti di tale giudizio la Regione provvederà nelle forme dovute.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Rabboni.
La parola al consigliere Filippi per la replica.
Consigliere, le restano quattro minuti.
FILIPPI: Grazie, presidente. Stando a quanto ho appreso dalla risposta dell'assessore, mi pare di capire che la faccenda sia particolarmente complessa: la Cantina dei Colli Romagnoli chiede la sospensiva della revoca del contributo, il Tar la respinge, adesso subentra il Consiglio di Stato, quindi si va alle calende greche.
Assessore, le ricordo che avevo anche presentato un’interrogazione nella quale le chiedevo espressamente di poter vedere il bonifico in questione di 1 milione di euro, lo vorrei vedere, contributo, ripeto, che la Regione non avrebbe dovuto concedere, per il fatto stesso che quando si dà un finanziamento a qualunque tipo di azienda agricola o ad una cooperativa, come nel caso specifico, il presidente della cooperativa si impegna, attraverso un atto notorio, a mantenere e a non mutare la destinazione del bene per almeno 10 anni. Questa legge vale per tutti, e vale anche per la Cooperativa Terremerse.
Non sono assolutamente soddisfatto della sua risposta, assessore, e le rinnovo la richiesta di vedere e di essere informato quando avverrà questo bonifico bancario e, se i tempi si dilungassero, visto che si tratta di 1 milione di euro, inviterei la Regione a costituirsi parte civile, dal momento che si è costituita parte civile in tante altre cause, a maggior ragione dovrebbe farlo questa volta trattandosi di una cifra ragguardevole, 1 milione 350 mila euro non sono bazzecole, visti i tempi di crisi che stiamo vivendo. Se i tempi si dovessero prolungare, invito il suo assessorato e la Giunta a prendere provvedimenti più seri. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 3105, chiamo l'oggetto 3135:
3135 - Interpellanza del consigliere Filippi circa il sovrappopolamento di ungulati, soprattutto cinghiali, nell'Appennino reggiano e le azioni da porre in essere per contrastare tale fenomeno.
Risponde per la Giunta l'assessore Rabboni.
La parola al consigliere Filippi per illustrare la sua interpellanza.
FILIPPI: Grazie, presidente. Come l'assessore sa meglio di me, nell'Appennino reggiano, come nel parmense e nel modenese, si assiste al sovrappopolamento di ungulati selvatici, soprattutto cinghiali.
L'eccedenza del numero di questi animali sarebbe causata principalmente dalla reintroduzione nel territorio di specie autoctone come cinghiali e caprioli; sarebbe causata dall'abbandono della campagna da parte dell'uomo; e, secondo il sottoscritto, sarebbe causata dalle limitazioni della pressione venatoria e dal foraggiamento artificiale che alcuni cacciatori fanno per creare una pseudo riserva di caccia.
L'elevata presenza di questi ungulati causa alterazioni dell'ecosistema dell'Appennino, oltre a veicolare parassiti e batteri nei foraggi. Infatti, da analisi compiute in ambito veterinario, emerge che nelle colture foraggere destinate all'alimentazione del bestiame, mucche da parmigiano reggiano, si è riscontrata un’elevata percentuale di clostridi butirrici, batteri presenti negli escrementi degli ungulati. L'elevata presenza di tali clostridi, motivata anche dalla diminuzione delle precipitazioni fino a qualche mese fa - l’interpellanza è stata presentata nel periodo estivo - causa l'alterazione delle componenti del latte bovino, con l’insorgenza di problemi durante la fase di fermentazione del latte.
Tutto ciò premesso, assessore, vorrei conoscere che cosa intenda fare lei, quale massimo responsabile, per contrastare la diffusione eccessiva dei batteri nelle colture foraggere. Vorrei sapere se è vero che nella provincia di Reggio Emilia, nel 2009, in accordo con ATC Montagna, a difesa del sistema agricolo del territorio, si era deliberato di abbattere trecento capi di cinghiali, mentre risulta che, in realtà, furono abbattuti solo due capi, due su trecento. Chiedo se questa notizia corrisponda al vero, cioè se non sia stato ottemperato quest'ordine.
Se la Regione sia intenzionata ad intervenire per ridurre il fenomeno di sovrappopolamento dei cinghiali, specialmente nell'Appennino reggiano.
Se intenda attivarsi concretamente attraverso gli organi competenti al fine di ridurre il numero dei capi in eccesso.
Se ritenga che l'agricoltura sia da incentivare, specialmente quella di montagna, visto che in montagna l'unica fonte di reddito è l'agricoltura. Se non tuteliamo l'agricoltura di montagna, dove la presenza dell'uomo è già scarsa, chiuderanno anche le poche aziende agricole rimaste, e, chiaramente, il territorio è destinato a degradare.
Infine, se intenda attivarsi per rivalutare gli indennizzi agli agricoltori. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
La parola all'assessore Rabboni per la risposta.
RABBONI, assessore: Grazie, presidente. I clostridi butirrici sono organismi ubiquitari anaerobici normalmente presenti nel terreno, le cui spore possono provocare alterazioni al parmigiano reggiano in stagionatura.
L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna e il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Reggio Emilia non hanno, tuttavia, fin qui, accertato correlazioni tra il numero degli ungulati, in particolare cinghiali, presente sul territorio e l'incidenza del fenomeno riscontrato nelle forme di parmigiano reggiano. Quanto alla caccia al cinghiale, i dati relativi nella provincia di Reggio Emilia evidenziano un prelievo annuale medio-basso rispetto alle altre province dell'Emilia-Romagna. Nell'ultima stagione venatoria è stato pari al 10 per cento dell'intero prelievo regionale di cinghiali. Lo stesso si può dire per i risarcimenti pagati dalla Provincia agli agricoltori per danni causati dai cinghiali: Reggio Emilia ha liquidato 14 mila euro su 220 mila euro erogati nell'intera regione.
In ogni caso, al di là dei dati provinciali, quando la popolazione degli ungulati, nella fattispecie del cinghiale, raggiunge in determinati territori densità incompatibili con la salvaguardia delle attività agricole, con la sicurezza dei cittadini e con la conservazione degli ecosistemi locali, occorre intervenire con determinazione e tempestività a ridurne il numero. La Regione, a questo scopo, ha messo in campo una vasta gamma di possibilità per le Province e per gli Ambiti territoriali di caccia, cui spetta la responsabilità della gestione.
Nell'ordine, dall’1 ottobre al 31 gennaio, è possibile praticare la caccia al cinghiale in braccata e in girata; dal 15 aprile al 31 gennaio, vale a dire oltre nove mesi all'anno, con la caccia in selezione; per tutti i 12 mesi dell'anno con il prelievo in controllo, comprese le aree protette.
Infine, circa due anni fa, abbiamo sottoscritto un protocollo d'intesa con l'Istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale, organismo tecnico-scientifico dello Stato italiano, che autorizza prelievi di cinghiali ed ungulati percentualmente molto elevati, per riportare in poco tempo, ove necessario, la densità di questi animali ai livelli fisiologici nei territori vocati ed eradicarla da quelli non vocati.
Su questa base, le Province sono state, a loro volta, autorizzate ed invitate ad approvare piani di prelievo conseguenti.
Queste novità regionali hanno favorito il raggiungimento di alcuni primi risultati significativi di contenimento degli animali e di riduzione dei danni, anche se il dato non è ancora soddisfacente e, soprattutto, omogeneo sul territorio regionale, in ragione dei diversi livelli di impegno delle singole realtà locali.
A livello regionale le somme erogate per il risarcimento dei danni da cinghiale sono infatti passate dai 350 mila euro del 2009 ai 222 mila euro del 2011. La Provincia di Reggio Emilia nel 2009 ha liquidato indennizzi per 32 mila euro, ridotti nel 2011 a 14 mila euro.
Il contenimento degli animali numerosi e il conseguente calo dei danni da risarcire consente poi, a parità di risorse regionali stanziate in bilancio, di liquidare agli agricoltori danneggiati il 100 per cento del danno accertato, come d'altra parte è avvenuto lo scorso anno. Per questo dal 2011 ripartiamo alle Province, per il risarcimento dei danni, un budget predeterminato, calcolato sulle erogazioni storiche e su criteri territoriali, che incentiva le stesse Province ad un impegno coerente alla prevenzione e alla riduzione dei danni, dal momento che, una volta liquidati danni accertati, le somme che eventualmente residuano possono restare nella disponibilità delle stesse Province ed essere destinate ad autonome iniziative faunistico-venatorie.
In ogni caso, per indennizzare al 100 per cento gli agricoltori danneggiati, com’è giusto fare, occorre aumentare la prevenzione, ridurre la densità dei cinghiali e ridurre l'importo complessivo dei danni. Altre strade non esistono, soprattutto nell'attuale situazione della finanza pubblica regionale. D'altra parte, negli ultimi quattro anni, l'assessorato ha stanziato complessivamente 8 milioni di euro per risarcire i danni provocati da fauna selvatica, ai quali si sono aggiunti altri 3 milioni di euro finalizzati alla realizzazione di interventi di prevenzione.
Infine, per il mancato raggiungimento degli obiettivi di caccia in selezione nella provincia di Reggio Emilia, non si può che denunciare un comportamento non collaborativo, in alcuni casi addirittura di vera e propria contrapposizione dei cacciatori che praticano le tradizionali battute collettive al cinghiale, che non consente ancora, come invece si verifica in altre realtà territoriali, di raggiungere gli obiettivi programmati.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, assessore Rabboni.
La parola al consigliere Filippi per la replica
Le restano quattro minuti, consigliere.
FILIPPI: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore della lunga relazione, con la quale ha illustrato alcuni dei problemi che ancora persistono. Per esempio, il problema degli agricoltori che lamentano la scarsità degli indennizzi; il fatto che i cacciatori - lo dice lei - della provincia di Reggio Emilia non sono rispettosi degli accordi con la Provincia. A mio avviso, finché esiste, la Provincia deve far valere la propria autorità. Dopodiché, la dimostreranno altri, perché i cacciatori, in quanto tali, vogliono praticare la caccia. Vi è, quindi, qualcosa che non funziona in questo rapporto.
Il problema è che i contadini si lamentano, i dati relativi al numero degli ungulati sono incompatibili con il territorio dell'Appennino reggiano. Se ho presentato un'interpellanza, degli atti ispettivi è perché i contadini sono venuti da me a lamentarsi dei cinghiali che distruggono i raccolti e danneggiano i foraggi.
Il problema esiste e va risolto: basta dare la possibilità ai cacciatori di fare il loro mestiere. Non vedo tutti questi problemi. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Filippi.
Abbiamo esaurito l'oggetto 3135.
Stante l'assenza giustificata della vicepresidente Saliera, rinviamo l'oggetto 3205, che sarà calendarizzato alle prossime tornate.
OGGETTO 3412
Comunicazione della Giunta: "Aggiornamento della situazione nelle zone terremotate a sei mesi dal sisma"
(Continuazione discussione e conclusioni)
(Risoluzione oggetto 3442 - Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Riprendiamo la prima pagina dell'ordine del giorno.
Siamo sull'oggetto 3412: Comunicazione della Giunta: "Aggiornamento della situazione nelle zone terremotate a sei mesi dal sisma".
Siamo in discussione generale. Ho iscritti a parlare il consigliere Bonaccini, la consigliera Noè e il consigliere Cavalli.
La parola al consigliere Bonaccini. Ne ha facoltà.
BONACCINI: Grazie, presidente. Vedo i banchi della destra un po' vuoti…
FILIPPI: Sono qua. La rappresento io!
BONACCINI: Bene. L'impegno della Regione è stato - ed è - un impegno rilevante. Mi pare venga riconosciuto ovunque in Italia, e viene riconosciuto nei nostri territori.
A mio avviso, si dovrebbe evitare di far riferimento ad altre esperienze, quando a supporto di queste il rischio è quello più di qualche applauso piuttosto che di esempi reali a sostegno delle proprie tesi. Inviterei, ad esempio, ad usare poco il tema de L'Aquila. Ho l'impressione che i consiglieri che ne parlano a L'Aquila non ci siano mai stati…
FILIPPI: Io ci sono stato.
BONACCINI: …e se ci sono stati dovrebbero chiedersi perché, pochi mesi fa, il sindaco di centrosinistra uscente ha stravinto le elezioni. Io credo che il motivo sia da ricercarsi nell'essere stato vicino alla propria gente anche nei momenti di massima contestazione, quando gli vennero tolti i poteri dallo Stato e dal Governo per affidarli esclusivamente al Governo stesso, in primis a Berlusconi.
Non voglio fare quella cronistoria, perché non servirebbe a nulla, e sarebbe sciocco cercare di speculare quando gli italiani hanno già decretato e stanno decretando che cosa pensano di quell’esperienza.
Vorrei, però, che nel dibattito tra di noi evitassimo, perché abbiamo il dovere di rispondere a persone, imprenditori, famiglie, che sono in grande difficoltà, di solleticare la difficoltà con qualche promessa mirabolante…
(brusio in Aula)
Collega Filippi, mi ascolti, secondo me, le può essere utile…
FILIPPI: So già tutto.
BONACCINI: … in nome di qualche voto in più alle prossime elezioni, che credo non arriverà. Così come il tema della no tax area, è stato già più volte affrontato, dibattuto e, come ha detto la consigliera Costi, in ragione anche del rischio di fare figli e figliastri, e non risolvere i problemi che invece vanno risolti.
Lo dico perché quando parliamo di quell'area, vorrei che ci fosse anche il ricordo - credo che stasera si terrà un confronto nella bassa modenese - sul tema del deposito del gas di Rivara. Vorrei, se vogliamo dirla tutta, che si ricordasse anche che qualcuno, che qui prova a cercare polemiche inutili e gratuite sul terremoto, era paladino della costruzione di un deposito del gas nelle stesse terre. Ricordo quando il collega Filippi si prodigò in una legittima e mirabolante discussione, citando Einstein sul tema delle centrali nucleari…
FILIPPI: La penso ancora così.
BONACCINI: No, appunto, ma io ho detto legittima, ma è bene che si sappia che da parte di quei banchi, che erano al governo del Paese fino a pochi mesi fa, c'era chi sosteneva che nella bassa modenese potevano essere compatibili una centrale nucleare e un deposito del gas sotterraneo. È chiaro?
FILIPPI: Mai sentita a Modena. Caorso è a Piacenza non è a Modena.
BONACCINI: Perché se fosse stata a Caorso sarebbe stata lontana, collega Filippi? Proprio in quanto lei sta dicendo - posso dirlo? - c’è tutta la surrealtà di descrivere cose che avete detto voi e che non è utile ricordare in un dibattito come questo, dove dobbiamo dare risposte alla ricostruzione. Ma non prendiamo lezioni da chi lì, in quel territorio, mentre sono capitati due terremoti così tragici, ci voleva spiegare che si poteva costruire il deposito del gas, come lei e tanti esponenti del Pdl. Per favore!
FILIPPI: Neanche noi le vogliamo.
BONACCINI: E non ne prendiamo in ragione del fatto che non si possono prendere in giro i cittadini. È chiaro? O è chiaro una volta per tutte oppure torneremo a dire queste cose in quei territori, cosa che non ci interessa, perché adesso noi vogliamo risolvere i problemi della ricostruzione.
Da questo punto di vista, molto più credibile il discorso fatto dal collega Leoni, al quale però, per amor di verità, voglio ricordare che non il 12 novembre, quando vi è stata la manifestazione che ha visto qualche contestazione alla Giunta o ai parlamentari, ma qualche giorno prima o settimane prima, in quest’Aula votammo una risoluzione, mi pare il 5 novembre. Insomma, tutti ci siamo fatti carico - e quando dico tutti includo anche chi non governa - della necessità, che è l'oggetto dell'impegno del Presidente Errani, della Giunta regionale, delle province coinvolte, dei sindaci, che proprio pochi giorni fa erano al confronto diretto col Presidente Monti, insieme alle associazioni imprenditoriali e dei lavoratori dei nostri territori, perché così è giusto fare, insieme ad una rappresentanza degli amministratori locali, per dire che molto di buono è stato fatto, ma vi è ancora una parte che non solo diciamo che non è stata fatta, ma ci auguriamo e ci aspettiamo venga riconosciuta, altrimenti sarà mobilitazione forte.
Il rinvio delle tasse anche per coloro che hanno avuto danni ai propri fatturati, pur non avendoli avuti ai muri, come si è chiesto, con la condivisione di tutti; il fatto che non ci possiamo trovare di fronte a buste paga dei lavoratori che non prevedano quasi un euro nelle prossime settimane, sono tra gli argomenti che la Regione, assieme ai territori, le associazioni imprenditoriali, quelle sindacali, gli amministratori locali hanno posto come elementi ineludibili e giusti. E il tavolo tecnico che il Governo ha voluto istituire in queste ore, insieme alle parti, ci dà la speranza che si possa ottenere anche questo risultato.
Di fronte a tragedie come queste, più che le parole contano i fatti. Riconosciamo almeno che nessuna persona, delle decine di migliaia che erano senza casa, in tenda, trascorrerà l'inverno al freddo? Riconosciamo che mentre all'Aquila 6000 studenti non sapevano dove andare, da noi quasi 20 mila studenti hanno potuto iniziare regolarmente l'anno scolastico? E se qualcuno l'ha iniziato con qualche giorno o settimana di ritardo non lo perderà? Possiamo dire che tante persone hanno potuto fare riferimento ad appartamenti o a luoghi di amici, di parenti, grazie anche al contributo che la Regione, in parte ritardando i pagamenti, può darsi, ma che arriveranno o che sono già arrivati, per permettere fino a 900 euro a nucleo familiare di potervi avere accesso? Almeno riconosciamo queste cose?
Non si tratta di riconoscere il merito a qualcuno. Si tratta di dire che siamo gente così, abituata a risolvere i problemi, senza lamentarsi, senza cercare elemosine, ma anche sapendo alzare la voce quando qualcuno non capisce che ciò che è giusto ci deve essere riconosciuto.
Io credo che così dovremmo lavorare e stare uniti, perché se quella parte dell’Emilia, come noi ci auguriamo, come l'assessore Muzzarelli ed altri hanno detto stamattina, ripartirà presto, il Presidente del Consiglio e il suo Governo devono capire che è un bene per tutto il Paese. Un Paese in recessione che vedesse ripartire in fretta una parte del proprio territorio, come in parte - ha detto giustamente la collega Costi - è ripartita, dovrebbe ritenersi più che fortunato. Lì alcune imprese stanno lavorando, sta tornando ad essere prodotto parte di fatturato. Lì si produce quasi il 2 per cento del Pil, e prima riparte del tutto, meglio è.
Infine, vogliamo dire a quel territorio che nei prossimi anni dovrà avere le condizioni per essere competitivo visto che c'è, ad esempio, il più importante distretto del biomedicale del mondo? Sulla Cispadana vogliamo dire che serve, perché serve un'infrastruttura che colmi il ritardo infrastrutturale che vi è stato in questi decenni? O vogliamo fare melina per prendere tre applausi alle assemblee e due voti in più alle prossime amministrative? Perché anche questo significa investimenti, risorse, lavoro, imprese e competitività del territorio. O facciamo questo tutti insieme oppure noi rischiamo, per prendere dalla nostre parrocchie elettorali qualche voto in più, di non dare risposte ai problemi di quel territorio.
Concludo dicendo che noi dobbiamo insistere e pretende che ciò che non ci è stato ancora dato venga ottenuto, riconoscendo però ciò che di buono - e l’ho elencato - è stato fatto, sapendo che adesso quei 6 miliardi che ci sono per la ricostruzione rispetto ai danni dei muri alle imprese e alle abitazioni possano in fretta essere riconosciuti, affinché si dia una speranza alle persone, alle famiglie, ai lavoratori, agli imprenditori coinvolti.
Per quanto riguarda il resto, ci aspettiamo nelle prossime ore che il Governo Monti accetti la battaglia - parlo per noi - che sta conducendo in Parlamento il Partito Democratico: i senatori del Partito Democratico, infatti, in Aula non hanno votato i provvedimenti…
MANFREDINI: Due!
BONACCINI: …quelli dei territori coinvolti… Sapete che il lavoro che si sta facendo in queste ore è fatto tutti insieme, proprio per andare nella direzione giusta: dare una risposta condivisa da tutti, per risolvere il problema del rinvio delle tasse per coloro di cui ho detto poc’anzi - non faccio perdere altro tempo - e per trovare una soluzione al problema delle buste paga dei lavoratori. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Bonaccini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Noè. Ne ha facoltà.
NOÈ: Grazie, presidente. Se dovessi esprimere un giudizio su come la Regione si è posta nella vicenda del terremoto, mi sentirei di dare un giudizio tendenzialmente positivo. Per vari motivi, innanzitutto perché quando dico "come si è posta questa Regione", come diceva il collega Bonaccini, che mi ha preceduta, mi riferisco alla gente, alle istituzioni, alle associazioni, a tutti coloro che hanno deciso di fare squadra per reagire di fronte ad un evento che ha completamente cambiato la vita a tutti, in particolare a coloro che vivono e lavorano su quelle terre che hanno tremato.
È vero: è gente fatta così, è gente fatta così che, a livello istituzionale, a livello personale, a livello aziendale, a tutti i livelli, ha risposto, e credo che ognuno abbia messo del suo. Probabilmente, gli aspetti negativi che, in prima battuta, possono aver caratterizzato in modo un po' critico la risoluzione, il modo di porgersi rispetto alla ricostruzione, sono, secondo me, riconducibili a tutto un aspetto di natura burocratica, una burocrazia che, ahimè, discende da un ente istituzionale. Mi riferisco, cioè, a tutte quelle rigidità che rientrano nelle regole che ci governano, nel nostro stile operativo, ma che, probabilmente, nel tempo, anche solo un'ora fa, verranno meno. In tal senso, per esempio, mi fa piacere non vedere in Aula la consigliera Marani, perché, evidentemente, in questo momento, si sta adoperando per migliorare ulteriormente la legge sulla ricostruzione, ascoltando tutta una serie di istanze, quelle del mondo agricolo e quelle di tante altre rappresentanze, perché vi è sempre più bisogno di corrispondere a quelle che sono effettivamente le esigenze di questo mondo, che è stato completamente travolto da un evento pazzesco.
Credo, inoltre, collega Bonaccini, che ognuno a modo suo abbia portato acqua a quel mulino. Poi, forse, effettivamente, ogni tanto i toni e gli schieramenti ci hanno fatto perdere di vista il fatto che l'obiettivo fosse comune per tutti: lo stesso bene comune, lo stesso risultato. Bisogna prendere atto che questo è l'inconveniente di dover esprimere dei giudizi dovendosi estrapolare dalle appartenenze di schieramento. In tal senso, forse per voi è meno comprensibile tale inconveniente, perché siete al governo da sempre. Anch'io faccio fatica a capire i toni del collega Filippi, anch'io cerco di pormi in modo estremamente responsabile, ma debbo convenire che tutta una serie di criticità, che io stessa ho ravvisato all'inizio, almeno alcune sono state risolte. In tal senso, riconosco all'assessore Gazzolo di avere svolto un grande ruolo in tutta la partita del terremoto, come peraltro riconosco a tutti gli altri assessori, in particolare all'assessore Muzzarelli.
Pensando al fatto che ieri in Senato, con la fiducia, abbiamo chiuso la partita per quanto riguarda il reperimento e l'individuazione del budget cui fare riferimento dal punto di vista delle risorse, oggi dobbiamo avere la stessa volontà, lo stesso ritmo per accompagnare la fase operativa con la grande volontà di corrispondere alle esigenze di chi in questo momento deve ricostruire, soprattutto di chi, prima ancora di ricostruire, deve poter accedere ai finanziamenti. Sappiamo, infatti, che molte delle problematiche che abbiamo riscontrato erano riconducibili a come accedere ai finanziamenti che sarebbero serviti per reperire la liquidità per far fronte a degli adempimenti tributari piuttosto che a ricostruire quel che il terremoto ha distrutto.
Vorrei partire da un presupposto: secondo me, finora, abbiamo potuto assistere ad una risposta della scuola, dei cittadini, delle famiglie, che, per natura, si possono dotare di flessibilità, in termini di comprensione, di adattamento. Si tratta di una flessibilità che il sistema produttivo non è in grado di avere in egual misura, perché il sistema produttivo è condizionato da fattori che non sono riconducibili alla buona volontà, alla tolleranza di ognuno di noi o di una famiglia, ma da fattori quali la competitività del mercato, la perdita di ordinativi, dipendenti che magari non possono attendere le sorti incerte di un'azienda. Vi è, quindi, da fare una serie di riflessioni sul sistema produttivo. Effettivamente, questi soggetti, che devono fare i conti con tanti aspetti, sono più incalzanti nel chiedere alla Regione e alle istituzioni una risposta tempestiva e corrispondente esattamente a ciò di cui necessitano.
È soprattutto in questa fase, collega Bonaccini, secondo me, che noi dobbiamo avere la capacità di continuare questo cammino insieme. Ecco perché dicevo che mi faceva piacere - spero di non essere stata fraintesa - non vedere in Aula la collega Marani, proprio perché penso che la collega stia ascoltando e stia cercando di corrispondere ad un certo tipo di lavoro, che va nella direzione di mettere in moto una fase operativa sempre più vicina alle esigenze di questo mondo. Mi sta bene che sia così. Cerchiamo di farlo ascoltandoci reciprocamente. Per esempio, ieri ho avuto un piccolo screzio con la collega Marani, relatrice di questa legge, ho alzato un po’ la voce, perché desideravo collaborare fattivamente alla stesura della legge, e vedere che non venivo messa nelle condizioni per farlo, non potendo prendere visone del testo che il giorno dopo, in teoria, avrei dovuto emendare, considerando che quella sarebbe stata per me l'ultima occasione per poterlo emendare, e non avendolo ancora oggi fra le mani, ho detto: "cerchiamo di fare in modo che questa collaborazione sia rispettosa di chi vuole partecipare alla costruzione, di chi, come me, nel suo piccolo, si sente portatore di tutta una serie di istanze legate alle problematiche del terremoto". Per fortuna, sono stata rassicurata, perché mi è stato detto che forse nella commissione di domani non si concluderanno i lavori della legge sulla ricostruzione, ma che avremo bisogno di un'altra settimana. Ma mi raccomando su questo, per me è fondamentale. Mi va bene che si ascoltino le istanze delle vittime dell'evento - perché sono quelle che dobbiamo ascoltare prima di tutto - ma mi raccomando: mettiamoci tutti nelle condizioni di poter operare fattivamente.
Rispetto a quest'evento, quindi, dico che alcuni problemi ci sono stati, ma sarebbe stato impossibile non averne, mi sento di esprimere un giudizio tendenzialmente positivo per come ci siamo comportati tutti noi, come istituzioni, come associazioni, come cittadini, come consiglieri. Cerchiamo, però, di non perderci mai di vista e di non perdere mai di vista la necessità di collaborare tutti assieme, col dialogo, lasciando da parte, in questo caso, le dinamiche delle appartenenze ideologiche che potrebbero condizionarci - lo dico anche al collega Filippi -, perché dobbiamo essere quanto più obiettivi è possibile e quanto più costruttivi è possibile, perché questa è una fase ancora più importante, la fase operativa, quella che effettivamente ci dovrà vedere presenti nel monitoraggio di come i cittadini riusciranno ad accedere al finanziamento, con cui potranno dare inizio alla ricostruzione. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Noè.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Grazie, presidente. Parto, innanzitutto dalla risoluzione, di cui è firmatario anche il collega mio di gruppo Manfredini, che appoggiamo molto volentieri.
Con riferimento alle parole del segretario regionale del PD, collega Bonaccini, quando dice di una mobilitazione forte, rispondo che molto volentieri noi saremo al vostro fianco per portare tutte le risorse ai cittadini che, come ha dichiarato la consigliera Donini, non sono come quelli de L'Aquila. È vero, noi abbiamo un'altra cultura, un altro senso civico, un senso civico che ci impedisce di essere piagnoni, ma ci fa essere operativi. Mi riferisco a tutte quelle persone che attivamente, dalla Giunta, ai consiglieri, tutte quelle persone della struttura speciale che è stata fatta, si stanno attivando da diversi mesi perché la ricostruzione sia fatta in modo celere e attenta per tutti i cittadini. In tal senso non ci sono bandierine, come diceva il consigliere Montanari, ma c'è una comunità tutta, che ama la propria terra e vuole che tutti assieme si lavori per una ricostruzione veloce e sicura.
Credo, quindi, che la discussione odierna sia stata seria, perché abbiamo tutti gli stessi obiettivi: portare al più presto le nostre famiglie in case sicure; fare in modo che la gente abbia i soldi per festeggiare un Natale degno di essere definito tale; e soprattutto fare in modo che le imprese del nostro territorio attengano le risorse di cui hanno bisogno per continuare a produrre quel famoso 2 per cento di Pil a livello nazionale.
Non ci sono bandierine, quindi, ma c'è un gruppo coeso. In tal senso - lo ribadisco - ben vengano le parole del consigliere Bonaccini, segretario regionale del PD, alle quali rispondo dicendo che noi saremo al vostro fianco, non impugneremo le bandierine, ma saremo al vostro fianco per portare avanti le battaglie a favore del territorio.
Ma voglio ricordare, soprattutto, che per noi viene prima il Nord e l’Emilia-Romagna, come abbiamo detto nella seduta della precedente tornata, che deve fare parte della famosa macroregione del Nord. Tutti assieme dobbiamo lavorare, tutti assieme dobbiamo far sì che questo territorio non sia considerato di serie B, ma di serie A. Dobbiamo fare in modo di essere considerati a Roma come uguali, non come cittadini di serie B.
Parlando con la collega Costi, che è stata terremotata, ci siamo resi conto del dramma che ha vissuto, e con lei tutti i terremotati. Dovete, quindi, risolvervi a dire ai vostri parlamentari che noi abbiamo una dignità, che non siamo dei piagnoni.
(interruzione del consigliere Monari)
Non so se lo sanno. I nostri parlamentari, comunque, ieri hanno votato tutti contro un progetto di legge scellerato nei confronti di questo territorio. L'unica forza politica, ribadisco, l’unica forza politica che ha votato contro la legge di stabilità, contro quell’articolo, è stata la Lega Nord. Poi qualche parlamentare di qualche altro partito è uscito. Segretario Bonaccini - è la quarta volta che la menziono, non vorrei che si pensasse che io voglia passare al PD, assolutamente - credo che assieme possiamo fare gruppo per dire al Governo Monti che deve andare a casa, che la politica deve riappropriarsi dei propri diritti, dei propri doveri, dobbiamo mettere in campo un'azione politica perché, come dice bene il vostro Segretario, nonché candidato premier, "non si possono chiedere le tasse anche sotto le macerie delle fabbriche", parole pronunciate il 4 novembre ad Imola. Un mese fa il vostro Segretario ha dato un’indicazione forte, quindi questo Governo deve fare un passo indietro e dare questi famosi soldi ai nostri territori. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Barbati. Ne ha facoltà.
BARBATI: Grazie, presidente. Siamo qui da stamattina, proprio perché questo tema ci tocca tutti molto da vicino, quindi, anche vista l’ora, non voglio ripetermi.
Desidero solo fare tre brevi considerazioni per ribadire un concetto che ritengo importante. Mi sia concesso, innanzitutto, di ricordare che il nostro partito, quest'estate, ha destinato i fondi dei rimborsi elettorali alla ricostruzione di una scuola, per quasi 2 milioni di euro, che il Presidente della Regione ha ritirato a Vasto. Ci tenevo a ricordarla quale azione, positiva, reale e tangibile che il mio partito ha compiuto in favore di chi ha subito un danno così grande.
Desidero ricordare, inoltre, che noi abbiamo già presentato alcuni atti, perché vogliamo attenzionare, se così possiamo dire, la Regione e gli assessori competenti sui passaggi dei fondi tra le banche e i cittadini. In tal senso siamo molto preoccupati e temiamo che questi passaggi non sempre siano stati veloci e corretti. Fare attenzione su questi passaggi è importante, perché, se tutto procede bene, è tutto a beneficio dei nostri territori. Ma ribadisco che abbiamo avuto qualche dubbio.
Infine, desidero dire che abbiamo firmato convintamente la risoluzione presentata stamattina, perché rappresenta un ulteriore tassello, un'ulteriore richiesta nei confronti del Governo. Speriamo di essere ascoltati. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Barbati.
Non essendovi altri iscritti a parlare, chiudo la discussione generale dando la parola al sottosegretario Bertelli. Prego.
BERTELLI, sottosegretario alla Presidenza della Giunta: Grazie, presidente. Impiegherò poco tempo, perché la discussione che è andata avanti nel corso della giornata odierna è stata esaustiva. Le puntuali relazioni dei tre assessori hanno contribuito a fare il punto preciso della situazione a sei mesi dal terremoto.
Vorrei partire dicendo che i protagonisti di questa vicenda, ovviamente, sono le popolazioni, soprattutto modenesi, ferraresi, bolognesi, reggiane del cratere del sisma. Siamo noi - attenzione, dico "noi" non a caso -, il Commissario delegato dal Governo, quindi il Presidente della Regione, la Giunta, tutti coloro che stanno operando, dipendenti della Regione e non, ma anche noi dell'Assemblea legislativa, che abbiamo, secondo me, il compito ed il dovere - mi dispiace che il consigliere Filippi non sia in Aula, spero che qualcuno gli riferisca le parole che sto per pronunciare - di non svolgere, in una situazione così difficile e delicata, un compito di disinformazione.
Noi rappresentiamo la Giunta e l'Assemblea legislativa. Tutti gli atti che regolano la vicenda del terremoto sono ordinanze pubblicate sul sito, affrontate, prima di essere proposte, in riunioni delle commissioni, in particolare la prima, quindi comunicate in assemblea e prima ancora discusse con i sindaci, con i tecnici, e che i consiglieri hanno il dovere di conoscere. Sono consapevole che ci sia un problema in tal senso, cioè ci sono persone che distanti dai luoghi della comunicazione continuano a dire che non hanno visto un euro e che i 6 miliardi di euro non ci sono. Capisco che nei luoghi della disperazione possano essere dette certe cose, ma non accetto che a dirlo siano i consiglieri regionali. Non è accettabile che un consigliere regionale non conosca gli atti fondamentali su cui si basa la ricostruzione. Non è accettabile, perché così facendo svolge un compito di disinformazione, allarga il problema anziché contribuire a risolverlo. Non si può dire che non si sono visti i 6 miliardi. Ormai abbiamo spiegato anche ai muri come funziona: i 6 miliardi ci sono fino all'ultimo centesimo, e saranno utilizzati, attraverso le procedure adottate, approvate da convenzioni con Cassa depositi e prestiti, ABI, Ministero delle Finanze, le tre regioni, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, per essere messi nella disponibilità dei conti correnti specifici di coloro che matureranno il diritto, attraverso il fatto che avranno un capannone o una casa da sistemare sulla base di un progetto e di una perizia approvata. E nel momento in cui ci sarà un progetto e una perizia approvata, questi soldi saranno immediatamente disponibili e spendibili non a priori, ma sulla base dello stato di avanzamento lavori.
Noi abbiamo trovato una formula, per non gravare maggiormente sul bilancio dello Stato già molto provato da una pesante crisi finanziaria. Siamo parte di una situazione nazionale incomparabile a quella presente al momento del terremoto dell'Aquila. Il terremoto dell'Emilia-Romagna è ben altra cosa soprattutto dal punto di vista dei danni alle strutture civili e all'industria, ma le risorse che il Governo rende disponibili per la ristrutturazione sono comunque compatibili con il bilancio dello Stato. Si può dire tutto, ma che bisogna raggiungere il 100 per cento, che bisogna avere tutto quel che si vuole, altrimenti chi sta facendo il lavoro del Commissario è un debole, mi sembra tirata, considerato che dopo giugno e luglio, quando avevamo a disposizione 2,5 miliardi di euro, i 6 miliardi aggiuntivi più gli altri 6 miliardi per lo spostamento delle tasse e gli stessi 670 milioni di euro dell’Unione europea sono stati conquistati palmo a palmo, con un lavoro certosino. E noi non abbiamo mai cercato la primazia di questo lavoro, abbiamo sempre detto che si tratta di un lavoro di squadra. A proposito dell'uomo solo al comando, che non esiste, sottolineo che c'è un Commissario che ha impostato il proprio lavoro sulla base di un meccanismo che lo porta a governare tutti i passaggi delicati della ricostruzione nella conferenza dei sindaci e dei presidenti di provincia dell’area interessata; nulla si decide senza il passaggio in quella sede; come pure i passaggi fondamentali che riguardano l'economia della ricostruzione prioritariamente - con documenti sempre unitari -, passano al vaglio delle categorie economiche.
La vicenda delle tasse non ci ha trovati impreparati, sono mesi che ci stiamo lavorando. Anche a noi non piaceva, ma lo dico perché in queste discussioni ce lo siamo detti vicendevolmente, quindi non ci è arrivata un attimo dopo, ci è arrivata perché ne abbiamo discusso. Ed anche il lavoro con i parlamentari è un lavoro raffinato, tant'è vero che giovedì scorso al Senato siamo riusciti, con un lavoro sulle virgole, a portare i parlamentari della Regione a far approvare in Commissione, contro il parere del Governo, quegli emendamenti che, se fossero passati, ci sarebbero serviti per non avere questo problema, che invece ancora abbiamo e alla cui risoluzione bisogna continuare a lavorare.
Non vi è, quindi, una disattenzione nel lavoro del Commissario, sui fatti che riguardano direttamente il terremoto, sulle relazioni con i parlamentari, sulle relazioni con i ministeri, col Governo e così via, per ottenere e strappare il più possibile.
Voglio precisare che siamo a sei mesi dal terremoto, non a sei anni. A sei mesi dal terremoto a L'Aquila, tanto per essere chiari, non avreste trovato le risorse che alla fine L'Aquila si ritrova oggi; non avreste trovato neanche le risorse che abbiamo portato noi in una situazione di gravissima crisi. Tutti i risultati fin qui raggiunti sono stati ottenuti in una condizione totalmente diversa da quella, con uno sforzo immane, con una relazione continua con tutte le forze politiche, tutti i parlamentari, i sindaci del territorio, peraltro senza badare al colore politico, perché in quei territori, come sapete, ci sono sindaci di centro-destra e di centro-sinistra, e con tutti si sta lavorando in piena sintonia e con tutte le forze economiche e sociali.
A tal proposito desidero precisare che lunedì sera noi siamo andati a Roma ad un incontro preparato in maniera, se così possiamo dire, puntigliosa dal Presidente della Giunta regionale dell'Emilia-Romagna, chiamato insieme alla Lombardia e il Veneto. Abbiamo preparato noi quell'incontro. Ci siamo recati a Roma con tutte le categorie, e le categorie a quel tavolo hanno potuto verificare che insieme si possono ottenere dei buoni risultati.
Vorrei far notare, inoltre, che quando si mettono assieme ad un tavolo le categorie, di solito, ci sono i rappresentanti regionali, in questo caso abbiamo chiesto ai rappresentanti regionali di tutte le categorie, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CNA, di portare i rappresentanti locali di Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara, in particolare di Modena, perché sono coloro che conoscono maggiormente e meglio i problemi, perchè più vicini ai luoghi dove maturano le proteste e i problemi più grossi. Non siamo, dunque, staccati dai territori, anzi li chiamiamo al tavolo proprio al fine di ragionare con loro e vedere insieme di raggiungere il risultato migliore.
Si tratta, quindi, di un lavoro che noi stiamo facendo con il massimo dell'impegno e del coinvolgimento. Non vogliamo primogeniture e non c'è un uomo solo al comando. Si sta lavorando per portare a casa i migliori risultati possibili, ma, vi prego, siccome è più facile in un'area di disperazione creare sconcerto, disattenzione, rancore nei confronti delle amministrazioni in generale, dai comuni fino al Governo, almeno noi e quindi anche voi, che avete un compito istituzionale, in quanto consiglieri regionali, quegli atti dovete conoscerli, e non potete dire che non ci sono i 6 miliardi, tutti dobbiamo portare un contributo positivo, se è possibile.
È stato detto che il Presidente della Regione ha accettato, appena verificatosi il terremoto, con una tempistica che arrivava alla fine di giugno con l'emergenza, lo spostamento delle tasse. No, noi siamo stati i primi a sperimentare la nuova legge sulla Protezione civile, una legge che neanche volevamo, convertita in legge poche settimane dopo,. È in quella legge che sono stabiliti i termini della prima emergenza e della seconda emergenza. Sono termini che non può decidere un commissario o un presidente di regione. Pur tuttavia abbiamo cercato di allargare i termini.
Non sono stati portati i numeri delle relazioni di stamattina perché troppo lunghi, ma per quanto riguarda i moduli abitativi, le case, non è che noi abbiamo sbagliato a realizzare, in questa fase, i moduli abitativi provvisori; vi siamo arrivati consapevolmente, perché se avessimo deciso di costruire i moduli abitativi provvisori in agosto, le richieste dei comuni sulla base delle domande erano di 5.000 moduli, 5.000! Sapete quanti ne stiamo realizzando oggi, che saranno pronti entro Natale? Neanche 1.000! Noi abbiamo il dovere, siccome quelle risorse sono risorse sottratte alle ricostruzione, di compiere gli atti con oculatezza. Ma siamo arrivati a 1.000 avendo messo in campo una serie di iniziative, quali il CAS, gli alloggi in affitto, gli alberghi provvisori e tutta un'altra serie di soluzioni che hanno ridotto di molto il numero delle richieste di nuovi moduli abitativi, consentendo, nel frattempo che molte delle persone che vivevano nelle tendopoli, ora tutte chiuse, tornassero nelle loro abitazioni, grazie alle ricostruzioni delle abitazioni, almeno per quelle con danni minori. Sottolineo che nel frattempo la Protezione civile regionale ha rimosso tutti i danni F, cioè i fabbricati resi inagibili a causa di un altro fabbricato che vi incombe. Li abbiamo rimossi tutti, e abbiamo consentito attraverso questa costosa via di riportare in abitazione più di un migliaio di persone. Se avessimo preso questa decisione ad agosto avremmo speso cinque volte quanto stiamo spendendo oggi, e soprattutto avremmo rischiato di costruire le cosiddette new town, che proprio non vogliamo, e che nemmeno i comuni vogliono. Noi oggi siamo a circa 740 moduli abitativi distribuiti su molti lotti, in sette comuni che avevano le tendopoli per circa 3.000 persone, quindi un numero ristretto di nuove abitazioni, e circa 160 moduli da assegnare a quelli rurali per circa 600 persone, non di più. E questi moduli saranno utilizzati per un periodo massimo di due anni e mezzo o tre, perché dopo comunque i cittadini dovranno tornare nelle abitazioni che stiamo cercando di far rimettere a posto. Non new town, dunque. Io non ho la "sindrome dell’Aquila", ma quando abbiamo cominciato a lavorare su questo terremoto, la prima preoccupazione è stata questa: portiamoci i migliori tecnici, tutti coloro che hanno dimostrato capacità lavorative nelle esperienze precedenti, ivi compresa L'Aquila. Infatti, l'ingegner Manenti, una donna, il RUP per la ricostruzione di tutte le scuole e per i municipi, ha lavorato all'Aquila. Abbiamo preso il meglio in circolazione, perché non siamo prevenuti. Naturalmente, col meglio che c’era in circolazione, ci siamo anche preoccupati di evitare di fare gli stessi errori che sono stati compiuti altrove, perché avevano lavorato in altre condizioni, ma in maniera molto tranquilla. Per esempio, abbiamo stabilito che fare le new town sarebbe stato sbagliato, e stiamo facendo qualcosa che contribuirà a riportare la gente quanto prima possibile nelle proprie case.
Per quanto riguarda le scuole, la prima disponibilità, con decreto del Governo, per partire con delle ordinanze che ci consentissero di avviare il programma dei lavori sulle scuole, è arrivata all'inizio di luglio. Tra luglio, agosto e settembre, abbiamo realizzato quasi 200 milioni di euro in interventi sull'edilizia scolastica, non solo le 30 più 28 scuole nuove, ma anche il ripristino di quasi 400 scuole a cui hanno pensato i comuni.
Non è un'operazione banale, perché in questo periodo abbiamo fatto l'accordo con le amministrazioni e con i privati (bisogna considerare anche le scuole private paritarie), abbiamo individuando le aree, organizzato la gara, predisposto i progetti, l'acquisizione delle aree, fatto l'appalto e realizzato i lavori. Sto parlando di poco più di tre mesi, per quasi 200 milioni di euro. Ci siamo anche preoccupati, specialmente per gli interventi più robusti, quelli sull'edilizia scolastica di più lunga durata, nelle cosiddette provvisorie di fare un lavoro con i comuni che superasse la situazione odierna, tant'è vero che abbiamo fatto degli accorpamenti scolastici sulla base della programmazione scolastica, quindi un passo in avanti. Ed oggi i comuni, che ci ringraziano di aver fatto questo lavoro, ritengono necessario utilizzare al meglio e al massimo il lavoro che è stato fatto, peraltro delle ottime scuole, rinviando a data da destinarsi la sistemazione di quelle danneggiate e magari mettendoci nelle condizioni di ragionare d’altro, risparmiando ulteriori risorse. Non ci sembra un'operazione banale, soprattutto perché fatta in così poco tempo.
È stato detto che abbiamo aspettato quattro mesi per emanare l'ordinanza sulla ricostruzione della parte produttiva. Ebbene, forse non è chiaro il funzionamento della procedura. Noi facciamo ordinanze sulla base di decreti o di norme statali e, naturalmente, sulla base del fatto che questi decreti e norme statali siano coperti finanziariamente. Prima non possiamo fare nulla, perché ogni atto del Commissario passa dalla Corte dei Conti. È chiaro? Secondo voi, noi avremmo potuto emanare, prima di due mesi fa, l'ordinanza sulla ricostruzione delle abitazioni e delle fabbriche, non avendo la copertura di 6 miliardi di euro, che è arrivata un attimo prima?
È stato detto: "ci avete messi nelle condizioni di prendere i soldi e di partire troppo tardi". Attenzione, perché non stiamo parlando di stuccare e ridipingere delle pareti. Molto spesso si tratta di ricostruire se non di delocalizzare delle aziende, forse anche dei fabbricati di civile abitazione. Non stiamo parlando di piccolezze che si risolvono in due minuti. Tant'è vero che, ad oggi, le domande arrivate ai comuni per la ricostruzione delle abitazioni sono relativamente poche, e ovviamente non sono ancora arrivate le domande per la ricostruzione dei capannoni.
Io ho incontrato la Gambro - quel giorno l'assessore Muzzarelli era impegnato altrove -, ho incontrato il management del Nord Europa per gli impegni sulla Gambro, spiegandogli che eravamo pronti con tutto, con i 6 miliardi, le modalità, eccetera. Ebbene, sapete che cosa ci hanno detto? Hanno detto: "A noi serve del tempo, perché vogliamo ripensare la fabbrica, quindi non avrete il progetto domattina".
Peraltro quasi tutte le aziende stanno facendo i conti con le risorse che possono ottenere dalle assicurazioni.
(il Presidente suona il campanello per richiamare l'oratore al rispetto del tempo)
Dicevo che prima di predisporre un progetto gli imprenditori vogliono sapere se avranno il 100 per cento, compresi i danni delle assicurazioni, e come realizzare un'opera che non li rimetta nelle condizioni, per cause di forza maggiore, di doversi fermare un'altra volta. Pertanto, i tempi non saranno brevi, in particolare per coloro che hanno subito dei danni gravi. E non è un problema di procedure regionali. E ci sono interventi che peseranno per qualche milione di euro. Credo che questo vi sia chiaro, vero? Sarà bene, quindi, dotarsi di procedure giuste, fatte bene, snelle finché volete, ma anche in grado di rispondere a tutti i requisiti della trasparenza e della giustezza della collocazione.
Per concludere, vorrei rivolgere un appello ai consiglieri. Anche i prossimi mesi saranno particolarmente difficili. Io credo che faremo del bene alle popolazioni e agli imprenditori che lavorano e vivono in quell'area nella misura in cui saremo in grado di svolgere tutti quanti, ognuno per la propria parte, un ruolo positivo di orientamento, e anche di modifica. Infatti abbiamo cambiato alcune ordinanze quando avevano dei limiti che ci sono stati segnalati, e lo faremo ancora quando necessario, ma vi prego non facciamo disinformazione, non ce n'è bisogno, in giro c'è già troppa confusione.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, sottosegretario Bertelli.
Non l'ho interrotta in considerazione dell'importanza della comunicazione e delle informazioni delle sue conclusioni.
È chiusa la discussione generale.
Siamo alle dichiarazioni di voto sull'oggetto collegato alle comunicazioni della Giunta, l’oggetto 3442: Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Manfredini, Luciano Vecchi, Monari, Naldi, Aimi, Villani, Sconciaforni, Barbati, Barbieri, Bonaccini, Paruolo, Mumolo, Pariani, Zoffoli, Donini, Montanari, Mori, Alessandrini, Piva, Pagani, Moriconi, Malaguti, Noè e Ferrari per chiedere al Governo che, nell’ambito del D.L. 174/2012 e della legge di conversione siano ricomprese la sospensione e la rateizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali per i lavoratori e l’accesso al finanziamento agevolato e rateizzazione delle imposte per le imprese.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
Consigliere, le chiedo di attenersi ai cinque minuti, sarò un po’ fiscale. Prego.
MANFREDINI: Grazie, presidente. Noi stamattina coscienti che, probabilmente, la nostra proposta di legge alle Camere sarà bocciata, stavamo lavorando ad un documento, non dico identico nelle parole, ma nel contenuto e nelle richieste al Governo, simile alla vostra risoluzione. Mi sono detto che se fosse andata male qui, avremmo presentato la risoluzione nel corso dei lavori.
Ebbene, visto che condividiamo, come ha detto il mio collega Cavalli, il dettato e le richieste al Governo della risoluzione in esame, mi sono permesso di chiedere di poterla sottoscrivere. Pertanto, ringrazio la consigliera Costi e il capogruppo Monari di avere accettato di buon grado. Anziché presentarne due praticamente uguali, ho chiesto di essere aggiunto, magari come primo firmatario assieme alla collega Costi, con la quale - devo dirlo - ci ritroviamo molto spesso, nel senso che abbiamo gli stessi appuntamenti in diverse occasioni e arriviamo sempre insieme…
(interruzioni)
È davvero incredibile, anche stasera saremo assieme. Per questa ragione, vi ringrazio sinceramente, altrimenti avrei presentato la mia risoluzione, ed avreste fatto fatica a bocciarla, perché, in sostanza, è identica. Pertanto, ho chiesto di poterla condividere quale primo firmatario. Vi ringrazio di cuore...
(interruzioni)
Io sono abituato a dire quel che penso e la verità. Io non porto mai il lavoro a casa, in questo caso sento il dovere di ringraziarvi, proprio perché avete accettato la mia proposta. Pertanto, come abbiamo preannunciato, voteremo a favore del documento. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Non vi sono altri iscritti in dichiarazione di voto, che chiudiamo.
Nomino scrutatori il consigliere Barbieri, il consigliere Carini e il consigliere Cavalli.
Se nessun consigliere chiede di parlare metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3442, a firma dei consiglieri Costi, Manfredini, Luciano Vecchi, Monari, Naldi, Aimi, Villani, Sconciaforni, Barbati, Barbieri, Bonaccini, Paruolo, Mumolo, Pariani, Zoffoli, Donini, Montanari, Mori, Alessandrini, Piva, Pagani, Moriconi, Malaguti, Noè e Ferrari.
(È approvata all'unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
OGGETTO 3340
Delibera: «Approvazione del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012 e pluriennale 2012-2014. Secondo provvedimento di variazione e approvazione del bilancio per l'esercizio finanziario 2013 e pluriennale 2013-2015 dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.» (Proposta della Giunta regionale in data 5 novembre 2012, n. 1608) (97) (Approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Chiamo l'oggetto 3340: Proposta recante: "Approvazione del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2012 e pluriennale 2012-2014. Secondo provvedimento di variazione e approvazione del bilancio per l'esercizio finanziario 2013 e pluriennale 2013-2015 dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna".
È aperta la discussione generale. Nessun consigliere chiede di intervenire. È chiusa la discussione generale.
Siamo alle dichiarazioni di voto.
Se nessun consigliere chiede di parlare, si proceda alla votazione del partito di deliberazione di cui all'oggetto 3340.
(L'Assemblea, a maggioranza dei presenti,
approva il partito di deliberazione)
PRESIDENTE (Richetti): L' Assemblea approva.
OGGETTO 2813
Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione, d'iniziativa dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi: «Istituzione della zona franca di Comuni emiliano-romagnoli nelle aree di Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, colpite dagli eventi sismici del mese di maggio 2012» (Relazione, discussione e reiezione)
(Ordine del giorno oggetto 2813/1 "Non passaggio all'esame degli articoli" - Presentazione e approvazione) (68)
PRESIDENTE (Richetti): Chiamo l'oggetto 2813: Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione, d'iniziativa dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi: «Istituzione della zona franca di Comuni emiliano-romagnoli nelle aree di Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, colpite dagli eventi sismici del mese di maggio 2012».
Il testo è stato licenziato dalla Commissione "Bilancio Affari generali ed istituzionali" con parere contrario. Il progetto di legge si compone di 3 articoli.
Il relatore della commissione, consigliere Manfredini, ha fatto riserva di chiedere l’autorizzazione alla relazione orale.
A tal proposito, ricordo che occorre il voto favorevole dei 2/3 dei consiglieri presenti e che la votazione ha luogo con il dispositivo elettronico.
Se nessun consigliere chiede di intervenire, si proceda alla votazione della richiesta del consigliere Manfredini di autorizzazione alla relazione orale, con l'uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l'esito della votazione:
Presenti | 30 |
Assenti | 20 |
Votanti | 29 |
Favorevoli | 29 |
Contrari | -- |
Astenuti | -- |
La richiesta è autorizzata.
La parola al consigliere Manfredini per la relazione. Prego.
MANFREDINI, relatore: Grazie, presidente. Svolgerò sia la relazione sia il mio intervento. Il progetto di legge alle Camere che vi proponiamo di votare oggi ha l'obiettivo di istituire agevolazioni fiscali e tributarie per le imprese e per la popolazione dei territori emiliani colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio scorsi.
Devo ammettere che la Giunta regionale ed il Commissario straordinario Errani sono stati molto efficaci nel pubblicare comunicati stampa e ordinanze che hanno dato l'impressione di risolvere tempestivamente tutti i problemi, ma che a distanza di oltre sei mesi dal terremoto, e con la neve che sta arrivando, lasciano scoperti molti, troppi problemi e azioni incompiute.
Tanto è stato fatto, è vero, ma oggi molti nodi stanno venendo al pettine, nodi come le proroghe fiscali, il Pil che scenderà ulteriormente, imprese che decideranno la delocalizzazione di stabilimenti e uffici fuori da questa regione, somme per la cassa integrazione in esaurimento, contributi per la ricostruzione che sono arrivati ma con molte difficoltà ad accedervi, e potrei continuare.
Come gruppo della Lega Nord abbiamo proposto sin dall’immediato dopo terremoto, il 12 giugno scorso, di creare una zona speciale in Emilia, speciale nei limiti consentiti dalla legislazione, si intende, sia nazionale sia comunitaria.
Esempi passati e recenti di casi concreti dimostrano che in Italia beneficiano di agevolazioni fiscali e tributarie molte zone del Paese e che là vi sono più possibilità per l'economia, altrimenti la ripresa sarebbe stentata.
Abbiamo proposto che il Parlamento prenda in esame l'Emilia non solo, come sempre accade, per spremerla di tasse, dato che fino al terremoto costituiva la zona più ricca e produttiva d'Italia, ma che per una volta la prenda in considerazione per aiutarla al pari di altre zone italiane.
Nella fase di discussione in Commissione mi sono appellato al buonsenso e al cuore di tutti i gruppi, per far sì che da quest'Aula parta un segnale chiaro e compatto di richiesta di aiuto. È ovvio che la Regione più di tanto non potrà fare, e più di tanto non potrà elemosinare dal Governo Monti e dall'Europa, allora facciamo sì che si aiuti l'Emilia a fare da sé. L'Emilia è una terra capace di grande laboriosità e intraprendenza, ed essendo in ginocchio, non può essere oberata anche di tasse, balzelli, contributi e scadenze. L'Emilia deve ricostruirsi e rilanciare produttività ed eccellenza nei settori che conosciamo, e deve recuperare in occupazione, benessere per le famiglie ed efficienza dei servizi.
Volete chiamarla no tax area? Non volete chiamarla zona franca? Volete usare la locuzione free tax, così come indicato dal nostro Presidente Errani qualche giorno fa a Modena? Non so se ci siamo sbagliati o se non ci siamo capiti bene, ma il nostro intento è di aiutare quelle zone, affinché abbiano le stesse facilitazioni di cui hanno beneficiato altre zone. In tal senso, mi ero dichiarato disponibile a qualsiasi modifica, addirittura vi avevo esortati a farla voi la legge, ma si tratta di vicende ormai consegnate alla memoria storica.
La nostra proposta nasce dall'evidenza dei fatti. In Italia vi sono decine di casi in cui i territori beneficiano sia di contributi sia di esenzioni fiscali e tributarie, L'Aquila docet. Poc’anzi sia il sottosegretario Bertelli sia il collega Bonaccini hanno fatto cenno a L'Aquila. Ebbene, L'Aquila, dopo cinque giorni, ha avuto 11 miliardi di euro, pronta cassa. Dopodiché non mi interessa discutere del modo in cui sono stati spesi, di chi vi è entrato, delle indagini in corso…
(interruzioni)
È così, cinque giorni dopo. Non è vero? Secondo la nostra documentazione, cinque giorni dopo, furono stanziati, pronta cassa, 11 miliardi di euro. Ribadisco che non voglio entrare nel merito di come sono stati spesi e delle indagini tuttora in corso. Sembra, infatti, come accennavo, che siano coinvolte delle associazioni un po’, particolari, se così possiamo definirle. Non voglio parlare di questo, non mi interessa.
Ma noi vogliamo dire che abbiamo ricevuto questi soldi, 12 milioni di euro… Non so se faceva riferimento al sottoscritto, io quando mi reco nella bassa modenese, dico sempre che ci sono delle difficoltà, ma non sono di certo fra coloro che danno addosso alla Regione, non è da me. Io cerco di spiegare le cose come stanno, in modo chiaro, che si capisca bene.
Detto questo, perché non si ritiene che l'Emilia abbia gli stessi diritti delle altre zone d'Italia, compatibilmente con la normativa e con la disponibilità dell'Unione Europea a valutare i regimi di de minimis ed altro? Qualcuno potrebbe spiegarmi perché da qui non può partire nemmeno una richiesta in tal senso? A che serve? Siccome vi è stata una richiesta in tal senso durante la fiaccolata dell'altra sera nella lettera di cui ho dato lettura, che - lo dico sinceramente - mi veniva da piangere, qualcuno potrebbe spiegarmi perché non si possono aiutare queste persone?
Nella Costituzione si dice che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ripeto: le condizioni che rendono effettivo questo diritto. Proporre alle Camere di introdurre esenzioni consentirebbe di garantire nel medio-lungo periodo un ritorno in termini di gettito fiscale tali da giustificare l'istituzione delle esenzioni da alcune imposte, quali tasse, Iva e accise, così come abbiamo proposto. Ciò stimolerebbe numerose imprese multinazionali che hanno investito in Emilia-Romagna a mantenere in loco la produzione, attutendo così i danni che l'area ha subito.
Così come ho caldamente invitato a fare in Commissione, rinnovo in quest’Aula l’appello alla maggioranza per perorare la causa dell'Emilia distrutta, chiedere a Roma quel che altri hanno avuto in termini economici, fiscali e tributari, niente di più ma niente di meno.
Prima del terremoto queste zone producevano 1,9 per cento del Pil nazionale. Altrimenti spiegatemi - ma soprattutto spiegatelo alle imprese e ai lavoratori - come e quando potrà verificarsi una ripresa, completarsi la ricostruzione, rassicurare tutte le associazioni imprenditoriali, commerciali, artigianali, agricole e industriali, che chiedono a gran voce un provvedimento di questo tenore.
In Commissione il consigliere Vecchi ha liquidato con una bocciatura la nostra proposta, dichiarandosi soddisfatto di quanto è stato fatto e ottenuto da Roma e dall'Europa. Ed è emerso che non ha avuto notizia né letto sulla stampa delle richieste delle organizzazioni regionali di istituire una no tax area.
Io ho posto una serie infinita di se e di ma e nessuna argomentazione netta e convincente, per cui non si capisce perché la Regione Emilia-Romagna non debba chiedere a Roma e a Bruxelles tutto ciò che si può, ripeto, tutto ciò che si può per rilanciare la zona.
Ricordo che i danni indiretti sono un problema altrettanto grave da risolvere, è scritto anche nel documento che avete predisposto voi, come peraltro ha ricordato l'assessore Muzzarelli in varie occasioni pubbliche. Solo se le imprese potranno ripartire in tempi brevi ed a pieno ritmo nel prossimo anno, oltre ad una recessione prevista dalla crisi, eviteremo un ulteriore calo del Pil nazionale, che l'OCSE stima all'1,2 per cento, a cui bisognerà aggiungere la sorpresa del terremoto in quel territorio.
In sostanza, se non saranno aiutate le aziende nelle zone colpite, le stesse non potranno certamente aiutare e bloccare questa recessione, anzi sarà un boomerang per lo stesso Monti o per chi avrà il compito di governare in futuro. Inoltre sarà una condanna per le nostre aziende, che, gravate da crisi e sisma, non assicureranno più a Roma le corpose gabelle che fino ad oggi hanno versato.
L'Emilia sta subendo troppe vessazioni, e non è accettabile subire una vera e propria discriminazione. Queste sono le ragioni per le quali noi emiliani ci dobbiamo battere.
Fino ad oggi sono arrivati 6 miliardi più 6 miliardi. Non capisco le difficoltà del Governo Monti a reperire i fondi. Non lo capisco perché il 20 giugno 2012, come ho detto in Commissione, esattamente ad un mese dal sisma in Emilia, lo stesso Governo Monti, a 32 anni dal sisma, ha stanziato per l’Irpinia 51 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai 67 miliardi già dati in questi 30 anni. Lo stesso Governo che tartassa i cittadini e piange miseria, che non trasferisce agevolazioni nell'Emilia distrutta, 14 giorni dopo il sisma emiliano lo stesso Monti stanzia 500 milioni di euro per aiuti ai paesi africani. Sempre lo stesso Governo Monti, che non vuole concedere all'Emilia proroghe per tasse e contributi, almeno fino alla fine dello stato d’emergenza, fissato per il 30 giugno 2013, concede zone franche in tutt'Italia, L'Aquila compresa, che beneficia di una sospensione di tutti i pagamenti di contributi e tasse, eccetera, per tre anni. Qui abbiamo difficoltà ad arrivare a giugno del 2013, là, invece, li dà per tre anni, e al termine di questo periodo - ed è questa la cosa più scandalosa, ma un vantaggio per loro - il Governo ha concesso loro di versare solo il 40 per cento in 10 anni, cioè, dopo tre anni, rateizzano per 10 anni.
Le cose, quindi, non combinano poi molto. A proposito di tagli, anche se non c'entra niente col terremoto, ma c’entra sempre con i soldi, il 5 novembre scorso ho appreso che il Governo ha stanziato 8 milioni per la sanità tunisina. L'ho appreso così, l’altro giorno, è una notizia che è arrivata dai nostri parlamentari. Badate bene, stiamo parlando del 5 novembre, il Governo opera dei tagli ai danni della nostra sanità, ma stanzia 8 milioni alla Tunisia. È uno scempio, è una vergogna.
Ieri, il Presidente del Consiglio Mario Monti, incalzato dai nostri parlamentari, che gli sono letteralmente corsi dietro, ha lasciato il Senato dicendo che il Governo non ha più risorse da dare ai terremotati. Queste sono parole che Monti ha pronunciato all'uscita dal Senato. Le zone franche in Italia ci sono, sono decine, e sono in esame, compresa l'istituzione di una zona franca - pensate! - al Casinò di Sanremo. Danno sgravi fiscali a tutti, tranne che all'Emilia. Qualcuno mi spiega il perché di queste discriminazioni? Il collega Montanari, in Commissione, che si era un po' scaldato, ha accampato quale motivazione la scarsità dei sacchi di farina (testuali parole). Ma secondo voi il Governo ha pagato con i sacchi di farina il progetto della nuova postazione degli F35 all’aeroporto di Cameri? Quei 3 miliardi spesi, oltre ai 15 che seguiranno, nel conto per i bombardieri e le guerre potevano o no essere destinati alla ricostruzione civile di imprese e abitazioni e alla copertura di queste agevolazioni?
Il vicepresidente di Confindustria per le politiche territoriali, Gaetano Maccaferri, in audizione alla Commissione Industria del Senato, ha dichiarato la necessità di interventi in tempi brevissimi ed ha spiegato che il territorio di cui stiamo parlando garantisce complessivamente un gettito fiscale stimabile in almeno 6/7 miliardi di euro all'anno, solo di Iva 350/400 milioni di euro. Da queste stime - ha sottolineato - è evidente che l'intervento dello Stato per supportare le attività economiche colpite non rappresenta solo una necessaria azione di solidarietà, ma un vero e proprio investimento per il futuro immediato.
Mi appello a voi tutti affinché valutiate obiettivamente questi aspetti, e vi invito ad inviare questa proposta a Roma. Aiutiamo l'Emilia, non pecchiamo di orgoglio, chiediamo per l'Emilia quanto le spetta, quanto merita e quanto è possibile ottenere, nulla di più e nulla di meno.
Concludo dicendo che auspico che la risoluzione, sottoscritta e approvata da tutti, abbia un seguito positivo, perché, se almeno ottenessimo quella, metteremmo una pezza, una grande pezza, davvero necessaria a quella gente. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
È aperta la discussione generale sul provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Luciano Vecchi. Ne ha facoltà.
VECCHI Luciano: Grazie, presidente. Dato che sono stato chiamato in causa dal collega Manfredini, che stimo ed apprezzo anche perché condividiamo lo stesso dialetto, oltreché la positiva valutazione della collega Costi, devo dire che dobbiamo cercare, quando affrontiamo questioni importanti - lo dico innanzitutto a me stesso - di avere una memoria che vada indietro almeno di qualche mese, poi magari anche di qualche minuto. Dico di qualche mese solo en passant, perché vorrei ricordare al collega Manfredini - e se non lo sa, lo informo - che il contributo della cooperazione italiana alla sanità tunisina è stato stabilito dal decreto Maroni nell’ambito della gestione dell'emergenza immigrazione, a seguito dei fatti della primavera araba, e credo che sia un contributo, se ben gestito, molto utile.
Credo, inoltre, che bisogna avere memoria e andare indietro di qualche minuto, perché abbiamo - in quest’Aula - approvato una risoluzione, votata unanimemente da quest'Assemblea, sottoscritta da molti colleghi, tra cui il collega Manfredini, che, nel comma 2, paragrafo 1 del dispositivo, chiede di "prendere atto che la copertura finanziaria per tali provvedimenti, tesa a salvaguardare parzialmente e temporaneamente sia i redditi da lavoro sia quelli da impresa, riguarda unicamente proroghe fiscali e non esenzioni". L’abbiamo votata assieme, l’abbiamo anche firmata assieme. Ricordo questo - e poi dirò qualcosa nel merito della proposta - perché mi sarei aspettato, collega Manfredini, dopo la conclusione positiva della discussione che abbiamo avuto sino a pochi minuti fa, che ci ha permesso di scambiare idee, opinioni, informazioni, e che ha trovato un punto di sintesi in una risoluzione comune di grande importanza, che lei ritirasse la sua proposta.
Anzitutto perché abbiamo stabilito, fin dagli eventi sismici del maggio scorso, la necessità di privilegiare un lavoro serio, credibile e unitario e l'abbiamo stabilito - attenzione! - non soltanto come organi politici dell’Istituzione regionale, ma in un rapporto diretto con le amministrazioni locali, coi rappresentanti delle categorie economiche e sociali coinvolte a pieno titolo nell'iniziativa per realizzare le azioni più opportune per ottenere in quel quadro, che ci è stato presentato anche dal sottosegretario Bertelli, di rapporto complesso con le autorità centrali, di portare a casa le risorse necessarie e la normativa necessaria, che corrisponda alle necessità del nostro territorio, dei cittadini e delle imprese, in maniera particolare quelle colpite dagli eventi sismici del maggio scorso, che siano realizzabili, siano concreti e siano credibili.
Nella risoluzione che abbiamo testé approvato, collega Manfredini, abbiamo anche detto, oltre a quello che abbiamo già ottenuto, che cosa vogliamo ottenere rispetto, per esempio, all’ulteriore proroga delle rateizzazioni degli oneri sociali e del riconoscimento dei danni non materiali, per intenderci, per le imprese.
Dico che abbiamo compiuto un atto importante perché quelle richieste, che peraltro sono le stesse che hanno portato avanti i nostri parlamentari in sede di Camera e Senato, sono le stesse, quelle e nient'altro, fatte unanimemente da tutti i rappresentanti delle categorie economiche e delle parti sociali nel "Tavolo per la crescita e per superare la crisi". Ciò che viene chiesto e che si ritiene opportuno per il nostro territorio è ciò su cui, evidentemente, andiamo avanti.
Ovviamente, non entrerò ulteriormente nel merito di argomenti di cui abbiamo già ampiamente discusso prima e che abbiamo condiviso in una risoluzione.
Ho cercato di spiegare, ma evidentemente mi sono espresso male, in sede di Commissione, non che ero soddisfatto di quanto avevamo portato a casa fino a quel momento, ma che ero soddisfatto del fatto che in questa Regione ci fosse un comune sentire sul percorso da seguire per ottenere i risultati che ci si prefigge.
Il provvedimento che viene proposto oggi dalla Lega Nord - essendo un progetto di legge alle Camere - dovrebbe essere considerato inammissibile anche per la forma in cui è stato presentato, perché per norma nazionale tutti i progetti di legge alle Camere provenienti dalle assemblee legislative regionali debbono essere, per esempio, corredate da una relazione tecnica che spieghi da dove si prendono le risorse, quali e quante sono le risorse messe in ballo, e, nella fattispecie, rientrando il provvedimento, peraltro non realizzabile, come cercherò di dire, sul tema terremoto, occorre dire da quali voci di risorse già stanziate devono essere prese le risorse per finanziare una (peraltro impossibile) zona extradoganale e, quindi, su quali risarcimenti ai terremotati ci si dovrebbe rivalere.
È ovvio che non è un gioco a costo zero, non stiamo parlando di risorse dell'Unione europea, stiamo parlando di risorse nazionali, evidentemente parte di, quelle già stanziate.
Ma dico soprattutto che in un provvedimento non si può fare confusione, collega Manfredini, come invece viene fatto da voi, tra due questioni diverse tra di loro, anche se, evidentemente legittimamente, possono rispondere allo stesso fine, cioè, in primo luogo, come si rimborsano i danni, come si contribuisce finanziariamente alla ricostruzione, risarcendo chi ha subito, pure in forma diversa, dei danni, e, in secondo luogo, quali sono gli interventi fiscali che si fanno, eventualmente, a beneficio di tutti coloro che abitano in un determinato territorio, sia per chi abbia subito danni sia per chi non ne abbia subiti, sia chi è presente oggi sul territorio, sia chi magari ci si installi da fuori, magari con intenzioni magari poco oneste, perché trattasi di due cose diverse.
Ebbene, la risposta del Commissario Almunia all'interrogazione di un suo collega di partito, membro del Parlamento europeo, è molto chiara. E non c'entra niente con un'area di esenzione fiscale.
Che cosa dice quella risposta? In caso di calamità naturali, nel momento in cui vengono riconosciute ad ogni singola impresa - quindi con la necessità di individuare ogni singolo soggetto, e nel caso in cui i danni subiti da un singolo soggetto siano superiori ai 200 mila euro, occorre un'autorizzazione ad hoc per ogni impresa dalla Commissione europea - ma in ogni caso laddove si riconoscano dei danni per calamità naturali, vi sono due strade per risarcirli: o un'esenzione fiscale, nelle forme previste, fino ad arrivare ad un massimo del 100 per cento dei danni subiti, nell'arco di molti anni, oppure un contributo a fondo perduto, sulla base delle procedure che abbiamo stabilito, che sostanzialmente ripaghi i lavori di ricostruzione, di ripristino di macchinari e scorte, eccetera, eccetera. Che è la strada che si è deciso di seguire in questa Regione. Ma una cosa, evidentemente, esclude l'altra.
Aggiungo che nel momento in cui si propone un provvedimento che beneficia, erga omnes, tutti i soggetti presenti neanche alla data del terremoto, ma ad una data successiva, in un determinato territorio, si beneficiano allo stesso modo coloro che hanno avuto danni e coloro che non ne hanno avuti, coloro che erano presenti in un determinato momento e coloro che sono arrivati dopo, con evidente danno ulteriore per chi ha avuto i danni e magari è già entrato in uno dei meccanismo di risarcimento previsti. Ma tant'è.
Quali sono le due strade che, secondo il vostro progetto, si vorrebbero seguire? Sono due strade diverse. Una è quella del territorio extradoganale, e che voi proponete.
Badate, i territori extradoganali che esistono nell'Unione europea sono piccoli territori ultraperiferici e isolati, dalle Canarie, a Campione D’Italia, a Livigno, e non riguardano zone colpite da calamità naturali, e soprattutto non sono territori economicamente rilevanti, e quindi non sarebbe comunque applicabile la vostra proposta.
Ma persino lo strumento della zona franca urbana, che peraltro non viene proposta in questo provvedimento, un meccanismo che, in linea teorica, potrebbe non avere obiezioni particolari, se non quella di non distinguere tra chi ha avuto il danno e chi no, è meccanismo che, secondo la normativa europea e nazionale, è applicabile soltanto o fondamentalmente nelle ex zone Obiettivo 1, o nelle zone in transizione, dove quindi non rientra l'Emilia-Romagna, e, in secondo luogo, vorrebbe dire istituire una procedura molto complicata e molto lunga per risorse comunque molto limitate.
Per quanto riguarda la zona franca urbana dell'Aquila, parliamo di 90 milioni di euro, tre anni e mezzo per avere l'autorizzazione, e, a mio modo di vedere, impossibilità di essere gestita e realizzata; ci si rivolge a tipologie di imprese che non sono quelle del nostro territorio, perché per normativa europea si escludono, per esempio, le imprese agricole, si escludono le imprese che lavorano per l'export, si escludono le imprese che hanno un'incidenza significativa sul mercato interno. Non stiamo parlando, quindi, delle attività produttive, stiamo parlando di qualcos'altro che caratterizza soprattutto zone, fin dalle origini, di desertificazione produttiva. Non riguarda un territorio come il nostro, in cui, pur colpita profondamente dagli eventi sismici, l'attività economica non è sparita, e l'obiettivo fondamentale è di ripristinare un circuito economico non marginale, che torni ad essere d'avanguardia, che torni ad essere forte sul mercato interno e sul mercato internazionale, che lavori sull'innovazione. Tutte cose che non c’entrano niente con le aree ad esenzione fiscale, sempre ammesso - e non lo è - che fosse possibile realizzarla.
Dico questo per dire che se qualche giornale domani dovesse titolare "la Lega voleva la no tax aera, il PD, la sinistra, l'Emilia-Romagna, Errani, vi si oppongono", direbbero il falso, sapendo di dirlo, semplicemente perché voi proponete una cosa che non sta in piedi, che non esiste dal punto di vista giuridico e, speravo fosse chiaro, dopo la discussione precedente e la risoluzione che abbiamo approvato, che non esiste nemmeno dal punto di vista logico.
È per tutti questi motivi, Presidente, che il mio gruppo ed io proporremo il non passaggio agli articoli, semplicemente per una mancanza di oggetto su cui deliberare.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Luciano Vecchi.
Non ho altri iscritti per la discussione generale e quindi chiudiamo questa fase.
Apriamo la fase dedicata alle dichiarazioni di voto, come ricordava il consigliere Luciano Vecchi, sull’ordine del giorno presentato dallo stesso consigliere, circa il non passaggio all’esame degli articoli. Se questo ordine del giorno passasse, ovviamente la trattazione dell’oggetto si conclude e non si procederebbe con l’esame degli articoli.
Ci sono richieste di intervento per dichiarazione di voto sull’ordine del giorno del Consigliere Vecchi? Non ce ne sono.
Ha chiesto la parola il consigliere Manfredini. Ne ha facoltà.
MANFREDINI: Grazie, presidente.
Chiedo che si segua la procedura di voto mediante dispositivo elettronico.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Manfredini.
Metto in votazione l’ordine del giorno oggetto 2813/1, avente ad oggetto il non passaggio all’esame degli articoli, a firma del consigliere Luciano Vecchi, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l'esito della votazione:
Presenti | 30 |
Assenti | 20 |
Votanti | 29 |
Favorevoli | 23 |
Contrari | 6 |
Astenuti | -- |
PRESIDENTE (Richetti): L’ordine del giorno è approvato, pertanto non si passa all'esame dell'articolato del progetto di legge che si intende respinto.
OGGETTO 2107
Risoluzione proposta dai consiglieri Corradi, Manfredini, Cavalli e Bernardini per esprimere contrarietà alla riforma del sistema pensionistico formalizzato dal Governo guidato da M. Monti (Reiezione)
PRESIDENTE (Richetti): Apriamo ora la parte dell’ordine dei lavori relativa agli atti di indirizzo. Siamo alla pagina 3 dell’ordine del giorno e siamo in corso di votazione della risoluzione oggetto 2107. Si tratta dalla risoluzione proposta dai consiglieri Corradi, Manfredini, Cavalli e Bernardini, per esprimere contrarietà alla riforma del sistema pensionistico, formalizzato dal Governo guidato da Mario Monti.
Riprendiamo mettendo immediatamente in votazione l’oggetto 2107.
Gli scrutatori sono sempre i consiglieri Barbieri, Carini e Cavalli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cavalli. Ne ha facoltà.
CAVALLI: Chiedo che si segua la procedura di votazione elettronica.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Cavalli.
Si proceda alla votazione della risoluzione oggetto 2107, a firma dei consiglieri Corradi, Manfredini, Cavalli e Bernardini, con l’uso del dispositivo elettronico, a scrutinio palese, con la registrazione dei nomi.
(Si procede alla votazione)
PRESIDENTE (Richetti): Comunico l’esito della votazione:
Presenti | 32 |
Assenti | 18 |
Votanti | 31 |
Favorevoli | 6 |
Contrari | 23 |
Astenuti | 2 |
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è respinta.
OGGETTO 2610
Risoluzione proposta dalla presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per invitare la Giunta a sostenere le esperienze territoriali già in essere di organizzazioni integrate dirette e favorire la costituzione, attivazione e certificazione, come raccomandato dall'Unione europea, in una logica di trattamento specializzato di cancro della mammella (C.M.) (Discussione e approvazione)
OGGETTO 2975
Risoluzione proposta dalla presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta a inserire tra gli obiettivi di sistema del piano socio-sanitario la promozione ed il sostegno della medicina di genere al fine di delineare migliori criteri di erogazione del servizio sanitario, individuando inoltre percorsi specifici nelle strutture sanitarie, interventi di prevenzione screening e diagnosi precoce delle patologie, azioni rivolte all'area materno-infantile e ricerche farmacologiche che tengano conto delle differenze di genere (Discussione e approvazione)
OGGETTO 3403
Risoluzione proposta dalla presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a recepire le indicazioni della "Carta europea dei diritti delle donne nello sport" e del Parlamento europeo integrando il tema della parità e della prospettiva di genere nello sport nelle politiche regionali, a favorire la pratica sportiva di donne e bambine e la presenza femminile negli organismi dirigenziali del mondo dello sport, contrastando inoltre ogni forma di discriminazione diretta o indiretta (Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Richetti): Passiamo al pacchetto di risoluzioni:
2610, risoluzione proposta dal presidente Mori su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini e per invitare la Giunta a sostenere le esperienze territoriali già in essere e di organizzazione integrata diretta e favorire la costituzione, attivazione e certificazione con l’Unione europea, in una logica di trattamento specializzato di cancro della mammella;
2975, risoluzione proposta sempre dalla presidente Mori, su mandato della Commissione, per impegnare la Giunta ad inserire tra gli obiettivi di sistema del piano socio-sanitario una iniziativa a sostegno della medicina di genere;
3403, risoluzione proposta dalla presidente Mori, sempre su mandato della Commissione, per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a recepire le indicazioni della Carta europea dei Diritti delle donne nello sport.
Apriamo la fase della discussione generale congiunta.
Ha chiesto la parola la consigliera Mori, ne ha facoltà.
MORI: Grazie, presidente. Intervengo per dare solo qualche informazione di contesto. Prosegue, e di questo ringrazio la Commissione ed i colleghi e le colleghe, la presentazione in Aula di approfondimenti rispetto a temi sensibili che riguardano le politiche di genere e che grazie agli indirizzi assunti dall’Assemblea ci daranno base culturale e di proposta per redigere i correttivi di genere più adeguati per gli obiettivi di sistema che, in tutti gli ambiti e i settori di riferimento, dove il riequilibrio di genere è necessario, proporremo all’Aula. Per quanto riguarda la risoluzione sulle Breast Unit, la nostra Regione fin dal 1996 ha attivo un programma di screening mammografico, quindi è una Regione assolutamente all’avanguardia per tali aspetti e la risoluzione punta a potenziare le unità plurime sul territorio regionale, a potenziare una rete che è già composita e sostenuta da una storia e una relazione con il territorio di prevenzione, di assistenza e di cura adeguata, che sicuramente ci inorgoglisce. Devo anche sottoporre alla riflessione dell’Aula il fatto che dal primo gennaio 2012 si è attivato su tutto il territorio regionale un programma specialistico, dedicato alle donne con rischio individuale e famigliare, dunque un ampliamento delle donne coinvolte sul punto della prevenzione. Il trattamento di questa patologia esige, ovviamente, un articolato sistema multidisciplinare perché per la sua delicatezza va affrontato davvero da tutti i punti di vista, quindi non soltanto dal punto di vista medico patologico, ma anche psicologico e, appunto, di assistenza nel medio e lungo termine.
Per quanto riguarda la risoluzione sulla medicina in genere, succintamente, devo dire che è un tema di grande significato, perché ancora non trattato ed articolato in modo organico dal sistema socio-sanitario, che richiede invece azioni molto puntuali e specifiche che noi cercheremo, attraverso la proposta di legge quadro, di portare ad unità e di potenziare anche negli obiettivi di fondo. Il tema della medicina di genere e l’ottica, soprattutto della salute, anche dal punto di vista di genere, è un obiettivo molto significativo e importante e deve diventare un riferimento sistematico per il sistema socio-sanitario regionale e, speriamo, anche per quello nazionale, ma per adesso ci interessa il perimetro in cui operiamo.
Tanti sono i progetti attivati anche in questo senso, perché la multidisciplinarità è d’obbligo, ma anche in questo senso noi riteniamo che sia assolutamente necessario inserire in modo puntuale tra gli obiettivi di sistema del piano socio-sanitario gli obiettivi di declinazione di genere, rafforzare gli interventi rivolti all’area materno-infantile, incentivare e valorizzare gli interventi di prevenzione e di diagnosi precoce di tutte le patologie femminili e puntualmente potenziare anche la ricerca di genere sull’applicazione dei farmaci; quindi ricerca farmacologica anche di genere e, ovviamente, predisporre tutte le iniziative di prevenzione, sostenute da campagne informative che valorizzino questo approccio.
Va a completare il pacchetto di cui parlava il presidente, il tema delle discriminazioni femminili nello sport. Lo sport è potenzialmente un mondo di espressione di salute e di benessere del corpo e dell’animo inteso come benessere psico-fisico e in questo senso abbiamo necessità di sollevare il velo su ciò che, talvolta per lo sport competitivo, ma anche nella trattazione amatoriale dello sport, non si vede ma c’è, che è appunto la discriminazione delle donne e degli uomini per le varie discipline.
Su questo la Commissione ha approfondito in modo assai proficuo anche il tema delle strutture e dell’architettura urbana, per consentire la promozione dello sport e del benessere molto oltre quelle percentuali che sono coinvolte oggigiorno, fino a diventare cultura diffusa; e in questo senso ringraziamo l’assessore Mezzetti per l’approfondimento che ci ha consentito di fare in Commissione volto a potenziare l’attenzione e favorire la pratica sportiva per le bambine e le donne di ogni età. Favorire, inoltre, la cultura e il contrasto attivo agli stereotipi e promuovere, ovviamente, una maggiore copertura mediatica anche degli sport femminili, perché in questo senso c’è una disparità che cozza contro il coinvolgimento delle bambine e delle ragazze impedendo, quindi, gli esempi positivi che invece lo sport femminile può offrire. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie consigliera Mori.
Ha chiesto la parola il consigliere Malaguti. Ne ha facoltà.
MALAGUTI: Grazie, presidente. Sappiamo tutti quanto la voce sanità sia una voce pesante nel bilancio regionale, ma anche quello nazionale. Migliorare la sanità significa specializzarsi e questo è l’indirizzo che è unanimemente condiviso; una volta i chirurghi operavano qualsiasi tipo di patologia, oggi si specializzano per migliorare il servizio.
Nell’ambito delle specializzazioni in generale, trova il suo spazio naturale la medicina di genere, che si specializza proprio nelle differenze specifiche, talvolta anche patologiche, tra uomini e donne, ricordando che la donna ha anche il ruolo primario di madre, quindi con altre specifiche particolari.
Nell’ambito della medicina di genere occorre puntare l’accento sulla formazione medica che deve essere indirizzata verso una maggiore specializzazione in questo senso, che porterà sicuramente dei benefici qualitativi a livello sanitario. Ancora più importante è la medicina di genere alla luce dei flussi migratori che portano nelle nostre strutture sanitarie gente con tradizioni e culture tanto diverse dalla nostra. In questo caso la medicina di genere trova proprio, nell’ambito scientifico, quella possibilità di inserimento in quei meandri di retaggi culturali di popoli diversi che, purtroppo, sono molto spesso un ostacolo al fine primario che è quello della salute.
Credo quindi che non si possa che condividere queste risoluzioni che vanno in questo senso, ponendo l’accento sulla formazione che è fondamentale per questa maggiore specializzazione, nelle cure diverse che, spesso, devono essere diverse tra gli uomini e le donne e le loro patologie specifiche. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie consigliere Malaguti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Carini. Ne ha facoltà.
CARINI: Grazie, presidente.
Io sento di dover ringraziare i lavori della Commissione di Parità, in particolare i lavori che ci ha riportato oggi nelle sue parole la presidente Mori, ma ringrazio anche il consigliere Malaguti perché la sensibilità che ha lasciato intravedere nel suo intervento, ci accomuna nel percorso di qualificazione dei servizi che questa Regione intende sostenere.
La cosa che mi colpisce maggiormente è che siamo a parlare di cura, sostanzialmente, di cura e credo che sia un atto dovuto per chi, nella società nella quale noi viviamo, dedica gran parte della sua vita ad una cura diretta o indiretta all’intera società.
Non si può non notare come nelle problematiche emerse nel rendere più percepibile la medicina di genere, ci siano alcuni elementi che devono fare comunque riflettere. Deve far riflettere il fatto che ad una crescita di quantità, perché la longevità delle donne è superiore a quella maschile, non corrisponde altrettanta qualità della vita sotto il profilo delle patologie perché, come i dati dimostrano, ci sono incidenze di alcune malattie che toccano maggiormente la popolazione femminile. Incidenze che riguardano in particolare le patologie croniche, le patologie del sistema immunitario e solo recentemente c’è stata una attenzione di carattere scientifico, che si è poi conclamata nella medicina di genere, che, attraverso le nuove conoscenze, in particolare dallo studio sul genoma in poi, ma anche prima per alcuni aspetti, ha consentito di cogliere fino in fondo come queste differenze non fossero solo collegate all’apparato riproduttivo, ma complessivamente a caratteristiche fisiologiche che devono altrettanto scientificamente rendere plausibili delle risposte adeguate.
La richiesta nelle parole della risoluzione della presidente Mori ad un potenziamento della sperimentazione di genere, ma anche più complessivamente ad un nuovo approccio culturale, rispetto ai temi dell’equità, un approccio che è stato sottolineato nei recenti lavori dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità.
In questo la Regione Emilia-Romagna, ancora una volta ritrova le sue stesse ragioni perché la gran parte di questi auspici che l’Organizzazione Mondiale della Sanità o altre organizzazioni scientifiche pongono, sono già stati colti e quindi forse è più una sottolineatura che non la richiesta di vedere attivati per la prima volta alcuni servizi. Non possiamo non ricordare il fatto che in questa Regione, ad esempio, lo screening mammario sia di percentuale molto più alta di quelle che sono le medie nazionali, così come un’attenzione particolare è stata rivolta, con un crescente interesse, ai problemi specifici dell’endometriosi. Anche questa Regione, tuttavia, può fare di più, ci sono alcuni temi legati in particolare ad alcuni aspetti, penso agli aspetti legati all’ambito della sfera del materno-infantile, che possono vedere la nostra Regione impegnarsi ancora di più per consentire alle donne di avere servizi migliori e più diffusi anche in termini di prevenzione. Penso, ad esempio, e lancio questa proposta che magari poi formalizzerò in un atto di indirizzo, alla necessità di rafforzare, come recentemente si è potuto vedere nei lavori della IV Commissione, una politica di prevenzione che vada anche nel percorso nascita e, quindi, vada anche nella valorizzazione di tutti quei percorsi di preparazione al parto che oggi non trovano più rilievo nei livelli essenziali di assistenza e che, forse, al pari dei lavori di screening e, quindi, di tutte le prestazioni extra LEA, potrebbero caratterizzare le nostre politiche sanitarie in quell’orientamento.
Ancora un ringraziamento, perché in particolare questa attenzione ci porta in uno degli atti di indirizzo oggi presentati dalla consigliera Mori, ad una valutazione sulle Breast Unit; ebbene, questo vale la pena sottolinearlo perché non è affatto né dovuto, né scontato, si tratta di un orientamento comunitario che l’Unione Europea prevede di veder realizzato nel 2016. Il fatto che oggi se ne parli e se ne parli con una serie di elementi che ci dicono che in questa Regione esistono già strutture che hanno raggiunto gli standard attesi dall’Unione Europea, ci deve dare grande soddisfazione ed orgoglio dell’appartenere ad una Regione che fa della sua capacità prospettica e del suo stadio avanzato di realizzazione di politiche sanitarie di grande complessità, un punto di grande efficacia.
A questo proposito ringrazio ancora la consigliera Mori, perché nella sua risoluzione si citano i luoghi nei quali questo livello di efficacia sono già stati raggiunti e per territorialità non posso non notare il fatto che viene citato anche l’esempio di Piacenza che è prossima a raggiungere gli standard, mancano proprio pochi particolari e, quindi, questo è veramente un auspicio affinché siano facilitati in quel percorso per essere all’altezza di un progetto così ambizioso. Gli elementi che colgono il progetto della Breast Unit sono elementi di carattere culturale in senso lato.
Penso al fatto che venga portata a valore l’interdisciplinarietà, in una logica che vuol dire presa in carico globale, non soltanto segmentario di una problematicità di carattere sanitario, questo è un bel passaggio culturale, già ravvisato in altre esperienze, ma che viene ancora sottolineato, così come viene sottolineato il valore della prevenzione, così come viene sottolineata una attenzione che deve essere portata a fasce oggi non ancora completamente osservate, penso alle giovani donne che in questo momento sfuggono anche agli screening, ma di cui si vede una crescente incidenza in termini di malattia che ci deve far preoccupare.
Questa è la Regione in cui sta forse crescendo la presenza della malattia, ma questa è anche la Regione in cui sta enormemente crescendo la capacità di cura.
PRESIDENTE (RICHETTI): Grazie consigliere Carini.
Ha chiesto la parola il consigliere Grillini. Ne ha facoltà.
GRILLINI: Grazie, presidente. Volevo dire alcune cose sulla risoluzione che abbiamo discusso in Commissione a proposito di parità di accesso allo sport per le donne e per le bambine, perché noi sappiamo bene che l’attività sportiva è il luogo per eccellenza del maschile. Non parlo tanto delle palestre scolastiche o dei luoghi istituzionali dove avviene una attività sportiva femminile di carattere istituzionale, parlo degli sport a vari livelli, sia amatoriali che dilettantistici o professionistici. Al di là delle discipline sportive olimpiche, dove noi vediamo le donne gareggiare con straordinari risultati, sappiamo però che in questo campo insistono stereotipi insopportabili e sappiamo anche che esiste una misoginia diffusa, che rappresenta un ostacolo rilevante per l’accesso all’attività sportiva delle donne.
Noi viviamo in un mondo in cui ci sono dei ruoli prefissati, nasciamo con il fiocco azzurro, io il fiocco azzurro non l’ho avuto perché sono nato in una famiglia contadina molto povera che non ha pensato minimamente di spendere dei soldi per il fiocco azzurro, tanto più che abitavamo in una casa di montagna da dove non passava nessuno, quindi era anche inutile esporlo.
Sappiamo bene che, fin dal tempo della gestazione, con l’amniocentesi si decide gran parte del ruolo futuro, della psicologia, del carattere e di come indirizzare i sessi, nel rispetto dei ruoli prefissati che, spesso, non sono ruoli paritari e che rendono estremamente difficile l’accesso dei generi, soprattutto del genere femminile a molte attività, oltre a quelle sportive. Nel campo dello sport noi vediamo che c’è un interesse prevalente per alcuni sport di carattere professionale che sono di natura esclusivamente maschile come il calcio. Quando ci sono squadre di calcio femminile, le battute, gli scherzi, per non parlare di veri e propri insulti, sono all'ordine del giorno. Quando ci sono le donne che praticano sport ritenuti, tra virgolette, maschili, allora si dice che siamo in presenza di lesbiche; che anche le donne lesbiche facciano sport e debbono poter praticare tutti gli sport di questo mondo mi pare una cosa assodata.
Onestamente dovremmo fare in modo di combattere questi stereotipi brutali che spesso generano anche violenza, soprattutto per quanto riguarda non solo il genere, ma anche l’orientamento sessuale. Credo che sia un dato di fatto, quindi la mia opinione è che non si garantisce la parità di accesso all’attività sportiva delle donne e delle bambine, senza una campagna fortissima, efficace e decisa, contro la misoginia e contro l’idea che ci siano degli sport che le donne non possono fare e questo equivale anche per i maschi, anche per i generi e, ripeto, anche per gli orientamenti sessuali.
Si è discusso moltissimo del fatto che nel calcio ci possano essere giocatori omosessuali e recentemente abbiamo avuto il coming out di un pugile che ha anche vinto peraltro. Io personalmente, se devo essere franco, ho molti dubbi, su questo sport. In Spagna, la Catalogna ha abolito la corrida e secondo me si potrebbe anche cominciare a ragionare sull’abolizione di alcuni sport violenti. Sta di fatto che questo signore ha fatto coming out e ha anche vinto il match. Se avesse perso, si sarebbe detto che è il solito mollaccione o che trattasi di uno sport non adatto ai maschi omosessuali. Questo lo si dice anche per le donne e per tante attività sportive, come per esempio il ballo. Nella discussione in Commissione ho citato la vicenda di Billy Elliot, un film straordinario, uno dei più bei film che ormai è passato alla storia del cinema, dove si racconta la storia di un ragazzo che addirittura viene malmenato e gli rompono anche i piedi per impedirgli di ballare poiché proveniente da un quartiere brutale e maschilista in cui si riteneva che un ragazzino non potesse assolutamente fare uno sport ritenuto femminile. Di recente ci sono stati alcuni brutali episodi di cronaca, un ragazzo si è suicidato a Roma perché era preso in giro in quanto si metteva lo smalto, un altro, fortunatamente difeso dai genitori con tutte le forze, perché andava a scuola con una sciarpa rosa. Guai che un ragazzo, alle superiori, vada a scuola con una sciarpa rosa! Vedete bene che c’è una misoginia che è un odio verso tutto ciò che riguarda il mondo femminile e non semplicemente una riprovazione; un odio vero e proprio! Pensate che l’identità maschile, come ci insegna una straordinaria sociologa francese Elisabeth Badinter, nel suo bellissimo libro che vi consiglio perché è un libro divulgativo e si legge molto bene, "L’identità maschile Xy", nel quale l’identità maschile si definisce solo in negativo in quanto un soggetto, per essere un vero maschio, deve dimostrare di non essere una donna, di non essere un bambino o un omosessuale. Praticamente l’identità maschile è un lavoro a tempo pieno, una fatica, una cosa usurante!
Un intervento di questo tipo io lo trovo di valore straordinario, perché interviene sulla cultura, interviene sulla società, sui diritti, sulla qualità della vita, sul rapporto tra i sessi, insegna alle persone il rispetto e la libertà. Se a me piace ballare, francamente non vedo perché uno mi debba "rompere le scatole" in quanto questa attività non è ritenuta consona al mio ruolo maschile o presunto tale! Se a una bambina piace fare il calcio, francamente non si capisce perché non lo debba fare! Per intervenire su questo terreno, e io credo che abbia fatto bene la presidente Mori a porre la questione, sono contento che siamo qui a votare la risoluzione, anche se non mi faccio illusioni sul peso e sulla funzione della risoluzione. Ma comunque la discussione l’abbiamo fatta, penso che la nostra volontà rimanga agli atti e spero che abbia anche un’incidenza. Proprio per questo sono particolarmente favorevole anche alle altre risoluzioni, alla medicina di genere in particolare, perché noi siamo abituati a pensare alla sanità come un luogo dove gli esseri umani intervengono con una sorta di catena di montaggio. La catena di montaggio in sanità, ideata, programmata e costruita in passato soprattutto per motivi di risparmio, non ha risposto al tema della personalizzazione dell’intervento sanitario che è fondamentale. Ogni essere umano è diverso l’uno dall’altro e ogni essere umano richiede un intervento che sia relativo alla sua persona e al suo problema che spesso è rappresentato da un intreccio tra psiche e soma, tra malattia e modo di vivere al mondo. La medicina di genere consente di intervenire su specificità che vanno riconosciute e consente anche di dire che esiste un problema, come quello del tumore alla mammella che non è affatto risolto. Chi vi parla, ahimè, ha avuto la propria madre che è morta di tumore al seno, peraltro definito durante la diagnosi "poco invasivo e poco aggressivo", ed invece purtroppo ha portato una bella signora che sembrava, quando andavamo in giro, anche più giovane di me, a morire anzitempo.
Da questo punto di vista il nostro paese ha dato un contributo. A tale riguardo voglio ricordare quello del professore Umberto Veronesi, che è stato il primo a dire che gli interventi chirurgici che proponevano la mastectomia totale potevano essere risparmiati e rivisti, che l’intervento, da questo punto di vista, non doveva diventare una menomazione definitiva per una donna. È stato un fatto di rilevanza mondiale. Consentitemi di dire - ahimè, noi viviamo in un mondo dove prima o poi chiunque di noi dovrà morire; e questo lo sappiamo ed è forse l’unica certezza che abbiamo - che anziché buttare via 35 miliardi di euro per comprare degli aerei inutili per un nostro esercito "inutile" e sul quale si potrebbe davvero applicare una straordinaria spending review, se li avessimo spesi nella ricerca medico-scientifica, campo nel quale i nostri ricercatori, i nostri cervelli e i nostri ragazzi, sono eccellenti, probabilmente qualche passo in più l’avremmo fatto.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Grillini.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Donini. Ne ha facoltà.
DONINI: Mi riprometto sempre di non occupare tutto il tempo che invece normalmente viene da utilizzare, per cui mi astengo - collega Mori - dal ribadire le cose che durante la sessione specifica che abbiamo fatto nell’ultima seduta dell’Assemblea ho detto e che do per rinnovate; cioè l’apprezzamento. Così come non ripeterò alcune considerazioni assolutamente condivisibili, sia del collega Malaguti che del collega Carini, quest’ultimo ha approfondito alcuni temi specifici sulla questione della sanità di genere, ma voglio semplicemente aggiungere alcune riflessioni sperando che a quest’ora qualcuno segua la diretta. Ma non tanto per ascoltare me, ma per acquisire gli esiti di un lavoro, per poter accedere a questi documenti che ci accingiamo ad approvare, proprio perché io credo che qui si svolga anche un compito utile di diffusione di un’informazione non scontata, almeno su alcuni temi. Si dicono cose che normalmente non si sanno. È incredibile come, affrontando alcune questioni, si scopre che ci sono livelli di discriminazione impensabili. Il tema della sanità di genere è un tema vero che non riguarda soltanto la salute della donna rispetto a quella che viene definita la "medicina bikini", perché da quel punto di vista è vero che esistono servizi sanitari in grado, in maniera più o meno efficace - e questa Regione dà un buon esempio di buona pratica - di affrontare il tema della diversità macroscopica di una donna rispetto ad un uomo; che è la diversità relativa agli apparati riproduttori e ai caratteri sessuali primari e secondari che differenziano il corpo di un maschio da quello di una femmina. Su questo hanno giustamente insistito i colleghi circa la necessità di rendere sempre più efficace la distribuzione di tutto il servizio, a partire dagli screening.
Ma in realtà c’è un tema che è completamente nuovo e che riguarda il fatto, per esempio - e anche qui cito alcune cose che sono state approfondite in Commissione - che alcune patologie che possono affliggere sia i maschi che le femmine, si è scoperto recentemente - e ripeto, la ricerca è ancora all’inizio - che non hanno la possibilità di essere curati con gli stessi percorsi terapeutici. L’effetto che può fare un farmaco su un corpo femminile, per esempio è diverso dall’effetto che fa su un corpo maschile, proprio perché è diversa la fisiologia femminile ed è diversa la reazione del principio attivo del farmaco. Questo vale per molti farmaci legati a patologie molto diffuse, come quelle sulla pressione alta in cui è diverso l’effetto dei betabloccanti; ma qui potrei fare una serie di altri esempi.
È evidente che bisogna investire in queste ricerche e chiedere che nel nuovo piano socio-sanitario della Regione si tenga conto della necessità di attivare percorsi sulla ricerca farmacologica specifica, anche perché, guarda caso, costa meno ed è più semplice atteso che è più agevole testare un farmaco su un corpo maschile piuttosto che su un corpo femminile. La fisiologia maschile è più semplice.
Il nostro piano socio-sanitario regionale e la nostra agenzia regionale deve finanziare altri tipi di percorsi e questa è una necessità legata anche al tema dell’appropriatezza. E in sanità, l’appropriatezza è uno dei principi fondamentali sulla base del quale si sviluppa tutto il nostro sistema socio-sanitario. Non solo con l’appropriatezza è possibile razionalizzare, anche dal punto di vista economico, l’intervento, ma si ottiene l’efficacia della terapia. Faccio questo esempio e insisto su questa cosa perché qui si aprono frontiere nuove ed interessanti, ma soprattutto perché di queste cose non parla nessuno e non se ne rende conto nessuno, anche perché è un settore completamente trascurato. È anche di questo che tiene conto il lavoro fatto dalla Commissione. Ringrazio la collega Mori anche per il garbo di carattere istituzionale con il quale ha interagito con me, come presidente della IV Commissione, condividendo i percorsi, condividendo la scelta di dedicare ai lavori della Commissione di parità il compito di fare quest’attività di inchiesta su questo tema. E come sempre, come ogni volta che si affronta una specifica questione, la concretezza che abbiamo condiviso come metodo di lavoro è quella di riportare in Aula, attraverso documenti di indirizzo, l’esito delle attività e delle riflessioni che lì si sono svolte.
Non aggiungo altro, anche se molte cose mi verrebbero da dire, ma intervengo integrando le considerazioni fatte dai colleghi e ho molto piacere che in Aula ci sia l’assessore regionale alle Pari Opportunità, Donatella Bortolazzi, a seguire questa nostra discussione, proprio perché pur essendo un tema che riguarda le politiche sanitarie io credo che questo lavoro di mainstreaming, di costruzione di trasversalità tra le diverse politiche regionali che riguardano il grande tema delle pari opportunità, sia un lavoro che l’assessorato alle Pari Opportunità sta coordinando a vari livelli. La sua presenza e il suo interesse stimola noi a rafforzare anche questo ruolo, perché è necessario il lavoro di tutti. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliera Donini.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Piva. Ne ha facoltà.
PIVA: Grazie, presidente. Anche io mi associo ai complimenti già esternati per il lavoro svolto, nonché per i documenti prodotti e per il lavoro fatto. Dico solo questo anche per lasciare spazio ad altri. Faccio un intervento unico sulle risoluzioni. Sulla medicina di genere direi che la risoluzione è molto appropriata. Anche l’altra a dir il vero, sebbene parta da un percorso più appropriato - quello sul tumore al seno - e consolidato. Sulla medicina di genere, invece, noi siamo un paese in ritardo, anche se l’AIFA nel maggio dell’anno 2011 ha iniziato a ragionare sulla medicina di genere con fatti sostanziali - e qualche collega lo ricordava - non tanto sulle diagnostiche quanto su come poi si curano le persone. È noto, per esempio, che molti farmaci che si chiamano lipofili, cioè più affini ai lipidi, hanno effetti diversi a seconda del soggetto che lo assume. Le donne hanno circa il 25 per cento in più di tessuto adiposo rispetto agli uomini e pesano circa il 30 per cento in meno - è un dato suffragato dalla letteratura - per cui chiaramente un grammo di tale farmaco ha un effetto maggiore rispetto ad un uomo che ha il 25 per cento di proteine. Capite, quindi, quale effetto sociale può avere questo.
È scritto già nella risoluzione che molte patologie sono maggiormente legate al sesso femminile - si ricorda l’osteoporosi, le malattie cardiovascolari ed altre - per cui l’impostazione fisiologica, strutturale e ormonale, fa sì che la diagnosi vada attraverso una diagnostica particolare, mentre la terapia debba vedere delle conoscenze su come un farmaco può agire e in quale percentuale può agire. Ecco che allora la medicina di genere, impostata verso trial clinici, può essere utile. Pensate che solo il 33 per cento nei trial clinici americani sono donne. Loro sono già molto più avanti e anzi hanno recentemente approvato una legge che obbliga, nella ricerca farmaceutica e nella sperimentazione farmacologica, a rivolgersi ad un bacino utenza composto al 50 per cento da uomini e al 50 per cento da donne. Quindi, la parità non è solo nelle liste elettorali, ma anche nell’uso della sperimentazione.
Mi fermo qui perché è giusto che di questo, come Assemblea legislativa, se ne prenda atto, come è giusto che se ne prenda atto anche nelle sedi opportune nazionali da parte di chi, rappresentandoci, si faccia carico di questa impostazione. Per le Breast Unit noi partiamo da percorsi importanti - ricordo Bologna, Reggio Emilia e anche Rimini - e tra l’altro questa è una Regione che ha quattro luoghi dove vi è la terapia intraoperatoria (IORT) che permette, già in sala operatoria, di effettuare la radioterapia mirata. Siamo, quindi, a livelli europei su questo, ma è indubbio che vi sono ancora realtà dove l’approccio alla senologia è troppo frammentato poiché ognuno fa una piccola parte ed invece bisognerebbe lavorare sinergicamente tutti insieme. È ormai appurato che in senologia l’accuratezza della diagnosi è molto legata alla circostanza che la si faccia tutta in un’unica seduta. Faccio un esempio: uno fa un’ecografia o una mammografia, vedono un nodulo e dicono di ritornare dieci giorni dopo per fare l’ago aspirato o la biopsia. Questo è un errore, perché in dieci giorni si può modificare tutto, un po’ per il ciclo ormonale della donna, un po’ perché magari si trova un altro medico e l’accuratezza dell’esame non è la stessa. Il successo di diagnostica in senologia, dunque, è proprio nell’effettuare tutto ciò che si può fare a livello ambulatoriale; che peraltro è quasi tutto, visto che si va dalla diagnostica per immagini fino al prelievo bioptico. E questo è molto importante. Noi, come Assemblea legislativa, dal punto di vista organizzativo è soprattutto questo che dobbiamo sottolineare, per far sì che l’organizzazione, in tutte le nostre aziende, venga proiettata verso questa direzione, ossia la tutela della salute, ancor più delle donne.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Piva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Barbieri. Ne ha facoltà.
BARBIERI: Grazie, presidente. Poiché in passato mi è capitato di occuparmi di attività sportiva, volevo fare alcune considerazioni partendo da una provocazione: partecipare alle Olimpiadi, nell’antica Grecia, era un onore riservato solo a cittadini greci maschi e liberi. Le donne non potevano nemmeno assistere, e quando si verificò che una donna si travestì da uomo, si decise di gareggiare nudi per evitare che le donne potessero partecipare travestite. Stiamo parlando dell’VIII secolo a.C. Ma oggi, chiunque faccia una ricerca su internet sulle donne e lo sport e sulle donne e le Olimpiadi, i primi risultati che si visualizzano sono riferiti alle più belle e alle più brutte. Il primo risultato, per esempio, è "le bruttone delle Olimpiadi"! Fra i tanti gossip ci sono anche riferimenti a conquiste vere, come per esempio nelle ultime Olimpiadi - quest’anno abbiamo avuto Londra 2012 - dove tre donne del Qatar per la prima volta hanno potuto partecipare. Per questo è stata definita "Olimpiade rosa" e la stessa Michelle Obama ha dichiarato "di essere molto contenta che nella squadra americana la rappresentanza femminile superasse di poco quella maschile". Spesso ci stupiamo degli aspetti che dovrebbero essere dati di fatto, ma le donne, anche nello sport, fanno la figura della categoria da tutelare, dei "panda". Alcuni consiglieri l’hanno citato prima, ma ancora oggi ci stupiamo dei successi delle donne nello sport e si disserta - ne ha parlato il consigliere Grillini - dei tratti mascolini delle atlete o si indaga sulle ragioni che le hanno spinte ad intraprendere questa strada.
Esistono però dei dati oggettivi che attestano della scarsa partecipazione delle donne all’attività sportiva. I dati ISTAT ci dicono che tra i sedentari, che sono il 39 per cento della popolazione attiva, il 44/45 per cento della popolazione è costituito da donne. Oltre a questi dati, nella stessa Unione Europea, nel 2010 su 52 federazioni sportive, 20 non avevano una sola donna negli organismi dirigenziali e nello stesso Comitato Olimpico Internazionale su 112 rappresentanti, meno di 20 sono donne. Alle donne non manca la passione o la voglia di competere né tanto meno la capacità. Forse quello che manca è il tempo. Non stiamo parlando degli impedimenti che ancora oggi esistono; ho parlato prima del Qatar, ma in questo anno il Governo di Riad, alle Olimpiadi ha confermato il proprio "no" alle donne perché - tra virgolette - avrebbe potuto spingerle a percorsi di immoralità. I temi più ostativi e subdoli, frutto di retaggio culturale maschilista e pericoloso, ci sono. Il differenziale dell’attività sportiva tra uomini e donne è già diffuso a livello amatoriale, quasi normale perché il concetto di tempo libero di una donna è un concetto non assoluto, ma spesso relativo agli impegni di famiglia che a livello agonistico si manifesta in un’oggettiva impossibilità di conciliare le scelte della maternità con le scelte della pratica agonistica. La stessa tutela della maternità è controversa e spesso equiparata ad una sorta di rimborso spese. In Parlamento c’è una discussione sul tema dell’approccio alla maternità e della tutela rispetto agli sportivi di professione, ma non è ancora regolato. Il mercato delle sponsorizzazioni, che sono tra i mezzi fondamentali di sostentamento dell’attività sportiva - un mercato che si è contratto molto sia nel 2011, sia quest’anno, per più del 20 per cento annuo - colpisce tutti tranne la serie A di calcio, il golf e la vela; cioè quelle realtà che non danno "un senso" della crisi. Per le sole magliette delle squadre di serie A di quest’anno, l’investimento è passato da 66 milioni di euro a 76 milioni. Sulle cose che funzionano gli investimenti aumentano, mentre sulle altre cose non solo diminuiscono, ma addirittura crollano. Da questo punto di vista evito, per tempo, il tema dei diritti televisivi che segue le stesse operazioni; alti negli sport a grande visibilità, bassi negli sport che non hanno le stesse caratteristiche e sono definiti sport minori come quei tanti che sono praticati da donne. Sul piano personale c’è qualche campionessa singola, ma in questi ultimi due anni sono state diverse le società, anche di serie A di volley, di calcio femminile, ed altro, che hanno o chiuso o dovuto reimmaginare forme societarie diverse, in quanto non più in grado di vivere.
Evito, per il poco tempo a disposizione, alcune considerazioni che riguardano lo sport e la violenza. Secondo me non sono ancora emersi, ma comunque ci sono studi - per dirlo con due titoli - che raccontano del collegamento tra la pratica degli sport di contatto e violenti con la violenza domestica. E questi studi ci dicono anche che la frequentazione - questo è uno studio americano - ai club più sfrenati di ultras di tipo sportivo, è in qualche modo sempre collegato alle violenze domestiche.
Chiudo ringraziando la presidente Mori per aver posto l’accento, insieme ai temi di carattere sanitario, anche su questo argomento sottovalutato ma che rientra nel tema delle discriminazioni. Immagino che sia prioritario, com’è stato fatto, mettere le donne nelle condizioni di poter praticare l’attività sportiva indipendentemente dall’età e dalla provenienza sociale e culturale; proprio per questo ci deve essere un nostro impegno per far nostre le raccomandazioni della Carta europea dei diritti delle donne dello sport integrando il tema della parità nello sport con le politiche nella nostra regione. A questo proposito so che c’è stato un incontro dell’assessore con la Commissione. Per ultimo, serve un impegno per rimuovere gli ostacoli che impediscono l’approccio alle varie discipline e quindi c’è un problema di rapporto con gli spazi. Per questo mi sembra che serva una riflessione in più per quello che riguarda la fruizione, la disponibilità e gli orari degli spazi attrezzati, in quanto indispensabili per quest’attività. Grazie.
PRESIDENTE (Richetti): Grazie, consigliere Barbieri.
Dichiaro chiusa la fase della discussione generale ed apro la fase delle dichiarazioni di voto sui tre oggetti.
Se nessun consigliere chiede di parlare, metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2610, a firma della presidente Mori.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 2975, a firma della presidente Mori.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Metto in votazione, per alzata di mano, la risoluzione oggetto 3403, a firma della presidente Mori.
(È approvata all’unanimità dei presenti)
PRESIDENTE (Richetti): La risoluzione è approvata.
Annuncio di interrogazioni, risoluzioni e mozione
PRESIDENTE (Richetti): A norma dell'art. 69 del Regolamento interno, comunico che nel corso della seduta sono pervenuti alla Presidenza i seguenti documenti, contrassegnati dai numeri d'oggetto che li precedono:
3434 - Interrogazione del consigliere Manfredini, a risposta scritta, circa le procedure relative a prelievi di vongole nella Sacca di Goro (FE).
3435 - Risoluzione proposta dal consigliere Corradi per impegnare la Giunta a diffondere dati ed indagini sulle motivazioni dell'interruzione volontaria della gravidanza, a porre in essere azioni volte a ridurla sostenendo la genitorialità e contestando situazioni di disagio economico e/o sociale delle donne, anche attraverso l'operato dei Consultori familiari.
3436 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, circa le procedure relative all'autorizzazione sismica di cui al comma 15 dell'art. 8 del D.L. 74/2012.
3439 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa la normativa riguardante i tirocini.
3440 - Interrogazione del consigliere Favia, a risposta scritta, circa i farmaci relativi alla cura della degenerazione maculare legata all'età (DMLE).
3441 - Interrogazione del consigliere Malaguti, a risposta scritta, in merito alla destinazione degli equini a seguito della chiusura del Centro Ippico di Ferrara.
3442 - Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Manfredini, Luciano Vecchi, Monari, Naldi, Aimi, Villani, Sconciaforni, Barbati, Barbieri, Bonaccini, Paruolo, Mumolo, Pariani, Zoffoli, Donini, Montanari, Mori, Alessandrini, Piva, Pagani, Moriconi, Malaguti, Noè e Ferrari per chiedere al Governo che, nell'ambito del D.L. 174 e della legge di conversione siano ricomprese la sospensione e la rateizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali per i lavoratori e l'accesso al finanziamento agevolato e rateizzazione delle imposte per le imprese.
3443 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, relativa allo studio di fattibilità della Fusione dei Comuni della Reno Galliera e, in particolare, riguardante il crono programma di discussione dei report così come individuato dalla comunicazione inviata ai comuni dal Presidente dell’Unione in data 25/10/2012.
3444 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, relativa ai contributi elargiti dalla Regione Emilia-Romagna all’Unione dei Comuni della Valsamoggia e Reno Galliera per studi di fattibilità di cui alla delibera della Giunta regionale n. 354/2003.
3445 - Interrogazione del consigliere Bignami, a risposta scritta, relativa all’emissione dei titoli di viaggio ferroviari per tratte extraregionali non superiori ai 300 km.
3446 - Mozione proposta dai consiglieri Barbati, Mandini, Pagani, Naldi, Donini e Monari per invitare il Governo a completare il percorso normativo intrapreso con il D.L. 158/2012 in materia di ludopatia.
3447 - Interrogazione del consigliere Bazzoni, a risposta scritta, circa l'opportunità della pubblicizzazione sul web della figura e del lavoro del garante dell'infanzia e dell'adolescenza.
3448 - Interrogazione della consigliera Meo, a risposta scritta, circa le conseguenze dello sversamento di gasolio a Lugo (RA) a seguito di un incidente stradale in data 26 novembre 2012.
(I relativi testi sono riportati nell'allegato B al resoconto integrale della seduta odierna)
PRESIDENTE (Richetti): La seduta è tolta.
La seduta ha termine alle ore 17,57
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Liana BARBATI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Stefano CAVALLI, Roberto CORRADI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Giovanni FAVIA, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Fabio FILIPPI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Mauro MALAGUTI, Mauro MANFREDINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Silvia NOÈ, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Luigi Giuseppe VILLANI, Damiano ZOFFOLI.
Hanno partecipato alla seduta il sottosegretario alla Presidenza Alfredo BERTELLI;
gli assessori: Donatella BORTOLAZZI, Sabrina FREDA, Paola GAZZOLO, Teresa MARZOCCHI, Massimo MEZZETTI, Tiberio RABBONI.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta per motivi istituzionali ai sensi dell'art. 65, comma 2, del Regolamento interno, il presidente della Giunta Vasco ERRANI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Simonetta SALIERA, gli assessori Carlo LUSENTI, Maurizio MELUCCI, Gian Carlo MUZZARELLI e i consiglieri Thomas CASADEI, Marco LOMBARDI, Rita MORICONI e Andrea POLLASTRI.
Votazioni elettroniche
Autorizzazione alla relazione orale:
OGGETTO 2813 "Proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione, d'iniziativa dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi: «Istituzione della zona franca di Comuni emiliano-romagnoli nelle aree di Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, colpite dagli eventi sismici del mese di maggio 2012»"
Presenti: 30
Favorevoli: 29
Enrico AIMI, Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Marco CARINI, Stefano CAVALLI, Palma COSTI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Mauro MANFREDINI, Mario MAZZOTTI, Gabriella MEO, Marco MONARI, Roberta MORI, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Roberto PIVA, Matteo RICHETTI, Matteo RIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Alberto VECCHI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Non votanti: 1
Galeazzo BIGNAMI.
Assenti: 20
Liana BARBATI, Manes BERNARDINI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI (g), Roberto CORRADI, Vasco ERRANI (m), Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Marco LOMBARDI (g), Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Paola MARANI, Roberto MONTANARI, Rita MORICONI (g), Antonio MUMOLO, Silvia NOÈ, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Andrea POLLASTRI (g), Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 2813/1 "Ordine del giorno proposto dal consigliere Luciano Vecchi, di non passaggio all'esame degli articoli del progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121 della Costituzione, d'iniziativa dei consiglieri Manfredini, Cavalli, Bernardini e Corradi: "Istituzione della zona franca di Comuni emiliano-romagnoli nelle aree di Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, colpite dagli eventi sismici del mesi di maggio 2012"." (68)
Presenti: 30
Favorevoli 23
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Marco CARINI, Palma COSTI, Monica DONINI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Gian Guido NALDI, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Roberto SCONCIAFORNI, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI.
Contrari: 6
Gianguido BAZZONI, Stefano CAVALLI, Andrea DEFRANCESCHI, Andrea LEONI, Mauro MANFREDINI, Alberto VECCHI.
Non votanti: 1
Matteo RICHETTI.
Assenti: 20
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Stefano BONACCINI, Thomas CASADEI (g), Roberto CORRADI, Vasco ERRANI (m), Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Marco LOMBARDI (g), Mauro MALAGUTI, Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Rita MORICONI (g), Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI (g), Matteo RIVA, Luigi Giuseppe VILLANI.
OGGETTO 2107 "Risoluzione proposta dai consiglieri Corradi, Manfredini, Cavalli e Bernardini per esprimere contrarietà alla riforma del sistema pensionistico formalizzato dal Governo guidato da M. Monti"
Presenti: 32
Favorevoli 6
Stefano CAVALLI, Andrea DEFRANCESCHI, Monica DONINI, Mauro MANFREDINI, Gian Guido NALDI, Roberto SCONCIAFORNI.
Contrari: 23
Tiziano ALESSANDRINI, Marco BARBIERI, Stefano BONACCINI, Marco CARINI, Palma COSTI, Gabriele FERRARI, Valdimiro FIAMMENGHI, Roberto GARBI, Franco GRILLINI, Andrea LEONI, Paola MARANI, Mario MAZZOTTI, Marco MONARI, Roberto MONTANARI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Giuseppe Eugenio PAGANI, Anna PARIANI, Giuseppe PARUOLO, Roberto PIVA, Matteo RIVA, Luciano VECCHI, Damiano ZOFFOLI
Astenuti: 2
Mauro MALAGUTI, Alberto VECCHI.
Non votanti: 1
Matteo RICHETTI.
Assenti: 18
Enrico AIMI, Liana BARBATI, Luca BARTOLINI, Gianguido BAZZONI, Manes BERNARDINI, Galeazzo BIGNAMI, Thomas CASADEI (g), Roberto CORRADI, Vasco ERRANI (m), Giovanni FAVIA, Fabio FILIPPI, Marco LOMBARDI (g), Sandro MANDINI, Gabriella MEO, Rita MORICONI (g), Silvia NOÈ, Andrea POLLASTRI (g), Luigi Giuseppe VILLANI.
IL PRESIDENTE | I SEGRETARI |
Richetti | Corradi - Meo |