Testo
Verbale n. 7
Seduta del 24 marzo 2011
Il giorno 24 marzo 2011 alle ore 14,30 si è riunita presso la sede
dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
Commissione Politiche Economiche, convocata con nota Prot. n. 8920
del 18 marzo 2011.
Partecipano alla seduta i Commissari:
Cognome e Nome Qualifica Gruppo Voto
GRILLINI Franco Presidente Italia dei Valori - 4 presente
Lista Di Pietro
CAVALLI Stefano Vice Lega Nord Padania 4 presente
Presidente Emilia e Romagna
COSTI Palma Vice Partito Democratico 4 presente
Presidente
AIMI Enrico Componente PDL - Popolo della 1 assente
Libertà
ALESSANDRINI Componente Partito Democratico 5 presente
Tiziano
BARTOLINI Luca Componente PDL - Popolo della 2 assente
Libertà
BAZZONI Gianguido Componente PDL - Popolo della 5 presente
Libertà
CARINI Marco Componente Partito Democratico 3 assente
CEVENINI Maurizio Componente Partito Democratico 3 presente
FAVIA Giovanni Componente Movimento 5 Stelle 2 presente
Beppegrillo.it
GARBI Roberto Componente Partito Democratico 3 presente
MALAGUTI Mauro Componente PDL - Popolo della 3 presente
Libertà
NALDI Guido Componente Sinistra Ecologia e 2 presente
Libertà - Idee Verdi
NOE' Silvia Componente UDC - Unione di Centro 1 assente
PAGANI Giuseppe Componente Partito Democratico 3 presente
SCONCIAFORNI Componente Federazione della 2 assente
Roberto Sinistra
ZOFFOLI Damiano Componente Partito Democratico 3 presente
Sono presenti i consiglieri Antonio MUMOLO in sostituzione di CARINI
e Fabio FILIPPI in sostituzione di AIMI.
Hanno partecipato ai lavori della commissione: Gabriele FALCIASECCA
(Presidente di Lepida), Gianluca MAZZINI (Direttore generale di
Lepida), Cesare CICOGNANI (Servizio Informazione Ass. Leg.).
Presiede la riunione: Franco Grillini
Assiste il Segretario: Giovanni Fantozzi
Resocontista: Enzo Madonna
Il presidente GRILLINI dichiara aperta la seduta alle ore 14,40.
Sono presenti i consiglieri: Alessandrini, Bazzoni, Cavalli,
Cevenini, Costi, Favia, Garbi, Grillini, Malaguti, Mumolo, Naldi,
Pagani, Zoffoli.
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Approvazione dei verbali n. 5 e 6 del 2011.
La commissione approva. Il consigliere Favia si astiene.
Incontro con i responsabili di LEPIDA SPA per proseguire la
discussione sul digital divide in Emilia-Romagna
Il presidente GRILLINI spiega che la seduta odierna è dedicata alla
prosecuzione della discussione sul digital divide in Emilia-Romagna,
al fine di avviare un'azione sul territorio regionale finalizzata
all'offerta omogenea di accesso alla banda larga. Dopo l'incontro
con il funzionario di Confindustria dell'Emilia-Romagna, oggi sono
presenti il presidente e il direttore generale di Lepida s.p.a.
Il presidente segnala che alla prossima seduta dell'Assemblea
saranno presentate alcune mozioni, tra cui una di cui è primo
firmatario, nel convincimento che questa Commissione e l'Assemblea
legislativa possono dare un contributo rilevante: come è stato
chiaramente spiegato dal funzionario di Confindustria, lo sviluppo
di internet e della banda larga sono fattori essenziali per
l'innovazione e lo sviluppo economico; da alcuni studi dell'Unione
europea è emerso che per ogni 10 megabit di sviluppo della banda
larga in modo omogeneo sul territorio nazionale, si determinerebbe
un aumento di un punto del PIL.
La società Lepida è un importante strumento a disposizione della
Regione Emilia-Romagna, con notevoli capacità tecnologiche, che deve
essere valorizzata e assistita nello svolgimento delle funzioni
assegnate.
Il presidente FALCIASECCA ricorda che Lepida è una società
largamente controllata dalla Regione Emilia-Romagna ma al suo
interno sono rappresentati anche tutti i 348 Comuni della Regione,
le Provincie, tutti i consorzi di bonifica, le Università di
Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara ed alcune Unioni montane.
Il problema del digital divide è particolarmente sentito dai Comuni,
visto che i sindaci ricevono le lamentele, che poi trasmettono alla
Società.
Il presidente ricorda che all'inizio del duemila, quando si iniziò
ad affrontare il tema del digital divide, Lepida già rilevava che i
cittadini subivano il digital divide per circa il 12% della
popolazione, in contrasto con quanto veniva affermato dalla Telecom.
In seguito, grazie a uno studio condotto a livello nazionale, fu
accertato che effettivamente, in tutto il Paese, il dato medio del
digital divide corrispondeva a quello rilevato da Lepida, cioè il
12%. Falciasecca ricorda che c'è un piano nazionale che ha
l'obbiettivo di superare il digital divide, per il quale l'attuale
ministro Romani si è battuto molto, ma le risorse restano molto
inferiori a quelle inizialmente previste.
Prima di spiegare le azioni di Lepida, il presidente ne ricorda la
mission: offrire comunicazioni a larga banda al settore del Pubblico
dell'Emilia-Romagna, Comuni, Province, Sanità, Università; per
questa ragione è stata già realizzata una rete quasi completamente
in fibra ottica, con le caratteristiche del NGN. Contestualmente
Lepida sta lavorando, in collaborazione con le multiutilities, per
cercare di assicurare anche ai cittadini privati analoghe
opportunità, con la consapevolezza che comunque Lepida è un
operatore pubblico, che non può dare connettività ai privati per non
entrare nel mercato della libera concorrenza, può fare solo azioni
di facilitazione, avvalendosi dell'opera di Telecom o di altri
piccoli operatori locali. Ciò rende l'attività di Lepida più
difficile, non potendo controllare interamente i processi, ma più
corretta strategicamente, perché si evita che una società che riceve
finanziamenti pubblici entri in concorrenza con i privati.
A fronte della preferenza che i cittadini hanno sempre dimostrato
per i sistemi ADSL, come Alice, sono state fatte tutte le azioni
possibili per riuscire ad equipaggiare le centrali con collegamenti
a banda larga in fibra ottica che le colleghino con il resto del
mondo o con altre azioni analoghe. Le azioni sono state rivolte in
particolar modo verso la montagna e le altre zone nelle quali
potevano esserci maggiori difficoltà.
Altre azioni sono state condotte in materia di wireless, con
l'intento di portare la banda larga alla Pubblica amministrazione e,
contemporaneamente, di favorire il raggiungimento dei privati ad
opera degli operatori privati.
Non sono stati invece molto positivi i risultati del tentativo fatto
da Lepida per cercare di spingere gli operatori del Wi-MAX a fare
investimenti nelle nostre zone.
È stato poi avviato un tavolo paritetico con Telecom per spingere la
società a fare una serie di investimenti: l'auspicio è quello di
avere entro l'anno tutte le centrali su cui sta arrivando la fibra
ottica equipaggiate per fare servizio per i cittadini. In alcune
zone della nostra regione esiste anche il problema dell'ultimo
miglio, a causa della lunghezza del doppino di rame.
In futuro si vorrebbe predisporre un Piano completo per dire con
certezza entro quale data sarà completamente superato il digital
divide, per poi ripartire con obbiettivi più ambiziosi: i 100
megabit al secondo per tutti i cittadini, ovvero la cosiddetta banda
ultralarga. Sicuramente sarebbe auspicabile un piano nazionale, ma
finché questo non arriverà la Regione Emilia-Romagna non può restare
immobile.
In conclusione, il presidente segnala un dato inconfutabile: dal
momento in cui, tra il 2004 e il 2005, l'Italia ha smesso di
introdurre le tecnologie dell'ICT all'interno dei propri processi
produttivi, distributivi e commerciali, la produttività del Paese si
è distaccata dai miglioramenti che ci sono stati negli altri Paesi
europei, dove c'è stata più attenzione alle tecnologie. Falciasecca
ritiene che i due dati siano probabilmente collegati.
Il dott. MAZZINI segnala preliminarmente che oggi la presenza di
connettività con la banda larga costituisce un elemento di disparità
tra zone del territorio.
Gli investimenti in termini di digital divide sono andati in due
direzioni: infrastrutture in fibra e infrastrutture wireless.
La fibra è orientata a quattro soggetti diversi: Telecom Italia, in
quanto monopolista del rame; un operatore ospitato dalle centrali
Telecom; operatori terzi che intercettano la fibra per effettuare
operazioni particolari; gli operatori mobili.
Ci sono poi gli operatori wireless, che hanno dorsali che permettono
di arrivare dove il rame non riesce ad arrivare, soprattutto nelle
case sparse, dove non è molto conveniente arrivare con la fibra e
con il rame. Il problema riguarda soprattutto la montagna.
Per le zone di montagna è stato fatto un investimento di 12,6
milioni di Euro per le fibre ottiche, il 38% di queste risorse viene
dalla Regione Emilia-Romagna; tale somma rappresenta il 63% delle
risorse investite nelle fibre ottiche, che ammontano
complessivamente a 20 milioni di Euro. Di questi 20 milioni, cinque
vengono dalla Regione e 15 dal Ministero; di questi 20 milioni il
63% è andato in montagna, quindi tutto quello che è stato messo
dalla Regione è andato alla montagna. Di questi investimenti
beneficia una popolazione di circa 80 mila cittadini, pari a circa
l'1,84% del territorio regionale, che rappresenta il 16% di tutta la
popolazione della montagna, laddove la popolazione della montagna
ammonta a circa 500 mila abitanti.
Per quanto riguarda il wireless, l'investimento è di 6,2 milioni di
Euro, che provengono, in parte dagli Enti locali, in parte dalla
Regione Emilia-Romagna e in parte dalle multiservizi del territorio:
il risultato è stato la copertura di 114 mila cittadini, pari al 22%
della montagna e al 2,59% della Regione. Sommando il wireless e le
fibre - con alcune sovrapposizioni che però sono utili per arrivare
a coprire le case sparse -, complessivamente si arriva a coprire 141
mila cittadini della montagna, pari al 28% della montagna e al 3,22%
della Regione.
Il dott. Mazzini sottolinea la difficoltà di dare dati precisi sul
digital divide, per il fatto che le stime nazionali, che
corrispondono a quelle regionali, con il progredire delle indagini,
risultano peggiori di quelle iniziali: circa il 13,5%, invece del 12
inizialmente accertato.
Complessivamente, l'investimento è di 20 milioni di Euro per la
parte fibra, 7,6 milioni sul wireless, per un totale di 27,6 milioni
di Euro, che apportano un beneficio a 242 mila cittadini, pari al
5,52%.
Questi dati si riferiscono a un progetto ancora in itinere, che si
conclude nel 2011. In seguito bisognerà convincere gli operatori a
utilizzare le infrastrutture realizzate: delle 123 centrali
necessarie, finora Telecom Italia ne ha messe nel proprio piano
industriale solo 54.
Mazzini ricorda poi altre iniziative: la prima, che riguarda due
milioni di Euro provenienti dai fondi regionali sulla montagna,
prevede la realizzazione di una dorsale wireless nella parte
dell'Appennino più a sud della nostra regione, dove è assolutamente
difficile arrivare con la fibra ottica, per riuscire ad abilitare
tutto quel territorio alla banda larga.
Un'altra iniziativa prevede lo stanziamento di sei milioni di Euro
sul Fondo di sviluppo rurale, per mettere la fibra ottica in alcune
zone dove gli operatori andranno poi effettivamente ad operare.
Per quanto riguarda il rapporto tra queste reti e il wi-fi, Mazzini
precisa che sicuramente queste infrastrutture agevolano la
possibilità di realizzare reti wi-fi territoriali. L'attività di
Lepida è anche finalizzata a risolvere i problemi della disparità di
costi tra le diverse zone territoriali della Regione.
Il consigliere FAVIA preliminarmente vorrebbe sapere se i risultati
dell'attività di Lepida avrebbero potuto essere più soddisfacenti se
si fosse scelto di rivolgerla, invece che alle Pubbliche
amministrazioni, agli armadi nei vari Comuni, spendendo poco di più:
tutte le Pubbliche Amministrazioni sono connesse con il rame e
quindi una simile scelta avrebbe potuto anche agevolare il lavoro di
Telecom e degli altri operatori.
Dai rappresentanti di Lepida, Favia vorrebbe sapere se hanno una
stima di quanti armadi servirebbero per garantire un servizio a
tappeto su tutta la regione.
Il consigliere preannuncia poi la presentazione di una risoluzione
che impegni la Giunta a commissionare a Lepida uno studio di
fattibilità sulla realizzazione della banda ultra larga.
Infine, Favia chiede chiarimenti sul ruolo delle società
multiutilities e delle società partecipate: sapendo che alcune
coppie di fibre sono condivise, vorrebbe capire in che percentuale
tali strutture sono utilizzate dalle multiutilities.
Il presidente FALCIASECCA apprezza la sollecitazione ad avviare il
processo per passare alla banda ultra larga, anche se i tempi non
sembrano ancora abbastanza maturi.
Con riguardo alla questione degli armadi, il presidente ricorda che
l'idea era quelle di creare per le Pubbliche amministrazioni una
rete molto moderna e gli armadi sono una po' estranei a questo
concetto.
Tra le varie possibilità che c'erano per raggiungere l'obbiettivo,
esistevano due diverse visioni: gli operatori alternativi vorrebbero
ripetere con la fibra ottica quello che attualmente si fa con il
rame; l'idea di Telecom Italia è invece di continuare comunque a
utilizzare le strutture attuali, con dei correttivi che permettano
di garantire la concorrenza. La disputa è ancora aperta e questa è
una delle ragioni per cui non si riesce a pervenire a una soluzione
nazionale.
Il dott. MAZZINI ricorda che l'idea originaria di Lepida era di
portare la banda larga a tutte le Pubbliche amministrazioni;
all'inizio si parlava di 100 megabit, nel 2011 l'idea è stata
rivista e si è passati a 1 gigabit per ogni punto di presenza. I
punti in fibra ottica disponibili sono in tutto 340, cui si sommano
numerosi punti sulle reti metropolitane; attualmente le reti
metropolitane sono 56.
Il costo per la gestione della rete è di circa sei milioni di Euro,
contro un costo di mercato per il canone di circa 18 milioni di
Euro, con un vantaggio di circa 12 milioni di Euro; l'investimento
iniziale, che è stato di circa 40 milioni di Euro, è stato già
interamente ripagato.
La rete è stata fatta con le multiservizi, sono stati messi giù dei
cavi, di cui Lepida possiede un terzo, gli altri due terzi sono
delle multiservizi; la parte di Lepida è utilizzata per le Pubbliche
amministrazioni. I cavi di Lepida sono più pieni di quelli delle
multiservizi, e quindi proprio questi ultimi potrebbero
rappresentare una risorsa da sfruttare per riuscire a portare a
tutti la banda larga.
Con riguardo agli armadi, bisogna fare una distinzione tra le
centrali e gli apparati stradali detti CR; in tutto sono 1400, di
cui 500 non sono serviti dalle fibre ma solo dalla linea telefonica.
Per quanto riguarda la banda ultralarga va anche fatta una
valutazione di carattere economico: per portare la fibra a ogni
unità abitativa, nelle zone urbane, bisogna calcolare dai 300 ai 500
Euro solo per arrivare all'edificio; c'è poi il problema di entrare
nell'edificio e poi nei singoli appartamenti. C'è anche il problema
legislativo: è più facile portare il rame che la fibra ottica, che
non ha la stessa considerazione del rame, che è considerato servizio
universale.
Infine, bisogna considerare la disponibilità degli asset pubblici:
la legge 133 del 2008 stabilisce che se ci sono dei tubi a
disposizione delle Pubbliche amministrazioni, queste sono tenute a
darle gratuitamente agli operatori; questa regola non è molto ben
vista dai Comuni, i quali spesso considerano quelli dei propri
asset; il tema richiede quindi una riflessione, anche con riguardo
ai vari diritti coinvolti con le relative operazioni.
Entra Monari
Il consigliere ALESSANDRINI ringrazia i rappresentanti di Lepida per
l'accurata illustrazione: sarebbe stata però gradita la presenza
dell'Assessore, essendo la Commissione tenuta a esaminare
soprattutto gli aspetti politici che attengono agli indirizzi e alle
verifiche.
Il consigliere manifesta apprezzamento per la scelta che la Regione
Emilia-Romagna ha fatto con Lepida di realizzare una propria rete
per evitare di dipendere da operatori privati.
Nella consapevolezza che la rete deve essere ancora completata,
Alessandrini vorrebbe capire che opportunità si aprono per
l'imprenditoria di questa Regione e che occasioni per il sistema
delle imprese medio-piccole che caratterizzano la struttura
regionale. Anche con riguardo al problema degli appalti, sarebbe
auspicabile lavorare con appalti a capitolato e non a corpo; la
legge 11 si propone, tra gli altri, l'obbiettivo di scorporare gli
appalti più rilevanti. Forse l'assessore potrebbe dare risposte più
precise con riguardo alle opportunità per il sistema imprenditoriale
di questa Regione.
Sul superamento del divario digitale sicuramente sono stati
raggiunti risultati importanti, come è emerso dalla relazione dei
rappresentanti di Lepida, ma ci sono ancora passi molto importanti
da fare, in un'ottica di competitività del sistema.
Il problema è che non si riesce a condizionare adeguatamente
l'attività di Telecom Italia. Indubbiamente la ragione dipende anche
dai tagli del Governo ma la Regione deve cercare di ottenere
risposte diverse da Telecom, dal momento che la Regione
Emilia-Romagna è un formidabile cliente della Telecom.
Il consigliere vorrebbe capire quali sono i criteri che inducono a
scegliere di intervenire in un luogo piuttosto che in un altro, nel
rispetto della trasparenza dell'azione della Pubblica
amministrazione.
Infine, con riguardo al metodo di lavoro, Alessandrini ribadisce
l'esigenza di avere in anticipo della documentazione che agevoli il
lavoro della Commissione, soprattutto su argomenti particolarmente
complessi come questo.
Il presidente GRILLINI condivide la richiesta del consigliere
Alessandrini e si impegna a farsi portavoce dell'istanza.
Grillini ritiene che la discussione sul tema odierno sia
particolarmente importante e debba essere portata avanti, dal
momento che interessa tutto il sistema produttivo della Regione
Emilia-Romagna, nell'ottica di favorire lo sviluppo e,
conseguentemente, l'occupazione. Lo sviluppo della banda larga
determina aumento del PIL; allo stesso modo la banda larga è
indispensabile per l'e-commerce.
Il presidente ricorda che aveva invitato l'assessore che, a causa di
un precedente impegno, non ha potuto partecipare. L'assessore Peri
si è dichiarato comunque disponibile a prendere parte ai prossimi
lavori della Commissione, anche se non bisogna dimenticare che il
tema è di competenza della prima Commissione.
Nel merito, il presidente pone due questioni.
La prima è il Wi-MAX, che potrebbe essere utilizzato per risolvere
il problema dell'ultimo miglio in alcune zone di più difficile
raggiungibilità: la Regione Emilia-Romagna aveva fatto una gara ma i
vincitori non hanno realizzato l'opera di copertura e, tuttavia,
continuano a tenere occupate alcune frequenze che restano
inutilizzate. Il presidente ritiene che la Regione dovrebbe avviare
una procedura fallimentare nei confronti della società che, pur
avendo pagato cara la propria inattività, rimane inadempiente.
Per quanto riguarda poi la concorrenza tra pubblico e privato,
Grillini ritiene che, se le società private non vogliono fare gli
investimenti, dovrebbe intervenire il Pubblico; se Telecom non vuole
fare la rete è giusto che la faccia lo Stato; oltretutto la rete
dovrebbe essere considerata un servizio pubblico essenziale e
strategico, e quindi gestito dallo Stato.
Dal momento che l'iniziativa dovrebbe essere presa dallo Stato, la
Regione Emilia-Romagna potrebbe presentare una proposta di legge
alle Camere.
Con riguardo al Wi-MAX, il consigliere FAVIA precisa che
effettivamente il bando regionale lo ha vinto Acantho, una società
del gruppo Hera, per circa due milioni di Euro, ma la società non è
tenuta a sborsare quella somma, pagherà solo per il servizio che
erogherà. Il problema riguarda quindi una multiutility pubblica,
partecipata dai Comuni, i quali dovrebbero agire nei confronti della
Acantho, che tiene bloccata la possibilità di utilizzare il Wi-MAX.
Il consigliere non condivide il costume di affidare i servizi più
redditizi ai privati. La rete dovrebbe essere pubblica, in modo da
garantire a tutti la connettività per un prezzo adeguatamente basso.
Infine, Favia vorrebbe sapere se in futuro sarà possibile accorpare
in un'unica banda, tutti i diversi segnali dell'etere: radio,
televisione, telefonia mobile.
Il dott. MAZZINI chiarisce che, grazie all'intervento di Lepida,
sarà possibile per i piccoli operatori locali contribuire a portare
la connettività in zone del territorio dove gli operatori più grandi
non hanno interesse ad arrivare: i piccoli operatori dovrebbero
pagare somme ingenti per ottenere l'autorizzazione; Lepida ha
ottenuto l'autorizzazione per tutti e intende metterla a
disposizione dei piccoli imprenditori locali che operano nel settore
a livello locale.
Lepida sta anche mettendo insieme un sistema che si chiama club
degli stakeholder del sistema Lepida: si tratta della possibilità
per tutti gli imprenditori di testare le proprie soluzioni a favore
della Pubblica amministrazione o del mercato sulla rete di Lepida,
che si configura oggi come una rete di nuova generazione e che in un
domani dovrebbe essere a disposizione di tutto il mercato.
Naturalmente si parla sempre di imprese del settore ICT e
soprattutto delle piccole imprese.
Con riguardo agli appalti corposi, la logica è di favorire, nel
rispetto delle norme del codice degli appalti, gli imprenditori
locali. Comunque ai grandi appalti vengono preferiti piccoli appalti
per i singoli territori.
Mazzini spiega poi che Telecom Italia reputa una centrale redditizia
solo se, a fronte dell'investimento richiesto, comporta un ritorno
entro 4 anni. Per evitare che ci fossero zone di serie A e zone di
serie B, l'idea di Lepida è stata di considerare il territorio un
tutt'uno facendo un'unica negoziazione, ad esempio, della fibra
ottica, in modo di rendere tutto ugualmente appetibile. Il processo
è ancora in corso ma l'auspicio è di riuscire ad avere il maggior
numero di centrali possibili.
Per quanto riguarda i territori, la dorsale sud è quella che parte
da Rimini e arriva a Piacenza, percorrendo tutto il territorio e
tutte le Provincie, tranne Ferrara, che non ha territori di
montagna.
Sul Wi-MAX, esistono due tipi di frequenze, quelle licenziate e
quelle non licenziate, che sono gratuite e quindi a rischio di
interferenza. Le frequenze del Wi-MAX sono tutte licenziate e quindi
permettono di garantire un servizio più efficiente, senza pericolo
di intromissioni, ma c'è un problema di costi: se ci fosse
un'iniziativa per dare frequenze licenziate gratuitamente nelle zone
dove è maggiore il digital divide, molti problemi troverebbero una
soluzione.
Infine, Mazzini chiarisce che esiste tecnicamente la possibilità di
fare convergere su un'unica rete tutti i servizi: il problema è
l'opposizione delle lobby.
Il presidente FALCIASECCA, con riguardo al Wi-MAX, pone l'accento su
un equivoco: non è sufficiente avere a disposizione la banda e uno
standard radio per diventare un operatore mobile, sono anche
necessari apparati estremamente complessi. Bisognava concentrarsi
sull'obbiettivo di usare la banda licenziata dove non si poteva
arrivare con il doppino.
Sicuramente condivide l'idea di promuovere un'azione legale: da
tempo si sta prodigando per convincere l'Autorità garante per le
Comunicazioni a utilizzare le proprie armi per recuperare un po' di
banda, perché quelli che hanno ottenuto le bande avevano degli
obblighi che non hanno adempiuto, per cui l'Autorità dovrebbe
poterle riprendere.
Il presidente manifesta quindi la propria disponibilità a portare
avanti un'azione legale.
Falciasecca condivide l'idea che la rete rappresenti un monopolio
naturale, che dovrebbe essere quindi in mano allo Stato. Oggi
Telecom, che prima rappresentava una risorsa preziosa dello Stato,
costituisce un problema: se Telecom perdesse la rete di rame sarebbe
un disastro patrimoniale. Ecco perché risulta più difficile assumere
talune iniziative ed è necessario fare una riflessione attenta.
Per quanto riguarda la possibilità di unificare la rete, esistono
non pochi problemi specialmente di natura tecnica ma non solo;
tuttavia, in futuro l'idea della convergenza non appare impossibile.
Con riguardo agli investimenti e alle revenues, c'è il problema che
spesso chi investe non è chi fa i ricavi, come accade con la rete
internet tra Telecom e i motori di ricerca: c'è un problema di
ridistribuzione del reddito.
Il presidente GRILLINI pone l'attenzione sul fatto che alcuni
operatori impediscano il file-sharing: non ha senso porre limiti
all'utilizzo di una linea flat; ci sono gli elementi della truffa e
infatti le associazioni dei consumatori sono in allarme.
Il presidente ringrazia i rappresentanti di Lepida s.p.a. e
suggerisce di organizzare un incontro con i consiglieri presso la
sede della società, possibilmente con la partecipazione degli
assessori competenti.
La seduta termina alle ore 16,30.
Approvato nella seduta del 21 aprile 2011.
Il Segretario Il Presidente
Giovanni Fantozzi Franco Grillini